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Dettaglio seduta n.228 del 09/07/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 15.48 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 16.15)



(La seduta ha inizio alle ore 16.15)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Burzi, Cavallera, D'Onofrio Ronzani, Rossi Giacomo e Vaglio.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Richiesta di iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 418: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2002"


PRESIDENTE

E' stata presentata dal Consigliere Chiezzi la richiesta di iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 418: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2002", ai sensi dell'art. 51, comma 5, del Regolamento.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. L'o.d.g. deciso dal Presidente del Consiglio regionale a questo punto prevede il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 365, con il quale la Giunta regionale propone di addossare una parte degli oneri dei mutui alle ASL e alle ASO Si tratta di una discussione difficile e lunga.
Propongo pertanto ai colleghi - senza nulla perdere del lavoro che ci toccherà fare sulla decisione di addossare quote del mutuo alle ASL, perch quello rimane in cantiere - di fare fronte ai compiti istituzionali prioritari che spettano alla Regione Piemonte, che sono essenzialmente due: la redazione del bilancio preventivo e l'approvazione del bilancio consuntivo.
Questi sono due cardini della nostra attività legislativa, senza i quali la Regione non può funzionare. Per quanto riguarda l'approvazione del rendiconto, se non sbaglio, questo atto doveva essere compiuto entro il 30 giugno. Siamo quindi già in ritardo.
Durante la discussione in Commissione sul rendiconto è stata sollevata da numerosi colleghi - primo fra tutti il collega Tapparo - la questione che stavamo esaminando, uno degli atti fondamentali della Regione Piemonte.
Anzi, dal punto di vista politico, è un atto molto meno tecnico del bilancio preventivo, perché il bilancio preventivo è comunque l'affermazione di intenzioni e di previsioni.
Quindi, politicamente è un atto passibile di interpretazioni e valutazioni diverse; mentre il bilancio consuntivo, cioè quello che si è fatto a fronte di quello che si è promesso, riguarda dati nudi e crudi sui quali le forze politiche possono agevolmente impegnarsi in un vero dibattito e in un confronto politico circa le linee strategiche.
In particolare, anche quest'anno, l'Assessore Pichetto ha presentato un rendiconto che prevede, almeno per due voci, degli elementi di grande rilievo, che sono l'eccezionale livello che continuano ad avere i residui attivi e i residui passivi.
Cari colleghi, il lavoro sul mutuo è un lavoro di lunga lena, e accumulare ritardi nell'approvazione del bilancio consuntivo non rientra nelle scelte che può compiere un Consiglio regionale.
L'o.d.g. che abbiamo a disposizione deriva da una decisione - per quanto ne so - presa direttamente dal Presidente del Consiglio regionale che, secondo me, in questa occasione trascura un ordine di priorità che dovrebbe stare allo stesso Presidente molto a cuore, cioè quello di discernere le questioni fondamentali e prioritarie da quelle importanti, ma di livello inferiore.
A mio avviso, l'approvazione del rendiconto consuntivo è un atto fondamentale che viene prima di tutti gli altri. Dato che quell'atto è pronto, perché la Commissione l'ha licenziato, è stato nominato un relatore, e dato che l'Assessore aveva promesso - e non dubito che lo farà di aprire la discussione con dei dati aggiuntivi, invito calorosamente tutti i colleghi a votare per l'inserimento del rendiconto, in modo da poterlo esaminare ed entro oggi poterlo votare.
Questo per affermare nella Regione Piemonte un ordine di priorità sugli atti fondamentali di governo. Tra l'altro, questo non produrrà assolutamente alcun inciampo all'iter di discussione del mutuo per il disavanzo della sanità, che sappiamo essere un iter molto contrastato e che presenta, dal punto di vista dei vari componenti dei Gruppi di questo Consiglio, dei problemi non piccoli da risolvere.
Questi sono i motivi per i quali mi sono permesso di consegnare al Presidente del Consiglio questa mia proposta, sperando ovviamente nell'accoglienza da parte dei colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Non dico certamente che, sotto certi aspetti, il ragionamento del Consigliere Chiezzi non possa avere una sua logica. Indubbiamente per vanno ricordati due aspetti: il primo è che il conto consuntivo della Regione è stato deliberato con voto favorevole a maggioranza dalla Commissione competente nella giornata di venerdì. Quindi, è logico che i colleghi che non hanno vissuto attivamente e in modo partecipato il dibattito all'interno della Commissione necessitano di un lasso di tempo sufficientemente ampio per farsi una propria idea e una cognizione diretta sul conto consuntivo della Regione Piemonte relativamente all'esercizio finanziario 2001.
Questo in modo da poter esprimere sia nella fase di discussione sia soprattutto, nella fase di votazione - che appartiene alle responsabilità e alle prerogative del singolo Consigliere - un voto ragionato e convinto.
Quindi, ancorché il Consiglio è sovrano - e questo dobbiamo sempre ricordarlo - riteniamo non opportuno affrontare oggi un tema così importante, perché forse molti colleghi non sono preparati.
Si andrebbe a calpestare il diritto di ogni Consigliere regionale di avere su un atto fondamentale - perché il conto consuntivo è un atto fondamentale del Consiglio regionale - l'opportunità di partecipare alla discussione e alla votazione.
Voglio inoltre difendere idealmente e concretamente il diritto dei Consiglieri regionali che, assenti oggi, e non avendo visto questo punto all'o.d.g., sarebbero privati di votare, a loro insaputa, un atto fondamentale della Regione.
Non me ne voglia il Consigliere Chiezzi; quando governerà il Consigliere Chiezzi vedremo chi ci sarà nel ruolo dell'opposizione e quali saranno le opposizioni, però la priorità dei punti è indicata dal governo regionale, quindi dalla Giunta regionale che se ne assume la responsabilità.
Bene ha fatto ad ascoltare questa priorità il Presidente del Consiglio regionale che tutela l'assemblea, giacché va ricordato sempre che l'art. 5 nel nostro Statuto prevede che il Presidente del Consiglio regionale non debba agevolare, ma debba - Consigliere Chiezzi - garantire alla Giunta regionale di applicare, nel Consiglio regionale, il proprio programma di governo.
Il disegno di legge n. 365 è un atto importante che rientra, nelle modalità di come affrontare il disavanzo della sanità relativamente all'anno 2000, nelle priorità di questa Giunta regionale.
Quindi, voteremo contro la proposta di inserimento all'o.d.g. del punto proposto dal Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

Passiamo quindi alla votazione.
E' stata richiesta la votazione per appello nominale.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 418.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento al sollecito di una comunicazione da parte dell'Assessore D'Ambrosio in merito al finanziamento dei LEA


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Mi corre l'obbligo di richiamare l'impegno che aveva assunto l'Assessore alla sanità di comunicare al Consiglio la deliberazione assunta dalla Giunta per garantire il finanziamento dei LEA per tutto l'anno corrente.
Inoltre, non voglio impantanare i lavori di questo Consiglio perch anch'io ho tutto l'interesse a che si discuta il disegno di legge n. 365 però voglio ricordare che nel mese di giugno la Giunta doveva riferire sull'andamento dei ticket qui in Consiglio.
Il mese di giugno è ormai trascorso e aspettiamo di avere questa comunicazione.
Chiedo che venga calendarizzata e chiedo che venga data una risposta alla prima questione, quella della garanzia circa i LEA, cioè che venga distribuita la delibera che l'Assessore alla sanità aveva garantito che sarebbe stata assunta per il 28 giugno.



PRESIDENTE

A fine seduta, l'Assessore D'Ambrosio farà le comunicazioni: c'è un impegno formale in tal senso.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita - Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365: "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo riprendere l'esame degli emendamenti presentati all'art. 1 del disegno di legge n. 365, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Bisogna ripetere la votazione dell'emendamento n. 1.1).
Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota dell'1,1%".
Ricordo che rispetto a tale emendamento la Giunta aveva espresso parere contrario.
Indìco nuovamente la votazione palese, mediante procedimento elettronico su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota dell'1,2%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

E' ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1.2) è pertanto ritirato.
1.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota dell'1,3%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

E' ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1.3) è pertanto ritirato.
1.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota dell'1,4%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

E' ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1.4) è pertanto ritirato.
1.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota dell'1,5%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Come vede, gli atti di buona volontà non mancano certo che se rimangono isolati e destinati ad una maggioranza sorda e bigia, servono a poco. Politicamente bigia, siete tutti colorati.



PRESIDENTE

"Bigia" è proprio bella come espressione!



CHIEZZI Giuseppe

Allora, Presidente, siamo daccapo: questa mattina ci siamo dati all'ippica e oggi pomeriggio il nostro Presidente Ghigo, dimostrando di perseverare nella sua insensibilità politica, continua a vivere una crisi della sua maggioranza, a non considerare la sua presenza in Consiglio come fatto politicamente utile anche alla sua funzione per poterla svolgere un po' meglio, oltre che nei confronti dell'opposizione, anche nei confronti della sua stessa maggioranza. Non si presenta quindi con una Giunta rinnovata negli incarichi e nelle persone; così come leggiamo, tenta di farlo ormai per due volte in due settimane, con i suoi alleati, senza riuscirci; non viene neppure a difendere un provvedimento parecchio contrastato dalle minoranze, ma sul quale serpeggiano, neppure troppo dissimulati, dei dubbi anche nelle file della maggioranza.
Lei capisce, Presidente Ghigo - se fosse mai qui presente, le parlo come se lei fosse presente - che diventa difficile riuscire a portare a compimento un provvedimento di questo genere quando il primo e unico vero responsabile del provvedimento giace alla macchia.
Qualche giorno fa ho ricevuto da un quotidiano - non lo nomino per discrezione - un questionario nel quale mi si chiedeva di rispondere su quali sono le cose che si rimprovera a un Assessore di non aver fatto e quali cose invece si dice che un Assessore avrebbe dovuto fare. Io non ho risposto a questo questionario perché le mie opinioni sono pubblicamente note, si sa come la penso, ma certo che, se dovessi mai rispondere, per quanto riguarda il Presidente Ghigo avrei risposto che l'errore capitale che ha fatto è stato quello di non occuparsi del problema della sanità e l'altro errore capitale che ha fatto è stato quello di occuparsi del problema della sanità dal 7 gennaio 2001 in poi. Prima ha sbagliato a non occuparsene e poi - i fatti lo dimostrano - ha sbagliato ad occuparsene.
Avrei risposto in questo modo.
Allora, l'autorevole Vicepresidente della Giunta regionale - che vedo assente per il momento dall'aula, ma avrà un Vice anch'egli, avrà nominato un sostituto - riferisca o lo riferisca il buon Assessore D'Ambrosio, sul quale si cercano di scaricare tutte le responsabilità, che queste cifre che sono state anche ridotte di entità, nel senso che gli emendamenti rimangono di mezzo punto in mezzo punto - sono cifre che noi vogliamo discutere e speriamo anche di poter discutere via via in modo più approfondito con gli esponenti della maggioranza, perché di certo sono cifre che sempre più si avvicinano alla cifra proposta dalla Giunta del 70 o a quell'altra cifra virtualmente proposta come momento possibile di un patto di compromesso tra maggioranza e opposizione, che pure abbiamo rifiutato, del 50%.
Quindi, prego i colleghi della maggioranza di valutare che queste nostre proposte sono proposte per noi riduttive di un principio che era quello di non scaricare praticamente alcunché sulle ASL e sulle ASO, ma di giungere a un pacchetto di proposte emendative che pesino nel minor modo possibile sulle attività che le ASL e le ASO devono svolgere, attività che continuo a pensare saranno indotte a un'erogazione più difficile rispetto alla situazione attuale nel momento in cui sulle ASL e sulle ASO si scaricheranno gli oneri finanziari di questi mutui.
Do sempre per scontato - e concludo - che quanto scritto sulla legge corrisponda a verità, ma negli interventi successivi potrò anche spendere qualche parola per evidenziare qualche dubbio che questa legge, con queste norme, affermi il vero. Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi? La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Riconosco che per il Presidente della Giunta regionale, Enzo Ghigo questa discussione risulti essere abbastanza imbarazzante; abbastanza imbarazzante perché la vicenda del mutuo del 2001, come si suol dire, fa venire una serie di nodi al pettine; una serie di nodi che in qualche modo si era cercato di tenere lontani nel tempo, che però inevitabilmente prima o poi dovevano venire alla luce.
Noi in quest'aula abbiamo assistito a diverse bugie. Ricordo quando abbiamo sollevato per primi la questione del disavanzo della Regione Piemonte, che nel 1997 era ancora poca cosa (si trattava di appena 350 miliardi) e ricordo che l'Assessore D'Ambrosio ci aveva accusato pubblicamente di fare dell'allarmismo, dicendo che i conti erano a posto.
In realtà, è vero, non si trattava di cifre importanti; era una cifra abbastanza modesta che, se confrontata con il disavanzo di altre Regioni come la Lombardia o l'Emilia Romagna, effettivamente appariva pochissima cosa. Era una cifra di cui allora avevamo cognizione: si riferiva all'anno precedente, al 1996, ne eravamo venuti a conoscenza nel novembre del 1997 e avevamo sollevato la questione.
Ciò che colpiva era che la Regione Piemonte, che - come direbbe il mio collega di Gruppo, Lido Riba - è la Regione di Quintino Sella, è sempre stata una Regione molto rigorosa nel rispetto dei conti, tant'è vero che l'Assessore alla sanità ha potuto ereditare una situazione di conti in assoluto pareggio. Questo, quando l'Emilia Romagna aveva un disavanzo pari a un terzo del disavanzo nazionale.
In realtà, la situazione è andata via via peggiorando; noi, in campagna elettorale, denunciammo un disavanzo di 3.500 miliardi (è chiaro che, non essendo all'interno della Giunta, potevamo fare delle stime generali).
Qualcuno aveva risposto che eravamo stati troppo pessimisti, altri che eravamo stati troppo ottimisti, fatto sta che adesso i dati della Corte dei Conti ci dicono che il disavanzo totale accumulato dal 1996 al 2001, dalla Giunta regionale di centrodestra del Piemonte, è di 4.226 miliardi, con un disavanzo di 1.200 miliardi relativo al 2000. Questa è la situazione.
Prima questione: abbiamo dimostrato, ormai in modo assolutamente inconfutabile, che c'era una situazione di disavanzo.
Spesso l'Assessore alla sanità, per giustificare il disavanzo, chiama in causa la situazione delle altre Regioni o il fatto che il Fondo sanitario nazionale è sottostimato, ecc.
Sono d'accordo, effettivamente il Fondo sanitario nazionale è sottostimato e mi aspetterei che la Giunta di centrodestra, che ha la fortuna di avere un Governo nazionale concorde, come opinioni politiche chiedesse un aumento di tale Fondo.
Le ipotesi di riduzione della pressione fiscale, che sarà soprattutto a carico delle fasce più elevate della popolazione, porterà sicuramente dei vantaggi alle persone benestanti, ma diminuirà le cifre a disposizione per il Welfare nazionale. I discorsi molto chiari, come il ricorso alle assicurazioni integrative, ci fanno capire qual è il futuro che si vuole riservare alla sanità da parte del centrodestra.
Il primo nodo è proprio questo: il disavanzo c'era...
Quanto tempo ho, Presidente?



PRESIDENTE

Cinque minuti, siamo in sede di emendamenti.



RIGGIO Angelino

Ho sbagliato ad aprire il circolo; ero convinto di avere dieci minuti e sono ancora a metà del mio cerchio. Chiedo scusa e mi interrompo.



PRESIDENTE

Grazie.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Il problema che continuiamo a richiamare è relativo alla distribuzione del mutuo, per quanto riguarda le ASL, rispetto all'impegno della Regione.
E' da un po' di tempo che portiamo avanti queste discussioni. Noi continuiamo ad affermare che il sistema messo in piedi dalla Regione finirà inevitabilmente per aggravare i problemi delle ASL e le gestioni delle ASO.
E' una cosa che l'Assessore alla sanità non può non sapere e se è vero come a volte afferma egli stesso, che l'impegno del Governo italiano per quanto riguarda la spesa sanitaria è di minore valore rispetto a quello della media europea, credo che il governo regionale debba chiedere al Governo centrale un impegno proporzionato alla richiesta di salute che emerge nella sanità.
Per quanto riguarda la richiesta di sanità, ritengo che anche l'Assessore sappia che non si tratta di ridurre l'impegno della Regione; al contrario, occorrerebbe aumentare l'impegno economico, per fornire un servizio di salute ai cittadini. Cosa che andiamo regolarmente a proporre: si fa il calcolo economico per cui ogni letto costa un tot di gestione al giorno e, pertanto, se eliminiamo tot posti letto, otteniamo un risparmio.
Naturalmente, in questo modo non raggiungiamo l'obiettivo di garantire la sanità e la salute dei cittadini piemontesi; non dimentichiamo che circa il 90% dei casi di decesso in Piemonte è legato a motivi di malattie tumorali o cardiovascolari e che la vera prevenzione va ben oltre la prevenzione secondaria che si può fare in ospedale.
Fare vera prevenzione significa investire soldi anche al di fuori del comparto della sanità, per esempio nella tutela dell'ambiente, nel quale vanno cercate le cause prime - ad esempio - della mortalità per tumori.
Questa mattina abbiamo licenziato un provvedimento contenente una cifra minima rispetto all'impegno che viene richiesto per la sanità.
In quanti piccoli rivoli di quel genere, uguali a quello di questa mattina, la Giunta disperde i propri soldi? E' questione di scelte: possiamo scegliere di approvare dieci, venti cento leggi più o meno clientelari, o una serie infinita di leggi nelle quali stanziamo pochi o tanti soldi, comunque si tratta sempre di un impegno finanziario, invece di disperdere in mille rivoli.
Potremmo rafforzare di più laddove c'è più bisogno. La salute dei cittadini è uno degli impegni primari della Giunta; invece solo ieri in Commissione è stata proposta un'altra legge clientelare nella quale si pensava di sostenere chi spala la neve in montagna (con tutta una serie di considerazioni che non è il caso di richiamare in questa sede), che prevede un impegno di spesa equivalente al rateo di un mutuo di una delle tante ASL del Piemonte.
E' solo un esempio di come, risparmiando dei soldi da una parte potrebbero essere utilizzati per pagare il mutuo dall'altra. E' una semplice norma che rientra nelle regole della buona condotta e della buona amministrazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Proverò a fare un ragionamento molto semplice, ma non so se riuscirò a convincere l'Assessore D'Ambrosio. Parlerò di due questioni di estrema attualità, sulle quali il nostro Gruppo ha presentato due interpellanze.
Tuttavia, occorre inquadrare prima il problema.
Oggi stiamo discutendo su quale parte degli oneri relativi ai mutui si devono accollare le ASL, quindi come le stesse debbano dare risposte ai servizi volti alla tutela della salute della persona, senza che la scelta che noi andiamo ad operare incida in modo significativo o sia tale da ritardare la risposta ad alcuni bisogni che provengono dai cittadini.
La prima questione che sollevo è questa. L'Assessore è a conoscenza che, con lettera protocollata n. 749 dell'11 gennaio 2002, i Direttori generali ed amministrativi dell'ASL 1 hanno deciso, con decorrenza dall'1 gennaio dell'anno in corso, che su tutti i trasferimenti a destinazione vincolata, che dalla Regione vengono destinati alle ASL nell'ambito dell'espletamento di servizi che si attuano in virtù delle leggi esistenti si dà indicazione di sottrarre da questi fondi il 10% del loro importo? E' evidente a tutti che questo vuol dire distrazione di risorse che la legge destina alla Regione affinché, mediante una partita di giro, le possa mettere a disposizione dell'ASL la quale, a sua volta, darà attuazione ai progetti.
Faccio un parallelo: sarebbe come dire che l'Assessore alla cultura nell'ambito dei trasferimenti dallo Stato definiti per finanziamento dalla legge n. 49 e che hanno una quota capitaria, decidesse di trattenere o far trattenere ai Comuni il 10% di quegli importi per coprire le spese di gestione e distribuzione di queste risorse. E' evidente a tutti che, sia per quanto riguarda le ASL che per l'Ente locale, questo è un compito di per sé istitutivo; rientra nel compito e nello scopo sociale delle Aziende dare risposta agli obblighi che derivano proprio dal loro ruolo istitutivo.
La seconda questione credo di averla già sollevata in un'altra occasione. Lei, a seguito di una nostra interpellanza alla quale risponderà in aula, ha comunicato - credo di aver capito bene, perché così è trapelato dai giornali, ma non sono ancora in possesso di documenti ufficiali - che contrariamente a quanto si pensava, l'onere relativo alla gestione dell'ex Istituto San Giuseppe di Cumiana (che diventerà un Centro di eccellenza per il recupero funzionale di bambini cerebrolesi) è un onere in capo all'ASL di competenza.
Contrariamente a quello che sostenevano - lo abbiamo letto sui giornali, eventualmente lo ratifichi - oneri di gestione previsti: 6 miliardi. Siamo in presenza di due casi eclatanti nei quali coinvolgiamo la capacità di spesa delle ASL.
Dobbiamo rimarcare che, nel secondo caso, fino a quando non verranno messe a bilancio e reperite tali risorse, quell'ospedale sarà destinato a restare una bella opera, che non risponderà allo scopo per il quale è stato costruito.
Invece, per quanto riguarda l'ASL 1, la conseguenza di questa scelta nefasta è che sugli interventi per i minori, sulla sperimentazione di nuovi servizi sanitari, sull'informazione della salute per immigrati, sugli handicappati, dovrà essere operato obbligatoriamente il 10% del taglio sui servizi.
Capisce, Assessore, l'attinenza del tema sollevato in relazione alla questione che stiamo discutendo? Si può pensare che la scelta che l'Amministrazione sta facendo sia una scelta che va nella direzione del pieno assolvimento di compiti istituzionali e della garanzia del servizio che è quello che i cittadini si aspettano? Sono stato al tema, citando casi esemplari assolutamente di attualità sui quali gradirei una risposta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.5).
Il Consiglio non approva.
1.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota dell'1,6%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

E' ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1.6) è pertanto ritirato.
1.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota dell'1,7%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

E' ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1.7) è pertanto ritirato.
1.8) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota dell'1,8%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

E' ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1.8) è pertanto ritirato.
1.9) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota dell'1,9%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

E' ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1.9) è pertanto ritirato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Vorrei segnalare ai colleghi e a lei, Presidente, l'eccezionalità del caso del collega Chiezzi che ha ritirato in sequenza quattro emendamenti.
Credo che lei una parola di riconoscimento a questo fatto la debba dare.



PRESIDENTE

L'ho già detto prima e, se del caso, gliela rinnovo.
1.10) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 2%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie al Consigliere Tapparo, sempre politicamente sensibile e cortese.
Buongiorno Presidente Ghigo, ho evocato poc'anzi la sua assenza e lei è arrivato.
Presidente Ghigo, siamo arrivati ad una proposta di compromesso: portare al 2% la quota di finanziamento del mutuo in carico alle ASL E' una quota molto piccola, ma è già una quota pari al doppio di quella dell'1 sulla quale ci eravamo collocati pochi minuti fa. Passi in avanti ne stiamo facendo, sia pure molto piccoli; passi accelerati anche dal ritiro di alcuni emendamenti.
Questo sta a dimostrarle, Presidente Ghigo, che non c'è una volontà ostinata di proporre muro a muro, ma c'è una volontà, molto ferma, di riuscire a ridurre, per quanto le nostre forze lo renderanno possibile, il danno che lo "scaricamento" del finanziamento del mutuo alle ASL potrà portare all'erogazione dei servizi che le ASL e ASO svolgono per i cittadini.
Questa, Presidente Ghigo, è una battaglia che conduciamo con fermezza con durezza e con le argomentazioni di cui siamo capaci. Continuiamo ad essere convinti, ammesso che lei abbia detto il vero nell'art. 1 (cosa di cui dubito, ma in merito alla quale mi riservo di parlarne nei prossimi emendamenti), che tutto ciò - e sta già avendo questo effetto - metterà le ASL e le ASO in condizione di erogare meno servizi, sia in forma esplicita sia in forma implicita.
Presidente Ghigo, da quando lei - ahimé! - dopo non essersi occupato di sanità, ha iniziato ad occuparsene, ossia dal 7 gennaio 2001, le sue decisioni sono sempre state - senza offesa - a maglia molto larga, molto grossolane, grezze, poco lavorate, poco rifinite, appena sgrossate consistenti nell'uso dell'accetta per dare il segnale che adesso si cambia registro e le spese devono essere messe sotto controllo.
Non so se a lei, Presidente, le cose vengano nascoste o taciute. Non lo so. Lei non ha mai ricevuto una telefonata o non ha mai chiacchierato con qualche cittadino che le ha segnalato che la sua prenotazione per un ricovero è stata rimandata di 15 giorni, di un mese o due mesi e che l'intervento programmato è stato rimandato? Perché dal 7 gennaio 2001 questi fatti stanno succedendo quasi in ogni reparto. Lei sa che ci sono reparti che hanno subìto, senza neppure una forma di decisione visibile, ma realizzandolo direttamente nei fatti, una riduzione di letti? Di reparti che diminuiscono la capienza? E di responsabili del servizio che telefonano a persone in lista d'attesa, già di per sé lunghe, che dicono: "Dovrete aspettare di più"? Sa di reparti che, disponendo di un certo numero di letti, in questo ultimo anno li hanno dimezzati? Di reparti che hanno addirittura avuto la necessità di unirsi ad altri reparti: tipo reparto ortopedia con il reparto otorino per dividersi i posti letto? Sa che sono successi questi fatti? Sa che dal 7 gennaio ci sono operatori sanitari che non hanno più preso ferie? Sa che si fanno turni massacranti? Sa che tutto questo significa aver turbato l'erogazione di un pubblico servizio determinando un peggioramento delle condizioni di salute? Il fatto è che in merito alla salute dei cittadini si interviene più tardi di quanto, invece si sarebbe dovuto, con una politica sanitaria corretta.
Mediti su questo, Presidente Ghigo!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Siccome nel mio precedente intervento avevo creduto di avere a disposizione dieci minuti di tempo per parlare, ho potuto svolgere solo una prima parte del mio ragionamento.
Nella prima parte del ragionamento ho voluto rimarcare il fatto che con questa deliberazione, in cui si parla del riparto del mutuo collegato al disavanzo del 2000, abbiamo una certificazione. Noi, Consiglieri regionali sapevamo che c'era un disavanzo, ma adesso, grazie a questa deliberazione di riparto, tutti i piemontesi sapranno, con certezza, della presenza del disavanzo.
Poco conta il fatto che il Fondo sanitario nazionale sia sottostimato certo è che l'abilità di un amministratore è quella di far quadrare i conti, di fare il miglior pane possibile con la farina che ha in casa. Non si può certo dire che stiamo facendo il miglior pane possibile, perch siamo arrivati ad una situazione in cui il godimento di un diritto, che è quello di attraversare il percorso di salute, dal disagio al momento della cura, è seriamente compromesso. Ancora una volta, si può far finta che questo non sia vero, ma ormai sappiamo che non è così: il percorso di salute, o avviene in un tempo stabilito, oppure, di fatto, è negato. Per raggiungerlo, ormai sempre più gente è costretta a ricorrere alle strutture convenzionate. Fin qui poco male, anche perché l'Assessore è particolarmente generoso con le strutture convenzionate, come ci ha spiegato bene il dottor Grando nella sua relazione a proposito della cardiochirurgia. C'è, quindi, sempre un maggior ricorso alle strutture private e alle assicurazioni.
La seconda questione, relativa alla deliberazione di riparto sul mutuo del 2000, è il fatto che le spese sanitarie non sono state istituite in funzione di un miglioramento della qualità dei servizi, ma sono avvenute attraverso un meccanismo perverso; meccanismo su cui l'Assessorato e la Giunta (perché non diamo la croce solo all'Assessore D'Ambrosio come si cerca di fare), nella migliore e più benevola delle ipotesi, non hanno effettuato il loro dovere di controllo. Che questo sia vero è dimostrato dal fatto che in periodo elettorale, nell'anno 2000, c'è stata l'esplosione di questo disavanzo. Il disavanzo è stato parecchio importante e crescente negli anni, a partire dal 1995 fino al 2000. Questo lo abbiamo detto ripetutamente e ormai credo che ogni piemontese lo abbia acquisito.
Il massimo del disavanzo lo si raggiunge nel 2000, anno in cui essendoci la concomitanza delle elezioni, c'è il "fate come volete" rivolto ai Direttori generali, non detto esplicitamente, ma attraverso una merce di scambio che qualche volta appariva palpabile.
In campagna elettorale, alcuni Direttori generali sono diventati dei veri e propri agit-prop dei partiti di centrodestra.
In quell'anno, abbiamo avuto l'esplosione di alcune spese. Per esempio le consulenze sono arrivate alla cifra record di 73 miliardi e le consulenze sappiamo che sono degli incarichi che vengono affidati dai Direttori generali, indipendentemente da qualsiasi gara, sulla base di un rapporto fiduciario personale. Tra questi Direttori generali, lo stimatissimo Luigi Odasso, grande dirigente di Forza Italia.
Queste cifre sono state erogate attingendo dalla propria tasca, che, di fatto, però, era quella di tutti i cittadini: 73 miliardi.
Non solo: fra tutti i primariati (623), istituiti dal 1995 al 2001, 427 sono stati indetti tra il secondo semestre del 1998 e il 2000. Si parla quindi, di più di due terzi e la maggior parte sono stati trasformati in incarichi proprio nell'anno 2000.
Questa è la dimostrazione di come la spesa sanitaria sia anche servita a costruire consenso.
Presidente, mi accorgo che, ancora una volta, ho sbagliato ad allargare il cerchio: concluderò nel prossimo intervento.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Presidente, parlo piano, altrimenti sveglio qualche collega che sta riposando un attimo.
Dato che questo intervento è stato definito poco più che una partita di giro, noi abbiamo cercato di fare un ragionamento basato sui costi dei servizi rilevati nel 2001.
Amici, il Consigliere Scanderebech riposa un attimo, la materia è anche noiosa! Mi richiamano perché, ogni tanto, mi lascio andare in queste foghe emotive e poi disturbo! I dati che abbiamo messo insieme si basano su un ragionamento rilevato dai piani aziendali 2001, anche perché i piani aziendali 2002 non ci sono ancora stati consegnati, nonché dalle rilevazioni delle verifiche trimestrali effettuate dall'Assessorato nel corso del 2001. Dopodich abbiamo fatto degli arrotondamenti, anche questi silenziosi. Quindi abbiamo una sorta di tabella e di dati che riteniamo siano in qualche modo espressione anche di provocazioni, ma che si rifanno a quanto, di fatto veramente succede.
Mi dispiace, non vorrei aver svegliato il collega! L'ho svegliato! Tocca sempre a me! E' pure simpatico e gentile; dopodiché, è toccato a me! Allora, alzo un pochino la voce, tanto si è svegliato! Dell'ASL 1 si è parlato parecchio sui giornali, perciò faccio un altro esempio, passo ad un'altra ASL, intanto abbiamo tempo per affrontarle man mano. Dell'ASL 3 non è stato assolutamente fatto cenno.
Relativamente all'ASL 3, che riguarda la realtà torinese, ma poi faremo anche degli altri esempi, il fabbisogno dichiarato per il 2002 è di 410,4 miliardi. Ne sono stati assegnati 402. Quindi, diciamo che non è una situazione così penalizzata rispetto ad altre che hanno subìto dei significativissimi ulteriori tagli.
Questo va sempre letto in aggiunta ai tagli che già sono avvenuti con la deliberazione del 7 gennaio e quelli successivi. Il totale è sempre quello. Si oscilla sempre tra il 17-18-19% complessivamente.
Allora, applicando il megamutuo con la proporzione del 70/30, per quell'ASL sarebbe pari - per semplicità continuo ad esprimerla in lire alla cifra di 2 miliardi 906 milioni 977 mila lire.
Cosa potrebbe provocare nel territorio affrontare questo pagamento? Ad esempio, la chiusura dei Centri diurni per anziani, che equivale all'incirca a 500 milioni di quota pesata su quel territorio; la sospensione della specialistica accreditata esterna, che equivale a circa 2,450 miliardi, un capitolo che non ha subìto, di fatto, tagli negli ultimi anni.
Qualora andassimo nella direzione di invertire la proposta che la Giunta regionale sta portando avanti con un ragionamento fatto sul 50% o come speriamo noi, che si avvicini sempre più al 15%, cosa si verificherebbe? Scenderemo a 2 miliardi e 76 milioni circa. Si dovrebbero azzerare le prestazioni di terapia fisica sia sul territorio, sia quelle in presidio. Se noi arrivassimo al 30% per l'ASL 3 di Torino, si arriverebbe quindi ad un miliardo e 245 - quasi 300 milioni di mutuo da pagare. In questo caso, si potrebbe chiudere la radiologia diagnostica con un risparmio, perché l'ottica, purtroppo, è capovolta in questo caso, non è a beneficio del cittadino utente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente, non era certamente mia intenzione intervenire su questi emendamenti, non tanto per non confrontarmi nel merito, però vedo che ad ogni intervento, più che parlare sul merito dell'emendamento, si fanno dei richiami e delle considerazioni legittime, ma squisitamente politiche, o in senso generale sul provvedimento, o richiamando addirittura, anche se, lo riconosco, con logica e pertinenza, le cause per cui oggi siamo qui, come abbiamo fatto nei giorni scorsi nell'affrontare un disegno di legge per la copertura del disavanzo della sanità registrato nell'anno 2000.
Ho appreso e sono rimasto colpito, anche provando un po' di disagio e di preoccupazione, per non dire altro, per come il centrosinistra - nella fattispecie la Consigliera Suino che mi ha preceduto - nel caso fosse un amministratore delle ASL e delle ASO, avrebbe affrontato la copertura della quota della propria ASL - passatemi il termine esemplificativo - dicendo: "Se la mia ASL deve far fronte ad una quota parte di questo disavanzo di un miliardo e mezzo, due miliardi, due miliardi e due, dovrei tagliare questo questo e questi servizi".
Noi in merito al provvedimento - la relazione lo dice in modo chiaro ci siamo confrontati in Commissione, tutti i Capigruppo di maggioranza e non solo sono intervenuti nel dibattito generale. Intendiamo semplicemente responsabilizzare le dirigenze delle ASL e delle ASO per far fronte alla copertura di un disavanzo che le stesse hanno contribuito, per quota parte a formare.
Pertanto, attribuiamo un principio semplice e squisito di corresponsabilità. Non abbiamo mai immaginato, anzi, abbiamo sempre chiarito politicamente in quest'aula e fuori, che le ASL non debbono, per far fronte a questa copertura, tagliare i servizi. I servizi non devono essere tagliati e non saranno tagliati. Nei budget, che la maggior parte dei Direttori generali delle ASL e ASO hanno sottoscritto, era chiaro che dovevano far fronte alla copertura di questa parte di rata di mutuo per coprire il disavanzo del 2000 e nessuno ha immaginato di ricavare la quota e i soldi necessari a coprire quella parte di disavanzo tagliando dei servizi. I servizi, ad oggi, non sono stati tagliati a dispetto di quello che il centrosinistra dice all'interno di quest'aula e sui giornali; si possono fare solo riscontri su fatti oggettivi, ma fatti e riscontri oggettivi di tagli di servizi non ve ne sono.
Voi tirate in ballo, appositamente per creare confusione, la riduzione dei posti letto, ma dobbiamo ricordarvi, cari amici del centrosinistra, che la riduzione dei posti letto discende da una riforma della sanità voluta da un Ministro del centrosinistra, l'On. Rosy Bindi, e non dal suo successore Veronesi, non dal suo successore, prof. Girolamo Sirchia, Ministro del Governo della Casa delle Libertà.
La "vostra" Rosy Bindi ha immaginato una riforma della sanità con la riduzione dei posti letto, perché riduzione dei posti non vuol dire riduzione dei servizi, sempre che qualcuno - l'ho già detto fuori da quest'aula - voglia difendere qualche primariato, che, se passa da 48 a 44 posti letto quando magari la degenza media del reparto è di 30-32, si vede depotenziato o vuole, per contrastare una riduzione tesa ad ottimizzare i servizi e a liberare delle risorse, creare della disinformazione.
In poche parole, non si vogliono tagliare servizi. Le Aziende, come è stato spiegato loro e come quando hanno sottoscritto i budget, dovranno semplicemente introdurre maggiore efficienza e liberare quella parte limitata di risorse per pagare la loro quota di debito. Tutto il resto è disinformazione.
Ricordo che la riduzione dei posti letto non c'entra nulla e che la riduzione dei posti letto discende da una riforma sanitaria, complessa e complessiva, voluta da un Ministro del vostro segno politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Mi collego all'intervento del collega Cattaneo perché riprende un ragionamento politico più ampio. Mi pare giusto, perché quello che ci proponiamo di fare è un confronto serio attorno al tema della sanità, in modo particolare sulla gestione della sanità.
Consigliere Cattaneo, se viene affermato, come ha fatto nella parte conclusiva, che la riduzione della spesa comporta una maggiore efficienza vuol dire che il sistema è inefficiente. Vuol dire che in questi sette anni non è stato fatto alcun intervento per favorirne l'efficienza.
Mi pare un'affermazione logica. Vi è una riduzione della spesa, ma non comporta una riduzione dei servizi perché si tratta di rendere il sistema efficiente. Vuol dire che il sistema è inefficiente. Vuol dire che l'Assessore D'Ambrosio gestisce un sistema inefficiente da sette anni a questa parte. Non mi pare sia questo il senso e non lo dico per fare un giochino di parole. Il sistema certamente ha delle sacche di inefficienza ma non è soltanto questo. Il problema è di tipo strutturale, d'altronde l'abbiamo detto ripetutamente in diverse occasioni.
Quanto al riferimento ai posti letto, certamente ci sono delle norme nazionali che hanno dato indicazioni in tal senso. E' perfettamente vero e sarebbe stupido non riconoscere questo fatto. Quello che noi diciamo ripetutamente è che la riduzione dei posti letto non è stata accompagnata da una riduzione della spesa.
Quando il Ministro della Sanità diede questa indicazione era all'interno di una logica di razionalizzazione, ma quando vi è una riduzione di 3.400/3.500 posti letto, com'è avvenuto in questi anni, e questo non è stato accompagnato dalla riduzione della spesa, anzi, la spesa è aumentata, vuol dire che l'operazione è fallita. Questo è il tema. Se la riduzione fosse stata accompagnata da una riduzione della spesa sarebbe anche comprensibile, anche se bisognerebbe fare un ragionamento puntuale e preciso, precisando laddove era importante e laddove non lo era. Parlando in termini complessivi, se la riduzione dei posti letto fosse stata accompagnata da una riduzione della spesa sarebbe stata comprensibile. Vi è stata invece una riduzione dei posti letto, ma la spesa è aumentata. Questo è un dato di fatto e in questo sta il fallimento della politica sanitaria.
Volevo fare una seconda considerazione, sempre riferendomi a quanto ha detto il Consigliere Cattaneo. Se la riduzione dei posti letto fosse accompagnata da una riduzione dei primariati sarebbe comprensibile e logica, ma questa riduzione non è stata accompagnata da una riduzione dei primariati: i primariati sono aumentati. Sono dati certificati e verificati: i primariati sono aumentati. Mi chiedo cos'è un primariato che non ha posti letto. Mi chiedo cos'è il primariato di chirurgia realizzato a Vercelli, aggiuntivo al primariato esistente, con la giustificazione che a quello di Santhià, perché ormai c'è solo il reparto di medicina, è stato aggiunto un altro primariato. Cos'è quello, Assessore? Stessi posti letto di prima di chirurgia a Vercelli, a Santhià non c'è più la chirurgia perch è stata eliminata, si fa la medicina e si dice: "Manteniamo il primariato di chirurgia e facciamo una seconda chirurgia a Vercelli". Cito un esempio fatto ripetutamente dalla maggioranza, poi vorrei citare altri fatti sempre relativi ai primariati.
Le questioni stanno in questi termini. In ogni caso, Consigliere Cattaneo, una riduzione dei servizi si è verificata, altrimenti non si capirebbe per quale motivo anche tra amministratori della maggioranza del Verbano Cusio Ossola vi sono segnali di protesta e di preoccupazione. Non credo che tutti, centrosinistra e centrodestra, siano totalmente presi dalla voglia di contrastare la maggioranza, però si coglie che qualcosa non va.
Sono tanti i casi, potrei citarne alcuni. I malati psichiatrici, che sono attualmente ricoverati in comunità, in questi giorni stanno ricevendo sollecitazioni da parte delle ASL che pongono la questione se tali ricoveri hanno un senso. Abbiamo ricevuto indicazioni di tagliare, bisogna pensare a un percorso diverso rispetto alla comunità, e ce ne sono tanti, perch Assessore, le vostre indicazioni di riduzione degli stanziamenti stanno provocando una riduzione dei servizi soprattutto ai più deboli.
Sentite cosa dice l'Associazione dei malati psichiatrici su questa situazione, cioè sul fatto di ignorare i fatti. Ci sono persone ricoverate a cui è stato detto: "No, abbiamo meno soldi, pensate ad altre sistemazioni, alla comunità alloggio".
Questo è il quadro, che poi riprenderò, e questa è la preoccupazione vera.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Ero uscito un momento dall'aula e, appena rientrato, ho avuto il tempo di sentire l'immancabile chiamata in causa dell'ex Ministro Rosy Bindi da parte del Consigliere Cattaneo.
Mancherebbe ancora, nella giornata odierna, la chiamata in causa dell'ex Presidente del Consiglio dell'Ulivo come responsabile dei danni che riusciamo a fare in Piemonte. Insisto sull'argomento che è già stato affrontato: l'assegnazione dei budget alle ASL prevedono delle assegnazioni di fondi notevolmente inferiori ai pre-consuntivi e alle richieste, per quanto riguarda l'anno in corso.
Le ASL sono state costrette ad accettare i tagli imposti dall'Assessorato, e non so cosa avrà minacciato o promesso l'Assessore.
Tanto per fare un esempio, che l'Assessore sicuramente conosce, l'ASL 1, a fronte di una richiesta di 366 miliardi di lire, si è vista assegnare un budget di 320 miliardi., con un taglio netto di 46 miliardi. Questa ASL che si ritrova con un taglio di 46 miliardi, deve pagare in aggiunta 2 miliardi e 790 milioni.
Sappiamo già che l'Assessore dirà che questo è compreso nei 320 miliardi di lire assegnati, perché, secondo l'Assessore, l'ASL avrebbe già dovuto comprendere quei 3 miliardi in più che deve pagare come rateo del mutuo.
Il problema è sempre uno: l'Assessore da alcuni anni promette sulla carta dei risparmi e dei tagli, che purtroppo non si verificano mai.
Ricordo che abbiamo iniziato con un taglio dell'1% nel 1999. All'epoca lavoravo ancora in ASL e l'Assessore aveva assunto, in deliberazione, un risparmio dell'1% dei bilanci delle varie ASL. Tale risparmio dell'1% non si è mai realizzato per cui si ritorna sempre al solito problema: questi risparmi non si possono ottenere senza un'operazione di riprogrammazione come noi continuiamo a dire da mesi e da anni.
Il problema non è quello di chiudere i letti. Il vero problema è la mancata creazione di un sistema di assistenza, che parta dal livello più vicino al cittadino per arrivare fino all'ospedale; solo così si potrà ottenere risparmio senza far diminuire il livello assistenziale. Ma di questo è da tempo che non ne vediamo traccia.
Sempre nell'ottica di affrontare i problemi in questo modo, da un lato si dice che i soldi e la copertura finanziaria per il pagamento di queste rate di mutuo dovrebbe già essere stata calcolata dalle varie ASL, per dall'altro, nello stesso dispositivo di deliberazione è scritto che le ASL possono provvedere al pagamento di questi ratei del mutuo tramite l'alienazione del patrimonio.
C'è una contraddizione nei termini: o le ASL sono in grado di pagare il mutuo senza dover ricorrere alle alienazioni - che sarebbe il caso esposto in cui le ASL hanno conteggiato la fuoriuscita per il mutuo già nei budget concordati con l'Assessorato - oppure è chiaro che le ASL non sono in grado di fronteggiare questo pagamento.
E' per questo che noi continuiamo a chiedere ostinatamente che sia la Regione a farsi carico di questo esborso. E la Regione deve farlo in che modo? Semplicemente rivedendo i suoi bilanci e, in base alle finanze disponibili, attuare delle programmazioni. Invece di caricare le ASL e le ASO è la Regione che si deve fare carico di questo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.10).
Il Consiglio non approva.
1.11) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%", sono sostituite dalle parole "quota del 2,5%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, il tentativo di scaricabarile non riuscirà. E' anche un po' patetico richiamare l'attività del Ministro Rosy Bindi come elemento sul quale addossare le responsabilità del disastro economico realizzato nella gestione della sanità piemontese. E' un atto nemmeno ingeneroso, è un atto risibile.
Il Ministro Bindi rimarrà nella storia dei Ministri italiani come persona che, in modo rigoroso, attento, responsabile e capace, è riuscita ad indirizzare su binari di serietà, efficienza e risparmio economico, un settore difficilissimo come quello della sanità. Perché il Ministro Bindi ha messo, sotto forma di norme, alcuni punti fermi che, se fossero stati inseriti in modo stabile nella nostra legislazione, di certo avrebbero prodotto dei risultati che avrebbero consentito al Sistema sanitario italiano di rimanere, secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, tra i migliori sistemi del mondo e, in più, rimanendo tale, di riuscire ad avere dei conti economici diversi dai ricorrenti disavanzi che sin qui la sanità italiana ha accumulato.
Il Ministro Bindi, ad esempio, ha posto in chiaro una scelta che da più parti veniva invocata, ma che nessuno aveva avuto il coraggio di nominare: quella di difendere il Sistema sanitario nazionale pubblico da quelle concorrenze che nell'ambito commerciale si chiamano "concorrenze sleali".
Il Ministro Rosy Bindi ha avuto il coraggio di dire che le Aziende pubbliche di sanità sono Aziende per le quali o si decide di lavorare o si decide di andare a lavorare da un'altra parte. Non possono più essere luoghi di lavoro, pagati dai contribuenti, nei quali si va ad imparare un mestiere per poi svolgerlo in concorrenza con la stessa Azienda con la quale si è svolto il precedente servizio, o addirittura con la stessa Azienda che, a fronte di oneri notevoli, ha consentito la formazione e la crescita della professionalità di un medico.
Rosy Bindi ha detto questo, tant'è che tutti coloro...



CHIEZZI Giuseppe

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Però l'hai silurata...



CHIEZZI Giuseppe

Io non ho silurato nessuno...



CHIEZZI Giuseppe

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

L'hai fatta silurare...



CHIEZZI Giuseppe

Dimmi, collega Cattaneo, se condividi questo elemento, così magari siluriamo anche te! Dimmi se condividi il principio affermato dal Ministro Rosy Bindi! Io lo condivido, sono pronto a farmi silurare per un principio di questo genere, perché è uno dei nodi fondamentali che, viceversa, il lassismo, la demagogia e il senso del clientelismo, come senso supremo del far politica che ha la vostra parte, hanno immediatamente rimosso, riconsegnando a una doppia gestione, a doppi interessi, anche tra loro confliggenti, l'attività di uno stesso professionista che, con un piede, sta nell'ospedale pubblico e impara e, con l'altro piede, sta nel privato e lucra; lucra in forza della formazione che ha avuto nel sistema pubblico.
E' un modo di procedere che certamente non può produrre dei risultati e il Ministro Rosy Bindi ha segnato questo elemento.
Il problema del risparmio non può essere un elemento collegato meccanicamente al numero dei posti letto esistenti; questo è vero, ma è anche vero che, in assenza di una programmazione sanitaria, quindi lasciando le cose correre così come sono corse in questi sei anni, fino al 7 gennaio 2001, d'improvviso dare l'ordine di diminuire i posti letto, non effettuare più il turnover nelle assunzioni, ha significato ridurre il servizio sanitario.
Si può anche togliere un posto letto senza nuocere al servizio erogato se il servizio erogato da quel posto letto viene erogato in altro modo senza un posto letto, ma con qualcos'altro (un posto letto diurno, ad esempio).
Tornerò su questo tema perché posto letto e risparmio vanno trattati adeguatamente e non grossolanamente, come ha fatto il collega Cattaneo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Il senso di questi emendamenti, che progressivamente tentano di ridurre la quota del 70%, che la proposta di legge presentata dalla Giunta assegna alle ASL, nella quota di riparto tra Regione, ASL e ASO, ha un significato preciso.
Ha il significato di rendere evidente, da un lato, una situazione generale di razionalità della gestione della spesa sanitaria regionale e dall'altro, quello di evidenziare le difficoltà crescenti che si ripercuotono sui servizi delle singole ASL e ASO e, di conseguenza sull'utenza.
Certo, non ci aspettiamo che ci sia un'accettazione immediata del primo, del secondo o del terzo emendamento che propone una riduzione della quota; ci aspettiamo, però, che questi emendamenti, nella loro progressione, suscitino un dibattito e una riflessione nella Giunta e nella maggioranza, in ordine ad un problema.
In sede di discussione di questa deliberazione, ci avete detto che era un artificio contabile, che quel 70% caricato sulle ASL aveva semplicemente lo scopo di consentire alla Regione una possibilità di accendere nuovi mutui, ma che quella cifra, quella quota di ripartizione, veniva considerata nella ripartizione dei budget aziendali.
Ci avete anche detto che, per fare questa operazione, si doveva prendere in considerazione anche l'alienazione dei patrimoni.
Delle due, l'una.
Se il tutto è conteggiato completamente nei budget ed è solo un artificio contabile, dovrebbe sorgere un lungo problema burocratico dal momento in cui vi è la riduzione per le ASL e le ASO e il momento in cui la Regione rifonde.
Se noi, però, interveniamo anche sulla questione del patrimonio, vuol dire che quella copertura, in modo compiuto, complessivo e senza riduzione dei servizi, non c'è.
Si determineranno, pertanto, delle conseguenze molto gravi.
Probabilmente, conoscete la vicenda relativa ai servizi e all'alienazione dei beni delle ASL e delle ASO; ci sono ASL e ASO che hanno incominciato un'operazione di alienazione, dai quindici ai vent'anni fa, e non ne hanno realizzata ancora una in data odierna! Vorrei fare, poi, alcune considerazioni rispetto all'intervento del collega Cattaneo.
Per razionalizzare la spesa, bisogna ridurre quegli ospedali in cui si operano interventi ormai impossibili o ricoveri impropri, sostituendoli con interventi territoriali, cioè facendo come la Regione Toscana, portando la politica e gli interventi del territorio oltre il 50% e portando le politiche di ricovero e quelle ospedaliere, facendole diventare di alto livello di qualificazione, al di sotto del 50%, intorno al 40% della spesa.
Questa è un'operazione di direzione dell'utenza e di razionalizzazione.
Quando le operazioni - mi rivolgo all'Assessore D'Ambrosio - sono quelle per cui si inventano primariati con un posto letto e mezzo (1,25) siamo curiosi di capire chi si ricovera in quello 0,25% di letto! Nello stesso tempo, vorremmo anche capire come mai si dipana la vicenda dei primariati fantasma; ci sono primariati, come quello delle Molinette della diabetologia o quello dell'ostetricia ginecologia di Borgomanero, in cui scompaiono i posti. Ce ne sono altri, come quello, ad esempio, delle malattie infettive a Novara, in cui si definiscono le procedure in meno di due mesi e in un periodo elettorale vengono espletate. Queste sono incongruenze che implicano una mancanza di controllo da parte della Giunta e dell'Amministrazione e che portano a sprechi oggettivi.
Non si coprono posti dove si potrebbe risparmiare e si coprono dove si va a sprecare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Questo intervento mi dà la possibilità di recuperare quelli precedenti.
Nel primo intervento abbiamo dimostrato un dato incontrovertibile: questa Giunta ha prodotto un disavanzo importante. Nel secondo intervento abbiamo dimostrato che la spesa sanitaria è stata utilizzata, più che per produrre servizi, per produrre consenso.
Voglio riprendere un concetto che è stato in parte citato dal Consigliere Cattaneo in merito alla chiusura dei posti letto. Il Consigliere Cattaneo non frequenta molto l'ambiente sanitario, quindi non ha consapevolezza di cosa voglia dire la chiusura di posti letto, che è vera.
La questione della chiusura dei posti letto è stata sostenuta dall'ex Ministro della Sanità Rosy Bindi e da tutti coloro che avevano a cuore la programmazione sanitaria a livello internazionale, in quanto la riduzione dell'ospedalizzazione, della centralità dell'ospedale, è uno dei nodi fondamentali rispetto al governo della nuova domanda sanitaria.
La nuova domanda sanitaria presenta alcuni dati: l'invecchiamento della popolazione, l'aumento relativo delle patologie croniche rispetto a quelle acute e così via. Questi dati indicano una necessità abbastanza precisa: l'ospedale, poiché investito di nuove tecnologie, ha sempre più bisogno di alti livelli di complessità e di tecnologia, quindi assorbe un maggior numero di risorse.
Per evitare che l'ospedale assorba per intero le risorse non facendo fronte all'allungamento della vita media e al fatto che le patologie croniche sono in aumento relativo rispetto a quelle acute e che il percorso di salute (il percorso che parte dal disagio e arriva al progetto di cura) è più lungo e complesso, per fronteggiare a tutto questo, a livello internazionale tutti coloro che si occupano di sanità hanno immaginato un meccanismo di deospedalizzazione, il quale non è un meccanismo selvaggio ma un meccanismo in cui avviene un principio abbastanza chiaro che è quello del cambio 1 a 1.
Se la nuova domanda sanitaria richiede più intervento territoriale che cosa occorreva fare? Bisognava costruire strutture che fossero in grado di impattare le patologie sul territorio. Questo significava realizzare i distretti e dotare gli stessi di strutture tecnologicamente e professionalmente attrezzate come - lo ripeto da diverso tempo - il day service, il day surgery, il day hospital, il country hospital e la telemedicina, costruendo quella struttura territoriale che è il distretto che sarebbe andato ad integrarsi con l'ospedale. La semplice e pura chiusura dei posti letto in ospedale non è, di fatto, un meccanismo di riduzione della spesa.
Il Presidente Ghigo, vantandosi rispetto al modello lombardo, romagnolo e toscano, ha detto: "Esiste un modello Piemonte". Adesso tutta l'Italia ha potuto vedere che cos'è il modello Piemonte e ringrazia.
E' vero, è un modello, ma un modello negativo, perché ha raggiunto il massimo del minimo: un aumento della spesa con un peggioramento sistematico e totale dei servizi. Non c'è stato un meccanismo di travaso dall'ospedale al territorio, non c'è stata la riduzione di 3.600 posti letto compensata dai day service e day surgery. Il numero di ospedalizzazione di un giorno solo è aumentato, contro i 3.600 posti letto che sono diminuiti, di appena 89.
La terza questione che volevamo dimostrare è che non c'è stato un processo di razionalizzazione.
Mi fermo qui perché il cerchio è veramente ampio e difficile da chiudere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Nelle possibilità che ho volevo illustrare, in termini assolutamente generali cercando di stare nel merito, vi è una situazione particolare che è quella dell'ASL 3, che mi riguarda direttamente in quanto residente nel territorio di competenza.
Il prospetto a mie mani, consegnatomi dalla Consigliera Suino, traccia uno scenario di quella che potrebbe essere, rispetto al mutuo di 1.000 miliardi, la situazione che si verrebbe a creare nell'ASL 3.
Senz'altro i Consiglieri più attenti avranno appreso dai giornali del nuovo servizio alle Molinette relativo alle proiezioni cinematografiche per alleviare la permanenza dei pazienti nell'ospedale; proiezioni cinematografiche che mi fanno ricordare una visita che abbiamo fatto, con i Consiglieri della maggioranza che fanno parte della Commissione Cultura, al Museo Nazionale del Cinema, nel corso della quale abbiamo potuto osservare alcune proiezioni cinematografiche di produzioni recenti e passate. C'era anche il Consigliere Scanderebech, che adesso vedo impegnato al computer ...



PLACIDO Roberto

SCANDEREBECH Deodato (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Nessuno ha notato che mi sono astenuto nella votazione. Nessuno mi ha detto "bravo", "grazie"...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Scanderebech.
Continui, Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

La prossima volta cercheremo di essere più attenti.
Dicevo che mentre si cerca, anche con impegni lodevoli, di realizzare delle situazioni per migliorare la vivibilità negli ospedali, relativamente all'ASL 3, che più mi sta a cuore, c'è questo prospetto significativo che spiega come inciderebbe il mutuo nell'ASL 3.
Partiamo da una situazione positiva rispetto ad altre ASL, perché alla richiesta del fabbisogno dichiarato per il 2002 di 410 miliardi, con una piccola riduzione del 2% (una delle riduzioni più basse rispetto a tutte le ASL), sono stati assegnati 402 miliardi. Con un mutuo al 70% sull'assegnato di 402 miliardi verrebbero a mancare 2 miliardi 906 milioni 977 mila. Il che vorrebbe dire - e voglio fare un esempio per meglio rendere l'idea chiudere i Centri diurni per anziani, pari a 500 milioni, e sospendere le specialistiche esterne, pari a 2,450 miliardi.
Questo capitolo, fra l'altro, è uno dei pochi che non ha subìto tagli negli ultimi anni, perché con questa politica sanitaria a carciofo Assessore D'Ambrosio - peccato che sia assente il nostro Segretario regionale, Marcenaro, perché è un termine sindacalese - con un licenziamento al giorno, senza avere neanche il tempo di accorgersene, sono stati mandati a casa un certo numero di lavoratori (con o senza l'art.
18).
Questo è uno dei pochi capitoli che non ha avuto tagli in questi anni ma che, con un mutuo caricato al 70% sulle ASL, inesorabilmente verrebbe coinvolto nella politica dei tagli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ho ascoltato con attenzione gli interventi che mi hanno preceduto e mi dichiaro un po' impreparato, perché da quando si mischiano i ragionamenti sindacali con quelli politici - e da quando Cofferati vuole pensionare D'Alema - a volte si fanno ragionamenti politici che si intersecano con ragionamenti sindacali e viceversa.
Nel suo intervento, il Consigliere Chiezzi ha elogiato Rosy Bindi, che fu Ministro del centrosinistra: ma fu davvero così brava, visto che fu silurata e sostituita con il prof. Veronesi dal Presidente del Consiglio dei Ministri che non aveva vinto le elezioni? In realtà, siamo convinti che la sanità piemontese, in un panorama nazionale ed internazionale, non sia poi così disastrosa e disastrata come viene da voi, anche con esempi estrapolati da un contesto più generale, rappresentato all'interno di quest'aula e sugli organi di informazione.
Avevo detto - e dico - che l'attuazione di una riduzione dei posti letto discende da una riforma, complessa e complessiva, del sistema sanitario, voluta da un Ministro del centrosinistra della Repubblica, l'On.
Rosy Bindi, che ha fatto condividere quella proposta dall'allora maggioranza parlamentare, tant'è che il Parlamento - almeno lì i numeri sono sovrani - l'ha trasformata in legge dello Stato.
E' altra cosa, quello che ho detto e ripetuto, rispetto a quello che mi è stato messo in bocca dal Consigliere Chiezzi, sia nel merito delle considerazioni che ne discendono, sia realmente rispetto a quello che avevo testé detto.
Altre due considerazioni, Presidente.
La prima. E' vero, forse non frequento molto la sanità, ma posso garantire che ho visitato quasi tutti gli ospedali di questa Regione.
Certo, non ho un conflitto di interessi come hanno altri colleghi in campo perché sono imprenditore e non medico e non ho mai presentato progetti di legge a mia firma, o a firma del mio Gruppo consiliare, sulla medicina di gruppo, al di là del merito, dov'è stato previsto l'acquisto, da parte dei medici delle sedi ambulatoriali, con grandi contributi della Regione Piemonte. Non ho neanche, sempre in merito a questo conflitto, come forse altri colleghi hanno fatto, espresso grande meraviglia quando un solerte e preparato Consigliere regionale, il collega Godio, ha presentato un emendamento in Commissione e ha detto: "Prima di dare i contributi consideriamo il vasto patrimonio delle nostre ASL e ASO. Ammesso e non concesso che questo progetto di legge diventi una legge regionale, possiamo prevedere, in linea prioritaria, prima di dare quattrini (visto che già ne abbiamo pochi e che la sanità costa), di mettere a disposizioni delle aree o dei locali che sono già tra i beni disponibili delle ASL e delle ASO anche con il vantaggio che edifici sanitari e ospedalieri possono addirittura costare meno ed essere più efficienti".
Vorrei far notare che in questa sala si ride quando si è punti nel vivo ed è richiamato qualcosa, però ognuno faccia le proprie valutazioni e considerazioni sulla frequentazione e sul conflitto in materia di sanità per la storia e per l'esperienza di questi due anni di legislatura che appartiene, singolarmente, ad ognuno di noi e, collettivamente, a questo Consiglio regionale.
Seconda considerazione. Quando si parla di primariati senza posti letto occorre anche essere onesti, intellettualmente, fino in fondo, o avere una cognizione piena di quello che si dice. C'è una serie di specialità importanti istituite da questa Regione (anche questo discendendo da quella e da altre riforme socio-sanitarie nazionali), primariati o dirigenze di secondo livello, per i quali non sono previsti posti letto. Ne cito qualcuno e concludo, Presidente: anestesia e rianimazione, laboratori di analisi, servizi territoriali (quali Direttori di distretto, veterinari medici del lavoro, farmacisti e quant'altro), dirigenti di secondo livello (altrimenti detti "primari"), che sono, a tutti gli effetti, dirigenti e primari senza posti letto, perché non è prevedibile, e non sarebbe neanche logico, assegnare a quella Direzione dei posti letto. Non c'è, quindi nulla di cui scandalizzarsi



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Non so a cosa si riferisca il Consigliere Cattaneo quando sostiene che la sanità piemontese non è così disastrata come alcuni sostengono.
Chiunque di noi vada adesso, o sia andato negli ultimi mesi, in un qualsiasi ospedale piemontese, potrà rendersi conto, come qualsiasi cittadino, della situazione.
L'Assessore vedrà dei reparti dove gli operatori sono oberati da problemi di orario, dove la presenza degli operatori è ridotta all'osso: una situazione che non può essere definita come una buona sanità.
Questa non è un'osservazione fatta sulla carta. I tagli che vediamo sulla carta si traducono poi in situazioni come questa nei reparti.
Prego i Consiglieri regionali di andare, come sono andato io per motivi personali, in ospedale; andate negli ospedali e vedrete con i vostri occhi quale è la situazione. Basta fare lo sforzo di andare in un reparto, non in visita ufficiale, ma da privato cittadino, per verificare di persona se abbiamo torto nel dire - come diciamo - che i tagli economici portano inevitabilmente ad un calo di presenze nei reparti e quindi ad un calo dell'assistenza.
Ancora due parole in merito alla discussione su Rosy Bindi. Credo la sua idea sul ruolo medico unico avrebbe portato sicuramente un miglioramento alla nostra sanità, perché noi abbiamo bisogno che tutti gli operatori della sanità siano motivati, siano presenti e abbiano l'incentivo a formare una vera équipe professionale al servizio dei pazienti.
Con il ruolo unico questa incentivazione si sarebbe potuta ottenere.
Tant'è vero che in Parlamento erano state proposte delle soluzioni per legare la progressione economica a incentivi di formazione. C'erano state delle disquisizioni in merito al fatto che si potevano prevedere come premio economico per i medici dei periodi di formazione anche annuali.
Questo sistema avrebbe consentito di ottenere una classe medica ancora più preparata di quella attuale, capace di offrire una migliore assistenza nei confronti dei pazienti. Naturalmente, il sistema era vincolato al fatto che la formazione e la preparazione fosse destinata a medici che poi avrebbero continuato a prestare la loro opera nel servizio pubblico; altrimenti cosa avrebbe potuto verificarsi? Che l'Ente pubblico formava il medico e poi questa formazione non veniva usata nel pubblico, ma in maniera concorrenziale nel privato.
Credo che non rilevare questi problemi sia un motivo di preoccupazione un motivo di sottovalutazione della sanità piemontese.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Intervengo a proposito della questione dei primariati (poi è chiaro che questo è un tema oggetto della Commissione).
In termini generali, come sta facendo il collega Cattaneo, è evidente che le strutture complesse a supporto dell'attività ospedaliera sono, per forza di cose, senza posti letto: questo mi pare logico. Il riferimento non era quello; non mi riferisco né a radiologia né a laboratorio analisi: questo è un dato di fatto.
Il riferimento è invece alle altre, alle vere e proprie strutture ospedaliere che hanno bisogno di posti letto. E ciò emerge dal confronto fra strutture complesse diverse.
Volevo dire questo, perché il tema dei primariati, richiamato anche in termini di crescita, si riferisce al fatto che in questi anni è avvenuto un grande turnover, nel senso che sono stati tanti i responsabili di strutture complesse che sono andati in pensione, oppure che sono andati via.
L'opportunità offerta da questo grande turnover (quasi il 50% dei primariati) avrebbe potuto consentire - e in questo sta il problema, il limite dei Direttori della Regione nel suo complesso - di dare applicazione al Programma sanitario 1997/1999, che istituì - l'Assessore lo sa meglio di me - la figura degli "Ospedali Riuniti" come strumenti di riorganizzazione dei vari ospedali.
Quando in una determinata zona della Regione Piemonte - non dico quale parlo di fuori Torino - ci sono tre ospedali e questi hanno tutti lo stesso tipo di reparto e ognuno ha pochi posti letto, l'obiettivo degli Ospedali Riuniti ero quello di una riorganizzazione in modo da avere qualche primariato in meno, perché si poteva organizzare il sistema in rete (tanto per semplificare); invece, si è ripetuta l'organizzazione inefficiente che c'era prima. E' in questo senso che viene posto questo problema.
C'è il problema di rifare le stesse cose di prima, indipendentemente dal Piano sanitario. Inoltre, l'altra questione è che, rispetto a prima sono stati creati i Dipartimenti, struttura aggiuntiva rispetto alle strutture complesse. I Dipartimenti avevano anche un significato di razionalizzazione, di risistemazione del sistema, sempre ai fini della razionalizzazione. Invece, sono stati rimpiazzati tutti i primariati di prima, sono stati aggiunti i Dipartimenti ed è stato istituito qualche primariato nuovo.
E' in questo senso il nostro riferimento, certamente non a quelle strutture che non hanno bisogno di posti letto, perché si tratta magari di analisi o addirittura di attività ambulatoriale. Il riferimento non è stato questo, ma al sistema in termini complessivi; poi si può fare qualche esempio puntuale per dimostrare la veridicità di questa riflessione, ma questa non è evidentemente la sede per poterlo fare.
Per quanto riguarda il mutuo, noi stiamo parlando - lo ripeto, perch in questi giorni il Presidente Ghigo ci ha rassicurati o, meglio, ha tentato di rassicurarci - del mutuo-disavanzo 2000, che non è stato indicato nel bilancio, ma è stato omesso nel bilancio del 2001 e che viene indicato nel 2002.
Pertanto, il giudizio che viene dato sulla capacità di indebitamento positivo è riferito ad un bilancio del 2001 che non conteneva il disavanzo del 2002, perché così si è scelto di fare, a differenza del bilancio 2001 che già conteneva una spesa maggiore sulla sanità.
Nel 2002, invece, si è scelta appositamente la strada di omettere, di non indicare la spesa effettiva del bilancio, che ha portato poi ad una certificazione di questo disavanzo alla fine del 2001! Quindi, è vero che nel 2001 le cose andavano bene dal punto di vista della capacità di indebitamento, ma perché non è stata prevista la maggiore spesa della sanità di 1.200 miliardi! Se questa fosse stata prevista in termini corretti, come dovrebbe fare e come fa un serio amministratore questo giudizio positivo non ci sarebbe stato. D'altronde, il giudizio negativo che avrebbe dovuto esserci nel 2001 noi l'avremo nel 2002, perch la capacità di indebitamento nel 2002, una volta fatto questo mutuo, si riduce. E' vero che la quota di ammortamento è nel 2003, ma vuol dire che aggiungendo le rate di ammortamento dei mutui già accesi, le rate di ammortamento dei mutui autorizzati nel bilancio 2002, le rate di ammortamento realizzate nel 2002 per i mutui già contratti e quest'ultima rata di ammortamento del 30%-50%-70% (non si conosce ancora esattamente la percentuale), la Regione Piemonte nel 2003 non potrà fare investimenti.
Questo è il dato serio.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Poco fa il collega Cattaneo ha dato degli elementi di riflessione che ritengo doverosamente di dover cogliere.
Il primo elemento è relativo alla medicina di gruppo, citando un presunto conflitto di interessi, ma, per quanto io sappia, ve ne è uno grande come il nostro Paese, e c'è solo quello.
L'altro conflitto di interessi al quale può fare riferimento relativamente al collega Riggio, credo che abbia dimensioni e sia riconosciuto nella norma in modo assoluto...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



SUINO Marisa

Non sono abituata a parlare con i "bulli", quindi non riesco a reggere.
Il conflitto di interessi sulla questione della medicina di gruppo. La medicina di gruppo è una cosa seria, quindi non utilizziamola in questo modo! Peraltro, la proposta è stata presentata anche da altri Consiglieri che, stranamente, tacciono, e fanno male. La medicina di gruppo è una cosa seria che potrebbe fare da filtro intelligente sul territorio, causando come effetto positivo una riduzione di richieste di prestazioni in ospedale, utilizzando il meglio del personale che abbiamo sul territorio che è già pagato e inquadrato, ossia i medici di base.
L'emendamento presentato dal collega Godio è assolutamente legittimo e apprezzabilissimo, perché, giustamente, ognuno fa le parti che deve svolgere. Per quale motivo abbiamo rifiutato quell'emendamento in Commissione? Con quell'emendamento, di fatto, si voleva legittimare indirettamente la chiusura di servizi territoriali. E' ovvio che non abbiamo voluto prestarci a un'operazione di quel tipo. Dopodiché, se così non è, il Consigliere Godio potrà replicare.
Il secondo elemento è legato alla questione che non ci sono stati tagli. I tagli ci sono stati e stiamo andando avanti a dimostrarlo.
L'abbiamo dimostrato con le delibere gravissime del 7 gennaio 2001 e continuiamo a farlo.
Vorrei, però, richiamare l'attenzione su un altro aspetto di questi tagli, perché sono modalità diverse. Gli uni sono tagli, gli altri sono liste e tempi di attesa che, stranamente, si allungano, sono appesantimenti della risposta sanitaria che avviene in modo sempre più pesante e gravoso a danno del cittadino.
Facciamo degli esempi che esulano dalle nostre tabelle, ma che si rifanno a dati nazionali.
I tempi di attesa stanno diventando sempre più lunghi e mettono a repentaglio i diritti: quindi, tempi di attesa più lunghi, diritti sempre più a rischio. Questa è una convinzione supportata da dati scientifici. A parte che siamo nella situazione in cui una Commissione d'inchiesta Presidente, non riceve le risposte dai Direttori generali; anzi, riceve da un legale delle risposte del tipo: "Non siamo in grado di trasmettervi questi dati". Siamo a livelli di aberrazione totale in questo contesto.
Facciamo degli esempi di tempi di attesa? Per effettuare un'ecografia addominale vi sono 90 giorni di attesa a Torino; per un elettrocardiogramma, 50 giorni a Cuneo; per un ecodoppler, 65 giorni a Cuneo; per una TAC, 70 giorni a Cuneo e 90 giorni a Torino; per una colonscopia, 60 giorni a Torino e 68 giorni a Cuneo; per una mammografia 180 giorni a Torino, e avevamo un progetto pilota in tal senso.
Questi sono i tempi dichiarati su relazioni nazionali e che sono conseguenti alle azioni che sono state intraprese con le scelte politiche portate avanti dalla Giunta di Enzo Ghigo, quindi dal 2000 nello specifico.
Queste scelte comportano dei danni alla salute e mettono a repentaglio i diritti dei cittadini, quei cittadini che si avvalgono della struttura sanitaria nazionale pubblica. Vi sono milioni di cittadini che si rivolgono alle ASL, milioni di cittadini che si rivolgono all'ospedale di territorio ma perché è logico, è giusto, perché così era nel nostro sistema.
Tra questi cittadini ci siamo stati anche noi molte volte prima di essere in una condizione di beneficio diverso.
Il tempo non mi consente di allargare ulteriormente il ragionamento, ma tornerò sui tempi di attesa, che sono un maleficio delle scelte politiche in materia di sanità, della Giunta di Enzo Ghigo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Godio.



GODIO Gianluca

Intervengo per ribadire la questione relativa all'emendamento che abbiamo esaminato in Commissione, il quale voleva semplicemente dare un maggior vantaggio ai medici che intendono praticare la medicina di gruppo.
Lo scopo dell'emendamento era quello di individuare i locali e assegnarli o, diversamente, di avere accesso al mutuo. Non è stato capito da voi, probabilmente per un motivo strumentale. Avete voluto un ulteriore passaggio con le categorie sindacali; questo passaggio è avvenuto l'emendamento è stato accolto. Ho mantenuto questo emendamento, quindi questo provvedimento dovrà fare un passaggio successivo in aula e sicuramente, troverà l'approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Sembra che continuiamo a girare attorno al problema. Forse bisogna affrontarlo per quello che è.
Non capisco molto di mutui e di come si possano reperire delle risorse ma quello che ho capito rispetto a questo provvedimento è che la maggioranza, con l'approvazione di questo provvedimento, scarica una parte degli oneri relativi ai mutui sulle ASL Ma salvaguardando che cosa? Pongo questo interrogativo all'Assessore Pichetto. Cosa c'è da salvaguardare? Sappiamo che il bilancio della Regione non è immenso, ma, nell'ambito delle voci di spesa della Regione Piemonte e di fronte agli importi di cui parliamo, è impossibile ed improbabile che si possano trovare le risorse per depotenziare quel meccanismo perverso che ha come conseguenza obbligata, per onorare il pagamento di quelle rate di mutuo, i tagli sui servizi da parte delle ASL Siccome sostenete che l'opposizione racconta solo falsità e che tali falsità sono distribuite ad arte dall'opposizione per portare discredito al ruolo della maggioranza che sta svolgendo il risanamento della spesa sanitaria, mi chiedo se, invece, la verità non sia un'altra e che attualmente, la scelta operata non è dissimile da quella che la maggioranza di centrodestra e il Governo opera in altri campi (dall'assistenza, alla stessa scuola) e che, di fatto, non sia in atto un percorso graduale, non assolutamente eclatante, se non a piccoli passi, di smantellamento progressivo dello Stato sociale.
E' evidente che non solo parliamo di tagli, ma gli ultimi provvedimenti sono improntati a richiedere fasce di contribuzione all'utenza attraverso i ticket e le mille forme che si sono escogitate attraverso l'incremento delle tasse e, quindi, attraverso l'azione sulla fiscalità locale in ambito regionale. Oggi siamo in presenza di provvedimenti che rendono sempre più difficile, alle fasce più deboli della società, poter usufruire di servizi di cura o di assistenza.
Credo che dovremmo partire da questo dato. Quindi, se si è aperta una trattativa informale e sono passate delle cifre, credo che, prima o poi, un punto d'incontro bisognerà pur trovarlo. Ma questo punto d'incontro Assessore Pichetto, proprio lei che ha dimostrato attenzione ed intelligenza in atti anche recenti - come quello relativo al bilancio di previsione 2002 - potrà cercarlo nei meandri del bilancio: è lì che va trovata la risposta.
Assessore alla sanità, non so se lei, in questo momento, è in disgrazia nella sua maggioranza, ma credo che la risposta allo sblocco di una situazione come questa debba essere trovata con il concorso di tutti gli Assessorati.
Questa può essere la strada che consente di sbloccare una situazione di impasse come quella dei mutui.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.11).
Il Consiglio non approva.
1.12) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 3%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore D'Ambrosio, il 3% va bene? No. Il 3% sarebbe ancora una cifra comunque molto piccola che, per quanto si mettano d'impegno i Direttori generali, grossi danni non dovrebbe procurare.
Ci dispiace di questo rifiuto e per fare comprendere bene il tipo di azione che stiamo sviluppando posso dire che la sanità piemontese pu essere definita oggi ancora di buon livello e, in alcune sue componenti, di ottimo livello.
Questo - in base all'esperienza dei cittadini che devono usufruire di questo servizio - penso sia un giudizio diffuso; ancora oggi disponiamo di una sanità buona e, in alcune sue parti, ottima, e questo è ancora possibile, oggi, grazie alla qualità dell'impegno che medici, infermieri ausiliari e tecnici, profondono nello svolgimento del loro lavoro dal 7 gennaio ad oggi, anche in forza di sacrifici personali sul luogo di lavoro e sacrifici personali fuori dal luogo di lavoro, in termini di capacità e libertà di prendere le ferie quando lo desiderano. Si sono ridotte anche le possibilità di chiedere le ferie, che sono un diritto dei lavoratori.
Quindi, a prezzo di grandi sacrifici, la sanità è ancora buona, perch se la sanità fosse persa, se i danni iniziati il 7 gennaio avessero provocato delle situazioni di degrado irreversibili, ci sarebbe poco da difendere e la situazione sarebbe irrecuperabile.
Oggi la sanità piemontese, nonostante i danni indotti, diretti ed indiretti, dalle decisioni di Ghigo, è ancora una sanità buona ed eccellente.
Quindi, mentre vi approssimate al momento in cui - spero - perderete le prossime elezioni, e quindi evitiate in futuro di provocare altri danni, la nostra azione, il nostro impegno rappresenta una linea di resistenza per difendere questa buona sanità dai vostri assalti.
La difendiamo, e per farlo abbiamo ancora due anni e mezzo. Se nei prossimi due anni e mezzo riusciremo ad impedire che la vostra politica di basso profilo produca decisioni di puro taglio e di puro immiserimento della sanità pubblica, avremo raggiunto un risultato: arrivare al 2005 con una sanità ancora in buone condizioni. Di certo, non nelle condizioni in cui l'avete ricevuta nel 1995, con i bilanci in pareggio, però in condizioni di poter ancora essere salvata.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



CHIEZZI Giuseppe

Quindi, non a livello del 1995, ma comunque ancora a un livello per il quale sarà possibile una rinascita. Il Ministro Rosy Bindi, che ha dato un grosso contributo a una possibile rinascita della sanità piemontese, non ha potuto condurre a termine il proprio programma.
Mi dispiace e in merito a questo fatto vorrei dire alcune cose che nella storia della gestione della sanità, meritano di essere ricordate.
Visto che ho terminato il tempo a disposizione, lascio aperto un filo a cui mi riaggancerò, perché qualche riflessione sull'operato del Ministro Bindi bisogna tenerla presente tutte le volte che parliamo di sanità e tutte le volte che, parlando di sanità, ci confrontiamo con chi, viceversa sostiene che il Ministro Bindi non abbia operato bene.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Riprendo il discorso che ho avviato in precedenza.
Nel primo intervento abbiamo dimostrato che la Giunta di centrodestra ha creato un disavanzo molto consistente.
Nel secondo intervento abbiamo dimostrato che il disavanzo in sanità soprattutto il disavanzo del 2000, e la spesa sanitaria più che avere la funzione di sostenere i servizi, aveva la funzione, in qualche modo, di favorire il consenso.
Nel terzo intervento abbiamo spiegato come la questione della deospedalizzazione non sia stata, nella prassi di questa Giunta, uno strumento di razionalizzazione, ma uno strumento di razionamento.
La spesa, cioè, non è servita per razionalizzare, nel senso di deospedalizzare, di trasferire, com'è suggerito dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, da tutti gli esperti di programmazione e anche giustamente, dall'ex Ministro della Sanità, Rosy Bindi.
Non vogliamo sottrarci alla questione della deospedalizzazione, ma vogliamo dire una parola definitiva rispetto alla vicenda dei piccoli ospedali.
La deospedalizzazione è un'operazione scientifica, che non avviene con il meccanismo che ha guidato l'Assessore D'Ambrosio, che ha portato alla riduzione di 3.600 posti letto, con un incremento di appena 89 posti di chirurgia e ospedalità, in un giorno solo.
La deospedalizzazione è un'operazione scientifica, che avviene attraverso il meccanismo dell'appropriatezza della prestazione. Avviene attraverso il concetto dell'"hub and spoke". E' un concetto che ho cercato di spiegare in Commissione Sanità; anche il dottor Morgagni ha cercato di spiegarlo all'Assessore alla sanità, ma è stato male interpretato nella proposta di piano che, giustamente, è stata bocciata universalmente in Piemonte, quella in cui il Presidente Ghigo proponeva il suo disastroso modello piemontese.
Il concetto di "hub and spoke" prevede che quanto più una funzione è ad alto livello di complessità e tecnologia, tanto più deve essere concentrata. Viceversa, tanto più basso è il livello dell'intervento, tanto più questa operazione deve essere diffusa sul territorio.
Questo prevedeva una logica di graduazione per cui doveva esserci una vera differenza fra gli ospedali di eccellenza e gli ospedali territoriali.
In quest'ottica, bisognava verificare l'appropriatezza dei piccoli ospedali.
Da questo punto di vista, non c'è stato alcun atteggiamento scientifico da parte della Giunta di centrodestra.
Voglio ricordare che, proprio in questi giorni, le massime autorità in campo sanitario (il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore alla sanità) hanno inaugurato l'Ospedale di Carmagnola, che era stato inserito nella lista dei quattordici ospedali che avrebbero dovuto essere chiusi dopo aver speso decine di miliardi per ristrutturarlo.
La vicenda di Carmagnola è condivisa da un grandissimo numero di piccoli ospedali.
Ora voglio dire una parola definitiva, per l'opposizione, sulla questione dei piccoli ospedali.
I piccoli ospedali, fatta salva la questione della pertinenza territoriale - nel senso che le zone montane hanno diritto agli ospedali montani, perché laddove esiste una bassa densità di strutture sanitarie e dove possono essere prestate determinate prestazioni che richiedono un'ospedalizzazione, hanno bisogno dei cosiddetti ospedali montani - quindi fatto salvo il discorso delle zone montane e degli ospedali montani e fatto salvo il problema dell'accessibilità che rimane per alcuni piccoli ospedali, che comunque debbono essere salvaguardati, in generale possono essere chiusi, ma alla condizione che vengano sostituiti con qualcosa di valido ed efficiente sul territorio.
Avete provato a presentarvi e a costruire... Chiedo scusa, Presidente chiedo un minuto in più e lo sottraggo all'intervento successivo...



(Proteste dai banchi della maggioranza)



PRESIDENTE

Lasciamo terminare il ragionamento al Consigliere Riggio, il quale ha detto che rinuncia ad un minuto nell'intervento successivo.
Prego, Consigliere Riggio, termini il concetto.



RIGGIO Angelino

Presidente, se c'è tumulto lei può fare solo una cosa: sospendere la seduta!



(Ulteriori proteste dai banchi della maggioranza)



PRESIDENTE

Consigliere Riggio, termini il suo intervento e si rivolga alla Presidenza.



(Proteste fuori microfono da parte del Consigliere Brigandì)



PRESIDENTE

Consigliere Brigandì, se occupa il tempo del Consigliere Riggio in questo modo...



(Ulteriori proteste fuori microfono da parte del Consigliere Brigandì)



RIGGIO Angelino

Se c'è tumulto, il Presidente può fare solo una cosa...



PRESIDENTE

Termini il suo ragionamento, Consigliere Riggio!



PRESIDENTE

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



PRESIDENTE

C'è un tempo specifico e deve essere rispettato!



PRESIDENTE

Consigliere Brigandì, mi sembra che sia estremamente corretto quanto ha sostenuto il Consigliere Riggio, dicendo: "Mi lasci terminare in un minuto l'intervento, sottraggo il minuto al mio intervento successivo".
Visto che non vi è questione verso la quale non si possa accedere concediamogli il minuto. Mi pare normale che possa concludere il suo intervento; perché spezzettare l'intervento, se poi correttamente il Consigliere Riggio si autotassa del minuto? Consigliere Riggio, termini l'intervento.



RIGGIO Angelino

Presidente, non possiamo presentarci alla porta di chi vive in un tugurio, dicendogli: "Vai via, perché al posto di questo tugurio costruiremo qualcosa di nuovo e diverso".
Non lo convinceremo mai ad andare via! Se, invece, offriamo un'alternativa abitativa valida, il discorso cambia; nessuno ama alla morte il proprio tugurio! Intendo dire che i cittadini, le comunità, sono consapevoli dei limiti dei piccoli ospedali. Quando mai è stata offerta un'alternativa valida e credibile di poliambulatori di eccellenza attrezzati, di accessibilità valida a servizi di eccellenza e attrezzati? Se non offrite un'opportunità di questo genere, non riuscirete mai a chiudere un piccolo ospedale e noi saremo a fianco delle comunità, perch per quanto sia orribile un posto, è quel poco che le comunità hanno a disposizione.
Certamente, sarebbe corretto, in termini scientifici, poterli chiudere ma solo offrendo un'alternativa, cosa che voi non avete mai fatto.
Prima si costruisce l'alternativa e poi, eventualmente, si parla della chiusura dei piccoli ospedali! Questo non l'avete fatto e siete caduti in un meccanismo di deprogrammazione che è una delle cause principali del disavanzo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, c'era un motociclista che, mentre andava in moto, ha urtato un passerotto, il quale è rimasto tramortito sul ciglio della strada; il motociclista si è fermato, ha colto il passerotto, l'ha messo dentro al proprio giubbotto e l'ha portato a casa.
Dopodiché, ha cercato di rianimarlo, ma, non essendoci riuscito, l'ha messo in una gabbietta e gli ha dato un po' di pane e un po' d'acqua sperando che rinvenisse.
Dopo qualche ora il passerotto è rinvenuto, ha guardato, ha constatato che c'era l'acqua, c'era il pane, c'erano le sbarre e ha detto: "Dio mio l'ho ucciso!".



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Brigandì.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.12).
Il Consiglio non approva.
1.13) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 3,5%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Riflettendo sul modo in cui la sanità piemontese è stata gestita da questa Giunta e confrontando tale gestione con quella dell'ex Ministro Rosy Bindi, si nota un abisso in termini di qualità politica. Nel caso della Regione Piemonte la qualità politica, per sette anni, è stata del tutto assente. La sanità ha proceduto sulla base di piccole e grandi spinte spontanee e successivamente l'ingresso è stato di tipo devastatorio, con tagli improvvisi. Viceversa, l'ex Ministro Bindi è riuscita a mettere in piedi un progetto.
Il Consigliere Cattaneo ha cercato, in modo forse un po' improvvisato e confuso, di tirare in ballo l'ex Ministro Bindi, come Ministro al quale pu ricondursi la decisione di realizzare una riforma nella quale i posti letto dovevano necessariamente diminuire. Intanto, il Consigliere dimentica che pronunciare un progetto di riforma dentro il quale diminuire i posti letto ha un senso, mentre semplicemente diminuire i posti letto senza una riforma ne ha un altro. Ad un certo punto, il Consigliere Cattaneo, non sapendo più organizzare il proprio pensiero perché si è accorto dell'inconsistenza dei propri argomenti, ha cercato di salvarsi - la miglior difesa è l'attacco dicendo "Siete voi della sinistra che l'avete silurata e l'avete sostituita".
Non sfuggo al confronto politico, ma, caro Consigliere Cattaneo, le ricordo che bisogna tenere conto che il centrosinistra ha perso le elezioni, non le ha vinte. Devo dire, Consigliere Cattaneo, che lavoro, per quanto da piccola formichina posso fare, perché, in astratto, un centrosinistra, che abbia a disposizione un Ministro alla Sanità che si chiama Rosy Bindi, non "lo faccia fuori". Lavoro e auspico che un centrosinistra che abbia quel tipo di Ministro, se lo tenga.
In secondo luogo, posso dire tranquillamente che, forse, visto che le elezioni le abbiamo perse, si potrebbe anche, dal nostro punto di vista ragionare su questi due aspetti. Prima abbiamo rimosso Rosy Bindi dall'incarico di Ministro alla Sanità e dopo abbiamo perso le elezioni.
Secondo me, questo è un ragionamento politico. Forse, il Consigliere Cattaneo potrà dirmi "interessa alla tua parte", ma, secondo me, non è vero perché i ragionamenti e le critiche politiche interessano sempre tutti quanti.
Continuo a sostenere che la riforma Bindi era una grande riforma, che vi era dietro un progetto che personalmente condividevo al punto che non avrei mai proposto di rimuovere quel Ministro.
Sollecitato dal Consigliere Cattaneo, gli offro questo tipo di riflessione che, spero, non abbia avuto il demerito di una qualche ambiguità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Nel primo intervento abbiamo dimostrato che il disavanzo è stato creato dalla Giunta di centrodestra, un disavanzo importante di 4.226 miliardi in sei anni. Nel secondo intervento abbiamo dimostrato che la spesa sanitaria è servita, più che altro, a costruire consenso, come dimostrano vicende scandalose come la nomina dei primari, le questioni delle consulenze e la vicenda Odasso. La terza questione rileva come non sia stata perseguita come scientificamente andava fatta, la riduzione dell'ospedalizzazione e lo spostamento dell'utenza, per governare la nuova domanda sanitaria dall'ospedale al territorio. In quarto luogo, abbiamo dimostrato come la riduzione indiscriminata dei posti letto, invece di migliorare la situazione, l'ha peggiorata. Non si è basata sui principi dell'"hub and spoke" e dell'appropriatezza delle prestazioni che erano gli unici principi che avrebbero potuto garantire una riduzione dell'ospedalizzazione naturalmente se accompagnata da un aumento della prestazione a livello territoriale, soprattutto lavorando sui distretti.
Non ci siamo nemmeno sottratti nel dire qual era l'atteggiamento giusto che sarebbe stato utile tenere rispetto alla vicenda dei piccoli ospedali.
In questo dobbiamo denunciare l'atteggiamento disonesto nei confronti dei piccoli ospedali che non sono stati chiusi in modo chiaro, ma, di fatto sono stati svuotati dall'interno, che è ancora peggio. Invece di andare a viso aperto a discutere seriamente con i territori offrendo delle alternative valide e scientifiche, appropriate, si è lavorato per svuotare gli ospedali dall'interno. Questa somma di politiche non ha fatto altro che aumentare a dismisura il disavanzo, generando una serie di politiche che dovevano compensare questo disavanzo. E' stato introdotto il ticket, è stato introdotto l'aumento dell'IRPEF regionale, da una Giunta di centrodestra che si era qualificata dicendo "meno tasse per tutti". Invece ha aumentato l'IRPEF regionale e, con tutto ciò, questo non è bastato: si è proceduto ad un meccanismo indiscriminato e pesante di tagli. Ha voglia il Consigliere Cattaneo a dire che ci basiamo su una serie di dati percepiti singolarmente e quindi non è vero che ci sia stata una riduzione! Di fatto invece, la riduzione c'è stata.
A tutti i costi, si vuole accreditare al centrosinistra la convinzione che la sanità piemontese sia allo sbando, invece non è così. La sanità piemontese è ancora di grande qualità. Ma come fu a suo tempo quando denunciammo il disavanzo all'Assessore alla sanità, la nostra preoccupazione era quella del trend. Assessore, se ricorda, la nostra preoccupazione era il fatto che si stava determinando una linea di tendenza.
Per quanto riguarda la qualità dei servizi, siamo convinti che ancora ci sia un'ottima qualità dei servizi, ma la linea di tendenza che si sta affermando è una linea al peggioramento. E' questo che vogliamo contestare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Sulla questione del mutuo, riteniamo che sia ancora possibile un ripensamento in ordine all'assunzione di un tale provvedimento per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000 e che questo meccanismo, riguardante le ASL e le ASO che penalizza fortemente i cittadini, possa essere rivisto.
Con i nostri interventi abbiamo cercato di dimostrare come a questa situazione si sia arrivati per un deficit complessivo di programmazione per quanto riguarda la spesa sanitaria, e per interventi particolari che hanno visto, tra gli anni 1997 e 1998, un aumento di circa 5 mila unità all'interno della sanità piemontese (di cui più di 2 mila di personale amministrativo) e un aumento esponenziale di primariati, non sempre in modo collegato alle esigenze reali e a volte anche in situazioni non previste dal Piano sanitario.
Abbiamo visto come non ci sia mai stato un reale controllo della spesa ma sempre e solo un finanziamento a pie' di lista alle ASL e alle ASO e come le intese di programma, che dovevano essere sottoscritte ogni anno per controllarne l'attività e programmarne la spesa, venissero sottoscritte uno o due anni dopo.
Abbiamo anche visto come un finanziamento di questo genere crei problemi, quindi mi chiedo come si possa continuare in assenza di un Piano sanitario regionale.
Avevamo avuto un incontro con il Presidente Ghigo, dovevamo averne un altro, come Capigruppo all'opposizione, per capire quali erano i tempi e la programmazione regionale. Il fatto che adesso non si parli più di quel Piano, ma si parli semplicemente di una deliberazione di Giunta che dà indicazioni di ordine programmatico sulla rete ospedaliera (piccola, media e grande) e che nei fatti possa configurarsi come una deliberazione sostitutiva del Piano, togliendo all'aula elementi di programmazione, è un elemento complicato che non fa altro che portarci ad assumere tante altre leggi come questa.
Per questa ragione, mentre discutiamo della copertura di un disavanzo di 1.000 miliardi, riproponiamo, con grande forza, la questione della programmazione. Chiediamo che si riapra, con il Presidente, un dialogo sul Piano sanitario regionale, con un elemento di chiarimento sulla deliberazione di Giunta che potrebbe dare la sensazione di sostituire il Piano sanitario e, come tale, dovrebbe essere sospeso, nei suoi elementi di discussione, fino alla discussione sui termini della programmazione.
Ho evidenziato questi punti in occasione di questo dibattito perch proprio da quel mancato rapporto tra programmazione e gestione/controllo sono nati problemi riguardanti il disavanzo, in particolare relativi a questi 1.000 miliardi, che andrebbero suddivisi con il 30% alla Regione e il 70% alle ASL, per salvaguardare la possibilità della Regione di introdurre ulteriori mutui, ma che, a nostro avviso, si abbatterebbero pesantemente sui servizi nella nostra Regione, in particolare sugli utenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Spero di poter dare un apporto con questo mio ragionamento.
Un computer, se dice sì è sì, se dice no è no, se dice forse non è un computer. Un politico, se dice sì è forse, se dice forse è no, se dice no non è un politico. Una signora, se dice no è forse, se dice forse è sì, se dice sì non è una signora.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.13).
Il Consiglio non approva.
1.14) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 4%".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Ci stiamo intrattenendo ancora sulle cifre. Come Gruppo non intendiamo assolutamente desistere nel tentativo di un serio dibattito, anche se apparentemente tedioso perché ripropone sempre gli stessi temi. Credo che qualche Consigliere di maggioranza incominci a vivere situazioni da incubo: essere ripetitivi non giova a nessuno, né a chi parla né a chi ascolta.
Non è un atteggiamento piacevole, soprattutto per chi deve fare lo sforzo, come noi, di reggere il confronto, sapendo di avere dall'altra parte interlocutori insofferenti.
Ritengo necessario restituire dignità a questo dibattito, perché alla base di tutto c'è un tentativo di diminuire, per quanto possibile, gli oneri che verrebbero trasferiti alle ASL, in relazione al pagamento dei mutui. Questo è il problema, soprattutto in un contesto caratterizzato da quanto oggi qui ripetuto: ad ogni onere aggiuntivo di questa portata che viene attribuito alle ASL, corrisponde una riduzione del servizio. Potrà essere una riduzione di posti letto; potrà essere una riduzione del servizio erogato; potrà determinare un implemento e, soprattutto, un aggravio dei tempi di attesa per un'analisi; potrà determinare quel disservizio al quale credo che anche chi oggi si fa portatore di questa proposta, in qualche modo, non aspiri ad esserne titolato e a portarne vanto: di questo si tratta.
Presidente del Consiglio, credo che lei - ed è il secondo appello che le rivolgo - già in altre occasioni si sia adoperato per uscire da questa situazione di impasse gravissima, perché non voluta. Credo che ci debba dare atto che questa battaglia d'aula - di questo si tratta - ha sicuramente obiettivi che, estratti dal contesto e discutendo individualmente con ognuno dei Consiglieri di questa assemblea elettiva sono condivisibili.
Stupisce, di fronte alla condivisione dell'obiettivo, perché tutti, a parole, sostengono che la sanità come punto di eccellenza vada salvaguardata, come non sia possibile, attraverso l'apertura del dialogo soprattutto il non lasciare intentata ogni possibilità che l'attuale legge di bilancio pur concede.
Anche qui ancora non ho avuto delle risposte. Probabilmente, gli Assessori riservano le repliche al termine di questo dibattito, che per potrebbe accompagnarci anche per giorni e giorni se l'approccio è di questa natura.
Non ho ancora compreso le ragioni che portano i vari Assessorati a non cercare in modo attento una possibilità di risparmio nel proprio budget che consenta di evitare una manovra così iniqua.
Ho compreso questo, ma la risposta non me l'ha ancora data nessuno.
Se parliamo di spesa corrente, di questo si tratta, e su questa voce allora c'è una modalità per poter incidere sulla spesa corrente. Vediamo i vari budget dei vari Assessorati. Valutiamo la possibilità di operare una cura draconiana, che consenta di eliminare dalle voci di bilancio tutte quelle voci che, naturalmente, in riduzione, potevano rappresentare o erano emblematiche di una certa ridondanza o comunque di una dimensione assolutamente non determinante ai fini della gestione di un Assessorato.
Continuo a rivolgere l'appello ai vari Assessori, perché è all'interno della maggioranza che occorre trovare la soluzione a questo problema. Credo che le possibilità ci siano tutte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Il mio esordio è in perfetta sintonia istituzionale con l'intervento del Consigliere Contu, perché il suo intervento ha respiro e dignità istituzionale.
Perché, si chiede il Consigliere Contu, stiamo ancora discutendo sui numeri? Noi non desistiamo ed è chiaro perché quello è il problema in quanto pone una questione sostanziale. Non può fare a meno di rilevare quanto sia noioso questo dibattito, perché è tanto noioso, ovviamente quanto ripetitivo.
Si chiede ancora e si risponde il Consigliere Contu che non è piacevole, quindi chiede di restituire dignità al dibattito.
Sono perfettamente d'accordo.
Come si può dialogare su quei presupposti che il collega Contu pone se abbiamo duecento emendamenti, o quelli che sono, seppur con una graduazione per vie decimali o di centesimi? E' vero che ogni mutamento di percentuale comporta un mutamento della spesa, ma il nodo che poneva il Consigliere Contu, correttamente, è che il numero deve costituire un momento di sintesi di un dibattito generale. Poi si vede quale può essere la cifra più congrua o quella cui ci si pu avvicinare con i criteri della congruità.
Così posto il problema, mi pare che vada senz'altro raccolto l'invito del Consigliere Contu. Ovviamente, il primo destinatario dell'invito è il Consiglio, che può, quindi, discutere, fare una discussione generale unica su questi temi, perché il tema è unico. Poi, si potranno o si dovranno fare delle votazioni, sempre che non vengano ritirati gli emendamenti o non si trovi un momento di sintesi per gli emendamenti.
Se restano così, si può fare, si deve procedere ad una votazione singola a fronte di una discussione unitaria, perché il Consigliere Contu dice che gli argomenti sono sempre gli stessi, sono ripetitivi e sono noiosi. E' così, è oggettivo, non è uno sforzo di intelligenza. E' una constatazione quella che fa il Consigliere Contu.
Quindi, ripeto, l'invito del collega Contu, che è implicito, il mio è esplicito, è rivolto all'intero Consiglio, quindi anche all'opposizione.
In via degradata e in subordine, riprendo quanto ho già detto in qualche altra occasione. L'art. 5 del Regolamento chiede al Presidente di consentire al Consiglio di adempiere ai compiti demandatigli dalla Costituzione, dalla legge e dallo Statuto.
E' pacifico che questa sia un'operazione assolutamente corretta. E' il riscontro. Siccome non intervengo sull'ordine dei lavori, ma proprio per quel dialogo istituzionale correttamente ed intelligentemente aperto dal Consigliere Contu, il riscontro a tutto questo lo abbiamo nell'art. 61 del Regolamento. Mentre il Presidente ha il potere di governare i lavori dell'aula, l'art. 61, al quinto comma, prevede che, quando si tratta di un argomento di rilevante importanza (cita alcuni esempi che riguardano la vita dell'istituzione, cioè la discussione sul bilancio, il rendiconto annuale, l'elezione o la revoca del Presidente della Giunta e degli Assessori o altro argomento rilevante), interviene la Conferenza dei Capigruppo, che può contingentare i tempi per una discussione, che ovviamente può essere più ampia.
Se è previsto, questo è il dato concettuale, per argomenti di rilevante importanza il contingentamento, mi pare, a maggior ragione, che debba essere previsto un regolamento adeguato all'art. 5 per quegli argomenti che, pur rilevanti per la vita delle istituzioni, non hanno pari rilevanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Cercherò di non essere ripetitivo. Sto cercando di svolgere un discorso che è partito dalla dimostrazione del disavanzo, dal fatto che la spesa sanitaria è stata usata male, perché è stata usata per costruire consensi come dimostra il disavanzo record del 2000 (l'anno delle elezioni) e le vicende relative alle tangenti di Odasso. Queste vicende hanno dimostrato come la contiguità fra la struttura politica e la struttura amministrativa in sanità ha creato un qualcosa di molto pericoloso e devastante.
Abbiamo cercato di dimostrare che il lavoro di deospedalizzazione, che sarebbe stato lo strumento per razionalizzare la spesa, non è stato perseguito in modo scientifico, che la riduzione dei posti letto indiscriminata, che non è stata sostituita da interventi territoriali, non ha salvaguardato i piccoli ospedali, ma sono stati svuotati all'interno in modo disonesto, creando ulteriore disavanzo. La riduzione dei posti letto paradossalmente non accompagnata da una ristrutturazione dell'offerta di servizi e da un governo della domanda, non ha portato a una riduzione, ma ad un aumento della spesa.
A fronte di tale aumento di spesa, che, come opposizione, abbiamo diligentemente denunciato, c'è stata una serie di interventi molto pesanti che hanno comportato, prima, l'imposizione di nuove tasse e, poi, i ticket ma la cosa più grave è la riduzione dei servizi avvenuta negli ospedali con il numero dei posti letto. Una riduzione dei posti letto che si è riflessa paradossalmente, perché l'obiettivo principale, quello dichiarato perfino dall'Assessore D'Ambrosio nel suo Piano sanitario, era quello della deospedalizzazione; invece quello che è stato letteralmente massacrato è l'intervento sul territorio.
A livello di servizi territoriali c'è stato un autentico massacro dei servizi, tanto che oggi per un cittadino poter seguire con serenità il proprio percorso di salute è diventato praticamente impossibile, malgrado un fortissimo ricorso a tutta una serie di strutture private che offrono servizi alternativi e aggiuntivi rispetto ai servizi pubblici.
Come diceva bene la collega Suino, il diritto ad un percorso di salute è stato messo a rischio. Il percorso di salute, che è l'elemento fondamentale per tutelare correttamente i cittadini, è riservato a meccanismi di tipo economico (chi ha più soldi, ha più possibilità), di tipo culturale (chi ha più possibilità di conoscenza, può avere maggiore risposta), al superamento di tutta una serie di handicap (due persone anziane si muovono con più difficoltà) e ad altri meccanismi che sono anche vigliacchi. Parlo apertamente di micromafia. E' diventato un fatto comune che la gente si rivolga al parente o all'amico che lavora in ospedale per potere avere diritto a una prestazione in tempi rapidi. Il concetto di appropriatezza si perde completamente. La formazione permanente degli operatori sanitari si è persa completamente.
In questa logica, siamo contrari al fatto che si faccia ricadere sulle Aziende sanitarie parte di questo mutuo, perché dei servizi, che sono stati già fortemente penalizzati con i tagli dei posti letto e dei servizi territoriali, che sono sotto gli occhi di tutti e soltanto chi non vuole non li vede, adesso sarebbero costretti a ulteriori tagli.
Qualcuno in quest'aula ci ha detto che i Direttori generali pagheranno e onoreranno le rate senza diminuire i servizi. L'Assessore ci presenti i piani dei Direttori generali che dimostrano che i servizi non verranno toccati.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Ripartiamo da questo ragionamento. Non è stato presentato in alcuna Commissione e nemmeno in aula una sorta di piano di ricaduta, quella che potrebbe essere la ricaduta. Noi abbiamo fatto una proiezione e un ragionamento. L'Assessorato e la Giunta non hanno dimostrato che è una questione di partita di giro o una questione tecnica che non ha ricadute. Per questo motivo, continuiamo ad essere convinti di non tediare più di tanto, dopodiché non è questo il problema, in quanto ognuno ha il suo ruolo e il suo compito, ma riteniamo doveroso elencare ripetere ed evidenziare, quelle che sono le ricadute, dal nostro punto di vista, sui cittadini piemontesi a seguito di queste scelte.
Sta a voi dimostrare che così non è, ma entrando nel merito, poich stiamo entrando nel merito, magari con delle ripetizioni. L'abbiamo sempre fatto e continuiamo a farlo.
Prima questione: questa risposta non è mai stata data. Seconda questione: l'obiettivo quale continua ad essere? Ridurre il più possibile il peso che questa azione politica e giuridica della Giunta avrà sui territori. E' evidente: il più possibile. Cosa vuol dire il più possibile? Vuol dire 30/40/50. Cosa vuol dire? Il più possibile. E' un'azione che porti avanti per raggiungere questo scopo: pesare il meno possibile sui cittadini piemontesi; pesare il meno possibile sui territori; contrarre meno possibile la spesa sui territori e sulle ASL, perché queste hanno già pagato abbastanza.
Per quanto riguarda i tempi di attesa, mi riferisco al dato nazionale scientifico relativo al 6 giugno 2002 (non a dati del Gruppo DS) precisamente alla relazione nazionale: "Critica la situazione in Piemonte.
Le segnalazioni provenienti da questa Regione non indicato nulla di positivo". Per una visita oculistica si può attendere fino ad un anno; per un intervento di cataratta, undici mesi; per un intervento di protesi d'anca, fino a due anni; per un intervento di chirurgia vascolare, fino a diciotto mesi. I tempi di attesa appaiono elevati, tendenzialmente in crescita, inseriti per di più in un contesto nel quale sono stati imposti i ticket ai cittadini e la riduzione delle prestazioni. Si chiede ai cittadini di pagare di più, offrendo loro molto meno e per di più con tempi di attesa che, di fatto, costringono a rivolgersi all'intramoenia o al privato, infatti la domanda è cresciuta fino al 35% in più. Questo è un dato.
Facciamo altri esempi? Non parliamo più di un'ASL di Torino. Posso parlare di un'ASL vicino a un simpatico esponente della maggioranza. L'ASL 21, dopo avere subìto un taglio del 9,82% il 7 gennaio 2001, ora vede assegnarsi 3 miliardi in meno rispetto al fabbisogno dichiarato, con la scelta della Giunta (70% e 30%) 1 miliardo 162 milioni 791 mila le sono addossati, a partire da quest'anno, per quindici anni. E' un'ASL che ha già fatto una serie di tagli: meno 52 casi per l'assistenza domiciliare, nessun nuovo progetto approvato. Con una media di costo per utente dell'assistenza domiciliare tra i più bassi del Piemonte (2 milioni 340 mila lire all'anno), il taglio dovrà essere di almeno 500 unità, pari al 50%. Se andiamo sull'applicazione di mutuo al 50% sull'assistenza residenziale anziani - cito gli anziani perché è un indice molto alto in quel territorio era già previsto per il 2003 un taglio di 70 posti letto. Ora bisognerà tagliarne ancora almeno 48, passando così da 398 a 280.
Amici, colleghi di maggioranza e minoranza, potranno essere noiose queste cose, però sono la denuncia di quanto accade sul territorio. A questo noi vi chiediamo di rispondere, ma non con una proposta che - vi ripetiamo - è dannosa, è malefica e non porta nulla di buono nei termini in cui è stata concepita. Facciamo delle scelte diverse, ridimensioniamo altre scelte a favore di quello che è il bene primario, il diritto in assoluto: la salute.
Vi regalo qualche secondo, riprendendo il discorso nel merito su tutte le altre ASL



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, volevo sottolineare come questa seduta di Consiglio regionale, al pari di quelle scorse, sia noiosa e dannosa.
Noiosa perché non dà alcun apporto al dibattito dialettico, anzi, è evidente che l'appesantirsi dei colloqui e dei discorsi fa sì che le posizioni siano sempre più radicalizzate.
Dannosa perché stiamo rubando dei soldi ai cittadini, visto che siamo qui a fare assolutamente nulla. Si pensi al tempo che abbiamo impiegato per quell'idiozia del cavallo, si pensi ai tempi che costano ai cittadini, i gettoni di presenza di coloro che vengono qui, la presenza dei funzionari la corrente elettrica e tutto il resto.
Siamo qui a perdere tempo per un unico motivo, che è diverso da quello che ci è stato detto, è diverso da quello che è il dibattito politico ed è diverso dal rispetto della minoranza. Siamo qui perché in questo Consiglio regionale c'è un Regolamento ben diverso da quello del Comune di Torino, da quello della Provincia di Torino e da quello che l'on. Violante ha fatto approvare alla Camera.
A questo proposito, porto un esempio classico, evidente e numerico: quando dobbiamo illustrare un emendamento, il Regolamento permette di dire cose - come sto facendo in questo momento - che con l'emendamento non c'entrano assolutamente nulla.
Nei miei due interventi precedenti ho raccontato due barzellette e nessuno si è scandalizzato. D'altronde, erano in pieno stile e in coerenza con gli interventi che mi avevano preceduto; non hanno dato alcun apporto quegli interventi, come non hanno dato alcun apporto le mie barzellette tranne un sorriso del Consigliere Caramella, che ringrazio.
Quindi, faccio un appello al Presidente della Giunta e ai colleghi di maggioranza. E' evidente che qui c'è una strategia della sinistra: impedire alla maggioranza di lavorare e di attuare i programmi che ha promesso al proprio elettorato, salvo poi andare a criticare, punto per punto, quello che viene fatto e quello che non viene attuato. Non viene attuato perch in questi due anni di legislatura, in Consiglio regionale si è fatto molto poco per ricercare un colloquio necessario con la minoranza, necessario perché il singolo Consigliere di minoranza è in grado di bloccare i lavori di questa assemblea.
Porgo un appello alle forze di maggioranza e al Presidente della Giunta, perché, terminati questi stati di necessità - e ce lo siamo detti tante volte - si inizi un lavoro serio, che consenta, in primo luogo, al Consiglio regionale di poter svolgere la propria funzione. Altrimenti il meccanismo sarà quello di correre su una pedana ricoperta da 50 cm di melassa. E poi ci dicono: "Ma che tempi lunghi per fare 100 metri!". Certo perché gli strumenti sono degli strumenti inaccettabili in qualsiasi Paese civile.
Credo che se il regolamento di un condominio avesse somiglianza con il Regolamento di questo Consiglio regionale, si potrebbe andare da un giudice a rivendicare i propri diritti per un regolamento inidoneo ad amministrare un condominio. E qui dovremmo amministrare e soprattutto - visto che siamo camera legislativa - legiferare per la Regione o - se mi si consente un termine a cui sono affezionato - per la nazione Piemonte. E' inaccettabile ed è impossibile procedere su questa strada.
Quindi, prego i colleghi di maggioranza e la Giunta di riflettere su questi aspetti, perché possiamo andare avanti tutta la notte, ma non caveremo un ragno dal buco.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Penso che le ultime affermazioni siano facilmente smentibili.
Credo che oggi non stiamo parlando solo di cifre, ma, come ha detto prima la Consigliera Suino, stiamo entrando nel merito di questo provvedimento. Anzi, credo che, in fondo, la discussione di oggi potrebbe fare riflettere un po' la maggioranza e la Giunta proprio su quello che c'è alla base di questo mutuo.
Non dobbiamo dimenticare che questo mutuo deve essere contratto per pagare un disavanzo della sanità. Quindi, il problema fondamentale è quello di non creare altri disavanzi e di mettere in atto politiche di risparmio della spesa.
Quello che noi oggi cerchiamo di ricordare alla Giunta è che il vero problema che sta alla base di questo provvedimento non è solo, e non tanto la distribuzione del rateo tra le ASL e la Regione, ma il fatto che, se non siamo in grado di affrontare politiche di riprogrammazione della gestione della sanità, ci troveremo periodicamente a riaffrontare gli stessi problemi.
Le affermazioni del Consigliere Brigandì sono particolarmente significative, in quanto discende dal suo ragionamento un'idea di autoritarismo, nel senso che, poiché la maggioranza ha i numeri (40 su 60) dovrebbe poter emanare qualsiasi provvedimento nelle forme che ritiene senza confrontarsi con la minoranza.
Soprattutto, il Consigliere Brigandì e molti altri dimenticano che, in base a una legge elettorale che alcuni giudicano assolutamente antidemocratica, questa Giunta, che ha 40 Consiglieri su 60, non rappresenta neanche il 50% dei piemontesi.
Se facciamo i conti, contando chi non ha votato e chi, fortunatamente non ha votato la maggioranza, questa Giunta arriverà all'incirca a rappresentare la volontà del 35% dei piemontesi.
Se il Consigliere Brigandì pensa, con il 35% dei consensi, di mettere in atto delle politiche antidemocratiche e decidere da solo cosa vuole fare, al punto di arrivare a bloccare...



(Proteste da parte dei Consiglieri della maggioranza)



PRESIDENTE

Consigliere Moriconi, continui l'intervento.



MORICONI Enrico

Vi invito a fare i conti, la matematica non è un'opinione: ha votato l'80% dei piemontesi, il 50% dell'80% equivale al 40% dei piemontesi! Se voi pensate, con queste cifre, di avere diritto a rappresentare...



(Ulteriori proteste da parte dei Consiglieri della maggioranza)



PRESIDENTE

Vada avanti, Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Mi sembra un atteggiamento incivile da parte di alcuni Consiglieri...



PRESIDENTE

Vada avanti!



MORICONI Enrico

Questi ragionamenti sono quelli che vigono in qualsiasi Paese democratico! Chi non ha votato, non ha votato per voi, anche se voi pensate...
Non vedo perché non si vuole ragionare su termini di pura matematica! Questo porta a un concetto disturbato, per cui se la gente...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



PRESIDENTE

Collega Cattaneo, per gentilezza! Vada avanti, Consigliere Moriconi, visto che sta svolgendo un intervento!



MORICONI Enrico

Sì, però se sono interrotto e disturbato...



PRESIDENTE

Colleghi, vi prego di non disturbare, sia da una parte, sia dall'altra.
Grazie.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Vada avanti, collega! Faccio fatica a seguirla!



MORICONI Enrico

Anch'io faccio fatica! Questo porta - dicevo - a una visione disturbata della gestione dell'aula, perché, naturalmente, chi pretende di andare avanti a colpi di forzatura di voto, chiede la modifica del Regolamento.
Nessuno è pregiudizialmente contrario alla modifica del Regolamento bisogna ricordare, però, che le ultime due riunioni delle Commissioni sul Regolamento sono fallite per mancanza del numero legale, che non è stato garantito dalla maggioranza! Si viene in aula e si dice che le cose così non possono funzionare e bisogna modificare il Regolamento, quando poi, nella sede dedicata alla modifica del Regolamento, la maggioranza stessa non partecipa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Non è la giornata della gentilezza e dell'educazione...
Va bene, allora replay degli interventi di prima...
Ero interessato all'attenzione della maggioranza verso le problematiche ambientaliste che il collega Moriconi cercava di illustrare; una sensibilità che non avremmo detto, che abbiamo in parte notato questa mattina quando abbiamo discusso del Centro del cavallo, alla dimostrazione con un ordine del giorno votato anche da molti colleghi della maggioranza dove l'opposizione ha dato un contributo su un problema che non è paragonabile ai 1.000 miliardi; alla dimostrazione che, quando ci sono le condizioni e si lavora in un certo modo, c'è la possibilità di trovare dei punti d'incontro e risolvere i problemi.
Il metodo che avete scelto sul megamutuo non è il modo di risolvere il problema, dopodiché confido sempre nella Divina Provvidenza, non si sa mai folgorati più o meno sulla strada di Damasco o quella di Torino, sulla strada olimpica...



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Folgorati! Io non ho grande dimestichezza, ma se il collega Tomatis mi dice che era proprio sulla strada di Damasco, sono confortato. Il collega Contu non è attendibile sulle folgorazioni divine...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Contu)



PLACIDO Roberto

Come, adesso sei anche esperto di cose divine? Qui di esperti sulle folgori ce ne sono altri, ben più attendibili.
Al di là di questo, neanche alle gare olimpiche è importante partecipare...



PLACIDO Roberto

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Cosa c'entrano le gare olimpiche?



PRESIDENTE

Colleghi, vi prego! Consigliere Placido, faccia il suo intervento e, collega Brigandì e altri, sia da una parte, sia dall'altra, vi prego di non interloquire.
Grazie.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Dicevo che neanche alle gare olimpiche basta partecipare: bisogna non dico vincere, ma ottenere un risultato.
E' evidente che qualsiasi azione politica porta a cercare un risultato ma avremo occasione, anche su questo aspetto, di approfondire l'argomento.
In un intervento precedente mi sono soffermato sullo scenario che potrebbe coinvolgere l'ASL 3, che - ripeto per i colleghi distratti o che non erano presenti durante il precedente intervento - è l'ASL del territorio in cui ho la residenza.
La collega Suino ha preparato uno scenario su come potrebbe incidere il megamutuo: rispetto al 70% ho parlato nel precedente intervento; cerco, nel tempo che mi rimane, di illustrare il 50%.
L'incidenza del megamutuo al 50% potrebbe essere una cifra interessante: 2.076.412.000, il che vorrebbe dire azzerare le prestazioni di terapia fisica sia sul territorio (1,495 miliardi), sia quella in presidio (454 milioni), che possono sembrare delle inezie rispetto all'argomento che trattiamo, ma questa è solo una parte (il 50% solo sull'ASL 3).
Mi rendo conto che alcuni colleghi non apprezzano e dichiarano forme di resistenza a questa maggioranza che vuole governare, ma voglio citare, nel tempo che mi rimane, l'intervento della collega Suino - quello che mi ha preceduto - che era assolutamente nel merito rispetto ai numeri, le cifre i problemi.
Questo mutuo, come viene proposto, è inaccettabile. Almeno, per noi.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Devo dire, invece, che sono d'accordo a ripetere. Gli antichi dicevano "repetita iuvant", bisogna ripetere le cose quando non vengono capite o adeguatamente assimilate. Ripetere non vuol dire pedissequamente riproporre le stesse parole, ma significa fare uno sforzo per riproporre dei concetti in diversa luce, nella speranza che così riproponendoli si induca nell'avversario un ripensamento delle proprie posizioni. Ogni processo di cambiamento è frutto di ripetizioni. Ricordiamo l'insegnamento Ho Chi Min.
Ho Chi Min era un personaggio politico che sosteneva che, con costanza e dedizione, occorre saper trasformare un reazionario in un conservatore un conservatore in un moderato; un moderato in un democratico; un democratico in un progressista e - terminava Ho Chi Min - un progressista in un rivoluzionario. Questa catena politica è frutto di mille e mille ripetizioni. Ripetizioni di concetti, azioni di indirizzo, di riproposizioni che comportano delle ripetizioni. Non giudico assolutamente negativo ripetere dei concetti, a meno che non si sia persa la speranza di avere degli interlocutori.
Dato che non ho la speranza di avere degli interlocutori mi ripeto cercando di arricchire il mio ragionamento con aspetti di cui mi sono accorto che è privo. Certo, di questo me ne rendo tanto più conto, quanto più mi si offre, da parte dei miei avversari politici, degli argomenti per riflettere sulle cose sbagliate, insufficienti che ho detto. Meno vengono gli apporti della maggioranza e meno idee possono avvenire di arricchimento. Tuttavia, un'idea mi è venuta. Mi rivolgo al Consigliere Cattaneo che rappresenta, dall'alto del suo Gruppo, la parte numericamente più importante della maggioranza.
Consigliere Cattaneo, la situazione può essere facilmente risolvibile non è impossibile giungere in tempi rapidissimi ad una composizione dei due punti di vista. Il discorso, secondo me, è interessante. Per quanto mi riguarda, non parlo a nome di nessun altro, il problema è immediatamente risolvibile.
Il Presidente Ghigo presenti la nuova Giunta e il programma da qui alla fine della legislatura e il problema è risolto. A fronte di una crisi dichiarata che non permette ad alcuno di portare a conclusione un percorso così accidentato; accidentato perché la Giunta Ghigo è incompleta e in crisi.
La Giunta Ghigo non ha più fiducia, da parte del Presidente nell'operato dell'Assessore D'Ambrosio. Come maggioranza rimuovete questo e per me il problema si risolve. A quel punto, in quest'aula, ci sarà un'opposizione effettivamente tale. Ma l'opposizione è effettivamente tale anche adesso, non possiamo sognare di diventare maggioranza. In quest'aula ci sarà anche una maggioranza effettivamente tale e ricca di un programma e di una compagine di Giunta adeguata a riproporlo da qui alla fine della legislatura.
Adesso, politicamente, voi non siete in questa situazione, state cambiando, state discutendo come cambiare: quanti uomini, quali Assessorati, quale rimpasto e, spero, per quale programma? La sanità è un tema che, dal punto di vista del vostro programma, deve essere riproposto perché anche voi non penso possiate immaginare di poter andare avanti solo tagliando qui e là con l'accetta. Adesso sul territorio ci andremo tutti e per discutere con i cittadini di un nuovo assetto della sanità. Dovete avere un programma. Presentatevi con questa Giunta presentatevi con questo programma. Sarete credibili politicamente, sarete assestati, sarete in grado di dirci cosa volete fare da adesso alla fine della legislatura e, a quel punto, il problema del mutuo potrà essere risolto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Non voglio farvi perdere tempo, il mio non è un intervento che si inserisce negli interventi di questa parte del Consiglio per guadagnare tempo. In qualche modo, sono stato tirato per i capelli da alcuni interventi che ho sentito, in particolare quelli dei Consiglieri Moriconi e Placido.
L'illustrazione del concetto di democrazia del Consigliere Moriconi è quanto mai interessante, soprattutto perché segna le distanze, spero, da gran parte del centrosinistra. Quello che si continua a dire dalle vostre parti cercando di argomentare, con ripetuti interventi, un ostruzionismo che c'è ed è normale, secondo me è un dato interessante, perché mi ricorda che gli ambientalisti erano altra cosa.
Il problema non è che si può ricondurre un dibattito - che avete scelto di condurre su questo livello - ad un vizio di forma della legge elettorale che è quella che abbiamo (sapete benissimo quanto il mio partito contesti quella impostazione).
Non è quello il problema. Il problema è che qui non c'è nessuno che governa: è questo il dato democratico grave. Non abbiamo un governo della situazione, non abbiamo un governo della sanità e tutto quello che state dicendo, giustamente, per argomentare un voto negativo, che anch'io darò su questo provvedimento, non dimostra quello che il Consigliere Moriconi diceva, ma dimostra che non c'è un governo della sanità e che il vizio delle leggi elettorali che abbiamo, il vizio anche di questa legge elettorale premiale regionale, non ci ha dato un governo della Regione, ma l'ennesimo governo dei partiti che, in questo caso, è di centrodestra.
Non sarebbe successo - faccio questa previsione - molto diversamente se avesse vinto il centrosinistra, con la biodiversità del centrosinistra.
Questa è una riflessione che volevo lasciare a memento di questa ennesima giornata passata a guadagnare tempo.
L'altro elemento che volevo sottolineare e ironizzare è quello del Consigliere Placido. Non si può dire che la maggioranza abbia sbagliato metodo su questo progetto, perché sul Centro del cavallo ha fatto bene ad aver cambiato metodo (sul cavallo, forse, c'era qualche ragione in più), ma una gran parte dell'opposizione ha contestato quel provvedimento e non è scesa a patti.
Il problema dell'intervento del Consigliere Placido, è che, quasi quasi, conteneva un discorso del tipo: "Se troviamo il metodo per metterci d'accordo, anche la cosa peggiore passa". No! Anche sulla questione del Centro del cavallo gran parte delle forze di opposizione - Radicali Comunisti, Rifondazione e Verdi - ha grossi problemi di legittimità di quel provvedimento.
Addirittura, il Consigliere Saitta ha detto che era sbagliato lo strumento utilizzato; diceva: "Usiamo la legge per fare le partecipate".
Invece loro hanno scelto uno strumento minore. Il rischio che vedo nell'intervento è: "troviamo il metodo, troviamo l'accordo e tutto passa".
Credo che questo provvedimento, così com'è, non debba passare. Non faccio parte del gioco che avete messo in scena, democraticamente, voi del centrosinistra, ma non passerebbe - vorrei sperare - se il metodo fosse diverso, perché in questo caso il problema è il "manico".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Il provvedimento che stiamo discutendo merita sicuramente accortezza e riflessione.
Precedentemente ho sentito dire chi deve governare questo Consiglio e in che modo deve essere governata la Regione Piemonte.
Non c'è dubbio: le regole democratiche indicano che chi ha vinto le elezioni deve governare quest'aula e questa Regione, assumendosi la responsabilità del proprio operato.
In questo momento, stiamo discutendo un provvedimento legislativo di 1.000 miliardi che, in sanità, è un argomento molto impegnativo. Formalizza però, a mio giudizio, la cattiva gestione e il cattivo governo della sanità piemontese.
Il consuntivo che oggi ci troviamo ad affrontare è un consuntivo che amareggia, perché, a fronte di un debito così alto, abbiamo riscontrato un taglio di posti letto e con la stipula di questo mutuo non c'è la possibilità di migliorare la sanità. Abbiamo l'impressione che nel modo in cui è stata impostata, accollando il 70% del debito alle Aziende che devono produrre salute, non si risolvano i problemi.
Non crediamo a questo progetto, non crediamo in questa legge, perch caricando il 70% dei 1.000 miliardi alle ASL e alle ASO, non risolviamo il problema della sanità.
Sono convinto che nessuno in quest'aula crede a questo tipo di legge: vi è un debito che, in qualche modo, si vuole coprire, ma abbiamo fatto tutti assieme un esame di coscienza per vedere se questa sanità è stata ben governata, oppure no? Ci sono o non ci sono responsabilità da parte di chi l'ha governata? Vogliamo fare qualche esempio per evitare di essere ingiustamente accusati? A proposito dell'ASL 21 a cui la collega Suino faceva riferimento, è successo che i Direttori generali e i dirigenti si sono auto liquidati i premi per aver raggiunto gli obiettivi; in realtà hanno aumentato le liste di attesa ed in certi casi sono stati raddoppiate o addirittura triplicate.
Altro esempio. Considerata la nota 37 dell'allegato 2 decreto n. 22, si è fatto poco per insistere in quella direzione per pagare i farmaci meno del 50%. Sono queste le motivazioni per cui questa sanità va a rotoli perché occorre insistere sulle cose che presentano più valori positivi.
L'Assessorato ha mai fatto uno screening ASL per ASL? Prendiamo il caso delle Molinette, al di là della speculazione sulla vicenda Odasso, è mai possibile che, a fronte di un'Azienda così grande che assegna tutti i servizi all'esterno, ma che nel contempo mantiene tutti i costi relativi ai dipendenti, l'Assessorato non dica: "Perché si è operato in questo modo?". Perché in questo modo l'ex direttore delle Molinette ha trovato il sistema per raddoppiare i costi.
Forse è il caso, Presidente, di sospendere la seduta per fare un ragionamento su quanto ha detto il Consigliere Galasso, altrimenti stiamo qui tutta la notte continuando a discutere fino a quando le percentuali non diminuiranno.
Grazie per l'attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Cerco di intervenire il meno possibile, come stanno facendo i colleghi di maggioranza, non tanto per non dare attenzione agli interventi dei colleghi di opposizione, ma è talmente bello ascoltare queste opposizioni soprattutto quando emergono alcuni elementi di novità. Contraddicendomi però, adesso devo intervenire per fare alcune considerazioni.
Primo. Quando ho affermato che il collega Moriconi ha una visione disturbata della democrazia, certamente non intendevo offenderlo, n sollecitare un intervento quasi al limite del tumulto da parte dell'aula.
Ne chiedo scusa, perché certamente non era questa la mia intenzione.
Mi corre l'obbligo, però, di fare una considerazione. La democrazia non si può valutare né con il metro né con la bilancia, perché non è una questione di parametri o di quantità. Noi apparteniamo ad una parte politica, il centrodestra-Casa delle Libertà, con cui certamente affrontiamo competizioni elettorali accese (alcune volte vinciamo le elezioni, altre volte le perdiamo), ma, passato il momento elettorale, cari colleghi, ci sentiamo comunque rappresentanti di una comunità, il Piemonte quindi vogliamo certamente tutelare gli interessi e lavorare per il bene di un territorio e di una comunità tutta, di chi ci ha votato e di chi non ci ha votato.
Sono netti i limiti di confine che distinguono la nostra parte politica da altre parti politiche, che sono certamente più faziose e che alcune volte, anche con atteggiamenti evidenti (il Consigliere Moriconi l'ha dimostrato molto bene) di intolleranza, la pensano in modo diametralmente opposto.
L'intervento del Consigliere Brigandì è stato un po' intemperante, ma d'altronde, quando i Consiglieri di maggioranza stanno qui un'ora ad ascoltarvi, si caricano un po' e poi, quando possono parlare, devono dare sfogo alle proprie intemperanze e alle proprie convinzioni, magari anche con veemenza.
Indubbiamente, la questione dei 1.000 miliardi questa sera è stata affrontata ripetutamente. Svolgo un ragionamento di merito su questo punto ancorché non all'o.d.g., perché stiamo discutendo di un provvedimento di cui la titolarità è in capo all'Assessore competente, cioè l'Assessore al bilancio, Pichetto. Stiamo parlando di un provvedimento finanziario, non del provvedimento della sanità, che, non a caso, è stato licenziato e assegnato all'aula con un voto favorevole alla maggioranza da parte della I Commissione, la Commissione permanente e competente.
Vorrei fare un invito che - scusate - non vorrei che rimanesse inascoltato. Lo faccio anche con grande umiltà e, forse, anche con grande ingenuità. Mi do dell'ingenuo senza termine d'imbarazzo.
Noi dei 1.000 miliardi, a torto o a ragione, la responsabilità ce la siamo presa qui e fuori dall'aula. Siete stati bravissimi, con manifesti inserzioni a pagamento e non, a dirlo a tutto il Piemonte. I 1.000 miliardi sono un dato di fatto. E' un disavanzo della sanità dell'anno 2000 ed è un dato di fatto.
Nell'anno 2000, l'Assessore alla sanità era Antonio D'Ambrosio, il Presidente della Regione era l'On. Enzo Ghigo, c'era questa Giunta regionale e c'era questa maggioranza che la sosteneva, non è questo in discussione. I 1.000 miliardi c'erano, così come sono una realtà i 350 miliardi già certificati, quindi meno 650 miliardi l'anno successivo. Così come noi oggi lo diciamo, voi non siete convinti; vedremo quello che sarà l'anno prossimo, quest'anno chiuderemo i conti della sanità in pareggio: 1.350-zero. Quello è il dato di fatto: 1.000 miliardi.
Oggi stiamo affrontando un provvedimento finanziario per coprire quel disavanzo ed ecco perché rivolgo un appello al Consiglio regionale. La Giunta regionale e, qui, i 40 Consiglieri che sostengono questa Giunta regionale sono convinti e sono pronti ad alzare la mano o a premere un bottone sul provvedimento come licenziato dalla Giunta regionale ed assegnato all'aula: 70% a carico delle Aziende, 30% a carico della Regione.
Se permettete, noi abbiamo fatto il buco, perché nel 2000 governavamo noi. Ora siamo noi a proporre di coprire quel buco.
Discutiamo in modo acceso e serrato sull'argomento, su ogni emendamento che è stato presentato o che sarà presentato, senza alcun tipo di problema però su questo argomento. Se vogliamo essere seri, se vogliamo essere Consiglieri regionali fino in fondo e fare il bene di questa Regione discutiamo nel merito di un provvedimento la cui titolarità spetta all'Assessore al bilancio, la cui responsabilità spetta a questa Giunta regionale, alla maggioranza che la sostiene e a questo Consiglio regionale che dovrà esprimersi con un voto su questo provvedimento.
Termino l'intervento affermando che i 1.000 miliardi non sono in discussione, fanno parte della storia della Regione, sono consolidati. La responsabilità politica ce l'avete schiaffata sulla stampa e alla televisione ripetutamente, tutti i giorni, per più di un anno. I piemontesi che volevano capire credo che abbiano capito. Noi non sfuggiamo a questo.
Siamo qui a confrontarci su un provvedimento diverso. Vorremmo che si ritornasse in argomento per il bene di questa Regione e, soprattutto, per il bene di questo Consiglio regionale. Si torni a parlare e a confrontarsi sui provvedimenti e non sulle teorizzazioni, che sono ripetutamente riproposte in quest'aula.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.14).
Il Consiglio non approva.
1.15) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 4,5%".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

E' ritirato.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1.15) è pertanto ritirato.
1.16) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Moriconi e Chiezzi: all'art. 1, comma 1, le parole "quota del 70%" sono sostituite dalle parole "quota del 5%".
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente, non accetto alcune cose che sono state dette qui.
Non accetto sentir dire che noi ripetiamo sempre le stesse cose, che non siamo in argomento. Non accetto nemmeno di sentir dire che noi impediamo alla Giunta regionale di attuare il suo programma.
Non credo che in alcuna parte del programma della Giunta regionale presentato ai cittadini piemontesi si parlasse del disavanzo da creare in sanità.
In nessuna parte del programma presentato ai cittadini piemontesi si parlava della riduzione di 3.600 posti letto.
In nessuna parte del programma presentato ai cittadini piemontesi, a coloro che vi hanno votato, si parlava della riduzione dei servizi sul territorio, che abbiamo puntualmente elencato e che elencheremo nella battaglia che faremo.
In nessuna parte del vostro programma voi parlavate dell'enorme potere dato ad un iscritto di Forza Italia, che è stato dirigente delle Molinette che ha preso le tangenti e che con questi soldi ha anche omaggiato rappresentanti della Giunta. In nessuna parte del vostro programma voi prevedevate di elogiare un tangentista che era appena stato arrestato dicendo che era pur sempre un buon manager, come è stato fatto in quest'aula.
In nessuna parte del programma si diceva che avreste aumentato l'IRPEF per sanare il disavanzo in sanità. In nessuna parte del programma, anzi, in Consiglio è stato ripetuto più volte, è stato detto che sarebbero stati introdotti i ticket, anzi, è stato negato.
In nessuna parte del programma si parlava dei tagli che avreste causato un po' dappertutto allungando i tempi delle liste d'attesa.
In nessuna parte del programma si diceva che voi, per sanare i debiti che avete accumulato in campagna elettorale, avreste fatto pagare alle Aziende sanitarie diminuendo i servizi.
Da un'indagine svolta, non è l'elettorato di centrosinistra che è più scontento di quello che state facendo in sanità, ma è il vostro elettorato.
E' al vostro elettorato che avete presentato il programma. Parlo con convinzione di causa. Vi stiamo facendo un favore, perché vi impediamo di fare una cosa malvagia che provoca ancora più danno alla salute dei cittadini piemontesi, ai servizi e alla politica sanitaria che, malgrado voi, continua ad essere una sanità di buona qualità.
Non è vero, collega Cattaneo, che questo è un provvedimento che riguarda solo l'Assessore alle finanze. Non vi stiamo impedendo di sanare il buco causato nel 2000. Questo provvedimento era previsto in sede di bilancio e in sede di bilancio avete approvato l'accensione del mutuo. Non stiamo discutendo del mutuo per tappare il buco in sanità, quello è stato già approvato. Quello che vogliamo fare è impedire che questo mutuo ricada sulle Aziende sanitarie e non venga pagato dai cittadini piemontesi con il Fondo sanitario regionale. Avete inventato una cosa non vera. Dite che è una partita di giro, perché potreste dare meno soldi alle ASL Non è vero perché avete inventato una cosa non reale. Il Fondo sanitario regionale è un fondo dedicato. Non potete utilizzarlo per pagare i debiti. Avete bisogno di fare una triangolazione: dare i soldi alle Aziende, per poi riprenderli come quota parte con questo provvedimento. Questo è il motivo per cui vogliamo impedirvi di farlo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, ho ascoltato con interesse i primi interventi; poi notando che sono sempre gli stessi, man mano il mio interesse è diminuito.
Penso che nel rapporto che ci deve essere tra maggioranza e opposizione non si possa non tenere conto di chi ci ha eletto e ci ha fatto giungere in quest'aula per amministrare. Se è vero questo, dobbiamo considerare che ci sono oggettivamente delle responsabilità di maggioranza, ma anche di opposizione. Dobbiamo anche tenere in considerazione che il mutuo che andiamo a contrarre è frutto di una scelta obbligata, che facciamo con molta consapevolezza e che porterebbe, nel caso riuscissimo ad approvarlo ad investire del denaro in altri settori. Stiamo parlando di 700 miliardi che potrebbero comportare nuovi investimenti.
Penso che l'opposizione debba fare una seria riflessione su questa possibilità, ossia dovrebbe guadare al futuro. Credo che in quest'aula non si sia mai parlato così tanto di sanità come in questi ultimi due anni.
Ovviamente, ognuno di noi ha cercato di portare le proprie ragioni.
Pensando alla contrazione di questo mutuo si dovrebbe fare un ragionamento sul domani, anche della sanità piemontese.
Chiedo all'opposizione, che è convinta e ha ripetuto più volte la propria posizione durante gli interventi, di fare una seria valutazione in tal senso. Se ci sono delle responsabilità, da una parte, noi come maggioranza ce le siamo assunte e ce le assumiamo nel momento in cui contraiamo un mutuo di tale rilevanza, ma, dall'altra parte, l'opposizione dovrebbe assumersi la responsabilità di bloccare delle spese in termini di investimento, che invece potrebbero tornare utili alla nostra Regione.
Penso che sia inutile rimanere in quest'aula per votare ogni singolo emendamento, nel senso che per ogni mezzo punto vi è un emendamento, perch ho dei dubbi che siano ricevibili. In quest'aula ne abbiamo viste di tutti i colori, ma se vogliamo riportare un minimo di dignità forse sarebbe più utile discutere dei 700 miliardi in termini di investimento vitale per il futuro di questa Regione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Consigliere Angeleri, dignità e sostanza sono le ultime parole con le quali ha concluso l'intervento.
Per quanto riguarda la dignità, credo che sia dignitoso e, aggiungo doveroso da parte dei Consiglieri esercitare una funzione, che dovrebbe trovare spazio all'interno degli stessi Consiglieri di maggioranza, oltre che in quelli di minoranza, che, in qualche modo, assecondi quello che è il loro punto di vista sulla difesa della salute pubblica. E' assolutamente di grande dignità occuparsi dei diritti della gente e dei diritti alla salute.
Per quanto riguarda la sostanza, certo stiamo ragionando su numeri, ma ogni numero a quanti miliardi corrisponde? Il nostro ragionamento parte dal fatto che quei 700 miliardi, che si scaricano sui territori, contraggono ulteriormente dei servizi. Quindi, il nostro obiettivo è di portarvi spingervi, promuovervi, provocarvi, per giungere ad un ridimensionamento più forte possibile, del danno aggiuntivo che si avrebbe scaricando sui territori. E' evidente che ogni minimo mezzo punto per noi si traduce in sostanza, quindi in miliardi. I miliardi - cerchiamo di dimostrarvelo con qualche provocazione in più o in meno, ma fa parte della politica - sono ulteriori ridimensionamenti di servizi in sanità che si aggiungono a quelli che già ci sono stati. Questo è il nostro ragionamento, per cui non venite a dirci che non c'è dignità e sostanza in questa battaglia.
Voi dite: "Abbiamo riconosciuto le nostre responsabilità". Noi rispondiamo: "Un po' tardi, dopo che i danni sono fatti". E' inevitabile questo tipo di mutuo? Non è inevitabile. E' inevitabile nella logica degli investimenti che si vogliono continuare a fare. Privilegiando certe scelte politiche e certi investimenti si penalizza il servizio sanitario pubblico.
Ma allora potrebbe essere di 800 o di 1.000; non importa che le ASL diventino contraenti di mutuo. Facciamo finta di niente in questo caso. Ma può essere tutto quello che volete, basta tagliare ulteriori servizi.
Il ragionamento che facciamo noi è di azione e di scelta politica diversa, che non ammazzi gli investimenti. Ma quando mai? Ma proprio noi il centrosinistra e i progressisti, che non si rendono conto di che cosa significa investimenti? Noi vorremmo anche che gli investimenti non si facessero solo con le infrastrutture S.p.A. e patrimonio S.p.A. a livello nazionale, ma si facessero in materia di ricerca e sostegno alla farmaceutica, non soltanto in termini di marketing e brevetti, ma in termini di medicina. Quindi, figuratevi! Per cui non stiamo dicendo: "Inibire gli investimenti", ma stiamo dicendo "Non ammazziamo ulteriormente le ASL e la medicina di territorio". E per medicina di territorio intendiamo quella che fa da filtro e riduce il ricorso all'ospedale, fa della sanità pubblica di qualità, offre un servizio ai piemontesi. Che siano belli o brutti, ricchi o poveri, non me ne può fregare di meno! E' il nostro dovere, dignità e sostanza! Collega Angeleri, più dignità e sostanza di così! Dopodiché, qual è la proposta che fate, oltre a 1.000 miliardi che si fanno pagare in scelte solo alle ASL e alla sanità pubblica? Consiglieri che, di notte, facevano i controlli negli ospedali, adesso avallano questo tipo di operazione. Ma è proprio cambiato il mondo! Qual è l'operazione? Contemporaneamente, la Giunta vara una deliberazione di Piano sanitario. Non è bastato quanto è successo sul precedente Piano sanitario? Eppure l'Assessore diceva: "Non va questo piano; Morgagni ha sbagliato. Ghigo, dammi retta, bisogna fare delle cose diverse".
Il Piano è stato respinto, dopodiché voi vi rifiutate di presentare un Piano sanitario per non venire al confronto con la gente, e fate una deliberazione di dieci paginette che lascia fuori Torino, perché magari c'è stato l'inciucio con una parte di progressisti e l'operazione si conclude con una deliberazione. Assessore, non faccia una cosa del genere! E' questa la proposta? Consiglieri, ci sono altre proposte, ce ne sono mille, ma è ovvio che, dopo che fai un ambaradan di questo tipo, devi portare a casa un risultato, che non è in termini di valore aggiunto personale, ma è in termini di ulteriore difesa di quelli che sono i servizi pubblici in sanità. Quindi, fate offerte diverse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per fatto personale.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Mi corre l'obbligo di spiegare e di contestare un termine usato dal Consigliere Cattaneo nei miei riguardi.
E' stato detto che io sarei un intollerante. Credo che il termine "intollerante" identifichi semplicemente colui che non tollera e non accetta qualcosa.
Il mio pensiero nell'intervento precedente, male interpretato, voleva semplicemente evidenziare che le prerogative della minoranza sono quelle di poter esprimere le proprie idee. Quindi, semmai potrebbe essere intollerante chi non accetta idee diverse dalle proprie e pensa di cambiare le regole per diminuire la possibilità di esprimersi. Per cui mi chiedo: chi è intollerante? Il concetto matematico che ho espresso serviva solo per dimostrare che non si può cercare di impedire alla minoranza di esprimere il proprio pensiero, e soprattutto non ho mai usato il mio esempio per dire che si deve impedire alla maggioranza di governare. Il mio pensiero voleva solo rivendicare la libertà di espressione per la minoranza.
Per quanto riguarda altre parole dette nel corso di questi interventi devo contestare le affermazioni che ha fatto il Consigliere Cattaneo.
Le discussioni che si stanno facendo sui numeri vanno sulla sostanza della materia, perché nessuno nega la possibilità per la Giunta di ricorrere allo strumento del mutuo per coprire il disavanzo di 1.000 miliardi. Questo è un dato di fatto, accertato ed accettato. Il problema della discussione che si sta facendo è - come ha detto la Consigliera Suino sulla quantità della ripartizione di chi paga questo rateo, ma, d'altra parte, se alle domande che la minoranza pone si risponde in maniera di non dare risposta alla domanda, ma di rispondere ad altre argomentazioni, è certo che la domanda viene legittimamente riproposta, perché il nodo della domanda è proprio questo.
Noi chiediamo una diversa ripartizione del rateo del mutuo, non è in discussione la possibilità e la necessità di fare il mutuo. La nostra domanda verte precisamente sulla ripartizione che, come cerchiamo di dimostrare, sarebbe estremamente negativa per le ASL e, soprattutto, per i cittadini piemontesi, nel momento in cui dovessero usufruire del servizio sanitario. Quindi, giustamente la discussione verte su questo punto, perch finora non ci sono ancora state fornite delle risposte soddisfacenti dalla Giunta, dall'Assessore e dal Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Riprendo l'intervento del Consigliere Angeleri, che ci ha stimolato ad intervenire, così come il Consigliere Cattaneo, il quale ha detto: "Noi ci assumiamo la responsabilità di questo buco, di questo mutuo".
Noi siamo assolutamente d'accordo, è una responsabilità tutta della maggioranza: su questo non ci sono dubbi. Quello che noi contestiamo è la misura del 70%, pari a 700 miliardi, che l'1% rimane agli atti (l'1% sono 7 miliardi, sono 3 milioni e mezzo di euro). Il mezzo punto sul quale si pu ironizzare è pari a 3 miliardi e mezzo. In quest'aula per cifre molto meno importanti ci siamo appassionati per mezze giornate (ricordo che i pensionati al minimo hanno aspettato qualche mese per ricevere l'esenzione sul problema che stiamo trattando). Quindi, non si può ironizzare su mezzo punto, su 3 miliardi e mezzo e su 7 miliardi, perché chi è in cassa integrazione alla FIAT, chi è al minimo di pensione, non si può permettere il lusso di ironizzare su queste cifre.
Allora, non per fatto personale, al di là di avere con lui una vicinanza fisica - e continuo a ripetere che mi sento assolutamente tranquillo e garantito di averlo alle mie spalle - ma per continuare un colloquio iniziato prima che lui intervenisse, vorrei chiarire un punto con il Consigliere Mellano.
Questa non è ostruzione, collega Mellano, perché l'ostruzione è un'altra cosa. Noi stiamo cercando e ci sforziamo, chi con più argomenti e chi con meno, chi con più o meno passione, di provare a far ragionare su un problema che pone le ASL, per quindici anni, nella situazione di dover rispondere su decisioni prese da questa maggioranza e da questa Giunta regionale.
E' questo il vostro obiettivo? Se dovessimo andare avanti per sei settimane, su questo argomento saremmo accusati di essere degli ostruzionisti! Ma, allora, provare a trovare un punto d'intesa è un modo sbagliato di fare politica? Io penso proprio di no, ma un punto d'intesa sulla proposta deve essere credibile e, per quanto ci riguarda, franchezza per franchezza - caro Presidente Cattaneo - non si può chiedere a noi quello che ha chiesto il Presidente del CCD.
Il collega Angeleri ha proposto il 50% e noi riteniamo che sia sbagliato.
Chiedo il conforto e la collaborazione dei miei colleghi e compagni di Gruppo e Partito: questo è uno dei problemi che ribalto sulla maggioranza.
Alcuni componenti di questa maggioranza hanno presentato una proposta scandalosa e inaccettabile, non condivisibile.
Fateci sapere e capire! Sono le 20.25, tra poco ci sarà la pausa e poi ci sarà la seduta serale; si può discutere su questo? Ma che sia una discussione seria! Accettiamo proposte serie! Siamo un Gruppo, un Partito, un'opposizione seria che si assume le proprie responsabilità; così come la maggioranza, a voce del Presidente Cattaneo, si è assunta la responsabilità del buco dei 1.000 miliardi, noi siamo pronti ad assumerci le nostre, però su proposte serie sulle quali si possa discutere. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Collega Placido, io non ho fatto alcuna affermazione di assunzione di responsabilità, anche perché l'assunzione di responsabilità è automatica essendo il Presidente Ghigo il Presidente della Regione dal 1995 ad oggi (non so se a voi spiaccia; noi e la maggior parte dei piemontesi ne siamo contenti).
Il Presidente Ghigo era in allora Presidente della Regione, quindi nell'intero anno 2000 questa maggioranza e questa Giunta governavano, i soggetti erano esattamente gli stessi: l'Assessore alla sanità era l'Assessore D'Ambrosio, il Presidente Ghigo era Presidente della Regione la maggioranza che lo sosteneva era, nella prima parte dell'anno, questa maggioranza senza la Lega Nord; nella seconda parte dell'anno, nonostante i vostri sforzi - com'è noto - il Presidente della Giunta regionale è stato rieletto alla grande, battendo un Ministro della Repubblica, un leader nazionale di Partito, la maggioranza si è addirittura ampliata, passando a 40 componenti, compresi gli amici e alleati della Lega Nord.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Contu)



CATTANEO Valerio

.....ma anche qualche voto che abbiamo preso, Contu, ma non voglio introdurre elementi di polemica, perché ne ho già introdotti abbastanza.
Prendo atto che l'appello che ho fatto prima - non è che fossi particolarmente fiducioso - è rimasto inascoltato, pertanto voglio fare alcune considerazioni.
Innanzitutto, non siamo al mercato. Non è che Angeleri dice il 50 ammesso e non concesso che l'ha detto in Commissione (ma il Presidente Angeleri potrà intervenire sull'argomento), o che voi sosteniate: "Non possiamo farci superare a sinistra da un pezzo della maggioranza..."! Alt! Il collega Angeleri non è un pezzo della maggioranza, ma è Presidente di un Gruppo politico che è parte integrante, integrata e importante di questa maggioranza.
La maggioranza è tutto l'insieme! Noi non siamo come voi, a pezzi! Abbiamo convenienza, obbligatorietà, ma convinzione di essere maggioranza.
Rispetto alla questione del 30-50-70%, se si vuol fare un discorso serio sui servizi, collega Placido - mi spiace che l'Assessore Pichetto sia uscito, perché poi voglio fare un ragionamento collegato al bilancio e sulle alternative - siamo pronti, garantiamo, perché oggi voi avete fatto esempi estrapolati da un contesto generale (cito l'intervento di tre o quattro ore fa, di una collega, riguardante le teorizzazioni su come le ASL, per recuperare quel miliardo, miliardo e mezzo o due miliardi, a seconda di dove sono le ASL, dovessero intervenire in eventuali tagli dei servizi per reperire quella somma).
Se si vuole fare un discorso, anche noi siamo per non tagliare i servizi. Noi diciamo e sosteniamo che non saranno tagliati e non sono tagliati i servizi; diciamo e sosteniamo che bisogna introdurre e migliorare l'efficienza delle Aziende per liberare quelle risorse (70 miliardi a carico delle Aziende, complessivamente, per ogni anno, su ventinove Aziende, sono una media di poco meno di 2 miliardi ad Azienda) quindi, con un'ottimizzazione dei servizi e della spesa che deve essere spalmata su tutte le spese di un'Azienda (l'autovettura, la benzina, la carta, l'amministrazione e quant'altro), si possono trovare.
Guai se un'Azienda avesse difficoltà su questo! Non siamo talmente gonzi da dire: "Giriamo la rata sulle Aziende, così chiudono un pezzo di reparto o tolgono un tipo di servizio", come è stato teorizzato.
Qualcuno lo teorizza; probabilmente, il centrosinistra o i manager individuati dal centrosinistra farebbero così al posto nostro! Noi no! Noi siamo ad un'economizzazione generale.
Se ci si vuole confrontare su questo, dare un indirizzo preciso politico del Consiglio alla Giunta regionale, al Presidente Ghigo e all'Assessore su questo, a noi basta avere la garanzia.
Se si vuole che il Consiglio dia questo indirizzo, possiamo farlo attraverso un ordine del giorno, affinché questa manovra non vada a inficiare i livelli di servizio, e quindi ci si può confrontare.
Se, però, il confronto è ai livelli di mercato: "Angeleri vuole il 50 e noi dobbiamo portare a casa una 'marchettina', almeno il 45 o il 40%" non è un confronto. E' voler umiliare questa maggioranza con una procedura che questa maggioranza non vuole! Attenzione, qual è l'alternativa, cari amici? Nessuno ha ancora avuto il coraggio di dirlo! Lo dico io e me ne assumo la responsabilità: se non sarà approvata questa legge, l'alternativa - è stato detto prima, la Giunta è già autorizzata dalla legge di bilancio votata il 26 aprile - è quella di ingessare questa Regione, non la Regione come Amministrazione, ma il Piemonte, perché la Regione non potrà più fare investimenti, sostenere le iniziative delle Amministrazioni provinciali, comunali, degli Enti, e magari i primi che ci lasceranno lo zampino saranno quelli del centrosinistra! Poi sarete anche capaci di venirci a dire: "Ecco, adesso vi vendicate sul centrosinistra!". Perché quando la Regione non dovesse più fare investimenti, cari amici, non potrete venire in aula a ricattarci o a portarci in quell'angolo a affermare che la Regione Piemonte non pu sostenere le iniziative della Provincia di Torino, o le iniziative nel campo delle Olimpiadi, o quelle iniziative sulle strade di Vercelli piuttosto che in quelle di Cuneo, e così via! Attenzione, perché la scelta va fatta e va fatta fino in fondo! Noi la ricetta, così come ci assumiamo automaticamente la responsabilità, perché Ghigo era Presidente nel 2000 ed è stato rieletto alla grande successivamente - dovete sempre ricordarlo e riflettere su questo - la portiamo e oggi, in questo confronto, diciamo cosa succederà in alternativa.
Se si vuole confrontarsi nel merito con l'Assessore e il Presidente sulla questione dei servizi, si entra in questo tema ed eventualmente si trova un indirizzo del Consiglio a tutela di questo; siamo d'accordo e ci stiamo.
Se, invece, è il mercato, non ci stiamo, lo diciamo subito. Ci troveremo giovedì o, se non basta, un altro giorno, se ci riusciremo approveremo questa legge, non al 50 e 50, come ha detto il collega Angeleri, ma al 70 e 30, perché noi crediamo in questo provvedimento. Ci crediamo perché i servizi non saranno intaccati.
Se, invece, non ci riusciremo, grazie alla vostra attività ostruzionistica, la Regione dovrà fare fronte a questo disavanzo, ma il risvolto della medaglia sarà che voi avete determinato questa situazione e sarete i primi a doverlo spiegare alle Amministrazioni del vostro segno politico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Penso che il Consigliere Cattaneo possa stare tranquillo perché qui non facciamo alcun mercato, e il collega Placido non intendeva dire quello. Non facciamo mercato, non siamo qui da questa mattina per trattare sulle percentuali, non è questo il punto, Consigliere Cattaneo. Stiamo parlando di come pagare questo mutuo, un muto già deciso dalla Giunta, quindi le responsabilità la Giunta e la maggioranza se le sono assunte.
Noi abbiamo criticato questa decisione perché può essere una decisione comune a molte Regioni, ma ci pare quanto meno dubbio e incerto. Rispetto alla prospettiva di pagare i debiti attraverso i mutui, qualche problema ce lo pone. Dopodiché è una decisione assunta dalla Giunta e dalla maggioranza di fronte ai cittadini piemontesi. Noi abbiamo criticato, ci piacerebbe discutere di più, ma abbiamo parlato tante volte su come si è arrivati al debito del 2000. Questo è il punto.
Abbiamo discusso anche di questo, perché si è arrivati in una situazione particolare, quando si diceva che le accuse dell'opposizione erano infondate rispetto all'ammontare del mutuo, poi i fatti ci hanno dato ragione.
Oggi stiamo parlando di come pagare quel mutuo. Penso che sarebbe interessante, per il Presidente Ghigo e per l'Assessore D'Ambrosio, perch mi rendo conto che quando si parla con i Direttori generali questi tendono a presentare una situazione che forse non sempre è reale, discutere e parlare con i cittadini, con i medici, con i primari e con gli infermieri che vivono quotidianamente la situazione della sanità piemontese, per accorgersi che la situazione è preoccupante.
Il Consigliere Cattaneo propone un ordine del giorno in cui si sostiene che, anche se per 1/2/3 miliardi questo mutuo ricadrà sulle ASL, non bisogna tagliare i servizi.
Caro Consigliere Cattaneo, vorrei ricordarle che la Giunta regionale quando ha assunto la delibera dei tagli il 7 gennaio 2001, aveva assunto subito dopo un'altra delibera che invitava le AA.SS.LL e i Direttori generali a non tagliare i servizi. I fatti ci dicono che non è avvenuto questo, i servizi sono stati tagliati e questo non lo potete negare.
Bisogna verificare quello che succede realmente nei nostri ospedali: i servizi sono stati tagliati, questa è la realtà.
Oggi mettersi qui e discutere un ordine del giorno che invita i Direttori generali a pagare quel mutuo, ma a non tagliare i servizi, è una cosa che non serve, quindi quell'ordine del giorno non vogliamo neanche discuterlo.
Noi siamo preoccupati del fatto che far pagare questo mutuo per il 70 alle AA.SS.LL, significa penalizzare i servizi nella nostra regione. E' per questo che siamo estremamente preoccupati.
Credo che sarebbe stato forse molto più produttivo discutere in quest'aula di un progetto. A noi pare che a questo progetto manchi, non esiste, che si viva giorno per giorno nella gestione della sanità. Perch dico che si vive giorno per giorno? Ieri il "Sole 24 Ore" ha pubblicato un articolo intitolato "Giunta Ghigo. Il dubbio IRPEF". Non so se sia vero perché non sono in Giunta, non so se questa è una discussione che si sta facendo realmente in Giunta, ma si dice... lo dirò dopo perché è scaduto il tempo a mia disposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Penso che il dibattito abbia fatto qualche passo in avanti perché le considerazioni che sono state proposte partono da presupposti in assoluta buona fede e consentono di fare qualche riflessione in più.
Propongo la mia. Intanto, vorrei respingere qualsiasi tentativo di vendetta nei confronti dell'Assessore D'Ambrosio. Da certi ragionamenti mi è sembrato di leggere un po' una rivalsa verso l'Assessore: "Lei era lì nel 2000 e ha fatto i debiti". "Certo, siamo stati noi" dice il Consigliere Cattaneo, ma in realtà diceva "E' stato lei, D'Ambrosio". "Adesso si fa così, adesso d'accordo è colpa nostra, adesso Assessore D'Ambrosio". Non penso che sia politicamente condivisibile un atteggiamento di quel genere: non si fa politica con le vendette, si fa politica con le scelte che guardano al futuro.
Eviterei di accostarmi a chi vuole bruciare l'Assessore D'Ambrosio in questo modo. Penso che chi parla sia fuori discussione, perché ho chiesto le dimissioni dell'Assessore parecchie volte e anche adesso potrei suggerire all'Assessore autonomamente di dimettersi. Farebbe un atto utile al Piemonte. Non sono d'accordo ad una vendetta contro l'Assessore. Il problema si risolve non appena Ghigo risolve i suoi problemi. Non possiamo in un'aula che rappresenta forze politiche uscite dalle elezioni, accettare e far finta che Ghigo non abbia problemi irrisolti con la sua maggioranza.
La maggioranza, da che mondo è mondo, in politica esprime una Giunta che rappresenta l'intera maggioranza, ma oggi la situazione della Giunta Ghigo non è questa. La maggioranza che sostiene Ghigo non esprime la propria rappresentanza all'interno della Giunta Ghigo. Ghigo deve risolvere questo problema facile, facile. Per quanto mi riguarda, fino a che non l'ha risolto, il Presidente viene in quest'aula e discute con noi gli emendamenti che chiedono che non si scarichi sulle AA.SS.LL questa cifra.
Viene in aula tutte le volte che sarà necessario. Perché è una Giunta in crisi, è una Giunta che non rappresenta tutta la maggioranza. Io in quest'aula sono governato da un Presidente del Consiglio che passa gran parte del suo tempo a discutere con Ghigo gli Assessorati che la Lega chiede.
Anche questo è un elemento di disturbo; ognuno fa le proprie scelte, ma quando vedo il Presidente del Consiglio che si dedica molto a cercare spazio in Giunta regionale per i rappresentanti della Lega, va bene, si occupa di quello, pazienza, però preferirei un Presidente del Consiglio che si occupa super partes di governare i nostri lavori. Non è così, ma questo mi segnala, per altro verso, che c'è un problema irrisolto. In politica si risolvono i problemi politici, risolti i quali ognuno fa la propria strada.
Se il Presidente Ghigo si presenta con il programma di governo e si presenta con i suoi problemini risolti, che problema c'è a riconoscere che Ghigo ha vinto le elezioni, che ha una maggioranza che esprime una Giunta che vuole fare questo mutuo e vuole addossarlo alle ASL? Per quanto mi riguarda, dirò che non sono d'accordo e voto contro. Voterò contro un provvedimento presentato da una Giunta in carne ed ossa e in sana salute politica, perché espressione di una maggioranza fino ad ora in disaccordo.
Presidente Ghigo, abbia pazienza! Non chiedo che lei risolva i suoi problemi in cinque minuti, solo non accetto che provvedimenti di questo calibro passino, con il consenso dell'opposizione, in presenza di una macroscopica crisi politica della Giunta Ghigo, in particolare della sua Presidenza.
Risolva questi problemi. Non c'è alcuna questione: si procede e si va avanti, ma finché non sarà così, per quanto mi riguarda - e parlo solo per me - sarà battaglia dura e lunga.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Intervengo riprendendo una riflessione del collega Cattaneo, facendo prima una premessa in ordine al problema di ordine politico sollevato dal collega Chiezzi.
Non è irrilevante, quando si fa politica, dire che per andare avanti occorre risolvere prima crisi politiche. E' sempre successo così.
Probabilmente, il nuovo sistema elettorale non solo ha creato stabilità nel Governo, ma ha anche stabilizzato le crisi.
Il problema sollevato dal Consigliere Chiezzi è un problema vero. Egli dice: "In fondo, se venisse il Presidente Ghigo con la crisi risolta, io voterei contro, ma almeno saprei di avere una Giunta che ha risolto una sua crisi".
Affronto anche un'altra questione, riprendendo il ragionamento del collega Cattaneo. E' chiaro che continuare a ripetere le stesse cose è stancante e sicuramente inutile, perché insistere a richiamare le responsabilità del governo della sanità del 2000, 2001, 2002 e 2003, è questione ormai nota. Le responsabilità sono note e credo che anche l'elettorato abbia dato qualche indicazione su come sono andate le cose.
Il problema riguarda il mutuo. Siccome non credo che il problema sia di definire una quota basata su numeri in termini generici (30/70/50/40) perché non è un elemento di contrattazione, ritengo che la preoccupazione sia - e questo è l'orientamento di tutto il centrosinistra - quella di fare in modo che si riduca al minimo il peso sulle ASL - minimo possibile compatibile - nel pagamento degli oneri finanziari.
E' questo l'obiettivo che ci poniamo. E' chiaro che per raggiungerlo dobbiamo sottolineare modalità diverse, ma questo è l'obiettivo e, a tal fine, si è condivisa, credo da parte di tutti, la strada di ragionare intorno agli investimenti del 2002 e 2003. E' evidente che, se non diamo per certe e indiscutibili le scelte prese negli investimenti del bilancio di previsione 2002, la Giunta, per forza di cose, non può che chiedere il 70% a carico delle ASL Non c'è altra via di uscita: è così.
I numeri sono quelli che ci avete dato; si può fare qualcosa di meno però l'ordine di grandezza è di quel tipo. Se siamo interessati ad un minor carico a favore delle ASL - e credo che dobbiamo esserlo - occorre rivedere gli investimenti.
Probabilmente, attraverso un ragionamento sugli investimenti decisi nel 2001 (mutui magari autorizzati, ma non contratti, nel senso che praticamente non sono partiti; mutui autorizzati nel bilancio 2002 attraverso l'art. 5 e, mi pare, anche l'art. 6), si può vedere quali sono tra gli investimenti decisi, quelli su cui non è così indispensabile insistere. Se attraverso questo nuovo elemento, che è il mutuo di 1.000 miliardi, è possibile stabilire quali sono, tra gli investimenti indicati quelli che si è deciso di fermare (perché ci sono anche mutui riferiti ad opere ed investimenti che non si faranno più), si fa un'opera di ripulitura. Individuando priorità e rinviando alcune questioni, si chiarisce semplicemente che siamo in grado di stabilire qual è il grado di libertà (perché è chiaro che nessuno si vuole prendere la responsabilità di dire che un'opera non va fatta).
In sostanza, siamo in grado di fare un ragionamento serio per dire qual è il vero grado di libertà che la Regione ha per assumere, il più possibile direttamente a suo carico, il mutuo: può anche essere il 35/36/37/38/40 come può darsi che, attraverso la risoluzione, si definisca che è proprio 70 la quota a carico delle ASL Non lo so, però ho l'impressione che guardando e pensando agli investimenti 2000/2001, lì abbiamo messo cose irrealizzabili e che possiamo rinviare a momenti migliori.
Questa operazione ci consente di riflettere, al di là della posizione: "Hai ragione tu, ho ragione io". Tutto ciò vuol dire - e concludo - una rivisitazione delle operazioni di investimento del bilancio 2002.
D'altronde, quando si parla di un investimento di 1.000 miliardi, è chiaro che vuol dire ripensare a tutto quello che è stato deciso.
Credo che - e penso di poterlo dire anche a nome dei colleghi - se il ragionamento viene fatto in questi termini, ci saranno gli spazi per arrivare ad una conclusione logica. Se vogliamo ragionare in questo modo credo che ci sia uno spazio concreto: mettiamoci attorno ad un tavolo per verificare quali investimenti si possono avviare e cerchiamo di trovare una soluzione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Cari colleghi, devo dire che il ragionamento del Consigliere Saitta almeno nella seconda parte, è un ragionamento che finalmente dà un po' di dignità a questa opposizione che per un mese e mezzo ha praticato ...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

...naturalmente parlo di dignità politica, caro Consigliere Chiezzi.
Voglio ricordarle i suoi apprezzamenti personali fatti su di me la volta scorsa, visto e considerato che si preoccupa sempre di dire a tutti che cosa devono fare, ogni tanto, magari, rifletta sui suoi comportamenti! Stavo parlando del ragionamento posto dal Consigliere Saitta, anche se devo dire, onestamente, un po' in ritardo...
SAITTA Antonio (fuori microfono) L'ho fatto la settimana scorsa...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

...va bene, comunque la settimana scorsa era in ritardo lo stesso: su questo provvedimento l'opposizione sta tenendo la maggioranza - e questo lo dobbiamo dire ai cittadini piemontesi - da un mese e mezzo in quest'aula facendo solo ed esclusivamente ostruzionismo.
Il ragionamento del Consigliere Saitta, che dice: "Va bene, adesso siamo contenti, abbiamo detto a tutti i piemontesi (ed i risultati elettorali ci hanno anche dato ragione) che sulla sanità avete sbagliato".
Bene! Ne prendiamo atto! Abbiamo ammesso anche noi di aver sbagliato questo è un dato di fatto. Ma adesso, dal punto di vista tecnico, per risolvere il problema del debito del 2000 dobbiamo accendere un mutuo sul quale l'opposizione non è d'accordo.
E' chiaro? Non ci permette di sottoscrivere, attraverso il disegno di legge che abbiamo presentato, un mutuo necessario per coprire il debito attraverso un meccanismo che può essere discutibile, migliorabile o modificato come percentuale. Personalmente, ritengo che questa percentuale sia assolutamente sopportabile dalle ASL, senza nessun tipo di taglio rispetto ai servizi che forniscono ai cittadini. Questo perché i budget che abbiamo assegnato alle ASL sono stati sottoscritti nel mese di novembre.
Pensate che questi budget nel mese di novembre prevedono l'eventualità di coprire una parte del disavanzo dell'anno 2000, cioè gli oneri finanziari. I direttori generali li hanno già tutti inseriti nel budget che hanno sottoscritto con noi, quindi le cifre lo prevedevano; li prevedevano senza l'inserimento dei ticket, perciò senza le entrate proprie che i ticket hanno prodotto, senza le riduzioni della spesa farmaceutica dovuta all'inserimento del ticket - misura contenitiva della spesa farmaceutica che noi abbiamo pagato politicamente - senza l'abbattimento del 5% del costo del farmaco introdotto dal Governo, senza la distribuzione diretta dei farmaci. Noi abbiamo adottato tutti quei provvedimenti nel tentativo penso riuscito, di ridurre la spesa farmaceutica. Vedete che hanno ampio margine.
Aggiungo che sempre quei budget sono stati sottoscritti con i vecchi LEA, non con i nuovi, perciò i direttori generali in quei budget hanno fatto conto di dover fornire servizi che, con l'inserimento dei nuovi LEA non sono più necessariamente od obbligatoriamente erogabili ai cittadini.
In più c'è anche un differenziale in quel senso.
Abbiamo poi la quota del socio-assistenziale. Con il Comune di Torino abbiamo prorogato fino al 30 giugno, ma cosa facciamo fino alla fine dell'anno? I Comuni, naturalmente, hanno già chiuso i loro bilanci, non hanno più le risorse finanziarie per pagare la quota che dovrebbero impegnare sul socio-assistenziale, ma noi cosa facciamo? L'ordine del giorno del Consiglio regionale ha intimato, nella sottoscrizione del bilancio lo stanziamento di una cifra, credo di 18 milioni di euro se non ricordo male, a fronte del sostegno della quota socio-assistenziale per i Comuni, nella seconda parte dell'anno.
Voi sapete che questo è un impegno che ha preso l'aula. E' un impegno che la Giunta può assolvere se ci sono le risorse finanziarie, altrimenti non può farlo. Se non facciamo il mutuo le risorse finanziarie non ci saranno, perché dobbiamo comprimere, per coprire il debito della sanità senza accollarlo, come abbiamo già fatto nella sottoscrizione dei budget alle singole ASL.
Ho sentito fare dei ragionamenti sulla rappresentatività, su maggioranza, opposizione.
In altre Regioni - faccio questo discorso giacchè so che infastidisce molto l'opposizione - la discussione sull'accensione del mutuo 2000 è durata una seduta consiliare! Mi sono spiegato? Cito la Regione Emilia Romagna; Questo per dimostrare come si comportano le opposizioni in una Regione e come si comportano in un'altra.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Qual era la quota di riparto?



PRESIDENTE

La prego di non interrompere!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Lasci perdere qual è la quota di riparto.
Avete anche letto qual è l'indebitamento medio delle Regioni dal 1995 al 2000? Avete guardato bene, visto e considerato che un Consigliere ha citato il Ministro Bindi, qual è stata la quantificazione delle quote di riparto negli anni in cui c'era il Governo del centrosinistra? Vogliamo mettere in discussione se adesso qualcuno volesse rivedere queste quote pro capite, magari cambiare i parametri e dire che, invece dei 2 milioni e 400 mila per l'Emilia Romagna, li prende il Piemonte, così immediatamente mi copro il debito della sanità? Sono tutti ragionamenti che, dal punto di vista politico, sono stati fatti e portati avanti, e che io sto gestendo nel mio ruolo di Presidente della Conferenza dei Presidenti, ma che, chiaramente, non possono avere due pesi e due misure.
Credo che l'opposizione abbia avuto tutto lo spazio per dire che noi non abbiamo governato bene la sanità; c'è però un fatto tecnico; un fatto tecnico prevede l'approvazione di una legge. Un'assemblea legislativa come questa non può permettersi di non approvare una legge a copertura di un problema tecnico. Mi sono spiegato? Aggiungo un'ulteriore considerazione, visto che il Consigliere Chiezzi ha avuto l'invenzione di sostenere che, fino a quando io non mi presenter con il rimpasto della Giunta, lui non è disponibile ad approvare questa legge. Va bene, aspettiamo.
I tempi della politica e di come la Giunta deve essere rimpastata, per usare questa bella terminologia, non me li faccio certo dettare dal Consigliere Chiezzi; sono decisioni che devo prendere io! Gli Assessori e le deleghe agli Assessori non vengono più discusse in Consiglio. Forse lei dimentica, Consigliere Chiezzi, che nel frattempo c'è stata una riforma costituzionale: glielo voglio ricordare...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Bisogna tornare indietro...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

...in modo che anche le prerogative del Consigliere di opposizione siano nell'alveo costituzionale, non oltrepassino i compiti che il Presidente deve esercitare.
Le deleghe e gli Assessori li sceglie il Presidente, non si discutono più in Consiglio. Questo è un principio fermo; poi, forse, con gli Statuti cambieremo questo meccanismo. Certo, sicuro che si torna indietro, ma d'altro canto, l'antiriformismo in questo Paese mi sembra che stia prendendo abbastanza piede, si identifica abbastanza bene. Ormai vediamo che su una riforma importante come quella del lavoro c'è chi, in un certo senso, ha dato la disponibilità a portare avanti un discorso di riforme e chi, invece, ha deciso che le riforme non si fanno, perché non si devono fare! Permettere ad un'azienda che ha quindici dipendenti di assumerne uno o due in più con tre anni di sperimentazione è un reato, è una cosa anticostituzionale! Comunque, su questo, quando in quest'aula torneremo a discutere di politica, avrò occasione di interloquire con i colleghi e di vedere, ancora una volta, quale tipo di spaccatura c'è all'interno del centrosinistra su un tema così importante; vedremo, conteremo e verificheremo quali sono i risultati.
Mi permetto di dire che non si può abusare della buona pazienza: di pazienza ne ho messa veramente tanta. Credo che questa maggioranza, a fronte di una giornata come oggi, abbia dimostrato di essere compatta perciò dove sta la crisi? 33, 34, 35, 36, 32 e 31 sono i numeri della giornata odierna. Siamo sempre stati tutto il giorno in maggioranza, perci non c'è crisi. Io ho una maggioranza compatta. Ho una maggioranza che è qui in aula, che sostiene il mio provvedimento.
Lo spazio per dire la vostra l'avete avuto, per fare le vostre considerazioni l'avete avuto. Adesso, obiettivamente, mi sembra che il vostro atteggiamento non sia altro che strumentale. E' una strumentalizzazione, un ostruzionismo, non si può diversamente definire; mi sono armato di tanta buona volontà e di assoluta tolleranza anche nei confronti delle provocazioni peggiori di tipo personale.
Adesso smettiamola: questo è un provvedimento di cui la Regione ha bisogno! Volete che la Regione continui a fare investimenti, votate contro questo provvedimento, nessuno vi chiede di votare a favore. Avete detto in tutte le salse che abbiamo gestito male la sanità, credo che il vostro risultato sia ampiamente raggiunto.
Adesso, si tratta semplicemente, con coscienza e con correttezza istituzionale nei confronti del Piemonte, di dare una possibilità a questa Regione, forse ancora sbagliando, ma questo è il ruolo di chi governa e di chi controlla chi governa. Avete tutto lo spazio per dire che noi sbagliamo; però, adesso, addirittura pretendere di non farci sbagliare mi sembra veramente troppo. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano per fatto personale.



MELLANO Bruno

Voglio ricordare al Presidente Ghigo che ci sono due opposizioni!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Ha perfettamente ragione.



PRESIDENTE

Lo esplichi.



MELLANO Bruno

Intervengo senza polemica né con il Presidente né con gli altri colleghi, però il fatto personale è il seguente: ricordo a tutti i colleghi che alle ultime elezioni amministrative regionali abbiamo avuto tre candidati che hanno superato lo sbarramento, candidati alla Presidenza della Regione Piemonte; una era Emma Bonino.
Io, in quest'aula, rappresento una forza che si chiama Lista Emma Bonino-Gruppo Radicali. Abbiamo tentato più volte di innescare un dialogo da posizioni liberali e liberiste. Non abbiamo avuto molti risultati. Per davvero, in modo fermo e ripetuto, chiedo al Presidente Ghigo di voler onorare la dignità politica di una posizione altra, diversa, che non è sempre stata facile, anzi, molte volte non è facile farlo da questi banchi.
Ricordo il collega Moriconi che mi voleva sfrattare da questi scranni.
Chiedo solo questa attenzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

In armonia con quanto avevo detto prima, era mio proposito intervenire soltanto in sede di dichiarazione di voto, stante l'assoluta inutilità di partecipare a tutti i passaggi del dibattito. Avevo chiesto di intervenire per contestare e contrastare interpretazioni arbitrarie fatte da una parte dell'opposizione.
Il Consigliere Mellano ha pienamente ragione, perché la sua opposizione è diversa e gliene abbiamo dato sempre atto.
Dobbiamo ribadire, a questo punto, l'assoluta solidità e non solo la solidarietà al Presidente Ghigo. Dobbiamo anche dire che la scelta sulla percentuale di mutuo da porre a carico delle ASL è una scelta di maggioranza che obbedisce - questo è stato già detto in vari modi dall'Assessore e dallo stesso Consigliere Cattaneo - ad un'impostazione di progettualità, che vede la maggioranza fare delle determinate scelte sulla pretestuosità, stante l'efficacia e la validità degli argomenti del Presidente Ghigo, che non sto qui a ricordare.
Rilevo, caro Presidente Ghigo, che non deve adontarsi per le cose che dice il Consigliere Chiezzi, perché il Consigliere Chiezzi, in una condizione di smarrimento generale, ha finito con il proporre una sorta di intelligenza con il nemico "Ghigo". Di questo forse non si è reso conto perché ha le sue argomentazioni, partendo da un'interpretazione arbitraria, là dove andava ad ipotizzare una vendetta che non solo non c'è, perché i fatti l'intervento del Presidente Ghigo lo sottolinea - confermano, come osserva la Corte dei Conti, che la gestione della sanità si è mossa in maniera efficiente, efficace, economica e ha conseguito, in maniera apprezzabile e soddisfacente, i fini istituzionali di tutela della salute pubblica.
Quindi, abbiamo un corredo di argomenti politici, un riscontro di dati obiettivi che dicono che la maggioranza è forte e così può procedere con solerzia ed efficacia per il bene dei piemontesi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.16).
Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 21.05)



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