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Dettaglio seduta n.188 del 26/02/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 10.08 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.45)



(La seduta ha inizio alle ore 10.47)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Cattaneo, Costa Enrico, Leo, Marengo, Pedrale e Pichetto.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge.


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportata nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Bilanci preventivi

c) Variazioni al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2002


PRESIDENTE

Comunico inoltre che la Giunta regionale, in data 18 febbraio 2002, ha trasmesso, per la comunicazione al Consiglio, in ottemperanza al comma 7 dell'art 24 della legge n. 7/01 (Nuovo ordinamento contabile della Regione Piemonte), le deliberazioni (n.7-5193 e n. 8-5194) di variazione al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2002, approvate il 4 febbraio c.m. e relative rispettivamente a "Finanziamento funzioni conferite in materia di trasporto pubblico" e ad "Erogazione indennità per abbattimento animali".


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame delle interrogazioni e interpellanze cominciando dall'Assessore Laratore.
Chiede la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Intervengo sull'ordine dei lavori e non per bloccare la risposta dell'Assessore Laratore.
Siccome ieri c'è stato un incontro per discutere la legge sull'assistenza, al quale non si sono presentati né l'Assessore Cotto n l'Assessore D'Ambrosio, con la partecipazione di duecento rappresentanti di Comunità, Associazioni ed Enti locali, che non hanno potuto discutere con loro a questo riguardo, chiederei, dopo lo svolgimento delle interrogazioni e interpellanze, un'informazione da parte dell'Assessore su questo punto e su come viene gestito, perché mi pare che anche in questo caso siamo di fronte a fatti che mettono in discussione il funzionamento e l'andamento dei nostri lavori.


Argomento: Rapporti Regioni - Governo - Rapporti Regione - Parlamento - Rapporti Regione - Parlamento

Interrogazione n. 1168 del Consigliere Giordano inerente a "Controlli di legittimità sugli atti amministrativi delle Autonomie locali a seguito dell'intervenuta abrogazione degli artt. 125, comma 1, e 130 della Costituzione"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 1168 presentata dal Consigliere Giordano.
Risponde l'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore alle autonomie locali

Come è stato ampiamente pubblicizzato da mezzi di informazione specializzati, la posizione concordata in seno alla Conferenza Stato Regioni in merito agli effetti dell'intervenuta abrogazione dell'art. 130 della Costituzione ha privilegiato l'interpretazione - sostenuta da autorevoli costituzionalisti - secondo la quale a decorrere dall'entrata in vigore della legge costituzionale n. 3/01 cessano i controlli preventivi di legittimità sugli atti dei Comuni, Province e altri Enti locali.
Tale interpretazione è stata fatta proprio dal Consiglio dei Ministri nella seduta del 21 novembre 2001 che, contestualmente, ha formalizzato la volontà di effettuare degli approfondimenti in accordo con le Regioni e le Autonomie locali, per esaminare le diverse tipologie di funzioni svolte dagli organi di controllo e valutare quali siano le disposizioni tuttora in vigore, del D.lgs. 18 agosto 2000 n. 267.
La Giunta della Regione Piemonte, ben consapevole della necessità di dare certezza alla vigenza di atti fondamentali per l'attività di Comuni e Province, quali le deliberazioni di approvazione dei bilanci e dei correlati provvedimenti impositivi, ha già sollecitato la rapida predisposizione di una legge statale attuativa del nuovo impianto costituzionale.
Il Presidente on. Ghigo, nel ruolo di Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni e delle Province autonome, porterà nuovamente all'attenzione delle Conferenza Unificata il delicato problema, in modo da giungere ad una soluzione normativa entro il termine previsto per l'approvazione dei bilanci da parte degli Enti locali, che è stato differito al 28 febbraio 2002 con Decreto del Ministero dell'Interno del 20 dicembre 2001.
Questa era la risposta che avevo predisposto quando ho mandato la comunicazione al Presidente.
Aggiungo che in data 22 febbraio 2002 è stato emanato il decreto legge che stabilisce che, per l'anno in corso, in caso di mancata approvazione dei bilanci da parte dei Comuni, sia il Prefetto a stabilire la procedura ed, eventualmente, a provvedere alla nomina del relativo Commissario. Da oggi è entrato in vigore il decreto legge che incarica i Prefetti ad operare questa incombenza che prima era demandata ai Co.Re.Co.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Ho solo qualche dubbio, Assessore. Non so se il Prefetto è in grado di sopperire questo tipo di fenomeno che può avere una ripercussione negativa sull'imposizione fiscale.
Lei, Assessore, ha avuto modo di parlare con il Prefetto?



LARATORE Giovanni, Assessore alle autonomie locali (fuori microfono)

E' stata pubblicata ieri.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Risposta scritta all'interrogazione n. 1044 inerente a "Pista per motocross nel territorio del Comune di Montà d'Alba (CN)"


PRESIDENTE

Informo i presenti che all'interrogazione n. 1044, presentata dal Consigliere Moriconi, inerente a "Pista per motocross nel territorio del Comune di Montà d'Alba (CN)", verrà fornita risposta scritta da parte dell'Assessore competente.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Produzione e trasformazione dei prodotti

Interpellanza n. 787 dei Consiglieri Papandrea, Contu e Moriconi inerente a "Campi sperimentali con utilizzo di sementi geneticamente modificate"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 787 presentata dai Consiglieri Papandrea, Contu e Moriconi.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Con riferimento all'interpellanza, si fa presente che l'Assessorato all'ambiente ha a suo tempo verificato e approfondito il programma che ARPA ha elaborato anche in relazione alla richiesta di collaborazione avanzata dal Ministro delle Politiche Agricole e Forestali alle Regioni e sollecitato anche da ANPA sui controlli da effettuare sui campi di coltivazioni sperimentali di OGM.
Tale programma concordato da ARPA anche con l'Assessorato alla sanità ha formato oggetto di un'apposita comunicazione del sottoscritto alla Giunta regionale in data 2 ottobre 2000.
Si fa presente che l'ARPA, nell'ambito delle proprie specifiche competenze, e in attuazione a quanto stabilito dal piano di azione congiunto ANPA-ARPA, approvato nella riunione del 26 giugno 2000 in sede ANPA a Roma, si è attivata predisponendo un programma operativo di attività che ricomprende l'individuazione di metodi analitici di controllo e lo sviluppo di un comune sistema informativo.
Alla risposta all'interpellanza è altresì allegato l'elenco delle attività ARPA relativamente alla tematica OGM.
Ispezioni ARPA in campi di sperimentazione OGM: Nella primavera del 2000 l'ARPA-Piemonte ha acquisito, direttamente dal Ministero della Sanità, la documentazione relativa alle notifiche di campi di sperimentazione OGM nella Regione, autorizzati alla messa in campo a partire dall'anno 1996 e successivi. Sul territorio regionale sono state autorizzate ventuno sperimentazioni principalmente di mais e in minor misura di soia e riso; le nuove sperimentazioni sono avvenute fino al 1999 e non nel 2000 a seguito del decreto ministeriale del MIPAF che impedisce l'iscrizione di nuove varietà al Registro nazionale delle varietà vegetali e al mancato rilascio di autorizzazioni all'ingresso nel territorio nazionale di sementi OGM da utilizzare nei campi sperimentali. Nell'estate autunno 2000 sono stati controllati dall'ARPA-Piemonte quattordici siti di sperimentazione, tredici autonomamente e uno in collaborazione con l'ANPA e il NOE, per verificare il rispetto di quanto dichiarato e previsto nella notifica.
I risultati delle ispezioni effettuate sono di seguito riportate: in nessun caso sono state riscontrate difformità rispetto a quanto notificato i titolari delle aziende agricole erano informati e consapevoli della sperimentazione e si sono sempre dimostrati disponibili alle ispezioni le pratiche agricole sono state condotte in tutte le fasi dai tecnici della società notificante i residui colturali erano trattati correttamente secondo quanto specificato nella notifica si è riscontrato un utilizzo non diffuso del quaderno di campagna non è stato possibile eseguire campionamenti di materiale vegetale perch non più presente.
In ogni caso, la Regione è a conoscenza, perché preventivamente informata con comunicazione scritta del Ministero della Sanità Dipartimento della Prevenzione, della notifica presentata dall'Ente o dalla Società interessata alla ricerca, ai sensi del D.lgs. n. 92/93, per prove sperimentali con piante geneticamente modificate, con l'indicazione del sito.
Alla comunicazione di cui sopra è sempre allegata "copia del provvedimento formale di assenso" accordato dal Ministero della Sanità e della lettera con la quale la società o ente interessato alla sperimentazione è invitato ad inviare all'Assessorato all'agricoltura una nota o documento contenente tutte le informazioni ritenute necessarie affinché lo stesso possa predisporre l'opportuno controllo e vigilanza, sui risultati della quale deve tempestivamente informare il Ministero della Sanità.
Per l'anno 2001, a tutt'oggi, è pervenuta una sola notifica di rilascio di PGM. Tale richiesta è stata avanzata dall'Università Cattolica Sacro Cuore, Facoltà di Agraria dell'Università di Piacenza e riguarda il riso.
L'Istituto di Botanica Genetica Vegetale della Facoltà ha fornito puntuale e completa documentazione per l'avvio e lo svolgimento della sperimentazione concernente "la valutazione del rischio di flusso genico".
Nell'epoca più opportuna, a partire dall'emissione della pannocchia in poi, verrà effettuata l'attività di controllo e vigilanza attraverso uno o più sopralluoghi, da esperire nel sito interessato, dagli ispettori per le biotecnologie nominati ai sensi dell'art.19 del D.lgs. n. 92/93.
Analisi quali-quantitative di OGM.
L'ARPA-Piemonte si è dotata di due laboratori, situati a La Loggia e ad Ivrea, entrambi attrezzati per le determinazioni quantitative e qualitative di DNA transgenico sia in alimenti destinati all'uomo che in matrici ambientali, mangimi e sementi; è stato concordato con l'Assessorato alla sanità un programma regionale che prevede il controllo per il 2001 di trecento campioni di alimenti di diversa tipologia ed è in corso un accordo per estendere il controllo ai mangimi.
Attività per l'ANPA.
L'ANPA ha istituito nella primavera del 2000 una Task-force OGM con il coinvolgimento di tutte le ARPA e APPA esistenti. Sono stati individuati tre gruppi di lavoro specifici per le ispezioni, la standardizzazione dei metodi analitici e la creazione del sistema informativo dedicato agli OGM.
All'ARPA-Piemonte è stato affidato il coordinamento del gruppo "Ispezioni in campi sperimentali OGM". Le documentazioni prodotte di supporto ai sopralluoghi ispettivi sono: verbale di sopralluogo allegato tecnico per la valutazione del rischio ambientale e la verifica dei dati notificati manuale botanico-agronomico sotto forma di collana monografica per le sei principali colture OGM (pomodoro, soia, riso, mais, colza, barbabietola da zucchero).
Attività ARPA per Paesi non facenti parte dell'Unione Europea.
L'ARPA-Piemonte partecipa, per la parte dei controlli OGM, al progetto TWINNING "Strategy for the adoption of the acquis: water toxicity evaluation, early warning system for drinking water supply, introduction of EMAS, control of GMOs" con il Ministero dell'Ambiente della Repubblica Slovacca. L'attività prevista a carico dell'ARPA è il supporto in campo legislativo per il recepimento delle direttive CE, la riorganizzazione delle istituzioni presenti e della loro attività e la formazione di funzionari e tecnici slovacchi.
Attività ARPA di informazione.
L'ARPA ha pubblicato un manuale didattico di comunicazione dal titolo "OGM: un nuovo modello di comunicazione", che è stato testato su un gruppo di insegnanti di scienze delle scuole superiori. Viene presentato un nuovo modo di comunicare non solo "frontale", ma di stimolo al dialogo e alla discussione di gruppo.
In sostanza, questa è l'attività di controllo messa in campo sia per le sperimentazioni, sia per il controllo delle filiere sotto il profilo dell'eventuale individuazione di OGM nel ciclo delle varie colture soprattutto cerealicole ed orticole. Vi è comunque un'azione sull'agricoltura di qualità che noi condividiamo insieme al Ministro Alemanno, il quale ha preso posizioni molto precise sia in campo europeo sia in campo di WTO.
Recentemente, si è svolto un incontro a favore dei prodotti tradizionali piuttosto che transgenici, che da un punto di vista scientifico possono anche essere oggetto di ricerca, ma altra cosa è l'utilizzazione su vasta scala. Abbiamo forti dubbi ad accettare il principio che solamente ricorrendo al transgenico si possano sostenere le popolazioni soggette al flagello della denutrizione.
Riteniamo che si possano trovare altre strade, da un punto di vista politico e socio-economico, per fare in modo che ci sia una crescita in campo agricolo di quei Paesi senza ricorrere a scorciatoie, che minerebbero la nostra impostazione in campo agricolo e agro-alimentare, anche da un punto di vista produttivo, sociale e culturale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ringrazio l'Assessore Cavallera per la risposta abbastanza ampia e articolata che ci ha fornito. Condivido anche le sue considerazioni finali rispetto all'agricoltura, di qualità e all'uso del transgenico, perché è bene che rimanga una fase ancora sperimentale fino a che non ci siano garanzie sugli effettivi rischi che comporta questo tipo di produzione (garanzie che non possono essere date in un breve periodo). D'altra parte anch'io credo che sia falso pensare che concentrando il potere in mano a poche multinazionali, che sono padroni delle sementi, si vada a combattere la fame, perché purtroppo la pratica di queste aziende è opposta: sono le stesse aziende che tendono a difendere il monopolio sui medicinali e a fare profitti sulla salute della gente; quindi, credo che consentire loro anche la possibilità di ricavare grandi profitti sull'alimentazione sia un elemento di rischio e non di superamento del problema della fame. Si potrebbero utilizzare le risorse in altro modo, ad esempio favorendo un'agricoltura che si sviluppi nei Paesi e che tenda, appunto, a dare una risposta ai bisogni alimentari di quelle popolazioni.
Al di là di questo, tornando alle richieste che ponevamo, abbiamo sollevato il problema perché sono giunte, da un lato, notizie sulla presenza di campi transgenici in cui venivano sperimentate produzioni transgeniche e, dall'altro, notizie su rischi di irradiazione degli stessi (problema che è, a mio parere, uno dei più seri, che, però, non può essere subito individuato perché il primo anno il rischio è minore, ma che probabilmente nel lungo periodo emerge con più chiarezza).
Da questo punto di vista, mi pare che la risposta, pur essendo abbastanza articolata, non ci dia una dinamica della situazione, perché non dice se sono stati eseguiti controlli successivi; soprattutto rispetto ripeto - all'effetto di queste produzioni e alle modifiche che producono nel suolo. Secondo noi, sono gli aspetti più importanti dal punto di vista del controllo.
Prendiamo atto, comunque, che un'attenzione esiste e che viene messa in campo una struttura di controllo, ma penso che bisognerebbe mirare un po' meglio questi controlli, forse ponendosi degli obiettivi precisi a partire dal tipo di rischi che nel tempo possono svilupparsi.
Se la risposta fosse negativa, nel senso che non si corrono rischi, si potrebbe, nel lungo periodo, affrontare il problema delle produzioni transgeniche con maggiore tranquillità, che però - ripeto - allo stato attuale non è possibile.


Argomento: Contratti ed appalti - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 1294 dei Consiglieri Saitta, Tapparo, Moriconi, Placido Contu, Di Benedetto, Manica e Giordano inerente a "Appalti senza gara ed estensioni contrattuali ad aziende e professionisti vincitori del Global Service: strane coincidenze". Interrogazione n. 1318 dei Consiglieri Placido, Suino, Marcenaro, Muliere e Riggio inerente a "Immobili presi in affitto dalla Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame congiunto dell'interpellanza n. 1294, presentata dai Consiglieri Saitta, Tapparo, Moriconi, Placido, Contu, Di Benedetto Manica e Giordano, e dell'interrogazione n. 1318, presentata dai Consiglieri Placido, Suino, Marcenaro, Muliere e Riggio.
Risponde ad entrambe l'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

Leggerò le risposte all'interpellanza n. 1294 e all'interrogazione n.
1318, poi consegnerò il testo, visto che è piuttosto articolato e lungo.
Con l'interpellanza urgente n. 1294 si chiede di chiarire al Consiglio regionale: le modalità di affidamento di alcune consulenze di natura tecnica riguardanti i lavori per il restauro della Reggia di Venaria le modalità di affidamento di alcune consulenze riguardanti gli appalti c.d. Global Service tecnologico e censimento del patrimonio mobiliare ed immobiliare della Regione Piemonte l'ambito e le ragioni che hanno indotto l'Amministrazione ad applicare l'istituto dell'estensione contrattuale negli appalti in questione.
Andando per ordine, ed esaminando analiticamente i chiarimenti richiesti, si precisa che i lavori eseguiti a Palazzo Cavour sono stati commissionati dalla Direzione Promozione Attività Culturali. A quanto è dato sapere, l'impresa CO.IN.CO risultava già incaricata dalla proprietà per la ristrutturazione edilizia e impiantistica generale dell'immobile e la Regione, dovendo dotare, in contemporanea, lo spazio a sede espositiva ha ritenuto opportuno e necessario incaricare un'impresa già presente in un proprio cantiere, al fine di evitare gli inconvenienti e le disfunzioni conseguenti alla presenza di due cantieri facenti capo a due diverse imprese.
Relativamente alla consulenza affidata all'ing. Lo Cigno, si osserva che il professionista è stato incaricato in quanto progettista esperto di sistema e impianti di sicurezza, più volte scelto dalla proprietà stessa per la progettazione e il recupero dell'immobile storico.
Quanto alla società CONTECO, si precisa che sono stati affidati alla stessa i seguenti servizi: nel 1998, nell'ambito dell'esperimento dei concorsi di progettazione inerenti il restauro della Reggia di Venaria Reale, è stato affidato il servizio di validazione dei progetti e nel 1999 il servizio di controllo tecnico e monitoraggio dei costi e dei tempi relativi all'esecuzione dei lavori di restauro del complesso la Venaria Reale. Entrambi gli incarichi sono stati affidati previo espletamento di una procedura negoziata procedimentalizzata, a cui sono state invitate alla prima sei ditte e alla seconda ben venticinque. I servizi richiesti peraltro, sono servizi molto specialistici eseguiti, in quegli anni, da pochissime e scelte ditte. E' utile evidenziare, altresì, che nelle procedure di aggiudicazione sono state anticipate soluzioni che hanno poi trovato legittimo riscontro nel Regolamento di attuazione della Legge Merloni (art. 48 DPR n. 554/99).
Nel 2000, con determinazione n. 1190, è stato affidato alla CONTECO l'incarico di supportare la Direzione Patrimonio e Tecnico per la realizzazione, nell'ambito della propria struttura organizzativa, del sistema di qualità. Relativamente a tale incarico, si osserva che l'appalto è ampiamente sotto soglia comunitaria e, pertanto, l'affidamento del servizio in esame trova legittimamente la sua fonte nella L.R. 25 gennaio 1988 n. 6, la quale espressamente all'art. 2, tra le forme di collaborazione, indica: "progettazioni, sia tecniche che economiche consulenze su argomenti specifici; ricerche su temi, argomenti e problemi specifici; incarichi a tempo limitato, in relazione alla realizzazione di obiettivi specifici o per periodi di tempo non superiori a tre esercizi finanziari". Ne consegue che, da un lato, la specificità della materia e dall'altro, la mancanza di specifiche competenze all'interno dell'Amministrazione (art. 1 L.R. n. 6/98) hanno determinato quest'ultima ad affidare alla CONTECO il servizio in questione.
Quanto alle consulenze affidate a CONTECO nell'ambito dell'appalto del Global Service tecnologico, occorre premettere che il Gabinetto della Presidenza, nella relazione sul Global Service della Regione Piemonte aveva proposto di integrare la Commissione tecnica per la valutazione delle offerte con una società di certificazione, esperta in problematiche attinenti al sistema dell'outsourcing, al fine di valutare correttamente il rapporto costi-benefici del servizio rispetto alle concrete necessità dell'amministrazione regionale. Nella stessa relazione, inoltre, si suggeriva che la medesima società coadiuvasse la struttura regionale competente nella fase di predisposizione del contratto e nella successiva fase di esecuzione, al fine di garantire all'Amministrazione il controllo dell'operato della ditta aggiudicataria.
Su tale presupposto hanno avuto origine gli affidamenti contestati. In particolare, il primo (determinazione n. 152 del 19 maggio 1999), come indicato dalla Giunta, ampiamente sotto soglia comunitaria, è stato affidato a CONTECO a supporto della Commissione tecnica in base all'art.
31, lettera g), L.R. n. 8/84 e alla L.R. n. 6/88; il secondo e il terzo (determinazioni n. 338 e n. 745 del 28 marzo 2000 e del 31 agosto 2000) coerentemente ai dettami di Giunta, sono stati affidati a CONTECO in quanto la stessa aveva già partecipato alle procedure di gara e alle trattative contrattuali: sarebbe stato, oltremodo, controproduttivo, in contratti così complessi, affidare ad un soggetto che nulla conosceva del contratto il controllo tecnico sulla qualità del servizio in fase di esecuzione; il quarto (determinazione n. 185 del 5 marzo 2001) riguarda funzioni di verifica e collaudo che non possono che essere affidate a soggetti (Regione e consulenti) che si occupano quotidianamente di controllare la corretta esecuzione dell'appalto. Da tale verifica, peraltro, dipende la quantificazione delle rate di canone da corrispondere alla ditta appaltatrice. E' di tutta evidenza, dunque, la delicatezza del compito che può essere eseguito solo da soggetti che hanno partecipato alle trattative contrattuali.
Relativamente all'affidamento a CONTECO del controllo tecnico dell'appalto del rilevamento immobiliare (determinazione n. 838 del 12 agosto 1999), si chiarisce che l'importo contrattuale è sotto soglia comunitaria. Pertanto, l'incarico è stato affidato intuitu personae a CONTECO ai sensi e per gli effetti dell'art. 5 della L.R. n. 6/88.
Relativamente all'incarico di responsabile dei lavori all'ing. Rossi si evidenzia come in base alla normativa di riferimento in vigore al momento dell'affidamento dell'incarico (D.lgs. n. 494/96) risulti legittimo l'affidamento diretto dell'incarico di responsabile dei lavori e ciò anche alla luce delle successive evoluzioni normative apportate dal Regolamento Merloni (DPR n. 554/99).
Il responsabile dei lavori, infatti, è persona che, per conto del responsabile del procedimento, verifica la corretta esecuzione dell'opera sotto il profilo della sicurezza in cantiere attraverso il controllo dell'operato del coordinatore della sicurezza in fase di progettazione ed esecuzione dell'opera: pertanto, non può che essere scelto intuitu personae. Ciò del resto trova conferma nello stesso Regolamento Merloni, il quale all'art.8, comma 2, stabilisce che il responsabile del procedimento assume il ruolo di responsabile dei lavori e designa (comma 3, lettera c) il coordinatore per la progettazione e il coordinatore per l'esecuzione dei lavori. E' di tutta evidenza dunque che se il responsabile del procedimento può designare "fiduciariamente" il coordinatore per la progettazione e per l'esecuzione dei lavori altresì "fiduciariamente" può nominare il responsabile dei lavori. Vi è di più. L'art. 50 del DPR n. 554/99 non annovera fra i servizi di architettura e di ingegneria quello svolto dal responsabile dei lavori, il quale - peraltro - non necessita, per espletare le sue mansioni, di alcuna iscrizione ad Albi professionali tecnici, quale l'Albo architetti o l'Albo ingegneri.
Occorre peraltro sottolineare che negli appalti relativi alla Reggia di Venaria i coordinatori per la progettazione e per l'esecuzione dei lavori sono stati scelti mediante gara ad evidenza pubblica nonostante la legge non lo imponesse.
In merito poi al rilievo che anche fra i subappaltatori del Global Service tecnologico compaiono nominativi di ditte già affidatarie di precedenti incarichi da parte della Regione, non si può che sottolineare che in tema di subappalto la normativa vigente in materia attribuisce all'Amministrazione unicamente obblighi inerenti alla verifica del possesso in capo ai subappaltatori dei requisiti etici, tecnici ed economici individuati e quantificati in relazione all'entità dell'appalto.
Infine, non resta che esaminare gli incarichi affidati alla STI per l'attività di censimento degli immobili regionali e per l'implementazione della banca dati del patrimonio regionale.
Occorre, innanzitutto, premettere che l'estensione contrattuale dell'appalto del censimento (determinazione n. 563 del 25 febbraio 2000) è stata data in conformità all'art. 7, lettera f), del D.lgs. n. 157/95 s.m.i. e all'art. 9 del capitolato speciale d'appalto.
In base alla citata normativa, è facoltà dell'Amministrazione affidare allo stesso prestatore la ripetizione di servizi già affidatigli mediante un precedente appalto purché di ciò ne sia data indicazione fin dal bando pubblicato in occasione del primo appalto. L'art. 9 del capitolato speciale d'appalto del censimento, del resto, recita testualmente: "All'Amministrazione committente è riservata, altresì e conformemente all'esplicita indicazione prevista dall'avviso di gara, la facoltà di estendere le prestazioni, segnatamente ed in via esemplificativa aggiungendo nuovi immobili o porzioni di immobili a quelli originariamente indicati nell'Allegato A e comunque incrementando la superficie complessiva del complesso immobiliare oggetto del presente appalto".
Relativamente al contratto relativo all'implementazione della banca dati, è stato affidato alla STI conformemente all'art. 7, comma 2, lettera e), del D.lgs. n. 157/95 s.m.i. Tale normativa, infatti, prevede che il committente possa affidare a trattativa privata all'appaltatore del servizio principale servizi complementari, purché essi siano imprevedibili al momento dell'affidamento dell'appalto principale, purché non siano separabili, sotto il profilo tecnico dall'appalto principale senza che ci arrechi gravi inconvenienti all'Amministrazione appaltante e purché il valore dei servizi complementari non superi il 50% del valore dell'appalto principale.
Pertanto, nel caso di specie l'affidamento del servizio è legittimo in quanto l'Amministrazione non poteva far eseguire tale attività ad un soggetto diverso da quello che aveva realizzato l'attività principale senza che ciò non determinasse grave pregiudizio all'Amministrazione.
Si puntualizza, a tal proposito, che il censimento degli immobili regionali su supporto informatico è utile all'Amministrazione nel momento in cui il data base viene costantemente aggiornato: la sua compatibilità con il sistema informatico della Regione quindi è essenziale affinch l'attività censita venga periodicamente aggiornata per consentirne un efficace utilizzo nel tempo.
D'altro canto, al fine di poter rendere realmente operativo il sistema in questione, la STI sta lavorando, senza percepire alcun compenso, per rendere compatibile il data base con il sistema informatico regionale. A ciò si aggiunga che la Regione sta provvedendo a formare il personale interno affinché lo stesso, in futuro, possa provvedere autonomamente a gestire e ad aggiornare i dati contenuti nel data base.
Da ultimo, si sottolinea che l'attività di implementazione del data base comporta, a monte, un'attività prodromica ed indispensabile, di rilievo documentale, geometrico, manutentivo e normativo, che il personale regionale al momento non è in grado di svolgere per mancanza di organico da destinare a tale specifica prestazione.
Per attinenza leggo la risposta all'interrogazione 1318, all'interno della quale, sempre in relazione al patrimonio, si chiedeva di conoscere quali siano stati gli indirizzi e le strategie dell'Amministrazione regionale in merito all'acquisizione in affitto di locali da adibirsi ad ufficio con particolare riferimento a tre di essi: Via Nizza n. 18; Via Lagrange n. 24 e Corso Stati Uniti n. 23.
A tale proposito, certamente non sfuggirà a questo Consiglio quale sia il quadro di riferimento del Patrimonio dell'Ente. Gli immobili della Regione infatti, negli anni trascorsi, sono stati dati per la maggior parte in uso ad altre Amministrazioni e ad altri Enti nelle forme più diverse trasformando pertanto la messa a disposizione a costo quasi pari a zero in una forma di contribuzione indiretta.
Nella Città di Torino, gli Uffici della Regione si articolano in ben ventisei sedi. A questi si aggiungono gli archivi, le autorimesse, i magazzini, ecc.
Il costo annuo complessivo è pari a circa 15 miliardi ca.
Tali soluzioni sono poi causa di disfunzioni e costi indiretti elevatissimi, e questo, pur non essendo il tema toccato dall'interrogazione, è il quadro di riferimento dal quale non si pu prescindere e che costituisce lo spunto di tutte le scelte strategiche che questa Amministrazione ha promosso.
Relativamente alla conoscenza del patrimonio, derivata dal censimento avvenuto in questi anni, faccio solo un inciso. In seguito farò una comunicazione che credo di aver già fatto ai componenti della Commissione.
Gli esiti della Commissione appaltarono, in prima istanza, circa 309 mila metri quadri; i rilevamenti effettuati portarono ad un censimento di 470 mila metri quadri e per i volumi 1 milione e 81 metri cubi. Il censimento degli stessi edifici previsti in gara d'appalto evidenziarono volumi per 1 milione e 659 mila metri cubi.
Ricordo che, nel frattempo, non è cambiata la proprietà, ma è migliorata la conoscenza della proprietà esistente all'interno della Regione e che le Amministrazioni precedenti, per mancanza di tempo o per altre motivazioni, che in questa fase sfuggono, non ebbero tempo di controllare con altrettanta attenzione.
La conoscenza del patrimonio, derivata dal censimento avvenuto in questi anni, ha reso indispensabile definire finalmente una strategia che ha implicato tempi non rapidissimi e la cui realizzazione non ha potuto che essere stemperata in alcune fasi successive e tra loro consequenziali: a lungo termine: la nuova sede che definiamo, per comodità, "nuovo Palazzo Uffici della Regione Piemonte" a medio termine: la concentrazione delle Direzioni nate dallo sviluppo del D.lgs. n. 29, quindi della legge n. 51 a breve termine: la risoluzione delle emergenze.
In quest'ottica, deve essere fatta menzione delle normative sulla sicurezza delle sedi di lavoro che hanno anche influito nelle scelte operate per la razionalizzazione degli uffici, nonché dagli obblighi derivanti da accordi stipulati con il Ministero per la restituzione di spazi oggi fruiti dalla Regione.
Relativamente alla richiesta di fornire indicazioni circa le ragioni che hanno indotto l'Amministrazione regionale a locare gli immobili di Via Nizza n. 18, Via Lagrange n. 24 e Corso Stati Uniti n. 23, nonché a quanto pubblicato nei giorni scorsi sugli organi di stampa, al quale ho preventivamente risposto in tale sede, si osserva quanto segue.
Occorre, innanzitutto, premettere che, in generale, il motivo che ha indotto l'Amministrazione regionale a locare gli immobili di Via Nizza e Via Lagrange è da ricercarsi nella sopraggiunta esigenza di trasferire la Direzione Turismo-Sport-Parchi e la Direzione Commercio, Statistica e Programmazione in nuove sedi in quanto, nel primo caso (Via Nizza) il forte aumento delle dotazioni organiche, nel secondo caso (Via Lagrange) la necessità di restituire alla proprietà gli stabili, avevano reso urgente l'individuazione di soluzioni alternative.
Quanto all'immobile di Corso Stati Uniti, le ragioni sono da ricercarsi nella volontà di dotare l'Amministrazione regionale di un Centro incontri dove poter ospitare convegni e corsi di aggiornamento per il personale regionale. In tale ottica, è allo studio l'eventualità di affidare a terzi la gestione organizzativa del Centro con la possibilità di usufruire gratuitamente di tutti i servizi connessi all'utilizzo di un Centro incontri a ciò specificamente adibito.
Quanto alle polemiche circa il tardivo utilizzo degli immobili stessi si osserva che le cause sono da ricercarsi principalmente, da un lato nell'avvicendarsi di difficoltà riguardanti il trasferimento del personale regionale nelle sedi, dall'altro, nelle problematiche sorte con la proprietà nella fase contrattuale.
La questione necessita di un'analisi differenziata e articolata per ciascun immobile.
Via Nizza n. 18.
Come detto, la locazione dell'edificio di Via Nizza è stata disposta originariamente per collocare l'intera Direzione Turismo-Sport-Parchi in un unico edificio. In quest'ottica, la Direzione Patrimonio e Tecnico nell'ambito delle proprie competenze, con assenso della Direzione interessata, ha provveduto a comunicare alla proprietà la sistemazione degli spazi in relazione alle esigenze evidenziate dagli uffici che si sarebbero insediati nei locali.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e agli insegnanti della Scuola elementare "S. Aleramo" di Torino


PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessore Burzi.
Saluto i ragazzi e gli insegnanti della Scuola elementare "S. Aleramo" di Torino in visita al Palazzo. Auguro loro buona giornata.


Argomento: Contratti ed appalti - Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Interpellanza n. 1294 dei Consiglieri Saitta, Tapparo, Moriconi, Placido Contu, Di Benedetto, Manica e Giordano inerente a "Appalti senza gara ed estensioni contrattuali ad aziende e professionisti vincitori del Global Service: strane coincidenze". Interrogazione n. 1318 dei Consiglieri Placido, Suino, Marcenaro, Muliere e Riggio inerente a "Immobili presi in affitto dalla Regione Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

In merito all'interpellanza n. 1294 e all'interrogazione n. 1318, prego l'Assessore Burzi di proseguire la sua risposta.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

Successivamente, la stessa definiva con la proprietà quali lavori dovevano essere effettuati dal locatore e quali dalla competente Amministrazione regionale: il tutto in vista della stipulazione del contratto che avveniva nel giugno 1998, a cui faceva seguito la consegna dell'immobile nel novembre 1998. Tuttavia, inaspettatamente, la Direzione Turismo, nell'aprile 1999 e nel maggio 1999, a lavori ultimati, avanzava la richiesta di apportare delle modifiche rispetto alla definizione degli spazi, comunicata a suo tempo alla proprietà.
A ciò seguiva la risposta della Direzione Patrimonio e Tecnico (maggio 1999), la quale inviava la Direzione Turismo a predisporre il trasloco mantenendo la disposizione dei locali in conformità alle indicazioni fornite alla proprietà nel giugno 1998, trasferimento che avrebbe potuto effettuarsi tra la fine del 1999 e l'inizio del 2000. Fra l'altro, si evidenzia che nelle more del trasferimento si è verificata una circostanza che ha ulteriormente dilazionato i tempi di utilizzo dell'immobile ovvero si sono formate delle fessure all'ultimo piano dell'edificio che gli uffici tecnici, con tempestività, hanno sottoposto ad un attento esame e monitoraggio da parte di professionisti abilitati.
Nel febbraio 2000, la Direzione Turismo manifestava la difficoltà di collocare tutta la struttura nell'edificio a causa del forte aumento della dotazione organica. Questo anche in conseguenza dell'avvenuto successo alla candidatura ai Giochi olimpici del 2006, ma questa è una mia citazione di memoria storica e non è detto che dipenda da questo.
In data 17 febbraio 2000, la Direzione Patrimonio e Tecnico, preso atto di ciò, in accordo con la Direzione Turismo, decideva di trasferire esclusivamente il Settore Parchi e il Parco Le Vallere, che necessitano di ampi spazi di accesso al pubblico per la messa a disposizione della documentazione raccolta e per la realizzazione di un Centro di informazioni sulle Aree protette e sugli Ecomusei della Regione Piemonte.
Il trasferimento è stato avviato il 22 febbraio 2000.
Il vero ritardo, però, è stato causato dal fallimento della ditta aggiudicataria dell'appalto per la fornitura dei mobili, la quale non ha provveduto a completare la consegna degli arredi previsti dalla gara in Via Nizza.
Infatti, con contratto sottoscritto il 15 giugno 1998 era stata aggiudicata alla ditta Synthesis S.p.A. la fornitura di arredi per uffici regionali vari per la durata di tre anni. Gli arredi dovevano essere consegnati entro il 25 febbraio 1999. Non essendo stata completata la fornitura entro tale data ed in vista dell'ormai prossimo trasloco della Direzione Turismo in Via Nizza, la Direzione Patrimonio e Tecnico diligentemente, provvedeva a sollecitare, in data 19 marzo 1999, il completamento della fornitura di Via Nizza, completamento sollecitato poi in maniera esplicita in data 8 aprile 1999.
Perdurando il comportamento omissivo da parte della ditta, la suddetta Direzione, in data 19 maggio 1999, provvedeva a inoltrare formale diffida ad adempiere, facendo presente che, nel caso del persistere dell'inadempienza, l'Amministrazione sarebbe stata costretta a risolvere il contratto e ad affidare a terzi il completamento della fornitura.
A seguito di ciò, la ditta Synthesis si impegnava a completare la fornitura entro il 3 giugno 1999. Ciò nonostante, la ditta Synthesis nuovamente non mantenne le promesse e pertanto la suindicata Direzione provvedeva a risollecitare l'adempimento, dapprima in data 5 luglio 1999 e poi in data 20 luglio 1999.
Infine, in data 6 settembre 1999, veniva comunicato alla ditta l'avvio della procedura per la risoluzione del contratto e l'affidamento a terzi della parte mancante della fornitura, derivante dall'appalto. Nella lettera veniva altresì comunicato che sarebbero state applicate le penali previste contrattualmente per la ritardata consegna dei mobili ed inoltre sarebbero state addebitate somme a titolo di risarcimento danni per il mancato utilizzo degli immobili stessi.
Con determinazioni n. 1018 e n. 1039 del 18 ottobre 1999 e 21 ottobre 1999 veniva affidata alla ditta Telema Ufficio la fornitura dei rimanenti arredi per Via Nizza.
Successivamente, avviate le operazioni per il collaudo, venivano quantificati i danni per gravi inadempienze e per mancato utilizzo dei locali di Via Nizza in capo alla ditta Synthesis e comunicati alla stessa.
Con lettera dell'11 ottobre 2001, il curatore fallimentare della società Synthesis, chiedendo il pagamento del corrispettivo, riconosceva le somme trattenute a titolo di penale per ritardata consegna dei mobili, ma non l'addebito per i danni derivanti dal mancato utilizzo dell'immobile di Via Nizza. A fronte di ciò, la Direzione Patrimonio e Tecnico, in data 19 ottobre 2001, trasmetteva tutta la documentazione all'Avvocatura regionale affinché procedesse al recupero delle somme richieste a titolo di risarcimento danni quantificate in lire 206.920.000.
. Via Lagrange n. 24.
L'edificio di Via Lagrange è stato affittato per collocare inizialmente, le Direzioni regionali Commercio, Programmazione e Statistica (che occupavano la manica nuova di Palazzo Reale, quella che dovevamo inserire nell'ambito del progetto per le Residenze Sabaude).
Nel febbraio 1999 - e che fino a quel momento avevamo in comodato venivano, pertanto, comunicati alla proprietà gli interventi da effettuare a carico della stessa per adattare i locali dell'immobile alle esigenze delle Direzioni che avrebbero dovuto ivi trasferirsi. Tuttavia, dal maggio 1999 al novembre dello stesso anno, la Direzione Patrimonio e Tecnico ricevette da parte delle Direzioni interessate continue richieste di modifiche a quegli interventi che erano già stati comunicati nel febbraio 1999.
La proprietà, a questo punto, comunicava all'Amministrazione regionale che avrebbe sospeso l'esecuzione dei lavori di adattamento dei locali, che peraltro aveva già iniziato e in gran parte eseguito, in attesa di venire in possesso delle definitive modifiche strutturali da apportare.
Sorprendentemente, con nota del 12 dicembre 2000, prot. 19129/17, la Direzione Commercio comunicava alla Direzione Patrimonio e Tecnico che, in considerazione del forte aumento della dotazione organica, i locali non sarebbero stati più sufficienti e che pertanto si trovava nell'assoluta impossibilità di trasferirsi.
A seguito di ciò, la Direzione Patrimonio e Tecnico, stante gli impegni assunti con la proprietà ormai da mesi, propose alla Direzione Edilizia anch'essa ospitata nello stesso stabile oggetto di restituzione (Palazzo Reale), il trasferimento presso l'edificio di Via Lagrange ed inoltrava, in accordo con quest'ultima Direzione, nel mese di febbraio 2001, alla proprietà nuove richieste di modifica per adattare sia gli spazi alle esigenze della nuova Direzione, sia il cablaggio strutturato che nel frattempo era stato ultimato nel dicembre 2000.
Finalmente, la Direzione Programmazione e Statistica, pur evidenziando ulteriori difficoltà legate al malfunzionamento - peraltro temporaneo degli ascensori dell'immobile di Via Lagrange, dietro formale e categorico sollecito della Direzione Patrimonio e Tecnico, si trasferiva nel maggio 2001. La seguiva, anch'essa dietro formale e categorico sollecito della Direzione Patrimonio e Tecnico, nell'ottobre 2001, la Direzione Edilizia.
Come anticipato, le ragioni che hanno determinato il tardivo utilizzo dell'edificio, da un lato, sono state causate dalle descritte tortuose vicende legate al trasferimento degli organici regionali, dall'altro, da ancor più tortuose vicende legate alle trattative contrattuali con la proprietà.
Occorre, in merito, fare nuovamente un passo indietro al 23 novembre 1998, data in cui la Progestim, proprietaria dell'immobile, formalizzava la propria offerta in una prima bozza di contratto che prevedeva la decorrenza della locazione e del canone rispettivamente dall'1 maggio 1999, sulla base del presupposto che il lay-out dei locali fosse definito entro il 31 gennaio 1999; successivamente, tali date venivano posposte all'1 giugno 1999 e all'1 settembre 1999 e poi ancora l'1 agosto 1999 per la decorrenza del contratto, ferma restando all'1 settembre 1999 quella del canone in quanto sorsero dei contrasti fra l'amministrazione e la proprietà circa l'elenco da allegare al contratto riguardante la documentazione tecnica da produrre ai fini delle condizioni igienico-sanitarie e di sicurezza dell'edificio.
Oggetto del contendere era l'esecuzione di determinati lavori riguardanti la messa in sicurezza dei locali da imputarsi alla proprietà che dovevano essere inseriti nell'elenco da allegarsi al contratto.
Dopo estenuanti dissidi culminati con la citazione in giudizio della Regione da parte della Progestim, si stipulava il contratto in data 5 settembre 2000.
Pertanto, le difficoltà incontrate nell'individuazione della documentazione tecnica che la proprietà avrebbe dovuto produrre ed alcuni rilievi in ordine a particolari problematiche inerenti i requisiti di sicurezza segnalati in corso d'opera alla Progestim unitamente alle continue modifiche al lay-out consegnato dalla Regione alla proprietà che hanno comportato l'esecuzione e il continuo facimento e rifacimento di opere strutturali, sono state le cause del rallentamento degli accordi contrattuali, rispetto alle quali la proprietà ha comunque sempre avuto cura di precisare, direttamente e tramite il proprio legale, che mai avrebbero potuto rappresentare un valido motivo per uno slittamento del termine iniziale della locazione, pena l'interruzione delle trattative e la richiesta di risarcimento dei danni per responsabilità precontrattuale.
. Corso Stati Uniti n. 23.
L'Amministrazione regionale ha tra le sue primarie competenze quella di informare la collettività delle iniziative legislative, di programmazione e di comunicazione che ha intenzione di attuare nel medio-breve periodo.
Altrettanto importante - e le raccomandazioni in tal senso degli organi centrali sono molteplici - è necessario effettuare nei confronti della struttura una rilevante e costante opera di formazione e di aggiornamento che contraddistingue e qualifica una Pubblica Amministrazione attrezzata e pronta ad affrontare le trasformazioni della società.
Peraltro, si ricorda che le singole Direzioni regionali hanno in molteplici occasioni segnalato l'assoluta carenza di opportuni spazi in grado di ospitare conferenze o convegni che hanno costretto - in questi anni - l'Amministrazione regionale a ricercare, in occasioni di iniziative pubbliche di informazione, sempre nuove sedi con le oggettive difficoltà che questo comporta sotto il profilo logistico ed organizzativo. Nondimeno la stessa Direzione Personale non dispone di spazi per accogliere i corsi di formazione promossi e organizzati dalla stessa struttura.
Per soddisfare essenzialmente tutte queste esigenze si è ritenuto di acquisire una sede nella città di Torino dove le varie Direzioni potessero svolgere le suddette attività.
Il contratto, stipulato con la Banca Mediocredito S.p.A., con decorrenza 1 gennaio 2000, prevedeva quale onere a carico del locatore l'adeguamento e l'esecuzione di alcune opere edili ed elettriche, nonché di produrre tutta la documentazione tecnica relativa allo stato igienico sanitario degli immobili ed alla messa in sicurezza dello stesso documentazione che era stata richiesta dal competente Settore regionale e che doveva essere fornita entro il 10 maggio 2000, termine poi differito a giugno 2000.
Occorre evidenziare che l'esecuzione di tali opere a regola d'arte è condizione necessaria per ottenere, da parte della Commissione Provinciale di Vigilanza sui locali di pubblico spettacolo, il nulla osta.
In merito a ciò, la proprietà inoltrava, a metà anno 2000, la prima domanda alla Prefettura, che la respingeva in quanto la documentazione presentata a corredo, da parte sempre della proprietà, risultava insufficiente. Nel frattempo, gli uffici rappresentavano alla stessa proprietà il grave danno subìto dall'Amministrazione per tale ritardo e comunicavano l'intenzione di richiederne il risarcimento.
In data 4 settembre 2001 la proprietà provvedeva ad inoltrare nuovamente alla Prefettura la richiesta del nulla osta. A seguito di ci la Commissione di Vigilanza effettuava sopralluogo e, verificata la completezza della documentazione, rilasciava nulla osta in data 4 ottobre 2001, subordinando il medesimo all'ulteriore completamento di alcuni lavori. Finalmente, in data 21 dicembre 2001, lo stabile veniva consegnato alla Regione, la quale provvedeva a richiedere alla proprietà formale richiesta di risarcimento danni per il mancato utilizzo dell'immobile quantificato in euro 273.105,43.
Completo la risposta scritta con un commento, che non lascio in maniera formale.
Dall'esame dell'ultimo punto, appare chiaro che vi è una certa resistenza - peraltro comprensibile - da parte delle Amministrazioni alla mobilità interna. Questo comporta che le Direzioni, i dipendenti e - perch no? - anche gli Assessorati, nessuno escluso, abbiano un certo attaccamento alle abitudini conseguite. Credo che ciò sia umano, anche se il superamento di queste abitudini da parte di tutti e con il coinvolgimento di tutti coloro che al superamento di queste abitudini possono cooperare, nessuno escluso (Amministrazioni, Organizzazioni sindacali, parte politica struttura), consentirebbe di rendere certa la mobilità interna, che poi nel tempo può anche essere verificata di grande gradimento da parte di coloro che sono stati costretti a muoversi con soddisfazione.
Questo è un elemento, a mio avviso, non piccolo; certamente era già evidente sin dalla prima fase di applicazione della legge n. 51, malgrado la distinzione tra ruoli degli Assessorati e Assessori, delle Direzioni e della struttura, fosse meno operativa. Ciò nonostante, credo che tuttora sia un'area su cui tutti dovremmo, nell'utilità complessiva, cooperare.
Grazie.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

A quanto ammontano i danni in Via Lagrange?



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

Le due cifre che ho citato equivalgono, per quanto attiene Via Nizza n.
18, a 206 milioni. Non risulta, dalla risposta che ho letto, che ci sia richiesta danni per Via Lagrange. Risulta invece una richiesta danni per 273.105 euro (equivalenti a circa 550 milioni di lire) per quanto attiene Corso Stati Uniti n. 23. Comunque c'è l'allegato.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio

Allora non mi è sfuggito nulla!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Prima di iniziare, vorrei sapere quanto tempo ho a disposizione.



PRESIDENTE

Cinque minuti.



SAITTA Antonio

Cinque minuti per riprendere un'ora di risposte?



PRESIDENTE

Si tratta di due interrogazioni. Non ha risposto per un'ora, ma soltanto per trenta minuti in tutto.



SAITTA Antonio

Va bene. Ci sarà modo di riprendere l'argomento.



PRESIDENTE

Avete diritto ad illustrare l'interpellanza. Tuttavia, può illustrarla soltanto un Consigliere.
In questo caso, può essere previsto un aumento di tempo, ma dovete mettervi d'accordo.



PRESIDENTE

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lui la illustra, mentre io ho dieci minuti perché intervengo su tutte e due.



PRESIDENTE

D'accordo, gliene concedo altri cinque.



SAITTA Antonio

Signor Presidente, stavo dicendo che le risposte sono state sicuramente puntuali e precise. Faccio solo notare un aspetto che non mi pare irrilevante: per i lavori del secondo piano del Palazzo della Giunta, il Presidente Ghigo ci disse, in aula, attraverso una puntuale relazione, che quella procedura di affidamento senza gara di appalto non andava eseguita.
Infatti, sono state assunte delle iniziative da parte degli uffici.
Se ricordate, per il secondo piano furono affidati i lavori senza gara di appalto all'impresa CO.IN.CO, così come furono affidati, senza procedure di evidenza pubblica, incarichi professionali complessivamente per 2 miliardi. Il Presidente Ghigo ci disse: "No, non va bene". Gli uffici, in seguito, fecero tutta la procedura di sospensione.
Per Palazzo Cavour ci troviamo nella stessa situazione, con la stessa impresa, tra l'altro. È una coincidenza, per carità! Qui si dice che vengono affidati i lavori di sistemazione di Palazzo Cavour a CO.IN.CO, senza gara di appalto, per il fatto che la proprietà dell'immobile doveva mettere a posto allora la parte dell'impiantistica, e già lavorava per la proprietà. Cosa c'è di più semplice che affidarli alla stessa impresa? Conosco un pochino le procedure pubbliche, e non mi pare che esista una norma nella Legge Merloni, ma neppure nel Regolamento applicativo, che prevede che l'Amministrazione Pubblica possa derogare dall'appalto quando il proprietario dell'edificio ha già un'impresa, o una cosa di questo genere. Proprio non esiste! Una cosa di questo tipo non esiste! chiaro che non l'ha fatto l'Assessorato al patrimonio, ma un altro Assessorato. In ogni caso non esiste. L'Amministrazione Pubblica, per affidare un lavoro, deve fare la gara pubblica. Parliamo di 600 milioni! Sono stati affidati, quindi, 2 miliardi per Piazza Castello, senza gara di appalto, e ancora 647 milioni affidati senza gara d'appalto: ditemi dov'è possibile che l'Amministrazione Pubblica possa procedere in questa maniera! Questo è illegale, è illegittimo! Chi ha esperienza di Amministrazione Pubblica mi dica se è possibile procedere in questo modo.
Spero che il Presidente Ghigo - e questo poi lo porrò al Presidente Ghigo - venga qui a spiegarci qual è la differenza rispetto all'opinione che ha espresso sui lavori del secondo piano della Giunta e questi lavori di Palazzo Cavour, e se non sia il caso, anche qui, di intervenire e di bloccare tutto. Bloccate tutto! Gli stessi nomi di Palazzo Cavour: arch. Maria Pia Orsini, Impresa CO.IN.CO, tali e quali; Venaria Reale: sempre Impresa CO.IN.CO di Giancarlo Rossi; poi vediamo gli stessi nomi, CONTECO. Poi, visto che il tempo è quello che è, c'è la parte sul Global Service, Assessore. Anche lei qui ha ricostruito la vicenda. Io lo dico soprattutto per i colleghi nuovi, perch chi ha già esperienza ricorda quella triste e brutta vicenda sul Global Service e l'azione svolta dal collega Pasquale Cavaliere attraverso un esposto alla Procura della Repubblica che fu successivamente archiviato nel senso che la Procura ritenne che la coincidenza per il fatto che il consulente della Regione Piemonte che aveva predisposto il capitolato di appalto era anche consulente dell'Associazione temporanea di imprese che vinse la gara, non era un elemento che, in qualche maniera, poteva favorire il vincitore, perché il capitolato, in effetti, era diverso rispetto a quello che fu presentato dal consulente. Mi pare che i termini fossero questi.
Sono state concesse delle estensioni contrattuali perché il contratto lo prevede. Ma quella parte di contratto ove si cita il consulente dell'impresa vincitrice, che era lo stesso consulente della Regione, è rimasta invariata. Assessore, la osservi: è rimasta invariata! Poi ricordate: "Facciamo il Global Service, così, in questa maniera l'Amministrazione regionale non si dedica più alla gestione di tanti contratti: ne fa soltanto uno e la Regione Piemonte si dedica al controllo". È stato appaltato anche il controllo.
Allora, vi dico perché. Ricordate che per Global Service i contratti erano due: uno per la gestione dei servizi, un appalto di 60 miliardi circa, e un appalto per il censimento degli immobili.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio (fuori microfono)

Due gare.



SAITTA Antonio

Due gare, due appalti, uno per 60 miliardi e l'altro per 5 miliardi e 800 milioni. Ha vinto questa impresa (che, tra l'altro, era un'Associazione temporanea di imprese) dove c'era anche Lo Cigno (che compare sia per Palazzo Cavour, sia per altre parti) e l'ing. Amaro (anch'egli compare nelle stesse parti). Tra l'altro, anche questa Associazione di imprese ha affidato in subappalto all'Impresa CO.IN.CO, che ha fatto sia Palazzo Cavour, sia Piazza Castello. Coincidenza anche questa. Che cosa capita? Che dopo avere affidato l'incarico, l'appalto per il censimento degli immobili per 5 miliardi e 817 milioni, soltanto qualche mese dopo l'Amministrazione regionale estende il contratto. Dice: "Ci sono tanti immobili da censire e bisogna estendere il contratto". L'affidamento era, quindi, di 5 miliardi e 800 milioni. Lo estende per 2 miliardi e 342 milioni. È possibile che in sei mesi il patrimonio della Regione sia cresciuto in modo così consistente? Qualche dubbio si può avere, perché si poteva indicare tutto il patrimonio da censire. Sicuramente, non è aumentato in sei mesi in una dimensione tale da provocare un'estensione contrattuale di quasi il 40 rispetto all'importo contrattuale. Questa è la prima osservazione.
Sostanzialmente, questa impresa ha vinto una gara per questo raggruppamento di imprese per 5 miliardi e 800 milioni e, qualche mese dopo, attraverso l'estensione, arriva a 8 miliardi e 827 milioni.
Poi compare la CONTECO. Io non esprimo giudizi negativi sulle imprese o sui professionisti illuminati, parlo soltanto di coincidenze inopportune perché il parere sulla congruità delle offerte non è stato fatto dagli uffici. Il parere sulla congruità economica dell'offerta per l'estensione contrattuale è stato fatto da un esperto, dalla CONTECO, che aveva il compito di verificare i servizi, non altro. Faccio notare che anche il controllo sulla congruità lo fanno altri, non l'Amministrazione regionale.
La società CONTECO, attraverso affidamenti successivi, ha, come dire un lavoro enorme dalla Regione Piemonte: prima di 474 milioni, poi di 276 milioni, poi di 108 milioni, poi di 102 milioni, e via di questo passo.



BURZI Angelo, Assessore al patrimonio (fuori microfono)

Venaria?



SAITTA Antonio

No, sto parlando di Global Service.
Qual è l'osservazione di tipo generale? Che con Global Service ha vinto un raggruppamento di imprese; si è insediato nella Regione Piemonte un raggruppamento di professionisti. Questi professionisti e queste imprese hanno beneficiato di estensioni contrattuali, previste dalla legge e previste anche nei capitolati, ma il dubbio è su chi ha fatto quei capitolati; previste in ogni caso, perché vi sono state estensioni contrattuali, complessivamente, tra Global Service e incarichi successivi per 8 miliardi. Parliamo di 8 miliardi di estensioni contrattuali! Mi fermo qui, non aggiungo altro.
Chiederò però personalmente al Presidente Ghigo, così come ha espresso una sua posizione sul secondo piano del Palazzo della Giunta regionale perché chiamato in causa, un parere identico sui lavori relativi al Palazzo Cavour e su una coincidenza, molto strana: si è partiti con un appalto con una dimensione definita (Global Service) che è stato esteso, e con professionisti che ormai sono diventati professionisti consolidati nell'Amministrazione regionale.
Faccio notare che, dal punto di vista politico, per chi crede nel mercato, continuare ad affidare i lavori sempre alle stesse imprese, senza indire gare di appalto, affidando i lavori sempre agli stessi studi professionali, senza un minimo di verifica, senza avere un albo professionale, non è una procedura legittima.
Secondo me, questa procedura è illegittima quando non si fanno le gare di appalto, ma, in ogni caso, credo che l'Assessore dovrebbe avere la responsabilità di aprire le finestre e mettere in concorrenza diversi professionisti.
Questa apertura non avviene, perché si dice: "Siccome era bravo, deve continuare a fare i lavori".
La Regione Piemonte ha deciso che le imprese che gestiscono attualmente i lavori li faranno per sempre. E' inutile fare gli appalti, non servono assolutamente a nulla, perché il rapporto fiduciario tra l'Assessore Burzi e questi professionisti è talmente...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Burzi)



SAITTA Antonio

Assessore, siccome lei ha un ruolo di controllo, dovrebbe chiedersi: "Perché affidare i lavori alla CO.IN.CO. Non è meglio fare una gara di appalto?".



(Ulteriori commenti fuori microfono dell'Assessore Burzi)



SAITTA Antonio

Lei dovrebbe avere questo ruolo. Assessore, la deve smettere di dire che è colpa dei funzionari! Quando vengono assegnati degli appalti, senza affidamento, è suo dovere richiamare i dirigenti e dire: "No; non va dato perché c'è un errore di trasparenza".
Lei non è interessato alla trasparenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Chiedevo al Consigliere Saitta, poiché ne volevo essere certo, la spiegazione di una stranezza. Parto da Piazza Castello per arrivare alla seconda interrogazione riguardante Via Nizza, Via Lagrange e Corso Stati Uniti.
E' singolare, ma ritengo che su Piazza Castello - posso anche sbagliare ci sia, non come ha stabilito la relazione presentata a suo tempo e letta in quest'aula dal Presidente Ghigo, una violazione della legge, ma non estremi penali.
Credo, invece, che ci troviamo di fronte a dei reati penali. Infatti come i colleghi e l'Assessore sanno, c'è un esposto alla Procura della Repubblica che farà il suo corso. Ritengo che ci sia stato un danno per l'Ente, un ingiusto vantaggio per le imprese e un ingiusto svantaggio per le altre imprese che non hanno potuto concorrere.
Al di là della situazione di Piazza Castello, è singolare che ci si affidi al Global Service - l'esposto alla Procura riprende integralmente il Global Service, ma non solo, perché sarebbe solo una storia passata - sul patrimonio immobiliare prima che si sappia di che dimensione è questo patrimonio. Si può fare tutto, ma questo mi sembra veramente strano.
Continuando sempre sulla situazione di Piazza Castello - il Consigliere Saitta mi ricorda una stranezza - tutto parte dalla necessità di svolgere urgentemente i lavori per motivi di sicurezza.
Assessore, i lavori in Piazza Castello sono bloccati, i lavori non sono terminati. Sono stati spesi 2 miliardi, ma qualcuno ne risponderà, alla faccia dell'urgenza e della necessità di terminare i lavori, perché si aspettava la visita da parte del Presidente del Consiglio, Amato. E' in carica un altro Presidente del Consiglio e mi auguro che i lavori terminino quanto prima con un altro Presidente del Consiglio, in tempi brevi soprattutto.
Questo è la situazione di Piazza Castello. Ripeto, è stato presentato un esposto alla Procura e io ho fiducia nella giustizia.
Assessore, abbiamo presentato una richiesta di dimissioni sul bilancio una richiesta di Commissione d'inchiesta sul patrimonio, perché ritengo che sia in discussione non l'operato dei funzionari e dei dirigenti, ma il suo ruolo e il suo modo di essere Assessore, che ritengo inadeguato.
Noi ci troviamo di fronte - è giusto che rimanga agli atti - ad effetti per quasi 4 miliardi di lire (circa 2 milioni di euro). Su questo lei, con una puntuale, precisa e burocratica illustrazione, ha citato tutta una serie di cifre e dati, ricordando anche un incidente di percorso con un fallimento, che può assolutamente succedere, che porta una richiesta danni da parte della Regione - se ricordo bene - di circa 206 milioni, a fronte però, di 1 miliardo di affitti pagati prima che lo stabile fosse occupato.
Non mi interessa sapere quali siano le società proprietarie, rilevo solo l'esistente, cioè i fatti e i documenti, perché non sono né teoremi n supposizioni, ma sono documenti, delibere, determine, fatture e pagamenti.
A fronte di 200 milioni di richiesta danni, siamo di fronte a venti mesi in cui questo stabile è rimasto vuoto, 1 miliardo di affitto pagato (550.000 euro) per scoprire che in quello stabile dovevano essere trasferite le Direzioni Turismo-Sport-Parchi, per scoprire che ci va solo la Direzione Parchi e adesso ci andranno i consulenti dell'Assessore Racchelli, che non sa dove metterli. Svuota l'Assessorato di personale e lo riempie di consulenti, ma prossimamente tratteremo anche di questo argomento.
Questo vuol dire che non si fanno le verifiche su cosa serve e su chi ci deve andare, ma si affittano prima gli stabili e poi si cerca di convincere i funzionari, i dirigenti e gli Assessori a spostare il personale.
Assessore, mi sembra un modo strano di operare! La stessa cosa è per lo stabile di Via Lagrange e in questo caso non c'è stato l'incidente dell'azienda che è fallita. Per questo motivo, mi era venuto il dubbio che mi fossi perso qualcosa.
Dopo diciannove mesi, si occupa lo stabile di Via Lagrange n. 24, dopo aver pagato 1 miliardo e 800 milioni di affitto (950.000 euro).
Assessore, chi non ha lavoro e chi guadagna 1.700.000 al mese grida vendetta, come quei dipendenti della Regione che sono in sedi disagevoli.
Diciannove mesi, quasi 1 milione di euro (2 miliardi), senza incidenti di fallimento o mancate forniture. Anche in questo caso, non si verifica la necessità, ma si occupano e si affittano prima gli stabili.
Per quanto riguarda la questione relativa a Corso Stati Uniti n. 21, è da ventisei mesi che in quello stabile dovrebbe esserci un Centro Congressi della Regione, ma non è ancora partito. Lei ha detto: "Abbiamo chiesto i danni per 528 milioni".
I danni sono stati chiesti il 18 febbraio 2002, la settimana scorsa.
Dopo ventisei mesi! Vergogna! Dopo ventisei mesi, si sono chiesti i danni la scorsa settimana? Non è vero che non sono state fatte le richieste, perché la richiesta alla Prefettura per il sopralluogo è stata fatta l'8 giugno.
Assessore, da contratto - e questo è il contratto - la richiesta andava presentata, il locale doveva essere pronto entro maggio-giugno; la richiesta se era agibile è stata presentata dopo il termine previsto dal contratto. E nessuno controlla, ma sono sempre i funzionari.
La Prefettura, solerte, va poi a luglio 2000 e con grande sollecitudine chiede cosa bisogna fare; non succede niente per un anno, perché il 31 luglio 2001 venne richiesto nuovamente il parere alla Prefettura per il sopralluogo per poterlo aprire, da luglio 2000 a luglio 2001. La Prefettura di Torino risponde: "Signori, vale la nostra nota del 31 luglio 2000, fate gli adeguamenti e noi vi daremo il permesso". Poi, arriva l'ottobre 2001: la Prefettura dà un parere condizionato a tutta una serie di lavori che sono ancora in corso.
Per un anno era talmente urgente che si è dimenticato che era necessario ed urgente un Centro Congressi che è costato circa una miliardata: 800 milioni solo di affitto. Poi si spendono, tra impianti elettrici, integrazione impianto elettrico, audiovisivo, taratura progetto, opere, altri 971 milioni, ad oggi. Quindi, per tutto l'insieme siamo a cifre verso i 2 miliardi.
Assessore, Torino-Incontra, un salone da 334 persone con lo sconto per la Regione, compreso audiovisivo, costa 2 milioni e mezzo e lo poteva affittare quattrocento volte.
Perché c'è la necessità, e questi sono i tempi, e poi si fa nel contratto. Le poltroncine - questa è proprio dulcis in fundo, perché il tempo sta per terminare - gli arredi murali, le stoffe ai muri, a carico della proprietà , vengono messi in contratto per oltre 200 milioni. C'è solo un fatto singolare: 290 milioni di affitto, 242 milioni per le poltroncine e poi scopriamo che, con una determina successiva le poltroncine vengono... La Regione riconosce 242 milioni per queste spese.
Assessore, le poltroncine e le stoffe sono costate 219 milioni, la determina della Regione è di tre settimane prima della posa in opera e nella fattura, 30 milioni che non si capisce come mai a contratto, viene stabilito molto tempo prima quanto sarebbero costate. Viene fatta una determina tre settimane prima della fattura di posa in opera e ci sono 30 milioni in più: è un fatto strano! Termino, perché la materia avrebbe bisogno di molto più tempo e sono convinto che ci ritorneremo, ma non so se sarà lei l'Assessore. Perch tutto quello che abbiamo detto, che ha detto il collega Saitta e che ho cercato di dire io in tempi assolutamente insufficienti mette in evidenza 4/5 miliardi spesi, buttati al vento, senza alcun controllo, senza sapere se gli uffici ci sarebbero andati. Questo, per quanto mi riguarda Assessore, mette pesantemente in discussione la sua capacità di fare l'Assessore, perché lei è Assessore al patrimonio e al personale, quindi non può neanche motivare che il personale dipende da qualcun altro. La ritengo assolutamente inadeguata a svolgere questo ruolo e, per quanto mi riguarda, il Presidente Ghigo dovrebbe toglierle la delega.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Di Benedetto.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Oggi ci troviamo con un'ennesima interpellanza in cui si chiede di fare chiarezza rispetto a questa strana coincidenza che già ha fatto rilevare sia il collega Saitta, sia il collega Placido.
Noi continueremo a chiedere di controllare una serie di atti fatti dalla Giunta e perché ci sono delle coincidenze, aggiungerei strane, come è stato specificato. Non è per una questione di pregiudizio o di intolleranza nei confronti - lo aggiungo come battuta, non si offenda, Assessore! - del povero Assessore indifeso. Lo facciamo, continueremo a farlo. Lei mi aveva rimbeccato la volta scorsa dicendo che, insomma, questo è un Consiglio regionale, non è un Consiglio comunale, e che non bisogna dare retta alle lettere anonime. Poi il suo Presidente ci chiese quasi scusa e ci disse che avevamo ragione noi, che quel cittadino che aveva segnalato quanto di anomalo era avvenuto nel secondo piano della Regione Piemonte aveva ragione e noi, invece, dell'opposizione, che dobbiamo fare il nostro lavoro di ispezione e controllo, in qualche modo venivamo meno a quella funzione e attraverso quella lettera, come minoranza abbiamo chiesto delle informazioni per cui lei quasi si era anche offeso e irritato.
Questo non deve farlo perché non rispecchia il suo ruolo: lei non si deve offendere, deve dare delle risposte! Deve dare delle risposte su quella trasparenza che prima il collega Saitta le ha chiesto, come mai, se è vero che lei si nasconde sempre dietro alla legge n. 51. L'indirizzo è il ruolo dei funzionari, dei dirigenti. Lei non può fermarsi sempre alla legge n. 51; lei deve controllare come mai coincidono sempre le scelte sulle solite aziende, sui soliti professionisti. Non può non porselo questo problema, se lo deve porre! Avevo scritto alcune considerazioni che hanno fatto i miei colleghi per cui cerco di chiudere abbastanza in fretta.
Visto che lei non si pone il problema (sempre con le stesse imprese e gli stessi professionisti), visto che il collega Placido, per la seconda volta, chiede una Commissione d'inchiesta sul patrimonio, sposo la richiesta del Consigliere Placido. A questo punto, chiederemo al Presidente Ghigo una Commissione, perché ci sono situazioni che si ripetono. Apprendo addirittura che il cantiere del secondo piano del Palazzo della Giunta è fermo: alla faccia dell'urgenza! Speriamo che sia di buon auspicio per il prossimo Primo Ministro. Magari, se è del centrosinistra, a questo punto noi finiremo anche prima, per non fare brutta figura come state facendo voi, perché è evidente che non era né per questioni di urgenza né perch arrivava il Presidente Amato.
Caro Assessore, non si offenda, la nostra non è una missione, ma è un obbligo quello di controllare gli atti che questa Giunta emana, in particolare i suoi. Io ho già chiesto al Presidente di ritirarle la delega per cui nel momento in cui il Presidente lo farà, non starò né a gioire n a soffrire; semplicemente, sarò contento perché magari chi sarà nominato al suo posto dovrà avere almeno una prerogativa: porsi l'obiettivo della trasparenza e del controllo degli atti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Intervengo per chiedere all'Assessore e alla Giunta se non ritengono che le contestazioni puntuali sopravvenute, che riguardano patti sui quali mi pare, non siete in grado di esprimere la minima resistenza sul merito esclusivamente per scaricare le responsabilità sui funzionari invocando ripetutamente la legge n. 51 con un'operazione che, penso, anche dal punto di vista della deontologia di un uomo politico e del suo senso di responsabilità, siano molto discutibili.
Chiedo se, di fronte a queste vicende, quel che prima ha fatto rilevare il Consigliere Placido, la richiesta di danni voi l'abbiate formulata non sulla base di una vostra valutazione, ma, come risulta, quale risposta alle interrogazioni presentate. Assessore, lei può scuotere la testa quanto le pare, ma per chiunque è evidente che si tratta di un tentativo per correre ai ripari e per fare qualcosa di fronte ad una situazione di incapacità e di responsabilità nella gestione delle risorse regionali. Mi chiedo se non è arrivata l'ora di smetterla di tutelarsi dietro la legge n. 51, di gettare continuamente la colpa sui funzionari e di assumere le proprie responsabilità. C'è una situazione, nella gestione del patrimonio e, in generale, in una serie di situazioni nella Regione Piemonte, che non pu più andare avanti.
Non so fino a quando lei potrà godere del silenzio della sua maggioranza che, con sempre meno capacità di sopportazione, affronta ogni giorno e ogni settimana questioni sulle quali non siete in grado di dare una motivazione decente.
Vi chiedo, semplicemente, di smettere e di prendere atto dell'esistenza di un problema politico che riguarda la vostra capacità di governo: il sistema, le modalità e il tipo di relazione che avete costruito.
Vi chiedo di riconoscere questo e di dire come volete cambiare questo tipo di situazione.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio in merito ai motivi del mancato incontro convocato, unitamente all'Assessore Cotto, con i rappresentanti degli Enti locali ed operatori del settore socio-assistenziale


PRESIDENTE

Prima dell'incontro con il Presidente Ghigo, ha la parola l'Assessore D'Ambrosio per una breve comunicazione.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Il DPCM 29 novembre 2001 "Definizione dei livelli essenziali di assistenza (LEA)", pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale dell'8 febbraio 2002, è in vigore da ieri, 25 febbraio 2002. La Regione deve dare attuazione, con proprio provvedimento, al citato DPCM, che, com'è noto recepisce l'accordo Stato-Regioni.
Ieri, a nome mio e dell'Assessore Cotto, erano stati convocati i Presidenti e gli Assessori delle Province piemontesi, i Presidenti e i Direttori degli Enti gestori e dei Servizi socio-sanitari, il Presidente dell'Associazione ANCI, il Presidente della Lega delle Autonomie locali, il Presidente dell'UNCEM, il Presidente dell'Unione Province Piemontesi, i Direttori generali delle AA.SS.LL. e le Organizzazioni sindacali.
Purtroppo, per un'incresciosa coincidenza (l'Assessore Cotto era ad un funerale per un lutto che l'ha colpita ed io ero convocato, con il Presidente Ghigo e l'Assessore Cavallera, dal dottor Guariniello per la questione dei minerali in Valle di Susa,) non siamo stati presenti, per cui la riunione è stata rinviata.
Debbo rassicurare i Consiglieri di maggioranza e di opposizione che agli inizi della prossima settimana ci saranno più convocazioni con tavoli diversi, perché il numero dei convocati si aggirava sui duecento partecipanti e, quindi, sarebbe stata comunque una riunione piuttosto complessa.
Abbiamo chiesto - e lo chiederemo ufficialmente - scusa per l'inconveniente verificatosi ieri, ma la cosa importante è discutere su questi livelli essenziali di assistenza che, indubbiamente, qualche problema, a livello socio-assistenziale, comportano.
Il mio augurio è che si possa addivenire ad una soluzione quanto meno ottimale o comunque non penalizzante le classi deboli.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Prendo atto della volontà, da parte dei rappresentanti della Giunta, di chiedere scusa ai soggetti che erano stati convocati per ieri e prendo anche atto della motivazione, perché se esiste un lutto sicuramente c'è una giustificazione di un certo spessore.
Resta un problema politico, Assessore: quando è arrivato il provvedimento sui LEA, voi lo avete trasformato in una circolare immediatamente applicabile, invece che ragionare su una deliberazione di recepimento dei LEA che tenga conto di quella che è la situazione che storicamente si è determinata sul nostro territorio e cosa significa tutto ciò, in termini di assistenza sul territorio, per le persone che sono in difficoltà, per i Comuni e per i Consorzi.
Non avete risposto né con il Piano sanitario né con la proposta di legge dell'Assessore Cotto, che recepisce la legge n. 238, al nodo fondamentale: qual è il meccanismo di integrazione sanità-assistenza, per non lasciare, proprio chi ha più bisogno, privo di un sostegno da parte dell'Ente pubblico.
Non avete assolutamente risposto a questo per cui vi invito, se volete porgere delle scuse reali e non formali, ad aprire un'ampia consultazione e a fare su questo non una deliberazione qualunque, ma una deliberazione con approvazione del Consiglio regionale.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Come convenuto, sospendiamo la seduta per l'incontro programmato dalle opposizioni con il Presidente della Giunta e con il Presidente del Consiglio.
Colleghi, nel frattempo tenete conto di un cambiamento sull'o.d.g. a vostre mani: il punto 3) sarà rinviato in quanto è assente l'Assessore Botta. Ripartiremo dal punto 4) "Rideterminazione dei distretti industriali del Piemonte", per poi proseguire con "Tutela e valorizzazione del patrimonio storico-culturale e promozione delle attività delle Associazioni sportive storiche", proposta di legge sui componenti della Commissione consultiva per i procedimenti di iniziativa popolare (che è una deliberazione tecnica); quindi, una legge sui tartufi.
Ovviamente, prima di chiudere la seduta di oggi pomeriggio, sarà necessario approvare l'ordine del giorno relativo alle iniziative di solidarietà per l'Argentina: domani partirà una delegazione per cui è giusto che ci sia un documento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 12.09)



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