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Dettaglio seduta n.223 del 25/06/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.04 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.34 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00)



(La seduta ha inizio alle ore 11.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo il Consigliere Ghigo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Volevo soltanto sottolineare alla Presidenza e ai colleghi un aspetto che trovo imbarazzante, che avevo sollecitato, altresì, in V Commissione: si tratta del punto 20) all'o.d.g., - argomenti richiamati in aula ai sensi dell'art. 34, comma 4 - ovvero il disegno di legge n. 291 "Testo Unico delle leggi in materia forestale", richiamato in aula dall'Assessore Vaglio.
Ritengo doveroso sottolineare all'aula che l'Assessore Vaglio per ben tre volte non si è presentato in Commissione per discutere e valutare l'argomento, nonostante fosse incardinato e in calendario per più sedute della V Commissione congiunta con la II Commissione. Pertanto, il richiamo in aula, che è perfettamente lecito in termini di Regolamento, lo considero un atto di sgarbo nei confronti della Commissione e dei lavori di Commissione, che, immagino, l'Assessore valuti come una perdita di tempo e un aggravio rispetto al suo lavoro di istruzione dei provvedimenti.
Ritengo importante sottolineare in aula che questo testo arriverà senza l'opportuna analisi di Commissione. Pertanto, l'aula sarà gravata di un ulteriore problema, quello di dover, per la prima volta, esaminare un testo, che ripeto essere importante, come il Testo Unico in materia forestale.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Mellano.
Sempre sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Mi associo alle valutazioni del Consigliere Mellano.
Credo che sia utile che la Commissione competente possa esaminare questa proposta. Tra l'altro, la Commissione ha chiesto più volte, come ricordava il collega Mellano, di discutere di questo argomento.
Ritengo indispensabile riportare questo testo in Commissione, affinch ne possa discutere in modo approfondito.



PRESIDENTE

L'Aula è sovrana. Essendo stati richiamati in aula, a norma di Regolamento, non soltanto questo, ma anche altri provvedimenti, man mano che giungeranno in aula, si potrà fare nuovamente presente quanto da voi esposto.
Come dicevo, l'aula è sovrana e pertanto, attraverso il voto, potrà decidere anche di rimandare in Commissione quanto richiamato.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 1578 dei Consiglieri Manica, Suino, Riggio e Placido inerente a "Primariati fantasma alle Molinette e all'Ospedale di Borgomanero"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1578, presentata dai Consiglieri Manica Suino, Riggio e Placido.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Cortesi colleghi, l'interrogazione dei Consiglieri Manica, Suino Riggio e Placido attiene ai Primariati fantasma - così sono stati definiti alle Molinette e all'Ospedale di Borgomanero.
Vorrei iniziare con il primariato di Diabetologia delle Molinette.
A seguito del collocamento a riposo del Dott. Quirico Carta, Primario della Struttura Sanitaria di Diabetologia delle Molinette, a decorrere dal 1 novembre del 1998, si è reso vacante il posto di dirigente medico di struttura complessa di Diabetologia.
Al fine di garantire i livelli assistenziali e l'organizzazione dell'articolazione sanitaria in parola, è stata posto in essere in capo al Prof. Gianfranco Pagano l'affidamento della responsabilità ad interim della struttura complessa di che trattasi con deliberazione del 18 novembre 1998 n. 459/2420/36/98 a far data dal 19 novembre 1998 e detto interim è attualmente in atto.
Con deliberazione dell'11 dicembre 1998 n. 813/2620/36/98 è stato indetto avviso pubblico per il conferimento dell'incarico quinquennale di dirigente Medico II livello - Diabetologia per la copertura del relativo posto vacante presso l'U.O.A. "Diabetologia" del Presidio Ospedaliero Molinette.
L'avviso è stato pubblicato in data 29 gennaio 1999.
Entro il 1 marzo 1999, termine di scadenza per la presentazione delle domande, sono pervenute n. 8 candidature da parte di sanitari interessati alla procedura in parola.
Con deliberazione del 06 aprile 1999 n. 992/491/491/36/99 è stata costituita la Commissione di Esperti preposta all'esame dei suddetti n. 8 candidati.
Nel frattempo, a seguito di ulteriore valutazione connessa a questioni di carattere finanziario, detta struttura complessa "Diabetologia" fu esclusa dal Piano di Organizzazione Aziendale, predisposto dall'Azienda stessa ed approvato dalla Giunta regionale con D.G.R. 05/02/2000 n. 18/156.
Conseguentemente l'iter procedurale previsto per il conferimento dell'incarico in parola veniva sospeso.
Successivamente con deliberazione del 15 ottobre del 2001 n.
3066/360/35/2001 veniva approvato l'Atto Aziendale delle Molinette, con cui veniva anche reinserita nella dotazione organica aziendale la struttura complessa di "Diabetologia".
In considerazione del lungo lasso di tempo intercorso dalla precedente scadenza e per consentire una più numerosa partecipazione di candidati aventi l'interesse a ricoprire tale incarico, in data 30 ottobre 2001 è stata disposta la riapertura dei termini di partecipazione alla procedura di che trattasi.
Il relativo avviso è stato pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 40 del 03/10/2001 e sulla Gazzetta Ufficiale n. 86 del 30/10/2001 ed i termini di partecipazione sono scaduti in data 29/11/2001.
Entro il 29/11/2001 sono pervenute n. 2 ulteriori domande rispetto alle n. 8 già giacenti presso i competenti uffici.
Con deliberazione 14/02/2001 n. 615/58/35/2002, nel recepire i rilievi di cui al D.G.R. 10/12/2001 n. 31-4746, l'Azienda riteneva che, ancorché la struttura complessa di "Diabetologia" fosse annoverata tra quelle della dotazione organica aziendale, non venisse inserita nella programmazione assuntiva dell'anno 2002.
Con D.G.R. 21/01/2002 n. 44-51361 la Regione Piemonte ha stabilito il blocco delle assunzioni per le AA.SS.RR. sino al 30/06/2002, relativamente a tutto il personale, ivi compresi i dirigenti di struttura complessa (questo termine non ha avuto valore per le aziende che hanno sottoscritto il budget).
Tale termine del 30/06/2002 è rimasto cogente per l'Azienda Sanitaria Molinette in quanto la stessa sta ancora redigendo il piano di attività per il 2002, anche in coerenza con la legge regionale 34/2000 sulla diabetologia. In base alle indicazioni di tale piano, l'azienda potrà procedere alla conclusione del procedimento amministrativo avviato l'11/12/98. Ossia, appena approvato il piano di attività dell'azienda quindi concordato il budget, l'azienda procederà alla nomina di detto Primario. Primariato di Ostetricia-Ginecologia dell'Ospedale di Borgomanero.
Il Dott. Carlo Antonio Restani, Primario di Ostetricia-Ginecologia dell'Ospedale di Borgomanero, ha lasciato l'incarico il 31 agosto 2000.
L'Azienda Sanitaria Locale 13 di Novara si era sollecitamente attivata predisponendo il bando per il conferimento del nuovo incarico con deliberazione n. 1940 del 10.8.2000. Detto bando veniva pubblicato sulla G.U. n. 68 del 1.9.2000 con scadenza il 2.10.2000.
Alla data di scadenza sono pervenute n. 5 domande e tutti i candidati sono stati ammessi.
La Commissione per la valutazione dei candidati è stata nominata con deliberazione n. 65 del 26.1.2001 ed ha rassegnato il suo verbale in data 21.2.2001, dichiarando idonei i 4 candidati presentatisi, ovvero: il Dott.
Corrado Colaci, il Dott. Piergiorgio Fornaia, il Dott. Pierluigi Gambero ed il Dott. Alfredo Porcelli.
L'allora Direttore Generale dell'ASL 13, Dott. Giorgio Grando, con sua nota prot. 233 del 13.4.2001 che allego, richiedeva alla Commissione il riesame della casistica operatoria, con invito alla stessa di formulare una valutazione che evidenziasse i contenuti dell'attività dei singoli candidati.
In relazione a tale richiesta del Direttore Generale, la Commissione si è nuovamente riunita ed ha redatto nuovo verbale in data 17.5.2001.
Successivamente, il 29 maggio 2001, il Dott. Giorgio Grando è stato sollevato dall'incarico e sostituito con il Dott. Vittorio Brignoglio in qualità di commissario, carica che ricopre tutt'ora.
La Giunta regionale, con D.G.R. n. 24-3936 del 17.9.2001, ha deliberato di invitare le AA.SS.RR a non dare corso a nuove assunzioni di personale ivi compresi i Dirigenti di struttura complessa.
Con D.G.R. n. 44-5136 del 21.1.2002, la Regione deliberava di invitare le AA.SS.RR a far data dal 1.1. e fino al 30.6.2002, nelle more dell'approvazione del nuovo P.S.S.R., a non dare corso a nuove assunzioni di personale, ivi compresi i Dirigenti di struttura complessa.
La stesura del Piano Annuale di Attività 2002 dell'ASL 13, è stata predisposta tenendo conto dei vincoli previsti dalle su indicate DD.GG.RR.
In considerazione del vincolo sulle assunzioni vigenti al momento della stesura del Piano Annuale di Attività dell'ASL 13, il Commissario dell'ASL ha previsto, in tale documento, di nominare il Responsabile della struttura complessa in parola solo alla fine del corrente anno.
Le esposte determinazioni (determinazioni del commissario, non della Regione) sono state assunte anche e soprattutto sulla base della considerazione che l'attività della Divisione di Ostetricia e Ginecologia sotto la responsabilità del facente funzione Dott. Corrado Colaci, nominato dall'1.9.2000 perché aiuto anziano, non ha subito alcuna disfunzione e/o contrazione di attività rispetto al periodo nel quale alla medesima era preposto un Direttore di struttura complessa, come si evince dalle quattro tabelle allegate e che consegnerò agli interpellanti.
Quindi, in estrema sintesi, il Primario di Diabetologia alle Molinette dovrebbe essere nominato appena il Piano di attività delle Molinette verrà approvato, mentre il Primario di Ostetrica-Ginecologia di Borgomanero, a quanto ci ha segnalato il commissario, Dott. Brignoglio, dovrebbe essere nominato a fine di quest'anno.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Innanzitutto chiederei all'Assessore se è possibile avere il testo scritto della sua risposta.
La prima considerazione che esprimo, anche a seguito della relazione che abbiamo visto in sede di Commissione d'inchiesta sulla questione dei Primari, è che vi è stato un aumento del numero dei Primari in Piemonte: alcuni dei nominati - come abbiamo potuto valutare in Commissione - neanche corrispondenti alle previsioni del Piano Sanitario Regionale, altri a cui è stato assegnato, invece di un posto letto e mezzo, un posto letto e 26.
E' del tutto evidente che se queste due situazioni rimangono ferme, una dal '98 e una dal 2000 (come abbiamo anche sentito nella relazione dell'Assessore) è difficile dire che ciò è avvenuto per una qualche ragione di tipo funzionale. Evidentemente ci sono altre difficoltà che non ho sentito emergere dalla relazione dell'Assessore, ma che rendono queste due situazioni, assolutamente anomale in un contesto di ordine più generale.
Mentre per un complesso di situazioni si è proceduto con una sorta di lassismo notevole, su altre, invece, si inseriscono elementi di rigidità assolutamente incomprensibili e dei ritardi che non trovano giustificazione.
Questo vuol dire che il meccanismo è discrezionale, non ha una regola che è quella collegata alla funzionalità dei reparti, alla necessità di intervento e al rispetto dei tempi e delle procedure.
Leggerò con maggiore attenzione la relazione dell'Assessore e vedr insieme ai colleghi del mio Gruppo, quali altre iniziative amministrative assumere per chiarire meglio queste due situazioni. La caratteristica di entrambe è che ad un certo punto si indice una procedura concorsuale, si nominano le commissioni e, al momento in cui vengono nominate e si stabiliscono le possibili idoneità, il meccanismo si ingarbuglia: da un lato si sospende, si riaprono i termini, si aspetta finché non arrivano ulteriori concorrenti (sono gli 8 più 2 che ho sentito delle Molinette) dall'altra parte, si chiede un supplemento di istruttoria alla Commissione e, quando arriva, improvvisamente tutti i termini si interrompono e tutto scompare nel nulla più assoluto.
Tutto questo avviene senza giustificazioni, perché la giustificazione del budget, del blocco delle assunzioni, Assessore, vale fino a gennaio di quest'anno, quando avete incominciato a contrattare, come lei ci ha riferito in IV Commissione, ASL per ASL, ASO per ASO, definendo il budget e i piani delle varie strutture in cui vengono ridefiniti tutti i termini che riguardano sia l'attività funzionale dei reparti sia le coperture di personale.
A questo punto, la situazione è oggettivamente incomprensibile.
In Commissione d'indagine c'è stato un incontro con l'Università, con i medici, con l'ordine dei medici. Abbiamo potuto notare come in queste procedere concorsuali ci sia la possibilità, anche a legislazione vigente di intervenire su alcune direzioni, prima fra tutte, il sistema di controllo che la Regione attua nei confronti dei Direttori Generali e di una loro possibile eccessiva sovrabbondanza di competenze. La Regione comunque, programma, indica, può fare controlli successivi e può esprimere valutazioni sui Direttori Generali.
Non solo, ma delle stesse procedure concorsuali è vero che si stabilisce solo l'idoneità, ma dove si stabilisce tale idoneità, ci sono verbali di decine di pagine in cui sono scritte, da parte delle Commissioni, molte cose. Certo, non è una graduatoria quella che oggi non è più consentita e che era possibile con la legislazione precedente, ma guardate che non è carta straccia, perché quanto è scritto dà elementi molto interessanti di valutazione e di contrappeso rispetto ad una discrezionalità assoluta, e possibile, del Direttore Generale nel momento in cui si procede a nominare Dirigenti di struttura complessa. Quindi, come vedete, alcuni meccanismi - lo avevamo visto anche in Commissione - sono possibili già da ora: mi pare che non solo la Regione non li eserciti, ma che non ci sia un meccanismo di ordine oggettivo nel rapporto tra programmazione e controllo in direzione delle ASL su queste nomine.
In sostanza, da una parte si nomina troppo, dall'altra - in due casi scelti casualmente - non si nomina assolutamente niente. Vorremmo capire sulla base di quali criteri si fanno i primariati in questa Regione e se c'è una relazione con il Piano sanitario regionale, visto che mi pare che questi due posti siano previsti nel Piano sanitario regionale e ci sia una coerenza con la programmazione.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, chiede la parola il collega Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, intanto una mozione d'ordine: se il collega Brigandì libera il corridoio dalla propria mole, forse riusciamo a percorrere l'aula in modo più libero.
Siccome il collega Brigandì giustamente segnala che i tempi devono essere rispettati, io chiedo che ci sia rispetto anche nel rendere liberi i percorsi dei Consiglieri regionali, oggi ingombrati con la seggiola del collega Brigandì.
Un po' di ordine e di decoro anche nei comportamenti, penso sia dovuto.



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, per cortesia, sull'ordine dei lavori era questo il punto?



CHIEZZI Giuseppe

Io le segnalo solo dei comportamenti, poi lei si regoli di conseguenza ricordano che bisogna usare lo stesso metro con tutti.
Non so, Presidente, se lei ha ascoltato la relazione di risposta dell'Assessore D'Ambrosio, ma c'è un passo in cui, se non ho capito male chiedo anch'io di disporre della relazione scritta - l'Assessore ha detto che la Giunta regionale ha richiesto a un'azienda (non ricordo se quella di Borgomanero o le Molinette) di non nominare un primario.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Ha capito male.



CHIEZZI Giuseppe

Perché se così fosse, sarebbe un atto...



PRESIDENTE

Scusi, collega Chiezzi, ma quanto lei mi sta illustrando non è attinente alla sua richiesta di intervento sull'ordine dei lavori. Se vuole una copia della relazione, gliela faccio fornire.



CHIEZZI Giuseppe

L'ordine dei lavori era di dare questa risposta anche al Presidente Ghigo; adesso mi riservo di leggerla, ma se c'è scritta questa cosa, chiedo una comunicazione in aula da parte del Presidente Ghigo su questa risposta.



PRESIDENTE

D'accordo.


Argomento: Viabilità

Interrogazione n. 842 del Consigliere Ronzani, inerente a "Rete stradale biellese"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 842, presentata dal Consigliere Ronzani.
La parola all'Assessore Casoni per la risposta.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Per chiarezza, riassumo i termini dell'interrogazione. Sostanzialmente il Consigliere Ronzani chiedeva chiarimenti sulla motivazione del trasferimento di alcune strade. Purtroppo questa interrogazione risale a un anno fa e quindi non era ancora avvenuto il trasferimento del demanio dall'ANAS sia alla Regione che alle Province, quindi alcune delle risposte logicamente tengono in considerazione questo passaggio perché si riferivano a quelle domande dell'epoca.
Con nota prot. n. 1307 del 7 febbraio 2002 sono state richieste informazioni all'ANAS sulle problematiche relative alle opere sulle due infrastrutture oggetto dell'interrogazione, che devono essere portate a termine dell'ANAS stessa.
Primo. Per quanto riguarda la ex strada statale 338 di Mongrando, con delibera di Giunta regionale n. 53331 del 25 giugno 2001, è stata classificata e trasferita al demanio provinciale della rete stradale delle Province di Torino e Biella, essendo una strada che insiste su ambedue le province. Il trasferimento della strada al demanio delle due Province è avvenuto ufficialmente a decorrere dal 1 ottobre 2001, con la firma dei verbali di consegna. Da informazioni comunque assunte informalmente presso l'ANAS, pur essendo questo tratto trasferito, il tratto invariante compreso tra le località Biella-Mongrando relativamente al primo lotto, stralcio primo, secondo e completamento, è in corso di realizzazione da parte dell'ANAS. Per il secondo e terzo lotto, necessario completamento della predetta variante, la Provincia di Biella sta provvedendo alla redazione del progetto che dovrà essere sottoposto alla procedura di cui alla legge regionale n. 40/98. Tale intervento potrà successivamente essere inserito attraverso la definizione delle priorità sul territorio, in accordo tra la Regione e la Provincia di Biella, nella programmazione regionale per quanto riguarda gli investimenti sulle strade trasferite.
Per quanto riguarda la strada statale 232 (panoramica Ozegna), è stata classificata e trasferita al demanio regionale della rete stradale della Regione relativamente al primo tronco, fino a Cossato; il tronco successivo è stato trasferito coattivamente dall'ANAS alla Regione. Da informazioni sempre ANAS, il tratto invariante compreso tra le località Cossato-Valle Mosso, relativamente al primo e secondo lotto, è sempre in corso di registrazione da parte dell'ANAS. Per il terzo lotto, la Provincia di Biella ha redatto il progetto preliminare, che è già stato sottoposto alle procedure della legge regionale e in tale sede è stato deciso che il progetto definitivo dovrà essere sottoposto a procedura di valutazione di impatto ambientale. Anche per tale intervento potranno essere definite le priorità sul territorio in accordo tra Regione, Provincia di Biella nella programmazione regionale per quanto riguarda gli investimenti sulle strade trasferite. Ricordo che tutta questa procedura sarà comunque portata ufficialmente prima in Commissione e poi in Consiglio e dovrà essere deliberata con atti trasparenti, nel senso che non verrà assunta direttamente dall'Assessorato, ma avrà questi passaggi sia in Commissione che in Consiglio.
Per quanto riguarda l'infrastruttura pedemontana ed in particolare la tratta tra Biella e Romagnano Sesia, essa rimane tra le priorità individuate nella programmazione regionale. La Provincia di Biella ha provveduto, attraverso un finanziamento di 400 milioni concesso dalla Regione, a redigere il progetto preliminare del tratto di cui sopra, mentre il collegamento tra Biella e la A4 incontrava maggiori difficoltà a causa di interferenze con alcune previsioni dei Piani regolatori comunali, della vicinanza con l'area di un tiro di poligono militare, con conseguenti problemi per la sicurezza e l'interferenza con un sito di discarica in vicinanza con l'innesto a Santhià. A tale proposito la Provincia di Biella ha proposto di studiare un tracciato alternativo che si attesti sulla A4 al casello di Carisio. Tra l'altro, sempre informalmente, sappiamo che c'è già uno studio preliminare di quest'ipotesi e per risolvere tale problema è stato firmato tra Regione e Provincia di Biella un atto aggiuntivo alla convenzione già in essere per ridefinire questi aspetti, cioè per autorizzare la progettazione e l'attestamento su Carisio anziché su Santhià.
Per quanto riguarda il finanziamento dell'opera, ricordo che tutto il tratto della pedemontana (da Biella verso est) è inserito nella legge obiettivo che in una singola voce ha unito le pedemontane venete, lombarde e piemontese. Logicamente il tratto della pedemontana piemontese che noi avevamo richiesto è unicamente questo, in quanto non sono inseriti nella programmazione regionale, altri tratti pedemontani, se non quello di Biella.
Per il tratto del collegamento tra Biella e Carisio si sta valutando una proposta. Bisognerà decidere attraverso quale forma questa infrastruttura potrà essere realizzata: tramite un project financing oppure attraverso l'autostrada Torino-Milano se riuscirà ad ottenere una concessione autostradale supplementare che autorizzi questo tratto (é in corso di negoziazione).
Questa decisione spetta al Governo perché noi non abbiamo competenza sulla modifica di concessione autostradale in essere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Ringrazio l'Assessore per la risposta , anche se non posso dichiararmi soddisfatto della stessa. Non lo dico perché l'interrogazione risale a molti mesi fa e la risposta tiene conto di cose delle quali, un Consigliere Regionale che voglia seguire minimamente le questioni che riguardano il suo territorio, è a conoscenza.
In questo caso non posso fare carico di questa responsabilità l'Assessore Casoni, c'é un problema di raccordo e di tempi tra quando viene presentata una interrogazione e quando viene data una risposta. Tuttavia la risposta dell'Assessore mi consente di fare alcune brevi considerazioni.
La prima riguarda la Pedemontana. Anch'io sono a conoscenza che la questione è stata inserita nella legge obiettivo che ha presentato e che ha approvato il Consiglio dei Ministri e il Parlamento. Tuttavia non c'é una lira per quanto riguarda il finanziamento della Pedemontana, esiste invece uno stanziamento di dieci miliardi, parlo di vecchie lire, per la progettazione. Mi sarei atteso che in questa risposta l'Assessore dicesse eventualmente, che la Regione si farà parte diligente, affinché una parte delle risorse che riguardano l'intero tratto della Pedemontana piemontese lombardo-veneta, serva almeno a finanziare il progetto esecutivo per il tratto autostradale che ci riguarda.
Per quanto riguarda la tangenziale Biella-Mongrando, non dico nulla relativamente ai tratti a carico dell'ANAS. Tuttavia sarebbe opportuno valutare, in questo quadro, in che misura quel tratto, che è la prosecuzione naturale della Pedemontana, induca la Giunta a compiere un passo nei confronti del Governo, affinché, attraverso una revisione del DPCM con il quale si è trasferita la competenza di questa strada alla Provincia di Biella, possa essere ricompresa tra i tratti che sono da considerare parte integrante del tracciato della Pedemontana.
L'idea che la Provincia di Biella posso reperire 90 miliardi necessari per completare l'opera, è un'idea tutta da verificare e da realizzare.
Personalmente nutro dubbi sul fatto che la Provincia abbia le risorse necessarie per la realizzazione di questo tratto che è fondamentale. Per quanto riguarda la Cossato-Valle Mosso, che è una strada di interesse regionale come ricordava l'Assessore, tutto rientrerà nella logica della programmazione che noi faremo in sede regionale.
Ricordo che per completare quell'opera, che per i collegamenti del biellese orientale rimane fondamentale, mancano 160 miliardi. Mi auguro che in sede di programmazione degli interventi che riguardano la viabilità regionale, quell'intervento venga considerato strategico per i collegamenti viari della provincia di Biella.
Una parola sulla Carisio-Vigliano della quale ha già parlato l'Assessore. Credo che la priorità sia rappresentata dalla Pedemontana biellese per una serie di ragioni. Questo intervento ci consente di "decongestionare" e di "fluidificare" il traffico verso la Svizzera Torino, Milano, ecc.
Non considero una priorità la realizzazione della Vigliano-Carisio, se questo diventasse un intervento prioritario, dovremmo considerare utili una serie di altri interventi penso, ad esempio, alla tangenziale di Mottalciata. Nel momento in cui il biellese orientale sarà servito dalla tangenziale di Mottalciata, non vedo per quale motivo portarsi fino a Vigliano per raggiungere Carisio. Nello stesso momento mi domando qual è il carattere prioritario di questo intervento infrastrutturale nel momento in cui, mancando la Biella Mongrando, anche una parte del biellese occidentale difficilmente potrebbe utilizzare questo tipo di collegamento autostradale nel quadro di una politica di programmazione che considera prioritari ed essenziali alcuni interventi. In questo caso ci porterebbe a dire che è prioritario l'intervento della Pedemontana per la quale siamo in presenza di una indicazione di massima nella legge obiettivo - e per il momento niente di più- se non dell'impegno che la Giunta dovrebbe profondere affinché almeno i 10 miliardi stanziati servano a realizzare il progetto esecutivo di questo tratto.


Argomento: Trasporti su gomma

Interpellanza n. 1261 del Consigliere Chiezzi inerente a "Trasporto pubblico locale. Agevolazioni tariffarie sulla linea extra urbane ed urbane"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1261, alla quale risponde l'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Poiché le tessere di libera circolazione per gli handicappati prevedono un indice di invalidità del 70%, il Consigliere Chiezzi chiedeva se l'indice non potesse essere modificato. Sostanzialmente questo è il nucleo della domanda.
Nella delibera n.588267 che risale al 1986, è riportato il limite del 70% oltre il quale è consentito il rilascio della tessera valida per i servizi gratuiti di trasporto pubblico. Il termine riportato risulta appropriato in quanto tale limite è ripreso da precedenti delibere della Regione. Infatti, il secondo capoverso della parte espositiva datata 1986 menziona una delibera del 1982 con la quale si stabiliva di concedere libera circolazione sulle linee extra urbane di concessione regionale ai non vedenti, agli handicappati e agli invalidi con una invalidità riconosciuta superiore al 70%. Il limite del 70% è stato introdotto in riferimento alle disposizioni vigenti allora nell'ambito sanitario, per quanto riguarda le certificazioni attestanti il grado di invalidità rilasciate ai pazienti dalle commissioni mediche.
Una modifica a suddetto limite dovrebbe orientarsi alla luce della normativa vigente, con percentuali tra il 34 e il 74% con le seguenti conseguenze (ricordo che oggi siamo a 70%). Elevandolo al 74% c'é il rischio di escludere qualche attuale beneficiario in possesso di vecchia certificazione, abbassandolo, invece, si va incontro ad un considerevole aumento del numero dei beneficiari che è dell'ordine di circa 440 mila utenze.
Ricordo anche che la Regione Piemonte è la regione italiana che ha il maggior numero di tessere e concessioni. Peraltro, ricordo al Consigliere Chiezzi, che è particolarmente attento sull'argomento, che abbiamo esteso la tessera di libera circolazione. Fino ad un anno fa la stessa era valida solo per tutti i mezzi su gomma con esclusione di Trenitalia, da quando la competenza è diventata regionale, abbiamo inteso estenderla anche ai treni con un onere a carico del bilancio regionale, concordato con Trenitalia.
Considerando che oggi calcolando che, oggi, per le tessere, la Regione spende circa 10 miliardi per mancati introiti a Trenitalia e ferrovie concesse alla Satti ed aziende di autolinee.
Ne deriva che un allargamento o, comunque, una modifica degli attuali limiti di validità - lo ricordo - sono i più ampli nell'ambito dello spettro delle regioni italiane, appare problematico per gli oneri finanziari che già comporta per l'amministrazione regionale, in quanto siamo la Regione che, avendoli estesi ai treni, oggi ha una copertura quasi completa del 70% su tutti i mezzi di trasposto. Questa copertura è molto vicina al limite massimo.
Credo che questo sia il giusto equilibrio per permettere un allargamento. Non è possibile estendere oltre questa misura, perché ne deriverebbe un aumento indiscriminato dei numeri, peraltro, sono tenuti in corresponsione con il servizio sanitario regionale e nazionale, che individua nel 70% il limite per parecchie possibilità di accesso a servizi gratuiti, anche per altri servizi che non siano del trasporto pubblico locale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non sono soddisfatto della proposta dell'Assessore, perché afferma di non avere nessuna intenzione di mettere in moto una revisione tale da consentire anche a soggetti con percentuale di invalidità inferiore al 70 di accedere alla possibilità di avere diritto alle agevolazioni tariffarie su un tema, quello dei trasporti, che è di carattere primario. Vi è una sorta di diritto alla mobilità.
Assessore, ci troviamo in situazione in cui notizie di cronaca segnalano che aumentano gli infortuni sul lavoro. E' una piaga che colpisce, in particolare, la nostra Regione. Aumentano gli invalidi. Il lavoro miete vittime in modo crescente, di fronte a una situazione in cui le condizioni del lavoro peggiorano e si estende, purtroppo, il numero delle persone che vedono riconosciuta una invalidità. Continuo a ritenere che è un segno nella direzione di abbassare questa percentuale. Non dico di ridurre l'invalidità al 34%, ma sarebbe un segno di civiltà abbassare il livello di invalidità, al fine di permettere l'utilizzo dell'agevolazione tariffaria. E' una scelta politica a favore dei più deboli. I soldi si trovano. Ne spendete tanti. Ne sprecate una "montagna". Pensiamo ai 40 miliardi di consulenze inutili, citati dall'Assessore D'Ambrosio. Citati da voi, non da noi. Quello che non volete dare è un segno in questa direzione Lei poteva presentarsi in quest'aula dicendo: "La percentuale di invalidità adesso è pari al 70 %. Le invalidità comprese tra il 60% e il 70% comprenderebbero questi tipi di invalidità, comporterebbero questo numero di persone interessate e questo onere". Lei tutto questo non l'ha fatto.
Non vi è una volontà ideologica da parte sua di prendere in considerazione il problema. Se avesse preso in considerazione questo problema si poteva discutere fino a che punto ridurre la percentuale di invalidità. L'interrogazione richiedeva questo segnale. "Disco rosso. Tutto fermo." Speriamo che in un proseguo di tempo lei cambi idea o che in Regione Piemonte possa giungere una maggioranza che abbia un'idea differente.


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1245 del Consigliere Chiezzi inerente a "Quesiti all'Assessore Casoni sulle delibere del suo Assessorato n. 42-4580; 43 4581; 44-4582"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 1245, presentata dal Consigliere Chiezzi.
La parola al Consigliere Chiezzi, per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

L'interpellanza è lunghissima, ma concerne la tendenza dell'Assessore Casoni ad essere prodigo nel conferimento di incarichi. L'Assessore ha assegnato con tre deliberazioni tre incarichi. Una prima deliberazione per studiare quanto già stava studiando la comunità montana della Valle di Susa relativamente al progetto Alpetunnel. Con una seconda deliberazione assegna un incarico di consulenza di quattro mesi alla Finpiemonte per predisporre un quadro normativo regionale che consenta alla Regione di potere attivare e promuovere la possibilità di affidare la concessione e la progettazione.
In definitiva, una cosa molto vaga. Con una terza deliberazione affida una consulenza a un libero professionista, motivata dall'esigenza di coinvolgere gli Enti locali interessati dal passaggio della linea Torino Lione nella ricerca di soluzioni condivise. Quest'ultima, letta così, è stupefacente.
Pregherei l'Assessore di far capire all'aula la sostanza di questi incarichi, perché sembrano poco motivati.



PRESIDENTE

Risponde l'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

Questa interpellanza mi dà l'occasione per chiarire alcuni aspetti che quest'aula mi aveva chiamato a rispettare.
Per quanto concerne il conferimento di un docente universitario del Politecnico, vi è stata una richiesta. La comunità montana Bassa Val di Susa ha commissionato alla società Polinomia la predisposizione di uno studio di tracciato. Il progetto di questo tracciato è stato inviato all'ente decisore, che è il Governo, e alla Regione Piemonte. Il Presidente della Comunità montana Bassa Val di Susa, Fiorentino, ci aveva chiesto un parere sulle infrastrutture in oggetto, precisando, però, che non intendeva avere un parere dell'Assessorato, in quanto ne era già a conoscenza, quanto un autorevole parere che fosse redatto da una persona. Noi abbiamo inteso individuare un docente universitario del Politecnico, che ci ha preparato la valutazione di questo studio, che sostanzialmente analizza con ipotesi diverse quanto aveva predisposto TreniItalia, quindi RFI.
RFI ha preparato un'ipotesi di tracciato sulla Torino-Lione; lo studio della società Polinomia, commissionato dalla Comunità Montana Bassa Val di Susa, ne presenta uno, per certi versi, concordante con quello delle Ferrovie e, per altri, dissenziente.
Proprio su questo la Comunità Montana Bassa Val di Susa, il Prefetto di Torino e la Commissione intergovernativa avevano chiesto alla Regione Piemonte di farsi promotrice della valutazione di questo impatto affidandolo ad una personalità terza, anche per questioni di trasparenza nell'atto.



CASONI William, Assessore ai trasporti

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CASONI William, Assessore ai trasporti

Qual è stato il risultato?



CASONI William, Assessore ai trasporti

Il risultato di questa consultazione addirittura è presente nel tavolo e sarà oggetto della prossima riunione.
Faccio un po' di cronistoria sulla Torino-Lione: nel frattempo, è stato attivato un tavolo, concernente la terza interrogazione, con tutti i Sindaci e le Comunità montane delle aree interessate, che si riunisce ogni giovedì presso il mio Assessorato. Insieme si decide un ordine del giorno sulle procedure che questo gruppo di lavoro deve portare avanti e proprio la valutazione dello studio di Polinomia sarà oggetto della valutazione di questo studio.
Questa consulenza ha dato vita ad un prodotto che sarà oggetto dell'analisi per poterlo confrontare con quello di Ferrovie, perché, come dicevo, si tratta di due modelli. Un modello è stato adottato con convenzione tra i due Stati, in quanto, com'è noto, lo scorso anno si è decisa a realizzazione della Lione-Torino, e propone logicamente una linea un tracciato e quant'altro. Quello di Polinomia era relativo a questo peraltro ci era stato chiesto un parere terzo.
La deliberazione n. 45-81, invece, è perfettamente motivabile in questo senso, peraltro ha una portata veramente strategica.
Credo che anche su questo la nostra Regione con il minimo di risorse si possa dotare di una rete di legislatura per le concessioni autostradali regionali.
Com'è noto, i Decreti Bassanini hanno comportato il passaggio della competenza dall'ANAS alle Regioni affinché le queste ultime normino le concessioni autostradali regionali. Logicamente, era una competenza che un anno prima la Regione era assolutamente lungi dall'avere. Quindi, ne abbiamo valutato l'opportunità, anche perché è un problema che riguarda tutte le Regioni italiane. Addirittura so che altre Regioni hanno speso diverse risorse per capire gli orientamenti sui quali normare questa materia.
Qui, lo ripeto, questa consulenza è finalizzata a capire il quadro normativo entro il quale ci si può muovere, quali sono le ipotesi, quali devono essere le procedure da adottare, che erano al di fuori delle competenze, pur ottime.
Tutte queste consulenze sono state decise perfettamente in accordo con la Direzione e i dirigenti dell'Assessorato, valutando ciò che l'Assessorato poteva essere in grado di fare e quello che invece non poteva fare anche a causa di nuove competenze trasferite, peraltro enormi, che vanno dalle linee internazionali alle strade regionali, alla possibilità di nuove concessioni regionali autostradali.
La deliberazione n. 45-80 concerne gli studi svolti da Alpetunnel quindi gli incarichi di tenere i contatti con le comunità locali.
In particolare, ricordo che i territori interessati dalla Torino-Lione hanno lamentato per anni il fatto che la Regione non si attivava tecnicamente al fine di un'opera di raccordo, che poi ha portato alla formazione di questo tavolo tra la Regione, le Ferrovie dello Stato, i Comuni e le Comunità montane, e che deve tenere un'interlocuzione. Tanto è vero che questa persona addirittura è segretario ufficiale di questa Commissione, che si riunisce ogni giovedì, proprio perché svolge la funzione di aggiornamento e di verifica contestuale. Svolge un ruolo di raccordo tra l'Assessorato, la Regione, i Comuni, le Ferrovie dello Stato e la Commissione intergovernativa. Ricordo che sono interessati diversi enti che su questa materia legiferano.
Il numero delle persone che lavorano presso il mio Assessorato non è cambiato, anche se, invece, sono cambiate radicalmente le competenze. Oggi mi ritrovo con dieci dipendenti in più e con una mole di lavoro che credo sia 4 o 5 volte superiore rispetto alla situazione antecedente al trasferimento dei Bassanini.
Ricordo al Consigliere Chiezzi, relativamente ad una sua considerazione, che comunque il volume delle mie consulenze non è assolutamente alto. Se lo guarda nei termini generali rapportato ai volumi dell'Assessorato, è al di sotto della media.
Con questo credo di avere risposto.
Poi, si chiedeva se le due deliberazioni non fossero in contraddizione essendo una in un senso e l'altra nell'altro. Come ho detto, una doveva valutare lo studio Polinomia, che è stata affidata ai docenti dell'Università di Torino; l'altra riguardava l'elemento di raccordo tra tutti i soggetti coinvolti nella Torino-Lione, che doveva portare alla formazione di un tavolo permanente che seguisse l'evoluzione di tutta l'opera, senza farcela passare sopra la testa solo con le direttive governative.
Questo era il tema che era stato sollecitato con forza proprio dagli enti locali. In sostanza: "Regione dacci gli strumenti per poter interagire con te, vedere quali sono le soluzioni, valutare le nostre proposte, vedere se è possibile interferire su questa cosa che è già stata deliberata dai due governi con un trattato internazionale che è stato ratificato di recente dal governo italiano".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, mi dichiaro insoddisfatto della risposta.
Innanzitutto, l'Assessore non ha detto, ed era scritto nell'interpellanza quanti sono gli incarichi e le consulenze conferite dall'Assessorato ai trasporti nel 2001 e per quale importo complessivo. Lei ha detto "pochi" ma, pochi o tanti, è tutto relativo. L'interpellanza domandava una cosa precisa.



CASONI William, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

E' una risposta molto lunga.



CHIEZZI Giuseppe

Quando uno le chiede quanti incarichi ha conferito, lei può solo rispondere dicendo quanti sono.
Quando le si chiede quanto ha speso, lei può solo rispondere dicendo quanto ha speso.
Se dice altre cose, vuol dire che non vuole rispondere.
Quindi, a rigore di Regolamento, l'interpellanza dovrebbe continuare a rimanere in vita attendendo una risposta dell'Assessore.
Vedere distratto l'Assessore nel rispondere alla semplicissima domanda relativa agli incarichi che ha conferito lascia un po' perplessi.



CASONI William, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

Le faccio avere il dato globale comunque.



PRESIDENTE

L'Assessore integra il dato per iscritto e poi lei riflette.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore integra per iscritto.
Invece, sull'altra vicenda, prendiamo le due interpellanze che riguardano i problema dell'alta capacità, le segnalo un problema Assessore, che è quello di non prendere in giro nessuno, nemmeno la Comunità Montana.
Qualche giorno fa, lei è venuto in Commissione accompagnato tra Trenitalia e tutta l'equipe internazionale che si occupa del tracciato. In quel consesso, lei mi è parso ben sistemato, nel senso che era l'Assessore competente che illustrava alla Commissione il tracciato deciso. Mi sembrava che lei fosse d'accordo.



CASONI William, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

Certo, certo.



CHIEZZI Giuseppe

E allora perché affida degli incarichi, sprecando dei soldi, per verificare lo studio della Comunità Montana? Se lei è già d'accordo con l'altro studio, quello contestato dalla Comunità Montana, sia limpido e trasparente: dica alla Comunità Montana che comunque quello studio lo respinge, perché sta dalla parte dell'organismo internazionale che ha scelto l'altro tracciato.
Invece lei, penso un po' furbescamente, cosa fa?



CASONI William, Assessore ai trasporti (fuori microfono)

Io non lo posso valutare da solo.



CHIEZZI Giuseppe

Lei dice: "Bene, bene. La Comunità Montana ha fatto uno studio. Adesso prendo 50 milioni - vorrei sapere, poi, cosa si studia con 40 o 50 milioni: cosa si può studiare? - e affido l'incarico ad un professionista, ad un professore del Politecnico, affinché esamini il vostro studio". No, grazie.
Intanto, cosa esamina con un tale incarico? Si tratta di studi di una complessità tale che non è che...
E poi, comunque, un parere si dà gratis. Uno studio richiede risorse tempi ben diversi.
Ma soprattutto, se lei è già contrario - perché ha sposato la linea della Commissione internazionale - non potrebbe essere più onesto dal punto di vista dell'atteggiamento con la Comunità Montana e dire: "Non mi va il vostro progetto"? Se questo tecnico incaricato le dice che il progetto va bene, lei cosa fa? Si schiera con la Comunità Montana? E ancora: "va bene" in che senso? In che senso? Rispetto a quali parametri? Perché costa di meno? Perché ha un altro tracciato? Perch porta i treni di cui si ha la necessità? Quel "progetto Polinomia" mi sembra che, tra le altre cose, prenda a riferimento uno scenario di transiti diverso da quello considerato dalla Commissione internazionale. Pertanto, il "va bene" o il "va male" è una scelta politiche di impatto sul territorio, di strutture che devono corrispondere a dei flussi di traffico che vanno ipotizzati.Ma anche l'ipotesi è una scelta politica.
Allora, io continuo a pensare che lei ha dato un contentino alla Comunità Montana. Se per caso questo tecnico con 40 milioni le dice che quel progetto è buono, lei cosa farà? Si metterà lì a fermare tutta l'altra macchina? Bene, saremo con lei: fermiamo l'altra macchina. Se non è così, lei, forse, ha sprecato dei soldi.
Per quanto concerne l'altra deliberazione, lei affida un incarico ad un consulente affinché faccia il politico. L'incarico di tenere i rapporti con le popolazioni dovrebbe essere dell'Assessore e della struttura della Regione. Lei, invece, di questa competenza, che è squisitamente politica se ne sbarazza con una consulenza.
Lo trovo un modo di agire sbagliato, perché o è l'Assessore o è la Regione, la struttura regionale. Lei non ha trovato un solo collaboratore della Regione, un funzionario, disponibile, insieme a lei, a tenere rapporti politici con le comunità locali, e ha affidato una consulenza.
Lo ritengo un modo errato e controproducente, perché il consulente costa, e poi perché terminata la consulenza lei non tiene più rapporti con gli Ente locali.
Pertanto, mi ritengo insoddisfatto anche per questo motivo. Anche questo, lo ritengo uno spreco di denaro pubblico.
In merito alla consulenza relativa ai quattro mesi alla Finpiemonte non so, intanto, dove lei vuole mirare, se ad ampliare le competenze esterne alla Regione Piemonte in ordine alle progettazioni, costruzioni o gestioni. Questo non mi è chiaro. Ma su questo capitolo devo dire che non mi sono chiare molte cose, sin dalla decisione che lei ha preso di occuparsi di appalti, questa tendenza, questo innamoramento dell'appalto come grande categoria di pensiero, di cui l'Assessore Casoni deve occuparsi.



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, la invito a concludere.



CHIEZZI Giuseppe

La Regione Piemonte non si occupava di appalti di strade. Poteva continuare a non occuparsi di strade.
Ma l'Assessore Casoni ha condotto una "guerra di religione" sul fatto che, assolutamente, tra le nuove competenze che la Regione doveva avere che dovrebbero essere di programmazione e di indirizzo - vi fosse quella di gestire fisicamente e materialmente il flusso degli appalti di strade.
Pazienza, forse questo suo incarico servirà ad oliare meglio questa sua tendenza all'appalto, che ha dato vita, ahimè, ad una nuova struttura di gestione amministrativa in capo ad un ente che, anche lei, forse, nel "programma Ghigo" iniziale e in qualche assemblea in presenza di altri (cioè in presenza di cittadini) continua a dire che la Regione non deve amministrare. Deve spogliarsi dell'amministrazione, affidandola alle Province e ai Comuni, per fare solo alta politica e alta programmazione.


Argomento: Trasporti su gomma

Risposta scritta all'interrogazione n. 1291 del Consigliere Moriconi inerente a "Nodo stradale di Saluzzo - collegamento Saluzzo-Villafalletto con connessione alla S.P. 24 Busca-Dronero"


PRESIDENTE

Comunico che verrà comunicata, ex art. 89, comma 8, Reg., risposta scritta al Consigliere interrogante non presente in aula, da parte dell'Assessore Casoni, all'interrogazione n. 1291 del Consigliere Moriconi inerente a "Nodo stradale di Saluzzo - collegamento Saluzzo-Villafalletto con connessione alla S.P. 24 Busca-Dronero".


Argomento: Trasporti su ferro

Interpellanza n. 1308 del Consigliere Toselli inerente a "Sostituzione del servizio di collegamento ferroviario tra Savigliano e Saluzzo con autobus" Interpellanza n. 1326 dei Consiglieri Papandrea e Contu inerente a "Soppressione di treni su diverse tratte da parte delle F.S." Interrogazione n. 1350 del Consigliere Tapparo inerente a "Disagi sulla linea ferroviaria Chiasso-Asti"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le interpellanze n.1308 del Consigliere Toselli l'interpellanza n. 1326 dei Consiglieri Papandrea e Contu e l'interrogazione n. 1350 del Consigliere Tapparo.
Consigliere Papandrea, desidera illustrare l'interpellanza n. 1326?



PAPANDREA Rocco

No, no.



PRESIDENTE

La dà per illustrata, visto che trattasi di risposta unica.
Eventualmente, nella replica, potrà fare le sue puntualizzazioni.
Alle sopraccitate interpellanze e interrogazioni risponde congiuntamente l'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

In merito ai quesiti posti con l'interrogazione e le interpellanze, si comunica, come già affermato dai rappresentanti di Trenitalia nell'audizione presso la II Commissione consiliare in data 28/2/2002, che i disservizi e i disguidi vari sono stati causati dall'improvvisa rottura delle trattative tra l'Azienda ed una parte del Sindacato macchinisti, non disponibile a rivedere, nel senso di migliorarne l'efficienza, il turno di lavoro del personale di guida.
Ciò ha determinato la rigida applicazione delle norme previste a livello generale, aggravando una situazione resa già precaria dai pensionamenti avvenuti nei mesi precedenti, senza che l'Azienda programmasse per tempo un'adeguata sostituzione degli stessi.
Tengo a ribadire che, com'è noto, in Piemonte c'è un nuovo Direttore compartimentale, il quale assume anche a carico dell'Azienda una mancata (del suo predecessore, evidentemente) programmazione delle uscite dei pensionamenti che ci sono stati in precedenza. In sostanza, dà atto di questa situazione di criticità.
La Regione Piemonte, pur riconoscendo, rispetto ai dati forniti da Trenitalia, che il livello di produttività di un macchinista può sembrare inadeguato, soprattutto se rapportato agli standard nazionali ed europei di altre aziende di trasporto, non ritiene di entrare nel merito della vicenda, lasciando alla contrattazione fra le parti la ricerca di adeguate soluzioni, che comunque non dovranno essere a scapito dell'utenza (con ci s'intende rispondere in modo particolare ai Consiglieri Contu e Papandrea che propongono l'utilizzo di due macchinisti anche nelle brevi tratte).
Purtroppo si è constatato che durante i primi giorni il disservizio è stato notevole, in quanto, giornalmente, veniva modificata la programmazione delle sostituzioni e l'utenza, non essendo preventivamente informata, ha subito ulteriori penalizzazioni. Successivamente Trenitalia ha individuato i treni specifici da sostituire, cercando di salvaguardare quelli dei pendolari e degli studenti ed il rispetto delle coincidenze.
Trenitalia, con lettera del 12/3/2002, ha comunicato di aver raggiunto un accordo con le R.S.U. del settore, attraverso il quale è stato possibile ripristinare, dall'11/3/2002, l'esercizio di n. 100 treni, rispetto alla precedente situazione che nel mese di febbraio ha riguardato circa 160 treni.
Si precisa, inoltre, che in un recente incontro avvenuto il 22/3/2002 con la Direzione regionale di Trenitalia, ci è stato assicurato che i treni programmati verranno progressivamente ripristinati attraverso l'utilizzo di macchinisti di altre Direzioni di Trenitalia o da altri Settori delle FS e che dal mese di maggio 2002, al termine del periodo formativo dei nuovi macchinisti, verranno effettuati tutti i treni previsti nell'Orario Ufficiale. Tale impegno è stato confermato con lettera prot. n. 165 del 21/3/2002.
Si evidenzia, infine, che la riduzione del servizio ferroviario non è stata concordata con la Regione Piemonte e pertanto detti disservizi saranno oggetto di controversia, in quanto il "Contratto di Servizio Regione-Trenitalia" consente l'impiego degli autobus in sostituzione del treno, per miglioramenti all'infrastruttura o per cause di forza maggiore ed eccezionali. Dovremo verificare se queste sostituzioni rispondono unicamente a queste caratteristiche previste dal contratto; diversamente ricordo che la Regione applica delle penali pecuniarie a Trenitalia per i mancati servizi.
In conclusione, si dà assicurazione che sulle linee ferroviarie interessate dalle sostituzioni in parola, per l'anno in corso non sono previste riduzioni del servizio ferroviario, pur tenendo conto che in alcuni casi l'utenza delle corse è alquanto limitata.
In particolare: rispetto al quesito del Consigliere Toselli, si rende noto che la normativa di Trenitalia non consente il rimborso dell'abbonamento per le corse non usufruite, mentre ciò è possibile per il biglietto di corsa semplice quando l'utente rinuncia al viaggio rispetto al quesito del Consigliere Tapparo, di valorizzare la funzionalità della linea Asti-Chivasso, si precisa che l'esercizio ferroviario sulla stessa è stato ripristinato dal mese di settembre 2000 in quanto precedentemente era in atto un servizio bus sostitutivo, a causa dell'inagibilità dell'infrastruttura sulla tratta Cocconato-Chivasso (l'alluvione del 1994 ha abbattuto il ponte sul fiume Po a Chiasso).
All'atto della riapertura, la programmazione del servizio è stata concordata con gli Enti locali interessati, tenendo sempre conto dei dati di mobilità che risultavano sulla linea. Per il futuro, si intende confermare l'esercizio ferroviario attuato nel corso dell'anno 2001 e si è disponibili a fornire i dati di frequentazione dello stesso.
La Regione è disponibile a valutare richieste di miglioramento del servizio ferroviario, come è recentemente avvenuto per la linea Casale Vercelli, in presenza di proposte assunte ed adeguatamente condivise dagli Enti locali interessati.



PRESIDENTE

La parola al collega Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Mi pare che dalla risposta dell'Assessore emerga come i problemi sollevati dalla nostra interpellanza, ma mi sembra anche dalle altre, siano problemi seri che vanno in qualche modo affrontati.
Ci siamo trovati di fronte alla soppressione di una serie di treni faccio notare che la data era fine febbraio e - non so se ricordate - in quel periodo per varie settimane nelle città piemontesi c'era il blocco del traffico stradale a causa dell'inquinamento dell'aria. Non solo il Comune di Torino, ma anche parecchi Comuni limitrofi hanno bloccato il traffico e per assurdo, nel momento in cui si verificava questo, anziché utilizzare il mezzo meno inquinante, cioè la ferrovia che viaggia su rotaia e consuma energia elettrica, è stato utilizzato il mezzo più inquinante, con una scarsissima lungimiranza; scarsa lungimiranza, che però ci deve far riflettere sul futuro e sul fatto che è possibile che certe cose si verifichino di nuovo nel prossimo periodo, perché purtroppo le politiche rispetto all'ambiente condotte in modo dissennato continuano, per cui credo che riflettere sul potenziamento dei mezzi di trasporto meno inquinanti sia fondamentale. Quindi, da questo punto di vista, credo che ci sia un primo elemento da tenere in considerazione.
Secondo elemento. Il disservizio non ha delle cause eccezionali, perch i prepensionamenti non rappresentano delle cause eccezionali. I prepensionamenti vengono programmati e applicati nell'arco di anni, cioè sono cose che non è che scattano il 28 febbraio, ma hanno un accordo sindacale alle spalle, una legge e seguono tutta una procedura. Inoltre, la gente va in prepensionamento pian piano, non vanno tutti lo stesso giorno per cui bisogna fare qualcosa. Non si può accettare che Trenitalia, a fronte del fatto che una serie di lavoratori vanno in prepensionamento, non intervenga e non adotti delle adeguate misure.
Trenitalia interviene e assume le adeguate misure, che sono quali? Quelle di dire ai lavoratori che restano di farsi carico di quelli che sono andati via, quindi: riduzione delle ferie, obbligo di straordinari e tutta una serie di altre misure. Tra le misure che voleva adottare Trenitalia, vi era l'estensione - noi solleviamo lì un problema, rispetto ai due macchinisti - dell'utilizzo di un solo macchinista non solo nelle piccole tratte, ma anche in quelle più lunghe. Questo era stato proposto da Trenitalia. Noi, nel respingere questa cosa, sottolineiamo come semmai si dovrebbe ripensare a una reintroduzione anche nelle piccole tratte dei due macchinisti, perché ci teniamo all'utenza e il primo modo di tutelare l'utenza è quello di salvaguardarne la salute.
I macchinisti sono due per un motivo ben preciso: se uno ha un malore l'altro può intervenire; se per un qualsiasi può intervenire, senza scaricare tutto il danno sugli utenti che a volte, e credo che l'Inghilterra insegni, scaricare quel danno è una cosa drammatica, perch implica incidenti e morti. È bene, quindi, rifletterci.
Ci siamo trovati di fronte al tentativo di Trenitalia di estendere una normativa, in modo surrettizio, utilizzando, come pretesto, una carenza di personale di cui sicuramente è parte in causa essendo tra quelle che hanno concordato il calo del personale.
Mi fa piacere che il nuovo Direttore riconosca questo aspetto, ma credo che questi siano problemi da affrontare con serietà e sarebbe interessante capire se, sull' insieme di queste scelte, sono intervenute delle misure da parte del Governo regionale, per farsì che Trenitalia si comporti in modo corretto. Mi fa piacere che venga penalizzata con delle ammende se si comporta in modo sbagliato, ma sarebbe ancora meglio fare meno multe ma che le cose funzionassero meglio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Mi è noto, conoscendo bene la zona, che si è ricostruito il ponte ferroviario sul Po della tratta Chivasso-Asti, danneggiato dall'alluvione del '94. Credo che con quel tipo di investimento e con l'importanza della linea, si riprenda l'operatività.
Ciò che segnalo nell'interrogazione (di cui non mi è stata data risposta) è che il problema della vertenza sindacale sulla nota questione dei due conduttori della locomotore (è noto il dibattito in cui si dice che nelle ferrovie europea c'è un solo conduttore, mentre in Italia sono due) ha determinato delle difficoltà nel garantire i convogli.
Cosa è successo? E' successo che la linea Asti-Chivasso è stata maggiormente penalizzata con dei servizi sostitutivi. In che cosa ha fallito il servizio sostitutivo? Ha fallito nel fatto che, pur rispettando gli orari dei treni, essendoci più traffico nelle sedi stradali, questi autobus, arrivando a Chivasso dove c'è la coincidenza della tratta Torino Milano, facevano, sistematicamente, perdere ai pendolari (studenti e lavoratori) la coincidenza.
Avevo sollevato questo problema chiedendo una maggiore sensibilità e non un'applicazione meccanica, nel senso di offrire un servizio che serva l'utenza e non che rispetti un orario astratto, perché, se aveva un senso per i convogli che percorrono la strada ferrata, non lo ha più sicuramente per il servizio sostitutivo con gli autobus.
Cogliendo l'occasione, voglio anche dire che studiare il numero dei passeggeri nella tratta per poi fare delle scelte, apparentemente potrebbe sembrare una posizione ragionevole, ma, siccome sono ferrovie di interesse regionale, va posta attenzione a qualche indicatore. È come il cane che si morde la coda: vogliamo investire per accrescere il numero dei passeggeri o vogliamo constatare, staticamente, qual è il nessuno dei passeggeri e poi se il numero non è elevato, penalizzarli con un degrado dei servizi in quella tratta? Questa è una vecchia storia che le ferrovie si trascinano da tempo quando hanno chiuso i cosiddetti rami secchi da Airasca a Saluzzo e della Bastia-Mondovì, facendo un calcolo puramente ragionieristico. Ma se vogliamo valorizzare il trasporto pubblico sul trasporto privato, dobbiamo investire per renderlo appetibile e per polarizzare altra gente all'utilizzo. Non semplicemente registrare oggi il numero dei passeggeri e se sono pochi penalizzarli con una rarefazione dei treni e con dei servizi di minore qualità.
Partendo, quindi, dalla mia interrogazione, rivolta al fatto che se si fanno i servizi sostitutivi occorre avere la cortezza di renderli adeguati agli utilizzatori (perché, pur collocando gli autobus con gli stessi orari dei treni, gli autobus si muovono ad una velocità commerciale inferiore rispetto al treno e quindi fanno mancare la coincidenza ai passeggeri) qual è l'elemento per valutare gli interventi che la Regione deve attuare, visto che adesso ha acquisito una competenza della ferrovie ad interesse regionale? Se vogliamo valorizzare il trasporto pubblico, dobbiamo investire, dobbiamo trovare elementi che invoglino nuovi utenti a lasciare l'auto e l'autobus e salire sul treno.
Mi dichiaro, quindi, parzialmente soddisfatto della risposta dell'Assessore.


Argomento: Trasporti su ferro

Interrogazione n. 1319 del Consigliere Giordano, inerente a "Scalo internazionale ferroviario di Domo 2 e linea Domodossola-Novara"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1319, alla quale risponde l'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore ai trasporti

L'interrogazione del Consigliere Giordano chiedeva quali iniziative avesse assunto o intendesse assumere la Giunta, per il rilancio dello scalo di Domo 2 di Domodossola, chiedendo alle FS di intervenire per adeguare la linea ferroviaria verso Milano, consentendo allo scalo di essere un importante punto di riferimento, di transito e di smistamento del traffico.
In merito al contenuto dell'interrogazione n. 1319 riguardante lo "scalo internazionale ferroviario di Domo 2 e linea Domodossola-Novara" del Consigliere regionale Giordano, questo Settore evidenzia quanto segue: E' stata costituita, in accordo con la Regione, una "Commissione Territoriale Permanente per lo studio del rilancio e/o la riconversione dell'attività dello scalo ferroviario Domo 2", coordinata dall'Assessore ai Trasporti della Provincia del Verbano Cusio Ossola e composta dai Sindaci dei Comuni di Domodossola, Beura, Cordezza e Villadossola, dai Presidenti della Comunità Montana Valle Ossola e Introna, dal Presidente e componenti della Commissione Tecnica Consultiva Trasporti della Provincia del V.C.O..
All'interno di questa Commissione, che ha come mandato lo studio di proposte che valorizzino l'impianto denominato "DOMO 2" e la valutazione di idee progettuali presentate da terzi, privati od associazioni di categoria si è addivenuti ad un primo risultato sull'iniziativa della società svizzera Hangartner che ha firmato il 7 marzo 2001 il contratto con la Divisione Cargo Infrastrutture per l'utilizzo del terminal Domo 2 come luogo dove concentrare le loro spedizioni per la Scandinavia, la Germania e la Svizzera (e viceversa), con un treno giornaliero via Svizzera, composto da 30 vagoni.
Dal 10 giugno 2001 l'intero corridoio che collega Novara a Friburgo attraverso il Sempione può essere percorso dalla cosiddetta "Autostrada viaggiante" ovvero da vagoni a pianale ribassato su cui sono caricati i camion (come è noto in Svizzera non è permesso il transito di tir attraverso il confine).
L'incremento del flusso stradale indotto risulta dell'ordine di 25 camion al giorno che non svolgeranno viaggi di ritorno a vuoto, proprio per il sistema di trasporto adottato. A livello infrastrutturale l'"Autostrada viaggiante" impone adeguamenti della sagoma limite dei tunnel.
Per quanto riguarda la linea Novara-Domodossola via Arona l'adeguamento è ancora solo in fase di studio, per consentire in modo organico e razionale l'utilizzo di sistemi di trasporto intermodale.



PRESIDENTE

L'interrogante non intende replicare, dichiaro chiuso il punto interrogazioni e interpellanze



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Il Presidente Ghigo non c'é, mi risulta che questa mattina sia in congedo.
La mia opinione è che discutere questa vicenda senza l'Assessore d'Ambrosio e il Presidente Ghigo (i due responsabili del disastro della sanità) sia impossibile politicamente.
Mi risulta che il Presidente Ghigo oggi pomeriggio sia presente chiedo al Presidente del Consiglio e ai Consiglieri che sono presenti in aula, se concordano con la necessità politica di discutere questa legge alla presenza delle autorità di governo della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Le dico la mia personale opinione. Stiamo discutendo di questioni pregiudiziali, non stiamo ancora discutendo il merito, non siamo neanche riusciti a finire l'illustrazione. A mio avviso dobbiamo finire l'illustrazione prima della pausa, nel pomeriggio abbiamo tutto il tempo per iniziare la trattazione del merito del provvedimento.
Invito i Consiglieri ad andare avanti con l'esame della legge.


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000" Presentazione questione pregiudiziale n. 10 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Tapparo, Papandrea, Tomatis Contu, Caracciolo e Giordano:"Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto nel merito in aperto conflitto con l'art. 35 della L.724/94"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 365, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Passiamo all'illustrazione delle questioni pregiudiziali (legittimità e merito) presentate ex art. 63 Reg.
Questione pregiudiziale n. 10 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino Ronzani, Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Tapparo, Papandrea Tomatis, Contu, Caracciolo e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto nel merito in aperto conflitto con l'art. 35 della L.724/94"



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire per l'illustrazione il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Non voglio calcare la mano più di tanto, però è giusto sottolineare quello che diceva il Consigliere Chiezzi relativamente alla presenza del Presidente Ghigo rispetto a questo provvedimento.
C'è una specie di schizofrenia da parte della maggioranza. Nella prima seduta in cui abbiamo iniziato a parlare di questo provvedimento, avevamo chiesto, lei ricorderà Presidente, che fosse presente il Presidente della Giunta regionale. Si arrivò persino ad un voto in cui la minoranza perse e si andò avanti, dopodiché, abbiamo cominciato con le illustrazioni delle pregiudiziali, siamo arrivati alla pausa pranzo, immediatamente dopo la maggioranza ci ha fatto sapere che accedeva alla nostra richiesta senza spiegarci come mai avesse cambiato opinione. Il provvedimento, quindi, è stato rinviato a dopo le elezioni amministrative (forse c'entravano qualcosa, non lo so).
Dopo le elezioni, riprendiamo il provvedimento questa volta alla presenza del Presidente Ghigo. Si procede nell'illustrazione delle pregiudiziali e si interrompe il lavoro che viene proseguito oggi. Questa è la naturale prosecuzione del dibattito che avevamo avviato subito dopo le elezioni, ma questa volta non c'e il Presidente. Non si capisce questo atteggiamento un po' schizoide della maggioranza e del Presidente.
La maggioranza ritiene importante che ci sia il Presidente oppure no? Per noi della minoranza la posizione è rimasta invariata. Consideriamo le dimensioni del provvedimento (1000 miliardi); la sua natura, in quanto esiste un sottile problema di interpretazione per quello che riguarda la costituzionalità e la legittimità di questo provvedimento. Consideriamo inoltre la natura politica, perché il disavanzo è stato creato nel 2000 anno in cui è stato lasciato campo libero ai direttori generali di poter assumere prevalentemente nel settore amministrativo, come ha dimostrato la Commissione d'indagine sulle spese sanitarie. Da ultimo consideriamo una questione assolutamente non marginale: il fatto che le aziende sanitarie vengono chiamate a pagare quote del ratio del mutuo.
In particolare la pregiudiziale che noi solleviamo riguarda il fatto che le aziende sanitarie vengono chiamate a pagare parte del mutuo.
Approfitto della presenza dell'Assessore pro tempore alle finanze perché ci spieghi in che veste le aziende sanitarie pagano parte del mutuo.
Sono contrattori del mutuo insieme alla Regione Piemonte? Se è così siamo di fronte a qualcosa di assolutamente illegittimo. Quand'anche il decreto salva spesa faccia riferimento ad una deroga esplicita per quello che riguardo il disavanzo del 2000 per le Regioni, questa deroga non riguarda le aziende sanitarie che possono contrarre mutui soltanto rispetto agli investimenti e non alla spesa corrente. Non possono essere contrattori del mutuo insieme alla Regione.
In che veste e su che base contribuiscono a questo mutuo? Su una base di fatto obbligatoria che crea un meccanismo estremamente distorto che fa questo tipo di percorso. La Regione Piemonte per poter affrontare il mutuo deve prendere soldi da qualche parte e li prende dal servizio sanitario nazionale. Non li può prelevare direttamente dal fondo sanitario regionale perché questo ha una destinazione specifica, serve per finanziare i servizi, quindi deve essere dato alle ASL. Allora c'é una triangolazione: la Giunta regionale dà i soldi alle Aziende Sanitarie Locali e queste, con i fondi del servizio sanitario regionale, pagano il mutuo. Che cosa succede di fatto? Che le aziende sanitarie sono costrette a tagliare i servizi ai cittadini e con il taglio dei servizi sanitari ai cittadini, si finanzia il mutuo del 2000. Questa è una cosa assolutamente illegittima che io sottopongo all'aula. Inoltre chiedo chiarimenti all'Assessore Picchetto.


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000" Presentazione questione pregiudiziale n. 11 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Tapparo, Papandrea, Tomatis Contu, Caracciolo e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto, nel merito, in aperto conflitto con l'articolo 5 della L. 3/2001"


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

L'articolo 5 della legge costituzionale n. 3 del 18/10/2001, che ha modificato l'art. 119 della Costituzione, dice: "I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa. I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e secondo i princìpi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio. La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione per i territori con minore capacità fiscali per abitante.
Le risorse derivanti dalle fondi di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.
Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persone, per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni Province, Città metropolitane e Regioni.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondi i princìpi generali determinati dalla leggi dello Stato. Possono ricorrere all'indebitamento solo per finanziare spese di investimento. E' esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti." Presidente, ho letto l'articolo in questo modo perché abbiamo la sensazione che alcuni riferimenti di legge utilizzati per le questioni pregiudiziali vengano ritenuti, a partire da lei, Presidente del Consiglio come degli svarioni che ci siamo inventati - al di là del fatto che, per fortuna, in democrazia, le opinioni sono ancora una ricchezza e, quindi, va benissimo così, anche qualora lei pensasse in questo modo, in ogni caso è ininfluente - ma, nel fatto specifico, abbiamo citato un riferimento che è importante, perché l'art. 119 della Costituzione è stato modificato in tal senso.
Essendo convinti che questo "megamutuo" sia un danno alle finanze della Regione e un danno al sistema sanitario della Regione Piemonte, continuiamo ad avere l'assenza della Giunta, perché anche l'Assessore pro tempore, che è sempre preso da altre questioni, non si è presentato nelle sedi proprie per darci le spiegazioni del caso, dopodiché chi deve pagare sono le ASL.
Il mio collega Riggio diceva poco fa, con intelligenza, che qualora si trovasse un cavillo burocratico per giustificare il pagamento del mutuo da parte della Regione, in ogni caso, il cavillo burocratico non esiste per quanto attiene alle ASL. Siamo convinti che non c'è neanche per la Regione poiché questo debito è stato contratto nel 2000 (l'anno delle elezioni) e perché il Presidente della Regione e l'Assessore D'Ambrosio hanno gonfiato il "portafoglio" e la loro campagna elettorale e, adesso, le ASL devono pagare.
In ogni caso, continuiamo a dire: "In aperto conflitto con l'art. 119 della Costituzione; in aperto conflitto con la modifica della legge Bassanini n. 3/2001." Non si può comunque procedere in tal senso.
Caro Assessore al bilancio pro tempore, bisognerà trovare una soluzione, che non è quella del provvedimento presentato.


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000" Presentazione questione pregiudiziale n. 12 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Tapparo, Papandrea, Tomatis Contu, Caracciolo e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto, nel merito, in aperto conflitto con l'art. 35 della L.281/1970"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente, chiedo un suo intervento, perché come Consigliere sono in imbarazzo. In quest'aula stiamo sollevando delle pregiudiziali, ma sembra che stiamo soltanto perdendo del tempo. L'impressione è che non ci ascolti nemmeno l'Assessore alle finanze. Mi chiedo cosa stiamo a fare in quest'aula.
Abbiamo posto delle questioni che sono reali. La questione relativa alla incostituzionalità ha visto coinvolto il Ministero delle finanze e il Presidente delle Regioni in un'aspra polemica nei giorni passati rispetto all'applicazione del Titolo V della Costituzione. Non ci preoccupa il fatto che facciamo delle cose legittime, quello che conta in quest'aula è semplicemente se abbiamo i numeri in più o in meno, se stiamo a perdere cinque minuti o dieci. Se è questa l'unica preoccupazione, si può anche rinunciare a questo dibattito. Veramente siamo così tranquilli che stiamo facendo un provvedimento che rispetta la Costituzione e la legge? Su questo provvedimento sono state sollevate delle obiezioni perfino dal Ministro Tremonti. Non so se dipende dalla boccata di ossigeno di Siviglia, magari sarà la voglia di allentare un po' i cordoni della borsa però...
Vi ricordate la polemica che abbiamo avuto con il Presidente Cattaneo nella precedente seduta, in cui noi chiedevamo: "Quando è stato richiesto e quando sarà acceso questo mutuo?". Non sono degli elementi marginali tant'è vero che la deliberazione di Giunta, che è stata presentata, molto opportunamente, in questi giorni, autorizza il Presidente della Giunta regionale ad accendere questo mutuo. Vi sono una serie di passi oscuri. In pratica, non si sa nemmeno sulla base di quale autorizzazione sia stato richiesto questo mutuo e da parte di quale struttura della Regione: da parte della Giunta, del Consiglio e qual è stato l'atto che ha autorizzato il Presidente della Giunta a richiedere questo mutuo.
Nella deliberazione regionale relativa al finanziamento delle aziende sanitarie di quest'anno si è parlato di questo mutuo come di cosa fatta.
Tale passaggio recita: "Il citato accordo prevede inoltre che il budget finanziario corrente e indistinto negli importi concordati finanzia i costi compresi i maggiori oneri per il personale dipendente, nonché eventuali compartecipazioni agli oneri di ammortamento del mutuo regionale stipulato per il ripianamento".
Il mutuo regionale non era affatto stato stipulato al momento di questa deliberazione. La data esatta non riesco a ricavarla, comunque sicuramente il mutuo non è stato stipulato.
Non solo: le aziende sanitarie non conoscono assolutamente la loro quota di compartecipazione perché essa è stata ipotizzata nel disegno di legge che noi stiamo discutendo, ma non è ancora stata approvata, quindi non sappiamo quale sarà effettivamente.
La legge n. 281 del 16 maggio 1970, che richiamiamo con la nostra nota di pregiudiziale di legittimità, dichiara esplicitamente che le Regioni non possono. Quindi, non sappiamo nemmeno se effettivamente andrà a buon fine non sappiamo se la quota effettiva sarà di 70 e di 30; c'è questa deliberazione in cui si parla di mutuo stipulato.
Qui, Presidente del Consiglio regionale, stiamo sollevando delle questioni.
E' umiliante discutere in questo modo perché sembra che stiamo soltanto perdendo cinque minuti di questo maledetto Consiglio, mentre noi vogliamo sollevare dei problemi.
Ci rispondano che stiamo sbagliando. Ci rispondano che il tale provvedimento di legge prevede questa eccezione. Ci rispondano che le aziende devono pagare con il fondo sanitario regionale i mutui. Ci rispondano con degli argomenti, ma questo muro di gomma incivile che si sta instaurando in questo Consiglio regionale, in cui nessuno segue gli interventi, in cui si pongono dei problemi di illegittimità o di costituzionalità, ed è seguito nella totale distrazione, è qualcosa di estremamente umiliante.
Chiedo di essere tutelato da lei, signor Presidente.



PRESIDENTE

La ringrazio, però, le assicuro che il suo intervento è stato seguito con molta attenzione, come anche quelli precedenti.


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000" Presentazione questione pregiudiziale n. 13 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Tapparo, Papandrea, Tomatis Contu, Caracciolo e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto, nel merito, in aperto conflitto con l'art. 18 della l.r. 8/1995 (L. 502)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della questione pregiudiziale n. 13.
E' inammissibile poiché rientra nella categoria delle questioni pregiudiziali di merito e non di legittimità



PRESIDENTE

SUINO Marisa (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ci spieghi, non abbiamo capito.



PRESIDENTE

Non si può paventare l'illegittimità di una legge regionale per contrasto rispetto ad un'altra legge regionale, poiché sono fonti di pari grado. Finché non c'è l'attuazione del Titolo V, ed essendovi una competenza di tipo concorrente, ovviamente, la legittimità potrebbe stare nei principi fondamentali della legge dello Stato o in altri principi però, la legittimità tra legge regionale e legge regionale...



PRESIDENTE

SAITTA Antonio (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vorrei illustrarla, Presidente.



PRESIDENTE

Lei me la illustri, valuterò se trarne argomentazione per considerarla tra quelle votate o non votate.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Giustamente i colleghi dicevano poco fa che la legge n. 8/95 è l'attuazione della legge nazionale n. 502, quindi, in qualche maniera, c'è un contrasto con una norma nazionale.
Tra le tante cose previste dalla l. 502 del 30 dicembre 1992 c'è anche un preciso riferimento alle modalità di distribuzione delle risorse.
Secondo l'articolo 11, le risorse disponibili sono ripartite dalla Giunta regionale sulla base di quote capitarie di finanziamento. Quindi, è prevista una modalità di distribuzione delle risorse.
Perché c'è il riferimento? Perché, qui, c'è una modalità di distribuzione di un mutuo sulle ASL, Assessore. Viene individuata una modalità di distribuzione di un mutuo non sulla base di parametri certi, e le quote capitarie sono dei parametri certi, ma sulla base di una grande discrezionalità che c'è stata in questi anni.
Non richiamo la vicenda Grando, ma in qualche maniera è opportuno richiamarla.
La distribuzione del mutuo avviene sulla base della spesa, quindi sulla base delle risorse assegnate, perché il collegamento è quello: risorse assegnate che non tengono conto di parametri predeterminati, ma di parametri che sono stati costruiti volta per volta.
Quindi, la distribuzione che voi immaginate, qualunque sia la percentuale, è basata su un sistema iniquo e non corrispondente alla legge n. 502.
Detto questo, mi rivolgo al collega Cattaneo, che la volta scorsa si lamentava e, accusandoci, richiamava la minoranza alla coerenza dicendoci che stavamo impedendo la contrazione del mutuo.
Il Consigliere Cattaneo diceva questo: ci accusava della nostra opposizione a questo mutuo e di avere interessi più alti, mi pare fosse questa la sostanza.
Caro collega, la situazione è la seguente: innanzitutto la Giunta ha già deciso di contrarre il mutuo. Credo sia opportuno anche per la maggioranza chiedersi per quale motivo la Giunta, che avrebbe potuto contrarre il mutuo subito a novembre quando fu determinato il disavanzo e forse perché in base all'interpretazione - da noi non condivisa - del Presidente Ghigo era possibile farlo, non lo ha contratto allora e lo fa adesso.
La Giunta ha deciso di non contrarlo subito perché in quel momento si sarebbe dovuto prevedere la quota di ammortamento. Quindi, voleva dire prevedere nel bilancio la quota di ammortamento. La Giunta sapeva che questo era un impegno dal punto di vista finanziario e ha deciso di non farlo; non è la minoranza che glielo ha impedito. La maggioranza non aveva le risorse e non voleva tagliare le risorse a tutta la struttura, a tutti gli Assessorati, per un mutuo, questa è la sostanza.
Avrebbe potuto farlo dopo, avrebbe potuto farlo a marzo, ad aprile quando era già noto il disavanzo, era arcinoto, ma, anche lì, la Giunta ha deciso di non farlo, ma non per colpa della minoranza. Se la Giunta avesse deciso di fare il mutuo nel mese di aprile o nel mese di marzo, quando lei ci sollecitava, avrebbe dovuto emettere la rata semestrale di 50 miliardi ma la Giunta aveva già deciso di non sobbarcarsi neppure la rata semestrale.
La grande astuzia del Presidente Ghigo e della sua Giunta, che capisco anche, è la contrazione del mutuo all'ultimo momento, in modo da non prevedere nel bilancio di previsione 2001, come in effetti era stato deciso, la quota di ammortamento, che graverà tutta sul 2003.
Quindi, non c'è un'opposizione da parte della minoranza che impedisce che il mutuo venga fatto e si stia creando un danno. Il danno è tutto del Presidente Ghigo e della Giunta perché sapeva dell'ammontare del disavanzo e sapeva di poter accendere un mutuo a tassi magari più bassi. Adesso la Cassa deposito e prestiti ha tassi più elevati e la responsabilità ricade sul Presidente Ghigo che ha deciso di farlo per non tagliare le spese della Giunta in questo momento. E l'ha deciso senza che il Consiglio potesse dire una parola. Volevo soltanto dirtelo, perché la volta scorsa ci hai accusato. Questa è la realtà.
Viene spostato il problema: la Giunta dovrà assumersi la responsabilità dei 100 miliardi per il 2003. Dovrà ridurre le spese. Sa di non poterlo fare, perché parte sempre dal presupposto che le spese della Regione non si possono diminuire. Allora, sapendo che è così, incomincia a dire: "Ma perché il 50% o il 70% non lo trasferiamo alle Asl?".
Si continua a dire che bisogna tagliare sulla sanità, ma noi Assessore, che abbiamo delle spese, noi che abbiamo già stretto al massimo tutto, che non sappiamo cosa fare, che stiamo sudando perché in questi anni abbiamo fatto una politica di rigore, non possiamo fare nient'altro. Paghi la sanità. Noi continuiamo a fare le "spese allegre", questa è la sostanza del mutuo che ci viene proposto..



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Saitta.
Ai sensi dell'art. 63 di Regolamento, si configurano due tipi di questioni che vengono illustrate e discusse con un unico dibattito: le questioni di legittimità costituzionale e statutaria (nel nostro caso abbiamo delle pregiudiziali di legittimità costituzionale) e le questioni pregiudiziali di merito. Queste ultime possono comprendere sia le questioni pregiudiziali di legittimità intese come contrasto di legge ordinaria, sia altre questioni pregiudiziali di merito che sono più che altro relative ad un contrasto nel merito, quindi anche in contrasto con provvedimenti di pari grado e magari di programmazione generale.
In questo senso, quindi, proseguiamo e le ammettiamo.


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000" Presentazione questione pregiudiziale n. 14 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Tapparo, Papandrea, Tomatis Contu, Caracciolo e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto, nel merito, in aperto conflitto con la D.G.R. 11-4878 del 21/12/2001"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.



RIGGIO Angelino

Ha fatto bene il Presidente a fare questa distinzione, perché, in effetti, la pregiudiziale che solleviamo è proprio in termini di merito.
Mi dispiace, tra l'altro, che dobbiamo partecipare a questo dibattito così monco: non è presente, infatti, l'Assessore alla sanità.
Poteva essere l'occasione per chiedere conto e ragione all'Assessore alla sanità, a proposito della DGR del 21 dicembre, perché aveva indicato in aula un percorso che fatichiamo a rintracciare.
Per i colleghi Consiglieri che si appassionano, come me e pochi altri a queste vicende, che però hanno tanto peso per quel che riguarda la salute dei cittadini piemontesi, la DGR del 21 dicembre prevedeva una riduzione netta dei posti letto, e non i 3.600 posti letto di cui ci ha parlato il collega Saitta nella Commissione d'indagine sulle spese sanitarie, che già ci sono stati a fronte dell'aumento soltanto di 89 posti per quel che riguarda la Day Surgery e il Day Hospital, con un rapporto che è lontanissimo dal 1:1 ma anche da qualcosa di significativamente decente.
Come dicevo, parlava di una riduzione dei posti letto di notevole importanza e l'Assessore alla sanità spiegava che questo era uno dei principali meccanismi di razionalizzazione. L'anno scorso abbiamo conosciuto un avvenimento che il Presidente della Giunta regionale ha definito "assolutamente eccezionale", che riguardava l'aumento della quota IRPEF regionale dallo 0.9% all'1.4 %.
L'Assessore alla sanità, in occasione delle richieste che avevamo formulato rispetto a questo atto di programmazione che, molto impropriamente, la Giunta regionale aveva assunto come delibera di Giunta regionale (è un modo assolutamente improprio di intervenire sulle questioni della sanità), ci spiegò che la DGR del 21 dicembre era lo strumento cardine per poter avere una contrazione della spesa.
Abbiamo fatto notare che, ahimè, non si tratta soltanto di una contrazione della spesa, ma di un meccanismo effettivo di riduzione dei servizi. Questo meccanismo di riduzione dei servizi è il meccanismo fondamentale.
L'Assessore Picchetto, per cortesia, non sfugga alla domanda che ho posto prima: a che titolo le Aziende Sanitarie Locali contribuiscono a questo mutuo? Sono contrattori insieme oppure contribuiscono con il Fondo Sanitario Regionale? Perché ci dica apertamente che i soldi del Fondo Sanitario Regionale che le aziende ricevono servono per pagare il mutuo del disavanzo che ha permesso alla Giunta Ghigo di vincere le elezioni nel 2000.
La delibera del 21 dicembre riduce notevolmente i servizi. Se le aziende sanitarie saranno costrette a pagare una quota del mutuo, di fatto siamo in presenza di molteplici interventi di riduzione dei servizi.
Pertanto, non si tratta solo di una riduzione della spesa (che è prevista con la DGR del 21 dicembre), ma si tratta di un'ulteriore riduzione dei servizi.
Qualcuno dirà che si tratta di una cifra modesta, perché le Aziende Sanitarie possono alienare, come dice la delibera, principalmente il proprio patrimonio.
Non voglio riprendere la stucchevole discussione che abbiamo fatto a proposito dello studio dell'ARES sulla capacità di indebitamento delle Aziende Sanitarie e sulla situazione del patrimonio immobiliare delle stesse. La sostanza è questa: nessuna Azienda Sanitaria Locale, prima di un tempo ragionevolmente prevedibile di due o tre anni, potrà trarre un minimo di disponibilità economica liquida dagli immobili. Prima di tre anni, nella più ottimistica delle previsioni, nessuna Azienda Sanitaria Locale sarà in grado di pagare la minima parte della quota di rateo. E questo lo potranno fare soltanto quelle meglio attrezzare e con i beni patrimoniale più in pole-position rispetto alla vendita. La sostanza è che il mutuo sarà estinto nei quindici anni, prima che le Aziende Sanitarie Locali - tutte - saranno in grado di poter utilizzare il denaro che deriva da quello. Pertanto, fondamentalmente pagheranno con i fondi del servizio sanitario regionale, e quindi con i servizi che i cittadini avranno in meno.
Ricordatevi questo: "servizi in meno" certe volte significa la differenza fra il disagio e l'assenza di disagio, fra la malattia e l'assenza della malattia, fra la vita e la morte.
Per cortesia , ricordatevelo!


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000" Presentazione questione pregiudiziale n. 15 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Tapparo, Papandrea, Tomatis Contu, Caracciolo e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto nel merito in aperto conflitto con la l.r. 64/1995"


PRESIDENTE

Procediamo alla questione di legittimità n. 15, in quanto nel merito in aperto conflitto con la l.r. 64/95, ovvero le norme di salvaguardia della Programmazione Sanitaria Regionale.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La programmazione è un tema scottante per questa maggioranza, che non programma quanto dovrebbe sulla base delle leggi. E quando programma, come in occasione del Piano sanitario; poi prende questo programma, lo cestina e fa tutt'altro.
Capite, colleghi, che quando ci troviamo di fronte ad una Regione che compie queste scelte - a) non programmare; b) se programmo non rispetto il programma; c) invento nuove attività della Giunta regionale come quelle che ha inventato l'Assessore Casoni, che ha deciso che gli appalti delle strade devono essere uno dei pilastri fondamentali dell'amministrazione regionale è chiaro che...
Come si fa, Presidente del Consiglio, a venire qui alle ore 10 di questa mattina e trovare l'aula deserta e il Vicepresidente Riba aggiornare la seduta alle 10.30? Come si fa ad arrivare alle 10.30 e trovare l'aula deserta e il Vicepresidente Toselli annunciare che si comincerà alle 11? Come si fa, di fronte a questo, a non chiedersi, come ci siamo chiesti con dei colleghi all'interno di questo volume d'aula (perché rimane solo più il volume, non essendoci più i soggetti che vi partecipano), come mai sta succedendo questo? Come mai l'aula è sempre più deserta, priva di Consiglieri regionali? Perché, colleghi, quando si degrada il ruolo dell'assemblea elettiva non facendole svolgere quei compiti per i quali è nata, è quasi conseguenza naturale quella di togliere ogni interesse, ogni convinzione che la tua presenza di Consigliere regionale in quell'aula sarà utile, perché si discutono e si decidono cose importanti.
E come non rilevare, in questa assenza di programmazione o di contraddizione con gli elementi di programmazione, il ruolo del Presidente Ghigo? A me dispiace continuare a segnalare questo fatto: l'assenza del Presidente Ghigo e la sua scelta di non occuparsi in prima persona dei lavori dell'aula. Mi pare che sia uno degli elementi portanti di questo degrado.
Ho un'esperienza di qualche tempo in quest'aula, sono portatore di un'esperienza di opposizione, l'unico qui dentro, l'unico Consigliere regionale che appartiene ad un Gruppo che non ha mai governato. L'unico dal 1987; l'unico, perché gli altri hanno governato tutti, compresi i radicali che hanno governato anch'essi la sanità, tanto per dirne una.
Allora, come non pensare che questo degrado dipenda innanzitutto da un Presidente che, a differenza di tutti i Presidenti delle Giunte che ho visto dall'87 ad oggi, si segnala per il guinness delle assenze? Il Presidente Brizio, il Presidente Beltrami, i Presidenti con cui ho avuto modo di svolgere la mia azione di opposizione erano Presidenti che alle 10 del mattino si sedevano dove adesso è impropriamente seduto l'Assessore Leo, che sta leggendo un giornale dal posto che dovrebbe essere occupato dal Presidente Ghigo, il quale, a furia di non occuparlo, trova sempre qualcuno che va a sedersi su quella sedia, compreso il sottoscritto (lo feci anch'io una volta). Quei Presidenti sedevano al posto di governo con la loro Giunta e tirava un'altra aria, c'era attenzione e c'era voglia di lavorare.
Oggi non è più così. Speriamo che il presidente Ghigo, dopo tutte queste osservazioni, si degni di essere presente.


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000" Presentazione questione pregiudiziale n. 16 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Tapparo, Papandrea, Tomatis Contu, Caracciolo e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto, nel merito, in aperto conflitto con la l.r. 69/1996"


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

E' la legge che affronta la questione del finanziamento, gestione patrimonio delle Unità Sanitarie Locali e delle Aziende ospedaliere.
Noi riteniamo che ci sia una questione di illegittimità, perché le ASL sono obbligate, avendo dei mutui di questa entità e avendo...
E' vero che il Presidente Ghigo, in uno dei rari passaggi che ha fatto in aula, ha citato come esempio le Molinette e ci ha detto: "Cosa volete che sia? Si ritroveranno con qualche miliardo, 4-5-6 miliardi di lire in più".
Certo, lui è abituato con la lettura finanziaria che dà dei vari orologi e quindi usa un parametro un po' soggettivo ed "odassesco", ed è comprensibile.
Però se scorriamo questi elenchi, rileviamo: 2 miliardi e 790 all'ASL 1; 3 miliardi e 488 alla ASL 2; 2 miliardi e 900 alla ASL 3; 4 miliardi e 200 all'ASL 4; quasi 7 miliardi alle Molinette; 3 miliardi al CTO; 2 miliardi e mezzo al Sant'Anna, e ce n'è ovviamente per tutti.
Allora, cosa vuol dire? Vuol dire che, innanzi tutto, la legge 69 del '96 la prendiamo e la stracciamo, e insieme stracciamo anche il precedente Piano che è vigente, stracciamo anche la legge di modifica alla n. 8 stracciamo anche il Patto di stabilità fatto con le Regioni, stracciamo anche le modifiche degli artt. 117 e 119 della Costituzione.
Perché? Perché o dichiarate che le ASL sono in qualche modo sono co contrattori del mutuo, ma non potete farlo, perché non potete dichiarare che le ASL diventano co-contrattori di mutuo, oppure cosa state dichiarando? Che con il denaro pubblico, e in questo caso il denaro che serve a pagare il sistema sanitario nazionale pubblico - pubblico, che quindi consente a tutti, indipendentemente da sesso, religione, colore povertà, ricchezza, di fruire di un servizio - andiamo a caricare sulle ASL, andiamo a pagare i debiti contratti nell'anno della campagna elettorale.
Per far questo, le ASL dovranno vendersi i gioielli di famiglia, che non sono i loro: sono i nostri, sono quelli dei cittadini piemontesi: tutti, compresi noi che paghiamo le tasse.
Le ASL dovranno vendere i gioielli di famiglia e l'alienazione, per bene che vada, partirà - è così, dott. Riggio? - fra tre anni. Abbiamo fatto un calcolo: nella migliore delle ipotesi questa alienazione inizierà fra tre anni: E nel frattempo, cosa succede? Ma vi rendete conto di quello che state mettendo in piedi? Abbiamo ragione! E non si può sorridere Gilberto Pichetto, davanti a queste cose! Si trovino delle altre soluzioni! E' vero che adesso, con il patrimonio S.p.A., è di moda andare a svendere tutto ciò che esiste di un po' bello, un po' intelligente, un po' bello ed intelligente nel nostro Stato, nel nostro Paese, perché oramai non c'è limite alla follia. Non c'è limite e lo facciamo sul versante culturale, lo facciamo sul versante della natura. In questo caso, a fronte di un'assenza di programmazione, non possiamo andare a caricare le ASL di una gabella di questo tipo per i debiti che abbiamo contratto noi, Regione Piemonte oltretutto in aperto conflitto con le leggi vigenti. Innanzitutto non si possono fare; è antieconomico e, inoltre, questa operazione non produrrà gli effetti desiderati .
Allora basta col prendere decisioni politiche che lasceranno, ai posteri, il deserto attorno a sé; facciamoci oggi carico delle nostre responsabilità.


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000" Presentazione questione pregiudiziale n. 17 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Tapparo, Papandrea, Tomatis Contu, Caracciolo e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto, nel merito, in aperto conflitto con l'art. 10 della l.r. 5/2001"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

In particolare, riguarda l'art. 107 in cui si scrive: "Nell'ambito dei conferimenti di cui al capo 1 "tutela della salute" (del titolo IV del d.lgs 112/98) la Regione esercita funzioni di indirizzo, programmazione e controllo, in tema di salute umana e sanità veterinaria, in conformità con la normativa nazionale di settore. In particolare, la Regione adotta strumenti di programmazione e di pianificazione, definendo gli obiettivi di prevenzione e cura nel quadro del piano sanitario nazionale e dei piani nazionali di settore; organizza il sistema degli interventi e delle prestazioni sanitarie, assicurando in modo omogeneo, sul territorio regionale, il conseguimento di livelli essenziali di assistenza; definisce l'ordinamento sanitario regionale, stabilendo i criteri e le modalità operative per il coordinamento dell'offerta sanitaria di strutture pubbliche accreditate; fissa gli obiettivi di offerta e degli standard di prestazione delle aziende sanitarie locali e delle aziende sanitarie ospedaliere, all'interno di vincoli economico-finanziari stabiliti in sede di approvazione del bilancio di previsione. Emana norme per la gestione economico-finanziaria e patrimoniale delle ASL e delle ASO, così com'è stabilito dall'art. 5 del d.lgs 19/6/1999 n. 229, (quindi in conformità con la scarsa applicazione in Piemonte legge Bindi). Adotta principi e criteri in conformità a quanto previsto dal d. lgs 229, relativo alle modalità di gestione e di funzionamento delle ASL e delle ASO, con particolare riferimento all'efficienza ed efficacia dei servizi sanitari. Fissi i criteri per la autorizzazione, realizzazione ed esercizio delle strutture sanitarie, nonché i criteri per il loro accreditamento. Definisce i criteri medianti i quali i Comuni concorrono all'integrazione di prestazioni socio sanitarie; verifica la conformità, rispetto alla normativa nazionale e comunitaria, di attività, strutture, impianti, laboratori. Svolge avvalendosi di personale appositamente individuato all'interno del servizio sanitario regionale, le funzioni amministrative.
Questi dovrebbero essere i compiti della Regione; di fatto, con questa operazione non è vero che la Regione tutela la salute e compie questi provvedimenti nei confronti delle aziende sanitarie.
Riferisco ciò che mi è stato detto da un lavoratore della FIAT a proposito dell'attuale dirigenza FIAT: "Questi sono gli ufficiali liquidatori della FIAT". Ho sempre pensato che l'Assessore alla sanità D'Ambrosio, fosse una persona di buona volontà ma, fondamentalmente incapace. Ultimamente comincio a pensare che o lui, o la Giunta che è intorno e con lui, non è guidata dalla incapacità, rispetto alle questioni della sanità, ma che ci sia un disegno preciso che voi, come maggioranza di centrodestra, siate gli "ufficiali liquidatori" di un'ottima sanità, che era la sanità piemontese.
Dico questo perché, mentre le aziende sanitarie locali, con il fondo sanitario regionale, pagheranno i deficit che voi avete accumulato, le strutture private si arricchiranno. Le strutture private innalzano il loro livello di prestazione, mentre il pubblico viene tagliato.
Questo è drammaticamente vero; lo abbiamo visto con il grafico che pu essere visionato da tutti, per quanto riguarda la cardiochirurgia in Piemonte. Quanti e quali erano gli interventi di cardiochirurgia che venivano fatti nel 1995 dalle strutture private e quanti erano quelli fatti nella struttura pubblica? Quali sono adesso? Guardando questa differenza, notate che c'é stato un disegno lucido che ha permesso al privato di guadagnare spazi e al pubblico di affossarsi. Con questa operazione voi contraddite la vostra responsabilità di garantire la tutela della salute, di organizzare le aziende sanitarie locali e mettete le aziende sanitarie locali in condizione di pagare i vostri debiti, non di erogare servizi.


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000" Presentazione questione pregiudiziale n. 18 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Tapparo, Papandrea, Tomatis Contu, Caracciolo e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto, nel merito, in aperto conflitto con l'art. 49 della l.r. 7/2001"


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

L'art. 49 è l'ordinamento contabile della Regione Piemonte (la legge è la 7/2001, quindi siamo assolutamente nella tempestività di questa legislatura) che disciplina la relazione sulla gestione degli Enti dipendenti dalla Regione. È molto breve, quindi dandone lettura crediamo di fornire quegli elementi che forse sono sfuggiti e che, invece, riteniamo importante oggettivare.
"Tutti gli Enti cui la Regione eroga contributi in via ordinaria sono tenuti a inviare alla Regione, dopo l'approvazione del rendiconto e unitamente a questo, una relazione sulla gestione che evidenzi le risorse delle quali si è disposto nell'anno cui il rendiconto si riferisce, e i costi sostenuti per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti".
Questo è il caso nel quale, evidentemente, questo lavoro o non è stato fatto o, se è stato fatto, non è stato tenuto in considerazione, poiché, di fatto, nel momento in cui si vanno a definire i budget, questi budget per le ASL e per le ASO non tengono conto della rendicontazione.
E' vero che in Commissione IV ci siamo sentiti dire più volte: "Non c'è tutto il materiale; non ci hanno ancora fornito le varie risultanze, le varie relazioni", però è altrettanto vero che la maggior parte delle ASL e delle ASO ha già provveduto.
Gli Enti cui la Regione eroga contributi in via ordinaria, ma con destinazione specifica e che non dipendono dalla Regione, sono tenuti ad inviare una relazione sui costi sostenuti per il raggiungimento degli obiettivi correlati al contributo erogato". Per le finalità che ho letto prima e, in ogni caso, "per quelle di cui all'art. 39 della legge che dipendono dalla Regione, adottano forme idonee di controllo di gestione".
Seconda questione. Il controllo di gestione fino adesso non è avvenuto questa è la conferma che il controllo di gestione non vi è stato? Terzo passaggio. "Il Regolamento indica lo schema delle relazioni previste, al fine di evidenziare la relazione tra i rendiconti delle aziende sanitarie locali, delle aziende sanitarie ospedaliere e i dati finanziari del rendiconto regionale. E' predisposta un'apposita relazione comprensiva del bilancio consolidato del comparto sanitario regionale".
Anche qui, l'apposita relazione composta dal rendiconto generale della Regione non è avvenuta, oppure, se è stata presentata in occasione dell'approvazione del bilancio preventivo, evidentemente non ha tenuto conto delle cifra che noi stiamo andando a discutere con il mega mutuo.
Allora, o i rendiconti non sono quelli che le ASL e le ASO hanno presentato, oppure la relazione non tiene conto dei rendiconto presentati dalle ASL e dalle ASO. Dato che questo è disciplinato dall'art. 49 della legge n. 7 del 2001, crediamo che sia una leggerezza non ottemperarvi.
"Qualora risultino dalle relazioni inviate, squilibri economici e comportamenti omissivi" - parlare di squilibri economici è usare un eufemismo perché se non è un eufemismo un mutuo da 1000 miliardi, nel contesto storico nel quale, a partire dal Governo e quindi dai Ministri competente, viene detto non potete farlo: se non è questo un azzardo! Dicevo, "Qualora risultino dalle relazioni inviate squilibri economici e comportamenti omissivi, la Regione adotta ogni provvedimento idoneo a ripristinare la correttezza della gestione, compresa la sostituzione degli amministratori nominati dalla Regione e la nomina di commissari".
In tutti questi anni non abbiamo visto nessun tipo di soluzione adottata in tal senso: in assenza di programmazione, in assenza di resoconti. Detto questo, concludo precisando ed evidenziando ai Consiglieri, l'importanza dell'ordinamento contabile che è stato varato da quest'aula pochi mesi fa.


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000" Presentazione questione pregiudiziale n. 19 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Tapparo, Papandrea, Tomatis Contu, Caracciolo e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto, nel merito, in aperto conflitto i contenuti della deliberazione della Conferenza Stato-Regioni dell'8 agosto 2001"


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Questa pregiudiziale in parte è stata assorbita dalle cose che abbiamo già detto. Sappiamo che l'accordo Stato Regioni dell'8 agosto, è stato trasformato, con una serie di atti successivi, nel famoso decreto salva spesa approvato definitivamente in questi giorni. Quello che rimane in sospeso e che vogliamo capire è: nella polemica che si è innescata a livello nazionale fra il Ministro Tremonti e il Presidente della Giunta regionale Piemontese, nonché Presidente della Conferenza delle regioni quanto la Regione Piemonte è in regola rispetto alla deroga, prevista nel provvedimento, per il disavanzo del 2000? Esiste un problema di tempistica che è stato sottolineato bene dall'intervento del Consigliere Saitta, laddove la Giunta regionale, per caricare il costo dell'ammortamento del mutuo sul bilancio del 2003, di fatto, l'ha tirata a lungo. La Giunta regionale ha cercato di fare un'operazione un po' furbesca per scaricare sul 2003. Vorrei sapere se questo atteggiamento da furbacchioni non ci ha messo in una situazione di pericolo rispetto alla possibilità di accendere il mutuo. Questa è una delle domande.
Altre domande legate a questa vicenda - manca il Presidente della Giunta, l'Assessore alle Finanze e l'Assessore alla Sanità ha seguito soltanto una piccola parte di questo dibattito - sono: in che veste si trovano le Aziende Sanitarie rispetto al mutuo; con quali fondi pagheranno le aziende sanitarie, se è vero o no che pagano con i fondi del servizio sanitario regionale.
Solo perché rimanga in memoria degli atti di questo Consiglio regionale, vorrei dire alcune cose a proposito del deficit. La Regione Emilia Romagna nel 1995, anno in cui si insediò la Giunta di centrodestra in Piemonte, aveva un disavanzo pari ad un terzo del disavanzo nazionale.
La Regione Emilia Romagna ha chiuso il 2001 con i conti in pareggio. Ha fatto questo percorso virtuoso dal 1995 ad oggi.
La Regione Piemonte quando si è insediata la Giunta di centrodestra aveva i conti in pareggio. Secondo quello che riferisce l'ASI, la Regione Piemonte ha accumulato 897 miliardi di disavanzo nel primo biennio, 1700 miliardi nel secondo biennio, 1200 miliardi nel 2000.
Queste sono cifre ufficiali fornite dall'ASI che è la rivista dell'agenzia sanitaria italiana. Se si fosse speso di più per offrire migliori servizi avremmo salvato la faccia, ma la rivista dell'ASI del 6 giugno relativamente ai tempi di attesa recita: "Le Regioni più virtuose nell'attuare interventi per la riduzioni delle liste di attesa, sono la Toscana e l'Emilia Romagna, mentre le più negligenti sono il Piemonte e la Puglia". Se fossimo intervenuti sulla spesa, con ticket ecc, peggiorando i servizi, avremo potuto dire "abbiamo risanato il bilancio", ma non è vero.
Per risanare il bilancio siamo costretti a tagliare il fondo sanitario regionale e le risorse delle aziende sanitarie locali.
Abbiamo raggiunto il massimo del minimo: complimenti!


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000" Presentazione questione pregiudiziale n. 20 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Tapparo, Papandrea, Tomatis Contu, Caracciolo e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto, nel merito, in aperto conflitto con l'art. 6 del disegno di legge n. 371 del 2001"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Veniva richiamato il conflitto con l'articolo 6 della legge regionale n. 371/2001, che è la legge di approvazione del bilancio, per dare copertura al disavanzo della parte corrente della spesa sanitaria relativo all'anno 2000. E' autorizzata, in deroga all'art. 5, ultimo comma, della legge costituzionale 18 ottobre 2001, la contrazione di un mutuo per l'importo di 516 milioni di euro, che è iscritto al capitolo. Il mutuo verrà stipulato alle condizioni massime di tasso e di tempo stabilito all'art. 5, comma 3; agli ordini derivanti dall'ammortamento del mutuo su indicato si procede con le somme iscritte nell'ambito delle disponibilità esistenti alla voce del bilancio pluriennale 2002 - 2004.
Qui, mi pare ci sia già una prima contraddizione perché la legge di approvazione del bilancio, Assessore Pichetto, è stata disattesa, per forza di cose, dalle decisioni della Giunta regionale: gli ordini derivanti dall'ammortamento non graveranno, come prevede la legge di approvazione del bilancio, nel bilancio pluriennale 2002-2004, ma 2003-2005, molto presumibilmente.
Questa norma non è stata rispettata. E' vero che la Giunta regionale era autorizzata a contrarre un mutuo in base alla legge di approvazione del bilancio, ma la legge di approvazione del bilancio forniva indicazioni temporali diverse, aveva compiuto una scelta per gravare sul bilancio 2002.
Voi non rispettate questa norma e lo fate gravare su un altro esercizio.
Sono tutti motivi per un'opposizione, che esistono non soltanto per le questioni di legittimità, ma in quanto la legge di approvazione del bilancio prevedeva di partire dal 2002, mentre il Presidente Ghigo insieme alla sua Giunta, per non tagliare le proprie spese, come Regione Piemonte ha deciso di far partire questo mutuo dal 2003, quindi sul bilancio pluriennale 2003-2005.
Non ricordo più se nel bilancio pluriennale 2003 era stato previsto l'ammortamento di questo mutuo, sarebbe curioso saperlo, ma questa è un'altra questione.
Ricordo ai colleghi, in modo particolare al collega Angeleri, che in questi anni ci hanno detto delle cose non corrette per quanto riguarda l'entità del disavanzo, ricordo anche le polemiche.



SAITTA Antonio

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



SAITTA Antonio

Fino al 2000. Parlavamo della campagna elettorale.



SAITTA Antonio

Credo che sia opportuno al collega Angeleri, ma anche a tutti gli altri colleghi, leggere la relazione della Corte dei Conti.
La relazione della Corte dei Conti delinea un quadro preciso, non pu essere accusato di strumentalità, ma la relazione della Corte dei Conti pubblicata dall'ASI, a cui si rifaceva poco fa il collega Riggio, ci dà uno quadro preciso del disavanzo della Regione Piemonte scindendo la parte di competenza della Regione dalle competenze altrui. E' un quadro preciso e puntuale, credo che nessuno possa mettere in discussione le cifre della Corte dei Conti.
La Corte dei Conti fino al 2001 indica che il disavanzo accumulato complessivamente è di 4.300 miliardi. Se togliamo la parte del 2001, che come lei sa, sarà di 350-400 miliardi, vuol dire che il disavanzo accumulato fino al 2000 non era di 3.000 miliardi, abbiamo sbagliato, è di 3.700-3.800 miliardi.
Ve lo dico perché credo siate stati raggirati dalle cifre fornitevi dall'Assessore D'Ambrosio e dal Presidente Ghigo; ci avete creduto.
D'altronde credo che sia stato logico credere alle cifre del Presidente e dell'Assessore.
E' chiaro che nel momento in cui la Corte dei Conti vi dice che siete stati raggirati dalle indicazioni che vi ha dato il Presidente Ghigo perché non era 3.000 miliardi come diceva la minoranza, ma di 3.700 miliardi, per arrivare fino al 2000...



SAITTA Antonio

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



SAITTA Antonio

Vi siete sbagliati anche voi!



SAITTA Antonio

Certo, ma noi per difetto.
Credo che sarebbe naturale, questo succederebbe in momenti di normalità. Siamo in un momento eccezionale, di confusione, sarebbe opportuno che il collega Angeleri chiedesse all'Assessore D'Ambrosio e al Presidente Ghigo il perché di queste bugie.
Quasi 700 miliardi di differenza! Questa è la dimensione che si evince dalla lettura della relazione della Corte dei conti. Sarebbe motivo sufficiente per indignarsi e chiedere la sfiducia nei confronti di chi vi ha fornito cifre sbagliate, perché sono state date cifre sbagliate.
Non so se vi rendete conto di quanto è stato detto. Capisco anche l'imbarazzo dell'aver creduto a cifre errate che in modo artificioso sono state presentate in una dimensione diversa, artefatta rispetto a quella reale, per dire che la cifra era contenuta. Leggete la relazione della Corte dei Conti, credo sia utile.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa l'illustrazione delle questioni pregiudiziali.
Nel pomeriggio, alla ripresa dei lavori, procederemo alla discussione,unica su ciascuna categoria di pregiudiziali, cui seguiranno due separate votazioni (ex art. 63, comma 3, Reg.).
La seduta è aggiornata alle ore 15.45.



(La seduta ha termine alle ore 13.38)



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