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Dettaglio seduta n.185 del 12/02/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Alle ore 15.27 il Vicepresidente Riba comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.45)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 16.46)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g. "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore e Rossi Giacomo.


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame del punto 13) all'o.d.g., che reca: "Nomine".


Argomento: Nomine

IRRE - Istituti Regionali di Ricerca Educativa (art. 4 DPR 6/3/2001, n. 190) - Consiglio di amministrazione. Designazione di due componenti.


PRESIDENTE

Si proceda alla distribuzione della lista dei candidati e della scheda relativa alla nomina, che dovrà avvenire a scrutinio segreto.
Nomino scrutatori i Consiglieri Tomatis e D'Onofrio.
Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Di Benedetto procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato dall' Ufficio di Presidenza, dichiaro non valida la votazione per mancanza del quorum deliberativo.


Argomento: Nomine

Comitato Promotore PRUSST 2010 PLAN (art. 12 Statuto) - Collegio dei Revisori - Nomina di un membro effettivo.


PRESIDENTE

Si proceda ora alla distribuzione della lista dei candidati e della scheda relativa alla nomina, che dovrà avvenire a scrutinio segreto.
Prego un Consigliere Segretario di procedere all'appello nominale.



(Il Consigliere Segretario Di Benedetto procede all'appello nominale)



PRESIDENTE

In base allo scrutinio effettuato, comunico l'esito della votazione...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo di sospendere la seduta per mezz'ora.



PRESIDENTE

Non si applica il principio di cui all'art. 53 del Regolamento.
Dichiaro non valida la votazione per mancanza del quorum deliberativo.



(Proteste fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

La votazione non è valida.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Volevo lasciare la mia testimonianza rispetto a quello che è appena successo.
La settimana scorsa si è svolta una riunione della Commissione Nomine in cui è stato fatto presente che erano in scadenza alcune nomine urgenti.
Era un lungo elenco di nomine e si è scelto, di comune accordo, di andare in aula con quelle più urgenti.
Il problema è questo. Continuate a non ascoltare l'appello accorato e partecipe del Gruppo Radicale che vi invita a riflettere sul meccanismo delle nomine; scegliete di lottizzare il tutto possibile ed immaginabile e non siete capaci - scusate se lo dico senza alcuna disistima personale, ma politica - di organizzarvi e di votare nomine urgenti all'interno di Enti in cui sono previste figure di nomina del Consiglio regionale, che da mesi stanno aspettando una nomina.
Vi invito a rivedere la norma. Cambiamo queste vecchie norme che procedono alla nomina concertata - centrosinistra, centrodestra - perché è palesemente inadeguato tale metodo, ed è inadeguato persino nel scegliere chi vi rappresenta in Consigli di probabilmente dubbio interesse rispetto alla maggioranza e al centrosinistra.
Parlo oggi, Consigliere Cattaneo, perché l'altro giorno, in sede di Commissione consultiva per le nomine, ho fatto lo stesso discorso al centrosinistra che è da un anno e mezzo che dimentica persino di nominare i propri rappresentanti all'interno di organismi dove è prevista una riserva speciale per le minoranze (normata dall'art. 72 del Regolamento).
Ripeto, ragioniamo insieme per superare questo meccanismo perché è antiquato, superato e ci fa fare delle brutte figure come quelle di oggi.



PRESIDENTE

Se posso aggiungere, anch'io ho mandato una lettera, dopo la riunione della Commissione Nomine, per ulteriormente riassumerne i contenuti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Segnalo al Presidente che, in occasione della votazione su queste nomine, non ho risposto presente e non ho ritirato la scheda.
Presidente, la pregherei - ho anche dei testimoni che posso esibire nelle prossime votazioni, anche sulle nomine, di essere più precisi circa la presenza e l'assenza dei Consiglieri. In questo caso, ero chiaramente assente, non avevo neppure ritirato la scheda.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Non sarei intervenuto, ma devo una brevissima replica al Consigliere Mellano.
Ritengo che non si tratti di una questione di lottizzazione, ma di regolamento, di funzionamento di questo Consiglio. Ci sono delle norme che regolano sia la presentazione delle candidature, sia l'elezione dei rappresentanti del Consiglio regionale all'interno di Enti, com'era il caso di oggi.
Le regole sono chiare. Una regola fondamentale è anche regola di democrazia: si può votare un nome piuttosto che un altro, ma è anche democratico scegliere di non votare e di non mettere una scheda nell'urna.
Altro è la responsabilità di questo Consiglio regionale e la condivisone dell'urgenza che è stata posta dal Presidente del Consiglio in occasione della Commissione Nomine.
La maggioranza, formata da 40 Consiglieri, ha semplicemente avuto una "svista", semplicemente non si è confrontata, così come abbiamo sempre fatto per eleggere e proporre le candidature dei nostri rappresentanti. Lo faremo certamente nella giornata di martedì con la convinzione e la consapevolezza di non aver certamente introdotto alcun danno agli Enti nei quali dobbiamo nominare i rappresentanti. Non saranno certamente otto giorni a cambiare qualcosa.
Presidente, non so se ha ragione il Consigliere dei Radicali relativamente ai sei mesi di ritardo, ma sei mesi e una settimana non fa differenza. Francamente, preferisco fare una votazione nella consapevolezza di chi ci deve rappresentare, piuttosto che una votazione affrettata solo per risparmiare una settimana di tempo. Martedì, certamente, la maggioranza sarà pronta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Credo che non si possa non constatare che nella maggioranza c'è anche un problema politico per quanto riguarda queste nomine. Va bene che si dica che ci sono i problemi che ricordavano prima i Consiglieri, ma tutti abbiamo potuto constatare che nelle fasi che hanno preceduto questa votazione qualche problema sulle nomine da fare nella maggioranza è emerso allora, qui, c'è anche una questione che riguarda voi. Non possiamo tutte le volte attribuire al Consiglio responsabilità che sono, invece, di natura politica e riguardano direttamente la maggioranza.
Presidente - lo dico senza enfasi polemica, in maniera assolutamente tranquilla - non vorrei che non restasse a verbale il fatto che questa votazione è andata come è andata perché c'è stato un problema all'interno della maggioranza di centrodestra che governa la Regione.



RONZANI Wilmer

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



RONZANI Wilmer

L'ho anche detto...



RONZANI Wilmer

Non faccio finta.
Non si arrabbi, Consigliere Cattaneo, sto facendo un discorso tranquillissimo. Sto semplicemente registrando una situazione che si è manifestata.
Per cui, a quanto dice il collega Cattaneo, voglio semplicemente aggiungere che ci siamo trovati in presenza di una maggioranza che ovviamente, ha sottolineato l'urgenza di procedere verso alcune nomine e di fronte ad un Presidente del Consiglio che, essendo sensibile, ovviamente ad una serie di scadenze che riguardano questa assemblea, ha ritenuto fosse giusto iscrivere questa questione all'o.d.g. Altra cosa è il tema che lei ha sollevato riguardante i criteri sulla base dei quali procedere alle nomine: questo è un altro capitolo, è un altro problema.
Poi, noi abbiamo preso atto del fatto che non si è potuto procedere perché questa maggioranza, come sempre più spesso capita in questo Consiglio, è divisa anche su queste questioni. Il problema pertanto riguarda voi e le vostre divisioni politiche.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Direi che non c'è alcun motivo per enfatizzare quanto è accaduto. Si è trattato semplicemente di un difetto di informazione che, certamente, non è circostanza commendevole, ma da ciò non si può far discendere alcuna considerazione sotto il profilo politico. Quindi, non vi è alcun allarme politicamente rilevante.



PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Signor Presidente, volevo sottolineare che noi eravamo presenti e abbiamo ritirato la scheda.
Siccome non abbiamo preconcetti e non riteniamo che debbano esistere dei rappresentanti di un partito di maggioranza o di minoranza, non abbiamo potuto procedere alla votazione perché c'era un numero di candidati elevato e in una settimana non abbiamo fatto in tempo a valutare il curriculum degli stessi.
Prendiamo atto del fatto che troviamo la minoranza spaccata sia perch ha tenuto dei comportamenti di almeno tre tipi diversi - qualcuno ha votato, qualcuno non ha votato, qualcuno ha ritirato la scheda e qualche altro no - sia perché viene meno ai propri doveri - incalzare la maggioranza nelle loro proposte. Ben avrebbero potuto votare dei loro candidati che probabilmente ben avrebbero fatto, io non ho avuto alcuna illustrazione da parte dei componenti delle minoranze e delle candidature e avrebbero potuto occupare quei posti che non sono stati occupati per il semplice motivo che non si è proceduto alla votazione.
Ritengo fisiologico il fatto che non si sia proceduto ad una votazione che vedeva qualche decina di candidati a così breve distanza dalla Commissione che ha individuato l'esatto nome delle candidature.
Prendo atto di questa grande discrasia e di questo grande spaccamento all'interno della minoranza e della totale incapacità di fare minoranza all'interno di questo Consiglio. L'unica cosa che si riesce a fare è vomitare ingiurie nei confronti della maggioranza senza essere propositivi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Signor Presidente, non voglio intervenire nel merito di questa vicenda anche perché infierire non è sempre un atto corretto, anche perch incidenti di questa natura si sono verificati per la mancanza di un accordo con la minoranza; vorrei ricordare che abbiamo anche rinviato la nomina in alcuni Enti.
Il mio intervento è motivato dal fatto che, mentre mi è chiaro che De Andrea Paola è proposta da Alleanza Nazionale, non riesco a comprendere perché tutti quelli che seguono sono presentati dall'Azione cattolica.



PRESIDENTE

E' un autocandidato.



CONTU Mario

Chiedo scusa, voglio lasciare a verbale questa gaffe. Mi aiuti lei Presidente: "AC" vuol dire "autocandidatura"?



PRESIDENTE

Possono essere i candidati segnalati.



CONTU Mario

Non vuol dire "appartenenza condizionata"?



PRESIDENTE

No, "AC" vuol dire "autocandidatura".



CONTU Mario

Vuol dire solo autocandidatura.
Allora, per quanto riguarda le autocandidature, in presenza di curriculum così chiari, perché credo che soprattutto "AC" possa anche essere letto come "alta competenza", questo può essere il requisito. Non capisco come mai sui requisiti oggettivi le forze politiche non riescano a trovare un accordo: sono sorpreso, ma così vanno le cose.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Proseguimento esame ordini del giorno n. 442 "Siccità: preoccupante situazione nel Novarese e VCO", n. 388 "Progettazione e realizzazione di infrastrutture per l'approvvigionamento idrico" e mozione n. 429 "Emergenza idrica nei Comuni piemontesi"


PRESIDENTE

Prosegue ora l'esame dell'ordine del giorno n. 442, presentato dai Consiglieri, Valvo, Botta Marco, Galasso, D'Onofrio, Godio, Caramella Gallarini e Cattaneo,di cui al punto 3) all'o.d.g., in merito al quale dovevamo ripetere la votazione.
Colleghi, come vi ho annunciato nella Conferenza dei Capigruppo, ho iscritto anche gli altri documenti che erano stati presentati sul tema (ordine del giorno n. 388 presentato dai Consiglieri Toselli, Bolla Caramella e Cattaneo e mozione n. 429 presentato dai Consiglieri Riba Manica, Riggio, Muliere, Marcenaro e Placido).
Innanzitutto, votiamo l'ordine del giorno n. 442 e poi discuteremo contestualmente l'ordine del giorno n. 338 e la mozione n. 429.
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, è per capire le regole che ci uniscono: avevamo terminato il Consiglio su questa votazione - adesso vado a memoria, quindi posso essere impreciso - che non ha avuto buon esito. Il Consiglio successivo dunque, si apre ripetendo la votazione.
Non avendo seguito alla lettera questa indicazione regolamentare quindi giungendo a porre in votazione questo ordine del giorno non strettamente nei termini previsti dal Regolamento, valuti la Presidenza se non sia possibile concedere qualche intervento, in quanto, in tal caso, io perorerei in un minuto la causa che l'altra volta è stata sostenuta da alcuni colleghi, al fine di inserire, su un tema di questo genere, gli elementi che, se non erro, proponevano i Consiglieri Manica e Ronzani facendo un cenno più generale al problema della siccità.
Visto che ci abbiamo dormito sopra, visto che è passato del tempo e visto che mi sembra giusto (posto che sembrerebbe errato un irrigidimento che duri oltre una settimana), chiedo ai colleghi Valvo, Botta, Galasso D'Onofrio, Caramella, Gallarini ed altri, firmatari di questo ordine del giorno, se non ritengano opportuno implementarlo delle parti che erano state suggerite.



PRESIDENTE

Concedo una rapidissima sospensione per vedere se tra questi testi uno o due possano essere portati in votazione.
Invito i colleghi che hanno sottoscritto questo ordine del giorno a verificare le loro posizioni.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.22 riprende alle ore 16.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Mi pare che sia stata raggiunta un'intesa, per cui tutti e tre i testi sono ampiamente condivisi dall'aula, quindi è giusto che la soluzione sia il voto di tutti e tre i documenti.



PRESIDENTE

CATTANEO Valerio (fuori microfono) Votazione unica per tutti!



PRESIDENTE

Votazione unica su tutti e tre i provvedimenti? Va bene, però devo chiedere se qualcuno vuole intervenire.
Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Ritengo che questi ordini del giorno affrontino un problema importante indicando delle soluzioni assolutamente errate.
Se pensiamo di risolvere il problema della siccità costruendo delle grandi infrastrutture in montagna, perché chi propone questi ordini del giorno deve anche giustificare...



(Commenti in aula)



MORICONI Enrico

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



MORICONI Enrico

Non siamo su quelli.



MORICONI Enrico

Sì, gli ordini del giorno sulla montagna.



MORICONI Enrico

MANICA Giuliana (fuori microfono)



MORICONI Enrico

No, sulla siccità!



PRESIDENTE

Possiamo fare una votazione unica? Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, le chiederei di indicare esattamente quali sono gli ordini del giorno sottoposti al voto dell'aula, perché se lei è in grado di indicarci questo, siamo anche in grado di vedere se intervenire nel merito o fare una dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

Sono in grado di indicare cosa si vota.
Vorrei porre in votazione i seguenti documenti: ordine del giorno n. 442 inerente a "Siccità: preoccupante situazione nel Novarese e VCO", presentato dai Consigliere Valvo, Botta Marco, Galasso D'Onofrio, Godio, Caramella, Gallarini e Cattaneo ordine del giorno n. 388 inerente a "Progettazione e realizzazione di infrastrutture per l'approvvigionamento idrico", presentato dai Consiglieri Toselli, Bolla, Caramella e Cattaneo mozione n. 429 inerente a "Emergenza idrica nei Comuni piemontesi" presentata dai Consiglieri Riba, Manica, Riggio, Muliere, Marcenaro e Placido.
Alcuni colleghi hanno chiesto di procedere con un'unica votazione.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non va bene.



PRESIDENTE

Benissimo. Procediamo con ordine.
Dispongo la ripetizione della votazione dell'ordine del giorno n. 442, il cui testo recita: "Premesso che: la siccità legata alle temperature estremamente rigide dell'ultimo periodo di fatto ha già provocato danni ingenti al settore agricolo di tutto il Piemonte i danni accertati nel Novarese e nel VCO sono soprattutto ingenti per quanto riguarda le coltivazioni delle acidofile a pieno campo e per la floricoltura considerato che: se le condizioni di temperatura ed umidità non miglioreranno, il danno rischia di propagarsi sulle piante di maggior pregio e su vaste aree di campi madre, impianti di acidofile utilizzati per la produzioni delle talee e per l'intero comparto della floricoltura se la situazione di difficoltà dovesse perdurare, destano inoltre preoccupazione la disponibilità futura di acqua ad uso irriguo, con un probabile calo del 30-35% nella produzione del foraggio, e i danni indiretti derivanti dai costi maggiori che le aziende stanno subendo per il riscaldamento delle serre, lievitati di oltre il 100% rispetto allo scorso anno il Consiglio regionale del Piemonte impegna Il Presidente della Giunta e l'Assessore a: 1) richiedere al Governo nazionale misure straordinarie, come lo stato di calamità, al fine di fornire un contributo concreto all'economia agricola del Novarese e del Verbano Cusio Ossola, principalmente al comparto della floricoltura 2) a sollecitare il Ministro per le Politiche Agricole e Forestali affinch aggiorni i parametri di valutazione dei danni arrecati al settore della medesima floricoltura 3) a prendere contatti con lo stesso Ministro affinché il costituendo tavolo di concertazione agricolo relativo alla siccità coinvolga anche i rappresentanti della floricoltura piemontese ed italiana".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio approva.
In merito all'ordine del giorno n. 388, chiede di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Questo è un ordine del giorno che affronta un problema grave, come quello della siccità, con delle soluzioni che, in pratica, in questo documento non vengono assolutamente messe in luce. Peraltro, non vengono nemmeno messi in luce i problemi fondamentali, in quanto il discorso dell'utilizzo dell'acqua è, come credo si sappia, fortemente condizionato dall'uso agricolo: il 70% dell'acqua che si utilizza viene usata per scopi agricoli. Non solo, l'agricoltura piemontese è, come altre forme della Pianura Padana, fortemente condizionata dalla coltivazione a mais, che è estremamente esosa dal punto di vista della richiesta d'acqua: per fare una tonnellata di granella di mais, per esempio, occorrono mille tonnellate d'acqua.
Siccome sappiamo che in futuro è prevedibile che si vada incontro ad un periodo in cui l'acqua sarà sempre più scarsa e sarà necessario adottarne delle misure di risparmio, non si capisce perché in questo ordine del giorno non vengano inserite, ad esempio, all'attenzione della Giunta regionale, quelle iniziative che possiamo prendere favorevolmente per il risparmio dell'acqua. Ad esempio, come è stato affermato anche dal Comitato internazionale che si preoccupa di queste vicende, si deve pensare a tariffe differenziate nel consumo dell'acqua, in quanto nei Paesi occidentali c'è un consumo assurdo e uno spreco eccessivo della risorsa idrica. Quindi, per meglio utilizzare l'acqua, da molte parti arrivano sollecitazioni per considerare la tariffa differenziata per l'acqua legata al consumo (fino a un consumo di 40 litri giornalieri pro capite attivare una tariffa; oltre, a crescere, in proporzione all'aumento del consumo).
L'altro discorso da fare sarebbe quello di iniziare - una scelta che la Regione potrebbe fare - a predisporre che nelle case di nuova costruzione siano previsti doppi impianti dell'acqua, per cui l'acqua potabile deve essere limitata a determinati usi, mentre sarebbe meglio utilizzare l'acqua di minor qualità quando si spreca, come nei bagni, che è appunto l'acqua non potabile.
Di fronte a diverse possibilità concrete, questo ordine del giorno è assolutamente generico, in quanto va nella direzione di preoccuparsi giustamente, dell'utilizzo agricolo, perché riguarda il 70% del consumo dell'acqua. Se questo ordine del giorno voleva andare in quella direzione almeno si doveva fare un richiamo al concetto che l'acqua può anche essere risparmiata pensando a delle coltivazioni meno esose e meno bisognose di acqua. Non è detto che si debba coltivare solo il mais.
Ripeto, questo ordine del giorno è troppo generico, non entra nel merito della questione e sembra predisposto, soprattutto, per soddisfare richieste generiche, non riuscendo a spiegare, a chi lavora nel campo, che è ora di cominciare a pensare all'acqua come ad una risorsa indispensabile e non come ad una risorsa disponibile all'infinito.
Questo ordine del giorno non risponde a nessuno dei principi basilari che si devono affrontare quando si deve parlare dell'acqua.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Cerco di interloquire con l'aula, ma vorrei rivolgermi, in particolar modo, al primo firmatario.
Consigliere Toselli, posso godere della sua attenzione visto che stiamo parlando del suo ordine del giorno? Credo che questo ordine del giorno sia poco rispettoso della sua intelligenza, ma le spiego anche il motivo: ha un dispositivo di impegno molto debole e, soprattutto, non coglie - e di questo credo che lei ne voglia fare ammenda - nel suo carattere localistico la problematica più ampia dell'uso della risorsa acqua.
Consigliere Toselli, la sto invitando a seguire il mio ragionamento.
Concorderà che forse, se è valido il mio ragionamento, non si può limitare il problema della siccità ad un fatto che riguarda la provincia di Cuneo n si può limitare la problematica delle acque non tenendo conto dei bacini idrografici di riferimento, ma, soprattutto, non si può pensare di vendere ai propri elettori delle fandonie, perché o la Regione Piemonte, quindi questa maggioranza qualificata, ha il coraggio di superare la logica provinciale e porre il problema e l'attenzione su quale strategia pone in essere per salvaguardare il bene acqua, altrimenti il punto di vista è un altro.
Perché non affrontare il problema relativamente alle modalità per la raccolta delle acque meteore? Il Consiglio regionale può farsi portavoce o promotore di una proposta di legge che inserisca, per esempio, nelle nuove costruzioni l'utilizzo delle reti duali, cioè la possibilità di separare le acque destinate al consumo umano da quelle destinate per usi tecnologici o per altri usi. Il problema è che una materia così delicata come quella dell'acqua non pu essere liquidata a colpi di ordini del giorno.
Questo ordine del giorno avrà lo spazio di una citazione sui quotidiani locali, però lei, Consigliere Toselli, concorderà che se non si pone il problema della risorsa acqua nella sua complessità, con un respiro più ampio dell'osservatorio anche privilegiato che le realtà locali possono fornire, il problema dell'acqua diventa non una semplice testimonianza, ma assume dignità, che è la dignità che deve derivare quando parliamo di una risorsa così indispensabili per la vita delle persone.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Intervengo su questo argomento perché ritengo che l'acqua sia un bene troppo prezioso. Innanzitutto, voglio cominciare col dire che per errore ho espresso parere favorevole all'ordine del giorno votato poco fa.
Sono pienamente d'accordo con i colleghi che mi hanno preceduto, sul fatto che l'argomento acqua va preso in seria considerazione, dal momento che sul territorio regionale sono già stati prodotti alcuni danni. Mi riferisco all'aumento dei costi di depurazione già attuato dal 90% delle aziende di distribuzione.
Vorrei ricordare a quest'aula che è attualmente in vigore la legge n. 35 che prevede alcune norme per il contenimento dei consumi idrici, legge che questa Regione non si è mai preoccupata di attuare sotto questo aspetto.
Capisco pienamente l'intenzione del Consigliere Toselli, però vorrei anche poter dire che la Regione Piemonte non è limitata solo al territorio cuneese, ma dal momento che il problema dell'acqua è molto serio, ritengo che dovremo pensare all'attuazione della legislazione esistente in materia.
Se si applicassero le norme esistenti circa il contenimento dell'acqua credo che si farebbe una cosa giusta per i cittadini e si conserverebbe una risorsa vitale per i nostri figli, nipoti e pronipoti.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Ritengo che si possa unificare la discussione sugli ultimi due punti all'o.d.g. intervenendo una sola volta.
Innanzitutto, voglio segnalare l'importanza di un dialogo, all'interno del Consiglio regionale, su alcune situazioni che riguardano lo stato della struttura idrica della Regione Piemonte.
Lo stato della struttura idrica nella Regione Piemonte risente del fatto che nella parte nord del Piemonte esistono grandi bacini e grandi serbatoi di riserva naturale di acqua, che sono i ghiacciai (vedi il Monte Rosa); in più c'è la grandissima riserva d'acqua rappresentata dal Lago Maggiore.
Chiedo di avere un po' di considerazione per questo aspetto, ma non lo chiedo a titolo personale quanto piuttosto per un problema che registra dei punti di vista diversi, ma che mi sembrano massimamente importanti da discutere, con riferimento agli interventi che ho sentito da parte del Consigliere Contu e dal rappresentante dei Verdi.
Nel sistema del Piemonte Nord i ghiacciai perenni del Monte Rosa, del Monte Bianco e dell'area del Cervino, che alimentano i bacini della Dora Baltea e del Sesia, costituiscono, in qualche modo, una riserva naturale dalla quale è possibile attingere riserva idrica per tutto l'anno.
Nella zona del Novarese, in particolare, esiste il Lago Maggiore, che costituisce una riserva d'acqua dalla quale si attinge nel corso di tutto l'anno, abbassando le falde (con qualche problema che lì viene segnalato e che dovrà poi essere discusso in qualche sede); in ogni caso, il rifornimento d'acqua è garantito.
Nel bacino del Tanaro e nel bacino del Po, invece, non esistono riserve (neanche dal Monviso) costituite da ghiacciai: l'acqua precipita in autunno e in primavera e poi, durante la fase siccitosa, si registrano delle carenze.
Tra altro, vorrei brevemente ricordare che le concessioni idriche concesse ai Consorzi irrigui erano allora di diversi metri cubi per ciascuno dei Consorzi, ma questi metri cubi non esistono più perché allora l'acqua disponibile era di una certa consistenza, mentre adesso non esiste più: i Consorzi hanno la concessione, ma non c'è acqua.
Contemporaneamente, il Piemonte produce complessivamente 13 miliardi di metri cubi d'acqua all'anno che vengono utilizzati per un totale di 4 miliardi e mezzo, di cui 3 miliardi e mezzo per l'agricoltura vercellese mentre il resto è suddiviso tra gli usi potabili e industriali.
Voglio anche sottolineare che gli argini del Po vengono alzati in continuazione per evitare devastazioni future.
La mancanza d'acqua durante il periodo estivo causa certificati danni (l'Assessore all'agricoltura potrebbe confermarli perché è in possesso di dati), è causa di perdite al nostro sistema agricolo, che annualmente oscillano tra i 30 e gli 80 miliardi all'anno, colpendo le colture pregiate (non certamente la coltivazione del grano o del mais, che non necessitano d'acqua) che sono quelle che danno anche un maggiore valore aggiunto al reddito.
La perdita di 50 miliardi all'anno ogni dieci anni accumulerebbe una risorsa che sarebbe sufficiente a mantenere un sistema di gestione dell'acqua.
Quello che si chiede con questo ordine del giorno è, né più né meno quello che chiedono da anni le Province di Alessandria, Asti, Cuneo e Torino, a cui adesso ai aggiungono anche quelle del Nord, perché ci risulta che con la siccità di quest'anno alcuni rifornimenti di acqua per le risaie saranno sicuramente in difficoltà.
Vediamo almeno se su questo dato ci può essere un minimo di sensibilità nei confronti dei territori che da anni convivono con questo tipo di problema perché sono territori siccitosi per via dell'esposizione: le Alpi Marittime sono esposte al mare ed evidentemente non hanno i ghiacciai per via della loro collocazione. C'è una situazione di non più competitività di tutti i sistemi produttivi di quelle aree per mancanza di rifornimento d'acqua.
Consigliere Moriconi, non so più come dirglielo, ma lei sa che in mancanza di un rifornimento d'acqua, così minimamente organizzato, ogni anno si aprono 300/400 nuovi pozzi che prelevano dalle falde freatiche e mettono in comunicazione quelle alte e quelle basse, avvelenando anche le riserve d'acqua per uso idropotabile e creando un disastro ecologico (su cui l'Assessore Cavallera dovrà pure esprimersi). Perché non si può, di fronte alla possibilità di perdita totale del prodotto, impedire di scavare pozzi fino a 80 o 90 metri di profondità? Si parla, ormai, di 6 mila pozzi aperti nel Piemonte per rifornire d'acqua le superfici che sono disidratate a causa della modifica della situazione climatica, ma l'acqua continua a scorrere nel Po e questo disastro dei pozzi non trova alcuna protesta e, quindi, sollevare l'acqua da un pozzo costa 50 lire al metro cubo e le coltivazioni sono in grado di sostenere un costo di due lire al metro cubo.
La raccolta d'acqua, durante il periodo in cui vi è eccedenza, è da studiare con tutti i sistemi ecologici e compatibili. Vorrei ricordare che io sono tra quelli che hanno combattuto contro la realizzazione di maxinvasi (a parte il fatto che in altre parti del mondo sono stati fatti e noi non abbiamo incontrato alcuna protesta, ma qui dipende anche dove sono ubicati).
Noi approviamo la proposta del Consigliere Toselli, ed è vero quanto affermato dal Consigliere Giordano in riferimento alla provincia di Cuneo ma poniamolo in parallelo con le osservazioni di Valvo in riferimento all'Alto Novarese, perché la questione è che probabilmente ognuno vede con maggiore drammaticità la situazione che riguarda il proprio territorio.
Noi abbiamo posto il problema per tutto il Piemonte perché ci segnalano che la caduta del livello del Lago Maggiore comincia ad essere un problema ci segnalano che i canali di Ferraris e di Alessandria non hanno più neanche la metà della portata normale.
Qui non si crea niente, si chiede soltanto alla Regione di studiare con tutti gli Enti locali o con i Consorzi (dopo che qualche anno fa è stata emanata la legge sulle bonifiche), un sistema di parziale trattenimento, attraverso modalità di strutture ecocompatibili, di una parte dell'acqua che viene mandata nel bacino dell'Adriatico, con continua necessità di alzare gli argini del Po, perché non sono più in grado di trattenere i volumi delle piene.
Non c'è niente di nuovo rispetto ad un'esigenza che è stata ripetutamente proposta e che viene riproposta da tutti gli Enti locali, per la quale non si chiedono risorse ingenti o particolari, ma solo di avviare un sistema di lavoro a regia regionale - aggiungo - perché questo problema riguarda ormai tutto il Piemonte, e perché la Regione si convinca a dare una risposta e avviare una discussione.
Non vi è nient'altro, perché tutto questo è un minimo di risposta che deve essere dato a una situazione emergenziale, come quella che stiamo vivendo, da parte di un'istituzione regionale.
Se poi vogliamo scrivere - scusi, Consigliere Moriconi, se la cito che non vogliamo maxinvasi, ve lo scrivo subito, perché per non lasciare fare i maxinvasi bisogna andare sul posto e chiarirsi le idee (e questo lo abbiamo sempre fatto), perché non vogliamo che i maxinvasi danneggino le caratteristiche ambientali del territorio. Se vogliamo che i maxinvasi siano in linea con le convenzioni delle Alpi tutto si può aggiungere, ma non si può impedire che si studi un minimo di utilizzazione razionale di 8 miliardi di metri cubi d'acqua, che vengono mandati nel Po, costringendo tutti gli anni ad alzare le dighe senza che in questa Regione si trattenga quello che è necessario per il sistema produttivo. Dopodiché, colleghi, non per svalutare il lavoro che abbiamo fatto, ma non ne farei una questione di ordine fondamentale: si tratta di cominciare a lavorare su questo settore.
Ringrazio i colleghi Giordano, Caracciolo e Tomatis che hanno sottoscritto l'ordine del giorno, perché è un'indicazione di lavoro.
Propongo di votare i documenti che portano la prima firma della maggioranza e la nostra. Il lavoro dovrà comunque essere avviato e probabilmente l'Assessore competente dovrà proporre un gruppo di lavoro con la presenza di tutte le sensibilità rispetto a tale problema.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Vedo che è arrivato il Presidente Ghigo, al quale do il benvenuto. Non è il caso di sentire subito il Presidente Ghigo? No.
Allora, visto che si vuole andare per vie legali, propongo una mozione d'ordine.
Ho letto con attenzione i due ordini del giorno. La scorsa seduta avevo inteso, sbagliandomi, che si trattasse di due ordini del giorno dello stesso tenore di quello presentato dal collega Valvo e da altri colleghi cioè che si trattasse di ordini del giorno che, tenuti presenti i problemi generati dalla siccità, chiedevano al Governo qualche intervento riparatore in forma molto generica.
Pensavo che un provvedimento di questo genere, rivolto solo ad un'area del Piemonte, fosse sbagliato e che fosse più congruo riferirlo all'intero Piemonte. In realtà, vedo ora che i due ordini del giorno, e in particolare quello degli amici del Gruppo DS, hanno tutt'altra natura, nel senso che presuppongono una scelta di sviluppo di carattere strategico, e non sono documenti in cui si dice che bisogna avere un po' di provvidenza, perch quest'anno c'è stata la siccità.
L'ordine del giorno del Gruppo DS è un documento da inserire a pieno titolo in una politica contenuta in un programma regionale di sviluppo che tra l'altro, la Regione Piemonte non ha. Quindi, dato che ora ho contezza di tutto ciò, mi sembra meritevole questa tematica "strategia di approvvigionamento delle risorse idriche a tutti i fini (idropotabile industriale, agricolo e finanche ludico)" e che sia un tema che esige, in primo luogo, un approfondimento da parte del mio Gruppo, che non è firmatario di questo ordine del giorno, per riuscire a discutere questa materia.
Quindi, Presidente, per dare la possibilità al mio Gruppo di esaminare con attenzione delle questioni che sono poste ad alto livello, le chiederei di voler sospendere l'esame di questo ordine del giorno, in modo tale che insieme ad altri colleghi, possiamo vedere e discutere, anche con i proponenti, un testo con l'intento generale di giungere ad una posizione comune delle opposizioni (se è possibile). In ogni caso, per riuscire almeno a discutere dei punti di vista e confrontarci, discussione e confronto che fino ad ora non c'è stato, e non c'è stato anche perché avevo male inteso, per quanto riguarda la mia parte di responsabilità, lo spessore di questo secondo ordine del giorno.



PRESIDENTE

Consiglieri, o si va ad un voto su questi ordini del giorno, come era stato richiesto in aula la volta scorsa e come è stato richiesto nella Conferenza dei Capigruppo la settimana scorsa, oppure si sospende la trattazione di questo punto per svolgere un dibattito più ampio. Delle due quindi, o lei, Consigliere Moriconi, avanza una richiesta di sospensiva altrimenti procediamo con la votazione.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Mi associo alla richiesta di sospensiva per le motivazioni spiegate dal collega Chiezzi. Voglio però sottolineare che, qualora si decidesse di andare avanti, io sono intervenuto, come è stato richiesto dal Presidente sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Toselli, e non mi sono espresso sulla mozione presentata dal collega Riba, perché le votazioni erano separate.



PRESIDENTE

Quindi, lei avanza una richiesta di sospensiva. Qualcuno si esprime contro? La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Un conto è il bisogno di approfondimento e di chiarimento. Questo, come ha detto il Consigliere Riba, lo si può affrontare e risolvere con un momento di sospensione, nella quale è possibile vedere se ci sono dei punti che possono essere migliorati, chiariti e introdotti. Questa, secondo noi è una cosa che è possibile fare.
Invece, visto che è stato affrontato il tema della siccità con le sue conseguenze e che è stato approvato un ordine del giorno, l'idea che ora un ordine del giorno presentato dal nostro Gruppo venga sospeso e sostanzialmente bloccato è una cosa rispetto alla quale noi non siamo disponibili. Quindi, ripeto: mentre siamo disponibili a rivedere e a modificare, tenendo conto di osservazioni che vengono fatte al nostro ordine del giorno, non siamo disposti a bloccare la discussione e a rinviarla sine die. Quindi, mi rivolgo al Consigliere Chiezzi: se ci sono delle osservazioni da fare, coloro che hanno redatto l'ordine del giorno sono disposti a raccoglierle.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17.05 riprende alle ore 17.20)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
A seguito della sospensione, vi è un lavoro di riscrittura in atto della mozione n. 429 e i colleghi Riba e Chiezzi mi hanno chiesto mezz'ora per poterla stendere. Quindi, la porteremo in votazione, come emendata dai relatori, subito dopo le comunicazioni che il Presidente della Giunta intende fare.
Faccio presente che si è concordato con i Capigruppo che eventuali interventi dopo le comunicazioni del Presidente avranno la durata di cinque minuti.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito ai criteri di nomina del nuovo Direttore generale delle Molinette. Esame collegata mozione n. 464


PRESIDENTE

Passiamo pertanto alle comunicazioni del Presidente della Giunta regionale.
Ricordo che nell'ultima seduta dei Capigruppo avevamo concordato che gli interventi della Giunta non dovrebbero superare i dieci minuti. Questo per avere un rapporto di equilibrio con il tempo concesso ai Consiglieri.
Ha ora la parola il Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Mi è stato comunicato dal Presidente del Consiglio, dai miei collaboratori e dall'Assessore Cavallera che, nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, l'opposizione ha fatto richiesta di una mia comunicazione sui criteri che la Giunta ha intenzione di adottare nella scelta del nuovo Direttore generale delle Molinette.
Questa mattina c'è stata un'ulteriore richiesta per sapere quando ero disponibile, nella giornata di oggi, a svolgere tale comunicazione. Mi sono reso disponibile, spero che le considerazioni che farò possano essere di qualche soddisfazione da parte della maggioranza e dell'opposizione.
La scorsa settimana, come voi sapete, sono stato assente perché ho assistito all'inaugurazione dei Giochi invernali di Salt Lake City. Nella settimana precedente avevo parlato con il Magnifico Rettore dell'Università di Torino in quanto per la nomina del Direttore generale delle Molinette secondo la L.R. n. 10 del 1995, deve essere espressa un'intesa. L'intesa terminologia, dal punto di vista amministrativo, abbastanza diffusa (nell'esercizio della Conferenza Stato-Regioni ne siamo quasi saturi) rappresenta l'assoluta necessità di una convergenza di opinioni sulla scelta del Direttore generale delle Molinette.
Noi abbiamo presentato una terna al Magnifico Rettore, il quale, con mia somma sorpresa - gliel'ho anche comunicato con un po' di dispiacere ha commesso, secondo me, un'indelicatezza istituzionale: durante la mia assenza ha tenuto una conferenza stampa nella quale ha dichiarato che, per motivi che voi conoscete perché sono stati riprodotti dagli organi di stampa, la terna proposta, pur apprezzando e valutando positivamente i nominativi rappresentati, non era di suo gradimento.
Le motivazioni sono state addotte dal Magnifico Rettore in relazione al fatto che due dei candidati, in modo particolare il dottor Bertinaria e il dottor Balzarro, esercitano già il ruolo di Direttori generali in Aziende ospedaliere con presidio universitario, e, secondo l'Università, avevano la necessità di completare il loro programma di esercizio in queste due Aziende. Implicitamente, credo di poter evincere - è una mia opinione personale - che l'Università abbia dato un giudizio positivo rispetto ai due candidati. Visto e considerato che non li vogliono spostare perch lavorano così bene, il giudizio non può che essere positivo.
Il terzo candidato, dottor Vogliolo, ha presentato un programma l'Università aveva chiesto di farlo - che, obiettivamente, non ha riscontrato, nell'ambito dell'Università, elementi di particolare soddisfazione. A fronte di questo, l'Università chiede alla Regione Piemonte di riproporre una terna, perché la legge prevede, nella decisione di nominare un Direttore generale, questo meccanismo.
L'Assessore D'Ambrosio ed io venerdì incontreremo il Magnifico Rettore e in questi giorni valuteremo il da farsi. Tuttavia, devo all'aula, in modo trasparente, alcune considerazioni su quello che intendo fare.
Non vi nascondo che il tipo di comportamento che l'Università ha assunto nei confronti della designazione della terna non mi ha completamente soddisfatto e ho avuto modo di farlo civilmente presente anche al Magnifico Rettore. Anche perché il Magnifico Rettore, in funzione di una relazione che il prof. Guzzanti ha presentato all'Università propone la costituzione di un organo di indirizzo.
L'organo di indirizzo è una possibilità per la quale, in un mio intervento o in un mio comunicato stampa, mi ero reso disponibile. Il Comitato di indirizzo è un meccanismo che prevede, oltre alla figura del Direttore generale, a fianco dello stesso, nelle Aziende ospedaliere con presidio universitario, una componente universitaria e un componente della Regione (precisamente due esponenti dell'Università e due della Regione) che si riuniscono una volta al mese per indicare e dare una forma di indirizzo alle decisioni del Direttore generale. Dopo il caso Molinette sicuramente si dovrà tornare su questo tema perché ci sono degli elementi e delle iniziative di tipo legislativo che bisognerà assumere.
Quello che non è possibile, a legge vigente, è attuare il Comitato di indirizzo; è previsto dal D.lgs. n. 517, ma non è previsto dalla normativa regionale. Non abbiamo alcun problema, anzi, auspichiamo, una volta valutato e sperimentato come può funzionare questo organismo di indirizzo in un ospedale importante come le Molinette, di estenderlo ad altri ospedali. Bisogna, però, adottare e modificare la legge regionale, per poter costituire il Comitato di indirizzo.
Ripeto, il Comitato di indirizzo, allo stato attuale, con la legge regionale vigente, nonostante la normativa nazionale lo permetta, non pu essere realizzato, dovremmo prima fare una modifica. Credo che sarebbe opportuno adottarla velocemente per poterlo realizzare.
Chiaramente, se andiamo verso la decisione di nominare un Direttore generale bisognerà esprimere l'intesa, di conseguenza devo trovare l'accordo con l'Università, nel senso che devo identificare un nome che sia evidentemente di intesa con l'Università. Venerdì, quando incontreremo il Magnifico Rettore, cercheremo di identificare un nome che possa essere approvato anche dall'Università.
In caso contrario - è una valutazione che devo ancora fare per cui non posso permettermi di dirvi adesso se agirò in un modo o nell'altro - devo dirvi onestamente che farò di tutto per cercare l'intesa con l'Università.
Questa è una dichiarazione ufficiale che faccio all'aula, perch l'Università è un soggetto importante, è un soggetto che, in base all'art.
7 del D.lgs. n. 517 del 1999, partecipa anche al sostegno economico finanziario della gestione della sanità universitaria. Voi capite che non è più un corpo estraneo, anche dal punto di vista finanziario: il costo sanitario universitario, attraverso questo decreto legislativo, prevede una compartecipazione dell'Università.
Obiettivamente, è una contraddizione pretendere una compartecipazione o un impegno nella gestione finanziaria del settore universitario sanitario e non cercare l'intesa. Ne ho parlato a lungo con l'Assessore D'Ambrosio: noi intendiamo ricercare l'intesa.
Se l'intesa non dovesse essere trovata, la strada alternativa riguarda la nomina del Commissario, che non prevede l'intesa con l'Università. Noi abbiamo nominato il prof. Guzzanti quale Commissario a tempo. Naturalmente può darsi che l'opposizione non sia d'accordo, ma entro la fine dell'anno ci sarà comunque l'applicazione del nuovo Piano sanitario, che prevede una ristrutturazione e che noi riteniamo, legittimamente, di discutere in quest'aula. Siccome alle nomine dei Direttori generali procediamo, come per i Commissari, a fine anno, potremo nominare un Commissario anche alle Molinette, in attesa di rinominare tutti i Direttori generali alla fine dell'anno, in base al nuovo assetto territoriale delle varie ASL Voi sapete che comunque l'obiettivo del Piano sanitario è di ridurre il numero delle ASL in modo da razionalizzare i costi di gestione della sanità sul territorio piemontese.
Queste sono le riflessioni che oggi posso rappresentare all'aula risottolineando in maniera chiara ed esplicita il mio obiettivo. Ritenga però - e lo devo dire perché non è che ci si deve nascondere dietro ad un dito - che l'aver svolto una conferenza stampa in mia assenza, su un tema sul quale obiettivamente c'era già un'interlocuzione diretta con il Magnifico Rettore, un po' mi ha disturbato. Pazienza, venerdì cercherò con tutte le forze, insieme all'Assessore D'Ambrosio, di identificare un nome che possa essere espressione della Regione Piemonte e dell'Università di Torino.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente, rispetto alla sua comunicazione, siamo più stupiti di lei e, forse, più amareggiati di quando - come ci ha detto - ha visto, di ritorno da Salt Lake City, che l'Università aveva assunto le decisioni che aveva assunto, ritenendo questo stupore e questo imbarazzo francamente non motivato e cerco di spiegarle i motivi.
Lei ha proceduto alla nomina più difficile, quella che si trovava davanti come la più complessa, quella delle Molinette, dopo quanto avvenuto, in modo come se nulla fosse successo. Ha seguito un meccanismo che l'ha portata, in tutta la vicenda delle nomine, nella precedente legislatura e in questa, in una prima fase, a lasciare per lungo tempo le ASL senza Direttori generali certi; poi si sono susseguiti avvicendamenti veloci, per arrivare ad un sistema di nomine su base fiduciaria, in cui il privilegio dei criteri della professionalità, delle caratteristiche territoriali e delle effettive managerialità non sempre sono stati i criteri prevalenti. Spesso i criteri di appartenenza o di contiguità sono diventati più forti del criterio della professionalità.
Questo lo abbiamo potuto osservare in almeno due grandi strutture ospedaliere: alle Molinette con la nomina di Odasso e precedentemente - lei ricorderà il susseguirsi delle nomine nel secondo ospedale piemontese all'Ospedale Maggiore di Novara. Anche in quel caso, la sua fiducia è stata tradita più volte dai Direttori generali che venivano nominati, ma poi risultavano incompatibili perché continuavano a mantenere il doppio incarico di tipo privatistico.
Riteniamo di essere giunti alla fine di quella modalità di nomina dei Direttori generali che, dapprima, hanno lasciato per lungo tempo le ASL nella precarietà e, poi, hanno visto il susseguirsi di un insieme di momenti in cui la fiducia del Presidente veniva tradita e i criteri di managerialità non si realizzavano.
Pensiamo che, a partire dal caso delle Molinette, si debba aprire una nuova fase all'interno di questa Regione. Se si leggesse attentamente l'intervento dell'Università, e non in modo burocratico, Presidente, come lei un pochino ha fatto, si leggerebbe una preoccupazione analoga alla nostra. E' la stessa preoccupazione che si leggerebbe se si volesse ascoltare il Sindaco di Torino quando pubblicamente ha avuto modo di dire: "Adesso, su questa nomina delle Molinette e sul resto, ritengo che anche altri soggetti debbano essere interpellati".
Lei non si sarebbe trovato in quella condizione e in quell'imbarazzo se avesse seguito un consiglio che noi, sommessamente, abbiamo cercato di dare, che poi abbiamo dovuto tradurre in un'interrogazione perché non si voleva arrivare ad una discussione in aula: a cominciare da questa nomina quella più difficile, quella che crea più problematiche all'interno della società piemontese, si venga in aula consiliare e si declinino pubblicamente i criteri. Cosa la tutelerebbe di più se non un'aula che democraticamente, rispetto alla correttezza e all'esattezza della nomina valuta ed esamina i criteri? Poi, la scelta su base fiduciaria, certamente, lo sappiamo, è demandata alla Giunta, ma noi diciamo una cosa in più: oggi, Presidente, questo grave incidente che si è determinato con l'Università riguarda non un solo Ateneo, bensì due Atenei. Un Ateneo le ha risposto quello che le ha risposto sulle nomine, ma un altro, precedentemente, aveva detto: "Il Direttore generale che è qui non lo spostate perché riteniamo che il balletto sia stato troppo ampio".
A questo punto, ci chiediamo se lei non pensi che ci debba essere un soggetto terzo - non lei e non la sua Giunta - che valuti le professionalità e solo allora, sulla base di quei criteri e di quella graduatoria, avvenga un processo di nomina.
Noi le chiediamo di farlo subito per quanto riguarda le Molinette - e vado a concludere - per estendere tale procedura a tutti i Direttori generali del Piemonte.
Presidente, lei può agire così senza modificare la legge precedente: può assumere semplicemente una deliberazione, può assumere una determinazione anche per applicare il D.lgs. n. 517 per la parte relativa all'organo di indirizzo che l'Università le sollecita. Glielo dico in assoluta certezza e piena convinzione della legge, perché altre Regioni italiane hanno proceduto in tale direzione.
In ultimo, Presidente, ritengo ancora più stupefacente che lei non solo cerchi di presentarsi all'Università a fare una trattativa, quasi una trattativa privata, ma in sostanza dica: "Se mi accettate questi tre nomi procedo; se non me li accettate - è un mercato - nomino un Commissario che a fine anno diventerà Direttore generale definitivo quando, sulla base di un Piano sanitario - che è stato respinto da tutto il Piemonte e quindi sarà difficile che compaia, in quel testo, in quest'aula - rinominerò tutti i Direttori generali".
Se alla nostra proposta si contrappone, invece, la strada del mercato noi pensiamo che non solo questo Consiglio e l'Università, ma anche gli Enti locali piemontesi, a partire dal Sindaco di Torino che già si è espresso, le diranno e le riproporranno, invece, una strada diversa l'unica per arrivare a dare una soluzione alle Molinette e un minimo di fiducia al Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente Ghigo, oggi ci saremmo aspettati una terna di nomi. Chissà se la nostra richiesta è pretenziosa.
evidente la sua competenza. Probabilmente, nei prossimi giorni, prima dell'incontro con il Magnifico Rettore, conosceremo dai giornali la triade che lei avrà proposto al Rettore. Non si sa per quale ragione, ma è certo che prima del comunicato stampa del Rettore la notizia sarà su tutti i giornali.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

L'avevamo assunto come atto di Giunta.



CONTU Mario

Benissimo, rientra nelle sue competenze. Quello che oggi avremmo umilmente chiesto è un atto di rispetto per questa assemblea. Lei, oggi questo atto ce lo doveva.
Avremmo richiesto, prima di fare i nomi, che lei indicasse dei criteri non trincerandosi dietro al fatto che i criteri li fissa la legge.
Il Rettore - spiace, ma lo dovrà ammettere (si coglie dal tono risentito del suo intervento - ha dato uno schiaffo pubblico alla sua persona, al suo Esecutivo, perché le ha detto: "No, grazie. Faccia meglio".
Perché se la legge - pare di comprendere - deve necessariamente indicare una terna, non si possono indicare dei nominativi di Direttori che già hanno una missione che, all'interno di questo impegno e di questo incarico contratto con la Regione, devono portare a compimento.
Si potrà discutere a lungo, e per noi è facile ironia adesso.
Assessore - su questo magari mi rivolgo a lei - qualche scheletro nell'armadio, anche da questa parte, ce l'abbiamo. Avevamo i Comitati di gestione. Noi non siamo responsabili di quella scelta.
Abbiamo pensato che la cosa pubblica potesse essere gestita da figure altre, dai cosiddetti tecnici, cioè da coloro che non si lasciano condizionare dalle appartenenze politiche. Oggi sarebbe facile ironia dire qual era l'appartenenza politica del dottor Odasso.
Abbiamo pensato di trovare una scorciatoia che, facendo fare un passo indietro alla politica attraverso un processo di esternalizzazione, fosse il "toccasana della sanità". Così non è. È chiaro che le leggi di riferimento sono quelle dello Stato e noi scopriamo - ahimè tardivamente! che era possibile costituire un Comitato di indirizzo e che, rispetto alla legge che non è assolutamente datata, ieri (mi pare - però mi sono distratto nel momento in cui il Presidente svolgeva la sua comunicazione che possa essere la riforma Bindi o altre riforme o altre leggi)...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

No, è un'altra.



CONTU Mario

Magari in sede di replica, se lo riterrà opportuno, preciserà meglio i termini della questione.
Dicevo che oggi la Regione si scopre anche in ritardo rispetto a quella che poteva essere un'opportunità.
Vi è un altro aspetto. Io mi auguro, Presidente, che lei venerdì non vada ad una trattativa, perché se ho inteso bene senza aver letto la legge lei probabilmente dovrà esprimere una terna sulla base di criteri noti che pongano al centro il problema della competenza.
Su questa terna, certamente l'Università ha ragione di porre con forza la sua opzione, perché è legata a doppio filo rispetto alla propria missione istitutiva.
Presidente, io le chiedo, posto che non lo ha ancora detto, che cosa intende fare da qui a venerdì, e se non ritiene opportuno, nelle modalità istituzionali che ritiene più adatte, dare un'indicazione a questa assemblea su quale terna e su quali nominativi è caduta la sua scelta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente.
Per nobilitare con una citazione il suo intervento rinunciatario si potrebbe dire che lei, montaignamente, ci ha detto: "Solo questo noi possiamo dirvi, ciò che non siamo, ciò che non vogliamo", nel senso che lei non ha chiarito minimamente come intende procedere. Meno che mai intende misurarsi con quest'aula sugli atti molto importanti che dovrà assumere nelle prossime settimane.
Ma una serie di "no" espliciti li ha detti.
Innanzitutto, ha annunciato di non voler minimamente modificare la normativa legislativa e amministrativa che nella nostra Regione disciplina i meccanismi di nomina dei Direttori generali delle Aziende sanitarie, per farla passare da un meccanismo oggi fiduciario, e sostanzialmente fondato sulle appartenenze politiche, ad un meccanismo trasparente, oggettivo professionale e, sostanzialmente, concorsuale anche nelle procedure.
Noi ne prendiamo atto. Prendiamo atto dei suoi silenzi, ma prendiamo atto, altresì, del fatto che in quest'aula l'intera opposizione mi pare si muova su una logica di questo tipo, e che esponenti importanti della sua maggioranza hanno espresso, in sedi pubbliche, di fronte a milioni di persone, il proprio favore e il proprio sostegno ad un'ipotesi che non compiace gli interessi della minoranza, ma che soddisfa esigenze di trasparenza e garanzia nelle nomine dei Direttori delle Aziende sanitarie.
Il fatto che lei rivendichi una titolarità giuridica, che peraltro le è riconosciuta dal D.lgs. n. 517, rispetto al meccanismo di nomina, senza domandarsi in che misura può rendere più garantito, più terzo e più tutelante anche dei suoi interessi un meccanismo di nomina che nelle sue procedure non passi attraverso rapporti di natura puramente fiduciaria, ci lascia non tanto perplessi, ma ci rende obiettivamente convinti che la sua linea difensiva rischia di diventare una linea fallimentare non solo rispetto alla sanità piemontese, ma anche rispetto ai destini della sua Amministrazione.
Dopo il caso Odasso avevamo sperato che la risposta fosse alta e politica. È diventata, invece, una risposta bassa, burocratica e amministrativa. Di questo non possiamo obiettivamente che dispiacerci.
In secondo luogo, continua a sostenere una tesi - a nostro giudizio assolutamente errata - secondo la quale i meccanismi di garanzia vengono accresciuti quanto più vengono accresciuti i livelli di compartecipazione alla gestione delle Aziende sanitarie. Che questo passi attraverso i Comitati di indirizzo e di vigilanza con l'Università e con i presidi universitari, o che passi attraverso la modifica del sistema di governo delle Aziende sanitarie con l'introduzione surrettizia dei vecchi Comitati di gestione, è esattamente la direzione opposta rispetto a quella a cui una riforma ragionevole delle Aziende sanitarie ci dovrebbe portare.
I meccanismi di garanzia vengono accresciuti nella misura in cui chi nomina e chi procede a questa nomina non ha interessi diretti rispetto all'operato di coloro che vengono nominati. Questo è l'unico meccanismo di garanzia ragionevole che noi dovremmo aspettarci dalla normativa regionale.
Vi è un terzo "no" ancora più rilevante. Mi pare - rebus sic stantibus che il Presidente della Giunta regionale non ritenga di doversi neppure misurare politicamente con quest'aula e con il Consiglio regionale sui criteri che informano le scelte delle terne che sottopone all'Università rispetto ad alcuni presidi, o, in generale, dei criteri che dovrebbero informare le scelte dei Direttori generali delle Aziende sanitarie in una situazione molto delicata, di scadenza degli attuali amministratori, di nuovi amministratori o di eventuale commissariamento e di modifica non solo di dati e di contenuto della programmazione sanitaria, ma anche dei confini stessi delle Aziende sanitarie. Tutto questo rende la situazione più difficile.
Noi abbiamo denunciato, all'inizio di questa vicenda, come di sanità e della questione Molinette si potesse parlare solo sui giornali e come alcuni avessero scelto di parlarne solo sui giornali. La scelta del Presidente Ghigo conferma questo orientamento, apparentemente di sanità e di Molinette: di meccanismi di nomina bisogna parlare solo nei giornali e nella polemica politica e non all'interno di quest'aula.
Concludo, affermando che, al di là di tutto, una serie di documenti sono stati depositati. E' possibile un confronto di merito su una serie di proposte che non sono così rivoluzionarie, ma suscettibili di alcuni cambiamenti e comunque meritevoli di una qualche attenzione. Quello che ci aspetteremo - a questo punto non lo speriamo neanche più a dire la verità è che il Presidente Ghigo e l'Assessore D'Ambrosio tornino in quest'aula magari fra qualche giorno o fra qualche settimana, di fronte ad un'ennesima emergenza, a pronunciare l'ennesimo "no", ad affermare che non vogliono una cosa, non ne vogliono un'altra, non vogliono politicamente misurarsi con il Consiglio regionale su una questione così delicata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente Ghigo, lei si è messo in una situazione difficile dalla quale, mi pare, non riesca ad uscirne. E' una situazione da lei determinata e che mi sembra lei non affronti nel modo dovuto.
Il primo modo, secondo il mio punto di vista, è quello di uscire da una certa solitudine nella quale la vedo invece sempre più ritirarsi, come se lei fosse accerchiato da persone malfidate, in cui aveva riposto una fiducia sbagliata, addirittura vede un'opposizione che forse giunge a perseguitarla. Non è così, Presidente! Non è isolandosi in una sua presunzione di sapere da solo che risolve problemi complessi. E' una presunzione che l'ha cacciata in un bel guaio! A fronte di richieste provenienti da varie parti, forse anche dalla sua stessa maggioranza, di poter vederci chiaro, almeno nel percorso che lei deve intraprendere verso la nomina del nuovo Direttore generale, conoscendo e discutendo i criteri, nella stessa riunione dei Capigruppo da parte della maggioranza sono giunti dei suggerimenti. Lei ha taciuto e anche oggi nulla ha detto a tutti noi circa i criteri e i metodi che vorrà utilizzare nella nomina del nuovo Direttore generale. La cosa che mi preoccupa è la difficoltà in cui lei continua a sprofondare. Una cosa lei l'ha detta, e molto grave. Altro che indelicatezza istituzionale! Siamo al limite dell'irresponsabilità, perché lei, oggi, l'unica cosa che ci ha detto è quella che ha annunciato la possibilità che lei lanci un guanto di sfida all'Università.
Nella situazione in cui si trova, con gli errori che ha compiuto, con le leggerezze di cui è portatore, lei non è nella condizione di fare la parte del castigamatti. Presidente, non è proprio in quella situazione! Lei sbaglia se, oggi, dice: "Comunque vada, farò in modo che la soluzione si trovi. Ma, sin d'ora, affermo che farò da solo". Non si fa così, Presidente! Non si gestiscono in questo modo scelte di governo. Con questo comportamento lei si pone in un ordine di grandezza che è sotto quello richiesto. Il guanto di sfida! Lei dovrebbe, come minimo, assicurare alla collettività che l'intesa sarà trovata, e che questo è il suo unico obiettivo; viceversa, sminuisce già una trattativa, perché, così agendo, considera controparte e controparte non dovrebbe essere, ma parte, insieme alla Regione, che definisce una soluzione. Lei dice già a questa parte, che considera controparte, che farà da solo. Questo è un grosso errore che, secondo me continuerà a precipitare la sua gestione di questa vicenda in modi sempre più complicati.
Presidente Ghigo, abbia più modestia, più prudenza e sobrietà! Ascolti Presidente Ghigo! Questo suo ritrarsi e lanciare guanti di sfida, a mio modo di vedere non porterà lontano né lei né il suo governo e, purtroppo, nemmeno il buon nome della nostra Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

La mia opinione è che lei, Presidente Ghigo, abbia imboccato una strada molto impervia, e non riesco a capire il motivo della sua decisione di imboccare una strada così pericolosa.
Credo che tutti i colleghi non possano che convenire sul fatto che sarebbe meglio e utile, per una questione così complessa, avere il consenso, più ampio possibile, da parte dell'Università di Torino. Mi sembra logico.
Per quale motivo lanciare delle sfide o una sorta di minaccia? Il consenso va cercato. Quando è scritto che bisogna cercare il consenso, va cercato fino in fondo. Tra l'altro, non mi pare, per quello che ho letto sui giornali, che l'Università ponga alla Regione delle condizioni particolari, oppure faccia un ragionamento di tipo nominalistico (come ha fatto la Regione).
Mi pare che l'Università indichi una modalità per la scelta del candidato e faccia riferimento alla legge nazionale, che vale in ogni caso anche se non vi è una legge regionale, quindi quell'organismo di indirizzo può essere seguito. Non è indispensabile una legge regionale: è una mia opinione, ma mi sembra logico.
Se sulla legge nazionale deve poi esserci una legge applicativa regionale, vuol dire che molte leggi regionali non dovrebbero trovare applicazione.
Credo che la parte relativa alle norme di indirizzo vada attuata, cioè il consenso è una questione importante. Quando l'Università sostiene - per quello che ho letto - che bisogna trovare un candidato di alto profilo professionale, dice una cosa condivisibile e, quindi, tale indicazione (che avrebbero potuto avere anche i due candidati, ma che stanno operando bene laddove attualmente operano) va perseguita.
Oggi ritenevamo che il Presidente ci potesse indicare qualche criterio il più possibile trasparente, per individuare una metodologia per selezionare una terna di candidati, di alto profilo professionale, perché è questo il tema. Noi abbiamo dato un suggerimento su un soggetto terzo e quindi, ci pare una modalità adeguata per affrontare un problema complesso come quello relativo alle Molinette.
La mia personale opinione è che lei, Presidente, non abbia una sufficiente percezione della dimensione e della gravità del problema delle Molinette, perché lei continua a trattare questo tema come se fosse una normale ASL e come se nulla fosse capitato in queste settimane.
La dimensione è enorme, ma non solo per problemi organizzativi quanto per problemi di carattere etico connessi, e siccome la nomina da lei presentata in passato sulla scelta del Direttore delle Molinette è una nomina che ha dato luogo a problemi, credo che non sarebbe così assurdo, o una sconfitta da parte del Presidente, immaginare qualche metodologia più trasparente. Mi sembrerebbe la soluzione più logica, anche perché uscire dai soliti nomi sarebbe un'indicazione molto più utile per compiere una scelta così difficile e complessa.
Lei, invece, signor Presidente, ha una posizione difensiva sulla vicenda delle Molinette, una posizione incomprensibile in cui confonde le questioni relative alla vicenda giudiziaria con un problema tipicamente politico e istituzionale.
Il rapporto con l'istituzione Università non può essere gerarchizzato come lei fa, Presidente, perché la Regione non è padrone dell'Università: sono due istituzioni con pari dignità e con l'Università va ricercato il consenso.
Sono stupito di questa sua posizione di minaccia nei confronti dell'Università perché non è questa la modalità giusta; il consenso va cercato. Anche gli altri Direttori, quando scadrà la loro nomina diventeranno Commissari perché è pronto il nuovo Piano sanitario. Ma non c'è niente di più sbagliato e di più lontano, perché sapete (e credo che al Presidente qualche informazione arrivi) qual è il giudizio finora espresso sul Piano sanitario nelle consultazioni in tutto il Piemonte: è un giudizio negativo e non credo che questa maggioranza - e anche lei, Presidente siate dell'opinione di andare avanti come se tali consultazioni non fossero avvenute, perché non c'è un parere favorevole su quel Piano.
Quindi, legare la vicenda delle Molinette e del Direttore al Piano sanitario è proprio una strada impervia, perché il Piano sanitario dovrà essere totalmente rivisto in alcuni suoi contenuti.
Dicendo "un anno e sarà fatto", lei sbaglia, perché credo che si renderà perfettamente conto che entro un anno quel Piano non arriverà perché ha tutto il Piemonte contro. Rientri, quindi, un po' nella realtà cercando di valutare attentamente che cosa sta capitando alle Molinette e abbia un rapporto di confronto serio con l'Università, individuando qualche meccanismo, in modo da portare all'Università una terna di candidati di alto profilo professionale, che siano all'altezza per affrontare la questione delle Molinette.
Lo spazio e le modalità ci sono, per cui qualunque altra scelta, come quella da lei indicata, mi sembrano risposte piccole per un problema complesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Signor Presidente, ho sentito molti consigli diretti al nostro Presidente della Giunta in cui molti hanno chiesto, non soltanto oggi nel dibattito, ma in un'interrogazione urgente, che siano fissati dei criteri e delle regole per la nomina dei Direttori generali.
A mio modesto avviso, voler aggiungere, ai criteri che già la legge stabilisce, ulteriori criteri, sottocriteri o regole, non ci porta ad una maggiore trasparenza, anzi, ritengo che sortisca l'effetto contrario perché non avremmo più una proposta astratta, quindi valida per tutti, ma scenderemmo a prefigurare una sorta di direttore-fotografia, cioè una legge fotografia.
Mi spiego meglio: ammettiamo di fissare, oltre ai criteri di legge che hanno dato vita ai famosi 110 o 115 Direttori generali, in un elenco delle regole che premiano l'anzianità. Evidentemente, da questo famoso elenco dei 110 o 115 si arriverebbe a scremare un certo numero di personaggi; se poi si aggiungono altri criteri (che non so quali possano essere), si potrebbe addirittura arrivare a stabilire chi deve essere Direttore generale.
Non mi pare che sia questo il problema. Il problema, innanzitutto, è la figura onnipotente - questo dominus come viene da qualcuno chiamato, mi pare dal Gruppo dei Radicali - che spadroneggia nelle AA.SS.LL., che ha un potere assolutamente incontrollabile da qualunque legge, da qualunque piano o da qualunque regolamento; cioè un Direttore generale che nomina così come fa l'amministratore unico in una società commerciale, il direttore amministrativo, il direttore sanitario, il primario, il direttore tecnico, l'ingegnere capo e, via di seguito, fino al portinaio.
La legge che prefigura la presenza di questo dominus era nata sull'onda come mi pare accennasse il Consigliere Contu - degli errori che i partiti in quegli anni avevano fatto, quindi si disse: "Niente più partitocrazia rivolgiamoci direttamente alla società civile", ma alla società ci si può e ci si deve rivolgere nei modi possibili.
Non credo che la società civile sia migliore della società politica per cui il problema - ed è questo uno dei pochi consigli che mi permetto di dare al Presidente della Giunta - è verificare il potere del Direttore generale nello stesso Piano socio-sanitario.
Il secondo consiglio è che il Piano socio-sanitario, nella sua configurazione, è una cosa vecchia e ormai superata, che la Giunta. ha voluto presentare, ma che non risponde più a quei requisiti per cui in origine era stato concepito, perché vi era un Piano socio-sanitario nazionale e, a cascata, tutto il resto.
Mi pare che, dopo la legge sul federalismo, le Regioni, in particolare la Regione Piemonte, debbano dotarsi di strumenti più agili e snelli, non di residui del passato che oggi non hanno più alcun significato.
Eviteremmo, quindi, di avere un Piano socio-sanitario che dice poco o niente, perché, a questo punto, sarebbe preferibile avere delle deliberazioni programmatiche e ognuno faccia il suo mestiere, cioè l'aula fa il suo mestiere e l'esecutivo il proprio.
Volevo aggiungere qualcosa in merito al rapporto con la maggiore istituzione culturale della nostra Regione: l'Università. Io sono d'accordo con il Presidente Ghigo: faccia di tutto; presenti questa terna al Magnifico Rettore, ma non è che l'intesa si possa tramutare in un diritto di veto, anche perché la politica è presente in tutte le istituzioni culturali, anche le maggiori. Guai se non fosse così! Non sarebbe più un'istituzione culturale se non ci fosse più la politica (non quella dei partiti, ma la politica come vita e come attività)! Se questa grande e alta istituzione ritiene di avere un diritto di veto, nel vuoto di potere mi pare logico che si proceda alla nomina di un Commissario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, vorrei segnalare che su un tema così particolare non è presente né l'Assessore alla sanità né il Presidente della Giunta, senza ovviamente sminuire nessuno degli Assessori presenti.
Questa è una fase eccezionale, che non deriva solo dalla vicenda Odasso Molinette. La sanità costituisce, per questa Regione, un problema di grande rilevanza, ed è chiaro che oggi - lo dico anche per me stesso - ciò che facciamo e quanto diciamo serve primariamente per salvaguardare l'istituzione. Vorrei tentare di concorrere a questo tipo di salvaguardia chiaramente nell'ambito della polemica politica tra maggioranza e opposizione; quindi, un approccio al problema per salvaguardare questo ruolo della Regione.
Rispetto a quanto ha fatto l'Università in questi giorni, devo dire che è un po' meno della forma, ma, poiché non credo che il mondo accademico rappresentato dal Magnifico Rettore sia un consesso di "figlie di Maria" ma uomini di questo mondo, non vorrei che, approfittando di questa crisi l'Università tenda "ad allargarsi", cioè ad introdurre meccanismi che modifichino gli equilibri istituzionali che non sono rigidi e ferrei, in quanto sono determinati dagli uomini che li salvaguardano e li rappresentano.
Presidente Ghigo, certamente va ricercata un'intesa a tutti i costi, ma non a quello - appunto - di pregiudicare l'istituzione. Non vorrei che fosse un po' come nell'Unione Europea, dove con il diritto di veto ci si trova poi nell'impotenza e bisogna trovare degli escamotage come le cooperazioni rafforzate per fare, ad esempio, la moneta unica o altro.
Non vorremmo trovarci di fronte ad un meccanismo di diritto di veto dell'Università che renda impotente l'espressione operativa della Regione.
Tuttavia, non mi sembra praticabile la strada alternativa, che pu essere usata un po' come minaccia, ma anche un percorso critico, del commissariamento. In proposito, Presidente, lei dovrebbe dire cosa intende fare sulla richiesta del Comitato di indirizzo, che non credo sia un elemento negativo; bisogna però capire qual è la linea di condotta della Giunta e apprestarsi a lavorare rapidamente.
Bisogna capire se c'è la volontà di disegnare un percorso che regoli la condotta dei manager pubblici, un meccanismo deontologico molto forte, che in qualche modo "riquadri" i comportamenti dei manager pubblici e se c'è la volontà, in questa fase eccezionale, di cercare di costruire, più che i criteri, le caratteristiche di questa figura, anche di concerto con il Consiglio regionale. Successivamente, si può trovare una lista di potenziali nomi, che possono essere tutti i Direttori delle ASL e delle ASO, molti Direttori anche della Regione e su questo elenco - lavoro che può essere anche affidato ad una società specializzata - trovare il soggetto che meglio si sposa con un meccanismo che oggettivizzi il più possibile questo tipo di scelta.
A mio parere, l'eccezionalità della situazione comporta a lei Presidente, e alla Giunta di rinunciare in questa fase ad un pezzo di sua sovranità; questo atto di coraggio rappresenterebbe il segno che lei, la sua Giunta e il suo governo, colgono l'eccezionalità della situazione.
E' una fase; poi si configurerà in forme nuove con il Comitato di indirizzo e con certi meccanismi che chiudono il manager pubblico in una certa linea di condotta, ma lei avrà fatto un atto forte, di coraggio, che segna questo elemento: si può rintuzzare quello che può andare al di là di quelli che sono i diritti e i poteri dell'Università, ma con elementi consistenti, e non semplicemente da potenza a potenza.
Sarebbe sbagliato rapportarci con l'Università in un rapporto puramente tra potenza e potenza; il punto è quello di far valere i percorsi della logica politica e amministrativa.
Io sono convinto che se questo governo regionale e lei, Presidente, che lo presiede, avrete questo coraggio, troverete anche il sostegno in una costruzione che oggettivizzi la scelta per arrivare ad una soluzione che sia la più adeguata ed abbastanza definitiva - per questo sono contrario al commissariamento - rispetto all'emergenza rappresentata dal caso Molinette.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente. Il mio intervento, che sarà certamente contenuto è per manifestare un senso di disagio nel procedere e nell'incedere di questi lavori d'aula. Francamente, li trovo noiosi, perché nessuno ha rispetto dell'intelligenza degli altri Consiglieri. Passiamo il nostro tempo a dire e ripetere sempre le stesse cose, che sentiamo in aula e in Commissione, che sono comunque prive di fondamento politico e, credo giuridico.
Dico questo perché si continua a parlare di questa Regione, si continua a parlare della Giunta Ghigo che da anni fa determinate cose, senza capire la grossa novità che sta intervenendo in questo Paese, cioè senza capire in primo luogo, che questa Regione è una camera legislativa, per cui bisogna occuparsi di leggi; in secondo luogo, che l'attività amministrativa della Giunta è un'attività amministrativa che deve avere la valenza ristretta che ha l'amministrazione della cosa pubblica.
Dico questo perché, se si voleva essere astratti sul problema delle Molinette e se si volevano fare delle critiche politiche sul problema delle Molinette, si sarebbe dovuto dire: "Odasso era incapace".
Questo era il meccanismo di dialogo che avrebbe potuto dare interesse al dibattito. Invece si continua a parlare dell'infelice scelta non per come ha condotto l'attività amministrativa Odasso, ma per le note vicende di carattere giudiziario. La minoranza ha voluto e ottenuto una Commissione, che indagherà su determinati fatti e che, già da adesso, non riuscirà a portare alla luce nulla perché, come ho detto e ridetto, le vicende della sanità sono note.
Se critica doveva esserci, doveva essere fatta in questo senso. Mi volete spiegare perché continuate a dare consigli al Presidente Ghigo, che palesemente non ascolta e fa bene a non ascoltare perché, alla fine, della sua attività amministrativa ne risponderà agli elettori? Fate dalle proposte serie ed alternative, andate a dire "questo non mi piace perché" per quale motivo criticate oggi l'accordo o il disaccordo dell'Università quando sapete che la nomina di Odasso, che oggi criticate, era avallata dall'Università.
Infine, perché continuate a dire al Presidente Ghigo che fa male a procedere in determinate forme, formulazioni e iter per arrivare a questo tipo di nomine, senza fare quello che ci si aspetterebbe in una camera legislativa? Prendete carta e penna e scrivete i criteri precisi ai quali bisogna attenersi per effettuare le nomine: queste si chiamano leggi. Non so se ne siete al corrente, non è una novità, ma che si facciano per iscritto è dal tempo delle 12 Tavole. Capisco che quello che dico pu essere fastidioso, perché nel momento in cui si promulgano delle leggi queste restano immutate nel tempo, sia che arrivino dalla maggioranza, sia che arrivino dalla minoranza.
Questo significa che, in un'eventuale alternanza, si corre il rischio di non poter fare in Regione quello che si fa normalmente in Comune.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Presidente, nel periodo in cui lei si trovava come ambasciatore della neve a Salt Lake City è successo altro oltre alla presa di posizione dell'Università.
In quest'aula si è discusso della delibera del 21 dicembre che, di fatto, è un atto di programmazione. Quell'atto di programmazione che aveva fatto dire al Consigliere Gallarini, quando si era discusso della verifica trimestrale, che le delibere del 7 gennaio 2001 avevano raggiunto il massimo del risultato perché non si poteva intervenire sui posti letto e sui nodi strutturali e perché quella era una questione che sicuramente andava demandata al Piano sanitario regionale. Il Consigliere Gallarini aveva pronunciato queste parole in quella occasione.
Invece ci siamo trovati di fronte ad un atto di programmazione, attuato con delibere di Giunta. L'Assessore alla sanità, di fronte alle nostre rimostranze, poiché, di fatto, una cosa di questo genere vanifica l'attività di programmazione che dovrebbe essere contenuta nel Piano, ha detto che quelle delibere non modificavano nulla perché sarebbe seguito un iter collegato all'attività che si sarebbe svolta presso le Conferenze dei Sindaci, presso la Conferenza per la programmazione sanitaria e così via.
Tutto falso! Il 21 gennaio di quest'anno avete deliberato di bloccare le assunzioni, come se le delibere del 21 dicembre avessero già completato il loro iter: voi le date per fatte. Di fronte ad un atteggiamento assolutamente decisionista, che sembra denotare una totale perdita di rapporto con la realtà; con un Piano sanitario regionale costruito completamente sulla testa dei cittadini, voi sfidate le Amministrazioni locali che vi hanno detto "no"; le Associazioni di volontariato e tutela che vi hanno detto "no", le Organizzazioni sindacali che vi hanno detto "no" e le Associazioni di categoria che vi hanno detto "no". Continuate in questa sfida, con un atteggiamento di distanza dalla realtà che l'aveva portata, Presidente, a dire di aver ridotto il disavanzo senza aver peggiorato i servizi.
Vi racconto un aneddoto. Il mio professore di Clinica Medica si era ammalato e al suo ritorno dalla convalescenza ha tenuto una delle lezioni più importanti per noi futuri medici. In quella lezione ci ha detto che è importante che un medico, ogni tanto, si ammali e si rivolga alle strutture pubbliche come un qualunque cittadino: si impara moltissimo rispetto a quello che vuol dire star male, rispetto a quello che vuol dire stare dall'altra parte della barricata.
Certamente, Presidente, non voglio augurarle di stare male, di aver bisogno della sanità pubblica e di nascondere la sua identità, però, per cortesia, riacquisti il senso della realtà, vada sul territorio e verifichi come la situazione sia notevolmente peggiorata.
Il decisionismo presente nelle delibere del 21 dicembre e 7 gennaio contrasta con il Piano che lei dà per scontato e che sarà realizzato entro la fine dell'anno (anche se non piace a nessuno).
Questo atteggiamento decisionista contrasta con quello che lei oggi ha detto, perché non è vero che ha detto poco: ha detto delle cose importanti ha detto che sfida l'Università. Questo tipo di atteggiamento contrasta con il fatto che poi, quando si tratta di decidere se fare o no il Comitato di indirizzo, voi dite: "Bisogna cambiare la legge", quando invece altre Regioni lo hanno fatto con deliberazione.
Questo atteggiamento decisionista contrasta al punto che vengono modificati, a livello nazionale, i livelli essenziali di assistenza e voi invece di deliberare affinché vengano interpretati a livello locale anziché verificare sul nostro territorio perché quei servizi, che prima venivano garantiti, oggi non lo sono più e quindi verificare come possano continuare ad essere garantiti, come organizzare la struttura, come non fare ricadere il tutto sui cittadini, come non interrompere la continuità assistenziale, invece di fare questo, trasformate la norma nazionale in una banale circolare che inviate a tutte le Aziende Sanitarie Locali.
Questo atteggiamento decisionista contrasta con il fatto che non volete nemmeno prendere in esame la questione del Comitato di indirizzo.
Presidente, la vediamo un po' più arrogante, e, in generale, l'arroganza è figlia della paura. Ha ragione lei quando, nella conferenza stampa di oggi ha detto: "Dobbiamo recuperare serenità". Presidente, recuperi serenità e recuperi il dialogo con il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

A mio avviso, la comunicazione del Presidente Ghigo poteva mandare un segnale non solo di arroganza, ma quasi di delirio di onnipotenza, e in special modo nel tono di fastidio adottato nei confronti del Magnifico Rettore dell'Università.
Eppure, se il Presidente Ghigo avesse seguito meno distrattamente, come è solito fare, i lavori dell'aula, forse avrebbe ritrovato nella lettera del Magnifico Rettore tante cose che in aula gli erano state ricordate. Il Magnifico Rettore, tra l'altro, ha detto che quello che non lo soddisfaceva dei tre nomi presentati dal Presidente Ghigo erano proprio quei punti che in aula gli erano stati ricordati.
Allora, non si capisce perché si propongano dei valzer di poltrone: un Direttore generale viene spostato dal suo luogo di lavoro per essere incaricato in un altro luogo. Questo succedeva per due nomi, mentre per quanto riguarda il terzo nome, come ha ricordato lo stesso Presidente Ghigo, non ha convinto il piano che lo stesso candidato ha presentato.
Quindi, stupisce l'atteggiamento nei confronti dell'Università, anche perché l'Università è un Ente importante per la conoscenza del settore, si potrebbe dire che è un Ente fondamentale per la sanità piemontese. Invece l'Università viene chiamata in causa come corresponsabile quando si dice come ha ricordato il Consigliere Brigandì, che l'Università in fondo ha approvato la scelta di Odasso. Allora, l'Università va bene solo quando diventa corresponsabile nelle scelte sbagliate, ma non va bene quando si permette di dire che non condivide i metodi utilizzati dalla Giunta nel proporre i tre nominativi.
Dopo queste esperienze, dopo i fallimenti, dopo gli errori commessi dal Presidente, che lo hanno costretto ad una confessione all'aula, stupisce che il Presidente venga in aula e ci offra la soluzione alternativa già pronta: o l'Università accetta di discutere sui tre nomi che la Giunta ha in mente, oppure ci sarà il commissariamento e con ciò, di fatto, si supererà il problema di doversi confrontare con l'Università.
In aula, Presidente, le opposizioni le hanno chiesto quali erano i criteri poiché si tratta di capire chi decide, come si decide e come si valuta.
Rispondendo al Consigliere Brigandì, non si può chiedere all'opposizione il proprio pensiero. Per dire il nostro pensiero, per dire se va bene o se va male, per esprimere la nostra posizione sui nomi che vengono proposti, noi dobbiamo conoscere i criteri in base ai quali tali nomi sono stati proposti. Nel Presidente, e forse nell'intera Giunta, c'è troppa arroganza nel pensare che chi ha vinto le elezioni possa scegliere a suo piacere, soprattutto quando, seguendo questa strada, si sono già commessi tanti errori, per i quali si è stati costretti ad un'ammissione in aula.
Con la strada che arrogantemente la Giunta e il Presidente scelgono, si vanifica di fatto quello che era lo spirito della legge di riforma, il citato D.lgs. n. 517, che intendeva introdurre dei criteri per premiare la professionalità, e non l'appartenenza politica, nei ruoli di Direttore generale.
In questo modo, si sorpassa la possibilità di ragionare sulla capacità gestionale dei candidati.
Credo che questo sia un ennesimo errore che la Giunta e il Presidente Ghigo si apprestano a fare e che non potrà che terminare con un altro passaggio in cui, di nuovo, dovrà venire a confessare un errore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

La designazione del Direttore generale delle Molinette assume oggi la connotazione della straordinarietà, date le note vicende che hanno condotto la sanità piemontese e l'immagine della stessa Regione in questa situazione molto grave e complicata, da cui, comunque, si deve uscire nel migliore dei modi nell'interesse di tutta la comunità.
La richiesta da parte dell'opposizione di una discussione in aula su questo problema, per quanto mi riguarda, ha le seguenti motivazioni: significa affrontare in chiave politica, coinvolgendo nella discussione tutte le forze politiche del Consiglio, un tema di importanza fondamentale per tutti i cittadini che noi qui rappresentiamo, per trovare, se possibile, una soluzione condivisa.
Il Sindaco Chiamparino, qualche giorno fa, diceva che ciò potrebbe rappresentare per la gente un messaggio forte e di tranquillità, in quanto per fortuna, la nostra sanità come macchina che produce salute non si pu sicuramente compendiare in queste squallide storture amministrative di corruzione e delinquenza.
Questa emergenza richiede interventi straordinari, per cui la maggioranza, pur nelle sue prerogative di responsabilità e competenze istituzionali, se non altro per opportunità politica, dovrebbe accondiscendere e accettare l'invito delle opposizioni ad una maggiore cautela.
Sono convinto che una buona gestione sanitaria non si ottiene affidando la scelta dei Direttori generali a criteri speciali, che non ci possono essere oltre quelli che ci sono già, oppure ad enti terzi non politici. Un buona e seria gestione si ottiene con controlli trasparenti, continui ed oggettivi, effettuati con ossessione seguendo le norme di legge sulla conduzione e sulla gestione. Chi meglio - è un'ipotesi buttata lì - della IV Commissione o di una Sottocommissione da essa affiancata, magari dotata di tecnici, potrebbe farlo? Mi sia consentita una battuta finale. Per sua sfortuna, nella scelta di un Direttore generale, non è utile e non è possibile fare un esame del sangue per individuare nella lettura dei suoi geni la propensione a delinquere, come sosteneva Lombroso, altrimenti sarebbe tutto risolto e avremmo evitato queste lunghe discussioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Ringrazio il Presidente e i colleghi.
indubbio che il caso Odasso sia stato un incidente di percorso per questa Giunta. È un fatto evidente e non possiamo, purtroppo, nasconderlo.
Occorre dimostrare ai cittadini di questa Regione che gli sbagli si possono rimediare, per evitare di essere, in qualche modo, recidivi.
Bisogna dare un segnale forte, un segnale che riduca l'effetto a cui l'ex Direttore generale delle Molinette, dottor Odasso, ha dato luogo. Per poter fare questo, occorre mostrare correttezza, semplicità, onestà, senza che lei, Presidente, nel contempo, debba rimettere il suo potere istituzionale.
L'opposizione non sta chiedendo nulla di particolare! Capisco il collega Brigandì che soffia sul fuoco: infatti sono stati quegli atteggiamenti che, al termine dell'intervento del Presidente, nel quale ha dovuto giustificare l'incidente Odasso, hanno generato un applauso. Era un applauso - lo capisco - solo di nervosismo. Se effettivamente il Presidente avesse detto "Mi dimetto", saremmo ritornati a casa e i rischi di essere rieletti sarebbero stati veramente tanti.
E' meglio non pensare più a quello che è successo. Chiediamo soltanto al Presidente di aumentare le audizioni su questo problema.
Non vi è nulla di male. Non si tratta né di riparlare di sanità né del Piano sanitario, che sicuramente ci stanno a cuore.
Bisogna solo, signor Presidente, dimostrare un atteggiamento di correttezza e di buona volontà. Lei, quando vuole, ha stile, e in questa occasione deve dimostrarlo, altrimenti si potrà pensare che ci stiamo prendendo in giro tutti quanti.
Questa è una grandissima occasione per riqualificare la sua immagine nei confronti dei cittadini di questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, tanto per cambiare, anche questa settimana in quest'aula riusciamo a parlare di sanità.
Non ritengo di esprimere soltanto un giudizio personale; piuttosto credo emerga, dalla discussione e dalla disattenzione, che ormai il dibattito è stanco. Continuare a ripercorrere gli stessi temi ogni settimana mi pare che non giovi assolutamente a nessuno, anche perché ormai si parla solo più per slogan. Noi vediamo anche i manifesti dell'opposizione appesi sui muri di tutta la regione, con qualche polemica peraltro, della Croce Rossa.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



ANGELERI Antonello

Collega Marcenaro, non è la Croce Rossa di un personaggio piuttosto che di un altro. La Croce Rossa è un organismo internazionale. Pertanto, è un caso che in questa tornata sia presieduta da una persona che fa parte della maggioranza; ma intorno a sé ha personaggi anche di altra coloritura politica.
Voi avete commesso un errore. Probabilmente, di questo errore ne risponderete. Ma non voglio certo parlare di questi argomenti.
Vorrei, in qualche modo, ribadire un concetto che avevamo già espresso come Gruppo consiliare, all'interno della Giunta regionale, e cioè che spetta al Presidente della Giunta nominare il Direttore, di concerto con l'Università. Spetta al Presidente della Giunta gestire questa fase delicata.
Non è possibile, da un lato, chiedere che ci sia una sostanziale separazione dei poteri, tra potere esecutivo e potere legislativo, e dall'altro, richiedere di essere investiti di un potere che, chiaramente e senza equivoci, spetta alla Giunta regionale stessa.
Come Gruppo consiliare, avevamo sommessamente proposto alcune linee in termini di possibilità e di criteri di scelta che, in qualche modo, ci sarebbero stati. Queste linee, sostanzialmente, vedevano un personaggio di alto livello al di fuori del sistema della sanità piemontese. Noi ovviamente, ribadiamo queste linee e siamo convinti che si debba, in qualche modo, ragionare con l'Università.
Ho apprezzato l'intervento del Presidente Ghigo, nel quale non ho riscontrato alcuna parola o atteggiamento arrogante.
L'atteggiamento arrogante l'ho riscontrato, piuttosto, in alcuni interventi dell'opposizione, alla quale opposizione vorrei ricordare che il tema della sanità è un tema scottante, al di là del caso Odasso, definito dal Consigliere Giordano "incidente di percorso".
un tema scottante, è un tema di difficile discussione; è un tema su cui si deve, in qualche modo, ragionare. Vorrei che in quest'aula si parlasse un po' di più di quello che è il Piano socio-sanitario, di ciò che si dovrebbe fare per risanare il sistema sanitario nazionale - perché non si tratta soltanto del sistema piemontese - e non si parlasse per slogan.
Vorrei ricordare, inoltre, alla collega Manica, che nel 1994, in questa Regione si amministrava una Giunta di centrosinistra. Non è che la sinistra in quel caso... è l'Assessore alla sanità. Caro collega Palma, era un certo Assessore Cucco.
Non voglio assolutamente ricordare dei passaggi che ci furono, non negativi: anche lì si verificarono degli incidenti di percorso.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Palma)



ANGELERI Antonello

Allora, collega Manica, quando si parla di soggetti terzi che devono essere individuati, mi chiedo perché nel 1994 questi soggetti terzi non furono individuati.
Perché veniamo a fare queste proposte adesso, mentre nel 1994 non furono portate avanti? In questo senso, vorrei offrire un contributo affinché il Presidente in tutta serenità e senza quell'arroganza che voi avete riscontrato - che personalmente non ho rilevato - possa dare un governo all'Ospedale Molinette, possibilmente - mi consenta, Presidente - senza passare attraverso un commissariamento, ma cercando un dialogo produttivo per tutta la Regione anche con il sistema universitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Presidente Ghigo, non solo nel suo intervento non rilevo alcun accenno di arroganza, ma le devo esprimere, con il sostegno, la gratitudine per aver difeso la dignità di questa istituzione. Rilevo, altresì, che verosimilmente ella coltiva gelosamente un costume di riservatezza che altri vorrebbero che interrompesse, ma che fa bene a tutelare.
Ma noi possiamo comunque essere interpreti della realtà che passa sotto i nostri occhi. Possiamo essere interpreti dei documenti che leggiamo delle dichiarazioni che vengono rilasciate.
Presidente Ghigo, quando ha fatto riferimento alla presa di posizione del Rettore evidenziando come, da quelle proposizioni, scaturisse un ulteriore conforto alla bontà e alla serietà della scelta di quella terna ho sentito qualcuno dall'opposizione che ha detto: "È un profilo di eleganza".
Allora, siccome da giovane ho letto i racconti di Padre Brown, cerco di cogliere da indizi apparentemente poco significativi elementi per dedurre un ragionamento più significativo.
Mi chiedo: "E' pensabile e possibile che in merito a questa terna, di cui si parlava sui giornali e nei corridoi e, soprattutto, nei corridoi dell'Università, da giorni, la camera del Rettore fosse ovattata e silente?". Mi chiedo ancora: "Il Rettore, che chiarisce ed esalta le doti di due Direttori generali che hanno già rapporto con l'Università, su questa proposta era assente o era concorrente? Era assente o era addirittura proponente?". Non è un'audacia logica questa, soprattutto se sappiamo e conosciamo qual è il rigore e la tenacia con cui l'Università e il mondo accademico sanno difendere le proprie prerogative, anche andando oltre le prerogative. Quindi, questo è il dato vero che io ricavo altrimenti una personalità come il Rettore non sta a preoccuparsi di operare un dissenso sul terreno della vera eleganza, ma deve giustificare una smentita, e lo fa ovviamente con gli strumenti che la proprietà del linguaggio e della penna gli consentono. Questa è la lettura seria che si può dare di questo episodio.
Devo anche dire che non emerge da alcuna norma che la Giunta o il Presidente debbano presentare una terna; l'averlo fatto è un fatto sicuramente positivo e di apertura che, evidentemente, non rende soltanto notaio il Rettore, anche per le considerazioni che ho fatto prima.
Devo dire di più: dall'opposizione ho letto solo un segnale di tutela e di preoccupazione della tutela della dignità dell'assemblea e dell'istituzione regionale, ed è stato, se non ricordo male nell'intervento del collega Tapparo.
Tutto quello che viene detto e che è stato detto sul guanto di sfida sulla lotta con il Rettore è, in definitiva, una miopia istituzionale e una richiesta di esautoramento delle prerogative istituzionali che noi abbiamo che competono a lei e alla Giunta. Quindi, mi pare che quella sia una scelta sicuramente da non seguire per una ragione semplicissima, che è la difesa, oggi, della dignità istituzionale che vale per tutte le Giunte e per tutti i Presidenti della Regione a venire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ringrazio il Presidente Ghigo per il suo intervento, come sempre garbato. Intervento, come piace dire a me, che abito vicino alla Lombardia da "bel piemontese". Il Presidente Ghigo, in questi giorni, è stato trattato male, soprattutto durante la sua assenza, sia su alcuni organi di informazione, sia durante la manifestazione che si è svolta nella giornata di sabato. Secondo quanto è stato riportato il giorno dopo su alcuni giornali, in particolare, alcuni Consiglieri regionali che siedono in quest'aula gli hanno rivolto, a muso duro, accuse ingiuste in momenti concitati di quella manifestazione, raccogliendo applausi scroscianti. Di fronte a questi attacchi ingiustificati, Presidente, le rinnoviamo la nostra solidarietà e la nostra stima.
Noi immaginavamo, quando abbiamo scelto, ad esempio, un Consigliere mi riferisco al Consigliere Saitta - per un ruolo istituzionale importante che fosse di garanzia, certamente di non chiedere al Consigliere Saitta come non avremmo chiesto a nessuno, di rinunciare alla propria azione politica, però immaginavamo, se non un maggiore garbo, una maggiore correttezza istituzionale non solo nella sede della Commissione, ma anche fuori da quella sede.
Lei ha parlato poco dei criteri, oggi, ma i criteri erano stati bene ricordati e spiegati dall'Assessore D'Ambrosio nella Commissione specifica però, come sempre, ha spiegato, con grande onestà e chiarezza, cosa è avvenuto (la questione della terna e quant'altro) e cosa vuole fare in futuro, e lo ha detto in modo chiaro.
Personalmente, ritengo che sia il modo corretto di operare politicamente e istituzionalmente. Il comportamento dell'Università, verso la quale né il Presidente Ghigo né la maggioranza sostengono di voler aprire guerra o lanciare guanti di sfida - cari colleghi dell'opposizione ci ha lasciati perplessi.
Il Presidente l'ha detto e ha, di fatto, avuto delle consultazioni con il Rettore competente, perché voleva proporre una terna, se non concordata, visto che a tutti sta a cuore il futuro dell'Ospedale Molinette, perlomeno frutto di una concertazione - utilizzo questo termine anche se non mi piace - per mettere in condizione la Giunta regionale di fare una nomina. Questo, nonostante mi pare vi fosse stata una certa apertura, non è avvenuto. La terna è stata bocciata clamorosamente sugli organi di stampa, tramite una conferenza stampa, durante l'assenza del Presidente Ghigo.
Nell'interpellanza presentata dall'opposizione e, soprattutto, in quella conferenza stampa dell'opposizione, di fatto sono state proposte delle liste di proscrizione, quindi con atteggiamenti inammissibili per chi oggi vuole essere riformista, come si dice il centrosinistra; invece ho visto molti atteggiamenti molto "comunisti" (magari al Consigliere Contu fa piacere questo atteggiamento). Si sono volute annunciare pubblicamente delle valutazioni sulle persone non per quello che sono e per quello che hanno dimostrato, ma per le scelte che nella loro vita privata hanno fatto.
Io non voglio credere a questo, però nei corridoi ho sentito qualcuno che diceva che questo può essere stato un elemento condizionante.
Non è stata lanciata la sfida all'Università, il Presidente l'ha detto chiaramente. La via maestra è quella di concordare con l'Università, perch il Presidente conosce bene le sue prerogative, ma conosce molto bene anche le procedure. Ha detto chiaramente che venerdì andrà all'Università e cercherà di trovare una soluzione.
Certamente, il Presidente si pone anche il problema - e, con lui l'Assessore alla sanità e tutta la Giunta che governa la Regione Piemonte di risolvere il problema delle Molinette, perché rappresenta il primo ospedale del Piemonte ed è un sistema sanitario di eccellenza nel nostro sistema Regione, quindi deve continuare a vivere e deve avere una guida operativa. Solo nel caso che non si riuscisse con un atto non di buona volontà, ma sincero, di governo, per trovare una soluzione il Presidente come ha detto venerdì, ha ipotizzato il commissariamento, ma come ultima ratio, ed è altra cosa che lanciare i guanti di sfida e altra cosa che essere prepotenti e arroganti.
Sul soggetto terzo noi abbiamo dei dubbi. Conosciamo quello che è successo due legislature precedenti con i soggetti terzi. Certamente è un sistema che bisogna approfondire, così come bisogna approfondire le norme sui controlli, le norme sui Direttori generali e quant'altro ci siamo detti durante il dibattito; però, deve essere un dibattito franco e costruttivo e bisogna fissare delle regole che valgano per tutti. Non si possono introdurre dei cambiamenti in corso d'opera o non potete pretendere che il Presidente della Giunta regionale e il governo regionale rinunci, come diceva molto bene il Consigliere Galasso, a proprie prerogative.
Concludo, visto che è stato citato il Piano sanitario.
Il Piano sanitario non ha certamente incontrato - e lo dico chiaramente perché mi sembrava che fosse stato ben organizzato da soggetti politici durante le consultazioni che, di fatto, sono stati dei convegni - grande soddisfazione nei territori (sappiamo che domani si svolgeranno delle consultazioni a Torino con una manifestazione di mille persone fuori dal Palazzo del Consiglio regionale), quindi certamente non possiamo essere contenti di come è stato affrontato il problema sul territorio, perch siamo consci che occorre un maggior confronto e una maggiore concertazione con gli Enti locali.
Tra le battute e le risatine che avete fatto quando il Presidente diceva: "Nel Piano sanitario entro fino anno vogliamo individuare il nostro modello di sanità, pensiamo di approvarlo e all'interno vedremo le cose" vorrei capire qual è il vostro modello di sanità, perché abbiamo visto tanti bei manifesti con il simbolo della Croce Rossa (ne ha già parlato il Consigliere Angeleri), ho assistito a belle manifestazioni contro, ho visto quando avete fatto tutta la vostra battaglia contro l'IRPEF, perché dite: "Non si può mettere l'IRPEF, non si possono chiudere gli ospedali perché ci sono liste d'attesa", ma non dite qual è il vostro modello di sanità (pur avendo a riferimento il modello di sanità della Toscana dove sono stati chiusi venticinque ospedali e dove hanno arrestato il Vicepresidente del Consiglio regionale, del Gruppo DS, perché lì sì che c'era coinvolgimento diretto tra affari e politica).
Non conosciamo il vostro modello: arrivate in Commissione e in aula con il vostro modello e confrontiamoci nel piano, perché se fossi all'opposizione arriverei con il mio piano in aula e in Commissione per dire qual è il nostro modello di sanità.



PRESIDENTE

E' giunta alla Presidenza una mozione, che ammetto e pongo ai voti, con la quale si impegna il Presidente della Giunta regionale, on. Enzo Ghigo, a pervenire con criteri di oggettività, trasparenza, imparzialità e valutazione delle professionalità alla nomina del nuovo Direttore generale delle Molinette, a partire da una discussione sui criteri di scelta da farsi in Consiglio regionale unitamente all'analisi dei programmi che dovranno improntarne il mandato; nonché ad estendere tale metodologia nella procedura di nomina per tutti i Direttori generali delle ASL. e delle ASO individuando in un soggetto esterno la ricerca delle professionalità.
Tale documento è a firma dei Consiglieri Manica, Chiezzi, Giordano Saitta, Moriconi, Tapparo, Contu, Di Benedetto e Palma.
Prima di porlo in votazione, chiedo se vi sono dichiarazioni di voto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Chiedo che la Presidenza valuti questa mozione in riferimento a tutti i punti, perché mi pare che taluni di essi siano contra legem.



PRESIDENTE

Passiamo alle dichiarazioni di voto su tale mozione.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Abbiamo voluto proporre questa mozione al Consiglio regionale auspicando che lo stesso la voglia valutare con grande attenzione.
La mozione è presentata da un numero molto ampio di Gruppi, non solo di centrosinistra, ma anche da Rifondazione Comunista e dal Gruppo Radicale, e ripropone all'aula in modo molto preciso, sulla base della situazione sanitaria piemontese, in particolare in riferimento alla problematica delle Molinette, una questione che ormai è questione centrale per quanto ci riguarda.
Vi è un grosso problema che riguarda la spesa sanitaria, un problema che riguarda tutto il sistema degli appalti e delle consulenze (su cui c'è una Commissione di indagine) e vi è un terzo problema di grandissimo rilievo che riguarda le nomine: problema che ha dimostrato, in tutta la vicenda precedente, che il meccanismo delle nomine non è compiutamente funzionante o è sottoposto a rischi estremamente rilevanti.
Riteniamo molto utile che quest'aula possa discutere, direttamente nell'ambito del Consiglio regionale, non nomi, ma criteri di ordine oggettivo che portino ad una valutazione imparziale e trasparente della nomina del Direttore generale sulla base di concrete professionalità e programmi.
Riteniamo che questa sarebbe già una prima risposta, non solo all'Università, ma a quanti in questo momento richiedono un nuovo criterio di nomina in Piemonte e riteniamo che questa metodologia, per essere compiutamente completata, debba individuare un soggetto esterno per la ricerca e la valutazione delle professionalità.
Ho cercato di dire prima, nel mio intervento, come tutto questo sia possibile a legislazione vigente, sia legislazione nazionale che a termine di legge n. 10, e che sia una concreta fase da sperimentare in Piemonte anche in coerenza con quanto il D.lgs. n. 517 prevede da questo punto di vista.
Non riusciamo, francamente, a comprendere perché una metodologia come questa, che è una metodologia che garantisce tutti (innanzitutto il Consiglio nel suo complesso, a partire dalla maggioranza oltre che dalla minoranza e la società piemontese), debba trovare tale ostilità soprattutto davanti alla nomina più difficile. Se mi fossi trovata nelle condizioni del Presidente della Giunta, avrei chiesto io una metodologia di nomina come questa, dopo un caso quale quello delle Molinette.
una richiesta che ci saremmo aspettati come una richiesta di ordine naturale. Pertanto, pensiamo che questa valutazione possa essere data con tranquillità dai singoli Consiglieri e possa portare ad una riflessione in ordine al dibattito testé svoltosi, per arrivare all'individuazione di un percorso quale questo che - ripeto - non solo a noi pare più corretto, più trasparente ed oggettivo, ma tale da garantire l'intero Consiglio, dalla maggioranza alla minoranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Intervengo per chiedere al Presidente della Giunta di approvare questa mozione impegnandosi ad utilizzare criteri di oggettività.
Per quanto riguarda ciò che Lei ci ha segnalato nel suo intervento, signor Presidente, forse tra maggioranza e minoranza affermiamo le stesse cose, ma senza capirci.
La prego, quindi, di convenire su questa mozione perché non le costa nulla allargare un po' il giro delle consultazioni, se non il riqualificare la cattiva immagine che il dottor Odasso ha dato a tutti noi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Esprimo il nostro voto favorevole, ma avanzo anche una riflessione su come in questo documento si faccia riferimento alla necessità che sia preparato un programma al quale i candidati devono improntare il proprio mandato. Voglio sottolineare questo aspetto perché è un'altra modalità oltre a quella che è stata indicata, da un punto di vista metodologico, per una scelta utile per le Molinette, perché mi pare che la discussione finora fatta sia stata una discussione nominalistica e i giornali hanno riferito soltanto dell'appartenenza politica. Inoltre, ci sono delle confusioni gravissime, com'è capitato sulla questione delle Molinette, che si potevano evitare.
Il problema principale è che un riferimento al programma non è irrilevante nelle scelte che dobbiamo compiere, collega Galasso, e vorrei che qualcuno della maggioranza dicesse che cosa non condivide di questo dispositivo: non condivide il fatto che bisogna adottare i criteri oggettivi, trasparenti ed imparziali? Non condivide il fatto che bisogna fare una valutazione delle professionalità? Non condivide che bisogna estendere questa metodologia ad altre ASL e ASO? Viene detto questo.
Non vi piacciono le premesse? Cancelliamo le premesse e rifacciamo la parte del dispositivo, ma se il dispositivo è condiviso perché è un metodo trasparente, credo che il Consiglio si impossessi anche di un ruolo particolare e utile in un momento difficile. Se i colleghi concordano sul fatto che le premesse possono essere ritenute faziose, strumentali eliminiamole e indichiamo soltanto i criteri per la scelta: oggettività trasparenza, imparzialità e programma. Non si condivide neanche questo fatto? Allora significa proprio che c'è la volontà di continuare con le stesse modalità del passato e, spero non sia così, ma probabilmente con gli stessi rischi del passato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. Ho sottoscritto la mozione, e devo dire che ho l'impressione che se la stessa non contenesse la seconda parte del dispositivo, probabilmente verrebbe votato da tutta l'aula. Anche perch se non ho colto male l'intervento del Presidente - è evidente che la scelta del candidato dovrà necessariamente essere legata ad un mandato, e che probabilmente i candidati presenteranno anche una modalità di gestione nell'ambito dei traguardi e degli obiettivi di competenza del Piano socio sanitario, che - ricordiamolo tutti - è ancora una cornice. Infatti l'atto che passerà in Consiglio è solo preliminare agli atti che assumerà la Giunta.
Però c'è il passaggio successivo che dà un alibi molto forte: oggi la minoranza vi dice: "Scegliete un soggetto terzo, fatevi aiutare da un consulente". Noi, per certi aspetti, vogliamo tagliare sulle consulenze e vi chiediamo di implementare la spesa delle consulenze, dicendo: "Chiedete ad un soggetto terzo di aiutarvi in questa scelta". C'è una contraddizione in questa nostra proposta, ma se non altro, qualunque cosa succeda, siamo tutti assolti e siamo tutti colpevoli allo stesso tempo, perché è evidente che il percorso sarebbe quello condiviso dal voto dell'aula, ferme restando le responsabilità politiche che sono in capo a chi amministra, ma qui c'è una richiesta di condivisione di responsabilità politiche sulle scelte. E' un atto coraggioso, Presidente, per cui le consiglio di orientare bene il voto della sua maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Noi votiamo contro perché il documento è enfatico e ridondante e si pone, per certi versi, contro lo spirito delle norme vigenti. Vi è una qualche altra proposta de iure condendo e quando sarà il momento se ne discuterà.
Voglio però fare una considerazione una volta per tutte sul problema dell'appartenenza politica. Io sono presente in quest'aula da pochi mesi ma da anni, da quando vi è la Giunta di centrodestra al Consiglio regionale piemontese, ho sempre sentito muovere accuse sul fatto che la Giunta l'Assessore, gli Assessori, non riuscivano ad avere un funzionariato, un personale che fosse in linea con i loro orientamenti politici. Questa è la considerazione che si faceva, questo è un dato che nessuno può negare. Devo dire che va a merito di questa Giunta l'aver consentito questa apertura, e l'operare con così largo metodo di pluralismo, di generosità, perché per certi versi non lo condivido, non per un problema di appartenenza politica ma per un problema di funzionalità della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Sarà destino dei dibattiti sulla sanità nella nostra aula quello di avere caratteristiche lunari, perché questo è un dibattito lunare. Il Presidente della Giunta regionale è intervenuto per bocciare implicitamente tante cose senza dare indicazioni precise su quanto intende fare. Stiamo in un'aula in cui il partito di maggioranza relativa è rappresentato - non all'interno dell'aula, ma a livello politico - da un Segretario regionale che, davanti a milioni di persone, dice di convenire sulla scelta tecnico concorsuale. Su tutti i giornali escono notizie di spaccature presunte o reali del Gruppo di Forza Italia su questo problema. In quest'aula, né il Presidente né il Gruppo di Forza Italia fanno minimamente accenno al peso politico di tale questione. Il fatto che venga citato per il fatto che l'intera opposizione ne parla, non significa riflettere politicamente su una proposta.
Ora giungiamo ad una mozione che - ha ragione il Consigliere Saitta sicuramente può essere privata di tutte le premesse e contenere unicamente un dispositivo che apra verso la procedura concorsuale nella scelta dei manager della sanità pubblica, e la risposta, la più cortese del Consigliere Galasso, è che tutto ciò che è de iure condendo sta fuori da questa discussione. Anche questo è un dato lunare. Quelle meno cortesi e più omissive sono del tenore: "Facciamo che non parlarne, così non dimostriamo le spaccature della maggioranza".
Il fatto che si discuta sui giornali di questa questione è sicuramente una patologia nel funzionamento di quest'aula. Sono sempre stato il primo a stigmatizzare il dibattito giornalistico che precedeva il dibattito istituzionale, però a questo punto mi pare essere l'unica strada. Questo dibattito lo faremo domani sulle pagine dei giornali "La Stampa" e "la Repubblica", perché immagino che il Presidente Ghigo sarà cortese e risponderà ai cronisti di quei giornali quello che non risponde ai Consiglieri regionali, che gli pongono una serie di questioni di un qualche significato.
Giungendo all'assurdo che il Presidente Ghigo e la sua Giunta non tentano neppure di dissimulare tecnicamente una scelta politica. Io mi sarei aspettato che la linea difensiva di un Presidente che vuole mantenere questi poteri fosse: "Forse dobbiamo cambiare la legge, ma non c'è tempo dovremo nominare un nuovo Commissario. Abbiamo immediatamente bisogno di un nuovo amministratore delle Molinette". Non è neanche questa la linea difensiva: la linea difensiva è semplicemente non parlarne.
Per evitare che domani si legga su qualche giornale piemontese qual è la posizione della maggioranza, pregherei qualcuno, magari lo stesso Presidente, di alzarsi e di spiegare per quale ragione ritiene, nel contenuto, illegittima o non sostenibile la proposta che con questa mozione formuliamo, e quale alternativa ritiene di proporre per garantire fino in fondo non tanto i diritti della sanità piemontese, che è termine vago, ma meccanismi normali di obiettività e trasparenza nella scelta dei Direttori sanitari. In caso contrario, Presidente, il prossimo Consiglio regionale nel quale discuteremo della sanità lo convochiamo presso la redazione di Torino de La Stampa e non più all'interno di quest'aula, e magari parleremo più liberamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente. Non contavo di intervenire, perché la motivazione principale per cui non voto la mozione è che proviene da una parte avversa alla mia, e questa mi pare una motivazione esaustiva. Però il Consigliere Saitta con estrema cortesia ha posto delle domande alle quali non posso non rispondere.
La mozione parla di criteri di oggettività. Questi criteri personalmente non li condivido, perché, nel momento in cui si opera una scelta, la scelta è politica. Se la scelta è politica, è l'esatto contrario dell'oggettività, perché se noi dicessimo che il Presidente delle Molinette deve essere quello con la testa più grossa, non avremmo bisogno del Presidente della Giunta per nominarlo, ma basterebbe misurare la circonferenza della testa dei candidati e arrivare, così, a criteri di oggettività. Mi pare, invece, che la legge e il dettato politico siano nell'indirizzo di nominare certamente persone capaci, ma anche persone che meritano fiducia.
In riferimento ai programmi a cui il Consigliere Saitta faceva cenno.
Anche questa è una questione che mi sento di non condividere per un motivo estremamente semplice. Nel momento in cui impegno l'amministratore e il Direttore generale delle Molinette a determinati programmi, automaticamente limito la sua attività. Facendo una valutazione ex ante, non gli permetto di svolgere liberamente il proprio mandato, così come prescrive la legge.
Ecco perché accennavo alla valutazione, in ipotesi, della conformità della mozione alla legge. La Giunta deve nominare in base alle professionalità il Consiglio deve programmare la sanità ed, eventualmente, il Direttore dovrà conformarsi, ma, nel momento in cui vincolo il Direttore dal punto di vista dei programmi, faccio un'attività contra legem.
Da ultimo, in riferimento al secondo punto, si parla della ricerca della professionalità fatta da un soggetto terzo. Sarebbe facile dire che questo è un meccanismo con cui si abdica ad una prerogativa della Giunta.
Invece bisogna anche considerare che un'ipotesi di questo genere significa voler dare alla tecnocrazia un potere di carattere politico e la verifica si attuerà nel momento delle votazioni.
Siamo molto distanti, amici della sinistra, in Regione e in Europa, a criteri che la democrazia possa essere indirizzata dalla tecnocrazia. La politica deve venire dalla gente, le esigenze della gente devono essere tradotte in scelte e poi ritornare di fronte alla gente perché tali scelte siano corroborate con un sistema democratico.
Il sistema della scelta tecnocratica è un sistema che non appartiene alla nostra cultura, ma alla passata cultura sovietica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Devo motivare sia la firma, sia il voto favorevole alla mozione.
Il mio assenso è legato più a un motivo di carattere contingente che a ragioni strutturali di carattere strategico. Mi riferisco alla parte nella quale si dice di affidare ad un soggetto esterno la ricerca di professionalità. E' una frase ancora generica che può alludere al seguente significato. Un soggetto esterno che individua professionalità fissa graduatorie alle quali la scelta politica dovrà attenersi. E' un'esperienza che abbiamo già fatto in passate legislature ed è stata storpiata malamente dalla gestione dell'allora governo regionale. Ritengo che questa sia una scelta opportuna oggi per il semplice motivo che l'altra possibilità strategica - quella non di esperienza italiana, che è tutta rivolta a fissare procedure preventive, criteri preventivi a tutela della ricerca dell'interesse generale - può consegnare a scelte molto più discrezionali purché, a valle di quelle scelte, ove rilevatesi sbagliate, avvenisse il meccanismo di tutela, cioè chi ha sbagliato, chi ha avuto la responsabilità, paga e va a casa.
E' la nostra situazione: il Presidente Ghigo ha sbagliato in questa nomina, è bene che scatti il meccanismo di autotutela dell'interesse generale attraverso la rimozione delle responsabilità che hanno determinato un fallimento. Dato che così non è e dato che, pervicacemente, il Presidente Ghigo si ostina a negare ogni responsabilità tale da comportare conseguenze, allora, pur non assumendolo come elemento strategico, dico che quando si sceglie discrezionalmente e poi non si assumono le responsabilità di scelte sbagliate, allora è meglio prevenire, visto che non si pu curare.
Questo è il motivo per cui oggi, in questa situazione contingente, ho ritenuto di dare voto favorevole a tale scelta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Molto brevemente. Delegare a soggetti esterni la nomina dei Direttori generali mi sembra un rimedio peggiore del male. Nel passato, infatti, ha dato pessimi risultati perché, nella migliore delle ipotesi, i soggetti esterni erano un po' una foglia di fico dietro cui si nascondevano le Giunte (è successo un po' in tutta Italia). Ve lo immaginate il Governo nazionale che delega le nomine a soggetti esterni? Come dicevano altri Consiglieri, dobbiamo abituarci a separare i poteri: c'è un potere legislativo e un potere esecutivo. Il Presidente Ghigo si assuma la responsabilità - ci mancherebbe altro! - ma se sbaglia ne risponderà alle elezioni. Se sbaglia pagherà lui, la Giunta e la maggioranza: questo è il sistema democratico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Le sollecitazioni pervenute particolarmente dal Consigliere Palma mi mettono in condizione di fare alcune riflessioni e di dare alcune risposte.
Credo che non vi sia stata una chiusura sulla questione del soggetto terzo o sull'affrontare nuove procedure. Il Presidente Ghigo ha ribadito in maniera chiara, che: primo, non intende rinunciare alle proprie prerogative; secondo, non intende andare contro l'Università (venerdì all'incontro cercherà di risolvere il problema); terzo, l'Ospedale Molinette deve essere governato e deve continuare a dare risposte ai bisogni di salute dei cittadini.
Qualora non fosse messo in questa condizione, dovrà comunque fare delle scelte perché chi governa deve fare delle scelte. Ricordo che il Parlamento nazionale ha promulgato una legge, la n. 1 del 1999 (elezione diretta del Presidente, divisione dei compiti, Giunta e Consiglio, prerogative del Presidente della Giunta regionale) e la proposta arrivava da un Governo che, mi sembra, non era quello dell'on. Berlusconi. Lo ricordo perch grazie all'unità del centrosinistra, nella passata legislatura si sono succeduti almeno tre Presidenti di Consiglio per cui non ricordo chi fosse il Presidente di turno, so che non era Prodi, ma non ricordo se fosse D'Alema o Amato, comunque non certamente una proposta del centrodestra.
I Comunisti Italiani avevano autorevoli ministri, autorevoli parlamentari di maggioranza, potevano accorgersene prima e contestare quella procedura in quel momento.
Giusto che chi sbaglia debba pagare, giusto che chi sbaglia debba andare a casa, ma, Consigliere Chiezzi, ci sono le elezioni, non c'è una Commissione interna.
Chi gestisce, chi governa secondo la legge, ha il diritto e il dovere di governare, Consigliere Chiezzi: se sbaglia, viene mandato a casa dagli elettori.
Voi avete detto che abbiamo già sbagliato nella VI legislatura, ma gli elettori per la VII legislatura hanno confermato il governo uscente, tant'è che il Presidente Ghigo - scusate, non ho interrotto nessuno - è stato rieletto alla grande e la maggioranza è stata confermata.
Perché voteremo contro la mozione?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, il tempo non era azzerato, ma tutte le dichiarazioni di voto sono state sui tre minuti.



CATTANEO Valerio

Chiedo il rispetto delle regole, volevo concludere l'intervento.
Noi voteremo contro semplicemente perché credo che in tutti gli interventi di maggioranza che si sono succeduti ci siano le motivazioni per votare contro la mozione.
Rispondo doverosamente al Consigliere Palma e termino l'intervento in dieci secondi. Non è che non abbiamo la sensibilità, lo abbiamo dimostrato sia nella Commissione Sanità, sia nella Commissione d'inchiesta, sia in Consiglio regionale, sulla necessità, eventualmente, di effettuare la riforma. La riforma deve essere ricompresa all'interno del Piano sanitario o, comunque, in un'attività legislativa istituzionale chiara. Dobbiamo confrontarci su queste regole, non nella eccezionalità, ma nella regolarità. Oggi le regole sono le leggi, le norme e le procedure, domani se le cambieremo...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ho azzerato il tempo, è stato nel tempo degli altri.
A questo punto, non essendovi altre dichiarazioni di voto, possiamo passare alla votazione,mediante procedimento elettronico, sulla mozione n.
464, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale rilevato che il 21 marzo 2002 scadrà il mandato dell'ex Ministro, prof. Elio Guzzanti, quale Commissario delle Molinette, a suo tempo nominato dal governo regionale, dopo che lo scandalo delle tangenti nella sanità piemontese aveva portato in carcere il Direttore generale, dottor Luigi Odasso riscontrato come le indagini della Procura della Repubblica di Torino abbiano fatto emergere con impressionante chiarezza un quadro della sanità piemontese profondamente distorto da 'improvvidi rapporti' tra manager pubblici posti ai vertici della sanità piemontese ed alcune forze politiche della maggioranza considerato che la terna, indicata dalla Giunta regionale, tra cui scegliere il nuovo Direttore generale delle Molinette (Giorgio Balzarro, Alessandro Bertinaria e Bruno Vogliolo), non indica la volontà di affrontare i problemi emersi con il recente scandalo, ma conferma le preoccupazioni di un uso politico della sanità riscontrato come l'Università degli Studi di Torino abbia richiesto una nuova terna riscontrato come anche la Corte dei Conti abbia stigmatizzato il fatto che nel settore della sanità l'abolizione dei controlli abbia favorito un sistema di spesa fuori controllo, ed aggravato da fenomeni degenerativi di corruzione rilevato come la spesa sanitaria in Piemonte sia esame della Commissione speciale d'indagine istituita dal Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta regionale, on. Enzo Ghigo a pervenire con criteri di oggettività, trasparenza, imparzialità e valutazione delle professionalità, alla nomina del nuovo Direttore generale delle Molinette, a partire da una discussione sui criteri di scelta da farsi in Consiglio regionale unitamente all'analisi dei programmi che dovranno improntarne il mandato ad estendere tale metodologia nella procedura di nomina per tutti i Direttori generali delle ASL e delle ASO individuando in un soggetto esterno la ricerca delle professionalità".
Il Consiglio non approva.


Argomento: Interventi per calamita' naturali - Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

Esame ordini del giorno n. 442 "Siccità: preoccupante situazione nel Novarese e VCO", n. 388 "Progettazione e realizzazione di infrastrutture per l'approvvigionamento idrico" e mozione n. 429 "Emergenza idrica nei Comuni piemontesi" (seguito)


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo riprendere l'esame dei documenti relativi alla siccità.
Iniziamo con l'ordine del giorno n. 388.
Se non vi sono richieste di intervento, indìco la votazione palese mediante procedimento elettronico, di tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte visti i sempre più frequenti andamenti climatici, orientati verso scarse o assenti precipitazioni piovose nei mesi estivi considerato che il Piemonte, e in particolare la provincia di Cuneo, è ricca di acqua tuttora poco utilizzata attraverso apposite infrastrutture, in grado di garantirne un corretto ed intelligente uso nei periodi di criticità nel corrente anno sono stati in ascesa i danni all'agricoltura derivanti dall'assenza di precipitazioni occorre inoltre immaginare e pensare di garantire un uso plurimo delle acque, salvaguardando il minimo flusso vitale dei torrenti o fiumi invita il Governo e il Parlamento ad un forte ed autorevole impegno in grado di porre in essere misure finanziarie finalizzate allo studio, progettazione ed esecuzione di infrastrutture capaci di garantire l'approvvigionamento idrico, necessario alla nostra qualificata agricoltura nel momento di massimo bisogno e la Giunta regionale a farsi interprete e motore propulsivo di iniziative atte a costruire il più ampio consenso sulle tematiche dell'uso dell'acqua di concerto con Enti pubblici, Associazioni di categoria, ecc.
a predisporre con gli Enti locali e territoriali una mappatura delle necessità, degli interventi utili, delle iniziative già in atto o da porre in essere a dotare il bilancio di apposito capitolo di spesa, finalizzato ad iniziative tendenti al miglior utilizzo della risorsa acqua".
Il Consiglio approva.
Passiamo ora all'esame della mozione n. 429 come riformulata.
Se non vi sono richieste di parola, indico la votazione palese, mediante procedimento elettronico, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte richiamato che: l'emergenza idrica in parecchi Comuni piemontesi oltre a comportare problemi di approvvigionamento di acqua per l'uso potabile e le utenze domestiche, mette particolarmente a rischio le produzioni agricole, alcune attività industriali e le stesse opportunità turistiche delle vallate il mancato innevamento è una premessa di aggravamento della siccità estiva i cui danni per l'agricoltura regionale già normalmente si aggirano intorno ai 50 miliardi di lire annui, concentrati soprattutto nel settore della cerealicoltura, dell'ortofrutta e delle basi foraggiere per la zootecnia la siccità strutturale di alcune aree del Piemonte causa, durante i mesi di luglio e agosto, un deficit fisiologico di 200/300 milioni di metri cubi di acqua, che possono raddoppiare se preceduti da siccità invernali come quella della stagione in corso il Piemonte 'produce' annualmente 12/13 miliardi di metri cubi di acqua che, per la mancanza di infrastrutture, è però utilizzata in minima parte (3/4 miliardi di metri cubi), mentre circa due terzi viene convogliata direttamente verso l'Adriatico, tra l'altro con l'esigenza di continui interventi di arginazione sul corso del Po ritenuto assolutamente indispensabile e massimamente urgente predisporre un piano di in-terventi finalizzato alla soluzione dei problemi sopra indicati impegna la Giunta regionale a definire con urgenza un piano straordinario di investimenti per la gestione integrata, la razionalizzazione e il risparmio dei consumi e per l'immagazzinamento e la raccolta dell'acqua necessaria per fronteggiare il deficit del settore irriguo a predisporre un piano finanziario a sostegno delle predette realizzazioni con la destinazione di fondi propri e di contributi da richiedere al Governo sui capitolidell'assestamento idraulico e dell'approvvigionamento idropotabile a prevedere nella stesura del bilancio di previsione per l'anno 2002 e triennale 2002/2004 gli stanziamenti occorrenti per le suddette attività di gestione integrata e raccolta per gli usi irrigui".
Il Consiglio approva.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.30)



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