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Dettaglio seduta n.196 del 19/03/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 10.15)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Indìco l'appello nominale, mediante procedimento elettronico, per la verifica del numero legale.
Constatata la mancanza del numero legale, la seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.16 riprende alle ore 11.00)


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

La seduta riprende.
In merito al punto 9) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute", sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali del 18 19, 21 e 27 dicembre 2001 e del 15 gennaio 2002. Se non vi sono osservazioni, si intendono approvati.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Costa Enrico, Cota, Cotto, Pedrale e Rossi Oreste.


Argomento:

b) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2002


PRESIDENTE

Comunico inoltre che la Giunta regionale, in data 12 marzo 2002, ha trasmesso per comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'art. 24 della L.R. n. 7/01 "Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte", le seguenti deliberazioni: n. 35-5272 dell'11 febbraio 2002 "Iscrizione della somma di 8.000.000 euro provenienti dal fondo per il cofinanziamento del DOCUP per il finanziamento del Piano di sviluppo rurale 2000/2006, riferito al Regolamento CEE n. 1257/99" n. 1-5345 del 25 febbraio 2002 "Prelievo dal fondo di riserva per i fondi reimpostati - Primo prelievo 2002".


Argomento: Stemma - Gonfalone

Proseguimento esame testo unificato della proposta di legge n. 68 e del disegno di legge n. 204: "Disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera e del sigillo della Regione Piemonte. Abrogazione delle LL.RR. 16/1/1984, n. 4; 24/11/1983, n. 83; 17/6/1997, n. 36"


PRESIDENTE

Questa mattina i lavori del Consiglio non prevedono l'esame delle interrogazioni ed interpellanze, come concordato nella riunione dei Capigruppo, per cui possiamo immediatamente partire dal punto 11) all'o.d.g. che prevede il proseguimento dell'esame del testo unificato della proposta di legge n. 68 e del disegno di legge n. 204.
Come ricorderete, il 12 marzo u.s. avevamo sospeso l'esame del testo come aveva richiesto il relatore, Consigliere Dutto. Oggi possiamo partire dall'esame dell'articolato.
ART. 1 Se non vi sono richieste di parola, invito il Consigliere Dutto a fare eventualmente il primo intervento sull'art. 1 e a ricordarci il contenuto della relazione per entrare nell'argomento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

La volta scorsa si era sospeso l'esame del provvedimento perché avevo segnalato la mancanza dell'allegato relativo al disegno del sigillo. Le chiedo, signor Presidente, se ci può fornire tale allegato prima di iniziare la discussione, altrimenti non si capisce niente.



PRESIDENTE

E' in distribuzione, Consigliere Chiezzi. Mi sembra estremamente corretto che ne siate a conoscenza e che siate partecipi alle decisioni sul tipo di sigillo di cui la Regione Piemonte intende dotarsi.
Adesso ritengo necessario entrare nel merito dell'art. 1, per cui do la parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Inizio ringraziando il Consigliere Chiezzi per alcune sue giuste osservazioni che ci hanno portato a una leggera modifica del provvedimento.
Preannuncio che relativamente all'art. 4, riguardante il sigillo, sono stati presentati alcuni emendamenti che vanno proprio nella direzione dei suoi suggerimenti, cioè il sigillo della Regione deve essere unico ed è quello rappresentato nell'allegato che stiamo distribuendo con la scritta "Regione Piemonte" e lo stemma della Regione e basta, senza altre indicazioni. Comunque, preannuncio che ci sono degli emendamenti che vanno a modificare l'articolato in tale direzione.
Per quanto riguarda l'art. 1, direi che c'è poco da commentare, perch è semplicemente l'inizio della legge. La legge disciplina le caratteristiche dello stemma, del gonfalone, della bandiera e del sigillo della Regione Piemonte e detta le modalità per il loro utilizzo.
Lo scopo di questa legge non è quello di innovare tutta una serie di simboli della Regione che già esistevano - non c'è nulla di variato - ma semplicemente quello di raccogliere in un'unica legge il contenuto di diverse leggi preesistenti e anche di Regolamenti a se stanti. Di conseguenza, mentre prima le fonti che regolamentavano questi simboli erano diverse, da domani, con l'entrata in vigore di questa legge, ci sarà un'unica legge semplice e chiara che li regolamenterà.



PRESIDENTE

Vi sono altri interventi nel merito dell'art. 1? Prego, Consigliere Tapparo, prenda pure la parola.



TAPPARO Giancarlo

Mi pare che stiamo affrontando questo tema (suggerito da un progetto di legge di iniziativa dei colleghi della Lega Nord e successivamente da parte della Giunta) quasi come fosse un adempimento burocratico.
Vorrei ricordare che nel 1984, quando si è affrontato il tema delicato e suggestivo del simbolo della Regione, il dibattito fu molto lungo approfondito e, per certi versi, accanito, perché se ne capiva la rilevanza: non solo è un carattere della simbologia, ma è anche un carattere dell'identità.
Si poteva pensare a un passaggio come questo, che non ha solo elementi tecnico-formali, ma in qualche modo pone quello che è il simbolo della Regione e che forse stenta anche un po' ad affermarsi, ad essere capito.
Dicevo ieri all'Assessore Leo come nella società piemontese sia ancora fortemente poco capita l'esistenza di un'entità come la Regione, che ha una divisione dei poteri (esecutivo e legislativo) e due organismi che la interpretano. C'è sempre il rischio che la Regione venga pensata come un grande Comune, con quella dimensione.
Ecco che allora dietro al lavoro che si era fatto nel 1984, voglio solo dire - non so se tutti i colleghi lo sanno - come era stato difficile trovare un punto di mediazione tra simbologie che non evocassero un passato, che alcune parti politiche non sempre potevano considerare glorioso, e si trovò nello stendardo una mediazione rapporto; così anche nella bandiera, con la banda arancione blu e rosso che ha un significato repubblicano, si trova nella bandiera della Repubblica di Alba e con il simbolo che evocava ed evoca la simbologia di Casa Savoia.
Fu un lavoro sofferto e forte, perché anche nella nostra sensibilità si poteva pensare ad una rottura con i vecchi schemi per arrivare ad un riferimento specifico (il lavoro, le montagne) come hanno fatto altre Regioni, ad esempio, la Lombardia.
Dunque si arrivò a questa soluzione in modo molto sofferto. Ora affrontiamo questo tema con un passaggio quasi burocratico di misure e di rapporti. A me sembra, Presidente del Consiglio, che si sminuisca un po' il significato e il valore che vogliamo lanciare alle generazioni future con questo tipo di simbologia, e vogliamo anche dare una caratura al ruolo della Regione e del Consiglio regionale. Quindi, mi sono trovato davanti ad un provvedimento - poi essendo solo nel Gruppo non posso affrontare tutti i fronti adeguatamente - che non sa, non può o non vuole affermare questo tipo di contenuto e di valenza.
Approverò certamente e cercherò di proporre alcune modifiche, però sono molto scettico se sia giusto procedere in questo modo su un aspetto che solo apparentemente, è marginale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Dell'intervento del collega Tapparo penso si debba tenere conto sicuramente di un aspetto, se l'ho inteso bene. Stiamo trattando di questioni che non sono di pura facciata, ma sono questioni importanti.
Nel momento in cui si decide di avere un'identità assegnata a bandiere drappi, sigilli e quant'altro, vale la pena affrontare la discussione per quello che è, cioè serissima, perché è il modo molto sintetico nel quale la Regione proietta se stessa attraverso alcune immagini impresse su oggetti.
Chiedo scusa ai colleghi per non avere segnalato nella scorsa riunione quanto sto per dire. Chiedo scusa perché non vorrei che quanto sto per dire segnasse un momento di ritardo nei lavori.
Valutiamo l'opportunità che, tra gli elementi identificativi senza bisogno di parole della Regione Piemonte, vi sia anche una fascia che i rappresentanti della Giunta o del Consiglio possono indossare quando, in veste ufficiale, presenziano a delle manifestazioni.
Dico questo perché, avendo avuto modo, per conto del Consiglio regionale, di presenziare ad alcune manifestazioni, trovavo un certo inciampo in questo fatto: i rappresentanti dei Comuni, i rappresentanti delle Province indossano una fascia che li rende riconoscibili agli occhi dei presenti come i rappresentanti ufficiali del loro Ente. Per noi non è così. Questo genera il fatto che coloro che assistono alla manifestazione non identificano immediatamente se la Regione Piemonte ha mandato un Consigliere o un Assessore a rappresentarla. Possono vedere il gonfalone però poi possono ignorare il fatto che, oltre al gonfalone, ci sia un Consigliere ufficialmente presente. Questo obbliga il Consigliere di turno ad una sorta di autopromozione presso le autorità presenti, che eventualmente non lo conoscono. A me è successo di andare in località in cui ero un illustre sconosciuto e ho dovuto farmi avanti dicendo: "Piacere sono Pino Chiezzi e sono mandato ufficialmente dal Consiglio regionale".
Potrei evitare queste parti se mi dessero qualcosa da indossare.
Inoltre, ritengo che l'aspetto dell'ufficialità debba valere sia per la Giunta, sia per il Consiglio, perché in certe manifestazioni è presente solo il Consiglio regionale.
Probabilmente, questo problema dovrebbe essere il merito di un emendamento da inserire all'art. 1, perché, aggiungendo una fascia, si esige che anche su questa vi sia un minuto di riflessione: come è fatta cosa è scritto sopra, quante bande ha, quali colori scegliere, se ripropone la bandiera o il gonfalone.
Quindi, ritornando alle giuste osservazioni del Consigliere Tapparo credo che in una settimana potremmo fare questo lavoro.
Volevo però segnalare l'opportunità che la Regione Piemonte, quando manda un Consigliere a rappresentarla, deve essere identificabile subito nel senso che c'è la Regione, quindi c'è un Consigliere ivi mandato in forma ufficiale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Condivido l'intervento del Consigliere Chiezzi. Il nostro Gruppo consiliare lo aveva già proposto circa un anno fa, attraverso uno dei suoi Vicepresidenti, il collega Bussola, che era uscito anche sui giornali con una proposta simile.
Allora si svolse, per chi ricorda, un dibattito sul fatto se doveva essere una fascia o una coccarda; comunque, mi pare che ci fosse, già allora, una convergenza molto ampia sul fatto che il rappresentante della Regione, nelle cerimonie ufficiali, indipendentemente se di Giunta o di Consiglio, debba avere un segno di riconoscimento ben individuato che ne dia e ne rafforzi l'ufficialità. D'altronde, l'uso delle fasce risale all'epoca degli ufficiali, quando fu introdotta la fascia azzurra, la quale non fu istituita per essere abbinata alla divisa, ma semplicemente perch in battaglia l'ufficiale potesse essere riconosciuto. Così fu quando si introdusse la fascia per il Sindaco, ancorché c'è un'ufficialità nel fatto che quando il Sindaco porta la fascia è ufficiale di Stato Civile, quindi deve essere riconosciuto. La preoccupazione principale è quella di riconoscere la persona e di dare atto della presenza dell'Ente che quella persona rappresenta.
La fascia delle Amministrazioni provinciali non è stata introdotta tantissimo tempo fa; non vorrei dire un'inesattezza, ma credo che la fascia della Provincia sia stata introdotta da un decennio circa.
Non si vede quindi la ragione per cui la Regione, in quanto Ente quindi Giunta e Consiglio prima di noi 60 Consiglieri - debba essere in un certo senso "messa nell'angolo" rispetto all'ufficialità di una presenza che deve essere visibilmente percepibile da chi partecipa ad una cerimonia.
Quindi, la proposta avanzata dal Consigliere Chiezzi ci vede certamente favorevoli, anche perché noi lo avevamo proposto, e credo che ci possa essere ragionevolmente una convergenza in tal senso.
Noi possiamo continuare a discutere questa legge nella giornata di oggi, ancorché è vero che la questione della fascia - le do atto - deve essere ripresa nell'art. 1, che è l'oggetto di questo testo unificato.
Quindi, si potrebbe semplicemente formulare un emendamento con il quale nell'oggetto dell'art. 1 si introduce la questione della fascia, in modo molto semplice e oggettivo, e lasciare ad una sorta di art. 7 bis, cioè appena prima delle abrogazioni delle norme, la disciplina delle modalità d'uso della stessa. Perché così come esiste una modalità di esposizione e di uso della bandiera, è chiaro che la fascia, per avere un alto significato di rappresentanza dell'Ente e della nostra assemblea, deve essere usata in modo estremamente chiaro e normato, come avviene peraltro per la fascia dei Comuni o delle Province.
Non sarebbe opportuno che ognuno di noi fosse dotato di una fascia personale da tenere in tasca e da tirare fuori in qualsiasi occasione: sarebbe controproducente per l'immagine e per il ruolo dell'Ente che rappresentiamo.
Voglio fare un'altra considerazione: non siamo gli unici, perché anche il Parlamento nazionale, e particolarmente la Camera prima del Senato, sta pensando ad una fascia da dare ai parlamentari della Repubblica, che, com'è noto, rappresentano il Paese, rappresentano la nazione senza vincolo di mandato. Quindi, noi non siamo proprio fuori binario.
Nell'art. 1, se vi è la convergenza dell'aula, si può recepire la questione della fascia, perché credo che non vi siano situazioni o questioni che devono essere portate avanti da una parte, ancorch trasversale, dei Consiglieri, ma dobbiamo esserne convinti. Quindi ascolteremo cosa pensano in merito il rappresentante dell'Ufficio di Presidenza e il relatore del progetto di legge, oltreché gli altri colleghi, e demanderemo, potendo andare avanti con la discussione dell'articolato della legge, ad una sorta di art. 7 bis, in modo che ci sia il tempo per "studiare" come fare e introdurre delle regole chiare sulle modalità d'uso della fascia e sulle modalità di detenzione di rappresentanza della fascia stessa.


Argomento: Varie

Saluto a studenti e docenti della Scuola statale "Sacro Cuore" di Torino


PRESIDENTE

Ringrazio i docenti e gli studenti della Scuola statale "Sacro Cuore" di Torino che sono venuti a farci visita.


Argomento: Stemma - Gonfalone

Proseguimento esame testo unificato della proposta di legge n. 68 e del disegno di legge n. 204: "Disciplina dello stemma, del gonfalone, della bandiera e del sigillo della Regione Piemonte. Abrogazione delle LL.RR. 16/1/1984, n. 4; 24/11/1983, n. 83; 17/6/1997, n. 36"


PRESIDENTE

Tornando all'esame dell'articolato del testo unificato della proposta di legge n. 68 e del disegno di legge n. 204, ha la parola il Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Concordo con i colleghi che mi hanno preceduto. In effetti, il problema di una fascia - fascia perché si pone in sintonia con i simboli delle altre istituzioni che sono il Comune e la Provincia - esiste. Si tratta di un problema di riconoscibilità e di identità di un'istituzione che costituisce un momento significativo per la cerimonia. Non solo per evitare quel disagio e quella mancanza di eleganza che prima denunciava il collega Chiezzi, ma anche, e soprattutto, per sottolineare un dato rituale.
Nei corpi sociali più avveduti ed evoluti, il rispetto del rito, con crismi di ufficialità, di identità e di eleganza, assume un chiaro significato.
Quindi, convengo con i colleghi e ritengo che si debba dare seguito a tale iniziativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocco

Concordo con il Consigliere Tapparo che la discussione su questo provvedimento non è un semplice atto burocratico.
Credo che la proposta avanzata dal Consigliere Chiezzi debba essere tenuta in seria considerazione. Del resto, in un'iniziativa pubblica, dove i Sindaci, i Presidenti o i rappresentanti delle Province sono riconoscibili da una fascia che rappresenta in quel momento l'istituzione è utile, anche per la nostra Regione, l'identificazione del rappresentante della Regione attraverso un simbolo che in quel caso è rappresentato non soltanto dal gonfalone, ma anche da una fascia.
Quindi, credo che affrontare l'articolato in questa occasione, nella quale stiamo appunto discutendo le modalità e tutto ciò che contraddistingue l'istituzione, la bandiera, il gonfalone e la simbologia della nostra Regione, sia utile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

A nome del Gruppo, dichiaro l'appoggio al provvedimento in esame.
Ritengo che ci debba anche essere, in un momento di trasformazione profonda di quello che è l'assetto istituzionale nel nostro Paese, quel senso di appartenenza all'istituzione regionale, così come tutti noi abbiamo e sentiamo un senso di appartenenza alla nostra Patria, al nostro Stato. Questo viene rappresentato sicuramente, anche dal punto di vista della simbologia, dagli stemmi, dal gonfalone, dalla bandiera.
La proposta del Consigliere Chiezzi mi trova concorde, perché è un aspetto che noi verifichiamo, direi quotidianamente, in qualsiasi manifestazione ufficiale. C'è un senso di disagio quando vediamo rappresentati ufficialmente i vari Comuni e le varie Province e non la Regione.
Quindi, le modifiche all'interno di questo disegno di legge mi trovano ovviamente favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Sarò telegrafico. Ovviamente il discorso fin qui svolto è condiviso per intero dal mio Gruppo. Credo che comunque si possa, con un emendamento introdurre nell'art. 1 questo ulteriore elemento e proseguire con la discussione fino alla determinazione della foggia di questa sciarpa o fascia - chiamiamola come ci pare - che potrebbe essere effettuata in un secondo momento.
Pregherei il Consigliere Chiezzi di esporre subito tutte le idee per evitare lo stillicidio di una legge che, avendo ampio consenso, credo possa essere varata non facendo perdere troppo tempo a questa assemblea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Anch'io questa volta mi trovo perfettamente d'accordo con la proposta del Consigliere Chiezzi.
Per riuscire a proseguire nei lavori stiamo preparando un emendamento che introduce nell'art. 1 le parole "della fascia". In questo modo possiamo andare avanti ad esaminare i restanti articoli.
Per quanto riguarda la fascia, propongo di introdurre un nuovo art. 8.
Per cui proporrei di continuare l'esame della legge, chiedendo solo di attendere due minuti per permettermi di stilare l'emendamento.



PRESIDENTE

D'accordo, Consigliere Dutto.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.33 riprende alle ore 11.37)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Durante la breve sospensione, è stato predisposto il seguente emendamento.
1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Cattaneo, Bussola, Dutto Angeleri, Toselli, Riba, Chiezzi, Brigandì, Galasso, Giordano, Caracciolo Muliere e Deorsola: all'art. 1, dopo le parole "stemma, del gonfalone, della bandiera e del sigillo", si introduca la parola "fascia".
Sottolineo che qualora non si utilizzasse la parola "fascia", lo correggeremo immediatamente.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Intervengo per una precisazione.
Sono uno dei firmatari dell'emendamento insieme al Consigliere Chiezzi e a colleghi di quasi tutti i Gruppi consiliari.
Nel caso del Sindaco si parla espressamente di fascia tricolore essendo già noti i colori della fascia del Sindaco, essendo i colori della bandiera nazionale. Noi avevamo formulato l'emendamento nel modo più semplice possibile, perché è chiaro che si chiama fascia e non sciarpa.
L'unico caso di sciarpa è quella militare, cioè quella azzurra degli ufficiali, mentre quella del Comune e della Provincia sia chiama fascia.
Nell'oggetto dell'art. 1 metteremo semplicemente la parola "fascia" perché come viene normata sarà poi definito nell'articolo tecnico passatemi il termine - dove sarà normato anche chi la detiene. Quindi, per una certa sicurezza proponiamo l'emendamento già sapendo che la definizione è quella esatta.



PRESIDENTE

Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Colleghi, è giusto trovare un identificativo. E' un tema annoso anche in Parlamento, infatti è da tempo che si trascina. In questi ultimi tempi mi pare in Senato o alla Camera - non lo so - vi è una proposta di legge.
E' chiaro che i cittadini saranno disorientati nel vedere in una tribuna varie fasce diverse, perché saranno cinque: Comuni, Provincia Regione... tra l'altro, anche tenendo conto che il riferimento del Governo dovrà essere un riferimento diverso da un rappresentante del Parlamento.
Tra l'altro, noi usiamo - Consiglio e Giunta - lo stesso stemma della Regione, cambiando solo la terminologia, il che non è un problema.
Mi chiedo solo se sia giusto e corretta. Si tenga conto che poi magari ci saranno i Presidenti delle Comunità montane che rivendicheranno anche loro il diritto ad una forma di riconoscibilità - ritenere la questione così scontata da essere affrontata rapidamente o se invece non occorra un'attenta meditazione sull'intero provvedimento, assai complesso: dove sta il nostro gonfalone? Dove è tenuto? Qual è la sede principale? E' qui? E' esposto? Lì nel gonfalone con lo stemma, c'è la sintesi politica dell'accordo del patto che si è fatto nel 1984 tra le diverse forze politiche. E' sparito il gonfalone? Forse verrà messo in una sala aurea, in una specie di cappella all'interno del Consiglio regionale? A me non sembra, questa, una materia da esaminare rapidamente.
Era questo il motivo per cui chiedevo una pausa di riflessione: non per perdere tempo, ma per porci dinnanzi ad una problematica molto complessa che ha anche una rilevanza politica e non è una piccola operazione.
Dobbiamo inoltre valutare l'opportunità di avere su un palco varie persone con una pluralità di fasce o se sia il caso di fare uno sforzo in diversa direzione.
Non nego che poi si possa approdare alla fascia, magari con una distinzione tra la fascia del Consiglio regionale e del rappresentante della Giunta - suppongo - perché siamo due entità diverse, mentre il Sindaco ha un'unitarietà di espressione. Torno a dire: mi pare che non riusciamo a venir fuori dallo schema in cui si vede la Regione come un grande Comune (e un po' la interpreta così la società).
Quindi, su questa proposta mi astengo, non per ostilità, ma perch secondo me necessita di una riflessione un po' più profonda.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Ritengo che si possa senz'altro inserire l'emendamento, rimettendo al Regolamento una disciplina più puntuale e rigorosa.
Il voto è dunque è favorevole.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Naturalmente il voto è a favore dell'emendamento.
Volevo solo ribadire quanto detto prima. Il Consigliere Tapparo ha ragione a preoccuparsi, ma in questo momento noi andiamo semplicemente ad aggiungere la parola "fascia" nell'art. 1, relativo all'oggetto della legge.
Prima di introdurre l'art. 7 o l'art. 8, che riguarderà sia come sarà fatta materialmente la fascia, sia come questa verrà utilizzata, abbiamo tutto il tempo di pensarci, perché in ogni caso non lo facciamo oggi.
Ritengo però opportuno proseguire nell'esame della legge, anche perch se eventualmente emergessero altri punti da approfondire, la prossima volta che la esamineremo, la concluderemo; altrimenti, continuiamo di volta in volta a rimandarla.
Propongo dunque di proseguire nella votazione dell'art. 1, che comunque va bene, a prescindere da come sarà fatta e da come verrà utilizzata la fascia (introduciamo solo il concetto che questa fascia esiste), e degli articoli sino all'art. 7 compreso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Anche noi, alla fine, voteremo a favore di questo emendamento, ma con tutte le preoccupazioni del collega Tapparo, nel senso che decidere l'esistenza di una fascia è un primo passo, però è davvero soltanto il primo passo rispetto ad una norma che potrà aprire, invece, un'ampia discussione.
Ricordo, per esempio, di aver partecipato a manifestazioni alla presenza di parlamentari europei; ciascun parlamentare europeo è dotato di fascia, indipendentemente dal fatto di essere delegato dal Parlamento dalla Commissione o da chicchessia.
Concordo con il collega Cattaneo rispetto al fatto che il Parlamento italiano sta ragionando su una fascia: bisogna capire se è una fascia che rappresenta l'istituzione o il deputato in quanto deputato.
Occorre quindi decidere anche tutta la modalità di utilizzo della fascia, al di là del fatto della forma e dei colori, e occorre stabilire adesso quali saranno le forme in cui si svolgerà la discussione.
Diversamente, cosa succederà? Il collega Dutto si incarica di fare lui una proposta di art. 8 bis? Non sarà così facile, per cui, va bene: andiamo avanti, introduciamo l'obiettivo di avere una fascia, sapendo che c'è tutto un percorso importante da fare per decidere che cosa sarà questa fascia e che cosa rappresenterà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Nell'esprimere il voto favorevole all'emendamento da parte del nostro Gruppo, farei una proposta.
Non so se basteranno 8 o 15 giorni, però bisognerà conciliare la necessità dell'urgenza di approvare questa legge, che riguarda in primis il sigillo, la bandiera, il gonfalone e quant'altro, con l'istituzione di un gruppo di lavoro comprendente il presentatore del provvedimento (il Consigliere Dutto), il rappresentante delegato della Giunta, e coinvolgendo anche l'Ufficio di Presidenza e il Consiglio regionale, in modo che arrivi una proposta di art. 8 la più idonea possibile per trovare un accordo dell'aula.
Quindi, se il Presidente dell'assemblea si fa carico anche di questa raccomandazione, gliene sono grato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Credo che la discussione abbia fin qui dimostrato che da parte dei Gruppi c'è la volontà di perfezionare ed eventualmente integrare la proposta di legge presentata dai colleghi Dutto, Brigandì e altri.
Vorrei solo evitare che, presi dalla volontà - che, tra l'altro condivido - di portarci avanti nell'approvazione del provvedimento sospendendolo ad un certo punto per consentire le integrazioni che nascono dall'esigenza di normare l'utilizzo della fascia, alle fine non approvassimo un provvedimento che magari contiene qualche contraddizione.
Questa è una mia preoccupazione.
Ad ogni buon conto, approviamo pure l'art. 1, introducendo il riferimento alla fascia, che è una cosa sulla quale siamo ormai d'accordo tutti, rinviando poi agli articoli successivi, che dovremo prendere in esame in un secondo momento. Una volta che, sospendendo l'esame del provvedimento, avremo trovato l'idea sulla base della quale normare l'utilizzo della fascia ed individuato i soggetti che dovranno in qualche modo indossare la fascia tutte le volte che avranno una funzione di rappresentanza pubblica, direi di procedere così.
Ho solo un problema: che a noi conviene normare l'utilizzo della fascia con articoli, non rinviare tutto ad un regolamento, per una ragione di impostazione. Poiché avete scelto di descrivere l'utilizzo degli altri simboli che stiamo introducendo nella legge, sarebbe sbagliato se noi, per una parte, normiamo con articolo di legge e, per una parte, con regolamento. Se stabiliamo che negli articoli ci infiliamo anche le norme che regolano l'utilizzo del gonfalone, della bandiera o della fascia, mi sembra logico, dal punto di vista della tecnica legislativa, inserire tutto nell'articolato.
Noi dovremmo avere oggi la votazione degli articoli che possiamo votare, per poi sospendere la discussione e il voto finale sul provvedimento, rinviando la votazione sulla parte che riguarda la normazione dell'utilizzo della fascia.
Sulla base di queste considerazioni, dichiaro il voto favorevole del nostro Gruppo.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di intervento, indìco la votazione palese mediante procedimento elettronico, sull'emendamento n. 1.1).
Il Consiglio approva.
Passiamo ora alle dichiarazioni di voto sull'art. 1.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Vorrei portare all'attenzione dei colleghi e del Presidente il fatto che, se noi arriviamo alla determinazione di una bandiera, sarà la bandiera del Piemonte, ma non la bandiera dell'Ente Regione Piemonte.
Quando sono intervenuto in apertura in merito a questo articolo, ho detto che siamo giunti, dopo 16-17 anni, a un passaggio che meriterebbe un'alta e profonda attenzione, non un'operazione di restyling molto rapida.
Introduco delle problematiche che credo siano reali, perché, man mano che passano gli anni - non era così nei primi anni '70, quando fu costituita la Regione - abbiamo la sensibilità e la consapevolezza del lavoro fatto per rendere visibilmente distinti Consiglio e Giunta, per capire che l'Ente Regione Piemonte è una cosa e il Consiglio regionale è l'assemblea elettiva del Piemonte, il massimo consesso, il Parlamento subalpino.
Sopra di noi sta una bandiera, che è la bandiera non dell'Ente Regione Piemonte, ma del Piemonte. O cogliamo questo passaggio per fare una rivisitazione profonda dell'impianto della simbologia della Regione Piemonte o, francamente, è una piccola cosa di misure, una fascia, ecc.
Io non nego il valore della fascia, perché anche questa ha una sua complessità e comunque evidenzia la distinzione tra Consiglio e rappresentanti della Giunta, ma introduco dei problemi che credo siano attuali e reali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Intervengo per esprimere il voto favorevole all'art. 1 e per fare alcune considerazioni dopo l'intervento del collega Tapparo, il quale ha posto all'attenzione dell'assemblea una questione delicata.
Dico subito che alcune considerazioni svolte dal collega Tapparo sono senz'altro condivisibili. Se con lo Statuto fossimo ad uno stato particolarmente avanzato, potremmo anche fare un ragionamento, sospendere un attimo l'esame del provvedimento e aspettare 15 giorni o un mese d'altronde, fino ad oggi non abbiamo avuto questa legge, per cui non succederebbe nulla. Tuttavia, ragionevolmente, colleghi, credo che il tutto avrà ancora un percorso abbastanza lungo.
Quello che il Consigliere Tapparo pone all'evidenza dell'aula, è degno di attenzione e da parte mia vede anche una considerazione positiva, per credo che si potrà eventualmente ritornare su questa legge al momento giusto, ovvero quando il nuovo Statuto avrà ben delimitato o, meglio delineato il ruolo dell'assemblea e il ruolo del governo regionale e quindi anche esattamente che cosa sarà il "nuovo" Consiglio regionale.
Da parte nostra, con l'attenzione all'intervento del Consigliere Tapparo, ci sarà un'ampia disponibilità in quel momento, così come oggi siamo convinti che dobbiamo andare avanti, perché diventerebbe difficile fare un ragionamento molto profondo, che peraltro - gliene do atto - il Consigliere Tapparo ci sollecita con ragione, a ragion veduta, ma in assenza di una possibilità di arrivare, entro pochi mesi, al traguardo dello Statuto, che sarebbe l'unico motivo, a nostro giudizio, per eventualmente sospendere la discussione della legge.
Quindi, un'apertura sul merito, però al momento giusto. Nelle more dell'approvazione dello Statuto, credo che sia giusto e corretto andare avanti con questa legge, anche perché non è una legge intoccabile, come tutte le leggi che il Consiglio regionale emana. Se in quel momento, a nuovo Statuto approvato, ci sarà l'esigenza di ritornare su questa legge e in particolare sull'art. 1, certamente da parte nostra ci sarà un'apertura a tutto campo per affrontare quel percorso legislativo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Riconfermo una mia opinione. Il collega Tapparo, con le sue considerazioni, ha ragione. Il tema è assolutamente fondamentale e sarebbe giusto affrontarlo non in un'aula disattenta, ma attraverso un confronto fra tutti i 60 Consiglieri, che dovrebbe tenere conto delle aggiunte, delle novità, dei problemi, compreso quello della rappresentanza di Giunta e di Consiglio, tutte questioni vere.
Se il collega Tapparo presenta una mozione per sospendere l'esame della legge, io la voto. Se il collega Tapparo non presenta la mozione per sospendere l'esame della legge, cosa posso dire? Di certo bisognerà assumere l'impegno, come Consiglio - anche attraverso una discussione sullo Statuto, che sarà complessa e che tratterà anche questi elementi - appena approvato il nuovo Statuto, di tornare in modo serio a ricalibrare tutto quanto oggi facciamo un po' in fretta e probabilmente, Tapparo, anche in modo un po' estemporaneo.
Quindi, la mia posizione è che se c'è una richiesta di sospensione, vi aderisco; se non c'è una richiesta formale di sospensione, voto questo articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Sto cominciando a pensare che le osservazioni di oggi siano di carattere dilatorio, perché la logica, perfettamente condivisibile, del collega Tapparo, è la logica rigorosamente letterale che prevede la norma.
Noi abbiamo una Repubblica italiana e la bandiera della Repubblica italiana: la prima parola serve a capire di che cosa si tratta (lo Stato) e la seconda serve a definire il territorio. Nell'art. 1 noi non leggiamo "bandiera della Giunta regionale" o "bandiera del Consiglio regionale": nell'art. 1 leggiamo "bandiera della Regione Piemonte", quindi è in perfetta aderenza a quello che ha detto il Consigliere Tapparo.
Per la verità, se lui lo ritiene, io sarei disponibilissimo - se lo ritengono anche gli altri colleghi - ad approvare una nozione più pregnante, quale "bandiera della nazione Piemonte". Se vogliamo farlo, noi siamo a disposizione, anzi, è quello che pensiamo da anni si debba fare altrimenti credo che la terminologia, purtroppo, più aderente alla logica espositiva del Consigliere Tapparo non possa che essere considerata quella esposta nell'art. 1.
Quindi, se non vi sono ulteriori proposte nel senso che ho detto (sostituire alla parola "Regione" quella di "nazione"), non si può fare nient'altro che andare al voto.
Annuncio il voto positivo del mio Gruppo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, ovviamente non devo difendere il collega Tapparo, che sa difendersi da solo, ma non credo che abbia fatto ragionamenti che possono essere in qualche modo considerati dilatori.
Il collega ha posto una questione che ha una sua valenza, però io ritengo che la bandiera debba essere una, la bandiera della Regione Piemonte, e che non si debba immaginare la bandiera del Consiglio, la bandiera della Regione, ecc. Credo che non sarebbe giusto immaginare, a fianco della bandiera della Regione, la bandiera del Consiglio.
Diverso è, invece - ma questo è un problema che affronteremo quando si tratterà di normare la questione della fascia - il problema della distinzione tra esecutivo e Consiglio.
Premetto che non mi appassionano queste discussioni - diversamente da alcuni colleghi - però ho il dovere di farle, nel senso che io vado volentieri alle manifestazioni anche senza fascia: non ho mai avuto questi problemi e non li avrò mai - lo dico molto onestamente - in quanto ritengo che esistano cose molto più importanti che non la fascia, tanto per chiarire la mia opinione.
Tuttavia, poiché la discussione va fatta - e sono rispettoso delle opinioni che qui hanno sostenuto i colleghi Consiglieri della maggioranza e della minoranza - ritengo che se un problema debba essere affrontato questo riguardi la fascia, perché è lì che possiamo distinguere il diverso ruolo che possono svolgere in una certa manifestazione il rappresentante della Giunta o il rappresentante del Consiglio. Questa confusione potrebbe non manifestarsi, non dovrebbe manifestarsi, perché vi possono essere iniziative pubbliche alle quali partecipa l'Assessore ed è bene che ci sia un segno, un tratto distintivo di riconoscimento, e vi possono essere manifestazioni alle quali magari partecipa il rappresentante del Consiglio.
Questa può essere una questione, però oggi francamente direi che non ci conviene discutere di questo: è un problema che affronteremo quando esamineremo gli articoli aggiuntivi, con i quali ci ripromettiamo di normare l'utilizzo e il carattere della fascia.
Ciò detto, dichiaro il voto favorevole sull'articolo in questione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese mediante procedimento elettronico, sull'art. 1 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 2 2.1) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 2, comma 3, cancellare le parole "e comunque".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
2.2) Emendamento presentato dal Consigliere Dutto: all'art. 2, comma 3, dopo le parole "Regione Piemonte", aggiungere le parole "Consiglio regionale del Piemonte".
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. L'emendamento ha origine dall'uso regolare dello stemma, ad esempio, su tutta la carta intestata. Abbiamo lo stemma della Regione Piemonte, che ovviamente è unico, ma vedo su tutta la nostra carta intestata che è normalmente accompagnato dalle parole "Consiglio regionale del Piemonte". Pertanto, mentre il testo prevedeva unicamente la scritta "Regione Piemonte", aggiungerei le parole "Consiglio regionale del Piemonte", in modo da raccogliere in questa legge quello che abbiamo sempre fatto finora. Non cambia assolutamente nulla, perché lo stemma è unico, ma può essere accompagnato da due diciture diverse, "Regione Piemonte o Consiglio regionale del Piemonte", come abbiamo su tutta la nostra carta intestata.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.2).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 2 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 4 4.1) Emendamento presentato dal Consigliere Dutto: all'art. 4, comma 1, dopo le parole "il sigillo della Regione" aggiungere "(allegato C)".
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

L'allegato C è appena stato distribuito proprio su richiesta del Consigliere Chiezzi, che aveva tutte le ragioni. Pertanto, l'articolo è solo di coordinamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.1).
Il Consiglio approva.
4.2) Emendamento presentato dal Consigliere Dutto: all'art. 4, comma 1, sono cancellate le parole "con l'indicazione dell'organo regionale cui il sigillo è assegnato"; all'art. 4, il comma 2 è cancellato.
La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

In questo caso, ribadiamo che il sigillo della Regione è unico ed è composto dallo stemma della Regione con la scritta "Regione Piemonte", come risulta dall'allegato. Poi gli organi che utilizzeranno questo sigillo potranno apporgli vicino il proprio timbro con l'indicazione di quale organo si tratta. Ma non ha senso che una Regione abbia tre sigilli diversi con sopra scritti i diversi organi.
Casualmente, ho sotto mano il sigillo del Comune di Cuneo, sul quale c'è scritto solo "Comune di Cuneo". E' una semplificazione, che però va nel senso di eliminare delle elencazioni che potrebbero rivelarsi incomplete perché poi chi utilizzerà il sigillo, apporrà il proprio timbro, ma il sigillo della Regione deve essere unico con lo stemma e con la scritta "Regione Piemonte". Questo anche secondo il consiglio di alcuni esperti di araldica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto.



MELLANO Bruno

Volevo apprezzare quello che credo sia il buon senso del collega Dutto in questa fase specifica. Apprezzo anche gli interventi del collega Tapparo, che ci ha richiamati ad uno slancio in avanti rispetto a quanto si può prefigurare nel prossimo avvenire, quando la Regione Piemonte assumerà anche nel corpo sociale una dimensione autonoma e vera, di modo che il cittadino potrà anche riconoscere una diversità fra il Presidente eletto e il Consiglio eletto, con una vera contrapposizione di controllo dell'organo eletto rispetto all'esecutivo.
Siamo in una fase un po' ibrida - e questa legge, secondo me, lo dimostra - in cui, contrariamente ai Comuni che hanno una tradizione e un accoglimento nel senso comune dei cittadini di una chiara identificazione del ruolo, le Province hanno da anni la fascia, ma nessuna sa che quella è la fascia delle Province.
A volte, neanche in Consiglio regionale sappiamo dov'è il gonfalone della Regione Piemonte. Quindi, siamo in una fase in cui questa legge ha secondo me, l'aspetto positivo di regolare, semplificare e superare tre leggi precedenti per dare una quadratura sulla normativa in merito, senza però dover andare già in questa fase a fare tre simboli o tre fasce diverse. Questa operazione rischierebbe di provocare una complicazione che sarebbe difficile riuscire a far passare nella coscienza dei cittadini.
In questa fase, siamo a regolamentare e a dare un assetto unitario all'impostazione, e quando la Regione Piemonte avrà assunto, con la modifica dello Statuto, il riconoscimento statutario, di competenze e specificità diverse, nette e chiare, dovremo andare a riprendere questa legge e cercare di dare dei loghi.
Ad esempio, come ha richiamato il collega Tapparo, la Camera ha un suo logo, il Senato ha un suo logo, e poi c'è il simbolo generale della Repubblica Italiana. Questo lo potremo e lo dovremo fare in avvenire mentre in questa fase dobbiamo cercare di dare un'immagine unitaria dell'Ente Regione Piemonte.
Dobbiamo cercare di rafforzare l'immagine e il ruolo della Regione Piemonte anche con i simboli, senza limitarci in avvenire di prendere altre decisioni più opportune e contrastanti magari a quelle che votiamo oggi.
Però è importante in questa fase - e apprezzo l'emendamento del Consigliere Dutto - non andare a creare ulteriori complicazioni con varianti sul tema di simboli, stemmi e sigilli, perché non sarebbe facilmente spiegabile ai cittadini, e non sarebbe neanche così facile da divulgare. Per questo sono favorevole all'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.2).
Il Consiglio approva.
4.3) Emendamento presentato dal Consigliere Dutto: all'art. 4, comma 2, dopo le parole "al Consiglio regionale", aggiungere le parole "e al suo Presidente".
Tale emendamento è stato ritirato dal proponente.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 4 come emendato.
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo 4 bis) (che diventa articolo 5) presentato dai Consiglieri Giordano e Caracciolo: dopo il comma 5 di cui all'art. 4 è inserito il seguente: "Il Consiglio regionale può conferire il sigillo della Regione a cittadini residenti nella Regione Piemonte, e alla memoria meritevoli di particolare riconoscimento, con propria mozione motivata presentata da almeno un terzo ed approvata da almeno due terzi dei suoi componenti".
Il Consigliere Giordano chiede che da emendamento diventi articolo pertanto facciamo la discussione sull'articolo.
La parola al Consigliere Giordano per l'illustrazione.



GIORDANO Costantino

L'emendamento chiede di aggiungere un art. 4 bis che recita: "Il Consiglio regionale può conferire il sigillo della Regione a cittadini residenti nella Regione Piemonte meritevoli di particolare riconoscimento con propria mozione motivata presentata da almeno un terzo e approvata da almeno due terzi dei suoi componenti". Sigillo che può essere dato ovviamente, a persone che hanno servito la causa del territorio con amore e con passione.



PRESIDENTE

Il Consigliere Giordano propone che quanto ci ha appena comunicato diventi un articolo aggiuntivo.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Il collega Giordano introduce un tema certamente rilevante. Ovviamente dobbiamo trovare i meccanismi per evitare che si creino i "sigillifici" come hanno fatto alcuni parlamentari che hanno creato i "cavalierifici". In alcune zone del Piemonte, se non sei cavaliere non sei nessuno.
E' in questo provvedimento, Consigliere Giordano, che mi sembra importante la proposta sulla simbologia che dobbiamo inserire.
Se è così, dobbiamo strutturare bene la proposta presentata dal Consigliere Giordano, proprio perché consegnare il sigillo del Piemonte deve diventare un fatto di un certo rilievo che impedisca che avvenga quello che è avvenuto con la "fabbrica" dei cavalieri.
Non possiamo sminuire il valore simbolico del sigillo che, come giustamente il collega Giordano ha detto, è un riconoscimento per gli abitanti del Piemonte meritevoli di particolare distinzione.
Quindi, mi chiedo se sia opportuno inserirlo qui o nell'ambito di un quadro in cui si riconoscano questi sigilli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

La materia delle onorificenze e dei segni distintivi è sempre stata molto difficile da affrontare. Indubbiamente, il ragionamento che il collega Tapparo poneva all'attenzione dell'assemblea, è condivisibile. Non a caso l'attuale Capo dello Stato, rispetto al suo predecessore, ha ridotto, com'è noto, il numero delle onorificenze conferite dalla Repubblica italiana. Ad un certo punto, le onorificenze per i Cavalieri di Gran Croce erano arrivate a 150 all'anno, quando nazioni come la Francia o l'Inghilterra fanno un uso delle onorificenze molto più morigerato per non sminuirne il valore. Quindi, il primo elemento sul quale confrontarci è la quantità. Ciò vale anche per la classe minore, quella dei Cavalieri, che erano 13.500, ma sono stati ridotti, se non sbaglio, a poco più di 9.000.
Quindi, a conforto della considerazione del Consigliere Tapparo, il numero dovrebbe ancora essere ampiamente ridotto. Credo che l'attuale Capo dello Stato vada in tale direzione proprio per ridare valore alle onorificenze che devono essere un segno distintivo e devono essere sempre e comunque meritate. Questo è il punto primo.
Sulla questione del sigillo, sostanzialmente sono d'accordo con il Presidente Giordano sull'introduzione per cittadini particolarmente meritevoli di un riconoscimento regionale, però se c'è una materia che va approfondita - altro che la fascia - è proprio questa.
Quindi, in linea di principio sono favorevole alla proposta del Consigliere Giordano. Nella sostanza, credo che occorra, proprio per conferire qualcosa di degno e di utile ai cittadini che si sono distinti approfondire la questione di come dare loro un segno distintivo che sia veramente tale.
Pertanto, sono d'accordo con il Consigliere Giordano, però bisogna trovare un'occasione di confronto e di approfondimento veramente alta perché guai se il sigillo del Piemonte dovesse diventare come certi premi giornalistici - che non cito per garbo - che proprio in questa regione vengono dati a tutti, per cui se ogni anno non ne bastano quindici, ne vengono assegnati trenta. Un segno distintivo così condiviso e "distribuito" perderebbe il proprio valore.
Faccio un esempio anche interno alla nostra assemblea. Ormai è titolo distintivo per i Consiglieri regionali essere Consigliere regionale, perch questa è un'assemblea di Presidenti. Tra i Presidenti dei Gruppi, il Presidente dell'assemblea, il Presidente della Giunta, il Presidente della Commissione speciale per la revisione dello Statuto e le altre presidenze che non ricordo, mi sembra che in questa assemblea vi siano ben trentuno Presidenti, mentre i Consiglieri, compresi gli Assessori, senza il titolo di Presidente, sono solo ventinove. Quindi, paradossalmente e giustamente è titolo distintivo essere Consiglieri regionali semplici.
Vuole essere una battuta dire che siamo d'accordo con il Consigliere Giordano, ma si tratta di una materia delicata e importante che dobbiamo approfondire e normare - come per la fascia, ma qui molto più, perché lo facciamo sulla pelle delle persone, a volte viventi, a volte alla memoria impiegando tutto il tempo necessario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, capisco le obiezioni del collega Cattaneo. Credo che, come abbiamo fatto per la questione della fascia, potremmo orientarci ad inserire in questo approfondimento la proposta di istituire un sigillo da conferire a determinate persone. Tutto sommato, non è male pensare ad un provvedimento che definisce la simbologia, la bandiera e il gonfalone della nostra Regione. Naturalmente, mi faccio carico dei problemi che pone il collega Tapparo. Se il sigillo ha un senso, non deve diventare qualcosa che alla fine perde di significato.
Propongo al Consigliere Giordano che la maggioranza di Consiglieri richiesta per decidere a chi conferire il sigillo sia superiore a quella indicata nell'emendamento del collega Giordano. Questo, Consigliere Giordano, per una maggiore garanzia.
Adotterei la soluzione che abbiamo adottato per la fascia, cioè inserire la proposta di istituire il sigillo, come risulta formulata dal collega Giordano, salvo modificare il numero dei Consiglieri richiesto per il conferimento, rinviando ad un articolo aggiuntivo il conferimento medesimo. Per esempio, sono dell'opinione che non potremmo conferirne cento all'anno, ma quattro o cinque. Per esempio: quando? In quale occasione? Anche questo andrebbe normato.
La proposta che presento è la seguente: accogliere l'emendamento presentato dal Consigliere Giordano, che va inserito in questo provvedimento aumentando il numero.
Il Consiglio si riconosce su una-due persone che lo meritano; c'è un voto che diventa solenne anche perché la maggioranza che lo esprime è una maggioranza qualificata.
Inoltre, rinvierei, come è avvenuto per la fascia, ad un articolo aggiuntivo le norme con le quali regoliamo la questione del sigillo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Invito i Consiglieri Giordano e Caracciolo a ritirare l'emendamento per due ordini di motivi. Sinceramente, credo che l'emendamento sia un po' confuso perché si allaccia alla materia del sigillo che, per come è delineata da questa legge, è riferito agli atti ufficiali della Regione Piemonte. Quindi, è un simbolo da conferire all'utilizzo del Presidente della Regione, del Presidente del Consiglio regionale per gli atti ufficiali.
Un conto è avere il gadget, la medaglia da esibire come oggettistica regionale, altro conto, l'onorificenza.
Il mio consiglio è di ritirare l'emendamento che si aggancia al sigillo per riformulare quanto invece traspare dalla volontà di questo emendamento in un art. 9 da introdurre alla fine della legge al fine di delineare l'onorificenza. L'onorificenza è quindi cosa diversa da quella del dare a qualcuno un oggetto più o meno prezioso, ma sicuramente non si collega alla regolamentazione del sigillo che, in questa fase, è il sigillo dell'istituzione.
Inoltre, questo emendamento, dal mio punto di vista, non può essere accolto laddove prevede che il sigillo può essere dato a cittadini residenti nella Regione Piemonte. Faccio un esempio. Non so se Rita Levi Montalcini risieda a Milano o Roma, ma è sicuramente persona degnissima: con questo emendamento non potrebbe essere considerata tra le persone degne di onorificenza della Regione Piemonte.
E poi, Presidente - non so se l'ha letto - c'è un'aggiunta a penna nell'emendamento, che dice "può alla memoria" (così credo di capire).
Quindi, secondo me, l'impostazione dei colleghi Giordano e Caracciolo deve essere - e li invito a farlo - riformulata con un emendamento specifico, un articolo aggiuntivo (il nono), che andremo però a valutare con molta attenzione la prossima seduta.
In alternativa, il voto radicale sarà contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Anche questa proposta ha la sua validità e può rientrare in una riflessione più ampia; quindi, per il momento, può essere ritirata, come chiedevano altri colleghi, per affrontarla con più calma. Quindi, se il collega Giordano o qualcun altro chiede formalmente, con un voto, di sospendere la questione, io sono d'accordo.
Se così non è e se si intende introdurre questo elemento ora suggerirei un'estrema cautela ad evitare "cavalierifici", mosse improvvisate e via dicendo. A tale scopo, penso che sarebbe cosa buona e utile fissare un limite, un tetto altissimo, che deve essere prossimo all'unanimità.
Si vuole introdurre questa onorificenza nella fase di avvio, per cui io ho predisposto un emendamento: i 9/10 devono essere d'accordo, in modo tale che la pressoché totale composizione dell'aula sia favorevole all'onorificenza.
Quindi, nel caso si giungesse ad una votazione su questo emendamento proporrei di sostituire "2/3" con "9/10" (9/10 corrispondono a 54 Consiglieri, che è un numero di tutta cautela e comunque non copre l'intero Consiglio).
Numeri inferiori... I 5/6 sono 50 Consiglieri su 60, e forse non è un numero adeguato, perché con le attuali leggi elettorali oggi una maggioranza è fatta di 40, quindi rimarrebbero solo 10 Consiglieri: lo porterei a 9/10.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola ai colleghi, potremmo ragionare anche in termini di ordine del giorno, se il Capogruppo Giordano acconsente.
Predisporre un ordine del giorno onnicomprensivo ci aiuterebbe, senza introdurre un nuovo articolo.
La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Sono d'accordo con il collega di elevare il numero; volevo per sottolineare che la motivazione non è il numero. La motivazione è un'altra cosa e il numero serve a corredo della motivazione.
Comunque, sono d'accordo con il subemendamento del Consigliere Chiezzi con il quale si chiede di elevare il numero a 9/10.



PRESIDENTE

Lei, Consigliere Giordano, non intende accogliere la proposta di formulare un ordine del giorno in merito, anziché aggiungere un articolo (che peraltro stiamo discutendo)? Se ritiene, può preparare un ordine del giorno che sia - mi auguro condiviso dall'aula e sottoporlo all'attenzione dell'aula, inserendo di fatto quanto lei richiede a livello di nuovo articolo.
La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Faccio mio le osservazioni del Consigliere Bruno Mellano, perché questa è una legge dove si tratta e si discute del simbolo della Regione, della bandiera e così via.
L'onorificenza è un meccanismo diverso. Quindi, quand'anche si trattasse di un'onorificenza data mediante il conferimento fisico di una copia del simbolo, si arriverebbe ad una materia sostanzialmente diversa per la quale, secondo me, è comunque necessaria una diversa trattazione e forse persino la dignità di un'apposita legge.
Per cui, il mio criterio principale, anche se condivido appieno l'eventuale criterio di normare le onorificenze, è di non introdurre tale elemento in questa sede, perché si avrebbe una miscellanea di argomenti non compatibili .
In ogni caso, e questo vale anche in riferimento al subemendamento che ho presentato, credo che parlare di residenti creerebbe dei grossi problemi per, ad esempio, i soggetti nati in Piemonte o coloro che abbiano risieduto dalla nascita fino ai 75 anni in Piemonte e poi se ne sono andati al mare.
La proposta, fermo restando quello che ho detto, è che questa onorificenza possa essere conferita ai nati in Piemonte o a coloro che vi abbiano risieduto per almeno 10 anni.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Brigandì per avere anche illustrato il suo subemendamento.
Sono giunti alla Presidenza due subemendamenti all'art. 4 bis aggiuntivo presentato dai Consiglieri Giordano e Caracciolo.
4.4/A) Subemendamento presentato dal Consigliere Brigandì: dopo la parola "Regione", aggiungere le parole "da oltre 10 anni".
4.4/B) Subemendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: sostituire "2/3" con "9/10".
Credo che sia chiaro che il Consigliere Chiezzi lo abbia già illustrato nei suoi precedenti interventi.
Ha chiesto la parola il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Volevo inserirmi nel dibattito aperto dalle considerazioni del Consigliere Mellano ed anche in relazione all'intervento del Consigliere Chiezzi.
Concordo sul fatto che, da un punto di vista sistematico, è collocato in modo non appropriato, perché stiamo parlando di sigillo all'interno dell'art. 4 con riferimenti concettuali che non hanno nulla a che vedere con l'onorificenza.
Tuttavia, poiché è chiarissimo che l'idea dei proponenti è quella dell'onorificenza, ritengo possa comunque essere contenuta in questa legge e quindi posposta all'art. 9 o comunque un altro articolo che abbia una sua configurazione, e non inserita nel contesto dell'art. 4.
Ho anch'io qualche riserva sul punto "residenza" perché, in effetti, ci possono essere dei piemontesi, com'è stato testé osservato, che possono aver maturato meriti e poi magari, quando possono conseguire l'onorificenza, non sono residenti. Su questo, secondo me, si può emendare ma al riguardo voglio sentire di nuovo i proponenti.
Concordo invece con l'emendamento Chiezzi perché, trattandosi di onorificenza e quindi avendo un valore specifico anche per quello che è il patrimonio di cultura, di moralità e di idealità regionale, ritengo sia importante la sottolineatura di un'approvazione nella misura dei 9/10.
Pertanto, esprimo il voto favorevole, però suggerisco ancora di rimeditare, ovviamente consegnando tutto il merito ai proponenti. Se sfiliamo ora questo emendamento per poi riproporlo come art. 9, mi pare un'idea sicuramente da incoraggiare, per cui un "no" adesso sarebbe punitivo ed esagerato.
Quindi, se rimeditiamo tutto l'emendamento forse è un'opera giovevole sia dal punto di vista sistematico, sia dal punto di vista sostanziale.



PRESIDENTE

Il subemendamento n. 4.4/A) viene ritirato dal Consigliere Brigandì.
E' giunto alla Presidenza in questo momento un altro subemendamento.
4.4/C) Subemendamento presentato dal Consigliere Cattaneo: sostituire le parole "2/3 dei suoi componenti" con le parole "4/5 dei suoi componenti".
La parola al Consigliere Cattaneo per l'illustrazione.



CATTANEO Valerio

Presidente, qui non è questione di 4/5, 2/3, 6/10, 60, 48, 51, 40...
Personalmente, ritengo che i 4/5 possano certamente tutelare il Consiglio regionale, perché di fatto si possono tradurre in unanimità (anche nel caso attuale della maggioranza, avendo la maggioranza 40 Consiglieri su 60, il Consiglio è tutelato).
Rimane il fatto che la questione principale è la motivazione e il numero di sigilli conferiti, perché se la motivazione viene presa sotto gamba e il numero dei sigilli viene di volta in volta ampliato - come ho detto prima nell'intervento di carattere generale sull'articolo indubbiamente viene svilito il ruolo di questa sorta di onorificenza regionale.
Mi scuso in particolare con il collega Galasso, che ha già annunciato il voto favorevole al subemendamento Chiezzi perché non era a conoscenza del fatto che stavo per presentare questo tipo di emendamento.
Credo che 4/5, quindi 48 su 60, sia una tutela più che ampia per il Consiglio regionale, senza nulla togliere alla proposta del Consigliere Chiezzi, che penso abbia fatto dei conti quasi più con l'alchimia che con un processo matematico (d'altronde, è ingegnere: ha una mentalità analitica!).
Ribadisco che per l'attuale Consiglio regionale in quanto istituzione i 4/5 sono di ampia tutela oggi e domani.



PRESIDENTE

Svolgiamo la discussione anche sul subemendamento presentato dal Consigliere Cattaneo, per organicità: ci stiamo adoperando per trovare una soluzione e mi sembra importante interagire.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Non è un problema di calcoli numerici: è un problema politico, anche se poi i numeri devono corrispondere a una scelta politica.
La scelta che propone il mio emendamento è quella, in questa fase di avvio, di spostarci il più possibile verso un consenso quasi unanime del Consiglio regionale. Sottolineo in questa fase.
La proposta dei 4/5 politicamente ha questo significato: 4/5 sono 48 Consiglieri su 60; politicamente, a cosa può portare questa proposta? Al fatto che la maggioranza uscita dalle elezioni (40) può proporre di consegnare il sigillo a una persona sulla quale i 2/3 della minoranza sono contrari.
Mi sembra che, in fase di avvio, proporre la consegna del sigillo a una persona sulla quale i 2/3 della minoranza non concordano sia un'esagerazione, almeno in fase iniziale. E i 2/3 possono essere in disaccordo e sono compressi dal fatto che 48 si ottengono con 40 più 8.
Allora, colleghi, i 9/10 portano il numero necessario per conferire il sigillo, in questa prima fase di avvio del sigillo, a 54 Consiglieri; di questi, 40 sono di maggioranza e 14 di minoranza (sui 20 totali); rimangono 6 Consiglieri eventualmente in opposizione. Mi sembra che in questo modo l'equilibrio che si determina sia serio e prudente, perché nessuno di noi vorrà fare delle forzature, però dobbiamo essere aiutati anche dai numeri per non farne.
Chiederei, di conseguenza, al collega Cattaneo di ragionare in termini politici, considerando una possibile opposizione, che ci può essere su qualsiasi provvedimento, di 6 Consiglieri su 60, quindi del 10%. Allora cominciamo così, dicendo che al 90% bisogna essere d'accordo e il 10% farà la sua opposizione, ma non spingiamoci oltre, colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Innanzitutto, una considerazione iniziale di rincrescimento, nel senso che purtroppo oggi l'eleganza del Presidente Giordano non è corrisposta ad un'eleganza istituzionale.
A fronte di una mia richiesta formale di soprassedere su questo emendamento per prevedere un emendamento in sede finale di questa proposta di legge, con una regola organica di un settore che - continuo a credere è qui inserito, ma in modo un po' posticcio, legato alle argomentazioni del sigillo, ma parlando in effetti invece di onorificenze, credo che sarebbe stato un gesto di eleganza istituzionale almeno rispondere "no".
Invece stiamo discutendo se quest'aula può decidere il conferimento di un'onorificenza e se questo conferimento deve essere soggetto a unanimità del Consiglio o a larghissima maggioranza. Su questo credo che occorra anche tenere un po' d'occhio quello che succede da altre parti e in altre istituzioni.
Credo che le cittadinanze onorarie non siano date con maggioranze bulgare: c'è un dato di considerazione rispetto...



(Commento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



MELLANO Bruno

Collega Chiezzi, però è un po' così. Ed è per questo che - ripeto forse su questo argomento occorreva fare qualche ragionamento un po' più approfondito. Dopodiché mi fermo qui e vedremo come votare i singoli emendamenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

A questo punto, visto che stanno emergendo delle questioni di principio fra i vari Consiglieri, mentre sino a questo momento eravamo riusciti a procedere praticamente all'unanimità, chiederei di spostare la discussione su questo emendamento in coda (come anche per la fascia) e di procedere affrontando gli artt. 5, 6 e 7, che riguardano la bandiera. Dopodich nella prossima seduta cercheremo di risolvere tutte le problematiche relative alla fascia e a questa onorificenza. Il fatto che l'emendamento non diventi l'art. 4 bis, ma l'art. 9, mi sembra che non cambi assolutamente nulla, per cui potremmo fare in questo modo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Sono favorevole ad accogliere la proposta del Consigliere Dutto, ma rimane il fatto che la proposta del Consigliere Giordano, su cui abbiamo ampiamente dibattuto, deve - e può - avere l'attenzione dell'aula, com'è accaduto per altre proposte in altri ambiti.
Avrei una proposta: o accettiamo la proposta del Consigliere Dutto di sospendere i lavori per preparare un articolo apposito (che mi sembra che sia anche la proposta dei colleghi Radicali), oppure andiamo incontro ad una proposta, come enunciazione la più rigida possibile con questo art. 4 bis (adesso dirò come), lasciando la norma nell'articolo apposito e quindi, salvando, di fatto, capra e cavoli.
Per quanto ci riguarda, riteniamo giusta l'indicazione del Consigliere Giordano (conferimento su proposta di almeno un terzo dei Consiglieri).
Sono disposto a ritirare il subemendamento presentato.
Aggiungo, andando incontro alla prudenza dei radicali, del mio Gruppo e, in particolare, del Consigliere, Tapparo, che in un articolo di principio come questo si è indicato che si possono conferire fino al massimo di due sigilli all'anno.
Su questo possiamo approvare la proposta del Consigliere Giordano: un terzo di presentatori, la proposta di 9/10 per la condivisione più ampia del Consiglio, così diamo già un'indicazione nell'articolo di principio secondo cui non vogliamo certamente "sbragare" - passatemi il termine improprio - dando un numero di sigilli a casaccio.
Quindi, contenere già nei principi, se si vota oggi, fino ad un massimo di due, in modo che possiamo assegnarne...



PRESIDENTE

Consigliere Cattaneo, la prego di formalizzare la proposta.



CATTANEO Valerio

Vorrei sapere dai colleghi, siccome vi è stata una proposta formulata anche dal Consigliere Dutto. Se si vuole andare verso questa via, la formalizziamo, ma se non si vuole andare...



PRESIDENTE

Possiamo procedere sull'art. 4 bis, se si concorda sul subemendamento Chiezzi. Se c'è una condivisione nel merito, si può votare il subemendamento Chiezzi. Lei, Consigliere Cattaneo, ritira il subemendamento che aveva presentato e che indicava i 4/5? C'è poi un ulteriore subemendamento dei Consiglieri Brigandì e Dutto. Dopodiché potremo votare l'articolo.



CATTANEO Valerio

Non ritiro il subemendamento perché ne sono convinto, pur in una situazione di disordine - e non voglio mancare di rispetto a nessuno perché sono il primo a fare disordine su questo articolo.
Ciò detto, ritiro il subemendamento a condizione che vi sia la condivisione - il che mi sembra logico - sui 9/10 del Consigliere Chiezzi e sulla proposta del Consigliere Giordano (quindi, la presentazione di almeno un terzo dei Consiglieri assegnati all'assemblea come proposta).
Per quanto riguarda la mia proposta, chiedo che già in questo articolo di principio si indichi fino ad un massimo di due all'anno.
Vorrei, a questo punto, sentire il parere di qualche collega.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Inviterei il Presidente e l'aula a non procedere alla redazione di leggi labirinto. Stiamo attaccando un articolo posticcio all'art. 4 (che non è un articolo di principio, ma è - per definizione - un articolo di disciplina che riguarda le caratteristiche e l'uso del sigillo) per inserire una norma di principio, che disciplineremo con un articolo aggiuntivo al termine della legge? Allora, se il problema dei proponenti è quello di registrare un accordo di massima circa l'introduzione di un'onorificenza all'interno di questa legge, mi pare che i proponenti l'abbiano registrata dalla convergenza pressoché unanime dell'intero Consiglio regionale; si rimandi alla redazione di un articolo apposito, non solo la definizione di principio, ma anche la disciplina di questa onorificenza, e non stiamo a discutere di un subemendamento aggiuntivo ad un articolo di disciplina che fissa un principio che disciplineremo cinque articoli dopo. Mi pare che, anche in termini formali, il fatto di non scrivere delle leggi labirinto sia un nostro dovere e una nostra responsabilità.
Se i proponenti, Consiglieri Caracciolo e Giordano, vogliono rispondermi su questo punto, mi pare che ci sia l'unanimità circa l'introduzione di un'onorificenza regionale. Come disciplinarla non siamo in grado di deciderlo in questo momento. Stabiliamo che questo articolo aggiuntivo vada in coda ad una legge (che peraltro tratta una materia analoga) come ultimo articolo.



PRESIDENTE

Vi sono due indicazioni di massima in merito alle quali il Consigliere Giordano deve dire la sua opinione. Una è la proposta del Consigliere Cattaneo che dice: se vi è condivisione sull'art. 4 bis, se vi è condivisione sul subemendamento Chiezzi dei 9/10, se vi è condivisione di inserire il numero che indichi il massimo delle onorificenze da assegnare possiamo procedere.
Il Consigliere Palma, invece, richiamava altre questioni, alle quale lei, Consigliere Giordano, era attento. Siccome sono appena state enunciate, vorrei sapere che cosa ne pensa il Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Concordo con la posizione del Consigliere Cattaneo e del Consigliere Chiezzi di stabilire chi deve concedere un numero, in modo da non inflazionare, anche se continuo a dire che il conferimento non è dato dal numero, ma dalla motivazione.
Per quanto riguarda i colleghi del Gruppo Radicale, non so in che modo si possa essere eleganti. L'aula è fatta in questo modo, abbiamo espresso questa opinione attraverso questo emendamento, quindi manteniamo questa posizione perché la riteniamo legale e legittima. Quanto al fatto che vi sono persone che risiedono fuori dal territorio, bisogna tenerne conto. Se i colleghi del Gruppo Radicale vogliono apportare modifiche, hanno gli stessi miei strumenti e, quindi, si può andare avanti in mille modi.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Giordano, la scelta era sua in quanto è lei il proponente dell'articolo aggiuntivo 4 bis.
Mentre il Consigliere Cattaneo formalizza il subemendamento, pongo in votazione il subemendamento n. 4.4/B) presentato dal Consigliere Chiezzi che propone di sostituire "2/3" con "9/10".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale subemendamento.
Il Consiglio approva.
Il subemendamento n. 4.4/C) del Consigliere Cattaneo è ritirato dal proponente.
4.5) Subemendamento presentato dai Consiglieri Dutto e Brigandì: sostituire a "residenti nella regione Piemonte", le parole "nati nella regione Piemonte o che vi abbiano risieduto per almeno 10 anni".
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

La limitazione posta dal collega Giordano ci sembra eccessivamente restrittiva, perché richiedere che l'onorificenza venga esclusivamente conferita ai residenti in quel momento in Piemonte può escludere persone che meritavano giustamente questa onorificenza, ma che, magari, risiedono in altra regione o nazione.
Pertanto, il nostro emendamento allarga innanzitutto a chiunque sia nato in Piemonte, anche se oggi risiede in qualsiasi Stato estero. Mi sembra logico, perché potremmo trovarci di fronte a qualche personaggio di alto livello nato in Piemonte, ma che vive negli Stati Uniti d'America o comunque in altro luogo.
Si vuole, altresì, allargare la scelta anche nei confronti di coloro che abbiano risieduto per almeno 10 anni nella Regione, ma che non necessariamente continuino a risiedervi in quel momento. Può darsi che uno abbia risieduto in questa Regione compiendo cose egregie, ma che oggi sia residente altrove.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Siamo contrari anche a questo emendamento, perché il problema è di capire davvero cosa si vuol fare con questa onorificenza.
Se la stessa significa riconoscere un merito ad una persona che, per qualche motivo, per qualche evento, per una carriera o per un episodio, si sia resa particolarmente meritevole di un riconoscimento, tale riconoscimento non deve avere vincoli di residenza, come proponeva, in modo davvero inaccettabile, l'emendamento del collega Giordano, come pure la proposta dei Consiglieri Brigandì e Dutto, perché si verrebbe a limitare quella che può essere la varietà della vita o delle cose che possono succedere.
Magari domani ci sarà uno sportivo, appena arrivato in Piemonte, che vince una gara. Sono tutte alternative che la vita si incarica di proporci e noi inseriamo una tabella con delle regole che poi difficilmente riusciremmo a rispettare nel momento in cui andremo a verificare l'effettiva attuazione di questa legge.
Se diciamo che è prevista un'onorificenza per un cittadino, che ha, in qualche modo, portato lustro o onore alla Regione, si vedrà nel singolo caso se quella persona avrà avuto o meno i natali in Piemonte, se avrà avuto residenze in Piemonte o in Valle d'Aosta, ma legate al momento e alla motivazione. La motivazione potrà essere ampiamente corredata di giustificazioni per l'onorificenza senza dover essere sottoposta a vincoli burocratici.
Visto che l'onorificenza è una cosa eccezionale, lasciamo al Consiglio la valutazione del singolo caso.
Questo è importante, a nostro giudizio, e mi spiace che lo facciamo con questo subemendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento n. 4.5).
Il Consiglio approva.
4.6) Subemendamento presentato dai Consiglieri Cattaneo e Giordano: dopo le parole "può conferire il sigillo della Regione" introdurre le parole "nella misura massima di due all'anno".
La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto.



MELLANO Bruno

Sono contrario all'indicazione "fino ad un massimo di due", perché mi sembra di intravedere una sorta di lottizzazione: maggioranza di centrodestra, minoranza di centrosinistra, più Rifondazione.
Per poter far passare con una percentuale così alta, pari a 9/10 dovrete andare a contrattare a chi dare le onorificenze. Persino a chi dare l'onorificenza: ci sarà uno scambio di concertazione e di trattativa su una cosa che, se è eccezionale, deve essere tale.
Si vede nello specifico dell'iniziativa se sono due le persone che hanno fatto assieme un'iniziativa, tre persone, o una squadra che ha vinto una particolare gara sportiva. Porre un limite di due... L'onorificenza è una; poi si valuti, ogni anno, che cosa deve succedere.
Anche su questo, mi spiace che si arrivi ad un voto frettoloso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo per dichiarazione di voto.



CATTANEO Valerio

Intervengo sulle considerazioni fatte testé dal Consigliere Mellano che non mi vedono d'accordo.
Anch'io ritenevo un po' ampia la questione dei 9/10, ma alla fine 6/5 48, 44 o 52, non credo sia tanto una questione per mettere d'accordo maggioranza ed opposizione, perché se dovessimo essere d'accordo anche sulle onorificenze, e quindi se non ci fosse un'occasione di valutazione alta di questo Consiglio regionale, credo che avremmo presentato un subemendamento "fino ad un massimo di dieci o dodici", perché per accontentare maggioranza e opposizione, se quello fosse lo spirito, quello potrebbe essere il numero minimo, caro collega Mellano.
Si è voluto introdurre "fino ad un massimo di due" e non "due", perch c'è l'anno in cui non vi è la necessità o non vi sono proposte alte che trovano la condivisione del Consiglio: non ce l'ha ordinato il dottore! Pu anche essere che quell'anno non ne assegniamo neanche una.
Se invece vi fosse la necessità di un anno, o una valutazione di cinque, l'eccezionalità è semplicemente quella che avviene, ad esempio, con il conferimento dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana, che viene differito di uno o due anni. Se viene, ad esempio, individuata una persona particolarmente meritevole per la massima onorificenza dell'Ordine al merito della Repubblica Italiana - Cavaliere di Gran Croce, magari anche con il Gran Collare - e per quell'anno non è possibile conferirla perché ci sono onorificenze già in via di conferimento, se si rinvia di uno o due anni non è certamente un disonore né una pratica straordinaria semplicemente avviene così.
Se si è voluto ritirare il provvedimento per fare uno scambio - guai se così fosse, non credo che sia nello spirito del Consigliere Giordano né di nessun altro - come se si dicesse "uno alla maggioranza e uno all'opposizione", sarebbe veramente avvilente.
Se queste sono le condizioni, per quanto mi riguarda non introduciamo il sigillo perché facciamo il male del Piemonte, il male delle stesse persone che eventualmente dovessero essere insignite di tali onorificenze.



PRESIDENTE

Comunico che al subemendamento n. 4.6 hanno aggiunto la firma i Consiglieri Galasso, Chiezzi e Angeleri.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul subemendamento n. 4.6).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4 bis) come modificato, che diventerà art. 5.
Il Consiglio approva.
ART. 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 5 che diventerà art. 6.
Il Consiglio approva ART. 6 6.1) Emendamento presentato dal Consigliere Dutto: all'art. 6, comma 1, dopo le parole "2 e 3", aggiungere la congiunzione "e".
La parola al Consigliere Dutto per l'illustrazione.



DUTTO Claudio

E' un refuso che complica enormemente le regole che riguardano l'esposizione della bandiera. L'esposizione della bandiera nella Regione ha luogo nei casi previsti dai commi 2 e 3 "e", previa intesa fra i Presidenti della Giunta e del Consiglio regionale, in occasione di avvenimenti che rivestano particolare importanza e solennità regionale o locale. Se non si aggiunge "e", sembra che la previa intesa fra i Presidenti della Giunta e del Consiglio regionale sia necessaria anche in tutti quei casi che sono già normati dalla legge. Pertanto, è bene staccare.
In sostanza, abbiamo una serie di casi in cui la bandiera viene esposta, come previsto dall'art. 6 della legge, e altri in cui l'esposizione viene prevista previa intesa fra i Presidenti della Giunta e del Consiglio, ma in occasione di avvenimenti particolari.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 6.1).
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto sull'art. 6.



TAPPARO Giancarlo

Vorrei capire a quale bandiera si fa riferimento. Nel titolo del testo unificato si parla di bandiera della Regione Piemonte, poi nell'art. 5 che mi è sfuggito nella fase di votazione caotica - si parla della bandiera del Piemonte: c'è qualcosa che non funziona. Il relatore ha fatto l'esempio del Consiglio comunale, ma è una realtà completamente diversa.
Cerco faticosamente di spiegarmi. Ho qualche anno di esperienza in più di molti di voi, colleghi, e noto che importanti soggetti esterni hanno una percezione limitata della nostra assemblea, interpretata come una struttura analoga ad un Comune (lo ripeto), quindi la Regione è percepita come un grande Comune, il che sminuisce il ruolo, la peculiarità, legislativo della nostra assemblea.
Infatti, quando i rappresentanti dei Comuni vengono chiamati alle audizioni, spesso dicono: "Siamo già stati dal Presidente Ghigo", perché la visione che ne hanno è come quella di un Sindaco.
Sarei per parlare della bandiera del Piemonte, ma c'è una simbologia dell'Ente Regione Piemonte che è distinta dal Consiglio regionale del Piemonte. La Regione Sicilia ha percepito questa distinzione, infatti l'assemblea ha sede a Palazzo dei Normanni con una sua centralità e un ruolo molto distinto e forte rispetto al governo regionale.
L'esempio del Comune di Cuneo, con il massimo rispetto che ho per tale Comune, è completamente improprio e dimostra una difficoltà, per noi Consiglieri, di percepire la grande differenza tra l'Ente Regione, che ha la rappresentanza in quei signori adesso in altre faccende affaccendati che stanno seduti nei banchi della Giunta, e l'assemblea che noi rappresentiamo, nell'unitarietà degli interessi del Piemonte, come funzione legislativa.
Capisco che di questo non importi niente a nessuno, ma io tento di lasciarlo comunque agli atti.



PRESIDENTE

La stiamo ascoltando, Consigliere.



TAPPARO Giancarlo

Grazie per la sua benevolenza, Presidente.
Voglio solo dire che cerchiamo di recuperare un passaggio rilevante.
Avevo già sottolineato che il gonfalone non viene nemmeno più esposto in aula, e il gonfalone rappresentava il momento di sintesi tra le diverse culture e tendenze che c'erano all'interno di questa assemblea quando, nel 1984, lo si votò. Ma anche questo, a quanto pare, non è un argomento di grande attenzione, se non per pochi.
Quando ho visto la bandiera del Piemonte, mi è piaciuta questa definizione; se si parla di bandiera della Regione Piemonte, è più difficile. Oggi ci sono, anche da parte di persone colte, delle incredibili definizioni: dovendo parlare del Piemonte, si parla della Regione Piemonte non comprendendo che dicendo così, si parla di un Ente, perché la Regione Piemonte è l'Ente che governa, che amministra e che rappresenta un territorio che è il Piemonte.
In questo articolato si parla della bandiera del Piemonte, che mi trova d'accordo, ma è contraddittorio rispetto al titolo.
Per questa ragione, un provvedimento di questo calibro non dobbiamo cercare di farlo passare rapidamente accusando queste considerazioni come perdita di tempo. E anche per rispettare un passaggio che ha richiesto sedute e sedute nel 1984 per arrivare a trovare la simbologia del Piemonte (della Regione Piemonte?) non dobbiamo vanificarlo in un rapporto "Questo è della Lega, l'altro sta bene a Leo, l'altro è un provvedimento che va bene ad AN, l'altro al CCD, l'altro al CDU e bisogna fare in fretta".
Ripeto questo è un provvedimento complesso. Non sono ostile al provvedimento, che va approvato: sono ostile a che venga fatto in questa forma. Quindi, il mio voto è contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Io non penso che, seppure con le minime imprecisioni con cui è formulato, il provvedimento possa dare adito a confusioni: è troppo chiaro comunque ci sono anche gli allegati in cui ci riferiamo ad una bandiera unica, che è la bandiera della Regione Piemonte non intesa come Ente Regione Piemonte, ma intesa come insieme territoriale di tutto il Piemonte e di tutti i suoi cittadini (io direi intesa come nazione).
Secondo me, parlare della bandiera del Piemonte o della bandiera della Regione Piemonte non fa alcuna differenza. Io li considero sinonimi a tutti gli effetti, perciò per me la legge va bene com'è.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 6 che diventerà art. 7.
Il Consiglio approva.
ART. 7 All'art. 7 non vi sono emendamenti.
Come avevamo concordato, per formulare l'articolo aggiuntivo 7 bis prendiamo un po' di tempo e la settimana prossima vedremo di definire il progetto di legge nel suo complesso.
L'art. 7 riguarda le "Modalità di esposizione".
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Chiedo il voto espresso, Presidente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 7 che diventerà art. 8.
Il Consiglio approva.
A questo punto, sospendo l'esame del provvedimento e invito il relatore, collega Dutto, a prendere i necessari contatti con i colleghi Consiglieri per formulare definitivamente l'articolo aggiuntivo.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame disegno di legge n. 181 (ex dise


PRESIDENTE

gno di legge n. 423): "Cessione quota di partecipazione al Centro di eccellenza per il calcolo scientifico e tecnologico"



PRESIDENTE

Chiederei cortesemente all'aula di incardinare il provvedimento di cui al punto 12) all'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 181 solo con la relazione del Consigliere Gallarini prima della pausa per il pranzo.
Prego, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Presidente e colleghi, la I Commissione ha esaminato ed approvato nella seduta del 5 febbraio 2001, il disegno di legge relativo alla cessione della quota di partecipazione al Centro di eccellenza per il calcolo scientifico e tecnologico.
Il testo in oggetto è lo stesso presentato nella scorsa legislatura, in cui si era esaurita la fase referente ai sensi dell'art. 77 del Regolamento interno del Consiglio.
La I Commissione consiliare, pertanto, nella stessa seduta ha licenziato a maggioranza il disegno di legge n° 181, e lo ha rimesso all'aula consiliare per la sua approvazione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallarini.
I lavori del Consiglio riprenderanno oggi pomeriggio alle ore 15.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.25)



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