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Dettaglio seduta n.177 del 15/01/02 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(La seduta ha inizio alle ore 10.27)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cantore, Cota, Ghigo, Godio e Pozzo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Questioni internazionali - Personale del servizio sanitario - Varie

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alle prerogative dei Consiglieri regionali e al caso Argentina. Sollecito risposta all'interrogazione n. 938


PRESIDENTE

Chiede di parlare il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Intervengo per porre una questione che il mio Gruppo ha già posto ufficialmente con una lettera a tutti i componenti dell'Ufficio di Presidenza in data 28 dicembre, che riguarda i limiti di esercizio di una prerogativa parlamentare che i Consiglieri regionali possono avanzare: quella delle visite ispettive negli Istituti penitenziari, a fronte di un utilizzo improprio e abusivo che, in occasione dell'arresto del dottor Odasso, si è manifestato con grande evidenza, ma che anche nei mesi e negli anni precedenti aveva visto alcuni Consiglieri regionali aggirare un divieto imposto dal regolamento penitenziario che impedisce le interviste ai cittadini detenuti, utilizzando impropriamente le prerogative parlamentari.
Su questo dato che non riguarda tanto l'azione dei singoli Consiglieri ma le responsabilità che l'Ufficio di Presidenza deve avere per orientare l'esercizio di questa prerogativa, il mio Gruppo ha chiesto al Presidente e all'Ufficio di Presidenza di chiarire, in maniera ufficiale, non solo ai Consiglieri, ma anche agli Istituti penitenziari, in che modo deve essere esercitato questo diritto e, nello stesso tempo, di dotarsi degli strumenti per poter pervenire laddove è possibile, ovvero sanzionare, laddove è necessario, un utilizzo improprio ed abusivo di tali prerogative.
Prendo atto del fatto che l'Ufficio di Presidenza, in apertura di seduta, come avevamo richiesto, non ritiene neppure di dover fare menzione della richiesta che ha ricevuto. Immagino, avendo esaminato la questione che si riservi di approfondirla ulteriormente per comunicare in seguito le proprie determinazioni all'aula.
Intervengo per segnalare per l'ennesima volta (questa volta in aula altre volte in forma ufficiale) che, rispetto a tale prerogativa, va posta una misura, e va posta ufficialmente dall'Ufficio di Presidenza, perché ad esso spetta il compito di chiarire perlomeno quali sono le prerogative consiliari e quali sono i limiti entro i quali le stesse devono essere esercitate.
Mi aspetto che l'Ufficio di Presidenza non faccia finta di niente, ma rispetto a una richiesta ufficiale, chiarisca all'aula le proprie determinazioni in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, vorrei ricordare che i tempi delle situazioni politiche ed economiche sono diversi dai nostri tempi. Sarebbe bene e opportuno che il Governo regionale dicesse qualcosa in merito alle iniziative di solidarietà e sostegno a favore dell'Argentina.
Credo utile e opportuno creare una unità di crisi tale da coordinare tra potere esecutivo e potere legislativo, in modo che possa seguire questa vicenda.
A tale proposito, ho presentato un ordine del giorno, ma so che ieri il nostro Governo ha incontrato l'autorità argentina.
I tempi utili di un nostro eventuale intervento in questa vicenda non sono legati ai nostri tempi, ma alla contingenza della situazione.
La vicenda argentina non può essere gestita nelle "segrete stanze", ma deve essere gestita in modo che il Consiglio regionale possa vedere il suo sviluppo e il suo procedere.
Chiedo, se è possibile, che ci sia, in questa materia, un concerto permanente tra Consiglio e Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ho preso adesso visione della lettera dei Consiglieri Palma e Mellano all'Ufficio di Presidenza.
Credo che sia inammissibile accettare l'attacco che mi viene rivolto personalmente.
Vorrei ricordare ai Consiglieri che, mentre loro forse non erano a conoscenza del mio operato, mi sono recato nelle Carceri anche il giorno di Ferragosto per visitare i detenuti.
Mi sono recato ripetutamente con altri Consiglieri, mentre i Consiglieri Palma e Mellano erano disturbati da quello che avveniva, a trovare i fermati per i fatti di Genova. Mi sono recato ripetutamente nelle Carceri di Biella per visitare i detenuti malmenati da personale presente nel Carcere stesso.
Mi sono recato al Ferrante Aporti quando ci sono stati dei casi, non chiariti totalmente, di detenuti malmenati.
In tutti questi casi, gli organi di stampa non hanno raccolto il mio intervento e il mio operato.
Intendo continuare le mie visite nelle Carceri sia che piaccia o non piaccia ai Consiglieri Palma e Mellano. Mi sembrano molto attenti a difendere le misure di libertà altrove e non sanno guardare vicino a se stessi.



PALMA Carmelo

Su cosa è intervenuto il Consigliere Moriconi? Non è chiaro l'oggetto!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, intervengo per sollecitare la risposta all'interrogazione n. 938, datata 31 luglio 2001.
Ho scritto tre lettere al Presidente del Consiglio in questi ultimi quindici-venti giorni. Mi auguro che il Presidente sia intervenuto nei confronti dell'Assessore alla sanità.
Vorrei assicurazioni circa il fatto che tale risposta venga iscritta quantomeno, se non oggi, all'o.d.g. della prossima riunione del Consiglio regionale.
Non è ammissibile che ad un'interrogazione di tale importanza non venga data una risposta a distanza di sei-sette mesi.
La pregherei, se non l'ha fatto il Presidente Cota, di intervenire nei confronti dell'Assessore e del Presidente della Giunta, affinché questa questione venga risolta entro e non oltre la prossima seduta del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, proprio ieri il Presidente Cota ha sollecitato la risposta alla sua interrogazione.
Credo che nel corso della prossima seduta del Consiglio regionale nella quale dovremmo discutere la questione Sanità, secondo un accordo dei Capigruppo, potrà essere assorbita la sua interrogazione, certamente chiedendo la risposta nel merito e nello specifico. Se non sbaglio, si tratta della questione relativa all'Asti-Biella, quindi credo che vada data una risposta ad hoc.
Risolleciteremo ancora, in modo che la Giunta preveda, martedì prossimo, la risposta da lei richiesta, Consigliere Ronzani, perch crediamo che il dibattito debba assorbire tutte le interrogazioni complessivamente presentate e per ripulire il sindacato ispettivo nel suo insieme.
La parola ancora al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Sono d'accordo. Ho solo precisato che, trattandosi di un'interrogazione specifica, in cui non vengono affrontati i problemi della sanità nel suo complesso, ma vengono sollevate questioni delicatissime, in ordine all'operato dell'ex Direttore generale di quell'ASL, prendo atto del fatto che lei si adopererà affinché venga iscritta all'o.d.g.
Mi voglio garantire - ma non penso ci siano dubbi su questo - rispetto al fatto che si tratterà di una risposta articolata e specifica, relativa ai quesiti che pongo nell'interrogazione, affinché non venga annacquata nelle risposte peraltro importanti, ma generali, che verranno date sulle ultime decisioni che la Giunta ha preso in materia sanitaria. Vorrei ripeto - garantirmi su questo.



PRESIDENTE

Credo, Consigliere, che prima della prossima seduta di Consiglio si svolgerà ancora una riunione dei Capigruppo nella quale potrà essere deciso di proporre all'aula un ulteriore momento di sindacato ispettivo all'interno del quale prevedere la risposta alla sua interrogazione.
Qualora i Capigruppo decidessero di non procedere al sindacato ispettivo, l'interrogazione dovrà essere inclusa, con risposta specifica all'interno di un dibattito più generale.
Per quanto riguarda l'intervento del Consigliere Tapparo, ricordo che il Presidente del Consiglio aveva chiesto di segnalare delle proposte, al fine di redarre un documento, un provvedimento che fosse garante dell'intero Consiglio.
Il Presidente si è già mosso, a nome del Consiglio regionale, con contatti diretti con il Governo argentino, pertanto la situazione è sotto controllo.
Credo, inoltre, Consigliere Tapparo, che la questione del Comitato di solidarietà potrebbe essere il punto di partenza dal quale iniziare a lavorare con proposte a tamburo battente.
Oggi il problema riguarda la questione argentina, ma sarebbe opportuno che il Comitato di solidarietà si muovesse tempestivamente sulle questioni concrete.
Per quanto riguarda la questione sollevata dal Consigliere Palma, il Presidente del Consiglio ha preso l'impegno, durante la Conferenza dei Capigruppo, di portare il problema in Ufficio di Presidenza per valutare i contenuti delle prerogative dei Consiglieri.
Le comunico, Consigliere, che l'Ufficio di Presidenza si è riunito poc'anzi e io mi sono assentato per aprire i lavori del Consiglio.
Segnalerò, comunque, la sua richiesta, al fine di porre l'argomento in discussione presso l'Ufficio di Presidenza e comunque avere una posizione da poter confrontare.
Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Presidente, per una mozione d'ordine.
Annuncio che anch'io scriverò una lettera, a mia tutela, all'Ufficio di Presidenza in merito a tale questione.



PRESIDENTE

D'accordo, Consigliere Moriconi.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Chiedo di intervenire per chiarimenti. Non capisco cosa significa il fatto che il Presidente del Consiglio, che ci rappresenta tutti, abbia elaborato un documento sul problema argentino. Il Consiglio deve predisporre degli atti formali, attraverso i propri strumenti di intervento, ad esempio l'ordine del giorno o la mozione, e di questo occorre tenere conto. Io lavoro per l'interesse del mio Paese, della mia Regione ed anche per l'Argentina, a cui mi lega un profondo affetto; non lavoro per il "Re di prussica", nel senso che le mie idee le voglio giocare in questo contesto e non le porto a casa del Presidente del Consiglio, che poi magari presenta il proprio documento senza coinvolgere nessuno, ma solo se stesso. C'è anche un lato della politica, in questo problema. L'ordine del giorno che ho presentato è uno strumento della politica; potevo anche presentarlo "brevi manu", ma in un contesto di rapporti diversi si socializza ciò che si propone.
Ho sentito la comunicazione del Presidente durante la riunione dei Capigruppo, ma non ritengo giusto dargli le idee in modo che poi lui elabori il documento. I documenti si formano attraverso la dialettica politica!



PRESIDENTE

Consigliere Tapparo, mi farò interprete del suo intervento presso il Presidente del Consiglio. Ritengo, però, che egli abbia inteso accogliere delle proposte per elaborarle con i proponenti e fare in modo che il dispositivo sia garante di tutto il Consiglio, non attraverso la firma del Presidente del Consiglio, ma attraverso la firma dei Capigruppo del Consiglio. Ritengo che le proposte debbano essere portate al fine di preparare il dispositivo.
A questo punto, possiamo iniziare il sindacato ispettivo.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 33 del Consigliere Chiezzi inerente a "Discarica di materie inquinanti a Bruino (TO)"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 33 presentata dal Consigliere Chiezzi.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente. L'interpellanza del Consigliere Chiezzi è relativa a "Discarica di materie inquinanti a Bruino".
La ricerca di notizie in merito a tale interpellanza è stata particolarmente complessa, non essendo disponibili riferimenti tali da consentire un'individuazione immediata e certa del soggetto responsabile.
Al termine dell'indagine è stato possibile concludere che si tratta della Società Nuova Meccanica e che il sopralluogo era stato effettuato dalla Guardia di Finanza - Nucleo Provinciale di Polizia Tributaria - che ha richiesto al Dipartimento ARPA di Grugliasco il supporto tecnico per il prelievo e la classificazione di alcuni campioni di rifiuti occultati e abbandonati all'interno dell'insediamento industriale.
Il Comando della Guardia di Finanza, con nota del 25 ottobre 2001, ha comunicato di aver trasmesso gli atti redatti alla Procura della Repubblica di Torino.
Il procedimento penale è tuttora in corso e non è possibile, al momento, disporre di notizie, essendo la pratica vincolata dal segreto istruttorio.
E' tuttavia opportuno ricordare che la Regione non ha competenze in materia di controlli e che quindi appare impropria la richiesta di adozione di iniziative, ancorché concordate, per azioni attribuite dalla normativa vigente alle Province e ai Comuni.
Infine, per quanto riguarda la preoccupazione dell'interpellante, circa il rischio che il Piemonte diventi "un'immensa discarica", si ritiene opportuno sottolineare che questa Amministrazione si è dotata ormai da tempo di un Piano per la gestione dei rifiuti (ai sensi del DPR n. 915/82 adeguandolo successivamente al Decreto Ronchi n. 22/97), ma che solo con una piena attuazione di tale Piano e dei conseguenti programmi provinciali si possono fornire gli strumenti idonei per sconfiggere un fenomeno che si alimenta della deficienza cronica di strutture adeguate, lasciando spazio ad azioni preventivamente incontrollabili.
A questo punto, vorrei fare ancora due precisazioni.
La prima è la seguente. Per quanto riguarda i controlli, secondo l'ordinamento che ci siamo dati, è stata data la competenza amministrativa alle Province e la competenza di supporto tecnico ed operativo all'ARPA.
La legge costitutiva dell'ARPA prevede il Comitato di indirizzo. Tale Comitato di indirizzo non lo intendiamo solamente in senso burocratico notarile, da utilizzare una volta all'anno per registrare il bilancio consuntivo o il bilancio preventivo dell'ARPA; in sede di Comitato di indirizzo abbiamo in questi anni più volte approfondito tutta la questione dei controlli, anche con dialettiche abbastanza accese, nel senso che ovviamente, si deve coniugare, da un lato, la necessità, da parte dell'ARPA, di fare fronte a tutte quelle che sono le esigenze di supporto degli Enti territoriali e anche del sistema produttivo, ma, dall'altro avere anche la capacità di rispondere alle emergenze.
Lo sviluppo delle azioni di recupero, che ha preso il via dopo la legge n. 22, per certi versi liberalizza un certo tipo di trattamento di rifiuti finalizzato al recupero, presuppone un controllo maggiore.
Da un lato, abbiamo una semplificazione delle procedure, di impianti finalizzati al recupero e, dall'altro, la necessità di controllare affinch non si ripetano situazioni che, all'inizio del DPR n. 915, avevano anche caratterizzato tantissime situazioni anomale nella nostra regione.
Assicuro, sotto questo profilo, che vi è un forte impegno da parte della Regione e degli Assessorati provinciali in direzione dell'ARPA affinché svolga tali controlli. Naturalmente, ci deve essere un'azione sinergica da parte delle vigilanze territoriali. Mi riferisco ai Vigili urbani e alle altre vigilanze delle Province. Naturalmente, c'è la competenza tecnica per gli accertamenti, ma i fatti anomali devono comunque, essere segnalati da tutti.
In questo senso, credo che comunque nella nostra Regione vi sia una certa sensibilità da parte di tutte le Amministrazioni.
Per quanto riguarda, invece, l'attuazione dei programmi, ci sono delle difficoltà nei programmi provinciali di gestione dei rifiuti, ma devo anche segnalare un forte impegno da parte delle Province.
Abbiamo, ovviamente, delle difficoltà che comportano, a volte, anche delle situazioni di emergenza. Posso citare il caso di Asti, dove gradualmente, finalmente, oggi abbiamo un impianto di compostaggio. Abbiamo un impianto di selezione, di recupero, con più difficoltà per la discarica ma sono comunque iniziative che ci sono nelle varie Province con situazioni un po' a pelle di leopardo.
In merito a questo, noi in passato abbiamo agito molto, anche con finanziamenti dovuti a stanziamenti di bilancio sulle contribuzioni ai consorzi, alle municipalizzate e ai Comuni per gli impianti del ciclo dei rifiuti, comunque per me - avremo, poi, occasione di parlarne anche nel bilancio - il 2002 è un anno di forte accelerazione in tal senso.
Quindi, tutti gli sforzi delle Province e dei Comuni per individuare gli impianti di termovalorizzazione dei rifiuti, che sono una componente essenziale del ciclo, insieme a quelli di selezione, insieme a quelli della raccolta differenziata e alle discariche residue, devono essere assolutamente sostenuti.
Ho quindi colto l'occasione di questa interpellanza, limitata al caso di Bruino, che è sotto tutela e sotto inchiesta, per quanto riguarda gli aspetti penali, ma per quanto riguarda le implicazioni, che richiamava l'interpellanza, ho ritenuto opportuno di fornire qualche precisazione in ordine alla vigilanza e all'attenzione che tutto il sistema regionale provinciale e dell'ARPA ha verso tali problematiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Assessore, per la risposta, anche se non mi soddisfa per i motivi che spiegherò. La ringrazio, perché, oltre ad aver letto la solita velina d'ufficio, ha poi aggiunto alcune osservazioni proprie della funzione di Assessore.
La seconda parte della risposta - invito l'Assessore a verificarlo - è in parziale contraddizione con la risposta contenuta nella velina d'ufficio che, come spesso accade, ha un carattere per lo più burocratico e difensivo. Mentre l'Assessore, capendo che in questa sede si tratta di discutere i problemi sia dal punto di vista amministrativo, sia dal punto di vista dell'iniziativa politica, ha giustamente aggiunto alcune informazioni sulle preoccupazioni, al di là della specifica competenza di intervento diretto, in merito alla situazione delle discariche in Piemonte soprattutto delle discariche abusive di prodotti tossici e nocivi.
L'Assessore si è attivato sia presso l'ARPA, sia - questo non è stato detto dall'Assessore - presso la Provincia interessata per richiedere informazioni sulle domande contenute nell'interpellanza.
Questi rifiuti sono stati analizzati dai tecnici dell'ARPA? Questi rifiuti sono ancora là, dove giacevano un anno fa, oppure no? Queste sono due questioni alle quali non è stata fornita risposta però, per via induttiva, mi sembra di capire che la questione sia stata trattata dall'Assessore non semplicemente in termini burocratici, ma che l'Assessore abbia avuto rapporti di tipo politico con l'ARPA e la Provincia di Torino.
Aspetterei una risposta sul seguente punto: si sa in cosa consistono i rifiuti, in base alle analisi dell'ARPA? Questi rifiuti sono ancora lì oppure è in moto un processo di rimozione, di bonifica? Dalla risposta non si è capito se il provvedimento presso la Procura della Repubblica è di natura tale da impedire, ad esempio, l'accesso all'area.
Mancano tali informazioni, per cui esprimo insoddisfazione in merito alla risposta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 131 del Consigliere Chiezzi inerente a "Impianto rigenerazione e riciclaggio terre esauste della Teksid di Crescentino"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 131, presentata dal Consigliere Chiezzi, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In riferimento all'interpellanza in oggetto, da informazioni assunte presso la Provincia di Vercelli, Ente competente al rilascio di tutte le autorizzazioni al recupero dei rifiuti, si comunica quanto segue: non risulta depositata presso gli uffici provinciali alcuna richiesta n tanto meno è stata rilasciata in capo alla ditta Teksid S.p.A. di Crescentino alcuna autorizzazione per l'attività di rigenerazione delle terre di fonderia esauste nel medesimo sito operativo di Crescentino risulta, invece, operante la ditta Fenice S.p.A., già in possesso di autorizzazione per le emissioni in atmosfera, ai sensi dell'art. 15/a del DPR n. 203/88 (modifica sostanziale di impianto che comporta variazioni qualitative e/o quantitative delle emissioni inquinanti), rilasciata dal Settore Risanamento acustico ed atmosferico della Regione Piemonte il 10 ottobre 2000. La stessa ditta è attualmente iscritta nel registro provinciale delle imprese che effettuano attività di recupero dei rifiuti previste dagli artt. 31 e 33 del D.lgs. n.
22/97 del 2 aprile 2001 per la tipologia di cui al punto 7.25 del Decreto ministeriale 5 febbraio 1998 (terre e sabbie esauste di fonderia di seconda fusione dei metalli ferrosi) i rifiuti trattati dalla ditta Fenice S.p.A. provengono principalmente dalla ditta Teksid S.p.A. e sono identificati con i codici CER 10 09 01 - "forme di scarto contenenti leganti organici" e 10 90 02 "forme contenenti leganti organici utilizzate", per un quantitativo annuo complessivo di rifiuti avviati al recupero, al netto delle materie prime impiegate, di 26.000 t/a.
Questa è la risposta agli interrogativi posti dall'interpellanza.
Sotto questo profilo - come ho detto in precedenza, non possiamo trattare nello specifico i casi singoli, salvo emergenze acute. Abbiamo periodici incontri con le Province, dove il recupero dei rifiuti, un loro riutilizzo, una loro detossicazione o una loro stabilizzazione per una collocazione in discarica o un riutilizzo, è all'ordine del giorno. Nello specifico - ripeto - non vi è una risposta puntuale, nel senso di "a domanda rispondo". Anche perché, essendo benificiato da centinaia di interrogazioni, devo intervenire a fronte di situazioni acute e, nel contempo, impostare un sistema di lavoro e di rapporti continui con le Province, l'ARPA e gli interlocutori istituzionali, affinché ci sia un sistema che, motu proprio, viste le deleghe che abbiamo trasmesso alle Province e agli Enti locali, funzioni. Vigiliamo affinché quello che è stato delegato corrisponda alle nostre attese. Naturalmente, dobbiamo anche rispondere al Consiglio e alle interrogazioni presentata dai Consiglieri.
Anche se in modo stringato, ho dato risposta puntuale ai quesiti posti.
Per il resto, è chiaro che assicuro al Consigliere l'attenzione alle problematiche sul piano più generale.
Colgo inoltre l'occasione per completare la risposta all'interpellanza precedente.
Quando nel caso di discarica abusiva vi è un procedimento giudiziario in corso, si ha molta difficoltà ad intervenire. Gli organi amministrativi chiedono alla Magistratura l'accesso alle informazioni, le quali vengono date anche in rapporto alle esigenze delle procedure giudiziarie. Mi riservo, per l'interpellanza precedente, di informare il Consigliere sul completamento delle operazioni di esportazione.
In ordine all'interpellanza attuale, assicuro un'attenzione di carattere generale perché, ribadisco, il recupero dei rifiuti, il loro trattamento e la loro collocazione in modo che non siano dannosi per l'ambiente all'interno dei cicli produttivi, è un obiettivo che perseguiamo. Prima di arrivare a far cessare un'attività produttiva dobbiamo avere la certezza che non vi siano altre soluzioni, per cui occorre richiamare gli organi preposti - amministrativi e tecnici Provincia, ARPA e Comuni - a rispettare le leggi. Mentre si chiede il rispetto delle leggi, ci deve essere anche un'opera di supporto, di consulenza, di attenzione, verso i cicli produttivi, per trovare eventuali soluzioni laddove ci sono particolari criticità. Questo è il lavoro quotidiano. Ad oggi, il sistema delle Agenzie dell'ambiente ha anche questa funzione, non solamente una funzione di controllo, ma anche la creazione di una banca dati, l'acquisizione di una professionalità e la possibilità di diventare consiglieri al sistema produttivo, per eventuali soluzioni.
Nel caso particolare, siamo all'interno di sigle societarie che fanno parte di gruppi, del Gruppo FIAT (la Fenice, forse, ha acquisito altri assetti proprietari); gruppi che hanno ormai maturato una certa attenzione ai problemi dell'ambiente, una certa disponibilità, un certo impegno a trovare soluzioni di compatibilità migliori rispetto al passato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore per la risposta, anche imbarazzata, che ha fornito attraverso la lettura di una velina tecnica.
L'Assessore, evidentemente, si è reso conto di aver dato una risposta del tutto parziale. Questa è un'interpellanza che, nel suo contenuto, lega problemi di carattere ambientale a grandi problemi di sviluppo e tenuta occupazionale produttiva. Questo secondo punto era del tutto assente nella risposta appena fornita dall'Assessore. Occorrerebbe che gli Assessori scorrendo le interpellanze, coordinassero le risposte in modo da fornire all'aula l'insieme delle risposte richieste. In particolare, rimane inevasa, al momento, la risposta al quesito se, a fronte della volontà di mantenere una certa capacità produttiva da parte della Teksid di Crescentino, si sia trovata una strada per mettere a confronto le necessità di sviluppo produttivo e le necessità di tutela dell'ambiente, in modo da dare una prospettiva ai quesiti posti, che sono quelli relativi ad un impedimento allo svolgimento di un'attività produttiva, in quanto sono irrisolti problemi di carattere ambientale.
Chiedo che l'Assessore, su questo ultimo punto relativo al tavolo di lavoro, approfondisca, se ritiene, il problema con l'Assessore competente e cortesemente, senza impegnare ulteriormente l'aula, mi fornisca una risposta scritta, oppure, in una delle Commissioni competenti, dedichi alla questione un momento di informazione suppletiva in modo da poterne discutere. Mi sembra che il problema sia ancora da risolvere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una breve replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Dobbiamo anche richiamarci alla risposta fornita dall'Assessore Pichetto per la parte occupazionale.
Le risposte a rate, chiaramente, non sono intellegibili. Tuttavia, non ho difficoltà a fornire, per iscritto, le integrazioni in ordine all'incidenza delle questioni ambientali circa il mantenimento del ciclo produttivo.


Argomento: Varie

Saluto agli alunni e insegnanti della Scuola elementare "Nino Costa" di Torino


PRESIDENTE

Diamo il benvenuto agli alunni e agli insegnanti della Scuola elementare "Nino Costa" di Torino. Vi auguro una buona permanenza presso il nostro palazzo.


Argomento: Linee elettriche

Interrogazione n. 709 del Consigliere Moriconi inerente a "Sfruttamento delle acque per la produzione di energia idroelettrica in Val Chisone e in Val Germanasca"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 709 presentata dal Consigliere Moriconi, cui risponde ancora l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Attualmente, sul torrente Chisone e sui suoi affluenti sono presenti undici centrali idroelettriche che producono annualmente circa 130 GWh/anno.
Il progetto di ottimizzazione dello sfruttamento, ai fini del potenziamento della produzione idroelettrica, delle acque derivate dal torrente Chisone e dai suoi affluenti proposto dalla Società Idroval prevede la realizzazione di cinque nuove derivazioni al servizio di altrettante centrali idroelettriche e la contemporanea chiusura, perch verrebbero sottese dai nuovi impianti, di quattro centrali attualmente in funzione.
L'intervento, se realizzato, porterebbe a un aumento di 70 GWh/anno di energia idroelettrica prodotta utilizzando le acque del Chisone e dei suoi affluenti, lungo il tratto d'asta compreso fra i territori dei Comuni di Usseaux e di San Germano Chisone.
In un'ottica di gestione integrata quali-quantitativa dell'ambiente fluviale, la Società Idroval ha proposto, cercando di arrivare ad un'intesa con le comunità locali, un programma integrato di gestione delle acque che prevede contestualmente alla realizzazione delle derivazioni al servizio delle centrali idroelettriche, come azione mitigativa e compensativa, la costruzione di un "collettore di valle", peraltro già previsto dalla Regione, da realizzarsi in fregio al Chisone, a spese della Società Idroval, che dall'alta valle raggiunge il depuratore della città di Pinerolo gestito dalla Società ACEA.
Per la realizzazione di detto collettore la Regione ha già impegnato risorse e lo stesso forma oggetto di lavori di ricostruzione a seguito dei danni alluvionali 2000; l'eventuale concorso di un privato nella realizzazione del collettore in parola potrebbe liberare risorse pubbliche da destinare ad altri interventi nel campo del ciclo delle acque.
Al collettore dovranno afferire i reflui dei Comuni della valle, dopo la realizzazione di impianti fognari duali che permetterà la consegna delle acque bianche direttamente nei corpi idrici superficiali e lo scarico delle acque nere nel collettore.
L'obiettivo di tale progetto è quello di potenziare lo sfruttamento idroelettrico limitando nel contempo l'inquinamento delle acque del Chisone dovuto all'attuale difficoltà di funzionamento dei depuratori esistenti che, al servizio di modesti insediamenti urbani, non riescono a ottimizzare le loro possibilità operative. Grazie al collettamento dei reflui sarebbe infatti, possibile, concentrando il processo di depurazione, migliorare la qualità delle acque restituite al corso d'acqua, mentre le acque bianche andrebbero a incrementare le disponibilità idriche nell'alveo del torrente Chisone.
I contenuti del progetto formano oggetto di una proposta di protocollo di intesa promossa dalla Provincia di Torino, cui sono stati chiamati a concorrere la Regione Piemonte, le Amministrazioni comunali rivierasche l'ARPA, l'ACEA di Pinerolo, le Associazioni dei pescatori della Valle Chisone e la Società Idroval.
Ad oggi - mi riferisco al 6 novembre, data di stesura della risposta detto protocollo, che contiene gli elementi descrittivi del programma di sfruttamento integrato delle acque del Chisone e gli impegni cui la Società Idroval e le Amministrazioni dovranno attenersi, è oggetto di verifiche e approfondimenti e non è ancora stato perfezionato.
Negli incontri svolti per meglio definire gli obblighi cui la Società Idroval dovrà attenersi, i rappresentanti della Regione Piemonte hanno chiesto preliminarmente che il complesso dei progetti fosse esaminato valutando in modo contestuale gli effetti sulle risorse idriche sia sotto il profilo quantitativo che qualitativo, in sintonia con le previsioni del D.lgs. n. 152/99, ed a tale fine hanno proposto di fare riferimento ad un obiettivo di qualità funzionale ambizioso, ipotizzando per le acque del Chisone la destinazione d'uso potabile.
La Regione ha inoltre chiesto che venga ricalcolato il deflusso minimo vitale da rilasciare a valle di ogni opera di presa, utilizzando gli standard contenuti nella deliberazione della Giunta regionale n. 74-45166 del 26 aprile 1995, e che venga elaborato un cronoprogramma dei lavori che preveda la realizzazione dell'intervento per successivi blocchi funzionali da valle verso monte. Ciò al fine di arrivare alla realizzazione delle derivazioni ove autorizzate, solo quando a valle delle opere di presa siano già state realizzate le opere per il collettamento delle acque nere, ed allacciate al depuratore consortile.
La Provincia di Torino è l'Amministrazione che, in virtù dell'art. 56 comma 1, lettera h), della L.R. 26 aprile 2000, n. 44 "Disposizioni normative per l'attuazione del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 112 - Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed altri Enti locali in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n. 59", ha il compito di rilasciare le concessioni sia per le grandi che per le piccole derivazioni.
Il comma 2 del medesimo art. 56 prevede, inoltre, che i provvedimenti di concessione relativi alle grandi derivazioni vengano rilasciati previo il parere vincolante della Regione sulla compatibilità con gli obiettivi di qualità dei corpi idrici e con le linee di pianificazione e programmazione regionale.
Anche la gestione delle procedure riguardanti la compatibilità ambientale è stata trasferita in capo alla Provincia con deliberazione della Giunta regionale del 25 giugno 2001 n. 68-3344, che modifica gli allegati della L.R. n. 40/98, inserendo tra i progetti di competenza della Provincia sottoposti alla fase di verifica, quando non ricadono, neppure parzialmente, in aree protette, le "derivazioni di acque superficiali e opere connesse nei casi in cui la portata massima derivata superi i 260 litri al secondo o sia inferiore o uguale a 1.000 litri al secondo; per gli utilizzi energetici non si applica il limite superiore di 1.000 litri al secondo".
Per quanto riguarda la possibilità di valutare i progetti delle centrali idroelettriche non singolarmente, ma nel loro insieme come si trattasse di un unico progetto, e quindi secondo le procedure previste dall'art. 20 della L.R. n. 40/98, sentita la Direzione Tutela e Risanamento ambientale, Programmazione e Gestione rifiuti, si è appurato che la direttiva circa la compatibilità ambientale di piani e progetti - la 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio pubblicata il 21 luglio 2001 - non è ancora stata recepita dagli ordinamenti nazionali e regionali.
Le uniche norme attualmente cogenti circa la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente sono quelle contenute nell'art. 20 della L.R. n. 40/98, che non impone una specifica modalità procedurale, ma dispone che i piani e i progetti siano accompagnati da una relazione generale che analizzi gli aspetti elencati nell'allegato F) della citata legge.
Peraltro, come anticipato in precedenza, l'Amministrazione regionale nell'esaminare le proposte progettuali, ha effettuato una valutazione complessiva, sia pure sintetica, a livello di bacino idrografico, in ordine dello stato delle risorse idriche, considerando in modo contestuale ed integrato gli aspetti relativi alla qualità e alla quantità delle acque.
Sarà, in ogni caso, l'Amministrazione provinciale a valutare, al momento della presentazione del progetto generale dell'intervento, se i proponenti hanno tenuto conto degli impatti sull'ambiente.
Un eventuale giudizio positivo circa la compatibilità ambientale complessiva del progetto non esonera, però, i proponenti al dover sottoporre le singole derivazioni e le opere a loro connesse alle procedure di verifica previste dall'art. 10 della L.R. n. 40/98 e dall'ottenere tutte le autorizzazioni di legge, compresa la concessione di derivazione d'acqua.
Con particolare riferimento a punto 3) dell'interrogazione, in cui l'interrogante chiede se "sia stata effettuata una verifica delle classi di rischio idrogeologico, specificamente dopo l'ultimo evento alluvionale, e se sia stata effettuata e/o prevista una valutazione della stabilità dei versanti in funzione all'incidenza delle strutture viabili a servizio delle nuove centrali", la Direzione Difesa del suolo ha risposto in data 28 giugno 2001 allegando le disposizioni del PAI.
Con riferimento al punto 4) dell'interrogazione, si precisa che la Regione, sulla base dell'esperienza maturata nell'analisi dei dossier CAP (cioè, i dossier di compatibilità ambientale, che da sempre sono allegati alle derivazioni d'acqua) e di specifici approfondimenti, ha di recente pubblicato sulla Collana Ambiente n. 23 i risultati di una ricerca finalizzata alla predisposizione di "linee guida per la redazione dei dossier di compatibilità ambientale del prelievo" che, insieme alla deliberazione della Giunta n. 74-45166 del 26 aprile 1995, avente per oggetto "criteri tecnici per il rilascio e il rinnovo delle concessioni di derivazione da corsi d'acqua", rappresenta tuttora un valido punto di riferimento per l'analisi dell'impatto delle derivazioni sugli ambienti idrici e la valutazione delle possibili mitigazioni.
Per quanto riguarda il punto 5) dell'interrogazione, si ricorda che Amministrazioni locali, Associazioni e Comitati, nonché singoli cittadini possono intervenire direttamente nel procedimento comunicando all'Autorità procedente osservazioni e/o opposizioni motivate durante il periodo di affissione dell'ordinanza all'Albo pretorio dei Comuni territorialmente interessati dalla derivazione richiesta e durante la presentazione pubblica del progetto prevista in occasione della visita locale, che è una procedura di legge.
In merito alla richiesta di moratoria, si segnala che al momento non vi sono informazioni sufficienti per poter adottare il provvedimento richiesto. Tuttavia, qualora la Provincia di Torino, sulla base degli studi finalizzati a definire linee di gestione delle risorse idriche e della conoscenza del complesso delle istanze pendenti, ne facesse richiesta esplicita e motivata, non si esclude la possibilità di adottare una moratoria temporanea nell'ambito delle cosiddette "misure di salvaguardia" di cui all'art. 44, comma 2, del D.lgs. n. 152/99.
Concludo mettendo in risalto che la questione è all'attenzione della Direzione Risorse Idriche. Se si devono adottare provvedimenti di moratoria nell'ordinamento attuale devono essere provvedimenti condivisi e, quindi vale a dire proposti dalla Provincia e adottati dalla Regione, noi non abbiamo alcuna pregiudiziale.
Per quanto riguarda l'aggiornamento dal 6 novembre ad oggi, è chiaro che, qualora dovesse perdurare una situazione di siccità tale e quale abbiamo conosciuto fino ad ora, ci sarà da mettere in cantiere un generalizzato provvedimento di riduzione delle derivazioni, collegato anche ad eventuali sospensioni di ulteriori derivazioni. Questo, fra parentesi l'ho voluto aggiungere, altrimenti la risposta non sarebbe stata aggiornata ad oggi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore per la risposta, soprattutto per l'ultima parte che non riguardava la risposta scritta.
E' chiaro che la preoccupazione sollecitata dall'interrogazione riguardava il fatto di capire come la Regione intendeva porsi sulla gestione di questo argomento, in quanto sappiamo bene che su queste questioni c'è una forte competenza della Provincia, però si rivolgeva alla Regione come Ente sovraordinato per capire alcune questioni.
Vorrei sottolineare che della risposta non mi ha soddisfatto soprattutto la prima parte, in quanto la possibilità di realizzare le centrali idroelettriche con il miglioramento della rete fognaria è stata fortemente contestata a livello locale.
Assessore, lei afferma che l'eventuale intervento del privato potrebbe servire a sgravare le cifre ufficiali che sono state fornite. I numerosi incontri che si sono svolti in Val Chisone riferiscono che, a fronte di una spesa prevista di 50 miliardi per realizzare il collettore fognario, la Società Idroval parteciperebbe con 2 miliardi.
Se noi, come Ente pubblico, dobbiamo accondiscendere ad una soluzione di costruzione di centrali per una cifra che riguarda l'1% dell'impegno previsto, mi sembra che in questo caso l'intervento privato, se non riusciamo a farne a meno, voglia dire che siamo proprio in una situazione catastrofica.
Potrei poi consegnarle la piantina realizzata dai Comitati presenti in valle, che hanno fatto un lungo lavoro sul problema di queste centraline.
A fronte della chiusura di cinque centrali, tra quelle previste, già progettate e di futura progettazione, le centrali richieste sono dodici.
La preoccupazione degli ambientalisti che operano in valle è legata all'esplosione di centraline.
C'è però un altro problema da verificare. Solo ieri, in Commissione, si parlava di problemi di sviluppo e di turismo. Noi sappiamo che si tratta di una valle in cui l'alta valle è chiaramente dedita ad un turismo sportivo di grande impatto e destinata a ricevere le Olimpiadi del 2006, mentre la bassa valle, che viene desertificata da questo genere di interventi potrebbe, invece, prestarsi ad un intervento di riqualificazione per un turismo leggero e più vicino a Torino. Sappiamo tutti cosa significa, per esempio, la fruizione di un fiume in modo turistico. Sappiamo che le cinque centrali esistenti stanno per arrivare alla fine della concessione. Per dare organicità ai discorsi che facciamo e per mettere in rete tutte le conoscenze che abbiamo, l'alternativa non è tanto quella di realizzare altre centrali, ma lasciare esaurire quelle esistenti per riconvertirle in un altro modo, come abbiamo esempi in tal senso in tutta Europa e in tutto il mondo. Il concetto del deflusso minimo vitale, ancorché sappiamo che la Regione sta pensando di dettare criteri diversi, non significa uno stato di salute dei torrenti. Queste cose dobbiamo dircele, ed è impossibile non saperle.
Personalmente, l'estate scorsa, ho fotografato il torrente Chisone com'è nella situazione attuale. L'Assessore potrà vedere che nei mesi estivi il torrente Chisone si trova in uno stato di agonia profonda.
Pensare di impiantare dodici nuove centrali a noi sembra un progetto folle.
Per quanto riguarda la moratoria, apprendiamo con piacere il discorso.
Se eventualmente fosse proposto dalla Provincia, la Regione sarebbe disponibile, quindi noi ci attiveremo, gli ambientalisti si attiveranno per svilupparlo. L'ulteriore sfruttamento dell'idroelettrico non può portare ad alcun miglioramento. Questi sono dati ufficiali, disponibili an7che presso il Ministero dell'Industria.
Allo stato attuale, abbiamo ormai sfruttato l'86%, cioè prendiamo tutta l'energia che possiamo ricavare dai nostri torrenti e dai nostri fiumi.
Pensare di fare altri interventi di questo tipo non ci sembra condivisibile.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti idrici - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 771 dei Consiglieri Suino e Riba inerente a "Nuova discarica in località Ca' del Mago nel Comune di Sommariva Perno (CN)"


PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera risponde ancora all'interrogazione n. 771 presentata dai Consiglieri Suino e Riba.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

L'attenzione della Regione Piemonte per la valorizzazione dell'area delle Rocche del Roero si è concretizzata in questi ultimi anni nella predisposizione di un disegno di legge presentato dalla Giunta regionale in data 6 settembre 1999 (nella scorsa legislatura aveva assunto il numero 573) per l'istituzione di un'Area protetta ai sensi della L.R. 22 marzo 1990, n. 12. Con tale provvedimento, è prevista l'istituzione di una Zona di salvaguardia che ricomprende completamente il sito/biotopo "Boschi e Rocche del Roero" già segnalato all'Unione Europea quale sito di Interesse Comunitario (SIC) per l'inserimento nella Rete Natura 2000. Verso ovest rispetto al biotopo l'area si estende nel territorio dei Comuni di Sommariva Bosco, Sanfré e Bra, ancora oggi poco antropizzata con estese zone coltivate intercalate da filari e siepi, numerose zone umide e peschiere e fasce boscate.
La superficie complessiva dell'area proposta come Zona di salvaguarda è di 4.760 ettari rispetto ai 1.700 del Sito di Importanza Comunitaria segnalato all'Unione Europea.
Il provvedimento decaduto con il termine della legislatura è stato riproposto per la riassunzione all'esame della V Commissione consiliare.
Attualmente, sono in corso incontri con le Amministrazioni locali per meglio integrare tale proposta con quelle relative all'istituzione dell'Ecomuseo delle Rocche del Roero, il cui documento preparatorio è stato esaminato favorevolmente dal Comitato scientifico per l'individuazione e la promozione degli Ecomusei previsto dalla L.R. 14 marzo 1995, n. 31.
I due provvedimenti, quello relativo all'istituzione della Zona di salvaguardia e quello relativo all'Ecomuseo, si ritiene possano pertanto essere portati contestualmente all'esame della Commissione competente nei prossimi mesi.
Per quanto riguarda l'eventuale insorgere di un'emergenza relativa allo smaltimento dei rifiuti urbani prodotti dai Comuni facenti parte del Bacino n. 8 (Albese-Braidese), essa può essere superata attuando gli indirizzi programmatici e completando le indicazioni impiantistiche contenute nel Programma provinciale di gestione dei rifiuti di Cuneo, approvato in stesura non definitiva con DCP n. 142/5 del 21 dicembre 1998.
Il succitato Programma provinciale prevede per il Bacino n. 8 una discarica per rifiuti urbani; un impianto di compostaggio; un impianto di selezione e stabilizzazione dei rifiuti; un'area attrezzata di valorizzazione e numerose altre strutture di servizio per le operazioni di raccolta differenziata ed infine un impianto di termodistruzione a servizio dell'intero ambito territoriale provinciale.
L'Azienda Albese-Braidese Smaltimento Rifiuti, unico consorzio di riferimento per la gestione rifiuti presente nel Bacino n. 8, gestisce ormai da anni una discarica di prima categoria per rifiuti urbani e assimilati, un impianto di compostaggio della frazione verde e dei fanghi e un'area attrezzata per la valorizzazione delle frazioni di rifiuto derivanti dalle raccolte differenziate.
La discarica situata in località Ca' del Mago in Comune di Sommariva Perno raccoglie i rifiuti urbani e assimilabili di circa 60 Comuni consorziati nell'Azienda Albese-Braidese Smaltimento Rifiuti ed è esterna al Sito di Interesse Comunitario.
Inoltre, la stessa Azienda, sta individuando un sito idoneo per l'allestimento di un impianto di selezione della frazione indifferenziata del rifiuto urbano, al netto delle raccolte differenziate e successiva stabilizzazione aerobica della parte organica residuale dalle medesime operazioni di selezione, il cui progetto, ai sensi della DGR n. 30-27992 del 2 agosto 1999, è stato ammesso a finanziamento da questa Amministrazione regionale e nel contempo, al fine di incrementare le percentuali di raccolta differenziata dei rifiuti sull'intero bacino di competenza, ha predisposto un progetto territoriale di raccolta rifiuti che prevede la riorganizzazione e l'integrazione dei servizi esistenti conformemente ai criteri tecnici indicati in allegato alla DGR n. 16-409 del 10 luglio 2000, avvalendosi di una quindicina di stazioni di conferimento, già in buona parte in esercizio e in via di allestimento.
Per quanto altrimenti concerne l'impianto di termodistruzione al servizio dell'intero ambito provinciale, l'Amministrazione provinciale di Cuneo, con la collaborazione delle quattro Aziende consortili operanti sul territorio e in accordo con la Provincia di Asti, sta valutando la migliore tipologia impiantistica e l'area di localizzazione più idonea.
La localizzazione, prescelta dall'A.A.B.S.R., nel Comune di Sommariva Perno, per l'allestimento della nuova discarica consortile, non è da ritenersi incompatibile con i criteri e i vincoli previsti nel Programma provinciale di gestione dei rifiuti di Cuneo, in quanto insiste su un sito contiguo alla preesistente discarica autorizzata per rifiuti urbani, che recentemente ha subìto un ampliamento in sopraelevazione, vista l'ormai scarsa capacità residua di smaltimento.
Il suddetto progetto di variante è stato approvato con DGP n. 995 del 12 dicembre 2000, preso atto del giudizio favorevole di compatibilità ambientale espresso in merito dalla Conferenza dei Servizi di cui all'art.
13 della L.R. 14 dicembre 1998, n. 40.
Il nuovo progetto di discarica proposto ha iniziato, in data 19 luglio 2001, a cura del competente Servizio VIA della Provincia di Cuneo, le procedure finalizzate ad ottenere il giudizio di compatibilità ambientale ai sensi della L.R. n. 40/98, per poi essere sottoposto, in caso di eventuale parere favorevole, al rilascio dell'autorizzazione di cui agli artt. 27 e 28 del D.lgs. 5 febbraio 1997, n. 22 (legge Ronchi sui rifiuti).
Si sottolinea, infine, che l'area destinata al nuovo insediamento impiantistico, in località Cascina del Mago, è impropriamente definita "Parco Forestale del Roero", mentre in realtà si tratta di terreni di proprietà dell'Azienda Consortile Albese-Braidese dei Rifiuti, concessi in affitto alla Società "Roero Verde", che, nel corso degli anni, ha provveduto a ripristinare le aree incolte e ad effettuare la pulizia e la manutenzione delle zone boscate. Si tratta, pertanto, di una proposta impiantistica, quella oggetto dell'informazione, oltre a tutta la situazione esistente, proposta dall'Azienda Albese-Braidese dei Rifiuti che si colloca a fianco della discarica esistente, che è sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale e che quindi dovrà rispettare tutte le norme e i vincoli previsti per le aree boscate, protette o quant'altro previste dal nostro ordinamento.
Nello specifico, devo dare atto - in quanto l'ho verificato durante un sopralluogo avvenuto nei mesi scorsi - che vi è, da parte di questa Azienda del territorio, una certa attenzione alle aree contigue e agli impianti di trattamento dei rifiuti, perché è stato attivato un recupero ambientale che, di primo acchito, mi è apparso abbastanza riuscito.
Si può concludere, come primo approccio all'argomento, che si tratta di un consorzio di Comuni che cerca di risolvere contemporaneamente le proprie esigenze di trattamento e gestione dei rifiuti, prestando attenzione anche al territorio e cercando di recuperare quei terreni che non hanno un'alta vocazione agricola.
Come ho detto, ho già avuto occasione di verificare quel contesto anche per curiosità, e ho visto che è presente un laghetto ed una forestazione progressiva, avanzata negli anni. Pertanto, posso concludere dicendo che vi è anche una cortina, dal punto di vista vegetale, che dovrebbe assicurare una separazione tra l'impianto esistente e il resto del territorio.
Siamo tutti attenti a quanto deciderà la Provincia di Cuneo in ordine alle procedure di Valutazione di Impatto Ambientale. Cito, per quanto ne so, il rigore e la cautela di quegli uffici, che sono stati più volte sollecitati a procedere con i piedi di piombo prima di rilasciare autorizzazioni. Possiamo stare tranquilli perché le procedure sono state tutte attivate, anche con il supporto degli uffici regionali, perch parteciperà anche il Settore Geologico, il Genio Civile e la Banca Dati regionale verrà messa a disposizione. Quell'Amministrazione, poi, deciderà definitivamente sulle proposte che porta avanti l'Azienda Albese-Braidese dei Rifiuti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Una prima risposta, poi, se consente, continuerà l'intervento il collega Riba, perché io affronto un aspetto della questione, mentre il tema che affronta il collega Riba è diverso.
Assessore, non siamo assolutamente soddisfatti e siamo anche fortemente preoccupati, perché lei ha scordato di dire, o forse non le è stato evidenziato, che non c'è la compatibilità di questo sito con il potenziamento e l'ampliamento della discarica. Questo è un sito che è stato censito, a livello europeo, tra quelli di pregio ambientale e turistico infatti siamo nel pieno del Roero.
C'è una proposta di legge che, guarda caso, la Giunta ha fermato in questi anni, una proposta di legge che riguarda il suo Assessorato e quello dell'Assessore Racchelli. C'era anche un disegno di legge dell'Assessore Racchelli, perché occorre andare a ridefinire meglio i confini della zona del Roero e dare quel potenziamento turistico ed ambientale che la zona merita, a beneficio, tra l'altro, della nostra regione.
Questo sito, pertanto, viene censito, a livello europeo - c'è anche un progetto di Ecomuseo ed una serie di altre iniziative - tra i siti segnalati come importanti, ai quali prestare attenzione. Noi, che su "Ca' del Mago" abbiamo già presentato interpellanze nella precedente legislatura, siamo preoccupati e fortemente perplessi, perché, date le caratteristiche e i requisiti che lo fanno riconoscere tra i siti più rilevanti per il Piemonte, ambientalmente e turisticamente parlando contemporaneamente un braccio dell'esecutivo consente la sopraelevazione di una discarica, l'ampliamento di una discarica e, non solo, ne vuole costruire una seconda di fianco.
Non disquisiamo sulla bontà della gestione, nel senso che sono state adottate tutte le attenzioni che hanno consentito di rinaturalizzare una parte di quel territorio, con tanto di laghetto (conosciamo bene la zona)! Non si discute sul tipo di gestione, ma si pone la seguente domanda: è compatibile l'esistenza di una nuova discarica di rifiuti nello stesso territorio geografico che viene ritenuto sito potenzialmente da sviluppare ambientalmente e turisticamente, che si chiama "Boschi e Rocche del Roero"? Temo che lei, Assessore, non abbia una risposta positiva da dare, perch non può esserci una risposta positiva. Dopodiché, Assessore, ribadiamo di non essere d'accordo e di essere preoccupati.
Le rinnoviamo l'attenzione - credo riguardi lei e l'Assessore Botta al disegno di legge e alle proposte di legge esistenti, perché oggi abbiamo materiale sufficiente per fare un buon lavoro su quella zona. Certo, la discarica in quel territorio è una necessità, ma certamente da non potenziare in quel sito, tra l'altro morfologicamente e geologicamente anche con delle caratteristiche di una certa attenzione che non sono assolutamente da sottovalutare.
Per la parte di risposta che mi riguarda, assolutamente non c'è soddisfazione; le anticipo che ritorneremo sulla questione. Le abbiamo segnalato una questione seria, confidiamo nella sua attenta e vigile risposta conseguente.
Per ora, non ci riteniamo soddisfatti. Le chiedo, ovviamente, copia scritta della risposta.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Come ha detto la collega Suino abbiamo diviso la nostra illustrazione.
Ringrazio anch'io l'Assessore per le valutazioni che considero comunque circoscritte.
Assessore, il punto è il seguente. Lei, in genere, cerca, quanto meno di avere un atteggiamento propulsivo verso l'attuazione della legge Ronchi e questo rappresenta un punto di condivisione, anche da parte nostra, come lavoro del Consiglio regionale. Detto questo, non succede che automaticamente le operazioni vadano in quella direzione sul territorio. La provincia di Cuneo, in modo particolare, si trova ad aver avuto, alcuni anni fa, un'autorizzazione complessiva a delle discariche che ne avevano fatto uno dei territori con meno problematiche rispetto allo svolgimento dei servizi. Oggi rischia di essere una di quelle zone che si caricano di più di una quantità di residui non lavorati. E' diventata una provincia creditrice di altre province, che rischia di diventarlo ulteriormente se le politiche non si evolvono a favore della selezione, della riutilizzazione e del riciclaggio.
Questo è un caso. Lei potrebbe dirmi "ma tu c'entri qualcosa con la provincia di Cuneo": io faccio semplicemente dei discorsi in una sede dove ci sono delle persone che hanno delle responsabilità. Il fatto stesso che io intervenga in questa circostanza significa che non intendo sottrarre ad una responsabilità collettiva della Regione un ragionamento, né ignoro il fatto che in quella situazione rischiamo di aprire altri siti di discarica: c'è quella di Caraglio, c'è quella di Mondovì, c'è quella che non si è costruita a Marene.
Probabilmente, questa situazione di rilancio di un progetto, che prevede una serie di siti con piattaforme di lavorazione senza che Assessore, sia ancora data una risposta, crea problemi. La discarica di Borgo San Dalmazzo, dove si fa la lavorazione e si butta il lavorato nella discarica, è andata avanti per quindici anni, con una spesa a monte di 15 miliardi, di cui, evidentemente, bisogna oggi farsi carico per evitare che si ripeta.
Le domande che le porgo sono le seguenti. Assessore, è corretto andare avanti con altri siti di discariche - oggi ve ne sono almeno tre aperti per parecchie centinaia di milioni di metri cubi? Lei sa che esiste anche questa eventualità.
E' possibile prescindere da Piani ambientali e da Piani territoriali nella realizzazione della discariche? Con tre siti nuovi con capienza probabilmente di alcuni milioni di metri cubi di materiale, poi vedremo che la legge Ronchi non consente più di mettere il tal quale, ma se non ci sono altre operazioni si mette il tal quale. Non vedo come tra un anno saremo in grado di non più mettere il tal quale.
E' possibile andare avanti senza un Piano territoriale che preveda le compatibilità, i recuperi, le opere accessorie? Un conto è costruire un sito, aggregare un'opera di valorizzazione ambientale che faccia pendant affinché alla fine ci sia perlomeno un elemento di equilibrio tra i costi e i ritorni su un determinato territorio. Altrimenti rischiamo davvero - con questa saranno una ventina di siti - di non avere delle garanzie sulla qualità.
Chiedo, quindi, se sia possibile andare avanti senza recuperi ambientali e senza Piani territoriali, vedendo la situazione con comparazione di cinque siti. Il paradosso: alcuni consorzi fanno l'esame su quattro siti di discarica e poi dicono che il quinto è il migliore.
Assessore, se io prendo Piazza San Carlo, Piazza Statuto, Piazza Castello e poi dico che rispetto a quello metto il Parco della Mandria, beh, il Parco della Mandria va meglio degli altri quattro siti! Pur di esaminare un sito si aggregano altri siti che evidentemente sono da scartare rispetto al confronto.
Altra questione. Ritorna l'argomento delle discariche nei siti di cava.
Non solo cave di argilla, ma cave di ghiaia! Credo si tocchi una materia culturalmente più importante. In passato - non credo fosse lei l'Assessore abbiamo anche concesso delle autorizzazioni per cave profonde venti metri con il ripristino di una cotica di mezzo metro, al fondo dei venti metri.
Come ha anticipato la collega Suino, su questa materia, anche per connesse interdipendenze con un ragionamento più globale di politica ambientale, dovremo ritornarci.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una breve replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

C'è, all'interno dei Piani territoriali o ambientali, tutta una serie di norme che si dividono in varie categorie. Ci sono i vincoli insuperabili, cioè le Riserve naturali speciali orientate, in cui è vietata qualsiasi attività. Mentre ci sono altri contesti territoriali dove non vi è il divieto, ma vi è il vincolo. Quando c'è il vincolo presuppone l'esame del progetto e quindi l'emissione di un parere, da parte dell'organo competente, che dice se l'intervento si può fare e a quali condizioni.
Poi consegnerò la risposta scritta. La discarica è fuori dal SIC (Sito di Interesse Comunitario). E' fuori da un punto di vista formale, per volevo precisare che, qualora si dovessero svolgere degli interventi all'interno dei siti di interesse comunitario, non esiste un divieto assoluto, ma esiste la cosiddetta valutazione di incidenza. La valutazione di incidenza consiste nel valutare la quantità di risorsa naturale che viene compromessa, perché il proponente deve indicare delle compensazioni dal punto di vista ambientale. Questa è la risposta strettamente formale.
Le procedure di autorizzazione sono talmente partecipate dalle comunità locali, dagli Enti locali, dalle organizzazioni di qualsiasi tipo (ambientaliste, agricole, ecc.), che possiamo stare tranquilli che tutti i particolari da esaminare in una determinata zona saranno messi in risalto.
Le nuove procedure di VIA stanno allungando i tempi delle decisioni, perch obbligano il decisore finale a controdedurre a tutte le osservazioni. Al momento, non ho elementi per dire che la Provincia di Cuneo - "provincia granda" per antonomasia e definizione - non sia in grado di svolgere coscientemente ed efficacemente il proprio compito. Forniremo assistenza parteciperemo alle conferenze con i nostri organi tecnici, daremo la Banca dati e vedremo cosa si deciderà.
Il vincolo può essere superato, ma bisogna vedere qual è il tipo di intervento che si fa nella zona, quale tipo di risorse naturali si vanno ad incidere, quali possono essere le conseguenze di determinati interventi: se sono, ad esempio, manufatti che sporgono, che danno un effetto paesaggistico dannoso, o se, invece, sono interramenti come in questo caso verificare il terreno - ghiaioso, argilloso, ecc. - insomma, tutte le valutazioni di merito.
Relativamente alla mancanza completa dei Piani, questo, ovviamente, è un dato di fatto. La pianificazione territoriale urbanistica e ambientale è al livello che è. La Provincia di Cuneo, per esempio, ha già adottato il Piano dei rifiuti e deve solo perfezionarlo definitivamente. E' chiaro che essendo dotato, è in salvaguardia. Questo comporta, nella fasi intermedie dei monitoraggi adeguati perché, al di là dei piani, se ci sono delle emergenze per quanto riguarda il percolato, per quanto riguarda la qualità dei terreni, ci possono essere degli interventi.
Non dimentichiamo - lo voglio precisare - che il nostro ordinamento prevede che, anche dopo la chiusura dell'impianto, la responsabilità è del soggetto gestore, al quale l'autorità di controllo può indirizzare delle prescrizioni fino a quando la discarica non sarà completamente mineralizzata, in modo da non arrecare alcun danno all'ambiente. Non a caso, una delle azioni utili, realizzate da sempre dalla Regione Piemonte è stata quella di avere, per quanto riguarda i rifiuti urbani, impianti autorizzati intestati a consorzi di Enti pubblici, Enti territoriali, che non "scappano", sono sempre presenti sul territorio e possono - ahimé! - a carico della comunità locale, adottare provvedimenti di salvaguardia ambientale.
Ultimo punto relativo alla discarica nelle cave. Mi auguro che le valutazioni dal punto di vista ambientale escludano di realizzare discariche nelle cave di ghiaia. Altra cosa è laddove c'erano delle cave di argilla perché, da un punto di vista pratico, la presenza di materassi di argilla o di profondi strati argillosi, di per sé, crea un contesto utile un contesto favorevole. Il contesto geologico può essere articolato: ci possono essere strati completamente ghiaiosi, allora si fa un certo tipo di discorso; ci possono essere realtà dove c'è un'articolazione degli strati per cui ci possono essere dei depositi ghiaiosi nel contesto di più profondi e più spessi depositi argillosi, allora si fa un discorso di tipo diverso. Non si può, adesso, "sparare" una conclusione, se prima non si valuta il singolo caso. Ovviamente, si deve chiedere non solo la semplice cautela, ma la doppia e tripla cautela sia dal punto di vista del trattenimento del percolato da parte del terreno di sottofondo, sia da parte dell'adozione di tutti quegli accorgimenti (doppi teli, asportazione del percolato, torrette per il biogas) che oggi presuppongono una corretta gestione delle discariche.
Queste sono le prime considerazioni agli interrogativi posti dal Consigliere Riba.


Argomento: Lavoro - Movimenti migratori: argomenti non sopra specificati

Segnalazione del Consigliere Contu in merito ad un mancato incontro dell'Assessore Pichetto con una delegazione di addetti ai lavori socialmente utili


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Prendo la parola per segnalare un fatto grave. Questa mattina l'Assessore Pichetto doveva incontrare una delegazione di lavoratori che stanno manifestando davanti alla sede dell'Assessorato al lavoro in Via Pisano. E' stato comunicato loro...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Contu, la informo che l'Assessore Pichetto le risponderà, se risponderà, unitamente all'interrogazione alla quale dovrà rispondere successivamente.
Continui pure, Consigliere Contu.



CONTU Mario

Va bene. Volevo solo segnalare una situazione che sta degenerando in una questione di ordine pubblico.
I lavoratori che manifestano davanti all'Assessorato al lavoro - sono lavoratori socialmente utili - non hanno ottenuto l'autorizzazione dalle Forze dell'ordine a recarsi presso il Palazzo regionale per essere ricevuti in delegazione dall'Assessore.
Mi sono messo in contatto con loro adesso e pare che si sia trovata una soluzione: mantengono il presidio sotto l'Assessorato e una delegazione si recherà presso il Palazzo regionale. Questa è la novità in questo momento.



PRESIDENTE

Proseguiamo l'esame delle interrogazioni ed interpellanze.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Interrogazione n. 938 del Consigliere Ronzani inerente a "Ex Direttore ASL 12"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 938, presentata dal Consigliere Ronzani, alla quale risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Prima di rispondere ai quesiti che il Consigliere Ronzani ha posto con la sua interrogazione, ritengo opportuno sottolineare...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Assessore D'Ambrosio, affinché resti a verbale: nella sua risposta cita nomi e cognomi? Altrimenti devo predisporre la seduta segreta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Io non ne farei, ma non so se il Consigliere Ronzani...



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, solo per capirci come gestire l'interrogazione. Se nella sua replica intende citare dei nomi, devo predisporre, fin da adesso la seduta segreta.



RONZANI Wilmer

Forse è meglio.



PRESIDENTE

Anche l'Assessore D'Ambrosio concorda sul fatto che sia opportuno continuare in seduta segreta.
Per la risposta all'interrogazione n. 938, predispongo pertanto la seduta segreta.



(La discussione dell'interrogazione è svolta in seduta segreta, ex art. 45 del Regolamento, con inizio alle ore 12.05. La seduta pubblica riprende alle ore 12.25)


Argomento: Questioni internazionali

Interrogazione n. 1059 dei Consiglieri Palma e Mellano inerente a "Discriminazione religiosa ed economica operata dalla Repubblica Popolare di Cina nei confronti dell'imprenditore biellese Alfredo Fava Minor"


PRESIDENTE

La seduta riprende in sessione ordinaria.
Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 1059 presentata dai Consiglieri Palma e Mellano.
Risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO Gilberto, Assessore agli affari internazionali

Con l'interrogazione n. 1059, i Consiglieri interroganti fanno riferimento all'espulsione dell'imprenditore Alfredo Fava Minor dalla Cina avvenuta all'Aeroporto di Pudong in data 8 ottobre scorso, ritenendo che ciò sia avvenuto per una discriminazione religiosa nei confronti del medesimo, in quanto rappresentante in Italia del movimento Falun Gong dichiarato illegale in Cina, rimarcando quelle che possono essere le ripercussioni economiche sfavorevoli per l'azienda del dott. Fava, ed inoltre rimarcando come quanto accaduto sia inammissibile per un Paese, la Repubblica Popolare di Cina, che voglia essere parte dell'Organizzazione Mondiale del Commercio.
"L'estrema disinvoltura dimostrata dall'autorità cinese" - dice l'interrogazione - "nel violare le più elementari regole dello stato di diritto suona come un campanello d'allarme per i numerosi imprenditori piemontesi in Cina, in particolare per quelli piccoli e medi".
In merito all'interrogazione, chiedono alla Giunta regionale se si intendono assumere informazioni dalle autorità cinesi sulla situazione; se si intenda esprimere un giudizio critico sull'operato delle stesse autorità cinesi per l'iniziativa di espulsione. Naturalmente, tutto questo rimarcando quelle che potevano essere le conseguenze per gli imprenditori piemontesi che hanno rapporti commerciali con la Cina, e anche per quello che è il rapporto della Regione Piemonte con la Repubblica Popolare Cinese.
Vorrei ricordare che solo ieri era presente una delegazione della Repubblica Popolare Cinese nella realtà piemontese per un'analisi e una Commissione che studia i modelli legislativi da applicare per l'integrazione al sistema della piccola e media industria.
Su questo ricordiamo come la Regione Piemonte, nell'ambito delle proprie attività di promozione internazionale, abbia stimolato e finanziato direttamente numerose attività di relazioni socio-economiche con la Cina peraltro, con una Cina che recentemente è entrata a far parte dell'Organizzazione Internazionale del Commercio.
Noi abbiamo molte attività con la Repubblica Popolare Cinese a partire dalla Provincia del Sichuan, che è la prima con la quale si sono avuti rapporti nel 1990, estese poi con "Antenna Piemonte" a Pechino e prossimamente su Shangai.
Riguardo alla situazione specifica, richiamata dai Consiglieri interroganti, è doveroso innanzitutto specificare come la Cina - come qualunque altro Stato sovrano - vincoli chiunque entri nel proprio territorio al rispetto della legislazione nazionale. Principio che non pu essere messo in discussione da alcun altro Stato e tanto meno da un organismo regionale.
Tale questione - ovvero il rispetto delle norme nazionali da parte di un cittadino straniero - è competenza che non afferisce al commercio internazionale, ma alla politica estera, materia che lo Stato riserva alla propria esclusiva competenza.
In ragione dei rapporti intrattenuti con la realtà cinese, sono state comunque assunte informazioni, con riferimento dell'Antenna Piemontese su Pechino, e ai rapporti con l'Ambasciata italiana e con il Ministero degli Esteri italiano.
Dalle risultanze emerse un mese fa - nel frattempo vi è stata un'evoluzione - sembra confermato che il permesso al rientro in Cina è stato negato a Fava Minor poiché le autorità cinesi conoscono l'appartenenza all'organizzazione Falun Gong, che dalle stesse autorità è considerata illegale, e temevano che iniziative non gradite durante lo svolgersi del vertice APEC di Shangai potessero turbare o essere messe in atto dall'imprenditore stesso.
L'APEC è l'Associazione per la cooperazione economica nella regione Asia-Pacifico. Pare comunque che tale misura sia temporanea e legata esclusivamente alla concomitanza con questo appuntamento internazionale.
Dall'"Antenna di Pechino" giungeva inoltre la notizia - nell'ultima verifica effettuata nel dicembre scorso - che l'Ufficio politico della nostra Ambasciata sta seguendo la questione con attenzione.
In effetti, a piena conferma delle informazioni raccolte tramite tali canali, è intervenuta la risposta che il Ministero degli Affari Esteri nella persona del Sottosegretario on. Margherita Boniver, ha fornito all'interrogazione sull'argomento proposta dal parlamentare di Alleanza Nazionale, on. Sandro Delmastro Delle Vedove.
Il Ministero assicura che Alfredo Fava Minor può rientrare in ogni momento in Cina, a condizione che durante il soggiorno osservi, come sono tenuti a fare tutti i residenti stranieri, le disposizioni della legge cinese.
Il Ministero inoltre conferma che la decisione di respingere nell'ottobre scorso l'imprenditore può essere ricollegata alle straordinarie misure di sicurezza adottate nell'imminenza del vertice APEC.
Questo è per quanto riguarda la parte giuridico-istituzionale. E' chiaro che istituzionalmente credo non opportuno spingere oltre la nostra azione riguardo a tale vicenda, per evitare chiaramente un conflitto per le sfere di competenza con il Ministero degli Esteri.
Politicamente, devo dire che anche in questa occasione è stata ribadita la volontà del Governo italiano di adoperarsi affinché la questione del rispetto dei diritti umani e delle libertà di fede continuino ad essere argomento di dialogo e di "dialogo critico" con la Repubblica Popolare Cinese e che, quindi, non possa che essere condivisibile.
Ritengo, come Giunta regionale, di dovermi associare alla posizione del Governo nazionale proprio in questa continua trattativa critica per creare le condizioni affinché il diritto di libertà di fede, che è uno dei grandi diritti civili, possa essere permesso anche nella Repubblica Popolare Cinese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

In effetti, questa interrogazione ha avuto una vicenda un po' particolare, nel senso che noi l'avevamo chiesta come risposta urgente in Commissione. Sappiamo che in quell'occasione, purtroppo, a causa di altre urgenze istituzionali collegate agli impegni dell'Assessore, non si è potuto rispondere. Abbiamo pertanto pensato di richiamarla in aula anche per dare una rilevanza e una risonanza maggiore ad una vicenda specifica legata al caso dell'imprenditore biellese Alfredo Fava Minor.
Purtroppo, nella risposta precisa, ma un po' burocratica dell'Assessore non è stato colto l'aspetto politico rilevante che noi volevamo sottolineare.
Il caso dell'imprenditore biellese Fava Minor deve riportare l'attenzione rispetto ad un problema generale che è quello di rapporti economici e commerciali, certo molto interessanti, certo auspicabili, ma che devono essere ricondotti all'interno di una strategia regionale di politica regionale. Peraltro, anche in base al nuovo testo dell'art. 117 sono date come materie legislative concorrenti fra Stato e Regione anche quelle relative ai rapporti internazionali e commercio estero.
Quindi, ferme restando, ovviamente, le prerogative nazionali circa l'impostazione della politica estera, non possiamo certo nasconderci dietro ad una risposta un po' burocratica che prende atto di come le autorità cinesi abbiano ancora per l'ennesima volta ribadito la loro impostazione: sono fatti interni tutte le questioni che riguardano non solo i cittadini cinesi - purtroppo per loro - ma anche quei cittadini occidentali che portano nel loro Paese capacità imprenditoriale, investimenti e incappano in quelle che noi occidentali non possiamo che considerare situazioni davvero incresciose e obbrobriose.
In questi giorni, è apparsa la notizia che un imprenditore di Hong Kong rischia la pena di morte - non è una cosa da poco - secondo la denuncia di "Nessuno tocchi Caino", Associazione che lotta contro la pena di morte, per aver introdotto clandestinamente in Cina 33 mila copie della Bibbia.
In questi giorni, oggi in particolare, i nostri amici e colleghi Radicali di Milano stanno manifestando in piazza con esponenti del Falun Gong perché denunciano che negli ultimi ventidue giorni sono stati registrati venti casi di decessi per tortura.
C'è un piano politico-istituzionale alto che ha visto anche la nostra istituzione esprimere pareri e ordini del giorno, risoluzioni molto sentite e anche condivisibili da tutti, sulla tortura, sul Tibet, sulla politica estera e sui rapporti di cooperazione internazionale. Occorre - e so che non è un compito facile, Assessore - riuscire a contemperare queste esigenze ideali con i rapporti economici e i rapporti di commercio estero.
Come sa, noi, ieri, ci siamo presi la briga di essere davanti al Palazzo della Giunta per dare un'accoglienza alla delegazione di cinque deputati cinesi che, per rapporti commerciali, sono venuti ad incontrare lei e il Presidente Ghigo. Tali rapporti, per quanto ci riguarda, devono essere sempre vincolati e avere un richiamo forte e netto ai valori di democrazia e di libertà, come da impegno del Consiglio regionale rispetto al Tibet come da impegno del Consiglio regionale rispetto alla tortura, come viene detto da gran parte dei singoli esponenti di matrice cattolica della Giunta rispetto alla libertà di religione.
Trovo inaccettabile la risposta delle autorità cinesi rispetto ad un imprenditore che porta capacità produttiva e investimenti italiani. E' molto grave la restrizione a non poter entrare nel Paese dove si ha una ditta di trentacinque persone, quindi un'attività importante, solo perch improvvisamente, nell'anno 1999, è cambiato l'orientamento della Repubblica Popolare Cinese rispetto ad un movimento spirituale che era permesso.
Nel 1992, quando è cominciato a diffondersi questo movimento, anche altre sfere del Governo cinese erano aderenti al Falun Gong.
Questo caso specifico sottolinea come sia difficile anche per un imprenditore occidentale riuscire ad avere delle certezze di rapporto soprattutto se, in qualche modo, la nostra politica estera, anche per quanto concerne la parte di responsabilità del Consiglio regionale e quanto la Regione Piemonte può sviluppare, non tiene ferma la barra dell'attenzione rispetto al problema dei diritti civili e umani.
Quindi, do atto della risposta, certo precisa, dell'Assessore, ma la ritengo un po' troppo burocratica e un po' troppo legata all'aspetto specifico senza riuscire ad allargare la visione. Infatti, l'interrogazione era anche rivolta al Presidente Ghigo per capire l'orientamento della Giunta rispetto ad un problema che si porrà sempre di più rispetto ad un grande Paese che si apre al commercio, ma che dalle parole del suo Presidente, Jiang Zemin, continua a ritenere la democrazia un serio pericolo per il suo Paese.
Riconfermando l'attenzione che il Gruppo Radicale ha rispetto a questi problemi, come ha dimostrato negli ultimi anni anche il Consiglio, sono lo dico con rammarico - parzialmente soddisfatto della risposta dell'Assessore.


Argomento: Bilancio - Finanze - Credito - Patrimonio: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 271: "Artt. 4 e 44 L.R. n. 7/01. Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 271, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Comunico ai Consiglieri regionali che, ai sensi dello Statuto, questa proposta di deliberazione deve essere votata articolo per articolo e con maggioranza assoluta dei 31 voti, poiché trattasi di un Regolamento interno: infatti è per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo un po' di tempo per esaminare tale deliberazione e chiedo anche di disporre di questo tempo successivamente a un'ampia relazione in aula da parte dei proponenti della deliberazione stessa.
Come sapete, l'Ufficio di Presidenza, così come è congegnato, non permette la partecipazione a tutti i Gruppi ai lavori dello stesso. Quindi in occasione di una deliberazione così importante, riterrei politicamente educato riservare all'aula un'attenzione congrua all'importanza dell'argomento, trattandosi di delibera che riguarda spese, beni inventari, bilanci, funzioni di Presidenza, spese di rappresentanza e quant'altro. E' una deliberazione con la quale si organizza tutta la vita del Consiglio regionale.
Dato che è deliberazione presa dall'Ufficio di Presidenza e dato l'assetto del nostro Ufficio di Presidenza, chiederei, intanto, la relazione in aula da parte di qualche Assessore e, poi, il tempo per poterla esaminare. Chi parla è l'unico componente del Gruppo che presiede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Il provvedimento che ci viene sottoposto da un'iniziativa del Presidente del Consiglio regionale, dei due Vicepresidenti e dei colleghi Segretari, è un fatto importante perché, per la prima volta, andiamo a definire un'operatività autonoma sul piano sia funzionale che contabile di questa assemblea.
Mi aspetto che - non è vincolante e previsto dal Regolamento - questa proposta, per la sua rilevanza, venga accompagnata da un'adeguata relazione.
Il Consigliere Chiezzi ha chiesto la relazione orale. Credo che la sua richiesta sia giustificata dal fatto che la proposta di deliberazione non è accompagnata da una relazione che può sostituire l'intervento.
Chiedo che ci possa essere un intervento di respiro politico, perch non siamo in un passaggio puramente tecnico, formale, ragionieristico e burocratico attorno a questo Regolamento.
Voglio intervenire dopo che ci sia stata una definizione di questo tipo, in genere si dice alta, ma che in qualche modo sostanzi un atto importante.
Per quanto riguarda i principi fondamentali, è chiaro che questo è un passaggio molto importante.
Il Consigliere Chiezzi accennava al modo di operare dell'Ufficio di Presidenza. Se voi, colleghi, notate, riceviamo le scelte e le deliberazioni dell'Ufficio di Presidenza composte da due righe che accennano a ciò che è avvenuto e non abbiamo strumenti di intervento per poter sindacare su tale tipo di scelta. E' un'anomalia. Non tutte le Regioni italiane hanno questo tipo di operatività. Per quanto ci riguarda per sollevare un problema bisogna creare un incidente diplomatico, perch bisogna recuperare il testo con una certa procedura. Non si può presentare né un'interrogazione né un ordine del giorno. Quindi, nei principi bisognerebbe recuperare il ruolo dell'assemblea. Abbiamo una funzione di sindacato puntuale e precisa che ci porta persino a sedute segrete, come abbiamo visto nel caso del Consigliere Ronzani con l'Assessore D'Ambrosio.
Ed, invece, dinnanzi all'autonomia funzionale e contabile che acquisiamo non abbiamo la possibilità di sindacare il comportamento dell'organismo che ci guida.
I colleghi che sono stati votati nell'Ufficio di Presidenza credo che si comportino nel modo migliore, però in futuro ce ne saranno altri, quindi dobbiamo offrire alle future generazioni di Consiglieri la possibilità di avere uno strumento di sindacato sui comportamenti del Presidente di questa assemblea, dei Vicepresidenti e dei Segretari, quando si riuniscono e deliberano come organismo.
A questo proposito, ci sono degli aspetti concreti. Infatti, mi aspettavo dal Presidente Cota o dai due Vicepresidenti, dinnanzi a questo nuovo potere di autonomia funzionale e contabile che acquisiamo, un discorso politico, che sostanzia la cosa. Tra l'altro, mentre nei principi si parla di trasparenza, uno dei meccanismi di trasparenza è proprio la possibilità di sindacato ispettivo dell'assemblea sul comportamento dell'Ufficio di Presidenza, oppure un'altra modalità di intervento. Non è che dobbiamo riprodurre, pari pari, quello che facciamo rispetto al potere esecutivo, cioè alla Giunta, ma che comunque ci permetta di operare. Non entro, quindi, nel merito; farò un intervento per parlare degli aspetti tecnici, ma anch'io mi chiedo, come aveva detto il Presidente Borrelli: "Se non ora, quando?". Chiedo di non operare, dinnanzi a questo passaggio, con una operazione semplice, perché si tratta di un atto importante.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

E' irrituale questo tipo di intervento - mi rivolgo ai colleghi che cortesemente sono intervenuti su questo punto - ma credo che il carattere irrituale di questa modalità possa essere superato, perché bisogna pur entrare nel merito del ragionamento posto in modo particolare dal Presidente Tapparo, ma anche dal collega Chiezzi.
Questo tipo di Regolamento attuativo di una quota limitata della legge di contabilità avrebbe dovuto essere oggetto di maggiori attenzioni nelle sedi istruttorie; io stesso, anche un po' per formazione, ci tenevo ad usare una sede istruttoria per affrontare e ampliare un ragionamento in termini collettivi. Non ho avuto questa opportunità, ma si sa che le questioni assumono - peraltro correttamente, dal punto di vista istituzionale - la loro maggiore valenza quando diventano oggetto di una riflessione di fronte all'aula consiliare. E' la legge di contabilità, ma il Regolamento ne è evidentemente una parte costitutiva, che cerca di ridefinire un livello di autonomia del Consiglio rispetto alla Giunta. Su questo mi pare che siamo tutti d'accordo, se non altro per l'assunzione del rilievo di un'assemblea regionale autonoma rispetto alla Giunta, anche per avere un minimo di prerogativa operativa e finanziaria.
Diversamente - e richiamo l'attenzione dei colleghi che hanno svolto questo lavoro in Parlamento o nella I Commissione del Consiglio, come Assessori - se non c'è un'autonomia amministrativa o contabile del Consiglio, la separazione dei poteri è addirittura invertita, in quanto tutto il potere del Consiglio è condizionato dal potere di iniziativa deliberativa della Giunta, per tutto ciò che attiene alla materia finanziaria. Questo non è poi così pacifico, perché quando si tratta di percorrere un'evoluzione dell'autonomia o della distinzione dei poteri, si sottrae da qualche parte per trasferire ad un'altra parte. Si pone pertanto, qualche ragionamento o comunque approfondimento al riguardo.
Non so fino a che punto abbiamo valutato la questione in termini politici e di convincimento; conosco il pensiero dell'Ufficio di Presidenza, che in questa fase, però, ha soltanto un compito propositivo.
Mi pare di aver raccolto delle sensibilità nella direzione conforme ai principi del federalismo, di rendere autonoma la parte di funzionamento dell'assemblea che attiene alle competenze dirette del Consiglio, la necessità che questa autonomia si estenda anche alle procedure deliberative e di gestione del relativo comparto di bilancio. Naturalmente, deriva la questione che ha posto in modo da me condiviso il collega Tapparo: se l'Ufficio di Presidenza assume un'ulteriore funzione, non soltanto formale ma di merito nella gestione di procedure, di cui diventa titolare in funzione alle leggi e ai Regolamenti di natura amministrativa contabile per quanto ridotte, sorge il problema di un'attività di sindacato autonoma che deve essere svolta a carico di qualsiasi istituto che abbia questo livello di autonomia. Altrimenti, da un lato, trasferiamo, affidiamo, ma dall'altro, perdiamo l'elemento sostanziale del sindacato e del controllo oltre a quello di una collegialità intesa in senso ampio come rappresentanza dell'istituzione, riguardo al rapporto tra delibere di Consiglio e delibere di Ufficio di Presidenza.
Aggiungo ancora una breve riflessione: se il Consiglio condivide l'opportunità di un approfondimento, questo dà sicuramente a me, ma credo a tutto l'Ufficio di Presidenza, la soddisfazione di far transitare un atto importante attraverso una procedura congrua.
Sicuramente, si pone il problema di un equilibrio tra le deliberazioni che hanno un contenuto meramente formale e attuativo, che sono quelle tradizionali, e le deliberazioni che invece hanno un contenuto di indirizzo amministrativo o di governo. Probabilmente, si pone l'esigenza di una funzione di Conferenza dei Capigruppo.
Questa è una riflessione che ovviamente deve essere preventivata con un minimo di spazio. Non so se i colleghi dell'Ufficio di Presidenza condividono, ma se c'è un'esigenza - e mi pare sia stata posta - di questa natura, allora è anche bene che venga predisposta una relazione non soltanto tecnica, ma che abbia un minimo di approfondimento di indirizzi che non attengano in modo particolare al Regolamento attuativo, ma che siano sollecitati come politica di gestione finanziaria da parte dell'Ufficio di Presidenza.
In questo senso, probabilmente dovremo aggiornare la discussione perché rischiamo di svolgere solo una parte del lavoro sollecitato. Non so se poche ore sono sufficienti - collega Tapparo - perché è stata posta un'esigenza che richiede sicuramente un approfondimento. Siamo contenti che questo avvenga, perché, a volte, è il caso di intervenire anche su queste materie.
Può darsi che sia opportuno l'aggiornamento di una settimana; c'è il confine di una settimana perché, essendo stata approvata la legge del bilancio, occorre approvare anche le modalità operative. Una settimana ci consentirà di fare ulteriori approfondimenti, secondo le modalità rituali.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie al Presidente e al Vicepresidente Riba per la piena disponibilità a discutere un provvedimento importante. Si tratta, adesso, di trovare la strada più efficace. Certo, se riuscissimo a ricavare un paio d'ore in I Commissione da dedicare a questo argomento, forse riusciremmo a discuterne meglio. So che la I Commissione è molto impegnata, ma chiedo al Presidente Gallarini se riesce, magari anticipando di mezz'ora la convocazione della Commissione, ad inserire anche questo argomento, per poter discutere in modo più approfondito. La discussione può avvenire anche in aula, ma sarà un po' più laboriosa.



PRESIDENTE

Il provvedimento rimane iscritto all'o.d.g., pertanto lo affronteremo martedì prossimo, previa una riunione di Commissione. Visto che c'è il consenso dei colleghi del Consiglio a riaffrontare le questioni poste dai colleghi venerdì, durante la Commissione competente, faremo in modo che il provvedimento sia disponibile martedì per l'aula.
Chiudo i lavori del Consiglio regionale e comunico che riapriremo gli stessi per la seduta pomeridiana alle ore 14.30.
La seduta è tolta.



(La seduta termina alle ore 13.13)



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