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Dettaglio seduta n.204 del 19/04/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


BOTTA MARCO



(Alle ore 10.30 il Consigliere Segretario Botta comunica che la seduta avrà inizio al termine della riunione della I Commissione)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.58)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento: Commemorazioni

Commemorazione delle vittime del Pirellone di Milano


PRESIDENTE

Colleghi, prima d'iniziare la seduta vorrei chiedere all'assemblea di osservare un minuto di silenzio per le vittime del tragico incidente che si è verificato ieri a Milano.
Innanzitutto, contrariamente alle prime informazioni, si è trattato di un incidente, e quindi questo certamente cambia lo scenario rispetto alle prime ore, però non attenua certamente la tragedia che ha colpito le famiglie delle vittime.
Ritengo che, sia per l'importanza che ha l'ente Regione Lombardia, sia anche per la vicinanza di Milano, questo tragico evento ha colpito tutti noi.
Quindi, nell'esprimere ai familiari delle vittime il cordoglio della assemblea regionale del Piemonte, chiedo di osservare un minuto di silenzio.



(I presenti, in piedi, osservano un minuto di silenzio)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Casoni, Costa Enrico e Racchelli.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, direi, visto che abbiamo aggiornato il Consiglio regionale di mercoledì perché l'opposizione aveva richiesto la presenza del Presidente, che mi sembrerebbe opportuno, non solo per una questione mia personale, ma proprio facendo riferimento alla richiesta di mercoledì, che si attendesse il Presidente.



PRESIDENTE

In attesa del Presidente Ghigo, sospendo la seduta per qualche minuto.



(La seduta, sospesa alle ore 11.05 riprende alle ore 11.15)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento: Fondi sanitari

Ritiro della deliberazione della Giunta regionale 3 aprile 2002, n. 57/5740 "Attuazione decreto legge 18 settembre 2001, n. 347 convertito con legge 16 novembre 2001, n. 405, recante 'Interventi urgenti in materia di spesa sanitarià e recepimento d.p.c.m. 29 novembre 2001 'definizione dei livelli essenziali di assistenza. Individuazione interventi successivi" Votazione ordini del giorno collegati (nn. 511, 522, 272)


PRESIDENTE

La seduta riprende. La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Grazie, Presidente. Io ero intervenuto nell'ultimo Consiglio regionale e avevo solamente voluto, con una battuta, fare una domanda al Presidente della Giunta regionale, perché la posizione che lui ha tenuto, insieme alla Giunta - poi parliamo anche di questo intervento unanime all'interno della Giunta, perché bisogna capire di che unanimismo si tratta. Ma questo deriva anche un po' dalla legge elettorale, quindi ne parlo dopo.
Avevo chiesto al Presidente chi è che lo consigliava sulle manovre da intraprendere nel settore particolare della sanità. Qualche dubbio in merito, come membro di questa maggioranza, l'ho avuto quando - con sorpresa ho appreso dell'applicazione del ticket. Ma per un semplice fatto: perch tutti quanti avevamo affrontato, all'interno della maggioranza, questa problematica, che investiva nel complesso il risanamento della sanità piemontese.
Si era iniziato un dialogo che era proseguito per due riunioni di maggioranza, in cui si erano dette alcune cose, in cui c'erano stati, da parte di tutti i membri di questa maggioranza, dei contributi su cui, a vario titolo, si poteva almeno ragionare.
Questo dialogo improvvisamente si è interrotto, ed è stata votata questa manovra. Alla fine ci siamo parlati sui giornali - cosa non bella per una maggioranza, ma soprattutto non utile a costruire una manovra nel suo complesso così difficile.
Noi abbiamo sempre manifestato perplessità, non in maniera populistica, perché non ci siamo detti contrari ad un'applicazione del ticket in modo definitivo. Avevamo fatto un altro ragionamento, che abbiamo riprodotto presentando un ordine del giorno e che vorrei quest'oggi esplicitare.
La risposta del Presidente è stata: "In fondo gli Assessori dell'area moderata hanno votato questa manovra".
Però su questo c'é un'ulteriore riflessione da fare, che deriva dall'applicazione di una legge elettorale, che probabilmente deve essere rivista, e che pone il Presidente con un potere, anche nei confronti degli Assessori, che va al di là di quello che, in un sistema democratico, almeno come lo intendiamo noi, dovrebbe essere.
Quindi vorrei dire, usando una parola che è di moda oggi quando si parla di dipendenti, che il Presidente ha esercitato una sorta di mobbing nei confronti degli Assessori, i quali, obtorto collo, hanno dovuto in qualche modo accettare questa manovra; altrimenti non si comprende come oggi l'ordine del giorno che interviene più complessivamente sulla manovra sanitaria - ovviamente abbiamo tratto queste convinzioni dai corridoi - sia però valutato con una certa attenzione da parte degli Assessori che hanno preso all'epoca questa posizione e dalle altre forze politiche.
Venendo al merito dell'ordine del giorno, noi abbiamo detto sostanzialmente che eravamo contro l'applicazione del ticket, se questo era il fondamento della manovra. Siamo qui per ribadire nel modo più categorico e assoluto che la manovra dell'applicazione del ticket non è una manovra che possa essere da noi condivisa, non per la politica di tassazione, ma per un fatto semplice: in particolare rispetto alle garanzie che noi vogliamo sui livelli essenziali di assistenza, con questa manovra vengono lasciati sostanzialmente in stand by. Noi non siamo d'accordo perch riteniamo non sufficiente intervenire in questo modo.
Nell'ordine del giorno abbiamo chiesto una manovra complessiva che tenga conto di una situazione che - attenzione - non c'è solo in Piemonte è inutile che ce lo nascondiamo, lo sappiamo benissimo. Qui potremmo venire a raccontare quali sono i problemi che ci sono nelle altre Regioni; per fortuna amministriamo la Regione Piemonte e ci accontentiamo dei nostri che sono già abbastanza.
Ma il problema della sanità è il problema, e il problema di come affrontarla, sarà il problema dei prossimi anni. Allora il messaggio che noi vogliamo dare come contributo della nostra forza politica a questa maggioranza è sostanzialmente che non vogliamo un tipo di sanità che sia solo con la carta di credito, un tipo di sanità che rispecchi un po' quello che noi verifichiamo oggi negli Stati Uniti.
Questo è il motivo per cui abbiamo voluto presentare un ordine del giorno articolato come quello che è stato presentato, chiedendo un impegno e una rivisitazione della manovra alla Giunta regionale, al Presidente Ghigo e agli Assessori. Noi riteniamo che, per ottenere un risultato che sia definitivo in termini di risanamento per la nostra sanità, si debba tenere in considerazione quello che è il migliore utilizzo dei presidi ospedalieri. Tra l'altro, l'intervento dell'altro ieri del Presidente Ghigo mi sembrava molto più in linea con il nostro ordine del giorno rispetto alla manovra; probabilmente i suggerimenti sono stati già in parte recepiti, almeno nella testa del Presidente, e di questo siamo ovviamente contenti.
Nell'ordine del giorno abbiamo consigliato che ci sia un miglioramento della sanità di base, che l'accorpamento funzionale delle ASL arrivi a compimento (mi pare che su questo si sia lavorato, almeno dai documenti che sono stati forniti dall'Assessorato alla sanità) e che ci sia anche una valutazione sul patrimonio immobiliare della sanità. Il patrimonio immobiliare della sanità ammonta a 3.500 miliardi: si valuti quello che è utile mantenere e quello che è utile dismettere. Una parte di questo patrimonio è immediatamente disponibile e ammonta a circa 250 miliardi: si faccia una valutazione anche su questo tipo di intervento.
Un altro punto è la razionalizzazione degli acquisti, una questione di cui parliamo, ma che non è ancora stata affrontata nel suo complesso, e ovviamente quella che poi - lo dico con una battuta, perché il tempo scarseggia - è un'ottimizzazione delle risorse e delle strutture sul territorio.
Presidente, se dopo tutta questa analisi si verifica che ci deve essere l'intervento e quindi l'applicazione del ticket, noi diciamo che non siamo pregiudizialmente sfavorevoli, noi chiediamo solamente che il ticket sia un ticket leggero come forma di deterrenza obbligata contro gli abusi che abbiamo verificato esserci, quindi non siamo su una manovra populista, e questo dimostra la serietà con cui abbiamo confezionato questo ordine del giorno.
In ultimo - e chiudo - se la manovra dovrà imperniarsi anche parzialmente sui ticket, noi chiediamo l'esenzione sui farmaci per patologia e chiediamo l'esenzione nei confronti dei cittadini meno abbienti.
Ho visto in questi giorni, in alcune farmacie in cui mi sono recato alcune persone che sicuramente non hanno le possibilità; in particolare una vecchietta davanti a me, che ordinava dei farmaci con due ricette, alla richiesta del ticket - lei non aveva letto i giornali l'altra settimana ha detto alla farmacista: "Guardi, mi dia solo quelle della prima ricetta perché la seconda non posso pagarla". Ecco, io vorrei che queste cose non capitassero.



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a prendere posto. Ho riordinato le richieste d'intervento, avendo qualche difficoltà rispetto ai nuovi pervenuti e al vecchio elenco; è iscritto a parlare il Presidente Palma e, a seguire, il Presidente Chiezzi.
Invito a prendere posto e ad abbassare il tono di voce, affinché il dibattito si possa svolgere nel rispetto di chi interviene e di chi ha deciso di ascoltare. Grazie.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Ritengo che l'intervento svolto in aula, in sede di replica, nella scorsa seduta da parte del Presidente Ghigo, qualcosa vada a chiarire e qualcosa probabilmente vada anche a complicare rispetto alle linee di una manovra che è e rimane una manovra di bilancio, che non riesce a interrelarsi in maniera coerente con le indicazioni di programmazione del Piano sanitario regionale che giace inevaso in IV Commissione, senza poter fornire al Consiglio e ai singoli Consiglieri elementi e spunti di riflessioni più coerenti rispetto alle linee di politica sanitaria.
Dicevo che in qualcosa aiuta, però chiederei, Presidente, che ci fosse una sola riunione del Consiglio.



PRESIDENTE

Lei ha perfettamente ragione. Colleghi, vi chiedo la cortesia di abbassare il tono di voce, altrimenti non ho altra soluzione che sospendere la seduta del Consiglio fino a quando non sento silenzio in aula. Non lo chiedo per me, lo chiedo per tutti coloro che desiderano ascoltare gli interventi dei colleghi; credo che un minimo di rispetto all'istituzione Regione e al collega sia dovuto. Vi chiedo, quindi, di abbassare il tono della voce.
Prego, Presidente Palma.



PALMA Carmelo

Dicevo che in qualcosa, l'intervento del Presidente Ghigo, aiuta e in qualcosa complica, perché fa emergere in maniera chiara quello che manca in questa manovra e quello che la stessa dovrebbe necessariamente contenere per completarsi e raggiungere gli obiettivi che si prefigge.
In particolare, in questa manovra manca la razionalizzazione della rete ospedaliera che il Presidente Ghigo, nel suo intervento di replica e in difesa della manovra, enuncia come problema fondamentale dell'assetto della politica sanitaria regionale.
Manca, non solo nel senso - e lo dico sinteticamente - del taglio dei rami secchi della sanità regionale, di strutture sanitarie che stanno in piedi e continuano a funzionare perché servono alla politica del consenso in sede locale e non al sistema delle prestazioni sanitarie, ma soprattutto manca una riflessione sull'enorme problema della politica sanitaria che è la politica e la gestione del personale, che solo attraverso la razionalizzazione della rete ospedaliera può offrire spunti utili per risolvere situazioni di sofferenza, laddove esistono strutture sanitarie di eccellenza o comunque efficienti che scontano problemi di personale.
Sotto questi due profili, la razionalizzazione della rete ospedaliera si impone come misura prioritaria e preliminare rispetto a ogni altra manovra di bilancio.
Ciò che continua a mancare (questa mancanza viene addirittura rivendicata dall'Assessore D'Ambrosio come virtù e non come limite della manovra sanitaria) è un'effettiva, coerente e non implicita liberalizzazione del sistema delle prestazioni sanitarie.
Anche su questo, ovviamente, bisogna intendersi.
Non si tratta della svendita, più volte denunciata, della sanità ai privati; si tratta dell'utilizzo di uno strumento di gestione del servizio sanitario regionale analogo a quello che la gran parte degli Enti locali e la stessa Regione, con le proprie leggi di programmazione socio assistenziale, utilizzano rispetto alle prestazioni sociali.
Si tratta semplicemente di capire se, valutando il costo unitario delle singole prestazioni e l'insieme delle prestazioni che emergono come domanda sanitaria del territorio regionale, sia preferibile - sempre e in ogni caso il ricorso all'erogatore pubblico o non sia preferibile - in alcuni casi per migliorare la qualità del servizio e per ridurre nello stesso tempo il costo delle prestazioni, introdurre non tanto degli elementi di concorrenza (perché non si tratta di concorrenza, ovviamente), ma degli elementi di apertura del mercato dell'offerta sanitaria rispetto ad una domanda sanitaria che presenta elementi di sofferenza evidenti.
La terza mancanza - l'anticipava anche il Consigliere Angeleri - è una gestione attiva del patrimonio delle Aziende Sanitarie Regionali.
Il patrimonio delle Aziende è una voce di bilancio, è una voce contabile per questa Giunta, non è uno strumento di politica economica e finanziaria della sanità e non è neppure uno strumento di programmazione sanitaria.
Lo deve inevitabilmente diventare nel momento in cui il grosso del patrimonio di queste Aziende è patrimonio immobiliare e il grosso del problema di queste Aziende è un problema di deficit finanziario a cui si può e si deve necessariamente far fronte ricorrendo ad una gestione attiva del patrimonio immobiliare.
La quarta cosa che manca, che più volte abbiamo sottolineato e di cui più volte abbiamo evidenziato l'esigenza, è l'introduzione di un sistema di auditing nelle Aziende Sanitarie, di controlli amministrativi e contabili non puramente formali e retrospettivi che introducano elementi di sistema procedurale in grado di controllare l'incremento della spesa e l'efficienza della stessa.
Continuiamo a procedere con una macchina che ha le stesse regole della macchina che aveva prodotto deficit, illudendoci che si possa produrre efficienza con le stesse regole e con la stessa macchina. Questo evidentemente, non è possibile perché non sfida solamente le leggi della politica, ma sfida anche le leggi della logica.
Il Presidente Ghigo, nel suo intervento, ha parlato molto dei modelli dichiarando di non sposare in maniera fideistica questo o quest'altro modello, ma di dovere e volere ricorrere agli elementi più importanti di ciascun modello in campo, per rimettere mano alla macchina sanitaria regionale.
Anche qui bisogna intendersi: il modello non è astrattamente e concettualmente una cosa data; il modello è un insieme di risposte - molto spesso anche un insieme di domande ed interrogativi - che si pongono rispetto ad un'area di servizio che la Regione deve in qualche misura amministrare.
Il modello vale ed è tanto più efficace quanto più risponde alle caratteristiche proprie dell'area di servizio su cui vuole intervenire e non perché riflette in modo del tutto astratto ed ideologico l'orientamento di chi lo propone.
Quali sono le caratteristiche proprie e fondamentali del servizio sanitario regionale piemontese? La prima - ed è incontestabile - è che si tratta di un servizio che produce un deficit che ha caratteristiche molto diverse da altri deficit sanitari regionali; ad esempio di quello lombardo, che produce un deficit che cresce indipendentemente dalla crescita della domanda sanitaria.
Ritengo che anche l'Assessore D'Ambrosio lo debba riconoscere: il deficit della Regione Piemonte non dipende da un aumento proporzionale della domanda sanitaria, ma dipende essenzialmente dall'aumento dell'inefficienza delle strutture sanitarie pubbliche che dovrebbero soddisfare questa domanda.
La seconda caratteristica fondamentale del sistema sanitario regionale piemontese è che è l'unico servizio sanitario regionale del Nord Italia caratterizzato da un'evidente sottoproduzione di servizi, che emerge non solo dai dati della mobilità sanitaria in uscita, del saldo passivo di mobilità sanitaria, ma anche dalle liste di attesa e da altri elementi.
Proprio su questa base, questi elementi che indicavo come elementi mancanti nella manovra, si impongono come necessari alla programmazione regionale in materia sanitaria. Il problema, allora, qual è? Discutere dei 20 miliardi del pronto soccorso? Discutere dei 120, 150 miliardi dei ticket? Ritengo che non sia questo il problema, non perché lo strumento della compartecipazione alla spesa sanitaria si presenti necessariamente e sempre come strumento iniquo ed antipopolare. Sottolineo che tutti i governi, fino a quello di questa legislatura, ci hanno tranquillamente campato e finanziato il servizio sanitario nazionale, senza porsi minimamente il problema di mettere in campo misure antipopolari.
Il problema è che, strutturalmente, gli strumenti di compartecipazione alla spesa sanitaria - una politica fondata unicamente sulla domanda sanitaria - non è in grado di rispondere alle caratteristiche e ai problemi propri del servizio sanitario regionale. Questa manovra, se presentabile, è una manovra accessoria rispetto ad una manovra di programmazione sanitaria (così non è) che pone all'ordine del giorno del Consiglio una serie di problemi sicuramente esistenti, ma non prioritari rispetto alla risoluzione dei problemi della sanità piemontese. La domanda che continuo a rivolgere al Presidente Ghigo e all'Assessore alla Sanità, è qual è la sede e lo strumento con il quale il Consiglio e l'Amministrazione regionale tutta, intendono rispondere ai problemi strutturali della sanità piemontese.
In caso contrario, continuerete ad ostinarvi a fare finte rivoluzioni per strada, burocratico-amministrativa, abbandonando, di fatto, lo strumento della programmazione e costringendovi ad una politica di rattoppi che non porterà nessun risultato significativo e non renderà neppure riconoscibile quel poco di buono che, con le manovre "amministrative" avete tentato di introdurre nella sanità regionale piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi. ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente. Il Presidente Ghigo, che vedo nuovamente assente nell'intervento nella scorsa riunione si è reso protagonista del terzo intervento che colpisce duramente la sanità con una brusca manovra di taglio o di peso sui contribuenti. Atto che, per la terza volta, è stato compiuto con modalità che merita qualche commento.
Il Presidente Ghigo dovrebbe, in quanto Presidente della Giunta ...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Chiezzi. Invito i Consiglieri e gli Assessori a prendere posto e a sedersi. Prego i Consiglieri che sono all'esterno dell'emiciclo, di entrare in aula. Mi pare antipatico dovere chiedere a tutti di abbassare il tono di voce.
Non è possibile che non si possa sentire gli interventi dei colleghi. A chi non interessa l'intervento di un Consigliere, può recarsi all'esterno ma chi sta all'interno dell'emiciclo, deve mantenere un tono accettabile di discussione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, per l'oggetto del richiamo e anche per la conseguenza che ha provocato, cioè quella di aver consentito al Presidente Ghigo di tornare in aula e di essere presente al dibattito.
Stavo dicendo, Presidente Ghigo, che lei, per la terza volta, ha assunto una decisione brusca in tema di sanità. In questi anni, in qualità di Presidente, è stato chiamato, per competenza, a svolgere il lavoro classico del Presidente di una Giunta, ancora di più di una Giunta nominata da se stesso, senza alcun passaggio in Consiglio. Era stato chiamato ad organizzare i lavori della Giunta, a presiederla e, ovviamente, a tener conto dei grossi temi che la politica e la Giunta devono affrontare. In particolare, dei temi che vengono affrontati secondo il rispetto delle leggi (in particolare le leggi di programmazione della sanità che la Regione Piemonte ha approvato) e di seguire, sotto questa forma, in particolare nella sanità e nell'assistenza, un concerto di provvedimenti una verifica delle azioni dei vari assessori, sia nella promozione che nello sviluppo, nel controllo e nella verifica. Lei era chiamato a fare tutto questo.
Se avesse svolto bene il suo lavoro, Presidente Ghigo, si sarebbe accorto per tempo, già anni fa, che la sanità stava assumendo una configurazione di spesa non controllata, con sprechi ed inefficienze ed avrebbe richiamato, per tempo, l'Assessore D'Ambrosio e poi tutti noi all'attenzione sul tema della spesa sanitaria, sulla sua efficienza, sulle liste d'attesa e sulla mobilità passiva.
Avrebbe accelerato al massimo l'individuazione di una strategia per affrontare l'erogazione dei servizi per la salute e la compatibilità o la ricerca delle risorse necessarie ad ottenere questo obiettivo, accelerando l'approvazione del Piano sanitario, anzi, del Piano socio sanitario. Piano che, forse, avrebbe dovuto premere presso i due Assessori, affinch insieme, elaborassero l'uno e l'altro. Le risorse dell'uno possono essere risorse interessate, in forma di risparmio, a risorse dell'altro.
Se avesse fatto tutto questo, avremmo acceso per tempo i mutui, avremmo organizzato una vera e propria riforma del servizio sanitario, tagliando quel che bisognava tagliare ed evitando duplicazioni costose come quelle ricordate dal Consigliere Saitta.
Lei non ha fatto questa alta sovrintendenza politica agli affari che trattavano i suoi Assessori e adesso, di punto in bianco, accanto alla delibera del 7 gennaio, senza probabilmente dirlo neppure a tutti i componenti della sua maggioranza e scavalcando gli Assessore, ha avocato di fatto a sé, dal punto di vista politico, l'improvvisa scelta di imporre ai cittadini i ticket nel momento in cui questi si ammalano. E' una bella scelta, Presidente.
Questa scelta ha due aspetti entrambi negativi. Lei, invece di fare il grande Presidente Ghigo di una grande Giunta e portatore di una grande politica, si rende conto che si è ridotto all'oscuro ruolo di Commissario alla sanità? Lei ha svolto un'azione tipica di un Commissario ad acta, di un tecnico nominato dal Ministero, in una situazione politicamente inespricabile, a commissariare un'Amministrazione. Lei, senza parlare con nessuno, dopo un bel po' di anni in cui doveva dirigere tutto, un mattino si sveglia e dice: "Nel momento in cui i cittadini sono più deboli colpiamoli. Chiedono la medicina? Se la paghino".
Ha ragione il Consigliere Palma quando dice, con la sua visione del mondo e della pubblica amministrazione, che è un po' difficile raggiungere risultati con colpi di mano o di frusta (come quelli dell'improvvisa emissione di ticket), nel settore della sanità, mentre invece deve essere affrontata con una visione organica di tutti i complessi problemi che hanno una sedimentazione di inefficienza che può essere modificata solo con una visione ed un progetto organico. Se tutto questo viene detto dal collega Palma, che non penso sia innamorato del metodo della programmazione in ogni settore, bisogna credere, Presidente, che questa legge sulla programmazione sanitaria sia una legge senza la quale politica sanitaria non si fa.
Lei, Presidente, proprio nel momento in cui i cittadini sono più deboli, più indifesi, in difficoltà ed incapaci di difendersi perch malati, decide di risanare la sanità in questo modo. Ma tutto questo non succederà - e lo hanno già dichiarato altri colleghi. L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha elaborato studi ed ha illustrato, in testi molto convincenti, come l'introduzione di ticket aumenterà la spesa sanitaria nel breve-medio periodo, perché porterà, inevitabilmente, l'impossibilità di spesa, da parte delle classi meno abbienti, con tentativi di risparmiare, di pensare di non essere malati e a credere che il proprio corpo reagirà naturalmente all'attacco della malattia, cioè a ritardare le cure. Il ritardo di una cura, in una statistica percentuale che veda gran parte della popolazione ai minimi redditi risparmiare, comporterà un aggravio perché si ammaleranno di più e quindi occorreranno ricoveri dove bastavano medicine, occorreranno ricoveri più lunghi dove bastavano ricoveri brevi.
Contro tutto questo ci siamo opposti, insieme a tanti colleghi, facendo anche ricorso al TAR. Anche componenti del CORESA hanno protestato giustamente, perché sono stati scavalcati.
Quindi, caro Presidente Ghigo, questo è un altro atto che denota insufficienza politica e una qualche disperazione che - spero - i cittadini piemontese se ne ricorderanno.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

I ticket non sono una novità di questa Giunta, esistevano già da tempo c'eravamo tutti abituati, non scandalizzavano più nessuno; dopodiché vi è stata un'iniziativa del Governo nazionale, del precedente Governo di centrosinistra, che ne ha deciso l'abolizione, direi prendendo tutti alla sprovvista. Tale decisione è stata presa - scusatemi se lo faccio notare per una scelta puramente demagogica, a livello di campagna elettorale.
La decisione risale, infatti, a qualche mese prima la scadenza del mandato di Governo e a qualche mese prima le elezioni politiche.
I ticket avevano due funzioni, a livello finanziario: da una parte permettevano di incassare, per quanto riguarda la sanità pubblica, delle somme cospicue, dall'altra avevano un effetto calmieratore sui consumi perché servivano a ricordare che le medicine costano.
In effetti, subito dopo l'eliminazione dei ticket dalla sanità nazionale, ha incominciato a svilupparsi il fenomeno di aumento del consumo di medicinali.
Nel 2001, rispetto al 2000, a livello nazionale è stato registrato un aumento del 32,6% nei quantitativi dei medicinali (peraltro nella nostra Regione contenuto nel 26,7%) che è una cifra decisamente cospicua.
Nell'anno in corso si stava nuovamente verificando lo stesso fenomeno.
Oltretutto, proprio per il fatto che si ventilava la reintroduzione dei ticket, vi sono stati anche dei fenomeni, da parte di certi cittadini, di accapparamento di medicinali, cioè di acquisto di medicinali per fare scorta, senza pensare che i medicinali, avendo una scadenza relativamente ristretta, si rischiava di doverli poi buttare.
Sotto questo punto di vista la reintroduzione dei ticket risultava senz'altro utile, se non addirittura necessaria, nel panorama della spesa sanitaria. Quello che abbiamo contestato alla Giunta è una questione, non tanto specifica su questa reintroduzione, ma più generale su quello che riguarda l'amministrazione della sanità pubblica. Infatti, se ci ricordiamo bene, a inizio anno è stata aumentata l'addizionale IRPEF per coprire il deficit della sanità piemontese dell'anno 2001, ma in quell'occasione era stato detto che non sarebbero stati reintrodotti i ticket. Oggi, invece, a distanza di pochi mesi ci ritroviamo con i ticket reintrodotti. Forse giustamente, ma a livello di promesse (promesse non mantenute) tutto ci non ci è piaciuto.
Ci sono poi altri questioni più generali, a livello di sanità piemontese, che non ci piacciono: è stato presentato un piano sanitario pieno di buone intenzioni e buoni principi, ma che non conteneva i risultati del piano stesso, cioè non riuscivamo a sapere che fine avrebbero fatto i nostri ospedali: cioè quali sarebbero stati mantenuti agli attuali livelli, quali sarebbero stati ristrutturati o modificati, o quali tagli sarebbero stati effettuati.
Da tempo, ormai, chiediamo di tagliare gli sprechi; da tempo chiediamo che venga eseguito un accorpamento funzionale delle aziende sanitarie locali e delle aziende sanitarie ospedaliere in modo da ridurre in modo significativo il numero di queste aziende.
Ricordiamo che abbiamo le aziende, forse, più piccole d'Italia rispetto ad altre regioni. Faccio un esempio, in Lombardia, le aziende sanitarie hanno normalmente bacini di oltre 500 mila abitanti. Noi abbiamo l'azienda sanitaria di Mondovì che ha un bacino di 87 mila abitanti.
Quindi, se suddividiamo i costi del direttore generale, del direttore sanitario, del direttore amministrativo, nonché le varie segreterie, uffici e altro, su 87 mila abitanti abbiamo un'incidenza di spese amministrative e dirigenziali decisamente alta rispetto a quella che potrebbe essere.
Poi, chiediamo la razionalizzazione degli acquisti, l'ottimizzazione di risorse e strutture, soprattutto chiediamo più controlli sui direttori generali. Oggi, invece, vediamo che tutti i direttori generali, anche quelli che hanno contribuito alla formazione del deficit dello scorso anno sono stati riconfermati diventando commissari di se stessi.
Le nostre critiche sono dirette su tutta questa serie di fatti e il nostro invito alla Giunta è di dare il via ad una serie di provvedimenti di carattere strutturale, in modo, finalmente, di permettere alla sanità piemontese di funzionare nel modo migliore, in modo da offrire ai cittadini i servizi nel modo più efficiente possibile, ma contemporaneamente cercando di ridurre drasticamente i deficit che si sono verificati per arrivare al tanto sospirato pareggio dei conti, ma - lo ripeto - senza gravare ulteriormente sulle tasche dei cittadini, bensì amministrando in modo saggio e pragmatico quella che è la nostra sanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Signor Presidente e colleghi, il nostro Gruppo, insieme agli amici del CCD e di Insieme per il Piemonte ha presentato un ordine del giorno che riassume sinteticamente, ma credo con efficacia, la nostra posizione.
Noi da tempo chiediamo sulla sanità una valutazione e un progetto complessivo di intervento. Così anche per il Piano sanitario chiediamo l'individuazione, attraverso delle tabelle, dell'accorpamento previsto per le ASL, se si ritiene di intervenire in quel settore, e che comunque il riordino di tutta la materia abbia un quadro d'assieme, un quadro complessivo.
In questo senso, si potranno fare delle economie di risorse e si potranno introdurre livelli di assistenza in linea con quello che è il passato positivo della nostra assistenza sanitaria piemontese.
Gli interventi devono essere diretti a far tornare la sanità piemontese ad un livello di eccellenza, ma anche ad un livello compatibile di spesa.
In quella prospettiva, è necessario il miglior utilizzo dei presidi ospedalieri, il miglioramento della sanità di base - ed è la prima risposta ai cittadini - l'accorpamento funzionale delle ASL, la valutazione se e in quale misura si possa alienare il patrimonio immobiliare disponibile che possa portare, a fronte di nessun reddito o di costi di gestione, ad un alleggerimento della situazione economica, nella razionalizzazione doverosa degli acquisti. Nell'ottimizzazione delle risorse e delle strutture noi non siamo pregiudizialmente contrari all'introduzione di manovre che possano aumentare l'entrata delle risorse finanziarie della sanità; vogliamo che ci sia questa valutazione complessiva.
Chiediamo peraltro che ci sia un'attenzione significativa di esenzione per i farmaci necessari per patologie specifiche ai cittadini meno abbienti. Mi ero permesso, non perché questo possa appesantire o alleggerire le risorse che dobbiamo impegnare per la sanità, un'attenzione di esenzione per chi è stato colpito negli anni passati dal terrorismo e per le loro famiglie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, credo che, in relazione all'iniquità di questa manovra, molto già abbiano detto i colleghi dell'opposizione che mi hanno preceduto.
Assessore, mi rivolgo in particolare a lei, mi vorrei soffermare su un aspetto assolutamente delicato che riguarda la modalità con la quale il governo della Regione si rapporta con la gestione della cosa pubblica.
Più volte lo abbiamo sottolineato per quanto concerne i regolamenti penso alla dialettica interna al Consiglio sulla necessità di rispettare alcune regole.
Oggi, nell'assumere questo provvedimento voi ne avete violato la più elementare delle norme. Come è noto, con la legge regionale 13 marzo 1985 che ha modificato la legge regionale 25 ottobre 1996, n. 78, si sono fissate le norme entro le quali occorreva collocare l'acquisizione del parere obbligatorio del CORESA.
Assessore, il CORESA è un organismo di vigilanza e di controllo di nomina elettiva, per la quale l'assemblea elettiva ha espresso anche i propri rappresentanti. Lei ha omesso - ahimé - di rispettare il comma c) dell'articolo 2 di quella legge, che testualmente recita: "Il CORESA è sentito obbligatoriamente in ordine ai criteri per la ripartizione dei finanziamenti con il Piano socio-sanitario sia per quanto riguarda la spesa corrente sia per quanto attiene agli investimenti e alla definizione annuale delle tariffe, delle prestazioni erogate dalle aziende sanitarie e dalle istituzioni sanitarie pubbliche e private.
Non ci convince, Assessore, quando lei sostiene che un conto sono i ticket e un conto sono le tariffe, perché entrambi rappresentano forme di compartecipazione alla spesa richiesta agli utenti.
Piaccia o no, è così. Da qui, la necessità di acquisire obbligatoriamente questo parere.
Presidente Ghigo - lo ha visto in altre vicende - non abbiamo subito impugnato questo vizio procedurale nei confronti del TAR, mentre altre forze politiche lo hanno fatto. Devo dire che se ce lo avessero chiesto l'avremmo sottoscritto anche noi. Ancora una volta, però, abbiamo fatto una scelta coraggiosa, quella della via istituzionale, segnalando alla sua attenzione, con una lettera, questo vizio procedurale che investe una questione di democrazia sostanziale. Una volta dettate le norme e fissate dalle leggi le procedure, voi, in un delirio di onnipotenza, avete violato ed omesso un atto che doveva essere compiuto.
In questi giorni, stanno pervenendo ai Gruppi consiliari, proprio da quella assise, le segnalazioni di chi - ahimè - si è reso conto, in quanto facente parte di quell'organo di vigilanza e di controllo, di non essere stato consultato in relazione ad un atto così delicato.
Riteniamo, quindi, che questo atto sia viziato di procedura e ha un grave vizio di procedura. Devo dire che siete caduti in un delirio di onnipotenza, operando e non rispettando le regole. Per questo, Presidente Ghigo, le chiediamo di dare risposta alla richiesta che abbiamo formulato come Consiglieri e di prestare attenzione all'ordine del giorno che abbiamo depositato, segnalando questo vizio procedurale. Le regole sono una garanzia per tutti e credo che a nessuno è dato di non rispettarle soprattutto in virtù delle leggi esistenti



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Le dichiarazioni fatte ieri dal Presidente del Consiglio contro la libertà di informazione costituiscono, per molti di noi, fatti di una gravità tale da imporci il dovere politico e morale di una protesta anche in questa sede. Per questa ragione, dedico un minuto del mio intervento a un silenzio di protesta per i fatti che sono capitati ieri e che mettono in discussione un bene prezioso come la libertà dell'informazione.



(I Consiglieri di opposizione, in piedi osservano un minuto di silenzio)



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, la invito a riprendere il suo intervento.



MARCENARO Pietro

Abbiamo scelto questo modo, rispettoso di questa istituzione, per manifestare un'opinione.
Dico poche cose nel merito, perché molte sono state dette dalla Consigliera Manica sulla legittimità del provvedimento che avete preso.
Presidente Ghigo, le espongo dei dati, sul quale, fra l'altro, le chiedo una conferma ufficiale. A noi risulta che, dal 1997 al 2000, le persone impiegate nella sanità piemontese sono cresciute di oltre 7.500 unità al netto turn-over; una crescita degli organici al di sopra del 16% e che, in questo quadro, si è avuta una crescita di oltre il 21%-22% del personale amministrativo, non dei medici o degli infermieri, ma del personale amministrativo della sanità piemontese.
Le chiedo di avere, oggi pomeriggio, in Commissione, i dati che confermano o smentiscono se questi elementi corrispondono effettivamente a verità.
Dico questo perché non vi è una decisione di mettere mano a scelte di programmazione, ma vi è una continua riproposizione di scelte tanto contraddittorie quanto prive di qualsiasi prospettiva politica e programmatica, che non solo costerà ai cittadini piemontesi, ma, come oramai è stato ampiamente dimostrato nel corso di tutti questi anni, non riuscirà neanche in minima parte a risolvere il problema di fondo che abbiamo di fronte.
Questo è il punto essenziale: la vostra incapacità di programmare, cioè di scegliere e di assumersi le responsabilità, che bloccano ancora la possibilità di una svolta positiva. Riproponete la stessa questione anche in questo stesso provvedimento su una serie di terreni. Penso, in primo luogo, ai livelli essenziali di assistenza e al modo in cui li avete affrontati.
Oggi pomeriggio, continueremo la discussione in I Commissione su questo punto, in modo da arrivare a delle determinazioni che consentano a questo Consiglio regionale e a questa Regione di affrontare un problema che fino ad oggi vi siete dimostrati incapaci di affrontata, e che non c'è nessuna ragione per ipotizzare che possa essere affrontata con le misure che avete preso.
Tutto questo avviene in un quadro di una crisi politica evidente della Giunta, di una insofferenza ormai del Presidente nei confronti dell'Assessore alla sanità, che in ogni momento e ogni occasione si manifesta; però, nelle capacità di prospettare un nuovo assetto costituisce un ulteriore elemento di aggravamento della situazione ed introduce un clima di irresponsabilità, del quale, a mio parere, questa maggioranza porta intera la responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Ho sentito l'intervento del collega che mi ha preceduto di accusa nei confronti della Giunta.
Da quando è stata istituita la Commissione d'inchiesta speciale sulla sanità, non si può dire che il comportamento di colui che la presiede sia così corretto nei confronti degli altri membri della Commissione, tant'è che le sue esternazioni, nonostante un Presidente non abbia rilevanza esterna - so questa cosa in quanto sono anch'io Presidente di una Commissione normale - ha provveduto, invece, a dare grande rilevanza a tutti i lavori interni ed esterni della Commissione. Questo non è dimostrazione di grande correttezza e coerenza. In particolare, vorrei sollevare alcune questioni riportate con grande enfasi dai giornali, ad esempio che stessi prodotti (farmaci, parafarmaci e servizi) siano venduti alle diverse ASL od ASO con prezzi molto diversi e per quantitativi altrettanto variabili.
Il Consigliere Saitta dice che è inspiegabile come la stessa ditta possa vendere lo stesso prodotto ad enti pubblici con simili variazioni di prezzo, ma, addirittura, lo stesso Consigliere Saitta ha presentato ai componenti della Commissione d'inchiesta un cd-rom in cui sono raccolti ben 9 mila contratti per le forniture di beni sanitari attualmente in vigore.
Facciamo anche un esempio: un gel per ultrasuoni da 250 ml. venduti a 0,96 euro ad una ASL, e a 0,47 ad un'altra ASL. Questo è un esempio tra i tanti.
A prima vista potrebbe sembrare un fatto scandaloso per incapacità amministrativa, ma non si vuole vedere quello che a monte condiziona questo risultato: ogni ASL ha consumi per stesso prodotto molto diversi, e realtà di pagamento altrettanto differenti. Facciamo un esempio: se la ASL X consuma 100 confezioni di un prodotto e paga a 180 giorni spuntando un prezzo di 5 Euro, è evidente che se un'altra ASL Y consuma 1000 confezioni di quel prodotto e paga a 600 giorni, può spuntare un prezzo anche superiore, perché si possono anche comprare più confezioni di un prodotto ma se paga a 600 giorni, cioè tre o quattro volte dopo rispetto all'altra ASL, è ovvio che dovrò anche pagare un prezzo più alto. Non c'é nulla di scandaloso, in quanto il fornitore si trova a dover incassare in tempi completamente diversi, con esposizioni bancarie sovente insostenibili quanto dovuto. Ricordiamoci che i fornitori non sono tutti multinazionali con solidità economiche e finanziarie enormi, ma il più delle volte, specie per prodotti del parafarmaco, sono anche rivenditori, e sono figure imprenditoriali deboli, per i quali il ritardo dei pagamenti può costituire una sofferenza gestionale e sovente morte aziendale e professionale. Il vero scandalo è un altro, che invece il Consigliere Saitta non vuole fare emergere: è che le ASL per legge nazionale dovrebbero pagare i fornitori entro 90 giorni, e questo di fatto non avviene mai. Ma per quale motivo da sempre succede questo? Anzi, vorrei dire una cosa: andatevi a vedere i capitolati d'epoca, cioè quando la gestione delle Giunte era democristiana e di centro sinistra, e in cui era presente, anche con ruoli di responsabilità, il partito del Consigliere Saitta. Questo fenomeno era ancora più accentuato, e con risultati devastanti. Quindi, Consigliere Saitta, prima di fare queste esternazioni senza entrare nella logica completa del problema, è bene che vada vedere cosa succedeva quando le ASL erano interamente governate da altri personaggi. Tra l'altro, è necessario evidenziare il fatto che da sempre, e quindi già in epoca democristiano socialista, l'Osservatorio prezzi regionali, benché con un numero di personale notevole non ha mai prodotto un risultato efficiente. Perch allora il Consigliere Saitta non si alzava con il suo dito accusatorio contro quelle Giunte, di cui faceva anche parte, ed oggi che invece al governo regionale c'é la Casa delle Libertà, tutto è scandaloso? Ricordatevi questo: la responsabilità dell'inefficienza di queste strutture parlo dell'Osservatorio prezzi - ha radici lontane e responsabilità ben identificabili, e non sono sicuramente nella Lega e neanche nella Casa delle Libertà. Se poi vogliamo parlare di consulenze, effettivamente qui abbiamo una posizione chiara, noi della Lega. Diciamo che sono state date effettivamente troppe consulenze. Chiediamo che la Giunta faccia un serio controllo delle stesse, e cerchi di fare il possibile per ridurle e ridimensionarle. Anche perché riteniamo che nel personale delle ASL vi siano le figure tecniche e professionali in grado di sopperire i consulenti esterni. Poi parliamo dell'attacco alla sottostima dell'importo dei lavori di edilizia sanitaria. Nuovamente le parole di Saitta: "c'é una sottostima dell'importo dei lavori, a fronte di lavori in corso giudicati per complessivi X milioni di euro, le perizie sono aumentate di X milioni di euro". Ricordiamoci che questi fatti nulla spostano sulle capacità di progettualità e controllo della Giunta e degli Assessori competenti, perch storicamente, almeno dagli anni '80, il Piemonte non ha mai ricevuto adeguati trasferimenti in conto capitale per l'edilizia sanitaria. E questo è addebitabile alle responsabilità delle Giunte di centrosinistra. Ricordo ancora che allora decidevano altre persone. Da allora le cose non sono cambiate di molto relativamente all'edilizia sanitaria ed è comprensibile che ogni onesto tentativo di cambiare questo assetto, comporta il rischio di sforare nella spesa. Il vero problema è che rispetto al budget della spesa sanitaria della Regione Piemonte, la quota riservata all'edilizia sanitaria è inadeguata. Sforare nell'interesse della collettività non è un delitto politico, può essere una necessità per compiere un salto di qualità, per l'umanizzazione delle strutture sanitarie piemontesi. Nessuno deve permettersi di cavalcare in modo demagogico questo problema, perché i mali originari hanno radici che non partono dal centrodestra. Anche in questa circostanza si vuole ingigantire la realtà, senza tenere conto della complessità della gestione di questo settore tecnologico e in rapida evoluzione. Per quanto riguarda le cessioni immobiliari, noi siamo d'accordo sul fatto che occorre alienare questo patrimonio, ma stiamo molto attenti a come lo alieniamo, perché, Assessore, da voci serie risulta anche che vi siano delle aziende che affittano beni - tra cui cascine e terreni a cifre assolutamente fuori mercato. Sia fatto un bel controllo sui valori di mercato di questi beni. Parliamo ora dell'Osservatorio regionale prezzi; questo strumento merita una riflessione più particolareggiata, onde evitare equivoci. L'Assessore D'Ambrosio è consapevole della diversificazione dei prezzi che vengono praticati dalle ASL. Infatti punta sul fatto che la Regione stia istituendo un portale Internet, con tutti i contratti di fornitura stipulati dalle ASL e messi in rete. Conferma che i risultati si sono già visti nel 2001, ma stiamo attenti! E' vero che si sono spesi circa 46 milioni di euro in meno rispetto all'anno precedente ma non dimentichiamoci che proprio in questo periodo sono crollati in genere i prezzi dei farmaci, proprio per una riduzione a livello europeo degli stessi. Sicuramente è una cosa utile il portale, perché di fatto mette concorrenza tra le ditte che partecipano agli appalti, ma riteniamo che sarebbe molto più utile istituire un vero e proprio sportello unico dei farmaci, dove la Regione compra non 1000 pezzi del tale antibiotico, ma 100 mila pezzi; e ovviamente può strappare un prezzo nettamente inferiore a quello che potrebbe strappare la singola ASL o ASO. Quindi, è anche un invito ad andare in questo senso. Un passaggio veloce sui servizi veterinari; è sicuramente un settore da rivedere, perché - dobbiamo essere seri - l'incidenza sulla spesa sanitaria regionale è molto elevata.
Il fenomeno "mucca pazza" e lo scandalo dell'uso di ormoni cancerogeni nei bovini da carne sono l'esempio che serva a dimostrare come la rete di sorveglianza veterinaria si sia dimostrata non perfettamente funzionante sulla vigilanza e sulla prevenzione. Il servizio veterinario nazionale, e quindi regionale, è il più numeroso in termini di personale in Europa.
Quindi, noi chiediamo una doverosa ristrutturazione per valutare una nuova efficienza in termini di costi-benefici. E questo potrebbe inserito anche nel nuovo piano socio-sanitario regionale. Chiediamo anche un controllo diretto dell'Assessorato su alcuni capitolati d'appalto che vengono fatti da parte delle aziende sanitarie, perché sappiamo d'imprese locali serie, credibili, che hanno lavorato a livello internazionale, che sono state cassate dalle gare d'appalto solo perché non avevano alle spalle un patrimonio e un capitale tale da garantire alcune richieste del capitolato. A noi non sembra giusto, non è corretto che obbligatoriamente le imprese che vogliono lavorare con le ASL, debbano essere legate a delle multinazionali. Noi crediamo invece molto nelle nostre imprese. Caro Assessore, io so che lei ha lavorato e sta facendo il possibile per rilanciare il servizio sanitario in questa Regione. Però questo non lo si fa a pezzi, non lo si fa aumentando l'IRPEF o mettendo i ticket. Non è che siamo contrari ai ticket; abbiamo visto anche noi la gente che ha fatto la corsa a prendere le medicine gratis, la gente che per non fare la coda va al Pronto Soccorso. E' giusto, ma tutto questo deve essere inserito in un piano sanitario generale, di cui abbiamo parlato tante volte. E non è la Lega che ha cercato di bloccarlo, perché a ottobre aveva dato parere favorevole alle sue proposte. Qualcun altro lo ha bloccato! Ed è lì che lei, Assessore, deve intervenire. Noi chiediamo che i bilanci delle ASL e delle ASO vadano presentati alla Giunta preventivamente, come avviene in Lombardia; chiediamo d'istituire il comitato di gestione snello e tecnico di supporto ai Direttori generali, perché questi non possono essere i padroni dell'azienda sanitaria. Vogliamo che il piano sanitario sia dettagliato e vogliamo che i Direttori generali che hanno sforato rispetto alle regole siano allontanati.
Questo chiediamo, caro Assessore, e siamo convinti che nelle risposte che lei ci darà ci saranno anche le risposte alle nostre richieste.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea. Ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Di sanità abbiamo discusso molto a lungo in questo Consiglio. Non casualmente uno dei problemi più grossi su cui la Regione ha competenza ed è sicuramente il più grosso problema che la Regione affronta.
Tuttavia stamattina non volevo parlare per l'ennesima volta della sanità, bensì del provvedimento specifico adottato, che è quello sui ticket. Credo che vada analizzato in sé e che non si possa continuare a parlare del generale per dire: "Essendoci questa situazione generale dobbiamo assumere dei provvedimenti e quindi dobbiamo in qualche modo affrontare il problema, risolverlo, risanarlo".
Io parlo dei ticket, perché? Perché i ticket in questo provvedimento così come i ticket che già c'erano, sono in una misura inaccettabile e perché colpiscono persone che hanno bisogno di curarsi e le fanno pagare.
Tra l'altro, la forma del provvedimento è particolarmente odiosa; ho ricevuto parecchie telefonate di gente che ha dovuto pagare improvvisamente 4 Euro (che è già una bella cifra), a volte il costo stesso del medicinale.
Questo provvedimento è particolarmente odioso perché colpisce delle persone che non possono fare a meno del medicinale. E credo che bisognerebbe finirla di considerare i malati dei tossici da medicina, come qui viene sistematicamente fatto per giustificare questo provvedimento. Io credo che non ci sia nessuno che si diverte a consumare medicine, così come non c'è nessuno che va a passare le sue serate o le nottate al Pronto Soccorso per divertimento: chi ci va è perché ritiene di averne bisogno e non ha un altro strumento per valutare se effettivamente il Pronto Soccorso è il posto dove deve andare; in ogni caso, chi va al Pronto Soccorso ha bisogno di andarci o di portare un figlio, non è in grado di sapere se la cosa per cui si reca lì è grave o meno, non è in grado di fare delle diagnosi e non trova nel territorio qualcuno che gli dica cosa fare e quindi va al Pronto Soccorso. E il problema non si risolve facendo pagare questo servizio.
Così come sul medicinale - ripeto - non è accettabile far pagare i malati e non è accettabile, per di più, insultarli dicendogli che loro sono della gente che abusa dei medicinali. Ciò per due motivi: primo, io sono uno che non abusa assolutamente di medicinali, le poche volte che ne ho fatto uso sono dovuto andare da un medico e farmi prescrivere una ricetta quindi lui mi ha detto il medicinale che mi serviva e me l'ha prescritto non me lo sono mai prescritto da solo (e allora si intervenga su come vengono dati questi medicinali, su chi decide, su come funziona il servizio, ma non si penalizzino coloro cui servono queste medicine) secondo, si parla di abuso dei farmaci e io immaginavo che i Consiglieri regionali, insieme al provvedimento, avrebbero fornito del materiale che dimostrava non che c'è stata una maggiore spesa sanitaria, ma che c'è stato un maggior consumo di farmaci, in quanto si tratta di due cose diverse. Il consumo dei farmaci e la spesa sono due cose diverse, perché se si ha in un anno un aumento medio del 15% del costo, ebbene non si ha un aumento del consumo, ma un aumento del costo e quell'aumento del costo deciso dalle case farmaceutiche (adesso è stato adottato un provvedimento che frena queste cose) viene scaricato sul malato. Io mi sono stupito di non aver avuto dei dati che dimostrassero la tesi che viene sostenuta circa il fatto che ci troviamo di fronte a un aumento del consumo dei farmaci; ho chiesto dei dati, ma i dati non esistono ed è inaccettabile che venga assunto un provvedimento senza avere dei dati, senza dire quant'è l'incidenza dell'aumento del costo, quant'è l'incidenza magari del nuovo tipo di medicine che costano di più, quant'è l'incidenza dei provvedimenti adottati, provvedimenti giusti e che estendono il numero di farmaci che vengono forniti dal Servizio Sanitario.
L'anno scorso, giustamente, ai malati di Alzheimer è stata data la possibilità di non pagare più il medicinale, ma di averlo fornito dal Servizio Sanitario; ebbene, sicuramente questa cosa ha determinato un aumento di spesa, non c'è dubbio. Purtroppo non sono pochi coloro che sono malati di Alzheimer e che sono andati a ricorrere a dei medicinali anche cari, e questa è una parte dell'aumento dei costi che facciamo pagare agli altri malati, non la facciamo pagare alla collettività, come dovrebbe essere, alle spese pubbliche nel loro insieme, riducendo magari le spese militari e l'invio di truppe in Afghanistan o altrove, facendo delle scelte di bilancio. In sostanza, da una parte diamo ai malati di Alzheimer questa possibilità giusta, dall'altra la facciamo pagare agli altri malati introducendo il ticket.
Ripeto, io ritengo totalmente inconcepibile e inaccettabile un provvedimento di questo genere: va respinto. I problemi di abuso che ci potrebbero essere devono essere dimostrati e, in ogni caso, si devono risolvere in un altro modo, perché non si può far pagare a tutti in modo indiscriminato il fatto che qualche dottore, per comodità, non guarda e non sa neanche chi è il malato che va nel suo studio e gli prescrive le ricette. Di conseguenza, credo che un provvedimento di questo genere non possa essere accettato e debba essere ritirato.
Infine, chi l'ha detto che la spesa per farmaci deve essere il 13 della spesa complessiva? Si tratta di un'analisi puramente finanziaria, che non ha a che fare con i problemi della salute e non tiene conto del fatto che la popolazione invecchia. Le persone, invecchiando, diventano più fragili e aumenta il numero di coloro che hanno bisogno di ricorrere ai farmaci, oltre che al sistema sanitario in generale, quindi magari il 13% è un tetto da toccare. Così pure la spesa sanitaria complessiva che viene fatta in Italia è indegna rispetto all'Europa perché è nettamente al di sotto.
Allora credo che dovrebbero essere attuate delle misure di razionalità e di efficienza, ma se non vengono attuate non devono certo essere fatte pagare ai malati. Se lei, Assessore, non è in grado di intervenire e razionalizzare il Settore di cui è responsabile, non è in grado di eliminarne gli sprechi, si dimetta, non introduca ticket, si dimetta perché non è in grado di fare quello per cui occupa il posto da sette anni ma non faccia pagare ad altri responsabilità di incapacità di gestione che sono sue. E questa è la prima questione, rispetto alla quale noi siamo molto determinati, che vale per lei, ma vale anche per la Giunta, in quanto il nostro non è un attacco personale, ma riguarda la Giunta nel suo insieme, perché credo che bisogna assumersi le responsabilità e non scaricarle sui deboli.
In secondo luogo, ritengo che, oltre ai problemi di inefficacia, di inefficienza e di gestione che non funziona, ci sia un problema di spesa sanitaria complessivamente sottostimata rispetto ai problemi di salute dei cittadini. Ebbene, su quello la Giunta non faccia la voce grossa con i cittadini, la faccia col Governo, chiedendo di avere più spese. Insieme alle altre Giunte, quando vi riunite tutti gli Assessori, quando fate queste Conferenze dei Presidenti delle Regioni e così via, guardate anche ai problemi della gente e - ripeto - non fate la voce grossa e la mano ferma verso i più deboli, tacendo nei confronti del Governo: fatevi sentire anche dal Governo. Magari la popolazione vi capirebbe di più e vi sosterrebbe anche, se adottaste atteggiamenti di questo genere.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Godio; ne ha facoltà.



GODIO Gianluca

Grazie, Presidente e colleghi. Credo che abbiamo tutti in mente una sanità sicuramente diversa, che tutti vorremmo avere più servizi e maggiore efficienza degli stessi; soprattutto vorremmo vedere le liste d'attesa azzerate.
Insomma, vorremmo tutti una sanità migliore.
Vorrei far notare, colleghi dell'opposizione, che nemmeno noi siamo così felici ad intraprendere provvedimenti certamente impopolari, come quello del ticket.
Sicuramente andremo a penalizzare tutti i cittadini piemontesi, ma purtroppo viviamo sulla terra e pertanto dobbiamo renderci conto che una serie di condizioni ci portano ad introdurre dei provvedimenti inevitabili.
Ritengo che non sia più possibile concedere gratis tutto a tutti.
Questo provvedimento non è finalizzato ad aumentare la tassazione, ma ha principalmente lo scopo di limitare comportamenti impropri e abusi nei consumi sanitari.
E' la linea della razionalizzazione della spesa, quella perseguita dall'Assessorato in questi anni, ed è quella che ha consentito di passare da un disavanzo incontrollato dei 1200 miliardi del 2000, ad una sostanziale situazione di pareggio nel bilancio del 2002.
Così come sono consapevole, e penso che tutti i Consiglieri di maggioranza lo siano, che non ci sono 25 miliardi di attivo, ma piuttosto un piccolo polmone di risorse disponibili per poter affrontare i problemi che potrebbero emergere.
Siamo consapevoli del fatto che dobbiamo approvare in tempi brevi il Piano sanitario, perché questo è fondamentale per rendere stabili i risultati finanziari che andremo a raggiungere. Nel frattempo è importante e fondamentale monitorare trimestralmente la situazione delle Aziende sanitarie.
Mi sento, pertanto, come credo tutto il Gruppo e tutta la maggioranza di confermare la fiducia completa sull'operato dell'Assessore D'Ambrosio e naturalmente sull'operato della Giunta Ghigo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei. Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, credo - e mi rivolgo a lei perché in modo transeunte è Presidente di questa assemblea, ma ne porta la responsabilità - che questa liturgia che compiamo, questo rituale, se non lo miglioriamo, se non lo implementiamo come possibilità di generare qualcosa, di essere utile, di servire, rischia di essere una logica del parlarci addosso, non producente.
Il massimo rispetto, ovviamente, all'Assessore che pazientemente sta ascoltando questo dibattito, un dibattito che probabilmente travalica solo la dimensione sanitaria, perché investe la logica con cui si fa bilancio e la logica in cui si programmano le cose.
Presidente, vorrei anche richiamare l'attenzione - dopo che lei avrà finito di sperimentare la pulsantiera - sempre nello spirito di superare questa liturgia, una volta che il Regolamento sarà modificato secondo le sue aspirazioni - supponiamo che venga modificato secondo le sue aspirazioni - sull'opportunità che questa Giunta regionale usi, nei passaggi cruciali, il sistema del disegno di legge per affrontare provvedimenti di grossa portata.
Se oggi c'è una giustificazione rispetto a un Regolamento probabilmente datato, spero che domani questa Giunta e le Giunte future, magari anche di altro segno politico - la verità non sta tutta da una parte e le colpe non stanno tutte dall'altra; nella mia esperienza parlamentare avevo sollevato anche per il centrosinistra l'uso eccessivo della legge delega, quindi è una critica che faccio alla funzionalità del nostro modo di operare - non utilizzino più questi strumenti.
E' già stato detto, e credo ci sia il rischio di ripetersi su molti aspetti, che uno degli elementi fondamentali è che viviamo una situazione di transizione in cui non esiste ancora un federalismo fiscale, in cui non c'è ancora un concetto approfondito dei LEA (i Livelli Essenziali di Assistenza), dei livelli essenziali di salute, della sanità, che è un concetto molto delicato e pericoloso perché potrebbe portare, con la logica di alcuni settori liberisti, ad una situazione per cui anche in campo previdenziale la pensione pubblica è una pensione di base e poi tutto il resto, quello più nobile, lo si conquista con la seconda e terza gamba del sistema previdenziale! A me pare che, utilizzando un sistema di questo genere, si vada a colpire il principio della progressività e quindi della solidarietà, anzi si vada a colpire chi è più colpito, chi è più sfortunato.
Se io sono sano come un pesce, il problema non mi tocca; se sono condizionato da uno stato di salute precario, ne sono investito e ne pago pienamente la dimensione. Questo sistema manca di efficacia.
Questa è una maggioranza che si picca, nei ministri che ha, di destrutturate la pesantezza burocratica o amministrativa di questo Stato.
Ma voi caricate degli oneri gestionali notevoli! Bisognerebbe vedere, per ogni lira o per ogni euro incassato con i ticket, quanto si porta dietro gli effetti indotti di carico burocratico, che non sono quantificabili solo dai tempi della digitazione che comporta o da altri aspetti, ma anche da una serie di elementi indotti perché, per esempio, provoca distrazione di risorse e di attenzione in altri settori, come quello del personale che non può essere accresciuto.
Tra l'altro, sarebbe stato bello se questa fosse stata una modifica strutturale che si compenetra nella cultura dei medici, nella cultura degli utenti che hanno bisogno dei farmaci, e non una soluzione imposta col "bastone" dei ticket.
Per questo motivo si tratta di un'operazione che non è di respiro, che non è strutturale, che tiene il fucile puntato contro una propensione sbagliata, per certi versi, nell'uso dei medicinali, ma che non può essere buttata tra i piedi degli utilizzatori.
Si tratta, quindi, di una manovra che presenta aspetti ridotti e contraddittori.
Si è tentato, a livello nazionale, sia nei Governi di centrosinistra sia nei Governi di centrodestra, di intervenire in questo senso; si pensi all'introduzione della classificazione dei farmaci che, con tutti i suoi limiti, era un meccanismo di questo genere. Il Governo di centrodestra, ma anche quello di centrosinistra, aveva tentato delle compressioni della spesa dei farmaci e l'inserimento dei generici, con una serie di difficoltà sulle quali non mi voglio dilungare.
La Regione Liguria, in questo momento, sta cercando di approfondire il lavoro sulla classificazione dei farmaci; probabilmente non dà un risultato pieno, ma è meno violento nei rapporti di coloro che hanno bisogno.
Va anche detto che, leggendo i giornali del settore, la pubblicistica (che non circola) dei circuiti dell'industria farmaceutica, appare evidente come l'industria farmaceutica non ritenga che questa operazione la possa preoccupare, perché pompa la propria capacità di fare spesa attraverso altri meccanismi, che se non vengono contenuti e controllati - ecco gli interventi strutturali - si fa un'operazione d'offesa per una parte più bisognosa della comunità, senza riuscire ad ottenere molto.
E' paradossale il ticket per il pronto soccorso. Anche qui, chi colpiamo? Colpiamo chi ha risorse finanziarie e può andare al pronto soccorso per un intervento e pagare in tempo reale? Si pone solo il problema: e chi non ha i quattrini? Chi ha reddito più basso sa che di avere quella tagliola. Si colpiscono quelle che sono legittime necessità di intervento, per cui chi ha problemi di salute e non può permettersi di pagare o aspetta il giorno dopo per recarsi dal medico di base, si arrangia, oppure stringe i denti. Con l'inserimento del ticket per il pronto soccorso colpiamo, in modo discriminatorio, coloro che sono a più basso reddito.
L'Assessore è anche un medico: ma chi classifica. Con quale criterio soggettivo un medico interviene nel classificare rigidamente senza badare anche ad un problema di sua sicurezza medico legale? Perché deve negare una prestazione ad una persona che non ha i soldi per pagare? Oppure il medico nei suoi limiti di reddito, fa una selezione e quindi nega la sua prestazione con conseguenze negative per se stesso? Qual è il medico, se responsabile, che si assume questo atto.
E' una situazione in cui ci si avvita, in qualche modo, senza riuscire ad avere un'efficacia.
Pensiamo che anche il medico, ha un'aggiunta di intervento burocratico amministrativo, che gli sottrae tempo da quello che è un intervento invece, medico.
Mi ricordo che in una impresa in cui avevo prestato servizio, i costi erano stati tagliati in modo tale che un ingegnere progettista veniva pagato a peso d'oro per fare fotocopie e tutta una serie di cose che, in precedenza, erano svolte da altro personale. L'azienda ne aveva un danno ma, in termini teorici, gli sembrava di aver tagliato sui costi. In effetti, in una contabilità più sofisticata, l'azienda stessa ne traeva un danno.
Ed è per questo che ritengo sbagliata questa scelta, non la voglio mettere su un piano moralistico, di solidarietà, ma su un fatto di efficacia. Si sta facendo una operazione roboante come impatto, ma che ha forte e basso limite per quello che riguarda la trasformazione della spesa sanitaria.
Per questo invito questo Governo ad un atto di coraggio: ritornare sui suoi passi, oppure apportare delle modifiche così profonde all'impostazione dei ticket. Qualora addivenisse questa mia seconda ipotesi, si stempererebbe molto la dirompente proposta della Giunta Regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino, ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Il dibattito di questi giorni ci fa supporre che, quell'utile di 25 miliardi che l'Assessore D'Ambrosio aveva comunicato esserci in una delle ultime Commissioni Sanità e Bilancio, non c'é. Non c'é quell'utile che presunti tecnici della ragioneria sanitaria, o come si chiamano, avevano attestato. Gli stessi che si qualificano come ispettori e girano sul territorio a fare un po' di terrorismo nel momento in cui concordano i budget chiedendo a personale vario perché si garantiscono così tante visite, perché si continuano a garantire così tante prestazioni. Sono gli stessi tecnici che comunicano un utile di questo tipo.
Nonostante la manovra di contenimento della spesa farmaceutica da parte del Ministro Sirchia, la Regione Piemonte - prima in assoluto fra tutte le Regioni italiane - deve ricorrere a tutte le misure possibili che le leggi vigenti consentono. Dopo le tasse, istituiamo i ticket sul pronto soccorso e sui farmaci. Nel frattempo, abbiamo tagliato 1400 posti letto, nonostante la scienza, l'esperienza e le testimonianze europee, insegnino come non si debba ricorrere ad un allontanamento così precoce del malato dopo un intervento chirurgico; non si debba ricorrere a dismissioni così rapide perché è dimostrato che una scelta del genere provocherà un ulteriore disagio non solo per la persona, ma anche per la spesa sanitaria nella fase successiva.
Una Regione che continua con il blocco delle assunzioni, blocco che non ha riguardato i primari, questi sono cresciuti in modo rilevante; abbiamo primari che hanno di fatto, come organizzazione, se stessi. Ci sono decine di primari che, nel frattempo, sono sorti nei territori, nella ASL, nelle ASO voluti dai Commissari nominati dallo stesso Presidente Ghigo che ha voluto questa manovra. A fronte della necessità di carenza infermieristica, di personale vario (1500 infermieri in meno in questa Regione), continuiamo con il blocco delle assunzioni.
Siamo la Regione che decide di varare il ticket per il pronto soccorso con una cifra che va dai 30 ai 50 Euro e con un meccanismo che imporrà, a chi si presenta al pronto soccorso, di compilare prima della prestazione un modulo e di dichiarare prima che pagherà. Supponendo, ovviamente, che la persona che si rivolge al pronto soccorso stia così bene da non avere assolutamente problemi nel procedere ad una compilazione di moduli e di dichiarazione attestante la sua volontà e la sua disponibilità a pagare.
L'obiettivo della Giunta Ghigo è quello di fare cassa, quindi va bene.
Che cosa vuol dire il ticket per il pronto soccorso? Vuol dire che nel momento in cui una persona, ad esempio un collassato, si presenta in pronto soccorso e ha la necessità di fare una verifica glicemica, questa prestazione fa sì che l'importo passi da 30 al 50 Euro? Probabilmente sì perché viene attivata una visita specialistica Nel momento in cui una persona in difficoltà, un ansioso, si reca al pronto soccorso per qualche goccia di Vallium, trattandosi di una prestazione specialistica aggiuntiva si imporrà il pagamento di 50 Euro.
Ma tutte queste cose sono disciplinate? Sono scritte? Sono chiare ai cittadini piemontesi? Quanto costa questa operazione? I signori che avevano comunicato che c'era un utile di 25 miliardi, sanno dirci quanto costa l'operazione amministrativa giuridica complessiva nell'assegnare i ticket? Con una procedura di questo tipo, tutte le prestazioni diventano di pronto soccorso. Le prestazioni di pronto soccorso per i medici e per il personale paramedico (non è una espressione felice, ma non me ne viene un'altra in questo momento) saranno soggette alla procedura penale. Avremo, di conseguenza, tutta una serie di ricorsi da parte dei cittadini nei confronti dei medici, perché, nel momento in cui compilo il modulo, pago ed ovviamente pretendo che mi venga riconosciuta quella prestazione. Tutto questo, però, viene fatto con il criterio educativo di penalizzare e di dare un segnale culturale alla popolazione piemontese che aveva fatto troppo ricorso al Pronto Soccorso. Certo, perché adesso, quando ci si trova ad uscire con gli amici, una delle domande più frequenti è: "Andiamo al cinema, andiamo al ristorante o andiamo a fare un giro al Pronto Soccorso perché non sappiamo dove andare?" Lo stesso meccanismo vale per i ticket sui farmaci: un'azione fatta per educare la popolazione piemontese, quella stessa popolazione che si è ritrovata già abbondantemente penalizzata e che continuerà ad essere penalizzata perché queste misure, Assessore D'Ambrosio e Presidente Ghigo sono misure che non servono a ricuperare il disavanzo, ma che fanno solo del male ai cittadini piemontesi.
Voi siete protagonisti di queste scelte, scelte assolutamente negative nei confronti della popolazione piemontese, che avete posto in essere per far crescere la domanda all'11% di prestazioni private, portando la spesa del privato, in diciotto mesi, ad aumentare del 35%, perché dovete creare un mercato. Stesso meccanismo effettuato nella Regione Lombardia alcuni anni fa.
Non avete riconosciuto 74 miliardi di ferie straordinarie al personale dipendente, ma in compenso ci sono 75 miliardi di consulenze nella sanità motivate dal fatto che non abbiamo dei buoni professionisti in questa Regione.
E' una manovra sbagliata che non basterà e che servirà solo a fare cassa, a fronte di 11 mila miliardi della sanità e 180 dell'assistenza (oltretutto si tende a scaricare sull'assistenza le spese sanitarie). Tutto ciò avviene nel silenzio totale da parte dell'Assessore alle politiche sociali, che forse dovrebbe agitarsi e pretendere qualcosa in più, dato che la più grossa operazione in ballo è proprio questa. Altro che Cenerentola la prestazione assistenziale in questa Regione diventerà la più povera tra le più povere! Tutto questo è un'operazione fallimentare perché non avete avuto la capacità di scienza e coscienza; non c'é il governo della sanità in questa Regione da molto tempo e il binomio Ghigo-D'Ambrosio ha portato veramente ad uno sfacelo complessivo negli ultimi mesi. Noi continuiamo a dirvi che dovete spostare dall'ospedale centrismo al territorio e che se volete attuare una buona politica sanitaria bisogna moltiplicare i presidi, i poliambulatori, incentivare l'associazionismo tra i medici, mettendoli nella condizione di fare della diagnostica e della specialistica vera potenziando il filtro sul territorio e allettando il carico sociale e ambientale.
L'unico atteggiamento da assumere per ridurre il ricorso all'ospedale se non in fase di acuzie, è contenere le esagerazioni di ospedaletti e ospedalini su tutto il territorio, ma puntare alla tecnologia e all'eccellenza, perché vi è un solo atteggiamento possibile se vogliamo uscire da questa situazione: governare la sanità e investire in sanità.
Investendo in sanità si ha subito un picco di crescita immediato, ma lo si recupera in pochissimo tempo - ed è la scienza che lo dimostra investendo in tecnologia, in professionalità e in ricerca.
Si può fare della buona sanità, ma per riuscirci bisogna avere, secondo il giuramento di Ippocrate, scienza e coscienza. Questa Regione, a proposito della sanità, non ha né l'una né l'altra. Poveri piemontesi.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Di Benedetto; ne ha facoltà.
DI BENEDETTO Alessandro La Giunta del Presidente Ghigo ha sicuramente un merito: con sorprendente puntualità, ha deciso di regalare ai cittadini piemontesi: a Natale l'aumento dell'aliquota IRPEF, a Pasqua i ticket e dal primo maggio i ticket sul pronto soccorso. Tutta questa generosità temo che non sia stata compresa neanche dai cittadini e credo non si possa dargli torto, se si sta alla considerazione dei fatti, fatti dai quali emerge una gestione della politica sanitaria che ha un unico pregio: scontentare tutti. E' una gestione a cui manca una prospettiva ad ampio raggio, frutto solo di scelte improvvisate, assunte al solo scopo di far fronte ad emergenze contabili sulle quale da tempo - da molto tempo - è impegnato l'Assessore D'Ambrosio che, di fatto, ha dichiarato sui giornali: "Non me ne vado perché dopo sette anni e mezzo ho capito come funziona l'Assessorato alla sanità e allora adesso da qui non mi muovo". Peccato che in sette anni e mezzo si sono già fatti troppi danni. Speriamo che negli ultimi tre anni di legislatura non se ne facciano altrettanto, ma il buongiorno si vede dal mattino.
Credo che la gestione della sanità registri uno scarso profitto, se si considera lo scandaloso balletto delle cifre - ricordato anche dai miei colleghi - che a qualcuno ha fatto pensare che si tratti di una gestione degna di dilettanti quasi allo sbaraglio. Non è così, perché l'Assessore è persona stimatissima, ma allora deve spiegare ai piemontesi perché sui numeri del deficit della sanità si è più volte smentito ed è stato costretto a farlo a seguito di precisazioni dei suoi autorevoli colleghi.
Abbiamo sentito l'altro giorno il Presidente Ghigo che borbottava sulla questione dei 25 miliardi di avanzo dichiarati dall'Assessore in Commissione.
Delle due l'una: o l'Assessore non è in grado di fare stime attendibili, o vuole che i piemontesi non conoscano lo stato del disavanzo della sanità, dopo sette anni di sua gestione. Ma non è solo una questione di numeri, anche se questi giustificherebbero l'inevitabilità di alcuni provvedimenti. Si tratta, purtroppo, di qualcosa di ben più preoccupante: abbiamo a che fare con scelte di governo gravi, che vengono smentite nei fatti. Gli slogan della maggioranza elettorale del centrodestra hanno illuso i piemontesi che sarebbero diminuite le tasse e che si sarebbe ridotta la pressione fiscale senza rinunciare ad una maggiore efficienza e qualità dei servizi. Oggi la realtà è che la sanità piemontese sta attraversando una crisi senza precedenti e, quel che è peggio, il conto di questa situazione lo si fa pagare ai cittadini. Non solo si predispone un piano sanitario la cui filosofia è il taglio incondizionato di tutto quello che può essere tagliato (posti letto, ambulatori, servizi essenziali), ma lo si fa ricadere sulla responsabilità dei comuni, senza assicurare risorse adeguate; addirittura, si cerca di ripianare il deficit con dei ticket. Si fa presto a far quadrare i conti in questo modo: tagli indiscriminati alla spesa, aumento delle tasse. Peccato che chi vi ha dato il mandato elettorale si aspettava qualcosa di diverso. La Lega su questo punto ha qualche dubbio, però fa parte di una maggioranza che le ha detto: "State zitti, votate e non discutete".
D'altra parte, il Presidente aveva fatto ben sperare, quando ha affermato, con enfasi, nel suo discorso programmatico, che questa legislatura sarebbe stata caratterizzata - e glielo ricorderò tutte le volte che intervengo - su questioni che avrebbero avuto decisioni veloci coraggiose ed eque.
Non credo che si risponda ad una logica di equità: far pagare ad Agnelli quanto paga uno dei suoi operai, mi pare che non vada in questa direzione. Non so se pare equo all'Assessore e al Presidente far pagare chi ritiene di avere necessità di andare al Pronto Soccorso. Certo, l'Assessore e il Presidente potranno obiettare che chi ne ha realmente bisogno non pagherà, ma si dà il caso che i nostri cittadini non sono sempre nelle condizioni di valutare a priori se occorreva o no recarsi al pronto soccorso.
Noi le chiediamo di assumere un atto responsabile. Le chiediamo di ritirare il provvedimento, che riteniamo illegittimo. Così come è stato detto dai miei colleghi, lo ripeto anch'io, anche perché non è stato sottoposto al controllo preventivo e, mi sembra, vincolante del CORESA, al di là dell'inopportunità politica, perché colpisce senza distinguere e senza alcun correttivo perequativo. Di questo speriamo che se ne occupi il TAR e ci dia una risposta al più presto.
Oggi, noi ci permettiamo di indicarle alcune misure concrete che rappresentano alternative percorribili, nella direzione di ridurre gli sprechi attraverso una manovra di risanamento capace di reperire 140 miliardi dalla nostra proposta, avanzata dal nostro portavoce, il Consigliere Saitta della Margherita.
I punti li conoscete: il blocco delle consulenze, la riduzione del numero dei direttori generali, il blocco del turn-over, il dimezzamento delle spese per pubblicità, la rinuncia alla progettazione del Palazzo unico della Regione, le dismissioni delle quote alle società compartecipate e la riduzione del 2% delle spese correnti.
Si tratta di una proposta seria di razionalizzazione dei costi senza gravare sulle tasche dei cittadini.
Auspichiamo che lei, Assessore, che riferirà al Presidente, che continua ad essere sempre assente, insieme alla Giunta, consideri attentamente la proposta e che da queste nostre sollecitazioni possa derivare una valutazione più pacata, più seria e anche più giusta per tutti i cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Si confermano le dimensioni inquietanti del deficit regionale per l'assistenza sanitaria e farmaceutica, uno sfondamento che nel 2001 ha raggiunto i 2,9 miliardi di euro e che peggiora alla luce degli oltre 3 miliardi di euro di risorse, rigorosamente aggiuntive, investite dallo Stato sulla salute dei cittadini in base al patto di stabilità sottoscritto l'8 agosto scorso. Un investimento che ha portato il fondo sanitario nazionale 2001 a oltre 7 miliardi di euro, che però non sono bastati.
In particolare, intorno a pillole e a flaconi, cioè la spesa farmaceutica, assistiamo ad uno scontro di tutti contro tutti, che è difficile prevedere dove porterà.
L'Osservatorio nazionale sull'impiego dei medicinali del Ministero della salute segnala un bel più 32% della spesa per farmaci nel 2001, con grande variazione tra regione e regione, e una buona prova dei generici che prevede l'Osservatorio - faranno sentire ancora più forti i loro benefici influssi sulla spesa pubblica nel corso del 2002.
In realtà, l'effetto dei generici allo stato attuale non sta dando i frutti sperati perché il 35-40% di quelli individuati dall'elenco ministeriale è irreperibile sul mercato.
La spesa pubblica per farmaci nel 2001 è stata di 11,6 miliardi di euro, registrando, unitamente alla spesa privata, un incremento del 9 rispetto ad un aumento medio in Europa del 6% circa. E' una spesa che cresce a causa dell'aumento del consumo dei farmaci tout court più che per la preferenza di specialità più costose. Tali specialità hanno inciso solo per il 4%. L'abolizione dei ticket non è dunque l'unico mostro che agita i sonni dei governatori regionali, ma - registra l'Osservatorio l'abolizione di molte delle note CUF, limitative della prescrizione, hanno fatto aumentare la spesa per i farmaci di oltre l'80% con picchi che sfiorano l'aumento del 130%.
Se l'Osservatorio propone alle Regioni di incentivare l'uso dei generici e il maggior ricorso all'erogazione diretta dei medicinali da parte delle strutture pubbliche, il Piano sanitario nazionale punta invece, a superare l'ancoraggio dei prezzi italiani alla media europea e a ridurre drasticamente le spese delle industrie farmaceutiche in pubblicità informatori scientifici e convegni, perché - si legge nella bozza - la pressione sul consumatore e sui medici può essere la causa di una distorsione anche grave della domanda.
La nostra Giunta regionale stima che la reintroduzione di una quota fissa per contenzione di farmaco, unitamente alle altre manovre già in atto sui farmaci generici e sulla sperimentazione di modalità alternative di distribuzione dei farmaci, possa consentire di mantenere la spesa farmaceutica convenzionale regionale dell'anno 2002 entro il tetto del 13 e la spesa sanitaria complessiva nel rispetto dell'accordo Stato-Regione.
Veramente, nello scorso autunno, c'era stato comunicato che l'aumento dello 0,5% dell'IRPEF sarebbe servito a colmare il fabbisogno della spesa per la sanità. Oggi, scopriamo, invece, di trovarci nella stessa situazione di partenza con l'aggiunta di altri mesi di ritardo e di accumulo di spesa.
A nostro modesto parere, l'introduzione dei ticket su medicine, ricette e pronto soccorso - sui quali preciserò dopo - per rastrellare risorse che vadano a tappare le falle che continuamente si aprono nella spesa sanitaria, appare uno strumento improprio, oltre che iniquo, che risolve poco e convince di meno date le sue caratteristiche emergenziali.
Le emergenze è bene che non si ripetano spesso e che siano di breve durata, altrimenti sono segno che non si riesce ad individuare la causa e ad eliminarla.
Sul contenimento della spesa sanitaria, eliminando gli sprechi, sono emerse, la volta scorsa, le storture riguardanti strumenti e servizi costosi, ma poco utilizzati, come quello della emodinamica.
Penso di non essere banale se vi sollecitassi un rapido riesame della situazione delle aziende sanitarie locali ed ospedaliere nel loro assetto organizzativo e funzionale alla scoperta di inefficienze, risalendo così alla fonte di molti sprechi e disservizi a cui bisogna porre rimedio subito senza guardare in faccia nessuno.
L'impressione è che stiate navigando a vista, senza una strategia e senza una politica sanitaria vera e seria e di ampio respiro che badi con oculatezza sia alle risorse, cosa molto importante, ma che tenga ben presente che la salute non è un bene consumistico o un mero servizio che dipende da un budget di spesa prestabilito.
Presidente Ghigo, avrà sicuramente le sue belle gatte da pelare con alcune compagne di viaggio, ma bisogna decidersi ad affrontare radicalmente i problemi della sanità.
Parlate di impostare un'organizzazione della sanità che passi attraverso la suddivisione di compiti tra territori e ospedale.
Personalmente sono d'accordo. E' da capire però che percorso e che contenuto è attribuito a queste parole.
E' fondamentale che vi rendiate conto che qualsiasi organizzazione territoriale necessariamente deve partire dal coinvolgimento dei medici di famiglia, su cui, giustamente, l'Assessore D'Ambrosio, come comunica in Commissione, non sa quale definizione dare: liberi professionisti operatori sanitari, dipendenti dell'ASL o cos'altro? L'uomo sofferente di solito cerca un altro uomo che sia in grado di comprendere il disagio nel suo insieme e sia in grado di individuarne le cause e di proporre dei rimedi. Nella maggior parte dei casi l'aiuto viene richiesto ad un medico, ma quale medico? Un medico che lo comprenda nella sua interezza. Questo dovrebbe essere il medico di famiglia. Si tratta comunque di una categoria professionale potentissima, con dei contratti di lavoro ferrei che consentono loro grande discrezionalità sull'approccio lavorativo, rappresentano comunque il primo movens sanitario. E' da loro che partono le prescrizioni di farmaci e le richieste di esami clinici.
Dovrebbero rappresentare la fonte dell'educazione sanitaria e il primo filtro per evitare l'iper afflusso al pronto soccorso.
Questo oggi non accade perché il loro lavoro non è organizzato come io e il Consigliere Riggio avevamo suggerito attraverso una proposta di legge sulla medicina di gruppo. Lei, Assessore D'Ambrosio, pur condividendola, ha manifestato perplessità sulla sua accettazione da parte dei medici di famiglia.
Il punto è proprio qui. E' un po' duro mettersi contro una categoria che produce consenso elettorale. Questo lo sapete bene voi come altrettanto bene lo sapevano i partiti della Prima Repubblica. Per quanto riguarda l'introduzione dei ticket al pronto soccorso, penso che lo scopo non possa essere il contenimento della spesa farmaceutica, perché, in genere, al pronto soccorso si prescrivono poche medicine e, se si prescrivono, in gran parte l'assistito le compra, ma, soprattutto, quello di rastrellare euro ai cittadini che, soprattutto di notte o nei giorni festivi, ivi si recano convinti di essere malati seriamente. Quindi, è immorale colpire cittadini in buona fede che affrontano sacrifici, in particolare di notte o nei giorni festivi per avere una risposta sanitaria ai propri improvvisi problemi. Si è visto che in un'organizzazione di pronto soccorso in cui l'accettazione è affidata ad un traiage infermieristico, al 40% degli accessi le prestazioni avrebbero potuto essere assicurate in forma ambulatoriale dai medici di medicina generale, dai pediatri di libera scelta, dalle strutture della cosiddetta continuità assistenziale o dagli specialisti ambulatoriali.
Questi filtri dovrebbero essere predisposti prima che si arrivi al pronto soccorso (sul territorio, negli ambulatori della guardia medica oppure in strutture ambulatoriali adiacenti al pronto soccorso) permettendo così alle strutture di emergenza di svolgere con efficienza il proprio compito istituzionale. Secondo me, questo sarebbe l'unico vantaggio, cioè che il pronto soccorso faccia attività diagnostica e terapeutica di urgenza ed emergenza per orario diurno o per ventiquattro ore.
Non è da trascurare, essendo coinvolta l'utenza più povera l'instaurarsi di un contenzioso legale sull'eventuale mancanza di pagamento dei ticket con imprevedibili ulteriori spese per le ASL ed un ritorno di immagine politica negativa per voi.
Fate bene i conti, se pensiamo che lo scopo di tutto questo è la miseria di venti miliardi di vecchie lire, tanto è il ricavato che questa manovra porterebbe alle casse regionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, signor Presidente e Consiglieri.
Ritengo che la delibera della Giunta regionali oggi oggetto di discussione rappresenti il frutto di scelte non ponderate.
La previsione dei ticket può anche essere necessaria, ma nel prevedere una forma di partecipazione alla spesa sanitaria a carico dei cittadini ci saremmo attesi che la Giunta regionale individuasse dei meccanismi ed adottasse dei criteri applicativi tali da tener conto della situazione economica individuale.
Il principio trova diretto fondamento nello stesso dettato costituzionale, posto che l'articolo 53 della Costituzione testualmente recita: "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva".
La norma è espressione di un ordinamento democratico che ha nella progressività del sistema tributario uno dei suoi fondamenti.
Tutti i cittadini devono concorrere alle spese pubbliche, ma è altresì, doveroso che tale concorso avvenga in ragione e in funzione delle singole capacità economiche-individuali.
Il provvedimento adottato dalla Giunta regionale è palesemente in contrasto con quel principio. Esso viola il principio di uguaglianza inteso in termini sostanziali: se i destinatari di un provvedimento si trovano in condizioni personali, famigliari o di reddito diverso, non è lecito che essi siano trattati tutti allo stesso modo.
Sotto questo aspetto, che rappresenta uno degli specifici motivi su cui si fonda il ricorso al Tribunale regionale amministrativo da me presentato unitamente agli altri Presidente dei Gruppi consiliari di opposizione invito il Presidente della Giunta a riflettere e ad ritornare sui propri passi.
Lei, Signor Presidente, ha sottolineato come la domanda in campo sanitario sia per certi versi incomprimibile, trovando essa, per di più fondamento e giustificazione nello stesso dettato costituzionale.
Torno a ribadire che nessun cittadino si rivolge con piacere alle strutture sanitarie; i malati sono portatori di domande necessitate dalle condizioni oggettivi in cui essi vengono a trovarsi. Il filtro che deve disciplinare il ricorso e l'accesso alle prestazioni erogate dal servizio sanitario regionale non può essere rappresentato da sbarramenti di tipo economico, per di più iniqui, ma deve basarsi sull'azione preventiva dei medici di base, vale a dire di quei soggetti professionalmente qualificati posti a più diretto contatto con l'utenza sanitaria.
E' necessario responsabilizzare e valorizzare i medici di famiglia e questo ritengo debba essere uno degli aspetto qualificanti del nuovo piano sanitario regionale.
Quanto all'introduzione di un ticket per i casi di accesso improprio ai servizi di Pronto Soccorso, la delibera apre assolutamente in congrua posto che in essa non viene fatto nessun cenno ai maggiori oneri che le Aziende sanitarie Ospedaliere, devono sostenere per garantire la riscossione del ticket mediante l'impiego di personale amministrativo durante l'intera settimana e per tutto l'arco delle ventiquattro ore.
Non vengono per nulla considerati, inoltre, gli elevati oneri legati di cui dovranno farsi carico le Direzione sanitaria per recuperare importi unitari di minima entità nel caso in cui taluno, a prestazione ricevuta, si rifiuti di corrispondere il relativo ticket.
La delibera ci appare inoltre illegittima in quanto risulta essere stata adottata in palese violazione dell'art. 2 della Legge regionale del 25 ottobre '96 n 78, nella parte in cui essa dispone che il parere del Consiglio regionale di sanità e assistenza (CORESA) sia tra l'altro obbligatoriamente acquisito in merito alla definizione delle tariffe delle prestazioni erogate dalle aziende sanitarie e dalle istituzioni sanitarie pubbliche e private.
La Giunta regionale non può continuare ad adottare deliberazione che chiaramente interessano la programmazione sanitaria senza richiedere l'esame preventivo e l'espressione di un parere obbligatorio, ancorché, non vincolante da parte di un organismo tecnico previsto da una legge regionale.
Se la Giunta regionale ritiene che il CORESE sia un organismo inutile allora essa si attivi per richiedere l'abrogazione della legge che ne prevede l'istituzione e ne disciplina la funzioni, ma la smetta di agire come se quella legge non esistesse.
Riteniamo che la Giunta con questa delibera abbia ecceduto rispetto a quelli che sono i poteri ad essi attribuiti in forza della legislazione nazionale e dello Statuto regionale. Nel demandare alle Regioni la copertura degli eventuali disavanzi di gestione in materia sanitaria, il decreto legge del 18 settembre 2001 n. 347 (convertito successivamente in legge) dispone che le modalità di copertura siano stabiliti da ".norme regionali." con rinvio, dunque, ad atti che abbiano, per l'appunto, forza e valore normativi, ovvero leggi e regolamenti.
L'esercizio della potestà legislativa o regolamentare è, però, rimesso all'articolo 16 dello Statuto della Regione Piemonte, non alla Giunta regionale, bensì al Consiglio. Nel caso specifico la Giunta ha agito d'iniziativa, esercitando prerogative e funzioni proprie del Consigliere regionale.
La delibera impugnata avrebbe dovuto costituire oggetto di attenta ed approfondimento in seno al Consiglio regionale, davanti al quale la Giunta regionale avrebbe dovuto dimostrare, quantomeno, l'assoluta mancanza di soluzioni alternative. Ancora una volta il Consiglio regionale è stato posto di fronte al fatto compiuto, secondo la consueta logica del prendere o lasciare.
Ancora una volta l'attuale Giunta e il suo Presidente hanno assunto un provvedimento di massima rilevanza per i cittadini piemontesi senza tener conto delle prerogative del Consiglio regionale.
A questo punto vi è da chiedersi quale sia ancora il ruolo ed il significato di questo Consiglio. Prima con l'incremento dell'addizionale regionale Irpef ed ora con l'introduzione dei ticket sui farmaci e sulle prestazioni di pronto soccorso, la Giunta regionale ha inteso agire esclusivamente sul fronte della domanda, ma poco o nulla è stato fatto per razionalizzare in termini di economicità ed efficienza l'offerta in campo sanitario.
Prima di chiedere nuovi sacrifici ai cittadini di questa Regione signor Presidente, sarebbe stato più opportuno quantificare con rigore e metodo il reale stato della spesa sanitaria.
A tutt'oggi, invece, non ci è dato sapere quale sia l'andamento dei conti sanitari, e pressoché quotidianamente assistiamo al balletto delle cifre tra l'Assessorato alla sanità e quello al bilancio.
Le entrate devono essere congrue e proporzionate rispetto alla spesa totale preventivata, ma occorre che sulla stessa sia fatta la massima chiarezza.
E' essenziale che in sede di predisposizione del bilancio preventivo la spesa sanitaria sia quantificata nei suoi reali termini, tenendo conto della necessità che siano fatti salvi il livello e la qualità delle prestazioni erogate.
Questo deve rappresentare il dato certo da cui partire per agire, solo successivamente, sul versante dell'entrata.
A questo punto, signor Presidente, ci attendiamo da lei delle risposte chiare e precise. Come ha avuto il coraggio di agire sulla leva fiscale a carico dei cittadini, le chiediamo ora di intervenire per razionalizzare i servizi sanitari.
Se esistono strutture inadeguate, inefficienti o sottoutilizzate queste devono essere chiuse. Laddove risultano esservi sprechi, occorre intervenire per eliminarli. Tutto ciò presuppone che l'Assessorato regionale alla sanità si dimostri all'altezza dei compiti di programmazione, verifica e controllo che gli sono istituzionalmente demandati.
A tutt'oggi, però, nostro malgrado, dobbiamo constatare come l'Assessorato non abbia certo brillato per efficienza e managerialità. A questo punto, mi permetto di suggerirle, signor Presidente, di non operare soltanto dei tagli sulle prestazioni erogate o sul numero dei posti letto disponibili, ma di agire anche nei confronti di tutti coloro che sovrintendendo, a vario titolo, alla sanità regionale dimostrino nei fatti assoluta incapacità.
In conclusione, esprimo il mio totale dissenso nei confronti della delibera assunta dalla Giunta regionale ed auspico che il TAR voglia accogliere il ricorso da noi presentato, annullando la delibera e ripristinando quelle ragioni di giustizia sociale e di equità sostanziale che ci hanno indotto ad agire in rappresentanza di tutti i cittadini di questa Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Signor Presidente, nonostante l'ora tarda, non ho voluto rinunciare all'intervento per esprimere qui, come hanno fatto tanti altri colleghi, il disagio di molti cittadini piemontesi che dell'oggi al domani si sono trovati a subire questo provvedimento assunto dalla Giunta regionale.
E' giusto farlo in quest'aula, perché è nostro dovere, ed è giusto discutere ed esprimere le proprie opinioni come hanno fatto anche i colleghi della maggioranza, sostenendo questo provvedimento assunto dalla Giunta, un provvedimento iniquo e sbagliato.
Ricordo quando il Presidente della Giunta regionale, Ghigo, alcuni mesi fa, precisamente nel mese di novembre, in Sala Viglione ci aveva spiegato con dei lucidi che la situazione della spesa sanitaria ormai era sotto controllo.
Era talmente sotto controllo che dopo un mese è stato aumentata l'IRPEF e, lo vorrei ricordare ai colleghi della maggioranza, che è stata aumentata con un provvedimento una tantum soltanto per l'anno 2002. Perché, come diceva il Presidente Ghigo, i conti erano sotto controllo, e i conti sono tanto sotto controllo che oggi stiamo discutendo dell'introduzione dei ticket sui farmaci e del ticket sul pronto soccorso.
Di fronte a questa situazione l'Assessore alla sanità D'Ambrosio come ha ricordato la collega Manica, in Commissione ha presentato una situazione dei conti che prevederebbe un attivo di 25 miliardi alla fine del 2002. Ma è evidente che questo non sarà possibile.
Io chiedo anche che cosa succederà alla fine di quest'anno quando l'Assessore e il Presidente della Giunta saranno costretti a presentare al Consiglio un'altra situazione di debito della sanità piemontese. Che cosa succederà a quel punto? E perché è stata presentata quella tabella quando nel mese di marzo è stata assunta una delibera dove si chiede alle ASL di tagliare ulteriormente altri 250 miliardi? Fino a quando le aziende sanitarie locali, fino a quando i presidi ospedalieri riusciranno a mantenere questo stato di cose? Hanno fatto degli sforzi straordinari nell'anno scorso dopo i tagli di 750 miliardi assunti il 7 gennaio per cercare di mantenere quel livello dei servizi. Nonostante ciò, molti servizi sono stati tagliati, i posti letto sono stati tagliati, e adesso alle aziende sanitarie locali si chiede di tagliare e di ridurre ulteriormente la spesa di 250 miliardi.
Se ai cittadini piemontesi chiedessimo di sopportare questo ulteriore peso dei ticket per migliorare i servizi, per sviluppare la sanità nella nostra Regione, credo che i cittadini piemontesi potrebbero anche capire.
Perché quando i cittadini italiani sono stati chiamati a fare degli sforzi per guardare al futuro, i cittadini hanno compiuto quegli sforzi. Ma qui stiamo chiedendo ai cittadini di fare un altro sforzo, cioè di pagare i ticket per tappare i buchi dell'anno in corso.
Questo è il provvedimento assunto dalla Giunta, ed è per questo che è ulteriormente sbagliato. Nei conti che ci sono stati presentati e nella relazione dell'Assessore D'Ambrosio si dice che la Regione interverrà per pagare i livelli essenziali di assistenza fino al 30 giugno. E dopo il 30 giugno che cosa succederà? E' sufficiente questo provvedimento dei ticket per garantire anche dopo il 30 giugno i livelli essenziali di assistenza? Che cosa ci verrete a proporre, dopo il 30 giugno, per garantire quei livelli che non saranno più livelli essenziali, ma saranno livelli minimi come vuole il Ministro Sirchia? Credo che avremo ancora da discutere su questi provvedimenti e su questa impostazione. Inoltre vi è il provvedimento sul Pronto Soccorso. Chi lo ha già sperimentato, anche una Regione come l'Emilia Romagna, oggi pu dire che è un provvedimento inefficace, che non risolve il problema. Allora perché assumere questo provvedimento? Come hanno spiegato altri colleghi, è un provvedimento non soltanto sbagliato, ma è un provvedimento inefficace che non porterà a nessun risultato, se non a quello di creare ulteriore confusione nella sanità piemontese.
Il collega Angeleri ha detto che c'é stata quasi un'operazione di mobbing da parte del Presidente Ghigo nei confronti degli altri Assessori.
Ma quale mobbing, collega Angeleri? Qui ci sono due responsabili di questa situazione; il primo responsabile è il Presidente della nostra Regione prima di tutto perché è stato eletto direttamente dai cittadini, e quando il bilancio della sanità piemontese riguarda l'80% del bilancio della nostra Regione, il responsabile diretto di questa situazione ha un nome e cognome: Enzo Ghigo.
L'altro responsabile è la maggioranza che, nonostante faccia sentire qualche voce di dissenso, sostiene continuamente questi provvedimenti, come avete fatto con l'Irpef e come state facendo sui ticket. Non è sufficiente cari colleghi della Lega, andare davanti agli ospedali, raccogliere le firme contro i ticket e poi venire in aula e sostenere questo provvedimento, non si fa politica in questo modo. Non si può fare opposizione da una parte e in aula, perché conviene, sostenere la Giunta e sostenere la maggioranza, non credo che questo sia onesto anche nei confronti dell'Assessore D'Ambrosio.
Il Presidente Ghigo ha detto che bisogna intervenire e bisogna chiudere alcuni ospedali; lo ha detto nella sua replica l'altro giorno. E il Presidente Ghigo pensa di farlo con questo Piano regionale sanitario che è stato presentato un anno fa e di cui non conosciamo più l'esistenza, non sappiamo dov'è andato a finire? Dov'è andato a finire il Piano regionale? Naturalmente possiamo presupporre che verrà ritirato, perché dopo la consultazione bisogna prendere atto che nessuno ha dato consenso a quel Piano regionale. E pensa di farlo decidendo la chiusura degli ospedali soltanto come Giunta? Come Presidente della Regione, si assume questa responsabilità? Ma è evidente che per gestire questa situazione, oltre alle risorse, ci vuole consenso; non mi riferisco al consenso elettorale, sul consenso elettorale ci confronteremo dopo, il problema è che ci vuole consenso da parte dei cittadini per assumere certi provvedimenti, e oggi questo consenso da parte dei cittadini piemontesi non lo avete più, perch i cittadini piemontesi non sono d'accordo né sull'aumento dell'Irpef né sui provvedimenti sui ticket e soprattutto su come state gestendo oggi la sanità piemontese.
L'Assessore D'Ambrosio, nella sua relazione, ha detto che la Giunta regionale non ha ritenuto quindi, pur potendo legittimamente operare in tal senso, sviluppare interventi che vadano nella direzione della riduzione dei servizi. Ma che cosa è avvenuto in questo ultimo anno, se non quello di ridurre alcuni servizi, nonostante gli sforzi di chi quotidianamente si confronta con le esigenze dei cittadini e degli ammalati? E' stato inevitabile ridurre dei servizi importanti per la sanità piemontese e nonostante le affermazioni fatte in quest'aula, i servizi sono stati tagliati, ridotti.
Si conclude, nell'introduzione dell'Assessore D'Ambrosio: "Bisogna assicurare un quadro di certezza di risposte ai bisogni di salute dei cittadini". Io dico che questa certezza non c'è, i cittadini piemontesi non ce l'hanno; per come siamo ormai arrivati a gestire questa situazione, per lo stato di salute della sanità piemontese, questa certezza per il futuro i cittadini piemontesi non ce l'hanno e bisogna assumere dei provvedimenti.
Lo hanno ricordato prima i colleghi: si può continuare in questa situazione? Noi pensiamo di no. Volete azzerare il debito della sanità piemontese? Allora assumetevi la responsabilità ed emanate dei provvedimenti che siano efficaci anche dal punto di vista del bilancio: Invece continuate ad assumere dei provvedimenti senza risolvere nulla certo creando sfiducia nei cittadini piemontesi.
Che cosa vuol dire il fatto che i cittadini piemontesi continuano a rivolgersi ad altre strutture ospedaliere in altre Regioni e non a quelle piemontesi, se non mancanza di fiducia? Allora bisogna ricreare questa fiducia nei cittadini piemontesi. Voi non lo state facendo, state dimostrando invece di non saper gestire e soprattutto di non dare un futuro alla sanità piemontese. Quindi mantenete pure questi provvedimenti, ma ci ritroveremo nel mese di luglio, come ci ritroveremo alla fine dell'anno, a discutere di altri provvedimenti per coprire i buchi che avete creato nella gestione della sanità piemontese.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Signor Presidente, debbo intanto rendere un omaggio alla libertà, e non ho bisogno di aggiungere altro; forse dovrei soltanto sottolineare che nell'era dell'Ulivo - se non è morta, perché questo io non oso dirlo - se non è morta, come direbbe Shakespeare, certamente è stata a volte ferita.
Ritengo che comunque tutti siamo consapevoli di muoverci su un terreno di serio confronto politico.
Voglio prendere le mosse dall'art. 85 della legge 388 del 2000, che riguarda la parte finale della relazione dell'Assessore D'Ambrosio, che nessuno ha osato non dico contestare perché è incontestabile, ma nessuno ha osato porre attenzione per comunque sviluppare una qualche critica.
L'art. 85 della legge 388/2000 ha disciplinato, ricordava l'Assessore la temporanea soppressione dei ticket. Voglio sottolineare questo: con la legge si è provveduto ad una temporanea soppressione. Vi è già in questa legge il respiro di una non voglio dire ipocrisia, ma comunque di una scelta legislativa e amministrativa che si sapeva non solo essere provvisoria, ma che sarebbe stata rivista; tant'è vero che prevedeva un monitoraggio fino al marzo del 2002.
Ma vi è un altro aspetto, che io sottolineo non tanto per rispondere a qualche iniziativa in sede giudiziaria amministrativa, quanto per sottolineare già i contenuti politici di questa norma, laddove prevedeva che le Regioni potessero adottare la deliberazione per il reintegro dei ticket soppressi. In sostanza, il legislatore nazionale, sapendo che subito dopo chi avrebbe potuto legiferare sul punto sarebbe stata la Regione, ha previsto lo strumento più agile della deliberazione e non quello della legge. E' evidente che anche questa non è soltanto una scelta tecnica, ma è una scelta politica, perché si riteneva già da parte di coloro ineluttabile una decisione dolorosa per tutti su questo punto.
Aggiungo anche che l'Assessorato ha fornito delle schede rappresentative che mettono a confronto ciò che era il flusso della spesa del consumo per prezzi e per costi prima e dopo la famigerata legge che prima citavo. Abbiamo potuto constatare inequivocabilmente come l'eliminazione del ticket abbia comportato un aumento di spesa e abbia fatto slittare i pezzi non esenti dall'originario 56% al 71%.
Debbo ancora ricordare - normalmente si usa dire che lo si ricorda per sé per riguardo agli interlocutori, sicuramente attenti, sicuramente valenti, invece debbo dire che lo dobbiamo ricordare a tutti - che a partire dalla legge 537 del 1993 il ticket è stato un momento istitutivo o comunque un momento con cui si è inteso far fronte al contenimento della spesa sanitaria. Questo non per sottolineare comportamenti improvvidi, non per andare a raccogliere sostegni in altri provvedimenti, ma perché vi è ripeto - attraverso il tenore della legge, le schede proposte e tutta la lunga teoria di provvedimenti che si sono susseguiti dal 1994 al 2001 su questo tema per dire che comunque questa è la scelta.
Altro è affrontare, in termini più generici, il problema della gestione sanitaria.
E' un problema che ci vede attenti, abbiamo piena consapevolezza che vada affrontato con un respiro diverso ed è proprio in questa direzione che la maggioranza ha presentato, con l'Assessorato, un ordine del giorno che - ripeto - si pone in linea con quanto sta facendo l'Assessorato e quindi con quanto la Giunta sta deliberando e condividendo, riguardo all'utilizzo dei presidi ospedalieri, al miglioramento della sanità di base, all'accorpamento funzionale delle ASL, all'alienazione del patrimonio immobiliare disponibile, alla razionalizzazione degli acquisti all'ottimizzazione delle risorse (non sto a richiamare aspetti particolari che sono stati varie volte richiamati) e, infine, all'esenzioni e alleggerimenti dei ticket su farmaci per le patologie degli anziani meno abbienti e per pazienti oncologici.
Questo perché non dobbiamo evidenziare ogni volta, nei nostri interventi, la nostra carta d'identità o da dove veniamo e dove vogliamo andare.
Dobbiamo avere piena consapevolezza che amministrare è amministrare e in situazioni difficili occorre l'esigenza di amministrare accompagnata al coraggio di amministrare.
Non possiamo farci condizionare, pur nell'attenzione che noi abbiamo e dico noi come Gruppo, ma non ritengo sia meno acuta in altri - dalla sensibilità sul tema sociale. Siamo dunque d'accordo che non dobbiamo procedere con pannicelli caldi, ma con provvedimenti più esaustivi e capaci.
Debbo però anche dire, con garbo, che l'aspetto serio di ogni confronto è quello di andare a fare i conti con la realtà concreta.
L'aspetto deteriore è proiettarci, non tanto con i nostri desideri, che verseremmo ancora su un terreno di nobiltà, quanto misurarci con incubi elettoralistici. Dobbiamo superare questo, perché l'incubo elettoralistico sta portando, almeno nelle espressioni (non tanto in atti congruenti e concludenti), qualcuno su un terreno di nostalgia per il consociativismo.
Riteniamo che i poteri del Presidente debbano essere dei poteri significativi e riteniamo altresì che ci debba essere un serio ed incisivo potere di controllo, ma questo non può e non deve obbedire a paure di tipo elettorale.
Dobbiamo avere cultura istituzionale e la responsabilità di amministrare.
Ci possono essere - come è stato detto, come anche il collega Angeleri ha ricordato - dei provvedimenti sofferti e impopolari, ma qui impopolarità non fa equazione con ingiustizia, anche perché l'impopolarità questa volta è spesa per poter dare risposte migliori in futuro ai nostri cittadini.
Voglio dire ancora - evidentemente è sfuggito, forse è un lapsus un po' masochistico - che nella condotta della Giunta non può essere letto né vi è un atteggiamento unanimistico quando vi è unanimità.
Sono due cose diverse e comunque ritengo che l'unanimità dei consensi al provvedimento in seno alla Giunta abbia una spiegazione seria e giuridicamente -come l'Assessore ha evidenziato - sia una risposta capace ai problemi della gente.
Forse, per certi versi, la migliore risposta al collega Angeleri è stata data dal Consigliere Muliere, quando ha capito e colto che non ci pu essere quel tipo di unanimismo rispetto ad una terminologia "lavoristica" che non accettiamo come fatto di costume e non, ovviamente, come contributo sul terreno giuridico.
Se ritenessi fondato o ancorato ad un discorso politico rigoroso quanto è stato sostenuto dal Consigliere Angeleri, allora dovrei invitare l'Assessore Botta, che non vedo, ma gliel'ho anticipato e quindi è consapevole di questa mia richiesta, a prendere la parola e smentire quello che il suo sodale dice o, comunque, a precisare i contenuti di una posizione di questo genere.
Ho cercato di affrontare con garbo problemi che potevano essere scabrosi, ma ritengo che tutto sia ricondotto in termini di armonia dall'ordine del giorno che tutta la maggioranza ha firmato.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Galasso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Come è stato detto, dopo tante parole è inevitabile correre il rischio di ripetere alcuni concetti.
Siamo arrivati in aula pensando che il Presidente Ghigo avrebbe valutato con attenzione l'ipotesi di non perseguire sulla strada di mantenere in piedi questa delibera.
In verità, le parole del Presidente ci hanno fatto capire come egli difenda questa delibera e la faccia sua, quindi non ci sia speranza di un ripensamento.
Eppure, com'è inevitabile che noi diciamo, questa è una delibera sbagliata, perché si basa su un'analisi sbagliata.
Spero che l'Assessore alla sanità, D'Ambrosio, che è stato lodevolmente presente in questi giorni di discussione, abbia recepito alcune osservazioni che sono state fatte, perché si tratta di osservazioni concrete, non solo di merito politico, ma di merito tecnico, riguardo alla manovra.
E' una manovra che non servirà, perché si riferisce solo alle entrate e non c'è chiarezza riguardo alle spese.
L'Assessore sa bene, avendo partecipato ai lavori della Commissione che per lunghi giorni in Commissione non è stato possibile stabilire il deficit effettivo, non si è in grado, in questo momento, di stabilire una cifra esatta sulla quale si attesterà il deficit di bilancio riguardo alla spesa sanitaria.
Vi sono dei dati, dimostrati in Commissione: le cifre che abbiamo scritto sulla manovra, per quanto riguarda i risparmi di gestione delle ASL, per quanto riguarda i budget concordati, l'Assessore sa benissimo che si tratta di speranze scritte sulla carta, che non corrisponderanno assolutamente alla realtà quando si arriverà alla rendicontazione. Non siamo noi che diciamo queste cose, non è un vizio dell'opposizione, queste affermazione discendono direttamente anche dalla semplice verifica che si può fare dal preconsuntivo dei primi mesi di quest'anno. Credo che l'Assessore D'Ambrosio, quando si affronterà il consuntivo, debba calcolare quanti direttori generali sarà costretto a cambiare. L'Assessore sa bene che già da adesso, i budget concordati, non saranno rispettati.
L'Assessore, inevitabilmente, ha davanti a se due strade: o si prepara a cambiare tutti i direttori generali, coerentemente con il fatto che non raggiungeranno l'obiettivo che avete concordato, oppure li dovrà perdonare tutti. Personalmente, credo che l'Assessore finirà per perdonarli tutti altrimenti il primo ad essere licenziato dovrebbe essere proprio lui. Se l'Assessore impone degli obiettivi che non si riesce a raggiungere e non si riesce neanche a raggiungere un bilancio di pareggio per quanto riguarda la sanità, è chiaro che l'Assessore, dopo sette anni di gestione della sanità deve rassegnarsi a confermare la sua incapacità in questa gestione.
E' stato detto che la manovra sui ticket servirà per migliorare la sanità e per offrire un miglior servizio: non so come si possano giustificare queste affermazioni, anche alla luce delle realtà che stiamo vivendo.
Viviamo in una realtà di tagli: tagli di posti letto (1400 posti letto in meno), tagli di servizi offerti ai cittadini, tagli del personale con il blocco del turn over. Tutto questo non sembra assolutamente giustificabile con l'idea di migliorare i servizi. Si dice anche di pensare in grande, ma pensare in grande su questa base, è una proposta assurda.
Sul merito dei ticket ospedalieri. Lo stesso Assessore D'Ambrosio ha ammesso l'ingiustizia degli stessi. Nel momento in cui diciamo che, come nella sua relazione, più del 40% degli interventi in pronto soccorso sono codificati con il codice bianco (interventi che è possibile evitare) allora l'Assessore pensa che i cittadini vadano al pronto soccorso per farsi una gita e non perché non trovano prima, nelle strutture, un servizio di assistenza.
Se non offriamo un servizio di assistenza prima, i cittadini saranno comunque costretti a recarsi al pronto soccorso e obbligati a pagare un ticket. Con questo sistema non si migliora certamente la sanità, ma si costringono i cittadini a pagare per un servizio che non siamo in grado di dare. Così come il ticket sui farmaci.
Lo stesso Presidente Ghigo ha detto che la spesa sanitaria non è comprimibile, ma poi imponiamo la manovra dei ticket sui farmaci che, di fatto, costituiscono un tentativo di mettere un freno.
Come ha spiegato il Consigliere Caracciolo, con il ticket sui farmaci che è stato istituito con la speranza di diminuirne il consumo, l'Assessore pensa o che i medici non siano in grado di resistere alle richieste dei cittadini che abusano di troppi farmaci, oppure, ancora peggio, pensa che con questa manovra i cittadini rinunceranno a farmaci utili, pur di non pagare.
Entrambe le ipotesi dimostrano chiaramente che la manovra sui ticket poteva essere evitata e si potevano ottenere risparmi, facendo altre scelte.
Come diciamo da anni, per avere un risparmio e una migliore assistenza, bisogna pensare alla distrettualizzazione; ad un maggior coinvolgimento degli operatori nella gestione della sanità; alla pianificazione della rete assistenziale, che deve diventare una vera rete che inizia dai medici di base, dai distretti e termina con la riorganizzazione della rete ospedaliera.
Tutto questo non si è fatto, non si fa, non si sta facendo, non c' all'orizzonte una proposta di programma che vada nella direzione di muoversi verso soluzioni utili. Si fanno solo manovre per aumentare le tasse, prima l'IRPEF adesso i ticket, che non porteranno a nessun miglioramento.
Preoccupano le affermazioni sul destino del patrimonio immobiliare perché viene da chiedersi: perché dovrebbero rappresentare un vantaggio per chi acquista questo patrimonio immobiliare, se la Regione non riesce a ricavarne un interesse? Perché un patrimonio, che non è di interesse per la Regione, dovrebbe diventarlo per un privato? Su questo, come su altri punti, abbiamo già visto che nella stessa maggioranza esistono dei pensieri contrastanti. E' stato detto che l'opposizione non fa delle proposte, ma sono anni che avanziamo proposte per una gestione diversa della sanità, proposte che sono contenute anche nelle critiche stesse che facciamo. La conseguenza non è mai una risposta coerente da parte dell'Assessorato, lo stesso Piano sanitario regionale, si è perso nei meandri dell'Assessorato, non si hanno notizie della sua sorte e, soprattutto, il contenuto che abbiamo visto, non era assolutamente credibile come soluzione per una sanità migliore.
In definitiva, bisogna ricordare le parole pronunciate dal Presidente Ghigo alla fine del suo intervento quando si è rivolto all'Assessore dicendo che sono state assunte delle decisioni e che i conti devono tornare.
I conti non torneranno perché manca l'opera di programmazione e quando tra qualche mese rifaremo questi discorsi, il Presidente Ghigo sarà obbligato a chiedere quello che chiediamo oggi, cioè le dimissioni dell'Assessore D'Ambrosio che non ha saputo gestire la sanità in questi sette anni.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Brigandì, ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Volevo spiegare alcuni punti per i quali i Consiglieri hanno ritenuto di chiamare in causa la Lega. Alcuni punti per i quali bisogna dire qualcosa perché i consigli sarebbe opportuno che ognuno li tenesse per se anche perché, alla fine, questi si pagano in termini di voti elettorali: noi non vorremmo pagarli nei termini di coloro che ci hanno dato consigli.
La Lega non ha mai raccolto firme - l'ho detto e lo ripeto - contro il ticket; la Lega non ha alcuno rapporto di subordinazione, come meglio vedremo in seguito. Voglio precisare, tanto per chiarire, che se qualcuno ha raccolto delle firme, certamente non è una persona leghista, né è organizzato. Gente di Rifondazione Comunista ha invaso le nostre sedi qualche giorno fa; qui è stata espressa solidarietà, quindi evidentemente c'è un momento di dissociamento che può essere per tutti. Dopodiché, se non fossi interrotto vorrei continuare, Presidente.
MANICA Giuliana (commenti fuori microfono )



PRESIDENTE

Colleghi, sta parlando il Consigliere Brigandì. Stiamo facendo un dibattito e dobbiamo ascoltare tutti l'intervento del collega o, quanto meno, consentirgli di poter parlare senza essere disturbato.



BRIGANDI' Matteo

Quindi dimostreremo, come successivamente diremo, di non essere sudditi di nessuno e di non porci nel criterio di dover votare senza dire niente.
Gli altri due punti degli interventi precedenti che vorrei sottolineare sono: primo, si è parlato di un ricorso al TAR. Dai miei vecchi studi di diritto amministrativo ricordo che nei ricorsi al TAR si parla normalmente di sospensiva, quindi sarebbe interessante sapere se la sospensiva è stata chiesta - credo di no - a dimostrazione che il ricorso non era provvisto della necessaria fiducia, o se la sospensiva è stata concessa.
In ultimo, varrebbe la pena sollevare l'interesse dell'Assessore sul fatto che è stato evidenziato dalla sinistra che c'è stato un aumento indiscriminato di assunzioni. E' la sinistra che lo dice, Assessore; prenda atto che la sinistra le sta dicendo che ci sono troppi dipendenti e che quindi ci sono degli esuberi. Tale affermazione la può usare o come conseguenza della sua attività amministrativa o nell'elaborare la linea politica del suo Assessorato.
Detto questo, mi piacerebbe porre al Presidente della Giunta (in questo momento non è presente, quindi la prego, Assessore D'Ambrosio, di fare da portavoce al Presidente) una domanda di carattere politico: vorrei capire come il Presidente della Giunta intende gestire la sua maggioranza.
Mi spiego: la Lega è un quid pluris rispetto alla legislatura precedente. Questo significa che il Presidente della Giunta non può non dare una diversa impostazione di carattere politico alla sua Giunta. Lei Assessore, è Assessore da due anni con questa maggioranza, non da sette; il Presidente della Giunta è Presidente da due anni con questa maggioranza non da sette, quindi vogliamo capire e vedere dov'è questo quid pluris e qual è la novità della Giunta rispetto all'apporto leghista di maggioranza.
Dico questo perché fra di noi c'é un matrimonio, un matrimonio non d'amore, ma che nasce dal fatto che sul piano nazionale c'é un'alleanza che si chiama "Casa delle libertà". Ci siamo presentati insieme a queste elezioni, abbiamo raccolto una maggioranza con i voti determinanti della Lega, nel senso che non ci fossero stati voti della Lega questa maggioranza non avrebbe preso risultati tali da poter battere l'avversario di sinistra.
Questo è un dato storico, ma relativamente a questo dato storico voglio sapere se noi dobbiamo e vogliamo dare un valore aggiunto di carattere politico o no, e se noi vogliamo e dobbiamo dare un valore aggiunto di carattere strutturale o no.
È una domanda politica, Assessore D'Ambrosio, che io la prego di trasmettere al Presidente e gliela pongo adesso in questa aula per avere una risposta, altrimenti non possiamo fare altro che dire che apparteniamo a questa maggioranza, però è un'appartenenza che deriva solo da un vincolo di carattere nazionale.
Questo è il punto, perché tutti i problemi in riferimento al ticket e alla sanità sono stati correttamente, egregiamente ed esaustivamente svolti dai Consiglieri Dutto e Rossi, ma questo lascia un problema di fondo. Ci siamo visti parecchie volte all'interno della maggioranza in cui abbiamo chiesto dei dati che oggi vengono richiesti in un ordine del giorno congiunto e firmato da tutti, segno che questi dati non sono stati dati.
In questo momento bisogna stabilire una linea politica. Capiamo bene che la sanità è il primo prezzo da pagare per avere la devolution; cioè capiamo bene che, nel momento in cui poteri dello Stato vengono trasferiti dalla centralità alla periferie, la centralità non metterà più la mano al portafoglio per coprire gli sprechi della periferia. Quindi evidentemente, occorrerà far fronte, con le proprio risorse, ai fabbisogni di tutte le esigenze della Regione.
Se così fosse, è evidente che questo passaggio non può essere un passaggio semplice, è un passaggio che ha bisogno di un travaglio. Questo è il momento del travaglio.
Per questo motivo siamo qui schierati, per aprire un dialogo che per deve tendere ai fini comuni della Casa delle libertà.
Credo che questo sia il punto nodale e politico su cui riteniamo che il Presidente della Giunta debba fare un momento di riflessione. Bisogna che la Regione Piemonte attui questo momento di federalismo reale e lo attui non solo per ciò che riguarda l'indipendenza dallo Stato della Regione Piemonte, ma lo attui anche nella sua qualità di Presidente e dei Presidenti, per incentivare e rendere conto di sé alle Regioni del sud. Le Regioni del sud non possono essere lasciate in balia di se stesse, perch non si può pensare che ci sia un federalismo al nord per le regioni ricche e un assistenzialismo al sud.
E' questo progetto generale che ci tiene uniti e da questa Giunta vogliamo sapere, innanzitutto, come intende, il Presidente Ghigo introdurre in questo progetto generale l'attività delle sua Giunta e quindi quale sia la novità della Giunta Ghigo 2 rispetto alla Giunta Ghigo 1 e, in secondo luogo, come intende strutturarsi con tutte le forze di maggioranza che lo sostengono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri, sull'ordine dei lavori.



ANGELERI Antonello

Volevo chiedere, visto che nel frattempo è stato presentato un altro ordine del giorno che è molto simile nel testo a quello che noi abbiamo presentato, di ritirare l'ordine del giorno che era stato presentato in data 8 aprile, perché su quello successivo i Consiglieri, che avevano firmato il primo ordine del giorno, hanno riproposto le firme, essendo sostanzialmente simile.
Volevo cogliere l'occasione per dire al Consigliere Galasso, che è intervenuto usando una parola che non conoscevo, che se io sono sodale rispetto al Consigliere Botta, lui è sodale rispetto all'Assessore D'Ambrosio, a meno che non abbia cambiato Gruppo. L'ordine del giorno che richiede la modifica sostanziale della manovra portata avanti dall'Assessore D'Ambrosio, porta la firma del Consigliere Galasso, quindi giustamente, suggerisce, sulla base della nostra impostazione un'operazione diversa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Presidente e colleghi, la manovra dei ticket, che è stata sostenuta più volte in Commissione e in quest'aula da parte della maggioranza e della Giunta regionale, è una scelta di governo necessaria e una manovra dolorosa.
Quando si devono introdurre delle tasse o delle misure che vanno a colpire economicamente il cittadino, si prova sempre dolore. Volevo precisare che, certamente, non siamo stati dei pazzi ad introdurre una manovra sui ticket, com'è stato detto, addirittura proprio in senso contrario, nel momento delle elezioni.
Sarebbe stato molto più facile e agevole per la Casa delle Libertà e per la Giunta Ghigo non adottare la manovra dei ticket se questa si voleva adottare in senso elettoralistico.
Credo che le comunicazioni di queste settimane lo stanno ampiamente dimostrando.
La situazione della sanità, è stato detto e lo diciamo da oltre venti mesi, è difficile. E' una situazione difficile a livello europeo e nazionale, a cui non si sottrae la Regione Piemonte. E' utile ricordare che nella classifica delle venti Regioni italiane, la nostra è una regione che in termini di qualità dell'offerta sanitaria è ai primi posti.
Non si è voluti introdurre la manovra sui ticket per coprire un buco ma attuare una scelta di governo. Se non si fossero introdotti i ticket, ci sarebbe stato questo buco e non ci sarebbero state probabilmente le risorse chi ha vissuto il lavoro della Commissione di queste settimane ben lo sa per mantenere alcuni servizi che il governo regionale del Piemonte ha deciso di mantenere. Mi riferisco ai livelli essenziali di assistenza che in Piemonte sono più ampi.
Come sapete, in questo primo semestre (fino al trenta giugno), la Regione Piemonte ha deciso di mantenere, a titolo gratuito, i certificati per l'idoneità sportiva per oltre 35.000 ragazzi, i certificati complessi e costosissimi relativamente alle adozioni e, in termine di assistenza, ad esempio, i pannoloni piuttosto che il materiale delle medicazioni, i prodotti aproteici per i diabetici (fino a 90 euro al mese), mentre tutte le altre Regioni stanno togliendo queste agevolazioni.
Abbiamo anche l'intendimento di mantenere questi servizi anche per il secondo semestre, quindi per tutto l'anno 2002.
La Giunta ha una responsabilità di governo. Il Presidente Ghigo e la Giunta hanno fatto una scelta di governo. Non voglio commentare alcun intervento svolto questa mattina, ma non credo che il Presidente Ghigo abbia bisogno di esercitare qualsiasi attività di mobbing verso i suoi Assessori, a prescindere dal nome e cognome del singolo Assessore, perch la Giunta regionale del Piemonte è formata da donne e da uomini con un cervello pensante che rappresentano forze politiche, e quando fanno una scelta, anche con un voto all'interno del governo regionale, ne hanno la piena responsabilità personale e politica. Questo è il nostro parere. In ogni caso, sono stati presentati o saranno presentati dei documenti all'attenzione del Consiglio regionale. Il titolo della convocazione della seduta consiliare di oggi riguarda la revoca della deliberazione sui ticket.
Abbiamo presentato un ordine del giorno, chi fa parte della maggioranza e sostiene il Presidente Ghigo, voterà quest'ordine del giorno a firma dei Capigruppo della maggioranza, mentre chi non vuole più rimanere all'interno di questa maggioranza è libero di votare qualsiasi altro ordine del giorno.
Questa è la posizione politica della maggioranza che oggi è compatta e sostiene la propria Giunta, il Presidente Ghigo e l'Assessore D'Ambrosio.
Cari colleghi, il voto chiarirà le idee a chi, nell'aula e fuori, dice che la maggioranza è divisa, la Lega raccoglie le firme, Forza Italia è scontenta, Alleanza Nazionale deve star zitta e CCD e CDU hanno presentato un ordine del giorno.
A considerazioni politiche, si risponde con atti politici. L'atto politico più alto nell'istituzione del Consiglio regionale, oggi, sarà la votazione. Chi vota quest'ordine del giorno fa parte della maggioranza mentre, chi non voterà quest'ordine del giorno ne è escluso. E' utile ricordare, anche in quest'aula, Presidente Cota, che il ticket è stato tolto (.)



(Commenti in aula)



CATTANEO Valerio

Presidente, non vorrei essere interrotto.
Il ticket è stato tolto dal Governo Amato con la legge finanziaria del 2001. Dal primo gennaio 2001 non si è pagato più il ticket. Abbiamo vissuto una manovra squisitamente elettorale, tant'è che nella stessa legge finanziaria si prevedeva già che le Regioni avrebbero dovuto reintrodurre il ticket per la parte dello scostamento imputabile a responsabilità regionali.
Le Regioni adottano le deliberazioni per reintrodurre i ticket soppresse ovvero le altre misure di riequilibrio previste dall'articolo 83 comma 6.
La manovra fu fatta già sapendo che le Regioni avrebbero dovuto reintrodurre il ticket. Questo dimostra che la manovra è assunta con un atto deliberativo, quindi nella piena legalità.
La legge finanziaria, a firma del Presidente del Consiglio dei Ministri d'allora, l'Onorevole Amato, prevedeva l'introduzione del ticket, in quanto vi era un buco di 35.000 miliardi. Il Ministro Visco dice che non è vero ma non sa dimostrarlo. Il Ministro Tremonti dice che è vero e lo dimostra.
La manovra dei ticket, è stato ricordato dal Consigliere Dutto, ha l'effetto calmierante. Ricordo che nel 2001 sono stati venduti 6.000.000 di prodotti farmaceutici in più rispetto al 2000. Credo che questa situazione abbia messo la Giunta regionale di fronte ad una scelta e decidere se fosse giusto o meno mantenere un sistema per il quale molte persone andavano a fare incetta di farmaci, togliendo risorse che avrebbero assicurato servizi alla gente.
Pensiamo che questo sia stata una parte decisiva nel convincere la Giunta regionale ad assumere la deliberazione sui ticket.
Per quanto riguarda i ticket e il pronto soccorso, ci vorrebbe molto più tempo per discuterne. Credo che le strutture del pronto soccorso, per chi ha avuto l'umiltà e la volontà di verificare, sono oggi ormai anche dei maxi-ambulatori dove le cause di maggior flusso sono, di fatto, favorite dallo scarso effetto filtro dei medici di base, e soprattutto dalle liste d'attesa per le visite specialistiche e per gli esami. Saremo particolarmente lieti, noi del gruppo Forza Italia, che una nostra idea quella di legare il provento dei ticket del pronto soccorso in linea prioritaria al piano per l'abbattimento delle liste d'attesa, sia stato ripresa nella deliberazione della Giunta regionale, anche secondo gli intendimenti e le direttive del Governo nazionale. Su questo misureremo l'efficienza della Giunta e dell'Assessorato alla sanità. Respingiamo la richiesta di abolire la delibera di chi dice: "No, ai ticket, manteniamo tutto e tutti. Vergogna all'Irpef!", ma non presenta una politica sanitaria alternativa economicamente compatibile. L'abbiamo detto più volte, colleghi dell'opposizione, non abbiamo ancora sentito un'idea, una politica sanitaria alternativa, economicamente compatibile e sostenibile. Ieri ci siamo confrontati sul socio-assistenziale, un'idea che appartiene a questa maggioranza, condivisa e proposta in Commissione da questa opposizione. Vi può essere certamente un motivo di confronto. Tutti, credo, sia in termini economici, ma soprattutto in termini sociali, guardiamo la possibilità di tendere a quel famoso 2% per il convenzionamento delle case di riposo e per abbattere da un lato le liste d'attesa, oltre 6 mila anziani in Piemonte ma anche per abbattere i costi, perché sappiamo che il costo di un posto letto in ospedale, di un ricovero improprio costa un milione al giorno; il costo in una casa di riposo è di 150-200 mila lire al giorno. Ho apprezzato quindi la volontà, da parte dei colleghi del CCD-CDU, di ritirare l'ordine del giorno, che, di fatto, è inglobato nell'ordine del giorno della maggioranza, dove noi chiediamo alla Giunta regionale un impegno ad "elaborare e quindi presentare nel più breve tempo possibile un preciso quadro strategico complessivo, con l'indicazione analitica degli interventi da adottare nei riquadri della sanità piemontese, in ordine all'utilizzo dei presidi, all'accorpamento funzionale delle ASL, alla razionalizzazione degli acquisti, all'ottimizzazione delle risorse-strutture, soprattutto alle esenzioni o alleggerimenti dei ticket su farmaci per patologie anziani meno abbienti". Questa è un'idea che anche noi di Forza Italia abbiamo presentato già il giorno dopo la deliberazione dei ticket. La presentiamo con umiltà e con senso di responsabilità. Aspettiamo una risposta della Giunta regionale, una risposta del Presidente Ghigo e dell'Assessore D'Ambrosio, che certamente non mancherà. Credo che anche lo spirito della delibera che ha individuato una fase sperimentale per i ticket fosse proprio quello di dare la possibilità al governo regionale di trovare con cognizione e compatibilità economica questi ambiti di esenzione e di alleggerimento dei ticket per i cittadini meno abbienti. Una penultima questione: non mi è sfuggita una considerazione del Consigliere Marcenaro relativamente all'assunzione dei dipendenti, ad un esubero - così come lo ha posto il Consigliere Marcenaro - di amministrativi nella sanità piemontese. Innanzitutto sarà molto interessante quando il Presidente della Commissione d'inchiesta Saitta darà la possibilità al nostro Gruppo consiliare, e il Consigliere Scanderebech ha presentato la richiesta, di avere una serie di documentazioni relativamente a questo, una serie di documentazioni relativamente anche agli stati di famiglia di un certo numero di persone. Quindi, sarà estremamente utile analizzare come mai sono stati assunti tanti amministrativi, ma sarà utile soprattutto il confronto politico su che cosa vogliamo fare per riparare a questo esubero vero o presunto che sia. Voi sapete che il governo nazionale privilegia l'assunzione negli enti pubblici per mobilità; potrebbe essere una buona idea quella di fare una mobilità da ente a ente, quindi trasferire gli amministrativi o metterli a disposizione in esubero - se così ci sono, come dice il collega Marcenaro - a disposizione degli Enti locali e delle altre amministrazioni dello Stato, della Regione e delle Province, ma su questo bisognerà confrontarci e fare delle scelte. Quindi, Assessore D'Ambrosio noi abbiamo trovato una posizione di maggioranza, doverosa, ma convinta. Ci siamo confrontati, abbiamo presentato questo ordine del giorno sottoscritto da tutti i Capigruppo, un ordine del giorno aperto e rispettoso del ruolo della Giunta, ma un ordine del giorno che dà un preciso indirizzo - se approvato dal Consiglio regionale - di tutta la maggioranza alla sua Giunta. Noi aspettiamo con ansia - perché crediamo a quello che abbiamo scritto su questo ordine del giorno - le risposte e le proposte della Giunta regionale. Se le risposte della Giunta, come siamo certi, andranno incontro anche a politiche sensibili sotto l'aspetto sociale che la maggioranza oggi pone all'attenzione della Giunta, la maggioranza sarà come lo è oggi, al fianco del proprio governo regionale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Io ho sollecitato formalmente il Presidente della VI Commissione e il Vicepresidente di dare comunicazioni rispetto ad una convocazione che era fissata alle 13,30. Chiedo a lei di revocare o dire che, di fatto, la VI Commissione convocata alle 13,30 non ha avuto luogo, e non avrà luogo.



PRESIDENTE

La VI Commissione è sconvocata, e a seguire ci sarà la riunione della I Commissione già convocata.


Argomento: Fondi sanitari

Ritiro della deliberazione della Giunta regionale 3 aprile 2002, n. 57/5740 "Attuazione decreto legge 18 settembre 2001, n. 347 convertito con legge 16 novembre 2001, n. 405, recante 'Interventi urgenti in materia di spesa sanitaria' e recepimento d.p.c.m. 29 novembre 2001 'definizione dei livelli essenziali di assistenzà. Individuazione interventi successivi" (seguito) Votazione ordini del giorno collegati (nn. 511, 522, 527)


PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie Presidente. Debbo ribadire che l'atto adottato dalla Giunta il 3 aprile scorso è corretto da un punto di vista giuridico, così come è stato sottolineato da alcuni colleghi.
Vedremo quali saranno le risposte dal TAR al ricorso fatto per l'annullamento dell'atto stesso da alcuni Consiglieri, a nostro modo di vedere corretto, e devo sottolineare che sono rammaricato del fatto che il mio intervento non potrà essere abbastanza lungo come avrei voluto.
Per quanto attiene al CORESA, non c'era l'obbligo assoluto, perché in realtà l'art. 2 della l.r. n. 78 attiene alle modifiche delle tariffe delle prestazioni vigenti, non al ticket che, in realtà, ha tariffe immutate e aggiunge un qualcosa in più.
Per il resto non mi soffermo, perché hanno già i Consiglieri di maggioranza sottolineato, per quanto riguarda il ticket, che lo stesso legislatore, nel momento in cui con la finanziaria del 2000 aveva detto che dal primo gennaio 2001 i ticket non c'erano più, aveva previsto che dopo il 30 marzo 2002 le Regioni potevano reimmettere i ticket stessi.
Quindi, penso che anche questo rientri in quella che è la correttezza dal punto di vista giuridico. Devo dire altresì che, a mio modo di vedere è coerente con le disposizioni normative nazionali, e ho detto anche nella relazione che questa manovra era necessaria per assicurare un quadro di certezze in risposta ai bisogni di salute dei cittadini.
Indubbiamente, come è stato sollevato da Consiglieri di maggioranza e di opposizione, c'é bisogno però che tutto rientri in una manovra globale in un progetto organico della sanità, cosa che vi assicuro - non perch sollecitato dalle circostanze - stiamo facendo, e penso che già dalla settimana prossima ci si muoverà in tal senso, innanzitutto risentendo i Capigruppo dell'opposizione per quanto riguarda il piano.
Inoltre, ho già incontrato tre volte le organizzazioni sindacali sul piano, che sostanzialmente come indirizzo generale resta lo stesso, ma cambiano alcune cose, per quanto riguarda soprattutto la separazione tra le funzioni, perché le funzioni di prevenzione e assistenza primaria restano in capo alle ASL, mentre l'assistenza specialistica di secondo livello e l'assistenza ospedaliera sono in capo alle Aziende ospedaliere.
Il ruolo della Regione continuerà ad essere un ruolo di governo del sistema attraverso il finanziamento delle ASL per quote capitarie prevenzione e territorio e per budget, per quanto riguarda le ASL.
Sono stati preparati - ve li presenterò quanto prima.



(Intervento, fuori microfono, della Consigliera Manica)



PRESIDENTE

Consigliera Manica, la prego, sta parlando l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità

Cerchi di stare un po' più tranquilla, collega. Capisco che nel momento in cui le sfugge di mano il "giocattolino del buco", è chiaro che ci si innervosisce, perché.



(Intervento, fuori microfono, della Consigliera Manica)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Ribadisco di sottoscrivere questa tabella che lei ha etichettato come "tabella D'Ambrosio"; la sottoscrivo io e la sottoscrivono i miei funzionari.
E' una tabella che non ha nascosto cifra di alcun genere; forse lei non ha seguito tutte e quattro le Commissioni, dove abbiamo detto che c'era una differenza di finanziamento-costi di una certa cifra (25 miliardi), ma che c'erano quattro voci, evidenziate con la nota n. 4, che dovevano comunque essere definite.
Devo dire altresì che, alla luce dell'ultimo decreto legge del 15 aprile scorso, che ha portato alla riduzione del 5% dei farmaci, ci sono addirittura 70 miliardi ulteriori. Devo anche chiarire immediatamente perché subito mi si dice.



(Intervento, fuori microfono, della Consigliera Manica)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Mi faccia parlare, collega!



PRESIDENTE

Per cortesia, Assessore, vada avanti!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Abbiamo detto che questi miliardi devono essere impegnati per quota parte nei LEA e per quota parte nel ripianare quella parte che soprattutto le ASL 1 e 4 non riescono ad ottenere con fondi propri. Occorre ancora prevedere una quota per quanto riguarda il contratto con i medici di famiglia e l'eventuale rapporto da definire con l'Ospedale Mauriziano.
Ribadisco, colleghi, che per quanto attiene al Mauriziano aspettiamo le decisioni del Ministero dell'Interno e che, riconoscendo al Mauriziano una specificità ed una notevole importanza nella sanità piemontese, sia per il passato che per il presente, sicuramente saremo disponibili ad andare incontro alle richieste avanzate, quando queste non si quantifichino in cifre esorbitanti.
Confermo di sottoscrivere, insieme ai miei funzionari, la famosa "tabella D'Ambrosio", che tra le altre cose è una tabella di lavoro, così come io ebbi a dire in IV Commissione, per discutere del bilancio di previsione della sanità pubblica.
E' chiaro che certe condizioni dovranno concretizzarsi e, ovviamente se questo dovesse portare ad un ulteriore disavanzo o buco, prenderei certamente delle decisioni al riguardo.
Sento dire continuamente, poi, che sono stati "tagliati" 1.400 posti letto. Mi preme sottolineare che questo non è assolutamente vero; non sono state tagliate le attività, c'è stata una riconversione delle attività stesse, ma se scendessi nel dettaglio dovrei doverosamente rispondere a tutti i colleghi interessati e questo non è possibile farlo oggi.
Così come non posso rispondere al collega Saitta - mi spiace che non sia in aula - il quale è un maestro nel dare determinate comunicazioni soprattutto alla carta stampata, che costituiscono uno scoop notevole, che i giornalisti recepiscono e diffondono senza neppure chiedere all'altra parte - cioè io o i Capigruppo di maggioranza - una controdeduzione alle affermazioni.
L'altro ieri il collega Saitta ha fatto una serie di affermazioni inesatte riguardo all'emodinamica.
Anzitutto i costi esorbitanti delle stesse: devo dirvi che per sostenere un'emodinamica diagnostica - e il collega Caracciolo pu assentire o meno - i costi sono di 400 milioni e non di 2 miliardi, come egli ha sostenuto.
Effettivamente, il costo è di un miliardo e 800 milioni, 2 miliardi per l'emodinamica interventistica, ma le emodinamiche interventistiche in Piemonte sono solo 6, pertanto il costo che ha rappresentato il collega andava indubbiamente oltre ogni situazione attuale in Piemonte.
Devo dire, altresì, che le 16 emodinamiche funzionanti attualmente sono state tutte regolarmente autorizzate. L'unica emodinamica che ha presentato qualche difficoltà, perché non era autorizzata, è quella dell'Ospedale di Rivoli, cioè la zona dove risiede il collega Saitta.
Mi avvio a concludere, Presidente, aggiungendo che la maggiore disponibilità di laboratori di emodinamica, con ampio volume di attività ha permesso di migliorare fortemente la qualità delle cure dei pazienti cardiologici, permettendo indagini più tempestive rispetto al passato ed accorciando in maniera significativa i tempi di degenza dei pazienti.
Ricordo, altresì, che in sanità c'è un'evoluzione tecnologica notevolissima, pertanto, mentre nel 1977 dovevano essere sostenute 800 prestazioni affinché un'emodinamica fosse efficiente, oggi il numero delle prestazioni si è ridotto a 400, quindi posso affermare che tutte le emodinamiche funzionanti oggi in Piemonte hanno motivo di essere, perch riusciranno certamente a dare risposte immediate ai cittadini e, in alcuni casi, evitare addirittura il decesso.
Un'ultima precisazione, Presidente, e concludo, riguardo all'ordine del giorno presentato dalla maggioranza: l'ordine del giorno è stato redatto sapendo che l'Assessorato e il sottoscritto stavano lavorando in tal senso, quindi è un ordine del giorno che sottoscrivo e che cercherò di portare avanti con tutto l'impegno possibile. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente e colleghi. Assessore, noi purtroppo votiamo contro l'ordine del giorno che ha presentato, perché lei non ha risposto sufficientemente e non ha analizzato in modo corretto la richiesta dell'annullamento della delibera al TAR.
Lei si è limitato a dire che in questo momento la Regione ha la possibilità di applicare i ticket.
Secondo me non è così, perché lei non ha giustificato il motivo per il quale non ha rispettato l'art. 53 della Costituzione, Non ha giustificato il motivo per il quale lei continua a sottolineare che i costi della sanità sono un giorno al 26% e un altro giorno al 26,7%.
Posso capire i suoi sforzi. Non è colpa del Consigliere Saitta se un servizio all'ASL n. 5 costa il 10% in più o in meno e in un'altra ASL il 100% in più o in meno. Sono tutti elementi, un quadro di insieme che non funziona: non funziona la managerialità, non funziona il controllo dei prezzi. Stiamo andando verso una direzione per cui i cittadini continuano a sopportare la pressione fiscale e l'aumento dei costi per la sanità.
Così annuncio il mio voto contrario a questo ordine del giorno.
.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma per dichiarazione di voto.



PALMA Carmelo

Voteremo contro tutti gli ordini del giorno presentati, non partecipando al voto solo dell'o.d.g. che sottolinea un problema di legittimità della delibera della Giunta che non abbiamo approfondito.
Voteremo contro per ragioni speculari, perché non riteniamo che un o.d.g, cioè un atto di indirizzo del Consiglio, possa essere contrabbandato, come il documento presentato dai Consiglieri di maggioranza, in una sorta di pronunciamento, di sostegno della Giunta regionale.
E' un atto di indirizzo con alcuni elementi, secondo me, anche condivisibili, che recepiscono una serie di indicazioni del dibattito e una serie di dati di realtà di cui, chi è responsabile della politica sanitaria, deve tenere conto. Se è un adempimento interno alla maggioranza, cessa per me e per il mio Gruppo, di avere qualunque consistenza costituzionale. Anche per questa sola ragione, è un atto a cui bisogna votare contro. L'impressione è che se questo serve per compattare la maggioranza evocando temi condivisibili, ma non serve per impegnare la maggioranza e la Giunta ad attuarli, lascia un po' il tempo che trova e non apre scenari di sviluppi particolarmente promettenti. L'Assessore lo sa bene che l'ordine del giorno della maggioranza, può avere attuazione semplicemente se voi disseppellite dagli archivi in cui lo avete confinato il Piano sanitario regionale e aprite su questo una discussione seria, da subito, in Consiglio regionale.
Se dalla prossima settimana si discuterà il Piano sanitario regionale da lì si dovrà iniziare e non finire.
Per quello che riguarda l'ordine del giorno, politico, non su problemi di legittimità, presentato dal centrosinistra, voteremo contro perché non recepisce nessuno degli spunti e delle indicazioni che, nel corso di questa discussione, avevamo sottolineato come assolutamente preminente e prioritaria la definizione di qualunque strategia, in materia di servizi e di spese sanitarie.
Non so se questo possa significare, visto che questa è la logica della dialettica all'interno di quest'aula, essere più o meno vicini alla maggioranza o più meno vicini all'opposizione, dal nostro punto di vista significa essere egualmente lontani a due tipi di impostazioni entrambe propagandistiche che non affrontano nessuno dei nodi della sanità regionale.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Caracciolo; ne ha facoltà.



CARACCIOLO Giovanni

Volevo soltanto chiarire la mia posizione. Avevo dato la mia adesione all'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Angeleri, Costa, Tomatis perché avevo intravisto un'apertura trasversale su alcuni punti, c'era una certa gradualità nel riformismo. Dal momento che diventa un atto politico di maggioranza contro minoranza, dichiaro di ritirare la mia adesione e di votare contro.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Solitamente firmo documenti che ritengo chiari nella sostanza, oltre che nella forma.
Non rileggo l'ordine del giorno presentato, perché è identico a quello che abbiamo ritirato, c'é qualche aggiunta che noi condividiamo ed è per questo motivo che abbiamo apposto nuovamente le firma a questo documento e abbiamo ritirato quello precedente.
In questo documento impegniamo la Giunta ad intervenire complessivamente su una manovra sanitaria che non abbiamo ancora visto nel suo complesso. Mi spiace che i Consiglieri del Partito Radicale abbiano interpretato questo ordine del giorno come una forma propagandistica, mi spiace che il Consigliere Caracciolo abbia interpretato questo documento come un modo per compattare la maggioranza escludendo, aprioristicamente l'intervento di altri Gruppi consiliari. Siamo contenti che il Consigliere Tomatis abbia apposto la propria firma anche in questo ordine del giorno.
Se noi dobbiamo guardare al miglioramento del livello qualitativo e quant'altro che riguarda la sanità piemontese, non dobbiamo guardare a questioni partitiche, ma a quella che è una manovra che mi auguro possa avere la collaborazione di coloro che in quest'aula si sentono di darla. Mi pare che il Consigliere Tomatis lo abbia fatto e lo abbia fatto con questa intenzione anche il Consigliere Caracciolo a cui chiedo di interpretare correttamente questo ordine del giorno, perché questa è la mia interpretazione.
Se qualcun altro, all'interno di questa maggioranza, da interpretazioni diverse (non lo penso), ma se qualcuno dà delle interpretazioni diverse e crede di fare della campagna elettorale con questo documento, si sbaglia di grosso.
Su queste cose ci crediamo e andremo comunque alla verifica.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto, la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Voteremo a favore degli ordini del giorno che abbiamo presentato e sottoscritto, sia quello che chiede il ritiro di questa deliberazione per ragioni di merito, sia quello che lo richiede per ragioni di legittimità relativamente al fatto che non esiste il parere del CORESA (ricordo che c' anche un ricorso al TAR di cui pregherei l'aula di tener conto).
Nello stesso tempo, voteremo contro l'ordine del giorno della maggioranza perché, al di là delle affermazioni che vengono fatte rispetto a testi precedenti, c'è, nei fatti, una riconferma da parte di tutta la maggioranza della deliberazione - al di là dei distinguo e delle presenze con i gazebo davanti agli ospedali come la Lega ed altri Gruppi stanno facendo - salvo un impegno, a futura memoria, su una serie di temi su cui è difficile credere che avverrà, stante la situazione in cui siamo rispetto al Piano sanitario.
Il punto sostanziale è che non c'é la richiesta, in alcun modo, non solo di ritiro della delibera, ma neanche di una sua qualche sorta di revisione.



PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 511 dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi.
Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'ordine del giorno il cui testo recita "Il Consiglio Regionale Preso atto Della delibera di Giunta al titolo "Attuazione decreto legge 18 settembre 2001, n. 347 convertito con legge 16 novembre 2001, n. 405 recante: "interventi urgenti in materia di spesa sanitaria" e recepimento d.p.c.m.
29 novembre 2001 "definizione dei livelli essenziali di assistenza".
Individuazione interventi conseguenti" Considerato che la delibera di Giunta istituisce l'applicazione di nuovi ticket sui farmaci e sul pronto soccorso a partire da oggi 04.04.02.
che questa nuova e vergognosa tassazione è fatta per intervenire su un deficit di bilancio creato dalla Regione stessa, applicando così, unico caso in Italia, tutte le tasse a disposizione.
che la nuova tassa sui medicinali e sul pronto soccorso avviene pressoch in contemporanea con lo scandalo/tangenti alle Molinette che ha investito la Giunta Regionale e autorevoli rappresentanti piemontesi legati a diverso titolo ai vertici del centrodestra.
che quanto sopra descritto renderebbe sin troppo facile l'equazione fra i costi a carico dei cittadini e le ruberie dei vertici della sanità piemontese scelti da Ghigo e dal centrodestra che il nuovo salasso ai cittadini verrà imposto senza nessun piano progettuale che spieghi, anche sommariamente, dove si interverrà per migliorare i servizi e superare i problemi.
che sarebbe ridicola se non fosse tragica la formula "promozionale" del "paghi 2 e prendi 3" adottata in delibera che alcune categorie, a cominciare dall'Ordine dei Medici, hanno bocciato senza indugi la scelta della Giunta che le OOSS hanno criticato aspramente la decisione della Giunta che autorevoli esponenti della stessa maggioranza che sostiene la Giunta Ghigo hanno espresso pubblicamente la loro contrarietà fino a minacciare l'ostruzionismo in Aula, rendendo palese la crisi profonda del centrodestra che dopo l'aumento dell'aliquota IRPEF è moralmente e politicamente scandaloso caricare ancora sulle tasche dei cittadini piemontesi il diritto alla salute, soprattutto se a farlo è che ha promesso in tutta la campagna elettorale che non ci sarebbero state nuove tasse come ha detto Ghigo nel recente passato Impegna Il Presidente e la Giunta regionale: a ritirare il provvedimento che fa riferimento ai ticket sui farmaci e sul pronto soccorso a convocare le parti sociali per affrontare la grave situazione sanitaria del Piemonte a presentare urgentemente un progetto straordinario per l'intervento sul versante della Sanità regionale." Indìco votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno Il Consiglio non approva Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 522 .
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 527.
Il Consiglio non approva.
Comunico che sono assorbite le interpellanze numero 1467 e 1203 della discussione odierna.
Comunico che il Consiglio regionale è convocato per le seguenti sedute nei seguenti orari: lunedì 22 aprile 2002 ore 10, 14.30; martedì 23 aprile ore 10, ai sensi dell'art. 25 dello Statuto, e al pomeriggio dalle ore 14.30; mercoledì 24 aprile ore 10, 14.30; l'ordine del giorno per esaminare, qualora licenziato, il disegno di legge n. 371 "Bilancio di previsione per l'esercizio finanziario 2002 e il bilancio di previsione 2002-2004" e per procedere alle tre nomine, oggi programmato. Ricordo che per iscrivere il disegno di legge n. 371 sono necessari 31 voti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Il mio intervento è sull'ordine dei lavori. Ovviamente è rinviabile anche ad un'altra seduta, ma va indicata, il termine della discussione su diversi ordini del giorno presentati e discussi nella scorsa seduta, sul processo di pace in Merio Oriente. Si era deciso, nella scorsa seduta, di discuterli al termine della discussione odierna sui ticket, ma si può, se si ritiene che sia più urgente procedere ai lavori della Prima Commissione spostarli ad una successiva seduta, ma va calendarizzata, cioè non scompare dall'ordine del giorno e a questo punto deve ovviamente precedere, non pu seguire, l'inizio della discussone sul bilancio.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio re gionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

Colleghi, se c'è un accordo sul fatto che non sia un discussione fiume ma che si possa contenere in un'ora/un'ora e mezza, lo mettiamo in testa alla seduta di lunedì. Siamo tutti d'accordo, quindi la seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 15.00)



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