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Dettaglio seduta n.232 del 16/07/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 9.30 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.00)



(La seduta ha inizio alle ore 10.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bolla, Botta Marco, Cantore Casoni, Cotto, Ghigo, Leo, Marcenaro e Rossi Giacomo.


Argomento:

b) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle sedute del 18, 19, 21, 26 e 28 marzo 2002 e del 17, 19, 22, 23 e 24 aprile 2002.
Verranno posti in approvazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Assegnazione funzioni relative alla programmazione all'Assessore Gilberto Pichetto


PRESIDENTE

Comunico inoltre che, a modifica delle funzioni assegnate con i DD.P.G.R. n. 52 del 26 maggio 2000, n. 53 del 29 maggio 2000 e n. 46 del 28 maggio 2001, il Presidente della Giunta regionale, Enzo Ghigo, con decreto n. 57 del 12 luglio 2002, ha attribuito all'Assessore Gilberto Pichetto le funzioni relative alla programmazione.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

d) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Gilberto Pichetto


PRESIDENTE

Comunico infine che, con decreto n. 59 del 16 luglio 2002, il Presidente della Giunta regionale ha attribuito temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale, con delega a sostituirlo nella giornata del 16 luglio 2002, all'Assessore Gilberto Pichetto.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione dei quattro giovani di Rivarolo Canavese deceduti in un grave incidente verificatosi il 13 luglio 2002 nel tratto autostradale Cesena-Rimini nord


PRESIDENTE

Colleghi, in apertura di Consiglio voglio ricordare quanto è avvenuto nella mattina di sabato 13 luglio scorso, nel tratto autostradale Cesena Rimini Nord.
Sono deceduti quattro giovani animatori della parrocchia di Rivarolo Canavese: Clemente Ciampolillo, Serena Ipsa, Aldo Pizzuto e Stefania Mazzei, rispettivamente di 24, 18 e 16 anni. Altri undici ragazzi sono rimasti leggermente feriti. Dovevano trascorrere un week-end sulla riviera adriatica, un week-end che doveva essere un premio e un riconoscimento per il loro impegno di un anno nel servizio di volontariato.
Già questa sera si svolgerà una veglia di preghiera nella chiesa di San Michele, quella frequentata dai giovani di Rivarolo. I funerali dovrebbero svolgersi mercoledì pomeriggio, celebrati in San Michele dal Vescovo di Ivrea.
Ho già inviato, a nome dell'assemblea e mio personale, un messaggio di cordoglio ai familiari delle giovani vittime.
Il Consiglio regionale del Piemonte, colpito da una tragedia che ha stroncato la vita di quattro giovani, partecipa al dolore della comunità di Rivarolo.
A questo proposito, chiedo a tutti di osservare un minuto di silenzio.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio )



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento: Veterinaria - Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione n. 560 dei Consiglieri Moriconi, Suino, Chiezzi e Caracciolo inerente a "Provvedimenti in materia di randagismo nel Comune di Mergozzo (VCO)"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 560 presentata dai Consiglieri Moriconi Suino, Chiezzi e Caracciolo.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore all'assistenza sanitaria

L'interrogazione attiene a quanto si è verificato di recente nel Comune di Mergozzo. Alcune precisazioni doverose.
Il distretto provinciale del Verbano Cusio Ossola soffre di un cronico ritardo nella completa attuazione di quanto previsto dalla normativa nazionale e regionale in materia di controllo del randagismo canino.
A soddisfare, infatti, le richieste di cattura e custodia di cani randagi, da parte delle Amministrazioni comunali, si adoperano per tutto il territorio provinciale i soli canili pubblici di Verbania e Omega, ai quali sono affiancate due strutture private che svolgono in parte i servizi di competenza pubblica.
Il Comune di Mergozzo, nello specifico, come dagli aggiornamenti annualmente trasmessi all'Assessorato alla sanità, assolve agli obblighi previsti dall'art. 7 della L.R. n. 34/93, relativamente all'istituzione di un servizio pubblico di cattura e custodia sanitaria, con la stipula di accordi specifici con il canile pubblico di Verbania.
I protocolli operativi in uso presso i canili sanitari prevedono l'attivazione di normali procedure di cattura di cani vaganti, eseguite da personale qualificato ed autorizzato, per la maggior parte dei casi; è previsto altresì dalla normativa, per ragioni di complessità degli interenti o particolare pericolosità, il concorso del personale specializzato e tecnicamente preparato in forza ai Presidi Multizonali di Profilassi e Polizia Veterinaria, organizzati in quattro sedi di riferimento in Piemonte, tra cui l'ASL di Novara.
Il DPGR n. 3399/90 prevede, inoltre, che l'abbattimento ".di animali particolarmente aggressivi e di impossibile cattura è consentito in via eccezionale e su indicazione del Servizio Veterinario dell'ASL", e che "Il Servizio Veterinario provvederà ad incaricare personale qualificato, ad informare le Associazioni protezionistiche e a redigere motivato verbale".
Pertanto, la sottoscrizione di accordi, da parte di Pubbliche Amministrazioni, per l'attivazione dei servizi obbligatori di controllo del randagismo, sottintende l'adozione di tutte le misure previste dalla normativa a garanzia della tutela della salute ed incolumità pubblica, nel rispetto del benessere animale.
Quanto accaduto nel Comune di Mergozzo, in esecuzione di ordinanza sindacale, portata a conoscenza di tutte le istituzioni localmente competenti, non ha visto l'interessamento dell'Assessorato alla sanità della Regione Piemonte, che, informato a fatti accaduti da parte di cittadini privati e associazioni protezionistiche, ha provveduto a richiedere resoconto agli Enti responsabili, riscontrando quanto segue.
Nel corso del mese di settembre 1999, in seguito alle ripetute segnalazioni della presenza di una colonia di cani vaganti nei pressi dell'inceneritore Con.Serv.V.C.O., in località Prato Michelaccio del Comune di Mergozzo, il Sindaco della località aveva richiesto l'intervento del personale dell'Associazione "Amici degli animali" di Verbania, nell'ambito della convenzione stipulata tra i Comuni del Verbano e la predetta associazione, ai fini della cattura dei cani vaganti.
I ripetuti tentativi messi in atto non avevano però sortito alcun risultato, vista anche l'impossibilità di avvicinare a distanza utile gli animali. Pertanto, in relazione al dettato dell'art. 13, comma 4, della L.R. n. 70/96, che affida agli agenti di vigilanza il compito di catturare i cani incustoditi trovati vaganti in ogni tempo e luogo, il Sindaco di Mergozzo aveva interessato il competente servizio di vigilanza venatoria della Provincia del VCO. Gli interventi effettuati dal personale appositamente incaricato non avevano però permesso di giungere alla cattura degli animali. E' stato, pertanto, richiesto l'intervento del PMPPV (Presidio Multizonale dei Profilassi e Polizia Veterinaria) di Novara, ai fini dell'installazione sul posto delle gabbie trappola in dotazione al medesimo.
Purtroppo anche questo tentativo non aveva sortito gli effetti sperati si è saputo successivamente, tramite il personale del Con.Ser.V.C.O., che due cani sarebbero entrati quasi contemporaneamente nella stessa trappola e, mentre quello entrato per primo avrebbe fatto scattare il dispositivo di rilascio del portello di chiusura, il secondo cane avrebbe impedito fisicamente al portello medesimo di abbassarsi, talché gli animali indietreggiando, sarebbero riusciti a liberarsi.
In seguito a questo imprevisto, nessun soggetto del branco si sarebbe più avvicinato alle gabbie trappola, per cui, dopo circa tre settimane, le stesse erano state rimosse dal Presidio Multizonale.
Successivamente, in data 7 aprile 2000, gli addetti al canile comunale di Verbania, in collaborazione con i dipendenti del Con.Ser.V.C.O., erano riusciti a recuperare due cuccioli dell'età di circa due mesi.
In seguito a nuova richiesta del Sindaco di Mergozzo in data 12 aprile 2000, era stato concordato un sopralluogo nella località in data 8 maggio 2000, al quale avevano presenziato, oltre al responsabile del Servizio Veterinario dell'ASL 14, anche un vigile urbano del Comune interessato, due agenti della vigilanza venatoria provinciale e un dipendente del Con.Ser.V.C.O. In quella occasione non si erano avvistati cani, ma si era rilevata, nel tratto di terreno che digrada dall'area del forno inceneritore verso la sponda sinistra del fiume Toce, la presenza dello sbocco di un cunicolo artificiale costituito da tubi di cemento all'interno del quale alcuni cani sarebbero stati visti addentrarsi in più occasioni da parte dei dipendenti del forno.
Al termine del sopralluogo, si conveniva sull'opportunità di allestire sul posto un piccolo recinto, dotato di sportello a caduta azionabile a distanza mediante un cavetto.
Dal momento che la soluzione concordata tardava ad essere messa in atto, la proposta veniva successivamente formulata per iscritto con nota in data 9 giugno 2000, indirizzata alla Provincia del VCO e, per conoscenza al Sindaco di Mergozzo.
Con nota successiva, datata 6 luglio 2000, il dirigente del Settore III Tutela faunistica della Provincia del VCO assicurava al Comune di Mergozzo la collaborazione del proprio Ente nell'approntare sul posto un recinto destinato alla cattura dei cani. Con la stessa nota veniva suggerita al Sindaco la possibilità, in caso di insuccesso dei tentativi di cattura fino ad allora effettuati, di attivare le procedure previste dall'art. 38 della legge n. 142/90.
In seguito a richiesta del Sindaco di Mergozzo in data 1 agosto 2000 con la quale si prendeva atto che i tentativi di cattura effettuati non erano andati a buon fine, in data 4 settembre 2000 si svolgeva una riunione presso la sede municipale, con partecipazione di rappresentanti del Con.Ser.V.C.O. e della Provincia del VCO.
In quella sede, il responsabile del Servizio Veterinario dell'ASL 14 suggeriva l'opportunità di effettuare ulteriori tentativi di cattura con i mezzi già impiegati, nonché di informare le Associazioni protezionistiche locali in merito ai provvedimenti che si sarebbe inteso adottare manifestando nel contempo la propria contrarietà all'impiego di mezzi drastici per risolvere il problema.
Con nota datata 4 ottobre 2000, il Settore Tutela faunistica della Provincia del VCO assicurava la presenza di proprio personale per un intervento di cattura, da effettuarsi in data 9 ottobre 2000 nella località interessata.
Nel giorno prefissato, oltre agli operatori della Polizia Provinciale erano presenti il rappresentante dell'Associazione "Amici degli animali" di Verbania, accompagnato da personale del canile, un addetto del Con.Ser.V.C.O., nonché, per il Servizio Veterinario, il dr. Bardelli Mauro veterinario operatore assegnato alla sede di Verbania.
In merito all'esito di questo intervento, il predetto dr. Bardelli riferiva al responsabile del Servizio Veterinario dell'ASL 14 che era stato praticamente impossibile avvicinare gli animali, in quanto gli stessi appena avvistato il gruppo degli intervenuti, si erano rapidamente dileguati nella boscaglia circostante. Il dr. Bardelli riferiva altresì che, per l'occasione, il personale della Provincia non aveva al proprio seguito l'attrezzatura necessaria per il lancio delle siringhe con farmaci tranquillanti.
Pertanto, in seguito all'ulteriore constatazione dell'estrema difficoltà di avvicinare a distanza utile i cani vaganti, nei giorni successivi, il dr. Bardelli prendeva contatti con il PMPPV (Presidio Multizonale di Profilassi e Polizia Veterinaria) di Novara, concordando un intervento per una nuova collocazione di gabbie trappola nei pressi dell'impianto del forno inceneritore.
Gli eventi alluvionali della metà del mese di ottobre 2000 non consentivano l'attuazione pratica dell'intervento di installazione delle gabbie, che veniva pertanto rinviato a data da definirsi.
In data 5 ottobre 2000, il Sindaco di Mergozzo aveva, comunque, emanato l'ordinanza n. 26/2000, che prevedeva, in caso di insuccesso dei tentativi di cattura, il ricorso all'abbattimento dei cani.
Con successiva ordinanza datata 14 novembre 2000, il Sindaco, a causa delle avverse condizioni climatiche, prorogava al 16 dicembre 2000 il termine, trascorso il quale, si sarebbe dovuto provvedere all'abbattimento dei cani.
In relazione ad ulteriori segnalazioni sulla pericolosità dei predetti cani pervenute al Sindaco di Mergozzo negli ultimi giorni del mese di dicembre 2000, il medesimo, con nota datata 28 dicembre 2000, sollecitava un intervento di attuazione delle ordinanze emanate a suo tempo.
In seguito ad un ulteriore sollecito, pervenuto per via telefonica dal Sindaco di Mergozzo in data 11 gennaio 2001, il dirigente del Settore III Tutela faunistica della Provincia del VCO, con nota del 12 gennaio 2002 invitava il responsabile della Polizia Venatoria Provinciale competente per la zona a concordare con urgenza, direttamente con il Sindaco di Mergozzo e con il responsabile del Servizio Veterinario dell'ASL 14, le modalità di esecuzione delle ordinanze sindacali emanate per ovviare al problema.
Va peraltro segnalato al riguardo che nessuno, in quel frangente, aveva contattato il dirigente del Servizio Veterinario dell'ASL 14 per concordare eventuali modalità di esecuzione delle ordinanze predette. Solo in data 18 gennaio 2001 era pervenuta richiesta telefonica da parte di un agente di polizia municipale del Comune di Mergozzo in merito alle modalità da seguire per lo smaltimento delle carcasse di sette cani che sarebbero stati abbattuti nei giorni precedenti dagli agenti della Vigilanza Venatoria Provinciale.
Successivamente, in data 2 febbraio 2001, il dirigente del Servizio Veterinario dell'ASL 14 veniva informato telefonicamente dal dr. Bardelli Mauro che era giunta segnalazione in merito ad un'operazione di abbattimento con arma da fuoco dei cani vaganti presso l'inceneritore di Mergozzo. Il predetto dr. Bardelli si recava prontamente sul posto senza rilevare nulla di quanto era stato segnalato. Da informazioni assunte dai dipendenti del Con.Ser.V.C.O. era emerso che l'operazione di abbattimento si era svolta il giorno precedente e che le carcasse dei cani erano state infossate sul posto.
Ulteriori notizie in merito all'andamento dei fatti si sono potute desumere dalle relazioni allegate alla nota del dirigente del Settore III Tutela faunistica della Provincia del VCO, datata 6 febbraio 2001, e redatte dagli agenti di Polizia Provinciale che avevano effettuato gli interventi.
Dalle predette relazioni emerge, in particolare, che gli agenti avevano fatto ricorso all'uso delle armi in seguito agli atteggiamenti di aggressività manifestati dai soggetti del branco.
In data 15 febbraio 2001, veniva notificato al dirigente del Servizio Veterinario dell'ASL 14 il decreto emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Verbania per ordinare l'esibizione e la successiva acquisizione in copia della documentazione concernente gli episodi di abbattimento dei cani vaganti, in relazione all'apertura di procedimento a carico di ignoti per contravvenzione dell'art. 727 del Codice Penale.
Oltre ad ottemperare a quanto ordinato, in relazione al medesimo procedimento, il dirigente del Servizio Veterinario dell'ASL 14 provvedeva in data 27 febbraio 2001, a rendere deposizione scritta presso la Questura del VCO - Divisione Polizia Amministrativa, in qualità di persona informata sui fatti.
In data 26 febbraio 2001, congiuntamente al dr. Tinelli Franco responsabile del PMPPV di Novara, veniva effettuato un sopralluogo presso l'inceneritore di Mergozzo, verificando la presenza di quattro cani adulti di media/grossa taglia che stazionavano nei pressi della sponda sinistra del fiume Toce.
Nei giorni successivi, dopo alcune operazioni di messa a punto dei dispositivi di scatto e chiusura effettuate a cura del personale dell'Associazione "Amici degli animali" di Verbania, venivano installate sul posto n. 3 gabbie trappola, che, nel frattempo, erano state consegnate dal PMPPV di Novara.
Quest'ultimo intervento consentiva, nella prima metà del mese di marzo 2001, di catturare due degli ultimi quattro cani avvistati.
Successive informazioni assunte presso il Comune di Mergozzo e presso il Con.Ser.V.C.O. permettevano di appurare che non erano più giunte segnalazioni concernenti la presenza di cani vaganti nell'area del forno inceneritore di Mergozzo.
Alla luce di quanto sopra riportato, vista l'azione in corso da parte della Procura della Repubblica, l'Amministrazione regionale reputa necessario attendere l'esito della medesima prima di assumere eventuali provvedimenti da intraprendere nei confronti dei vari Enti che hanno ordinato ed eseguito l'abbattimento dei cani vaganti, nonché di tutti gli Enti che erano stati portati a conoscenza di detta decisione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore per la risposta e per averla resa disponibile in forma scritta.
Volevo brevemente sottolineare alcuni passaggi evidenziati dalla risposta; credo che l'Assessore abbia svolto delle verifiche mentre ne prendeva atto.
Questa vicenda si è protratta per tantissimi mesi. Mi sembra che l'Assessore abbia riferito che è iniziata nel settembre 1999 e si è poi conclusa nei primi mesi del 2001.
Tuttora è in corso un'indagine e permane ancora un dubbio: la legge non permette di abbattere i cani vaganti, però fa carico alle autorità di catturarli e di portarli nei canili.
Questa vicenda dimostra come il servizio di cattura dei cani vaganti funzioni quando le cose sono più o meno normali. Purtroppo, sempre più frequentemente i cani ricoverati nei canili non sono cani vaganti, ma cani che vengono portati dai loro proprietari.
Tanto per comunicare una cifra, risulta che in un giorno della scorsa settimana siano stati consegnati al canile di Torino, in tre ore, diciotto cani.
Questa situazione è chiaramente straordinaria e anche dal racconto fatto si evince che il problema fondamentale è che non siamo ancora bene attrezzati riguardo alla teleanestesia. Per ben due volte si è provato con le gabbie, ma quel metodo non ha funzionato.
La teleanestesia sarebbe risolutiva; infatti, se sono stati uccisi a fucilate sette cani in un solo giorno, vuol dire che quei cani erano raggiungibili e, dunque, con la teleanestesia avremmo risolto il problema.
Sull'onda di questo avvenimento, sollecito un'indagine da parte dell'Assessorato per conoscere la situazione delle strutture di teleanestesia nelle ASL, fatto salvo il principio che, trattandosi di interventi non molto frequenti, basterebbe dotare i Presidi multizonali di strutture efficienti.
Certamente non si può chiedere di avere la teleanestesia in tutte le ASL, ma un'apparecchiatura efficiente almeno in tutti i Presidi Multizonali, facilmente reperibile in caso di bisogno da parte delle ASL risolverebbe i problemi.
Ogni tanto, infatti, mi arrivano segnalazioni di cani di difficile cattura e le cose si protraggono abbastanza a lungo proprio perché mancano i mezzi di teleanestesia.
In attesa dell'evolversi dell'indagine che l'Assessore ha ricordato sono parzialmente soddisfatto della risposta, anche perché mi sembra che le ASL abbiano svolto il loro ruolo e, quindi, ringrazio.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Interventi a favore dell'economia - normative organiche nei vari settori

Interrogazione n. 1643 dei Consiglieri Ronzani, Marcenaro e Manica inerente a "Determina n. 479 del 20 giugno 2002 sui Piani di sviluppo locali presentati dai GAL". Interrogazione n. 1658 del Consigliere Muliere inerente a "Piani di sviluppo locali presentati dai GAL"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 1643 presentata dai Consiglieri Ronzani, Marcenaro e Manica.
Risponde l'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna

Grazie, Presidente, e grazie anche ai colleghi per avermi consentito di fare un minimo di chiarezza su una situazione che sta sollevando parecchie perplessità sul territorio regionale.
Contemporaneamente, rispondo all'interrogazione n. 1658 del collega Muliere, avente lo stesso oggetto.
Contrariamente alle mie abitudini, mi dilungherò perché devo cercare di far intendere che le prassi seguite per l'attuazione dell'iniziativa comunitaria "Leader +" sono differenti da quelle normalmente seguite nell'istruttoria e nell'attribuzione di finanziamenti.
Sono diverse perché sia lo spirito dell'iniziativa comunitaria, sia la volontà della Giunta hanno completamente eliminato la discrezionalità dalla fase istruttoria e di definizione dei punteggi.
Infatti, a differenza delle due precedenti fasi di programmazione (Leader I e Leader II), di cui hanno beneficiato i territori che erano definiti nell'obiettivo 5b, gli orientamenti comunitari per la nuova iniziativa hanno previsto l'estensione dell'area eligibile all'intero territorio rurale del Piemonte.
Dopo una lunga trattativa con i servizi della Commissione Europea, il programma che è stato approvato ha riconosciuto l'eligibilità dei soli territori montani e collinari caratterizzati da una bassa densità di popolazione (al di sotto dei 100 abitanti/km quadrato).
Nonostante questa significativa riduzione dell'area, a fronte delle stesse risorse pubbliche del precedente periodo di programmazione 1994/1999, la popolazione eligibile è risultata più che raddoppiata e, di conseguenza, la concentrazione delle risorse sulle proposte più promettenti, previa procedura di selezione aperta e rigorosa - cito testualmente gli orientamenti dell'Unione Europea - ha ottenuto un impatto notevolmente accentuato.
Mi rendo conto che la specificità del programma (laboratorio di nuove forme di sviluppo rurale), per innovazione, processo di costruzione delle proposte di sviluppo locale e la selezione, non trova equivalenze in nessun altro programma comunitario adottato dalla nostra Regione e che la delusione dei GAL è proporzionata all'impegno profuso.
Occorre però far presente che da più di due anni i territori e gli attori istituzionali e non, interessati all'iniziativa, erano perfettamente informati e consapevoli che le risorse sarebbero state concentrate su non più di 400.000 abitanti e su non più di dieci Piani di sviluppo locale, a fronte dei diciassette che avevano manifestato il loro interesse.
L'attività di animazione e di assistenza tecnica, indispensabile per promuovere ed attuare un programma così complesso, è stata fornita in modo capillare ed è proseguita per quasi due anni.
Vale la pena di evidenziare che, proprio per coinvolgere il partenariato locale nella costruzione dei documenti di programmazione e per fornire assistenza tecnica mirata e non generica, la struttura regionale ha richiesto manifestazioni di interesse dando così la possibilità ai potenziali beneficiari di concorrere che alla costruzione di un programma rispondente ai bisogni e alle attese dei territori rurali e di avere un primo riscontro sulla validità delle idee progettuali.
L'assistenza tecnica è proseguita fino al momento della presentazione delle proposte, ovvero fino alla chiusura del bando; ovviamente, dopo tale data sarebbe stato del tutto scorretto, visti gli orientamenti e i documenti di programmazione approvati, richiedere integrazioni o adattamenti ai progetti, tenuto conto dei criteri di valutazione e selezione approvati dalla Commissione Europea e pubblicati all'interno del Complemento di Programma - di cui darò un'ampia illustrazione - compresi i criteri dettagliati per l'assegnazione dei punteggi. Altrettanto impossibile sarebbe stato indirizzare l'esito della valutazione sulla base di equilibri territoriali facenti riferimento a confini amministrativi.
Alla fase istruttoria hanno partecipato sette Assessorati e oltre dieci Settori; tra questi, i Settori Agricoltura, Beni culturali, Commercio e Artigianato, Pianificazione e Gestione urbanistica, Tutela e Risanamento ambientale, Formazione professionale e Lavoro, oltre, ovviamente, al coordinamento della struttura delle Politiche Comunitarie dell'Assessorato alla montagna.
Per valutare e selezionare i Piani di sviluppo locali, la Regione ha suddiviso i criteri in cinque aree alle quali ha attribuito un peso in funzione degli aspetti ritenuti maggiormente strategici, anche con lo scopo di valorizzare le specificità di Leader +. Il peso maggiore è stato assegnato alla qualità della strategia. Il GAL, infatti, deve essere in grado innanzitutto di individuare un tema catalizzatore caratteristico dell'identità dell'area e deve svilupparlo attraverso azioni innovative trasferibili, complementari rispetto ai programmi generali, senza trascurare la sostenibilità ambientale del Piano nel suo complesso.
Per i GAL che hanno operato in Leader II sono presi in considerazione ai fini della valutazione, anche i risultati conseguiti in termini di efficienza della gestione. Il punteggio massimo complessivo assegnabile è di 100 punti. Saranno inseriti in graduatoria i Piani che avranno raggiunto non meno di 60 punti, dei quali almeno 30 dovranno essere riferiti alla qualità della strategia. Questi erano valori e dati noti sin dall'inizio ai progettisti del GAL, proprio perché contenuti nel Complemento di Programma.
Al di sotto di tale soglia, i Piani saranno considerati non ammissibili.
Le aree sono individuate come segue: a) Caratteristiche del territorio: 10 punti b) Caratteristiche del partenariato: 15 punti c) Qualità della strategia: 50 punti Qualità della diagnosi Grado di definizione del tema catalizzatore Presenza di azioni a favore di giovani e donne Qualità delle azioni Capacità di generare effetti ambientali Capacità di generare effetti duraturi Complementarietà rispetto alle politiche in atto d) Efficienza della gestione proposta per il 2000/2006: 20 punti GAL ex Leader II - 25 punti GAL nuovi e) Efficienza della gestione 1994/1999: 5 punti (GAL ex Leader II).
Per garantire una massa critica sufficiente ad attivare un processo di sviluppo duraturo, la Regione, in relazione alle risorse disponibili intende selezionare non più di dieci GAL (sui diciassette proposti, sette sapevano che sarebbero stati esclusi).
Inoltre, per favorire la dimensione locale della programmazione e la definizione di zone omogenee anche dal punto di vista economico, i GAL dovranno avere una popolazione compresa tra i 20.000 e i 60.000 abitanti individuata sulla base di quanto stabilito al paragrafo 1.1 relativamente ai territori eligibili.
Complessivamente, il territorio selezionato - come dicevo poc'anzi - ha interessato circa 400.000 abitanti e il contributo pubblico massimo per abitante è stato calcolato in rapporto alle disponibilità del Piano finanziario approvato.
Il Piano finanziario dovrà comprendere una tabella per misura e per fondo, e una tabella con la distribuzione della spesa per anno, a partire dal 2001, con una precisa distribuzione rispetto al totale del Piano finanziario: 2001: 15 2002: 14 2003: 16 2004: 17 2005: 18 2006: 19%.
Fatte salve le intensità di aiuto pubblico massimo, di cofinanziamento comunitario massimo in rapporto al costo totale e di cofinanziamento comunitario minimo in rapporto al costo pubblico riferito alle diverse tipologie di intervento previste dal PLR, il Piano finanziario complessivo del GAL dovrà garantire un tasso di partecipazione pubblico massimo pari al 60% calcolato sul costo totale. Il GAL dovrà definire all'interno del Piano di Sviluppo Locale i valori applicati a livello di intervento.
Per offrire un'idea della dotazione finanziaria che avevamo previsto per i singoli GAL, la dotazione finanziaria all'atto della selezione del Piano di Sviluppo Locale, in termini di contributo pubblico per GAL, di norma non potrà essere inferiore a 1 milione di euro e superiore a 3 milioni di euro. Tali limiti si giustificano in relazione al carattere di immaterialità della maggior parte degli interventi i quali, in generale all'interno delle Misure assorbono limitate quantità di risorse finanziarie a fronte, invece, di una forte dimensione complementare nei confronti di altri strumenti di sostegno settoriali, più direttamente finalizzati alla realizzazione di azioni materiali. Non saranno selezionati GAL che operino su territori sovrapposti anche parzialmente.
Come dicevo, una parte del punteggio totale - 10% del punteggio totale è stato assegnato alle caratteristiche del territorio, quindi a dati assolutamente neutri.
Si è prevista la valutazione della densità della popolazione (un maggior punteggio veniva assegnato in funzione della minor concentrazione quindi della minor densità), il tasso di spopolamento, prendendo, come valore medio di riferimento, il valore medio di questi territori rurali, il reddito disponibile pro capite (anche qui in riferimento al valore di reddito medio dei territori rurali) e il tasso di invecchiamento, cioè lo sbilanciamento demografico verso la popolazione anziana.
È stato preso in considerazione il rapporto fra il totale degli abitanti dell'area con età maggiore o uguale a 65 anni e il totale degli abitanti dell'area con età inferiore o uguale a 14 anni. L'anno di riferimento per tutti questi calcoli è stato il 1998.
Abbiamo assegnato un 15% di peso nella valutazione delle caratteristiche del partenariato, e cioè la rappresentatività dei soggetti rispetto all'area, quindi la capacità della partnership locale di rappresentare i principali operatori della vita economica e sociale della zona, i settori e le associazioni che intervengono in materia di ambiente cultura e inserimento sociale. Abbiamo tenuto conto delle tipologie dei soci del GAL, suddivise in Camera di Commercio, Organizzazioni professionali e di categoria, Organizzazioni non governative ambientaliste Istituti bancari, Fondazioni, Associazioni e organismi di carattere collettivo.
Abbiamo inoltre previsto la competenza acquisita dai soggetti rispetto al tema proposto (e cioè le esperienze pregresse dei soci nella gestione o predisposizione di progetti integrati finanziati con fondi comunitari nazionali o regionali già realizzati o in corso di realizzazione strettamente attinenti al PSL), la partecipazione dei soggetti privati al capitale sociale, le modalità di concertazione del Piano, ovvero il numero di momenti decisionali e compartecipativi che il Piano di Sviluppo Locale aveva avuto nella prima fase di concertazione, e la formalizzazione del partenariato, cioè all'atto della presentazione del Piano di Sviluppo Locale quali erano i soggetti già presenti all'interno del GAL.
Inoltre, il momento più importante, più significativo di questo programma di iniziativa comunitaria, e cioè la qualità della strategia. Noi abbiamo richiesto ai Gruppi d'Azione Locale di individuare un tema catalizzatore caratteristico dell'identità dell'area, che doveva essere sviluppato attraverso azioni innovative, trasferibili e complementari rispetto ai programmi generali, senza trascurare la sostenibilità ambientale del Piano nel suo complesso; tutte richieste esplicite presentate dalla Commissione Europea.
Abbiamo valutato la qualità della diagnosi, e cioè la capacità del Gruppo d'Azione Locale di sviluppare un'analisi del territorio puntuale documentata ed esaustiva, evidenziando il potenziale della zona delimitata abbiamo assegnato a questa valutazione un punteggio massimo di 6 punti.
Per quanto riguarda il grado di definizione del tema catalizzatore, e cioè la capacità del GAL di individuare un tema catalizzatore forte, che evidenzi la strategia locale, qualcuno potrebbe obiettare che ci sono 10 punti con forte discrezionalità. Non è così, perché abbiamo ritenuto che i valori da individuare fossero la giustificazione della scelta del tema a partire dagli elementi di forza e di debolezza e quindi dall'analisi ex ante delle potenzialità locali e più in generale della diagnosi condotta sull'area, collegando una descrizione esauriente delle azioni e degli interventi con il tema che si è evidenziato.
Abbiamo poi chiesto una forte presenza di azioni a favore dei giovani e delle donne, come richiesto dall'Unione Europea.
Abbiamo richiesto la definizione della qualità delle azioni attribuendo 20 punti, ma in questo caso abbiamo valutato la descrizione di dettaglio delle singole azioni sulla base di alcuni elementi: livello di dettaglio (descrizione tecnica, massimali, percentuali di contribuzione e indicatori); ammissibilità degli interventi per gli interventi non valutabili nel dettaglio tecnico; grado di innovazione dell'azione proposta in relazione a nuovi prodotti e a nuovi metodi o processi produttivi; grado di trasferibilità dell'azione (metodologie che si intendono attuare per diffondere i risultati ottenuti); grado di quantificazione degli indicatori; effetti occupazionali in relazione al numero di unità di lavoro create o mantenute dopo la realizzazione del Piano; grado di coerenza con la sostenibilità ambientale; grado di definizione degli impatti ambientali e delle azioni per la prevenzione del rischio.
Abbiamo poi valutato la capacità di generare effetti ambientali, e cioè verificare se nel Piano sono previsti strumenti di valorizzazione e tutela dell'ambiente, nonché la capacità di generare effetti duraturi, ovvero tutte quelle azioni e modalità con cui si intende garantire la vitalità autonoma dei progetti da finanziare, una volta cessato il supporto finanziario di Leader. Inoltre, la complementarietà rispetto alle politiche in atto. E questo mi sembra di tutta evidenza.
Altro ragionamento è stato fatto sull'efficienza della gestione, e quindi la valutazione delle modalità di funzionamento della struttura del GAL, la modalità di controllo preventivo e in itinere degli interventi, il sistema di monitoraggio che si intende attuare, la definizione di un cronoprogramma degli interventi, l'investimento che si attua con questo programma di interesse comunitario, le garanzie sul cofinanziamento da parte dei soggetti coinvolti e quindi tutte quelle azioni di regia che si possono mettere in campo.
Per i GAL di vecchia tradizione, quelli che fecero il Leader II abbiamo anche fatto delle valutazioni in base all'efficienza della gestione precedente, limitando però per questa valutazione il punteggio a 5 punti.
In questo caso, si è tenuto conto delle variazioni finanziarie tra il PAL iniziale e il PAL definitivo, dell'investimento attivato al 31 dicembre 1999 (quindi, la capacità di spesa) e dell'avanzamento della spesa.
Queste sono le modalità di esame dei diciassette Piani di azione locale che furono presentati entro la data di chiusura del bando. Tutti questi progetti furono esaminati ed analizzati da quel gruppo di lavoro di cui vi parlavo prima, a cui hanno fatto riferimento sette Assessorati e dieci Settori, con la presenza quindi di Dirigenti per ognuno di quei Settori, e la valutazione oggettiva dei punteggi da attribuire per ogni azione, per ogni atto, per ogni passo del Piano di azione presentato.
In tutto questo percorso - io dico fortunatamente - non c'è stata alcuna intromissione, tant'è che all'interrogazione del Consigliere Ronzani ed altri devo aggiungere una notazione, e devo dire che l'aggiungo con un certo dispiacere.
Per quanto concerne la valutazione del Piano di sviluppo locale presentato dal GAL Valli del Rosa, il punteggio relativo alla qualità della strategia è stato attribuito dal nucleo di valutazione in funzione di alcune osservazioni, che, ovviamente, sono a disposizione dei colleghi sia per questo che per gli altri sei GAL che non sono stati ammessi.
Devo sottolineare che i sette GAL che non sono stati ammessi non arrivavano ad un punteggio sufficiente, quindi non arrivavano a 60, e la valutazione sulla strategia purtroppo non arrivava a 30.
Nel caso specifico delle Valli del Rosa, l'analisi dell'area è risultata troppo sintetica e non sono state evidenziate significative differenziazioni tra le problematiche dell'area più marginale dell'alta valle e quelle delle aree urbane e industriali di bassa valle. Dall'analisi complessiva emerge un'area con pochissime problematiche legate alla ruralità (i redditi infatti sono alti e c'è la piena occupazione), non sono stati utilizzati riferimenti statistici aggiornati, anche se disponibili all'interno dell'allegato e l'analisi dell'area - mi dicono i funzionari che scrivono - è fondamentale, non può essere data per scontata, perch serve per verificare se la strategia del Piano di sviluppo locale e le azioni proposte sono credibili e cioè se hanno un fondamento sul territorio o se sono frutto di un lavoro fatto a tavolino. In totale, ci sono quattro pagine su questa analisi dell'area, mentre altri Gruppi d'Azione Locale hanno ritenuto di dover motivare l'analisi dell'area con 30 o 40 pagine tutte utili a far comprendere quale vorrebbe essere la politica del Gruppo d'Azione Locale.
Per quanto riguarda le risorse da valorizzare, il GAL Valli del Rosa indica, senza un ordine, le priorità; sono assenti i riferimenti quantitativi e gli indicatori di realizzazione; non è stato esplicitato in che modo la scelta del tema catalizzatore, che illustra la strategia del Piano, sia coerente con l'analisi dell'area né viene esplicitato mediante una descrizione illustrativa il legame fra il tema catalizzatore e le azioni che sono state progettate.
Le risorse sono descritte in una pagina; il tema catalizzatore Valorizzazione del patrimonio ambientale, storico e culturale - è illustrato in tre righe. Cito: "Organizziamo l'investire nella qualità del territorio; mettiamo al centro la periferia; creiamo le competenze e gli strumenti per la new economy rurale".
Per quanto concerne la qualità delle azioni, i dettagli tecnici sono risultati insufficienti per verificare l'ammissibilità delle tipologie di intervento proposte dal GAL rispetto alle indicazioni contenute nel Complemento di Programma approvato dalla Commissione.
Inoltre, non è stato fissato il tasso di contribuzione pubblica (quote FEOGA e nazionali) applicato agli interventi, come invece era richiesto esplicitamente dalla Commissione Europea.
Totalmente generici i dettagli richiesti riguardanti la trasferibilità la complementarietà rispetto alle politiche in corso nell'area, gli indicatori di realizzazione.
Non è chiara, infine, la definizione di "Beneficiario finale" del contributo.
Non sono state esplicitate le modalità attraverso cui si intende garantire la vitalità autonoma dei progetti al termine del programma.
I punteggi riferiti all'efficienza di gestione sono stati assegnati tenendo conto delle seguenti osservazioni.
Occorre precisare il contenuto relativo alle funzioni assegnate al personale interno ed esterno (le tabelle allegate sono di difficile interpretazione); le modalità di controllo devono essere illustrate in un apposito capitolo, in relazione ad ogni fase di attuazione del progetto individuando funzioni, responsabilità, tempistica e modalità di correzione delle irregolarità (si richiedeva un capitolo a parte, mentre il GAL in oggetto rimandava al progetto complessivo di gestione, dal quale risulta impossibile individuare che cosa si intende controllare); nelle azioni manca il dettaglio sui tempi di attuazione degli interventi (il GAL ha rielaborato la modulistica e i tempi di attuazione, ma i tempi di attuazione non sono stati indicati); non esistono atti formali di impegno dei beneficiari per il cofinanziamento delle azioni a regia GAL; i punteggi riferiti all'investimento attivato e all'efficienza della gestione Leader II sono calcolati in base ai valori derivanti dai quadri finanziari dei GAL.
Detto tutto questo, e quindi definita la chiusura dell'istruttoria definita la deliberazione che il Settore Politiche comunitarie ha ormai emesso, risulta possibile, nel mese di settembre, in un certo senso riaprire i bandi.
Cosa voglio dire con questo? Voglio dire che i sette GAL esclusi potranno rivedere, sulla base delle osservazioni puntuali effettuate dal nucleo di valutazione, il loro Programma di azione locale. Lo potranno rivedere e ripresentare, opportunamente modificato, e partecipare ad una seconda fase in cui avremo a disposizione delle risorse che risultano da un parziale risparmio della dotazione iniziale e da un overbooking messo a disposizione dal bilancio. Questo ci consentirà di finanziare altri due o tre Gruppi di Azione Locale che si adegueranno alle indicazioni del Complemento di Programma e che, attraverso la rivisitazione del Progetto di azione locale presentato, riusciranno a conseguire gli almeno 60 punti complessivi, e quindi la sufficienza, e a portare la loro strategia a valutazioni che consentano un punteggio superiore ai 30 punti, come richiesto dall'Unione Europea.
Questi sono tutti i dati che ero in grado di fornire ai colleghi; sono stati messi a disposizione dai Settori e dai Servizi competenti e sono comunque a vostra disposizione, così come tutte le valutazioni complessive e puntuali dei singoli GAL, sia quelli approvati che quelli non ancora approvati e che sono stati rimandati ad ottobre.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore; la sua è stata un'esposizione da guinness e credo che sarà ricordata come la più estesa. Parlo dal punto di vista quantitativo; dal giudizio mi devo astenere, ovviamente.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore Vaglio, la ringrazio per la sua risposta, anche se ho l'impressione che su questa questione ci "scorneremo" ancora nei prossimi mesi, perché non credo che questa vicenda, nonostante la sua risposta dettagliata, possa ritenersi conclusa.
Per questo motivo, le comunico che valuterò, insieme al mio Gruppo quali ulteriori passi compiere per accertare i fatti e soprattutto per accertare se, nella valutazione che è stata compiuta dai singoli progetti i nuclei di valutazione degli Assessorati competenti, e in particolare il suo, si sono mossi con l'obiettivo di scegliere unicamente i progetti migliori.
Questo glielo dico perché ho l'impressione - ed è un'impressione che anche questa vicenda mi conferma - che sempre più spesso un certo tipo di potere discrezionale venga utilizzato per privilegiare, compiacere favorire questo o quel gruppo, questa o quella porzione di territorio questa o quella realtà sociale.
Credo, Assessore Vaglio, che sempre più spesso la politica finisca invece per mettere le mani su questioni che non la riguardano. E che, anzi finisca per mortificare il ruolo della Pubblica Amministrazione e dei funzionari. Del resto, se non fosse così, mi domando per quale ragione - il progetto che ho richiamato nella mia interrogazione l'ho citato a mo' di esempio - gli Assessori, alcuni Assessori regionali, abbiano potuto, due anni fa (non adesso), dichiarare pubblicamente che uno di questi progetti che è stato invece escluso, sarebbe stato quasi sicuramente finanziato.
Delle due, l'una: questi Assessori hanno venduto del fumo per ragioni elettoralistiche, e questa è una costante di questa Amministrazione regionale; in ogni caso, anche questa vicenda, anche questa promessa, che non è stata mantenuta, conferma che vi è uno spazio discrezionale che viene utilizzato quando si affrontano questioni come queste.
Sempre più spesso io ritengo, Assessore Vaglio - e faccio qui un discorso generale - che, quando si discute su quali progetti finanziare sul tavolo di alcuni Assessori arriva l'elenco dei progetti da finanziare predisposto dai funzionari - parlo a ragion veduta e assumendomi la responsabilità di quello che sto dicendo - e poi i progetti che ritornano ai Direttori generali o ai funzionari non sono, in alcuni casi, quelli che hanno proposto i funzionari, i Direttori generali. Magari a fianco dei progetti che vengono privilegiati o finanziati c'è tra parentesi il nome di qualche amico compiacente che li ha proposti.
Assessore Vaglio, nella risposta che mi ha dato tace su tre questioni fondamentali.
La prima riguarda i progetti da finanziare, perché è stato privilegiato il Piemonte occidentale e del tutto escluso il Piemonte orientale.
Casualità? Può essere. Solo la capacità di presentare progetti più congrui? Francamente, non lo credo. So anch'io che il bacino a cui rivolgersi con i finanziamenti avrebbe riguardato 400.000 abitanti e non di più, ma la domanda che le ho posto è come mai, nella scelta dei progetti, guarda caso ad essere privilegiati sono stati i progetti che appartengono ad una parte del Piemonte e non all'altra! Traggo una conclusione: una parte del nostro Piemonte - metà del nostro Piemonte! - è fatto da GAL, da amministratori, da imprenditori di fatto esclusi dalla logica che dovrebbe ispirare oggi la costruzione di un progetto.
Seconda risposta che lei non mi ha dato. Le ho chiesto di conoscere se per caso, i progetti finanziati erano riconducibili a una società di consulenza unica o, massimamente, a una società di consulenza. Non le dice nulla il nome di KINTANA? Vedremo.
Lo segnalo all'attenzione dei colleghi, perché non vorrei che nella valutazione dei progetti avesse pesato, in una certa misura, il fatto che abbiano finito con l'essere presi in considerazione con maggiore attenzione i progetti presentati dalla società che ho citato, la quale, magari, nel predisporre il progetto, ha tenuto conto del fatto che, nel margine di potere discrezionale disponibile, avrebbe pesato un certo tipo di riferimento e di approfondimento.
Terza risposta che lei non mi ha dato. Sono stati premiati i GAL di nuovo ingresso. E' un elemento positivo, che naturalmente non contesto: i GAL devono essere costituiti per questo, ma le risulta che sia stata concessa una proroga per la consegna delle candidature, e che, guarda caso la proroga per la consegna delle candidature sia stata autorizzata per consentire a questi GAL di presentare i progetti? Se è così, Assessore Vaglio, i suoi ragionamenti cominciano a fare acqua. Dietro una presunta oggettività, scopro che vi è qualcosa che potrebbe mostrare la corda.
Non parlo del GAL Valli del Rosa, perché non ho sollevato la questione per fare una battaglia di campanile. Ho sollevato il problema di come decide la Pubblica Amministrazione, e se in questo Paese chi presenta un progetto ha il diritto di pensare che esso venga valutato per le sue finalità e per i suoi contenuti, non per la capacità di rapporti politici che si è in grado di mettere in campo! Se è così, siamo finiti! E sono finite quelle realtà del Piemonte, cari colleghi, che hanno pochi santi in paradiso e che contano poco in questo Consiglio regionale.
Chiedo, ovviamente, di acquisire tutta la documentazione e gli atti relativi, i progetti presentati dai vari GAL e i nomi dei componenti del nucleo di valutazione. Credo, inoltre, che su questa vicenda sarebbe opportuno avviare un'indagine amministrativa, cosa che mi riservo di promuovere e di proporre - e mi scuso - in altre sedi, perché, Assessore la risposta che lei mi ha dato, per quanto dettagliata, non soltanto non ha dato una risposta esaustiva ai miei interrogativi, ma in qualche modo li ha rilanciati.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio per una breve replica.



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna

Data la vis polemica dell'intervento del Consigliere Ronzani, è singolare, se non addirittura un po' comico, definire i territori che non hanno avuto la fortuna di non essere ammessi come territori che non hanno santi in paradiso, perché, a seconda dell'angolo visuale, hanno troppi santi in paradiso o non ne hanno affatto.
Ritengo nelle competenze e nei diritti dei GAL che sono stati esclusi ricorrere al TAR. Non c'è assolutamente alcun problema.
Come ho già detto, gli uffici e il Direttore hanno seguito in prima persona questa vicenda e sono disponibilissimi a fornire tutto quanto pu essere richiesto.
Si è detto che i GAL di nuova composizione avrebbero avuto un tipo di valutazione leggermente diverso dagli altri. La storia del primo GAL è stata considerata per il 5% del valore del nuovo progetto presentato.
Presentare progetti, in teoria, è facile, ma presentare progetti che abbiano la capacità di spendere non è così facile. Credo che noi tutti abbiamo la responsabilità di affidare risorse a chi è capace di spendere e a chi dà delle garanzie di spesa. Tutto il resto è una polemica sterile che non fa onore a nessuno.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365: "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000"


PRESIDENTE

Terminato lo svolgimento delle interrogazioni e delle interpellanze possiamo riprendere l'esame degli emendamenti presentati all'art. 1 del disegno di legge n. 365, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Riprendiamo con il rinnovo della votazione dell'emendamento n. 1.58) dal momento che, al termine della precedente seduta consiliare, non era stata valida per mancanza del numero legale.
Accolgo la richiesta del Consigliere Cattaneo ed altri di votazione per appello nominale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento n. 1.58).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 33 hanno votato SI' 6 Consiglieri hanno votato NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri Il Consiglio non approva.
1.59) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 27%".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Nella scorsa riunione, durante la discussione di questi emendamenti avevamo posto alcune domande alla maggioranza e all'Assessore; oggi chiediamo di avere qualche risposta.
Le domande erano relative alle conseguenze che l'eventuale riduzione del carico della rata alle ASL avrebbe portato alla capacità di investimenti concreti per la Regione Piemonte. Le ricordo, Assessore, che l'obiettivo di disporre di circa 700 miliardi di mutui stipulabili, in astratto, ha ben poco significato politico; ne avrebbe se l'Assessore ci riferisse, nel dettaglio, a quale effettiva necessità di finanziamento si fa riferimento, dettagliando qualche esempio e verificando la possibilità senza nulla togliere alle politiche di utilizzo del mutuo della Regione Piemonte, di scaricare un minor onere sulle ASL e di conservare una capacità di indebitamento della Regione Piemonte adeguata alle effettive esigenze.
Un'ulteriore domanda era relativa a due binari, contraddittori tra di loro, evidenziati negli argomenti utilizzati dalla maggioranza. Da una parte, si sostiene - ed è il binario della legge - che le ASL devono pagare le rate dei mutui e lo devono fare in via prioritaria, vendendo il patrimonio; dall'altra, si afferma che le rate del mutuo, in effetti saranno pagate dalla Regione Piemonte.
Non è una contraddizione di poco conto, perché mette in causa la stessa razionalità della legge: da una parte, si sostiene che alle ASL saranno addossati i rimborsi delle rate, dall'altra parte, si afferma che non sarà così.
Le leggi devono avere un loro senso e una loro verità intrinseca.
A tale riguardo, è stato predisposto uno studio, da parte dei colleghi Riggio e Suino, sull'impatto che il rimborso delle rate potrà avere sull'erogazione dei servizi. Questo ci sembra, almeno per quanto mi riguarda, un elemento di risposta necessario per proseguire con il dibattito.
Queste sono solo due delle domande poste e mi sembrava che l'Assessore avesse ipotizzato la volontà di rispondere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Le domande poste la volta scorsa dal Consigliere Chiezzi presuppongono alcune valutazioni di massima, non potendo, in questa fase, entrare negli approfondimenti. E' chiaro che se, da un lato, affermiamo che il vincolo di carico per le ASL (l'ammortamento del 70% del mutuo corrispondente) potrebbe determinare il liberamento di risorse a favore del bilancio regionale, dall'altro, possiamo anche impegnare, politicamente, la Giunta e la maggioranza a far sì che questo avvenga o con azioni di risparmio effettivo (laddove l'Assessorato alla sanità vorrà individuare azioni specifiche, ma discutendone in sede di Commissione Sanità o in altra sede) o affermando l'effettivo impegno della Regione, nel corso dell'ammortamento per la parte corrente, a non far scendere i livelli del servizio sanitario indipendentemente dalle diverse considerazioni di ordine politico sul servizio sanitario. Ciò significherebbe la disponibilità, qualora fosse necessaria, ad integrare il fondo sanitario negli anni futuri.
La dichiarazione politica, a risposta del quesito del Consigliere Chiezzi, è che il gravame tecnico e giuridico dell'ammortamento del mutuo a carico delle ASL non deve essere un gravame sui servizi. Questo è chiaro ma lo si deve assumere come impegno politico da parte di chi governa questa Regione. Invece, la valutazione di come il maggior spazio di bilancio vorrà e potrà essere utilizzato dall'Amministrazione regionale e dalla Giunta regionale nel momento della proposta, e dal Consiglio regionale nel momento dell'approvazione dei relativi strumenti, sarà oggetto di discussione.
Certamente, la Giunta regionale proporrà, in fase di bilancio pluriennale 2003, l'utilizzo di questo maggior spazio di mutuo a copertura di spese di investimento. In questo momento, si possono enunciare solo per titoli; ad esempio, c'è un capitolo, il 28142, in cui ci sono 64 milioni di euro di erogazioni, a favore delle Aziende sanitarie e ospedaliere, della somma necessaria per interventi urgenti nel settore sanitario.
Possiamo quasi andarle a leggere come una partita di giro, perché, di fatto, la disponibilità che nel bilancio regionale si viene a creare va a copertura di impegni della Giunta regionale. In questo caso, ho citato la sanità, visto la colleganza e il tema, ma altrettanto, collega Chiezzi, lo possiamo fare e sarà elemento di puntuale discussione - ho già avuto modo di citarlo - sul Piano dei trasporti. Non è questa la sede per discutere se si tratterà della linea ferroviaria o della superstrada per le Valli di Lanzo, piuttosto di un altro intervento.
E' chiaro che su quello si dovranno svolgere le valutazioni di ordine politico da parte della Giunta proponente, della maggioranza e del Consiglio regionale.
Avere questo spazio di copertura con l'impegno della Giunta a non penalizzare il sistema delle ASL è la compensazione e ritengo sia il massimo della risposta che in questo momento la Giunta può fornire.
Peccherei di presunzione se, in questo momento, ritenessi di proporre in questa sede la destinazione, anche solo di copertura teorica, perché su questo ci siamo capiti. La positività del dibattito dell'ultima seduta consiliare ha riguardato il chiarimento dei meccanismi di sistema, anche solo in linea teorica, sui bilanci degli anni successivi.
In questo momento, non ho la presunzione di individuare puntualmente quelle che sono le coperture, anche perché mi pare che qualche collega avesse già espresso quella che è la reale condizione. Non c'è una puntualità di corrispondenza tra quella che è una copertura, che è indistinta, e quelle che sono le opere in contropartita sul bilancio. Non c'è un mutuo in corrispondenza per ogni opera di bilancio. C'è una massa di operazioni. Questa massa di operazioni di investimento in questo caso cosa mi contempla? Mi contempla più settori, quali i trasporti, la politica ambientale, la sanità.
Sulle grandi voci di investimento in questo bilancio abbiamo interventi di pubblica utilità, contributi e indennità per fabbricati danneggiati; ad esempio, la parte di integrazione eventuale per la protezione civile, tanto per rimanere in tema di disgrazie, che ormai frequentemente colpiscono il nostro territorio. Inoltre, gli investimenti in politica ambientale.
Saranno i colleghi con delega di merito e questo Consiglio in sede di bilancio a discutere concretamente degli investimenti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.59).
Il Consiglio non approva.
1.60) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 27,5%".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, innanzitutto vorrei svolgere una breve considerazione sull'affermazione del Consigliere Chiezzi, relativamente alla contraddizione presente nel testo che stiamo esaminando. Cioè sull'impegno che la Giunta assumerebbe scaricando sulle ASL il 70% della quota del riparto del mutuo dicendo che è già compresa nei budget concordati.
Se noi facciamo riferimento al fatto che comunque questa rateazione del mutuo proseguirà per quindici anni, è chiaro che la contraddizione potrebbe non esserci relativamente all'indicazione di alienare il patrimonio immobiliare delle ASL. Quest'anno la situazione è questa; negli anni a venire potrebbe cambiare.
Ed ecco che la contraddizione viene a cadere perché, effettivamente, le ASL potrebbero essere costrette a mettere in atto delle pratiche per arrivare proprio alla dismissione del patrimonio.
Questo si può collegare direttamente ad un'altra nostra domanda che abbiamo presentato nel corso dell'ultima discussione. Ovvero: finché non siamo messi a conoscenza del Piano sanitario regionale, finché non siamo in grado di leggere le misure che la Giunta e l'Assessore alla sanità intendono assumere per contenere quello che finora è stato un disavanzo sempre presente nei conti della sanità, come facciamo in tutta onestà a dire che le previsioni della Giunta sono corrette? Come possiamo pensare che negli anni futuri, di fronte all'impossibilità di risanare la gestione e riportarla in pareggio, non dovremo poi ricorrere a questa misura, cioè alla dismissione del patrimonio immobiliare, per far fronte al rateo? In merito a questo l'Assessore non ci ha ancora tranquillizzati. Nel senso che il mutuo è stato acceso per ripianare un debito che era stato contratto. Il problema è che noi abbiamo quindici anni davanti. La Giunta ci dà la risposta per quest'anno, ma per gli altri quattordici anni la risposta è nebulosa.
In seguito a questo, trova rafforzamento la nostra richiesta di rivedere tale ripartizione. Se noi abbiamo davanti quattordici anni nebulosi, cominciamo a tutelarci e diminuiamo la percentuale di ripartizione a carico delle ASL in modo da garantire alle stesse, anche di fronte alla nebulosità, un impegno minore e quegli stessi impegni che formalmente la maggioranza vuole assumere, cioè non diminuire i livelli assistenziali, che così potranno essere perseguiti con maggiore facilità.
In fondo, credo che si tratti di un suggerimento utile per la Giunta.
La Giunta sa che in futuro non abbiamo la certezza di poter governare la spesa sanitaria. Noi possiamo anche sostenerlo proprio perché, non avendo in mano il Piano sanitario regionale, non sappiamo se le misure che la Giunta intende mettere in atto vanno nel senso che da questi banchi abbiamo detto molte volte. Credo che nessuno possa smentire le nostre svariate richieste. Abbiamo anche indicato quelle che, secondo noi, sono le strade per arrivare ad una gestione della sanità che non induca altri aggravi passivi e, nello stesso tempo, garantisca il mantenimento dei livelli assistenziali.
Di fronte a questa situazione, mi sembra quasi inevitabile ragionare su una diversa ridistribuzione del carico del rateo mutuale tra le ASL e la Regione, proprio perché non abbiamo solo il problema di quest'anno. Se il problema fosse solo relativo a quest'anno, nessuno di noi avanzerebbe queste richieste, ma abbiamo davanti altri quattordici anni.
Chiedo, dunque, nel nome dei quattordici anni che dobbiamo ancora affrontare, che la Giunta pensi alla nostra richiesta di una diversa ridistribuzione del carico del mutuo tra le ASL e la Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, pongo una domanda alla Giunta, per la quale gradirei una risposta chiara, sincera e immediata.
Ci troviamo di fronte a una posizione della minoranza di becero e totale ostruzionismo; è evidente che la discussione di mezzo punto in mezzo punto non dà alcun apporto e quello che abbiamo sentito lo abbiamo risentito ormai centinaia di volte.
Vorrei capire, allora, quali intenzioni ha la Giunta - e vorrei capirlo adesso - in riferimento a questo tipo di comportamento in aula. Vorrei sapere, cioè, cosa pensa la Giunta in riferimento a queste vicende di ostruzionismo e se intende - e lo dica in maniera chiara - affrontare, una volta per tutte, il problema del Regolamento. Se la battaglia che stiamo facendo relativamente a questo mutuo l'avessimo fatta a suo tempo, quando era stata richiesta per il Regolamento, avremmo risolto ogni problema dando ovviamente il massimo della possibilità alle minoranze di poter dire tutto quello che si vuole e, ovviamente, la possibilità di ogni azione di controllo, evitando però di stare qui tutto il giorno a sentire cose che abbiamo già sentito; sono già state illustrate decine di volte evidentemente sono perfettamente inutili e hanno come unica utilità quella di andare a sperperare il denaro pubblico, assegnandoci gettoni di presenza, pagando i funzionari, accendendo le luci, ecc. (questi, sì, sono soldi che stiamo buttando al vento!), perché evidentemente nessuno sta dando il proprio apporto a livello istituzionale.
Non si sta producendo quanto deve essere prodotto in un Consiglio regionale. Sollecito, dunque, alla Giunta una risposta, altrimenti potrei fare anche mia questa battaglia di ostruzionismo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ritengo che chiedere di prendere il gettone di presenza facendo delle riunioni brevi sia anche peggio; arrivare, lavorare in fretta, chiudere altrettanto rapidamente i lavori e intascare il gettone di presenza è peggio che non lavorare.
Parlare di ostruzionismo dopo pochi emendamenti mi pare, come al solito, un atteggiamento provocatorio.
Noi entriamo nel merito, probabilmente ribadiamo alcuni argomenti, per ricordo che ogni volta che votiamo un emendamento modifichiamo una situazione, per cui aggiungiamo almeno un miliardo a quanto le ASL devono rimborsare.
Non è una questione da poco, non sono emendamenti privi di peso.
Lo vogliamo fare perché in questa Regione ci siamo trovati spesso di fronte ad atteggiamenti strani, proprio da parte della maggioranza; sono stati diffusi sul territorio, da parte della Lega Nord, per esempio, dei volantini contrari alle leggi che erano state proposte dagli Assessori della Giunta Ghigo, quando poi la stessa Lega Nord, dopo aver fatto una politica di critica e di ostacolo sul territorio, in aula trovava la quadra, magari facendo mancare il numero legale.
Le motivazioni dell'opposizione della Lega Nord, poi, sono meno nobili e meno evidenti; hanno molto a che fare con le poltrone e solitamente l'atteggiamento di ostruzionismo minacciato serve anche a questo: ricordare che esiste un contenzioso tra la Lega Nord e la maggioranza che - ripeto è prevalentemente un problema di poltrone.
Spero che la Giunta risponda alla provocazione ricevuta, dicendo che si stanno discutendo degli emendamenti (in un quarto d'ora ne abbiamo votati due, quindi si può andare avanti abbastanza sollecitamente) e chiedendo la pazienza di sopportare gli argomenti che chi non è d'accordo con questo provvedimento porta avanti.
Ripeto: si afferma che questo provvedimento viene finanziato dalla Giunta perché la Giunta dà i fondi, ma si tratta di una corresponsabilizzazione delle ASL.
Credo, Assessore Pichetto, che se approvasse questo emendamento, o uno dei successivi, si potrebbero intraprendere due strade: l'obiettivo di un campanello d'allarme serio alle ASL verrebbe dato comunque, perché anche il carico previsto dal nostro emendamento sarebbe significativo (il 40% di quanto voi avete previsto). Contestualmente, si potrebbe votare un ordine del giorno in cui si prevede che la spesa risparmiata vada ai Comuni per i LEA, per i prossimi quindici anni, in modo da impostare una discussione sulla necessità - sulla quale abbiamo trovato sempre tutti d'accordo - di fare qualcosa e andare incontro alle esigenze dei Comuni, rispetto ai LEA.
Decidiamo che i 42, 44 o 45 miliardi che restano andranno a coprire perlomeno un terzo del bisogno annuale dei Comuni per mantenere la situazione di finanziamento dei LEA che avevano precedentemente assumeremmo così un impegno serio e apriremmo una trattativa sul resto.
Ritengo che se la Giunta desse un parere favorevole a questo emendamento concluderemmo la discussione e potremmo dare delle indicazioni di programmazione utili e attese dal territorio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente. Posso anche condividere l'intervento del Consigliere Papandrea, ma stiamo parlando di cessare il sistema del bilancio, non di vincolarlo e renderlo ancora più rigido per i prossimi quindici anni.
Riguardo ai LEA, la Giunta regionale e la maggioranza rispetteranno il dettato del Consiglio, quindi daranno copertura; è aperta una trattativa con gli Enti locali e l'obiettivo è quello di mantenere il più alto livello di servizio possibile.
Capisco che lei, collega, mi chieda il vincolo dei quindici anni e questo forse è più certo che non il vincolo che chiedeva il collega Moriconi, cioè la previsione per i quindici anni. Per i prossimi quindici anni auguro tanta salute a tutti, tanto bene e felicità, ma mi è molto difficile, ad oggi, prevedere cosa succederà fra quindici anni! In merito all'intervento del Consigliere Brigandì, devo dire, a nome della Giunta perché rispondo io relativamente a questa discussione, che è chiaro che considero il meccanismo dei tanti emendamenti a "mezzo punto" ostruzionistico, e non potrei che auspicare anche meccanismi di Regolamento diversi. È un problema che, però, non investe la Giunta regionale, ma il Consiglio regionale e il suo funzionamento.
Da Consigliere regionale, spogliandomi un attimo del ruolo di Assessore, mi sentirei prevaricato se la Giunta regionale proponesse meccanismi di Regolamento o altri meccanismi. La questione, pertanto, non è una nostra competenza.
D'altra parte, apprezzo quando il dibattito è fatto invece sui contenuti. Ecco che allora il problema dei tempi lo vedo meno se è di contenuti e non di ostruzionismo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Chiedo scusa al Presidente, ma non vorrei che siano stati equivocati anche i termini posti dal collega Papandrea. Io ho avuto la possibilità di leggere una prima stesura degli atti d'aula e le chiederei di prestare attenzione ad un aspetto: non si tratta di ostruzionismo, ma di un'alta discussione sui contenuti...
PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al bilancio e finanze (fuori microfono) Ne do atto!



CONTU Mario

.tesa a porre in rapporto dialettico una modalità di approccio al problema dell'accensione di questo mutuo che ci vede, sostanzialmente, su posizioni diverse.
Ciò che è sorprendente, nel continuare questo dibattito, è che lei Assessore, non ha colto un aspetto che il Consigliere Saitta ha posto all'attenzione dell'aula mi pare già in occasione della prima seduta consiliare con all'o.d.g. questo problema.
Noi stiamo ragionando su un "monte mutui" attorno al quale si dovrebbe attestare la proposta dell'atto deliberativo. Eppure, lei è consapevole che, rispetto ai mutui accesi, c'è un trend - possiamo definirlo un gap? tra ciò che si è posto sul piano dell'intenzionalità e ciò che viene portato a conclusione? Esiste questo dato di bilancio? Nel momento in cui si accendono mutui per 1.000 miliardi, c'è un dato fisiologico attorno al quale noi mettiamo in campo una capacità di non investimento? Abbiamo questo dato, questa capacità di non investire (intesa come capacità di spesa rispetto a quello che era l'obiettivo da conseguire)? Io le chiederei di guardare con attenzione, nel dato di bilancio, se esiste questo dato storico e se attorno a questo dato storico, certamente ragionando ancora sulle percentuali, non si possa pensare di diminuire l'indebitamento sui mutui.
Questo è ciò che le chiederei. C'è la possibilità di vedere se esistono altri strumenti che possano consentire di diminuire il rischio, come risultato finale, che gli oneri che saranno trasferiti alle ASL non vadano a deperimento della qualità e delle quantità dei servizi erogati? Ce lo spieghi, ci faccia un corso accelerato di bilancio.
Lei, per antonomasia, ricoprendo quel ruolo, ha la capacità di criptare tutto ciò che va criptato e che le opposizioni non devono sapere.
Allora, faccia un passo avanti e compia un atto di nobiltà: cerchi di spiegare alcuni meccanismi, dei quali lei è perfettamente consapevole, che possono consentire di ottenere un risultato finale. Il risultato finale è quello di evitare che una parte consistente, troppo alta, degli oneri venga trasferita alle ASL, con le conseguenze che più volte abbiamo denunciato.
Ci provi, Assessore. Io sono convinto che lei abbia i numeri per poterlo fare. Non è Mandrake, ma lo può fare.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.60).
Il Consiglio non approva.
1.61) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 28%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.62) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 28,5%".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Questo emendamento, che tenta, sia pure in via sempre decrescente, di scaricare minori oneri possibili alle ASL e alle ASO per la restituzione del mutuo, viene esaminato in una situazione che mi permetto di segnalare a tutti noi: stiamo discutendo di un emendamento senza la presenza di un collega, che è il primo firmatario di questo emendamento, che oggi non è presente, se non erro, non perché si sia messo in congedo, ma perché, dopo avere espresso le proprie opinioni in quest'aula.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma il Consigliere Riggio ha ritirato la firma da tutti gli emendamenti. Lo dico perché diamo per acquisito un dato che invece non è.



CHIEZZI Giuseppe

La firma è stata ritirata, ma è stata posta, e quindi nei fogli distribuiti continuano ad esserci tutte le firme, compresa quella del collega.



PRESIDENTE

Se l'ha ritirata, vuol dire che in origine era stata posta.



CHIEZZI Giuseppe

Volevo segnalare che in origine l'aveva messa per primo.
Allora, dato che questo collega è assente mi sembra per motivi politici, in quanto al termine del proprio intervento, essendo stato impedito di esprimere il proprio pensiero, ha dichiarato di non voler più partecipare a riunioni in una sede in cui la propria libertà di opinione veniva non garantita, ritengo che valga la pena mantenere questo e gli altri emendamenti proprio per segnalare che ci troviamo di fronte ad una situazione da non trascurare, perché io non ricordo di aver partecipato a Consigli regionali nei quali esistesse un'assenza politica così motivata da parte di un collega.
Dato che siamo in un'assemblea elettiva, ritengo che questo elemento debba essere considerato da tutti noi con grande preoccupazione. Esprimo anche la speranza che il collega Riggio receda dalla sua decisione e venga in aula a continuare insieme a noi questa battaglia.
Sollecito questa riflessione perché, per come ho visto svolgersi la vicenda, il collega Riggio ha tutte le ragioni per essere preoccupato del trattamento che ha subìto in quest'aula in conseguenza dell'espressione di un'opinione e di un parere.
Per questo motivo, ho voluto illustrare brevemente l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Molto semplicemente - avendo seguito quanto affermato dal collega Chiezzi - ritengo opportuno intervenire in questa fase, anche se in modo occasionale, su questo emendamento, per chiedere al Presidente se non ritiene opportuno svolgere una breve comunicazione su quello che immagino siano stati i suoi contatti con il Consigliere Riggio; una comunicazione anche breve, non formale, che però ritengo opportuna; tanto più che apprendo adesso che il Consigliere Riggio, oltre a non essere presente, ha anche ritirato la firma dagli emendamenti.
Di conseguenza, le considerazioni fatte dal collega Chiezzi le condivido e le sottoscrivo.



PRESIDENTE

Consigliere Mellano, ho cercato il Consigliere Riggio una decina di volte circa e non sono ancora riuscito a mettermi in contatto con lui riproverò fin quando non riuscirò a trovarlo.
Come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri, indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento n. 1.62).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 33 hanno votato SI' 5 Consiglieri hanno votato NO 28 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio non approva.
1.63) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 29%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.64) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 29,5%".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Innanzitutto, credo che si possa invitare il Consigliere Brigandì a una piccola riflessione sulle sue parole, in quanto ha detto che siamo in vista di un atteggiamento ostruzionistico e che prima di questi discorsi, bisognava affrontare la modifica del Regolamento.
Subito dopo, però - e questo è il motivo della contraddizione nelle sue affermazioni - diceva: ".lasciando la massima possibilità". Si pensa che il risultato, in fondo, era quello di limitare comunque il percorso della discussione, altrimenti non si giustificherebbe il richiamo alla necessità di modificare il Regolamento nel corso di una discussione che è sicuramente lunga e faticosa.
Mi permetto di ricordare all'Assessore Pichetto che a me non risulta che abbia risposto al mio ragionamento, in quanto il mio ragionamento non partiva dall'idea di "ingessare" nel futuro - secondo la terminologia usata dall'Assessore - il bilancio; semplicemente, mi ponevo il problema che, di fronte all'evoluzione della popolazione italiana, non possiamo non prevedere per il futuro un aumento dei compiti e delle risorse per l'assistenza sanitaria.
Un articolo apparso pochi giorni fa sui giornali diceva: "Ci si sottrae a questa tendenza solo se si ha il coraggio di sostenere apertamente che un Paese, in cui il 10% della popolazione supera i 75 anni, non può avere una sanità in pareggio, a meno che non adotti la modesta proposta di fare fuori tutti quelli che compiono quell'età".
Il concetto di questa frase qual è? Che noi andiamo inevitabilmente verso un tipo di popolazione la cui età media aumenta; avremo una popolazione, come risulta da tanti studi demografici, che sarà sempre più anziana. Questo si verificherà non immediatamente, ma sicuramente nei prossimi quindici anni assisteremo a questo fenomeno e dovremo affrontarlo.
Sicuramente in futuro il bilancio delle ASL si troverà a dover affrontare un impegno sanitario maggiore; di fronte a tale impegno diventa "ingessante" quello che stiamo facendo adesso. Non è un segno di liberalizzazione quello che noi facciamo; quello che facciamo adesso è un segno di ingessamento, perché la popolazione diventerà sempre più vecchia e le ASL dovranno affrontare questo problema, mentre noi le condizioniamo per quindici anni alla necessità di pagare il rateo di questo mutuo.
E' in questo senso che noi ritorniamo alla nostra proposta, una proposta di buon senso, una proposta di gestione della sanità. La nostra non è una proposta massimalista, ma una proposta che tiene conto di un elemento presente nella società e che noi non possiamo governare.
E' anche per questo che ritorna utile il collegamento con il Piano sanitario, perché se noi non sappiamo come la Giunta ha valutato questo punto e non sappiamo come pensa di affrontarlo, i dubbi non sono assolutamente chiariti.
Ripeto: a questa domanda l'Assessore non è ancora stato in grado di darci una risposta convincente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.64).
Il Consiglio non approva.
1.65) Emendamento presentato dai Consiglieri Riggio, Suino, Muliere Manica, Chiezzi, Saitta, Placido, Giordano e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 30%".
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. L'emendamento relativo al 30% aveva visto, da parte delle minoranze, un interesse particolare. Infatti, il ragionamento portato avanti anche nelle analisi e nelle proiezioni, di cui ci siamo fatti carico per capire il tipo di ricaduta che il provvedimento avrebbe sui territori si basava proprio sul ragionamento di indurre, in qualche modo, la Giunta ad invertire le proporzioni e le cifre stabilite dal provvedimento, ovvero che sia la Regione a farsi carico del 70% e sulle ASL ricada il 30%.
Questo ovviamente perché, dal nostro punto di vista, quando l'Assessore Pichetto dice che non ci saranno ricadute sulle ASL, noi ricordiamo che analogo principio era stato espresso in occasione delle deliberazioni di un anno fa e di un anno e mezzo fa.
Dopodiché i tagli ci sono stati, le contrazioni ci sono state, i reparti sono stati accorpati. Quindi, l'assunzione teorica di principio che non vi saranno tagli sui servizi non è credibile, anche perché non è leggibile, in tal senso, nella situazione reale che abbiamo sui territori.
I territori hanno avuto finora contrazioni significative di servizi, ed è inevitabile che ne subiranno una ulteriormente pesante, e deflagrante dal nostro punto di vista, dovendosi fare carico per così tanti anni di un mutuo dell'importo del 70%.
Questo è il primo ragionamento. Da questo assioma non vi siete mai spostati e noi aspettiamo ancora di sapere - e lo abbiamo chiesto in IV Commissione, poi è stato posto in I Commissione e in aula ripetutamente quale sarà la ricaduta sulle ASL. Una risposta non vi è mai stata, se non l'assunzione e la dichiarazione: "Non vi sarà ricaduta, perché è una partita di giro".
Questo dato è errato, perché sicuramente è una partita di giro, ma su un budget che è già stato contratto. Infatti, i budget concordati per quest'anno hanno già tenuto conto di una contrazione significativa rispetto alla domanda delle stesse ASL e rispetto a quanto era stato erogato nel precedente anno; questo si è tradotto in termini di servizi tagliati.
Un altro ragionamento, che dimostra l'infondatezza di questo principio deriva anche da quanto è successo in occasione dei ticket e dei LEA, a meno che oggi l'Assessore Pichetto ci dica che è disponibile ad invertire quindi, la Regione se ne fa carico per il 70% e alle ASL si carica il 30 salvaguardando un po' quello che è il nostro principio educativo di coinvolgere, come senso di responsabilità, le ASL, ma, di fatto, tentando di dare un segnale forte e chiaro, di salvaguardia e valorizzazione del sistema sanitario pubblico.
Questo è un altro elemento che non ci fa credere a questa dichiarazione, che, tra l'altro, non è suffragata da alcuna espressione formale nel provvedimento. Perché non è che, per caso, quei ticket, che dovevano servire per implementare i servizi sanitari pubblici, sono gli stessi ticket che finiscono sul servizio privato? Non è che, per caso, continuiamo ad utilizzare i fondi del servizio sanitario pubblico, della salute pubblica per pagare i debiti che abbiamo provocato noi, Regione Piemonte e Giunta? E contemporaneamente utilizziamo il ricavato dei ticket per foraggiare gli istituti privati, premiandoli di presunti accreditamenti o di oneri ai quali vanno incontro per adeguarsi a queste regole. Quindi, anziché andare ad incentivare, sostenere e premiare il pubblico, facciamo l'esatto contrario.
Quanto è successo sui ticket sta succedendo su una deliberazione della quale, in aula, si dice: "No, ma non è stata varata", mentre, di fatto, è varata ed esecutiva, ed inizia la sua prima riunione di quadrante tra 48 ore. Lo avete detto la scorsa settimana, anche l'Assessore con ampi cenni di mano: "No, no, è soltanto una piccola questione", e la prima riunione di quadrante sarà tra 48 ore.
Allora, come credervi? Come salverete la salute pubblica?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io invito l'Assessore a riflettere su questo. Tra l'altro, non cambierebbe molto; si invertono semplicemente i due termini: il 70% va da una parte e il 30% dall'altra, ma rimangono sempre 70 e 30. Si deve cambiare poco, i calcoli sono anche più semplici, sono cifre nette.
Penso che si possa riflettere su questo emendamento che, in questo caso, raccoglie anche un consenso più ampio. Assessore, ci rifletta, anche perché credo che una serie di obiettivi li ha comunque raggiunti, e anche una certa flessibilità sul bilancio. Tra l'altro, noi non siamo tra quelli così entusiasti delle flessibilità in genere; si dice sempre che fanno bene, poi, se si analizzano le situazioni, si scopre che non è proprio così.
Penso che un minimo di flessibilità potrebbe essere utile anche da questo punto di vista; il bilancio sarebbe meno ingessato e alcune risorse sarebbero a sua disposizione.
Penso che l'Assessore possa accogliere questo emendamento e potremmo concludere abbastanza rapidamente la discussione in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Il mio non è sicuramente un intervento di tipo ostruzionistico, ma per riprendere un po' il filo di un ragionamento più di merito. Mi riferisco in modo particolare - e riguarda direttamente la materia che stiamo discutendo - ad alcune dichiarazioni fatte nella scorsa seduta dal Presidente Ghigo.
Sempre parlando di sanità e di mutuo, il Presidente Ghigo ci aveva assicurato - e mi pare che sia stato anche applaudito dalla maggioranza e tutti erano contenti, in modo particolare il Consigliere Scanderebech - che i piani aziendali delle ASL, quelli che erano stati preparati, tenevano conto di tutto: del ticket, della diminuzione della spesa farmaceutica tenevano conto anche della quota di mutuo che si voleva assegnare.
Feci rilevare, allora - mi pare anche con un certo imbarazzo del Presidente Ghigo - che difficilmente si poteva tenere conto di quelle questioni, perché la decisione era giunta successivamente.
Però mi pare che il mio rilievo non abbia provocato nulla, perché si continuò a dire testardamente che quei budget - e l'Assessore lo conferm tenevano conto di tutto. Nulla di più falso.
Ho letto attentamente la deliberazione del mese di luglio, che ha anche importanza per la discussione che stiamo facendo. Sulla deliberazione dell'8 luglio 2002, quella sulla definizione dei budget, ci avete raccontato storie.
Ci avete detto, in sostanza, che la manovra sui ticket serviva per dissuadere dal consumo di farmaci e la manovra dei ticket sul Pronto Soccorso per dissuadere dall'utilizzo del Pronto Soccorso stesso.
Leggendo questa deliberazione, emerge una cosa molto strana: è l'operazione dei ticket, perlomeno per la parte di introiti - la parte relativa alla riduzione della spesa farmaceutica riguarda i budget - in quanto con questa modifica avete inserito la parte degli introiti dei ticket pari a 77 milioni di euro come accantonamento sui bilanci delle ASL che all'80% sono servite per finanziare le case di cura private.
Non so se vi rendete conto dell'operazione che avete fatto: per finanziare le case di cura private! Non è una mia opinione personale: è scritto nella deliberazione.
Nell'ambito dell'utilizzazione delle risorse disponibili, che sono quelle derivanti dai ticket, sono previsti gli accantonamenti per la definizione dei budget per le case di cura e i presidi, che devono considerare gli oneri relativi all'adeguamento delle tariffe conseguente alla realizzazione del processo di accreditamento alla dinamica dei costi relativi agli adeguamenti contrattuali.
Sostanzialmente, suppongo che sia stato già fatto un altro accordo come quello famoso con l'associazione delle cliniche private, quello del 5 di sconto. Ora, probabilmente, si tratta di qualcosa di diverso, in cui si dà qualcosa in più, si finanziano probabilmente le case di cura private perché devono accreditarsi. Questo lo facciamo con i soldi dei ticket.
Credo che chiunque legga questa deliberazione se ne renderebbe conto.
Ma vi rendete conto di che cosa stiamo facendo? In più, c'è anche la presa in giro: non mettiamo i 18 milioni di euro che il Consiglio aveva deciso per il finanziamento dei LEA, ma li metteremo dopo! Le risorse dei ticket non servono neppure per il finanziamento dei LEA, ma prevalentemente per le case di cura private! Per i budget delle case di cura private, da 199 milioni di euro si passa a 225, c'è un incremento. Per i budget degli artt. 41 e 42 si passa da 162 a 178 milioni. E' questa la situazione caotica con cui abbiamo a che fare! Io ero favorevole a una metodologia di intervento nel merito e non volevo fare ostruzionismo, ma che cosa si può fare di fronte a questo fatto grave, quando una Giunta chiede alla povera gente di pagare il ticket per il Pronto Soccorso per finanziare le case di cura private, che devono mettersi a posto per l'accreditamento? E' una cosa veramente folle! Assessore, credo che di fronte a questi fatti.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Come fai ad interpretare questo?



SAITTA Antonio

E' scritto nella deliberazione: "Nell'ambito dell'autorizzazione delle risorse disponibili, sono previsti gli accantonamenti per la definizione dei budget per le case di cura e per i presidi, che devono considerare gli oneri relativi all'adeguamento delle tariffe conseguenti alla realizzazione del processo di accreditamento alla dinamica dei costi relativi agli adeguamenti contrattuali e allo sviluppo dell'attività di riabilitazione in seguito alla riconversione nosologica effettuate dal precedente atto".
Ecco dov'è scritto! Sostanzialmente, è aumentato il budget complessivo e la parte di 78 milioni di euro utilizzata per questa finalità.
E' gravissimo: vergognatevi!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech per fatto personale.



SCANDEREBECH Deodato

Si vede che quella sera i colleghi della sinistra erano così sul tappeto da non aver ascoltato bene quello che ho detto.
Io quella sera, Saitta, ho esaltato il discorso di Ghigo perché per la prima volta, in questa legislatura, ha parlato da uomo di centrodestra e quindi, come tale, ha ribattuto, concetto su concetto, su manifestazioni polemiche, prive di contenuto e del tutto refrattarie nei confronti della sanità.
Io non sono entrato nel merito della comunicazione del Presidente, ma ho contestato il modo in cui l'opposizione stava facendo ostruzionismo.
Lo ripeto: ho esaltato il discorso del Presidente e l'ho ringraziato per aver parlato da uomo del centrodestra.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Non entro nel merito di un fatto personale inesistente. Ritengo per che questa discussione, che insieme al collega Saitta abbiamo deciso di aprire adesso, in occasione di questo emendamento, che riguarda la quota del 30%, preoccupi e infastidisca la maggioranza. Diversamente, non vi sarebbe ragione per intervenire invocando fatti personali piuttosto dubbi.
Avevamo presentato, originariamente, l'emendamento sul 30% perch sostanzialmente rovesciava le percentuali della vostra proposta, cioè lasciava il 70% a carico della Regione e il 30% a carico delle ASL. La nostra preoccupazione era che la conseguenza di una simile operazione si riversasse sulle ASL in termini di riduzione dei servizi.
Abbiamo poi fatto un passaggio ulteriore: abbiamo raccolto le firme e abbiamo presentato a lei, Presidente del Consiglio, una richiesta di Consiglio straordinario, a termini di Regolamento, per discutere del ritiro della deliberazione di Giunta, datata 8 luglio 2002, intitolata "Definizione dei budget e azioni per il recupero di efficienza gestionale della Aziende Sanitarie Regionali per l'anno 2002".
Due sono le ragioni di tale richiesta. Questa deliberazione supera surrettiziamente, con un atto di programmazione, il Piano sanitario che è stato respinto. Inoltre, all'interno della deliberazione, inserite, con una grande e significativa dimensione di spesa, uno spostamento degli introiti dei ticket per finanziare la sanità privata. Voi avete già ampiamente finanziato la sanità privata con successive deliberazioni di Giunta e anche con quella deliberazione che spostava sulla cardiochirurgia altri 45 miliardi. Questo è un elemento di grave preoccupazione, che cambia tutti i termini, per l'oggi e per il futuro, della deliberazione che stiamo discutendo.
Noi, pertanto, nell'illustrare questo emendamento, poniamo immediatamente tale questione. Poniamo altresì la richiesta esplicita che quel Consiglio straordinario, richiesto per il ritiro della deliberazione in oggetto e per riaprire una discussione che riguardi sia la parte finanziaria che le parti di programmazione, si svolga al più presto.
Chiediamo che il primo Consiglio dopo la giornata odierna sia convocato esplicitamente su quel testo e che venga calendarizzata la richiesta che abbiamo fatto. Non riteniamo che una denuncia su una deliberazione come questa si possa esclusivamente risolvere oggi con un nostro intervento d'aula, ma che ci debba essere una seduta specifica, che ne discuta tutti gli aspetti.
Riteniamo che, dal punto di vista del merito e del metodo, sia una deliberazione illegittima, quanto meno assunta con poteri eccessivi da parte della Giunta, e che debba essere ritirata perché svolge, da parte della Giunta, compiti che sono precipuamente compiti di Consiglio e della Conferenza delle Autonomie Locali. Essa contiene al suo interno scelte molto gravi, per quanto riguarda il rapporto con la sanità privata, che hanno già determinato conseguenze decisamente negative, come abbiamo avuto occasione di verificare in relazioni esaminate durante le sedute della Commissione speciale d'inchiesta.
Presidente, le ribadiamo la richiesta di una seduta straordinaria di Consiglio.



PRESIDENTE

Volevo tranquillizzare la Consigliera Manica dicendo che sono obbligato a calendarizzare il Consiglio; per venerdì è organizzata la Conferenza dei Capigruppo e, in quella riunione, lo calendarizzeremo.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Mi fa piacere che i colleghi Saitta e Manica siano intervenuti su un provvedimento che noi intendiamo mantenere in piedi. Riteniamo però che sia utile fare alcune precisazioni. Mi auguro che continuino ad intervenire nel corso della giornata, anche quando la "barcaccia" si svuota, come in questo momento, della presenza dei giornalisti. Lo dico in senso collaborativo perché ogni tanto è bene farsi sentire.
Ritengo che il passaggio del 30% sia molto importante, dal punto vista simbolico. Forse sarebbe opportuno - e lo dico all'Assessore in senso collaborativo - che la Giunta e l'Assessore chiudessero questa discussione con la presentazione di un importante documento, alla proposta di deliberazione che la Giunta ha approvato lunedì scorso, essendoci elementi con una netta correlazione.
Nella proposta della Giunta c'è un impegno - poi contesterò questo percorso - ad intervenire sui fattori di spesa, su doppioni e su criteri che tendono a dare un senso all'operazione di ripianamento e all'irrigidimento dei bilanci che questa operazione tende a fare.
Per esempio, ieri il centrosinistra - e anche qui a Torino l'abbiamo fatto - ha presentato una controproposta, per quanto riguarda la sanità. Ho qualche perplessità a dire, in automatico, che la spesa sanitaria, come noi abbiamo detto, debba passare dal 5,5% al 7%. Occorre attivare un processo complesso che porterà al posizionamento di una tendenziale crescita della spesa sanitaria, che non può essere determinata in modo meccanico: il 7% è un obiettivo di sintesi, ma potrebbe anche essere il 6 (anzi, mi auguro che sia legato al 6%, proprio perché così si possono liberare risorse per altre iniziative).
L'iniziativa di finanziare, con la fiscalità generale, un fondo per gli anziani, per gli interventi a domicilio e per gli interventi residenziali è un obiettivo importante, ma, ovviamente, va tarato in base a cosa si pu ottenere dall'azione normale. Sarei grato se l'Assessore motivasse perch ritiene che il provvedimento debba continuare il suo iter (certamente sul piano tecnico dovrà essere approvato) senza alcuna correlazione con motivazioni sostanziali contenute nella deliberazione di intervento generale nella sanità (che io ritengo importante, anche se sul merito posso non essere d'accordo), e che non ci sia la volontà di rendere politica una proposta, relegandola ad un'operazione tecnico-finanziaria.
Tutto questo è un classico atteggiamento da amministratore comunale: ha le risorse finanziarie e quindi compie l'azione. Invece qui abbiamo proprio per il carattere dell'Ente Regione, la possibilità di vestire i provvedimenti dandogli una caratura politica (tra l'altro, con un atto che dovreste sostenere nel vostro interesse): priorità, razionalizzazione, ecc.
L'Assessore potrebbe anche partire, confutando quanto detto dal Consigliere Saitta, da alcune considerazioni, non solo di polemica specifica sul bilancio, ma avvalorandolo indicando anche le scelte da compiere. A questo livello, è questo il gioco della politica. Invece nulla dobbiamo continuare ad andare avanti in una situazione che ci costringe a fare uno sforzo per tenere in piedi questa discussione. Ognuno poi fa i propri sforzi.
Mi auguro che i colleghi Manica e Saitta, anche nel corso della giornata, ogni tanto, siccome sono interventi importanti, ci facciano sentito la loro voce e le loro argomentazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il punto in discussione, sulla proposta di caricare il 30% della rata del mutuo alle ASL, è tornato ad essere un punto sul quale tutta l'opposizione si impegna.
A chi segue i lavori del Consiglio regionale non sarà sfuggito che viceversa, l'intera battaglia condotta la scorsa riunione è stata una battaglia condotta solo da una parte dell'opposizione, quella che non ha ritirato gli emendamenti relativi al tentativo di resistere e di continuare a dare battaglia dura e secca a questo provvedimento, proponendo riduzioni ben maggiori di queste. Di certo, la maggioranza se ne sarà accorta (non so i mezzi di informazione, anzi, direi che non se ne sono proprio accorti) e giungiamo ad oggi a discutere questo emendamento in forza del fatto che qualcuno in Consiglio regionale ha deciso di non rinunciare alla battaglia tutta intera e, per quanto mi riguarda, non ci rinuncia nemmeno adesso.
Certo, il 30% è un crocevia importante, ma è un crocevia, almeno per quanto mi riguarda, di un percorso di battaglia politica d'aula che è proseguita e proseguirà ancora, spero, d'ora in poi, con il sostegno che puntualmente si è evidenziato in occasione del dibattito del 30%.
Continuiamo a credere che ci si debba impegnare con tutte le forze per contrastare questo disegno, ma anche per convincere, la Giunta regionale e la maggioranza, della possibilità di stipulare il mutuo, così come hanno fatto, senza caricare troppi oneri alle ASL e alle ASO.
Teniamo conto - come ha affermato la Consigliera Suino - che se si voleva dare un segnale alle Aziende, obbligandole a condizioni economiche di difficoltà, questo, con il 30%, viene raggiunto. Nello stesso tempo, la capacità di poter disporre di ampio margine di indebitamento mi sembra che venga mantenuta.
Teniamo presente che, dai dati forniti dall'Assessore Pichetto, noi abbiamo stipulato mutui per 872 milioni di euro e abbiamo mutui autorizzati per 1.363 milioni di euro. Sono cifre ingenti che, probabilmente, sono in grado di assorbire tutte le volontà di investimento e di spesa che la Regione può concretamente poi attivare.
Non penso che un ulteriore indebitamento di 700 miliardi sia una necessità reale.
A questo punto, mi sembra più un puntiglio, forse un puntiglio tenuto fermo per la natura della battaglia politica che sta facendo l'opposizione ma null'altro che un puntiglio.
Chiedo anch'io alla maggioranza di riflettere su questo crocevia.
Non so, invece, se valga la pena continuare a spendersi per giungere comunque ad un miglioramento del provvedimento - io penso di sì - e quindi, se la rinuncia a ulteriori battaglie di riduzione sia concretamente praticabile in termini positivi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Non possiamo che constatare la presenza di una parte dell'opposizione che sta conducendo in modo totalitario questa battaglia. Vi è altra parte dell'opposizione che la conduce in modo parziale con grande attenzione mediatica.
Noi non dobbiamo operare alcuna scelta all'interno delle opposizioni.
Dobbiamo semplicemente rilevare come l'opposizione, in un caso come nell'altro, non coglie gli aspetti di vitalità della proposta, non coglie tutte quelle indicazioni che riguardano le risorse da impegnare, più che un discorso ragionieristico in cui avvilirsi.
Detto questo, voglio precisare come la lettura della deliberazione dell'8 luglio 2002 sia assolutamente sorprendente e gratuita. Noi rileviamo un importo "voci totali disponibilità 2002", in euro, di 5 miliardi 624 milioni 173 mila 506. Nella parte esplicativa si legge che le risorse relative alla totale disponibilità 2002, risultanti dalla tabella comprendono l'ammontare degli accantonamenti verso la Regione effettuati dalle ASL piemontesi sui propri bilanci, con le modalità disposte nei successivi punti del provvedimento stesso. Nell'ambito dell'utilizzazione delle risorse disponibili, sono previsti gli accantonamenti.
Mi pare assolutamente gratuita la lettura che viene offerta, in quanto non vi è alcun riferimento ai ticket. Non solo, anche il capoverso successivo precisa come nella tabella non venga indicata la somma di 18 milioni di euro, che era destinata alla stessa, anche in relazione allo sviluppo della trattativa. Quindi, dire che non è inserita quella voce è un arbitrio logico, oltre che un'audacia sotto il profilo contabile.
Ricollegandomi a quanto esposto in precedenza dal collega Papandrea aggiungo che è vero che ogni emendamento comporta un'entità di spesa diversa, ma è anche vero che non riusciamo a svolgere un discorso serio per questa atomizzazione degli argomenti. E' vero che i singoli emendamenti debbono e possono essere votati singolarmente, ma ribadisco ancora una volta che questo ce lo consente il Regolamento. Non lo invoco in modo perentorio, non lo invoco come ordine dei lavori, però è un problema sul quale dovremo riflettere - lo preannuncio - nella prossima Conferenza dei Capigruppo.
Al di là delle critiche che la Presidenza riceve, mi pare che, invece qui ci muoviamo con un'interpretazione del Regolamento assolutamente benevola e paternalistica.
Invece, sul Regolamento, relativamente alle modalità di dibattito - non so se questo la indispettisce, Presidente - possiamo ricongiungerci a questo ragionamento, che ripropongo in termini, ora e qui, squisitamente culturali, senza voler turbare i lavori del Consiglio. Però, ritengo che su questo dobbiamo riflettere. Noi non dobbiamo fare elargizioni paternalistiche. Noi siamo un'istituzione che deve ancorarsi a rigorosi criteri ermeneutici.



PRESIDENTE

E' sufficiente essere presenti alle riunioni della Commissione Regolamento dove è all'o.d.g. la modifica del Regolamento.



GALASSO Ennio Lucio (fuori microfono)

Questo non c'entra assolutamente nulla con l'applicazione del Regolamento vigente.



PRESIDENTE

E' sufficiente essere presenti alle riunioni della Commissione, che per due volte, sono andate deserte.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Cortesi colleghi, penso che l'interpretazione dei colleghi Saitta e Manica possa essere derivata dal fatto che si parlava di ticket, mentre si dovrebbe partire dal fondo generale. Dal fondo generale derivano i fondi per le case di cura e per i presidi.
A tal proposito, voglio fare un chiarimento. Vogliamo essere l'unica Regione del mondo a far scomparire il privato? Ebbene, diciamocelo. Se noi aumentiamo del 7-8% il budget dei presidi e delle case di cura private non penso che facciamo qualcosa di strano. Dovete dichiararlo pubblicamente. Se volete che il privato scompaia in Piemonte è un'altra cosa.
L'altra stranezza si riferisce ai giornalisti, i quali poc'anzi dicevano: "Come, Assessore D'Ambrosio, utilizza i fondi del ticket per l'accreditamento delle case di cura?", interpretando, probabilmente, le mie parole in modo inopportuno, perché sarebbe stato grave se i Consiglieri dell'opposizione avessero trasmesso ai giornalisti l'idea che utilizziamo i fondi del ticket per l'accreditamento.
Altra cosa è dire che le tariffe per il pubblico e per il privato accreditato avranno un riconoscimento diverso e superiore a quello attuale.
Voglio dire che, forse, proprio per essere benevolo verso i colleghi dell'opposizione, non è chiarissima l'esplicitazione nella deliberazione ma, fondamentalmente, si deve partire dal fatto che anche il ticket fa parte del fondo totale, quindi della totale disponibilità del 2002, ed è dal fondo totale che si prendono questi fondi.
Altra cosa: finanziamento ai quadranti di 18 milioni di euro, quindi 36 miliardi, per i LEA. Anche questi sono presi dal fondo totale. Quindi probabilmente, quota parte dei ticket sono presi da questo fondo totale. I 36 miliardi, invece, che saranno attribuiti recependo quello che è stato l'ordine del giorno del Consiglio, saranno distribuiti e assegnati in un secondo momento quando avremo raggiunto l'accordo con gli Enti locali e con il socio-assistenziale. A tal proposito, mercoledì ci sarà un ulteriore incontro con gli Enti locali e con il socio-assistenziale.
In estrema sintesi, vorrei rilevare ai colleghi che, secondo me, non è corretto affermare che si utilizzano i ticket per finanziare le case di cura, perché i ticket sono utilizzati per finanziare il Servizio sanitario regionale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.65).
Il Consiglio non approva.
1.66) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 30,5%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.67) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 31%".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Il fatto che tutta la politica sanitaria regionale sia leggibile in trasparenza come una politica che ha tolto risorse al settore pubblico e dato risorse al settore privato mi sembra inconfutabile. La vicenda della cardiochirurgia è espressiva di una simile politica.
Dopodiché, se politicamente si vogliono fare accostamenti sul fatto che una certa cifra, per combinazione, è dello stesso livello di un'altra, e con l'una si tolgono soldi dalle tasche dei cittadini che si ammalano e con l'altra si danno soldi a strutture private, mi sembra legittimo e congruo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.67).
Il Consiglio non approva.
1.68) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 31,5%".
Come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri, indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 30 votanti 29 hanno votato SI' 3 Consiglieri hanno votato NO 26 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
1.69) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 32%".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Anche questo emendamento, sia pure in misura ridotta, ma ancora apprezzabile, tenta di ridurre i danni.
Se è possibile, vorrei dedicare l'emendamento a tutti coloro che, nel sistema sanitario, lavorano e operano, cercando di dare il meglio di se stessi in condizioni molto difficili, perché i tagli introdotti e le risorse rese non più disponibili per l'erogazione del servizio rendono questo mestiere e questo impegno assai difficile.
Ciò nonostante, ci sono ancora persone, tra coloro che si occupano di sanità, che considerano la sanità un diritto fondamentale della persona e in questo senso, cercano di operare per garantirlo, al di là dei colpi che la sanità pubblica continua a subire; colpi che gli operatori, purtroppo vedono.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.69).
Il Consiglio non approva.
1.70) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 32,5%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.71) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 33%".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Penso che gli argomenti siano già stati illustrati. Come diceva il Consigliere Tapparo, noi siamo ricchi di argomenti. In parte è vero, ma siamo anche ricchi di ottimismo e di fiducia. Pensiamo anche che, a volte ripetendo gli stessi argomenti più volte e cercando di argomentarli sotto altri punti di vista, possiamo essere più convincenti e trovare magari orecchie attente tra i banchi della Giunta regionale. Ogni tanto, infatti ci sentiamo dire dagli Assessori che intervengono che sarebbero d'accordo con ciò che affermiamo. L'invito, però, è di andare oltre e dire: "Siamo abbastanza d'accordo, condividiamo gli argomenti", com'è stato infatti detto, perché, da questo punto di vista, non è che forzo un'interpretazione. Ma, in coerenza con la condivisione degli argomenti che abbiamo portato, dovrebbero aggiungere: "Pensiamo che si possano accogliere le indicazioni", anche perché, di votazione in votazione, questo peso sulle ASL cresce pesantemente e, conseguentemente, cresce anche il numero di prestazioni che verranno sottratte nel prossimo periodo ai cittadini perché le Aziende sanitarie non saranno più in grado di fornirle a causa dei tagli. Incrementare la spesa sanitaria, non credo che consenta effettivamente, di risolvere il problema. Si potrebbe trovare una soluzione diversa.
Da anni il nostro Partito chiede ai Governi che si sono succeduti, non solo all'ultimo, ma anche al precedente, un passo in tal senso.
Stando all'opposizione, non abbiamo scoperto di recente che la spesa sanitaria era bassa. Lo sapevamo anche prima, lo sapevamo anche quando il Governo era diverso. Prendiamo atto che oggi anche le forze del centrosinistra fanno una valutazione analoga. Ritengo che sarebbe stato più corretto farlo al momento in cui si poteva incidere effettivamente sulla quantità di spesa sanitaria, e non solo quando la possibilità di incidere è minore.
Credo che sia comunque un passo avanti significativo di cui prendo atto con soddisfazione.
D'altro canto, la stessa Giunta regionale potrebbe anche riflettere sul fatto che è una strada praticabile, perché è un argomento non capzioso: in Italia la spesa sanitaria è bassa, nettamente al di sotto della media europea, addirittura del 50% dei Paesi europei. Si tratta, dunque, di un argomento vero che ha una propria consistenza.
Invito quindi l'Assessore Pichetto a riflettere, proprio per il peso che ha la Giunta regionale del Piemonte - il cui Presidente, tra l'altro, è anche il Presidente delle Regioni, e quindi con un peso politico più ampio di altri Presidenti - e a farsi portavoce di questo elemento, al fine di trovare un momento di unità tra maggioranza e opposizione, un accordo positivo fra tutte le forze consiliari. L'Assessore D'Ambrosio ha sempre detto di essere d'accordo. Bene, allora proviamoci. Prima di caricare le ASL di questo peso, tentiamo quella strada. Proviamoci.
In questa fase, tra l'altro, abbiamo verificato come, a livello europeo, ci sia una maggiore flessibilità nell'affrontare i problemi di bilancio. Segnaliamo che in Italia esiste questo tipo di situazione di spesa minore della media europea e chiediamo di poter sfondare un pochino il deficit.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Brevissimamente, Presidente, volevo comunicare che, siccome noi siamo rozzi e notoriamente incolti, non abbiamo capito assolutamente nulla dell'intervento del Consigliere Papandrea.
Per cui, offriamo una cena per due persone al Cambio se una persona qualunque di questa sala riuscisse a spiegarci cosa ha detto il collega Papandrea. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Vorrà dire che addebitiamo a Papandrea l'iscrizione alla vecchia DC.
Papandrea è diventato democristiano come molti, quindi può intervenire cinque minuti con la capacità di dire molto (anche perché, quando si dice molto, resta il fatto che si dice molto a prescindere) e di far capire poco in merito.
Non guardarmi così, è una battuta! Al di là delle battute, vediamo che sta proseguendo l'attività ostruzionistica dell'opposizione, credo non sia sfuggita a nessuno.
Certamente, come abbiamo visto in altre sedute consiliari, l'ostruzionismo è un atteggiamento legittimo; perché è previsto dal nostro Regolamento e fa parte della storia di questo Consiglio regionale, anche in questa legislatura. Ognuno lo interpreti e lo giudichi come meglio crede: noi lo riteniamo, se non irresponsabile, certamente un atteggiamento poco coerente con il cercare di perseguire il nostro lavoro per arrivare a fare una buona legge nell'interesse del Piemonte e dei piemontesi. Tengo comunque a precisare, come ho detto anche nel dibattito di martedì scorso, che ci sono stati dei momenti interessanti di confronto.
Siamo convinti di questa legge, lo abbiamo motivato ampiamente, perch siamo certi che non saranno tagliati i servizi. Lo abbiamo detto. Abbiamo offerto la nostra disponibilità - ci mancherebbe! - per un confronto su questo tema, che in parte c'è già stato, ad una deliberazione e su un mandato preciso di questo Consiglio regionale alla Giunta regionale sul fatto che debba essa stessa vigilare affinché questi servizi non siano tagliati.
Avremo modo nel prosieguo, anche con un ordine del giorno, di esprimere un atto forte di questo Consiglio regionale, a prescindere dalla volontà della Giunta che è già esplicitata negli atti e nelle dichiarazioni del suo Presidente e dell'Assessore competente.
Il Presidente Ghigo, martedì scorso, in occasione di un intervento articolato che tutti ricordiamo, ha spiegato che questo è già previsto nel budget delle ASL o, meglio, che i Direttori delle Aziende erano avvisati che gli sarebbe arrivata sul collo una quota di questo mutuo. Ha anche detto che la minor spesa, relativamente al contenimento e disincentivo dell'acquisto del farmaco, rimarrà alle ASL, mentre la maggior entrata andrà alla Regione, ma ha anche detto, per chi lo ha ascoltato ed è riscontrabile dai verbali, che il 5% di riduzione del costo del farmaco non era ancora definito. Ecco perché c'era un certo margine per Regione e Aziende di poter incidere, ancorché la quota di rimborso del mutuo è limitatissima, affinché, se ci sono dei correttivi da fare, non vengano tagliati i servizi. Questo è un punto, un impegno preciso, una spiegazione logica e un intervento che ha scatenato anche un confronto di merito, dal quale non si è sottratto il Presidente della Regione.
Da parte vostra, su questa delibera, sulla quale avrò una richiesta tecnica e politica - non è presente l'Assessore D'Ambrosio, ma gliela far personalmente - che annuncerò al termine del mio intervento, vi è un accostamento scientifico per alimentare questa campagna di disinformazione che avete messo in atto, che è politicamente legittima, quasi una campagna di procurato allarme, ma è una campagna che, prima o poi, nel bene o nel male, qualcuno dovrà certamente risponderne. L'opposizione fa credere alla gente che con il ticket si danno soldi alle cliniche private: quasi immagino un futuro manifesto, come quello della Croce Rossa, con un bel Robin Hood - adesso si arrabbia l'amico Scanderebech - che dice "La Regione ruba ai poveri per dare ai ricchi". Sarebbe semplicistico.
L'intervento dell'Assessore D'Ambrosio ha smontato questa somma nel merito, dicendo che la questione dei finanziamenti privati attinge da un fondo generale, ed è certo che nel fondo generale di 9 mila e fischia miliardi di vecchie lire c'è dentro anche la maggior entrata dei ticket forse c'è una contemporaneità imbarazzante, che voi politicamente ed intelligentemente - lo riconosco - avete saputo cogliere.
Avanzo una richiesta e concludo l'intervento, Presidente.
Chiedo alla Giunta regionale di ratificare tecnicamente, se ritiene, o di valutare una rettifica tecnica, in modo che non ci siano più dubbi sull'interpretazione di queste otto righe. Per quanto ci riguarda, i dubbi non ci sono, ma forse ciò può essere utile.
E' una richiesta politica: l'Assessore alla sanità, D'Ambrosio comunichi nella giornata di oggi che quello che i nostri colleghi della minoranza sostengono non è vero. Siamo stufi, cara Giunta regionale, di essere stritolati. Domani non vogliamo leggere sui giornali che togliamo i soldi ai poveri per darli ai ricchi. Questo non è vero! Noi lo capiamo, lo capiscono anche loro, ma loro vogliono dire il contrario.
Comunicate.



PRESIDENTE

Come richiesto dal Consigliere Cattaneo ed altri, indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento n. 1.71).
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 hanno votato SI' 7 Consiglieri hanno votato NO 30 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio non approva.
1.72) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 33,5%".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo precisando che non intendo abusare del Regolamento, ma in uno dei due interventi precedenti, quello del Consigliere Cattaneo, avrei anche potuto riscontrare un elemento di fatto personale.
Pur non considerando un insulto l'essere definito "democristiano" malgrado questo concetto sia lontano dalle mie idee, evidenzio che non mi riconosco in tale definizione e nella vita sono sempre stato lontano da quell'ideale. Ribadisco: non lo considero comunque un insulto.
Invece, rispetto all'altro intervento, se non sono stato capito evidentemente è colpa mia. In tal caso, mi scuso prima di tutto con le stenotipiste, che devono fare uno sforzo di comprensione superiore agli altri, in quanto sono obbligate a consegnarci un resoconto.
Di conseguenza, riprendo brevemente il discorso perché non mi sono fatto capire e probabilmente per colpa mia.
Allora, io ho detto che molti dei nostri argomenti sono condivisi dagli Assessori quando intervengono; infatti, quando intervengono, dicono: "Mah le cose che avete detto sono sensate, hanno un certo fondamento", però poi respingono gli emendamenti.
Questa volta potreste fare uno sforzo? Oltre a dire che siete d'accordo, potreste dire: "Visto che siamo d'accordo e ci avete convinto accogliamo l'emendamento"? Prima considerazione.
Seconda considerazione. Offrivo una strada in più, non alternativa partendo dalla considerazione espressa in aula circa il fatto che il centrosinistra, in una conferenza stampa che ha tenuto ieri, ha sostenuto a mio avviso, del tutto correttamente - che la spesa sanitaria dovrebbe essere incrementata dal 5,5 al 7%.
Ora, da molto tempo la nostra forza politica sostiene che nel nostro Paese esiste una spesa sanitaria che è inferiore alla media europea e inferiore alle reali necessità e che quindi si dovrebbe andare in quella direzione. Ho fatto anche notare che sarebbe stato meglio fare una considerazione di questo genere quando si aveva anche responsabilità di governo; comunque prendo atto che avviene oggi.
Ho evidenziato come l'Assessore D'Ambrosio, l'Assessore alla sanità di questa Regione, spesso abbia condiviso argomenti di questo genere dicendo: "Sì, è vero, siamo in questa situazione". Di conseguenza, suggerivo alla Giunta, di cui l'Assessore D'Ambrosio è un esponente significativo, di trovare un accordo con tutto il Consiglio e, prima di andare ad adottare il provvedimento che stiamo discutendo, tentare, in un rapporto con il Governo, di ottenere maggiori stanziamenti, perché non solo la spesa italiana, ma anche la spesa piemontese è una spesa sottostimata.
Chiedere al Governo di prendere atto di questo elemento, di investire di più, di stanziare un investimento maggiore in sanità ed ottenerlo significherebbe poter benissimo rinunciare a questo provvedimento.
Sostenevo inoltre che se il governo regionale farà questo, avrà il consenso da parte di tutto il Consiglio regionale, della maggioranza e anche della minoranza.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.72).
Il Consiglio non approva.
1.73) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 34%".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Devo dire che l'intervento di qualche minuto fa del Consigliere Cattaneo ha colto un punto che io volevo sottolineare all'Assessore D'Ambrosio. Con le sue affermazioni, con le quali avrebbe cercato di giustificare il fatto che i fondi reperiti con i ticket non andavano di fatto a finanziare le strutture private, in fondo dava una giustificazione che giustamente il collega Cattaneo ha colto. Perché se la Giunta fa confluire nello stesso fondo fondi diversi, tra cui anche quelli provenienti dal ticket, e poi utilizza quel fondo anche per la struttura per interventi previsti a favore di Enti privati, rimane difficile stabilire o affermare che i soldi del ticket non servono anche per le strutture private.
Infatti, giustamente, Valerio Cattaneo ha posto il problema dicendo: trovate il sistema di rappresentazione, anche grafica, anche contabile, in base al quale si possa escludere questo principio. Perché, in base a quanto detto e ai prospetti presentati, chiaramente questo dubbio che è stato sollevato non viene chiarito e non viene neanche chiarito dalle parole dell'Assessore D'Ambrosio.
Devo dire che da quando abbiamo iniziato la discussione su questi temi in verità non sono arrivate molte risposte soddisfacenti da parte della Giunta. Gli stessi colleghi della maggioranza, quando provano a dibattere i nostri argomenti, finiscono sempre, a mio modo di vedere, per aggiungere più confusione che chiarezza.
Il Presidente del Gruppo Forza Italia, Cattaneo, afferma che loro sono pronti a stilare un ordine del giorno in cui si dirà che i servizi non saranno tagliati. Secondo me, sarebbe quasi ora che cominciasse a dire che non solo non saranno tagliati, ma che - come si auspica - i tagli già effettuati saranno in qualche modo ripristinati.
Questa è la situazione ad oggi. Come si fa a dire che nel futuro non interverremo pregiudicando il livello dei servizi, quando questa è la situazione che stiamo vivendo? Le nostre preoccupazioni si basano non su prospettive incerte o fumose, ma sono elaborazioni che reggono su quella che è la realtà attuale.
Un ordine del giorno per rassicurare noi e i cittadini piemontesi dovrebbe basarsi non solo su quello che avverrà, ma soprattutto su quello che è già avvenuto e cercare di correggere quei tagli che già ci sono stati (tagli di posti letto, ad esempio).
Per quanto riguarda il discorso del Consigliere Cattaneo circa la formazione del consenso, sappiamo tutti che ci sono vari modi per giudicare l'operato di un'Amministrazione. Certamente, la formazione del consenso elettorale è uno di questi sistemi: nessuno lo contesta. Voglio per ricordare al Consigliere Cattaneo che esperienze, soprattutto negli Stati nordici, sul consenso informato portano a risultati significativi, in quanto un conto è raccogliere il consenso sulla base dei voti, altro conto è dare la possibilità di formare il consenso con quelle metodiche che si chiamano "consenso informato", ma che adesso non ho più tempo a disposizione per illustrare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Credo sia giusto non demonizzare il ruolo e la presenza del privato nella sanità. L'Assessore, molto abilmente, quasi ci sfida ad andare allo scoperto su questo tema, ma non è su quel versante, non è sulla presenza di una quota parte del privato nella sanità che ci può essere un problema e che si può contestare. Almeno personalmente non lo farei. E' una strada più subdola, che si può determinare quando si fa l'affermazione che non si pu dare tutto a tutti, che occorre aumentare la competizione tra pubblico e privato e che bisogna finanziare gli oneri per la terza età attraverso delle mutue. E' di lì che si può percorrere una strada pericolosa, che tende a ridurre il ruolo universalistico che il Servizio sanitario nazionale ha. Può anche darsi che, alla fine, ci sia una convergenza, ma le critiche che facciamo su questo provvedimento mirano a far modificare una scelta che noi crediamo possa incidere negativamente rispetto alle prospettive di mantenere il ruolo universalistico e di conseguenza il carattere prevalentemente pubblico della sanità.
Personalmente, ciò che temo non è una quota di presenza del privato nella sanità, in un aspetto che, a volte, può essere di concorrenza, ma che può anche trovare dei meccanismi di complementarietà; temo che questo scavare porti un giorno le categorie più abbienti a scegliere delle strade di assicurazione privata per la tutela della salute.
Oggi ci sono alcuni studiosi che contestano il meccanismo della proposta delle mutue, perché presenta un aspetto che potrebbe determinare la crescita della propensione per gli anziani benestanti, o coloro che tra i benestanti hanno quel timore, a scegliere delle strade assicurative private, creando lentamente una compressione dello spazio del servizio sanitario pubblico. Del resto, è lo stesso discorso che interessa il sistema previdenziale: quando si esalta in modo eccessivo lo spazio per il secondo pilastro previdenziale, cioè quello dei fondi, sia chiusi che aperti, o il terzo (quello assicurativo), attraverso quella strada, anche se nessuno lo dice esplicitamente, si intacca il ruolo universalistico e solidaristico del sistema previdenziale pubblico.
Vorrei dire al collega Brigandì che nella sua provocazione dei due posti al Cambio, doveva anche avere la cautela di tenere presente che esiste una graduatoria in dècalage: oltre al Cambio, poteva esserci il ristorante "a Francesco" qui davanti al Consiglio Regionale, la trattoria della periferia, il bar. Perché è chiaro che tutto ciò che diciamo non pu avere un grado di decodificazione in assoluto.
Anche il collega Papandrea nei suoi interventi, ovviamente su elementi che costringono a girarci un po' attorno, è in qualche modo obbligato ad essere - come del resto lo sono io - ripetitivo e a dire delle cose che forse tendono anche a stufare; tuttavia, la nostra volontà, collega Brigandì, è proprio quella di portare l'Assessore e voi, maggioranza, ad assumere una posizione di incontro tra questa vostra secca proposta iniziale e il cercare di trovare - in modo riformista - un punto di equilibrio che non delegittimi nessuno, ma che risponda ad una nostra preoccupazione, che credo legittima. Magari voi potete confutarla, ma è legittima.
Insomma, vogliamo trovare un punto di equilibrio o dobbiamo andare avanti in questo modo stanco? Spero, collega Brigandì, di essermi guadagnato almeno il panino al bar e non il posto al Cambio. Cerchiamo insieme di trovare un percorso che, pur tenendo distinte, e forse originariamente e fortemente differenziate dall'inizio, le posizioni, possa su questi aspetti non scatenare delle guerre per errore, ma trovare quelle che sono le ragionevoli soluzioni.
Bisogna muoversi in questo senso, e non pensare di fare dei teatrini esterni. Fuori, nei corridoi, la soluzione non la trovate; la soluzione si trova qui dentro, parlandoci chiaramente. Anzi, se vediamo che le soluzioni si stanno creando all'esterno, saremo ancora più intransigenti intervenendo su ogni emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ringrazio anche il collega Tapparo, che mi sembra abbia dato un buon contributo al nostro lavoro.
Così come è stato chiarito nella scorsa riunione, la battaglia che stiamo conducendo, con l'obiettivo di evitare di scaricare molti oneri sulle ASL e sulle ASO, ci vede abbastanza convinti. Ed è anche una battaglia che, nella scorsa seduta, ci era sembrato avesse avuto da parte della maggioranza e degli Assessori una certa considerazione, non di legittimità astratta, ma di una possibilità che fosse una battaglia che poteva essere presa in considerazione.
Ripropongo, insieme al collega Tapparo, il fatto che il Presidente Ghigo all'inizio della discussione aveva un po' lasciato libera l'aula di trovare il modo di costruire quella che ancora adesso il collega Cattaneo definisce "una buona legge". Nel suo ultimo intervento, infatti, il collega Cattaneo ha detto: "Stiamo cercando di fare una buona legge".
Nell'ambito di questa "buona legge", secondo il Presidente Cattaneo stiamo tentando di vedere se non ci sia un punto di equilibrio - per la maggioranza, s'intende, perché è la maggioranza che approverà questo provvedimento - diverso da quello inizialmente proposto dalla Giunta, ma temo che lo stesso Presidente Ghigo si sia un po' rimesso all'aula nella ricerca di tale punto di equilibrio.
Mi pare che gli argomenti trattati in quest'aula, non ultimo quello sui ticket, provvedimento che potrebbe trovare una diversa caratterizzazione politica, possano permettere di ricercare un punto di equilibrio diverso.
Noi, al momento, lo attestiamo al 30 - mi aiuti, Presidente del Consiglio - 32.



PRESIDENTE

Siamo al 34%, però questo non lo accetto, collega Chiezzi, abbia pazienza! Lei deve parlare avendo conoscenza di ciò di cui parla. Se lei non sa neanche di cosa sta parlando, abbia pazienza!



CHIEZZI Giuseppe

Non faccia il provocatore! Lei deve fare il Presidente del Consiglio e non il Segretario della Lega.



PRESIDENTE

Abbia pazienza! Se lei fa un intervento, deve sapere quanto meno di cosa sta parlando! Mi scusi, per rispetto anche agli altri colleghi!



CHIEZZI Giuseppe

Stavo facendo un ragionamento, che lei ha interrotto. Quando un Presidente del Consiglio interrompe un collega, qualche motivo ci sarà.



PRESIDENTE

Lei mi ha chiesto di cosa stavamo discutendo; io le ho risposto che sarebbe opportuno sapere di cosa stiamo discutendo.



CHIEZZI Giuseppe

Io le ho chiesto di precisare l'emendamento, ma lei, in modo molto scortese.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

Richiamo tutti i Consiglieri! Vada avanti, collega!



CHIEZZI Giuseppe

Il collega Brigandì può raccontare due barzellette in quest'aula senza che lei dica niente! Va bene, è una disparità di trattamento che d'altronde.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Brigandì)



PRESIDENTE

Collega Brigandì! Collega Chiezzi, vada avanti!



CHIEZZI Giuseppe

Dicevo che questo punto di equilibrio è ancora ricercabile oltre il 30%, anche se è chiaro che si riducono le valenze positive di questo tentativo. Comunque, il tentativo di portare al 31, 32, 33, adesso al 34 e fra un po' al 35%, per quanto mi riguarda potrebbe ancora essere interessante.
Certamente, questo non diventa più possibile se la maggioranza incomincia a riproporre ragionamenti tipo "opposizione buona" o "opposizione cattiva".
Se vi mettete su questa strada (a parte che il concetto di opposizione responsabile o irresponsabile, buona o cattiva, è un concetto che, dal punto di vista di chi lo esprime, è di un'opposizione che dà fastidio o che non dà fastidio), se vi mettete sul piano di dare i voti all'opposizione allora andiamo avanti. Se, invece, si cerca un nuovo punto di equilibrio come diceva il collega Tapparo - questo è auspicabile ed è il motivo per il quale continuiamo a proporre una riduzione di quello che consideriamo un danno.
La riduzione proposta è del 34%, ma la sollecitazione alla maggioranza di valutare altre situazioni di equilibrio potrebbe essere considerata.
Grazie.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.73).
Il Consiglio non approva.
1.74) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 34,5%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.75) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 35%".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Il Presidente Cattaneo dice che li stiamo accusando di togliere ai poveri per dare ai ricchi.
CATTANEO Valerio (fuori microfono) Non vorrei che fosse così.



CHIEZZI Giuseppe

Va bene, non vorrebbe. Però, collega Cattaneo, la scelta della Giunta regionale, introdotti i ticket, di destinare le risorse dei cittadini malati che, per curarsi, comprano medicine e sono, in quel momento soggetti a un prelievo di risorse o, peggio, dei cittadini che si sentono male e vanno al Pronto Soccorso e lì, fortunatamente, non essendo riscontrate patologie gravi, sono soggetti a un prelievo di risorse, in un fondo indistinto, dal quale la Giunta preleva risorse da destinare a vari settori e, tra questi, alla sanità privata, è una scelta politica che evidenziamo come scelta politicamente vergognosa.
Altre scelte sarebbero possibili; perché l'Assessore D'Ambrosio non ha vincolato politicamente le risorse provenienti dai ticket, e quindi quelle prelevate dalle tasche di chi sta male, a una certa destinazione? Perch non le ha vincolate per politiche finalizzate in modo preciso? Perché le avete messe nel fondo comune? Certo, poi l'opposizione e i cittadini capiscono che quelle risorse servono anche a finanziare la sanità privata! Potevate vincolare le risorse dei ticket a provvedimenti specifici nell'ambito della sanità pubblica! Questo è l'elemento di coerenza politica! Potevate dare una destinazione precisa: per finanziare ammodernamenti, per finanziare strumentazioni, per finanziare la prevenzione.
Perché non lo avete fatto? Questo elemento di critica puntuale mi sembra un elemento corretto congruente e politicamente condivisibile. Tra l'altro, siete sempre in tempo a farlo!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ho ascoltato i due interventi che mi hanno preceduto, che ripropongono la stessa questione, già evidenziata da altri colleghi dell'opposizione quindi mi corre l'obbligo di fare alcune riflessioni per smontarli.
E' un'azione fatta in aula, così come fuori dall'aula, di procurato allarme e di una volontà precisa, ancorché legittima (perché si fa politica, siamo dei politici e quindi alcuni suggerimenti, che magari da alcuni atti escono o possono uscire, sono colti dall'opposizione), di disinformazione.
Innanzitutto, come ha ben detto l'Assessore D'Ambrosio, è un fondo generale. Alcune destinazioni, come affermava prima il Consigliere Chiezzi "Si potrebbe, bisognerebbe" - sono già previste e lo sapete. Fate finta di non sapere e dite: "Si potevano usare questi fondi per fare questo questo e questo". Ad esempio, la prevenzione. La Regione Piemonte è una delle Regioni, in Italia, che investe di più in prevenzione. Ci si pu confrontare, se si ha bisogno, investire ancora di più, però non si pu dire: "Si potevano usare i soldi del ticket per la prevenzione".
Cari colleghi, state montando la polemica - e lo diciamo in maniera molto chiara - iniziata già ieri con la conferenza stampa. E' chiaro, in questa settimana particolare, dove il Governo ha annunciato un'ipotesi di mutuo privato, avete montato un disegno preciso di disinformazione, con la quale volete convincere, forti anche del nostro essere garbati a fare poca contro-informazione, i cittadini.
Rinnovo adesso l'esigenza all'Assessore D'Ambrosio: bisogna che l'Assessorato e la Giunta diano informazioni giuste, perché non vorrei vedere domani qualche giornale con il titolo "Si portano via i soldi ai poveri per darli ai ricchi". Vedrete che qualche titolo di quel genere lo potremo anche leggere.
Sia oggi la Giunta regionale - l'ha già fatto l'Assessore D'Ambrosio in aula e fuori - a spiegare bene com'è la questione: un fondo generale dove i fondi che arrivano dal ticket vanno in quel contenitore solo per un'analogia, che l'opposizione fa per mistificare e per fare disinformazione. Viene estrapolato quel pezzettino del fondo e si dice: "Si prendono quei soldi" e non "quei soldi vanno nel fondo generale e con essi, o con buona parte di essi, si sostengono le iniziative dei privati".
Di qui un'altra riflessione già svolta da un altro collega e dall'Assessore: volete voi cancellare la sanità privata dal Piemonte? Confrontiamoci. Alcuni interventi lo hanno detto; quindi, va chiarito.
Vorrei sentire cosa ne pensa il Capogruppo della Margherita, vorrei sapere cosa ne pensa il Gruppo dei Democratici di Sinistra e, per una questione non solo di par condicio, ma perché mi interessa, vorrei sentire anche la posizione dei colleghi. Vorrei sentire come la pensa Rifondazione Comunista, i Riformisti per l'Ulivo, l'UDeuR, piuttosto che i Verdi e i Comunisti Italiani. Questo è un altro aspetto, perché voi confondete sempre statalismo con servizio pubblico. La Regione Piemonte garantisce il servizio pubblico.
Ieri ho guardato in televisione i programmi della mia provincia, nei quali si parlava dell'ipotesi di un nuovo ospedale. Per finanziare tale ospedale ci sarà anche un project financing: cosa vuol dire? Che alla fine i privati, che dovranno costruire, dovranno anche gestirlo, e che quindi si privatizzerà tutto? No, non potete sempre fare una campagna di disinformazione violenta procurando allarmismo tra la gente; perché c'è la signora Ginetta del paesino o la persona che segue marginalmente la questione della sanità che si agita e si preoccupa per i vostri proclami (e qualcuno magari ci lascia anche la pelle!).
Come conseguenza della vostra campagna di disinformazione, si legge: "Si vuole chiudere la sanità, si darà tutto in mano ai privati, nel frattempo non ci sarà niente". Questa è una vostra responsabilità e prima o poi la pagherete. La pagherete questa responsabilità! La pagherete questa responsabilità, certamente con gli elettori. Non so se ve la faranno pagare subito o a medio termine, ma la pagherete prima di tutto con la vostra coscienza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Da un po' di anni, in quest'aula, siamo stati abituati, anche con una certa determinazione, ad essere educati al fatto che l'elettorato ha sempre ragione. Quando abbiamo perso ci avete detto: "Ma cosa parlate, voi, che siete stati sconfitti?".
Credo che l'ultima vicenda elettorale debba mettervi nelle condizioni di essere un po' più prudenti e più attenti sulla questione della sanità di smetterla con i toni di grande enfasi e di grandi risultati, perché non è così. Il popolo capisce, l'elettorato capisce. Lo abbiamo sempre sostenuto tutti, non si può cambiare a seconda dei momenti.
Veniamo, ora, alla domanda posta dal collega Cattaneo.
I privati hanno un ruolo importante nel Servizio sanitario nazionale purché sia un rapporto chiaro: non si può, al mese di marzo, stabilire che le case di cura private hanno un finanziamento di 362 milioni di euro e poi, due mesi dopo, sostenere che ne occorrono 403. Non va bene Consigliere Cattaneo, passare, nel giro di due mesi, da 362 a 403 milioni di euro. Cos'è capitato all'improvviso che non è stato previsto? È questo il fatto. Il rapporto deve essere chiaro, non si va avanti sulle spinte corporative. Giustamente, il privato può avere un ruolo, ma all'interno di un sistema pubblico forte, i cui obiettivi e condizioni sono stabilite dalla legge. Non si cambia, Assessore, momento per momento. Qui il finanziamento alle case di cura private si è modificato di 41 milioni di euro dal mese di marzo all'8 luglio.
Questo è il dato di fatto.
Seconda questione posta dal collega Cattaneo.
Il problema del finanziamento di tutta la spesa non è risolvibile con i ticket. Il ticket è uno strumento, come ci avete detto e ripetuto - e il Presidente Ghigo su questo è stato un grande esperto di comunicazione - di controllo della domanda farmaceutica e del Pronto Soccorso. È questo l'obiettivo. Siamo d'accordo, questo produrrà effetti, per quanto riguarda le ASL, di riduzione della spesa farmaceutica, ma non si possono utilizzare gli introiti dei ticket per la spesa generale. Gli introiti dei ticket vanno utilizzati per rendere stabile e consolidato un problema di controllo della domanda; vuol dire che questi fondi, ad esempio, potrebbero essere utilizzati per finanziare la legge sugli studi associati di gruppo che permette di evitare di andare al Pronto Soccorso, o per l'educazione sanitaria, in modo da ridurre il consumo di medicinali. Il ticket è uno strumento di controllo della domanda. Non lo condivido, ma capisco che pu essere questo l'obiettivo, ma non può essere uno strumento utilizzabile all'infinito.
Gli introiti, quindi, andrebbero utilizzati per produrre, nel tempo gli stessi effetti della razionalizzazione che può garantire il ticket oggi, e non utilizzarli per finanziare la spesa generale.
Non c'è una polemica nei confronti dei privati, ma c'è un problema di utilizzo di risorse basate sulle iniquità, perché sono a svantaggio dei più poveri e dei più deboli. Il problema è in questi termini.
Se la proposta fosse stata: abbiamo 71 milioni di euro di entrate di ticket e questi fondi li utilizziamo per un controllo strutturale e consolidato della domanda nel tempo; se venissero utilizzati per ridurre le liste di attesa o per vantaggi di questo tipo, sarebbero comprensibili. Ma quando viene fatto così, per finanziare una spesa che non si conosceva pochi mesi fa, evidentemente non c'è che da preoccuparsi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.75).
Il Consiglio non approva.
La seduta riprenderà alle ore 15.00. Invito i colleghi alla puntualità.
Comunico che in apertura ci saranno le votazioni relative alle nomine dei Presidenti delle Sezioni decentrate della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.34)



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