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Dettaglio seduta n.179 del 22/01/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.15)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 980 del Consigliere Chiezzi inerente a "Coop. EP. S. di Ovada"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) dell'o.d.g.: "Interrogazioni e interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 980, presentata dal Consigliere Chiezzi.
Risponde l'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore alla cooperazione

In merito all'interpellanza in oggetto - interpellanza urgente n. 980 del Consigliere Chiezzi - si premette che la Regione non ha competenze ad intervenire nella vicenda. Tuttavia sono state richieste informazioni alla Direzione Provinciale del Lavoro, il cui responsabile ha affermato che sulla base della nuova normativa statale in materia di cooperazione (legge n. 142/2001), le cooperative hanno tempo fino al febbraio 2002 per adeguarsi alla predetta legge.
La Cooperativa EP. S. di Ovada, prima di licenziare dei lavoratori avrebbe dovuto chiarire il loro rapporto di lavoro, dotandosi del Regolamento previsto dalle disposizioni vigenti.
L'iniziativa consigliata é di rivolgersi alla Direzione della Cooperazione presso il Ministero delle Attività Produttive, competente per la materia (è una competenza che si è tenuta il Ministero), e richiedere un'ispezione straordinaria nei confronti della predetta cooperativa, al fine di accertare se il comportamento della società sia stato rispettoso della normativa predetta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Sono solo parzialmente soddisfatto, perché il tema, oltre che di interesse dell'Assessore Laratore, penso che sia, forse di interesse prevalente dell'Assessore Picchetto, nel senso che il lavoro mi sembra sia materia delegata all'Assessore Picchetto.
L'Assessore Laratore dà una risposta in quanto di occupa di cooperazione, però l'oggetto dell'interpellanza è relativo al fatto che alcuni lavoratori, non si sa a che titolo, per presunte infrazioni al Regolamento interno, sarebbero stati esclusi dalla Cooperativa EP. S. di Ovada. L'interpellanza chiedeva, in particolare, quali iniziative la Giunta avesse intrapreso in questa direzione.
Non mi soddisfa il fatto che, burocraticamente, si dica che la Regione non ha competenze. Non è vero: la Regione ha competenze di tutela e di indirizzo di tutto il settore che dà occupazione. Quindi, la risposta dell'Assessore è parziale. È l'Assessore Picchetto che non ha risposto.
Sulla base delle indicazioni date dall'Assessore Laratore, ovvero di rivolgersi alla Direzione Cooperazione del Ministero Attività Produttive avete fatto un passo come Regione Piemonte? Vi siete interessati? Avete preso contatto con le organizzazioni sindacali dando questa indicazione, o siete rimasti inattivi e inerti di fronte a questo problema? Per quanto mi riguarda, avrò cura di inviare questa risposta, che mi sembra sia scritta, chiedendone cortesemente copia all'Assessore, alla CGIL di Alessandria e anche ai lavoratori interessati.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 807 del Consigliere Chiezzi inerente a "Crisi alla ex Juvenilia di Savigliano"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 807, presentata dal Consigliere Chiezzi.
Risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore al lavoro

In relazione all'interpellanza n. 807 e alle richieste in essa formulate, ovvero se il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente siano a conoscenza dei fatti: quali iniziative intende intraprendere la Regione, anche di concerto col suo ente strumentale Finpiemonte S.p.A., per assicurare il pagamento delle mensilità arretrate quali iniziative la Regione intende assumere per aiutare la Silver subentrata alla Juvenilia nell'attività produttiva, a superare la crisi finanziaria attuale e scongiurare la perdita di 130 posti di lavoro, posso fornire le seguenti risposte.
La società Juvenilia S.p.A. operava nel settore dell'abbigliamento occupava circa 45 addetti presso la Direzione Amministrativa Torinese e 130 addetti presso lo stabilimento di Savigliano.
Sebbene la Direzione Regionale Industria e Lavoro non siano state direttamente coinvolte dalle parti sociali nella vicenda in questione, da informazioni assunte presso le organizzazioni sindacali del settore tessile, è emerso che a causa delle difficoltà finanziarie e di mercato dell'azienda, la stessa sia stata ceduta, nei primi mesi dell'anno 2000 alla ditta Marlow S.p.A. di Rovigo. La nuova proprietà ha proseguito l'attività fino al mese di marzo 2001, quando, a causa di difficoltà finanziarie, come peraltro indicato anche nell'interpellanza, giudicate insuperabili, la Juvenilia S.p.A. è stata posta in liquidazione e ha cessato l'attività il 22 marzo del 2001. Tutti i dipendenti di Torino e Savigliano sono stati iscritti nelle liste di mobilità con un accordo sindacale. Nel contempo, la Juvenilia S.p.A. in liquidazione ha concluso un accordo di affitto d'azienda con la società Silver Confezioni S.p.A. di Filotrano (Ancona), la quale ha ripreso l'attività produttiva il 22 marzo 2001.
Sempre secondo fonti sindacali, dopo un primo mese pagato regolarmente si sono registrati mancati pagamenti delle spettanze ai lavoratori: ciò ha indotto i lavoratori a indire scioperi di protesta e a licenziarsi per giustificato motivo, ritornando, in questo modo, ad essere iscritti nelle liste di mobilità e percependo l'indennità spettantegli.
L'azienda non è, purtroppo, in grado di continuare, ed è difficile, in questo caso, immaginare un aiuto finanziario ad un Gruppo in queste condizioni. L'aiuto finanziario all'azienda si sta gestendo utilizzando gli strumenti degli ammortizzatori sociali, attraverso un percorso di ricollocazione del personale della ex Juvenilia in una zona dove, comunque gli spazi di ricollocazione ci sono. La questione dovrebbe, quindi risolversi positivamente in un ragionevole arco di tempo, anche se non nel senso migliore del termine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo all'Assessore Pichetto una copia dell'intervento.
La vicenda, quindi, non ha avuto una soluzione. L'Assessore ci dice che l'idea di intraprendere iniziative, anche attraverso la Finpiemonte, a sostegno alla ditta ultima subentrata in questa vicenda, quella di Ancona la Silver se non sbaglio, pare sia impossibile sul piano dei fatti e dei contenuti d'impresa.
Assessore, a questo punto, dato che il Piemonte purtroppo, di queste vicende ne è costellato, in modo puntiforme, su tutto il territorio, invece di rispondere con queste piccole note d'ufficio ai problemi posti da queste interpellanze, che sono tutti problemi scatenati dalla riduzione di posti di lavoro dovuti a vario motivo (crisi d'impresa, crisi di mercato, forse anche parecchi episodi di cattiva gestione), valuti se non valga la pena promuovere in quest'Aula un dibattito sulla situazione occupazionale di queste piccole e medie imprese, discussione nella quale far confluire tutte le interpellanze che trattano di questi temi. Si tratta di interpellanze alle quali lei risponde con circa un anno di ritardo, che forse meritavano maggior attenzione, anche se comunque sono ancora attuali, nel senso che il problema della crisi occupazionale dovuta all'andamento economico negativo continua a colpire la nostra Regione e quindi ad interessare migliaia di persona e di famiglie.
Le chiederei anche ora, se possibile, un cenno di attenzione nei confronti di questo problema. Cioè non correre, con molto ritardo, dietro ad ogni singola risposta, ma fare un quadro complessivo della situazione del lavoro in queste piccole imprese, redigendo una relazione dettagliata dando le risposte puntuali ad ogni singola interpellanza, ma anche consentendo agli interpellanti (penso di non essere il solo, altri Gruppi su questi temi, presentano numerose interpellanze sulla base di notizie dirette o di notizie giornalistiche,) di fare il punto della situazione certo dev'essere lei a promuoverlo - per raccogliere questo problema e per cercare di dare una risposta che tratti organicamente la stessa questione in modo tale da poter capire meglio quali iniziative, in questa o in quella situazione, sarebbe utile intraprendere. Perché così lei non fa altro che "sfogliare il carciofo", caso per caso, dando poche risposte. E il problema rimane affrontato, secondo me, in termini non ottimali.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto per una breve replica.



PICHETTO Gilberto, Assessore al lavoro

Allo stato dell'economia del Piemonte, ho già dichiarato la disponibilità della Giunta regionale a dedicare, a tal riguardo, una sessione, magari un mattino, peraltro anche comunicandolo formalmente per iscritto, anche perché ritengo interessante e importante, per quest'aula avere una visione globale, una visione d'insieme.
Vorrei anche ricordare che da sei mesi dovremmo discutere della situazione di Torino e dell'area torinese. Mi pare che vi sia una comunicazione proprio all'ordine del giorno di oggi, che è anche in risposta ad una lunga serie di interrogazioni e di interpellanze a cui la Giunta è pronta a rispondere e a discutere.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 838 del Consigliere Chiezzi inerente a "Vendita della GFT di Bosconero e della FILA di Biella"


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 838, presentata dal Consigliere Chiezzi inerente a "Vendita della GFT di Bosconero e della Fila di Biella" Risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore al lavoro

Nella passata seduta ho risposto complessivamente ad una serie di interrogazioni: la n. 773, la 860 e la n. 838, che, se vogliono, ripeto.
L'interpellanza n. 838 è del Consigliere Chiezzi, mentre la n. 773 e la n.
860, inerenti la crisi della GFT, identiche nella sostanza, erano del Consigliere Tapparo.



PRESIDENTE

Le consideriamo esaurite, effettivamente si tratta della stessa materia.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interpellanza n. 522 del Consigliere Chiezzi inerente a "Presunte emissioni inquinanti ditta Hidee S.r.l."


PRESIDENTE

Esaminiamo l'interpellanza n. 522 presentata dal Consigliere Chiezzi inerente a "Presunte emissioni inquinanti ditta HIDEE s.r.l.".
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In riferimento all'interpellanza in oggetto del collega Pino Chiezzi circa presunte emissioni inquinanti della ditta Hidee, si precisa che la Regione Piemonte ha provveduto ad emettere provvedimento autorizzatorio per la domanda di autorizzazione presentata dalla suddetta ditta, ai sensi dell'art. 6 del DPR 203/1988, con determinazione dirigenziale n. 36 del 22 gennaio 2001, che si allega in copia (la consegnerò al collega interrogante), ove sono altresì precisati i limiti di emissione e le prestazioni aggiuntive da rispettare.
Il Dipartimento ARPA di Grugliasco, competente per territorio, ha trasmesso, con nota del 03 agosto 2001, la relazione relativa al sopralluogo effettuato presso l'azienda in data 15 gennaio 2001, dalla quale si evince che l'impianto è strutturalmente e gestionalmente conforme a quanto dichiarato dalla ditta nella domanda di autorizzazione, ai sensi dell'art. 6, in tutti i punti della relazione tecnica.
Si può ragionevolmente affermare che le condizioni produttive rilevate durante i controlli alle emissioni erano da ritenersi normali.
Nella stessa relazione sono inoltre riportati i risultati dei rilevamenti alle emissioni in atmosfera effettuati dallo stesso Dipartimento ARPA in data 22 maggio 2001, 30 maggio 2001, 04 giugno 2001 che hanno evidenziato, nel giorno 30 maggio 2001, un superamento dei limiti fissati in autorizzazione regionale relativamente al parametro SOT, cioè Sostanze Organiche Totali, sia in concentrazione, che in flusso di massa.
In data 04 giugno 2001 si è riscontrato, comunque, come si evince da questa relazione, un miglioramento delle condizioni emissive dell'azienda dovuto a interventi manutentivi e correttivi eseguiti sul sistema di abbattimento a servizio dell'impianto di aspirazione, con conseguente rispetto dei limiti di emissione fissati. Questo per dare conto dell'attività di autorizzazione e di controllo.
Colgo l'occasione per precisare, che nel corso del 2001, vi è stato il conferimento di tale attività alle Province, ferma restando una particolare forma di cooperazione e avvalimento che è stata concordata con le varie Provincie per l'anno 2001, proprio perché ci fosse "un'entrata morbida" da parte delle Provincie, soprattutto quelle con maggiori impianti emissione come Torino, cosa che è cessata a fine anno. Quindi, dal 2002 vi è una totale competenza.
Comunque, mi sembra che la situazione che era stata rilevata, grazie a questi controlli e a queste attività messe in atto dai Dipartimenti dell'ARPA, che peraltro non sono mai troppi (anzi, sarebbero da intensificare!), sia migliorata e si tenda a spingere le aziende verso uno scrupoloso rispetto dei provvedimenti di autorizzazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

In ogni caso, segnalerò anche il fatto che la Regione Piemonte pu continuare ad aiutare, dal punto di vista dell'interessamento politico, le Province interessate, in questo caso la Provincia di Torino, ad affrontare temi che, sappiamo, sono spesso presenti e che generano rapporti difficili tra le attività produttive e gli abitanti, in forza dei lavori di produzione, emissione in atmosfera o anche rumore.


Argomento: Varie

Saluti agli alunni e insegnanti della Scuola elementare "Ricardi Di Netro" di Torino


PRESIDENTE

Rivolgo un cordiale saluto agli alunni ed insegnanti della Scuola elementare "Ricardi Di Netro", che oggi sono venuti in visita a Palazzo Lascaris.


Argomento: Linee elettriche

Interpellanza n. 688 del Consigliere Contu, Moriconi, Papandrea inerente a "Realizzazione di centrali per la produzione elettrica a Cumiana e Piossasco"; interrogazione n. 1074 del Consigliere Ronzani inerente a "Centrale Verrone"; interrogazione n. 1075 del Consigliere Moriconi inerente a "Centrale termoelettrica nel territorio del Comune di Leinì" interrogazione n. 1247 del Consigliere Tapparo inerente a "Proliferazione domande per centrali termoelettriche e piano regionale energetico"


PRESIDENTE

Risponde, dando un'unica risposta, ai sensi dell'art. 89, comma 11 del Regolamento, l'Assessore Cavallera



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

I progetti per la realizzazione delle centrali a gas per la produzione dell'energia elettrica rispettivamente da 760 MW di potenza sul territorio di Cumiana e di 400 MW sul territorio di Piossasco, cui fa riferimento l'interpellanza, sono soggetti alla procedura di valutazione di impatto ambientale di competenza statale ai sensi dei D.P.C.M. 10 agosto 1988, n.
377 e 27.12.1988.
La Regione, nell'ambito dell'istruttoria tecnica svolta dal Ministero dell'Ambiente, formula il proprio parere entro il termine di 90 giorni dalla richiesta, secondo quanto disposto dall'art. 6 dell'Allegato IV al D.P.C.M. 27.12.1988 che disciplina le procedure per la localizzazione e l'autorizzazione alla costruzione ed all'esercizio di nuove centrali termoelettriche e turbogas. A tale proposito, la L.R. 14 dicembre 1998, n.
40, all'art. 18, stabilisce che la Giunta regionale indice una conferenza dei servizi finalizzata all'esame contestuale dei vari interessi pubblici coinvolti, cui partecipano i soggetti istituzionali interessati, tra i quali i titolari della funzione di rilascio delle autorizzazioni, dei nulla osta, dei pareri o degli altri atti di analoga natura, da acquisire per la realizzazione e l'esercizio dell'opera o intervento, al solo fine di consultazione preliminare.
Ciò premesso, si fa presente che, a seguito delle comunicazioni ministeriali relative all'imminente avvio da parte della società Cumiana Energia S.p.A. e della FIAT Auto delle procedure per la realizzazione di impianti di produzione di energia elettrica a ciclo combinato da realizzare nei comuni di Cumiana e di Piossasco, la Giunta regionale, con le deliberazioni n. 60-2669 e 55-2664, in data 2 aprile 2001, ha designato i funzionari regionali in possesso dei requisiti professionali necessari ai fini dell'integrazione della Commissione nazionale di V.I.A. e per l'assistenza al Presidente dell'inchiesta pubblica.
Dal momento che non risultano ancora avviate le procedure di V.I.A. in ordine ai citati progetti di centrali di produzione elettrica, si precisa che, in assenza degli studi di impatto ambientale, articolati secondo i quadri di riferimento programmatico, progettuale ed ambientale, e dell'ulteriore documentazione prevista dalla normativa vigente, attualmente non sussistono gli elementi essenziali per rispondere ai quesiti degli interroganti.
Quando si entrerà nella valutazione dei progetti, potrò essere più esplicito. Per ora conosciamo solamente la localizzazione, le potenze e che sono impianti a ciclo combinato. Quindi, questi impianti, per loro natura hanno un rendimento del 55% e, qualora fossero abbinati ad un teleriscaldamento, rispetto alla fonte primaria, possono raggiungere un rendimento del 70%. Questo vuol dire che avranno una maggiore competitività dal punto di vista economico e, naturalmente, avranno anche la possibilità di sostituire il parco termoelettrico preesistente fuori dalla Regione perché siamo una Regione carente, ma che ha un rendimento, grosso modo, del 33%, quindi un rendimento di ben 20 punti che può anche raddoppiarsi.
In riferimento alla richiesta di chiarimenti in merito all'ipotesi di realizzazione di una centrale a ciclo combinato nei Comuni di Verrone e Salussola, si comunica che, allo stato, nessun progetto è stato depositato dai proponenti ai fini del parere regionale ex Allegato IV del d.p.c.m. 27 12-1988, da rendere nell'ambito del procedimento nazionale di valutazione d'impatto ambientale, procedura che è preliminare rispetto a qualsiasi atto autorizzatorio o concessorio diretto a consentire la realizzazione dell'opera.
Si segnala tuttavia che il Ministero dell'Ambiente ha richiesto la designazione di funzionari regionali ex artt. 6 e7 dell'Allegato IV del d.p.c.m. 27-12- 1988, che prevedono la nomina di tre funzionari destinati ad integrare la Commissione Ministeriale VIA e di un funzionario destinato all'assistenza al Presidente dell'inchiesta pubblica.
Dalla comunicazione d'inizio studi del proponente al Ministero dell'Ambiente si rileva che soggetto proponente dell'opera è FIAT Energia S.p.A. e che la potenza della centrale è pari a 400 MW.
La risposta all'altra interrogazione inerente la centrale termoelettrica di Leinì, in parte, si sovrappone a quella relativa alla centrale di Verrone Salussola. Anche qui è stata fatta la nomina dei funzionari del caso, per partecipare sia alla Commissione VIA sia all'inchiesta pubblica. Naturalmente in tale sede vi è il deposito.
La giunta regionale ha provveduto ad adempiere le richieste ministeriali con deliberazione n. 59-2668 del 2 aprile 2001.
Inoltre con nota n. 15364/22 del 28 giugno 2001 il Presidente della Regione, in conformità a quanto previsto all'art. 7 comma 1 dell'Allegato IV citato, ha espresso l'assenso alla nomina ministeriale del Presidente dell'inchiesta pubblica, dott. Paolo Salvatore.
Dai dati a disposizione si rivela che soggetto proponente dell'opera è PI.EN Piemonte Energia s.r.l., mentre non si dispone di alcun dato in relazione alla potenza della centrale.
In assenza di elaborati progettuali e comunque di qualsiasi elemento atto a specificare la natura, il dimensionamento ed ogni altra caratteristica relativa all'impianto, non risulta possibile rispondere ai quesiti contenuti nell'interrogazione in ordine alle caratteristiche dell'impianto.
Per quanto relativo al tema della partecipazione del pubblico l'allegato IV pare sufficientemente garantista sotto questo profilo consentendo, oltre agli strumenti partecipativi generali, propri dei procedimenti amministrativi (deposito e valutazione delle osservazioni motivazione del provvedimento finale in relazione alle medesime) l'istituto dell'inchiesta pubblica, che ha luogo, contemporaneamente all'istruttoria tecnica, nel comune in cui è proposta l'ubicazione della centrale, sotto la presidente di un magistrato della giurisdizione amministrativa con qualifica di presidente di selezione del Consiglio di Stato, assistito da tre esperti designati dal Ministero dell'ambiente e da tre esperti, di comprovata competenza nel settore, designati rispettivamente dalla regione, dalla provincia e dal comune interessati.
In tale sede, chiunque abbia interesse può fornire, nel termine di quarantacinque giorni, dalla pubblicazione dell'avvenuto deposito del progetto, contributi di valutazione sul piano scientifico e tecnico attraverso la presentazione di memorie scritte, strettamente inerenti l'installazione della centrale sul sito proposto e le sue conseguenze sul piano ambientale.
Inoltre l'allegato IV, allo stesso articolo 7 prevede anche che il Presidente dell'Inchiesta pubblica, deputato a decidere, in base agli argomenti trattati, sull'ammissibile delle memorie ammesse.
Per quanto relativo alla lamentata mancata nominata di un esperto rappresentante dei cittadini da parte del Sindaco di Leinì, si comunica che, a quanto risulta dagli atti in nostro possesso, il Comune ha già provveduto alla nomina di un rappresentante dei cittadini, in quali di esperto per l'inchiesta pubblica sopramenzionata (prot. 27827 del 30.10.2001 del Comune di Leinì) con il proponente, come richiesto nella nota, in assenza di un procedimento in atto.
Per quanto riguarda le azioni intraprese dalla Regione Piemonte, in qualità di Regione capofila in materia ambientale, d'intesa con la Regione Toscana, capofila per l'energia, riguardano una proposta al Governo competente sia in materia di valutazione d'impatto ambientale sia in materia di approvazione del progetto (Ministero dell'Ambiente e Ministero delle Attività Produttive), per concordare in sede nazionale alcuni criteri condivisi che, nel rispetto degli obiettivi nazionali e regionali in materia di energia e in materia di riduzione dei gas-serra, garantiscano alcuni presupposti, ovviamente fatte salve le valutazioni in materia di impatto ambientale collegate al contesto territoriale.
Tali criteri dovranno, quanto prima, essere formalizzati in un accordo Governo/Regioni, a seguito delle diverse riunioni che si sono succedute tra i Ministeri e le Regioni stesse. Tali criteri costituiscono fin d'ora il riferimento per le istruttorie espletate e formalizzate nei pareri resi dalla Giunta regionale, che concernono in particolare il contenimento dell'emissione di ossidi di azoto e di ossidi di carbonio (anidride carbonica), l'allargamento del teleriscaldamento ai Comuni contermini e l'eventuale sostituzione di altri fattori di pressione derivanti dagli impianti contermini, oltre ovviamente alle ulteriori prescrizioni in materia di VIA.
Poi vi è l'altra interrogazione del collega Tapparo, che si riferiva a Crescentino. Anche qui la situazione è analoga.
Riassumo e concludo. Tutti i proponenti ovviamente manifestano al Ministero dell'Ambiente la volontà preliminare di presentare una proposta di costruzione di una centrale termoelettrica. A questo punto si attivano le procedure per costituire sia la Commissione VIA, sia l'inchiesta pubblica.
A questo proposito, faccio presente che, a differenza delle valutazioni di impatto ambientale normali, nel caso delle centrali termoelettriche quando parte la valutazione di impatto ambientale, parte anche un'inchiesta pubblica della durata di 90 giorni, con una Commissione paritetica centro/periferia (tre membri e tre membri), presieduta da un Magistrato del Consiglio di Stato, proprio per accertare la legittimità degli atti preliminari per l'avvio della procedura e anche per definire quelli che sono i soggetti che hanno titolo a presentare osservazioni e anche per dare garanzia a tutti questi soggetti, proprio con una determinazione del Presidente di questa inchiesta pubblica in cui si dovrà controdedurre a tutte le osservazioni. Dico questo, in particolare, per le preoccupazioni del collega Ronzani in ordine ad una ritenuta non sufficiente pubblicizzazione della proposta stessa.
Per quanto riguarda invece la questione di merito, alla presentazione effettiva del progetto definiamolo definitivo - se vogliamo usare un termine di riferimento alla legge Merloni - si avviano successivamente le analisi di merito e naturalmente si attivano anche le procedure che prevede la nostra legge regionale sul VIA e, quindi, previa Conferenza dei servizi si rilascerà il parere della Regione.
A questo proposito, però, richiamo quello che ho già detto in Commissione, dove proprio in questi giorni abbiamo discusso la legge sull'energia. Noi desideriamo e stiamo lavorando affinché sia costruita a livello nazionale una griglia di valutazione di tutte queste proposte.
Assolutamente condividiamo la preoccupazione dei colleghi che non si proceda in modo scoordinato o in modo non corrispondente a quelli che sono gli interessi generali del nostro Paese, che ha delle gravi carenze energetiche, le quali devono essere fronteggiate con interventi di tipo razionale.
Al riguardo, è già in avanzata fase di definizione un protocollo d'intesa tra le Regioni e il Ministero; tra l'altro, è anche in discussione un regolamento proprio per l'autorizzazione delle centrali elettriche, che attualmente è fermo in Conferenza unificata.
Stiamo lavorando su questi due provvedimenti: nuovo regolamento di procedura per le autorizzazioni e accordo politico-procedurale per valutare le carenze delle singole Regioni e la coerente individuazione di quelle che sono le localizzazioni.
Nel frattempo abbiamo anticipato questi documenti dandoci una regola e abbiamo adottato, con delibera di Giunta che io ho consegnato ai colleghi in Commissione, alcuni criteri anticipatori perché' già fin dall'inizio ci fosse un comportamento coerente da parte della Regione.
In sostanza, qual è il nostro obiettivo? La Regione Piemonte è carente dal punto di vista elettrico per più del 50%, perciò dobbiamo costruire delle centrali; dobbiamo anche sostituire le vecchie centrali che sono obsolete e che hanno un rendimento basso e un alto impatto ambientale.
Naturalmente questo va fatto sia nel quadro di liberalizzazione del settore elettrico, che è stato avviato dal decreto Bersani, sia nel rispetto di quelle che sono le caratteristiche ambientali e la sostenibilità di questi interventi sul territorio.
Concludendo, nella risposta alle interrogazioni ho cercato di riassumere quello che ho già detto in Commissione. Volutamente ho lasciato in ombra il piano energetico ambientale, perché mi sono impegnato a riferire di questo nella prossima seduta utile della Commissione competente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per la replica dell'interpellanza n.
688.



PAPANDREA Rocco

A me pare che nelle conclusioni che ha fatto l'Assessore emergano tutti gli elementi di preoccupazione e insoddisfazione che in qualche modo abbiamo sottolineato con la presentazione di queste interpellanze, le quali nell'insieme parlano di alcune centrali in costruzione.
Penso che probabilmente nel frattempo ne saranno state presentate altre, perché siamo ormai di fronte, per quanto riguarda il Piemonte, a decine di progetti - non alcuni, ma decine di progetti - di apertura di nuove centrali termoelettriche, e non solo: ci sono anche altri progetti legati sempre all'energia.
Ritengo che non si tratti di un fenomeno esclusivo della nostra Regione, ma probabilmente è un fenomeno più vasto.
Nella fase conclusiva l'Assessore Cavallera diceva: "Cerchiamo di costruire una griglia". E' una cosa utile ed è anche un buon proposito viene però da chiedersi perché, a fronte di decisioni che hanno riguardato il problema della produzione dell'energia elettrica, della liberalizzazione del mercato e della produzione stessa, la griglia si pensi di farla oggi dopo che le decisioni sulla liberalizzazione saranno adottate. Noi prima apriamo la stalla e poi, quando i buoi, forse, sono usciti, pensiamo di...



PRESIDENTE

Colleghi, non riesco a sentire l'intervento del Consigliere Papandrea.
Chiedo, quindi , al pubblico e tutti i giornalisti presenti , di abbassare il tono di voce. Consigliere Papandrea, continui il suo intervento.



PAPANDREA Rocco

Evidentemente l'attenzione è rivolta anche ad altro, anche se penso che la questione, che stiamo discutendo ,sia di estrema importanza per la nostra Regione. Si tratta di decine di progetti di apertura di centrali e siamo in assenza di una normativa. Anzi, siamo di fronte a delle contraddizioni, ad aspetti assurdi, per cui abbiamo elaborato dei piani, ma questi non vengono presi in considerazione nel processo autorizzativo.
Era prevedibile quanto è avvenuto , si doveva prima fare una normativa e poi liberalizzare e non il contrario. Le norme esistenti sono insufficienti, perché ogni progetto può essere corretto. E' assurdo che possiamo trovarci sia di fronte ad una carenza di produzione dell'energia sia di fronte ad un eccesso di produzione.
Tra l'altro ne abbiamo discusso anche in Commissione la scorsa settimana. Alcuni dei progetti, anche di quelli che abbiamo discusso questa mattina dovrebbero collocarsi laddove esistono attualmente attività produttive, in particolare FIAT e in particolare nel campo della siderurgia. Praticamente vanno a sostituire forti consumatori di energia con produzioni di energia. Quindi il nostro fabbisogno energetico dovrebbe anche essere calcolato tenendo conto che ci sono queste dismissioni.
Dismissioni che incidono sul fabbisogno, riducendolo e non incrementandolo.
Siamo di fronte ad un problema molto serio che va affrontato. Come ho fatto in Commissione invito l'Assessore e la Giunta ad intervenire - in attesa che la griglia nasca, prenda consistenza e diventi operativa - con un provvedimento straordinario, con forme di sanatoria. Concludo dicendo che sappiamo che questo è uno dei temi sui quali c'è una legislazione concorrente con il Parlamento. Non sono entusiasta dei procedimenti adottati finora con la modifica della Costituzione, però in qualche caso si può anche utilizzare non solo al negativo, ma anche al positivo, le prerogative che ci vengono fornite, avendo il coraggio di adottare provvedimenti e andando a vedere se poi quei provvedimenti hanno un valore.
Innanzitutto dando un segnale forte che si vuole interrompere la fase di anarchia che esiste in un settore fondamentale e strategico qual è la produzione dell'energia . Fintanto che questo non viene governato siamo di fronte ad una situazione che pagheremo dal punto di vista economico ambientale, di vivibilità dalla comunità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani per la replica dell'interrogazione n.
1074.



RONZANI Wilmer

Presidente, la risposta dell'Assessore Cavallera avvalora le nostre preoccupazione. L'Assessore Cavallera sostanzialmente ci ha detto due cose.
La prima è che siamo in presenza di una serie di richieste con le quali si vogliono realizzare in Piemonte numerose centrali sopra i 300 MW.
La seconda è prendere atto che rispetto a questo livello di intervento, la Regione ha le armi spuntate. Nel senso che la procedura bypassa completamente il ruolo della nostra Regione. Questo è un problema non solo perché non c'è politica di programmazione, ma perché, rispetto ad interventi come questi, che riguardano parecchie zone del Piemonte, le domande vengono presentate con il ciclostile. Presidente, nessuno sa cosa c'entra questo modo di presentare le domande con la programmazione energetica del Piemonte. Rispetto a questo c'è l'esigenza che la Regione assuma un'iniziativa politica. Stiamo discutendo, in Commissione, il provvedimento verrà licenziato a breve, su come elaborare il Piano energetico della nostra Regione. Voi capite che scelte come queste, che bypassano completamente il ruolo e il potere della Regione, rischiano di vanificare qualsiasi piano energetico e di condizionarlo pesantemente.
Ritengo, pertanto, Assessore Cavallera, che noi, come Regione, dobbiamo, su questo punto, assumere una forte iniziativa politica. La Regione e la Giunta regionale hanno, nei giorni scorsi, deliberato un provvedimento, una deliberazione che indica agli esperti della Regione una serie di criteri ai quali attenerci. Lei ci ha dato notizia del fatto che si sta lavorando su un protocollo di intesa fra Regioni e Stato che dovrebbe, in qualche modo consentire un maggiore intervento delle Regioni sulla materia. Però intanto noi dobbiamo lavorare oltre che in questa direzione fare in modo che vi sia, da parte della nostra Regione, una forte iniziativa politica. In caso contrario noi ci troviamo di fronte a domande il cui esito noi siamo assolutamente esclusi. Ritengo, invece, che la riforma del titolo V della Costituzione, il fatto che parliamo di interventi che avranno un impatto ambientale energetico fortissimo, richieda, Assessore Cavallera un'iniziativa politica nostra per decidere le scelte. Le interrogazioni presentate sull'argomento, che riguardano parecchi siti piemontesi altro non fanno che sottolineare, con forza, una nostra preoccupazione che vi sia un livello, quello relativo alla costruzione di grandi centrali superiore a 300 MW, rispetto al quale le Regioni sono assolutamente impotenti. Noi abbiamo l'esigenza di fare una politica di programmazione delle nuove centrali e soprattutto la possibilità di incidere e dire fino in fondo la nostra. Per questo sollecito l'Assessore Cavallera e la Giunta non soltanto a concludere, a sottoscrivere più rapidamente possibile il protocollo di intesa con le Regioni e a discuterlo nella Commissione di merito, ma a fare in modo che ci sia, su questo tema, una forte iniziativa politica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per la replica dell'interrogazione n.
1247.



TAPPARO Giancarlo

Le risposte dell'Assessore Cavallera confermano, ancora una volta, che è necessario chiedere, da parte delle Regioni - e lo dico al Presidente Ghigo che capeggia in qualche modo i Presidenti - una moratoria sulle autorizzazioni per la costruzione delle centrali termoelettriche e anche una sospensione della discussione del piano energetico regionale che rischia di essere carta straccia, visto che, nelle procedure autorizzative per nuove grandi centrali è superato dal livello nazionale. Voglio ricordare che la riforma costituzionale, che ormai è incardinata nel testo della nostra carta istituzionale fondamentale, definisce che l'energia è materia concorrente e, soprattutto nei procedimenti autorizzativi , la parola delle Regioni deve essere forte. Capisco che il governo nazionale non abbia fiducia nelle Regioni in materia ambientale ed energetica capisco anche che i grandi interessi economici che si sono gettati sul settore energetico, dalla FIAT ad altri, preferiscano interfacciarsi con il livello nazionale piuttosto che con le singole Regioni, ma dobbiamo rompere questo schema perverso.
Cito due casi Assessore. La centrale di Settimo, quella della Edison che in un primo momento era da 250 MW, è stato poi spostato più in alto come potenza proprio per sfuggire ai controlli regionali. Il secondo caso emblematico è quello di Livorno Ferraris. Al Ministero vengono a sapere prima della Regione - anzi, la Regione lo ignorava - dell'avvio di una procedura di richiesta di sito per una centrale termoelettrica da parte di un grande gruppo cementiero italiano insieme ad un'industria di macchinari elettrici tedesca. Sono tutti modalità, queste, che vanno spezzate.
Personalmente, sono non insoddisfatto del lavoro dell'Assessore, ma sono preoccupato dell'inutilità di tale lavoro. E non vorrei essere maligno, non voglio credere che lei, Assessore, aspetti che le autorizzazioni siano date dal livello centrale e poi, quando i buoi sono scappati dalla stalla, si definiscano le procedure - e lei si toglie ogni responsabilità. So che esiste un deficit di almeno un terzo del fabbisogno energetico della Regione che va colmato, ma attraverso un governo di questo processo attraverso un piano vero, attraverso una programmazione reale della Giunta regionale. Il Presidente Ghigo dovrebbe, nella Conferenza Stato Regioni nella definizione dell'attuazione della riforma costituzionale in materia energetica, definire chiaramente quanto spetta alla Regione in questa materia concorrente. Personalmente, ritengo che le autorizzazioni aspettino alle Regioni.
Chiedo quindi a Lei, Assessore Cavallera, che si faccia interprete verso il suo Presidente, in primo luogo per una richiesta di moratoria al governo sulle procedure autorizzative delle nuove centrali termoelettriche e, inoltre, una richiesta di sospensione della discussione del piano energetico regionale: senza la possibilità di controllare nuove installazioni di centrale, il nostro piano è una burla. Occorre rendersene conto.
Sono dunque insoddisfatto delle risposte dell'Assessore, in particolare relativamente a quest'aspetto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per la replica dell'interrogazione n.
1075.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, anch'io mi dichiaro insoddisfatto della risposta dell'Assessore Cavallera. Su questi temi, come già altre volte, purtroppo, le risposte dell'Assessorato sono sempre anonime: posizioni che si limitano a ripetere l'iter autorizzativo delle pratiche, senza indicare quale sia, in fondo, l'indirizzo dell'Assessorato.
Credo che un Assessorato come quello dell'ambiente, abbia almeno la funzione di dettare le linee politiche della Regione in tema ambientale.
Non possiamo limitarci alla semplice elencazione delle procedure da seguire, per un doppio ordine di problemi: quello dell'autorizzazione che deve seguire un certo iter, quello relativo all'aspetto ambientale, un Assessorato all'ambiente non può ignorare.
Con le risposte dell'Assessore non si entra mai nel vero merito dell'ambiente: le interrogazioni sono presentate per discutere un certo argomento e con l'obiettivo di ricevere risposte su quesiti posti ripetutamente anche dagli altri Consiglieri firmatari.
In campo energetico, l'Assessorato all'ambiente ha il dovere non solo di preoccuparsi di verificare la maggiore produzione di energia, ma anche di mettere in campo idee politiche e gestionali su come, ad esempio instaurare sistemi di risparmio energetico, di miglior utilizzo dell'energia. Su tali elementi non abbiamo mai la possibilità di conoscere la posizione dell'Assessorato, neanche quando si parla di linee guida del Piano energetico regionale, per esempio, in sede di Commissione.
La risposta dell'Assessore non dà modo di capire se l'Assessorato è cosciente della situazione che si realizzerà sui territori oggetto delle interrogazioni. Tra Cumiana e Piossasco sorgeranno due megacentrali; lì vicino, a Frossasco, è iniziata la pratica per la costruzione di un'altra centrale; la centrale di Leinì sorgerà in una zona dove si pensa di realizzarne parecchie altre. Non è possibile analizzare i problemi singolarmente: ogni volta andiamo a verificare se una tale centrale ha seguito correttamente le procedure per la sua realizzazione senza preoccuparci di come interferirà sul piano dell'impatto ambientale rispetto alle parecchie altre centrali presenti nelle vicinanze.
Dall'Assessorato all'ambiente non è pervenuta alcuna risposta alle nostre perplessità rispetto alle ricadute di questa centrale sul vicino parco della Lauda. Come sempre, non è stato detto nulla sul fatto che vi sono cittadini parecchio preoccupati dell'ipotesi; inoltre, non conosciamo il pensiero dell'Assessorato sul fatto che la centrale verrà costruita in una zona assai urbanizzata e che quindi, conseguentemente, creerà problemi ambientali non solo al centro in cui verrà costruita, ma anche a quelli vicini.
Come già sottolineato da altri Consiglieri, preoccupa l'idea che tutto venga demandato alla griglia nazionale, che dovrà essere approntata. Noi sappiamo, crediamo, vogliamo una pianificazione sovrarregionale; pensiamo però che sia necessario che la Regione assuma un ruolo di maggiore attenzione riguardo a questi problemi. Continuiamo dunque a credere - come abbiamo fatto in Commissione - che l'Assessore....



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere.



MORICONI Enrico

Faccio presente che sono state presentate due interrogazioni. Posso almeno concludere il mio pensiero...



PRESIDENTE

Ne stiamo discutendo una sola...



MORICONI Enrico

No...



PRESIDENTE

Concluda....



MORICONI Enrico

Concludo. Mi sembrerebbe necessario puntare sul discorso della moratoria: per un intervento ambientalmente corretto, l'Assessorato dovrebbe valutare tale ipotesi. Voglio infine ricordare che sovente, in Regione, sembra che gli Assessorati non si parlino; il Piemonte presenta situazioni ambientalmente anche pregevoli: non vorremmo che in zone da difendere si costruissero impianti per la produzione di energia. Così facendo, distruggeremmo una risorsa per costruire un qualcosa di ambientalmente inquinante.
Relativamente all'energia dobbiamo pensare che la si può anche acquistare, così come altri prodotti: occorre verificare cosa sia più conveniente per la Regione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per una breve replica l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la risposta all'interrogazione si è quasi trasformata in un dibattito. Mi scuso dal punto di vista procedurale, ma intervengo per tre puntualizzazioni.
Innanzitutto, le preoccupazioni dei colleghi, rilevabili dalle interpellanze e interrogazioni, sono più che legittime. Li ringraziamo per l'attenzione che essi portano alla nostra attività. Voglio rassicurarli: siamo attrezzati; nell'ambito delle valutazioni di impatto ambientale, per valutare adeguatamente tutte le criticità o le zone da salvaguardare attraverso una banca dati ambientale ed una rete operativa che, ormai, si è consolidata.
Circa l'iniziativa politica a livello nazionale, devo dire che, tale iniziativa, l'abbiamo portata avanti solo noi, anche forzando la Regione che ha competenze in materia di energia, proprio perché abbiamo voluto dare, fin dall'inizio, una valenza energetico-ambientale. Tant'è che l'anno scorso abbiamo fatto un convegno, una giornata mondiale dell'ambiente a Torino. Abbiamo trovato l'impegno di tutte le Regioni a realizzare il Piano energetico ambientale entro il 2002, proprio perché crediamo nello sviluppo sostenibile. Abbiamo prefigurato e ci siamo impegnati per il recepimento del protocollo di Kyoto, progetto che sta andando avanti perché questo Governo ha presentato il provvedimento in Parlamento.
Relativamente alla moratoria. Credo che non possiamo fermare l'aereo.
L'aereo è in corsa, abbiamo una forte carenza di energia elettrica nella nostra regione, nell'ordine del 50%. Dobbiamo avere la capacità di concorrere alle scelte che sono cogestite a livello nazionale, nell'ottica di assicurare, quanto prima, alla nostra regione, quella energia di cui adesso è carente.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazione del Presidente della Giunta regionale su questione sanità Esame mozione n. 432 "Richiesta di dimissione del Presidente della Giunta regionale e dell'Assessore regionale alla sanità" e ordine del giorno n. 441 "Necessità ed urgenza di procedere alla riforma del sistema delle nomine e del sistema di controllo degli apparati amministrativi delle Aziende sanitarie regionali"


PRESIDENTE

Passiamo al punto 3) all'o.d.g. "Comunicazione del Presidente della Giunta regionale su questione sanità - Esame mozione n. 432 "Richiesta di dimissioni del Presidente della Giunta regionale e dell'Assessore regionale alla sanità" presentata dai Consiglieri Giordano, Saitta, Chiezzi, Manica Moriconi, Contu e Tapparo e ordine del giorno n. 441 "Necessità ed urgenza di procedere alla riforma del sistema delle nomine e del sistema di controllo degli apparati amministrativi delle Aziende sanitarie regionali" presentato dai Consiglieri Palma e Mellano.
La parola al Presidente della Giunta regionale, Ghigo



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Grazie Presidente e colleghi.
Prima di analizzare gli aspetti politici, permettetemi di affrontare subito la questione personale. Perché voglio dirlo subito, in modo molto chiaro: io lezioni di onestà non ne prendo. Non ne ho mai prese.
In questi giorni ho letto interviste e ascoltato discorsi in cui la legittima e comprensibile polemica politica ha superato il segno. Questo lo considero inaccettabile. Non mi sono mai sottratto al dialogo, né con le forze di opposizione né con i singoli consiglieri di minoranza. Non ho mai e dico MAI, rifiutato a priori suggerimenti e anche critiche, mettendo gli interessi collettivi al di sopra degli interessi, degli schieramenti.
Ma quanto ho assistito in questi giorni mi ha profondamente amareggiato: perché ci può essere confronto e anche scontro sulle idee, sui progetti, ma non si devono mai ignorare i confini della legittima polemica politica.
Ora le forze di minoranza richiedono le mie dimissioni. Rispondo, per prima cosa, e lo dico a tutti, maggioranza e opposizione, che non sono un politico di professione. Non sono incollato alla sedia. Se avessi il minimo dubbio sul mio operato non aspetterei che qualcuno di voi mi domandasse di andarmene. Me ne andrei io. Perché c'è un'altra parola che si accompagna ad onestà, e si chiama dignità. E vi assicuro che è stato necessario averne parecchia per mantenere fede, di fronte a molte dichiarazioni fatte, a quella scelta di silenzio che ho fatto volendo ribadire in modo chiaro e inequivocabile che la politica, in momenti delicati e significativi, deve essere ricondotta alle sue sedi opportune. Cioè in quest'aula, cioè al dibattito di questa mattina.
Non ho nulla da rimproverarmi per quanto concerne i miei rapporti con il manager Odasso. Odasso era stato scelto perché considerato un buon manager. I risultati ottenuti alle Molinette erano considerati da molti, se non da tutti, buoni. E attenzione: anche se ora in molti se lo dimenticano quegli stessi giudizi arrivavano anche da esponenti legati al centrosinistra. Certo, qualcuno di voi dirà adesso che erano state evidenziate le eccessive consulenze esterne: ebbene, vi ricordo che poche settimane dopo il dibattito in aula su quell'argomento, la Giunta ha inviato una disposizione a tutti i direttori generali - e ripeto: a tutti di totale blocco di ogni consulenza che non fosse legata all'attività medica. Domando: si poteva fare di più? Io non credo.
L'appartenenza politica di Odasso è stata poi interpretata dall'opposizione come motivo di protezione da parte mia. Anzi, di più: come motivo per poter poi essere, in qualche modo, agevolato. Ebbene, così non è, così non è mai stato. I tagli ai finanziamenti sono lì a dimostrarlo: 40 miliardi in meno alle Molinette. Questa è la mia risposta. Anzi, questi sono i fatti. O qualcuno vuole forse dire che coloro che devono essere scelti come manager non possono e non devono avere una opinione politica? La politica non può essere discriminazione. Da qualunque parti la si guardi. Così come non può essere l'appartenenza politica un anello determinante nelle valutazioni dell'operato di un manager. Odasso non fu messo alle Molinette perché di Forza Italia: Odasso fu scelto perché aveva i requisiti manageriali in regola. Io sono abituato a giudicare le persone del centrodestra e del centrosinistra, per quello che so e per quello che vedo, per i risultati che vengono ottenuti, non per quello che viene poi scoperto in un secondo tempo.
Sul confine tra politica e amministrazione, ritengo si debba, quindi riflettere a lungo. Tutti quanti. Vedete, le notizie della sua appartenenza politica e su tutte le considerazioni che sono state fatte non mi hanno minimamente scosso. E il motivo è semplice: mi sento di dire a quest'aula che ho gestito la Regione Piemonte senza condizionamenti, ed anche in materia di sanità si è ragionato senza guardare in faccia nessuno.
Devo anche dirvi - e sappiate che questo lo dico a tutti, maggioranza e opposizione, dentro e fuori da quest'aula - che sono anche po' stanco degli errata corrige telefonici, ad personam, per correggere le dichiarazioni lette qualche ora prima sui giornali. So bene che dare la colpa ai giornalisti per un'errata interpretazione è un gioco molto diffuso, ma ora onestamente, mi pare sia stata superato abbondantemente il segno. Io sono qui, di fronte a tutti voi, per dire che non ho nessuna intenzione di dimettermi perché credo di aver sempre agito seguendo ciò che il mio senso istituzionale mi suggeriva. Così come altrettanto onestamente ho ammesso la responsabilità politica della nomina di Odasso, sapendo bene che non potevo avere elementi che, invece, ora sono emersi. Allo stesso modo io, almeno io, non nego di aver ricevuto come omaggio natalizio un orologio. Ho interpretato quel gesto, come un gesto di amicizia. E dico la verità essendo collezionista, non ho dato né peso al quel omaggio né al valore economico.
Credo che la Magistratura stia ben operando e mi auguro chiarisca in modo inequivocabile ogni cosa su ciò che è avvenuto alle Molinette, ma adesso tocca anche alla politica dare la sua risposta. I controlli su appalti erano stati fatti, verifiche a campione anche: non si può sostenere che ci sia stata una mancanza di vigilanza. Allo stesso modo chi ora accusa questa Giunta di aver preso misure inadeguate per fronteggiare la nuova situazione di emergenza, non tiene conto né della tempestività con cui siamo intervenuti prima sospendendo e poi revocando la nomina al dottor Odasso, né della scelta a commissario del Professor Guzzanti, uno dei nomi più prestigiosi della sanità italiana e internazionale.
Aggiungo che entro i primi giorni di febbraio comunicheremo il nome del nuovo commissario delle Molinette. La polemica fa parte della politica, e la politica della vita. Ma ci sono modi e termini per farlo. Soprattutto ci sono limiti che nessuno dovrebbe mai superare anche nello strumentalizzare aspetti fondamentali come la questione morale.



(Applausi dai banchi della maggioranza e della Giunta)



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



(Applausi)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Presidente, faccia terminare questa pagliacciata!



PRESIDENTE

Quale pagliacciata?



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

La pagliacciata di questi colleghi che si pongono davanti al Presidente Ghigo!



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, abbia pazienza, non c'è nessuna pagliacciata.



PRESIDENTE

BRIGANDÌ Matteo (fuori microfono)



PRESIDENTE

I colleghi fanno quello che gli pare! I colleghi fanno quello che gli pare!



PRESIDENTE

Colleghi!



PRESIDENTE

BRIGANDÌ Matteo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Le pagliacciate le fa lui!



PRESIDENTE

Colleghi! La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Signor Presidente, cortesi colleghi, la tutela della salute rappresenta un fondamentale diritto, diritto riconosciuto da tutte le culture del mondo così come evidenziato nella premessa della mozione di sfiducia - le cui istituzioni, qualsiasi sia il loro credo religioso e la loro fede politica hanno il dovere morale ed etico di perseguire.
A partire da questa consapevolezza, sin dal mio primo insediamento come Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, ho interpretato il mio ruolo con totale dedizione.
Da allora, il sottoscritto, unitamente a tanti operatori del sistema sanitario regionale, hanno continuato a studiare e a lavorare, ricercando incessantemente il delicato equilibrio tra la crescente domanda di salute e l'economicità di un servizio sanitario regionale che necessitava e necessita di potenziamenti e di ammodernamenti.
Ad oggi, possiamo sicuramente dire di avere un Sistema Sanitario Regionale all'altezza delle sue tradizioni e a costi che, rapportati al finanziamento disponibile, stanno diventando accettabili nonostante il Fondo Sanitario Nazionale rimanga purtroppo inferiore al valore medio europeo (5.8% del PIL per l'Italia rispetto al 6.3% della media europea).
I recenti avvenimenti che hanno visto protagonista l'ex Direttore Generale delle Molinette sono, dal punto di vista etico e morale sicuramente disdicevoli e condannabili, non posso tuttavia esimermi dal prendere atto che all'interno dell'ospedale Molinette sono in molti a rendere pubblicamente testimonianza che nonostante tutto la gestione Odasso aveva rappresentato un significativo elemento di dinamismo in un grande ospedale paralizzato da troppi anni di cronico immobilismo.
Prescindendo dalle colpe individuali, colpe che verranno puntualmente accertate, mi auguro in tempi rapidi, dalla Magistratura, ritengo invece doveroso fornire un'interpretazione istituzionale su quanto è successo nel maggiore ospedale torinese e su quanto si sta facendo per porre rimedio ad una situazione indubbiamente molto grave.
L'origine del "caso Molinette", prescindendo, ripeto, dalle responsabilità individuali, nasce essenzialmente da due ordini di fattori: una situazione oggettiva legata al permanente accavallarsi di problemi di emergenze che da sempre travagliano una struttura obsoleta e inadeguata a far fronte ad una domanda sanitaria sempre più articolata e fortemente condizionata da un sistema organizzativo rigido. È questo un ostacolo connaturato al tipo di ospedale contro cui si scontrerà inevitabilmente ogni gestore che andrà alle Molinette.
le leggi (D. L.vo 502/92 e successive modificazioni ed integrazioni confermato dalla riforma Bindi - D. Lvo 229/99) assegnano al Direttore Generale autonomia organizzativa, autonomia amministrativa, autonomia patrimoniale, autonomia contabile, autonomia gestionale e autonomia tecnica, mentre lo stesso Direttore Generale risponde alle Regioni, in pratica, solo sui grandi temi (il bilancio, la qualità complessiva dei servizi erogati, la coerenza generale dei programmi e dei relativi investimenti con gli obiettivi del Piano Sanitario Regionale) In sostanza, quindi, il manager ha ampia discrezionalità nella gestione dell'azienda ed il sistema dei controlli regionale, praticamente inesistente in Assessorato prima del mio insediamento, si sta gradualmente sviluppando per far fronte agli adempimenti che la legge assegna a livello regionale. Non solo gli addetti, ma anche i cittadini hanno avuto di fronte in questi ultimi anni l'immagine di un sistema sanitario in grande trasformazione.
A causa di questa tumultuosa evoluzione, la stessa politica ha preso atto dell'impossibilità di imporre modelli specifici di gestione dovendosi conseguentemente limitare a tracciare i confini di un insieme di attività che poi procedono per regole proprie, non sempre rispondenti purtroppo, ai tradizionali modelli di razionalità. Di questa difficoltà prende atto anche l'ultimo studio dell'Organizzazione Mondiale della Salute (OMS) che pure ha collocato lo scorso anno l'Italia ai primissimi posti per quanto attiene la funzionalità dei sistemi sanitari. Un risultato, questo determinato dal rapporto tra basso costo del Sistema Sanitario Nazionale e buoni risultati di salute.
Il Piemonte, lo dimostra anche la relazione sullo stato di salute dei piemontesi è tra le prime Regioni del Paese ed appare molto scorretto tentare di presentare un deprecabile episodio come la configurazione di un sistema distorto di gestione della cosa pubblica in un servizio sanitario allo sfascio.
Con questo non voglio assolutamente dire che tutto funziona: anzi proprio le nostre scelte recenti dimostrano inequivocabilmente che ben prima del "caso Molinette" avevamo affrontato il problema con una serie di interventi rivolti a migliorare il sistema dei controlli, essenzialmente la messa a punto di un sistema di indicatori che consente un monitoraggio permanente della quantità e della tipologia dei servizi erogati, la quantità e la qualità dei servizi offerti, la ricerca di regole per un uso più appropriato dei servizi sanitari e per la locazione ottimale delle risorse.
Per assicurare il massimo livello di efficacia al Sistema Sanitario Regionale è necessario però, soprattutto in questo delicato momento di transizione, che le istituzioni non perdano di vista le loro prerogative e rinnovino l'impegno nell'opera di riorganizzazione e di sviluppo in corso.
Mi permetto allora di rivolgere a tutte le forze politiche un appello all'onestà intellettuale, al rispetto dei ruoli e al rispetto delle proprie responsabilità.
Appellandomi all'onestà intellettuale di tutti, sarebbe auspicabile che nessun collega Consigliere cadesse nella tentazione di fare assurde strumentalizzazioni, come molto opportunamente anche l'On. Violente ha ieri invitato a fare. Cito testualmente l'ANSA dell'On. Violante: "Invito a non strumentalizzare, da un punto di vista politico, episodi di corruzione come quello su cui si sta indagando a Torino. Credo che non vada usata strumentalmente questa storia della corruzione nello scontro tra le forze politiche. A volte ci può essere un uso immorale della questione morale che non bisogna fare. Aspettiamo che siano i Magistrati a decidere. Solo quando ci saranno i dati trarremo le nostre considerazioni politiche".
Questo è il comunicato ANSA, che ho a disposizione per i colleghi, delle ore 13.50 di ieri, 21 gennaio.
Lo stesso dicasi per le generalizzazioni: dico questo perché chi intendesse affermare il contrario, avrebbe la scorretta pretesa di trasformare il bene, l'onestà e la correttezza, in qualità di parte, con il risultato di offendere non soltanto il Governo della Regione Piemonte, ma anche gli operatori del Sistema Sanitario Regionale, oltre che la propria e l'altrui intelligenza.
Le vigenti leggi nazionali (D. Lvo 502/92, già citato precedentemente confermato poi dal 229) assegnano ai Direttori Generali la massima autonomia gestionale, sottoponendola soltanto al controllo del Collegio Aziendale dei Revisori, riservano alla Regione unicamente il controllo sugli atti di alta amministrazione, ovvero il controllo sui bilanci, sulla qualità complessiva dei servizi erogati, sulla coerenza generale dei programmi e dei relativi investimenti con gli obiettivi del Piano Sanitario Regionale: essendo tutto ciò stato puntualmente fatto nei limiti del possibile, a fronte delle difficoltà intrinseche ad un sistema in continua evoluzione, non mi reputo in alcun modo responsabile degli eventi in questione, e tanto meno può essere ritenuto responsabile il Presidente Ghigo.
L'assunzione di responsabilità, al contrario, sancirebbe paradossalmente l'impossibilità di governo della cosa pubblica: la politica, non potendo garantire in modo assoluto l'onestà dei singoli diventerebbe così ostaggio dei disonesti, col rischio di essere delegittimata in qualsiasi momento da imprevedibili comportamenti illeciti.
Reputo inoltre intollerabile pensare che ci sia stata una volontà di omettere i controlli regionali per favorire comportamenti illeciti. Queste affermazioni - e ci sono state - cozzano, come detto precedentemente, con le prerogative che sono assegnate dalla legge a livello regionale ed offendono quegli operatori che, a fronte di oggettive difficoltà e di continue emergenze, svolgono un lavoro non indifferente. Tengo però a ribadire con forza che il sistema regionale di controlli, che ci stiamo adoperando per accrescere in efficienza ed efficacia, non potrà mai garantire completamente che il singolo amministratore si comporti onestamente. A questo pro giova ricordare, ad esempio, che i controlli preventivi sugli atti amministrativi, in gran parte abolita dalla legge 412/91, non avevano impedito lo sviluppo di sistemi tangentizi. Alla luce di quanto previsto dalla succitata legge 412/91, la tipologia di atti quale individuata dalla legge regionale 10/95, viene, di conseguenza, a connotare il controllo esercitato dalla Giunta regionale come controllo prevalentemente di merito, ancorato a parametri di opportunità e rispondenza alle direttive regionali più che a paradigmi normativi.
Il ridimensionamento del controllo di legittimità attuato con la legge regionale 10/95 trova peraltro compensazione nel significativo rafforzamento, su detto versante, della funzione di controllo interno del Collegio dei Revisori, e risulta ad oggi ulteriormente giustificato anche dalla recente legislazione nazionale di riforma se si considera che il d.
lgs. 502/92, come modificato dal d.lgs. 229/99, attribuisce espressamente al Collegio Sindacale la funzione di vigilanza sull'osservanza della legge (art. 3-ter).
Alla luce dell'emergenza indotta dall'evento, la Giunta regionale ha ritenuto di deliberare l'istituzione di una apposita "struttura flessibile" regionale, composta da funzionari regionali di diversa provenienza, ma con professionalità specifiche sul controllo degli atti, da esperti di provata capacità in materia economico-finanziaria, per poter procedere ad una azione straordinaria di controllo su tutta la contrattualistica posta in essere dalle AA.SS.RR.
Ricordo per inciso che i contratti ad oggi vigenti sono oltre 18.000 e che con specifiche metodiche verranno rivisitati in tutto il loro iter. Con gli esiti dell'attività di questa struttura, unitamente alle conclusioni a cui perverrà la specifica Commissione d'inchiesta del Consiglio regionale si potranno trarre tutta una serie di considerazioni utili per la proposizione di un modello organizzativo e gestionale che potranno formare oggetto di proposte migliorative dell'impianto legislativo vigente.
Non avendo motivo di ritenere che esista un sistema diffuso di corruzione nell'ambito del sistema sanitario piemontese, confido che le risultanze cui perverranno gli organismi suddetti confermeranno le mie convinzioni che trattasi di un chicco e non di un grappolo: in questo mi differenzio dalla metafora fatta nella stessa ANSA di ieri dall'On.
Violante.
Appellandomi, inoltre, al rispetto dei ruoli e delle responsabilità, vi invito ad abbandonare posizioni strumentali, per poter lavorare insieme onde garantire ai cittadini Piemontesi un servizio sanitario pubblico sempre più all'altezza delle loro aspettative.
Per tutto quanto fin qui rappresentato, considero immotivata la richiesta di dimissioni sia sotto il profilo tecnico-amministrativo, sia sotto il profilo etico-morale.



PRESIDENTE

Colleghi, prima di avviare il dibattito, vi comunico due precisazioni.
Per quanto riguarda la prima, ho deciso di riservare la parte finale del dibattito agli interventi dei Capigruppo come prassi, secondo un criterio progressivo di composizione numerica dei Gruppi.
Ho visto alzarsi la mano del Consigliere Contu, gli chiedo se vuole intervenire nella prima parte o se gli va bene l'intervento come Capogruppo nella seconda parte.
Per quanto riguarda la seconda questione, questo dibattito è a fronte di una mozione di richiesta di dimissioni con primo firmatario il Consigliere Giordano, che mi ha chiesto di intervenire in apertura.
Successivamente, è stato presentato anche un ordine del giorno collegato a firma dei Consiglieri Palma e Mellano; anche il Consigliere Palma mi ha chiesto di intervenire in apertura.
La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente, per la verità, mi sono un po' stupito degli applausi perché volevo ricordare ai colleghi della maggioranza che quest'aula non è la Milano-Sanremo. Pur riconoscendo al Presidente delle enormi doti ciclistiche, qui, non è che ha tagliato il traguardo. Qui, stiamo parlando del "caso Odasso", che è un caso molto più grave.
Signor Presidente del Consiglio, era stato proprio lei, in passato, a dire che né il pubblico né i colleghi potevano applaudire. Prenda nota solo di questo perché è importante.
Non vi nascondo che nell'iniziare questa giornata di lavoro...



(Commenti in aula)



GIORDANO Costantino

...nell'iniziare questa giornata di lavoro non vi nascondo il mio profondo disagio a causa dell'argomento che ci accingiamo a trattare.
Sarebbe stato molto meglio iniziare la giornata di lavoro con un sorriso rivolto ai cittadini di questa Regione.
Signor Presidente, sono convinto che, alla fine di questa giornata alcune situazioni in seno al Consiglio regionale saranno modificate. Questa seduta le dà la possibilità di scaricare tutto il malumore che ha accumulato in questi giorni in seguito agli eventi che sono sopraggiunti.
Questa è la considerazione istituzionale di cui gode il Consiglio presso l'esecutivo regionale, che siano approvati gli ordini del giorno e poi, incuranti di tutto, vadano avanti tranquillamente senza che nessuno ci dica niente.
Non si possono ignorare le delibere del Consiglio, non si deve far finta che esso non esista per il solo fatto che questa Giunta può vantare un'ampia maggioranza.
La Giunta regionale ha disatteso coscientemente ad un provvedimento adottato da quest'aula, ed anche per questo richiedo le dimissioni del suo Presidente e dell'Assessore alla sanità, posto che in quel documento essi furono indicati dal Consiglio come personalmente responsabili circa l'esito dell'indagine ispettiva e del suo immediato riscontro all'assemblea consiliare.
Tutti gli argomenti citati in quell'ordine del giorno si sono trasformati in reati penali. Signori, ciò è fondamentale; quell'ordine del giorno era fondamentale; si poteva sicuramente evitare la figuraccia che questa Giunta, a torto o a ragione, ha fatto nei confronti dei propri amministrati.
Signor Presidente, esiste con chiarezza l'inadempienza sua e dell'Assessore alla sanità nei confronti di questo Consiglio e invito tutti i Consiglieri a tener conto di questo fatto allorché la mozione all'ordine del giorno sarà messa ai voti.
Arrivati a questo punto, non credo più che i comportamenti attribuiti al dott. Odasso siano espressione dell'azione di un singolo; penso piuttosto che siano manifestazioni di un sistema diffuso e distorto di gestione della cosa pubblica, tale da interrompere il nesso fiduciario che lega i cittadini alle istituzioni e da comportare la necessità del ritorno alle urne.
La logica del partito-azienda ha condotto il dott. Odasso, stando alle sue stesse affermazioni, ad utilizzare proventi delle sue attività illecite nella campagna di tesseramento di Forza Italia, che quindi da tutto ciò ha tratto sicuramente profitto.
Non sta a me valutare se in questo possono configurarsi ipotesi di reato, e più in particolare di illecito finanziario ad un partito. Mi preme però sottolineare che Forza Italia si è appropriata di somme di denaro che rappresentano il prodotto di attività illecite e chiedo a lei, signor Presidente, ed al suo partito di chiarire la natura dei rapporti intercorsi con il dott. Odasso.
Non vorremmo dover accusare Forza Italia di ricettazione o quantomeno, di incauto acquisto.
Signor Presidente, la invito a restituire i regali ricevuti dal dott.
Odasso in tutti questi anni; regali che, quantomeno per motivi di opportunità, lei non avrebbe mai dovuto accettare.
Voglio chiederle, come si sente, signor Presidente, a portare al polso orologi che rappresentano il corpo di un reato perpetrato ai danni dei cittadini di questa Regione? Signor Presidente, la prego: restituisca questi oggetti, che sono maledetti e portano sfortuna. Man mano che le sfere di questi orologi girano, si allargano le ferite dei piemontesi che per necessità si rivolgono al nostro sistema sanitario.
I fatti verificatisi presso l'Azienda sanitaria ospedaliera San Giovanni Battista di Torino sono stati quantomeno agevolati dall'omesso controllo da parte degli organismi regionali predisposti, primo fra tutti l'Assessore alla sanità.
La vicenda che coinvolge il dott. Odasso ci appare di enorme gravità considerato il ruolo ricoperto dal suo principale indagato, i legami da questi intrattenuti con il mondo politico e viste anche le dimensioni dell'Azienda sanitaria interessata.
Mani pulite, dieci anni or sono, partì dal Pio Albergo Trivulzio, che francamente era ben poca cosa rispetto ad una struttura ospedaliera con 6.000 dipendenti, 98 reparti, 1.300 posti letto ed un fatturato di circa 700 miliardi.
Il contenimento e la razionalizzazione della spesa sanitaria passano anche attraverso l'onestà e la correttezza dei soggetti predisposti alla gestione.
I fatti verificatisi alle Molinette sono riprovevoli in quanto essi vengono non soltanto a recare danno all'immagine della Regione ed ai suoi amministratori, ma altresì colpiscono nel cuore le ragioni degli ammalati e di tutti coloro i quali si rivolgono alle strutture sanitarie regionali nella speranza di trovare una corretta risoluzione alle proprie sofferenze.
Questa Giunta ha tradito la fiducia dei piemontesi, dimostrandosi incapace di saper scegliere i propri manager e di esercitare sugli stessi i necessari controlli.
Due, a questo punto, sono le alternative: o il Piemonte è governato da degli sprovveduti, oppure essi sono collusi con il sistema della corruzione. Non può esistere una via di mezzo: sia in un caso sia nell'altro è del tutto legittima la richiesta di dimissioni.
All'indomani dell'arresto del dott. Odasso, richiedemmo alla Giunta regionale, nella persona del suo Presidente, l'adozione di provvedimenti immediati e tempestivi. Doveva essere dato un segnale forte, tale da dimostrare la capacità dell'esecutivo regionale di riportare sotto controllo la situazione venutasi a determinare alle Molinette. E' del tutto insufficiente, a nostro giudizio, aver sostituito il dott. Odasso con il prof. Guzzanti, che peraltro sino ad oggi non ha mai mostrato di avere particolarmente a cuore le sorti della terza Azienda sanitaria del Paese viste le sue continue e ripetute assenze.
Quale controllo potrà mai esercitare, che contributo potrà mai fornire un Commissario fantasma? Se l'Assessore alla sanità è responsabile di omesso controllo, lei signor Presidente, è responsabile per non averlo dimesso. Come ebbe a rimuovere l'Assessore all'agricoltura, a maggior ragione avrebbe dovuto intervenire nei confronti dell'Assessore alla sanità, una volta accertata la sua incapacità di gestire e controllare la sanità pubblica. Tale incapacità è provata nei fatti proprio dalla vicenda Odasso, ed i fatti non hanno colore politico: sono dati incontestabili.
In considerazione di tutto quanto sopra, ritengo che questo Consiglio non possa che approvare la mozione oggetto di discussione, posto che la tutela della salute dei cittadini di questa Regione è un bene prezioso e non può essere affidata a individui senza scrupoli, che dimenticando la nobiltà di mandato, si abbandonano all'esclusivo perseguimento dei propri interessi personali.
Avete sbagliato nella scelta dell'uomo, sempre che non si tratti di un errore voluto. Ma l'errore più grave è stato quello di venir meno ai precisi doveri di controllo e vigilanza, e per questo è giusto che vi assumiate in questa sede le vostre responsabilità. Grazie per l'attenzione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Signor Presidente della Giunta, noi pensiamo che sulla sanità la politica piemontese tutta - e non solo la politica di maggioranza - rischi la bancarotta, non solo e non tanto perché un manager importante della più grande Azienda sanitaria piemontese prendeva il "pizzo" dai fornitori e non solo e non tanto perché c'è il ragionevole sospetto che si sia conquistato la fiducia dell'Amministrazione, forse anche il posto, non solo grazie alle proprie capacità manageriali, ma anche grazie alle proprie benemerenze politiche.
La bancarotta non risiede però in questo; noi riteniamo che risieda nell'incapacità della politica di riflettere e di reagire con riforme e con leggi alle distorsioni di un sistema di selezione e di controllo dell'attività dei manager pubblici, e in particolare dei manager sanitari il cui ambito obiettivamente "mostra la corda" e si presta - è inutile nascondersi dietro un dito - ad un uso distorsivo e spartitorio.
Su questo dato vorremmo che tutti riflettessero; che riflettesse in particolare il Presidente Ghigo, che qui ha orgogliosamente dichiarato di essere stato "giocato" da Odasso. Ma vorremmo che riflettesse anche quella parte dei partiti del centrosinistra che sulla base della mozione che hanno presentato sembrano volersi limitare a "giocare" Odasso contro la maggioranza del Consiglio e contro il suo Presidente.
Proprio su questo punto, che attiene alla responsabilità della politica, nei giorni scorsi abbiamo presentato due proposte molto puntuali che abbiamo riassunto in un ordine del giorno che oggi è in discussione congiuntamente all'ordine del giorno di alcuni altri partiti di opposizione del centrosinistra.
Sono due proposte molto puntuali, molto concrete, di reazione politica che riteniamo urgenti, utili ed opportune di una riflessione, di una discussione, magari animata, sulle sintesi di cronaca giudiziaria rispetto alle quali non abbiamo degli elementi ulteriori, ma soprattutto non abbiamo responsabilità da mettere in campo. Noi non amiamo i tribunali che diventano luogo di ricostruzione politica delle vicende italiane, ma non amiamo neppure i Parlamenti che sono costretti a discutere, come se fossero tribunali, di accuse e di denunce, che sono sostanzialmente dei capi di imputazione che devono avere, e devono trovare, degli altri destinatari.
Veniamo alle proposte. Due proposte di riforma complessiva; due proposte di rivoluzione positiva del sistema di selezione e di controllo dell'attività dei manager pubblici.
La prima chiede di estendere il principio generale della separazione tra i compiti di indirizzo politico e strategico e i compiti di gestione amministrativa, anche nell'amministrazione regionale, affidando all'esterno ad agenzie di selezione e privata, non solo la nomina dei manager sanitari ma, in prospettiva, la nomina di tutti gli amministratori di enti, di istituti, di consorzi o di aziende regionali. In questo modo si introdurrebbe un doppio sistema di filtri. Un filtro rispetto alla scelta della società di selezione ed un filtro anche rispetto alle responsabilità della politica che in quel caso non potrebbe più essere sospettata di nominare incarichi di grande responsabilità amministrativa, personaggi che si sono conquistati il posto e la fiducia grazie alle proprie benemerenze politiche.
In questo quadro alla Giunta rimarrebbe un potere amministrativo di nomina, ma la Giunta si spoglierebbe di quel potere di selezione che non le compete neppure funzionalmente. In un quadro normativo che è molto complesso, si reintrodurrebbe un principio di trasparenza coerente con i principi di imparzialità e di buon andamento della pubblica amministrazione, tutelando, mantenendo, rivendicando un potere di nomina discrezionale dei manager sanitari. Non solo la politica non si difende, ma la politica si espone alle ritorsioni, alle accuse e a volte anche alle menzogne di manager sanitari o di altro tipo che anziché servire la politica possono servirsi della politica per i propri interessi e per compiere atti che non portano solo discredito sull'amministratore ma, come nel caso Odasso, portano discredito su tutta l'amministrazione regionale.
La seconda proposta mira a modernizzare il sistema dei controlli amministrativi interni delle aziende sanitarie. Dalla relazione dell'Assessore D'Ambrosio ho capito che in questa Regione le leggi giungono con tre anni di ritardo. E' stato approvato, ormai più di due anni fa, il nuovo testo unico di disciplina dei controlli interni alla pubblica amministrazione e alle aziende sanitarie. Si tratta del decreto legislativo n. 286 del '99, di cui l'Assessore D'Ambrosio non ha sostanzialmente fatto menzione e che rivoluziona sostanzialmente negli assetti e nelle modalità i criteri ed i meccanismi di controllo interno della pubblica amministrazione. Non solo distinguendo in maniera più netta il controllo strategico che, ovviamente, rimane riservato alla Giunta regionale, ma anche distinguendo le diverse modalità del controllo di gestione e del controllo di regolarità amministrativa e contabile che la normativa sanitaria attribuisce, in maniera confusa, tutte in capo al direttore generale dell'azienda sanitaria e che il decreto legislativo 286/99 consente, invece, di scorporare, per introdurre meccanismi amministrativi di filtro e di trasparenza. Noi abbiamo delle aziende sanitarie che sono incredibili. In quale azienda seria il responsabile del controllo di gestione, com'é il direttore generale di un'azienda sanitaria, ha il potere giuridico di sovrapporsi operativamente all'attività dei propri apparati amministrativi. Della vicenda Odasso l'aspetto più sconvolgente, dal punto di vista politico, è che c'è una legge regionale che consente al Direttore generale di controllare l'ufficio acquisti e di sovrapporsi all'ufficio acquisti trattando direttamente con i fornitori la liquidazione delle parcelle e la verifica dei lavori svolti. Questa è un'azienda da società o da paese - direbbe una persona importante della nostra Regione - delle banane o dei fichi d'India.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Scanderebech)



PALMA Carmelo

In secondo luogo, in quale azienda seria di queste dimensioni non esiste un meccanismo ed un sistema di verifica interna, non solo retrospettiva sugli aspetti contabili, ma amministrativa e procedurale che non sia indipendente, né in senso gerarchico né in senso funzionale dei poteri del direttore generale. Abbiamo una normativa regionale su questa materia che certo anche per i difetti della normativa nazionale, fa del direttore generale il dominus assoluto dell'azienda sanitaria riservandogli non solo tutti i poteri di gestione, ma anche tutti i poteri di controllo. Cosa incredibile considerando il fatto che il direttore generale è, come tutti sanno, un amministratore e non un padrone dell'azienda sanitaria. Questo è il quadro in cui noi ci stiamo muovendo e queste sono le linee di una reazione politica che ritengo, a questo punto non solo auspicabile, ma doverosa anche da parte della maggioranza. Non penso che la maggioranza possa chiudere la vicenda con l'intervento del Presidente Ghigo. Non posso pensare che il Presidente voglia chiudere questa vicenda sostenendo sostanzialmente di essere stato fesso, di essere stato giocato da un manager abile e spregiudicato, di cui non hanno contato in nessuna misura le benemerenze politiche. Non posso pensare che questa maggioranza lasci nella normativa regionale, nel meccanismo di controllo degli operati dei manager pubblici questi ritardi adeguando - ed è questo lo scandalo Assessore D'Ambrosio - con tre anni di ritardo una normativa che andava adeguata nel '99. Il discorso del Presidente Ghigo è stato un discorso orgoglioso, ma non un discorso coraggioso. Un Presidente coraggioso non dice semplicemente: "mi hanno fregato". Va a vedere quali sono i punti del sistema che non reggono, rivendica la propria responsabilità e la propria titolarità....



PRESIDENTE

Grazie collega Palma, dobbiamo rispettare i tempi.



PALMA Carmelo

Sono molto cortese termino il mio intervento in trenta secondi, per lei permette ad un altro Capogruppo di parlare per venti minuti.



PRESIDENTE

Consigliere Palma, c'è un motivo. La mozione presentata dal Consigliere Giordano era iscritta all'ordine del giorno, ai sensi dell'art. 61, comma 2 del Regolamento. Per l'illustrazione della mozione sono previsti venti minuti. Il suo è un ordine del giorno collegato, quindi non si applica per prassi questo principio.



PALMA Carmelo

Termino immediatamente con la seguente richiesta al Presidente Ghigo: non usciamo di qui dicendo che va tutto bene, che nulla deve essere cambiato, che bisogna semplicemente riaggiustare la macchina amministrativa. Questo non è vero. Questo non lo dobbiamo ai piemontesi. Mi pare che i piemontesi da lei abbiano l'interesse, e forse anche il dovere di aspettarsi una maggiore assunzione di responsabilità non rispetto alle vicende giudiziarie del manager Odasso, ma rispetto a quanto non funziona nel meccanismo generale della sanità piemontese di cui, lei, rivendica spesso anche contro e al di là delle competenze dell'Assessore D'Ambrosio tutte le sue responsabilità.



PRESIDENTE

Il pubblico non può applaudire.
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Presidente e colleghi, volendo fare un intervento nell'ambito del nostro Gruppo, per svolgere alcune considerazioni in modo sintetico per non essere, spero, prolisso, partirei da una questione fondamentale, purtroppo ho ascoltato solo l'intervento dei Consiglieri Giordano e Palma. Il Consigliere Palma è intervenuto sull'ordine del giorno, quindi per quanto riguarda la mozione dell'opposizione è intervenuto solo il Consigliere Giordano, sto quindi alle uniche motivazioni che finora sono state espresse.
Innanzitutto, per scelta, non voglio parlare di Magistratura. Al riguardo si è espresso bene il Presidente nella sua relazione sintetica concisa, di grande onestà intellettuale e politica; personalmente mi limito a dire, così come ha detto il Presidente, che noi abbiamo estrema fiducia nella Magistratura e nell'azione che sta svolgendo.
All'interno di quest'aula, parliamo di politica. Allora, una prima considerazione. Io penso che il Presidente Ghigo, la Giunta e la maggioranza debbano rispondere della politica svolta in questi venti mesi di nuova legislatura sulla sanità e in altri settori. Per la verità, io faccio parte anche della Commissione sanità e devo dire che, al di là delle critiche che sono state disseminate nel corso di questi venti mesi da parte delle opposizioni, non ho ascoltato una sola proposta alternativa rispetto alla delibera del 7 gennaio, per arrivare fino all'ultima del 21 dicembre.
Non penso di essere stato distratto; penso solo che ci sono state critiche dal punto di vista politico e dal punto di vista amministrativo, ma una sola proposta alternativa rispetto a quella della Giunta io non l'ho ascoltata e, per quel che so, neanche i miei colleghi.
Sulla questione della nomina del dott. Odasso, penso che a quest'aula non sfugga - siamo tutti informati su queste questioni - che Odasso è stato nominato dalla Giunta, sentita l'Università, perché è previsto questo.
Allora, se il Presidente Ghigo è il capo e il Presidente eletto dalla Casa delle Libertà, per quanto riguarda l'Università, non faccio commenti di natura antipatica, ma sicuramente non si può dire che la struttura universitaria risponda alla Casa delle Libertà. La nomina di Odasso, così come di altri manager in altre strutture ASO e ASL, è stata fatta in questo modo e con queste caratteristiche.
Posso aggiungere una virgola. La virgola è semplicemente questa: all'indomani dell'arresto di Odasso, un luminare come Salizzoni notoriamente non iscritto ad alcun partito della Casa delle Libertà, ha detto, così come l'Università ha ribadito in questi ultimi tempi: "Odasso dal punto di vista manageriale, ha fatto bene". ,quindi penso che le distinzioni vadano fatte. Poi è chiaro che se uno ruba, se uno è disonesto ecc., questi argomenti riteniamo non vadano trattati qui dentro, ma vanno trattati dalla Magistratura, così come sta avvenendo in questi giorni.
Per quanto riguarda, poi, la questione dei Direttori generali personalmente concordo con qualche passaggio che ha fatto il Consigliere Palma relativamente all'ordine del giorno, in particolare sul fatto che siamo un Paese in cui il pendolo oscilla sempre da un estremo all'altro: prima di fermarsi in posizione di equilibrio, passa da un estremo sbilanciato in un modo all'estremo sbilanciato in modo opposto.
C'erano i Comitati di gestione, nei quali i partiti molte volte mandavano - approfittandone - gente non all'altezza (diciamolo solo così).
Da quei Comitati di gestione - organismi collegiali, in cui fra l'altro si prendevano 600 mila lire o un milione al mese, cifre di questo genere tanto per inquadrare la situazione - si è passati al manager unico, che effettivamente è un plenipotenziario. E sfido chiunque a poter controllare con la normativa, vigente i manager del Piemonte che amministrano i 10.000 miliardi della sanità più di quanto abbia fatto la Giunta in questi anni (non solo nella scorsa legislatura, ma anche in questa).
Allora mi unisco al collega Palma per invitare il Presidente, la Giunta e la maggioranza di cui facciamo parte affinché da subito si veda, per quanto possibile, nell'ambito della normativa regionale, di stringere i freni. Certo, abbiamo la cornice della normativa nazionale che ci impedisce di andare oltre certi limiti, ma pensate, ad esempio, se il Direttore sanitario e il Direttore amministrativo rispondessero alla Giunta, anzich al Direttore generale, quale grosso salto in avanti si farebbe sotto l'aspetto della ripartizione delle responsabilità e quindi della plenipotenziarietà,: avremmo sostanzialmente tre corni ripartiti che rispondono tutti e tre alla Giunta. Invece in questo caso il Direttore sanitario e il Direttore amministrativo rispondono sempre al Direttore generale, il quale ovviamente, se vuole, può sostituire l'uno o l'altro da un giorno all'altro.
Non so se è potere della normativa regionale; in ogni caso occorre fare tutto quel che serve in tempi brevissimi da parte delle norme regionali affinché si stringano le maglie e i freni. Poi - e il Governo dovrebbe essere sensibile - alla luce dell'esperienza fatta, il Consiglio regionale del Piemonte potrebbe licenziare un progetto di legge al Parlamento nazionale affinché quella cornice di cui parlavo prima sia modificata e ristretta per quanto riguarda l'ambito di potere dei Direttori generali delle ASL e delle ASO. Non voglio esasperare la questione, ma se è potuto succedere quel che è successo a Torino alle Molinette, terzo Ospedale d'Italia e primo del Piemonte, nelle lontane province dell'impero, lontano da Torino, è possibile fare quei controlli che non è stato possibile fare qui? La risposta penso che ognuno di noi, a buon senso, sia in grado di darla. Allora, la prima operazione da fare è di incidere, per quanto possibile, sia livello regionale, per quanto di competenza, sia a livello nazionale.
Considerazioni. Purtroppo ho notato, con l'intervento del Consigliere Giordano - mi auguro che gli interventi delle opposizioni che succederanno a quello del collega Giordano non seguano lo stesso percorso - che, come al solito, si è trasformato il dibattito politico in un processo giudiziario.
Capisco che sia facile scivolare lungo questo invitante piano inclinato, ma non ritengo che sia compito di quest'assemblea.
Chi è qui da qualche legislatura, come me, sa che purtroppo di giornate di questo tipo ne abbiamo passate tante; durante la Giunta Brizio ne abbiamo passate tantissime e anche durante la scorsa legislatura Ghigo ne abbiamo passate tante. Vogliamo far sì che quest'assemblea faccia finalmente il salto di qualità affinché, nell'affrontare i problemi, si parli di politica e quando si parla di sanità si critichino - se sono criticabili - gli atteggiamenti e le proposte della Giunta, ma si pongano sull'altro piatto della bilancia delle proposte alternative, in modo tale che l'elettorato del Piemonte possa giudicare a seconda del peso specifico e dell'incisività delle varie proposte.
Scusate il paragone, ma negli ultimi vent'anni il Campionato di calcio di serie A è stato vinto dalle squadre con le partite giocate la domenica e non al "Processo" di Biscardi o alla moviola del lunedì sera.
Ghigo o la maggioranza di centrodestra o la maggioranza di centrosinistra vengono delegati dagli elettori a governare il Piemonte così come è avvenuto con numeri secchi e precisi soltanto venti mesi fa - e penso che questi elettori giudichino i momenti istituzionali ed elettorali in base alle proposte politiche, non credo che possa passare lo stesso tentativo, come nel calcio, del processo del lunedì, perché i Campionati vengono vinti sul campo.
Ecco, non vorrei che anche quest'aula si trasformasse nella sede del processo del lunedì, perché sarebbe tempo perso - ritengo - ai fini di una politica utile e incisiva per quanto riguarda la nostra Regione, visto che gli elettori, in tutti gli anni di esistenza della nostra Regione, hanno dimostrato che le deleghe, per quanto riguarda l'affidabilità politica e le deleghe di governo, le affidano non in base a quanto si dice ai processi eventuali del lunedì, ma in base alla politica che nel corso della legislatura sulla sanità, così come su altri argomenti, la Giunta Ghigo o le varie maggioranze che si sono succedute in questa Regione hanno proposto agli elettori.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Signor Presidente, non è stato per meriti miei, ma per condizione familiare, che quando ho finito la quinta elementare, invece di essere mandato all'avviamento professionale industriale, sono stato mandato a una scuola media, e la prima lettura di latino che allora si faceva era la favola di Fedro: Superior stabat lupus, longeque inferior agnus.
Presidente, deve dare comunicazione di quello che sta capitando, prima che a quest'aula, ai cittadini del Piemonte che l'hanno eletta. Che lei Presidente, si presenti come una vittima delle aggressioni di un'opposizione incapace di stare al suo posto, francamente, mi pare più una caricatura, che non il risultato di una possibilità che avrei potuto immaginare.
Ho sentito l'intervento del saggio Consigliere Gallarini, ma per discutere di politica bisogna che qualcuno riconosca che siamo di fronte ad un problema politico.
Non parlerò della questione giudiziaria, come non ne ho mai parlato nel corso di questi giorni e come non ne ho parlato nella prima discussione che abbiamo fatto in quest'aula (ricordo che è la seconda discussione che facciamo su questo argomento nell'aula del Consiglio Regionale). E' un problema politico che, a mio parere - ripeto in parte un concetto che avevo già espresso sulla base di una situazione confermata - riguarda un sistema di governo, la sua natura e la sua qualità. Riguarda i rapporti fra questo sistema di governo e i suoi ruoli politici elettivi e l'insieme della struttura di cui questo si avvale.
Come ho già avuto occasione di dire, siamo di fronte ad una questione fondamentale (poi verrò al problema sollevato dai Consiglieri Palma e Mellano). Il problema fondamentale, dicevo, è che noi siamo di fronte ad un contesto nel quale si propone, come nesso evidente, il rapporto fra gestione, controllo della spesa e costruzione dell'insieme degli elementi di consenso politico-elettorale. Questo è il punto e il cuore della situazione che dobbiamo affrontare, che non riguarda la questione giudiziaria. Fra qualche anno, se la politica non affronterà questo problema, non potremo lamentarci del fatto che i magistrati occupano troppo spazio.
Secondo me questa tendenza è il campo unificante della vostra azione di governo, naturalmente con differenze. Come ho già avuto occasione di dire c'è chi guarda, in primo luogo, i suoi amici, ma non disdegna di allargare e ampliare, nella gestione della spesa pubblica (una gestione minuta), lo sguardo ad orizzonti più ampi. E c'è chi, invece, pensa e si muove con un sistema - Odasso è caratteristico di questo secondo esempio - che presidia lanciando continui segnali di appartenenza, come l'elemento distintivo che chiarisce chi sta dentro e chi sta fuori un meccanismo. Rompendo, in questo modo, un principio essenziale, il principio di imparzialità dell'Amministrazione con le relative conseguenze.
Parlo di politica, stabilisco un rapporto, giusto o sbagliato che sia.
Vi chiedo, allora, di dare delle risposte sull'ossessione della spesa pubblica, sulla richiesta continua di mani libere sulla gestione della spesa per orientarla e costruirla e sulla totale mancanza e assenza di progetti. La discussione, per quanto ci riguarda, ha qui una sua tappa, ma vedremo, nella discussione sul bilancio, la prova di quanto ho detto vedremo nella capacità di tagliare sprechi e di orientare le risorse verso progetti fondamentali.
Consigliere Palma, l'aspetto che lei pone, cioè la ricostruzione di un meccanismo di garanzia che sottragga la scelta delle responsabilità manageriali alla pura discrezionalità politica, è un aspetto importante della questione che stiamo affrontando, ma è solo un aspetto. C'é un aspetto che riguarda, in generale, gli orientamenti politici, e un altro che riguarda, addirittura, il modo in cui si interpreta il ruolo della Regione.
Siamo di fronte, e l'esperienza di questi anni lo conferma, ad una interpretazione del ruolo della Regione, in cui, gli aspetti gestionali sono assolutamente in primo piano rispetto, invece, alle esigenze di regia di grande progettazione politica e di grande proposta di un ruolo ordinatore.
Come vedete, non ho affrontato la questione sanità, per adesso, ma ho parlato di una questione che, a mio parere, riguarda il profilo politico di questa Giunta e di questo Governo. Penso che anche questo sia un terreno do una valutazione politica e non giudiziaria, sul quale la possibilità che si riproducano gli episodi di corruzione e si ristabiliscano i vecchi rapporti tra affari e politica, sia più probabile che in un qualsiasi altro campo.E' ovvio che ci sono aspetti che riguardano gli elementi soggettivi ma ritengo che questo sia un terreno più favorevole allo sviluppo di quell'iniziativa.
Questo è un problema ancora più grande, per quanto riguarda la sanità.
Mi spiace, Assessore D'Ambrosio, che lei sia venuto qua a fare un elogio di Odasso manager. Vede, Assessore D'Ambrosio, il Professor Salizzoni è un chirurgo famoso, fiore all'occhiello delle Molinette, al quale, un manager potente, dà tutto quello di cui lui ha bisogno, ed è ovvio che il chirurgo non possa che essere soddisfatto di questo. Per carità, in questo non c'è nulla da rimproverare, è normale. Tuttavia lei, in questo momento, non riveste il ruolo del pediatra o del medico di base, ma quello dell'Assessore alla Sanità che parla di un direttore generale e di un ospedale, che da soli, valgono il 10% del deficit della sanità.
Stiamo discutendo, come lei sa, di un mutuo per coprire il deficit del 2000. Ricordo che su 1000 miliardi, 115 miliardi di deficit di quell'anno sono da imputare all'Ospedale Molinette di Torino. Vi chiedo: è o non è un fatto politico? Forse pensate che dipenda da una congiunzione negativa degli astri il fatto che i cittadini comprendano che, negli stessi giorni emerge un disavanzo che non si risolve e una politica incapace di affrontarlo? I cittadini prendono atto di tagli così forti, quali quelli che proponete con la delibera del 21 dicembre e di un aumento delle imposte, mentre, negli stessi giorni, emerge, insieme al caso Molinette, la causa principale del deficit della sanità, l'intreccio di poteri e di relazioni. Chi può pensare, che controllori e controllati abbiano quella distinzione necessaria? Non voglio parlare di fatti personali, ma dico solo una cosa: per piacere non mettiamoci, mi ci metto anch'io, dall'alto di chi pensa che 10 milioni non siano niente. Provate a pensare che 10 milioni, per tante persone normali, sono una cifra molto importante. Non possiamo esserci assuefatti a questa dimensione, in modo tale da aver perso la sensibilità di valutare i fatti per come si presentano alle persone normali. Da questo punto di vista si presenta un problema enorme. Lo avevo già detto la scorsa volta e voi avevate risposto che era sbagliato e non era possibile: ma davvero pensate, dopo le reazioni emerse in giro, di tenere in piedi delibere come quella del 21 dicembre? Un Piano sanitario che è stato costruito sul modello Odasso? Producete atti politici che diano un segno che quello sta capitando sia politicamente valutato! C'é poi la questione giudiziaria, ma su questo sarà la Magistratura a pronunciarsi. Presidente, lei non ha fatto alcun accenno - come se fosse un problema che non la riguardasse indirettamente - relativamente al fatto che un manager scelto da lei, acquisti 800 tessere di Forza Italia. Anche in questo caso, lei non offre le risposta che, in questa discussione, in questo Consiglio e fuori da questo Consiglio, molti si aspettano di fronte ad una situazione che ha, secondo me, le caratteristiche che ho provato a riassumere.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Valvo; ne ha facoltà.



VALVO Cesare

Signor Presidente del Consiglio, egregi colleghi, desidero innanzitutto manifestare la mia personale solidarietà al Presidente della Giunta regionale, on. Enzo Ghigo, e all'Assessore alla sanità, dott. Antonio D'Ambrosio, oggetto, in questi giorni, di un vero e proprio attacco politico secondo costumanze che credevamo morte e sepolte, tipiche di una certa sinistra veterocomunista del passato.
La Casa delle Libertà governa l'Italia con un mandato elettorale così ampio da non avere precedenti nella storia recente del nostro Paese, così come nella nostra Regione i cittadini piemontesi, nella primavera del 2000 hanno riconfermato, a grandissima maggioranza, la loro fiducia al Presidente Enzo Ghigo.
Dobbiamo essere consapevoli, colleghi, che questa vittoria della nostra coalizione, dopo sette anni di governo del centrosinistra, non è avvenuta per puro caso, ma perché il popolo italiano ha bocciato l'operato del centrosinistra e votato il programma elettorale della Casa delle Libertà.
Dopo una comprensibile fase di disorientamento, peraltro comprensibile data la così pesante sconfitta elettorale, ci saremmo aspettati di vedere un'opposizione alla ricerca di una proposta politica credibile, ed impegnati in un'azione di opposizione determinata ma, al tempo stesso costruttiva, nell'interesse generale del Paese, soprattutto nell'attuale delicata situazione internazionale. Stiamo invece assistendo, tanto a livello nazionale quanto a livello regionale, al triste spettacolo di un'opposizione di centrosinistra, impostata sull'ostruzionismo fine a se stesso. In proposito, il Presidente della Repubblica Ciampi ha sentito nei giorni scorsi il dovere di manifestare pubblicamente il suo disappunto, in relazione a questo atteggiamento dell'opposizione, sulla strumentalizzazione di ogni situazione, perfino delle parole estrapolate dal discorso pronunciato da questo o quel leader politico, sul risibile atteggiamento di Rutelli e di Fassino, che mettano in dubbio il convinto europeismo del Governo di centrodestra ogni qualvolta i nostri Ministeri finalmente, dico io - difendono con determinazione a Bruxelles i legittimi interessi del nostro Paese.
Signor Presidente, egregi colleghi, in questo scenario dovevamo aspettarci che l'opposizione di centrosinistra, in presenza dell'attuale inchiesta giudiziaria sui casi di corruzione che vedono coinvolti i vertici della più grande azienda ospedaliera piemontese, assumesse una posizione di attesa dei risultati dell'indagine della Magistratura, oppure che scegliesse la strada della gazzarra politica? Una domanda retorica la mia tanto è vero che oggi siamo a discutere la mozione di sfiducia presentata da una parte dell'opposizione del centrosinistra - e ribadisco da una parte dell'opposizione di centrosinistra - una strategia, ritengo fortunatamente per noi, autolesionista, di una sinistra che ha sempre preteso di dare lezioni di democrazia agli altri e che dimostra di non saper accettare le regole della democrazia, in base alle quali l'avversario politico si batte alle elezioni.
La gravità dei fatti su cui la Magistratura sta indagando - e concludo fatti che sono un'offesa alla sua coscienza, Signor Presidente della Giunta, e alla nostra coscienza, di cittadini onesti, impone al Consiglio regionale di adottare con urgenza quei provvedimenti legislativi suggeriti dallo stesso Presidente Ghigo nel suo intervento in aula in occasione della discussione della Commissione d'inchiesta sulla sanità, idonea a realizzare efficaci sistemi di controllo sulle attività di contrattazione delle aziende sanitarie regionali.Concludo rinnovando la mia personale solidarietà al Presidente Ghigo e all'Assessore D'Ambrosio, preannunciando il mio voto contrario alla vergognosa mozione di sfiducia presentata da alcuni rappresentati. del centrosinistra.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Se le dichiarazioni di Odasso alla Procura, almeno stando a quanto leggiamo sui giornali, suonano come una sorta di revival che ci riporta agli anni Ottanta, le dichiarazioni che ha fatto il Presidente Ghigo questa mattina mi hanno fatto venire in mente, anche perché ieri leggevo su un giornale tutta la cronaca della manifestazione che c'è stata a Roma, la canzone del maggio di Fabrizio De Andrè che si concludeva in questo modo: "Per quanto voi vi corrediate assolti, siete per sempre coinvolti, e grideremo ancora più forte".
Ci dobbiamo sostanzialmente convincere che è normale che la sanità pubblica in questo Paese regali orologi, o quello che è, da dieci milioni o diventa anche questa una tesi che verrà usata a favore della privatizzazione del sistema pubblico in un Paese dove non ha più rilevanza il falso in bilancio, la corruzione dei giudici e il conflitto di interessi? Figuriamoci, d'altronde ce ne siamo resi conto: come diceva qualcuno in questi giorni, la discesa in campo di Berlusconi ha ovviamente cambiato e aumentato i prezzi del mercato. Odasso, quindi, è quel personaggio che si muove a compassione e aiuta 1600 poveri diavoli che non hanno la lira, ma vogliono una tessera di partito. E allora lui, novello San Francesco - 'sto mariuolo! - il nuovo San Francesco, compra e regala 1600 tessere, cento più o cento meno.
Ci viene detto questa mattina: "Lezioni di onestà non si prendono da nessuno", ma un orologio da dieci milioni sì! Per amicizia, eh! Da un dipendente scelto si prendono, per amicizia. Ma "Lezione di onestà non ne vogliamo da nessuno", men che meno da chi, con quei dieci milioni - ma lo diceva già il mio segretario - magari ci fa un po' di mesi di stipendio.
Ma no, noi siamo superiori, non ce le ricordiamo queste cose! Viviamo in un altro mondo. Alta politica! Quindi, di fatto, si è preso quell'orologio fatto politico - per amicizia. Dunque si sono messi gli amici a gestire il terzo ospedale italiano. Ma lo dicevamo già noi nel '98, adesso viene semplicemente riconfermato: si è impiegato un po' di tempo, ma tra un Natale e l'altro i risultati si ottengono. Ci viene detto che la comprova è che lì sono stati tagliati 40 miliardi. Ma allora, scusate, dove ne sono stati tagliati di più o di meno è perché i regali non sono stati all'altezza delle richieste? Perché se mi si viene a portare il taglio subìto alle Molinette di 40 miliardi a comprova di un assioma, a questo punto immediatamente ci siamo interrogati, dai banchi dell'opposizione dicendo: ma a Biella, ad esempio, 30 miliardi, allora lì, com'è questa storia? Allora lì i regali, gli orologi, i vassoi, com'era? Certo mi corre l'obbligo di riconoscere che la Dottoressa Carla ha scritto una gran bella relazione questa mattina a chi l'ha letta, anche se però uno il coraggio non se lo può dare d'ufficio o perché gli scrivono una bella relazione, così come la dignità: o ce l'hai nel DNA oppure non ti viene data da una relazione, per bella e intelligente che sia.
Permanendo il meccanismo della presentazione di nuovi iscritti anche in questo partito di Forza Italia, consentiteci, almeno, di domandarci per conto di chi il manager Luigi Odasso ha corso così tanti rischi, questo campagnino sprovveduto che voleva sempre di più! Solo un provincialotto che voleva di più! Le tessere, come vent'anni fa, hanno un padrone e noi sosteniamo che questo non può essere il manager del più grande ospedale del Piemonte e terzo ospedale d'Italia. È quindi qualcosa di più, non è solo un sospetto.
qualcosa di più. Ma è anche preoccupazione moralissima, deontologica ed etica preoccupazione di chi sa ancora distinguere tra ciò che è giusto e ciò che non lo è tra la moralità. Fatto politico, fatto della Magistratura non mi interessa, la moralità di un regalo di questa portata accettato; la moralità di un sistema che fa scegliere gli amici degli amici; la moralità di un sistema che ci ha portati sulle pagine nazionali per quasi due mesi la moralità di un sistema che ha portato la sanità pubblica piemontese per due mesi alla berlina della comunicazione dei media a livello nazionale, a livello europeo, a livello internazionale: effetto Piemonte.
Il faccendiere Odasso ha messo in piedi una macchina da tangenti solo per uscire dall'anonimato, solo per uscire un po' di più dalla sua provincia, dalla sua frustrazione.
Interessante come tesi! Interessante come gli uomini vengano presi e maciullati al servizio del potere, al servizio del più forte o presunto tale. Il colore delle tessere, quindi, non c'entra niente, nulla, nessuno dà risposte in tal senso.
Si può continuare a governare come se nulla fosse accaduto.
D'altronde era il 1998 quando in quest'aula qualcuno parlò del Global Service e quel qualcuno non c'è più. Era il 1998 quando si chiese la prima commissione d'inchiesta che venne negata. Era il 1999 quando si riportarono nel dibattito d'aula prove di una non idoneità del Dottor Luigi Odasso al ruolo che gli è stato conferito come scelta diretta da questa Giunta e da questo Presidente. Il sistema Global Service, eh, già, è quello, il sistema Global Service. Quindi altri manovratori, ben altri manovratori! Può anche darsi che quella del Presidente della Giunta regionale sia stata una ingenuità, ma in politica anche questo si paga.
Se Odasso ha tradito - sto concludendo, Presidente - l'amicizia e la fiducia, quindi di ingenuità si tratta, l'orologio non è stata una ingenuità. Ma, allora, quali sono i guai che questa scelta ha provocato alla sanità pubblica, alla gloriosa, seria e positiva sanità pubblica del Piemonte? Sono scelte ingenue che comportano quali e quanti danni? Cara Giunta regionale, ci avete regalato con le vostre scelte due mesi di vergogna sulle pagine nazionali, oltreché locali, e questo a scapito della sanità pubblica, non c'entra nulla la Magistratura, ma c'entra la politica e noi abbiamo il dovere di continuare a dirlo e di gridarlo ancora più forte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Signor Presidente, devo dire che oggi un dato è certo: la sanità è in crisi, ma è in crisi la sanità negli Stati Uniti, è in crisi la sanità in tutta Europa, è in crisi la sanità in Italia, è ovvio che non può non esserlo in Piemonte.
La sanità è questa bestia strana dove, più risorse metto, più aumento la domanda, più devo mettere risorse, più do tecnologia, più aumento i costi. E' un settore dove la gestione chiede velocità, chiede immediatezza e, quindi, chiede un uomo a cui vengono date le funzioni totali in modo che possa dare risposte immediate; però, poi, ci accorgiamo che questo uomo a cui abbiamo dato le funzioni totali può commettere degli illeciti, pu commettere dei reati. Allora, ci rendiamo conto che, forse, bisognerebbe non dargli queste funzioni. Noi non gliele diamo e, allora, la sanità non è poi più capace di rispondere come il cittadino vorrebbe: in tempi veloci in tempi brevi, senza le burocrazie degli apparati, senza le burocrazie delle Commissioni. E' il gatto che si morde la coda: chi controlla il controllore? Poi mettiamo il controllore: chi lo controlla? E' un grande dibattito, un dibattito di politica alta, di politica altissima.
E' il dibattito che dovrebbe contraddistinguere quest'aula e non solo perché questo dibattito è un dibattito nazionale, è un dibattito europeo.
Ci lamentiamo che abbiamo fatto l'Europa della moneta, ma ci siamo dimenticati l'Europa della sanità. E' un dibattito che c'è negli Stati Uniti, è un dibattito alto. Invece, no. In quest'aula cosa abbiamo? Strenne natalizie e folklore. Ecco a cosa abbiamo ridotto il dibattito. L'abbiamo ridotto al dibattito sulle strenne natalizie e sul folklore, il folklore degli orologini da bambino distribuiti a noi della maggioranza quest'oggi da qualcuno della minoranza, erano da bambino, contraddistinguano la portata politica di chi ce li ha dati, orologi da bambino. Questo abbiamo visto.
Oggi poteva essere un'occasione per ragionare, per ragionare per il Piemonte e per ragionare in sanità.
Il collega Marcenaro in parte l'ha fatto, la collega Suino devo dire di no e il collega Giordano ancora meno. No, folklore e strenne natalizie.
Ebbene, una maggioranza tanto più sa governare, tanto più sa produrre quanto più è valida l'opposizione, quanto più l'opposizione sa fare il suo mestiere.
Qui mi sembra che sia veramente difficile ritenere che con il folklore e con il dibattito sulle strenne l'opposizione faccia il proprio mestiere.
Certo è che su quei banchi non siedono né Dossetti e né Gramsci scusatemi, ma non li vedo proprio, né l'uno né l'altro. Non vedo progettualità, non vedo idealità, vedo il vuoto.
Quando c'è il vuoto, ecco che, allora, si ricorre al folklore, si ricorre a queste uscite, questi passaggi, magari anche un po' aristotelici.
Poi, addirittura, sento dire che entra nel dibattito il discorso della Magistratura.
Politica vuol dire proposta, politica vuol dire progetto. Dov'é il vostro progetto? Dov'é la vostra proposta? E' più di un anno che fate opposizione sulla seconda Giunta del Presidente Ghigo e in più di un anno dov'é una proposta alternativa? Qualcuno ha detto: "Quell'ignobile Piano sanitario, frutto della mente fra parentesi, peccato che non l'abbia detto - perversa e delinquenziale", perché poteva dirlo, già che c'era, di Odasso.
Ebbene, dov'é la vostra proposta di Piano sanitario alternativo? Dov' la vostra proposta di gestione della sanità secondo criteri diversi? No: critica e folklore. Poi, manette, tutte cose simpatiche, i giornalisti ci sguazzano. D'altra parte, oggi, abbiamo più giornalisti in quest'aula di quando Maradona è venuto in Italia in visita tre anni fa. Quindi Presidente, quanto meno è più noto di Maradona, muove più giornalisti di Diego Armando Maradona.
Credo che di ciò possiamo anche ringraziarvi.



(Commenti in aula)



MARENGO Pierluigi

Vede, Saitta, la gente è meno stupida di quello che pensate! La gente sa che la sanità è un problema serio e che quello che voi tirate fuori in quest'aula è risibile! E' il problema di un po' di "tesserume"? Ottocento tessere? Sono significative! Nei partiti come i vostri servono a controllare il partito! Purtroppo Forza Italia è al 30% e conseguentemente ha tesserati: con ottocento tessere in Forza Italia - forse - si può avere la presidenza di una Circoscrizione! Sicuramente non il controllo del partito! Dovreste ridimensionarvi un attimo! E' chiaro che, per chi vive nel 3 o 4%, ottocento tessere sembrano chissà che cosa! In Forza Italia, signori ottocento persone iscritte sono una nicchia, un "gruppuscolo"! Valgono niente in termini di controllo! Inoltre, la collega Suino ha parlato di "revival" degli anni '80: allora,vuol dire che queste cose negli anni '80 esistevano! Ma per gli anni '80 ci riferiamo alle Giunte Novelli, alle Giunte Viglione? Mi pare che negli anni '80 fossero quelli i grandi potenti che gestivano! E io sono contento di sapere dalla collega Suino che queste cose le ricordano gli anni '80, ma la verginità non la si ricostruisce cucendo laddove è stato lacerato più volte! Non la si ricostruisce in questo modo! Commistione tra gestione e politica, tra amministrazione e politica: signori nel momento più alto di questa Regione, nel momento più importante laddove girano più soldi, non avete forse messo a gestirlo uno che si chiama Valentino Castellani? Ma Valentino Castellani mi pare che sia un politico: allora, non c'è forse qualche strano meccanismo di commistione tra chi governa e chi amministra? Allora, scendiamo dalla scala del folclore, scendiamo dalla scala della facile battuta, scendiamo dalla scala della pochezza politica, che serve solo ad avere qualche passaggio televisivo! Magari qualche televisione dedicherà cinque minuti all'amico Di Benedetto, che altrimenti non avrebbe avuto, perché per la sua proposta politica difficilmente gli avrebbero dedicato cinque secondi! Invece, in questo modo, guadagna cinque minuti! Ebbene, scendiamo da questa scala, in quanto è una scala che non porta da alcuna parte! E' una scala che al Piemonte non serve! E' una scala che alla sanità piemontese non serve! E' una scala che ai nostri amministrati non serve! E' una scala che serve a noi a fare voti! Questo è vero! Serve a Forza Italia a fare voti! Quindi, l'unica cosa che riuscite ad ottenere è farci avere voti. Ma siccome noi abbiamo più a cuore amministrare bene che fare voti,vi chiediamo e vi chiedo a titolo personale: portate in quest'aula un progetto di sanità! Dite come controllare il controllore! Spiegateci come gestire un ospedale come le Molinette senza incorrere nel rischio che un uomo abbia troppo potere e lo eserciti malamente e, contestualmente, la gestione sappia dare risposte in termini veloci, dinamici e senza burocrazia! Venite a spiegarcelo! Allora sì che il confronto è serio, allora sì che non facciamo più folclore! Non venite a raccontarci di strenne natalizie! Non venite a raccontarci di un po' di "tesserume", che è poi tutto da provare! Io ho piena fiducia nella Magistratura, l'ho sempre avuta, non sono mai stato in guerra con i Magistrati! In particolare, devo dire che questo Pubblico Ministero è persona sicuramente seria - e lo dico da professionista della giustizia - è persona corretta, è persona che sa fare il proprio mestiere, per cui lasciamo che sia lui a valutare il "tesserume" e cose del genere! Non portiamolo in quest'aula, in quanto quest'aula ha una dignità ben maggiore: quest'aula è fatta per fare politica, non per fare lo spettacolo o i teatrini ad uso e consumo della stampa o per avere tre minuti in una televisione! Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Sentendo alcuni interventi verrebbe voglia di dire che forse dovremmo chiedere scusa per quanto è avvenuto e portare la nostra solidarietà al Presidente, all'Assessore e alla Giunta - e forse anche a Odasso! - e non invece interrogarci su quanto è avvenuto, che non sono cose di poco conto! Tra l'altro, pare che non tutto sia ancora emerso! Anch'io sono convinto che il Magistrato lavori seriamente, per cui lasciamogli fare il proprio lavoro.
Non sono convinto che tutto si riduca a quanto concretamente è avvenuto: sono parecchie centinaia di milioni i soldi pubblici che sono stati usati, sono state chieste delle tangenti, e sono stati usati in un determinato modo: sono stati usati in regali che qualcuno pensa che siano banalità, sono stati usati per pagare tessere in un partito in cui avere ottocento o duecentomila tessere conta poco, perché conta averne una che decide. Forza Italia è un partito che non ha grande dibattito democratico interno: è costruito dal capo e il capo è inamovibile. Quindi, mi rendo conto che per voi le tessere e la partecipazione degli iscritti sono semplicemente un problema contabile, mentre, per partiti più piccoli, gli iscritti contano, ottocento, dieci o venti tessere hanno un altro significato, perché ci sono delle persone fisiche dietro, delle persone che ragionano, che lottano, che vivono la politica e non sono un fatto contabile. Certo, in Forza Italia è ridotto a un fatto puramente contabile.
Però è grave che per contribuire ad arricchire le casse di un partito come Forza Italia, che non è dei più poveri di questo Paese, si utilizzino certi metodi. Credo che già questo sarebbe un fatto significativo che dovrebbe far riflettere.
A me non è mai interessato fare il Magistrato e fare indagini, per all'interno di quest'aula si parla di politica e di responsabilità politiche. Allora, chi è responsabile politico di quanto sta avvenendo? Il Presidente della Giunta, il quale deve assumersi le proprie responsabilità.
Non dovevamo chiedergli le dimissioni: doveva arrivarci da solo! L'abbiamo già detto in precedenti dibattiti. Come avviene in molti Paesi europei dove non si aspetta di essere assolti o condannati per prendere delle decisioni. Ricordo che circa un anno fa il Ministro delle Finanze francese si è dimesso perché indagato. Poi è stato assolto e non ha creato grande scandalo il fatto che si sia dimesso, perché era naturale, nessuno pensava che dovesse fare altro: era naturale per un politico con grosse responsabilità! Quando le responsabilità sono maggiori, non si deve aspettare di essere condannati dalla Cassazione (o forse dal Padreterno che ti dirà se puoi entrare o meno in Paradiso, per chi ci crede) per assumersi le proprie responsabilità! No, perché fare politica implica un altro atteggiamento, un'altra moralità, che però in quest'aula, almeno negli ultimi anni, nelle forze politiche che hanno vinto le recenti elezioni non sono molto di moda! Mi rendo conto che si può anche dire "tanto noi vinciamo", ed è un problema per tutti, un problema su cui riflettiamo, perché credo che anche chi ha questo metodo e poi vince le elezioni sicuramente si interroga.
Noi però pensavamo che si fa i politici non solo per vincere le elezioni ed avere un po' di notorietà, ma anche perché si è interessati alla gestione della cosa pubblica, si è interessati a svolgere un servizio pubblico.
Mi è parso che negli interventi da parte delle forze di maggioranza non sia emerso nulla di tutto questo; è emersa parecchia arroganza, ma nulla di tutto questo.
Vengo poi anche ad altri aspetti. E' vero: si tratta di sanità.
Probabilmente il Consigliere Marengo non è molto attento ai dibattiti che si svolgono in Commissione né è molto attento ai dibattiti che sono stati svolti molto spesso in quest'aula, perché a mio avviso di controproposte sulla politica sanitaria ne sono emerse molte nel corso dei lunghissimi dibattiti che purtroppo hanno visto trattare il problema della sanità.
Forse, se il collega fosse venuto una settimana fa ad assistere all'audizione della Commissione sanità sulla proposta di Piano sanitario si sarebbe accorto che tutti hanno detto che non va bene. E' un Piano sanitario - non a caso veniva ricordato - di cui uno degli elaboratori è esattamente il dott. Odasso, e credo che anche questo sia un elemento su cui riflettere.
Forse c'è un rapporto tra l'operato di Odasso e il fatto che dentro quel Piano sanitario vi è una spinta all'ospedalizzazione; forse c'è un rapporto, e io credo che ci sia, così come sono sicuro che c'è un rapporto tra quanto sta avvenendo e i processi che ha conosciuto la sanità pubblica in questo periodo, ovvero lo smantellamento della sanità pubblica l'aziendalizzazione e la cosiddetta managerializzazione del sistema.
Non credo che tali processi si siano dimostrati efficaci, anzi non si sono dimostrati efficaci da nessun punto di vista. Non si sono dimostrati efficaci dal punto di vista sanitario e si sono dimostrati, invece terrificanti dal punto di vista della gestione finanziaria , perché - lo sappiamo bene - siamo di fronte a dei buchi da riempire, dei buchi consistenti.
Lo dicevano anche altri Consiglieri: è impressionante per l'opinione pubblica, nell'arco di pochi giorni, sapere che si devono pagare delle tasse in più pesantemente (lo 0,5% in più dell'IRPEF) e poi scoprire chi gestisce la sanità pubblica, in che modo, con quali fini e con quali utilità. E' impressionante. Addirittura si parlava anche di reintrodurre il ticket perché c'erano problemi nella sanità.
Si può dire: "Va beh, però noi ce ne siamo accorti solo adesso...".
Tuttavia la mancanza di attenzione, la mancanza di sistemi di controllo non è colpa di chi sta all'opposizione: è colpa di chi non ha messo in atto alcun controllo in questo periodo, permettendo che si arrivasse a tutto questo.
Allora credo che occorra riflettere sulle politiche portate avanti.
Concretamente penso che ci troviamo di fronte a una politica che tende a distruggere la sanità pubblica, per permettere che questo sistema, che già fa fare affari, diventi un sistema generalizzato attraverso la privatizzazione della sanità. Poi non ci sarà più un problema di tangenti perché saranno incorporate negli affari che si faranno; non saranno chiamate tangenti, saranno chiamate in altro modo, ma ci sarà sempre la speculazione sulla pelle e sulla salute dei cittadini.
Penso che su tutto ciò bisognerebbe discutere, per cercare di invertire un processo che è avvenuto, ma non solo quello. Non solo quello, perch come dicevano altri - qui ci siamo trovati di fronte alla responsabilità non di un qualsiasi manager, ma del manager più importante della principale struttura sanitaria del Piemonte e del manager con il rapporto di maggior fiducia nei confronti della Giunta e nei confronti del suo capo.
Sappiamo bene che nei mesi scorsi, quando ci siamo trovati a discutere di sanità , abbiamo avuto come interlocutore diretto il Presidente Ghigo.
E' stato lui a dire che si assumeva delle responsabilità di gestione della sanità, e uno dei suoi bracci operativi, una delle menti della politica che ha proposto Ghigo è esattamente Odasso. Allora credo che, per queste ragioni politiche, Ghigo dovrebbe trarre le dovute conclusioni.
Sono queste le ragioni politiche per cui noi abbiamo chiesto le dimissioni del Presidente della Giunta, e le ribadiremo non certo perché ci piace fare il teatrino o cose di questo genere.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Godio; ne ha facoltà.



GODIO Gianluca

Colleghi Consiglieri, credo risulti evidente a tutti come la massima autonomia dei Direttori generali delle ASL e delle ASO, conseguentemente alla ricerca di una moderna gestione degli ambiti e delle competenze all'interno dell'organizzazione dei servizi, porti ad un'aziendalizzazione di carattere manageriale, svincolata dall'influenza diretta dei soggetti politici.
Alla luce di alcune recenti dichiarazioni e commenti riportati dagli organi di stampa su un'evidente situazione e che tendono arbitrariamente a suggerire una relazione tra i vertici politici della Regione Piemonte e chi operava in maniera occulta e disdicevole, ritengo di avere il dovere di esprimere tutta la mia solidarietà ed il pieno appoggio al Presidente della Giunta, on. Enzo Ghigo, e all'amico Assessore Antonio D'Ambrosio. Chi ha gestito questi affari non lo ha fatto sicuramente nel nome di nessun'idea e di nessun valore e, alla luce dei fatti, per conto di nessun partito politico e di nessun politico.
Il senso di responsabilità e di rispetto delle istituzioni dovrebbe prevalere sulla tentazione di strumentalizzazioni a fini meramente propagandistici. Mi dispiace dover constatare che ciò non è avvenuto poiché la mozione presentata da alcuni colleghi Consiglieri della sinistra peraltro mi risulta che qualcuno ne abbia ritirato la propria firma - che risulta ovviamente condivisibile per quanto concerne la tutela della salute come diritto, diventa però pretestuosa quando in ogni modo cerca di trovare congiunture che non ci sono ed inoltre tenta di dimostrare responsabilità politiche che non esistono.
Non possiamo dunque accettare lezioni di moralità da personaggi che ancora oggi militano in partiti politici che nel passato hanno avuto molti esponenti investiti da problemi giudiziari ben più rilevanti.
Invito il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore alla sanità a restare e a continuare nella difficile opera di risanamento della sanità piemontese, certo che questo diventerà anche un costante deterrente affinché episodi frutto di comportamenti personali - e non politici -non avvengano più.
Mi risulta che la Giunta stia già lavorando all'istituzione di una struttura relativa ai controlli di contrattazione delle Aziende sanitarie regionali. Il fatto che la sinistra ritenga insufficienti le misure disposte dalla Regione mi sembra ulteriormente preconcetto.
Mi scuserà il Presidente Ghigo se mi rivolgo in maniera particolare all'amico Antonio D'Ambrosio. Antonio, sei un uomo di destra, di quella destra che arriva da lontano, dagli anni duri del Movimento Sociale Italiano; chi ha la tua storia è persona temprata ed abituata a lottare per quello in cui crede, ed oggi come ieri bisogna stringere i denti, tenere duro per continuare su quella strada che null'altro è se non il cammino verso il rinnovamento di libertà.
Peraltro - e concludo - penso sia giusto che dopo il legittimo e democratico confronto in merito alla mozione n. 432, si giunga ad una votazione espressa con estrema chiarezza ed in forma palese, in merito alla quale dichiaro fin d'ora il mio voto contrario.
Una piccola nota di colore riguardo all'orologio di Di Benedetto. Nel prossimo mese di febbraio si festeggerà il Carnevale ed è tradizione in tutti i paesi la sfilata dei carri con la maschera che rappresenta la città. Dalle mie parti si festeggia il "babaciu", che è un po' il pagliaccio del paese, il quale ogni anno viene vestito da una personalità diversa.
Vorrei informare i colleghi Consiglieri che ho inviato uno scritto al mio Sindaco per proporre, per quest'anno, la candidatura del Consigliere Di Benedetto. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Dutto; ne ha facoltà.



DUTTO Claudio

Sarò breve. Inizio il mio intervento ricordando che la Lega Nord ha contratto un'alleanza con il Polo delle libertà per la realizzazione del programma di devolution e delle riforme. Su questa base il nostro movimento non ha avuto posti in questa Giunta, ed è quindi, fino ad oggi, fuori dall'amministrazione attiva della Regione.
L'appoggio viene quindi dato esternamente per ottenere le riforme. Ma ciò non significa che la Lega chiuda gli occhi su ciò che succede. Ricordo che proprio noi avevamo chiesto la costituzione di una Commissione di indagine sul problema delle consulenze. Se abbiamo rinunciato alla costituzione di questa Commissione ciò è stato in seguito a precise assicurazioni della Giunta, fra cui il blocco delle consulenze, con eccezione, ovviamente, di quelle strettamente legate alla professione medica.
Alcune interrogazioni presentate da noi nei mesi scorsi, dimostrano come veniva da noi esplicata la funzione di controllo. E' inutile dire che lo scandalo Odasso ci ha colto di sorpresa. E' arrivato in modo del tutto inaspettato. Riteniamo, però, che non abbia coinvolto la classe politica in special modo la nostra Giunta. Concedetemi una battuta: il dono dell'orologio non può essere considerato un elemento di corruzione: è talmente ridicolo. Il caso Odasso resta un fatto isolato.
Un fatto grave che comunque ad oggi è tutto da attribuire alla classe amministrativa di questa Regione. Una classe amministrativa solo in piccola parte scelta da questa maggioranza e in gran parte invece ereditata. Certo chiediamo al Presidente Ghigo e alla Giunta tutta di porre maggiore attenzione nel controllo. Ma quanto successo non può far mancare la fiducia nell'operato del Presidente e della Giunta. Voterò, quindi, contro i due documenti presentati. Voglio, invece, condannare i tentativi di strumentalizzazione messi in atto dagli avversari politici, sintomi di una reazione fuori misura puramente demagogica, volta a dare un'immagine distorta della realtà, a buttar fango e discredito su chi, oggi, governa questa Regione ed a costruirvi una campagna elettorale. Sono convinto che i cittadini piemontesi non cadranno in questi tranelli e sapranno valutare i fatti nella loro precisa misura comportandosi liberamente di conseguenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Il Presidente Ghigo, con quasi totale certezza, aveva detto: "il caso Odasso è un caso isolato".



PRESIDENTE

Mi scusi collega Riggio, credo sia rispettoso nei confronti dei propri colleghi abbassare perlomeno il tono di voce, perché la Presidenza non sente il collega Riggio.



RIGGIO Angelino

Non si capisce in base a che cosa, in base a quali indagini, a quale informazioni. Più che una constatazione, era un appello, un messaggio che probabilmente, incomincia ad essere raccolto. Si giunge, quindi, a questo dibattito che ha qualcosa di simpatico. Finalmente vediamo i Consiglieri di maggioranza che parlano. Ci fa piacere. Ricordo quando abbiamo dibattuto delle delibere dei tagli alla sanità del 7 di gennaio. Una maggioranza allineata, coperta e silenziosissima. Ricordo che io, e la collega Suino in particolare, ma tutto il centrosinistra, si era impegnato a ragionare su che cosa volessero dire i tagli azienda per azienda. Oggi, la maggioranza a differenza dell'altra volta, parla e parla con simpatica arroganza.
Questa simpatica arroganza tradisce un dato di fatto: c'è grande paura.
C'é una grande preoccupazione che serpeggia in tutta la maggioranza di centrodestra. Questa vicenda può avere degli sviluppi imprevedibili e allora chiaramente genera paura. Genera paura per gli sviluppi, genera paura perché sono convinto che la maggior parte dei colleghi di centrodestra sono delle persone oneste e che sono turbate nelle loro coscienze da quello che è successo. Naturalmente si interrogano sul proprio ruolo e sulla propria collocazione e su quale progetto, di fatto sostengono. Dietro questa arroganza c'è il comportamento del Presidente della Giunta regionale che è ineffabile. Veramente il Presidente Ghigo è ineffabile. Ricordo quando abbiamo chiesto il dibattito sulla situazione del disavanzo in sanità, la terza rilevazione trimestrale. Il Presidente della Giunta regionale doveva venire qui, in Consiglio, e spiegare a noi Consiglieri, ai cittadini piemontesi che era vero quello che avevamo detto che il disavanzo del 2000 era di 1200 miliardi, che non era vero quello che lui aveva detto che non avrebbe mai messo nuove tasse per ripianare il disavanzo in sanità. Doveva venire qui in Consiglio per dire queste cose.
Da abile comunicatore, qual è, si è presentato con uno stile da showman trasformando quasi in uno spettacolo convincente il fatto che il disavanzo diminuiva. Non è che la situazione andasse bene, ma che grazie ai soldini del Governo, grazie al fatto che le aziende sanitarie piemontesi rimandano gli acquisti e mancano gli aghi per fare gli interventi nei reparti per i mielopatici, che le aziende sanitarie piemontesi sono le aziende sanitarie che a livello nazionale una secondo una stima del "Il Sole 24 ore", pagano con maggiore ritardo; che le aziende sanitarie piemontesi sono costrette a chiudere i reparti, come il reparto di ematologia, di autotrapianto perché' non hanno personale, quel personale che invece era stato comandato dal bravo Direttore.
Questo è quello che ci ha detto Ghigo: "Peccato che l'abbiano pescato con questa mazzetta, diversamente era stato bravo". E si era visto com'era stato bravo! Aveva imposto gli straordinari quando il candidato a sindaco di Torino, il signor Rosso, si era ammalato e doveva venirlo a trovare il grande Capo in persona! Era stato tinteggiato il percorso che doveva seguire il Presidente del Consiglio con il suo codazzo (o "codasso"; il codazzo con Odasso, con Ghigo, ecc., ecc.).
Erano state tinteggiate le pareti, erano state messe le piante, ed era stato imposto lo straordinario agli infermieri, che poi però non si trovano per l'autotrapianto, per le persone che sono malate di malattie gravissime e che da quello dipende la loro vita.
E' stato formidabile, in quell'occasione! Il Presidente della Giunta regionale, in quell'occasione, doveva dire: "Cittadini piemontesi, siamo nei guai! Perché dobbiamo aumentare le tasse e perché abbiamo un mutuo di 1.200 miliardi - adesso sono mille perché 200 li copre il governo - che scaricheremo per 300 miliardi sulla Regione Piemonte che diminuirà la propria capacità di spesa e quindi di sostegno allo sviluppo generale del Piemonte, in una situazione che oramai, tranne l'on. Berlusconi, tutti quanti dichiarano essere di recessione, e 700 miliardi che graveranno sulle aziende sanitarie che già sono state colpite in questo modo incredibile".
Oggi c'è la replica. Il Presidente della Giunta regionale, che quanto meno ha una responsabilità politica di fronte al fatto che il maggiore responsabile, il maggiore Direttore da lui nominato è stato colto a prendere delle mazzette, invece di venire qua e dire ai Consiglieri regionali e ai cittadini piemontesi: "Cittadini piemontesi, noi vi chiediamo scusa - perché questo è quello che doveva dire il Presidente della Giunta regionale - perché non solo abbiamo peggiorato i servizi, non solo per avere una protesi dell'anca bisogna aspettare due anni (e camminare con le stampelle due anni!), non solo abbiamo allungato i tempi d'attesa, non solo abbiamo causato un disavanzo spaventoso, non solo vi abbiamo raccontato le bugie durante la campagna elettorale affermando che non c'era il disavanzo, non solo abbiamo dovuto aumentare le tasse, ma abbiamo avuto anche dei Direttori, dei manager che - ahimè - rubavano!". E combinazione erano dello stesso partito del Presidente.
Io lo so: finora non c'è nulla di penalmente rilevante, e quindi qui non stiamo a fare l'appendice del dibattito che deve essere fatto in altre aule, ma qui c'è una questione di responsabilità politica. I cittadini piemontesi che vengono chiamati ad attese lunghissime per le prestazioni sanitarie, che sono costretti ad una sanità che si sta dequalificando, dove non si rinnova il parco tecnologico e strumentale, dove si impongono chiusure, sono costretti a pagare delle tasse aggiuntive per il disavanzo che voi avete creato, debbono anche accettare il fatto che qualcuno, amico del Presidente Ghigo, così amico da regalargli un orologio a Natale, un orologio da poco - nove milioni e mezzo: cosa volete che sia! E' uno stipendio, un mese di lavoro per Odasso! Bontà sua! - Debbono accettarlo, e il Presidente si indigna che qualcuno... Il Presidente dice: "Perché mi chiamano in causa?". Perché ci sono delle responsabilità politiche! Presidente, lei l'ha presa bene, dal punto di vista della comunicazione: è indignato che qualcuno la chiami in causa.
Io sono indignato che lei non abbia chiesto scusa, perché questo è quello che deve fare! Perché gli atti politici che vanno fatti, che andavano fatti da un serio Presidente di questa Giunta regionale era quello di dire "Ma che caspita di piano sanitario stiamo a presentare? Ma con quale coraggio possiamo ancora parlare di modello piemontese! Che cos'è questo modello piemontese? Questa porcheria che si sta delineando, che porta tangenti, che porta allungamento dei tempi, che porta aumento delle tasse, che porta aumento del deficit? Ma con quale coraggio si può parlare di modello piemontese? Chieda scusa, Presidente! Questo è l'atto che andava fatto! E si attrezzi, si attrezzi sul serio, perché non è assolutamente detto che il caso Odasso sia un caso isolato; forse è un caso isolato nel senso che è il meno furbo e che è stato scoperto.
Sicuramente la lievitazione delle consulenze a 73 miliardi nell'anno scorso fanno suonare molti campanelli d'allarme, e non solo nella minoranza, anche nella maggioranza - ho finito - anche se poi, a questa parte di maggioranza che si era permessa di parlare e di sollevare qualche obiezione, promettendogli un Assessorato, le avete fatto ritirare la richiesta di una Commissione d'inchiesta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Ho constatato stamani che a sinistra regna grande confusione: confusione nella proposta, confusione nella riflessione, confusione addirittura nei riferimenti storici.
Dico questo perché solo qualche mese fa un autorevole esponente della minoranza ha paragonato il Presidente Ghigo ad uno statista, ed esattamente al Conte Camillo Benso di Cavour. Voglio capire cosa di così drammatico è successo che adesso, addirittura, ne si chiede le dimissioni.
Mi sembra che ci sia effettivamente grande confusione, che abbiate difficoltà a fare una seria proposta di politica sanitaria, cosa che invece devo dire - in parte hanno fatto i colleghi radicali, che perlomeno hanno reagito a questa situazione - sicuramente disdicevole, sicuramente infelice di malasanità - con delle proposte serie, proprio per rimediare ai problemi che sono emersi.
Invece, vi è stato l'ennesimo tentativo di strumentalizzare politicamente una situazione che dovrà essere valutata in altre sedi, nelle sedi giudiziarie, nel disperato tentativo di mettere in difficoltà il Presidente, cui va tutta la nostra solidarietà come alla Giunta regionale e a questa maggioranza.
Questa maggioranza - mettetevelo in testa - la batterete (se ci riuscirete) solo e soltanto con i voti democratici della gente.
Io credo che non ci riuscirete, perché siete arretratati culturalmente rispetto all'evoluzione della società. La gente non si preoccupa tanto di alcune questioni che avete sollevato qui, anche in maniera strumentale quanto dei veri, profondi problemi della sanità.
E allora mi sarei aspettato delle proposte serie, concrete, per rimuovere comunque oggettivi problemi che ci sono in Piemonte, come nel resto in Italia e in qualsiasi Regione, da chiunque amministrata. E invece questo non c'è stato.
Lo faremo noi, come maggioranza: proposte serie per, ad esempio ridurre il periodo dei contratti nelle ASL, a volte troppo lunghi riducendolo al mandato del Direttore generale; proposte come quella di un maggiore coinvolgimento da parte dell'organo politico e di audizione dei Revisori dei Conti, per un monitoraggio costante della situazione nelle rispettive ASL e lo strumento del project financing per coinvolgere i privati ad utilizzare meno risorse pubbliche.
Noi porteremo avanti queste proposte ed altre ancora, per dare una svolta incisiva alla sanità in Piemonte, sempre perseguendo quelle finalità di buona amministrazione e di buon governo che si è cercato, pur fra mille problemi, di perseguire. Sicuramente i poteri dei direttori generali sono notevoli, sono molto ampi. Ma questa non è una responsabilità o una colpa del Presidente Ghigo, della sua Giunta o di questa maggioranza. E' la normativa statale che, in un momento di delegittimazione della politica e dei partiti, ha preferito concentrare, in misura poco democratica eccessivi poteri in una figura apicale.
Personalmente, per quanto riguarda le aziende ospedaliere, vedrei meglio l'impostazione delle società per azioni pubblica, quindi un organo collegiale, senza l'eccessiva concentrazione di poteri in un'unica persona.
Probabilmente la devolution che la Casa delle Libertà ha portato avanti con la sanità - di completa competenza della Regione - ci permetterà di operare e di incidere anche su questa normativa che adesso è di competenza statale.
Questi sono gli argomenti che mi sarei aspettato che l'opposizione, che ha al suo interno persone intellettualmente dotate, poteva e doveva portare avanti. Il giustizialismo fine a se stesso, se ha portato fortuna per qualcuno negli anni passati, ora non ha più motivo di esistere: è stato politicamente sconfitto. Noi crediamo nella onesta e corretta amministrazione, abbiamo fiducia nella Magistratura, ma non vogliamo che l'impegno, i sacrifici, le impostazioni, sicuramente lungimiranti, che la Giunta regionale, in materia di sanità, ha fatto e ha impostato e il complessivo miglioramento dei servizi sanitari raggiunto in questi anni venga dimenticato e venga annullato da un episodio disdicevole di malasanità.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tomatis.



TOMATIS Vincenzo

Devo ammettere che, a volte, mi trovo un po' in difficoltà in questa aula. Non mi sembra di essere in un'aula di Consiglio Regionale. Molti Consiglieri, sicuramente abituati alla favella facile, saltano di "palo in frasca, "senza concretizzare troppo il problema di cui stiamo trattando.
Sono un vecchio amministratore, ho ricoperto la carica di sindaco per diciotto anni e, come tutti gli amministratori, sono abituato a concretizzare. Il mio intento e' quello di entrare nel merito di questo problema, senza fare troppo folclore perché il problema di cui oggi stiamo trattando è serio. E' un problema talmente serio da aver scalfito l'immagine del Piemonte sotto l'aspetto della figura istituzionale. Tutti speravamo che il famoso discorso delle tangenti fosse morte, invece, ahimè è ritornato forte più che mai. E' ritornato forte su un argomento importante come quello della sanità piemontese, su cui stiamo discutendo da alcuni mesi, dove abbiamo avuto la necessità, o meglio, la maggioranza, ha avuto la necessità, di istituire ticket e diminuire i posti letto negli ospedali, a scapito e a svantaggio di tutta la comunità.
Oggi stiamo affrontando un problema, seppure collegato alla sanità, di genere diverso. Un problema di mala amministrazione, che si sta evolvendo su due filoni ben distinti. Uno già avviato, è quello della Magistratura (mi auguro che questo venga accelerato il più possibile e si possa fare chiarezza sull'accaduto). Non é compito nostro entrare in questo merito siamo convinti, tutti, che la Magistratura farà bene il suo dovere. L'altro filone è la Commissione d'indagine, che questo Consiglio è pronto a far decollare. Da questa Commissione dovrà venire fuori tutta la parte relativa all'aspetto amministrativo che manca a questa specifica tematica.
Presidente Ghigo, devo ammettere che lei ha riconosciuto le sue colpe per quanto riguarda la nomina del Direttore Odasso. Devo ammettere che, con tanta onestà, ha ammesso le sue colpe, quindi sotto questo punto di vista non posso dire altro. Tuttavia devo dire che, forse, bisognava avere un occhio più attento, specialmente quando da questi banchi, ma non solo da questi banchi, arrivavano alcuni campanelli d'allarme su determinate persone. Il Presidente ha ammesso di essersi fidato di una persona amica ma le ricordo, Presidente, che c'è un vecchio proverbio che recita: "Dai nemici mi guardo io, dagli amici mi guardi iddio". Sarebbe stato meglio fare un maggior controllo.
Relativamente ai manager. Come ha detto chiaramente il Presidente Ghigo, di questo ne devo rendere atto, bisogna cambiare qualcosa. I manager hanno troppo potere, fanno, decidono di fare. Forse, tornare ai vecchi comitati di gestione, è chiedere troppo, ma un maggior coinvolgimento dei sindaci, una maggiore concertazione con il territorio, sarebbe bene che venisse ripreso.
Non voglio giudicare nessuno, non fa parte della mia indole. Non voter la mozione di sfiducia, perché sono convinto che siano altri organi a decidere sull'operato di certe persone.
Come sostenuto dal Consigliere Palma, non dobbiamo uscire da quest'aula dicendo che tutto va bene e che tutto funziona. Bisogna dare un segnale chiaro, un segnale pulito, in modo che tutti noi possiamo continuare a lavorare per la nostra terra e il nostro Piemonte.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Botta, che interviene in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



BOTTA Franco Maria

Grazie, Signor Presidente. Io non avrei voluto intervenire, ma ascoltando alcuni interventi della minoranza, ho deciso di prendere la parola semplicemente per citare e ricordare un libro, soprattutto per gli amici che siedono dall'altra parte del banco, cioè dall'altra parte della coalizione, nel centrosinistra. È un libro scritto dall'On. Carlo Giovanardi, intitolato "Storie di straordinaria ingiustizia" con sottotitolo "Arrestati, infangati e prosciolti", con la prefazione di Fernando Imposimato, già Magistrato e poi Senatore della sinistra indipendente, mi pare di ricordare, forse i colleghi del DS sapranno essere più precisi.
Ebbene, nella prefazione di Imposimato si dice, nelle prime righe: "Il libro di Carlo Giovanardi - che tra l'altro oggi è Ministro dell'attuale Governo - racconta in modo semplice e chiaro la storia di alcuni politici della cosiddetta prima repubblica e le loro drammatiche vicende giudiziarie. L'iter processuale fu lo stesso per tutti: alle informazioni di garanzia e agli arresti seguirono i linciaggi a mezzo stampa l'isolamento e l'annientamento civile e morale, prima e senza che una condanna stabilisse la loro colpevolezza. Per tutti i protagonisti di queste storie, che sono raccontate nel libro di Carlo Giovanardi - continua Pier Ferdinando Imposimato - l'assoluzione con formula piena giunse quando ormai era troppo tardi, essendosi già consumati i rituali devastanti con i processi di piazza che avevano decretato la loro fine e la loro eliminazione dalla scena politica".
Questo lo vorrei ricordare, perché ho ascoltato, in alcuni interventi il tentativo di riportare in aula un clima che dev'essere assolutamente estraneo a quest'Assemblea. È stato ricordato da alcuni colleghi della maggioranza che ci troviamo in un'aula legislativa; è considerato il Parlamento Subalpino, e, pertanto, ritengo che bene abbiano fatto i colleghi Radicali - e per questo, una volta tanto, ci distinguiamo, noi cattolici liberali, all'interno della coalizione di centrodestra, nel ringraziarli - ad aver proposto, anche se poi nel merito probabilmente non saremmo d'accordo, una risposta politica ad una questione che ha da essere una risposta politica.
Noi non intendiamo assolutamente prestarci al gioco, né intendiamo accettare, cari colleghi che siete intervenuti con alcune sfumature di giustizialismo, lezioni sul terreno della giustizia portata in aula, perch la giustizia politica è la negazione della giustizia.
Voglio dire fin da ora, ovviamente, che voterò contro la mozione di sfiducia - ci mancherebbe altro - nei confronti del Presidente della Giunta regionale, On. Enzo Ghigo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare la Consigliera D'Onofrio.



D'ONOFRIO Patrizia

Presidente e colleghi intervengo esprimendo totale fiducia nell'operato dell'Assessore D'Ambrosio e del Presidente Ghigo.
Quanto al primo, e sulle reiterate accuse di omessi controlli, intendo far notare l'impossibilità, per l'Assessore D'Ambrosio, di poter controllare i contratti dei 29 enti, tra ASL e ASO, ammontanti a circa 18000. Invero tale ingente mole di atti, rapportata al 260 giorni lavorativi annui - ed ometto le ferie - comporterebbe l'esame e il controllo di ben 69 contratti al giorno.
Tale operazione, già faticosa per un organo collegiale di mero controllo, qual è il Collegio Sindacale composto da cinque membri, e qual era, negli anni passati, la Commissione di controllo sugli atti della Regione presso il Commissariato di Governo, già composto da sei membri e da collaboratori ausiliari (attualmente abolita), non è ipotizzabile in capo all'Assessore D'Ambrosio, che, in contemporanea, ha il compito di svolgere numerose altre funzioni, né tale responsabilità può insorgere ove il controllo da parte delle direzioni sanitarie sulla contrattazione non sia stato puntuale, stante la impossibilità per l'Assessore di controllare i controllori per la predetta ingente mole di documenti.
Invero, e scusate le ripetizione, controllando l'operato dei controllori comporta il controllo di tutti gli atti dagli stessi controllati, cioè gli attuali 18000 contratti.
Aggiungo che all'Assessore 'Ambrosio non è mai pervenuta, da parte dei Collegi Sindacali, la notizia di irregolarità o quant'altro. Ne consegue l'assoluta estraneità ai fatti oggetto della mozione in capo all'Assessore e l'assenza di qualsivoglia responsabilità sia giuridica, sia politica.
De iure condendo, è apprezzabile la proposta di deliberazione della Giunta avente ad oggetto l'istituzione di una struttura flessibile per l'attuazione dei controlli sull'attività di contrattazione delle Aziende Sanitarie Regionali.
Per quanto riguarda il Presidente Ghigo, lo stesso è ugualmente esente da qualsivoglia responsabilità per culpa in eligendo,, in quanto, come già evidenziato nei precedenti interventi, la nomina del Direttore Generale Odasso avvenne sentito il parere del rettore dell'università.
Per quanto concerne la consegna dei regali, la stessa si deve considerare, per la sua dislocazione temporale, strenna natalizia, come già è stato detto dal collega Marengo. Si è trattato indubbiamente di un atto di mera liberalità, sorto dall'ammirazione per l'operato svolto dal Presidente in favore della nostra Regione, e non, invece, di una donazione modale o remuneratoria, in quanto estranea ai principi del do ut des o del do ut facias.
Intendo ribadire - e concludo - la piena fiducia nell'operato già svolto dal Presidente e dalla nostra Giunta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Prima di entrare nel merito, anche se di fatto è collegato, mi rivolgo all'Assessore D'Ambrosio per segnalarle - mi auguro che i suoi uffici glielo abbiano già comunicato - un fatto che ritengo increscioso. È una storia che mi riguarda personalmente, che, per certi versi, si è già ripetuta: nelle settimane scorse, nel ruolo di Consigliere regionale, ho chiesto una serie di documentazione alle Molinette al Prof.
Guzzanti, che, normalmente, mi è stata consegnata. Ho richiesto altra documentazione e ho ricevuto una lettera del Direttore Sanitario Carosio che allegava una comunicazione del prof. Guzzanti a lei, come Assessore alla sanità, in cui chiedevano se potevano consegnare quanto io ho richiesto al Commissario delle Molinette.
Le chiedo gentilmente di intervenire perché venga ripristinato un diritto di un Consigliere regionale. Lo dico senza polemiche, segnalo solo quanto è successo. La richiesta è stata fatta da parte del Commissario all'Assessore alla sanità.
Mi rivolgo sempre all'Assessore D'Ambrosio: lei ha citato tre volte l'Onorevole Violante. Qualcuno ha pensato che volesse iscriversi ai DS Assessore D'Ambrosio, pagando naturalmente, con i suoi soldi, la tessera.
Lei ha citato l'On. Violante però ha tralasciato una parte che l'ANSA riportava. Leggo testualmente perché ci sia completezza di informazione: "La corruzione del sistema amministrativo prosegue, non è mai un fatto isolato, perché con i controlli che ci sono oggi si scopre immediatamente.
Quando la corruzione viene fuori, di solito è un grappolo corruttivo, non è un solo chicco. Temo che qui - dice ancora l'esponente della Quercia - ci sia un grappolo che man mano verrà fuori". Se l'ha detto, ero distrutto.
Venendo invece alle Molinette sono per certi versi sorpreso da alcuni colleghi della maggioranza. Noi oggi non stiamo discutendo del Piano sanitario regionale. Quando ne discuteremo, daremo, come opposizione, il nostro contributo ad un Piano che riteniamo debba essere ritirato, ma daremo il nostro contributo motivando perché quel piano debba essere ritirato. Noi oggi ci troviamo qui con la mozione che chiede le dimissioni del Presidente della Giunta e dell'Assessore D'Ambrosio e sono convinto che ci saremmo trovati qui, anche senza la mozione di sfiducia, a discutere della rilevanza di quanto è successo. Non siamo di fronte ad un caso ininfluente e ne abbiamo già discusso quando, il 21 dicembre scorso, i suoi contorni non erano preoccupanti come quelli che stanno venendo fuori oggi.
Di fronte a che cosa ci troviamo? Al principale direttore generale del principale ospedale torinese, il terzo d'Italia, arrestato in flagranza di reato e non è giustizialismo, perché ci sono prove documentali. Qui ci sono alcuni colleghi della maggioranza che sono avvocati; Odasso è reo confesso con tanto di prove documentali. Non c'è un giustizialismo che porterà ad errori, siamo di fronte ad un reo confesso ed è chiaro sia chi ha ritirato le dazioni (come si diceva una volta, le somme), sia chi le ha consegnate.
Quindi la situazione è completamente diversa. E chi era il direttore generale? Il dottor Odasso.
Come ho detto nel corso del precedente dibattito, Odasso era l'immagine della sanità per quanto riguarda Forza Italia; non era un uomo qualunque, era anche un politico, ma la richiesta dell'opposizione di indagare e di ispezionare su quanto succedeva alle Molinette è stata respinta da questa maggioranza. Io dissi: "Assessore, male non fare, paura non avere", ma oggi ci viene da dire che lì c'era del male e c'era da avere paura. Le interpellanze sulle Molinette si sono sprecate e ci sono due indagini della Magistratura su altri argomenti: gli ascensori, la legionella e quant'altro. Quindi, non è che tutto d'un tratto, a ciel sereno, ci troviamo di fronte al caso Molinette; non è assolutamente così e lo sapete pure voi. Cosa sono le Molinette? Sulla base delle informazioni che ho raccolto, il dott. Odasso ha creato un sistema che va ben al di là dello spoil system dei Presidenti degli Stati Uniti. Altro che la carica dei centouno, come qualcuno ha definito la vicenda della novantina degli ex dipendenti del Sant'Anna: ha praticamente assunto circa duecento persone ha messo persone di sua fiducia in tutti i luoghi decisionali degli acquisti e degli appalti alle Molinette! Questa era la situazione alle Molinette, ed è un problema che dovrà affrontare anche il futuro direttore generale, perché non è possibile che sia mantenuto quell'assetto all'interno dell'ospedale. Per carità, tra quei duecento vi sono anche persone oneste, ma di sicuro molte di loro erano funzionali a questo disegno criminoso. Si sono inventati uffici acquisti generali che preparavano appalti e gare che venivano di fatto mandate avanti, molto spesso sulle stesse schede delle aziende che poi vincevano le gare.
Questo succedeva alle Molinette. La Magistratura sta indagando, noi siamo fiduciosi, attendiamo i risultati delle indagini. Che importanti uomini politici, dirigenti pubblici e imprenditori si iscrivano ad un partito, è assolutamente legittimo, ma quando si iscrivono ad un'associazione come "Società aperta" è forse una coincidenza se gli stessi soggetti sono iscritti alla stessa loggia massonica? Non siamo forse di fronte a una commistione di politica e affari? Aspetto fiducioso il lavoro che sta svolgendo la Magistratura. Ma le coincidenze che stanno emergendo sono più di una. Cosa viene fuori? Che con queste tangenti di un reo confesso con prove documentali si acquistavano omaggi. Per carità, sta alla moralità di ciascuno ricevere e accettare certi omaggi; riceviamo tutti oggetti di valore, dalla bottiglia al pacco non è questo il problema, ma con 160 milioni si sono acquistate 1600 tessere di Forza Italia.
Presidente Ghigo, è un problema politico, lei su questo non ha detto niente. Ritiene normale che, con 160 milioni e con il coinvolgimento dell'ex direttore generale delle Molinette, suo uomo di fiducia che lei lì ha messo, si acquistino 1600 tessere di Forza Italia? Lei non dice una parola! Sono esterrefatto! Con 800 tessere - non so se il collega Marengo è presente - in Forza Italia si diventa Presidenti di Circoscrizione. Cosa serve per arrivare ai livelli superiori? La mercificazione della politica? Noi - parlo dei Democratici di Sinistra - siamo un partito ancora sufficientemente strutturato, abbiamo per fortuna più di 800 tessere, ma da noi le tessere si acquistano e non - come il collega Cattaneo, che me lo ha anticipato e lo dirà dopo, avviene in alcune organizzazioni sindacali forzatamente: si acquistano di tasca propria. Presidente Ghigo, ritiene che 1600 tessere acquistate con le tangenti sulla salute dei cittadini piemontesi non siano un fatto politicamente rilevante? Incredibile! Mi avvio alla conclusione. Odasso: un manager? Assolutamente falso, lo dimostravano i nostri dubbi e le nostre richieste. Bisogna mettersi d'accordo. Era un mariuolo della provincia piemontese o un buon manager? Era una persona che aveva strutturato tutto in funzione del recepimento delle risorse dell'esternalizzazione dei servizi, ma ne riparleremo perch c'è una Commissione d'inchiesta; c'è la Magistratura che, ancor più della Commissione d'inchiesta regionale, non so a cosa ci porterà. Questa situazione poteva dare degli sviluppi clamorosi e oggi vi dico che potrebbe avere degli sviluppi che non si fermano solo a responsabilità di politici regionali. Vedremo prossimamente se sarà così.
Ci andrei molto cauto, Presidente. Lo aveva detto nell'intervento del 21 dicembre scorso: dopo i simboli, vengono travolte le persone. Era il 21 dicembre, non siamo in questa situazione, la maggioranza respingerà la richiesta alla mozione che abbiamo presentato, ma il panorama è ancora da definire nei suoi dettagli.
C'é un problema politico che riguarda tutti noi, anche se mi manca il tempo per svilupparlo: il ruolo dei direttori generali. Lo hanno detto alcuni colleghi anche della maggioranza, perché il problema del controllo delle funzioni e dei poteri che hanno questi direttori generali, veri e propri imperatori e signori assoluti che possono fare quello che vogliono è reale; quel che è successo con Odasso è una possibilità che esemplifica quel che può accadere. Siamo nella regola - termino l'intervento Presidente - delle percentuali. Non credo, con tutta la stima, la fiducia e la riconoscenza a dei professionisti che fanno un lavoro molto complicato e complesso - non metto i discussione il valore e la professionalità della stragrande maggioranza dei duecento, indipendentemente dal fatto che li abbia nominati la Giunta di centrodestra, perché, per certi versi, lo stesso sistema ci sarebbe anche con una Giunta di centrosinistra - che l'unica pecora nera e l'unico ladro possa essere il dottor Odasso. Questo ci deve far riflettere perché, solo per una questione statistica e di percentuali, faccio fatica a pensare che possa essere uno solo, per cui è un problema che riguarda tutti quanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Presidente e colleghi, prendo la parola per riaffermare alcune riflessioni già fatte da diversi colleghi di maggioranza.
Innanzitutto per dire che questa mozione, a mio avviso e del Gruppo di Alleanza Nazionale, è strumentale e pretestuosa.
E' la seconda richiesta di sfiducia nei confronti del Presidente Ghigo e dell'Assessore D'Ambrosio presentata in meno di un mese, che si aggiunge a quelle già numerose presentate nei mesi passati. Devo dire che se le elezioni si vincessero in virtù del numero di mozioni di sfiducia presentate, il centrosinistra le avrebbe vinte tutte, ma non è purtroppo per voi, così e lo "sport" di perseguire il record di mozioni di sfiducia ha sempre meno senso.
Tra l'altro - lo sottolineo con forza - l'utilizzo, anzi l'abuso di tale strumento lo rende sempre meno efficace e privo di senso soprattutto quanto i dati e la realtà dei fatti, così come sono conosciuti, lo fa apparire assolutamente spropositato.
Qualora - Dio non voglia - un domani si palesasse una qualsiasi responsabilità da parte di un Consigliere o di un Assessore di questa maggioranza, cosa fareste, colleghi della minoranza? Chiedereste la lapidazione sulla pubblica piazza, la fustigazione o l'impiccagione, perch gli strumenti normali li avete esauriti tutti.
La realtà dei fatti è che in questi diciotto mesi della seconda Giunta Ghigo, della seconda esperienza di governo del Presidente Ghigo, nessun Consigliere di maggioranza e nessun Assessore è stato mai direttamente e indirettamente collegato ad episodi giudizialmente rilevanti. La realtà è che le vostre sterili e ripetute richieste di dimissioni ora di questo ora di quello cercano malamente, a nostro avviso, di coprire un vuoto di strategia politica che il centrosinistra sconta ormai da anni tanto a livello piemontese quanto a livello nazionale. La stessa campagna sulla sanità, che è stata la campagna della scorsa legislatura, che è stata la leitmotiv della campagna elettorale del 2000 e che è la campagna che voi attuate dal primo giorno di questa legislatura, nulla produce, perché i risultati si vedono e li avete visti in questi anni.
Il teorema che sta alla base della vostra campagna e di questa ostinazione, è indimostrabile; cioè la sanità piemontese come brodo di cultura di tutte le nefandezze possibili e immaginabili è un teorema errato, falso e assolutamente non riscontrabile.
Al contrario, è ben chiaro a tutti come in questi anni, tra mille difficoltà e con un grande sforzo, nel disagio di una nuova cultura della sanità che deve farsi spazio sia permeando coscienze che comportamenti, la Giunta Ghigo e l'Assessore D'Ambrosio in primis hanno messo in campo un formidabile sforzo per razionalizzare la sanità piemontese, mantenendo quei livelli di qualità e di prestazioni che sono l'orgoglio del Piemonte.
Cari colleghi, quando qualcuno di voi parla, a mio avviso, in modo scriteriato di commistioni e di sistemi si sbaglia. Immagina una realtà che è proprio di un passato più vostro, anzi assolutamente vostro, e non nostro.
Vede un sistema di disonestà grave, di un disonesto che carpisce la fiducia di chi credeva in lui, di una persona che si trasforma in un datore di benedizioni materiali (urbi et orbi) secondo la definizione di un vostro settimanale, l'Espresso.
In realtà, una riflessione seria dobbiamo farla e va nella direzione di capire cosa è stato quel grande fenomeno denominato "Mani Pulite", in cui il nostro partito ha avuto una parte significativa, attiva e rilevante, ma che ha visto spesso come conclusione o come una delle conclusioni la marginalizzazione della politica e l'esaltazione della tecnica, dei tecnici, dei manager, su cui dovremmo fare un ripensamento importante. Dico questo chiaramente non per riportare la politica nella gestione, ma per comprendere che, così come i politici non furono sempre onesti, così pure lo stesso assioma può valere oggi per i tecnici.
Qualcuno su questa favola dei tecnici al di sopra di ogni sospetto e dei politici comunque cattivi voleva costruire un sistema di potere, che si perpetuasse anche dopo la perdita del potere politico, del consenso democratico, ma questo giochetto non è arrivato fortunatamente al suo esito conclusivo. Il problema riguarda non solo e non tanto i criteri di scelta dei manager e dei tecnici, perché ritengo che i criteri di scelta adottati dalla Giunta Ghigo e dall'Assessore D'Ambrosio siano sicuramente migliorabili, ma già significativi.
Rimane il problema vero, che è quello del controllo.
Altro che omesso controllo.
La vera sfida che la maggioranza di centrodestra e la Giunta regionale lancia ai colleghi del centrosinistra o, perlomeno, a quelli di voi che non sono costantemente impegnati a ciclostilare mozioni di sfiducia, è proprio quella sfida per definire, sulla scorta dell' esperienza, questi nuovi e più rigorosi sistemi di controllo, che è la sfida che tutte le Regioni stanno affrontando e diventa oggetto di dibattito nazionale quotidiano.
Il confronto e l'azione, all'interno della maggioranza e la Giunta, su questo tema sono già iniziati.
Attendiamo da voi un contributo e dei suggerimenti, così come sono sempre stati accolti da questa maggioranza e da questa Giunta laddove erano fattivi e propositivi. Colleghi dell'opposizione, il vero problema è a nostro avviso, un altro. Il vero problema, a differenza di quanto sostenuto da uno dei più vostri più autorevoli esponenti, non è il centrodestra che rifiuta la condivisione di alcuni valori e principi di base, ma siete voi che rifiutate, a Torino come a Roma, di accettare di essere stati sconfitti, che è un fatto che può succedere.
Siete voi che non accettate il responso dato dalla politica, dai cittadina italiani e piemontesi.
Siete voi che, alla ricerca di rapide scorciatoie basate su pretestuose richieste di sfiducia, cercate di mettere in discussione la sovranità popolare. Noi preghiamo che questo atteggiamento cambi.
Auspichiamo che voi torniate ad essere più motivati, ad affrontare quello che noi abbiamo affrontato: una lunga e dolorosa, per alcuni lunghissima, traversata del deserto. Auspichiamo che ritorni in voi la voglia di sacrificarvi, di studiare e di pensare, perché questo è l'unico modo, per voi, per ritornare ad essere più motivati, perché questo è l'unico modo per voi, di ritornare, ad essere un'opposizione credibile e magari, in un domani molto lontano, alternativa a chi oggi governa il Piemonte e l'Italia.
Finché questo non accadrà, cari colleghi, abituatevi ad essere quello che siete oggi: la più sparuta, demotivata e priva di prospettiva minoranza che questa Regione e questo Paese abbia mai conosciuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta, colleghi Consiglieri, non possiamo nasconderci che è un grave momento per l'istituzione, sia che quanto sta avvenendo possa essere amplificato dai mezzi di informazione sia anche per ragioni di scontro politico. Certamente questo è un momento non favorevole in una fase in cui stiamo costruendo il federalismo.
Questa mattina, in occasione della discussione sull'energia sottolineavo come ci siano diffidenze e resistenze all'attuazione del federalismo. Questi incidenti di percorso certamente non rafforzano il ruolo della Regione in quei settori - credo trasversali - che ci sono nei partiti politici e nella società italiana e che sono estremamente prudenti voglio usare questo eufemismo - per l'attuazione del federalismo.
Quanto sta emergendo fa parte del dibattito politico. Io non credo che si sia mai caduti, in questi giorni e anche in occasione di questo dibattito, nel "cannibalismo politico". Non credo, non mi risulta, non ho colto questi segnali.Certamente ci sono ragioni - e questo è il gioco della politica - per un'azione forte dell'opposizione.
Il senso della mozione che questa mattina ha illustrato il collega Giordano voleva avere questi caratteri; indubbiamente, poi, i processi politici si regolano anche attraverso i rapporti di forza e la dialettica democratica, ma credo che quello che abbiamo fatto fosse un atto necessario.
Per fortuna, negli anni scorsi si è arrivati ad una separazione tra poteri politici e poteri amministrativi. Io sono stato in Consiglio quando varie Giunte hanno vissuto problemi di questo genere, ma che si riverberavano sulla dimensione politica. Il costo, l'onere, gli effetti cadevano certamente, in questi casi nella delegittimazione dell'istituzione in modo molto più gravi.
Tuttavia, credo che oggi questa separazione delle responsabilità comporti al potere politico un'aggiunta di capacità di vigilanza, di controllo, una capacità di cogliere i processi in atto.
Al di là di alcune azioni legittime che l'opposizione ha fatto in questi mesi, evidenziando incongruenze o segnali pericolosi, anche io credo che occorresse tendere le orecchie - da parte di tutti, della Giunta, del governo, dei collaboratori - a decriptare le relazioni dei Revisori dei Conti, a verificarle.
Penso ad esempio al patrimonio immobiliare delle ASL o delle ASO che può essere smobilizzato con una certa facilità; e non sto parlando della congruità del prezzo.Sono aspetti nei quali il meccanismo di vigilanza deve essere massimo.
Noi oggi non siamo dotati di un codice deontologico; voi sapete che Bassanini e poi Frattini, nelle settimane scorse, con una adeguata revisione, hanno stabilito per la Pubblica Amministrazione un meccanismo di codice deontologico, in modo da cogliere gli scostamenti, con una certa facilità, su comportamenti illeciti, su comportamenti infedeli (chiamiamoli così) e dunque poter agire.
Naturalmente nei diversi Enti pubblici sono presenti molte specificità: un codice deontologico in un Ente che magari ha molti avvocati, molti manutentori, molte figure particolari avrebbe bisogno del rafforzamento di certi caratteri, mentre ciò potrebbe non essere necessario in un altro Ente.
Probabilmente, questo è un elemento che manca; tuttavia, credo che oggi non si possa non riconoscere una colpa - non parlo di dolo - laddove non si è riusciti a cogliere possibili segnali, ad esercitare la necessaria vigilanza su quelle che sono le funzioni delegate, cui sono preposte delle persone designate dal governo regionale, e in altri casi votate dal Consiglio regionale.
E' per questo, Presidente Ghigo, che ritengo che in questa vicenda - ma avviene così in altre entità; ad esempio in una banca, dove c'è l'assunzione di una responsabilità oggettiva. Non c'è la responsabilità soggettiva, perché in questo caso ci sono dei riflessi anche, dell'autorità giudiziaria - ma comunque deve essere riconosciuta una responsabilità oggettiva. Ciò non è superabile con le affermazioni che si sentivano nei giorni scorsi, con le dichiarazioni alla stampa di rappresentanti autorevoli della maggioranza che dicevano: "Facciamo quadrato, facciamo valere i numeri". Prima sentivo anche da parte di un collega: "la democrazia ha i numeri". In certi passaggi, proprio per amore, per interesse delle istituzioni, non si possono usare solo le dure regole del rapporto di forza.
Ripeto, siamo in un passaggio molto più delicato, perché se si usa tale meccanismo dei rapporti di forza c'è il rischio - e io l'avevo già detto il 20-21 dicembre, quando avevamo fatto un dibattito subito dopo quando era scoppiato il caso Odasso - di slittare in avanti, in un momento probabilmente più complesso, uno show down, a cui il governo regionale non sarebbe pronto, facendo solo quadrato, anziché rispondere, e dare una rappresentanza adeguata alla gravità della situazione.
Quindi, se esiste questa responsabilità oggettiva sulla vicenda, anche per i caratteri che hanno questi Direttori, per il tipo di selezione che ne fa la Giunta, credo che qualche atto (non un atto riparatorio, perché non è questo che stiamo cercando) che dimostri che c'è stata un'assunzione di responsabilità istituzionale debba essere fatto.
Presidente Ghigo, credo che occorra compiere alcune scelte - non so quali, provo ad accennarne qualcuna - che diano un segno di questa assunzione di responsabilità. Un segno, in qualche misura, di discontinuità.
Non si tratta di una rottura; certamente noi continuiamo a ribadire la richiesta espressa dalla mozione, però in subordine ci deve essere almeno un atto, un qualcosa che possa rappresentare l'assunzione di responsabilità e non fare spallucce (non avviene in questo caso, non voglio usare questo termine), oppure dire: "Ci chiudiamo nel nostro quadrato dei 40 a 20 come rapporti di forza e buona notte, abbiamo passato la nottata e tutto è superato".
Credo che questo atto possa avere diversi caratteri; ad esempio, una nuova strutturazione della Giunta oppure l'inserimento - adesso o quando l'esecutivo si amplierà da 12 a 14 componenti - di una personalità indipendente (quando uso il termine indipendente, voglio dire anche indipendente dalle cordate di potere, delle filiere di potere con cui è articolato il sistema a Torino e in Piemonte). Una personalità o più personalità che possano essere fattori di garanzia istituzionale e quindi diano, non un abbellimento alla Giunta, ma un elemento che colga il carattere e la delicatezza della situazione che stiamo vivendo.
Diciamo che se lei, Presidente Ghigo, e se voi, colleghi di maggioranza, assumerete questi caratteri, dando oggi, o nei giorni prossimi, un segno di questa discontinuità, certamente non verrà meno la nostra disputa, la nostra azione politica perché fa parte dell'opposizione, però certamente dimostrerete di cogliere, almeno un segno, che va al di là della logica del fare quadrato. Sarebbe questo un segno che anche la comunità piemontese capirebbe.
Se usciamo da questo dibattito con il risultato che l'opposizione è stata battuta e che tutto è normale, ci si sbaglia, perché la dimensione del "chiuso" della politica, in cui avviene questa liturgia, non verrebbe colta dall'esterno. Quindi dall'esterno ci vuole qualcosa che possa, in qualche modo, rappresentare un vantaggio per tutti.
Noi vogliamo tutelare questa istituzione, proprio in questi passaggi delicati di costruzione del federalismo - come dicevo all'inizio - che viene osteggiato anche con una Costituzione trasformata. Noi troveremo certamente degli ostacoli in materie concorrenti, come l'energia. Anche nelle Commissioni parlamentari ci sono degli atteggiamenti e delle affermazioni, rispetto al ruolo delle Regioni, molto critiche. In questa fase federalista, mi auguro, come oppositore, che lei, Presidente, colga il segno della necessità di dare una discontinuità a questa situazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Segretario Di Benedetto, che interviene in qualità di Consigliere.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Presidente e colleghi, abbiamo appreso, per la verità con non troppo stupore, delle sconcertanti ammissioni del dottor Odasso. Ammissioni dalle quali emerge, con chiarezza, che sulla questione della sanità avevamo ragione.
Credo, pertanto, Presidente, che lei oggi debba ammettere che le denunce e le dure critiche con cui in quest'aula abbiamo più volte richiamato l'attenzione sulla sanità piemontese, non erano il frutto di polemiche pretestuose di un'opposizione faziosa. Permettetemi di ricordare con quanta sufficienza ed arroganza, la maggioranza ha liquidato, in un recente passato, i tentativi di fare luce sui bilanci delle aziende sanitarie e sul disinvolto ricorso a consulenze esterne da parte di manager amici. Presidente, non vi è stato il richiamo all'assunzione di scelte condivise, come, invece ha sentito il dovere di fare, all'indomani della dolorosa scoperta, il suo amico Odasso, che si era reso autore di deplorevoli atti di corruzione.
Credo sia opportuno ricordare l'inquietante coincidenza per cui mentre si chiedono nuovi sacrifici ai piemontesi, aumentando l'addizionale IRPEF, per ripianare il deficit della sanità, i nostri cittadini apprendono che nel maggior ospedale del Piemonte il direttore generale compie atti degni della peggiore prima Repubblica.
Pertanto, Presidente, alla luce di quanto accaduto deve riconoscere la nostra buona fede ed il coerente rispetto del ruolo che gli elettori ci hanno conferito, nel momento in cui abbiamo posto e riproposto con rigore e serietà, all'attenzione di quest'aula e all'opinione pubblica, i mali della sanità. Per questo è incomprensibile l'atteggiamento di chi bolla, come giustizialista che ha la sola colpa di avanzare critiche e denunciare il mancato rispetto delle regole. Anch'io, come lei, Presidente Ghigo, della trasparenza amministrativa ne faccio quasi una fede. Ed è questa la ragione per cui oggi le chiedo se non si è mai, prima d'ora, posto il problema di come avrebbe potuto revocare l'incarico al suo amico Odasso, se si fosse reso necessario per mancato rispetto degli obiettivi gestionali. Essendo lo stesso Odasso uno dei suoi più grandi elettori, uno cioè che ha concorso anche con sponsorizzazioni alla sua elezione da Presidente. Le chiedo Presidente, come avrebbe potuto comportarsi - ovviamente non costretto dalle vicende giudiziarie - di fronte all'alternativa revocare l'incarico ad un amico nei confronti del quale ha un debito di riconoscenza o agire nel rispetto degli interessi generali della comunità che rappresenta. Ed è certo che questo problema è stato oggetto della sua attenzione nel suo intervento del 21 dicembre. Quando ha ammesso, nella sostanza, che avevano ragione i colleghi Saitta e altri a denunciare l'inopportunità di incarichi affidati a manager attivisti di Partito, richiamando la necessità di un intervento normativo tale da incidere sui criteri di scelta dei direttori generali e sul controllo del loro operato. Mi pare, Presidente, di poter affermare che su questo vi è la mia, e credo quella di altri colleghi volontà di collaborare, ma prima è necessario che lei chiarisca, fino in fondo, i termini di questa, per lei, credo, dolorosa vicenda. Presidente capisco la sua amarezza per aver mal riposto la fiducia, ma credo che alla sua amarezza si aggiunga quella di molti cittadini piemontesi. Tra questi forse, anche di molti aderenti al suo Partito iscritti dal dottore Odasso.
Aderenti che, probabilmente, hanno non solo giovato al suo amico Odasso intento a garantirsi un futuro politico, ma anche a lei, Presidente, nella contesa tutta interna a Forza Italia. Lotta di cui rendono testimonianze le cronache di questi giorni tra annunci di dimissioni, poi smentite dal suo coordinatore regionale e contestazioni di dirigenti di Forza Italia al suo operato.
Tutto questo riguarda la dialettica interna alla sua forza politica. A noi interessa la tutela delle istituzioni regionali e della comunità piemontese. Condivido il suo invito a reagire del 21 dicembre e anche la sua sollecitazione a collaborare, al di là della logica, muro contro muro.
Devo, però, constatare quanto il suo operato sia contraddittorio. Alle affermazioni di principio non fa corrispondere un'autentica volontà di superare le criticità emerse non solo nella gestione della sanità, ma anche nella conduzione di alcuni appalti. Ricorderà senza dubbio che prima della vicenda Odasso, lei, Presidente, è stato costretto a prendere atto che responsabile del patrimonio - poi nominato alla guida dell'agenzia olimpica e speriamo non faccia gli stessi danni - aveva proceduto alla ristrutturazione del secondo piano del palazzo della Giunta - per due miliardi - senza alcun rispetto delle norme in materia di appalti.
Anche allora, Presidente, ha provato amarezza. Pertanto, Presidente le chiedo di non fermarsi all'esternazione dei suoi stati d'animo: amarezza, dolore, stupore per quello che i suoi amici sono capaci di fare.
Non creda che siano sufficienti i proclami di annunci ad effetto per risolvere la crisi di credibilità della nostra Regione. Ora non siamo in campagna elettorale. Non servono gli spot. Deve rispondere ai cittadini piemontesi, non deve limitarsi, come ha fatto in passato, a fare appello al senso di responsabilità dell'opposizione, ad annunciare Commissioni di inchiesta, salvo poi farle saltare perché il Presidente indicato dalle minoranze non è di suo gradimento.
Mi creda, Presidente, chiunque dell'opposizione andrà a presiedere la Commissione di inchiesta non la deluderà come ha fatto il suo amico Odasso. Da parte mia ho creduto di ritirare l'adesione alla mozione di sfiducia, proposta nei suoi confronti, perché ritenevo che non si potesse anticipare un giudizio di una sua eventuale responsabilità politica nella vicenda delle Molinette, prima che la Commissione valutasse gli atti. Tale iniziativa è stata assunta nella convinzione che alla Commissione fossero concesse tutte le garanzie per lavorare serenamente, a cominciare dalla discrezionalità delle opposizioni di indicare un loro Presidente. Così non è stato. Ora, Presidente, dia un segnale responsabile, assuma iniziativa credibili. A questo punto proceda alla sostituzione dei componenti della sua Giunta che si sono dimostrati inadeguati e non all'altezza del ruolo che rivestono. Non ci si può limitare a dire che la giustizia farà il suo corso, sono emerse precise responsabilità politiche sia nel momento in cui si è proceduto, discrezionalmente, ad affidare un incarico, sia nell'incapacità di vigilare degli Assessori. Le ricordo, Presidente, come in passato, per questioni non così gravi, abbiamo assistito ad una difesa dei suoi Assessori e poi ad una loro liquidazione. Ma a lei va il merito di aver saputo sempre scegliere i tempi giusti, per evitare un suo personale coinvolgimento. Forse anche grazie alla sua passione per gli orologi costosi e di precisione.



POZZO GIUSEPPE



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Mercurio, ne ha facoltà



MERCURIO Domenico

A questo punto del dibattito - discutiamo dalle 11 di questa mattina e dopo avere ascoltato tutti i Gruppi politici presenti in aula, credo che la minoranza abbia voluto fare le prove generali per la formazione del nuovo Ulivo, almeno in Piemonte. Nuovo Ulivo comprensivo di tutte le "anime", da Di Pietro a Rifondazione Comunista. Mi permetto di fare questa valutazione perché è quanto emerso dal dibattito. Torino è sempre stata un laboratorio politico, almeno fino ai primi anni '80, evocati, credo, in modo pertinente, quando, allora, una forza nella maggioranza che amministrava Comune e Regione, cercò di fagocitare alcuni alleati che non erano molto d'accordo o che avevano l'ardire di pensare con la propria testa e di avere una politica per gli anni avvenire. Quando ho letto la mozione, ho avuto l'impressione che la stessa fosse un po' temeraria, anche perché, sul piano tecnico giuridico, siamo solo all'indagine preliminare.
Non c'è stata ancora la cosiddetta discovery, le carte dovrebbero ancora essere coperte, anche se i fatti sono gravissimi e sotto gli occhi di tutti. Quello che voglio dire alla minoranza è che, la base su cui dovrebbe essere formato il nuovo Ulivo, è una base che non tiene, che frana. Non sempre si riesce ad avere le virtù delle uri, non si può essere vergini a vita e non si possono ripetere film per tutta la vita. Il confronto deve essere aperto, duro, ma anche democratico senza avvelenare più di tanto la lotta politica: chi semina vento, raccoglie tempesta. E nemmeno si possono risolvere i problemi con la demagogia tanto al chilo. Arrivo alla figura sulla quale questa mattina dovevamo riflettere, che è stata colta benissimo, almeno nella prima parte, nella mozione presentata dai Consiglieri del Gruppo Radicale. Mi riferisco alla figura onnipotente del direttore generale, che non è un Giano bifronte, ma è trifronte quadrifronte, forse avrà cento facce. Un errore non si corregge con un altro errore. La medicina si è rilevata peggio della malattia. La malattia erano i Comitati di gestione, i Consigli di amministrazione come è già stato detto anche da altri Consiglieri. Non vogliamo certamente tornare ai Consigli di amministrazione o ai Comitati di gestione, però, dopo quasi un decennio, bisogna prendere atto che la figura del direttore generale è un ibrido, non sa di niente. Non sa di privato perché non è un amministratore unico che risponde agli azionisti e nemmeno di pubblico perché ha tutti i poteri, ma ha un limite: la Magistratura. Quando l'unico limite alla politica è la Magistratura, è chiaro che la medesima non può fare atro che supplire alle deficienze della politica. La politica non deve seguire strade poco chiare, la politica deve essere chiara dandosi delle regole chiare e ha tutta l'autorità, o dovrebbe avere tutta l'autorità, per farlo. Non si può essere controllori e controllati nello stesso tempo, non si può essere amministratori unici e non avere alcun controllo né di tipo amministrativo né di tipo civile: c'è solo il controllo della Magistratura.
Per questo dico che la Magistratura sta facendo bene il suo lavoro e supplisce benissimo le deficienze della politica.
Arriviamo ai tanti discorsi che ho sentito questa mattina in aula. C' chi dice che, da parte del Presidente, c'è la "culpa in eligendo e culpa in vigilando" e c'è chi dice che non c'è il dolo, ma responsabilità oggettiva.
Su questo punto dobbiamo esseri chiari. Siamo in una sede politica, allora bisogna spiegare cos'é la responsabilità civile. Se c'è colpa, non ci pu essere responsabilità oggettiva e viceversa. Se c'è responsabilità oggettiva, come la mettiamo con il fatto che tutta la dottrina e tutti i tecnici in materia - dall'estrema destra all'estrema sinistra - almeno oggi, dicono che la responsabilità oggettiva è un residuo di un passato che trova il proprio fondamento nella notte dei tempi? Non è il Consigliere Mercurio che afferma questo, ma un grande autore giuridico, Rodotà, che afferma che la a responsabilità oggettiva ha queste caratteristiche. Torno al discorso che facevo inizialmente relativo alle prove generali e il fallimento di queste prove. Inevitabilmente, questo fallimento non poteva essere evitato perché alla base non c'è una proposta politica. La mozione è pretestuosa. Non ho sentito, in questi diciotto mesi, in materia di sanità proposte politiche. Nell'ultimo dibattito che abbiamo fatto relativo ai gravi fatti delle Molinette proposi, addirittura, forse qualcuno pensavo che scherzassi, di chiudere l'ospedale Sant'Anna ed aprire un albergo a cinque stelle. Lo avevo detto anche prima dei fatti delle Molinette. E' una proposta che ha la sua validità, che è stata fatta non solo dal sottoscritto, ma anche da altri personaggi più illustri Credo che abbia ragione il Consigliere Marengo quando afferma che la sinistra, con questo suo atteggiamento e con queste proposte temerarie, non facilita l'unità del cosiddetto "nuovo Ulivo". D'altra parte, vedo firme ritirate nella stessa mozione. Le firme di partenza, che già erano mancanti di qualche Consigliere, si sono via via ridotte, perché manca la base politica, manca la qualità politica e manca la proposta politica. Volete vincere? Si vince alle elezioni.
Qualcuno ha fatto la battuta che porta male l'orologio. Io faccio le mie corna e spero che non porti male l'orologio, anzi che non porti male niente, e che il nostro Presidente goda di ottima salute fino alla fine del mandato. C'è un vecchio detto - lo dico in italiano, perché in valdostano molti potrebbero non capirlo - che dice che al cavallo bestemmiato gli luccica il pelo!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Signor Presidente e colleghi, i fatti di cronaca, riguardanti la Tangentopoli delle Molinette,, riferiti quotidianamente da giornali e televisione, denunciano un clima preoccupante di "Sanitopoli" torinese, che dimostra come il sistema di gestione manageriale della sanità pubblica presenti enormi lacune e si sviluppi in un contesto di carenza di controlli istituzionali sull'operato dei manager stessi.
Allo stato attuale dell'indagine non ci è concesso sapere quanto il fenomeno sia esteso. I presupposti, comunque, e mi auguro di sbagliare, non mancano, pur non avendo elementi concreti per opinare che esso non sia circoscritto dal momento che, come si può notare, gli stessi imprenditori che erogavano tangenti ad Odasso forniscono molti altri ospedali della Regione.
Questo sistema di malasanità gestionale raggiunge livelli patologici come quello delle Molinette, proprio in un clima di potere assoluto ed incontrollato del Direttore Generale che arriva a situazioni estreme come l'incassare personalmente tangenti proprio in virtù della convinzione di essere una sorta di "intoccabile".
La riforma 502 voluta dall'allora Ministero De Lorenzo, creò nel 1992 questo sistema monocratico. Oggi servono dei correttivi, magari anche a livello regionale, per attivare dei meccanismi di controllo sull'operato dei Direttori Generali, sia a livello di piani attuativi aziendali, sia della gestione corrente, in quanto, come dicevo prima, non esiste un controllo di gestione adeguato da parte del potere politico. Se i politici vogliono riappropriarsi del loro ruolo e sottrarsi al meccanismo degli avvisi di garanzia, devono allestire dei sistemi di gestione validi e trasparenti che, con la delega alle Regioni della politica sanitaria dovrebbero essere attuabili. La delega in bianco al manager di fiducia organo monocratico assoluto, non convince per nulla.
Tutto questo, concettualmente, lo ebbi a ribadire nella discussione sulla sanità avvenuta in quest'aula prima delle feste natalizie suggerendo, allora, dei controlli preventivi e più efficaci su tutte le ASL.
Le valutazioni politiche esposte dal collega Marcenaro su questo tema sono ampiamente condivisibili, allora come adesso, ed io non intendo ripeterle. Ma i passaggi e le finalità di questa mozione sono altri e diversi.
A conclusione di quel dibattito venne accordata una Commissione regionale d'inchiesta, che è stata già fatta, manca solo la nomina del Presidente per poter operare, che si auspica avvenga quanto prima. Questa Commissione dovrà indagare, per quello che è il suo mandato, con criteri di onesta e imparzialità, senza pregiudizi, al solo fine di appurare la verità.
A tale Commissione i titolari degli uffici della Regione, di Enti ed aziende da esse dipendenti, hanno l'obbligo di fornire tutti i dati e le informazioni necessarie, senza vincolo di segreto d'ufficio. Essa Commissione proceda alle indagine e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'Autorità Giudiziaria.
Riflettendo su questi presupposti, mentre è in corso l'istruttoria della Magistratura, al sottoscritto è parso perlomeno intempestivo e non giustificato dare la propria adesione alla mozione di sfiducia nei confronti del Presidente della Regione e dell'Assessore alla sanità configurandosi ciò come richiesta di condanna, a prescindere.
Il garantismo in uno stato di diritto non è una mera parola. I teoremi o meglio la giustizia erogata secondo teoremi, sa molto di giustizialismo che mi augurato e speravo fosse finito nel 1992, quando, con la formula "non poteva non sapere", è stata distrutta un'intera classe politica, mi riferisco, per chi ha memoria corta, alla DC e al PSI, lasciando un vuoto culturale e politico a tutt'oggi difficilmente colmabile e di cui stiamo pagando le conseguenze.
Queste cose, com'é nel nostro costume e nella nostra cultura socialista, le abbiamo dette allora e le ribadiamo anche adesso, non usando due pesi e due misure a seconda delle convenienze e delle opportunità politiche del momento. Questo comportamento non è solo di certa limitata parte della sinistra massimalista, ma è patrimonio inconfutabile di quella certa parte di destra, becera e forcaiola, sempre più virulenta ed arrogante.
Noi, con forza, diciamo che chiunque abbia commesso illeciti o azioni delittuose dovrà pagare, penalmente e politicamente, se svolge attività politica. Per quello che ci riguarda non intendiamo fare sconti a nessuno ma vivaddio, prima di emettere sentenze di condanna, riteniamo che sia doveroso aspettare le conclusioni del lavoro che la Commissione si accinge a svolgere e che la Magistratura, a cui va tutta la nostra fiducia, sta già svolgendo. Questa è la nostra posizione, questo è il nostro pensiero coerente con la nostra cultura liberale e socialista, e su cui, lo ribadiamo ancora, non siamo disposti ad accettare lezioni da chicchessia.
Mi ha fatto piacere sentire ieri sera nel TG3 regionale della notte l'On.
Violante raccomandare di evitare strumentalizzazioni politiche prima delle conclusioni della Magistratura. Parole sagge e piene di buonsenso, da tenerle presente e farne tesoro, amici dell'Ulivo , altro che fare riunioni ristrette tenendo fuori chi non è allineato e coperto su quelle posizioni.
Certi comportamenti, improntati all'autosufficienza, sono deleteri e non fanno certamente bene al comune procedere politico. Mi avvio alla conclusione di questo mio breve intervento facendo mia una riflessione del Sindaco Chiamparino: "Sulla vicenda Odasso c'è poco da dire. Si tratta di un caso miserevole. Fa male, dal punto di vista morale, ancor prima che da quello politico, scoprire che un manager ai vertici di una struttura destinata alla cura delle persone è stato capace di quello che ha fatto".
La Magistratura a cui noi ci appelliamo darà le risposte giuste. Per intanto dobbiamo credere e crediamo a quanto ci ha riferito questa mattina il Presidente Ghigo, anche se bisogna essere d'accordo col collega Palma che c'è stata molta ingenuità. Comunque, auguriamo a lui serenità per il suo lavoro locale e nazionale, come è usanza presso le società civili.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri:"dimissioni ora e nuove elezioni ad aprile", per ragioni politiche che sono, già oggi, senza attendere altro, tutte chiare esaurienti, convincenti, fuori da ogni possibile dubbio.
La situazione è molto grave; la maggioranza ha risposto con una raffica di interventi, numerosissimi, che hanno portato poche e sfuggenti argomenti. Ma che hanno dato una visibile rappresentazione quantitativa di una preoccupazione che la maggioranza in effetti ha, anche se poi nega con gli argomenti. E questa preoccupazione è giusto nutrirla.
Il Presidente Ghigo ha svolto una relazione da politico di professione per quanto riguarda l'attaccamento alla sedia e viceversa per quanto riguarda gli argomenti utilizzati: sfilacciati, spesso, come hanno ricordato i colleghi, omissivi. Un intervento ricco di pieghe nascoste. Ma come? Il Presidente Ghigo e il dott. Odasso erano una coppia dai comuni interessi politici; questo prima dell'arresto del dott. Odasso. Ora la coppia si è sciolta. Sarà questo uno dei pochi casi in cui la coppia si scioglie per responsabilità uniche di una sola parte? E' solo Odasso che si è comportato male o, dal punto di vista politico, anche Ghigo ha omesso dei comportamenti cui sarebbe stato tenuto? Ghigo ha la responsabilità in solido, con il dott. Odasso, di una scelta, la nomina dello stesso Odasso, che ha portato ad una commistione non tra politica e affari, ma, su confessione di Odasso, tra politica e malaffare. Questa la conseguenza di un atto di governo del Presidente Ghigo che, offeso, inizia la sua relazione dicendoci: "Non accetto lezioni di onestà da nessuno". Ma, qualche invito ad andare a lezioni di buongoverno li accetta? Gli atti che lei ha compiuto, Presidente Ghigo, nelle loro conseguenze fattuali, non nelle loro interpretazioni, ma in quanto hanno generato: di certo, non un buongoverno; non si è trattato di atti che per diligenza, competenza, attenzione, lungimiranza hanno provocato buongoverno. Anzi, hanno gettato su tutta la Regione una grave preoccupazione di discredito. Prenda lezioni di buongoverno, Presidente Ghigo: intanto di dimetta, liberi la Regione dalla sua qualità di governo e torni a studiare con maggiore diligenza.
Il Presidente Ghigo ha delle responsabilità che non devono attendere il lavoro di un'istituzione parallela alla nostra, indipendente, ma che persegue, come la nostra, la stessa finalità di cercare di realizzare un interesse pubblico: la Magistratura. Lasciamo che questa faccia il proprio corso; non stiamo parlando di reati, ma di responsabilità politiche. E quelle di Ghigo, evidentissime, sono, in primo luogo di aver scelto, in termini di caratura politica prevalente, il dott. Odasso come capo, come direttore generale della più importante azienda ospedaliera piemontese ed italiana, e quindi di aver scelto, come opzione politica, un iscritto a Forza Italia per quel ruolo. Poteva compiere scelta diversa, e, al di là delle qualità del manager, compiere una scelta politica che evitasse la commistione di comuni interessi politici dentro Forza Italia - dentro un medesimo modo di pensare il partito - con il dott. Odasso.
Primo errore evidente su cui non c'è bisogno di attendere alcunché.
Secondo errore. Seconda responsabilità.
Presidente Ghigo, accettiamo che lei abbia scelto "a casa sua" partiamo pure da lì. Ma perché non ha scelto una persona perbene? Non sapeva, Presidente Ghigo, che il dott. Odasso, poco tempo prima, era stato anche oggetto di attenzioni da parte della Magistratura e che aveva pattuito - in temi legati alla stessa attività sanitaria - delle condanne? Le pareva che all'interno della sua Casa lei dovesse proprio scegliere persona che aveva avuto anche elementi giudicati irregolari e penalmente o civilmente rilevanti in tema sanitario? Non poteva almeno scegliersi una persona perbene? No, non l'ha fatto. E non solo: di questa persona il mensile è noto al Presidente Ghigo; mensile di tutto rilievo, ma non tale da non indurre, in un Presidente attento in termini di azioni di buon governo, una qualche attenzione, una qualche diffidenza, una qualche preoccupazione quando una persona, dal mensile di 10 milioni al mese gli fa un regalo da 10 milioni. E no; non si tratta di dire "ho commesso un reato ad accettare un regalo di questo genere? Se ne occupi la Magistratura". In altri tempi era reato molto meno, ma va bene così. A me interessa dire che il Presidente Ghigo avrebbe dovuto cogliere questo come un elemento di attenzione. Ora, vedete, il Presidente Ghigo non può pensare di uscirne in questo modo. E' una situazione dalla quale si può uscire se non si è né conniventi né gonzi; delle due l'una: o si è conniventi oppure, il collega Palma ha parlato di essere "fessi", "gonzi".
Presidente Ghigo, questo fatto denota una sua incapacità di governo, un suo modo d'essere e comportamentale non all'altezza dell'alto compito che richiede la sua carica. E vi sono poi altri elementi, né citati n trattati, ma che fanno parte del divenire; e chissà cosa possono divenire.
Lei sapeva, Presidente, che il Capogruppo Ghiglia aveva trattato con Odasso un versamento di 8 milioni ad Alleanza Nazionale? Vi siete parlati? Il Capogruppo Ghiglia l'ha informata che il direttore generale da lei nominato nel posto più importante del Piemonte era andato ad offrire...
Gliel'aveva detto o no? Lo sapeva o no? Questo, a Lei, interessa, anche retrospettivamente, visto che la realtà è un divenire che si ripete spesso? Lei nulla ha detto; ha fatto l'offeso, la persona straziata da una qualche ingiustizia della quale è del tutto estraneo. Non è vero: lei, non avendo governato con sufficiente attenzione, lei oggi, Presidente Ghigo, è portatore di una prassi di governo pericolosa per sé e per gli altri: per le istituzioni e per i cittadini piemontesi. Questo modo di governare è pericoloso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri:"dimissioni ora e nuove elezioni ad aprile", per ragioni politiche che sono, già oggi, senza attendere altro, tutte chiare esaurienti, convincenti, fuori da ogni possibile dubbio.
La situazione è molto grave; la maggioranza ha risposto con una raffica di interventi, numerosissimi, che hanno portato poche e sfuggenti argomenti. Ma che hanno dato una visibile rappresentazione quantitativa di una preoccupazione che la maggioranza in effetti ha, anche se poi nega con gli argomenti. E questa preoccupazione è giusto nutrirla.
Il Presidente Ghigo ha svolto una relazione da politico di professione per quanto riguarda l'attaccamento alla sedia e viceversa per quanto riguarda gli argomenti utilizzati: sfilacciati, spesso, come hanno ricordato i colleghi, omissivi. Un intervento ricco di pieghe nascoste. Ma come? Il Presidente Ghigo e il dott. Odasso erano una coppia dai comuni interessi politici; questo prima dell'arresto del dott. Odasso. Ora la coppia si è sciolta. Sarà questo uno dei pochi casi in cui la coppia si scioglie per responsabilità uniche di una sola parte? E' solo Odasso che si è comportato male o, dal punto di vista politico, anche Ghigo ha omesso dei comportamenti cui sarebbe stato tenuto? Ghigo ha la responsabilità in solido, con il dott. Odasso, di una scelta, la nomina dello stesso Odasso, che ha portato ad una commistione non tra politica e affari, ma, su confessione di Odasso, tra politica e malaffare. Questa la conseguenza di un atto di governo del Presidente Ghigo che, offeso, inizia la sua relazione dicendoci: "Non accetto lezioni di onestà da nessuno". Ma, qualche invito ad andare a lezioni di buongoverno li accetta? Gli atti che lei ha compiuto, Presidente Ghigo, nelle loro conseguenze fattuali, non nelle loro interpretazioni, ma in quanto hanno generato: di certo, non un buongoverno; non si è trattato di atti che per diligenza, competenza, attenzione, lungimiranza hanno provocato buongoverno. Anzi, hanno gettato su tutta la Regione una grave preoccupazione di discredito. Prenda lezioni di buongoverno, Presidente Ghigo: intanto di dimetta, liberi la Regione dalla sua qualità di governo e torni a studiare con maggiore diligenza.
Il Presidente Ghigo ha delle responsabilità che non devono attendere il lavoro di un'istituzione parallela alla nostra, indipendente, ma che persegue, come la nostra, la stessa finalità di cercare di realizzare un interesse pubblico: la Magistratura. Lasciamo che questa faccia il proprio corso; non stiamo parlando di reati, ma di responsabilità politiche. E quelle di Ghigo, evidentissime, sono, in primo luogo di aver scelto, in termini di caratura politica prevalente, il dott. Odasso come capo, come direttore generale della più importante azienda ospedaliera piemontese ed italiana, e quindi di aver scelto, come opzione politica, un iscritto a Forza Italia per quel ruolo. Poteva compiere scelta diversa, e, al di là delle qualità del manager, compiere una scelta politica che evitasse la commistione di comuni interessi politici dentro Forza Italia - dentro un medesimo modo di pensare il partito - con il dott. Odasso.
Primo errore evidente su cui non c'è bisogno di attendere alcunché.
Secondo errore. Seconda responsabilità.
Presidente Ghigo, accettiamo che lei abbia scelto "a casa sua" partiamo pure da lì. Ma perché non ha scelto una persona perbene? Non sapeva, Presidente Ghigo, che il dott. Odasso, poco tempo prima, era stato anche oggetto di attenzioni da parte della Magistratura e che aveva pattuito - in temi legati alla stessa attività sanitaria - delle condanne? Le pareva che all'interno della sua Casa lei dovesse proprio scegliere persona che aveva avuto anche elementi giudicati irregolari e penalmente o civilmente rilevanti in tema sanitario? Non poteva almeno scegliersi una persona perbene? No, non l'ha fatto. E non solo: di questa persona il mensile è noto al Presidente Ghigo; mensile di tutto rilievo, ma non tale da non indurre, in un Presidente attento in termini di azioni di buon governo, una qualche attenzione, una qualche diffidenza, una qualche preoccupazione quando una persona, dal mensile di 10 milioni al mese gli fa un regalo da 10 milioni. E no; non si tratta di dire "ho commesso un reato ad accettare un regalo di questo genere? Se ne occupi la Magistratura". In altri tempi era reato molto meno, ma va bene così. A me interessa dire che il Presidente Ghigo avrebbe dovuto cogliere questo come un elemento di attenzione. Ora, vedete, il Presidente Ghigo non può pensare di uscirne in questo modo. E' una situazione dalla quale si può uscire se non si è né conniventi né gonzi; delle due l'una: o si è conniventi oppure, il collega Palma ha parlato di essere "fessi", "gonzi".
Presidente Ghigo, questo fatto denota una sua incapacità di governo, un suo modo d'essere e comportamentale non all'altezza dell'alto compito che richiede la sua carica. E vi sono poi altri elementi, né citati n trattati, ma che fanno parte del divenire; e chissà cosa possono divenire.
Lei sapeva, Presidente, che il Capogruppo Ghiglia aveva trattato con Odasso un versamento di 8 milioni ad Alleanza Nazionale? Vi siete parlati? Il Capogruppo Ghiglia l'ha informata che il direttore generale da lei nominato nel posto più importante del Piemonte era andato ad offrire...
Gliel'aveva detto o no? Lo sapeva o no? Questo, a Lei, interessa, anche retrospettivamente, visto che la realtà è un divenire che si ripete spesso? Lei nulla ha detto; ha fatto l'offeso, la persona straziata da una qualche ingiustizia della quale è del tutto estraneo. Non è vero: lei, non avendo governato con sufficiente attenzione, lei oggi, Presidente Ghigo, è portatore di una prassi di governo pericolosa per sé e per gli altri: per le istituzioni e per i cittadini piemontesi. Questo modo di governare è pericoloso.
Queste le motivazioni in base alle quali le si chiede di andarsene guardi alle piccole cose, Presidente Ghigo. Lei si rende conto che oggi qualunque cittadino o cittadina piemontese si sentirebbe in imbarazzo.
Queste le motivazioni in base alle quali le si chiede di andarsene guardi alle piccole cose, Presidente Ghigo. Lei si rende conto che oggi qualunque cittadino o cittadina piemontese si sentirebbe in imbarazzo a chiederle "che ora è"! Presidente, la semplice domanda sull'ora, oggi mette in imbarazzo chiunque. Le pare possibile, Presidente, non poter chiedere "che ora è" a chi governa il Piemonte? Presidente, tolga tutti dall'imbarazzo! Si dimetta da Presidente della Giunta regionale, dimostri che, al di là di ogni dubbio, lei si rende conto di aver provocato un danno enorme alla sua immagine, alla sua persona alla Regione Piemonte e anche, forse, agli iscritti di Forza Italia che non hanno la possibilità di comperare mille tessere per far carriera. Verso questo complesso di persone lei ha un debito che può risarcire, consentendo a tutti di chiederle che ore sono, andando a studiare qualche lezione di buongoverno e consentendo agli elettori Piemontesi di tornare alle urne.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Dopo aver ascoltato le parole del Presidente Ghigo non mi sono affatto convinto che la mozione che abbiamo presentato sia sbagliata. Anzi, le parole del Presidente Ghigo mi hanno rafforzato nell'idea che la mozione è politicamente corretta. Come è già stato detto nessuno di noi mette in dubbio che sia giusto rispettare la legge italiana e non lanciarsi in condanne prima della sentenza.
A questo proposito vorrei ricordare a tutti che sarebbe bene che questi atteggiamenti di garanzia fossero tenuti sempre anche nei confronti di tanti immigrati che, troppo spesso, condanniamo prima di una sentenza del tribunale. La mozione che abbiamo presentato è politicamente corretta perché nasce da più motivazioni di tipo politico. La prima, è già stato anche detto, nasce da quella che definirei una deviazione politica che la Giunta e la maggioranza stanno vivendo. Sull'onda di un successo elettorale si è impostata una politica di arroganza e di protervia pensando che il mandato degli elettori permettesse ogni tipo di scelta. Il mandato elettorale, pur ampio, non deve far dimenticare che chi governa deve rispondere a tutti i cittadini e non solo ai propri elettori.
Politicamente le dimissioni sono anche necessarie per una serie di ragioni. Innanzitutto non si possono ignorare le implicazioni che il comportamento del manager Odasso ha direttamente sulla Giunta. Si è sempre detto che esiste una "catena del comando": Presidente, Assessore della sanità, manager. In questo senso il Presidente non poteva non conoscere il coinvolgimento politico del direttore sanitario. D'altronde lo stesso Presidente ha affermato che non si può chiedere ai manager di non avere preferenze politiche. A parte il fatto che in questo caso viene meno il primo motivo della riforma sanitaria che voleva liberare la gestione della sanità dalla morsa e dall'influenza della politica.
Il Presidente non poteva non pensare che una raccolta di un numero così consistente di tessera, 1600, fosse solo idea politica e non invece partecipazione politica attiva. Il tutto non in un Partito qualsiasi, bensì proprio nello stesso Partito del Presidente; con ciò viene alimentato il sospetto di una nomina politica del manager.
In secondo luogo la responsabilità politica è legata alla gestione della vicenda della nomina del manager. Il Presidente non può ignorare che le voci di deficit della sanità piemontese siano legate a quattro voci, di cui una molto elevata, dei beni e servizi. Proprio beni e servizi ricadono sul problema che è collegato alla vicenda Odasso. Se l'acquisto di beni e servizi è oggetto di transizioni tangentizie, è chiaro che ciò provoca un aumento dei costi per la sanità pubblica, costi che pagano tutti i cittadini. Quindi, come è dimostrato, le tangenti richiedono un esborso ai cittadini piemontesi; è come se tali soldi fossero stati tolti dalle tasche dei cittadini piemontesi. Se quei soldi sono poi serviti per comperare orologi o quant'altro; sono i cittadini piemontesi, Presidente Ghigo, che hanno comperato quell'orologio da collezione. A loro, non a noi, deve spiegare di aver ricevuto un dono di valore e di non essersi chiesto il perché. Ebbene, il Presidente non si chiede nulla, riceve regali milionari e non si preoccupa di sapere quello che fa un manager.
Mi ascolti, Presidente Ghigo, se l'orologio è da collezione lo metta all'asta e renda quei soldi ai cittadini piemontesi, magari devolvendoli alla sanità. Politicamente la responsabilità del Presidente dipende dal fatto che si è voluta creare una "catena del comando" che va dal Presidente al direttore generale che però funzionerebbe soltanto nel momento dell'incarico e non del controllo. Così se non ci si accorge del comportamento legale di un direttore, come ci si potrà sostenere di avere la capacità di scegliere i manager migliori per la gestione della sanità pubblica? Politicamente, sarà stato ininfluente o meno che il manager in questione fosse in possesso di un numero consistente di tessere? Non si tratta di strumentalizzazione, noi non anticipiamo le indagini della Magistratura, si tratta di responsabilità politica di chi aveva il dovere di verificare e valutare l'operato delle persone nominate in ruoli di grande responsabilità.
Quindi, secondo noi, il Presidente Ghigo ha la responsabilità di una sanità piemontese che accumula debiti senza aumentare, anzi diminuendo, i livelli assistenziali. Il fallimento della gestione sanitaria è data dall'aumento, da un lato, del deficit e dall'altro dal non miglioramento dei livelli assistenziali. Solo pochi giorni fa abbiamo visto quale sia lo stato delle liste di attesa in Piemonte.
E' compito del Presidente Ghigo convincere i cittadini, che sono in lista d'attesa, per la loro salute, che quanto avvenuto non ha influenza sul cattivo funzionamento della sanità. Il Presidente e l'Assessore alla sanità hanno proposto un Piano sanitario con cui si assegna ogni potere alla Giunta, esautorando del tutto il Consiglio. Così, mentre la vicenda Odasso porta il Presidente a dover pubblicamente ammettere che non è stato possibile vigilare sull'operato di un direttore sanitario, mentre si ammette una propria incapacità di verifica sugli atti assunti da una persona nominata, mentre accade tutto questo, la Giunta vuole assegnare a sé ancora più poteri e ancora più possibilità gestionali. Da un lato si afferma un'incapacità di vigilare, un'incapacità politica gestionale dall'altra si chiede ancora maggiore libertà di decisione. In conclusione abbiamo un Presidente che ammette pubblicamente di aver scoperto il comportamento malandrino di un manager da lui nominato, ma afferma di non aver avuto dubbi sull'accettare regali milionari dalla stessa persona. Un Presidente che non è in grado di sapere quello che avviene in un settore molto importante per la vita di tutti i cittadini piemontesi. Ebbene noi crediamo che questo Presidente politicamente, con questo comportamento tradisca i suoi elettori e i cittadini piemontesi. Pertanto crediamo e chiediamo che debba avere il coraggio di dimettersi e di chiedere ai cittadini piemontesi di rinnovargli la fiducia.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Vaglio, che interviene in qualità di Consigliere.



VAGLIO Roberto

La ringrazio, Presidente. Io credo che anche il Gruppo dei Federalisti uno dei Gruppi storici di questo Consiglio, ormai alla terza legislatura debba contribuire alla serenità di questo nostro Consiglio, e cioè contribuire a cercare quella via che garantisca ai colleghi, ma soprattutto alla nostra Regione, che al di là delle polemiche giornalistiche probabilmente fatte in un periodo in cui di notizie ce n'erano un po' pochine, in questa sede e in questo Consiglio esiste ancora, com'è sempre esistita, la serena volontà di pensare al progresso dei servizi, al miglioramento dei servizi indirizzati alla nostra Regione.
Questa mattina ho sentito molti interventi; affermerei che quasi tutti gli interventi dei colleghi, a parte la partigianeria o comunque a parte il ruolo che ognuno di noi riveste in questo consenso, sono stati sufficientemente pacati, sufficientemente sereni, e questo mi conforta.
Devo dire che temevo di sentire i toni apocalittici della quinta legislatura - chi c'era se li ricorda bene - punteggiata da avvisi di garanzia, da arresti, da situazioni non dovute agli uomini, ma dovute a un sistema; un sistema che è stato cambiato, che è stato modificato.
Il potere decisionale nelle mani della classe politica, oggi non esiste più; una classe politica che in allora non era la mia, io ero all'opposizione, come molti dei rappresentanti dei partiti che oggi siedono in maggioranza; una classe politica a cui noi, i colleghi di AN, i colleghi di Forza Italia e i colleghi della Lega Nord, facemmo opposizione chiedendo numerose volte le dimissioni del Presidente della Giunta chiedendo le dimissioni degli Assessori, chiedendo di andare nuovamente alle urne.
Direi che in allora ce n'era ben donde; oggi molto meno, in quanto il sistema è radicalmente cambiato, perché così ha voluto il Paese. Il momento decisionale oggi è nelle mani dei funzionari e nelle mani dei tecnici, e proprio a quei funzionari, a quei tecnici il sistema politico ha chiesto a gran voce, direi gli elettori hanno chiesto a gran voce, che si fornisse la più ampia autonomia. E così è stato.
La più ampia autonomia è stata data a funzionari, è stata data a specialisti del settore, sottraendola - giustamente - alla parte politica.
Ed oggi ci accorgiamo che l'uomo perfetto non esiste.
L'uomo perfetto non esiste e non esistono scelte assolutamente sicure lo dimostrerebbero, al di là di ogni ragionevole dubbio, gli innumerevoli matrimoni andati a male: si crede, si pensa di avere a che fare con delle persone, con delle situazioni umane e ci si ritrova, dopo alcuni anni, a doversi ricredere. E noi oggi ci ricrediamo nei confronti di una persona che era al di sopra di ogni sospetto e che tecnicamente e professionalmente aveva dimostrato delle capacità indiscusse; ci ritroviamo a riconoscere che non aveva quelle qualità morali o forse si è ritrovata nella situazione personale di dover accettare dei gravissimi compromessi.
E questo comporterebbe le dimissioni dell'intera Giunta e del suo Presidente, comporterebbe la ridiscussione del sistema, comporterebbe tutta una serie di questioni connesse? Qualcuno dice: "Non è per la situazione in sé e per sé, ma è per quanto questa situazione scopre".
I controlli non sono sufficienti a garantire che nessuno rubi. Io credo che non sia sfuggito a nessuno di noi che in Italia abbiamo il maggior numero di poliziotti pro-capite; ciò nonostante - leggo oggi sul giornale - c'è una recrudescenza delle rapine in banca, c'è una recrudescenza dei reati contro la persona e soprattutto dei reati sessuali.
Non è dunque il controllo che esime dal reato, non è la vigilanza che esime dal reato. Il reato è un qualche cosa con cui non bisogna convivere non bisogna coesistere, ma che bisogna mettere in conto, e giustamente questo governo ha tenuto conto che queste cose possono capitare, ha tenuto conto che la Magistratura faccia chiarezza e faccia il suo lavoro, così come ognuno di noi fa il proprio.
I compiti sono separati: la Magistratura ha le sue funzioni, il potere politico e amministrativo ha le proprie funzioni, il potere legislativo ha le proprie funzioni. Non può esserci né commistione né confusione di ruoli e io credo che la serenità che oggi ha contraddistinto questo dibattito sia la dimostrazione che nessuno di noi è convinto che debba esserci commistione tra i ruoli e che in effetti non esista una responsabilità che da un ruolo ricada su un altro.
Questa è una brutta vicenda, che non ha fatto piacere a nessuno di noi.
Ma è una vicenda che ci deve convincere una volta di più che non c'è separatezza nell'organo legislativo, che non c'è separatezza in quest'assise nell'affrontare i problemi e nel risolverli; può esserci una differente angolatura nella visione del problema, ci possono essere soluzioni diverse, ma il dibattito non deve essere "drogato" dal populismo e dal giustizialismo. E ritengo, fino a questo momento, fino al momento del mio intervento, di poter sottolineare con una certa soddisfazione che nessuno di noi si è fatto travolgere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Qualche collega mi invitava a notare se corrisponde al vero ciò che ha scritto - mi pare - Repubblica. Al riguardo, vorrei dire soltanto pochissime cose in questo intervento.
Innanzitutto vorrei dire che ormai è la Magistratura a dover assumere le proprie decisioni e andare avanti nell'inchiesta, e mi pare che la Regione Piemonte debba aiutare la Magistratura nel suo lavoro, così come sono convinto che il Consiglio regionale debba aiutare la Magistratura attraverso il lavoro della Commissione d'inchiesta. Mi pare che i termini siano questi.
Non credo quindi che noi dobbiamo esprimere delle condanne, perché ci penserà - se ci saranno le condizioni - la Magistratura; noi dobbiamo giustamente - com'è stato detto e ripetuto - limitarci a qualche considerazione di carattere politico, partendo dalle affermazioni che Lei Presidente, ha fatto. Capisco il suo imbarazzo ed anche la modalità con cui Lei è intervenuto, però le questioni sono un po' diverse.
Se dovessimo negare il fatto che un uomo può sbagliare nella scelta degli uomini diremmo cosa assurda: tutti possiamo sbagliare. Lei ci ha detto: "Ho sbagliato: ho scelto una persona sbagliata". Può capitare. Il problema è diverso. Alle considerazioni che farò darò un taglio diverso da quello che ha dato lei.
Parto dalla domanda, che molti in questi giorni mi hanno posto, in quanto protagonista di questa battaglia sulla sanità insieme ad altri colleghi presenti, già a partire dalla passata legislatura: "Cosa provo rispetto allo scandalo delle Molinette?" Forse Lei non ci crederà , ma non ho provato né provo soddisfazione, assolutamente. Provo soltanto una grande amarezza, perché la politica e le istituzioni subiranno nuovamente una grave perdita di credibilità. Non è problema che riguarda solo alcune forze politiche: sono le istituzioni a perdere una credibilità politica su cui occorre reagire con determinazione, non pensando alla propria posizione.
L'aver preso l'orologio...sono cose importanti, ma il problema sta nel come si reagisce, come la Regione Piemonte sia in grado di dare risposte efficaci a qualcosa di grave, che ha fatto perdere credibilità alle istituzioni regionali.
E' chiaro che non ho provato stupore; non ho provato soddisfazione, ma neppure stupore. Ho sempre avuto la convinzione che prima o poi, quando interviene una scissione tra politica e morale, i guasti, in qualche maniera, si realizzano: prima o poi vengono fuori. Debbo dire che ho avuto qualche momento di pessimismo - sono ormai sette anni che siedo in questi banchi, più o meno. Dopo tante denunce politiche, dopo tante osservazioni e dopo aver constatato che nulla è cambiato, ho avuto momenti alla tenente Drogo nel "Deserto dei Tartari", che aspetta l'arrivo della battaglia. E' passato del tempo e nulla è accaduto: ho avuto la sensazione di aver perso del tempo; la sensazione di aver fatto una battaglia che non ha prodotto risultati.
Lo squarcio che si è aperto sulle Molinette dimostra che la battaglia che insieme ad altri colleghi abbiamo combattuto, era fondata e non era assolutamente pretestuosa.
Se il Presidente Ghigo e la sua maggioranza di centrodestra avesse raccolto, in questi sette anni, le nostre critiche, le nostre denunce, i nostri suggerimenti, oggi non assisteremmo a questo triste spettacolo di sistematica organizzazione tangentizia in modo superaffinato, che ha trovato terreno fertile perché sono stati omessi i controlli, perché Lei Presidente, e alcuni suoi Assessori si sono impegnati non tanto nella politica sanitaria, ma per ricercare fedeltà di partito in alcuni direttori. Questo il vostro impegno: ritenere i direttori persone di grande consenso, immaginando che la fedeltà politica aumentasse il proprio consenso. Questo è quanto accaduto, questo è quanto cui abbiamo assistito un po' in tutta la Regione: direttori partecipare a manifestazioni o a cene politiche di Forza Italia o di Alleanza Nazionale. Non va fatto. Avete cercato dei sudditi.
Quanto ai personaggi, che sono diventati forti dal punto di vista politico, ne siete divenuti vittime. E' questo ciò che insegna la "questione Molinette". Come poteva, Presidente, controllare Odasso, suo grande elettore, che ha contribuito al suo consenso elettorale? Come poteva controllare Odasso, che ha determinato la sua forza all'interno di Forza Italia, attraverso le tessere, che non so se facessero riferimento a lei o a qualcun altro Assessore, ma al potere sicuramente? Non poteva controllarlo.
Il sistema tangentizio ha trovato terreno fertile anche nel fatto che sistematicamente lei, Presidente, e la sua Giunta, ha marginalizzato in questi anni chi, come me ed altri colleghi, hanno svolto un ruolo di controllo sull'operato dell'esecutivo e forse hanno dato una preferenza al ruolo di controllo. Siamo stati marginalizzati. Ricordo, spesso, da parte sua e di altri colleghi, assurdi e "assordanti" silenzi rispetto alle questioni poste; oppure, nei corridoi, frasi del tipo: "Quello lì... il solito esaltato, khomeinista, talebano". Queste le considerazioni che spesso mi sono e ci siamo sentiti ripetere.
Non credo, Presidente, che lo scandalo delle Molinette sia riducibile com'è stato scritto e come si vuole far credere, alla vicenda di un ambizioso uomo di provincia che ha utilizzato mezzi illeciti per la sua carriera politica. Non mi pare sia questa la situazione. Odasso era un uomo politico, organico a Forza Italia; non era uno qualunque: è cosa diversa.
Non è che qualcuno volesse far carriera politica e quindi faceva regali no. Le questioni sono più complesse. Ma anche se così fosse, se la soluzione fosse quella minimalista che la Giunta di centrodestra potrebbe gradire, resta il fatto, Presidente, che lei ha la responsabilità di aver nominato un personaggio che qualcuno ha definito senza scrupoli, che è stato un suo grande elettore, che ha comprato tessere per lei o per qualche altro del suo partito. L'ha nominato alla guida delle Molinette: Presidente, lei ha la responsabilità di non aver saputo reagire con rigore e determinazione allo scandalo delle Molinette. Lei non ha reagito. Lei ha la responsabilità di aver assunto una posizione attendista: è scoppiato lo scandalo già qualche settimana fa, Lei che cosa ha fatto? Si è limitato a compiere un'ennesima operazione di immagine. Questo, secondo me Presidente, è il suo limite: lei pensa che la politica si possa governare con l'immagine. Ha nominato il prof. Guzzanti, persona stimata, ma con nomina a termine: sarà cambiato nei prossimi giorni da quanto risulta; una persona che dedica pochi giorni alla settimana alle Molinette. E' chiaro che questa è un'operazione d'immagine. Qualcuno l'ha interpretata come una nomina in attesa di sapere cosa farà la Magistratura: condivido in parte quest'interpretazione. Non c'è altra spiegazione, perché la situazione delle Molinette avrebbe richiesto una forte determinazione, ed un intervento nei confronti della struttura delle Molinette. Se è vero che le tangenti venivano date per spostare mandati di pagamento, una qualche complicità di qualche ufficio deve pur esserci e qualche tempestivo intervento doveva essere fatto da parte del nuovo Commissario o da parte della Giunta.
Presidente del Consiglio, le chiedo se mi concede ancora qualche minuto.



PRESIDENTE

Un minuto, no; qualche secondo, sì. Però deve chiudere entro venti secondi.



SAITTA Antonio

Entro venti secondi spiegherò il motivo per cui chiedo le dimissioni del Presidente della Giunta.
Nel 1995, lei, nel suo programma di governo ci parlò di "morale"; ci disse che "avvenimenti che hanno segnato la vita dell'ultima legislatura ci evidenziano la necessità di introdurre precauzioni ausiliarie in forma di disposizione di legge, di codici in grado di garantire la legalità, per i funzionari. E' opportuno occuparsi in modo concreto della visibilità, della trasparenza" e parlava di concussione, ecc. ecc. Eh, beh: tutte cose disattese, completamente disattese.
Debbo dire - e concludo veramente, Presidente - che c'è un'altra questione: non esistono solo le Molinette, c'è una questione che riguarda la Regione, alcuni Assessorati...



PRESIDENTE

Non mi faccia toglierle la parola....



SAITTA Antonio

Lei vedrà, Presidente, che la questione dei controlli non riguarda solo un pezzo, ma è un problema molto più generale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Signor Presidente e colleghi, preliminarmente, credo debba essere reso un sentito apprezzamento al Presidente Ghigo, per quella che lui ha dichiarato essere la "scelta del silenzio": aver favorito lo svolgimento di questo dibattito in aula e non sulle colonne dei giornali.
Dibattito che si sta ormai avviando a conclusione; il "no" a qualsiasi strumentalizzazione che ieri veniva ribadito dal Capogruppo DS alla Camera, deve essere da tutti considerato l'unico modo di rapportarsi.
Credo di poter constatare che, finora, nell'odierno dibattito in aula le strumentalizzazioni sono state, tutto sommato, contenute; in questo senso pensiamo non debba essere "disturbata" la Magistratura, che sta svolgendo i suoi doverosi accertamenti. Riprendendo quello che già molti colleghi di maggioranza hanno detto, lasciamo lavorare con serenità la Magistratura.
Credo che da questo lavoro non emergeranno delle situazioni, per cui noi dovremo ritornare in aula ad interessarci di queste vicende.
No a strumentalizzazioni, perciò noi, come CDU, voteremo contro la mozione, perché non è dimostrata la dichiarata correlazione tra i fatti e la richiesta di dimissioni. Non ci sono avvisi di garanzia, come opportunamente qualcuno ha richiamato questa mattina su situazioni di diverso spessore d'altri momenti, perciò noi voteremo contro non per dovere di maggioranza, ma perché la mozione non è motivata. Ma riteniamo che in questa discussione debba essere recuperato un momento di proposta politica in altre parole quello che è stato detto: la reazione politica la vogliamo cogliere anche noi. Allora si tratta di raccogliere l'invito fatto da forze di maggioranza e di minoranza a valutare normativamente la figura, così com'è prevista oggi, del direttore generale, nella quale si assommano dei poteri che nemmeno nelle strutture private esistono. Probabilmente, in quello che è stato definito il pendolo delle scelte della politica, per superare una situazione di disagio e d'imbarazzo negli anni passati nei confronti di alcuni esponenti politici, si è individuata una figura svincolata da ogni forma di controllo. Non voglio parlare della vicenda specifica delle Molinette, ma voglio parlare della figura del direttore generale. Credo che dovremmo fare ogni sforzo per modificare sia a livello locale sia a livello nazionale questa figura, cioè individuare delle modalità diverse di formazione della volontà e delle modalità diverse di gestione della sanità. Credo che debba essere un impegno delle prossime settimane e dei prossimi mesi, al quale noi non ci sottrarremo e - ne sono sicuro - non si vorrà sottrarre né la maggioranza né l'aula nel suo complesso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, credo utile ripercorrere questa vicenda fin dall'inizio.
Allora, Presidente, le vorrei ricordare che la notizia dell'arresto di Odasso arrivò in un'occasione particolare, proprio nel momento in cui una delegazione dei Capigruppo riceveva una delegazione di rappresentanti delle cooperative che avevano ricevuto una lettera a firma anche di Odasso, nella quale si chiedevano di rinegoziare la fornitura dei servizi. Analoga lettera era stata inviata anche per le forniture dei beni alle imprese che avevano vinto gli appalti nella misura dal 5 al 15%. Nel corso di questo incontro, arriva la notizia ANSA dell'arresto di Odasso. Emblematico! Ora capiamo che, dietro la fornitura dei beni e dei servizi, vi è la contrattazione richiesta dalla Giunta, che, in fin dei conti, in campo socio-sanitario si è arrogata ottantadue competenze.
Ottantadue competenze! Dalla nomina dei direttori a fissare i traguardi e gli obiettivi economici e chi più ne ha più ne metta! Lo dissi già il 21 dicembre, in occasione di quel dibattito in aula, Presidente. Oggi, è facile ironia dire che la rinegoziazione alcuni manager illustri delle nostre aziende la intendevano in quel modo là. Non si trattava di ricontrattare il prezzo che era stato pur spuntato in una gara che sarà stata anche ineccepibile nelle procedure, perché il malaffare probabilmente aveva aspetti altri, storicamente comuni al funzionamento della macchina pubblica. Non ultimo, come pare dalle confessioni di Odasso, la necessità di "ungere" per snellire i meccanismi di pagamento dei servizi prestati.
Ebbene, allora, la rinegoziazione era questa: un sistema tangentizio un sistema sofisticato che, come pare dalle prime ammissioni, finanziava e finanzia, ahimè, la politica. E questo credo che sia l'aspetto più inquietante, Presidente. Nell'ottobre 2001, il centrosinistra più Rifondazione fece un'uscita pubblica, acquistò anche degli spazi sui giornali e denunciò alcuni dati che oggi mantengono tutta la loro attualità e che giurano e chiedono vendetta.
I dati erano questi: la spesa annuale cresce di altri 700 miliardi eliminati 1200 posti letti negli ospedali; ridotti i ricoveri di 24 mila unità; almeno 70 mila i piemontesi che scelgono, come luogo di cura regioni vicine o l'estero. Il dato inquietante: per alcune ASL occorre attendere 141 giorni per una visita cardiologica; 82 giorni per una visita odontoiatrica; 120 giorni per una visita urologica; 275 giorni per una mammografia; 70 giorni per una risonanza magnetica e 360 giorni per una protesi all'anca. Ricordo, ancora, che ci sono circa 7000 anziani in lista di attesa per un posto nelle RSA e sono stati ridotti i posti letti, di almeno 700 unità, per quanto riguarda i pazienti psichiatrici. Questa era la nostra denuncia.
Perché oggi, nei nostri interventi, partiamo dai diritti della persona? Perché abbiamo questo approccio e non alziamo i nostri strilli contro il malaffare? Per una ragione precisa. Sa, Presidente, perché abbiamo sottoscritto le richieste di dimissioni? Un giorno la invitai a preparare la lettera di dimissioni e sono convinto che lei quella lettere l'ha già firmata, perché, nel momento in cui scoppiò il caso, fummo allora facili profeti nel dire:"Guardi, Presidente, che dal percorso intrapreso dalla Magistratura, potrebbe emergere un intreccio perverso fra affari e politica, fra il sistema degli appalti, il finanziamento ai partiti e il finanziamento della politica sporca". Perché sottolineiamo questo aspetto? Perché oggi, Presidente, lei dovrebbe restituire il giudizio, sullo stato della sanità, ai cittadini. Lei dovrebbe tornare dai cittadini e spiegare che le cifre fornite sui ritardi e sulle disfunzioni della sanità non hanno nessuna relazione con il sistema che la Magistratura ha messo allo scoperto. E' ancora in forma embrionale. I segnali che noi abbiamo oggi, da chi fino a ieri aveva timore di parlare perché aveva la percezione di vivere in una situazione di regime, sono precisi. Andata ad indagare su questo aspetto.
Sono convinto, come sosteneva il Consigliere Saitta, che la Commissione d'inchiesta sia il punto di partenza, ma non l'unico perché ha una dimensione pletorica che non consentirà di andare fino in fondo. Comunque quell'approccio consentirà di aprire un coperchio ben più preoccupante.
Presidente, lei non può sfuggire alle sue responsabilità politiche. Vi siete arrogati tutte le competenze, agevolati anche da certa legislazione ve ne diamo atto. Forse qualcuno deve riflettere sulla strada che abbiamo imboccato quando si scelse quella dell'aziendalizzazione della sanità pubblica. Questo è un problema ancora aperto anche nel dibattito al nostro interno. Bene, si è imboccata la strada della privatizzazione, si sono chiuse le cucine, si sono affidati i servizi all'esterno; si sono smantellate professionalità significative che avevamo all'interno degli ospedali per una logica, quella del risparmio sui costi, se non sbaglio.
Tutti i processi di esternalizzazione avevano solo questo aspetto, gli appalti esterni avevano solo questo obiettivo: razionalizzare la spesa.
Oggi scopriamo, dolorosamente, ma i dolori sono soprattutto dei cittadini di quelli che chiedono il diritto alla cura, che questo sistema era un sistema perverso che favoriva e ha favorito lo sviluppo del malaffare: voi dovete rispondere di questa responsabilità. Vi si siete arrogati tutti i ruoli, avete svuotato questa assemblea legislativa anche nelle intenzionalità: non si discute il Piano socio sanitario se non nelle sue linee generali di indirizzo, ma il contenitore ve lo siete arrogati voi come responsabilità. Vi dovete assumere tutte le conseguenze sul piano politico di questa responsabilità fattuale.
Tornate dai cittadini e spiegate loro che quello che sta succedendo nella sanità non ha niente a che fare con le loro attese, che la richiesta di una sanità efficiente niente a che fare con quello che la Magistratura oggi sta portando alla luce.
C'é una sola risposta a tutto questo: abbiate e fate un atto di coraggio. Il Presidente Ghigo ha due possibilità: o chiedere la votazione palese - gli dà questa possibilità un articolo del Regolamento - oppure, e noi valuteremo sull'opportunità di chiederla, la votazione segreta. Sono convinto che se il Presidente chiederà e accetterà la votazione segreta, è una sua facoltà questa, il responso sarà ineluttabile: il Presidente stravincerà. Il Presidente, invece, chiederà la votazione palese, perch attraverso questa votazione, noi otterremo un risultato politico importante: sarete accomunati nelle responsabilità della quale questo Esecutivo vi ha reso complici, senza distinguo alcuno, neanche delle forze più moderate che pur compongono la vostra alleanza. Voi non operate alcun distinguo, siete accomunati nella responsabilità politica e io mi auguro che oggi, il Presidente, chieda la votazione palese.
Questo sarà il segnale più eloquente di assunzione di responsabilità collettiva, tanto alle urne si tornerà quanto presto.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Ancora una volta quest'aula non solo è teatrino della politica ma seguendo alcuni interventi dell'opposizione, anche un palcoscenico per improvvisati Pubblici Ministeri che hanno trasformato quest'aula in un aula giudiziaria. Per fortuna, tutti gli interventi non hanno avuto questo tenore, altrimenti avremo potuto tranquillamente trasferire quest'aula presso il Palazzo di Giustizia.
Teatrino della politica per quale motivo? Perché oggi, in questa sede dopo avere sentito circa una trentina di interventi, non abbiamo scoperto assolutamente niente di nuove rispetto alle cose che abbiamo già letto sui giornali. C'é qualcuno che, secondo me, ha dato una immagine ancora più negativa della politica cercando di regalare qualche oggetto, in particolare l'orologio che il Consigliere Di Benedetto ha cercato di regalare (personalmente l'ho rifiutato come regalo di dubbio gusto) a tutti i Consiglieri di maggioranza. In democrazia capitano anche queste cose.
Mi pare che quest'aula meriti un livello di attenzione, soprattutto in tema di sanità. Un tema che non occupa solo lo spazio politico di questa Regione, ma anche a livello nazionale e oltre. Penso debbano meritare, da parte nostra, un'attenzione e una modalità in termini di confronto completamente diversa.
Ho ascoltato con molta attenzione quanto è stato detto da alcuni colleghi. In particolare, quando il collega Papandrea cita l'esempio dell'ex Ministro francese che si è dimesso a seguito di un avviso di garanzia per una vicenda del passato, di anni precedenti, di quando era studente, da cui poi ne è uscito completamente indenne, fa un esempio che con la vicenda odierna, non c'entra assolutamente nulla. Perché vorrei capire, da quanto è emerso da questo dibattito, ma soprattutto da quanto è emerso - e che leggiamo sui giornali - dalle inchieste della Magistratura che cosa è risultato contro questa Amministrazione regionale, contro quell'Assessore piuttosto che quell'altro. Però, in compenso, vediamo quotidianamente sui giornali un'azione nei confronti e contro questa maggioranza, che getta un velo di discredito non solo nei confronti di questa maggioranza, ma dell'istituzione tutta, nei confronti dell'Amministrazione regionale, dell'istituzione piemontese. E' questo il fatto grave.
Allora condivido il ragionamento iniziale del collega Saitta, quando afferma che la preoccupazione di quest'Assemblea deve riguardare l'immagine della nostra Regione e di chi l'amministra politicamente. E' vero Consigliere Saitta, ma è altrettanto vero che la soluzione non può essere quella di firmare una mozione come quella che è stata firmata da alcuni Consiglieri di minoranza, in cui si chiedono le dimissioni del Presidente Ghigo e dell'Assessore D'Ambrosio, ritenendoli personalmente e direttamente responsabili.
Questo non è il modo corretto di affrontare politicamente le questioni annose della sanità in questo Paese, e quindi anche nella nostra Regione.
Sono contento che personalità della politica del calibro di Violante pluricitato in questa sede proprio oggi, abbiano fatto dichiarazioni estremamente chiare su come si operi politicamente e, soprattutto, su come non si debbano strumentalizzare episodi di corruzione nello scontro tra le forze politiche, citazione proprio dell'ANSA del 21 gennaio.
"A volte - lo diceva già l'Assessore D'Ambrosio citando l'On. Violante ci può essere un uso immorale della questione morale, che non bisogna fare", e che invece abbiamo visto in quest'Aula attraverso alcuni interventi dell'opposizione, che fanno capire quanto, in realtà, sia difficile, da parte di questa sinistra, fare delle proposte politiche. Lo verifichiamo anche dalle dichiarazioni dell'altro ieri del Segretario dei Democratici di Sinistra, Fassino, quando ha affermato: "Noi non siamo all'altezza di Berlusconi. Dobbiamo cambiare registro. Se continuiamo così, Berlusconi continuerà a prendere più voti".
Questo è sintomatico di una situazione di difficoltà che noi leggiamo nella mozione presentata da alcuni Consiglieri dell'opposizione. E' una richiesta spropositata rispetto ad una situazione costruita sulla base di un fatto estremamente grave che ha colpito un Direttore Generale e nessun amministratore pubblico di questa Regione.
Allora, per convinzione personale profonda, per mia cultura, per la scuola che ho sempre frequentato, anche scuola di vita, non sono, come avrete capito, un cosiddetto giustizialista. Non posso, quindi, condividere quelle opinioni espresse peraltro legittimamente da alcuni Consiglieri di minoranza, i quali concepiscono il giustizialismo come forma di elezione della lotta politica: politica e azione giudiziaria, politica e manette facili. Oggi abbiamo assistito, ancora una volta, attraverso alcuni interventi dell'opposizione, al classico sistema di sempre di lotta politica di una certa sinistra, che agita le manette per far comprendere come si debba agire nella lotta politica. Questa è un'equazione che non mi sento di condividere.
Allora, vorrei esprimere una sentita difesa politica nei confronti del Presidente Ghigo, a cui intendo far pervenire non solo la stima del mio Gruppo consiliare - è già intervenuto il mio collega, l'Assessore Franco Botta - ma anche la mia stima personale.
Sono i fatti che contano. Questo Presidente amministra la Regione Piemonte da sette anni e in questi sette anni non ho visto alcuna situazione di difficoltà vera, da un punto di vista giudiziario, in cui questo Presidente si sia ritrovato. Questo significa che dal suo operato di quasi sette anni, trascorsi a guidare il Piemonte, traspaiono l'assoluta estraneità ai fatti contestati e la limpidezza dell'azione, non solo del Presidente, ma anche dell'Assessore alla sanità, che è appunto l'Assessore di riferimento rispetto alla questione sollevata, e degli altri Assessori che quotidianamente appaiono sui giornali senza averne assolutamente titolo.
Quanto ho appena detto non può, tuttavia, farmi sottacere alcune considerazioni, che intendo correttamente fare perché voglio svolgere, in questo senso, un intervento equo.
La prima è che indubbie ragioni di opportunità avrebbero consigliato probabilmente al nostro Presidente - della cui assoluta buonafede ribadisco, sono intimamente convinto - più prudenza nell'accettazione di costose forme di riconoscenza. La seconda, soprattutto, concerne il fatto che ragionevolezza politica sicuramente imporrebbe, per il futuro, da parte di questa maggioranza, maggior controllo sugli atti compiuti dai Direttori Generali di ASL, e non solo, di Aziende Ospedaliere, di Agenzie regionali varie e quant'altro.
Il ragionamento, se si vuole lamentare, è, però, assolutamente imprescindibile. Se la Regione è un ente che eroga fondi, pare tuttavia legittimo, doveroso ed opportuno, un serio controllo sull'utilizzo effettivo di queste somme da parte della Giunta. Se rispondessimo, come maggioranza - e concludo, Presidente - con un generico "no", non dimostreremmo di essere classe politica di governo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Angeleri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Brigrandì.



BRIGANDI' Matteo

Signor Presidente, egregi colleghi, è stato detto che il dott. Odasso ha spiegato di aver preso tangenti per finanziare se stesso e, soprattutto la sua attività politica dentro Forza Italia. Anche se, di quest'ultima sua presunta attività non c'è traccia, a quanto pare, negli archivi del partito.
Il Presidente Ghigo, lo aveva nominato direttore generale delle Molinette perché tutti lo dicevano un bravo manager; fatto assodato: autorevoli suoi colleghi, non certo vicini al credo politico del Presidente Ghigo, gli riconoscevano tale qualità. Ricordo, fra tutti, il fatto che per procedere alla nomina del Direttore generale delle Molinette era necessario il placet del magnifico Rettore dell'Università di Torino, che essendo esponente della cultura, evidentemente, non può che essere vicino agli ambienti di centrosinistra. Voglio dire, con questo, che non si è trattato di esclusiva iniziativa del Presidente Ghigo; per legge, occorreva un parere, che è stato favorevole.
E' emerso dai giornali che Odasso dispensò favori da tutte le parti: a destra, ma anche a sinistra. Dicono, ed è vero, che al Presidente Ghigo ha dato un orologio, ma è altrettanto vero che, per la sinistra, ha nominato Primari.
Personalmente, sono molto sensibile al discorso del collega Marcenaro quando afferma che 10 milioni, specie per chi deve sbarcare il lunario con la pensione minima sociale, sono un "sacco di soldi". Sono altrettanto sensibile a chi deve rivolgersi alle strutture pubbliche per delle cure, e alla fine viene curato non in base alla credibilità della scienza, ma in base alla credibilità di una tessera di partito. Questo è un fatto.
Un dato di fondo che sottopongo a tutta l'assemblea: il fatto che da questo Consiglio non possa uscire una norma senza l'avallo di tutti i Consiglieri che, per azione o omissione, devono comunque concorrere all'emanazione della norma, fa sì che non sia ipotizzabile, concretamente un sistema reale di spoil system, poiché occorre sempre andare a contrattare con l'opposizione tutto ciò che si fa in Consiglio e o, peggio nell'attività amministrativa - nomine comprese.
Non siamo, attualmente, in presenza di due Poli ben distinti, che lottano su fronti opposti, vi sono due Poli che si attraggono o si respingono a seconda delle circostanze. Non è mistero che ben tre Direttori regionali della sanità siano stati confermati da Ghigo: si trattava quindi, di nomine fatte da colui che precedeva Ghigo nella gestione della Regione e, quindi, dalle forze di sinistra. Le Direzioni generali ospedaliere sono, così come probabilmente le Direzioni generali delle AA.SS.LL, indicate da tutte le forze politiche, ovviamente esclusa la Lega.
Sul fatto che quindi non ci sia differenza netta fra maggioranza e minoranza è fatto esistente già dalla precedente legislatura. E' questo un fatto, credo, di assoluta gravità: gravità intrinseca del sistema presente in questo Consiglio, che nasce dal Regolamento. E' infatti evidente che il costringere il sistema ad una pattuizione fra maggioranza e minoranza significa che è instaurato una sorta di diritto di decima, di ventesima o di trentesima e che, ad ogni azione, deve corrispondere in minoranza una reazione uguale e contraria. E questo è grave per due motivi. Il primo è dato dal fatto che non si riesce più a capire chi è il reale autore di un fatto o di un misfatto; il secondo motivo è che se è vero che la maggioranza per gioco-forza deve regolarsi con la minoranza per ottenere un colloquio politico e per poter andare avanti, anche nelle nomine dei Direttori generali, è presumibile che anche ove vi fosse un'inversione alle elezioni della maggioranza con la minoranza, si avrebbe lo stesso risultato. Risultato che non può che essere considerato come la morte civile della democrazia. A questo punto, infatti, è del tutto inutile andare alle urne: cambierebbero i suonatori, ma la musica sarebbe sempre la stessa.
E' sorprendente che oggi le opposizioni chiedano le dimissioni del Presidente Ghigo, avendo l'opposizione stessa abdicato al ruolo di controllo che le è proprio, in quanto parte in causa nella nomina politica di alcuni Direttori o nella segnalazione di attività professionali di taluni medici piuttosto che di altri. Questi sono i fatti.
Il Presidente Ghigo ha certamente due colpe: la prima, la culpa redigendo: è oggettivo che Ghigo ha nominato l'uomo sbagliato; non è stata esclusivamente una sua idea, l'ha nominato confortato - lo cito di nuovo primo fra tutti - dal magnifico Rettore dell'Università di Torino.
Seconda colpa: l'avventura dell'orologio, certamente fatto non bello ma è un altrettanto insulto poter pensare che questo fatto possa essere iscritto ad un fatto di corruttela. Non si può pensare, oggettivamente che un uomo che gestisce 700 miliardi l'anno, "compri" una gestione per 9 milioni. E' un insulto all'intelligenza minima.
Su questi due fatti ricade e ricadrà una responsabilità politica, che verrà verificata in quelle "cose" che vengono chiamate elezioni certamente, non sono due fatti di gravità tale da poter pensare ad un'interruzione di una legislatura nata per fini politici ben più alti fini politici che hanno un disegno a carattere nazionale e che spiegano la presenza della Lega nella maggioranza, che è qui unicamente per far sì che si realizzi in Italia un nuovo sistema di carattere federale, che evidentemente, era distante dal Polo ed è di famiglia nella Casa delle Libertà.
Dico questo - e termino l'intervento - perché non intendo discutere come hanno fatto i colleghi di minoranza che mi hanno preceduto, della vicenda giudiziaria. Non intende discutere della vicenda giudiziaria perch c'è un dato oggettivo: la rivelazione del segreto istruttore è reato.
Questo fatto è oggettivo - è su tutti i giornali - ed è per questo fatto che i giudici non hanno proceduto.



(Scampanellìo del Presidente)



PRESIDENTE

Concluda il suo intervento, Consigliere, è soltanto un richiamo a rispettare i tempi, non le ho tolto la parola.



BRIGANDI' Matteo

La ringrazio Presidente, pensavo di avere molto più tempo. Concludo dicendo che sarebbe opportuno, e necessario, prima di fare un processo, di avere quanto meno tutti gli elementi in mano. Sarebbe interessante sapere non solo i regali che sono stati fatti al Presidente Ghigo, ma anche i regali che sono stati fatti, a 360 gradi, all'interno dei politici, per avere un giudizio sereno. Per questi motivi - mi riserverò di intervenire ulteriormente - la mozione deve essere respinta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio Lucio

Presidente, colleghi, una prima e evidente constatazione è data dalla solitudine di una parte della sinistra che ancora una volta non trae insegnamento da questa circostanza.
La mozione di sfiducia presentata è devitalizzata già dal ritiro della firma da parte di due Consiglieri.
Questo per dire che, pur trovandoci di fronte ad un argomento a forte impatto emotivo, appena l'emozione ha potuto soccombere, rispetto al ragionamento, una prima mutilazioni di questa iniziativa è avvenuta. Questa iniziativa nasceva già mutilata, perché non avevano aderito i Consigliere Mellano e Palma e neppure il Consigliere Tomatis.
Un ulteriore colpo é stato inferto in questa sede, oggi dall'intervento accorto, per certi versi sobrio, con la perizia dovuta all'esperienza del Consigliere Tapparo. Le dichiarazioni del Consigliere Tapparo non mi sembra, anzi, posso affermare, non sono di conforto a questa mozione. In un quadro di questo genere, dobbiamo anche cogliere le dichiarazioni del Consigliere Saitta, che hanno un primo momento ispirato un equilibrio per poi introdursi, nella seconda fase, nella proposizione di unione politica e morale, affrontata, però con dei passaggi logici, non coerenti. Anche al Consigliere Saitta fa ancora in tempo a ritirare la propria firma o comunque il suo consenso. Voglio dire che non lo faccio come ho già fatto in altra occasione ricollegandomi ad un problema di stile e di delicatezza istituzionale. Lo faccio, visto che ha colto il nerbo della moralità politica - e mi rivolgo solo a lui - ricordandogli il monito di Berdjaev secondo cui la ricerca della verità è un atto d'amore. Quindi rimuoviamo i pregiudizi e affrontiamo, con animo sgombro da ogni sovrastruttura ideologica e da ogni pregiudizio, e concentriamoci seriamente, con attenzione sulla vicenda.
Debbo dire un grazie particolare ai Consiglieri Caracciolo e Tomatis che, con sofferenti espressioni, hanno dato, ancora una volta, un contributo di equilibrio. In questa vicenda, purtroppo, ne fanno le spese i Consiglieri Palma e Mellano che, pur avendo operato l'unico, bisogna dirlo tentativo serio di dare una risposta, di approntare degli strumenti, hanno dovuto, ovviamente, soccombere in questo contesto.
Il Consigliere Marcenaro ha cercato, con un argomentare serio, che muove da certi presupposti, anche di rigore istituzionale, di ampiezza di orizzonti su cui dovremo misurarci, di sottrarsi da lillipuziane moralistiche audacie.
Debbo però dire che anche il discorso del Consigliere Marcenaro, quando afferma che è riconducibile esclusivamente alla politica o meglio che debba trovare qui questa discussione, viene smentito non solo da tutta quella parte della minoranza che ha già parlato e già dato un colpo serio a quel tipo di argomentazione e a quella collocazione, ma è posizione che viene sgretolata dalle dichiarazioni del Presidente Violante.
Voglio ricordare al Consigliere Placido che in questa materia il grappolo non si rifà ad un tronco unico perché vi è, da quello che si apprende, un pluralismo e una gemmazione di situazione.
Quindi la chiusura del Presidente Violante è perentoria, non richiamo quanto già è stato detto, evitiamo di farne una campagna politica. Il tempo a mia disposizione sta terminando. Concludo con qualche considerazione. Il mercato delle tessere è sicuramente una miseria, ma diciamo anche che conoscenze recenti ci dicono che è un mercato che non risparmia, o meglio non ha risparmiato neppure Partiti di nobile tradizione popolare e di massa, ma non facciamone qui motivo politico un motivo politico, non ne vogliamo fare un motivo di polemica, anche perché ci piace attingere contributi positivi se dobbiamo fare riferimento al ruolo e al compito che istituzionalmente ci poniamo. Se una parte della sinistra è isolata, lo deve al fatto di non avere compiuto, probabilmente, tutta intera, quella traversata che deve portare a compimento per coltivare meglio un corretto rapporto dialettico. Ed è quello che ci auspichiamo.
Voglio concludere, visto che devo rimuovere una serie infinita di argomenti ...



GALASSO Ennio Lucio

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



GALASSO Ennio Lucio

E gli otto milioni che Odasso ha versato ad Alleanza Nazionale?



GALASSO Ennio Lucio

Il Segretario Provinciale ha fornito una spiegazione ineccepibile. La provocazione a promuovere dei pruriti o dei nei a ferite o ad escrescenze è un'operazione miserevole ...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lasci concludere il Consigliere Galasso, lei non è stato interrotto.



GALASSO Ennio Lucio

Mi giovo di Francesco Merlo, che non risulta appartenere alla Casa delle Libertà, per dire come non ravviso né culpa in eligendo e né culpa in vigilando sia da parte dell'Assessore D'Ambrosio che del Presidente Ghigo.
Leggo sul "Corriere della Sera" che Francesco Merlo ha affermato: "Odasso non era un fannullone ne un inefficiente. Lavorava 14 ore al giorno. Pare che abbia realmente modernizzato l'ospedale e piaceva a tutti, persino al grande chirurgo iscritto a Rifondazione Comunista". Non si può liquidare questa affermazione come una distratta beneficenza ottenuta.
Se è vero quanto dice Merlo che, con tecnica bipartizan, si promuoveva al primariato medici comunisti e ulivisti e si rendeva servigi e favori ai parenti e ai sindacalisti della CGIL, questo vuol dire che quando è stata operata la scelta, questa era coralmente apprezzata.
Fiducia ferma, coesa e compatta, da Alleanza Nazionale, all'Assessore D'Ambrosio e al Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Presidente e colleghi non trasformerò quest'aula, in un'aula giudiziaria. Aborro l'uso della politica a questi fini. Abbiamo sufficienti argomentazioni politiche per dire cose di grande rilievo e di grande pesantezza rispetto a quanto avviene in Piemonte, senza interferire indebitamente con il ruolo che i magistrati sanno svolgere meglio di noi e che, auspichiamo, svolgano al più presto e nelle condizioni migliori. E' questa la ragione, Presidente, per cui ho trovato sconcertante la sua introduzione.
C'è una duplice interpretazione sulla sua introduzione. C'é chi dice: è stata la comunicazione di un uomo disperato (dico quello che si commenta e si pensa della sua relazione, avendo lei scelto un taglio non neutrale pertanto consentirà che le interpretazioni non siano neutrali). C'é chi dice, invece: probabilmente, il Presidente Ghigo ravvisa un sua completa estraneità a questa vicenda. Il Presidente la ravvisa al punto tale, da non cogliere nemmeno le implicazioni politiche di un sistema di potere confondendo i piani giudiziari con quelli politici. Vede, Presidente Ghigo quando Odasso ha parlato, e tutti abbiamo, ascoltato attoniti, delle 1600 tessere comprate per il suo partito, degli 8 milioni versati ad Alleanza Nazionale, degli orologi dei regali ai ministri, abbiamo pensato che certamente, queste non erano cose che avrebbero avuto conseguenze giudiziarie, ma che una conseguenza politica e immediata ce l'avevano fin da subito. Questi non sono fatti isolati di una concezione della politica di cui lei è il Presidente a tutti gli effetti e che riguarda molti esponenti del suo partito seduti in quest'aula e nelle aule parlamentari.
Quando il Consigliere Marcenaro ha parlato di un modello da voi instaurato per cui, attraverso l'uso della spesa pubblica, si costruiva un sistema di appartenenza e di potere di cui la sanità è la punta dell'iceberg - essendo il 70% del bilancio regionale - parlava di una questione precisa. Vogliamo esemplificarla? Non solo si nominava Odasso come uomo di fiducia, quindi non solo si commetteva questo errore, ma si costruiva su Odasso la struttura stessa e l'impianto del Piano sanitario e si costruiva, su Odasso e sul modello delle Molinette, tutte le scelte politiche in Regione.
Mentre si facevano 1200 miliardi di debiti, si versavano 700 miliardi alle Molinette; mentre si bloccavano le assunzioni di personale in tutto il Piemonte, a Odasso se ne sono consentite 300. Mi dica, Presidente, che questi fatti non sono vere e che tutti gli atti politici e sanitari compiuti da lei e dall'Assessore D'Ambrosio, non sono pesantemente condizionati da questa scelta specifica e centrale che è pesata su tutto il Piemonte. Le realtà sono altre, e molto più consistenti. Mentre si costruiva quel deficit sanitario al fine di finanziare una struttura di potere e si imponevano 400 miliardi di tasse ai piemontesi, il taglio di centinaia di posti letto, il blocco di personale; mentre crescevano le code specialistiche e i disservizi, avvenivano fatti precisi che confermavano la costruzione di un sistema di potere. Di tutti i 30 direttori generali, Consigliere Brigandì è rimasto indietro, non c'è più nessuno che faccia riferimento alla sinistra o al centrosinistra: hanno tutti attaccato l'asino dove il padrone voleva. I 30 direttori generali del Piemonte fanno riferimento alla struttura di potere e di governo fondata principalmente su due partiti a cui hanno fatto tutti dichiarazioni di fedeltà e di appartenenza: Forza Italia e Alleanza Nazionale. Quelli che non l'hanno fatto sono stati opportunamente rimossi nei mesi scorsi. Non solo è avvenuto questo, ma dai direttori generali, ai primari, fino all'ultimo portantino, era richiesta la dichiarazione di appartenenza o di fedeltà.
Non mi è mai capitato, in tanti anni in cui mi occupo di sanità in questa regione e dai tempi della riforma sanitaria, di avere visto i direttori generali o i Presidenti, allora, degli ospedali o delle USL venire alle riunioni ufficiali e, davanti all'Assessore che presentava un Piano, dire: voi vi potete esprimere noi no. Noi dipendiamo di lì e del Piano non possiamo parlare.
I direttori generali delle ASL e delle ASO, hanno fatto queste affermazioni nelle sedi pubbliche ed istituzionali. Quando ti trovi a partecipare a convegni negli ospedali, ti avvicinano alcuni medici dicendo: "Guardi, Dottoressa, forse ha ragione, ma forse non è il caso che mi faccia vedere troppo a parlare con lei perché qui ormai le cose vanno così". E' questo un regime? C'é qualcosa di simile? Presidente Ghigo, lei è senz'altro a conoscenza che, in conformità a questo modello, alcuni Consiglieri regionali, anzi, molti dei Consiglieri regionali del suo partito seduti in quest'aula e anche di Alleanza Nazionale, insieme ai parlamentari degli stessi partiti rimasti seduti in quest'aula fino a qualche mese fa, hanno realizzato, in giro per tutto il Piemonte, presso le più grandi strutture sanitarie, le famose "cene di Natale"? Si tratta di famosi dibattiti e assemblee, tutte di partito e tutte con queste caratteristiche, in cui s'invitavano i direttori generali i direttori sanitari, i direttori amministrativi, i vari dipendenti della sanità, dove si era presenti facendo finta di parlare del Piano sanitario.
Vero, Consigliere Godio, lei c'era a una di queste cene? Si faceva finta di parlare del Piano sanitario, ma in realtà si chiedeva il giuramento e la dichiarazione di appartenenza.



MANICA Giuliana

GODIO Gianluca (fuori microfono)



MANICA Giuliana

Questo è falso!



MANICA Giuliana

E magari questa cosa si faceva, bastava essere presenti per garantirla Consigliere Godio. E magari era presente il direttore generale, il dott.
Sergio Morgagni, che ha prodotto pochi documenti scientifici. Presidente Ghigo, da quando il dott. Morgagni ha fatto dichiarazioni di appartenenza a lei, ha partecipato a tante cene, a tanti convegni di Forza Italia e di Alleanza Nazionale, spaziando per tutte le Province, magari soprattutto dove avevate le maggiori percentuali politiche, forse per consolidarle. Lei ritiene che questo direttore sia ancora da confermare nel posto in cui è? Mentre salva il suo posto e non rassegna le dimissioni a quest'aula, pensa di mantenere tutto l'impianto del sistema di potere, a partire dal dott.
Sergio Morgagni, direttore generale dell'ARES, gran partecipatore a cene e convegni di Forza Italia e di Alleanza Nazionale, ma scarso produttore di convegni scientifici e di programmi? Cos'è, se non una dichiarazione di appartenenza, il fatto che il giorno 28 ottobre, mentre noi facevamo i convegni dell'Ulivo, della Margherita e dei Democratici di Sinistra per parlare di sanità e di piani, invece, il Presidente della IV Commissione insieme con lei, a Scarabosio e a tanti altri organizzava invece psudoconvegni scientifici sulla sanità, seguiti un mese dopo da cene cui ha partecipato lei e l'Assessore Burzi, che servivano semplicemente per usare la sanità per portare truppe a lei, Presidente Ghigo, in quel di Vercelli? Cosa mi dice di questi convegni in cui si usava la sanità per fare questo?



MANICA Giuliana

PEDRALE Luca (fuori microfono)



MANICA Giuliana

Intanto erano convegni scientifici e non pseudoscientifici!



MANICA Giuliana

Certamente, anche la cena che è seguita un mese dopo alla presenza del Presidente Ghigo e dell'Assessore Burzi!



(Commenti fuori microfono del Consigliere Pedrale)



PRESIDENTE

Colleghi! Consigliere Pedrale, non interrompa!



MANICA Giuliana

Cosa mi dice del fatto che su "La Stampa" della provincia di Vercelli Tropeano, non ti voglio fare assolutamente un'indebita pubblicità, lo dico perché è questo giornale che l'ha prodotto - si scrive: "Al Sant'Andrea arrivano19 miliardi per opera del Presidente della IV Commissione Pedrale". Quali 19 miliardi, Assessore D'Ambrosio, per il pronto soccorso?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Pedrale)



PRESIDENTE

Collega Pedrale, la prego, lei deve lasciar concludere!



MANICA Giuliana

Sono forse i soldi dell'ex articolo 20 stanziati dal Governo di cui ci si appropria per controllare un territorio?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Pedrale)



PRESIDENTE

Scusi, un attimo, Collega Manica. Non parla chi urla di più! Collega Pedrale, ha alzato la mano, lasci concludere la Consigliera Manica, perché qui tutti hanno diritto di parlare.
Concluda, Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Cosa sono poi le progettazioni dei nuovi ospedali quando qui non abbiamo neanche più gli occhi per piangere e tagliamo centinaia di posti letto negli ospedali piemontesi? Com'è che l'ARES manda al Comune di Novara uno studio per un nuovo ospedale Maggiore della carità per la cifra di 400 miliardi? Com'è che tre pullman arrivano da Pallanza ad occupare un vostro convegno per il nuovo ospedale promesso nel VCO? Come vanno queste cose Presidente? Dov'è la programmazione sanitaria? Ognuno qui è libero di promettere un ospedale dove vuole, a chi vuole e, soprattutto, se c'è una campagna elettorale. Ognuno qui è libero di appropriarsi di decine di miliardi non per strutture programmate secondo le esigenze, ma per controllare un territorio.
Da dove viene l'esempio, Presidente? Viene dall'alto. Io le dico una cosa sola: lei, come il dottor Faust, ha evocato forze che, forse, adesso non riesce più a controllare, a partire da quella della vicenda Odasso.
Guardi che ci sono tre modi di indire gli appalti, così com'è parso evidente. Il primo è quello proprio di non farli. Non dico che è il modello Burzi - diciamo piuttosto Arcidiacono, perché Burzi mi dirà che lui non sapeva niente di cosa facevano i dirigenti. Il secondo modello per fare gli appalti è di farne uno piccolo per poi estenderlo indebitamente, ma ce n'è qualcuno più raffinato, che importanti direttori generali di grandi ospedali stanno significativamente introducendo. Visto che i controlli non li avete fatti, ne suggerisco uno alla Commissione e anche a voi: prendere l'appalto e spezzettarlo in tanti piccoli pezzi, così non si sottostà più alla normativa europea, ma si fa un'opera miliardaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente del Consiglio regionale e signor Presidente della Giunta regionale, voglio iniziare quest'intervento ringraziando il Presidente Ghigo per la scelta che ha fatto di parlare oggi in aula.
Il Presidente Ghigo non è sceso in polemiche; non ha colto le provocazioni di questi giorni, dando una lezione in un momento difficile e di tensione; una lezione di stile, dimostrando rispetto per le istituzioni e, in particolare, rispetto per quest'aula, per questo Consiglio regionale e per la sua dignità. Io stesso sono stato contattato in questi giorni da molti giornalisti, ma mi sono limitato a dichiarazioni stringate sempre in ambito politico.
Dico subito che non commenterò le questioni ampiamente riprese dagli organi d'informazione, che riguardano l'ambito giudiziario, per una forma di rispetto verso gli inquirenti, verso gli indagati, verso le persone che sono state citate dai giornali e sbattute in prima pagina e, soprattutto perché coerente con una fiducia piena e sincera nella Magistratura e nel suo operato. Sono in corso delle indagini. Non riteniamo, né opportuno n corretto, commentare indiscrezioni e titoli giornalistici, compresi quelli che riguardano il tesseramento del nostro partito. Bisognerebbe fare un discorso articolato, troppo lungo, magari passando per i tesseramenti notturni dei partiti della sinistra, tesseramenti determinanti per l'elezione del segretario nazionale, ma non c'è il tempo.
Una risposta riguardante la questione delle tessere, a seguito delle notizie apparse sui giornali, è già stata data dal nostro partito, da chi poteva e doveva farlo, sempre correttamente, sui giornali.
Per quanto riguarda la Sanità, il Consigliere Marengo è partito questa mattina dall'Europa. Nell'intervento del Presidente Ghigo e dell'Assessore D'Ambrosio è stata ripresa la storia della sanità di quest'ultimo anno e mezzo. L'Assessore D'Ambrosio ha ricordato la deliberazione del 7 gennaio 2001 e le disposizioni per le azioni di controllo riguardo le consulenze di iniziativa dell'Assessorato. E' stata citata l'IRPEF come iniziativa di ripiano del deficit del 2001. Ricordo che per governare bisogna fare delle scelte. Nel 2000 il deficit fu di mille miliardi, nel 2001 di 340.
L'obiettivo di questa Giunta e di questa maggioranza è il pareggio nel 2002.
Il Piano sanitario - è stato detto - non va bene, abbiamo visto spesso in IV Commissione molte richieste di rinvio. Abbiamo visto però nella stessa Commissione che, quando è stato il momento di formulare delle questioni pregiudiziali e preliminari serie, non vi è stata da parte dell'opposizione capacità in questo senso, tant'è che il Piano sanitario ha avviato il suo iter consiliare attraverso l'assegnazione in Commissione, e la spiegazione e il dibattito in Commissione partirà dalle prossime riunioni. Vi siete sempre dichiarati contro, non permettendo mai l'approvazione in questo Piano sanitario di una proposta alternativa Aspettiamo quindi con ansia quello che diceva il Consigliere Placido: le proposte. Faremo le proposte perché su un motivo serio per non procedere alla presentazione e alla discussione di questo Piano, ad oggi non abbiamo ascoltato, nell'ufficialità e nell'istituzionalità di questo Consiglio regionale, nulla.
Così come avviene e com'è avvenuto puntualmente per il bilancio: pile di emendamenti strumentali per bloccare, per cercare di mettere la maggioranza sotto scacco, ma mai un emendamento di merito che ci mettesse nell'angolo, che ci mettesse nella condizione di discutere.
Tutto non va. Bene, ma non si dice quale può essere la proposta alternativa.
Cari amici della sinistra, percorrerete poca strada. Questo non ci rallegra, anzi ci preoccupa, e ve lo dico con gran sincerità democratica.
Vengono meno le occasioni di confronto nel dibattito e viene meno la possibilità di valutare le idee, non considerando chi le presenta, ma il loro valore intrinseco. Non avete fatto e non sapete fare tesoro di un'esperienza di un'opposizione sbagliata ai vari livelli, che vi ha portato nelle vostre difficoltà, perché se oggi noi siamo in difficoltà è inconfutabile anche la vostra difficoltà.
L'ordine del giorno dei Radicali pone attenzione sulla necessità di rivedere le norme riguardo la sanità, e noi non voteremo, cari amici radicali - alcuni colleghi lo hanno già detto - favorevolmente al vostro ordine del giorno; siamo però sensibili al tema, siamo consapevoli di dover rivedere i ruoli dei Direttori generali, consideriamo la necessità di maggiori controlli agli apparati amministrativi e sappiamo che occorre mettere in discussione la riforma Bindi - Ministro del centrosinistra anche alla luce delle nuove competenze e del nuovo ruolo delle Regioni.
Noi, comunque, governiamo questa Regione. Ieri la maggioranza ha affrontato questo tema ed il confronto su questa materia sarà una delle nostre priorità.
Ci auguriamo che insieme potremo individuare nuove regole, non certamente in un clima consociativo che non c'interessa, ma in un clima di sereno, costruttivo e di democratico confronto. Sarà un'occasione per avere un'interpretazione autentica da parte vostra del limite tra interferenza ingerenza e controllo. Quando un Assessore s'informa, interferisce; quando non lo fa, non vigila: su questo dobbiamo capire dov'è il confine.
Noi apparteniamo ad una forza politica, Forza Italia, che è nata alla fine del 1993 e che, in un momento particolare per il nostro Paese, ha fatto dell'onestà e della trasparenza i propri principi e i propri valori che sono alla base della propria politica e del proprio modo di fare e di intendere la politica. Tant'è che anche in questo caso siamo stati convinti della necessità di una Commissione d'inchiesta e per primi, ancorché il nostro Regolamento non lo preveda, abbiamo detto da subito che la presidenza di questa Commissione doveva e deve essere di un Consigliere dell'opposizione. Anche per questo noi non accettiamo lezioni di onestà e soprattutto lezioni di morale.
Per quanto riguarda la Commissione d'inchiesta, non è vero che noi non abbiamo voluto, eleggere un Presidente di opposizione, e nella fattispecie il Consigliere Saitta; abbiamo chiesto al Consigliere Saitta il ritiro della propria firma su una mozione - questa mozione, che oggi va in votazione - che era già una tesi e una sentenza.
Il Consigliere Saitta, legittimamente, ha ritenuto di non farlo, tant'è che abbiamo detto: "Bene, togliamo il problema. Martedì andiamo in aula e discutiamo la mozione; probabilmente sarà respinta.Ci ritroviamo sabato eleggiamo il Presidente e incominciamo a lavorare". Invece è apparso sugli organi di informazione, per mistificazione e bugie vostre, che noi non volevamo il Presidente di opposizione tout court e ancora oggi è stato ripetuto in quest'aula.
La verità è il primo elemento ed è la prima parte dell'onestà. Non si faccia in quest'aula mistificazione, com'è stata fatta da molti di voi sui giornali: trionfi, la verità! Per quanto concerne la mozione, si affermano cose gravissime. Si ritiene che Ghigo e D'Ambrosio siano personalmente e direttamente responsabili per quanto avvenuto presso l'Azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino, pertanto si devono dimettere. Da parte dei firmatari della mozione non una parola, non una considerazione che vada al di là di mere teorizzazioni, di un'inesistente od omessa vigilanza e di una reminescenza continuata e reiterata.
E' utile ricordare a Ghigo, D'Ambrosio e alla Giunta regionale tutta che i Direttori generali sono nominati dal governo regionale, presieduto dall'On. Ghigo: tu l'hai scelto, tu sei responsabile. Un po' pochino.
Ecco perché molti non hanno già firmato, con prudenza, quella mozione ed ecco perché qualcuno nel frattempo - il Consigliere Di Benedetto e il Consigliere Caracciolo - ha ritirato la propria firma.
Noi voteremo contro, signor Presidente; lei ha la nostra convinta e profonda fiducia.
Ho ascoltato da qualche Consigliere una profonda condanna di questa Giunta regionale; accusare Ghigo di non sapere governare per il bene dei cittadini ed in particolare sulla sanità; chiedere al Presidente della Giunta regionale, On. Enzo Ghigo, di rassegnare le dimissioni affinché gli elettori possano dire chi deve governare il Piemonte per gli anni futuri.
Troppo comodo.
Troppo comodo: gli elettori hanno già fatto la loro scelta. Le date elettorali sono regolate dalla legge: dovrete aspettare il 2005.
Organizzatevi, tiratevi su le maniche e incominciate a lavorare seriamente con proposte politiche, e almeno vi giocherete la partita.
Ma attenzione: se qualcuno che ha chiesto le elezioni si facesse un esame di coscienza, dovrebbe dimettersi. In quest'aula siedono Consiglieri regionali che hanno anche chiesto le elezioni - non le dimissioni, che è un'altra cosa - e auspicato le elezioni, a fronte delle dimissioni di Ghigo, che sono stati eletti sotto un simbolo e hanno cambiato la casacca sono stati dei voltagabbana e senza nessun problema continuano a sedere in questo Consiglio regionale: quelli si devono dimettere e devono tornare alle elezioni, perché sono stati votati con un simbolo di partito e oggi ne rappresentano un altro; siedono qui per comodità, per una comodità di indennità e per continuare a far politica con un mandato diverso da quello ricevuto dagli elettori.
Grazie, signor Presidente, lei ha la nostra fiducia.



PRESIDENTE

Il Consigliere Pedale ha chiesto la parola per fatto personale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Sono veramente esterrefatto: ho appreso che la collega Manica è arrabbiata per il fatto che la Regione Piemonte e l'Assessorato alla sanità abbiano approvato interventi per 19 miliardi per l'Ospedale S. Andrea di Vercelli.
Io, invece, a nome di tutti i vercellesi e valsesiani, ringrazio il Presidente della Giunta regionale, l'Assessore D'Ambrosio e la sua struttura, che ha assunto il provvedimento con determina, perché questo stanziamento e quest'approvazione di interventi a Vercelli era attesa da anni.
Probabilmente grazie a questi 19 miliardi l'Ospedale di Vercelli, che è caduto da anni...



PRESIDENTE

Scusi, ma aveva chiesto la parola per fatto personale...Le chiedo di concludere.



PEDRALE Luca

Sì, perché sono stato accusato...Certo, anch'io ho sollecitato, come tutti i vercellesi e tutti gli operatori della sanità di Vercelli che hanno un po' di buon senso, l'approvazione da parte della struttura dell'Assessorato di questi interventi, e ne sono orgoglioso, così come tutti quelli che hanno un po' di buon senso e vogliono bene alla sanità vercellese ne sono orgogliosi. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, mi pare che il dibattito sia stato vivace ed abbia visto partecipe il 90% dei Consiglieri, sarebbe auspicabile, come consuetudine all'interno di questo Consiglio, che il Presidente Ghigo concluda con una replica.



PRESIDENTE

Procediamo con la votazione dei documenti. Il primo è quello rubricato al n. 432: "Richiesta di dimissioni del Presidente della Giunta regionale e dell'Assessore regionale alla sanità" il cui dispositivo è il seguente: "Il Consiglio regionale invita il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale alla sanità a rassegnare le proprie dimissioni ritenendoli politicamente responsabili per quanto avvenuto presso l'Azienda Sanitaria Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino".
La parola al Consigliere Giordano per dichiarazione di voto.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente. Colleghi, ci tenevo a chiarire due cose che ritengo fondamentali.
Apprezzo il Presidente Ghigo perché, in apertura del discorso, ha parlato di dignità. Questa dignità gliela riconosco, tuttavia bisogna essere particolarmente chiari, e mi spiego.
Noi riconfermiamo, affinché risulti chiaro, che la richiesta di dimissioni del Presidente e dell'Assessore non è relativa al discorso della Magistratura, di cui non ne vogliamo sapere. Tale discorso, infatti, è stato un po' strumentalizzato, da parte della maggioranza, spostando i lavori da quest'aula al Palazzo di Giustizia. Sono cose completamente diverse. Non tocca a noi se il Direttore Odasso compera gli aghi aspirati oppure le strenne natalizie. Non tocca a noi competere.
Quest'ordine del giorno precisa e verte su due argomenti: il primo è relativo all'omissione di controlli da parte dell'Assessore e del Presidente, il secondo è perché c'era un'indicazione ben chiara e precisa da parte di un ordine del giorno. E' ovviamente questa l'omissione del Presidente e dell'Assessore.
C'era un ordine del giorno approvato in quest'aula. A noi non è mai pervenuta. E' per questo che noi abbiamo chiesto le dimissioni, per questa inadempienza.



(Commenti dell'Assessore D'Ambrosio fuori microfono)



GIORDANO Costantino

Assessore, a chi l'ha data? Lei l'ha fatta ma se l'è tenuta.
Noi, comunque, manteniamo la richiesta di dimissioni perché riteniamo scorretto questo tipo di atteggiamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente.
Volevo fare alcune considerazioni in sede di dichiarazione di voto perché la Consigliera Manica ha fatto alcune affermazioni che credo non rispondano a verità, ovvero che l'intera sanità sia in mano al centrodestra. Questo è completamente falso.
Intanto si premette che l'assunto e il postulato che noi formuliamo è che all'interno della sanità, così come all'interno di tutti gli altri comparti, proprio per la singolarità del Regolamento che vige in questo Consiglio regionale, ci sia una cosa non nettamente discernibile, cioè un raffazzonamento umano per cui, alla fine, non si capisce se le responsabilità possono essere attribuite ad un lato o all'altro della politica. E questo ne è un esempio vivo. Dirò di più: non solo è previsto un meccanismo di controllo da parte del Presidente della Giunta - che non può essere uno e trino - ma tale meccanismo può essere anche mediato, oltre che immediato. E il controllo immediato dev'essere svolto dai Direttori Regionali, che mi risultano essere di sinistra. Ho mandato il mio segretario provinciale a vedere se Ferro si fosse, per caso, iscritto alla Lega, ma mi risulta un uomo diessino, di sinistra. Costui aveva, tra gli altri compiti, quello di controllare le ASL. Allora è questo il discorso che facevamo all'origine, in riferimento alla Commissione d'inchiesta: per avere un meccanismo serio di ricerca non si può che avere un meccanismo terzo all'assunto che si vuole dimostrare. Oggi la realtà è quella. Ho fatto nomi e cognomi, spero di essere smentito da qualche esponente diessino.
In riferimento al discorso del Consigliere Giordano sul fatto che non si voglia parlare di giustizia, rilevo, intanto, che tutti i dati che sono in nostro possesso e di cui abbiamo discusso sono scaturiti da un'inchiesta. Ripeto: il solo fatto che siano derivati da un'inchiesta non significa che è stato commesso un reato, perché da un'inchiesta non pu uscire nulla, è un buco nero che dovrebbe trattenere tutto dentro di sé.
Sono scaturiti da un'inchiesta e noi riteniamo che siano usciti in maniera parziale.
Tutti hanno manifestato la loro fiducia nella giustizia. Io la manifesto nei confronti del Magistrato inquirente, ma non la manifesto nei confronti della Magistratura e non la manifesto nei confronti della Magistratura torinese, perché è un meccanismo che viene usato per fare politica, bisogna dirlo una volta per tutte in maniera chiara.
Faccio un esempio: se i dirigenti delle società che fanno capo a Berlusconi, compiono determinate azioni, con l'assioma "non si può non sapere", si dice: "Berlusconi non può non sapere quello che facevano i suoi dirigenti". Questo è l'assioma di Milano.
A Torino si sono presi i dirigenti della Fiat, Mattioli e compagni questi dirigenti della Fiat sono stati condannati o hanno patteggiato, per quello a cui il capo del Governo, il giorno dopo della sua elezione, è andato a baciare la pantofola, non è stato coinvolto nell'assioma "non si può non sapere". Queste sono le cose che, evidentemente, creano discredito nei vari poteri dello Stato. Questo è il tema alto di oggi, della politica di oggi, che bisogna andare a risolvere.
Queste cose andavano detto e ovviamente, in tema di dichiarazione di voto, non posso che concludere nel respingere, da parte del mio Gruppo l'atto presentato dal Consigliere regionale Giordano e dagli altri complici.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta.



SAITTA Antonio

Presidente e colleghi, intervengo per esprimere, com'è logico che sia un voto favorevole a questo ordine del giorno, con qualche motivazione in più, perché il collega Giordano, probabilmente perché è all'inizio di questa legislatura, non ha saputo evidenziare a sufficienza, cosa che tenterò di fare io, un aspetto, perché stiamo parlando di cose in qualche maniera diverse.
Il collega Giordano ha rilevato il fatto che una decisione assunta dal Consiglio regionale questa primavera non è stata attuata da parte del Presidente della Giunta e da parte della sua Giunta. Va oltre la questione dello scandalo delle Molinette.
Nel mese di marzo, il collega Giordano presentò un ordine del giorno sottoscritto da tutto il centrosinistra, in cui diceva: "Guardate i guasti dei montacarichi (1000 montacarichi), guardate la questione della mensa (ci sono dei disservizi), guardate la questione della mancanza degli aghi" e via di questo passo, facendo un elenco.
Propose che il Consiglio regionale decidesse di costituire una Commissione. Cosa face il Consiglio regionale nel mese di aprile? Si vot all'unanimità, compreso l'Assessore regionale, un ordine del giorno che si concludeva così: "Il Consiglio regionale impegna il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente a disporre un'immediata indagine ispettiva nei confronti della direzione dell'Azienda Sanitaria Ospedaliera San Giovanni Battista, e ad adottare tutti i provvedimenti del caso compresa la rimozione del Direttore, laddove fosse riscontrato che i disservizi lamentati siano imputabili a precise responsabilità". E l'ordine del giorno approvato anche dalla maggioranza, aggiungeva: "... Ritiene il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore competente personalmente e direttamente responsabile circa l'esito dell'attività ispettiva disposta e il suo immediato riscontro nell'assemblea consiliare".
Qual è il problema? Perché c'è omissione? Perché la Commissione l'indagine ispettiva non è stata fatta né dal Presidente né dall'Assessore.
Questo il dato di fatto.



(Commenti fuori microfono)



SAITTA Antonio

E allora va presentata! A chi l'ha presentata? Se l'è tenuta nel cassetto, così come l'aumento delle liste d'attesa.
La Commissione era stata richiesta; Lei doveva riferire al Consiglio.
In questo c'è una pesante omissione. Il collega Giordano parlava della mensa, sulla quale è in corso un'indagine, parlava dei montacarichi sui quali è in corso un'indagine, parlava dell'approvvigionamento degli aghi per l'aspirato midollare sui quali è in corso un'indagine. Non è stato fatto assolutamente nulla; per questo siamo convinti che si è trattato di un'omissione e l'ordine del giorno presentato ha una motivazione forte.
Presidente Ghigo e colleghi ho notato una differenza di tono: una grande preoccupazione da parte del Presidente Ghigo e un tono revanscista da parte di alcuni colleghi della maggioranza, che mi pare proprio fuori luogo. Sembra quasi che noi, del centro, e gli altri del centrosinistra siamo quasi responsabili per quanto accade alle Molinette. Vi rendete conto di cosa avete detto? Più che pensare a quanto è capitato vi siete sforzati di sottolineare alcune differenze di opinione all'interno della minoranza.
Il problema è che voi avete responsabilità di governo; dovreste anche avere il pudore, quando succedono fatti come questi, di arrossire un pochino. La responsabilità è soprattutto di chi governa, non è della minoranza; se mai abbiamo avuto qualche responsabilità è stata di non essere stati fortemente determinati su quanto accaduto. Ma le vostre responsabilità risono tutte! Assessore D'Ambrosio sono sette anni che governa questa Regione; sono sette anni che ha delle responsabilità, non è arrivato ieri! Concludo con un'ultima riflessione. Non è problema di tecnica giuridica la norma - il problema è che in questi anni, e in questa vicenda, è prevalso un modello di gestione della politica disancorata dall'etica collega Galasso. Non si esprimono più giudizi morali; si è in dubbio sull'esprimere un giudizio su Odasso, perché è un bravo amministratore; ma se fosse dimostrato che è un ladro, manteniamo lo stesso giudizio? Non deve prevalere un giudizio etico su quanto facciamo, sul "se" vanno fatte, se sono conformi alla legge. Se viene a mancare una valutazione etica la politica ha finito. Questo quanto esiste in quest'aula consiliare: non esprimiamo più giudizi morali: la morale non conta più nulla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, una dichiarazione di voto dovuta essenzialmente alla mancanza, in chiusura di questo dibattito, di un intervento del Presidente Ghigo, giustamente richiesto dal collega Contu.
Di fronte a fatti di questa gravità e a dibattiti di questo livello, sia per qualità sia per quantità di interventi, di fronte a materia non conclusa e parecchio complessa, il Presidente Ghigo poteva cogliere l'occasione per illuminarci con qualche altra considerazione legata Presidente Ghigo, a quanto lei qui ha sentito. Lei, invece, si è presentato qui dopo un lungo silenzio, ha letto il suo compitino autoassolutorio, ha sentito gli argomenti portati in quest'aula e non si è degnato di dare alcun tipo di risposta a tutti noi, sia di maggioranza sia di minoranza.
Penso che il Presidente Ghigo abbia perso un'altra occasione, dopo quella di non aver chiesto scusa in quest'aula per quanto accaduto (fatto di buona educazione politica ed anche di stile); di non aver proposto le proprie dimissioni (fatto un po' più pesante, ma che, comunque, avrebbe denotato una certa sensibilità e avrebbe aperto una questione senza rinchiuderla.
Presidente Ghigo, lei non ha risposto ad alcunché.
Personalmente, mentre confermo il mio voto favorevole, le osservo che tra i motivi al mio voto aggiungo anche che il suo silenzio non getta luce su alcuni questioni; ne ricordo una sola, Presidente: lei sapeva che Odasso aveva versato 8 milioni ad Alleanza Nazionale, attraverso il suo Capogruppo? Non lo sappiamo; è una domanda alla quale Lei non ha risposto e quindi non sappiamo neppure, Presidente Ghigo, se Odasso abbia compiuto questo gesto - questa regalìa - in forza di quale sua funzione. Odasso era un iscritto a Forza Italia; penso che non abbia versato 8 milioni ad Alleanza Nazionale in quanto iscritto a Forza Italia: Lei cosa ne dice? Non sappiamo se Lei lo sapesse o meno: non ce l'ha detto; ma ora che Lei lo sa sicuramente, come lo sappiamo noi, ...forse non come iscritto a Forza Italia! Ma allora, in che veste ha versato quel denaro? Come Direttore generale da Lei nominato? E che giudizio dà di un Direttore generale iscritto a Forza Italia che versa denaro al partito di Alleanza Nazionale? Rimane anche "inevaso" - i colleghi di Alleanza Nazionale si sono dati molto da fare a criticare la sinistra, ma cercavano di tenere in un cantuccio il problema degli 8 milioni - il motivo per cui Alleanza Nazionale abbia accettato denaro da un Direttore generale. Possibile che a nessuno sia venuto in mente di segnalare al dott. Odasso, la probabile inopportunità che un Direttore generale della sanità, iscritto a Forza Italia, versasse denaro al partito di Alleanza Nazionale? Non si sa neppure come mai Alleanza Nazionale abbia accettato quel versamento.
Le questioni sono tutt'altro che chiarite; abbiamo avuto oggi una finestra, forse piccola, illuminata da episodi poco edificanti. Il presidente Ghigo tace e vedremo per quanto continuerà a tacere: confermo il voto favorevole alla richiesta di dimissioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, intervengo non tanto per esprimere una dichiarazione di voto, scontata. Mi unisco all'appello ripreso dal collega Chiezzi. In quest'aula il dibattito e, naturalmente, i verbali hanno ripreso notizie di fonte giornalistica, ma hanno anche formulato accuse precise in relazione a fatti che il Presidente Ghigo ha volutamente ignorato nella sua relazione. E si tratta di fatti che riguardano una questione morale, come già sollevato, ma che riguardano anche un intreccio perverso fra affari e politica, fra sistema degli appalti e politica.
E' evidente che il silenzio non è solo la forma dentro la quale si rivendica la propria lesa dignità. Questo è il tono dell'intervento del Presidente Ghigo in quest'aula. Siamo in presenza di fatti, frutto di confessioni da parte di imputati, e non solo in presenza di indiscrezioni giornalistiche. Il Presidente non può tacere, quindi siamo in presenza di fatti ampiamente ripresi. Consigliere Brigandì non mi risulta che Odasso abbia querelato alcuno...



BRIGANDI' Matteo

Come fai a saperlo?



CONTU Mario

C'é tempo per farlo. Certo ha i suoi avvocati, Consigliere Brigandì ci sono le dichiarazioni dei suoi avvocati sulle ammissioni rese dall'imputato. Questi fatti riguardano pesantemente la politica, riguardano la vita amministrativa di questa Regione. Su questi fatti il Presidente Ghigo non ha ritenuto opportuno riferire all'aula e, soprattutto eventualmente avanzare i propri dubbi rispetto alla gravità delle accuse mosse. Vale un vecchio detto: "chi tace acconsente". Il proseguo di questa storia sarà certamente il ruolo incalzante che l'opposizione saprà fare affinché si faccia luce su quanto è successo e su quanto sta succedendo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie Presidente. Intervengo per una breve dichiarazione di voto sui due documenti presentati. Prendo atto, con favore, che è mutato il dispositivo dell'ordine del giorno presentato da alcune forze del centrosinistra. Questo cessa di essere un capo di imputazione, rimane un documento politicamente inconsistente che non riprende, in nessuna misura alcune delle riflessioni più interessanti che in quest'aula alcuni esponenti del centrosinistra hanno svolto. Il mutamento del dispositivo consente ad un Gruppo di opposizione, come il nostro, di non votare contro un documento di altri Gruppi di opposizione, ma di non partecipare al voto.
Nello stesso tempo prendo atto del fatto che, forse, l'opposizione, nel suo complesso, avrebbe potuto fare della ricchezza di alcune delle argomentazioni che sono state utilizzate, tesoro anche nella stesura dei documento d'aula, non giungendo alla convocazione di questa seduta con un ordine del giorno manifestamente inadeguato rispetto ai problemi che si intendono porre.
Rispetto, invece, all'ordine del giorno presentato dal mio Gruppo consiliare, ho da fare una piccola considerazione relativamente al comportamento delle forze di maggioranza. I Consiglieri regionali di maggioranza hanno, pressoché unanimemente, sostenuto di non voler intervenire - giustamente - sulle risultanze dell'inchiesta giudiziaria.
Ritengono di non dover intervenire - giustamente - sulla presunta responsabilità oggettiva del Presidente Ghigo, rispetto ad una nomina che era sicuramente una nomina politica, ma che non ha elementi di connessione diretta rispetto alle responsabilità di cui il dottor Odasso è stato accusato. Ciò che continua a sfuggirgli è di che cosa la maggioranza intende parlare. Non vuole parlare dell'inchiesta, non vuole parlare della responsabilità oggettiva, non vuole parlare delle accuse "pretestuose" che una parte dell'opposizione le muove, ma a fronte di un documento che non solleva polveroni, ma che formula proposte di riforma molto prudenti, molto parziali, molto puntuali, ma anche molto urgenti rispetto alla situazione che noi stiamo vivendo, la risposta, mi pare la più esplicita da parte del Capogruppo Cattaneo, è: non possumus.
La maggioranza in questo momento non è in grado neppure di dichiarare di voler adempiere ad una legge dello Stato che è stata approvata da due anni e mezzo. Non è in grado di rimettere in discussione, in nessuna misura, il sistema di selezione nomina dei manager pubblici e continua mi pare, ne prendo atto con dispiacere, ma non con stupore, a nascondersi dietro al dito del "non sapevamo quanto Odasso stava facendo, quindi possiamo considerarci, anche politicamente, incolpevoli di quanto è successo". Volevo dire molto sommessamente ai colleghi di maggioranza che prendo atto, con favore, degli apprezzamenti di stima formulati nei confronti del nostro Gruppo, ma io non vi ritengo affatto incolpevoli. Vi ritengo sicuramente incolpevoli rispetto ad una vicenda giudiziaria che deve giungere alla propria conclusione, ma non è che posso giungere a ritenervi incolpevoli rispetto all'andamento della sanità piemontese e rispetto a quelle legge che voi, pervicacemente, continuate a difendere per difendere con esse il potere evidente di manipolazione del sistema del consenso che questo sistema delle nomine vi consente e per difendere nell'opacità dei meccanismi della pubblica amministrazione sanitaria quelle nicchie di potere che, all'interno dell'amministrazione sanitaria riuscite a costruire. Non prendiamoci in giro, colleghi dell'opposizione.
Ci sono gravi problemi legislativi, nella legislazione sanitaria regionale delle gravissime opacità che discendono, in larghissima misura, ve ne do atto, dai meccanismi farraginosi di una normativa che attribuisce al Direttore generale dell'azienda un potere pressoché assoluto. Ma non nascondetevi dietro alle responsabilità dei direttori generali, esercitate fino in fondo la responsabilità della politica. Se il vostro, rispetto al nostro ordine del giorno, è un voto di rinvio, io prendo atto del fatto che, come quasi tutti i voti di rinvio, è un voto di rinvio sine die ad una riforma che non si farà, ad una discussione che non si farà, in vista di appuntamenti che ci vedranno sicuramente, nei prossimi mesi e nelle prossime settimane, andare ad esaminare le distorsioni nel funzionamento delle aziende sanitarie le sempre più gravi responsabilità politiche che per omissione, innanzitutto rispetto all'esercizio delle responsabilità politiche, voi continuate a maturare nei confronti dei cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Faccio la dichiarazione di voto sul primo documento, perché sul successivo interverrà il collega Riggio. Al termine di questo dibattito vorrei dire, molto sommessamente Presidente, che quando abbiamo chiesto le sue dimissioni e quelle dell'Assessore D'Ambrosio avevamo un fondato dubbio che lei non le avrebbe rassegnate, insieme all'Assessore stesso, e che la maggioranza, in qualche modo, anche se con le contraddizioni interne avrebbe fatto quadrato. Avevamo, però, una speranza che pur compiendo un'operazione politica come questa non si accedesse, non si addivenisse ad una cancellazione, un occultamento del riconoscimento di qualsiasi forma di responsabilità politica e che, trincerandosi semplicemente dietro ai numeri sovrabbondanti in questo Consiglio, si rinunciasse a pensare ad approfondire. e che si facesse appunto semplicemente quadrato. Lei, oggi non si dimette, l'Assessore D'Ambrosio nemmeno, ma i conti della sanità piemontese rimangono tali. Le misure ingiuste ed inefficaci rimangono tali come le consultazioni dolorose sul piano sanitario in Piemonte. Si continua a discutere di un documento in cui non c'è scritto niente, mentre veri e autentici pezzi di politica sanitaria vengono gestiti sul territorio in alternativa da proconsoli o da viceré che hanno il consenso compiuto della Giunta. Questo è quello che ci sembra sia avvenuto.
Auspicavamo un'assunzione di responsabilità rispetto a questo problema ad un ripensamento, a qualche riconoscimento di un coinvolgimento nella costruzione di si fatto meccanismo sulla sanità piemontese, e anche a qualche inversione di rotta. A partire dall'Agenzia regionale, passando per un altro Piano sanitario e passando attraverso un'autentica riaffermazione di una politica di programmazione unica, che ci possa fare uscire da questa situazione ristabilendo, insieme alla programmazione, il controllo.
L'amarezza è perché tutto questo, seppure attraverso un barlume vago, non sia avvenuto. La conclusione del dibattito e il voto che verrà espresso, lo riteniamo assolutamente sconsolante, non tanto per quel quadrato intorno al nome del Presidente di cui avevamo un fondato sospetto che ci sarebbe stato, ma per l'assoluto occultamento e la volontà di "ficcare" la testa dentro la sabbia. Attenzione: le sabbie della sanità piemontese potrebbero diventare, per qualcuno, delle sabbie mobili.
Tutto questo non ci rallegra. Non ci rallegra come persone che pensano alla politica come ad una cosa seria e ad una missione alta; non ci rallegra per quello che i cittadini piemontesi stanno subendo in questo momento, per i gravi disservizi nella sanità e nell'assistenza.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, per dichiarazione di voto anche sull'ordine del giorno n. 441, il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Il documento presentato dai Consiglieri Palma e Mellano ha il merito di proporre un meccanismo di correzione. Non condividiamo questo provvedimento, soprattutto per quanto riguarda la scelta dei direttori generali tramite i cosiddetti "cacciatori di teste". Siamo convinti invece, che sia da rispettare la questione della scelta fiduciaria. I direttori generali sono dei fiduciari della Giunta e, in quanto fiduciari è legittima la richiesta di dimissioni dell'Assessore alla Sanità e del Presidente della Giunta. Soprattutto di fronte al fatto che uno di questi direttori, ancora oggi, ha dichiarato , come modello operativo, un meccanismo che viola la legge. Chiamiamo la politica alle sue responsabilità.
Il secondo punto del dispositivo non dovrebbe nemmeno essere oggetto di un ordine del giorno in quanto si chiede l'applicazione del decreto legislativo n. 286 dell'99. La mancata applicazione del decreto legislativo n. 286, da parte dell'Assessore alla Sanità e dal Presidente della Giunta regionale, avvalora ancora di più la nostra richiesta di dimissioni, in quanto non sono stati messi in opera i meccanismi di controllo. A monte di quello che è successo, Consigliere Palma e Mellano, c'è un dato fondamentale. Il dirigismo che è stato imposto dalla Giunta di centrodestra, in particolare dal patto di buon governo in poi, che è servito alla Giunta di centrodestra, in particolare al Presidente della Giunta, di stringere il cappio intorno al collo dei direttori generali che hanno smesso di essere dei manager, per diventare degli esecutori diretti della Giunta. Sono stati, addirittura, minacciati pubblicamente: chi non è conforme, va via. Questo, in parte, è quello che è successo.
Assessore alle Sanità, lei ci presenta un nuovo Piano, ma ha fatto un bilancio di quello precedente? Molti Consiglieri non hanno vissuto i cinque anni passati, quali sono stati i grandi assenti del Piano precedente? Sono state le intese di programma, gli accordi che i direttori generali dovevano fare con le Conferenze dei Sindaci. Questo elemento di sussidiarietà controbilanciava la delega che veniva data dalla Giunta e dall'Assessore alla Sanità. Le intese di programma non ci sono state.
Questo dirigismo è quello che ha favorito un meccanismo assolutamente immorale per cui, i direttori generali, non si pongono il problema di quale sia l'idea giusta da seguire, ma qual è la parte giusta a cui conviene appartenere! Ha ragione il Consigliere Saitta quando afferma che questa è la morte della morale. I direttori generali hanno smesso di essere dei manager hanno smesso di confrontarsi con i sindaci sul territorio. Se non si modifica questo dirigismo, gli accorgimenti, pur lodevole che propongono i Consiglieri Palma e Mellano, non possono avere nessuno significato. Siamo in presenza di un'inversione dei comportamenti da parte della Giunta? No! Il Presidente della Giunta si rifiuta di chiedere scusa dopo avere ridotto la sanità nelle condizioni in cui è stata ridotta, in cui è stata esposta al ludibrio pubblico di tutti i quotidiani e i settimanali nazionali. La Giunta regionale si ostina a presentare un Piano sanitario, basato sul dirigismo, che chiede una delega in bianco: esattamente il contrario di quello che dovremo fare. Siamo tutti protagonisti di un processo di devoluzione? Benissimo! Ma questo processo pretende sussidiarietà, allora ritirate il Piano sanitario e, soprattutto, ritirati quegli atti.
Abbiamo scritto a lei, Presidente del Consiglio, perché la Giunta regionale il 21 dicembre ha approvato una delibera illegittima, un atto di programmazione che contraddice due leggi vigenti: quella del Piano sanitario e quella di istituzione della Conferenza permanente per la programmazione sanitaria.
Di fronte a questo dirigismo, non possiamo accettare questo ordine del giorno, per cui ci asterremo.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo sulla mozione n. 432 e l'ordine del giorno n. 441; ne ha facoltà



TAPPARO Giancarlo

Confermo il mio voto favorevole alla mozione e voglio motivare il mio voto favorevole all'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Palma e Mellano. Mi spiace che il Presidente Ghigo non abbia colto il finale di dibattito - molto interessante - per riconfermare quanto ci ha detto questa mattina, oppure per aggiungere qualcosa su scelte che, nel breve medio termine, volesse assumere in base a quanto è emerso dal dibattito dal discorso che faceva, nella conclusione del suo intervento, il collega Riggio.
Voi avete proposto un Piano socio-sanitario che ha le caratteristiche della legge delega, cioè è un abbozzo che poi lascia alle leggi delegate il completamento. Ed è un abbozzo estremamente sommario.
La situazione che noi viviamo oggi dovrebbe portare la maggioranza e questo governo a ridefinire il Piano socio-sanitario in maniera più stringente, più articolata, perché così come è presentato dà l'impressione di essere un qualcosa a maglie larghe, che lascia alla funzione della Giunta il riempimento con un'attività eccessivamente indiscriminata.
Questo momento, questa situazione da non sottovalutare dovrebbe spingere la Giunta regionale a ritornare sui propri passi e definire un documento di programmazione sanitaria con maggiore grado di dettaglio.
Quindi riconfermo il mio voto favorevole al documento che porta la prima firma del collega Giordano e confermo - però con il carattere di indicazione di lavoro - i contenuti dell'ordine del giorno dei colleghi Palma e Mellano.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per dichiarazione di voto il Consigliere Galasso sulla mozione e ordine del giorno; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio Lucio

Per quanto riguarda il documento a firma dei Consiglieri Palma e Mellano, ribadisco quanto ha detto nel primo intervento, che è indubbiamente un tentativo serio di dare una risposta opportuna. Dobbiamo però dire che non abbiamo avuto tempo per adeguatamente riflettere soprattutto sul primo punto. C'è indubbiamente maggiore apertura per quanto riguarda il secondo punto, però riteniamo che sia necessario un esame organico della problematica e, a nome del Gruppo di Alleanza Nazionale dico che ci impegniamo seriamente a riflettere su quel punto.
Quanto all'ordine del giorno presentato dai Consiglieri Giordano e altri, mi preme soltanto fare qualche velocissima precisazione,. nel ribadire la fiducia al Presidente Ghigo e all'Assessore D'Ambrosio.
Inoltre, rispondo all'osservazione del Consigliere Chiezzi, perché mi pare doveroso.
Il Consigliere Chiezzi, in effetti, muove dal tema giustizia per prendere le distanze, ma, poiché è alla disperazione logica, non fa altro che ricadere e lambire di nuovo questo profilo. Il Segretario provinciale di Alleanza Nazionale ha offerto una chiara risposta sulla liceità legittimità e limpidezza della vicenda.



(Commenti del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Intervengo per una brevissima dichiarazione, naturalmente per ribadire il voto contrario alla mozione presentata da alcuni Consiglieri del centrosinistra, con cui si invita alle dimissioni sia il Presidente che l'Assessore con la delega all'assistenza e alla sanità, dott. Antonio D'Ambrosio.
Lo abbiamo credo ampiamente argomentato nel dibattito, quindi non vorrei aggiungere ulteriori considerazioni se non quella che votiamo per respingere questa mozione con convinzione, rinnovando quindi la piena fiducia sia al Presidente della Giunta regionale che, conseguentemente all'Assessore regionale Antonio D'Ambrosio.
Invece, per quanto riguarda l'ordine del giorno collegato, presentato dai colleghi Palma e Mellano del Gruppo Radicale, così come avevo già detto nell'intervento di discussione generale, e cioè che non avremmo votato favorevolmente, confermo questa posizione, però volevo esplicitare il voto non favorevole ed anche fare alcune considerazioni.
Il voto non favorevole, lo esplicito subito, sarà un voto di astensione, anche se siamo perfettamente consapevoli che con questo Regolamento in quest'aula il voto di astensione è pari al voto contrario per questo, essendo presente la maggioranza, questo ordine del giorno sarà certamente respinto. Tuttavia, non vuole essere un voto di comodo, di attenzione o di particolare garbo verso un Gruppo, quello dei Radicali, ma un'astensione convinta.
Alcune delle considerazioni riportate in questo ordine del giorno, e in particolare nella parte b), relativamente ai sistemi di controllo interni alle Aziende sanitarie, sono già emerse nella discussione preliminare di ieri ad opera di alcuni esponenti della maggioranza.
Quindi la sollecitazione posta è interessante; siamo consapevoli di queste necessità ed è per questo motivo che ci asterremo. Naturalmente ci rendiamo immediatamente disponibili, così come facciamo con tutto il Consiglio regionale, nella sede della competente Commissione, in particolare con il Gruppo dei Radicali a cui va il merito - solo Gruppo nell'opposizione - di avere avanzato una proposta organica al riguardo, a confrontarci per fare insieme, non in un clima consociativo, ma in un clima di democratico ed utile confronto, delle buone norme per evitare questi fenomeni e soprattutto per migliorare la situazione generale della sanità piemontese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Intervengo solo per dichiarare il nostro voto. Già avevo accennato il voto contrario alla mozione presentata dal Consigliere Giordano, mentre relativamente al documento presentato dai Consiglieri Palma e Mellano il nostro voto sarà di astensione, perché riconosciamo la presenza di proposte di un certo interesse, come peraltro avevo già espresso nel precedente intervento.
Il nostro voto perciò sarà di astensione, non per sfiducia al contenuto del documento, ma semplicemente perché non c'è stato modo di approfondire questi argomenti, il che ci proponiamo di fare nelle prossime settimane.



PRESIDENTE

Indìco, dunque, la votazione palese, mediante procedimento elettronico sulla mozione n. 432, a firma del Consigliere Giordano, il cui testo recita: "Affermato che la tutela della salute dei cittadini rappresenta un fondamentale diritto dell'individuo ed un interesse della collettività costituzionalmente tutelati ribadito che qualsiasi speculazione per fini personali sulle altrui sofferenze ripugna alla umana coscienza ed è meritevole del più profondo disprezzo rilevato che i molteplici casi di corruzione che interessano l'azienda sanitaria ospedaliera San Giovanni Battista di Torino configurano ormai un sistema diffuso e distorto di gestione della cosa pubblica posto che detti casi sembrano riguardare anche la richiesta di somme di denaro al fine di agevolare taluni pazienti nell'erogazione di determinate prestazioni medico sanitarie evidenziato che tali episodi risultano particolarmente turpi in considerazione del fatto che la ricerca del profitto economico illecito viene perseguita facendo leva sullo stato di sofferenza fisica e psichica dell'ammalato e dei suoi familiari considerato che quanto avvenuto risulta, quanto meno, essere stato agevolato dall'omesso controllo da parte degli organismi regionali preposti ed in primo luogo dell'Assessore regionale alla sanità: ritenute del tutto insufficienti ed inadeguate le misure sino ad oggi disposte dal Presidente della Giunta regionale e dall'Assessore regionale alla sanità rilevata la scarsa presenza presso l'Azienda sanitaria ospedaliera San Giovanni Battista di Torino del Commissario designato considerato che detta nomina riporta direttamente al Presidente della Giunta regionale ed all'Assessore regionale alla sanità così come quella del precedente direttore generale affermato che la capacità di saper scegliere e di vigilare sull'operato dei propri collaboratori è tratto essenziale e distintivo di ogni buon amministratore pubblico o privato che sia il Consiglio regionale invita il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale alla sanità a rassegnare le proprie dimissioni, ritenendoli personalmente e direttamente responsabili per quanto avvenuto presso l'azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino".
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 441, a firma dei Consiglieri Palma e Mellano, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale premesso che è in corso una importante inchiesta giudiziaria sul sistema di corruzione gravitante attorno all'ex Direttore Generale della più grande azienda ospedaliera piemontese (c.d. 'caso Odasso' quanto è sinora emerso dall'inchiesta e le stesse ammissioni degli imputati impongono al Consiglio regionale il dovere di definire norme che, sotto il profilo legislativo e amministrativo, siano tali da garantire e, dove necessario, ripristinare il rispetto dei principi di buon andamento e imparzialità della pubblica amministrazione nella gestione della aziende sanitarie ritenendo che il 'Caso Odasso' sia rappresentazione ed esempio dei rischi connessi: a) ad un sistema di selezione dei manager delle Aziende Sanitarie Regionali (ASR) basato, innanzitutto, su benemerenze o "legittimazioni" partitiche e personali b) ad un sistema di controllo degli apparati amministrativi inadeguato e sorpassato che attribuisce al Direttore Generale la verifica della 'corretta e economica gestione delle risorse attribuite' e dall'altra facendone il dominus assoluto di tutte le procedure aziendali, gli consente di sovrapporsi operativamente agli apparati amministrativi che dovrebbe limitarsi a controllare impegna la Giunta regionale a presentare al Consiglio entro 90 giorni e comunque prima dell'adozione del nuovo Piano Sanitario Regionale una proposta di riforma complessiva: a) del sistema di individuazione e nomina dei Direttori generale della ASR b) del sistema di controllo degli apparati amministrativi delle ASR, sulla base dei seguenti principi: a) selezione dei Direttori generali: affidamento della nomina dei Direttori Generali delle ASR a una o più società di headhunters - scelte tramite bando di gara - che procedano alla selezione professionale dei manager riserva alla Giunta regionale del solo potere di revoca dei Direttori in caso di mancato conseguimento degli obiettivi aziendali;introduzione di un doppio sistema di filtri - nella scelta della società di selezione e nell'individuazione dei Direttori - in modo da ottenere il duplice risultato di disciplinare le modalità di selezione sulla base di criteri puramente tecnici e sostanzialmente concorsuali e di attribuire la responsabilità della scelta dei Direttori a selezionatori che non abbiano alcun interesse né diretto né indiretto rispetto al loro operato b) sistema dei controlli interni nelle Aziende sanitarie adeguamento della normativa regionale ai principi e ai criteri di cui al D.lgs 286/99 definizione di una metodologia di analisi e di implementazione operativa del sistema di controllo interno alle Aziende sanitarie, con l'utilizzo di strumenti di auditing in grado di rappresentare e correggere gli aspetti critici delle procedure aziendali, attraverso: la separazione delle funzioni amministrativo-gestionali dai poteri relativi al controllo di gestione oggi riservati in via esclusiva al Direttore Generale l'istituzione di un sistema di auditing interno degli elementi procedurali e ammini strativi indipendente in senso sia funzionale sia gerarchico, da chi, come Direttore Generale, può esercitare un potere di gestione pressoché assoluto".
Il Consiglio non approva.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Nel riaggiornare la seduta a martedì prossimo, comunico che la riunione dei Capigruppo domani non si svolgerà, in quanto la IV Commissione è convocata a Novara, per cui non è possibile il rientro in tempo utile.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle h. 17.30)



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