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Dettaglio seduta n.230 del 11/07/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 9.30 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.05)



(La seduta ha inizio alle ore 10.05)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cavallera, D'Onofrio, Ferrero Ghigo, Marengo, Racchelli e Ronzani.


Argomento: Presidente della Giunta Regionale

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale in merito a quanto convenuto nell'ambito dell'Ufficio di Presidenza in seguito ai fatti verificatisi nella seduta del 9 luglio 2002


PRESIDENTE

Colleghi, in apertura di seduta, come Presidente, ritorno brevemente su quanto è accaduto nella seduta di martedì, perché mi è giunta oggi una lettera da parte di due componenti dell'Ufficio di Presidenza, Lido Riba e Alessandro Di Benedetto, peraltro assenti nella seduta di martedì nei momenti in cui la seduta è stata particolarmente tesa.
Ieri è stata convocata una riunione dell'Ufficio di Presidenza, ne abbiamo parlato e devo dire che, con riferimento a tale lettera, non mi è stato anticipato niente.
Per quanto è accaduto nella seduta di martedì, esprimo tutto il mio dispiacere e tutto il mio rammarico, perché certamente nella seduta di martedì sera, durante i lavori dell'aula, abbiamo toccato un livello di tensione a mio avviso inaccettabile.
In tal senso, quindi, esprimo solidarietà ai colleghi che si sono trovati a dover parlare in situazioni particolarmente difficili. Però mi corre l'obbligo di fare un richiamo, che non può essere un giudizio sul comportamento di questo o quel collega, a tutti i Consiglieri, quindi ai Consiglieri di maggioranza e anche ai Consiglieri di opposizione, a tutti i Consiglieri che oggi siedono in questo Consiglio regionale, un richiamo a che l'aula del Consiglio regionale sia l'aula dove si lavora nell'interesse della Regione Piemonte e non l'aula dove si fanno provocazioni e dove si risponde a provocazioni.
Sia l'aula in cui si lavora e si facciano le leggi nell'interesse del Piemonte.
Dico queste parole dopo essere stato oggetto di provocazioni che mi hanno fortemente colpito, e che mi hanno anche provato. Non ne ho mai parlato, ma mi hanno veramente provato. Per diverse sedute sono stato oggetto di attacchi pesanti, di insulti anche personali, di cartelli che sono stati esposti e quindi non posso non avere solidarietà verso Consiglieri che vengono anche a svolgere il loro mandato in condizioni particolarmente difficili. Però io stesso ho subìto questa situazione, ne ho sofferto, e in allora non ho ricevuto solidarietà da parte di tutto il Consiglio regionale. E di questo me ne dispiace.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Grazie, Presidente.
Ho riflettuto moltissimo su quello che è successo l'altro ieri sera.
Devo dire che sono rimasto profondamente ferito, perché ho grosso rispetto per le istituzioni e per quest'aula, per quello che è capitato in aula e a me personalmente.
Non ho avuto modo di rileggere il verbale della riunione dell'altra sera, comunque lo leggerò con attenzione, perché voglio verificare se, in qualche modo, con il mio intervento ho offeso il Presidente Ghigo.
Ancora prima di rileggere il verbale, chiedo scusa, perché non vengo qui in aula per offendere qualcuno. Vengo qui in aula per espletare il mio mandato, che è quello di portare delle posizioni politiche nell'interesse delle persone e della parte politica che mi ha eletto e sostenuto.
Non era mia intenzione offendere. Non lo so se l'ho fatto. Riferivo un fatto e lo riferivo in modo aspro, com'è normale che avvenga in un'aula di Consiglio. Facevo un intervento anche duro, toccavo sicuramente un nervo scoperto della maggioranza, perché un dirigente politico di uno dei partiti della maggioranza, che dirigeva un ospedale importante di Torino, che è stato arrestato per tangente, non può essere un fatto che viene dimenticato con tanta semplicità. Però l'intenzione era quella di discutere di questioni politiche.
Sono stato zittito, e sono stato zittito in modo violento in quest'aula. È un comportamento che non avevo mai riscontrato in alcuna assemblea elettiva nei miei confronti.
Per questo motivo, non parteciperò ulteriormente alla discussione sul "mega mutuo". Qualcuno, magari, sarà soddisfatto, perché è un "rompiscatole" in meno che fa un intervento in meno sulle questioni del "mega mutuo".
Mi dispiace non partecipare ulteriormente, perché...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Brigandì)



PRESIDENTE

Collega, la prego di...



(Ulteriori commenti fuori microfono del Consigliere Brigandì)



PRESIDENTE

Collega Brigandì, stia zitto! Collega Riggio, termini l'intervento, per gentilezza.



RIGGIO Angelino

Dicevo che mi dispiace non proseguire, perché, al di là degli emendamenti quantitativi, avevamo predisposto tutta una serie di emendamenti qualitativi che mostrano come effettivamente la sanità avrebbe potuto essere migliorata, parlando dei distretti, parlando di...



PRESIDENTE

Concluda, per gentilezza. Ha due minuti.



RIGGIO Angelino

...parlando dell'integrazione socio-sanitaria, parlando di quella medicina di gruppo per cui sono stato accusato in quest'aula - e ho glissato - di avere un conflitto di interessi.
Penso che - come sto facendo io in questo momento, chiedendo scusa se ho offeso qualcuno - da parte di qualche rappresentante della Giunta bisognerebbe chiedere scusa ai cittadini piemontesi per non avere vigilato sulle tangenti, per non avere vigilato sul malaffare, per non avere vigilato sugli sprechi, sulla clientela, sui tagli ai servizi, sulle tasse sui ticket e per avere tolto i servizi ai cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Consigliere Riggio, per cortesia, concluda il suo intervento altrimenti le tolgo la parola. Mi dispiacerebbe molto, quindi la prego di concludere.



RIGGIO Angelino

Presidente, le chiedo un minuto.



PRESIDENTE

Non è possibile, perché c'è un Regolamento che va rispettato.
La prego di concludere il suo ragionamento.



RIGGIO Angelino

Chiudo rapidissimamente.
Per quello che mi riguarda, se serve per rasserenare il clima di quest'aula, se serve per migliorare il sistema della sanità piemontese, io le offro le mie dimissioni. Per quello che mi riguarda, la mia esperienza in questo Consiglio regionale finisce qui.



(Il Consigliere Riggio abbandona l'aula)



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Spero che si possa proseguire velocemente nella discussione che abbiamo finalmente iniziato, dopo varie sedute, martedì scorso. Però, se mi consente, Presidente, volevo intervenire in merito ai fatti accaduti martedì.
Io non ero presente, ma mi sono stati riferiti i fatti, e voglio fare riferimento ad un rispetto reciproco che, in quest'aula, ci deve essere, a prescindere dalle regole scritte, regole che difficilmente riusciamo a fare rispettare. Ma non faccio riferimento a queste, voglio fare riferimento a questioni di tipo diverso, ad una discussione che, in quest'aula, mi auguro possa ritornare ad essere costruttiva e possa nuovamente andare in una direzione, che è quella di risolvere i problemi dei cittadini piemontesi.
C'è qualche forza politica in quest'aula che non solo non ha il rispetto dell'altrui persona, dell'altro Consigliere, ma non ha neanche il rispetto delle regole scritte.
Ad esempio, nel Comune di Nichelino l'opposizione ha dovuto chiamare i Carabinieri perché gli amici personali del Consigliere Riggio, presenti anche in quest'aula, e il Presidente di quel Consiglio si sono permessi niente poco di meno che fare passare alcune deliberazioni senza la presenza del numero legale. Porto questo esempio perché sono fatti accaduti la settimana scorsa, e, tra l'altro, su questo c'è un'inchiesta della Procura.
Quindi, vorrei solo sottolineare - poi chiudo perché voglio rimanere nel tempo dei due minuti, anche se il Consigliere Riggio ne ha utilizzati cinque - che forse, prima di parlare, sarebbe quanto mai opportuno rispettare le regole in casa propria, e guardare in casa propria che cosa accade, prima di dare lezioni agli altri e comportarsi come qualcuno si è comportato martedì scorso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. La ringrazio per il suo intervento e per il richiamo che ha fatto a tutti noi, Consiglieri regionali del Piemonte assegnati a questa assemblea. Concordo con il suo richiamo: bisogna recuperare un clima istituzionale di squisita e semplice normalità, che ponga in condizione il Consiglio regionale, e quindi i Consiglieri regionali, di lavorare; quindi, di mettere in condizione l' Assemblea regionale di legiferare e di occuparsi dei problemi della nostra Regione.
Io sono uno di quei Consiglieri regionali - forse lei lo ha dimenticato, e l'ho fatto anche a livello del mio Gruppo - che le ha espresso più volte solidarietà, non per amicizia, ma le ho espresso la solidarietà politica del Gruppo che ho l'onore di presiedere (questo perch riconosco che spesso lei ha avuto degli attacchi ingiusti): lo abbiamo fatto in Commissione, lo abbiamo fatto in Consiglio regionale e per quanto ci riguarda gliela rinnoviamo, signor Presidente.
Ho apprezzato anche una parte dell'intervento del Consigliere Riggio che conosco da poco più di due anni, e quindi voglio fare anche una valutazione del suo intervento perché credo che gli sia costato politicamente. Ho apprezzato particolarmente quando il Consigliere Riggio ha chiesto scusa al Consiglio regionale.
Personalmente, ho chiesto, nella giornata di ieri, i verbali del Consiglio regionale, soprattutto della parte serale, della seduta notturna dove c'è stata - passatemi il termine - una degenerazione del clima. Per il clima si crea anche con i contenuti degli interventi, con i contenuti e con le provocazioni che vengono fatte da una parte e dall'altra.
Credo che nessuno si possa chiamare fuori, signor Presidente. Voglio esprimere anche la solidarietà al Presidente del Gruppo di AN. Per la prima volta da quando siedo in questo Consiglio regionale, ho visto un collega autorevole che, in un momento di tensione, addirittura è arrivato a minacciare fisicamente il collega Galasso, e - se non ho visto male addirittura toccandolo fisicamente. Anche a lui la solidarietà. Credo che il comportamento del Consigliere Chiezzi debba farci riflettere, come deve farci riflettere il comportamento di ognuno di noi.
Per quanto ci riguarda, siamo disponibili a recuperare quel clima e a fare istituzionalmente il nostro dovere. Certamente, deve essere una scelta non solo del Gruppo che ho l'onore di presiedere, ma di tutto il Consiglio regionale, che auspico si realizzi nella giornata di oggi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Condivido la lettera che il Vicepresidente Riba e il Consigliere Di Benedetto hanno inviato al Presidente del Consiglio, così come ritengo che sia stato molto opportuno, da parte del Presidente del Consiglio, aprire la seduta di oggi facendo riferimento a quella lettera, e dicendo alcune cose in ordine ai fatti avvenuti l'altra sera.
Sui fatti dell'altra sera, penso che l'ultima cosa che ognuno di noi dovrebbe fare è cercare, in una vicenda come quella, i buoni e i cattivi, i torti e le ragioni, tutti da una parte o tutti dall'altra. Quando una vicenda simile avviene in un'aula quale quella del Consiglio regionale un'aula, tra l'altro, che sempre più ha ruoli e poteri, anche in virt delle modifiche costituzionali, e deve assumere un ruolo sempre più alto agli occhi dell'intera comunità piemontese - rappresenta una pagina nera per l'istituzione.
Devo dire che, a mia memoria, per gli anni in cui sono stata qui e rispetto agli anni in cui non ero qui, ma rispetto ai quali ho acquisito informazioni, una pagina ed un comportamento come quello dell'altra sera non ha mai avuto luogo in quest'aula.
Il collega Gallarini, che è qui da più tempo di me, penso che mi possa dare atto delle affermazioni che sto facendo, perché altro e diverso, e più alto, è il senso delle istituzioni, altro e diverso è il clima del confronto politico. E guardate che di confronti aspri ce ne sono stati tanti. In quest'aula si è votata addirittura la legge urbanistica proposta da Astengo, che è stata oggetto di ben ampia discussione. Ci sono stati vigenti questo Regolamento e questo Statuto, confronti serrati; ci sono stati in quest'aula anche arresti, avvenuti direttamente nella sede dell'aula. Quindi, di vicende e di momenti complessi e drammatici ce ne sono stati tanti, ma sono sempre stati momenti in cui, ad un certo punto la politica ha prevalso.
Presidente, mi avvio alla conclusione per rispettare il Regolamento.
Questo è l'ordine di riflessione che dobbiamo fare. Capisco che ci sono momenti di tensione e c'è anche un momento post-elettorale, che ha visto un certo tipo di risultato politico in Piemonte; ci sono stati momenti e ci sono stati diversi commentatori politici che hanno attribuito alla Giunta presieduta dal Presidente Ghigo una responsabilità significativa in quei risultati elettorali. Ma se si pensa che a questo si risponde con la politica muscolare, dalla vicenda delle Olimpiadi, che è una questione di contenuto, fino a quel comportamento in aula, benissimo: si prendono il Consiglio regionale e la Regione Piemonte e si fa di essi un'altra cosa non più un'istituzione altamente rappresentativa che aspira ad essere il Parlamento Cisalpino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Grazie, Presidente. Avevo chiesto la parola per primo; ho l'impressione che in quest'aula ci siano Consiglieri di serie "A" e Consiglieri di serie "B".
Comunque, non ha importanza, anche da Consigliere di serie "B" farò il mio dovere e cercherò di far sentire la mia voce al momento giusto.



PRESIDENTE

Le assicuro che...



SCANDEREBECH Deodato

Lei all'inizio ci ha quasi ammonito perché non l'abbiamo difesa nei momenti... Guardi, prima di quello che è successo a lei, sono successi fatti molto più gravi in quest'aula e il sottoscritto non ha chiesto aiuto a nessuno, ma ha cercato di proseguire il proprio percorso politico e istituzionale con la massima trasparenza e, soprattutto, con la massima calma.
L'altra sera, quando il collega Contu ha fatto certe affermazioni, dopo che il sottoscritto aveva ribattuto, in parte in modo politico e non politichese, ma senza offendere minimamente nessuno, ancora una volta ho visto che sono state adoperate delle terminologie e dei metodi quasi razzisti, più ancora di quanto non abbia subìto il sottoscritto in passato.
Questo non può non dispiacere a persone che, come me, hanno un consenso elettorale così ampio, che si trovano in quest'aula a rappresentare una maggioranza e una coalizione, ma che vengono considerati Consiglieri di serie "Z", perché il sottoscritto, primo eletto della Casa delle Libertà, è l'unico a non avere alcun incarico, è l'unico Consigliere "nudo"; così sono stato trattato esattamente più di un anno fa, quando sono stato estromesso con modalità che lascio a tutti voi 60 Consiglieri capire e immaginare.
Caro collega Contu, nella mia vita ne ho fatte di cose e penso indipendentemente dal mio aspetto fisico, di aver soddisfatto diverse persone.
Di questo sono orgoglioso e contento; spero di poterlo fare anche in futuro, perché gli anni avanzano, però - ripeto - sono una persona tranquilla che nella vita ha avuto momenti bassi e momenti alti, come tutti noi.
Arrivato in Piemonte sono andato a raccogliere mele e pere in provincia di Cuneo, esattamente a Mussotto d'Alba, per mantenermi agli studi. Mi sono trovato a fare il Consigliere regionale per mia scelta, ho cercato di svolgere il mio compito da Consigliere regionale nel modo migliore, perci certi apprezzamenti lasciamoli fare ad altri e soprattutto non in quest'aula.
Io non chiedo scusa; chiedo anche scusa, per nome e per conto del mio collega qui assente, qualora anche lui sia stato molto duro negli apprezzamenti nei confronti del collega Riggio, perché episodi del genere non devono accadere, non si devono prendere ad esempio arresti o tangenti per fare un discorso politico, perché nel 1995, ad esempio, avevamo una situazione in cui c'erano più Consiglieri regionali inquisiti che liberi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente. Devo dire che sono un po' commosso dal comportamento del collega Riggio, perché in qualche modo ha riconosciuto che forse vi era qualcosa che non andava in quanto aveva precedentemente affermato, è giusto che l'onestà delle persone e il rispetto di quest'aula debbano essere colti anche in momenti come questi.
Di conseguenza, apprezzo che il collega abbia chiesto scusa, per signor Presidente, è vero che la responsabilità di quest'aula ricade su ogni Consigliere, ma è anche vero che gran parte di quella responsabilità dipende anche dal suo operato.
Certo, diventa difficile fermare un Consigliere mentre parla; volevo però, sottolineare che, se il collega Riggio ha sbagliato, bisogna prenderne atto ed essere estremamente corretti e coerenti rispetto al fatto che, dopo sue parole, di ritorno ci sono stati grandissimi paroloni.
Confido nel rispetto, nella coerenza di tutti i Consiglieri regionali e, di conseguenza, ritengo che vada chiesto scusa allo stesso, perch l'errore che ha commesso il collega Riggio è stato commesso da altri Consiglieri della maggioranza.
Il fatto di voler mostrare i muscoli, ritengo che non serva a nulla all'interno di quest'aula, perché se i muscoli vengono espressi dalla maggioranza, sia pure con toni un po' più bassi, possono essere espressi dalla minoranza e questo luogo alla fine diventerebbe un ring.
Non mi sembra che questo sia lo spirito giusto.
Mi auguro che, come si è comportato il collega Riggio chiedendo scusa all'aula, allo stesso modo agiscano i colleghi che hanno sbagliato cercando di livellare i toni e andando avanti in piena serenità. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Il mio commento si ispira a una parola pronunciata ieri dal Presidente Ciampi; questa parola è: "dialogo".
"Dialogo" è una parola che unisce due parole greche: "dia" e "logos".
"Logos" è la parola greca più frequentata e ricca di significato; "logos" vuol dire "parola", "pensiero", vuol dire "mente", vuol dire anche "stima".
E' una parola che addirittura l'Evangelista Giovanni ha utilizzato innalzandone il significato, per rappresentare la figura di "Cristo incarnato", quindi ha preso la parola logos (verbum in latino) e l'ha trasformata in parola che nomina Dio: "il verbo che si è fatto Cristo".
"Dia" vuol dire "per", "attraverso"; "dia" è una parola che esprime un rapporto tra due soggetti.
Allora: il dialogo è l'elemento che consente alla politica di essere viva, vivace, attiva, dialettica, contrastata, condivisa o non condivisa.
Bene, ieri questo dialogo è stato impedito, in particolare a due Consiglieri: al Consigliere Riggio, al quale esprimo tutta la mia solidarietà ed invito a ritirare le dimissioni perché c'è bisogno di persone come lui in questo Consiglio, e al sottoscritto.
Il Presidente del Consiglio è la persona che garantisce il diritto alla parola, a qualsiasi parola, perché a parola, con il dialogo, si pu contrapporre altra parola, ma quando la parola non può essere detta - e a me è stato impedito di dirla, più di una volta, forse qualche decina di volte - questo è un diritto che non posso farmi soffocare da alcuno. E' un diritto che lei, Presidente del Consiglio, dovrebbe tutelare. Dopodiché, se il Consigliere Galasso chiede scusa al sottoscritto per avergli cercato di impedire di esprimere un concetto e non un insulto, esprimerò le mie scuse al Consigliere Galasso perché mi sono avvicinato e accostato a lui per fargli sentire bene le mie ragioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Presidente e colleghi, davvero vorrei invitare, soprattutto quelli che sono già intervenuti, a ragionare sul fatto che pochi minuti fa in quest'aula un collega ha preannunciato le proprie dimissioni argomentandole.
Consigliere Cattaneo, per favore, le assicuro che questa non mi sembra una cosa né normale né scontata, non dico se giusta o opportuna, ma dico che non è né normale né scontato che un Consigliere regionale si alzi in quest'aula e dica che si dimette da Consigliere regionale perché ritiene non garantito il suo diritto alla parola - ha ragione il collega Chiezzi a qualsiasi parola, anche a quella di insultare il Presidente Ghigo (non siamo tenuti alla reverenza sacrosanta al Presidente Ghigo!), anche a quella di insultare e prendersi la responsabilità di quello che si dice...



(Commenti dai banchi della maggioranza)



PRESIDENTE

Colleghi, per cortesia, vi invito a lasciar parlare il collega Mellano che ne ha diritto per due minuti.
Vada pure avanti, Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Davvero, con tutte le differenze che ci sono e che sono sicuro avete potuto apprezzare in questi anni dalle posizioni e dai toni di molti colleghi del centrosinistra e, diciamolo pure, anche di molti colleghi del centrodestra, vi invito a riflettere su questo dato: oggi un Consigliere ha preannunciato le dimissioni perché ritiene che in quest'aula non possa esprimere le sue idee, sbagliate o giuste che siano. Questo è un dato grave, è un dato che ci porta a riflettere.
La mia riflessione l'ho già anticipata ieri al Vicepresidente Riba, che mi ha telefonato per sapere come erano andati i fatti, e al Presidente Cota questa mattina, prima dell'apertura della seduta.
Ritengo che ci siano state molte cose che non andavano nella seduta dell'altro giorno; lo dico con amicizia e con sincerità: una cosa che non andava è stata anche la gestione della Presidenza in un momento difficile e duro, in cui le tensioni si sono accumulate per tutto il giorno e alla fine sono esplose.
Tuttavia, porto qui la testimonianza di un Consigliere che da questo scranno non ha capito che cosa è successo. Ad un certo punto, ho visto che non c'era più la Presidenza del Consiglio regionale; quando mi sono avvicinato al seggio del Presidente, la dott.ssa Garabello mi ha riferito che il Vicepresidente Toselli aveva sospeso per cinque i minuti i lavori e aveva abbandonato l'aula. Io, però, da Consigliere non l'avevo capito, non l'avevo sentito. E in aula c'era il Presidente Ghigo che per cinque minuti ha continuato ad alzare la mano, chiedendo a una Presidenza che non c'era più di poter parlare.
Allora questo - lo dico con più calma e con il tentativo di abbassare i toni - è, a mio giudi-zio, anche un problema di gestione dell'assemblea dell'altro giorno.
Io, sapete, non condivido quasi nulla delle cose dette dal collega Riggio e non condivido sicuramente la reazione che 35 Consiglieri hanno avuto in modo forte e duro; ritengo che si tratti di un problema di gestione dell'aula, che dobbiamo governare assieme.
Chiudo chiedendo, come Gruppo Radicale, al Presidente Cota di poter acquisire la lettera del Vicepresidente Riba e del membro dell'Ufficio di Presidenza, Di Benedetto, lettera di cui non ho conoscenza.



PRESIDENTE

Certamente.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Mi pare che le ultime considerazioni testé espresse dal Consigliere Mellano chiariscano i termini della questione ed evidenzino che siamo di fronte a un passaggio molto serio e molto grave.
Anch'io parto dalle stesse considerazioni da cui è partito il Consigliere Mellano, e cioè che è proprio in questi casi, signor Presidente e cari colleghi, che un Consiglio regionale dimostra la sua sensibilità e la sua capacità di essere una sede di confronto e di dialogo.
Nel momento in cui è stata espressa da un Consigliere regionale, il collega Riggio, un'opinione così forte e vengono annunciate delle conseguenze serie e gravi, voglio sapere se è considerato dovere e responsabilità dell'insieme del Consiglio regionale compiere gli atti necessari affinché questa preoccupazione venga chiarita. Chiedo perché il Consigliere Riggio si è messo nelle condizioni di non poter continuare come ciascuno di noi, lo svolgimento del suo ruolo, per il quale è stato non nominato da un partito, ma eletto dai cittadini piemontesi. Questa è la prima cosa che ho voluto evidenziare.
Mi rivolgo a lei, signor Presidente, e all'assemblea per chiedere se su questo punto si è capaci di un atteggiamento che vada al di là di una posizione e di una valutazione di parte.
La seconda questione che voglio esporre è questa. L'altra sera non ero presente in Consiglio; me ne dispiace, non mi capita molto spesso, ero in congedo per un altro impegno.
La descrizione che ho avuto di quanto è successo è una descrizione naturalmente se questa è corretta, che io ricapitolo nei termini seguenti.
La discussione sulla questione della sanità, come ricordava la Consigliera Suino, era cominciata da poche ore perché durante tutto il giorno si era discussa, come sapete, la legge che riguardava il Centro del cavallo. Dopo una discussione normale, ci si è trovati di fronte all'intervento di un collega che muoveva dei rilievi, sicuramente discutibili, ma che riguardavano il Presidente della Regione e il suo comportamento; rilievi, vi dico, rispetto ai quali non ci impedirete di parlare. Voi potete ritenere che abbiamo ragione o torto, ma che noi possiamo collegare la vicenda Odasso alla vicenda della sanità, dateci atto che fa parte della discussione politica e dei giudizi che noi siamo liberi di dare.
Detto questo, si è arrivati a un clima che mi è stato raccontato come un clima di intimidazione, di offese, che io considero molto grave, e con la gestione della Presidenza della quale ha parlato il collega Mellano.
Penso che per il lavoro di questo Consiglio e per i compiti che ci attengono - che continuo a pensare siano in parte compiti che ci vedono antagonisti, ma in parte compiti che devono vedere, su una serie di temi istituzionali, una forma di cooperazione all'interno del Consiglio - se non si rimuovono questi elementi e questi aspetti e se non si introduce un elemento concreto di possibilità di dialogo, come diceva il Consigliere Chiezzi, e di fiducia tra di noi, sarà molto difficile affrontare i compiti che abbiamo di fronte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente. Colleghi, credo di dover riprendere le parole del Presidente: "aula dove si lavora per l'interesse del Piemonte"; aggiungo credo interpretando anche le parole del Presidente: "attraverso il dialogo", come il Presidente ha sempre garantito in quest'aula e anche nell'occasione di martedì scorso.
Vorrei fare un invito e quasi una mozione d'ordine: passiamo agli argomenti. Il modo con cui dobbiamo rapportarci lo conosciamo; se martedì ci sono state delle vivacità eccessive, sono state magari dovute alle tante ore passate in quest'aula; credo che di questo dobbiamo tenerne conto.
Vorrei invitare il collega Riggio, che ha ipotizzato un suo abbandono dei nostri lavori - personalmente, perché non ne abbiamo ancora parlato come Gruppo - a recedere da questa sua intenzione. Il suo contributo è sempre stato di approfondimento, di grande impegno; se ci sono state - lui ha anche detto questo - delle valutazioni che possono aver qualificato il suo intervento come offesa, ha porto le proprie scuse, non era nelle sue intenzioni, ha dichiarato che nelle sue parole non c'era intenzione di offendere alcuno.
Certo, c'è stata un po' di vivacità, ma devo rilevare che in questo Consiglio, in questa legislatura e nelle passate legislature, la "vivacità" è stata comunque sempre inferiore alle punte che, a volte, si sono riscontrate nel Parlamento italiano. L'invito è, attraverso il dialogo, di lavorare per l'interesse del Piemonte fin da subito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Non comprendo l'indignazione del Consigliere Scanderebech. E' vero, ho utilizzato un'espressione colorita che è nel gergo del popolo, ma noi siamo espressione di quella realtà.
"Pissa pi' cürt" è un'espressione che si può estendere in "vola un po' più basso", "non far l'uovo fuori dal cesto", che credo fosse l'immagine che meglio definiva la "sparata" sulla presunta ricompattazione - questo il termine usato - della maggioranza in quelli che sono i compiti che da qui in avanti deve affrontare.
Come se fossimo all'inizio di una nuova stagione, esalto come merito il fatto che in quest'aula - cosa inusuale, per la prima volta - il 90% dei Consiglieri del centrodestra ha svolto il proprio ruolo istituzionale e ha garantito, mediante la presenza, lo svolgimento dell'attività assembleare.
E' un fatto nuovo. Faccio il mio augurio al centrodestra che, veramente questo impegno che oggi professano sia l'elemento caratterizzante di tutto il resto della legislatura. Sono convinto che questo sia il vero esercizio democratico.
Siccome sono stati avanzati dei rilievi sulla conduzione dei lavori da parte della Presidenza, credo che atteggiamenti come quelli dell'Assessore Racchelli e, con mia grande sorpresa, dell'Assessore Botta, che ha evocato i crimini del comunismo, necessitino della giusta sanzione. Probabilmente per l'Assessore Racchelli almeno un'espulsione a tempo, visto che è Assessore allo sport, andava attuata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Signor Presidente, credo che lei abbia fatto molto bene a farci discutere su quanto è accaduto martedì scorso. Approfitto dei miei minuti per dire che ha fatto bene chi, come il Consigliere Chiezzi, ha affermato il valore della parola "dialogo".
Io, invece, vorrei parlare del contrario del dialogo, cioè del manicheismo, per dire subito che il Consigliere Riggio (mi piace entrare con i piedi nel piatto) ha fatto bene a dire tutto quello che ha detto perché rientra nella sua libertà. L'unica cosa che ha fatto male è di chiedere scusa e di mettere a disposizione di quest'aula le sue dimissioni.
Dico questo, sempreché lo stesso Consigliere Riggio chieda almeno scusa su una sola questione: sull'enfasi di chi è tanto zelante e tanto amante delle proprie tesi tanto da vedere tutto il male da una parte e tutto il bene dall'altra. Esattamente l'opposto del cosiddetto dialogo richiamato dal Consigliere Chiezzi. Nella sostanza, un punto in quest'aula emerge spesso: innamorarsi delle proprie tesi fino al punto da vedere tutto il male da una parte e tutto il bene dall'altra. Credo che questo sia contrario ad un concetto cosiddetto laico, che molto spesso viene richiamato dai banchi della sinistra.
Personalmente, sono contro tutte le chiese e i precetti cristiani del "porgere l'altra guancia", ma qui non mi pare che ci sia qualcuno disposto a porgere l'altra guancia. Non mi è mai parso, in questa mia esperienza di Consigliere regionale, di veder portare avanti questi concetti.
Richiamando me stesso che non ho partecipato ai tumulti, se così li vogliamo definire, rimando i colleghi al concetto opposto del cosiddetto dialogo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Costa Enrico.



COSTA Enrico

I fatti accaduti l'altra sera, con un dibattito come quello che ci accingiamo a fare, sono stati un po' troppo drammatizzati. Mi sembra che sia stato sufficiente quello che è accaduto successivamente all'intervento quelli che sono stati i chiarimenti in aula successivamente all'intervento del Consigliere Riggio, per riportare la discussione nei binari della correttezza.
Ricordo che in occasione delle dimissioni del Ministro Scajola nell'ambito del dibattito, il Presidente Berlusconi è stato contestato fortemente dai banchi del centrosinistra, al punto che il Presidente della Camera, Casini, è stato costretto a sospendere la seduta. Si è identificato questo atteggiamento come normale nell'ambito di un'assemblea. Come in Parlamento, anche in questo Consiglio ci sono stati atteggiamenti per i quali è opportuno, nell'ambito della nostra coscienza personale, scusarsi.
Ci sono state delle offese gratuite nei confronti di colleghi e per i quali, a nome personale, è giusto chiedere scusa, ma è opportuno anche non drammatizzare. Non drammatizzare e chiudere l'incidente, sperando che il Consigliere Riggio ripensi alle sue considerazioni.
Il Consigliere Riggio ha svolto sempre bene il suo lavoro (faccio parte come lui della Commissione Sanità): sa approfondire gli argomenti, sa discuterne in modo pacato; probabilmente l'altra sera, nell'ambito di un ostruzionismo - una tecnica che noi definiamo strumentale di fare politica sono saltati i nervi, come peraltro succede anche al sottoscritto (eravamo in aula dal mattino). Spero che ci si ritrovi nell'ambito di una valutazione istituzionale.
Il senso di responsabilità che ha sottolineato il Consigliere Marcenaro, mi pare di poterlo cogliere come aspetto importante: si recuperi la fiducia reciproca tra gli schieramenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Intervengo semplicemente perché voglio sottolineare due questioni. La prima, riguarda l'ultima riunione di questo Consiglio; l'altra, riguarda un dato di carattere tecnico.
Da giocatore di football americano, non mi scandalizzo sui modi forti da esponente di un partito che ha il più alto numero di operai fra i suoi elettori, proporzionalmente rispetto a tutti gli altri, non mi scandalizzo per le espressioni popolari, non raffinate e non appartenenti al mondo della cultura (d'altronde, dalla coniugazione dei congiuntivi abbiamo capito che il mondo della cultura è ben distinto dalle parti che si vantano di appartenervi).
Ho semplicemente assistito a proposizioni, una dopo l'altra, anacolute rispetto ai provvedimenti di cui si stava discutendo. In riferimento al cambiamento delle percentuali, si è preteso di illustrare tutta una serie di questioni che sono state illustrate parlando di altro. Questo non è un dialogo, ma semplicemente è l'arroganza di chi usufruisce di un regolamento che permette di usare frasi ricattatorie, come sono state usate anche questa mattina.
Passiamo ora al discorso tecnico. Questa mattina ho sentito parlare, in maniera molto chiara e netta, di dimissioni; quindi, volevo sapere, dal Presidente del Consiglio o della Giunta, se la forma scritta è ad substantiam o no, con le conseguenze, per quanto di propria pertinenza, dei singoli Presidenti del Consiglio e della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Vorrei subito esprimere il mio invito al Consigliere Riggio, di cui apprezzo il lavoro e le posizioni, di rivedere la sua posizione di presentare le dimissioni (non so neanch'io se la sostanza della forma scritta sia formale o meno).
Credo che l'altro giorno ci sia stata tensione senza materia, senza scopo, in quanto le parole del Consigliere Riggio rientravano, a mio parere, in una forma di espressione politica di quest'aula, ovvero in una polemica politica.
E' invece preoccupante, a mio avviso, il fatto di non aver compreso che questa assemblea ha il dovere di garantire la libertà di parola a tutti i Consiglieri e che tale ruolo di garanzia deve essere sostenuto, in prima istanza, dallo stesso Presidente. Credo che anche la maggioranza dovrebbe comprendere che la gestione di un'aula non può essere fatta solo sulla base di una forza vocale, quindi sui numeri, perché, se davvero si crede ad un dialogo, si deve puntare sulla dialettica data dai numeri esuberanti.
Inviterei tutti a riflettere, perché lo stesso intervento del Presidente Ghigo, tutto muscolare, caratterizzato da una baldanzosa arroganza nei confronti dell'opposizione, non ha certamente contribuito a stemperare le tensioni che si stavano accumulando dopo un giorno di dibattito.
Ritengo che lo stesso Presidente Ghigo debba ripensare al suo intervento di martedì scorso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Debbo dire che l'intervento del Consigliere Riggio, nella parte in cui chiede scusa e mostra sensibilità istituzionale, e l'intervento della Consigliera Manica, che sollecita ad elevare i toni del dibattito sottolineando l'esigenza istituzionale di un confronto serio e approfondito, sono, indubbiamente, da apprezzare.
Sono perplesso quando, anziché alimentare con senso istituzionale queste argomentazioni, si va a planare su una polemica di parte. Ritengo che tutti dobbiamo espungere, dai nostri comportamenti e dai nostri interventi, ciò che non è edificante. Mi limito a sottolineare gli aspetti positivi, non essendo, però, fecondo ad affievolirli con conclamati vittimismi che non hanno ragione d'essere e su cui non voglio indugiare.
Allo stesso modo, non voglio indugiare sugli interventi dei Consiglieri Cattaneo e Chiezzi, per la semplice ragione che non ho richiesto solidarietà in quanto, al termine della seduta in questione, io e il Consigliere Chiezzi ci siamo stretti la mano. Sembrava che tutto fosse ricomposto. Anche adesso non voglio esaminare e analizzare i vari comportamenti, perché ritengo che sia doveroso da parte nostra cercare di edificare in positivo, e non in negativo, i nostri comportamenti.
Raccolgo l'auspicio e le parole del Presidente nell'intento di realizzare un'opera solerte, concorde, feconda del Consiglio, e gli esprimo anche la mia solidarietà per le significative parole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, colleghi, una volta sanata questa situazione, che credo abbia avuto anche aspetti contingenti nel suo manifestarsi, dobbiamo darci un modo d'essere nella vicenda che vivremo ancora per qualche mese o per qualche anno, riguardo al fatto che la dialettica politica sarà forte aspra e utilizzerà un Regolamento che offrirà spazi più ampi. Non vorrei che il trovare una specie di equilibrio passasse attraverso forme di patteggiamenti inaccettabili.
Personalmente, non condivido le posizioni del Consigliere Chiezzi quando rivendica la presenza del Presidente Ghigo in aula, però rispetto molto la sua battaglia aspra, a volte condotta con parole e argomentazioni molto dure, ma comunque rispettabile. Dobbiamo accettare questo percorso ed è nella capacità della Presidenza dell'assemblea cercare di armonizzare tali processi rispettando le regole.
Credo che qui nessuno possa, in qualche modo, pensare che su grandi aspetti di principio, quale ritengo sia il "buono scuola", non possa essere impedita una lotta dura e lunga. Personalmente, mi autoregolo di più per quei passaggi che sono funzionali all'esistenza dell'istituzione. Sul tema bilancio non si fa ostruzionismo per un anno, perché si capisce che si affossa un'istituzione, ma lo si fa per una lotta dura e ferma, senza inciuci di alcun tipo.
Oggi sento evocare la questione delle Olimpiadi. Cosa si fa? Lo scambio agibilità più facile al processo legislativo in Consiglio regionale, così non stringiamo sulle Olimpiadi? Francamente, spero che questa sia una cosa apparsa sui giornali, ma completamente priva di fondamento, perché su questa bisogna essere estremamente duri.
Concludo esprimendo la mia solidarietà al collega Riggio, dicendogli di ritirare le proprie dimissioni. Esprimo anche solidarietà al Consigliere Chiezzi, che svolge un'opposizione molto dura - molte volte non condivido i suoi passaggi - ma che deve essere rispettata e resa agibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Nel Consiglio regionale di martedì scorso la discussione sull'accensione del mutuo di 1.000 miliardi di vecchie lire, per sanare il buco della sanità dell'anno 2000, non si è limitata solamente a questo argomento. E' stata anche e soprattutto l'occasione per inscenare una gazzarra degna del miglior tifo da ultrà da stadio calcistico: urla invettive, applausi, soddisfazioni fino alla quasi commozione per il successo. Tutti ingredienti covati da tempo e improvvisamente esplosi come accade di norma sotto l'eccitazione di un gol, anzi, nel nostro caso di tratta di un autogol procurato da un intervento maldestro, e anche ingenuo di un nostro collega e vostro avversario, che ancora non ha capito bene come si giocano queste partite, intendo politiche naturalmente! Amici della maggioranza, non siamo noi che abbiamo messo in dubbio la vostra compattezza, i fatti sotto gli occhi di tutti parlano chiaro. E' da mesi che la cronaca cittadina, per quello che vi riguarda, sembra un bollettino di guerra: elezioni andate male; solito processo alla ricerca di capri espiatori; interviste sui giornali a iosa; molti incontri; tanta dietrologia sul mancato rimpasto di Giunta e sul "totoassessori", specie la posizione dell'Assessore alla sanità, dottor D'Ambrosio, che è sembrata e sembra il Mib 30, cioè molto instabile e con tendenza alla caduta; tanti messaggi trasversali attraverso la vostra non partecipazione alle Commissioni e ai Consigli, facendo così mancare il numero legale.
Insomma, si sta rivedendo un vecchio film da Prima Repubblica, in un certo senso bisogna anche capirvi! Avete passato e state ancora passando momenti di nervosismo e di ansia, preoccupati che sia iniziata la parabola discendente, anzi, l'inizio della fine.
In questa cornice è maturato il vostro comportamento di martedì sera che ha portato più di uno di voi allo sfottò e allo sberleffo, alle interruzioni sistematiche e continue nei confronti del Consigliere Chiezzi della cui onestà intellettuale penso nessuno possa dubitare, senza il minimo intervento efficace da parte della Presidenza.
Vi confesso che in quei momenti mi è venuta in mente la storica frase del vostro amico Scajola, poi dimessosi da Ministro, con cui tacciava il povero Marco Biagi, barbaramente trucidato dalle Brigate Rosse, di essere stato un "rompicoglioni".
Non vorrei che si stia instaurando nel nostro Consiglio un clima di intolleranza, che sia foriero di scontro politico, anziché di sano democratico e costruttivo dibattito politico.
Credo sia proprio il caso di darsi una calmata da parte di tutti usando il buon senso e il rispetto delle regole democratiche.



PRESIDENTE

Colleghi, se non vi sono altri interventi, vorrei chiudere il punto.
Per quanto riguarda il primo aspetto formale - ovviamente, ritengo sia il meno importante - che mi è stato posto sulle dimissioni e sulla forma ritengo che sia necessaria la forma scritta ad substantiam. Questa è la mia valutazione: posso sbagliare, ma questa è la mia prima interpretazione.
Il secondo aspetto riguarda il fatto che le dimissioni devono comunque essere espresse in forma definitiva, cioè in forma chiara, rappresentando la volontà di dimettersi e non l'intenzione di dimettersi. Quindi bisognerebbe verificare anche questo.
La terza considerazione è relativa al fatto che comunque le dimissioni di un Consigliere regionale vanno accettate dall'aula e, quindi, votate.
Questo è per quanto riguarda la forma.
La sostanza è che io, oggi, chiederò al Consigliere Riggio di recedere dal suo proposito, poiché ritengo che si sia trattato di un proposito.
Glielo chiederò perché la funzione e il ruolo di Consigliere regionale è un ruolo estremamente importante, che viene conferito a seguito di libere elezioni. E' un mandato popolare, per cui ritengo che un Consigliere non possa rinunciarvi in conseguenza di una scelta e di una valutazione fatta a caldo, in seguito a un dibattito particolarmente acceso, anche alla luce degli interventi che ho sentito e della volontà espressa oggi da parte di tutti i Consiglieri regionali di riprendere i lavori in un rinnovato clima di maggiore serenità.
Chiamerò il Consigliere Riggio e lo inviterò a riprendere i lavori del Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Brigandì sull'ordine dei lavori.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, volevo che lei esplicitasse al Consigliere Riggio i dati formali in riferimento alle dimissioni di cui lei ha detto, di modo che, se il Consigliere Riggio intende presentare le dimissioni, questa è una sua scelta libera e consapevole e gli si dia lo spazio per poterlo fare.
In secondo luogo, credo che il rispetto per la libertà di tutti, il rispetto che abbiamo per coloro che anche...



PRESIDENTE

Consigliere Brigandì, consideravo il punto esaurito.



BRIGANDI' Matteo

Volevo finire.
Il rispetto che noi abbiamo nei confronti di tutti, specie in questi giorni, di chi mette a repentaglio la propria vita per affermare le proprie idee, fa sì che il voler coartare la volontà del Consigliere Riggio sarebbe un mancato rispetto. Così vedremo se è coerente, oppure se era una cosa detta per poter continuare un meccanismo di cerimonie.
Ovviamente, parli pure a nome di tutti i Consiglieri, ad esclusione dei Consiglieri della Lega Nord.



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, altrimenti si innesca un dibattito sul punto! Do soltanto la parola alla Consigliera Manica, poi basta.



MANICA Giuliana

Intervengo con una frase brevissima e telegrafica.
Lei ha anticipato la richiesta che intendevo porre: facciamo come se questo intervento del Consigliere Brigandì non ci fosse mai stato e se potesse anche essere derubricato dai verbali sarebbe una cosa importante.
Presidente, mantenga l'intenzione che ha qui espresso e vada avanti in quella direzione. E' un auspicio che il mio Gruppo fa, ma credo anche l'intero Consiglio, che lei chieda al Consigliere Riggio di recedere dalla propria decisione.



PRESIDENTE

Non è facile per me cambiare opinione.
Di certo, non cambio opinione dopo l'intervento di un Consigliere anche autorevole e che stimo, come Brigandì.
Il Consigliere Brigandì ha parlato da Capogruppo, io ho parlato da Presidente.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365: "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo proseguire l'esame degli emendamenti presentati all'art. 1 del disegno di legge n. 365, di cui al punto 4) all'o.d.g.
1.24) Emendamento presentato dai Consiglieri Riggio, Suino, Muliere Manica, Marcenaro, Chiezzi, Saitta, Placido, Caracciolo, Giordano e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 9%".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Nell'illustrazione di questo emendamento cerco di tenere conto sia dello svolgimento della seduta di martedì scorso, sia, soprattutto, delle considerazioni che, a valle di quella riunione, oggi sono state svolte perché meritano qualche risposta e qualche chiarimento. Mi riferisco, in particolare, alle considerazioni del Consigliere Tapparo.
Questi emendamenti non hanno un fine ostruzionistico, nel senso di ingaggiare una battaglia frontale della quale non si vede l'esito e la fine, cioè di quelle battaglie fondamentali che si iniziano pensando che il provvedimento vada contrastato a lungo fino alle ultime conseguenze perch intacca i principi fondamentali. Questa battaglia, almeno per quanto mi riguarda, non ha quei connotati. Non ha, ad esempio, i connotati che ha la battaglia che abbiamo ingaggiato sui buoni scuola.
Questa è una battaglia nella quale l'obiettivo politico è diverso. Se a qualcuno fosse ancora ignoto o non chiaro questo obiettivo, pensavo lo fosse, ma se così non fosse, chiarisco che la battaglia che sto facendo insieme ad altri colleghi è molto convinta su una scelta che consideriamo degradi ulteriormente l'erogazione del servizio pubblico. E' una battaglia che, in modo visibile, vogliamo condurre per dimostrare a tutti i cittadini piemontesi che, per quanto era nelle nostre forze, quindi nelle forze di Consiglieri regionali che sono in un'aula, è stato fatto di tutto per convincere e per cercare di cambiare questa proposta di legge o, almeno, di ridurne i danni.
Questo tipo di battaglia non può essere condotta alzandosi in piedi durante la discussione generale e dicendo alla Giunta regionale e alla maggioranza: "Voi vi sbagliate e fate del male alle ASL". Non è una battaglia politica d'aula.
Le battaglie politiche d'aula hanno i loro connotati. Ci sono provvedimenti di piccolo calibro sui quali non si è d'accordo, che possono meritare uno-due interventi. Ci sono, invece, provvedimenti come questo sui quali la nostra convinzione che siete nel torto e che farete dei danni è talmente grande che vogliamo argomentarla e riargomentarla per un po' di tempo, perché solo così dimostriamo a voi, a noi stessi e all'elettorato che abbiamo ingaggiato con voi una battaglia seria e dura, non finta, non di facciata. Non abbiamo fatto una recita. Non ci siamo messi d'accordo prima: due interventi da una parte e due dall'altra. Gli interventi sono stati tanti, però non abbiamo pensato - questo l'ho detto sin dall'inizio sia pubblicamente, sia in qualche chiacchierata - che questo provvedimento non passerà mai. Questo provvedimento passerà con fatica, perché siamo convinti delle nostre ragioni. Siamo talmente convinti delle nostre ragioni che, grazie al lavoro dei Consiglieri Riggio e Suino, senza ripetere una sola parola da un intervento all'altro, potremo leggervi ed esporvi le tabelline in base alle quali due colleghi, con pazienza, hanno fatto i conti, per filo e per segno, calcolando la riduzione di personale in ogni ASL in conseguenza dell'accensione del mutuo al 70%. Abbiamo svolto un lavoro serio, non un lavoro infinito, perché questo plico di emendamenti è ridotto.
La serietà del nostro lavoro abbiamo cercato di farla intuire a chi voleva capirlo, non irrigidendosi neppure sull'esaminare uno per uno gli emendamenti. Nella giornata di ieri, prima degli scontri, si è ritirato qualche emendamento. Era un segnale politico per accorciare i tempi. Si voleva, però, ingaggiare visibilmente una nostra convinta e argomentata battaglia; tant'è che mi sono sforzato, come continuo a fare anche adesso di non ripetere in un intervento cose già dette nell'intervento precedente.
Non ho mai usato gli stessi argomenti per difendere un emendamento. Ho cercato, dato che questa legge e questi emendamenti hanno uno spettro di reazione molto alto su tutte le attività sanitarie, una per una, di segnalare l'attenzione.
Termino il mio intervento, perché sono trascorsi cinque minuti. Mi riservo di continuare questa battaglia politica con altri argomenti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, prendo atto che ha usato argomenti pertinenti, se non proprio all'emendamento, quanto meno al testo in oggetto .
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ho detto in precedenza, intervenendo sulla vicenda che è stata oggetto del dibattito iniziale, che gli emendamenti devono inserirsi negli aspetti reali della discussione. Ho detto anche che provvedimenti importanti come questo, relativo all'accensione di un debito che va a sanare una situazione finanziaria del 2000, anche se dopo una lunga, ferma e significativa battaglia, è chiaro che debbano essere approvati.
Tuttavia, ho usato, sin dall'inizio, argomentazioni diverse nell'oppormi alla scelta che la Giunta regionale sta facendo, e voglio ripeterle perché credo siano legittime.
A me non interessa che sia presente il Presidente Ghigo. La cosa importante è sapere dall'Assessore Pichetto come si colloca questa operazione di intervento su un debito che ha dei riflessi futuri, perch procediamo con il meccanismo del mutuo. Non stiamo infatti attuando una privatizzazione con uno stock di entrate che vanno a sanare un debito, ma proiettiamo, in un futuro abbastanza lungo, gli effetti di una scelta che facciamo oggi.
Visto che proiettiamo nel tempo scelte che effettuiamo oggi, in che quadro, in che strategia e con quale modalità interveniamo sulla sanità? Mi pareva che questa grossa operazione finanziaria dovesse essere contestualizzata alla scelta di fondo, alla materializzazione finale del Piano sanitario. Questa mi pareva una rivendicazione non tanto legittima ma soprattutto utile allo stesso governo regionale. Si salda, attraverso un'operazione finanziaria, con proiezione prolungata nel tempo, le cui conseguenze possono essere da noi non accettate, ma in base a quale strategia sono legittime? Oggi compiamo un'operazione sospesa nel vuoto, ossia un'operazione che si proietta nel tempo, ma che facciamo in modo asettico. E' ovvio che l'opposizione cerca di fare la sua parte. Il Consigliere Chiezzi, per esempio, agisce sulla questione delle percentuali della proiezione del debito sulle ASL in modo legittimo. Io cerco di accentuare, per esempio, il tentativo di capire come questa operazione si collega con una strategia più generale della Regione; tra l'altro, proprio in queste ore il Ministro Sirchia sta tirando fuori dal cilindro "il coniglio delle mutue". Spero che non chiami "riforma" anche questa, perché cadremmo proprio nel ridicolo! Questa è una restaurazione, una controriforma, o non so che cosa, comunque è ammantata. Ne vedremo delle belle anche negli interventi riformatori sulle pensioni, come ama chiamarli il centrodestra. Vedremo anche come si atteggeranno i sindacati dinnanzi a tali aspetti.
Io sostengo l'emendamento del collega Chiezzi, anche se lo inviterei in qualche modo, a innervare questi emendamenti attorno alla richiesta di capire dove si colloca questa manovra sul debito a forte proiezione nel tempo sulle ASL e sulla Regione rispetto al Piano sanitario. La contestualità di questi due momenti mi sembrava una carta che doveva giocare la stessa maggioranza, che, invece, ci nega la possibilità di capire questo rapporto tra strategia della Regione e questo grande macro debito che si vuole sanare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo anch'io che questo provvedimento, come altri, avrebbe dovuto avere una cornice diversa, al fine di capire in che prospettiva e in che programmazione si pongono gli atti della Giunta. Purtroppo questo non avviene, perché gli atti programmatori continuano a non esserci o, quando ci sono, non vengono neanche rispettati. La priorità di questa Giunta non è quella di farli andare avanti; non ha presentato atti con queste caratteristiche che potessero essere condivisi non tanto dall'opposizione quanto dalle comunità piemontesi, quindi ci si è trovati di fronte al fatto che si è dovuto sospendere l'iter di discussione del Piano sanitario.
Però si fa finta che la sospensione dell'iter sul Piano sanitario non ci sia. E gli atti vanno avanti. Esiste una politica sostanziale con una programmazione che la Giunta, forse, ha in testa, perché ci si augura che determinati atti abbiano alle spalle almeno un progetto. Sicuramente, per anche se fosse così, ci troveremmo di fronte ad un atteggiamento di grande scorrettezza istituzionale e, credo, anche ad una vera e propria condotta antidemocratica, perché l'esecutivo non può avere un progetto che surrettiziamente porta avanti senza inserirlo negli atti programmatori necessari che devono essere poi votati e approvati, e comunque devono passare attraverso una consultazione.
Ritengo che sia un atteggiamento molto grave e pericoloso, perch svuota la democrazia e il ruolo di quest'aula.
Quindi, proprio perché non condividiamo né il modo di operare né lo spirito del provvedimento, cerchiamo perlomeno di intervenire per limitarne la portata e i danni.
D'altro canto, mi pare sempre più evidente, da parte del governo regionale, ma anche del centrodestra in generale, che ci troviamo di fronte ad un progetto di privatizzazione della sanità che ogni giorno trova conferma.
Oggi è facile dirlo, avendo appunto sentito le decisioni assunte ieri dal DPEF. Mi pare che anche questo atto della Giunta regionale vada nella stessa direzione. Da più punti di vista c'è questo aspetto specifico della corresponsabilizzazione. Io credo che lo scopo sia quello di creare tali problemi alla sanità pubblica per poter giustificare, poi, scelte di tipo diverso, come quelle che abbiamo sentito ieri: se si tagliano i livelli minimi essenziali, se si taglia tutta una serie di misure che sono sempre state sostenute dalla finanza pubblica, ad un certo punto è ovvio che si arriverà a dire: "Va beh, se volete che certe cose ci siano, si torni alle mutue private!". A maggior ragione, poi si dirà che le mutue private sono il primo passo per un qualcosa di più ampio, come l'entrata in campo delle assicurazioni e così via.
Di fronte a questo progetto, quindi, come minoranze ci stiamo opponendo e cerchiamo, nel caso specifico di questo provvedimento, di limitarne il più possibile la portata - noi avremmo voluto addirittura che non ci fosse nulla - proprio perché riteniamo che nel lungo periodo un provvedimento di questo genere finisca per gravare sulle finanze delle singole Aziende, e quindi, sulla loro capacità operativa, determinando ulteriori politiche di taglio nei confronti delle prestazioni sanitarie, che riguardano la salute dei cittadini. Alla fine, il problema della salute verrà colpito da questo tipo di provvedimenti, che ha un'apparenza finanziaria solo formale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessore: vuole replicare alla fine degli interventi su questo emendamento?



PICHETTO Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Forse è più opportuno.



PRESIDENTE

Forse è più opportuno.
La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Io desideravo dare, se possibile, un contributo sugli aspetti chiamiamoli metodologici e politici segnalati poc'anzi.
Nei giorni scorsi avevo raccolto un articolo di Alberoni su "Corriere della Sera" e, proprio per coltivare quel sentimento di solidarietà istituzionale a cui già prima ci eravamo ispirati, avevo pensato di distribuirlo.
Poi, dopo la tumultuosa seduta di martedì, temevo potesse essere male interpretato questo gesto, che era, invece, di simpatia nei confronti di tutti i colleghi.
Adesso lo farò, perché ho trovato la giustificazione e il chiarimento preventivo.
Vorrei dire che nessuno discute sul fatto che la battaglia, anche ostruzionistica, possa essere dura ed aspra.
Nessuno mette in dubbio che la battaglia debba essere una battaglia convinta, rivolta all'aula e ai piemontesi.
Nessuno mette in dubbio che nei vostri intendimenti ci sia la finalità di ridurre quelli che voi ritenete e chiamate "danni".
Nessuno mette in dubbio che tutto questo obbedisca ad un criterio di far pervenire all'approvazione di un provvedimento che non approvate con fatica.
Tutto è sicuramente legittimo. Tutto è sicuramente frutto di un lavoro serio.
Riteniamo però che, come tutte le azioni umane, anche quelle animate dai più encomiabili propositi debbano rispettare un principio di adeguatezza e di proporzione, perché, oltre certi limiti, fanno sorgere il sospetto di un'esuberanza distruttiva che rischia di porsi fuori, o di far ritenere che ci si possa porre fuori dai corretti ed apprezzabili canoni istituzionali.
D'altro canto, la Giunta e la maggioranza rivendicano altrettanto legittimamente il diritto e il dovere di governare. E' stato evidenziato ripetutamente in quest'aula e attraverso i mezzi di comunicazione che il problema "ricaduta mutui" è stato già affrontato correttamente ed istituzionalmente con i Direttori generali, che lo hanno approvato.
E' stato sottolineato, e questo rientra in un quadro più ampio di come risolvere il problema, nel senso proposto dalla Giunta, che consente una politica che più giova all'economia, più giova al bilancio e alle iniziative della Giunta stessa. Certo, è stato apprezzato il fatto che il Consigliere Chiezzi abbia rinunciato a sette-otto emendamenti; ci pare un gesto significativo, ma certamente non determinante.
Quindi, ponendoci correttamente su questi temi, riteniamo che la discussione degli emendamenti possa essere fatta in termini ancora più approfonditi, non sminuzzandola attraverso uno stillicidio di emendamenti che comunque obbediscono sempre allo stesso principio: quello di mirare a ridurre - per utilizzare la vostra espressione - i danni che questo pu provocare.
Questo è un dibattito che può ugualmente articolarsi seriamente analiticamente con modalità che vadano oltre o, meglio, al di qua dell'impostazione seguita.
Io ho anche - e non lo richiamo adesso, ma mi riservo di farlo in seguito - dato quello che ritengo un mio contributo sulla salute del dibattito in quest'aula. Salute che può essere coltivata in perfetta e rigorosa sintonia con le norme del Regolamento. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Brevissimamente, Presidente, vorrei fare un invito al Consigliere Galasso, in base al vecchio detto sardo "a lavare la testa all'asino, si perde tempo, acqua e sapone" o, se si preferisce, in siciliano "quannu 'u sceccu no voli bivere, è inutili che ci frischi" (questo per il piacere degli stenografi).
Dico questo perché quello che il Consigliere Galasso ha detto l'abbiamo già sostenuto nella giornata precedente. Per cui in questo momento siamo di fronte a un momento di becero ostruzionismo, per cui prendere la parola - è l'ultima volta che la prendo oggi nel merito di questi emendamenti significa dare una mano al becero ostruzionismo.
Quindi, inviterei i Consiglieri di maggioranza, a meno che non abbiano delle trovate geniali o qualcosa di eclatante da dire, ad astenersi dagli interventi, sopportando lo sproloquio e sperando che non diventi turpiloquio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente.
Ritengo che, come Giunta, si debbano dare alcune risposte ai quesiti proposti e ripetuti più volte; peraltro, più volte, per la parte che riguarda la sanità, c'è stata risposta anche da parte del collega D'Ambrosio.
Parto dalle considerazioni del Consigliere Chiezzi che, all'inizio del suo intervento, parlava di dialogo, o della collega Manica quando ha detto che, in aula, deve prevalere la politica. In quest'aula sono passate norme altamente discusse e altamente contrastate, ma alla fine ha prevalso la politica, la democrazia e l'aula. La legge Astengo è stata una, per esempio, come ha ricordato la Consigliera Manica.
Ritengo però nel merito di dire questo: per quanto riguarda l'eccezione ricorrente di quello che è il danno al sistema delle ASL, dovuto all'imputazione a carico delle stesse del 70% dell'ammortamento mutuo vorrei rincuorare i colleghi che siamo comunque nell'ambito del bilancio regionale per il trasferimento alle ASL.
Certamente noi vincoliamo i budget delle ASL a partire dal 2003. Questo ci tengo a precisarlo, perché comunque il mutuo, se contratto nel 2002 avrebbe il primo ammortamento nel 2003; se contratto nel 2003 avrà il primo ammortamento nel 2004, per un importo di circa 35 milioni di euro su un complessivo di 6 miliardi di euro, che è la spesa sanitaria. Ma teniamo conto che alcune operazioni, quale l'effetto ticket, hanno una stima complessiva, fra entrata di ticket e riduzione della spesa farmaceutica - o comunque un minore aumento - di circa 150 milioni di euro. Riporto i dati che sono stati oggetto di discussione in I Commissione e in sede di bilancio 2002.
Peraltro, ricordo che la valutazione che deve fare l'Assessorato riguarda il monitoraggio e la valutazione dei bilanci delle ASL nel 2002.
Essendo questo un provvedimento che discutiamo oggi, ma che il mio predecessore, Angelo Burzi, ha preparato nell'autunno 2001, ciò ha permesso che le ASL prevedessero già nei propri budget la quota di ammortamento per il 2002, che in questo caso non verrà spesa.
La cifra di 35 milioni di euro su 6 miliardi rappresenta lo 0,6% del bilancio delle ASL, ma vorrei anche ricordare che il bilancio delle ASL è parte del bilancio regionale. In questa Regione stiamo parlando di una quota e abbiamo anche parlato di IRPEF e di addizionale IRPEF in precedenti periodi, che sono quota libera che la Regione va a destinare a questi bilanci.
Se la preoccupazione è quella di un taglio diretto della spesa sanitaria, ritengo di dover fugare questa preoccupazione.
Se invece, com'è stato sottolineato in alcuni interventi - e questo lo apprezzo ed è giusto e libero - è occasione per discutere quello che deve essere il sistema e la struttura sanitaria della realtà piemontese, forse non è l'argomento più direttamente pertinente, perché è solo un richiamo essendo questa una norma di bilancio, ma è un'occasione per entrare nel merito della questione sanitaria.
Vorrei riprecisare che il motivo della norma è quello che ci permette di fare entrare le quote d'ammortamento dei mutui (la percentuale del 70%) nelle spese vincolate che, ai sensi dell'art. 23 del D.lgs. n. 76/00, non sono considerate entrate tributarie.
Quindi, permettono di aprire, in linea teorica, un ricalcolo delle quote di indebitamento; e parlo di indebitamento teorico, perché trattasi solo della possibilità di iscrizione nei bilanci pluriennali, perché ricade già sul 2003, quindi è un ragionamento sul 2003/2004/2005. Permette la descrizione di quelle ipotesi di mutuo in entrata, con ipotesi spese in uscita che avviano una serie di investimenti, peraltro per l'80% non regionali, ma degli Enti locali, che, per procedure di iter e norme che regolano la definizione dei bilanci pubblici - perché di questo parliamo dobbiamo utilizzare come percorso.
Con questo intervento rispondo ad alcuni legittimi dubbi e considerazioni, quali quelli espressi dai Consiglieri Tapparo, Chiezzi e Riggio nella passata seduta, e altri.
Dichiaro, pertanto, che la Giunta è attenta a questo percorso e che non c'è assolutamente un automatismo tra l'ammortamento, e quindi il carico dell'ammortamento, e un'azione sulla gestione della spesa sanitaria.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.24).
Il Consiglio non approva.
E' stato comunicato alla Presidenza del Consiglio che alcuni Consiglieri hanno ritirato la firma dagli emendamenti successivi; rimane la firma dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi.
1.25) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 9,5%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.26) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 10%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.27) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 10,5%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.28) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota dell'11%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.29) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota dell'11,5%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.30) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 12%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.31) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 12,5%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.32) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 13%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.33) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 13,5%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.34) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 14,5%".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Ho mantenuto questi emendamenti, sui quali non ho sviluppato alcun argomento, per due ragioni. La prima ragione è per segnalare, se ancora ce ne fosse bisogno, con questo atto - gli emendamenti avevano comunque come primo firmatario il Consigliere Riggio - la convinzione che questo Consiglio regionale necessita del contributo del Consigliere Riggio. Questi emendamenti sono anche frutto del suo lavoro.
Il secondo motivo sta nella risposta che l'Assessore Pichetto ha dato non credendo - ed ha ragione, in questo - ad un atteggiamento manicheo di chi ha presentato questi emendamenti.
Forse il Consigliere Brigandì non ha ascoltato quanto ha detto il collega Costa: non c'è manicheismo in questa nostra posizione; dovesse mai esserci del manicheismo, questo è un luogo in cui personalmente mi troverei parecchio a disagio e cercherei di uscirne, perché il manicheismo mi impedisce di capire, mi cela delle parti. E questa nostra battaglia non è manichea, sin dall'inizio.
Nel suo intervento, il collega Tapparo ha aggiunto un'argomentazione parecchio interessante e convincente: quella di riuscire a capire, mentre facciamo questa battaglia politica che cerca di ridurre il danno alle ASL lungo quale strategia un po' più di lunga durata si inserisca questa manovra e come questa manovra possa inserirsi anche nelle indicazioni che abbiamo letto, che giungono dal livello nazionale, di tornare un po' alla metà del 1800, reistituendo le mutue di vecchia memoria.
Di fronte a queste argomentazioni che sono state sollevate da parte della maggioranza, in particolare dalla Giunta, non abbiamo avuto il silenzio, il muro: abbiamo avuto delle risposte; saranno o no convincenti ma delle risposte le abbiamo avute.
Rispetto al dialogo che noi sollecitiamo - e che, devo dire, abbiamo avuto sempre molto scarso - la maggioranza, a partire dalla scorsa seduta è un po' più presente, risponde; adesso ha imparato a rispondere anche non a urli, quindi, tanto meglio, il dibattito è avviato.
Per alimentare questo dibattito e questo confronto, vorrei chiedere all'Assessore o alla maggioranza di rispondere su un punto, sul quale non ha speso una sola parola e che mi sembra un punto di merito frutto di un lavoro e ricco di elementi che convincono.
I colleghi Riggio e Suino hanno fatto uno studio; possono dirci i colleghi della maggioranza, i colleghi della Giunta, se questo studio corrisponde ad ipotesi plausibili, oppure no? Questo elemento per me diventa importante; personalmente, non ho partecipato alla redazione di questo studio, però ho qui delle tabelle nelle quali si dice che l'ASL 1 dovrebbe rinunciare ad aprire i Centri diurni e via dicendo (40 posti, spesa di 950 milioni). Questa documentazione è concreta, argomentata, precisa, inequivoca, ed è l'argomentazione che sostiene le decine di emendamenti che abbiamo presentato. Allora, è possibile - ho ritirato questi emendamenti perch ritengo sia possibile - avere una risposta sui dati che sono stati forniti? Questo è quello che chiedo all'Assessore Pichetto, all'Assessore D'Ambrosio e agli altri colleghi: avere delle risposte su queste schede.
Ogni ASL ha una scheda; se noi effettuassimo il confronto sugli emendamenti che forse non sono superiori al numero delle ASL e potessimo instaurare un confronto in cui voi contestate, criticate questi elementi di giudizio che l'opposizione, in particolare i colleghi Riggio e Suino, vi hanno fornito secondo me faremmo un buon lavoro, noi di opposizione e voi per difendere le vostre ragioni.
Quindi, vi sollecito ad avere questo tipo di risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Intanto, colgo questa opportunità per apprezzare la scelta del collega Chiezzi di dare per illustrati alcuni suoi emendamenti, mantenendoli comunque al voto per tenere in vita quanto è emerso nel dibattito in precedenza.
In secondo luogo, il fatto non abituale dell'annuncio delle dimissioni del collega Riggio riveste una certa importanza e presenta un aspetto di un certo rilievo.
Il terzo elemento che volevo introdurre è che, dinnanzi a un Ministro del Tesoro che applica una finanza molto creativa, è da capire se questa Regione, rispetto al problema di coprire il debito sanitario del 2000, non poteva cercare qualche strada diversa.
Anche se voi avete un provvedimento in discussione che è la cartolarizzazione degli immobili di proprietà regionale, io non demonizzo questo percorso; tra l'altro, ho presentato degli emendamenti credo costruttivi al disegno di legge della Giunta sulla cartolarizzazione delle proprietà immobiliari. Bisogna aggiungere che la Commissione Europea ha posto alcune barriere all'utilizzo delle cartolarizzazioni, addirittura indicando che devono essere iscritte in bilancio come debito e non come possibilità di un'operazione finanziaria creativa.
Mi chiedo e lo chiedo all'Assessore Pichetto: si è aperta un'azione per quanto riguarda l'ARES e per quanto riguarda il grande intervento finanziario per la costruzione e per l'intervento sul sistema stradale che abbiamo ereditato dallo Stato attraverso la riforma amministrativa? Sappiamo che quell'operazione si spalmerà in un tempo molto lungo, quindi caricare su questo esercizio un'operazione finanziaria che potrebbe essere modulata può liberare delle risorse che erano state pensate per quel tipo di operazione e utilizzarle in modo alternativo, almeno per una parte riducendo l'entità dell'accensione del mutuo di 1.000 miliardi per il buco della sanità.
Ecco, mi sembra che si sia partiti con un'operazione molto tradizionale; da Sindaco ovviamente ho rispetto per tutti i Comuni, anche quelli più piccoli, ma con un approccio un po' da Sindaco, si è aperto il cassetto, si è visto che gli strumenti sono quelli tradizionali e si pensa di andare avanti così. Ora, io non voglio invitarvi a usare la finanza creativa, ma a cercare di utilizzare in modo un po' più dinamico, in modo un po' più aperto, gli strumenti che si hanno a disposizione.
Dico questo perché l'operazione che state facendo è un irrigidimento di prospettiva dell'ASL e della Regione che potrebbe essere ridotto, fosse anche solo di 100 miliardi.
Invito l'Assessore Pichetto a cercare un'operazione di finanza, che riduca questo tipo di mutuo. Lo dico proprio nell'interesse generale, non di parte, perché se giocate al "tanto peggio, tanto meglio", questo strumento vi irrigidirà nei prossimi anni nelle scelte operative della sanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Colgo l'occasione di questo emendamento per intervenire non perch particolarmente significativo, ma perché si è aperto un momento di dibattito.
Collegandomi all'intervento dell'Assessore Pichetto, volevo sottolineare alcuni passaggi che, in parte, sono stati toccati dagli interventi dei Consiglieri Chiezzi e Tapparo.
Non ho visto le tabelle a cui il Consigliere Chiezzi alludeva. Ricordo in senso costruttivo, che uno degli strumenti che soprattutto un Consigliere di minoranza deve avere, strumento ampiamente usato, è quello di fare delle domande. Se si vogliono avere delle risposte, si fanno delle domande e mi pare che le procedure per fare domande ed ottenere risposte siano ampiamente note e praticate chiunque queste le voglia sostenere.
Nel merito dei documenti, pur non avendoli letti, mi pare che emerga un legittimo dubbio, più volte evocato anche in altri interventi, cioè che alcune manovre di efficienza possano preludere un peggioramento o un taglio dei servizi (ognuno di noi è libero di considerarli vitali per chi li riceve o sintomo di efficienza per chi li riduce).
E' un dibattito che, se condotto così, può rischiare di essere sterile.
Io mi ricollego ad un annuncio che ha fatto il mio Capogruppo, peraltro preludendo a quella che sarà un'iniziativa più operativa da parte del Gruppo. Non credo che si tratti di dover, a tutti i costi, con fatica e con tempo, inventare l'acqua calda. La misurazione dei servizi, nell'ambito di ciò che gli Enti pubblici erogano, non è più tecnologia; lo era innovativamente circa trent'anni fa, ma tecnica consolidata, non soltanto nell'ambito del privato (si chiama customer satisfaction)...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Burzi, il tempo a sua disposizione è scaduto.



BURZI Angelo

Va bene, continuerò nel prossimo intervento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.34).
Il Consiglio non approva.
1.35) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 15%".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Innanzitutto, un riferimento alla tabella. Non è stata fatta una valutazione - mi rivolgo all'Assessore D'Ambrosio - sulla parte patrimoniale, ma sulla parte di ricaduta sui servizi. Per l'elaborazione di questi dati, le fonti di riferimento sono attendibili, ci siamo avvalsi dei costi dei servizi attualmente espressi nei documenti dell'Assessorato e dei piani aziendali del 2001 (non del 2002 perché non sono stati presentati).
Dopodiché, abbiamo incrociato la ricaduta dei due precedenti tagli con un mero calcolo matematico dell'applicazione rigida del mega mutuo, non sulla partita patrimoniale, ma sulla partita beni, servizi e personale. Ecco quindi, che si giunge ad una sorta di lettura, ovviamente politica e non tecnica.
La conclusione potrebbe essere che, per fare fronte al pagamento delle quote per quindici anni da parte delle ASL, in ogni ASL si dovrebbero intraprendere ulteriori provvedimenti rigidissimi che possono riguardare il personale.
Abbiamo fatto alcune valutazioni: un medico costa 188 milioni di lire un infermiere 67 milioni di lire; un riabilitativo 51 milioni; un tecnico di laboratorio 56 milioni, un amministrativo 60 milioni (queste sono le tabelle di riferimento degli ultimi contratti sindacali).
Cosa vuol dire questo se, ad esempio, un'ASL decidesse, per fare fronte al mutuo, di porre mano ad una revisione energica dell'organico che ha nel proprio territorio? Vorrebbe dire quattro medici in meno, sette amministrativi in meno e così via. In termini di servizi, a fronte di un taglio significativo soprattutto dei servizi territoriali, quali tossicodipendenza, anziani, Alzheimer, Centri diurni, minori, ecc.
vorrebbe dire chiudere e tagliare ulteriormente altri servizi. Questo è stato il ragionamento che abbiamo fatto, ovviamente puntando soprattutto su due grandi cifre.
L'evoluzione del nostro pensiero in tal senso si è basata su tre pilastri.
Primo. Continuiamo a ritenere che questo provvedimento, che chiamiamo mega mutuo, non possa essere attivato in quanto rende le ASL compartecipi e contraenti. Ed è questo il nodo: le ASL diventano contraenti di mutuo. Voi invece, ci dite che è una partita di giro, quindi, come tale, superabile.
Secondo. Per un provvedimento di questa portata, un mutuo da 1.000 miliardi, che per quindici anni graverà sulle scelte politiche e sociali dei cittadini piemontesi attuali e futuri, è evidente che ottanta emendamenti sono una forma di ostruzionismo anche molto blanda, quasi da metterci nella condizione di domandarci se non avessimo potuto fare di più e meglio. E' evidente e inevitabile che vengano presentati emendamenti, per lo meno quelli di merito (quelli non di merito sono venticinque in tutto facilmente risolvibili come abbiamo visto con il metodo di qualche minuto fa).
Il 15% cambia la musica? Certo. Se voi aveste accettato la conclusione di ridurre del 15%, quindi salvaguardando il principio - dal vostro punto di vista, per noi sbagliato - di rendere corresponsabili le ASL di questo debito, essendo state corresponsabili del disavanzo dal vostro punto di vista (dal nostro no), allora riduciamo il più possibile; 15% vorrebbe dire portare ad una riduzione drastica; laddove un'ASL è obbligata a pagare 3 miliardi scenderebbe a mezzo miliardo, e così via.
C'è, quindi, una ragione; così come c'è sul 30% che era l'operazione ma lo riprenderò più avanti - dell'inversione. Non solo, un'altra ragione ancora - e concludo: il 15% è il parametro di riferimento utilizzato da altre Regioni e concordato in Conferenza Stato-Regioni. Questa è la differenza: qui non se n'è voluto tenere conto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Riprendo il discorso da dove mi ero interrotto, anche se l'intervento della collega Suino è ancora più utile, in quanto stavamo parlando di misurazione di servizi, e le tabelle illustrate dalla collega danno per scontato che siano ineccepibili, dal punto di vista matematico, e che siano statiche: qualunque risultato evidenzino, servizi eccellenti o servizi pessimi, è il risultato di una fotografia che rispecchia il momento in cui è stata fatta.
Come dicevo prima, dobbiamo tenere conto, onde poter consentire ai tecnici di operare e agli Assessori di governare, che noi Consiglieri avendo notizie, disponibili per tutti, possiamo discutere, avendo anche opinioni diverse sul livello dei servizi erogati e sui miglioramenti da apportare, se detti servizi necessitano di ulteriori investimenti che comunque, andrebbero misurati.
Come ha già affermato il mio Capogruppo, questo è un intervento che noi, come Gruppo, intenderemmo proporre all'attenzione della Giunta.
Siccome noi facciamo parte della maggioranza, credo che la Giunta vorrà riflettere se sia almeno il caso di autoproporsi, nell'ambito delle proprie politiche di governo, con un intervento sistemico che, a mio avviso, non deve occupare solo la sanità, ma misurare, in maniera dinamica e trasparente, il livello dei servizi erogati alla collettività, quando impegnano denaro pubblico.
Secondo passaggio. Il collega Tapparo ha detto che un mutuo di queste dimensioni, chiunque lo paghi, è comunque un elemento di rigidità per un bilancio (pesante rigidità, perché qui si parla di 1.000 miliardi).
Bisogna riflettere se non sia il caso, al momento opportuno, di ripristinare una versione originale della legge, che prevedeva che fosse 100-0. Questa fu la versione originale della legge come la Giunta all'inizio la esaminò, seguita poi da un dibattito con cinquanta emendamenti. E' una questione di valutazione soggettiva: questa è una legge, come ha ricordato il collega Pichetto, che esce nell'autunno 2001.
Ognuno di noi trarrà le proprie conclusioni e le riverserà a coloro a cui fa riferimento in sede politica, valutando se il discuterne, attivamente e così celermente, nel luglio 2002, sia o meno una prova di efficienza.
Francamente, credo che non sia un'efficienza da nessun punto di vista tanto meno per la sanità.
Dicevo: 1.000 miliardi irrigidiscono certamente un qualunque bilancio e poi si deve agire sulle strutture. Ricordo a tutti, perché questi sono dati ARES, che le strutture della sanità piemontese, comparate con quelle di altre Regioni socio-economicamente paragonabili, hanno un margine di anzianità significativo. Credo che siano mediamente più anziane - come coloro che lavorano in I e IV Commissione hanno più volte sentito rispetto a quelle della Lombardia, del Veneto e della Liguria. Parlo di Regioni non tanto perché attengono al nord, ma perché strutture socio economicamente paragonabili, non dico identiche. Dovremmo porci il problema di come rinnovarle, oltre a lamentarne il degrado, e con quali risorse debba essere finanziato tale rinnovamento. Non certamente, a mio avviso con quelle di un bilancio che già non è capiente e che questo mutuo chiunque lo paghi, comunque irrigidirà, perché comunque le risorse, di cui stiamo immaginando di parlare, non sono i 35 milioni di euro di questo mutuo, ma si parla di centinaia di miliardi. E' evidente che le risorse devono essere trovate dove ci sono, oppure si rinuncia a parlare di progetti di recupero.
Ricordo a tutti che, indipendentemente dalle tecniche contabili o finanziarie, l'Assessore D'Ambrosio in sede di I Commissione (credo anche in IV e, probabilmente, anche in aula) ha più volte affermato che il patrimonio delle ASL è valutato da 3 a 4 mila miliardi. Lascio all'opinione di ciascuno di noi dirci se uno iato di 1.000 miliardi sia accettabile come valutazione di un patrimonio. A mio avviso, non lo è.
Credo di dover creare un'ulteriore elemento di preoccupazione per il collega D'Ambrosio. Secondo me, è sbagliato sia il primo che il secondo numero, perché credo che nessuno sappia a quanto ammonti il patrimonio.
Il ricordo di quando ero Assessore mi fa avere un atteggiamento prudente, ma su 3 mila miliardi, con una non impossibile manovra di patrimonio che tende a gestire meglio il patrimonio, solo l'1% di miglioramento garantisce quei 30 miliardi, del tutto di dettaglio, rispetto ai 12 mila del costo e delle necessità. Ha infatti ragione il collega Chiezzi: la sanità può essere ridotta ad un puro discorso di quanto serve.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ho molto apprezzato il fatto che il collega Burzi, in due interventi successivi, sia entrato nel merito, non solo del testo della deliberazione ma anche del dibattito.
Abbiamo ritirato le firme da alcuni emendamenti principalmente per due ragioni: una di merito e una di metodo.
La ragione di metodo è legata al fatto e alla considerazione che la nostra battaglia di opposizione a questa deliberazione è stata, e continua ad essere, una battaglia molto ferma. Si voleva, sostanzialmente, proporre un intento, non tanto quello, come abbiamo avuto occasione di dire all'Assessore Pichetto, di mercanteggiare sulla percentuale e chiudere con un accordo sottobanco su questo, quanto piuttosto nel rendere evidente la grande complicazione che una deliberazione come questa crea ai servizi sanitari e alle Aziende.
E' indubbiamente vera l'affermazione dell'Assessore - che ho saputo essere stata ripresa anche dal Presidente della Giunta regionale - quando sostiene che una deliberazione dovrebbe essere costruita in modo da essere una partita di giro tra le Regioni e le ASL, ma non possono non sapere, il Presidente della Giunta e l'Assessore, che, tra i momenti delle definizioni dei budget, i momenti delle assegnazioni delle risorse regionali e i momenti che intercorrono tra queste ed il necessitato taglio dei servizi che le Aziende debbono fare per i tempi con cui voi le riposate, si determina un abbassamento ulteriore dei livelli di assistenza e una contrattazione dei servizi.
Non potete negare questo, soprattutto se sommate un'iniziativa come questa al fatto di avere già tagliato personale, posti letto, l'1% del gennaio del 2000; negare tutto questo sarebbe un'affermazione politicamente sbagliata. E' proprio questa la nostra grande preoccupazione, che motiva una ferma opposizione a questa deliberazione.
Semplicemente, un'opposizione ferma, l'abbiamo detto in tutti modi.
Debbo poi dire - e questo volevo ricordarlo al collega Burzi - che se la deliberazione si discute adesso e con questi tempi non è per scelta dell'opposizione. Ricordo che è il calendario della maggioranza quello che l'ha mandato in certi tempi in IV Commissione e fu proprio il collega Cattaneo, in occasione di un dibattito in aula prima delle elezioni, a chiedere e ad accogliere una richiesta di sospensione della discussione su questa deliberazione a tempi successivi.
Ricordo bene quell'intervento. Ricordo anche la valutazione che tutti abbiamo fatto: discutere di una deliberazione che comporta la copertura di 1.000 miliardi di disavanzo in piena campagna elettorale era parsa questione che anche agli occhi della più sprovveduta delle maggioranze non è un riferimento a voi - avrebbe prodotto conseguenze negative. Questo fu l'iter.
Inoltre, la deliberazione di Giunta, rispetto al mutuo, è stata assunta solo poche settimane fa.
La calendarizzazione e la scadenza dei tempi l'avete determinata voi non l'ordine di dibattito in quest'aula, che dura semplicemente da poche sedute.
Poi, nell'illustrazione dell'emendamento successivo, continuerò il ragionamento iniziato dal collega Burzi.
Perché abbiamo mantenuto questo sul 15%? Per una ragione molto semplice. Ci sono pochissime altre Regioni italiane, nello specifico una che hanno assunto una misura quale quella del mutuo. Il trasferimento sulle ASL, che è stato ritenuto congruo e legittimo, è al massimo del 15% per quelle ragioni politiche rispetto al taglio dei servizi e alle conseguenze di ordine sanitario che ricadranno sulle Aziende stesse.
Questa è la ragione per cui sottoponiamo all'attenzione della Giunta questo emendamento, in congruità - e concludo - con la politica di altre Regioni italiane, rispetto alle misure che esse hanno assunto ritenendole come le uniche congrue.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.35).
Il Consiglio non approva.
1.36) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 15,5%".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, pongo due questioni.
Per quanto riguarda la prima questione, alla richiesta di avere una risposta sul lavoro svolto dai colleghi Suino e Riggio non è giunta alcuna indicazione.
Adesso segnalo al Consigliere Burzi, se ritiene, che il lavoro svolto è a disposizione di tutti. Se vuole dare un'occhiata, glielo propongo. Lo illustro.
Per ogni ASL sono stati fatti i riflessi in termini, ad esempio, di unità di personale in meno. Le ipotesi sono quattro: quella della Giunta quella del 50%, quella del 30% (l'inversione), oppure quella discussa adesso, illustrata dalla collega Suino, del 15%.
Come si è fatto sul personale, l'hanno fatto anche su servizi resi quindi le strutture. E' un lavoro - se vuole vederlo, collega Burzi secondo me, parecchio interessante, deve essere costato anche un po' di tempo e parecchia intelligenza per capire.
Tutte queste elaborazioni, ovviamente, sono discutibili o criticabili ed è proprio quello che chiedo: un commento da parte della maggioranza, ASL per ASL; tra l'altro, è un commento ad un lavoro svolto da colleghi. Non sono in grado di criticare questo lavoro. E' un lavoro impressionante. Le cifre qui contenute dimostrano che ci sarà un peggioramento, cioè una riduzione dei servizi.
Mi piacerebbe terminare questo dibattito avendo acquisito anche l'opinione della maggioranza sul lavoro svolto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.36).
Il Consiglio non approva.
1.37) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 16%".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Ricordo che, nel caso in cui ci fosse qualche Consigliere, come è successo in precedenza, che manifestasse la volontà di rispondere, la Presidenza, prima di aprire la votazione, deve permettere la risposta a coloro che hanno chiesto tale facoltà.
Oltre a sottoscrivere la domanda posta ora dal collega Chiezzi, credo che noi dovremmo valutare quello che stiamo facendo, anche in riferimento alle notizie che arrivano dal Governo centrale, per quanto riguarda la sanità.
In merito a quanto riferito su questo provvedimento, si è detto che sulle ASL non dovrebbe ricadere alcun problema economico, in quanto la rateazione del mutuo sarebbe già compresa nel budget che loro hanno concordato. D'altra parte, dagli stessi banchi della maggioranza, proprio l'altro giorno, è stato ricordato come, eventualmente, le ASL sarebbero chiamate solo a fare dei piccoli sacrifici. Ancora, sempre da parte della maggioranza, in altri momenti della discussione, come anche questa mattina è stato ricordato che il patrimonio delle ASL ammonta a 3/4 mila miliardi forse anche di più. Forse meno, visto che non si sa con esattezza a quanto ammonta il patrimonio immobiliare delle ASL, quindi, la loro eventuale partecipazione nel pagamento del rateo con l'alienazione di questo patrimonio immobiliare.
Per quale motivo le preoccupazioni che noi continuiamo a manifestare non vengono spiegate dagli interventi della maggioranza, semmai vengono incentivate? Ben che vada, secondo il quadro che si delinea, quest'anno le ASL potrebbero anche aver previsto il rateo nel budget concordato, ma siccome i budget vanno concordati tutti gli anni, nulla toglie e nulla vieta che nei prossimi quattordici anni la Regione lasci le ASL alla loro mercé, quindi siano obbligate a dover provvedere al pagamento di questo rateo. Ecco che si concretizza quanto scritto in delibera tramite l'alienazione del patrimonio immobiliare.
Perché il problema si collega a quelle notizie che conosciamo? E' inutile che voi sorridiate o ridiate. Il futuro verso cui andiamo è sicuramente quello che voi cercate di nascondere, ma che sta emergendo: andiamo verso una sanità privata distinta da una sanità pubblica; andiamo verso una sanità nella quale chi ha di più avrà di più e chi ha di meno avrà di meno.
Quando le ASL non avranno più i fondi necessari per garantire la salute o gli interventi sanitari per tutti i cittadini, cosa si verificherà? Alcuni settori verranno delegati ai privati, ma in che modo? Attraverso le mutue private? Ma le mutue private di soggetti deboli, che hanno scarse potenzialità economiche, saranno inevitabilmente solo dei servizi di sussistenza, saranno solo dei servizi di bassissimo livello, è inevitabile.
Se lo Stato non ha le risorse a pieno titolo, come può un soggetto privato avere le risorse per mantenere le situazioni più pesanti, quali i malati gravi e gli anziani non autosufficienti? E' chiaro che la sanità che noi stiamo costruendo va in quella direzione.
E' chiaro che il testo che stiamo esaminando non è l'artefice principale di questa costruzione, ma è evidente che questo strumento inizia ad andare in quella direzione.
E' chiaro che questo strumento, come noi abbiamo detto ripetutamente porterà ad una diminuzione del servizio pubblico.
E' chiaro che le risposte che saranno date alle esigenze di sanità dei cittadini saranno quelle, più o meno questa: "Arrangiatevi!".
Perché il Consigliere Chiezzi si è riferito alla società di stampo ottocentesco? Tutti sappiamo come funzionava la società nell'800: c'erano le società di mutuo soccorso, chi aveva meno cercava di aggiustarsi e aveva meno servizi, chi aveva di più aveva più servizi, è inevitabile. E' lo stesso sistema delle assicurazioni: se ho più soldi per pagare un'assicurazione più consistente, avrò più assistenza; invece, se ho meno soldi, avrò meno assistenza. E' palese e lampante.
Questo decreto rappresenta un primo passo verso una terribile e tragica distruzione della sanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Intervengo non per non accogliere l'appello del Consigliere Brigandì perché l'ho ritenuto utile sotto l'aspetto dell'economicità dei lavori d'aula.
Riconosco che questa mattina, a fronte di una discussione che non riguardava questo punto, ma l'analisi dei lavori del Consiglio, vi è stata una maggiore disponibilità, che non può che far piacere ad ognuno di noi per recuperare un rapporto utile ai lavori d'aula, che tutti hanno auspicato durante gli interventi di inizio seduta.
Volevo entrare nel merito, perché riconosco che il punto relativo alla quota del 15%, sollevato anche dalla Consigliera Suino, è un gradino della scala non intermedio, ma un punto che merita certamente di essere approfondito, non prima di chiarire la questione della sospensione addebitata a un mio intervento, che ricordo meglio di come lo ricordi la Consigliera Manica, non tanto perché la Consigliera Manica non sia dotata di buona memoria (dall'esperienza di questi due anni ha dato prova di averne), ma perché credo che forse ognuno di noi ricorda meglio i propri interventi rispetto a quelli di altri.
Ricordo che era un pomeriggio e, a fronte di un inizio di discussione di questo disegno di legge, si stava discutendo - non ricordo bene, ma l'uno o l'altro punto - l'inversione o l'inserimento di nuovi punti all'o.d.g. Si era visto che, a fronte di un'inversione o di inserimenti di punti all'o.d.g., era iniziata molto bene, in una fase pre-elettorale, una legittima, ma dura attività di ostruzionismo da parte dell'opposizione.
Ricordo che fu l'opposizione e il Gruppo dei Democratici di Sinistra a consigliare di sospendere la trattazione di quell'argomento. Facemmo una brevissima valutazione, perché avevamo previsto quello che poi puntualmente è avvenuto, e accogliemmo la sospensione non certamente per una posizione di comodo prima delle elezioni, perché nel frattempo le elezioni erano avvenute. Come sapete, ma non voglio aprire nuovi elementi di discussione perché ne abbiamo discusso moltissimo, la maggioranza e la Giunta non si sono sottratte, a prescindere dai giudizi dell'opposizione, in quei mesi, a fare scelte difficili e impopolari, come quelle dei ticket sui farmaci e dei ticket sui servizi del Pronto Soccorso.
Mi sembrava opportuno rilevare questa posizione per riportare il dibattito a una dimensione non dico di verità, perché la Consigliere Manica non ha detto il falso, ma per argomentare in modo completo la decisione della maggioranza, che fu espressa da me, di accogliere quella sospensione.
Per quanto riguarda la questione della quota del 15%, è stato citato un accordo avvenuto nella Conferenza delle Regioni. Non mi risulta che vi sia stato un accordo sul 15%-85%. Sono a conoscenza del fatto che ci fu una discussione in quella sede, nella quale l'opposizione accolse favorevolmente la nuova linea, nel senso di tenere conto anche di quello che avviene in altre Regioni e di quello che viene proposto e deciso all'interno della Conferenza delle Regioni.
Noi crediamo in questo disegno di legge. Crediamo nel principio di corresponsabilità, da parte delle ASL e delle ASO, di rifondare il disavanzo del 2000. In definitiva, sono circa 70 miliardi l'anno da dividere fra ventinove Aziende, quindi una rata annuale di 2 miliardi e 200 milioni per ogni Azienda.
Come ha detto molto bene il collega Burzi, anche noi stiamo facendo uno studio in tal senso. Guai se il Consiglio regionale o - aggiungo - altri organismi della Regione dovessero intervenire, ASL per ASL, per fare una verifica o un progetto; altrimenti, l'aziendalizzazione, che anche i governi di segno politico diverso dal nostro hanno sempre perseguito e istituito con atti concreti del Parlamento nazionale e del Governo andrebbe a farsi benedire. Quello che dobbiamo fare è ribadire il fatto che questa maggioranza e questa Giunta, quando pensano di corresponsabilizzare le Aziende, non pensano a tagli di servizi.
Abbiamo ampiamente chiarito la nostra posizione in tal senso in molti interventi e non voglio ribadirla ancora in quest'aula. Quello che si pu fare, in questa fase o nel prosieguo della discussione, che avrà alla fine un risultato, è un confronto più generale all'interno di questo Consiglio regionale sull'ipotetico taglio dei servizi e su un mandato politico forte del Consiglio alla Giunta regionale, che a sua volta può farlo proprio con un voto consiliare, con l'autorevolezza che ne discende. Non si tratta di raccomandare, perché sarebbe semplicistico, ma di obbligare le Aziende ad una razionalizzazione dei servizi e ad un'ottimizzazione della gestione delle risorse che non inficino né il livello né la quantità dei servizi offerti ai cittadini. Questo può essere un tema di confronto per trovare non dico un punto di incontro, perché la nostra posizione è chiara e la vostra pure, ma per affidare, attraverso un ordine del giorno, un mandato certo alla Giunta regionale.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Burzi.



BURZI Angelo

Volevo tranquillizzare la Consigliera Manica; evidentemente non ha sentito bene o mi sono espresso male.
Non considero prova di efficienza del Consiglio essere arrivati a una discussione, che avrebbe dovuto essere più tempestiva. Siccome le presenze dei Consiglieri nelle sedute consiliari sono abbastanza chiare, qualora vi fosse una condivisione, è evidente che la responsabilità di un'eventuale inefficienza va ripartita pro quota ponderata. Non appartengo a coloro che risolvono i problemi con l'opposizione unicamente denunciando atti di ostruzionismo quando ce ne sono, e certamente ce ne sono.
Tornando a quello che si è detto nelle sedute precedenti relativamente alle risorse, stavo dicendo che le risorse bisogna prenderle dove ci sono.
Un'area dove possiamo trovare queste risorse è quella del patrimonio, in senso lato, delle Aziende sanitarie.
Riferendomi a quanto ho appena detto, colgo uno spunto dell'intervento della Consigliera Manica. Credo che sarebbe utile al Consiglio verificare ciò che è stato fatto su questa tematica in altre Regioni. Il problema non è solo piemontese, lo si affronta a seconda della sensibilità dei momenti dei Consigli e con modi diversi, ma tutti possono portare utili stimoli.
A mio avviso, le risorse vanno prese dalla gestione e non solo dalla dismissione, perché la dismissione è una delle opportunità che un management razionale può utilizzare in fase di gestione, ma l'area del patrimonio non è certamente l'unica.
Proprio per questo, inviterei, altrimenti resterebbe svuotato di contenuto, l'Assessore Pichetto a considerare queste osservazioni: da un lato, perché alla fine i bilanci hanno questa prima e noiosa esigenza di dover quadrare; dall'altro, perché le risorse si traggono dai provvedimenti. Vi è una legge intermedia tra l'Assessorato alle risorse quindi al bilancio e quello al patrimonio. Un tempo, per me era più facile mettermi d'accordo con l'Assessore al patrimonio, visto che tale delega era attribuita alla stessa persona, ma non sarà difficile trovare un punto di equilibrio con l'Assessore Ferrero.
La legge sui fondi immobiliari, depositata in I Commissione, attende un ultimo dibattito per ritornare al voto, perché questo era uno degli impegni presi dal Consiglio regionale. Se tuttora condivisa - sono certo che lo sia - vada a buon fine e porti un contributo di risorse che poi, la Giunta dapprima, e il Consiglio dopo, vorranno definire come impiego.
Tornando al patrimonio delle ASL, avevamo detto che 3 o 4.000 miliardi non è lo stesso numero, ma, attestandomi anche sul prudenziale, sono tutti margini per una gestione che, più efficiente, porti buona parte delle risorse (a mio avviso, ben di più di quanto il mutuo richieda, chiunque lo paghi). Per cui rifletterò ancora un po' se ripristinare, tramite emendamento, la precedente proposta 0-100, che a me tuttora sembra molto più coerente con questo tipo di impostazione.
Ricordo - e su questo tutti i colleghi dovrebbero riflettere - che il principio serviva, e serve, sul principio di responsabilità, perché anche chi non era favorevole al modello di aziendalizzazione della sanità (se non erro è la n. 502, che è legge ormai dal 1995 o 1996, che stabilì il principio dell'aziendalizzazione) vede nei manager delle Aziende una riproduzione con tutte le responsabilità dei manager di un'azienda.
Sarebbe ben strana cosa che ci siano delle eccezioni, per di più ratificate da legge, per di più ratificate da una legge che agisce in un momento di difficoltà, ovvero che noi dicessimo che i nostri manager non sono responsabili della gestione del credito delle loro Aziende (perché di questo si sta trattando se non decidessimo di coinvolgerli) e, in secondo luogo, che non sono responsabili non soltanto del durante (quindi dell'anno) di quello che è stato chiamato "budget", ma anche del divenire perché le politiche di investimento, per loro necessità, richiedono risorse più ampie e tempi di gestione, non solo progettuali, ma più lunghi.
Siccome vedo che la miniserie di spot radiofonici di "Radio Consiglio Piemonte" vive un momento di tensione, non è da escludere che interrompa qui per un momento questa prima serie di interventi, anche perché credo che l'argomento della sanità, del bilancio e delle risorse sarà un argomento pervasivo di più legislature, quindi non perdo niente a non continuare oggi il discorso. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ho ascoltato e apprezzato gli interventi del Consigliere Burzi e dei colleghi della maggioranza, anche perché, in parte, contraddicono una specie di consiglio del collega Brigandì a non dialogare e a non intervenire a meno che noi non avessimo fatto interventi utili e intelligenti.
Dunque, delle due, l'una: o non hanno seguito tale consiglio, oppure valutano che gli interventi svolti dalla minoranza siano validi e degni di essere presi in considerazione.
In ogni caso, ringrazio per la disponibilità e per l'atteggiamento del Consigliere Burzi nei confronti della minoranza che interviene anche nel merito e non solo quando c'è da mostrare i muscoli o da lamentarsi di varie questioni. Qualcuno, forse, nel mostrare i muscoli ha una propria esperienza, ma non tutti ce l'hanno.
Nel merito, credo che emerga sempre di più che uno degli aspetti con cui si intende agire sia quello di dire che tanto c'è il patrimonio delle Aziende sanitarie, che in qualche modo potrà essere dimesso o comunque utilizzato diversamente.
Ritengo che questa sia una scelta estremamente miope, in quanto il patrimonio delle ASL è stato anche frutto di un'accumulazione proveniente spesso da privati, che hanno pensato di offrire un contributo alla costruzione di ospedali, oppure di lasciare vere e proprie donazioni di denaro o di immobili. A volte, anche istituzioni come le banche sono intervenute.
Credo che i motivi per cui si compiono tali scelte siano etici, ma dietro esiste anche la consapevolezza che quei beni durano, cioè che quello sia un gesto non destinato a tappare un buco, ma a costruire qualcosa che nel tempo rimanga in campo pubblico e nell'utilizzo del pubblico.
Agire in questo modo potrebbe inaridire una delle fonti che ha permesso la creazione del patrimonio, comportando, quindi, un doppio danno: da una parte, si aliena un patrimonio di cui dovremmo avere maggior prudenza nel trattarlo per il modo in cui si è composto, dall'altra, se questa prassi dovesse proseguire, incontreremmo probabilmente maggiori difficoltà nella composizione stessa di un patrimonio, in quanto ci saranno sempre meno persone e meno Enti disponibili ad aiutare la formazione di un patrimonio.
Lo ritengo, quindi, errato da questo punto di vista, ma anche da un punto di vista più strutturale.
Come ho già detto più volte all'Assessore alla sanità - lui talvolta dice che è d'accordo con me - ci sono problemi di spreco di gestione. In questo caso, a mio avviso, non si devono colpire le Aziende, ma chi le amministra. Bisognerebbe avere il coraggio di compiere atti nei confronti di coloro che sono stati posti ad amministrare l'Azienda, senza che a pagare sia tutta l'Azienda, perché quell'Azienda riveste una funzione pubblica che non può essere danneggiata.
L'Assessore ribadisce che, oltre a questo, c'è una sottostima della spesa: spesso ci sentiamo dire dalle Aziende che hanno una spesa pro capite minore di altre. Emerge tutta una serie di ragioni di questo tipo e l'Assessore spesso è d'accordo. Tra l'altro, ci dice anche che in Europa il nostro livello di spesa è basso, è tra i gradini bassi: non siamo tra i Paesi che spendono di più, ma siamo sotto la media.
Allora, io continuo a pensare che esiste il problema di intervenire a questo livello, cioè non scaricando la scarsità di risorse sulla gestione del pubblico, perché poi il danno si ripercuoterebbe sulla funzionalità di queste Aziende, comportando, conseguentemente, un danno soprattutto alla salute dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Siamo di fronte ad una proposta che mi pare estremamente ragionevole Assessore.
Non so come non ci sia consapevolezza, da parte della maggioranza, su quanto inopportuna sia una manovra che va a colpire pesantemente la capacità di spesa delle ASL, perché di questo si tratta.
Credo che la legittimità di questo nostro contendere su alcune cifre derivi anche dal fatto che le conseguenze relative alle scelte che voi andate proponendo saranno pesanti, significative e comunque nella riduzione della quantità e della qualità dei servizi erogati. Questo è il primo dato dal quale bisogna partire.
Crediamo, altresì, che non sia stata fatta un'attenta analisi del bilancio. Noi riteniamo, Assessore - ma mi rivolgo anche all'Assessore al bilancio - che, nell'ambito del bilancio di previsione, esistano delle risorse che è giusto che i cittadini piemontesi sappiano che sono trattenute senza destinazione di vincolo, per garantire margine di spesa corrente ai vari Assessorati.
L'invito che facciamo, e continueremo a fare alla maggioranza, è quello di individuare con attenzione quelle voci di spesa comprimibili che non sono essenziali al fine del mantenimento di quel ruolo di indirizzo, ma soprattutto della capacità di investimento che la Regione dovrebbe assumere come vocazione principale.
Quindi, si dia bando alle chiacchiere, e si cerchino quelle voci di spesa che possono essere compresse. Questo il bilancio lo consente l'attuale bilancio di previsione lo consente. Si tratterebbe di individuare le risorse non essenziali, che possono riguardare le spese di rappresentanza, le spese di consulenza e tutta una serie di iniziative assunte dai vari Assessorati, che pure rientrerebbero nell'ambito di competenze e professionalità presenti all'interno della Regione Piemonte.
Credo che questa scelta coraggiosa vada fatta. Sappiamo che questa è una cura da cavallo, è una cura "bracconiana". Non ci sentiamo certo responsabili della gestione operata in campo sanitario, di altri sono le responsabilità politiche, ma ci sentiamo certamente responsabili nel momento in cui ci ergiamo a salvaguardare la qualità e la quantità dei servizi erogati.
Rinnovo un appello - l'ho già fatto l'altra volta - direttamente al Presidente del Consiglio: ci sono tutte le condizioni per apportare quei correttivi che, pur non essendo la soluzione del problema, certamente potranno consentire di ridurre il carico delle spese in capo alle ASL.
Perché o vi è piena consapevolezza che questo trasferimento di oneri si traduce necessariamente nella riduzione dei servizi prestati, altrimenti continuate a muovervi come dei kamikaze, incuranti delle conseguenze che questo potrà portare.
Non ultimo, credo che vadano apportati dei correttivi alle modalità con le quali le Direzioni aziendali stanno operando dei contenimenti di spesa.
Anche questa è una questione che va messa sotto la lente d'ingrandimento ne abbiamo denunciata una in quest'aula - perché siamo in presenza di distrazioni di fondi vincolati da parte dello Stato.
Noi comprendiamo che le Direzioni delle ASL, strette fra la prospettiva del licenziamento e dell'esautoramento, qualora non si raggiungessero determinati traguardi produttivi, possono operare anche grandi scorrettezze sul piano amministrativo. Ma l'Amministrazione regionale, la Direzione regionale della sanità, non si possono rendere complici di eventuali atti amministrativi illeciti.
Quindi, rinnovo l'invito all'Assessore D'Ambrosio affinché, anche su questa materia, presti la dovuta attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Signor Presidente, anch'io voglio entrare nel merito, soprattutto stimolato dall'ultimo intervento del collega Contu, dicendo subito che l'equazione mutuo-taglio dei servizi sarebbe perfetta se altrettanto perfetta fosse l'equazione: 12 mila miliardi di bilancio della sanità nessun spreco.
Noi sappiamo invece che quest'ultima equazione non è vera, com'è altrettanto non vera l'equazione mutuo-taglio dei servizi. Certo, il pericolo di taglio dei servizi c'è, nella misura in cui non andiamo ad individuare quelli che, con molto garbo, il collega Contu chiama correttivi.
Non è vero che in quest'aula non siano emerse, nell'arco di questo mese e mezzo di dibattito, proposte di cosiddetti correttivi, che poi non sono così piccoli, e alcuni di essi sono anche strutturali. Uso la parola "strutturale", perché, per quanto imponente possa essere il patrimonio delle ASL, un intervento cartolare non sarebbe né possibile in modo veloce né sarebbe un intervento cosiddetto strutturale.
E' giusto il ragionamento della minoranza, se poi si è conseguenti nelle cose dette. Ma la minoranza non può dire che ci sono 74 miliardi di consulenze, ci sono 5.000 dipendenti in più in settori non prioritari, e poi non essere conseguenti. Vuol dire che ci sono possibilità di correttivi senza incidere nei servizi.
All'interno della posta consulenze - voglio fare questa citazione - ci sono le cosiddette consulenze mediche, cioè le consulenze affidate a medici; è una novità degli ultimi anni, e riguardano la posta maggiore perché mi pare che, sulla cifra di 70 miliardi, incidano per il 30%.
Quindi, solo su quelle ci sarebbe un risparmio strutturale di 21 miliardi.
Cosa sono le consulenze mediche? Sono le famose convenzioni che c'erano fino a qualche anno fa, nel senso che se all'Ospedale di Venaria (dove manca il cardiologo) c'è una partoriente che ha bisogno del cardiologo arriva il medico, in orario di lavoro e non pagato, dell'ospedale più vicino. Quindi, arriverà o il cardiologo dell'Ospedale di Cirié o il cardiologo dell'Ospedale Maria Vittoria.
Poi sono arrivati i manager (ci siamo abituati, anche in quest'aula, a parlare in inglese). Il Direttore generale fa la convenzione con un privato, che si paga, e anche profumatamente. Quindi - ripeto - incidono per il 30%.
Quindi, l'Assessore al bilancio, nel momento in cui chiede il mutuo deve anche avere la compiacenza di dire che non taglia i servizi, ma deve dire dove taglia; ad esempio, taglia il personale non in settori prioritari, ma lo deve dire. Deve dire: "Taglio le consulenze mediche", e per fare questo non ci vuole una legge, perché basta una circolare, un ordine di servizio non dell'Assessore alla sanità, ma dell'Assessore al bilancio che dà ordine di non spendere più nemmeno una lira per le consulenze mediche.
A questo punto, se il Direttore generale viene licenziato, non c'è TAR che tenga: la Regione non perde un miliardo di risarcimento, perché vince sicuramente la causa; e questo non lo dico io che sono un neo avvocato, ma lo dice la giurisprudenza di sempre - e l'avv. Galasso, che è un vecchio avvocato, lo può sicuramente confermare.
Concludo dicendo: la Giunta non sia reticente, ammetta gli sprechi e dica: "Non taglio i servizi, perché ci sono sprechi, che sono anche patologici in un bilancio di 12 mila miliardi".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.37).
Il Consiglio non approva.
1.38) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 16,5%".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ho trovato interessanti i contributi del collega Mercurio al Consigliere Burzi, sui quali tornerò magari successivamente.
Adesso ripropongo, perché inevasa, la richiesta di avere il parere, da parte di qualche componente della Giunta o della maggioranza, sul lavoro svolto dai colleghi Riggio e Suino.
Mi spiace di riproporre questo; non giungo - collega Burzi - a pretendere che avvenga ASL per ASL, ma una risposta in termini sintetici o in termini puntuali, con qualche esempio su questa o quell'ASL che si ritiene più interessante, continuo a considerarlo un modo politicamente corretto di avviare un dialogo e una dialettica.
Nei prossimi interventi esprimerò il mio parere su quanto hanno detto i colleghi Burzi e Mercurio.
Mi fermo qui, sollecitando qualche elemento di risposta, se è possibile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore al bilancio e finanze

Il collega Chiezzi sollecita una risposta a delle tabelle che, per sono state oggetto di illustrazione solo politica da parte della collega Suino.
Noi non abbiamo a disposizione alcuna tabella, pertanto è difficile fare delle valutazioni.
Dichiaro, comunque, la disponibilità a discutere nelle sedi opportune in sede di IV Commissione o in quell'ambito che il Consiglio vorrà individuare - per approfondire la valutazione di tutte le tabelle che i colleghi vogliono presentare e, quindi, la disponibilità della Giunta regionale a un confronto.
Qualsiasi contributo di elaborazione i colleghi vorranno portare sarà ben accetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. Mi sembra che gli interventi precedenti soprattutto da parte della maggioranza del centrodestra - mi riferisco all'intervento del collega Mercurio - abbiano colto nel segno; abbiano, in pratica, indicato anche un percorso rispetto al quale la maggioranza pu riflettere al meglio sull'opportunità o meno di fare la manovra nei termini nei quali è stata proposta.
Voglio inserire un elemento incidentale: non ho portato a termine quel lavoro - e me ne rammarico - però mi sono occupato, a suo tempo, della rinegoziazione dei contratti in essere (non so se il Consigliere Mercurio ricorda questa particolarità) delle ASL, in conformità ad una direttiva della Direzione regionale.
Ai prestatori d'opera, che regolarmente avevano vinto un contratto d'appalto, era richiesto di riproporre un ribasso d'asta, in una misura pari almeno al 5%.
In pratica, tutte le Aziende prestatrici di servizi - le varie ASL e le ASO - hanno inviato una circolare dicendo: "Cara impresa, hai vinto quest'appalto, quest'appalto è in essere, vienici incontro, fai un ribasso sull'offerta del 5%".
Riguardo alla prestazione di servizi alla persona, hanno calcato ancora di più la mano, perché hanno condizionato l'eventuale riassegnazione della concessione del servizio al fatto che si accedesse o meno a quel ribasso.
In quel particolare tipo di prestazione, si parlava di una cifra che andava dal 5 al 15%. E' evidente che, per le prestazioni di cura alla persona - non stiamo parlando di beni materiali - la voce "costo del lavoro" è assorbita, per il 95%, dal costo del personale.
La conseguenza dell'accettazione di questa proposta avrebbe voluto dire una diminuzione del personale dell'ordine del 5-10%, in termini non assoluti.
All'improvviso, scopriamo che un decreto del Ministro Buttiglione vieta quella pratica, perché ha, a sua volta, recepito una direttiva europea che condanna quel comportamento come un comportamento assimilabile alla turbativa d'asta. Io non posso indire una normale gara d'appalto e poi chiedere al vincitore di farmi una prestazione e ridurmi il costo di aggiudicazione del 5%! Fatto sta che questa bella manovra ha consentito alle ASO di recuperare 12 miliardi (credo che di questo sia consapevole, Assessore D'Ambrosio forse le sto ricordando un percorso).
Piccolo particolare, e qui il rammarico per non aver approfondito la disamina (e arrivo alla questione dello spreco): nell'esaminare la quantità di appalti rinegoziati, scopriamo una cosa di non poco conto. Sapete qual è l'ASO che ha ricontrattato il maggior numero di contratti? E' quella delle Molinette.
Pare - e lo dico con la formula dubitativa - che alcune intercettazioni telefoniche fra il Di-rettore dell'ASO e le Aziende fossero di questo tipo: "Come, non vendiamo già abbastanza?". Risposta: "No, non ci sono problemi accettate, perché poi questo lo sistemiamo".
Assessore, sa cosa vuol dire questo, in un tentativo intuitivo di lettura, senza essere assolutamente certo del fatto riportato? Che le regole degli appalti e le procedure sono ineccepibili. Difficilmente la Magistratura troverà una procedura d'appalto discutibile e imputabile alla gente.
C'è un piccolo particolare, e qui casca l'asino (potremmo dire): si omettono i controlli sulle forniture, si limitano i controlli e allora parliamo di sprechi.
Com'è possibile che imprese che già - com'è dimostrato dalla Magistratura - pagavano delle tangenti, a loro volta accettassero anche di rinegoziare il contratto in essere per la fornitura di beni e servizi? Lo lascio qui, in modo pesante, come interrogativo.
C'è qualcosa che forse vale la pena di indagare ulteriormente, perch forse quella è una fonte di spreco che bisogna pure aggredire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

L'Assessore Pichetto ha manifestato interesse per i documenti a cui noi continuiamo a fare riferimento e ha detto che ogni contributo potrebbe essere utile per quanto riguarda lo svolgimento di questa discussione. In verità, è da due giorni che noi sosteniamo che il modo di affrontare il problema della sanità è una prospettiva, è un indirizzo che darà dei problemi, più che risolverli.
Oltre tutto, l'Assessore Pichetto ha ricordato come la scelta economica di prevedere che il rateo del mutuo di 1.000 miliardi venga pagato per la maggioranza dalle ASL sia uno dei sistemi economici e finanziari che la Regione ha individuato per poter accedere ad altri mutui e così avere delle risorse per procedere ad investimenti anche in altri settori. Questo è un punto dirimente e di ulteriore preoccupazione, di ulteriore difficoltà nel presentare questo testo legislativo.
Come abbiamo spiegato anche in altri interventi, per arrivare ad una vera gestione economicamente in pareggio della sanità, per arrivare alla possibilità di garantire un servizio sanitario, se lo si vuole garantire nel momento in cui si vanno ad ottenere dei risparmi di gestione, l'unica strada percorribile è quella di prevedere una sanità che operi sulla via della distrettualizzazione - queste cose l'Assessore alla sanità le ha ripetutamente dette, anche se non siamo riusciti ancora a farle - e si richiede quindi non un taglio economico, ma purtroppo, per arrivare ad un vero risparmio gestionale, bisogna passare attraverso una fase in cui anziché ridurre le risorse, dovremo obbligatoriamente aumentarle. Questo può sembrare una contraddizione, ma tutti sappiamo che occorre passare attraverso un'iniziale ristrutturazione della sanità.
Di ristrutturazione della sanità, in altri modi e forse per altri scopi, ne parla anche il Presidente del Consiglio Berlusconi, quando fa riferimento a quelle che lui chiama riforme e che noi, credo più giustamente, condanniamo come controriforme. Quando il Presidente Berlusconi parla di riforme, dice che occorrono dei finanziamenti; allora non vedo perché quello che vale a Roma, non debba valere anche in Piemonte se vogliamo parlare di riforma della sanità. Una riforma che, secondo noi non può essere che nel senso di garantire comunque il livello di assistenza, andando verso un risparmio gestionale. E per andare ad un risparmio gestionale è inevitabile passare attraverso una fase di maggiori investimenti, perché si tratta di ridefinire ruoli e compiti, si tratta anche di rivedere la funzionalità delle strutture che inevitabilmente comporterà un esborso economico.
Ebbene, in questa situazione e di fronte a queste prospettive, che cosa pensa di fare la Regione? Invece di acquisire ulteriori risorse per la sanità, pensa di caricare le ASL di maggiori spese per avere delle risorse da investire in altri settori.
Questa mi sembra una scelta fortemente contestabile, che non va nel senso di fare quello che si dice di voler fare. In pratica, mentre diciamo di voler ottenere risparmi garantendo comunque un livello assistenziale discreto o sufficiente, nello stesso momento ci attrezziamo per diminuire il livello assistenziale e per liberare delle risorse per altri settori: mi sembra una risposta veramente negativa rispetto alle esigenze non della minoranza del Consiglio, ma di tutti i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.38).
Il Consiglio non approva.
1.39) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 17%".
Consigliere Chiezzi, possiamo continuare a mettere in votazione gli altri emendamenti, quelli per i quali una parte dei Consiglieri aveva ritirato la firma?



CHIEZZI Giuseppe

Certo, e ne ho anche spiegato il motivo, argomentandoli in modo non ripetitivo e anche tenendo conto di un dibattito che, devo dire, sta rispettando e onorando il nostro lavoro (non è accaduto così di frequente dal mio punto di vista, di poterlo dire, per cui sono felice di dirlo).
Quindi, sia per la decisione annunciata dal collega Riggio, che spero rientri, sia perché stiamo lavorando utilmente, penso che si possa continuare a ragionare.
Intanto, volevo proporre un ragionamento alle indicazioni del collega Burzi, il quale in pratica dice (se fraintendo, mi corregga): "Va beh, voi vi preoccupate tanto, come minoranza, del fatto che le ASL non avranno possibilità di fare fronte alla rata, se non diminuendo dei servizi". Il Consigliere Burzi ci dice anche: "State attenti, perché ci sono anche altre strade che potrebbero mettere le ASL e le ASO in condizioni di disporre di risorse; una di queste strade è: il patrimonio delle ASL, come è conformato, quanto costa, quanto rende e via dicendo".
Questo è un tema che il Consigliere Burzi, quand'era Assessore, aveva più volte proposto in termini vaghi e generici e poi era giunto, dopo qualche tempo, forse qualche anno, a proporre una struttura di decisione al proposito attraverso una legge, quella che si chiamava, si chiama e altri hanno già fatto, della "cartolarizzazioni" dei beni immobili.
Il progetto è stato presentato, ne abbiamo discusso rapidamente in Commissione e poi le cose sono cambiate: l'Assessore Burzi si è dimesso e il progetto giace ancora in Commissione.
Devo dire che ho riflettuto più volte su questo tema e ho anche cercato di stare dietro alle notizie giornalistiche sugli effetti che la cartolarizzazione ha prodotto, là dove in alcune Regioni è stata fatta o in alcuni Comuni (mi sembra che il Comune di Torino abbia fatto qualcosa di parziale).
Su questo io continuo a fare queste osservazioni; intanto, l'Assessore Burzi in tono critico, e forse anche autocritico, ha detto: quanto vale questo patrimonio? Vale 3.000, vale 4.000 miliardi. E lamentava questa imprecisione. Su quella imprecisione, Consigliere Burzi, non sarei così rigido nel denunciarla come un fatto sicuramente di cattiva gestione in tutto.
Capire quanto vale un patrimonio, un bene immobiliare, non è semplice.
Capisco se il Consigliere Burzi si fosse riferito al fatto che non sappiamo quanto patrimonio immobiliare abbiamo, se non abbiamo l'elenco della consistenza del patrimonio. Possediamo tanti edifici di tanti metri quadrati siti in questi luoghi così normati dal Piano Regolatore! Passare da quella descrizione fisica dello stato del patrimonio immobiliare al suo valore, è tema politico molto sfuggente se non si precisano le operazioni di destinazione immobiliare degli immobili che si intendono avere.
Trovo anche plausibile e non criticabile, a parte la non conoscenza, il fatto che si possa dire che il patrimonio vale 3.000 o 4.000 miliardi.
Certo, dipende da che conti si fanno in relazione al modo in cui si vogliono farli rendere.
Ho sempre dubbi sul fatto che questa sia una strada socialmente utile.
Non l'aspetto di quanto può guadagnare un'ASL da un'operazione immobiliare ma da quanto un'operazione immobiliare che risana, temporaneamente, i conti dell'ASL possa, da un punto di vista economico e generale, essere socialmente utile e capace di produrre un beneficio che vada al di là dell'ASL. Su questo continuo ad avere dei dubbi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.39).
Il Consiglio non approva.
1.40) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 17,5%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.41) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 18%".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Ci stiamo avvicinando ad una quota sempre più significativa in senso negativo. Auspicavamo che la Giunta avesse dato delle risposte quando abbiamo raggiunto la cifra del 15% in quanto ritenevamo che quella cifra potesse essere un punto focale di attenzione da parte di chi vuole gestire la sanità.
Sappiamo che questo provvedimento parla di finanze, ma poi finiamo sempre per parlare di sanità. E' inevitabile che non si possa parlare solo di cifre nel momento in cui queste interessano direttamente i problemi della gestione sanitaria.
La Giunta ha preso la decisione di tenere duro su una posizione che carica, a nostro avviso in maniera insostenibile, delle spese economico finanziarie sulle ASL, senza dare loro la possibilità di operare nel campo sanitario con la tranquillità necessaria per far fronte alle richieste dei cittadini. In verità, non è ancora stata data risposta alle domande che abbiamo fatto riguardo alle tabelle elaborate dai Consiglieri Riggio e Suino.
Non è stata data risposta perché dalla consultazione delle stesse si evince chiaramente come le scelte non siano solo finanziarie, ma porteranno a delle ricadute per quanto riguarda la gestione delle ASL. Su questo punto, continua ad esserci la preoccupazione, che non siete riusciti a cancellare, che le scelte che stiamo facendo porteranno ricadute negative per tutti i cittadini piemontesi che avranno bisogno dei servizi sanitari.
Nello stesso tempo, questa vicenda sta dimostrando che non c'è assolutamente chiarezza per gli anni che verranno e non è stata data risposta alle domande che abbiamo posto. Ed era inevitabile: quale tipo di rassicurazioni può darci la Giunta? Anche ammesso che i budget di quest'anno siano stati calcolati, come è stato affermato, tenendo conto dell'impegno che le ASL avrebbero dovuto assumere (abbiamo già fatto tutto il discorso su come era possibile calcolare in precedenza un impegno che non era ancora stato esplicitato) anche se questo fosse vero, per quest'anno non sono state date rassicurazioni sul fatto che, negli anni a venire, sulle ASL sarà caricato totalmente il pagamento del rateo. Se per quest'anno le tabelle non servissero, serviranno per l'anno a venire. Se queste tabelle non servono per il 2002, serviranno per il 2003.
Il personale che viene individuato come oggetto di taglio, il personale in diminuzione che noi vediamo indicato ASL per ASL in quelle tabelle, se non diminuirà quest'anno, possiamo essere sicuri che diminuirà negli anni futuri. Questa credo sia una preoccupazione più che legittima. Più che una preoccupazione, è una realtà che si evince dalla stessa scrittura del testo della delibera.
Se il rateo dovrà prolungarsi per quindici anni e il budget è stato contrattato con le ASL solo per un anno, è chiaro che nel futuro il problema si riproporrà agli stessi livelli. E' chiaro che se i tagli di personale, qualora fossimo fortunati, non avvenissero nel 2002, avverranno nel 2003. Allora, si verificheranno tutte le condizioni negative che abbiamo ripetutamente sottolineato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.41).
Il Consiglio non approva.
1.42) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 18,5%".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Innanzitutto, ritengo che, quando si presentano emendamenti, non si debba immediatamente porli in votazione, ma verificare se ci sono interventi in merito.
Detto questo, passiamo all'emendamento in discussione.
Ricordo ai colleghi, oltre alle questioni già poste negli interventi che mi hanno preceduto, che questo provvedimento non dà alcuna indicazione sulle caratteristiche, ma lascia mano libera, da questo punto di vista, ai tagli. Sono decine di miliardi all'anno e, chi in un modo, chi comprando meno attrezzature, chi tagliando l'organico, chi riducendo determinate prestazioni, si troverà a dover fare questo tipo di scelte. E' evidente quindi, che esiste un rapporto stretto tra il provvedimento e le prestazioni che le singole Aziende sanitarie daranno.
Voglio ancora sottolineare che ogni volta che votiamo emendamenti che hanno lo 0,5% di differenza, parliamo di 500 milioni per volta.
In questo modo, incrementiamo, di 500 milioni a volta, la necessità, da parte delle ASL, di andare ad individuare dei settori in cui è possibile effettuare tagli.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.42).
Il Consiglio non approva.
A questo punto, sospendiamo l'esame del disegno di legge n. 365.
Comunico che in apertura della seduta pomeridiana procederemo con le nomine relative alle Sezioni decentrate della Commissione regionale per la tutela e la valo-rizzazione dei beni culturali ed ambientali, mentre la nomina del CORECOM verrà effettuata la prossima settimana.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpel lanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.33)



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