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Dettaglio seduta n.171 del 18/12/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 15.08 il Vicepresidente Toselli comunica che è in corso l'assemblea della Giunta delle Elezioni, che per le ore 15.45 è convocata la Conferenza dei Capigruppo in Sala A e che pertanto la seduta avrà inizio alle ore 16.00)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 16.34)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Ferrero e Racchelli.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati - Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati - Sanita': argomenti non sopra specificati

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento al sollecito risposta alle interpellanze relative all'uso improprio degli uffici regionali, alla materia sanità e alla questione FIAT


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Grazie, Presidente.
Vorrei fare un intervento che, in parte, è simile a quello che ho già fatto questa mattina, per informare lei e i Consiglieri che vi è stata una prima riunione della Giunta delle Elezioni questo pomeriggio, peraltro con qualche difficoltà a raggiungere il numero legale.
E' importante ricordare che la Commissione è stata aggiornata a domani mattina alle ore 9.45. Sottolineo che si tratta di una riunione molto importante, in quanto è la prima riunione della Giunta delle Elezioni in applicazione della L.R. n. 32/01, ovvero sulla insindacabilità degli atti e dei voti dei Consiglieri. Pertanto, mi permetto di sollecitare l'attenzione dei Consiglieri, in particolare dei Commissari della Giunta delle Elezioni per domani mattina, alle ore 9.45.



PRESIDENTE

La ringrazio, perché è stato molto preciso nel suo intervento.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Presidente, sull'ordine dei lavori sono già intervenuto questa mattina lei era assente - per due questioni che intendo ripetere: mi scuseranno i colleghi che hanno già sentito, mentre sarà una novità per quelli che stamane erano assenti.
La prima questione riguarda l'interpellanza che noi abbiamo presentato insieme a colleghi di altri Gruppi rispetto a quello che noi abbiamo definito "uso improprio degli uffici regionali", a cui il Presidente della Giunta, on. Ghigo, si era impegnato a rispondere nella giornata di oggi.
Vorrei sapere se la cosa avverrà e, se avverrà, quando.
In secondo luogo, come le avevamo già anticipato la settimana scorsa quasi tutta l'opposizione, ai sensi dell'art. 19, lettera b), dello Statuto regionale, ha presentato una mozione per l'istituzione di una Commissione d'inchiesta regionale sull'Assessorato al patrimonio.



PRESIDENTE

Il Vicepresidente Toselli mi stava relazionando sulle stesse questioni non è che mi stavo occupando di altro.
Prosegua pure, Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Ringrazio il Vicepresidente Toselli, ma avrei piacere di dirglielo personalmente.
Come dicevo, ai sensi dell'art. 19, lettera b), dello Statuto regionale, quasi tutta l'opposizione ha presentato una mozione per la costituzione di una Commissione d'inchiesta regionale sull'Assessorato al patrimonio. Lo avevamo già anticipato la settimana scorsa. L'abbiamo presentata e anche nel merito gradiremmo avere delle informazioni. Grazie.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Ricordo che è appena terminata una riunione dei Capigruppo.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Il collega poco fa ha richiamato una parte della seduta di stamane, e non so se le consegne sono state date completamente.
Questa mattina, insieme ad altri colleghi della minoranza, avevo sollevato la necessità, attraverso un'interpellanza urgente che abbiamo presentato, di una comunicazione del Presidente della Giunta e dell'Assessore D'Ambrosio in ordine al fatto che è stata annunciata l'introduzione del ticket per il Pronto Soccorso e altresì in ordine al fatto che la Regione Piemonte, nel riparto nazionale del Fondo Sanitario per il 2002, ha circa 260 miliardi in meno rispetto a quelli indicati nel bilancio. Una comunicazione credo sia doverosa, per sapere innanzitutto se è vera la decisione del ticket e dove è stata presa.
Sarebbe utile saperlo in questi giorni, magari domani in occasione della discussione sull'esercizio provvisorio.



PRESIDENTE

Grazie del riassunto.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Scusi, Presidente, giacché siamo in questa fase di formazione dell'agenda, le ricordo che lei stesso aveva sollevato l'opportunità di avere una discussione-informazione prima di Natale sulla questione FIAT.
Sollecito, dunque, attenzione a tale riguardo nella programmazione del calendario dei nostri lavori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Intervengo brevissimamente per capire se la riunione dei Capigruppo ha ancora un senso.
L'invito che rivolgo, innanzitutto all'interno della maggioranza - per carità, non voglio assolutamente insegnare niente a nessuno, perché poi le osservazioni arrivano anche da parte nostra - è che i Consiglieri che non partecipano alla riunione dei Capigruppo segnalino le decisioni ai propri Capigruppo, in modo che all'interno della Conferenza riusciamo ad organizzare i lavori e non si intervenga più in aula perdendo del tempo dopo che siamo stati cinquanta minuti nell'altra sala per creare un'agenda dei lavori che andasse bene per tutti.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Angeleri, era un po' questo il senso del mio intervento.



ANGELERI Antonello

Infatti ho raccolto.



PRESIDENTE

Nel senso che ho convocato la riunione dei Capigruppo con l'obiettivo di almeno razionalizzare i lavori di oggi.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mi riallaccio alle parole del collega Angeleri anche per rendere noto ai colleghi che non hanno partecipato alla Conferenza dei Capigruppo - lo ripeto qui - che, a mio modo di vedere, sarebbe più saggio e prudente prevedere riunioni del Consiglio regionale sino alla fine di dicembre. L'ho detto ai Capigruppo, lo ripeto qui: secondo me, è un po' stupefacente...



(Il Consigliere Placido chiede la parola)



PRESIDENTE

Non dò più la parola a nessuno! Scusi, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Io dico che sull'ordine dei lavori...



PRESIDENTE

Abbiamo un o.d.g.!



CHIEZZI Giuseppe

Lo so, ma io - ripeto - ho proposto ai colleghi di continuare i Consigli regionali anche nei giorni 27, 28 dicembre e via dicendo.



PRESIDENTE

L'ha già detto alla riunione dei Capigruppo! Insomma, Consigliere Chiezzi, vogliamo iniziare con l'esame dei provvedimenti?



CHIEZZI Giuseppe

Siamo qui per questo.



PRESIDENTE

Allora, iniziamo con l'esame dei provvedimenti!



(Il Consigliere Placido insiste nel richiedere la parola)



PRESIDENTE

Consigliere Placido, lei ha già parlato.



PLACIDO Roberto

Dato che è stato fatto un riferimento personale, chiedo la parola per fatto personale.



PRESIDENTE

Le chiedo di aver pazienza, Consigliere Placido. Ho già preso nota della sua richiesta, abbia pazienza, io non le dò la parola se non esplica il fatto personale! Me lo esplichi!



PLACIDO Roberto

Grazie. E' evidente che per un Gruppo più numeroso può essere più complicato che per un Gruppo formato da un solo Consigliere, ma non è questo il problema. Presidente, questa mattina ho fatto le stesse richieste: pensavo, speravo, sarebbe naturale che le fosse riferito quanto un Consigliere richiede e che lei nella riunione dei Capigruppo fornisse delle informazioni.



CATTANEO Valerio

Presidente, che fatto personale è questo?



PLACIDO Roberto

La cosa non è avvenuta e, di conseguenza, mi sono trovato nella condizione di dover rifare la stessa cosa che ho fatto questa mattina.



ANGELERI Antonello

Ma hai un Capogruppo!



PLACIDO Roberto

Allora non hai capito! Se sei un po' ritardato non è colpa mia!



(Vibrate proteste da parte dei Consiglieri di maggioranza)



PRESIDENTE

Consigliere, si sieda! Basta, non do più la parola a nessuno! Riprendiamo con l'esame del provvedimento! Colleghi!



ANGELERI Antonello

No! No!



ANGELERI Antonello

CATTANEO



ANGELERI Antonello

Questo è un fatto personale!



ANGELERI Antonello

Mi dà la parola adesso?



PRESIDENTE

No. Non dò la parola a nessuno! Riprendiamo l'esame del provvedimento!



ANGELERI Antonello

Voglio la parola per fatto personale!



PRESIDENTE

Consigliere Angeleri, si calmi!



ANGELERI Antonello

Allora mi dà la parola!



PRESIDENTE

Si calmi!



ANGELERI Antonello

Allora mi dà la parola!



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.44 riprende alle ore 16.46)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Cerco di mantenere fede al mio cognome. Non c'era alcuna intenzione di offendere il Consigliere Angeleri: mi è scappato un aggettivo, non ho problemi a chiedere scusa, non cambia però il concetto: non era un problema...



(Commenti ironici da parte del Consigliere Angeleri e altri)



PLACIDO Roberto

Lasciatemi finire... Nel senso che rispetto all'affermazione del collega Angeleri, che mi fa piacere che la prenda allegramente, non è un problema di parlarsi fra Consiglieri e Capigruppo. Ho fatto un intervento stamane, mi è sembrato, forse mi sono sbagliato, di aver capito che non c'era stato un completo passaggio di consegne; ho voluto ribadire quanto chiesto questa mattina.



PRESIDENTE

Grazie, questo l'ha già ribadito.



PLACIDO Roberto

Ringrazio il Presidente e il collega Angeleri al quale chiedo nuovamente scusa.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 364: "Estinzione anticipata di mutui contratti a pareggio del disavanzo dei bilanci regionali di anni precedenti. Modificazione alla L.R. 21 gennaio 1998, n. 3"


PRESIDENTE

A questo punto, riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 364, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Eravamo fermi alla fase della discussione generale perché c'era stata la relazione del Consigliere Gallarini, poi una richiesta di sospensione e il provvedimento era ritornato in Commissione.
Chi si iscrive a parlare? Nel frattempo, si sta procedendo alla distribuzione degli emendamenti.
Voi sapete che su questo provvedimento ci sono degli emendamenti: alcuni sono emendamenti tecnici, che vi avevo già fatto distribuire: sono stati predisposti dagli uffici e inseriscono degli articoli aggiuntivi che vanno in coda alla legge.
Chiede di parlare il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Scusi, Presidente, noi eravamo preparati sul testo del provvedimento discusso in Commissione.
Al momento, a mie mani ho l'emendamento aggiuntivo che costituisce l'art. 1 bis, mentre non ho ancora quelli predisposti dagli uffici.



PRESIDENTE

Li avevo già consegnati nella scorsa seduta.



MARCENARO Pietro

Sicuramente è come dice lei, ma io non li ho. Ho letto soltanto quelli predisposti dalla Giunta.
Siamo di fronte ad un provvedimento che era sostanzialmente composto da un articolo, perché il secondo era quello che richiamava l'urgenza.
Dovremmo avere la possibilità di esaminare gli altri emendamenti che ci sono stati consegnati oggi.
In Commissione abbiamo esaminato il provvedimento e i problemi erano limitati ad alcune questioni.
Per cortesia, diteci come intendete proseguire nella discussione.



PRESIDENTE

La Giunta interviene in apertura di discussione per illustrare gli emendamenti che ha presentato. Questo contribuirà a chiarire la natura degli stessi, che verranno distribuiti, e quindi possiamo tranquillamente affrontare la discussione come altre volte abbiamo fatto, avendo un Regolamento che consente la presentazione degli emendamenti anche in sede di discussione del provvedimento.
In apertura di discussione del provvedimento è opportuno un intervento di illustrazione della Giunta.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

E' esattamente come diceva lei, Presidente.
I due emendamenti sono firmati dall'Assessore Botta per materia di riferimento, ma potrei, tranquillamente, controfirmarli anch'io.
Tali emendamenti - come spiegherà meglio l'Assessore Botta - sono praticamente identici. Uno si riferisce alla legge nazionale n. 133 e l'altro alla L.R. n. 28 in materia di rinegoziazione dei mutui.
Rinegoziazione che sta avvenendo, da parte degli Enti, dei soggetti che di questi mutui sono beneficiari. In questo caso, sono cooperative che attingono ai fondi della L.R. n. 28 o della legge n. 133. C'è l'urgenza di avere, se il Consiglio in tal senso vorrà disporre, un provvedimento di legge, perché, come ha detto il collega Marcenaro, si tratta di una legge strumento (ne abbiamo discusso in I Commissione).
Come Giunta, riteniamo utile avere un provvedimento di legge, onde rendere la fase di rinegoziazione più agevole.
Sulla L.R. n. 28 e sulla legge n. 133, dove noi contribuiamo solo per quota parte a rendere i mutui, che sono a favore del sistema delle cooperative, meno onerosi, ci sembra che per i percettori dei mutui, senza l'ausilio della Regione e senza una Regione che si è dotata di strumenti quali quelli che noi qui proponiamo, la rinegoziazione sia più difficile perché il sistema del credito è restìo. Quindi, abbiamo suggerito di inserirli in questa legge.
La spiegazione è forse un po' confusa nel merito, ma non nella modalità. Credo che il collega Botta potrà integrare nel merito, come detentore delle deleghe all'edilizia agevolata a cui le due leggi, la n. 28 e la n. 133, fanno riferimento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta Franco.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Come ha già anticipato l'Assessore Burzi, questi emendamenti si ricollegano alla filosofia generale della rinegoziazione dei mutui.
La questione riguardante l'edilizia residenziale agevolata è una questione che va avanti da parecchio tempo a livello di trattative tra associazioni bancarie italiane, nonostante una legge approvata dal Parlamento (n. 133 del 1999), nonostante un regolamento concertato da tutte le Regioni e le associazioni bancarie.
E' stata redatta un'impugnativa da parte delle banche che ha rallentato il processo di rinegoziazione dei mutui di edilizia, anche quelli riguardanti l'edilizia agevolata.
L'introduzione di queste due norme - una per l'estinzione anticipata l'altra per la rinegoziazione dei mutui per l'edilizia agevolata consentirebbe all'Amministrazione regionale di avere uno strumento in più nei confronti delle banche, per arrivare a quello che diceva prima l'Assessore Burzi (anche se mi rendo conto che può sollevare qualche dubbio).
Il sistema delle cooperative in generale - come diceva l'Assessore Burzi - sarebbe agevolato in questo sistema di rinegoziazione. Capisco tutte le obiezioni, dopodiché mi rimetto alla volontà del Consiglio.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Cosa ci viene chiesto, dalla Giunta regionale, con l'approvazione di questi emendamenti? Ci viene chiesto non tanto di procedere all'estinzione anticipata di mutui (esiste già una legge che lo consente, la n. 3 del 1998), ma la possibilità di utilizzare questo sistema (forse lo ha già utilizzato) laddove ci potrebbe essere una convenienza, un risparmio attraverso la rinegoziazione. Quello che qui viene aggiunto, rispetto alla legge esistente, è la possibilità di utilizzare, per l'estinzione, i provvedimenti di dismissioni patrimoniali, oppure l'utilizzo di quote dell'avanzo di amministrazione.
C'è un riferimento specifico alle dismissioni patrimoniali. La Giunta per estinguere mutui che sono a tasso elevato, vende degli immobili e, con le risorse derivanti dalla vendita, estingue, appunto, i mutui. L'altra possibilità è che l'estinzione avvenga attraverso l'utilizzo delle quote dell'avanzo di amministrazione.
Queste sono le due novità introdotte, relativamente alle quali ho già avuto modo di evidenziare in Commissione come, prima di dare alla Giunta questa delega (si tratta di una delega completa alla Giunta), sarebbe utile, necessario e indispensabile sapere quali sono gli immobili che si intendono dismettere, per procedere all'estinzione dei mutui. Lo strumento della vendita degli immobili per l'estinzione anticipata è uno strumento tipico di bilancio. Questa operazione l'abbiamo già utilizzata in altre occasione nella legge sul bilancio, nel senso che c'era un articolo specifico che prevedeva di utilizzare questo meccanismo anche per quanto riguarda l'avanzo di amministrazione.
L'Assessore in Commissione ci ha detto: "No. Noi introduciamo una norma sistemica, che va al di là della contingenza. E' una possibilità che abbiamo".
La nostra osservazione è di questo tipo: questa modalità è già stata utilizzata in occasione del bilancio. La sede del bilancio è l'occasione più utile per riflettere se vendere degli immobili per estinguere dei mutui, se utilizzare l'avanzo di amministrazione per poterlo fare, se questa delega (che, evidentemente, non è una delega completa perché c'è sempre il bilancio), insomma, ha un senso; se ha senso che il Consiglio regionale si espropri di un ruolo che finora ha esercitato in occasione del bilancio.
Non è vero, Consigliere Cattaneo, che diamo, con questa delega, la possibilità alla Giunta di cogliere il momento eccezionale per fare un'operazione di estinzione. Questo strumento è possibile attraverso il bilancio, qui viene data una delega completa ad utilizzare l'avanzo, ad utilizzare la vendita degli immobili.
In Commissione facevo ancora notare la contraddizione con il fatto che da una parte, viene proposta, attraverso una legge, l'istituzione dei fondi immobiliari, cioè la dismissione degli immobili, il conferimento degli immobili nei fondi e, dall'altra, la possibilità, con questa legge, di dismissione di parte del patrimonio: o è vera una strada o è vera l'altra.
Tutte e due non possono essere vere, a meno che si sia deciso di non procedere alla costituzione dei fondi immobiliari e ci si riservi di mantenere una quota di immobili per fare l'operazione dell'estinzione anticipata.
Sarebbe interessante sapere quali immobili la Giunta ritiene di conservare, non conferire ai fondi immobiliari per fare l'operazione di estinzione anticipata. Questa è un'osservazione di fondo. Per quale motivo il Consiglio regionale deve espropriarsi di un ruolo che ha sempre esercitato attraverso lo strumento del bilancio.
Un'altra osservazione in ordine agli emendamenti.
Questi emendamenti non sono correzioni formali. Credo che i colleghi che seguono con attenzione i lavori del Consiglio, li abbiano letti e si siano resi conto che autorizziamo la Giunta ad estinguere, in modo anticipato, i mutui per l'edilizia residenziale agevolata. Mutui per i quali la Regione bandisce un concorso, sono mutui delle cooperative. La Regione si assume l'impegno a procedere ad un'estinzione anticipata dei mutui dell'edilizia agevolata vendendo gli immobili della Regione Piemonte.
A parte che non so a quanto ammontano tali mutui, sarebbe interessante capire di cosa stiamo parlando.
Il documento recita: "Gli oneri di estinzione anticipata dei mutui sono a carico del bilancio regionale". Mi chiedo se la scelta che oggi noi compiamo sia una scelta che dobbiamo compiere a qualunque costo e quali siano i vantaggi che otteniamo.
In ogni caso, ripeto, sarebbe interessante capire di quali mutui parliamo, di quali cooperative, di quali Enti e quali interessi ci sono. Mi pare fondamentale avere un quadro di riferimento, prima ancora di scegliere.
I due emendamanti, che, come contenuto, sono anche più lunghi del testo di legge, sono un pezzo importante della legge: sono un'altra legge. Non è che si utilizza il veicolo di una delega, sul quale abbiamo dei dubbi, per fare un'operazione più articolata e complessa, sul quale non si è mai parlato da alcuna parte. Probabilmente, sarò stato assente in qualche riunione di Commissione, ma non mi risulta che si sia parlato da qualche parte dell'estinzione agevolata dei mutui per l'edilizia residenziale.
Queste sono le osservazioni che volevo fare sul provvedimento in termini generali.
Visto che l'Assessore sostiene che in fondo questo non vuol dire che vendiamo gli immobili, ma che è uno strumento in più, mi chiedo per quale motivo dobbiamo dare tale strumento in più. Da cosa deriva l'esigenza di avere questo strumento in più, che abbiamo sempre esercitato nel bilancio? L'utilizzo dell'avanzo o l'utilizzo dei fondi derivanti dall'Ente potremmo inserirli nel bilancio che stiamo discutendo.
Per quale motivo, allora, dobbiamo anticipare di un mese o due e stabilire una delega di tipo generale che deve valere sempre? Riguardo a questo fatto, abbiamo pesanti dubbi.
Ho parlato anche con i colleghi Giordano e Di Benedetto e siamo nettamente contrari ad un'operazione di questo genere, perché non c'è una valutazione precisa di cosa si discute in termini di risorse e di risultati.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Condivido i giudizi espressi dal Consigliere Saitta. Anch'io ritengo che questo provvedimento abbia, purtroppo, una natura finanziaria molto attinente ai problemi di bilancio che spesso sono stati risolti con articoli della legge generale di bilancio, mentre in questo caso si procede con leggi stralcio, che oltretutto configurano una minore trasparenza perché conferiscono una sorta di delega. Ormai va di moda dare le deleghe! A mio parere, le deleghe esprimono un'espropriazione, da parte dell'esecutivo, nei confronti delle assemblee legislative, e questo mi porta ad essere perplesso, perché ritengo che si potrebbe discutere, di volta in volta, su ciò che si dismette e su ciò che deve servire alla dismissione, mentre adesso diamo una delega e basta.
Come diceva il Consigliere Saitta, questo provvedimento, oltre alla rinegoziazione dei mutui, prevede che si possano dismettere alcuni beni della Regione, che non sono solo i beni immobili, ma potrebbero essere anche quelli mobili.
Questo provvedimento prevede che ci possano essere delle dismissioni patrimoniali, quindi si parla del patrimonio regionale, che può essere immobile, ma si può trattare anche di quote azionarie di società.
Occorre fare una valutazione specifica. Non sono contrario a priori, ma ritengo che si debba operare con provvedimenti specifici, sia riguardo al bene patrimoniale che viene dismesso, sia riguardo all'utilità che si intende avere.
La seconda questione che intendo porre è legata agli emendamenti proposti.
Ci troviamo a decidere in una situazione carente di informazioni, che si aggrava nel caso degli emendamenti presentati. Vorrei conoscere Presidente - poi magari formalizzo la mia richiesta - l'entità del problema.
Alcuni emendamenti recitano: "Trattiamo ulteriori mutui". Vorrei sapere di cosa si tratta, come sono stati contrattati, quali sono le clausole di rescissione, perché dobbiamo decidere adesso, in base a un emendamento che dice determinate cose, ma che parla in termini molto generali.
Ritengo, pertanto, che ci sia una carenza di informazioni, sia riguardo alla legge, sia riguardo all'emendamento specifico, in merito al quale finché non ho un documento che mi dà delle informazioni, non sono in grado di fare una valutazione.
Questi sono i motivi di fondo per cui sono contrario al provvedimento e molto perplesso sulle modalità. Penso che potrebbe essere ritirato e inserito nella legge di bilancio che andremo a discutere nelle prossime settimane, come abbiamo fatto in altre occasioni.
Rispetto ai mutui, chiedo di ricevere ulteriori informazioni, poich non è chiaro quali sono i beni patrimoniali che si intende dismettere, che potenzialmente possono essere tutti. Sapere cosa chiediamo di ricontrattare e quali sono le clausole ci serve per capire l'entità della manovra economica che ci viene prospettata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Signor Presidente, finora è stata manifestata un'esigenza legittima quella del ruolo, sempre rivendicato, di questa assemblea legislativa. Mi pare che tale esigenza sia fondata impropriamente sul terreno normativo che ci occupa.
Soprattutto in ordine al primo intervento del Consigliere Saitta, va subito osservato che, sia le dismissioni, sia gli avanzi, non possono che derivare da scelte normative, quindi da norme che evidentemente questo Consiglio ha votato e che dovranno essere applicate.
Tecnicamente, il disavanzo e l'avanzo prima si generano, ma sempre in virtù - come dicevo - del dettato normativo, e poi si utilizzano. Il momento dell'utilizzazione è deontologicamente un momento gestionale e non può che appartenere alla Giunta. Dopodiché - e concludo - vi è una doverosa considerazione: è risultata palese la consapevolezza di tutti dell'esigenza di ridurre i costi e quindi di estinguere quei mutui o di rinegoziarli a condizioni più favorevoli.
Questa scelta deve essere decisa, condivisa e deve celermente pervenire ad approvazione, al fine di ridurre l'onere finanziario per la Regione.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Mi sembra che l'illustrazione dei colleghi Saitta e Papandrea sia talmente chiara, esplicita e corrispondente alla verità dei fatti, che non vi sarete stupiti se, sentendo parlare il collega Galasso ogni tanto mi cadevano le braccia, immaginando l'imbarazzo di una persona a modo e intelligente, come il collega, nel dover difendere una scelta che fa acqua da tutte le parti. Poi si sa che in maggioranza non sempre si pu dire quello che si pensa, però siamo di fronte ad un nuovo restringimento delle competenze e del ruolo del Consiglio regionale. Di questo si tratta penso che neppure i Consiglieri di maggioranza possano gioire del fatto che una scelta così fondamentale come quella di bruciare i beni per ridurre gli oneri correnti sia una scelta che, una volta per tutte, consegniamo alla Giunta di compiere, al di fuori di un dibattito.
E' una mostruosità dal punto di vista del ruolo dell'aula, ma tant'è: noi, la nostra opposizione cerchiamo di farla, andiamo avanti e ci spendiamo, però, di fronte all'appiattimento di una parte della maggioranza, temiamo che anche questo provvedimento andrà a buon fine. E non sarà, colleghi di maggioranza, un fine che porterà un ruolo nel Consiglio regionale, ma gli sottrarrà un ruolo molto pericoloso, perché il tipo di gestione proposta "vendiamo i beni per coprire gli oneri correnti" è una strada che avrà una fine. Perché quando avranno venduto, quando avranno bruciato tutti i patrimoni, cosa faranno? State attenti, colleghi, perché una delega in bianco di questo genere la trovo pericolosissima. Valutiamo insieme una questione: non è il caso di riflettere se questa norma non debba valere una volta sola, se non limitare in qualche modo questo fatto? E' una subordinata, è proprio il tentativo di chi vede precipitare una situazione cercando di convincere i colleghi su come si possa almeno lasciare aperta la strada, affinché non sia sempre così.
Anche chi è convinto cerchi di correggere questa situazione, nel tempo e nel modo, perché veramente la ritengo una rinuncia di sovranità. Siamo di fronte alla rinuncia di una competenza propria di bilancio, di uso delle risorse; è una delega alla Giunta pericolosissima.
Per questo motivo, ho cercato di svolgere un intervento, credendo ancora nel ruolo, nella sovranità e nell'utilità di quanto ci diciamo.
Parlo nella convinzione che le parole possano essere non pregiudizialmente respinte nel loro significato, ma valutate per quello che sono.
Pertanto, auspico una pausa di riflessione su questo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, se c'è una polemica da muovere a questo disegno di legge è che arriva in aula tardi, perché noi facciamo riferimento ad una nostra legge, che ha autorizzato l'estinzione anticipata dei mutui, che è dell'inizio del 1998 - stiamo parlando quindi di quasi quattro anni fa.
Sotto questo aspetto, seguirei con attenzione quelle che sono le eventuali polemiche mosse da un'opposizione che dice: "Avevate dei mutui alcuni dei quali erano addirittura percentualmente superiori al 17%.
Arrivate dopo un certo periodo a estinguerne una parte". E' giusto riconoscerlo: qui ci sono i dati, collega Saitta.
Rispetto a questo, non posso fare altro che dire: "Meno male che la Giunta ha utilizzato e utilizzerà una parte di questi denari che risparmieremo, perché non pagheremo più degli oneri, e li utilizzeremo per un altro tipo di spesa, sicuramente più produttiva"; oltretutto, di questo dovremo discuterne proprio in questa sede, nella sede preposta del Consiglio, che è quella che discuterà del bilancio.
Non è vero che le scelte vengono delegate alla Giunta, perch approvando questo provvedimento, diamo delle risorse e delle disponibilità in più per poter incidere sulle prospettive future della nostra Regione e del bilancio 2002.
In questo senso, non posso fare altro che richiedere che questo disegno di legge venga approvato in tempi rapidi. Non vedo come si possa manifestare una contrarietà, se non andando contro ad un interesse regionale, ad un interesse nell'interpretare quello che è l'interesse dei cittadini, perché in questo modo recuperiamo dei miliardi che utilizzeremo meglio. Oggi è come se prendessimo dei miliardi e li buttassimo dalla finestra.
Quindi, dobbiamo andare in questa direzione con l'approvazione ovviamente nei tempi più celeri possibili, per la rinegoziazione ed un equo rimborso, cosa che oggi, dalle tabelle consegnate in Commissione dall'Assessore Burzi, non mi consta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Signor Presidente. Farò una breve considerazione sul disegno di legge n. 364, e mi stupisco che all'o.d.g. vi sia anche il disegno di legge n. 164.
Assessore Burzi, lei mi ha fatto lavorare tutta la notte, e mi ha fatto sognare sulla riqualificazione immobiliare e sui fondi di investimento immobiliare.
Ho lavorato e ho studiato i "Primerate" e ritengo che si possa andare in quella direzione per rendere moderna la struttura e tutto il blocco immobiliare: è una direzione che, secondo me, si può percorrere con i dovuti accorgimenti.
Però quello che mi stupisce è questo: il giorno prima, mi ha fatto sognare con la riqualificazione immobiliare e, il giorno dopo, sostiene invece di dover vendere gli immobili per pagare i mutui.
A prescindere da questo, devo dire che, mentre lei l'altro giorno era a favore dei fondi di investimento immobiliare, l'Assessore che è le è seduto accanto ha scritto un articolo sul Sole 24 Ore - Nord-Ovest, nel quale affermava: "Comuni, comprate le caserme, perché sono degli affari", anzich dire: "Attenzione, inseriamo le caserme nei fondi immobiliari".
Sì, Assessore, l'altro giorno è apparso un suo articolo, nel quale era scritto che "L'Assessore Marco BOTTA di AN spinge verso l'acquisto delle caserme con i contributi regionali".
Mettiamoci però d'accordo su ciò che vogliamo fare: se la sua informazione non è esatta, le assicuro che io sono bene informato. Il fatto mi stupisce perché si riferisce a due Assessori che conoscono bene il proprio lavoro, che però dovrebbero almeno consultarsi prima di rilasciare delle dichiarazioni.
Dopo aver discusso sui "Primerate", adesso dobbiamo parlare della dismissione dei mutui.
Volevo sottolineare come la rinegoziazione del mutuo sia un discorso altro invece è la dismissione del mutuo. Vogliamo capire in quale direzione vanno i costi, perché, in merito alla tabella che ci ha consegnato l'altro giorno, effettivamente, un "17.50"per cento mi sembra eccessivo.
Noi dobbiamo andare verso la direzione dell'ottimizzazione dei costi relativi agli immobili.
Prima della presentazione di un provvedimento legislativo, sarebbe utile fare una tabella nella quale indichiamo quali immobili vogliamo vendere, il loro costo al metro quadrato ed il numero di immobili che si pensa di riuscire a vendere, solo così si può capire qualcosa.
Per la rinegoziazione dei mutui non è necessaria alcuna legge: questo è un potere che l'Amministrazione ha dal momento in cui i mutui vanno al di là dei prezzi di mercato.
Secondo me, tutto questo non è stato fatto, altrimenti non si sarebbe presentato un provvedimento legislativo di sole tre righe, nel quale si afferma che si vogliono vendere gli immobili.
Mi rivolgo a lei, Assessore, perché lei è una persona che fa bene le cose, però su questo provvedimento è stato un po' riduttivo.
Il collega Saitta ha fatto notare come gli emendamenti siano addirittura più lunghi dell'articolato.
In merito a questa vicenda, chiediamo che ci vengano consegnati alcuni dati precisi, al fine di capire effettivamente di cosa stiamo parlando e cosa ci conviene fare.
Capisco bene che su 1.600 miliardi di indebitamento, con rate di 166 miliardi all'anno, qualcosa debba essere fatto in questa direzione - siamo perfettamente d'accordo - però non potete chiedere di firmarci una delega in bianco. Non si può dire: "Dateci la delega", dopodiché si vende il Palazzo regionale, oppure si vendono solo le case dell'ATC o altro.
In qualche modo, si devono capire i limiti e in quale direzione si vuole andare. Di conseguenza, quest'aula può accettare tutto purché ci sia un minimo di ragionamento, che in questo provvedimento, a mio giudizio, non c'è.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Da parte delle opposizioni si chiede una valutazione di tutta la materia da parte dell'Assessore.
So che l'Assessore ha già fatto capire il suo scarso interesse a recepire le osservazioni delle opposizioni, però continuo a ritenere che siamo in presenza di un dispositivo legislativo che è duplice. Avevamo innanzitutto un disegno di legge regionale che si muoveva in certi ambiti e, con gli emendamenti presentati, credo che si possa dire che ci muoviamo in un ambito diverso.
Il disegno di legge regionale parlava di estinzione anticipata di mutui contratti a pareggio del disavanzo dei bilanci regionali di anni precedenti; gli emendamenti parlano di realizzazione di interventi di edilizia residenziale agevolata che usufruiscono di contributi integrativi.
Mi sembra che, effettivamente, siamo arrivati in aula con l'idea di procedere in un certo senso e, invece, adesso viene cambiata la rotta di indirizzo.
Se anche fossimo stati sul disegno di legge originario, valgono comunque tutte le osservazioni che sono state avanzate, in quanto, a fronte dei ratei di interesse richiesti a pagamento, sarebbe interessante conoscere quali sono i risparmi reali che la Giunta si prefigura con questa scelta: quanto si spende, quali sono le dismissioni patrimoniali che si intendono realizzare e quali quote dell'avanzo di amministrazione si vogliono impegnare a tal fine.
Si tratta, in verità, di una delega ampia che cambia totalmente il motivo con cui eravamo arrivati in aula. Ad esempio, il Consigliere Galasso diceva che le dismissioni e gli avanzi si generano nel corso del bilancio regionale. Non è del tutto vero, in quanto si possono generare degli avanzi anche se mi sembra che la Giunta sia più capace a generare delle perdite che non degli avanzi - ma le dismissioni derivano da una decisione, non si generano. Le dismissioni sono un atto di volontà della Giunta che decide cosa e quando dismettere.
Credo che - come sollecitato dai banchi dell'opposizione - sarebbe necessario prendere in considerazione un momento di ripensamento su questo testo di legge regionale o, quanto meno, prevederne una sua limitatezza, ad esempio, temporale, come era già stato suggerito.
Mi sembra che, così formulato, si configuri come un disegno di legge che dà una delega troppo ampia alla Giunta regionale. E' un disegno di legge che toglie nuovamente dei pezzi consistenti all'attività del Consiglio regionale per consegnare una delega ampia alla Giunta. Quindi come opposizione lavoreremo anche dal punto di vista emendativo proprio per cercare di migliorare questo disegno di legge che, francamente, ci sembra non troppo utile alla gestione della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Innanzitutto, inviterei l'Assessore al bilancio a riportare un po' di ordine, in sede di replica, a questa discussione che sembra incanalata, da una parte, verso una polemica comprensibile rispetto a questo provvedimento e, dall'altra, dentro una serie di equivoci e fraintendimenti che mutano il segno della nostra discussione trasformando questo provvedimento nel provvedimento che non è.
Non si tratta di un provvedimento che modifica in alcuna misura l'ordinamento contabile della Regione né le competenze in materia di bilancio del Consiglio regionale. Qui non si tratta di delegare parti di competenza consiliare in materia di bilancio alla Giunta o all'Assessore al bilancio: si tratta di adottare, all'interno di un quadro normativo che continua a prevedere tutti i passaggi consiliari previsti dal nostro ordinamento contabile, una serie di strumenti operativi per la Giunta regionale rispetto ad un obiettivo che mi pare condivisibile, che è quello della gestione attiva dell'indebitamento regionale.
Dire: "Volete vendere tutto" spero sia un equivoco e non un attacco.
Faccio un esempio per i colleghi che mi hanno preceduto e che hanno posto la questione.
Noi abbiamo già votato un provvedimento che stabilisce la dismissione di una serie di partecipazioni - anche il Consigliere Ronzani ha partecipato alla discussione - marginali nell'ambito del sistema generale delle partecipazioni regionali. Abbiamo votato una legge che dice che sotto "x" di partecipazione regionale la Giunta deve provvedere alla dismissione di queste partecipazioni, tenendo presente una serie di criteri.
Abbiamo fatto una legge di dismissione che stabilisce il criterio e l'ambito normativo, all'interno del quale operativamente la Giunta si pu muovere per le dismissioni. Quindi, non è che ci siamo spogliati di una competenza: abbiamo semplicemente rinunciato all'illusione, che sarebbe da pazzi furibondi, che per la vendita di ciascuna singola partecipazione, di ciascun singolo bene appartenente al patrimonio della Regione, anzich esserci un procedimento amministrativo normale, si dovesse procedere con un procedimento legislativo, per cui la vendita di una partecipazione peraltro registrata nel bilancio regionale a costo storico, quindi pressoché rilevante, comporta un passaggio in Commissione, in aula e così via.
Ripeto, non si tratta di delegare alla Giunta il potere di vendere questo palazzo senza passare dal Consiglio regionale. Si tratta all'interno del quadro stabilito della legge regionale e già demandato alla Giunta regionale, di poter utilizzare i proventi di queste dismissioni ai fini della gestione attiva del debito regionale.
Non vedo come in questo esista una spogliazione dei poteri del Consiglio regionale, a meno che non si affermi che il potere del Consiglio regionale è unicamente un potere di interdizione rispetto a qualunque procedura di dismissione e non solo alla gestione attiva del debito regionale, ma alla gestione attiva complessiva del bilancio regionale.
Per altro verso, in Commissione avevo sollevato un problema tecnico rispetto a uno dei tre strumenti che vengono delineati, che sono quelli dei fondi statali da reimpostare, con l'avvertenza alla Giunta che nella formulazione del provvedimento non apparisse possibile che la reimpostazione di queste economie procedesse secondo tempi di operazioni relative alla gestione attiva del debito, piuttosto che alla cantierabilità di quei progetti su cui esisteva il vincolo di destinazione di questi fondi.
E' evidente che, a quel punto, ci sarebbe un abuso. Se la reimpostazione non procede secondo i tempi di cantierabilità, ma procede secondo i tempi delle operazioni sul debito, evidentemente si tratterebbe di un uso abusivo di queste economie. Stabilito che così non è - e mi pare che l'ultima formulazione di questo provvedimento finisca per seguire questa direzione - mi sento di sottoscrivere pienamente non solo la logica del provvedimento, ma anche gli strumenti che vengono utilizzati: la dismissione patrimoniale che è, rispetto a partecipazioni o a patrimoni marginali che non danno reddito e al di là di ogni considerazione, un dovere e un obiettivo politico di un'Amministrazione sana; l'avanzo di amministrazione, laddove la gestione di questo avanzo in termini contabili e di bilancio continua a essere assegnata al Consiglio anche nella direzione del debito; in terzo luogo, un utilizzo attivo delle economie di bilancio che finiscono normalmente per avere una risoluzione e una trascrizione puramente contabile.
Da questo punto di vista, posso annunciare, fin da questo momento, il voto favorevole del mio Gruppo, riservandomi sugli emendamenti, che devo ancora approfondire, presentati poco fa dall'Assessore Botta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Intervengo molto rapidamente per non ripetere osservazioni già avanzate.
Credo che ci siano diverse esigenze che bisognerebbe cercare di contemperare, però penso che esistano, all'interno del provvedimento questioni che introducono elementi sui quali il nostro giudizio non è positivo.
E' indubbio - ricordava il Consigliere Angeleri - che c'è un problema di sistemazione del debito in termini più accettabili per la situazione delle finanze regionali. Vi è, probabilmente, un ritardo nella rinegoziazione di mutui o, comunque, il panorama che si presenta all'osservazione, sulla base di dati forniti dall'Assessorato, presenta dei mutui che sono stati fissati in fasi, nelle quali l'inflazione e i tassi conseguenti erano a un livello molto elevato. Questo costituisce un problema. E' solo un modo per rendere la gestione del debito più conveniente possibile per la Regione. Che ciò avvenga attraverso la determinazione di strumenti che consentono un'efficacia e una flessibilità di gestione del debito, credo che possa essere obiettivo condiviso. Che questo possa avvenire, secondo me, la Giunta dovrebbe tenerne conto.
Penso che questo potrebbe poi trovare una traduzione nel corpo del provvedimento. Per fare in modo che questa materia non diventi oggetto di uno specifico esame legislativo, provvedimento per provvedimento, esiste un'alternativa. Questo può diventare, per il Consiglio regionale, materia di atti di indirizzo, di un esame dell'insieme di questa questione. Un esame annuale può avvenire in contemporanea con le sessioni che riguardano la legge finanziaria e la legge di bilancio, nel corso del quale con un atto di indirizzo vengono spiegate le linee fondamentali.
Vi è un ultimo punto che mi convince meno, sul quale maturo e nutro dubbi e perplessità, che riguarda una questione di principio. Naturalmente sappiamo che quando parliamo di dismissioni e di proventi delle dismissioni parliamo di cose molto diverse. Come ricordava il Consigliere Palma poco fa, costituiscono, in generale, patrimonio di scarso significato. Penso alle dismissioni di una serie di partecipazioni minoritarie di alcuni Enti mentre altre hanno un altro significato.
Credo che, in generale - questa è la nostra opinione - non costituisca un principio da incoraggiare la destinazione dei proventi delle privatizzazioni alla soluzione della questione del debito.
Penso che mentre è legittima, anzi, giusta, una politica di privatizzazioni e dismissioni di partecipazioni pubbliche rivolta a una politica di investimenti, non risponda a un criterio il fatto che in un provvedimento regionale, in una legge che, come lei, Assessore, ha detto ha carattere di sistema in qualche modo, venga prevista organicamente l'utilizzazione dei proventi delle privatizzazioni al fine del risanamento del debito. E' simile al comportamento - scusate se la battuta è banale di chi vende i mobili per pagare il debito.
Per questo motivo, su questo punto presenteremo un emendamento chiedendo che ci sia una distinzione fra la parte del provvedimento che riguarda i proventi delle privatizzazioni e la parte del provvedimento che riguarda invece l'utilizzazione delle quote di avanzo dell'amministrazione.
In effetti, ho confrontato solo adesso, durante l'intervento del Consigliere Palma, i due testi: quello presentato precedentemente in Commissione e quello riscritto dagli uffici. Non c'è dubbio che siamo di fronte a un testo che si presenta con una formulazione più chiara rispetto a quello che era stato presentato precedentemente.
La seconda questione che volevo evidenziare riguarda la seconda legge che è stata infilata all'interno di questa legge.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Burzi)



PRESIDENTE

Questa modalità è irrituale.



MARCENARO Pietro

Nell'intervento generale, se permette, annuncio anche gli emendamenti che presenteremo.



PRESIDENTE

Mi riferivo al fatto che l'Assessore è intervenuto fuori microfono. Non è corretto interloquire.



MARCENARO Pietro

Al di là del metodo del provvedimento, sulla presentazione di questi due emendamenti e sulla richiesta che si è esaminata in questo momento nonostante il parere favorevole e forse anche l'entusiasmo del movimento cooperativo al quale molto spesso ci sentiamo vicini, mantengo la mia libertà e la mia richiesta di poter valutare il provvedimento nel merito.
Si tratta di un provvedimento che ha riferimenti di tale complessità che ritengo sia difficile valutarlo in queste condizioni e in queste modalità. Qualora ci sia un merito su questa parte, lo riportate in Commissione per poterlo esaminare nei tempi più rapidi possibili, senza costruire il precedente di una legge omnibus. Dico questo perché siccome francamente, questi emendamenti, fra l'altro, sono incompleti sotto molti punti di vista (ad esempio, visto che si parla di oneri e di estinzione anticipata di mutui a carico del bilancio regionale, ai sensi della legge di contabilità dovrei chiedere che questo emendamento sia accompagnato dalla presentazione di una relazione tecnica da esaminare, ecc.), vi chiederei quindi di limitare la discussione al merito del provvedimento.
Le osservazioni che facciamo le tradurremo in alcune proposte di emendamento.
Pertanto, al di là del metodo del provvedimento, vista la sua complessità, ripeto che non sono e non siamo in grado, in questo momento di analizzare e offrire una valutazione appropriata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Grazie, Presidente.
Intervengo brevemente perché vorrei chiedere all'Assessore una puntualizzazione sul suo intervento rispetto a quanto è stato detto dal collega Palma.
Mi permetto di dire, solo dal punto di vista tecnico, che siamo in presenza di una legge di scopo; di una legge, quindi, successiva ad altre leggi. E' un principio generale che la lex posterior deroga la legge anteriore. Per quel poco che ne capisco - poi l'Assessore sarà più chiaro "proventi di dismissione patrimoniali" significa proventi che derivano da qualunque diritto sia presente nel patrimonio della Regione (quindi diritti immobiliari, mobiliari, azionari, qualunque diritto, anche un diritto di enfiteusi nel caso ci fosse). Io non mi meraviglierei se questo fosse il fine o lo scopo. Se per raggiungere lo scopo si dovessero utilizzare anche questi diritti, se ne parli, perché potrei anche essere d'accordo, posto che, in generale, condivido la filosofia del provvedimento. Sono per le cose molto brevi, e questo è un provvedimento breve. Però, se così non è si metta qualche parola in più.
Ritengo - lo ripeto con molta modestia - a differenza di quanto ha detto il collega Palma, che con tale provvedimento la Regione, pur di raggiungere questo scopo, che è nella legge, possa alienare o dismettere come meglio si voglia dire, qualunque diritto, anche il simbolo della Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale e do la parola all'Assessore Burzi per la replica.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Ringrazio tutti i colleghi intervenuti, perché la parte generale del dibattito è stata sostanziosa. Ringrazio soprattutto - ma non vorrei creare delle condizioni di imbarazzo - il collega Palma: potrei infatti firmare il suo intervento come Angelo Burzi, in quanto ha detto esattamente le cose che ho ribadito in Commissione, certe parti anche meglio di come le avrei esposte io. Perché dico questo? Perché per un attimo ho temuto davvero che in Commissione, dove il provvedimento è stato esaminato per almeno un paio di sessioni, non mi sia spiegato.
C'è un'imprecisione nell'intervento del collega Palma che tengo a precisare: la legge che abbiamo votato in Commissione, che autorizza le dismissioni delle partecipazioni di proprietà al di sotto di certi valori e con certi criteri, non è ancora stata votata. Quindi, se non sbaglio, è ancora all'o.d.g. Però è in aula.
Ciò tolto, qui ci si occupa di utilizzare risorse in essere, siano esse avanzo - ricordo ai colleghi che non fanno parte della I Commissione che l'abbiamo fatto molto spesso, semplicemente collegandola ad una singola legge di bilancio e quindi facendola diventare un'iniziativa o un'autorizzazione di momento, e non invece uno strumento sistemico, come qui si chiede - o dismissioni, proventi da dismissioni. E' evidente che se stiamo utilizzando dei proventi, o si ipotizza di utilizzare dei proventi o le dismissioni devono già essere avvenute.
Oltre a tranquillizzare, se questo creasse la preoccupazione di qualcuno (non certo mia), che non c'è - ahimè! - alcuna procedura di dismissione in corso, ricordo che le dismissioni in questa Regione sono regolamentate dalle leggi in essere: per quanto riguarda le partecipate dalle leggi esistenti e per quanto riguarda il patrimonio dalle leggi esistenti. Quindi, non stiamo modificando il profilo delle dismissioni, ma stiamo cercando uno strumento di sistema - molto modesto, a mio avviso, e neanche ancora idoneo per la tempestività che il mercato richiede - per la gestione un po' più attiva, anche se non ancora attiva, del debito.
Ricordo - anche questo è stato detto ai colleghi della I Commissione ma giova ripeterlo in quest'aula - che in questo momento, come ha accennato il collega Giordano, abbiamo circa 1.680 miliardi di mutui. I nostri debiti sono essenzialmente mutui, tranne una piccola partita di obbligazioni di 12 o 15 miliardi di BOR, se non erro, emessi dal collega Gallarini nel 1995 o nel 1996; tutto il resto, è indebitamento da mutuo. E' una delle formule di reperimento di risorse finanziarie, anche se non è l'unica. Oggi il mercato offre parecchie forme di reperimento di risorse. Questi 1.688 miliardi costano, nel bilancio che è stato portato a vostre mani solo ieri, circa 260 miliardi. Questi 260 miliardi sono dati da 170 delle partite vecchie e da 95 delle partite nuove. Pensiamo un attimo alle partite nuove, che sono gli ultimi due mutui contratti nel corso del 2001, i 350 miliardi per la sanità e i 490 per i mutui a pareggio delle autorizzazioni. Gli altri costano 174 miliardi.
Sgombriamo il campo da equivoci: come ha detto correttamente il collega Giordano, non stiamo chiedendo delle autorizzazioni alla rinegoziazione perché questo è un dovere che la struttura deve fare tutte le volte che pu farla. Quindi, la rinegoziazione è un compito normale che la struttura deve avere nell'interlocuzione con gli Istituti di credito che hanno erogato i mutui. I 174 (quei mutui di cui voi avete il dettaglio caso per caso perché in Commissione li ho forniti, basta guardarne le scadenze) sono mutui che hanno un'origine molto in là nel tempo, quindici o vent'anni da adesso, e che hanno i tassi di quel tempo e riflettono la capacità negoziale che l'Ente aveva nei confronti dell'organo che forniva le risorse di quel tempo. Molti di quei mutui non sono non estinguibili perché la clausola di estinzione anticipata non è prevista contrattualmente, e, ove prevista, è talmente onerosa da non renderla vantaggiosa per l'Ente, perch evidentemente uno estingue un mutuo quando il costo di estinzione e la capacità di nuova formazione del mutuo è minore di quanto stia sostenendo altrimenti staremmo sprecando denaro pubblico e non fornendo l'Ente di risorse per poter effettuare le proprie politiche di spesa. In questo ha evidentemente ragione il collega Angeleri, non perché non sia stata oggetto di attenzione la partita dei mutui in essere, ma perché non ci siamo dotati per tempo di uno strumento. E qui il concetto degli strumenti, delle deleghe, è un concetto che ha anche una validità politica: è evidente che da parte della minoranza, non tutta peraltro e non sempre anche in questo caso, si preferiscono leggi provvedimento. Lo abbiamo visto nella liquidazione degli Enti: si è tentato di fare una legge quadro, poi per necessità abbiamo fatto una legge provvedimento; abbiamo fatto una legge provvedimento sulla cessione di quote al di sotto di certi valori. Questo è un piccolo strumento che non modifica il quadro delle dismissioni, ma aumenta gli strumenti a fronte della struttura e della politica dell'Assessorato, controllabile evidentemente, per la gestione attiva del debito.
Questo per quanto attiene l'articolato principale; mi fa piacere che si sia anche estinta una piccola polemica che c'era stata in Commissione in merito alla riscrittura dei testi. Facilmente convengo che la riscrittura fatta dagli uffici ha, a parità di contenuti, per l'articolato principale reso più fluida la struttura della legge.
Terzo passaggio: in parte sentendo l'intervento di Mercurio, ma in parte anche sentendo quello di Marcenaro. Credo alla bontà dello strumento ma anch'io non convengo sull'utilizzo della vendita del patrimonio in senso lato e - ripeto - in questo momento non abbiamo materia di cui contendere: l'unica legge di dismissione è la legge sui fondi immobiliari, legge che tende a dismettere parte del patrimonio, sostituendo, se vogliamo, l'Ente Regione da padrone di casa, dove esercita le proprie funzioni, in inquilino. Evidentemente immaginandosi da questa dismissione un frutto considerevole: le stime che si fanno in quell'altra legge sono 250/300 miliardi, ma di questo parleremo in sede di Commissione, dove la legge è stata rinviata per una sessione tecnica proprio da quest'aula.
Altre dismissioni in corso non ce ne sono, quindi ne parliamo a puro titolo informativo. Certo, l'utilizzo dei fondi o delle risorse derivanti da dismissione patrimoniale, credo che debba essere oggetto ancor più di un'attenzione particolare rispetto a quella che è la normale attenzione che i Consiglieri tutti devono dare all'utilizzo del denaro pubblico. Quindi nessuna alienazione di ruolo, perché si sta parlando di utilizzo di proventi e non di modo perché i proventi arrivino, quindi non stiamo modificando la logica delle dismissioni, ma l'eventuale utilizzo dei proventi delle dismissioni.
Sull'avanzo ho già detto e sulla rinegoziazione evidentemente vi è una possibilità già insita nei normali doveri della struttura, non dico nei diritti, ma nei normali doveri della struttura.
Faccio un commento ulteriore per quanto riguarda i due emendamenti che come avevo già detto in presentazione, univamo a questo testo di legge unicamente per connessione di argomento, ben rendendomi conto, e l'avevo già detto, delle possibili criticità che l'argomento prevedeva.
Ho parlato con il collega Botta: lo scopo della Giunta è quello di migliorare la gestione di questa problematica che - occhio e croce - ha come obiettivo per la Regione un risparmio di circa 15/20 miliardi sull'intero monte che la Regione eroga a fronte della legge n. 33 e della L.R. n. 128, quindi un obiettivo quantitativo (poi andremo a vedere, se e quando avremo lo strumento, se potremo ottenerlo mutuo per mutuo). Io e il collega Botta non saremmo contrari, visto che non vogliamo forzare necessariamente pur per connessione sui due emendamenti, ad un passaggio in Commissione onde rendere più chiari i mutui di cui stiamo parlando, quindi tutti gli elementi che in parte sono stati chiesti dal collega Marcenaro e anche dal collega Papandrea nel suo intervento precedente.
Peraltro, ci interessa far capire ai colleghi, sia di maggioranza, sia di minoranza, che poi abbiamo bisogno di un veicolo per cui questi emendamenti, una volta chiariti in Commissione, diventino legge, cioè diventino strumento operativo per coloro che queste rinegoziazioni o estinzioni devono fare, per portare all'Ente i frutti di questo risparmio che poi verranno indirizzati secondo le politiche del bilancio.
Dunque, questo testo è materia di I e II Commissione; immagino che potrebbe esserci una prima sessione in II Commissione... Sto cercando di capire con quale veicolo ulteriore procedere, senza necessariamente connetterlo al bilancio, perché sappiamo bene che la discussione del bilancio avrà e dovrà avere tutti i tempi...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Questa l'ho già sentita, è un po' come il collega Placido che dice "spettacolo già annunciato". La discussione del bilancio avrà il tempo che deve avere in Commissione e in aula. Qui la difficoltà che gli utenti delle leggi n. 28 e n. 133 hanno è una difficoltà che hanno adesso; noi non siamo in grado, se non con questa modalità, di avere un ruolo attivo aumentando il loro potere di rinegoziazione, quindi - voglio dire - se emergesse una possibilità alternativa che non escludesse un passaggio in Commissione dovremmo trovare un provvedimento di legge analogo o specifico in modo da non togliere il passaggio in Commissione, ma neanche da perdere inutilmente una chance, un'occasione di rinegoziazione che credo sarebbe favorevole per tutti: per la Regione e per il sistema delle cooperative che attorno a queste leggi effettua il proprio lavoro. Quindi, lì aspetterei una controproposta alternativa, se la troviamo; dopodiché, se la controproposta non c'è - l'Assessore Botta ne è convinto - possiamo tranquillamente spostare, ritirando gli emendamenti, a una sessione di Commissione idonea.



PRESIDENTE

Concedo una breve sospensione.



(La seduta, sospesa alle ore 18.04 riprende alle ore 18.11)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'Assessore Burzi mi ha riferito che la Giunta intende ritirare i due emendamenti e procedere, con riferimento all'oggetto degli stessi, ad una discussione rapida all'interno della Commissione competente per poi arrivare alla sottoposizione all'aula di un provvedimento ad hoc. Quindi, i due emendamenti sono da intendersi ritirati. Rimangono in vita gli altri emendamenti.
Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ART. 1 1.1/A) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Saitta, Chiezzi Giordano, Riba, Caracciolo e Tomatis: all'art. 1, comma 3, sopprimere le parole "i proventi di dismissioni patrimoniali e/o".
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

Questo è un emendamento che dovrebbe avere un corrispettivo nella legge che, come si ricordava, non è ancora stata approvata, ma presto verrà esaminata dall'aula.
L'emendamento fissa il criterio generale di un impegno politico e programmatico della Regione Piemonte, a non utilizzare i proventi della privatizzazione a fini di questo tipo, ma di destinarli ad altra voce.
Penso che questo sia un principio che andrebbe posto in generale; adesso si può iniziare ad affermarlo senza ledere il senso fondamentale del provvedimento che la Giunta ha proposto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il problema che ci vede di opinione differente è il seguente.
Ferme restando tutte le procedure che già adesso l'Assessore può e deve mettere in moto per dismettere - sulle quali non c'è una parola da spendere e mi pare di non averne spesa nemmeno una - il documento contiene una novità.
La novità consiste nel fatto che, da adesso in poi, ferma restando la procedura di dismissione, i governi regionali, senza fare alcun atto consiliare, possono destinare in tutto, o in parte, i proventi di dismissioni all'estinzione dei mutui.
Questa innovazione non la condivido; la mia posizione è quella di dire: "No, caro Assessore Burzi, lei non fa alcuna dismissione a questo fine".
L'emendamento che ha come primo firmatario il Consigliere Marcenaro cancella la questione; il secondo emendamento, a firma del Consigliere Chiezzi, è un gradino sotto: il senso è quello di dire "Se proprio lo volete fare, fatelo in questo modo". Il terzo emendamento è un gradino ancora più sotto: "Se non volete fare così, diteci almeno qualcosa".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi per il parere della Giunta.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Dalla lettura che il Consigliere Chiezzi ha dato anche a completamento dell'intervento del Consigliere Marcenaro, il terzo emendamento che avete proposto prevede "in occasione della sessione di bilancio, il Consiglio regionale fissa, con proprio atto, gli indirizzi di applicazione della presente legge" definendo un elemento di controllo, soprattutto per la parte più critica, cioè quella delle dismissioni. Se questo, dicevo, è lo spirito, lo accetto volentieri, ci mancherebbe se non sottolineassimo le finalità! Mi domando solo: cosa significa che "in occasione della sessione di bilancio, il Consiglio regionale fissa con proprio atto gli indirizzi di applicazione della seguente legge"? Attiene alle dismissioni patrimoniali? Voglio essere molto concreto. Dopo aver sostenuto un principio, posso anche accettare il primo emendamento come il secondo, che è una subspecifica (anche se è un po' riduttivo perché tutte le dismissioni oggi sono approvate da motivate deliberazioni del Consiglio). Mi serve capire se il terzo emendamento è un momento di verifica, di controllo, a cui ben volentieri la Giunta si sottopone. Voglio solo capire con quali modalità li estinguiamo.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Marcenaro, c'è una mia esigenza di approfondimento. Bisognerebbe specificare chi provvede a deliberare e a proporre all'aula questo atto di indirizzi. Se lo propone la Giunta contestualmente, quindi l'aula lo approva.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Il punto fondamentale è rappresentato dal primo subemendamento che ho presentato insieme ad altri Consiglieri e che anche il Consigliere Chiezzi riprendeva. Ci sono problemi di dismissioni da destinare ad altri obiettivi, utilizziamo altri strumenti, ecc.
L'esigenza che noi abbiamo è che sia fornita una legge, che adesso discutiamo, per mettere in grado la Giunta di avere strumenti nuovi di gestione, che ci sia un resoconto e che questo sia sottoposto alla valutazione dell'aula in occasione della sessione di bilancio e in quel quadro siano valutate le cose. Il primo punto è quello sul quale ho sentito una risposta positiva da parte dell'Assessore.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Accetto il primo emendamento; non colgo quello che mi pare essere critico della discussione delle dismissioni patrimoniali, quindi gli altri due emendamenti si autoeliminano. Ne ridiscuteremo nella prossima legge in cui si parla di dismissioni, che è quella sui fondi.



PRESIDENTE

Ricordo che c'è il parere favorevole della Giunta sull'emendamento n.
1.1/A), con la conseguenza che gli altri sono decaduti.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1/A).
Il Consiglio approva.
1.1) Emendamento presentato dal Presidente Cota: l'art. 1 è sostituito dal seguente: "Art. 1 (Estinzione anticipata di mutui).
1. La Giunta regionale può provvedere all'estinzione anticipata di precedenti mutui contratti a condizioni più onerose di quelle attuali di mercato ed è autorizzata ad assumere nuovi mutui purché l'onere annuale di ammortamento di questi ultimi consenta la realizzazione di apprezzabili economie di spesa.
2. In alternativa all'assunzione di nuovi mutui, se più conveniente, è possibile provvedere mediante emissione di prestiti obbligazionari.
3. E' possibile provvedere all'estinzione anticipata dei mutui anche utilizzando quote dell'avanzo di amministrazione. L'utilizzo delle quote dell'avanzo di amministrazione tiene conto dei tempi tecnici di utilizzazione delle eventuali economie di fondi statali assegnati con vincolo di destinazione, facendone, di conseguenza, slittare la reimpostazione".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sul nuovo testo dell'art. 1.
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo (che diventerà art. 2) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Burzi: dopo l'art. 1 è inserito il seguente articolo: "Art. 2 (Movimenti finanziari).
1. Agli oneri derivanti dall'attuazione dell'art. 1 si fa fronte con le disponibilità del capitolo di entrata 2745 e del capitolo di spesa 30088 del bilancio per l'anno finanziario 2002.
2. Agli eventuali oneri derivanti dall'estinzione dei mutui si fa fronte con le disponibilità dei capitoli 15850 e 3070 dello stato di previsione della spesa del bilancio per l'anno finanziario 2002".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento e quindi sull'art. 2.
Il Consiglio approva.
Emendamento aggiuntivo (che diventerà art. 3) presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'Assessore Burzi: dopo l'art. 2 è inserito il seguente articolo: "Art. 3 (Abrogazione della L.R. 21 gennaio 1998, n. 3).
1. E' abrogata la L.R. 21 gennaio 1998, n. 3 (Estinzione anticipata di mutui contratti a pareggio del disavanzo dei bilanci regionali di anni precedenti)".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento e quindi sull'art. 3.
Il Consiglio approva.
ART. 2 (che diventerà art. 4) Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Utilizzo la dichiarazione di voto per porre una domanda.
Avendo approvato l'articolo che abroga la L.R. 21 gennaio 1998 provvede poi lei, come Ufficio di Presidenza, a modificare il titolo del provvedimento che parla solo di modificazioni?



PRESIDENTE

Certo. Se ne faccio prendere atto all'aula, non devo neanche convocare l'Ufficio di Presidenza.
Pertanto, prima della votazione finale, l'aula prende atto che, nel titolo del disegno di legge, la parola "Modificazione" è sostituita con la parola "Abrogazione".
Indìco ora la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 44 Consiglieri hanno votato SI' 34 Consiglieri si sono astenuti 10 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 258: "L.R. 13 febbraio 1995, n. 16. Piano annuale 2001 degli interventi regionali per i giovani"


PRESIDENTE

Prima di riaggiornare la seduta a domani mattina per la discussione dell'esercizio provvisorio, come si era convenuto in Conferenza dei Capigruppo, esaminiamo la proposta di deliberazione n. 258.
La parola all'Assessore Leo per l'illustrazione.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e spettacolo

Abbiamo già esaminato in Commissione la delibera, dove sono stati dati anche degli aggiornamenti.
Voglio ringraziare, a tale proposito, il collega Toselli, Presidente della Consulta dei Giovani, che ha fornito tali aggiornamenti.
Essendosene discusso approfonditamente in Commissione, non tolgo ulteriore tempo. Se ci sono domande o quesiti da porre, sono pronto a rispondere.
Ho buone notizie da dare, nel senso che con il Comune e la Provincia di Torino abbiamo trovato un accordo generale e anche con i Ministeri c'è un ragionamento in atto.
Quello che volevo sottolineare è un'integrazione al discorso, e mi riferisco soprattutto ai colleghi Mellano e Palma. E' arrivata un'interessante proposta della Provincia di Milano, che pone questioni di delicato e particolare interesse alle tematiche giovanili, alle loro difficoltà di approccio, alla loro collocazione e identità. Devo dire di trovarla molto interessante. Non abbiamo avuto il tempo tecnico per inserirla, ma abbiamo già stabilito con i colleghi della Consulta dei Giovani che sono venuti all'Ufficio di Presidenza (il collega Placido, il collega Contu e gli altri colleghi che hanno partecipato alla riunione allargata) che già dai primi di gennaio sposeremo tale proposta, la sosterremo e ce ne faremo parte diligente verso le scuole. Ovviamente prima la porterò in Commissione e la discuteremo.
Purtroppo quest'anno è stato un po' travagliato, poiché un dirigente del settore, dottor Catalano, si è trasferito in Comune e ad un altro dirigente è caduto addosso un albero. Ora speriamo di aver esaurito tutte le sfortune.
Abbiamo avuto un dialogo molto interessante con la Consulta dei Giovani, e devo dire che il Presidente Toselli ha condotto egregiamente la riunione. Invece il dottor Catalano dal Comune ha proposto un'integrazione lo dico anche ai colleghi di tutto il Consiglio - tra Comune, Provincia di Torino e Regione Piemonte, che diventerebbero un polo di particolare rilievo.
Si è anche convenuto che sia indispensabile rivedere la "legge giovani". Ci sono delle proposte di legge presentate - in particolare, una egregia della collega Suino - che saranno oggetto di consultazioni e quindi già calendarizzate. Apprezzo il fatto che siano state calendarizzate, lo ritengo molto importante; anzi, se mi è consentito, ne farò propaganda e pubblicità, perché mi sembra una questione molto importante, interessante e che segni un rilancio dopo una fase di stasi.
Quindi, la proposta che è arrivata è già stata svolta dalla Provincia di Milano, e la CORG dai primi di gennaio dovrà essere operativa. La proposta di discutere la nuova "legge giovani" è importantissima. Mi renderò disponibile a partecipare a tutte le riunioni delle Commissioni; la Consulta giovanile ha dimostrato interesse per queste aperture della politica giovanile.
Devo dire che, come segno di stimolo, la Consulta ha dato voto negativo per l'impasse che c'è stato quest'anno. Mi hanno poi spiegato che non era un disimpegno, non una richiesta di non approvare il piano, ma uno stimolo ad andare avanti e a renderlo il più possibile pubblico e trasparente.
Questo è un impegno, e sappiate che già a gennaio siamo convocati per parlare di questo Piano Giovani, e poi ci sarà tutto il dibattito sulla "legge giovani". Quindi, giudico molto positivamente l'intervento della Commissione e dei Consiglieri che hanno partecipato alla Consulta dei Giovani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Per parecchi anni, di fronte a proposte in materia di Piano Giovani dell'Assessore Leo, ho sempre ritenuto tali proposte viziate da un difetto di fondo: quello che, a fronte di una disponibilità di risorse parecchio interessanti e dovute anche alla capacità dell'Assessore Leo di svolgere dei combattimenti in Giunta sulle risorse di bilancio vincenti - e questo mi fa piacere - vi è stata sempre un'incapacità di tradurre questo dispiegamento di risorse rilevanti in una politica.
Questa è una critica che penso l'Assessore Leo ricordi, se non altro perché se la sente ripetere da parecchi anni; anche se una volta fosse stato distratto, di certo in tutti questi anni non può essersi sempre distratto.
Questa critica, che è sempre stata svolta con parecchia sobrietà di tempi e di modi, oggi vedo con piacere che è stata assunta anche dalla Consulta Regionale dei Giovani, che ha dato parere contrario al piano. Mi sembra la prima volta che l'Assessore Leo incassa un voto negativo dai soggetti direttamente interessati.
Spero che la reazione dell'Assessore Leo nei confronti della Consulta dei Giovani sia meno astiosa di quella che tante volte, in presenza di un solo voto contrario in Consiglio - quello del sottoscritto - ha avuto nei miei confronti. Senz'altro avrà tenuto un comportamento di maggiore self control: glielo auspico, perché in futuro di voti negativi l'Assessore Leo ne prenderà un po' di più rispetto al passato. Quindi, è bene che si abitui e valuti le opinioni diverse e contrarie per quello che sono, cioè una critica.
Ripeto questa critica. Anche in questo piano l'Assessore Leo non individua una strategia, perché tende a dare soldi piuttosto che ad impiegare le risorse per creare delle strutture che permettano ai giovani di esprimersi liberamente, ad esempio nel mondo artistico. Quindi, cambi la sua strategia dal finanziamento puntuale, che Leo ha reso in termini politici, perché se si finanziano tutte le voci, diventa difficile, voce per voce, ricevere dei dinieghi. Assessore Leo, nei fatti la sua politica è un po' quella.
Riconosciamo tutti all'Assessore Leo di essere "ecumenico", perché lei ha la tendenza a distribuire un po' a tutti. Dopodiché, tutti sono soddisfatti o, se non lo sono, cosa vuole che le vengano a dire? Che sono contrari? Penso che sia stata una politica sbagliata, che comincia a segnare il passo, anche perché queste politiche, mano a mano che le risorse diminuiscono, riescono a soddisfare sempre meno l'attesa di consenso politico; quindi, quando si comincia a non accontentare più tutti, se la politica era quella dell'accontentamento, segna il passo.
Anche quest'anno, per i motivi ripresi dai diretti interessati continuo a segnalare criticamente il modo di procedere da parte della Regione Piemonte: più interventi di struttura, più costruzione di ambiti entro i quali si possano sviluppare iniziative più che finanziamenti di singole iniziative.
Infine, sarebbe auspicabile un occhio di riguardo in due direzioni: una, ripresa dalla Consulta dei Giovani, relativa ad investimenti per i giovani che lavorano; l'altra, relativa a quel settore giovanile che più volte, Assessore Leo, ho segnalato come un mondo che non riusciamo a toccare, non riusciamo a far emergere: il mondo di tutti giovani che non lavorano, non vanno più a scuola, non fanno parte di associazioni e magari guardano la televisione tutto il giorno o stanno davanti ad un computer, ma in modo molto isolato. Si tratta di una fascia giovanile ancora tenuta all'oscuro, non è illuminata da alcunché se non dalla televisione. Questo è un grosso tema: probabilmente, la Consulta giovanile lo ha trattato o lo tratterà, però è un altro rilevante elemento di insufficienza della nostra azione.
Per questi motivi, voterò contro questo Piano Giovani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Signor Presidente, c'è un clima da ricreazione.



PRESIDENTE

Colleghi! Collega Chiezzi!



CONTU Mario

E' finita la ricreazione?



PRESIDENTE

Consigliere Contu, inizi il suo intervento.



CONTU Mario

Se finisce la ricreazione, inizio.
Assessore, lei sa che molti dei rilievi li ho già fatti nelle sedi opportune. Parlo di sedi opportune perché il clima presente in quest'aula non è condizione che consenta un approfondimento di merito.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e spettacolo (fuori microfono)

Quello che lei ha detto in altra sede ha molto peso.



CONTU Mario

Voglio però svolgere due considerazioni.
Per quanto riguarda la prima, si tratta di rompere una spirale perversa secondo la quale solo gli informati accedono ai benefici (stiamo parlando di 4 miliardi).
La seconda è ancora più preoccupante e riguarda l'approccio al problema. Noi viviamo ancora la realtà giovanile come un mondo di consumatori, e siamo dentro queste dinamiche, e non, invece, come protagonisti.
Come ha già accennato il Consigliere Chiezzi, nelle politiche giovanili non dobbiamo solo guardare all'immanente, ma dobbiamo cominciare a verificare con le altre realtà assessorili la non sovrapposizione degli interventi e la necessità di operare sia sul livello intersettoriale all'interno del suo Assessorato, sia sul livello interassessorile.
Per queste ragioni, e come segnale forte che però non concederà più sconti, annuncio il voto contrario del nostro Gruppo, sapendo che questa situazione non è più tollerabile e si rende necessaria una rivisitazione della L.R. n. 16/95.
Ben venga la scelta operata, anche come segnale di non ritorno, nella certezza che, se l'approccio è come quello maturato nelle intenzioni probabilmente il prossimo Piano Giovani potrà ritrovare un'unità anche nell'espressione di voto: non lo escludo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Un anno fa stiamo stati chiamati a votare questo Piano Giovani ed era questo il Piano Giovani, non era un altro, era la stessa cosa.



PRESIDENTE

Colleghi, un po' di silenzio, non si riesce a sentire il collega Mellano.



MELLANO Bruno

Un anno fa siamo stati chiamati a votare questo Piano Giovani, che era letteralmente la stessa cosa che abbiamo davanti oggi.
Sia in Commissione, sia in aula, avevo annunciato a nome del Gruppo un'astensione critica - ricordo che avevo usato questo termine - quindi un'attenzione e un riconoscimento agli impegni e al lavoro dell'Assessore Leo e una critica sull'ecumenismo degli interventi sul provvedimento omnibus che caricava tutti sullo stesso pullman.
In quella sede, abbiamo avuto la promessa formale da parte dell'Assessore di lavorare ad un nuova "legge giovani". Poi, purtroppo, o per fortuna, da altri punti di vista, l'impegno è stato un altro e l'impegno di lavorare per una "legge giovani" purtroppo non è stato assecondato né dai lavori d'aula né tantomeno dai lavori di Commissione.
Sicuramente è un dato positivo l'impegno ribadito l'altro ieri in Commissione prendendo spunto dalle proposte di legge che già sono state depositate per discutere finalmente, con quella priorità che riteniamo necessaria, una nuova legge sulle politiche giovanili, una legge quadro che ci permetta di capitalizzare l'esperienza positiva e innovativa della Regione Piemonte, ma cercando di superare i limiti oggettivi che questa legge, a nostro avviso, ha evidenziato.
Per quale motivo, forse in modo un po' provocatorio, per qualcuno magari un po' incomprensibile, mi accingo a dire che oggi voteremo a favore dello stesso piano? Lo votiamo perché la Consulta Giovani ha votato contro.
Scusate la provocazione, però, onestamente, ho posto anche formalmente il problema. Non credo che, purtroppo - lo sottolineo - possiamo dare oggi troppo valore ad un intervento come quello della Consulta Giovani, che nell'anno passato non è mai stata convocata, che ha lavorato secondo modalità previste dal Regolamento, quindi formalmente ineccepibili, come Ufficio di Presidenza, un Ufficio di Presidenza che, probabilmente riconduce ad unità anche una serie di interessi laterali di partiti.
Dell'intervento svolto dal Consigliere Chiezzi non condivido il fatto che dica che la Consulta Giovani, e tanto meno l'Ufficio di Presidenza della Consulta Giovani, rappresenta il mondo giovanile piemontese. Questo è un problema che la nuova legge sulle politiche giovanili deve affrontare e risolvere perché non riconosco ad un gruppetto di persone, per quanto stimabili e qualificate, di rappresentare il vasto mondo dei giovani piemontesi, che, davvero, sono molto lontani dalla nostra realtà istituzionale e dal nostro fare politica.
Voto a favore dell'impegno assunto oggi formalmente in aula in modo forte dall'Assessore Leo circa l'introduzione di un piccolo emendamento una piccola variazione su questo intervento di 4 miliardi, che costituisce gli interventi delle politiche giovanili presentati dal piano. Si tratta di un piccolo intervento che però incide su una questione come quella dell'identità degli adolescenti, che è un nodo cardine vissuto in modo forte direttamente dai singoli soggetti a cui vogliamo parlare e a cui vogliamo rivolgerci.
Quindi, c'è l'impegno formale dell'Assessore Leo a ristudiare la legge sulle politiche giovanili e a studiare il nuovo rapporto della Consulta Giovani con il mondo giovanile, con la certezza che l'intervento della Provincia di Milano possa essere riprodotto in Piemonte e abbia quella risonanza e quel rilievo che giustamente credo debba avere.
Come sfida, siccome questo è l'ultimo Piano Giovani che l'Assessore Leo si impegna a presentare così, noi lo votiamo con la promessa che sia l'ultimo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Toselli.



TOSELLI Francesco

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, ritengo di intervenire in quanto ho seguito direttamente i lavori della Consulta Regionale Giovani e non per dare delle spiegazioni, in quanto è sufficiente leggere il parere di merito che la Consulta stessa ha emesso.
Desidererei fare un passo indietro per spiegare i motivi per i quali si è arrivati a dare un parere negativo.
Come Consulta, intendiamo avere, attraverso l'Assessore Leo, un rapporto differente con l'Assessorato che si occupa delle politiche giovanili, dove per contare pare sia necessario rompere - mi sia permesso questo passaggio - il muro del suono, dando un segnale molto forte per farci ascoltare.
Ciò non toglie nulla a quanto la Consulta Regionale Giovani ha espresso nei contenuti e nel merito, però era un segnale che volevamo dare, in modo che la Consulta avesse una maggiore peso nella stesura della nuova legge in accordo con l'Assessorato, ma anche con i Consiglieri che fanno parte di tale organo.
Intanto, vi è un rapporto da costruire con i Ministeri che si occupano di politiche giovanili. Non si capisce per quale motivo lo Stato italiano conti ben poco di fronte agli Stati membri della Comunità europea quando si tratta questa materia.
Noi vogliamo fungere da stimolo sia presso l'Assessorato, sia presso lo Stato, perché vogliamo che i giovani, di fatto, contino di più.
Credo di non fare torto a nessuno quando dico che abbiamo il dovere di tenere conto, quando legiferiamo, dei giovani del nostro Piemonte. I giovani lasceranno il posto ad altre generazioni e, se ragioniamo anche in questo senso, costruiremo qualcosa di positivo.
Quindi, per ritornare a quanto dicevo prima, è necessario che lo Stato abbia maggiore potere contrattuale rispetto agli altri Stati europei.
La Consulta, nel merito, dice: "E' necessario avere un Piano triennale". Il problema reale è che non ci può essere un Piano triennale.
Consigliere Mellano, ho apprezzato i suoi interventi, ma volevo soffermarmi su quanto lei sosteneva, cioè sul fatto che l'anno prossimo - penso lei volesse dire questo - il piano non sarà più annuale perché diventerà triennale. Il problema reale è quanto potrà fare la Regione in modo che questo piano diventi triennale, perché non decidiamo noi e la Consulta Giovani.
In realtà, credo che attualmente sia in corso un rapporto diverso con le Province, le quali non sono in grado, attraverso le loro strutture, di garantire il buon funzionamento per rispondere alle esigenze del piano. E questo è un primo problema.
La revisione della L.R. n. 16/95 deve vedere coinvolti tutti, dalla Consulta Regionale Giovani ai Consiglieri regionali che ne fanno parte e tutti coloro i quali intendono portare il loro apporto, perché tutti dobbiamo sentirci importanti rispetto a una decisione che andiamo a prendere nella ristrutturazione di una legge che si occupa dei giovani di questo Piemonte. Quindi, tutti dobbiamo essere interessati.
In merito alla L.R. n. 16/95, per esempio, terrei anche conto di ci che l'IRES ha esposto in un convegno rispetto alle progettazioni presentate dagli Enti locali e dalle Associazioni. Molte volte è meglio bocciare qualche domanda in più, ma badare maggiormente alla qualità, in modo da concentrare le risorse rispetto a una progettazione che sia più ampia e valida, a che non si basi solo sulla quantità di domande proposte. Quindi si deve porre maggiore attenzione al contenuto, cioè al progetto e alla qualità.
Non è possibile approvare un Piano Giovani solo in "zona Cesarini" cioè a tempo scaduto, oltre i tempi supplementari. Abituiamoci a fare ci iniziando con la ristrutturazione della L.R. n. 16/95 - è questo l'impegno preso - all'inizio dell'anno prossimo. Assumiamoci questo impegno, in modo che, di fatto, il piano venga portato celermente presso la Commissione competente, che la Commissione si adoperi e il Presidente stesso lo ponga come uno dei punti all'o.d.g. per un'approvazione immediata.
Questa mattina si è ancora riunita la Consulta Regionale Giovani, la quale, a seguito dell'incontro con l'Assessore alla cultura, Leo, ha preso atto delle intenzioni che ha manifestato l'Assessore nel corso della sua relazione, che sono le stesse che ho riferito: l'impegno con il Governo l'impegno della revisione della L.R. n. 16/95 e, quindi, di qui anche la discussione sul fatto di poter addivenire successivamente al Piano triennale.
Le indicazioni che ho proposto sono state accolte favorevolmente dalla Consulta.
Credo di dover dare atto del lavoro svolto dai colleghi Consiglieri regionali che fanno parte della Consulta, ma mi preme nominare soprattutto per i rapporti che ho avuto in questi mesi, i Consiglieri Mellano, Placido Suino e Costa, anche se non vorrei fare torto ad altri, perché è grazie a loro è nato lo stimolo per comprendere al meglio quanto è già stato fatto dalla Commissione consiliare, e cioè le modifiche alla L.R. n. 16/95 apportate dai Gruppi consiliari, che andranno valutate per addivenire ad un nuovo testo.
Mi auguro che tale lavoro trovi il più ampio consenso possibile, perch credo che affrontare questa materia, quando si sono poste le basi, non diventi un nuovo problema, ma un piacere per tutti, perché tutti dobbiamo avere un'attenzione e un riguardo per i giovani.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Costa Rosa Anna.



COSTA Rosa Anna

Cari colleghi, ho seguito con attenzione anche perché - è inutile che lo dica - è risaputo che la problematica relativa alle politiche giovanili mi sta a cuore.
Credo che si debba fare un po' di giustizia. Non si può affermare tutta una serie di cose senza essere a conoscenza delle dinamiche intercorse nell'ambito della costruzione della legge del 1995 e del Piano Giovani che è stato approvato.
Posso, e parto subito dal fondo, essere d'accordo con il Consigliere Mellano sul fatto che è una ripetizione del piano dell'anno precedente. A questo proposito, dico solo che, non essendo state presentate iniziative ulteriori, ma avendo la possibilità come Ente di accedere a fondi su questa legge, Ente che peraltro privilegia il rapporto con gli Enti locali e che si rapporta con tutto un mondo dell'associazionismo (mi soffermer successivamente, anche su quanto è stato affermato dal Consigliere Chiezzi per quanto riguarda la nostra preoccupazione rispetto ai giovani singoli e non associati), è stato seguito un percorso decisamente gravoso.
Peraltro, bisogna tenere conto di come cambia il mondo dei giovani nell'ambito di un breve periodo, perché è importante che un'iniziativa avanzata un anno non venga abbandonata l'anno successivo, in quanto è un discorso che riguarda il mondo adolescenziale che cambia rapidamente in quanto i giovani crescono e, di conseguenza, saranno altri giovani a fruire di un certo tipo di iniziative.
Questo per quanto riguarda la disponibilità da parte nostra, essendo sicuramente una legge da rivedere.
Vorrei ricordare ai colleghi che la Regione Piemonte è stata la prima Regione che, coraggiosamente, ha emanato una legge in materia di politiche giovanili. Ne parliamo dall'anno 1985, Anno internazionale del Giovane; se ne parla, a livello nazionale, fino ad arrivare alla stesura di qualcosa come dieci bozze di testo, di cui do, peraltro, merito al Ministro Turco ma senza giungere alla definizione di una legge nazionale per quanto riguarda le politiche giovanili. Questo mi fa riflettere.
Di iniziative ne abbiamo fatte tante. Mettiamoci in condizioni di farne altre. L'Italia è l'unica nazione a livello europeo che non ha un riferimento nazionale per quanto riguarda le politiche giovanili. Allora cari colleghi, non dico che il coraggio debba essere premiato, per carità ma certamente il fatto di voler fare alcune cose, che sono tutte perfettibili - non si può pensare di gestire, peraltro, una legge così complicata, per la quale il parto non è stato assolutamente indolore - non può indurci a dire oggi, facendo anche un bilancio sulla base di questo Piano Giovani, che sono state realizzate tante iniziative.
Dopodiché vogliamo migliorare. Indubbiamente, ognuno di noi pensa che si debba migliorare, proprio sulla base dell'esperienza.
I ragazzi della Consulta, che hanno tutta la mia stima per quanto riguarda il loro lavoro - certamente dovrebbero essere più coinvolti dovrebbero sapere che la struttura che gestisce questa legge è una struttura che purtroppo non ha tutti gli elementi - e questo va detto perché bisogna essere chiari - che consentono di lavorare coordinandosi con tutti gli altri Assessorati che, in qualche modo, hanno qualcosa da dire sul tema dei giovani. E' quindi un problema interassessorile. Se ne deve tenere conto.
Già nella L.R. n. 16/95 abbiamo pensato ad un gruppo di lavoro interassessorile. Non è sufficiente, andrà precisato meglio. Occorrerà dire quali sono gli Assessorati competenti e in quali termini gli stessi devono collaborare.
Tengo a precisare che non si può considerare contrario il parere dei giovani della Consulta, perché chi lo ha letto sa che lo si può definire negativo solo per una serie di richiami e di aspetti, sui quali tutti quanti ci siamo peraltro ritrovati d'accordo in Commissione. I giovani riescono a rilevare il discorso della struttura come elemento su cui interloquire per poter costruire un piano diverso o comunque sollecitare proposte diverse.
Si è compiuto uno sforzo per andare a colloquiare con le Province e con gli Enti locali per offrire loro in gestione una serie di progettualità (sono comunque gli Enti locali i primi interlocutori), proprio per arrivare ad una situazione in cui tutti i giovani devono essere informati.
Con la nostra "legge giovani" partiamo da un assunto importantissimo.
Il primo aspetto che vogliamo toccare è l'informazione. Non si può sentirsi dire oggi in aula che i giovani non sono informati o che gli Enti non lo sanno. Gli "Informagiovani" oggi presenti nel territorio piemontese, tra l'altro attraverso l'operato che ha svolto la Regione con il Comune di Torino, offrono consulenza e informazioni ai giovani sui settori più svariati: tempo libero, sport, turismo, lavoro e quant'altro. Non possiamo pensare che questo non sia un elemento positivo. Piuttosto credo che si possa dire che non sono sufficienti gli "Informagiovani". Aumentiamoli.
Certamente non posso credere che si dica che non c'è informazione per i giovani. Perlomeno, tutti gli sforzi sono stati rivolti in quella direzione. Anche questi sono elementi sui quali, prima di pensare di buttare tutto a mare e dire che il parere è contrario, credo si debba entrare nel merito.
Mi viene in mente uno dei progetti, di cui credo pochi colleghi siano a conoscenza: quello realizzato in concomitanza con il CTO di Torino e l'Associazione "Patatrac" sulla prevenzione dei traumi cranici. Ricordo ai colleghi la possibilità che abbiamo dato a tutte le Province di lavorare nelle scuole e nelle discoteche.
Al collega Contu, che diceva che nessuno sa niente, ricordo che è stato pubblicato, tempo addietro, un articolo sui giornali che diceva: "L'Assessore Leo, se i giovani non vanno in Assessorato, va a ricercarli nelle discoteche". Lo voglio ricordare perché il progetto "Patatrac" prevede anche un piano di lavoro, all'interno delle discoteche, con i DJ ai quali abbiamo chiesto che trasmettessero non già le loro considerazioni banali, ma slogan che contenessero elementi di linguaggio che i giovani possano percepire, e che lanciassero messaggi assolutamente positivi sia per quanto riguarda la prevenzione della droga, sia per quanto riguarda la salvaguardia e la sicurezza.
Voi tutti sapete che sono all'ordine del giorno i problemi delle discoteche: i giovani e gli incidenti. E' un'opera di prevenzione, secondo me, validissima, che è stata copiata anche da altre Regioni. Non voglio pensare che tutto sia punto di eccellenza. Credo che tutto sia discutibile ma rappresenti, tuttavia, una base importantissima.
Il collega Chiezzi dice: "L'anno scorso i giovani hanno dato parere favorevole". Bene, la risposta ce l'ha già nel momento in cui il collega Mellano afferma che è lo stesso identico piano dell'anno precedente, perch non abbiamo potuto dare corso a ulteriori e nuove iniziative, perché così com'è strutturata la legge alcune situazioni non ce lo consentono, come, ad esempio, il discorso della triennalità. La legge dice questo. Anche i giovani della Consulta lo dicono. Va da sé che se non si cambia la legge non si può fare il Piano triennale. Tutti siamo d'accordo su una serie di questioni. Io inviterei davvero i colleghi a riflettere prima di dire superficialmente che tutto non va e a riconsiderare che invece ci sono molte cose che questa Regione, attraverso la L.R. n. 16/95, ha fatto, che vanno migliorate.
Ripeto, tutti concordiamo su questo. Mettiamoci però a lavorare seriamente. Alcune risposte migliori ai giovani le diamo, ma partire da un presupposto che non ci siano interlocuzioni con i giovani non è assolutamente vero, anche perché lo dicono altre Regioni. Ci chiedono interventi e allora, a questo proposito, veramente chiedo che ci sia la possibilità di lavorare in meglio. Pensare che non ci sia nulla e che tutto sia da buttare, non è assolutamente accettabile. Andrà migliorata la struttura, dobbiamo ampliare tutta una serie di aspetti, ma, colleghi, il lavoro e lo sforzo che questa Regione ha fatto in direzione dei giovani è decisamente superiore non solo ai livelli di altre Regioni, ma credo anche a livello nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Sono rimasto sorpreso dalla notizia che l'Assessore Leo frequenta le discoteche: pensavo solo le parrocchie, le associazioni.
Anche le discoteche! Assessore, faccio fatica ad immaginarla mentre balla "tecno" o "house".
Ma, al di là della mia sorpresa, mi dispiace che il Piano Giovani venga discusso alle ore 19.15, in fine di seduta, in un clima per certi versi prenatalizio, mentre meriterebbe un'adeguata e importante attenzione da parte del Consiglio per le problematiche connesse.
Siamo rimasti in pochi a predicare quasi al deserto, ma noi ci proviamo, proviamo a fare i missionari: posso anch'io, Assessore?



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e spettacolo

Pareggia le mie discoteche.



PLACIDO Roberto

Faccio il missionario laico, anche perché, Assessore, mi avevano vestito da fraticello alla festa della Madonna quando avevo tre anni: sono stato male e guardate il risultato...



PRESIDENTE

Grazie delle informazioni...



PLACIDO Roberto

Volevo unirmi al clima festaiolo.
Tornando invece al problema, noi abbiamo delle perplessità, Assessore perché, pur con la comprensione rispetto ad una serie di cause incredibili per certi versi anche tragiche, che hanno decimato l'ufficio che si occupava di queste problematiche (il dottor Catalano che va in Comune, il dottor Valesano che viene colpito da un albero in un parco, ecc.), il buono scuola che l'ha assorbita e rapita in questo tentativo che noi abbiamo fatto in modo che non si avverasse - non so ancora se ci siamo riusciti noi ci troviamo di fronte a un piano-fotocopia. Lo dicono anche i ragazzi dell'Ufficio di Presidenza della Consulta Giovani.
Al collega Toselli, con tutta la simpatia che merita, dobbiamo dire che uno dei problemi che rileviamo, non solo noi, ma anche il collega Mellano è che la Consulta Giovani non viene riunita. Invece bisogna riunirla, in quanto si tratta di un organismo estremamente positivo, che altre Regioni non hanno: bisogna farla funzionare, sapendo che la Consulta Giovani - meno male che c'è, Assessore - di fatto raccoglie i giovani organizzati. La stragrande maggioranza dei giovani (quelli che vanno al Bar Sport, in piazzetta o altrove), che non sono organizzati, non è a conoscenza delle iniziative, condivisibili e meritevoli, che la Consulta Giovani e il suo Assessorato organizza (in qualche modo contribuisce anche), rivolte al mondo giovanile.
Ripeto: la critica positiva che dobbiamo fare è che bisognerebbe far funzionare meglio la Consulta, facendo partecipare, oltre ai Consiglieri l'insieme dei membri della Consulta stessa.
Il mondo giovanile, come si usa dire nel linguaggio pubblicitario (utilizzo il mio lavoro), è difficilissimo da "colpire": quello che vale oggi non vale più fra sei mesi. Per questo motivo, Assessore, c'è la necessità di un Piano annuale che non è più sufficiente. Occorrerebbe un Piano triennale ma siamo tutti d'accordo che per fare il Piano triennale bisogna integrare la L.R. n. 16/95.
Ci sono due proposte di legge: mi fa piacere, condividiamo, che a metà gennaio inizierà l'iter per una consultazione che mi auguro sia la più approfondita ed estesa possibile. Noi però ci troviamo con la necessità di avere un Piano triennale, con la necessità di aggiornare la L.R. n. 16/95 con un piano che è la fotocopia di quello dell'anno scorso, e quando dico fotocopia non lo dico solo in termini negativi, perché all'interno di quel piano ci sono moltissime cose che noi condividiamo, sosteniamo, apprezziamo e invitiamo a perseguire, insieme ad altre che andrebbero modificate; la necessità che vengano anche integrate. Ma a tutto questo si arriva a metà dicembre.
L'anno scorso noi ci siamo astenuti in termini propositivi: un'astensione motivata sperando che si arrivasse a operare sulla legge regionale, sul Piano triennale e quanto dicevo prima.
Pur comprendendo le motivazioni che ci hanno portato in questa situazione, annuncio il voto contrario del nostro Gruppo. Lo dico con rammarico perché noi oggi avremmo voluto trovarci nella situazione di poter intervenire a favore di un Piano Giovani annuale o triennale che comprendesse o quanto meno si sforzasse di individuare le problematiche legate al mondo giovanile.
Pertanto, Assessore Leo, con tutta la stima che abbiamo nei suoi confronti, noi voteremo contro il suo piano in termini di stimolo, sperando che questo serva a far sì che dal mese di gennaio 2002 ci si adoperi - e noi non faremo mancare il nostro contributo - per giungere ad una legge regionale modificata e ad un Piano triennale che tenga conto delle necessità del mondo giovanile che sono difficili da individuare: abbiamo il dovere di provarci.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.17)



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