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Dettaglio seduta n.218 del 30/05/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, D'Ambrosio, Deorsola e Ghigo.


Argomento:

b) Approvazione verbali sedute precedenti


PRESIDENTE

Se non vi sono osservazioni, i verbali delle sedute dei giorni 22 e 29 gennaio 2002, 5, 12, 19 e 26 febbraio 2002, 5, 6, 12 marzo 2002, si intendono approvati.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Il Consigliere Cattaneo mi aveva chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori. Prego, ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente.
Come maggioranza, abbiamo valutato l'esigenza rappresentata questa mattina dall'opposizione riguardo alla presenza del Presidente della Giunta regionale per il proseguimento della discussione di questo provvedimento (disegno di legge n. 365 "Predisposizioni per la copertura del disavanzo della sanità - anno 2000").
Pur restando fermi sulle nostre convinzioni che questo provvedimento non nasce come un fungo quest'oggi, ma nasce da un confronto in Commissione prima e successivamente in Consiglio regionale in più occasioni, e visto che ci sembra di intuire - ma il Presidente Chiezzi in particolare ce ne ha dato un'interpretazione autentica -che la presentazione di una serie significativa di pregiudiziali di merito e costituzionali sia solo ed esclusivamente indirizzata al fatto che si vuole ottenere la presenza del Presidente della Giunta regionale, riteniamo di proporre alla Presidenza la sospensione della trattazione del provvedimento e di calendarizzarlo per il prossimo Consiglio regionale, facendosi carico il rappresentante della Giunta regionale di fare in modo che il Presidente della Giunta regionale sia presente, e quindi di proseguire, se l'aula acconsente, alla trattazione degli altri punti all'o.d.g. presenti sulla convocazione del Consiglio regionale odierno.



PRESIDENTE

Direi che l'aula acconsente; ricalendarizzeremo la trattazione del punto.
Colleghi, era prevista adesso la trattazione del provvedimento licenziato dalla Commissione; materialmente, è in preparazione, poiché la Commissione è appena finita, bisogna chiuderlo, sistemarlo, ecc.
Allora chiedo all'aula se acconsente ad andare avanti con il punto 7) relativo ai cantieri di lavoro. Va bene.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Proposta di deliberazione n. 317: "Legge regionale 18 ottobre 1984, n. 55 e successive modifiche ed integrazioni 'Impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro di Enti locali' art. 4: delibera quadro e contributi regionali relativi all'anno 2002"


PRESIDENTE

Esaminiamo quindi il punto 7) all'o.d.g.: "Proposta di deliberazione n.
317".
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente. Con la proposta di deliberazione in questione, si prevede il riparto fondi e la regolamentazione per il 2002 a favore degli Enti locali e delle realtà provinciali per quanto riguarda i cantieri di lavoro.
C'è stato un ampio dibattito in Commissione, durante il quale sono state fatte valutazioni sia per quanto riguarda la deliberazione in oggetto sia in particolare per quello che riguarda le tipologie di soggetti che rientrano nella deliberazione in oggetto.
Vorrei ricordare che, rispetto a quello che era il trend delle deliberazioni degli anni precedenti, in questa deliberazione sono stati aggiunti, tra i soggetti deboli sul mercato del lavoro e quindi tra coloro che vengono individuati per i cantieri di lavoro, i disoccupati che abbiano maturato il cinquantesimo anno d'età entro il 31 dicembre 2001. E' un po' il richiamo che abbiamo sull'altro fronte per la partita che riguarda i lavoratori socialmente utili; ricordo che, per quanto riguarda i lavoratori socialmente utili, al 31 dicembre erano in carico 308. La stessa norma nazionale faceva questa distinzione sui lavoratori che avevano maturato il cinquantesimo anno d'età ai fini di un accompagnamento morbido al pensionamento, quindi questa è l'aggiunta regolamentare significativa di questa delibera.
Durante la Commissione è stata anche distribuita una tabella che raffronta gli interventi che sono stati fatti nei cantieri di lavoro a partire dall'anno 1994 (valutata anche come metro di confronto) significando come il meccanismo dei cantieri di lavoro sia una valvola di sfogo importante per alcune tipologie di fasce deboli e utile alle Pubbliche Amministrazioni per svolgere alcune funzioni che hanno natura di temporaneità, ma rilevanti nello svolgimento delle proprie attività amministrative ed istituzionali.
In quella sede si è anche svolta una valutazione che prevede l'impegno della Giunta a presentare una nuova norma volta alla riforma della 55/84 che in questo caso comincia ad essere un po' obsoleta proprio per quanto riguarda i meccanismi dei cantieri di lavoro, a fianco di valutazioni che riguardano complessivamente i nuovi strumenti che la politica attiva del lavoro mette a disposizione e anche nell'ottica di una riforma di quelli che possono essere i meccanismi di ammortizzatore sociale.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore.
Chiedo se ci sono interventi su questa delibera. Prego, Consigliere Contu, prenda pure la parola.



CONTU Mario

Presidente, devo dire che questa proposta di deliberazione non l'ho seguita direttamente in Commissione, però temporalmente si colloca in un periodo di grave preoccupazione sul futuro occupazionale di una parte consistente del settore manufatturiero come è quello della FIAT.
Su questo terreno mi ha colpito particolarmente l'ultimo passaggio dell'intervento dell'Assessore Pichetto, in riferimento agli ammortizzatori sociali.
E' evidente che questi provvedimenti sono provvedimenti tampone, mirati soprattutto a intervenire sulle fasce deboli del mercato del lavoro. Credo che non sia inopportuno ricordare che questa materia, che ogni anno noi affrontiamo improntandola all'occasionalità dell'atto di scadenza in relazione alle risorse da impegnare, necessiti forse, proprio per le caratteristiche di esaurimento che pare stia acquisendo, una maggiore attenzione.
Guardi, Assessore, io non so se i colleghi sono d'accordo, ma la modalità di organizzazione dei lavori consiliari, per quanto riguarda il nostro Gruppo, ci fa trovare un po' impreparati, in quanto prevedevamo che per oggi questo punto all'o.d.g. non sarebbe stato trattato. Facevamo un cenno col Consigliere Chiezzi se fosse possibile concederci almeno 20-30 minuti per una lettura più precisa del testo, in modo che al limite si possano, attraverso il dibattito e attraverso qualche suggerimento avanzare magari delle proposte che possano aiutare a migliorare il testo.
Questo sapendo una cosa, Assessore: che noi non siamo assolutamente contrari affinché questo provvedimento venga diluito nel tempo, anche perché le Province e i soggetti attuatori credo abbiano bisogno assolutamente che si sblocchino queste risorse.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati

Proposta di deliberazione n. 202: "Presa d'atto della soppressione dei Settori territoriali dell'agricoltura, articolazioni della Direzione Sviluppo dell'agricoltura"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 202, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione della deliberazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura

Dal 1° gennaio 2001 sono stati soppressi i settori territoriali regionali dell'agricoltura, in quanto le funzioni sono passate alle Province (avevamo sei settori territoriali: Asti, Alessandria, Cuneo Novara, Verbania, Vercelli, Biella e Torino).
La deliberazione è molto semplice: prende atto che dal 2001, sono soppressi i settori territoriali dell'agricoltura.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Va tutto bene, vorrei solo che l'Assessore mi spiegasse come mai compiamo questo atto. "Prendere atto che sono soppressi", ma se sono soppressi non c'é bisogno di prenderne atto. Ci spieghi questa cosa un po' "democristiana". Ci dica: "sono soppressi", allora non tormentateci, se invece, non sono soppressi non ne prendiamo atto, ma decidiamo di sopprimerli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Muliere ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Il passaggio di competenze dalla Regione alle Province non è stato indolore. Alle Province dovevano passare, e sono passati, personale e risorse. Dico "dovevano" perché in qualche caso il passaggio ha creato qualche problema, soprattutto per come è stato collocato il personale.
Ricordo alcuni incontri in Sala Viglione, uno in particolare con il personale dell'agricoltura della Regione che doveva passare di competenza alle Province con qualche problema anche di carattere sindacale contrattuale. Anche per quanto riguarda le risorse - si parla di ritardi in questo caso - c'é stato qualche problema. Potrebbe essere l'occasione per una comunicazione dell'Assessore al Consiglio non soltanto perché sono stati soppressi degli uffici, ma per riferire qual é lo stato dell'arte e quale giudizio dà la Giunta sul passaggio di personale, competenza e risorse.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura

Devo precisare che questo provvedimento è di origine dell'Assessore al Personale. Intervengo perché sono informato sui fatti e quindi sono in grado di parlare a nome della Giunta regionale (l'aveva predisposto il Consigliere Burzi, quindi ogni sospetto di democristianità penso sia da allontanare).
E' certamente un provvedimento che chiude un cerchio. E' stata portata avanti la legge di trasferimento agli enti locali; nel quadro regionale erano previsti questi settori in base alla legge n. 51 ed è solo il Consiglio che può cancellare dall'elenco questi settori. Anche se il trasferimento, in base ad un'altra legge, è già avvenuto dal 2001. Questa è la chiusura burocratico, formale se così vogliamo definirla.
Nel merito delle questioni che poneva il Consigliere Muliere, devo dire che, a mio avviso, in Regione Piemonte nei trasferimenti alle Province non abbiamo lesinato. Rispetto a quello che ha fatto lo Stato nei nostri confronti dove, alla fine, è avvenuta qualche decurtazione, anche se non rilevante, ma certamente nulla di aggiuntivo.
Nella Conferenza Regioni Enti locali, invece, sono state raggiunte delle intese per cui si sono integrati, anche se non in modo rilevante, ma in modo significativo, alcuni trasferimenti. Soprattutto in agricoltura c'erano alcune Province che lamentavano carenze croniche. Solo qualche giorno fa mi ricordava il direttore dell'agricoltura, che si è proceduto sulla base di un organico anche un po' virtuale, cioè con qualche opposizione da parte di quelle Province che mettevano in risalto storiche situazioni di non adeguatezza di organico.
Ritengo che in questo modo si sia andati incontro a quelle esigenze tant'é che in questo anno e mezzo il meccanismo ha funzionato e devo anche riferire al Consiglio che la legge di trasferimento dell'agricoltura ha costituito un Comitato dell'agricoltura, composto dalla Regione, dalle Province e dalle Comunità montane, in rappresentanza, mentre le Province sono tutte rappresentate ed anche le organizzazioni professionali.
In questo Comitato, che è simile al Comitato nazionale Ministro Regioni, vengono discussi tutti i provvedimenti e naturalmente presentate le eventuali istanze sotto il profilo dell'adeguatezza delle risorse.
L'anno scorso abbiamo adeguato il capitolo 16005 del bilancio (quello dei trasferimenti); devo dire che l'unica Provincia che ancora solleva qualche problema è quella di Cuneo, ma soprattutto in rapporto ad una crescita interna quantitativa della produzione agricola, e non tanto in base alla questione dei trasferimenti. Questo, per certi versi, è positivo è chiaro che il trasferimento fotografava una determinata data, in seguito alla quale potranno esserci Province meno interessate da attività ed evasione di pratiche e quant'altro ed altre che, in prospettiva, potranno essere più interessate.
Il Piano di sviluppo rurale 2000/2006 prevede una serie di misure, che sono a domanda, pertanto alcuni imprenditori agricoli potrebbero presentare maggiori richieste in una Provincia piuttosto che in un'altra.
Quando il discorso era regionale, tutto si compensava; adesso la questione potrebbe sembrare un tantino meno gestibile, ma non è così perch come abbiamo visto - la compensazione c'è, perché le grandi Province hanno una capacità di assorbire al proprio interno eventuali sollecitazioni di questo tipo.
Ritengo, quindi, che la legge 17, che stabiliva la delega alle Province e alle Comunità montane, sia una legge che ha funzionato e che sta funzionando e penso che non ci siano particolari questioni da rilevare salvo che ognuno di noi, quando parla del proprio lavoro - lo facciamo anche noi verso lo Stato - tende sempre a dire che se ci fossero maggiori risorse, anche di personale, le cose andrebbero meglio.
Credo che in termini di equità si sia raggiunto un equilibrio sicuramente accettabile.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura

Assessore, non ha risposto...



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Collega Chiezzi, lei era momentaneamente disattento! All'inizio ho detto che è necessario farlo, ai sensi della legge 51 perché nell'organigramma erano previsti questi settori. A questo punto bisogna toglierli e questo può farlo solo una deliberazione formale.
Oggi ci sono dei settori nominalmente costituiti, ma vuoti, perché il personale, in base a un'altra legge, è stato trasferito alle Province.
Dobbiamo, pertanto, cancellare, burocraticamente e formalmente dall'elenco dei settori quei settori che nel frattempo si sono svuotati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi, per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

In alternativa, Presidente, posso chiederle un minuto di tempo per potermi avvicinare al banco dell'Assessore? Scelga lei, per me è uguale.



PRESIDENTE

Va bene, concedo un minuto di sospensione.



(La seduta, sospesa alle ore 15.22 riprende alle ore 15.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende .
Abbiamo concluso la discussione generale sulla deliberazione n. 202.
E' stato presentato un emendamento da parte del Consigliere Chiezzi che recita: sostituire dopo la parola "delibera", la frase "di prendere atto che con effetto dall'11/1/2001", con la frase "di sopprimere con decorrenza 1/1/2001".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura

Ringrazio per la collaborazione il collega Chiezzi. Il parere ovviamente è favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento del Consigliere Chiezzi.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'intera deliberazione - come emendata - il cui testo, a mani dei Consiglieri verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso Il Consiglio approva.


Argomento: Province - Formazione professionale

Iscrizione all'o.d.g. ed esame disegno di legge n. 385: "Partecipazione della Regione Piemonte alla ristrutturazione degli enti di formazione professionale e disposizioni in materia di trasferimento di funzioni alle Province"


PRESIDENTE

Con il consenso dell'Aula, passiamo all'esame del disegno di legge 385: "Partecipazione della Regione Piemonte alla ristrutturazione degli enti di formazione professionale e disposizioni in materia di trasferimento di funzioni alle Province" appena licenziato dalla Commissione competente.
E' relatore il Consigliere Angeleri, che ha facoltà di intervenire.



ANGELERI Antonello, relatore

Presidente e colleghi Consiglieri, l'art. 77 della legge regionale 26/4/2000, n. 44 (Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112) conduce a compimento il processo di conferimento alle Province di funzioni amministrative in materia di formazione professionale, attribuendo agli Enti locali, sopra citati ulteriori competenze di natura gestionale che, per espressa disposizione legislativa, si affiancano alle funzioni di natura programmatoria e consultiva già a suo tempo riconosciute alle Province da parte dell'art. 9 della legge regionale n. 63 (Disciplina delle attività di formazione e orientamento professionale).
Al fine di attribuire alle Province un panorama di risorse umane che consentisse a tali Enti l'adeguato e soddisfacente adempimento delle molteplici funzioni individuabili nel complesso normativo sopra identificato, le Agenzie formative di cui all'art. 11 della legge regionale 63/95 hanno da tempo provveduto a distaccare presso le Province parte del proprio personale di ruolo, che ha progressivamente garantito l'espletamento delle competenze provinciali.
La situazione attuale fa peraltro emergere l'opportunità di conferire stabilità ai profili professionali del personale indicato attraverso la prosecuzione dei rapporti di lavoro con gli Enti che tali prestazioni hanno beneficiato, dal momento che, inoltre, l'eventuale rientro del suddetto personale presso le Agenzie formative di provenienza, con il conseguente carico retributivo, comporterebbe una vistosa incoerenza economica con i progetti di ristrutturazione che tali Enti, anche in vista dell'adeguamento ai requisiti da conseguire per l'attuazione del processo di accreditamento delle Agenzie formative, sono tenuti a presentare al fine di beneficiare dei finanziamenti statali determinati dall'art. 118, comma 9, della legge 23/12/2000, n. 388 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato - Legge Finanziaria 2001).
La finalità della legge regionale di cui si chiede l'approvazione all'aula consiliare è pertanto duplice. Da un lato ci si propone di conferire alla Regione un ruolo attivo nel flusso di sostegno nei progetti di ristrutturazione degli Enti formativi, attraverso lo stanziamento di un incentivo aggiuntivo rispetto ai finanziamenti statali di cui alla citata legge 388/2000; dall'altro lato si prevede la traduzione normativa del processo di immissione del personale degli Enti formativi nei ruoli delle Province, attraverso appositi concorsi riservati e banditi dalla Regione.
Per il raggiungimento di tale duplice scopo, quindi, l'articolo 1 della legge prevede che la Regione Piemonte contribuisca ai progetti di ristrutturazione degli Enti di formazione, con una prima somma annua finalizzata a rimuovere le criticità degli Enti, dovute ad esubero di personale.
All'articolo 2 è previsto che gli Enti di formazione, sulla base di apposite convenzioni, abbiano, alla data del 15 ottobre 2001, distaccato personale presso le Province e/o presso la Regione, possano prevedere, nei progetti di ristrutturazione, la fuoriuscita di detto personale, che viene utilizzato dalla Regione mediante assegnazione alle Province, e conseguente inserimento nei ruoli provinciali, previo superamento di un concorso bandito e gestito dalla Regione.
All'articolo 3 vengono precisate le modalità esecutive del processo di ruolizzazione, mentre con l'articolo 4 viene garantita la ripartizione alle Province delle risorse finanziarie finalizzate alla corresponsione di trattamenti al personale interessato.
L'articolo 5, infine, definisce la disposizione finanziaria, attraverso la quale viene identificato, dal punto di vista tecnico-finanziario, lo stanziamento a bilancio degli oneri conseguenti all'applicazione del provvedimento, secondo le previsioni contabili delineate dalla legge regionale 11 aprile 2001, n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte).
Dal punto di vista istruttorio si ricorda che il provvedimento è stato licenziato con parere favorevole dalla VII Commissione consiliare destinataria dell'assegnazione in sede referente, ed ha ricevuto parere favorevole da parte delle Commissioni consiliari I e VIII, a cui il disegno di legge è stato assegnato in sede consultiva.
Per i motivi suesposti, chiediamo l'approvazione di detto provvedimento.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, mesi fa abbiamo approvato la legge n. 44, con la quale si trasferiva alle Province una serie di competenze, tra cui quella relativa alla formazione professionale. Sulla base di tale dispositivo di legge, le Province hanno, giustamente, richiesto alla Regione, nel corso di questi mesi, risorse umane e finanziarie per poter esercitare fino in fondo questa competenza. In questo quadro si è deciso di normare, in via definitiva, il rapporto di lavoro esistente tra gli ex dipendenti degli Enti di formazione e le Province medesime, presso le quali una parte di tali dipendenti, da tempo, svolgevano la loro attività. Sono, come ricordava il collega Angeleri, circa 68 persone, ripartite e distribuite tra le varie Province, per le quali, con il provvedimento che oggi adottiamo, entreranno, a tutti gli effetti, a far parte della pianta organica delle Province.
Non abbiamo nulla da obiettare nei confronti di questo provvedimento che nasce da un accordo tra le organizzazioni sindacali e le Province medesime, ma vorrei sollevare una questione (che fa il "paio" con quanto sollevato prima dal collega Muliere, riferendosi al settore dell'agricoltura) sul fatto che le Province, che hanno in carico 68 persone provenienti dagli Enti di formazione, abbiano la possibilità di inserirle nella loro pianta organica, dove continueranno ad esercitare il loro lavoro nel settore della formazione.
Il problema, però, riguarda come le Province piemontesi siano nelle condizione di esercitare, per davvero e fino in fondo, questo tipo di competenza. Questo provvedimento, per quanto necessario e utile, risolve solo in parte la questione, perché è necessario essere assolutamente consapevoli della presenza di una discrasia, non solo in questo campo, ma anche in altri.
Tra le competenze che abbiamo scientemente deciso di attribuire alle Province in una serie di campi, vi è il fatto che spesso tali Province si ritrovano in difficoltà, nell'esercitare tali competenze, per la mancanza o la inadeguatezza di materia necessarie, come le risorse umane e finanziarie.
Facendo parte dell'VIII Commissione, ho avuto occasione di visitare gran parte della regione Piemonte e ho verificato, insieme agli Amministratori, lo stato di attuazione della legge n. 44. Comuni e Province hanno sollecitato l'ente Regione ad affrontare questo problema; problema che, giustamente in base alla legge n. 44, abbiamo prospettato. Seppur con molti vizi di centralismo, tale legge prevede una riorganizzazione delle competenze a livello provinciale e comunale, salvo poi scoprire che non sempre a questa scelta, giusta da un punto di vista normativo, hanno corrisposto scelte, per quanto riguarda le risorse umane e finanziarie capaci di proseguire nel processo di decentramento amministrativo.
Per tutti questi motivi ritengo che, ferma restando la convinzione di dover approvare oggi questo provvedimento, sia giusto ricordare che esso normerà una situazione già esistente che andava regolata, ma che rimarrà comunque, aperto il problema di mettere le Province, in questo come in altri campi, nella condizione di esercitare, fino in fondo e adeguatamente le competenze che le abbiamo trasferito.
Da questo punto di vista, approfitto per invitare la Giunta a predisporre un bilancio. La legge n. 44 ha un articolo che impone al Consiglio e all'Amministrazione regionale di predisporre, dopo un anno, il punto della situazione. Credo che non sia più audibile l'esigenza di predisporre un bilancio (e si richiama la legge n. 44).
Approvando, tempo addietro, questo provvedimento, abbiamo trasferito alle Province risorse umane e finanziarie, ma in molti settori sappiamo che sono inadeguate perché c'è, da questo punto di vista, una riserva e una critica da parte degli Enti locali e delle Province.
Vorrei anche segnalare l'esigenza di aprire, a partire da questa vicenda, una riflessione predisponendo un bilancio. Occorre, come ad esempio nel campo della formazione, che tutti considerano assolutamente strategica, ma rispetto alla quale le Province sono uno snodo fondamentale che le Province stesse siano in grado di esercitare fino in fondo tale funzione.
Detto questo, dichiaro il voto favorevole, da parte del nostro Gruppo al provvedimento in esame.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Rispetto alla lettura che ha dato il collega Ronzani, vorrei provare a dare una lettura da un altro punto di vista, che è quello di chi, nella formazione professionale, opera e lavora.
indubbio, come sosteneva il Consigliere Ronzani, che la materia ha bisogno di una serie di adeguamenti, anche in relazione alle nuove competenze attribuite alla Regione.
Credo che la Regione, sinora, abbia fornito un supporto notevole per quanto concerne i Piani corsi e i Piani formativi, anche perché, di fatto pur essendo passati di competenza alle Province, queste ultime ancora non hanno né i mezzi né le possibilità per poter procedere in proprio.
Quindi condivido quest'approccio, anche perché in relazione alle nuove funzioni attribuite alle Province è evidente che esiste la necessità di personale specializzato. Questo personale sicuramente può provenire dal mondo della formazione professionale, che sta attraversando un periodo di crisi mica da poco, nel senso che, anche in relazione al disposto dell'art. 118 della Finanziaria, tutto il piano di ristrutturazione degli Enti è ancora molto aleatorio. Mi pare che questo si collochi in un primo intervento, da parte della Regione, che consente di dare risposte agli esuberi del personale. Quindi, collega Ronzani, credo che sia un po' una boccata di ossigeno per gli enti formazione professionale che hanno enormi difficoltà: ma a tenere che cosa? A tenere soprattutto un mercato - perch questo è diventato la formazione professionale - che ha delle perturbazioni non da poco.
Lei sa che è aperta tutta la vicenda relativa al Contratto Collettivo di Settore, sulla quale approfitto della discussione di questo testo normativo affinché lei si faccia portavoce e la Regione Piemonte cerchi, su questo terreno, di porre un certo ordine.
La concorrenza sleale che si sta determinando in questo settore ha degli effetti sul mercato del lavoro estremamente preoccupanti.
Guardi che oggi, per operare nel mercato della formazione professionale, basta che qualche imprenditore della formazione abbia solo un po' di spirito di imprenditorialità: mette su una piccola unità abitativa, che abbia camera e tinello, un nome "Agenzia Formativa", ed entra nel mercato del lavoro, per concorre, quindi, alle proposte del piano delle offerte formative. Questa unità è in grado di acquisire, in poco tempo, personale, in numero anche rilevante, magari attraverso l'utilizzo delle norme pur previste dalle leggi, che sono i contratti di collaborazione coordinata e continuativa e tutte le altre forme che noi ben conosciamo, mettendo sostanzialmente in difficoltà tutti gli Enti storici che, invece, oggi, rispondono al Contratto Collettivo Nazionale e hanno oneri rilevanti e anni e anni di investimento anche nella formazione del proprio personale.
Io non sono per mantenere l'esistente così com'è, perché vi è la consapevolezza che il settore della formazione professionale ha bisogno di un piano straordinario di interventi per favorire l'aggiornamento e la riqualificazione del personale. Comunque, questa tranche di personale che transita alle Province, è da noi valutata positivamente, anche perché con l'attenzione che abbiamo avuto in Commissione, mi sembra che siano tutelate da questa norma anche i trattamenti del personale in relazione ai diritti acquisiti alla data presa come riferimento per consentire il passaggio dagli Enti di formazione professionale alle Province.
Mi pare anche, Assessore, di aver compreso dal testo che sarà la Regione che si farà carico di bandire i concorsi. Se non erro, la scelta che è stata operata è quella di agire per titoli e per esperienze maturate nel settore.
Coniugare l'intervento previsto dall'art. 118 della Finanziaria con i bisogni manifestati da parte degli Enti di formazione professionale, con la sanatoria - perché di questo si tratta - di lavoratori che operano con competenza già da anni all'interno della Provincia, credo che sia un atto dovuto e su questo (ci succede raramente in quest'aula) noi esprimiamo il nostro voto favorevole relativamente a questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, Assessori e colleghi, con questo atto siamo giunti in una fase terminale della storia della formazione professionale italiana, che vide le Regioni ereditare un sistema complesso e confuso di Enti e di realtà che, negli anni Cinquanta e Sessanta, svolgevano formazione professionale.
A metà degli anni Novanta è avvenuta una rottura di quel vecchio sistema, che aveva un po' i caratteri della formazione parascolastica (formazione professionale di primo livello con caratteri a volte anche sociali). Sostituiva e surrogava carenze della scuola e dei percorsi scolastici delle categorie più disagiate della marginalità sociale e dall'altro lato, i primi passi del secondo livello di formazione professionale.
Si dice che la formazione professionale si misura col mercato, e ahimé, abbiamo sentito, nel dibattito che la Giunta regionale ha organizzato sulle prospettive della formazione professionale, come venga "stiracchiato" questo mercato, da parte degli interessi che vi operano.
Ecco che noi siamo un po' nella fase terminale. Questo è un provvedimento di soccorso ai tradizionali Enti di formazione professionale, perché in questa fase si trovano sovradimensionati. È come se fosse un ammortizzatore sociale, quasi come se discutessimo degli esuberi della FIAT: questi sono esuberi della formazione professionale.
Come li trattiamo, in sostanza? In tutto questo, appare proprio un processo molto asettico. Dove sta la Regione? Che disegno c'é nella formazione professionale? scaricato tutto alle Province. Siccome ritengo che la formazione professionale sia una leva di politica industriale, quanto, come e in che forme la Regione Piemonte intende utilizzarla? Non è una funzione burocratica che gira alle Province e poi tutto si muove e ci saranno i nuovi Enti, molto più aggressivi magari di quelli vecchi, che vanno a pescare le risorse e le opportunità.
Sarebbe stata l'occasione, seppure di un provvedimento con il carattere di aiuto e di salvataggio di alcune situazioni, per piazzarci qualche elemento (almeno nella relazione o nell'intervento dell'Assessore) o un qualcosa che dica: ma questa è una leva di politica industriale che serve a intervenire sul territorio nelle varie situazioni (vedi il distretto dell'auto) in difficoltà. Cioè quando lei siede ad un tavolo, la leva della formazione professionale è una leva che gioca la Regione, o è un processo che si muove con un certo spontaneismo, dove tutti pescano a seconda che siano più capaci o meno? Vi è, inoltre, anche la forma di scrittura della norma che è da chiarire: quando si dice che, a sostegno dei programmi di ristrutturazione degli Enti di formazione, la Regione Piemonte interviene con una prima somma di Euro 2.066.000, cosa significa "con una prima somma"? Che questo è un processo che necessiterà altre tappe? Perché parrebbe di capire così.
Si dice: "La somma è finalizzata a rimuovere le criticità degli Enti di formazione professionale", ma il termine "criticità" lo si poteva inserire nella relazione, nel testo di un articolo; il termine "criticità" è criptico, dice e non dice.
E' una norma, quindi deve essere chiara nell'applicazione e avere una definizione corretta. Anche un passaggio, che ovviamente mi vede d'accordo è difficile; si creano delle situazioni umane, anche per i vecchi enti della Formazione Professionale, di grande difficoltà. Questo è un provvedimento che, giocato così, è una cosa minima, è una cosa che fa perdere ulteriormente una opportunità alla Regione.
Io, come oppositore a questa maggioranza, dico che questa maggioranza non è in grado, nella Formazione Professionale, di usarla come leva di politica economica e industriale. La delega alle Province è stata una forma per scaricare degli oneri, degli adempimenti, delle gestioni. Si ha un po' il senso che nella Formazione Professionale la Regione abbia fatto un atto di liberarsi di una serie di adempimenti e di lavorare solo al trasferimento delle grandi grandezze finanziarie. Credo che in questo senso stiamo compiendo uno sbaglio.
E' chiaro che la parte operativa, quella di dettaglio sul territorio è una parte che non dovrebbe più competere a noi, ma la forte capacità di caratterizzare le scelte, di orientarle e di selezionarle, dovrebbe essere ancora in mano alle Regioni.
Se non si tratta di una operazione che esaurisce il problema, che cosa significa che è la prima somma destinata alle criticità degli Enti locali? Che cosa vuol dire? Vorrei capire. Tra un anno abbiamo un'altra somma sempre destinata alle criticità misteriose? Sarebbe bene che l'Assessore facesse chiarezza in questo senso.
E' una situazione certamente non tranquilla della Formazione Professionale, con molti interessi, spesso voraci, che ci operano sopra.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e ai docenti delle Scuole superiori "V. Monti e V. Gioberti" di Asti


PRESIDENTE

Saluto i ragazzi della scuola superiore "V. Monti e V. Gioberti" di Asti con i compagni delle classi gemellate di New York che sono venuti a farci visita in Consiglio regionale.


Argomento: Province - Formazione professionale

Iscrizione all'o.d.g. ed esame disegno di legge n. 385: "Partecipazione della Regione Piemonte alla ristrutturazione degli enti di formazione professionale e disposizioni in materia di trasferimento di funzioni alle Province" (seguito)


PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi dichiaro chiusa la discussione generale e do la parola all'Assessore Picchetto per la replica.



PICHETTO Gilberto, Assessore alla formazione professionale

Ringrazio i colleghi che sono intervenuti e mi permetto, rispondendo di fare alcune considerazioni.
Innanzitutto è vero, il provvedimento si inserisce nell'attuazione, non direi della legge n. 44, ma della legge n. 63, la legge originaria sulla Formazione Professionale. Un intervento che ha previsto un cambiamento di pelle del sistema, sulla quale poi è arrivata la legge n. 44 che ha previsto anche un trasferimento di funzioni. Con soddisfazione devo dire che dal 1° gennaio 2002 queste funzioni sono state trasferite alle Province.
Il provvedimento è anche un atto di regolarizzazione di una situazione che si era creata negli anni e che ha visto il concorso, direi molto collaborativo, degli Enti locali - in questo caso delle Province - e delle parti sociali, nello svolgere anche una funzione rilevante, citata da alcuni interventi, quale quella di come si possano utilizzare norme, come la legge n. 118 e i suoi antecedenti, come ammortizzatore sociale in senso di rilocalizzazione utile. Queste persone che avevano una professionalità di settore - grazie alla loro professionalità e con ulteriori riqualificazioni mirate alle nuove funzioni - sono state accompagnate ad una nuova collocazione. Questo ritengo sia un atto importante.
Perché "anticipazione"? Perché assistito con i fondi dell'assistenza tecnica nei tre anni scorsi e, nella partita del trasferimento delle funzioni, attuata dal 1° gennaio 2002. Il nuovo riparto della legge n. 118 con l'ultima parte di ristrutturazione degli Enti, fa riferimento più specifico alla modernizzazione della struttura degli Enti. L'aggancio della legge è fatto sulla legge n. 118 della finanziaria del 2000.
Mi sia permesso fare anche un'altra considerazione. L'ultimo intervento del Consigliere Tapparo dava lo scenario di una Regione che si è liberata della gestione trasferendola alle Province, che fa solo il trasferimento fondi, ecc. Devo dire che, peraltro, molte accuse sono state di senso esattamente opposto: avendo mantenuto la Regione gli atti forte di indirizzo, si dice che la stessa abbia trasferito la pura gestione, senza alcuna libertà locale. Personalmente, ritengo di essere nel giusto, la posizione è proprio quella mediana, nel senso che ci sono spazi e c'é un impegno molto serio da parte delle Province di crescere insieme.
Una parte del personale è quello che viene ruolizzato, o verrà con questo concorso, una parte del personale le Province lo hanno già assunto per un'altra si stanno aprendo i concorsi.
Mi collego al quadro complessivo che citava il Consigliere Ronzani. E' stato studiato a tavolino, con il concorso della nostra struttura, un meccanismo di accompagnamento nel trasferimento delle funzioni. Vorrei ricordare che già lo scorso anno c'erano, ad esempio, sul mercato del lavoro - che è la direttiva di maggior peso e di maggior complessità anche nella sua gestione - otto tavoli provinciali, tutti su via Magenta, tutti nell'ambito regionale. Dal 1° gennaio 2002, con il trasferimento, abbiamo otto tavoli a gestione provinciali sulle province, ma su tutti c'é una presenza regionale con un'assistenza tecnica che è garanzia di unificazione e di omogeneità, non fosse altro che nelle valutazioni, altrimenti andremmo davvero in una situazione di velocità diverse e un arlecchino del territorio piemontese, che non gioverebbe al sistema.
Questo sistema andrà avanti con l'impegno delle Province e con l'impegno della Regione alla copertura, con i 30 mila Euro a persona, su una valutazione che è di circa 120 persone sull'intero territorio regionale e con una ripartizione che prevede un accordo delle Province che mi sono impegnato a far avere in Commissione o comunque dare un'informazione su com'é la ripartizione teorica del personale sulle Province.
Ripartizione teorica perché? Perché sulla ripartizione teorica, fatta su figure medie, le Province valuteranno qual è il tipo di organico che vogliono darsi. Ed è qui che ritengo sia giusta la libertà delle singole amministrazioni provinciali di valutare quanti livelli prendere, come prenderli, come svolgere a pieno e in modo condiviso, anche concorrenziale, come prova di efficienza rispetto alla Provincia vicina, la gestione di una partita che ha una unitarietà a livello regionale.
Ritengo che la stabilizzazione del provvedimento sia un passaggio importante del nuovo modello di formazione, che deve vedere la Regione svolgere alte funzioni.
A livello regionale rimane l'alta formazione, le azioni sperimentali le azioni di coordinamento, mentre a livello di gestione provinciale c'è un indirizzo regionale che vincola anche le questioni più banali; quest'anno c'è stata qualche contestazione ed ho vincolato, ad esempio, la data di scadenza dei bandi, affinché il facsimile di bando sia uguale e la data di scadenza sia la stessa per tutte le Province.
Questo, naturalmente, in seguito ad una riunione con le Province, per creare una condivisione sulla data di apertura e quella di scadenza e per evitare di avere una situazione di disagio rispetto all'utenza o alle imprese che offrono formazione.
Questo, collega Tapparo, è un passo avanti.
Adesso che ho una piccola esperienza in questo ambito anche a livello nazionale, posso dire che quella del Piemonte è una delle realtà più avanzate d'Italia. Mi permetto di dare questo giudizio, pur con tutte le criticità di ristrutturazione, adeguamento e riposizionamento che abbiamo.
Ritengo che, nel modello di organizzazione, gestione ed efficacia, sia sulla partita che riguarda il mercato del lavoro e i disoccupati sia sulla permanente sia sugli occupati, è forse - dico "forse", ma sono convinto di poterlo togliere - la realtà più avanzata d'Italia.
In quest'ottica, sono convinto che nello spazio di quella che sarà l'evoluzione della formazione, con quel ruolo di società del futuro, nel senso di creare la società delle competenze, dove ogni giorno bisognerà aggiornare le competenze dei lavoratori, ma anche quella dei consumatori (questa è la modifica che viviamo nella nostra società), il ruolo del sistema provinciale è quello di essere più vicino alla gente, quindi di esercitare meglio anche quel ruolo di sussidiarietà, che ogni tanto citiamo.
Il ruolo della Regione sta nella valutazione complessiva del sistema dei fabbisogni che diventano determinanti anche nei momenti di crisi, ad esempio le crisi di settore che si paventano nelle nostre realtà e che naturalmente, ci vedranno utilizzare meccanismi di gestione che prevedono anche l'inserimento della formazione.
Avendo l'impegno, nato dall'incontro con il Governo nazionale, di sperimentare a livello regionale anche modelli diversi di interventi di ammortizzatori sociali - usiamo questo termine - potremo davvero mettere a frutto quella grande esperienza del sistema della formazione che si sta manifestando nel "tavolone" di approfondimento della legge 63, nato da un seminario che si è svolto in questo Palazzo circa un mese fa, proprio per dare l'avvio a queste valutazioni.
Ecco perché giudico altamente positivo questo passaggio e colgo l'occasione per mettere a verbale un ringraziamento a tutti coloro che hanno collaborato.
Un'ultima considerazione: il collega Contu ha chiesto relativamente alla posizione della Regione Piemonte sui contratti collettivi del settore.
Colgo l'occasione per comunicare, a nome delle Regioni italiane, come delegato pro tempore, che la Regione Piemonte ha incontrato, nella giornata di mercoledì scorso, il Sindacato nazionale, proprio per affrontare il tema del nuovo contratto della formazione.
Non lo faccio adesso, ma sono pronto a relazionare e a comunicare quanto è emerso in merito. Sostanzialmente è emerso l'invito al Governo a farsi parte attiva e alla parte datoriale, naturalmente, ad intervenire al tavolo per definire il contratto della formazione.
E' emersa anche una valutazione di pragmaticità da parte delle Organizzazioni sindacali (ho incontrato sia le Organizzazioni confederali sia l'UGL e altri Sindacati autonomi, separatamente). Devo dire che da parte di tutti è emersa la disponibilità ad affrontare la questione in modo molto pragmatico.
Lei sa bene che lo scoglio era: tutti con il contratto di formazione oppure no.
La tesi prevalente è quella di operare una valutazione complessiva probabilmente oggi la formazione ha una valenza che va oltre a quella di dieci anni fa; probabilmente non è possibile comprendere tutto nel contratto della formazione, perché ci sono modelli pratici di formazione che sono diversi.
Siamo pronti, però, a continuare in questa fase, con la disponibilità della Conferenza delle Regioni a svolgere un ruolo attivo.
In merito, ho già svolto una comunicazione al Ministero del Lavoro chiedendogli anche di farsi parte attiva nel riaprire la trattativa.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. Passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: All'art. 1, comma 1, viene abrogata la parola "prima".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, nell'intervento svolto in discussione generale avevo già detto che o si chiarisce un po' meglio il suo significato, oppure che questa "prima somma" è cosa molto indeterminata.
E' chiaro che andrebbe collegato all'art. 5, al comma 2, dove si dice che per gli anni 2003/2004 - potrebbe essere una cifra enorme o piccolissima - si fa riferimento al bilancio.
Non so come questo possa essere passato in Commissione. Si gioca al buio, su un finanziamento futuro, e si dice: "prima somma e, poi, per il 2003/2004, vedremo e andremo a pescare".
Mi pare una costruzione - lo dico anche nell'interesse della qualità della produzione legislativa regionale - che non regge.
Capisco che estraendo "prima" e lasciando il comma 2 dell'art. 5 c'è una contraddizione, ma lo voglio fare, Assessore, come provocazione.
Posso anche ritirare l'emendamento, ma ritengo che la dizione che stabilisce che per gli anni 2003/2004 si provvederà con le dotazioni finanziare, ecc., sia un limite nella programmazione triennale che dovrebbe entrare nella nostra filosofia di comportamento e precisare gli interventi.
Mi sembra una forma troppo aperta di operare con le risorse finanziarie.
Chiedo, su questo, anche una dichiarazione dell'Assessore; sono pronto a ritirare l'emendamento qualora ci sia un'assunzione di responsabilità per quest'indicazione di spesa degli anni 2003/2004.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Ringrazio il Consigliere Tapparo per aver sottolineato il problema.
Provo a formulare la domanda in questo modo, associandomi alla questione posta dal collega Tapparo: l'art. 118 della Finanziaria stanzia delle risorse e le trasferisce alle Regioni.
Quindi la domanda è questa. Siamo nell'ambito dei trasferimenti previsti dall'art. 118 della finanziaria e messi a disposizione dalla Regione: questo rappresenta la prima tranche dell'intervento a favore della ristrutturazione degli Enti? Provo a formulare la domanda così. Siccome questa è una norma prevista dalla finanziaria, che mette a disposizione delle risorse per finanziare la ristrutturazione degli Enti, questo degli esuberi è un primo pezzo, poi c'è il problema della riqualificazione del personale, e io pongo questa domanda per capire se è così.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Io sono favorevole all'emendamento presentato dal collega Tapparo e condivido anche tutte le osservazioni critiche che ha fatto nell'intervento di carattere generale.
Chiederei in aggiunta, senza presentare emendamento perché non sono in grado di farlo, alla Giunta regionale - l'Assessore Pichetto può farsi interprete presso i colleghi e il Presidente Ghigo - se per cortesia nelle deliberazioni come queste, in cui si citano le unità previsionali di base si può anche scrivere l'ammontare delle cifre inserite in questo UPBS citato di volta in volta. Se il Consigliere regionale non conosce l'ammontare di una somma iscritta, questa indicazione potrebbe essere d'aiuto per capire in quale modo lo stanziamento previsto nella delibera di cui ci si occupa si inserisce negli stanziamenti previsti nelle unità previsionali di base.
In sostanza, chiederei di consentirci di svolgere il nostro lavoro in modo rapido, conoscendo i pesi degli stanziamenti di ogni delibera rispetto a quelli previsti nelle unità previsionali di base. E' un servizio che rendereste al Consiglio per farlo lavorare con maggiore cognizione di causa, se non fate troppa fatica. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto per una replica.



PICHETTO Gilberto, Assessore alla formazione professionale

Grazie, Presidente. Parto dalla prima considerazione: "criticità". Il termine "criticità", se ricordo bene, era stato utilizzato relativamente all'art. 118 della finanziaria; possiamo trovare un sinonimo, ma si tratta pur sempre di un richiamo per superare delle difficoltà. Personalmente non mi formalizzo sul termine, per cui se sta bene senza "criticità", se la frase fila e la Giunta regionale è d'accordo a togliere "criticità", va bene; altrimenti troviamo un sinonimo. Comunque, personalmente lo lascerei.
Il discorso è diverso sul "prima somma". Era stato oggetto di una discussione in Commissione e vi era stato un chiarimento. L'aggancio normativo nazionale per poter intervenire è il 118 della finanziaria 2000.
Questi fondi non sono fondi del 118 finanziaria 2000, ma sono integrazione ai fondi della finanziaria 2000. I 13 o 17 miliardi (passatemi il vuoto di memoria) della finanziaria 2000 sono oggetto di un altro bando, ma io li devo tenere nello stesso gruppo, perché altrimenti non sarebbe ristrutturazione degli Enti e il titolo del disegno di legge non potrebbe essere "ristrutturazione degli Enti", questo è il nocciolo della questione.
Il programma triennale: no, perché la 44 che si inseriva nel processo di trasferimento delle funzioni dice che il trasferimento per la copertura del personale è unitario. Infatti nel mio intervento precedente ho detto colleghi, che esiste una valutazione al tavolo generale di trattativa degli Enti locali che prevede che per la partita formazione professionale il numero sia 120 circa; questo 120 è un numero di 120 unità che si ottiene sommando dei pezzi, cioè banalmente si sono sommate quote di funzioni per raggiungere il numero 120, perché il trasferimento delle funzioni sulla formazione impegnerà il Ragioniere Capo della Provincia di Alessandria per un ventesimo del suo tempo, quindi pesa un ventesimo di una funzione peserà sull'usciere per un decimo (è stato un calcolo fatto dalle otto Province, con l'ausilio delle strutture regionali) e quindi ha determinato un monte che ha dato un numero che è andato sul tavolo della trattativa con gli Enti locali. Tale numero è stato accolto e prevede un trasferimento annuo della quota media calcolata, ovvero circa 30.000 Euro (60 milioni di lire) alle Province per ogni unità assegnata alle Province.
A questo primo nucleo di stabilizzazione vado ad aggiungere quelli che già le Province ci dichiarano come quota, più quelli che vanno ad assumere con i concorsi eventuali, cioè alla fine io so che alla Provincia di Torino devo trasferire un equivalente di 45 unità (45 per 30.000 Euro fa un certo numero), poi sarà la Provincia di Torino nella sua organizzazione che ripartisce e calcola qual è il sistema.
Quindi il termine "criticità" non so se possiamo rimuoverlo; se trovate un sinonimo, ci sto, lo sostituiamo. Per quanto riguarda il "primo somma" invece, lo dobbiamo tenere proprio perché è legato al titolo del disegno di legge stesso "ristrutturazione degli Enti", che altrimenti non avrebbe il percorso giuridico.
Per quanto concerne l'indicazione dell'UPB che richiamava il collega Chiezzi, non ritengo che si possa indicare lo stanziamento dell'UPB in un disegno di legge; in una relazione, può darsi. In questo caso forse potevamo anche farlo, anche se era un disegno di legge, nella relazione da parte del relatore. La Giunta, però, non fa più relazioni in aula, quindi è un disegno di legge, non è una delibera. Mi posso impegnare a farlo sulle delibere; sui disegni di legge vorrà dire che deve diventare un criterio del Consiglio nelle relazioni indicare, là dove c'è l'UPB, anche la quota dell'UPB, malgrado si tratti di una cifra in movimento. E' una tecnica di comunicazione all'aula che dovrà essere valutata. Ho concluso con la valutazione sull'UPB.
Collega Tapparo, se non ha un sinonimo, le chiedo se è possibile ritirare l'emendamento, salvo dire che la somma è finalizzata a rimuovere gli Enti, ma forse così non passa.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Speravo che l'Assessore cogliesse "la palla al balzo" e dicesse: "Va bene, possiamo delineare anche la proiezione finanziaria per il 2003/2004 così completiamo il quadro".
Prima poteva anche avere un senso, ma a queste condizioni desidero mettere ai voti il mio emendamento, perché non sono soddisfatto dell'impianto finanziario di questo provvedimento, pur avendo dichiarato la mia adesione all'intervento per aiutare gli Enti di formazione a trovare un assetto più consono alla nuova situazione che si profila.
Chiedo, quindi, che l'emendamento venga posto in votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani per dichiarazione di voto.



RONZANI Wilmer

Volevo, se è possibile, invitare i colleghi a fare una rapida riflessione.
Se ho ben compreso, il Consigliere Tapparo solleva delle questioni sulle quali non si può non essere d'accordo; vedi, per esempio, quella riguardante la scrittura dell'art. 1 del provvedimento. Potremmo, se ci non comporta una perdita di tempo, utilizzare l'art. 1 per riaffermare le finalità che ci proponiamo con questo provvedimento, provvedimento con il quale interveniamo a sostegno della ristrutturazione degli Enti di formazione.
Più correttamente, invece, inserendo la norma che riguarda l'intervento di natura finanziaria della Regione, laddove, giustamente, all'art. 5 richiamiamo la norma finanziaria, avremmo due stanziamenti: un primo stanziamento si riferisce ai 2 milioni 66 mila euro, aggiuntivi alle disposizioni di cui alla legge n. 118, e poi avremmo un riferimento che riguarda il biennio successivo 2003/2004.
Da questo punto di vista, il testo diventa un testo molto più pulito e risulta evidente l'articolazione del ragionamento espresso poco fa dall'Assessore Pichetto. È un problema, oltre che di merito, anche di pulizia e di tecnica legislativa e su questo punto sono d'accordo con i Consiglieri Tapparo e Chiezzi.
Abbiamo quindi una norma - e riassumo - dell'art. 1 che afferma: " Questa legge è una legge che facciamo per intervenire a sostegno degli Enti di formazione. Punto". Abbiamo, poi, la norma finanziaria che si articola da questo punto di vista, in due norme: la prima, è un primo stanziamento di 2 milioni 66 mila euro, che si aggiungono a quelli della legge n. 118 e poi indichiamo, anche in quel caso, il riferimento alle somme che intenderemmo stanziare per gli anni 2003/2004.
Secondo me sarebbe un testo più pulito e in grado di risolvere i problemi posti dal collega Tapparo.
Avrei anche una soluzione. Se dicessimo: "Scusate, il Piemonte interviene a sostegno dei progetti di ristrutturazione degli Enti di formazione...



PRESIDENTE

Sì, lo stavamo già verificando.
Sospendo momentaneamente la seduta per completare la verifica.



(La seduta, sospesa alle ore 16.30 riprende alle ore 16.36)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Il collega Tapparo ritira l'emendamento 1.1) Il nuovo emendamento è interamente sostitutivo dell' art. 1 che diventa un articolo che individua meramente la finalità della legge 1.2) Emendamento interamente sostitutivo dell'art. 1, presentato dal Presidente Cota: "1. "La Regione interviene a sostegno dei progetti di ristrutturazione degli Enti di formazione.
2. L'intervento è finalizzato a rimuovere le criticità degli Enti dovuti ad esuberi di personale, secondo quanto previsto nei successivi articoli".
Questo emendamento è interamente sostitutivo dell' art. 1.
La parola al Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

A questo punto ritiro il mio emendamento, perché credo che abbia avuto la funzione di sollecitare un lavoro che rende più funzionale la norma.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.2) sostitutivo dell'art. 1.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 1 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 2.
Il Consiglio approva.
ART. 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 3.
Il Consiglio approva.
ART. 4 Sull'art. 4 diamo atto di una modifica di coordinamento, nel senso che si legge: "Le somme, di cui al successivo articolo 5", perché ovviamente la parte finanziaria va all'art. 5.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 4.
Il Consiglio approva.
ART. 5 1.5) Emendamento sostitutivo all'art. 5, presentato dal Presidente Cota: "Agli oneri finanziari, previsti in euro: 2 milioni 66,00, aggiuntivi a quelli previsti dall'art. 118 comma 9 legge 388 del 2000, decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale del 35/2001, si provvede, in termini di competenza e di cassa, nello stato di previsione della spesa".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1.5).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 5 come emendato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge, come emendato.
L'esito della votazione è la seguente: presenti 35 votanti 35 hanno votato SI' 35 Consiglieri Il Consiglio approva.
Prima dell'avvicendamento al banco della Presidenza con il Vicepresidente Toselli, desidero comunicare che domani mattina si svolgerà un incontro con l'Associazione Nazionale Magistrati. Ho mandato l'invito a tutti i Capigruppo, ma se qualche altro Consigliere volesse intervenire può tranquillamente parteciparvi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Proposta di deliberazione n. 317 "Legge regionale 18/10/1984 n. 55 e successive modifiche ed integrazioni 'Impiego temporaneo e straordinario di lavoratori disoccupati in cantieri di lavoro di Enti locali' art. 4: delibera quadro e contributi regionali relativi all'anno 2002" (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame della proposta di deliberazione n. 317, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La relazione è già stata svolta dall'Assessore Pichetto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore competente è sempre l'Assessore Pichetto?



PRESIDENTE

Gli Assessori di riferimento sono Pichetto e Ferrero.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore Picchetto, ripropongo il tema che se avessimo dei riferimenti alle situazioni di bilancio dai quali estrarre le somme - continuerò a richiederlo - secondo me sarebbe utile. Vedete un po' voi, per evitare di fare la fatica di portarmi dietro il bilancio e di andare a vedere l'UPBS com'è fatta. Per carità, posso anche tenere il bilancio nel cassetto e tirarlo fuori. Questa era la prima considerazione.
In secondo luogo, stabilire il riparto sulla base dell'incidenza percentuale della disoccupazione, questo indice è senz'altro un elemento di riferimento, anche se non mi sembra debba essere l'unico. Perché, se non ci sono progetti e programmi, ripartire in assenza di azioni specifiche mi sembra che sia una questione da correggere.
Inoltre, dato che si riafferma che in effetti, ripartito secondo il coefficiente di disoccupazione, poi bisogna destinare le risorse in base alle richieste (che è l'elemento politicamente rilevante, perché per prima ripartizione basta l'ISTAT, mentre per la seconda ci vuole la politica, e quindi ci vuole il Consiglio), a questo punto voi proponete di dare mandato all'Amministrazione regionale.
Allora, voi espropriate il Consiglio del ruolo politico di decidere con quali criteri, perché dire solo che decidiamo che il primo criterio è quello della percentuale di disoccupazione è troppo poco, in quanto non è un criterio di scelta politica, ma di logica statistica cruda.
Non c'é bisogno di un Consiglio regionale per fare la graduatoria a seconda del tasso di disoccupazione, mentre c'é bisogno di un Consiglio regionale per decidere con quali criteri, all'interno del tasso di disoccupazione, si scelgono le risorse da destinare.
Allora, questo elemento va corretto togliendo il mandato all'Amministrazione regionale di scegliere come ripartire.
Inoltre, si dice che la concessione dei contributi ha alcune priorità una di queste è la seguente: "Il progetto deve essere finalizzato ad uno sbocco occupazionale non occasionale". Cosa si intende per "non occasionale"? Cos'é? Bisogna definirlo con precisione, perché questa terminologia è molto generica. È come la "maglia bernarda": quel che è non occasionale per uno può essere occasionale per l'altro.
Si dice: "Categorie di soggetti deboli", seguito da un elenco. Questo elenco è pesato? Cioè i primi in elenco contano di più e gli ultimi di meno? Rispetta un ordine di priorità o no? Se è così, non ritiene che le categorie di disoccupati invalidi fisici e disoccupati portatori di handicap debbano precedere altre categorie qua indicate nell'ordine di priorità? Infine, vengono citate tra le categorie bisognose i "disoccupati con nuclei familiari in particolare stato di bisogno", quinta riga dell'ultima pagina. Che cosa si intende per "particolare stato di bisogno"? Come viene misurato? Detto così, è di una genericità assoluta. Bisogna trasformarla in un'affermazione misurabile, altrimenti diventa di nuovo discrezionale, a "maglia Bernarda".
La ringrazierei se vorrà dare qualche risposta alle queste osservazioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, Assessore e colleghi, a volte passano provvedimenti che non fanno notizia, passano nel "mucchio dei provvedimenti".
In effetti, questo potrebbe essere uno strumento interessante, che certamente ha subito negli anni delle evoluzioni da quando ha iniziato ad operare nel 1984.
Allora erano interventi di emergenza in una situazione con tassi di occupazione molto elevati; avevamo il fenomeno della gravità della crisi FIAT con cifre superori a quelle che viviamo oggi. Era un sostegno all'emergenza. Poi, via via, Assessore, i cantieri di lavoro sono diventati degli strumenti più affinati, che cercano di fare da ponte tra una situazione di emergenza e una possibile collocazione nel lavoro, un po' com'é avvenuto per i lavori socialmente utili, che, partiti, in qualche modo mutuando l'esperienza anche del Piemonte dei cantieri di lavoro poi, via via, nell'ultima fase ci si è resi conto che occorreva trovare nei lavori socialmente utili non una situazione semplicemente assistenziale, ma uno sbocco, un collegamento (qui si è usato il termine "sbocco occupazionale", adesso si parla di "non occasionale").
Ciò che vorrei ricordare all'Assessore è che questa legge potrebbe essere vista in una forma nuova, cioè in un rapporto più stretto tra Amministrazioni comunali, che rientrano nel diritto di poter utilizzare i cantieri di lavoro. - quelli che hanno un tasso di disoccupazione più elevata - e centri per l'impiego.
All'interno dei cantieri di lavoro c'é anche un contenuto formativo e una funzione di orientamento professionale, per quello che può valere quando parliamo di disoccupati ultra cinquantenni che si trovano, quindi in una situazione di difficoltà.
Volevo ricordare al Consigliere Chiezzi che la situazione più drammatica della disoccupazione è rappresentata da un lavoratore di 52 anni licenziato da un'azienda e dequalificato. Quella persona si trova senza nessuna protezione. Il portatore di handicap ha qualche legge che lo salvaguarda, ma quel lavoratore cinquantenne è lasciato a se stesso.
Ricordo ancora che in Piemonte è più grave questa forma di disoccupazione di quella giovanile, perché su questa ci sono provvidenze di vario tipo.
Si alzano i termini delle pensioni di anzianità e di vecchiaia, le aziende cercano di liberarsi degli ultra cinquantenni, abbiamo un'area di sofferenza fra i 50 e i 60 anni di molti lavoratori disoccupati e dequalificati e non ci sono politiche attive che riguardano questa categoria di lavoratori.
Ecco che bisogna pensare di usare questi strumenti in modo specifico non lasciando il comune da solo nel pensare al progetto, perché, a volte non vede qual è il percorso. L'ausilio dei centri per l'impiego gli pu dire: possiamo utilizzare quote di formazione, ci sono elementi sul territorio che potrebbero dare degli sbocchi, e, insieme costruiscono il progetto.
Sino ad oggi il progetto è sempre stato realizzato dall'Amministrazione comunale. A volte è anche bello, geniale. So di comuni che hanno impiegato lavoratori disoccupati diplomati su progetti interessanti, che poi hanno dato sbocco. Voglio ricordare all'Assessore che nella Valle Pellice tanti anni fa fu realizzato un cantiere di lavoro per sistemare le centraline idroelettriche che servivano gli alpeggi. Coloro che avevano partecipato a questo cantiere, finito lo stesso, avevano acquisito una certa professionalità tanto che chi ha aperto un'attività, chi è andato a lavorare da un'altra parte, comunque si sono sistemati.
Quello era un caso eccezionale, ma era un buon progetto realizzato dalla Comunità Montana.
Non tutte le amministrazioni sono in grado di fare questo, ecco che noi dobbiamo salvare i centri per l'impiego che sono dotati oggi di una strumentazione importante. Magari dal prossimo anno lo possiamo inserire quasi dare un'indicazione di priorità, quasi premiare quando il progetto nasce attraverso questa cooperazione tra centri per l'impiego e amministrazione comunale. E' importante il tipo di progetto su cui collochi questi lavoratori. Molto spesso si facevano cantieri per dare qualche soldo in più a persone che si trovavano in situazioni di disagio, quindi si mandavano in giro a tagliuzzare l'erba, a tinteggiare qualche stabile ecc.
Noi sappiamo, e lo sa bene l'Assessore, che il cantiere non può essere sostitutivo di attività di imprese artigiane o cooperative, altrimenti vengono vissuti con disagio. Il cantiere di lavoro è un'idea di qualcosa che non si fa e con quelle risorse si può fare.
Approvo questa proposta di deliberazione, ma raccomanderei all'Assessore di considerare questo non come uno strumento ad esaurimento ma uno strumento che può rinnovarsi in un quadro di una situazione nuova con una qualificazione migliore dei progetti che possono essere prospettati



PRESIDENTE

La ringrazio Consigliere Tapparo; se non ci sono altri interventi do la parola all'Assessore Pichetto per la replica.



PICHETTO Gilberto, Assessore alla formazione professionale

Vorrei fare alcune precisazioni in merito all'intervento del Consigliere Tapparo. Come ho già detto nel mio precedente intervento di illustrazione della deliberazione, è pronto un disegno di legge di nuova legge n. 55, proprio perché ha fatto il suo tempo.
Fortunatamente devo dire che le figure indirizzate sui cantieri di lavoro in questo momento sono ancora molto residuali, sono numeri molto piccoli: "la coperta copre tutto", questa è una condizione di vantaggio in cui possiamo operare.
Una prima ripartizione percentuale sulle province, con uno stato di compensazione che prevede, la dove non si attivano progetti, di valutare lo spostamento dei fondi sulle province dove ci sono progetti.
Non ho invece una risposta precisa, se non di valutazioni e comportamento che ha sempre avuto questo Consiglio regionale per quanto riguarda la specificazione della delibera. Posso dire al Consigliere Chiezzi che hanno sbagliato gli amministratori dell'84, non vorrei fosse stato lei Assessore in quell'anno a presentare la stessa delibera che ogni anno viene ricopiata per i cantieri di lavoro.
Le nuove norme costituzionali, la legge n. 1 del '99, dà al Consiglio regionale un ruolo di Parlamento e non di soggetto gestore, da un ruolo di parlamento con un ruolo di indirizzo e non di regolamentazione.
Senza voler discutere tra il modello anglosassone e quello tedesco, di legiferare e di regolamentare, cioè uno solo di indirizzo e l'altro più articolato nei particolari quale il nostro, ritengo che con questa delibera ci sia un discreto equilibrio.
Il mio giudizio personale, sulla base della mia scarsa conoscenza delle tecniche amministrative e legislative, è che sia equilibrato l'indirizzo di fondo che la delibera consiliare dà alla Giunta regionale e che ci sia un potere di gestione della Giunta regionale, in interventi ulteriori.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione n. 317, il cui testo, a mano dei Consiglieri, verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Parchi e riserve

Proposta di deliberazione n. 240 "Piano Area del sistema delle aree protette della Fascia Fluviale del Po - Tratto torinese. Variante conseguente agli ampliamenti approvati con l.r. 65/1995"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 240, di cui al punto 8) all'o.d.g.
La parola all'assessore Cavallera per l'illustrazione della deliberazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente. Si tratta di una deliberazione per certi versi attesa, perché regola una serie di situazioni che localmente sono state ampiamente discusse con gli Enti locali.
Siamo in una zona fortemente antropizzata, quindi è chiaro che vi sono interferenze con le situazioni in essere ed è anche più difficile operare quel recupero ambientale e quella rinaturalizzazione e gestione naturalistica che è tipica di un sistema di aree protette.
Bisogna anche dare atto all'amministrazione di questo tratto torinese del Parco del Po, perché svolge un'azione di concertazione tra tutte le esigenze in essere e questo ritengo sia, dal punto di vista dei principi ma anche del pragmatismo, certamente apprezzabile.
Per quanto riguarda i contenuti, rimando la documentazione all'ampia e articolata discussione che abbiamo svolto più volte in Commissione.
Due considerazioni brevissime.
La prima riguarda la proposta di Parco antropologico che era stata introdotta in Commissione. Sono state portate avanti alcune verifiche, dal punto di vista idrogeologico, e sono emerse alcune incompatibilità, tant'è che quella proposta deve essere revocata in questa sede .
Non vedo il collega Leo, che aveva avanzato la proposta, ma ho la documentazione e l'emendamento, quindi ne assumo la paternità e lo vado a presentare.
In Commissione era sorta una discussione, con delle audizioni, in ordine ad un'area del Comune di Beinasco, e, naturalmente, è stato svolto un sopralluogo da parte della Commissione stessa.
Per quanto mi risulta, avendo parlato con diversi Gruppi consiliari non vi sono in questa sede le condizioni per presentare un eventuale emendamento che possa essere accolto e possa subire un iter.
Peraltro, erano sorte alcune perplessità in seno alla Commissione e al Consiglio, tant'è che quell'area era rimasta all'interno del sistema delle aree protette, quindi non era stata stralciata, né riconsegnata all'autonomia urbanistica del Comune.
Non si esclude che si possa meditare una soluzione in futuro, ma oggi non ci sono le condizioni per adottare una proposta e per proporre delle soluzioni che possano essere risolutive ed eventualmente accettate.
Non presento alcuna ulteriore modifica, sciogliendo in questa sede la riserva fatta durante quel sopralluogo e in Commissione; l'unica modifica è quella di stralcio dell'area riservata al parco antropologico, per le ragioni di natura idrogeologica che ho accennato.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera. L'emendamento che ha illustrato dovrà essere formalizzato, quindi provvederemo a distribuirlo.
Intanto, comunico la votazione in Commissione: avevano espresso parere favorevole i Gruppi di Forza Italia, AN e Democratici di Sinistra; non avevano partecipato al voto i Radicali - Lista Emma Bonino e i Verdi.
Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: Eliminare nelle premesse la terz'ultima linea.
Negli allegati sostituire la tavola 9. Torino Ovest licenziata dalla Commissione con la tavola 9 - Torino Ovest nella versione presentata dalla Giunta.
Variante conseguente alle modifiche ai confini apportate con legge regionale 13 aprile 1995, n. 65.
Eliminare l'integrazione inserita in Commissione Consiliare alla Scheda progettuale n. 9 e relativa alla frase: "L'obiettivo di sistemazione ambientale e paesaggistica e di recupero della fruizione di questo tratto del Torrente Sangone potrà inoltre essere ottenuto attraverso l'attuazione del Parco Antropologico Regionale - progetto ANTROPOS già inserito nel Progetto "Corona Verde" ed oggetto di una specifica Scheda progettuale nell'ambito del Piano Regionale di Sviluppo".
La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Ritengo che l'anticipazione fornita dall'Assessore vada apprezzata perché, riguardo alla questione del Piano d'Area, la nostra attenzione si era concentrata su due questioni controverse, che lei bene ha fatto a ricordare.
Vado in ordine: la questione relativa alla RNC, l'area di Beinasco interessata dalla trasformazione da terziario a insediamento di tipo residenziale, con una capacità di insediamento di 30.000 metri cubi che, a spanne (non me ne intendo molto) vuol dire circa 120 villette a schiera o unifamiliari, 300 stanze che rappresentano un dato estremamente significativo (l'ing. Chiezzi mi aiuta in questo) in un contesto urbano già profondamente compromesso da indici di densità abitativa elevati (forse fra i più elevati del Piemonte in relazione all'area di riferimento).
Le ragioni addotte dall'Assessore all'urbanistica del Comune di Beinasco, sentito in sede di audizione, non hanno convinto - e questo è già il secondo tentativo.
Assessore, sto facendo questo ragionamento per metterla in guardia siccome è una sua facoltà, ma è anche una facoltà dei Gruppi consiliari non vorremmo ritrovarci con la proposta di deliberazione di modifica in un ambiente nel quale altri sono gli interessi e le attenzioni per cui ciò che oggi pubblicamente viene riconosciuto come un atto di forzatura rispetto a una legge sovrastante, possa essere scalzato.
Presidente, siccome l'Assessore è un po' distratto, mi rivolgo a lei ribadendo che è successo un precedente gravissimo: a fronte di una legge sovraordinata - credo di poterlo dire - il Comune dota i propri strumenti urbanistici di una variante che entra in collisione e in contrasto con questo atto sovraordinato.
Posso intenderla così, io che non me ne intendo molto? Credo ci sia anche un problema di etica professionale, sollevato dal Consigliere Chiezzi, in relazione ad un progettista di riferimento d'area sulla questione del Palazzo regionale, che riguarda l'etica professionale di chi presta quest'opera sapendo e disconoscendo di operare in relazione agli strumenti urbanistici di riferimento.
Credo che il Piano d'Area sia una legge sovraordinata, da questo punto di vista.
C'è quindi un problema anche di attenzione.
Se passasse questo principio, noi legittimeremmo tutti i Comuni ad adottare varianti di Piano finalizzate ad essere utilizzate come un grimaldello sui confini delle aree fissate dalla norma.
Ritengo doveroso, da parte di tutti, vigilare su quest'aspetto.
Più controversa è la questione del parco antropologico.
Oggi abbiamo la conferma di quanto sosteniamo da tempo: è una zona esondabile, gli eventi alluvionali del 2000 hanno ulteriormente fatto da allarme e da spia di quanto sia fragile il nostro sistema; le arginature forzate, ecc., tutto ciò si pone, in occasione di un evento alluvionale come un atto di denuncia con le sue devastazioni ed anche come vendetta per certi aspetti, della natura rispetto agli errori commessi dall'intervento dell'uomo.
A questo tipo di errore programmatico se ne è aggiunto un altro.
Provo a porglielo, Assessore, in quanto lei qui rappresenta la Giunta non essendoci l'Assessore di riferimento.
Per quello scopo, per l'istituzione del Parco antropologico, che penso abbia beneficiato di ingenti o discrete risorse (andrà appurato da parte dell'Amministrazione regionale), è stato costituito un Comitato promotore non si capisce in quale sede, se questa sia un'iniziativa di carattere pubblico o di tipo privatistico e che ruolo abbia la Regione Piemonte, cioè se la Regione Piemonte aveva fatto proprio quel progetto e se, nel fare propri certi progetti, che presuppongono anche degli stanziamenti di risorse da parte della Regione, si tenga conto dei vincoli delle aree interessate e quindi dei limiti che dovrebbe fissare l'azione pubblica, nel momento in cui si stanziano delle risorse.
Naturalmente, la risposta rispetto alla coerenza di questo tipo di intervento sugli strumenti urbanistici, in parte oggi ci viene restituita come atto di riconoscimento, in relazione all'allarme già lanciato per tempo da noi; vi era un errore cartografico che, a questo punto, non ha più ragione di essere sanato con un emendamento, visto che viene operato uno stralcio.
Concludo dando atto all'Amministrazione, all'Assessore, di avere operato con cautela, di aver fatto prevalere di fronte all'interesse particolare le ragioni del buon senso e di un'azione un po' più equilibrata.
Annuncio, pertanto, il voto favorevole del nostro Gruppo al Piano, così come è stato presentato, con l'ipotesi di stralcio sul piano antropologico e con il non recepimento dell'istanza del Comune di Beinasco sulla RNC.



PRESIDENTE

Gli emendamenti sono stati distribuiti ed erano già stati illustrati dall'Assessore Cavallera.
Come avete potuto vedere, vi sono stati consegnati due fogli pinzati.
Se aprite il secondo foglio, l'emendamento riportato come numero 1) viene interamente sostituito dal primo foglio scritto a mano, che recita: "Eliminare nelle premesse la terz'ultima linea. Negli allegati sostituire la tavola 9 'Torino ovest', licenziata dalla Commissione con la tavola sempre 9 nella prima versione presentata".
Le tavole sono a disposizione qui alla vostra destra.
Posso mettere in votazione gli emendamenti nn. 1 e 3.



(Commenti fuori microfono della Consigliera Suino)



PRESIDENTE

Vi sono stati consegnati due fogli unitamente pinzati. Se voi aprite il secondo foglio, nel foglio interno l'emendamento riportato come n. 1 è stato interamente sostituito e interamente riscritto per poterlo inserire nel testo; lo si evince dal primo foglio dove è scritto a mano.
Quindi, quanto scritto a mano nel primo foglio va ad inserirsi al punto n. 1 del secondo foglio, che è completamente cancellato, cioè, non esiste più, perché viene sostituito con il primo foglio scritto a mano, che recita: "Eliminare nelle premesse la terz'ultima linea. Negli allegati sostituire la tavola 9 'Torno ovest', licenziata della Commissione con la tavola 9 'Torino ovest' nella versione presentata dalla Giunta".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, mi sono dimenticato di dire una cosa importante. Ho presentato degli emendamenti che, a questo punto, dovrei ritirare, per tenga conto negli emendamenti presentati (nn. 39, 40, 41, 42 e 43) uno in particolare è "cassa" che, a questo punto, se ho inteso bene, elimina nelle premesse la terz'ultima linea.
Il secondo emendamento, la seconda parte del dispositivo corregge il cartografico, che era il vizio formale.



PRESIDENTE

Credo che siano assorbiti di fatto i suoi emendamenti. Credo che sia chiarito.
Collega Contu, la Presidenza può ritenere ritirati i suoi emendamenti.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Nel merito siamo d'accordo su entrambi, anche perché uno è molto tecnico e l'altro è supportato da una motivazione di carattere generale legata alla verifica idrogeologica, quindi, lungi da noi non condividere queste scelte.
Vorremmo però una rassicurazione da parte dell'Assessore alla cultura non essendo una competenza specifica della parte. Richiamo l'attenzione dell'Assessore alla cultura, che sta dialogando con il collega Placido: si distragga un attimo e si rivolga al Consiglio intero.
Vorremmo una rassicurazione in merito al progetto del Parco antropologico che in quella collocazione vede delle motivazioni che l'ostacolano, ed è giusto che sia così, ma è inserito in un progetto ormai da anni.
Quindi, ci sia la rassicurazione che l'Assessorato alla cultura essendo di sua competenza, seguirà e ci comunicherà prossimamente con quali atti e con quali modalità intenderà dare seguito a questo progetto, per la bontà dell'area, che da anni vede un avvicendarsi di difficoltà legate soprattutto a questioni territoriali. All'unanimità e senza, mi pare, lobby particolari era stato ritenuto un valore aggiunto per la parte sud di Torino. Quindi, in questo contesto, chiediamo una risposta ad hoc prima di esprimerci nel merito sugli emendamenti.



PRESIDENTE

Certo, collega Suino, fra l'altro, lei potrà ben immaginare le motivazioni per le quali il collega Placido si riferiva all'Assessore che guarda caso, è Assessore alla cultura. Credo che il collega Placido avesse ovvie motivazioni, per quanto è di mia conoscenza, nel chiacchierare con l'Assessore Leo.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Collega Placido, credo che quei documenti possano essere acquisiti presso la Commissione.



PRESIDENTE

Chiederei al collega Placido di fare una fotocopia e di distribuirla ai colleghi.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Oggi, per la seconda volta ringrazio la collega Suino per la memoria storica sulle "vicende Castalia" e per questa, ha detto cose assolutamente esatte.
Un attimo fa ho raffigurato al collega Cavallera il fatto che questa cosa riveste per noi una grande importanza, che è stata seguita da anni che il Comitato gode della piena fiducia delle Amministrazioni che ne fanno parte; anzi, ne approfitto, avendo la parola, per chiedere un particolare aiuto al collega Cavallera per vedere insieme come relazionare al più presto e su come proseguire questa iniziativa che da tempo ci vede lavorare.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Leo, credo che lei sia stato chiaro, penso che la collega Suino si ritenga soddisfatta.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento testé esaminato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'intera deliberazione.
Il Consiglio approva.
Dichiaro chiusa la seduta odierna del Consiglio regionale e auguro a tutti voi una buona serata.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17.35)



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