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Dettaglio seduta n.217 del 30/05/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



(La seduta ha inizio alle ore 10.30)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'odg: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brigandì, Caramella, Cavallera Costa E. Ferrero, Ghigo, Racchelli, Rossi Giacomo e Scanderebech.


Argomento:

Presentazione progetti di legge.


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Enti Istituti Fondazioni Associazioni di rilevanza regionale

Interpellanza n. 1364 dei Consiglieri Suino, Placido inerente a "Centro Culturale Castalia"


PRESIDENTE

In merito al punto 3) all'.o.d.g. "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 1364, presentata dai Consiglieri Suino e Placido. Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Intanto una piccola correzione: la definizione corretta non è centro Culturale Castalda, ma Castalia.
Devo dire, Presidente e colleghi che, in effetti, la segnalazione e l'analisi contenuta nell'interpellanza è assolutamente asseverata assolutamente vera e di grande interesse. Abbiamo cercato di farci mediatori, il Comune attraverso l'Assessore Alfieri e la Regione tramite me, con i proprietari di San Filippo. Devo dire, con dispiacere, che non siamo riusciti a trovare una soluzione amicale. Abbiamo fatto pressioni abbiamo avuto due o tre incontri l'Assessore Alfieri ed io, con i dirigenti della congregazione.
Devo dire, con dispiacere, che la congregazione di San Filippo non si è comportata bene con i giovani che avevano ristrutturato e avevano fatto altri interventi anche grazie a finanziamenti ad hoc - sollecitati nella passata legislatura dalla collega Suino (opportuni) - che avevano ricevuto dalla Regione e che sono stati impiegati in maniera assolutamente corretta.
Rispetto al "Super Egizio", tutti potete apprendere dai giornali quello che sta avvenendo. E' stata istituita una commissione; al momento sappiamo che sicuramente il Museo acquisirà gli spazi della Galleria Sabauda, mentre sono in ipotesi le acquisizioni degli spazi sottostanti la chiesta di San Filippo Neri e di quelli di Palazzo Campana. La commissione, entro fine 2002, darà il quadro della realtà. Relazionerò nella Commissione competente anche perché la vicenda del Museo Egizio è così importante da non riguardare solo la zona Castalia. Relativamente al Centro Culturale polivalente. In questi mesi si è costantemente operato, di intesa con la Città di Torino, al fine di dare continuità all'attività culturale dell'Associazione di cultura globale Il Mutamento, che del Centro di Zona Castalia è stata l'elemento centrale e propulsivo. A tale scopo, nel quadro di una più generale politica di razionalizzazione dell'utilizzo degli spazi teatrali e culturali torinesi, si è ipotizzata la realizzazione di uno stretto rapporto di collaborazione e di progettualità culturale, tra l'Associazione Il Mutamento (quelli di zona Castalia) e la Compagnia Sperimentale Drammatica di Bergamasco e Alasjarvi, all'interno dello spazio multidisciplinare, l'Espace di via Mantova 36, che dovrebbe assumere un ruolo di punto di riferimento per le attività teatrali e artistiche di ricerche e sperimentazione.
Abbiamo difeso Zona Castalia nella sua area - non ci siamo riusciti perché è un contratto privato - loro ci hanno posto il problema di come continuare un'attività culturale se noi l'avessimo considerata di valore.
La nostra risposta è stata affermativa, la consideriamo di valore e l'abbiamo messa in contatto con la Compagnia Alasjarvi e Bergamasco che hanno aperto questo spazio al quale, come Regione, diamo un aiuto. Pare che l'accordo con i giovani de Il Mutamento stia andando molto bene, c'é una bella intesa. Noi, non potendo fare nulla per San Filippo, continueremo a considerare questa realtà, una realtà significativa, dando un aiuto particolare per insediarsi, non perdendo la loro progettualità e rafforzando, nel contempo, il polo di via Mantova, perché questo è un polo che si è posto con coraggio da parte di Alasjarvi e Bergamasco, ma ha bisogno di respiro.
Il progetto dovrebbe trovare soluzione nelle prossime settimane, con la firma di una convenzione fra Città di Torino e i due soggetti teatrali. La convenzione consentirebbe a sua volta alla Regione Piemonte di sostenere in modo adeguato, il progetto intervenendo ai sensi dell'art.8 del Regolamento regionale delle attività teatrali di cui la legge regionale n.
68/80, relativo alle residenze multidisciplinari per il triennio 2003-2005.
Intanto l'approvazione del piano della cultura in Commissione consente di realizzare questo intervento, perché il Piano è sempre preliminare, quindi ho atteso gli ultimi elementi per dare una risposta.
Devo riconoscere che l'interrogazione è stata un elemento di sostegno a questa politica, perché il giudizio degli interroganti ci ha confortato sul fatto che ci muovessimo verso una realtà seria e capace. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Sono soddisfatta della risposta, quindi ringrazio l'Assessore per il lavoro che ha compiuto su questo problema.
Siamo un po' dispiaciuti per il trasferimento dall'area centrale torinese, e anche un po' aulica, del Centro Culturale Castalda, perch pensavamo che una delle opportunità che occorreva dare alla nostra città e al centro storico fosse proprio la presenza di giovani che, soprattutto nelle ore serali e notturne, portavano una buona vivacità a quel territorio, senza creare peraltro mai particolari problemi.
Invitiamo ancora l'Assessore - vi fossero nuove possibilità - ad un ripensamento, riguardo al trasferimento in zona Mantova, possibilmente tendente al mantenimento nella zona centrale. Chiediamo, inoltre, un aggiornamento in Commissione, non appena si avranno tutti gli elementi conclusivi della trattativa.
Per quanto riguarda il Museo Egizio, Assessore, non possiamo ritenerci soddisfatti dell'informazione ricevuta; ognuno di noi svolge le proprie funzioni anche attraverso altre istituzioni, quindi l'informazione è certamente più compiuta, ma ritengo doveroso che la Commissione Cultura della Regione affronti un aggiornamento sulla questione e che lei si impegni, nei confronti della Commissione stessa, non appena l'o.d.g. lo consentirà - il Presidente della Commissione è giustamente molto impegnato sul territorio, in vista del ballottaggio elettorale e la Commissione forse un po' ne risente - a formalizzare la richiesta di aggiornamento sul Museo Egizio, affinché tutti i Consiglieri possano dialogare sulle possibilità che si profilano per quest'importantissima realizzazione, nella ristrutturazione, ecc., per la città di Torino.
Rimando, dunque, alla Commissione, ritenendomi comunque soddisfatta per la risposta.


Argomento: Consorzi artigianali

Interrogazione n. 1267 dei Consiglieri Rossi O., Brigandì, Cota e Dutto inerente a: "Raccolta tartufi"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 1267, dei Consiglieri Rossi, Brigandì Cota e Dutto.
La parola all'Assessore Vaglio per la risposta.



VAGLIO Roberto, Assessore ai beni ambientali

I colleghi Rossi, Brigandì, Cota e Dutto presentavano nel mese di gennaio l'interrogazione n. 1267, per avere alcune informazioni circa la raccolta dei tartufi presso i consorzi.
A tale proposito, gli uffici mi segnalano che, a seguito della normativa nazionale, la legge 752/85, e della legge 37/86, modificata con provvedimento legislativo del 2002, la raccolta dei tartufi viene prevista previo il pagamento di una tassa di concessione regionale. In particolare l'art. 3 della legge nazionale 572, stabilisce che abbiano diritto di proprietà sui tartufi prodotti nelle tartufaie coltivate o controllate tutti coloro che le conducano, purché vengano apposte apposite tabelle delimitanti le tartufaie stesse.
Le Regioni, su richiesta di coloro che ne abbiano titolo, rilasciano le attestazioni di riconoscimento delle tartufaie coltivate o controllate.
L'art. 4 della stessa legge dà facoltà ai titolari di azienda agricola o forestale e a coloro che a qualsiasi titolo le conducano, di costituire consorzi volontari per la difesa, la raccolta, la commercializzazione del tartufo, nonché per l'impianto di nuove tartufaie.
Il comma 2 dell'art. 4 prevede che, nel caso di contiguità dei loro fondi, la tabellazione possa essere limitata alla periferia del comprensorio consorziato.
La legge regionale n. 37, e le successive modifiche legislative del 2002, stabilisce che il riconoscimento delle tartufaie coltivate o controllate avvenga su istanza degli interessati con decreto del Presidente della Giunta regionale e, dopo l'approvazione della legge 51/97, per la riforma del personale, con determinazione dirigenziale, a seguito di istruttoria effettuata dall'ufficio competente per territorio.
La validità del riconoscimento è di cinque anni.
L'art. 3 della stessa legge stabilisce che i consorzi di cui all'art. 4 della legge 752 siano istituiti con atto pubblico o privato e che prevedano il voto pro-capite.
Il riconoscimento delle tartufaie avviene sempre e comunque in seguito ad una scrupolosa istruttoria tecnica, tesa a verificare la sussistenza dei requisiti oggettivi.
Per quanto riguarda i consorzi, spetta alla Regione la mera verifica della sussistenza dei requisiti previsti dall'art. 4 della legge 752 e dall'art. 3 della legge 37.
Si fa, inoltre, rilevare che la legge 752 stabilisce, all'art. 5, che il tesserino di idoneità alla raccolta dei tartufi abbia validità sull'intero territorio nazionale e, all'art. 3, che la raccolta sia libera nei boschi e nei terreni non coltivati.
Infine, si ritiene che quanto richiesto in merito al pagamento di un tesserino quale permesso di raccolta anche dai tartufai e dai consorzi esuli dalla competenza delle Amministrazioni regionali.
Devo sottolineare che il Consiglio regionale del Piemonte, con la nuova normativa approvata alcune settimane fa, ha stabilito che esiste un limite alla concessione delle tartufaie, determinato percentualmente in base al territorio vocato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Solo per richiedere la documentazione che in questo momento è a mani dell'Assessore. Grazie.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Interpellanza n. 1283 dei Consiglieri Placido, Suino, Marcenaro e Riggio inerente a: "Area Basse di Stura"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 1283, dei Consiglieri Placido, Suino Marcenaro e Riggio.
La parola all'Assessore Vaglio, per la risposta.



VAGLIO Roberto, Assessore ai beni ambientali

Alla fine del mese di gennaio di quest'anno, i Consiglieri Placido Marcenaro, Suino e Riggio presentavano un'interrogazione per sapere se fossero state concesse, all'interno dell'area delle Basse di Stura, delle autorizzazioni di insediamento abitativo, industriale e commerciale o artigianale in base alla legge n. 43/1985 e successive modificazioni.
Relativamente a questo quesito, gli uffici dell'Assessorato ai beni ambientali così relazionano.
In relazione all'interrogazione in oggetto, relativa alla richiesta di informazioni in merito ad eventuale avvenuto rilascio di autorizzazione ai sensi della legge n. 431/1985, ora decreto legislativo n. 490/1999, per interventi edificatori all'interno dell'area Basse di Stura, si comunica che, considerata l'indeterminatezza del quesito formulato, sia in termini temporali che in termini localizzativi, risulta difficoltoso individuare eventuali autorizzazioni rilasciate dal Settore beni ambientali.
Peraltro, ai fini di un'attenta valutazione delle problematiche sollevate, è significativo ricordare che l'ambito oggetto di interesse risulta sottoposto a specifiche normative d'uso ed inserito all'interno del sistema delle aree protette della fascia fluviale del fiume Po - tratto torinese, al cui Ente di gestione è richiesto il rilascio di parere obbligatorio ai fini della realizzazione di interventi all'interno dell'area tutelata.
In materia di autorizzazioni edilizie, si rammenta inoltre la competenza del Comune di Torino, cui è demandata, ai sensi dell'art. 16 della legge regionale n. 20/1989, anche la vigilanza sulle aree sottoposte ai vincoli di cui al decreto legislativo n. 490/1999.
Agli atti, comunque, negli ultimi tempi e quindi relativamente al periodo di competenza dell'Assessorato da me gestito (dal 2000 ad oggi) non risulta rilasciato dal Settore beni ambientali nessun parere in merito ad interventi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Prima di commentare la risposta dell'Assessore, le volevo sottoporre due problemi.
E' almeno da dieci Consigli - e io non ne ho mancato nemmeno uno - che nell'elenco delle interpellanze sono inserite la n. 931 del 18 luglio 2001 e la n. 1166 del 3 dicembre 2001, che riguardano rispettivamente le Olimpiadi e l'ATR. Essendo state poste in elenco, devo intendere che l'Assessore competente fosse disponibile a rispondere nel corso di tutti questi Consigli che si sono succeduti. La cosa si commenta da sé.
Presidente, le chiedo ufficialmente che venga data risposta a queste due interpellanze; diventa oggettivamente complicato avere risposta quando non sono in elenco o quando vengono sollecitate, ma si deve riuscire ad avere risposta almeno quando vengono inserite ripetutamente in elenco (se vuole, le farò avere l'elenco di tutti i Consigli, penso almeno una decina in cui erano inserite e da parte dell'Assessore competente non c'è stata risposta).
La ringrazio in anticipo e attendo una risposta nel merito.
Per quanto riguarda la risposta dell'Assessore Vaglio alla nostra interpellanza, la cosa che ci interessa - e di questo la ringraziamo - è la frase contenuta nella parte finale, dove ci ha detto che da parte degli uffici non c'è stata nessuna concessione o autorizzazione rispetto al quesito.



VAGLIO Roberto, Assessore ai beni ambientali

Nessuna richiesta di parere.



PLACIDO Roberto

Nessuna richiesta di parere vuol dire che comunque gli uffici, a oggi non hanno dato autorizzazioni.
Per maggiore tranquillità nostra e degli abitanti della zona nord di Torino, accogliendo quanto diceva l'Assessore sulla non sufficiente precisione del quesito posto nell'interrogazione, ne ripresenteremo un'altra con la precisione necessaria e indicandovi con chiarezza e precisione l'area, perché siamo interessati, in particolare io e la collega Suino ma anche gli abitanti della zona nord di Torino, su tutta l'operazione e tutti gli interventi che riguardano la cosiddetta area denominata Basse di Stura, comprendente la discarica e anche l'area interessata a un intervento di bonifica (questo, fra l'altro, è un sito di interesse nazionale).
Grazie, Assessore; le faremo avere in termini di maggiori informazioni una nuova interrogazione più precisa.



PRESIDENTE

Collega Placido, con riferimento alla prima parte, credo che la questione della presenza degli Assessori in occasione delle risposte che sono state annunciate debba essere oggetto di una verifica.
Colgo l'occasione per informare che i Capigruppo avevano chiesto una normativa dei rapporti con l'Ufficio di Presidenza. Questa normativa è pronta e credo che quella sia una questione che dobbiamo vedere assieme alla Conferenza dei Capigruppo, perché credo che riguardi in maniera normale tutti i Gruppi del Consiglio, i quali devono sapere quando le loro interpellanze hanno risposta, anche naturalmente per un'organizzazione delle presenze di Giunta.
Collega Placido, chiede la parola per questioni di procedura o per fatto personale? Mi dia almeno un'occasione regolamentare.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente, considero la sua esperienza per trovare la motivazione migliore; io concordo.



PRESIDENTE

Non faccia troppo affidamento. Proceda pure, comunque.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente, anche perché prima ho commesso una grave mancanza nel non indicare il collega Pietro Marcenaro fra gli interessati alle risposte sull'area Basse di Stura; essendo anche il mio Segretario regionale, la gravità è doppia.
Sul problema l'Assessore competente è stato più volte presente in aula per cui avevo dedotto - come anche i colleghi - la sua disponibilità essendo in elenco, a rispondere. Lo può verificare dalle presenze incrociate con gli elenchi delle interrogazioni.
Mi auguro che il prossimo Consiglio ci sia la risposta a queste due vecchissime interrogazioni, molte volte riportate fra quelle alle quali l'Assessore era disponibile a dare risposta.



PRESIDENTE

Le segniamo come una sollecitazione d'ufficio da parte del suo Capogruppo alla prossima Conferenza dei Presidenti dei Gruppi.


Argomento: Protezione della natura (fauna, flora, minerali, vigilanza, ecc.)

Interrogazione n. 1365 della Consigliera Manica, inerente a "Lungolago di Arona"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio per la risposta all'interrogazione n.
1365, presentata dalla Consigliera Manica.



VAGLIO Roberto, Assessore ai beni ambientali

Il 7 marzo di quest'anno veniva assegnata al nostro Assessorato, per la competenza dei beni ambientali, l'interrogazione della Consigliera Manica relativa al progetto per l'abbellimento del lungolago di Arona con benefici di contributo da parte della Regione Piemonte.
Gli uffici, relativamente all'argomento, mi hanno fornito questi elementi di risposta.
L'istanza relativa al rifacimento del lungolago di Arona, pervenuta al Settore beni ambientali in data 22 marzo 2001, con nota 4224/A del 21 marzo 2001, è stata favorevolmente esaminata dal Settore Gestioni Beni ambientali ed autorizzata con Determinazione dirigenziale n. 52 del 18/04/2001 sotto l'esclusivo aspetto dell'inserimento ambientale e paesaggistico, poich l'intervento proposto è stato giudicato come sostanzialmente riqualificativo dell'ambito urbano interessato, essendo volto ad un'attenta ricucitura tra gli elementi di arredo e la compagine a verde dei giardini esistenti.
In particolare si è valutata opportuna la sostituzione delle essenze di Pinus pinea con altra specie autoctona di latifoglie vista la precarietà e la potenziale pericolosità rappresentata da quelle esistenti a causa del loro superficiale radicamento, secondo quanto ampiamente documentato nella relazione tecnico descrittiva allegata agli atti progettuali qui trasmessi.
La suddetta autorizzazione è stata assunta nel provvedimento finale redatto nel corso dell'apposita Conferenza dei servizi indetta dal Comune di Arona in data 24/05/2002.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ringrazio l'Assessore per la risposta, chiedo di poter avere il testo scritto, tuttavia non posso dire di essere soddisfatta della risposta.
Sarebbe stato utile fare ulteriori accertamenti, l'abbattimento degli alberi ha determinato una situazione assolutamente spiacevole sul lungo lago di Arona.
Con l'abbattimento degli alberi si è modificata una struttura e una situazione storicamente presente, di notevole pregio, che arricchiva profondamente il lago. Mi chiedo se non sarebbe stato utile, visto che la Regione era coinvolta nei confronti dell'Amministrazione comunale verificare se non vi fossero ipotesi progettuali alternative che prevedessero la salvaguardia e la tutela di un patrimonio naturale esistenti e non il suo abbattimento. Davanti a problemi come questi relativi alla messa in sicurezza di alberi o quant'altro, non è affatto vero che l'unica soluzione possibile sia quella di abbatterli. Molto spesso si possono individuare strade alternative di consolidamento, che potrebbero essere estremamente interessanti ed utili.
Questa verifica non è stata fatta e, da quanto affermato dall'Assessore nella sua risposta, non mi sembra che la Regione abbia, in tal senso sollecitato l'Amministrazione Comunale. Mi sembra che, come spesso accade ad Arona si paghi a pié di lista, che poi riguardi l'abbattimento di piante, mostre o quant'altro, riversando centinaia di milioni da questa Regione ad un comune.
Il sospetto che questo avvenga per comuni appartenenze politiche, è venuto a più di una persona.


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Interrogazione n. 796 del Consigliere Tomatis inerente a "Casa di Riposo Città di Ceva" interrogazione n. 801 dei Consiglieri Chiezzi, Riba, Riggio, Suino inerente a "Casa di Riposo Città di Ceva" interrogazione n. 817 del Consigliere Caracciolo inerente a "Processo contro la Casa di Riposo Città di Ceva"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le interrogazioni 796, 801 e 817, alle quali risponde congiuntamente l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore delle Politiche sociali e della famiglia

La Casa di Riposo denominata "Città di Ceva" è una struttura socio assistenziale di proprietà del Comune di Ceva la cui gestione è affidata ad una società cooperativa. Al riguardo, più volte, il competente Settore Promozione della rete delle strutture, vigilanza e controllo sulla qualità dei servizi della Direzione regionale Politiche Sociali, ha precisato che anche nel caso di concessione a terzi della gestione del servizio (come nel caso in questione), vale a dire l'affidamento a privati quando sussistano ragioni di convenienza tecnica o di natura economica o di opportunità sociale, il concessionario, nel caso di specie il Comune di Ceva, conserva la titolarità del servizio limitandosi ad affidare l'esercizio materiale ad un privato il quale, come gestore in proprio, assume la veste della titolarità accessoria del servizio medesimo.
Il Comune di Ceva con Contratto in data 10/03/2000, Repertorio 3188, ha stipulato una convenzione con la Società GESINT Cop. S.n.c. riguardante la gestione del presidio in questione. Tale convenzione all'art. 6 prevede che "il Comune di Ceva in ogni caso si riserva il diritto di effettuare la propria vigilanza sul funzionamento dell'attività secondo le normative generali esistenti e che interverranno e quelle particolari deliberate dalla Giunta e dal Consiglio Comunale di Ceva". Risulta quindi che oltre alla vigilanza istituzionalmente svolta dalla competente Commissione dell'ASL n. 16 di Mondovì-Ceva, anche la stessa Amministrazione comunale verifica la correttezza della gestione del servizio. Come si è avuto modo di chiarire già in passato, i soggetti ai quali la Regione ha delegato l'esercizio delle funzioni di vigilanza sui presidi socio assistenziali (eccetto le R.S.A. gestite direttamente dalle Aziende Sanitarie) sono le AA.SS.LL. ed il Comune di Torino, per il proprio ambito territoriale.
La Regione, pur non avendo titolo a svolgere una diretta funzione di vigilanza sui presidi socio assistenziali, è informata dalle Commissioni di Vigilanza relativamente all'attività svolta nei presidi e questo fatto consente agli uffici dell'Assessorato di rapportarsi anche con indicazioni e sollecitazioni operative concrete, avendo sempre come impegno primario la ricerca di soluzioni appropriate con le esigenze degli utenti, sia per quanto riguarda la loro tutela nel diritto a ricevere adeguate prestazioni assistenziali, sanitarie, riabilitative, occupazionali, di socializzazione sia per quanto attiene la garanzia del rispetto degli standard strutturali e di sicurezza a tutela anche degli operatori. In ogni caso l'attività dell'Assessorato è da sempre improntata ad una costante azione di sensibilizzazione, sia nei confronti delle Commissioni di vigilanza, sia nei confronti dei soggetti gestori dei presidi e dei servizi socio assistenziali, della cultura della qualità. Per quanto riguarda il presidio in questione lo stesso risulta in possesso di regolare titolo autorizzativo al funzionamento per una tipologia di anziani sia autosufficienti che parzialmente non autosufficienti.
La competente Commissione di vigilanza ha valutato corretto il livello di personale operante nella struttura pur rilevando la necessità che in presenza di anziani non autosufficienti il numero degli operatori deve essere implementato e completato anche con figure professionali adeguate a garantire l'erogazione di tutte le prestazioni necessarie e previste per tale tipologia di utenza. In ogni caso le prestazioni sia di carattere assistenziale sia a rilievo sanitario sono attualmente erogate da personale in possesso dei necessari requisiti professionali e ciò anche a seguito delle specifiche prescrizioni impartite dalla Commissione di vigilanza intervenuta per assicurare il rispetto degli standard normativi e di qualità. Si rammenta che la D.G.R. n. 65 - 565 del 24/07/2000 consente, in via sperimentale, in attesa di una ridefinizione complessiva del settore ad anziani ricoverati da tempo in una R.A., di continuare a restare nella stessa struttura che li ospita anche se non più autosufficienti.
Con la D.G.R. in questione le case di riposo di tipologia R.A. che intendono destinare alcuni posti agli ospiti non più autosufficienti, fino ad un massimo di cinque, salvo deroghe specifiche, devono predisporre progetti individualizzati per i singoli anziani, in modo tale da assicurare adeguati livelli gestionali in particolare di personale, al fine di soddisfare correttamente i bisogni sanitari ed assistenziali dell'ospite medesimo.
Compete all'Unità di Valutazione Geriatrica dell'ASL territorialmente competente supportare i presidi interessati nella predisposizione dei progetti, in modo da calibrare le risposte di tipo assistenziale in rapporto agli effettivi bisogni, mentre le prestazioni a rilevanza sanitaria verranno assicurate dai servizi di assistenza domiciliare integrata. Con tale DGR si è inteso, da una parte, venire incontro all'esigenza di molti anziani che, non essendo più autosufficienti dovrebbero essere ricollocati in altri presidi, lasciando una rete di amicizie e relazioni, a fatica intessute, con il rischio di ingenerare conseguenze psicologiche che possono rilevarsi deleterie anche per la stessa patologia dell'anziano e dall'altra stabilire precisi e inderogabili livelli di assistenza e di personale qualificato sia per le prestazioni a rilievo sanitario sia di carattere tutelare in modo tale da evitare il ripetersi di situazioni di grave irregolarità, come è avvenuto nel presidio Casa di Riposo "Città di Ceva".
Anche se l'attività di vigilanza sui presidi socio-assistenziali è una finzione che con la L.R. n. 62/1995 è stata delegata alle ASL (e al Comune di Torino per il proprio ambito territoriale), si ribadisce che la Regione si può dire quasi quotidianamente, non manca di intervenire affinché tale attività da parte del soggetto delegato sia finalizzato non solo a verificare il corretto funzionamento dei presidi e la qualità delle prestazioni offerte, ma anche a sviluppare una funzione di promozione perché si realizzino condizioni di qualità degli interventi, fornendo anche, attraverso una continua azione di stimolo e di collaborazione adeguate indicazioni atte a sviluppare proprio la cultura delle qualità.
In tale ottica è stata anche realizzato, nel 2001, uno specifico momento di formazione per i componenti delle Commissioni di vigilanza. Nel corso dell'anno 2000 e 2001 la Commissione di vigilanza dell'ASL n. 16 di Mondovì-Ceva ha svolto le attività previste dalla D.G.R. 124-18354 del 14/4 1997 che stabilisce gli indirizzi per l'esercizio delle funzioni amministrative di vigilanza in materia socio-assistenziale ai sensi dell'art. 34 della L.R. n. 62/1995, così come modificato dalla L.R. n.
5/1997, effettuando, tra l'altro, annualmente un sopralluogo presso la struttura Casa di riposo "Città di Ceva", non rilevando, come sopra specificato, carenze di rilievo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tomatis.



TOMATIS Vincenzo

Grazie, Presidente. Abbiamo presentato questa interrogazione perch avevamo avuto delle segnalazioni preoccupanti in merito alla gestione di questa struttura.
Se la situazione è rientrata nei livelli adeguati, mi reputo soddisfatto della risposta.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore, noi abbiamo un giudizio più complesso nei confronti della sua risposta rispetto al collega Tomatis.
Il Consigliere Riggio, giustamente, mi ricordava che nella graduatoria del gradimento delle strutture del servizio sanitario nazionale da parte dei cittadini, all'ultimo posto troviamo le case di cura.
Certamente, vi è un giudizio, perlomeno per una parte significativa della Regione Piemonte, di sicuro il nord-ovest ma anche altre realtà, di preoccupazione e molta perplessità. Di questo giudizio, in qualche modo dobbiamo tener conto.
Questo è un caso tipico di intervento della Commissione di vigilanza a seguito di una segnalazione.
Assessore, lei diceva prima - mi permetta la battuta - quasi come se fosse uno spot pubblicitario: "La Regione provvede. La Regione sensibilizza. La Regione è presente". Va bene. Ma non esageriamo.
Credo che il compito della Regione non sia tanto quello di sensibilizzare, quanto quello di governare, a priori, delle politihe e delle azioni che facciano sì che le Commissioni di vigilanza svolgano il loro lavoro e non intervengano solo a seguito di una segnalazione altrimenti, la funzione ispettiva dei Commissari e dei Consiglieri diventa veramente pesante.
Se dovessimo segnalare tutti i casi di preoccupazione relativamente alle RA, RSA, RAF, perché solo a quel punto otteniamo un intervento di vigilanza e di controllo, dobbiamo passare il nostro tempo a correre su tutte le strutture esistenti della nostra Regione.
Questo ci fa pensare che continua a non esservi, Assessore, al di là delle parole che andiamo dicendo in giro e, quindi, da parte della Giunta regionale e del suo Assessorato, una sufficiente azione di governo delle politiche che afferiscono al mondo degli anziani, in particolare alle residenze. Assessore, non vi è un'adeguata azione in tal senso. Così come non c'è un raccordo o, perlomeno, è parziale. Così come è parziale il raccordo tra quanto svolto dall'Assessorato e quanto svolto dalle Commissioni di vigilanza. In ogni caso, è assolutamente assente la restituzione ai Commissari, alla IV Commissione e al Consiglio, che avviene solo su casi di segnalazione come questo.
Altro ragionamento che ci vede molto preoccupati, non meno importante Assessore, che si sta verificando sul territorio regionale sempre più frequentemente, riguarda il fatto che delle strutture e dei centri nati con una funzione, ad esempio, di RSA o di RAF stiano diventando una sorta di scatole, di contenitori, dove al piano terra ritroviamo i non autosufficienti, al primo piano i tossicodipendenti, al secondo piano i malati di mente, andando avanti in questo modo. Rimanendo sempre nell'ambito anziani, si trova una sostituzione di centro destinato all'autosufficienza che diventa poi, a quel punto, un centro dove ritroviamo persone sempre meno autosufficienti.
Certo che vi un'attenzione nei confronti dell'anziano, ma se quel centro è nato con certe funzioni, il personale e la struttura è stata concepita per svolgere quelle funzioni.
L'insieme di queste diverse caratteristiche, che ritroviamo nel mondo degli anziani all'interno dei nostri istituti, si stanno mettendo insieme in modo molto forzoso e con un prevalere della logica economica. Assessore: la logica economica.
Certo che dobbiamo preoccuparci di non incrementare ulteriori disavanzi e di far sì che si scelgano le opportunità più economiche, ma all'interno della tutela dei diritti della persona e della qualità del servizio, del benessere e dell'agio, che è una delle funzioni alle quali noi siamo preposti. Assessore, così non è.
Assessore, non appena vi siano le condizioni, la invitiamo formalmente ad intervenire, con una relazione, in IV Commissione. In tale caso, inviteremo anche il Vicepresidente a partecipare, perché è uno dei firmatari dei questa interrogazione, giustamente, per competenza territoriale. Ci informi con un aggiornamento specifico su tutta la partita RSA, RAF e RA in IV Commissione, in modo da fare il punto sull'intreccio tra quelle che sono le politiche di governo, a priori, e quelle che sono le competenze parzialmente espletate delle Commissioni di vigilanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Vorrei fare solo una brevissima integrazione.



PRESIDENTE

previsto solo un intervento per Gruppo, per la verità.



RIGGIO Angelino

Si tratta di un'integrazione brevissima per l'Assessore Cotto e per l'Assessore D'Ambrosio.
C'é una "verità ufficiale" e c'é una "verità vera". L'impegno degli Assessori dovrebbe essere quello di andare un po' a scavare rispetto alla "verità vera".
Non è che le Commissioni di vigilanza non effettuino i controlli - ne effettuano pochi - ma è una cosa risaputa da chi lavora nelle strutture come le Case di cura, le Case di riposo e così via, che quando la Commissione di vigilanza deve arrivare si sa già con otto giorni di anticipo. Ci sono, dunque, i giorni per potersi mettere in regola.
Allora, bisogna andare oltre la "verità ufficiale", andare, cioè, verso la "verità vera". Bisognerebbe immaginare dei meccanismi che, in qualche modo, facciano rilevare la responsabilità delle Case di cura e delle Case di riposo che non sono effettivamente in regola, delle Aziende Sanitaria che non effettuano correttamente i controlli e delle Commissioni di vigilanza che fanno dichiarazioni false, nel senso che, con un meccanismo sulla carta così efficiente, è inconcepibile che accadano determinate cose.
Quindi, bisognerebbe costruire un meccanismo che sia realmente punitivo nei confronti di chi vuole mantenere un'apparenza validissima ed una sostanza che è miserabile, perché in un'inchiesta che avrà letto anche l'Assessore D'Ambrosio sull'ASI di nemmeno tre numeri fa, è emerso che nel nord-ovest le case di riposo sono all'ultimo posto nel gradimento rispetto alle strutture dei servizi sanitari e socio-assistenziali, ben al di sotto del 50% del livello di gradimento.
Allora, si tratta di andare a scavare la "verità vera". Gli strumenti ci sono. Ci sono i controlli formali: evidentemente, questi controlli formali sono troppo formali.



COTTO Mariangela, Assessore delle politiche sociali e della famiglia

Posso fare due precisazioni?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore delle politiche sociali e della famiglia

Non so se il collega Caracciolo voglia intervenire, in quanto firmatario, però penso che siano d'obbligo alcune precisazioni.
Intanto a me non risulta che le Commissioni di vigilanza, Consigliere Riggio, facciano dichiarazioni false. Probabilmente nel discorso o nell'enfasi...



COTTO Mariangela, Assessore delle politiche sociali e della famiglia

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



COTTO Mariangela, Assessore delle politiche sociali e della famiglia

Io non ho detto questo!



COTTO Mariangela, Assessore delle politiche sociali e della famiglia

Ah, non l'ha detto? Allora non ho capito bene, è stato un lapsus. Sono intervenuta solo per rispetto nei confronti delle Commissioni di Vigilanza.
Probabilmente si è espresso male oppure abbiamo inteso male noi.



PRESIDENTE

Magari concederò successivamente la parola al Consigliere Riggio per maggiori precisazioni. Lasciamo terminare l'Assessore Cotto, poi il collega Riggio potrà replicare.



RIGGIO Angelino

Non ho detto che le Commissioni di Vigilanza fanno dichiarazioni false.
Dico che se i controlli sulla carta sono così perfetti, perché nella sostanza ci sono...? Evidentemente, questo meccanismo è buono nella forma, ma non è buono nella sostanza, non è buono nella "verità vera".



COTTO Mariangela, Assessore delle politiche sociali e della famiglia

Condivido l'esigenza espressa dai colleghi Riggio e Suino di una vigilanza più efficace, tant'é che stiamo operando proprio su questa linea.
Come ho letto nella risposta, abbiamo organizzato questo corso di formazione con tutte le Commissioni di Vigilanza in un recente passato. Si è tenuto anche un incontro - c'è stato anche un comunicato stampa - con la Magistratura delle fasce deboli e ci sarà un convegno il 12 luglio che prevede proprio un confronto tra tutti gli attori che devono fare vigilanza dai NAS, ai Vigili del Fuoco, alla Magistratura - per valutare le indicazioni affinché questa vigilanza possa essere più efficace.
Come ho ribadito in tante occasioni, vogliamo spostare l'attenzione dalla struttura alla persona. A noi interessa che la vigilanza vada a controllare se vi sono piaghe da decubito o se ci sono odori, e valuti quale sia la qualità della vita all'interno della casa di riposo. Il discorso della finestra che può essere tre centimetri più grande o più piccola diventa secondario.
Questa è la direzione della politica nei confronti delle case di riposo che ho voluto impostare. La stessa iniziativa "Case di riposo aperte", che voi conoscete, è stata creata proprio per far emergere i problemi: in Piemonte ci sono 782 case di riposo, all'interno delle quali ci sono 40.000 ospiti. Ci rendiamo conto dei grossi problemi che abbiamo in questo Piemonte; abbiamo dei nonni che sono preoccupati di dover aiutare i figli ad allevare i nipotini, mentre hanno i genitori anziani, i bisnonni, da accudire.
Noi dobbiamo veramente dare un ventaglio di risposte. Capiamo benissimo che la risposta della casa di riposo è proprio l'ultima, seppure necessaria. Ci rendiamo conto di questo e comprendiamo che a nessun cittadino piemontese piaccia andare in una casa di riposo. Mi sforzo nelle politiche che faccio per la popolazione anziana, di pensare quasi che non esistano le case di riposo, per poter proprio mantenere l'anziano in famiglia, nel suo territorio. Però, non possiamo neppure nascondere che tante volte l'anziano non ha più una famiglia, oppure la famiglia non pu prendersi cura di lui.



PRESIDENTE

Il collega Caracciolo, che era firmatario dell'interpellanza, desidera intervenire?



PRESIDENTE

CARACCIOLO



PRESIDENTE

No, grazie.


Argomento: Attivita" delegate alle USSL (vigilanza, formazione) - Personale socio - assistenziale

Interpellanza n. 1028 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Segnalazioni su carenze presso la Casa di riposo Bolletti Bona di Biella"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 1028, alla quale risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore delle politiche sociali e della famiglia

Il presidio socio-assistenziale Casa di riposo Belletti Bona di Biella è una IPAB che opera da moltissimi anni nel campo dell'assistenza agli anziani. Trattasi di una struttura polivalente in cui sono presenti diverse tipologie di presidi residenziali e semiresidenziali sia per anziani autosufficienti in tutto o in parte, sia non autosufficienti.
Con una nota, pervenuta all'Assessorato lo scorso mese di ottobre, il Presidente dell'IPAB in argomento riferendosi ad una lettera (acquisita agli atti anche dell'Assessorato) inviata da un "gruppo di parenti", senza data e con firme non tutte leggibili, recante una serie di osservazioni critiche rispetto al servizio prestato dalla struttura, affermava testualmente: "Siamo di fronte ad un tentativo di denigrazione portato avanti, da parecchi mesi, da qualcuno ben individuato. Di questo fatto ampiamente documentato, è stata interessata ufficialmente la Commissione di Vigilanza per un intervento risolutivo".
Nella suddetta nota, il Presidente dell'IPAB Belletti Bona auspicava una collaborazione della competente Commissione di Vigilanza dell'ASL nel far emergere e comunicare agli utenti e più in generale a tutti i cittadini, il corretto modo di operare dell'istituto, sottolineando che "lo stillicidio" di iniziative sostanzialmente infondate tornava a discapito "non solo dell'immagine dell'Istituto, ma soprattutto della dignità di chi vi opera ai vari livelli e del servizio dato agli anziani in genere nel territorio".
Con nota in data 16 novembre u.s., il competente settore della Direzione regionale alle Politiche Sociali, richiedeva alla Commissione di Vigilanza sui presidi socio-assistenziali dell'ASL n. 21 di Biella di fornire informazioni "circa i livelli di personale e gli aspetti organizzativi della struttura (compresi gli strumenti documentali utilizzati per l'erogazione e la verifica delle prestazioni socio-sanitarie fornite agli ospiti) e di esprimere le proprie valutazioni al riguardo, in riferimento anche a quanto lamentato nella segnalazione di un gruppo di parenti degli ospiti del presidio".
La suddetta nota regionale si concludeva con la sottolineatura che "la priorità della persona e la creazione di condizioni di benessere psicofisico meno standardizzate e più rapportate ai bisogni dei singoli individui rappresentano un obiettivo fondamentale in tema di politiche sociali e sanitarie e che tale processo migliorativo comprende anche la realizzazione di adeguati strumenti di confronto e comunicazione con l'utenza".
La Commissione di vigilanza dell'ASL n. 21, con nota pervenuta alla Direzione regionale Politiche sociali in data 3 gennaio u.s., ha precisato che erano state già prese in esame sia la lettera del gruppo di parenti degli ospiti del Belletti Bona sia il riscontro del Presidente dell'Ente stesso.
Sulla scorta della documentazione trasmessa, si è riscontrato che in data 27 settembre 2001 si è svolto un incontro promosso dai responsabili del SAST e del Dipartimento di Prevenzione dell'ASL n. 12, al quale sono intervenuti gli operatori coinvolti nelle varie attività di vigilanza dell'Azienda Sanitaria e del Consorzio Socio Assistenziale IRIS di Biella nonché l'Assessore ai Servizi Sociali del Comune di Biella ed i rappresentanti dell'Amministrazione dell'IPAB in questione.
Nell'incontro, come emerge dalla relazione all'uopo redatta, sono stati discussi i punti critici organizzativi del presidio, concordando una serie di interventi, in parte, peraltro, già attivati e si è dato infine atto "che le lamentele erano circoscritte".
La competente Commissione di vigilanza per i presidi socio assistenziali ha invitato l'Ente ad organizzare incontri con i parenti degli ospiti di ciascun nucleo, al fine di migliorare ulteriormente la comunicazione "canalizzando - si legge nella nota trasmessa - in un ambito specifico e costruttivo l'espressione di esigenze e rilievi in ordine alla conduzione del servizio".
In proposito la Commissione ha avuto successivamente notizia che tali incontri si sono effettivamente svolti in un clima sereno e propositivo.
La Commissione di vigilanza ha inoltre segnalato che l'IPAB Belletti Bona, unitamente ad altre strutture del territorio, ha iniziato un percorso formativo anche attraverso la redazione di uno strumento metodologico per l'autovalutazione.
In relazione ai rilievi contenuti nella lettera scritta dal gruppo di parenti di ospiti del presidio, la Commissione di vigilanza ha fatto presente che alcuni di tali rilievi "sono di difficile od impossibile riscontro da parte della Commissione, la quale peraltro nel corso dei sopralluoghi effettuati non ha avuto occasione di constatare l'esistenza di carenze tali da far supporre un'inadeguata assistenza agli ospiti.
Peraltro, riguardo ad alcuni aspetti segnalati dai parenti, sono state fornite al Presidio indicazioni scritte su cui la Commissione di Vigilanza e l'Unità Valutativa Geriatria si sono impegnate a valutare i risultati".
Come emerge da quanto sopra riferito, l'Assessorato si è tempestivamente attivato richiedendo alla Commissione di vigilanza dell'ASL territorialmente competente di predisporre non solo gli opportuni accertamenti in ordine alle disfunzioni segnalate da un gruppo di parenti degli utenti, ma suggerendo anche di promuovere la realizzazione di adeguati strumenti di confronto e comunicazione con l'utenza da parte dei presidi socio-assistenziali; suggerimento che, come comunicato dalla stessa Commissione di vigilanza, è stato immediatamente recepito dall'Ente interessato e con riscontri positivi.
Come si è avuto modo di chiarire già in passato, i soggetti ai quali la Regione ha delegato l'esercizio delle funzioni di vigilanza sui presidi socio-assistenziali (eccetto le RSA gestite direttamente dalle Azienda Sanitarie) sono le ASL e il Comune di Torino, per il proprio ambito territoriale.
La Regione, pur non avendo titolo a svolgere una diretta funzione di vigilanza sui presidi socio-assistenziali, è costantemente informata dalle Commissioni di Vigilanza.
In ogni caso, l'attività dell'Assessorato è da sempre improntata ad una costante azione di sensibilizzazione, sia nei confronti delle Commissioni di Vigilanza.
Ho accennato prima al convegno che si svolgerà il 12 luglio, dove ci sarà un confronto sulla vigilanza tra i tanti attori, dai NAS ai Vigili del Fuoco, ai Magistrati delle fasce debole, proprio perché vogliamo cercare dall'esperienza della vigilanza, di dare delle linee ancora più efficaci che mettano la persona al centro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Chiedo innanzitutto se si può avere la risposta scritta e, nello stesso tempo, poiché si accenna a delle relazioni svolte da parte delle Commissioni di Vigilanza, se è possibile acquisire anche quelle, perché si citano delle frasi, ma sarebbe bene poter avere il testo integrale anche di quelle relazioni.
Esprimo una relativa insoddisfazione, perché mi pare che, a fronte di problemi che sono segnalati, nella risposta dell'Assessore si dà voce, da una parte, alla reazione della casa di riposo medesima, che mi pare lanci delle accuse pesanti ma generiche, non motivate. Non si dovrebbero lanciare accuse di questo tipo e, soprattutto, secondo me l'Assessore non dovrebbe riprendere questi aspetti se non sono sufficientemente motivati.
Dall'altra parte, mi pare che s'insista molto su un presunto problema di comunicazione con l'utenza, rappresentata dalle persone ospitate in questa casa, che avranno comunicato ai loro parenti una serie di disagi e problemi che mi pare banale attribuire a una carenza di comunicazione.
Le possibilità di comunicazione ci sono; probabilmente non c'è solo un difetto di comunicazione, ma ci sono dei disagi che vengono vissuti e quindi su quelli bisogna intervenire. Credo che il problema non sia tanto quello di attivare una diversa comunicazione con i parenti; mi pare più importante tendere ad individuare se quei problemi esistono realmente.
Dalla relazione della Commissione risulta che ci sono degli obiettivi da raggiungere; anche in questo caso siamo tutti d'accordo che gli obiettivi sono da raggiungere, ma bisogna vedere a che punto siamo nel raggiungimento di quegli obiettivi, più che definire gli obiettivi stessi.
Occorre vedere tra questi obiettivi e la realtà che tipo di scarto esiste.
Infine, si sottolinea l'importanza di quest'attività di vigilanza che credo effettivamente sia importante, ma sarebbe interessante capire se la vigilanza avviene con una certa tempestività e anche con una capacità di indagine, e non magari a seguito di una preventiva comunicazione, poich sappiamo che scelte di questo genere rendono più difficile individuare l'esistenza di problemi.
Se su questo l'Assessore ci può fornire le relazioni che chiedevo prima, ci potranno aiutare a capire questi aspetti. Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordini del giorno n. 562 "Crisi dell'auto", presentato dai Consiglieri Cattaneo, Galasso, Angeleri, Brigandì, Deorsola, Tomatis, Valvo, D'Onofrio e n. 563 "Grave situazione della FIAT Auto", presentato dai Consiglieri Riba, Manica, Marcenaro, Ronzani, Suino, Riggio, Placido


PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'ordine del giorno n. 562, presentato dai Consiglieri Galasso, Angeleri, Brigandì Deorsola, Tomatis, Valvo e D'Onofrio, il cui testo recita: Il Consiglio regionale premesso che la flessione del mercato dell'auto, registrata a livello internazionale, è stata particolarmente negativa in Italia è necessario rafforzare, a livello nazionale e di concerto con le Regioni una politica complessiva per affrontare i nodi critici della mobilità e delle infrastrutture che penalizzano lo sviluppo economico in questa direzione va la "legge-obiettivo" per le grandi opere voluta dal Governo, cui si deve dare rapida attuazione l'insieme delle politiche per la mobilità dovrà garantire una maggiore compatibilità ambientale della crescita socioeconomica: dalla promozione dei carburanti ecologici all'incentivazione dell'automazione e dell'innovazione tecnologica, l'intero settore della mobilità richiede interventi strutturali in grado di avere positive ripercussioni sul sistema produttivo legato all'automotive si dovrà implementare il sostegno alla ricerca applicata, perché è un primario interesse nazionale assicurare che l'Italia confermi e accresca la propria capacità innovativa di uno dei settori strategici esprime piena solidarietà a tutti i lavoratori Fiat e dell'indotto auto assicurando un forte impegno nel promuovere e assecondare ogni strumento utile a mitigare gli effetti negativi della ristrutturazione che possano gravare su ogni singola persona impegna il Presidente della Giunta e l'Assessore competente affinché si concretizzi la necessità, con il concorso della Regione, di una politica nazionale di sostegno alla mobilità, con particolare attenzione ai risvolti ambientali e a promuovere la diffusione dei carburanti alternativi l'impegno della Regione ad accompagnare sul piano occupazionale e nel modo meno traumatico possibile la ristrutturazione del settore auto, assicurando tutte le iniziative di integrazione, formazione, riqualificazione delle risorse umane che permettano il riassorbimento di forza lavoro da parte del sistema economico regionale la volontà della Regione di contribuire con adeguate politiche industriali anche mediante la gestione dei fondi strutturali, a sviluppare le nuove tecnologie, la ricerca applicata, a sostenere le nuove iniziative imprenditoriali e l'internazionalizzazione, a dotare il territorio regionale di infrastrutture e servizi per le imprese.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico l'ordine del giorno n. 563, presentato dai Consiglieri Manica, Marcenaro ed altri, il cui testo recita: Il Consiglio Regionale del Piemonte vista la grave situazione della Fiat Auto e i suoi riflessi sull'intero comparto industriale e sulle prospettive dell'economia e dell'occupazione considerata l'importanza che per il futuro continua ad assumere per il Piemonte e per tutto il paese e il ruolo e l'esperienza della grande impresa valutato necessario promuovere a questo fine la più ampia convergenza e il più largo concorso di forze sociali, politiche ed istituzionali impegna la Giunta Regionale ad una iniziativa che contribuisca allo sviluppo del confronto sul piano industriale, coinvolgendo tutti gli interlocutori necessari a sollecitare l'apertura di un confronto sindacale che definisca i diversi strumenti utili per affrontare e gestire i problemi occupazionali che si presentano nella Fiat e nel resto delle industrie grandi e piccole collegate a mettere a punto le politiche di competenza regionale e le relative risorse. Esse riguardano il campo della formazione, degli incentivi e del sostegno allo sviluppo di una domanda di produzioni innovative ed ecologicamente qualificate, la fiscalità per le imprese minori, a partire dalla riduzione dell'IRAP per le aziende al di sotto dei 50 addetti.
Il Consiglio regionale chiede: alla Giunta di sostenere presso il Governo l'adozione di politiche economiche ed industriali che sono indispensabili per affrontare questo problema.
il Consiglio regionale impegna il Presidente della Regione a promuovere un coordinamento ed una cooperazione tra le diverse istituzioni e a verificare operativamente, in sede di VII commissione l'implementazione degli impegni assunti.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Statuto - Regolamento

Comunicazioni del Presidente della Commissione Regolamento


PRESIDENTE

Il punto 5) all'o.d.g. indica: "Comunicazioni del Presidente della Commissione Regolamento".
La collega Rosa Anna Costa, Presidente della Commissione Regolamento svolge la comunicazione concordata nell'assemblea dei Capigruppo. Prego.



COSTA Rosa Anna

I lavori della Commissione Regolamento, peraltro già avviati con l'esame dell'autonomia funzionale, organizzativa e contabile del Consiglio regionale e l'approvazione di alcune modifiche agli artt. 9 e 10, si sono intensificati in seguito al rinvio in Commissione della proposta di deliberazione n. 21 "Modifiche al Regolamento interno".
Com'è noto, la Conferenza dei Presidenti ha concordato di mettere in discussione alcune parti del Regolamento, in particolare gli argomenti inerenti: 1) alla non necessità del numero legale per l'esercizio del sindacato ispettivo (rispettivamente artt. 47 e 52); 2) riduzione del numero delle Commissioni permanenti e individuazione delle relative competenze (art. 21); 3) modalità di calendarizzazione dei lavori del Consiglio regionale; 4) riserva di spazi per la trattazione di atti di iniziativa consiliare, in particolare dell'opposizione (art. 12); 5) disciplina delle modalità di iscrizione di nuovi punti all'o.d.g. (art.
51); 6) disciplina dell'ammissibilità e modalità di presentazione degli emendamenti (art. 80); 7) modalità di presentazione e trattazione delle questioni preliminari, pregiudiziali e sospensive (art. 63).
I lavori della Commissione si sono svolti nelle sedute del 16 e 17 maggio u.s. con una discussione generale e preliminare sui vari argomenti all'o.d.g. e la formulazione di un calendario dei lavori basato su una serie di incontri per poter approfondire le questioni ed elaborare un primo documento di modifica e/o stralcio del Regolamento.
Dalla discussione generale sono emerse molte considerazioni incentrate sulla necessità di modifiche da apportare a questo nostro Regolamento approvato da tempo e che nel corso di questi ultimi anni ha subito solo qualche piccola parziale modifica.
Inoltre si è evidenziato che, nonostante la presenza di una stretta connessione in alcune parti con lo Statuto regionale, altre possono essere già riviste con interventi stralcio in attesa della riforma statutaria.
Fin dalle prime sedute è stata chiara la volontà di intervenire su alcuni articoli regolamentari sui quali le diverse forze politiche più facilmente potessero raggiungere un punto di incontro.
Essendo stata avanzata in sede di Commissione la richiesta di procedere nella discussione secondo l'ordine crescente degli articoli con conseguente convocazione che prevedeva all'o.d.g. gli artt. 12 e 21, si è ritenuto opportuno in queste prime riunioni tralasciare l'esame dell'art. 12 per affrontare il tema del numero e delle competenze delle Commissioni permanenti, avendo già iniziato tale discussione nelle sedute precedenti.
Come sottolineato da alcuni Commissari e dallo stesso Ufficio di Presidenza di questa Commissione, l'elevato numero delle Commissioni permanenti, sommato al numero di quelle speciali, ha reso fino ad oggi piuttosto difficoltoso lo svolgimento dei lavori. In particolare, sono state vagliate, nelle sedute del 20, 22 e 23, le nuove competenze legislative regionali alla luce dell'art. 117 della Costituzione, come modificato dalla legge costituzionale n. 3/2001, la situazione di tutte le Regioni in italiane e l'excursus storico riferito alle Commissioni permanenti nella nostra Regione durante le varie legislature; infine sono stati esaminati, con il supporto di appositi grafici, agli attuali carichi di lavoro delle Commissioni. E' stato un lavoro meticoloso, di cui è doveroso ringraziare gli uffici per la competenza e l'efficienza con la quale hanno collaborato.
Si è inoltre evidenziata la necessità di valorizzare il ruolo delle Commissioni permanenti rincorrendo anche all'esame di progetti di legge in sede redigente (questo non comporta modifica perché è già prevista nel Regolamento la possibilità della fase redigente).
La discussione si è concretizzata nella presentazione alla Presidenza di tre diverse proposte: la prima, presentata dal Consigliere Palma e sottoscritta dal Consigliere Caracciolo, basata sull'individuazione di quattro aree tematiche sulla falsariga del decreto legislativo n. 112/1998 e quindi di quattro Commissioni permanenti, riducendo anche la partecipazione dei Consiglieri a non più di due, anziché quattro, come stabilito dall'art. 22 (possibilità di partecipazione); una seconda proposta, sottoscritta dai Capigruppo di maggioranza, ha invece individuato sei Commissioni permanenti, riducendo contemporaneamente anche la partecipazione dei Consiglieri a non più di tre Commissari, anziché quattro (sempre in riferimento all'art. 22); la terza proposta, sottoscritta dalla Consigliera Suino, ha invece previsto cinque aree tematiche, più la possibilità di introdurre una Commissione di vigilanza e controllo comprendente anche le Commissioni speciali.
Le proposte sono state attentamente esaminate e discusse da tutti i Commissari e benché si sia compreso il contenuto della prima proposta (Palma, basata sul decreto legislativo n. 112), molte considerazioni sono state espresse a favore della proposta della Consigliere Suino, che potrebbe trovare attuazione in un prossimo futuro. In questo preciso momento siamo in presenza di una proposta, approvata dalla maggioranza, con la riduzione a sei Commissioni.
Si è deciso, inoltre di individuazione le sole aree tematiche con l'impegno di realizzare, nelle prossime settimane, un articolo molto specifico sempre riferito alle Commissioni.
Si è ritenuto, infine, di dover intervenire sui coordinati articoli 22 e 23, da un lato per limitare la partecipazione dei Consiglieri a tre anziché quattro (sempre coordinato sulla proposta che è stata vagliata) come già anticipato, e, dall'altro, ridefinendo la Presidenza delle Commissioni stesse.
Si è previsto, infatti, un Ufficio di Presidenza delle Commissioni costituito da un Presidente e da due Vice Presidenti, così come recita l'art. 22, con la presenza di un membro indicato sempre dalle minoranze anche in previsione del fatto che, a seguito delle nuove competenze regionali, potrà essere data piena attuazione all'art. 26, comma sette, che già prevede l'eventuale ricorso a sottocommissioni. L'intenzione di questa Commissione è, pertanto, quella di proseguire il lavoro cominciato continuando l'esame delle altre tematiche individuate dalla Conferenza dei Presidenti, mantenendo il più possibile il clima di collaborazione che si è instaurato e dando la possibilità ai Commissari di intervenire in modo esaustivo su tutti gli argomenti trattati.
Come si è constatato nel corso delle ultime sedute, i lavori di questa Commissione richiedono tempo per approfondire e discutere ampiamente tutti gli articoli che abbiamo già citato.
Consci della responsabilità che investe la scelta di regole che devono assicurare ai lavori dell'Assemblea una migliore funzionalità, ma, nel contempo, di essere di garanzia per la rappresentanza dell'assemblea tutta richiedo, signor Presidente, la possibilità di proseguire il dibattito all'interno della Commissione, al fine di sottoporre poi all'aula proposte di variazione degli articoli in questione con un lavoro impegnativo e costante, ma in assenza di termini prestabiliti troppo stretti, al fine di poter meglio valutare ogni proposta e concedere ai Commissari la possibilità di effettuare uno studio più approfondito ed un confronto sereno e costruttivo nella sede appropriata.



PRESIDENTE

La relazione contiene una proposta precisa, che è quella della prosecuzione dei lavori salvo successive verifiche, sulla base delle intese che si stabiliranno a livello di Capigruppo e di Commissione. Le sedi proprie sono la Conferenza dei Capigruppo e la Commissione stessa. Quindi la proposta è di prosecuzione del lavoro senza un'indicazione, per il momento, di tempi precisi.
Ritengo che questa proposta debba essere sottoposta non ad una appro-vazione del Consiglio, perché non ci sono le condizioni giuridiche.
Ma la proposta che il Presidente della Commissione sottopone al Consiglio e alla Presidenza è quella della prosecuzione dei lavori sulla base degli elementi positivi che sono stati individuati- mi pare di capire dalla relazione che è stata svolta - rispetto al numero delle Commissioni e ad altri elementi di natura regolamentare in corso di definizione.
La relazione, dunque, si conclude con la proposta di prosecuzione del lavoro della Commissione.
Successive verifiche sulla prosecuzione di questo lavoro ritengo che debbano essere svolte sulla base degli orientamenti della Commissione stessa o della Conferenza dei Capigruppo, che decide l'ordine dei lavori del Consiglio.
Ha chiesto la parola la Consigliera Costa per precisazioni.



COSTA Rosa Anna

Intanto la relazione è dell'Ufficio di Presidenza della Commissione, e non della Presidente. Vorrei che questo rimanesse agli atti.



PRESIDENTE

Grazie per aver, in questo senso, precisato e corretto la mia comunicazione.



COSTA Rosa Anna

Mi pare ovvio, Presidente, che l'incarico ricevuto dalla Conferenza dei Presidenti prefissava l'articolato di cui ho annunciato espressamente nella premessa.
Riterrei di dover continuare sull'incarico dato dai Presidenti dei Gruppi consiliari, e quindi di proseguire su questi lavori. Come lei Presidente, ha ben evidenziato, se le decisioni della Conferenza dei Capigruppo fossero diverse, pregherei di tenere i contatti con l'Ufficio di Presidenza di questa Commissione per capire il da fare.
Noi continueremo, perché riteniamo che questo sia il nostro mandato dopodiché, se ci saranno delle variazioni in corso d'opera, spero che ci verranno comunicate.



PRESIDENTE

Grazie per la precisazione. L'Ufficio di Presidenza è composto dalla Presidente e dal Vice Presidente Giordano.
Su questa comunicazione, che rappresenta un punto all'ordine del giorno, sono previsti, se occorrono, degli interventi. In ogni caso, la proposta è precisa.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ringrazio l'Ufficio di Presidenza della Commissione Regolamento per la relazione che né stata fatta puntualmente all'aula, così come avevamo richiesto, e, in un certo senso, la Commissione aveva deciso nella sua ultima seduta.
Era doverosa la relazione all'aula, in quanto, come noto, era stato rinviato in Commissione un provvedimento a firma di alcuni Consiglieri con il termine del 28 maggio, data in cui era prevista l'adunanza del Consiglio regionale. Invece, ci troviamo a discuterne oggi, 30 maggio perché, com'è noto, è stato deciso di effettuare lo svolgimento del Consiglio regionale nella giornata del 30 maggio.
La relazione era dunque doverosa, anche per informare i colleghi che non fanno parte della Commissione. Di questo ringrazio nuovamente l'Ufficio di Presidenza della Commissione Regolamento e gli Uffici, anche perché, nel frattempo, la Commissione ha dato un'indicazione di arrivare alla giornata di oggi con una semplice e puntuale relazione, tramite il Presidente della Commissione Regolamento all'aula, cosa che è puntualmente avvenuta.
Non voglio certamente entrare nel merito delle singole proposte che la Commissione ha già dibattuto e deciso, con una regolare votazione (se sarà poi confermata con un voto finale), di proporre con le altre, che, invece verranno costruite nel proseguimento dei lavori dell'aula quando i tempi saranno maturi.
Volevo, tuttavia, fare ulteriori precisazioni, ecco perché mi sono permesso di chiedere la parola.
Innanzitutto, la Presidente Costa ha parlato, Presidente, non di tempi stretti. Questo era un accordo emerso in Commissione, ma era stata evidenziata anche dalla maggioranza (non solo quella consiliare) la volontà e la necessità di lavorare in Commissione Regolamento certamente non come si era fatto nella settimana pre-elettorale in via esclusiva, ma nemmeno in via ordinaria con una seduta unica di Commissione Regolamento.
In Conferenza di Capigruppo, a fronte di una esigenza che adesso motiverò, si è cercato di irrobustire - perdonatemi il termine - i lavori della Commissione Regolamento, senza interferire, perché anche su questo la maggioranza concorda, né con i lavori dell'aula, né tanto meno con i lavori delle altre Commissioni permanenti, che hanno all'ordine del giorno importanti provvedimenti che devono essere al più presto licenziati ed assegnati ai lavori del Consiglio regionale.
Quindi, senza termine, perché non ci sono votazioni né altro, voglio ribadire, a nome della maggioranza - non me ne vorrà la Consigliere Costa la questione "non in tempi stretti".
Riteniamo, così come avevamo detto in Commissione, su una proposta più complessiva, che non sia meramente riconducibile alla riduzione del numero delle Commissioni e alla non necessità del numero legale per la trattazione delle interrogazioni ed interpellanze, di fare il punto della situazione nel mese di luglio, prima della pausa estiva. Abbiamo buone ragioni di credere - l'esperienza di questi giorni di Commissione Regolamento ci conforta sulla volontà di tutti i Commissari di confrontarsi nel merito di trovare anche degli accordi, o comunque una proposta da segnalare all'aula anche sulle altre tematiche, o parte di queste tematiche assegnate in quella convocazione originaria della Commissione Regolamento che ha ripreso puntualmente, proprio con titoli, anche altre questioni che rimangono aperte, come, ad esempio, un'eventuale modifica dell'art. 80 del Regolamento in materia di presentazione degli emendamenti, o come, ad esempio, gli artt. 51 e 63 sulle modalità di presentazione dei punti aggiuntivi all'ordine del giorno piuttosto che le pregiudiziali.
Il Consigliere Chiezzi, ad esempio, aveva anche proposto ulteriori temi all'ordine del giorno della Commissione.
Credo che sia doveroso, e concludo l'intervento, lasciare agli atti che noi riteniamo, così come avevamo detto in Commissione Regolamento e nella Conferenza dei Capigruppo, così come lo ribadiremo ufficialmente, che un punto sulla situazione del lavoro, che ci auguriamo essere proficuo (le premesse ci sono), debba essere fatto, dal nostro punto di vista, nel mese di luglio, con le modalità che si riterranno opportune.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Impiegherò meno tempo del collega Cattaneo.
Ringrazio innanzitutto la Presidente Costa.
Ho ascoltato l'intervento del Consigliere Cattaneo, il quale ha espresso la propria opinione, che ovviamente rispettiamo. Ciascuno di noi ha le proprie opinioni che esprimeremo nella sede propria, quella della Commissione.



PRESIDENTE

Vi sono altri interventi? La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Colgo l'occasione per ringraziare la Presidente Costa per la relazione, ma soprattutto per l'equilibrio dimostrato durante i lavori della Commissione, che, in alcuni frangenti, non sono stati proprio sereni.
La relazione di oggi, oltretutto, mi pare apra sostanzialmente la strada ad una possibilità di confronto serio all'interno della stessa, al quale noi, ovviamente, come Gruppo , non ci sottraiamo.
In quella sede, ovviamente, daremo il nostro contributo, che sarà in linea con quanto espresso dalla Presidente quest'oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Anch'io faccio parte di coloro che hanno motivo di gratitudine per il lavoro svolto dalla Presidente Costa.
Concordo con le indicazioni metodologiche offerte dal collega Cattaneo perché ritengo, tra l'altro, che anche questo sia il luogo in cui confrontarci, seppur sinteticamente, per far cogliere quello che potrà e dovrà essere il lavoro svolto in Commissione, per il semplice fatto e in ossequio al principio che "il più contiene il meno". Cominciamo da qui a dire come vogliamo svolgere i lavori in Commissione.



PRESIDENTE

Non essendoci altre richieste di intervento, sulla base della proposta di prosecuzione del lavoro in Commissione, credo che si possa chiudere la discussione su questo punto all'ordine del giorno.
A nome mio e dell'Ufficio di Presidenza, desidero ringraziare la Presidente, il Vicepresidente e l'Ufficio di Presidenza per la relazione che hanno svolto e per il contributo costruttivo che stanno dando al lavoro della Commissione per la verifica del Regolamento.
Passiamo alla discussione del punto 6) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità nell'anno 2000", il cui relatore è il Consigliere Gallarini.
Comunico che, a tal riguardo, all'Ufficio di Presidenza sono state presentate questioni pregiudiziali, che, com'è noto, devono essere discusse prima della relazione introduttiva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Questo è uno dei momenti importanti di un Consiglio regionale, perch si realizzano le scelte concrete che seguono atti di Governo assunti e che conseguono, quindi, a valutazioni che possono essere fatte sulla qualità e la natura di quegli atti di Governo.
In altre parole, detto tutto quanto è stato detto, fatta la necessaria propaganda e governato per sette anni, osservato da parte delle varie forze politiche il merito di queste azioni di Governo e da parte dell'opposizione lanciato allarmi, denunciato eventualità, ipotizzato criticato o affermato in senso contrario - il deficit c'è, il deficit non c'è, sarà coperto e via dicendo - questo è uno dei momenti forti dell'Assemblea in cui non si può più discutere di eventualità, di progetti o di intenzioni, perché oggi si certifica, per volontà della Giunta, che nell'anno 2000 è stato accumulato un disavanzo di 1.000 miliardi. Oggi questa Giunta...



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, lei ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori.



CHIEZZI Giuseppe

Certo, ma lei capisce che se io chiedo la presenza del Presidente Ghigo senza spiegare i motivi forti in base ai quali chiedo che una decisione di questo genere, così fondamentale e così importante, in cui non possiamo più dire: "No, non è vero, non c'é il bilancio", "No, non è vero che faccio il mutuo", "No, non è vero che non metto le tasse", "No non è vero che introduco il ticket". Adesso basta. Adesso ci sono 1.000 miliardi su cui, in presenza della crisi che c'è in Piemonte, invece di essere destinati ad un investimento - abbiamo la crisi FIAT con tutti i problemi - oggi il Presidente Ghigo ci dice: "No no, noi proponiamo alla Giunta di fare 1000 miliardi di mutuo per coprire le spese correnti: per cortesia! Mi scuso per averla fatta lunga, ma chiedo che, per prendere, discutere e sentire la relazione del Consigliere Gallarini, sia necessaria la presenza del Presidente Ghigo che per sette anni ha negato delle cose. Il Presidente venga qui a sostenere questo disegno di legge e a discutere con noi questa faccenda.
Chiedo anche l'opinione di altri Consiglieri per sapere se questa è solo una mia richiesta oppure no.



PRESIDENTE

Su questo punto gradirei sapere quale Assessore oggi rappresenta la Giunta essendo assente anche il Vice Presidente Casoni e l'Assessore Picchetto in congedo. Chiedo chi mi rappresenta la Giunta, in modo che si possa rispondere sulle questioni che hanno come interlocutori la Giunta.
Volevo che la Giunta fosse presente con la sua rappresentanza formale perché queste richieste possono essere utilmente recepite dalla Presidenza del Consiglio. Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Da quanto il Presidente ci ha detto in questo momento e da quanto diceva il Consigliere Chiezzi, mi sembra sia importante, stante le dimensioni dell'argomento, che ci sia una presenza adeguata della Giunta: dal Presidente alle sue rappresentanze.
Manca il Presidente, manca che l'Assessore al Bilancio che ci ha confermato essere in congedo ...



PRESIDENTE

L'assessore Picchetto mi ha appena comunicato che alle 12.10 ritirerà il congedo.



MANICA Giuliana

Per rendere le cose più semplice, qualora la presidenza verificasse che le presenze non possono essere garantite in questo momento, ci sarebbe un'alternativa: verificare la possibilità delle presenze al massimo livello, data l'entità dell'argomento, e aggiornare questo punto alla ripresa pomeridiana. Ricordo che la Giunta è un organo collegiale. Se l'Assessore al Bilancio, l'Assessore alla Sanità, gli assessori più significativamente importanti per questo provvedimento, sono disponibile nel pomeriggio, è possibile rinviare a quel momento l'inizio della discussione.



PRESIDENTE

Ricordo che il Presidente Ghigo è a Roma per la Conferenza delle Regioni.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo, ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Indubbiamente il massimo rispetto per l'esigenza e per quanto rappresentato dall'opposizione, che non è un elemento di novità, anche se riconosciamo che il provvedimento sia estremamente importante.
Vorrei riportare questo provvedimento nella sua propria reale dimensione e nella storia di questi mesi che ci portano ad affrontare discutere ed eventualmente approvare questo disegno di legge di iniziativa della Giunta regionale. Ha ragione la Consigliera Manica quando dice che la Giunta regionale è un organo collegiale. Oggi sono presenti il Vicepresidente della Regione, l'Assessore Casoni (che, a tutti gli effetti è il Presidente della Regione per la giornata di oggi), l'Assessore al Bilancio competente che si è scongedato da impegni mattutini, l'Assessore alla Sanità D'Ambrosio, ragion per cui diventa difficile sostenere che, in assenza del Presidente della Giunta regionale, non si possa discutere confrontarsi, ed eventualmente approvare il disegno di legge.
Questo disegno di legge non nasce come un fungo questa mattina, è un anno che discutiamo di questi temi; ci sono state una serie di comunicazioni della Giunta regionale importanti (se non ricordo male almeno due comunicazioni specifiche su questo tema, sul tema del disavanzo della sanità per l'anno 2000). Ricordo che l'unico elemento di confronto oltre tutte le valutazione politiche e le considerazioni che ho sentito riprese almeno nei titoli e, in maniera molto succinta, anche negli interventi sull'ordine dei lavori che mi hanno preceduto, era relativo alla quota statale che non si sapeva ancora se era di 190, 180 o 200 miliardi.
Ho letto la relazione del provvedimento, credo che questo dato sia ben indicato, credo che il Vice Presidente della Giunta regionale, l'Assessore al Bilancio e l'Assessore alla Sanità presenti, siano più che sufficienti dopo una storia che ci ha visti, da una parte e dall'altra, protagonisti e certamente attenti nel dibattito e nel confronto su questo tema.
La richiesta della presenza del Presidente della Giunta regionale è la solita richiesta per cercare di mettere in difficoltà la maggioranza.
Ricordo che il Presidente non è in vacanza, peraltro oggi non è giorno abituale di Consiglio, ma, essendo giovedì, è a Roma per la Conferenza dei Presidenti di Regione.



PRESIDENTE

Volevo soltanto dare comunicazione che sono state presentate 21 pregiudiziali di legittimità alla cui discussione passeremo, ai sensi dell'art. 63 del Regolamento, quando saranno conclusi gli eventuali interventi sull'ordine dei lavori.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Sull'ordine dei lavori. Anch'io richiedo la presenza del Presidente Ghigo per trattare questo punto.
Vorrei sottolineare come non si tratta di una questione di poco conto in quanto, il punto che ci divide, è proprio come noi pensiamo di gestire il mutuo. Ritengo che caricare le AA.SS.LL. in questa situazione di ulteriore problemi gestionali, sia una scelta assolutamente priva di ogni senso logico (ho appena concluso una telefonata con il direttore generale di una ASL che è estremamente preoccupato da questo punto di vista).
La presenza del Presidente potrebbe, magari, prevedere altre strade d'uscita che non siano quelle che leggiamo nella relazione di lasciare cioè, il 70% a carico delle ASL che dovrebbero farvi fronte provvedendo a svendere parte del patrimonio immobiliare.
Non credo che una discussione di questo genere sia fruttuosa se gestita senza la presenza del Presidente.
Invito, pertanto, la maggioranza a riflettere su questo argomento perché si può benissimo procedere alla risoluzione, affrontare un altro punto e, successivamente, alla presenza del Presidente Ghigo, riaprire la discussione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Esprimo anch'io la non adesione alla richiesta del collega Chiezzi, pur ritenendo le motivazioni serie, ma non tali da impedire l'esame del disegno di legge, per tutte le ragioni già esposte dal Presidente Cattaneo - che faccio mie - e anche per ribadire, oltre alla già notorietà di questi dati ed elementi, l'evidente inutilità dei lavori della Commissione, se riproponiamo qui il problema come se fosse assolutamente nuovo.



PRESIDENTE

Desidero informare l'aula sull'ordine dei lavori: alle 14.00 è convocata la VII Commissione e alle 14.30 è riconvocato il Consiglio.
Pertanto, i lavori potranno proseguire fino alle ore 13.00, ci sarà l'intervallo di un'ora, seguirà il lavoro della Commissione - se è rapido e i lavori del Consiglio riprenderanno alle 14.30.
Per quanto riguarda lo svolgimento delle pregiudiziali, i colleghi hanno certamente presente la procedura che è stata svolta altre volte, ma preferisco, per chiarezza, riepilogarla.
Le questioni pregiudiziali presentate sono tutte di legittimità; in questo caso, ci sarà l'illustrazione di ciascuna pregiudiziale e poi la discussione complessiva di tutte le pregiudiziali. Nel corso della discussione generale può intervenire un rappresentante per ogni Gruppo, per cinque minuti perché sono questioni incidentali, e poi si procede ad un'unica votazione.
Prego, Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

La discussione generale avverrà prima o dopo?



PRESIDENTE

Le pregiudiziali riguardano l'opportunità o la condizione di non affrontare l'argomento, pertanto l'illustrazione e quant'altro avverranno dopo. Sono pregiudiziali; se venissero accolte, non si procederebbe all'approvazione.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, ho chiesto la presenza del Presidente Ghigo.
Avendo fatto una richiesta, le chiedo come la stessa venga dipanata dal punto di vista della decisione dell'aula; se è il caso, la formalizzo in termini tali da chiedere un voto.
Quello che mi interessa, Presidente, è chiedere un voto, perché sentir dire dal Presidente Cattaneo che la richiesta di avere il Presidente della Giunta in aula la si fa per mettere in difficoltà la maggioranza, è una di quelle frasi da lapsus! "Voglio la presenza del Presidente, così andiamo in crisi!"; è roba da matti! Noi vogliamo il Presidente per rafforzare la presenza della maggioranza, poterci confrontare e dire la nostra! Se vuole, Presidente, posso chiedere un'inversione dei punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Lei può anche chiedere una sospensione del punto e io la metto in votazione.
Se, invece, vuole sentire il Vicepresidente Casoni...



CHIEZZI Giuseppe

Il Vicepresidente Casoni non ne può niente di questo disavanzo; si stava occupando d'altro prima, durante e dopo. Il responsabile è il Presidente Ghigo e il suo Assessore D'Ambrosio.



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, se ritiene, deve presentare, in due minuti, la proposta di sospensione.



CATTANEO Valerio

Presidente, può sospendere per qualche minuto la seduta?



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Cattaneo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.21 riprende alle ore 12.24)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Sulla richiesta del Consigliere Chiezzi di sospendere la discussione del punto all'o.d.g., in attesa della presenza del Presidente Ghigo, pu intervenire un Consigliere a favore e uno contro.
Ha chiesto la parola, per un intervento a favore, il Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente, per esprimo che il mio accordo alla richiesta del Presidente Chiezzi, perché voglio ricordare alla maggioranza e a quest'aula che la formalizzazione del debito è il risultato di gestione e l'assenza del Presidente della Giunta mi sembra effettivamente grave.
I guai che si determinano durante l'esercizio, si formalizzano in poche questioni e questo è un momento importante.
Siamo, dunque, d'accordo sulla richiesta del collega Chiezzi. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri, per l'intervento contrario alla richiesta del Consigliere Chiezzi.



ANGELERI Antonello

Vorrei rispondere al collega Chiezzi e all'opposizione che ha manifestato quest'esigenza con una domanda: questo argomento non l'abbiamo già trattato e discusso più volte in Commissione e in quest'aula? Questo argomento non è anche stato oggetto di una campagna elettorale che l'opposizione ha perso nel 2000 e che poi successivamente ha continuato in quest'aula a ribadire? Mi pare che questo argomento sia stato affrontato più volte in sede di Commissione - non vorrei ricordare male - e che sia arrivato in Consiglio dopo una discussione, alla presenza del Presidente Ghigo.
Oggi è giovedì, data inusuale per riunire il Consiglio regionale, e il Presidente Ghigo è presente a Roma per la Conferenza dei Presidenti.
La sua richiesta, Consigliere Chiezzi, mi pare pertanto un po' strumentale. Lo dico con rispetto, perché mi sembra che la presenza del Vicepresidente e dell'Assessore al bilancio garantisca ampiamente la partecipazione della Giunta e il peso della Giunta su una scelta che ribadiamo essere difficile per la Giunta stessa.
Ecco perché riteniamo di dover manifestare contro questa richiesta.



CHIEZZI Giuseppe

Posso, Presidente?



PRESIDENTE

Mi pare che il Vicepresidente Riba abbia concesso un intervento a favore e uno contro, quindi non può intervenire.



CHIEZZI Giuseppe

Dato che il collega Angeleri ha posto pubblicamente una domanda e la Presidenza non gliel'ha impedita, e dato che la domanda era rivolta al sottoscritto, chiedo di poter rispondere.



PRESIDENTE

Abbia pazienza, Consigliere, risponderà nel corso del dibattito.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla richiesta del Consigliere Chiezzi di sospendere la discussione del disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità dell'anno 2000" Il Consiglio non approva.


Argomento: Fondi sanitari

Esame del disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità nell'anno 2000" questione pregiudiziale di legittimità costituzionale n. 1 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani, Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro Chiezzi, Caracciolo, Tapparo, Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano: "Il d.d.l. n. 365 presenta questione di legittimità costituzionale per violazione indiretta dell'art. 117 della Costituzione"


PRESIDENTE

Passiamo alla discussione del punto 6) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità nell'anno 2000", il cui relatore è il Consigliere Gallarini.
Sono state presentate alla Presidenza 20 questioni pregiudiziali di costituzionalità, di legittimità costituzionale e di legittimità per contrasto.
Le esamino brevemente, quindi sospendo i lavori per un minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 12.29 riprende alle ore 12.31)



PRESIDENTE

Va bene, ho verificato che le richieste presentate sono ammissibili.
L'art. 63, terzo comma, del Regolamento prevede un'unica discussione per prassi abbiamo sempre concesso illustrazioni separate, quindi partiamo con le illustrazioni e poi chiederò se qualcuno vuole intervenire sul dibattito.
I documenti sono stati ordinati nel seguente modo: prima le questioni di legittimità costituzionale e poi le altre questioni di legittimità di altro tipo.
Iniziamo con la questione pregiudiziale n. 1: il disegno di legge n.
365 presenta questione di legittimità costituzionale per violazione indiretta dell'art. 117.
Qualcuno intende illustrarla? Prego, Consigliere Riggio, prenda pure la parola.



RIGGIO Angelino

Dispiace ricordare una cosa, in apertura. Noi non stiamo discutendo una deliberazione qualunque: stiamo discutendo una deliberazione che riguarda un po' la storia dei cinque anni della sanità che ci siamo lasciati alle spalle con la precedente legislatura.
Ha ragione il Consigliere Angeleri che di questo deficit abbiamo ampiamente discusso durante le elezioni; ha ragione quando ricorda che durante quella campagna elettorale il centrodestra negava questo disavanzo.



RIGGIO Angelino

ANGELERI Antonello (fuori microfono)



RIGGIO Angelino

Parlavate di 3.000 miliardi!



RIGGIO Angelino

Parlavamo di 3.500 miliardi.
Siccome il Consigliere Angeleri, prima ancora che io abbia parlato contesta quello che ho da dire, cito i dati ufficiali dell'Agenzia Sanitaria Nazionale, che è un organo del Ministero per la Salute e quindi non può - credo - essere messo in discussione.
Il disavanzo realizzato in Piemonte è stato di 887 miliardi nel periodo 1995-1997, di 1.095 miliardi nel periodo 1998-1999 e, per ammissione di questo provvedimento che oggi stiamo discutendo, di 1.200 miliardi nel 2000. La somma di queste cifre fa 3.200 miliardi.
Il Consigliere Angeleri è distratto, però ho riportato le cifre in modo tale che possa documentarsi e perché mi piace parlare sulla base di una documentazione reale.
Quindi stiamo parlando di una cosa che ha riguardato...



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Angeleri)



RIGGIO Angelino

PRESIDENTE



RIGGIO Angelino

Scusi, collega Angeleri, non può interrompere il collega Riggio, abbia pazienza! Vada pure avanti, Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Il disavanzo non sarebbe stato nemmeno una colpa, a fronte di una spesa sanitaria che in qualche modo deve crescere in virtù di nuove problematiche che emergono nella sanità.
Quindi se si fosse speso di più e questo avesse prodotto una maggiore qualità, un maggiore livello di umanizzazione, una diminuzione dei tempi di attesa, un innalzamento del livello tecnologico e professionale, un maggior gradimento per i cittadini, una diminuzione della mobilità passiva sicuramente questo disavanzo avrebbe soltanto testimoniato della scarsa capacità di fare il pane con la farina che c'è in casa, ma alla fine il pane sarebbe stato buono.
Se il pane sia buono oppure no, basta chiederlo a tutti i piemontesi.
La verità è che i Consiglieri che fanno parte della Giunta e il Presidente della Giunta regionale - mi dispiace che oggi sia assente perché su una questione di questo genere è importante che si possa interloquire direttamente con lui, direttamente con il Presidente della Giunta regionale - erano tutti consapevoli del fatto che la sanità non era stata governata, che c'era stato un livello di irresponsabilità da parte dell'Assessore alla sanità, D'Ambrosio; un livello di irresponsabilità che aveva fatto crescere in modo assurdo la spesa, gli sprechi, i disservizi spesso in controtendenza rispetto allo stesso Piano sanitario che aveva proposto lui, finanziando delle strutture edilizie che poi dovevano essere chiuse.
Questo era sotto gli occhi di tutti i membri della Giunta. E la Giunta preparandosi le elezioni, ha creato una situazione che adesso mi sforzer di spiegare ai colleghi Consiglieri.
La Giunta ha fatto il cosiddetto "patto di buon governo", che ha costretto i Direttori delle Aziende sanitarie a spostare una grande quantità di acquisti sul 2000, anno topico, in cui il disavanzo ha raggiunto la vetta più alta che sia stata raggiunta in Piemonte: 1.200 miliardi.
Questi 1.200 miliardi sono strettamente collegati non solo alla grande incapacità dell'Assessore D'Ambrosio di governare la sanità e di produrre effetti qualitativi importanti, ma sono dovuti ad una scelta politica precisa, che è la scelta politica di cercare a tutti i costi di vincere le elezioni, nascondendo il disavanzo e creando una situazione che ha portato a quella esplosione.
C'è una responsabilità politica precisa delle Regioni. L'art. 117 della Costituzione assegna alle Regioni il compito di vigilare rispetto alla spesa sanitaria e non di caricare gli effetti di scelte politiche scorrette, che di fatto hanno manipolato il consenso, sulle Aziende sanitarie e sui cittadini.
Badate, questo provvedimento forse passerà, però siccome poi lo pagheranno - e lo stanno già pagando - i cittadini e le Aziende sanitarie cercate di guadagnarvelo, perché sicuramente questa è stata una delle più grandi porcherie che sono state fatte in Piemonte.


Argomento: Fondi sanitari

Esame del disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità nell'anno 2000" questione pregiudiziale di legittimità costituzionale n. 2 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Casoni, Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro Chiezzi, Caracciolo, Tapparo, Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano: "Il d.d.l. n. 365 presenta questione di legittimità costituzionale per violazione indiretta dell'art. 119 della Costituzione"


PRESIDENTE

Questione pregiudiziale di legittimità costituzionale n. 2 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Casoni, Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro Chiezzi, Caracciolo, Tapparo, Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. In parte il ragionamento è simile quello fatto sull'art. 117, in parte si discosta.
Noi siamo abbastanza convinti della problematicità che c'è su questo provvedimento; nel merito siamo assolutamente esterrefatti dalle scelte che il Presidente Ghigo - perché questa tornata legislativa vede lui referente responsabile della sanità - sta portando avanti in modo dissennato, iniquo antieconomico, non certamente a favore di una sanità efficiente, efficace e pubblica.
Le scelte che i piemontesi stanno vivendo sulle loro spalle, più o meno consapevolmente, sono scelte pesanti. Quindi nel merito abbiamo molte cose da dire e le diremo man mano.
La vicenda di questo provvedimento certamente dal nostro punto di vista presenta dei caratteri di illegittimità; in ogni caso va detto che un provvedimento del genere pare persino inopportuno. Dopo che abbiamo introdotto la tassazione aggiuntiva IRPEF, i ticket sul Pronto Soccorso, i ticket sui farmacie, il blocco delle assunzioni, l'eliminazione per ora di 1.400 posti-letto e via di questo passo; dopo che abbiamo fatto crescere il privato da 200 a 700 miliardi, l'abbiamo fatto crescere dal 3% al 35%, e via di questo passo; dopo che abbiamo penalizzato le ASL in modo aberrante: in 18 mesi due tagli, la cui somma arriva a fare all'incirca il 18% per ASL, ecco su quelle ASL adesso andiamo a caricare un mutuo che per 15 anni peserà come una spada di Damocle su tutti i cittadini piemontesi, per sanare un disavanzo che era lo stesso - caro Antonello Angeleri - che ci dicevate non esistere. Fa sempre parte di quei 3.500 miliardi che due o tre anni fa ci venivano detti come speculazione comunista, e adesso ne paghiamo una delle conseguenze.
Di quella speculazione, guarda caso, c'è ancora un migliaio circa da sanare, e per sanarlo cosa fa, la Regione Piemonte che l'ha provocato? Che l'ha provocato perché non ha governato la sanità. Ha voluto restringere il campo della sanità pubblica per far spazio alla sanità privata in modo dissennato, perché non ha saputo investire. Cosa facciamo? Scarichiamo un bel mutuo sui cittadini piemontesi. Di solito, la gente normale richiede i mutui per investire. La Regione Piemonte li richiede per pagare i disavanzi. La Regione Piemonte scarica un bel mutuo per quindici anni sui cittadini piemontesi, precisamente sulla sanità.
Vicepresidente della Giunta regionale, Assessore con la delega al bilancio e, quindi, Assessore Picchetto, avrà il nome legato a questo provvedimento - bel provvedimento! - scarichiamo su territori, sui quali abbiamo già scaricato dal 15% al 18% di tagli in diciotto mesi. Questo provvedimento è perlomeno inopportuno, ma anche illegittimo. L'art. 119 della Costituzione, nel comma sei recentemente introdotto con l'ultima modica, recita: "I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i principi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono ricorrere all'indebitamento solo per finanziare spese di investimento". In questo caso non vi sono spese di investimento, tanto più nel campo della sanità piemontese, perch non investiamo più da molto tempo.
Presidente del Consiglio, siamo convinti che la coniugazione tra l'art.
117 e l'art. 119 della Costituzione siano materia sufficiente (poi vi è tutto il discorso sul decreto legislativo n. 502, ma lo vedremo con le altre pregiudiziali) per porre, perlomeno, dei quesiti anche di merito se non di legittimità vera, ma anche di una interpretazione rischiosa esagerata, inopportuna e avventata che questo provvedimento si porta appresso.
Riteniamo che la Regione può anche stipulare dei mutui, purch destinati al ripiano di disavanzi anteriori alla modifica costituzionale.
Così non è.


Argomento: Fondi sanitari

Esame del disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità nell'anno 2000" questione pregiudiziale di legittimità costituzionale n. 3 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Casoni, Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro Chiezzi, Caracciolo, Tapparo, Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano: "Il d.d.l. n. 365 presenta questione di legittimità in quanto nel merito in aperto conflitto con l'art. 2 del d.lgs. 502/1992"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio, sulla questione pregiudiziale di legittimità costituzionale n. 3 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino Casoni, Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Caracciolo, Tapparo Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano.



RIGGIO Angelino

Ho piacere di citare, con esattezza, cosa dice il comma 2 dell'art. 2 del decreto legislativo 502/1992, punto g): "Fermo restando il generale divieto di indebitamento, la Regione governa la possibilità per le unità sanitarie locali di: 1) anticipazione da parte del tesoriere...; 2) contrazione di mutui e accensione di altre forme di credito di durata non superiore a dieci anni per il finanziamento di spese di investimento e previa autorizzazione regionale fino ad un ammontare complessivo delle relative rate per capitali interessi non superiori al 15% delle entrate proprie correnti a esclusione della quota di fondo sanitario nazionale di parte corrente attribuita alla Regione".
Per i pochi Consigliere attenti, perché quest'aula, disgraziatamente invece che essere un luogo di confronto di idee, diventa un posto dove l'unica cosa che si è capaci di fare è una esibizione muscolare di numeri vorrei spiegare il senso del comma che ho letto.
Il comma vuol dire che le aziende sanitarie possono sì indebitarsi, ma possono farlo solo per spese di investimento.
Con questo provvedimento si chiede qualcosa di assolutamente scorretto.
Si chiede che le aziende sanitarie si facciano carico per il 70% di questo mutuo da 1.000 miliardi che la Regione Piemonte sta contraendo per avere pagato la vittoria della campagna elettorale del Presidente Ghigo.
Continuate così, ma i nodi verranno al pettine.
Avete tamponato la questione nel 2000, e avete vinto le elezioni, ma il disavanzo cresce. I tagli ai servizi sanitari rappresentano una cosa che la gente tocca ogni giorno con mano quando è costretta ad aspettare mesi per una prestazione sanitaria, per un intervento chirurgico. Gli operatori sanitari, che non sono più sicuri di poter contare domani sugli infermieri nel proprio reparto, sono costretti a chiudere i reparti e a sospendere le prestazioni. I tagli sono ogni giorno presenti. Con questo provvedimento create i presupposti per ulteriori tagli, perché sono stati fatti dei tagli importanti.
Il Presidente della Commissione nella relazione per la vigilanza sulle spese sanitarie, svolta ieri, diceva che sono stati chiusi 3.600 posti letti, pari a dieci ospedali di media dimensione. Questo è avvenuto senza che sia stato creato un meccanismo di riconversione, perché vi sono soltanto 89 posti di day hospital in più contro 3.600 posti letto che sono stati tagliati.
Capisco che l'Assessore D'Ambrosio conosce poco l'inglese, ce ne siamo accorti, ma conosce anche poco il latino, perché la parola "razionalizzazione" deriva dalla parola latina "ratio", che ha la sua origine nella parola "ragione"; quindi, "ratio" vuol dire ragione e non razione. Assessore D'Ambrosio, questa è la verità che oggi le comunico. Non si tratta di razionare, ma di ragionare, Assessore, se ci riesce. Con questo provvedimento punite, per il vostro risultato, le aziende sanitarie locali. Io capisco questa cosa. Quando tra i Direttori delle aziende sanitarie locali vi è una persona come l'ex Direttore delle Molinette, che con i soldi delle tangenti ha regalato un orologio al Presidente della Giunta regionale, certo che questo andava punito. Andava punito l'atteggiamento del Direttore, ma non la sua azienda. Non deve essere punito il Centro di trapianti, non deve essere punito il servizio di ematologia, ma deve essere punito il signor Odasso di Forza Italia.
Devono essere puniti questi Direttori, ma non si può far pagare il 70 di un mutuo di 1.000 miliardi alle aziende sanitarie, vale a dire peggiorando la qualità delle prestazioni sanitarie erogate e scaricando i costi sui cittadini.


Argomento: Fondi sanitari

Esame del disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità nell'anno 2000" questione pregiudiziale di legittimità costituzionale n. 4 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Casoni, Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro Chiezzi, Caracciolo, Tapparo, Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano: "Il d.d.l. n. 365 presenta questione di legittimità costituzionale in quanto nel merito in aperto conflitto con l'art. 502/1992"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea sulla questione pregiudiziale di legittimità costituzionale n. 4 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino Casoni, Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Caracciolo, Tapparo Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano.



PAPANDREA Rocco

Nelle nostre questioni di legittimità si pone un rilievo in ognuna che poi, assume un carattere più generale. Con una legge, che è stata proposta e che, eventualmente, sarà approvata quest'anno, interveniamo su un bilancio che riguarda l'anno 2000, cioè in un contesto in cui non era ancora avvenuta la modifica costituzionale e in cui il quadro legislativo di riferimento era quello, e non un altro.
Noi, invece, con questo tipo di legge introduciamo un elemento di retroattività delle norme (di questa, ma anche della norma di modifica della Costituzione), gli diamo un valore che travalica, supera, e va indietro.
Ritengo che questo sia un elemento serio, perché dovremmo sapere con certezza il quadro di riferimento. Se sapessi, come Direttore di ospedale che dal prossimo anno, a fronte di determinati comportamenti, le conseguenze sono queste, ne terrei conto. Non si può, invece, far valere questo per il passato, quando questo meccanismo ancora non c'era.
Mi pare che sia un problema serio. Si presuppone, tra l'altro un'incostituzionalità vasta,, che riguarda proprio la certezza delle norme legislative, che nel nostro Paese, normalmente, non possono avere un valore retroattivo, se non in casi del tutto eccezionali. Se non erro, uno di quei casi eccezionali fu quello di retrodatare di alcune ore una legge contro i mafiosi (retrodatandola di alcune ore, permetteva che non venissero scarcerati).
Ma già allora, su un problema di questo genere, quel tipo di scelta adottata dal Parlamento era stata discussa ed erano stati sollevati dei seri dubbi sulla costituzionalità della stessa. Io stesso, infatti, pur condividendo la necessità di non far scarcerare dei capimafia, dei pericolosi criminali, ritenevo che fosse rischioso andare a intaccare dei principi della nostra Costituzione.
Evidentemente, lo è molto di più in un caso di questo genere, che non ha quelle emergenze o quel tipo di esigenze.
D'altro canto, altri Consiglieri hanno sottolineato come quel tipo di intervento, che contiene questi caratteri di illegittimità, allo stesso tempo sia un tipo di intervento che la Giunta adotta scaricando le proprie responsabilità. Questa Giunta, che è stata incapace di governare in un determinato periodo pur essendo la titolare del Governo della sanità adotta un provvedimento anni dopo - credo che questo elemento non sia di poco conto - scaricando sugli altri il costo di scelte e di responsabilità che erano sue, perché la capacità di far applicare le scelte che la Giunta stessa adottava gli competeva appieno (così come l'incapacità gli compete altrettanto appieno). Se non sono capaci, le responsabilità le hanno loro non è la possono scaricare, tra l'altro in modo indiscriminato, su tutte le Asl.
Non si vanno neanche ad individuare le cause e le ragioni precise per cui si determina una certa situazione, ma si fa un provvedimento con caratteristiche generali, che mette tutti sullo stesso piano.
Mi pare che recentemente la Giunta abbia dimostrato che se vuole, se può e se è obbligata, può intervenire anche nell'arco di 24 ore e sospendere un Direttore, arrivare ad una sorta di "commissariamento" della struttura. Lo ha fatto sulla base di esigenze che erano emerse nei mesi scorsi, e, a fronte di una situazione in cui il controllo delle finanze delle Asl, gli sfuggiva di mano, poteva adottare dei provvedimenti forti nei confronti dei Direttori, e dire: "Attenzione, non potete!".Invece non lo ha fatto, ha lasciato fare.
Oggi, a fronte di questo, vi è questo provvedimento di legge, che, a mio avviso, contrasta con delle leggi che allora erano in vigore, e quindi, non può abolirle retroattivamente. Anche se i poteri della Regione fossero cresciuti e glielo permettessero per il futuro, non possono sicuramente permetterglielo per il passato.


Argomento: Fondi sanitari

Esame del disegno di legge n. 365 "Disposizioni per la copertura del disavanzo della sanità nell'anno 2000" questione pregiudiziale di legittimità costituzionale n. 5 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Ronzani, Muliere, Manica, Saitta, Marcenaro Chiezzi, Caracciolo, Tapparo, Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano: "Il d.d.l. n. 365 presenta questioni di legittimità in quanto nel merito in aperto conflitto con il decreto legislativo 18 agosto 2000 n. 267"


PRESIDENTE

Passiamo alla questione pregiudiziale di legittimità costituzionale n.
5 presentata dai Consiglieri Riggio, Suino, Casoni, Muliere, Manica Saitta, Marcenaro, Chiezzi, Caracciolo, Tapparo, Papandrea, Tomatis, Contu e Giordano.
La parola al Consigliere Saitta per l'illustrazione.



SAITTA Antonio

La questione pregiudiziale fa riferimento al Decreto Legislativo n.
267, che prevede, in modo puntuale, un principio poi espresso nella modifica costituzionale, secondo il quale gli Ente locali non possono accendere dei mutui a copertura delle spese correnti. Per questo motivo, è stata sollevata tale questione pregiudiziale.
Colgo questa occasione, oltre che per rilevare questo aspetto che mi pare piuttosto evidente (nel senso che vi è una disparità di trattamento tra Regione ed Enti locali, anche se l'articolo costituzionale li tratta in modo identico), per far rilevare, altresì, come la questione relativamente al mutuo che si vuole accendere per il disavanzo del 2000 sia una questione ancora non definita.
Non è stata fatta una verifica tecnica; non so se l'Assessore al bilancio l'abbia fatta. Non entro nelle questioni di merito, delle quali hanno parlato i colleghi Riggio e Suino.
Assessore Picchetto, io non so se lei ha fatto una verifica (era stata annunciata), che è di questo tipo. La proposta dice: trasferiamo una parte di questo mutuo sulle Aziende Sanitarie Locali - a parte il fatto che abbiamo dei dubbi di legittimità sul fatto che si possa fare - le quali dovranno sobbarcarsi la parte di ammortamento e la parte di interessi.
Era stato dato un incarico all'ARESS, se non erro, per verificare se le Aziende Sanitarie regionali avessero capacità di indebitamento, cioè se potessero accendere ancora dei mutui.
Questo tema era stato evidenziato mi pare lo scorso anno, quando la proposta venne presentata. Allora non era ancora noto quali erano gli oneri finanziari delle Aziende Sanitarie Locali, perché il riferimento era un po' antico, ai bilanci approvati nel 1997 e 1998 (bilanci consuntivi) dove si parlava di oneri finanziari intorno ad un miliardo e mezzo o due miliardi. Nel bilancio preconsuntivo 2001, che ci è stato spiegato essere preconsuntivo (aggregato) di tutte le ASL e che non si discosterà molto dal consuntivo (l'ordine di variazione complessivo su 11 miliardi sarà due o tre miliardi, questo era stato detto), per quanto riguarda gli oneri finanziari mi pare che la spesa prevista - adesso vado a memoria - sia di 39 miliardi e mezzo. Siamo passati da un miliardo e mezzo nel 1997 a 39 miliardi e mezzo. Si tratta di una grande cifra di oneri finanziari. Vuol dire che le Aziende Sanitarie Locali hanno dovuto rivolgersi al sistema bancario per avere anticipazioni bancarie, quindi con un costo enorme.
I motivi sono diversi: trasferimenti nazionali che non arrivano, mutui da accendere e non riconoscimento della spesa reale. Tutto ciò ha obbligato le Aziende Sanitarie Locali, e le obbliga ancora, a fare delle anticipazioni bancarie.
Allora, la domanda è questa: considerato che già le Aziende Sanitarie Locali hanno oneri finanziari per 39 miliardi e mezzo, non ci sono segni che questi ordini finanziari tenderanno a diminuire.
Le risorse non arriveranno immediatamente, infatti la Regione ha dovuto fare delle anticipazioni sulle proprie risorse per tappare il buco.
Non si immagina che questi ordini finanziari tenderanno a ridursi, anche perché ciò che è previsto dallo Stato, ancora non è arrivato.
Le anticipazioni bancarie continueranno a crescere. Se crescono le anticipazioni bancarie - ed è questa la domanda tecnica che rivolgo all'Assessore - ci si è accertati se le aziende sanitarie regionali, lo cali, sanitarie, hanno ancora la capacità di sobbarcarsi 700 miliardi di mutuo? Ad occhio, ho dei grandi timori, non ho la dimostrazione e non ho la risposta puntuale ASL per ASL. Rischiamo di discutere ed approvare una proposta che non è applicabile.
Probabilmente può essere applicata per qualche ASL, le più virtuose cioè quelle che hanno una minore esposizione in termini di anticipazioni bancarie, creando così una disparità.
Quale risultato ha fornito l'incarico che la Giunta aveva affidato all'ARESS, di verifica della capacità di indebitamento? E' l'elemento essenziale per poter procedere all'approvazione della legge. Se questo non c'é, credo che non si possa neppure andare avanti.



PRESIDENTE

Il Vicepresidente Riba aveva fissato alle 13,00 il momento della sospensione, quindi riprendiamo i lavori del Consiglio alle 14,30.
La seduta è tolta



(La seduta termina alle ore 13.00)



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