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Dettaglio seduta n.199 del 26/03/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.05 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.35)



(La seduta ha inizio alle ore 10.51)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Angeleri, Botta Franco Caracciolo, Cavallera, Cotto, Pichetto e Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

c) Modifica assegnazione funzioni relative al patrimonio all'Assessore Caterina Ferrero


PRESIDENTE

Comunico infine che con decreto n. 19 del 19 marzo 2002 il Presidente della Giunta regionale ha attribuito temporaneamente all'Assessore Caterina Ferrero le funzioni relative al Patrimonio.


Argomento: Commercio - Sanita': argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 1258 dei Consiglieri Papandrea e Contu inerente a "Sospensione per due anni dell'obbligo del libretto sanitario per gli addetti alla manipolazione degli alimenti"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 1258 presentata dai Consiglieri Papandrea e Contu.
Risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Rispondo ai cinque quesiti che i Consiglieri hanno posto, spero dettagliatamente.
I Consiglieri chiedono se il Presidente Ghigo e l'Assessore D'Ambrosio non intendono sospendere l'applicazione della deliberazione in oggetto.
Rispondo subito con il dire che non si intende affatto sospendere l'applicazione della DGR n. 42-4511 del 19 novembre 2001, in quanto il provvedimento rappresenta il primo concreto risultato nel percorso di eliminazione delle attività inutili senza il quale non sarà possibile migliorare l'efficacia dei Servizi di Prevenzione e dedicare tempo e risorse ai rischi emergenti. I libretti sanitari hanno rappresentato uno degli esempi più evidenti di impiego di risorse mediche applicato ad un'attività palesemente inutile.
Le motivazioni per la sospensione sono state tratte dalla risoluzione OMS 785/1982 che costituisce un riferimento scientifico autorevole e indiscutibile.
L'OMS evidenzia che: gli accertamenti sanitari di routine sono inefficaci in termini di prevenzione e rappresentano un spreco di risorse umane ed economiche gli accertamenti sanitari condotti sul personale che manipola alimenti non sono efficaci nel prevenire la diffusione delle malattie di origine alimentare la sorveglianza sui casi sporadici e sulle epidemie di origine alimentare dovrebbe essere il cardine di ogni programma di controllo delle malattie trasmesse da alimenti, al fine di: individuare le malattie trasmesse da alimenti predominanti in una determinata area indicare i principali rischi di trasmissione identificare i principali fattori di rischio che contribuiscono al verificarsi di epidemie di origine alimentare l'aggiornamento e la formazione sulla corretta applicazione delle tecnologie per la sicurezza sono da considerarsi l'approccio preventivo più corretto anziché accertamenti sanitari di routine.
Non sono previste dal DPCM 29 novembre 2001 "Definizione dei Livelli Essenziali di Assistenza" - Area di Prevenzione Collettiva - le visite per i libretti sanitari.
Il provvedimento adottato dalla Regione Piemonte, ma anche da altre Regioni, ha riscosso numerose approvazioni, anche da autorevoli rappresentanti del mondo scientifico, quali, ad esempio, la Società Italiana di Igiene e Medicina Preventiva.
Il secondo quesito posto dagli interpellanti chiede se la decisione di sospensione per due anni dell'obbligo del libretto sanitario per gli addetti alla preparazione e manipolazione vendita di sostanze alimentari sia stata assunta con un confronto tra le parti sociali e le Organizzazioni sindacali, visto che investe migliaia di operatori ed addetti del settore oppure, in modo unilaterale, la Giunta regionale.
La decisione di sospendere i libretti sanitari è stata assunta dalla Giunta regionale che ha recepito la proposta della Direzione Sanità Pubblica, a cui compete istituzionalmente la funzione di controllo ufficiale, al fine di garantire l'idoneità igienico-sanitaria dei processi produttivi e la sicurezza dei prodotti alimentari.
Gli operatori e addetti del settore hanno plaudito all'iniziativa che ha sospeso un'inutile e costosa procedura burocratica.
Il terzo quesito chiede quali garanzie sono state assunte nei confronti dei consumatori e dei lavoratori.
Le garanzie sono state assunte nei confronti dei consumatori e dei lavoratori.
Le garanzie nei confronti dei consumatori costituiscono una costante prassi che indirizza la programmazione regionale e l'attività dei servizi del Dipartimento di Prevenzione, in particolare dei SIAN (Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione) e dei SV (Servizi Veterinari). Le relazioni annuali di attività documentano ampiamente l'impegno della Direzione di Sanità Pubblica nel settore.
Ritenere la visita per il rilascio del libretto sanitario uno strumento di valutazione delle malattie professionali è un'interpretazione completamente errata, poiché la ragion d'essere storica della visita annuale era rivolta alla tutela del consumatore e non già alla sorveglianza sanitaria delle malattie professionali.
L'attuale situazione epidemiologica relativa alle malattie trasmesse da alimenti dimostra in modo netto che i fattori di rischio di contaminazione alimentare sono prevalentemente correlati a comportamenti inadeguati e ad errate modalità di trattamento e di conservazione dei cibi.
Relativamente al quarto quesito posto, cioè quali iniziative si intendono assumere in sostituzione dell'obbligo del libretto sanitario per gli addetti alla preparazione, manipolazione e vendita delle sostanze alimentari, devo comunicare che la Giunta regionale ha adottato, con DGR n.
85-4977 del 28 dicembre 2001, il "Progetto di sorveglianza delle malattie a trasmissione alimentare" e sono state già da tempo attivate in tutti i Dipartimenti di Prevenzione della Regione Piemonte numerose iniziative di formazione per il personale addetto al settore alimentare. Sono inoltre previste ulteriori iniziative da concordarsi con le Associazioni di categoria.
Il quinto e ultimo quesito chiede quale sia la normativa applicata dalle altre Regioni italiane in merito all'obbligatorietà della tenuta dei libretti sanitari, così come previsto dalla legge n. 283/62.
In merito a questa normativa applicata dalle altre Regioni italiane, si precisa che l'Umbria, la Calabria e il Trentino Alto Adige, hanno già adottato analogo provvedimento, mentre risulta che moltissime altre Regioni italiane adotteranno il provvedimento quanto prima.
Aggiungo, in conclusione, che il libretto sanitario costituiva un costo per gli operatori di circa 50.000 lire e che si è ritenuto utile, sotto tutti i punti di vista, abolire tale "rituale".
Ci siamo attivati, inoltre, affinché partano dei corsi di formazione per gli addetti del settore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Prendo atto della risposta dell'Assessore e chiedo di ricevere la risposta scritta, in modo da poterla valutare meglio.
Abbiamo sollevato il problema che ci è stato sottoposto dalle Organizzazioni sindacali del settore alimentare, nonché da altri settori.
Probabilmente, c'è un problema di atteggiamento da parte della Giunta la quale deve tenere conto delle preoccupazioni esistenti nei confronti del problema dell'alimentazione, per i noti fatti avvenuti negli ultimi anni che hanno dimostrato come intorno al problema del cibo ci sia una serie di rischi spesso non sufficientemente valutati.
E' possibile che le questioni poste dall'Assessore, circa l'inefficacia del libretto sanitario e il fatto che fosse diventato una routine del tutto inutile, siano valide.
Questa misura, della quale non viene spiegato sufficientemente l'utilizzo, e le altre questioni poste dall'Assessore, con le quali non c'è una percezione, da parte degli utenti, di un aumento dell'intensità delle misure di sicurezza, possono creare allarme.
Si vede la misura e magari la si interpreta male; se il comportamento delle istituzioni riguardo ai controlli fosse stato diverso, cioè se fosse stato evidente un atteggiamento di maggiore efficacia nelle politiche di controllo, probabilmente ci sarebbe stata una reazione diversa.
Tra l'altro, rispetto a quanto ha detto l'Assessore, è stata una decisione unilaterale; sarebbe stata più opportuna una fase di confronto perlomeno di informazione e illustrazione di quanto si voleva fare.
Riguardo al cosa fare, ritengo che, proprio per il tipo di situazione e di settore in cui si opera, occorra prestare grande attenzione, affinch chi manipola il cibo, ai vari livelli, dall'inizio alla fine, abbia un'adeguata professionalità.
Considero positivo che la Giunta intenda promuovere una serie di corsi professionali per gli addetti di tali settori.
Sottolineo un aspetto che riguarda questo ambito, ma che è abbastanza generale: in questo settore, forse più che in altri, si assiste a una crescita dei contratti di lavoro precari. Le nuove assunzioni avvengono sotto forma di lavoro a termine, che rendono del tutto inefficaci le politiche di formazione.
Se si assumono dei lavoratori per tre o sei mesi, come sta avvenendo finirà con il presentarsi solamente chi non ha una professionalità; chi frequenta i corsi di formazione, una volta terminati, andrà altrove.
Esiste, dunque, un problema specifico. Se vogliamo che tale settore abbia delle professionalità, occorre considerare anche la stabilità di chi lavora come un elemento della professionalità stessa; diversamente, ci troviamo di fronte a misure formali e non sostanziali.
Ultima considerazione. Capisco l'atteggiamento della Giunta, cioè prendo atto delle dichiarazioni rispetto all'abolizione di uno strumento che sembra inefficace.
Faccio rilevare, però, che in questi ultimi mesi abbiamo votato, su altre questioni in qualche modo collegate, l'istituzione di Albi o strumenti burocratici (penso ai raccoglitori di tartufi, ma anche al settore del turismo), introducendo vere e proprie misure burocratiche per poter esercitare l'attività.
Noto una contraddizione tra questo ed altri provvedimenti che la Giunta ha adottato in altri settori.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Interpellanza n. 1109 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Gratuità o semigratuità dei libri di testo. Gravi negligenze informative sui diritti degli studenti e delle loro famiglie"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 1109 presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea.
Risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Nell'interpellanza si ponevano cinque domande: primo, se non si ritenga opportuno anticipare i tempi di inoltro della circolare attuativa; secondo se non si ritenga rendere più efficace l'informazione presso le famiglie interessate, in particolare richiamando i Comuni e le scuole al massimo della pubblicizzazione; terzo, se non si ritenga opportuno acquistare ogni anno, anche mediante stampa e manifesti, spazi sui giornali, ecc.; quarto se non si consideri non più rinviabile la stesura di un testo unico di legge sul diritto allo studio; quinto, se non si ritenga di ritirare definitivamente la legge sui buoni scuola.
Non so, colleghi, se vi accontentate di un 80% di risposte positive.
Devo dire che la vostra segnalazione è stata preziosa e abbiamo attivato queste procedure; le avevamo attivate già a suo tempo per gli assegni di studio, come voi ci avevate opportunamente segnalato, e in effetti posso dare un dato confortante: dopo l'avvio del richiamo di procedura da voi proposto, e dai Dirigenti immediatamente attuato, c'è stato un incremento dell'11,3% delle domande. In sostanza, abbiamo l'11,3 in più di beneficiari che altrimenti non avrebbero beneficiato, per cui si tratta decisamente di un dato positivo. Questa è senz'altro una ragione di gratitudine per la vostra segnalazione.
Fornisco ancora dei dati tecnici (evidenzio che si tratta di dati dell'anno scorso, ormai, che però avevano funzionato).
L'Assessorato aveva diramato le indicazioni operative con nota del 4 maggio 2001, a seguito della riunione del Coordinamento interregionale.
Volevo soltanto dire che, mentre le altre Regioni avevano atteso la lettera del Ministero e il Decreto noi, sollecitati da voi, eravamo partiti prima infatti, rispetto alle altre Regioni, abbiamo avuto più erogazioni, perch grazie alla vostra sollecitazione "è chiesta l'autorizzazione in Commissione", siamo riusciti a partire prima della comunicazione ufficiale.
Di conseguenza, vi dobbiamo obiettivamente ringraziare.
Il DPCM del 2000 prevedeva che le Regioni adottassero il Piano di riparto entro il 15 luglio, termine perentorio rispetto al quale scattavano i poteri dello Stato. Al riguardo, noi abbiamo seguito tutti i tempi.
Farò avere la risposta scritta agli interessati, dove potranno verificare il numero delle richieste presentate entro il 15 giugno. Ricordo che l'anno scolastico terminava con la prima settimana di giugno; da una verifica svolta presso alcuni Comuni, è emerso che in effetti è stata data una diffusione diversificata all'evento, per cui noi abbiamo inviato una successiva circolare di sollecito e abbiamo anche predisposto per il prossimo anno la divulgazione tramite mezzo stampa (lo faremo insieme con gli assegni di studio Comune di Torino, dopo la vostra sollecitazione anche mediante manifesti).
In relazione ai dati relativi al Comune di Torino, segnalati nella premessa dell'interpellanza, si evidenzia che il Comune di Torino, dopo la vostra sollecitazione, ha svolto un'ampia campagna divulgativa mediante manifesti affissi in ogni scuola e che le richieste sono state 6.823 (quindi con un incremento ancora superiore all'11,3%). Un monitoraggio effettuato dopo questa campagna di informazione, ha evidenziato come in un anno solo si è avuto un incremento del ben 11,3% sul territorio regionale considerando che alcune zone sono restie a muoversi. Noi abbiamo predisposto un nuovo modello di scheda di monitoraggio, come suggerivate unica e completa per rilevare non solo i dati finanziari, come previsto nella scheda ministeriale, ma anche i dati qualitativi e quindi per il prossimo anno scolastico, come dicevo in premessa, si estenderanno gli strumenti di divulgazione, si invierà ancora prima la scheda e si utilizzeranno anche spazi pubblicitari su quotidiani e riviste scolastiche come suggerivate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ringrazio l'Assessore. Mi pare che dalla risposta si evidenzi come il problema sollevato sia serio e come effettivamente ci sia stato un problema di disinformazione che ha fatto sì che una possibilità di utilizzo di risorse, in questo caso di aiuto agli studenti e alle famiglie... Sì, è stata recuperata in tempo, però sicuramente c'è stato un problema, a monte di informazione carente. Pur esistendo delle normative, delle leggi positive, queste non sono rese note e quindi risultano meno efficaci (non inefficaci, ma sicuramente meno efficaci).
Mi pare che l'Assessore abbia detto che, là dove questo è stato recuperato, si è verificato un balzo medio dell'11,3%, il che fa pensare che, se si fossero diffuse maggiormente le notizie, la percentuale a livello regionale sarebbe stata anche più ampia.
Tutto questo ci deve far riflettere per riuscire, nei prossimi anni, ad adottare una procedura e soprattutto ad attuare un processo di informazione che permetta di recuperare questi problemi.
Prendo atto che l'Assessore lo ha fatto, mentre faccio notare che mi pare si tratti di un problema più generale, non specifico alla scuola, ma riguardante sicuramente anche l'assistenza. In molte delle discussioni che abbiamo avuto emerge una grossa carenza di informazione ai cittadini sui loro diritti, e nell'assistenza ciò è ancora più grave perché, fra l'altro coinvolge soggetti molto deboli (invece nella scuola a volte si tratta di soggetti più forti, più coscienti dei loro diritti). Di conseguenza, mi pare che dovrebbe essere svolta una riflessione ad ampio raggio e non solo Assessorato per Assessorato.
L'ultima considerazione è sul punto 5). Assessore, quanto abbiamo evidenziato prima e la risposta che ci ha dato dimostrano come ci sia molto da fare sull'esistente e che, anche da questo punto di vista, se lei mette in atto un'ulteriore legge che deve innestare un'ulteriore procedura, non solo toglie risorse altrove, dove sono necessarie, dove vi è un'utenza elevata, ma probabilmente all'interno stesso della struttura renderà più complessa l'azione di informazione complessiva nei confronti dei soggetti.
Quindi, anche da questo punto di vista, la invito a riflettere. Sapendo che esiste un momento di revisione globale, nazionale, della materia del diritto allo studio, la invito a sospendere la discussione della legge perché questo forse ci permetterà alla fine di avere qualcosa che non solo è più condiviso, ma migliore e più efficace.



PRESIDENTE

In via del tutto eccezionale, visto che l'interpellanza non è stata illustrata, ha la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Credo che sia stato esauriente l'intervento del collega Papandrea tuttavia, Assessore, per quanto riguarda la questione dei libri di testo perché di questo stiamo parlando - è una di quelle questioni che, se lei la sa cogliere al volo, la pone come il primo Assessore d'Italia che prova ad applicare l'art. 34 della Costituzione. La scuola dell'obbligo è obbligatoria, c'è il diritto-dovere dei genitori di istruire la propria prole, ma è gratuita.
Le alternative e gli scenari sono due: lei potrebbe presentarsi a livello nazionale come l'Assessore che ha avuto il coraggio di affermare questo principio, dando la possibilità alle famiglie italiane, che hanno figli che frequentano le scuole di ogni ordine e grado dell'obbligo scolastico, di poter avere la gratuità dei libri di testo.
Tenendo conto della difficoltà economica del Paese, ma anche delle difficoltà delle risorse del bilancio, la scelta che noi possiamo consigliarle è la seguente: valuti la possibilità di portare il reddito dai 30 milioni previsti attualmente a 60/70 milioni. Io sono convinto che questo sia il migliore aiuto sia per chi frequenta le scuole dell'obbligo sia - senta bene, Assessore - per chi frequenta le scuole paritarie: quale migliore aiuto per alleviare le famiglie da un onere così gravoso come quello dell'acquisto dei libri di testo? La invito a riflettere al riguardo.
Lei, invece, ci sta portando in un vicolo cieco, che è quello della libera scelta educativa, che probabilmente non risolve il problema, ma pu accontentare una parte. Ci pensi bene: portiamo a 60 o a 80 milioni il limite di reddito, e lei sarebbe il primo Assessore d'Italia a dare una risposta a migliaia e migliaia di famiglie che hanno il problema dei costi dei libri di testo.
Rifletta, Assessore. È una riflessione che le propongo nel periodo pasquale, perché io sono di formazione cattolica, lei lo sa! Gliela pongo come riflessione per il periodo pasquale.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1300 del Consigliere Ronzani inerente a "Reparto Chirurgia Vascolare Ospedale di Biella" interrogazione n. 1312 del Consigliere Ronzani inerente a "Reparto Urologia Ospedale di Biella"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 1300, presentata dal Consigliere Ronzani, inerente al "Reparto Chirurgia Vascolare Ospedale di Biella", cui risponde l'Assessore D'Ambrosio.



RONZANI Wilmer

Vorrei evidenziare che sono due le interrogazioni a cui deve rispondere l'Assessore D'Ambrosio. Potrebbe rispondere ad entrambe, così farei un'unica replica.



PRESIDENTE

Si tratta di due interrogazioni relative all'Ospedale di Biella: una relativa al Reparto di Chirurgia Vascolare, l'altra a quello di Urologia.
Successivamente, lei replicherà su entrambe, per poi passare alla terza interrogazione relativa all'Ospedale di Borgosesia.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e insegnanti della Scuola elementare "G. Gozzano" di Torino


PRESIDENTE

Rivolgo un cordiale saluto agli alunni e agli insegnanti della Scuola elementare "Gozzano" di Torino, a cui auguro una buona mattinata.
Buona permanenza e buona visita al Palazzo.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1300 del Consigliere Ronzani inerente a "Reparto Chirurgia Vascolare Ospedale di Biella". Interrogazione n. 1312 del Consigliere Ronzani inerente a "Reparto Urologia Ospedale di Biella" (seguito)


PRESIDENTE

Ha ora la parola l'Assessore D'Ambrosio che risponde alle interrogazioni n. 1300 e n. 1312.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Cortesi colleghi, come giustamente sollecitava il Consigliere Ronzani rispondo contemporaneamente alle due interrogazioni, perché attengono entrambe all'Ospedale di Biella: una al Reparto di Chirurgia Vascolare e l'altra a quello di Urologia.
Con riferimento alle due interrogazioni, preciso quanto segue.
L'area chirurgica dell'Ospedale degli Infermi è attualmente in una fase critica legata a due fattori contingenti che ne condizionano la programmazione: l'improcrastinabile messa a norma del Blocco Operatorio (lavori in corso per 1 miliardo e 600 milioni di lire) e la carenza di anestesisti.
La necessità di superare tale criticità ha comportato l'obbligo di ridefinire l'attività operatoria svolta presso l'Ospedale e, pertanto quella di tutte le strutture che compongono il Dipartimento di Chirurgia tra le quali anche la Chirurgia Vascolare e l'Urologia.
Nello specifico, la Chirurgia Vascolare e l'Urologia trovano collocazione nella programmazione aziendale di cui al Piano di attività 2002; non risulta che ci sia la paventata ipotesi di un significativo ridimensionamento.
Per quanto attiene la Chirurgia Vascolare si riscontrano alcuni problemi relativamente all'assunzione di un nuovo chirurgo vascolare. Si tratta di un provvedimento che il Direttore generale dell'Azienda mi ha assicurato verrà attuato quanto prima. Per quanto riguarda l'Urologia, sono state assicurate tre sedute settimanali, per cui quelle che sono state le inefficienze e le carenze riscontrate, ma soprattutto i problemi relativi alle attese, dovrebbero sicuramente, in tempi medio-brevi, migliorare di molto.
La carenza di anestesisti, come sapete, è un problema di difficile soluzione per l'impossibilità di recepire dirigenti medici specialisti con le normali procedure concorsuali, in quanto i concorsi indetti dall'Azienda sono andati deserti. Questo è un altro dato che purtroppo devo evidenziare.
Ci si sta attivando con soluzioni alternative utilizzando gli strumenti contrattuali a disposizione, in particolare chiedendo prestazioni aggiuntive ai propri dirigenti, ad integrazione dell'attività istituzionale.
Rispetto alle liste di attesa per la Chirurgia vascolare, il trattamento per le patologie venose può venire erogato da varie strutture del Dipartimento di Chirurgia anche entro poche settimane.
Invece, la questione sollevata dal collega Ronzani viene valutata dall'Azienda, in quanto i problemi sulla patologia arteriosa presentano tempi di attesa abbastanza lunghi, che possono arrivare, purtroppo, fino a tre mesi.
Per quanto attiene, invece, gli interventi di Chirurgia urologica presentano tempi medi di attesa variabili, a seconda della gravità dei casi, dai 10 ai 60 giorni.
Come ho detto precedentemente, l'aver riattribuito al chirurgo urologo al primariato di urologia, tre sale settimanali, il problema dovrebbe risolversi quanto prima.
Le soluzioni, pertanto, quali sono? Per quanto attiene l'Urologia l'assunzione di un nuovo chirurgo vascolare. Per quanto riguarda l'Urologia, il problema dovrebbe essere in via di risoluzione, o quantomeno è iniziato questo trend in positivo rispetto i mesi precedenti, perché il primario di urologia può usufruire di tre sedute settimanali.



PRESIDENTE

Può anche rispondere all'interrogazione n. 1312, perché il Consigliere Ronzani preferiva che lei rispondesse ad entrambe.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Ho già risposto ad entrambe.



PRESIDENTE

Ha già risposto a tutte e due? Quindi, sia alla n. 1300 che alla n.
1312? Consiglieri Ronzani, vista la sua cortesia, le ricordo che ha a disposizione dieci minuti per dichiararsi soddisfatto o meno.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Possibilmente senza arrabbiarsi!



PRESIDENTE

Io so quando il Consigliere Ronzani è in procinto di arrabbiarsi: lo so, ma non lo dico a nessuno!



RONZANI Wilmer

Assessore, io non posso dichiararmi soddisfatto della sua risposta per le ragioni che cercherò di illustrare.
Ho segnalato due dei tanti casi che potrei segnalare, che riguardano l'Ospedale di Biella, e mi sono riferito, nel segnalare tali casi, a due reparti che vengono considerati, diciamo così, nel nostro territorio e nella nostra provincia, "reparti di assoluta eccellenza" per la qualità del personale che vi lavora, per la qualità dei primari, per la qualità del personale infermieristico e via dicendo.
Ho denunciato una situazione che riguarda le sedute di sala operatoria e le liste d'attesa. Per quanto riguarda, ad esempio, la Chirurgia Vascolare, dove la lista di attesa è di 525 persone, eravamo passati ad una sedute alla settimana, come lei ben ricorda.
di queste ore - ahimè, Assessore! - la notizia che a Biella gli anestesisti sono in rivolta. Questa mattina un giornale locale è uscito con il titolo seguente: "ASL 12: anestesisti in rivolta". Assessore, glielo mostro, perché credo che sia necessario assumere subito, su tale questione un'iniziativa sua, perché non credo che l'Ospedale di Biella possa permettersi il lusso, di fronte alle insensibilità che ha dimostrato credo, la Direzione dell'Azienda, di lasciare che il rapporto tra una parte del personale medico - anestesisti e rianimatori - possa giungere alla situazione descritta stamane in quel giornale. Questi medici, segnalando una carenza di personale e una difficoltà a comunicare con l'Azienda lamentando il fatto che da sei mesi sono in attesa che il Direttore generale apra una discussione con loro, minacciano di andare a lavorare altrove.
Questa è la spia di un malessere diffuso, Assessore D'Ambrosio.! È la spia della condizione di degrado in cui versa la sanità biellese.
Sulla questione specifica degli anestesisti, mi permetto di chiederle un'iniziativa urgente. Lo dico perché la notizia è di queste ore, di questa mattina. Convochi urgentemente il Direttore generale dell'ASL 12 di Biella e gli imponga di discutere di queste questioni, senza utilizzare, non come sta capitando sempre più spesso, il pugno di ferro, ma tentando di costruire un rapporto con il personale medico, con il sindacato, con le Associazioni di categoria, con l'Ordine dei medici; altrimenti, penso che la situazione, per quanto riguarda la sanità biellese, sia giunta ad un punto di non ritorno.
Uso parole pesanti, ma lo faccio scientemente, dottor D'Ambrosio e Assessore, perché ci sono due questioni che devono essere affrontate.
La prima riguarda la politica dei tagli, che più volte ho sollevato in quest'aula. Per esempio, Assessore, ritengo che le vicende "urologia" e "chirurgia" siano figlie in qualche modo di quella politica. Quest'anno abbiamo assegnato alla sanità biellese 335 miliardi di budget. Lei sa perché è persona che conosce, ovviamente, la situazione dell'Azienda sanitaria di Biella, che quel budget servirà ad integrare il deficit dell'anno 2001 - punto e basta - e a gestire, nel migliore dei casi l'esistente. Quel budget non ci consentirà di rilanciare la sanità biellese; non ci consentirà, per esempio, di riattivare l'emodinamica, che è un mezzo diagnostico fondamentale presente in ospedali molto meno importanti di quello di Biella. Lei sa perfettamente che quel budget è la causa principale di alcuni dei problemi di oggi.
Assessore D'Ambrosio, 345 miliardi non bastano! Ho fatto due conti in questi giorni: se al Biellese venisse attribuita la spesa sanitaria pro capite che hanno altre ASL, immagino che noi avremmo avuto un budget di qualche decina di miliardi in più.
Questa è la prima questione: la politica sanitaria, i tagli, le cose che abbiamo sempre detto. Per cui, quando ho sollevato questo problema, ho immaginato concretamente un rapporto di causa-effetto tra quella politica che voi dite che non ha effetti sulla sanità del nostro territorio e la situazione che ho denunciato. Badi che poi potrei continuare con gli esempi, però c'è un problema, Assessore, che non dipende da lei - di questo le do atto - perché riguarda la gestione di quell'Azienda sanitaria. Lei ha altre responsabilità, ha tagliato e penso che abbia per questo gravi responsabilità. Ma c'è un problema che riguarda anche le modalità con le quali poi si amministra quell'Azienda, perché abbiamo adottato una deliberazione, per quanto riguarda la nomina dei Capi Dipartimento, che in parte utilizza quella che voi avete fatto come Giunta per decidere l'atto aziendale. Abbiamo utilizzato a spizzichi e bocconi quella deliberazione e le parti che ci facevano più comodo. Abbiamo un pessimo rapporto con il sindacato dell'Azienda; abbiamo un pessimo rapporto con i medici, abbiamo un terribile rapporto con gli anestesisti, perché se minacciano di andarsene da Biella è un lusso che noi non possiamo permetterci.
Da cosa dipende tutto questo? Dipende dal fatto che quella sanità ha risorse inadeguate per tentare un rilancio, che è necessario, dottor D'Ambrosio, perché lei sa meglio di me che noi stiamo avviando i lavori per costruire il nuovo ospedale.
Se con 335 miliardi stiamo gestendo un ospedale che ha 400 posti letto cosa capiterà nel Biellese nel momento in cui dovremo realizzare una struttura che conta 800 posti letto ? E ancora, come possiamo immaginare una struttura che per qualità, innovazione e tecnologia ha dei livelli ottimali - così voi dite - e nel frattempo priviamo l'Ospedale di Biella di strutture, dell'emodinamica e altro, che costituirebbero conditio sine qua non per avere poi una struttura nuova che mantiene quel livello di qualità e di efficienza? Il Piano di attività che l'Azienda ha presentato, Assessore D'Ambrosio mi creda, da questo punto di vista, rappresenta un problema grosso come una casa.
Poi, secondo me, ci sono le negligenze, i ritardi e un rapporto credo sbagliato che si stabilisce con il personale.
Vede, quando contesto la sua politica dei tagli non posso farne carico al Direttore generale: è un suo nominato, però le posso far carico di altre responsabilità. Stabilito che esistono i tagli (imputabili alla politica della Giunta regionale piemontese), lui potrebbe e dovrebbe cercare un rapporto positivo con il personale, costruire, se possibile, con quell'Azienda, con quei medici, con quegli infermieri, con quei sindacati un progetto condiviso, stando le condizioni date dalla sanità biellese.
Tutto questo finora non è avvenuto e abbiamo reparti che vengono considerati di eccellenza e che altre ASL farebbero carte false per tenersi stretti. Il paradosso è anche questo: abbiamo un'Azienda sanitaria con tante professionalità, poi abbiamo due reparti che gli esperti considerano di tutta qualità, mentre la politica sanitaria e la Direzione dell'Azienda considera questi elementi non come un valore aggiunto da difendere e come un valore per la sanità biellese, ma li considera alla stregua di reparti che possono essere come tali considerati e, quindi, subire tutti i tagli possibili ed immaginabili.
Penso che questo sia un problema che deve essere affrontato e Assessore D'Ambrosio, le chiedo di affrontarlo molto seriamente.
Ho quasi terminato, voglio ancora sollevare un punto.
La prego, dottor D'Ambrosio, in giornata convochi e senta il Direttore generale. Questa questione, che fa da contorno al malessere che si è determinato e che riguarda gli anestesisti, deve essere affrontata. Certo c'è un problema strutturale, che lei prima ha ricordato, che riguarda la carenza degli anestesisti, ma ci sono, come lei ha indicato nella risposta che mi ha dato, soluzioni che possono essere ricercate, se vi è la volontà di risolvere il problema.
Noi non possiamo - ripeto - permetterci il lusso che la sanità biellese si trovi domani, dopodomani o fra dieci giorni, nell'impossibilità di contare sul contributo dei medici anestesisti, perché, nel frattempo alcuni di questi hanno reagito all'insensibilità che ha dimostrato la Direzione dell'Azienda chiedendo di essere trasferiti altrove.
Rimangono tra me e lei molte discussioni sui tagli, su come organizzare la sanità biellese e sulle risorse da assegnare, ma penso che i miliardi che avete attribuito alla sanità di Biella non siano sufficienti e vadano rinegoziati. Questa è una condizione per stabilire un rapporto di equità per esempio, tra le diverse ASL.
Oggi, tra le altre, c'è questa emergenza, che mi auguro lei voglia affrontare con la determinazione necessaria. Grazie, Assessore.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interpellanza n. 909 del Consigliere Marcenaro inerente a "Interventi di salvaguardia del territorio e tutela degli abitanti della frazione Gave di Rivarolo Canavese"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 909 presentata dal Consigliere Marcenaro.
Risponde l'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore alla difesa del suolo

Leggerò una serie di indicazioni un pochino tecniche, predisposte ormai da qualche tempo, e poi svolgerò qualche valutazione relativamente ad un aggiornamento della questione.
La frazione Gave del Comune di Rivarolo Canavese è ricompresa nelle delimitazioni della fascia di pertinenza fluviale del Torrente Orco approvate con DPCM del 24 luglio 1998, in attuazione, per stralci, del Piano di Bacino ai sensi della legge n. 183/89.
Con la delimitazione delle fasce di pertinenza fluviale sono state individuate porzioni di territori rivieraschi correlati all'ambito fluviale sotto il profilo idraulico, morfologico e naturalistico, nelle quali la pianificazione di bacino detta regole d'uso del suolo e promuove azioni finalizzate sostanzialmente a non incrementare l'esposizione al pericolo di ulteriori beni che possono generare rischio, nonché, attraverso la revisione degli strumenti urbanistici, all'attivazione di un processo di delocalizzazione degli insediamenti esistenti non compatibili. Per tali ragioni, le misure di difesa di detti territori vengono definite di carattere non strutturale.
Gli eventi del 1993, 1994 e 2000, seppure in misura diversa, hanno confermato l'attendibilità della delimitazione delle fasce di pertinenza fluviale nel tratto di Orco in prossimità della frazione Gave, soprattutto in relazione non tanto a fenomeni di esondazione per insufficiente capacità di deflusso dell'alveo principale, ma a fenomeni di instabilità morfologica dello stesso (erosioni, sovralluvionamenti), caratteristici del corso d'acqua in esame.
Il Piano di bacino, nel tratto, privilegia un sistema di difesa di tipo non strutturale, come già descritto in precedenza, ovvero riconosce l'opportunità di non prevedere un sistema di difesa passiva nei confronti degli eventi di piena assunti a riferimento per la delimitazione degli ambiti di pertinenza fluviale. Pertanto, anche gli interventi programmati dal Magistrato per il Po, a seguito dell'evento dell'ottobre 2000, nonch un programma di manutenzione in fase di predisposizione da parte dell'Autorità di Bacino con il concorso della Regione, sono volti a mitigare fenomeni di instabilità dell'alveo, ma non possono escludere il manifestarsi di fenomeni di dissesto per le piene più gravose.
In relazione alle azioni di difesa non strutturale, con DGR n. 70-4539 del 19 novembre 2001, la Regione ha inteso dare una prima applicazione ai disposti dell'art. 1, comma 5, della legge n. 267/98, stabilendo misure di incentivazione a favore dei proprietari per la rilocalizzazione di edifici esposti a condizione di pericolosità Tra le situazioni evidenziate in prima applicazione, rientra quella della frazione Gave; a tal proposito, sulle situazioni individuate nella DGR in parola, spetta ai Comuni formulare il programma di rilocalizzazione da sottoporre alla valutazione istruttoria delle strutture regionali competenti.
Questo è il quadro della situazione relativamente all'aspetto morfologico del territorio nel quale insiste la frazione Gave.
Dal contenuto di questa illustrazione più tecnica emerge, come anzidetto, che in questa porzione di territorio non sono previste, in base ai piani dell'Autorità di Bacino e, quindi, all'attuazione da parte del Magistrato per il Po, opere di difesa (le classiche opere spondali e quant'altro), ma è immaginabile un'attività relativa alla predisposizione di manutenzione per mitigare, sostanzialmente, un rischio, il cui manifestarsi non è mitigabile al 100% (ma questo rientra nella normalità delle programmazioni che, purtroppo, nell'ambito di attività e abitazioni che insistono nell'ambito delle sponde dei fiumi, si riscontra).
Prima si parlava di decreto di Giunta che prende atto di una prima sintesi di quelle che sono le situazioni resesi assolutamente evidenti a seguito delle alluvioni, di attività produttive, attività agricole e, in particolare, di abitazioni che risiedono in zone riconosciute come zone pericolose e come zone a rischio.
A seguito di questa deliberazione, il lavoro che si sta svolgendo con il Comune di Rivarolo, che, peraltro, a seguito dell'attuazione del PAI (Piano per l'Assetto Idrogeologico) sta attuando tutti gli aggiornamenti del Piano Regolatore relativamente alle situazioni di rischio che rientrano su questo territorio, si sta valutando quale tipologia di aree si debba individuare nell'ambito della frazione Gave. Se dalle istruttorie, che peraltro si stanno svolgendo insieme alla Regione, venisse fuori che quest'area è ritenuta, in accordo con il Comune, un'area a rischio all'interno della quale è necessario predisporre una delocalizzazione allora si dovranno attuare tutte le misure previste dalla legge nazionale n. 267/98, che prevede che la Regione possa individuare incentivi per la delocalizzazione.
Nella deliberazione che abbiamo assunto qualche mese fa, avendo una disponibilità di risorse limitata (perché le risorse, per poter stabilire questi incentivi, sono legate - dice la legge - alle risorse che incamereremo dalle concessioni del demanio), abbiamo ritenuto di fare una scelta, privilegiando, nonostante l'elencazione di una ventina di casi, le abitazioni principali.
Nell'ambito della frazione Gave esistono situazioni di questo tipo oltre ad un'attività produttiva legata ai titolari dell'abitazione principale; quindi, in questo senso, si è messi in contatto con questa famiglia per verificare se esistevano i presupposti.
In questo momento, siamo in una fase di valutazione con il Comune, e con la frazione, per verificare quali ipotesi di delocalizzazione esistano e quale sia la modalità di incentivazione. Su questo punto, la norma è abbastanza in divenire, nel senso che in questa deliberazione abbiamo individuato, come principio base, un riferimento alla legge nazionale n.
365, legge sulla quale abbiamo attivato le delocalizzazioni e i risarcimenti post-alluvione, quindi per quelle persone che hanno avuto la casa completamente distrutta o per quelli ai quali abbiamo dato l'acconto del 40% e quant'altro.
I parametri sono sufficientemente limitati e quindi esistono delle casistiche, tipo quella della frazione Gave, che richiedono un aggiornamento delle modalità di incentivazione, che tenga conto dei principi della legge n. 365 e che permetta una serie di flessibilità (dando la possibilità anche a soggetti che vivono in una situazione di rischio, ma che non sono stati distrutti dall'alluvione, e quindi avranno un incentivo ad andarsene decisamente diverso rispetto a chi ha avuto la casa distrutta) che cerchi di fare il punto di come sia possibile intervenire per tali situazioni.
Ovviamente, le valutazioni saranno di carattere finanziario, perch nel momento in cui si stabiliscono incentivi, bisogna stabilirli e poi avere anche le risorse per poter provvedere, secondo le modalità che ci permettano di fare sì che, nel momento in cui un'attività e un'abitazione si delocalizzano, gli strumenti di incentivazione possano essere appetibili.
E' un lavoro in corso, anche perché la normativa sulle delocalizzazioni è un po' frammentata: per i privati vige la legge n. 365, per le attività produttive la legge nazionale n. 228, che va su parametri diversi: si fanno mutui agevolati; quindi, anche per il privato, che si trovi in una situazione di difficoltà o che è stato danneggiato dall'alluvione, in termini di attività produttive diventa difficile, come approccio, l'idea di un mutuo piuttosto che un contributo.
Si sta cercando, quindi, insieme all'Assessorato all'industria e all'agricoltura, di individuare una modalità comune che metta a disposizione delle risorse e che trovi le modalità di soddisfacimento di queste esigenze, che vadano più verso un'ipotesi di contributo, che verso un'ipotesi di mutuo.
Questo è un processo che non è immediato; nell'immediato gli abitanti della frazione Gave sanno che si sta svolgendo questo lavoro e nell'immediato c'è un'attività con l'Autorità di Bacino e il Magistrato per il Po, che tende, a prescindere dal ragionamento della delocalizzazione che sarà fatta compatibilmente con le scelte del Piano Regolatore o del Comune ad avviare un'attività di manutenzione volta ad una giusta regimazione del corso del fiume, che rientra nell'ambito delle competenze del Magistrato per il Po.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Ringrazio l'Assessore, ma devo dichiararmi parzialmente insoddisfatto.
Voglio sottolineare due questioni. La prima è che, come credo l'Assessore già sappia, permane in questi giorni - e anche in queste ore fra quel gruppo di cittadini, un forte elemento di tensione (che non so se porterà ad iniziative clamorose nel corso dei prossimi giorni) che dimostra l'esistenza di uno stato di disagio molto acuto, dovuto sostanzialmente a due fattori: il primo, l'assoluta lentezza - il blocco per un lungo periodo di quelle opere con le caratteristiche che l'Assessore diceva che erano state previste - che ha messo in uno stato di insicurezza le opere che erano state prima indicate; il secondo, riguarda la questione dell'eventuale delocalizzazione. Il fatto, cioè, che non si sia di fronte a scelte che si presentano come definite, che, in qualche modo, prescrivano ai cittadini il comportamento necessario per la tutela della loro salvaguardia e sicurezza. Infine, in quel gruppo di cittadini si è radicata la convinzione che, in caso di pressione di una scelta in direzione della delocalizzazione, le risorse messe a disposizione siano totalmente insufficienti per consentire, agli stessi, delle scelte che avvengano tutelando le proprie condizioni e, in questo caso in particolare, il proprio risparmio che si consolida in una o più generazioni, in questi beni in discussione.
Un altro aspetto che voglio rapidamente ricordare - spero che ci sia almeno noi lo proporremo anche in occasione della sessione di bilancio - è l'occasione di parlare - anche se qui emerge per una parte infinitesimale ma significativa per la piccola situazione che questo rappresenta riguardo alle risorse a disposizione per le opere dopo alluvione ottobre 2000. Perché dico questo? Perché do una valutazione che voi conoscete meglio di noi: se si considerano i fondi preventivati - non dal centrosinistra, ma dalla Regione Piemonte - per il Piano generale di ricostruzione e i fondi a disposizione finanziati, a che percentuale siamo? Siamo, all'incirca, sotto il 10% nel rapporto fra Piano generale di ricostruzione e fondi effettivamente finanziati? La nostra impressione è che, nel corso di questo ultimo anno, ci sia stato - i dati lo dimostrano - un fortissimo rallentamento dei fondi messi a disposizione dal Governo nazionale e l'indisponibilità di risorse che autonomamente, la Regione mette a disposizione dal proprio bilancio. Nel caso specifico di cui stiamo parlando, relativo alla frazione di Rivarolo questo dato emerge come infinitesimale - stiamo parlando di una piccola cosa rispetto al quadro generale - ma è evidente che, anche in questo caso si riflette, nel piccolo, un problema di carenze, di risorse nazionali e regionali, del quale pensiamo che si dovrà parlare nei prossimi giorni nelle prossime settimane o in occasione della sessione di bilancio.
Anche attraverso questo piccolo caso - piccolo, ma non irrilevante mi pare emerga con chiarezza uno dei problemi che stanno di fronte alla Regione: quali risorse, e in quali dimensioni, permettono di affrontare il problema.
La constatazione che da molti aspetti emerge è che oggi le risorse a disposizione sono chiaramente e nettamente insufficienti rispetto ai problemi che la Giunta, non noi, ha accertato e indicato nella formulazione del Piano generale di ricostruzione post-alluvione.


Argomento: Trasporti su gomma

Interrogazione n. 1100 dei Consiglieri Moriconi, Papandrea, Tapparo Caracciolo e Giordano inerente a "Collegamento autostradale Carisio (A4) Biella"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 1100, presentata dai Consiglieri Moriconi, Papandrea, Tapparo, Caracciolo e Giordano, alla quale risponde l'Assessore Casoni.



CASONI William, Assessore alla viabilità e comunicazioni

Relativamente all'ipotizzato collegamento autostradale Carisio-Biella l'interrogazione poneva alcune considerazioni sul fatto che l'attraversamento di quel tratto autostradale avrebbe comportato qualche danno ambientale.
Come è noto, c'è un progetto che la Regione aveva già adottato anni fa: il cosiddetto percorso pedemontano, peraltro sollecitato dall'allora Sindaco di Biella e dal Presidente della Provincia di Biella di allora e anche dagli attuali.
Si è andati avanti per questa strada realizzando un progetto preliminare che, da un lato, collegasse Biella con Romagnano Sesia, quindi l'autostrada di Gravellona Toce, e, dall'altro, desse modo a Biella, che non è in alcun modo collegata con nessuna autostrada, con una bretella molto breve, di collegarsi all'autostrada Torino-Milano (la cosiddetta Biella-Carisio).
La Provincia di Biella ha realizzato il progetto preliminare riguardante il tronco tra Biella e Romagnano Sesia, su cui si è verificata una convergenza di massima fra tutti gli Enti interessati.
Le maggiori difficoltà si sono invece riscontrate sul tronco Biella Santhià, a causa di interferenze con alcune previsioni dei Piani Regolatori comunali, della vicinanza con l'area di tiro di un poligono militare, con conseguenti problemi per la sicurezza, e dell'interferenza con un sito di discarica in vicinanza con l'innesto di Santhià.
A tal proposito, la Provincia di Biella ha proposto di studiare un tracciato alternativo che si attesti sulla A4 al casello di Carisio. Per risolvere tale problema, è stato firmato tra Regione e Provincia di Biella un atto aggiuntivo alla convenzione già in essere per ridefinire questi aspetti.
Gli Uffici al momento non hanno ricevuto il progetto preliminare del collegamento Biella-Carisio e non hanno di conseguenza espresso alcun parere in proposito. Si riservano chiaramente di esprimere i parere di competenza in seguito alla consegna del progetto preliminare da parte della Provincia di Biella.
E' da sottolineare che un progetto di tale importanza e rilevanza strategica dovrà essere necessariamente analizzato con particolare attenzione per quanto riguarda le ricadute territoriali ed ambientali e le problematiche individuate nell'interrogazione.
Si evidenzia inoltre che, per la tipologia stessa del progetto potranno essere condotti approfondimenti dal punto di vista finanziario con un'attenta valutazione della redditività dell'opera nell'ottica di un eventuale affidamento in concessione, ferma restando l'importanza della stessa nella programmazione regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Chiedo all'Assessore se è possibile avere copia della risposta scritta.
Non sono soddisfatto della risposta fornita, in quanto, così come altre volte in cui si discute di questioni ambientali, la Regione delega il suo ruolo di indirizzo, che secondo noi dovrebbe svolgere, limitandosi a fare invece l'ufficio di verifica degli elementi presenti nella progettazione e nella progettualità.
Credo che noi, come Regione, soprattutto quando si parla di problemi che rivestono l'ambiente, lo sviluppo e le infrastrutture, dovremmo avere l'obiettivo di tracciare degli indirizzi e non verificare semplicemente che le procedure tecniche seguano un determinato percorso, perché quando si parla di territorio occorre essere consapevoli che non si può considerare quest'ultimo semplicemente come uno spazio vuoto, che rappresenta un fatto negativo finché non verrà "riempito" con una strada o altro.
Come è stato detto, Biella è lontana da ogni autostrada, è collegata da una strada che attualmente presenta problemi di percorribilità, in quanto il collegamento con il casello di Santhià richiede un certo tempo di percorrenza.
Tra il migliorare una situazione e il pensare ad una costruzione ex novo c'è sempre una gradualità e sono sempre possibili delle soluzioni.
Pensare di costruire un nuovo tracciato, senza valutare attentamente e correttamente la possibilità di migliorare il tracciato esistente, è una soluzione che, ancora una volta, privilegia una visione "sviluppista" favorevole ad ogni intervento che possa rappresentare un impiego e un utilizzo di denaro pubblico, più che guardare ad un'effettiva utilità per il territorio e i cittadini.
Anche in questo caso, dispiace vedere che, more solito, si considerano i territori senza costruzioni ed infrastrutture come dei terreni che possono essere saccheggiati.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Interrogazione n. 1317 presentata dai Consiglieri Ronzani e Manica inerente a "Nuovo Ospedale di Borgosesia - Decisione TAR"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame dell'interrogazione n. 1317, presentata dai Consiglieri Ronzani e Manica, alla quale risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie, Presidente. Rispondo ai vari punti dell'interrogazione presentata dai colleghi Ronzani e Manica, che attiene al nuovo Ospedale di Borgosesia - Decisione del TAR.
La premessa fondamentale è che, purtroppo, il TAR ha annullato il concorso per l'acquisizione dell'inizio lavori del nuovo Ospedale di Borgosesia.
Le procedure d'appalto sono di esclusiva competenza dell'Azienda sanitaria regionale, che vi provvede in base alle normative vigenti.
Segnalo che, per quanto di competenza regionale, l'ASL 11, nel programma triennale dei lavori per il periodo 2002/2004, presentato all'Assessorato alla sanità, si è impegnata ad appaltare l'opera in oggetto entro la fine del 2002.
Questa previsione dovrà confrontarsi con le risultanze del ricorso al Consiglio di Stato, perché la ditta che aveva vinto l'appalto ha fatto ricorso al Consiglio di Stato, pertanto l'augurio è che per fine anno si possa appaltare nuovamente l'Ospedale di Borgosesia; tutto dipende dal tempo che il Consiglio di Stato impiegherà per dare risposta al ricorso presentato.
Questa è una scadenza a cui l'Assessorato alla sanità può fare riferimento, ragion per cui non si ritiene, allo stato attuale, di dover assumere alcuna iniziativa.
L'interrogazione risale a qualche tempo fa e, al riguardo, mi era stato segnalato che mancavano ancora le motivazioni del TAR, mentre adesso sono note.
Al punto 4) dell'interrogazione i colleghi chiedono se si ritenga che la dotazione finanziaria di 60 miliardi sia sufficiente a realizzare il nuovo Ospedale di Borgosesia e come si giudicano le preoccupazioni espresse dal Direttore generale dell'ASL 11, il quale - viceversa - considera inadeguato tale stanziamento.
Si fa rilevare che, sulla base del progetto preliminare approvato dalla Regione Piemonte, il costo di quasi 60 miliardi di lire (pari a 3.098.741,39 euro), per una struttura ospedaliera di 206 posti letto, come quella prevista a Borgosesia, rientra negli standard normalmente utilizzati per calcolare il costo di realizzazione di nuove strutture ospedaliere che prevedono una spesa media di 300 milioni (pari a 154.937,07 euro) a posto letto.
Probabilmente, il Direttore generale dell'ASL 11, dicendo di considerare tale somma insufficiente, si riferiva al progetto piano o a qualche altro progetto, prevedendo alta tecnologia o un'umanizzazione maggiore rispetto a quella prevista per le camere a due posti letto; pu darsi che prevedesse camere a un posto letto, ipotizzando una spesa maggiore, di 400/450 milioni a posto letto.
Tutto questo non è previsto nel progetto, pertanto siamo convinti che per terminare la struttura di Borgosesia i 60 miliardi siano sufficienti.
Al punto 5) dell'interrogazione i colleghi chiedono come si intenda fare fronte alla situazione d'emergenza dell'attuale Ospedale, ad esempio relativamente al problema non più rinviabile della ristrutturazione della sala operatoria di orto-trauma e, in sede di definizione del nuovo budget se non si ritenga di dover dotare l'ASL 11 delle risorse finanziarie necessarie.
La Direzione aziendale e i competenti Uffici regionali stanno valutando tutti gli interventi volti a superare le criticità aziendali, interventi che ovviamente influiranno sulle erogazioni finanziarie in corso di assegnazione.
Alla luce del ricorso al Consiglio di Stato, i lavori presso l'Ospedale di Borgosesia saranno effettuati; di questo ho avuto assicurazione anche questa mattina dal Direttore generale. Nel breve periodo ci sarà un supporto ottimale dell'Ospedale di Gattinara, per eventuali spostamenti o quant'altro.
I lavori di ristrutturazione della sala di orto-trauma comporteranno una spesa presunta di circa 700 milioni di lire. Il Direttore generale mi ha assicurato che tutto è già pronto per far partire i lavori.
In estrema sintesi, concludendo, il progetto che prevede la costituzione dell'Ospedale di Borgosesia con 60 miliardi e per 206 posti letto è, a nostro avviso, un progetto - non dal punto di vista tecnico, ma dal punto di vista dei costi - che può essere perseguito.
Alla luce di quanto è successo, del ricorso al Consiglio di Stato e quindi dei tempi che si allungano, sicuramente bisogna fare dei lavori all'Ospedale di Borgosesia; ci sono i fondi per farli e il Direttore generale dell'ASL 11 mi ha assicurato che gli stessi procederanno sollecitamente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore, mi dichiaro - non so come dire - in parte allibito della sua risposta, e le spiego il motivo.
In questa sanità non c'è mai nessuno che viene chiamato a rispondere delle proprie responsabilità, cioè la politica non è in grado di chiedere conto a coloro che nella sanità commettono errori, per cui o ci pensano i Magistrati, e allora è la fine della politica, altrimenti mai nessuno paga.
E' per questo che la gente, ad un certo punto, invoca l'iniziativa dei Magistrati, perché di fronte all'incuria, all'insipienza con la quale si affrontano queste questioni, è evidente che se la politica non decide, mi auguro che decida qualcun altro e che esista un qualcuno che supplisca all'incapacità della politica di decidere.
La vicenda di questo Ospedale è emblematica, Assessore D'Ambrosio.
Intanto, è l'Ospedale di Borgosesia, il nuovo Ospedale di Borgosesia, che si trova in Val Sesia, dove la Regione qualche anno fa ha chiuso l'Ospedale di Varallo, promettendo a quei cittadini che l'avrebbe riconvertito. Sono passati sei anni e finalmente adesso cominciamo a fare i lavori per riconvertire quell'Ospedale, ma sono passati sei anni. Qualcuno ha pagato per questo? No. Si sono cambiati tanti Direttori generali, ma non ce n'è uno che è stato invitato a rispondere per i ritardi con i quali si è affrontata la questione, nonostante fossero state date agli Amministratori della Val Sesia garanzie totali e nonostante quegli Amministratori si fossero fatti carico di un atteggiamento impopolare, perché chiudere e convertire un ospedale è un problema di cui penso non tutti sono disposti a farsi carico. Quindi, è lì che si colloca il problema del nuovo Ospedale di Borgosesia.
Il nuovo Direttore generale, in accordo con l'Agenzia regionale, ha emanato un bando di gara in cui ha affidato insieme progettazione preliminare, progettazione definitiva, progettazione esecutiva e direzione dei lavori. Questo è successo a Borgosesia. L'attuale Direttore generale di Borgosesia quando ha emanato quel bando di gara si è sentito dire, non dall'opposizione - pregiudiziale, che ce l'ha con D'Ambrosio, con il centrodestra - ma dall'Ordine degli Ingegneri: "Badate che voi non potete fare un bando di gara del genere", perché un bando di gara del genere è fuori legge.
Quindi, quella di cui stiamo discutendo è la cronaca di una paralisi annunciata, perché se solo avessimo dato ascolto all'Ordine degli Ingegneri avremmo emanato un bando diverso, e se avessimo emanato un bando diverso probabilmente non avremmo avuto il ricorso al TAR e quindi la paralisi dei progetti relativi alla costruzione del nuovo Ospedale di Borgosesia.
Perché vede, Assessore, siccome ormai ci conosciamo da un anno e mezzo il 2002 scordiamocelo! Io sono convinto - e lo dico con rammarico - che i valsesiani lo vedranno con il binocolo quell'Ospedale, perché, delle due l'una: o il Consiglio di Stato accetta il ricorso di coloro che si sono aggiudicati la gara d'appalto per progettare il nuovo Ospedale o il ricorso viene respinto, e se viene respinto torniamo esattamente alla condizione di partenza, e se torniamo esattamente alla condizione di partenza, i tempi sono quelli che noi conosciamo.
Domanda: chi paga per questo? E' possibile che i manager siano tali soltanto quando si tratta di decidere la politica dei tagli e non ce ne sia uno che sia costretto a rispondere se commette errori? Da questo punto di vista, chiedo un'operazione-verità e si chiamino in causa le responsabilità.
Assessore, lei ha detto che, per quanto riguarda il nuovo Ospedale, ci sono i soldi; ne prendo atto, lo vedremo. Io dico solo che varrebbe la pena che la mano destra sapesse cosa fa la sinistra, perché io ho riferito di posizioni che hanno reso di pubblico dominio il Direttore dell'ASL 11, il quale ai giornali ha dichiarato che 60 miliardi non bastano. Allora spiegategli che quei parametri sono quelli ufficiali, per cui se non è capace di capire che sono parametri ufficiali, mandatelo da qualche altra parte. Perché o dice una cosa sbagliata lei o è incompetente il Direttore generale: torniamo al punto di partenza.
In ogni caso, siamo in presenza di vicende che dimostrano che la situazione è sfuggita al controllo e al governo. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ronzani.
Dichiaro chiuso il punto relativo alle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Vedo che in fondo all'o.d.g. è annunciato il disegno di legge n. 399: "Proroga dell'esercizio provvisorio". Al riguardo, volevo sapere cosa intende fare la Presidenza: se intende iscriverlo, quando, a che punto e come.
Visto che si tratta di una questione di una certa delicatezza, vorrei sapere qual è la sua intenzione, signor Presidente, se è così gentile da rispondere.



PRESIDENTE

Le risponderò, ovviamente.
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Intervengo in ordine al rinvio del punto 4) all'o.d.g. che prevede l'esame del disegno di legge n. 334.
Intanto, il problema è che le deleghe rispetto a questo punto non sono dell'Assessore Pichetto, ma del Presidente Ghigo, il quale la scorsa seduta si era riservato di verificare una serie di rilievi mossi sul provvedimento e di comunicare all'aula una serie di determinazioni.
Secondo me, non è possibile semplicemente congelare nel nulla questo provvedimento; se il Presidente Ghigo ritiene che sia necessario un ulteriore passaggio in Commissione, si voti il rinvio in Commissione del provvedimento, ma lasciare cadere nel nulla questo provvedimento, come temo politicamente qualcuno intenda fare, mi pare evidentemente non possibile.
Soprattutto in merito agli approfondimenti che il Presidente Ghigo ha chiesto di fare, inevitabilmente mi pare che comportino un passaggio di discussione d'aula, con la continuazione dell'esame del provvedimento oppure di Commissione, ma non è un approfondimento privato che il Presidente si può riservare.



PRESIDENTE

Rispondo ad entrambi.
Consigliere Marcenaro, ai sensi del comma 4 dell'art. 51 del Regolamento interno del Consiglio regionale, l'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g., per i quali sia stato dato preavviso scritto nell'avviso di comunicazione - quindi questo è il caso - può essere proposta dal Presidente del Consiglio, dalla Giunta o dal rappresentante di un Gruppo consiliare composto da tre Consiglieri.
Come sapete, sono necessari 31 voti, per cui quando in aula ci sarà la presenza adeguata di Consiglieri per poter arrivare alla discussione far tale proposta. Quindi, ragionevolmente, Consigliere Marcenaro, lo farò alla riapertura della seduta alle ore 14.30. Oppure lo possiamo concordare colleghi.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Sull'ordine dei lavori di oggi e di giovedì prossimo.
Siccome stiamo discutendo di una questione delicata, che è l'ennesimo rinvio dell'esercizio provvisorio, questo comporta, dal nostro punto di vista, una discussione seria e approfondita, in quanto non è un provvedimento che si fa in un secondo, si farà perché è necessario, ma ripeto - richiede una discussione approfondita. Di conseguenza, o siete in grado di iscriverlo oggi e facciamo questa discussione, oppure, se non siete in grado di iscriverlo, vi chiedo, relativamente alla discussione di giovedì prossimo, di decidere adesso di cambiare l'o.d.g. e fare la discussione sull'esercizio provvisorio. Diversamente, propongo che si voti sull'iscrizione adesso: verifichiamo se avete i numeri subito.
Chiedo una risposta su questo punto: o c'è l'intesa di dedicare la giornata di giovedì alla discussione sull'esercizio provvisorio e allora se c'è questa intesa in aula, la raggiungiamo, o, in caso contrario, chiedo subito l'iscrizione e verifichiamo i numeri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Mi spiace che ci si agiti così per una questione di grande normalità.
Presidente, lei sa che per iscrivere un punto prenotato, questo deve essere richiamato in aula dall'Assessore competente.
In Commissione, per quanto riguarda la legge sull'esercizio provvisorio, era stata chiesta la presenza - e credo che anche le argomentazioni introdotte dal Consigliere Marcenaro siano in tal senso del Presidente della Giunta regionale, on. Enzo Ghigo. Quando il Presidente Ghigo raggiungerà l'aula - e ritengo che la possa raggiungere prima della fine dei lavori di questa mattina - chiederà, in quanto Assessore competente, perché l'Assessore Pichetto è in congedo per malattia l'iscrizione dell'esercizio provvisorio e da quel momento, se l'aula lo iscriverà a norma di Regolamento, inizierà la discussione del disegno di legge della Giunta regionale riguardo all'esercizio provvisorio regolarmente licenziato nella I° Commissione e regolarmente prenotato nella Conferenza dei Capigruppo da parte della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Direi che, per un'esigenza di programmazione dei lavori, possiamo dare questa risposta al Consigliere Marcenaro, e cioè che l'iscrizione da parte del Presidente Ghigo, che, stante la malattia dell'Assessore ad interim Pichetto, vuole essere presente, verrà fatta alla ripresa della seduta alle ore 14.30.



MARCENARO Pietro

Chiedo l'iscrizione adesso.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliere Marcenaro: c'è l'esigenza obiettiva di assicurare la presenza del Presidente Ghigo per poter trattare quel punto.



MARCENARO Pietro

Chiedo l'iscrizione adesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Il titolare della prenotazione è la Giunta regionale. Chiedo l'interpretazione, perché mi sembra quanto meno anomalo che possa chiedere l'iscrizione chi non ha prenotato il punto, chi non è titolare del punto.
Può darsi che sbagli, ma prima di mettere in votazione l'iscrizione del punto chiedo che sia valutata questa mia richiesta perentoria e motivata.



PRESIDENTE

Visto che bisogna programmare questa discussione, com'è stato chiesto dal Consigliere Marcenaro, sospendo la seduta per poter trovare un'intesa sulla programmazione.



(La seduta, sospesa alle ore 12.18 riprende alle ore 12.26)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La trattazione del punto avverrà nel pomeriggio, alla riapertura dei lavori consiliari.
Sull'ordine dei lavori, chiede la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Se il Presidente ricorda, un paio di mesi fa in aula avevo sollecitato l'iscrizione di un mio ordine del giorno, presentato e depositato a ottobre, che riguardava la modifica della legge regionale sul commercio.
Ho sollecitato l'iscrizione in aula e, come Gruppo, l'abbiamo sollecitata anche per iscritto. Siamo alla fine di marzo e il documento non è stato iscritto all'o.d.g.
Ricordo che la Giunta regionale si era impegnata, all'inizio di gennaio 2001, ad apportare la modifica della legge n. 28 entro il 20 marzo 2001. Ad un anno di distanza, non soltanto la Giunta regionale non ha apportato la modifica della legge regionale, ma non si vuole discutere un ordine del giorno presentato dal sottoscritto e dal Gruppo DS.
Chiedo pertanto al Presidente di inserire almeno tale ordine del giorno all'o.d.g. del Consiglio. Almeno questo, grazie.



PRESIDENTE

Le devo dare una risposta: basta chiederlo in sede di Conferenza dei Capigruppo.



MULIERE Rocco

Il mio Capogruppo ha scritto a lei, pregandola di inserire il documento nell'o.d.g. del Consiglio.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, ma a parte la richiesta scritta, in sede di riunione dei Capigruppo si fa la programmazione, quindi basta chiederlo e compatibilmente con la programmazione del Consiglio che per queste sedute è stata fatta con un mese di anticipo, il documento viene iscritto.



MULIERE Rocco

Scusi, Presidente, ma in altri casi una semplice sollecitazione in aula è stata sufficiente per iscrivere un documento all'o.d.g.



PRESIDENTE

Comunque la ringrazio della richiesta e ne prendo nota personalmente.
La parola al Consigliere Papandrea sull'ordine dei lavori.



PAPANDREA Rocco

Espongo un problema, Presidente. In passato abbiamo approvato vari ordini del giorno che impegnavano la Giunta, a volte il Consiglio, ad assumere atteggiamenti: penso all'ordine del giorno che avevamo adottato nei confronti della crisi economica della FIAT e le chiedo, rispetto a quell'ordine del giorno e anche ad altri, di far sì che ad un certo momento ci sia una comunicazione sull'effetto di quell'ordine del giorno, cos'è stato fatto. Questo soprattutto quando gli ordini del giorno contengono degli elementi di impegnativa nei confronti del Consiglio o della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, volevo segnalare che da alcune sedute ci trasciniamo la mozione sul problema delle procedure autorizzative per la costruzione di nuove centrali elettriche. In particolare, voglio segnalarle che è in corso, in Parlamento e in Senato, la discussione sul provvedimento cosiddetto "sblocca centrali", cioè un ulteriore allontanamento di qualsiasi possibilità da parte delle Regioni di poter intervenire nel meccanismo procedurale in tale ambito.
In Piemonte sono già state autorizzate due nuove centrali e una terza quella di Carmagnola - è in corso, mentre la Giunta, con un provvedimento di lunedì scorso, cerca in qualche modo di dire la sua nella vicenda.
Non vorrei che anche qui noi giungessimo, come si dice in gergo, "a babbo morto" e che discutessimo di questo importante tema quando le autorizzazioni sono già state date.
L'Assessore Cavallera oggi è in congedo, però è un tema che io spero il Presidente Ghigo o qualche Assessore sia in grado di poter gestire e sviluppare per darci una risposta oggi: discusso tra alcune settimane, un pronunciamento da parte dell'assemblea non avrebbe più significato.



PRESIDENTE

La ringrazio. Il tema è iscritto; vedremo nel corso della seduta di trovare uno spazio per discuterlo.
La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori perché mi pare che i lavori d'aula si stiano trasformando in una seduta dei Capigruppo. Credo che questo sia quello che sta succedendo.
In ogni caso, visto che così è, vorrei sollecitare l'esame di un ordine del giorno che soggiace fermo da oltre un anno in riferimento al fatto che nella scorsa campagna elettorale politica, nel Comune di Rivoli, e quindi nel Collegio senatoriale di quella città, il dottor Giancarlo Caselli appariva come relatore in un comizio.
Credo che questi fatti siano estremamente gravi e che, pertanto, questo Consiglio debba discuterne.
Ormai, anche in questo caso, è trascorso abbondantemente un anno.



PRESIDENTE

L'ordine del giorno a cui si riferisce è iscritto al punto 12) dell'o.d.g. e quindi vedremo di esaminarlo nel corso della seduta.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame proposta di deliberazione n. 287: "Programmi pluriennali per la promozione sportiva e per l'impiantistica sportiva anni 2002/2005, in attuazione della L.R. n.. 93/95 (Norme per lo sviluppo dello sport e delle attività fisico-motorie)"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare all'esame della proposta di deliberazione n. 287, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Racchelli per l'illustrazione.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport

Si tratta di un piano triennale, che è stato redatto come un documento unico programmatico per la promozione e l'impiantistica, con azioni coordinate tra esso.
una conferma dei validissimi strumenti di intervento per quanto riguarda il conto interessi, il conto capitale e le fideiussioni anche per soggetti senza la personalità giuridica.
E' un piano che guarda ad un maggiore utilizzo degli strumenti di programmazione e gestione dei progetti, quali gli accordi di programma delle convenzioni.
Attiva ogni possibile sinergia con gli investimenti e con le azioni promozionali del turismo nell'ottica di "Torino 2006".
Sviluppa delle azioni di riequilibrio sull'intero territorio regionale rispetto gli investimenti delle Olimpiadi.
Rafforza il sistema sportivo piemontese.
Istituisce l'Osservatorio Regionale dello Sport e il Sistema Informativo Regionale dello Sport, con l'informatizzazione dei dati.
Istituisce un "Tavolo Regionale Permanente dello Sport" piemontese per discutere concretamente con gli attori dello sport sui problemi dello sport, confrontandosi anche con la scuola.
Si ipotizza l'istituzione di un Consiglio Regionale dello Sport per raccogliere e controllare maggiormente i dati e soprattutto per fare un'analisi sulla programmazione e su quello che ne è derivato.
Accetta una dialettica con i vari attori, anche istituzionali, nel rapporto tra lo sport e lo sviluppo.
All'interno si evincono delle linee, che sono quelle della promozione e dell'impiantistica. Nella promozione, indubbiamente, abbiamo mantenuto un'attenzione forte sulla promozione dei valori della storia dello sport della tutela della salute e dell'educazione, riproposti in termini ancora più sostanziali.
Sono previsti degli interventi specifici per promuovere le attività motorie presso gli allievi delle scuole elementari, presso i disabili e i giovani in realtà socialmente degradate.
Promuove azioni per favorire la continuità della pratica sportiva nell'età scolastica fino all'Università; la valorizzazione del volontariato nell'associazionismo sportivo piemontese e del ruolo esponenziale di soggetti rappresentativi pubblici; la formazione e la qualificazione degli operatori e lo sviluppo dell'imprenditorialità sportiva, continuando con le esperienze fatte con l'Università e con il Politecnico.
Attiva Servizi di Associazionismo Sportivo, con una valorizzazione degli Enti di promozione sportiva (Sportelli "Sport" presso le Province).
Promuove, altresì, il sostegno alle attività e allo sport dilettantistico, i grandi eventi e poi, soprattutto, un'attività, per quanto riguarda l'impiantistica, finalizzata al completamento della riqualificazione della messa a norma dell'impiantistica.
Rivolge un'attenzione particolare alla fruibilità soprattutto per i disabili delle strutture e delle aree emarginali.
Promuove un sostegno agli impianti di livello medio-alto omologati per le competizioni nazionali ed internazionali; un'offerta e una valorizzazione dello sport con strutture a basso impatto ambientale; un sostegno nella gestione degli impianti con l'adozione di nuovi strumenti finanziari e poi, soprattutto, la continuità del rapporto con l'Università e con il Politecnico per individuare una professionalità specifica nell'ambito della progettazione di tutto questo tipo di impiantistica, che deve essere specifica e razionalizzata.
Ne abbiamo discusso in Commissione. Ho constatato che ci sono degli emendamenti. Sono qui per ascoltarli e per analizzarli insieme a voi.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e insegnanti della Scuola elementare di Piobesi (TO)


PRESIDENTE

Rivolgo un cordiale saluto agli alunni e agli insegnanti della Scuola elementare di Piobesi.


Argomento: Programmazione sportiva (impianti e attivita")

Esame proposta di deliberazione n. 287: "Programmi pluriennali per la promozione sportiva e per l'impiantistica sportiva anni 2002/2005, in attuazione della L.R. n. 93/95 (Norme per lo sviluppo dello sport e delle attività fisico-motorie)" (seguito)


PRESIDENTE

In merito alla proposta di deliberazione n. 287, apriamo il dibattito generale, pur essendo una delibera, per poi passare alla discussione sui singoli emendamenti.
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Abbiamo ascoltato l'introduzione dell'Assessore e non possiamo che essere d'accordo su quanto ha detto rispetto a tutta una serie di problemi e attenzioni rivolte alle problematiche dello sport: lo sport pulito, gli Enti di promozione, le questioni legate all'impiantistica e tutte le altre enunciazioni. Essendo enunciazioni per certi versi di principio, non possono che trovarci d'accordo.
Siamo qui a discutere di questo programma pluriennale per gli anni 2002/2005, che condividiamo insieme all'Assessore e ad altri colleghi, in Commissione avevamo segnalato la necessità che questa deliberazione venisse approvata, itutto il mondo sportivo attende questi provvedimenti con grande attenzione e con grande attesa e, per certi versi, con grande speranza.
E' in questo senso che vogliamo offrire un contributo, presentando una serie di emendamenti che entrano nel merito della deliberazione, con l'obiettivo di migliorarne l'efficacia. Si tratta di emendamenti che, punto per punto, entrano nel merito delle questioni, con l'obiettivo di migliorarne l'efficacia attraverso alcune precisazioni, sia sulla prima parte, sia sulla seconda relativa all'impiantistica.
Affinché non ci siano equivoci, sottolineiamo che non c'è alcuna intenzione, da parte nostra, di rallentare un provvedimento che è atteso dal mondo sportivo. Condividiamo la necessità di approvarlo.
La mia introduzione si ferma a questa prima affermazione di disponibilità e di buona volontà, nella speranza che gli emendamenti che abbiamo presentato vengano recepiti nel miglior senso possibile, cioè come un contributo affinché questo piano pluriennale, che durerà fino al 2005 sia il miglior piano possibile, e possa essere una deliberazione che vada incontro a quelle che sono le attese del mondo sportivo piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pier Luigi

Ho ascoltato con attenzione quanto detto dal collega Placido.
Devo dire che apprezzo una parte del suo intervento, in quanto ha evidenziato come questo sia un piano pluriennale sicuramente completo, che va incontro a quelle che sono le esigenze del mondo dello sport. Peraltro già il mondo dello sport ha avuto occasione di valutare questo piano in un convegno, in cui era presente lo stesso collega Placido, convegno in cui ci sono state solo voci positive. Non abbiamo riscontrato voci negative da parte dell'intero mondo dello sport piemontese.
Non condivido, invece, la portata degli emendamenti, ma non perché non ne condivida la sostanza; in alcuni trovo che ci sia effettivamente la volontà di incidere su alcune specificità in modo serio. Ritengo che questo quadro debba essere di ordine generale, mentre gli emendamenti tendono a portarlo a livello di piano di intervento annuale e non pluriennale.
Vedrei questo Piano nella sua forma integrale come proposto all'approvazione, perché gli emendamenti, molto seri e validi, attengono ad una gestione annuale del problema sport e non ad una visione triennale.
Non muovo una critica sul merito degli emendamenti, ma, forse, sul fatto che non sono applicabili a questa fattispecie.
Per il resto, relativamente a questo piano, faccio mie le considerazioni svolte dall'intero mondo dello sport in occasione del citato convegno e ringrazio l'Assessore per la portata dello stesso. Per la completezza che ha sia con riferimento allo sport di base, sia con riferimento allo sport agonistico, è un piano sicuramente completo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Ho visto gli emendamenti.
Vorrei rispondere al collega Marengo dicendo che gli emendamenti, in parte, hanno un carattere generale e, in parte, si riferiscono ad un testo che, siccome è presente negli allegati e nelle tabelle annuali, si riferisce a quei tempi. Quindi, se dal testo in discussione non emergessero delle tabelle relative ai provvedimenti annuali sarebbe forse legittima l'obiezione; siccome siamo in presenza di un testo che è così configurato si discute l'intero testo presentato. Gli emendamenti hanno questa caratteristica.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo iniziare l'esame degli emendamenti.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Manica e Suino: alla pagina 2, sono aggiunte alla delibera le parole "Circa l'applicazione di entrambi i programmi viene sentita annualmente la competente Commissione consiliare".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente e colleghi, è evidente che per un piano come questo che ci porterà fino al 2005, mi sembra naturale che venga presentato un emendamento - che mi auguro possa essere condiviso - affinché annualmente e non mensilmente, venga sentita la Commissione competente in seno al Consiglio regionale.
Ho interpretato come una svista o una dimenticanza da parte di chi ha presentato la deliberazione l'aver dimenticato di audire una volta l'anno la Commissione consiliare; il senso dell'emendamento va in questa direzione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport

Accogliamo l'emendamento, nel senso che non l'avevamo scritto perché è nella L.R. n. 93/95.
La L.R. n. 93/95 viene applicata attraverso la stesura di un piano pluriennale che poi deve essere applicato attraverso la stesura dei piani annuali che vengono sentiti nella Commissione competente. Non c'è alcun problema, lo aggiungiamo e lo accettiamo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 1).
Il Consiglio approva.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Manica e Suino: Asse 1. Misura 1.1.
alla pagina 4 dell'allegato 1 le parole "Per garantire il coordinamento nelle analisi e nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sportivo e turistico e per una rapida attivazione della funzione, l'Osservatorio regionale dello sport e il SIRS potranno essere avviati nell'ambito dell'Osservatorio turistico regionale, previsto dalla L.R. n. 75/96" sono abrogate.
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Signor Presidente, in merito alla Misura 1.1 - Osservatorio regionale dello sport - l'Osservatorio turistico regionale non ha competenze in materia di sport. L'Osservatorio turistico è previsto dalla L.R. n. 75/96 la quale, come penso certamente saprà l'Assessore, riguarda la materia turistica.
Al di là dell'Osservatorio dello sport in quell'ambito, fa infatti assumere alla L.R. n. 75/96 obiettivi diversi da quelli approvati in Consiglio. E' evidente che la modifica di una legge può essere fatta solo con un'altra legge, anche perché, da un punto di vista meramente organizzativo, l'Osservatorio turistico è stato da pochissimo attivato e da poco è stata attivata una funzione dell'Osservatorio relativa ai flussi turistici all'interno della Regione, anche per valutare gli sviluppi futuri.
Questo avviene attraverso l'ATR ,che, come i colleghi e l'Assessore senz'altro sanno, è una struttura che non si occupa di sport, ma dovrebbe occuparsi esclusivamente di turismo. Infatti, è un soggetto non competente in materia sportiva.
Non è questa la sede opportuna per discutere relativamente alle funzioni dell'ATR cui del funzionamento ne discuteremo in altro ambito.
E' per questo motivo che abbiamo presentato questo emendamento nel quale chiediamo un'abrogazione, perché non si può istituire un Osservatorio regionale sullo sport all'interno di un altro Osservatorio previsto da una legge già esistente. Per fare questo si deve cambiare la legge esistente.
Mi auguro che anche questo emendamento venga accolto, perché segnala una situazione che, a nostro parere, non è chiara. Quindi, non siamo contrari in quanto tale, ma chiediamo di distinguere le due questioni affinché ci sia chiarezza di compiti: chi si occupa di sport, si occupi di sport; chi si occupa di turismo, si occupi di turismo, altrimenti si deve cambiare la L.R. n. 75/96.



PRESIDENTE

La Giunta è contraria.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 2).
Il Consiglio non approva.
3) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Manica e Suino: Asse 1. Misura 1.2. Modalità di attuazione.
alla pagina 5 dell'allegato 1, dopo le parole "Bandi annuali", aggiungere le parole "che prevedono contributi fino ad un massimo del 50% della spesa ritenuta ammissibile, fino ad un tetto massimo di 25.000 euro".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Innanzitutto, devo esprimere il disappunto per il risultato ottenuto dal voto dell'emendamento precedente, perché in merito al non accoglimento di un emendamento, che si poneva come unico obiettivo quello di una chiarezza nell'interpretazione della legge esistente, con una proposta di modifica, devo confessare un certo rammarico e disappunto.
Ho illustrato l'emendamento con il minimo del tempo a disposizione perché riconfermiamo l'intenzione di concorrere ad una rapida approvazione di questo piano (anche cercando di far sì che lo stesso venga approvato con i contenuti migliori possibili, che sono quelli che il mondo sportivo si aspetta), ma una bocciatura, una non condivisione da parte dell'Assessore e della maggioranza, francamente non la condivido e non la capisco.
Se non si condivide il fatto che non ci sia confusione di ruoli fra turismo e sport (anche se poi l'Assessorato è lo stesso, ma sono due argomenti molto diversi), e, nel caso, noi potremmo anche essere d'accordo affinché la L.R. n. 75/96 venga cambiata, la risposta è negativa. Ne prendiamo atto e ci comporteremo di conseguenza.
Venendo all'emendamento in questione, si tratta di un emendamento che ritroveremo in altri simili nel corso della seduta e della presentazione di questo piano. L'obiettivo è quello di dare delle indicazioni certe, perch nel momento in cui è solo scritto "Per garantire il coordinamento nelle analisi e nel raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sportivo...", non si stabilisce l'entità dei contributi, né in termini economici né in termini di percentuali. Questo è - se l'Assessore Racchelli lo permette uno dei principali problemi che abbiamo ritrovato in questo piano: la mancanza di indicazioni, o paletti - se vogliamo usare questo termine - non per imbrigliare, ma per dare garanzie e per sapere, perché non possiamo dire, collega Marengo, che lo sport non entusiasma e non attira l'attenzione.
Quello che si nota - e lo ritroveremo più volte - è la mancanza di indicazioni precise di paletti, per cui non è semplice, per le società sportive, conoscere l'entità dei contributi, sia in termini assoluti, sia in termini di percentuale. Non conoscere l'entità dei contributi lascia nella situazione di dire: quanto posso chiedere e fino a che punto posso ricevere contributi da parte della Regione? Pensiamo che sia naturale, sia per il mondo sportivo che per i funzionari - o consulenti, Assessore: so che ne ha uno stuolo da fare invidia a tutta la Giunta - conoscere quali sono i riferimenti, perché senza riferimenti c'è la libertà di poter fare qualsiasi cosa con il rischio che non sempre vadano nella direzione giusta.
I riferimenti, quindi, sono necessari e indispensabili; riferimenti che ci sono sempre stati, fra l'altro, quindi non è novità che proponiamo in assoluto e che deve essere valutata.
Siamo preoccupati per questa mancanza di riferimenti e per il fatto di lasciare - e su questo mi rivolgo ai colleghi della maggioranza - ai funzionari/consulenti e alle stesse società sportive il non sapere quanto possono chiedere e fino a che cifra o percentuale possono ricevere contributi. Questo è quanto scritto nel piano presentato.



PRESIDENTE

Abbiamo una serie di emendamenti che hanno un contenuto simile: l'emendamento n. 3) prevede contributi fino ad un massimo del 50% della spesa ritenuta ammissibile, fino ad un tetto massimo di 25 mila euro l'emendamento n. 4) fino ad un tetto massimo di 100 mila euro per soggetto attuatore; l'emendamento n. 5) fino ad un tetto massimo di 100 mila euro per iniziativa; l'emendamento n. 6) fino ad un tetto massimo di 150 mila euro.
Consigliere Placido, l'illustrazione vale per tutti, oppure li illustra uno per uno?



PLACIDO Roberto

Al di là del rammarico per la risposta negativa all'emendamento precedente - che appositamente risottolineo - non vorrei che ci fossero dubbi: non sono emendamenti per dilatare la durata, ma si riferiscono a questioni molto diverse tra loro. Come ha potuto vedere, sono cifre e percentuali diverse, per cui sono commisurate al problema che viene trattato.
Li presento tutti perché non sono accorpabili.



PRESIDENTE

Non avevo detto che erano accorpabili.
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport

L'emendamento n. 3) non è accoglibile per una semplice ragione. Abbiamo fatto tesoro dell'esperienza passata, del precedente piano triennale, che ci ha portati ad un risultato, nel campo dello sport, unico in Italia per intensità di intervento, per risultati ottenuti e per obiettivi raggiunti.
Il piano triennale, che, come tutti sanno, può essere solo un piano di indirizzo e non un piano puntuale e analitico (come invece lo è un piano annuale), non a caso ogni anno viene presentato dalla Giunta alla competente Commissione per avere un parere. Ogni anno viene presentato dalla Giunta alla competente Commissione affinché questa esprima un parere.
Ogni anno lo abbiamo fatto e ogni anno, in funzione alle modifiche del mondo dello sport o delle attività dello sport, nel piano annuale si modificano le percentuali di intervento.
Sulla base della filosofia del piano triennale, non è possibile accogliere emendamenti che tendono a bloccare, per più anni, delle aliquote di intervento che possono non essere più funzionali tra qualche anno, in funzione di una continua evoluzione nel mondo dello sport che, invece, pu essere puntualmente interpretata, di anno in anno, a seconda delle modifiche o degli sviluppi che il mondo dello sport avrà ottenuto in seguito alle politiche sviluppate nell'anno precedente.
Consigliere Placido, mi spiace che lei sia rammaricato per un emendamento respinto.
Ho accolto il primo emendamento perché rientrava nella filosofia della Giunta, perché porteremo in Commissione i piani annuali nei quali saranno inserite le percentuali di intervento. La Commissione potrà verificarli in funzione degli obiettivi raggiunti e potrà dare il proprio indirizzo rispetto alle potenzialità di intervento, in termini di percentuali nelle varie azioni.
Non entro nel merito dei consulenti e dei funzionari perché penso che questi facciano il loro lavoro. Inoltre, tengo a precisare che personalmente non ho consulenti.



PRESIDENTE

Ricordo il parere contrario della Giunta.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3).
Il Consiglio non approva.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Manica e Suino: Asse 2. Misura 2.1. Modalità di attuazione.
alla pagina 6 dell'allegato 1, dopo le parole "Bandi annuali", aggiungere le parole "che prevedono contributi per ciascuna iniziativa fino ad un massimo del 50% della spesa ritenuta ammissibile, fino ad un tetto massimo di 100 mila euro per soggetto attuatore".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Ringrazio l'Assessore Racchelli per la precisazione rispetto ai consulenti: era evidente che non mi riferivo ai consulenti dell'Assessore ma dell'Assessorato. Tuttavia, non è questa la giornata adatta e non volevo aprire una questione sui consulenti dell'Assessorato allo sport e al turismo: ci sarà altra occasione per parlarne. Ogni cosa a suo tempo e nel momento opportuno: questo non è momento di sindacato ispettivo e non lo voglio far diventare; è un momento in cui si deve discutere di un'importante deliberazione che riguarda lo sport e tutto il mondo sportivo piemontese. Vogliamo concorrere a far sì che venga fuori nel miglior modo possibile.
Relativamente all'emendamento in oggetto, mi riallaccio a quello precedente. Le cifre, sia in termini assoluti, sia in termini percentuali non sono un vincolo perché c'è la possibilità, attraverso la spesa diretta di andare decisamente oltre le percentuali e le cifre: organizza direttamente l'Ente Regione. Non è una questione che pone l'Assessorato, i funzionari o chi per essi, nella condizione di non poter operare.
Entro nel merito del perché il 50% o 100 mila euro, entro nel merito per dare dei riferimenti, senza nulla togliere alla libertà di superare anche queste risorse con la spesa diretta: azione assolutamente possibile prevista e utilizzata in molte situazioni.
"Fino ad un massimo del 50%" - che ci sembra una percentuale più che congrua - o "100 mila euro" non ci sembrano cifre percentuali inadeguate o insignificanti. La preoccupazione - la voglio sottolineare, Assessore Racchelli - è: senza indicazioni, qual è la percentuale? Qual è la somma? Quali sono le cifre? Fino a quanto le società sportive possono chiedere all'Assessorato regionale per le loro necessità? Dieci miliardi? Un miliardo? Un milione? La vera difficoltà, al di là degli uffici, viene scaricata sull'associazione sportiva che si troverà a chiedersi: "Quanto chiediamo? Fino a che punto?".
L'Assessore sa meglio di me che, a fronte di richieste di contributi ci sono progetti, ci sono iniziative che vogliono dire dei costi: sapere con certezza, al di là del fatto che è una garanzia per tutti quelli che concorrono, i punti di riferimento precisi, che vogliono dire regole certe percentuali certe, contributi certi, graduatorie certe. Il mondo sportivo deve sapere cosa può chiedere, in che percentuale, in che misura, in che condizione economica, altrimenti diventa oggettivamente complicato, perch chiunque può essere autorizzato a chiedere qualsiasi cosa.
Assessore, lei conosce meglio di me il numero delle domande presentate nell'approvazione all'attività fisico-motoria: 300 nel 1998, 500 nel 1999 750 nel 2000 e 1.250 nel 2001 con un incremento esponenziale che pone dei problemi, perché nel 2002 potranno esserci 2.000 domande e le risorse sono 12 miliardi nel 2001.
E' utile inserire delle percentuali e delle cifre. Diventa difficile giocare una partita di pallone quando non si sa quando inizia, quando finisce e quanto dura. Diventa difficile chiedere dei contributi senza conoscere le percentuali, senza sapere fino a che punto posso ricevere contributi per quello che voglio fare. E' complicato cercare di illustrare l'ovvio: per noi questa è un'ovvietà. Ci dispiace non trovarla in questo piano triennale e per questo ci auguriamo che venga accolto il nostro emendamento. Invito anche la prima fila dell'opposizione, seduta in questi banchi, ad essere un po' più attenta ed a votare "sì".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli per il parere della Giunta.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport

Consigliere Placido, le rispondo perché vorrei che fosse capito un concetto molto chiaro: nessuna associazione, nessuna società, nessun ente nessuna federazione ha mai fatto domande o presentato progetti senza avere chiaro che cosa potesse fare o fosse suo diritto ottenere. Se lei conoscesse la L.R. n. 93/95, saprebbe che questo non è il piano attuativo degli interventi annuali di riferimento del mondo dello sport, ma il piano annuale.
Il piano annuale illustra le necessità e, soprattutto, le richieste che vengono presentate dalle associazioni sportive in funzione ai limiti di intervento e, soprattutto, le percentuali di finanziamento delle varie azioni che sono ricomprese nel piano. Mai nessuno - la Giunta regionale, ma neanche l'Assessorato allo sport - si è permesso di presentarsi di fronte al mondo dello sport senza un programma annuale approvato dalla Giunta regionale, sentita la Commissione competente, con l'inserimento delle percentuali specifiche e puntuali dell'intervento nelle varie azioni e nelle varie sottomisure.
Per questo motivo, questo emendamento e tutti gli altri emendamenti che sono impostati in quella direzione non possono essere accolti dalla Giunta perché snaturerebbero un piano di programmazione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento 4).
Il Consiglio non approva.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Manica e Suino: Asse 2. Misura 2.1.
alla pagina 6 dell'allegato 1, dopo le parole "La misura del maggior beneficio sarà stabilita nei programmi annuali", aggiungere il capoverso "almeno il 30% della dotazione deve contribuire a sostenere i progetti condivisi da più enti ed associazioni che abbiano ricaduta su tutto il territorio regionale per un tetto massimo di 100.000 euro per iniziativa".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Assessore Racchelli, le devo confessare che anche se la L.R. n. 93/95 non è stata al primo posto fra le mie letture; penso di conoscerla abbastanza bene, non certo come l'Assessore che si occupa della materia, ma - come ha detto anche lei in un intervento di questa mattina "abbiamo fatto esperienza dal vecchio piano triennale".
Vede, Assessore, nel vecchio piano triennale, quello precedente, ci trovavamo di fronte alla stessa situazione del piano pluriennale e dei piani annuali - mi corregga se quanto sto dicendo non è corretto. Eppure nel piano pluriennale le cifre e le percentuali erano indicate molto chiaramente e, da quanto mi risulta, il lavoro dell'Assessorato non si è fermato, non ci sono stati ritardi o problemi che abbiano creato danni al mondo sportivo piemontese.
Il precedente piano regionale è stato un momento importante per tutto lo sport piemontese.
Mi ha fatto piacere sentire quanto ha detto l'Assessore, specialmente sul "mai-mai-mai": le ripetizioni sono ormai di moda e io ho preso nota con piacere, a futura memoria...
Il mio Segretario regionale mi dà un contributo con il ricordo di una vecchia canzone che diceva: "Mai, mai, mai più", ma fra noi c'è una differenza generazionale e devo confessare che, pur essendo abbastanza ferrato in materia musicale, non la ricordo.
Scusate la parentesi, sono anche fuori linea: rientro subito nell'argomento, perché essere fuori linea in Consiglio non è grave, ma essere fuori linea con il Segretario del mio Partito mi preoccupa maggiormente.
Tornando al problema, Assessore, al massimo mi potrà contestare di restare indietro, di avere una concezione superata, ma abbiamo riproposto per certi versi, un piano triennale nel quale abbiamo ripetuto quanto questa Regione e il suo Assessorato, lei stesso, avete utilizzato.
Conoscendo abbastanza bene - sottolineo abbastanza - la differenza fra un piano pluriennale e un piano annuale, non abbiamo fatto altro che ripresentare quanto esisteva prima; non pensiamo che indicare delle cifre o delle percentuali crei dei problemi.
L'emendamento presentato - mi auguro che su questo ci sia la condivisione dell'Assessore e della maggioranza - auspica che il 30% - ma sulla percentuale possiamo ragionare, non si tratta di un numero immodificabile - della dotazione possa essere destinato a progetti condivisi da più enti e che abbiano una valenza, un'importanza e una ricaduta su tutto il territorio regionale.
Noi poniamo un limite anche alla cifra, ma ciò che più ci interessa è che la percentuale si rivolga a situazioni che vedano più soggetti, più enti, collaborare tra loro con interventi che riguardino non solo un Comune, per importante che sia (fosse anche il capoluogo della regione), o una Provincia (per importante che possa essere, compresa la Provincia di Torino), ma tutto il territorio regionale.
Ci auguriamo, pertanto, che il nostro emendamento possa incontrare il voto favorevole non solo dell'opposizione, ma anche della maggioranza e dell'Assessore Racchelli.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 5).
Il Consiglio non approva.
Sub5) Subemendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: Asse 2. Misura 2.1.
alla pagina 6 dell'allegato 1, dopo le parole "La misura... per iniziativa", sostituire "almeno il 30%" con "almeno il 35%".
Dichiaro inammissibile tale emendamento perché presentato fuori termine.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Manica e Suino: Asse 2. Misura 2.2. Modalità di attuazione.
alla pagina 6 dell'allegato 1, dopo le parole "spesa diretta", sono aggiunte le parole "mediante bandi annuali che prevedano contributi per un tetto massimo di 150.000 euro".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Presidente, non utilizzerò i cinque minuti a disposizione perché voglio mantenere fede a quanto ho detto precedentemente, non essendoci alcun intento dilatorio né ostruzionistico in quest'aula, almeno per quanto riguarda il Gruppo DS. Chiedo l'aiuto del Segretario, ma ritengo di poter affermare che mai abbiamo utilizzato la pratica ostruzionistica su provvedimenti...



(Commenti in aula)



PLACIDO Roberto

Non c'è alcuna intenzione, da parte nostra, di svolgere un'attività ostruzionistica, meno che mai su questo provvedimento, perché relativamente all'emendamento di 150 mila euro, pari a circa 300.000.000 di lire, voglio ripetere brevemente le motivazioni.
Assessore, devo confessare - anche se mi rendo conto che la questione è reciproca - che lei non mi ha convinto: ecco perché ripresentiamo l'emendamento, risottolineando l'aspetto delle cifre (in questo caso non delle percentuali). Non vedo qual è il problema; mi auguro che nella risposta a questa mia illustrazione dell'emendamento possa essere più convincente - sono pronto ad ammetterlo senza problemi - sul fatto che sia un problema indicare una cifra o, in altri 0casi, una percentuale. E le cifre - questo potrà verificarlo con i suoi funzionari e consulenti, ma lo dico nel senso migliore - non sono cifre buttate lì a caso, ma sono il frutto dell'esperienza di tutti questi anni di applicazione del piano precedente, se non anche della situazione complessiva in cui opera il suo Assessorato. Quindi, non sono cifre casuali, ma, a seconda dell'argomento sono cifre che entrano nel merito, perché a voler mettere i numeri si fa in fretta e si può impiegare anche molto più tempo. Ecco perché da parte nostra facciamo fatica a capire questa non condivisione, questa non volontà di non accogliere i nostri emendamenti.
Mi auguro, Assessore - e termino l'illustrazione di questo emendamento che possa fornire qualche elemento in più che ci porti a cambiare idea sugli emendamenti che abbiamo presentato.
Al momento, al di là del voto che è il risultato dei numeri che ci sono in questo Consiglio, lei non ci ha convinto sull'inutilità dei nostri emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Ho assistito anch'io un po' stupito alla posizione irragionevole dell'Assessore nei confronti di emendamenti che, per quanto mi riguarda, avrebbero riportato la proposta di deliberazione nell'ambito della correttezza amministrativa.
Signor Presidente del Consiglio, io penso che questa proposta di deliberazione sia illegittima e non approvabile, perché la programmazione si sostanzia di scelte capaci di intervenire, di agire e di destinare fondi, altrimenti è una finta programmazione, è un viatico per l'Assessore per fare quello che crede.
Con tanta pazienza, il collega Placido ha tentato di convincere l'Assessore che per fare un programma ci vogliono, oltre alle idee, delle risorse, e ha chiesto all'Assessore, per cortesia, di inserire all'interno del programma delle scelte di percentuali di finanziamento così come noi mettiamo nelle leggi. L'Assessore si è rifiutato, rispondendo non a tono e assumendo un atteggiamento di autosufficienza.
Con questo mio intervento voglio iniziare una battaglia per convincere l'Assessore a cambiare idea e per segnalare al Presidente del Consiglio che penso che una deliberazione di programmazione senza gli obiettivi della programmazione non sia una deliberazione di programmazione, ma qualcos'altro.
Prima ho presentato un subemendamento all'emendamento Placido, che il Presidente del Consiglio non ha messo in discussione. Insieme ad altri colleghi, presenteremo altri subemendamenti all'emendamento Placido, nella speranza che non si ripeta lo svarione di non annunciare per tempo un subemendamento che è arrivato tardi.



PRESIDENTE

No, collega Chiezzi, non è assolutamente uno svarione.



CHIEZZI Giuseppe

Allora me la prenderò con il mio socio, che l'ha consegnato in ritardo cercheremo di non portare più in ritardo i subemendamenti all'emendamento Placido.
Per intanto annuncio, come dichiarazione di voto, il sostegno pieno all'emendamento Placido e il tentativo, magari attraverso subemendamenti così chiamati erroneamente - di convincere l'Assessore a tornare un po' sul suo irrigidimento, secondo me insensato.
Caro Assessore Racchelli, la programmazione è fatta di scelte; se non ci sono le scelte, non è programmazione: sono dichiarazioni generiche.
Questo settore ha bisogno, viceversa, di un programma pluriennale vero, che contenga le scelte, le percentuali, le cifre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo per dichiarazione di voto.



MARENGO Pier Luigi

Volevo ribattere a quanto ha detto il collega Chiezzi in merito ad inammissibilità e invotabilità. Sono aggettivi forse impropri, perché non trovano alcun fondamento in un dato normativo che renda questo illegittimo invotabile, ecc.; comunque, l'uso degli aggettivi è un qualcosa che fa parte del dibattito d'aula, per cui andiamo avanti con gli aggettivi.
Per quanto riguarda la "minacciata resistenza" attraverso subemendamenti annunciati all'approvazione di un piano che il mondo dello sport ha approvato con unanime consenso, vorrei precisare che, un conto, è un piano annuale, che deve riportare percentuali e indicazioni di somma altro conto, è un piano pluriennale, che non può riportarli.
Chi conosce lo sport, collega Chiezzi, sa che lo sport ha delle cadenze, ha dei metodi, ha dei sistemi di autogoverno e di attività che non sono compatibili con una rigidità di disposizioni finanziarie su un piano che ha quattro anni; tra l'altro, è da escludersi che ne abbia di più visto che l'ultimo piano era del 1997 e a tutt'oggi mi sembra che si stia lavorando sul piano del 1997.
Come si fa a ricondurre quattro-cinque anni di sport ad una rigidità di piano programmatico pluriennale? Qui viene fatta una confusione enorme da parte dei proponenti degli emendamenti tra quello che è un piano annuale e un piano pluriennale. Il mondo dello sport ha bisogno di piani annuali precisi, ma ha bisogno di scenari aperti sul piano pluriennale. Chi conosce lo sport sa che non si può ricondurre annualità così distanti ad una rigidità di indicazione decisa quattro anni prima. Questo è il punto, per cui credo che qualunque attività che verrà posta in essere - come dichiarazione di voto, ovviamente dichiaro il mio voto contrario rispetto all'emendamento - e chiunque agisca su questo piano, agisce contro un mondo dello sport che, riunito in assise, l'ha approvato con unanime consenso, al di fuori di schieramenti politici, ma come precisi esponenti del mondo dello sport.
Erano presenti tutte le associazioni, tutte le società sportive, tutte le realtà sportive: nessuno ha sollevato critiche - lo ripeto - e quindi rallentare il percorso di approvazione votando contro significa rallentare una volontà che non è della Giunta, ma del mondo dello sport.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per dichiarazione di voto.



MORICONI Enrico

L'intervento del Consigliere Marengo in fondo non tacita i dubbi e le osservazioni che erano state fatte in precedenza, in quanto il concetto che credo noi cerchiamo di proporre è quello che, quando si parla di pianificazione, sarebbe opportuno che la pianificazione prevedesse una serie di tappe, in una visione programmatica; in fondo, la programmazione è la manifestazione politica di che cosa si intende fare.
Il Consigliere Marengo, dicendo che il mondo dello sport era unanime a questo piano, dice un'ovvietà, in quanto, come noi sosteniamo, questo non è un piano, ma è la possibilità di delegare all'Assessore la facoltà di assumere le scelte che riterrà opportune nel corso del tempo. Allora, è chiaro che da parte dei fruitori qualsiasi intervento venga effettuato esso ha una ricaduta positiva e viene giudicato positivamente. Quello che le opposizioni chiedono è appunto un dibattito più aperto, per arrivare ad una vera e propria opera di programmazione che non sia la semplice delega all'Assessore di poter gestire le risorse esattamente a suo piacimento. In questo senso, il mio voto sarà a favore dell'emendamento proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Assessore, i toni della discussione mi hanno fatto venire in mente altri Assessorati che rappresentano delle autentiche zone franche, dove le leggi sono leggi di principi e dove la definizione delle entità e soprattutto dei finanziamenti delle azioni o degli eventi sono atto del tutto delegato ai Dirigenti e quindi, in mancanza di criteri validati assolutamente discrezionali.
Non vorrei aver inteso male, Consigliere Placido, ma il tentativo è quello di porre dei limiti, anche perché, Assessore, leggendo bene questo asse ed ipotizzando una disponibilità finanziaria di 2 miliardi e guardando il soggetto, cioè l'oggetto al quale si riferisce un certo tipo di provvedimento, che sono i grandi eventi sportivi, lei capisce che il non porre dei limiti potrebbe assorbire totalmente tutte le risorse disponibili. Allora, il motivo del contendere lo si può dirimere sapendo che le scelte che opera l'Amministrazione sono quelle di valorizzare effettivamente tutte quelle azioni che possono consentire di essere espressione di realtà territoriali diffuse e che non siano focalizzate solo sul grande evento, dando quindi una maggiore possibilità di discernere bene le azioni da finanziare ponendo dei paletti; d'altronde, non può essere diversamente, nel momento in cui la ristrettezza delle risorse economiche impone a soggetti altri l'obbligo di intervento, e per soggetti altri intendo la miriade di soggetti privati che nell'evento possono intervenire in relazione al sostegno dei costi dell'evento mediante, per esempio, gli introiti pubblicitari o altri investimenti di sponsorizzazione di quel tipo.
Quindi, nel condividere la portata di questo emendamento, Presidente il nostro Gruppo annuncia un voto favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 6).
Il Consiglio non approva.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Manica e Suino: Modalità di attuazione.
alla pagina 6, si aggiungano, alla fine del paragrafo sulle "Modalità di attuazione", le parole: "...anche grandi eventi sportivi nazionali e/o internazionali, proposti dagli Enti di promozione sportiva".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Scusi, Presidente, vorrei capire l'emendamento. Dato che la mia copia non la vedo numerata, adesso io ero alla pagina 7, mentre lei ha annunciato la pagina 6, per cui non capisco...



PRESIDENTE

Perché prima della pagina 7 c'è la pagina 6.



CHIEZZI Giuseppe

Ma dato che sono fogli sparsi e non numerati, bisogna solo che io mi orienti.



PRESIDENTE

Leggo nuovamente l'emendamento, così lo può seguire: alla pagina 6, si aggiungano, alla fine del paragrafo sulle "Modalità di attuazione", le parole: "...anche grandi eventi sportivi nazionali e/o internazionali, proposti dagli Enti di promozione sportiva".
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Approfitto dell'illustrazione di questo emendamento per tornare un momento indietro.
L'emendamento si commenta da solo: noi proponiamo che, per quanto riguarda gli stessi Enti di promozione, che svolgono un ruolo fondamentale nella Regione Piemonte, come anche nelle altre Regioni, citati nella relazione introduttiva dell'Assessore Racchelli, venga ufficializzato che gli stessi possano concorrere alla realizzazione di grandi eventi nazionali e/o internazionali. Mi auguro che almeno questo possa essere accolto.
Vorrei utilizzare il restante tempo che ho a disposizione per segnalare un elemento che dimenticato di accennare prima, che ritengo per importante, sempre in riferimento al sostegno dei grandi eventi sportivi in questo mi rivolgo in particolare, oltre che ai colleghi, all'Assessore Racchelli - relativamente all'adesione a Comitati da parte della Regione.
Riteniamo, infatti, che vi siano alcuni aspetti di complessità e di rischio, in quanto, se non erro - chiedo sempre l'ausilio dell'Assessore per fare questo occorrono due atti: una delibera di Giunta regionale e una determina dirigenziale. Difatti, la quota di adesione è, per certi versi molto simile ad una quota azionaria. Naturalmente, questo è in aggiunta all'emendamento, che mi sembra talmente ovvio che mi auguro venga accolto.
E' evidente che l'adesione, essendo assimilabile ad una partecipazione in percentuale, pone l'Ente Regione in condizioni per cui qualora l'evento (più è grande l'evento, più ci possono essere problemi economici) alla fine dovesse realizzare un risultato negativo, una perdita, magari anche notevole, la Regione, in quel caso, verrebbe chiamata a risponderne economicamente, a parte il contributo, anche in percentuale alla perdita seguendo le sfortune del Comitato, con la conseguenza di dover, pro quota pagarne i debiti.
Se mancano le cautele statutarie, e spesso può capitare che manchino tali cautele (per questo motivo invito l'Assessore nello specifico alla riflessione), è molto meglio un contributo.
Ho impiegato qualche secondo ad illustrare l'emendamento, perché mi sembra ovvio che gli Enti di promozione sportiva possano concorrere alle organizzazioni di grandi eventi nazionale e/o internazionali. Ma ho voluto utilizzare il restante tempo che ho a disposizione per illustrare questa parte, in quanto ritengo sia importante evitare che la Regione Piemonte possa essere chiamata a rispondere di perdite, che possano essere anche ingenti, nel momento in cui decide di aderire a Comitati, essendo, in quel caso, conseguentemente costretta a risponderne in solido, a seguire i Comitati nelle proprie fortune, se va bene, ma anche sfortune.
L'emendamento in questione è collegato, ho fatto solo un passo indietro; si collega sempre nel punto 2.2) relativamente al sostegno ai grandi eventi sportivi, che, per certi versi, avevo detto che si era trattato di una dimenticanza nell'emendamento precedente.
Confido nella disponibilità dell'Assessore a voler mettere una pezza una toppa, a far sì che non si verifichi la situazione descritta. Mi auguro che non accada mai, ma può succedere che l'Ente Regione, aderendo a Comitati, sia chiamata a rispondere in solido nel caso in cui gli stessi subiscano un risultato assolutamente sfortunato, economicamente negativo.
Assessore, mi auguro che lei abbia presente ciò che sto dicendo.



RACCHELLI Ettore, Assessore allo sport (fuori microfono)

Più che ascoltare non posso fare!



PLACIDO Roberto

La vedevo distratta.
Colleghi, la gestione del Consiglio non dipende dal Consigliere. C'è un Presidente, la sospensione dipende da lui. Io sono pronto in qualsiasi momento.



PRESIDENTE

Consigliere Placido, la informo che ha esaurito il tempo a sua disposizione.
Volevo ricordarle che a questo emendamento mancano delle parole, nel senso che per renderlo intelligibile è necessario aggiungere quanto meno le parole "anche per i".



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Si inseriscono dove?



PRESIDENTE

C'è scritto. In fondo a "Modalità di attuazione". Però, per essere comprensibile...
CONTU Mario (fuori microfono) No, va dentro la parentesi.



PRESIDENTE

No, fuori dalla parentesi.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vogliamo leggere il testo dell'emendamento?



PRESIDENTE

L'unica soluzione è inserire le parole "anche per i", ammesso che sia ciò che lei intende dire.



PLACIDO Roberto

Siccome mi è sembrato di capire, se non ho inteso male, che lei avesse detto che dopo questo emendamento ci sarebbe stata la sospensione, potremmo presentare questo emendamento con l'aggiunta anche dopo la pausa, oppure votarlo subito. Come preferisce lei.



PRESIDENTE

No, lo votiamo subito. Non c'è problema. Questo emendamento non gliel'ho dichiarato inammissibile, perché ho ritenuto che si trattasse di un mero errore materiale, nel senso che mancavano le parole "anche per i".
E' così?



PLACIDO Roberto

Certo. Noi le aggiungiamo e ripresenteremo...



PRESIDENTE

Gliele ho già aggiunte io, non sussiste alcun problema.



PLACIDO Roberto

La ringrazio.



PRESIDENTE

L'Assessore Racchelli esprime parere favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 7).
Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.50)



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