Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.200 del 26/03/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 15.16 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.46)



(La seduta ha inizio alle ore 15.47)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Angeleri, Brigandì Caracciolo, Cavallera, Pichetto, Rossi Giacomo e Vaglio.


Argomento: Esercizi provvisori

Iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 399: "Proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2002"


PRESIDENTE

Prima di iniziare i lavori, è pervenuta una richiesta di iscrizione di un nuovo punto all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente. Alla ripresa dei lavori del Consiglio della seduta pomeridiana, chiedo che sia iscritto all'o.d.g., a norma del Regolamento, con almeno 31 voti, il punto che era stato deciso in sede di Conferenza dei Capigruppo, che riguarda la legge per il prolungamento dell'esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

Quindi, il Consigliere Cattaneo richiede che venga iscritto e trattato contestualmente.
Prima della votazione ha diritto di parlare un Consigliere contrario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, credo che alla conclusione dei lavori della seduta pomeridiana si potrà trovare il tempo per arrivare alla discussione del provvedimento che il collega Cattaneo ha poc'anzi posto alla sua attenzione. Quindi, sono contrario ad interrompere il percorso del provvedimento in discussione per passare immediatamente a quello proposto dal collega Cattaneo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 399: "Proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2002".
Il Consiglio approva.


Argomento: Esercizi provvisori

Esame disegno di legge n. 399: "Proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio della Regione per l'anno finanziario 2002"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del disegno di legge n. 399.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

La relazione è brevissima, perché l'argomento è importantissimo, e di una semplicità estrema.
La I Commissione ha esaminato il disegno di legge relativo alla proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 2002 per la Regione. La Giunta regionale propone al Consiglio la proroga del termine dell'esercizio provvisorio, previsto nel 31 marzo secondo la L.R. 20 dicembre 2001, n. 36. Pertanto, il presente disegno di legge all'art. 1 sposta la scadenza dell'esercizio provvisorio al 30 aprile 2002.
La I Commissione consiliare ha licenziato nella seduta di venerdì 22 marzo c.a., a maggioranza, il testo del disegno di legge e lo ha rimesso all'aula per la sua sollecita approvazione.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, signor Presidente. Siamo arrivati a una discussione che, come abbiamo detto questa mattina, riteniamo molto importante, in quanto si tratta di un atto che non pensiamo possa essere ridotto ad un atto di ordinaria amministrazione, semplicemente perché il prolungamento, sino ai limiti massimi consentiti, dell'esercizio provvisorio costituisce sempre un fatto politicamente rilevante, l'indicazione di una difficoltà di funzionamento di un'Amministrazione, un elemento che limita obiettivamente la capacità di governo di una Regione come il Piemonte vincolandone, in qualche modo, una serie di scelte.
Non c'è da sottolineare solo questo aspetto e questo elemento che sta nel fatto in sé della prosecuzione fino ai suoi limiti massimi del periodo consentito per l'esercizio provvisorio. C'è un altro punto che a noi sembra molto importante sottolineare: l'intreccio fra questa scelta, evidenziata nel disegno di legge che oggi discutiamo, e l'emergere di una crisi, a nostro parere, esplicita ed evidente di questa maggioranza, che si presenta e si caratterizza al tempo stesso come crisi programmatica e come vera e propria crisi di governo rispetto ai contenuti essenziali dell'azione politica ed amministrativa. E oltre a crisi programmatica anche come vera e propria crisi politica.
Mi pare che da questa discussione non possa essere rimosso il fatto che svolgiamo il dibattito in presenza di una carica di Assessore al bilancio ricoperta ad interim, di fronte ad una Giunta della quale il suo Presidente, on. Ghigo, non riesce ad indicare una soluzione di assetto stabile, ed in presenza di contraddizioni esplicite e pubbliche tra le forze della maggioranza. A nostro parere, questo costituisce il quadro nel quale questa discussione si colloca e il contesto che la rende una situazione non di ordinaria amministrazione.
Ripeto, in primo luogo, che è una crisi e una difficoltà vera e propria di governo. L'abbiamo registrata su molti aspetti. Il principale è la questione che riguarda il grande problema della sanità.
Abbiamo visto, nei giorni scorsi, lo scontro sulle cifre tra l'Assessore Pichetto e l'Assessore D'Ambrosio. Vedremo se l'on. Ghigo riuscirà nell'intento che ha dichiarato: sostituire l'Assessore D'Ambrosio e portare un altro punto di direzione alla guida della sanità piemontese.
Vedremo se sarà in grado di fare questa operazione che ha pubblicamente annunciato, costruendo una serie di relazioni. Vedremo quale sarà l'orientamento che emergerà dal punto di vista dei contenuti.
Abbiamo sentito ieri, e letto stamane sui giornali, le dichiarazioni del Presidente della Giunta regionale, che prende atto, in qualche modo del fatto che il Piano sanitario, che era stato al centro delle consultazioni e delle proposte della Giunta regionale, venga considerato come un piano destinato ad essere ritirato, per presentarne un altro che tenga conto delle obiezioni sollevate dalla grande maggioranza degli amministratori e dei soggetti consultati in questa lunga vicenda che ha caratterizzato, in questi mesi, la sanità piemontese.
La sanità, così importante e determinante per il peso che ha, da un lato, negli equilibri del bilancio regionale e, dall'altro, nella sensibilità e nelle aspettative dei cittadini, risulta solo una delle questioni che sono oggi al centro di questa discussione.
Su tutti i problemi fondamentali che stanno al centro della vita della Regione - perlomeno questa è la nostra opinione - rileviamo un'incapacità da parte della Giunta, ad esprimere un orientamento vero e proprio.
Per queste ragioni, ripeto, consideriamo la richiesta di prolungamento dell'esercizio provvisorio come uno dei segni di questa crisi. Lo abbiamo detto nelle discussioni che abbiamo fatto fino ad oggi nelle Commissioni.
Affronteremo nuovamente l'argomento nei prossimi giorni e nelle prossime settimane in I Commissione, nella discussione relativa al bilancio, e poi successivamente in aula.
Ci prepariamo ad una discussione di merito basata sulla contestazione di un bilancio nel quale non emerge una capacità di scelta, una capacità di progetto, una capacità di proposta per la nostra Regione, per il nostro Piemonte, di un bilancio che segna, anche nei suoi contenuti, un declino politico di un'esperienza che è stata sicuramente importante se non altro perché ha caratterizzato da circa sette anni la situazione politica piemontese. Questa è la nostra opinione; capisco, naturalmente, che sia influenzata anche da aspettative e da desideri soggettivi. Sono questi gli aspetti politici generali.
Per queste ragioni, con la nostra posizione critica e con quello che poi diventerà un nostro voto contrario, sottolineiamo la nostra opinione negativa sul vostro modello di gestione. Dopo questa scadenza, alla ripresa, attenderemo un confronto di merito nel quale contiamo di far emergere alcune delle scelte più significative sulle quali si differenziano le prospettive programmatiche di cui sono portatori i diversi schieramenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, questo è un momento eccezionale nella storia della Regione Piemonte, perché sono stati rari i casi in cui in primavera non fosse ancora operante il bilancio di previsione (quella che dovrebbe essere la legge finanziaria nella Regione).
Questo è un forte limite. Speravo che il governo regionale cercasse di dare delle motivazioni forti e significative e non passasse questo provvedimento nella melassa delle discussioni generiche, ma producendone le ragioni, gli intendimenti e magari gli impegni per il futuro. Perché le difficoltà ci possono essere, ma devono sempre essere motivate e collegate ad un impegno per una prospettiva futura.
La mancanza di uno strumento di spesa che risponda ad una progettualità del governo regionale è tanto più grave in un momento di transizione come quello in cui vive il Piemonte, in un momento che potrebbe anche presentare delle rotture economico-sociali future, specie in alcune aree, come quella torinese, dove gli scenari industriali - di un futuro abbastanza prossimo non sono così chiari. Quindi, capire le dinamiche del ruolo delle politiche del governo regionale sarebbe importante, proprio per andare in controtendenza rispetto a certi processi in Piemonte e ad anticiparli.
Qui c'è un grosso limite della politica di questa maggioranza e di questo governo regionale. E', in qualche modo, una situazione che insegue gli avvenimenti. E' una risposta a stimoli che arrivano dall'esterno: non c'è mai quello di ergersi con delle politiche che anticipano e che indicano una direzione di marcia. Può anche essere non condivisibile dall'opposizione, ma comunque è un confronto tra diverse prospettive di sviluppo di questa Regione. Quindi, si finisce in quella che è, al massimo la ricerca della "buona amministrazione". Ma la buona amministrazione è un pre-requisito, non può essere venduto o espresso come un valore. E' un elemento che la comunità civile, economica e culturale della nostra Regione considera come un fatto che ci dovrebbe essere. Ci manca solo che non ci fosse l'intenzione e la capacità della buona amministrazione! Ma la politica è qualcosa di più della buona amministrazione altrimenti potremo lasciare la gestione della situazione in mano al momento burocratico e passare, una volta al mese, a fare alcune registrazioni come momento politico.
Invece, la nostra funzione è proprio quella di dare degli indirizzi, di anticipare, di stabilire che certi meccanismi di sviluppo e di vita sociale possono trovare, nelle scelte della Regione, una loro interpretazione.
In questo momento, la Giunta regionale dovrebbe stare già ragionando sul nuovo Documento di programmazione economico-finanziaria.
Sostanzialmente, dobbiamo ancora discutere il vecchio documento, che vorrei sottolineare che dovrebbe diventare la base programmatica del governo regionale. Sappiamo che questo documento, il primo Documento di programmazione economico-finanziaria, è nato in una fase particolare, e quindi potrebbe, se non essere giustificato, certamente essere compreso il ritardo.
Noi vorremmo sentire uno straccio di indicazione di quali siano gli elementi salienti che sostengono, già in questo momento, l'elaborazione, la cultura e le sensibilità che staranno dentro l'elaborazione del nuovo Documento di programmazione economico-finanziaria, in tutti campi, dai trasporti alla sanità, all'industria, alla gestione del territorio, alla cultura.
Sarebbe importante dire: "Siamo in ritardo su un adempimento, che è questa legge finanziaria" - chiamiamola così, anche se il termine è improprio - "però attraverso l'elaborazione del nuovo Documento di programmazione economico-finanziaria, che dovremmo sottoporre all'Assemblea nei prossimi mesi, abbiamo già degli elementi; quindi, in qualche modo giustifichiamo il ritardo con una proiezione politica futura".
Io vi invito ad un moto di orgoglio. Vi invito, in qualche modo, a farvi sentire, pur non condividendo il sistema dei vostri riferimenti e dei vostri valori. Ripeto che ci sia almeno un moto d'orgoglio anche per questo Piemonte, che non merita di discutere di questi argomenti con un meccanismo che io definivo la melassa della politica indeterminata - dove ci si ferma nel piccolo particolare, a gestire i microrapporti! Ed è per questo che con grande tristezza assisto - ma spero che si possa recuperare nei prossimi interventi - ad una situazione particolare cioè come se affrontassimo un adempimento burocratico da sbrigare frettolosamente. Avete messo insieme 31 voti sui 40 di cui disponete. Ma l'approvazione del bilancio di previsione 2002 dovrebbe essere una situazione emergenziale, quindi i 40, salvo i feriti e gli ammalati gravi dovevano essere tutti presenti. Si fa così passare per il rotto della cuffia questo provvedimento. Non si affrontano le grandi tematiche, non si sostiene questo ritardo - che non condivido, ma posso anche comprendere attraverso l'impegno di una prospettiva futura, sulla quale può esserci il nostro disaccordo come opposizione, ma è su quelle cose che ci dobbiamo misurare e non litigare su aspetti di formalismo. Se manca questa vostra proiezione politica, costringete l'opposizione ad attaccarsi alle piccole cose, quelle del formalismo, perché non offrite altro.
Spero che ci sia un "colpo d'ala", proprio per il nostro Piemonte, per il senso di questa istituzione, per il prestigio della massima assemblea del Piemonte e non si passi questo pomeriggio assumendo un atteggiamento quasi notarile e burocratico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Potrei anche sbagliare, ma ho l'impressione che il colpo d'ala, evocato poco fa dal collega Tapparo, oggi pomeriggio non ci sarà. Credo che, vista la situazione in cui ci troviamo, sia inevitabile prorogare di un altro mese l'esercizio provvisorio. Ormai siamo alla fine del mese di marzo e quindi, diventa pressoché impossibile discutere il documento di bilancio e approvarlo entro il 31 marzo.
Questa discussione però - come già affermava il Consigliere Marcenaro non può essere considerata un fatto burocratico. A questo punto, dobbiamo domandarci per quale ragione la Giunta regionale ritiene di ricorrere alla proroga dell'esercizio provvisorio.
Ritengo che la risposta sia il fatto che da alcuni mesi, da quando cioè la Giunta ha presentato il documento di bilancio e da quando ha chiesto una proroga di tre mesi, sono intervenuti fatti politici che hanno ritardato e complicato l'approvazione del bilancio, fino richiederne una proroga.
Quali sono questi fatti politici? Naturalmente sono quei fatti che tutti conosciamo: primo fra tutti, le dimissioni dell'Assessore al bilancio, dopo che aveva presentato un documento finanziario alla Commissione e al Consiglio. Capita spesso, in un'assemblea elettiva regionale, che il titolare dell'Assessorato al bilancio si dimetta mentre è in corso di approvazione il documento principale della politica economica e finanziaria della Regione.
Questo è il primo problema. Possiamo considerarlo un fatto normale, ma così non è. Voi, componenti della maggioranza, sapete che così non è: non è un fatto di ordinaria amministrazione.
Questa, quindi, è la prima ragione che giustifica il fatto che non siamo stati capaci - o non siete stati capaci - di approvare il documento economico entro il 31 marzo.
La seconda questione riguarda i contrasti all'interno della stessa maggioranza, perché quando il collega Marcenaro ha fatto riferimento alla questione controversa del rimpasto di Giunta e dell'Assessore, ho visto che dai banchi della maggioranza qualcuno storceva il naso, come se noi, in questo momento, inventassimo delle scuse o ci arrampicassimo sui vetri.
Il Vicepresidente Casoni ha dichiarato all'ANSA, agenzia pubblica - e non noi - che è giusto fare un chiarimento in Giunta, al fine di mettere una parola definitiva alle polemiche che da tempo coinvolgono la Sanità e l'Assessore D'Ambrosio. Alleanza Nazionale non può tollerare le accuse che quotidianamente colpiscono l'Assessore D'Ambrosio. "Alleanza Nazionale" ha sottolineato Casoni - "non intende più accettare lo stillicidio di dati cifre e comunicazioni".
Non credo che il Vicepresidente Casoni si rivolgesse a Wilmer Ronzani o a Pietro Marcenaro facendo tale accusa. Almeno su questo punto ci intendiamo: sul fatto che il Vicepresidente Casoni abbia ritenuto che fosse suo dovere prendere, in quel momento, le difese dell'Assessore D'Ambrosio contestando il "balletto" delle cifre che - credo - riguardino il disavanzo della sanità. Tutto questo è una critica rivolta alla maggioranza di centrodestra che governa la Regione Piemonte.
Ecco, quindi, il groviglio di questioni politiche che, secondo me dimostrano cosa c'è dietro al ritardo con il quale approviamo il bilancio: c'è qualcosa che riconduce alla politica, che riconduce al grado di coesione di questa maggioranza, che riconduce all'autorità del Presidente della Giunta e che riconduce all'autorevolezza degli Assessori.
Cari colleghi della maggioranza, voi potete contestarmi tutto ciò che ho detto, ma voi per primi dovreste riconoscere, se dovessimo affrontare questa discussione con il rigore che sarebbe necessario, il segno di un malessere profondo.
Allora, sento dire che questo Consiglio non funziona e non lavora perché si ha un'opposizione composta da persone che vorrebbero bloccarne l'attività e il funzionamento, però scopro che l'esercizio provvisorio e una serie di altri provvedimenti importanti che dovremmo varare (il collega Muliere questa mattina ha ricordato la discussione in merito alla legge sul commercio) sono al palo, non perché l'opposizione, che è composta da venti Consiglieri, sta ritardando l'attività del Consiglio, ma perché questa maggioranza è una maggioranza che non si intende sulle scelte di fondo che debbono essere compiute.
Capisco che la discussione sull'esercizio provvisorio non si carica di un significato politico - tra l'altro, questa opportunità l'avete offerta voi - ma da quando abbiamo presentato i documenti di bilancio ad oggi, la situazione finanziaria e le ipotesi di dissanamento e di contenimento finanziario della spesa sanitaria della Regione sono cambiate. Non potete dire: stiamo discutendo l'esercizio provvisorio, c'è un ritardo tecnico, lo approveremo, però nel frattempo le cifre macro-economiche e i numeri che abbiamo indicato sono gli stessi; per cui, in verità, si tratta solo di approvare un provvedimento che rimane quello che abbiamo impostato.
Così non è, perché voi dovrete, in corso d'opera, mettere mano a una rivisitazione delle cifre. Al di là di una discussione tutta interna alla maggioranza, ad un certo punto sarà necessario portare in Consiglio la questione dell'entità del disavanzo della sanità, però questo è un fattore che pesa in un bilancio come il nostro. Non è ininfluente discutere se il disavanzo della sanità sarà di 400 o 500 miliardi, come dice l'Assessore D'Ambrosio, oppure di 1.000 miliardi! Il collega Enrico Costa non è presente, ma io ho tenuto nella mia cartellina il resoconto del suo intervento svolto in occasione del dibattito sull'aumento dell'IRPEF, quando egli si alzò e disse, non: "Cari Consiglieri di opposizione", ma: "Cari rappresentanti della Giunta, voto questo aumento dell'IRPEF perché so che sarà una tantum".
Ritengo che il collega Costa debba fare qualche riflessione in queste ore, perché io non sono l'Assessore competente e neanche l'Assessore alla sanità, ma se i dati sono quelli che voi avete indicato truc e spanna come si dice in piemontese - avremo l'aumento dell'IRPEF, avremo il ticket e altro.
Ci troveremo, infatti, a dover reiterare l'aumento dell'IRPEF dello 0,5%, che voi consideravate una tantum, e dovremo accompagnare a questa una serie di altre misure di intervento che avranno un peso non indifferente.
Se questo è il quadro d'insieme, e questo è il quadro d'insieme (rivelatori di contrasti politici, di difficoltà di governo, dell'assenza di una capacità di esercitare sulle dinamiche finanziarie della Regione un controllo di gestione che sia esercitato in tempo reale e che fornisca dati certi al governo della Regione), voi capite che siamo in presenza di una maggioranza che, su questo piano, attraverso l'esercizio provvisorio e proponendo una proroga, dichiara la propria impotenza e incapacità a governare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. Non so se questo sia un provvedimento di tecnica finanziaria; sicuramente si presenta così. Si presenta come un atto rispetto al quale il bisogno di assestare, in termini di comprensione delle entrate e delle uscite, quello che potrà essere il bilancio, avviene attraverso una scelta tutta politica di prorogare l'esercizio provvisorio per un mese.
Questa scelta è stridente con il fatto che, contemporaneamente l'attività legislativa del Consiglio regionale, al di là di quanto sostiene il Presidente Cota, va avanti, produce leggi, determina impegni di spesa.
E' questa la contraddizione! Noi, come opposizione, cerchiamo di fare la nostra parte. Io parlo solo di quello che conosco; non conosco molte questioni, ma ad alcune ho deciso di dedicare molto del mio impegno.
Mi ha colpito particolarmente il fatto che l'altro giorno, in VI Commissione, l'Assessore Leo abbia annunciato una serie di scelte, salvo poi smentirle: abbattimento dell'impegno di spesa sul fondo di finanziamento per le nuove leggi da 35 a 15 miliardi, quindi il venir meno di una marchetta pre-elettorale, salvo poi smentire al proprio elettorato dicendo: "Badate bene, questo bilancio è una fisarmonica; così come adesso siamo in pausa, subito dopo avremo gli strumenti, attraverso le variazioni di bilancio, per riuscire a portare avanti queste cose".
Nel frattempo, si prendono anche impegni pubblici.
Allora, si scopre che, accogliendo le disamine e le osservazioni emerse dal dibattito in Commissione, si renderà necessario il reperimento.
Dov'è l'Assessore al bilancio? Assessore Burzi, riprenda la sua postazione perché questa - Presidente - è una discussione in cui mancano gli interlocutori! E' vero che l'aula è sovrana, però il Presidente Ghigo ha lasciato la propria postazione, l'Assessore Pichetto credo sia assente giustificato, ma la Giunta da chi viene rappresentata in modo autorevole sulle questioni di bilancio? Scopriamo - dicevo - che bisognerà apportare delle variazioni di bilancio perché, nel frattempo, l'Assessore competente ha promesso ai Presidi delle scuole che reperirà 10 miliardi per il Piano delle Offerte Formative, che bisognerà finanziare nuovamente il trasferimento relativo alle Province, dei capitoli di competenza della Provincia in materia di iniziative nel campo culturale.
Siamo, dunque, in presenza di una scelta poco coraggiosa, che oggi invochiamo con forza! Diteci con esattezza qual è la situazione dei conti di casa Piemonte cioè diteci.
Non so con chi devo parlare, ma provo. Il Vicepresidente telefona, c'è bisogno di una funzione delegata da parte della Giunta.
Ripeto il mio invito: diteci qual è la situazione dei conti.
Presidente Cattaneo, abbiate il coraggio di presentare questo bilancio.
Il ricorso all'esercizio provvisorio rischia di essere la politica di fondo di questa maggioranza; sappiamo che ci sono state discussioni anche violente e feroci, all'interno della maggioranza, sull'entità della manovra finanziaria e sulle scelte da operare in relazione al risanamento dei conti della sanità.
Qualcuno, prima di me - e cito il Consigliere Ronzani - ha meglio evidenziato l'aspetto problematico delle difficoltà entro le quali si dibatte la maggioranza. Eppure, il bilancio è l'atto più importante nell'azione amministrativa! C'è un rammarico, Presidente e colleghi, perché, a differenza di quello che succede in altre assemblee elettive, il bilancio non viene approvato, si decide di reiterare l'esercizio provvisorio e nulla cambia sotto il cielo; in virtù non so di quale norma ed operazione forse qui consociativa e in nome della governabilità, la mancata approvazione di un bilancio non è motivo di punto di caduta dell'azione politica del governo di una Regione.
Non si comprende perché, alla mancata approvazione del bilancio, non corrisponda un atto che a me sembra dovuto: le dimissioni dell'esecutivo la remissione del proprio mandato e la scelta di chiamare nuovamente i cittadini alla contesa elettorale.
Altrimenti navighiamo a vista! L'impressione che mi dà questa scelta è di una situazione nella quale il bilancio della Regione è un atto. Il timoniere è il capo timoniere. Sono uno di quelli che è disposto a fare carte false pur di ottenere questo risultato.
La maggioranza le sue difficoltà le palesa tutte: profonde divisioni al suo interno (da sempre c'è una dialettica all'interno di qualsiasi maggioranza) e, con l'atto reiterato della richiesta di esercizio provvisorio, oggi dimostra anche tutta la sua incapacità di governare la Regione.
Soprattutto, non è in grado di operare scelte coraggiose. Come avviene nel bilancio di una famiglia, nel momento in cui i conti si presentano con le difficoltà che pare palesare oggi il ricorso all'esercizio provvisorio si facciano delle scelte coraggiose: si imponga una finanziaria draconiana si rinunci a qualche promessa pre-elettorale, si faccia il punto della situazione e si operi nella direzione di dare risposte al bisogno forte che, invece, viene da tutte le realtà. Il bilancio deve essere uno strumento con il quale i cittadini possono misurare le capacità di governo di una maggioranza. E' amaro da parte vostra doverlo riconoscere.
Dubito che il 30 aprile non possa diventare il 30 maggio, che il 30 maggio non possa diventare il 30 giugno, a meno che non ve lo impedisca una legge. Se ve lo impedisce una legge, allora fate l'unica scelta possibile: dimettetevi! Ve lo dico anche consapevole di un fatto - non sono un machiavellico: forse in questo momento le vostre sfortune non sono tali da non poter ancora convincere una parte dell'elettorato a ridarvi il mandato a governare la Regione. Forse, questa è la scelta più opportuna. Nella contesa elettorale ognuno potrà meglio cimentarsi sul piano del programma e del progetto per candidarsi a governare la Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. E' già stato detto che il provvedimento che dovremmo adottare oggi non è un documento che dovrebbe essere vissuto come un fatto di semplice e ordinaria amministrazione. Mi sembra che la maggioranza interpreti questo momento come un passaggio un po' sotto tono come un'incombenza che si deve affrontare per arrivare al 30 aprile, data oltre la quale non sarà possibile rimandare ulteriormente la redazione, la presentazione e la discussione sul bilancio.
Il problema, come credo sia bene chiaro a tutti, non è approvare la proroga del bilancio provvisorio, ma il problema è che noi, in questo momento, continuiamo a non avere il bilancio della Regione, quindi si continua a non fare delle scelte fondamentali per la gestione della Regione.
Credo sia chiaro che il bilancio rappresenta, forse, la voce più importante della pianificazione politica della Giunta. Il bilancio rappresenta la pianificazione che la Giunta si prefigge per realizzare il proprio programma. Attraverso la pianificazione economica passa la visione politica che la Giunta vuole raggiungere. Continuando a dilatare questo tempo, continuando a non presentare il bilancio, la Regione dimostra chiaramente di non avere la capacità di presentare un programma ai suoi elettori. Il problema va al di fuori di quest'aula, il problema è che la programmazione della Giunta riguarda direttamente tutti i cittadini piemontesi. Ed è a questi che la Giunta deve guardare nel proporre il proprio bilancio.
Ci troviamo a discutere di questo ulteriore prolungamento, in una situazione strana, come è già stato detto; ci troviamo a discutere di bilancio con l'assenza dell'Assessore competente, con l'assenza, in questo momento, del Presidente e anche con la mancata attenzione del Presidente del Consiglio che in questo momento è distratto.
Ripeto, ci troviamo a discutere di questa situazione in mancanza di un Assessore al bilancio, anche se le funzioni dello stesso, sono svolte, ad interim, dal Presidente della Giunta. Questo ci riporta alla discussione che avevamo fatto pochi giorni fa al momento delle dimissioni dell'Assessore al bilancio.
Noi della minoranza siamo curiosi di sentire le risposte che il Presidente Ghigo intenderà dare alle nostre argomentazioni e come giustificherà questo ritardo di programmazione di fronte a noi e a tutti i cittadini.
Questo ritardo denuncia, inequivocabilmente, l'incapacità di governo di questa Giunta. Pensiamo, ad esempio, all'importanza che ha il documento di programmazione per quanto riguarda la legge finanziaria, per quanto riguarda lo Stato Italiano. Per il secondo anno consecutivo, la Regione Piemonte deve ricorrere al tempo massimo di gestione, con il bilancio provvisorio, al tempo massimo previsto dalle nostre leggi.
Credo sia palese l'incapacità di questa maggioranza nel gestire un passaggio così delicato. Non vogliamo sentire nuovamente le affermazioni del Presidente del Consiglio - sia in Consiglio che sui giornali - sui ritardi nei lavori di questo organo.
Credo che la maggioranza debba consapevolmente rendersi conto dei ritardi che sta accumulando nel suo cammino, dei ritardi che accumula nella gestione del suo impegno politico. Il tempo per discutere il bilancio ci sarebbe stato, ma è semplicemente mancata la volontà politica di portare avanti la discussione.
E' mancata la volontà politica perché, come è già stato detto, non si riesce ancora a stabilire, ad esempio, qual è il buco relativo alla sanità.
Abbiamo sentito anche in Commissione, tra le stesse forze della maggioranza, rivolgere domande all'Assessore per riuscire a capire l'entità del buco nel bilancio della sanità: è di 250, 500, 700, 10 mila miliardi? Certo, su un bilancio, pur importante e abbondante come quello della Regione Piemonte, ricoprire un buco che può andare da 200 a 1.000 miliardi non è cosa di poco conto. Credo che richieda, quanto meno, una riflessione profonda e, comunque, una capacità di gestione che, a tutt'oggi, non sembra essere dimostrata da questa Giunta.
Ci sono anche realtà esterne che aspettano il nostro bilancio; sappiamo che dall'approvazione del nostro bilancio dipendono, a cascata, i Comuni le Associazioni e altro. Queste realtà aspettano il nostro bilancio e noi per il secondo anno consecutivo, non riusciamo a votarlo in tempi normali.
Per il secondo anno consecutivo arriviamo al termine massimo di gestione del bilancio provvisorio. Continua ad essere presente il problema fondamentale che abbiamo un bilancio provvisorio, ma continua a mancare il bilancio ordinario che stabilisce la possibilità di programmare per la nostra Regione.
Il Consigliere Contu ha chiesto le dimissioni alla Giunta per incapacità di programmazione e di gestione. Credo che la Giunta non le prenderà in considerazione anche per un fatto semplicissimo. Noi dall'anno scorso abbiamo rivissuto questo film. E' un film che abbiamo già vissuto e ripercorriamo ogni anno: quello di un'incapacità gestionale e programmatoria di questa Giunta.
Penso che sicuramente ci ritroveremo a svolgere questi interventi e a dire le stesse cose esattamente tra un anno, perché quello a cui assistiamo ogni giorno è un modo di lavorare di questa maggioranza che inciampa un giorno sì e l'altro anche, un modo di lavorare che non riesce a dare una programmazione certa sui tempi e sugli obiettivi da raggiungere.
Quindi, nell'invitare il Presidente Ghigo a dare delle risposte coerenti su quanto viene richiesto dalle opposizioni, invito anche tutta la maggioranza a riflettere su come adottare degli strumenti di programmazione che le permettano di arrivare a formulare il bilancio ordinario per gli anni a venire nei tempi tecnici e di non dover passare alla gestione attraverso il bilancio provvisorio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente e colleghi. La Giunta regionale richiede di essere autorizzata per la seconda volta all'esercizio provvisorio del bilancio per l'anno finanziario 2002.
Pur trattandosi di procedura prevista dallo Statuto regionale, non possiamo non rilevare che un sistema che avrebbe dovuto rappresentare l'eccezione, secondo i principi di una sana e corretta gestione della cosa pubblica, tende ad essere istituzionalizzato ed elevato a regola. Se il Consiglio regionale non autorizzasse il secondo esercizio provvisorio saremmo, di fatto, alla paralisi nell'attività della Regione, ma almeno si porrebbe la parola fine a comportamenti che sarebbero sanzionati dall'Assemblea dei soci di una qualsiasi S.p.A.
Ritengo che i criteri e le modalità con cui risulta essere stato redatto il bilancio di previsione per l'anno finanziario 2002 si prestino ad una serie di brevi considerazioni.
Il bilancio di previsione rappresenta la stima delle entrate acquisibili nell'arco di un anno non ancora iniziato e la stima delle spese necessarie e sufficienti ad erogare i servizi pubblici e per esprimere interventi a sostegno dello sviluppo sociale ed economico della Regione nel medesimo arco temporale.
L'esigenza di possedere un bilancio di previsione e non solamente un bilancio di fine esercizio, come hanno, invece, le imprese, ai cui metodi e criteri operativi questa Giunta vorrebbe ispirarsi, nasce dalla circostanza che la Regione, al pari di ogni altra "azienda" di erogazione, deve coordinare la sua finanza in anticipo, valutando il complesso delle sue risorse e rapportandole, in relazione all'ordine di grandezza all'importanza, alla distribuzione, alla redditività economica e alla dimensione complessiva delle sue spese.
Il bilancio della Regione è un bilancio puramente finanziario, non dovendo dimostrare il reddito prodotto. Esso deve assicurare che i mezzi finanziari acquisibili o reperibili siano destinati agli impieghi previsti e non deve quantificare profitti.
Tutto ciò vale a distinguerlo profondamente dal bilancio finanziario delle imprese, che è anche bilancio economico-patrimoniale, posto che è finalizzato a dimostrare il reddito conseguito, sia in termini di maggiore valore registrato dal patrimonio aziendale per effetto della produzione sia in termini di differenza tra i ricavi ottenuti e i costi sopportabili.
Il bilancio della Regione è anche e soprattutto di tipo giuridico. Ci deriva non tanto perché la Regione è un ente di produzione di regole giuridiche, quanto piuttosto perché i mezzi finanziari previsti nel bilancio provengono, in ultima analisi, da un prelievo che viene effettuato sulle risorse di persone fisiche e giuridiche o dal debito pubblico che utilizza altre risorse personali, risparmiate e giacenti nel sistema bancario. L'impiego di queste risorse deve essere garantito da regole di comportamento che ne assicurino un uso proficuo e regolare.
Il bilancio della Regione è anche un atto politico, posto che esso viene predisposto dalla Giunta e viene approvato dal Consiglio regionale con una legge ad hoc.
La Giunta regionale e la maggioranza consiliare che la sostiene si dovrà, quindi, assumere tutto il peso delle responsabilità che dalla rappresentazione dei fatti contabili ne deriva.
Il bilancio della Regione, al pari di ogni altro bilancio, deve essere redatto secondo verità.
Il principio della veridicità indica che le previsioni finanziarie del bilancio devono essere sincere, ossia realistiche e non alterate per fini di dubbia natura o di carattere politico-elettorale.
Fatta questa rapida premessa, è necessario valutare se il bilancio di previsione della Regione Piemonte per l'anno 2002 rappresenta una fedele ed analitica esposizione di fatti contabili sia sul versante dell'entrata che della spesa.
La nostra attenzione deve essere concentrata soprattutto sul bilancio della spesa sanitaria piemontese, vista la sua entità e le sue rilevanti ricadute sociali.
Dati contabili alla mano, risulta che il bilancio di esercizio non è veritiero. Per la verità, non abbiamo ancora capito in che modo vengono considerati i 400 miliardi di IRPEF che l'anno scorso sono stati applicati.
Non abbiamo capito la funzionalità dei LEA e se sono stati inseriti o meno nel bilancio. Non abbiamo capito se, in qualche modo, vogliamo o meno togliere i debiti, o perlomeno regolarizzare la posizione con il Mauriziano.
A nostro giudizio, è un bilancio che presenta molte negatività e per questo motivo voteremo contro, dal momento che la scarsa analisi delle entrate e delle uscite genererà così una cattiva gestione della Res pubblica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Cari colleghi, gli orologi sono rotti. Alle mie spalle vedo un orologio che segna le ore 16.45, e quindi mi atterrò a quell'ora per il mio intervento.
Vedo che l'Assessore Pichetto non è presente, vedo anche che il Presidente Ghigo non è presente. Chiedo al Presidente del Consiglio se mi costringe a parlare in assenza sia dell'Assessore Pichetto, sia del Presidente Ghigo, i quali sono i due titolari di questo provvedimento. Lei mi costringe a parlare in assenza di questi due importanti personaggi?



PRESIDENTE

Io non la costringo a fare niente!



CHIEZZI Giuseppe

Parlerò in assenza di questi due importanti personaggi.
Vedete, care colleghe e cari colleghi, come il collega Burzi se la ride alla grande! Guardatelo: se la ride alla grande! Il collega Burzi, compiendo probabilmente una scelta, come dire, di autoerotismo politico, è passato dall'attività di Assessore a quella di Consigliere regionale, e quindi ha ben modo di ridersela alla grande! Probabilmente, è l'ultimo regalo che ha fatto al Presidente Ghigo: gestire un Assessorato decisivo e "mollarlo" nel momento decisivo, cioè quello in cui si porta a frutto il lavoro, lungo un anno, di predisposizione di un bilancio.
C'è da dire che questo problema.



(L'Assessore D'Ambrosio si altera bruscamente nel corso di una telefonata)



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Assessore D'Ambrosio, si arrabbi con noi dell'opposizione! Si arrabbi con noi!



PRESIDENTE

Colleghi! Prosegua, Consigliere Chiezzi, sta suscitando simpatia generale!



CHIEZZI Giuseppe

Che, a fronte di un aggravamento e di una complicazione della crisi economico-sociale della Regione Piemonte, si scelga - questo è stato il tentativo dell'Assessore Pichetto - il profilo basso, presentandosi in Commissione sussurrando: "Va beh, adesso siamo già a fine marzo; i tempi sono scaduti, facciamo l'esercizio provvisorio ad aprile", pensando che nessuno si accorgesse della marachella costituita dal fatto che, con impudenza, questa Giunta ha accumulato una serie di problemi e di ritardi al punto da costringere i piemontesi ad attendere un mese in più prima di conoscere quali siano le linee di bilancio, di investimento e di risorse scelte dalla Regione Piemonte per aiutarli a vivere meglio, è un'indecenza politica.
Insieme ad alcuni colleghi - Marcenaro, Ronzani ed altri - l'abbiamo segnalato immediatamente in Commissione, smascherando il tentativo un po' "bambinesco" da parte dell'Assessore Pichetto di far finta di niente sul fatto che occorra prolungare l'esercizio provvisorio. Abbiamo detto a chiare lettere all'Assessore Pichetto che non si sognasse di permettere ad un'aula distratta di far finta di niente e votare, in termini burocratici un provvedimento di questo genere.
Anch'io, come i colleghi, ritengo che non è che non debba passare tale provvedimento, perché non è questo il problema. Ma l'Assessore Pichetto doveva essere presente: doveva difendere e spiegare le ragioni di questo ritardo. In ogni caso, in sua assenza - questo lo hanno detto i più moderati dell'opposizione, come il Consigliere Marcenaro - che almeno il Presidente Ghigo sia presente! Per questo, Presidente del Consiglio, dicevo che provavo imbarazzo come ho ribadito anche al collega Cattaneo - quando è intervenuto il collega Giordano, che leggeva un testo, frutto di un lavoro, nel completo disinteresse dei due assenti (non parlo dei presenti, ma dei due assenti).
Provavo imbarazzo e provo nuovamente imbarazzo, come ripeto, per questo mio intervento, perché in politica e in democrazia si cresce insieme se ad argomento si oppone argomento, se a forza polemica si risponde con altrettanta forza, in modo che ciascuno legga, nelle reazioni dell'altro le proprie ragioni, se ci siano ancora, se siano forti o se qualcosa di stonato sia anche stato detto. Questo manca. E con il Presidente Ghigo questa cosa manca da tempo e in modo filosofico.
Il Presidente Ghigo, di fronte all'arresto di Odasso.



(Il Presidente della Giunta regionale Ghigo, entra in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Buongiorno, Presidente Ghigo, grazie di essere intervenuto alla nostra riunione! Dicevo che, di fronte all'arresto di Odasso, ha passato un'intera giornata.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, si attenga all'argomento, non faccia.



CHIEZZI Giuseppe

Cosa ho fatto? MARCENARO Pietro (fuori microfono) Cosa? Come? Devi dire quello che pensi! Ma non scherziamo!



PRESIDENTE

Scusi, è entrato il Presidente Ghigo, l'abbiamo visto tutti.
MARCENARO Pietro (fuori microfono) E allora?



PRESIDENTE

Allora non c'è bisogno di rivolgersi in questo modo al Presidente! MARCENARO Pietro (fuori microfono) Come non c'è bisogno?



PRESIDENTE

Non c'è bisogno di rivolgersi in questo modo al Presidente della Giunta! MARCENARO Pietro (fuori microfono) Come non c'è bisogno? Un Presidente che è sempre assente.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma lei non ha la parola.
Prosegua, Consigliere Chiezzi!



CHIEZZI Giuseppe

Buongiorno, Presidente Ghigo. Siamo felici di averla fra noi.
Dicevo che il Presidente Ghigo è stato capace, quando abbiamo discusso dell'arresto di Odasso, di presentarsi in aula e di parlare per qualche minuto esprimendo, giustamente, la propria opinione. Ed è stato capace di ascoltare, se non erro, per un'intera giornata, mattina e pomeriggio, il nostro sofferto dibattito, senza avere la sensibilità politica, secondo me di rispondere a tutti i colleghi di maggioranza e di minoranza al termine del dibattito e, in qualche modo, di interloquire.
La vita dell'aula è fatta di questo, non di monologhi, come purtroppo avviene sempre più frequentemente da qualche mese a questa parte: ci sono i monologhi delle minoranze, che si alzano, dicono che è giusto o spagliato ma insomma propongono un dibattito.
Alle volte, Presidente Ghigo, questi monologhi possono anche assumere toni non di prammatica, nel tentativo di suscitare qualche reazione.
Quando entra in quest'aula, io la saluto non per svillaneggiare un Presidente della Giunta, ma per sollecitare una maggiore presenza, per vedere se anche per il verso dell'ironia si riesce a tessere un rapporto sia pure polemico, se deve essere tale.
Su questo provvedimento, caro Presidente Ghigo, noi chiediamo di avere delle ragioni, di sentire le vostre ragioni, ma che non siano ragioni banali: "Ormai siamo arrivati al 25 di marzo e quindi bisogna prorogare" ma delle ragioni sulla sua crisi, sul fatto che ha una Giunta incompleta che ha due Assessori ad interim, che ha un problema di maggioranza che le ha impedito finora di nominare il nuovo Assessore, che ha la spina dell'Assessore D'Ambrosio che è lì che la punge, che ha ancora le cinque dita di Martinat piantate sulla faccia per il sonoro ceffone politico che le ha dato qualche giorno fa.
C'è una serie di problemi e di ritardi. L'Assessore Leo, nella penultima riunione della VI Commissione, ha addirittura chiesto di non votare il bilancio, fatto inusuale per una maggioranza che dovrebbe premere tutti i giorni, nei confronti di un'opposizione, se questa viene intesa come un'opposizione ritardatrice del provvedimento.
Ci sono delle ragioni che noi le chiederemmo di conoscere, in modo da poter interloquire con lei in termini politici, di scelte politiche, e non in termini di assenza o di non risposta. Faccia anche presso di noi il Presidente della Giunta regionale. Ci risponda e ci spieghi, per cortesia per quale ragioni siete giunti, ad oggi, con la proposta di prolungare la provvisorietà della gestione della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Devo esprimere apprezzamento per gli interventi sin qui svolti se devo leggerli come una proposta di dialogo o come uno stimolo. Rilevo, tuttavia che sono interventi che vanno oltre il tema, o fuori tema, perch affrontano un oggetto che non c'è. In questo posso dire che realizzano (quelle che prima il collega Chiezzi contestava al collega Burzi) delle vere e proprie pratiche onanistiche. Collega Chiezzi, io ho tradotto in termini più scientifici! Ma vediamo un po' se ha un contributo questo dibattito: noi riteniamo di no.
Crediamo che comunque le polemiche fisiologiche siano attestate su posizioni di modestia. L'andare a rovistare in casa altrui con una proiezione magari di desideri, ma non certamente ancorata ad alcun fatto al di là di come ci si possa scomporre - perché di sostituzioni di Assessori, al di là di chi si sia dimesso, mai si è parlato - anche questo può essere un dibattito fisiologico.
Devo dire che il "dente dolente" della sanità trova continui farmaci in quella che è la situazione generale. Abbiamo riscontrato evidenti segnali di iniziative promosse dall'Assessore alla sanità che hanno portato più chiarezza, e che, al di là di quello che può essere mutuato dalle notizie giornalistiche, non hanno mai trovato alcuna smentita, né esterna n interna.
Il rischio sanità sui conti pubblici non è un problema che appartiene esclusivamente alla Regione Piemonte. Stando a quello che il Ragioniere Generale dello Stato, Monorchio, ha dichiarato in questi giorni, potremmo dire che alla Regione Piemonte appartiene in misura fisiologica. Tanto per dare un contributo di informazione, sappiamo, per esempio, grazie al Ragionier Monorchio, che per quanto riguarda la sanità, nonostante l'accordo raggiunto in agosto sul tetto di 139 mila miliardi, in quattro mesi si è aggiunto un deficit di oltre 6 mila miliardi. Questo per dire che la questione sanità è un problema strutturale.
Detto questo, veniamo all'oggetto del decidere. E' vero che ci sono stati dei fatti politici che voi stessi raccogliete, ed è altrettanto vero che, sulla base di questi fatti politici, e quindi, in primo ordine, le dimissioni dell'Assessore, vi è un profilo di ritardo. Ma voler anticipare la discussione oggi significa soltanto esperire un tentativo inutile ed insignificante sotto il profilo dei contributi che si vogliono dare, posto che del bilancio se ne dovrà discutere.
Oggi dobbiamo discutere del ritardo di un mese, al di là delle esasperazioni concettuali che si colgono già nei vostri interventi. Così come può essere utile riflettere sul fatto che non ci devono più essere timidezze sul piano della responsabilità. E se a volte timidezze sul piano della responsabilità ci sono, per un malinteso senso di tutela personale questo può essere agevolmente superato da un dibattito serio che chiamerà tutti alle proprie responsabilità.
Sul merito, evidentemente, ci confronteremo quando sarà tempo e luogo e soprattutto quando avremo i documenti su cui dovremo riflettere. Il resto sono delle anticipazioni di opinioni. Come tali, possono essere legittime ma quanto meno intempestive.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente e colleghi, noi oggi stiamo affrontando la discussione generale sul disegno di legge n. 399, relativo ad una richiesta di proroga dell'autorizzazione all'esercizio provvisorio del bilancio di previsione per l'anno finanziario 2002.
Siamo molto sorpresi dal fatto che abbiate chiesto la proroga di un mese dell'esercizio provvisorio: è una cosa che non ci saremmo mai aspettati.
Eravamo assolutamente convinti che foste in grado di varare l'esercizio provvisorio entro il 31 marzo, come peraltro avevate ampiamente detto in sede di dibattito sul disegno di legge precedente, in cui si chiedeva la prima autorizzazione all'esercizio stesso.
Il problema è che si discute di questa proroga in un contesto politico e amministrativo completamente diverso. Quella di quest'anno non è una proroga qualsiasi, né assume le stesse caratteristiche burocratiche del dibattito degli anni precedenti. Poi il collega Galasso potrà essere d'accordo o meno sul fatto che se ne parli, ma vorrei semplicemente ricordare che ogni processo di negazione della realtà è un fatto puramente psicologico, perché la realtà rimane ugualmente lì, con le sue dure repliche, e non si modifica, anche se noi neghiamo l'esistenza di un problema. Anzi, solitamente in psicologia si dice che quando lo si nega non si fa altro che aggravarlo; invece, assumendolo in modo razionale e responsabile, si riesce ad affrontarlo meglio.
E' innegabile, dunque, che ci sia una crisi politico-amministrativa e che la richiesta di proroga all'esercizio provvisorio stia dentro il contesto di tale crisi politico-amministrativa. Ci troviamo nella situazione in cui lo stesso dibattito sulla razionalizzazione del lavoro della Giunta e l'eventuale sostituzione o ricambio di Assessori è, in questo momento, ad un punto di stallo, perché la difficoltà politica ed amministrativa non consente di fare questo neanche in modo aperto e alla luce del sole.
E' del tutto evidente che, a fronte di questo stallo di ordine politico amministrativo, emergono dei dati assolutamente preoccupanti. Quei dati Consigliere Galasso, li avete dichiarati voi, ad esempio, in IV Commissione, non li abbiamo inventati noi con la protervia dell'opposizione. Le vorrei dire che, per quanto riguarda la sanità piemontese, non ci troviamo oggi nella situazione in cui si deve discutere dei farmaci, ma ci troviamo nel famoso caso in cui "la cura e i vostri farmaci stanno ammazzando l'ammalato". Perché? L'ultima discussione in IV Commissione era di questo tipo: l'Assessore e un convegno tenuto in Commissione da parte dei vari Capigruppo della maggioranza portano a dire che probabilmente si può arrivare fino a 600 miliardi di deficit per quanto riguarda il 2002, a cui assommiamo i 450 - se tale resterà la cifra - dei consuntivi finali del 2001, a cui assommiamo i 1.200 del 2000. Seicento miliardi di deficit nelle previsioni minimali, ma c'è qualcuno che parla di una previsione molto più alta. Se questo non è il famoso caso in cui le vostre medicine, e soprattutto le medicine dell'Assessore D'Ambrosio stanno ammazzando l'ammalato, voi mi dovete spiegare quale altro caso si possa configurare con queste caratteristiche in Piemonte. Il Piemonte ha poi un record, Consigliere Galasso (e di questo converrebbe il Ragioniere Capo dello Stato, il dottor Monorchio): sommare il tasso di deficit più alto, relativamente al tasso di caduta delle cure e delle prestazioni.
E' questo combinato disposto, Assessore D'Ambrosio, che crea il problema: il fatto che lei abbia un deficit, abbia una diminuzione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla sanità (fuori microfono)

Ma dove l'ha evidenziato!



MANICA Giuliana

Una diminuzione dei livelli di servizi oggettivi in Piemonte, che abbia tagliato i posti letto e che abbia ridotto le assunzioni. In sostanza, che voi siate la Giunta delle tre "t": tagli, tassi, ticket.
Se non foste questa Giunta, non avreste chiesto l'esercizio provvisorio in questo modo; non vi apprestereste ad una riunione di Giunta che continuate a rimandare (perché neanche quella riuscite a fare), in cui dovete stabilire un duplice ordine di manovre: i ticket che avete annunciato sui farmaci e sul Pronto Soccorso e quanto lasciate di 300 miliardi di LEA da pagare ai cittadini piemontesi.
Queste sono le questioni che dovete affrontare, insieme all'altra piccolissima questione di dettaglio che non riguarda la programmazione: cosa fare nel Piano socio-sanitario.
Pertanto, siamo alla richiesta di autorizzazione alla proroga di esercizio provvisorio della Giunta delle tre "t", che si sta apprestando a scrivere un bilancio provvisorio che di quelle tre "t" ne fa una sola, ma certamente molto grande.
Già oggi questa è una ragione sufficiente per dirvi che noi voteremo contro questa proroga.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Innanzitutto, una precisazione, perché è stato tirato in ballo l'Assessore Pichetto.
L'Assessore Pichetto, che era presente in Commissione dove ci siamo confrontati su questo provvedimento, oggi è assente per motivi di salute.
Tale assenza era stata contestata, anche con polemica, evidenziando come il garbo istituzionale venga sempre meno in quest'aula. Può capitare a chiunque, uomo o donna assegnato a questo Consiglio, indipendentemente dal ruolo che svolge, di essere ammalato. L'Assessore Pichetto è assente per motivi di salute e, non a caso, è presente il Presidente della Giunta regionale, in quanto in Commissione era stato detto - ponendolo quasi come un ricatto - che se non fosse stato presente il Presidente Ghigo non sarebbe mai passato l'esercizio provvisorio. Quindi, essendo oggi presente il Presidente della Giunta regionale, quale Presidente del governo regionale del Piemonte e in questa sede titolare del provvedimento, è possibile confrontarsi con serenità.
Ho sentito anche tante bugie e mistificazioni, come sempre, da parte dell'opposizione. Non è vero, Consigliera Manica, che proroghiamo ancora di un mese l'esercizio provvisorio, così, all'ultimo momento. Avevamo presentato un disegno di legge, un'iniziativa della Giunta regionale per un esercizio provvisorio fino al 30 aprile 2002, perché sapevamo che in questo anno di difficoltà, di grandi novità per le Regioni e di grande incertezza anche per una questione importante, come la Sanità, avremmo avuto la necessità di arrivare fino all'aprile 2002 e abbiamo accolto, anche in quel caso sotto ricatto, un emendamento dell'opposizione pur di licenziare l'esercizio provvisorio fino al 31 marzo 2002.
MANICA Giuliana (fuori microfono) La battaglia politica di opposizione è ricatto? Ma stiamo scherzando!



PRESIDENTE

La prego di continuare, Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Sono preoccupato - e lo dico con chiarezza, Presidente - da questo atteggiamento intollerante da parte dell'opposizione e in particolare dai Democratici di Sinistra, che devono sempre dare il voto all'intervento dei colleghi e devono sempre, con presunzione e prosopopea, interrompere i colleghi. Questo è un atto di inciviltà e di mancanza di riguardo, non verso il singolo Consigliere, ma verso tutta l'assemblea.
Quindi, Presidente, ci tuteli da questo, altrimenti diventa difficile parlare con serenità in questo Consiglio regionale.
MANICA Giuliana (fuori microfono) Ci impedisca di parlare, Presidente!



CATTANEO Valerio

E' stato detto: "Limite di capacità di governo di questa Giunta regionale".
Piaccia o non piaccia, questa Giunta regionale sta governando in Piemonte non è nata dal cilindro, abbiamo un Presidente della Giunta regionale che per la prima volta è stato eletto direttamente dai cittadini piemontesi e ha nominato una Giunta regionale formata da dodici Assessori. Oggi la Giunta regionale vede assegnati undici Assessori. Non credo che sia niente di grave, niente che metta in condizione di dire che la Giunta regionale e la maggioranza siano in crisi. Certo, la maggioranza ha forse un momento di dialettica molto accesa, ma fa parte delle forze politiche (sono sette le forze politiche che costituiscono questa coalizione), fa parte della normalità della politica. Mi sembra che anche nel centrosinistra, ai vari livelli, vi sia una forte dialettica politica, ma di questo noi non ci scandalizziamo. Basta vedere l'ultimo Congresso della forza di riferimento del centrosinistra, la Margherita, dove qualche partecipante, che si era proposto a Vicepresidente, se n'è andato abbandonando il Congresso nazionale. E allora? Può succedere. Credo che nella vita quotidiana della politica delle istituzioni la dialettica sia, come dice anche qualche persona più autorevole di me, il sale della democrazia.
Si è parlato anche di Assessori ad interim. Questo non è corretto. Gli Assessori ad interim - e l'ho già detto in Commissione - non esistono e non possono esistere. Il Presidente ha l'interim, eventualmente, di una delega non assegnata e, quindi, l'Assessore Pichetto per il bilancio, l'Assessore Ferrero per il patrimonio, allo stato attuale hanno una delega piena: l'Assessore Pichetto è Assessore al bilancio di questa Regione, l'Assessore Ferrero è Assessore al patrimonio di questa Regione.
Anche questa è una disinformazione certamente inaccettabile.
Sono state dette altre bugie: l'Assessore Leo ha chiesto di non approvare il bilancio in Commissione. Non è vero. L'Assessore Leo, Presidente, ha semplicemente chiesto, in un contesto acceso dove l'opposizione chiedeva alcune risposte precise e l'Assessore non aveva elementi per darle, di rimandare il voto di una settimana, e la settimana dopo, infatti, è stato votato dalla Commissione.
Cosa c'è di grave? E perché oggi arriviamo, Presidente Cota, all'esercizio provvisorio? Innanzitutto, il Consigliere Tapparo ha detto: "Diamo un colpo d'ala", ma il primo colpo d'ala l'ha dato il collega Ronzani che è sceso rispetto alla Commissione, di 5.000 metri, rispetto al volo dei 9.500 metri dove diceva: "E se verrà e riuscirò a dimostrare che solo il Piemonte dovrà dotarsi dell'esercizio provvisorio, e beh, e beh.". E beh niente! Ci sono ben nove o dieci Regioni, tra cui alcune Regioni governate dal centrosinistra (Toscana, Umbria, Marche e Campania), che oggi, 26 marzo 2002, non hanno ancora approvato la legge di bilancio e hanno l'esercizio provvisorio in corso.
Allora, che cosa c'è di tanto grave? Siamo nella piena normalità, non abbiamo neanche più l'esercizio nei dodicesimi, non è che i piemontesi non mangino o non abbiano disposto i loro bisogni, non è che il territorio non possa essere gestito, ma c'è un esercizio provvisorio e la Regione sta operando grazie ad una legge che glielo consente.
Al Consigliere Contu, che ha chiesto le dimissioni del Presidente Ghigo e della Giunta perché non sono stati in grado di presentare il bilancio rispondo che, se si dimettono i Presidenti delle Regioni Umbria, Campania Marche e Toscana, magari ci facciamo un pensierino anche noi. Non so se i Consiglieri di Forza Italia, piuttosto che di Alleanza Nazionale o del CDU di quelle Regioni, abbiano chiesto le dimissioni del Presidente, non lo so può anche darsi, ma non mi sembra che si possano chiedere le dimissioni di un esecutivo a fronte del fatto che non è stata approvata una legge di bilancio o perché si chiede il prolungamento di un esercizio provvisorio.
Perché si è arrivati all'esercizio provvisorio? Nell'incertezza dei dati della sanità in effetti - questo bisogna ammetterlo con grande serenità sugli organi di informazione ci possono essere state delle informazioni o delle disinformazioni. Per quanto mi riguarda, può anche darsi che la mia forza politica, il sottoscritto e alcuni Consiglieri del mio Gruppo possano avere contribuito ad apportare, su quel veicolo di comunicazione il dibattito che, magari, più utilmente, poteva rimanere nelle segrete mura.
Voi sapete che uno dei motivi per cui si arriva oggi ad abrogare l'esercizio provvisorio - indubbiamente perché non è stato approvato, ad oggi, il bilancio - è anche dato dal fatto che la discussione nelle otto Commissioni di merito del bilancio si è protratta per alcune settimane. E' un dato di fatto che non voglio certamente commentare, perché abbiamo già avuto modo di farlo. In particolare, la discussione si è protratta in VI e IV Commissione.
In IV Commissione siamo stati anche accusati di aver fatto una piccola "forzatura" per dare un parere sul bilancio nel merito della sanità e dell'assistenza. "Abbiamo fatto una forzatura", sostiene l'opposizione però, secondo me, abbiamo fatto semplicemente il nostro lavoro, il nostro dovere.
In quelle sedi abbiamo discusso a lungo, abbiamo preso l'impegno di discuterne ancora dicendo: "Non lo dobbiamo, ma abbiamo la sensibilità istituzionale, e attenzione verso l'opposizione in particolare, che quando avremo i dati precisi durante l'iter di I Commissione apriremo una finestra con le modalità previste dal Regolamento, quindi una Commissione congiunta I e IV e lì si discuterà di quei dati".
Perché ad oggi c'è, come è stato definito impropriamente, il balletto dei dati o ci sono delle divergenze? Perché siamo in presenza di alcune situazioni.
Indubbiamente, ci sono delle esigenze che nascono da alcune richieste, ad esempio quelle di alcune ASL, nell'incertezza della minusvalenza sul bilancio 2001 per il minor trasferimento dallo Stato. Contemporaneamente sappiamo che si può trattare quella cifra, ma non sappiamo ancora qual è l'importo in entrata della quota del Piemonte dallo Stato. Questo si dovrà costruire e si potrà sapere al più presto. Così come dobbiamo fare ancora delle scelte politiche. Vivaddio, governiamo noi la Regione Piemonte e le scelte politiche le fa il governo regionale che si confronta prima con la sua maggioranza, poi, nell'istituzione, andrà certamente a confrontarsi con tutto il Consiglio regionale e quindi con l'opposizione.
Ad esempio, la questione dei ticket. Sappiamo che la spesa farmaceutica costa 200 miliardi. Consentitemi di aprire una parentesi.
Voi sapete che il centrosinistra, consapevole di perdere le elezioni, aveva tolto il ticket sapendo che poi, qualcuno, avrebbe dovuto inserirlo (noi lo dicemmo già in campagna elettorale ed ecco le regioni oggi per farlo).
Il discorso relativo ai LEA. Innanzitutto, non parliamo più di livelli minimi di assistenza, ma di livelli di assistenza appropriati. Ebbene, se noi fossimo nelle condizioni di fare una scelta e, magari, di reinserire l'IRPEF per dare di più come Regione Piemonte in termini di assistenza rispetto ai livelli di assistenza che il governo nazionale pone, saremmo contenti di istituire delle tasse e saremmo contenti di mettere il ticket perché avremmo l'orgoglio di appartenere ad una Regione e di essere amministratori di una Regione che dà delle risposte ai bisogni di salute della gente in termini più adeguati rispetto ad altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Dall'intervento del Consigliere Cattaneo abbiamo scoperto che è stato raggiunto l'obiettivo della Giunta di posticipare l'approvazione del bilancio ad aprile. Questo obiettivo rientrava nel progetto iniziale a cui avevano rinunciato perché c'era stata una battaglia dell'opposizione nel dire: "No, cerchiamo di farlo prima; è un bilancio, la Regione ne ha bisogno, cerchiamo di non fare un esercizio provvisorio di quattro mesi facciamolo solo di tre". Questo è stato definito un ricatto, ma non so bene di che tipo.
Oggi il Consigliere Cattaneo ha aggiunto che la maggioranza non si è voluta piegare a questo presunto ricatto e ha voluto mantenere l'obiettivo.
La maggioranza voleva arrivare ad aprile e ci è riuscita. Mi pare che sia una modesta vittoria di cui non essere fieri.
Il ragionamento del Consigliere Cattaneo non sta in piedi. La Giunta arriva a presentare il bilancio a fine anno contemporaneamente alla presentazione dell'esercizio provvisorio. Questo è il primo fatto.
Chi non ha rispettato i tempi? La Giunta che se ne "frega" e pensa di poter arrivare tranquillamente a metà anno con il bilancio. Per la Giunta il bilancio è uno strumento non essenziale della politica, la legge finanziaria non è un strumento essenziale (tant'è vero che lo presentano in tempo per chiedere l'esercizio provvisorio e se avessero avuto qualche giorno in più a disposizione lo presentavano anche dopo).
Questa è una responsabilità piena che bisogna assumersi: una non volontà. Ci sono problemi nel bilancio? C'erano problemi da quadrare? Sicuramente sì. Ma non è che passando i giorni i problemi si risolvono, non è che aspettando di prendere delle decisioni i buchi diventano più piccoli.
Oggi non siamo in grado di quadrare? Aspettiamo. Ma dopo quattro mesi non siamo in grado di quadrare lo stesso.
Questa attesa non ha risolto i problemi, anzi, li aggrava proprio perché fa sì che non ci sia uno strumento di governo concreto come quello del bilancio. Mi pare un atteggiamento miope e non un atteggiamento di cui essere fieri.
E' evidente che ci sono delle scelte da fare, magari anche impopolari Non riesco a capire che rapporto ci sia tra l'introduzione di tasse, di ticket e il miglioramento della salute dei cittadini piemontesi: questo mi sfugge. Cosa vuol dire? Che chi ha già problemi di salute e si rivolge al sistema sanitario deve essere grato perché paga anche il ticket? Ripeto, mi sfugge che rapporto ci sia con lo stato di salute; credo che lo aggravi sicuramente non migliora l'umore.
A differenza di quanto era stato promesso e confermando quanto è già stato fatto con alcuni provvedimenti, questa Giunta intende aumentare le tasse; scarica la propria incapacità di governo sulle tasse e su ulteriori misure, quali i ticket, che colpiscono coloro che si trovano già in una situazione di debolezza e difficoltà.
Queste sono le ragioni della difficoltà e del tentativo di sfuggire al problema, per arrivare alla scadenza dicendo: "Siamo allo stretto approviamo il bilancio quel che sia e poi l'aggiusteremo in corso d'opera".
In questo modo, non ci si confronterà mai con una discussione seria sul bilancio.
Mi pare che questa sia l'origine delle difficoltà e della crisi perch in presenza di una situazione di questo genere, sono state promesse diverse leggi che contengono spesa e che vengono mantenute in discussione, dicendo: "Queste leggi devono essere portate avanti", pur non sapendo, se si facesse una seria discussione sul bilancio, come finanziarle.
Queste leggi sono delle "bandiere" da utilizzare e quindi si va avanti.
Anche relativamente a questo fatto c'è una responsabilità, perch quelle "bandiere", se verranno portate a casa, dovranno essere onorate, e quindi ci saranno problemi di bilancio. Probabilmente, verranno introdotte ulteriori tasse, oppure si faranno tagli su altri settori che hanno già molti problemi.
Il fatto che la discussione sul bilancio non avvenga, non permette di evidenziare questi aspetti.
Questo è un fatto grave, ma un fatto grave voluto, perché - ripeto il Capogruppo di maggioranza ha detto: "Noi volevamo arrivare ad aprile".
Si voleva sottrarre una discussione approfondita e seria e temo che si riesca persino a farlo; spero di no, ma temo che questo obiettivo verrà raggiunto.
Un'ultima questione sulla Giunta: l'Assessore Pichetto ha la mia stima, è un buon Assessore e ritengo che, per quello che può fare in questa Giunta, incapace di programmare e di avere una politica di più ampio raggio, faccia anche parecchio. Sicuramente, l'ultima cosa che l'Assessore Pichetto immaginava a fine dicembre era di fare l'Assessore al bilancio a marzo: un Assessore a pieno titolo, con delega e documento firmato, quindi formalmente è lui l'Assessore al bilancio.
Pensare che l'Assessore Pichetto possa dominare la materia in modo efficace in questo periodo critico di approvazione del bilancio è sperare molto; ritengo che egli abbia le capacità, ma dovendosi occupare di molte altre questioni mi pare sia sperare molto.
Le dimissioni dell'Assessore Burzi, che aveva un peso nella gestione di quell'Assessorato, non erano previste; sono avvenute per una serie di congiunture esterne e interne alla maggioranza, ma sicuramente non erano previste.
Siamo in un contesto in cui le scelte di non sostituzione dell'Assessore Burzi con un nuovo Assessore, e l'aver distribuito le deleghe ad altri Assessori già in carica, dimostra, tra l'altro, che la crisi non è risolta.
C'è una crisi di questa Giunta che pesa; una possibile, più ampia modifica della composizione della Giunta stessa che pesa in questa discussione e nella discussione di approvazione del bilancio.
Di tutto questo occorre avere coscienza e per questo motivo la proroga di 30 giorni dell'esercizio provvisorio non è un fatto tecnico, ma è un fatto che ha uno spessore politico notevole, che porta l'opposizione a sottolineare questo aspetto e ad esprimere, nei suoi confronti, un fortissimo disagio e una condanna.
La maggioranza non ha fatto nulla affinché l'approvazione del bilancio avvenisse almeno entro i 90 giorni concessi con la prima proroga a fine anno.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta, Casoni.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Abbiamo assistito a questo ampio dibattito sul provvedimento che, come ho richiamato, non tratta di un'anomalia assoluta della Regione Piemonte ma di una situazione contingente comune a molte altre Regioni.
Come è noto, tra l'altro, la Giunta si sta dibattendo in una serie di problematiche molto forti, che hanno portato, per un chiarimento, ad alcuni tempi più lunghi del previsto; è avvenuta una sostituzione di deleghe sulla materia in oggetto, sempre nel corso di questo periodo, pertanto il rinvio di un mese ci sembra una condizione accettabile.
Ribadisco che altre Regioni, senza alcuna di queste condizioni, si trovano nella stessa situazione. Non è certo la situazione ottimale, per mi sembra che per la Regione Piemonte questo non costituisca un'anomalia.
Del resto, i Consiglieri che sono qui da più legislature - io sono in quest'aula solo dalle due ultime legislature - ricorderanno che quasi regolarmente questa è la situazione in cui si arriva ogni anno, perlomeno dal 1995 ad oggi.
Occorre, piuttosto, il contributo di tutti affinché la presentazione del bilancio che sarà prorogato sia effettivamente un momento di discussione, dove ci potremo confrontare sulle linee, sulle situazioni e svolgere quello che è giusto che venga fatto: un vero dibattito politico sui contenuti.
Questo è un provvedimento tecnico di rinvio di un mese dell'esercizio reso necessario, e pregherei tutti di considerarlo tale.
Da questo punto di vista, le sollecitazioni presentate da molti Consiglieri potranno trovare la loro giusta espressione e collocazione in sede di presentazione del bilancio; ogni Assessore sarà disponibile a presentare la propria quota di bilancio, a rispondere relativamente alle diverse realtà e lì potrà avvenire il vero dibattito politico sulla sanità sulla cultura, sui trasporti, perché quello sarà il vero documento che ci troveremo a discutere.
Vorrei pregare tutta l'assemblea, in uno spirito di gestione della Regione Piemonte, a non voler creare ostacoli ad una situazione che è resa necessaria dallo stato delle cose.
Confidando sulla fiducia e l'apprezzamento di tutti, l'impegno della Giunta è quello di non voler sfuggire a un dibattito politico nella vera e propria sede di bilancio. Grazie.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

A questo punto, conclusa la discussione generale, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 1, sostituire le parole "30 aprile" con le parole "10 aprile".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Come lei ha capito, la presentazione degli emendamenti rappresenta uno dei pochi strumenti che l'opposizione ha a disposizione in aula per segnalare con forza la contrarietà ad uno stato delle cose. Quindi, la votazione "giorno per giorno" degli emendamenti significa che non abbiamo ricevuto le risposte che avevamo richiesto.
Ringrazio il Vicepresidente Casoni per le risposte che ha dato assicurando, da un punto di vista astratto, la risposta dell'esecutivo alle domande avanzate dall'aula. Però anche l'Assessore Casoni si rende conto che la sua risposta è una risposta di cortesia, e come tale non viene rispettata, ma non è una risposta politica.
La presentazione degli emendamenti segnala il nuovo episodio di arroganza vergognosa da parte del Presidente Ghigo nei confronti di quest'aula. Il Presidente Ghigo, comunque, tutte le volte che verrà in aula sarà da noi, che lo aspettiamo sempre, salutato con calore, da oggi in avanti, perché noi siamo sempre qui che lo aspettiamo, e quando lui viene noi siamo contenti e vogliamo dirglielo subito. Quindi, senz'altro l'allontanamento in questa occasione del Presidente Ghigo non è dovuto ad alcuna forma di animosità sua nei nostri confronti, di ritorsione polemica per quanto ha sentito dire. Evidentemente, è stato preso da importanti affari e non ha potuto essere presente.



(Il Presidente della Giunta regionale Ghigo, entra in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Vedo che mi sbagliavo. Il Presidente Ghigo, che saluto, è presente quindi gli segnalo che la presentazione testé fatta, insieme ad altri colleghi, di una serie numerosa di emendamenti, per il numero degli stessi vuole significare il disappunto per non aver ricevuto dal Presidente Ghigo alcuna risposta circa una propria opinione, tra l'altro calorosamente richiesta.
Presidente Cota, gli emendamenti possono ridursi a uno, conché l'aula abbia dal Presidente eletto direttamente dal popolo piemontese una qualche risposta.
Il segnale di fare venti votazioni è un segnale a verbale - per chi avrà voglia di leggerlo - di una battaglia che l'opposizione, con gli strumenti forniti dal Regolamento, ha potuto fare sull'esercizio provvisorio. Proporre venti votazioni significa che la cosa non ci piace che ci siamo opposti per quanto abbiamo potuto; non l'abbiamo impedito perché impedire l'esercizio provvisorio in questa situazione politicamente, per me non ha un significato. Quindi, non è che impediamo ma segnaliamo con tutte le nostre forze l'opposizione. Le venti votazioni per quanto mi riguarda, si possono ridurre ad una se il Presidente Ghigo dopo averci visto lavorare così tanto, si degna almeno di darci una risposta. Grazie.



PRESIDENTE

Poniamo in votazione l'emendamento più lontano a fronte della sua manifestata intenzione di accedere ad un ritiro.
Su questo emendamento do la parola al Presidente Ghigo per il parere della Giunta.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ancora una volta diamo una particolare soddisfazione al Consigliere Chiezzi, che argomenta in maniera così sottile e politicamente articolata la sua volontà di sentire il parere del Presidente, che non si sottrae mai vorrei fare presente al Consigliere Chiezzi - dall'esprimere le sollecitazioni che da quest'aula più volte sono venute. Di conseguenza anche su questo emendamento il parere della Giunta è chiaramente contrario ma vorrei - visto che ho la parola - non limitarmi semplicemente ad esprimere il parere contrario, proprio per dare un po' più di soddisfazione e di riconoscimento al lavoro così diligentemente svolto dai Consiglieri dell'opposizione nel contrastare questo provvedimento.
Il provvedimento è già stato discusso in Commissione, gli argomenti richiamati dai vari interventi sono argomenti che, politicamente ed amministrativamente, sono già stati sviscerati ed approfonditi, in questa sede, almeno una decina di volte negli ultimi due mesi. Però se le procedure, la prassi e la ritualità, richiedono un ulteriore approfondimento, io non mi sottraggo e considero questa richiesta di prolungamento di esercizio provvisorio al 30 aprile una necessità per affrontare la discussione di bilancio. Chiaramente sarà quella la sede in cui la Giunta esprimerà e risponderà nel merito alle sollecitazioni che, da parte dell'opposizione, su ogni singola materia e su ogni singolo capitolo verranno poste al dibattito. E' ovvio che rifare due volte lo stesso dibattito, entrare nel merito degli stessi argomenti per il prolungamento dell'esercizio provvisorio e la discussione di bilancio, che comunque faremo a partire dalla prossima settimana, onestamente mi sembra di ripetere due volte la stessa cosa, ma può darsi che io non abbia la logica o la cultura - e mi dispiace - o magari non sono in grado di comprendere fino in fondo le esigenze del Consiglio. Naturalmente, quando entreremo nella discussione del bilancio, proprio anche in funzione di alcune decisioni che assumeremo nell'arco dei prossimi dieci giorni, avremo ulteriori e maggiori elementi per quadrare il cerchio dal punto di vista finanziario, rispetto alle criticità che sono emerse, anche se sono emerse in modo non completamente corretto. Quella sarà sicuramente l'occasione per approfondire e discutere tutti questi argomenti.
Di conseguenza, ritengo che la richiesta di prolungamento del termine sia dovuta semplicemente - lo dico in maniera molto semplice ed esplicita al fatto che, in ogni caso, entro il 30 marzo non saremmo riusciti ad approvare il bilancio. Di conseguenza, abbiamo bisogno di un mese in più per approvare il bilancio, per nostra incapacità: se a qualcuno fa piacere pensare che sia così, diciamo che per nostra incapacità non siamo riusciti ad approvare il bilancio entro il 30 marzo.
C'è da dire che la Regione Piemonte non è che sia priva di una sua politica di bilancio. Il bilancio c'è, è stato presentato per tempo e dovrà essere approvato, a questo punto, se l'aula concederà questa legittima proroga, entro la fine di aprile.
Nel dibattito del bilancio, mi impegnerò a dare, per quanto concerne le sollecitazioni che saranno rivolte al sottoscritto - perché alcune saranno direttamente esplicitate dagli Assessori, non ultimo l'Assessore Picchetto che oggi, come sapete, è assente per motivi di salute, ma sarà sicuramente presente nell'ambito della discussione di bilancio - tutte le risposte nel merito.
Credo che oggi il merito sia prolungare l'esercizio provvisorio di un mese, perché non siamo riusciti ad approvare il bilancio entro il 30 marzo.
Questo è il merito della giornata odierna.
Quando discuteremo il bilancio, lo faremo in tutti i suoi dettagli e mi impegno a non sottrarmi a questo tipo di discussione.



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente Ghigo.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1).
Il Consiglio non approva.
Gli altri emendamenti - lo ribadisco per precisione - si intendono ritirati dai proponenti.
Indìco pertanto la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'art. 1.
Il Consiglio approva.
ART. 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno votato SI' 30 Consiglieri hanno votato NO 13 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, sospendiamo brevemente la seduta. Proseguiremo con l'esame del testo unificato della proposta di legge n. 68 e del disegno di legge n.
204 relativo alla disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera e del sigillo della Regione Piemonte.
Durante la sospensione, vi chiedo, per gentilezza, di verificare l'allegato relativo alla fascia, nonché l'emendamento sull'uso della stessa.
Comunico, inoltre, che il proseguimento dell'esame della proposta di deliberazione n. 287 avrà luogo giovedì mattina, 28 marzo 2002, in apertura di seduta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.50 riprende alle ore 18.03)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento: Commemorazioni

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 505 inerente a "Condanna per l'omicidio di Marco Biagi"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Intervengo semplicemente per chiedere l'iscrizione all'o.d.g. e la votazione dell'ordine del giorno relativo all'omicidio di Marco Biagi perché ha senso votarlo oggi, altrimenti perderebbe di significato.



PRESIDENTE

Procediamo alla distribuzione di tale ordine del giorno, che è stato presentato dai Consiglieri Marcenaro, Papandrea, Giordano, Moriconi Muliere, Chiezzi, Contu, Tapparo e Placido.
Formalmente, per l'iscrizione di un punto all'o.d.g. è necessario che qualcuno si associ alla richiesta.



(Il Consigliere Chiezzi si associa alzando la mano)



PRESIDENTE

Lo devo rilevare affinché rimanga agli atti.
C'è qualche intervento contrario? Oppure procediamo all'iscrizione all'unanimità? Naturalmente, dato che abbiamo registrato più di 40 presenti in tutte le votazioni, se non ci sono richieste di verifiche, possiamo darlo per iscritto. Iscriverlo, naturalmente, non significa votarlo. Richiamo le prerogative dei Consiglieri ad abundantiam.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ho verificato l'ordine del giorno che indubbiamente riveste carattere di urgenza e il merito è anche interessante e motivo di confronto. Credo che abbia una ragione solo se iscritto oggi, però chiedo formalmente di rispettare il Regolamento e, quindi, di iscriverlo con 40 voti, chiarendo che la maggioranza è disposta a votare a discrezione sull'ordine del giorno, naturalmente.



PRESIDENTE

Pregherei i vari Gruppi di chiedere ai loro colleghi di essere presenti perché si tratta di un atto che viene proposto dall'opposizione, ma rispetto al quale il Capogruppo Cattaneo ha espresso un parere di apprezzamento relativamente ad un contenuto che ha un suo significato riconosciuto, dopodiché constato molte assenze.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il campanello c'è, sta suonando da cinque minuti, ma se i Gruppi non provvedono, lo capisco, Consigliere Chiezzi. E' un caso in cui la dimensione del Gruppo può agevolare particolarmente.
Colleghi, lo metto in votazione, però sappiate che sarà respinto perché in aula, in questo momento, ci sono 28 Consiglieri.
La parola al Consigliere Cattaneo.
CATTANEO Se l'aula acconsente, lo diamo per iscritto, purché rimanga agli atti che ciò è avvenuto grazie alla condivisione della maggioranza e che fra le assenze dell'opposizione ci sono alcuni firmatari dello stesso ordine del giorno.



PRESIDENTE

Credo che il suggerimento possa essere accolto.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Naturalmente rimangono agli atti le assenze, però lo diamo per iscritto all'unanimità.



(Ulteriori commenti in aula)



PRESIDENTE

Presidente Cattaneo, lei capisce che, se lo diamo per iscritto, non possiamo fare questo tipo di verifica, ma dal punto di vista sostanziale è fin troppo evidente quali sono i presenti e quali sono gli assenti.
Ringrazio per l'accoglimento e per l'iscrizione dell'ordine del giorno all'unanimità.
La parola al Presidente della Giunta regionale, on. Enzo Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi sono permesso di sollecitare il mio Capogruppo, ricordando di essere comunque il capo della maggioranza, come molte volte viene richiamato, a dare l'autorizzazione a iscrivere l'ordine del giorno anche senza i 40 voti presenti in aula.
Voglio ribadire che anch'io concordo con il mio Capogruppo affinch risulti agli atti che alcuni firmatari dell'ordine del giorno non sono presenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Se la richiesta avanzata dal Presidente Ghigo e dal Presidente Cattaneo è quella che siano messi a verbale gli assenti e i presenti, per verificarla è sufficiente chiedere un qualsiasi voto per appello nominale.
Non conosco altra modalità per la registrazione dei presenti e degli assenti. Ci sono vuoti nelle file della maggioranza come in quelle dell'opposizione.
Per quanto ci riguarda, abbiamo un Consigliere firmatario assente per impegni istituzionali, che è il Consigliere Placido. Per il resto, c'è la presenza dei Capigruppo della minoranza e dei firmatari del documento.



PRESIDENTE

Credo di poter chiudere questo argomento perché con le dichiarazioni del Consigliere Marcenaro è stata verbalizzata l'assenza ora esplicitata e giustificata per ragioni congruenti al mandato.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno.



(Commenti in aula)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Chiedo scusa, Presidente, ma si deve votare un'inversione all'o.d.g.
dopo l'iscrizione, perché non si esamina immediatamente il punto iscritto.
Il Presidente Cota ha interrotto i lavori dell'assemblea per cinque minuti perché ha comunicato la necessità dell'Ufficio di Presidenza di svolgere una valutazione relativamente, se non ricordo male, al provvedimento sull'uso dello stendardo, della bandiera e della fascia della Regione Piemonte. Di fatto, era il proseguimento di un punto all'o.d.g., ed eravamo già su quel punto.
Per quanto mi riguarda, si può discutere e votare questo ordine del giorno dopo che è avvenuta l'approvazione di quel provvedimento. Se l'aula ritiene che ci sia un'urgenza e che non si possa neanche aspettare un'ora e mezza perché magari non si riesce ad andare subito sui giornali, allora invertiamo l'o.d.g., esaminiamo questo nuovo punto e poi ritorniamo al provvedimento di legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Naturalmente, per quanto mi riguarda, sono disponibile a concordare chi farà questo intervento. Potrebbe essere sufficiente, su un provvedimento del genere, l'intervento di un collega della maggioranza e l'intervento di un collega dell'opposizione senza aprire una discussione generale. In questo modo, se c'è un'intesa su quel testo, si potrebbe approvarlo con una rapidissima discussione e poi passare all'ordine del giorno.
Se, invece, ci sono problemi di merito sul testo, che comporterebbe un lavoro diverso, la mia proposta è ritirata; vale solo se, come avevo capito, su quel testo c'è una convergenza, nella sua semplicità, che permetta un'opposizione che può essere rapidamente espressa con due dichiarazioni, entrambe a favore, da parte dei due diversi schieramenti.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta regionale, on. Enzo Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Vorrei portare un contributo.
Non so cosa deciderà l'aula, ma, mentre pensa come agire, vorrei dire che nell'ordine del giorno si chiede la partecipazione con il gonfalone della Regione Piemonte alle manifestazioni contro il terrorismo del 27 marzo.
Questa partecipazione è già stata autorizzata, perciò alla manifestazione di domani, se non erro, il gonfalone della Regione Piemonte sarà presente.



PRESIDENTE

Presidente Ghigo, la ringrazio, il suo contributo sicuramente semplifica le decisioni in ordine alla procedura.
Naturalmente, mi rimetto a quanto viene comunicato.


Argomento: Commemorazioni

Esame ordine del giorno n. 505 inerente a "Condanna per l'omicidio di Marco Biagi"


PRESIDENTE

Possiamo pertanto passare all'esame dell'ordine del giorno n. 505.
La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Volevo redigere un emendamento.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per pochi minuti in modo che i Capigruppo possano verificare se c'è una condivisione del testo.



(La seduta, sospesa alle ore 18.14 riprende alle ore 18.16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Informo che i Consiglieri Galasso e Cattaneo hanno presentato il seguente emendamento: dopo le parole "di Torino", aggiungere le parole "auspicando un confronto politico e sociale sereno, nel rispetto dei ruoli istituzionali".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

L'ordine del giorno in esame propone la partecipazione del Consiglio domani alle manifestazioni contro il terrorismo che si svolgeranno, in contemporanea, in molte città d'Italia. Sono manifestazioni indette, subito dopo l'atto, dalle Organizzazioni sindacali, con lo scopo di esprimere solidarietà nei confronti della vittima e della sua famiglia e per condannare l'atto terroristico, in quanto ritengo che le stesse Organizzazioni sindacali e gli stessi lavoratori, che in queste settimane hanno dato vita a manifestazioni e mobilitazioni, siano state vittime di questo attacco.
Credo che sia positivo che si arrivi come Consiglio, con l'approvazione di questo ordine del giorno, ad una scelta di questo genere. Mi auguro riprendendo anche le considerazioni espletate dal Presidente della Repubblica, che l'emendamento proposto dal Consigliere Galasso possa favorire un'attenuazione del clima creatosi in queste ultime settimane permettendo un confronto che assuma le caratteristiche che ha avuto finora: un confronto serrato e duro, ma democratico.
Ribadire tutto questo, da parte del nostro Consiglio, lo ritengo un fatto positivo e quindi, oltre ad annunciare il nostro voto favorevole giudico positivamente che si arrivi a questo tipo di conclusione.



PRESIDENTE

Il proponente accoglie l'integrazione proposta e quindi do lettura del testo modificato dell'ordine del giorno: "Il Consiglio regionale nel ribadire la condanna dell'omicidio di Marco Biagi aderisce alle manifestazioni contro il terrorismo del 27 marzo 2002, indette dalle Organizzazioni sindacali CGIL-CISL-UIL partecipa con il proprio gonfalone alla fiaccolata di Torino, auspicando un confronto politico e sociale sereno, nel rispetto dei ruoli istituzionali invita i cittadini ad essere presenti per esprimere l'unanime condanna del gravissimo attentato".
Ha chiesto la parola il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Solo per sottolineare il clima unitario nel prendere posizione contro il terrorismo e sottolineare che, come faceva presente anche il collega Papandrea, la manifestazione è stata indetta da CGIL, CSL e UIL, ma che vi partecipano anche altre Organizzazioni sindacali, tra cui la UGL.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno, come emendato Il Consiglio approva.
Vorrei esprimere una sottolineatura, anche se non tocca a me fare commenti, perché credo che l'esempio dato da quest'aula sia un esempio importante in un momento, sicuramente complesso e difficile, nel senso della compattezza e dell'unità del comportamento democratico delle istituzioni piemontesi.


Argomento: Stemma - Gonfalone

Proseguimento esame testo unificato della proposta di legge n. 68 e del disegno di legge n. 204: "Disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera e del sigillo della Regione Piemonte. Abrogazione delle LL.RR. 16/1/1984; n. 4, 24/11/1983, n. 83; 17/6/1997, n. 36"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo riprendere l'esame del testo unificato della proposta di legge n. 68 e del disegno di legge n. 204, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Avevamo votato l'art. 7. Si tratta ora di inserire un art. 7 bis relativo a: "Caratteristiche ed uso della fascia".
Sono pervenuti due emendamenti: uno a firma del Consigliere Dutto e l'altro a firma dei Consiglieri Muliere, Ronzani e Manica. Si tratta di testi tra loro alternativi e da illustrare separatamente.
7 bis.1) Emendamento presentato dal Consigliere Dutto: dopo l'art. 7 è aggiunto il seguente art. 7 bis: "Art. 7 bis.
La fascia riporta i colori della bandiera (allegato E) con gli stemmi della Repubblica e della Regione; è assegnata al Presidente della Regione, agli Assessori, al Presidente del Consiglio e a tutti i Consiglieri che la possono utilizzare per la partecipazione a manifestazioni ufficiali".
7 bis.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani e Manica: dopo l'art. 7 è aggiunto il seguente art. 7 bis: "Art. 7 bis.
La fascia riporta i colori della bandiera (allegato E) con gli stemmi della Repubblica e della Regione; è assegnata al Presidente della Regione e, su sua delega, agli Assessori, al Presidente del Consiglio e a tutti i Consiglieri, delegati dal Presidente del Consiglio, che la possono utilizzare per la partecipazione a manifestazioni ufficiali".
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione dell'emendamento 7 bis.1)



DUTTO Claudio

Innanzitutto, devo chiarire che ci sono due facsimili di fascia, che questa mattina abbiamo già mostrato a tutti i Consiglieri in aula.
Ascoltando le opinioni della maggior parte dei Consiglieri, ho proposto, fra i due facsimili, quello che riprende la bandiera di fatto allungata; perciò abbiamo la bandiera del Piemonte che viene allungata e adattata, come tipologia, alla fascia. Pertanto, la fascia si presenta con due righe laterali strette blu, due fasce rosse e la fascia centrale bianca. Al centro della fascia centrale bianca vi è una croce, sormontata da un logo blu.
C'è un'altra alternativa, che riprenderebbe i colori del gonfalone, ma è risultata poco gradita ai Consiglieri (se qualcuno di questi Consiglieri volesse optare per questa alternativa dovrebbe presentare un emendamento).
Spiegato come sarà la fascia, aggiungo ancora un particolare.
Ai due estremi (oltretutto, una volta che è legata, i due estremi sono in basso, a livello delle tasche di chi la indossa), ci saranno due stemmi: quello della Regione e quello della Repubblica. Questo per spiegare com'è costituita la fascia.
Per quanto riguarda invece l'utilizzo, l'emendamento da me presentato tiene conto di una corrente di pensiero di diversi Consiglieri (non so dire se costituiscano maggioranza o minoranza), la quale chiede che la fascia venga data in uso a tutti i Consiglieri, oltre ovviamente al Presidente della Regione, al Presidente del Consiglio e agli Assessori, in modo che ognuno la indossi quando partecipa a manifestazioni ufficiali.
Ad un'osservazione rispondo io: può darsi che ad una manifestazione ufficiale ci siano più Consiglieri, tutti con la fascia. Questa è una proposta.



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di fare attenzione perché si tratta di una materia che potrebbe in seguito essere vistosa nelle conseguenze della scelta che faremo, a seconda se diamo la fascia a tutti i Consiglieri che la indosserebbero, per quanto saggiamente, in contemporanea, o se la diamo ad alcuni prescelti che la indossano, di volta in volta, per la rappresentanza del Consiglio.



DUTTO Claudio

Se mi lascia concludere, sto illustrando una teoria, poi il Consigliere Muliere illustrerà quella opposta e andiamo così al voto.
Come ho detto, ci sono due correnti di pensiero trasversali, a prescindere da maggioranza e minoranza.
La fascia riporta i colori della bandiera (allegato E) con gli stemmi della Repubblica e della Regione. E' assegnata al Presidente della Regione agli Assessori, al Presidente del Consiglio e a tutti i Consiglieri che la possono utilizzare per la partecipazione a manifestazioni ufficiali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione dell'emendamento 7 bis.2)



MULIERE Rocco

La differenza tra la proposta avanzata dal Consigliere Dutto e quella del sottoscritto mi pare sostanziale.
Il Consigliere Dutto propone che tutti i Consiglieri regionali, che contemporaneamente, partecipano ad una manifestazione, indossino la fascia della Regione.
La mia proposta è un' altra. In occasione di una manifestazione, la Regione può essere rappresentata dalla Giunta o dal Consiglio. Nel primo caso, sarà il Presidente della Giunta che, con delega, darà mandato ad un Assessore di rappresentare la Regione a quella manifestazione e quindi ad indossare la fascia. Nel secondo caso, il Presidente del Consiglio o l'Ufficio di Presidenza delegherà un Consigliere. Il Consigliere regionale delegato, in quel caso, indossando la fascia, rappresenta la Regione.
Mi sembra - ma è un'opinione personale, senza offendere nessuno - un po' ridicolo vedere sessanta Consiglieri con la fascia a rappresentare tutti la Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Non mi dilungherò nell'illustrare l'argomentazione che ci ha portato a sottoscrivere un ordine del giorno che implica che la fascia sia in dotazione semplicemente ai vertici istituzionali o ai Consiglieri che vengono delegati dai vertici istituzionali per partecipare ad una manifestazione. Questa è una consuetudine che sta in tutte le istituzioni della Repubblica, non esiste istituzione della Repubblica in cui ognuno abbia la dotazione della sua fascia personale e, magari, delle fascette per il resto della famiglia.
Di solito, la fascia viene portata dal Sindaco, portando l'esempio fondamentale del Comune. Quando il Sindaco non può essere presente, delega un membro della Giunta o un Consigliere che rappresenta con fascia, in quel momento, l'Amministrazione.
L'importanza di un'istituzione non si determina dal numero delle fasce ma l'importanza e la sua serietà sono dovute al fatto che la sua rappresentanza sia quella, sia riconoscibile e sia, da quel punto di vista univoca.
Il numero delle fasce può rendere più rappresentativa la rappresentanza del Circo Togni piuttosto che quella del Circo Orfei, ma certamente non quella del Consiglio regionale del Piemonte, che ha altri compiti istituzionali.
Noi siamo perché il Consiglio regionale e la sua dignità vengano riconosciuti attraverso una scelta che vada in questa direzione, che non solo è ragionevole, non solo è nella consuetudine di tutte le istituzioni democratiche e delle rappresentanze istituzionali in questo Paese, ma è anche quella più prestigiosa per il Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Vorrei richiamare i Consiglieri e il Presidente a tenere conto della delicatezza della decisione che stiamo assumendo.
Siccome non c'è un'impellenza estrema, è meglio avere il tempo necessario per una riflessione piuttosto che fare una scelta affrettata che potrebbe avere conseguenze spiacevoli.
Mi pare che due siano i punti fondamentali: la simbologia e l'utilizzo del simbolo della Regione da portare come fascia.
Per quanto riguarda la simbologia, non credo che sia così scontato il doppio modello che è stato presentato. Vorrei sottolineare che il richiamo ai colori della Repubblica di Alba, che sono impliciti nel gonfalone della Regione Piemonte, non può essere facilmente trascurato, perché ritengo che ci siano degli aspetti di funzionalità. Tuttavia, bisogna fare lo sforzo di conciliare i nostri simboli.
Dobbiamo presentare alla comunità piemontese un simbolo che dia il senso dell'appartenenza allo Stato italiano. Non può essere trascurata e non può nemmeno essere rapidamente chiusa con il simbolo della Repubblica in un lembo.
Per essere sottili, potremmo anche approfittare del fatto che siamo nell'Unione Europea, nel senso che, se da un lato c'è il simbolo della Repubblica, dalla parte opposta potrebbero esserci le stelle dell'Unione Europea.
La presenza dei colori della bandiera nazionale deve essere recuperata in qualche forma. Ripeto tuttavia che si deve fare uno sforzo per poter, in qualche modo, recuperare i colori della bandiera nazionale.
Si può ancora lavorare, per questo dico che sarebbe sbagliato fare una scelta affrettata, a fine seduta, quasi come se ci fosse un'impellenza particolare.
Veniamo ad un altro aspetto, forse intermedio. E' giusto distinguere fra esecutivo e legislativo in questa simbologia? Credo che qualche sforzo possa essere fatto.
Ad una manifestazione pubblica possono parlare, ad esempio, sia il Presidente Ghigo sia il Presidente Cota. Entrambi potrebbero indossare fasce che, pur mantenendo gli elementi comuni fondamentali - che devono essere uguali - presentano qualche elemento di differenziazione.
Questo è un tema intermedio tra il tipo di fascia e l'utilizzo.
Riguardo all'utilizzo, sarebbe paradossale - ci porterebbe a una delegittimazione - se su un palco vi fossero sette, nove, undici, quindici ventisette Consiglieri regionali (fino a sessanta) fasciati.
Questo è un problema di forza del nostro messaggio, di legittimazione.
Sapete che, nella tecnica dell'informazione, più il messaggio è diffuso, meno efficace è il segnale. Sul palco di una comunità piemontese potrebbero essere presenti il rappresentante del Comune, quello della Provincia e quello della Regione, magari anche altri Consiglieri regionali capisco che sia una scelta difficile, perché sembra di sminuire chi non ha la fascia rispetto a chi ce l'ha, ma occorrerebbe fare, Presidente, uno sforzo di umiltà, sapendo che qualche volta qualcuno potrebbe essere posto in seconda fila, come immagine, rispetto al Consigliere che porta la fascia, ma ne guadagneremmo come legittimazione nei confronti della comunità piemontese.
Sono, quindi, per appoggiare l'idea, però vorrei che non si procedesse alla votazione.
Chiedo all'aula un ulteriore tempo di serena e profonda riflessione affinché non si rischi di fare un'operazione quasi violenta.
C'è il tipo d'uso, il problema intermedio se potere esecutivo e potere legislativo debbano avere una simbologia differenziata su una base comune comunque con elementi che li distinguono, ed il fatto che il modello di fascia presentato come alternativa non risolve la questione.
Accennavo ai colori della bandiera nazionale, a un problema di simbologia di riferimento all'Europa, quindi chiederei un ulteriore approfondimento. Se invece c'è una forzante, non parteciperò al voto .



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Svolgerò un intervento un po' provocatorio, perché ogni tanto mi viene imputato di essere troppo mediatore (ho un'idea per adottare entrambe le fasce, ma la dirò verso la fine dell'intervento, come contributo all'attenzione dell'aula).
Il punto nodale dell'emendamento è: una fascia a tutti i Consiglieri o la fascia al Presidente del Consiglio e al Presidente della Giunta? Teoricamente, la fascia, proprio per il valore che rappresenta (la rappresentanza dell'Ente Regione), dovrebbe essere assegnata addirittura al solo Presidente della Giunta regionale, che è la persona che ha la titolarità di rappresentare l'Ente all'esterno, così come avviene per gli Enti locali - anche se noi siamo un'assemblea legislativa e a questo poi mi ricollego.
Come è noto, nel Comune la fascia è assegnata al Sindaco e non al Presidente del Consiglio comunale; nella Provincia la fascia è assegnata al Presidente della Giunta provinciale e non al Presidente del Consiglio provinciale.
Noi, però, presentiamo un'anomalia o, meglio, siamo differenti rispetto al Comune e alla Provincia; siamo un'assemblea legislativa, abbiamo un Consiglio regionale organizzato ed autonomo all'interno delle istituzioni regionali, abbiamo già assegnato bandiere e stendardo sia alla Giunta che al Consiglio.
Quindi, è logico che per analogia di rappresentanza, perché non a caso c'è la rappresentanza della Giunta e del Consiglio, così come avviene per lo stendardo e per la bandiera, anche la fascia deve essere assegnata alla Giunta e al Consiglio.
Vengo, dunque, alla proposta provocatoria.
Parlando con alcuni colleghi, non dico scherzando, ma parlando in termini conviviali, abbiamo detto che la fascia del Consiglio dovrebbe essere diversa da quella della Giunta - poi arriverò alla fascia assegnata ad ogni Consigliere. Immaginiamo le manifestazioni di grande rilievo istituzionale e di grande importanza: la presenza del Capo dello Stato, la festa nazionale dell'Arma dei Carabinieri, piuttosto che della Polizia, la manifestazione come quella che abbiamo votato precedentemente, ecc.
E' vero che non avremo il palco con i sette, otto, dieci Consiglieri con la loro fascia, che in un certo senso confondono le idee, però è anche vero che avremo almeno due persone, a prescindere che oggi sono rappresentate dall'On. Ghigo e dall'Avv. Cota, con la stessa fascia.
Questo è un elemento di confusione, perché il Sindaco è sempre un Sindaco; può capitare di vederne anche cinque o sei, più facilmente trenta o quaranta, ad una manifestazione, soprattutto in occasione delle manifestazioni a livello provinciale o regionale; spesso c'è addirittura un palco separato per i Sindaci, ma ogni Sindaco rappresenta un Comune diverso.
Anche il Presidente della Provincia è uno, mentre nel nostro caso avremmo due Presidenti della Regione e questo potrebbe creare confusione per coloro che devono riconoscere, tramite la fascia, chi e cosa rappresentano quelle persone.
Arrivo poi - collega Tapparo - alla questione dell'Europa e dei colori della bandiera nazionale.
Ritengo che occorra confrontarsi e prendere in considerazione la possibilità di avere due fasce diverse: una della Giunta - rappresentanza esterna, Regione Piemonte - e una dell'assemblea legislativa - parlamento Consiglio regionale.
Oltretutto, siamo fortunati perché al Presidente Cota piace una fascia mentre il Presidente Ghigo ne preferisce un'altra, pertanto - passatemi la battuta - avremmo risolto il problema.
Vedremo eventualmente come confrontarci e cosa decidere.
Sono d'accordo con la Consigliera Manica ed altri Consiglieri che mi hanno preceduto: dare una fascia ad ogni singolo Consigliere si traduce in un elemento di confusione ed abuso dell'uso della fascia.
Noi italiani siamo così: quando c'è una divisa o una fascia da indossare o un'onorificenza da esibire è difficile resistere e magari ci dimentichiamo di chiedere l'autorizzazione o quant'altro. In questo senso un elemento di confusione viene sicuramente introdotto.
A mio giudizio, la fascia deve essere assegnata al Presidente della Giunta regionale e al Presidente del Consiglio regionale, che disporranno di volta in volta, a chi delegarle in caso di impossibilità a presenziare.
E' chiaro che la Regione dovrà dotarsi di un certo numero di fasce perché il Presidente del Consiglio o della Giunta potrebbero essere invitati a molte manifestazioni nello stesso giorno e, dunque, dovrebbero farsi rappresentare dai colleghi.
Il collega Dutto ha presentato l'emendamento in totale buona fede confortato - di questo bi-sogna darne atto - anche dal parere e dalle pressioni di molti Consiglieri.
Io stesso, nella scorsa seduta, ho fatto l'esempio del Parlamento europeo, dicendo che nel Parlamento europeo tutti hanno la fascia, anche se di questo non siamo ancora sicuri.
Il collega Dutto, che ha seguito questa legge fin dall'inizio ed è particolarmente attento al suo prosieguo, essendo il relatore, potrebbe prendere in considerazione la situazione nella quale è nata l'esigenza di presentare l'emendamento ed eventualmente, dopo il dibattito, ritirare questa parte dell'emendamento.
Concludo con una considerazione riguardo alle sollecitazioni introdotte dal Consigliere Tapparo.
Siamo contrari ad introdurre i colori della bandiera nazionale sulla fascia perché siamo federalisti convinti e perché riteniamo che, in una riforma dello Stato in senso federale, l'autonomia della Regione deve essere altrettanto salvaguardata. Ricordo che comunque sulla fascia - e lo contiene anche l'emendamento - c'è lo stemma della Repubblica, che è altra cosa. Quindi, il fatto che quella Regione è parte di quella Nazione è salvaguardato dallo stemma della Repubblica, quindi la ruota dentata, lo stemma che tutti conosciamo. Credo che questo sia sufficiente per introdurre nell'elemento di rappresentanza anche l'elemento importante a cui tutti siamo legati, cioè quello dell'unità nazionale e del nostro ordinamento repubblicano nel contempo.
La questione dell'Europa andrebbe un po' approfondita, però se introduciamo, per analogia, sulla fascia lo stemma della Repubblica, la bandiera dell'Europa, lo stemma del Piemonte - se passasse questa proposta credo che, alla fine, non ci sarebbero tante fasce, ma una o due che sarebbero un po' un "arlecchino". In sostanza, sembrerebbe una fascia - non dico del Carnevale - che quanto meno introdurrebbe elementi di confusione.
Quindi, Presidente Riba, credo che il Consigliere Dutto dovrebbe valutare se ritirare la parte dell'emendamento riguardante l'assegnazione singola della fascia ai Consiglieri regionali, ed eventualmente se adottare queste od altre fasce, ma due fasce differenti. Su questo chiederei di confrontarmi e quindi ascoltare anche i pareri di altri colleghi, tra Consiglio e Giunta regionale. Questo per evitare la possibilità di avere due fasce uguali, che potrebbero introdurre elementi di confusione, ma anche per ben rappresentare il ruolo distinto del governo regionale e del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Il suo intervento, Consigliere Cattaneo, è stato molto utile, nel senso che ha raccolto una discussione che, nella sua pluralità, cerca di convergere in una decisione che è destinata ad avere un'importanza simbolica ed un valore pratico notevole. Intanto, è stata acquisita la condivisione che dobbiamo dotare la Regione della fascia.
Per riassumere brevemente la discussione - ma lo dico a titolo personale - ritengo che le due fasce possano in modo congruo rappresentare le due funzioni dell'istituto regionale e senza, da questo punto di vista creare contrapposizione tra legislativo ed esecutivo, che sarebbe a favore dell'esecutivo, ma evidentemente non terrebbe conto delle caratteristiche della nostra istituzione. Quindi, sotto questo profilo mi sembra un contributo utile.
Il richiamo agli elementi nazionali che faceva il collega Tapparo ha certamente una sua opportunità, ma per completezza delle nostre informazioni ricordo che la Provincia non ha tale richiamo. Mentre i Sindaci hanno il richiamo ai colori nazionali, la Provincia ha un suo colore, che richiama la parte nazionale per lo stemma, come faremmo anche noi, però ha un suo colore blu, perché probabilmente si è teso ad identificare bene non tanto il richiamo all'insieme istituzionale, che ci deve sicuramente essere, ma una distinzione anche visibile. Mentre la Regione con due elementi di distinzione, ma che siano però collegati da una simbologia comune, potrebbe rappresentare adeguatamente.
Pur nel rispetto e con il pieno apprezzamento della proposta del Consigliere Dutto, che fa riferimento al Parlamento europeo, sarebbe sicuramente complesso immaginare i Consiglieri che si presentano con una certa divisa. Questo perché la fascia non è la divisa: la fascia è l'elemento della rappresentanza; almeno nella discussione che facciamo dovrebbe essere di questa natura.
Ritengo che, per quel che hanno detto il Consigliere Cattaneo ed altri effettivamente la legge si sta trascinando, però competerebbe al relatore collega Dutto, riassumere queste indicazioni e portarle rapidamente ad una sintesi. Se poi si tratta di votare, votiamo su un'alternativa assolutamente chiara ed esplicita. Diversamente, voteremmo due proposte alternative con un subemendamento che le corregge entrambe, quando peraltro se decidessimo per le due fasce probabilmente il subemendamento non avrebbe più senso, perché il riferimento, da un lato, all'abaro e, dall'altro, alla bandiera ci consentirebbe già di avere le identificazioni.
Non so se la mia proposta, collega Dutto, potrà essere accolta, nel senso che il relatore raccoglie le varie proposte e cerca di unificarle tenendo anche conto che siamo molto vicini ad una conclusione.
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Questa mattina sono passato tra i banchi e ho cercato di raccogliere il pensiero di tutti i Consiglieri, per quanto mi è stato possibile, e c'era una corrente di pensiero che sembrava essere maggioritaria. Sulla base di tale corrente di pensiero ho presentato l'emendamento.
Ora, vedo che, in parte, i Consiglieri che mi hanno portato a redigere quell'emendamento sono assenti; qualcun altro invece ha semplicemente cambiato idea.
A questo punto, chiederei il rinvio del provvedimento alla prossima seduta, in modo da rifare il sondaggio alla luce delle questioni emerse cercando di arrivare a qualcosa di tangibile.
Oltretutto, sulla proposta delle due fasce del Consigliere Cattaneo, ho veramente dei grossi dubbi. Abbiamo lavorato finora, ad esempio nel caso del sigillo, per avere un sigillo unico. Direi proprio che la fascia della Regione deve essere una sola come tipologia. Per quanto riguarda il suo utilizzo, proporrei a questo punto di ripensarci, quindi rinviamolo ancora una volta, tanto ormai la legge sulla bandiera continuiamo a rinviarla di volta in volta.



PRESIDENTE

La parola al Presidente Cota, che interviene in qualità di Consigliere.



COTA Roberto

Innanzitutto, volevo fare una considerazione sul fatto che sono abbastanza d'accordo sull'esigenza di arrivare ad un meccanismo di delega dell'uso della fascia, altrimenti si rischia di avere, ad una stessa manifestazione, una pluralità indefinita di colleghi che hanno la fascia da Consigliere regionale. Allora sì che la fascia diventa una divisa! Personalmente, mi troverei in imbarazzo nel dover vestire una divisa, e mi troverei in imbarazzo a dover mettere una fascia che ha tali caratteristiche. Questa è la prima considerazione.
Inoltre, devo dire che effettivamente il Consigliere Dutto questa mattina ha raccolto - e ne sono testimone, in quanto io stesso gli ho dato questo incarico informale - un po' tutte le istanze dei Consiglieri regionali, e sembrava che la linea prevalente fosse in questo senso. Credo che il Consigliere Dutto si sia mosso in questa direzione. Quindi, se l'aula dovesse ritenere che la fascia debba essere assegnata a tutti i Consiglieri, mi adeguerò, pur con delle difficoltà.
In secondo luogo, ho sentito parlare di rinvio della legge.
Chiedo ai colleghi di trovare un'intesa, oppure di approfondire il dovuto - lo dico al Consigliere Dutto in qualità di relatore - affinch questa legge sia approvata prima delle vacanze di Pasqua. Rimandare la discussione della legge sulla bandiera non mi pare un bel segnale.
Invito, quindi, a fare un approfondimento nella giornata di domani affinché giovedì mattina, in apertura di seduta, visto che si tratta di un adempimento che richiede pochi minuti, possa finalmente diventare legge.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Chiedo scusa se intervengo per la seconda volta, ma impiegherò pochi secondi per dare un contributo al gruppo di lavoro o comunque a chi domani tenterà di trovare una soluzione sulla questione della fascia, per portare una proposta organica, la più condivisa possibile, nella seduta del Consiglio regionale di giovedì prossimo.
In alternativa alle due fasce, che rappresentava la proposta che avevo posto all'attenzione per una valutazione, ovvero di una fascia diversa per Giunta e Consiglio regionale qualora la fascia fosse assegnata sia al Presidente della Giunta regionale che al Consiglio regionale, bisognerà prevedere una norma, o comunque un intento nell'articolato della legge, che preveda, qualora la fascia fosse identica per Giunta e Consiglio regionale un coordinamento tra chi rappresenta la Regione (credo che sia scontato Presidente della Giunta regionale, la rilevanza e la rappresentanza all'esterno); altrimenti, in occasione di importanti manifestazioni avremmo due rappresentanti ufficiali della Regione, il che è impensabile.
Sarebbe come se un Presidente della Provincia e il suo Assessore rappresentassero entrambi la Provincia, o come se un Sindaco e un Vicesindaco rappresentassero insieme e contemporaneamente la comunità che sono chiamati ad amministrare.



PRESIDENTE

Richiamo il Consiglio sull'intervento svolto dal Presidente Cota, il quale, autorevolmente e in modo del tutto opportuno, richiamava la necessità di pervenire ad una decisione prima delle vacanze pasquali.
Sarebbe anche significativo che le prossime manifestazioni del 25 aprile o del 2 giugno fossero l'occasione per disporre di questo, ma probabilmente andremo all'anno prossimo. L'ho richiamato perché ci sono anche le scadenze.
Piuttosto, pregherei tutti i Gruppi di offrire collaborazione al lavoro del collega Dutto, che sarà impegnato a portare, in apertura della prossima seduta, una decisione possibilmente unitaria sull'argomento.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Prendiamo atto che la seduta è, di fatto, già sciolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.00)



< torna indietro