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Dettaglio seduta n.174 del 21/12/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 12.37)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Casoni e Galasso.


Argomento: Questioni internazionali

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla situazione creatasi in Argentina


PRESIDENTE

Informo i presenti che ha chiesto di intervenire il Presidente della Giunta regionale, on. Ghigo, per alcune comunicazioni.



PRESIDENTE

TAPPARO Giancarlo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vorrei intervenire sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Colleghi, Presidente del Consiglio e Presidente Ghigo, prima dell'inizio di questa seduta, certamente complessa per la nostra istituzione, volevo ricordare i fatti che stanno avvenendo in Argentina. Si tratta di una situazione drammatica: ancora questa notte ho telefonato in provincia di Buenos Aires e in provincia di Cordoba; ci sono dei morti per le strade. E' una situazione che rasenta la guerra civile ed è frutto di scelte economiche drammaticamente sbagliate. Per i milioni e milioni di piemontesi che sono in Argentina, per tutto ciò che diciamo di fare e di voler fare - valorizzare i gemellaggi, viaggiare in Argentina, incontrare la nostra comunità - chiedo al Presidente Ghigo che si faccia interprete presso il Governo, di questa situazione di preoccupazione e malessere.
Spero che ciò che dico possa essere anche interpretato da altri colleghi e ci si faccia, in qualche modo, interpreti di questa situazione.
Capisco che possiamo fare poco. Tra l'altro, voglio ricordare che oltre un quarto del debito pubblico argentino è sottoscritto da italiani, da banche, da operatori privati e da singoli cittadini, quindi diciamo che uno sforzo c'è. Tuttavia, in questo momento occorre far arrivare una voce.
Non so nemmeno come chiamarlo il Governo, perché si è dimesso il primo Ministro. In questo momento, c'è una reggenza data dal Presidente del Senato, che è di segno politico opposto a De la Rua, un peronista, ed è una situazione di totale confusione. Oggi è stato dichiarato lo sciopero generale.
Credo che sia una situazione drammatica che debba trovare questo Consiglio regionale capace di fare qualcosa.
Chiedo al Presidente Ghigo, nel corso della giornata, nell'ambito degli impegni rispetto alla questione delicata che dovremo trattare, di trovare lo spazio per una telefonata o al Presidente del Consiglio o al Ministro degli Esteri per farsi interprete di questa nostra sensibilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Grazie, Presidente. Desidero esprimere la soddisfazione di Alleanza Nazionale per la definitiva approvazione, da parte del Senato, della legge che consente agli emigrati italiani all'estero di votare. Si è trattato di una battaglia ventennale della destra italiana, prima del Movimento Sociale Italiano e oggi di Alleanza Nazionale, che ha visto impegnato e premiato il nostro parlamentare Mirco Tremaglia, che ha ottenuto ieri al Senato un voto potrei dire plebiscitario. Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Valvo e il Consigliere Tapparo per l'intervento sulla situazione in Argentina. Chiederei, però, al termine degli interventi sull'ordine dei lavori, di seguire i punti all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bolla.



BOLLA Emilio

Grazie, Presidente. Anch'io volevo unirmi all'accorato appello dei Consiglieri che mi hanno preceduto. La situazione è veramente drammatica.
Non so come potremmo essere utili, ma, in ogni caso, sarebbe molto importante che il Presidente della Regione e questo Consiglio dessero una testimonianza di impegno verso i fratelli piemontesi in Argentina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente. Noi crediamo che le vicende che si stanno susseguendo nella Repubblica argentina non possano passare sotto silenzio nel Consiglio regionale del Piemonte, che tanti collegamenti ha, e non solo di sangue, costruiti sul campo con i fraterni amici piemontesi in Argentina, ma, dico di più, italiani in Argentina.
Chiedo, perciò, alla Giunta e a lei, Presidente del Consiglio, di individuare delle possibili iniziative che vadano a favorire in qualche modo la presenza italiana e piemontese in Argentina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Grazie, Presidente. Mi unisco alla solidarietà rispetto ai problemi che sta vivendo l'Argentina.
Informo inoltre che il nostro Gruppo ha presentato un ordine del giorno urgente dove chiediamo alla Presidenza della Giunta e alla Giunta di attivarsi per valutare di inserire l'Argentina tra i Paesi che possono usufruire dei fondi per la cooperazione e lo sviluppo, così come è stato fatto dal Governo italiano con una deliberazione di ieri sera, e per valutare di assegnare all'Argentina, in particolare alle comunità piemontesi in Argentina, gli eventuali avanzi di risorse sui capitoli legati agli eventi eccezionali calamitosi, a cui può essere paragonata la situazione attuale del Paese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Io mi dissocio dal clima di gioia per l'approvazione della legge relativa al voto degli italiani all'estero, perché questo avviene soprattutto in una situazione di diritti negati. Vorrei infatti ricordare che migliaia di cittadini extracomunitari in questo Paese non hanno diritto al voto.
Sulla questione dell'Argentina suggerirei al Consigliere Tapparo di formalizzare un ordine del giorno, in modo che oggi l'aula possa procedere al voto su un documento che ci auguriamo sia condiviso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, anch'io voglio unirmi alle richieste di attenzione verso un altro Piemonte, una fetta di Piemonte importante che risiede fuori da questa Regione, che si trova sul territorio argentino e che ha contribuito a far crescere quel Paese. Però ritengo importante che da parte nostra non ci sia il solito dibattito e il solito ordine del giorno in un clima unitario, che può dare sicuramente delle belle parole e delle belle indicazioni, ma poche cose concrete a quel popolo che oggi soffre e ha molti fratelli piemontesi che vivono in grandi difficoltà.
Esiste, in questo Consiglio regionale, la Commissione Pace e Solidarietà che si occupa di aiutare i Paesi in difficoltà. Invito, quindi il Presidente del Consiglio, Cota, che sovrintende a tutte le Commissioni a valutare l'opportunità di intervenire concretamente per aiutare coloro che oggi si trovano in grande difficoltà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io penso che, di fronte a decine di morti e centinaia di feriti una situazione drammatica come quella argentina, che coinvolge tutti i cittadini argentini, indipendentemente dalla loro origine, sia un po' stonato gioire del fatto che alcuni di questi hanno la possibilità di rientrare in Italia, punto e basta. Il problema dell'Argentina è molto più complesso e questo non attenua la situazione che si sta verificando.
Occorre riflettere collettivamente, non solo come Consiglio regionale del Piemonte, sulle cause che hanno portato a quel disastro, tenendo conto che l'Argentina ha applicato tutte le ricette imposte dal Fondo Monetario Internazionale. L'Argentina, cioè, è stato il Paese più ligio nell'applicare una determinata politica e questa è una delle ragioni che ha portato all'attuale situazione.
Occorre inviare solidarietà; non parliamo di una catastrofe naturale di un terremoto o di un'alluvione, ma di una realtà ben diversa.
Occorre ripensare alle politiche economiche, verificare quante imposizioni finanziarie il nostro Paese ha nei confronti dell'Argentina.
Occorre intervenire in quel settore annullando il debito o concedendo del denaro ad un tasso di interesse che non sia del 45%. Spesso in aula parliamo di strozzinaggio e poi abbiamo il coraggio di strozzinare un popolo! Il problema dell'Argentina va affrontato in modo diverso e non partendo dal problema, del tutto marginale, del diritto di voto!



PRESIDENTE

Consigliere Papandrea, le ho dato la parola concedendole due minuti per chiarimenti, perché non volevo, di fronte alla giusta osservazione del Consigliere Tapparo, non concederle tale facoltà. Questo argomento, per non è all'o.d.g. Questa mattina mi sono informato sulla situazione dell'Argentina e, unitamente ai Consiglieri Segretari e ai Vicepresidenti Riba e Toselli, sto cercando di approfondire l'argomento ed assumere delle iniziative come Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ritengo che il Consiglio regionale abbia motivo di ragionare su questi argomenti, perché il Piemonte ha grandi e costanti rapporti con l'Argentina.
A me il termine "solidarietà" piace molto, ma mi piace molto di più lottare per la giustizia. Lottare per la giustizia significa anche aiutare l'Argentina a non fare le scelte sbagliate.
Mi chiedo quante ditte e imprese piemontesi abbiano contribuito a farle fare scelte sbagliate, partecipando a quella globalizzazione e mondializzazione che sta portando l'Argentina alle problematiche attuali.
Se ci limitiamo ad intraprendere le solite iniziative, a riunire la Commissione, a spedire qualche milione in Argentina, non risolviamo il drammatico problema di quel Paese, perché sono le scelte economiche di base sulla mondializzazione che creano quella realtà.
Dobbiamo renderci conto, adesso e in futuro, che le nostre scelte possono comportare determinate conseguenze; non è sufficiente limitarsi a delle prese di posizione e solidarietà. Occorre, d'ora in avanti, un maggiore impegno per la giustizia, a partire dal nostro Consiglio regionale.


Argomento: Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito alla vicenda che ha portato all'arresto del dottor Odasso e la sua successiva sospensione dall'incarico di Direttore generale dell'Ospedale Molinette. Presentazione connessi ordini del giorno. Comunicazioni in merito alla situazione creatasi in Argentina


PRESIDENTE

A questo punto, ha la parola il Presidente della Giunta, Ghigo, per alcune comunicazioni.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente e Consiglieri. Devo procedere alle comunicazioni sugli avvenimenti che si sono verificati presso l'Azienda ospedaliera Molinette, ma, essendoci stata una sollecitazione, mi permetto di fare alcune considerazioni relativamente al problema della grave crisi argentina.
Non entro nel merito di valutazioni che, come qualcuno suggeriva dovranno essere fatte in una seduta di Consiglio ad hoc, proprio per l'importantissima presenza di argentini di origine piemontese in quella terra. In questi anni, abbiamo sempre tenuto e sviluppato contatti con quel Paese e anche in questi giorni gli Assessori Cotto e Pichetto, che hanno competenza in materia, hanno assunto dei provvedimenti in tal senso.
Assumo l'impegno di telefonare, oggi stesso, al Presidente del Consiglio, Berlusconi. Ieri, nella seduta del Consiglio dei Ministri, il Presidente Berlusconi ha assunto l'impegno di destinare delle risorse e degli aiuti al popolo argentino. Ritengo che tutti noi, al di là delle valutazioni sulle motivazioni che hanno portato alla situazione attuale (ognuno di noi avrà legittimamente le proprie opinioni) dobbiamo esprimere totale solidarietà al popolo argentino e, in modo particolare, a tutti gli argentini di origine piemontese.
Se il Consiglio regionale vorrà adottare, nella giornata odierna, un ordine del giorno che impegna il Presidente della Giunta ad attivarsi presso la Presidenza del Consiglio, ne sarò molto lieto, in quanto potr oltre a raccogliere l'invito che mi è stato fatto, portare una posizione unanime di tutto il Consiglio regionale del Piemonte su una tematica di tale rilevanza e gravità.
Nella mia relazione sul problema dell'Azienda ospedaliera Molinette voglio partire con due comunicazioni, legate all'atto di sospensione dall'incarico del Direttore generale delle Molinette che ho assunto ieri in funzione delle attribuzioni che la legge mi assegna e in relazione alla comunicazione dell'Autorità giudiziaria che mi ha comunicato gli intendimenti e la portata del caso.
A fronte di questo, ieri ho firmato un decreto di sospensione del Direttore generale delle Molinette. Questo, per quanto concerne gli adempimenti, perché era, per legge, un adempimento che io dovevo assumere.
Per quanto riguarda, invece, le determinazioni politiche, questa mattina la Giunta ha assunto un provvedimento di revoca del Direttore generale delle Molinette che esula da quella che sarà l'indagine della Magistratura, alla quale vanno la mia assoluta disponibilità, apprezzamento e certezza che svolgerà il proprio lavoro in maniera esemplare.
Abbiamo deciso, dunque, di assumere questo atto politico di cessazione di fiducia nei confronti del Direttore generale delle Molinette, nominato dalla Giunta regionale stessa. Nello stesso tempo, abbiamo deciso di nominare un Commissario, il prof. Elio Guzzanti, ex Ministro della Sanità persona che gode di grandissima fama nazionale ed internazionale, il quale ha dato la propria disponibilità, e questo per me è motivo di particolare soddisfazione.
Ieri, nelle mie due giornate romane passate quasi interamente a parlare di sanità per problemi di carattere nazionale, ho avuto un'intuizione: ho telefonato al prof. Guzzanti, il quale si è reso disponibile a ricoprire questo delicatissimo ruolo in una fase estremamente delicata. Verrà presentato all'Azienda ospedaliera Molinette domani alle ore 12.00 e naturalmente verrà accompagnato da me, dall'Assessore D'Ambrosio e dalla struttura dell'Assessorato regionale, in modo che anche le Molinette, nella loro struttura, abbiano la certezza che, al di là della gravità degli eventi che si sono verificati, l'Amministrazione regionale e l'attenzione dell'Amministrazione regionale nei confronti del principale ospedale della nostra Regione continua ad essere totale e di completa disponibilità.
Bene, devo dirvi con estrema sincerità che il primo ad essere profondamente colpito, deluso e amareggiato di quanto è successo sono proprio io, perché aver deposto la fiducia in una persona - in quanto la nomina del Direttore generale delle Molinette è una nomina che ha fatto la Giunta e alla quale chiaramente io ho dato il mio contributo come Presidente della Regione - e verificare, dai fatti emersi dall'indagine della Magistratura, che tale fiducia è stata mal riposta, è stata sicuramente una presa di coscienza che mi ha profondamente ferito.
In questi anni, nel mio giro amministrativo ho sempre posto al primo punto della mia azione amministrativa - perché ne faccio un motivo d'orgoglio, ne faccio quasi una fede - la trasparenza amministrativa, la chiarezza e l'assoluta lealtà nei rapporti dell'agire politico. Di conseguenza, voi potete immaginare come, in prima battuta, a livello personale, questo avvenimento abbia rappresentato per me una grande delusione.
Alla delusione di tipo personale, si è aggiunta la delusione come Presidente della Regione e come piemontese, perché è indubbio che questo fatto grave getta un'ombra non solo su chi ha delle responsabilità - e io a queste responsabilità credo che fin da subito non mi sono assolutamente sottratto - ma su tutto il Piemonte, su tutta l'Amministrazione pubblica su tutte le persone che, con grande dedizione e grande impegno, esercitano la loro funzione nell'Amministrazione pubblica. Guardate, questo fatto superata l'amarezza personale alla quale uno tenta poi, proprio perché è personale, di reagire, è calato invece nel ruolo pubblico di Presidente della Regione e l'amarezza è veramente forte ed è rimasta.
E' anche per questo motivo che ho deciso, nell'assumere il nome di Elio Guzzanti come Commissario, di scegliere una persona che avesse determinate caratteristiche, che desse anche - non lo nascondo - un po' un colpo d'ala a questa situazione che così tanto negativamente ha coperto la nostra Regione.
Pur essendoci altri candidati degnissimi, persone delle quali io nutro l'assoluta fiducia, ho ritenuto questa mattina di proporre questa candidatura alla Giunta, e devo dire che mi ha fatto estremamente piacere verificare che la stessa era totalmente d'accordo sulla mia scelta.
Vedete, credo che si debbano fare alcune considerazioni, oltre queste di carattere personale, perché noi dobbiamo reagire. Dobbiamo reagire, e questa considerazione la faccio naturalmente prima di tutto a me stesso.
Posso dire di sentirmi, da questo punto di vista, tranquillo, perché ho reagito e sto reagendo alla forte delusione, ma lo devo fare anche e soprattutto per il dovere che ho nei confronti dei cittadini piemontesi che hanno indirettamente subìto, in un certo senso, attraverso un comportamento scorretto di una persona, un elemento di criticità.
Noi, come Consiglio e come Giunta, abbiamo il dovere di reagire di fronte a questa situazione, perché è una situazione che deve essere governata. Quando dico che abbiamo il dovere, naturalmente non mi sottraggo come ho già avuto occasione di dire a molti - alle responsabilità, ma voglio anche, con questa mia affermazione, che il Consiglio non si sottragga alle responsabilità che questa Regione, quest'aula, che è un'aula legislativa, deve assumersi di fronte a una situazione di tale gravità.
La sanità è un settore che ha visto in quest'aula tante discussioni tutte utili, e ancora ne vedrà, perché un è un tema difficile dal punto di vista amministrativo, è un tema che vive un momento di passaggio di criticità, è un tema che vede un'equazione quasi impossibile da risolvere da attuare quotidianamente, cioè quell'equazione che deve garantire i livelli essenziali di assistenza ai nostri cittadini e, nello stesso tempo farlo con le risorse finanziarie che alle Regioni vengono destinate.
Si è iniziato un processo di razionalizzazione, che io credo abbia dato dei risultati estremamente positivi, ma indubbiamente la strada è ancora lunga, tortuosa, difficile e sicuramente questo episodio non agevola tale percorso, perché è ovvio che - come ho detto prima - come minimo, lascia tutti attoniti e increduli. Tuttavia, noi dobbiamo prenderne atto dobbiamo, in relazione alla nostra funzione di governo e di assemblea legislativa, essere in grado di reagire e dare delle risposte. E io mi auguro che le risposte che quest'aula oggi darà a questa situazione critica siano risposte condivise, siano risposte non della maggioranza in contrapposizione con l'opposizione, perché il momento è un momento di particolare gravità.
Dobbiamo - torno a ripeterlo forse per la quarta volta - reagire e dare delle certezze ai cittadini piemontesi, ma anche ai cittadini italiani perché non possiamo pensare che questo caso sia circoscritto al territorio piemontese: si tratta di un caso che ha, in un certo senso, condizionato e che è possibile che condizionerà l'immagine dell'Amministrazione pubblica in senso lato non solo nella nostra Regione, ma complessivamente nel nostro Paese. Allora noi, proprio perché questo fatto è successo nella nostra Regione, dobbiamo essere in grado di dare un segnale, un segnale che possa anche eventualmente rappresentare un elemento di confronto per altre realtà, per altre situazioni, per altre necessità legislative, dovute a una situazione generale.
A questo punto, faccio una considerazione chiaramente di tipo analitico. La riforma sanitaria ha creato l'aziendalizzazione l'aziendalizzazione è, per come io interpreto la riforma sanitaria, un elemento positivo, in quanto ha permesso di accelerare certi processi di cambiamento nella nostra sanità, non solo in quella piemontese, ma nella nostra sanità in senso generale. Ricordiamo sempre, al di là delle polemiche, al di là delle legittime interpretazioni, che la sanità in senso lato nel nostro Paese è una buona sanità, che le aspettative di vita del popolo italiano continuano a crescere, che le risposte di sanità sono efficienti e consideriamo che tutto ciò avviene con una spesa sanitaria che comunque continua ad essere inferiore a quella della media europea, per cui è giusto criticare, però non bisogna mai trascurare questo aspetto fondamentale.
Dicevo che in questa aziendalizzazione la figura del Direttore generale è una figura che agisce in autonomia, e io non voglio minimamente mettere in discussione questo concetto di autonomia, in quanto credo che sia stata una chiave di volta che ha permesso alla sanità di fare dei passi in avanti. Bene, oggi però verifichiamo e ci rendiamo conto che c'è la necessità, forse per questa eccessiva centralizzazione - che io non rinnego e che ritengo invece utile - di creare, dal punto di vista legislativo in quanto ormai le Regioni possono legiferare su questa materia, dei meccanismi che ci permettano di prevenire o di ridurre in maniera certa assoluta, eventuali fenomeni di malcostume. Questo è un dovere che noi dobbiamo esercitare e credo che sia un messaggio che da questa assemblea mi auguro in senso unanime - possa essere dato. Come è stato dato il messaggio negativo di quello che è successo al Paese, potrà essere dato un messaggio positivo dall'assemblea regionale del Piemonte che, unanimemente decide di mettere mano, dal punto di vista legislativo, per risolvere un problema che, evidentemente, nella nostra società, ancora non è completamente risolto e che, forse, attraverso qualche elemento legislativo, può essere risolto, perlomeno prevenuto, perlomeno messo a fuoco.
Questo, chiaramente è quello che penso.
D'altro canto, non mi sottraggo - voglio dirlo in maniera chiara perché non ho alcun elemento di preoccupazione - a qualsiasi volontà che questa assemblea voglia esercitare in relazione alla costituzione di un'eventuale - so che esiste già qualche richiesta in questo senso Commissione d'inchiesta o d'indagine che sia.
Credo che il Consiglio, in questo caso, proprio per le motivazioni che prima vi ho esplicitato, possa e debba, se lo ritiene opportuno - penso che potrebbe essere positivo - collegare una Commissione d'indagine e, nello stesso tempo, un percorso parallelo legislativo che, a fronte delle considerazioni che possono emergere e dall'analisi che la Commissione conoscitiva d'indagine realizza, possa immediatamente declinare le istanze che da questa riunione emergono, in senso legislativo.
Credo che questo sia, obiettivamente, quello che mi auguro succeda.
D'altro canto - voglio ripeterlo in conclusione del mio intervento - le polemiche, le considerazioni di responsabilità sono chiaramente e totalmente legittime.
Credo che nel dibattito l'opposizione vorrà evidenziare eventuali ruoli di responsabilità da parte della Giunta o forse qualcuno ritiene non eccessivo il controllo degli atti, ma io vi posso invece garantire che questo è avvenuto, però certi fenomeni, dai controlli che oggi legittimamente, sono possibili, non possono emergere, ed è per questo che sostengo che sia necessario verificare, con eventuali modifiche di legge, e controllare eventuali situazioni che non sono corrette dal punto di vista amministrativo.
E' ovvio che questa persona è stata nominata da me, e, di conseguenza la responsabilità di averlo nominato è una responsabilità che pu tranquillamente essere iscritta a me, però, chiaramente, se ho una responsabilità politica di nomina, non ho sicuramente alcun tipo di responsabilità su comportamenti anomali che questa persona ha assunto.
Questo concetto deve essere chiaro.
Voglio inoltre dire che spero che la Magistratura concluda velocemente l'inchiesta. Come ho detto prima, ho totale fiducia nella Magistratura penso stia svolgendo bene il proprio lavoro. Noi, però, di fronte a questi soggetti terzi che operano secondo le loro competenze, dobbiamo reagire.
Credo che un'assemblea regionale, che svolge funzioni sempre maggiori debba reagire attraverso degli atti, debba reagire dando e declinando fenomeni distorti, che la società produce, attraverso atti normativi. Il compito dei legislatori è quello di tentare di dare risposte in senso positivo, specialmente quando si tratta di promuovere iniziative legislative per lo sviluppo e per quant'altro. Abbiamo anche il compito di assumere quelle norme e quegli atti legislativi che ci permettono di evitare comportamenti distorti nell'ambito della nostra società.
Credo che questo sia un nostro compito e mi auguro che l'assemblea oggi trovi il punto di sintesi per esercitarlo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Vede, Presidente Ghigo, questa notizia è "piombata" nel palazzo mentre la Conferenza dei Capigruppo, insieme al Segretario Pozzo, riceveva una delegazione di rappresentanti delle cooperative sociali.
Allarmati da che cosa? Allarmati da una direttiva e dall'aver ricevuto una lettera, nella quale i dirigenti, i Direttori regionali e i Direttori delle ASL chiedevano, alle stesse, di rinegoziare, con un ribasso dal 5% al 15%, i rapporti di contratto in essere, per quanto concerne la fornitura di beni e servizi.
Sarebbe facile ironia dire che avevamo capito come si intendevano rinegoziare questi contratti. Ahimè, la Magistratura pare abbia accertato ma per confessione, che il modo più agile poteva essere quello del pagamento delle tangenti. Devo anche ipotizzare, Presidente, che questa è la via sicura per non rinegoziare niente! Per non ridurre la spesa soprattutto per quanto concerne la fornitura dei beni, anzi, per certi aspetti, di incrementare il disavanzo della sanità. C'è una contraddizione evidente in tutto questo.
Noi abbiamo depositato, a firma di tutta l'opposizione, la richiesta della costituzione di una Commissione d'inchiesta, con poteri di inchiesta senza interferenza alcuna con l'azione della Magistratura che deve, e necessariamente lo farà, seguire il suo corso. Badate bene, questo episodio ha svelato una situazione grave.
Primo: non esiste alcun controllo reale sugli atti e sulle procedure delle gare di appalto. Mi auguro che su questo argomento l'Assessore competente e il Presidente possano smentirmi.
Esplicito meglio il mio pensiero. Vede, Presidente, da quando questa assemblea elettiva è stata spogliata di tutte le sue prerogative, e oggi svolge un ruolo residuale di indirizzo e di controllo, la posizione del suo esecutivo si colloca in un'altra dimensione: quella della piena responsabilità politica su tutti gli atti che le persone di vostra fiducia hanno nei compiti ai quali li avete demandati. Si tratta di una responsabilità politica alla quale non ci si può sottrarre e rispetto alla quale, credo, il Presidente della Giunta, deve essere conseguente.
Vi è una gravissima responsabilità politica di chi ha effettuato quelle nomine. Badate bene, oggi si getta fango sulla sanità pubblica. Credo colleghi, che questo non debba sfuggire a nessuno. Oggi si getta fango sulla sanità pubblica e ciò si concilia con i processi di privatizzazione che voi avete messo in campo. Occorre rompere questa spirale. Se questa assemblea avrà oggi il coraggio di votare un ordine del giorno con l'istituzione della Commissione d'inchiesta, si badi bene - e qui rivolgo un appello al Presidente del Consiglio - non potrà non essere riconosciuta la Presidenza alla minoranza. Questo è uno di quei casi tipici di funzioni di controllo ed ispettivi che altri dovevano svolgere e che, fino ad ora non hanno svolto.
Le racconto un'esperienza. Nella mia vita lavorativa mi è successo di aver dovuto subire un ricatto per un'assunzione sul lavoro, firmando una lettera di licenziamento preventiva. E' una modalità che usano molte piccole imprese, soprattutto per tenere sotto controllo i rapporti di lavoro e per garantirsi, di fatto, le dimissioni, anziché il licenziamento del dipendente assunto.
Mi sembra di poter dire, Presidente, che lei si trova in questa condizione. Lei, probabilmente, dovrebbe tenere nel suo cassetto una lettera di dimissioni dal suo incarico, perché gli esiti di questa vicenda amministrativa e giudiziaria sono del tutto incerti.
Non escludo che si profili un altro aspetto, assolutamente ed ulteriormente deleterio, e cioè che dietro questa modalità di tangenti (altro non è, perché il sistema degli appalti continua imperterrito nella sua modalità di accapparramento delle commesse pubbliche) si possa intravvedere un intreccio pesante fra le modalità di espletamento degli appalti e la politica.
Credo, pertanto, Presidente, che quella lettera dovrebbe tenerla a vista, perché è possibile che questo sia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Ho seguito con grande attenzione la comunicazione del Presidente. Ho colto la sua grande preoccupazione soprattutto, derivante dal fatto che si rivolge alla minoranza chiedendo una sorta di collaborazione per un'azione politica nuova invitandoci a reagire.
Per quanto ci riguarda, fin dall'inizio, abbiamo sempre reagito a questa modalità di gestire la "cosa pubblica". Se c'è qualcuno che deve reagire, Presidente, è lei e la sua Giunta! Ricordo che all'inizio di questa legislatura, dopo il suo intervento io intervenni per porre la questione morale. Ciò provocò una durissima reazione, da parte del Capogruppo di Forza Italia, perché riferii di una dichiarazione, sempre di un esponente di Forza Italia, la quale affermava che qualche Assessore appena riconfermato aveva contato sull'aiuto di gruppi di potere industriale, in ordine ad appalti e delibere. Dissi appunto, che si iniziava la legislatura all'insegna della questione morale.
Ad un certo punto, dissi che, in qualche maniera, se non c'era una reazione da parte del Consiglio, da parte del Presidente, lei ammetteva che era possibile la concussione onesta, come la chiamai allora riferendomi ad una definizione di tale modalità di governare diede un politologo americano.
Lì nacque una questione morale, venne posta pesantemente una questione morale: nessuno ha mai reagito. Oggi ci parla di trasparenza amministrativa: per carità, questa deve esserci, ma la trasparenza amministrativa non è un fatto asettico, non è un atto che vale soltanto nei principi, la trasparenza va praticata anche nei comportamenti.
Relativamente alla sanità, la sua attenzione particolare - sua dell'Assessore Burzi e di quelli che mi risultano un po' più attivi - è stata quella di avere Direttori fedeli dal punto di vista politico, di fare in modo che i Direttori diventassero attivisti politici di Forza Italia o di Alleanza Nazionale; quando i suoi Assessori hanno partecipato a riunioni, a cene convocate politicamente per chiedere il sostegno elettorale (e non soltanto il sostegno elettorale) a favore delle forze di maggioranza, i Direttori sono diventati intoccabili. Lei, Presidente questo lo sa perfettamente; per il suo consenso e per il vostro consenso, avete fatto questo e, probabilmente, verrà fuori che è stato fatto altro. Abbiamo letto sui giornali che si tratta di Direttori che sono esponenti politici che hanno contribuito al suo sostegno elettorale, che costituiscono una parte importante di Forza Italia e che hanno determinato anche le sue fortune in politica. Quando Lei accetta questa logica, la trasparenza la mette sotto i piedi. Lei ha accettato questa logica che porta i Direttori ad essere intoccabili. Lei non può toccare, non ha potuto toccare fino a quando non è intervenuta la Giustizia, non ha potuto toccare delle persone che hanno contribuito al suo consenso.
Questa è la logica che è prevalsa e che continua a prevalere all'interno di questa maggioranza: avere personale pubblico fedele dal punto di vista politico, da utilizzare per il consenso elettorale addirittura per le tessere politiche come abbiamo letto oggi. Questo è il problema.
La trasparenza cos'è? Cosa vuol dire? Aprire le finestre? I suoi comportamenti, Presidente Ghigo, i comportamenti della sua Giunta, i comportamenti degli Assessori sono stati questi: avere fedeltà politica.
Come si fa a controllare? Quando ponemmo la questione di una Commissione d'indagine sulle consulenze delle Molinette, che cosa ha fatto? Ha detto alla sua maggioranza che tutto era a posto, ha chiesto alla sua maggioranza, che ha avuto fiducia in Lei, di non approvare quella richiesta. Oggi, invece, ci viene a dire che ha sbagliato. Ha avuto un interessante atteggiamento vittimistico, ci ha detto che è disponibile a fare le Commissioni, facciamo le Commissioni, ma non vorrei che fosse disponibile, tra qualche tempo, a dire che anche sull'Assessore Burzi è disponibile a fare le Commissioni. D'altronde, cosa aspetta? Aspetta che prima intervenga la Magistratura e poi fa qualcosa. Anziché preoccuparsi di intervenire, dice: rivolgetevi alla Magistratura.
E' questo il comportamento di un Presidente della Giunta? Quando constata che vengono assegnati lavori senza appalti e dice che questo non è un problema, capisco che lei non può controllare! Come non ha controllato Odasso, probabilmente non può controllare neppure l'Assessore Burzi! Ricordo che le Commissioni d'inchiesta sono sempre state fatte. Ricordo quella sul Consigliere Angeleri presieduta dalla collega Spagnuolo, quella sull'Assessore Vaglio, su Viglietta: su Odasso, invece, non si fa la Commissione d'inchiesta. Quante volte l'abbiamo chiesta! Sull'Assessore Burzi non si fa la Commissione d'inchiesta. Questo è il tema vero: l'intreccio tra politica e affari. Avete determinato questo fatto: l'intreccio tra politica e affari.
D'altronde, Presidente, abbiamo detto che quando le consulenze vengono affidate senza gara, quando i lavori sono spezzettati in diversi lotti quando c'è questo comportamento di scelta e vengono chiamati gli amici, è molto probabile e sicuro che si creino quei rapporti di corruzione. Chi è interessato dal beneficio di avere un lavoro senza gara d'appalto, in qualche maniera si sente riconoscente verso qualcuno. Chi assegna questo lavoro, in qualche maniera si aspetta questa riconoscenza. E' così, è sempre successo così, perché, in qualche modo, questo ha potuto beneficiare di una scelta che non è stata mai pubblica.
Lei, oggi, ci chiede di lavorare insieme. Per carità! Noi continueremo.
Deve cambiare Lei, Presidente! Lei deve avere atteggiamenti veramente coerenti sul piano etico, questo è il problema vero. La trasparenza è una questione importante, ma se il suo comportamento è quello di coprire sempre tutto, anche di fronte all'evidenza, le sue sono lacrime di coccodrillo.
Lei ha grandissime responsabilità e la sua preoccupazione non pu limitarsi sempre ad essere soltanto una preoccupazione - come lei stesso ha affermato - giornalistica. No, lei ha responsabilità istituzionali. Lei deve vigilare. Lei ha responsabilità. Non è che quando qualcuno sbaglia, ha sbagliato, e, quando si vince, abbiamo vinto. Lei ha questo atteggiamento e continuerà ad averlo.
Lo ripeto, lei non solo è il Presidente della Regione Piemonte, lei è il Presidente dei Presidenti.
Qui succede di tutto, succede di tutto! In questi anni, ha perfino sbeffeggiato - e in questo senso mi ci metto anch'io, siamo stati in tanti chi ha mosso questi rilievi: "Sono i rilievi di qualcuno esaltato, perch è tutto a posto". Lei ha sempre detto che è tutto a posto. Ha fatto di tutto per isolare, anche sul piano politico - e questo mi è capitato, lei lo sa perfettamente - ricorrendo anche a qualche strumento, chi ha rivolto queste accuse, chi ha mosso questi rilievi, perché Lei è un intoccabile perché Lei non ha mai accettato queste cose! Allora, si capisce per quale motivo sono emerse alcune questioni.
Questo è quello che volevo dire.
Sarebbe logico chiedere le sue dimissioni, d'altronde non basta dirlo qui non siamo dal confessore a dire: "Ho commesso un peccato", lo dico al confessore e chiuso. No, qui, siamo in sede istituzionale.
Lei ha nominato il Direttore di un'importante ASL, che ha ammesso di aver preso dei soldi, e lo dice anche con una certa leggerezza. Mi chiedo anche come faccia un componente di Forza Italia a dire: "Avevo bisogno di soldi e li ho presi". E' un esponente di Forza Italia, non è il grande manager che viene dalla luna, è un esponente di Forza Italia che conosce bene le regole e ha contribuito al suo consenso.
Di fronte a questi fatti, lei avrebbe il dovere - e concludo - di dimettersi. Lei non lo fa, lo sappiamo perfettamente. D'altronde continuerà ad utilizzare questa sua modalità: c'è un problema, arriva la Giustizia e scarica le persone. Lei non ha mai colpa: sappiamo che questo è il suo metodo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, di fronte alle banalità fornite dal Presidente Ghigo, non si può evitare di dire allo stesso Presidente che è semplicemente scandaloso che in questi giorni continui con un atteggiamento da vittima leggendo quanto è accaduto alle Molinette con l'arresto del Direttore generale.
Presidente Ghigo, le vittime sono i piemontesi, non è lei. I piemontesi l'hanno eletta con voto diretto e lei ha una responsabilità altissima.
La prima responsabilità nelle sue mani è quella di governare il Piemonte: una responsabilità che accresce di molto onori, ma anche oneri Presidente, oneri qui in Piemonte, oneri di governo, oneri di presenza oneri di vigilanza. Oneri ben più pesanti rispetto al passato quando, oggi lei, eletto direttamente, dispone di potere immediato ed esclusivo. Tra questi poteri c'è quello di nominare persone che, per conto suo Presidente, e su sua fiducia, devono governare centinaia e centinaia di miliardi.
Oggi, la responsabilità politica in capo al Presidente della Giunta regionale è ben diversa da ieri: lei nomina direttamente anche tutti i suoi Assessori.
Nel caso in questione, la responsabilità politica oggettiva riguarda la fiducia che lei ha dato per almeno due volte, mi sembra, ad una persona che dice lei - ora sa di essersi comportata male, in modo scorretto.
Presidente, lei ha un'altra responsabilità politica oltre quella di aver assegnato fiducia a questa persona. Lei ha la responsabilità politica che in tutti questi anni ha confermato tale fiducia a questa persona, anche in frangenti in cui l'opposizione le segnalava qualcosa. Lei, conservando questa fiducia, se ne accorge ora, ma non lo dice, dice semplicemente di essere vittima. Lei ha la responsabilità di verificare, giorno per giorno le fiducie che ha assegnato e non concedere la fiducia una volta per tutte.
Lei, in questi anni, non ha vigilato su questa fiducia ed è stato eventualmente, responsabile di un atteggiamento di sprovvedutezza, di superficialità e di distrazione, forse, in altri luoghi, molto affaccendato.
Questa è una critica. Forse, Presidente, avrebbe dovuto essere un po' più presente per quanto riguarda il governo di quello che ritengo debba essere il primo comandamento da rispettare da parte di un Presidente della Giunta regionale: essere presente laddove si deve governare e nella presenza c'è la vigilanza, l'attenzione, la cura degli interessi di governo e, quindi, la cura della fiducia che lei ha dato.
Allora, cosa facciamo? Stiamo qui a sentire le banalità? Cos'altro pu dire un Presidente che si trova in questa circostanza? Che sapeva e non vedeva? Cos'altro può dire? Di essere esterrefatto? Cosa può dire? Ma queste sono banalità.
Presidente, dato che ha colto questo elemento, spero ne sia sinceramente preoccupato, perché segna un altro momento di distacco e di sfiducia da parte della cittadinanza verso le istituzioni. Il messaggio che arriva è che sono tutti uguali, anche il Presidente Ghigo, siamo tutti uguali, non cambia mai nulla.
Lei dice: "Certo, la responsabilità della nomina è mia", ma non basta dire questo. Non basta, Presidente! Se lei volesse veramente dire ai cittadini piemontesi che il guaio che le è capitato addosso è intollerabile e inconcepibile - e lo è tanto di più quanto questo episodio di corruzione può sfuggire ad ogni tipo di monitoraggio e controllo, e sappiamo che ci sono episodi di corruzione che per entità o per modalità sfuggono a qualsiasi tipo di controllo - allora a maggior ragione, una politica che vuole ritornare ad essere un servizio reso ai cittadini, un luogo in cui si lavora duramente nell'interesse di tutti, se lei, di fronte a questo inciampo gravissimo che lei e l'istituzione si ritrova, volesse ritornare a tessere un filo di fiducia con l'istituzione, dovrebbe fare una sola cosa: dire ai cittadini piemontesi che lei non ci sta a stare seduto su una sedia di questo genere.
Lei dica quel che crede sulle sue responsabilità, ma quelle oggettive e quelle politiche lei non vuole più assumersele. Lei chiede un azzeramento della situazione, lei, Presidente Ghigo, non le opposizioni che le dicono: "Se ne vada!"; anch'io le dico: "Se ne vada!", ma questo è un gioco di opposizione. Lei, secondo me, dovrebbe rimettere il mandato là dove l'ha ricevuto. Sarebbe un segnale di estrema serietà dell'eletto direttamente un segnale che non si accetta. Tanto più quando si verificano situazioni che potrebbero sfuggire al controllo non si accetta che questo succeda, e quando capita si chiude, si fa un passo indietro: la politica ricomincia da capo, e ricomincerà da capo tutte le volte che in questo nostro Paese questi episodi si ripeteranno, perché ne avevamo abbastanza anche in quest'aula.
Leggendo i giornali di oggi mi viene anche noia, perché sono tutte cose già dette e lette.
Allora, caro Presidente, la credibilità lei l'avrà azzerando, facendo un passo indietro. Questa, Presidente, per quanto mi riguarda, è una condizione preliminare per tutte le altre cose sulle quali lei dice: "Mettiamoci a lavorare insieme". No, ci si mette a lavorare insieme dopo che ciascuno si è assunto una responsabilità che consenta, con fiducia, di poter riavviare un lavoro. Però il mio punto di vista è che se questo passo non c'è, tutte le altre questioni e tutte le altre proposte, compresa la Commissione - ne abbiamo fatte di Commissioni! - in questa situazione so già che fine faranno. E' una Commissione che dovrà esaminare chissà cosa! E' una proposta, certo, è un tentativo per dire che così non si va avanti ma la mia opinione è che anche gli strumenti che possiamo mettere in moto come la revisione legislativa e quant'altro, hanno bisogno di un risarcimento politico credibile e per essere creduti oggi, non qui tra noi bisogna compiere quel passo che, certo, Presidente, è un passo che lei fa per conto di tutti noi, perché se lei rimette il mandato lo rimettiamo anche noi.
Allora, la serietà della proposta che le rivolgo deriva dalle conseguenze di una proposta di tal genere che non gravano soltanto su di lei, Presidente Ghigo, ma anche su tutti gli altri 59 Consiglieri, compreso chi parla, perché è il momento di recidere immediatamente questa vicenda perché l'abbiamo già vista e dobbiamo ritornare ad avere fiducia qui dentro e, soprattutto, di questa istituzione nei confronti dei cittadini.
Pertanto, io le chiedo questo passo indietro, Presidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Ringrazio il Presidente e i colleghi.



GIORDANO Costantino

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



GIORDANO Costantino

Ma non si fa alternanza?



PRESIDENTE

Per il momento ho poche richieste di intervento.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma qualcuna ci sarà.



PRESIDENTE

Il primo che ha chiesto di intervenire è il Consigliere Mercurio.
Consigliere Giordano, facciamo alternanza per le poche richieste di intervento che abbiamo, per cui interverrà dopo il Consigliere Mercurio.



GIORDANO Costantino

Presidente, la disponibilità è totale, mi dica lei.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Prego, Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Signor Presidente del Consiglio, credo che la comunicazione del Presidente della Giunta non sia stata banale, come ho sentito qualche minuto fa dal collega Chiezzi.
Spendo qualche parola sul prof. Guzzanti per dire che la nomina del medesimo, "sic stantibus", è la nomina migliore e la più saggia che poteva essere fatta, anche se è una nomina, come si suol dire, insufficiente, ma non per la persona, anche se l'analisi del sangue non gli è stata fatta così come non la possiamo fare a tutti i manager o ai cosiddetti manager esistenti non solo nella nostra Regione, ma in tutto il nostro Paese.
L'insufficienza è, come dire, di tipo sistemico. Cioè, non potendo fare le analisi del sangue in una democrazia, esiste il cosiddetto controllo democratico o meno, ma sempre controllo. Si controlla tutto.
Abbiamo una serie di "Authority" a non finire negli ultimi tempi nel nostro Paese. Non voglio fare la storia, ma è abbastanza evidente che si è passati da un eccesso all'altro: si è passati dall'eccesso del cosiddetto partitismo, con tutte le degenerazioni che ci sono state in questi anni (il film è sempre lo stesso, cambiano i registi, ma il film quello è), al cosiddetto manager, cioè alla panacea di tutti i mali. Abbiamo anche dato un buon stipendio, se non erro.
Malgrado lo stipendio, per quanto ottimo e abbondante, mi pare che non ci siano precedenti di flagranza. Mi pare che sia la prima volta che un dirigente così importante venga, come si suol dire, colto sul fatto. Per la verità, non era nemmeno mai successo che, al di là dei problemi che riguardano il controspionaggio o la criminalità organizzata, si usassero taluni sistemi. Quindi, se la Magistratura è arrivata ad utilizzare questi strumenti è perché, evidentemente, il vaso era colmo. Non voglio, quindi passare per cinico affermando che ci può essere una coda velenosa, nel senso che sia all'interno dello stesso ospedale, o fuori, ci possono essere altre code. E - perché no! - potrebbe essere la punta dell'"iceberg", in quanto, come ripeto, non si può fare l'analisi del sangue e quindi non si può affidare ad una singola persona un potere così importante.
Posso credere al "miracolo Guzzanti", ma non possiamo avere migliaia di Guzzanti in giro per l'Italia. E' impossibile.
Allora, il problema è una rete di controlli che, in un sistema democratico, sono la costante, non sono un'eccezione, sono la regola i controlli democratici. Come fare questi controlli democratici? Lo decidiamo noi: si fanno con le leggi.
Devo dire che il Presidente della Giunta su questo non è stato, come dire, restìo. Ha detto: "Abbiamo nominato Guzzanti, però...". Però il problema c'è e rimane. Da qui la necessità, quindi, di una legislazione che affronti in modo adeguato il problema che abbiamo di fronte.
Vorrei ancora aggiungere un paio di riflessioni. Il problema dei Direttori politici: sembra di scoprire l'acqua calda. Veramente c'è qualcuno in quest'aula, ed anche fuori, che pensa che esistano dei manager cosiddetti "neutri", cioè dei personaggi che arrivano dalla luna o da altri pianeti e sono completamente neutri? Credo che negli ultimi anni si sia fatta molta demagogia e ci sia stata una buona dose di ipocrisia. La politica deve avere il coraggio di riappropriarsi del ruolo che le è proprio; il tutto in questa famosa rete di controllo, ma non credo che la classe politica, delegando ai cosiddetti tecnici, che poi tali non sono, possa risolvere i propri problemi.
La classe politica deve riappropriarsi delle sue responsabilità senza delegarle, senza pensare che esistono scorciatoie. Non ci sono scorciatoie in politica, con tutto il rispetto che nutro per il prof. Guzzanti. Certo "sic stantibus rebus" non c'era altra soluzione! E' la migliore soluzione che potevate trovare: evviva il prof. Guzzanti! Ma quanti prof. Guzzanti abbiamo? Questa è la domanda che pongo e concludo dicendo che la comunicazione del Presidente Ghigo non mi è sembrata per nulla banale. Mi è sembrata una comunicazione franca, chiara, una comunicazione che ha avanzato una proposta. Il sottoscritto la considera una proposta saggia, perché viene rilanciata al Consiglio regionale ed il Consiglio regionale farebbe male a passarci sopra, attorcigliandosi sulla nuvola di Natale, come se di queste nuvole ce ne fossimo dimenticati e fossero solo un brutto ricordo del passato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente e colleghi. Proprio in questi giorni la Giunta regionale ha inteso inasprire la pressione fiscale ai cittadini di questa Regione attraverso l'innalzamento dell'addizionale regionale IRPEF, passata dallo 0,9 all'1,04%. Detto aumento è stato giustificato dalla necessità di far fronte al passivo registrato nei costi sanitari nel corso del 2001. Ai piemontesi viene richiesto, dunque, un ulteriore sacrificio economico e l'Assessore regionale al bilancio ha affermato che la Giunta è pronta ad assumersi l'impegno a lavorare con un'efficienza pari a tale sacrificio.
Dov'era, però, questo impegno quando il dottor Luigi Odasso venne nominato Direttore generale dell'Azienda ospedaliera San Giovanni Battista di Torino? Alla Magistratura, il compito di accertare per seguire ogni profilo di responsabilità, ma il giudizio politico che ancora una volta ci sentiamo di esprimere è di profonda condanna per l'incapacità di questa Giunta a governare la Regione nell'interesse dei suoi cittadini, in particolare di quei soggetti, come gli ammalati, che si trovano in condizioni di maggiore disagio.
Più volte avete dichiarato di voler ispirare la vostra azione a precisi criteri imprenditoriali. Vorrei ricordarvi che la prima dote di un buon imprenditore è quella di saper scegliere i propri collaboratori e, una volta scelti, continuare a vigilare sul loro operato. E' troppo facile oggi parlare di fiducia mal riposta. Il dottor Odasso fu scelto da questa maggioranza per guidare un'Azienda ospedaliera fra le più grandi d'Italia non soltanto per le sue qualità professionali, ma soprattutto per la sua militanza politica nello stesso partito del Presidente della Giunta regionale.
Caro Presidente, ad essere stati traditi sono tutti i cittadini di questa Regione; vivono, lavorano, pagano le tasse e le imposte per ottenere dei servizi professionalmente qualificati e di alto livello, ma che, in primo luogo, esigono onestà e correttezza da parte degli amministratori.
Il sistema di corruzione mortifica questa esigenza ed espone un settore di assoluta rilevanza e preminenza, come la sanità pubblica, all'arrogante arbitrio di pochi.
I servizi sanitari dovrebbero essere affidati a quegli operatori pubblici o privati che garantiscono la qualità dell'offerta al miglior prezzo e non già a coloro i quali sono disposti a farsi carico del costo di una tangente. Tutto ciò determina una chiara distorsione sul mercato, per usare un'affermazione da imprenditore, tanto più grave quanto maggiore è la rilevanza sociale del servizio pubblico coinvolto.
Al Presidente della Giunta regionale, all'Assessore alla sanità e allo stesso dottor Odasso, che ebbero ad esprimere tutta la loro irritazione nei confronti di un ordine del giorno con il quale chiedevamo l'avvio di un'indagine ispettiva presso l'Azienda Sanitaria Ospedaliera San Giovanni Battista di Torino - ordine del giorno che fu approvato con i voti degli stessi Consiglieri di maggioranza nella seduta dell'11 aprile 2001 vogliamo ricordare che non si trattò affatto di una "carognata", come qualcuno ebbe a dichiarare, a danno di un manager espresso dalla maggioranza di governo di questa Regione e da essa sostenuto, bensì di una richiesta del tutto legittima di fronte ai ripetuti e continui casi di malasanità lamentati presso questa struttura sanitaria.
In quell'occasione, il dottor Odasso ebbe a dichiarare, attraverso gli organi di stampa, di dedicare il massimo impegno e cura all'amministrazione dell'Azienda sanitaria a lui affidata, affermando, nel contempo, di essere pronto a sottoporsi con tranquillità e serenità all'ispezione disposta qualsiasi aspetto del suo lavoro avesse riguardato.
Oggi siamo noi a dover ricordare quelle parole al dottor Odasso, dopo essere stato arrestato in flagranza di reato. Ancora una volta, nella memoria, l'antico adagio sul "predicare bene e razzolare male".
A questo punto, però, è doveroso fare piena luce al fine di verificare se i comportamenti attribuiti al dottor Odasso siano espressione dell'azione di un singolo, oppure manifestazioni di un sistema diffuso e distorto di gestione della cosa pubblica.
E' necessario comprendere quanto la corruzione sia diffusa nella sanità regionale e quali siano i livelli decisionali ed operativi eventualmente coinvolti. E' giunto il momento che la Giunta regionale dimostri ai cittadini di questa Regione di saper agire con rigore e fermezza.
Di fronte a fatti penalmente rilevanti, quali quelli attribuiti al dottor Odasso, non è più lecito parlare di semplice speculazione politica ordita dalle forze di minoranza. I fatti sono dati incontrovertibili ed essi non hanno colore politico.
Alla luce di quanto avvenuto, risulta doveroso procedere alla rilettura di quegli episodi di malasanità e corruzione denunciati in passato presso l'Azienda ospedaliera San Giovanni Battista.
Nell'ordine del giorno sopra ricordato, il Consiglio regionale dispose che il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore alla sanità sarebbero stati considerati personalmente e direttamente responsabili circa l'esito dell'attività ispettiva disposta e del suo immediato riscontro all'assemblea consiliare.
Alla luce di quanto avvenuto, siamo a richiedere a quali risultati abbia condotto quell'indagine ed ancora una volta ribadiamo che il Presidente della Giunta e l'Assessore alla sanità dovranno assumersi la responsabilità delle azioni che essi vorranno intraprendere.
Come si può continuare ad esigere sacrifici dai cittadini della Regione Piemonte, quando proprio i suoi amministratori si fanno beffa di tutti i principi che regolano una buona, sana e corretta gestione della res publica? La vicenda che coinvolge il dottor Odasso ci appare di un'enorme gravità, considerando il ruolo ricoperto dal suo principale indagato e viste le dimensioni dell'Azienda sanitaria interessata. "Mani pulite" partì dal Pio Albergo Trivulzio, che francamente era ed è ben poca cosa rispetto ad una struttura ospedaliera con 6.000 dipendenti, 98 reparti, 1.300 posti letto ed un bilancio annuo di circa 700 miliardi.
Richiediamo l'adozione di provvedimenti immediati ed esigiamo che si proceda alla sistematica verifica di tutti i contratti di forniture e di servizi conclusi presso l'Azienda Sanitaria Ospedaliera San Giovanni Battista durante la gestione Odasso.
Posto che anche dalla vicenda che ha riguardato l'affidamento dei lavori di progettazione e di ristrutturazione del palazzo della Giunta regionale sembrano emergere delle pesanti irregolarità, proponiamo l'istituzione di una Commissione consiliare speciale incaricata di esaminare secondo quali modalità e procedure viene garantita la materia dei lavori pubblici presso la Regione Piemonte.
Comportamenti quali quelli tenuti dal dottor Odasso, anche laddove fossero espressioni dell'azione isolata di un singolo, risulterebbero quanto meno essere stati agevolati dall'omesso controllo da parte degli organi regionali predisposti, ed in primo luogo dall'Assessore regionale alla sanità.
Il contenimento e la razionalizzazione della spesa sanitaria passa anche attraverso l'onestà e la correttezza dei soggetti preposti alla sua gestione.
Il comportamento tenuto dal dottor Odasso è tanto più riprovevole, in quanto viene non soltanto per recare danno all'immagine della Regione e ai suoi amministratori, ma altresì colpisce nel cuore le ragioni degli ammalati e di tutti coloro i quali si rivolgono alle strutture sanitarie regionali nella speranza di trovare una positiva soluzione alle proprie sofferenze.
Invitiamo la Giunta regionale, nella persona del suo Presidente, a costituirsi parte civile nel procedimento penale a carico del dottor Odasso e di tutti coloro i quali, ricoprendo pubblici incarichi, dimostrano, con le loro azioni criminose, di non aver alcun rispetto per l'istituzione regionale e soprattutto per i cittadini piemontesi.
In più di un'occasione abbiamo insistito sulla necessità di umanizzare la spesa sanitaria, partendo dalla centralità del ruolo e dei diritti dell'ammalato. Tutto ciò presuppone, però, che la Giunta regionale sappia in primo luogo scegliere i propri manager secondo criteri che tengano conto non solo del livello di professionalità, ma soprattutto dal grado di onestà morale.
La tutela della salute dei cittadini in questa Regione è un bene troppo prezioso e non può essere affidata a individui senza scrupoli, che si abbandonano all'esclusivo perseguimento dei propri interessi personali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato

E' indubbio che stiamo attraversando una giornata difficile, una giornata che nessuno di noi si aspettava, soprattutto una giornata che, in qualche modo, come qualcuno dell'opposizione ha detto, ci rende responsabili, in quanto tutti rappresentiamo questa assemblea che è sovrana e che rappresenta il popolo piemontese.
Devo dire che oggi sono veramente contento della presa di posizione del Presidente Ghigo, perché mai prima di oggi un Presidente era stato così esplicito, così chiaro e così trasparente nel dire che la Magistratura sta svolgendo il suo percorso. Ha dichiarato anche che è stato lui, insieme alla sua Giunta, a designare il dottor Odasso, per cui si è assunto la responsabilità di Presidente della Regione Piemonte, ma ciò non vuol dire che è responsabile di quello che uno commette in proprio.
Se il signor Odasso avesse commesso qualche scorrettezza politica o amministrativa che riguardi la Regione Piemonte o che riguardi degli atti amministrativi, allora capisco alcune affermazioni e alcune richieste pervenute dai colleghi dell'opposizione. Tuttavia, qui c'è il fatto personale di una persona che si sveglia al mattino - che si è svegliata già diversi anni fa - per compiere degli atti che nessuno di noi poteva immaginare.
Si parla e si dice di tutto sui politici come se ognuno di noi fosse chissà che cosa, però - ripeto - andare ad immaginare una cosa del genere mi rende veramente perplesso e sbigottito.
Rispetto a tutto quello che è successo in questi giorni non posso che essere amareggiato, perché faccio parte di un partito per il quale la trasparenza e la chiarezza sono punti fondamentali del proprio programma.
Il programma che partiva dal 1995 e letto in quest'aula dal Presidente Ghigo metteva al primo punto la questione morale. Davanti a questa questione morale, colleghi dell'opposizione, non possiamo fare dei distinguo.
Mi meraviglio del fatto che il Presidente della Commissione d'indagine dovrà essere un componente della sinistra perché la sinistra ha il compito e l'obbligo del controllo. La sinistra ha il compito e l'obbligo di esercitare l'azione di controllo alla pari del centrodestra che governa però ha anche l'obbligo e il dovere di promuovere azioni di programmazione alternative al progetto del centrodestra. Ma non facciamone una questione di centrodestra o di centrosinistra, perché questa è una questione morale già messa al primo punto del programma del Presidente Ghigo fin dal 1995.
Questa è una questione morale che ci deve vedere tutti solidali nel rimuovere questo grosso problema, perché è un problema che ci sta danneggiando tutti, così come giustamente ha detto qualcuno dei colleghi del centrosinistra. E' un problema che deve vedere tutti noi responsabili nel rimuoverlo e intervenire non solo laddove il Direttore era il signor Odasso, ma anche in altre ASL, anche con altri Direttori.
Abbiamo il compito di intervenire; non so come faremo, perché non siamo onnipotenti, ma certamente occorrerà fare delle verifiche.
Ricordo che nel 1997 ci fu un progetto che parlava di controllo di gestione, ma che è antecedente alla legge che prevede il controllo di gestione.
Sul controllo di gestione, quindi, in qualche modo sono già responsabili coloro che sono stati designati nella parte amministrativa.
Quindi, c'è già una responsabilità che divide la parte amministrativa dalla parte politica.
Non vogliamo oggi - ripeto - sottrarci dicendo che Odasso non fa parte del Partito Forza Italia. Siamo consci che Odasso faceva parte del Partito Forza Italia, quindi siamo addolorati e amareggiati.
Ringrazio personalmente il Presidente Ghigo che, come tutti voi sapete non gode della mia fiducia personale, però l'atto mio personale è una cosa fine a se stessa.
Sottolineo che questo non è un problema né di Scanderebech, né di Enzo Ghigo, né della maggioranza, né dell'opposizione, ma è un problema che riguarda tutti e dobbiamo affrontarlo con solidarietà. Quella solidarietà che deve portarci a dare delle risposte chiare e inequivocabili ai cittadini piemontesi che ci hanno eletti.
Per cui, colleghi, sono a disposizione e mi sento abbastanza tranquillo, essendo anche un Consigliere nudo, non solo un Assessore nudo non ricoprendo alcun ruolo all'interno della maggioranza nell'intraprendere un'azione, insieme a voi, che porti - ripeto - a delle verifiche e a quella trasparenza che tutti i cittadini piemontesi e tutti i cittadini italiani si aspettano. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Articolerei il mio intervento in tre parti. La prima relativa ai fatti alle proposte immediate, la seconda relativa alla nomina del prof. Guzzanti e la terza, quella che ritengo più rilevante, riguarda l'intreccio tra la politica, la gestione e gli affari, non solo nel caso della sanità, ma nel complesso della vicenda regionale.
Penso che la questione che stiamo trattando abbia un rilievo non solo regionale, ma compiutamente nazionale.
Tutti se ne sono accorti. Se ne sono accorti anche i commentatori più avvertiti e chi ha scritto un fondo interessante su alcuni dei più importanti quotidiani del Paese. Si sono posti alcuni interrogativi relativi alla passata vicenda di Tangentopoli e ad una possibile vicenda presente, intrecciandola a un dibattito complesso, quale quello che sta avvenendo in questo Paese sulla questione della Magistratura.
Fatti gravissimi, di rilievo nazionale, per l'ambito anche di dibattito che, a livello nazionale, si è aperto su vicende come queste e su vicende connesse.
Per quanto riguarda le proposte immediate, le elenco in modo molto breve, anche perché penso che siano le uniche famose cose su cui l'intero Consiglio regionale, oggi, potrà concordare: la Regione deve costituirsi parte civile; l'intervento della Corte dei Conti e la costituzione della Commissione d'indagine. Una Commissione d'indagine non solo per il caso "Molinette", ma sull'intero sistema degli appalti, dei servizi e delle consulenze, peraltro già da tempo denunciate all'Assessore D'Ambrosio, il quale non ha assunto alcun provvedimento. Non c'è neanche da chiedere che una Commissione di controllo sia presieduta dalle opposizioni, perch sempre le Commissioni di controllo sono, per definizione, presiedute dall'opposizione. Il Presidente della Commissione d'indagine che si costituì la scorsa legislatura sulla questione "Angeleri" fu la dottoressa Carla Spagnuolo.
Quindi, costituzione di parte civile, Corte dei Conti, Commissione d'indagine, sono, in una situazione come questa, puri e semplici atti dovuti. Così come è un atto assolutamente dovuto esprimere la propria fiducia nei confronti della Magistratura, del suo operato e offrirle la massima collaborazione in un evento di tale gravità che non colpisce la sua immagine, Presidente, ma colpisce i cittadini piemontesi e apre un capitolo inquietante nella storia di questa Regione e forse non solo della Regione.
Per queste ragioni, noi ci chiediamo quali siano le motivazioni che hanno portato a quella "felice" intuizione, a quella illuminazione cartesiana che lei ha avuto questa notte nel momento in cui ha deciso di nominare Guzzanti. Le dico che non ci sembra una grande intuizione cartesiana né di altro tipo per una serie di ragioni. Ci sembra, anzi, un errore grave. Innanzitutto, perché lei espone una figura, come quella del prof. Guzzanti, con una nomina di quattro mesi, avvenuta in questo contesto, ad essere figura di copertura e non di garanzia.
Seconda questione. Il prof. Guzzanti è la stessa persona di cui lei ha sollecitato la collaborazione e la consulenza per scrivere un Piano sanitario senza gli allegati, che ha costruito ad immagine di quell'organizzazione sanitaria fondata sulle Molinette e su quella logica sanitaria allora presieduta da Odasso. Cosa vuol fare? Dirci che è continuità? Noi, quindi, sulla nomina di Guzzanti, al di là del rispetto estremo per la persona, per le sue qualità politiche e scientifiche, leggiamo questo: una nomina che si configura con i rischi, possibili, di lettura di una nomina di copertura, un'assoluta contiguità e continuità con la linea politica di un Piano sanitario, di cui lui è stato consulente, che era costruito sull'immagine di organizzazione sanitaria costruita da Odasso costruita sulle Molinette.
Vediamo ora l'intreccio tra la politica, la gestione e gli affari nella Regione nel caso "sanità".
Presidente, sono stupita che lei, oltre essersi sentito ferito colpito, tradito nella sua fiducia, non si sia sentito politicamente e profondamente responsabile, non della troppa autonomia dei Direttori generali, della troppa commistione politica di nomine politiche dei Direttori generali, di nomine basate sulle fedeltà di appartenenza rispetto al Polo e al suo Partito.
Presidente, quando scoppiò il caso Poggiolini in questo Paese e si giunse a quella legislazione che ha ridefinito la struttura delle ASL e si lanciò la parola d'ordine "separare la politica dalla gestione; i politici non tocchino più un soldo, svolgano solo le funzioni di programmazione e di controllo; dove si gestiscono gli appalti e si toccano i soldi sia personale non politico, ma con altra origine, con altra nomina e con altre caratteristiche", nessuno pensava di essere su un pianeta lunare Consigliere Mercurio, proprio perché non pensavamo di essere sulla luna dicevamo che i politici non dovevano toccare i soldi. Non esiste nessuno che nasce santo per definizione. Quindi, la separazione tra politica e gestione sembrava il grande strumento per dare una risposta, quella credibile, nelle condizioni date, ai grandi scandali che erano avvenuti in questo Paese e, nella fattispecie, al caso Poggiolini: nacque così questa questione.
Se al momento in cui si separa la politica dalla gestione si ritorna ad una pratica in cui il criterio di nomina è prevalentemente politico prevalentemente legato ad una fedeltà, ad un'appartenenza, anche di ordine generale, se il criterio di nomina vede il Direttore generale più importante di questa Regione come un attivista politico, capite che si crea, di nuovo, quell'intreccio che si voleva spezzare a monte, e lo si ridetermina, al di là delle volontà, singole e personali, inevitabilmente a valle.
A questo punto, Presidente, riteniamo che per questa ragione ci sia una responsabilità diretta e politica sua e della Giunta, nel modo in cui tutte le questioni sono state ricostruite. Il caso Molinette è un caso politicamente emblematico, ho una documentazione di rassegne stampa e di atti presentati in quest'aula su tutta la vicenda relativa alle Molinette.
Più volte si sono presentati ordini del giorno che chiedevano di verificare la situazione degli appalti, che chiedevano di verificare una serie di situazioni che si configuravano all'interno dell'Ospedale Molinette.
Il maggior numero di articoli di giornali sono relativi agli otto mesi di attesa per una mammografia, agli ascensori che non funzionano sull'inchiesta di Guariniello in quella direzione. Ci sono poi alcuni significativi articoli, insieme alla tabella dei tagli imposti alle Aziende sanitarie, che ci dicono sostanzialmente questo: all'Ospedale Molinette, in presenza di tagli consistenti, venivano assegnati 715 miliardi. Ricordo che è il primo ospedale del Piemonte, il secondo ne ha 250 e tutti gli altri sono testati su questa cifra. Si tagliano 30 miliardi ad Odasso, ma lo stesso, tranquillamente, dichiara sui giornali: "Non preoccupatevi, questi 30 miliardi in qualche modo si risolvono".
Trenta miliardi tagliati a fronte dei 715 erogati alle Molinette implica che sulle Molinette, questa Regione, questa Giunta, aveva fatto un investimento politico. Un investimento politico vero, un investimento finanziario che non ha precedenti in questa direzione. Si bloccano le assunzioni del personale, si dice troppo personale sanitario assunto nei mesi tra luglio e agosto all'interno della Regione, blocco fino a gennaio e poi a giugno di altri sei mesi. Dove era stato assunto, Presidente Ghigo la maggior parte di quel personale sanitario tra luglio e agosto? Non le risulta che fosse alle Molinette? L'altra questione che vorrei evidenziare è che, a questo punto, si impone una presa di posizione politica da parte di questo Consiglio regionale che soprattutto verta su due punti centrali: se responsabilità politica diretta e della sua Giunta c'è, come ritengo e ho cercato di dimostrare, non solo su quelle cose che si dovevano fare prima, bisogna rivedere drasticamente i criteri di scelta dei manager pubblici uscendo dalle logiche delle appartenenze politiche e colpendo là dove il male si era determinato, ritirando immediatamente un Piano sanitario che era stato costruito sull'organizzazione politica che le Molinette incarnava e che da questo punto di vista le è già stato rigettato da tutto il Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Di Benedetto.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Presidente, nel suo discorso di insediamento nel giugno 2000, aveva espresso la volontà di decidere, nei prossimi cinque anni, con velocità equità e coraggio: Decisioni veloci che non possono ridursi al semplice contorno dell'economia; eque per essere la sintesi degli interessi generali della comunità; coraggiose nel senso di avere il coraggio di operare scelte politiche.
In altri interventi aveva accennato l'introduzione di criteri e di efficienze aziendali con una forte attenzione a quelli che si definiscono nelle aziende private - che spesso il Consigliere Giordano cita - costi e ricavi nell'azione amministrativa della Regione.
Ad un anno e mezzo di distanza, possiamo affermare che nessuno degli obiettivi che lei e la sua Giunta vi eravate proposti è stato raggiunto. Il deficit della sanità, su cui non esiste e non siete stati capaci di intervenire, è diventato una voragine senza fondo. Per farvi fronte avete scelto di aumentare l'IRPEF facendo pagare, ai cittadini piemontesi, il peso di quelle inefficienze che annunciava nel suo intervento, che non dovevano esistere poiché avreste governato la Regione con incisività e determinazione.
In questi giorni, la vicenda Odasso, sorpreso in flagranza di reato riporta alla ribalta Tangentopoli che, a quanto pare, in Piemonte, ha ancora trovato terreno forte.
Ieri il Consigliere Saitta, in una dichiarazione ai giornali, ha affermato: "Si potrebbe dire, per paradosso, che l'aumento dell'IRPEF servirà a coprire le maggiori spese per gli appalti, gonfiati dalle tangenti". Sottoscrivo integralmente la dichiarazione del Consigliere Saitta.
Affinché l'istituzione regionale adotti una soluzione dignitosa alla vicenda delle Molinette, occorre che la guida del prossimo dirigente dell'ospedale sia e possa essere una figura di indiscusso prestigio e di sicura moralità e professionalità: una figura "super partes".
La Consigliera Manica ha già sottolineato alcuni passaggi rispetto a questa figura che, in qualche modo, può servire come copertura per la situazione di disagio e imbarazzo che state vivendo.
Il nuovo Direttore dovrà raccogliere la fiducia di tutti i cittadini piemontesi, traditi per l'ennesima volta e colpiti in uno dei diritti fondamentali: la salute.
Non solo siete inefficienti, ma anche bugiardi perché, con l'aumento dell'IRPEF, avete disatteso la prima promessa fatta ai vostri elettori: ridurre le tasse.
A questi gravi fatti, per tracciare un bilancio complessivo - voglio dire qualcosa che non riguarda solo la questione della sanità - occorre aggiungere un argomento molto importante e non più rinviabile.
Caro Presidente - l'ho sentita affermare più volte - mette al primo punto del suo agire politico-amministrativo la trasparenza quasi come una fede. Avendo lei, per ben due volte, posto la sua fiducia nei confronti del signor Odasso, scopriamo che ha lucrato sulla salute dei malati esattamente come ha fatto Poggiolini. Per due volte ha indicato questa persona e ha posto la sua fiducia, anche se le chiacchiere, le discussioni si aggiravano per i palazzi della Regione, forse da qualche mese se non da qualche anno.
Presidente, avendo, a questo punto, affidato la gestione del terzo ospedale più grande d'Italia al signor Odasso, persona che lei ha definito essere anche un suo amico così come riportato dalle dichiarazioni sui giornali, dovrebbe, solo per questo, dimettersi, ma noi sappiamo che non lo farà. Dimostri un minimo di coraggio, anche solo un minimo perché da lì si potrà vedere se c'è un segnale di ragionamento, visto che per ben cinque volte ha pronunciato la parola "agire" (lo ha detto all'inizio del suo insediamento e lo ha ripetuto questa mattina nella sua relazione).
Allora, caro Presidente, agisca. Come? Secondo me, deve agire e deve prendere atto di questa situazione. Le scelte sugli incarichi assessorili devono essere riviste. Per quanto riguarda la vicenda relativa all'amico Odasso - lo ha detto lei stesso - è un'amarezza che l'attanaglia.
Almeno su questo lei deve dare una risposta ai piemontesi, alla Città di Torino, a tutto il Piemonte e non all'opposizione.
Gli incarichi assessorili devono essere rivisti alla prova dei fatti.
Alcuni Assessori si sono dimostrati incapaci, ne cito alcuni, anche se lo hanno già ripetuto i miei colleghi.
Dell'Assessore alla sanità ne abbiamo già parlato. Poi c'è la scarsa qualità dei servizi, il deficit pauroso, gli scandali vari delle consulenze e le tangenti che stiamo discutendo rispetto al fatto Odasso. Non credo sia il caso di aggiungere altro.
Continuando sugli Assessori, qualche parola si può anche aggiungere sull'Assessore al bilancio e patrimonio. Anche qui la situazione è piuttosto grave. Per il secondo anno consecutivo siamo senza bilancio.
L'Assessore non è stato in grado di presentarlo, quindi siamo di nuovo all'esercizio provvisorio, ma questo non ha impedito che si trovassero i tempi e i modi per gravare sulle tasche dei cittadini piemontesi con l'aumento dell'IRPEF, sempre per risanare il buco della sanità.
Anche in questo Assessorato la correttezza e la trasparenza, che lei dice essere suo agire politico, non sembrano essere i principi ispiratori dell'agire amministrativo. Infatti, abbiamo chiesto, come annunciato dal collega Placido, una Commissione d'inchiesta. Spero che lei su questo ci dia una risposta positiva senza blindarsi di nuovo con la sua maggioranza.
Vicende come quella del Global Service e della ristrutturazione degli uffici della Giunta dimostrano l'agire di questo Assessorato.
Se poi esaminiamo l'operato di tutta una serie di manager e dirigenti indicati più per loro appartenenza e affidabilità politica che per loro acclamata capacità professionale o addirittura morale, possiamo davvero definire disastroso il suo bilancio politico.
In questo anno e mezzo abbiamo assistito a quasi tutto il possibile di quello che potevate fare nelle vostre dichiarazioni. "I manager dell'ASL che non riusciranno a raggiungere il pareggio di bilancio saranno licenziati", annunciavate. Così tuonava sia lei, Presidente, che il suo Assessore alla sanità, salvo poi rendersi conto che non si potevano licenziare gli amici degli amici e, infatti, sono ancora lì al loro posto.
Un'altra vicenda riguarda il Direttore del Patrimonio Tecnico che dimentica di bandire la gara d'appalto per i lavori di ristrutturazione del palazzo. Ne abbiamo già discusso. Lei ha detto che avrebbe parlato con il Presidente Berlusconi, con il Presidente della Provincia, con il Sindaco con Castellani, però, ancora è lì, si annuncia, si sente, si legge che dovrebbe essere rimosso per una grave incapacità di gestire il patrimonio di allora, ma speriamo che questo non accada per quanto riguarda le Olimpiadi.
In nessuno di questi casi, gli Assessori hanno ritenuto di doversi assumere le responsabilità politiche.
Allora, dov'è il controllo politico della vostra Giunta, di lei Presidente Ghigo? Potrei continuare l'elenco con altri episodi che non possono che definirsi preoccupanti. Come si è verificato l'altro giorno: c'è stato un voto, il tentativo di nominare un condannato alla direzione dell'Agenzia delle Olimpiadi, di cui sono stato anche messo sotto processo, e l'aula ha votato l'insindacabilità. Ancora, in questi giorni si legge sui giornali di parlamentari del centrosinistra - mi rivolgo anche agli amici del centrosinistra - che parlano ancora di andare in deroga alla legge Merloni.



PRESIDENTE

Denuncerò in tutti i posti e da qualsiasi parte che questo non è accettabile. Le leggi e le regole vanno mantenute. Questo non vuol dire che, per esempio, per quanto riguarda la questione delle Olimpiadi, non si devono applicare le deroghe per quanto riguarda gli impianti più importanti, lo slittino, il bob, il trampolino di lancio e cos'altro quello va fatto, ma per il resto no. L'attenzione verso le questioni della legalità e della trasparenza non è mai troppa.
Una Commissione su questa vicenda va bene, ma cominci, caro Presidente Ghigo, a discutere veramente con sé stesso se l'Assessore Burzi, per quanto riguarda la questione del bilancio e la vicenda del Palazzo della Regione e l'Assessore D'Ambrosio possono mantenere nelle loro tasche le loro deleghe. Deve ritirarle, almeno questo deve farlo, visto che lei non si dimette: faccia almeno questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, credo che oggi sia una giornata che il Presidente Ghigo, se avesse potuto scegliere, non avrebbe voluto vivere: ha dovuto presentarsi in Consiglio e ammettere i propri errori, ha dovuto ammettere pubblicamente uno sbaglio dicendo che ha riposto la fiducia per due volte nella persona sbagliata.
Mi sembra di ricordare che nel giro di poco tempo sia la seconda volta che il Presidente Ghigo deve presentarsi in Consiglio regionale a riferire degli intoppi della sua Giunta.
Poco tempo fa abbiamo avuto una discussione su problemi riguardanti i lavori di ristrutturazione nel Palazzo della sua Giunta. Credo che questi scricchiolii un po' dovrebbero preoccupare il Presidente dei Presidenti.
Abbiamo anche sentito che il Presidente Ghigo ha costruito bene la sua linea per tirarsi fuori dalle responsabilità. Ci ha detto: il caso è isolato, ho nominato una persona che ha tradito la mia fiducia, mancano gli strumenti perché queste cose non possono emergere dai controlli, che oggi sono possibili, chiedendoci nuovi strumenti legislativi. Però, sentendo le parole del Presidente, vengono fuori altre domande. Ad esempio, perché solo adesso ci si rende conto che i controlli non sono possibili? Il cittadino piemontese può lecitamente chiedersi perché solo adesso il Presidente ci presenta questo problema? La sanità in Piemonte significa circa 11 mila miliardi all'anno e non è sicuramente un bilancio di lieve conto. Mi sembra grave accorgersi solo quando sorgono dei problemi che gli strumenti di controllo non sono sufficienti. Mi sembra un fatto gravissimo.
In più: se, per sua stessa ammissione, gli strumenti di controllo in questo momento non sono sufficienti, come può il Presidente essere sicuro che siamo di fronte ad un caso isolato? Come può essere sicuro che altri fatti di questo genere non stiano avvenendo mentre qui adesso noi stiamo parlando? Il problema è che lui stesso ha ammesso di non essere sicuro di poter avere sistemi e strumenti per controllare che ciò non avvenga. Ma il Presidente ci ha anche detto che l'aziendalizzazione delle ASL ha prodotto dei benefici. Si potrebbe quasi dire che questa affermazione sia pesantemente ironica, in quanto come si fa a dire che l'aziendalizzazione ha conseguito dei risultati proprio quando ne vediamo alcuni? Presidente, credo che non si possa negare che il caso Odasso sia una delle conseguenze dell'aziendalizzazione dello stesso processo e della stessa scelta che taglia i servizi ai cittadini, come dimostrano i crescenti tempi di attesa nelle liste per gli interventi in sanità. Queste questioni le conosciamo tutti e, allora, mentre l'aziendalizzazione crea questi problemi, il Presidente viene a dire che l'aziendalizzazione è una scelta corretta così come è stata gestita.
Il problema specifico nella vicenda Odasso propone anche altre considerazioni. Ad esempio, come possiamo essere sicuri che le assunzioni ovvero gli affidamenti di incarichi, siano fatti veramente in base alle competenze e non in base all'affinità politica delle persone? E ancora siamo sicuri che con questo sistema di nomine noi riusciamo a premiare veramente la capacità? Perché credo che tutti ci rendiamo conto che chi è più capace è meno corruttibile e meno disposto a fare giochi di tangenti.
Quindi, questo cala una pesante ombra sulle nomine nella sanità piemontese.
Vi è, inoltre, un altro discorso. La sanità - lo dicono i Direttori generali - è strutturata pesantemente sulla catena del comando, per cui il Presidente Ghigo nomina gli Assessori, il Presidente Ghigo nomina i Direttori. Questa catena del comando richiama, naturalmente, la responsabilità di chi effettua la nomina.
Il Presidente Ghigo dovrà anche dimostrare ai cittadini piemontesi che il sistema delle tangenti non ha avuto ricadute negative sui conti della sanità, perché nel momento in cui noi andiamo ad aumentare l'IRPEF per pagare i costi del buco della sanità sappiamo bene che il primo effetto che il sistema delle tangenti produce è quello della lievitazione dei prezzi e dei costi. Non possiamo neanche ignorare che beni e servizi - il Presidente e l'Assessore lo sanno bene - sono una delle quattro voci di maggior spesa per quanto riguarda la sanità piemontese. Beni e servizi, infatti, sono una delle quattro voci che contribuiscono a determinare il buco nella sanità piemontese.
E così, mentre abbiamo aumentato l'IRPEF, mentre si pensa di introdurre un ticket sul Pronto Soccorso, mentre si presenta un Piano sanitario che forzando le stesse norme legislative vigenti attribuisce poteri alla Giunta che non sono di competenza della Giunta, scavalcando e privando, difatti il Consiglio regionale di ogni possibile ruolo di controllo, il Presidente viene ad affermare in pubblico che non è in grado di controllare quello che avviene, non è in grado di controllare il comportamento di nomine importantissime quali quelle dei Direttori generali.
Di fronte all'intreccio di responsabilità del Presidente Ghigo, non solo nella nomina, ma anche nella gestione della sanità per via della catena diretta che esiste tra la nomina e la sua figura, penso che il Presidente Ghigo non possa semplicemente pensare di dire ai cittadini: "Mi sono sbagliato nella scelta". Questo è troppo semplicistico.
Insieme ad altri colleghi, ritengo che, oltre alle azioni che ha annunciato di voler fare, il Presidente Ghigo dovrebbe operare la scelta di rimettere il proprio mandato; dovrebbe fare la scelta di rinunciare al ruolo che ricopre per presentarsi agli elettori, i quali dovranno giudicare se è ammissibile o meno che un Presidente sbagli a tal punto, come lui stesso ha dovuto ammettere.
Vorrei concludere con un'annotazione sulla Magistratura. Mi sembra che le parole del Presidente Ghigo sulla Magistratura siano condivisibili.
Tuttavia, inviterei tutti ad allargare il ragionamento dal locale al generale, in questo senso: noi sappiamo che quello che stiamo vivendo è la migliore dimostrazione di ciò che noi intendiamo quando vogliamo difendere l'indipendenza della Magistratura come uno dei tre soggetti previsti dalla nostra Costituzione e credo, nello stesso tempo, che ci sia da riflettere bene prima di affrontare il tema della separazione delle carriere dei Magistrati. Su questo invito tutti a riflettere profondamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Presidente e colleghi, chi, come il sottoscritto, crede in una dimensione della politica non meramente mercantile, in una dimensione della vita che non può ridursi al mercato, allo scambio, al compromesso su tutto e su tutti, chi, come il sottoscritto, crede in una dimensione etica della vita che si riassume nel senso dell'onore, dei valori dell'onestà dell'amicizia, del rispetto della parola data, chi, come il sottoscritto credo in tutto questo, non può che essere, come lei, signor Presidente della Giunta, profondamente amareggiato per le vicende che vedono coinvolta la maggiore struttura ospedaliera della Regione.
Detto questo, desidero manifestare il mio apprezzamento per la decisione tempestiva del Presidente della Giunta e dell'intera Giunta di nominare un Commissario nella persona autorevole del prof. Guzzanti docente di fama internazionale, già Ministro della Repubblica italiana.
Desidero esprimere, Presidente, la mia personale solidarietà. Chi di noi, nella sua vita, non ha subìto delusioni, fiducie mal risposte amicizie tradite? E badi, Presidente Ghigo, che le vittime di queste delusioni sono sempre le persone oneste, difficilmente quelle disoneste.
Amarezza per l'accaduto quindi, ma mi sia consentito manifestare un certo senso di fastidio per la predica che viene rivolta alla Presidenza della Regione Piemonte da parte dei superstiti di quelle forze politiche annientate, di fatto, dalla stessa condotta di cui è indagato l'ex Direttore generale delle Molinette.
Desidero rivolgerle, caro Presidente, l'invito a non prestare il fianco all'azione di sciacallaggio operata dalla sinistra, molto spesso divisa al suo interno, incapace di proporre agli italiani un programma politico convincente - prova ne è che ha perso le elezioni nazionali e regionali dicevo, la invito a non prestare il fianco a questo sciacallaggio, a questa politica che ha scatenato nell'opinione pubblica il dubbio. La invito altresì, a respingere la richiesta di costituzione di una Commissione d'inchiesta sul caso Molinette o sull'Assessorato alla sanità, confermando piena fiducia nell'Assessore D'Ambrosio e nell'azione della Magistratura.
Per Alleanza Nazionale la questione morale ha rivestito in passato, e riveste tuttora, priorità assoluta. Pertanto, caro Presidente, sono per percorrere un'altra strada, quella che lei ha delineato nella sua relazione introduttiva, ovvero di fornire al governo regionale maggiori strumenti di controllo tramite il ricorso allo strumento legislativo.
Il Gruppo di Alleanza Nazionale chiede, quindi, al Presidente Ghigo di lasciare che la Magistratura svolga le proprie indagini. Contestualmente si dichiara favorevole alla costituzione, invece, di una Commissione di controllo, se il Presidente della Giunta lo riterrà, se la Giunta stessa lo riterrà opportuno, sulla regolarità degli atti amministrativi di tutti gli Assessorati della Regione Piemonte, quindi senza allarmismi, senza strumentalizzazioni e senza provocare nell'opinione pubblica disorientamento: decisione, questa, Presidente Ghigo, che costituirebbe un chiaro segnale di trasparenza e contribuirebbe a tranquillizzare l'opinione pubblica dei cittadini piemontesi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta e colleghi, oggi effettivamente per la nostra assemblea è una giornata triste; non è una vicenda grave solo per la maggioranza, ma è una vicenda che delegittima l'istituzione e, tra l'altro, favorisce la reazione al processo federalistico in corso.
Credo sentiate come, in modo trasversale, nella maggioranza e nelle opposizioni avanzi una reazione - scusate il gioco di parole - contro il processo federalistico. Già i mezzi di informazione hanno collocato opportunamente questa vicenda, che magari in epoche passate poteva apparire più circoscritta, come una vicenda che coinvolge la bontà del ruolo delle Regioni. E' un fatto, per questa ragione, doppiamente grave. Lo si è detto quando ci sono stati grandi scandali: c'è sempre una responsabilità oggettiva, non soggettiva, perché non si hanno ragioni di pensare ad un aspetto di dolo specifico. Ma il Presidente Ghigo, su questa vicenda, ha una responsabilità oggettiva perché non ha funzionato il meccanismo di controllo, un meccanismo che, pur con tutti i limiti, avrebbe dovuto, con un monitoraggio anche di basso profilo, rilevare qualcosa.
In questo lavoro di controllo è molto importante la verifica delle relazioni dei collegi sindacali, preposti al controllo contabile. Non so se ci sia una valutazione, da parte della Regione, sulle relazioni periodiche dei collegi sindacali, ma se non si tratta di una carenza di controlli perché il meccanismo, così com'è stato congegnato, poteva aggirarli, ho qualche dubbio che approfondite verifiche e controlli dei documenti dei collegi sindacali possano non dare qualche risultato. C'è un problema di sistema più complesso e questo è un aspetto ancora più grave. E' un sistema che non è rilevabile dai monitoraggi. Se così è, ci troviamo dinnanzi ad un aspetto molto preoccupante, perché si tratta, attraverso un meccanismo di cartelli o forme particolari, di un innalzamento medio generale di tutti i prezzi e di tutti i servizi. Gli aspetti degenerativi non pagano una singola prestazione degenerata, ma pagano il premio all'innalzamento generale dei prezzi. Questo, tra l'altro, in un momento in cui si parla del deficit della sanità e in cui si chiede alla comunità di intervenire con solidarietà, attraverso l'incremento fiscale e l'incremento strutturale di tutti i prezzi, per sanare i debiti della sanità. Se è questa la seconda ipotesi, è di una gravità estrema.
Il terzo aspetto è la carenza nelle normative. Solo alcuni giorni fa avete presentato un Piano sanitario a maglie larghe, con spazi indeterminati, di una gravità estrema. Se si vogliono controllare le situazioni, l'esecutivo sa che deve porre dei paletti, delle indicazioni degli orientamenti più stretti, sia in sede di attuazione, con i suoi strumenti tradizionali, sia nelle modalità con cui si lancia un piano.
Il caso delle consulenze, recentemente trattato, è un elemento che fa capire come non esista una piena volontà di agire in modo strutturale. La soluzione, colleghi, non è solo il problema di trovare un buon nome che ci garantisca. Quando sono stato in Senato, nella legislatura breve (1994/1996) Guzzanti era Ministro del Governo Dini, che io ho votato quindi non ho nulla da dire rispetto a questa persona, anche se ormai le età anagrafiche vanno avanti! E' certamente una persona di prestigio, ma non è nel nome che dobbiamo cercare una specifica e singola garanzia quanto nel livello di controllo che dobbiamo recuperare, che non è un controllo unicamente della Giunta - ed io ho evidenziato la contraddizione dei comportamenti di questa Giunta. Non occorre studiare unicamente i meccanismi legislativi di maggiore controllo da parte della Giunta, ma occorre realizzare un recupero di centralità del Consiglio, che viene non solo sui meccanismi di monitoraggio, ma su una serie di aspetti che destruttura l'attuale potere dei Direttori generali. Non lo destruttura a favore di una gestione dell'Assessore o degli uffici, lo destruttura perch ci sono alcuni aspetti che permettono, a monte, di poter evitare delle distorsioni. Nel caso specifico, colleghi, credo occorrano decisioni forti che siano capite dalla comunità, una comunità a cui si chiede un apporto ulteriore di risorse attraverso la crescita dell'IRPEF, una comunità che si sente colpita da questi eventi per le difficoltà di accesso alla sanità pur essendo la nostra sanità non in posizioni di retroguardia, valutate in termini relativi, ma che certamente presenta grossi limiti.
E' insufficiente, colleghi, superare il problema con qualche Commissione d'indagine. Questi sono "pannicelli" caldi, colleghi! Certo, le Commissioni le dobbiamo fare, ma oggi questa maggioranza deve essere in grado di indicare una risposta forte, che segni un meccanismo di rottura altrimenti tra alcuni mesi si va al collasso! Oggi dovete recuperare con un segno forte; non con qualche Commissione, che non si nega certamente a nessuno, ma occorre qualcosa di più forte! Voi avete la possibilità e la capacità di capire il senso di questa mia indicazione, altrimenti si rischia di arrivare con un successivo aggravamento della situazione fino all'inevitabile collasso. E' l'istituzione che alza le mani dinnanzi alla collettività, quindi oggi il segno deve essere di rottura, perché dopo sarebbe troppo tardi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Sinceramente non avevo intenzione di intervenire, poi, sentiti alcuni interventi della sinistra, è maturata in me la voglia di intervenire.
Una sinistra che passa Cassandra e forcaiola; una sinistra che, come al solito, cerca di strumentalizzare, cerca di usare fatti leggendoli con chiavi strane, con chiavi di dramma, con chiavi di tragedia, con chiavi politiche, laddove la politica non c'entra nulla.
Ho sentito parlare di "sistema tangenti". Ho sentito parlare di "tangentopoli". Ma dove? Ma quando? Qui siamo di fronte ad una tangente! Non un sistema di tangenti! Qui la Magistratura ha accertato un caso di tangenti! Non c'è Tangentopoli! Non c'è un sistema di tangenti. Se dite questo, siete ben oltre quelle che sono le risultanze processuali.
Avete parlato di responsabilità diretta, del Presidente della Giunta.
Ma dove? Ma quando responsabilità diretta? Il signor Luigi Odasso - che peraltro conosco da trent'anni, credo di essere quello che lo conosce da più tempo, perché siamo amici di famiglia fu nominato nella sanità regionale dal Presidente Brizio, allora Assessore Cucco, con la supervisione del Presidente del Gruppo DS, Luciano Marengo.
E' da allora che Luigi Odasso entrò nell'ambito della sanità regionale.
Poggiolini-Odasso! Una frase che è risuonata. Si tratta di un parallelo che non ha ragione di esistere, un parallelo inesistente.
Tra l'altro, Poggiolini era un importante dirigente di un Governo, a guida di un certo signor Amato, che, sicuramente appartiene ad uno schieramento politico diverso dal mio e diverso da quello del Presidente della Giunta. Perché non avete chiesto le dimissioni di Amato, perch Poggiolini rubava? Perché non le avete chieste? Qualcuno di voi era presente all'epoca nel palazzo.
Poggiolini-Amato. La nomina del Direttore Luigi Odasso è stata fatta dal Presidente Ghigo sulla base di efficienza, sulla base di capacità.
Persino i vostri uomini, nelle Molinette, hanno dichiarato sui giornali che Luigi Odasso è stato un manager capace. Mi pare che Salizzoni, altra persona difficilmente ascrivibile al centrodestra, abbia detto, nella giornata di ieri, che Luigi Odasso è stata persona capace.
Giolitti diceva che in politica si sceglie sulla capacità e non sull'onestà, perché l'onestà è data per scontata. Questo diceva Giolitti.
L'onestà il Presidente l'ha data per scontata. L'onestà è venuta meno. E' un episodio. In quante imprese, in quante imprese private l'imprenditore conferisce incarico di dirigente delle vendite a persona capace, poi scopre che il dirigente delle vendite ruba! L'imprenditore è forse per questo un incapace? No, licenzia il dirigente alle vendite. Cosa che il Presidente ha fatto nei tempi più brevi possibili, con un intervento fatto oggi in aula che io speravo, da piemontese, non da Consigliere regionale di Forza Italia, un intervento che non avrebbe dovuto aprire alcun dibattito, tanto era completo. Un intervento dove il Presidente ha detto: voglio che il Consiglio controlli; voglio ridare ruolo al Consiglio. Ma che cosa vogliamo di più? A fronte di questo, a fronte di un intervento che ha portato alla giusta dimensione un evento di cronaca nera, noi parliamo di Tangentopoli di sistemi tangenti, di Poggiolini, di responsabilità dirette e di dimissioni. Qui siamo alla barzelletta! Qui siamo alle barzellette di un'opposizione che è talmente povera talmente povera di idee, di posizione politica, che l'unica cosa che è riuscita a fare, anziché dibattere su come costituire la Commissione, su come lavorare in Commissione, su quali potrebbero essere gli strumenti di controllo che il Presidente ha detto di volere, è stato di chiedere le dimissioni del Presidente. Poi ha tirato fuori un po' di tutto. La marmellata quando la si fa, si fa a frutti misti, allora ha chiesto le dimissioni anche di qualche altro Assessore! Mi aspettavo, invece, un dibattito al massimo su come costituire la Commissione. Ancora una volta, la sinistra ha perso un'occasione, andando a ricoprire un ruolo di Cassandra e di forcaiola che, purtroppo, gli è proprio. Peraltro, con pochissima memoria storica.
Voi sapete che tra me e il Presidente non c'è tutto questo "feeling".
E' vero, in politica esistono anche delle differenze interne ai Partiti però devo dire che oggi l'intervento del Presidente Ghigo, non solo mi ha convinto, ma non pensavo neppure che fosse di questa portata.
Pertanto, sono pronto a seguire quello che è il derivato, ovvio dell'intervento che ha svolto prima il Presidente Ghigo.
Termino l'intervento invitando la sinistra, che se il fatto è grave...



(Voce dai banchi dell'opposizione: "E' inaudito!")



MARENGO Pierluigi

Inaudito mi sembra esagerato.
Quando quelli della Uno bianca andavano ad uccidere, in giro per Bologna, nessuno si è sognato di chiedere lo scioglimento del Corpo della Polizia di Stato! Mi sembra che si stia esagerando! In questa logica, chiedo alla sinistra di essere partecipe in un percorso di ricerca di meccanismi per controllare che questi fatti, di "cronaca nera" e non di "sistema tangenti", non abbiano a ripetersi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

In effetti si sta esagerando, collega Marengo, nel dover dimostrare a tutti costi che si è difensori e sostenitori, forse per evidenti problemi interni di Forza Italia...
Venendo all'intervento del Presidente Ghigo di questa mattina, tu Marengo, parlavi di stupore. Sì, stupore c'è stato anche da parte di molti noi, anche da parte mia. Mi ha stupito cogliere, come dire, un po' tronfio un po' di arroganza, un'eccessiva fierezza.
Vedi, Presidente Enzo Ghigo, oggi tu ci hai detto che si possono costituire le Commissioni, che si può fare tutto quello che vogliamo. Pu darsi, ma così non è stato venti giorni fa quando si poneva la questione di una Commissione sulle consulenze. La risposta è stata che non c'erano le condizioni per procedere, ma oggi ci viene detto che si può costituire la Commissione. Così come non c'è stata la Commissione su Odasso. Non è vero ciò che è stato dichiarato ai giornali che non ci sono mai stati segnali in tal senso. Non è vero. E' dal 1998 che segnali in tal senso vengono posti.
Ricordo che venne chiesta una Commissione apposita sugli appalti delle Molinette: in occasione degli appalti sugli ascensori, degli appalti sugli impianti elettrici, degli appalti sugli impianti idraulici, degli appalti sui gabinetti (compreso il mega bagno fatto rifare tre volte nell'ufficio del Direttore Odasso): quella Commissione ci venne negata.
Presidente Ghigo, mai, come in questo caso, l'opposizione è stata di aiuto a questo Consiglio e a te stesso, Presidente della Giunta, nel dirti in epoche non sospette: attenzione, non ci sono le condizioni perchè questo signore abbia quell'incarico, c'è una serie di segnali che vengono dall'interno e dall'esterno. Siamo stati inibiti e impediti nell'esercizio di una nostra funzione democratica.
Sono responsabilità istituzionali pesanti, gravi, anche perchè era il manager pubblico della prima Azienda ospedaliera del Piemonte, era il manager pubblico della terza Azienda ospedaliera d'Italia. Stiamo subendo un danno enorme, altro che "balle", Consigliere Marengo! Non stiamo ingigantendo, anzi, dovremmo fare molto di più come centrosinistra, come opposizione perché è un danno gravissimo quello che il Piemonte sta subendo. Il manager della terza Azienda ospedaliera d'Italia viene "beccato" mentre nel suo ufficio riceve delle tangenti. Un uomo che voleva di più, questo è noto, un uomo al quale non bastavano i 300 milioni di stipendio, non bastavano gli 80 che sono stati recentemente regalati in aggiunta, non bastava il ruolo a possibile carica di onorevole, non bastava diventare il possibile Assessore D'Ambrosio di turno (era candidato a diventare tale). Questa era la persona di cui stiamo parlando.
All'inizio, quando venne nominato, ci fu una serie di osservazioni sulle pendenze in corso, ci fu detto che erano questioni banali, molto piccole, insieme all'elenco dei non requisiti (la forma è diversa dalla sostanza).
Enzo Ghigo, c'è un preoccupante intreccio tra politica e affari, e non ne siamo chiaramente contenti. Questa mattina ad alcuni Consiglieri dicevo come battuta: "Sono molto contenta di questo fatto", ma solo perchè sono diversi anni che denunciamo, c'è un dossier sulle Molinette che è preoccupante già solo a vedere il materiale che abbiamo messo assieme relativamente agli atti di due o tre Consiglieri di noi presenti nella precedente legislatura. Fa male che non ci sia la considerazione del caso quando si danno certi segnali. Questa considerazione non c'è perchè c'è intreccio tra politica e affari.
Un Revisore dei Conti aveva segnalato e scritto ripetutamente che i conti non quadravano, che c'era qualcosa che non andava, ed è stato dissolto da quell'incarico. Non è vero, quindi, che non ci fossero segnali: ci furono relazioni su relazioni da parte dei Revisori dei Conti, quindi segnali c'erano stati. E' una bugia che nessuno avesse mai avuto da ridire su questa persona, lo ripeto: l'abbiamo detto come opposizione, è stato detto all'esterno e all'interno ed è stato ribadito dai Revisori dei Conti della Regione Piemonte. C'era un rapporto di fiducia da parte di tutta la maggioranza, l'ho letto sui giornali, può darsi; adesso, ci sono parti della maggioranza che, ovviamente, devono svolgere il loro ruolo, ma scaricare su questa maggioranza scelte che riguardano scelte personali che sono state fatte, sbagliando, mi pare un'esagerazione. Ma questo compete a loro. Quello che mi dà più fastidio, Enzo Ghigo, è che mentre si chiedono soldi ai piemontesi - bada, soldi che vengono prelevati alla fonte perchè non c'è scelta, mentre ci sono i ticket che ci stanno piovendo sulla testa sul Pronto Soccorso e, prossimamente, sulle analisi e così via che non basteranno a sanare questo disavanzo - quel signore si permette di prendere 15 milioni più tutti quelli che ha preso diversamente. Denunciando pubblicamente che c'è una Tangentopoli nella sanità piemontese? Ma la sanità piemontese non merita questo! Era una sanità che ha fatto storia in Italia, Enzo Ghigo! Ma prima del 1995. Adesso sarà la sanità che farà storia perchè torna ad essere la Tangentopoli d'Italia in sanità.
Questo ci fa male, perchè ciò che mi interessa, prima degli articoli sui giornali - con tutta l'amicizia e il rispetto che ho per il lavoro dei giornalisti - e che voi sottovalutate, è l'etica, la morale, il fatto istituzionale, perchè siamo l'istituzione. A me interessa distinguere tra le persone, quelle per bene - prima della strategia politica, prima delle altre questioni - le persone che fanno le scelte per bene, che cercano di fare delle scelte oneste. A me interessa ancora. Spero di trovarne altre disponibili.
Intreccio tra politica e affari, Patto del buon governo: è stata una scelta che tu, Ghigo, hai voluto e Odasso è stato uno dei grandi registi di tutta l'operazione su tutti quanti i manager della Regione Piemonte. Questo è quello che preoccupa, non è la mela marcia, non è un fatto isolato: quel Patto di buon governo ha dato il via ad una serie di questioni.
Questa mattina, Enzo Ghigo, hai detto che dobbiamo reagire, ma è il Presidente che ha fatto quella scelta che deve reagire: prendi una bella ramazza e dai una pulita. Tocca a te, perchè ti abbiamo detto che era una scelta sbagliata. Non ci hai creduto, potevamo ritrovarcelo come Assessore alla sanità.
E' l'Azienda che ha provocato 600 miliardi di disavanzo e gliene avete ripianati 350. E' lo stesso manager che ha lasciato un buco al Sant'Anna con appalti ancora in corso da chiudere, di 60 miliardi, e noi lo abbiamo detto e scritto. E' stata una scelta "ciucca", sbagliata, la conseguenza di quando c'è un intreccio tra politica e affari in modo così pesante. Non si tratta, purtroppo, di un fenomeno isolato: speriamo sia così.
Permettetemi una battuta su Guzzanti. Il signor Cravero lo mettiamo in pensione per raggiunti limiti di età: 72 anni. Guzzanti, 81 anni, viene chiamato a fare il salvatore della patria. A parte questo particolare anagrafico - ben venga che persone di quella età possano essere ancora utili - ma quali buchi viene a tappare? Viene a bloccare quali falle, in quattro mesi? Viene a dare un colpo d'ala per che cosa? Per accentrare e fare dei mega Global Service degli appalti? Viene a fare questa operazione? Per realizzare in pieno lo smantellamento della sanità pubblica piemontese? E' un'altra scelta sbagliata. Presidente, stai facendo del male ai piemontesi.



PRESIDENTE

Per gentilezza, Consigliera Suino, vorrei richiamarla sulla forma: in aula, normalmente, si dà del lei all'interlocutore. E' una consuetudine niente di più.



PRESIDENTE

SUINO Marisa (fuori microfono)



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, mi sono permessa senza accorgermene.



PRESIDENTE

D'accordo.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Molte cose sono già state dette, quindi, posso cercare di essere breve e di risparmiare tempo rispetto ai dieci minuti.
Credo che, effettivamente, le prime vittime di ciò che si sta verificando siano i cittadini piemontesi che sono stati beffati due volte.
Una prima volta sono stati beffati la scorsa settimana perché, a fronte di un sistema di gestione della sanità in cui c'erano inefficienze, di cui non sono responsabili, si sono trovati a dover pagare pesantemente con l'aumento delle tasse. Sono le prime vittime proprio per questo.
Poi sono stati beffati una seconda volta, perché quanto sta avvenendo è un attacco pesante alla sanità pubblica che, in qualche modo, viene svilita e sbeffeggiata davanti agli occhi della gente proprio da chi ce l'ha con la sanità pubblica e vuole favorirne un processo di svendita. Non mi stupisce che chi ha elaborato quel piano dimostri poi questo tipo di sensibilità verso il pubblico.
Credo che questo sia un ulteriore elemento di gravità.
Presidente, capisco il suo atteggiamento verso una persona di cui dice che aveva fiducia, ma credo che lui debba guardare le vere vittime: le vittime siamo noi, sono i cittadini piemontesi che pagano varie volte.
Inoltre, viene favorito un processo di svilimento e di svendita del sistema pubblico, magari dicendo che, poi, nel privato non ci saranno le tangenti perché saranno incorporate direttamente, non ci sarà più bisogno di un sistema tangentizio, si battezzeranno in modo diverso, diventeranno profitti e la questione sarà risolta, magari i manager avranno un premio sui profitti realizzati e la cosa si chiuderà. Questa è la seconda vittima.
E' per questo motivo e non per altro che siamo delusi dal discorso di questa mattina del Presidente della Giunta. Credo che il Presidente Ghigo non abbia assunto alcuna responsabilità. Ha dato dei giudizi verso altri e non si è assunto alcuna responsabilità.
In questo momento, non mi interessa entrare nel merito relativamente al fatto che, in qualche modo, il Presidente Ghigo possa essere coinvolto questo non lo penso. Non capisco l'intervento del Consigliere Valvo che adombrava questi atteggiamenti, miei o di altri, di tipo giustizialista. La Magistratura opererà e agirà; non penso a cose di questo genere. Però penso che se deve assumere delle responsabilità politiche, se le deve assumere senza essere denunciato da un giudice, ma dando le dimissioni, perché la responsabilità politica si paga con un atto politico preciso e non con un atto giudiziario.
Non ho l'abitudine di usare due pesi e due misure, a differenza di altri che, magari, qui, votano in un modo, poi, se sono all'opposizione votano esattamente l'opposto. Non ho questa abitudine. Quello che chiediamo è l'assunzione di responsabilità politica precisa del Presidente Ghigo.
Credo che sarebbe utile assumere tali responsabilità anche perch oltre alle ragioni specifiche che riguardano la sanità, abbiamo visto come non si possa parlare di un episodio isolato. Si possono interpretare altri fatti avvenuti nel passato alla luce di quanto avvenuto in altro modo, a dimostrazione del fatto che, forse, non si tratta di un episodio isolato e che, forse, ci sono altre persone che potrebbero essere coinvolte, quindi si trovano di fronte ad un bubbone un pochino più inquietante.
Proprio per questo motivo, proprio perché siamo in una Regione che, a fronte di questo, nel prossimo periodo, ma già attualmente, sta gestendo una mole enorme di appalti, credo che un atto di dimissioni da parte del Presidente, del Consiglio stesso e una reazione di indignazione, sarebbero un segnale forte verso i cittadini e di recupero di credibilità.
Non assumere gesti forti e scaricare su altri le proprie responsabilità credo che, invece, finirà inevitabilmente per creare un ulteriore discredito sulle istituzioni.
Per questo motivo, condivido gli interventi dei Consiglieri che mi hanno preceduto, che chiedevano un atto preciso da parte del Presidente.
Noi non possiamo sfiduciarlo, non gli abbiamo dato la fiducia e, quindi non possiamo toglierla, quello è un elemento voluto da chi ha legiferato in un determinato modo. Però rivolgo un invito formale ad assumere effettivamente le proprie responsabilità e a dare le dimissioni; credo che sarebbe un utile atto di questo Consiglio, se non lo sa fa il Presidente di "motu proprio".



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Non c'è alcun problema se il Presidente Ghigo vuole parlare o andare fuori, perché il mio intervento è diretto al Consiglio prima che al Presidente.
E' necessario che il Consiglio svolga un'attenta riflessione su quanto è successo e su quanto si sta verificando.
Intanto svolgo una considerazione primaria di carattere politico che devo fare quale Presidente del Gruppo che ho l'onore di presiedere.
L'appartenenza alla Casa delle Libertà all'interno del Consiglio regionale piemontese è un matrimonio di interessi e non un matrimonio d'amore.
Noi abbiamo un progetto, un progetto politico condiviso dalla Casa delle Libertà, e siamo presenti a sostegno della maggioranza e della Giunta in questo Consiglio regionale per portare a termine quello che è il nostro progetto, che si riassume in uno slogan che mi è molto caro: essere padroni a casa propria.
Quindi, è evidente che, in riferimento agli eventi odierni, possiamo e dobbiamo svolgere un'altra considerazione.
Un mio vezzo, che qualcuno della minoranza ha ripreso, riguarda la rigida separazione dei poteri. Il potere legislativo deve essere separato dall'esecutivo, che deve essere separato dal giudiziario. Gli affari che oggi ci occupano derivano dall'attuazione del potere esecutivo e, quindi nulla hanno a che vedere con questo Consiglio; sono problemi della Giunta che deve risolversi al suo interno, perché i problemi di amministrazione niente hanno a che vedere con l'attività del Consiglio.
Di più e di peggio: ricordo a tutti che il Regolamento di questo Consiglio prevede la possibilità del singolo Consigliere - di questo non continuerò mai abbastanza a lamentarmi - di bloccare l'azione del Consiglio stesso. Questo significa, e lo vediamo nei fatti, che, in buona sostanza qualsiasi scelta, anche quelle di carattere amministrativo, sono scelte mediate.
Ho sentito da parte della minoranza degli attacchi precisi, diretti e circostanziati, sul fatto che Odasso era un membro autorevole di Forza Italia che faceva adepti e tessere. Fermo restando che la trasparenza amministrativa "Mani pulite" è nata con l'intervento autorevole fatto da tanti anni fa da parte della Lega, voglio spiegare che se andiamo a fare un'analisi dei Direttori delle ASL noi non troveremo delle persone di partito e delle persone asettiche, ma all'interno delle ASL in Piemonte ci sono sempre delle persone di partito, perché se a nominarle sono stati dei soggetti politici hanno fatto delle nomine sulla base di considerazioni politiche.
Quando la Centrale del Latte è stata attaccata ed è stata chiusa dal Direttore dell'ASL di Alessandria, questo è stato fatto da un soggetto che appartiene ad un'area politica che, in questo caso, non è un'area politica della Giunta.
Per chiarezza, la chiusura di quella ASL ha creato dei danni seri certo, dal punto di vista del dolo, sono molto più gravi quelli di Odasso che quelli creati ad Alessandria da esponenti politici di altra parte, ma dal punto di vista economico certamente dalle tasche dei cittadini sono stati tolti più soldi ad Alessandria rispetto a Torino.
Dico questo perché è ora di finirla con le nomine senza controllo. Ha ragione il Presidente Ghigo quando dice che i Direttori delle ASL devono essere svincolati, e quindi possono muoversi come meglio ritengono per portare avanti la loro attività imprenditoriale.
Però avevamo ragione noi, aveva ragione la minoranza in quel momento quando ha chiesto la Commissione d'inchiesta, e avevamo ragione noi quando abbiamo chiesto "re melius perpensa", bisognerebbe riverificare la nostra posizione, ma non è questo il momento.
Dobbiamo solo dire una cosa: la cosa pubblica ha il dovere e il potere di verificare la gestione, che deve essere il più possibile immacolata.
Argomentazione non da poco è il fatto - qui mi rivolgo alla Giunta che abbiamo chiesto ai cittadini di intervenire per 400 miliardi per recuperare dei soldi che servivano per riappianare il bilancio. Ma è brutto esteticamente andare a cadere, a far verificare che forse questi soldi sono stati spesi male; quindi, non basta una Commissione d'inchiesta - amici dell'opposizione - non basta una Commissione che si limiti a stabilire se ci sono delle responsabilità e di chi. Anzi, credo che una Commissione di questo tipo sarebbe del tutto inutile. Perché? Perché dal punto di vista politico mi sembra che non ci sia il minimo dubbio che un manager nominato da un politico compie un certo fatto, che ormai è evidente sia di valenza delittuosa, e la responsabilità politica - e null'altro potrebbe essere accertato all'interno di una Commissione d'inchiesta - non può che ricadere su chi l'ha nominato.
Quindi, nessuno - e mi sembra neanche il Presidente Ghigo - si è nascosto su una responsabilità politica di questo tipo. Certo, gli si pu rimproverare la "culpa in eligendo", forse era meglio se stava un po' più attento nella scelta. Lui dice: "Ho scelto un amico, e poi se quello si è rivelato una persona non adeguata, non è colpa mia". Non lo so se è vero o meno, è capitato a tutti, è capitato anche a me di avere un amico che si è rivelato essere un pezzo di merlo. Però questa è un'argomentazione che non regge.
Quella è responsabilità specifica e responsabilità oggettiva, c'è la "culpa in eligendo"; però c'è un'altra colpa che bisognerebbe andare a verificare: la "culpa in vigilando". Avevano il potere il Presidente della Giunta e la Giunta di andare a vigilare su quello che stava succedendo? Forse no. Forse c'era solo lo spazio dei Sindaci; è uno spazio sufficiente o uno spazio esiguo? Secondo me, è uno spazio esiguo.
Noi sappiamo che le ASL sono delle aziende di intera proprietà regionale, quindi evidentemente la nomina e la revoca dipendono da fatti regionali, e siccome sono di intera proprietà regionale, la Regione deve attrezzarsi ad avere in mano degli strumenti che permettano il controllo.
Quindi, chiedo al Presidente Ghigo che non solo dia la sua disponibilità ad una Commissione d'inchiesta, che non può e non deve sostituire l'attività d'inchiesta fatta dalla Magistratura, ma bisogna che gli si dia il suo assenso e la Giunta deve dare la sua collaborazione all'istituzione di una Commissione, di uno strumento, di un organo che pensi all'istituzione di uno strumento che permetta il controllo. Ma non il controllo formale, perché noi siamo certi che sul controllo formale non troveremo assolutamente nulla. Non credo che ci siano degli appalti truccati che vengono fuori esaminando una mole enorme di documenti.
Credo che occorrerà questo meccanismo e che ci sia un sistema di controllo più incisivo.
Per questo, ho sollecitato il Presidente a predisporre uno strumento che sia comune alla maggioranza e alla minoranza, e che risolva questo problema.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Molte cose le hanno dette i colleghi che mi hanno preceduto, principalmente i colleghi dell'opposizione, ma anche alcuni colleghi della maggioranza. Che dire? Mi è parso che alcuni colleghi dell'opposizione siano in parte rimasti sorpresi da quello che definisco il senso di responsabilità nella preoccupazione di tutti colleghi dell'opposizione che sono intervenuti rispetto a quanto è successo.
Non ci troviamo di fronte ad un fatto normale; per certi versi, si pu dire che "tanto tuonò che piovve". Siamo di fronte alla cronaca di un arresto annunciato, perché le voci, le ripetute segnalazioni, erano note da mesi per chi abita a Torino, per chi ha una vita pubblica.
Quindi, è possibile che questa cronaca di un arresto annunciato, tutti questi "boatos", non siano mai arrivati all'orecchio del Presidente della Giunta, Enzo Ghigo? Io penso che siano arrivati, e che lo stesso Presidente Ghigo abbia ritenuto, come hanno affermato i colleghi che mi hanno preceduto, di riconfermare la fiducia all'ex Direttore generale delle Molinette. Ma chi è il Direttore generale delle Molinette?



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Colleghi, scusate, c'è un assembramento! E' ovvio che non si riescano a seguire gli interventi.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

C'è un po' di fibrillazione!



PRESIDENTE

Ho capito, però se si forma un capannello di dieci Consiglieri in aula è ovvio che i colleghi non riescano a parlare.
Prosegua pure, Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Almeno si sono spostati. Grazie.
Continuo, tanto a me interessa che rimanga agli atti. Se poi ascoltano anche i colleghi è meglio, ma l'importante è che il mio intervento rimanga agli atti.
Dicevo, chi è il Direttore generale delle Molinette? Io avevo scritto qui, prima della collega Suino che non voglio ripetere, l'uomo che avrebbe voluto farsi Assessore, l'uomo simbolo molto più dello stesso Assessore alla sanità piemontese e, per di più, l'uomo che era l'emblema di Forza Italia nella sanità - e Forza Italia è il partito di maggioranza relativa nella maggioranza in Consiglio regionale - che riscuoteva la fiducia ripetuta del Presidente della Giunta, Ghigo. E poi cosa scopriamo? Scopriamo che era, come si dice, "l'uomo del 10%": dalle piante alle attrezzature.
Noi abbiamo presentato richieste di Commissioni sulle Molinette interpellanze sulle piante messe eccezionalmente per la visita di un importante uomo politico, che adesso è il Presidente del Consiglio l'ultima (perché c'è veramente un numero elevato) sulla gestione delle lamentele sul servizio mensa. Lasciamo perdere gli ascensori, dove è già in corso un'indagine del Procuratore Guariniello (mille interruzioni in quattro mesi). Poi ci sono le sale operatorie, ci sono gli accordi e tutta questa montagna, Presidente Ghigo, che rischia di travolgerla, che si riconduceva alle Molinette, e lei ha riconfermato la fiducia a un dirigente che veniva indicato come il responsabile di tutta questa situazione.
Questo fatto non è successo in un normale poliambulatorio di qualche quartiere della periferia di Torino, o di un piccolo Comune delle province piemontesi: è successo nel luogo simbolo della sanità piemontese, nel terzo ospedale d'Italia. Noi, siccome mi piace la simbologia, passiamo da un simbolo all'altro - il mio è un breve intervento, perché tante cose sono state già dette - perché recentemente ci siamo occupati di un altro simbolo che la riguarda, Presidente Ghigo, e riguarda tutti i piemontesi: il simbolo della gestione politica e amministrativa in Piemonte, il Palazzo della Giunta di Piazza Castello n. 165, al di là dei tesseramenti impropri che in qualche modo qualcuno - qualcuno, in questo caso n.d.r. (non sono parole mie) - voglia far rientrare anche nell'operato e nelle necessità del dirigente in questione. Un altro luogo simbolo è stato portato all'attenzione del Consiglio e anche su questo abbiamo chiesto una Commissione d'inchiesta consiliare, come da Regolamento, e stiamo aspettando la risposta. L'abbiamo sollecitata più volte. Vi è stato anche un interessamento della Magistratura. Aspettiamo fiduciosi che tutto faccia il suo corso.
Si parla del luogo simbolo della sanità piemontese, in cui vi era un uomo di sua fiducia, completa e assoluta. E nonostante tutti i "boatos", le voci, le notizie, le interpellanze, gli articoli di giornali e le indagini della Magistratura sugli ascensori, lei ha riconfermato, in modo apprezzabile, la fiducia ad un suo amico che oggi dice che era mal riposta.
Ci troviamo di fronte due simboli non normali che vengono toccati a brevissima distanza l'uno dall'altro.
Allora, Presidente Ghigo, bisogna fare attenzione perché insieme ai simboli a volte vengono travolte anche le persone. La cosa che traspare - e voglio terminare su questo aspetto - è l'intreccio chiaro ed evidente di politica e affari. Non ci troviamo di fronte solo alla malasanità, ma ci troviamo di fronte al malaffare. Questo è l'aspetto che, a mio parere dovrebbe preoccuparci di più: l'intreccio che si va delineando tra politica e affari.
Vorrei ritornare all'inizio di questa legislatura - penso che i colleghi lo ricorderanno - quando un noto esponente politico del partito di maggioranza relativa in Consiglio denunciò, presso gli organi di stampa dopo le spese notevoli e folli di questa campagna elettorale, il pericolo del malaffare intrecciato alla politica. Io penso - ma questa è un'opinione personale e non più una nota del redattore - che noi, in questo caso, forse ci troviamo in presenza di un evidente intreccio tra politica e affari.
Termino, Presidente, ripetendo quello che ho detto prima: non solo i simboli vengono travolti, ma anche le persone. Presidente Ghigo, faccia attenzione, perché lei rischia di essere travolto da queste situazioni. Non da questa, ma da queste situazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Presidente, vorrei non dico cantare fuori dal coro, ma fare un intervento diverso da quelli che ho sentito finora. Per carità, rispetto le opinioni altrui, ci mancherebbe! L'opposizione ha manifestato il suo dissenso. Giustamente ha, dal suo punto di vista, strumentalizzato una situazione che era, per l'opposizione, favorevole. Sono opinioni per me da ascoltare, ovviamente non da condividere. Non le condivido sia nella forma che nel merito.
Sono contento che ci sia il Presidente Ghigo, perché ho ascoltato con molta attenzione il suo intervento. Devo dire che ho avuto modo di ascoltare anche gli altri interventi, ma ho cercato di vedere, nelle parole del Presidente, qual era la reale interpretazione della vicenda.
Ci sono due aspetti che dobbiamo toccare: la vicenda di Odasso uomo e la vicenda di Odasso Direttore generale del più grande ospedale del Piemonte. Queste sono due lezioni che mi ha insegnato la politica probabilmente, la politica della Prima Repubblica, non della Seconda - che non possono andare divise o, comunque, non possono andare divise più di tanto, perché la persona è la stessa.
Non voglio ripetere quanto è già stato detto e che, forse, da parte di un'aula come questa, è giusto ribadire. Non possiamo fare altro che avere la massima fiducia nella Magistratura, questo è evidente. Personalmente, ho fiducia nella Magistratura e mi pare che tutti abbiano manifestato la stessa posizione. Tuttavia, dobbiamo essere molto attenti a quelle che saranno le ripercussioni sui cittadini a causa di questi avvenimenti.
C'è un aspetto delicato che è dato dall'immagine della nostra Regione che viene in qualche modo scalfita. Dobbiamo stare molto attenti: lo diceva molto bene il dottor Salizzone nell'intervento registrato su La Stampa di oggi, affinché non siano bloccati alcuni lavori progettati, e, in qualche modo, non ci sia solamente, da domani in avanti, l'ordinaria amministrazione.
Sono convinto che il Presidente Ghigo e la sua Giunta abbiano compiuto un atto estremamente giusto nel nominare un personaggio come l'ex Ministro Guzzanti. E' sicuramente un segnale forte nei confronti non solo dell'Ospedale Molinette, ma anche nei confronti del Piemonte e nei confronti di tutto il Paese che ha vissuto questa notizia a livello nazionale, immaginiamo in quale modo.
Voglio toccare l'aspetto di Odasso uomo, che è già stato toccato dal Consigliere Marengo, prima di me. Il dottor Salizzoni dice: "Medici e infermieri che fino a ieri erano legatissimi a Odasso, adesso si scatenano contro. Vedo gente che appende volantini vergognosi". E' facile, è molto facile, dopo che succedono queste vicende, improvvisamente disconoscere quelli che fino a ieri erano gli amici. Penso di non aver mai nascosto le mie critiche, non certo personali, ma quelle del Gruppo consiliare a cui appartengo, nei confronti di una certa gestione della sanità pubblica, in molte ASL, compresa quella delle Molinette. Cose che ho detto in quest'aula, cose che sono apparse sui quotidiani e quindi mi pare di non dover ribadire, oggi, posizioni prese anche recentemente.
Voglio ricordare la posizione del nostro Gruppo consiliare dopo l'incontro di maggioranza di Oropa, in cui alcune indicazioni e alcuni segnali in questa direzione erano stati dati con estrema precisione. C'è però questo aspetto che vorrei, in qualche modo, toccare, confidando sulla serietà - ripeto - e sulla piena fiducia nella Magistratura.
Ripeto parole, non certo mie, ma che condivido. Qualcuno che gli è stato vicino ha detto: "Ho l'impressione che qui ci siano persone che pensano o festeggiano troppo per il Direttore finito in galera e pensano poco alle conseguenze". Sono questi gli aspetti pericolosi di qualcuno che oggi, anche all'interno di quest'aula, gioisce delle disgrazie altrui.
Questo è l'aspetto che non mi sento di condividere come uomo e come parte politica. Voglio che sia testimoniato in quest'aula e che rimanga a verbale in modo estremamente chiaro.
Salizzoni (che non è certo vicino alle mie idee politiche - sappiamo da che parte sta il professore - esponente di rispetto, rispettabile e che apprezzo per la sua coerenza a differenza di molti altri che, in questo settore, sono passati da una posizione all'altra a seconda del cambiamento delle maggioranze) dice: "Stiamo attenti a non buttare l'acqua sporca insieme al bambino". Vorrei che, oggi, in quest'aula venisse fuori una posizione che deve necessariamente vedere noi, Consiglio regionale controllare sempre in modo più attento. Solo qualche giorno fa abbiamo dovuto applicare un'addizionale IRPEF, nostro malgrado, per cercare di ripianare una situazione difficile, in particolare nel settore della sanità. Noi, dicevo, abbiamo il doppio dovere di controllare che i soldi siano spesi nel modo corretto.
Su questo condivido la posizione della maggioranza, condivido quella che potrà essere la proposta che emergerà da quest'aula, e mi auguro, come si augurava il Presidente Ghigo, che questa posizione possa coinvolgere tutto il Consiglio.
Concludendo, penso che non sia sbagliato fare un appello e dire che, in fondo, oggi, il modo di interpretare la politica può essere ancora fatto correttamente. Ritengo che in quest'aula, fino adesso, ne abbiamo dato prova.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Grazie, Presidente. Tanto per stare in tema di "privacy", ci siamo accorti che sia il Consigliere Marengo che il Consigliere Scanderebech soffrono di sindrome di Stoccolma! Tanto per dirlo! Il sottoscritto prende la parola per ribadire la sua adesione all'ordine del giorno che sarà presentato dal Gruppo DS a cui ha accennato poco fa, illustrandolo, la Consigliera Manica.
Nell'attuale organizzazione delle Aziende sanitarie, la responsabilità dei Direttori generali è centrale, in tutti i suoi aspetti. In molte occasioni, abbiamo denunciato lo strapotere di tali figure e l'abbassamento dei livelli di democrazia. I Direttori regionali sono emanazione del potere politico che non sempre sceglie seguendo il criterio della meritocrazia bensì quello dell'appartenenza politica, della simpatia e dell'amicizia.
Il criterio di fiducia tanto sottolineato passa spesso attraverso queste variabili. A loro volta, i Direttori generali, faranno allineare sulle loro posizioni politiche i Primari, le alte cariche amministrative delle Aziende, insomma, le persone che più contano, ma anche le altre leve che contano poi nei momenti delle campagne elettorali.
Questo, purtroppo, è diventato un fatto culturale.
Tutto questo diventa questione molto grave, specie quando subentrano accadono e si sommano fatti come quelli a carico del Direttore generale delle Molinette.
Lei, Presidente, ha ammesso la sua responsabilità politica nella designazione del Direttore generale delle Molinette, esprimendo tutta la sua delusione e amarezza in quanto questo personaggio ha tradito la sua fiducia. Questo le fa onore, non poteva essere diversamente. Mentre a tanti altri Consiglieri della maggioranza, che hanno voluto essere più realisti del Re, mi sembra che non si possa dire altrettanto.
Però tutto questo non basta. Spero che con la nuova aziendalizzazione lei scelga veramente i Direttori generali con i criteri giusti e che si ponga a disposizione del Consiglio regionale, assieme alla maggioranza affinché si trovino i sistemi di controllo più idonei per un funzionamento efficace e trasparente delle strutture sanitarie. Controllo che oggi purtroppo, non c'è o, meglio, non funziona molto.
Per questa vicenda reputo indispensabile costituirsi parte civile da parte dalla Regione. Qui ci troviamo nel penale, non solo nel civile o nell'amministrativo. Noi ci troviamo, credo, di fronte ad un'azione compiuta da un mariuolo.
E' la Magistratura che deve indagare. Certe operazioni, certi comportamenti possono realizzarsi solo in collaborazione con più attori per non dire soci, presupponendo quasi un'organizzazione malavitosa.
L'intervento del potere politico per favorire il successo dell'azione della Magistratura deve essere totale, onde estirpare qualsiasi radice e non solo colpire una sola persona, pur con tutte le sue colpe.
Contestualmente, a tal fine, è necessaria la costituzione di una Commissione d'indagine. Mi consenta, signor Presidente e signor Assessore alla sanità, a questo punto serve rivolgere uno sguardo a tutte le altre Aziende sanitarie a scopo preventivo.
Sbagliare è umano, perseverare è diabolico.



PRESIDENTE

Ho ancora iscritti ad intervenire i Consiglieri Ronzani, Riggio e Cattaneo.
Il Consigliere Marcenaro si iscrive ora: interverrà prima del Consigliere Cattaneo.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

La prego, Presidente, di seguire l'ordine di iscrizione.



PRESIDENTE

Ho cercato di seguire l'alternanza degli interventi, Consigliere Marcenaro, ma non ci sono riuscito. Il Consigliere Cattaneo, per prassi interviene per ultimo, perché mi ha chiesto di intervenire per ultimo, come Capogruppo del Gruppo della maggioranza relativa.
Sono sempre state queste le regole, Consigliere Marcenaro. Cerco di gestire al meglio l'ordine dei lavori, ma voi non sempre mi aiutate.
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, colleghi, io, come molti di voi, ho provato, di fronte alla notizia apparsa in questi giorni sui quotidiani, due sentimenti: un sentimento di angoscia e un sentimento di rabbia.
Il sentimento di angoscia nasce dalla preoccupazione di essere ripiombati, di punto in bianco, in una situazione che molti di noi hanno conosciuto negli anni '90. Quella notizia poteva, o può far pensare, a quell'eventualità. Un sentimento, però, anche di rabbia perché ho avuto, e ho tuttora, la preoccupazione di essere in presenza di fenomeni, di atti e di fatti che in qualche modo ripropongono un non risolto problema del ruolo e della funzione della politica.
Oggi, però, cari colleghi - questa è la prima considerazione che voglio fare - noi dovremmo trarre una prima conclusione: di fronte a vicende come queste era giusto che una parte di questo Consiglio regionale, nei giorni scorsi e nei mesi scorsi, sostenesse, per esempio, l'esigenza di avviare su talune questioni, un accertamento e un'indagine.
Ricordo come il Consiglio si divise sul problema dell'inchiesta sulla sanità. Oggi il collega Brigandì sostiene che era giusto andare in quella direzione. Constato che noi non andammo in quella direzione. Il fatto che non andammo in quella direzione oggi pone un problema, non soltanto perch conferma la giustezza di quella posizione, ma fa emergere la grave responsabilità che si è assunta, in quell'occasione, la maggioranza assumendo un atteggiamento di preclusione verso quella proposta.
Colleghi, oggi possiamo convenire che non si è trattato di un'invenzione, ma di un'esigenza, di una sacrosanta esigenza che allora veniva posta, in quanto se avessimo convenuto di promuovere quell'inchiesta noi avremmo fatto, probabilmente, come Consiglio, un passo avanti: ci saremmo dotati di uno strumento per scandagliare e indagare una situazione.
Caro collega Marengo - non so se sia presente in aula - non entro nel merito della discussione che lei ha fatto oggi pomeriggio. E' un episodio particolare. E' un episodio che, invece, si configura con implicazioni più forti. Questo non è un problema del Consiglio regionale, nel senso che sono convinto che sarà la Magistratura ad accertare le dimensioni dell'episodio la sua gravità, se ha o avrà ramificazioni, se ha o avrà implicazioni, se è contiguo con la politica. Ma lei, Consigliere Marengo, non può rimproverare all'opposizione di avere tratto conclusioni sbagliate e, nello stesso tempo, dare una lettura di quella vicenda che, come dire, determina un giudizio che noi non dobbiamo dare in questo momento. Mi auguro - lo dico molto francamente - che sia un episodio isolato, ma non tocca né a me né a lei, Consigliere Marengo, deciderlo. Vicende come queste è bene che sia la Magistratura ad accertarle. Semmai, il nostro compito è quello di sollecitare un accertamento rapido delle responsabilità e delle implicazioni di quella vicenda.
Oggi, di fronte ad un fatto come quello, possiamo convenire su un punto, colleghi della maggioranza, ovvero che questo episodio conferma che anche qui è stato esagerato, nei mesi scorsi, svolgere un'azione di delegittimazione, di intimidazione - chiamiamola come vogliamo - della Magistratura, non vedendo che, probabilmente, era giusto che essa continuasse a svolgere quella funzione di accertamento dei fatti e della verità che questa vicenda particolare o generale ripropone.
Ricordo i nostri discorsi, colleghi. Ricordo i discorsi di chi, in questo Consiglio, tra le forze politiche, sosteneva che tutto fosse riconducibile ad una macchinazione, come se il problema non fosse quello di chi accerta le responsabilità, ma esattamente il contrario. C'era qualcuno che si inventava l'esistenza di fenomeni di corruzione o illeciti che hanno una configurazione sotto il profilo penale. Questo dobbiamo dirlo, da questo punto di vista è bene che tutti noi ci diamo una regolata. Il che significa guardare con grande rispetto l'attività che svolgono gli inquirenti e, soprattutto, porsi il problema di garantire il rispetto dell'autonomia di quel potere giudiziario. Troppe volte in questi mesi vi è stata un'invasione. Questo è un fatto negativo, tanto più alla luce di questi episodi, particolari o generali che siano.
Su questo punto, ho concluso. Una vicenda come questa mi riguarda, come Consigliere regionale, per le implicazioni che ha, ma non tocca a me emettere giudizi o fare indagini, c'è un potere che deve farlo. Quello è un altro ruolo, ed è questo che va esercitato in questa sede. Il mio ruolo è quello di capire se questa vicenda chiama in causa oppure no responsabilità della politica che in questa sede non hanno ancora un risvolto e un rilievo penale, perchè non tocca a noi deciderlo.
Credo, allora - è la terza considerazione che faccio - che la vicenda chiami in causa le responsabilità della politica, in particolare della Giunta e del Presidente della Giunta. Questo è il punto, Consigliere Marengo. In questo momento, non tocco l'aspetto relativo alle indagini, non mi riguarda, ma c'è una parte che ci riguarda, eccome. Riguarda il problema che la politica, di fronte a questa vicenda, ha dimostrato il proprio fallimento, indipendentemente dall'esito che avrà la vicenda sotto il profilo giudiziario.
Chi ha nominato i Direttori generali? Correggo il Consigliere Marengo perchè non è vero - premetto che per me la cosa ha poco significato - che il Direttore delle Molinette sia stato nominato della Giunta di centrosinistra. Non è vero! Questo lo possiamo sostenere, ma è sempre meglio essere documentati quando affrontiamo questioni complicate come questa. Non l'ha nominato la Giunta di centrosinistra. Ma il punto non è questo. Chi ha nominato quei Direttori generali? Errare è umano, tutti possono sbagliare, metto nel conto che qualcuno possa, attribuendo una responsabilità, commettere un errore di valutazione, un errore politico, di giudizio delle persone chiamate ad assolvere una certa funzione. "Errare è umano, ma perseverare è diabolico": questa è la seconda nomina che viene fatta. Se non ricordo male, il Direttore generale è stato nominato per la seconda volta dalla Giunta di centrodestra. Questo si configura come una responsabilità politica.
Domanda: è vero o non è vero - questo non lo so, dovrebbe essere accertato, dovrebbe saperlo chi svolge compiti di vigilanza - che i materiali della dialisi costavano, in quell'ospedale, circa il 7% in più? Se questo è avvenuto, perchè è avvenuto? La politica che vigilanza ha esercitato? Di fronte a quel fatto, che domanda si è posta? Quali controlli ha realizzato per verificare se era anomalo quel fatto oppure no? Questa è la nostra responsabilità. Di fronte a tutto questo non vi siete assunti chiaramente le vostre responsabilità, chiaramente parlo di responsabilità politiche e non del resto.
Non voglio dare giudizi, perché non mi interessa e non penso sia giusto. Tuttavia, penso che vada distinta la politica dalla giustizia: su questo, Consigliere Marengo, sono d'accordo con lei. Ma questo non significa rovesciare la frittata e non valutare i fatti per quelli che concretamente sono sul piano politico.
L'ultima considerazione si riferisce a come la vicenda si presenta agli occhi dei piemontesi. Penso che voi rappresentiate, di fronte ai piemontesi, con questa vicenda, l'immagine di una Giunta - parlo di politica - che ha fallito. Questo è il punto. Non parlo delle divisioni che ci saranno: leggendolo tra le righe, l'intervento del Consigliere Brigandì è stato una conferma. Questa vicenda consegna l'immagine di un fallimento perchè, nel momento in cui accertiamo l'esistenza, nella sanità pubblica per ragioni che vanno accertate, di comportamenti illeciti e gravi che provocano, nel Paese e nella gente, indignazione, nello stesso momento in cui si verifica questo, cosa capita? Che noi, che dovremmo governare la sanità piemontese, lo facciamo con due strumenti: il primo è quello dei tagli (tanto più odiosi in presenza di episodi come questo); secondo, il problema dell'addizionale (anch'essa tanto più ingiusta e grave in episodi come questo).
Ritengo che noi avremmo dovuto, oggi, in questo Consiglio, assumerci più chiaramente le nostre responsabilità e, soprattutto, farvi corrispondere comportamenti coerenti: questo, purtroppo, non è avvenuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Scanderebech per fatto personale, anche se non ne colgo il contenuto.



SCANDEREBECH Deodato

Mi viene spontaneo pensare cosa c'entri il Presidente Ghigo qualora decidesse di portare a casa un amico e dopo alcuni giorni lo scoprisse a letto con la moglie. Che colpa ha il Presidente Ghigo...



PRESIDENTE

Consiglieri, per cortesia, non siamo al bar. Va bene il fatto personale, ma negli interventi non si può dire esattamente di tutto, oppure riferire quello che si è sentito fuori dall'aula.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Chiedo scusa per non aver potuto, per motivi familiari, partecipare a gran parte del dibattito, ma ho sentito l'introduzione del Presidente della Giunta regionale relativamente a questi fatti. Ho trovato corretto e doveroso il fatto che non si sia sottratto a partecipare a questo Consiglio e abbia riferito in merito alla vicenda. Tuttavia, devo dire, con estrema sincerità, che l'intervento del Presidente è stato estremamente deludente.
Quando il Presidente della Giunta chiede di affrontare, con un colpo d'ala, una situazione veramente drammatica che, come giustamente sostiene butta un'ombra su tutto il Piemonte e le istituzioni piemontesi, in realtà non fa la parte che gli compete. Il Presidente non è uno dei muscoli di minor importanza dell'ala di questo Piemonte: è il Presidente della Giunta regionale e ha grandi responsabilità.
Qual è il percorso che indica il Presidente? Soprattutto, di fronte a un fatto di questo genere, l'on. Ghigo pensa di non avere alcuna responsabilità? Qualcuno dice: "Ha delle responsabilità perché lo ha nominato". Spesso lui dice: "E' mio potere farlo e lo faccio". Lo ha detto a proposito del Piano sanitario regionale in cui, illegalmente, si è assunto la responsabilità di chiedere una delega in bianco e ha detto: "E' mio potere farlo e lo faccio". Così come è stato suo potere, e lo ha fatto nominare dei fiduciari, e, tra questi, il Direttore Odasso. Questa è già una responsabilità. Però non è l'unica responsabilità del Presidente della Giunta regionale perchè, in ripetute occasioni, il Direttore Odasso è stato "portato" in Consiglio come esempio negativo di tutta una serie di fatti avvenuti. E' stata persino votata una Commissione d'inchiesta da parte della Giunta regionale. Commissione d'inchiesta che non mi risulta sia stata attivata.
Sono solo un medico di famiglia che tutti i giorni vede i guai che sta causando alla sanità piemontese. Lo vivono sulla loro pelle i miei assistiti che debbono subire tutta una serie di cose.
Le chiedo, Presidente: la Commissione d'inchiesta, che la Giunta doveva attivare e che è stata votata in questo Consiglio, è stata attivata oppure no? Quali sono le risultanze? Questa è la seconda responsabilità.
Lei, come capo della sua maggioranza, ha difeso ripetutamente l'operato di un Direttore generale che aveva lasciato l'Azienda Sant'Anna con 60 miliardi di deficit, che aveva causato uno dei deficit più gravi, anzi, il più grave in assoluto fra tutte le AS0. e le ASL del Piemonte. Lei ha difeso il signor Odasso quando non ha provveduto a rinominare il Revisore dei Conti: situazione molto oscura, in cui la vostra funzione di controllo doveva venire fuori. Ci sono, quindi, delle grosse responsabilità Presidente, per questioni di carattere politico, perché so qual è la vostra intenzione. La vostra intenzione, rispetto alla vicenda Odasso, è quella di fare in modo che venga circoscritta, circoscritta alla persona circoscritta all'Azienda Molinette, circoscritta nel tempo: più presto si chiude, meglio è.
Il guaio è che ci sono delle responsabilità politiche e di queste responsabilità politiche lei se ne deve fare carico. Da quando l'Assessore D'Ambrosio ha commissariato, vale a dire dal dicembre 1999, decidendo il Patto di buono governo, lei ha fatto un'operazione per cui i Direttori generali da che erano dei manager, delle persone che avevano una loro responsabilità, sono stati presi con il cappio al collo, e coloro che non aderivano al vostro progetto, coloro che erano dissenzienti, venivano richiamati.
Ci sono stati dei Direttori generali che hanno osato alzare la testa che hanno osato rilasciare dichiarazioni ai giornali, che sono stati richiamati, dicendo loro: "Avete famiglia".
Da quel momento, è incominciata una campagna sfrenata di tesseramento ai partiti di quella maggioranza, e i Direttori generali sono stati usati in campagna elettorale - e questo è dimostrabile con tutte le iniziative che avete avviato in campagna elettorale - per costruire, in modo pubblico e non pubblico, consenso e voto ai partiti di maggioranza.
Si è costruita una pericolosa commistione tra politica e gestione, tra politica e attività manageriale, e questa commistione è diventata molto pericolosa.
Lei non può dire: "Mi sento tradito da Odasso" e fare la parte della vergine che scopre all'improvviso di aver avuto un amico fedifrago. Lei non può fare la parte della "verginella", Presidente della Giunta regionale perché è lei che ha costruito questo meccanismo per cui i funzionari sono diventati la longa manus di una maggioranza e di un partito in molti casi.
Lei sta parlando di uno dei dirigenti di Forza Italia in Piemonte, uno che quando Rosso era ricoverato ed è venuto Berlusconi, ha provveduto a posizionare il televisore con repentina sostituzione del lavandino interno alla camera di degenza dov'era Rosso, a tinteggiare tutto il percorso effettuato dal rappresentante del Polo all'interno dell'ospedale, a oscurare tutte le vetrate che davano sui cantieri con lavori in corso, a posizionare piante ornamentali all'ingresso del nosocomio di Corso Bramante, a disporre l'effettuazione di straordinario nei confronti del personale medico, paramedico e di vigilanza; quel personale che non c'è e non c'è stato quando si è trattato di garantire l'autotrapianto a persone malate di leucemia! Lei non può fare finta di non conoscerlo e fare la "verginella"! Signor Presidente della Giunta regionale, in questi casi io ricordo una persona che era seduta qui davanti a me, e la sua poltrona adesso è occupata dal Consigliere Saitta. Questa persona in molte occasioni è stata protagonista dello "sbugiardamento" dei suoi collaboratori, collaboratori che lei ha puntualmente scaricato, dei diversi Assessori che lei ha sempre scaricato. Mi riferisco al compianto collega Cavaliere.
Il collega Cavaliere, talvolta, compiva dei gesti che non sempre approvavo, perché quest'aula merita sicuramente maggiore rispetto, e non apprezzo il fatto che si facciano dei gesti strani. Però, Presidente ripensando al suo "show" di circa venti giorni fa, in cui diceva che tutto va bene "Madama la Marchesa", "siamo riusciti perfino a diminuire il nostro deficit", e ricordando con quale sfacciataggine lei si è permesso di dire che i servizi sono rimasti uguali, addirittura sono migliorati e con quale sfacciataggine in campagna elettorale lei, Presidente della Giunta regionale, aveva detto che non c'era deficit per caricare adesso dell'aumento dell'IRPEF e del ticket sul Pronto Soccorso - e ne parleremo perché è una grande vigliaccata, mentre c'è qualcuno che ci guadagna sulla sanità piemontese - quindi a vedere con quale sfacciataggine lei dice le bugie, adesso che siamo in periodo natalizio, ricordando il collega Cavaliere, le faccio un regalo: un bel Pinocchio, che si merita e che si è meritato, signor Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

E' già stato detto da colleghi che mi hanno preceduto che oggi siamo in quest'aula tutti più tristi ed amareggiati per il fatto e per il contenuto del dibattito.
Credo anch'io che sia così e pertanto voglio attenermi a delle proposte, all'aspetto propositivo che nel suo intervento - intervento che abbiamo apprezzato per la tempestività - il Presidente Ghigo ha formulato nella mattinata.
Il Presidente ha sostanzialmente richiamato tre punti.
Il primo: il commissariamento come atto dovuto; il Commissario è persona di vasta esperienza e capacità comprovata e pertanto apprezziamo la tempestività del commissariamento.
Sui fatti specifici credo che dobbiamo tutti essere rispettosi del lavoro compiuto dalla Magistratura, e perciò lasciamo che sia la Magistratura a definire quelle che sono le responsabilità penali, e quindi personali.
Sempre andando sulle proposte in positivo, il Presidente ha rilevato che c'è oggettivamente una carenza nella normativa attuale di controlli quindi, noi siamo favorevoli affinché si intervenga nel senso di modificare, per quanto possibile, la normativa, introducendo delle forme di controllo sia attraverso il sistema della funzione di "auditing" interna sia attraverso strumenti che l'aula vorrà introdurre.
Il terzo aspetto è quello della Commissione d'inchiesta. Su questo noi, a condizione che tale Commissione non interferisca - come non vuole interferire - con il lavoro della Magistratura, siamo disponibili affinch venga costituita e ovviamente a farne parte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Signor Presidente, anch'io devo dire che ho trovato non convincente l'intervento con il quale questa mattina il Presidente della Regione ha aperto questa nostra discussione.
Vorrei dire, in premessa, che penso che possa capitare - sarebbe sbagliato non riconoscere un fatto del genere - di nominare una qualsiasi persona, avendo il massimo della fiducia in questa persona, la convinzione che risponda ai requisiti migliori richiesti, e che poi, all'atto pratico ci siano fatti che obbligano a cambiare tale convinzione. Ritengo che questo faccia parte di quanto normalmente può capitare, per quanto spiacevole possa essere.
Mi dispiace, Presidente Ghigo, ma io non credo che ci troviamo in questa situazione, che questo sia il punto della situazione che abbiamo di fronte. Se vogliamo aprire un confronto in cui ci sia un segno reale di assunzione della responsabilità, secondo me, non è possibile sottrarsi ad un'analisi politica dei fatti che abbiamo di fronte.
Non voglio parlare di analisi giudiziaria, che non mi compete, ma di analisi politica di quanto è capitato. Gli interventi svolti dai Consiglieri Manica e Saitta mettevano in evidenza il cuore della questione: su questo non abbiamo bisogno di indagini della Magistratura, su questo abbiamo una realtà che sta di fronte ai nostri occhi. Cioè, noi non siamo semplicemente di fronte alla figura di un manager pubblico, ma siamo di fronte all'emergere di una figura che, indubbiamente, ha un doppio ruolo: da un lato, è un manager pubblico, dall'altro, non saprei come definirlo, è un dirigente politico, in qualche modo, del partito di maggioranza relativa della nostra Regione e, paradossalmente, è un importante dirigente politico anche se non ha probabilmente alcuna carica formale. Si potrebbe definire in un altro modo, si potrebbe definire un grande collettore di consenso politico elettorale, non so se anche delle risorse finanziarie che sono necessarie. Questo fa parte delle cose che sappiamo senza bisogno di analizzare e di attendere i risultati della Magistratura. Questa è la figura di cui stiamo discutendo.
Questo punto richiama una discussione politica quale quella che i Consiglieri Saitta e Manica riproponevano. Noi veniamo da un'esperienza e da una storia del sistema politico italiano travagliata e, in qualche modo dobbiamo sapere che quello che oggi sta capitando - lei lo sa meglio di me pone ai cittadini non soltanto una questione che riguarda la sanità piemontese che, già di per sé, è un grandissimo problema. Oggi, normali cittadini si chiedono: ma è tornato davvero un sistema che pensavamo che fosse stato messo in crisi e superato? A questa domanda dobbiamo dare una risposta.
E' mio parere che qui ci sia un punto che, oltre alla sanità, riguarda anche altre questioni. Quando, in qualche modo, l'elemento di fedeltà politica e di fedeltà partitica diventa elemento fondamentale nella selezione dei manager, dei dirigenti, dei ruoli di gestione e quando si rompe in questo modo un principio di imparzialità dell'amministrazione, si apre una situazione nella quale, al di là delle buone o delle cattive volontà, si riapre un problema di queste dimensioni.
Penso che non siamo semplicemente di fronte ad un caso individuale, ma ad un caso significativo di una modalità di riorganizzazione del sistema politico piemontese. E penso che su questo punto si dovrebbe intervenire Presidente Ghigo, aprendo una discussione.
Dico di più: oggi, in questa Regione, questa questione riguarda il centrodestra. Naturalmente, mi chiedo e voglio chiedermi se sia una cosa che non interessa solo il centrodestra in questa Regione, in quanto si riapre un problema che riguarda coloro che in diverse posizioni hanno responsabilità di governo. Penso che sia giusto affrontarlo oggi in questa discussione e considerarlo un punto che, in qualche modo, ci impegniamo con la stessa coerenza a verificare altrove, perché non credo che sia un problema, ma questo è un punto molto rilevante.
Credo di non forzare la realtà quando dico che stiamo parlando di una personalità che aveva un doppio ruolo: il ruolo di manager pubblico e l'altrettanto importante e rilevante ruolo di "leadership" di fatto di un sistema politico che si andava riorganizzando. Questo è un problema sul quale noi aspettiamo una risposta per sapere se è questa la strada che si intende continuare a percorrere, che, ripeto, a mio parere, non riguarda solo la sanità piemontese, ma l'interpretazione di un sistema politico nel suo insieme, o se, oggi, non siamo nella condizione di dire ai cittadini che invece bisogna riprendere un cammino di separazione fra i compiti di direzione politica e quelli di gestione, di una scelta che rimetta in primo piano, per quanto riguarda i compiti e i ruoli di gestione, gli elementi di serietà, di professionalità e di competenza, e non le fedeltà politiche.
Questo punto che abbiamo di fronte - lo ripeto - è il centro del confronto della nostra discussione e lì sta il punto. E' un giudizio che noi oggi possiamo dare sulla base di una pura valutazione politica.
Lei, signor Presidente, ha detto che questo episodio non agevola. No l'episodio agevola. Cioè, il fatto che sia emerso quello che stava capitando ci agevola, ci aiuta. Quello che non agevolava era il fatto che questo processo fosse in atto e che questa situazione fosse in corso.
Quello che è capitato agevola. Dobbiamo ringraziare dei magistrati che nonostante un clima che non è del tutto favorevole alla loro iniziativa continuano a svolgere il loro dovere e, in qualche modo, cercano di garantire quel controllo di legalità che è condizione essenziale della loro funzione.
Per quanto riguarda l'ultima questione, evidentemente, nessuno di noi è così spregiudicato e sprovveduto da mettere in relazione i 15 milioni passati di mano in un ufficio delle Molinette e l'aumento delle imposte, il taglio dei servizi, l'annuncio dei ticket. Però, voi dovete considerare la coincidenza di questi due fatti. Tutto questo avviene nel momento in cui la sanità piemontese è di fronte a questa situazione, nella quale viene prospettata ai cittadini piemontesi una richiesta così forte di sacrifici creando una condizione inaccettabile.
Come ha detto la Consigliera Manica, penso anch'io che la scelta che avete fatto sul commissariamento dell'Ospedale Molinette, del quale naturalmente apprezzo la tempestività, si configuri sostanzialmente, anche qui, come una scelta di copertura. Mi dispiace che una persona come il prof. Guzzanti si presti ad un'operazione che non mi pare possa essere apprezzata.
In relazione al Piano della sanità che avete presentato, che del modello di gestione Molinette portava così profondamente il marchio, di cui il dottor Luigi Odasso è stato non colui che aveva la responsabilità formale dell'estensione, ma uno dei protagonisti della costruzione di quelle cose, noi pensiamo che fareste un atto saggio a ritirare quel Piano e a costruire una nuova e diversa proposta su altre basi e con un altro percorso di partecipazione e di formazione.
Queste erano le risposte che noi aspettavamo. Questa è l'evoluzione della discussione, per cui le posizioni che abbiamo sentito ci portano, in merito a questa situazione, ad un giudizio molto negativo sulle vostre responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta regionale e colleghi, oggi abbiamo affrontato un dibattito complesso e credo anche impegnato con il contributo di molti Consiglieri.
La relazione del Presidente Ghigo è stata completa ed estremamente esaustiva, tant'è che dalla stessa si è avviato un dibattito nel quale ci si è confrontati sul tema. I Consiglieri vi hanno fatto spesso riferimento.
Alcuni hanno criticato le posizioni o quanto detto dal Presidente, mentre altri vi si sono riconosciuti.
D'altronde, credo che la richiesta di dimissioni del Presidente Ghigo l'abbiamo sentita più volte sia per quanto riguarda il Presidente che gli Assessori - sia legittima e la minoranza può avanzarla. L'abbiamo ascoltata. Noi crediamo comunque che il Presidente Ghigo non debba dimettersi. Crediamo che il Presidente Ghigo debba rimanere al suo posto.
Per quanto ci riguarda il Presidente Ghigo ha la nostra fiducia. Non credo che al Presidente Ghigo possa essere, in qualche modo, ricondotta la responsabilità, ancorché politica, della disonestà di una singola persona.
E' stato detto: "Il Presidente Ghigo ha sbagliato". Il Presidente Ghigo, invece - questa credo che sia una posizione coraggiosa e comunque chiara - ha detto: "Ho scelto una persona". Questo, indubbiamente, è un caso deplorevole e una situazione gravissima, che noi condanniamo con forza.
Hanno ragione alcuni colleghi, anche se l'intervento del Presidente Marcenaro ha portato chiarezza e, in un certo senso, un elemento di interpretazione: questo caso si inquadra in un momento particolare ancorché non in relazione. Si inquadra nel momento in cui stiamo discutendo e ci stiamo confrontando sul Piano socio-sanitario che è stato adottato dalla Giunta regionale. E' stato chiesto alla Giunta regionale di ritirarlo, ma non credo che la Giunta regionale lo vorrà fare. E' stato assegnato in Commissione e pertanto, prima in Commissione e poi in Consiglio regionale, ci confronteremo.
E' stato detto, anche in modo scorretto a mio giudizio, da parte di un Consigliere regionale che mi ha preceduto - non ricordo quale, quindi non vorrei indicare un nome sbagliato dando adito a interventi per fatto personale - che illegittimamente il Presidente Ghigo si è tenuto per sé e per la Giunta una delega. No. Credo che non sia assolutamente un atto illegittimo. Potrà essere un atto criticabile e criticato dal punto di vista dell'opposizione. D'altra parte, ci confrontiamo anche sul ruolo della Giunta e del Consiglio da moltissimo tempo. L'atto, quindi l'assunzione di questo piano regionale da parte della Giunta alla proposizione al Consiglio e certamente i conseguenti provvedimenti che la Giunta farà dopo che il piano regionale sarà approvato, sarà un atto fortemente legittimo e pienamente legale, nei poteri del Presidente della Giunta regionale e nei poteri della Giunta regionale.
Dico che si inquadra in un momento delicato per la sanità piemontese.
Abbiamo fatto la scelta di governo, una scelta di cui ci siamo assunti la responsabilità di introdurre l'addizionale dell'IRPEF per fare fronte al deficit dell'anno 2001, anche per questo credo che il fatto sia ancora più grave e certamente più doloroso.
Le Molinette è il primo ospedale del Piemonte, il terzo d'Italia.
L'amarezza e la gravità sono, quindi, ancora più forti e più intense. Pi convinta deve essere, quindi, la condanna di questi fatti.
Il Presidente Ghigo ha nominato tempestivamente un Commissario. E' criticato dall'opposizione per avere scelto il prof. Guzzanti.
L'opposizione sollecitava addirittura la sospensione dei lavori d'aula nel giorno in cui abbiamo appreso in Consiglio regionale di questo fatto.
Voleva quasi la nomina, un atto della Giunta forte, lo stesso giorno. Credo che bene abbia fatto il Presidente Ghigo a nominare il Commissario; bene ha fatto a revocare il Direttore generale Luigi Odasso. Credo che abbia fatto bene a nominare il prof. Guzzanti, che non conosco, ma che ritengo, dalle informazioni che ho, persona di grande valore, di grande prestigio nazionale ed internazionale, una persona che ha ricoperto anche l'incarico di Ministro della Repubblica, con la delega specifica alla sanità. Quindi si tratta certamente di una persona adeguata a ricoprire quel ruolo, per dare una risposta anche all'importanza dell'Ospedale Molinette, primo del Piemonte e terzo d'Italia.
La vita delle Molinette deve andare avanti e soprattutto deve poter continuare subito, con eccellenza e piena operatività per garantire i bisogni, o, meglio, le risposte ai bisogni di salute dei cittadini piemontesi. Credo che con l'annunciato insediamento di domani questa garanzia sarà certamente mantenuta.
Il Presidente Ghigo, nella sua relazione, ha richiamato l'agire in autonomia dei Direttori generali, ha citato l'eccessiva centralizzazione delle ASL, definendola utile forse in un momento storico, ma ha anche ribadito la necessità - e in questo senso credo abbia richiamato l'attenzione del Consiglio regionale - di agire normativamente con un'azione legislativa atta a prevenire ed evitare i fenomeni di malcostume.
Condivido questa posizione; c'è stato un fenomeno grave, per quanto sappiamo dai giornali. Ritengo che dovremmo impegnarci su un percorso legislativo di revisione che, confrontandoci, ci porti ad approvare una legge che ottimizzi, favorisca e renda efficaci i controlli sugli atti e sulle attività delle ASL e delle AS0., la prevenzione delle condizioni di questi fatti e il potenziamento degli strumenti di vigilanza. Quindi l'iniziativa per l'istituzione di una Commissione ex art. 19 dello Statuto la guardiamo con grande attenzione.
La maggioranza farà una propria proposta. E' nostro convincimento che sia necessaria, anche richiamandoci ai valori di trasparenza, di pubblicità, alla questione morale, che certamente non è il patrimonio di qualcuno, ma di tutti, ed è patrimonio anche della forza politica che rappresentiamo in questo Consiglio regionale. La Commissione tuttavia, a nostro avviso, si dovrà occupare anche della revisione della legislazione regionale in materia di vigilanza e controllo sugli atti e le attività delle ASL e delle AS0. Dovrà pertanto procedere all'elaborazione e alla redazione di un proposta articolata e organica di revisione della normativa regionale in materia di sistemi di vigilanza e controllo sugli atti e le attività delle ASL e delle AS0., che risponda a determinati principi e determinati criteri, come il potenziamento degli strumenti di vigilanza, la valorizzazione della funzione di vigilanza e di controllo del Consiglio regionale. Ci confronteremo anche su questo. Molti, infatti, hanno affermato che questi Direttori generali sono molto potenti. Allora, noi rileviamo che rispetto ad una volta, in cui vi erano Comitati, grandi Consigli di amministrazione - non so come si chiamassero, posto che non c'ero - si diceva: "Mah, fermavano, creavano condizioni", tant'è che vi è stata, poi, una modifica della legge; è stato istituito, quindi, con una separatezza delle competenze, com'è stato detto prima, il ruolo dell'autonomia dell'Azienda e il Direttore generale, e in questo ruolo possiamo confrontarci anche per trovare, con una legge e quindi con una riforma e con una revisione, delle condizioni ottimali che evitino queste situazioni. L'osservanza, quindi, è il principio della trasparenza e della pubblicità, tenendo conto del criterio di snellezza dell'azione amministrativa.
Noi, naturalmente, con grande convinzione, diamo piena fiducia e abbiamo pieno rispetto del lavoro della Magistratura e delle Forze dell'Ordine.
E' stato chiesto al Presidente Ghigo che la Regione si costituisca parte civile. Noi condividiamo questa richiesta. Rimane il fatto che il Presidente Ghigo, nella sua relazione - forse il Consiglio regionale era disattento - lo aveva già preannunciato co me intendimento suo e della sua Giunta.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Sono pervenuti alla Presidenza alcuni documenti.
Al momento, sussistono due esigenze: la prima è di riunire la Conferenza dei Capigruppo per predisporre la votazione; la seconda è di sospendere brevemente la seduta per ragioni differenti.
Direi, pertanto, di convocare la Conferenza dei Capigruppo alle ore 17.00. Riprenderemo, quindi, con la votazione dei documenti.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.38)



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