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Dettaglio seduta n.206 del 23/04/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.15 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.45)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.49)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito alle "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale" comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo di Consiglieri Albano, Brigandì, Deorsola e Dutto.


Argomento: Bilanci preventivi

Proseguimento esame disegno di legge n. 371: "Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2002 e bilancio pluriennale 2002/2004"


PRESIDENTE

L'esame del disegno di legge n. 371, iniziato nella seduta di ieri prosegue oggi con la discussione generale.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, la discussione sul bilancio si svolge nelle condizioni che conosciamo e che abbiamo più volte denunciato in quest'aula e durante i lavori della Commissione, cioè nel mese di aprile, ma soprattutto in una situazione di evidente e difficilmente contestabile crisi politica della maggioranza di centrodestra.
Questo bilancio è stato impostato dall'Assessore Burzi, ma, in corso d'opera, da "figlio" dell'Assessore Burzi è diventato "figliastro" dell'Assessore Pichetto.
Questo è un fatto che rivela le condizioni nelle quali versa la maggioranza che governa la nostra Regione.
Le divisioni esistenti sulle varie questioni non possono non avere un riverbero anche sulla politica di bilancio.
A questo proposito, approfitto per fare una considerazione: in questi giorni abbiamo discusso più volte dell'incidenza della spesa sanitaria sul bilancio regionale; in più occasioni abbiamo discusso di come la manovra di politica sanitaria, che si incentra, in questa fase, sui ticket, determini una situazione di incertezza riguardo al bilancio della sanità piemontese perché abbiamo sovrastimato il gettito derivante dai ticket...



(Brusìo in aula)



RONZANI Wilmer

Presidente, parlo volentieri, ma vorrei che la Giunta si riunisse nella Sala Morando o nella saletta vicino, eventualmente...



PRESIDENTE

Colleghi, per gentilezza, capisco che siamo all'inizio della seduta e dobbiamo tutti ambientarci, però vi prego di consentire al collega Ronzani di parlare e di ascoltarsi, prima di tutto! Prego, Consigliere Ronzani, prosegua.



RONZANI Wilmer

Ritengo di poter affermare che su tale questione, che ha un'incidenza sul bilancio complessivo della Regione, le opinioni sono state e sono molto diverse.
Oggi i colleghi della Lega Nord non sono presenti al dibattito probabilmente per ragioni non politiche, ma vorrei far notare che nonostante i colleghi della Lega abbiano sollevato in aula la questione dei ticket, dichiarandosi d'accordo con la manovra di bilancio decisa dalla Giunta, i muri delle città piemontesi sono stati tappezzati da un bellissimo manifesto della Lega Nord che vorrei riproporre.
Questo, Presidente, perché ritengo che si debba smettere di fare determinati discorsi in aula e poi, fuori di qui, in giro per il Piemonte farne altri.
La politica è coerenza; io posso essere d'accordo o meno con la politica dei ticket, ma, se sono contrario, qui ho lo strumento e la possibilità per manifestare la mia contrarietà.
Il manifesto pubblicato dalla Lega Nord - che ho letto questa mattina invoca un nuovo Piano sanitario, immagino diverso da quello presentato dalla Giunta Ghigo, altrimenti non lo avrebbe chiamato "nuovo Piano sanitario", ma "il Piano sanitario".
La Lega Nord ha invocato una strategia per tagliare gli sprechi nelle AA.SS.LL., ha chiesto più controlli sui Direttori generali, naturalmente c'è un rilievo alla politica sanitaria, e ha detto ai piemontesi che fino a quando non si prenderanno dei provvedimenti, i ticket non verranno approvati.
Peccato che i ticket sui medicinali siano già in vigore! Peccato che abbiate votato l'altro giorno in quest'aula un ordine del giorno di sostegno alla politica dei ticket! Mi sembra, francamente, che la farsa diventi tragedia! Siamo in presenza di comportamenti di dissociazione politica che hanno un riverbero e che non possono essere taciuti in quest'aula, perché la politica sanitaria è tanta parte della politica del bilancio e io prendo atto che una componente della maggioranza manifesta, su questa politica una divisione che non è secondaria, giacché la manovra di bilancio considera, per esempio, la manovra sui ticket e sulla sanità un aspetto non indifferente del bilancio medesimo.
Detto questo, vorrei fare un ragionamento di scenario: in quale contesto si colloca la politica di bilancio che stiamo discutendo questa mattina? Si colloca in una situazione nella quale vi sono delle novità.
La prima è rappresentata dal fatto che, mentre per anni il Nord-Est d'Italia è stato un fattore trainante dello sviluppo economico del nostro Paese, oggi gli ultimi indicatori dicono che a fare da traino sono le regioni dell'Italia centrale.
Noi paghiamo uno scotto, perché lo sviluppo è meno elevato nel Nord Ovest, cioè nelle nostre regioni! Questa è una novità da tenere presente.
E' cambiato lo scenario, Assessore Pichetto! Per anni abbiamo continuato a ragionare immaginando un Nord che funzionasse come elemento trainante dell'economia nazionale, mentre oggi il baricentro di questo sviluppo si sposta e noi, che siamo il Nord-Ovest, siamo una regione nella quale lo sviluppo è meno forte rispetto al passato.
Cosa dovremmo fare, allora, per incoraggiare una ripresa che tutti collocano nel 2003? Tutti gli economisti e coloro che se ne intendono dicono che la ripresa non è alle porte, che potrebbe avvenire nei prossimi mesi, ma non prima del 2003. Servirebbero politiche di innovazione, strutturali, infrastrutturali di formazione, perché il capitale umano - lo sosteniamo tutti - è una risorsa; servirebbero politiche pubbliche in grado di orientare la domanda e governare i processi economici.
Da questo punto di vista, dovrebbe essere considerata la possibilità di incentivare, favorire e sviluppare una politica di concertazione tra le imprese e il mondo del lavoro, perché, in una fase nella quale occorre fare fronte a grandi sfide, non c'è dubbio che una rottura sociale va nella direzione opposta all'esigenza di far crescere la competitività del sistema Italia. E invece noi immaginiamo una serie di interventi che non produrranno vantaggi per il sistema delle imprese, perché l'attacco che state portando a un diritto, l'art. 18, non produrrà vantaggi al sistema delle imprese; però in cambio determinerete nelle aziende delle condizioni che, in questa fase di congiuntura non molto positiva, possono rappresentare un elemento di ostacolo per una ripresa dello sviluppo e dell'occupazione.
Queste cose non le dice Wilmer Ronzani, che è un uomo della sinistra ma le dice il Presidente dell'Unione Industriale di Biella - pensate: il Presidente dell'Unione Industriale di Biella! - il quale oggi sul giornale dichiara: "E' ora di non perdere tempo e non perdere energie per realizzare scontri su questioni di principio"; servono invece le riforme, dicono gli industriali tessili, che hanno capito da tempo - loro - che il vero problema è l'innovazione del sistema, della qualità dei prodotti, perché la sfida competitiva si regge non sfruttando di più il mondo del lavoro, ma professionalizzandolo, finalizzando il rapporto con i lavoratori, perché un bravo tessitore un'azienda capace se lo tiene stretto con i denti. Altro che politica dei tagli, altro che politica che conculca diritti fondamentali: servono le riforme e servono allora politiche infrastrutturali, politiche fiscali nuove.
Ricordo, Presidente, che la nostra è una Regione nella quale noi abbiamo propinato ai piemontesi 570 miliardi di tasse (400 miliardi dell'IRPEF e 170 miliardi dei ticket): 570 miliardi, colleghi della maggioranza, sono il 50% dei fondi europei che arriveranno in Piemonte quest'anno (1.000 miliardi). Noi, attraverso una politica fiscale che significa ticket e IRPEF, interveniamo su un fattore, quello dei consumi e della domanda, perché non c'è alcun dubbio sul fatto che quella politica provocherà un calo della domanda e in questa fase tutti sono portati a ritenere che invece avremmo bisogno di politiche capaci di incoraggiare la domanda interna, come veicolo attraverso il quale sviluppare i consumi quindi la produzione, quindi le imprese e quindi l'occupazione.
Voi fate un'altra politica. La politica fiscale che avete fatto ha contribuito e contribuirà a ridurre la domanda. Il tutto naturalmente - e ho finito, Presidente - in un contesto nel quale la Regione potrebbe fare molto di più.
Leggo oggi che il Presidente dell'Unione Industriale vorrebbe aprire un tavolo con la Regione per discutere le politiche e una nuova legislazione industriale. E chi non è d'accordo? Ma vi rendete conto che, nonostante siamo una Regione nella quale esiste un tessuto di piccole, medie e grandi imprese, che potrebbe consentirci di sperimentare una nuova legislazione di politica industriale e di innovare, sulla base delle competenze che ci ha assegnato la riforma del Titolo V della Costituzione, siamo al palo da questo punto di vista? Noi siamo esattamente al punto di partenza nonostante siamo una Regione che potrebbe dire molto.
Il Presidente Ghigo è nella cabina di regia, ma noi non possiamo aspettare cosa decide la cabina di regia e neppure aspettare il disegno di legge di La Loggia, perché oggi noi, volendo, possiamo esercitare delle competenze che, se esercitate, ci danno la possibilità di innovare quella legislazione che diventa uno degli strumenti con i quali fare in Piemonte una politica pubblica capace di fare dello sviluppo.
L'ultima considerazione riguarda il tema delle risorse. La devolution amministrativa cosa ha comportato per noi? In Piemonte - non so in altre Regioni - ha comportato il trasferimento di competenze senza che a ci abbia fatto seguito un trasferimento di risorse e di personale, di risorse umane adeguate. In certi casi, abbiamo una duplicazione di competenze o una sovrapposizione, con il risultato che la macchina amministrativa che noi vorremmo rendere più efficiente, con la devolution in certi casi non è diventata più efficiente.
Abbiamo 100 miliardi di risorse libere da destinare alla politica di investimenti; 100 miliardi di risorse libere rappresentano il 3% - se ho capito bene - delle risorse complessive, e questo 3% diventa il 5% se noi escludiamo le partite di giro: da vent'anni a questa parte, mai la soglia è stata così bassa. Allora, ci affidiamo alle risorse che non sono nel bilancio della Regione, perché se non ci fossero i fondi europei potremmo è vero, Pichetto? - spararci un colpo.
Di conseguenza, la domanda che pongo è: come possiamo pensare a una politica di bilancio che si limita ad essere un documento contabile, che non sposta risorse, che non le reperisce, che non le individua e che non le mette a disposizione della politica di sviluppo di cui la Regione ha bisogno? Questa e altre ragioni, che altri colleghi esprimeranno durante la discussione, danno la misura della nostra critica verso questo bilancio e del perché voteremo contro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

L'occasione della discussione del bilancio di previsione è un'occasione che può permettere, in qualche modo, acrobazie di ogni genere, ma sarà poi quando il bilancio si manifesterà e si concretizzerà a fine dell'esercizio a fare parlare la voce della verità. Oggi - lo vediamo anche a livello nazionale - si attuano meccanismi di previsioni addomesticati; pensiamo solo alle entrate da cartolarizzazioni o altre cose a cui siamo stati abituati nei vari passaggi dei bilanci dello Stato, che poi alla fine dell'esercizio non davano i risultati sperati. Quindi, c'è un'operazione molto rischiosa anche per questa Giunta, perché - cercherò di dimostrarlo credo che questo bilancio di previsione nasconda un deficit, abbia in sé un deficit occulto che praticamente viene mascherato attraverso una serie di previsioni molto ottimistiche.
Credo che abbia fatto bene l'Assessore Pichetto a dare un quadro dello scenario sul quale collocare il bilancio. Il bilancio non è un'operazione ragionieristica, ma è legato alle politiche che esprime una maggioranza, un governo. L'elencazione che fa è però curiosa, perché dice che questo bilancio si incardina sul Documento di Programmazione Economica, sul Piano regionale di sviluppo, sulla programmazione nell'uso dei fondi strutturali mentre in effetti non appare nulla di tutto questo, se vogliamo anche per una ragione temporale in cui si muove il Documento di Programmazione Economica e Finanziaria; spero che, quando il DPEF sarà a regime, diventi il caposaldo delle politiche sulle quali poi si innesta contabilmente il bilancio, non avendo ancora noi un meccanismo di legge finanziaria come a livello nazionale.
Sul Piano regionale di sviluppo mi sembra che occorra mettere una pietosa pietra sopra, perché non esiste questa capacità di indirizzo. E abbiamo un bilancio che, in qualche modo, registra i processi, subisce le politiche e gli stimoli esterni.
Noi oggi diciamo: non anticipiamo quello che si può determinare dalla strisciante, ma ormai palese, crisi del settore automobilistico nella nostra Regione e consideriamo i trasporti sia su strada che su ferrovia così come sono: non ci poniamo alcun problema di politiche che possono ovviare - tocca in questo il distretto dell'Assessore al bilancio - alla vergognosa situazione della tratta ferroviaria Vercelli-Biella, uno dei distretti economici più importanti, dove la velocità commerciale massima è tra i 75 e gli 80 km (forse dobbiamo andare nelle ferrovie calabro-lucane per trovare una tratta analoga, con il massimo rispetto per le ferrovie di quel comparto ferroviario).
Nell'espressione dei programmi non c'è un'anima; questo è il classico bilancio routinario, ragionieristico, che mette qualche pezza e cerca, con delle previsione acrobatiche, di far quadrare, ragionieristicamente, il saldo tra entrate e uscite. Assistiamo ad un fatto dirompente, viene assegnato alle Regioni un compito - non la voglio chiamare riforma, perch ormai tutti i cambiamenti vengono chiamati come tali - ma con questo compito che il Ministro Moratti vuole affidare il parallelismo tra la formazione professionale e la formazione scolastica. Dunque si affida alla formazione professionale un ruolo pesante. In un seminario sul tema organizzato dalla Giunta non ho visto altro che un'interazione tra i microinteressi di ogni parte in causa e la Regione, che registra queste spinte. Ma per fare un'operazione, bisogna vederla anche nel bilancio, dove non si da propulsione alla formazione professionale, che è importante.
Relativamente ai trasporti. Per quanto riguarda il problema dell'inquinamento, siamo legati ai piccoli contributi per l'utilizzo dei mezzi a metano, non pensando a qualche operazione più ampia, più strutturale, per quanto riguarda questo problema. Non c'è l'inserimento di che cosa significa - l'Assessore Pichetto lo ha accennato - il processo federalista sia dal versante del federalismo costituzionale, sia dal versante della riforma amministrativa. Non ci sono le tracce, se non il lamento tra il passaggio di competenze e di risorse con uno sbilancio di tempi. Non è chiara la visione di questo aspetto. Il documento contabile dovrebbe riuscire ad indicare queste cose, non lasciarle in modo fumoso.
Assistiamo ad un'operazione così astratta di poter comprimere la spesa corrente del 5% sulla sanità. Si fa un'operazione tentando di dimostrarla virtuosa, ma non lo è - e non si riesce a dimostrare che con questo bilancio si fa un'operazione primaria sugli investimenti. Attenzione su investimenti per delle politiche, non per delle cose che l'Unione Industriale o qualcun altro ci stimolano, invece che per organizzare una risposta ai processi economici come Regione Piemonte. Tutti gli indicatori danno la Regione Piemonte così sviluppo in rallentamento rispetto alle altre Regioni altamente industrializzate dell'Italia. Lo verifichiamo dai dati statistici costanti, è un forte campanello d'allarme.
Per fare questa "rimonta", non si può andare a rimorchio del fatto che la FIAT abbandona dei siti industriali e li sostituisce con domande per costruire centrali elettriche. Quello non è uno sviluppo, (lo faceva e l'avrebbe fatto già l'ENEL), non ha apportato una nuova ventata di attività. Non si sente una parola dalla Giunta sul processo di dislocazione delle attività energetiche in Piemonte. Sta avvenendo un passaggio al business dell'energia da quello industriale. Infatti gruppi industriali come Lucchini, FIAT ed altri, abbandonano attività industriali.
Si erode la capacità di indebitamento, irrigidendo i futuri bilanci.
Infatti la questione dell'ARES, dei 2.000 miliardi, è francamente penosa.
L'apertura di credito, semplicemente per dare un corredo a questo "baraccone", si poteva evitare e tra qualche anno ne vedremo le conseguenze.
Il deficit occulto è dato dall'operazione "virtuosa" che si fa per la sanità. La sanità, tendenzialmente porta con sé una crescita che non è data solo da costi, ma dall' andamento tecnologico e dall'evoluzione dei bisogni della nostra popolazione. La si comprime del 5-6% , in più si indica che ci sarebbe un'operazione ancora più "virtuosa", si migliora ancora dell'1%.
Tenete conto che non siamo più abituati a parlare in termini reali, ma in termini monetari. I valori monetari portano sempre un 2-3% di inflazione quindi le cifre dell'anno scorso non sono uguali a quelle di quest'anno, ma deprezzate del 2%.
Una volta, con l'inflazione a due cifre, questi valori venivano sempre dati a valori costanti, oggi si è persa questa capacità. Nell'operazione sanità, fatta in questi termini, si occulta un deficit. Dobbiamo avere il coraggio di dire qual è l'esigenza reale della sanità in Piemonte e poi, su questa, dare una risposta. Può darsi che la sanità piemontese richieda risorse aggiuntive, se noi facciamo questo gioco di comprimere la spesa sanitaria, è da qui che nasce la strada per favorire il settore privato perché facciamo un'operazione di penalizzazione che, certamente, non si potrà compensare istituendo delle AA.SS.LL. gigantesche, oppure operando un taglio indiscriminato di ospedali.
Sono queste le mie preoccupazioni che quello che ho trovato in questo bilancio che, essendo di previsione, permette tutti i tipi di acrobazie: l'ho trovato senza anima e senza espressione di una politica. Spero che dopo questa fase di aggiustamento, il Documento di Programmazione Economico Finanziaria che la Giunta dovrà presentare nel mese di maggio, possa essere la sede per capire che politiche fate, quali sono le priorità oppure se andata a rimorchio dagli stimoli che arrivano dall'esterno.
Temo che tra otto mesi, quando arriveremo ai saldi contabili, ahim vedremo come questa costruzione stenta a restare in piedi. E' una costruzione fittizia.
Per questo credo che sarebbe necessario, in questi giorni, riuscire a fare qualche correzione realistica, perchè questo documento che, così com'è, ha poca credibilità.



PRESIDENTE

Ho chiesto l'elenco degli interventi. Prego tutti i Gruppi di darmi l'elenco dei Consiglieri che intendono intervenire in modo da poter organizzare il dibattito.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Su questo bilancio continua a pesare negativamente una caratteristica che sta diventando protagonista in questa Regione: le divisioni nel centrodestra. Sulle piazze e nelle strade fanno propaganda con manifesti che dicono ai cittadini piemontesi che sono contro questa manovra di cassa poi, in aula, si compattano a difesa degli spazi, delle poltrone, dei poteri, e oggi desertano il dibattito sul bilancio della Regione Piemonte.
Questa è la situazione principale ed è vergognosa. E' vergognosa! Siete talmente convinti del vostro bilancio e delle vostre manovre che nonostante quella certezza e quel sorriso caratterizzanti la Giunta Ghigo oggi in aula non ci sono interventi della maggioranza e fuori si preparano banchetti, gazebo, raccolta firme, non da parte dell'opposizione, che continuerebbe secondo voi a dire delle falsità, ma da parte della maggioranza.
Questo è il primo dato. Il secondo dato è che non vi è certezza. Dopo mesi di attesa e balzelli ridicoli e vergognosi, siamo giunti a livelli peggiori: si passa da giornate in cui dite: "Abbiamo 25 miliardi di utile" a giornate nelle quali dite: "Ma no, oscilliamo tra un disavanzo e l'altro ma adesso facciamo un po' di cassa e recuperiamo".
Vi chiediamo a quanto ammonta la manovra amministrativa, per recuperare i soldi con questa infornata di ticket, e ci rispondete: "Non abbiamo fatto il conteggio, non siamo in grado di sapere quanto costi amministrativamente questa manovra".
Questa manovra costa: i ticket al Pronto Soccorso, i ticket in farmaceutica, i moduli, tutte le dichiarazioni, il personale che deve essere messo nella condizione di poter svolgere questa funzione, i ricorsi che ci saranno, le denunce che ci saranno, le querele che ci saranno avranno un costo; ma questo costo non è stato conteggiato. Nonostante tutto, si arriva ad aprile (quindi negli ultimissimi giorni possibili per varare un bilancio) con l'incertezza totale - totale! - sulle voci di bilancio. Si continua a non conoscere a quanto ammonti il buco della sanità e, a fronte di presunti aumenti, l'unica certezza che si trova nel centrodestra, così fiero e orgoglioso della propria coalizione, è di mettere in ginocchio i cittadini piemontesi, arrivando a prevedere una prossima manovra IRPEF più massiccia, più determinata e determinante.
Non vi basterà, comunque: da una parte, fate cassa e, dall'altra mettete i piemontesi nella condizione di mettere mano al portafoglio mandando a catafascio il principio universalistico della salute. Il principio del diritto in questa Regione viene messo sotto i piedi. Se almeno, nonostante queste grandi scelte, foste in grado di portare un bilancio reale, un bilancio in pareggio con delle scelte di campo che non siano solo caratterizzate dal godimento del fare star male i cittadini piemontesi, perché queste scelte, Consigliere Cattaneo, sono scelte inique che toccano nella profondità i cittadini piemontesi! Invece, vi presentate in aula senza un bilancio, senza la capacità di fare quadrato e maggioranza, ma, contemporaneamente, vi siete caratterizzati per l'iniquità totale nei confronti dei piemontesi.
Questo aspetto è da urlare chiaramente a tutti quanti, a tutte le forze democratiche, perché è un attacco alla libertà e ai diritti di questo Paese.
Di tutto questo ci vergogniamo e ci dispiace profondamente.
Quali sono le altre scelte? Nel campo dell'ambiente? No, perché è una delle voci più tartassate in questa Regione. Potrebbe essere la riduzione del carico sociale e ambientale sui territori e dare un valore aggiunto ai territori, ma così non è.
Quali sono le scelte che vengono prese nell'ambito della cultura? Il balletto sui buoni scuola? Le borse di studio che vanno e che vengono? Le voci che dicono: "Abbiamo concertato con qualcuno della minoranza. Ho sentito i protagonisti delle minoranze e quindi ho concertato con loro queste scelte. Do qualche POF in più. Metto insieme un po' di ecumenismo a sinistra e a destra"? Sono briciole. Sono queste le scelte? Sulla cultura abbiamo assistito, negli ultimi mesi, ad un abbassamento della guardia in modo pesante e ad una mancanza di coraggio nelle scelte a favore dei giovani e dell'Università: 5.000 borse di studio che hanno diritto ad essere riconosciute, ma che non sappiamo se saranno riconosciute e un balletto in aula sui buoni scuola.
Abbiamo anche assistito all'assenza di politiche ambientali: basta vedere le voci che ci sono in questo bilancio che, pesantemente come una scure, si scaricano sulle scelte dell'Assessore Cavallera. Vedasi il turismo, vedasi altre piccole politiche che, in qualche modo, vengono sostenute, ma non potete dire che sono degli orientamenti veri nei confronti di una politica che vorrebbe portare il Piemonte ad una punta significativa nello sviluppo di questo Paese.
L'operazione che state attuando metterà il Nord-Ovest in una condizione di sudditanza rispetto alle Regioni del Centro Italia. Questa è l'operazione fatta dal governo Ghigo: abdicare sviluppo e politica attiva nei confronti delle Regioni del Centro Italia, in particolare da parte del Piemonte (perché è proprio il Nord-Ovest che paga per questa scelleratezza).
Tutto questo viene fatto con una scelta prioritaria che, attraverso la salute, si pone come una spada di Damocle sulla testa di tutti i piemontesi.
Questa incertezza, questa indeterminatezza, questa falsità nelle comunicazioni di Commissione e d'aula, ci mettono profondamente in imbarazzo e non potranno che vedere il nostro voto contrario, dopo un tentativo estenuante di mesi per tentare di indurvi ad altre soluzioni. Le soluzioni esistono: è da mesi che vi diciamo che in sanità e in politica ambientale si possono attuare altre politiche ed è da mesi che vi esortiamo a ricorrere alla concertazione, al dialogo, alla valorizzazione degli Enti locali e degli organismi rappresentativi della democrazia. Tutto questo lo state rifiutando e state smantellando i diritti e i principi esigibili della democrazia.
Per tutti questi motivi, noi continueremo a confermare il nostro voto negativo e ci articoleremo con una serie di emendamenti che tenteranno ancora di indurvi a recuperare spazi, soprattutto per quanto riguarda la salute, l'assistenza e le politiche sociali, che non sono più una "Cenerentola", ma una vergogna per la pochezza di finanziamenti che ritroviamo nel vostro bilancio. Tenteremo, attraverso pochi emendamenti pochi, ma molto di merito - di aiutarvi a recuperare questi gap.
Il nostro augurio è che lo vogliate fare, ma, in ogni caso, questi risultati potranno essere solo una minima soluzione per ridurre e lenire il grosso disagio che stiamo provocando alla Regione Piemonte.


Argomento: Varie

Saluto al Gruppo "Esse Viaggi di Saluzzo"


PRESIDENTE

Nel frattempo, saluto il Gruppo Esse Viaggi di Saluzzo, che è venuto a farci visita.


Argomento: Bilanci preventivi

Proseguimento esame disegno di legge n. 371: "Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2002 e bilancio pluriennale 2002/2004"


PRESIDENTE

Tornando alla discussione generale in merito al disegno di legge n.
371, ha la parola il Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

Mi aspettavo di sentire qualcosa di più importante, di più sostanzioso e di più entusiasmante, perché fino ad ora gli interventi dell'opposizione che mi hanno preceduto non è che mi abbiano ispirato molto, perché ho sentito sempre le solite parole.
Al contrario, l'ultima volta che ho sentito la collega Suino mi ha entusiasmato, perché nel discorso finale aveva parlato di un rilancio della sanità; infatti gliel'ho detto anche di persona quando l'ho incontrata mentre svolgeva il proprio mandato elettorale.
Oggi, invece, ho assistito ad una sterile polemica; ho assistito ad una modalità che ormai sta diventando un'abitudine: comunicare tramite i media e gli slogan - "Questo non va", "Quello non va" - poi nelle ANSA di ieri si sono fatti anche aiutare dai sindacati. Abbiamo visto delle ANSA congiunte.
Anche questo mi sembra un po' scorretto.
Ormai la politica, oltre che essere l'arte della fantasia, è diventata anche l'arte della comunicazione, per cui se politica e amministrare vuol dire comunicare, vediamo di farlo in modo più coerente e giusto.
Al contrario, ieri pomeriggio ho visto un'ANSA dell'Assessore Pichetto il quale - preciso che non ne sapevo nulla, perché l'aveva fatta prima - al secondo posto ha messo come risorse l'industria e il lavoro. Poi, vedo un'ANSA dei DS che dice che è ancora scarso l'impegno nelle politiche per il lavoro.
Mettiamoci d'accordo. Io non ho letto attentamente - devo essere sincero - tutti i capitoli del bilancio, perché non è facile leggerlo tutto: sono rimasto al bilancio dell'agricoltura, per cui tutto il resto lo leggerò e cercherò di apprenderlo in modo sintetico.
Volevo capire come stanno le cose: se è veramente come dice l'Assessore Pichetto, cioè che al secondo posto esistono le risorse assegnate per industria e il lavoro, oppure, come dice la nota dei DS, firmata dai Consiglieri Marcenaro, Riba e Manica, c'è scarsa attenzione da parte di questa Giunta all'impegno di risorse per il lavoro.
Poi, mi ritrovo l'ANSA ripetitiva, sempre del Capogruppo della Margherita, che lancia il seguente slogan: "Come fare per risolvere eventuali buchi nel bilancio della Regione Piemonte?".
Non vedo mai nessun documento. Ad esempio, oggi mi sarebbe piaciuto vedere il vostro bilancio alternativo: quattro-cinque pagine, non i soliti due-tre mila emendamenti, ma quattro-cinque pagine in cui fosse descritto sinteticamente il bilancio che l'opposizione vorrebbe avere per lo sviluppo economico e sociale della nostra Regione Piemonte.
Poi, sempre una di queste ANSA dice che questo bilancio è il frutto della malasanità. Oddio - ripeto - lanciare degli slogan va bene, per veramente, per noi della maggioranza è difficile. Per noi Consiglieri regionali appartenenti alla maggioranza è difficile. L'opposizione dovrebbe in qualche modo sollecitare noi Consiglieri di maggioranza, non facenti parte della Giunta, ad essere propositivi anche sulle loro proposte, in modo da poter valutare le vostre proposte in alternativa alle eventuali proposte, che sono però atti di governo di questa Giunta.
Quindi, mi sono trovato spiazzato perché aspettavo che qualcuno dicesse qualcosa di più concreto e pratico.
Per quanto riguarda il resto - la sanità, il buco della sanità, i ticket sì, i ticket no, l'aumento IRPEF sì, l'aumento IRPEF no - l'ho detto nell'ultimo intervento quando abbiamo parlato dei ticket: ci sono altre Regioni che hanno dei buchi che vanno da 1.700 miliardi in giù e da 1.700 miliardi in su. Ne cito uno su tutti: il governo della Regione Campania che ha 1.700 miliardi.
Se questo governo non ha il coraggio, come altri governi regionali di centrosinistra, di ripianare i conti e vendono sempre un prodotto ai cittadini e al territorio come un prodotto che elenca dei numeri e dei bilanci a loro favore, allora mi chiedo se questa è coerenza e rispetto per i nostri cittadini.
Prima ho sentito dire: "Mi vergogno". Ci vergogniamo di cosa? La nostra sanità, grazie a Dio, è tra le migliori in Italia. Grazie a Dio, con questo Piano socio-sanitario riusciamo anche a dare uno slancio nel trasformare in sanità di eccellenza tutto quello che abbiamo acquisito oggi. Vediamo giorno per giorno dai giornali, perché non siamo nelle AA.SS.LL. e nelle AA.SS.OO., tutti i grossi traguardi che stiamo raggiungendo: dagli interventi di Salizzoni agli interventi di Ferrando e all'ultimo intervento sulla ricerca del virus per l'allergia della pelle. Tutti questi famosi importantissimi ed eccellenti interventi quotidiani ci devono far capire che la nostra sanità è una sanità di eccellenza.
Il bilancio lo abbiamo visto nei numeri. Se poi qualcuno volesse dirci in modo preciso e non in modo demagogico, dov'è che qualcosa non va saremmo i primi a dire grazie.
Fino ad oggi abbiamo parlato di malasanità, invece non dobbiamo vergognarci della nostra sanità - grazie a Dio! - anche se abbiamo un'entrata e un'uscita di movimentazione, che io l'altro giorno ho chiamato turismo sanitario, cioè mobilità sanitaria, in qualche modo oggi in negativo. Se noi riuscissimo a trasformare questa negatività in una grossa potenzialità, quindi in un gettito di entrate di risorse, questa sarebbe la nostra scommessa futura. E' su questo che noi dobbiamo scommettere. E' per questo che l'altro giorno ho detto alla collega Suino che mi è piaciuto il suo discorso, perché guardava ad una sanità di eccellenza, in modo tale che si trasformi in un turismo sanitario e in un'entrata di gettito economico.
Se noi riusciamo a fare questo grazie al Piano socio-sanitario, avremo vinto la nostra scommessa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

E' la seconda volta che il collega Scanderebech fa riferimento alle proposte che abbiamo avanzato come coordinamento della Margherita in ordine al bilancio, in particolare sulla sanità, e si stupisce che a tante dichiarazioni non corrispondono concretamente delle proposte specifiche cosa che farò perché questa è l'occasione, l'occasione del bilancio.
Spero che anche il collega Scanderebech si renda conto che la situazione della sanità in Piemonte non è una situazione eccezionale, ma questo non per ammissione di un Consigliere di minoranza, credo che basti chiedere un po' in giro. C'è un problema di carattere contabile e c'è un problema di qualità.
Le nostre critiche partono dalla constatazione che complessivamente la qualità della nostra sanità è diminuita, per il semplice fatto che innanzitutto, sono aumentate le liste di attesa - credo che il Consigliere Scanderebech non possa che confermarlo - e che i piemontesi che vanno a curarsi fuori dalla Regione Piemonte sono in crescita. Nel 2001 sono stati quasi 70.000 i piemontesi che si sono recati fuori dalla nostra Regione per curarsi. Questo è un dato negativo. Nel 1995/1996 il fenomeno era contrario, nel senso che erano molti di più i residenti di altre Regioni che venivano a farsi curare in Piemonte. Sono due elementi certamente non completi, ma significativi di una difficoltà complessiva del nostro sistema sanitario.
Il problema della sanità è la qualità, ma anche un problema di costi.
Il Consigliere Scanderebech, che è attento, da un po' di tempo a questa parte, su questo tema, sa perfettamente che la spesa sanitaria complessiva nel 1997 era di circa 7.200 miliardi. Nel 2001 la spesa sanitaria è aumentata quasi fino a 11.000 miliardi. Vuol dire, Consigliere Scanderebech, che l'aumento della spesa sanitaria, dal 1997 al 2001, è stato quasi di 4.000 miliardi.
La domanda che pongo è la seguente: ad un aumento di 4.000 miliardi è corrisposto un miglioramento dei servizi pari all'aumento della spesa? Credo di no. Al massimo, abbiamo mantenuto i servizi. In ogni caso, le liste di attesa sono aumentate. Sicuramente, in alcune fasi c'è stato qualche miglioramento, che ho avuto modo di verificare, ma complessivamente, a 4.000 miliardi di aumento, rispetto ai 7.000 miliardi non è corrisposto un miglioramento proporzionato della qualità dei servizi.
Se vi è stato un aumento così consistente, è dovuto non solo al fatto che vi è stato un aumento del costo del personale, ma perché ci sono delle aree di spesa non produttiva. Questo perché i comportamenti della Giunta sono tutti contrari al Piano regionale, approvato qui, che prevedeva vincoli precisi.
La volta scorsa parlavo dell'emodinamica, ma il vincolo principale era di questo tipo. Nel Piano sanitario del 1997 dovevamo evitare di spendere 250 miliardi per i 750.000 ricoveri ospedalieri all'anno, quasi un terzo di ricoveri impropri, curando queste patologie da ricoveri impropri al di fuori dell'ospedale. Questa operazione non è stata compiuta. E' questo il problema. Era stato fatto, all'interno del Piano, anche un ragionamento di razionalizzazione del sistema ospedaliero, considerando il fatto che alcuni ospedali non erano produttivi o troppo piccoli. Era questo il grande obiettivo. Non vi è stato un atteggiamento della Giunta regionale coerente con quell'obiettivo, e da qui deriva il fallimento. La spesa è aumentata perché tutti i comportamenti sono stati contrari agli atti di programmazione.
Nel 1999 si inizia la politica dei tagli con il Patto del buon governo perché ci si rende conto che le cose non andavano bene. Si inizia a tenere sotto controllo la spesa. Due mesi dopo, le prime deroghe. Inizia il periodo elettorale. Nel 2000 vi è un aumento del personale di quasi 1.000 persone nelle AA.SS.LL., e quasi metà è personale amministrativo. Siamo nell'anno delle elezioni. Poi, si inizia a negare.
In ogni modo, Consigliere Scanderebech, lei è al corrente che la situazione è di questo tipo.
Mi dicono che all'ASL di Asti - non so se è l'ASL 11 - ci sono ritardi di dodici mesi per pagare i fornitori. Pensate che questi non siano costi che sopporta l'amministrazione pubblica? Perché ci sono questi ritardi? Perché il mutuo del 2000 deve essere ancora acceso di 1.000 miliardi? Per quale motivo la questione del 2001 è ancora da definire? Il motivo è che si continua a negare una situazione che ormai è molto costosa.
Per quanto riguarda le questioni del bilancio relativamente alla parte sanitaria, che è la parte più consistente, continua ad essere non attendibile. Nel bilancio, che è stato presentato, non si dice nulla sulle modalità di copertura delle spese delle AA.SS.LL. 1-4-11-19, al di là dei 109 miliardi indicati nel prospetto che l'Assessore ci ha presentato, in ordine al fatto che l'Amministrazione regionale immagina che le spese di quelle ASL, che aumenteranno rispetto all'anno scorso, dovranno essere finanziate attraverso l'alienazione del patrimonio disponibile.
Pensate che, decidendo oggi di alienare degli immobili, le AA.SS.LL. 1 4 - 11-19 riusciranno a fare l'alienazione? E' impossibile. Bisognerebbe prevedere, come ha detto l'Assessore D'Ambrosio in Commissione, almeno 59 miliardi. Il patrimonio non si riesce a venderlo, bisogna fare le gare, le pubblicazioni, gli avvisi e quant'altro. Quindi, quei soldi non ci sono.
Poi, bisogna verificare se è patrimonio immediatamente vendibile o se ci sono dei vincoli. Sono tutte verifiche da effettuare. In ogni caso occorrerebbero 59 miliardi che non sono indicati nel bilancio.
Inoltre, i LEA, per il secondo semestre, non sono indicati, e anche in questo caso sono da prevedere 70 miliardi, se sono sufficienti. Prevedere altri 70 miliardi nel bilancio per l'eventuale compartecipazione a carico dell'Università ai piani di rientro delle AA.SS.LL. Molinette e San Luigi.
Per la transazione sugli ulteriori finanziamenti dell'Ordine Mauriziano e degli Ospedali Valdesi non è indicato nulla. Questa questione è stata discussa, ma non è indicato nulla né per il 2002 né per il 2003/2004.
Per finanziare i contratti integrativi dei medici di base non è previsto nulla, ed è un contratto che costa a tutte le Regioni. Vogliamo prevedere 25 miliardi, come soluzione minimalista che aveva fatto l'Assessore D'Ambrosio. Vuol dire che questo bilancio non contiene 300 miliardi di risorse per fare fronte a vere e ormai certificate esigenze.
Questo è il problema, Consigliere Scanderebech. E' possibile che censite i bisogni e non prevedete le risorse? Quando si dice che il bilancio non è attendibile si fa riferimento a questi comportamenti.
I bilanci devono essere seri e non si scrivono in base alle risorse disponibili, ma in base alle spese reali.
E' possibile immaginare che alle Molinette, che ha avuto un consuntivo del 2001 di quasi 800 miliardi, sono state assegnate delle risorse di quasi 100 miliardi in meno per il 2002? Voi pensate che questa indicazione qualcuno riesca a mantenerla? Non è possibile. Come non è possibile per le altre AA.SS.LL.
Vuol dire che ci troveremo di fronte dei Direttori di ASL che diranno: "Ci stiamo. Facciamo qualche operazione, un po' finta, un po' vera".
Arriveremo ad ottobre per constatare che quelle indicazioni non sono reali per poi trovare una modalità per finanziare le spese. Ma è questo un comportamento serio, Consigliere Scanderebech, visto che fai parte della maggioranza, quindi sono anche tue le responsabilità? E' un comportamento serio di un'Amministrazione, che si rifà alla cultura dell'azienda, assegnare i budget alle AA.SS.LL. nel mese di aprile? E' cultura di impresa, come è successo nel 2001, assegnare i budget a giugno? Come fanno i Direttori ad amministrare delle Aziende quando i budget vengono assegnati a metà anno e non sono veri perché verranno modificati? Qualche Direttore - lo abbiamo verificato - ha provato a contestare che i budget dovevano essere assegnati in tempo giusto e che le spese è assurdo indicarle nei termini voluti dalla Giunta regionale, per poi constatare che le spese sono realmente aumentate e si sono avuti finanziamenti. E' questo un comportamento serio? Consigliere Scanderebech, è un comportamento serio chiedere alla povera gente di pagare 2 euro per ogni scatola di medicina e 30/50 euro per il Pronto Soccorso quando ci sono degli sprechi della Regione Piemonte? Consigliere Scanderebech, lei sa perfettamente che alcune spese sull'immagine possono essere rinviate. La prima cosa da fare, quando si chiede alla povera gente di pagare e di contribuire alla spesa sanitaria, è rinunciare, come Regione, ad alcune spese.
E' possibile comportarsi come altre Regioni, cioè vendere delle quote di società partecipate per ricavare delle risorse, rinunciare a spese di immagine, a qualche convegno e a qualche finanziamento? Sono questi i comportamenti sui quali dobbiamo ragionare. Vi è un problema di controllo della domanda, ma c'è anche un problema di come si spende il denaro pubblico. Su questo lato, siamo molto indietro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Signor Assessore, al suo predecessore noi rimproverammo, non solo ironicamente, di avere messo mano per lo scorso esercizio ad un bilancio Tamagotchi - così lo chiamammo. Tamagotchi è un giochino in cui, per non far morire il protagonista, il bambino che gioca deve continuamente mettere mano al giochino stesso, e porre in atto una serie di manovre per consentirne la sopravvivenza.
Il bilancio della Regione Piemonte è esattamente la stessa cosa: non è uno strumento di programmazione, non è uno strumento di intervento sui grandi nodi dello sviluppo e dell'Amministrazione regionale, ma è una cosa la cui manutenzione, per la cui sopravvivenza, impegna pressoch quotidianamente le strutture regionali e una parte molto consistente del lavoro di questo Consiglio.
Ieri lei rivendicava di aver portato in quest'aula un bilancio nella linea della continuità con i bilanci precedenti, ed è esattamente nella linea della continuità con bilanci del tutto straordinari, dove la straordinarietà non è una virtù, ma un limite; straordinari perch obbligati ad affrontare le emergenze che lo stesso strumento di bilancio pone e non ad affrontare i grandi nodi dell'Amministrazione regionale.
Se vogliamo usare un'altra metafora, anche il suo bilancio, come quello dei suoi predecessori, è un bilancio fotografico, un bilancio di finanziamento, non un bilancio di programmazione e di intervento. E' un bilancio che prende atto, fotografandole, delle emergenze e dei bisogni di finanziamento che emergono nell'Amministrazione regionale e provvede a finanziarli nella misura più adeguata con le forme meno adeguate.
Voglio ricordarle che il caposaldo di questa manovra e anche del bilancio che lei porta in quest'aula - e lo rimprovero ad un Assessore con velleità, se non con ambizioni, liberali - è quello di avere trasformato circa 500 miliardi di reddito privato in 500 miliardi di spesa pubblica.
Il nostro bilancio quadra e sta in piedi unicamente per il ricorso ad una misura di tassazione diretta molto onerosa, e per l'introduzione di una serie di strumenti di compartecipazione alla spesa sanitaria che la Giunta ha ritenuto non solo di avanzare al Consiglio, ma di imporre ai cittadini di questa Regione.
Questo è il caposaldo del bilancio; il bilancio non ha un'ossatura e una strategia, in qualche misura, indipendente dalle misure straordinarie che il bilancio stesso pone all'ordine del giorno per assicurare la propria quadratura.
Da questo punto di vista - lo dico non troppo ironicamente - non so se è ridicolo o patetico presentare una relazione sul bilancio della Regione Piemonte che lo mette, in qualche misura, in relazione con i livelli di crescita, con il prodotto interno lordo regionale e con i saldi occupazionali, senza pensare che l'effetto inevitabile e l'effetto primo delle manovre che avete messo in campo è proprio quello di introdurre elementi di sofferenza nel sistema della produzione e dei consumi della nostra Regione.
Se lei - e lo chiedo anche professionalmente - da una parte, dovesse valutare l'impatto e l'incidenza positiva o negativa delle diverse misure di promozione dello sviluppo della nostra Regione, che questo bilancio in qualche misura finanzia, e, dall'altra parte, dovesse misurare gli effetti sullo stesso sistema di produzione e di consumo, della trasformazione di 500 miliardi di reddito privato in 500 miliardi di spesa pubblica, lei anche dal punto di vista professionale, dovrebbe convenire sul fatto che questo è un bilancio che introduce - e lo dico nella maniera più eufemistica - degli elementi di difficoltà e di freno al nostro sistema economico, e non sicuramente degli elementi di promozione e di sviluppo senza che il bilancio stesso riesca a compensarlo con altri sistemi di finanziamento, neppure con quelli che attengono all'infrastrutturazione materiale e immateriale della nostra Regione.
Su una cosa sola si può convenire con la sua relazione: sul fatto che un limite strutturale dei bilanci - non solo della Regione Piemonte, ma delle Regioni italiane - sia dato dall'assetto confuso e contraddittorio del processo di devoluzione sia legislativa, sia amministrativa.
Il modello di trasferimento delle funzioni e delle competenze legislative ha visto produrre effetti di stratificazione funzionale e legislativa, e non di semplificazione di articolazione, al punto che, come tutti gli analisti segnalano, lo stesso processo di decentramento amministrativo introdotto dalle leggi Bassanini, anziché introdurre elementi di controllo e di razionalizzazione della spesa, hanno introdotto elementi di esaltazione delle dinamiche della spesa, per il solo fatto di consentire di intervenire sullo stesso tema - magari con un diverso profilo a diversi soggetti istituzionali, tutti quanti inevitabilmente impegnati anche sul mercato del consenso sul piano locale, oppure sul piano nazionale.
Ma questo è solo un limite esterno che il suo bilancio è costretto, in qualche modo, a scontare; tutti gli altri sono limiti interni non solo a questo bilancio, ma alle politiche che, nella scorsa legislatura ed anche in questa, avete deciso di attuare.
In merito alla sanità, riprendendo una discussione che abbiamo sospeso nella scorsa seduta, è chiaro che la dinamica della spesa sanitaria non pu essere una dinamica contenuta unicamente con misura di entrata.
Voi non potete neppure illudervi, ma sicuramente non illudere i cittadini piemontesi sul fatto che la sanità piemontese possa essere, in qualche misura, tamponata nei suoi deficit di servizio e nei suoi deficit finanziari dall'introduzione delle addizionali IRPEF e dall'introduzione di strumenti di compartecipazione alla spesa, dai ticket sulla farmaceutica e sul Pronto Soccorso.
Anche da questo punto di vista, è un bilancio fotografico, che non prefigura interventi di ordinamento e di razionalizzazione; configura semplicemente strumenti di finanziamento straordinario - detto in maniera un po' volgare dei "tacconi" - su buchi che via via si vanno aprendo nel Servizio sanitario regionale che, con qualche fatica e con qualche ritardo magari riuscite a censire, ma di cui non riuscite ad impedire in nessuna misura lo sviluppo.
Non so se con una messa a regime dei diversi strumenti di cui adesso disponiamo, di programmazione di bilancio e il documento di programmazione economica, potremo, nei prossimi anni di questa legislatura, riuscire a fare meglio e ad introdurre nei documenti di programmazione dei vincoli più cogenti rispetto alle politiche di bilancio.
Questo bilancio continua ad apparire strutturalmente, al di là delle singole voci, il bilancio fotografico di una macchina più o meno inefficiente che produce servizi, dal punto di vista politico ed istituzionale, del tutto non dissimile da quello di un qualunque Consiglio comunale. Non solo perché il grosso della spesa regionale è una spesa per servizi, in particolare per servizi sanitari, ma anche perché lo strumento del bilancio è utilizzato come strumento di finanziamento di questa macchina, e non come strumento di prefigurazione di diverse politiche e di diverse razionalità da introdurre all'interno della macchina regionale.
Per altro verso, andando a concludere, questo bilancio, come tutti i bilanci che l'hanno preceduto, non dice sostanzialmente una parola sulle privatizzazioni; non dice una parola, perché un altro documento, per il momento seppellito negli archivi, dovrebbe esprimersi sulla razionalizzazione della macchina sanitaria regionale; non dice nulla sull'ossatura e sull'articolazione dell'Ente Regione, rimandando per l'ennesima volta - in una fase straordinaria, con uno strumento straordinario - ad una prossima fase l'individuazione, se non la soluzione di questi problemi.
Da questo punto di vista - e concludo - devo ovviamente smentire quanto oggi un quotidiano cittadino ha attribuito al Gruppo Radicale e ad un esponente dell'opposizione del centrosinistra di avere votato a favore direttamente o indirettamente, di questo bilancio.
Relativamente a questo bilancio, così com'è, non possiamo che dire quello che abbiamo detto, non potendo che annunciare un voto contrario sempre meno fiduciosi che questa maggioranza e questa compagine di governo possa introdurre, anche a partire dallo strumento di bilancio, elementi di effettiva riforma.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Vorrei segnalare, Presidente e Assessore Pichetto, un dato che credo sia noto.
Fino agli inizi degli anni '90, la Regione Piemonte occupava stabilmente, nella graduatoria delle Regioni italiane, il secondo posto.
Siamo passati stabilmente al quinto posto, preceduti dalla Lombardia dall'Emilia Romagna, dal Veneto, dal Lazio e abbiamo alle spalle, in fase di progresso, la Toscana.
E' probabile che, con questo trend, la Regione Piemonte si troverà al sesto posto tra le Regioni italiane, il che vuol dire che le condizioni di vita e tutto ciò che riguarda il progetto di questa Regione saranno collocati in quella posizione, che, tra l'altro, non è sostenuta dai DS, ma è certificata dalla graduatoria dei redditi disponibile presso gli uffici della Regione.
Non solo, negli ultimi due anni tutto l'aumento dell'occupazione e tutto l'aumento del reddito è stato costituito dal terziario, che ha il suo vantaggio, ma da noi l'occupazione nel settore manifatturiero è scesa ad appena il 25%, contro il 65% del terziario, contro l'agricoltura che è a livelli di dissesto.
Vorrei poter parlare anche con l'Assessore Leo, abbiate pazienza! So che è una fatica per voi, però abbiamo bisogno di poter fare un minimo di colloquio, almeno in questa sede, con i Capigruppo della maggioranza e coloro che vogliono far parte di questo dibattito! In questa strada e senza la lunga catena dell'occupazione nel settore manifatturiero, la nostra Regione non ha altre risorse da mettere in campo per competere e risalire dall'attuale posizione.
La spesa regionale, assassinata dagli obblighi e dai vincoli che si sono andati a costituire, diventa oggettivamente una spesa conservatrice non nel senso che intendete voi, che può avere anche una sua dignità, ma conservatrice perché non introduce spazio per l'innovazione.
La nostra Regione, senza un grande new deal, senza un grande processo di innovazione che sia di qualità - non quella della scelta bassa del contenere i costi di produzione, ma quella della scelta alta, per realizzare una grande inclusione di soggetti, di persone, di territori e di categorie - non ha una prospettiva.
In Piemonte, da quando la Telecom ha trasferito la propria sede in altra regione, la prima azienda è la FIAT, con 110.000 miliardi di bilancio, a livello di gruppo; la seconda azienda è la Regione Piemonte con 18.500 miliardi; la terza - se non ho commesso errori grossolani - è la Ferrero con meno di 10.000 miliardi.
Sottolineo questo fatto, cioè l'impatto di una spesa di 18.000 miliardi, vincolati per alcuni aspetti dalla necessità di fronteggiare delle spese dovute, ma amplificati, come portata, dal fatto che la Regione a differenza di qualsiasi altra azienda, dispone della sovranità, cioè quella condizione attraverso la quale può rendere assolutamente elevata e massima l'efficienza e l'efficacia del suo budget di spesa.
Occorre vedere come organizza questo aspetto una Regione che diventa la quinta nel giro di pochi anni, superata da altre Regioni più piccole come numero di abitanti e non trainate da alcun sistema particolare, ma da un'efficienza complessiva.
Francamente, la considero inadeguata al dibattito eccessivo attorno alla questione della sanità, se non fosse che da parte nostra è dovuto, in quanto non si ammette il fatto che quella situazione di vincolo non rende disponibili le risorse per affrontare un grande progetto innovatore, quel grande progetto innovatore di cui ha bisogno questa Regione.
Un'altra considerazione - collega Cattaneo, ti vedo attento e ti ringrazio perché questi sono i problemi con i quali dobbiamo dialogare con il Piemonte: abbiamo accertato (grazie anche all'efficienza di alcuni vostri servizi) che l'insieme della spesa pubblica in Piemonte rappresenta qualcosa come 99.000 e più miliardi, cioè un po' più del 51% del prodotto interno lordo della Regione.
Non si può esentare da una grande responsabilità il sistema delle Amministrazioni pubbliche, gli Enti locali, le Province, la Regione, il governo nel suo insieme, da un'immediata e diretta responsabilità nella traiettoria che vive economicamente e socialmente la nostra Regione.
Scusa, Assessore Leo, se ti devo disturbare; tu sei sicuramente intento a organizzare le lunghe catene dei rapporti che sono sicuramente...



(Intervento fuori microfono dell'Assessore Leo)



RIBA Lido

Lo capisco, ma prestami un attimo di attenzione! Dall'Unione Industriale mi segnalano che la ragione del 7% di disoccupazione che grava su Torino è dovuta essenzialmente al fatto che non abbiamo un incontro tra domanda e offerta, per una differenza di offerta formativa. Continuiamo, cioè, ad esportare personale con gradi altissimi di preparazione, soprattutto nel campo informatico, ingegneristico e di alto management, e ad importare personale dei gradi bassi, quello della manodopera senza qualificazione.
La nostra disoccupazione è costituita da persone che non hanno la formazione scolastica o professionale richiesta dal nostro sistema, il quale, per altro verso, assorbirebbe di più, tant'è che importa.
Assessore Leo, spesso ti ho seguito anche con affetto e attenzione e vorrei che tu rispondessi a una domanda: in questo disastro, dove abbiamo da una parte, il 7% di disoccupati a Torino e, dall'altra, coloro ai quali urlate l'importazione di manodopera di alto e basso grado, ritieni che sia l'aspetto principale quello di occuparsi dei 35 miliardi dei buoni scuola o non sarebbe meglio occuparci del deficit del nostro sistema formativo? E' questa la questione da affrontare se vogliamo che la Regione Piemonte si rimetta al passo, non per riconquistare la quarta o la terza posizione, ma per non retrocedere alla sesta! Lo richiamava anche il collega Ronzani: sono le Regioni dell'Italia centrale! Essere superati dal Lazio, ma di molto, non di poche centinaia di milioni, è un bel titolo di vanto! Anche la Puglia è in una situazione di progresso! Per cortesia, discutiamo della scuola partendo da questa realtà: i 6 mila miliardi investiti nel sistema formativo devono essere coronati secondo quella finalità, perché la sfida è una sfida di sistema che non possiamo vincere senza una riorganizzazione del sistema scolastico sanitario, della spesa pubblica, dell'intervento e del progetto degli Enti locali.
Detto questo, mi pare di poter sostenere, Assessore Cotto - per la responsabilità che hai e per l'attenzione che ha la tua responsabilità che essendo la nostra una Regione che comunque si colloca ad un livello elevato di risorse, non possiamo non rispondere all'imperativo costituzionale di trasformare possibilmente lo sviluppo in progresso con un intervento inclusivo a favore delle categorie, dei territori e di quant'altro, in creazione di condizioni di sicurezza e di inclusione, per usare dei termini assolutamente sintetici, ma che sappiamo cosa vogliono dire.
Allora, che senso ha che noi abbiamo 7.000 persone in lista di attesa per entrare nelle Case di riposo e poi abbiamo 2.000 posti costruiti realizzati e non convenzionati per risparmiare 50.000 lire al giorno per poi spendere un milione e mezzo al giorno per mantenerle (ogni tanto, non gli stessi giorni) nel sistema sanitario? Assessore D'Ambrosio, tu ne hai inventate di tutte per nascondere questo tipo di buco, ma perché non dici una volta per tutte che le 7.700 persone che avete assunto tra il 1997 e il 2000, molto spesso per ragioni non inevitabili, costano 1.200 miliardi e una parte dei conti sono tracollati lì? Non è detto che non fossero... discutiamone. Se siete così sicuri, perché continuare a nasconderli? L'occupazione può anche essere una risorsa, dipende dalle ragioni, dai settori, dai luoghi, dai modi e dalle catene lunghe dei rapporti attraverso i quali i rapporti stessi sono costituiti, e così magari, Assessore Pichetto, puoi liberare qualche risorsa per rimetterla in campo. Anche perché con un bilancio così conservatore, dove tu consolidi soltanto in riduzione la spesa storica dove non hai più risorse per gli investimenti, dove non puoi tenere conto delle condizioni dei settori, non ce la facciamo.
L'Assessore Cavallera sa - anche perché in questi giorni urla di qua e di là per avere un po' di attenzione - che la nostra agricoltura è costretta a competere nella globalizzazione con delle biciclette rotte nei confronti dei trattori che hanno gli altri sistemi. Ma non si va avanti così, perché non abbiamo risorse e dobbiamo andare a cercarle, ad inventarle. Spero che qualche cosa si possa correggere.
Noi siamo una Regione frontaliera, Assessore Casoni - Assessore che non c'è mai: richiamatelo questo Assessore Casoni, non c'è mai, neanche come Vicepresidente, né il Presidente né il Vicepresidente, e ringrazio gli Assessori che comunque, avendo da lavorare non meno degli altri, ci sono quasi sempre, ma l'Assessore Casoni c'è troppo poco - e, come tale dovremmo avere un sistema di collegamenti correlato con la nostra condizione.
Al riguardo, per non sbagliare, leggo le vostre classifiche. Lo stato della logistica nella nostra Regione è così costituito: al primo posto la provincia messa meglio è Novara (18° posto), segue Torino (26°) Alessandria (33°), Biella (39°), Asti (48°), Vercelli (49°), Verbania (78°), Cuneo (83°), preceduta neanche più dalla Calabria o dalla Lucania ma preceduta da Nuoro o da qualche altra località.
Allora, Assessore Casoni, tu devi avere qualcosa di più da dire che non "Faremo i 2.000 miliardi di investimenti", che non faremo, perché non ci stanno. Questa questione è stata massicciamente trascurata in questi anni noi stiamo perdendo delle massicce opportunità e abbiamo dei costi aggiuntivi per il nostro sistema, perché la nostra logistica è praticamente fuori controllo.
Anche la montagna rappresenta una scelta. L'Assessore Vaglio non avrà difficoltà ad ammettere che, a 30 chilometri dalle zone più sviluppate del mondo, ci sono quelle che, al netto dei trasferimenti, avrebbero un quid paragonabile con quello del Terzo Mondo, se non fosse per i trasferimenti.
Noi non possiamo - vale anche per il turismo - non generare inclusioni politiche nuove che si estendano sui territori, facendolo naturalmente anche attraverso la destinazione delle risorse della spesa pubblica.
Mi resta da dire che è singolare, per una Regione che ha 1.000 miliardi all'anno di danni (mediamente, dal 2000 ad oggi) sul sistema della sua sicurezza, sul suo territorio, non avere un piano adeguato e naturalmente è singolare - spero che si ponga un po' di rimedio - che mandiamo 8.000 miliardi di metri cubi d'acqua nel Po senza farne niente, con la preziosità di quella risorsa, ma abbiamo 200/300 miliardi all'anno per i danni causati dalla siccità perché il nostro sistema è ancora quello benedettino (sia lode naturalmente ai benedettini che ci avevano per tempo in qualche misura pensato e che in seguito non abbiamo più avuto la possibilità di onorare questa significativa tradizione).
Nel tempo consentito e chiudendo, Assessore Pichetto, guarda che tu hai preso un bilancio così, un'economia così, una Regione così, ma le risposte di un progetto finanziario, di un bilancio tutto bloccato, tutto riversato sul contenimento dei danni prodotti da un dissesto generato anche da scelte e la mancanza di attenzione e la non citazione del quadro economico-sociale complessivo al quale dovremmo far fronte ci impone il dovere di richiedere fortemente, in modo imprescindibile, un cambiamento di indirizzo nel governo dell'economia, della finanza e dei progetti politici e sociali della Regione.
Una Regione come la nostra ha anche dei doveri nei confronti del progresso sociale; di questo evidentemente, non avendo le risorse, non abbiamo più le condizioni per parlarne adeguatamente. Ma questa poi, in ultima analisi, è la vera sfida di un sistema che deve creare un'equilibrata relazione tra le possibilità produttive e le opportunità sociali a cui deve far fronte un equilibrato sistema di governo un'equilibrata rete di pubblici poteri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Signor Presidente, credo che l'Assessore al bilancio abbia fatto di necessità virtù, come si suol dire; intendo dire che, dopo la riforma sul federalismo, le Regioni, per quanto riguarda i propri bilanci, hanno avuto grossi squilibri.
Molti colleghi hanno attribuito aggettivi diversi a questo bilancio però tutti gli interventi non possono che essere accomunati da questo grosso squilibrio che deriva appunto da come si sta snodando questo processo federalista. Mi spiego. Tutti i ripiani del Servizio sanitario nazionale, da quando lo stesso è stato creato (mi pare nel 1978), sono stati regolarmente coperti annualmente dallo Stato; da un paio di anni questo non succede più e quindi su questo bilancio, come su tutti i bilanci delle Regioni italiane, grava questo grosso macigno che è il mancato ripianamento da parte dello Stato. C'è chi si è preparato meglio, c'è chi si è preparato peggio, ma la sostanza non cambia: per 2/3 nei bilanci delle Regioni a farla da padrone è la sanità. Quindi, non si può prescindere dovendo discutere ed approvare il bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2002 e il bilancio pluriennale 2002/2004, da questo presupposto: o si interviene per riequilibrare, con le risorse che ci sono questo grosso squilibrio o la situazione - per dirla in termini bancari si incaglia, cioè rimane incagliata, e non si tratta di cifre piccole o indifferenti.
Ripeto, per 2/3 questo è un bilancio "tradizionale" o "fotografia" come diceva il collega Palma. Il punto è: nel rimanente 1/3 cosa capita come ci siamo preparati, come pensiamo di affrontarlo? Riconosco all'Assessore al bilancio questo suo impegno nel fare di necessità virt ma nello stesso tempo non riconosco alla Giunta il necessario coraggio per affrontare e superare nel modo migliore questo grosso macigno che - ripeto incide per 2/3 sul bilancio. E' giusto non solo fare riflessioni che possono sembrare semplici titoli, ma anche chiarire che cosa si vuol dire.
Quando dico che questo bilancio manca del necessario coraggio, intendo dire che se è necessario, ripeto è necessario (nella nostra circostanza lo è) bisogna fronteggiare questo stato di necessità, con entrate straordinarie cioè con tasse. Abbiamo aumentato l'IRPEF e non abbiamo avuto il coraggio di incamerare tutto quanto; si pensava di fare un aumento dello 0,5 dell'IRPEF e poi non c'è stato il coraggio di introitare tutto lo 0,5, così come si era pensato, perché si sono disperse alcune centinaia di miliardi per rivoli diversi. Nello stesso tempo, si è detto: lo facciamo una volta sola e non lo faremo più.
Questo è quanto intendo dire quando affermo che manca il necessario coraggio. Si pensa di affrontare questo grosso problema, che è nazionale, a spizzichi e bocconi e da qui nasce il discorso lamentato da più parti questa mattina in merito agli scarsi investimenti.
Il Consigliere Riba diceva: quasi due punti negli ultimi quattro anni ma due punti rispetto a 11 mila miliardi, vuol dire 1.200 miliardi, vuol dire investimenti per 12 mila miliardi. Lo 0,5% di IRPEF, se avessimo avuto il coraggio di lasciarlo, significava investimenti per 5.000 miliardi.
Allora, si poteva affrontare il discorso del Piano socio-sanitario in termini di investimenti, di euro. In termini di soldoni, questa mancanza di coraggio, significa che c'è un sottotesto nel bilancio. Un sottotesto, in termini cinematografici, è tutto quello che non è scritto nel copione; in termini di bilancio, vuol dire quello che non è scritto, ma si capisce.
Siccome non sappiamo, da giugno in avanti, cosa si farà ad esempio con i LEA, con il Mauriziano, non sappiamo come faranno i medici della mutua a lasciare dodici ore aperto il proprio studio. Vuol dire che, con molta onestà, a luglio, quando affronteremo l'assestamento di bilancio, saremo costretti ad affrontare l'IRPEF.
Diciamole queste cose, non c'è niente di male. Diciamo con molta onestà e con molto coraggio, che, siccome lo Stato non ripiana più i bilanci e abbiamo voluto il federalismo, il federalismo vuol dire anche onori e oneri. Federalismo non vuol dire aggiungere tasse locali alle tasse dello Stato, ma vuol dire tutto quello che ci siamo detti in questi anni e che non sto a ripetere.
In sostanza, non mi scandalizzo per questo bilancio. Ripeto l'Assessore ha fatto di necessità virtù, però non ha avuto coraggio. Non parlo dell'Assessore Pichetto, ultimo arrivato, ma della Giunta, che non ha avuto il coraggio di chiamare le cose con nome e cognome, così come non abbiamo avuto il coraggio, quando abbiamo votato l'aumento dell'IRPEF, di incamerarlo tutto e non di destinare delle risorse per il metano o altro.
Sicuramente voterò questo bilancio, ma la Giunta deve dire le cose come sono.
Se ci sono situazioni, persone non adatte al caso, allora il Presidente Ghigo, subito dopo questo bilancio, faccia più chiarezza e abbia più coraggio nel risolvere queste situazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

La discussione di questo bilancio è uno dei punti più evidenti della crisi della Giunta, espressa dal fatto che abbiamo un Assessore al bilancio abbastanza distratto dalla discussione del bilancio stesso (anche perché sa che se ne dovrà preoccupare per poco, non è il suo compito).
L'Assessore ha avuto il compito di presentare il bilancio in aula, ma uno degli elementi della crisi di questa Giunta è dovuta al fatto che la legge di bilancio viene presentata da un Assessore ad interim.
Questa crisi ha molte facce. Sicuramente l'aspetto delle manovre finanziarie è solo un aspetto fondamentale, perché l'aspetto dominante è quello della sanità. L'elemento di crisi della sanità non è dovuto tanto al fatto che si è aperta una discussione attenta su come la sanità risponde o meno alle esigenze di salute dei cittadini, ma al fatto che c'è un problema di gestione della sanità stessa. Un problema che, per le ragioni espresse dal Consigliere Mercurio - che sembrava facesse un intervento più di opposizione che di sostegno - non può non essere affrontato. Se la situazione rimane quella attuale, abbiamo un macigno enorme che pesa sul bilancio regionale che può portare ad una distruzione del resto del bilancio regionale, oppure ad una distruzione della sanità.
Tuttavia, c'è una terza via, espressa dal Consigliere Mercurio, in parte intrapresa: l'aumento delle tasse. Mi domando perché non ne venga individuata un'altra, che è quella di chiedere che le risorse per la sanità vengano fornite in misura necessaria ai bisogni (questo discorso lo riprenderemo in sede di discussione). Dietro il processo federalista sta avvenendo anche questo, ma avremo tempo, nel corso della discussione sul bilancio, di riprendere l'argomento. La crisi ha queste facce, ha misure impopolari che la Giunta deve adottare, misure che contrastano con quanto detto, in particolare l'aumento delle tasse e i ticket.
Su questo aspetto, si innesca un aspetto di crisi più specificamente politico. Alcuni giorni fa, in Commissione abbiamo letto un comunicato stampa, a nome del Presidente regionale della Lega Nord (o Segretario regionale della Lega Nord), Cota, che criticava un provvedimento importante e al quale si dichiarava decisamente contrario.
Se in Parlamento dovesse succedere che i Presidenti Casini e Pera, di fronte ad un provvedimento importante di Berlusconi, dicessero: "Fa schifo e va ritirato", ci sarebbe una crisi politica. Da noi non succede nulla.
Mi è venuto in mente questo fatto perché ieri ho sentito alla radio una dichiarazione del Presidente della Lega Nord alla Camera che criticava Casini (che si era mosso in modo persino più timido del Presidente Cota) il quale affermava che una figura istituzionale deve stare attenta a fare politica. Noi ci trasciniamo dietro questo problema e credo che la Lega Nord, tra le tante incoerenze, abbia anche questa: a seconda della camera in cui si trova decide come collocarsi. Lì si critica Casini se non si comporta del tutto correttamente, mentre qui si accetta che Cota possa fare il politico e l'istituzionale con tranquillità.
A mio avviso, questo fa parte della crisi politica che state vivendo il fatto che forze politiche vadano in giro mobilitandosi contro provvedimenti della Giunta, è abbastanza strano. È vero, questa forza politica è stata abituata a digerire tutto: il Presidente Ghigo la lascia protestare un po', la fa agitare, ma poi alla fine la richiama all'ordine accusando noi di ostruzionismo.
Questo è il clima con cui siamo giunti ad un'approvazione di bilancio che ha delle profonde lacune ed è inaccettabile. È un bilancio che, proprio per le emergenze che si trova ad affrontare, non riesce ad avere alcun tipo di programmazione e di politica alle spalle.
Questa Giunta non ha mai dimostrato interesse ad affrontare problemi con questa impostazione, quindi per loro non credo che sia un elemento preoccupante, mentre lo è sicuramente per il Piemonte.
Noi, a fronte della gestione di queste emergenze, dimentichiamo tutto il resto: non si ha una programmazione e un bilancio che programmi, anche se i problemi non sono di poco conto.
Faccio alcuni esempi. Ogni tanto ci allarmiamo per i mutamenti climatici e poi ce ne dimentichiamo fino a quando non se ne manifesta un altro ancora più grave, ad esempio un'alluvione che si ripete dopo qualche anno (una volta si diceva che avvenimenti del genere accadevano ogni cent'anni, mentre oggi accadono con una frequenza più ravvicinata). Nei momenti in cui si discute di tali eventi si parla di attuare delle politiche territoriali, ma poi, a causa di emergenze di bilancio quotidiane, non vengono attuate, lasciando aggravare il problema.
Quest'anno segnalo due fenomeni che dovrebbero preoccuparci.
Il primo. Per parecchi giorni, nel mese di gennaio e febbraio, i cittadini hanno dovuto privarsi del mezzo privato ricorrendo al trasporto pubblico (magari in parte hanno utilizzato ugualmente il proprio mezzo andando incontro a multe). Il problema è serio, perché se si manifesterà nei prossimi anni con la stessa intensità con cui si è manifestato finora diventerà veramente un problema importante. Non possiamo pretendere che i cittadini comprino due auto e che abbiamo la fortuna che le due targhe siano una pari e una dispari! Quindi, dovrebbero disporre di un efficiente sistema di trasporto pubblico.
Ebbene, sul rilancio serio del trasporto, in particolare quello su rotaia, non vi è stata alcuna programmazione: l'unica precauzione è stata la costruzione di grandi infrastrutture autostradali.
Il secondo fenomeno riguarda il rischio di siccità, non solo nelle campagne, ma addirittura nelle città. In alcuni quartieri di Torino infatti, proprio negli ultimi giorni prima che piovesse, alcune case sono rimaste senza acqua: avvenimento incredibile per la nostra Regione tradizionalmente ricca d'acqua! Credo, quindi, che questo richiederebbe un'attenzione da parte della politica di gestione delle acque (come già accennava il Consigliere Riba) ma anche in questo caso non se ne trova traccia né nella programmazione n nelle scelte da attuare.
Concludo annunciando un altro tema che poi riprenderò. Abbiamo discusso a lungo sul fatto che è stato cancellato il Salone dell'Auto da Torino, ma tale evento ne annuncia un altro ben più catastrofico e clamoroso: la chiusura del settore automobilistico, che corrisponde alla chiusura dell'intero comparto automobilistico. Tale chiusura crea, per la nostra Regione, problemi relativamente alla politica del lavoro.
Nel bilancio non si ha traccia di questa soluzione, ormai in atto, se non un taglio sulle politiche di sostegno all'occupazione, che mi pare una cosa veramente incredibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Innanzitutto, voglio scusarmi per il disturbo arrecato prima mentre parlavo con l'Assessore Leo e il Vicepresidente Riba, però devo anche dire che non stavamo facendo tanto rumore - spesso e volentieri, lo stesso Vicepresidente Riba si ferma a chiacchierare anche quando è seduto al banco del Presidente - perché bisogna anche valutare che in situazioni dove si sta più ore in aula, non è che si può stare sempre zitti, l'importante è che quelli vicino a colui che sta parlando non disturbino.
So che a Torino - secondo quanto affermato dalla sinistra - la percentuale di disoccupati è del 7%. Il Governo ben fa a dire: "Cari signori disoccupati, quando vi offrono un lavoro, d'ora in avanti o lo accettate o ritornate in coda alla fila". Tutto questo mentre la sinistra continua a dire che c'è grande disponibilità di posti di lavoro e vorrebbe "riempire" il nostro Paese di persone non qualificate provenienti da Paesi poveri. Una volta in più ha ragione la Lega Nord quando afferma: "Prima diamo occupazione ai nostri poveri disoccupati, poi, se possibile, braccia larghe per tutti". Mi fa piacere, quindi, ciò che è stato detto dal Vicepresidente Riba, perché ci dà ragione, come mi fa piacere che il Governo abbia detto: "D'ora in avanti, quando un disoccupato rifiuta un posto di lavoro serio, in regola e a posto, va in coda alle liste di disoccupazione".
Passiamo ora al bilancio.
Come Gruppo Lega Nord non siamo soddisfatti di un bilancio alla cui stesura non abbiamo partecipato, se non per piccola parte: colleghi, sapete benissimo che la Lega Nord non è presente in Giunta, però, coerentemente essendo in maggioranza, voterà a favore di questo bilancio. Il bilancio è un atto politico della Giunta, ma deve essere anche un atto politico della maggioranza. E' indispensabile approvare il bilancio, non perché sia come una qualunque legge: il bilancio è quel qualcosa che fa funzionare la macchina della Regione, che dà la possibilità di dare i soldi agli Enti locali, che dà la possibilità di dare i soldi alle AA.SS.LL., che fa funzionare la Regione.
Se questo bilancio non sarà approvato entro il 30 aprile, cari amici permettetemi di dire così - non saremo neanche più in grado di pagare le bollette della luce della Regione e di fare la dialisi ai malati. Questo bilancio deve passare, anche se si può ammettere che non è il massimo che si poteva fare, non ci sono dubbi, ma il bilancio deve passare, altrimenti la macchina si rompe.
Questo vale per tutti i bilanci. Io ho sempre detto, fin dal primo anno che sono stato eletto a Roma, che la Finanziaria, come i bilanci comunali e provinciali, non dovrebbe passare nelle aule, perché non è, in realtà, una legge qualsiasi, ma un atto politico della Giunta. Quindi, i bilanci dovrebbero semplicemente essere approvati come atto della Giunta dovrebbero poi essere gli elettori a dire se erano fatti bene o male. Chi governa, almeno la responsabilità di decidere come investire e come usare i fondi dovrebbe prendersela da una parte, ma averla dall'altra.
Per questo motivo - e qui ci sono anche dei colleghi che erano presenti non ho presentato, e devo dire che mi è stata fatta la richiesta dal parte del Presidente del Consiglio provinciale di Alessandria, neanche un emendamento al bilancio del Consiglio provinciale di Alessandria, perché ho ritenuto giusto che l'attuale amministrazione (che è di centrosinistra quindi non di centrodestra) della Provincia di Alessandria fosse libera di decidere come investire. Ha vinto le elezioni, ha presentato un bilancio: bene, saranno gli elettori a dire se quel bilancio è fatto bene o male.
I miei emendamenti, su richiesta del Presidente del Consiglio provinciale di Alessandria, sono stati trasformati in interrogazioni o in ordini del giorno. Addirittura, non ho neppure votato contro quel bilancio: sono uscito dall'aula dicendo che non mi competeva.
Per carità, questo è un mio pensiero personale! Lo ripeto: rispetto alla mia posizione estrema secondo cui il bilancio dovrebbe essere un atto dell'amministrazione che ha vinto le elezioni e che governa l'Ente locale, la Regione o lo Stato, l'opposizione arriva ad un ostruzionismo pesante, fatto nelle Commissioni, che addirittura ci ha portati a rinvii nell'approvazione di questo bilancio e oggi ci troviamo con l'acqua alla gola: se entro il 30 aprile non approviamo il bilancio salta la macchina Regione, saltano gli stipendi dei dipendenti, salta la possibilità di pagare le bollette della luce o di curare i nostri malati.
Tra queste due posizioni corre, permettetemelo, colleghi, molta differenza anche perché il bilancio deve passare e lo sapete bene anche voi.
E' inutile fare la manfrina perché si spera di andare sui giornali una volta in più: siamo un pochino più seri su queste cose, dopo voglio scendere un po' nei particolari.
Ovviamente, le orecchie all'Assessore D'Ambrosio un po' gliele vorrei tirare, anche se c'è una grande amicizia tra noi e anche perché lui conosce il motivo, ne abbiamo parlato più volte; non scendo comunque nel particolare.
Scendo invece nel particolare per quanto riguarda la situazione della cultura, che ho seguito direttamente, anche perché ho l'onore di essere il Presidente della Commissione Cultura, che ha lavorato molto bene, anche con le opposizioni. Grazie anche agli interventi delle opposizioni, certo del mondo della scuola, certo dei sindacati, ma, comunque, grazie ad un intervento pressante delle opposizioni, siamo riusciti, su consiglio della Commissione - ovviamente doveva esserci il parere favorevole dell'Assessore Leo - a portare 35 miliardi in più al settore della scuola: sulle borse di studio universitarie 10 miliardi e mezzo - faccio riferimento alle lire permettetemi, perché è più comodo, fare la traduzione in euro è problematico - che risolvono abbastanza l'emergenza; 10 miliardi sui POF (Piani di Offerta Formativa), accontentando anche qui le opposizioni facendo un tavolo di concertazione per decidere come spendere questi soldi ma non solo, garantendo che per assegnare questi fondi si faranno dei bandi pubblici, quindi con la massima correttezza, chiarezza e disponibilità, e poi altri miliardi per arrivare ai 35 destinati all'assistenza scolastica e in parte destinati alle Province, nel rispetto della devolution.
Le Province hanno ricevuto delle competenze da questa Regione, è bene che ricevano anche dei fondi. Devo dire che siamo riusciti, grazie all'intervento della Commissione, ovviamente grazie all'Assessore Leo, ad erogare questi fondi alle Province.
Non solo: ho sentito il Consigliere Riba attaccare sulla vergogna dei 35 miliardi sui buoni scuola. Non dovete valutare questi 35 miliardi solo sui fondi a disposizione della Regione. Dovete fare una valutazione seria e credibile, colleghi, perché facciamo politica ad un certo livello, le "balle" si possono raccontare, ma bisogna anche essere credibili.
In Piemonte, per l'istruzione nel suo complesso, si spendono 6 mila miliardi in un anno.
In realtà, non abbiamo ancora approvato i buoni scuola proprio perch un regolamento assurdo di questo Consiglio regionale permette ad un solo Capogruppo di bloccare una legge della maggioranza. Allora, scusatemi, non credo che destinare ai buoni scuola 35 miliardi su un complesso di 6 mila miliardi spesi per l'istruzione in un anno sia uno scandalo. Non è uno scandalo secondo noi. E' un diritto sacrosanto di coloro che desiderano frequentare la scuola privata al posto della scuola pubblica e parte di questi soldi comunque sarebbero finiti alla scuola pubblica.
Voglio ancora ringraziare l'Assessore Leo perché la Commissione Cultura del Senato, sia nell'audizione che si è tenuta a Roma, sia quando è venuta in visita in Piemonte, ha apprezzato la politica culturale del Piemonte sia per quanto riguarda le Residenze sabaude, sia sul piano strategico.
Non solo, vi do ancora una notizia che è una chicca e che mi ha dato una grande soddisfazione: lunedì la Regione firmerà un accordo con lo Stato e con le Fondazioni per uno stanziamento straordinario di 43 miliardi stiamo sempre parlando di lire - per un progetto pilota in Italia sull'innovazione tecnologica nelle scuole. Di questo va dato atto a questa Giunta: progetto pilota in Italia di 43 miliardi, che si andranno ad accumulare agli altri.
Non possiamo gettare fango su tutto, tutto poteva essere fatto meglio.
Caro Presidente Ghigo, se avessimo lavorato meglio sul bilancio saremmo stati più contenti anche noi della Lega, però è un bilancio, è un bilancio di una maggioranza che è seria, che deve essere credibile per gli elettori per cui la Lega Nord darà voto favorevole, augurandoci che l'anno prossimo si arrivi prima alla sua stesura e, magari, con una maggiore coesione fra di noi.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e insegnanti della Scuola elementare di Gerbole di Rivalta (TO)


PRESIDENTE

Saluto gli alunni e gli insegnanti della Scuola elementare di Gerbole di Rivalta che sono venuti a farci visita.


Argomento: Bilanci preventivi

Proseguimento esame disegno di legge n. 371: "Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2002 e bilancio pluriennale 2002/2004"


PRESIDENTE

In merito alla discussione generale sul disegno di legge n. 371, ha la parola il Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, vorrei subito dire al Consigliere Rossi che non sono tanto le opposizioni che hanno rinviato la discussione sul bilancio, perch mi pare che la maggioranza e la Giunta abbiano chiesto di prorogare l'esercizio provvisorio, passandolo dal mese di marzo al mese di aprile.
Quindi, caro Consigliere Rossi, non siamo noi. Sarà pur legittimo che le opposizioni dicano qualcosa sul bilancio, non dico tutto, ma qualcosa! Relativamente alla pratica degli emendamenti, le do atto del lavoro che ha fatto in Provincia di Alessandria, ma vorrei anche ricordare che i mille emendamenti sugli zingari in quest'aula non li abbiamo presentati noi, ma li aveva presentati la Lega Nord un anno fa.
Detto ciò, credo che la discussione sul bilancio sia anche un momento di verifica politica, perché quando si discute della politica di bilancio è chiaro che da parte nostra, ma anche da parte della maggioranza, si dovrebbe fare una riflessione sullo stato di salute della maggioranza che governa questa Regione: che ci sia, da parte di questa maggioranza un'incapacità ad imprimere una nuova spinta al lavoro della Regione Piemonte è evidente, e la discussione che stiamo facendo sul bilancio lo dimostra. L'impostazione del bilancio sta a dimostrare che questa maggioranza non solo non è in grado di dare oggi una nuova spinta, ma non è stata in grado sino ad oggi di imprimere quella svolta che la politica regionale aveva bisogno.
All'inizio della legislatura avevamo detto che questa doveva essere una legislatura costituente. Qual è stata la politica che ha potuto determinare questa fase costituente? Credo nulla, fino ad oggi.
Penso che, sopratutto dopo l'elezione diretta del Presidente della Regione e dopo la riforma del Titolo V della Costituzione, forse bisognava avere la capacità di raccogliere quello che ci veniva dato dalla riforma federalista dello Stato. Mi pare che questa Regione non sia stata in grado di compiere tutto ciò.
Oggi, leggevo su La Stampa che il Presidente Ghigo si lamenta di un assenteismo continuo della maggioranza, e continuerà a lamentarsi, perch vediamo come stanno andando i lavori anche oggi, e continuerà a lamentarsi per il resto della legislatura. Il punto non è l'assenteismo, ma l'incapacità di questa maggioranza di gestire il Consiglio regionale soprattutto dal punto di vista del lavoro.
Mi vorrei rivolgere al Presidente della Giunta o al Presidente del Consiglio - il Presidente Ghigo non è presente e il Presidente del Consiglio non mi ascolta - per dire che anche i giornali sottolineano che il Consiglio regionale del Piemonte produce poco e lavora poco. Basta seguire i lavori delle Commissioni per rendersene conto. Tutte le Commissioni sono presiedute da Consiglieri della maggioranza. E' causa vostra se si lavora poco e si produce poco all'interno delle Commissioni! Quando si parla di bilancio, bisogna considerare anche questi aspetti cioè cosa abbiamo approvato in questi due anni e mezzo di legislatura: ben poco in questo Consiglio regionale e la responsabilità non può che essere addebitata all'opposizione, perché quando "inchiodate" il Consiglio regionale su una questione come quella dei buoni scuola, qualche responsabilità da parte vostra ci dovrà pure essere! Se si lavora poco credo che occorra fare qualche riflessione.
Secondo me, esiste non solo un problema di coesione politica di questa maggioranza, ma vi è un deficit di capacità amministrativa di questa maggioranza. Si è incapaci di produrre lavoro, non soltanto proposte di legge che vengono depositate a valanga sul tavolo dei Presidenti di Commissione, ma anche di lavorare con coerenza e con ordine nelle Commissioni. Tutto ciò non avviene.
Signor Presidente del Consiglio, prenda atto di ciò che ho detto. Non ha seguito il mio intervento, ma prenda atto di quanto sta succedendo in questo Consiglio regionale, del poco lavoro che si svolge non soltanto in Consiglio, ma anche nelle Commissioni. Credo che sia un problema che ci riguarda.
Per quanto riguarda i problemi di carattere politico, devo dire che avremo altre occasioni per parlarne. Quando denunciavo che questa maggioranza non è stata capace di imprimere una svolta nel lavoro, non è una denuncia che viene soltanto dall'opposizione. Il Viceministro Martinat che è anche Segretario regionale di Alleanza Nazionale, dieci giorni fa ha dichiarato su La Stampa che questa è una Giunta attendista. E' una Giunta che, come dice Martinat, non è in grado di aggredire e affrontare i problemi che oggi la nostra Regione ha. Credo che questo sia un problema che dovrete affrontare.
Il Consigliere Rossi ha detto: "Noi ci turiamo il naso, ma votiamo questo bilancio". Forse esagero il concetto, ma il senso è quello.
Il Consigliere Mercurio ha detto: "Voto questo bilancio, ma questa Giunta non ha il coraggio di affrontare i problemi". Si rivolgeva al Presidente Ghigo, invitandolo ad affrontare e risolvere questa situazione dopo l'approvazione del bilancio. Staremo a vedere.
L'Assessore Pichetto, che è un Assessore che lavora molto, ha preso in mano le redini dell'Assessorato al bilancio. A proposito del nuovo Assessore, il Presidente Ghigo si era impegnato a ritornare in quest'aula entro la metà di aprile per nominare il nuovo Assessore al bilancio. Siamo alla fine di aprile e il nuovo Assessore al bilancio non c'è ancora.
Attendiamo con ansia il nuovo Assessore al bilancio per capire quali saranno i nuovi assetti della Giunta. I ritardi di questa maggioranza hanno un'implicazione dal punto di vista economico sulla nostra Regione. E' da tempo che aspettiamo di affrontare, con serietà, la nuova legge sull'urbanistica all'interno della Commissione.
Vi è una responsabilità su come viene diretta quella Commissione, ed è un problema che riguarda 1.200 Comuni della nostra Regione.
Quando parliamo del Piano regionale dei trasporti, Assessore Casoni capisco che si attuano degli investimenti e si affrontano dei nodi, come lei ha ricordato ieri, ma questa Regione deve affrontare dei problemi rapportati con il resto dell'Europa. La nostra Regione ha bisogno di un Piano regionale dei trasporti, e quest'aula lo attende da anni.
Questo non è un problema secondario rispetto ai problemi economici di questa Regione. E' naturale che questo bilancio è condizionato dalla situazione difficile e drammatica della sanità piemontese. Se questa Giunta, se questa maggioranza, non sono in grado di risolvere definitivamente il problema del buco della sanità, è naturale che nei prossimi anni questo bilancio sarà continuamente condizionato dal deficit della sanità. Questa maggioranza e questa Giunta devono mettere fine a questa situazione. Se non saranno capaci di farlo, naturalmente questo sarà un problema serio non soltanto dal punto di vista politico, ma anche economico. Se gran parte delle risorse di questa Regione sono indirizzate soltanto a coprire il buco della sanità, è chiaro che non si possono fare altre scelte di sviluppo.
L'ultima questione riguarda il ritardo della Giunta nel rivedere la legge sul commercio. Sabato scorso, il Presidente della Regione ha partecipato a un convegno per salvaguardare i piccoli Comuni e il commercio nei piccoli Comuni. In quell'occasione, anche il Presidente Ghigo ha detto come hanno detto altri, che bisogna rivedere la legge sul commercio. E' un anno che aspettiamo di discutere quella proposta.
Mi dispiace che l'Assessore Pichetto non sia presente, perch piacerebbe anche a noi conoscere la sua proposta alle Associazioni di categoria. Mi pare che anche i Consiglieri regionali abbiano qualche competenza. Ho saputo che c'è una proposta che è stata depositata alle Associazioni di categoria. Forse sarebbe opportuno conoscere anche in Commissione tale proposta di revisione. Se in questa Regione continua a svilupparsi la grande distribuzione, ci sarà un problema anche dal punto di vista economico. Anche l'Assessore Botta si è lamentato che in questa Regione ci sono troppi ipermercati. Dal punto di vista economico, se non riusciamo a salvaguardare il piccolo commercio e continuiamo a dare spazio alla grande distribuzione, dove vanno a finire i guadagni della grande distribuzione? Non rimangono sicuramente nella nostra Regione, quindi questi sono problemi nodali che dobbiamo affrontare.
Oggi la maggioranza non ha dato risposte in merito. Vorrei pertanto invitare la Giunta e l'Assessore Pichetto, che ha fatto una relazione a questo bilancio, a tenere conto delle sottolineature critiche che vengono avanzate, perché queste potranno aiutare la maggioranza ad affrontare e a risolvere i problemi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Non sta a me sottolineare che il bilancio non è un'operazione ragionieristica, ma tale è stata l'impressione ricavata assistendo e partecipando alle sedute di Commissione.
Il bilancio rappresenta - ed è - l'atto politico più qualificante per qualsiasi Amministrazione e, a maggior ragione, quella regionale. Sulla sanità, in modo particolare, l'imputato su cui si sono accanite le discussioni, le accuse e le difese, è costituito dalle cifre.
Per la maggioranza, l'obiettivo del 2002 è tendere al pareggio, mentre per l'opposizione si prefigura uno sfondamento da 400 a 700 miliardi di vecchie lire: tutto qui il filo conduttore dell'interminabile discussione in Commissione. A tal proposito, non mi scandalizzerei affatto su questo balletto di cifre, se i rimedi di risanamento preposti e proposti fossero il frutto di ragionamenti prospettici, di pianificazione per organizzare le strutture sanitarie a produrre per il futuro buona sanità, senza sprechi e senza sfondamenti. Così purtroppo, allo stato attuale delle cose, non è e non appare: aumento di IRPEF, apposizione tout court di ticket solo per rastrellare euro, che non è un piacere sicuramente per nessuno, ma che diventa devastante in assenza di progettualità. Quindi, non si possono accettare queste misure.
Si naviga a vista su tutto, senza una politica sicura e qualificante.
Mi si scusi un esempio di queste ultime ore sul progetto di costruzione del grattacielo della Regione. Sembrava già deciso, ma è bastato, da quello che si legge, l'incidente dell'aereo sul Pirellone di Milano per fare marcia indietro su tale decisione. Io sono tra quelli che vedevano in tale realizzazione un salto di qualità.
Al di là del risanamento e degli sfondamenti in sanità, che sono un capitolo a parte, sono due aspetti separati e distinti, perché certe ottiche di provincialismo bisogna superarle. La Regione Piemonte non è l'ultima Regione d'Italia, ma è una delle Regioni più industrializzate e ricche, e deve avere un'immagine adeguata alla sua importanza.
In qualche intervento che mi ha preceduto è stata denunciata la mancanza di iniziative in tema di sussidiarietà, con delle sottolineature in bilancio, investimenti e trasferimenti di fondi per far funzionare la nuove competenze da attribuire agli Enti locali. La Regione continua purtroppo, a mantenere il suo vecchio centralismo, forse suo malgrado, ma questa è l'impressione che se ne ricava, forse è la realtà. La Regione non deve gestire, deve governare: questo dovrebbe essere chiaro, specialmente a tutti i cari colleghi della maggioranza, che spesso fanno mancare il numero legale in aula.
Governare significa programmare, favorire lo sviluppo e il progresso ma ciò si ottiene, specie nel campo del lavoro, prevenendo la chiusura della fabbriche anziché fare la conta dei disoccupati, e favorendo nuove strategie per creare lavoro e occupazione. Bisogna avere quindi maggiore coraggio ed anche fantasia, cercando di volare un po' più in alto della normale routinarietà.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo con una certa preoccupazione rispetto all'approvazione di questo bilancio. Per un semplice motivo: discutere il 23 aprile di un bilancio preventivo è naturalmente fonte di preoccupazione.
Inizio il mio intervento dicendo queste cose perché vorrei, in qualche modo, rispondere agli interventi dell'opposizione, che fanno ricadere sulla maggioranza le responsabilità del mancato funzionamento ottimale di quest'aula e il mancato lavoro che qui si dovrebbe fare. Vorrei per ricordare che, essendo in una democrazia, e permanendo - per fortuna questo sistema nel nostro Paese, c'è anche una logica dell'alternanza: oggi governiamo noi, domani governa chi oggi è all'opposizione e viceversa.
Tant'è che, nel 1996, il Presidente della Camera, Violante, come tutti sappiamo, iniziò una pratica che era quella della modifica del Regolamento della Camera, al quale ha partecipato all'epoca l'opposizione della Camera che, oggi, è maggioranza e beneficia di quel Regolamento.
Non vorrei riportare sempre questo tema, ma è ovvio che se in quest'aula esiste un ostruzionismo, come abbiamo verificato ad esempio sul buono scuola - tanto per rispondere al collega Muliere - è ovvio che quest'aula non riesce a programmare e a procedere nel lavoro. Ed è altrettanto ovvio che se parliamo di bilancio il 23 aprile, probabilmente la ragione non starà da una parte sola! Quindi, la domanda che pongo ad alcuni colleghi dell'opposizione è la seguente: il peso specifico di una coalizione, che sia di maggioranza o una serie di gruppi di minoranza, si misura forse dalle ore e dall'ostruzionismo che riescono a portare avanti in aula, o piuttosto il peso specifico si valuta sulle proposte e sul merito delle proposte che vengono portate in aula? Forse sarebbe opportuno - ce lo auguriamo tutti una volta approvato il bilancio - fare il punto della situazione per capire se continuiamo, come Consiglieri regionali, a fare delle figure barbine nei confronti degli elettori e dei cittadini piemontesi, oppure se vogliamo procedere con un lavoro serio.
Sono preoccupato anche per un altro aspetto: lo dico al neo Assessore al bilancio, Pichetto, il quale, con molta onestà e correttezza, ma anche professionalità, che gli deriva dal lavoro che svolge dal punto di vista professionale, ha inserito e ammesso, nella relazione di bilancio, quali problematiche avremmo dovuto affrontare nella stesura di questo bilancio.
E' evidente che il federalismo fiscale non ancora compiuto (le stesse leggi Bassanini), di cui non abbiamo ancora chiaro e completo quello che sarà il quadro relativo al bilancio regionale, sia per la parte delle entrate, sia per la parte delle uscite, provoca qualche preoccupazione.
Parliamoci chiaro: stiamo parlando di un bilancio previsionale e non di un bilancio consolidato, che viene all'approvazione definitiva in quest'aula.
Rispetto a questo, c'è indubbiamente un dato che abbiamo già sottolineato nel dibattito della scorsa settimana relativo alla manovra sanitaria; manovra sanitaria che viene tenuta in considerazione anche nella relazione dell'Assessore Pichetto; c'è addirittura un capitolo che parla delle criticità e apre proprio con il relativo indebitamento per la spesa sanitaria che, ovviamente, inizialmente ha prodotto l'irrigidimento del bilancio regionale, in particolare per quanto riguarda la parte di spesa corrente.
Pertanto, ci auguriamo che l'ordine del giorno che abbiamo prodotto insieme ai colleghi del CDU e al collega di Insieme per il Piemonte Tomatis, possa avere un'attuazione veloce; ci auguriamo, cioè, che la manovra complessiva, passata in questo Consiglio regionale, abbia un reale compimento.
Le preoccupazioni che alcuni Consiglieri di maggioranza e opposizione hanno sottolineato in quest'aula - ultimo, il collega Mercurio relativamente ai famosi livelli essenziali di assistenza, ci preoccupano particolarmente.
E' corretto avere una preoccupazione e manifestarla in aula, perch questo potrebbe essere fonte di ulteriore modifica in sede di assestamento di bilancio della manovra relativa al bilancio regionale.
Se posso permettermi, vorrei fare un appello, non solo all'Assessore al bilancio, ma in particolare al Presidente della Giunta regionale e a tutta la Giunta: occorre tornare a gestire gli eventi, non rincorrerli.
Questo dovrebbe essere il compito della politica e di qualsiasi buon amministratore.
In questo momento, l'impressione che si ha, che personalmente ho, è che gli eventi vengano rincorsi.
Il mio Gruppo voterà questo bilancio; ragioneremo, poi, sui singoli capitoli, sui quali, tra l'altro, siamo sempre stati attenti.
Il nostro è un atto di fiducia relativo alla manovra complessiva della sanità, che vorremmo vedere attuarsi in tempi rapidi.
Se la manovra si attuerà, verrà sicuramente meno la nostra preoccupazione rispetto al complesso bilancio regionale. Questa, per noi, è una condizione essenziale per presentarci ai piemontesi in modo corretto e tornare a gestire la parte di investimenti, che è quella che più ci interessa e che più dovrebbe produrre risultati per questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Ritengo necessario sottolineare al Consigliere Angeleri che considero "abusato" l'uso di chiamare sempre in causa il problema del Regolamento per cercare di giustificare i ritardi che questa Giunta accumula e la sua incapacità ad affrontare i nodi strutturali di gestione.
Vorrei ricordare che il Regolamento della Camera si trova a dover gestire circa 600 parlamentari, mentre noi siamo circa un decimo (essendo 60 i Consiglieri regionali); pertanto, più che pensare a riformare il Regolamento, sarebbe opportuno che la Giunta pensasse a darsi dei modi e dei tempi di gestione.
La Giunta presenta questo bilancio dopo aver chiesto, per due volte, il rinvio della discussione, per arrivare al tempo massimo, essendo in presenza di nodi strutturali di gestione. Non c'entrano, dunque, le opposizioni, ma le difficoltà interne alla Giunta.
Ciò nonostante, questo bilancio è contraddittorio, ingiusto e sbagliato.
Contraddittorio perché, nel voler accontentare tutti, presenta ipotesi di soluzioni che sono in contrasto tra loro.
Basterebbe fare un esempio: la gestione del turismo. Abbiamo sentito l'Assessore al turismo prospettare possibilità di sviluppo, dal punto di vista turistico della regione, dimenticando però che il turismo è anche salvaguardia dell'ambiente, come valore in sé, soprattutto paesaggistico.
Nello stesso programma si pensa di riempire le nostre vallate di dighe e invasi e di prosciugare i nostri fiumi. Forse si pensa che i turisti verranno a vedere i nostri fiumi ridotti a rigagnoli e poi a fognature...



(Brusìo in aula)



MORICONI Enrico

Presidente, non riesco a sentire neanche la mia voce, nella confusione...



PRESIDENTE

Consigliere Moriconi, stanno parlando un po' ovunque. Richiamo pertanto l'aula nel suo complesso.
Prego, Consigliere Moriconi, prosegua.



MORICONI Enrico

E' un bilancio ingiusto perché non ragiona e non dispone delle risorse secondo i bisogni dei cittadini e della società piemontese, anzi, pensa a salvare gli interessi delle lobby commerciali e industriali.
Così sulla sanità si fa pagare ai cittadini un servizio sempre peggiore e si premiano le Case di cura private, come è successo con la cardiochirurgia e come abbiamo dimostrato, oppure non si recepisce la situazione di questi anni con il peggioramento della situazione occupazionale e si dedica all'Assessorato al lavoro solo un millesimo del bilancio regionale.
Come si pensa, in questo modo, di fare fronte ai problemi della riqualificazione della formazione degli addetti? E' sbagliato, poi letteralmente, perché si arriva in aula senza sapere esattamente quale sia la spesa ipotizzabile sulla sanità. Non si sa, al momento attuale, con che deficit si chiuderà la gestione della spesa sanitaria a fine anno.
In questi giorni, in Commissione, l'Assessore alla sanità e l'Assessore al bilancio hanno ripetuto su questo argomento un punto, praticamente un solo concetto: non è importante che il bilancio di previsione sia esatto perché si vedrà a fine anno con la chiusura. Questo è stato detto in Commissione. Allora viene da chiedersi: che bisogno c'è di presentare il bilancio? Si potrebbe rinunciare a scrivere un bilancio, proviamo a spendere le risorse che abbiamo e poi vediamo a fine anno come siamo rimasti! Non credo che questo sia un esempio di programmazione accettabile. In verità, si era anche detto che la Giunta voleva essere rapida nelle decisioni e, per essere rapida nelle decisioni, arriviamo a parlare di un bilancio, che doveva essere chiuso entro il 31 dicembre, a discuterlo per chiuderlo entro il 30 aprile.
Se il bilancio è un documento di indirizzo, questo bilancio dimostra la non capacità della Giunta di leggere il mondo attuale o, meglio, di leggerlo con gli occhi delle lobby imprenditoriali e commerciali, per le quali - si sa - lo sviluppo è solo legato a produrre di più e a meno prezzo, cioè con meno addetti e a vendere di più.
Le ricadute di questo modello sono sotto gli occhi di tutti, le viviamo tutti insieme, consapevoli e non, ma non sembra che siano recepite dalla Giunta regionale, infatti non vi è un barlume di previsione di un'economia compatibile in tutto questo bilancio, non vi è un tentativo, magari timido di promozione del lavoro ecocompatibile.
Questo bilancio è un insieme di cifre, ma senza indicare scelte e indirizzi che abbiano una motivazione più alta che non solo un conteggio amministrativo. Eppure, qualche Assessore ha detto che il bilancio è anche una scelta di programmazione. Questo perché? Perché in questo bilancio non c'è nulla che recepisca alcuni dei gravi problemi che sta vivendo la società piemontese nel suo insieme, non c'è nulla nel bilancio che pensi di risolvere il problema dello smog e del traffico (oltretutto, problemi collegati direttamente con quello che è noto come il protocollo di Kyoto e con la necessità di ridurre le emissioni di gas effetto serra, dei quali si sa che una delle fonti principali sono proprio i gas di scarico).
Ebbene, nel bilancio non vediamo un indirizzo preciso, ad esempio, per aumentare gli acquisti di autobus pubblici meno inquinanti, per favorire il ricambio dei vecchi mezzi industriali a gasolio con altri mezzi meno inquinanti o per aumentare la dotazione stessa di mezzi per i trasporti pubblici, oltretutto senza comprendere che le azioni virtuose, ad esempio la riduzione dell'effetto serra, devono partire proprio a livello regionale, facendo scelte conseguenti, senza aspettare che vengano fatte da altri.
Così, ad esempio, non vediamo nel bilancio iniziative che cerchino di frenare un fenomeno molto diffuso e conosciuto: l'abbandono, la chiusura delle piccole aziende in agricoltura a favore del concentramento e della persistenza, dell'allargamento delle aziende più grandi. La chiusura delle piccole aziende è un problema che va a incidere sia sulla qualità dei prodotti, sia sull'aspetto occupazionale. Ebbene, anche di questo problema non sembra che la Giunta se ne sia preoccupata.
Sempre in un campo che è a cavallo tra l'agricoltura e forse la ricerca, non possiamo non citare, non vedere quello che la Giunta ritiene di fare nel settore delle biotecnologie. Nel campo delle biotecnologie assegniamo con il bilancio risorse crescenti al Consorzio Biogest, che è il consorzio che effettua ricerche sperimentali di sviluppo delle biotecnologie; nello stesso tempo, non ci sono scelte della Giunta che prevedono di aumentare i controlli in campo alimentare per garantire la salute dei cittadini.
Di fronte a una situazione, anche nazionale, nella quale c'è una continua diffusione di prodotti trasformati, che - lo dimostrano sondaggi tanto cari alla parte politica che sta gestendo il Paese e il Piemonte non sono graditi dai consumatori italiani, la nostra Regione investe soldi per finanziare la ricerca e quindi per immettere eventualmente sul mercato sempre più prodotti trasformati e invece non investe soldi per garantire la salute dei cittadini o perlomeno per andare incontro al loro desiderio di sicurezza in questo campo.
Manca, non essendo ancora stato presentato, il documento di programmazione economico-finanziaria e chiaramente non possiamo vedere neanche quali saranno gli indirizzi futuri di sviluppo. Viene da dire che l'unico esempio di programmazione futura è la previsione di lasciare dei soldi su quel famoso capitolo 15910 che riguarda i buoni scuola, quindi praticamente l'unico indirizzo futuro che la Giunta comunica a noi e ai cittadini piemontesi è quello di investire ancora. Abbiamo detto prima altri campi (la salute dei cittadini, ecc.): no, l'unica che deve sempre interessare la Regione sono i buoni scuola.
Infine, devo dire un'ultima cosa. Come abbiamo ripetutamente segnalato in Commissione, questo modo di formulare il bilancio in unità previsionali di base è una forma assolutamente di difficile comprensione, in quanto non permette di verificare con chiarezza la destinazione finanziaria sui singoli capitoli. Per verificare la destinazione finanziaria sui singoli capitoli è stato fornito un solo documento - uno per ogni Gruppo, nel caso del mio Gruppo non è un problema, ma nei casi di Gruppi più numerosi lo diventa - e quindi ragioniamo solo per aggregamenti di macroeconomia, senza poter verificare quali sono le spese sui singoli capitoli, con ciò rendendo molto difficile la comprensione di questo bilancio. Io non so se questo sia stato fatto appositamente o meno comunque è un'ennesima dimostrazione di una scarsa volontà di chiarezza anche nei riguardi dei Consiglieri.



PRESIDENTE

Ha chiesto ancora la parola il Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Credo che questa mattina, anche come Gruppo, abbiamo già dato il nostro contributo, nel tentativo, naturalmente disperato, di sviluppare un dibattito un po' più partecipato. Francamente, non siamo in grado di continuare a dare così.
Adesso credo che sia anche l'ora in cui si può sospendere la seduta e nel pomeriggio speriamo che ci possa essere un ulteriore impegno nell'ambito del dibattito. Ritengo che un maggior impegno, nell'ambito del dibattito, contenga anche le questioni che si porranno in seguito.



PRESIDENTE

D'accordo, Consigliere Riba.
I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio alle ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.20)



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