Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.219 del 11/06/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


POZZO GIUSEPPE



(Alle ore 10.00 il Consigliere Segretario Pozzo comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.30 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 11.00 al termine dell'incontro in Sala Viglione tra l'Ufficio di Presidenza e i Capigruppo e una delegazione del Coordinamento para-tetraplegici del Piemonte ONLUS)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 11.45)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Casoni e Pichetto.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione)

c) Promulgazione e pubblicazione della deliberazione legislativa 29 febbraio 2000 (Regolamentazione sull'applicazione della terapia elettroconvulsivante, lobotomia prefrontale e transorbitale e altri simili interventi di psicochirurgia)


PRESIDENTE

Comunico inoltre che, a seguito del pronunciamento definitivo della Corte Costituzionale, è stata promulgata e pubblicata sul Bollettino Ufficiale n. 23 del 6 giugno 2002 la deliberazione legislativa 29 febbraio 2000 (Regolamentazione sull'applicazione della terapia elettroconvulsivante, lobotomia prefrontale e transorbitale e altri simili interventi di psicochirurgia).


Argomento: Gruppi consiliari

d) Variazione denominazione Gruppo consiliare "UDeuR per la Margherita", in "Riformisti-DL-La Margherita".


PRESIDENTE

Comunico infine che, in data 29 maggio 2002, l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha preso atto della variazione della denominazione del Gruppo "UDeuR per la Margherita", composto dal Consigliere Alessandro Di Benedetto, in "Riformisti-DL-La Margherita".


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 1470 dei Consiglieri Palma e Mellano inerente a "Finanziamenti alla Comunità psichiatrica 'I Sette Nani' sita in Torino" interpellanza n. 1372 dei Consiglieri Suino, Riggio, Di Benedetto, Manica Moriconi, Chiezzi, Giordano, Caracciolo, Tomatis e Ronzani inerente a "Comunità psichiatriche: il caso della Comunità 'I Sette Nani' di Torino"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1470, presentata dai Consiglieri Palma e Mellano, e l'interpellanza n. 1372, presentata dai Consiglieri Suino Riggio, Di Benedetto, Manica, Moriconi, Chiezzi, Giordano, Caracciolo Tomatis e Ronzani.
Risponde ad entrambe l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Signor Presidente e cortesi colleghi, rispondo contemporaneamente all'interrogazione n. 1470, presentata dai Consiglieri Palma e Mellano, e all'interpellanza n. 1372, presentata dai Consiglieri Suino, Riggio, Di Benedetto, Manica, Moriconi, Chiezzi, Giordano, Caracciolo, Tomatis e Ronzani.
La struttura comunitaria "I Sette Nani" di Via Gauna n. 7 fu autorizzata dall'ex USL 5 quale soluzione abitativa di supporto ai progetti dei Dipartimenti di Salute Mentale (DSM), ai sensi della circolare assessorile prot. n. 6303/50/776 del 12 luglio 1993.
Detta struttura, unitamente alla struttura Campidoglio di Via Corio n.
7, è transitata alla competenza dell'ASL 3 di Torino nel 1995.
Entrambe le strutture dell'ASL 3, unitamente a due strutture alberghiere dell'ASL 2 e a due strutture dell'ASL 4, sono state oggetto della DGR n. 24-26315 del 21 dicembre 1998 "Autorizzazioni provvisorie a strutture di residenzialità collettiva in deroga ai requisiti strutturali di cui alla DCR n. 357-1370 del 28 gennaio 1997". Tale deliberazione è stata necessaria per disciplinare, in via provvisoria, la continuità dell'assistenza erogata nell'ambito delle strutture destinate a soluzioni abitative di supporto a progetti terapeutici dei DSM delle ASL 2, 3 e 4 di Torino.
Nel 1999 le due strutture dell'ASL 3 furono messe a norma rispetto ai parametri organizzativi della DCR n. 357-1370 del 28 gennaio 1997.
L'autorizzazione transitoria fu successivamente prorogata al solo fine di consentire i lavori di adeguamento della nuova sede della Comunità Protetta di tipo B "Enzo Sarli" di Corso Vigevano, dove era stato deciso di trasferire la Comunità "I Sette Nani" nel suo insieme (pazienti, operatori sanitari e non), come è regolarmente avvenuto l'1 maggio 2002.
Nella relazione dell'anno 1999 del DSM, trasmessa dal Direttore generale dell'ASL 3, nell'area della residenzialità psichiatrica comparivano già le Comunità Protette di tipo B di Corso Vigevano, "Enzo Sarli", e "Domenico De Salvia", ciascuna di 20 posti letto e funzionalmente separate, quali nuove sedi delle strutture site in Via Gauna (I Sette Nani) e in Via Corio (Campidoglio).
Nel 2000 e nel 2001 le proroghe dell'autorizzazione transitoria della vecchia sede (Via Gauna e Via Corio) furono motivate dall'impossibilità terapeutica a trasferire, sia pure in via transitoria, i 40 pazienti residenti nelle ex locande assistite di Via Corio e Via Gauna, trattandosi di schizofrenici cronici espulsi dai nuclei di convivenza e a rischio di reospedalizzazione se esposti a cambiamenti improvvisi e stressanti dalle loro abitudini quotidiane, impossibilità che ha imposto di attendere il termine dei lavori edilizi.
L'area residenziale del DSM dell'ASL 3, dal 1999, è organizzata nel seguente modo per le Comunità Protette: a) singole convenzioni con le strutture per tutto quanto concerne il governo della casa (pasti, affitto, manutenzione ordinaria e straordinaria) b) apporto dell'attività educativa e di riabilitazione conferito attraverso gara d'appalto c) il personale sanitario viene fornito direttamente dall'ASL 3, nella misura di 5 medici e 7 infermieri del DSM distribuiti sulle tre Comunità Protette.
La retta nelle Comunità Protette è completamente a carico del FSR, in quanto trattasi di struttura sanitaria e non sono stati previsti specifici finanziamenti vincolati, differenti da quelli derivanti dalle convenzioni che le ASL stipulano per i servizi residenziali.
La spesa dell'ASL 3 per la parte alberghiera relativa ai pazienti inseriti nella Comunità "I Sette Nani" dal 1996 al 2001 è stata la seguente: lire 532.787.318 anno 1996; lire 461.058.515 anno 1997; lire 471.058.515 anno 1998; lire 470.532.555 anno 1999; lire 480.000.917 anno 2000; lire 483.131.190 anno 2001.
Le due nuove strutture di Corso Vigevano hanno terminato i lavori di ristrutturazione nella primavera del 2001, mentre l'iter autorizzativo si è concluso nel mese di marzo 2002, con l'autorizzazione al funzionamento (attestante il rispetto di tutti i requisiti di legge) rilasciata dal Direttore generale dell'ASL 4, competente per territorio.
All'inizio del corrente mese di maggio entrambe le Comunità funzionano nelle nuove sedi di Corso Vigevano e le vecchie sedi sono state dismesse.
Delle sei strutture alberghiere elencate nell'allegato della DGR n. 24 26315 del 21 dicembre 1998, che permetteva alle ASL di rilasciare un'autorizzazione transitoria agli alberghi, in virtù di un immediato adeguamento organizzativo e della presentazione di un piano di adeguamento strutturale, solo la struttura "Aurora" dell'ASL 4 sta attualmente completando il piano di superamento.
La struttura "Graziella", già utilizzata dall'ASL 2, ha affrontato gli oneri dell'adeguamento strutturale alla normativa vigente ed è stata autorizzata al funzionamento come Comunità Protetta privata dell'ASL n. 1 mentre le rimanenti due, "Domus" dell'ASL 2 e "Romagnola" dell'ASL 4, sono state dismesse dal 2000. Non risulta che vi siano altre strutture in situazioni simili a quella in cui si trovava "I Sette Nani".
Le strutture residenziali della Salute Mentale sono normate dalla DCR n. 357-1370 del 28 gennaio 1997 e si articolano nelle Comunità Protette (tipo A e B) e nelle Comunità Alloggio. Inoltre, i DSM si avvalgono di soluzioni abitative quali i Gruppi Appartamento e possono inoltre attivare dei progetti individuali o per piccoli nuclei ai sensi della L.R. n. 61/97 Piano Sanitario Regionale 1997/1999.
Si evidenzia che l'assistenza residenziale psichiatrica è soggetta all'attività di vigilanza come disciplinata dalla Giunta regionale con deliberazione n. 83-25268 del 5 agosto 1998, che si allega alla presente risposta.
Tale attività viene svolta dalle Commissioni di Vigilanza istituite presso le ASL, nella composizione disciplinata con DGR n. 124-18345 del 14 aprile 1997, le quali sono tenute a verificare la permanenza delle condizioni e dei requisiti che hanno dato luogo all'autorizzazione al funzionamento dei presidi.
Le disposizioni regionali prevedono che l'attività di vigilanza venga svolta attraverso visite ispettive presso le strutture residenziali, con cadenza programmata, di norma, ogni sei mesi. Tali visite devono riguardare specificamente gli aspetti igienico-sanitari, gli aspetti strutturali, le modalità gestionali ed organizzative, con particolare riferimento alla tipologia degli ospiti, all'assistenza terapeutico-riabilitativa e ai servizi forniti, ai criteri di svolgimento delle attività ricreative e ai rapporti con le famiglie.
Le eventuali inadempienze riscontrate nel corso dell'attività di vigilanza devono essere rilevate dalle Commissioni nell'ambito di appositi verbali, recepiti dalle Direzioni aziendali e notificati agli Enti gestori delle strutture, nei quali vengono impartite le necessarie prescrizioni a cui gli Enti stessi devono ottemperare, a pena di decadenza dell'atto autorizzativo.
Rispetto alla verifica dell'assistenza psichiatrica erogata nella rete delle strutture residenziali del Piemonte, occorre aggiungere che l'Assessorato alla sanità, oltre all'attività ordinaria di analisi quantitativa ed economica della rete dei posti letto presenti in Piemonte ha svolto un'apposita ricerca finalizzata anche alla valutazione qualitativa della residenzialità psichiatrica regionale, pubblica e privata accreditata.
Tale ricerca è stata svolta mediante apposito progetto denominato "Progres", attuato in collaborazione con tutte le Regioni e le Province Autonome e coordinato dall'Istituto Superiore di Sanità negli anni 2000/2001, che ha consentito di censire 139 strutture residenziali (SR) con 4 o più posti residenziali, ospitanti 1.533 utenti.
Il tasso di posti residenziali per il Piemonte è di 3.71 ogni 10.000 abitanti, che colloca la Regione in una fascia medio-alta del panorama nazionale. Ogni struttura ha una dotazione media di 11.5 posti letto, con un range che va dai 4 ai 30 posti residenziali. Esistono infatti due strutture residenziali che superano i 20 posti residenziali (PR) (una di 24 e una di 30 PR) che erano state realizzate precedentemente alla deliberazione del Consiglio regionale del gennaio 1997; tutte le altre SR (strutture residenziali) della Regione non superano i 20 PR (posti residenziali). Il 58% delle SR (strutture residenziali) piemontesi è stato aperto tra il 1997 e il 2000, il 24 % tra il 1990 e il 1996 mentre il 18 delle SR (strutture residenziali) esisteva prima del 1990.
L'Istituto Superiore di Sanità, sulla base dell'elenco fornito attraverso il censimento, ha proceduto alla selezione di un campione del 20% delle strutture da studiare più approfonditamente dal punto di vista dell'attività svolta e del servizio erogato.
In Piemonte sono state visitate 28 SR (5 CPA - Comunità Protette di tipo A, 12 CPB - Comunità Protette di tipo B, 2 CA - Comunità Alloggio, 8 GA - Gruppi Appartamento e 1 Progetto Individuale) pari al 20% delle 139 censite nella prima fase e sono state applicate le schede pazienti a 341 persone ospiti di dette strutture residenziali. I risultati di tale approfondimento saranno oggetto di un report regionale non appena saranno elaborati tutti i dati raccolti.
Per quanto attiene lo stanziamento regionale complessivo per la psichiatria e l'organizzazione dei servizi sul territorio piemontese (interpellanza n. 1372 dei Consiglieri Suino e altri), ritengo opportuno leggere la relazione "Tutela della Salute Mentale 2001".
La Regione Piemonte con la L.R. n. 64/95 ha recepito il DPR 7 aprile 1994 "Progetto obiettivo Tutela della Salute Mentale 1994/1996" modificando la L.R. n. 61/89 sull'organizzazione dell'assistenza psichiatrica che era stata fino a qual momento applicata molto parzialmente.
La contemporanea aziendalizzazione delle USL ha favorito l'istituzione dei DSM, la cui organizzazione è stata successivamente confermata anche dalla L.R. n. 61/97 "Piano Sanitario Regionale 1997/1999" e dal DPR 10 novembre 1999 "Progetto obiettivo Tutela della Salute Mentale 1998/2000".
Sullo stato di realizzazione dell'assistenza psichiatrica, in rapporto alla normativa vigente, vengono annualmente inviate alla programmazione regionale dalle Direzioni generali delle ASL le relazioni dei DSM del Piemonte.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore D'Ambrosio, le chiedo se le è possibile fare una sintesi della relazione, perché dobbiamo rientrare nei tempi previsti.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Nella relazione, che poi consegnerò ai colleghi, vi sono tutte le informazioni relative alla Tutela della Salute Mentale riferite al 30 giugno 2001 e, soprattutto, il numero dei Dipartimenti di Salute Mentale, i Centri di Salute Mentale, la percentuale dei Centri presenti in Piemonte, i Centri diurni, i Servizi psichiatrici di diagnosi e cura presenti in tutte le ASL, tranne nelle ASL 7 e 12. L'ASL 12 provvederà nella nuova struttura e l'ASL 7 si sta attivando in tal senso.
Nella relazione è riportato anche il numero dei dipendenti operanti nei Dipartimenti di Salute Mentale (i dati sono relativi al 30 giugno 2001): 422 psichiatri, 79 psicologi e 65 assistenti sociali rispetto ai 400 psichiatri.
Concludo ricordando che i Consiglieri regionali non hanno poteri di controllo ispettivo (se non facenti parte di Commissioni appositamente costituite), ma possono esclusivamente, così come stabilito dall'art. 12 dello Statuto della Regione Piemonte, dall'art. 2 del Regolamento consiliare e dalla deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 81/01 ottenere dall'Amministrazione regionale, dagli uffici e dagli Enti o Aziende da essi dipendenti tutte le notizie ed informazioni utili all'esercizio del loro mandato. Non potendo chiaramente un Consigliere regionale accedere ad un ufficio senza essere introdotto dal suo responsabile, l'attesa di un quarto d'ora mi pare possa ritenersi abbastanza accettabile. Nonostante ciò, qualora lo si ritenesse opportuno l'Assessorato alla sanità è disponibile a puntualizzare, con apposita circolare rivolta a tutte le strutture sanitarie, le prerogative dei Consiglieri regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intanto ringrazio non formalmente l'Assessore D'Ambrosio, perch sicuramente, con questa risposta molto corposa e con gli allegati, ci dà materiale sufficiente per verificare la reale situazione di un settore quello della psichiatria, che ci sta molto a cuore e che ci deve stare molto a cuore: è un nervo delicato della nostra società ed è un settore su cui mi permetto di invitare i colleghi ad una maggiore attenzione, perch in qualche modo si è pensato di superare il fenomeno del disagio psichico e sociale dei malati di mente con un'abolizione, per legge, della malattia.
Invece, ci sono strutture, come quella che ho avuto occasione di visitare, dove il disagio è palese e manifesto, e che hanno prodotto questa nostra interrogazione, che, peraltro, segue un'interrogazione che mi sono permesso di ripetere più volte in sede di Conferenza dei Capigruppo. Si trattava di un'interrogazione urgentissima a firma di parecchi colleghi tra cui la Consigliera Suino. Quindi, la mia replica all'Assessore è questa.
Mi dichiaro insoddisfatto per vari ordini di motivi, anche se apprezzo il materiale e i dati che l'Assessore ha voluto fornirci.
Il primo motivo è che, a fronte di un'interpellanza urgentissima di una collega e di un'altra interrogazione urgente che mi ero premurato di fornire all'attività del Consiglio, purtroppo abbiamo dovuto aspettare molte settimane e molti mesi per avere una risposta.
Il secondo elemento di insoddisfazione è la risposta un po' burocratica che l'Assessore ci ha fornito rispetto al compito dei Consiglieri. Io rivendico ai Consiglieri una facoltà di controllo e di ispezione sulle strutture che sono finanziate con i soldi del bilancio regionale e che dipendono direttamente dalla Regione Piemonte, proprio per poter espletare appieno la funzione di Consigliere regionale. Non era il problema di avere atteso quindici minuti o mezz'ora! Anche se il Consigliere Brigandì mi sta seguendo, preferivo che mi seguissero il Presidente e l'Assessore "pro tempore" D'Ambrosio.



PRESIDENTE

Chiedo scusa. Prosegua pure.



MELLANO Bruno

Questa parte di risposta è rivolta anche lei, Presidente.
Credo che sia importante sancire il fatto che i Consiglieri abbiano la facoltà di entrare in quelle strutture della struttura sanitaria regionale per espletare le attività ispettive che sono parte del mandato dei Consiglieri.
Questa interrogazione non sarebbe nata se non avessi avuto la possibilità di visionare la struttura. Spero che tale possibilità non dipenda da una concessione benigna di un responsabile di struttura, ma piuttosto dal fatto che, in qualità di Consigliere regionale, ho la facoltà di controllare quale sia la situazione e l'utilizzo dei fondi della Regione Piemonte per strutture che dovrebbero fornire dei servizi con determinati parametri.
La Comunità "I Sette Nani", purtroppo, da oltre un anno e mezzo forniva un servizio pagato lautamente dalla Regione Piemonte.
Ringrazio l'Assessore per i dati dettagliati che ci ha voluto fornire nella risposta.
Tuttavia, abbiamo pagato per buono un servizio che buono non era e che la stessa struttura sanitaria sapeva non essere buono, perché aveva previsto lo spostamento e la chiusura di quella comunità e dell'altra comunità collegata, proprio perché prendeva atto che la struttura residenziale "I Sette Nani" non rispondeva ai requisiti standard previsti dalla normativa regionale.
Certo, è importante non creare degli scompensi in persone già in difficoltà, quindi uno spostamento repentino poteva essere problematico. Ma diciotto mesi, in cui la Regione Piemonte ha pagato per buono un servizio che buono non era, sono, dal nostro punto di vista, anche un problema di bilancio. È un problema di controllo del Consiglio regionale, che verifica come si spendono i soldi della Regione Piemonte.
Inoltre - terzo elemento di parziale insoddisfazione - la risposta dell'Assessore si dilunga nel dettagliare il meccanismo di controllo e di verifica dei servizi e dell'assistenza psichiatrica offerta, ma non ci traduce questo meccanismo in una valutazione.
Personalmente, mi aspettavo, mi aspetto e mi aspetterò che l'Assessore ci dica, a seguito dei controlli e dei parametri messi in campo, qual è la valutazione che l'Assessorato alla sanità della Regione Piemonte dà ai servizi offerti.
Onestamente, ho visto delle situazioni in quella struttura - ma mi dicono che sono situazioni che si ripetono anche in altre parti - in cui per tenere buoni e tranquilli i degenti, vengono usati, in modo pesante farmaci e sedativi.
C'è una Commissione di vigilanza: aspettiamo che faccia le analisi di tutte le strutture (o a campione), e che ci fornisca un report. Però, nel frattempo, che cosa fa la Regione? Che cosa fa l'Assessorato alla sanità? Di fronte ad alcuni casi segnalati - c'è la sensazione di persona non esperta che si esageri o si utilizzi la misura terapeutica in modo pesante per contenere i disagi e i problemi di relazione dei malati - occorre però, non aspettare un report regionale: anche nella risposta dell'Assessore viene indicato come meta da conseguire, ma non viene indicato quando. Assessore, quando avremo i report sulla situazione regionale? Occorrono molti mesi per elaborare i dati attualmente in possesso dell'Assessorato? A queste risposte siamo ancora legati per avere un giudizio più complessivo.
Leggeremo con attenzione il materiale che l'Assessore cortesemente ha voluto fornirci, ma la stessa risposta segnala alcuni nodi di crisi che sono aperti, e su questo settore particolarmente delicato occorre essere particolarmente attenti. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore, anche noi la ringraziamo per il materiale che ha utilizzato per fornirci le informazioni, di cui le chiediamo ovviamente copia come risposta alla nostra interpellanza.
Non possiamo, tuttavia, fare a meno di dirle che siamo assolutamente insoddisfatti per diversi motivi. Uno certamente riguarda l'andamento dei lavori di questo Consiglio, e, quindi, riguarda di più il Presidente del Consiglio.
Il fatto che un'interpellanza urgentissima, che abbiamo presentato il 26 febbraio, trovi risposta nella giornata odierna è già, di per sé, un segnale di come non stia funzionando questa macchina e delle difficoltà che ci sono.
Si trattava di un'interpellanza urgentissima che aveva come oggetto "Comunità psichiatriche: il caso della Comunità 'I Sette Nani'". Quindi ammesso che non ci si voglia sforzare di leggerla e ad entrare nel merito l'oggetto e il fatto che sia un'interpellanza urgentissima doveva, in qualche modo, suscitare un'attenzione e una reazione.
Ci tengo a precisare che non sono frequenti, per fortuna, le interrogazioni o le interpellanza che presentiamo con queste caratteristiche.
gravissimo che passino dei mesi su un'interpellanza urgentissima che riguarda gente malata di mente che è sistemata in condizioni pietose e che non ha alcun tipo di controllo e di vigilanza da parte della Regione Piemonte. Questo è il primo dato, ma riguarda il Consiglio regionale.
Assessore, non si soffermi sulla questione che il Consigliere regionale credo sia il caso di Bruno Mellano - ha dovuto attendere quindici minuti per entrare.
Io ho fatto lo stesso iter: ho visitato parecchie Comunità, nella zona di Torino e provincia e nel Cuneese, ma non ho mai trovato grandi ostacoli e, anche per mio carattere, non ho ritenuto assolutamente necessario evidenziare difficoltà o meno, poiché so molto bene che il nostro Statuto e il nostro Regolamento ci pongono in una condizione leggermente diversa dalla facoltà data ai Parlamentari. In ogni caso, è sbagliato e ingiusto in quanto rappresentiamo una funzione ispettiva che dovrebbe essere sostenuta e agevolata.
A parte questo, Assessore, il fatto che lei si soffermi sui quindici minuti che hanno ostacolato la visita di un Consigliere, e non entri nel merito di quanto noi abbiamo scritto nell'interpellanza, è veramente scandaloso ed offensivo. Le abbiamo scritto, Assessore: "La situazione igienica della struttura è di fatiscenza totale; la situazione igienica dei pazienti non è assolutamente decorosa; lo stato dei pazienti è assolutamente e vergognosamente da denunciare; mostrano abbondanti segni degli effetti dei farmaci. La maggior parte di questi pazienti è coricata e semidormiente; i pochi che sono alzati sono in stato catalettico; ai più rumorosi vengono prontamente somministrati farmaci davanti a noi. Le condizioni igieniche della struttura sono di fatiscenza totale".
Non stiamo parlando di un paese sperduto dell'Africa (ammesso che lì sia giusto), stiamo parlando di una Comunità sita nella città Torino quindi facilmente accessibile (non oso pensare cosa capita in Comunità che non sono facilmente accessibili).
La scorsa settimana l'Assessore Cotto ci ha fornito una risposta in merito alla situazione di una Comunità di anziani; peccato che la Giunta abbia trascurato di dire che quel gestore continua a gestire la Comunità nonostante sia stato condannato e nonostante la denuncia, che era partita sulla struttura, abbia avuto un iter assolutamente negativo. Nonostante questo, la Giunta esecutiva non ha ritenuto di dover effettuare alcun cambiamento e le stesse persone, condannate per il loro modo di gestire strutture che ospitano povera gente malata, vengono mantenute nel loro ruolo.
Questa è la grande funzione che svolgiamo, come Consiglio regionale del Piemonte, per la difesa dei diritti dei cittadini al di là dei "bla bla" e delle parole (c'è anche il Comitato per i diritti dei cittadini che forse avrebbe qualcosa da dire).
Quindi, Assessore, siamo insoddisfatti della sua risposta.
Le chiediamo copia della risposta e non ci legga il progetto obiettivo perché lo conosciamo. Il ruolo della Giunta esecutiva, quindi dell'Assessore D'Ambrosio, non è quello di leggerci il progetto obiettivo ma di vigilare, di verificare, di fare delle politiche attive, affinché il progetto obiettivo si realizzi.
Sulla psichiatria ci sono ancora tutti i problemi, non solo quelli relativi alle due strutture da 30 posti, ma anche sulle strutture nei vari piani: ad un piano ci sono i malati di mente, all'altro piano gli anziani in Alzheimer e all'altro piano ancora l'handicap grave.
Quale tipo di vigilanza viene fatta su queste strutture? Su queste strutture quali input arrivano? In questo caso, e la ringraziamo di averlo detto, ci sono stati fior fiori di finanziamenti (nell'ordine di mezzo miliardo annuo), ma evidentemente c'è qualcosa che non funziona se, a fronte di quei finanziamenti, lo stato di gravità, riscontrato da due Consiglieri regionali e dal Comitato per i diritti dei cittadini, è quello che abbiamo denunciato nell'interpellanza.
Dopodiché, lei dice che avremo presto un report sulla ricerca compiuta.
Benissimo, ma sono anni che stiamo aspettando di avere il punto della situazione e che quel tipo di ricerca, commissionata sul 20% delle strutture, venga portata in Commissione, perché è indispensabile, in occasione del nuovo Piano sanitario (che presto entrerà nel vivo della discussione), sapere a che punto siamo nell'applicazione del precedente progetto obiettivo.
Ben venga il fatto che vi siete decisi a compiere questa ricerca seppure con tempi lenti, ma occorre conoscerne i risultati. Dopodich questi risultati devono coniugarsi con politiche serie e vere, trattandosi di persone che sono assolutamente "i più esclusi tra gli esclusi". Non possiamo quindi permetterci, su queste realtà, di far finta di scegliere grandi politiche e poi dimenticarcene.
Ci riteniamo insoddisfatti, attendiamo il materiale e su questo punto ritorneremo.
Presidente del Consiglio, non deve più capitare che interpellanze o interrogazioni urgenti, su casi di umana rilevanza, attendano cinque-sei mesi per una risposta.


Argomento: Patrimonio culturale regionale (linguistico, etnologico, folcloristico, storia locale)

Interrogazione n. 1459 del Consigliere Tapparo inerente a "La Giunta Ghigo discrimina la lingua piemontese a favore di altre lingue minoritarie in occasione delle Olimpiadi di Torino 2006? Perché viene esclusa una situazione unitaria?"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1459, presentata dal Consigliere Tapparo, alla quale risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla cultura e minoranze linguistiche

Mi sono permesso di chiedere di rispondere adesso perché avremmo presto delle riunioni con TOROC ed altro, a cui vorrei dare segnali precisi.
L'interrogazione urgente chiede: "Si interroga il Presidente, la Giunta e l'Assessore competente, per sapere in che modo la Regione Piemonte intende impegnarsi affinché la lingua piemontese venga opportunamente valorizzata, almeno in uguale misura rispetto alla lingua occitano provenzale e non venga discriminato un'eventuale opera di promozione e valorizzazione in occasione dei Giochi olimpici di Torino 2006".
Mi sembra, sinceramente, un'interrogazione molto opportuna, puntuale e precisa, perché sappiamo che la Chambra d'Oc di Paesana (CN) ha lanciato una campagna di adesioni presso Enti ed Istituzioni nazionali e internazionali affinché l'occitano potesse trovare uno spazio accanto alla lingua ufficiale nella cerimonia inaugurale e durante le manifestazioni olimpiche del 2006.
La ratio di questa richiesta, secondo l'Associazione proponente, si collocherebbe nell'ambito dell'applicazione della legge n. 482/99 che, per quanto riguarda il Piemonte, riconosce, tra le minoranze linguistiche storiche, il walser, il franco-provenzale, il francese e l'occitano.
Questa iniziativa, che ha raccolto l'adesione di Governi regionali Enti locali, personalità politiche, Enti e Istituzioni, è stata presentata al TOROC all'inizio dell'anno in corso. L'organismo di coordinamento olimpico, pur manifestando un generico interesse per la proposta, ha tuttavia manifestato la propria perplessità circa la possibilità di trovare uno spazio per la lingua occitana all'interno della cerimonia di inaugurazione dei Giochi olimpici, stante la rigidità del protocollo che norma l'utilizzo delle lingue ufficiali.
Ritenendo tuttavia legittime le richieste avanzate dall'Associazione piemontese proponente, l'Assessorato ha proposto di rinviare ad uno specifico tavolo di lavoro l'esame e la proposizione delle soluzioni atte a riconoscere alla lingua occitana una valenza all'interno dei Giochi olimpici.
Nel tavolo di lavoro - e qui viene il punto giustamente sottolineato dal Consigliere Tapparo - coordinato dall'Assessore regionale Roberto Vaglio e di cui fanno parte la Provincia di Torino, Espaci Occitan e la Chambra d'Oc, il mio Assessorato, anche perché supportato e sostenuto da questa interrogazione, ha sottolineato il fatto, ineludibile e importantissimo, che accanto alla legge nazionale esiste una normativa regionale che riconosce anche la lingua piemontese, parlata in primo luogo a Torino, capitale olimpica, ma anche in tutta la Regione, comprese le valli in cui si tengono i Giochi olimpici, dove essa è parlata e compresa accanto alla lingua occitana e non certo in posizione subordinata.
Tale posizione è stata condivisa in linea di principio anche dagli altri partecipanti al tavolo di lavoro.
Per giungere ad una proposta operativa sarà necessario un confronto con i più rappresentativi Enti e Associazioni che operano per la tutela e la valorizzazione della lingua piemontese, al fine di elaborare un programma e di stabilire le modalità più idonee affinché ambedue le lingue, occitano e piemontese, possano essere egualmente rappresentate all'interno delle manifestazioni olimpiche del 2006.
Quindi, riunione al più presto di questo Comitato.
Secondo punto. Siccome sono stato chiamato a far parte del Comitato Cultura del TOROC, che si riunirà prossimamente, porterò, anche in quella sede, questa istanza. Credo di potermi impegnare a sostenere che qualunque cosa si faccia per la lingua occitana, sarà fatta, almeno in ugual misura per la lingua piemontese. Mi riprometto, dopo tali riunioni, di relazionare al Consigliere direttamente e alla Commissione consiliare tutti gli step di avanzamento di questo lavoro, sollecitato dall'interrogazione, che - ripeto ritengo opportuna e giusta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore Leo per la risposta che arriva in tempi ragionevolmente brevi.
Cogliendo l'occasione della disputa sulle lingue regionali e sulle minoranze linguistiche, dovremo trovare il modo di fare chiarezza per evitare compartimenti stagni.
Voglio inoltre far notare all'Assessore - lo dico anche ai Consiglieri per quello che può valere - che dovremmo evitare, là dove ci sono delle situazioni non ancora perfettamente chiare (mi riferisco al rapporto tra occitani e provenzali), delle discriminazioni. Queste discriminazioni sono state fatte nella legge nazionale dove, purtroppo, molti parlamentari piemontesi l'hanno vissuta con distrazione. Quindi, oltre a non inserire nella legge nazionale la lingua piemontese - come è avvenuto per la lingua friulana e quella sarda - non si è tenuto conto della tradizione provenzale che esiste nelle nostra regione, soprattutto in alcune valli del Cuneese.
Mi dichiaro soddisfatto della risposta, ma bisogna dare concretezza. Mi suona molto strano che il tavolo di lavoro sia presieduto dall'Assessore Vaglio, Assessore alla montagna, perché mi sembra una questione fortemente culturale, non legata esclusivamente alla montagna. Ricordo che la lingua occitana è usata anche da popolazioni che non vivono in montagna. Dinnanzi alle Olimpiadi che toccano il Piemonte, lei, Assessore, deve avere un ruolo importante e non secondario.
Voglio anche dire che sul problema della lingua piemontese la mia non è una difesa della tradizione, non è una difesa del piccolo mondo antico. Se vogliamo spostare il discorso nel settore alimentare è un po' come per lo "Slow Food": non si fa una difesa della tradizione alimentare come difesa del passato, ma come un modo per misurarsi nelle dinamiche del futuro e del presente che hanno forti interrelazioni.
La difesa del nostro patrimonio linguistico è una difesa che viene fatta di chi, almeno come me, è consapevole che bisogna misurarsi all'esterno avendo forti identità, non per chiuderci. Proprio per aprirci di più, dobbiamo valorizzare il nostro patrimonio linguistico. Badate che le Olimpiadi si disputano nella città di Torino, non solo nelle valli occitane (se mai esistesse la definizione di valli occitane). Sarebbe paradossale che, nella manifestazione di inizio delle Olimpiadi, ci fosse una specie di bilinguismo italiano-occitano che discrimina quella che è una lingua di livello regionale, che è il piemontese.
Non voglio dire "no" all'occitano, non è una lotta tra lingue, ma in qualche modo occorre tenere presente che anche le Olimpiadi di Barcellona facevano leva su una lingua di livello regionale, non su una lingua delle valli "pirenaiche" o di qualche altra enclave linguistica presente nella Catalogna. Mi sembra un po' andar dietro alle situazioni, quando certi amministratori pubblici non sono in grado, o non hanno il coraggio, oppure cambiano cappello il giorno dopo aver incontrato le Associazioni che tutelano il piemontese, di precisare questi aspetti, non avere la capacità di caratterizzarli, trovando un corretto equilibrio. Capisco che sia difficile, però se non si pone rimedio a quanto sta avvenendo andiamo a finire in una situazione paradossale.
Apprezzo la risposta dell'Assessore, ma ad una condizione: le cose dette dall'Assessore devono diventare operative nei confronti del TOROC delle Amministrazioni provinciali, delle Associazioni occitane e nei confronti delle Associazioni che tutelano la lingua di livello regionale come il piemontese, in modo da evitare di riunirle e dare, invece, ad ognuna una risposta benevola.
Sul problema delle minoranze linguistiche della lingua piemontese occorre dare una risposta complessiva.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interpellanza n. 854 del Consigliere Chiezzi inerente a "Incidente nello stabilimento COMIX Italia S.p.A. di Piobesi Torinese"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interpellanza n. 854, presentata dal Consigliere Chiezzi, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

A seguito della segnalazione dell'incendio del 24 giungo 2001 verificatosi nel sito COMIX Italia S.p.A., i tecnici dell'ARPA hanno immediatamente provveduto ad effettuare un monitoraggio delle matrici ambientali potenzialmente interessate dall'evento.
Per quanto riguarda gli interventi messi in atto per evitare propagazione di eventuale contaminazione, è stato isolato un tratto del Rio Frassino, recettore delle acque di spegnimento che confluivano dal sito tramite un canale di raccolta delle acque bianche e, vista la presenza di scarichi produttivi di alcune Ditte, è stata vietata l'immissione di acque nel Rio.
Il Comune di Piobesi Torinese ha provveduto ad emettere ordinanza nei confronti della COMIX Italia S.p.A. ai fini della messa in sicurezza ed avvio delle prime operazioni di bonifica del sito; tali operazioni hanno riguardato l'area interessata dall'incendio, la fognatura bianca e un tratto del Rio Frassino.
In data 28 giugno 2001 si è tenuta una Conferenza dei Servizi convocata dal Comune di Piobesi Torinese, nel corso della quale i tecnici regionali hanno evidenziato l'opportunità di provvedere alla verifica delle condizioni delle matrici ambientali potenzialmente impattate a seguito dell'evento, valutandone la qualità a monte e a valle del punto di immissione nel Rio Frassino del canale di raccolta delle acque bianche, al fine di verificare se la situazione in oggetto ricada nella fattispecie delle procedure di bonifica ambientale ex art. 17 del D.lgs. n. 22/97.
In base alla normativa vigente in materia di bonifiche ambientali (D.lgs. n. 22/97 e s.m.i. e DM n. 471/99), nei casi in cui sia evidenziata l'esistenza di contaminazione sul territorio di un Comune, è competenza dello stesso accertare la responsabilità dell'inquinamento ed emettere ordinanza ai fini della bonifica ambientale del sito, mentre se la contaminazione riguarda il territorio di due o più Comuni la procedura di bonifica è in capo alla Provincia.
Con riferimento infine allo stato attuale dei luoghi, si rileva che stante l'avvio sui fatti oggetto della presente interpellanza di indagine da parte dell'Autorità giudiziaria, le risultanze degli accertamenti sono tuttora coperte dal segreto istruttorio di cui al combinato disposto degli artt. 114 e 329 del Codice di Procedura Penale.
Peraltro, considerato che non risulta essere stata adottata dalla competente autorità comunale ordinanza di bonifica ai sensi dell'art. 17 del D.lgs. n. 22/97, si può presumere che non sussiste pericolo attuale di inquinamento.
Per quanto riguarda il secondo quesito, in ordine alla disciplina dei pericoli di incidente rilevante, si precisa che gli obblighi generali a carico dell'impresa sono definiti dall'art. 5 del D.lgs. n. 334/99, in cui si stabilisce che il responsabile di ogni attività che comporti l'uso di sostanze pericolose debba "prendere tutte le misure atte a prevenire gli incidenti rilevanti e a limitarne le conseguenze per l'uomo e per l'ambiente".
Al superamento di determinate soglie quantitative di sostanze pericolose utilizzate o depositate (indicate nell'allegato 1 al D.lgs. n.
334/99), gli stabilimenti esistenti erano tenuti a trasmettere al Ministero dell'Ambiente, alla Regione, alla Provincia, al Comune, al Prefetto e al Comitato tecnico regionale dei Vigili del Fuoco una notifica (art. 6) entro il 13 ottobre 2000. Per gli stabilimenti esistenti in cui sono presenti sostanze pericolose in quantità uguali o superiori a quelle indicate nell'allegato 1, parti 1 e 2, colonna 3, il gestore era inoltre tenuto ad inviare un rapporto di sicurezza ai sensi dell'art. 8 al Comitato tecnico regionale dei Vigili del Fuoco. Al di sotto di tali soglie, il gestore non è tenuto a sottoporre alle autorità alcuna documentazione specifica.
Effettuata tale premessa, si informa che la ditta COMIX Italia S.p.A.
di Piobesi Torinese svolge attività di miscelazione di materie prime prevalentemente per il mercato della gomma e non risulta avere ad oggi presentato la notifica e l'eventuale rapporto ai sensi dei citati artt. 6 e 8 del D.lgs. n. 334/99, né figurava tra le attività già soggette al DPR n.
175/88 (legge Seveso), che rappresentava la normativa di riferimento precedentemente all'emanazione del suddetto decreto legislativo.
Inoltre l'ARPA, che in base alla L.R. n. 32/92 effettua per la Regione le attività di vigilanza, intervenuta immediatamente dopo l'incidente attraverso il proprio servizio di reperibilità, non ha evidenziato inottemperanze relative alla disciplina dei rischi di incidente rilevante.
Faccio presente al Consigliere Chiezzi che questa risposta risale all'8 ottobre 2001, data nella quale, come Assessore, avevo dato la disponibilità a rispondere all'interpellanza; dopodiché le vicende assembleari non hanno consentito di poter dare la risposta fino ad oggi. Posso comunque acquisire un aggiornamento delle informazioni in ordine all'eventuale deposito degli atti dell'inchiesta penale o procedere ad ulteriori verifiche periodiche da parte dell'ARPA.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. La risposta giunge quasi a un anno di distanza da quando il problema è stato sollevato e per questo motivo è superata dai fatti. Chiederei quindi all'Assessore, per via scritta, di farmi pervenire l'ulteriore aggiornamento.
Su questa interpellanza rimane assente la risposta relativa alla domanda per quale motivo questa ditta non sia stata inserita nell'elenco regionale delle imprese considerate a rischio. In modo implicito posso dedurre che non è stata inserita in quanto la quantità di sostanze ivi depositate non superava una certa soglia. Vuole, per cortesia, l'Assessore nella risposta chiarirci se questa verifica di quantità presenti e stoccate in azienda sia stata verificata da qualche organismo o no? Sulla base delle conseguenze dell'incendio, l'ARPA o qualche altro soggetto è riuscito a capire se l'entità dell'incendio corrispondesse a quantità effettivamente inferiori a quanto previsto dal D.lgs. n. 334/99? Vorrei avere questa sicurezza, perché capisco che la denuncia debba essere trasmessa autonomamente da chi conduce l'azienda, però, visto che c'è stato un incendio e c'è stata un'inchiesta, vorrei sapere se noi abbiamo direttamente eseguito questi accertamenti di stato sotto-soglia per quanto riguarda i materiali pericolosi.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 857 del Consigliere Chiezzi inerente a "ACNA: bloccata la bonifica"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 857 presentata dal Consigliere Chiezzi.
Risponde ancora l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Anche questa è una risposta che risale al settembre 2001, che provvederò senz'altro ad integrare.
In allora, si diceva che le operazioni di bonifica del sito di Cengio sul quale insiste lo stabilimento chimico dell'ACNA C.O. in liquidazione erano valutate ed autorizzate da specifica Conferenza dei Servizi.
Nella riunione del 7 marzo 2000 la Conferenza dei Servizi ha approvato il piano di caratterizzazione da eseguire sulle aree di proprietà della società con la prescrizione di porre in capo alla stessa società l'obbligo di mettere a disposizione delle Agenzie regionali per la protezione dell'ambiente delle Regioni Liguria e Piemonte il 10% dei campioni prelevati per essere sottoposti a verifiche sui valori di concentrazione risultanti dalle analisi, ponendo il costo dei controlli a carico dell'ACNA.
Le risultanze del piano di caratterizzazione sono state trasmesse in data 4 aprile 2001 senza la preventiva definizione delle convenzioni con le due ARPA (Piemonte e Liguria) per il riconoscimento dei costi delle analisi a carico dell'ACNA, come peraltro recitava l'accordo a suo tempo stipulato.
Dopo richiami e formali sollecitazioni del Commissario delegato, la Società ACNA non si è limitata a confermare la propria avversità ad adempiere alle suddette prescrizioni, ma ha presentato specifico ricorso di fronte al giudice amministrativo.
Il ricorso principale, articolato in più punti, è stato presentato in data 2 giugno 2000 e rinforzato sullo specifico argomento delle "analisi" da un'istanza cautelare presentata in data 8 giugno 2001 a seguito di formale diffida e atto di intimazione del Commissario delegato nei confronti dell'ACNA perché provvedesse - pena l'intervento dello stesso in via sostitutiva - al riconoscimento degli oneri delle analisi a cura delle due Agenzie ARPA.
Il TAR Lazio - in data 5 luglio dello scorso anno - si è pronunciato rigettando l'istanza cautelare dell'ACNA.
L'articolo comparso sul quotidiano Il Giornale del 20 giugno 2001, cui fa riferimento l'interpellanza, richiama la comunicazione del Commissario delegato sull'atto di diffida e di intimazione nei confronti dell'ACNA per l'esecuzione delle controanalisi da eseguire sui campioni utilizzati per il piano di caratterizzazione condotto dalla medesima azienda.
Nella stessa occasione si è fatto riferimento alla diversa interpretazione da parte della Pubblica Amministrazione circa la rappresentazione dei dati analitici (analisi sul sottovaglio dei 2 mm).
Il citato errore di calcolo non inficia le analisi perché esse si presume essere state correttamente svolte (saranno le controanalisi a verificarlo), ma inficia i risultati e la loro presentazione.
Ciò detto, non si verificheranno ritardi né interruzioni nelle operazioni di bonifica del sito.
I risultati delle analisi verranno opportunamente rivisti, inserendo le necessarie considerazioni sul sottovaglio dei 2 mm.
Il ritardo, ovviamente, ci sarà nell'esecuzione delle controanalisi a cura delle due Agenzie: tale ritardo è quantificabile in circa tre mesi.
Le decisioni del TAR Lazio del 5 luglio dello scorso hanno rimesso in moto il complesso sistema di validazione dei dati riportati nelle operazioni di caratterizzazione del sito e questo consentirà all'ACNA di procedere nelle molteplici attività che caratterizzano la bonifica del sito stesso.
Procedo ora ad un aggiornamento sulla situazione, al di là dello specifico della domanda.
Per quanto riguarda la bonifica dell'ACNA, grazie anche alla presenza del Commissario delegato, le operazioni di avvio della bonifica hanno avuto impulso, tant'è che è imminente l'inizio dello svuotamento dei famosi lagoon. Sono circa 300 mila metri cubi, ormai semiconsolidati; una volta erano tutti liquidi, poi, perdurando la permanenza all'interno dei lagoon si sono consolidati. Attraverso un processo di concentrazione, basato su un procedimento termico, a temperature non eccessivamente elevate, si creano le condizioni per poterli caricare sui treni che andranno in Germania; si tratta, mediamente, di cinque o sei treni al mese e, nell'arco del tempo previsto, si svuoteranno questi lagoon.
Nel frattempo, va avanti la cinturazione del sito.
In sostanza, la decisione adottata in ordine all'ACNA è di eseguire tre tipi di operazioni. Innanzitutto, compiere le operazioni di messa in sicurezza di emergenza, che in ogni bonifica sono assolutamente necessarie.
Tale messa in sicurezza di emergenza è stato il presupposto per far nominare dalla Protezione Civile un Commissario delegato della Presidenza del Consiglio.
La bonifica, in realtà, si articolerà in due fasi, con due tipi di operazioni; da un lato, la messa in sicurezza permanente e, dall'altro, la bonifica integrale.
Ci saranno porzioni di territorio che saranno completamente recuperate per attività industriali, che sono state definite a nostra richiesta ecocompatibili, anche se ovviamente si dovrà declinare questo aggettivo, e naturalmente una parte del territorio, il cosiddetto basso piave, la parte più a sud, tombata in via definitiva.
Naturalmente, avendo azzerato quello che è stato per decenni l'apporto di acqua, si dovrebbe tendere ad una riduzione del percolato. L'esecuzione dei muri di contenimento ha ridotto drasticamente questo percolato perch si è andati fino sulla marna, ma abbiamo portato avanti un'azione molto drastica di cinturazione di tipo complessivo per arrivare all'azzeramento di questo percolato.
Rimarrà un grosso problema: quali sono le questioni ancora oggetto del contendere? Per domani è stata prevista una riunione, su nostra sollecitazione, al Ministero dell'Ambiente tra Piemonte e Liguria per fare il punto politico sull'andamento della bonifica.
Naturalmente, riteniamo che a Cengio, come in tanti altri siti che hanno avuto una triste notorietà a livello nazionale, il problema rilevante sia quello del presidio ambientale del sito nel divenire, perché la messa in sicurezza permanente di alcune porzioni di territorio richiede questo.
Peraltro, recentemente, è giunta la notizia che l'ACNA, che era stata conferita alla Società Bormia S.p.A., è stata riassorbita dalla Società Enichem S.p.A.
Mi sembra che si stia profilando una soluzione, ma non vorrei trarre delle conclusioni avventate circa una probabile uscita del Gruppo ENI da quello che è il settore della chimica, attraverso delle cessioni dell'attività produttiva, quindi, un mantenimento in capo all'Enichem.
A mio avviso, questo è positivo perché, attraverso un gioco di sigle si andava a finire in una società magari marginale. Invece, è opportuno che sia la casa madre ad avere direttamente l'onere della bonifica e della messa in sicurezza, quindi, come recita l'Accordo di programma che avevamo firmato con il Ministero dell'Ambiente, devono garantire nel tempo il presidio del sito.
Poi, discutendo con il Ministro dell'Ambiente, Matteoli, e con il Capo Gabinetto, prof. Togni, è stata ipotizzata l'istituzione di una fondazione o comunque un istituto pubblico, che garantisca nei decenni questo presidio ambientale. Si era addirittura parlato di un Centro di eccellenza per studiare approfonditamente le bonifiche da istituirsi con le Università del Piemonte e della Liguria. Domani parleremo anche di questo.
Per me è fondamentale avere la garanzia nel tempo del presidio ambientale del sito, il che vale anche per Pieve Vergonte, dove è in atto una bonifica.
La bonifica sta procedendo e prevede da parte del Gruppo ENI interventi dell'ordine di 400 miliardi, con un eventuale contributo dello Stato di 50 miliardi. Quindi, in totale, 450 miliardi per l'attuazione di tali piani di bonifica.
Le Conferenze dei Servizi via via licenziano gli interventi come sono previsti nel cronoprogramma.
Recentemente è stata elaborata da parte del Commissario delegato tramite l'ARPA e le Università di Genova e Alessandria, Piemonte Orientale la caratterizzazione delle zone esterne ed è stata presentata in due conferenze, ad Acqui e a Saliceto, proprio in Valle Bormida. Sono emersi dati abbastanza confortanti. Per quanto riguarda l'acqua, basta chiudere le attività, far tornare l'acqua a scorrere nel fiume e l'acqua in quanto tale è oggi classificabile senza alcun problema dal punto di vista dell'inquinamento. Diverso è il caso dei sedimenti; ci sono ovviamente in modo decrescente, come gravità, problemi a Saliceto, qualche problema in un Comune successivo, mi sembra Camerana, che è a valle di Saliceto.
Naturalmente, da questo studio è emersa una problematica di tipo qualitativo delle acque, forse più sulla Bormida di Spigno. Ne abbiamo tratto l'indicazione e adottato iniziative verso la Regione Liguria. Domani l'incontro al Ministero dell'Ambiente dovrebbe portare nella direzione di svolgere una verifica interregionale sulla qualità delle acque, sul ramo della Bormida di Spigno (come sedimenti è peggiore la Bormida di Millesimo), che al momento sembrerebbe da tenere maggiormente sotto controllo.
Anche qui il discorso dei monitoraggi nel tempo sarà chiaramente un cavallo di battaglia importante. Negli anni abbiamo installato parecchie stazioni di rilevazione che periodicamente danno luogo a varie pubblicazioni dei dati e ad informazioni alle autorità.
Chiudo richiamando una questione che nel frattempo si è posta e sulla quale abbiamo preso una posizione fortemente negativa: la realizzazione da parte di Enipower di una centrale termoelettrica a Cengio. Noi abbiamo preso posizione doppiamente negativa, perché, in primo luogo, non siamo d'accordo ad un riutilizzo del sito, dal punto di vista industriale, se prima non sia bonificato e certificato. Semmai, si era ipotizzato un eventuale riutilizzo parziale - e lo ribadiremo domani alla Regione Liguria a fini produttivi, per attività non inquinanti, chiamiamole eco compatibili, ma, naturalmente, che abbiano un risvolto sull'occupazione. Un insediamento ad alta intensità di manodopera - certamente una centrale termoelettrica è l'opposto - è un insediamento dove, a regime, lavoreranno al massimo trenta persone, con un impatto non indifferente.
Direi che, dal punto di vista dello svolgimento dei fatti, non è stata predisposta tutta una serie di azioni in questi anni per poi avere una centrale a Cengio.
Su questo abbiamo assunto una posizione contraria, di intesa con i Comuni e le Province. Naturalmente non è stato presentato il progetto, ma abbiamo chiesto e chiederemo ancora formalmente al Ministero dell'Ambiente di essere comunque coinvolti nelle procedure di VIA, cosa che adesso, con l'ultimo decreto "sblocca centrali", dovrebbe essere garantita da un'espressa norma.
Per noi questa bonifica è un obiettivo politico di grande importanza e quindi, mi riservo nel futuro di svolgere altre comunicazioni, se ve ne fossero le ragioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Penso che sia chiaro per tutti che il tema affrontato dall'Assessore in risposta all'interpellanza non possa essere adeguatamente affrontato da un singolo Consigliere regionale e neppure nell'arco dei pochi minuti concessi.
E' un tema di grandissima rilevanza. La Valle Bormida è stata pesantemente inquinata e devastata da un'attività industriale che, per lunghi anni, ha potuto svolgersi con il completo disprezzo dell'ambiente provocando dei danni per il cui risarcimento forse ci vorrà qualche generazione.
Su questo tema occorre prestare ancora attenzione. L'opera di bonifica o di messa in sicurezza, dopo mille e una difficoltà, è adesso iniziata purtroppo anch'essa a rilento, con ricorso a sedi di giudizio.
Caro Assessore, la vicenda della rimessa in sicurezza e della successiva bonifica è in pieno svolgimento. Sono d'accordo che, di fronte a un problema così vasto, occorre dotarsi di strumenti che presidino la zona.
Il problema dell'ACNA di Cengio non è risolto, ma mi chiedo quando si comincerà a tentare di bonificare le parti sepolte e a togliere i sedimenti inquinanti da tutti i corsi d'acqua che li contengono. Penso che ci sarà parecchio da lavorare e sorgeranno molti problemi.
Assessore, su questo tema le chiederei di predisporre per me, ma anche per tutti i colleghi, una relazione scritta sullo stato delle cose e anche sulle prospettive che lei ha indicato, in modo tale da poterlo affrontare nella Commissione competente sulla base di una relazione scritta.
Penso che la solitudine assessorile in questo caso non giovi neppure all'Assessore, nel senso che il problema è parecchio ingombrante. Teniamo presente che su siti di questo genere l'indicazione di riutilizzare questi siti per attività che non sono gradite da altre parti è un rischio che esiste.
Capisco che nell'ACNA di Cengio si possa riavviare uno sviluppo teso a insediare delle attività produttive eco-compatibili, ma queste sono parole mentre i fatti mirano in altre direzioni: la costruzione di una centrale elettrica. Quindi, la tensione sull'ACNA di Cengio, per collegare la tutela dell'ambiente a uno sviluppo economico di quelle aree, riguarda una questione tutt'altro che semplice.
Se l'Assessore è d'accordo, potremo tornare sull'argomento, non nella brevità di questi cinque minuti, ma alla presenza di tutti i colleghi interessati, in sede di Commissione.



PRESIDENTE

L'esame delle interrogazioni e delle interpellanze è così terminato.


Argomento: Calamità naturali - Protezione civile

Comunicazioni della Giunta regionale in merito ai recenti eventi alluvionali (connesse interpellanza n. 1539 e interrogazione n. 1589)


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'o.d.g., ha la parola l'Assessore Ferrero per alcune comunicazioni relative ai recenti eventi alluvionali.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Grazie, Presidente.
Nei giorni 4, 5 e 6 giugno 2002 precipitazioni forti hanno interessato il settore prealpino delle province di Torino, Biella, Vercelli, Novara e del Verbano Cusio Ossola raggiungendo parametri di intensità molto forte o eccezionale nelle zone comprese tra il Biellese e la Val Sesia.
Sul territorio si sono registrati dissesti a carattere idrogeologico in tutta l'area compresa tra il Canavese e l'Ossola: in particolare, sono state interessate la Valle Soana, i versanti della Serra di Ivrea, il Biellese in generale, la Val Sesia e le valli occidentali dell'Ossola.
Le piogge intense hanno avuto una durata complessiva di circa dodici ore nelle quali si sono registrate altezze cumulate notevoli. In particolare, si superano i 300 mm in molte stazioni del Biellese e Vercellese. Valori mediamente inferiori si registrano nel Verbano, colpito maggiormente nella parte meridionale, dove tuttavia si sono abbondantemente superati i 200 mm, 296,4 mm a Valstrona, 273,6 mm a Cossogno, ecc. In provincia di Torino i valori di pioggia registrati sono mediamente inferiori rispetto ai valori precedenti.
Il bacino idrografico maggiormente colpito dalle piogge è stato quello del Sesia, che, insieme a tutti gli affluenti principali, ha avuto fenomeni di piena importanti paragonabili a quelli dell'alluvione dell'autunno 1993 e contenuti molto parzialmente dalle precipitazioni nevose avvenute a 2.500 metri di quota.
Analoghi processi di piena si sono verificati nei bacini limitrofi a quelli del Sesia. In particolare, ad ovest, nella media Dora Baltea e nelle Valli Chiusella e Soana; da segnalare il rapido innalzamento dei livelli della Dora Baltea, causato, più che dal corso d'acqua stesso, dal forte apporto dei tributari minori. Di minore criticità i fenomeni di piena nelle Valli Orco e Malone. A est del Sesia la piena maggiore si è avuta nelle Valli Strona di Omegna, Diveria e Melezzo Occidentale, che hanno superato i livelli di guardia.
L'evento che ha interessato un'ottantina di Comuni situati nelle province di Torino, Vercelli, Biella, Novara e del Verbano Cusio Ossola, ha interessato particolarmente la rete idrografica secondaria e i versanti. Si sono registrate anche piene lungo alcuni corsi d'acqua principali con ripercussioni fino alle aree di pianura, dove si segnalano danni alle colture soprattutto per esondazione di corsi d'acqua, in particolare lungo la Dora Baltea, nel Vercellese e nel Basso Novarese per esondazione del torrente Agogna.
Nell'area di Borgomanero il nubifragio è stato accompagnato da una violentissima grandinata che ha gravemente compromesso tutte le coltivazioni, comprese quelle orticole.
Le ripercussioni sulle zone abitate e sulle infrastrutture pubbliche si stanno rivelando numerose e di onere economico assai ingente. Mentre sulla viabilità di pianura gli allagamenti non hanno di solito conseguenze particolarmente gravi, nelle zone collinari e montuose i danni sono ovviamente notevoli sia alla rete comunale che provinciale, con crolli di ponti, interruzioni di sedi stradali, smottamenti e frane; danni diffusi anche alle infrastrutture igienico-sanitarie, con rottura delle tubazioni e interruzione delle reti tecnologiche; per alcuni abitati si rilevano esposizioni al rischio di movimenti franosi, che spesso si manifesteranno con evidenza anche a distanza di alcuni mesi. Proprio per questo motivo sono in corso, oltre alle verifiche dei dissesti già in essere, anche le verifiche relative ai dissesti probabili.
Il patrimonio abitativo e produttivo privato ha subìto danni gravi soprattutto nel Biellese, dove alcuni edifici, particolarmente vulnerabili a fenomeni di piena o di frana a causa della natura del territorio, sono stati distrutti o pesantemente danneggiati; in altre zone, in ispecie nell'Eporediese, si sono verificati allagamenti che hanno coinvolto ampi territori urbanizzati.
Si stanno predisponendo con i Comuni le modalità di denuncia dei danni al fine di acquisire celermente dati il più possibile omogenei volti alla quantificazione del fabbisogno.
In taluni casi, gli effetti delle piogge si sono sovrapposti a quelli già registrati dopo l'evento calamitoso della prima decade di maggio, per il quale è stata chiesta ed ottenuta la dichiarazione dello stato di emergenza ai sensi della legge n. 225/92. A tal riguardo, in occasione della richiesta di analoga dichiarazione per le ultime precipitazioni, è stato auspicato un provvedimento statale coordinato e globale al fine di poter usufruire di norme finanziarie e procedurali omogenee, condizione importante per un'efficace e più agevole gestione della ricostruzione.
Allo stato attuale, non è ancora possibile fornire una stima adeguatamente precisa dei danni alle infrastrutture pubbliche e private benché i sopralluoghi siano stati avviati con grande celerità.
Sul fronte della gestione dell'emergenza è da sottolineare che il sistema di protezione civile sviluppato in questi anni ha retto sia dal lato della previsione dell'evento che dalla gestione dell'emergenza a partire dal ruolo svolto dalle Province insieme alle Prefetture che dal lato dell'attivazione del volontariato, al quale va ancora una volta rimarcato il ringraziamento per la collaborazione assicurata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, colleghi, anche in questa occasione, come ha ricordato l'Assessore Ferrero, la violenza e la furia dell'acqua sono state devastanti per alcune zone del Piemonte. In particolare, mi riferisco ai danni provocati nel Biellese, nell'Alta Valle Cervo, che ne è uscita devastata dalla furia dell'acqua e dell'alluvione dei giorni scorsi.
Chi, come il sottoscritto, ha visitato, nelle ore successive, i Comuni colpiti dall'eccezionale ondata di maltempo, ha potuto rendersi conto della tragedia - lo ricordava prima l'Assessore Ferrero - che in pochissime ore si è consumata in quella vallata: ponti, case e strade non hanno retto alla violenza dell'evento alluvionale.
Parlando in questi giorni con gli abitanti dell'alta valle, con le persone più anziane naturalmente, con coloro che vivono in valle da più tempo, ho sentito dire che nessuno di loro ricorda un evento di tali proporzioni, dimensioni e gravità, negli anni precedenti.
L'alta valle è diventata, quindi, dopo questa devastazione, un altro ambiente. È cambiato l'aspetto morfologico di quel territorio montano: i rigagnoli - chi conosce l'alta valle sa che è piena di rigagnoli che, in condizioni normali, riforniscono d'acqua il torrente Cervo - si sono trasformati in torrenti in piena, producendo una distruzione dell'ambiente e delle abitazioni.
Vorrei ricordare ai colleghi che soltanto per una serie fortuita di coincidenze non vi sono state delle vittime. Se l'evento alluvionale si fosse verificato nel mese di luglio, quando la vallata si ripopola, o il sabato e la domenica, quando la gente ritorna in valle dopo aver lavorato in pianura durante la settimana, oggi saremmo di fronte al bilancio di una tragedia nella quale conteremmo anche il numero dei morti.
Però, voglio dirlo con molta franchezza - e approfitto di questa discussione per sollevare la questione - non credo che tutti abbiano percepito da dimensione e la gravità di ciò che è accaduto. Non credo che tutti abbiano avuto, sin da subito, la piena consapevolezza del disastro ambientale che si è verificato.
Ringrazio l'Assessore Ferrero per essersi precipitata nel Biellese.
Credo che in quell'occasione abbia dimostrato di essere attenta alla tragedia che si stava verificando. Non credo che una tale consapevolezza l'abbia dimostrata, invece, la televisione pubblica. Mi riferisco soltanto al TG3, perché, essendo una televisione che si picca e vorrebbe affrontare le problematiche locali, sono rimasto inorridito di fronte al pressappochismo con il quale quella televisione ha affrontato una tragedia che ha squartato e distrutto un'intera vallata.
Mi verrebbe da fare una battuta: probabilmente, l'Alta Valle Cervo, dal punto di vista del peso specifico e dal punto di vista degli abitanti conta poco o nulla. Conta così poco che è stato persino deciso di cessare che possa essere, anche in futuro, sede di Comunità montana.
Come ricordava l'Assessore Ferrero, anche in questa occasione il contributo delle istituzioni locali - Provincia, Comunità montane e Comuni è stato importante.
Straordinario è stato il contributo dei volontari, che si sono distinti nelle ore successive all'evento per l'impegno, la generosità e la competenza nell'affrontare la situazione. Credo, però, che la vicenda di questi giorni abbia dimostrato, se ancora ve ne fosse bisogno, che dobbiamo destinare ai volontari della Protezione Civile tutte le risorse e i mezzi necessari per affrontare emergenze come quella che si è verificata nel Biellese e in altre zone del Piemonte e, soprattutto, esaltare la funzione di coordinamento che spetta, di fronte ad emergenze come questa, alla Protezione Civile, tanto più che i fenomeni che si sono verificati mercoledì, e che hanno senza dubbio, come ricordava l'Assessore Ferrero, un carattere di eccezionalità - il fatto che siano caduti 400 millimetri d'acqua in poche ore lo dimostra - sono anche il risultato di processi più di fondo che riguardano, per esempio, le condizioni del clima e quindi sono fenomeni con i quali una Regione come la nostra deve abituarsi a convivere.
Da qui, allora, l'urgenza di attrezzare e mettere in campo quelle iniziative, quelle risorse e quelle politiche con le quali dovremo, in futuro, governare meglio simili emergenze.
Superata la fase più critica dell'emergenza e assicurato, come sta avvenendo in queste ore, il ripristino dei collegamenti viari per raggiungere l'alta valle, i rifornimenti dell'acqua e del gas, occorre - e io sono d'accordo su questo - completare rapidamente l'opera di quantificazione dei danni e pensare alla ricostruzione di ponti, strade e case, garantire, cioè, la ripresa della vita in quelle vallate, compresa la ripresa dell'attività produttiva nelle aziende che sono state danneggiate in tutta la provincia di Biella.
Credo, Assessore - e volevo richiamare l'attenzione della Giunta su questo punto - che ricostruire ciò che la furia dell'acqua ha distrutto sia importante, ma naturalmente occorre fare presto e bene. Credo, però, che questo da solo non basti. Penso che anche questa vicenda ci dimostri che occorre prevenire, investendo prima nella prevenzione ciò che ora saremmo costretti a spendere per riparare i danni causati dal maltempo, per aumentare la soglia di sicurezza in valle che deve essere, non già una minaccia, ma una risorsa per le province piemontesi (e credo che dovremmo essere grati a coloro che scelgono di vivere in montagna).
Prima ho ricordato che si è trattato di un evento eccezionale tuttavia, colleghi, sono dell'opinione che commetteremmo un gravissimo errore di valutazione se dimenticassimo che quei territori (parlo principalmente del territorio che conosco più direttamente, abitandoci) erano, e sono stati in questi anni, particolarmente esposti, perché hanno pesato e pesano - e questo è un problema che travalica i confini della mia provincia - l'incuria e l'abbandono del passato, insieme al fatto che alcuni interventi realizzati in questi anni sono stati configurati, per una serie di ragioni (la mancanza di una politica, degna di questo nome, tesa ad affrontare le questioni della montagna, l'assoluta insufficiente delle risorse e quant'altro), come interventi che hanno il carattere della misura a tampone e non, invece, come interventi strategici per affrontare i problemi della montagna.
In alta valle, Assessore Ferrero, non ci sono state speculazioni. Lei ha visitato l'Alta Valle Cervo e ha potuto notare che non ci sono problemi di questo genere, cioè non siamo in presenza di scempi urbanistici. Le case sono rimaste le stesse di 30/40/50/60/70 anni fa (parlo dell'Alta Valle Cervo, della zona colpita), costruite dall'uomo allora e che in questi anni sono state ristrutturate, per la verità correttamente, da coloro che vivevano in valle e hanno scelto di continuare a viverci o da parte di coloro che hanno scelto di andare a vivere lì.
La questione riguarda il fatto che negli ultimi anni nell'alta valle in montagna, e mancata la pulizia dei torrenti e dei boschi (e noi sappiamo quanto conti il fatto, di fronte a calamità come queste, di tenere puliti i torrenti, perché, a fronte di precipitazioni fortissime, la mancata pulizia provoca ostruzione e determina un effetto dirompente sul territorio circostante); è mancata una politica e una difesa attiva dell'assetto idrogeologico delle valli; conta inoltre il fatto che alle montagne piemontesi (quella biellese in particolare) in questi anni sono state destinate - e pongo un problema che va al di là della questione specifica risorse assolutamente residuali e marginali.
Penso - e qui pongo un problema di riflessione, che già il nostro Gruppo ha posto, con molta forza, durante la discussione sul bilancio - che questo sia un lusso che le nostra Regione non può permettersi.
Pensiamo, quindi, che ci si debba adoperare affinché la tragedia di oggi serva almeno ad evitare nuove tragedie in futuro, perché questo ci chiedono le popolazioni colpite. Dovremmo combinare insieme, da una parte la ricostruzione e, dall'altra, la riqualificazione della montagna.
In questi giorni ho sentito, Assessore Ferrero, discorsi che mi hanno molto preoccupato: di fronte al fatto che gente disperata, o amministratori preoccupati, ponevamo il problema del come e con quali risorse ricostruire ho sentito persone, autorizzate a farlo, dichiarare: "Mancano le risorse".
Questo è un punto sul quale dovremmo, tutti insieme, essere chiari. Nei confronti dei problemi delle comunità colpite devono essere - e io credo e mi auguro che lei si faccia parte diligente nei rapporti con il Governo per sostenere con forza questa posizione - adottati gli stessi provvedimenti adottati con la legge n. 365/00 e con la direttiva dell'allora Ministro dell'Interno, per affrontare i problemi delle città e delle comunità colpite dalla gravissima alluvione del 2000.
Non possono esserci due pesi e due misure, Assessore Ferrero: lo impongono ragioni di giustizia (vorrei quasi dire sociale), oltre che rispetto verso le comunità che hanno pagato un prezzo altissimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ci ritroviamo, dopo non molto tempo da un altro evento alluvionale, a discutere di gravi danni causati dalla violenza e dalla forza delle acque.
Credo che dovremmo valutare, associandomi con quanto affermato dal collega Ronzani, alcuni insegnamenti che emergono da questo susseguirsi di eventi.
Innanzitutto, non dobbiamo cercare la colpa altrove, ovvero nelle condizioni generali che favoriranno sempre più nel tempo una concentrazione e un'abbondanza di caduta di pioggia. L'evoluzione del tempo, infatti, sta andando nel senso, inevitabile, di aumentare la concentrazione delle piogge in brevi momenti, raggiungendo quindi facilmente elevati livelli quantitativi di precipitazione.
Tutto questo ha delle conseguenze e sono proprio queste che dobbiamo incominciare ad affrontare, utilizzando norme di prevenzione che ancora oggi, in Piemonte, non riusciamo a capire se sono necessarie .
La vera prevenzione non può essere fatta se non ponendo attenzione alla gestione del territorio globale. La vera prevenzione non potrà essere attuata fino a quando non incominceremo a ragionare sull'aspetto antropico del nostro territorio. Abbiamo un territorio fortemente antropizzato quindi, inevitabilmente, le conseguenze delle piogge sono disastrose.
proprio l'antropizzazione una delle cause principali per cui gli eventi diventano sempre più gravi. Vediamo, infatti, in tutta la regione Piemonte (e non solo nelle zone colpite dall'alluvione) che ancora non esiste una coscienza dell'importanza delle scelte gestionali del territorio.
In parecchie province del Piemonte si continuano a coprire i fossi per consentire a mezzi agricoli, sempre più grandi, di poter girare liberamente. La chiusura dei fossi, però, porta allo sfondamento dei fossati e quando le piogge diventano più abbondanti, l'acqua non riesce più a scorrere Un altro discorso riguarda l'effetto serra, sempre più condizionato dall'uso sbagliato dell'energia fossile. Recentemente, in Piemonte è stato presentato un numero impressionante di richieste per centrali termogas, che contribuiscono ad aumentare l'effetto sera. Dobbiamo cercare, quando affrontiamo questi eventi, di ragionare localmente, affrontando i problemi che si manifestano cercando risorse per risolverli, ma anche cercare di prevenirli con azioni più globali (che ci sembrano lontane, ma che in verità non lo sono), come quella di fare scelte energetiche che influenzano direttamente l'effetto serra.
Sulle scelte del territorio cosa si può dire? Proprio domani la Commissione Tecnica Urbanistica si dovrà esprimere in merito all'approvazione di una variante per l'edificazione di una struttura nel Canavese, il Millennium Park, che dovrebbe sorgere in una fascia fluviale C. Una fascia che, guarda caso, proprio con gli ultimi eventi alluvionali ha mostrato chiari segni di dissesto.
Ecco che la prima scelta di prevenzione è proprio quella di non costruire laddove sappiamo che potrebbero esserci dei problemi. La Regione quando si parla di qualsiasi intervento da approvare, deve sempre porsi nella situazione di valutare le conseguenze immediate e future e la situazione che si trova davanti. Nel caso specifico, la realizzazione del parco doveva essere verificata sul territorio il quale, proprio negli ultimi giorni, è stato colpito dall'alluvione.
Non sono assolutamente d'accordo quando sento parlare di "pulizia dei fiumi": i fiumi non sono sporchi, anche se è vero che il trasporto dell'acqua prevede, per la sua stessa natura, il trasporto di materiali solidi. Non è vero che un fiume possa vivere di sola acqua: il fiume è fatto di acqua e di trasporto solido, è la legge della fisica. A meno che non pensiamo, per eliminare questo problema, di cementificare non solo i corsi dei fiumi, ma anche i territori, così l'acqua scorre sul cemento e non si ha più trasporto solido.
Il problema non è la pulizia dei fiumi, ma la gestione corretta dei fiumi: diminuire l'antropizzazione, non costruire laddove ci sono problemi che potrebbero rivelarsi in tempo successivo.
Sappiamo che in Regione Piemonte ci sono proposte di legge che riguardano la gestione del territorio e dei fiumi. Spero che i ripetuti campanelli d'allarme che ci vengono dall'ambiente vengano valutati da tutti i Consiglieri regionali nel momento in cui affronteremo quelle leggi e ci aiutino a non prendere decisioni sbagliate.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

E' un vero peccato che su un argomento di tale rilievo, importanza e drammaticità per la regione, noi svolgiamo un dibattito in un'aula che potremmo definire deserta. Non so se i Consiglieri non siano presenti, se se ne siano già andati, ma mi pare piuttosto grave tenere un dibattito in queste condizioni, con questo clima. Il Presidente della Giunta poco fa era in aula, adesso probabilmente starà rilasciando delle interviste ai giornali, alle televisioni per spiegare le ragioni del non voto nelle ultime elezioni amministrative (magari, per recuperare quei voti, sarebbe il caso che rientrasse in aula a parlare dell'alluvione).
Ringraziamo l'Assessore Ferrero per la relazione puntuale, tuttavia vorremmo fare una riflessione sulla vicenda dell'alluvione in Piemonte.
L'evento alluvionale segue di non molto tempo una precedente situazione di grave catastrofe e calamità naturale. A differenza dell'alluvione degli anni precedenti, ci troviamo in presenza di due gravi eventi alluvionali che si susseguono a poche settimane di distanza l'una dall'altra. Già in una prima fase, dopo alcuni tentennamenti iniziali e in accordo con le Province interessate, si dichiarò lo stato di emergenza e si avviò la richiesta in tal senso al Governo nazionale.
Non ci eravamo ancora ripresi da quella alluvione, stavamo ancora quantificando i danni, verificando le problematiche sul territorio e costruendo una linea di intervento, che subito ne segue un'altra, dandoci l'idea di quanto sia preoccupante oggi la nostra situazione territoriale.
L'alluvione colpisce in modo grave, nel giro di poche ore, un numero consistente di province piemontesi: una parte della provincia di Torino, in modo clamoroso e pesante le province del Verbano Cusio Ossola, Novara Biella e Vercelli, ed assistiamo, in questi eventi di calamità naturale, ad una duplice situazione di disagio.
Una situazione di estrema gravità nei territori montani, dove ci rendiamo assolutamente conto che lì esiste un'"emergenza montagna".
Territori montani, segnatamente quelli del Verbano Cusio Ossola e del Biellese, che nel giro di poche ore, nelle condizioni in cui siamo e con la modificazione delle condizioni climatiche come affermava il Consigliere Moriconi, vedono spazzate via intere valli e comunità o comunque le stesse sono isolate dal contesto della regione per lunghi periodi di tempo.
Esiste poi un'emergenza collegata ai territori montani, ma che assume un'altra particolarità. Se noi pensiamo a cosa è avvenuto in alcune zone del Vercellese, che cosa è avvenuto a Borgomanero, che l'Assessore Ferrero ha citato per la dimensione dei danni, vediamo che anche nei territori di pianura e in zone non tradizionalmente considerate a rischio l'esondazione di alcuni fiumi ha provocato dei consistenti momenti di preoccupazione e danni notevoli, non solo alle strutture abitative, ma anche all'agricoltura e all'economia di quei territori.
A questo punto, si pongono due ordini di questioni. Il primo: quanto come, in che modo e con quanta tempestività interveniamo rispetto a ciò che è avvenuto. Come interveniamo per ripristinare condizioni di vita e produttive ai livelli in cui erano precedentemente l'evento della calamità naturale. Come ci attiviamo dal punto di vista organizzativo e dal punto di vista del reperimento dei finanziamenti, sia a livello nazionale, ma anche con finanziamenti propri della Regione quantificandoli (questo è un dato importante da capire e avere al più presto).
Nello stesso tempo, il problema che ci dobbiamo porre è di un intervento non solo sull'emergenza e a ridosso della stessa, ma di un intervento che abbia delle caratteristiche strategiche sul territorio piemontese e che veda una sinergia di forze e di competenze diverse che passino dalla protezione civile all'ambiente, all'agricoltura, all'intero assetto del territorio. Che si metta mano ad un vero e proprio progetto di emergenza e di prospettiva sulla sicurezza del territorio piemontese.
Qualora non riuscissimo a compiere un atto di programmazione di governo quale questo, noi inseguiremmo e inseguiremo, stante la modifica delle condizioni climatiche, situazioni sempre più gravi.
Questo dovrebbe essere un intervento serio, un livello di programmazione importante di cui dotarsi, che dovrebbe anche essere di iniziativa del governo e non solo, come faremo nei prossimi giorni come forze consiliari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ancora un'alluvione e ancora un Assessore che spiega ai colleghi in quale modo è stata affrontata l'emergenza.
Devo dire che, a furia di subire alluvioni, certe risposte organizzative sono meglio organizzate e quindi, dal punto di vista del superamento di momenti acuti di crisi e soprattutto in casi di danni e vittime, si registra una certa efficienza maggiore man mano che le alluvioni provocano i loro danni.
Il territorio piemontese per i due terzi è o montagna o collina, è un territorio parecchio fragile, è un territorio reso ancora più fragile da modelli di sviluppo e di utilizzo del suolo che poco si sono preoccupati soprattutto negli anni di forte incremento di popolazione e di attività della delicatezza dei suoli su cui si installavano attività e abitazioni; è quindi un territorio di per sé fragile, reso ancora più fragile dall'intervento dell'uomo.
Allora, il fatto che questa discussione avvenga ormai nel disinteresse dei più sta a significare, anche per questo verso, che evidentemente la maggioranza dei Consiglieri regionali considera l'alluvione un fatto di cui occuparsi in modo specifico e puntuale nel momento in cui si verifica sapendo che qualche misura verrà predisposta e sapendo che l'Assessore di turno potrà disporre di una struttura via via più capace di fare fronte all'emergenza.
In altre parole, la maggioranza del Consiglio regionale non ritiene questo un tema da affrontare con un respiro strategico, anzi, ritiene l'alluvione ormai parte routinaria della nostra vita. L'alluvione è un fatto che deve avvenire, l'Assessore risponderà e i colleghi, soprattutto quelli interessati alle zone alluvionate, interverranno dicendo: "E' stato fatto tanto, poco, bene o male", e tanti saluti. E così l'alluvione diventerà parte stabile della nostra esperienza non solo di persone, ma anche di amministratori.
Il tentativo di reagire a questa deriva di colpevolezza secondo me esiste, però non viene praticato dalla Regione Piemonte, perché se la Regione Piemonte avesse intenzione di costruire un proprio progetto di governo, allora potrebbe, tra i capitoli fondamentali di questo progetto inserire il progetto "suolo sicuro".
Il "suolo sicuro" è la prima delle infrastrutture necessarie per un vivere civile; un progetto "suolo sicuro", inserito all'interno di un programma regionale di sviluppo - che questa Giunta continua pervicacemente a non essere interessata a far approvare - potrebbe determinare una situazione nella quale i rischi, di fronte alle possibili e quasi certe precipitazioni meteorologiche di carattere eccezionale, verrebbero via via ridotti.
Qui non si tratta di avviare un programma di emergenza: si tratta di avviare un programma di governo del suolo che abbia nella sicurezza uno degli elementi di priorità politica. Per fare questo è sufficiente che nei bilanci che predisponiamo (annuali e pluriennali) si preveda questa scelta.
Nei bilanci che abbiamo discusso ho proposto, anno per anno, un programma di investimento di 1.000 miliardi: 100 miliardi all'anno, per dieci anni. Penso che investendo 100 miliardi all'anno, alla fine dei dieci anni quella precipitazione meteorologica di 300 millimetri d'acqua in 12 ore, di 600 millimetri d'acqua in 36 ore possa provocare meno disastri e meno vittime di quanto ha fatto in precedenza.
Questa è la scelta che manca a questa Giunta, per cui la responsabilità di questi danni deriva anche dalla non volontà politica di inserire in un programma regionale di sviluppo il tema "suolo sicuro" come un tema su cui spendere.
Spendiamo in tante direzioni, ma non spendiamo in modo massiccio e in forma preventiva - e non a valle, perché lì devono essere spesi per forza le risorse di cui pure si dispone.



PRESIDENTE

Informo i presenti che con le comunicazioni dell'Assessore Ferrero si intendono assorbite l'interpellanza n. 1539 e l'interrogazione n. 1589.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Prima di passare all'esame del punto 4) all'o.d.g., la Consigliera Manica chiede di intervenire sull'ordine dei lavori.
Prego, ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Va bene, burocraticamente l'o.d.g. è quello, ma mi pare che in aula non solo manchi il numero legale, ma che proprio non ci sia più nessuno.
Pertanto, se dobbiamo richiedere la verifica del numero legale, lo facciamo, ma a questo punto mi sembra addirittura ridicolo.
Presidente, la invitiamo invece a valutare la sospensione della seduta per diserzione della stessa da parte della maggioranza.



PRESIDENTE

Collega, ho già provveduto a richiamare i Consiglieri in aula.
Per oggi avevamo previsto un Consiglio un po' più ridotto nei tempi per cui, più che una sospensione, vorrei vedere se è possibile approvare dei provvedimenti magari meno complessi di questo, ad esempio la proposta di deliberazione n. 316: "Modifica delle declaratorie della Struttura speciale Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale e della Direzione Opere Pubbliche", oppure il disegno di legge n. 84: "Istituzione in Piemonte dell'organismo per le erogazioni in agricoltura di aiuti contributi e premi comunitari".
Sempre sull'ordine dei lavori chiede la parola il Consigliere Saitta ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Presidente, mi associo alla richiesta della collega Manica.
Credo che, a questo punto, visto che non c'è una posizione da parte del Presidente che sia coerente con le scarse presenze della maggioranza che diserta l'aula, sia proprio opportuno chiedere la verifica del numero legale.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco l'appello nominale, mediante procedimento elettronico, per la verifica del numero legale.
Constatando la mancanza del numero legale, aggiorno la seduta alle ore 14.30.



(La seduta, sospesa alle ore 13.45 riprende alle ore 14.41)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco nuovamente l'appello nominale, mediante procedimento elettronico per la verifica del numero legale.
Constato ancora la mancanza del numero legale, per cui aggiorno la seduta di trenta minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 14.43 riprende alle ore 15.11)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
I lavori erano stati sospesi in mancanza del numero legale, che ora va nuovamente verificato.
Indìco l'appello nominale, mediante procedimento elettronico, per la verifica del numero legale.
In presenza del numero legale, possiamo riprendere la discussione delle questioni pregiudiziali presentate al disegno di legge n. 365. Ci sarà poi una votazione unica.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Siamo alla questione pregiudiziale n. 6): "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto nel merito in aperto conflitto con l'art. 41 della legge finanziaria 2002".
Diamo per illustrata la questione pregiudiziale n. 6)?



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non c'è il relatore.



PRESIDENTE

Non c'è un relatore. E' una questione pregiudiziale, colleghi.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, non stiamo parlando del punto n. 6)?



PRESIDENTE

No, stiamo parlando del punto 4) all'o.d.g.
Nella scorsa seduta avevamo interrotto la discussione in sede di illustrazione delle questioni pregiudiziali, che saranno trattate con un'unica votazione, ed eravamo arrivati all'illustrazione della questione n. 6).
Chiede di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori.
Abbiamo avuto un'alluvione e il punto 9) all'o.d.g. prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 316, che riguarda una modifica di attribuzione di competenze in materia di protezione civile.
Dato che per discutere questo tema avevo richiesto la presenza del Presidente Ghigo, che oggi è garantita, le chiederei se fosse possibile vista la sua Presidenza, l'attualità e l'importanza del tema, trattare subito questo punto.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Chiezzi.
Io avevo fatto la stessa proposta e lei si era espresso in maniera contraria prima della chiusura della seduta, ed era presente anche il Presidente Ghigo. Comunque, senza polemica, la ringrazio.



CHIEZZI Giuseppe

Dato che la polemica l'ha fatta, il mio cenno negativo era riferito al fatto che non c'era il numero legale, non al fatto di non volerla discutere.



PRESIDENTE

Va bene, la ringrazio.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 316: "Modifica delle declaratorie della Struttura speciale Gabinetto della Presidenza della Giunta regionale e della Direzione Opere Pubbliche"


PRESIDENTE

Se l'aula acconsente, passiamo pertanto al punto 9) all'o.d.g., che prevede l'esame della proposta di deliberazione n. 316.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla protezione civile

Signor Presidente, la proposta di deliberazione è relativa ad una modifica delle declaratorie che abbiamo ritenuto fosse utile effettuare relativamente al Settore Protezione Civile. Nel senso che, stante l'attività che generalmente avviene in prossimità di eventi calamitosi e successivamente a tali eventi, è un'attività assolutamente sintonica rispetto alle opere pubbliche, che gestiscono sempre la parte di rilevazione dei danni e di ricostruzione, e rispetto alla protezione civile, che, invece, gestisce tutta la parte relativa all'attività di previsione e di primo intervento.
In Commissione, avevamo approfonditamente discusso tale scelta, vale a dire l'inserimento sotto un'unica Direzione, che è quella relativa alle opere pubbliche, dell'attività di protezione civile, in modo da creare una continuità di gestione relativamente alle emergenze e, successivamente alla rilevazione dei danni e alla ricostruzione.
Su questo argomento, nell'ambito della Commissione, erano state rilevate alcune questioni relativamente alla scelta, ritenuta anche strategica dal nostro punto di vista. In questo senso, abbiamo richiesto al Consiglio di discuterne in modo celere, anche perché in questo contesto nel momento in cui si gestisce l'emergenza, ci si trova di fronte al coinvolgimento, allo stato attuale, di più Direzioni, che, invece, nel momento in cui questa delibera dovesse passare, saranno riunite in un'unica Direzione, con un unico interlocutore, quindi una maggiore facilità di gestire questo aspetto, che ritengo assolutamente importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Devo dire che, nel frattempo, il Presidente Ghigo si è dileguato. Dato che sono intervenuto per sollecitare la presenza del Presidente, mi sembra contraddittorio continuare a discutere in sua assenza, visto che tutti insieme abbiamo deciso di cambiare i punti all'o.d.g. proprio perché era presente il Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo sta rientrando in questo momento in aula.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore Ferrero della relazione.
La presenza del Presidente Ghigo è motivata dal fatto - ricordo molto bene - che l'attribuzione di questa competenza derivò da una delle disastrose alluvioni che avevano colpito il Piemonte nel 1994 o nel 1996.
Ricordo che fu presa questa decisione con grande enfasi -ricorda Presidente Ghigo? - di mettere la Protezione Civile direttamente sotto il governo del Presidente della Giunta regionale. Ricordo questo fatto perch era stato un segnalo forte di attenzione da parte del governo regionale su questo tema. Assegnare questa specifica competenza al vertice del governo regionale era stata sostenuta dal fatto che, dovendo assumere decisioni di grande rilievo e decisioni da prendere di concerto con Sindaci e Prefetti occorreva avere il massimo vertice responsabile di questa operazione tant'è che la sala operativa mi sembra fosse sotto il diretto controllo del Presidente della Giunta.
Presidente Ghigo, va tutto bene, ma questa decisione meriterebbe una spiegazione. Intanto, vorremmo conoscere il motivo per cui oggi si vuole spogliare di questa delega, dato che il sistema della Protezione Civile sotto le dirette dipendenze del Presidente della Giunta, mi pare abbia funzionato sempre meglio. Con questo, senza nulla dire nei confronti dell'Assessore attuale - non è un giudizio preventivo o un processo alle intenzioni - però, togliamo dal vertice del governo questa competenza, che avevamo collocato in capo al Presidente della Giunta per renderla più efficace.
Chiedo al Presidente Ghigo di spiegarci, in poche parole, l'esperienza che ha vissuto e come mai ritorna su quella decisone.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Le considerazione del Consigliere Chiezzi hanno una risposta che tenderò, seppur brevemente, di rappresentare.
Nel 1995, quando di fatto entrai nell'Amministrazione regionale, il settore della Protezione Civile non era organizzato - dico questo non volendo assumere un atteggiamento critico - secondo quei criteri che ritenevo fossero necessari, tant'è vero che questa delega rimase o fu messa alla diretta dipendenza del Presidente della Regione. In realtà, nel 1995 ahimè! - quello che doveva capitare era capitato, nel senso che l'alluvione era avvenuta nel 1994 e la Protezione Civile - come voi ben sapete interviene immediatamente dopo l'evento calamitoso.
Da quell'evento calamitoso del 1994, anche per alcuni stanziamenti che nel frattempo, a livello centrale sono stati assegnati (a livello centrale si era anche creato il Dipartimento della Protezione Civile; anzi, si era creato un Sottosegretariato della Protezione Civile, ma adesso c'è il Dipartimento), noi abbiamo investito nel corso di questi anni molte risorse, oltre che sotto il profilo organizzativo (la sala centralizzata situata in Corso Regina Margherita, precisamente all'Istituto Maffei) anche per i meccanismi informativi e, soprattutto, organizzativi finalizzati a garantire la certezza delle previsioni meteorologiche.
L'obiettivo era che le previsioni meteorologiche, in base al sistema di allertamento, fossero veicolate con certezza a tutti i Sindaci delle località, perché, come credo sia noto a tutti, oggi siamo in grado di stabilire, con una previsione media di quarantott'ore, l'esatto livello di precipitazione in un'area di un chilometro quadrato. Abbiamo dei sistemi molto sofisticati, tant'è vero che il Centro meteorologico della Regione Piemonte è giudicato, a livello nazionale, il migliore.
In questo senso, quando il Capo di Gabinetto, dott.ssa Leddi, passò al nuovo impegno professionale, ho ritenuto, avendo assegnato la delega alla Protezione Civile all'Assessore Ferrero, che fino ad allora era stata gestita dal Capo di Gabinetto con una stretta correlazione con l'Assessore Cavallera, Assessore alle opere pubbliche e, di fatto, alla Protezione Civile, perché, in realtà, tutta l'operatività era gestita in stretta sintonia con l'Assessore Cavallera, e considerando ormai il settore Protezione Civile assolutamente in grado di camminare con le proprie gambe che l'organizzazione della delega fosse demandata anche alla sua struttura e non più a quella di Gabinetto.
Non si tratta di sminuire di importanza questa delega, ma possiamo definirlo un settore che, attraverso la vicinanza della Presidenza e del Capo di Gabinetto, ha raggiunto un livello di efficienza che oggi prende la sua strada ed è collocato nel posto giusto.
Secondo me, se vi è un Assessore alla Protezione Civile è giusto che il controllo sia in capo all'Assessore e non in capo al Presidente considerando il fatto che, come il Consigliere Chiezzi sa, le responsabilità sono complessivamente dell'esecutivo; comunque l'Assessore Ferrero gode di tutta la mia fiducia.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Ghigo.
Sulla base delle comunicazione vi sono degli interventi? Altrimenti procediamo con le dichiarazioni di voto e, quindi, alla votazione.
Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Chiezzi ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente Ghigo per l'informazione e il richiamo ai fatti storici. Rimane il fatto, Presidente Ghigo, che lei si spoglia di una competenza importante e difficile, rivolta a dare una risposta, il più possibile di alta responsabilità, ad eventi che possono purtroppo colpire la nostra Regione.
Il fatto che la delega fosse trattenuta dal Presidente della Giunta regionale, è un aspetto, a mio modo di vedere politico, di un certo rilievo. E' anche apprezzabile, perché si sa che è delega rispetto alla quale non penso ci sia la solita rincorsa degli Assessori per trattenersela. E' un po' come la delega allo sgombero neve nei Comuni: quando si ripartiscono le competenze, la delega allo sgombero neve bisogna assegnarla a forza ad un Assessore.
Quindi, è una delega delicata e importante. Aveva un senso, secondo me Presidente Ghigo, continuare a trattenerla in capo al capo del governo. Lei prende una decisione diversa e anche questo ha un suo significato.
L'unico pensiero è che lei stia compiendo una scelta giusta. Le cose come sono andate fino adesso, devo dire, a giudizio di tutti, sono andate sempre meglio, non perché non ci siano problemi, ma perché, rispetto alla risposta del 1994, quella del 1996 è stata migliore, e via dicendo.
La delega era in capo al vertice e si sa che, quando sono in capo al capo di governo, hanno, anche come immagine, un altro senso, senza nulla togliere all'Assessore di turno, che è bravissimo.
Quindi, segnalo questo fatto e mi auguro che le cose possano continuare a migliorare. Però, devo dire che un po' mi spiace che questa delega esca dal vertice di governo.
Il mio voto sulla deliberazione è di astensione.



PRESIDENTE

Grazie. Vi sono altre dichiarazioni di voto? La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Annuncio il voto favorevole.
La scelta è giusta e opportuna. I chiarimenti offerti dal Presidente sono esaustivi.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, procediamo alla votazione della proposta di deliberazione n. 316, prendendo atto delle dichiarazioni del Consigliere Chiezzi sul progressivo miglioramento e assestamento positivo di tale struttura.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale proposta di deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle problematiche sollevate dal disegno di legge n. 365: "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000"


PRESIDENTE

Ritorniamo al punto 4) all'o.d.g., che prevede l'esame disegno di legge n. 365: "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000".
Eravamo rimasti alla questione pregiudiziale n. 6).
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Nella riunione dei Presidenti dei Gruppi della volta scorsa si era detto che, dopo un tempo abbastanza lungo di gestazione in qualche casella ferma, occorreva discutere del problema dell'energia, soprattutto nell'aspetto della contesa che c'è tra Stato e Regioni, per dipanare, in qualche modo, le competenze.
I processi autorizzativi di nuove centrali stanno andando avanti.
Certamente c'è un tavolo che ne sta discutendo.
Si dice che il Consiglio deve avere compiti di controllo e di indirizzo, ma questa assemblea viene privata completamente di questo tipo di possibilità, in un punto cruciale dell'attuazione del disegno federalistico.
Vorrei segnalare, en passant, che anche nell'ambito della formazione professionale stanno avvenendo cose che rasentano la comicità, perché tra i livelli minimi di informazione viene interpretato dal centro anche quello di stabilire, esagero per farmi capire, il colore delle matite da utilizzare nel sistema formativo. E se nessuno blocca quel processo, finirà così.
Quindi, mi chiedo se nella Conferenza dei Capigruppo ha un senso programmare qualcosa o no. C'è un impegno, da parte di questa assemblea, ad affrontare il problema energia con certezza, se non oggi nella prossima seduta, trattando la questione o in apertura dei lavori, oppure dicendo che, qualsiasi cosa succeda, nella sessione pomeridiana della seduta si partirà con la discussione sulla "mozione energia"?



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Tapparo.
Mi sembra che abbia anche offerto delle ipotesi di soluzione, nel senso di concordare l'iscrizione di tale argomento in apertura di una delle prossime sedute già programmate.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Indubbiamente, ritengo che le questioni sollevate dal collega Tapparo siano importanti; non a caso sono già inserite nella convocazione che riguarda tre giornate: quella odierna, quella di martedì prossimo e di giovedì prossimo.
Mi corre però l'obbligo di ricordare che l'aula è sovrana; quindi, se nel prosieguo dei lavori odierni, di martedì o di giovedì prossimo, si vorranno fare scelte diverse, le valuteremo. L'aula potrà fare scelte differenti.
Il proseguimento del disegno di legge n. 365: "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000", di cui al punto 4) all'o.d.g., era stato chiesto alla presenza del Presidente della Giunta regionale, che oggi è stato qui con noi a lavorare.
Ritengo che, dopo la parentesi che abbiamo appena fatto, occorra proseguire i lavori d'aula con l'o.d.g. come da convocazione, affrontando quindi il proseguimento del disegno di legge n. 365.



PRESIDENTE

Dal punto di vista della procedura, Consigliere Tapparo, non credo che la sua richiesta sia di porre in votazione l'inversione dei punti all'o.d.g., bensì di stabilire con certezza la discussione sulla "mozione energia" in apertura di una delle prossime sedute programmate. E' così?



PRESIDENTE

TAPPARO Giancarlo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Prima delle ferie, naturalmente!



PRESIDENTE

Consigliere Cattaneo, posto che il messaggio era indirizzato anche ai Capigruppo, ritengo che potremmo stabilire nel prosieguo in quale delle quattro aperture di seduta si potrà collocare con certezza la discussione del punto 12) all'o.d.g., riservandoci di definirlo in tempo utile.
Ringrazio il Consigliere Tapparo per la segnalazione e per aver accolto la procedura ipotizzata.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente Ghigo, per essere intervenuto. In molti avevamo chiesto la sua presenza, perché il nodo è venuto al pettine.
In questa contingenza si concretizzano i fatti e, dopo lunghe discussioni, anche polemiche, questo è il momento nel quale il Consiglio è chiamato a decidere seriamente, non in prospettiva.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Chiezzi....



CHIEZZI Giuseppe

E' sull'ordine dei lavori.
Lei sa, Presidente Ghigo, che stiamo sviluppando un'opposizione robusta ad un provvedimento che consideriamo ingiusto e sbagliato; un'opposizione robusta e responsabile, come mi suggerisce il collega Tapparo.
La svilupperemo (anche se poi alla fine anche l'opposizione più robusta ha un suo termine), però, Presidente Ghigo - questo è l'ordine dei lavori come si atteggia di fronte all'inizio di questa nostra opposizione, che annunciamo perdurante, robusta e volitiva? Lei ritiene che il suo provvedimento possa essere discusso e modificato? Lei intende ascoltare le nostre ragioni e riservarsi una possibilità di modifica, oppure no? Perché secondo me questo - e questo è l'ordine dei lavori, Presidente del Consiglio - determina condizioni di lavoro diverso.
Se fossimo in presenza di una dichiarazione del Presidente Ghigo che dice: "Mah, io voglio anche ascoltare e sono aperto a suggerimenti, a correzioni del provvedimento", sarebbe più opportuno.
Vede, Presidente Ghigo, il senso del provvedimento è addossare alle ASL e ASO percentuali del mutuo. Sul tema delle percentuali - anche se il mio Gruppo è contrario - tra il 70/30 e il 100% sono possibili diverse politiche.
Lei dà un segnale di apertura, ascoltando e correggendo questo fatto, e poi anche gli altri che via via dipaneremo, oppure no? Questo, Presidente del Consiglio, è sull'ordine dei lavori, nel senso che una dichiarazione di apertura a considerare, ad ascoltare e a non escludere modificazioni, piccole o grande che siano, su questo provvedimento, determina un diverso andamento dei lavori. Se invece il Presidente della Giunta tace, continueremo a sviluppare la nostra robusta e responsabile opposizione.



PRESIDENTE

Non sono certo io un'esegeta del Presidente della Giunta, ma mi pare che la sua presenza in aula segnali l'intenzione di seguire attentamente il dibattito. Comunque, Presidente, se ritiene può intervenire, perché sa che è facoltà della Giunta, e del Presidente, intervenire in qualsiasi momento altrimenti procedo e il quesito rimane posto nell'ambito della procedura.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

In questi sette anni ho fatto un po' di esperienza di vita consiliare e mi sembra che questo provvedimento sia stato deliberato, a maggioranza, da una Commissione. La maggioranza è qui presente, si apra la discussione e nell'ambito della discussione, la maggioranza farà valere le proprie ragioni nei confronti delle considerazioni che l'opposizione riterrà opportuno avanzare.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

E lei?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi adeguo alla mia maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Ghigo, per la sua disponibilità.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Sempre sull'ordine dei lavori.
La volta scorsa in alcuni interventi - per la verità, sulle pregiudiziali e non sull'ordine dei lavori - avevamo sollevato una questione che diverrà rilevante per il prosieguo della discussione, nel senso che il provvedimento in discussione, proposto dalla Giunta, è basato su un elemento non ancora chiarito, cioè sulla constatazione della capacità di indebitamento delle ASL. Il trasferimento del mutuo dalla Regione alle ASL parte quindi dal presupposto che le Aziende sanitarie regionali possono indebitarsi.
Siccome anche la Giunta regionale aveva dei problemi, mi pare che avesse dato l'incarico all'ARES di verificare la reale capacità di indebitamento delle singole ASL, per definire le quote da assegnare ad ognuna di esse.
Questo è avvenuto, mi pare, circa sette-otto mesi fa. Il lavoro compiuto dell'ARES, che non è ancora stato portato in Commissione (la volta scorsa ho chiesto all'Assessore Pichetto di avere qualche informazione) diventa quindi elemento fondamentale per potere giudicare la portata e l'operatività del provvedimento proposto dalla Giunta. Nel frattempo, cioè da quando la Giunta ha deciso di accendere il mutuo e di trasferirlo in parte sulle ASL, sono intervenuti fatti nuovi: primo fra tutti, l'aumento dell'impegno delle singole ASL negli oneri finanziari. Tali oneri, che erano di circa un miliardo e mezzo nel 1997, 2 miliardi e qualcosa nel 1998, nei bilanci pre-consuntivi del 2001 sono quasi arrivati a 30 miliardi e mezzo.
Il problema quindi è questo: rispetto a questo impegno, in termini di anticipazione finanziaria, le ASL hanno realmente la capacità di accendere mutui? Se la risposta c'è, allora diventa tutto più semplice, al di là del merito; se non c'è, discutiamo di un provvedimento che probabilmente non può essere applicato.



PRESIDENTE

Dal punto di vista della procedura, la questione sollevata potrebbe essere trasformata in una pregiudiziale sospensiva o di una condizione sospensiva.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Sull'ordine dei lavori.
Innanzitutto, sarei quanto meno prudente: non voglio dire che è irresponsabile l'atteggiamento dell'opposizione (mentre il collega Chiezzi lo ha definito responsabile, anzi, un'opposizione responsabile), ma voglio ricordare che questo provvedimento, che è stato assegnato alla Commissione competente IV e poi alla I, è stato licenziato dalla Commissione il 15 febbraio 2002.
Oggi siamo all'11 giugno, nel frattempo i tassi di interesse sono aumentati di mezzo punto. Per chi ricorda la portata del mutuo, vi è, da parte dell'opposizione, quanto meno una corresponsabilità nel fermare questo provvedimento, poiché la Regione Piemonte, negli anni della durata del mutuo, affronterà, almeno in una fase iniziale a tassi confermati, una maggior spesa.
Per quanto ci riguarda - maggioranza che sostiene l'amministrazione del governo regionale - avremmo l'esigenza di vedere approvato questo provvedimento, per poter mettere in condizioni, nel mercato, la Giunta regionale di contrarre il mutuo nel modo più vantaggioso per i piemontesi perché, se costa meno, non è la Regione Piemonte, ma sono i cittadini piemontesi a risparmiare.
Questa è la prima considerazione preliminare sull'ordine dei lavori.
Seconda considerazione. Abbiamo vissuto tutti in Commissione il problema: 70/30-50/50. Se il Presidente Ghigo dovesse portare un provvedimento, probabilmente un disegno di legge della Giunta regionale per la Giunta regionale e la maggioranza che la sostiene, l'optimum, è 70/30.
Se invece dobbiamo discutere, collega Chiezzi, voglio capire anch'io come volete voi, cosa dobbiamo fare delle diciannove pregiudiziali che sono state depositate (ci sono una serie di emendamenti significativi, di uno spessore di circa un centimetro e mezzo, che vedremo nel prosieguo confrontandoci). Voglio capire se, con queste pregiudiziali, si tende a far trascorrere ancora una-due o tre ore senza affrontare il provvedimento, con la gravità del momento, perché - e lo ripeto - nel frattempo costano di più i soldi e quindi, quando contrarremo il mutuo, già per colpa vostra avremo un aggravamento di almeno mezzo punto. Se andiamo avanti ancora per settimane con questo sistema, il mercato (la tendenza sembra essere quella) ci metterà in condizioni di contrarre un mutuo con un interesse ancora penalizzante per il contraente, quindi per la Regione Piemonte.
Per colpa vostra ci saranno maggiori costi per i cittadini piemontesi almeno in questo ambito.
Le pregiudiziali dovrebbero essere ritirate e dovremmo confrontarci sui vostri emendamenti (quelli veri, non quelli ostruzionistici).



PRESIDENTE

Mi pare chiaro il messaggio politico rispetto al quesito posto.
Ha chiesto di intervenire la Consigliere Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Mi sembra che al quesito posto dal Consigliere Chiezzi, oggetto di discussione anche nella precedente seduta consiliare nella quale sospendemmo l'esame di questo provvedimento, fu proprio il Consigliere Cattaneo a rispondere che era importante che la maggioranza accedesse al fatto che fosse presente il Presidente Ghigo, stante la situazione complessa dei nostri lavori.
Al Consigliere Chiezzi, che pone la questione, mi sembra che il Presidente abbia dato una risposta esplicita. Il Presidente sostanzialmente, ha detto: "Non rispondo io sulla questione sollevata dal Consigliere Chiezzi: risponda la mia maggioranza", che, se c'è in quest'aula, batta un colpo, aggiungo.
Il Presidente o l'Assessore devono avere la responsabilità politica della vicenda legata al mutuo. La responsabilità politica sul fatto che si debba accendere un mutuo di 1.000 miliardi, di cui il 70% è sulle ASL l'Assessore D'Ambrosio la deve avere! Qualcuno avrà determinato quel buco finanziario di 1.200 miliardi rispetto ai quali dobbiamo coprirne 1.000 (esclusi i 200 ricevuti dal Governo nazionale)! Le risposte della maggioranza sono state di ordine burocratico, di scarica barile. La maggioranza, nella sostanza, dice: "L'atteggiamento che voi della minoranza assumete in aula incarta la vicenda e determina una situazione per cui i tassi cambiano, per cui producete un danno per i piemontesi".
Su questa prima parte rispondo che il dibattito, lungo e inconcludente in Commissione, è stato sospeso perché la maggioranza, compresa la Giunta non era in grado di affrontare la discussione e di motivare il provvedimento. Ricordo benissimo le riunioni di IV Commissione con l'Assessore D'Ambrosio e tutti i funzionari dell'Assessorato.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



MANICA Giuliana

Come no? Ricorda, nel dibattito in IV Commissione con l'Assessore D'Ambrosio e i funzionari dell'Assessorato, quante volte abbiamo avuto i dati relativi alla deliberazione e quante volte sono cambiate le carte in tavola e rimandate di settimana in settimana? Non stiamo scherzando! C'è la richiesta della maggioranza di rimandare ad oggi la discussione sul mutuo di 1.000 miliardi: il giorno dopo i ballottaggi! Diciamo le cose come devono essere dette ed evitiamo di trincerarci dietro false scuse.
A questo punto, per determinare un dibattito che abbia qualche senso in quest'aula e che ritorni al merito, bisogna che qualcuno quel merito di ordine politico, in qualche modo, lo motivi e si prenda atto della situazione a partire dal fatto che la situazione è modificata, come ha sostenuto il Consigliere Saitta.
Visto che sono stati assegnati alle ASL dei budget con i quali non arriveranno neanche alla fine di giugno, mi sembra molto difficile che noi si sia ancora, non solo dal punto di vista politico, ma anche tecnico nelle condizioni per rendere questo disegno di legge qualche cosa di più di una "corrida spagnola"!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

I quesiti posti sono se la maggioranza è disposta a discutere su quelle percentuali: il Consigliere Cattaneo ha detto "sì" e io sono d'accordo. E' chiaro che la discussione non può che vertere su contenuti che non possono stravolgere il provvedimento perché, a quel punto, si vuole una cosa diversa dalla disponibilità ad un dialogo.
Un altro quesito che pone il Consigliere Saitta è se le ASL hanno la capacità di accedere ai mutui. Questo mi pare pregiudiziale, anche rispetto al primo, da un punto di vista sostanziale. L'ufficio preposto in questi termini ha fatto una ricognizione che ha dato esito positivo. Nelle more della discussione ho verificato, presso l'Assessore e presso il Direttore generale, la capacità di questa idoneità, da parte delle ASL, ad accedere ai mutui.
Ricondotto in questi termini, riprendo quanto ha appena esposto il Consigliere Cattaneo. Se vogliamo entrare nel merito, è evidente che dobbiamo rimuovere tutta la parte ostruzionistica, perché, delle due l'una: o l'opposizione deve chiedere e accettare il terreno di confronto per una valutazione del merito, oppure, se l'opposizione pensa di dover ogni volta, spostare la linea lungo la quale dobbiamo confrontarci, in questo caso lo dica.
A questo punto, come poteva essere, nella sostanza, corretta la domanda posta dal Consigliere Chiezzi al Presidente della Giunta - che giustamente l'ha ribaltata alla maggioranza e ai relativi Capigruppo - noi poniamo un altro aspetto.
Risolta la prima pregiudiziale sollevata dal Consigliere Saitta, nei termini in cui ho detto secondo le assicurazioni fornite dall'Assessore e dal Direttore generale, affrontiamo il secondo aspetto. Potremo fare una sospensione di circa cinque minuti, anche all'interno del dibattito, per sapere quali sono i termini del problema. E' evidente che se si parte dal 70% e si contrappone lo 0,7%, mi pare che, proprio per il rispetto, non dico dell'intelligenza, ma del semplice buon senso e dell'uso del tempo in termini decorosi e dignitosi, sia inutile aprire il discorso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

La maggioranza in qualche modo ci deve dare un chiarimento, anzi, più di uno.
Voglio capire cosa è successo, perché ricordo che, nella mattinata in cui abbiamo discusso il provvedimento, il collega Chiezzi pose la questione di sospendere la discussione perché era importante che fosse presente il Presidente della Giunta regionale.
Ricordo degli interventi molto veementi, venuti dai banchi del centrodestra, che dicevano che questa era una scusa, che era un meccanismo per voler rimandare. Si arrivò al voto e, come è naturale quando c'è una prova di forza di tipo muscolare, la minoranza è stata riconosciuta come minoranza e si decise di andare avanti. Sono incominciati gli interventi sulle pregiudiziali, che, alla fine, dicevano fondamentalmente quattro cose.
Prima questione: era discutibile, dal punto di vista della costituzione e della legislazione, che la Giunta regionale potesse far accendere mutui per le spese correnti.
Seconda questione: tanto meno le Aziende sanitarie potevano accendere mutui per affrontare la questione delle spese correnti.
Terza questione: al fondo di questo mutuo c'era un aspetto di immoralità molto più grave che non il ritardo, perché questo mutuo ineriva al deficit di bilancio 2000, anno in cui la maggioranza attuale vinse le elezioni grazie ad un laissez faire molto ampio sulle questioni della sanità, tanto che molti Direttori generali furono degli agit-prop piuttosto robusti nell'interesse della maggioranza, non ultimo l'ottimo manager com'è stato detto qui ripetutamente - Luigi Odasso, anche dopo che è stato inquisito e incarcerato.
L'ultima questione che si poneva riguardava il fatto se non fosse ora di cominciare a ragionare seriamente per risanare il debito, invece di perseguire una logica di tagli.
Erano queste le quattro questioni che abbiamo posto nella mattinata.
Dopodiché, nel pomeriggio, ci è stato detto che si accedeva alla richiesta della minoranza.
Prima domanda - per cortesia, rispondeteci: cosa è successo, perch nella mattinata ci avete messi sotto come numero e avete detto...



PRESIDENTE

Consigliere Riggio, la prego di terminare.



RIGGIO Angelino

Ho quasi finito.
Nella mattinata ci avete detto che non era importante la presenza del Presidente Ghigo; nel pomeriggio, invece, avete detto che era importante la sua presenza. Adesso c'è: spiegateci cosa ci proponete di nuovo.
Seconda questione. L'indagine dell'ARES sulla capacità di indebitamento delle Aziende sanitarie è posteriore all'approvazione a maggioranza in Commissione. Quindi, la possibilità di sapere se le Aziende sanitarie possono o no indebitarsi è veramente preliminare rispetto a tutte queste cose.
Per cortesia, dateci una risposta perché noi abbiamo posto quattro pregiudiziali su questioni di carattere costituzionale, su questioni di diritto. Dopo che abbiamo posto queste cose, ci avete detto: "Sì, vogliamo che ci sia il Presidente Ghigo". Benissimo, adesso lo avete: sentiamo cosa avete da proporci.
Per quanto riguarda un'altra questione, il Presidente Galasso ha detto che lui ha avuto delle assicurazioni...



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo c'è, ma...



RIGGIO Angelino

Ho finito, veramente.
Il Presidente Galasso ha detto che ha avuto delle assicurazioni che le Aziende sanitarie possono indebitarsi. Noi, come Consiglieri regionali queste assicurazioni non le abbiamo avute, non possiamo deliberare in scienza e coscienza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Colleghi, credo che sia sfuggito a qualche collega quello che è successo qualche minuto fa, perché qualche minuto fa è successa una cosa...



PRESIDENTE

Giustamente, il Presidente mi segnala che sono due minuti...



RONZANI Wilmer

Presidente, parlo due minuti.



PRESIDENTE

Il richiamo era giustamente anche per me.



RONZANI Wilmer

Io parlo due minuti, sono più che sufficienti.



PRESIDENTE

Sì, sono due minuti e sono più che sufficienti.



RONZANI Wilmer

Presidente, azzeri il tempo, altrimenti parlo un minuto.
Secondo me, ci è sfuggito ciò che si è verificato in quest'aula qualche minuto fa.
Noi abbiamo invitato il Presidente Ghigo per conoscere il punto di vista del capo della Giunta regionale su un provvedimento che ha una sua importanza dal punto di vista della maggioranza, perché, in ogni caso vuole mettere sotto controllo i conti della sanità dell'anno 2000.
Il Presidente Ghigo, diversamente da ciò che ha fatto in altre occasioni, quando in quest'aula ha rivendicato la bontà dei provvedimenti che ha presentato e ha chiesto alla maggioranza di sostenerli con un voto oggi ha detto di adeguarsi alle scelte della sua maggioranza.
Questa, colleghi della maggioranza, è un'altra impostazione, siamo in presenza di due filosofie diverse!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

E' un provvedimento presentato dalla Giunta e votato dalla Giunta!



RONZANI Wilmer

Per l'amor del cielo, Presidente, prendo atto di questo, ma lei non ha detto: "Chiedo alla mia maggioranza di votare il provvedimento"!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

L'ha già votata!



RONZANI Wilmer

Un attimo, lei ha detto: "Mi rimetto alla volontà della maggioranza"!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Che è esplicita, c'è il provvedimento che dice chi ha votato!



RONZANI Wilmer

Il che mi fa ritenere, anche alla luce dell'intervento del Presidente Cattaneo e di questo intervento, che sulla questione di merito - e quando entreremo nel merito si vedrà probabilmente questo fatto - non vi sia questa completa unanimità e identità di vedute circa il modo con il quale affrontare questa questione.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



RONZANI Wilmer

In ogni caso, mi sembra, Consigliere Cattaneo...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



RONZANI Wilmer

Non mi lascia parlare! Presidente, vengo interrotto!



PRESIDENTE

Colleghi, non voglio interrompere nessuno, però le questioni di procedura non sono più queste!



RONZANI Wilmer

E' una questione di procedura.



PRESIDENTE

Queste sono di merito.



RONZANI Wilmer

In ogni caso, ci vuole della fantasia. Siccome l'opposizione fa il suo mestiere e se non viene approvato è colpa dell'opposizione, approvate il provvedimento, avete la forza e i numeri per farlo! Noi avremo il diritto in quest'aula di opporci al provvedimento! E' mancato il numero legale qualche minuto fa!



(Commenti in aula)



RONZANI Wilmer

E' mancato il numero legale qualche minuto fa per colpa vostra, perch non c'era la maggioranza!



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi!



RONZANI Wilmer

Ho finito!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia!



(Commenti fuori microfono del Consigliere Galasso)



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Galasso! Abbiate pazienza, ho acconsentito alla richiesta perché mi sembrava che fosse un colloquio per ricercare qualche elemento di avvicinamento, sapendo che l'avvicinamento è intercettato in qualche modo da molti...



GALASSO Ennio Lucio (fuori microfono)

Ma l'avete posto voi il problema!



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Galasso, posso proseguire? Poi, mi sento responsabile.
La Presidenza, indipendentemente dalla condivisione, ha il dovere di portare avanti la discussione dei provvedimenti sulla base del Regolamento.
Non so se il Consigliere Cattaneo lo riteneva, ma pregherei di chiudere a questo punto.
C'era la proposta del Consigliere Galasso di una sospensione per verificare alcune ipotesi di avvicinamento delle posizioni. Viene mantenuta questa proposta? E' ritenuta utile? E' accettata? In questo caso, facciamo una sospensione di cinque minuti per un incontro tra maggioranza e opposizione in maniera informale.
La seduta riprenderà alle ore 16.10 per discutere la questione pregiudiziale n. 6).
La seduta è pertanto sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.03 riprende alle ore 16.26)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prendo atto che le riunioni si protraggono, spero per fini proficui anche perché si avvicina l'ora fatidica delle 17.00, che era stata anticipata come sospensione dei lavori.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei tentare di rimettere ordine al susseguirsi delle valutazioni e considerazioni che sono state fatte.
Intendo partire dal presupposto che, alla fine di aprile, abbiamo approvato un bilancio nel quale c'è scritto che la Regione Piemonte sottoscriverà un mutuo per 1.000 miliardi, a copertura del debito sanitario.
La legge che oggi chiediamo di approvare serve semplicemente ad accelerare il processo - come è stato detto anche da qualche Consigliere e sottoscrivere al più presto, con la Cassa Depositi e Prestiti, questo mutuo, onde poter agevolare le finanze regionali.
Per quanto concerne la richiesta avanzata, a proposito di quel fantomatico studio sul patrimonio immobiliare che le singole ASL posseggono, tale studio, richiesto con delibera di Giunta all'ARES circa un anno fa, nulla ha a che fare con questo mutuo.
Non sono le ASL che si indebitano, ma la Regione Piemonte; le ASL pagano gli oneri finanziari o la quota pro capite annuale di questo debito.
Porto l'esempio delle Molinette, dove la quota annuale massima è di 6 miliardi, su un budget di 800 miliardi, o di un'ASL ordinaria, che è di un miliardo.
Cosa c'entra il patrimonio della singola ASL a copertura di quell'onere finanziario che oltretutto è già previsto nel budget che ogni singolo Direttore ha sottoscritto con la Regione Piemonte? Capisco tutte le considerazioni che possono essere fatte, ma stiamo ragionando su due questioni diverse.
Quello studio fu fatto a suo tempo per conoscere, perché allora si immaginava o si pensava che le ASL potessero indebitarsi direttamente a copertura del disavanzo dell'anno 2000. Questa considerazione venne poi superata, perché definimmo che l'indebitamento non poteva interessare direttamente le ASL. Oltretutto, abbiamo una deroga.
La seconda domanda chiedeva se il Titolo V stabilisce che non ci si pu più indebitare per spesa corrente. Questo sicuramente sì, a partire dall'entrata in vigore del Titolo V; noi, però, questo indebitamento l'abbiamo stabilito prima dell'entrata in vigore del Titolo V. Inoltre nella Finanziaria di quest'anno sono previste due deroghe: una per le Province e una per i Comuni.
Noi non siamo compresi in quella specificità, avendo contratto prima il mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti e avendo una deroga scritta del Ministero del Tesoro che ci permette di contrarre il mutuo prima dell'entrata in vigore del Titolo V; non siamo neanche morosi o in difficoltà in questo senso.
Voglio ricordare che le deroghe previste dalla Finanziaria per le Province e i Comuni riguardano l'indebitamento delle spese per i trasporti e quant'altro.
Questo, per dire che nulla ha a che vedere con l'aspetto patrimoniale delle ASL, al di là della percentuale, che è oggetto di eventuale approfondimento e discussione.
Io ho parlato del 70% perché ho predisposto un provvedimento della Giunta che prevede il 70% a carico delle ASL e naturalmente il 30% a carico della Regione; se poi il Consiglio - che è sovrano nel promulgare le leggi decide una percentuale diversa, ne prenderò atto, ma la mia opinione è che rimangano le percentuali del 70 e del 30.
L'indebitamento, dunque, non incide sul patrimonio delle singole ASL perché la copertura è regionale e perché - come ho già detto - le quote degli oneri finanziari del mutuo sono già comprese nei budget delle Aziende del 2002.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Presidente, ho l'impressione che occorra mettere un po' di ordine rispetto a un provvedimento che sembra essere scritto a troppe mani e le cui notizie sembrano arrivare in modo abbastanza confuso anche al Presidente.
Il Presidente ha appena smentito quanto è scritto nella relazione, cioè ha smentito che il ricorso al patrimonio immobiliare delle Aziende sanitarie, per coprire gli oneri finanziari legati alla ripartizione degli oneri del mutuo, sia in gioco in questo provvedimento, mentre la relazione di questo provvedimento recita: "Le spese indotte dall'accensione del mutuo sono in via prioritaria coperte con l'alienazione del patrimonio disponibile delle Aziende sanitarie".
Per alienazione intendo l'alienazione del patrimonio. L'ARES ha compiuto uno studio, e mi pare che il Presidente lo abbia riferito all'aula tentando di dimostrare che il patrimonio immobiliare delle Aziende sanitarie è sufficiente per la copertura di questo mutuo.
Secondo punto. La relazione di questo provvedimento non chiarisce che non si tratta di un provvedimento di indebitamento, ma di un provvedimento di ripartizione degli oneri finanziari di un mutuo, cioè di un indebitamento che la Regione intende contrarre ed è autorizzata a contrarre sulla base di una previsione della legge di bilancio.
C'è, dunque, questo secondo elemento.
La relazione, pertanto, non ha niente a che fare con l'articolato.
C'è, poi, un terzo punto: la parte relativa alla deroga dell'art. 119 della Costituzione, com'è formulata, ritengo autorizzi la presentazione io non ne ho presentate e non le sosterrò, perché non le condivido nell'articolazione - di pregiudiziali di legittimità costituzionale su questo provvedimento perché, per un banale problema di gerarchia delle fonti, non è possibile derogare, rispetto all'applicazione dell'art. 119 con una norma di una legge regionale, neppure in presenza di precedenti che ritengo vengano citati a sproposito. Essi, infatti, non riguardano provvedimenti in ripartizione di un debito, ma provvedimenti di indebitamento in senso stretto.
Il Presidente e la Giunta daranno atto che il Gruppo Radicale non ha fatto e non intende fare alcun tipo di ostruzionismo d'aula né politico su questo provvedimento (sul quale ha riserve molto forti), ma ritiene che qualche tipo di congruenza, fra le motivazioni che vengono addotte e l'articolato che viene presentato, debba esistere.
Suona abbastanza strano - e da un certo punto di vista anche eclatante che il Presidente si alzi in aula e neghi quanto è scritto nel disegno di legge che è stato presentato all'aula e che il Presidente stesso è venuto a difendere.
Visto che è stato detto per inciso, noi siamo assolutamente favorevoli al ricorso all'alienazione dei beni patrimoniali dell'Azienda, e non solo per la copertura del mutuo, ma anche per il finanziamento delle spese di investimento. Ci spiace che uno dei punti qualificanti di questo provvedimento venga negato in nuce dalla Giunta che l'ha proposto, che tende a ridimensionare la portata del provvedimento stesso.
Non so se l'Assessore D'Ambrosio intenda intervenire su questo punto ma occorre definire il campo di applicazione di questo provvedimento stabilirne la natura e il quadro di compatibilità normativa.
A differenza di una parte consistente dell'opposizione, sono convinto che il campo di applicazione dell'art. 119 della Costituzione non sia legato al finanziamento di un deficit maturato a partire da una spesa corrente che ha sfondato i propri tetti, ma sia relativo alla predisposizione del bilancio di previsione, cioè impedisca di fare bilanci di previsione che finanziano la spesa corrente con una quota di debito.
Sono convinto che questo sia un provvedimento di ripartizione degli oneri finanziari di un mutuo che la Regione è autorizzata a stipulare sulla base di un altro provvedimento, e non sulla base di questo.
Sono altresì convinto che i beni patrimoniali delle ASL debbano diventare, in prospettiva strategica, un elemento di finanziamento importante della politica sanitaria, non solo delle questioni strettamente finanziarie, ma anche di quelle strategiche.
Però, se vi mettete d'accordo fra di voi e andate su un'unica linea spiegate il provvedimento e lo difendete con un'unica motivazione, per ciascuno di noi sarà più semplice schierarsi a favore o contro, portando le proprie motivazioni.



PRESIDENTE

Colleghi, desidero precisare che ho considerato questo intervento, dal punto di vista del Regolamento, sulle comunicazioni del Presidente. Mi pare che abbia questa caratteristica il tentativo di avvicinare le posizioni che mi sembra utile anche al fine di rimuovere altri spazi di discussione sulle procedure.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Vorrei fare alcune considerazioni.
Innanzitutto, credo che il Presidente della Giunta regionale abbia ben chiarito il quadro in cui si inserisce la relazione commissionata all'ARES da parte della Giunta regionale, con propria delibera, a firma del Presidente stesso e dell'Assessore competente alla sanità, del 26 novembre 2001. In allora, c'era l'ipotesi dell'assunzione diretta, da parte delle Aziende sanitarie e delle Aziende ospedaliere, di una quota del debito relativamente alla copertura del disavanzo della sanità del 2000 e c'era anche l'ipotesi in atto - lo ricordo per chi ha vissuto attentamente i lavori della Commissione - della cartolarizzazione del patrimonio un'eventualità che era stata evidenziata in I Commissione - se non ricordo male - dall'allora Assessore al bilancio Burzi.
Qui, invece, il provvedimento - perlomeno credo che sia questo lo spirito dell'intervento del Presidente della Giunta regionale - è di altro tipo, perché, come previsto dall'art. 5 della legge di bilancio approvata dal Consiglio regionale nell'aprile di quest'anno relativamente all'esercizio del 2002, la Regione è autorizzata a contrarre questo mutuo.
Quindi, mi permetto di correggere il collega Palma, in quanto non è che con legge regionale si va a modificare un disposto costituzionale. E' vero che la relazione è scritta male, non c'è dubbio, perché bastava mettere tra due virgole le parole "di fatto" e già cambia e riporta nella realtà la situazione. La relazione dice testualmente: "Le ASL e le ASO vengono perci autorizzate a derogare al divieto di ricorrere all'indebitamento per finanziare la spesa corrente, previsto dal nuovo testo" - quindi dal nuovo testo - "dell'art. 119, comma 6, della Costituzione". Bastava inserire le parole "di fatto": perché? Perché la Regione può ancora coprire un mutuo sulla spesa corrente, in quanto aveva avviato la procedura precedentemente all'entrata in vigore della modifica costituzionale del Titolo V, quindi dell'art. 119. Credo che nessuno potesse immaginare, né i Consiglieri regionali, né il Presidente della Giunta, né tanto meno i funzionari, che il nuovo art. 119 della Costituzione fosse legge dello Stato.
A nostro giudizio, dunque, anche in considerazione del fatto che, com'è noto - abbiamo già avuto modo di dibatterne all'interno dell'aula - i Direttori generali di ASL e ASO hanno sottoscritto i budget (ne erano al corrente e li hanno quindi sottoscritti), le loro Aziende dovranno contrarre una quota di rimborso di questo mutuo contratto dalla Regione. E' doveroso un altro chiarimento, perché gli interventi precedenti la sospensione riportavano erroneamente che erano le Aziende a contrarre questo mutuo. Ma chi ha letto sia la relazione che l'articolato del disegno di legge all'attenzione dell'aula in questo momento, sa benissimo, se non è in malafede, che il mutuo è contratto dalla Regione, non dalle singole Aziende, così come previsto anche dalla legge di bilancio (artt. 5. e 6) e così come approvato dal Consiglio regionale nell'aprile scorso.
Quindi, a mio giudizio - e concludo - è ininfluente il risultato della relazione dell'ARES che dovrà essere consegnata alla Giunta regionale entro il 30 giugno, così come previsto dalla delibera, perché quella è relativa all'individuazione del patrimonio - che è un elemento di novità che, giustamente, persegue la Giunta regionale - ed era stata fatta in un'ipotesi di capacità di indebitamento delle stesse ASL per una quota di quel debito di cui, eventualmente, dovevano farsi carico direttamente, e soprattutto in ipotesi - ecco perché il riferimento patrimoniale - di un'operazione di cartolarizzazione del patrimonio della sanità e quindi delle singole Aziende, anche nell'eventualità che era stata evidenziata di un'Agenzia regionale.
Concludo, Presidente, con questa considerazione. Fatto salvo che le pregiudiziali di aspetto costituzionale non stanno in piedi, dovrebbe essere chiarito che è il nuovo art. 119 che lo impedisce, mentre la Regione ha operato con il vecchio art. 119, che dava questa possibilità. Essendo quindi, solo materia di discussione, di confronto di merito ed eventualmente oggetto di approvazione dell'aula quanto le ASL dovranno in quella forbice 50/70 - per chi ricorda il lavoro di Commissione, era quello che dovranno eventualmente accollarsi - credo che si possano, se la minoranza ritiene, rimuovere, come avevamo proposto, quelle pregiudiziali ed entrare veramente nella discussione di merito, dove ci confronteremo e dove la maggioranza e la Giunta regionale sono disposte a confrontarsi per cercare di fare il miglior provvedimento possibile, perché, di fatto Presidente, del merito stiamo già discutendo da un'ora e mezza. Allora tanto vale che arriviamo veramente alla discussione di merito e cerchiamo insieme, con un confronto magari molto acceso e aspro, di portare un provvedimento alla votazione da parte del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Per l'economia del lavoro, date le sospensioni e gli interventi sulla comunicazione del Presidente, vorrei cercare di capire se abbiamo avvicinato le posizioni o se dobbiamo riprendere la discussione dalla pregiudiziale n. 6). Al momento, la discussione è aperta sulle comunicazioni del Presidente.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Sembra che il Presidente abbia dato un contributo per cercare di chiarire.
Allora, proprio perché tutto sia chiaro, vorrei chiedere al Presidente di essere più esplicito, perché lei ha detto che il mutuo è già stato acceso con la vecchia legge. Allora, c'è una piccola contraddizione con quanto ha detto il Presidente del Gruppo di Forza Italia, Cattaneo, il quale ha affermato che se aspettiamo ancora un po' per l'accensione del mutuo noi pagheremo dei tassi di interesse maggiori.
Vorrei capire se questo mutuo è stato acceso oppure no. Prima domanda.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

No, non formalmente.



RIGGIO Angelino

Da chi è stato autorizzato ad accendere questo mutuo e quando? CATTANEO Valerio (fuori microfono) Con il bilancio.



RIGGIO Angelino

Ciò che è stato qui affermato, ovvero che le Aziende sanitarie non contraggono mutui, ma compartecipano con i loro fondi, è molto grave. In pratica, il Presidente della Giunta regionale ha detto che i fondi del Servizio sanitario nazionale servono non per erogare servizi, ma per pagare il mutuo dei debiti contratti dalla Giunta regionale. Questo è quello che è stato detto. I fondi del Servizio sanitario nazionale non serviranno per dare servizi sul territorio....



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

I chiarimenti offerti sono in piena sintonia con quanto emerge dalla relazione e dal testo del disegno di legge.
Vi è però l'espressione, già prima ricordata dal Consigliere Cattaneo nel rispondere alle osservazione del Consigliere Palma, che è un'argomentazione di zelo con cambio di campo. Prima si afferma che vi è un problema e poi lo si rimuove dicendo che il problema non esiste.
Subito dopo la frase letta dal Consigliere Cattaneo: "Le ASL e le ASO vengono perciò autorizzate a derogare..." ecc., si riprende la relazione (peraltro, l'apparente violazione della disposizione costituzionale è superata, qualora si consideri che la fonte deficitaria, che ha dato origine alle esigenze, è sorta in un arco cronologico antecedente precedentemente chiarito dal Presidente).
Su questo punto, quindi, c'è sicura chiarezza e non mi pare di dover indugiare oltre. Dobbiamo solo decidere se entrare o no nel merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Il giudizio politico è lo stesso espresso dal Consigliere Riggio, ma dal punto di vista tecnico-procedurale, mi pare che le posizioni all'interno della maggioranza siano tre. La più corretta è quella posta dal Presidente Ghigo, perché non si tratta di un mutuo che viene trasferito, ma di una compartecipazione di oneri finanziari, quindi non è vero quanto affermato prima dal Consigliere Galasso e dal Consigliere Cattaneo (che probabilmente non ha seguito bene la vicenda neppure in Commissione).
La situazione è in questi termini: il Presidente Ghigo ha chiesto l'autorizzazione alla Cassa Depositi e Prestiti di accendere un mutuo; l'ha chiesto dopo l'entrata in vigore del Titolo V della Costituzione; ha chiesto questo mutuo senza alcun tipo di autorizzazione da parte della Regione Piemonte. Credo che qualunque Presidente, anche se Governatore debba avere, per poter chiedere un mutuo, una legge di bilancio che glielo consenta. Allora, il bilancio della Regione Piemonte non prevedeva quel mutuo di 1.000 miliardi, quindi l'iniziativa del Presidente è stata sicuramente personale e interessante, nel senso che non c'era il bilancio...



(Commenti in aula)



SAITTA Antonio

No, lui ha chiesto questo l'anno scorso. Lui ha chiesto il mutuo, il Presidente...



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Ma non faccia il sofista, Consigliere Saitta!



SAITTA Antonio

Ma io non voglio fare il sofista, dico solo che...



SAITTA Antonio

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



SAITTA Antonio

Il bilancio era già approvato dalla Giunta!



SAITTA Antonio

No, il mutuo; il bilancio è stato ad aprile.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Comunque è stato in aula sei mesi.
La legge c'è, è stato approvato ad aprile ed è rimasto in aula sei mesi. Faccio una legge di bilancio e poi devo dire: "Aspetto"?



SAITTA Antonio

No, Presidente. Il fatto è che la richiesta di mutuo è avvenuta già parecchio tempo fa e che il progetto di bilancio, che contiene la proposta di 1.000 miliardi, era stato presentato dopo che la richiesta era avvenuta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

E' un reato?



SAITTA Antonio

No, io non dico che è un reato. Non sto dicendo che è un reato.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Ci siamo portati avanti!



SAITTA Antonio

No, ma io dico questo: siccome stiamo...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



SAITTA Antonio

Tu cambi quattro volte posizione, cerca di seguire un po' i ragionamenti: noi non avevamo neppure il bilancio, nel senso che il Presidente ha fatto una richiesta autonoma e solitaria! Il problema, secondo me, è in questi termini. Speriamo che poi la Cassa Depositi e Prestiti, qualora il Consiglio lo decida, conceda questo mutuo perché ci sono dubbi di interpretazione.
Al di là di queste questioni, resta il fatto che non credo, per le informazioni in mio possesso (che potrebbero anche essere sbagliate), che le ASL possano aver previsto, nei loro piani, gli oneri finanziari del mutuo. Come hanno fatto? Sulla base di cosa? Qui non c'è alcun elemento certo; non si sapeva né 30/50 o 70, quindi non so come i Direttori siano riusciti a fare le loro previsioni e che tipo di indicazione abbia dato l'Assessore alla sanità in ordine al piano aziendale, almeno che, Assessore, lei ci dica: "Abbiamo dato il 30%, il 50%" e allora constatiamo che il mutuo è stato richiesto, che le quote sono state definite e, se vogliamo registrare le decisioni assunte, lo possiamo fare.
Il problema, in ogni caso, è ancora più complesso. Come giustamente ricordava il collega Palma, qui noi indichiamo che, in via prioritaria, per il pagamento di questi oneri finanzieri, le ASL possono vendere.
Questo processo, però, non può essere casuale e la richiesta fatta allora all'ARES, da parte della Giunta regionale, non era una richiesta banale, non era solo una richiesta della capacità di indebitamento, ma era una richiesta in ordine alla capacità finanziaria, di ogni singola ASL, di affrontare questo onere finanziario.
Per quanto riguarda la questione della vendita, non può essere un'ASL a vendere e un'altra no: saremmo all'anarchia più completa.
Occorre avere un quadro di conoscenza - e credo che, a questo punto l'ARES dovrebbe avere qualche studio completato - in ordine alla capacità di indebitamento, perché vuol dire una conoscenza del patrimonio, magari diversa dal patrimonio che è stato indicato nei bilanci.
Probabilmente, avremmo la dimostrazione che le rate di ammortamento indicate nei bilanci di questi anni, prendono, come base di riferimento non tanto il patrimonio reale, quanto piuttosto un patrimonio catastale o più o meno stimato.
I problemi sono questi; stiamo parlando di questioni complesse che richiedono qualche punto fermo. Dopodiché, la scelta sicuramente può essere quella del mutuo, ma occorre avere la certezza sul patrimonio esistente e conoscere la capacità di indebitamento (perché possono anche compartecipare alla spesa, ma poi per altre spese devono accendere un mutuo).



PRESIDENTE

Abbiamo concluso la fase di informazione del Presidente e di dibattito sul merito.
Poiché non sono intervenute altre comunicazioni che riguardano la procedura, procedo con la discussione della questione pregiudiziale n. 6) sempre auspicando che le parti continuino il loro colloquio per trovare intese in corso d'opera.


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365: "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000", questione pregiudiziale di legittimità costituzionale n. 6 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino Ronzani, Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Caracciolo, Tapparo Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano: "Il d.d.l. 365 presenta questione di legittimità costituzionale in quanto nel merito in aperto conflitto con l'art. 41 della legge finanziaria 2002"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della questione pregiudiziale n. 6) presentata al disegno di legge n. 365 dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani, Muliere Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Caracciolo, Tapparo, Papandrea Tomatis, Contu e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto nel merito in aperto conflitto con l'art. 41 della legge finanziaria 2002".
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

La pregiudiziale è assolutamente di merito, Presidente, quindi non è corretto quanto affermato dal collega Cattaneo quando elencava come strumentare queste pregiudiziali, chiedendo di entrare nel merito.
Siamo assolutamente nel merito, perché con questa pregiudiziale, che fa riferimento alla legge n. 448/01, noi sosteniamo, di fatto, che il provvedimento "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità", è inopportuno.
Dopo il dibattito che si è svolto negli ultimi minuti, abbiamo avuto la conferma che è ritenuto inopportuno anche da una parte della maggioranza.
Abbiamo sentito quattro posizioni diverse: una non è stata espressa perch fuori dall'aula; un'altra è quella del Presidente Ghigo, un'altra ancora del Consigliere Galasso e l'ultima del Consigliere Cattaneo.
Abbiamo appreso che, in assenza di legge finanziaria, è stato avviato un qualcosa, c'è qualche pezzo di carta firmato, probabilmente a nome del Presidente della Giunta regionale, per accendere un mutuo.
Abbiamo appreso che il contendere nella maggioranza sta certamente sulla questione, per lo meno mediamo: 50/50, la Giunta dice 70/30, la maggioranza, per trovare un accordo, dice 50/50.
Ripeto, per noi il provvedimento è inopportuno, anche perché provoca una serie di guai che si aggiungono alla bugia perpetrata per due anni e mezzo per cui si diceva: "Non c'è disavanzo"; oggi, invece, si legge dappertutto: "Preso atto che il disavanzo è di..., quei 1.000 miliardi come facciamo a sanarli?". Lo dico in modo brusco. Adesso prendiamo atto che il Presidente Ghigo, la sua Giunta e la sua maggioranza, riconoscono che esiste questo disavanzo.
Detto questo, sosteniamo che le pregiudiziali che abbiamo presentato sono assolutamente necessarie. Riteniamo sia doveroso presentarle, non stiamo perdendo tempo e siamo convinti che le pregiudiziali facciano parte del nostro compito istituzionale.
Ripeto per l'ennesima volta: riteniamo che il provvedimento sia quanto meno inopportuno politicamente, ma anche illegittimo. Illegittimo perché è stato richiesto un mutuo prima che si approvasse una legge finanziaria di bilancio, perché riteniamo che le ASL e le ASO siano state massacrate più che abbondantemente dalla Giunta Ghigo (spero che il Presidente mi stia ascoltando). Le ASL hanno avuto prima un 10%, poi un ulteriore 8% di taglio, il tutto concentrato in diciotto mesi. Adesso si aggiungono queste amenità che il Presidente Ghigo ha descritto come: "Al massimo, sono 6 miliardi e qualcosa alle Molinette". Certo, ma sono anche 2 miliardi all'ASL 1, 3 miliardi e 400 milioni all'ASL 2, 2 miliardi e 900 milioni all'ASL 3 (scusate, continuo ancora ad esprimere le cifre in lire, ma è per procedere velocemente).
Continuiamo a porre una domanda legittima: come possono provvedere le ASL e le ASO a far fronte a questi oneri aggiuntivi, considerato che nei diciotto mesi precedenti hanno già avuto un salasso del 18% totale? Non è riconosciuto nemmeno questo, perché qui si raccontano solenni bugie: non bastava quel "pinocchio" che abbiamo regalato alcuni mesi fa, bisognerebbe costruirne uno grande come questo palazzo.
La domanda legittima e doverosa che poniamo con queste pregiudiziali è? Come fanno le ASL e le ASO a fare fronte a questo ulteriore salasso? E' stata fatta una ricognizione? In IV Commissione non è stata portata e nemmeno in I.
Noi opposizione diciamo: si tagliano altri servizi; alcune voci maligne dicono: non solo si tagliano altri servizi, ma si usa come una sanguisuga la sanità pubblica. I soldi vengono usati in questo modo e dall'interno si "succhiano" le strutture per fare spazio al privato. Possono essere molte le risposte.
Il Presidente Ghigo e l'Assessore D'Ambrosio sono in grado di dirci come hanno conteggiato? Come potrà essere fatto da parte delle ASL e delle ASO questo tipo di ripiano? Abbiamo legittimità, opportunità e dovere di porre le questioni.
La pregiudiziale n. 6) siamo assolutamente convinti che sia opportuna doverosa e necessaria.



PRESIDENTE

Passiamo alla pregiudiziale n. 7).



(Proteste da parte di alcuni Consiglieri)



PRESIDENTE

Consiglieri, si tratta di illustrazioni, il dibattito è alla fine.
Gli uffici mi stanno spiegando che le pregiudiziali si illustrano una per una, poi c'è un dibattito unico al quale interviene un Consigliere per Gruppo e una votazione unica, essendo tutte pregiudiziali di legittimità.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Non vorrei ricordare male, ma mi pare che sulle pregiudiziali pu intervenire un Consigliere per la minoranza e uno contro per la maggioranza.



PRESIDENTE

Vi leggo l'art. 63 del Regolamento "Questioni pregiudiziale e sospensiva e questione preliminare": "La questione pregiudiziale, cioè che un dato argomento non debba discutersi, e la questione sospensiva, cioè che la discussione debba rinviarsi, debbono essere proposte da un Consigliere prima che abbia inizio la discussione. Il Presidente ha tuttavia facoltà di ammetterle anche nel corso della discussione qualora la presentazione sia giustificata da nuovi elementi emersi dopo l'inizio del dibattito.
Tutte le questioni hanno carattere incidentale e la discussione non pu proseguire prima che il Consiglio si sia pronunciato su di esse. Su tali questioni può parlare soltanto un oratore per ciascun Gruppo consiliare.
In caso di concorso di più pregiudiziali il Consiglio procede a distinguere quelle di legittimità costituzionale e statutaria da quelle di merito; su ciascuna categoria si procede ad un'unica discussione, con le modalità di cui al secondo comma, e quindi a due separate votazioni.
In caso di concorso di più questioni sospensive comunque motivate ha luogo una unica discussione e il Consiglio decide con un'unica votazione e quindi, se questa è approvata, sulla durata della sospensione".
L'applicazione di questa procedura è che le pregiudiziali vengono illustrate e discusse un'unica volta. Naturalmente, una discussione sola un voto solo, riduce i tempi.


Argomento: Fondi sanitari

Proseguimento esame disegno di legge n. 365: "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000", questione pregiudiziale di legittimità costituzionale n. 7 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino Ronzani, Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Caracciolo, Tapparo Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano: "Il d.d.l. 365 presenta questione di legittimità costituzionale in quanto nel merito in aperto conflitto con l'art. 1 della l.405/2001" Questione pregiudiziale di legittimità costituzionale n. 8 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani, Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro Chiezzi, Caracciolo, Tapparo, Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano: "Il d.d.l. 365 presenta questione di legittimità costituzionale in quanto nel merito in aperto conflitto con l'art. 4 della legge 405/2001"


PRESIDENTE

Passiamo ora alle questioni di legittimità costituzionale n. 7 e n. 8 presentate dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani, Muliere, Manica, Saitta Marcenaro, Chiezzi, Caracciolo, Tapparo, Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

C'è un equivoco che spero non rimanga alla fine di questa discussione.
Ci è stato detto che le pregiudiziali che abbiamo posto hanno un carattere di tipo ostruzionistico. Invece sarà bene che la Giunta, così numerosamente rappresentata in questo momento, ci dia delle risposte convincenti altrimenti noi adiremo a tutte le autorità di controllo, perché questo provvedimento è incostituzionale e illegittimo. Non stiamo facendo manfrina! Non stiamo facendo ostruzionismo! Ci sono dei dubbi molto seri sulla natura e sulla caratteristica di questo provvedimento. La maggioranza stessa non sa di cosa stiamo parlando.
Il Consigliere Cattaneo, quando ha accennato al rischio che aumenti il tasso di interesse del mutuo, non conosce qual è lo stato, la caratteristica e la natura del mutuo. Il Consigliere Galasso ha detto: "Ho avuto delle assicurazione", ma da chi? Le assicurazioni o sono per tutti i Consiglieri, oppure non valgono per poter votare in Consiglio.
Per cortesia, che vengano portate in aula, tanto questo provvedimento viene rimandato. Si tratta di correttezza personale, Consigliere Galasso faccia arrivare la sua documentazione! GALASSO Ennio Lucio (fuori microfono) Quale documentazione? Ho detto che ho parlato ...



RIGGIO Angelino

Parlato con chi? Glielo ha detto Totò? Ma che discorsi sono?



GALASSO Ennio Lucio (fuori microfono)

Dica che non è d'accordo, non può dire una cosa diversa.



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Riggio, prosegua il suo intervento.



RIGGIO Angelino

Queste pregiudiziali sono reali, non sono ostruzionistiche.
In particolare, noi poniamo la pregiudiziale perché il disegno di legge n. 365 presenta questioni di legittimità nel merito in aperto conflitto con l'art. 4 della legge n. 405/01.
Leggo l'art. 4 perché possa essere chiaro. Se non avremo risposta, noi adiremo agli organismi di controllo e di tutela degli Enti regionali. Comma 1: "Relativamente all'anno 2001, per le finalità di cui al comma 4 dell'art. 83 della legge 23 dicembre 2000 n. 388, ai fini dell'anticipazione delle misure di copertura di eventuali disavanzi di gestione, l'accertamento di detti disavanzi è effettuato con riferimento ai dati di preconsuntivo entro 30 giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto".
Salto gli altri punti, per arrivare al 3 bis: "Limitatamente all'anno 2002, in deroga ai termini e alle modalità previsti dall'art. 50, comma 3 secondo periodo, del D.lgs. 15 dicembre 1997 n. 446, all'art. 24, comma 1 del D.lgs. 30 dicembre 1992, n. 504, le Regioni possono disporre la maggiorazione dell'aliquota dell'addizionale regionale all'imposta sul reddito delle persone fisiche e determinare i tributi regionali".
Questo è quanto è stato effettivamente fatto e quanto era consentito dal comma 4.
Non si fa riferimento alla possibilità di accendere il mutuo se non nel comma 4: "Al fine di assicurare la copertura della quota dei disavanzi relativi all'anno 2000 di pertinenza regionale in base all'accordo tra lo Stato e le Regioni" - citato nel comma 1 - "le Regioni sono autorizzate a contrarre, anche in deroga alle limitazioni previste dalle vigenti disposizioni, mutui con oneri a carico dei rispettivi bilanci".
Questo, apparentemente, consentirebbe un intervento per quello che riguarda il 2000, posto che fossero stati adempiuti tutti i provvedimenti prima dell'entrata in vigore del Titolo V della Costituzione, cosa che, di fatto, non è avvenuta, perché il bilancio è stato approvato il 3 aprile quindi ben dopo che era avvenuto tutto questo. Quindi, in questo caso, il comma 4 non vive.



PRESIDENTE

Il Consigliere Riggio, sottolinea che nel suo intervento ha illustrato anche la questione pregiudiziale n. 8 che recita: Questione n. 8 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani, Muliere Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Caracciolo, Tapparo, Papandrea Tomatis, Contu e Giordano: "Il disegno di legge n. 365 presenta questione di legittimità in quanto nel merito in aperto conflitto con l'art. 4 della legge n. 405/01".


Argomento:

Intervento del Consigliere Cattaneo per fatto personale, ex art. 60 del Regolamento


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo per fatto personale.



CATTANEO Valerio

Innanzitutto, per correttezza, le illustro il fatto personale, perch non voglio certamente chiedere la parola per fatto personale con destrezza per avere l'opportunità di intervenire.
Il Consigliere Riggio nel precedente intervento ha detto che non capisco o comunque che non ho detto correttamente quando mi riferivo al fatto che il mutuo non era ancora stato contratto.
E' il Consigliere Riggio che non capisce, è disattento e legge con superficialità, in quanto nel mio intervento ho detto, ed è verificabile signor Presidente, in questo momento dagli atti a disposizione di ogni Consigliere regionale, negli interventi che si sono succeduti.
Primo. Il Presidente della Giunta regionale aveva avviato la pratica precedentemente all'entrata in vigore della modifica costituzionale al Titolo V della Costituzione repubblicana.
Secondo. La Regione Piemonte era autorizzata a contrarre il mutuo dagli artt. 5 e 6 della legge di bilancio per l'esercizio finanziario 2002 approvata dal Consiglio regionale nell'aprile di quest'anno.
Terzo. Il mutuo non è ancora stato contratto.
Caro Consigliere Riggio, è sufficiente che lei abbia l'umiltà e la volontà di leggere gli atti, le due paginette a nostra disposizione, che sono state distribuite a tutti noi dai funzionari. Ad oggi, non è ancora stato contratto. La Regione è autorizzata; la Regione ha avviato la procedura a livello nazionale prima; la Regione porta oggi questo disegno di legge a firma della Giunta regionale, ma il mutuo non è ancora stato contratto.
Quindi, ha ragione il Consigliere Cattaneo, il sottoscritto, quando dice che il ritardo della contrazione di questo mutuo potrebbe incidere sulle spese dei piemontesi.
Se il disegno di legge n. 365, che è indispensabile per contrarre questo mutuo, viene approvato oggi, si può controllare il mutuo ai tassi di oggi; se veniva approvato quando noi volevamo, due mesi fa, era allo 0,5 in meno; se sarà contratto fra un mese, per vostra responsabilità, visto che oggi fate ostruzionismo - dall'antipasto che servite, visto che, con il vostro livore, avete intenzione di farlo anche domani - e i soldi dovessero costare mezzo punto o un punto in più rispetto alla data dell'11 giugno saranno, nel giro di dieci anni, alcuni miliardi di vecchie lire che i piemontesi dovranno spendere e che toglieranno gli investimenti alla gestione sanità per responsabilità vostra: su questo non c'è dubbio! La responsabilità dei 1.000 miliardi potrebbe essere nostra e lo abbiamo detto, ma l'aggravamento ulteriore dalla data di allora e di oggi è responsabilità vostra, senza ombra di dubbio, perché questo mutuo non è ancora stato contratto.



PRESIDENTE

Le conclusioni non le commento, la correttezza invece di quello che è stato ribadito corrisponde all'intervento del collega Cattaneo perché lo avevo sentito.


Argomento:

Intervento del Consigliere Riggio per fatto personale, ex art. 60 del Regolamento


PRESIDENTE

Il Consigliere Riggio chiede di intervenire per fatto personale, ma non mi pare che ci sia. Le do la parola per un minuto.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non è un ordine, ma posso fare un richiamo al Regolamento.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il Consigliere Cattaneo ha proceduto sulla base del Regolamento.
Adesso, per cortesia, un minuto, concludiamo il punto e passiamo alla questione n. 9).



(Commenti fuori microfono della Consigliera Suino)



PRESIDENTE

Adesso ne esaminiamo ancora una.



(Commenti fuori microfono della Consigliera Suino)



PRESIDENTE

Per cortesia! Consigliere Riggio, proceda!



(Commenti fuori microfono della Consigliera Suino)



PRESIDENTE

Collega Suino, per cortesia!



RIGGIO Angelino

Il Presidente Cattaneo diceva che le pratiche del mutuo non sono state avviate per responsabilità della minoranza; questo non corrisponde al vero.



RIGGIO Angelino

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



RIGGIO Angelino

Non deve essere bugiardo dopo tre minuti che ho parlato! Ho detto la verità!



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Per cortesia, questa questione potrà essere ripresa!



RIGGIO Angelino

Posso parlare?



PRESIDENTE

Quello che ha detto il Consigliere Cattaneo è registrato.
Consigliere Riggio, lei deve parlare per fatto personale, non per commentare!



RIGGIO Angelino

Non ho capito, il Consigliere Cattaneo mi interrompe e lei disturba me!



PRESIDENTE

Io ho detto al Consigliere Cattaneo di lasciarla proseguire.



RIGGIO Angelino

Presidente, non ho capito, mi interrompe lui e sono redarguito io?



PRESIDENTE

Prosegua!



RIGGIO Angelino

C'è un limite per dimostrare di essere super partes.



PRESIDENTE

Prosegua!



RIGGIO Angelino

Fino a prova contraria, il rinvio alla seduta di oggi è stato richiesto dalla maggioranza, la quale maggioranza, questo è stato detto...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Queste sono affermazioni, sono tutte agli atti, non ne avete bisogno se c'è troppo nervosismo, possiamo chiudere!



RIGGIO Angelino

E' stato richiesto dalla maggioranza, perché avevamo fatto una votazione e si era detto di continuare; poi, invece, nel pomeriggio, la maggioranza, di propria iniziativa, ha rinviato ad oggi. Di propria iniziativa! CATTANEO Valerio (fuori microfono) Ma si è bevuto il cervello? Come fa a dire una cosa così?



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Cattaneo!



RIGGIO Angelino

Ma come si permette!



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



RIGGIO Angelino

Quali sono gli atti? Ma come si permette? Ma perché ha bisogno di essere così cafone in un'aula istituzionale?


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.13)



< torna indietro