Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.190 del 05/03/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 10.00 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.49)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bolla, Cantore, Casoni, Cotto, Leo Muliere e Toselli.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale e relativo dibattito in merito alle dimissioni dell'Assessore regionale al bilancio Angelo Burzi presentate in data 1 marzo 2002. Esame collegato ordine del giorno n. 489


PRESIDENTE

Ha la parola il Presidente della Giunta regionale, Ghigo, per alcune comunicazioni.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Colleghi, ho accolto - e l'avrei fatto comunque - l'invito per una breve comunicazione su quello che venerdì scorso l'Assessore Burzi mi ha comunicato: la decisione irrevocabile di dimettersi.
L'Assessore Burzi ha motivato la sua decisione in modo approfondito e chiaro, sia dal punto di vista politico, sia dal punto di vista strettamente personale. Tanto che, a scanso di equivoci, dico subito che ho evitato di respingere le sue dimissioni per il semplice motivo che sarebbe stato un inutile teatrino che poco avrebbe avuto a che vedere con un gesto, sicuramente sofferto, che merita invece il più profondo rispetto.
Devo però osservare - e lo dico con estrema tristezza - che nei giorni seguenti di rispetto ne ho visto poco, ennesimo segnale dell'imbarbarimento di un certo modo di intendere la politica. Ho sentito e letto commenti che mi hanno colpito, ho compreso che qualcuno è evidentemente convinto che la logica "mors tua, vita mea" possa rappresentare una medaglia. E forse lo è, ma, per come intendo le cose personalmente, del disonore.
Non posso fare a meno di osservare che chi si è affrettato a parlare strumentalmente di dimissioni inevitabili o di un Burzi isolato dimenticando di riconoscere almeno il coraggio di chi ha deciso in piena autonomia di dimettersi, è la stessa persona che in piazza ha fatto dichiarazioni che ha poi cercato di ridimensionare in un secondo tempo venendo poi smentito inesorabilmente da una registrazione radiofonica. La stessa persona che tanto velocemente ha tentato di giustificarsi nei corridoi e non in aula, ma altrettanto velocemente si è affrettata a ribadire: "Io non mi dimetto dalla presidenza della Commissione".
Precisiamo: scelta legittima quella di non dimettersi, scelta che va rispettata anche se magari non condivisa.
Il punto, però, è un altro: lo stesso rispetto va riconosciuto a Burzi.
E ricordo a tutti che Burzi ha ragione quando parla di "Società Aperta" e di liste di proscrizione camuffate da un'interrogazione. Utilizzare i nomi di gente che nulla ha a che vedere con inchieste della Magistratura e come unica colpa ha quella di essere iscritta a un'associazione, ritengo che poco abbia a che vedere con la polemica politica.
Allo stesso modo, non posso fare a meno di notare che un'altra parte dell'opposizione ha la tentazione di avviare un dibattito forcaiolo e giustizialista che ha ben poco a che vedere con la capacità di sapersi contrapporre politicamente in quest'aula, basandosi su progetti, idee e iniziative.
Ora, Burzi, che ringrazio per quanto ha fatto in questa Giunta manterrà, come concordato, le deleghe fino alla prossima settimana. Pur garantendo e rassicurando sull'approvazione del bilancio, non do qui scadenze su quando avverrà la nuova nomina perché la mia intenzione è quella di arrivare in tempi rapidi al completamento della Giunta analizzando però con calma la situazione, individuando eventuali problemi e prospettive. Perché - e lo voglio dire in modo chiaro - qui di intoccabile non c'è nessuno. Qui c'è un'ottima squadra in cui tutti i componenti sono utili e preziosi, ma nessuno può considerarsi indispensabile.



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente Ghigo.
Ricordo che, ai sensi dell'art. 49, a seguito delle comunicazioni della Giunta, ciascun Consigliere può chiedere chiarimenti per un tempo di due minuti. Mi rendo conto che in questo caso c'è un'esigenza maggiore, quindi faccio la proposta di dare cinque minuti ad ogni Consigliere regionale.
Ha chiesto la parola il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente.
Colleghi, ritengo che le dimissioni dell'Assessore regionale al bilancio aprano una fase di profonda riflessione sui destini dell'attuale Giunta regionale.
Prima, però, di considerare i possibili scenari futuri, vorrei ricordare al Consigliere Burzi che in democrazia non esistono persecutori e perseguitati politici, ma unicamente un libero confronto tra forze di maggioranza e di opposizione, che nel loro vigile ed attento controllo sugli atti di governo adottati trovano ragione d'essere assolvendo ad un preciso compito istituzionale.
Che cosa avrebbero dovuto fare le forze di opposizione di fronte ad un vicenda quale quella che ha riguardato l'affidamento dei lavori di progettazione e ristrutturazione del Palazzo della Giunta regionale, se non denunciare le pesanti irregolarità riscontrate da una Commissione voluta proprio dal Presidente della Giunta regionale? L'esercizio del potere politico presuppone che esso sia utilizzato nell'esclusivo interesse pubblico. Un uomo politico potrebbe essere guidato nella sua attività anche dall'amore per il potere, ma questa motivazione deve costituire un tutt'uno con il desiderio di veder realizzato un assetto sociale rispondente ai reali bisogni della collettività, la quale è fonte e legittimazione di ogni potere.
Esprimo personale apprezzamento per il tempismo e l'opportunità della decisione assunta dall'Assessore al bilancio, che avrà così modo, a fronte delle varie e molteplici contestazioni che a più riprese gli sono state mosse, di far valere le sue ragioni in tutte le sedi competenti.
Mi dispiace, peraltro, che l'Assessore Burzi, con le proprie dimissioni, venga meno alle sue stesse parole, quando, di recente, e per giustificare la decisione della Giunta regionale di inasprire la pressione fiscale sui cittadini di questa Regione, ebbe a dichiarare che all'ulteriore sacrificio economico richiesto ai piemontesi sarebbe corrisposto l'impegno personale a lavorare con un'efficienza pari a tale sacrificio.
Prendo dunque atto della sua decisione di rassegnare le dimissioni, ma rimarco altresì con forza e a chiare lettere che un'opposizione libera e democratica ha il diritto di svolgere appieno il proprio ruolo istituzionale e nessuno, meno che mai coloro che ricoprono incarichi di governo a qualsiasi titolo, può sentirsi vittima o perseguitato.
Con la loro azione, le forze di opposizione garantiscono la trasparenza dell'azione di governo e dell'attività amministrativa.
Continueremo a vigilare affinché sia assicurato, non soltanto a parole ma anche nei fatti, il buon governo del Piemonte.
Venendo ora a considerare i possibili scenari futuri, è indubbio che le dimissioni dell'Assessore regionale al bilancio evidenzino, e per certi versi acuiscano, lo stato di grave crisi in cui pare dibattersi l'attuale Giunta regionale e la maggioranza che la sostiene.
Le dimissioni dell'Assessore Burzi non rappresentano una vittoria per le forze di opposizione, ma una sconfitta per i cittadini di questa Regione, a cui la Giunta regionale continua a chiedere ulteriori sacrifici sia in termini di inasprimento della pressione fiscale che di riduzione dei servizi offerti.
In tale gesto non c'è niente di cui essere soddisfatti.
E' necessario avviare una profonda riflessione fra tutte le forze politiche presenti in Consiglio regionale, prime fra tutte quelle di maggioranza.
Invito i colleghi della cosiddetta "Casa delle Libertà" a riflettere se, dopo le dimissioni dell'Assessore regionale al bilancio, questa Giunta regionale sarà ancora rappresentativa per tutte le forze di maggioranza e se esse ne condividano appieno le scelte e i programmi futuri, in particolare con riferimento al nuovo Piano socio-sanitario.
Le dimissioni dell'Assessore Burzi rappresentano un fatto di particolare gravità, posto che il medesimo, unitamente al bilancio risultava titolare di altre significative deleghe (quali quelle relative a patrimonio, personale, politiche per l'efficienza, legale, partecipate e controllo di gestione), assolutamente fondamentali ai fini dell'efficacia e della funzionalità del governo regionale e della relativa azione amministrativa.
Aggiungo, Assessore Burzi, che noi siamo qui a fare la nostra parte non è un accanimento contro la sua persona - che ho sempre rispettato per creatività e, per certi versi, precisione operativa - ma questa è la politica.
Noi siamo qui a controllare gli atti. Personalmente, ho segnalato in Procura una raccolta di giornali, non ho fatto il suo nome, ma ritengo che questo sia un atto dovuto. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Penso che le dimissioni dell'Assessore Burzi non siano, dal punto di vista politico, un segnale rassicurante e positivo.
Una parte dell'opposizione considera tali dimissioni un proprio successo; noi non lo consideriamo un nostro successo e non solo perché ci è capitato di condividere alcune delle indicazioni strategiche che l'Assessore Burzi ha dato nell'attività di gestione del proprio Assessorato.
Ricordo le politiche sulla dismissione del patrimonio, sulla gestione attiva del debito e sulla riorganizzazione e semplificazione della giungla delle partecipate; una serie di provvedimenti ancora pendenti in aula.
Le dimissioni dell'Assessore Burzi sono rassicuranti e positive perch rappresentano la cartina di tornasole di un processo di libanizzazione della maggioranza che governa il Piemonte e che trova i propri equilibri unicamente nel non fare o nel rinviare le scelte politiche di fondo attengano esse alla politica fiscale, alla programmazione sanitaria o alla gestione del patrimonio.
Il Presidente Ghigo ha torto marcio quando vuole attribuire alla minoranza e alle polemiche di stampa le dimissioni dell'Assessore Burzi.
L'Assessore Burzi si dimette chiaramente per il venir meno della fiducia della maggioranza e per ragioni che attengono essenzialmente ad equilibri in temi della maggioranza.
Da questo punto di vista, il Presidente Ghigo dovrebbe essere più esplicito e parlare in modo meno obliquo.
Se vuole dire o intende dire che anche l'Assessore D'Ambrosio non è intoccabile, deve dire: "L'Assessore D'Ambrosio non è intoccabile" e non dire, con una clausola di stile francamente incomprensibile, che "tutti sono utili e nessuno è indispensabile".
Più volte ho tentato di riportare all'interno di quest'aula i termini della polemica politica e istituzionale che si leggono sulle pagine dei giornali.
E' chiaro, Presidente, che la sua maggioranza è in crisi; è chiaro che nella sua maggioranza esistono fazioni che si confrontano; è chiaro che nella sua maggioranza il punto di equilibrio da lei rappresentato è sempre più in difficoltà, che - ripeto - tiene in piedi le cose unicamente rinviando le scelte di fondo, riguardino esse gli uomini, le persone, le politiche, la programmazione o le scelte di governo.
Da questo punto di vista, ci attendono scelte importanti e la mia impressione - e lo dico chiaramente - è che non possiamo andare avanti fino al prossimo rinnovo complessivo delle cariche consiliari, magari con una modifica dello Statuto, con l'ampliamento della compagine della Giunta facendo semplicemente niente, ma misurando, da una parte, gli attacchi e le aggressività di una parte dell'opposizione e, dall'altra, lo stallo, il silenzio e l'imbarazzo della maggioranza.
Detto questo, voglio esprimere un'opinione sulla vicenda che riguarda l'Assessore Burzi come Presidente della "Società Aperta" e gli attacchi che ha subìto in tale veste.
Ho pochissime ragioni di solidarietà politica nei confronti dell'Assessore Burzi, avendo votato a favore di uno solo e contro tutti i provvedimenti dell'Assessore stesso.
Non ho ragioni per ritenere che questa scelta possa modificare in senso positivo gli equilibri della maggioranza, ma non condivido - e lo dico pubblicamente, ne feci anche oggetto di comunicazioni alla stampa l'attacco che una parte dell'opposizione gli ha riservato come Presidente della "Società Aperta". Soprattutto, non condivido la logica dei lanci di fango, che ha finito per ripercuotersi anche nei confronti di una parte degli esponenti dell'opposizione, coinvolti in modo del tutto involontario e incolpevole. Questo è diventato il criterio fondamentale della lotta politica in questa Regione e soprattutto della lotta politico giornalistica.
Da questo punto di vista, all'Assessore Burzi va il massimo della solidarietà mia e del mio Gruppo, sapendo bene - e lo ripeto - che non è questa la ragione per la quale l'Assessore Burzi si è dimesso e non è questa la ragione per la quale questa maggioranza è in così grave difficoltà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, credo sia un diritto dell'opposizione capire e conoscere l'operatività della Giunta, la sua configurazione, i tempi con i quali gli assestamenti - che sono legittimi - vengono fatti.
Non si tratta di un'ingerenza dell'opposizione su un'autonomia nello stabilire la compagine di governo, ma si tratta di capire com'è l'operatività.
Oggi noi abbiamo un Piemonte che ogni giorno riceve un colpo: dalla Telecom al Salone dell'Auto, alla SEAT e a molte altre situazioni, e credo che anche lo scenario FIAT non presenti un futuro estremamente rassicurante; non basta mettersi gli elmetti per la TAV, oppure sbandierare le bandiere delle Olimpiadi, perché ci sono problemi che il Piemonte aspetta di vedere risolti e quindi da parte dell'opposizione è legittimo che in questa situazione si possa capire com'è la configurazione della compagine di governo e quali sono le scelte.
Personalmente, credo che il fattore tempo, Presidente Ghigo, non sia da trascurare. Se ho capito bene, nelle sue scarne parole finali, lei lascia a un riferimento di tempo in avanti per riuscire a delineare quella che è la sua squadra. Questa, però, non è una soluzione per la situazione direi quasi di emergenza che vive il Piemonte; non è l'opposizione che gliela chiede, ma è la società, è l'economia, è il processo di sviluppo della nostra comunità che non può aspettare rituali e assestamenti che sono di una liturgia che non verrebbe capita dalla nostra società.
Io non credo che ci sia criminalizzazione nell'azione che sta facendo l'opposizione; del resto, resta così poco all'assemblea nella sua operatività che se vogliamo anche "tosare" il suo potere ispettivo evidentemente vuol dire proprio autolimitarci e metterci da soli una sordina inaccettabile.
E' chiaro che c'è un discrimine nell'azione politica; io non credo al cannibalismo politico, credo che ci sia un discrimine importante.
Personalmente, sarei per fare delle dure battaglie sul merito politico; per esempio, io l'avrei fatta sulla costruzione di questo carrozzone che è l'ANAS regionale e l'ARES, relativamente ai quali si sentono già i primi echi dei balletti per le cariche di sottogoverno; la farei sul buono scuola, per salvaguardare l'identità laica e pubblica della scuola, e la farei duramente sulla sanità, dove presenterei un modello alternativo al vostro, e così via. Anche per quanto riguarda l'industria, chiedo all'Assessore Pichetto, su una serie di punti di crisi, degli interventi più forti, più autorevoli, rispetto ai quali anche il Presidente Ghigo non si può estraniare.
Ho citato una mozione che ho presentato insieme ad altri colleghi sulle materie concorrenti con lo Stato; per esempio, per quanto riguarda l'energia, chiedo al Presidente Ghigo di ricorrere alla Corte Costituzionale per avere questo riconoscimento.
Ad ogni modo, io non credo alla libanizzazione del governo regionale e della maggioranza. C'è una forte dialettica, certamente, e di questo pu anche non interessarmene; a me interessa però - come credo che interessi alla comunità - capire le caratteristiche e la proposta, anche perché se manca l'Assessore Burzi, che ha presentato un progetto di riforma dell'organizzazione del personale o un altro Assessore che ha in ballo o in gioco una progettualità forte che caratterizza il programma di questo governo regionale, voglio capire come posso configurare la mia operatività.
Quindi, la rivendicazione è di capire in tempi ragionevoli com'è l'assetto del governo. Non è una polemica politica, Presidente Ghigo: è il diritto di un'opposizione di poter esprimere la propria azione senza trovarsi dinnanzi a uno scenario indeterminato e oscuro. Voglio fare un'opposizione sul merito dei provvedimenti, e proprio sul merito dei provvedimenti l'oscurità che lei ha alzato con le sue ultime battute non aiuta l'opposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Devo dire, Presidente, che in altre occasioni, pur da sponde opposte il nostro Gruppo aveva cantato fuori dal coro, da posizioni anche originali e apparentemente incomprensibili proprio per le diverse appartenenze politiche. Oggi, invece, devo esprimerle, per certi aspetti, la mia indignazione e l'indignazione del mio Gruppo, ma soprattutto un'accusa precisa: lei, Presidente, non è stato al tema.
Mi spiego meglio. Lei sostanzialmente sostiene questa tesi: l'opposizione è votata alla politica del tanto peggio, tanto meglio, e l'ha così sintetizzata "mors tua, vita mea". Lei offende questa assemblea, ma soprattutto...
Non ho inteso male, e riprendo parte dell'intervento del Consigliere Tapparo, rispetto al quale i problemi e le divisioni interne a Forza Italia o alla Casa delle Libertà niente hanno a che vedere con il rapporto che lei deve intrattenere con questa assemblea elettiva.
Pertanto, estendo il termine all'accusa che lei ha fatto alle opposizioni di essere le responsabili di questa situazione. Lo stesso Assessore Burzi, in occasione della conferenza stampa, ha accusato l'opposizione e il modo con il quale si conduce l'opposizione in quest'aula di essere la vera responsabile della sua scelta. Conferma, Assessore Burzi? Bene.
A questo punto, mi rivolgo a lei, Presidente: è andato fuori tema perché il problema vero è che dietro questa vicenda è in discussione l'autorità, ma, più che l'autorità, il diritto-dovere che compete ad un amministratore pubblico, per quanto concerne gli appalti, di utilizzare e mettere in campo gli strumenti di legge, e in un'assemblea elettiva che non ha più un ruolo -vedi la vicenda del Piano socio-sanitario, vedi le altre vicende, nelle quali tutte le competenze sono arrogate all'esecutivo all'opposizione compete l'unico ruolo di sindacato ispettivo, di controllo di tutti gli atti della maggioranza, di tentare di condizionare, anche sul piano delle scelte politiche, da una parte, i comportamenti e, dall'altra le scelte stesse.
Allora, Assessore Burzi, Presidente, parliamo e stiamo al fatto: si è utilizzata, si dice in diritto, la normale diligenza del buon padre di famiglia nell'amministrazione della cosa pubblica? Se così è, allora discutiamo di questo, e probabilmente da questo punto di vista le dimissioni dell'Assessore Burzi assumono un atto di nobiltà: per certi aspetti, prende atto che - ahimè! - su questo settore, su questa modalità su questa prerogativa data dalla legge, l'azione delle opposizioni ha consentito di mirare il problema.
C'era qualcosa che non andava, ma io voglio andare oltre nei ragionamenti, perché se quello delle dimissioni può essere un atto nobile probabilmente questo gesto le facilita un percorso, tant'é che ho osato in un'ANSA parlare di dimissioni concordate, perché questo, Presidente, le consentirà di risolvere molti problemi all'interno della sua maggioranza.
Da tempo, infatti, si parla di rimpasto; probabilmente, oggi Burzi è all'interno di questa dinamica, è l'agnello sacrificale, ma consapevole perché sostiene, dando dignità al suo gesto, di poter sedere su quei banchi e difendere meglio il suo operato.
E' concordata questa scelta, Assessore Burzi, ma dietro c'è la consapevolezza che non tutto è stato lineare. In questo, do atto all'Assessore Burzi di aver fatto una scelta coerente.
Di fronte alle denunce dell'opposizione, se riteneva veramente che il suo operato fosse lineare, quello è il posto che lei doveva mantenere perché questo le avrebbe consentito di dimostrare con i fatti e con il suo operato che molte cose che sono successe non hanno relazione.
Certo, lei ci accusa di aver fatto una campagna calunniosa. Ma se noi nell'esaminare gli atti, scopriamo che all'interno dell'"Associazione per il buon governo", che recepisce 320 milioni, troviamo fra i soci Luigi Odasso, è compito dell'opposizione segnalare questo fatto. Se all'interno di "Società Aperta" si trovano nomi eccellenti che sono riconducibili ad un'area politica, attraverso i quali si può leggere o intravedere un intreccio perverso tra affari e politica, allora il dovere dell'opposizione è segnalarlo all'opinione pubblica e fare la sua battaglia politica affinché sia fatta chiarezza.
Oggi, mi dispiace - ribadisco la mia delusione - non si è stati al tema: parliamo dell'operato dell'Assessore e si è evitato il tema centrale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Signor Presidente della Giunta, non è la prima volta che quest'aula assiste a situazioni di questo genere. Nella precedente legislatura, in diverse occasioni, lei ha perduto alcuni "pezzi", e si è comportato in un modo che tutti quanti avevamo stigmatizzato: noi dell'opposizione, ma soprattutto quelli della maggioranza.
Quando uno dei suoi Assessori cadeva in disgrazia, che si chiamasse Viglietta o Angeleri, lo scaricava bellamente, quasi della serie: "Chi ti conosce!".
La nuova versione di Ghigo, grande statista, perché è diventato Presidente dei Presidenti delle Regioni, è nuova e ha uno stile diverso. La questione è cambiare la realtà, presentarla in modo diverso.
Allora, ecco che il Presidente Ghigo diventa "maestro" nel cambiare la realtà. L'opposizione chiede un Consiglio regionale per conoscere la situazione del disavanzo. C'è un disavanzo per il 2000 - anno in cui avete vinto le elezioni, e le avete vinte proprio perché avete causato un disavanzo spaventoso, una voragine di 1.200 miliardi - e cosa fa il Presidente Ghigo? Si presenta con effetti speciali, dicendo: "Siamo riusciti a diminuire il disavanzo senza modificare la situazione dei servizi", che è un'offesa nei confronti di tutti i malati che si sono visti sbattere la porta in faccia di fronte all'inefficienza da voi causata quando cercavano un minimo di sostegno dalla sanità piemontese.
Dopodiché succede la vicenda Odasso. Il Presidente Ghigo è chiamato pesantemente in causa perché ha ricevuto, in omaggio, da un suo dipendente un orologio che vale quanto uno stipendio mensile di quel dipendente. Cosa fa il Presidente Ghigo? Viene qui per chiedere scusa ai piemontesi per aver nominato e difeso in moltissime occasioni, come ha fatto in quest'aula quel Direttore d'Azienda? No. Il Presidente Ghigo viene qui e dice: "Io non accetto lezioni di morale da nessuno". Bravo, molto bravo. Cambiamo di nuovo la verità in tavola.
E adesso l'Assessore Burzi, che tutto può essere considerato tranne che un agnello, che smetterebbe di masticare soltanto con una potentissima museruola, viene qui e dice: "Tra la politica e il potere ho scelto la politica". Il Presidente della Giunta regionale deve spiegarci perché, che cos'è che lo ha costretto a scegliere.
Il Presidente della Giunta regionale trova una soluzione minimale, che è quella di invitare l'opposizione ad essere ancora meno presente. Di fatto, ha cercato di imbavagliarci. Ha presentato un Piano sanitario che tendeva ad escludere completamente qualsiasi responsabilità, che pure deve avere l'aula. Ha compiuto un atto indegno - la delibera del 21 dicembre che, di fatto, è un atto di programmazione sanitaria. L'ha fatto in violazione di quello che è lo Statuto di quest'aula e viene qui a dire: "Dovete stare ancora più zitti, perché se perdo questo fior di Assessore" che già una volta aveva licenziato nella passata legislatura - "è per colpa vostra".
Signor Presidente, dica la verità! Si assuma le sue responsabilità.
Questo è il momento dell'etica della responsabilità. Se oggi c'è questa situazione, è perché il suo Assessore è incalzato da una situazione giudiziaria, perché la vicenda di "Società Aperta" ha una densità di Direttori generali così elevata che risulta quantomeno sospetta.
Voglio ricordare a quest'aula che in questi giorni un Giudice di Trento è stato deferito al Ministro Maroni per aver partecipato alla manifestazione del Palavobis. E noi, scoprendo queste incredibili coincidenze, dovremmo stare zitti? E poi ci si accusa di avere un vuoto di idee? Ma noi, rispetto ad un appalto, diciamo la cosa più normale: si seguano le procedure di legge. Rispetto ad un Piano sanitario, rispetto alla programmazione, noi diciamo la cosa più naturale: si rispetti il diritto dei cittadini e delle organizzazioni di essere ascoltate e di implementare un progetto di cambiamento nella sanità.
Ne abbiamo di idee, Presidente Ghigo! Ci dia le opportunità, perché di idee ne abbiamo! Ma soprattutto si assuma le sue responsabilità: dopo l'Assessore Burzi ci rifletta. Invece di mandare via l'Assessore D'Ambrosio, vada a casa lei!


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e agli insegnanti della Scuola elementare "G. Gozzano" di Torino


PRESIDENTE

Nel frattempo, rivolgo un cordiale saluto agli alunni e agli insegnanti della Scuola elementare "G. Gozzano" di Torino, che questa mattina sono venuta a farci visita.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale e relativo dibattito in merito alle dimissioni dell'Assessore regionale al bilancio Angelo Burzi presentate in data 1 marzo 2002. Esame collegato ordine del giorno n. 489 (seguito)


PRESIDENTE

Ha ora la parola il Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Signor Presidente del Consiglio, ritengo che le dimissioni dell'Assessore Burzi abbiano un significato squisitamente politico.
Quindi, bene ha fatto il Presidente della Giunta Ghigo a dare, nella sua breve comunicazione, quel giusto significato che io cercherò, in pochi minuti, di precisare dal mio punto di vista.
Dicevo dimissioni squisitamente politiche: perché? Perché non esiste una Giunta neutra, un precedente neutro. Non esiste un Governo che opera in una "palla di cristallo". Esistono degli Assessori che fanno politica e che hanno, all'interno della coalizione o all'interno di un certo partito delle caratteristiche precise.
Credo che l'accanimento terapeutico, il bombardamento degli ultimi mesi nei confronti del collega Burzi, derivi dal fatto che il medesimo abbia delle idee precise, chiare: è un laico, è uno tosto, è uno che sa fare l'Assessore. Questa è l'idea che mi sono fatto.
Il bombardamento terapeutico degli ultimi due mesi è un film che si è ripetuto negli anni passati nella nostra città, nella nostra Regione, fin dai primi anni '80. Ormai sono quattro lustri che siamo abituati a vedere questo film, in cui ci sono gruppi di partiti, o pezzi di partiti, pezzi di giornali e pezzi di Magistratura. L'unica anomalia in questo nuovo film che poi è un remake - mi pare si chiami così - è l'assenza di un interlocutore: la Magistratura. Cioè i pezzi di partiti, i pezzi di giornalisti, ecc., non hanno trovato corrispondenza nella Magistratura, nel senso che in questa ultima fase, in questi ultimi avvenimenti, credo che la Magistratura abbia tenuto un comportamento esemplare. Però, malgrado questo, anche questa mattina in aula si dice che la minoranza ha fatto il suo dovere, il suo mestiere. Eh no! Mettiamoci d'accordo! Fare il proprio mestiere è quello che dice il Consigliere Tapparo. E' rispondere nel merito alle proposte della maggioranza, combattere in modo anche duro le proposte della maggioranza o alimentare la politica del sospetto verso tizio o verso caio che dà fastidio? Alimentare la politica del sospetto è un film che abbiamo già visto. Ha fatto bene il Presidente Ghigo a dire quello che ha detto, in modo molto chiaro, quando ha parlato di imbarbarimento della politica, ma è un termine che veniva usato dieci-vent'anni fa. L'imbarbarimento della politica non è neanche una novità, Presidente Ghigo. Qualcuno fa fatto la sua fortuna con questo imbarbarimento, cioè più barbara è la politica, più si eredita un pacchetto di voti o qualche milione di voti in più.
Per diversi di anni, purtroppo, questo tipo di politica ha favorito qualche forza politica; però - lo dicevo già tempo fa - non si può essere puri come quelle vergini che sono alla destra e alla sinistra di Allah, che hanno un grande privilegio: fanno l'amore - mi spiace dire queste cose in presenza di bambini delle scuole elementare che sono in visita in Consiglio e rimangono sempre vergini. Non si può rimanere vergini a vita! Mi avvio alla conclusione per dire che il dibattito politico deve essere dibattito politico. Mi ha fatto piacere sentire le parole del Presidente Ghigo, perché era un po' che non lo sentivo così determinato accusandoci di atteggiamento forcaiolo e giustizialista. Non vi è neanche l'interlocuzione della Magistratura, nel senso che non si dimostra più interessata, almeno a Torino. Non c'è questo clima.
Ritengo - e concludo - che sia convenienza di tutte le forze politiche tornare alla vera politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Di Benedetto.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Caro Assessore, le sue dimissioni sono la conferma dell'incapacità di governare - visto il suo nervosismo nelle passate sedute di Consiglio - nel rispetto dei principi e della trasparenza, che non è giustizialismo, ma rispetto della legalità.
Caro Assessore, l'assunzione delle sue responsabilità non è frutto di una campagna denigratoria, diffamatoria e di accanimento persecutorio della stampa o dell'opposizione.
Noi le abbiamo chiesto chiarimenti per sapere se l'ing. Arcidiacono Direttore del Patrimonio, potesse gestire con tanta spregiudicatezza l'affidamento di appalti.
Ci chiedevamo quale motivazione spingesse la Direzione del Patrimonio ad affidare i lavori senza gare di appalto, ad autorizzare estensioni contrattuali sempre alle stesse ditte, a valorizzare sempre le stesse professionalità e gli stessi consulenti, a stipulare contratti di locazione per edifici, poi magari destinati a restare vuoti per lungo tempo, ecc., e per quale motivo lei non controllava.
Questo le abbiamo chiesto. E di questo se ne era accorto anche un cittadino che ci aveva informati in forma anonima.
Stia certo, Assessore, che a noi non appartiene la cultura del sospetto, ma quella della trasparenza, anche perché il Presidente Ghigo ha detto che della trasparenza ne faceva un elemento religioso, un punto fermo.
Quelli che ho elencato sono fatti che un'opposizione seria ha il dovere di denunciare e che denunciamo puntualmente.
Assessore Burzi, come lei ricorderà, lo stesso Presidente Ghigo ha ammesso irregolarità nella procedura dell'appalto e dei lavori della ristrutturazione del secondo piano del palazzo della Regione, e aveva detto sto ancora aspettando, come altri colleghi, delucidazioni in merito - che è un problema del Presidente Berlusconi la vicenda della nomina dell'ing.
Arcidiacono a capo dell'Agenzia delle Olimpiadi.
Quanto alle motivazioni delle sue dimissioni, mi permetto di confessarle che sono stupito. Alcuni colleghi mi hanno ricordato che nella passata legislatura, di fronte a un clima ben più pesante dell'attuale, a inchieste giudiziarie sul Global Service e attacchi politici anche più duri, lei dichiarava, in quelle situazioni, che tutto ciò la divertiva: più attacchi arrivavano al suo Assessorato e verso la sua persona, più si divertiva. Oggi si dimette perché si sente perseguitato.
Assessore, ci dica la verità! Sia trasparente! Si apra, anche in onore di quell'associazione che presiede, denominata "Società Aperta". Si apra e ci dica veramente come stanno le cose. A Napoli si direbbe: "Non si mette scuorna", cioè non si vergogni. Ci dica esattamente quali sono i motivi.
Se le motivazioni delle sue dimissioni sono quelle che abbiamo letto sui giornali - il Presidente Ghigo parla di un'opposizione giustizialista e forcaiola, ecc. - le risponderei come il principe De Curtis: "Ma mi faccia il piacere!". Non sono queste le motivazioni.
Al di là delle motivazioni, archiviate le dimissioni dell'Assessore Burzi, caro Presidente Ghigo, le resta la gestione, che è un problema serio, l'approvazione della legge di bilancio. Altro che ringraziare il suo Assessore per il senso di responsabilità! L'ha lasciata quasi in braghe di tela, proprio alla vigilia del dibattito sul bilancio, su scelte importanti, con il rischio della paralisi della Regione.
Sono in gioco scelte di bilancio che, negli ultimi anni, avete avuto l'abitudine, quasi diventata una consuetudine, di mandare in esercizio provvisorio.
Presidente, non è vero che questa legislatura sarebbe stata all'insegna di decisioni veloci, eque e coraggiose, come aveva con tanta enfasi affermato nel suo discorso di insediamento.
A questo punto - è una battuta, non se la prenda - il suo prezioso orologio indica che è il tempo delle scelte coraggiose! Le faccia! Dimostri di non essere ostaggio dei partiti, ma il Presidente dei piemontesi.
Proceda senza indugio ad un serio rimpasto del suo governo. Apra un confronto serio con le opposizioni, senza accusarli di atteggiamenti forcaioli e giustizialisti sul bilancio e sul piano sanitario. Solo allora constaterà che l'opposizione non è né l'una né l'altra cosa, ma è responsabile e costruttiva.
Al collega Galasso, che ha definito becera questa opposizione, vale la pena ricordare che il ruolo di Presidente della Commissione Statuto dovrebbe suggerirgli di astenersi da tali giudizi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Devo dire che, discostandomi da qualche collega, esprimendo un giudizio politico e non personale, sono soddisfatto della presentazione delle dimissioni dell'Assessore Burzi. Esprimo una soddisfazione politica.
Voglio ripercorrere alcuni passaggi della vicenda, andando all'anno scorso. Noi avevamo chiesto, come opposizione, le dimissioni dell'Assessore Burzi per le problematiche riguardanti il bilancio. Ravvisavamo una serie di comportamenti che, a nostro giudizio, non erano condivisibili e, per questo, avevamo chiesto le dimissioni dell'Assessore Burzi.
La stessa situazione si era creata per quanto riguarda la vicenda degli uffici della Giunta in Piazza Castello.
Sottolineo, Assessore Burzi, che martedì scorso terminai il mio intervento chiedendole le dimissioni, ricordando a lei e ai colleghi che c'è un esposto alla Procura della Repubblica. Ho fiducia nella Magistratura; siamo in uno Stato di diritto. Comunque, vale sempre la regola: "Male non fare, paura non avere".
Io non ho paura perché non ho fatto del male e mi auguro anche lei.
Sulla vicenda riguardante Piazza Castello, dov'erano stati spesi quasi 2 miliardi in sfregio a qualsiasi regola nazionale ed internazionale sugli appalti e sulle gare (non approfondisco l'argomento perché ne abbiamo già parlato ampiamente), presentammo la richiesta di dimissioni dell'Assessore Burzi e chiedemmo il voto segreto.
Il Presidente Ghigo, appellandosi ad un articolo del Regolamento del Consiglio regionale, chiese il voto palese, dimostrando così grande debolezza. Sapevano - e sanno - il Presidente Ghigo e l'Assessore Burzi che non solo l'opposizione, ma anche una parte consistente della maggioranza non condivideva l'azione politica dell'Assessore Burzi e, di fronte ad un voto segreto, non erano certi del risultato che si sarebbe conseguito.
E' un problema, quindi, che non riguarda solo l'opposizione, che svolge la sua funzione - tralascio la parte politica perché sulla sanità sull'assistenza e sulla scuola il nostro ruolo cerchiamo di svolgerlo al meglio - ma qualunque Consigliere che svolge il compito di sindacato ispettivo.
Su quella vicenda non si volle il voto segreto perché il Presidente Ghigo e lei, Assessore Burzi, sapevate benissimo che non c'era solo l'opposizione, ma anche un ampio numeri dei Consiglieri della maggioranza che avrebbero votato, nel segreto dell'urna cabina, in modo difforme.
E' un problema che riguarda non solo l'opposizione, ma anche la maggioranza; riguarda la solidità della sua Giunta, Presidente Ghigo! Veniamo al Consiglio di martedì scorso - 5 miliardi di soldi pubblici dove lei, Assessore Burzi (a parte una piccola pezza giustificativa), non è stato in grado di dare risposte soddisfacenti rispetto all'utilizzo del denaro pubblico. Cinque miliardi di soldi pubblici utilizzati in maniera vogliamo dire, non sufficientemente accorta e attenta.
Non è solo un problema di persecuzione. Non dovete confondere Assessore e Presidente Ghigo, un'azione di opposizione radicale che, per quanto mi riguarda, dovrebbe ulteriormente aumentare dal massimalismo. Il massimalismo non ci appartiene e non ci riguarda: sono due cose distinte.
Sono sorpreso - e concludo - da alcune affermazioni lette sui giornali nei giorni scorsi e sentite questa mattina in aula.
A mio parere, le dimissioni dell'Assessore Burzi sono frutto dell'azione dell'opposizione e della mancanza di sostegno di parte della sua maggioranza.
Non ho toccato altre vicende come hanno fatto i miei colleghi (associazioni, vicenda sanità), ma mi sono semplicemente attenuto, come sempre, a fatti e a documenti ufficiali. Sono proprio questi documenti che mi hanno portato, martedì scorso, a chiederle le dimissioni e, in base a tali documenti, sono fiducioso di assistere a nuovi sviluppi.
vero, Presidente Ghigo, che tutti siamo utili e nessuno è indispensabile, ma questo riguarda tutti noi, riguarda anche lei e altri Assessori di questa maggioranza.
Il nostro compito è quello di chiedere, dove ci sono le condizioni, le dimissioni per arrivare a chiedere le sue dimissioni, Presidente della Giunta regionale!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Devo dire che la relazione del Presidente Ghigo si è dimostrata, come spesso succede, molto debole e insufficiente, non correlata alla gravità della situazione, anche perché le dimissioni dell'Assessore Burzi arrivano in un momento in cui è in corso l'iter di approvazione della legge di bilancio regionale. Quindi, queste dimissioni non possono essere giudicate come una sinecura.
Da parte del Presidente vengono rivolte delle accuse all'opposizione come se questa non avesse progetti, idee o iniziative. Credo che tali accuse vengano rivolte perché siamo a conoscenza che il Presidente Ghigo spesso è poco presente ai lavori dell'aula e spesso è molto distratto durante i lavori dell'aula (come, ad esempio, in questo momento) per cui è difficile che abbia presente le iniziative delle opposizioni.
Vorrei chiedere al Presidente Ghigo e all'Assessore Burzi, sentite le dichiarazioni rilasciate in questi giorni e quelle appena espresse dal Presidente Ghigo, come, secondo loro, dovrebbe comportarsi l'opposizione nella nostra Regione.
Le loro affermazioni, infatti, conseguenti alle vicende che ormai stiamo vivendo da alcuni mesi (a partire dalla vicenda Odasso), sembrano far supporre che la stessa maggioranza vorrebbe indicare i modi e i tempi del comportamento dell'opposizione, ignorando che nella dialettica politica ognuno deve svolgere il proprio ruolo (e quello della minoranza non pu essere certamente dettato dalla maggioranza).
Certo, se fossimo in un'azienda - come forse piacerebbe alla maggioranza e all'imprenditore tuttofare Berlusconi - tutti dovrebbero dire solo "sì", ma per fortuna questo non è ancora stato realizzato. In un'azienda il padrone si crea anche la controparte con cui trattare; in politica - per fortuna! - non è ancora così.
Da quanto si apprende dai quotidiani, l'Assessore Burzi si sarebbe dimesso perché le opposizioni lo hanno perseguitato. Come se non sapesse l'Assessore Burzi, che un personaggio pubblico, potente come lui, è sempre sotto l'attenzione delle opposizioni che, giustamente, rivendicano il ruolo di controllo e di verifica dell'operato di chi governa.
Forse l'Assessore pensava che i lavori per miliardi senza appalto o affitti miliardari per locali inutilizzabili potessero essere poca cosa tale da non suscitare l'interesse delle opposizioni? L'Assessore aveva respinto le richieste di dimissioni quando erano state chieste in riferimento all'affare Global Service (un giro di denaro che raggiungeva la cifra di 66 miliardi delle vecchie lire e 33 milioni di euro circa). Aveva resistito allora con polemica rovente, mentre adesso come un qualsiasi principiante della politica, si arrende e getta la spugna quando l'opposizione chiede conto di altri appalti miliardari affidati senza regole.
Questo non ci convince, Assessore. Noi pensiamo che siano altre le cause e i motivi della sua scelta. Non getti la responsabilità sulle opposizioni che rivendicano solo di aver fatto una battaglia politica più che giustificata! Lei, Assessore, ha avuto problemi con la sua maggioranza la sua parte politica non l'ha più appoggiata lasciandola solo, forse con la speranza di frenare questa perdita di immagine che, indubbiamente, sta vivendo questa Giunta, forse con la speranza di trovare i colpevoli di una situazione che sente sfuggirle di mano.
Le prime richieste di dimissioni sono arrivate proprio dalle forze politiche di maggioranza che dovrebbero appoggiarla. Cerchiamo di non confondere i cittadini con il dire una cosa e poi farne un'altra. Non credo che nessuno si sia mai dimesso, né tanto meno lo farebbe una persona politica avvezza a tante battaglie come l'Assessore, solo per gli attacchi delle minoranze ai quali si è abituati.
Invece, è molto più difficile resistere quando la sfiducia arriva dagli stessi amici e colleghi di partito.
Non so, Assessore, come lei giudichi il comportamento del Presidente Ghigo. Visto dalla nostra parte, il Presidente sembra una persona che, pur di salvarsi, è disposto a sacrificare chi gli sta vicino. Dopo il caso dell'amico Odasso, che viene immediatamente rimosso dalla cerchia degli amici quando si scopre il suo comportamento nei confronti delle tangenti ma non prima, quando non ci si accorgeva che con certi stipendi era difficile regalare orologi milionari - per cercare di arrestare il problema dilagante si accolgono con favore, o forse si incentivano, le dimissioni dell'Assessore più potente e importante della Giunta regionale.
Non accetto le accuse mosse dal Presidente in merito a "opposizioni giustizialiste e forcaiole", non so a quale parte dell'opposizione alludesse sulla mancanza di idee. Voglio rispondere che se il Presidente fosse stato presente in aula e avesse assistito alle battaglie sul buono scuola, sulla sanità, sulle grandi opere e sulla difesa dell'ambiente forse si sarebbe accorto che c'è un'opposizione che ha idee e che propone un'idea di Piemonte diversa.
Certo, i numeri presenti sono quelli che sono e ognuno fa quello che può fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che l'intervento del Presidente Ghigo sia poco credibile.
Presentare le dimissioni come conseguenza dei duri attacchi che l'opposizione ha mosso nei confronti dell'Assessore è una visione poco realista e anche un po' ingenerosa nei confronti dell'Assessore.
Mi rendo conto che i continui rimproveri da parte dell'opposizione non sono piacevoli, ma non credo che siano stati fondamentali per le sue dimissioni. L'Assessore è uomo di mondo, per cui sa cos'è la politica e come funziona.
Credo, invece, che ci sia un aspetto diverso. In realtà, c'è una Giunta regionale in profonda crisi e la questione riguarda direttamente il Presidente che, nel corso del suo intervento, ha detto: "Non ci sono intoccabili". Però la questione riguarda anche lui: non ci sono intoccabili in questo Consiglio regionale.
In questi due anni, la Giunta non è riuscita a produrre nulla. Si è insediata con dei programmi ambiziosi, ma degli elementi centrali di quei programmi non c'è nulla: ha governato al più basso livello, portando avanti cose minime. E' riuscita ogni tanto, e con ritardi, a fare degli assestamenti di bilancio, dei bilanci, ha portare delle delibera in aula ma niente altro. Per il resto, è riuscita a suscitare un'opposizione alle politiche della Giunta, che pur era stata eletta con un certo consenso.
Su quelli che dovevano essere punti importanti delle sue proposte politiche - penso al buono scuola - ha scatenato un'opposizione che si è manifestata in modo forte.
Sulle politiche sanitarie e le scelte che in primo luogo il Presidente Ghigo ha ispirato - ricordo che è stato il Presidente stesso a dirci che si era assunto l'onere di governare la sanità - non parlo di altre vicende, ma parlo di quelle, pur spiacevoli, che hanno coinvolto la sanità, sulle politiche sanitarie, dicevo, abbiamo avuto, nelle scorse settimane l'esempio di quanto siano state impopolari nella regione: tutti hanno risposto "no" alle proposte della Giunta.
Credo che questi fatti, uniti alle note cronache che interessano di più i giornalisti, abbiano portato il Presidente ha cercare una via di uscita e a trovare un capro espiatorio.
In questo caso, credo che sia il Presidente Ghigo il responsabile delle dimissioni dell'Assessore Burzi che, in questo momento, è stato il più comodo dei capri espiatori, forse non l'unico, e che cerca di trovare dei responsabili per salvare se stesso e la Giunta.
Se immaginiamo gli effetti di un rimpasto e cerchiamo di guardare come potrà essere tra quindici giorni il banco della Giunta, ci rendiamo conto di quanto siano sensate le cose che dico adesso.
Credete che un rimpasto del governo migliorerà l'efficienza di questa Giunta? Credo di no. Ci troviamo di fronte ad una crisi ben più grave delle dimissioni dell'Assessore Burzi.
Questa crisi si potrebbe risolvere con la presa di coscienza di questa Giunta, che non ha più feeling con l'elettorato, che ha dimostrato la sua incapacità di governare, ragion per cui dovrebbe essere la Giunta stessa, a partire dal suo Presidente, a dare le dimissioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore Burzi, in questi anni di governo, ha avuto un preciso progetto: governare e, ciò facendo, costruire un proprio sistema di potere in una logica di comportamenti politici che lo ha anche portato a dichiarare ufficialmente un giorno, scherzando, in presenza di certe situazioni, che non ci saremmo più salutati. Questo per segnalare la profonda distanza tra i due metodi di concezione politica.
Secondo me, il gesto compiuto dall'Assessore Burzi deve essere letto all'interno di quel suo progetto di costruzione di un proprio sistema di potere. E' ridicolo pensare che l'Assessore Burzi - "angelo" solo di nome si spaventi perché in un'interpellanza ci sono delle cattiverie: ridicolo non ci crede nessuno! Se il Presidente Ghigo ci crede, il Presidente è un nano politico! La decisione dell'Assessore Burzi apre, secondo me, una fase in cui lo stesso ha deciso che non ci sta più a lavorare - in base a quanto ha in testa l'Assessore di politica - per il Presidente.
Presidente Ghigo, si prenda un periodo di riposo, perché che lei venga in aula a dirci che l'opposizione cattiva ha costretto il povero Assessore Burzi a dimettersi senza neppure informarla, fa il paio con il fatto che lei, da collezionista, non conosca il valore degli orologi! Presidente Ghigo, lei è diventato un problema non solo per il Piemonte ma anche per la sua maggioranza, perché, a fronte di un problema innescato dall'Assessore Burzi di grandissima valenza politica, che si accompagna ad alcuni problemi che lei ha nella maggioranza (il ruolo di Alleanza Nazionale, il ruolo della Lega, i conflitti all'interno di Forza Italia) lei ha avuto l'insensatezza di presentarsi in quest'aula, da un lato sfidando l'opposizione sul piano morale e, dall'altro, sfidando anche la sua maggioranza, dicendo con tono sbrigativo: "Qui nessuno è intoccabile".
Anche lei, alla fine, non dovrebbe essere intoccabile! Presidente Ghigo, pensi ai suoi rapporti con Odasso prima di dare medaglie di disonore ad altri, e quindi non sfidi, su quei temi un'opposizione al livello più basso e incomprensibile: il disonore. Ma se lo tenga il disonore, al polso magari! Dove pensa di andare, lei, con questo atteggiamento politico? La mia impressione è che il capolinea si stia avvicinando, Presidente Ghigo. La mia impressione è che le sue fortune politiche, cresciute in quel clima che ha portato l'Assessore Burzi e il sottoscritto a non salutarsi più, abbiano un po' segnato una propria conclusione. Ritengo, quindi, che la sua rinuncia a proseguire in questo suo lavoro sia una rinuncia che, nei prossimi mesi, lei vedrà ancora con maggior chiarezza di necessità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Presidente e colleghi, devo dire che il tono di questo dibattito rivela che le motivazioni sono di contenuto modesto.
Ho avuto, durante il dibattito, una duplice sensazione: da un lato, un recupero su quel clima di imbarbarimento che il Presidente giustamente denunciava, e, dall'altro, però, subito, quasi a voler rimediare a questo tentativo che noi apprezziamo, una ricaduta di tono.
L'intervento del Presidente, tacitiano, ma incisivo, ci fa cogliere segnali significativi. Ci fa capire che non intende rinviare le scelte di fondo. Ci fa capire che, responsabilmente e seriamente, lo farà in tempi congrui e ragionevoli. Ci fa capire, soprattutto, che intende operare affinché il tutto possa giovare non tanto e non solo alla maggioranza quanto alla comunità piemontese tutta.
Ho anche rilevato che nel suo intervento vi è, forse, un rispetto eccessivo per gli imbarbarimenti, visto che, comunque, cerca di prenderli in considerazione, seppure per negarli.
Ho colto - e questo mi pare il dato più significativo - la volontà di riprenderci tutte le nostre risorse propositive per espellere tutte le tossine di basso profilo. Ho colto che anche laddove vi era uno sforzo di intelligenza e di fantasia negli oppositori, poi vi era subito una caduta di stile, un riproporre temi polemici non certamente raffinati, non certamente adeguati, ma soprattutto non meritevoli di attenzione, perch nessun contributo serio danno, non al dibattito oggi qui, ma al confronto e al dibattito politico in genere.
Quindi, il vero antidoto alla tristezza noi lo dovremmo offrire, e lo offriamo - sono d'accordo con il Presidente - con questa iniziativa vigorosa che andremo a riprendere.
Ho colto, altresì, nell'intervento del Presidente, una sorta di richiamo ad un principio di reciprocità: il principio di reciprocità vige quando ci sono regole condivise.
Noi auspichiamo fermissimamente che le regole trovino un momento di condivisione; tuttavia, cogliamo con amarezza, ma dobbiamo farlo con senso della concretezza, che vi è, comunque, un effetto di devastazione astiosa e biliosa.
Noi faremo bene a non interrompere il dialogo con chi ci sta vicino.
Potremo auspicare la resipiscenza, ma ora torniamo alla politica, alla fantasia, all'amore per le cose da fare: gozzanianamente ci sono rose dubito che non si coglieranno mai.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, sarebbe persino troppo facile far notare al Consiglio le contraddizioni dell'intervento del Presidente Ghigo. Sarebbe persino troppo facile - d'altronde mi pare che tutti l'abbiano notato constatare come anche il tentativo di nascondere le questioni politiche vere sia stato un tentativo maldestro. Ma non voglio soffermarmi in modo puntuale sulle cose dette: mi soffermo sulle cose non dette.
Le questioni non dette sono le questioni politiche che lui non ha affrontato. La vicenda che abbiamo di fronte, le dimissioni dell'Assessore Burzi, non è, come dire, una decisione che nasce in un momento dell'attività politica normale del Consiglio regionale, dell'attività dell'Amministrazione regionale, ma nasce dopo lo scandalo delle Molinette.
Nasce in una situazione che ha evidenziato i problemi enormi della sanità e lei, Presidente, li conosce perfettamente: sa che cosa quelle vicende stanno determinando, anche in termini di consenso, sulla sua maggioranza ed è alla ricerca disperata di qualche tentativo per poter nascondere quei problemi.
Lei è perfettamente a conoscenza del fatto che la comunità piemontese è contraria al suo piano regionale, al modello Piemonte, e che anche gli amministratori del centrodestra hanno espresso parere contrario a quel piano. E sa anche che i suoi elettori sono scontenti di quel piano e di quella proposta.
Lei, Presidente, è un uomo di sondaggi, quindi conosce perfettamente queste questioni, ma anche se non fosse un uomo di sondaggi sarebbe sufficiente leggere i verbali delle consultazioni che si sono tenute per registrare che anche amministratori importanti del centrodestra hanno detto "no" al Piano sanitario. Il problema reale è questo.
Quindi, vi è una difficoltà enorme sulla vicenda delle Molinette, che ha evidenziato una connessione tra l'Amministrazione regionale e i comportamenti di qualche Direttore, in modo particolare sulle Molinette.
Abbiamo già parlato di questa vicenda, per cui non voglio ulteriormente soffermarmi. Le questioni sono queste e la vicenda dell'Assessore Burzi e della "Società Aperta" non è tanto legata al fatto in sé, perché è chiaro che ognuno può presiedere un'associazione, in quanto queste sono libere, ed è un concetto scontato e garantito dalla democrazia. Il fatto importante è che esiste una sorta di coincidenza tra nomi presenti nel mondo della sanità, e che la presenza in questa Società diventava un requisito essenziale per poter assumere dei ruoli importanti. Questo diventa un fatto che crea qualche dubbio di carattere politico.
La mia opinione, Presidente, è che le dimissioni di Burzi non siano legate alla modalità con cui l'opposizione ha svolto il suo ruolo. Lei lo sa perfettamente ed è stato ripetuto da più parti: l'Assessore Burzi ha presentato le dimissioni per altre questioni, perché non credo che si senta perseguitato da qualcuno. Nei prossimi giorni vedremo quali sono le motivazioni vere, ma, in ogni caso, lei, Presidente, continua a non dare risposte ai problemi della sanità. Chiude questo capitolo, e lo chiude in modo un po' folcloristico. Noi ne prendiamo atto e sicuramente nei prossimi giorni discuteremo ancora di questa vicenda.
Questa è una pagina amara, perché il tono del suo intervento è preoccupante. Lei ha avuto un enorme abbassamento di stile. Sarebbe anche persino facile ricordarle le cose dette da uomini della sua maggioranza sarebbe facile ricordare che cosa hanno detto sul Piano sanitario, ad esempio, il collega Angeleri, il collega Enrico Costa o il collega Marengo.
Sarebbe persino facile ricordare che cosa ha detto sugli appalti dell'Assessore Burzi il collega Manolino. Potrei continuare questo elenco così come potrei rilevare molti silenzi, grandi silenzi, anche da parte sua, su alcuni affidamenti di lavori senza procedure.
Questa è la situazione; ne prendiamo atto ed è certo che siamo di fronte ad una crisi politica vera, per la quale le risposte che vengono date sono banali e semplici, perché non affrontano le questioni. Per cui ci troviamo di fronte ad un'Amministrazione regionale in enorme difficoltà, a partire dalla sanità, ma anche in tutti gli altri settori. E lei Presidente, continua, nonostante la sua elezione diretta, a galleggiare su una grande crisi; lei continua a ritenere che questa vicenda sia tutta legata alla sua persona e che sia soltanto un problema d'immagine, e la soluzione che vuole dare è soltanto d'immagine. No, le questioni sono più complesse e si renderà conto che ai problemi veri vanno date soluzioni vere, non soltanto qualche battuta che può valere per un giorno.
Le questioni verranno tutte al pettine, come in questo periodo stanno venendo al pettine tutte le sue grandi operazioni di immagine fatte negli anni passati, a partire dalla sanità: siamo arrivati al momento del dunque.
Questi anni saranno la partita di ritorno, ed uno per uno registreremo come ci sia una grande distanza tra le promesse, i comportamenti e i risultati concreti, che non si sono avuti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, innanzitutto oggi dobbiamo al collega Burzi grande rispetto, perché la sua scelta, dal punto di vista politico, è stata veramente difficile.
Vorrei ricordare che, in questo Paese, l'istituto delle dimissioni viene seguito da pochi, anzi, la parola "dimissioni" non esiste nel vocabolario dei politici. Quindi, per uno che fa politica e, in un momento particolarmente difficile, è anche una scelta di coraggio. Per questo bisogna rispettare tali scelte. Bisogna inoltre rispettarle perch riportano - io mi auguro - in quest'aula la voglia di fare politica, perch quello che ha sottolineato con il suo gesto l'Assessore Burzi è la crisi della politica, che non respiriamo solo in questa assise, ma che oggi viviamo profondamente in questa istituzione. Ed è una crisi che abbiamo avvertito, in particolare, anche negli interventi dell'opposizione.
Vorrei essere estremamente chiaro. Conosco l'Assessore Burzi abbastanza bene, dal 1993; al collega Burzi mi unisce la passione per la politica e poco altro, ma la passione per la politica sicuramente sì.
Penso che qualche intervento dell'opposizione - per fortuna non tutti che ha la presunzione di addebitarsi il fatto che l'Assessore Burzi si sia dimesso grazie a continui interventi forcaioli e giustizialisti dell'opposizione, non sia corretto. Questa presunzione non è corretta. Ho l'impressione che l'Assessore Burzi - è una mia impressione e lui pu giustificare il suo atto nel modo che ritiene più opportuno - abbia voluto rilanciare un modo - che dobbiamo raccogliere - diverso di fare politica.
Mi consentano un'osservazione i colleghi Placido e Saitta.
L'intervento, in particolare del collega Placido, è un intervento del cosiddetto nuovo modello e della cosiddetta "nuova" concezione della politica che si ha oggi. Personalmente, rispetto gli interventi dei colleghi Placido e Saitta, ma non li posso condividere, e non li voglio condividere.
In quest'aula e sui giornali, in questi ultimi mesi, abbiamo visto persone - che con quest'aula e con la politica non c'entrano assolutamente niente - messe alla ribalta delle televisioni e dei giornali ingiustamente senza alcuna motivazione. Le liste di proscrizione sono il metodo per fare politica e per dare un contributo utile alla nostra istituzione e al Piemonte? Io penso proprio di no. Noi, in questo senso, vorremmo continuare a lavorare portando avanti dei disegni di legge che abbiamo voluto nel programma di questa Giunta, proprio a cominciare da domani sul buono scuola e su temi in cui crediamo fermamente, rispetto ai quali solo un'opposizione forcaiola e giustizialista, che si è avvalsa di un Regolamento che non trova paragoni in altre Regioni, ha potuto seguire la via per bloccare qualsiasi attività, anche attività che nel programma della Giunta c'erano e che in qualche modo noi vorremmo portare avanti.
Allora, rispetto a tutto questo - e chiudo, Presidente - penso che questo gesto, sicuramente sofferto, attiri l'attenzione non solo della maggioranza, ma di tutto il Consiglio per riportare un po' più di politica in quest'aula e per fare veramente quello che siamo delegati a fare: gli interessi dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Presidente Ghigo, forse sono i sondaggi in suo possesso, che le danno una ricaduta libera sotto il 25% di gradimento da parte dei cittadini piemontesi, a provocare il nervosismo e l'irritazione che le impedisce di vedere e discutere sulla crisi in corso nella sua Giunta, che è la crisi più grave che conosce questa Giunta nel corso degli ultimi anni, non solo per la personalità dell'Assessore Burzi, ma per il contesto nel quale avviene; una crisi che espone semplicemente il risultato di una Regione senza governo ormai da molto tempo.
L'altro giorno ho letto con forte interesse l'intervista dell'Assessore D'Ambrosio rilasciata a la Repubblica, nella quale, oltre a dare i calci a quelli che sono già per terra come fanno le persone sempre particolarmente coraggiose, diceva che lui con il Direttore Odasso in sette anni non ha preso neanche un caffè.
Pensi lei: l'Assessore alla sanità dichiara che con il Direttore del più importante ospedale del Piemonte in sette anni non ha parlato perch faceva altro. Cioè un Assessore dichiara che lui del governo della sanità non si è occupato: lo dichiara esplicitamente e se ne vanta. Questa è la situazione di governo che oggi voi proponete e che quasi rivendicate.
L'Assessore ha detto anche che stava imparando; adesso finalmente ha imparato e quindi potrà fare qualcosa, per cui sarebbe utile che rimanesse lì. Lo dico per dare il quadro di una situazione che è seria e grave. E' fatta naturalmente da tutte le cose di cui si è discusso e io non vorrei neanche dimenticare che è fatta di un bilancio che arriverà nei prossimi giorni in discussione.
Mi aspettavo che un uomo, che ha un così profondo senso delle istituzioni, compisse prima il suo dovere e portasse a termine un bilancio di cui ha la responsabilità fino in fondo, prima di eventualmente presentare le dimissioni.
Si tratta di un bilancio che rappresenta - ne parleremo nei prossimi giorni, nelle prossime settimane - il segno del vostro fallimento; un bilancio nel quale la spesa corrente e il pagamento dell'indebitamento non lasciano una lira di risorse per progetti, iniziative, investimenti; un bilancio che segna, in qualche modo, la parabola di una Giunta che, dopo aver elogiato, diciamo così, la possibilità di ridurre i vincoli e delineare le spese burocratiche, finisce mangiando le proprie risorse per la burocrazia.
Questo è, secondo me, il quadro che abbiamo di fronte. E' un quadro grave, serio, come non c'è mai stato, ripeto, di una Regione senza governo di una leadership che cessa di essere, dopo tanto tempo, una leadership riconosciuta e il cui livello di consenso nell'opinione pubblica piemontese è arrivato a livelli così bassi come da tempo non si conoscevano. E' questo il quadro della crisi di un sistema di governo e la crisi di un sistema di potere.
Io difendo il diritto di ciascuno alla propria libertà associativa, ma rivendico il fatto che noi abbiamo criticato il ruolo dell'Assessore Burzi e, all'interno di questo, il ruolo che è emerso di un'associazione come "Società Aperta" come parte di un sistema di governo, come parte di un sistema di potere, come parte di quel sistema di relazione di governo che non è l'ultimo responsabile della crisi e della situazione attuale.
Su questo vogliamo discutere, perché su questo un'opposizione esercita la propria azione attraverso i vari strumenti: quelli del sindacato di controllo come quelli della discussione di merito. Da parte nostra, nei vostri riguardi non c'è una semplice contestazione puntuale nel merito delle politiche, che ovviamente è uno degli aspetti. L'ho detto tante volte, spero che su questo almeno mi diate atto: da parte nostra, c'è la contestazione di un sistema di governo, di un modello di esercizio del potere che non è l'ultima delle cause della grave situazione nella quale si trova oggi la Regione.
Non si spiega la situazione della sanità se non si vede una Giunta, un esecutivo incapace di assumersi le proprie responsabilità, incapace di scelte imparziali, incapace di affrontare le questioni difficili che questo comporta. Questo è il punto al quale siamo di fronte. A questo punto vedremo, nei prossimi giorni e nelle prossime settimane, tenendo conto dei tempi lunghi che il Presidente Ghigo ha annunciato, come questi problemi troveranno soluzione.
Voi, invece di essere una maggioranza capace di affrontare i propri problemi politici, pensate di risolvere i problemi di coesione interna chiedendo al Consiglio regionale un allargamento della Giunta, non perch questo serva al Piemonte, ma perché serve a far quadrare i vostri conti. A questo grado di spudoratezza siete arrivati, senza neppure accorgervi del messaggio che c'è dentro questo punto! Su questo vi aspettiamo; dovrete venire a dire, come Giunta, che cosa volete fare. Dovrà venire, Presidente Ghigo, a dire se si limita semplicemente alla sostituzione di un Assessore o se ne vuole cambiare otto, come annuncia fra le righe, dicendo e non dicendo ai giornali e anche in quest'aula. Sentiremo e, a quel punto, faremo una discussione che naturalmente continuerà quella di oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

L'altro giorno ho partecipato all'incontro tra i Capigruppo e il Presidente Ghigo; gli si chiedevano chiarimenti sul Piano sanitario regionale a fronte delle risultanze delle audizioni effettuate. In quell'occasione, si è capito che certe difficoltà, ad esempio la razionalizzazione che portava alla chiusura o, meglio, alla trasformazione di alcuni ospedali e all'aggregazione di alcune ASL.



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, abbia pazienza se la interrompo.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e agli insegnanti della Scuola elementare "Casalegno" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i ragazzi e gli insegnanti della Scuola elementare "Casalegno" di Torino che ci hanno fatto visita.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale e relativo dibattito in merito alle dimissioni dell'Assessore regionale al bilancio Angelo Burzi presentate in data 1 marzo 2002. Esame collegato ordine del giorno n. 489 (seguito)


PRESIDENTE

Prego, Consigliere Caracciolo, prosegua pure.



CARACCIOLO Giovanni

C'erano - e non venivano solo dalla minoranza, ma anche e soprattutto dalla maggioranza - delle difficoltà.
Questo è solo un esempio, ma è verosimile che certi atti, certi comportamenti non sicuramente favorevoli a lei, Presidente, nascono e arrivano da una maggioranza che non solo non è coesa, ma continua ad essere un cartello elettorale che trova in lei non il perno centrale che garantisce loro il governo, l'equilibrio e anche il prestigio, ma la controparte a cui chiedere che vengano risolti non i problemi della gente ma i loro posti in Giunta e i problemi politici che essi hanno.
Mi spiace di non aver sentito il suo intervento.
La forza politica che rappresento non è tra quelle che intendono la lotta politica come una battaglia da Colosseo o da corrida.
Sono Consigliere di prima nomina e conosco l'Assessore Burzi da poco tempo; lo conosco per quello che si sente in Consiglio o si legge sui giornali.
I motivi delle sue dimissioni, per quello che mi consta, in assenza di altro, sono solo politici e vanno chiariti.
Dal punto di vista umano, esprimo la mia solidarietà.
Sento, inoltre, il dovere di una precisazione. La mia firma sull'interrogazione riguardante "Società Aperta" è da considerarsi riferita solo alla seconda parte dello scritto, che chiedeva altro, e non alla prima parte, che non avevo visto. Questo per amore di verità, non per opportunismo o dabbenaggine.
Quando dovremo essere duri, lo saremo, come lo siamo stati in tante occasioni, ma ritengo che dai banchi dell'opposizione certi distinguo vadano fatti, anche per la credibilità politica e l'affermazione di certi principi liberali, di giustizia e garantismo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente, il mio intervento sarà telegrafico.
Voglio ringraziare il Presidente Ghigo per l'abbassamento di stile di cui è stato imputato da parte del Consigliere Saitta.
L'abbassamento di stile definito dal Consigliere Saitta fa sì che io per la prima volta in un anno e mezzo, parli di Ghigo come del "mio Presidente". Normalmente lo denominavo "il Presidente della Giunta", per distinguerlo dal "mio Presidente", cioè il Presidente del Consiglio regionale, che appartiene al mio Partito.
Finalmente abbiamo avuto una proposizione chiara, un'esposizione chiara e una presa di posizione politica chiara a tutti.
C'è sempre stato, da parte della Giunta, un posizionamento politico complesso, dovuto al fatto che il Regolamento di questo Consiglio regionale è anomalo, però io appartengo al Partito che ha il più basso numero di "signoroni" e il più alto numero di lavoratori. Noi non abbiamo barche a vela, non ci ritroviamo nei circoli di golf, non scriviamo con le penne Montblanc.
Finalmente - dicevo - abbiamo una proposizione chiara. A tale proposizione, rispondiamo con un plauso e un segno di solidarietà nei confronti del Presidente della Giunta, Ghigo.
Per ciò che riguarda le dimissioni dell'Assessore Burzi, abbiamo immediatamente dato atto dell'intelligenza dell'Assessore medesimo e riteniamo che avrà le sue buone ragioni per aver compiuto tale scelta.
Probabilmente è dovuta a motivazioni personali che non sono sindacabili qui o comunque in questo momento.
Capisco che è facile andare a giocare con gli elementi di giustizialismo con cui la sinistra è solita giocare, perché è evidente che ormai l'unica cosa che compatta la sinistra è il "Partito dei giudici" che è l'asse portante della linea politica della sinistra. Altro non si è visto: dal Palavobis a Piazza Navona c'è stato un insieme di idee farraginose, poche e confuse.
E' evidente che la crisi è grossa; l'unico segnale di compattezza non può che essere quello di un attacco al centrodestra, un attacco non su fatti, ma su elementi di processi che sono ancora da venire.
Non ho sentito dire nulla da parte della maggioranza e quindi dico io apertamente che l'unico intreccio politico, cioè fra un politico e le persone implicate nei fatti di reato, è rappresentato dal fatto che Odasso pare abbia dato dei soldi ad alcuni soggetti del Partito DS.
Questo è l'unico intreccio politico che abbiamo letto.
Voglio ricordare a tutti che, relativamente al discorso delle Molinette, quando c'è l'amministratore dell'ospedale, questo ha come diretto superiore il Direttore dell'Assessorato e il Direttore dell'Assessorato competente per Odasso non appartiene al centrodestra.
E' stato detto che la Lega ha la testa in uno strano posizionamento geografico. Questo è possibile, sarà stato riferito da qualche congiunto però è vero che almeno la testa l'abbiamo e non andiamo a sostenere che sia legittimo che un giudice partecipi a un'assemblea di partito e soprattutto che un giudice sia deferito al Ministro del Lavoro. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Presidente e colleghi, desideriamo esprimere grande rispetto per la decisione assunta dall'Assessore Burzi.
Condividiamo l'intervento del Presidente Ghigo: il richiamo al primato della politica lo condividiamo appieno.
L'augurio è che la scelta dell'Assessore Burzi possa contribuire a far decollare il confronto in aula, confronto fra maggioranza e minoranza che ci auguriamo avvenga sempre più sui contenuti e sulle idee.
Nei prossimi giorni avremo degli impegni estremamente importanti: la votazione del bilancio, le scelte sul documento del bilancio, il Piano sanitario.
Abbiamo, più ancora, l'esigenza di formulare un progetto che contribuisca ad arrestare il depauperamento che il Piemonte, e in particolare Torino, sta subendo in questi ultimi anni.
Abbiamo l'esigenza di formulare e porre le condizioni politiche per un rilancio del Piemonte e dell'area torinese, utilizzando tutte le possibilità e le opportunità derivanti dall'evento delle Olimpiadi, senza ritenere che questo sia duraturo nel tempo ed esaustivo della progettualità politica.
A tale esigenza dedicheremo tutte le nostre energie affinché questa assemblea sappia essere all'altezza dell'impegno che le compete. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tomatis.



TOMATIS Vincenzo

Faccio una riflessione a voce alta. Quando un Assessore presenta le dimissioni è sempre un fatto grave, perché, sicuramente, le dimissioni vanno a minare l'assetto dell'esecutivo e, dunque, può creare qualche difficoltà.
E' un fatto grave perché qualsiasi taglio si voglia dare alle dimissioni dell'Assessore, sia politico che non politico, questo si innesta in un sistema che mette in difficoltà tutta un'amministrazione pubblica.
Signor Presidente, ho sentito la sua relazione e mi sento in dovere di precisare alcuni suoi passaggi. Da parte mia, le dimissioni dell'Assessore Burzi non vogliono significare né la vittoria di qualcuno né la sconfitta di altri. Sicuramente rappresentano un momento difficile, un momento che può creare qualche problema all'intera comunità piemontese.
Siamo in un momento delicato, siamo ormai a marzo e ci avviciniamo alla fase di approvazione del bilancio. Anch'io speravo che l'Assessore Burzi restasse in carica fino all'approvazione del bilancio. Ahimé, così non è stato.
Credo che sia importante, in questo momento, trovare delle soluzioni veloci, in modo tale che questa Amministrazione possa venir fuori da questo problema.
Signor Presidente, non condivido nemmeno quando si afferma che tutta la minoranza si accanisce ed è forcaiola nei confronti dell'Assessore Burzi o della Giunta.
Per quanto mi riguarda, devo dire che è stata un'opposizione civile e corretta. Da parte mia, non ho condiviso e non condividerò alcune scelte e proposte, ma, certamente, mantenendo sempre la correttezza di chi sa cosa vuol dire amministrare.
Mi auguro che questo momento di difficoltà possa essere superato velocemente e la Giunta e tutto il Consiglio possano lavorare seriamente nell'interesse del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente del Consiglio, Presidente Ghigo e colleghi, se qualcuno ieri mi avesse chiesto cosa mi aspettavo dall'intervento del Presidente Ghigo di oggi, in termini di dimensione dei contenuti e di rilevanza degli stessi avrei detto esattamente quello che il Presidente ha detto oggi. Rispetto alla gravità della crisi politica che era aperta, che è in corso, la mancanza di governo della Regione Piemonte, mi aspettavo, Presidente, sul piano dei contenuti, una risposta minimalista.
Quello che non mi aspettavo da lei erano i toni di questa risposta. Per la prima volta, l'uso e la scelta di un certo tipo di tono e di un certo stile che non le era mai, da questo punto di vista, appartenuto. Perch dico che per i contenuti me li aspettavo e ho trovato, invece, problemi rispetto alla scelta che lei ha fatto nell'esprimerli, sia quelle che lei ha fatto di ordine collettivo nei confronti dell'opposizione e non solo ma anche di parti della maggioranza e quelli individuali nei confronti di alcuni colleghi? Le due cose mi hanno, queste sì, veramente sorpresa.
Devo dire che ci troviamo in una situazione estremamente grave.
Lei attacca duramente l'opposizione, individuando il nemico esterno perché nei momenti più gravi di crisi politica vera, quella forse irreversibile, è più facile individuare nel nemico esterno il colpevole di tutto. E' uno stile in parte berlusconiano, a cui lei non si è sottratto.
Ogni volta che il Presidente del Consiglio viene sollecitato da qualche problema consistente, dal conflitto di interessi ad altro, è sempre un'opposizione illiberale e forcaiola che gli chiede conto, e anche questa volta, lei, in perfetto stile berlusconiano, ha individuato nel nemico esterno l'unico responsabile della crisi politica, forse irreversibile della sua Giunta, della compiuta mancanza di governo che vi è in questa Regione. Non solo. Lei, spesso, ha finto di attaccare l'opposizione, ma in realtà attaccava pezzi della maggioranza. Questa è la sensazione che ho avuto.
Ha individuato elementi forcaioli in quest'aula quando, invece, in quest'aula, vi è un'opposizione che, con toni e accentuazioni diverse scelte anche diverse dei contenuti, svolge un ruolo di controllo e di proposta alternativa che, se non svolgesse, non si chiamerebbe opposizione e basta, come si chiama in Europa, ma si chiamerebbe opposizione di "sua maestà". E' una cosa che noi non vogliamo fare e non abbiamo mai fatto.
Ha detto, inoltre, dal punto di vista dei contenuti, poco o niente anche dei termini e dei tempi entro ai quali lei pensa di risolvere questa crisi di Giunta. Per questa crisi di Giunta lei aveva diverse opzioni: una veloce, quella di sostituire l'Assessore al bilancio, magari con la persona più semplicemente disponibile, visto che queste dimissioni avvengono dentro l'ultimo mese di esercizio provvisorio e una discussione di bilancio già avviata; oppure, poteva avere l'occasione per aprire un discorso, a tutto campo, rispetto alla maggioranza e alla Giunta, individuarne i problemi e cercare una soluzione più complessiva, che è quella per lei più difficile soprattutto all'interno della sua maggioranza. Ed è quella più difficile per le divisioni della sua maggioranza, perché lei ha perso il timone del comando sui contenuti, perché questo non avviene in un momento casuale, ma dopo una crisi grave, ormai evidenziata, sui temi della sanità, in cui l'uso della spesa pubblica, al fine della costruzione e del sostegno di un sistema di potere, ha ridotto il bilancio allo stato in cui è, e ci consegna, oggi, un documento difficilmente governabile ed estremamente rigido.
E' difficile per lei individuare i contenuti della seconda parte di governo di questa legislatura, perché dovrebbero essere un nuovo Piano sanitario, il rientro del deficit e il mettere mano ai compiti di programmazione a cui lei ha sempre abdicato non da due, ma da sette anni: il Piano di sviluppo, la legge urbanistica, il Piano dei trasporti e il Piano socio-assistenziale. Dovrebbe poter fare questo e poter su questo costruire il profilo di una Giunta. Questa è la cosa che, secondo me, non è in grado di fare e per questa ragione, Presidente, la vedo sempre più solo dentro a questa crisi irreversibile e a questa mancanza di governo per il Piemonte che, invece, è la cosa che ci preoccupa e a cui dedicheremo tutte le nostre forze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

L'Assessore Burzi si è dimesso a testa alta per scelta personale, per motivi e scelte politiche. E' vergognoso l'atteggiamento dell'opposizione smentito dai fatti, che ha voluto e vuole mettere a tutti i costi in relazione allo scandalo Molinette le dimissioni dell'Assessore Burzi.
Noi ringraziamo l'Assessore Angelo Burzi per il lavoro difficile che ha svolto e per la gestione di un Assessorato impegnativo. E' stato un lavoro che non ha avuto alcuno sconto da parte dell'opposizione e, alcune volte anche da parte della maggioranza e da alcuni colleghi del nostro Gruppo consiliare. Avremo però modo di chiarire, in maggioranza e nel nostro Gruppo, fino in fondo. Questa è la nostra volontà, non ci manca la capacità di superare queste difficoltà e di chiarire fino in fondo quello che ha voluto dire il Presidente Ghigo, Consigliere Marcenaro, in un modo garbato e velato.
L'Assessore Burzi - come ha detto il Consigliere Mercurio - è un uomo tosto e capace, ed aggiungo - come ho già detto agli organi di informazione che ha dimostrato di avere le "palle" - scusate il termine - e lascia volontariamente a testa alta.
Nella mia vita politica di imprenditore e di uomo, ne ho visti pochi che hanno lasciato volontariamente una sedia. È un uomo, però, e forse l'atteggiamento demonizzante dell'opposizione ha avuto un ruolo. Ognuno si dia, nella propria intimità, una risposta.
chiaro e vergognoso l'atteggiamento di questa opposizione - ha ragione il Consigliere Galasso a definirla becera - che, per nostra fortuna politica, è impreparata ad un ruolo di responsabilità, di capacità amministrativa e di governo. Gli elettori ben lo sanno e lo hanno ben dimostrato nella primavera del 2000. Un'opposizione, una buona parte di essa, è preparatissima a cavalcare il giustizialismo, ad alimentare la cultura del sospetto, ad essere nuova interprete di un imbarbarimento della politica.
D'altronde, cosa ci si può aspettare da chi dice: "Non ho detto quella cosa"? Scrivi, di fatto, di non averla detta e poi, grazie agli amici radicali, sei smentito e sbugiardato, e non solo non ti dimetti, per dignità, da un ruolo istituzionale, ma nemmeno arrossisci e fai autocritica. Un'opposizione non solo illiberale, ma comunista, vetero comunista: altro che moderata, altro che riformista! Bisogna vergognarsi! Vergognatevi delle vostre liste di proscrizione! L'interrogazione su "Società Aperta" - e non entro nel merito perch non ero presente martedì scorso - la ritengo un'interrogazione grave: voler condizionare la Giunta, valutando le persone non per capacità, titoli ed esperienze, ma per appartenenza o non appartenenza ad una libera associazione. Ci fa tornare indietro di tanti decenni, ad una cultura che non ci appartiene, che abbiamo combattuto, che combattiamo e che combatteremo.
D'altronde, da chi contesta il risultato delle elezioni e che vorrebbe le elezioni prima delle scadenze naturali, a Roma come a Torino, credo che ci si possa aspettare poco. A noi preoccupa la polemica, una polemica brutta (la polemica a volte può essere utile), una polemica di basso profilo, senza stile.
Ricordo, cari colleghi, che fino ad ora - il Consigliere Brigandì ha fatto un esempio interno a questa Regione e io ne faccio uno esterno l'unico episodio che ha rappresentato con determinate prove, o quantomeno in stato avanzato, uno scandaloso esempio di connivenza tra affari e politica, è quello della Toscana, Regione - sottolineo - non amministrata dal centrodestra, dove è stato arrestato un Vicepresidente del Consiglio regionale del Gruppo DS e dove hanno ricevuto avvisi di garanzia molti esponenti del centrosinistra e non, ripeto, del centrodestra.
Andate a vedere come si è comportata l'opposizione di centrodestra in quell'occasione! Andate e vedrete come ha fatto opposizione il centrodestra in quell'occasione! Ci preoccupa il livore, la voglia di infierire. L'ho sentito ancora in quest'aula: livore e voglia di infierire. Ci preoccupa la mancanza di rispetto verso uomini, in particolare oggi verso un uomo, verso un collega che liberamente ha fatto una scelta.
D'altronde, voi avete detto - e dite - "No al Piano sanitario", ma non sappiamo qual è la vostra idea di sanità. Avete detto "no" alla legge sul buono scuola; avete detto "no" al bilancio. Non vi volete confrontare.
Anche in alcune Commissioni (soprattutto la VI e la IV) abbiamo difficoltà a confrontarci sul merito. Spesso non abbiamo la possibilità, a dispetto e al contrario di quello che voi dite (ma lo dimostrano le situazioni di chi vive le Commissioni e anche da chi vive il Consiglio regionale), di avere un confronto nel merito e non ci offrite alcun'alternativa.
Credo che voi dobbiate rimboccarvi le maniche e incominciare a lavorare in maniera seria, nell'interesse dei piemontesi, facendo un'opposizione seria, che non deve essere necessariamente costruttiva, ma deve essere sempre svolta nell'interesse della comunità regionale.
Questo non lo vediamo. Certo, forse dobbiamo anche fare autocritica, ma non intravedo la crisi; vi sono delle difficoltà. L'ho detto in apertura lo ridico in chiusura, il Presidente l'ha detto, tutti i colleghi di maggioranza lo hanno detto: vogliamo affrontare tali difficoltà fino in fondo, superandole e rilanciando il governo di questa Regione.



PRESIDENTE

La discussione generale è chiusa.
E' stato presentato l'ordine del giorno n. 489 inerente a: "Le dimissioni dell'Assessore regionale al bilancio", a firma dei Consiglieri Giordano e Di Benedetto.
La parola al Consigliere Giordano per l'illustrazione.



GIORDANO Costantino

L'ordine del giorno ha come obiettivo la rapida soluzione della crisi di questo governo, perché sicuramente la Regione Piemonte non ha bisogno di litigiosità politica, ma di un governo che risolva i problemi di questa Regione, anche perché il 31 marzo scade l'autorizzazione all'esercizio provvisorio.
Ricordo soltanto che l'Assessore che si è dimesso è parte importante nella gestione di questa Giunta regionale. Sono infatti a sue mani le deleghe relative a bilancio, patrimonio, personale, politiche per l'efficienza, legale, partecipate e controllo di gestione.
L'ordine del giorno chiede a tutte le forze politiche di quest'aula che, al di là delle parole e delle litigiosità, il territorio piemontese ha bisogno di essere gestito e ha bisogno di essere ammodernato per non perdere terreno nei confronti di altre Regioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Chiedo una breve sospensione, perché dopo il dibattito di questa mattina, con le rispettive prese di posizione, probabilmente si ha ancora la necessità di fare qualche piccolo completamento e aggiustamento.
Chiedo, quindi, se è possibile, anche a nome dei colleghi della minoranza, cinque minuti di sospensione.



PRESIDENTE

Va bene.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 12.53 riprende alle ore 13.09)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
A questo punto, possiamo passare all'esame dell'ordine del giorno n.
489, il cui testo reca: "Preso atto delle dimissioni dell'Assessore regionale al bilancio apprezzato il tempismo e l'opportunità della decisione assunta che consentirà al medesimo di far valere le sue ragioni nelle opportune sedi competenti di fronte alle varie e molteplici contestazioni che a più riprese gli sono state mosse rilevato che unitamente al bilancio, l'Assessore risultava titolare di altre e significative deleghe (quali quelle relative a patrimonio, personale politiche per l'efficienza, legale, partecipate, controllo di gestione) assolutamente fondamentali ai fini dell'efficacia e della funzionalità del governo regionale e della relativa azione amministrativa posto che dette dimissioni evidenziano ed acuiscono lo stato di grave crisi in cui pare dibattersi l'attuale Giunta regionale considerato che è necessario assicurare la governabilità della Regione con particolare riferimento alle attività di indirizzo e programmazione in campo economico finanziario e di bilancio rilevato che all'attuale Giunta regionale viene ora a mancare il principale autore nonché responsabile politico del disegno di legge recante il documento programmatico di bilancio, presto oggetto di discussione e voto da parte dell'aula consiliare vista l'assoluta necessità ed urgenza di sostituire l'Assessore regionale al bilancio, approssimandosi la scadenza del termine di autorizzazione all'esercizio provvisorio, fissata al 31 marzo 2002 considerato assolutamente essenziale procedere ad una nomina che, nell'ambito di un riassetto generale dell'attuale esecutivo regionale, assicuri piena rappresentatività e rappresentanza a tutte le forze politiche di maggioranza presenti in Consiglio, attuando, se del caso, una diversa distribuzione e un diverso riparto delle deleghe ed evitando eccessive ed abnormi concentrazioni di prerogative e funzioni in capo ad un unico Assessore affermato che solo tale soluzione è in grado di garantire piena governabilità alla Regione con contestuale assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche costituenti l'attuale maggioranza nei confronti del corpo elettorale rilevato che ogni altra soluzione dimostrerebbe l'assoluta incapacità dei partiti di maggioranza ad esprimere un governo per la Regione Piemonte, rendendo quindi, inevitabile il ricorso a nuove elezioni affermata la necessità che siano fatte salve le prerogative e le funzioni dell'assemblea consiliare il Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta a ricercare una rapida soluzione allo stato di crisi, venutosi a determinare con le dimissioni dell'Assessore regionale al bilancio, in ossequio e in conformità ai criteri sopra esposti o, in caso contrario, a rassegnare le proprie dimissioni e a sottoporsi serenamente al giudizio degli elettori di questa Regione unitamente a tutto l'attuale Consiglio regionale".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Trasporti su ferro

Richiesta di informazioni da parte del Consigliere Chiezzi in merito al mancato invito dei Consiglieri regionali all'inaugurazione dei lavori di costruzione della linea di Alta Velocità ferroviaria Torino-Milano svoltasi a Greggio (VC)


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Per una breve comunicazione e una richiesta di informazione da parte del Presidente del Consiglio.
Ieri mi sono recato alla posa della "prima pietra" del cantiere per la costruzione della linea di Alta Velocità. Ero con la mia automobile, sono stato fermato dalla Polizia, mi sono qualificato, ho presentato il tesserino perché volevo partecipare all'inaugurazione, ma mi è stato risposto che non ero nell'elenco degli invitati. Ho chiesto di poter vedere l'elenco degli invitati - nel frattempo, mi hanno perquisito la macchina volevano anche aprire la mia borsa, ma questo non è stato fatto - per verificare se i Consiglieri regionali fossero stati invitati. Sfogliando l'elenco, ho verificato che non c'erano nomi di Consiglieri regionali, ma solo di Assessori.
Successivamente, mi è sembrato di vedere "l'immagine" del Consigliere Bussola dentro un'auto di rappresentanza e alla sera, guardando il TG3, mi è sembrato di vedere l'immagine del Consigliere Bussola e quella del Consigliere Cattaneo con gli elmetti in testa.
Chiedo al Presidente del Consiglio, visto che né il Consigliere Cattaneo né il Consigliere Bussola erano sul libro mastro degli invitati se ci sia stata una discriminazione politica per l'accesso a quella manifestazione. Non potendo partecipare all'inaugurazione, mi sono unito ai manifestanti a poche centinaia di metri.
Volevo segnalare questo fatto perché dispiace presentarsi come Consiglieri regionali, non riuscire partecipare all'inaugurazione, subire i fatti di rito e poi vedere che, belli belli, due Consiglieri di maggioranza erano presenti. Presidente, chiedo: i Consiglieri Cattaneo e Bussola erano stati invitati ufficialmente oppure no?



CHIEZZI Giuseppe

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la parola per fatto personale.



PRESIDENTE

Non ravviso il fatto personale. Non le do la parola, Consigliere Cattaneo.



PRESIDENTE

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ho il diritto di spiegare il fatto personale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Non vorrei che episodi come questi mettessero il Presidente del Consiglio in cattiva luce con i suoi alleati di governo, ma vorrei ribadire che anche il sottoscritto e il Consigliere Moriconi erano presenti a Greggio: credo che il compito di un Consigliere regionale sia quello di tutelare la dignità del Consiglio.
La domanda è questa: siccome è in dubbio la competenza organizzativa probabilmente del Presidente della Giunta, vorrei chiederle con quali criteri sono stati invitati i Consiglieri all'inaugurazione del cantiere per la TAV.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

L'intervento del Consigliere Chiezzi, oltre a darmi del "bello", che non è vero - già questo può costituire fatto personale - lascia quasi intendere che noi ci siamo intrufolati, oppure per aderenze con chissà chi siamo riusciti ad entrare all'inaugurazione (ricordo che all'inaugurazione erano presenti i Consiglieri Pedrale, Pozzo e altri Consiglieri di opposizione).
Posso rendere conto per come sono entrato io e, visto che il Consigliere Bussola è stato accusato di essere entrato con una macchina di rappresentanza, posso testimoniare che quella macchina era sua e tutti lo possono accertare verificando il numero di targa.
Sono andato a quella manifestazione, semplicemente così. Ho preso dalla guida telefonica il numero di Trenitalia, ho telefonato dicendo di essere a conoscenza della manifestazione e chiedendo chi la organizzasse. Mi hanno risposto che era stata organizzata dalle Ferrovie dello Stato. Ho detto di essere un Consigliere regionale e ho chiesto se potevo partecipare: mi è stato risposto di sì e così ci sono andato.
Quindi, non ci siamo né intrufolati né abbiamo ricevuto inviti. Il Consigliere Chiezzi può fare quello che vuole: può presentare interpellanze, in Parlamento o dove vuole, ma questi sono i fatti e li pu riscontrare come e quando vuole.
Non siamo soliti andare alle feste, se non siamo invitati.



PRESIDENTE

Rispondo al Consigliere Chiezzi.
La manifestazione di ieri è stata organizzata dalle Ferrovie dello Stato che hanno provveduto a fare degli inviti, ma, onestamente, non so con quale criterio. Io sono stato invitato come Presidente del Consiglio regionale, anche se non ho potuto intervenire per impegni istituzionali che avevo con il Presidente della Camera.
Ripeto, tutta l'organizzazione è stata curata dalle Ferrovie dello Stato. Io lo avevo già fatto sapere nella giornata di ieri, comunque cercherò di farmi mandare dalle Ferrovie dello Stato l'elenco degli eventuali Consiglieri invitati.
Faccio presente che, non essendo stata un'inaugurazione organizzata dal Consiglio regionale o dalla Regione, può essere che l'Ente Ferrovie dello Stato, a fronte di richieste come normalmente succede, abbia esteso l'invito a tutti i Consiglieri regionali, così come a tutti i parlamentari che avevano chiesto di intervenire.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali - Beni culturali (tutela, valorizzazione, catalogazione monumenti e complessi monumentali, aree archeologiche)

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento all'esame delle interrogazioni ed interpellanze inerenti alla Società "Terme di Acqui S.p.A." e alla richiesta di una comunicazione in merito da parte dell'Assessore Racchelli


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1373 alla quale l'Assessore Racchelli si era impegnato - e lo ringrazio - a rispondere.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



PRESIDENTE

E' un'interrogazione, qual è il problema, Consigliere Saitta? E' una comunicazione che assorbe un'interrogazione.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, dobbiamo fare delle leggi!



(Commenti dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Non è previsto il dibattito, ci sono due minuti a fronte della comunicazione dell'Assessore Racchelli.



(Commenti dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

C'è un'interrogazione, che è la n. 1373 a firma dei Consiglieri Marcenaro, Muliere, Ronzani, Placido, Manica, Riba e Riggio.



(Proteste dai banchi dell'opposizione)



PRESIDENTE

Ci sono comunicazioni dell'Assessore, certamente, che poi ricomprendono le varie interpellanze. Non si interviene tutti. L'Assessore Racchelli nel pomeriggio non è presente, questa comunicazione era stata programmata per la mattina.



(Il Presidente del Consiglio si consulta con l'Assessore Racchelli)



PRESIDENTE

E' spostata a domani mattina.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente, volevo precisare... Scusi, Presidente, vuole ripristinare un po' di ordine?



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Contu, continui il suo intervento!



CONTU Mario

Grazie, avendo...



PRESIDENTE

Se non ha intenzione di parlare, Consigliere Contu...



CONTU Mario

Basta che si possa parlare...



PRESIDENTE

L'attenzione si conquista, Consigliere Contu!



CONTU Mario

L'attenzione è un atto dovuto in quest'aula! Presidente, non ho alcuno scoop da fare, non ho alcuna pietra da lanciare, voglio solo ricordarle questo: avendo io richiesto, in sede di Conferenza dei Capigruppo, le comunicazioni in aula e avendo avuto da lei la certezza che sarebbe stata discussa nell'ambito delle comunicazioni l'interpellanza presentata il 31 luglio dal Gruppo consiliare di Rifondazione Comunista, avente come oggetto "Presunte irregolarità amministrative sull'affidamento alla Società 'Nuove Terme s.r.l.', per la progettazione, ristrutturazione e gestione di un complesso immobiliare della Società 'Terme di Acqui S.p.A.'" vorrei avere conferma che la risposta avvenga in seduta segreta. Su questo è già stato fatto un primo tentativo di risposta e io vorrei separare i due ambiti, perché ci sono nomi di persone e riferimenti a cose.
La precisazione che le chiedo è questa: lei ha detto che avrebbe considerato la questione nell'ambito delle comunicazioni; io non vorrei che la nostra interpellanza venisse liquidata così. E' giacente da sette mesi Presidente!



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Contu, risponderemo domani mattina in apertura di seduta, così oggi pomeriggio possiamo tener fede al nostro programma.
Grazie.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.24)



< torna indietro