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Dettaglio seduta n.213 del 10/05/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 14.30 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.00)



(La seduta ha inizio alle ore 15.00)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri: Albano, Bolla, Caramella, Casoni Cotto, D'Ambrosio, Moriconi, Racchelli, Ronzani e Valvo.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, vorrei che si verificasse il numero legale.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Indìco la votazione, mediante procedimento elettronico, per la verifica del numero legale.
Si constata la presenza del numero legale.


Argomento:

Richiesta di inversione dell'o.d.g.


PRESIDENTE

Propongo, ex art. 51, comma 2 del Regolamento, l'inversione di punti all'o.d.g., passando all'esame delle proposte di deliberazione di cui all'integrazione all'o.d.g. L'aula acconsente o bisogna metterla in votazione?



(Il Consiglio tacitamente acconsente)


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposte di deliberazione: n. 320 relativa a: "L.r. 32/2001. Relazione della Giunta delle Elezioni sulla istruttoria della valutazione di insindacabilità nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti del Consigliere Enrico Moriconi" n. 321 relativa a "L.r. 32/2001. Relazione della Giunta delle Elezioni sulla istruttoria della valutazione di insindacabilità nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti del Consigliere Alessandro Di Benedetto" n. 322 relativa a "L.r. 32/2001. Relazione della Giunta delle Elezioni sulla istruttoria della valutazione di insindacabilità nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti della Consigliera Suino" n. 323 relativa a "L.r. 32/2001. Relazione della Giunta delle Elezioni sulla istruttoria della valutazione di insindacabilità nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti del Consigliere Giovanni Caracciolo" n. 324 relativa a "L.r. 32/2001. Relazione della Giunta delle Elezioni sulla istruttoria della valutazione di insindacabilità nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti del Consigliere Costantino Giordano"


PRESIDENTE

Esaminiamo, dunque, le proposte di deliberazioni relative alla valutazione d'insindacabilità dei Consiglieri Moriconi, Di Benedetto Suino, Caracciolo e Giordano.
Prendiamo atto che i Consiglieri Caracciolo, Di Benedetto, Giordano e Suino escono dall'aula.
La parola al Presidente della Giunta delle Elezioni, il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente e cari colleghi, farò un'unica relazione anche se occorre tenere conto che si tratta di cinque casi distinti. La relazione sarà unica in quanto il caso è riconducibile ad un'unica fattispecie.
"La Giunta delle Elezioni, in ottemperanza all'art. 4 della legge regionale 19/11/2001, n. 32, è l'organismo interno consiliare che ha il compito di procedere all'istruttoria della valutazione di insindacabilità e di riferire al Consiglio.
La Giunta delle Elezioni, su richiesta del Presidente del Consiglio regionale del 16 aprile 2002, ha perciò provveduto, nelle sedute del 30 aprile, del 7 maggio e del 9 maggio, all'istruttoria, per riferire al Consiglio sull'insindacabilità concernente i Consiglieri regionali Enrico Moriconi, Giovanni Caracciolo, Alessandro Di Benedetto, Costantino Giordano e Marisa Suino, relativamente al procedimento penale n. 31820 dell'apposito registro, pendente presso la Procura della Repubblica del Tribunale di Torino, nel quale i sopraccitati risultano essere persone sottoposte a indagini per ipotesi di reato di cui agli artt. 110, 368, 595, comma 2' e 3', del Codice Penale e art 13 della legge 48/47.
Per riassumere, si tratta di reato di calunnia e reato di diffamazione.
Il procedimento trae origine da una denuncia datata 14 marzo 2001 sporta dal Presidente dell'Ente Tutela Lupo Italiano (ETLI), sig. Mario Messi, nei confronti dei Consiglieri regionali Moriconi, Caracciolo, Di Benedetto, Giordano e Suino, per avere - i suddetti Consiglieri a loro volta - presentato un esposto in data 12 febbraio 2000, alla Procura della Repubblica di Torino, alla Procura Regionale presso la Corte dei Conti, e al Comando della Guardia di Finanza, nei confronti del sig. Mario Messi e perché parte del contenuto del predetto esposto è stato riportato in un articolo pubblicato sul quotidiano 'Torino Sera' del 16 aprile 2000.
Alle sedute della Giunta delle Elezioni, di cui alcuni degli interessati sono componenti, i Consiglieri Caracciolo e Di Benedetto hanno opportunamente lasciato l'aula e quindi ne diamo atto anche nei verbali.
Interviene, nel dibattito che si è dipanato soprattutto nell'ultima seduta del 9 maggio, il Consigliere Muliere, Vicepresidente, che propone quanto segue: 'In primo luogo, l'atto ha chiaramente la natura e la finalità propria dell'esposto e non quella della denuncia. Infatti, non richiede all'autorità giudiziaria di procedere nei confronti del Presidente dell'ETLI, sulla base di accuse documentate e presentate come tali, ma chiede - rimettendosi per la stessa valutazione di opportunità all'autorità giudiziaria (penale e contabile) - di esaminare e verificare la natura e la stessa fondatezza di una serie di rilievi che erano precedentemente stati fatti oggetto di atti consiliari e di dichiarazioni pubbliche.
L'esposto non si conclude, infatti, accusando qualcuno o chiedendo di procedere contro di lui, ma richiedendo la verifica di una serie di fatti che, in coerenza con quanto denunciato in sede politica ed istituzionale, i Consiglieri hanno ritenuto doveroso inviare per l'esame opportuno anche all'autorità giudiziaria.
In secondo luogo, la richiesta di verifica e di esame da parte dell'autorità giudiziaria, di una serie di fatti è da intendersi come prosecuzione funzionalmente, logicamente e cronologicamente connessa agli atti tipici di controllo di sindacato ispettivo,quando questi, come nel caso in esame, abbiano fatto emergere presso alcuni Consiglieri, dubbi e rilievi di legittimità, la cui natura e gravità può essere apprezzata ed accertata unicamente da organi di controllo a questo preposti e quindi anche, fra gli altri, dell'autorità giudiziaria.
Non rientrando fra le competenze della Giunta delle Elezioni il compito di verificare la fondatezza e la verosimiglianza dei rilievi mossi dai Consiglieri nell'esposto presentato, ma, unicamente, la loro stretta e coerente relazione con i contenuti degli atti tipici, non si può mancare di rilevare che i Consiglieri, nell'esposto in oggetto, non hanno fatto che trascrivere ed argomentare nuovamente, con una diversa formulazione, gli stessi contenuti illustrati negli atti consiliari tipici e nelle dichiarazioni pubbliche.
Pertanto, la Giunta per le Elezioni ritiene, su proposta poi votata che la fattispecie rientri sia nella legge regionale 32/2001 sia nel 4 comma dell'art. 122 della Costituzione e, di conseguenza, che i Consiglieri Enrico Moriconi, Giovanni Caracciolo, Alessandro Di Benedetto, Costantino Giordano e Marisa Suino, abbiano legittimamente esercitato il loro diritto di controllo, come Consiglieri regionali, in ordine a questioni di indubbio rilievo pubblico, nel quadro di quelle attività che possono definirsi prodromiche e/o conseguenti agli atti tipici del mandato consiliare.
In questa fase del lavoro della Giunta per le Elezioni si è aperto il dibattito e il verbale, il cui estratto abbiamo inviato al Presidente del Consiglio, in cui si registra l'intervento del Consigliere Brigandì che propone una diversa impostazione. Il Consigliere Brigandì propone, in effetti, una prassi diversa rispetto a quella seguita nei casi precedentemente esaminati e, in questo caso proposta dal Vicepresidente Muliere, propone la votazione per parti separate, rispetto ai due capi d'imputazione: calunnia e diffamazione. Il Consigliere Brigandì propone pertanto che, per quanto riguarda il caso di imputazione sub B, inerente al reato di diffamazione, la Giunta per le Elezione voti a favore dell'insindacabilità per tutti e cinque i Consiglieri. Per quanto concerne, invece, il capo d'imputazione sub A, inerente al reato di calunnia, occorre precisare che la posizione dei cinque Consiglieri è diversificata e, come si evince da una memoria del Consigliere Caracciolo egli stesso ha sostenuto di aver firmato il documento pensando che si trattasse di un atto ispettivo interno.
Dopo queste argomentazioni, il Consigliere Brigandì proponeva di considerare la sindacabilità del reato di calunnia per tutti i Consiglieri tranne per il Consigliere Caracciolo.
La Giunta per le Elezioni decide, dopo un certo numero di interventi in dibattito, di mettere ai voti la proposta del Consigliere Muliere, divisa per capi di imputazione. Questo vuol dire che la Giunta per le Elezioni ha proceduto a dieci diverse e distinte votazioni: cinque relative al capo di calunnia per ciascun Consigliere e cinque relative al capo di diffamazione per ciascun Consigliere. Si è, quindi, proceduto alla votazione sul caso relativo al reato di calunnia, a carico del Consigliere Moriconi, con 13 voti favorevoli (1 contrario e 1 astenuto), su 15 presenti, alla proposta del collega Muliere, di ritenere insindacabile le opinioni espresse nell'atto, atto che, invece, è stato ritenuto calunnioso.
Riassumendo, quindi, la Giunta per le Elezioni, con 13 voti favorevoli su 15 presenze, un contrario e un astenuto, propone, a questo Consiglio regionale, di votare per l'insindacabilità delle opinioni espresse del Consigliere Moriconi, relative al reato di calunnia sollecitato dal signor Mario Messi.
Questa è la prima parte di relazione; ripeterò soltanto la parte finale per ciascun Consigliere, perché, se ho capito bene, procediamo con cinque votazioni: due per ciascun Consigliere.
Relativamente al capo sub B, inerente al capo di diffamazione a carico del Consigliere Moriconi, il voto è stato: 14 favorevoli, nessuno contrario e un astenuto.



PRESIDENTE

Sì, certo, è corretto. Tenendo conto della proposta della Giunta per le Elezioni, sottoporrò all'aula distinte votazioni in ordine alla posizione dei cinque Consiglieri e in ordine al reato contestato, prima relativamente al capo A e poi al capo B.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Signor Presidente, l'o.d.g. di oggi prevede cinque deliberazioni quindi è evidente che non si possono fare due votazioni per ogni deliberazione, altrimenti si passerebbe all'o.d.g..
Bisogna rifare, quindi, l'o.d.g., disponendo eventualmente una riunione dei Capigruppo, ovvero votare insieme, con una conseguente configurazione i due capi distinti (cito, in proposito, la Sentenza della Corte Costituzionale marzo 2002).



PRESIDENTE

Comunico che sono possibili le due votazioni senza modificare l'o.d.g.
essendo, quest'ultimo, integrato con "l'esame delle proposte di deliberazione relative a:..." Quindi è prevista la possibilità di fare due votazioni. La proposta di accedere a due votazioni, per il capo sub a) e per il capo sub b), è in ossequio anche alla relazione che la Giunta per le Elezioni ha rassegnato all'aula oggi.
Iniziamo con il primo caso, relativamente al Consigliere Moriconi.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Vorrei spiegare qual è il problema. Si tratta di una delle prime applicazioni scabrose della legge sull'insindacabilità che è stata posta in questo Consiglio regionale. La legge di insindacabilità non può non essere sottoposta alla legge costituzionale che ci ha conferito poteri, quindi non è pensabile, in questo Consiglio regionale, che venga data un'insindacabilità superiore a quella conferita dalla Corte Costituzionale: nemo plus iuris ad aliud transferre potest quam ipse habet.
Se così è, dobbiamo capire se il comportamento del Consigliere è compatibile con le opinioni espresse e i voti dati..
Il comportamento di incriminazione non è quello di aver dette determinate questioni o di avere espresse determinati concetti (sul capo d'imputazione per diffamazione siamo tutti d'accordo quindi non aggiungo altro), ma è capire se, andare ad invocare la Procura della Repubblica, la Corte dei Conti e la Guardia di Finanzia, sia un atto coerente con l'opinione espressa da parte del Consigliere regionale. Intanto, non vi è dubbio che l'atto spedito alla Procura della Repubblica sia un atto che è tipico ed idoneo a concretizzare il reato di calunnia. Giurisprudenza costante ci spiega che non è la forma dell'atto ad essere importante quanto piuttosto la sostanza.
In questo caso abbiamo sia la forma che la sostanza: forma perch l'atto è stato indirizzato alla Procura della Repubblica e a soggetti che hanno obbligo di rapporto, cioè Guardia di Finanza, Corte dei Conti che come qualsiasi magistrato, nel momento in cui vedesse un fatto di reato, ha l'obbligo di rapporto.
Quindi, sull'intestazione dell'atto non c'é dubbio che è un fatto che possa concretizzare calunnia. Il contenuto é da leggere, e faccio notare a lei, Presidente, e all'aula che l'atto si è concluso con una richiesta, da parte dell'esponente, di essere avvisato sulla prosecuzione delle indagini.
Ricordo a me stesso che questa è una clausola di stile tipica delle denunce e delle querele, perché il Codice di procedura penale prevede che nel caso di una mancata espressa richiesta, l'atto possa essere archiviato.
Il querelante, nel momento in cui vuole essere avvertito, deve scriverlo esplicitamente; e così è stato.
Dirò di più: credo che, alla lettura degli atti - e qualsiasi giurista lo potrebbe confermare - questo è un atto tipico che non solo concretizza la denuncia, ma concretizza anche la querela, che è una denuncia con qualcosa in più, cioè con una richiesta al giudice di procedere proprio perché viene richiesta l'archiviazione. Quindi, su questo non ci sono dubbi: occorre verificare se la calunnia possa essere un atto di espressione di pensiero, come è voluto prima dalla Costituzione e in seguito dalla legge sull'insindacabilità di questo Consiglio regionale.
Ora io sono notoriamente una persona di ampie vedute, sono notoriamente tra coloro che cercano di estendere, nel modo più ampio possibile, il criterio dell'insindacabilità, perché credo che nel giudizio di bilanciamento fra l'interesse pubblico degli eletti, che dicono esattamente quello che pensano, e l'intesse privato di colui che si vede ingiuriato e diffamato, debba avere prevalenza il primo, ma credo che in questo caso non sia pensabile un meccanismo di insindacabilità. Perché? Perché nessuno vietava al Consigliere Moriconi di dire quello che ha detto nessuno vietava di dirlo fuori e inoltre nessuno vietava di prendere la copia degli atti di questo Consiglio regionale, cioè i suoi interventi, che sono insindacabili e che sono atto pubblico, metterli in una busta firmata e trasmetterli alla Procura della Repubblica dicendo: "valuti per quanto di sua competenza".
Qui invece è stato fatto qualcosa di notevolmente diverso, si è andati dal Procuratore della Repubblica dicendo: "punisci". Quindi, l'atto di cui viene chiesta l'insindacabilità non è quello che il Consigliere Moriconi ha detto, ma quello che il Consigliere Moriconi ha fatto.
Sappiamo che la calunnia non è un reato contro la persona, è un reato contro l'amministrazione della giustizia, cioè è un reato che va a sanzionare il comportamento di chi fa attivare inutilmente la macchina della giustizia, sapendo che il soggetto è innocente. Questa è una cosa diversa dall'esprimere un'opinione. E non possiamo andare nel merito perché ben ci guarderemmo - sono il primo ad averlo sempre affermato - di andare ad invadere il campo dei magistrati.
Se così è, non si può arrivare che ad un'unica soluzione, cioè che l'atto sia dalla Magistratura perfettamente sindacabile. La sinistra ha sempre espresso e sta esprimendo il massimo della solidarietà nei confronti della Magistratura. E' sempre stata tranquillante sul fatto che la Magistratura apprezzi nella maniera più corretta quelli che sono i comportamenti.
Si badi bene che l'apprezzamento dell'insindacabilità non è un apprezzamento tipico del Consiglio regionale, ma è un apprezzamento residuale del Consiglio regionale, nel senso che il magistrato pu apprezzarlo direttamente senza alcuna deliberazione da parte del Consiglio regionale.
Quindi, mi chiedo due cose, e qui mi sposto sul piano politico: come può una persona pensare di dire delle cose, di andare dal giudice dicendo: "guarda che in base a questa cosa che ho detto quel tizio è colpevole". Il giudice risponde: "no, è innocente, quindi tu ne rispondi", e l'altro fa un passo indietro dicendo: "io non ho più fiducia in te giudice; io sono immune".
Signori, se quest'aula intenderà concedere l'insindacabilità, questo sarà un provvedimento ad personam, ancora una volta frutto - credo - di discorsi estranei a quella che è l'applicazione della legge e le argomentazioni giuridiche, e comunque l'impostazione di questo Consiglio regionale. Quindi, per questi motivi, siamo di fronte ad una situazione di completa inaccettabilità, perché sarà un provvedimento ad personam. Ma c' da dire ancora una cosa: ieri in Commissione - se così non fosse prego il Presidente di smentirmi - tutti i componenti hanno detto che, dal punto di vista giuridico, la mia era una posizione corretta, ma votavano in maniera difforme per motivi di valutazione politica.
Se così è, non ci sono stati accenni di dissenso; in ogni caso siamo qui a discuterne ed aspetto le argomentazioni giuridiche contrarie, se ne siete capaci. A fronte di questo ci sono stati voti espressi: "il Consigliere Brigandì mi ha convinto, però voto".
Quindi, siamo di fronte ad una situazione in cui, all'epoca del fascio, alcuni provvedimenti venivano chiamati "sentenze suicide", cioè le sentenze di quei magistrati che obtorto collo dovevano condannare, perch avevano davanti le pistole e l'olio di ricino, e nel momento in cui redigevano le motivazioni, redigevano delle motivazioni assolutorie per far sì che la sentenza venisse sostanzialmente dichiarata nulla. Temo che stiamo facendo esattamente la stessa cosa.
C'é un'impostazione giuridica che è pacifica in dottrina, in giurisprudenza e nei precedenti di Camera e Senato, e votiamo in maniera difforme. Daremo lo spazio al giudice - il quale non potrà fare nient'altro che prenderne atto - di sollevare un conflitto di attribuzione davanti alla Corte Costituzionale, perché stiamo perdendo il nostro e il loro tempo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Voglio intervenire brevemente anche per chiarire la posizione del sottoscritto nel voto di ieri alla Giunta. Credo che i piani di ragionamento siano due: un primo astratto, e quindi anche con riferimento alla dottrina e alla giurisprudenza.
Su questo il sottoscritto ieri ha detto che condivide esattamente l'impostazione del collega Brigandì. Sembra un controsenso, ma non lo è perché qualcuno potrebbe dire: "se tu condividi quello che dice Brigandì o esprimi un voto politico, oppure non si capisce perché non voti sì per l'insindacabilità".
Se non si fa questa distinzione di piani fra il ragionamento astratto e il caso concreto, convengo con il collega Brigandì che si rischia di prestare il fianco a quella decisione della Corte Costituzionale e, quindi creare questo conflitto di attribuzione. Giustamente non si può dire che si condivide quanto detto dal Consigliere Brigandì e, poi, esprimere un modo diverso, se non esprimendo una valutazione di carattere politico.
Mi spiego meglio: sia la Giunta sia il Consiglio sono riuniti in sede giurisdizionale. In sede giurisdizionale vuol dire che noi siamo i giudici e dobbiamo giudicare, allora io giudico sul caso concreto. Ho il diritto e il dovere di giudicare sul caso concreto e, quindi, passo dal piano astratto al piano concreto.
Se condivido al 100% le argomentazioni giuridiche sul piano astratto del collega Brigandì, sul piano pratico, dovendo io giudicare, devo giudicare il caso concreto, quindi, giudicare sulla base anche delle memorie che i vari colleghi hanno presentato nella Giunta.
La convinzione che il sottoscritto ha ricavato e non solo, perché mi pare che anche il Consigliere Muliere sostenesse questa posizione, insieme a qualche altro collega, è la seguente: i nostri colleghi hanno detto le cose che hanno detto in aula e poi hanno proiettato queste loro considerazioni in una memoria scritta, che si può chiamare anche denuncia perché no, viene considerata denuncia, però, considero il fatto concreto come una esplicazione, se volete, con troppo zelo, cioè un'esposizione scritta alla Procura della Repubblica, alla Procura della Corte dei Conti e alla Finanza. Considero questo esposto come una proiezione, cioè una continuazione, hanno voluto continuare.
A questo punto, non mi pongo il problema perché l'abbiano fatto. Prendo atto delle loro dichiarazioni e credo che siano in buonafede le considerazioni dei colleghi che hanno affermato quanto dicevo prima.
Quindi - e concludo, perché mi pare che il tempo sia terminato - credo di essere coerente con il voto che ho dato nella Giunta, nel senso che è un voto di insindacabilità riferito al caso concreto e non al fatto astratto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Signor Presidente, penso che si debba dare atto, e in questo la relazione del Presidente Mellano era assolutamente precisa, che ci troviamo di fronte ad un caso sicuramente controverso, che non si presta ad essere risolto con particolare facilità, né sulla base dei precedenti né sulla base delle interpretazioni che via via si sono andate consolidando anche all'interno di quest'aula su casi analoghi.
Mi pare che si debba apprezzare la serietà e anche lo scrupolo che il Consigliere Brigandì, in sede di Giunta delle Elezioni e anche in quest'aula, ha dimostrato nell'esaminare questo caso nella sua complessità giungendo ad una serie di determinazioni evidentemente contrarie a quelle maturate dalla maggioranza dei Consiglieri, dai componenti della Giunta per le elezioni e mi pare dalla maggioranza dei componenti di quest'aula.
Bisognerebbe, però, che anche il Consigliere Brigandì e ciascuno dei componenti di quest'aula apprezzasse lo scrupolo e la serietà di quanti sulla base dei precedenti e sulla base di un'interpretazione non puramente capziosa, sono giunti a determinazioni contrarie.
Va sgombrato il campo dall'equivoco e dal sospetto che la Giunta delle Elezioni abbia fatto un voto "liberi tutti" e abbia sostanzialmente assicurato un'immunità permanente ed assoluta ai Consiglieri regionali.
Ritengo che la Giunta delle Elezioni e anche quest'aula intervenga, lo diceva il Consigliere Mercurio, su un'interpretazione relativa ad un caso concreto e non andando a stabilire un principio generale che, a quel punto neanch'io mi sentirei di condividere, ma andando ad esaminare nella concretezza questo caso, che è sicuramente controverso.
In primo luogo, per ribattere almeno in parte alle argomentazioni del Consigliere Brigandì, non è vero che non esistano precedenti di questa natura. La Camera dei Deputati in un caso analogo, nella modalità ovviamente, non analogo rispetto al reato contestato, ha giudicato insindacabile l'opinione espressa da parte di un deputato. Il caso riguardava l'On. Maiolo che, sulla base di una serie di dichiarazioni rilasciate agli organi di stampa da un magistrato, il dott. Almerighi, lo aveva denunciato, quindi non aveva neppure fatto un esposto, ma lo aveva denunciato per istigazione a delinquere, di cui all'art. 414 del C.P. con un giudizio di insindacabilità che, stando agli atti a disposizione della Giunta delle Elezioni, che ho acquisito, non è stato contestato. Anche in quel caso si trattava di un atto conseguente e funzionalmente collegato ad una serie di atti di sindacato ispettivo e, recita la Giunta delle Elezioni della Camera, di polemica politica, che aveva visto l'On. Maiolo contrapposta non solo al dott. Almerighi, ma all'Associazione nazionale dei magistrati, e così via.
Quindi non è vero che esista una dottrina, una giurisprudenza ed una serie di precedenti che vanno tutti nella direzione opposta rispetto alle determinazioni assunte dalla Giunta delle Elezioni, anzi, un caso, e lo ripeto, recentissimo della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera dei Deputati va evidentemente nella direzione opposta.
In secondo luogo, non ritengo che il nostro mestiere sia quello di comprendere in che misura la condotta di un Consigliere integri o non integri un reato piuttosto che un altro. Il nostro compito è semplicemente di verificare se questa condotta è funzionalmente connessa all'esercizio del mandato consiliare, e quindi è insindacabile.
Quindi, anche la procedura che, su sollecitazione del Consigliere Brigandì, la Giunta delle Elezioni ha finito per assumere, non mi vede particolarmente favorevole. Non dobbiamo comprendere se l'esposto o l'esposto-denuncia possa integrare il reato di calunnia piuttosto che quello di diffamazione. Dobbiamo semplicemente verificare se questo atto come atto, rientra direttamente o indirettamente nell'esercizio del mandato istituzionale oppure no. E' noto che esistono atti e condotte consiliari che, al di fuori del Consiglio regionale, o al di fuori di questo contesto integrerebbero sicuramente dei reati che normalmente siamo abituati a considerare, e giustamente, non sindacabili perché assunti nell'esercizio di un mandato consiliare.
Quindi, anche questa distinzione che il Consigliere Brigandì fa tra reato di calunnia e reato di diffamazione, non si giustifica in questa sede, perché non dobbiamo verificare se quella condotta integra o non integra il reato, ma dobbiamo semplicemente verificare se quella condotta è funzionalmente connessa all'esercizio del mandato consiliare.
Da questo punto di vista, quanto dice la Giunta per le Elezioni è, per me, abbastanza conclusivo. Quell'esposto non fa che trascrivere, in alcuni casi e con le stesse parole, il contenuto di una serie di atti tipici: una serie di atti di sindacato ispettivo, una serie di dichiarazioni resi all'aula della discussione di alcuni provvedimenti e una serie di dichiarazioni rese agli organi di informazione sul caso in oggetto.
Da questo punto di vista, ha ragione il Consigliere Mercurio che, da una parte, è una proiezione e, dall'altra, è una conseguenza inevitabile di atti di sindacato e di controllo relativi a fatti la cui fondatezza non pu che essere verificata dall'autorità preposta che, in questo caso, è l'autorità giudiziaria penale, ovvero quella contabile.
Ha ragione il Consigliere Brigandì, nel senso che formalmente la cosa sarebbe stata ineccepibile se gli interroganti avessero semplicemente recapitato, in busta, l'interrogazione; mentre, con questa formulazione, il caso si complica. Il problema è che quell'esposto trascrive l'interrogazione. L'esposto richiede la verifica di una serie di fatti e non chiede, né in conclusione né nel corpo dell'esposto stesso, di procedere nei confronti di una persona. Chiede di verificare una serie di atti, la cui verifica non può che essere demandata all'autorità giudiziaria inevitabilmente.
Per tutte queste ragioni, a fronte di un caso controverso e con il rischio che votazioni troppo libere su casi di questo tipo stabiliscano un'immunità permanente per i Consiglieri regionali, però, a partire da questo caso molto specifico e che ha una storia istituzionale molto definita, penso di poter, sinceramente, ravvisare un collegamento organico fra gli atti di sindacato ispettivo e gli atti politici connessi al caso in oggetto e l'esposto presentato alla Procura della Repubblica e alla Corte dei Conti su questo caso.
Ritengo, senza distinguere, per quello che mi riguarda, i diversi reati, si debba concludere con un giudizio di insindacabilità nei confronti dei Consiglieri interessati, avendo ben chiaro che non si tratta di stabilire un principio generale di immunità, ma di verificare concretamente il collegamento fra questo fatto ed una serie di atti che hanno visto l'aula consiliare e il mandato consiliare come protagonisti pressoch assoluti e assolutamente pubblici anche nella loro proiezione esterna.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente.
Credo che la relazione del Presidente Mellano e l'intervento del collega Palma hanno chiarito le motivazioni con le quali la Giunta per le Elezioni ha giudicato insindacabile il comportamento dei cinque colleghi.
Vorrei sottolineare soprattutto una questione che credo estremamente importante. Non abbiamo emesso un giudizio sulla base di un ragionamento politico. Questo fatto deve essere ben chiaro.
Sarebbe estremamente grave se la Giunta per le Elezioni ragionasse seguendo la logica politica, perché il lavoro e il compito della Giunta per le Elezioni sarebbe stravolto e il giudizio che rischia di emergere dall'aula seguirebbe altre logiche.
Credo che la Giunta per le Elezioni, in questi due anni, ha affrontato questioni estremamente delicate, ma non abbiamo mai dato un giudizio politico, tanto meno questa volta siamo a discutere di una posizione e di un giudizio della Giunta per le Elezioni sulla base di una logica politica.
Abbiamo giudicato insindacabile questo atto, come diceva poc'anzi il collega Palma, perché l'esposto, cioè la relazione sottoforma di esposto presentata alla Guardia di Finanza, alla Corte dei Conti e alla Procura era conseguente a una discussione, che era stata fatta in Commissione e in aula, a interventi che mettevano in evidenza alcune questioni relativamente al caso trattato nell'esposto. Abbiamo valutato quella relazione un esposto inviato a quei tre soggetti, che ricordavo prima, come atto conseguente al dibattito consiliare.
E' questa la motivazione che abbiamo dato al comportamento dei cinque colleghi, e non altro.
Concludo dicendo che il lavoro della Giunta per le Elezioni sia stato serio e approfondito e sul giudizio emerso il Consiglio si può pronunciare in modo sereno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ho ascoltato con attenzione gli interventi dei colleghi che mi hanno preceduto e, in particolare, la relazione del Presidente della Giunta per le Elezioni. L'oggetto all'attenzione di quest'aula oggi lo conosco molto bene e, in quanto membro della Giunta per l'Elezioni, ho anche avuto tutta la documentazione e gli allegati, così come prevede il Regolamento e così come sono stati inviati dal Presidente Mellano.
Credo che l'intervento del Presidente Brigandì, intervento che ha aperto questo dibattito - l'ho anche detto durante i lavori della Commissione - sia apprezzabile e, per certi versi, convincente.
Come ho detto in Commissione, abbiamo una serie di colleghi avvocati.
Spesso, pur non essendo avvocati, abbiamo anche noi il privilegio di essere testimoni di tesi ed ipotesi diverse, alcune volte compatibili, altre volte addirittura divergenti. Ecco perché mi limito a dire: "Un intervento, una tesi apprezzabile e convincente", perché altre, a nostro giudizio, lo sono meno.
Siamo un Consiglio regionale, siamo Consiglieri regionali, dobbiamo fare i politici, siamo politici e rappresentanti delle istituzioni; non siamo giudici.
Questo è indubbiamente uno dei pochi casi in cui il Consiglio regionale è chiamato ad esprimere un giudizio nel senso etimologico del termine.
Voteremo, quindi, l'insindacabilità e la relazione del Consigliere Muliere, votata dalla Giunta delle Elezioni, assegnata all'aula e riletta correttamente dal Presidente della Giunta delle Elezioni, il Consigliere Bruno Mellano.
La voteremo con un voto di responsabilità, perché nessuno possa dire che volevamo, vogliamo o vorremmo fare una ritorsione.
I convincimenti sono diversi; noi oggi garantiamo ampiamente il numero legale, mentre sono assenti quattro colleghi della minoranza, tra cui uno dei cinque Consiglieri in oggetto, il Presidente Moriconi, uno dei Consiglieri interessati a questo provvedimento...



(Interventi dai banchi dell'opposizione)



CATTANEO Valerio

Posso dire quello che penso? Non può partecipare, ma gli altri quattro colleghi sono presenti e hanno lasciato l'aula per garbo, mentre il Consigliere Moriconi è assente! Ma non voglio fare una polemica o puntualizzare...



(Interventi dai banchi dell'opposizione)



CATTANEO Valerio

Ognuno interpreta come crede; io non ho interrotto nessuno...



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ripeto il concetto: noi oggi garantiamo ampiamente il numero legale mentre quattro colleghi dell'opposizione sono assenti, dei quali uno è l'interessato (il Presidente Moriconi).
E' stato anche simpatico, umanamente, vedere per la prima volta in due anni quattro Consiglieri dell'opposizione correre a premere il tasto durante la votazione della verifica del numero legale! Nessuno si è scandalizzato, né della maggioranza né dell'opposizione - ma lo dico con simpatia - è successo per la prima volta, non dico che abbiamo provato un'emozione, ma l'abbiamo ben notato! Un'ultima riflessione politica, che ho già espresso in Commissione - e ho voluto che fosse messa agli atti - e che ripropongo in aula.
Noi siamo innanzitutto politici e quando partecipiamo alla Giunta delle Elezioni (chi ne fa parte) abbiamo quasi un ruolo di giudice istruttore mentre quando siamo in aula siamo quasi dei membri di un collegio giudicante.
Mi pongo, allora, una domanda - e la rivolgo al Consiglio regionale riguardo alla legge sull'insindacabilità che abbiamo approvato: vogliamo essere, in futuro, cittadini normali e perdere questo privilegio o vogliamo essere insindacabili a 360 gradi, evitando anche ai colleghi di fare i giudici istruttori, nella Giunta delle Elezioni, e i membri di un collegio giudicante, qui in aula? Mi sembra che, fortunatamente, la Costituzione vieti o impedisca questa seconda ipotesi.
Per quanto ci riguarda, il Gruppo di Forza Italia è disposto a rinunciare a tale privilegio; lo sosteniamo in aula e lo poniamo come un buon motivo di confronto e dibattito nei prossimi mesi, nel prosieguo della legislatura.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Esprimo la mia adesione alle conclusioni della relazione della Giunta delle Elezioni.
Riconosco che l'argomento del Presidente Brigandì è un argomento serio per la natura e la struttura dell'istituto ed a volte anche per l'uso che di quest'istituto se ne fa.
Devo però aggiungere che l'argomentare, anche se serio, non è convincente, pertanto, coerentemente, annuncio la mia adesione alle conclusioni della relazione.
Aggiungo, a conforto di quanto ha sostenuto il collega Palma, che la fattispecie cosiddetta Maiolo, quella citata dal Presidente Palma, mi pare addirittura meno evidente del caso di cui ci occupiamo, perché lì la possibilità di critica, di utilizzare il mandato e quindi la relazione con l'istituto del mandato, forse poteva far ritenere una forzatura l'ipotesi dell'insindacabilità.
Qui la vicenda mi pare più chiara, nel senso che è evidente la connessione fra atti propri del mandato e l'atto conclusivo.
Mi pare che quanto sto affermando sia tranquillamente sostenibile perché l'atto incriminato, l'atto sul quale ci esprimiamo, fa costante riferimento all'istituzione regionale, quindi ai compiti, al mandato che ne discende, e - per concludere - l'esposto costituisce una raccolta degli atti propri che vengono così posti alla valutazione dell'autorità.
Devo dire, senza entrare nel merito - ma qui il dato formale è irrilevante - che, nel porgere la notizia e il fatto, gli estensori dell'esposto non dicono neppure, come è stato fatto rilevare, di valutare se nei fatti sono riscontrabili ipotesi di reato, ma rimettono all'autorità l'opportunità di valutare se eventualmente siano configurabili o meno certe conseguenze.
Mi pare che, per tutte queste ragioni, si possa ritenere sussistente l'insindacabilità.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione.
Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Condivido, e non ripeto, le motivazioni espresse dai colleghi, compresa la relazione del Presidente e dei colleghi Palma e Muliere, ma voglio solo ribadire, per la particolarità della sede in cui ci troviamo, che esprimo il mio voto esclusivamente per una valutazione di tipo individuale.
Siccome ho sentito, nelle dichiarazioni espresse in quest'aula, usare il termine "noi", insisto sul fatto che, data la sede in cui ci troviamo per quanto mi riguarda il voto è svincolato da qualsiasi valutazione o appartenenza politica, ed è dato esclusivamente sulla base di un convincimento individuale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Brigandì, ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Farò altre considerazioni nelle altre deliberazioni, ma, in coerenza con quanto affermato dal Consigliere Marcenaro, chiederei il voto segreto.



PRESIDENTE

Preciso che, per effettuare il voto segreto (ex art. 66, comma 3, del Regolamento), la richiesta deve pervenire da almeno nove Consiglieri. Altri Consiglieri aderiscono alla proposta del Consigliere Brigandì? Bene possiamo accedere al voto segreto.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Siccome ho captato, dall'intervento del Consigliere Marcenaro, forse sbagliando ma mi ricordo di avere usato il termine "noi", che si riferisse almeno al mio intervento, volevo solo chiarire che essendo Capogruppo di un gruppo di 22 Consiglieri, normalmente parlo a nome del Gruppo e, facendo anche interventi in cui si riporta la posizione politica del nostro Gruppo ho usato il "noi" semplicemente per abitudine e per voler fare un unico intervento, come intervento in una discussione generale, di dichiarazione di voto.
Siamo abbastanza democratici, abbiamo una preparazione politica "normale" e siamo ben coscienti che in questo caso (ma noi diciamo sempre perché non abbiamo mai puntato la pistola a nessuno, abbiamo forse una cultura più liberale e meno comunista) i Consiglieri del mio Gruppo votano non secondo coscienza, ma votano come credono.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri;ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Non avevo intenzione di intervenire perché avevo già espresso il mio voto all'interno della Commissione, che riconfermo in questa sede, ma volevo aggiungere che, non essendo laureato in giurisprudenza, ho qualche difficoltà a seguire tutte queste valutazioni. C'è un ragionamento, tutto sommato, politico, che si deve fare (e l'unico aspetto positivo è che in questa discussione ho arricchito le mie conoscenze giuridiche) ma, al di là di questo, voglio confermare - e mi dispiace che ci sia la soluzione del voto segreto perché questo, dal mio punto di vista, rispetto a quanto è accaduto e a quanto ho letto negli atti che in Commissione sono stati portati, mi pare una forma di battaglia politica che in quest'aula vorrei non vedere, almeno tra di noi - il nostro voto è favorevole per tutti e due i capi d'imputazione sull'insindacabilità.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Deorsola; ne ha facoltà.



DEORSOLA Sergio

Il nostro Gruppo, purtroppo devo usare il "noi", convenendo con le conclusioni della Giunta per le Elezioni, è favorevole all'insindacabilità delle valutazioni espresse dai colleghi, per ciò non interverremmo più sulle prossime votazioni e voteremo sempre a favore dell'insindacabilità.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Concordo con la relazione del Presidente della Giunta per le Elezioni sull'insindacabilità e, quindi, in tutte le votazione mi pronuncerò in quel senso.



PRESIDENTE

A questo punto sospendo la riunione per cinque minuti, chiedendo a tutti i Consiglieri di rimanere in aula, per valutare, con gli Uffici, come adottare la procedura del voto segreto in questo caso.



(La seduta, sospesa alle ore16.04 riprende alle ore 16.18)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Esiste il procedimento elettronico segreto ma non è mai stato utilizzato e oggi mancano i tecnici per poter fare la sperimentazione.
I Consiglieri verranno chiamati dal Consigliere segretario Pozzo, per la votazione relativa al Consigliere Moriconi.
Ogni Consigliere ritirerà due schede, su ognuna delle quali c'è scritto di quale scheda si tratta (esempio: Consigliere Moriconi capo A e Consigliere Moriconi capo B); si recherà qua dietro, dove viene predisposta una cabina elettorale per garantire la segretezza del voto e poi rimetterà entrambe le schede, nell'urna che è posta alla fine del percorso.
Preciso che votando "sì" si vota per l'insindacabilità; votando "no" si vota per la sindacabilità e, quindi, contro la insindacabilità.
Eleggo scrutatori i Consiglieri Costa Enrico e Tomatis.
Si proceda all'appello nominale



(Il Consigliere Segretario Pozzo procede all'appello nominale per la votazione a schede segrete)



PRESIDENTE

Mentre si procede allo spoglio delle schede, passiamo agli altri casi.
Chiedo se si possono accorpare tutti gli interventi sulle dichiarazioni di voto, in maniera tale da fare un'unica votazione.
La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto



MELLANO Bruno

Volevo fare la mia breve relazione sul caso Di Benedetto, nel senso che do per scontata tutta la parte di premessa.
Volevo soltanto ritagliarmi il ruolo di Presidente della Giunta delle elezioni, ricordando che per le motivazioni e con la procedura che la Giunta delle elezioni ha adottato - e che ho prima ricordato - per il caso concernente il Consigliere Di Benedetto valgono le argomentazioni precedentemente dette.
Per cui la Giunta delle elezioni con due votazioni separate, che hanno visto presenti 15 persone, favorevoli 13, contrari 1, astenuti 1, propone all'aula rispetto al capo d'imputazione "a) Reato di calunnia propone l'insindacabilità.
Per quanto riguarda il capo di imputazione sub b), reato di diffamazione: presenti: 15 favorevoli: 14 contrari: nessuno astenuti: 1.
Per quanto riguarda il caso Di Benedetto, la Giunta delle Elezioni tengo a sottolineare questo aspetto - l'ho fatto prima fuori microfono - in riferimento alle dichiarazioni del Presidente Cattaneo, non era una distinzione o una sottigliezza. Qui, in quest'aula, riporto la posizione emersa in tre riunioni di Giunta delle Elezioni. La relazione letta e illustrata non è la relazione di nessuno, né del Vicepresidente Muliere n di altri, ma è quanto la Giunta delle Elezioni ha determinato, quindi è il parere della Giunta delle Elezioni che propone a quest'aula di procedere dichiarando l'insindacabilità per le due fattispecie, anche per il caso Di Benedetto.
Mi ripropongo di fare la stessa cosa per i prossimi tre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì per dichiarazione di voto.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, intanto vorrei segnalare un problema di efficienza, ed è per questo motivo che non ho partecipato al voto, perché nelle schede c'era scritto a) e b), e non si capiva quale dei capi di imputazione fosse a) e quale fosse il b).
Detto questo, volevo intervenire perché ho fatto un ragionamento di carattere giuridico, al quale il Consigliere Muliere ha risposto che le loro non sono valutazioni politiche, sono valutazioni giuridiche. In realtà, io di giuridico non ho sentito assolutamente nulla.
Voglio soltanto evidenziare due punti portati avanti dal Consigliere Palma, l'unico che ha tentato, a mio parere, con motivazione di nessun pregio, di portare argomentazioni a favore di una tesi giuridica che non c'è, che non esiste, è pacifico. Preciso, su sollecitazione del Presidente Mellano, che, in realtà, solo i Gruppi di maggioranza in Commissione hanno svolto la considerazione dell'esattezza giuridica del ragionamento atto a dichiarare l'insindacabilità, ma che si sarebbe votato per l'insindacabilità per questioni legittime e politiche.
Voglio precisare quanto segue: abbiamo sentito nelle relazioni del Presidente Mellano, prima, e del Consigliere Palma, dopo, che il fatto rientrerebbe nelle fattispecie previste dal 122, quindi alla legge regionale sulla insindacabilità, in quanto l'attività della Magistratura sarebbe funzionalmente conseguente all'attività del Consigliere regionale.
Questo è un fatto grave, perché, se è vero che il nostro sistema democratico si basa sulla separazione dei poteri, è altrettanto evidentemente vero che non si può pensare ad una Magistratura che sia di supporto all'attività del Consigliere regionale. Non si può pensare che il Consigliere regionale dica determinate cose e la Magistratura abbia una prosecuzione funzionale successiva nei confronti dell'attività del Consigliere regionale.
Il Consigliere Palma ha detto che c'è un collegamento organico. Non so a mezzogiorno avremo tutti fatto dei pasti pesanti, però, pensare al collegamento organico fra l'attività...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



BRIGANDI' Matteo

...fra l'attività del Consigliere regionale e l'attività della Magistratura mi sembra eccessivo.
Quindi, volevo terminare l'intervento.
Per favore, mi interessa che venga poi trascritto, non mi importa altro.



PRESIDENTE

Colleghi, per gentilezza, sta parlando il Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

A me non dava fastidio.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



BRIGANDI' Matteo

Volevo precisare...



PRESIDENTE

Collega Chiezzi!



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ha avuto un colloquio lì per un quarto d'ora e lei non ha detto una parola - tanto per la faziosità!



PRESIDENTE

Per gentilezza, sta parlando un collega.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Gliel'ho detto, ho cercato di dirglielo!



BRIGANDI' Matteo

Non ha pregio dire che c'è un collegamento organico. E' evidente che l'attività di Consigliere è attività legislativa. Altrettanto evidente è che la Magistratura è un potere giudiziario, quindi è un potere diverso che non può essere collegato organicamente con l'attività del Consigliere regionale.
Ancora due osservazioni.
Per quanto riguarda la prima, Marcello Ignazio Gallo, piemontese eminente e rispettato da tutte le forze di destra e di sinistra, diceva che qualsiasi argomentazione giuridica è giusta e corretta con un previsto banco di prova. Se la logica portata alle estreme conseguenze continua a girare, significa che l'argomentazione è giusta; se non continua a girare significa che l'argomentazione è sbagliata.
E' pacifico che qualsiasi cosa io dica in questo momento a questo microfono sia un fatto scriminato. Se questo è un fatto scriminato, posso dire la cosa più turpe e personale diretta nei confronti di un esterno e una volta detta, posso andare a sottoporla direttamente alla Magistratura la quale avrà due scelte: o condanna l'altro o non lo condanna, ma certo non può perseguire me in un'attività di calunnia.
Il caso che vi pongo è il seguente: posso pensare di dire che la persona più onesta del mondo, ad esempio il portinaio dell'angolo, sfrutta la prostituzione, lo trasmetto alla Procura della Repubblica, il giudice accerta che questo signore è la persona più tranquilla del mondo e perci non mi può incriminare perché questa cosa l'ho detta in Consiglio regionale; questo è il punto.
Vi chiedo se voi ritenete che questa cosa, portata alle estreme conseguenze, possa continuare a girare e a volare in questo modo, se no no.
Un'ultima considerazione in riferimento al caso Maiolo. Dando atto al Consigliere Palma della tenacia e della serietà con cui ha svolto lo screening delle pronunce giurisprudenziali della Camera, siamo di fronte ad un problema sostanzialmente diverso. Mentre in questo caso abbiamo un Consigliere regionale che porge un attacco, più o meno gratuito, e sarà il giudice a decidere se l'attacco è giusto o sbagliato. Nel caso Maiolo il meccanismo è diverso: un soggetto ha attaccato le istituzioni e, in particolare, dei meccanismi di elezione del Ministro di Grazia e Giustizia e questo a sua volta denunciato.
Quindi, siamo di fronte ad un'ipotesi diversa per un motivo semplicissimo, il tizio che alleva il lupo italiano non ha nessuna possibilità di difesa e quella che aveva voi gliela state togliendo.
Invece, il soggetto che ha creato la denuncia dell'On. Maiolo è stato il soggetto attivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma per dichiarazione di voto.



PALMA Carmelo

Signor Presidente, evidentemente, non voglio ripetere le considerazioni già svolte nell'intervento precedente, mi limito a puntualizzare una serie di considerazioni, visto che sono stato direttamente e cortesemente chiamato in causa dal Consigliere Brigandì.
Questo è sicuramente un caso controverso, in cui molte cose sono dubbie. Una delle poche cose indubbie è che nessuno, né la relazione della Giunta delle Elezioni, né io stesso nel mio intervento, ha sostenuto un collegamento funzionale tra due poteri dello Stato. Ciò che la relazione della Giunta delle Elezioni e il mio intervento dichiarava funzionalmente e logicamente collegato, era la richiesta contenuta in un atto di controllo, in un atto di sindacato ispettivo, formulato nell'esercizio del mandato consiliare, e la sottoposizione del medesimo atto, del medesimo contenuto e dei medesimi rilievi a quelle autorità che sole erano preposte alla verifica di quei rilievi di legittimità, che erano emersi nell'atto di sindacato ispettivo.
Non si tratta dell'affermazione del legame funzionale fra istituzioni politiche e Magistratura. Si tratta dell'affermazione di un legame funzionale fra un atto di controllo, esercitato con lo strumento di un atto tipico, cioè dell'atto di sindacato ispettivo, e la forma di esposizione ai soggetti che di questa verifica dovevano essere coinvolti nel medesimo atto e con i medesimi contenuti da parte dei medesimi soggetti.
Per tranquillizzare coloro che magari, in modo disattento, hanno seguito l'intervento del Consigliere Brigandì, devo dire che né il testo della relazione della Giunta per le Elezioni né il mio intervento stabilisce il legame funzionale fra i poteri dello Stato. Stabilisce un collegamento funzionale fra due atti compiuti da Consiglieri regionali entrambi nell'esercizio delle funzioni consiliari.
Il caso dell'Onorevole Maiolo è diverso, perché diversa è la relazione fra soggetti, ma rispetto al problema dell'insindacabilità è esattamente lo stesso caso. Per quanto riguarda il caso di questo Parlamentare, che procede in via giudiziaria nei confronti, in questo caso, di un Magistrato comunque di un soggetto terzo, per una serie di comportamenti che il soggetto terzo aveva tenuto - poco importa se allevasse il lupo italiano o fosse esponente dell'Associazione nazionale dei Magistrati - la Giunta per le Elezioni della Camera dei Deputati ha ritenuto che questo atto fosse una prosecuzione collegata agli atti e, addirittura, di polemica politica comunque, agli atti tipici del mandato parlamentare, di cui l'onorevole Maiolo era a disposizione.
Non si tratta, in questo caso, di esaminare la differenza fra il dottor Almerighi e il responsabile del Centro del lupo italiano. Si tratta di verificare, in quello come in questo caso, se l'atto compiuto dai Consiglieri regionali è da giudicarsi insindacabile perché collegato funzionalmente o in via propedeutica e preliminare o in via conseguente all'esercizio del mandato consiliare.
Questa è la considerazione fatta da coloro che, all'interno della Giunta per le Elezioni, hanno votate per questa insindacabilità.
Ribadisco che tentare induttivamente di stabilire un principio generale sulla base di pronunce specifiche e particolari dell'aula e della Giunta per le Elezioni è assolutamente sbagliato. Con nessuna di queste pronunce si stabilisce un principio generale, perché il principio generale è stabilito dall'art. 122 della Costituzione. Noi siamo chiamati, molto più modestamente, non già a stabilire il principio, ma ad interpretare i singoli fatti alla luce di questo principio.



PRESIDENTE

Abbiamo concluso il caso del Consigliere Di Benedetto.
Chiedo se ci sono interventi in merito al caso della Consigliera Suino.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Anche rispetto al caso della Consigliera Suino, riporto i dati delle votazioni che ha portato la Giunta per le Elezioni a chiedere l'insindacabilità.
Imputazione capo sub a) relativa al reato di calunnia della Consigliera Suino: Presenti: 15 Consiglieri Favorevoli: 13 Consiglieri Contrari: 1 Consigliere Astenuto: 1 Consigliere.
Imputazione capo sub b) relativo al reato di diffamazione a carico della Consigliera Suino: Presenti: 15 Consiglieri Favorevoli: 14 Consiglieri Astenuto: 1 Consigliere Nessun contrario.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il caso della Consigliera Suino.
Procediamo con il caso del Consigliere Caracciolo.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Come Presidente della Giunta per le Elezioni, voglio dare atto al Consigliere Caracciolo di essere stato molto solerte, attento e molto rispettoso del lavoro della Giunta per le Elezioni, facendo pervenire, in tempo utile, alla Giunta ben due memorie e di queste una sottoscritta da un perito di parte.
Voglio pubblicamente ringraziarlo, perché ci ha permesso, con le sue relazioni, di svolgere una più attenta analisi della situazione.
Rispetto al caso del Consigliere Caracciolo vi è anche una differenza di votazioni.
Imputazione capo sub a) relativo al reato di calunnia: Presenti: 15 Consiglieri Favorevoli: 14 Consiglieri Astenuti: 1 Consigliere Nessun contrario.
Imputazione capo sub b) relativa al reato di diffamazione a carico del Consigliere Caracciolo: Presenti: 15 Consiglieri Favorevoli: 14 Consiglieri Astenuti: 1 Consigliere Nessun contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Siccome la diversità di votazione è stata data dal mio voto, gradirei specificare all'aula il motivo per cui ho votato in maniera favorevole quindi coerente con l'insindacabilità del Consigliere Caracciolo.
Il Consigliere Caracciolo ha sostenuto che ha firmato l'atto ritenendo fosse un atto di sindacato ispettivo, questo quindi lo esime, quantomeno dal punto di vista soggettivo, da ogni tipo di responsabilità e da conseguenze di insindacabilità.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso la trattazione del caso del Consigliere Caracciolo.
Procediamo con il caso del Consigliere Giordano.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Rispetto al caso del Consigliere Giordano, riporto i dati delle votazioni.
Imputazione capo sub a) relativa al reato di calunnia a carico del Consigliere Giordano: Presenti 15 Consiglieri Favorevoli: 13 Consiglieri Contrari: 1 Consigliere Astenuti: 1 Consigliere.
Imputazione capo sub b) relativa al reato di diffamazione a carico del Consigliere Giordano: Presenti: 15 Consiglieri Favorevoli: 14 Consiglieri Astenuto: 1 Consigliere Nessun contrario.
Con quest'ultima dichiarazione, rispetto al lavoro svolto dalla Giunta per le Elezioni, volevo permettermi di ringraziare i colleghi che hanno saputo dare opinioni e diversità di lettura al lavoro svolto dalla Giunta per le Elezioni, che si trova ad affrontare dei casi non facili. Voglio, in particolare, ringraziare il Consigliere Brigandì, che con la sua competenza tecnica ha portato argomentazioni e contributo positivo alla Giunta per le Elezioni, riconoscendo un'importanza di quello che l'aula sta per votare.
Ritengo che la Giunta per le Elezioni abbia con coscienza di causa e con attenta responsabilità prodotto un voto chiaro e univoco rispetto alla insindacabilità dei cinque Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Intervengo per dire, vista la modalità di voto e ascoltate le relazioni del Consigliere Mellano, che il mio voto è stata favorevole nel primo caso e lo sarà in tutti quelli successivi.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la trattazione dell'ultimo caso in esame.
Procediamo con le votazioni, che saranno contestuali.
Saranno distribuite le schede relative ai caso dei Consiglieri Di Benedetto, Suino, Caracciolo e Giordano. Si voterà con la stessa modalità depositando le schede in un'unica urna.



(Il Consigliere Segretario Pozzo procede all'appello nominale)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Mellano ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Ho ricevuto, contemporaneamente, due convocazioni per lunedì mattina: una a firma del Presidente Cota, per una riunione con altri Consiglieri sull'agenzia nazionale sulla sicurezza, dalle 9 alle 14, e una firma della Consigliere Albano per la convocazione della terza Commissione Agricoltura.
Volevo porre qui la questione, perché riterrei opportuno che una delle due convocazioni fosse sconvocata (credo la terza Commissione), in modo da darne comunicazione anche ai colleghi e per non far sì che lunedì mattina ci sia una doppia convocazione sullo stesso argomento.



PRESIDENTE

Naturalmente, non ero a conoscenza di questo fatto. Se gli Uffici non sono in grado di darmi nell'immediato qualche utile informazione, è possibile, pur nei tempi che sono già in parte oltre alla soglia di utilizzazione, cercare di rimediare.
Consigliere Mellano, le posso dire, più che altro a carattere di organizzazione dei lavori, che la comunicazione per la riunione dei parlamentari è stata promossa dalla Giunta e ne è stata data comunicazione ai Consiglieri. Le ripeto quanto ha inteso il Presidente del Consiglio: fornire una comunicazione e non una convocazione, per cui la Commissione Agricoltura rimane convocata e mi segnalano - e qui abbiamo a disposizione soltanto l'Assessore - che la Commissione Agricoltura ha un adempimento di carattere urgente, la cui trattazione, però, è prevista in poco tempo.
Eventualmente, Consigliere Mellano, non potendo io disporre di altre soluzione al momento, chiederemmo di concludere la Commissione Agricoltura per poter partecipare all'incontro con i parlamentari, perché questo diventa, a questo punto, un diritto di tutti i Consiglieri.
Comunico anche che la riunione dei Capigruppo, prevista per questa sera, viene rinviata a martedì 14 maggio dopo i lavori del Consiglio.
Procediamo con le interpellanze e le interrogazioni, sulla base dei Consiglieri interpellanti presenti e degli Assessori.


Argomento: Musei

Interrogazione n. 1298 del Consigliere Placido inerente a "Indagine della Procura sul Museo di Scienze Naturali di Torino"


PRESIDENTE

In merito all'interrogazione n. 1298, presentata dal Consigliere Placido, risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore al Museo regionale di Scienze Naturali

Il Museo di Scienze Naturali è, indubbiamente, un tassello importante dell'attività della Regione Piemonte, quindi, non per forma, ringrazio il collega che ha sollecitato l'attenzione su questa questione.
Ho notizie non ultimative e non complete, ma positive, che ispirano un ulteriore appuntamento di grande positività. Ritengo opportuno, in questa sede, rispondere alle domande contenute nell'interrogazione, ricordando brevemente le iniziative fino ad oggi intraprese, dando anche la disponibilità, in sede di approvazione del piano generale di attività culturali 2002/2004 dell'Assessorato, di integrare anche con il Dirigente presente.
Piano di attività.
E' stato redatto il piano di attività per l'anno 2002. La novità rispetto agli anni passati, consiste nella delegificazione dello stesso che lo rende più agibile e più consono alle esigenze gestionali della fase transitoria in atto.
Per la prima volta si è inteso puntualizzare obiettivi e carichi di lavoro, con particolare attenzione al riordino di parte delle collezioni esistenti e all'attività estensiva (anche questo, in accordo con il Comitato Scientifico, vi è stata una totale sintonia).
In ordine a tale obiettivo, va segnalato come siano in preparazione numerose mostre permanenti e temporanee, che interesseranno l'anno in corso e quello successivo.
Nel medesimo piano, che sarà allegato al programma operativo della Giunta regionale, di cui all'art. 7 della Legge regionale 11 aprile 2001 n.
7, sono indicate le risorse economiche che sono destinate alla realizzazione degli obiettivi in esso contenuti.
Quindi, collega Placido, quando approveremo il piano cultura generale del triennio, approveremo anche questo; intanto saranno definiti e darò le cifre esatte.
Piano di comunicazione.
E' stato affidato un incarico finalizzato alla redazione e successiva realizzazione di un piano di comunicazione allo studio di Architettura Livio, attraverso il quale si definisce un programma di comunicazione generale, finalizzato alla promozione dell'immagine del Museo verso l'esterno. Esso diffonderà iniziative ed attività museali attraverso i canali della comunicazione grafica e mediatica. Sarà raccordato con le iniziative estensive previste nel piano di attività.
Incarico di consulenza ad esperto museologo.
E' in via di perfezionamento una convenzione con il prof. Michele Lanzinger, Direttore del Museo Tridentino di Scienze Naturali, Presidente dell'Associazione Nazionale Musei Scientifici Italiani (ANSM), nonch esperto museologo di fama internazionale, avente ad oggetto l'incarico di supportare le attività del Museo Regionale di Scienze Naturali, allo scopo di orientare il processo di revisione in atto, di costruzione di nuovi paradigmi di riferimento, per quanto riguarda gli aspetti di pianificazione, di management, di impostazione dei processi di progettazioni e di realizzazione di nuovi spazi museali .
Questa è la dimostrazione, collega Placido, che si è fatto carico dei problemi impostando le premesse per la prosecuzione e per la realizzazione.
In sede di Commissione proporrei di audire proprio il Direttore, e si era parlato dello stesso Comitato Scientifico, affinché il Direttore dia collegato al piano 2002/2004 di attività dell'Assessorato, le cifre e le valutazioni e venga presentato il piano complessivo, che è stato nel frattempo predisposto, e vengano illustrati meglio sia i punti del lavoro per la fondazione del lavoro sia il punto della programmazione economica.
Per questi motivi considero, questa interrogazione, una premessa importante e indispensabile a questo lavoro, ma uno stimolo. Su questa ci si è messi al lavoro per dare queste notizie che sono aggiornate ad oggi ma anche per prendere un impegno di fronte alla Commissione di proporre e di decidere lì il piano complessivo del Museo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Ringrazio l'Assessore per le informazioni, in particolare sulla disponibilità e sull'opportunità, perché in Commissione vengono date le notizie che oggi l'Assessore non ha fornito.
L'interpellanza presentata ha seguito - fra l'altro non era la prima volta altre interpellanze e discussioni che ci sono state in Commissione cultura e una seduta della Commissione nella stessa sede del Museo di Scienze Naturali.La preoccupazione che ho, e penso che abbiano anche altri colleghi, è di avere delle informazioni certe sulle risorse finora investite nel Museo. Dopo molti anni, nonostante l'ingente, sia numericamente sia qualitativamente e quantitativamente, patrimonio del Museo di Scienze Naturali - anche se qualche segnale c'é stato, e la costruzione della parte scientifica del Comitato Scientifico del Museo va in quella direzione, così pure la disponibilità espressa da molti colleghi verso la creazione di una fondazione del Museo di Scienze Naturali - la cosa che preoccupa è non avere - e su questo si era impegnato anche il Presidente della Giunta, On. Ghigo - delle cifre precise su quanto è stato investito finora, e qual è il piano e le cifre relative per arrivare finalmente all'apertura completa del Museo di Scienze Naturali.
L'interrogazione andava in questa direzione, e mi auguro che nell'audizione della Commissione con il Comitato Scientifico e con il Direttore del Museo, con i dirigenti dell'Assessorato, si possa avere un piano preciso sia rispetto al passato, ma anche alle risorse necessarie per arrivare a terminare il lavoro e far sì che il Museo possa aprirsi in maniera definitiva. Aspetto che ci sia quanto prima questa audizione in Commissione. Terminato il mio intervento sull'interrogazione, mi rivolgo al Presidente del Consiglio. Sono state sollecitate delle risposte, ho ringraziato l'Assessore per la disponibilità, ma per quanto mi riguarda in queste condizioni ritengo non si possa andare oltre, almeno per quanto riguarda eventuali altre mie interpellanze ed interrogazioni. Non ci sono le condizioni minime.



PRESIDENTE

Come lei sa, collega Placido, non possiamo fare la verifica del numero legale. D'altra parte, avevamo già convenuto che alcune risposte possono essere date adesso. C'é una lunghissima fila d'interpellanze.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Procedo ora alla proclamazione dell'esito delle votazioni delle deliberazioni esaminate, in base allo scrutinio effettuato dall'Ufficio di Presidenza.
Premesso che il capo a) era l'imputazione di calunnia, il capo b) di diffamazione, i risultati delle votazioni sono stati i seguenti: Proposta di deliberazione n. 320: "L.r. 32/2001. Relazione della Giunta delle Elezioni sulla istruttoria della valutazione di insindacabilità nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti del Consigliere Enrico Moriconi" capo sub a) relativo al reato di cui agli articoli 110 e 368 c.p.: Presenti in aula al momento della votazione: n. 40 Hanno risposto sì n. 37 Consiglieri Ha risposto no n. 1 Consigliere Schede bianche n. 2 Il Consiglio approva.
capo sub b) relativo al reato di cui agli articoli 110 e 595, commi 2 e 3, e articolo 13 della legge 48/1947: Presenti in aula al momento della votazione: n. 40 Hanno risposto sì n. 36 Consiglieri Hanno risposto no n. 2 Consiglieri Schede bianche n. 2 Il Consiglio approva.
Proposta di deliberazione n. 321 "L.r. 32/2001. Relazione della Giunta delle Elezioni sulla istruttoria della valutazione di insindacabilità, nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti del Consigliere Alessandro Di Benedetto".
capo sub a) relativo al reato di cui agli articoli 110 e 368 c.p.: Presenti in aula al momento della votazione: n. 40 Hanno risposto sì n. 39 Consiglieri Schede bianche n. 1 Il Consiglio approva.
capo sub b) relativo al reato di cui agli articoli 110 e 595, commi 2 e 3, e articolo 13 della legge 48/1947: Presenti in aula al momento della votazione: n. 40 Hanno risposto sì n. 38 Consiglieri Schede bianche n. 2 Il Consiglio approva.
Proposta di deliberazione n. 322 "L.r. 32/2001. Relazione della Giunta delle Elezioni sulla istruttoria della valutazione di insindacabilità nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti della Consigliera Marisa Suino".
capo sub a) relativo al reato di cui agli articoli 110 e 368 c.p.: Presenti in aula al momento della votazione: n. 40 Hanno risposto sì n. 37 Consiglieri Ha risposto no n. 1 Consigliere Schede bianche n. 2 Il Consiglio approva.
capo sub b) relativo al reato di cui agli articoli 110 e 595, commi 2 e 3, e articolo 13 della legge 48/1947: Presenti in aula al momento della votazione: n. 40 Hanno risposto sì n. 38 Consiglieri Schede bianche n. 2 Il Consiglio approva.
Proposta di deliberazione n. 323 "L.r. 32/2001. Relazione della Giunta delle Elezioni sulla istruttoria della valutazione di insindacabilità nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti del Consigliere Giovanni Caracciolo".
capo sub a) relativo al reato di cui agli articoli 110 e 368 c.p.: Presenti in aula al momento della votazione: n. 40 Hanno risposto sì n. 39 Consiglieri Schede bianche n. 1 Il Consiglio approva.
capo sub b) relativo al reato di cui agli articoli 110 e 595, commi 2 e 3, e articolo 13 della legge 48/1947: Presenti in aula al momento della votazione: n. 40 Hanno risposto sì n. 40 Consiglieri Il Consiglio approva.
Proposta di deliberazione n. 324 "L.r. 32/2001. Relazione della Giunta delle Elezioni sulla istruttoria della valutazione di insindacabilità nell'ambito di un procedimento penale, nei confronti del Consigliere Costantino Giordano ".
capo sub a) relativo al reato di cui agli articoli 110 e 368 c.p.: Presenti in aula al momento della votazione: n. 40 Hanno risposto sì n. 39 Consiglieri Schede bianche n. 1 Il Consiglio approva.
capo sub b) relativo al reato di cui agli articoli 110 e 595, commi 2 e 3, e articolo 13 della legge 48/1947: Presenti in aula al momento della votazione: n. 40 Hanno risposto sì n. 38 Consiglieri Ha risposto no n. 1 Consigliere Schede bianche n. 1 Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Risposta scritta all'Interrogazione n. 1352 del Consigliere Toselli inerente a "Trasferimenti alle Province in materia di interventi nel settore culturale delegati ai sensi delle LL.RR. 44/2000 e 5/2001"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 1352 presentata dal Consigliere Toselli.
Su tale interrogazione viene concordata risposta scritta.


Argomento: Caccia

Interrogazione n. 1002 del Consigliere Caracciolo inerente a "Divieto di caccia alla domenica"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1002 presentata dal Consigliere Caracciolo.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore a caccia e pesca

Com'è noto, l'attività venatoria si svolge per una concessione che lo Stato rilascia ai cittadini che lo richiedono e che possiedono i requisiti previsti dalla normativa vigente. Tale attività non può essere esercitata liberamente, ma soggiace a tutta una serie di limitazioni. In particolare nel territorio destinato alla caccia programmata l'esercizio dell'attività venatoria è consentito nelle sole giornate di mercoledì, sabato e domenica in pianura e di mercoledì e domenica nella zona faunistica delle Alpi. A differenza di altre Regioni, noi abbiamo stabilito i giorni fissi, mentre altre Regioni hanno tre giorni a scelta su cinque in pianura, e due giorni su tre di scelta in montagna. Un'ulteriore limitazione è imposta dal divieto di esercitare la caccia per non più di due giornate consecutive.
Si ritiene, infine, opportuno richiamare alcuni dei divieti stabiliti dall'art. 21 della legge 11 febbraio 1992, n. 157, ed integralmente ripresi dalla legge regionale 4 settembre 1996, n. 70, che il cacciatore deve rispettare nell'esercizio dell'attività venatoria, nell'ottica della prevenzione degli incidenti: "E' vietato a chiunque: (...) e) l'esercizio venatorio nelle aie e nelle corti o altre pertinenze di fabbricati rurali; nelle zone comprese nel raggio di cento metri da immobili, fabbricati e stabili adibiti ad abitazione o a posto di lavoro e a distanza inferiore a cinquanta metri da vie di comunicazione ferroviaria e da strade carrozzabili, eccettuate le strade poderali ed interpoderali f) sparare da distanza inferiore a centocinquanta metri con uso di fucile da caccia con canna ad anima liscia, o da distanza corrispondente a meno di una volta e mezza la gittata massima in caso di uso di altre armi in direzione di immobili, fabbricati, e stabili adibiti ad abitazioni o a posto di lavoro; di vie di comunicazione ferroviaria e di strade carrozzabili, eccettuate quelle poderali ed interpoderali; di funivie filovie ed altri impianti di trasporto a sospensione; di stabbi, stazzi recinti ed altre aree delimitate destinate al ricovero ed all'alimentazione del bestiame nel periodo di utilizzazione agro-silvo-pastorale l) cacciare a distanza inferiore a cento metri da macchine operatrici agricole in funzione (...)".
La proposta dell'interrogante potrà, comunque, essere oggetto di approfondito esame in sede di discussione dei progetti di legge presentati e proponenti modifiche alla normativa vigente in materia.
In sostanza, in via amministrativa, non possiamo introdurre limitazioni alla domenica, in quanto ci sono tutta una serie di norme. Adesso abbiamo solamente inserito quelle che si riferiscono all'uso delle armi, poi ci sono i raccolti pendenti e c'è la possibilità, anche per le autorità locali, di introdurre limitazioni straordinarie per ragioni di pubblica sicurezza in presenza di feste patronali, fiere, raduni o quant'altro.
L'autorità di pubblica sicurezza ha la possibilità di introdurre anche limitazioni in questo senso.
E' chiaro che il legislatore è sovrano e, quando discuteremo (io mi auguro al più presto) tutte queste proposte di legge pendenti, apriremo un dibattito anche su questo: è un argomento su cui certamente si pu discutere.
In conclusione, credo che debba essere considerata questa esigenza: da un lato, tutelare la fruibilità del territorio da parte della maggioranza che non va a caccia e, dall'altro, considerare, con quelle che sono le limitazioni possibili, anche le esigenze di quel particolare ceto di lavoratori che riposano solo la domenica e che, quindi, sarebbero impossibilitati ad andare a caccia.
Lo scopo delle nostre normative è individuare un equilibrio tra queste due esigenze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Questa interpellanza era nata proprio dalla lettura di notizie di cronaca in cui erano state impallinate alcune persone proprio nei giorni festivi.
A fronte di una o due proposte di legge che dovevano essere discusse e che giacciono da parecchio tempo, questa interrogazione aveva lo scopo di accelerarne un po' la discussione.
Chiedo se si può stimolare e agire in questo senso, accelerando un po' la discussione, in quanto il problema, al di là di queste norme, esiste.
Molte persone approfittano del week-end per andare in giro e, poi, magari qualcuno di loro non torna nemmeno a casa.


Argomento: Comuni - Beni demaniali e patrimoniali

Interrogazioni n. 1123 del Consigliere Tapparo inerente a "Vendita palazzo RAI di Via Cernaia" e n. 1130 dei Consiglieri Galasso, Botta Marco, D'Onofrio, Godio e Valvo inerente a "Eventuale accordo Comune di Torino - RAI per l'acquisto degli edifici di proprietà della RAI"


PRESIDENTE

Esaminiamo le interrogazioni n. 1123 e n. 1130 presentate rispettivamente dal Consigliere Tapparo e dai Consiglieri Galasso, Botta Marco, D'Onofrio, Godio e Valvo.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Volevo segnalare che nella copiosa produzione di interrogazioni che facciamo, siamo a più di mille, all'inizio della legislatura avevo già presentato un'interrogazione sulla destinazione dell'edificio RAI di Via Cernaia, che è molto vecchia, probabilmente, in qualche modo, mancano coordinamenti.



PRESIDENTE

Comunico l'unificazione dell'interrogazione n. 1123 del Consigliere Tapparo e dell'interrogazione n. 1130 dei Consiglieri Galasso, Botta Marco D'Onofrio, Godio e Valvo.
Risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore al lavoro

Nelle interrogazioni citate dal Presidente, la n. 1223 del Consigliere Tapparo, con oggetto "Vendita palazzo RAI di Via Cernaia" e la n. 1130 dei Consiglieri Galasso, Botta Marco, D'Onofrio, Godio e Valvo, inerente a "Eventuale accordo Comune di Torino- RAI per l'acquisto degli edifici di proprietà della RAI", si faceva riferimento allo stato di avanzamento di eventuali trattative tra il Comune di Torino e la RAI in merito a cessioni o svincoli relativi ai fabbricati RAI.
In relazione alle interrogazioni di cui sopra e alle richieste in esse formulate nelle quali si chiede al Presidente della Giunta regionale e all'Assessore competente: di quali informazioni dispongano quali interventi intendano porre in essere per la salvaguardia delle importanti attività RAI a Torino si possono fornire i seguenti elementi di risposta.
Attualmente la RAI occupa a Torino 1.356 addetti, di cui 664 nel sito di Via Cernaia, 620 in quello di Via Verdi e 72 nel Centro Ricerche di Corso Giambone.
Qualora venisse concluso l'accordo tra il Comune di Torino e la RAI dovrebbe essere formalizzata la cessione al Comune degli immobili di Via Verdi 14 (storico palazzo della radio) e dell'antistante area del teatro Scribe, oggi, in parte, adibita a parcheggio aziendale. La struttura della radiofonia dovrebbe spostarsi in Via Verdi 16 e si dovrebbe altresì definire la questione della rimozione del vincolo sul grattacielo di Via Cernaia; a tale proposito risulta che l'azienda stia verificando costi e modalità di trasferimento del personale nell'ex immobile Telecom di Via Meucci e, in parte (personale del centro di calcolo), in Corso Giambone presso il Centro Ricerche.
Non faccio uno scoop particolare, mi risulta che la Telecom abbia in vendita l'immobile e non tratti più la RAI. Questa è una notizia della settimana scorsa. Fanno parte di trattative che avvengono nell'ambito della discrezione fra le parti. Ritengo che siano delle considerazioni giuste per la tempestività o per l'intempestività della risposta rispetto al momento dell'integrazione.
Nel corso dell'audizione del dottor. Maurizio Ardito (Direttore del Centro di Produzione RAI di Torino e Direttore della Divisione Produzione RAI di Roma) svoltasi il 18/01/02 presso la III Commissione del Comune di Torino è stato rappresentato che: "La Rai a Torino gestisce, per i prossimi anni, la stessa produzione attuale e non c'è in atto alcuna smobilitazione per la sede subalpina.
L'attuale operazione di ristrutturazione immobiliare, delle sedi RAI a Torino (sempre secondo quanto affermato dal Direttore Ardito) non sarebbe motivata dall'intento di un ridimensionamento organico e produttivo, ma dall'esigenza di razionalizzare gli spazi con le attività e contemporaneamente contribuire al piano di riqualificazione culturale di Via Verdi con la nascita del borgo del Cinema, proposta dalla città di Torino.
Gli spostamenti previsti dalla RAI e illustrati durante l'incontro dell'Azienda con il Comune di Torino coinvolgerebbero i lavoratori e la produzione radiofonica, (attualmente collocati nel palazzo della Radio di Via Verdi e in parte in Via Cernia), che si trasferirebbero presso il Centro di produzione di Via Verdi n. 16; tutte le tecnologie verrebbero spostate presso il Centro di Ricerca di Corso Giamone mentre il Centro Direzione, sarebbe trasferito presso il palazzo di Via Meucci.
Il Direttore RAI dott. Ardito ha anche precisato come nonostante l'anno difficilissimo - dal punto di vista economico - che la RAI ha passato siano stati effettuati comunque investimenti strutturali; infatti il Centro di Produzione di Torino è stato completamente ristrutturato ristrutturazione che ha interessato sia le redazioni, gli studi e gli impianti (per una spesa di lire 7 miliardi nel 2001) sia la dotazione tecnologica (per una spesa di lire 4,5 miliardi); ulteriori 10 miliardi sono stati stanziati per la ristrutturazione dell'Auditorium.
Nel prendere atto delle trattative tra il Comune di Torino e la RAI l'Assessorato e la Presidenza della Giunta mantengono costante l'attenzione in merito alle problematiche produttive ed occupazionali che la vicenda comporta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ho presentato questa interrogazione perché conosco da molti anni la vicenda del Centro Direzionale di Via Cernia che, nel passare del tempo, ha visto gradualmente ridursi il numero degli occupati, ma soprattutto il numero di funzioni direzionali svolte.
Assessore Picchetto mi rivolgo a lei, da un lato, come Assessore alle attività economiche e, dall'altro, come Assessore al lavoro. Dinnanzi all'ipotesi di smobilizzo del Palazzo di Via Verdi, c'è il rischio, al di là del fatto che non è certo il trasferimento in Via Meucci, perché non è ancora perfezionato l'accordo con la Telecom, anzi è in forte discussione l'ipotesi, che, nell'occasione del trasferimento, molte funzioni direzionali, che sono rimaste solo per una parte a Torino, definitivamente vengono trasferite a Roma. Forse solo quelle funzioni che hanno un'organicità, tipo il Centro elaborazione dati. Voglio segnalare che dieci anni fa, era a rischio la sua permanenza a Torino. Mi sembra che il problema del Palazzo di Via Cernaia si è affrontato e si stia affrontando senza un sufficiente rapporto di garanzia con la RAI sulle funzioni che attualmente vengono svolte e, in caso di trasferimento in altre sedi di Torino, devono essere mantenute. Mi sembra primaria la cosa. La funzione del pubblico non è quella del "palazzinaro", cioè di come sistemare un immobili nel quale c'era un vincolo del Comune di Torino, che era un vincolo politico, legato al fatto di evitare che la RAI commercializzasse quell'edificio senza tenere conto delle funzioni che si svolgevano a Torino.
Le chiedo, Assessore, una grande vigilanza da parte sua. La Regione Piemonte dovrebbe, in una trattativa con la RAI, insieme al Comune di Torino, porre come prioritaria la garanzia dei livelli occupazionali collegati alle funzioni direzionali che attualmente sono presenti a Torino.
Trasferendo altre parti, se non subito, di seguito si intaccheranno i livelli occupazionali.
Manifesto la mia parziale soddisfazione alla sua risposta per stimolarla a vigilare su un'operazione che potrebbe danneggiare una presenza della RAI a Torino. Nel corso degli ultimi quindici anni, abbiamo assistito allo svuotamento del Palazzo di Via Cernaia - che voglio ricordare - aveva 1.400 dipendenti ed era un centro con funzioni pienamente direzionali. Voglio solo ricordare che la struttura direzionale RAI è rimasta a Torino in Via XX Settembre n. 21, qui accanto a noi, per poi trasferirsi negli anni '60 nel Palazzo di Via Cernaia. Vorrei cercare di evitare di correre quando la situazione è compromessa, facendo sentire questa voce.
Cercherò di tradurre all'esterno le cose che ci siamo dette in quest'aula, soprattutto nei confronti del Comune di Torino, che non pensi prevalentemente all'operazione dell'immobile, ma che colleghi l'operazione dell'immobile con le funzioni direzionali da difendere nella loro presenza a Torino.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Sono anch'io parzialmente soddisfatto e mi richiamo alle argomentazioni del Consigliere Tapparo. L'auspicio sia non tanto quello di vigilare, ma di vigilare per salvaguardare e di assumere tutte le iniziative utili in tal senso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Voglio dire che, dalla mia esperienza parlamentare, quando il lunedì alla Camera e il venerdì al Senato c'è la sessione dedicata alle interrogazioni, a volte si trovano in due più chi presiede, quindi non dovete preoccuparvi; oggi è un avvenimento di grande importanza!



PRESIDENTE

Ci stiamo avvicinando alla dimensione parlamentare, se insistiamo un po' possiamo considerarla ...



GALASSO Ennio Lucio

Ricordo una foto che sembrava un paesaggio dei quadri di De Chirico...



PRESIDENTE

Consiglierei di non trattare l'aspetto artistico della situazione, ma di rimetterci a quello numerico!


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1038 del Consigliere Tapparo inerente a: "Riorganizzazione CRT e riflessi sul Piemonte"; interrogazione n. 1047 dei Consiglieri Marcenaro, Manica, Placido, Riggio e Suino, inerente a: "Futuro della Cassa di Risparmio di Torino"; interrogazione n. 1192 del Consigliere Saitta, inerente a: "Situazione Unicredito, CRT e Fondazione bancaria"


PRESIDENTE

L'Assessore Pichetto, in clima e in condizione perfettamente idonea tratterà le interpellanze nn. 1038, 1047 e 1192. Prego, Assessore.



PICHETTO Gilberto, Assessore al lavoro

I Consiglieri interroganti chiedono di sapere se la Giunta regionale sia a conoscenza, e quale valutazione dia, del processo di riorganizzazione avviato dal Gruppo Unicredito Italiano, soprattutto in relazione al ruolo futuro della Banca CRT.
Si chiede, inoltre, di conoscere le azioni intraprese per evitare riflessi occupazionali del suddetto piano di ristrutturazione naturalmente, riflessi occupazionali negativi.
Al riguardo, si sottopongono i seguenti elementi di risposta.
Il 14 dicembre 2001 il Consiglio di Amministrazione del Gruppo Unicredito ha approvato un progetto di ristrutturazione dell'intero Gruppo denominato "S3".
In sintesi, il progetto prevede la fusione delle sette banche commerciali del Gruppo (Credit, Rolo Banca, Cariverona, Banca CRT Cassamarca, Caritro, CRTrieste) entro il prossimo giugno 2002, in un unico istituto che, entro la fine dell'anno corrente, e con validità operativa dal 2003, verrà scisso in tre istituti bancari, ciascuno dei quali specializzato per segmenti di clientela.
La Banca Retail avrà sede e direzione generale a Bologna, con 2.800 sportelli, 23.000 dipendenti e sarà organizzata in sette Regioni commerciali.
La Banca Corporate avrà sede e direzione generale a Verona, 250 filiali, 4.000 dipendenti e sarà organizzata in quattro Regioni commerciali.
La Banca Private avrà sede e direzione generale a Torino, 150 filiali 1.600 dipendenti di cui 200 nella direzione generale e sarà organizzata in 14 aree commerciali.
A Milano resta la sede dell'holding.
Per quanto attiene ai "marchi" societari, il progetto prevede la creazione di due nuovi marchi per la Banca Private e per la Banca Corporate. Per la Banca Retail, invece, è prevista la realizzazione di un "marchio ombrello" sotto il quale continueranno ad essere valorizzati i marchi storici delle banche federate.
Ciò significa che laddove è presente una banca "storica" - come la Banca CRT in Piemonte - e contemporaneamente sono presenti altri sportelli di banche del Gruppo, la banca storica dominante assorbirà i marchi di tutti gli altri sportelli. Ciò comporterà un aumento delle agenzie con il marchio CRT in Piemonte e Valle d'Aosta, da 456 a 478. L'aumento è minimo perché la CRT ha già la parte preponderante.
Questo progetto, che supera il modello di aggregazione federale avviato con la costituzione del Gruppo Unicredito, è stato motivato dall'amministrazione del Gruppo con la necessità di adottare uno "schema europeo" che consenta un'ulteriore fase di sviluppo del Gruppo, permettendo al polo bancario, che ha già una piattaforma informatica unica, di concentrare le aree di attività e - secondo le intenzioni espresse dall'Amministratore Delegato - migliorare il livello e la qualità del servizio alla clientela.
La ristrutturazione comporterà, secondo le comunicazioni date alle Organizzazioni Sindacali, 1.743 esuberi nell'arco di un triennio, che si ritiene potranno essere gestite mediante pensionamenti, incentivazioni e altri strumenti contrattualmente previsti.
In Piemonte, in specifico, gli esuberi riguarderebbero una trentina di dipendenti, secondo i dati forniti dal presidente di Banca CRT, Sergio Pininfarina, in data risalente a quattro mesi fa.
La scelta di Torino come sede della Banca Private è stata motivata con la presenza e rilevanza nell'area nord-ovest di grandi capitali privati.
Secondo le dichiarazioni a suo tempo rese dalla Direzione CRT, la nuova banca amministrerà oltre 65 miliardi di euro di raccolta e avrà un utile di 235 milioni di euro, analogo circa all'attuale trend di CRT.
Le Organizzazioni Sindacali hanno espresso perplessità sul superamento del modello di banca federale, di cui hanno evidenziato i benefici in termini di sinergia tra attività bancarie diversificate e possibilità di gestire le problematiche occupazionali, hanno comunque richiesto che il progetto di ristrutturazione si realizzi senza conseguenze traumatiche per i lavoratori - ed è questa la richiesta generale - mediante un coinvolgimento e un'informazione adeguata rispetto ai vari passaggi previsti, quali presupposti per una piena e consapevole adesione al programma.
Al riguardo, si deve sottolineare come lo scorso 5 febbraio l'Amministratore Delegato del Gruppo abbia incontrato, a Torino, i 1100 dipendenti con posizioni di responsabilità nell'area nord-ovest, per illustrare il piano.
Circa il progetto di riorganizzazione del Gruppo Unicredito la Giunta regionale esprime dunque le seguenti valutazioni: l'iniziativa ha l'obiettivo di rafforzare la presenza del terzo gruppo bancario italiano, per consentirgli quella struttura necessaria a competere sul piano europeo, dove è già stata registrata la dinamicità di Unicredito, soprattutto con la sua espansione nei paesi dell'Est, in via di integrazione con l'Unione Europea.
La maggior redditività del gruppo potrà avere - si spera - effetti positivi in favore dell'azionista Fondazione CRT, i cui utili, com'è noto sono destinati ad attività e opere di pubblico interesse, principalmente nelle nostre aree.
Torino diventa sede di una delle tre banche, con la possibilità di sviluppare un'attività specializzata, con alti indici di redditività e personale qualificato. Il marchio storico della banca CRT non solo è salvaguardato, ma viene ulteriormente potenziato con l'assorbimento di alcune filiali di altre banche del gruppo. Il riflesso occupazionale almeno allo stato dell'arte della risposta, non sembra tale da pregiudicare posti di lavori agli attuali dipendenti e di valutare eventuali esuberi in numero molto limitato.
La Regione, quindi, conferma la propria disponibilità a seguire con attenzione l'evolversi di questo processo di ristrutturazione, con l'impegno di mantenere quello che è il radicamento regionale di un importante Istituto che, in fondo, è parte del sistema economico e della storia degli ultimi 200 anni della realtà piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Assessore, la prima osservazione è che consiglierei, quando si danno risposte di questo tipo, di non attingere solo informazioni dalla fonte che è sottoposta ad interrogazione, anche con dei contenuti critici, ma, se fosse possibile, attraverso gli uffici, raccogliere quelli che possono essere elementi di critica alle scelte che si sono determinate. Queste scelte purtroppo...



TAPPARO Giancarlo

PICHETTO Gilberto (fuori microfono)



TAPPARO Giancarlo

Metà è parte sindacale.



TAPPARO Giancarlo

Non parlo di questo aspetto.
Vorrei dire che, purtroppo, la scelta fatta nel '94, in accordo con la Cariverona e con la Cassa Marca, ha predeterminato il percorso per la Cassa di Risparmio di Torino; soluzione ampiamente criticata a Torino e che spostava il baricentro delle funzioni direzionali e le Presidenze, a Torino (voi fate politica nei partiti e quindi sapete quanto contano le Presidente rispetto alle Segreterie, che sono le funzioni direzionali). Quello fu già un momento critico, ma oggi il momento si presenta molto delicato perch al di là della questione delle filiali (per cui si acquisiscono alcuni sportelli che oggi sono di banche Unicredito, ma probabilmente si perdono le CRT della Liguria e della Lombardia che avevano una loro autonomia), è che la parte motore di una banca, cioè il retail (lo sportello tradizionale) concentra a Bologna le funzioni direzionali, il che vuole dire elaborazione dati e tutta una serie di grandi e strutturate funzioni.
Per quanto riguarda, invece, l'azione sulle industrie medie e grandi la sede operativa è Verona. Per quanto riguarda la gestione dei patrimoni che vuol dire "pompaggio" di risorse, è Torino.
Ho l'impressione che si veda palesemente, in termine di infrastrutturazione per governare questi aspetti, che la posizione di Torino potrebbe essere nel tempo anche ulteriormente marginalizzata, perch non bisogna contare il numeri dei posti di lavoro oggi. È un po' come il palazzo della Rai: lo si trasferisce, pur dicendo di garantire tutto, ma se si perdono delle funzioni direzionali che vanno a Roma, questa situazione può intaccare, via via, gli stessi posti di lavoro.
Ci sono grandi processi di concentrazione; ma ci sono altre banche che hanno fatto la scelta di non incorporarsi all'interno di questi grandi processi: penso alla banca Sella, che non è stata travolta da questa logica "tritatutto", che spesso ha investito alcune banche qualificate, di inserirsi in grandi aggregazioni. Voglio sottolineare che a livello europeo c'è anche un momento di ripensamento, rispetto al valore di queste grandi aggregazioni per la loro funzionalità.
Certamente sono processi più grandi delle nostre possibilità. Se mai l'errore è iniziale, in quanto la Cassa di Risparmio di Torino non ha fatto uno sforzo per cercare un'alleanza con le altre Casse di Risparmio del Piemonte e per poter così avere una struttura dimensionale tale da poter reggere, magari con un'alleanza di un certo tipo, l'evoluzione del mercato.
Questo non è stato fatto, per una serie di responsabilità, negli anni '80, sbagliando, ritengo, la scelta dell'accordo con la Cariverona, che ha aperto la strada all'inserimento, in Unicredito, di CRT. Ritengo - voglio sbagliarmi e voglio essere un cattivo profeta - che nel lungo termine questa articolazione purtroppo penalizza la presenza a Torino delle infrastrutture bancarie. Sul momento, non si vedono questi problemi, ma in seguito ne saremo danneggiati.
Come comportarci? Vigilare o solo testimoniare? Non lo so, direi che bisogna almeno fare in modo che questi processi non creino ulteriori danni facendo sentire la voce dell'Istituzione, affinché l'holding con sede a Milano possa trarre considerazioni attente, nei confronti della presenza bancaria a Torino che, come dicevo, solo per la gestione dei patrimoni, mi sembra una scelta inadeguata. Tra altro, pensate, il Nord-Ovest, è sede delle medie e grandi aziende, però la gestione di queste aziende viene centrata su Verona. Anche questo fa pensare a che prospettive potrà avere questo tipo di banca, come tenuta anche a livello occupazionale.
Sono, quindi, parzialmente soddisfatto, Assessore, e la prego gentilmente, di lasciarmi quella nota che ha letto, perché può essere utile.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro: ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Grazie, Assessore per la sua risposta. Il processo della concentrazione delle strutture del Credito e della loro razionalizzazione, è un processo in qualche modo obbligato. Alcuni dati da lei citati come elementi di rassicurazione, in merito alla tenuta dei livelli occupazionali, in particolare nella realtà piemontese e nella struttura di agenzia e di sportelli delle Casse di Risparmio di Torino (che è il marchio intorno al quale si uniforma la realtà e l'espressione in Piemonte della nuova concentrazione bancaria), corrispondono alla realtà, però mi pare, anche dai dati da lei letti, che emerga, con una certa evidenza, il fatto che Torino (in questo caso forse più Torino che il Piemonte) esca da questo processo con un qualche ridimensionamento della propria capacità di incidenza e di peso.
Siamo di fronte al formarsi di una grande concentrazione bancaria (grande, ma non ancora sufficientemente grande, perché qui siamo in presenza di un nodo politico molto rilevante), di una politica della Banca d'Italia, e del suo Governatore, che blocca la possibilità di scelta da parte del sistema bancario orientandosi verso nuove forme di dirigismo che a mio parere, oggi, costituiscono un freno nell'evoluzione.
Detto in questo ambito, rimane il fatto che Torino registra una riduzione e quanto diceva il Consigliere Tapparo è rilevante.
Penso che in questo caso non riguardi tanto la concentrazione su Bologna della direzione delle attività tradizionali (bancarie), quanto alla scelta di Verona come punto di governo, di direzione e di concentrazione per quanto riguarda le attività sostanzialmente rivolte all'industria e alla produzione, caratterizzando, invece, Torino come direzione del privato.
Gli stessi indici che lei ha citato per quanto riguarda gli addetti sottolineano questo punto.
Questo è un punto delicato perché fa parte, secondo noi e secondo me di un elemento che costituisce una preoccupazione sui centri effettivi di influenza e di direzione dell'economia e sul peso relativo all'economia piemontese nel contesto nazionale ed internazionale.
In ultimo, naturalmente, quando si valutano questi aspetti, non lo si può fare prescindendo completamente dal ruolo che anche i Gruppi dirigenti locali hanno svolto e, da questo punto di vista, dal ruolo che le fondazioni, che fino a prova contraria sono state azioniste ancora importanti di queste banche, hanno svolto e possono svolgere.
Qui ci serve un punto di riflessione, soprattutto perché questo fa parte di un'altra cosa, di un'altra interrogazione, come ho ricordato precedentemente. Noi siamo in presenza di un'evoluzione della situazione che, secondo me, è preoccupante. Il rischio che questa evoluzione, in una situazione come quella di Unicredito, porti ad un ulteriore ridimensionamento del peso del Piemonte, in particolare a favore della concentrazione sull'asse Milano-Verona, Lombardia-Veneto, dei poteri di comando e di controllo, mi sembra un elemento preoccupante e di un certo rilievo, che dovrebbe essere considerato.
Sappiamo che le possibilità di intervento da parte della Regione in questa direzione sono limitate, ma "limitate" non vuol dire nulla, c'è una possibilità di influenza che può essere svolta e che, secondo noi, non è stata svolta, Assessore, o è stata svolta con una tale riservatezza che nessuno se n'è accorto. Siccome, di solito, quando fate le cose, siete usi parlarne con una certa intensità e a pubblicizzarle sul territorio, il fatto che nulla si sia sentito nel corso di questi mesi circa le posizioni e gli interventi della Regione su questo punto, fanno piuttosto pensare ad una disattenzione, che penso andrebbe recuperata.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interrogazione n. 1124 del Consigliere Caracciolo inerente a "Crisi occupazionale allo stabilimento ARIAGEL di Candiolo" - Interrogazione n. 1129 del Consigliere Chiezzi inerente a "Crisi occupazionale alla ARIAGEL di Candiolo (TO)" - Interrogazione n. 1158 del Consigliere Tapparo inerente a "Chiusura dell'industria ARIAGEL di Candiolo (60 licenziamenti)"


PRESIDENTE

Esaminiamo le interrogazioni nn. 1124, 1129 e 1158 presentate rispettivamente dai Consiglieri Caracciolo, Chiezzi e Tapparo.
Risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore al lavoro

Con le interrogazioni che lei ha citato, di fatto, i colleghi chiedevano, in merito all'ARIAGEL, che è controllata dal Gruppo De Longhi e che manifestava l'intenzione di chiudere l'attività produttiva sita in Candiolo, quali iniziative la Giunta regionale intendesse assumere per evitare un'eventuale operazione puramente immobiliare e, quindi, quali erano i meccanismi di intervento.
In risposta alle interrogazioni in questione, si precisa quanto segue: in data 19/11/2201, la Società ARIAGEL S.p.A. aveva attivato una procedura di mobilità per un numero di 54 lavoratori la cui fase sindacale, come previsto dall'art. 4, comma 5 e comma 6, della Legge 223/91, si è conclusa il 02/01/2002.
Il ricorso alla procedura di cui sopra è stato motivato dalla ARIAGEL S.p.A. dal perdurare di insanabili diseconomie sotto il profilo dell'elasticità produttiva e dell'aggravio dei costi, che rendono antieconomica la gestione e difficilmente competitivi i prodotti sul mercato.
In data 04/01/2002, presso l'A.M.M.A. di Torino, è stato siglato l'accordo per la messa in mobilità di n. 54 dipendenti.
Al fine di rendere meno oneroso l'impatto sociale dei licenziamenti, le società De Longhi S.p.A. e Simac-Vetrella S.p.A. appartenenti al Gruppo De Longhi, firmatarie dell'accordo, avevano dichiarato la disponibilità ad assumere tutto il personale operaio, che entro il 15/01/2002 ne avesse fatto richiesta per iscritto, presso i loro stabilimenti rispettivamente di Treviso e Gorgo al Monticano, senza patto di prova ed a parità di condizioni economiche e normative.
Naturalmente, l'offerta riguardava una distanza oltre i 50 km previsti dall'ultimo decreto ministeriale, era oltre i confini regionali e a parità di condizioni economiche e normative.
Purtroppo, la vicenda si è conclusa in questi termini, anche perché non era possibile una fase di ristrutturazione. Quindi, la vicenda si è chiusa con l'accordo, peraltro in sede sindacale, che prevedeva la chiusura dell'attività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore.
Voglio segnalare che questo caso, insieme a molti altri, cito, ad esempio, l'Invicta, denota la debolezza strutturale del nostro sistema industriale. Molto spesso imprese del nord-est acquisiscono imprese in Piemonte e, poi, dopo una certa fase, la casa madre, che è collocata in altre parti, per una serie di ristrutturazioni o comunque per ragioni di centralità, assorbe queste attività.
L'ARIAGEL aveva una sua storia - tra l'altro, il Consiglio regionale ha in dotazione questi sistemi di refrigerazione dell'aria - infatti, era stata assorbita dalla De Longhi. C'è da dire che in queste situazioni il marchio permane, rappresentando la storia drammatica. Ricordo che tempo fa si era iniziato con la Castor e altre aziende, i marchi vengono mantenuti però, spariscono le unità produttive originarie.
Assessore, questo è un campanello d'allarme che denota in qualche modo una debolezza del nostro apparato industriale.
E' chiaro che non c'è la possibilità da parte della nostra istituzione di porre in atto interventi decisivi, però, si deve tener conto anche di questi fenomeni di assorbimento che, poi, nel tempo, vanno ad esaurimento o restano solo più come depositi commerciali o cose analoghe.
Comunque, ringrazio l'Assessore per la risposta.


Argomento: Commercio - Opere pubbliche

Interrogazione n. 1299 del Consigliere Galasso inerente a "Disagio dei commercianti a causa dei lavori per la realizzazione della metropolitana"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interrogazione n. 1299 presentata dal Consigliere Galasso.
La parola all'Assessore Pichetto



PICHETTO Gilberto, Assessore al commercio interno ed estero

In riferimento all'interrogazione n. 1299 e, in particolare, ai punti 1) e 3), si precisa quanto segue.
L'Amministrazione regionale e, in particolare, l'Assessorato al commercio, sono bene a conoscenza del calo di fatturato delle imprese commerciali site nelle aree di Torino interessate ai lavori della realizzazione della metropolitana e del passante ferroviario.
Già nell'estate scorsa, con l'approvazione della DGR n. 53-3605 del 23/7/2001, l'Amministrazione regionale aveva previsto, nell'ambito del Fondo rotativo finalizzato all'accesso al credito delle piccole imprese commerciali, di cui alla L.R. n. 28/99, uno specifico strumento di credito per i commercianti il cui esercizio sia situato su area disagiata a causa di rilevanti interventi di qualificazione urbana e viaria, quali la realizzazione della metropolitana nei Comuni di Collegno e Torino (vedi l'art. 10 del vigente programma degli interventi per l'accesso al credito delle piccole imprese commerciali).
Tale intervento, che si inserisce nell'ambito degli stanziamenti generali del Fondo rotativo, che nel 2002 ammonteranno a 20 milioni di euro, concede prestiti agevolati fino a un massimo di 25.000 euro, oltre che per eventuali investimenti dell'impresa, anche per esigenze di liquidità per scorte, consistenti in acquisto di merci fatturate dall'inizio dei lavori o da acquistare successivamente alla domanda di finanziamento (nella percentuale massima del 85%) e per spese non documentabili contabilmente (nella percentuale massima del 15%).
La durata del prestito è stabilita in 36 mesi. Il prestito è per il 60 a carico del Fondo regionale tramite Finpiemonte ed è a tasso zero, mentre la parte rimanente è concessa da Istituti di Credito convenzionati con Finpiemonte al tasso Euribor 6 + 1,25%, previa fideiussione di un Consorzio o Cooperativa di Garanzia Fidi. In questo modo, il tasso diventa del 2,5 circa.
Attualmente, sia il Comune di Torino, sia quello di Collegno, hanno presentato all'Assessorato al commercio il piano degli interventi, nei quali sono esattamente delimitate le aree viarie interessate ai lavori sia della metropolitana che del passante ferroviario. Pertanto, lo strumento di credito sopracitato è attualmente operativo.
Si tenga inoltre presente che l'Amministrazione regionale non ha ritenuto di operare con monitoraggi specifici, in particolare con riferimento alla diminuzione dei redditi degli esercenti le attività commerciali danneggiate, anche a causa delle difficoltà a condurre tale operazione; data per scontata tale situazione, ha preferito agire con tempestività utilizzando uno strumento di credito per consentire all'azienda di rimanere sul mercato a fronte della carenza di liquidità causata dai minori incassi.
In riferimento ai rimanenti punti dell'interrogazione, l'Assessorato al commercio ha inteso provvedere ad alleviare i gravi disagi delle imprese commerciali con lo strumento sopracitato. Pertanto, non sono previsti per ora fondi specifici da destinare al Comune di Torino o agli altri Comuni interessati.
Ci rendiamo conto della difficoltà, dell'impossibilità giuridica di intervenire con contributi diretti. Nascerebbe il problema del recupero del contributo quando a situazione organizzata quelle aree possono avere un maggior fatturato.
L'unico strumento che in questo momento è a favore degli esercenti di quelle aree è la nostra delibera del 2001. Un meccanismo, con un credito molto basso, con il quale si riesce a ripartire, con scorte, al momento in cui sia praticabile l'attività commerciale. In quel momento, avendo condizioni di credito molto basse e favorevoli alla localizzazione, ritengo che si possa riprendere la vivibilità di quelle aree. L'augurio che ci facciamo tutti è che quelle aree abbiano un recupero rapido e notevole di fatturato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Ringrazio l'Assessore Pichetto per la risposta.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Comunico che il Consiglio regionale è riconvocato martedì prossimo alle ore 10 e alle ore 14.30, per la prosecuzione dell'esame della deliberazione n. 21 inerente a "Modifica Regolamento interno", naturalmente la comunicazione è inviata direttamente ai Consiglieri.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle 18.18)



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