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Dettaglio seduta n.178 del 15/01/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 15.00 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



(La seduta ha inizio alle ore 15.43)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Burzi, Cantore, Cota, Cotto e Pozzo.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle determinazioni assunte dalle Direzioni regionali 32 e 33, concernenti finanziamenti ai POF


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Volevo approfittare della contemporanea presenza in aula del Presidente Ghigo e dell'Assessore Leo, ma anche del Presidente della VI Commissione per fare presente che nella giornata di ieri ho inviato una lettera al Presidente, e, per conoscenza, all'Assessore Leo, nella quale ho sollevato in merito all'assunzione di alcune determinazioni, assunte dalle Direzioni regionali 32 e 33, concernenti finanziamenti ai POF, due questioni: una di merito e l'altra di forma.
La questione di forma riguarda un errore sulla procedura, per cui determine della Direzione Istruzione, per un importo di 13,5 miliardi, sono state assunte senza aver sentito il parere della VI Commissione.
Presidente, mi deve consentire di spiegare alcuni passaggi entro i due minuti.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, le abbuono i miei dieci secondi: ne ha ancora venti a disposizione.



CONTU Mario

L'altra questione è di merito.
L'eventuale accettazione da parte dell'Assessore, come mi è stato comunicato in modo informale questa mattina dal Presidente Cota, riapre almeno come discussione all'interno della Commissione, le modalità di erogazione di tali contributi.
Chiedo, e sollecito il Presidente, affinché sia data comunicazione all'aula di questo impegno assunto e anche dell'iter che si vuole seguire.



PRESIDENTE

L'Assessore Leo è disposto a rispondere al Consigliere Contu.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Corrisponde rigorosamente al vero quello che dice il Consigliere Contu.
Questa mattina abbiamo avuto un incontro - l'ho comunicato informalmente al Presidente Ghigo ed ora lo comunico ufficialmente - con il Presidente Cota nel quale si è convenuto che l'Assessorato sospenda l'erogazione dei fondi in attesa che si torni in Commissione, perché c'è stato l'errore di scrivere "approvato dalla Commissione", mentre si doveva scrivere "sentito e discusso il provvedimento con la Commissione". Era questo il meccanismo.
Senz'altro invierò una lettera alla Commissione competente in modo da poter correggere e poi, nel dibattito del 22 gennaio, previsto su tale argomento, avendo ascoltato le posizioni dei Gruppi, espresse in maniera ufficiale o informale in aula, trarremo delle conclusioni per formulare al Consiglio delle proposte.



PRESIDENTE

Credo che il Consigliere Contu si possa dichiarare soddisfatto.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Visto il riverbero che ha avuto sui mezzi di informazione la vicenda sollevata dal collega Contu, mi aspettavo che l'Assessore Leo, oltreché il riconoscimento dovuto e opportuno che ha fatto, facesse alcune affermazioni di fondo. Ad esempio, che i POF permettono alla Regione di effettuare un orientamento di politiche scolastiche e che quindi non possono trovare un'erogazione a pioggia, ma un'erogazione che sta all'interno di determinazioni, vuoi per un certo indirizzo, vuoi per un altro.
Il limite della proposta dell'Assessore Leo non era solo un errore procedurale avvenuto nelle forme in cui è stato spiegato, ma è proprio nel merito, cioè si è disatteso lo spirito dei POF, che non è un'erogazione su domande qualsiasi, ma su domande che stanno nell'alveo di un indirizzo, di una politica che il governo regionale esprime in materia scolastica. Il POF, che è uno strumento che si inquadra all'interno del programma scolastico, in una "coda" che serve a completarla. Quando è stato elaborato in Parlamento tale strumento di intervento formativo è stato caratterizzato in termini federalistici.



PRESIDENTE

Assessore Leo, ricordo soltanto che, nell'ultima Conferenza dei Capigruppo, gli stessi hanno deciso che nella seduta del Consiglio di martedì prossimo, esattamente del 22 gennaio, si discuterà di questa questione, avendo già avuto, preventivamente, la disponibilità da parte dell'Assessore Leo. Credo che potrà essere affrontato in modo molto più ampio, visto che è previsto e deciso dai Capigruppo, nella seduta del 22 gennaio.
Consigliere Contu, lei ha già avuto la parola per chiarimenti. I Capigruppo hanno definito, con l'Assessore Leo e con la Giunta, di addivenire ad interventi in merito a questa questione nel Consiglio del 22 gennaio, per cui non le do più la parola.



CONTU Mario

Presidente, non le può sfuggire un fatto: l'assemblea elettiva si è data un o.d.g. Nel corso dei lavori è emerso un fatto nuovo - di questo si è trattato - a seguito della sollecitazione di un Gruppo. Io ho chiesto, e non è un fatto personale, fra il Gruppo di Rifondazione...



PRESIDENTE

Consigliere Contu, mi sembra che l'Assessore Leo le abbia risposto.



CONTU Mario

Ho chiesto di comunicare un fatto che non ha precedenti. C'è stato un errore di procedura sulle modalità di applicazione di una legge della quale ho chiesto, doverosamente, di informare l'aula. Dopodiché, Presidente siccome ho espresso anche un giudizio di merito, sono consapevole che per la giornata del 22 gennaio sono previste le comunicazioni dell'Assessore Leo rispetto a tutta la materia. Quindi, sollecito anche il Presidente della Commissione affinché il problema del ritorno in Commissione sia posticipato - io proponevo di accelerare i tempi - a dopo la discussione del 22 gennaio, prevista dalla Conferenza dei Capigruppo.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Comitato RAI

Esame proposta di legge n. 294: "Modifiche e integrazioni alla L.R. 7 gennaio 2001, n. 1 'Istituzione, organizzazione e funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni)"


PRESIDENTE

A questo punto, possiamo iniziare i lavori con l'esame della proposta di legge n. 294, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco, relatore

La recente L.R. 7 gennaio 2001, n. 1, ha istituito il Comitato Regionale per le Comunicazioni (CORECOM) e ne ha disciplinato l'organizzazione e il funzionamento; è stata abrogata nel contempo la precedente L.R. 2 gennaio 1997, n. 1, relativa a "Istituzione e funzionamento del Comitato Regionale per la Comunicazione e l'Informazione" che disciplinava il precedente Comitato (CORECOIN).
Nella fase di prima applicazione della legge si è però ravvisato come la notevole mole di lavoro che il Comitato deve affrontare richieda una presenza costante dei suoi componenti, anche a turno, al fine di garantirne la piena operatività a fronte delle competenze di tale organo - che svolge importanti e "necessarie funzioni di governo, di garanzia e di controllo in tema di comunicazioni" e che è "organo funzionale dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni" - in particolare in concomitanza con il periodo di campagne elettorali. L'attuale previsione legislativa, che fissa in sette il numero dei componenti, si è quindi rilevata insufficiente per fare fronte alle esigenze predette. Infatti, il precedente Comitato, pur con compiti e funzioni diversi e ridotti, era formato da nove componenti.
In sede di Commissione, si è ampiamente dibatutto sull'opportunità di variare il numero dei componenti rispetto alla previsione della proposta di legge. In ordine a tale previsione, la legislazione delle altre Regioni presenta alcune differenze. Sono previsti infatti cinque componenti in Umbria, Puglia, Basilicata, Calabria e Friuli-Venezia Giulia. La Liguria le Marche e il Veneto prevedono sette membri e l'Emilia Romagna nove.
Pertanto, considerata la mole di lavoro che i componenti devono affrontare si è stabilito di portare a otto i componenti dell'organismo definendo, nel contempo, alcune ulteriori regole di funzionamento.
In particolare, si è definita la modalità di votazione nel caso in cui si verifichi una parità di voti, con l'attribuzione di un valore decisivo al voto del Presidente.
Analogamente, si è ravvisata la necessità di individuare la figura del Vicepresidente istituzionalizzandola, allo scopo di coadiuvare il Presidente nell'esercizio delle sue funzioni.
La proposta di esame prevede l'elezione di due Vicepresidenti, da effettuarsi nella prima seduta del Comitato con voto limitato a uno, e stabilisce che i Vicepresidenti esercitino, alternativamente per un periodo di sei mesi, le funzioni del Presidente in caso di sua assenza o impedimento. Si ricorda che la legge vigente assegnava tale ruolo al componente più anziano d'età. Su questo punto specifico sono previsti emendamenti precisi.
Gli artt. 2 e 3, infine, definiscono i tempi entro cui il Consiglio dovrà provvedere all'integrazione del Comitato con il componente mancante e stabiliscono l'immediata entrata in vigore della legge, con l'obiettivo primario di porre quanto prima il Comitato nelle condizioni ottimali di funzionamento.



PRESIDENTE

Passiamo al dibattito generale.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Ho avuto l'opportunità di affrontare questo tema nella Conferenza dei Capigruppo, a cui ho partecipato a nome del Gruppo Radicale.
Ringrazio, in questa sede, il Consigliere Botta per la relazione, tra l'altro anche modificata rispetto a quella precedentemente distribuita.
Tuttavia, c'è un ragionamento di fondo.
Volevo trovare le misure e le parole giuste per cogliere e definire un problema senza essere offensivo nei confronti di qualcuno. Ho definito questo provvedimento "imbarazzante", anche perché viene posto con tale urgenza e tale priorità da essere il primo argomento in discussione all'apertura dell'anno consiliare. E' imbarazzante perché c'è un "non detto" nella relazione del Consigliere Botta che giustifica l'aumento dei posti nel CORECOM come una necessità fisiologica dell'Ente per poter affrontare, al meglio, le competenze. Ripeto e ricordo che la proposta originaria dell'Ufficio di Presidenza era, addirittura, di cinque membri.
In sede di votazione della legge nel gennaio 2001, con un emendamento del Consigliere Angeleri si è riusciti a convincere l'aula a portare i membri da cinque a sette.
L'ulteriore modifica, peraltro urgentissima, di questa legge non è dovuta, purtroppo, ad un problema tecnico di gestione, ma ad equilibri interni fra centrodestra e centrosinistra. Questo non per fare il radicale che dice "Siamo fuori dai giochi", ma per suggerire che dovete assumervi la responsabilità di dire che questa è: concertazione? Consociativismo? Vecchi metodi? Qualcuno, in quest'aula, si deve alzare e convincermi che il CORECOM Piemonte sarà un organismo migliore, più attento alla democraticità dell'informazione, più attento all'informazione istituzionale e più attento alla realtà piemontese, perché si passa da sette a otto membri e l'ottavo membro sarà del centrosinitra. Se qualcuno mi convince che questa modifica è talmente urgente, talmente pregnante, perché da domani cambieranno i palinsesti televisivi, perché da domani ci sarà più informazione rispetto all'attività istituzionale del Consiglio regionale, perché avremo dei servizi sulla giustizia non dettati da giustizialismo o da anti giustizialismo in base al giornalista di turno (non come è successo in questo momento che alcuni servizi su Odasso sono vincolati ad interessi estranei - lo dico dopo aver visto i telegiornali di questi ultimi giorni a quelli dell'informazione corretta); dicevo, se qualcuno si alza in quest'aula e mi dice che questo provvedimento, urgentissimo, nobilissimo necessarissimo, cambierà sostanzialmente l'intervento del CORECOM rispetto ai gravi problemi dell'informazione esistenti in Italia e dell'informazione politica e istituzionale in Piemonte, allora avrò sbagliato, far retromarcia e la prossima volta invece di parlare, starò zitto.
Non posso non essere imbarazzato da una relazione che afferma che questo è un problema tecnico, è un problema di gestione, perché, ripeto, la proposta originaria dell'Ufficio di Presidenza era di cinque membri. Con cinque membri il rapporto era di tre a due, quindi andava tutto bene; con sette membri il rapporto è di cinque a due e va tutto male. Questo è il problema.
La legge n. 39/95, laddove prevede che il Regolamento interno del Consiglio possa regolare la partecipazione delle minoranze negli organismi in cui sono previsti più di tre membri di elezione del Consiglio, sancisce due terzi e un terzo. I due terzi di sette fanno cinque e un terzo fa due: questo non va più bene! La sfida ai Consiglieri del centrosinistra è la seguente: provate a dimostrarmi che così cambierà davvero il CORECOM e che saremo più tutelati.
Sono sicuro che i nominativi proposti - li avrò anche già visti - sono di altissimo livello, ma il problema è in generale, il problema è lo strumento, e lo strumento non cambierà se ci sono tre degnissime persone che si aggiungeranno alle altre cinque degnissime persone, ma scelte dal centrodestra Secondo me, il problema è ragionare partendo da questa palese contraddizione e da questo nodo che viene al pettine della concertazione relativamente a certe nomine del Consiglio. Mi chiedo se non sia il caso di valutare, all'interno della riforma del Regolamento, anche la riforma dell'art. 72 laddove, in qualche modo, in modo un po' burocratico, un po' vecchio stile, un po' I Repubblica, un po' concertativo, esce fuori che le cose vanno bene se siamo d'accordo opposizione e maggioranza e se centrosinistra e centrodestra si mettono d'accordo sui nomi e sulle spartizioni, mentre non vanno bene se questi numeri non tornano.
Ora, siccome la matematica non è un'opinione, ricordo benissimo la seduta del 7 gennaio 2001 quando a soli dieci minuti di distanza si è capito il valore forte dell'emendamento Angeleri. Il valore forte dell'emendamento Angeleri era dare più forza al CORECOM, spostando da cinque a sette, soprattutto spostando l'asse dell'equilibrio da tre-due a cinque-due membri tra centrosinistra e centrodestra.
Questo è il nodo politico che volevo porre con - vi assicuro un'attenzione critica agli atteggiamenti che l'opposizione di centrosinistra vorrà prendere in quest'aula, dicendo però che rimane l'imbarazzo di dover constatare che, fra tutti i provvedimenti urgentissimi che abbiamo in quest'aula, questo è l'unico provvedimento su cui davvero c'era l'unanimità o quasi - io ero in disaccordo nella riunione dei Capigruppo - sull'urgenza di dover trattare questo tema come primo argomento della seduta all'inizio dell'anno. Quindi, mi riprometto di intervenire successivamente, ma questa è un po' la sfida che presento all'aula questo pomeriggio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Intervengo in quanto il Consigliere Mellano ha posto delle domande e non è nostra abitudine non rispondere quando in aula si pongono delle questioni e c'è un'interlocuzione, anche se, diversamente dal suo stile e da quanto abitualmente ho ascoltato dalle parole del Consigliere Mellano in molte altre occasioni, ho trovato il suo intervento non particolarmente elaborato e convincente.
In questa sede, vorrei semplicemente dire quella che, a mio parere, è la semplice verità, che tutti conoscono e che può essere tranquillamente detta e nominata in quest'aula nel momento in cui si discute questo provvedimento.
Naturalmente, ci sono diverse possibilità - mi rivolgo in particolare al Consigliere Mellano - quando si discute di organismi che abbiano queste caratteristiche.
Se in quest'aula - e se il Consigliere Mellano, che altre volte è stato così attivo nei suoi rapporti con la maggioranza, potesse dare una mano in questa direzione - si potesse determinare una legge che stabilisce che il numero dei componenti del CORECOM è di cinque persone, che queste cinque persone non vengono indicate né dalla maggioranza né dalla minoranza, ma da istituzioni garanti di poter offrire personalità di competenza tecnica e di provata indipendenza, capace di garantire che una funzione così delicata sia svolta con queste modalità, prego il Consigliere Mellano di redarre tale disegno di legge, di presentarlo come emendamento a quello che stiamo discutendo e di procedere in quella direzione.
Non siamo in questa condizione; siamo nella condizione in cui, invece la maggioranza ha deciso di conferire un carattere politico a tali nomine.
Lo dico come parte di un Gruppo e di Gruppi che, al momento delle nomine hanno scelto, per quanto hanno potuto, la nomina di personalità indipendenti, scegliendo persone di chiara fama che non sono collegate organicamente ad una forza politica per questa questione.
Di fronte ad una situazione del genere, il fatto che certi equilibri siano in qualche misura rappresentati non costituisce la soluzione migliore, ma - come credo voi, che frequentate la politologia britannica e anglosassone, usiate - la second best, cioè, in mancanza della scelta migliore, una scelta che consenta, su un terreno delicato come quello dell'informazione, di offrire un livello di garanzia apprezzabile sia ristabilendo un equilibrio, che tutti hanno riconosciuto essere stato modificato senza una piena conoscenza delle dinamiche che si sarebbero innescate da parte del Consiglio regionale quando votò quell'emendamento io casualmente non ero presente quel giorno - sia, così come predisposto dal testo e dall'emendamento presentato, stabilendo che, oltre ad un Presidente di maggioranza, ci sia un Vicepresidente di minoranza in una situazione così delicata e importante.
Francamente, non si capisce perché questo non dovrebbe rappresentare un elemento di equilibrio, mentre, invece, caro collega Mellano, rappresenta sicuramente un elemento non consociativo e di equilibrio il fatto che sia un esponente di minoranza alla Presidenza della Giunta per le Elezioni.
Chissà perché questo non sarebbe un elemento consociativo! Siccome non è un elemento consociativo né il primo né il secondo, siamo sul piano delle regole e sul piano di determinazione di sistemi di regole che, ripeto, al meglio nella situazione data, cercano di garantire un equilibrio che non si può perseguire attraverso altre forme, che certo sarebbero possibili.
Ripeto: quando il Consigliere Mellano avrà accertato la disponibilità dell'aula a muoversi in questa direzione, faccia un fischio e noi risponderemo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Cota, Riba, Botta Marco, Di Benedetto e Toselli: nel nuovo comma 2 bis dell'art. 1, sostituire le parole da "due Vicepresidenti" fino alla fine del comma con le parole "un Vicepresidente espresso dalla minoranza".
La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto.



MELLANO Bruno

Prendo atto che questo emendamento è volto a correggere il tiro rispetto ad un problema.
Non mi ha convinto il precedente intervento del Consigliere Marcenaro nel senso che è chiaro che tutta l'impostazione di questo provvedimento è volta a correggere quanto ho detto prima e riconfermo adesso: una furbata del Consigliere Angeleri in sede di votazione il 7 gennaio 2001 quando, con un piccolo emendamento che sembrava insignificante, ha spostato da cinque a sette il numero dei componenti e, quindi, l'equilibrio interno al CORECOM.
Volevo porre il problema che forse si deve cominciare a ragionare sulla legge n. 39/95 e sull'art. 72 del Regolamento laddove, in modo un po' burocratico, pensa di tutelare l'espressione delle minoranze, che sono quanto mai composite in questa fase del Consiglio regionale, ma soprattutto, dare una legittimità generale ad un organismo molto importante come il CORECOM semplicemente aumentando il numero dei componenti, in modo tale che gli equilibri siano interni. Anche la questione dei Vicepresidenti era volta in quel senso. La proposta riguardava due Vicepresidenti: uno di maggioranza e uno di opposizione.
Adesso, in qualche modo, con questo emendamento si torna indietro riconoscendo direttamente al centrosinistra la legittimità e la titolarità della Vicepresidenza; al centrosinistra, perché i Radicali, coerentemente con la loro impostazione, da un anno e mezzo non partecipano a nessuna delle nomine riservate ai Gruppi e a quelle delle minoranze.
Il centrosinistra ritiene di fare un'azione - capisco le motivazioni del Consigliere Marcenaro - altamente utile e democratica e di riuscire ad intervenire cambiando la composizione interna. Ritengo che, in questo modo si perda l'occasione per porre invece il discorso complessivo della riforma dell'art. 72 del Regolamento e delle partecipazioni in base alla legge n.
39/95, cercando di incidere sullo strumento più che andare a patteggiare una situazione migliore di quella emersa dalla legge del 7 gennaio 2001 emendata dal Consigliere Angeleri.
Quindi, ad una furbata si reagisce con un'azione di legittima difesa da parte del Consigliere Marcenaro, ma non si cambiano gli addendi, non si cambia la struttura del modo di ragionare sul fatto che in ogni posto che conta si va a garantire la presenza della minoranza, usando lo strumento della legge n. 39/95, che finisce per essere gestione di sottopotere e non riforma democratica e liberale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri per dichiarazione di voto.



ANGELERI Antonello

Presidente, sono stato tirato in ballo dal Consigliere Mellano, che è sempre attento ai lavori di questo Consiglio. Credo però che non sia stato attento nel momento in cui abbiamo approvato la legge sul CORECOM, perch ritengo di non avere commesso assolutamente alcuna furbata, come lui la definisce, ma di aver solo dato un po' più di spazio all'interno di questo Comitato che, per la Regione Piemonte e per il lavoro che dovrà svolgere avrà sicuramente dei compiti impegnativi.
La stessa relazione che accompagna la modifica alla legge regionale del 7 gennaio 2001 parla di compiti assai gravosi del Comitato Regionale di Comunicazione.
Quindi, non ritengo di avere commesso nulla di quanto mi viene addebitato dal Consigliere Mellano, ma ritengo invece di aver dato, con due membri in più, maggiori possibilità di controllo ad un Comitato che dovrà svolgere una funzione importante, soprattutto nel momento in cui andremo verso un federalismo anche in questa direzione.
Ho colto l'occasione per rispondere al Consigliere Mellano, ma anche per dichiarare, rispetto a questo emendamento, il mio voto di astensione.
Mi pare che i ragionamenti fatti inizialmente rispetto a questa proposta di legge fossero altri. L'Ufficio di Presidenza ha ritenuto di doverli modificare presentando una proposta diversa da quella arrivata in quest'aula.
Per cui, essendo altri i ragionamenti che si erano impostati, ed essendo originariamente un'altra la deliberazione uscita all'unanimità dall'Ufficio di Presidenza, per queste motivazioni, rispetto all'emendamento in votazione, dichiaro la mia astensione.



PRESIDENTE

Non essendovi altre dichiarazioni di voto, indìco la votazione palese mediante procedimento elettronico, sull'emendamento n. 1.1).
Il Consiglio approva.
A seguito dell'approvazione dell'emendamento n. 1.1), è necessaria la seguente modifica di coordinamento: al comma 1 dell'art. 9 della L.R. n. 1/01, dopo le parole "al Presidente", sono aggiunte le parole "al Vicepresidente".
Il Consiglio, unanime, ne prende atto.
La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto sull'art. 1.



MELLANO Bruno

Intervengo per dichiarazione di voto sull'art. 1.
Il Gruppo Radicale voterà contro, mentre non abbiamo partecipato alla votazione precedente.
Se bisognava fare un correzione a questa proposta si poteva davvero "tagliare la testa al toro" e fare come in Emilia Romagna, dove i membri sono nove, quindi il massimo consentito dalla legge nazionale.
Invece, con questa modifica dell'art. 1 si va ad introdurre un sistema abbastanza complesso, con il Vicepresidente, che è una figura istituzionalizzata, quando in gran parte delle altre Regioni non lo è.
Inoltre, si va a dare un potere doppio di voto al Presidente per correggere l'effetto abbastanza particolare di un Comitato che ha un numero pari di membri.
Ribadisco che non è un giudizio negativo o spregiativo nei confronti del collega Angeleri, ma nel momento in cui definisco che l'emendamento era stato una furbata, semplicemente riconosco che la capacità politica del collega Angeleri era tale da non essere ingenuo sul risultato della sua proposta. Infatti, nel momento in cui ha presentato un emendamento che portava da cinque a sette, evidentemente aveva anche in testa cosa poteva voler dire quel sette rispetto all'art. 72 del Regolamento.
Ripeto, il nocciolo della questione è: usiamo questa contraddizione questo caso che ci ha fornito un esempio di scuola e di come funzionano male per modificare l'impostazione con cui ragioniamo rispetto alla rappresentanza del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 1 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 2 nel suo complesso.
Il Consiglio approva.
Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intervengo per dire che voteremo contro questo provvedimento, lasciando a verbale che troviamo particolarmente controindicato che sia stato il primo argomento che abbiamo discusso con tanta urgenza all'apertura dell'anno consiliare, provvedimento legato a una concezione che, secondo me, rischia di allontanare le persone dalla politica e non ad avvicinarle.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, intervengo per dichiarare il mio voto di astensione rispetto a questa legge, ribadendo che le motivazioni sono quelle appena dichiarate in occasione dell'esame dell'art. 1.
Vorrei, in questa sede, ribadire la mia totale fiducia nei confronti del Presidente e dei componenti del CORECOM.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 36 hanno votato SI' 33 Consiglieri hanno votato NO 2 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Informazione

Esame proposta di deliberazione n. 229: "Istituzione e funzionamento del Comitato Regionale per le Comunicazioni. Determinazione dell'indennità in attuazione della L.R. n. 1/01"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 229, di cui al punto 5) all'o.d.g.
E' stato presentato il seguente emendamento da parte dei Consiglieri Cota Botta Marco, Di Benedetto, Riba e Toselli: 1) nel dispositivo della proposta di deliberazione n. 229 sostituire le parole da "commisurata al" fino alla fine con le seguenti parole: "commisurata al 65% di quella del Consigliere regionale, al Vicepresidente un'indennità mensile lorda e per dodici mensilità commisurata al 55% di quella del Consigliere regionale e ai componenti un'indennità mensile lorda e per dodici mensilità commisurata al 45% della stessa indennità".
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Volevo chiedere se si ha un'idea della frequenza delle riunioni di questa struttura. Quante volte si riuniscono mediamente: una, due, tre cinque volte al mese?



PRESIDENTE

E' un organismo che lavora a tempo pieno: si riunisce due-tre volte al mese, a seconda delle questioni che vengono poste all'o.d.g. In media, si riunisce due-tre volte al mese.
Le norme che, di fatto, regolano l'opportunità dell'accesso a quell'incarico, prevedono, come altri, delle incompatibilità, quindi non sono state riscontrate delle incompatibilità.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione come emendata, il cui testo verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Agricoltura: argomenti non sopra specificati - Tutela dagli inquinamenti idrici - Difesa idrogeologica - Tutela dell'ambiente - Inquinamenti: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 30: "Prima individuazione delle zone vulnerabili dai nitrati di origine agricola, ai sensi del D.lgs. 11 maggio 1999, n. 152". Presentazione questione pregiudiziale di merito e questione sospensiva. Presentazione connesso ordine del giorno


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 30, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Gli uffici stanno procedendo a distribuirvi quanto è a mie mani, cioè la presentazione di una questione pregiudiziale di merito, ex art. 63 del Regolamento interno, a firma dei Consiglieri Palma e Mellano, e una questione sospensiva, ex art. 63 del Regolamento interno, sempre a firma dei Consiglieri Palma e Mellano.
Tali questioni verranno esaminate preliminarmente alla discussione della proposta di deliberazione.
Successivamente, l'Assessore potrà svolgere la propria relazione.
Esaminiamo dunque la pregiudiziale di merito, ex art. 63 del Regolamento, presentata dai Consiglieri Palma e Mellano: "Per contrasto con quanto stabilito dall'art. 19, comma 3, del D.lgs.
11 maggio 1999, n. 152, ed in particolare per non avere proceduto all'individuazione delle zone vulnerabili secondo le indicazioni metodologiche contenute nell'allegato 7 del decreto legislativo citato".
La parola al Consigliere Palma per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente.
Non vorrei che la natura estremamente tecnica dell'argomento facesse dimenticare la grande portata politica di questo provvedimento, che - è vero - è una semplice delibera del Consiglio regionale, ma che dovrebbe dare corso ad una serie di adempimenti del D.lgs. n. 152 del 1999, in particolare per l'oggetto che ci riguarda, per i Programmi d'azione che le Regioni devono mettere in campo rispetto alle zone vulnerabili dai nitrati.
La storia di questa delibera è annosa e, da un certo punto di vista anche divertente.
Con grande ritardo rispetto al termine stabilito dal D.lgs. 152, oltre un anno fa la Giunta ha presentato al Consiglio e fatto discutere in Commissione la delibera che oggi giunge in aula con una serie di correzioni ed emendamenti dell'Assessore, delibera che diceva niente un anno e mezzo fa e che continua a dire niente adesso.
In particolare, questa delibera avrebbe dovuto prevedere la prima individuazione delle zone vulnerabili dai nitrati, sulla base di una serie di indicatori e criteri stabiliti in maniera particolarmente precisa da uno degli allegati tecnici e dal D.lgs. n. 152. Essi fanno riferimento ai carichi animali e alla conformazione morfologica del territorio, quindi ad una serie di considerazioni di carattere geofisico.
La Regione ha deciso, con grande ritardo, di adempiere a questo obbligo, decidendo di procedere all'individuazione delle zone vulnerabili dai nitrati, non esaminando i carichi animali o il profilo morfologico e fisico del territorio, ma procedendo ad una rilevazione statisticamente irrilevante, "a macchia di leopardo": in alcuni Comuni sì, in alcuni Comuni no, in altri Comuni con parecchie rilevazioni, utilizzando dei pozzi scavati all'interno dei Comuni stessi, di nessuna rilevanza statistica ai fini delle nostre decisioni.
Si è deciso di considerare zone non vulnerabili quelle delle quali non esistevano dati e di considerare zone vulnerabili quelle definite dai confini amministrativi dei Comuni, quindi da un dato del tutto irrilevante ai nostri fini; anche un solo pozzo o la media dei pozzi di quel Comune dava un risultato negativo o comunque superiore all'indice stabilito dal D.lgs. n. 152.
La Regione non ha scelto di dare attuazione al D.lgs. n. 152, ma ha scelto di raffazzonare un provvedimento con grandissimo ritardo.
Sulla questione dei nitrati, l'Italia è in grande ritardo e la Corte Europea ha condannato il nostro Paese e, con il nostro Paese, le numerose Regioni italiane - fra le quali il Piemonte - che non hanno ottemperato alla direttiva sui nitrati.
La Regione Piemonte ha fatto ancora meglio: è riuscita a negare a se stessa quei dati di conoscenza che alcune rilevazioni, effettuate nel corso degli anni, fornivano alla disponibilità dell'Assessore e alla disponibilità della Giunta regionale.
Le zone che il Piano direttore delle risorse idriche e il Piano di sviluppo rurale 2006 individuano in maniera esplicita - nel proseguimento della discussione citerò anche gli estratti di quei documenti - come zone vulnerabili dai nitrati, essenzialmente per il carico animale degli allevamenti, non sono previste da questo documento. Improvvisamente, cioè non sono più zone vulnerabili, ma risultano zone invulnerabili, quei Comuni che, dal punto di vista geofisico e dal punto di vista dei carichi animali non presentano particolari problemi; al limite, si possono considerare zone vulnerate a fronte di un inquinamento che è scaturito su zone vulnerabili diverse, che è stato trasportato attraverso una portata dell'acqua in aree distanti anche decine o centinaia di chilometri.
La mozione pregiudiziale nasce da questo fatto. Se dobbiamo dare attuazione al D.lgs. n. 152 e non siamo in grado di farlo, non facciamolo.
Siamo in ritardo di un anno e mezzo? Bisogna aspettare un altro anno? Aspettiamo un altro anno, ma non travestiamo una delibera intitolata "Prima individuazione delle zone vulnerabili" come documento di adempimento del D.lgs. n. 152, perché di questo non si tratta. L'Assessore, poi, avrà modo di spiegare che alla Regione mancavano i dati, che la macchina amministrativa della Giunta e delle sue Direzioni non è stata in grado di provvedere tempestivamente alla rilevazione e all'elaborazione di una serie di dati necessari alla stesura, ma anche alla discussione di questo provvedimento. L'Assessore potrà agevolmente sostenere - e su questo ha ragione - che quasi tutte le Regioni italiane sono in ritardo rispetto al problema dei nitrati e che la Regione Piemonte è prima rispetto al problema dei fitofarmaci, ma - ripeto - per ragioni di coerenza amministrativa e legislativa non possiamo considerare questa delibera rispondente a quanto stabilito dall'art. 19 del D.lgs. n. 152.
Avremo poi modo di esaminare nel merito, se l'aula vorrà consentire all'Assessore di proseguire l'esame di questa delibera, i vari punti nodali che la delibera stessa presenta ed eventualmente le correzioni che anche l'Assessore vorrà portare per renderla perlomeno più presentabile.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Innanzitutto, devo precisare che l'analisi del Consigliere Palma verte sulla valutazione di situazioni che sono in essere, sulle quali c'è poco da aggiungere, salvo interpretarle, o giustificarle, da un altro punto di vista, che è quello del governo regionale.
E' stato sottolineato che vi è una situazione paradossale, ma questa è in essere, al di là che abbia o meno riscontro all'interno della deliberazione.
Purtroppo, ci sono zone che possono mettere in risalto la presenza di inquinanti; la situazione degli acquiferi sotterranei è quanto mai difficile da individuare. Si stanno facendo degli approfondimenti in tale direzione per capire il percorso delle falde.
Certamente bisogna dare la giusta definizione a tutte le zone interessate, cercando di cogliere quella che è la definizione di area vulnerabile e di area vulnerata.
Il collega dice che la delibera non è esaustiva rispetto all'obiettivo indicato dal D.lgs. n. 152. Innanzitutto, devo dire che - come descritto in allegato al D.lgs. n. 152 - le nostre zone non sono state individuate direttamente come sensibili già individuate a livello centrale. Questo non vuol dire nulla, perché sappiamo che dobbiamo agire, e stiamo agendo, per giungere, in un tempo accettabile, nell'arco di un anno, ad avere indicazioni di zone a cui applicare determinate normative, ma anche programmi di intervento e di azione che sono la logica conseguenza, e la parte operativa, che viene ascritta al D.lgs. n. 152.
In sostanza, che significato diamo a questa deliberazione? Lo dico anche come Assessore all'agricoltura, quindi con una visione più completa: incidere maggiormente in modo più "sinergico" in entrambe le direzioni.
Tutto questo nel più breve lasso di tempo, che, sommato al periodo precedente, è senz'altro lungo; il sistema italiano non brilla sotto questo punto di vista, tant'è che ha avuto le reprimende a livello comunitario.
La lettura che noi abbiamo fatto della sentenza della Corte Europea non è totalmente negativa; non dimentichiamo che i dati che l'Italia ha inviato a difesa risalgono a prima del 1999. Noi riteniamo, dal 1999 ad oggi, di aver fatto molto.
Abbiamo messo in movimento alcune azioni che ci porteranno a disporre di una serie di dati.
Deliberazione che possiamo definire prima deliberazione, che dà un'interpretazione, forse, un po' estensiva; laddove dice "sulla base dei dati disponibili all'art. 19, comma 3", tende soprattutto a vincolare le Direzioni in ordine alle iniziative da assumere. Quindi, ha un valore di svolta. Potevamo anche adottarla prima, anche se prima ovviamente c'erano dei dubbi, tant'è che era in corso la revisione del D.lgs. n. 152 diventato poi D.lgs. n. 258/00.
Entro qualche mese disporremo dei dati del censimento del 2000 dell'agricoltura che, a differenza dei censimenti precedenti, viene reso su supporto informativo a livello di particella. Per cui su tutto il territorio sapremo esattamente quali sono le attività agricole in essere ergo quali sono le attività zootecniche in essere e, all'interno di queste quale tipo di attività zootecnica vi è a livello di mappa.
Per contro, scadono i termini per la consegna da parte dell'IPLA della carta sulla capacità protettiva del suolo. Questo era un supporto di analisi del territorio di cui era stata affidata la commessa proprio per poter disporre di quei due elementi a cui faceva riferimento il collega Palma, cioè sapere esattamente la dislocazione dell'attività agricola conoscere sia la stratigrafia, sia il profilo geologico, ma anche l'analisi della parte superficiale del suolo che è poi quella che viene più direttamente a contatto con eventuali affluenti. Già adesso esiste una normativa molto precisa sugli scarichi che non devono dilavare. Parto dal presupposto che, dal punto di vista della gestione immediata, comunque esiste una normativa, compresa anche la speciale normativa regionale di qualche anno fa, che aveva regolato lo spandimento dei liquami sul suolo.
Siamo collegati al Piano di sviluppo rurale, e non a caso ho detto che sono rafforzato nell'agire proprio dalla responsabilità più diretta della parte agricola. Quindi, credo che - con la possibilità che avremo dopo di specificare gli impegni che assumeremo per iscritto con delibera del Consiglio, nell'arco di dodici mesi - valga la pena di entrare nel merito di questa deliberazione e quindi chiedo che si passi al suo esame.
L'approccio delle nostre strutture è stato quello di giungere comunque ad un risultato che sarà sostanziato sia dall'analisi del censimento in agricoltura, sia dallo studio sulla capacità protettiva del suolo che ci verrà consegnato dall'IPLA, con i monitoraggi che comunque contribuiscono alla conoscenza della falda sia da un punto di vista della qualità, sia dal punto di vista della quantità e della direzione di queste falde.
Per cui la mia proposta è di respingere la pregiudiziale e di passare all'esame del provvedimento.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Muliere)



PRESIDENTE

Comprendo, Consigliere Muliere, ma di fatto la Giunta è già intervenuta dando il parere sulla questione pregiudiziale.
La parola al Consigliere Muliere per dichiarazione di voto.



MULIERE Rocco

Per dichiarazione di voto.
Nonostante le spiegazioni sempre precise dell'Assessore Cavallera credo che le osservazioni avanzate dal Consigliere Mellano siano fondate.
La pregiudiziale di cui stiamo discutendo è su una proposta di deliberazione che è andata in Commissione un anno e mezzo fa; stiamo parlando dell'attuazione di una direttiva CEE del 1991 e del D.lgs. n.
152/99.
Quello che ha chiesto il Consigliere Mellano mi pare abbia senso: approfondire meglio, nell'insicurezza e nell'approssimazione di alcuni ragionamenti, alcuni criteri presenti in questa proposta di deliberazione.
Sostanzialmente, la pregiudiziale ci dice di fermarci ancora un attimo; del resto, abbiamo aspettato parecchi mesi prima di portare all'attenzione del Consiglio questa proposta di deliberazione.
L'Assessore dice che una prima individuazione vuol dire fare ancora altro per arrivare all'individuazione completa. Forse è il caso di arrivare a completare un esame e, attraverso un'elaborazione più fondata, anche più opportuno. Pertanto, è per queste ragioni che accogliere la pregiudiziale avanzata dal Gruppo Radicale credo sia un fatto positivo ed è per questo che noi la voteremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto.



MELLANO Bruno

A supporto della riflessione che ha cercato di esporre - in un'aula un po' disattenta - il Capogruppo Palma, volevo richiamare l'attenzione dei residui Consiglieri di maggioranza sull'importanza di questo tema e della questione pregiudiziale.
Abbiamo pochi dati, non valutiamo di chi sia la colpa: delle strutture amministrative dell'Assessorato, della mancanza di uno studio più approfondito, di un'incapacità - mi spiace dirlo - delle strutture nell'affrontare un problema così grosso, epocale.
Tuttavia, con i pochi dati che abbiamo, raffazzoniamo una delibera perché così andiamo incontro alle tassative richieste della Comunità Europea, che ci ha condannati anche su questo.
Allora, cosa ne viene fuori, Consigliere Giacomo Rossi? Viene fuori che si prendono i dati che abbiamo. Ho preso come esempio il Consigliere Giacomo Rossi perché conosce l'esempio che sto per esporre.
Fossano è un paese in provincia di Cuneo, centro della provincia "granda", dove tutti sanno che, oltre ai carabinieri, c'è una percentuale di maiali per cittadino (il rapporto è di oltre un maiale e mezzo per cittadino). Poiché il D.lgs. n. 152 ci dà, tassativamente, come criterio la densità e il carico di bestiame sul territorio, vogliamo considerare questo dato? In tutti i Comuni del centro provincia di Cuneo l'allevamento dei maiali è intenso (c'è una porcilaia a 5/10 metri dal centro storico di Fossano, in riva al greto del fiume Stura). Un rilevamento fatto in quella zona - se, eventualmente, fosse stato fatto lì - avrebbe fatto media con un altro rilevamento, fatto sempre nel Comune di Fossano, ma in zona Loreto altopiano del Beinale, terre argillose e impermeabili all'acqua (che peraltro non c'è, non è zona irrigua). I dati fanno media e diventa zona non vulnerabile.
Evitiamo di fare l'ennesima figuraccia su uno strumento che rischia di rasentare il ridicolo e di avere un dato per cui l'area vulnerata è un'altra rispetto al confine del Comune. Che senso ha, in una zona in cui abbiamo dei Comuni anche molto estesi, con notevole diversità orografica del territorio, fare una media comunale? Fare una media dove non ci sono i dati è veramente simpatico.
Faccio una proposta di buon senso, di mediazione, di supporto alla maggioranza: ritiriamo il provvedimento. Abbiamo aspettato dieci anni per elaborarlo, siamo già stati condannati, facciamolo avendo acquisito i dati dell'IPLA, avendo acquisito le cartine, avendo acquisito tutto quello che non si è acquisito fino adesso. Facciamo una proposta attuabile, seria concreta, che non tenga conto dei perimetri dei Comuni che sono zona di tutt'altro interesse rispetto a questa problematica e andando a vedere cosa succede sul territorio. Succede che c'è una zona con un'alta densità di allevamento di suini che non è vulnerabile: non ci credo, non è così.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per dichiarazione di voto.



MORICONI Enrico

Partirei dalle ultime parole pronunciate da chi mi ha preceduto.
Le affermazioni del Consigliere Mellano dovrebbero essere tenute in buona considerazione dall'Assessorato, in quanto il documento, come ci viene presentato, mantiene le caratteristiche di incompletezza che erano già state segnalate.
E' vero che si parla di prima individuazione a cui potrebbe seguirne un'altra, ma il problema è che, comunque, in base al dispositivo come è stato scritto, eventuali controlli e approfondimenti conoscitivi che si faranno successivamente, si faranno solo riguardo alle classi che sono definite, in questo momento, come vulnerabili o prossime ad essere vulnerate. In questo caso, la situazione denunciata dal Consigliere Mellano non sarebbe, comunque, risolvibile in un tempo successivo.
Le aree che oggi, pur avendo le caratteristiche di un consistente numero di allevamenti, pur avendo le caratteristiche di essere in una situazione a rischio, attraverso una metodologia seguita nell'individuazione, sono rimaste in una situazione in cui non viene rilevata la loro condizione reale, in queste aree, appunto, non andremo ad intervenire con successivi approfondimenti. Il problema dall'approfondimento, in questo caso (lo sappiamo perché è inserito nella delibera), è che la prima individuazione serve per adottare dei provvedimenti.
Sappiamo quali sono le ricadute negative che conseguono all'inquinamento provocato dai nitrati, ed è chiaro che il risultato che ci aspettiamo è di arrivare ad un miglioramento della situazione e non solo farne una fotografia.
Tuttavia, la fotografia è fondamentale per mettere in atto gli strumenti per correggere la situazione che individuiamo. Se abbiamo una fotografia sbagliata, come potremo mettere in atto provvedimenti corretti? E' questo il problema alla base delle nostre perplessità.
Quindi, visto che comunque è passato un certo lasso di tempo, in attesa di concludere il ciclo e di presentare una fotografia che sia realistica rispetto alla situazione che abbiamo, non è possibile, in un rilevamento statistico, proporre delle medie, così come sono state proposte, con una scarsità di dati che non permette di dare una media coerente e corretta.
Spero che, da questa discussione, possa arrivare all'Assessore il convincimento di rivedere il testo della deliberazione, di fermarla per completare gli accertamenti, perché quelli effettuati mi sembrano assolutamente insufficienti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Mi aiuti a mettere a fuoco la situazione in cui siamo. Vi è una pregiudiziale del collega Mellano?



PRESIDENTE

Vi è una pregiudiziale del Gruppo dei Radicali a firma dei Consiglieri Palma e Mellano.



CHIEZZI Giuseppe

Quindi, è una pregiudiziale per fermare questa deliberazione in attesa di approfondimenti, ed è una pregiudiziale poi ripresa dal Consigliere Moriconi.
Faccio le mie osservazioni che valgono come voto o come mozione d'ordine ulteriore. Valutino i colleghi - con i quali mi trovo d'accordo queste considerazioni.
Ci troviamo di fronte a questa Giunta e a questo Assessore, quindi non all'Assessore che magari vorremmo o alla Giunta che vorremmo, ma a quella che abbiamo. Teniamo presente questo.
Valutino i colleghi, sulla base delle osservazioni che hanno fatto, se al posto di scontrarsi con la Giunta con una pregiudiziale che probabilmente la Giunta respingerà, non vale più la pena chiedere all'Assessore non di sospendere ogni insufficiente iniziativa - quella permessa da questo provvedimento - ma entro quale termine procederà alla seconda individuazione. Perché se noi fermiamo questo provvedimento del tutto insufficiente, iniquo e che magari ammicca anche a certi territori e a certe questioni, noi liberiamo l'Assessore da ogni piccola responsabilità d'iniziativa. E l'Assessore, bello contento, si siede per altri sei mesi e sta lì.
Valutino, invece, se non valga la pena denunciare l'insufficienza portare comunque a casa una prima individuazione che permette di fare cose insufficienti, con priorità probabilmente non tutte giuste, ma di portarle a casa, impegnando l'Assessore a scrivere una data entro la quale procederà alla vera individuazione - che si può chiamare seconda individuazione, ma sarà quella vera.
Quindi, i colleghi valutino solo questo elemento.
Io sono d'accordo con la pregiudiziale, però, conoscendo i soggetti che governano, ho anche il timore che, se lasciati liberi di fare niente, siano ben contenti di non farlo, e la situazione non muta nemmeno di una virgola.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta sulla pregiudiziale di merito è contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di merito presentata dai Consiglieri Palma e Mellano.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale.
La seduta è pertanto sospesa per un tempo non inferiore a 30 minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 17.08 riprende alle ore 17.45)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco nuovamente la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla questione pregiudiziale di merito, presentata dai Consiglieri Palma e Mellano, sulla quale la Giunta ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora all'esame della questione sospensiva, presentata dai Consiglieri Palma e Mellano: "Il provvedimento sia sospeso sino a che non sia possibile procedere all'individuazione delle zone vulnerabili secondo quanto stabilito dall'art. 19, comma 3, del D.lgs. 11 maggio 1999, n. 152".
La parola al Consigliere Palma per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

Qui c'è una discussione sul voto del Presidente che mi disturba.
Nella discussione della questione pregiudiziale, perlomeno nella sua replica, l'Assessore, sostanzialmente, ha sostenuto di aver dovuto provvedere a questo in assenza di dati e di averlo dovuto fare in un modo che lui stesso ritiene non essere ineccepibile, ma che, in linea di prima approssimazione, poteva comunque provvedere all'esigenza di questa deliberazione.
Penso che non sia così e pongo la questione all'Assessore. Non è vero che i suoi Assessorati, intendendo sia quello all'agricoltura, sia quello all'ambiente, non disponessero di dati relativi all'inquinamento da nitrati nelle aree della Regione Piemonte.
Inizialmente, nell'illustrazione della questione pregiudiziale citavo due documenti di questa Regione: il Piano direttore delle risorse idriche e il Piano di sviluppo rurale, che testimoniavano come in alcune aree ben delimitate della nostra Regione l'inquinamento da nitrati fosse su livelli allarmanti. A questa notazione non ha corrisposto la predisposizione di Programmi d'azione a norma del D.lgs. n. 152. Ancora più grave è che questi dati, di cui pure l'Assessorato disponeva per averli inseriti all'interno delle proprie relazioni di documenti e anche sottoposti al vaglio dell'assemblea, non siano stati ritenuti rilevanti al fine di questa deliberazione.
L'Assessore ci deve dare una spiegazione: o i dati su cui si sono costruiti i due documenti di un qualche rilievo sono dati inattendibili quindi, almeno in quota parte, anche quei documenti devono considerarsi inattendibili, oppure la scelta di non considerare quei dati - ripeto, ai fini dell'esempio, di non considerare, di fatto, zona rilevabile tutta la Provincia di Cuneo tranne sette Comuni - è una scelta politica del tutto discrezionale, che deriva dall'esigenza di tutelare innanzitutto l'imprenditoria agricola di quella zona e di tutelarla anche dagli obblighi che alla Regione e a queste forme di attività imprenditoriali vengono poste dalle leggi di tutela ambientale. Se non è così, la situazione mi preoccupa ancora di più. Se non c'è neppure una scelta politica di tutela o di rimando, ma semplicemente il rifiuto di considerare dei dati, che pure esistono come base per una deliberazione che la Giunta propone al Consiglio, la mia impressione è che nella Direzione dei due Assessorati si viva nel marasma più totale e non si sia neanche in grado di acquisire i dati che altre parti delle stesse Direzioni hanno prodotto al fine della redazione di altri documenti.
Pertanto, ripropongo la questione sospensiva.
Si è ritenuto che con la votazione questa deliberazione non contrastasse con il D.lgs. n. 152, anche se continuo a ritenere che contrasti innanzitutto con le sue indicazioni metodologiche, ma almeno la Giunta si prenda il tempo per raggruppare tutti i dati di cui dispone provvedendo a presentare al Consiglio una prima individuazione delle aree vulnerabili, che sia anche semplicemente la trascrizione di quanto la Giunta stessa ha presentato in altri documenti alla nostra assemblea.
La domanda che pongo all'Assessore è specifica. L'Assessore deve spiegare a quest'aula perché il Piano direttore delle risorse idriche recita: "L'intera provincia di Cuneo e l'intera provincia a grave rischio di inquinamento da nitrati" perché quello stesso Piano direttore, come il Piano di sviluppo rurale, individua altre aree: il Canavesano, l'Astigiano e l'Alessadrino. Sostanzialmente, non c'è alcuna corrispondenza fra quanto stabilito in quei documenti e quanto previsto in questa deliberazione.
Nel caso l'Assessore continuasse ulteriormente a smentire questa semplice constatazione, visto che i documenti di cui dispongo sono quelli forniti dall'Assessorato all'ambiente e all'agricoltura, esaminando la deliberazione, vedremo nel dettaglio a quali elementi faccio riferimento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In questo caso, non voglio addentrarmi nell'esegesi delle fonti, anche perché certamente si dispone di tutta una massa di dati che è caratteristica e conseguenza del grande impegno che in questi anni ha caratterizzato, non sempre in modo coordinato, l'attività della Regione nei suoi svariati campi. Poi, ci sono dei provvedimenti puntuali e precisi che sono finalizzati a produrre delle classificazioni con delle conseguenze.
Intanto, credo che debba essere tolta ogni ombra di dubbio circa la valutazione discrezionale di una cosa piuttosto che un'altra. Non so se nel caso particolare, tra quei pochi Comuni che vengono adesso individuati c'è anche il mio Comune di residenza, quindi, penso che, se qualche sospetto ci possa essere, non sia questo il problema. Comunque, non è mai stata, non è e non sarà mai la mia ottica.
Certamente nelle premesse ai vari documenti e ai vari piani si svolgono delle considerazioni e si cita una serie di dati di fatto, naturalmente, in modo incidentale, cioè quanto necessario per raggiungere determinate finalità o giustificare determinate scelte. Proprio perché vi è la necessità di rivedere tutta la materia, noi ci attestiamo su una linea, in sostanza, al di là delle pregiudiziali o dei discorsi di carattere generale, relativa all'emendamento successivo - dato e non concesso che non si passi all'esame - che aveva già presentato lo stesso collega Palma dicendo: "entro dodici mesi". Poi, il collega Chiezzi, forse in modo pragmatico, aveva detto: "Cerchiamo comunque di adottare un'indicazione che dia una qualche certezza all'assemblea di raggiungere un determinato risultato".
E' chiaro che richiamo e riconosco, ovviamente, tutti quelli che sono i documenti di cui disponiamo. Naturalmente, si va dai monitoraggi di tutte le pubbliche autorità, compresa l'ARPA, a quelle che sono le considerazioni che hanno orientato le decisioni del Piano di sviluppo rurale. Non dimentichiamo che nel Piano di sviluppo rurale ci sono misure agroambientali anche di tipo estensivo, nel senso che la risaia è un contesto che presuntivamente crea dei problemi, come le zone degli allevamenti suinicoli e come le zone del mais.
Penso che, giustamente, la chiave di lettura e l'approccio per una definizione conclusiva sia quella sollecitata dai colleghi: deve arrivare il momento in cui, considerato un po' tutto, si giunge ad una sintesi in modo non contraddittorio e in modo univoco.
Ribadisco, anche sulla base di una possibilità di governo più pregnante di tutti e due i versanti, ambientale e agricolo, anche perché ci sono tutti gli strumenti, l'adeguamento del D.lgs. n. 151 con il D.lgs. n. 258 la previsione che il Ministero dell'Ambiente ha garantito, ovvero l'emissione di una serie di normative tecniche e decreti attuativi previsti, per esempio, dall'art. 38 e dallo stesso D.lgs. n. 152.
Oggi abbiamo le condizioni per confezionare un prodotto. Peraltro, se vogliamo leggere tra le righe, all'interno dell'art. 19 si dava per scontato che la stessa elencazione allegata al D.lgs. n. 152 necessitava poi di un'ulteriore precisazione, perché nello stesso comma si dice che l'individuazione puntuale può riguardare anche le aree individuate nel D.lgs. n. 152 come zona vulnerabile, per cui, a questo punto, è chiaro che ci siamo posti nella stessa ottica.
Ripeto, a mio avviso, questo atto non è inutile. Comincia a sancire un qualcosa e, naturalmente, con la forza della deliberazione del Consiglio impegna la Giunta a fare, entro dodici mesi, non solo i criteri, ma l'individuazione delle zone e anche la definizione delle procedure di intervento dei piani di attuazione. Avremo modo, in questo periodo, di recuperare un ritardo che complessivamente il Paese ha accumulato e non solo la nostra Regione.
Per quanto riguarda la sanzione da parte della Corte di Giustizia, la qual cosa non riguarda la nostra Regione, noi siamo citati nel contesto della trattazione di quella situazione, ma abbiamo avuto modo successivamente, di attivare tutta una serie di iniziative che sono in corso, compresa una discussione con l'Autorità di bacino per confrontarci con un'autorità sovraordinata, nel caso particolare con un'autorità preposta alla tutela delle acque in un bacino idrografico di rilievo nazionale, il quale ha preso atto di questa nostra procedura non ravvisando nulla di particolare. Tra l'altro, si sta lavorando per approvare il cosiddetto PSE (Piano Stralcio contro l'Eutropizzazione nell'Adriatico) che comporterà dei vincoli per la nostra attività.
Vorrei ribadire ai colleghi che l'attuale completamento del D.lgs. n.
152 vuol dire risolvere definitivamente, in modo coordinato e razionale gli interventi sulla problematica della tutela degli acquiferi e della contaminazione che può avvenire dall'attività agricola, però, già adesso ci sono normative a riguardo. Esiste una disciplina settoriale, magari non coordinata e non completamente soddisfacente, ma è già in essere. Si tratta di andare a compiere l'atto risolutivo previsto dalle direttive comunitarie che, in sostanza, ci impegniamo a realizzare entro dodici mesi.
Penso che una deliberazione che ci porta in avanti ad una determinata procedura e con gli emendamenti che presenteremo di vincolo sulle date tutto sommato possa indurre il Consiglio a non accettare questa sospensiva sulla quale, come Giunta regionale, siamo contrari.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano per dichiarazione di voto.



MELLANO Bruno

Intervengo per invitare i colleghi di maggioranza ad aprire la proposta di deliberazione a pagina 20, dove troviamo scritto quello che in parte l'Assessore aveva già ammesso precedentemente. Tra l'altro, diamo atto dell'onestà intellettuale dell'Assessore, il quale, ogni volta che parla ci dà ragione rispetto alla mancanza di coordinamento all'interno delle strutture, mancanza di coordinamento di dati che sono a disposizione delle strutture regionali e che, comunque, non sono al momento recepite dalla deliberazione. Inoltre, si ha una valutazione diversa rispetto alla condanna emessa dalla Corte Europea. Essendo una deliberazione prodotta il 31 agosto 2000, passata in Commissione il 13 ottobre 2000, siamo in attesa dei dati della rilevazione decennale sul carico zootecnico.
Questa deliberazione è stata fatta tenendo conto dei dati relativi alla rilevazione censuaria del 1990, e dice: "La prossima avrà luogo alla fine del 2000". Siamo a gennaio 2002. Non è legittimo porre una questione sospensiva che dica semplicemente: "Siamo a gennaio 2002". Quanto tempo dobbiamo aspettare ancora per avere i dati rispetto alla problematica? Questo è il problema.
Non so quali siano le strade che percorre il Vicepresidente della Giunta regionale da Cuneo a Torino: probabilmente, non passa fra Centallo e Vottignasco, perché se passasse da lì non avrebbe bisogno di aspettare i dati dell'ISTAT per sapere che quelle sono zone a fortissimo carico di allevamento di suini. Non si può vivere in alcune di quelle zone nel periodo estivo dato il forte carico di allevamento di suini.
Invito i colleghi ad aprire il documento a pagina 23, che riporta una delle tabelle, e a leggere il dato relativo a Costigliole d'Asti. Questa tabella inserisce diciassette Comuni ritenuti di prossima vulnerabilità, e Costigliole d'Asti ha un valore medio di 44,1, ma il valore medio viene costruito su 9 dati che spaziano - attenzione, colleghi - da 1 a 245. E' attendibile? La prossima vulnerabilità corrisponde a un dato che è 245 a ieri.
Non c'è bisogno di questioni sospensive. La Giunta ritiene che questo sia il prodotto massimo che dieci anni, nove anni, due anni di lavoro abbiano potuto produrre? E' deprimente!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi per dichiarazione di voto.



CHIEZZI Giuseppe

Sono stupito dalla cocciutaggine dell'Assessore. Non capisco perché la riflessione che ho fatto poco fa non abbia prodotto alcun risultato.
L'Assessore vuole fare il braccio di ferro? E' così? Assessore, visto che penso che lei sia persona intelligente, esperta e capace, talmente capace e persona assolutamente straordinaria da essere in grado di fare l'Assessore sotto qualunque latitudine, clima e coalizione perché è persona che lavora e si impegna, insomma è persona di buon senso usi questo buon senso! I colleghi ed io le stiamo chiedendo di prendere atto dell'assoluta insufficienza, parzialità ed anche ambiguità di alcune scelte o non scelte che sono qui contenute. I colleghi ed io le chiediamo di sospendere questa vicenda e di approfondire una proposta in modo da migliorarla, nei limiti del possibile, in tempi rapidissimi.
Devo dire, da moderato quale sono, che ero andato anche più in là sostenendo che l'Assessore deve dirci che in due mesi presenterà la seconda indicazione dei siti.
Riusciamo a giungere alla soluzione di questo dilemma non così straordinariamente difficile da comporre?



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Chiezzi.
Se non ci sono altri interventi, votiamo la questione sospensiva posta dai Consiglieri Palma e Mellano.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla questione sospensiva, presentata dai Consiglieri Palma e Mellano, sulla quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Invito i colleghi Consiglieri a prendere posto in aula, al fine di procedere celermente alla votazione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 30.
La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione della proposta di deliberazione e degli emendamenti connessi.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Nell'economia del discorso, richiamo per buona parte quanto abbiamo già avuto occasione di dire in precedenza, perché le questioni pregiudiziali e sospensive hanno avuto il supporto, da parte dei colleghi e dell'Assessore di considerazioni di carattere generale.
Questa deliberazione, interpretandola anche secondo una necessità procedurale, dà l'avvio all'art. 19, comma 3, laddove dice che, sulla base dei dati disponibili e per quanto possibile, si possono effettuare integrazioni all'elenco delle zone vulnerabili previste nel D.lgs. n. 152.
Proponiamo di agire in modo da avere un cronoprogramma di dodici mesi come veniva qui illustrato, ma anche in considerazione delle discussioni che sono state svolte in precedenza, sia in aula che fuori, prima e durante la giornata di oggi, abbiamo preso nota degli emendamenti presentati dai Consiglieri Palma e Mellano, laddove indicano in dodici mesi il termine massimo entro il quale provvedere alla definizione dei criteri per designare le zone vulnerabili e lo stesso periodo di tempo, per quanto riguarda la definizione del Programma d'azione che è la parte operativa, la parte di azione che interessa anche l'attività agricola.
Grazie anche alla L.R. n. 61, che aveva tentato di concatenare i vari adempimenti, riguardo ai Piani di azione ci siamo già messi in movimento e potremo addirittura predisporli e presentarli prima dei dodici mesi richiesti.
Noi prevediamo che l'arco di tempo dei dodici mesi sia il periodo massimo entro il quale poter presentare al Consiglio la puntuale indicazione delle zone vulnerate e vulnerabili e, naturalmente, anche la puntuale definizione dei Programmi d'azione.
In questo senso, consideriamo superfluo e, comunque, non necessario definire una forma di sanzione, laddove si dice che, qualora la Giunta regionale non dovesse, non solo proporre, ma approvare, entro dodici mesi l'attività viene assoggettata a tutte le limitazioni perché tutto il Piemonte viene definito come zona vulnerata.
Accettiamo la scommessa e l'impegno di agire entro i dodici mesi. In questo periodo, cercheremo di coordinare e mettere a frutto tutti i dati di cui disponiamo.
Faccio presente che, se nel 2000 pensavamo di avere entro breve tempo tutti i dati mappali del censimento dell'agricoltura, è pur vero che solamente nell'autunno sono stati presentati i dati generali riepilogativi e solo adesso si pensa di cominciare a disporre di tutti i dati effettivamente dettagliati a livello mappale.
Allo stesso modo, si stanno validando le carte da parte dell'IPLA, per quanto riguarda lo stato di permeabilità dei suoli. In sostanza, attingendo alla banca dati geologica e a tutti i documenti di programmazione già definiti e richiamati dai colleghi - Piano di sviluppo rurale, Piano direttore delle risorse idriche - disporremo dei dati più recenti, perché è vero che, grazie al censimento del 2000 disponiamo di qualche dato riepilogativo, a livello di Comuni, ma naturalmente, per svolgere un lavoro puntuale, occorre la disaggregazione sul territorio.
Questo provvedimento, anche nella sua parte deliberativa, che ha soprattutto un valore di indirizzo, definisce, al primo punto, il significato dell'identificazione che andremo a compiere.
Al secondo punto, che proponiamo di cambiare, accogliendo in parte gli emendamenti proposti dai Consiglieri Palma e Mellano, andiamo a richiamare e a definire i territori sui quali agire.
Al punto 3) si rilancia, in qualche modo, l'attenzione su tutto il territorio, anche attraverso l'approfondimento delle varie classificazioni.
Questo provvedimento, seppur di prima applicazione, quindi come tale non esaustivo e non totalmente significativo, è utile per un primo approccio alla problematica.
Adottare un provvedimento di questo tipo rilancia all'interno della Regione un lavoro congiunto delle varie Direzioni, ma apre anche un tavolo di confronto con i soggetti istituzionali e gli altri organismi rappresentativi, anche degli interessi diffusi.
Noi crediamo che si debbano mettere in campo delle azioni che poi effettivamente, dovranno condurre a comportamenti positivi sull'ambiente.
Per cui può sembrare, da un certo punto di vista, una cautela eccessiva può sembrare, in qualche modo, essere in ritardo forse oltre il dovuto, ma non è così.
Stiamo preparando, da un lato, una banca dati che, appena giungeremo alla definizione puntuale delle zone, sarà inattaccabile sotto tutti i punti di vista, e, dall'altro, si sta lavorando alla personalizzazione, per quanto riguarda il Piemonte, del Codice di Buona Pratica Agricola, proprio per seguire gli indirizzi e i disposti della normativa nazionale. Per cui indipendentemente dall'essere d'accordo o meno sul provvedimento nella sua articolazione, ritengo che, da un punto di vista processuale, il provvedimento costituisca, comunque, un'occasione per raccogliere e prendere atto delle prime valutazioni sul problema delle zone vulnerate e vulnerabili e, nel contempo, un'occasione per dare precise indicazioni alla Giunta e ai suoi dicasteri operativi affinché operino in tempi rapidi.
Naturalmente, ci sarà anche la vigilanza dell'Assessore. Inoltre, sento una doppia responsabilità sia sul fronte ambientale, sia sul fronte agricolo.
A questo punto, illustro gli emendamenti presentati dalla Giunta.
Voi avete visto che sono stati presentati dalla Giunta cinque emendamenti. Dichiaro subito che il primo emendamento è sostituito da un altro che viene definito subemendamento.
Questo emendamento, che mi auguro sia stato distribuito, sostituisce il punto 1.
Il punto 1 è sostituito dall'emendamento che contiene l'impegno, entro dodici mesi, di individuare i criteri, le zone vulnerabili e i Programmi d'azione.
Si discuterà, quanto prima, dei Programmi d'azione. E' molto importante l'individuazione delle zone sulle quali applicare, a seconda della casistica, i Programmi d'azione.
Allo stesso modo, si ricorda, anche per l'intelligibilità dell'atto da parte dell'esterno, di coloro che sono destinatari e quindi gli imprenditori agricoli, che, laddove ci sono zone vulnerate, occorre applicare, da subito, il Codice di Buona Pratica Agricola approvato con decreto ministeriale. Se, nel frattempo, lo arricchiremo con il Codice di Buona Pratica Agricola regionale, varrà tale codice.
I punti 2, 3, 4 e 5 sono ulteriori emendamenti che vengono mantenuti.
Il punto 2 introduce un inciso che raccorda la norma del punto precedente. Per quanto riguarda il punto 2, si è ritenuto opportuno, per chiarezza, di ribadire che i controlli e gli approfondimenti conoscitivi devono essere estesi su tutto il territorio regionale.
Poi ci sono delle correzioni. Al punto 3: "Eliminare il Comune di Caramagna" che non era pertinente e, di conseguenza, adeguare le tabelle e anche la figura n. 6.
Sostanzialmente, l'emendamento più importante è il numero 1.
Per quanto riguarda gli altri emendamenti, per correttezza interverr dopo che i proponenti li avranno illustrati.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno relativo alle azioni collegate alle zone interessate da contaminazione da fitofarmaci, propongo, a fronte dei 90 giorni indicati dai proponenti, di fissarne 180, per arrivare prima delle ferie a presentare quanto richiesto. Sono pertanto d'accordo su quell'ordine del giorno, qualora i proponenti lo volessero rettificare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Ho l'impressione che il dialogo con l'Assessore non appassioni troppo l'aula e questo mi dispiace. Mi pare che una parte dell'aula subisca un pochino passivamente le nostre discussioni.
Rilevo come la portata normativa di questo provvedimento sia assolutamente pari a zero e che l'unica finalità del provvedimento sia quella di porre rimedio, da un punto di vista puramente formale, ad un'inadempienza che abbiamo denunciato con interrogazioni a partire da un anno fa e che adesso trova un momento di sanzione, anche ufficiale, con la condanna conseguita dall'Italia in sede europea. Nel senso che questo provvedimento ha una portata normativa pari zero per il semplice fatto che individuando delle zone vulnerabili, in assenza della predisposizione dei Programmi d'azione, si limita a dire che esistono delle zone vulnerabili.
Quindi, da un certo punto di vista, stiamo in pace con la nostra coscienza amministrativa, perché qualcosa abbiamo fatto, perché, al di là di questo, il provvedimento nulla significa.
In nessuno dei Comuni individuati in questo provvedimento è posta in campo una politica, una politica qualunque. In nessuno dei Comuni identificati si immagina di intervenire anche solo in via amministrativa per contenere l'inquinamento: non si fa nulla.
Si fa un elenco di Comuni, del tutto casuali - che sia successo a casa sua mi dispiace molto, Assessore; non è successo a casa mia, ma è stato evidentemente solo un caso - e si dice che fra un anno si farà una cosa seria. Visto che io ritengo che se si fanno delle cose, queste devono essere fatte seriamente, la strada più ragionevole da seguire era quella di dire: "Elaboriamo un documento fra un anno".
Mi aspettavo un atteggiamento serio da parte dell'Assessore. In primo luogo, la norma di delega che l'Assessore introduce, un po' surrettiziamente, facendo rientrare l'individuazione delle zone vulnerabili in un provvedimento di carattere amministrativo della Giunta relativo ai Piani d'azione a norma della L.R. n. 61 sottraendo a quest'aula anche solo la definizione delle linee guida dei Programmi d'azione, ma anche il voto sul provvedimento relativo alle zone vulnerabili, è una manovra furba, che non ci rassicura. Non ci rassicura non perché siamo contrari, in generale a norme di delega, ma perché, proprio in questa materia, laddove si scontrano ritardi pesanti che sono da attribuire non al destino, ma alle inadempienze della sua Direzione, affidare alla responsabilità delle sue Direzioni e alla sua personale una partita così delicata, che investe problemi di sanità pubblica, non è la soluzione più rassicurante che l'Assessore propone a quest'aula. L'Assessore, dopo due anni di ritardo rispetto al termine del D.lgs. n. 152, ci dice che non si è fatto nulla che qualcosa si farà e che, forse, ci avvertirà in Commissione quando farà qualcosa. Ma quest'aula non avrà la possibilità di esaminare nel dettaglio il provvedimento con tutti gli allegati. In secondo luogo, sempre secondo la logica dei suoi emendamenti, deve accettare la scommessa.
L'Assessore ci comunica "in un anno faccio tutto". In un anno fa tutto se applica il Codice di Buona Pratica Agricola e se applica le limitazioni previste dal D.lgs. n. 152. Se non lo fa, scatta la norma di salvaguardia.
Non può passare il principio per cui l'Assessore prende la delega come Giunta, non fa nulla per due anni e mezzo - così come è scritta la deliberazione significa che lei non può fare nulla per due anni e mezzo - e non scatta alcuna norma di salvaguardia rispetto ai territori che sono vulnerati e vulnerabili e che tali non vengono definiti nei provvedimenti amministrativi della Regione. Tutto quello che possiamo fare da allora in poi, che è quello che abbiamo fatto da un anno e mezzo a questa parte, è seguirla con atti di sindacato ispettivo a cui le sue Direzioni rispondono in modo un po' raffazzonato e imbarazzato, non sapendo che "pesci prendere". Lei riesce a fare tutto in un anno? Perfetto, poniamo una norma di chiusura, che sia anche una norma di salvaguardia rispetto alla materia imponendo le limitazioni minime, qualora la rilevazione non fosse effettuata entro quella data. Soprattutto, il suo impegno deve essere quello di presentare a quest'aula, entro dodici mesi, il provvedimento.
L'aula lo esaminerà con grande ritardo, non ci saranno margini di discussione approfondita, ma è meglio scontare "il ritardo" della lentezza democratica di quest'aula che il ritardo burocratico dovuto alla lentezza elefantiaca dei suoi uffici. La invito a togliere la norma di delega, a imporre una misura di salvaguarda e a ragionare concretamente sulla portata del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Volevo fare una sottolineatura all'intervento del Consigliere Palma.
Volevo mettere in rilievo quanto detto dall'Assessore precedentemente, cioè che arriverà con un provvedimento adeguato molto prima di dodici mesi.
Ricordo che una scommessa è tale quando contiene la clausola di pagare dazio.
Abbiamo una certa sfiducia che questo possa avvenire, ma non per demeriti dell'Assessore, ma perché ci sarà l'ennesima emergenza, l'ennesima crisi e l'ennesimo caso che devieranno la nostra attenzione, quella dell'Assessore e dei suoi uffici. Questi sono i motivi per cui chiediamo di accettare la scommessa.
La scommessa è: tutto diventa soggetto al Codice di Buona Pratica Agricola se non si riesce ad elaborare un provvedimento entro dodici mesi.
L'Assessore ha detto di essere sicuro di mantenere fede alla scommessa allora accetti la scommessa e sarà uno sprone, anche per i suoi uffici, per non farle fare altre brutte figure rispetto alla comunità internazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Trovo abbastanza negativa la superficialità con la quale l'aula sta seguendo la discussione.
La discussione verte sulle zone vulnerabili dai nitrati e vorrei richiamare l'attenzione dell'aula sul problema di base.
Un alto carico di nitrati nei terreni - ad esempio, per quanto riguarda le coltivazioni ortive che sono chiaramente rappresentate sulla tabella fornitaci dall'Assessore - e la presenza di alte dosi di nitrato nelle verdure, fa sì che, nello stomaco, si uniscano i nitrati con le ammine formando le nitrosi-ammine, sostanze cancerogene.
La situazione è talmente grave che in alcuni Paesi europei si è già arrivati a mettere in vendita dei "kit" per l'identificazione del contenuto dei nitrati nella verdura. In questo caso, la prevenzione viene lasciata alla spesa individuale del cittadino che deve comperare la verdura misurare la quantità dei nitrati presenti e, se sono troppo alti, ha due soluzioni: rischiare il cancro o buttare la verdura.
Non è questione di secondaria importanza la quantità dei nitrati presenti nell'acqua, come non è di secondaria importanza la valutazione delle zone vulnerabili.
Questo è un provvedimento assolutamente insufficiente, che serve solo a far fare bella figura all'Assessore, in modo che possa dire: "Abbiamo adempiuto ad un passaggio". Di fatto, non realizza il primo risultato che si dovrebbe ottenere: la tutela della salute.
Lo scopo di questi interventi non è quello di fare una fotografia della situazione, ma di arrivare a soluzioni che portino alla diminuzione dei nitrati.
Nelle zone vulnerate le soluzioni sono due: o diminuiamo il contenuto dei nitrati, oppure dovremo prevedere la non coltivazione di sostanze alimentari in queste zone.
La deliberazione ha la caratteristica - per come è stata concepita, e mi chiedo se non era possibile pensare in un altro modo - di rappresentare una fotografia, mentre siamo in un campo in cui servirebbe un film.
Sappiamo qual era la realtà al momento del rilevamento, ma come ci poniamo di fronte alle variazioni che sono poi intervenute? L'Assessore sa che abbiamo deliberato che le aziende zootecniche al di sotto di una certa capacità produttiva non devono essere sottoposte alla Valutazione di Impatto Ambientale.
Quindi, corriamo il rischio di avere una tipologia che può indurre un aumento dei nitrati, senza che possiamo controllare quello che avviene.
Inoltre, rimane sempre il dubbio - che condivido pienamente - sul fatto che individuiamo una serie di problematiche; però, in questo momento, non abbiamo strumenti per intervenire su tali problematiche.
Torno a chiedere all'Assessore un atto di riflessione su questo documento, perché, al di là di scommesse possibili, mi sembra che le richieste che vengono dai banchi dell'opposizione siano più che ragionevoli, e che sarebbe opportuno indirizzarsi verso una scelta legislativa che dia delle garanzie e delle sicurezze ai cittadini, e non sia solo un atto di pura facciata.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per la replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
I Consiglieri Palma e Mellano si sono chiesti che cosa è stato fatto nel frattempo.
Sotto questo profilo, al di là delle determinazioni definitive in ordine alle zone vulnerabili sulle quali bisogna portare avanti azioni concrete ed incisive - quando sono state puntualmente definite - non posso non richiamare le misure agroambientali del Piano di sviluppo rurale, che già mette all'avanguardia la nostra Regione come una Regione nella quale la scelta preponderante è per l'agricoltura integrata.
Quindi, vi è un richiamo all'azione storica della nostra Regione in ordine all'assistenza tecnica che viene data all'impresa agricola, la quale, ovviamente, viene guidata ad utilizzare meno sostanze chimiche possibili, nei limiti di un'agricoltura integrata.
Allo stesso modo, in questi anni sono stati portati avanti interventi strutturali nel Piano di sviluppo rurale, per cui le aziende agricole che si sono insediate o si sono ristrutturate - richiamo i giovani e tutti i piani aziendali presentati - hanno realizzato vasche di contenimento e quant'altro.
Ancora recentemente, avendo un'economia di stanziamento di fondi precedenti e avendo anche una visuale ambiente-agricoltura, abbiamo ritenuto di indirizzarla, nel limite del possibile, sulle vasche di contenimento proprio negli allevamenti zootecnici, con priorità ai suinicoli.
Quindi, voglio tranquillizzare i colleghi non dicendo che il problema è risolto, ma che comunque ci siamo incamminati su una strada che comporta tantissime azioni.
Allo stesso modo, ritengo che il Consigliere Moriconi alle volte faccia delle domande retoriche, conoscendo già la risposta in conseguenza della sua professione.
Nella nostra Regione abbiamo un'organizzazione nel campo della vigilanza sugli alimenti, per cui ci sono tali e tante analisi sui residui nei prodotti agricoli che devono ovviamente essere fatte per obbligo di legge, ma che vengono portate avanti anche proprio per impegno della struttura dell'Assessorato alla sanità e della sanità pubblica.
Proprio qualche giorno fa vi è stato un incontro tra Assessorato all'ambiente e Assessorato alla sanità per riuscire a portare avanti dei programmi coordinati che coinvolgano l'ARPA, l'Istituto Zooprofilattico e le altre strutture della sanità pubblica.
Circa la tutela delle falde per il consumo umano, non dimentichiamo che noi, essendo una Regione nella quale si sono avuti episodi acuti di atrazina, molinate e quant'altro, già anni fa abbiamo adottato provvedimenti, piani e programmi di intervento che hanno ridotto drasticamente il numero degli impianti di acquedotto contaminati.
Quindi, si è agito settorialmente, e quando dico settorialmente bisogna capire la portata di tale definizione. Non vuol dire che non si è agito in modo utile o in modo efficace; adesso è arrivato il momento, perché il D.lgs. n. 152, dopo otto-nove anni, ha recepito una direttiva comunitaria del 1991.
Abbiamo un provvedimento organico e quindi siamo messi in condizione di avere un traguardo da raggiungere. Personalmente, questo traguardo lo voglio vedere non tanto come un gioco d'azzardo - perché non sarebbe una bella cosa, vista l'aula nella quale stiamo parlando - ma soprattutto un traguardo dal punto di vista dell'impegno. Quando mi assumo degli impegni garantisco che sarò tambureggiante e incalzante verso le Direzioni affinché tali impegni vengano portati a termine nel corso dell'anno.
Credo proprio che qui non siamo nel campo della contravvenzione o di un intervento che, se non viene fatto, in qualche modo qualcuno lo deve pagare. Semmai potrà essere imputata a noi la non inadempienza, e quindi penso che i nostri provvedimenti amministrativi debbano soprattutto essere tali, e la sanzione dovrebbe essere contenuta in una legge, anche se sarebbe una sanzione sui generis. Considerare tutto il Piemonte come una zona vulnerabile mi sembra troppo.
Penso che invece il nostro provvedimento, formulato come lo formuliamo noi, sia un provvedimento che prende un impegno per chiudere la partita entro dodici mesi. Esso ricorda ai destinatari della norma (gli agricoltori) che a tutte le zone, sulle quali questo Consiglio si pronuncerà definitivamente definendole zone vulnerabili, bisognerà applicare determinati comportamenti previsti da norme nazionali già vigenti e da norme che andremo a perfezionare sia con i Piani d'azione, sia con la regionalizzazione dei Piani di Buona Pratica Agricola.



PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare all'esame degli emendamenti.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: al dispositivo, al punto 1), le parole "come zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola i territori vulnerati o prossimi ad esserlo" sono sostituite dalle parole "come Comuni vulnerati quelli".
La parola al Consigliere Palma per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

Si tratta di un emendamento quasi grammaticale che però riporta un po' di verità nella natura di questo provvedimento.
Questo provvedimento, oltre ad avere tutti i difetti che abbiamo provato ad illustrare nel corso di questo pomeriggio, ha un altro difetto: non essere sulle zone vulnerabili, ma sui Comuni vulnerati. Cioè di avere scelto come indicatore e come parametro quello dei confini amministrativi dei Comuni e di avere individuato non già dei territori, che per loro stessa definizione non coincidono con i confini amministrativi dei Comuni ma dei Comuni in cui, sulla base di rilevazioni di nessun significato statistico, si è rilevata una concentrazione particolarmente alta di nitrati.
Quindi, se continuiamo a procedere sulla strada dell'approvazione di questo provvedimento così com'è, con alcune modifiche correttive, perlomeno dobbiamo dare atto a noi stessi, la Giunta deve dare atto a se stessa, di avere lavorato su un altro parametro e di non avere ottemperato a quanto stabilito dal D.lgs. n. 152.
In caso contrario, dovrebbe spiegare, perlomeno in premessa, perché non ha utilizzato i criteri dei parametri di rilevazione stabiliti dall'allegato 7 del D.lgs. n. 152, ma di avere scelto una modalità di rilevazione del tutto insignificante ai fini statistici e del tutto estranea all'impianto metodologico del D.lgs. n. 152.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Prendo la parola anche per allargare un po' l'orizzonte dopo quanto affermato dall'Assessore Cavallera.
Il problema dell'atrazina l'abbiamo vissuto, quello dei nitrati è di altro genere. Il fatto è che la situazione è più vicina al quadro che ne diamo noi che a quello che ne dà l'Assessore; in fondo, viene scritto nello stesso allegato alla deliberazione. Praticamente, a pagina 19, viene detto che noi non abbiamo dati certi per quanto riguarda la valutazione, perch si parla della valutazione dei parametri prima dei risultati. Però, alla fine della pagina 19, i punti sottolineati riguardano il fatto che non abbiamo dati sulle falde superficiali, che abbiamo povertà di dati per il sottosuolo e che per i carichi agricoli si fa riferimento al quarto censimento generale dell'agricoltura. Questi, forse, sono gli unici dati che hanno una certa qual rispondenza alla realtà, ma sono particolarmente gravi le prime due affermazioni che si rifanno a quanto sostenevo prima.
Il comportamento dell'azoto nel terreno è caratterizzato da una specificità intrinseca. Quando si usa l'azoto come fertilizzante, questo penetra negli strati sottostanti il terreno e, poi, con un processo chimico, che si chiama discivazione, ritorna in superficie e viene assorbito dalle piante e dalle coltivazioni, ed è lì che poi i consumatori lo possono riassorbire.
Quando si dice che per il sottosuolo è emersa una generale povertà di dati a disposizione significa che noi non abbiamo una chiarezza di comportamento e di situazione per quanto riguarda la molecola specifica dell'azoto (non si tratta di atrazina, che ha altre problematiche). Noi, in questo caso, diciamo chiaramente che non abbiamo dati per quanto riguarda il funzionamento dell'azoto nel terreno.
Allora, come abbiamo fatto a valutare se le zone sono o non sono vulnerate se questo dato non l'abbiamo? Abbiamo usato altri dati, per questo elemento è importante perché l'azoto è risaputo che funziona così e si sa che, ad esempio, nel caso della fertirrigazione o delle concimazioni tramite azoto funziona in questo modo.
Quindi, ripeto, senza alcuna pretesa di prevaricazione, visto che ci siamo dati dei tempi per fare un certo percorso, che mi sembra più che positivo usare questi tempi per approfondire l'argomento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Ovviamente, non entro in contesa con le definizioni tecnico scientifiche del Consigliere Moriconi.
E' chiaro che si deve trovare il punto giusto di equilibrio della quantità che serve alla pianta per germogliare e, in generale, al ciclo vegetativo. Dobbiamo lavorare per questo, naturalmente utilizzando il Codice di Buona Pratica Agricola e individuando le aree critiche. Forse ho fatto delle citazioni a sproposito, però per dire che, tutto sommato, vi è un'attenzione rivolta alle falde e alla qualità delle acque, perch interessa il consumo umano. Poi, ovviamente, il collega dice che c'è un equilibrio più complessivo da raggiungere e in tal senso stiamo lavorando.
Non lo so se adesso siamo in ritardo e rispetto a che cosa. Si faceva riferimento alla burocrazia regionale che magari è in ritardo, ma molte volte le burocrazie europee o nazionali fissano altrettanti termini.
Dobbiamo capirci. Io intendo l'impegno assessorile e il ruolo dell'Assessore, soprattutto, nell'individuare un obiettivo e di cercare di perseguirlo nella sostanza e, nel limite del possibile, rispettando la forma e i termini.
Occorre la mobilitazione di tutte le risorse professionali che abbiamo perché i dati di documentazione li abbiamo tutti, ma occorre qualche mese di lavoro intenso per produrre quello che noi qui ci impegniamo a dare.
Per quanto riguarda l'emendamento nello specifico, il mio parere è contrario, intanto perché per adesso l'individuazione delle zone vulnerabili ai nitrati di origine agricola spetta ovviamente al Comune: è un fatto conclamato. Però, noi dobbiamo usare la terminologia consentita quindi non dobbiamo individuare i Comuni, ma dobbiamo individuare le zone vulnerabili. Per adesso siamo in grado di usare, come prima approssimazione, il confine comunale. E' improprio, è criticato, ma, a questo punto, se ci fosse consentito, anche in sede di valutazione del vostro emendamento, vorremmo essere coerenti nell'errore dal punto di vista dei nostri critici e che questa deliberazione vada in porto così com'è stata presentata nella sua impostazione, disponibili ad accogliere quegli emendamenti di indicazione e di vincolo per la Giunta sui tempi e sui modi sui quali, ovviamente, ho già dichiarato la mia disponibilità. Per cui su questo emendamento vi è il parere contrario.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1).
Il Consiglio non approva.
2) Emendamento presentato dai Consiglieri Palma e Mellano: al dispositivo, i punti 2 e 3 sono sostituiti dai seguenti punti: "di demandare ad un successivo provvedimento, da approvare entro il 31 dicembre 2002: la realizzazione dell'indagine preliminare di riconoscimento a scala 1:250.000 che individui le zone vulnerabili tenendo conto dei carichi e delle caratteristiche fisiche e ambientali delle acque e dei terreni la definizione delle linee guida dei Programmi d'azione da porre in atto all'interno delle zone definite vulnerabili di stabilire che in assenza dei provvedimenti succitati sull'interno territorio regionale sia obbligatoria dall'1 gennaio 2003 l'applicazione del Codice di Buona Pratica Agricola e il massimo quantitativo di effluente zootecnico sparso sul terreno ogni anno, compreso quello depositato dagli animali stessi, non superi un apporto pari a 210 kg/ha".
La parola al Consigliere Palma per l'illustrazione.



PALMA Carmelo

Questo è un emendamento a cui la Giunta ha inteso dare una riformulazione ovviamente ad essa più favorevole, ritenendo, in qualche misura, di assumere l'impegno che noi con il nostro emendamento suggerivamo; quindi, predisporre quanto necessario per adempiere al D.lgs.
n. 152 entro il termine di un anno dall'approvazione di questa deliberazione.
Si tratta di una risoluzione molto più agevole e favorevole alla Giunta perché, da una parte, fa rientrare i provvedimenti successivi, quindi anche i provvedimenti di verifica e correzione di questa deliberazione, in un provvedimento meramente amministrativo che la Giunta adotterà in attuazione della L.R. n. 61, quindi, di fatto, espropriando il Consiglio di questa prerogativa, e, dall'altra, rifiutando la posta della scommessa e rifiutando quella norma di salvaguardia che continuo a ritenere prudente e che la Giunta, invece, continua a ritenere un vincolo eccessivo al proprio lavoro. Così facendo, fa sospettare ai proponenti di questo emendamento, e penso anche all'intera opposizione, di non essere in grado di provvedere entro il termine di dodici mesi a tutti gli adempimenti che si è impegnata ad assumere nella predisposizione di questi subemendamenti sostitutivi del nostro emendamento. Le questioni sono sostanzialmente queste.
Il termine di un anno è un termine tecnico che noi riconosciamo alla Giunta come termine minimo per approntare quanto la Giunta, con due anni di ritardo, non è stata in grado di approntare e presentare a quest'aula.
In secondo luogo - questa è la prima differenza con la Giunta - la Giunta ritiene che, facendo rientrare questa partita nella propria attività amministrativo-direzionale, si snelliscano le procedure.
I proponenti dell'emendamento ritengono che, senza una sanzione consiliare di questo provvedimento, i termini si allungheranno ulteriormente per la stessa ragione per la quale questa sera stiamo a misurare i due anni di ritardo rispetto ad adempimenti che la Regione avrebbe dovuto adottare al termine dell'anno 2000.
In terzo luogo - in merito vorrei sentire una valutazione da parte dell'Assessore Cavallera - riteniamo che, laddove queste rilevazioni servono a verificare un problema evidente, urgente e grave di sanità pubblica e laddove esistono termini concreti di rilevazione, la norma di salvagurdia sia non solo a tutela dei cittadini, ma della stessa attività amministrativa. E' una norma che tutela la Giunta e l'Assessore, che, in un periodo successivo, non potrebbe essere accusato di non aver provveduto a fare quanto il D.lgs. n. 152 gli imponeva.
Se questa formulazione non piace - e in questo senso posso capire l'Assessore - va comunque prevista una qualche norma sanzionatoria.
Non si può immaginare un meccanismo per il quale - lo ripeto a beneficio degli astanti - questa Giunta arriva, con due anni di ritardo rispetto ad un adempimento, a dire a quest'aula di fare una prima individuazione del tutto irrilevante dal punto di vista normativo, perch non predisponiamo i Programmi d'azione; facciamo rientrare le nuove rilevazioni in un documento amministrativo, quello di predisposizione dei Programmi d'azione, che la Giunta prende al proprio interno. Ci impegniamo politicamente a fare questo entro il termine di un anno, senza che fra uno due o tre anni esista un meccanismo sanzionatorio di inadempienza della Giunta.
Su questo tema, la Giunta e il Consiglio devono stringere un patto.
Se l'Assessore vuole la snellezza amministrativa, proponga una norma sanzionatoria di tipo diverso. Visti i precedenti, ad esempio, i ritardi su questo provvedimento, e vista - lo ripeto con un po' di sgomento l'evidente difficoltà in cui le Direzioni dell'Assessorato si sono trovate rispetto a questa materia, il massimo dell'apertura e della trasparenza e anche del confronto politico, secondo me, rappresenta un'agevolazione per l'Assessore a rispettare i termini, che l'Assessore stesso si è impegnato a rispettare, piuttosto che il freno di un vincolo all'attività amministrativa.



PRESIDENTE

E' stato inoltre presentato il seguente emendamento.
3) Emendamento presentato dalla Giunta regionale a firma dell'Assessore Cavallera: sostituire il secondo punto della proposta di deliberazione con il seguente testo: "di stabilire che, entro dodici mesi dalla presente deliberazione, previo completamento delle indagini integrative e di maggior dettaglio necessarie con il regolamento di cui all'art. 3 e dell'allegato B, punto 7, della L.R.
n. 61/00 a) venga effettuata la prima designazione delle zone vulnerabili da nitrati b) venga definito il Programma d'azione da porre in atto all'interno delle zone designate vulnerabili c) venga resa comunque obbligatoria, nelle aree definite zone vulnerabili da nitrati, l'applicazione del Codice di Buona Pratica Agricola approvato con DM 19/4/1999, tenendo fermo il quantitativo di effluente utilizzabile corrispondente a massimi 210 kg/ha di azoto".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Per la verità, avevo già illustrato l'emendamento, quindi non mi ripeterò se non per concatenare i due emendamenti.
L'impegno che ci assumiamo è superiore rispetto alle proposte del Consigliere Palma. Qui si dice: "La realizzazione dell'indagine preliminare e il riconoscimento che individui le zone"; noi diciamo: "Venga effettuata la prima designazione delle zone vulnerabili da nitrati". Quindi, ci riferiamo non solo ai criteri, ma alla designazione.
Per quanto riguarda il secondo punto, la proposta del Consigliere Palma riguarda la definizione delle linee guida dei Programmi d'azione. Noi diciamo: "Venga definito nei dodici mesi il Programma d'azione da porre in atto all'interno delle zone designate vulnerabili".
Per quanto riguarda l'elaborazione di questo documento in dodici mesi non si tratta di un impegno politico: è un deliberato del Consiglio; è ben diverso. Molte volte nella dialettica, in quest'aula, si può dire "faccio questo" o "faccio quell'altro"; naturalmente, quello, a mio avviso, è un impegno politico.



(Commenti in aula)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Non sono un esperto di commercio, però posso dirvi tranquillamente che in questa materia è possibile rispettare il termine dei dodici mesi, perch riteniamo di poterlo adempiere, in quanto, nel frattempo, come sa il Consigliere Palma, va avanti anche il Piano di tutela, ai sensi del D.lgs.
n. 152, e verrà approvato anche il PSE (Piano Stralcio contro l'Eutrofizzazione dell'Adriatico) che, in parte, riguarda gli effluenti zootecnici.
In sostanza, credo che non sia pertinente introdurre un comma che reciti: "Qualora non venissero adottati questi provvedimenti in tutto il territorio regionale, trascorsi i dodici mesi viene considerata zona vulnerabile" - banalizzo per farmi intendere.
Credo che questo sia un provvedimento di emergenza; poteva essere un provvedimento da adottare il giorno dopo l'emanazione del D.lgs. n. 152, ma da parte del Governo. A Roma non l'hanno fatto e, da allora, ci siamo incamminati sull'attuazione ragionata, puntuale, precisa e pertinente del D.lgs. n. 152. Cominciamo a vedere l'uscita da un tunnel lungo dodici mesi ma entro tale periodo i risultati arriveranno in quest'aula. Secondo me non serve nient'altro.
Quest'aula si riferirà ad un punto di vista del sindacato ispettivo.
Comunque, mi impegno in prima persona affinché i provvedimenti - siano o meno di Consiglio - siano presentati in Commissione prima dell'adozione da parte della Giunta.
Recentemente, mi sono comportato in tal senso in merito ad un provvedimento concernente la materia energetica. Non ho alcuna difficoltà ad agire in modo trasparente, perché, essendo provvedimenti complessi penso che, a mio avviso, oggi li abbiamo migliorati con il controemendamento della Giunta. Credo che la dialettica porti anche a migliorare i provvedimenti, ovviamente nel rispetto delle impostazioni che le varie parti politiche debbono o possono avere.
Pertanto, esprimo parere contrario all'emendamento dei Consiglieri Palma e Mellano e parere favorevole all'emendamento presentato dalla Giunta.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta sull'emendamento n. 2) è dunque contrario.
L'emendamento è stato illustrato, pertanto è aperta la discussione sullo stesso.
Non essendovi richieste di parola, passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Il Presidente, colto dalla fretta, sta accorpando la discussione generale...



PRESIDENTE

Le spiego, Consigliere Palma. Siccome si tratta dello stesso punto, mi sembrava opportuno inserire entrambi gli emendamenti. Questa è l'unica ragione.



PALMA Carmelo

Volevo solo distinguere, dal punto di vista regolamentare, la fase di illustrazione, la fase di dibattito e la fase di dichiarazione di voto anche sui singoli emendamenti, perché è vero che l'ora è tarda, ma è anche vero...



PRESIDENTE

Lei può intervenire, Consigliere Palma, se non per dichiarazione di voto, come discussione generale sugli emendamenti.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Intervengo per proporre una mediazione all'Assessore, condivisa anche da altri colleghi.
Intanto, ha ragione l'Assessore: la nostra formulazione è più timida e moderata della sua, perché siamo persone prudenti, più use a rispettare che a prendere impegni.
Rispetto ad una situazione nella quale va fatta un'indagine preliminare di riconoscimento, noi scriviamo: "Indagine preliminare di riconoscimento" non riconoscendo a questa delibera alcun rango normativo e alcun rilievo di carattere amministrativo.
Sarebbe importante che il primo vero riconoscimento delle zone vulnerabili avvenisse entro dodici mesi dall'adozione di questa "cosa", che è difficile chiamare delibera, che ci apprestiamo a licenziare.
In secondo luogo, rispetto alle linee guida sui Programmi d'azione avevo inserito questo punto, non perché non volessi i Programmi d'azione entro il termine dei dodici mesi, ma perché ritenevo che, anche sui Programmi d'azione, una pura norma di delega all'attività della Giunta rendesse più farraginoso il potere ispettivo del Consiglio, ma anche la capacità di interlocuzione che il Consiglio può avere, non rispetto alla predisposizione dei programmi operativi, ma rispetto alle linee guida, agli indirizzi generali di una politica di intervento.
E' chiaro che questa non è una politica di sistema, ma è una politica di intervento di un certo rilievo.
Rispetto a questi due punti, la questione è stata recepita con un supplemento di impegno da parte della Giunta. D'altra parte, per l'impegno ad interloquire con il Consiglio su questi temi - una qualche forma di sanzione giuridica, e non sto facendo riferimento a quella che forse impropriamente chiamavo "norma di salvaguardia" - deve esistere.
L'Assessore non può semplicemente impegnarsi politicamente a dire: "Io investirò la Commissione". L'Assessore deve subemendare ulteriormente l'emendamento, impegnandosi entro ottobre a riferire alla Commissione sullo stesso.
Assessore, trovi la formulazione che preferisce, ma la prego, anche dal punto di vista personale, di evitarmi la fatica di inseguire le sue Direzioni per il prossimo anno e mezzo! Vorrei una seduta del Consiglio o della Commissione in cui l'Assessore riferisca e il Consiglio sia in grado di interloquire politicamente su atti di indirizzo politico, lasciando ovviamente alle Direzioni dell'Assessorato il compito di predisporre una serie di programmi operativi. Trovi l'Assessore la formulazione che ritiene più agevole, ma sanzioni in qualche modo questo rapporto con il Consiglio!



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Invito i colleghi Consiglieri ad abbassare il tono di voce, per limitare il brusìo.
Consigliere Palma, la sua era una dichiarazione di voto? La pregherei di rispondermi di no, perché l'Assessore Cavallera vorrebbe ancora intervenire.
Bene, il Consigliere Palma è intervenuto in sede di discussione generale.
Ha pertanto la parola l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Se ho capito bene, il Consigliere Palma chiede di assumerci l'impegno di riferire entro ottobre.
Ritengo che potremmo utilizzare l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Palma, predisposto per altre questioni, e aggiungere un comma dove si scrive: "Impegna la Giunta a riferire entro il mese di ottobre 2002".



PRESIDENTE

Va bene.
La parola al Consigliere Moriconi per dichiarazione di voto.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Questa discussione si sta rivelando interessante, perché ogni volta che se ne aggiunge un pezzo sorgono nuovi problemi! La necessità di preservare la possibilità di azione e controllo del Consiglio regionale non è questione di poco conto. La stessa individuazione dei Programmi d'azione è fondamentale, perché se i Programmi d'azione a cui noi pensiamo per andare a risolvere i problemi dei nitrati sono quelli definiti a pagina 29, è un po' come andare a scoprire l'acqua calda! Queste condizioni sono già previste! E' già previsto che in inverno, sui terreni innevati, non può essere usata la fertirrigazione, però, Assessore, se vuole venire con me, la porto a vedere i terreni innevati sui quali sono state fatte le fertirrigazioni! Assessore, si dice che per limitare l'utilizzazione dei nitrati prevederemo capacità di depositi di effluenti di allevamento, soprattutto suinicoli, ma queste regole ci sono già! Assessore, queste regole non servono, in questo momento! Non so come lei pensi di poter risolvere, con le regole esistenti, i problemi che avremo in futuro, visto che adesso non servono! E' così, perché adesso giustamente, ci sono i controlli. Ritengo che i controlli siano necessari però sono sempre più convinto che occorra cambiare le regole, più che contare sui controlli.
Solo due mesi fa abbiamo scoperto - guarda caso - che proprio in qualche zona del Cuneese c'erano delle stalle suinicole che scaricavano direttamente le vasche nei torrenti.
Se non ci mettiamo nelle condizioni di partire dalla realtà, possiamo scrivere tante cose, ma non rispondiamo al problema principale, che è quello di dare sicurezza ai consumatori e ai cittadini piemontesi. Secondo me - e continuo ad insistere - questo atto deliberativo non è commisurato alla gravità dell'argomento.
Abbiamo messo in evidenza molti elementi di gravità. La buona pratica richiederebbe la sospensione del provvedimento per ricalibrarlo e metterlo in condizione di dare delle risposte concrete.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, possiamo passare alla votazione dei due emendamenti.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3).
La votazione non è valida per mancanza del numero legale.
Prima di chiudere la seduta, comunico che la Conferenza dei Capigruppo è convocata per giovedì 17 p.v. alle ore 13.00.
Comunico, inoltre, che l'Assessore Cotto mi ha lasciato una comunicazione da fare all'aula.
Domenica 20 gennaio p.v. avrà luogo la prima edizione dell'iniziativa "Case di riposo aperte". Tutti i Consiglieri sono invitati a visitare il presidio socio-assistenziale sanitario a loro più vicino.
Per quanto riguarda l'ordinanza relativa alla limitazione del traffico emessa dal Comune di Torino a causa del grave problema dell'inquinamento atmosferico, il Consigliere Manolino vorrebbe sapere se tale ordinanza mette in condizione i Consiglieri regionali di raggiungere la sede del Consiglio con auto privata. La risposta è che non sono previste deroghe per auto private dei Consiglieri regionali, comunali e provinciali. Abbiamo fatto presente il problema all'ufficio comunale competente, il quale ha fatto sapere che in una prossima ordinanza terrà in conto l'opportunità di far funzionare i nostri lavori. Non è di nostra competenza.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.18)



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