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Dettaglio seduta n.180 del 29/01/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.49)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g., "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a)Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Costa Enrico, Costa Rosanna, Di Benedetto, Ferrero, Ghigo, Leo e Pozzo.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

b)Insediamento Commissione d'Inchiesta su ASL e ASO


PRESIDENTE

Comunico che in data odierna è stata insediata la Commissione Speciale d'Inchiesta su ASL. e ASO. E' stato eletto Presidente il Consigliere Antonino Saitta e Vicepresidente il Consigliere Pierluigi Gallarini.


Argomento: Questioni internazionali

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale in merito alla grave situazione economica determinatasi in Argentina e alle iniziative di aiuto e sostegno che si intendono intraprendere


PRESIDENTE

Prima di iniziare i lavori, desidero fare una comunicazione in merito alla grave situazione economica determinatasi in Argentina e alle iniziative di aiuto e sostegno che si intendono intraprendere.
A fronte dell'attenzione che il Consiglio regionale ha sempre dimostrato per l'Argentina, a fronte di un ordine del giorno che il Consiglio ha approvato nel corso della seduta svoltasi prima della pausa natalizia e a fronte di alcuni colloqui che ho avuto con i colleghi Consiglieri regionali che hanno sollecitato alcune iniziative da parte di questo Consiglio e segnatamente da parte di questa Presidenza, comunico che, come Presidente dell'Assemblea, mi sono attivato innanzitutto monitorando la situazione e prendendo contatti con i rappresentanti delle nostre associazioni in Argentina.
Ho registrato tre tipi di emergenze: un'emergenza sanitaria un'emergenza alimentare, anche se il Paese dispone di materie prime e prodotti agricoli in abbondanza (l'emergenza alimentare ha cominciato a presentarsi a partire dalle fasce più deboli, ma oggi riguarda anche la classe media), e un'emergenza economica, in particolare di carattere occupazionale.
Il tasso di disoccupazione è molto alto e sta crescendo ancora; vi sono problemi riguardanti la scolarizzazione, in quanto, a causa dell'alto costo dei libri di testo e delle difficoltà economiche delle famiglie, vi è la difficoltà, anche da parte delle classi medie, di far frequentare ai propri figli i normali corsi di studio e soprattutto i corsi di studio superiori.
A fronte della realtà che vi ho fotografato in estrema sintesi, ho pensato di agire in due direzioni: la prima è quella della convocazione di un Comitato di Solidarietà, organismo preposto a realizzare iniziative di solidarietà nei confronti del popolo argentino. Nel fare questo, mi sono rapportato al Presidente Ghigo, il quale mi ha invitato ad un incontro che si terrà a Roma, nella giornata di giovedì, tra i Presidenti delle Regioni e il Ministro degli Esteri argentino.
Ritengo di dover partecipare a tale incontro per poter relazionare al Comitato di Solidarietà, che convocherò, ed anche per poter giungere preparato in riferimento alle iniziative che le altre Regioni intendono assumere.
La seconda strada scelta è cercare di fare incontrare la domanda e l'offerta di lavoro: offerta di lavoro proveniente dai nostri imprenditori che, a più riprese, hanno dimostrato di avere bisogno di manodopera e di voler accogliere i nostri concittadini residenti in Argentina che volessero rientrare in Patria; domanda di lavoro proveniente dall'Argentina, perch diversi nostri concittadini hanno chiesto, attraverso i Consolati, ma anche attraverso le Associazioni di piemontesi, di poter rientrare in Italia a lavorare.
Si pensa di far incontrare domanda e offerta di lavoro e cercare di dare un contributo mirato a fronte della possibilità di rientrare e trovare un posto di lavoro.
Si è svolta una riunione con la presenza dell'Assessore Pichetto dell'Assessore Cotto del Vicepresidente Riba, che ha la delega nell'Ufficio di Presidenza dei rappresentanti delle categorie produttive, del Presidente dell'ANCI che ha delegato un Assessore, e di un rappresentante dell'Unione delle Province Piemontesi. E' stato un incontro molto proficuo, un incontro dal quale è emersa la disponibilità, da parte della nostra realtà produttiva, a partecipare a questa iniziativa di solidarietà.
Ci siamo lasciati con l'intento di lavorare per la costituzione di un borsino di lavoro per via telematica, attraverso l'apertura di un sito che può essere agevolmente collegato ai siti già esistenti della Regione Piemonte, affinché possa esserci uno scambio di informazioni sulla domanda e l'offerta di lavoro. Per l'Argentina questo lavoro potrà essere svolto dai nostri Consolati; in tal senso, mi sono già attivato con il Commissario di Governo, che è venuto in rappresentanza del Governo, e con i rappresentanti degli Uffici del Lavoro in Italia.
La domanda di lavoro dall'Argentina può essere veicolata attraverso questi canali. Successivamente, passando attraverso il Comitato di Solidarietà, potremo cercare di offrire un aiuto concreto.
Mi scuso, colleghi, se sono stato ripetitivo, ma ci tenevo a darvi conto di questo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, intervengo in merito alla sua comunicazione. Ovviamente la ringrazio, però ritengo che lei non utilizzi al meglio i diritti e le potenzialità del Consiglio regionale: i diritti, perché ci sono documenti aggiuntivi rispetto a quelli approvati per la questione argentina, quindi questa potrebbe essere la sede opportuna per trovare decisioni migliori le potenzialità, perché ritengo che qualcosa in più della semplice comunicazione lei potrebbe trarre.
Vorrei poi segnalare che quando lei giocava ancora con le figurine io ero Assessore regionale e quando si affrontavano dei nodi complessi, come quello della Montefibre di Verbania, ad esempio, c'era l'abitudine almeno, io l'avevo - di convocare i Capigruppo, i quali potevano avvalersi di persone che seguivano i problemi del lavoro e trattare insieme i passaggi delicati per la nostra Regione di tale vicenda.
Tra l'altro, in un ordine del giorno che ho presentato proponevo di formare un intergruppo tra Consiglio regionale e Giunta su questa materia invece rilevo che lei venerdì pomeriggio ha convocato una riunione non di lavoro, perché è stata comunicata all'esterno. A tale incontro le è stato dato un riverbero, e adesso ci comunica le varie iniziative. Potrei, in merito a questo, dirle molte cose.
Tra l'altro, proprio oggi il Presidente della Regione Emilia Romagna è in Argentina, dove evidenzierà il problema degli infermieri. Ricordo che stiamo elaborando l'arrivo di infermieri polacchi e si stanno cercando convenzioni con la Spagna e il Marocco. Quindi, sarebbe un terreno da approfondire fin da subito, nel quale, tra l'altro, abbiamo predisposto un monitoraggio e un possibile "pilotaggio" come Regione. Quindi, è una situazione da vagliare. Io ho potuto accertare - proprio ieri sera mi sono giunti i documenti - quali sono i corsi che gli infermieri argentini frequentano, il numero di ore e le specializzazioni, al fine di trovare una possibile corrispondenza.
Inoltre, volevo significare a questa assemblea che è vero che abbiamo come i lombardi e i toscani, delle Associazioni in Argentina, ma i nostri conterranei non ci capiscono più, perché a me si sono rivolti dei toscani ai quali ho risposto "dovete rivolgervi alla Regione Toscana". Si tratta cioè di un meccanismo che dobbiamo valutare, perché un'eccessiva frantumazione attraverso l'associazionismo oggi può essere pericolosa perché, ad esempio, nella zone di San Luìs o di Rio Negro non ci sono Associazioni piemontesi, ma venete e viceversa in altre province.
Dobbiamo, in qualche modo, temperare la giusta valorizzazione delle nostre Associazioni con meccanismi più generali, che possono essere i Consolati (non sono molto diffusi) o i patronati sindacali, che sono invece molto diffusi e rappresentano un po' tutte le forze sindacali quindi rappresentano quasi dei sensori ai quali i cittadini argentini di origine italiana possono rivolgersi senza tenere conto delle origini territoriali.
In questi giorni, sto seguendo a fondo il problema e vorrei mettere a disposizione le mie conoscenze e i miei rapporti, ma mi è difficile perch c'é questo meccanismo per cui sono materie che quasi uno se le deve giocare. Io non voglio giocarle in alcun modo, tra l'altro non sono elettori. Vorrei solo dire, Presidente, che questo patrimonio di conoscenze presente in Consiglio regionale merita qualcosa in più di una semplice sua comunicazione.
Poi, magari, non lo si coglieranno tali conoscenze, ed ognuno va avanti come ritiene, ma mi sembra veramente un modo di procedere sbagliato, che non valorizza tutte le potenzialità e che danneggia in qualche misura quelle che sono le aspettative delle persone di origine italiana presenti in Argentina.



PRESIDENTE

La ringrazio. A proposito di giochi, per sua tranquillità volevo comunicarle che ho smesso molto presto di giocare con le figurine. Sul punto in questione, la invito a partecipare alla prossima riunione del Comitato di Solidarietà dove potrà dare tutto il suo apporto, che ritengo sia utile e necessario e che riconosco sotto il profilo dell'esperienza e della competenza. Non ho inoltre difficoltà ad individuare lei come punto di riferimento per le possibili iniziative da programmare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente. Premetto che anch'io, come il Presidente, giocavo con le figurine e ho continuato a giocare fino a tarda età. Ho apprezzato sia i toni, sia i contenuti del suo intervento, che in larga parte ritengo condivisibili. Ho però un dubbio: lei ha parlato come Assessore e non come Presidente del Consiglio regionale. Questo intervento è addirittura sulle modalità del collocamento assolutamente da riformare e su cui intervenire quindi lei ha prefigurato una politica dell'immigrazione. Non vorrei che utilizzando una forzatura dovuta alla larga maggioranza del consenso rispetto a questa problematica, lei diventasse l'Assessore ombra della Lega, quando invece è opportuno che il Consiglio investa l'Assessore competente, Pichetto, chiedendo allo stesso di realizzare quegli interventi sul collocamento, che noi, come Gruppo Radicale, auspichiamo da tempo. E' solo questo il dubbio che volevo esprimere e dare atto al collega Tapparo che molte ragioni le ha in questo suo sfogo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Sentendo i due interventi precedenti, che condivido, mi sembra opportuna una correzione di comportamento da parte del Presidente del Consiglio, che, da un lato, mi pare abbia fatto troppo, come diceva il collega Mellano, cioè abbia assunto in sé delle competenze che sono collegiali, che sono della Giunta; dall'altro lato, credo che abbia fatto poco, nel senso che il Consiglio regionale, con tutti i suoi componenti e i suoi organismi, non è stato adeguatamente coinvolto nell'esame della situazione in Argentina, nelle proposte possibili per azioni di solidarietà.
Quindi, mi associo ai colleghi, chiedendo al Presidente del Consiglio di correggere il suo comportamento, rimanendo nell'ambito delle competenze consiliari e coinvolgendo tutto il Consiglio e non singole persone.
Mi sembra che il collega Tapparo sia persona particolarmente impegnata e competente, ma dal suo tono mi sembra che non ponesse una questione di carattere personale, cioè l'invito al Consigliere Tapparo di partecipare a qualcosa.
Mi sembra che il Consigliere Tapparo dicesse che, in sede di Comuni e in sede di Capigruppo, il Consiglio regionale dovrà essere chiamato a utilizzare tutte le competenze e le risorse che ciascuno di noi, in grande o in piccolo, possiede e può mettere a disposizione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonio

Intervengo per associarmi alle riflessioni del collega Tapparo che evidentemente non tendeva a far valere le ragioni dell'età rispetto a chi è più giovane. Presidente, era soltanto una battuta per dire che c'è una differenza di età, e quindi da parte del Consigliere Tapparo una maggiore conoscenza di alcune questioni come quelle che lei ha richiamato nella sua comunicazione.
Dell'intervento del collega Tapparo rilevo l'importanza che questioni così delicate trovino un coinvolgimento più totale e completo da parte del Consiglio regionale.
D'altronde, Presidente, lei è sensibile su questo fatto. In diverse occasioni noi abbiamo sottolineato come il Presidente della Giunta intervenga spesso a nome dell'Amministrazione regionale senza mai avere verificato le sue posizioni. Quindi, sarebbe opportuno - e credo, a maggior ragione, perché lei ha più sensibilità - che su queste questioni prima di assumere delle iniziative esterne, che ci sia una sorta di verifica di coinvolgimento maggiore da parte di tutto il Consiglio nelle modalità che lei ritiene più utili.
Certamente il Comitato di Solidarietà è una modalità, ma anche la riunione dei Capigruppo può essere uno strumento di maggiore coinvolgimento. In questo senso, condivido totalmente le sollecitazioni del collega Tapparo che mi sembrano finalizzate a dare una maggiore incisività all'azione che compiamo come Amministrazione regionale.



PRESIDENTE

Ringrazio i colleghi. Devo dire che anch'io sono pienamente concorde con le vostre osservazioni, per cui convocherò prima possibile il Comitato di Solidarietà, dove analizzeremo tutto quello che il Consiglio potrà fare per l'Argentina, e tutti arriveremo più preparati. Parlo ovviamente per me stesso, perché l'approfondimento di questi giorni mi è servito per portare il mio contributo, mentre altri colleghi porteranno il loro contributo in questa sede.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 845 del Consigliere Chiezzi inerente a "Cimitero d'amianto a Lanzo Torinese"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 845, presentata dal Consigliere Chiezzi.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In merito a quanto evidenziato dall'interpellanza in oggetto, si riferisce che sull'area "I Molini" vi è un'indagine da parte della Procura della Repubblica e si precisa che la Ditta Possio non lavorava amianto, ma effettuava lavorazione di talco tremolitico, ovvero sostanza inquinata da amianto. Durante tale attività esisteva una discarica adiacente allo stabilimento, alimentata fino al 1991 con residui inquinati da amianto. Nel maggio 1991 il Corpo delle Miniere proponeva l'interramento in loco di tale materiale per una quantità di residui di lavorazione pari a 5.000 metri cubi. Il materiale è stato interrato in un'area di proprietà comunale non interessata dagli attuali lavori di demolizione e costruzione attualmente in atto.
La bonifica dei fabbricati della Ditta Possio è iniziata nel 1998 sotto il controllo dell'ASL e dell'ARPA - Centro regionale amianto. Nell'ambito della bonifica sono stati effettuati carotaggi allo scopo di individuare l'eventuale presenza di materiale contenente amianto. Tali accertamenti ne hanno evidenziato l'assenza.
Il Centro regionale amianto dell'ARPA ritiene che, allo stato attuale essendo il materiale contenente amianto interrato in zona non oggetto di intervento, vi sia una situazione tale da non destare preoccupazione.
I tecnici dell'ASL 6 e il Centro regionale amianto hanno effettuato prelievi all'interno della casa di un residente in Via dei Molini ed effettuato i campionamenti di aerodispersi in prossimità dell'area in oggetto, al fine di verificare la presenza di amianto. I risultati delle indagini sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Torino.
Per ulteriori e più precise informazioni dobbiamo quindi attendere l'esito di tali inchieste. Comunque, i dati che ci ha riferito il Centro amianto dell'ARPA, anche se non sono totalmente liberatori, non sono tali da destare preoccupazioni più di tanto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Nel ringraziare l'Assessore per la risposta, lo invito, viceversa, a continuare a preoccuparsi di questa questione, perché è vero che alcune indagini sono state effettuate, però è anche vero che non si sono concluse le vicende relative all'esposto alla Magistratura.
Evidentemente, c'è un campo di intervento che non ha potuto essere adeguatamente esplorato e che costituisce, giustamente, un elemento di continuo allarme per la popolazione, per cui invito l'Assessore a prestare estrema attenzione a questa vicenda e a voler informare la Commissione e il Consiglio su eventuali sviluppi relativi all'inquinamento da prodotti contenenti amianto in quella zona.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Opere idrauliche ed acquedotti

Interpellanza n. 848 del Consigliere Chiezzi inerente a "Danni alle aziende agricole del Casalese"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 848 presentata dal Consigliere Chiezzi.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

La risposta è datata 10 ottobre, per cui mi riservo di integrare successivamente con qualche considerazione di aggiornamento.
Sullo stesso tema è stato altresì presentato l'ordine del giorno n.
298, a firma dei Consiglieri Botta, Godio e Valvo, per quanto riguarda i danni alluvionali.
E' opportuno premettere che la Giunta regionale ha, a suo tempo inviato a Roma la proposta di delimitazione, ai sensi della legge n.
185/92, per tutte le tipologie di danno provocate dall'alluvione 2000 e che alcune di queste, come le strutture aziendali (in agricoltura sono considerate strutture anche gli impianti arborei, i terreni agricoli) e alle scorte aziendali perdute, hanno trovato finanziamento nella legge speciale n. 365/00, la quale, tuttavia, lasciava escluse alcune tipologie quali, soprattutto, i danni alle strutture interaziendali (strade interpoderali, acquedotti rurali e impianti irrigui) e alle opere di bonifica e bonifica montana.
Il Presidente della Giunta regionale si è più volte adoperato affinch per queste tipologie di danno venisse attivata la legge n. 185/92, sulla base della proposta di riconoscimento adottata dalla Giunta con DGR n. 1 1962 del 12 gennaio 2001, senza purtroppo ottenere che il Fondo di Solidarietà Nazionale, al momento attuale, venisse adeguatamente rifinanziato onde fronteggiare le spese per i ripristini.
La Regione, con DGR n. 77-1418 del 20 novembre 2000, ha comunque autonomamente attivato il "Pronto Intervento", ai sensi della legge n.
185/92 e della L.R. n. 63/78, finanziando una prima tranche di acconti per lavori di somma urgenza relativamente alle opere irrigue, pari a 7 miliardi per pianura e collina e 3 miliardi per le opere irrigue e di bonifica montana. A questi si andranno, entro breve tempo, ad aggiungere ulteriori 3 miliardi per i quali sono in corso i rilievi e i relativi provvedimenti di impegno. A questo proposito, successivamente, a dicembre - se non erro abbiamo emanato la delibera.
Il mancato o parziale ripristino dei canali irrigui, in particolare con la conseguente impossibilità di irrigare - pur in presenza di un andamento climatico che fino a luglio ha comunque apportato una certa quantità di pioggia - potrebbe aver dato luogo a scarsità di raccolti a causa della siccità indotta dalla mancanza di acqua di irrigazione. Si tratta tuttavia non di un evento atmosferico eccezionale (presupposto per l'attivazione delle procedure previste dalla legge n. 185/92), per cui ogni valutazione sull'eccezionalità del fenomeno deve essere rimessa al competente Ministero dell'Agricoltura, che potrebbe non ravvisare le cause naturali del medesimo in quanto non collegato a una precisa avversità atmosferica, bensì a fattori umani, che possono andare dal mancato ripristino dei canali e opere di presa alle possibili errate scelte varietali che non abbiano tenuto conto della particolare situazione dell'annata.
Si precisa che, comunque, visto il perdurare anche nel mese di agosto della situazione, le eventuali segnalazioni di danno fatte a Province o Comunità montane verranno tenute in debita considerazione, con possibilità che vengano disposti sopralluoghi destinati a verificare la sussistenza dei presupposti di legge ai fini della proposta di delimitazione del territorio danneggiato.
A questo punto, vorrei fare un riepilogo della situazione. Sappiamo che la quasi totalità dei danni è rientrata nella legge n. 365, quindi tutto quello che riguarda i danni ai complessi e ai fabbricati agricoli, i danni ai macchinari e ai terreni. Quindi, la legge n. 365 aveva una sua regola che riguardava tutte le imprese, indipendentemente che fossero industriali artigianali, commerciali o agricole.
Per quanto riguarda i danni ai raccolti pendenti si deve invece applicare la legge n. 185/92, che in seguito è stata attivata e sono in corso le procedure di liquidazione. Peraltro, è successivamente sorta una serie di problemi applicativi. Abbiamo svolto un incontro con le Province e ancora stamane, prima di iniziare il Consiglio regionale, abbiamo definito con i funzionari addetti al settore, un ulteriore incontro con le Associazioni professionali agricole, al fine di precisare le modalità di applicazione della legge n. 185/92 sui raccolti pendenti che erano in corso all'atto dell'alluvione (il problema riguarda soprattutto i pioppeti e altre questioni similari).
Per quanto riguarda, invece, le infrastrutture agricole, in tutta Italia, a cavallo tra il 2000 e la fine del 2001, si sono registrati danni consistenti, superiori ai 500 o 600 miliardi di lire.
Devo dire che nella Finanziaria sono stati stanziati circa 400 miliardi di lire per infrastrutture agricole, di cui una metà - se non erro attraverso un ordine del giorno del Parlamento - è stata riservata ai danni alluvionali. Nei primi giorni dell'anno, abbiamo chiesto, come Regione Piemonte, ma anche come Conferenza delle Regioni, con lettera a firma del Presidente Ghigo, di prelevare, con un decreto legge, dalla Tabella B della Finanziaria (in cui i fondi vengono stanziati, ma non possono essere utilizzati se non si emana una legge di utilizzo), 200 miliardi, che sono sottoforma di contributi per mutui da stipularsi da parte delle Regioni (comunque, il capitale finale è 200 miliardi).
Abbiamo segnalato come opportuno il decreto legge che rinnova gli interventi per la BSE. Sapevamo che è in fase di emanazione, e ci hanno assicurato, nell'incontro tenutosi la settimana scorsa tra gli Assessori e il Ministro, che senz'altro il Ministero farà un emendamento in aula per integrare nella legge di conversione anche questi fondi. Possiamo pertanto affermare che per le infrastrutture irrigue si prospetta la possibilità di avere un congruo contributo nell'arco di qualche mese.
La risposta all'interpellanza era di ottobre. Nel frattempo, a dicembre, abbiamo ancora cercato, in fondo al barile di precedenti disponibilità per economie per danni alluvionali, ulteriori erogazioni in acconto per le opere di pronto intervento, nell'ottica di mettere il sistema irriguo in condizioni di erogare l'acqua, anche se in sistema di precarietà. Naturalmente, si interverrà strutturalmente qualora andranno in porto quei finanziamenti a cui prima facevo riferimento.
Per concludere, i meccanismi per le erogazioni dei finanziamenti a fronte dei danni alluvionali sono per la generalità delle imprese agricole indipendentemente dalle delimitazioni, perché in sostanza faceva riferimento solo ai Comuni alluvionati. Per quanto riguarda, invece, le infrastrutture irrigue, le strade interpoderali e i raccolti pendenti, si fa riferimento alle delimitazioni che a suo tempo sono state fatte, e sono le azioni che hanno creato le condizioni affinché venissero emanati questi stanziamenti, che non sono, peraltro, totalmente esaustivi delle esigenze ma mi auguro che con l'assestamento del bilancio dello Stato del 2002 o con la Finanziaria del 2003 si vada a completare. Infatti, mentre per le opere irrigue per un immediato deflusso e recapito delle acque ai vari canali irrigui si possono fare opere provvisionali di un certo tipo, ci sono dei lavori di una certa consistenza che necessitano un'esecuzione anche pluriennale. Quindi, un eventuale completamento nel 2003 potrebbe portare la questione a conclusione.
In sostanza, assicuro comunque un'attenzione, da parte dell'Assessorato, a tutte le problematiche dei danni alluvionali in agricoltura.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e agli insegnanti della Scuola elementare "G. Gozzano" di Torino


PRESIDENTE

Rivolgo un cordiale saluto agli alunni e agli insegnanti della Scuola elementare "G.Gozzano" di Torino, che questa mattina sono giunti a farci visita.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Opere idrauliche ed acquedotti

Interpellanza n. 848 del Consigliere Chiezzi inerente a "Danni alle aziende agricole del Casalese" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame dell'interpellanza n. 848.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Assessore, la vicenda nasce nell'ottobre 2000 con un'alluvione che, sulla sponda destra del Po, nei Comuni da Ticineto fino a Valenza, ha prodotto un danno al sistema di irrigazione, riducendo del 25% la capacità di acqua da destinare allo scopo.
L'anno seguente, nel mese di giugno - quindi a sei mesi dall'alluvione e dai danni conseguenti - le 500 aziende agricole, prive dell'apporto di acqua necessario a mantenere la produzione almeno al livello in cui era, si riuniscono e lanciano un allarme, perché, sino a che non verranno ripristinate le opere idrauliche capaci di intercettare l'acqua e di riportarla alle varie aziende, la loro situazione economica è destinata a non migliorare, anzi, neppure a tornare al livello precedente.
A che punto siamo quasi un anno dopo? Non mi sembra che il problema sia stato risolto, anzi, mi pare che siamo ancora ben lontani dall'essere sicuri che in breve tempo sarà risolto, perché l'Assessore oggi, a gennaio 2002, dice: "Speriamo che nella Finanziaria sia possibile prendere un provvedimento, un decreto legge, che possa destinare 200 miliardi di risorse, che forse ci sono, a questi scopi". Siamo, quindi, in piena e generica speranza.
Assessore, nell'interpellanza è scritto che questi lavori dovrebbero essere realizzati dal Magistrato per il Po e dall'Autorità di Bacino. Lei non ha detto nulla in merito, quindi intendo che continuino ad essere costoro i soggetti che dovranno poi realizzare l'opera.
Dato che il rapporto del Magistrato per il Po oggi è intrinsecamente collegato alle Regioni - perché non dipende più dallo Stato, ma dalle Regioni - chiederei di capire qualcosa di più anche su questo fronte.
Ammesso che i 200 miliardi arrivino, in quale modo saranno poi gestiti dal Magistrato per il Po e dall'Autorità di Bacino? In definitiva, l'insoddisfazione per la risposta è questa, Assessore: oltre che illustrare il passato e tutti i mancati appuntamenti con la risoluzione del problema, potrebbe spingersi sino ad ipotizzare dei tempi di risoluzione, dicendo, per esempio, che i 200 miliardi potrebbero essere destinati con un decreto legge entro la tal data e che, successivamente potrebbero essere messi a disposizione della seguente Autorità in quest'altra data, che i progetti sono già pronti, oppure che non sono pronti, ma è stato dato l'incarico ed entro tale data saranno pronti. E in conseguenza di questi fatti, si presume che si possano appaltare le opere entro, grosso modo, la tal data, e le stesse opere potranno essere realizzate entro la tal data? Vuole spingersi verso un atteggiamento propriamente assessorile, di chi governa i problemi guardando avanti e non solo descrivendo i fallimenti del passato? In altre parole, io le chiedo di rispondere da Assessore.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una breve replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

Intanto rispondo sempre da Assessore. Sotto questo profilo, posso anche affermare che su questi problemi c'è sempre stata e ci sarà sempre attenzione da parte mia.
La situazione è nei termini seguenti. Voi sapete che il precedente Ministro dell'Agricoltura, Pecoraro Scanio - non è però mia intenzione fare polemiche sul precedente Governo - si era attestato su una linea: era in lite con Barberi, già Direttore dell'Agenzia di Protezione Civile, per cui si sosteneva la tesi che non doveva essere la legge n. 185 a finanziare i danni alle infrastrutture, bensì, con un'interpretazione di tipo estensiva la legge n. 365, ovvero quella speciale dell'alluvione.
Questo atteggiamento è stato veramente esiziale, perché ha permesso che trascorressero sei o sette mesi. Adesso, con la nuova Finanziaria, tra iniziative motu proprio del Governo e iniziative di tutti i Parlamentari e di tutti i Gruppi provenienti dalle zone alluvionate, si è giunti a questa formulazione. Dunque, oggi abbiamo delle risorse.
Devo dare atto che fin dal mese di agosto 2001 avevo parlato con il Ministro Alemanno, che mi aveva detto subito che in cassa c'erano 15 miliardi; e aveva attivato simbolicamente una ripartizione di quei pochi fondi come segnale che poi, con la Finanziaria 2002, doveva andare in porto. Oggi abbiamo delle risorse. Il decreto sulla BSE sarà stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale venerdì o sabato scorso, quindi entro sessanta giorni verrà convertito, per cui penso che entro la fine di marzo il testo normativo sarà disponibile. Occorrerà un mese per ripartire queste disponibilità tra le Regioni, dopodiché i programmi sono già pronti, posto che avevamo già raccolto tutto nei mesi scorsi. Abbiamo anche indici di priorità e confermo che il tratto casalese rientra assolutamente...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

Ci sono i progetti di massima. Per i finanziamenti, dato che sono enti di diritto privato, non devono seguire le regole della Legge Merloni, ma ovviamente quelle della buona amministrazione, conformemente alle regole della L.R. n. 21, che è quella sull'irrigazione.
Devo anche dire che, nel frattempo, avendo un continuo contatto con queste persone, delle quali conosco anche i numeri dei cellulari e quindi beneficio di telefonate a qualunque ora del giorno e della notte - ma credo sia giusto così - non solo per Casale, ma per tutti coloro che hanno fatto opere di pronto intervento, abbiamo cercato di contribuire il più possibile sul pronto intervento per evitare che al danno agricolo ed irriguo si aggiungesse anche il danno degli interessi da pagare alle banche per eventuali anticipazioni. Quindi, quando ho detto "tre mesi", è perch secondo me saranno necessari tre mesi per assegnare i finanziamenti.
L'altra questione importante a cui faceva riferimento il Consigliere Chiezzi è relativa alla sistemazione del tratto del Po da Trino a Valenza.
In questo caso, abbiamo la definizione di un programma, perché la traversa del Canale Lanza di Casale - penso che sia questo il punto di partenza ha, da un lato, un valore di derivazione irrigua, ma, dall'altro, anche di regimazione dell'alveo. Abbiamo visto, non nella piena alluvionale, ma in quella successiva all'alluvione, che il non aver ripristinato in modo adeguato l'erosione dell'alveo latistante alla traversa ha creato una condizione di pericolo per gli argini con un enorme allarme da parte della città.
Ritengo di essere nel giusto sostenendo che sia di interesse generale mantenere quella traversa, per cui, come mi sembra di poter evincere se non direttamente almeno indirettamente dall'interpellanza, in sostanza dovrebbe essere lo stesso Magistrato per il Po ad eseguire il consolidamento di questa traversa proprio perché si deve stabilizzare l'alveo a tutto beneficio di un regolare deflusso in un tronco di fiume nel quale si stanno sistemando tutte le opere, sponda destra e sponda sinistra. Proprio domani mattina avrò occasione di parlare con il Capo dell'Ufficio tecnico del Magistrato per il Po di Parma, che in questo momento è in Piemonte, e naturalmente mi accerterò, come ho già fatto in queste settimane, che nel programma definitivo di sistemazione del tratto ci sia proprio il consolidamento definitivo, quindi l'allungamento, definiamolo così, della traversa verso la sponda sinistra, in modo tale che non ci siano più problemi.
compito del Canale Lanza sistemare il canale, sistemare l'incile quindi la derivazione dell'acqua, ma credo che sia interesse generale mantenere la traversa, perché un'eventuale situazione di anomalia del deflusso creerebbe dei guai non indifferenti per tutta la cittadinanza.
In questo senso, spero di essere stato ulteriormente chiaro nel dire che condivido la necessità che vi sia anche un'attenzione da parte del Magistrato per il Po. L'Autorità di Bacino, di per sé, ha già dato ciò che doveva dare con il PAI, con le indicazioni e con l'approvazione, perch tutti i programmi del Magistrato per il Po, prima di essere attuati (anche quelli legati alle emergenze), devono avere il parere dell'Autorità di Bacino. Quel che conta è che nella progettazione del tratto casalese ci sia anche questa traversa. Io sono impegnato in questa direzione.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura

Interrogazione n. 1135 del Consigliere Tapparo inerente a "Perplessità sull'attuazione del Piano di sviluppo regionale dell'agricoltura"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interrogazione n. 1135, presentata dal Consigliere Tapparo, alla quale risponde ancora l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

In merito alle notizie richieste dall'interrogante circa i bandi delle misure A e G del PSR 2000/2006 si riferisce quanto segue.
Misura A del PSR 2000/2006.
Il Piemonte ha la più elevata disponibilità finanziaria per il PSR fra tutte le Regioni italiane, che per la Misura A è pari a circa 290 miliardi di lire per il periodo 2000/2006.
L'importo richiesto a seguito dell'apertura delle domande per la Misura A è pari a circa 600 miliardi di lire.
Pertanto, poiché l'importo totale richiesto con le domande supera il numero delle risorse disponibili nel periodo 2000/2006, non vi sono, al momento attuale, fondi residui utilizzabili.
Occorre però precisare che tale importo sarà soggetto a sensibile decadimento con l'istruttoria delle domande. Sulla base dell'esperienza maturata a seguito dell'attuazione in Piemonte di precedenti Regolamenti (Regg. CEE 797/85, 2328/91 e 950/97), si stima che la percentuale di decadimento potrebbe ammontare a circa il 40% dell'importo totale richiesto.
Tuttavia, occorre attendere che tutte le pratiche attualmente in carico presso le Province vengano definite per quantificare con esattezza la reale entità delle risorse economizzate, a seguito di decadimenti o ridimensionamenti di contributo delle domande stesse. Si prevede che dalla primavera 2002 il quadro generale finanziario del Piano potrà essere definito da dati maggiormente rispecchianti la realtà.
Per le ragioni sopra esposte, è prematuro prevedere, in linea generale un'eventuale riapertura delle domande per la Misura A del PSR.
Occorre precisare che, qualora si verificassero economie di spesa tali da consentire eventuali riaperture di domande, i relativi bandi saranno indetti secondo le scelte programmatiche di ogni singola provincia, così come previsto dal passaggio delle competenze in materia di agricoltura ai sensi della L.R. n. 17/99.
Si precisa che nei documenti di programmazione del PSR 2000/2006 del Piemonte non erano state indicate previsioni distinte per le domande presentate da giovani sotto i 40 anni e titolari di azienda con età superiore ai 40 anni.
Tuttavia, il dato richiesto è stimabile facendo riferimento a fonti statistiche agli atti presso questo Assessorato, relative al numero di domande per piani di miglioramento materiale delle aziende agricole, ai sensi del precedente Reg. CEE 2328/91 che finanziava interventi di ammodernamento strutturale nelle aziende agricole nel periodo 1994/1999.
Per l'accesso alle provvidenze previste dal Regolamento non erano stati fissati limiti di età.
Dalle sopraccitate fonti statistiche risulta che circa il 22% dei beneficiari era al di sopra dei 40 anni.
Riflettendo il dato statistico sulla situazione attuale, considerato che le domande presentate per la Misura A del PSR 2000/2006 sono complessivamente 7.773 (tutti beneficiari al di sotto di 40 anni), una percentuale del 22% di ipotetiche domande di ultraquarantenni innalzerebbe il numero totale delle domande a quasi 10.000.
Le domande presentate da beneficiari con età superiore a 40 anni risulterebbero pertanto pari a circa 2.200 (è una stima dal punto di vista statistico dell'esperienza dei regolamenti precedenti).
Misura G del PSR 2000/2006.
La Regione non è a conoscenza delle percentuali di domande ammesse a finanziamento per le analoghe misure di miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli delle altre Regioni italiane in cui il PSR è stato attivato.
Poiché, tuttavia, la domanda verosimilmente sottintende una valutazione degli esiti del bando, si può ricordare, anche a supporto di quanto sarà detto rispondendo alle altre domande dell'interrogante, quanto segue: . il bando aveva una dotazione finanziaria di circa 51 miliardi di lire (contributo complessivamente erogabile), a fronte di una dotazione totale del PSR sulla misura in oggetto per sette anni di validità del PSR di 116 miliardi di lire . le domande presentate sul bando sono state 165, per un totale di contributo richiesto pari a circa 175 miliardi di lire . le domande ritenute idonee ed inserite nelle graduatorie di settore approvate con determinazione dirigenziale, sono state pari a 61 per un totale di contributo ammissibile di 49 miliardi di lire . se ne deduce che se è vero che sono molte, pari a 104, le domande non ritenute idonee e dunque non inserite nelle graduatorie, è vero anche che le risorse finanziarie previste dal bando sono state quasi del tutto utilizzate.
Circa il secondo quesito, ovvero quale destinazione verrà data ai fondi che in base ai risultati finora acquisiti non sono stati ancora impegnati è necessario comunicare che la Giunta regionale con DGR n. 3-4654 del 30 novembre 2001 ha portato un adeguamento alla DGR n. 109-1822 del 18 dicembre 2000, con la quale era stato emanato il bando avente per oggetto la Misura G "Miglioramento delle condizioni di trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli"; l'adeguamento deliberato consiste nella possibilità per le Ditte che hanno presentato domanda sul bando e la cui domanda non è stata inserita nelle graduatorie di settore (per non idoneità), ma che risultano suscettibili di regolarizzazione amministrativa, di integrare entro il 30 aprile 2002 la documentazione presentata. Gli uffici regionali, ricevuta l'integrazione della documentazione, proseguono l'istruttoria sia formale, sia di merito provvedendo ad inserire le domande che risulteranno idonee in nuove graduatorie separate da quelle delle domande già definite. La DGR mette a disposizione per tali nuove graduatorie 60 miliardi di lire. Residuano, di fatto, 7 miliardi di lire (differenza tra i valori del primo bando, più l'integrazione, meno quello già assegnato), che potrebbero essere utilizzati nel caso di accoglimento di richieste di riesame. La DGR conferma che le domande non suscettibili di regolarizzazione amministrativa per non eleggibilità del beneficiario, per non eleggibilità del prodotto ecc., devono essere archiviate.
Circa il rilievo per la mancata pubblicazione dell'elenco delle pratiche pervenute, è da precisare che neanche per il Programma Operativo del Regolamento CE n. 951/97 fu pubblicato un elenco delle domande pervenute. Con riferimento al bando della Misura G sul BUR compaiono le determinazioni di approvazione delle graduatorie di settore e dei progetti.
Si vuole inoltre sapere perché non sono state ancora comunicate alle aziende non ammesse le motivazioni di tale esclusione, pur risalendo le prime determinazioni di approvazione delle graduatorie delle domande ammesse ad oltre cinque mesi fa.
L'Amministrazione ha atteso l'approvazione dell'ultima graduatoria di settore, relativa al settore vino (ci sono state istruttorie per settori) e datata 7 novembre 2001, per avere una situazione precisa degli esiti di tutte le graduatorie, che sono quelli riportati rispondendo al primo quesito, e per consentire una riflessione su come di conseguenza procedere.
La riflessione sugli esiti delle istruttorie ha portato la Giunta regionale ad approvare la ricordata DGR n. 3-4654 del 30 novembre 2001. Nel dare applicazione alla DGR gli uffici stanno predisponendo in questi giorni due distinti atti: . una determinazione di archiviazione per ciascuna delle domande, che, a causa della natura delle motivazioni di non idoneità, riportati in verbali agli atti dell'amministrazione, non è suscettibile di regolarizzazione amministrativa ai sensi della DGR del 30 novembre 2001, n. 3-4654, con conseguente informazione della Ditta interessata la quale potrà fare richiesta di riesame al Direttore della Direzione Programmazione e valorizzazione dell'Agricoltura o ricorso al TAR . una lettera a ciascuna delle Ditte a cui, ai sensi della DGR n. 3-4654 del 30 novembre 2001, è accordata la facoltà della regolarizzazione amministrativa della domanda, con la richiesta di presentazione della documentazione mancante o carente all'atto della presentazione della domanda (tali lettere dovrebbero essere state spedite nelle prime settimane di quest'anno).
Per dare un'interpretazione circa il modesto numero di pratiche ammesse al finanziamento (e di contributi concessi) per i settori "montagna" "cereali e riso" e "altri", si richiama quanto riportato al quarto capoverso della premessa della ricordata DGR n. 3-4654: "L'attività di istruttoria delle domande ha messo in rilievo le difficoltà incontrate dalle Ditte richiedenti di predisporre una documentazione in grado di rappresentare in modo esaustivo la situazione aziendale e dell'investimento, a motivo della complessità della documentazione stessa e del ridotto periodo di tempo intercorso tra il 18 dicembre 2000, data di approvazione del bando, e il 6 aprile 2001, data di scadenza per la presentazione delle domande". Si può aggiungere che il bando, nel rispetto della disciplina del Piano di sviluppo rurale e della necessità di rispettare il budget di spesa nell'anno finanziario 2001 sulla Misura G prevedeva che il progetto presentato a corredo della domanda fosse immediatamente cantierabile e quindi dotato delle necessarie autorizzazioni urbanistiche e amministrative.
Viene chiesto, inoltre, per quale motivo è stato erogato un importo pari al 53% di quello richiesto dalle aziende, pur essendo stata richiesta alle stesse una fideiussione pari al 110% del contributo.
La domanda si presta ad una risposta articolata su due punti: innanzitutto, va osservato che sono le disposizioni dell'AGEA, l'Agenzia ex AIMA, a prevedere che, nel caso di progetti approvati, gli anticipi di contributo in conto capitale siano erogabili alle Ditte a seguito di presentazione di garanzia fideiussoria a favore di AGEA di importo pari al 110% dell'anticipo richiesto secondariamente, nel merito degli anticipi effettivamente erogati ad ottobre u.s. alle Ditte, si sottolinea che l'Amministrazione, tenuto conto delle richieste di anticipo pervenute (pari in genere al 90% dell'anticipo concesso con l'approvazione dei progetti) e della disponibilità finanziaria sulla Misura G del Piano di sviluppo rurale per l'anno finanziario 2000/2001, perché entro il 15 ottobre si parlava di 2001, di L.
3.872.540.000, ha dovuto ripartire in modo proporzionale detto importo fra tutte le ditte richiedenti. Pertanto, alle stesse è stato riconosciuto un anticipo pari a circa il 53% del contributo concesso e non al 90%, come richiesto dalle Ditte. In tale circostanza, la garanzia fideiussoria a favore di AGEA è risultata sovradimensionata, per cui l'AGEA ha provveduto allo svincolo parziale della fideiussione prodotta riguardante la parte eccedente l'importo di anticipazione riconosciuto, perché nella domanda si deve presentare la fideiussione di quello che si chiede al 110% e poi ovviamente si va a ridurre.
In ultimo, circa il quesito che chiede quante sono le pratiche ammesse a finanziamento e quante sono quelle escluse in relazione agli studi di consulenza a cui si sono appoggiate le aziende richiedenti, è necessario precisare che l'Amministrazione interloquisce con le Ditte richiedenti o beneficiarie e si astiene da ogni considerazione circa i rapporti fra le Ditte stesse e gli studi di consulenza.
Per concludere, la linea intrapresa dalla Giunta riguarda una valutazione sulle misure del settore agroalimentare, misure importantissime poiché occorre affrontare le problematiche di tutta la filiera agroalimentare e non solo della parte produttiva strettamente agricola.
Sono state presentate delle proposte di finanziamento, ma la difficoltà è data dal breve periodo di tempo e dalla novità della documentazione richiesta (per la prima volta si andavano a fare anche valutazioni economiche in termini di costi e benefici), pertanto non dall'inadeguatezza della proposta, ma dall'impossibilità di completare la documentazione.
Scartando a priori le domande che sono fuori dai paletti, perché il prodotto o il soggetto non hanno i requisiti richiesti, in tutti gli altri casi è stato concesso un periodo di tempo (fino ad aprile di quest'anno) in modo da recuperare lo sforzo fatto da tutto il sistema. Nel frattempo ho avuto degli incontri con gli organismi rappresentativi di questi soggetti, cioè le Unioni Industriali, le Unioni Agricole, ecc. E' stata scelta questa strada per far sì che la quota del 2002 e seguenti possa essere utilizzata sia per completare gli acconti e i saldi delle pratiche già ammesse, sia per finanziare queste nuove pratiche, qualora potessero trovare un incanalamento sul giusto binario della valutazione e dell'approvazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore per l'articolata risposta. Faccio presente che la mia interrogazione è stata presentata nell'autunno scorso, quindi è chiaro che avete avuto tempo per prepararvi e sviluppare le questioni che avevo sollevato. Forse, Presidente Cota, bisognerebbe trovare il modo per "movimentare" un po' le interrogazioni, magari prevedendo una seduta del Consiglio esclusivamente per le risposte, come avviene alla Camera e al Senato. Quando introdurremo il question time, probabilmente potremo anche operare al meglio.
Per alcuni aspetti sono soddisfatto dello sviluppo procedurale che l'Assessore ha evidenziato, anche se c'è una discordanza di date tra la mia interrogazione e la sua risposta.
Presento maggiori dubbi riguardo ad alcuni elementi della interrogazione sui quali mi aspettavo una risposta politica. Per esempio l'aspetto degli imprenditori agricoli con oltre quarant'anni: certo dobbiamo valorizzare la giovane imprenditorialità agricola, però occorre tenere conto anche di quella estesa realtà.
L'Assessore ha detto che l'elenco delle pratiche pervenute si vedrà prossimamente; ritengo che, grazie agli strumenti informatici e all'operato degli uffici dell'Assessorato all'agricoltura, dovremmo non dico bruciare i tempi, ma essere molto più rapidi ad avere una visibilità su questi aspetti.
Voglio anche evidenziare - l'accuso sempre, Assessore Cavallera, di essere troppo tecnico e poco politico - che le disposizioni AGEA sul 53 sono disposizioni nelle quali le Regioni, specie in un clima più federalistico, possono esprimere la loro opinione. Sappiamo che l'impegno del 110% delle fideiussioni è un onere di un certo tipo. Voi, adesso l'avete fatto parzialmente smobilitare, tra l'altro è passato un certo tempo, per cui un agricoltore è stato caricato di una fideiussione di cui non aveva i benefici commessi, e voi - lo riconosco - avete fatto un'operazione parziale. Ritengo che in questo campo si possa operare meglio.
Approfitto della presenza dell'Assessore Vaglio - che durante la campagna elettorale, ma anche dopo, riempie la mia buca delle lettere a Groscavallo, in montagna, con la sua documentazione - per chiederle Assessore Cavallera, una risposta che lei non mi ha dato, riguardo a un modesto numero di richieste di contributi, nel settore della montagna, nel settore dei cereali e del riso e in altri settori che toccano le piante officinali e le patate. Mi aspettavo, in questo senso, una risposta politicamente qualitativa per capire le ragioni del fenomeno.
Riconosco di averle posto, al termine dell'interrogazione, una domanda un po' maliziosa: capire il rapporto tra le consulenze, tra le entità che fanno le consulenze, e le domande che vengono fatte. Questo non per fare un gioco speculativo sui singoli soggetti che fanno le attività, ma per far sì, nel clima in cui viviamo, che maggiore trasparenza e informazione aiutino a evitare delle filiere che bloccano un po' il mercato dei servizi.
Pur non essendo iperliberista come i miei amici radicali, credo per che le dinamiche del mercato abbiano un loro fondamento, soprattutto quando fatto da un governo che si fregia di essere certamente più liberista di me - troviamo dei meccanismi di consulenza a supporto degli agricoltori che caratterizzano delle filiere molto forti e potenti. Francamente, anche questa informazione è utile, non per danneggiare qualcuno, ma semplicemente per liberare un po' il mercato da certe filiere molto forti che ne snaturano la dinamica, la formazione di nuova imprenditorialità nel settore della consulenza.
Quindi, posso concludere che sono parzialmente soddisfatto: meno soddisfatto dalle risposte politiche e più soddisfatto dalle risposte tecniche. Gradirei avere il testo che ha letto.


Argomento: Commercio

Sollecito risposta all'interrogazione n. 618. Richiesta iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 376


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Muliebre; ne ha facoltà.



MULIERE Rocco

Grazie, Presidente. Vorrei sollecitare la risposta ad una mia interrogazione.
Avevo richiesto la risposta scritta all'interrogazione n. 618 relativa alle opere di difesa spondale del Rio Albara, Comune di Castelletto d'Orba, presentata il 5 marzo 2001 (si tratta di una risposta scritta che non va in aula).
Presidente, mi rivolgo a lei cortesemente per fare in modo che venga sollecitata la risposta in merito.
Inoltre, se mi è permesso, vorrei sollecitare l'inserimento all'o.d.g.
dell'ordine del giorno n. 376 che ho presentato nel mese di ottobre inerente a "Modifica della legge regionale sul commercio". Siccome la Giunta si era impegnata ad apportare una modifica alla legge sul commercio entro il mese di marzo 2001, con questo ordine del giorno volevo riportare in aula la questione. Quindi, le chiedo di inserire al più presto questo mio ordine del giorno affinché sia portato in aula per la discussione.



PRESIDENTE

Per quanto riguarda l'ordine del giorno, il suo intervento vale come richiesta per la riunione dei Capigruppo, mentre relativamente all'interrogazione la Giunta ha preso nota.
Vorrei comunicare che il Vicepresidente Riba questa mattina ha dovuto sostituirmi in un impegno istituzionale. Quindi, il punto 3) all'o.d.g. è rinviato, essendo il collega Riba che gestisce la partita degli emendamenti.


Argomento: Norme generali sull'agricoltura - Difesa idrogeologica - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 30: "Prima individuazione delle zone vulnerabili dai nitrati di origine agricola ai sensi del D.lgs. 11 maggio 1999, n. 152". Esame collegato ordine del giorno n. 436 inerente a "Individuazione delle zone vulnerabili dai fitofarmaci"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo riprendere l'esame della proposta di deliberazione n. 30, di cui al punto 4) all'o.d.g.
L'esame del provvedimento era stato interrotto in quanto c'era stata una votazione non valida relativa all'emendamento n. 3) presentato dalla Giunta regionale, a firma dall'Assessore Cavallera: sostituire il secondo punto della proposta di deliberazione con il seguente testo: "di stabilire che, entro dodici mesi dalla presente deliberazione, previo completamento delle indagini integrative di maggior dettaglio necessarie con il regolamento di cui all'art. 3 e dell'allegato B, punto 7, della L.R.
n. 61/2000: venga effettuata la prima designazione delle zone vulnerabili da nitrati venga definito il Programma d'azione da porre in atto all'interno delle zone designate vulnerabili venga resa comunque obbligatoria, nelle aree definite 'zone vulnerabili da nitrati, l'applicazione del Codice di Buona Pratica Agricola approvato con D.M. 19/4/1999, tenendo fermo il quantitativo di effluente utilizzabile corrispondente a massimi 210 kg/ha di azoto".
Indìco nuovamente la votazione palese, mediante procedimento elettronico su tale emendamento.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale.
La seduta è pertanto sospesa.



(La seduta sospesa alle ore 12.05 riprende alle ore 12.32)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco la ripetizione della votazione, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3).
Il Consiglio approva.
4a) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: al terzo punto del deliberato, dopo le parole "di stabilire", aggiungere le parole: "anche ai fini di cui al precedente punto".
4b) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: sostituire le parole "i controlli e gli approfondimenti conoscitivi necessari a verificare l'andamento del rischio di contaminazione degli acquiferi, con particolare riguardo ai" con le parole "controlli e approfondimenti conoscitivi nel resto del territorio regionale ed in particolare nei".
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Poiché le modalità di votazione non hanno consentito ulteriori interventi e dichiarazioni di voto sull'emendamento precedente, mi limito a segnalare che la formulazione dell'emendamento della Giunta che abbiamo appena approvato è quanto mai pericolosa.
Se si intende per "Punto a) - Prima designazione delle zone vulnerabili dai nitrati" un documento analogo a quello della delibera che stiamo discutendo, il rischio è che, con una norma di fatto di rinvio, rinviamo appunto ad un'ulteriore norma di rinvio.
La cosa che deve essere chiara - e per questo sarebbe stata necessaria una diversa formulazione, che abbiamo tentato di suggerire con i nostri emendamenti - è che non si deve giungere, con la delibera di Giunta su questo tema, ad un'ulteriore prima designazione, ma si deve giungere ad una disciplina delle zone vulnerabili dai nitrati con conseguenti programmi di azione, e non con il lavoro istruttorio per cui fra un anno saremo nuovamente qui a discutere come estendere, approfondire e migliorare queste procedure di individuazione.
Una cosa è procedere, come anche la legge impone, alla verifica sistematica dei livelli di inquinamento ed inserire, al limite, ulteriori zone o scorporare zone che non si ritengono più vulnerabili; altra cosa, è tutelarsi, come ha fatto la Giunta, con una formulazione equivoca dietro il fatto che, comunque, si procede all'ulteriore prima designazione delle zone vulnerabili dai nitrati, in attesa - diciamo così - di tempi migliori.
Pertanto, prima di votare questo emendamento e visto che anche ai fini del precedente punto questa formulazione rientra nella riflessione che stavo facendo, vorrei capire dall'Assessore Cavallera come la Giunta intende procedere, tanto più che l'Assessore si è già impegnato, in un ordine del giorno collegato a questa delibera e che voteremo, a giungere entro ottobre in Commissione con il programma di individuazione delle zone vulnerabili. Ecco, non vorrei che in delibera si ampliassero ulteriormente rendendole poi totalmente discrezionali con la delega alla Giunta, le procedure di designazione di queste zone.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Al riguardo, non posso che richiamare quello che è stato detto l'altra volta e quindi, anche se non è condivisa da tutti, l'impostazione che noi diamo è quella, con gli impegni che sono stati scadenzati sia in ordine alla prima designazione delle zone vulnerabili, sia in ordine alla definizione del programma di azione.
Gli emendamenti successivi a quello che abbiamo votato, che sostanzialmente rappresentava il nocciolo del problema, hanno solo un valore di rivisitazione della delibera, alla luce di quella modifica.
In sostanza, l'inciso "anche ai fini di cui al precedente punto" è proprio per legare e non considerare slegata la seconda parte del deliberato e l'inciso successivo, che poi il Presidente metterà in votazione separatamente, tende a precisare che l'ottica sarà comunque quella di valutare tutto il territorio regionale.
Per il resto, mi impegno a recepire l'ordine del giorno che era stato concordato e quindi non c'è alcun cambiamento nelle posizioni, almeno dal nostro punto di vista; auspico sempre il cambiamento di altre posizioni, ma comunque possiamo affermare che le posizioni reciproche sono quelle del precedente dibattito, quindi non vedo nulla di nuovo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma per dichiarazione di voto.



PALMA Carmelo

Infatti, Assessore, io non osavo sperare che lei rivisitasse complessivamente la sua posizione su questo tema in due settimane. Io mi sono limitato, per una questione che è di logica e di grammatica, a prendere atto - lei su questo non è intervenuto - che stiamo per votare una delibera che si chiama "Prima individuazione delle zone vulnerabili" e che nel proprio dispositivo contiene il fatto che fra un anno la Giunta farà la prima designazione delle zone vulnerabili.
Pertanto, anche per ragioni di logica formale, oltre che di logica sostanziale, o questo provvedimento, come io sostengo da tempo, non serve assolutamente a niente, serve come passaggio di adempimento in quest'aula per far fronte a ritardi che sono stati denunciati e sanzionati anche in sede europea, oppure serve a dire che, visto che non abbiamo fatto nulla la prima designazione significa che fra un anno faremo la prima designazione, che in questa formulazione può apparire anche un'autoaccusa da parte della Giunta regionale.
Allora, se "anche ai fini del precedente punto" significa, come l'Assessore mi è sembrato chiarire in una formulazione non proprio cristallina, che queste non sono le verifiche in itinere che comunque dovranno essere fatte, ma sono quelle che sostanzialmente comproveranno il programma di individuazione che la Giunta regionale deve adottare entro dodici mesi, allora la cosa un po' mi tranquillizza. Se invece significa semplicemente che c'è un programma di monitoraggio delle zone vulnerabili dai nitrati, questo, com'è noto, è in corso da parecchi anni, ma non ha dato i risultati sperati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per dichiarazione di voto.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Riprendo le considerazioni appena fatte, nel senso che questa proposta di deliberazione non chiarisce quale sia, di fatto, la situazione che andiamo a creare sul territorio della nostra Regione, in quanto tutti gli atti che diciamo che si dovranno compiere, Assessore saranno svolti in base ad una rilevazione dei territori che non ci soddisfa e che non è rappresentativa della realtà del nostro suolo. Non solo, ma il fatto che si inseriscano, in un successivo emendamento, dei controlli e degli approfondimenti conoscitivi sul resto del territorio nazionale, tali approfondimenti successivi non faranno parte degli interventi che prevediamo di dover fare in quelle zone che invece sono da bonificare perché il problema di base è quello di costruire un sistema che dia garanzie ai cittadini. Con questo dispositivo non facciamo chiarezza su quanto riguarda tutte queste porzioni. Noi continuiamo a dire che non abbiamo delle individuazioni.
Mi sembra di comprendere che l'Assessore concordi su queste necessità.
Ciò che continuiamo a dire è che non ci pare che lo strumento, così come è stato scritto, serva a realizzare quello che forse l'Assessore vorrebbe realizzare.
Ci chiediamo semplicemente se l'intento dell'Assessore sia effettivamente quello di arrivare ad una mappa completa della situazione piemontese, comprensiva delle situazioni a non rischio e di quelle a rischio, e su queste ultime successivamente intervenire. Con questa deliberazione non lo indichiamo. Quindi, come sosteniamo da due settimane compiamo semplicemente un'operazione di facciata e non facciamo chiarezza.
Chiediamo semplicemente di fare chiarezza.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese mediante procedimento elettronico, sull'emendamento n. 4a).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4b).
Il Consiglio approva.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: nel dispositivo, dopo il punto 3, è aggiunto il seguente punto 4: "di dare mandato alla Giunta di presentare al Consiglio, entro il termine di 90 giorni dall'approvazione della presente deliberazione un provvedimento di individuazione delle zone vulnerabili dai fitofarmaci e di definizione dei Programmi d'azione conseguenti, secondo quanto stabilito dall'art. 20 del D.lgs. 11 maggio 1999, n. 152".
La parola al Consigliere Palma per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

Per quanto, su questo punto, si sia giunti ad un accordo sostanziale nel merito con l'Assessore, che ha suggerito e consigliato, ai fini dell'approvazione dell'indirizzo, la formulazione di questo emendamento in un ordine del giorno che ho peraltro provveduto a presentare, volevo magari inutilmente, perorare la causa dell'inserimento di questo punto del dispositivo della deliberazione, per la ragione che mi appresto ad illustrare, Assessore.
Avremo modo, nelle prossime settimane, di enumerare ed esaminare, con atti di sindacato ispettivo e non solo, una serie di impegni che il suo Assessorato (ma non solo) ha preso, esprimendo il parere favorevole all'approvazione di ordini del giorno collegati a provvedimenti in campo ambientale, che sono stati, nella sostanza, successivamente disattesi, e il cui contenuto, certamente non nominativo, ma di indirizzo rispetto al lavoro della Giunta regionale, è stato sostanzialmente pari a zero limitandosi a registrare un parere di massima positivo del Consiglio su una certa materia.
Vorrei capire per quale ragione un indirizzo che l'Assessore condivide con un termine che l'Assessore condivide, rispetto ad un programma che l'Assessore condivide, non possa essere inserito in una delibera che ovviamente attiene all'attuazione del programma di individuazione delle zone vulnerabili dai nitrati, ma che può, per omogeneità di contenuto trattandosi di un adempimento del D.lgs. n. 152, ricomprendere un programma analogo, che è il programma di individuazione delle zone vulnerabili dai fitofarmaci.
Non esiste una ragione tecnica per cui questo non possa stare nella deliberazione, e l'Assessore lo sa. Mi sfugge la ragione per cui l'Assessore continui ad opporsi all'inserimento di un indirizzo di questo tipo, con un peso non solo politico, ma anche amministrativo, e, se vogliamo, normativo più ampio, in una delibera che è sottoposta all'approvazione del Consiglio regionale, se non come misura di cautela da parte dell'Assessore, che continua, a quel punto, ad apparirmi sospetta..
L'Assessore sa benissimo che un conto è rispondere ad un atto di sindacato ispettivo - e ne avremo nelle prossime settimane - in cui enumeriamo le volte che gli ordini del giorno sono stati disattesi; altro conto, ben più pesante dal punto di vista amministrativo, sarebbe dover rendere conto, a quel punto, non solo più all'atto del sindacato ispettivo, ma alla Giunta nel suo complesso, della mancata attuazione di una delibera adottata dal Consiglio regionale.
Quindi, visto che la formulazione di questo emendamento va, in parte incontro alle esigenze dell'Assessore, si continua nel meccanismo di delega alla Giunta nell'emanazione di un provvedimento di questo tipo e non solo nella definizione dei Programmi d'azione. Mi spieghi l'Assessore se esiste una ragione - che sappiamo non è tecnica né di contenuto politico (perch quel contenuto politico l'Assessore dichiara di condividerlo) - per non inserire questo punto in delibera e dover approvare un ordine del giorno collegato sulla stessa materia e con l'identica formulazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Vorrei introdurre una terza considerazione: quella dell'opportunità per cui trattiamo di nitrati e, quindi, di una partita diversa.
Confermo la disponibilità ad approvare un ordine del giorno nel quale ci assumiamo l'impegno di presentare l'individuazione delle zone vulnerabili dai fitofarmaci entro 180 giorni, come avevamo convenuto l'altra volta, sempre se i proponenti ritirano l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Ringrazio l'Assessore per l'invito. Ovviamente, non ritiro l' emendamento, perché questa, per me, è la formulazione più corretta e così rimane. Continuo a prendere atto che i suoi criteri di opportunità sono di cautela rispetto alle prevedibili inadempienze sugli indirizzi che il Consiglio fornisce su questa materia. Non esiste altra ragione di opportunità se non il fatto che se entro 180 giorni lei, come immagino non avrà definito questo programma, anziché rispondere ad un'interrogazione dovrà rispondere di una cosa un po' più pesante, anche dal punto di vista politico: la mancata attuazione di una delibera del Consiglio. Confermo l'emendamento.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento n. 5).
Il Consiglio non approva.
A questo punto, possiamo passare all'esame degli emendamenti relativi agli allegati.
6) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: alla tabella 4 dell'Allegato tecnico eliminare la riga corrispondente al Comune di Caramagna.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
7) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Cavallera: a pagina 23 dell'Allegato tecnico, secondo paragrafo, sostituire il numero "17" con il numero "16" e il numero "4" con il numero "3".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
8) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dall'Assessore Cavallera: sostituire la figura 6.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
A questo punto, passiamo all'esame del collegato ordine del giorno n.
436, presentato dai Consiglieri Palma e Mellano, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale visto il ritardo accumulato dalla Regione Piemonte ad adempiere a quanto stabilito dalla legislazione nazionale a protezione delle zone vulnerabili dai fitofarmaci impegna la Giunta regionale a presentare al Consiglio, entro il termine di 180 giorni dall'approvazione del presente ordine del giorno, un provvedimento di individuazione delle zone vulnerabili dai fitofarmaci e di definizione dei Programmi d'azione conseguenti, secondo quanto stabilito dall'art. 20 del D.lgs. 11 maggio 1999, n. 152 a riferire nella Commissione competente entro il mese di ottobre 2002 sul programma di individuazione delle zone vulnerabili dai nitrati".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio approva.
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo emendato verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 197: "Modificazione alla L.R. 21 agosto 1978, n. 53 (Istituzione del Parco naturale della Valle del Ticino) e alla L.R. 30 marzo 1992, n. 19 (Norme per l'utilizzo e la fruizione del Parco naturale della Valle del Ticino)"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 197, di cui al punto 5) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Pedrale.



PEDRALE Luca, relatore

Con il presente disegno di legge si intende modificare la L.R. 21 agosto 1978, n. 53, "Istituzione del Parco naturale della Valle del Ticino", nonché la L.R. del 30 marzo 1992, n. 19 "Norme per l'utilizzo e la fruizione del Parco Naturale della Valle del Ticino" per consentire la realizzazione della linea ferroviaria ad Alta Velocità Torino-Milano e per permettere il transito di unità da diporto con motori di potenza superiore ai 20 Hp dirette ai cantieri nautici di rimessaggio presenti nel Parco.
Per quanto riguarda il primo obiettivo, il collegamento della linea ferroviaria Alta Velocità Torino-Milano è considerato come linea strategica strettamente connessa all'ulteriore futuro collegamento Torino-Lione, come già contemplato nel Piano regionale di sviluppo (settembre 1991).
La Regione Piemonte ha, con DGR n. 92-32806, del 7 marzo 1994 espresso il parere (ex art. 6 della legge 8 luglio 1986, n. 349) relativo a "Modifiche ed approfondimenti al Progetto Sistema Ferroviario ad Alta Velocità - tratto Torino-Milano" presentato da TAV S.p.A. (Concessionaria dell'Ente Ferrovie dello Stato). A seguito del parere regionale, la Commissione VIA del Ministero dell'Ambiente, il 24 ottobre 1994, ha espresso il proprio parere motivato.
Il parere regionale riguardo agli impatti non mitigabili a carico delle Aree protette o comunque di elevato pregio naturalistico, richiede la definizione di specifici interventi di compensazione da stabilirsi con appositi strumenti di raccordo.
Il parere della Commissione VIA del Ministero dell'Ambiente richiede nel caso di attraversamento delle Aree protette, che siano adottati tutti i possibili accorgimenti per ridurre gli impatti su sistemi naturali nella fase di cantiere, di utilizzare tecniche di ingegneria naturalistica in eventuali interventi di sistemazione spondale, di introdurre barriere fonoassorbenti opportunamente occultate mediante quinte di vegetazione.
Al fine di consentire la realizzazione dell'infrastruttura ferroviaria è opportuno pertanto provvedere alla modifica della legge regionale istitutiva del Parco naturale della Valle del Ticino inserendo conformemente a quanto previsto dalla legge regionale istitutiva della Riserva naturale speciale della Garzaia di Carisio e del Sistema delle Aree protette della fascia fluviale del Po, un comma che preveda la realizzazione di infrastrutture e di impianti previsti da piani e programmi di rilievo regionale e nazionale, ovvero da piani di settore subordinatamente alla stipulazione di apposita convenzione con la Regione Piemonte previo parere dell'Ente di gestione.
La Convenzione consentirà di definire e concordare con la concessionaria dell'Ente Ferrovie dello Stato le opportune misure di compensazione e/o di mitigazione al fine di garantire il minore impatto ambientale possibile e l'esecuzione di opere di miglioramento ambientale nell'area protetta e nelle zone limitrofe.
Per quanto riguarda la navigazione a motore, la legge istituiva e le norme per l'utilizzo e la fruizione del Parco prevedono il divieto della navigazione ai natanti dotati di motore con potenza superiore a 20 Hp.
All'interno dell'Area protetta, nel tratto di fiume compreso tra il confine superiore e lo sbarramento della Miorina, operano alcuni cantieri nautici, già presenti sul Ticino prima dell'istituzione del Parco. I suddetti cantieri tengono in rimessaggio unità di navigazione di ogni tipo anche con motori con potenza superiore a 20 Hp.
Si ritiene che il transito delle unità di diporto, condotte a bassa velocità, provenienti dal Lago Maggiore e dirette ai cantieri di rimessaggio e viceversa, costituisca un basso impatto sulle caratteristiche di naturalità di quel tratto di ambiente fluviale.
Si ritiene altresì più dannosa l'eccessiva velocità dei natanti indipendentemente dalle loro dimensioni, per i problemi di erosione delle sponde causati dal moto ondoso e per quelli legati alla sicurezza dei fruitori del fiume.
Pertanto, risulta opportuno provvedere alla modifica della legge regionale istitutiva del Parco naturale della Valle del Ticino e della legge regionale concernente le norme di fruizione, consentendo la navigazione alle unità da diporto dotate di motori con potenza superiore a 20 Hp, esclusivamente per permetterne il rimessaggio nei cantieri nautici presenti all'interno del Parco a condizione che esse tengano una bassa velocità e che limitino al minimo il moto ondoso.
Si ritiene inoltre necessario ridurre la velocità di navigazione in prossimità di sponde, rive, spiagge e zone balneari, traghetti, moli darsene e porticcioli.
La V Commissione ha esaminato il testo del disegno di legge e ha ritenuto di far salva l'istruttoria svolta nella scorsa legislatura sul corrispondente disegno di legge n. 214; ha, quindi, approvato il testo a maggioranza. Ora si chiede all'assemblea consiliare una sollecita conclusione dell'iter del disegno di legge.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Se non ci sono interventi, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ART.1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la ripetizione della votazione.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

In seguito alle proteste del Consigliere Chiezzi, indìco la ripetizione della votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico sull'art.1.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno votato SI' 27 Consiglieri Il Consiglio approva.
ART.2 Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno votato SI' 27 Consiglieri Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 27 hanno votato SI' 27 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 290: "Modifiche alla L.R. 24 aprile 1990, n. 50 (Istituzione della zona di salvaguardia dell'Alpe Devero)"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il disegno di legge n. 290, di cui al punto 6) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Valvo.



VALVO Cesare, relatore

Il presente disegno di legge si presenta formalmente come la sostituzione dell'art. 7 della legge regionale istitutiva della zona di salvaguardia dell'Alpe Devero, relativa ai soggetti competenti a svolgere un'attività di vigilanza all'interno dell'area medesima.
L'innovazione rispetto alla formulazione precedente consiste nell'aver previsto la possibilità che anche il personale di vigilanza dipendente dall'Ente di Gestione del Parco dell'Alpe Veglia e dell'Alpe Devero possa svolgere attività di vigilanza nell'ambito della Zona di Salvaguardia previa stipula di apposita convenzione tra soggetti gestori di tale zona (Comuni di Baceno e Crodo) ed Enti di Gestione del medesimo.
Il suggerimento alla realizzazione di tale iniziativa è pervenuto direttamente dagli stessi Comuni di Baceno e Crodo, i quali hanno sottolineato la grave difficoltà nell'assolvere ai compiti di vigilanza soprattutto durante il periodo estivo di maggior afflusso ai visitatori richiedendo la disponibilità alla stipula di una convenzione con l'Ente Parco.
Il presente disegno di legge prevede, appunto, che l'attività di vigilanza sia compiuta da tale personale previa apposita convenzione con l'Ente Parco Alpe Veglia e Devero, al fine di garantire che l'attività di vigilanza prestata dal personale dell'Ente Parco sulla Zona di Salvaguardia non pregiudichi le esigenze organizzative dell'Ente stesso.
La V Commissione, nell'esaminare il disegno di legge, ha accolto favorevolmente la proposta che nasce dagli stessi Comuni ed ha licenziato il provvedimento all'unanimità dei presenti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente Valvo.
E' aperta la discussione generale. Ricordo che la legge consta di un solo articolo, pertanto la votazione dello stesso avverrà per appello nominale e varrà sia come votazione sull'articolo, sia come votazione sull'intero testo.
La parola alla Consigliera Manica per dichiarazione di voto.



MANICA Giuliana

Come abbiamo già fatto in Commissione, voteremo a favore del disegno di legge in oggetto, il quale tratta un problema importante, da sempre sollecitato dalle comunità locali e dalle realtà territoriali, oltre che dalle Associazioni ambientaliste.
La consideriamo una proposta giusta ed importante, che abbiamo già avuto modo di sollecitare in passato. Riconfermiamo pertanto il nostro voto favorevole.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Manica.
Non essendovi altri interventi, indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, sull'art.1 e così sull'intero testo della legge.
presenti e votanti 32 hanno votato SI' 32 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Urbanistica (piani territoriali, piani di recupero, centri storici

Esame proposta di deliberazione n. 269: "Approvazione del Piano paesistico di una parte del territorio del Comune di San Maurizio D'Opaglio"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 269, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Botta per l'illustrazione.



BOTTA Franco Maria, Assessore alla pianificazione territoriale

Grazie, Presidente. Il provvedimento all'esame del Consiglio regionale è stato esaminato in modo approfondito in Commissione.
La Giunta regionale ha adottato il Piano paesistico, con atto deliberativo n. 23-27621 del 21 giugno 1999, di una parte del territorio di San Maurizio D'Opaglio, fascia Lago D'Orta, successivamente integrato con atto integrativo n. 50-266 del 19 giugno 2000, limitatamente alle modifiche apportate alla tavola Foglio 1, in scala 1:2000, per permettere la realizzazione di un'opera portuale finanziata con fondi regionali.
Il Piano è stato elaborato e proposto dal Comune di San Maurizio D'Opaglio nel 1994, che lo inoltrò alla Regione Piemonte chiedendone l'approvazione ai sensi della legge urbanistica vigente.
La Giunta regionale, acquisito il parere favorevole della Provincia di Novara, così come disposto dalla L.R. n. 56/77, e accertata la volontà dell'Amministrazione comunale di richiederne l'adozione regionale, ne iniziò l'iter di approvazione.
Tale area, già tutelata ai sensi del D.lgs. n. 490/99, è inclusa nella più ampia "Zona del Lago D'Orta", che comprende i territori dei Comuni di Omegna, Armeno, Pettenasco, Miasino, Ameno, Orta San Giulio, Bolzano Novarese, Gozzano, San Maurizio D'Opaglio, Madonna del Sasso, Pella, Arola Cesara e Nonio, individuata dall'art. 12 del Piano territoriale regionale vigente quale "Area ad elevata qualità paesistico-ambientale" da sottoporre a pianificazione paesistica di competenza regionale, in conformità alle leggi vigenti in materia.
L'adozione del Piano paesistico di una parte del territorio del Comune di San Maurizio D'Opaglio, fascia Lago D'Orta, da parte della Regione Piemonte, rappresenta una prima fase sperimentale e costituisce elemento di avvio e di anticipazione del processo di pianificazione paesistica della più vasta zona individuata dal sopraccitato Piano territoriale regionale.
Il Piano paesistico, previo annuncio sul Bollettino Ufficiale Regionale n. 32 dell'11 agosto 1999, è stato messo in pubblicazione dall'11 agosto 1999 all'11 ottobre 1999, per 60 giorni durante i quali chiunque ha potuto prendere visione degli elaborati.
Durante la fase di pubblicazione del Piano paesistico sono pervenute n.
26 osservazioni da parte di privati cittadini e da parte dell'Amministrazione comunale di San Maurizio D'Opaglio, alle quali si sono aggiunte quattro osservazioni pervenute fuori termine, che sono state comunque esaminate.
Il Piano paesistico, opportunamente modificato dagli uffici sulla base delle controdeduzioni espresse, ha acquisito il parere favorevole della Commissione Tecnica Urbanistica e della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei beni culturali e ambientali, espresso nella seduta congiunta del 22 giugno 2001.
La Giunta regionale, con deliberazione n. 2-3888 del 10 settembre 2001, ha adottato la stesura definitiva del Piano paesistico e l'ha trasmesso al Consiglio regionale per l'approvazione definitiva.
In data 25 ottobre 2001 è stato esaminato e licenziato a maggioranza dalla II Commissione consiliare, come detto in premessa.
Per quanto riguarda i contenuti del Piano, occorre dire che lo stesso individua in modo puntuale il patrimonio edilizio esistente, schedando i singoli edifici e prevedendo interventi di recupero e di riqualificazione architettonica che è incentivata con aumenti di cubatura del 20 e del 40%.
Un ulteriore incentivo alla riqualificazione architettonica degli edifici con destinazione residenziale, definiti "estranei al contesto ambientale architettonico", è determinato dalla norma che consente il cambio di destinazione d'uso in attività turistico-alberghiere, con un aumento volumetrico del 60% se ricompreso in un progetto di riqualificazione architettonica esteso all'intero edificio, secondo i criteri definiti dalle norme e dalle schede di Piano.
Il Piano contiene inoltre delle "schede riguardanti i criteri progettuali", ai quali tutti gli interventi edificatori dovranno ispirarsi e/o attenersi.
I parametri murali in pietra e le coperture in piede ancora esistenti dovranno essere censiti in fase di adeguamento del Piano Regolatore Generale al Piano Particolareggiato e sarà prescritta la loro conservazione e il loro recupero, mentre per gli altri edifici sarà consentito l'uso di coppi o tegole in laterizio e intonaco tradizionale.
Nuove costruzioni sono previste in località Lagna, dove è consentita l'edificazione di un edificio di 160 mq di slp e di alcuni lotti liberi inframmezzati ad aree residenziali esistenti, con un indice di densità territoriale di 0,8 mc/mq in località Lagna e di 0,6 mc/mq in località Pescia di Opaglio e con massimo due piani fuori terra.
Alle poche attività produttive esistenti non sono concessi aumenti di slp ed è incentivato il loro recupero a fini turistico-alberghieri.
E' consentito l'allestimento di un campeggio di modeste dimensioni e il recupero della Villa Bettoja ad attività alberghiera.
Il Piano paesistico incentiva lo sviluppo delle attività agricole quale risorsa economica in funzione della conservazione del paesaggio.
Nuovi centri aziendali, anche per la morfologia del territorio, non sono ammessi e la cubatura, determinata applicando gli indici di densità fondiaria dell'art. 25 della L.R. n. 56/77 s.m.i. a terreni ricadenti l'intera area, è trasferita all'esterno del perimetro.
Per quanto attiene alle aree a servizi pubblici, il Piano paesistico si limita essenzialmente all'individuazione di aree a parcheggio funzionali anche al disegno e alle previsioni della rete viaria che viene suddivisa in viabilità pedonale, mista e automobilistica.
Con la normativa si è tuttavia consentito all'Amministrazione comunale, in fase di adeguamento del PRGC, di individuare ulteriori aree a servizio ex artt. 21 e 22 della L.R. n. 56/77, limitatamente alle destinazioni a parco, gioco e sport con precisi criteri che pongono molta attenzione alla sistemazione dell'area e all'inserimento degli impianti e attrezzature sportive, con l'esclusione di nuovi volumi, tranne un modesto edificio di 120 mc da ubicare in prossimità della spiaggia pubblica che potrebbe rendersi necessario per la gestione dei servizi essenziali.
Le norme di attuazione e le "schede riguardanti i criteri progettuali" dedicano poi ampio spazio alle caratteristiche che devono avere le trasformazioni minori sul paesaggio, ma che assumono grande importanza quali: reti di distribuzione, impianti e infrastrutture, bombole gas, recinzioni, arredo urbano, segnaletica, depositi attrezzi da giardino siepi, camminamenti, attracchi per le barche, darsene e indicazioni per i colori degli edifici.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Devo dire che già in Commissione abbiamo affrontato questa proposta di deliberazione, che mi lascia un po' perplesso, in quanto c'è un'incertezza terminologica. Si parla di Piano paesistico e poi si propongono nuove costruzioni, ad esempio, campeggi.
Quanto interveniamo su un territorio ci sono vari modi per farlo, per un conto è un Piano paesistico che dovrebbe tutelare il paesaggio; altro conto è quando andiamo a costruire ex novo. Questo particolare mi è stato segnalato da amici che vivono nella zona, e purtroppo mentre alcuni interventi previsti dal Piano paesistico vanno nel senso di promuovere una migliore visibilità del paesaggio, altri interventi non sono comprensibili.
Questo è stato detto anche all'Assessore, che però ha fatto - come si suol dire - orecchie da mercante.
Il particolare del porto - anche se apprendiamo che dovrebbe già essere stato costruito - è abbastanza inquietante: si è sbancato un pezzo e si è costruito un porto su un pezzo di sponda che era naturale, si è stravolto un pezzo di sponda. Il Piano paesistico dovrebbe tutelare il paesaggio così com'è. Quando andiamo a sbancare e a costruire un porto facciamo un intervento di tipo turistico. Quindi, il Piano paesistico diventa tale, perché si pensa che in questo modo si invoglieranno i turisti. Allora, andiamo a fare un discorso che serva per la fruizione di un paesaggio. Comunque sia, l'Assessore sa benissimo che l'intervento che è stato fatto ha modificato una parte della sponda. Quindi, questo discorso è inevitabilmente negativo, nel senso che accanto ad altri interventi, questo intervento ha sicuramente modificato e peggiorato il paesaggio del Comune di San Maurizio d'Opaglio. Quindi, abbiamo fatto un intervento che, invece di tutelare il paesaggio, l'ha rovinato. Questa è una constatazione che dobbiamo fare con amarezza, ma d'altra parte non c'è modo, in questo momento, di metterci una pezza e risolvere la situazione, perché risulta che è già stato effettuato.
Bisogna poi dire che deliberazioni di questo genere arrivano in aula non corredate da un minimo di documentazione per poter valutare quello che si vota. In Commissione effettivamente era stato possibile avere delle notizie, ma ovviamente non tutti i Consiglieri partecipano alle riunioni di Commissione; noi parliamo di un argomento che conoscono coloro che erano presenti in Commissione, mentre coloro che non erano presenti si trovano un elenco di interventi,devono accettare tutto quello che è scritto, ma non possono farsi una cognizione di quello che andranno a votare. Questo dovrebbe preoccuparci come Consiglieri, poi se non ci preoccupa è uguale non è un problema. Questo problema io l'ho notato, ma gli altri che non l'hanno notato, non so che opinione potranno avere di questo Piano paesistico. Tra l'altro, il paesaggio si fruisce con gli occhi, quindi sarebbe opportuno avere dei documenti che permettano, con gli occhi, di vedere quello che andiamo a votare. Credo che tanti vedranno la situazione del porto così come verrà fatto, e avranno l'idea della gravità o perlomeno, della discutibilità dell'intervento proposto.



PRESIDENTE

Ricordo che tutti possono partecipare alle riunioni di Commissione, e che comunque questo provvedimento era all'o.d.g. da diversi mesi.
Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Interventi per calamita' naturali

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 442 inerente a "Siccità: preoccupante situazione nel Novarese e VCO" e dell'ordine del giorno n. 448 inerente a "Riconoscimento continuità territoriale Piemonte-Sardegna ed oneri di servizio pubblico sulle rotte aeree Torino Cagliari, Torino Alghero, Torino Olbia e viceversa"


PRESIDENTE

Prima di concludere i lavori, propongo di iscrivere all'o.d.g. i seguenti documenti: - ordine del giorno n. 442, presentato dai Consiglieri Valvo, Botta Marco, Galasso, D'Onofrio e Godio, inerente a "Siccità Preoccupante situazione nel Novarese e VCO" ordine del giorno n. 448, presentato dai Consiglieri Contu, Papandrea Moriconi, Tapparo, Saitta, Caracciolo, Giordano, Muliere, Riba, Suino Marcenaro, Ronzani, Manica, Chiezzi e Palma, inerente a "Riconoscimento continuità territoriale Piemonte-Sardegna ed oneri di servizio pubblico sulle rotte aeree Torino-Cagliari, Torino-Alghero, Torino-Olbia e viceversa".
Il Consiglio, unanime, approva.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.30)



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