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Dettaglio seduta n.234 del 25/07/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 9.34 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.00)



(Alle ore 9.54 il Vicepresidente Riba comunica che si svolgerà, in Sala Viglione, un incontro tra Capigruppo e Consiglieri con i rappresentanti delle Amministrazioni dell'Altipiano cuneese sul progetto di costruzione della centrale termoelettrica da 1.450 MWt)



(La seduta ha inizio alle ore 10.52)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle sedute del 18, 19, 21, 26 e 28 marzo 2002 e del 17, 19, 22 23 e 24 aprile 2002. Se non vi sono osservazioni, si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brigandì, Casoni, Costa Enrico Deorsola, Ghigo, Pozzo e Rossi Giacomo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Parchi e riserve

c) Modifica di coordinamento, ex art. 83 del Regolamento interno del Consiglio regionale, alla DCR n. 246-21866 del 9 luglio 2002: "Partecipazione della Regione Piemonte alla 'Fondazione Centro del cavallo' presso la Cascina Rubbianetta - Parco regionale La Mandria"


PRESIDENTE

Comunico che, essendo stato approvato in aula un emendamento modificativo all'art. 10 dello Statuto della 'Fondazione Centro del cavallo', per cui i componenti di diritto del Consiglio di amministrazione salgono da quattro a cinque, occorre, all'art. 14, ultimo comma, procedere per coordinamento, ad elevare da quattro a cinque il numero dei votanti.


Argomento: Variazioni di bilancio

d) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2002


PRESIDENTE

Comunico inoltre che la Giunta regionale, in data 11 luglio 2002, ha trasmesso, per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'art. 24 della L.R. n. 7/01 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), diciannove deliberazioni recanti variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2002, di cui all'elenco del processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

e) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Gilberto Pichetto


PRESIDENTE

Comunico infine che, con decreto n. 62 del 23 luglio 2002, il Presidente della Giunta regionale Ghigo ha attribuito, temporaneamente, le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, con delega a sostituirlo nella giornata del 25 luglio 2002, all'Assessore Gilberto Pichetto.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento all'incontro svoltosi in Sala Viglione prima dell'apertura della seduta tra Capigruppo e Consiglieri con i rappresentanti delle Amministrazioni dell'Altipiano cuneese e alla richiesta di comunicazioni in merito alla situazione del Consigliere Riggio


PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, lei poco fa ha brillantemente presieduto un incontro con le comunità della zona di Cuneo, in merito alla costruzione di una centrale termoelettrica.
Voglio dire, per l'ennesima volta, che giace da tempo una mozione su questo problema, che si auspica di poterla discutere proprio per andare incontro alle aspettative delle persone presenti.
Durante l'incontro non è stata data la parola ai Consiglieri, con la quale avrei potuto spiegare, agli abitanti del Cuneese, che esiste uno strumento per vincolare ed impegnare la Giunta ad un certo comportamento (anche per il caso di Borgo San Dalmazzo).
Sappiamo che il Documento di programmazione economico-finanziaria, per il quale era stato predisposto uno spazio in questo fine lavori prima delle ferie, è slittato a settembre. A questo punto, chiedo al Presidente e ai colleghi se non sia il caso, prima di andare in ferie, di discutere finalmente la mozione in materia energetica e in materia di autorizzazione sulla costruzione delle centrali, altrimenti giriamo intorno al problema.
Chiedo che sia discussa prima della fine dei lavori per l'interruzione feriale.



PRESIDENTE

Si tratta di una proposta già iscritta all'o.d.g., quindi credo che nel corso di questi due o tre giorni di lavoro potrà, sicuramente, essere discussa o, perlomeno, sottoporre al Consiglio l'opportunità di questa discussione, anche in relazione all'incontro di questa mattina (e mi scuso perché la situazione non consentiva di dare la parola a più rappresentanti del Consiglio).
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Semplicemente per prendere atto - per l'ultima volta - come anche oggi nelle comunicazioni ufficiali della Presidenza del Consiglio regionale, non ci sono state notizie su quello che più Consiglieri avevano sollecitato cioè una ricerca e un colloquio con il collega Riggio. Me ne ero fatto promotore in altre due sedute, in cui il Presidente Cota aveva risposto che avrebbe documentato e informato il Consiglio dei vari tentativi di colloquio telefonico. Sarebbe opportuno che l'Ufficio di Presidenza, e il Presidente di turno, rendesse edotto ciascun Consigliere di quanto è stato detto in quest'aula in modo serio e grave: un collega lascia l'aula dicendo: "Mi dimetto perché in quest'aula non si può parlare, non posso esprimere le mie opinioni, per quanto condivisibili o meno".
Lo faccio per l'ultima volta, perché se anche i colleghi del Gruppo a cui appartiene il collega Riggio non se ne occupano...



PRESIDENTE

Le assicuro che se ne sono occupati tutti i colleghi, del Gruppo in particolare, ma ulteriormente il Presidente Cota, che certamente riferirà essendo la mia solo una funzione di supplenza e trattandosi di una questione che gli era stata conferita in virtù della funzione di rappresentanza continuativa istituzionale. Credo che il Presidente Cota sarà in grado di riprendere l'aspetto che lei ha richiamato, non avendo cessato di cercare di operare attorno alla questione riguardante il problema del Consigliere Riggio.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Sollecito risposta ad interpellanze relative alle Olimpiadi del 2006


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, la prego di informare il Presidente Cota relativamente a quanto sto per dire.
Voglio rimarcare, affinché rimanga agli atti e, in particolare, mi rivolgo ai colleghi dell'opposizione, una situazione che riguarda le Olimpiadi del 2006 che sta diventando imbarazzante.
Sono intervenuto già altre volte in Consiglio regionale per sollecitare da parte dell'ineffabile Assessore Racchelli delle risposte ad interpellanze che l'opposizione - alcune, tutta l'opposizione, altre, il Gruppo DS - ha presentato e sollecitato più volte: la prima è del 15 luglio 2001. E' una situazione imbarazzante, indecente e indegna.
Non è possibile che l'ineffabile Assessore Racchelli faccia polemiche pretestuose in sedi non opportune e non venga a riferire su problemi che lo riguardano direttamente nella sede deputata. E' una questione insostenibile! Ancora nell'ultimo incontro dei Capigruppo c'è stato l'impegno preciso affinché venga a rispondere! Invece di sostenere cose indecenti e non vere venga a rispondere ad interpellanze presentate un anno fa in Consiglio regionale, se ne ha la capacità e le informazioni corrette!



PRESIDENTE

Per cortesia, collega, lei conosce bene le opportunità.



PLACIDO Roberto

Presidente, è una cosa non sostenibile: un anno per rispondere ad un'interpellanza, per poi andare a chiedere lui le cose che noi chiediamo a lui! Provi a fare il suo lavoro se ne è capace: mi riferisco all'ineffabile Assessore Racchelli!



PRESIDENTE

Tutti i colleghi sanno che i termini devono essere istituzionali.
Adesso non li misuro con un criterio che non ho.
La ringrazio, collega Placido. Naturalmente, riferirò per i prossimi impegni del Consiglio la sollecitazione che è stata posta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 1198 del Consigliere Tapparo inerente a "Chivasso e il Chivassese - Distretto dei rifiuti?"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1198 presentata dal Consigliere Tapparo.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La legge regionale 13 aprile 1995, n. 59, prevede che i bacini organizzino, secondo criteri di autosufficienza, la realizzazione e la gestione dei servizi di raccolta e trasporto dei rifiuti e la realizzazione e gestione degli impianti tecnologici e delle discariche.
Tale previsione, recepita dal Piano regionale di gestione dei rifiuti (Deliberazione del Consiglio regionale del 30 luglio 1997, n. 436-11546) richiede la realizzazione di appositi impianti necessari per il corretto funzionamento del ciclo integrato di gestione dei rifiuti che consentano il raggiungimento dell'autonomia dell'area di pianificazione.
La Provincia di Torino ha tradotto i principi pianificatori stabiliti dalla Regione nel Programma provinciale di gestione dei rifiuti, il quale prevede - per la realizzazione degli impianti di smaltimento finale - la stipulazione di un Accordo di programma, promosso dalla Provincia, tra i Comuni dell'area di pianificazione Sud-Est (di cui il Chivassese fa parte).
Da informazioni assunte presso la Provincia di Torino, si è appreso che, nell'ambito dei lavori della Conferenza dell'Accordo di programma (cui partecipano, oltre la Provincia stessa, 51 Comuni dell'Area), è stato sottoscritto un protocollo di intesa per la realizzazione di un processo pubblico negoziale di selezione dei siti idonei alla realizzazione degli impianti prima citati, tra quelli individuati dal Tavolo tecnico della Conferenza sulla base dei criteri escludenti derivanti dalla deliberazione della Giunta regionale n. 63 del 22 aprile 1996 e dal Programma provinciale.
I lavori della Commissione costituita per il processo di negoziazione composta da rappresentanti delle Amministrazioni locali coinvolte e dei comitati di cittadini, hanno portato all'individuazione di criteri per la valutazione dei siti e, quindi, alla compilazione di una graduatoria sulla base di tali criteri di idoneità.
I siti risultanti maggiormente idonei sono ubicati nei Comuni di Foglizzo, Montanaro e Torrazza per quanto riguarda l'impianto di discarica e nei Comuni di Chivasso e Volpiano per l'impianto di trattamento termico.
Per quanto concerne la richiesta relativa alle valutazioni sulla situazione che si verrebbe a creare nel Chivassese in seguito alla realizzazione degli ipotizzati impianti, si precisa che su questi siti verranno svolti gli studi di valutazione dell'impatto ambientale che ovviamente, terranno conto, approfondendoli attentamente, di tutti i diversi aspetti ambientali e sociali, tra i quali quelli evidenziati nell'interrogazione e caratterizzanti l'area in oggetto, anche se occorre rammentare che, nel processo di individuazione dei siti, sono già stati considerati alcuni di questi elementi.
Volevo integrare la risposta con una considerazione, che dà conto delle procedure formalmente esperite dall'Amministrazione provinciale, la quale ha tentato di darsi un criterio di razionalità per approfondire e affrontare una materia comunque difficile.
Al di là delle procedure più o meno scientificamente giustificate occorre non dimenticare una questione di tempi. Una valutazione di tipo complessivo potrebbe portare a decisioni magari più rapide da attuare.
A questo proposito, ricordo il dibattito svoltosi non solo sui giornali, ma anche all'interno dei consessi amministrativi della Provincia e, soprattutto, del Comune, in ordine ad un'ipotesi che sembrerebbe alternativa, a questo punto, di realizzazione dell'impianto di termovalorizzazione nel Comune di Torino.
Perciò, è assolutamente necessario che la Provincia di Torino arrivi ad una qualche indicazione finale; altrimenti, rischiamo di non contribuire a risolvere i problemi e di creare le condizioni per un'acuta emergenza.
E' all'attenzione dell'aula la nuova legge regionale dei rifiuti, che prevede il rafforzamento del ruolo, anche sostitutivo, della Provincia nei confronti dei Consorzi, laddove questi fossero inadempienti, e soprattutto, della Regione nei confronti della Provincia, laddove non si dovesse arrivare a qualche risultato positivo.
Ritengo positivo arrivare ad avere una progettazione o magari più progettazioni, naturalmente valutabili dalle procedure di valutazione di impatto ambientale.
Il mio auspicio è che si tenga conto di tutte le considerazioni che venivano esposte nell'interrogazione dal collega Tapparo, che mi auguro siano state considerate all'interno di tutte le lunghe valutazioni che hanno sotteso l'elaborazione della Commissione predisposta dalla Provincia di Torino. Naturalmente, si tenga anche conto dell'effettivo impatto che hanno queste scelte. Ho avuto modo, nel mio giro di ricognizione, di ascoltare alcune valutazioni degli amministratori di Chivasso, in ordine al fatto che, un conto, è utilizzare siti industriali dismessi, altro conto, è utilizzare siti industriali di nuovo impianto, così come la richiesta di valutare l'esistenza di industrie a rischio insediate a Volpiano.
Come è logico, una localizzazione nell'area metropolitana, essendo per sua natura un'area a forte antropizzazione, sia per quanto riguarda la residenza, sia per quanto riguarda i siti produttivi, è senz'altro una decisione complessa. Credo che non servano i "balletti" di responsabilità o i rimpalli tra un'area e l'altra. Il mio auspicio è che il processo di attuazione del Programma provinciale porti a proposte praticabili, perch quanto prevedono il Piano regionale e il Piano provinciale, ossia spingere il recupero dei materiali e dei rifiuti il più possibile e valorizzarne la frazione non altrimenti trattabile, è un'assoluta necessità.
Attribuisco molta importanza alla nuova legge sui rifiuti che accelera e valorizza l'intervento dei livelli superiori, qualora in sede locale non si andasse a decidere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

L'Assessore, pochi minuti fa, in un incontro con i Sindaci e la popolazione del Cuneese, per il problema dell'eventuale insediamento di una centrale termoelettrica a Borgo San Dalmazzo, ha detto, con grande intuizione, una frase significativa: "Per Borgo San Dalmazzo, visto il contesto e le situazioni, bisognerà riflettere. Per fortuna, in Piemonte ci sono altre Amministrazioni che sono più benevoli per l'insediamento di una centrale termoelettrica".
E' proprio così e questo vale non solo per le centrali termoelettriche ma anche per l'inceneritore - uso ancora questo termine per farmi capire dal pubblico presente, perché usare il termine "termodistruttore" è più complicato da intendere; è un po' come l'Alta Capacità che ha trasformato l'Alta Velocità, con un gioco di magia, tirando fuori il coniglio dal cilindro! L'Assessore sostiene, giustamente, da un lato, in senso più generale che abbiamo un Piano energetico - Assessore lo potremmo discutere prima della fine dei lavori, credo che l'opposizione potrebbe garantire il numero legale per l'inserimento di questo argomento all'o.d.g. - ma dall'altro lato, ricorda che è in approvazione l'aggiornamento della norma sui rifiuti.
Assessore, è qui che c'è una forte limitazione, perché se l'attuale normativa permette che un inceneritore, per risolvere un problema di 1 milione di abitanti, possa insediarsi tecnicamente nell'ambito di una comunità, magari di 3.000/5.000/9.000 abitanti, a prescindere dalle considerazioni che farò successivamente circa il carico ambientale, vi è in quella norma qualcosa che non funziona.
Non possiamo trovare degli eroi, malgrado i benefici che vengono concessi alle Amministrazioni comunali ("Pagherai meno l'energia, ti costruiremo le strade", ecc.)! La norma, è vero, sarà sottoposta a valutazione di impatto ambientale ma essa non ha tenuto minimamente conto dei carichi ambientali.
Il collega Placido, ad esempio, che abbiamo visto in una bella foto in Piazza Carignano, sosteneva giustamente che nella zona nord di Torino vi è un carico ambientale enorme e quindi insediare lì l'inceneritore.
Guarda caso, però, per la costruzione dell'inceneritore hanno insediato un'altra zona analoga a quella, dove il carico ambientale è per pesantissimo.
Lei, Assessore, ha citato cinque Comuni, situati in un fazzoletto di terra, tutti concentrati, sia per le discariche che per il sito dell'inceneritore.
Si tratta di un'area in cui sono presenti due centrali (una autorizzata e una esistente), il più grande digestore d'Europa, cioè il Consorzio Po-Sangone per il trattamento delle acque reflue, diverse discariche di rifiuti tossico-nocivi, due industrie ad alto rischio (così definite dalla legge Seveso).
Ebbene, in quel fazzoletto di terra questa Commissione è riuscita a far atterrare cinque ipotesi di sito. Ma, in quella comunità, da parte di altri settori, cosa è stato dato? Qualche punto di eccellenza, un pezzo di università, una ricerca, un centro direzionale avanzato? Assolutamente nulla! Questo rappresenta il fallimento della capacità di programmazione in un territorio da parte della Regione Piemonte e della Provincia di Torino.
Questo è un grande fallimento, un vulnus, una violenza, una provocazione che viene fatta a quella comunità.
Al collega Placido voglio dire che anche la zona nord di Torino subisce questa violenza, però non dobbiamo fare una guerra dei poveri, accelerare la costruzione di inceneritori, tanto va a finire in buca in un'altra comunità che è nelle stesse condizioni di quelle della zona di Torino nord! Assessore, so che lei è sensibile e che capisce come sta il gioco e capisce anche che ci sono degli amministratori che non si mettono di traverso - non posso usare un altro termine, uso il termine "sviluppista" che metterebbero nella piazza del Municipio l'inceneritore, perché così si mette in movimento tutto! Oltretutto, subiamo anche la tecnologia dei termodistruttori, perché sono delle strutture enormi; noi dobbiamo imporre come abbiamo fatto per l'informatica, che queste strutture si sposino maggiormente - uso le parole della Presidente della Provincia di Torino Mercedes Bresso, quando era Consigliera regionale - con il territorio.
Occorre fare in modo che la comunità percepisca questi impianti non come una violenza, ma come qualcosa che si muove sul territorio (ho seguito questa scuola e continuo a seguirla).
Concludo dicendo che in questo senso vorremmo una risposta diversa.


Argomento: Varie

Saluto alla rappresentanza di Sindaci, amministratori e cittadini della Valle Vermenagna


PRESIDENTE

Saluto, a nome di tutti i colleghi, la rappresentanza di Sindaci amministratori e cittadini della Valle Vermenagna, che ha incontrato i Capigruppo e assiste a una parte dei nostri lavori.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione n. 1274 del Consigliere Giordano inerente a "Finanziamenti non sufficienti per incidenti stradali"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1274 presentata dal Consigliere Giordano.
Risponde ancora l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Presidente, se mi è consentita una chiosa all'intervento del collega Tapparo, auguriamoci che il Presidente della Provincia di Torino segua nell'attuazione del Piano provinciale dei rifiuti ciò che lei ha ricordato essere un suo antico pensiero.
Per quel che riguarda l'interrogazione n. 1274 presentata dal Consigliere Giordano, inerente a "Finanziamenti non sufficienti per incidenti stradali", com'è noto la Regione Piemonte, unica fra tutte le Regioni italiane, ha ritenuto di adottare una normativa che prevede l'erogazione di indennizzi - sottolineo indennizzi - a favore dei soggetti vittime di sinistri stradali in cui risulta altresì coinvolta la fauna selvatica.
Occorre innanzitutto sottolineare che prima dell'entrata in vigore della legge regionale 27 gennaio 2000, n. 9, nessuna forma di erogazione era prevista a favore dei soggetti anzidetti.
Al contrario, l'Avvocatura dello Stato, anche a fronte del cambiamento di status della fauna selvatica da res nullius a res communis, si era più volte espressa negativamente in ordine al risarcimento dei danni di tale natura, in considerazione del fatto che la "selvaggina" non può, per sua stessa definizione, essere soggetta ad una qualsiasi forma di tutela da parte del proprietario, che sarebbe lo Stato.
Tale organo ha, pertanto, sempre negato che potesse essere attribuita la responsabilità di eventuali danni, cagionati dalla fauna selvatica a terzi, al proprietario della stessa, individuato dalla vigente normativa nello Stato e, in ultima analisi, negli Enti delegati alla gestione del patrimonio faunistico, quindi la Regione ad eventualmente la Provincia.
Tuttavia, la sensibilità del legislatore regionale ha ritenuto di elaborare uno strumento normativo che, alla luce delle trasformazioni subite dall'ambiente della nostra Regione, tenesse soprattutto conto del consistente incremento delle popolazioni di ungulati (cinghiale, cervo capriolo e quant'altro) presenti sul nostro territorio. Tali specie, per le proprie caratteristiche fisiche e comportamentali, hanno un indubbio maggiore impatto sulle attività antropiche.
Si ritiene peraltro opportuno precisare che l'aumento dei popolamenti delle specie in questione è stato determinato, in primo luogo, dalle condizioni favorevoli che caratterizzano oggi l'habitat in cui le stesse vivono e che possono essere riassunte nell'assenza di grandi predatori unitamente all'abbandono delle pratiche colturali in vaste aree montane e collinari.
Ciò stante, in ordine a quanto evidenziato dall'interrogante, si rileva che la legge regionale n. 9 del 2000 fa espresso riferimento ad "indennizzi per incidenti stradali provocati dalla fauna selvatica", ovvero a contribuzioni economiche che non necessariamente debbono essere di entità tale da coprire l'intero ammontare del danno denunciato (in tale caso, si tratterebbe di un vero e proprio risarcimento), ma che devono essere correttamente intese nella loro valenza "sociale", ovvero di "aiuto" a favore di coloro che incolpevolmente risultano coinvolti in sinistri di tale fattispecie.
Sulla base dei dati in possesso dei competenti uffici, riferiti ad anni in cui nessuna norma disciplinava la materia e per i quali, pertanto, non esistono dati univoci ed incontrovertibili, l'ammontare del fondo da destinare a tale scopo è stato quantificato in lire 300.000.000 (euro 154.937,00) per il 2000 e in lire 500.000.000 (euro 258.000) per il 2001.
Si ritiene, infine, opportuno sottolineare che, in attuazione dell'art.
4 della citata legge n. 9/00, è stato predisposto il Regolamento di disciplina delle attività inerenti alla ricezione delle denunce dei sinistri e all'esame delle relative istanze da parte delle Province approvato con DPGR n. 7/R dell'11 giugno 2001. Contestualmente, è stato avviato uno studio propedeutico alla predisposizione di apposite polizze assicurative a copertura dei danni derivanti da sinistri in argomento, ai fini dell'erogazione dell'indennizzo, da stipularsi in favore delle Province, così come previsto dal predetto Regolamento.
Per concludere, noi - unica Regione - corrispondiamo un indennizzo che, parallelamente all'entrata in vigore della legge, si è palesato crescente.
Affidare l'accertamento alla Provincia mentre l'ufficiale pagatore è la Regione, ritengo che crei una sfasatura: non dico che ci sia una deresponsabilizzazione, ma sarebbe diverso il caso in cui chi accerta deve anche pagare sul proprio bilancio.
Allora, abbiamo condiviso la richiesta delle Province di riprendere noi la gestione di questa partita e, sulla base di opportuni ricorsi a valutazioni di broker assicurativi, abbiamo individuato una polizza assicurativa del valore nominale eventuale di circa un miliardo, la cui gara verrà esperita quanto prima da parte della Direzione Patrimonio Economato e quindi avremo a regime un sistema che prevvederà la corresponsione di questi indennizzi, che, come tali, sono solo una percentuale del danno, ma attraverso un soggetto adesso dedicato e preposto, che è il circuito assicurativo.
Ricordo ai colleghi, peraltro, che tutti i Comuni e tutte le Province per i danni che si hanno quando vi è l'incolpevolezza del guidatore sulle strade, ricorrono alle procedure assicurative. Pertanto, in questo modo riteniamo di poter affrontare in modo adeguato e migliore questa partita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Assessore.
Mi ritengo soddisfatto della risposta, con una segnalazione: le tratte stradali particolarmente a rischio andrebbero gestite meglio, magari attraverso una segnaletica più accorta.
E' ammirevole l'idea della polizza assicurativa per il valore di un miliardo, che ritengo positiva.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1477 delle Consigliere Suino e Manica inerente a "Contributi ai progetti redatti dalle organizzazioni di volontariato"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1477, presentata dalle Consigliere Suino e Manica, alla quale risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore al volontariato

Con legge regionale n. 5/01, art. 115, sono state trasferite alle Province le competenze concernenti la tenuta del registro del volontariato e delegate le funzioni relative alla concessione dei contributi di cui all'art. 14 della legge regionale n. 38/94. Pertanto, a partire dall'anno in corso, saranno direttamente le Province ad esaminare le richieste e ad erogare tali contributi.
Trattandosi di funzioni delegate, la Regione ha definito, con DGR n. 39 5950 del 7 maggio 2002, i criteri per l'assegnazione di detti contributi.
La proposta del provvedimento di Giunta è stata approvata dalla IV Commissione consiliare nella seduta del 22 aprile 2002.
Ai sensi della legge regionale n. 38/94, art. 14, le finalità dei contributi alle organizzazioni di volontariato sono la promozione e il sostegno dell'attività direttamente svolta dai volontari, valorizzando le risorse messe in campo in primis dalle associazioni. Di conseguenza, le risorse finanziarie e le specifiche voci di spesa convergono al sostegno all'attività di volontariato vera e propria.
Altra finalità dei contributi è la valorizzazione delle capacità innovative e di prevenzione di bisogni ed emergenze presenti sul territorio. Al proposito, pare comunque riduttivo asserire che le proposte innovative possono pervenire al volontariato prevalentemente da consulenti.
Peraltro, qualora non sia possibile reperire all'interno dell'organizzazione le competenze necessarie, è previsto il ricorso a competenze esterne.
Per prassi consolidata si è ritenuto che il costo relativo ad eventuali risorse umane esterne all'associazione non debba superare il tetto del 40 proprio al fine di stimolare al massimo l'agire volontario, reputando che tale previsione consente ugualmente la possibilità di ricorso ad esperti esterni.
Alla luce delle considerazioni suesposte, l'eventuale elevamento al 60 delle spese relative alle consulenze potrebbe risultare una distorsione rispetto agli obiettivi primari.
Rispetto all'istituzione del Consiglio regionale del volontariato (art.
11, legge regionale n. 38/94), si fa presente che la Giunta regionale, con provvedimento n. 100-686 del 31 luglio 2000, ha approvato la proposta di composizione e le modalità di funzionamento del Consiglio. Tale provvedimento è stato discusso e licenziato con voto favorevole dalla maggioranza della competente Commissione consiliare in data 27 settembre 2000 ed è attualmente all'esame del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Innanzitutto, chiediamo all'Assessore copia scritta della risposta.
Ci riteniamo soddisfatti solo in parte, Assessore, in quanto questa interrogazione ha proprio lo scopo di sollecitare da parte dell'aula l'esame del provvedimento per l'istituzione del Consiglio regionale del volontariato. E' inspiegabile che un provvedimento che vede la coralità degli interessi, sia delle organizzazioni di volontariato, sia della Giunta, giaccia nel cassetto praticamente da due anni.
Normalmente, in quest'aula si dice che si è impediti a procedere su tutta una serie di provvedimenti, mentre questo provvedimento è stato licenziato ormai da due ani dalla competente Commissione; un provvedimento che ha visto le opposizioni dibattere con delle motivazioni, con delle ragioni e anche con delle diversità che possono essere implementate e riportate in aula e che possono però dare origine a un esito comunque favorevole di modo che il Consiglio del volontariato venga istituito. E' una disposizione, una competenza specifica della Regione e giace nei meandri della burocrazia del Consiglio ormai da due anni.
In sostanza, Assessore, questa interrogazione le è stata sottoposa appositamente per sollecitarla in tal senso e, in quanto esponente della Giunta regionale, le richiediamo di adoperarsi affinché questo provvedimento venga discusso nel più breve tempo possibile, poiché è perlomeno vergognoso nei confronti delle associazioni e degli organismi di volontariato, che già si fanno carico di un'opera significativa sul territorio - tra l'altro, un'opera che va ad integrazione di carenze che sono sempre più marcate da parte dei servizi pubblici - che la Regione non sia in grado di istituire un organo che ha voluto e disposto, perché da due anni giace in un ordine del giorno fantasioso, o giù di lì, che vede delle priorità spuntare come funghi, in certi momenti, e delle necessità giacere nei cassetti.
La nostra interrogazione aveva questo scopo; di conseguenza, non siamo soddisfatti per evidenti motivi: va istituito il Consiglio regionale del volontariato.


Argomento: Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Interrogazione n. 480 dei Consiglieri Moriconi, Suino, Caracciolo Giordano, Chiezzi e Papandrea inerente a "Restauro dei ruderi 'Castelli di Cannero' - Comune di Cannobio"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 480, presentata dai Consiglieri Moriconi, Suino, Caracciolo, Giordano, Chiezzi e Papandrea.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Collega Tapparo, ne approfitto per dire che mi prenoto a rispondere all'interrogazione n. 1233 per lunedì, poiché è molto importante e perch in qualche modo comprende anche interrogazioni parziali quali sono queste.
Quindi volevo dire ai colleghi Tapparo e Moriconi, prendendo un impegno pubblico, che lunedì risponderò all'interrogazione n. 1233, sulla quale intendo lavorare personalmente politicamente sabato e domenica, per dare una risposta come merita.
Al collega Moriconi volevo dire: perché ho fatto questa premessa? Perché darò un'integrazione di risposta ai colleghi interroganti lunedì.
Questa è un'interrogazione molto vecchia ed io, essendomi accorto che giaceva, mi sono permesso di tirarla fuori per doveroso impegno verso i colleghi, ma mi rendo conto che la risposta non è aggiornata, per cui adesso fornisco i dati degli uffici e nel contempo mi riservo - il collega Moriconi mi fa cenno di essere d'accordo - di portare lunedì anche l'integrazione, perché parliamo di questo settore.
Inizio a darvi una risposta che riporta in vita l'interrogazione datata 16 gennaio 2001. L'ho ripescata, per questo ho detto che lunedì desidero dare un aggiornamento in modo che la mia risposta sia più decente.



PRESIDENTE

Sempre che lunedì ci sia Consiglio.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Diciamo che, se non faremo Consiglio, inizierò a inviarla per iscritto.
Intanto fornisco i seguenti dati.
In merito all'interrogazione n. 480 inerente a "Restauro dei ruderi 'Castelli di Cannero' - Comune di Cannobio", si forniscono quelli che sono gli elementi in nostro possesso. Preciso: in allora.
In data 11 agosto 1999 è stata stipulata la convenzione Rep. 1962 tra Regione Piemonte, Fondazione Castelli di Cannero e Comune di Cannobio per il recupero, il restauro e la valorizzazione dei Castelli di Cannero.
La suddetta convenzione prevede un impegno della Regione a concorrere finanziariamente agli interventi di recupero e restauro al 50% e fissa in lire 2.500.000.000 lo stanziamento regionale, prevedendo un primo contributo, pari a lire 800.000.000, dietro presentazione del progetto esecutivo; il secondo contributo, pari a lire 800.000.000, dietro presentazione dello stato di avanzamento dei lavori svolti; il terzo contributo, a saldo, a conclusione dei lavori, dietro presentazione della relazione sui lavori svolti, della documentazione contabile e del certificato di collaudo.
L'art. 5 della convenzione prevede che la Regione esaminerà la possibilità di concorrere alla realizzazione del progetto di allestimento e di arredo del complesso dei Castelli di Cannero.
In ogni caso, la Regione concorrerà non oltre il 50% e comunque fino alla somma massima di lire 500.000.000 alla realizzazione del suddetto progetto.
Lo studio ing. Luraschi ha presentato il progetto preliminare di restauro e risanamento conservativo, che, in data 14 luglio 2000, ha ottenuto parere favorevole dalla Sovrintendenza per i Beni Ambientali e Architettonici.
Varie associazioni ambientaliste (Comitato Tutela Castelli di Cannero Italia Nostra, Legambiente, Circolo Verbano, WWF Sezione VCO) hanno presentato una serie di osservazioni inerenti prevalentemente il pontile di accesso e le nuove piattaforme con percorsi pedonali, l'uso dello spazio libero (spazio libero a prato dell'isolotto delle Prigioni), gli interventi sull'edificio principale (che prevedono un eccesso di sovrastrutture esterne, consistenti in rifacimenti di coperture, volumi aggiunti sulla torre quadrata) e l'illuminazione esterna.
Le varie associazioni propongono che l'intervento si configuri come un'operazione di restauro paesaggistico finalizzato alla conservazione dell'immagine del rudere.
Ripeto, lunedì darò un aggiornamento dei lavori e dei rapporti sia con la ditta appaltatrice, sia con la Sovrintendenza, sia con le associazioni quanto è stato raccolto e come la situazione si è evoluta nel frattempo.
Oggi mi sono permesso di dare la disponibilità a rilevare questo, per dire che l'argomento non è rimasto nel dimenticatoio; lunedì, facendo una relazione complessiva anche sul discorso dei musei, darò gli aggiornamenti.
Ripeto: nel caso il Consiglio non fosse convocato, fornirò tempestivamente la risposta scritta. Grazie ai colleghi per la cortesia che hanno avuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Innanzitutto, ringrazio l'Assessore per la sincerità con la quale ha ammesso il ritardo nella risposta. Devo dire che, per quanto riguarda alcune mie interrogazioni, questa non è sicuramente la più datata. Ne ho alcune - ad esempio, quelle che riguardano i PCB - che giacciono ormai da due anni, quindi dal 2000. E' qui presente l'Assessore alla sanità e vorrei che raccogliesse l'esempio dell'Assessore alla cultura, decidendo di rispondere alle interrogazioni sui PCB (che sappiamo essere sostanze altamente velenose ed inquinanti), con le quali sollevavamo dei problemi importanti.
Tornando alla questione dei Castelli di Cannero, la risposta dell'Assessore è chiaramente interlocutoria. Come egli ha detto aspetteremo l'evoluzione ulteriore della risposta, anche perché le preoccupazioni sollevate erano proprio quelle che l'Assessore giustamente ha richiamato. Mi riferisco al fatto che il restauro, costruendo dei volumi, ipotizzando passerelle ed altri interventi, sicuramente tende a stravolgere l'aspetto originale dei Castelli di Cannero.
Già altre volte abbiamo affrontato questi problemi e - com'è noto - noi non siamo pregiudizialmente contrari al restauro, anzi, vediamo con favore ogni intervento in tal senso. Però la scelta molto difficile è quella di come si interviene e, a nostro modo di vedere, bisogna sempre salvaguardare il patrimonio culturale e storico rappresentato dall'esistente. Quindi l'intervento restaurante deve essere sempre volto alla salvaguarda del valore anche culturale che rappresentano questi edifici in rovina.
Aspettiamo lunedì per avere ulteriori precisazioni.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Siamo in attesa dell'Assessore Racchelli, che sta arrivando.
Avevamo previsto di dare la parola all'Assessore Ferrero per l'informazione relativa all'alluvione; però prima vorrei passare all'esame dell'interrogazione n. 931 presentata dai Consiglieri Placido, Tomatis Suino, Giordano, Muliere, Di Benedetto, Caracciolo, Ronzani, Chiezzi Manica, Moriconi, Marcenaro e Saitta inerente a "Olimpiadi 2006", alla quale l'Assessore Racchelli aggiunge la risposta all'interrogazione n. 1311 presentata dai Consiglieri Placido, Riggio, Marcenaro e Suino, datata 6 febbraio 2002. Poiché l'Assessore Racchelli è stato in congedo per alcune sedute, non abbiamo avuto la possibilità di esaminarle prima.
In attesa dell'Assessore Racchelli vorrei fare distribuire la proposta di ordine del giorno di adesione del Consiglio regionale al Summit mondiale sullo sviluppo sostenibile.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Stiamo aspettando l'Assessore Racchelli, facendo come nel libro "Il deserto dei tartari": guardiamo sempre in lontananza, aspettando l'arrivo di qualcuno. Dovremmo trovare un meccanismo che lo vincoli, ad esempio con una catena. Usate la catena!



PRESIDENTE

Lei ha contribuito a togliermi un po' dall'ambascia, ricordandomi questo splendido libro di Buzzati, che sicuramente tutti da giovani abbiamo letto: non sappiamo a chi toccherà la fine del tenente Drogo.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Turismo: argomenti non sopra specificati - Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Interrogazione n. 931 dei Consiglieri Placido, Tomatis, Suino, Giordano Muliere, Di Benedetto, Caracciolo, Ronzani, Chiezzi, Manica, Moriconi Marcenaro e Saitta inerente a "Olimpiadi 2006". Interrogazione n. 1311 dei Consiglieri Placido, Riggio, Marcenaro e Suino inerente a "Lavori della Commissione speciale per le Olimpiadi 2006"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare all'esame delle interrogazioni n. 931 e n. 1311.
Risponde l'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

L'interrogazione n. 931 chiedeva, tra l'altro, quali azioni politiche in accordo con altre istituzioni locali saranno intraprese per reperire le risorse finanziarie integrative alla legge n. 285/00, al fine di garantire la realizzazione delle opere olimpiche in tempo utile.
Le risorse previste dalla Finanziaria 2002 sono sufficienti a coprire le esigenze finanziarie emerse a seguito della revisione del dossier olimpico e il restante finanziamento servirà a portare avanti la progettazione degli interventi, che saranno definiti connessi, in modo da definire, in modo puntuale, i tempi di realizzazione degli stessi. Inoltre si sta prendendo in considerazione l'ipotesi di eventuali cofinanziamenti da parte degli Enti interessati.
La Regione Piemonte ha avviato, in merito, incontri di confronto con gli Enti locali direttamente coinvolti dall'evento olimpico, in particolare con la Provincia di Torino e il Comune di Torino, per definire, insieme una strategia comune.
Anche la Regione Piemonte, tramite i canali di finanziamento già avviati sull'intero territorio regionale, cercherà di prestare maggiore attenzione alle aree territoriali interessate dall'evento olimpico, per un lavoro ottimale di sviluppo, in vista dell'evento olimpico.
Nel frattempo, la Regione Piemonte si è attivata, presso il Governo, al fine di reperire ulteriori risorse finanziarie, integrative alla legge n.
285/00. Queste, infatti, potrebbero essere previste con un assestamento di bilancio 2002 e nella Finanziaria 2003.
Nella finanziaria 2002 è già previsto un finanziamento della legge n.
285/00 di circa 650 miliardi di lire (330 milioni di euro). Tale cifra va in parte, a finanziare la revisione del dossier (circa 250 milioni di euro) e, in parte, per le opere connesse (circa 65 milioni di euro).
Si intende utilizzare il finanziamento di circa 65 milioni di euro al fine di procedere alla progettazione delle opere connesse. In questo modo per le opere connesse indicate in elenco, si arriverebbe ad avere costi e tempi certi.
Si ricorda, inoltre, che l'attivazione di un'opera, dichiarata connessa, deve necessariamente essere prevista entro il 2005.
L'ammontare delle richieste rivolte al Governo.
Al Governo è stato chiesto uno stanziamento complessivo di circa 1.550 miliardi di lire (circa 800 milioni di euro), così suddiviso: circa 260 milioni di euro per le opere necessarie da attribuire all'Agenzia completamento opere di dossier settembre 2001; circa 225 milioni di euro per le opere connesse; circa 225 milioni di euro per le opere di accompagnamento e a sostegno degli investimenti nel sistema pubblico regionale, sul territorio regionale.
L'elenco, nel dettaglio, delle opere e i relativi costi.
La legge n. 285/00 "Interventi per i Giochi olimpici invernali - Torino 2006", individua nel relativo allegato 1 gli impianti; nell'allegato 2, le infrastrutture olimpiche; nell'allegato 3, l'elenco delle infrastrutture da realizzare come opere necessarie per lo svolgimento dei XX Giochi olimpici invernali - Torino 2006. Si allega alla risposta l'ultima revisione delle opere contenuta nel dossier olimpico.
La legge n. 285/00, art. 1, comma 1, disciplina, altresì, la realizzazione delle opere connesse allo svolgimento dei giochi olimpici sulla base delle dichiarazioni di connessione, dichiarata con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, previa intesa con il Presidente della Giunta regionale del Piemonte, previo parere del Comitato organizzatore dei Giochi olimpici.
Il programma delle opere connesse, proposto dalla Regione Piemonte dopo la qualificazione dei complessi sciistici sede dei giochi olimpici, mira a valorizzare il patrimonio e le risorse presenti sul territorio, tenendo soprattutto conto delle proposte pervenute dal territorio, cercando di conciliare, espressione a volte contrastante, una volontà di crescita e di cambiamento. Si allega alla risposta l'elenco delle opere connesse proposto dalla Regione Piemonte.
Le priorità di esecuzione.
Gli impianti sportivi e le infrastrutture olimpiche di aree individuati come necessari dalla legge n. 285/00, nonché le opere connesse allo svolgimento dei giochi, sono dichiarati di pubblica utilità ed urgenza. L'elenco proposto delle opere connesse individua due categorie: prima, gli interventi prioritari; seconda, gli interventi inseribili, al fine di possedere un elenco di riserva, già pronto, qualora alcuni interventi risultassero prioritari e non potessero essere realizzati per problemi soggettivamente non superabili. L'elenco degli interventi definiti inseribili è stato prodotto considerando i possibili cofinanziamenti da parte di Enti locali interessati, che vanno ad aumentare il budget disponibile. Tuttavia, la priorità attribuita alle opere suddette non deve far passare in secondo piano l'importanza della realizzazione delle opere contenute di accompagnamento dei giochi olimpici.
Quante risorse intende investire il governo regionale per lo sviluppo delle aree territorialmente interessate dall'evento olimpico? La Regione Piemonte, tramite i canali di finanziamento già attivati sull'intero territorio regionale, cercherà di prestare maggiore attenzione alle opere territoriali interessate dall'evento olimpico, per un organico sviluppo, tenendo presente che la Regione Piemonte, attraverso le leggi ordinarie, ha già effettuato, e continua quotidianamente attraverso i suoi programmi, a sostenere, all'interno del territorio ritenuto olimpico (area 1-2-3), rilevanti investimenti. Faccio solo un esempio di mia competenza per non entrare in competenze altrui: noi, con la legge n. 4/00, presentata come istruttoria e come finanziamenti, abbiamo destinato il 39% dei 41 milioni di euro di contributi alle aree olimpiche. Nella legge n. 18 sempre di mia competenza, abbiamo destinato alle aree olimpiche circa il 40% degli interventi finalizzati alla Provincia di Torino.
Si intende procedere con modifiche, visto il documento presentato all'incontro con le istituzioni? Se sì, con quali? Sottolineo che è in fase di elaborazione la proposta di modifica della legge n. 285/00 "Interventi per i Giochi olimpici invernali - Torino 2006" che cercherà di chiarire alcune problematiche emerse nel corso dell'applicazione della legge stessa.
Recentemente vi sono stati degli incontri durante i quali abbiamo presentato l'esigenza di realizzare una cabina di regia, cioè un coordinamento che fosse in grado di far dialogare tutti i vari soggetti per una questione di tempestività e compatibilità rispetto a ritardi che comunque, sono recuperabili attraverso un'azione di forte accelerazione (ieri abbiamo raggiunto un accordo che è stato giudicato, anche dal Ministro, un accordo funzionale e ci sarà poi modo di spiegare in merito attraverso un'informativa che sono disposto a fare in qualsiasi momento quando il Consiglio me lo chiederà).
Una modifica alla legge n. 285/00 comprenderà quindi anche questo tipo di intervento.
Con quale tempistica si intendono sottoporre alla competente Commissione gli atti preliminari e gli aggiornamenti? I tempi saranno opportunamente concordati con il Presidente della Commissione olimpica, che è un'istituzione di questo Consiglio e che quindi, quando vorrà sottoporci domande, richieste o atti (come tutto il Consiglio, d'altronde, lo può fare) saremo nella condizione di poter rispondere in modo dettagliato e - credo - soddisfacente, rispetto alle attività che stiamo svolgendo.
Per quanto riguarda l'interrogazione n. 1311, preciso che la legge 9 ottobre 2000 n. 285 disciplina anche la realizzazione delle opere connesse allo svolgimento dei XX Giochi olimpici invernali, sulla base della valutazione di connessione, dichiarata, con decreto, dal Presidente del Consiglio dei Ministri, previa intesa con il Presidente della Regione Piemonte, previo parere del Comitato organizzatore dei Giochi olimpici invernali.
La Regione Piemonte, insieme al TOROC e agli Enti locali direttamente coinvolti dall'evento olimpico, ha predisposto un piano delle opere connesse. Nell'ambito della predisposizione del piano delle opere connesse sono stati più volte sentiti gli Enti locali, anche a seguito di una loro precisa sollecitazione, in incontri organizzati dalla struttura flessibile Torino 2006, incardinata presso la Presidenza della Regione Piemonte.
A tali incontri, come quello del 7 gennaio 2002, hanno sempre partecipato la Provincia di Torino, il Comune di Torino, il TOROC, nonch gli Enti locali montani rappresentati dal Presidente del Coordinamento dei Comuni di Bardonecchia, Cesana Torinese, Clavière, Oulx, Pinerolo Pragelato, Sauze d'Oulx, Sestriere, Torre Pellice, Alta Valle di Susa, Val Chisone, Val Germanasca e Valle Pellice.
Nella stessa ottica di confronto e collaborazione, è stato organizzato sempre dalla struttura flessibile Torino 2006, incardinata presso la Presidenza della Regione Piemonte, l'incontro del 25 gennaio 2002 alle ore 15.00 presso il Comune di Sestriere, al quale sono stati invitati gli Assessori regionali Casoni e Racchelli, competenti per specifica delega sulle Olimpiadi, l'Assessore alla montagna Vaglio, competente per materia il Presidente della Commissione consiliare speciale XX Giochi olimpici invernali 2006 e sport invernali; i Sindaci dei Comuni di Bardonecchia Cesana Torinese, Chiomonte, Clavière, Oulx, Pinerolo, Pragelato, Prali Sauze d'Oulx, Sestriere e Torre Pellice; i Presidenti delle Comunità montane Alta Valle di Susa, Val Chisone, Val Germanasca, Valle Pellice Pinerolese, Pedemontana; il Presidente della TLA Montagne Doc; il Presidente del Coordinamento dei Comuni di Bardonecchia, Cesana Torinese Clavière, Oulx, Pinerolo, Pragelato, Sauze d'Oulx, Sestriere, Torre Pellice, Comunità montane, Alta Valle di Susa, Val Chisone, Val Germanasca e Valle Pellice.
Lo svolgimento dell'incontro è stato anche divulgato tramite un comunicato pubblicato sul quotidiano "La Stampa" del 25 gennaio 2002, a pagina 42.
Nello stesso incontro si è anche valutata la grave situazione di siccità e le relative ripercussioni sull'attività produttiva del territorio, sentendo anche i gestori degli impianti di risalita.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, ringrazio l'Assessore che, finalmente, si è materializzato in aula. Prima ho dovuto utilizzare il termine "ineffabile".
Dopo, qualche collega della maggioranza mi ha suggerito altro: poi glielo dico. Ad un certo punto, ho pensato che fosse etereo. Assessore, finalmente ho il piacere di averla qui di persona a rispondere, dopo un anno all'interrogazione riguardante i Giochi olimpici.
Parto dalla seconda. Assessore, non posso non rilevare che lei ha utilizzato sedi e occasioni notevoli in queste ultime settimane per affrontare il problema olimpico non sentendone la necessità, se la situazione era di quella gravità. Insieme al Presidente Ghigo, che ha la responsabilità principale sulla materia, è responsabile per non aver affrontato nella misura propria il problema sui presunti e fantomatici ritardi e criticità.
Le vorrei ricordare, Assessore Racchelli, che l'Ufficio di Presidenza si occupa delle Olimpiadi e lei dal novembre scorso a giugno, su circa venti sedute, ha partecipato una sola volta a metà giugno. Questo è il modo con il quale ha seguito il problema: secondo me, in maniera insufficiente.
Per essere informati e per essere presenti, si deve partecipare. Primo fondamento: seguire e utilizzare le sedi deputate.
Mi auguro che lei voglia fornire un'informativa al Consiglio altrimenti presenteremo la richiesta - mi permetta - all'"Assessore alle Olimpiadi", Marengo, di un'audizione con l'Assessore al turismo sulle problematiche a questo legate.
In questa situazione - per questo ho detto che rispondo prima all'interrogazione n. 1311 - il ruolo improprio di Assessore alle Olimpiadi l'ha svolto il Consigliere Marengo, tant'è vero che ha partecipato alla riunione svoltasi in valle, su richiesta dei Sindaci e dei Presidenti. Lo affronteremo quando risponderà all'ultima interrogazione che abbiamo presentato il 15 luglio. Voi confondete il ruolo istituzionale con quello politico. A quell'incontro istituzionale ha partecipato tutta Forza Italia i colleghi della Lega, non dico quelli dell'opposizione, e i colleghi di AN non erano neanche informati. C'era l'on. Malan, l'on. Napoli, il collega Marengo (anzi, l'"Assessore alle Olimpiadi", Marengo) e il Consigliere Bolla.
Questo è confondere il ruolo politico con quello istituzionale. Non si possono invitare il Sindaco Chiamparino e la Presidente della Provincia ad un vertice in Piazza Castello. Il motivo dell'interrogazione lo approfondiremo la prossima volta quando risponderete in Piazza Castello su carta intestata con destinatari precisi. Poi, naturalmente, c'era l'Assessore alle Olimpiadi, Marengo.
Se c'è un rimpasto in Giunta, ridistribuite le deleghe. Questo è un problema che può essere affrontato, almeno sappiamo con chi confrontarci.
Non ho detto in maniera competente.



PLACIDO Roberto

MARENGO Pierluigi (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Guardi che c'è un accordo.
PLACIDO Roberto



PLACIDO Roberto

Se ha il coraggio, non ho problemi. C'è un accordo tra me e il collega Marengo: io gli do dell'Assessore e lui mi risponde in un modo che non mi crea problemi. Se lui ha il coraggio, da parte mia, nessuna difficoltà.
Sull'Agenzia, Assessore e colleghi della maggioranza, non abbiamo mai posto problemi. Non abbiamo scelto il Direttore generale. Non abbiamo posto problemi sulla modifica della legge n. 285, e mi ricollego alla prima interrogazione dove si citava tale legge. Sappiamo tutti chi è il Direttore dell'Agenzia. Lo sappiamo tutti e lo sapete anche voi qual è il problema.
Abbiamo concorso in maniera ufficiale, ufficiosa, riservata e seria, ad individuare un possibile Vicepresidente senza mai dire il nome. A noi interessa un soggetto qualificato perché il problema delle Olimpiadi è di tutti, non solo di una parte.
Stiamo ancora aspettando, siamo pronti e disponibili in sede parlamentare a dare un contributo, se è possibile e se può essere utile.
Questi sono i problemi, Assessore Racchelli! Stiamo ancora aspettando, perché uno dei problemi che non si vuole affrontare riguarda l'Agenzia e lo sapete benissimo. Non si deve cercare di scaricare impropriamente la responsabilità sul TOROC divulgando notizie non vere e ritardi inesistenti. C'è una sede ufficiale: il CIO, che viene periodicamente a Torino e non ha ancora posto una criticità vera, un ritardo effettivo.
Noi siamo preoccupati di un'unica cosa: auspichiamo che le Olimpiadi del 2006 si svolgano nel miglior modo possibile e che sia un grande successo della Regione, della Provincia di Torino e dei Comuni interessati.
Questo è il nostro spirito. Non pensiamo di utilizzare, come avete fatto la vicenda olimpica in termini politici.



PRESIDENTE

Consigliere Placido, la prego di concludere.



PLACIDO Roberto

Presidente, le interrogazioni erano due!



PRESIDENTE

Quando due interrogazioni sono unificate, non raddoppiano il tempo. Se le è sufficiente un minuto o un minuto e mezzo, so che lei collabora glielo posso concedere.



PLACIDO Roberto

Ancora due minuti, Presidente, tanto ci ritorneremo, perché chiederemo all'Assessore -non avendo avuto la sensibilità, anche se l'ha anticipato quindi apprezzo l'anticipazione fatta nel suo intervento - un'informativa al Consiglio, vista l'importanza del problema sollevato non sempre nelle sedi proprie, e un'audizione dell'Assessore Racchelli da parte dell'Assessore alle Olimpiadi nella Commissione competente.
Assessore Racchelli, sulle opere connesse la Regione ha tenuto fermo per sei mesi l'elenco prima della definizione. Avete fatto promesse a tutta la Regione per oltre 2 mila miliardi sapendo che non ci sarebbero mai state risorse della Regione Piemonte. Tirate fuori i soldi, fateli stanziare dal Governo nazionale! Il Comune di Torino ha stanziato - questo perché si sappia - 100 miliardi, 62 milioni di euro, 120 miliardi di risorse proprie in aggiunta a quelle nazionali. La Provincia di Torino: 41 milioni di euro 80 miliardi di risorse proprie. La Regione Piemonte: 30 miliardi per l'unità spinale, 5 miliardi per il centro antidoping, e per i trasporti, di competenza regionale, neanche un euro.
Per quanto riguarda l'Aeroporto di Caselle, ancora da definire, il problema è stato sollevato dalla Provincia. Riguardo a questo, sono pronto con documenti alla mano. Se lei ha atti ufficiali, non dichiarazioni d'intenti, la prego di fornirli al Consiglio o alla Commissione Olimpiadi.
Questo è il modo sbagliato di affrontare il problema.
Noi siamo disponibili a collaborare per il migliore risultato possibile.
Cabina di regia: se volete, vi regaliamo una sedia da regista, se vi serve un qualche cosa per evidenziare che esistete, ma la nostra richiesta è quella di svolgere la vostra parte per il risultato migliore, non per un risultato politico, perché questo avete fatto fino ad ora.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Voglio ribadire un concetto che il Consigliere Placido ha già espresso.
Poiché in tale questione si intrecciano vecchie questioni, poste allorch le interrogazioni furono estese a nuove questioni che fanno parte della cronaca politica di questi giorni, come ha detto il Consigliere Placido, la nostra linea rimane ferma.
La nostra linea è stata, nel corso di questi anni e mesi, quella che ci ha portato alla conquista, per Torino, del risultato delle Olimpiadi invernali, quindi una linea di forte collaborazione istituzionale tra le diverse istituzioni.
Nel corso delle ultime settimane, in particolare dopo il risultato delle elezioni amministrative, abbiamo constatato un cambiamento di linea e posizione, in particolare da parte della Regione.
Questo ha costituito un fortissimo elemento di preoccupazione. La nostra opinione è che questa - naturalmente ciascuno è libero di valutare quali sono le forme e le scelte più opportune per tentare di recuperare una sconfitta elettorale (questo riguarda il centrodestra, Forza Italia, e non riguarda noi) - Assessore Racchelli, sia semplicemente una scelta che avrà come unico risultato quello di portare un po' di discredito sulla Giunta regionale e, purtroppo, come si vede anche dai commenti dei giornali di questi giorni, un po' di discredito su tutti. Riparte, infatti, una polemica contro la politica che "s'impiccia" e con quel tanto di toni qualunquistici che questo presuppone.
A noi sembra che di questo voi portiate una responsabilità.
Ho preso la parola solo per dirvi di valutare, se possibile con una certa cautela, i comportamenti e le scelte in questa direzione. Anche il modo in cui le regole e gli aspetti più propriamente istituzionali vengono gestiti e i ruoli vengono definiti e rispettati, fa parte delle cose che possono contribuire, in questo momento, a certi esiti di questa vicenda.
Questo volevo dire, perché - ripeto - come sapete benissimo, come lo stesso Consigliere Placido diceva, questa interrogazione si è intrecciata con le polemiche politiche di cui mi pare portiate una seria responsabilità.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita") - Sport - Tempo libero: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla richiesta di comunicazioni sulle Olimpiadi Torino 2006


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, sulla procedura, il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Intervengo sull'ordine dei lavori o sulla procedura, dopo aver ascoltato le risposte degli interroganti, in particolare un intervento fazioso e arrogante - questo è il mio giudizio e me ne assumo la responsabilità - del collega Placido.
All'ultima Conferenza dei Capigruppo, avevo chiesto alla Giunta regionale e al Presidente Cota, a nome della maggioranza, una comunicazione al Consiglio regionale riguardo alla questione delle Olimpiadi. Nella fattispecie, riguardo alla questione degli incontri romani che si sono succeduti, relativamente al nuovo ruolo della Regione sulla partita olimpica.
L'intervento del Consigliere Placido pone la maggioranza nella condizione di chiedere con urgenza questa comunicazione; l'abbiamo fatto senza urgenza e con garbo alla Conferenza dei Capigruppo, dove abbiamo chiesto unicamente che la comunicazione avvenisse prima della pausa estiva.
Adesso chiedo alla Giunta regionale e al Presidente di avere una risposta precisa alla Conferenza dei Capigruppo di oggi, alle 14.30, quando avverrà tale comunicazione che per noi è prioritaria, anche come atto di attenzione a tutto il Consiglio regionale, in modo che ogni Consigliere regionale possa intervenire su questioni scandalose - così come rappresentate dal collega Placido - e il Consiglio regionale possa sentire le voci di tutti i Gruppi e di tutti i Consiglieri.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cattaneo. La sua esigenza mi sembra posta correttamente, quindi potrà essere presa in esame nella riunione dei Capigruppo.
Prendo atto che i termini non sono poi così inconsueti (io ho l'onere di conservare la compatibilità dei termini).
Ha chiesto la parola il Consigliere Marengo; ne ha facoltà.
Compete, poi, all'Assessore una breve replica.



MARENGO Pierluigi

Brevemente, per rilevare che, laddove la battuta è fatta al bar, pu anche essere simpatica e scherzosa; laddove, invece, viene portata al verbale dell'aula è qualcosa che dà anche un po' fastidio.
Non posso accettare questa ironia, questo facile sarcasmo posto in essere dal collega Placido, anche perché abbiamo un Assessore alle Olimpiadi che mi sembra sia più che efficiente, più che bravo e competente.
Non ha certo bisogno dell'"Assessore ombra" o dell'"Assessore velina", cosa che io assolutamente non sono e non voglio essere.
Prego, pertanto, il collega Placido di tenere queste battute ironiche e sarcastiche per il bar, perché al bar posso rispondergli a dovere, in quanto l'educazione mi impedisce di rispondere come vorrei a verbale d'aula.
D'altra parte, questo atteggiamento riguardo alle Olimpiadi mi sembra stia diventando il modo di fare dell'intera sinistra, cioè cercare di nascondere, attraverso una simulazione di scontro politico, i problemi oggettivi, appurati a livello governativo dal Ministro, dagli uffici regionali, da più persone che, a pieno titolo, si occupano del problema.
Pregherei veramente il collega Placido di non trasformare una battuta da bar in una polemica da verbale d'aula.
L'istituzione non vuole questo e non deve avere questo.



PRESIDENTE

Il Regolamento non lo prevede, ma la prassi ci ha sempre consentito un minuto di replica da parte dell'Assessore.
Prima, però, ha chiesto di intervenire il Consigliere Scanderebech.
Prego, Consigliere, interviene sull'argomento o sulla procedura?



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Volevo rispondere al collega Placido...



PRESIDENTE

No, lei non può... Allora è per fatto personale?



SCANDEREBECH Deodato

All'interno di Forza Italia allora non conto niente?



PRESIDENTE

Ma si figuri se non sono solidale con gli ex Assessori all'agricoltura però c'è un fatto personale! Lo esprima!



SCANDEREBECH Deodato

Presidente, ieri ho fatto un comunicato stampa a proposito dell'evento "Cantarella-TOROC".



PRESIDENTE

Lei deve parlare per fatto personale, come ha fatto il collega Marengo.



SCANDEREBECH Deodato

Per fatto personale: il collega ha detto che c'era tutta Forza Italia ma, fino a prova contraria, sono il primo eletto di Forza Italia e della Casa delle Libertà. E' un'offesa agli elettori e a tutta Forza Italia! Grazie.



PRESIDENTE

Tenete conto delle lamentele del collega Scanderebech, perché non è la prima volta che le dobbiamo registrare in questo Consiglio! La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Voglio fare una considerazione. Lei, Consigliere Placido, è veramente come Dr. Jeckyll e Mr. Hyde! Certe volte riesce anche ad essermi simpatico altre volte, invece, assume dei toni che sono veramente un po' fuori e al di là delle regole.
Si può dire tutto, ma c'è anche un modo per dire le cose! Se lei mi chiedesse per quale motivo non sono andato ai Consigli di amministrazione del TOROC - e me lo chiedesse normalmente - le spiegherei subito che non ci vado perché non sono di competenza, perché sono un membro supplente, perché la mancanza di sensibilità di chi ha stabilito quella cabina di regia del TOROC ha fatto sì che gli Assessori competenti non fossero presenti. Quando il Presidente non va - ed è raro che non vada - e nemmeno il Vicepresidente, io posso accedere al Consiglio di amministrazione.
Questa è una risposta che le do.
Per quanto riguarda il Consiglio di amministrazione...



PRESIDENTE

Assessore, le concedo solo un minuto.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Placido)



PRESIDENTE

PRESIDENTE



PRESIDENTE

Per cortesia, Assessore, lei aveva un minuto per completare la risposta e non per controrispondere.
La prego di concludere.



RACCHELLI Ettore, Assessore all'accoglienza ed offerta Olimpiadi 2006

Per tutto il resto, non intendo rispondere a polemiche, perché noi abbiamo posto delle questioni di merito che ci sono state riconosciute da tutti.
I ritardi li ha riconosciuti persino il Sindaco Chiamparino e gli aumenti dei costi addirittura li ha riconosciuti il precedente Sindaco Castellani, dicendo che sono aumentati almeno del 20%.
Sul problema del ruolo del coordinamento, che oggi manca e che serve per far sì che tutti gli attori delle Olimpiadi e i soggetti che partecipano alle stesse possano avere un riferimento che sappia dire loro ciò che pensano o fanno gli altri, ci è stato affidato il coordinamento dell'Agenzia. Benissimo, l'importante è che ci sia un riferimento, nel quale ci possa essere un momento decisionale riconosciuto da tutti. Grazie.
Questo era ciò che chiedevamo.
Di polemiche non ne abbiamo bisogno; anzi, se i giornali non ne parlano più, siamo anche contenti.
Se ce lo davano subito, e tutti riconoscevano ciò che avevamo detto, a quest'ora ci potremmo occupare di altro.
Come ultimo inciso, faccio presente che io sono qui: anziché presentare trenta interrogazioni sulla sanità, se ne aveste fatta qualcuna anche sulle Olimpiadi, noi avremmo esposto ciò che non andava in allora, non altre cose.
Io sono qui per rispondervi, ma con semplicità, e magari anche con un po' di dissacramento - non si dice così? - perché non è che bisogna far sempre polemiche con i fucili e con i mitra. Cerchiamo di essere anche un po' sportivi!



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Consigliere Placido, non ci sono più elementi per intervenire.



PRESIDENTE

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, per fatto personale!



PRESIDENTE

Non ci sono elementi, collega.



PRESIDENTE

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Per fatto personale!



PRESIDENTE

Non c'è fatto personale, collega Placido.



PRESIDENTE

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma me lo faccia esporre!



PRESIDENTE

Non è stato citato personalmente.
Non c'è fatto personale, la prego di voler...



PRESIDENTE

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

L'ha permesso al collega Scanderebech, non lo permette a me?



PRESIDENTE

Faccia quello che vuole!



PRESIDENTE

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Insisto!



PRESIDENTE

Mi mette in forte difficoltà! La prego di capire: prima ha dovuto ampliare di un minuto, adesso...
Colleghi, non è che io possa essere più vulnerabile da parte...



PRESIDENTE

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, la ringrazio. Se vengo chiamato "Dr. Jeckyll e Mr. Hyde" mi permette il fatto personale? Sono stato sollecitato dal Presidente Cattaneo, dal collega Marengo e dal collega Scanderebech...



PRESIDENTE

BURZI Angelo (fuori microfono)



PRESIDENTE

A che titolo interviene, collega Placido? Chi le ha dato la parola?



PRESIDENTE

Consigliere Placido, per cortesia! Se lei vuole considerare il ruolo che la Presidenza deve svolgere, a mio giudizio il fatto personale non c'era. Naturalmente non mancheranno altre occasioni per intervenire.
PLACIDO Roberto (fuori microfono) La ringrazio, Presidente.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Comunicazioni della Giunta regionale in merito agli eventi alluvionali dei giorni 13, 14, 15 e 16 luglio 2002


PRESIDENTE

A questo punto, ha la parola l'Assessore Ferrero per lo svolgimento dell'informazione sugli eventi alluvionali.



FERRERO Caterina, Assessore ai lavori pubblici

L'evento dei giorni 13, 14, 15 e 16 luglio 2002 è stato caratterizzato da precipitazioni molto intense e persistenti che hanno interessato in modo grave il settore sud-occidentale del territorio piemontese. Il fenomeno manifestatosi in forma assai più blanda ed intermittente nelle restanti zone del Piemonte, che non hanno risentito in modo significativo delle conseguenze dell'evento, ha investito il Cuneese con piogge dai valori pluviometrici notevoli, provocando la perdita di due vite umane e una serie di danni gravi soprattutto nella Valle Gesso, nella Valle Vermenagna, nelle Valli del Monregalese e, in minor misura, nelle vallate occidentali (Stura Maira e Varaita).
Le precipitazioni hanno raggiunto, come già detto, livelli importanti in relazione all'area interessata, con il superamento o l'avvicinamento della soglia di 300 mm in molte stazioni (Chiusa Pesio, Peveragno Vernante, Entracque, Vinadio) e attestandosi sui 200 mm in aree limitrofe (San Damiano Macra, Barge, Crissolo, Bobbio Pellice). L'evolversi del fenomeno ha provocato forti apprensioni per il deflusso delle acque nel fiume Tanaro, scarsamente coinvolto dalle piogge, ma recettore principale di alcuni dei torrenti maggiormente interessati, tanto che in alcune stazioni si è superata la soglia di pericolo (Farigliano), e la situazione ha giustificato lo stato di allarme per la città di Alessandria l'estinguersi dell'evento e la mancanza di precipitazioni dirette sul bacino del Tanaro hanno evitato successivi peggioramenti della situazione.
Il Settore decentrato OO.PP. e difesa assetto idrogeologico di Cuneo ha dato inizio già in corso di evento alla raccolta e alle verifiche delle situazioni segnalate con immediati sopralluoghi atti ad accertare le caratteristiche generali degli effetti del fenomeno sul territorio e a fornire il consueto supporto agli Enti locali più colpiti.
L'esito dei sopralluoghi consente una prima valutazione attendibile delle emergenze tecnico-operative da affrontare e delle necessità economiche conseguenti, e sta sostanzialmente confermando la gravità dell'evento, i cui contorni definitivi potranno essere accertati solo con il futuro assestarsi della situazione; nel termine di due settimane si potranno comunque avere quantificazioni sufficientemente precise del fabbisogno.
Già in data 16 luglio 2002 è stata inviata al Governo la richiesta di stato di emergenza ai sensi dell'art. 5 della legge n. 225/92; a seguito di avvenuta approvazione del Consiglio dei Ministri in merito, il relativo decreto del Presidente risulta essere attualmente in corso di firma.
E' in corso di valutazione l'opportunità di un censimento coordinato dei danni ai privati cittadini sulla falsariga di quanto già adottato nel recente evento del maggio-giugno 2002.
I Sindaci dei Comuni maggiormente colpiti hanno disposto con proprie ordinanze l'evacuazione di siti o fabbricati in stato di pericolo, nonch l'esecuzione di lavori di prima emergenza atti a salvaguardare la pubblica incolumità ed igiene e per riaprire, anche in via provvisoria, il collegamento con le borgate isolate.
Il quadro generale che si va delineando a distanza di pochi giorni dalla conclusione dell'evento può essere sintetizzato nei punti seguenti.
La persistenza delle precipitazioni ha provocato notevoli problemi ai bacini imbriferi anche importanti (Gesso, Vermenagna, Pesio, Ellero, Stura di Demonte, Grana, Maira, Varaita ecc.), che hanno registrato una piena straordinaria quasi dappertutto; come già sopra ricordato, il fenomeno ha poi interessato in maniera significativa anche i recettori principali, Po e soprattutto Tanaro che ha raggiunto livelli preoccupanti nelle traverse di valle.
Problemi assai evidenti si sono manifestati anche sui corsi d'acqua minori (Colla, Maudagna, Casotto, Corsaglia), in particolare nelle zone montane e collinari colpite, nonché sui versanti investiti dalla pioggia con molte frane attivate e profondamente erosi dall'acqua; è su questo aspetto che si possono nutrire maggiori attenzioni.



FERRERO Caterina, Assessore ai lavori pubblici

MORICONI Enrico (fuori microfono)



FERRERO Caterina, Assessore ai lavori pubblici

Presidente, non si riesce a sentire nulla!



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Assessore Racchelli e Consigliere Placido, è inutile che ci sia tanta asprezza e dopo ci siano delle intese che, francamente, devono essere svolte in altre sedi.
In secondo luogo, richiedo un po' di attenzione da parte di tutti perché l'Assessore sta svolgendo una comunicazione impegnativa.
Posso chiedere l'attenzione dell'aula anche rispetto ad una questione che non ha oggetti particolarmente contundenti da sottoporre a tutti?



FERRERO Caterina, Assessore ai lavori pubblici

Grazie, Presidente.
Il dissesto idrogeologico si è manifestato con evidenza nelle zone montane con frane, smottamenti ed erosioni, mentre allo sbocco delle valli e nelle pianure si sono verificate esondazioni e conseguenti allagamenti.
I Comuni colpiti risultano essere a tutt'oggi circa 65, di cui almeno una quarantina in modo grave e con un dissesto generalizzato alla rete viaria, alle infrastrutture di servizio e all'assetto del territorio l'impeto delle acque di piena, aggravato dal trasporto di materiale solido e da arbusti e piante divelte, anche d'alto fusto, ha causato la distruzione o il danneggiamento di ponti, di difese spondali, di strade di ogni ordine e grado con l'isolamento di molte frazioni e borgate, e di reti acquedottistiche e fognarie, rendendo critica la situazione anche sotto l'aspetto igienico-sanitario. Nota è l'interruzione della linea ferroviaria internazionale Cuneo-Nizza in Comune di Robilante.
I sopralluoghi hanno accertato il buon esito che hanno dato in generale i lavori finanziati in precedenza a seguito degli eventi calamitosi degli anni passati (1994 e 1996), ovvero con leggi ordinarie di difesa del suolo.
Per circa trenta Comuni sono denunciati danni al patrimonio abitativo privato e alle infrastrutture produttive, turistiche, commerciali ed agricole, in taluni casi con notevoli distruzioni.
La quantificazione approssimata del fabbisogno conduce sostanzialmente ad importi dell'ordine di 40 milioni di euro; a ciò occorre aggiungere il fabbisogno necessario al ripristino della rete ferroviaria e della viabilità statale, oltre al danneggiamento ai beni privati residenziali produttivi ed agricoli, per i quali una valutazione non potrà essere fatta che dopo un censimento generalizzato da attivarsi successivamente.



PRESIDENTE

Sulle comunicazioni della Giunta, il Regolamento prevede il dibattito.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Intervengo per dire che trovo largamente insufficiente la relazione svolta dall'Assessore, in quanto, di fronte ad eventi calamitosi, la soluzione che di fatto viene sempre proposta è quella di richiedere lo stato di calamità locale, ma a distanza di tempo non si affrontano mai i problemi che sono alla base di tali eventi. Passano i mesi, passano gli anni e non c'è mai un indirizzo, da parte di questa Regione, che vada nel senso di dare sicurezza alle popolazioni.
Innanzitutto, devo rilevare come, ad esempio, l'Assessore ha fornito i dati della pioggia caduta: 300 mm in alcune zone e 200 mm in aree limitrofe; tuttavia, anche per dare conoscenza ai Consiglieri, sarebbe stato interessante fare un paragone con la pioggia caduta in altri eventi che abbiamo vissuto negli anni immediatamente precedenti, perché questo avrebbe potuto fornire a tutti noi un metro di giudizio, permettendo di fare un paragone tra quanto era piovuto in episodi precedenti e quanto è piovuto adesso, dando immediatamente conto, di che cosa? Di quello che per noi è il problema principale, ovvero il degrado della gestione del territorio. E' questo il punto su cui dobbiamo ragionare.
Non si può dire, come ha fatto l'Assessore, che c'è un dissesto idrogeologico. Il dissesto idrogeologico lo provochiamo noi e allora non possiamo utilizzare il termine di dissesto riferendoci ad un evento che esiste a prescindere; no, il dissesto idrogeologico è causato dalle azioni dell'uomo, dalle azioni di chi amministra il territorio.
Sarei poi interessato a conoscere l'estensore di questa relazione perché quando si afferma, come ha fatto l'Assessore, che il trasporto di materiale, anche di alberi, causa la caduta dei ponti, vorrei che chi lo scrive presentasse la documentazione scientifica di quanto afferma.
Faccio un esempio semplicissimo, tanto per farmi capire. Quando vedete dei ponti che crollano aprendosi verso il basso - come la maggioranza dei ponti e come credo anche questi ponti siano caduti - quando il ponte cade su se stesso, non può essere per colpa del trasporto o degli alberi che come si dice, gli vanno contro: cade perché a valle di quel ponte sono state fatte delle escavazioni. L'acqua, siccome il fiume trasporta materiali - checché ne pensiamo, la natura non segue quello che gli vogliamo far fare noi, ma si comporta ancora in modo appunto naturale riempie i buchi che noi facciamo a valle, trasporta del materiale solido, e cosa fa? Va a sottoscavare le fondamenta dei ponti, che quando sono sottoposti a pressione, mancando delle fondamenta, si siedono, per così dire, su se stessi e crollano.
Invece in Regione facciamo affermazioni che non sono scientificamente provate, con tutto il danno che ne consegue, facendo da cassa di risonanza a - permettetemi - emerite stupidaggini; stupidaggini tanto più gravi perché lo stesso fenomeno di sottoescavazione si verifica anche quando cedono le barriere protettive laterali dei fiumi. Se andate a vedere le barriere che cedono, sovente questo accade per questo motivo: il fenomeno fisico del trasporto dei fiumi fa sì che, se noi scaviamo a valle (le famose asportazioni di materiale solido, tanto care anche ad alcuni nostri Consiglieri regionali), quando portiamo via sabbia in pianura, facciamo sì che a valle il fiume estragga dal proprio corso del materiale solido questo materiale solido viene sottratto anche sotto i punti in cui abbiamo costruito le nostre miliardarie barriere di difesa, e alla prima piena cosa succede? Che le barriere cadono non perché sono insufficienti o per qualche altro motivo che viene addotto un po' fantasiosamente, ma semplicemente perché noi - noi - abbiamo creato il problema della sottoescavazione. Noi abbiamo costruito barriere e poi andiamo a scavare a valle e mettiamo in moto un meccanismo abbastanza interessante, per dire il vero, economicamente. Abbiamo creato un ciclo perpetuo, perché mettiamo soldi per costruire le barriere, mettiamo soldi per scavare, poi dovremo di nuovo mettere soldi per ricostruire le barriere e poi mettere ancora soldi per scavare.
Questo lo dico, sapendo già che qui tanti mi diranno che non è vero, ma non importa: la realtà dimostra quello che sostengo.
Parlare di dissesto idrogeologico, vuole anche dire fare il conto, che non abbiamo mai fatto in Piemonte, di quanti rii abbiamo intubato. Noi andiamo a intubare rii e canali collaterali; lo so che tante volte è necessario perché c'è meno gente che, in campagna o in montagna, ha tempo di andare a fare la pulizia dei rii, per cui noi li chiudiamo in un bel tubo e siamo tranquilli che non c'è più nessuno che va a vedere cosa succede. Ma facendo queste cose - le abbiamo fatte, lo sappiamo, e continuiamo a farle - quando cade un po' più di acqua, anche 300 mm, che non sono una grande precipitazione, cosa succede? Che invece di andare nel rio, dove eventualmente può anche strabordare un po' sulle sponde, l'acqua non trova più i canali di deflusso, e allora cosa fa? Genera frane, oppure allaga le case, oppure si porta via dei pezzi di case.
Questo succede, questo è il dissesto idrogeologico. Invece noi qui stiamo a fare delle belle affermazioni, chiediamo lo stato di calamità, ci sarà qualcuno che presenterà delle leggi per scavare i nuovi fiumi, ci sarà qualcuno che presenterà delle leggi per fare altre barriere e così via.
Allora io dico: facciamo pure queste cose, ma almeno consapevoli di quali saranno le conseguenze delle nostre azioni; almeno proviamo a cercare di saperlo, facciamo almeno questo passo. Invece di lavorare senza pensare cerchiamo almeno di pensare alle cose che facciamo, altrimenti alle prossime piogge non saranno necessari 300 mm di acqua per provocare dei danni, ma ne basteranno 200 e poi solo 100. E noi, dopo 100 mm di pioggia saremo qui a chiedere soldi, a chiedere interventi, senza neanche pensare se almeno gli interventi che facciamo possono poi servire a ridurre i danni.
La cosa incredibile di questi eventi è che noi, di volta in volta investiamo soldi e non solo non risolviamo il problema per il futuro, ma aumentiamo i danni. Non so se di questi problemi prima o poi qualcuno se ne accorgerà; io ne dubito.
D'altra parte, tra le altre soluzioni proposte, non vorrei che ci fosse l'idea di creare degli invasi in montagna, perché questa è un'altra idea: c'è troppa acqua che scorre, facciamo degli invasi e fermiamo l'acqua in montagna. Allora, anche gli invasi non vanno a migliorare la situazione anzi, la potrebbero addirittura peggiorare. Di conseguenza, chiederei semplicemente che, di fronte a tali emergenze, che ormai - abbiamo visto si ripetono con ricorrenza pressoché annuale, ci impegnassimo per una concreta soluzione. Sono ricorrenze che ci insegnano che vi è sempre meno necessità di acqua piovana per provocare il danno. Guardate che non è vero che più andiamo avanti e più cade acqua; anche l'ultima alluvione, la più disastrosa, del 2000, non è stato l'evento alluvionale con più caduta d'acqua di tutto il secolo. Quindi, vorrei che imparassimo questo e che incominciassimo a ragionare su come affrontare in modo scientifico questo discorso.
Invece di parlare sempre come se già sapessimo dove si vuole andare vorrei che una volta tanto si affrontassero i problemi in maniera scientifica. Credo che sarebbe un modo per risparmiare soldi e per dare sicurezza alle popolazioni.
Mi sembra che il risparmio di soldi non sia una delle principali prerogative di questa Giunta.



PRESIDENTE

Su questo punto sono iscritti a parlare i Consiglieri Ronzani, Dutto Tomatis, Riba (per fatto geografico) e Papandrea.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Intanto, volevo farle i complimenti per come ha gestito l'aula finora. Invece, un po' scherzando, apprezzo un'innovazione che potremmo anche decidere di inserire nel Regolamento: quella di parlare per fatto geografico, oltre che per fatto personale. Possiamo discuterne in sede di Regolamento. Grazie anche all'Assessore per la relazione.
Finita la cortesia, inizia la critica politica. Peccato, Assessore, che questa sia stata la solita relazione che in questa Regione si sente ormai da anni a valle di eventi meteorologici che generano dissesti, disastri e spesso, anche lutti. L'Assessore non si è distinta per innovazione, nel senso che ha ripetuto le generiche lamentazioni e i generici allarmi che gli Assessori precedenti ci hanno propinato a seguito di alluvioni.
Ripropongo in questa sede il progetto "Suolo sicuro", che la Regione Piemonte, in questi anni, ha deciso di non avviare. La Regione Piemonte che per due terzi è dotata di suolo montano o collinare, considerata la propria struttura morfologica, abbisogna di un progetto di quel tipo.
Il dissesto idrogeologico - come diceva il collega Moriconi - è provocato dagli interventi dell'uomo, ma c'è anche un dissesto intrinseco dovuto al fatto che non si dà, in natura, che le montagne crescano con il passare del tempo, tranne nel caso delle eruzioni vulcaniche. Le montagne crollano, le colline crollano; quanto più i versanti sono ripidi, tanto più questi crolli, queste frane, questo rovinare verso parti più basse del materiale sito in montagna diventano un fatto naturale.
Proprio questo combinato disposto - terreno molto fragile, dal punto di vista idrogeologico, e in più attività umane, che in parte potrebbero essere evitate e in parte no - determina ulteriori momenti di criticità.
Tuttavia, esiste un modello di sviluppo e di governo del territorio alternativo a quello che avete proposto in questi anni, e lo ripropongo: quello di effettuare un intervento massiccio di investimento pubblico per gestire nel modo migliore il territorio. Nel modo migliore vuole dire in modo tale che, di fronte a precipitazioni, forse anche più frequenti e più copiose di un tempo, i danni vengano ridotti al minimo.
Un progetto di questo genere è un progetto che ha caratteristiche pubbliche. Su questo non si possono avere delle ambiguità o giocare al privato, perché l'investimento relativo alla sistemazione idrogeologica, e in particolare al controllo e alla gestione del regime idraulico dei fiumi e dei torrenti, è un progetto che o è pubblico, oppure non è un progetto che sarà in grado di conseguire dei risultati di interesse pubblico.
Se cominciamo a sostenere, come facciamo in occasione di ogni alluvione che determina spostamenti dei giacimenti pietrosi che costituiscono uno degli elementi dell'alveo del fiume, di voler mobilitare risorse private per andare a prendere questi giacimenti, a questo punto dico che si mischia il sacro con il profano, e che un interesse privato non può essere mobilitato come elemento fondamentale, e qualche volta prioritario, per decidere cosa fare lungo l'asta di un fiume.
Un fiume, a seguito di una piena, può anche depositare materiale in una zona utile ad essere zona con accumulo di materiale. Di conseguenza, il letto di un fiume cambia da un'ora all'altra, da un anno all'altro e da un'alluvione all'altra, e non la si può fermare.
In che modo si può trattare questo cambiamento, questa mutazione continua della conformazione del letto del fiume? Lo si può fare secondo un progetto di interesse pubblico e non di interesse privato. Lo si cambia non dicendo ad un privato: "Vai e togli questa ghiaia e lucra su di essa", ma predisponendo un progetto in cui si decide cosa si toglie e cosa si mette al di là del valore economico di quell'operazione. Questo può farlo solo un progetto con risorse pubbliche.
Ciò non esclude che, all'interno di un progetto con risorse pubbliche il pubblico, stanziate le risorse, possa anche recuperare le risorse impiegate, piazzando su un mercato degli inerti tolti al fiume. Questo è il primo elemento che manca in occasione dei bilanci degli anni passati, e anche di quello attuale.
La proposta di cominciare a dotare un capitolo denominato "Progetto suolo sicuro" di 200 miliardi di vecchie lire ogni anno per parecchi anni potrebbe essere un modo serio e non ipocrita di affrontare il pericolo derivante dalla conformazione critica e molto delicata del nostro territorio, nonché un modo di onorare impegni, adesso solo verbali, di tutela dell'ambiente e quant'altro.
Ultima considerazione, Assessore. Guardiamo anche al domani. Le segnalo, Assessore alla protezione civile, che un altro modo per evitare che questa conformazione delicata del nostro territorio abbia a subire ulteriori danni è quello di mantenere le attività agricole e forestali laddove oggi esse vengono svolte. Sappiamo che le aree agricole e le aree forestali sono spesso abbandonate, non adeguatamente trattate; spesso sono aree che vengono trasformate nella loro destinazione d'uso da agricolo forestale ad altre destinazioni, quelle di cui l'uomo economico tanto si occupa. Quindi, diventano zone industriali, zone residenziali.
In occasione delle ultime alluvioni, abbiamo verificato quante industrie sono state insediate lungo il corso dei fiumi. Bene, Assessore guardiamo al futuro. Vediamo se lei è in grado di mettere un tassello preventivo ad una politica di tutela delle aree agricole.
Nel Piano territoriale, che forse lei non ha approvato in Giunta, ma i suoi colleghi sì, nel Piano territoriale che la Provincia di Torino ha approvato e che voi avete inviato in Consiglio regionale, vi è una norma che tutela, in modo netto, chiaro e non equivoco, le aree agricole.
Bene, Assessore, ci rivediamo fra qualche tempo! Sappia, l'Assessore alla protezione civile, che il piano approvato dalla Provincia di Torino che conteneva la tutela delle aree agricole, ci è stato presentato da voi dal vostro governo, con delle modifiche che tolgono quegli elementi di vincolo e di indirizzo. Li tolgono.
Ci rincontreremo in quelle occasioni! Il mio punto di vista, quindi, è che in un Piano territoriale, approvato da una Provincia che tutela le aree agricole, l'Assessore alla protezione civile dovrebbe spendere almeno una parola nella direzione di chi lotta per non togliere quegli elementi che la Provincia di Torino ha approvato nel suo Consiglio provinciale.
Ogni giorno, Assessore, c'è qualcosa per cui vale la pena spendere una propria coerenza.
Lei è già stata richiamata a risarcire un'alluvione; le sottolineo questo problema, che saremo chiamati ad affrontare e a pronunciarci con un voto. Spero che il suo voto si aggiunga a quelli di coloro che chiedono che le aree agricole, nel Piano territoriale che approveremo, non siano toccate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Sulle cause dei danni provocati da queste ultime piogge ho una visione diametralmente opposta rispetto a quella testé annunciata dai colleghi.
Sarà pur vero che, in certi casi, in passato si è scavato nei fiumi creando quei famosi buchi richiamati dal collega e che nelle successive piene vi sono stati fenomeni di erosione alle fondamenta dei ponti che ne hanno causato il crollo, ma tutto ciò non è successo in queste ultime alluvioni.
Il crollo dei ponti è stato causato, all'opposto, dal fatto che essendo il letto dei fiumi totalmente ostruito da pietroni, detriti sabbia, ghiaia, mai rimossi da anni e anni, l'acqua è stata costretta a passare addirittura al di sopra dei ponti (c'è da dire che i ponti sono crollati con pilastri e fondamenta perfettamente a posto).
Non c'è alcun fenomeno di erosione; il fatto è che l'acqua, trovando il letto totalmente ostruito, è passata sopra i ponti, facendo letteralmente "esplodere" ponticelli più ridotti, distruggendo gli argini, passandoci sopra, ed allagando terreni agricoli dove mai era arrivata, perché non poteva più scorrere nel suo letto.
L'acqua, a valle, in un modo o nell'altro deve andare. Dobbiamo decidere se pulire i letti dei fiumi - sottolineo, pulirli, non scavare per riportare il livello dell'acqua entro i limiti di guardia, oppure se continuare a considerare intoccabili i fiumi e a lasciarli pieni. Inviterei i colleghi a venire con me sulle sponde di qualche fiume di montagna dove si vede il livello dell'acqua ristretto dall'una o dall'altra sponda: prima o poi il letto al centro del fiume sarà completamente pieno, con isoloni enormi di pietroni, pietre, detriti, sabbia e ghiaia.
Ben vengano, quindi, i privati se si offrono per portare via tutto quel materiale. La situazione di quel materiale è peggiorata da alberi, rami e rifiuti che, immancabilmente, vengono trasportati dalla corrente.
Interventi sui fiumi, quindi, vanno eseguiti - ed eseguiti urgentemente ma nel senso e nel modo che ho detto, senza andare a creare della demagogia sul fatto che i fiumi sono intoccabili e sul fatto che bisogna lasciare sfogo all'acqua. Tutto questo non è più possibile. Se vogliamo mantenere il livello attuale di vita e di civiltà raggiunto, dobbiamo intervenire sui fiumi, ma nel modo che dico io, non nell'altro.
Ha ragione il collega, invece, per quanto riguarda i rii montani.
L'abbandono delle montagne e la mancanza di coltivazioni e di manutenzione di tutta la zona agricola montana, hanno fatto sì che, in caso di rovesci temporaleschi (come quelli che si sono verificati nei giorni scorsi), l'acqua scorre a valle senza alcun controllo e senza essere canalizzata, provocando frane e smottamenti. In questo caso, occorrerebbe eseguire una giusta e doverosa manutenzione dei rii e dei canali di raccolta delle acque; acque che, in certi momenti, diventano preziose.
In questo caso, quindi, sono favorevole alla realizzazione di sbarramenti per trattenere l'acqua nei casi di eventi alluvionali per restituirla alla pianura in caso di siccità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, non voglio tornare su questioni già ampiamente trattate dai colleghi Chiezzi, Moriconi e Dutto, se non per fare una considerazione. Con questa successione di fenomeni (dapprima nell'Alessandrino, poi nel Biellese ed ultimo nel Cuneese), le istituzioni la politica e il governo dovranno sempre più spesso fare i conti, perch siamo in presenza di fenomeni che gli studiosi ritengono essere determinati anche da un cambiamento delle condizioni del clima, oltre che dalla politica che in questi anni è stata fatta e che ha contribuito a creare un territorio più vulnerabile rispetto a questi fenomeni.
Intervengo soltanto per ricordare che esiste, obiettivamente, un divario tra la gravità dei fenomeni, con i quali dobbiamo fare i conti, e le politiche che vengono messe in campo, non soltanto per fronteggiare l'emergenza, ma per prevenire e ricostruire.
Qui c'è un punto non risolto della politica regionale e della politica nazionale che riguarda i soldi che noi spendiamo per la prevenzione. So molto bene che le risorse da destinare a questo fine devono essere ingenti ma si deve iniziare a stanziarle. Non vedo nella politica regionale, nei documenti finanziari del Governo e nel DPEF uno stanziamento con la finalità di prevenire e attrezzare il territorio per renderlo meno vulnerabile a tali fenomeni. Non ne vedo traccia nelle politiche che il Governo e la Regione stanno adottando.
Da questo punto di vista, approfitto dell'informazione svolta dall'Assessore Ferrero per sollevare e lanciare un grido di allarme.
L'Assessore Ferrero, non più tardi di due mesi fa, in quest'aula, ha richiamato la nostra attenzione sulle conseguenze - ahimé, negative e drammatiche - dell'alluvione in alcune province della nostra Regione.
Ricordo che sono passati due mesi da allora. Era il 4 giugno; siamo quasi nel mese di agosto e non mi risulta che il Dipartimento per la Protezione Civile abbia predisposto l'ordinanza con la quale fare fronte ai danni che quel tipo di calamità ha provocato alle imprese e alle famiglie.
Colleghi, la questione è molto delicata. L'ordinanza non è stata predisposta, neppure quella per Cuneo, mi pare di capire. Se questo è l'"andazzo", non è per cattiva volontà da parte dei funzionari del Dipartimento della Protezione Civile, ma perché non è ancora chiaro quali e quante risorse il Governo, e per esso il Ministro per l'Economia, stanzierà per fare fronte all'emergenza che si è verificata in quelle province.
Chiedo al Presidente di invitare il collega Scanderebech, che è impegnato a commentare la sua interessante dichiarazione, a parlare sottovoce e magari un po' più lontano dal seggio dal quale parlo. Tutto è importante, ma qui stiamo parlando di un problema drammatico che riguarda il Cuneese e che prima ha riguardato il Biellese.



RONZANI Wilmer

SCANDEREBECH Deodato (fuori microfono)



RONZANI Wilmer

Tutto quello di Cuneo è drammatico.



RONZANI Wilmer

Io parlo di Biella in questo caso, non di Cuneo.



PRESIDENTE

Consigliere Scanderebech, è già intervenuto per fatto personale; non è al suo posto, cerchi di seguire, almeno stia attento.



RONZANI Wilmer

Il problema è che il Ministro Tremonti non ha ancora comunicato al Dipartimento della Protezione Civile quali saranno le risorse che questo ufficio avrà a disposizione per fronteggiare le emergenze che si sono verificate negli ultimi due mesi: Biella prima; Cuneo sarà un problema che si porrà nei prossimi giorni. Qui c'è la misura non soltanto del ritardo ma della sottovalutazione con la quale il Governo affronta la questione. Lo dico perché, nelle ore successive all'alluvione, tutti i Gruppi consiliari si erano affrettati a dichiarare che noi avremmo richiesto al Governo un intervento quale quello che venne compiuto nell'autunno 2000 per affrontare l'alluvione alessandrina. Noi dicemmo che ci auguravamo che le risorse fossero quelle applicate e attuate in quella occasione, cioè la direttiva che attuava la legge n. 315.
Non siamo su questa frequenza d'onda, Assessore Ferrero. Lei è andata a Roma un paio di volte. Le do atto del fatto di aver trattato con il Dipartimento alcuni di questi problemi. La prima volta è tornata a mani vuote, la seconda volta con qualche assicurazione. Con qualche assicurazione, per quanto riguarda l'ordinanza, ci dà dei tempi meno incerti, ma sui contenuti dell'ordinanza, quindi sulle risorse che verranno stanziate, i tempi contenuti sono quanto di più indeterminato possa esistere.
Colleghi, ricordo la vostra polemica di allora contro il Governo di centrosinistra quando in quest'aula discutemmo le questioni che riguardavano l'alluvione alessandrina. Farei la firma - lo dico a chiare lettere - se l'ordinanza che riguarda il Cuneese e il Biellese recepisse totalmente quella direttiva, che prevedeva certe forme di indennizzo per privati, imprese e famiglie.
In questo Consiglio ci fu una polemica e da quei banchi molti Consiglieri criticarono il Governo di allora, responsabile di avere sottovalutato la gravità di quei fenomeni.
E' passato qualche mese, siamo in presenza di fatti altrettanto gravi.
Non mi risulta che l'orientamento del Governo in carica sia quello di affrontare anche questa emergenza con gli stessi orientamenti, con le stesse risorse, con la stessa normativa. Anzi, avremo - Assessore Ferrero dovrà darmene atto - una restrizione delle risorse e, di conseguenza, una restrizione delle norme di indennizzo.
A questo punto, penso che il Consiglio e la Giunta dovrebbero protestare, perché non è possibile affrontare emergenze che hanno la stessa gravità usando due pesi e due misure! Non è coerente da parte di quei colleghi, che allora, da questi banchi, lanciarono accuse pesanti al Governo, tacere il fatto che stiamo discutendo un'ordinanza che sarà di gran lunga peggiore del provvedimento con il quale il Governo di allora fece fronte all'alluvione che colpì la provincia di Alessandria nell'ottobre 2000 e - come mi ricordava giustamente il collega Muliere anche altre province.
Se è così, rilevo un problema immediato che riguarda la pochezza e la penuria di risorse con le quali si intendono affrontare queste ultime emergenze, e il ritardo con il quale il Governo predispone le ordinanze che sono lo strumento operativo che rende possibile l'intervento per affrontare tali emergenze.
Accanto a questo, rimane in vigore una politica che non si pone il problema della prevenzione di questi fenomeni. Alcuni di questi sono solo in parte prevedibili, ma è certo che una politica che guarda in avanti ha il compito di attrezzare il territorio per fare in modo che, quand'anche si verificassero, le politiche messe in atto ci consentano di ridurre e di mitigare gli effetti negativi di queste calamità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tomatis.



TOMATIS Vincenzo

Signor Presidente, innanzitutto ringrazio l'Assessore Ferrero per il tempismo dimostrato con il sopralluogo effettuato nei giorni successivi all'alluvione nel territorio cuneese.
Nella sua relazione diceva che i Comuni interessati sono stati sessantacinque, quelli gravemente danneggiati una quarantina: quasi un terzo dei Comuni sono nel nostro territorio.
I problemi sono gli stessi da sempre, le alluvioni sono sempre le stesse, più gravi, meno gravi, ma, alla fine, i problemi che causano l'alluvione sono sempre gli stessi: incuria del territorio e pulizia dei boschi.
Vorrei sollecitare l'Assessore alla montagna, che è attento a questi problemi, a trovare delle indicazioni e dei suggerimenti, in modo da garantire alla nostra gente una maggiore presenza sui territori montani. La rimozione dei materiali litoidi incontra difficoltà di carattere burocratico e amministrativo.
Le piogge del 14 e 15 luglio hanno colpito le nostre aree con un'insistenza e un modo direi diverso rispetto al passato. Il problema non è solamente il fiume: il problema interessa i torrenti e i rii, che in questi ultimi anni sono stati dimenticati.
Occorrerebbe una maggiore attenzione. I boschi sono sporchi. Le piante depositano da troppo tempo le foglie sul suolo e non c'è più attenzione su questo problema. Allora, l'acqua che cade in tempi velocissimi e ridotti crea questi grossi problemi.
Le popolazioni e i territori del Cuneese hanno dovuto fare fronte a situazioni che si credevano risolte dopo le esperienze vissute negli anni 1994 e 1996.
Si sono riproposti - ahimè! - gli stessi fatti, le stesse condizioni e le stesse emergenze degli anni scorsi. Abbiamo assistito a scenari a cui si credeva di non dover più assistere. Abbiamo assistito a urgenze che qualcuno credeva di avere definitivamente superato. Stiamo elencando i danni che credevamo di non dover più fronteggiare e, soprattutto, abbiamo vittime che non avremmo più dovuto avere. Il Cuneese in questo periodo è in ginocchio, infatti si sono avuti danni per milioni di euro.
Una prima valutazione, presentata la scorsa settimana in Provincia, si aggira sui 3.600 milioni di euro. L'elenco dei danni è lungo, alla montagna, agli alpeggi distrutti, centinai di capi di bestiame dispersi e morti, danni all'agricoltura di fondo valle che oggi appare devastata danni all'economia sopratutto alle piccole e medie imprese artigiane, alle infrastrutture, con strade inaccessibili, ponti crollati, acquedotti disastrati e case sgomberate. Ciò che più sconcerta e preoccupa è che oggi è davvero difficile parlare di emergenza.
Ci troviamo di fronte ad eventi che si verificano con una rapidità e ciclicità allarmante, non più fatti sporadici, ma periodici e frequenti (1994 / 1995 / 1996 / 2000 / 2002). Ormai l'elenco degli eventi alluvionali diventa sempre più ampio.
Per questo motivo, oggi non è più sufficiente intervenire nelle situazioni di emergenza. Bisogna necessariamente pianificare interventi strutturali che pongano basi certe per la ricostruzione di infrastrutture che garantiscano finalmente quella messa in sicurezza generale dei territori di cui da anni si parla, ma che oggi non è ancora realtà. Bisogna garantire alla popolazione il diritto a vivere e lavorare in aree sicure.
Bisogna sostenere la ripresa di tutto il territorio, ascoltare e fare proprie le proposte delle Amministrazioni locali, dei Comuni, delle Comunità montane, che hanno una conoscenza del territorio maggiore di qualunque altro soggetto.
Non bisogna più realizzare opere progettate senza il coinvolgimento diretto degli Enti locali. E' un dato di fatto che gli interventi effettuati nel passato sono stati insufficienti e inadeguati. Soltanto alcuni di essi hanno dato le risposte che si attendevano; alcuni non hanno saputo fronteggiare le situazioni per i quali erano stati progettati e realizzati.
Ascoltare e tradurre in realtà, nel più breve tempo possibile, le proposte e i suggerimenti degli Enti locali, ritengo che sia il primo passo da compiere. Bisogna mettere in condizione le Amministrazioni di non dover fronteggiare lungaggini burocratiche e questioni amministrative per la risoluzione di problemi importanti, tipo quello della rimozione dei materiali litoidi con una differenziazione dei costi per la vendita.
Occorre facilitare, sostenere e risolvere, devono essere le priorità assolute per dare le giuste e dovute risposte a tutti i territori colpiti.
Proprio dai risultati non ottenuti in passato, ritengo sia necessario ripartire per non commettere gli stessi errori, per definire interventi utili e finalizzati alla risoluzione di problematiche persistenti. Bisogna partire dalla prevenzione, intervenire sulle zone di montagna che ancora una volta hanno rappresentato il vero epicentro degli eventi alluvionali come testimoniano i numerosissimi danni subiti in queste zone. Prevenire vuol dire innanzitutto programmare investimenti finalizzati a una buona manutenzione delle aree di montagna, una maggiore attenzione alla pulizia delle zone boschive, alla pulizia dei torrenti e dei fiumi.
Partiamo da interventi concreti, risolviamo alla base i problemi esistenti: soltanto così eviteremo di trovarci ancora a discutere di eventi così drammatici e disastrosi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Ringrazio anch'io l'Assessore.
Condividendo pienamente l'intervento del collega Ronzani e di altri colleghi che si sono succeduti, non vado ad aggiungere particolari significativi.
Volevo fare una considerazione. Ho letto recentemente l'intervento di un sociologo che diceva: "Non lo facciamo per la natura, lo facciamo per noi". La natura cambia animali di riferimento: se l'uomo non riesce a creare le condizioni per sopravvivere, non sarà rimpianto dalla natura perché ci saranno altri animali che riusciranno a sopravvivere. L'ambiente sopravvive perché cambia e si trasforma. L'essere umano ha bisogno di determinate condizioni per vivere, perché il nostro rapporto con il territorio si risolva in una condizione positiva per noi che nel rapporto con il territorio, così come nel rapporto con la cultura, con la società con l'economia, con i sistemi produttivi, con le relazioni sociali abbiamo la realizzazione di noi stessi.
Assessore Ferrero, ringrazio per l'opportuna tempestività, perché in breve tempo avete messo insieme tutti i dati di fronte a questi tragici avvenimenti. Ricordo che anche nel 1994 quando abbiamo dovuto mettere assieme una valutazione di danni di circa 8.000 miliardi, che poi si rilev di 3.700, delle cifre gigantesche rispetto a quella di oggi. Tuttavia, tali danni sono concentrati per quasi 100 miliardi nei territori di due Comunità montane, con ripercussioni sul territorio, sul sistema produttivo e sul paesaggio.
Nonostante vi sia una ricorrenza di danni al territorio dell'ordine di 1.000 miliardi all'anno, nella media degli ultimi dieci anni, che vuol dire il 10% della nostra capacità di spesa che viene dissolta dagli eventi che distruggono quello che abbiamo appena realizzato in termini di opere pubbliche e di interventi per il territorio, vi è anche l'economia privata per la quale gli interventi pubblici non sono andati oltre il 50%, quindi una parte del carico finisce per gravare su settori economici che, in genere, sono già dei settori eroici, soprattutto quelli che in questo caso insistono e hanno trovato modo di sopravvivere in ambienti difficili come il territorio montano.
Vi sono tre punti che voglio evidenziare.
Il primo punto riguarda le fasce fluviali e gli interventi nelle zone particolarmente esposte. I diversi Assessori e lo stesso Assessore Vaglio sono a conoscenza di come competa alla Regione concedere delle deroghe in relazione a una serie di questioni. Va a finire che sistematicamente perché è questa la situazione che si è verificata, intere realizzazioni costose, che hanno avuto una certa comprensione per quanto riguardava quella che sembrava un'eccedenza di vincoli, non sopravvivono al turno di un rischio generazionale.
Il secondo punto è una questione di cui si discute ormai da alcuni anni, e si sono susseguiti diversi Assessori. Lo stesso Assessore Cavallera ne ha riconosciuto la necessità, ma alla fine siamo rimasti lì. Non abbiamo una legge di protezione del territorio, in sostanza, ma soltanto una legge del 1978, se non erro, con alcuni elementi di parziale modifica aggiornamento e adattamento.
Tuttavia, considerando le competenze che ormai, ai sensi della riforma del Titolo V, fanno capo alla Regione per quanto riguarda la sicurezza e la gestione del territorio, e considerando che si tratta, per la maggior parte, di bacini imbriferi montani (quindi di aree non più di competenza del Magistrato del Po, ma della Regione direttamente), non possiamo più andare avanti con interventi che, alla fine, hanno la stessa consistenza dal punto di vista dell'impatto sul nostro bilancio, o comunque sul bilancio pubblico, senza peraltro esercitare quell'azione preventiva o più sistematica e razionale che potremmo avere con una buona legge o con una buona normativa sulla gestione della sicurezza del suolo.
Per cui credo di non sottrarre una competenza al Capogruppo se anticipo che il nostro Gruppo intende, per la sua parte, avanzare sotto questo profilo un quadro organico di proposte, proprio perché il lavoro perlomeno per il 50%, va convertito in azioni preventive, non intese come prevenzione ordinaria, che certamente esiste (abbiamo fatto dei passi avanti con gli Antincendi Boschivi). Ovviamente, non sottovaluto ciò che è stato realizzato relativamente all'organizzazione della popolazione e alla creazione di una cultura e di una rete di solidarietà e di sensibilità che comunque, si sta formando anche per la consapevolezza che ciò che, una volta era un'eventualità, adesso diventa un elemento ricorrente. Anche per la grandine, alcuni contadini dalle nostre parti (ma non solo da noi) ricordavano un determinato anno come l'anno nel quale aveva tempestato venti o trent'anni fa, proprio perché capitava una volta ogni vent'anni.
Adesso tali eventi sono ricorrenti e il dissesto del territorio ne è la conseguenza.
Come affermava saggiamente Rivalta, la forza di gravità tira giù le montagne. Noi non possiamo considerare quella situazione come statica stabile o normale. Le montagne sono destinate con il tempo a subire le conseguenza della forza di gravità. D'altra parte, le più antiche sono anche le più spianate sotto questo profilo.
Assessore, veda lei nella replica di informarci. Capisco che non è partendo da lì e in due giorni che si possa immaginare o improvvisare un progetto completo, ma certamente la risposta da dare ormai non è più quella del pronto intervento - anche questo evidentemente - ma è quella di una destinazione di una quota del bilancio regionale alle attività di organizzazione della sicurezza del territorio, che è ancora qualcosa di diverso della prevenzione. Prevenire vuol dire individuare un eventuale rischio e intervenire prima. La sicurezza del territorio è un'operazione molto più ampia, sia come veduta che come prospettiva: riguarda la relazione tra l'individuo e il territorio, riguarda la prospettiva di come si risponde e di come si interviene per contenere le conseguenze naturali della stessa gravità che attira le montagne a valle.
Abbiamo visto come, in questa situazione, ogni metro cubo d'acqua si trascinava alcune decine di quintali di materiale detritico. Da ultimo, e questo si è verificato sia nell'alluvione del 1994 che in questa, come se niente fosse cambiato, il danno più grosso è stato prodotto dai tronchi d'albero, che navigano come potentissime catapulte e che si abbattono sulle arcate dei ponti, creando una condizione di rischio di instabilità e producendo spesso direttamente danni.
Verrebbe spontaneo dire: santo cielo, almeno per gli elementi sui quali si può intervenire, come la manutenzione del corso d'acqua o l'eliminazione del rischio connesso all'esistenza di questi proiettili naturali, che finiscono per essere il materiale più pericoloso in caso di eventi alluvionali, almeno su questo dovremmo avere la possibilità di un ragionamento con qualche progetto con cui discutere l'impostazione dei prossimi bilanci.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente.
Essendo previsto ancora un intervento, e quindi la replica dell'Assessore, ragionevolmente presumo che occorra una mezz'ora per terminare i lavori d'aula.
Siccome il Consiglio è convocato per le ore 15.00 e la Conferenza dei Capigruppo per le ore 14.30, finché è presente in aula la maggior parte dei colleghi e dei Capigruppo; chiederei, se fosse possibile, di posticipare la Conferenza dei Capigruppo alle ore 15.00 o 15.15 e i lavori d'aula alle ore 16.00, in modo che i colleghi Consiglieri non giungano in aula alle ore 15.00 e debbano aspettare il termine della riunione dei Capigruppo e quant'altro. Lo chiederei proprio per una forma di rispetto verso i colleghi e per meglio organizzare il lavoro di tutti noi.



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente Cattaneo.
Mi sembra di avere colto un'adesione alla sua proposta.
Pertanto, convochiamo la Conferenza dei Capigruppo alle ore 15.00 e il Consiglio alle ore 16.00.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Calamità naturali

Comunicazioni della Giunta regionale in merito agli eventi alluvionali dei giorni 13, 14, 15 e 16 luglio 2002 (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo il dibattito relativo agli eventi alluvionali dei giorni scorsi.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Trovo deludente, quando si discutono fatti come questi, che intervenga l'Assessore che ha la delega alla protezione civile. Questo fatto credo che sia la testimonianza di un'incapacità di vedere il problema. Ciò che stiamo vivendo, non è un problema che investe la protezione civile. Non si tratta infatti, di episodi relativamente imprevedibili da affrontare con una struttura che è adibita ad intervenire di fronte ad eventi eccezionali.
Qui, di eccezionale non c'è nulla! Sono stanco di sentire che quando piove si verifica un'alluvione che viene considerata eccezionale: sarebbe eccezionale un'alluvione quando non piove, ma quando piove molto può accadere, è normale. Siamo dunque di fronte ad un evento che si ripete e che ha determinate cause. Queste cause con l'evoluzione del clima, si verificano sempre più spesso e, quindi, sono molto prevedibili. Bisognerebbe affrontarle.
Inoltre, questi eventi si verificano su un territorio che si è profondamente modificato sotto molti aspetti: si è modificato perché viene violentato da opere infrastrutturali che noi creiamo e da una serie di fenomeni che riguardano, per esempio, lo spopolamento delle montagne e il conseguente abbandono di molte attività che sono entrate in crisi.
Allora, credo che il problema sia questo: avremmo dovuto sentire il Presidente della Giunta, perché è un problema generale di questa Regione del suo futuro. In qualche modo, dovrebbe stare al centro del DPEF, della programmazione, perché sono eventi che stanno provocando, di anno in anno dei seri problemi.
Bisogna affrontare il problema con una politica strutturale e non con una politica emergenziale, come invece viene fatto affidandolo a comunicazioni della protezione civile. Qui abbiamo dei problemi diversi: bisogna riflettere se tutti i progetti che in questo Consiglio vengono proposti sono tollerabili dal territorio.
Questa mattina abbiamo incontrato una delegazione di cittadini che ci ha posto il problema della costruzione di una centrale nei pressi della loro zona e che è previsto l'interramento della linea esattamente dove è avvenuta l'alluvione in questi giorni. Evidentemente, si determina una preoccupazione: in quella zona, in un territorio così, autorizziamo la costruzione di una centrale e di una linea interrata? Non possiamo separare il problema della tutela ambientale dal discorso sull'energia, non è possibile! Nelle stesse zone sono previste opere infrastrutturali pesanti che riguardano le Alpi, che sono appunto un territorio fragile, un territorio esposto. Rispetto a questo, mi pare che ci si accontenti e che, quando succedono gli eventi, ci si limiti a venire qui, soprattutto se c'è stato qualche morto, a piangere un pochino e poi a far finta di niente e andare avanti come prima.
Ci sono interessi dietro la costruzione di grandi opere che devono andare avanti, quindi si fanno le Olimpiadi in un determinato modo e si costruiscono le reti stradali e le reti ferroviarie in un determinato modo.
Credo invece che questa impostazione sia sbagliata.
Faccio ancora un esempio. Credo che persino il problema dell'immigrazione venga posto in modo sbagliato, perché il declino della popolazione piemontese è un fatto in qualche modo inevitabile; d'altro canto, è sempre stato così. Se il Piemonte non avesse avuto degli afflussi di immigrazione forti, oggi sarebbe tutt'altra cosa, e il fatto che fossero immigrati interni anziché esterni non cambia il dato.
Se il Piemonte si fosse affidato alla dinamica della popolazione propria, oggi sarebbe in una situazione completamente diversa.
Personalmente, non capisco, ad esempio, perché ai padroni si permetta di dire: "Questo cittadino extracomunitario può venire o meno a vivere in Italia perché gli do lavoro", e non si pensi, nelle zone di montagna e nelle zone agricole che vengono abbandonate, di stimolare l'afflusso di popolazioni nuove che possano permettere un ripopolamento e possano garantire quella presenza umana sul territorio che rappresenta la base prima per avere una politica di prevenzione e di tutela del territorio stesso.
Credo che su questo bisognerebbe riflettere e penso che senz'altro lo dovremo fare quando discuteremo del documento di programmazione, perché mi pare che sia uno dei temi centrali che riguardano lo sviluppo del Piemonte.
Non è più possibile separare la discussione di prospettiva, di programmazione delle opere che si devono realizzare, dalle discussioni e dai provvedimenti che vengono adottati quando si verificano eventi che ripeto - vengono definiti straordinari, ma che, a mio avviso, di straordinario non hanno nulla.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Ferrero per la replica.



FERRERO Caterina, Assessore ai lavori pubblici

Grazie, Presidente, e grazie anche alle considerazioni dei Consiglieri intervenuti, che hanno posto - indipendentemente dal caso singolo di questo evento - una serie di temi sui quali ci si trova a confrontarci a tutti i livelli, a confrontarci come Regione Piemonte quotidianamente con gli Enti locali, non soltanto dal punto di vista delle norme, ma anche delle risorse.
La Regione Piemonte è una regione che, come molte altre in tutta Italia, ha dei problemi territoriali e ambientali da risolvere. Gli eventi che si sono verificati in questi mesi hanno coinvolto non solo la Regione Piemonte, ma diverse regioni del nord, che più o meno hanno avuto gli stessi problemi e quindi è effettivamente una situazione di calamità, di disagio che si sta verificando con più frequenza e che sicuramente insiste su un territorio che, nell'ambito della messa in sicurezza della difesa del suolo, ha in corso una serie di attività.
Io non sono assolutamente d'accordo e rigetto le considerazioni di chi sostiene che la Regione Piemonte sia l'ultima della classe, non abbia programmazione, non gestisca le risorse in modo corretto o con un disegno mirato alla difesa del suolo e alla manutenzione.
La Regione Piemonte, anche con l'Assessore che mi ha preceduto, l'ha dimostrato con il lavoro che ha fatto a livello nazionale insieme alle Regioni del Po, perché la Regione Piemonte, insieme a queste altre, è l'unica componente dell'Autorità di Bacino che si è dotata di uno strumento di verifica delle situazioni di rischio, che è il Piano per l'assetto idrogeologico.
Proprio ieri al Dipartimento Protezione Civile, per una serie di sblocchi di risorse, portavo il resoconto di questa situazione, che a livello nazionale vede l'Autorità di Bacino del fiume Po come l'unica ad aver approvato e adottato - quindi vigente - il Piano per l'assetto idrogeologico e quindi uno strumento di programmazione, di conoscenza del territorio che probabilmente in altre parti d'Italia, dove l'emergenza e la calamità esistono e dove i problemi devono anche essere risolti con le normative e con la conoscenza della situazione, non solo con i soldi, non esiste. Quindi, questo aspetto lo ritengo assolutamente importante.
Poi c'è tutto il ragionamento della difesa del suolo legato alle manutenzioni, legato a una cultura che deve cambiare su tutto il territorio, legato ad un'esigenza di sviluppo del territorio che non va più nella logica del Consigliere Moriconi. Sono logiche che non decide l'Assessore Ferrero, ma la società per come si sviluppa; il nostro compito è quello di cercare di creare le condizioni affinché tale sviluppo ci sia in modo sostenibile. E' questo il nostro compito ed è questa la nostra attività.
Poco fa si parlava di incapacità della Regione Piemonte di dotarsi di norme che regolino la manutenzione dei fiumi. Probabilmente, non avete letto, o perlomeno verificato, quanto la Giunta ha deciso di fare da un anno a questa parte. La manutenzione dei fiumi non è più un aspetto legato alla concessione ad un privato, che chiede di asportare del materiale - lo era in passato, lo è stato probabilmente nel corso degli ultimi vent'anni né a livello regionale né a livello di Magistrato per il Po, perché la Giunta ha scelto, su indicazione della sottoscritta, ma all'unanimità come scelta importante per la tutela del territorio, che la manutenzione debba essere un'attività pubblica, legata a piani. Nulla vieta però alla Giunta nel momento in cui stabilisce che è di pubblico interesse l'esercizio della manutenzione su porzioni di torrenti o di fiumi, di indire su questo materiale una gara d'appalto, di venderlo e di incamerare anche delle risorse.
Non mi sembra che ci sia nulla di male; l'abbiamo fatto, abbiamo previsto dei programmi e le risorse che verranno recuperate si impiegheranno nelle parti di territorio dove attuare tali interventi costa perché non è solo un problema di volontà, ma è anche un problema di risorse.
Questa è una forma di autofinanziamento, se volete, che, in quanto scelta pubblica non condizionata dalle esigenze del cavatore - perch probabilmente il problema del Consigliere Moriconi è questo - riteniamo giusta.
Non so quale sarà il risultato alla fine, perché - sapete - ci sono quelli che fanno le scelte politiche, ci sono quelli che le gestiscono e ci sono quelli che poi operano sul territorio, quindi ognuno si assume le sue responsabilità e cerca, per tutto quello che può, di farle al meglio.
Di conseguenza, sono assolutamente d'accordo con quello che sosteneva il Consigliere Chiezzi, ovvero che il discorso delle manutenzioni debba essere un'iniziativa che arriva dalle istituzioni e dal pubblico. Non sono d'accordo quando dice che tutto quanto rientra nelle manutenzioni lo si debba pagare, perché non necessariamente è sempre così.
Sul ragionamento di un piano complessivo per la difesa del suolo, le norme per poter lavorare, dal punto di vista della previsione, della prevenzione e della programmazione delle opere, esistono.
E' difficile elaborare una norma complessiva, perché le competenze sono molto ripartite. La difesa del suolo è una materia di competenza nazionale esistono leggi nazionali rispetto alle quali la Regione, in attuazione del



PAI - cioè di quel documento dove è scritto quali sono le aree a rischio

molto elevato, quali sono gli interventi per la difesa e l'incolumità delle attività produttive e delle abitazioni, qualora non siano da rilocalizzare deve porre in essere degli interventi. E in questo senso muove tutte le risorse messe a disposizione dallo Stato e che, in parte - non molto eccessiva - mette a disposizione la Regione, che ha una serie di responsabilità, di attività da porre in essere, tra cui anche questa. Ma non è l'unica, ed è quindi necessario, dal punto di vista della gestione delle risorse regionali, fare dei ragionamenti che coinvolgano l'intera Giunta e non solo la materia gestita dalla sottoscritta.
Esiste una legge quadro di protezione civile che, a settembre, verrà discussa in Commissione e per la quale sono state attivate le consultazioni. Questa normerà le competenze e le procedure relative alle prime 72 ore di intervento della Protezione Civile. In proposito, non è che non esista nulla: esiste un grande lavoro fatto dall'Assessorato, dai funzionari e dagli Enti locali che, nel contesto delle responsabilità che ci sono state trasferite in materia di protezione civile, si attiveranno si stanno attivando e coordinando per poter gestire la partita nel migliore dei modi.
Dal punto di vista della situazione normativa a disposizione, si pu tentare di fare una legge quadro, ma le competenze sono sufficientemente suddivise e probabilmente non sarà così semplice. Quello che si deve fare è cercare piuttosto di mettere a disposizione delle risorse, che, per esempio, sono previste a livello nazionale.
Non è vero che il DPEF non prevede un ragionamento di implementazione dell'attività di protezione civile. Lo prevede in uno specifico paragrafo che contiene specificatamente l'obiettivo di implementare l'attività della Protezione Civile e le sue funzioni. Il come non lo decidiamo noi, ma lo deciderà il Governo: noi ci occuperemo di sviluppare il sistema di protezione civile relativamente alle attività che ci competeranno.
Per quanto riguarda la situazione nazionale, è in corso la verifica della composizione dell'ordinanza. Abbiamo individuato, insieme al Dipartimento, una serie di risorse attraverso le quali poter comporre tale ordinanza. E' una proposta che abbiamo sintetizzato al Governo e, in questo senso, ritengo che la prossima settimana ci potrà essere una risposta.
Sulla base delle risorse che saranno disponibili - e lo saranno per le Regioni coinvolte, non per la Regione Piemonte - ci attiveremo per quello che sarà possibile per i primi interventi urgenti relativamente agli ultimi eventi.
La Regione, peraltro, sta intervenendo prevalentemente per quanto riguarda gli interventi sulle opere pubbliche attraverso delle anticipazioni proprie, attraverso il Pronto intervento e, quindi, in questo senso non è che si stia aspettando le risorse dello Stato per intervenire.
Le questioni più urgenti si stanno affrontando insieme agli Enti locali per poter porre in essere una soluzione che sia la più rispondente possibile alle esigenze per un sereno ritorno alla vita e alle attività di ognuno.
Grazie.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Comunico che la riunione dei Capigruppo è convocata per le ore 15.00.
Il Consiglio è convocato per le ore 16.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.38)



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