Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.168 del 12/12/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 15.23)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Angeleri, Botta Franco Bussola, Casoni, Leo, Pichetto e Vaglio.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 363: "Provvedimenti in materia di tasse regionali". Presentazione mozione n. 414 inerente a "Richiesta di revoca della delega affidata al titolare dell'Assessorato al bilancio e patrimonio"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame degli emendamenti presentati all'art. 1 del disegno di legge n. 363.
1.1) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: l'art. 1 è abrogato.
1.1 bis) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Giordano, Papandrea e Moriconi: sopprimere l'art. 1.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Secondo me, un emendamento che prevede la soppressione di un articolo renderebbe superfluo persino l'intervento, ma non voglio dare per scontato il ragionamento.
Già nel dibattito generale sul provvedimento di legge è emerso, da parte delle opposizioni - mi pare che qualche dubbio sia emerso anche nella maggioranza - se lo strumento che l'esecutivo ha scelto sia quello più idoneo.
Oggi, in Conferenza dei Capigruppo, abbiamo appreso dall'Assessore Burzi che non c'è una stretta relazione fra il provvedimento e il ripiano del buco della sanità. La parola sanità, Assessore D'Ambrosio, non compare da alcuna parte. C'è bisogno di risorse in entrata che possano consentire nell'ambito di 31 mila miliardi di bilancio, di poter gestire al meglio sia la spesa corrente, sia tutti gli annessi e connessi che costituiscono la voce di bilancio.
La domanda che è parsa più legittima è come sia possibile che in un bilancio di 31 mila miliardi, non sia possibile trovare, nelle pieghe al suo interno, le risorse, per raggiungere l'obiettivo prefissato sulla base dei dati relativi a quelli forniti dal Ministero delle Finanze, che abbiamo appreso questa mattina, sul gettito del 1998, che dovrebbero ammontare a 350/400 miliardi.
Il Presidente Ghigo ha cercato di spiegarci che questa manovra si impone, che fa parte di un accordo più generale fra tutte le Regioni, per scoprire, poi, che qualche Presidente di Regione si è tirato indietro e ha detto: "Vai avanti cretino, che mi viene da ridere".
I Presidenti delle Regioni avevano fatto l'accordo, ma poi c'è qualcuno che ha ritenuto che, con una più oculata gestione, fosse possibile rientrare dal deficit della sanità.
La domanda che nasce spontanea, al di là delle competenze - mi ritengo un asino in materia - è se questa manovra, così impopolare, si renda necessaria. Rivolgo una domanda ai banchi della maggioranza: forse sarebbe opportuno parlare di cifre.
In quest'aula, abbiamo compiuto un atto importante, dal nostro punto di vista: siamo riusciti a scongiurare che 35 miliardi, che provenivano dalla fiscalità locale, dal gettito IRPEF, fossero destinati alle scuole private.
Abbiamo fatto anche un'altra operazione - mi ascolti bene, Assessore D'Ambrosio - che è quella di lasciarli in capo all'istruzione. Dopodich abbiamo costituito una Commissione e, sulla quota parte di questi soldi, si sono definiti dei titoli per poi scoprire che, sostanzialmente, una volta licenziato questo atto, qualcuno - i funzionari - ha deciso come spenderli: senza regole, senza una legge di riferimento.
Quanti di questi Settori e di questi Assessorati possono operare sul piano della spesa corrente con una libertà d'azione come quella che, per la prima volta, mi capita di incontrare in questo percorso di esperienza del Consiglio?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore D'Ambrosio, è vero o non è vero che, insieme al Presidente Ghigo e all'Assessore Burzi, per lungo tempo avete negato l'esistenza di qualsiasi tipo di difficoltà finanziaria in ordine alla gestione della sanità, così come le opposizioni per lungo tempo vi hanno segnalato?



CHIEZZI Giuseppe

D'AMBROSIO, Assessore alla pianificazione sanitaria (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Assolutamente no!



CHIEZZI Giuseppe

Lei dice che non è vero, ma è una bugia. Quando qualcuno si chiede in cosa consiste una bugia, in questo caso può agevolmente dire, e anche dimostrare con verbali alla mano, che è una bugia sostenere che mai l'opposizione, negli anni 1997, 1998 e 1999, sollevò un problema di deficit non sotto controllo, comunque deficit rilevante, ottenendo dalla Giunta delle risposte. E' una bugia perché la Giunta - andiamo a leggere tutti i verbali - ogni volta che in quelle date l'opposizione segnalava un "guaio" in vista, rispose sempre con toni del tipo "No, siamo a posto", "Non ci sono problemi".
I problemi, invece, c'erano. Certo, Assessore D'Ambrosio, Presidente Ghigo e Assessore Burzi, che ci "brucia" il fatto che, nonostante l'emergenza dei conti nel settore della sanità, non siamo riusciti a spedirvi a casa nel 2000. Certo che ci brucia. Ci fa riflettere sia sull'efficacia della nostra azione, sia su altri elementi che, purtroppo esulano dal controllo di una forza politica e che sono quelli della capacità di far giungere esatte informazioni, in modo documentato, fatto che senz'altro ha prodotto una inefficacia della nostra azione di denuncia in tal senso.
Assessore D'Ambrosio, spero che la decisione che state per assumere oggi - decisione, dal punto di vista politico, veramente vergognosa - sia una decisione che questa volta consenta alle forze di opposizione di portare in ogni casa del Piemonte delle informazioni circa lo stato delle cose che avete prima prodotto, poi negato e oggi scaricato sulle spalle dei cittadini con una manovra che colpisce soprattutto i ceti a basso reddito.
Comunque, io continuo ad essere in attesa che la Magistratura verifichi se il Presidente Ghigo abbia violato l'art. 340 del Codice Penale che prevede che chiunque turbi l'erogazione di un servizio pubblico venga immediatamente perseguito. Quindi, chi va al Pronto Soccorso e, stanco di penare per l'attesa, prende una sedia e la sfascia buttandola contro una vetrata, giustamente viene immediatamente perseguito dall'ufficiale di turno per violazione dell'art. 340.
Lo stesso discorso dovrebbe valere per chi, dopo sei anni di governo prende in mano una matita e dà ordine a tutta la sanità piemontese di tagliare del 7% gli acquisti, le assunzioni, i ricambi di personale e i nuovi strumenti. Dovrebbe essere almeno perseguito per lo stesso reato perché ha turbato l'erogazione di un servizio pubblico. Infatti, nei sei anni ha negato l'esistenza di un deficit, ha negato l'esistenza di un problema - visto che è stato risanato fino al 1998 dallo Stato completamente - e ha anche la spudoratezza, l'impudenza, il 7 gennaio, di dire a tutti "Mi sono sbagliato". Questo non lo dice, ma sta nei fatti: "Il 7% in meno a tutti". E' un fatto di una gravità politica, penso anche di un interesse penale, di un certo tipo.
La mia opinione, Assessore D'Ambrosio, vale niente. Infatti, sono ancora lì che aspetto, e spero, di poter ripetere queste cose anche nell'altra sede, perché un turbamento di Codice Penale c'è stato.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è negativo.
La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, ho presentato l'emendamento per sottolineare come questo governo regionale avrebbe dovuto trovare altre strade per affrontare il problema del deficit della sanità. E' vero che, in qualche modo, le Regioni hanno sottoscritto un accordo con il Governo per intervenire sul deficit.
Mi rammarico però che in quell'occasione - il Presidente Ghigo era autorevolmente a capo della Regione Piemonte - non si sia determinato - non voglio differenziare il governo di centrodestra e il governo di centrosinistra - un impianto del federalismo. Con la crescita delle autonomie e degli spazi di autogoverno regionali, il prelievo fiscale si accresce, invece di stare all'interno del monte-prelievo della fiscalità generale, visto che sono state trasferite delle competenze. Un buon processo federalistico è quello che trasferisce dei compiti, delle funzioni, dà degli spazi non concorrenti, ma realmente autonomi, di autogoverno, senza incrementare il prelievo fiscale.
Altro discorso è quello, per esempio, degli interventi - lo accennavo non voglio autocitarmi, nell'intervento di ieri - sul trasferimento delle strade statali alle Regione. L'operazione che si vuole fare non vede, a livello nazionale, restringersi il prelievo fiscale, e si scaricano obblighi di incrementi fiscali o di tassazione determinando, in un conto consolidato nazionale, un incremento finale del prelievo fiscale. Il ticket avrebbe avuto un carattere, in termini di entrate, uguale, ma con caratteristiche e natura diversa, a mio parere più ingiusta socialmente.
Innanzitutto, sarebbe opportuno che le Regioni si opponessero a questo tipo di logica, soprattutto in una fase ancora più incalzante del federalismo. Sarebbe un disastro se questo processo avvenisse con la forma degli incrementi fiscali a carico delle Regioni e dei Comuni e quindi sarebbe un fallimento della natura e dello spirito federalistico. Inoltre torno a sottolineare - politicamente ognuno si assuma le proprie responsabilità - se questo governo vuole fare l'operazione dello 0,5%, la faccia, ne risponderà poi all'elettorato. Questa risposta, ovviamente, si vedrà fra tre anni e mezzo, quattro, quando sarà il termine della legislatura, e finirà poi nel calderone di tutte le altre iniziative.
Magari coloro che hanno assunto questa decisione pensano che si compenserà nel tempo con altre iniziative, ma credo che sia profondamente sbagliato si dovevano trovare delle risposte nel quadro della manovra finanziaria.
Qui occorreva rifiutare la tagliola sottoscritta a livello nazionale quella rappresentata dall'incremento dell'IRPEF o dei ticket, oppure da una meccanica di riduzione di spesa, ma che fosse percepibile immediatamente.
Evidentemente, non con un bilancio che va a finire nell'esercizio provvisorio e che, quindi, probabilmente, può trovare delle difficoltà di riconoscimento e di ricevibilità da parte del Governo centrale come attuazione reale della manovra, che, in qualche modo, è legata agli accordi del patto di stabilità.
Presidente, ho cinque o dieci minuti per la dichiarazione di voto?



PRESIDENTE

Cinque minuti, Consigliere Tapparo, che sono già esauriti.



TAPPARO Giancarlo

Voglio dire che c'erano e ci sono altri strumenti di intervento. Per questa ragione, sostengo questa proposta emendativa che riguarda il rifiuto netto della proposta del governo regionale.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica per dichiarazione di voto.



MANICA Giuliana

Presidente e colleghi, già nel corso della serata di ieri, esaminando questo emendamento avevamo fatto rilevare come la nostra richiesta abrogativa fosse legata ad alcune questioni sostanziali.
Per quanto riguarda la prima questione sostanziale, ci pareva principale e di estrema gravità una manovra quale questa, che incide per 400 miliardi sulle tasche dei cittadini piemontesi, a fronte di un bilancio a tutt'oggi, 12 dicembre 2001, non ancora adottato dalla Giunta, la quale non è neanche in condizione di fare una valutazione più complessiva della manovra che si può mettere in atto, non è neanche in condizione di individuare eventuali e possibili misure alternative che non siano quelle dell'imposizione fiscale ulteriore sui cittadini. Ecco, questa ci sembrava la questione principe in questa direzione.
Se a questa questione di estrema gravità aggiungiamo il fatto che la non presentazione del bilancio non rende neanche evidente con chiarezza qual è l'entità reale del deficit sulla sanità, noi continuiamo a pensare al di là dei conteggi diversi che potete avere adottato, magari in sintonia con le altre Regioni italiane, che quel deficit sia di 700 miliardi, come lo avevate certificato, e non di 350.
Quindi, in mancanza del bilancio, non abbiamo la certezza del deficit non abbiamo la certezza della manovra, non abbiamo la certezza delle alternative e non abbiamo neanche la possibilità - noi ci siamo sforzati di farlo ugualmente - di individuare eventuali misure alternative, che sono quelle della riduzione degli sprechi e delle consulenze miliardarie peraltro denunciate dallo stesso Assessore D'Ambrosio, e su questo siamo in sintonia con lui. E' una questione di estrema gravità ed è pregiudiziale alla manovra e all'impostazione dello stesso art. 1.
Inoltre, l'art. 1, nel suo combinato disposto con l'art. 2, crea un'ulteriore misura perversa: 400 miliardi tratti dalle tasche dei cittadini e altri 50 che vengono restituiti probabilmente alle persone sbagliate. Per cui può anche verificarsi il caso che un numero non enorme di persone, però consistente, possa anche guadagnarci qualche centinaia di migliaia di lire, mentre le fasce particolarmente esposte agli elementi di disagio potranno, attraverso questa manovra, essere colpite in modo molto grave.
Per queste ragioni, non solo esprimiamo un voto fermo e favorevole all'emendamento che propone di abrogare l'art. 1, ma, contestualmente depositiamo una mozione che chiede al Presidente della Giunta regionale di revocare la delega affidata al titolare dell'Assessorato al bilancio e al patrimonio, sulla base di motivazioni che, prima di depositare tale mozione, voglio leggere all'aula: "Il Consiglio regionale del Piemonte richiamate le norme contabili e statutarie relative ai termini di presentazione del bilancio annuale di previsione rilevato che a tutt'oggi, 12 dicembre 2001, la Giunta regionale non ha presentato il bilancio per l'anno 2002 e che tale protratta inammissibile inadempienza sottrae al Consiglio regionale la possibilità di esercitare le proprie e fondamentali prerogative statutarie rilevato inoltre che l'inadempienza relativa all'esercizio in corso è aggravata dalla proposta di determinazione di nuove imposizioni fiscali, a carico dei cittadini piemontesi, per il pareggio di conti e di scoperti di esercizio di cui il Consiglio, in mancanza di documenti di bilancio, non può conoscere né valutare l'effettiva consistenza constatato che la situazione è determinata dalle citate perduranti inadempienze richiama specifiche responsabilità nell'ambito dell'esecutivo chiede al Presidente della Giunta regionale di revocare la delega affidata al titolare dell'Assessorato al bilancio e patrimonio".
Tale mozione è firmata da me e dai Consiglieri Contu, Chiezzi, Di Benedetto, Giordano, Saitta e Tapparo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo per dichiarazione di voto.



CATTANEO Valerio

Dopo la sospensione di questa mattina ci siamo trovati alla Conferenza dei Capigruppo dove abbiamo continuato il confronto iniziato in aula nella giornata di lunedì e che ha occupato il Consiglio regionale anche nella giornata di ieri.
In un certo senso, c'eravamo lasciati con l'impegno, certamente non vincolante e non sancito da un voto o da determinazioni del Presidente del Consiglio regionale, ma seguendo la consuetudine che si è sempre verificata in questo anno e mezzo di Conferenza dei Capigruppo, di trovare una soluzione o comunque un percorso, non dico agevole, ma certamente normale a questo provvedimento. Un provvedimento - lo hanno detto in mia assenza nella giornata di ieri, i Consiglieri di Forza Italia che si sono succeduti con i loro interventi - che nella Casa delle Libertà, indubbiamente, è sofferto.
Lo abbiamo detto a più riprese: si tratta di un provvedimento che va anche un po' in controtendenza con le nostre linee politiche e con i nostri obiettivi programmatici, quindi è un provvedimento che, se potessimo, ne faremmo volentieri a meno.
Questo provvedimento è per noi irrinunciabile ed è fortemente necessario per l'Ente che siamo chiamati ad amministrare.
Presidente, nell'affermare e denunciare la contrarietà all'emendamento che propone l'abrogazione dell'art. 1, prendo atto della indisponibilità visto che gli emendamenti sono stati confermati da parte dell'opposizione a recepire le proposte che sono state fatte nell'ufficialità delle trattative, svoltesi all'interno della Conferenza dei Capigruppo e nell'incontro che i Presidenti di Giunta e di Consiglio hanno avuto con i Capigruppo di maggioranza, che vanno in linea, almeno in termini di apertura e di confronto, su alcune esigenze e posizioni che sono state proposte e rappresentate dall'opposizione nel dibattito di ieri e nella Conferenza dei Capigruppo di oggi.
Questa indisponibilità mi preoccupa; ci preoccupa.
Ribadisco che, a fronte della nostra disponibilità, vedo e registro - è legittimo, ma comunque non posso che vederlo e registrarlo - un atteggiamento di totale chiusura.
Credo che nessuno chieda, quindi né il governo regionale né la maggioranza che lo sostiene, di votare o di dare il via libera a questo provvedimento, ma, certamente di ritornare nell'alveo del confronto.
Da parte nostra, c'è la ferma volontà di tornare nell'alveo del confronto. Da parte nostra, c'è ferma volontà e convinzione di trovare una soluzione che vada incontro e che recepisca in parte alcune delle proposte che voi avete formulato.
Non chiediamo certamente all'opposizione di votare e di sostenere questo provvedimento. Vogliamo capire dall'opposizione se c'è almeno un indirizzo favorevole, un indirizzo positivo verso un'intesa che dia la possibilità al Consiglio regionale di legiferare, di approvare una legge e a questa maggioranza di assumerne, visto che la maggioranza voterà questa legge, la piena responsabilità. Questo è il punto.
Presidente, se, a fronte di una nostra posizione responsabile e ragionata, vi è una posizione altrettanto responsabile e ragionata, ma altrettanto ferma e di chiusura da parte dell'opposizione, noi possiamo stare qui anche quindici giorni, ma difficilmente usciremo con una legge dai lavori d'aula di oggi e delle giornate che verranno.
Se ciò non avvenisse, certamente la responsabilità non è da ascrivere a questa maggioranza, che è fermamente convinta e subisce la responsabilità di questo provvedimento, ma governare vuol dire anche fare scelte difficili, governare vuol dire anche avere il coraggio dei governi e delle maggioranze che lo sostengono di assumere i provvedimenti impopolari.
Chiediamo semplicemente all'opposizione di valutare quanto è stato proposto, di continuare a confrontarsi, di essere meno ferma e meno strumentale. Chiudo il mio discorso con questo aggettivo.
Voglio credere che la mozione presentata oggi, che, a mio giudizio, si commenta da sola, sia l'ennesimo atto di provocazione, l'ennesimo atto per alzare il tiro e il livello della trattativa. Credo che sia uno di quegli atti che vogliamo ascrivere alle innumerevoli richieste di dimissioni che sono state fatte verso i titolari di due Assessorati difficili l'Assessore D'Ambrosio per la sanità e l'Assessore Burzi per il bilancio e nulla più.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso per dichiarazione di voto.



GALASSO Ennio

Nell'esprimere la contrarietà del Gruppo di Alleanza Nazionale, devo rettificare una mia opinione. Ritenevo che il più ecumenico di tutti fosse l'Assessore Leo, invece è il Consigliere Cattaneo.



(Commenti in aula)



GALASSO Ennio

Lo dico con molta pacatezza. Non è la prima volta che accade che alle aperture della maggioranza vengono sempre e puntualmente opposte chiusure da parte della minoranza, chiusure che sono preannunciate da un atteggiamento invece diverso.
Devo dire, visto che prima evocavate varie figure di reato, che questa potrebbe essere una sorta di insolvenza fraudolenta, cioè quando ci si viene a proporre di aprirci si sa già che tanto ci sarà chiusura. Questo è il punto.
E' chiaro che si tratta di un provvedimento doloroso e sofferto e di cui non si può menare vanto. Fate tutte le polemiche che volete, ma impedire lo svolgimento dell'attività legislativa è nocivo non solo per la maggioranza, ma per la comunità piemontese.
Abbiamo sottolineato, non per porlo come condizione di pressione, ma come dato obiettivo, il fatto che la mancata approvazione del provvedimento genera dei danni, non a noi, che politicamente potrebbe generarli proprio perché il provvedimento è impopolare, ma non possiamo preoccuparci di quello che è il nostro utile particolare, dobbiamo preoccuparci di quelle che sono le esigenze della comunità piemontese.
Avendo già manifestato disponibilità, ed essendo stato opposto un rifiuto, non vedo cos'altro possiamo fare. Si può anche regalare il tempo ma è peccato sprecarlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Intervengo per dichiararmi favorevole alla proposta di abrogazione dell'art. 1.
E' stato motivato in diversi interventi dei colleghi della maggioranza e gli ultimi interventi hanno aggiunto qualche elemento veramente utile per rafforzare la nostra contrarietà all'art. 1.
Non capisco in che modo sia strumentale la posizione della minoranza.
Mi riferisco in modo particolare a quella del centrosinistra, nel senso che finora il centrosinistra nei diversi interventi ha posto delle questioni di merito, non ci sono state attività di tipo ostruzionistico - non so cosa è stato riferito al Consigliere Cattaneo. Questo è il primo intervento, pu anche darsi che ve ne siano sessanta.
Credo che l'attività emendativa faccia parte dell'attività del Consiglio regionale, anche perché credo che la minoranza abbia tutto il diritto di opporsi a un provvedimento, lasciando governare la maggioranza mi pare più che logico - quindi da parte nostra non c'è una dichiarazione né una volontà di fare ostruzionismo.
La maggioranza ha i suoi provvedimenti da approvare, ma vogliamo, fino in fondo, utilizzare tutto il tempo che abbiamo a disposizione per esprimere la nostra contrarietà e, soprattutto, per provocare una discussione anche all'interno della maggioranza in ordine ad alcune proposte che abbiamo presentato.
Ieri abbiamo proposto una politica alternativa rispetto all'aumento della pressione fiscale. Abbiamo praticamente proposto una manovra di bilancio, cioè la possibilità di finanziare, abbiamo suggerito di finanziare il disavanzo della spesa sanitaria attraverso la riduzione di una parte delle spese correnti e l'utilizzo di una parte dell'avanzo di amministrazione.
Consigliere Cattaneo, abbiamo proposto questo. Abbiamo proposto qualcosa di alternativo, e rispetto a questa proposta alternativa non abbiamo sentito una parola di contestazione. Non c'è la volontà di seguire un lavoro che è iniziato all'interno di Forza Italia di mettere in discussione alcune spese correnti come quelle del Palazzo unico.
Credo di doverlo ripetere oggi, così come è stato detto che il palazzo regionale può attendere...
(Commenti in aula)



SAITTA Antonino

Quello è stato un evento. Ieri abbiamo detto che ci sono altre questioni che possono essere rinviate come è stato rinviato il palazzo della Regione.
Per quanto riguarda le consulenze, una parte può essere rinviata? Possiamo fermare il personale? Possiamo vendere una parte delle partecipazioni azionarie, così come ha detto l'Assessore Burzi? Ieri abbiamo indicato una possibilità di coprire la spesa attraverso manovre di bilancio e utilizzando anche l'avanzo di amministrazione. Era una proposta possibile. Rispetto a queste indicazioni, nessuno ha detto qualcosa di interessante. Ci è stato detto: "Il provvedimento è questo e non si tocca. Assolutamente non si riducono le consulenze, e per la vendita delle società non se ne parla neppure".
In queste risposte vi è la provocazione da parte della maggioranza, che rispetto a una proposta alternativa non entra nel merito, così come non è entrata nel merito rispetto ai suggerimenti e alle giuste contraddizioni che ha fatto rilevare ieri il Consigliere Giordano in ordine al rapporto tra l'aumento dell'IRPEF e la riduzione dell'imposta sul metano.
La discussione fatta finora ci conferma la nostra opinione: la maggioranza non vuole assolutamente tornare indietro rispetto all'aumento della pressione fiscale e non vuol fare alcuno sforzo per rivedere le spese correnti. La maggioranza, cioè, parte dalla constatazione - contraddetta da dichiarazioni della stessa maggioranza - che la Regione Piemonte non spreca. Chi può fare un'affermazione simile? Cinque miliardi, dieci miliardi, cinquanta miliardi, cento miliardi. Dite una cifra. Se non si dice una cifra, vuol dire che non ci sono sprechi. Ma chi è in grado di fare questo giuramento? Certamente non i Consigliere Marengo o Costa certamente altri che hanno detto cose diverse. E' un richiamo alla coerenza.
Questi sono i motivi per cui siamo contrari alla pressione fiscale perché è possibile una manovra di bilancio. In ogni caso, e lo dico ancora al collega Cattaneo, per quanto riguarda la minoranza, in modo particolare il centrosinistra, noi non abbiamo né dichiarato né stiamo facendo ostruzionismo. Svolgiamo la nostra azione per esprimere la nostra contrarietà all'aumento della pressione fiscale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigrandì.



BRIGANDI' Matteo

Prendo brevemente la parola per dichiarare il voto contrario del Gruppo che ho l'onore di presiedere e per "aggiustare il tiro", non nel senso che il collega Cattaneo abbia detto delle cose errate dal suo punto di vista ma semplicemente per differenziare quella che è la posizione della Lega.
D'altronde, se avessimo tutti la stessa posizione, probabilmente faremmo tutti parte dello stesso partito.
Il discorso del Consigliere Cattaneo non è condivisibile, dal mio punto di vista, semplicemente quando ritiene che si debbano raggiungere delle mediazioni con la minoranza per ottenere il permesso di legiferare in maggioranza. Io credo che se vi sono, e non vi è una norma che vieta l'ipotesi, delle forme legislative nel campo delle spese e delle tasse, o in qualsiasi altro campo, che possono essere condivise o patteggiate con le forze di minoranza, ebbene, questa condivisione o questo patteggiamento deve risultare per tabulas. Cioè noi dovremmo assistere ad una manovra approvata sia con i voti della maggioranza, sia con quelli della minoranza.
Quello che non riesco a capire, e di cui non riesco a capacitarmi, è che si parla di colloqui, di patteggiamenti, di risposte alle istanze della minoranza che si traducono nel permesso della minoranza a votare contro.
Questo mi fa impazzire! Non è pensabile che ci siano motivi di accordo che si traducano in un voto positivo della maggioranza e in un voto negativo della minoranza. I casi sono due: o vi sono degli accordi, dei punti di condivisione su questa manovra, che conseguentemente viene proposta da tutte le forze presenti in Consiglio - posto che si è tutti consapevoli che esiste quel problema e che può essere risolto in un certo modo - attraverso una firma congiunta degli emendamenti e un voto congiunto, oppure non vi è accordo. Se manca l'accordo, evidentemente le forze di maggioranza hanno il loro sacrosanto diritto-dovere di legiferare e di esprimere ciò che pensano, e le forze di minoranza hanno il loro altrettanto legittimo diritto-dovere di esprimere nelle forme e nei metodi civili, quello che ritengono più opportuno per far constatare, all'interno di questo Consiglio e all'esterno, pubblicizzando l'azione politica fatta qui all'interno, quella che è una posizione differenziale della minoranza. Alla fine, andremo a raccogliere i voti alle prossime elezioni. Questa mi sembra una regola minima elementare di buonsenso, una regola di democrazia. Però mi pare di aver capito che qui siamo in una situazione diversa. Ci si chiede di spostare una volontà di maggioranza a fronte di un voto negativo della minoranza. Scusate, ma se devo modificare quella che è la mia azione di governo o di maggioranza in proposizione condivisa dalla minoranza, per poi avere il riscontro politico negativo, con la possibilità di ricevere una critica della minoranza su quelle posizioni pur condivise - perché se non fossero state condivise non sarebbero passate - credo che ci troviamo di fronte ad un grosso problema che ha un nome: Regolamento. Noi non possiamo pensare di continuare a lavorare in questo modo, essendo ricattati e dovendo fare delle cose condivise a fronte delle quali noi dobbiamo andare ancora a mediare i voti.
Pertanto, invito le forze di maggioranza a riflettere su uno sforzo comune che dobbiamo fare, che deve permettere alla maggioranza di governare e all'opposizione di fare il proprio lavoro.
Concluderò nel prossimo intervento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Anch'io, come altri esponenti della minoranza esprimo parere favorevole a questo emendamento, che, tra l'altro, ho anche sottoscritto, perché, sulla base di quanto già affermato da altre forze della minoranza, credo che si tratti di un provvedimento essenzialmente ingiusto.
Un provvedimento ingiusto lo si migliora nell'unico modo possibile cioè non adottandolo. D'altra parte, è questa idea dell'ingiustizia che ci rafforza nel non comprendere le osservazioni del Capogruppo di Forza Italia, Consigliere Cattaneo, nel senso che non vedo perché le forze della minoranza, che non hanno motivo di partecipare alla decisione in tutta una serie di problematiche che riguardano la questione della Regione Piemonte dovrebbero partecipare ed assumere una decisione che personalmente ritengono ingiusta. Allo stesso tempo, puntiamo a lavorare costruttivamente per cercare di ragionare sui contenuti del documento.
E' stato detto, da parte dell'opposizione, che esistono altri metodi e altri mezzi per giungere allo stesso risultato che si auspica, ovvero il risanamento di un buco stimato sui 350 miliardi. Per fare ciò, riteniamo che sarebbe stato opportuno utilizzare meglio il tempo che avevamo a disposizione prima nell'elaborare un bilancio politico che servisse ad affrontare questi problemi prevedendo dei risparmi e non, invece, un aumento dell'imposizione fiscale. E' questo il percorso e il meccanismo che noi contestiamo.
Potremmo dire di più. Anche se vi sono state smentite, alcune voci hanno ammesso che questa manovra fiscale è sicuramente resa necessaria per i problemi legati alla gestione della sanità piemontese. Ebbene, io credo che noi della minoranza possiamo dire, già da adesso, che poiché non si affrontano i nodi della sanità piemontese, poiché le proposte che sono arrivate sui nostri tavoli non vanno a risolvere i nodi fondamentali dello sforamento di spesa nell'ambito della sanità - ripeto: già da adesso - che queste discussioni le riprenderemo fra sei, sette mesi, un anno al massimo.
Se non si risolve alla radice il motivo che sta alla base di questa richiesta di imposizione fiscale, ovvero una gestione della sanità che da lungo tempo da parte delle opposizioni è stata segnalata come non sufficiente, non idonea a risolvere quello che si sta verificando come il problema principale della sanità piemontese, cioè uno sforamento di spesa continuo; se non abbiamo un quadro generale, questo discorso dell'imposizione fiscale lo ripeteremo tra qualche mese e l'Assessore Burzi sarà di nuovo qui a chiederci un nuovo dispositivo di aumento delle tasse per i piemontesi per risanare un bilancio, per colmare un buco che non abbiamo fatto nulla per chiudere in maniera corretta.
Un'ultima annotazione. In questi giorni, ho sentito dire che qualcuno della maggioranza difendeva l'operato che si era effettuato anche in campo sanitario. Evidentemente, non c'è il polso della situazione, non c'è una visione oggettiva di quanto avviene nella sanità oggi. E' stato detto che non vengono effettuati dei tagli, mentre tutti sappiamo, o perlomeno chi ha voglia di verificare quello che avviene nelle AA.SS.LL., sa che tagli ce ne sono, i posti non vengono coperti e purtroppo i tagli continuano in maniera giornaliera.
Ribadisco il voto favorevole all'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, il mio intervento è finalizzato ad evidenziare il voto favorevole all'emendamento presentato dal collega Tapparo, non senza però rispondere ai colleghi Galasso e Brigandì che hanno parlato di illegittimità e ostruzionismo.
Innanzitutto, innanzitutto si tratta del primo emendamento e non mi sembra che la discussione che abbiamo fatto ieri , prima in sede di Capigruppo, e che ora stiamo facendo in aula sia ostruzionistica.
Dal momento che si tratta di imporre tasse ai cittadini, chiedo ai colleghi Brigandì e Galasso se per loro sia legittimo o no riflettere quanto meno sui motivi che hanno generato questo debito. E' legittimo capire che cosa è successo da quando, venti giorni fa, il Presidente della Giunta ha fatto sognare tutti gli ammalati, compresi i contribuenti, nella sala al primo piano di questo palazzo mostrando tutte quelle "slide"? Oggi dai giornali apprendiamo cose diverse, cose di cui non aveva parlato! E' legittimo, colleghi, guardare se i tassi al 17,50% sono corretti e correnti, e capire se si potevano modificare? Noi abbiamo l'impressione che questa sia una gestione a "maglia larga" ossia che si va avanti fin quando ci sono i soldi da spendere e poi quando non se ne hanno più si apre subito il cassetto del papà per prenderne! Solo l'amministrazione pubblica ha questo privilegio. Noi riteniamo che sia troppo facile fare in questa maniera,e che non si sia preso in considerazione lo studio fatto dal collega Saitta che propone una manovra alternativa, che può anche non essere valida, ma quello che noi non abbiamo apprezzato è che non sia stato preso in considerazione nel modo più assoluto! Si è partiti subito per l'applicazione delle tasse, in modo deciso, in un modo direi arrogante; da una parte, si aumentano le imposte e, dall'altra, si vogliono confondere le idee dando dei crediti e distribuendo dei soldi ai cittadini! Il gioco delle tre carte non sempre funziona, come non funzionerà per questo provvedimento.
Noi votiamo in modo favorevole e riteniamo che la maggioranza abbia un'occasione d'oro, quella di votare anch'essa a favore di questo emendamento perché ha tempo ancora di riflettere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Rinuncio.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti n. 1.1) e n. 1.1 bis).
Il Consiglio non approva.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Suino, Muliere e Riggio: al comma 1, le parole "1,4%" sono sostituite dalle parole "1,0%".
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Cari colleghi, anche della maggioranza, io credo che voi abbiate tutto il diritto di difendere il vostro provvedimento, quello che però mi sembra discutibile è il fatto che invece voi cerchiate di scaricare sulle opposizioni e sulla minoranza, che fa in quest'aula il suo mestiere responsabilità che sono imputabili unicamente alle vostre divisioni interne e ai problemi che voi stessi avete sollevato o sollevate per quanto riguarda il Regolamento. Peggio ancora, mi sembra sbagliato sostenere continuamente, ogni volta che in aula c'è una discussione, come è giusto che sia in un Consiglio regionale di un certo tipo, che il grande accusato sia, non già i problemi di solidità della maggioranza, che anche in questa occasione ha opinioni diverse sul provvedimento, ma il Regolamento! Ora, vorrei, illustrando l'emendamento, ricondurre la questione al merito.
In questi giorni, colleghi Consiglieri della maggioranza, la Regione Lombardia sta votando il bilancio. Vi consiglio di leggere Corriere della Sera, nelle pagine riguardanti la Lombardia e Milano, e scoprirete non soltanto che la Lega è molto critica sul modello sanitario Formigoni (in questo momento questo non mi riguarda), ma che la manovra sull'IRPEF, a cui peraltro la Regione Lombardia intende fare ricorso, viene giustamente collocata dentro il bilancio della Regione Lombardia. E' normale che sia così! Quindi, vi chiedevo soltanto di fare esattamente come fa la Regione Lombardia (diretta dal Presidente Formigoni), la quale discute e vota entro il 31 dicembre il bilancio regionale e colloca la manovra sull'IRPEF all'interno del bilancio regionale. Voi non lo state facendo.
Questo è uno dei punti salienti, collega Cattaneo, e non si pu continuare a raccontare favole, inventando problemi che non esistono e cercando di confondere i termini della questione. Qui si è presentata la questione come una questione che riguarderebbe il Regolamento o un'opposizione che, in questo caso, in Consiglio regionale vi sta impedendo di approvare il provvedimento. Non è così! Noi, in questi due giorni eravamo impegnati a fare una battaglia di merito sulle questioni, e uno dei meriti è esattamente questo, colleghi della maggioranza.
Secondo problema: che questa manovra sia discutibile lo avete confermato voi stessi, poiché ci avete presentato un primo provvedimento che immaginava possibile rastrellare 450 miliardi; poi in Commissione avete cambiato tale impostazione.
Siete intervenuti, da una parte, con l'esenzione e, dall'altra, con l'intervento sull'addizionale del gas, riducendo il gettito di 100 miliardi. Ciò conferma e prova che siete ricorsi a questa manovra e a questo provvedimento sulla base di ragionamenti quanto meno pressapochisti.
Vengo all'ultima considerazione, Presidente, che riguarda il merito del provvedimento, perché abbiamo già discusso sul fatto che non c'è il bilancio e che avremmo potuto collocare queste discussioni in quel contesto.
Ieri abbiamo incominciato a discutere del merito. Voi, da una parte dite che il ricorso all'addizionale IRPEF, siccome contiene il principio della progressività, colpisce tutti nello stesso modo in maniera proporzionale - voi dite questo, e per questa via volete recuperare 400 o 450 miliardi - e nel momento in cui fate riferimento all'intervento sull'IRPEF, in base al principio della progressività, proponete una riduzione dell'addizionale del gas.
Abbiamo già sostenuto nella discussione di ieri che l'intervento sull'addizionale produce un'iniquità, perché avremo contribuenti che pagheranno l'IRPEF e avranno la possibilità di avere il vantaggio e il beneficio fiscale sul gas, e avremo contribuenti che pagheranno l'IRPEF e non avranno questo vantaggio. Noi abbiamo detto: riportiamo il tutto ad una manovra, che ovviamente non potremo condividere, ma che ha una sua logica e una sua razionalità. Di questo abbiamo discusso ieri pomeriggio.
Proprio per questo, abbiamo presentato alcuni emendamenti che intervengono sull'aliquota dell'IRPEF.
Da questo punto di vista, Presidente, dichiaro che questo emendamento contribuisce a correggere le distorsioni presenti nel provvedimento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Sono contrario all'emendamento, ma volevo aggiungere una motivazione poiché alcuni aspetti mi sfuggono.
Stiamo discutendo ormai da un giorno e mezzo - credo che lunedì sia passato nell'ambito delle pregiudiziali e oggi discutiamo degli aspetti di merito. Ma anche l'aspetto delle pregiudiziali è stato di merito, perch non ho alcuna difficoltà a dire che tutte le argomentazioni svolte erano attinenti al merito, e buona parte di ciò è anche avvenuto in un'altra modalità di merito, nell'ambito della I Commissione. Però il ragionamento del collega Ronzani mi sfugge da un certo punto di vista.
Mi pare che sia condiviso che si deve fare una legge di natura fiscale legge impopolare per sua natura, come ha detto correttamente il collega Cattaneo - che ha una certa scadenza tecnica. Giusta o sbagliata, è quella che tutti noi assumiamo, al di là dell'esistenza di manovre alternative.
Alcune di queste sono state esaminate nell'ambito degli organi competenti e non sono state ritenute dalla Giunta o dalla maggioranza migliori di quelle proposte.
E' possibile avere opinioni diverse; la nostra l'abbiamo espressa con un provvedimento di Giunta, che è stato portato in Commissione e votato da tutti i Gruppi di maggioranza.
Ci sono legittimamente opinioni diverse, contraddizioni e una serie di criticità, ma non credo - lo dico con molto rispetto - che il collega Ronzani abbia mai avuto alcun dubbio nel volerlo firmare. Quindi, non riesco a comprendere bene una cosa. Se non arriviamo ad un'ipotetica conclusione, quale quella che il Consigliere Cattaneo all'inizio del pomeriggio suggeriva, perché ci volete aiutare a migliorare un provvedimento - che sappiamo essere impopolare e che giustamente avete tutto il diritto e dovere di criticare nelle sedi competenti e sulle pagine dei giornali secondo le corrette modalità della politica - quando abbiamo verificato che i miglioramenti possibili sono quelli che ci hanno portato a questo testo in aula? Questo è il motivo per cui non accetto l'emendamento in più questa mattina, tutt'altro che inutilmente, abbiamo discusso ed avete preso atto di una non chiusura da parte nostra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per dichiarazione di voto.



MARCENARO Pietro

Volevo solo dire questo: ogni tanto, forse, vale la pena ricordare che c'è una legittimazione, che è avvenuta alla maggioranza da un voto popolare, ma c'è un'altrettanta legittimazione - altrettanto avvenuta da un voto popolare - all'opposizione per svolgere il proprio compito.
Lo dico, altrimenti ogni tanto sembra che qui ci sia qualcuno che è legittimato dagli elettori, e qualcuno che invece è in quest'aula abusivamente.
No, nelle elezioni democratiche è previsto che sia eletta una maggioranza e una minoranza, che dovrebbe svolgere un certo ruolo, cioè quello di opporsi ai provvedimenti, contestarne la natura e cercare attraverso una strategia emendativa, di limitare i danni - quelli che almeno noi consideriamo danni - visto che si tratta di questioni che non riguardano solo il nostro confronto interno, ma i cittadini piemontesi, il loro insieme e l'evoluzione di tutta la Regione.
Visto che ho la parola, approfitto per dire un'altra cosa. Ieri abbiamo posto delle questioni; questa mattina, dopo una riunione della maggioranza il Presidente della Giunta, l'Assessore Burzi e il Presidente del Consiglio hanno prospettato delle possibilità. Noi abbiamo valutato che queste possibilità non rispondono ai problemi che avevamo posto.
E' semplicemente la questione di una valutazione di merito, sulla quale non abbiamo visto la possibilità di un passo in avanti, neppure parziale.
Perché? Perché quando vi è un provvedimento - penso che questo faccia parte della discussione normale in un Consiglio regionale - che non si condivide si cerca - quando non si riesce a cambiarlo totalmente - di modificarne alcuni aspetti. E' una cosa così singolare? Non credo.
Qui il punto è un altro: ci muoviamo con questa linea attraverso emendamenti che propongono una riduzione della maggiorazione dell'addizionale IRPEF regionale, perché su questo siamo convinti. Potrebbe essere completato, e lo faccio adesso, oppure, se volete, mi riservo di farlo con gli emendamenti successivi e con un subemendamento che dica: "Proponiamo di ridurre all'1% l'addizionale IRPEF, e il Consiglio impegna la Giunta a reperire, all'interno della discussione sul bilancio regionale le rimanenti risorse equivalenti necessarie per far fronte alle esigenze prospettate".
E' una nostra posizione e opinione che riproponiamo nelle forme e nelle modalità nelle quali si usa fare, ed è legittimo fare, in questo Consiglio regionale.
Ribadisco un concetto che ho espresso in un'altra riunione: continuate a sollevare la questione del Regolamento; io vi dico che c'è una Commissione regolamentare appositamente istituita nel Consiglio regionale e non mi risulta che mai lì, da parte della maggioranza, sia stato istruito un confronto, una discussione, per cercare quel confronto che su questi problemi, così importanti, è necessario.
Vi inviterei, se c'è questo problema, a scegliere le sedi proprie, non per fare braccio di ferro, ma per un confronto su un tema così delicato che provi a vedere le posizioni e ad elaborare possibili soluzioni. Fino a quando la questione verrà usata semplicemente come uno strumento propagandistico, a me pare una posizione irricevibile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Mi pare che l'Assessore, o qualcuno, ponesse un quesito: per quale motivo le minoranze vogliono migliorare un provvedimento.
E' chiaro che migliorare un provvedimento e, in questo caso, ridurre la pressione fiscale, evitare che venga attuato un provvedimento che porta a nuove imposte, vuol dire rappresentare l'elettorato che rappresentiamo (questo mi pare scontato).
C'è anche un ragionamento più complessivo, di tipo economico, che mi pare la volta scorsa il Consigliere Palma avesse indicato e che riprendo poiché mi sembra utile anche dal nostro punto di vista.
In fondo, con grande leggerezza, la Giunta di centrodestra fa un'operazione che certamente non risponde alla politica liberale.
Ricossa su la Repubblica vi ha dato una bella lezione di liberismo: le imposte non vanno applicate, la pressione fiscale non va aumentata. Ha detto: non fate il Palazzo unico, bisogna ridurre gli sprechi. Una posizione coerente con la politica liberale. Quando si aumentano le imposte, in questo caso, vuol dire sottrarre delle risorse al settore privato, a quel settore a cui ogni tanto fate riferimento e dite di voler rappresentare. Se si tratta di investimenti, bisogna vedere se queste risorse sono per investimenti o per finanziare la spesa corrente - io temo per finanziare la spesa corrente, capiterà così - ma se anche fosse vero quello che dice il Presidente Ghigo e cioè che queste risorse dovrebbero servire per investimenti, sarebbe interessante capire quali investimenti.
Nessuno ha mai spiegato quali sono gli investimenti che si vogliono realizzare. In ogni caso, siamo così convinti che la capacità di spesa e la modalità di intervento della Regione, in termini di effetti complessivi dell'economia, sia una modalità che ha effetti maggiori rispetto agli investimenti o ai risparmi del settore privato? C'è la presunzione che il settore pubblico, in questo caso la Regione Piemonte, abbia una capacità superiore rispetto al settore privato relativamente agli investimenti. In questo senso, non mi sembra che sia una logica liberale. Dovete spiegare ai piemontesi per quale motivo, oltre all'aumento dell'addizionale che è passato da 0,4 a 0,9% già quest'anno e che ha sottratto al settore privato 500 miliardi, bisogna ancora aggiungere 400 miliardi. In un anno bisogna togliere dal settore privato 900 miliardi di risorse. C'è una leggerezza e una non preoccupazione complessiva che, in questo senso, è politica.
Posso capire che si ricorre a questo meccanismo perché si ha un obiettivo politico alto, ma se l'obiettivo politico è quello di finanziare ancora le spese per le consulenze, le società per azioni decotte, vuol dire che non solo non si fanno investimenti, ma vuol dire sottrarre al settore privato delle risorse con le quali verrebbero fatti degli investimenti. In questo senso, voi non siete liberali.
Non posso fare questa critica, ma mi sento di doverla fare, perché è in questo senso che non siete liberali. In questo senso, voi siete il partito della spesa pubblica corrente, quella che fa le manifestazioni, il patrocinio, la festa del formaggio e via di questo passo, cioè l'immagine.
In questo senso, voi siete non una coalizioni di liberali, ma una coalizione di promozione dell'immagine, che è cosa diversa, e che per fare questo è sostenuta da una politica di finanza allegra della spesa pubblica.
Lo dicevo ieri, Consigliere Cattaneo: ha senso che la Regione Piemonte abbia cinquanta dipendenti addetti all'immagine dell'Ente? Questo vuol dire essere liberali? Ma neppure l'avvocato Agnelli ha cinquanta addetti e ha un altro fatturato rispetto alla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per dichiarazione di voto.



MORICONI Enrico

Anch'io vorrei provare a spiegare all'Assessore Burzi perché, come opposizione, cerchiamo di lavorare su questo disegno di legge per migliorarlo. Non pensiamo di aiutare chi ha proposto questo testo legislativo. La nostra preoccupazione non è quella di aiutare la Giunta: la nostra preoccupazione, modestissima, è quella di pensare ai cittadini piemontesi.
Se siamo convinti, come lo siamo, che si tratta di un provvedimento che ha caratteri di ingiustizia, è chiaro che qualsiasi intervento che possiamo proporre, qualsiasi soluzione venisse accettata che andasse nel senso di diminuire questa ingiustizia, che andasse nel senso di correggere quei tratti ingiusti che noi riteniamo siano contenuti in questa proposta, fa un'opera di giustizia verso tutti i cittadini piemontesi.
Tutti sappiamo che chi amministra la Regione ha avuto questo ruolo confermato da un voto maggioritario dei cittadini piemontesi, perciò dovrà cercare di realizzare quei programmi che tale voto ha approvato.
Credo che nessuno possa ignorare il fatto che la popolazione piemontese sia costituita dall'insieme di tutti i cittadini, sia quelli che hanno votato per la Casa delle Libertà, sia quelli che non l'hanno votata. I caratteri di giustizia e di ingiustizia nelle scelte che si fanno sono valutati da tutti i cittadini. Per quanto mi riguarda, non è neanche un termine di misura, il voto non è l'unico termine di confronto.
Personalmente, quando mi impegno a livello ambientale, lo faccio per situazioni che, assolutamente, non mi daranno mai il voto. Come diceva un mio vecchio amico, le cose per cui ci impegniamo non ci votano: non ci votano né gli animali, né le piante, né l'ambiente. Però se notiamo che si è verificata un'ingiustizia o qualcosa che non condividiamo, non per questo cessiamo di fare la nostra battaglia.
Credo che su questi temi la Giunta potrebbe riflettere e cercare di ragionare se è interesse dei cittadini piemontesi potare avanti questo tipo di percorso, ovvero aumentare l'imposizione fiscale o se, invece, non sia preferibile cercare altre strade, quelle strade che le opposizioni hanno ripetutamente sollecitato e ricordato, che sono appunto quelle di costruire un bilancio regionale di risparmio e non di agire sulla leva fiscale a scapito di tutti i cittadini piemontesi.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.2).
Il Consiglio non approva.
1.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Riba, Manica, Muliere Riggio e Suino: al comma 1), le parole "1,4%" sono sostituite dalle parole "1,1%".
La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Insisto su un punto. Vorrei soltanto che mi si dicesse che il ragionamento è sbagliato, e se è sbagliato non intervengo più.
Noi aumentiamo l'IRPEF dello 0,5%, colleghi, per poter ridurre la tassa sul gas. Questa è l'operazione che voi fate. L'aumento dello 0,5% viene fatto in quelle percentuali perché voi volete ridurre la tassa del gas: è una partita di giro quella che proponete. Da una parte, preleviamo i soldi con l'aumento dell'IRPEF, dall'altra, li restituiamo - in misura percentualmente più bassa, 20 lire al metro cubo - ad una parte di cittadini che hanno pagato l'aumento dell'IRPEF.
Qual è il punto che contestiamo? Il punto che contestiamo è che la manovra, così come l'avete congegnata, fa in maniera che alcuni contribuenti, che pagheranno l'aumento dell'IRPEF, avranno un beneficio relativo. Quando pagheranno la bolletta del gas avranno una minore imposizione fiscale. Altri, invece, la pagheranno per intero, perché non consumano il gas metano. Lo ha detto ieri sera molto lucidamente il collega Giordano.
Questa manovra, che contesto per ragioni di fondo, produce, colleghi un effetto redistributivo. E' questo il problema.
Allora cosa vi dico? Rinunciate alla riduzione dell'addizionale sul gas, perché questo vi consente di ridurre percentualmente il ricorso all'addizionale sull'IRPEF. Questa è l'operazione che propongo. Con ciò voi fate esattamente la stessa operazione per quanto riguarda le quantità perché avrete sempre un gettito fiscale di 300/350 miliardi. Semplicemente evitate, prevedendo con questa manovra la riduzione sul gas, di produrre l'effetto redistributivo. Non mi pare un ragionamento fuori dal mondo. Non possiamo non tenere conto di questo fatto. Se quello che dico non ha un significato, non ha un senso, dovreste dirci: "Badate, l'argomento che voi sostenete è un argomento sbagliato!". Se, invece, non siete in grado di contestarci nel merito, perché convenite con noi sul fatto che si crea un problema oggettivo, dovreste non rinunciare alla manovra, quella c'è, ma quanto meno riconsiderare il problema. Ovvero il modo con il quale realizzare la manovra, perché il vincolo deve essere sulle quantità sull'obiettivo. Sul metodo e sul mezzo, noi, io, Saitta, Giordano e altri dimostriamo che c'è un effetto perverso, che crea iniquità. Non capisco perché continuate a difendere un provvedimento di questo tipo, con il risultato di produrre, cari colleghi, un disastro. Alcuni, a questo punto pagheranno effettivamente (mi riferisco dell'IRPEF) lo 0,5% in più, ma avranno un beneficio, perché avranno meno tassa sul gas. Altri pagheranno tutto lo 0,5% e quindi avremo dei contribuenti che pagheranno l'aumento, lo 0,5%, e altri che pagheranno lo 0,4%. Si tratta semplicemente di ricondurre ad un minimo di razionalità un provvedimento che, invece, voi vi ostinate a difendere così com'è, senza riuscire a dimostrare, peraltro, che le osservazioni che noi solleviamo hanno una loro logica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Il collega Ronzani è una persona che stimo, oltretutto mi è anche simpatico. Volevo fare alcune considerazioni sui due interventi del collega Ronzani.
E' la seconda volta che dico queste cose, ma non voglio certamente introdurre elementi di polemica.
Siccome le giornate sono di 24 ore, lavoriamo 15/18 ore al giorno e c'è sempre poco tempo, la Conferenza dei Capigruppo è una riunione ufficiale così come è ufficiale l'incontro dei Capigruppo di minoranza con i Presidenti della Giunta e del Consiglio. Credo che sia quanto meno ingeneroso, collega Ronzani, la tua affermazione che la maggioranza vuole difendere a tutti i costi il provvedimento così com'è. Come ho detto prima in un intervento più articolato, la maggioranza ha dato la propria disponibilità ad accogliere alcuni temi, magari non nella formulazione completa, così come proposti dalla minoranza, ma certamente è disposta ad andare incontro ad esigenze che sono state poste dalla minoranza.
Certamente, la maggioranza è indisponibile a stravolgere il provvedimento, lo ha detto prima l'Assessore Burzi. C'era un tipo di provvedimento, il disegno di legge approvato dalla Giunta regionale, poi la maggioranza, forse sbagliando - adesso dirò perché - ci ha messo del suo, e in Commissione ha di fatto licenziato un provvedimento modificato rispetto a quello approvato dalla Giunta regionale, che non lo ha stravolto.
Mi corre l'obbligo di dire, ma lo stiamo dimostrando, che la maggioranza forse avrà avuto opinioni diverse sul provvedimento, ma certamente ha avuto la capacità di arrivare ad una sintesi e ad un'unica opinione sul provvedimento, tant'è che le modifiche sono state sostenute da tutti i Capigruppo della maggioranza che sostiene la Giunta Ghigo.
In Commissione, durante il dibattito la maggioranza ha ufficiosamente accolto alcune istanze e alcune sollecitazioni di socializzazione del provvedimento da parte dell'opposizione. Forse sbagliando, perché stiamo imparando. Mi rivolgo a me stesso, senza ironia, credetemi, lo dico con grande convinzione e ne sono testimoni i Capigruppo della maggioranza.
D'ora in avanti, dobbiamo invece avere delle buone idee, andare incontro al buon senso e ad alcune esigenze, condivise anche dall'opposizione, o, a volte, sollecitate e imposte alla nostra attenzione da parte dell'opposizione. Probabilmente, in questo modo, il 90% dei nostri problemi sarebbe risolto, ma poi facciamo la manfrina del Consiglio regionale e fingiamo che i problemi nascano in aula. Non lo dico con ironia, perché non voglio mancare di rispetto a nessuno.
Ritorno al concetto di base e chiudo l'intervento.
Noi abbiamo dato la disponibilità a recepire alcune vostre esigenze politiche, che voi correttamente e legittimamente ponete all'attenzione del Consiglio regionale. L'ho detto nell'intervento che ho fatto precedentemente, non mi sembra che vi sia da parte dell'opposizione la disponibilità a cogliere questa nostra apertura. Non so se lei, Presidente si riferisce ad altri colleghi di maggioranza, ma, in questa sede, non ho mai sollevato il problema dell'ostruzionismo da parte dell'opposizione anzi, mi sono riferito agli interventi che legittimamente stanno facendo.
Dico solo, e qui il protocollo del Consiglio regionale mi aiuta, che è vero quanto hanno detto il Consigliere Marcenaro e altri colleghi - non stiamo facendo ostruzionismo. Di fatto, non ci stiamo opponendo al provvedimento in modo strumentale, ma in modo politico. Dico solo che non posso non sapere, e nessuno di voi non può non sapere, che attualmente sono stati depositati 84 emendamenti.



PRESIDENTE

Sono 87.



CATTANEO Valerio

E' vero, ho sbagliato di tre, chiedo scusa. Peggio ancora: sono 87 emendamenti, ne ho guardato qualcuno.



(Commenti in aula)



CATTANEO Valerio

No, sono stati presentati 87 emendamenti. Mi rivolgo a tutta l'opposizione.



PRESIDENTE

Ottantasei soltanto sui numeri, però poi vediamo.



CATTANEO Valerio

Ho dato un'occhiata veloce agli 87 emendamenti - chiedo scusa se mi permetto una prima analisi e un primo giudizio - e, se non strumentali e ostruzionistici, posso dire che molti sono simili per fare un intervento garbato e non certamente per sollevare polemiche da parte dell'opposizione.
Presidente, termino veramente l'intervento.
Non dobbiamo prenderci in giro. C'è la disponibilità a recepire alcune controproposte, che passano anche dal gas metano, Consigliere Ronzani. Ecco perché mi sono permesso di dire che forse non è stato informato dal suo Capogruppo, che era presente.



PRESIDENTE

Consigliere, la invito a terminare l'intervento.



CATTANEO Valerio

Tali proposte sono state formalmente - chiedo scusa, Presidente, ancora dieci secondi - poste in termini generali dai due Presidenti di Giunta e Consiglio, che non credo vi abbiano incontrati tanto per il gusto di incontrarvi.
Se da parte vostra c'è la volontà di recepire, ritroviamoci ancora dieci minuti e vediamo se c'è questa possibilità; se non c'è questa volontà, andiamo avanti, probabilmente andremo avanti tutta la notte. Non so cosa succederà quando avremo affrontato legittimamente, e votato altrettanto legittimamente, tutti gli 87 - anzi, ne rimangono 85 emendamenti che avete presentato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, sarò brevissimo.
Il collega Ronzani ha affermato che se qualcuno avesse detto che sbagliava non sarebbe più intervenuto.
Collega Ronzani, ritengo che lei abbia sbagliato. Vediamo se poi mantiene le promesse. Deve essere convinto, altrimenti non avrei sprecato il mio tempo, guardi il verbale.
Ho dato motivazioni precise ad una manovra nata in un certo modo dalla Giunta, che tutti abbiamo visto in Commissione, presenti noi e presenti voi, che in quella sede ha avuto un aggiustamento e che ha lasciato lo spazio alla minoranza per presentare osservazioni ed emendamenti, cose che non sono state fatte, salvo portarle in aula. In quella sede è più che normale ed è più che legittimo che la manovra della Giunta si sia aggiustata, non fosse altro per il semplice motivo che una forza di maggioranza - lo ricordo al Presidente Ghigo e all'Assessore Burzi - è priva di una rappresentanza in Giunta e, quindi, essendo priva di una rappresentanza in Giunta, non ha altro metodo se non presentare le sue legittime istanze, peraltro accolte, in Commissione.
In merito a questo, possiamo essere d'accordo o possiamo non essere d'accordo, però non capisco per quale motivo gli unti del Signore siete voi, nel senso che la logica di qui è giusta e, per converso, la logica di qui è sbagliata. Ad esempio, ci può essere semplicemente l'ipotesi che chi fa uso di gas metano non paghi l'IRPEF, quindi, addirittura, ne avrebbe un vantaggio.
Capisco che, evidentemente, una qualsiasi manovra può avere dei contraccolpi giusti o sbagliati. Non a caso ieri ho ricordato l'ultimo provvedimento di amnistia di un Governo di sinistra che prevedeva il taglio della mano al datore di lavoro nei confronti del lavoratore doloso amnistiato, e colposo, no. Quindi, le discrasie ci sono sempre.
Ho ancora qualche secondo, comunque cerco di stare nei tempi.
Mi pare di aver sentito - e, se del caso, possiamo rilevarlo nel verbale - che lei, Consigliere Ronzani, ha detto: "La manovra che propongo è...". Perfetto, Consigliere Ronzani: la scriva, la firmi e io metterò la mia firma dietro la sua.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Siccome si dice che sono state avanzate proposte e visto che, forse, ci sono stati dei difetti di informazione, a completezza delle informazioni del Consiglio, conviene dire qual è stata esattamente la proposta avanzata rispondendo così ai problemi che avevamo sollevato.
La proposta avanzata questa mattina dal Presidente Ghigo e dall'Assessore Burzi - non dico dal Presidente del Consiglio perché mi illudo ancora che partecipi a queste riunioni in una veste istituzionale e non per avanzare proposte di maggioranza - sostanzialmente riguarda la riduzione da 20 a 15 lire dell'esenzione per quanto riguarda il metano e di trasferire il risultato così ottenuto attraverso questa manovra in una minore imposta per la fascia di reddito tra i 20 e i 30 milioni, passando per quella fascia di reddito dallo 0,5 allo 0,4%.
Questa, se ho ben capito, è l'ipotesi prospettata.
Noi, semplicemente, abbiamo detto che questa ipotesi non rispondeva ai problemi che abbiamo sollevato. Perché? Riprendendo la questione posta dal Consigliere Ronzani, a nostro parere, oltre a tutta una serie di altre questioni, ve n'era una abbastanza semplice: abbiamo chiesto che fosse un provvedimento sull'IRPEF in cui le risorse prelevate in più per essere poi destinate all'esenzione del metano fossero usate in varie modalità, e potevano essere usate per alleggerire la manovra. Questo poteva avvenire o attraverso una riduzione per tutti dell'aliquota utilizzata, o attraverso un aumento della fascia esente, o con un modello simile a quello lombardo, cioè attraverso l'applicazione dell'aliquota per i diversi scaglioni di reddito. Abbiamo detto semplicemente questo.
Ci pare che la proposta che è stata fatta non voglia dire che non c'era un atto di attenzione da parte vostra, ma che, nel merito, non risponde al problema che abbiamo posto. Ho detto questo in modo che siano chiari i termini del confronto e della discussione che si è svolta. Ciascuno giudichi se questo è uno spostamento convincente o meno.
Proponiamo la riduzione dell'aliquota per rispondere a varie questioni: una è quella che il Consigliere Ronzani ha sollevato, cioè di un'aliquota che è maggiorata perché vi è caricata sopra un'altra operazione che secondo noi, non è al suo posto.
Abbiamo detto: "Si vuole fare un provvedimento sulle tariffe che esamini i problemi dell'utilizzazione del ruolo delle Regioni?". Si pu fare, ma si faccia in sede di bilancio e in altre sedi. Ci pare sensato da parte nostra, dopo aver espresso la nostra posizione a questa manovra muoverci per ottenere una riduzione del danno. Non so se questa espressione è conosciuta, ma la riduzione del danno fa parte delle cose che la politica cerca di perseguire.
Nella stessa ipotesi, chiediamo che l'aliquota sia ridotta dall'1,4 all'1,1%, e l'abbiamo fatto presentando una serie di emendamenti. Conoscete benissimo il modo per farli decadere. Basta accoglierne uno e gli altri decadono. Il punto sul quale politicamente insistiamo è di fare un'operazione che non sia di prelevamento dal reddito piemontese, ossia di risorse che sono necessarie per le famiglie e per l'economia e che punti almeno a un bilanciamento, trovando in politiche di risparmio e, quindi, in fonti alternative risorse per finanziare le esigenze della Regione. Vi rifiutate di fare questo, ma a noi pare un errore. Per questo motivo insistiamo verso questa linea.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Il collega Marcenaro mi ha preceduto con le sue dichiarazioni.
Quando vi è stata la riunione con il Presidente Ghigo e l'Assessore effettivamente ci avevano proposto la riduzione a 15 lire dell'imposta di consumo sul gas metano e la riduzione a 0,40 sull'IRPEF.
Abbiamo detto che questa soluzione non andava bene, non perché non ci stava bene la riduzione, ma per il principio che non è giusto nei confronti dei contribuenti.
Le tasse devono, nei limiti del possibile, essere pagate tutte nel modo giusto e proporzionale.
Ho l'impressione che ci sia buonafede da parte dell'Assessore Burzi e non penso che il Presidente Ghigo voglia essere il Presidente solo di una parte. Credo che le due posizioni che ho citato abbiano la volontà di riequilibrare questa operazione, però ho anche l'impressione che siamo prigionieri di una maggioranza che impone i loro comportamenti. Di conseguenza, si porta avanti un ragionamento distorto (prendere da una parte e lasciare dall'altra) solo perché ci sono dei problemi all'interno della stessa maggioranza.
Il Presidente Brigandì ha dichiarato, non più tardi di tre minuti fa che è disposto a sottoscrivere una nostra proposta. Noi abbiamo già la proposta e sono tre giorni che ve la sottoponiamo. Se lei, Consigliere Brigandì, è disposto a sottoscriverla proposta, evita l'imposizione di scala e fa bella figura con tutti. Un discorso è discutere in un modo leggero e un altro discorso è quello di dire: "Sì questa proposta non mi piace del tutto, la vogliamo modificare". Però lei non può dire: "Se avete la proposta, la firmo".
Consigliere Brigandì, se non si rimangia la parola e sottoscrive la proposta, noi la presentiamo. Come ho detto prima, l'occasione è d'oro per la maggioranza, perché si tratta di 400 miliardi. Siccome si parla di imposizione e di tassa, a mio modesto avviso non si può scherzare oltre il dovuto e, in qualche modo, bisogna trovare la soluzione, perché con il nuovo criterio lo Stato non ripiana più i debiti, quindi vengono fuori grossi problemi.
Noi non possiamo esaurire tutto il potenziale di imposizione fiscale solo in questa manovra, perché per il futuro cosa faremo? Sono particolarmente preoccupato.
Per questo motivo, invito sia la maggioranza a riflettere sia noi a insistere sulla manovra che abbiamo indicato, cioè sistemare la questione senza l'imposizione fiscale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Alcuni colleghi di maggioranza, in particolare il collega Cattaneo dicono: "Se la minoranza..."



(I Consiglieri Cattaneo e Galasso, di fronte al banco della Presidenza discutono con il Presidente Ghigo)



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, mi voltano anche le spalle. Non so più cosa pensare. Non so che interpretazione dare a tali momenti fisici, di imposizione fisica. Non riesco a capire se è disinteresse o disprezzo... Il Capogruppo di Forza Italia dice: "Se la minoranza recepisce". Ma cosa dobbiamo recepire! Colleghi, non siamo unti dal Signore, come dice il Consigliere Brigandì! Il fatto è che siete dei grandi pasticcioni e avete cominciato dall'inizio della legislatura. Ricordate quando il Presidente Ghigo proclamò, su ordine di Berlusconi, che gli Assessori avrebbero dovuto scegliere se essere Assessori o Consiglieri? Fece delle promesse e sistemò la cosa. Gli Assessori sono ancora tutti lì, sono tutti Consiglieri. Non se n'è più parlato. Un pasticcio dietro l'altro! Guardiamo anche quest'ultimo.
Non vi sembra un modo di agire pasticcione negare il deficit, poi accorgerci del deficit; accortasi del deficit la Giunta pasticciona fa la legge per coprire la sanità con l'IRPEF, che è una ignominia, ma almeno dal punto di vista della chiarezza, è una scelta. Dopodiché nasce un trambusto nella maggioranza, perché nella maggioranza c'è la Lega, ma la Lega non è in Giunta, nonostante il Presidente Ghigo avesse detto che la inseriva; poi non l'ha fatto, adesso dice che la inserirà.
La morale è che all'interno della maggioranza nasce un trambusto. Voi mescolate la decisione di far fronte al deficit della sanità - che è un campo di azione, è un insieme che ha delle sue logiche, sulle quali altri colleghi vi hanno detto di fare attenzione, perché nella sanità ci sono altri modi per riuscire a venire a capo del deficit - con il problema di come reperire risorse per riportare in pareggio il bilancio 2001. E lo mischiate con un altro tema ancora: la Regione Piemonte, nell'ambito delle risorse di cui può disporre, essendoci tra queste risorse la fiscalità quale politica di fiscalità ha? E' un tema con la sua dignità, con la sua importanza, la sua peculiarità politica, il suo confronto politico. Voi prendete un pezzettino di quel tema e lo buttate in malo modo dentro la legge che dovrebbe risanare la sanità, prendendo le 20 lire del metano in modo sbagliato e adesso correggendovi anche su questo.
Cosa dovremmo recepire da una Giunta di questo genere? Il tutto provvedimento A più B, è un pasticcio, corredato dall'ulteriore pasticcio che non avete presentato, in questo fine anno, un vostro progetto che siamo riusciti a discutere sul bilancio e sulla finanziaria della Regione, sul bilancio triennale. Ma non pretendete troppo? Non siamo unti dal Signore ma voi siete veramente dei partner che, più che come opposizione, dal mio punto di vista, non possiamo prendere sul serio.
Fate quel che credete, continuate così! La speranza è che pian pianino i piemontesi se ne accorgano e che questo sia uno degli elementi che chiaramente riusciremo a portare, in forma critica diffusa, presso tutti perché non si può recepire un bel niente.
Qui, secondo me, non si tratta tanto di ridurre le aliquote, quanto di ridurvi alla ragione. Ma è difficilissimo, perché il vostro comportamento contina ad essere un comportamento, oltre che politicamente iniquo, a volte anche, dal punto di vista dell'uso della ragione, molto precario.



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.3).
Il Consiglio non approva.
1.4) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 1), sostituire "1,4%" con "1,15%".
1.4 bis) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Placido Riggio, Ronzani e Suino: al comma 1), le parole "1,4%" sono sostituite dalle parole "1,15%".
Su tali emendamenti la Giunta esprime parere contrario.
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Scusi, Presidente, ero stato rapito da un articolo sulle nostre vicende.
In questo mio emendamento propongo, in qualche modo, di fare un'operazione - mi dispiace insistere con l'Assessore - attraverso una tastiera abbastanza vasta di cui la Giunta dispone in materia finanziaria per poter comprimere significativamente l'azione che si è intrapresa con l'incremento dello 0,5% dell'IRPEF.
E' vero che l'operazione sull'IRPEF non ha forti differenziazioni a livello nazionale sullo schieramento politico, ma è proprio per questa ragione che la Regione Piemonte, nello spirito di un maggiore spazio di autogoverno, potrebbe segnalarsi, nei confronti dei poteri nazionali cioè dei poteri centrali, per una caratterizzazione diversa, non cedendo nel trappolone che gli viene teso, che è quello di incrementare il prelievo fiscale da parte delle regioni.
Torno a ripetere che una buona politica federalistica nel nostro Paese è quella che non trasferisce compiti e funzioni dal centro alla periferia aumentando il monte prelievo fiscale generale del Paese, ma facendo un trasferimento anche di quello che è il prelievo fiscale per la quota che si percepisce a livello centrale, che viene trasferito, al livello regionale.
Io indico un percorso, l'ho già detto in varie occasioni e non voglio ripetermi e annoiare i colleghi. Oggi si è in condizioni, sia per gli strumenti esistenti, sia per le leve finanziarie che si possono avere a disposizione a breve (come l'operatività, con questa delega che il governo regionale vorrebbe avere, e che io credo potrà avere, sulla rinegoziazione strutturale dei mutui, come quella dei fondi immobiliari chiusi, e così via), di utilizzare quei tipi di spazi all'interno di una manovra finanziaria complessiva.
Quindi, è un invito al coraggio. E', in qualche modo, un orgoglio federalistico che si può vantare, senza cadere nel trappolone degli interessi nazionali. Se le Regioni percorrono la strada dell'incremento fiscale, facendosi spennare senza protestare, le altre operazioni federalistiche che verranno compiute saranno sempre effettuate scaricando quote aggiuntive di prelievo fiscale (dico "quote aggiuntive" vedendole in un bilancio globale, generale, consolidato). Noi non dobbiamo permettere un'affermazione di questo tipo di logica federalistica.
Già nelle passate legislature si affermava che il federalismo vero è quello che riesce a ripartire il prelievo fiscale, che oggi viene fatto a livello centrale, nella dimensione regionale e locale. Altrimenti questo è un federalismo che delegittima il messaggio, la logica, il sistema che si viene a determinare. Il cittadino piemontese, quando vede che "federalismo" è connesso a "incremento fiscale", è chiaro che considera una iattura o un fatto non positivo quel tipo di modello.
Assecondare questo disegno di interessi centralistici, che stanno sia nel centrodestra, sia nel centrosinistra - voglio dirlo tranquillamente vuol dire cadere in una trappola che può pregiudicare l'impianto, la logica, il valore e lo spirito del disegno fedaralistico. Lo dico ai colleghi, e dovrebbe essere un moto di orgoglio non cadere in questa che insisto a chiamare trappola.
Se si va tranquillamente all'incremento dell'IRPEF, in una prossima tornata ci saranno altre forme di azione sulla fiscalità aggiuntiva che verranno scaricate sulle Regioni.
Questa è davvero un'occasione per il governo regionale, che si vanta di avere forti venature e componenti federalistiche, per dare un segno coerente. Praticando questo tipo di scelta non lo dà e non cade nella trappola tesa dagli interessi centralistici e che - lo dico tranquillamente stanno nel centrodestra come nel centrosinistra.
Voterò quindi a favore dell'emendamento. Invito il governo regionale ad accoglierlo e i colleghi di maggioranza ad avere attenzione rispetto a questo tipo di proposta.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è contrario. Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti n. 1.4) e n. 1.4 bis).
Il Consiglio non approva.
1.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Suino, Muliere, Riggio e Ronzani: al comma 1, le parole "1,4%" sono sostituite dalle parole "1,2%".
1.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riggio, Manica, Placido Muliere e Ronzani: al comma 1, le parole "1,4%" sono sostituite dalle parole "1,25%".
Li diamo per illustrati.
La Giunta esprime parere contrario. Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tali emendamenti.
Il Consiglio non approva.
1.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Riggio, Manica, Placido Muliere e Ronzani: al comma 1, le parole "1,4%" sono sostituite con le parole "1,3%".
1.7 bis) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 1, con abrogazione dell'art. 2, sostituire "1,4%" con "1,3%".
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Presidente e colleghi, nel momento in cui illustro l'emendamento vorrei sottolineare una questione perché l'illustrazione degli emendamenti che ci fa procedere nella votazione degli stessi e nell'esame del provvedimento, pone anche alla nostra attenzione la questione pregiudiziale che noi avevamo posto, cioè più ci addentriamo negli emendamenti, più ci rendiamo conto che l'aver avuto il testo di bilancio a disposizione avrebbe reso diverso non solo questo provvedimento, ma anche la nostra discussione.
E' per questa ragione, Presidente Cota, che noi vorremmo capire a quale punto della discussione degli emendamenti e del provvedimento e con quali tempi lei metterà in discussione e in votazione il documento collegato quale la mozione che abbiamo presentato, nel senso che, essendo collegata e contestuale agli argomenti all'o.d.g., si tratta di calendarizzarne il momento della discussione, perché non si tratta dell'inserimento di un nuovo punto, bensì un elemento contestuale alla discussione che stiamo svolgendo, tant'è che tratta della stessa questione.
Sarebbe molto importante capire questo, perché rispetto a quel dibattito e alla sua collocazione diventa più o meno pregnante la discussione che noi stiamo facendo sugli emendamenti e sull'incongruenza del provvedimento, non solo per ragioni generali, perché in assenza della manovra di bilancio non consente l'individuazione di misure alternative, ma perché gli stessi artt. 1 e 2 rappresentano una contraddizione palese nel testo, in quanto si deve mantenere l'aliquota IRPEF a un certo livello poiché si è deciso che si fa un'operazione sul metano di altrettanta entità. Questo è l'ordine delle questioni, e siccome la cifra complessiva darebbe 400 miliardi, ma 50 si restituiscono sul metano e 350 è quanto voi avete quantificato (noi continuiamo a non crederci) per quanto riguarda la sanità, è evidente che nessuna delle operazioni di aggiustamento che proponiamo (per quanto abbiano delle approssimazioni diverse rispetto alla cifra iniziale indicata) viene da voi accolta perché o si supera la contraddittorietà intrinseca della proposta, nella sovrapposizione delle due manovre, quella dell'aliquota sull'addizionale IRPEF e l'operazione sul metano, oppure io mi rendo ben conto che diventa per voi difficile entrare nel merito di qualsiasi emendamento che noi presentiamo che modifichi un ordine di percentuale. O voi accettate di rimettere in discussione il complesso del provvedimento e il collegamento perverso che avete fatto tra questi due elementi che, tra l'altro, determinano sui cittadini quelle conseguenze inique che il collega Giordano ha ben rappresentato ieri oppure voi avete solo un'altra strada: continuare a votare contro facendo correre i Consiglieri per le scale nel momento in cui si apre la votazione senza poter oggettivamente interloquire, perché per interloquire bisognerebbe accettare la messa in discussione della scelta iniziale che voi avete fatto con questo provvedimento che non nasce, abbiamo capito a questo punto, tanto da ragioni tecniche, quanto da ragioni interne alla maggioranza. E' stata una difficile mediazione in cui si sono sovrapposti gli errori politici, che state perseguendo da anni, sulla base dei quali avete accumulato il deficit sulla sanità e le contraddizioni interne alla maggioranza rispetto agli allargamenti o meno della Giunta ad alcune forze politiche di cui avete variamente discusso e delle tensioni oggettive interne alla maggioranza che abbiamo potuto constatare in modo chiaro palese, in diverse occasioni nelle ultime settimane e in questi giorni. Se non siete in grado di riaprire un minimo di discussione su questo, di sciogliere i nodi tra un provvedimento e problemi di altro genere che voi avete, e decidere quali sono le sedi in cui risolvete quelli, senza scaricarli sulle tasse ai cittadini piemontesi, è evidente che un ordine di discussione qui ci può essere e che possiamo insieme, a partire dalla manovra di bilancio, capire che cosa fare.
Qualora questa disponibilità non ci sia, noi ci tentiamo, illustrandovi gli emendamenti volta per volta e riproponendovi un ordine di ragionamenti.
Ci tentiamo perché riteniamo che sia nell'interesse dei cittadini, ma anche che ne vada della coerenza di una compagine di governo.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliera Manica...



MANICA Giuliana

Se volesse rispondere alla questione che le avevo posto, le sarei grata.



PRESIDENTE

Sì, le rispondo. Ho dovuto fare una valutazione con gli uffici in maniera assolutamente tecnica e la mozione non è da considerarsi collegata al provvedimento odierno; dunque, l'articolo applicabile, di fronte alla mia disponibilità poiché si tratta di un caso eccezionale, è l'art. 51 comma 5, che per la discussione richiede 40 voti.



MANICA Giuliana

La motivazione qual è?



PRESIDENTE

La motivazione l'ho studiata con il Segretario generale e con il Vicepresidente Riba. La mozione non è collegata, nella sua formulazione, al provvedimento che oggi stiamo discutendo. Non posso considerarlo un ordine del giorno collegato al provvedimento.
Ricordo che c'è il parere contrario della Giunta.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Questa è la parte più "a buon mercato" degli emendamenti che ho proposto. Tuttavia, capisco anche il controragionamento della Giunta.
Perché non fare l'operazione solo sulla copertura del fabbisogno per la sanità, quindi incrementare l'IRPEF di quella quota forte necessaria? Potrebbe essere un ragionamento logico.
Qual è l'ipotesi che suppongo sia stata elaborata nel governo regionale? Mentre "spariamo" lo 0,4%, tanto vale sparare lo 0,5% così facciamo una provvista di risorse che ha un meccanismo moltiplicativo molto forte e serve al sistema. E' chiaro che, in questo preventivo ragionamento si è infilata una proposta "sociale" che ha eroso il surplus che si determinava: una quota parte andrà per l'operazione dei redditi sino a 20 milioni, l'altra per l'operazione per il gas.
La mia proposta, ovviamente, non è quella di penalizzare questa sensibilità sociale, ma di far rientrare questa sensibilità sociale all'interno di ciò che si può incassare con una riduzione dell'addizione IRPEF ancora inferiore. Ovvero, nella distribuzione tra categorie sociali è chiaro che quelle a reddito più elevato con una quota più bassa avrebbero dovuto vedere marcare di più nei loro confronti il peso di questa operazione in temimi relativi e non assoluti.
Anche questo è un segno. In qualche modo, non si capisce se non ci sia la volontà di torturare il cittadino contribuente. Una tortura gratuita.
Tra l'altro, proprio in un periodo economicamente difficile, con la FIAT in difficoltà, tra l'altro (ho visto che alcuni parlamentari hanno proposto di reintrodurre gli incentivi per acquistare le auto; poi, magari, si acquistano auto giapponesi, così, con questi incentivi, se non c'è il prodotto adeguato, rischiamo di fare autogol, di farci male da soli).
Almeno diamo un segnale, dobbiamo rispondere al patto di stabilità.
Tendenzialmente, non sono d'accordo, e ho anche indicato le ragioni, per facciamo solo un'operazione limitata, in modo da dare un segnale per quanto riguarda un incremento più lieve dell'IRPEF.
Riconosco che l'Assessore Burzi è molto preparato sulla materia, per poteva tentare una risposta e dire: "No. Riteniamo che l'operazione che incrementa il nostro fabbisogno per la sanità abbia delle motivazioni strategiche che sono di natura sociale, ecc.". E' bello sentire una motivazione e non dei "no" a raffica.
Non voglio tediare più di tanto i colleghi con altri interventi, ormai sono ripetitivi, il mio repertorio è molto limitato.
Ribadisco: chiediamo un segnale affinché, in merito a queste questioni si argomenti e non si spari solo un "no". Speravo in questo, umilmente.
Come dicevo, non voglio più interferire, ma capire perché vi fate del male da soli. C'è il masochismo in certi campi, ci sono altre forme in certe discipline: vorrei capire la forma, in materia finanziaria, di farsi male da soli.
In un trattato che voglio scrivere sulle amenità prodotte in Consiglio regionale - questo è il quattordicesimo anno che sono in un Consiglio regionale - vorrei aggiungere anche questa forma di "harakiri" particolare in materia finanziaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì per dichiarazione di voto.



BRIGANDI' Matteo

Il Consigliere Giordano, a mo' di sfida, mi ha detto: "Firma la proposta", ma a me è arrivata una proposta completamente diversa da quella che avevamo concordato.
Non è privo di pregio il discorso che, se ho bisogno di entrate, è perché devo coprire dei costi che sono stabiliti dalle uscite. Bisognerebbe analizzare il bilancio, esattamente come è stato fatto in Regione Lombardia. E' un ragionamento su cui si può argomentare.
In questo momento, non siamo di fronte ad uno status quo. Noi stiamo discutendo su una proposta della Giunta che segnala l'esigenza di dover spendere denari e, poiché è la Giunta che appoggio, penso sia veritiera.
Nella proposta alternativa avanzata dai Consiglieri di minoranza non si fa cenno, come diceva il Consigliere Ronzani, ad un'alternativa per recuperare quei soldi. Non si dice, ad esempio, che la tassa sul gas pu provocare delle discrasie per cui siamo disponibili a discutere di un abbassamento dallo 0,5 allo 0,4, che è più equo e risolviamo la manovra. Io leggo tutta un serie di meccanismi con cui si viene ad avere un vantaggio di sbilancio e quindi un'inutilità della manovra. Sostanzialmente - se mi si consente il parallelismo giuridico - una interpretatio abrogans dell'ipotesi di Giunta.
Il bilancio 2000, quindi le previsioni per il 2001, è un documento che ci è passato sotto il naso l'anno scorso: voi della sinistra dove eravate l'anno scorso? Tutti questi problemi che oggi sbandierate, l'anno scorso non c'erano? Eppure, avete deciso di presentare una proposta, che poi è stata accettata: se la Lega veniva "messa sotto" per i soldi che dovevano essere erogati a favore degli extracomunitari e degli zingari, nessuno avrebbe toccato il bilancio. E' memoria storica. Il bilancio è passato tutto insieme, nel momento in cui noi abbiamo revocato. Vorrei che qualcuno mi dicesse che sono un bugiardo! Ripeto. La questione del bilancio la vedremo in sede di bilancio, dove mi riserverò di intervenire sull'argomento e su altri, perché sarà una sede diversa. In questa sede, ogni proposta, ripeto, deve avere il coraggio della firma di coloro che la pongono. Vi chiedo: tutta la minoranza è disponibile a dire: proponiamo? Siete disponibili, tutti insieme, a dare una certa proposizione, cioè dire, tutti insieme, che necessita lo 0,4% e tutti insieme lo votiamo? Questo è un discorso serio, non certo sottopormi delle proposte che sono diverse da quello che ha detto il Consigliere Ronzani e che io ho detto di aver sottoscritto. Per questo motivo, annuncio il mio voto, esclusivamente personale, a favore dell'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Il Consigliere Brigandì, facendo riferimento alla proposta alternativa ha fatto riferimento alla proposta che abbiamo presentato come centrosinistra, e ci ha detto: "Ma dove eravate quando si è discusso di questa questione?".
Io le dico dove eravamo e che cosa abbiamo fatto, e le dico anche che cosa lei non ha fatto, pur avendolo detto. Perché quando le questioni si fanno e si dicono devono avere un senso.
Collega, sulle consulenze noi dicemmo: "blocco delle consulenze e degli incarichi professionali diretti ed indiretti e risparmio di 35 miliardi blocco delle consulenze non sanitarie delle AA.SS.LL.".
Su questo i colleghi della Lega avevano annunciato una battaglia: ricordo una proposta della Lega che prevedeva addirittura una Commissione d'indagine.



BRIGANDI' Matteo

Certo, è una cosa diversa dal blocco!



SAITTA Antonino

Credo che quando una componente della maggioranza, anche se non ha l'Assessore in Giunta - come è stato constatato dal collega Capogruppo chiede una Commissione d'indagine e d'inchiesta è perché vuole verificare se alcune affermazioni e alcune sensazioni corrispondono al vero. Anche perché alcune affermazioni sono state fatte; sui giornali ho anche sentito delle dichiarazioni molto chiare ed esplicite per quanto riguarda le consulenze.
Devo dire che a queste dichiarazioni di annuncio di battaglia è poi corrisposto un grande arretramento, perché al momento di chiedere la Commissione d'indagine proposta dalla Lega, gli stessi...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Brigandì)



SAITTA Antonino

Ora lo spiego, perché al momento di discutere ed approvare la proposta presentata dai colleghi della Lega gli stessi proponenti sono fuggiti.
Noi abbiamo la sensazione che c'era la possibilità di un risparmio.
Credo che se si fosse costituita una Commissione d'indagine, così come era stato chiesto, se non 35 miliardi forse qualcosa avremmo valutato che era possibile ridurre. Quindi, noi c'eravamo su questo e alcune battaglie le abbiamo fatte.
Avevo anche chiesto il consenso della maggioranza, ma la maggioranza non l'ha verificato.
Vi è inoltre un'altra questione: dove eravamo quando si discuteva dei Direttori generali? Noi eravamo qui. Quando si decise quel numero spropositato di Direttori generali noi eravamo qui ed avevamo chiesto la metà del numero attuale di Direttori. Devo dire che la Lega, che allora era all'opposizione, aveva condiviso con noi la pesante critica, nei confronti del Presidente Ghigo, sul numero eccessivo dei Direttori. Però è chiaro che quando si è in maggioranza le questioni sono altre, mentre quando si è in minoranza è diverso.
E' evidente che la Lega, avendo criticato allora quando era in minoranza, da quando è in maggioranza ha totalmente cambiato atteggiamento.
Però la Lega aveva espresso un giudizio fortemente negativo sul numero esagerato dei Direttori.
Noi l'avevamo detto, e coerenza avrebbe voluto che la Lega, passando in maggioranza, non avesse dimenticato ciò che aveva detto quando era in minoranza.
Così pure sulle spese per la pubblicità e l'immagine della Regione, in questi anni puntualmente abbiamo rilevato sprechi, inutilità, patrocini inutili, banali ed elettorali. La Lega, in passato, li aveva criticati, ma è chiaro che essendo passata in maggioranza ha avuto un vuoto di memoria.
Potrei continuare sull'ATR, sull'ARES, e riportare puntualmente le dichiarazioni del collega Dutto, fatte dall'ex parlamentare europeo, e dire quale era la posizione della Lega. Però è un gioco inutile: ho voluto solo riprendere alcuni giudizi ed opinioni espressi prima dal collega.



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sugli emendamenti n. 1.7) e n. 1.7 bis).
Il Consiglio non approva.
1.8) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riggio, Ronzani, Suino Placido e Muliere: al comma 1, le parole "1,4%" sono sostituite dalle parole "1,35%".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.9) Emendamento presentato dai Consiglieri Riggio, Muliere, Manica Ronzani, Placido, Riba, Suino e Marcenaro: al comma 2), le parole "20 milioni" sono sostituite dalle parole "50 milioni".
Vi è inoltre una serie di emendamenti che propongono la stessa cosa con uno scarto di mezzo milione, fino ad arrivare a 20 milioni. Quindi, far degli accorpamenti di due emendamenti per ragioni di economia dei lavori.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Capisco l'economia dei lavori e posso capire tutte le forme di economia possibili. Il problema è che se i presentatori degli emendamenti li motivano nella loro diversità - e io penso di poterlo fare - non è possibile accorparli.



PRESIDENTE

Se lei riesce a motivarli, io mi arrendo.
Vi è un principio invalso anche nel Regolamento parlamentare. L'art.
85, comma 8, del Regolamento della Camera dei Deputati, recita: "Qualora siano stati presentati ad uno stesso testo una pluralità di emendamenti subemendamenti e articoli aggiuntivi tra loro differenti" - lo ricordo a me stesso - "esclusivamente per variazione a scalare di cifre o dati o espressioni altrimenti graduate, il Presidente pone in votazione quello che più si allontana dal testo originario e un determinato numero di emendamenti intermedi, fino all'emendamento più vicino al testo originario dichiarando assorbiti gli altri".
Questo è un principio di diritto parlamentare.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Naturalmente, non posso che iniziare l'intervento rivolgendole i migliori auguri per la sua aspirazione ad un futuro incarico, quale Presidente della Camera.
Il collega Brigandì ha ricordato l'iter del provvedimento in oggetto in Commissione. Ha ricordato che il provvedimento è giunto in Commissione con certe caratteristiche: un'addizionale IRPEF dello 0,5% che portava l'addizionale all'1,4%. Si tratta di un provvedimento che autorizza la Giunta, anno per anno, a decidere se confermare o revocare il provvedimento stesso.
Il collega Brigandì ha detto che, per attenuare il peso del provvedimento su una serie di fasce sociali, si è giunti a modificazioni successive.
Sono costretto a ripetere quanto già detto. La valutazione esatta delle disponibilità finanziarie è resa più difficile dalla mancanza di un quadro concreto che consentisse una valutazione effettiva. Questo è uno dei punti sui quali è avvenuto il confronto sia ieri sera che oggi.
Noi vi chiediamo, attraverso questi emendamenti, che le risorse questa è una delle possibilità, non l'unica, ho già detto prima che ve ne sono altre - che vengono rese dal provvedimento disponibili, e che non corrispondono a quelle necessarie per far fronte al deficit della sanità del 2001, vengano utilizzate per accrescere la soglia sociale sulla quale l'operazione di alleggerimento della manovra può produrre degli effetti.
Questo è il problema che noi poniamo attraverso la presentazione di una serie di emendamenti.
Il modo per affrontare il problema non è semplicemente quello di semplificare, attraverso un accorpamento, degli emendamenti proposti. E' quello di avere, su questo punto, una risposta positiva da parte della Giunta e della maggioranza che indichi che c'è la possibilità di una risposta convincente.
D'altra parte, quando parliamo di redditi di 50 milioni, ci riferiamo sostanzialmente, ad un'operazione che prova ad alleggerire il peso della manovra, non solo per le fasce che sono considerate sostanzialmente ai limiti della povertà. Non tecnicamente inteso, perché se consideriamo le fasce di povertà, dal punto di vista tecnico, ci si assesta al livello più basso, ma ciascuno di voi sa che parlare di un reddito di 20 milioni vuol dire parlare di fasce che sono sostanzialmente fasce vicine agli indici di povertà. Parlare di 50 milioni, vuol dire semplicemente rivolgersi, come soggetti verso i quali noi proviamo ad alleggerire il senso della manovra a quella larga fascia di lavoro e di redditi che in larga misura coincide con la parte rilevante del lavoro dipendente, ma, come sapete benissimo riguarda anche fasce significative di lavoro autonomo.
A noi pare che non sia giusto che paghino contemporaneamente le conseguenze di scelte di riduzione e di inefficienza di servizi sanitari.
Un'imposta che per loro si presenterebbe come particolarmente gravosa: per una famiglia con un reddito di 80 milioni, una famiglia dove due persone lavorano, questa manovra vuol dire all'incirca 400.000 lire. Tale cifra in più di imposta all'anno non è esattamente una cosa trascurabile. Aumentare la fascia che viene in qualche misura protetta rispetto a questa manovra, e distribuire diversamente, a noi sembra sensato e ci sembra che questa sia un'utilizzazione, anche dal punto di vista delle preoccupazioni che i colleghi della Lega hanno avuto, più coerente di quella indicata attraverso la soluzione che poi ritroveremo all'art. 2 sulla famosa questione del gas metano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ho l'impressione, con l'esperienza che ho maturato in questi anni in Consiglio regionale, che la maggioranza non riesca più a liberarsi da quel bozzolo di filamenti appiccicosi nel quale si è avvolta. D'altronde, vi è anche la prova che quando ci si mette d'accordo con la Lega, i risultati non possono più essere razionali. Quindi, siamo al di fuori di una logica razionale. Siamo di fronte ad una maggioranza avviluppata da questo intrigo di provvedimento e quindi - mi rivolgo soprattutto ai colleghi della minoranza - mi chiedo quale possa essere il nostro obiettivo politico a fronte di una maggioranza che non risponde con argomenti razionali a critiche di carattere razionale. Possiamo andare avanti così: è vero.
A questo punto, sollevo un problema sull'obiettivo politico che mi sembra sarebbe opportuno riuscire a cogliere e che forse rischia di sfuggire a quest'aula, e dentro a quest'aula, alla minoranza.
L'obiettivo politico che vorrei riuscire a raccogliere è il seguente: giungere alla votazione di questo provvedimento con la presenza del Presidente Ghigo. Il Presidente Ghigo non deve scappare gli ultimi cinque minuti e non votare! Dato che vedo il Presidente Ghigo presente in quest'aula, politicamente non mi lascerei sfuggire l'occasione che, al termine di questo dibattito - vediamo quanto farlo durare - sia presente.
Sia presente il Presidente Ghigo per assumersi in quest'aula la responsabilità di una manovra così vergognosa! Riterrei, invece, un fatto grave se, per un motivo o per l'altro, il Presidente Ghigo non fosse presente. E noi, Consiglieri, facciamo una bella maratona e alla fine votiamo il provvedimento, mentre il Presidente Ghigo viene giustificato perché impegnato da qualche altra parte.
Pongo questo problema a tutta l'aula, anche alla maggioranza, perch forse anche alla maggioranza piacerebbe che il Presidente Ghigo, che l'ha inguaiata in questo modo, almeno segga in quel banco e voti anche lui questo provvedimento.



CHIEZZI Giuseppe

MARENGO Pierluigi (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Votiamo subito.



CHIEZZI Giuseppe

Penso che tutti insieme possiamo porci questo obiettivo.
Ho rinunciato a convincere gli irragionevoli alla ragione. Ci rinuncio andiamo avanti. Qualcuno, magari, crede ancora in questa possibilità, ma io, su questo provvedimento, non ci credo più.
Valutiamo se non vale la pena chiedere, ad esempio, al Presidente Ghigo se ha degli impegni per questa sera, se va via. Miriamo nel nostro dibattito sulla Presidenza del Presidente Ghigo e votiamo quando lui ci dice: "Ci sarò lunedì", votiamo lunedì; "Ci sono questa sera"; "Devo andare via e sto via una settimana", allora, o si aspetta una settimana, oppure caro Presidente Ghigo, questa cosa se la deve votare. Il Presidente Ghigo deve votare questo ignominioso provvedimento.
Questa è la riflessione che volevo fare a tutti, soprattutto ai colleghi della minoranza.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.9).
Il Consiglio non approva.
1.10) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Marcenaro, Riggio Muliere, Ronzani, Riba e Suino: al comma 2, le parole "20 milioni" sono sostituite dalle parole "49,5 milioni".
La parola al Consigliere Brigandì per dichiarazione di voto.



BRIGANDI' Matteo

Intervengo brevissimamente.
Siccome ho sentito l'intervento del Consigliere Chiezzi circa la presenza o l'assenza della Lega, volevo sottolineare che quando, invece, si fanno gli accordi tutti insieme, alla fine si arriva con Gruppi regionali che, anche se composti da una sola persona, portano a casa mezzo miliardo l'anno o con Gruppi regionali che occupano degli spazi tre, quattro o cinque volte superiori rispetto a quello degli altri Gruppi.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica per dichiarazione di voto.



MANICA Giuliana

Su questo emendamento voteremo a favore esattamente come per quello precedente, perché ci sono molte somiglianze, ma non tutte, a partire dal fatto che nessun numero è uguale ad un altro.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Brigandì)



MANICA Giuliana

Sollecito la ricerca di un più grande appartamento per il Consigliere Brigandì ed esprimo la mia solidarietà, perché il Presidente Brigandì deve poter avere il suo spazio vitale, in modo che il collega Chiezzi gli possa parlare più agevolmente e più a lungo, continuando puntualmente a criticarlo come ben fa.
Detto questo, gli emendamenti sono diversi, ma per una ragione molto semplice: noi abbiamo dovuto provare per approssimazione ad arrivare a percentuali diverse per capire se questa era una possibilità per sbloccare una vostra rigidità su questa problematica, che, a questo punto della discussione, dopo tutte le argomentazioni portate, è assolutamente ingiustificabile.
Pertanto, il nostro voto sarà a favore anche rispetto a questo emendamento.
Mentre dico questo, colgo l'occasione per rilevare l'incongruenza principale e per ovviare ad una contraddizione che non ci porterebbe a svolgere appieno la nostra discussione, qualora lei non mettesse in discussione una mozione che noi ritenevamo collegata.
Abbiamo voluto risolvere la sua difficoltà, Presidente, e le depositer adesso un nuovo testo, in cui inseriamo anche il punto relativo a "preso atto e vista l'incongruenza e la mancata presentazione di adeguati documenti contabili a supporto della manovra proposta con il disegno di legge n. 363, chiediamo pertanto le dimissioni dell'Assessore Burzi".
In questo modo, il testo è assolutamente e inequivocabilmente collegato, come lei certamente potrà riconoscere esaminandolo più attentamente.
A questo punto, chiediamo la calendarizzazione di questo testo rispetto all'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Mi sembra collegato. Quindi, se è un documento collegato, ai sensi dell'art. 78, viene posto in votazione dopo la votazione di tutti gli articoli e prima della votazione dell'intero testo della legge.
Grazie dell'aiuto.
La Giunta regionale esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.10).
Il Consiglio non approva.
1.11) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Ronzani, Riggio Manica, Muliere, Riba, Marcenaro e Suino: al comma 2, le parole "20 milioni" sono sostituite dalle parole "49 milioni".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.12) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Ronzani, Muliere Marcenaro, Riggio, Riba e Suino: al comma 2, le parole "20 milioni" sono sostituite dalle parole "48,5 milioni".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.13) Emendamento presentato dai Consiglieri Riggio, Ronzani, Placido Manica, Muliere, Riba, Marcenaro e Suino: al comma 2, le parole "20 milioni" sono sostituite dalle parole "47 milioni".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Chiede la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Presidente, le chiediamo cortesemente una sospensione di dieci minuti un quarto d'ora al massimo, in seguito all'accoglimento del nostro documento, per riordinare gli emendamenti.



PRESIDENTE

Accolgo la sua richiesta di sospensione.



(La seduta, sospesa alle ore 18.09 riprende alle ore 18.48)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che vi sono ancora degli emendamenti all'art. 1 del disegno di legge in esame.
1.14) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Riggio, Placido Ronzani, Riba, Marcenaro e Suino: al comma 2, le parole "20 milioni" sono sostituite dalle parole "48 milioni".
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

Abbiamo chiesto una breve sospensione per selezionare gli emendamenti e per trovare, nella fase finale della discussione sul provvedimento, un confronto che riesca il più possibile a identificare i temi. Come vedrete poi illustreremo uno per uno gli emendamenti - ci sono alcuni emendamenti che riguardano l'innalzamento della fascia di reddito esente.
Abbiamo proposto altri emendamenti che tengono conto, come normalmente si fa quando vengono considerate le fasce di reddito esenti, dei casi particolari: i minori a carico, la presenza di coniugi che non lavorano, il numero dei familiari a carico, la presenza di anziani non autosufficienti o handicappati gravi. Questo perché chiediamo un confronto su un punto che normalmente viene tenuto in considerazione quando si parla dei redditi perché se c'è un'ispirazione sociale dentro l'idea di attenuare il peso della manovra su una serie di fasce abbiamo provato a offrire questo tipo di terreno.
Iniziamo chiedendo un orientamento delle risorse previste nel provvedimento, o di una parte di esso, per fare fronte a questo tipo di esigenza e di necessità.
Il primo parte dalla richiesta di innalzare il livello della fascia esente. Ho provato a motivarlo poco fa. Un reddito di 20 milioni si avvicina, se non alla povertà statisticamente indicata, a uno stato serio di difficoltà di una famiglia. Invece, un reddito di 40 milioni si avvicina di più a un reddito medio-basso, questo per salvaguardare uno strato socialmente più ampio.
Sull'orientamento e sull'ispirazione che esce da questa selezione, che abbiamo cercato di produrre, vorrei sentire delle risposte da parte della maggioranza, per capire se su questa strada ci sono delle risposte da parte vostra.
Questo è il senso dell'emendamento in esame e di quelli che successivamente presenteremo, illustreremo e discuteremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Anche questo emendamento risponde alla logica che non era chiara a qualche collega della maggioranza, che ci poneva il quesito: "Per quale motivo la minoranza dovrebbe modificare e migliorare un emendamento?".
Anche questo emendamento risponde alla logica di renderlo meno pesante nei confronti della collettività, perché prevede di elevare la fascia dei cittadini esenti e di accrescere il numero dei soggetti, delle famiglie interessate a questa manovra.
E' chiaro che rafforza ancora di più un principio contenuto nel meccanismo dell'imposta IRPEF, che è, appunto, un'imposta progressiva prevedendo, oltre alla gradualità con aliquote variabili a seconda del reddito, anche l'esclusione alla partecipazione delle spese per il deficit della sanità di una fascia di popolazione con un reddito minore considerando non soltanto i redditi fino a 20 milioni, ma fino a 40.
Quindi, dal punto di vista sociale, risponde ad una logica molto condivisibile.
Se si dovesse fare un confronto rispetto, ad esempio, alla proposta sostenuta da parte della Lega, ma non solo, perché ne hanno vantato la paternità anche altri Gruppi, e penso al Gruppo del CDU, che mi pare che ieri sia intervenuto su questo tema, emergerebbe che, rispetto al testo proposto inizialmente dall'Assessore Burzi e dalla Giunta, così com'è giunto in aula, con questi accorgimenti il testo avrebbe delle caratteristiche più sociali. Sicuramente lo è, anche se contiene qualche controindicazione, secondo i rilievi formulati da qualche collega. E' chiaro che, dal punto di vista della socialità, se così si può dire, si prevede una maggiore fascia di esenzione. Questo mi sembra più che logico.
Se si dovesse fare un confronto rispetto all'altra imposta sul gas metano per la quale è prevista una diminuzione, questa risulterebbe ancora più equa. E' evidente che una soglia con quelle caratteristiche rende del tutto superflua la riduzione del gas metano. Questo per forza di cose, perché lo eleva fino a 40 milioni.
Pertanto, ritengo che questa proposta sia condivisibile completamente e totalmente in una logica che è, come dire, seconda rispetto all'impostazione originaria che noi abbiamo, che è quella di prevedere un'imposta alternativa con le caratteristiche che abbiamo indicato.
Per questo motivo, condividiamo la proposta e invitiamo la Giunta, e soprattutto quella parte che ha ritenuto di aggiungere nella manovra qualche elemento di socialità, a ritenere che questa proposta sia ancora più sociale rispetto a quella del gas metano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Insisterei molto su questo concetto, perché il problema delle tasse è materia delicata.
Credo che il grande sforzo che dobbiamo fare - ed è un'attenzione che chiediamo alla maggioranza - sia quello di non inserire elementi di iniquità.
Ritengo che il modo migliore per rimuovere tali ragioni di iniquità sia quello di prestare attenzione alle situazioni di disagio economico in cui versano molte famiglie.
Oltretutto, questa proposta, se approvata, avrebbe il pregio di far decadere automaticamente tutti gli emendamenti su questa materia, perch guardando con attenzione la modalità con la quale questa maggioranza si approccia alle questioni legate all'adeguamento dei redditi, scopriamo alcune cose singolari. Non è presente l'Assessore Leo e me ne dispiace.



CONTU Mario

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



CONTU Mario

E' malato.



CONTU Mario

Gli auguriamo una pronta guarigione! Assessore, la prego di prestare attenzione, perché nel provvedimento in cui si trattava di svolgere un'operazione inversa (quella di consentire anche ai redditi più alti, fino a 160 milioni per una famiglia tipo di quattro componenti) si è escogitata la seguente modalità: stabilito il reddito dell'imponibile, si detraggono da quell'importo 8 milioni per ogni componente del nucleo familiare non percettore di reddito. Non so se mi segue nel ragionamento. Siccome il limite massimo è 140 milioni, con questo escamotage rientrano nel beneficio le famiglie che hanno un reddito fino a 164 milioni.
Al contrario, non ha favorito assolutamente i redditi più bassi, perch si applicava anche per redditi fino a 30 milioni, in quanto, essendo stata inserita una franchigia di una percentuale, ha comunque escluso dal beneficio gli interessati.
Allora, non si possono usare due pesi e due misure. Non le nascondo che sono arrivate migliaia di lettere per sollecitare un'attenzione ai ceti più deboli, ai redditi più bassi, affinché tutti possano esercitare la libera scelta educativa. Ma, badate bene, prima di esercitare la libera scelta educativa, noi dobbiamo dare la possibilità alle famiglie di avere una vita decorosa. E quale modo migliore se non quello di sottrarle all'incombenza della tassa sulla salute, chiamiamola così? Si dice che non c'è relazione fra i due provvedimenti, ma sul piano della discussione politica si rivendica la necessità di questa scelta.
Non apro polemiche su questo fronte, poiché non è la sede opportuna però voglio dire che questo è il dato sul quale ci dobbiamo misurare.
Allora, si può attenuare questa manovra? Noi diciamo che dovete rinunciare. Non volete rinunciare? Allora, proponiamo una serie di emendamenti che almeno tutelino le fasce più deboli. Ci sembra un atto dovuto.
Avete indicato un limite di reddito imponibile di 20 milioni! Pu riguardare certamente il pensionato, può riguardare le minime. E' fascia sì, importante, ma noi vi chiediamo un ulteriore sforzo: quello di portare questo limite dell'esenzione fino a 40 milioni, perché ci sembra una misura equa e comprensiva di realtà del lavoro dipendente, che è oggetto di attenzione da parte nostra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Non sono da escludere, in via di principio situazioni nelle quali la misura dei numeri ad un certo punto condiziona un'azione amministrativa e costringe a prendere decisioni di carattere economico e fiscale. Ma, dal punto di vista politico, quello che interessa sapere è in forza di quali eventi i numeri giungono a costringere un'azione politica entro binari molto stretti. In forza di quali eventi? Devo dire che, dal punto di vista dell'analisi della situazione sanitaria svolta dalle minoranze, vi è l'individuazione di una ragione in forza della quale oggi i numeri dettano legge secondo quanto proposto dalla Giunta regionale: la cattiva gestione, l'indifferenza alle spese, la manica larga nelle consulenze, negli sprechi e, quindi, il mancato riordino di tutto il settore.
Per questo motivo, diciamo che la manovra è iniqua, va respinta e comunque facciamo il tentativo di lenire i danni che provoca nella vita dei cittadini in possesso di un basso reddito.
Però, colleghi, la cosa stupefacente è che noi, dal punto di vista della maggioranza, non riusciamo a capire come mai questa manovra viene proposta. Cosa impediva alla maggioranza di mettere in ordine un sistema sanitario, così come hanno fatto altre Regioni, ad esempio la Toscana? Non penso che la Toscana non abbia, ad un certo punto, avuto la necessità di fare dei conti e di prendere delle decisioni non facili, ma la Toscana l'ha fatto e l'ha spiegato ai cittadini. Quindi, una serie di misure di risanamento sono andate avanti e, nell'ambito di questo risanamento e riassetto del sistema sanitario, avrà preso anche delle misure che, a quel punto, possono essere spiegate e comprese. Ma perch questa Giunta, arrivati a questo punto, propone un aumento dell'IRPEF? E' perché ha ricostruito un diverso e più efficiente rapporto fra l'utente della sanità e il servizio reso dal sistema sanitario? No, perché da sei anni l'Assessore continua a dire che adesso riorganizza il sistema sanitario, perché ha costruito un Piano sanitario, che non ha realizzato nella parte degli investimenti, ed è stato fallimentare dal punto di vista sia della gestione che della qualità.
Devo rimarcare - mi interessa farlo - che con tutto ciò, e quindi nonostante una cattiva gestione che, nell'ultimo anno, ha addirittura visto il provvedimento di taglio improvviso dei fondi, nonostante tutta la buona volontà dell'Assessore D'Ambrosio e della Giunta di peggiorare le condizioni del sistema sanitario pubblico, fortunatamente il sistema sanitario pubblico continuo a considerarlo - e la mia opinione non vale nulla - e anche l'Organizzazione Mondiale della Sanità lo dice, un sistema sanitario di eccellente qualità di risultati a livello internazionale, non solo europeo; tanto che l'Italia è ai primi posti come qualità del servizio sanitario reso.
Rimane il fatto, però, che in Regione Piemonte, Assessore D'Ambrosio e mi dica di no - sul piano della riorganizzazione delle strutture sanitarie (territorio e ospedali) non si è fatto nulla. In nessuno dei casi, ormai sotto osservazione da anni, e che riguardano l'equilibrio tra l'erogazione di un servizio a livello ospedaliero e la messa dei servizi extraospedalieri, di carattere ambulatoriale e territoriale, che è una delle parti forti, lei non ha fatto nulla.
C'è un'aggravante, Assessore D'Ambrosio: lei non intende fare nulla nemmeno nell'attuale Piano sanitario regionale, e questo è gravissimo.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore D'Ambrosio)



CHIEZZI Giuseppe

Mi lasci spiegare, Assessore. Ho detto che lei non intende fare nulla nell'attuale Piano sanitario regionale che ha proposto. E non dica che questo lo dico io, perché questo lo dice e lo scrive lei, perché nel Piano sanitario che ha consegnato a tutti i Consiglieri, anche a quelli di maggioranza, lei non dice nulla riguardo a questo problema. E non è poco questo, lei fa perdere la pazienza! Per sei anni ha agitato un problema senza risolverlo, e sappiamo che il problema è difficile da risolvere; l'ha occultato. Quindi, ha mantenuto le spese alte e adesso carica i cittadini di nuove tasse; in più, si presenta nella nuova legislatura con un Piano in cui non dice nulla. Avrebbe potuto dire: "Tengo gli ospedali, li riqualifico, li riordino, li accorpo". Lei volutamente, non ha consegnato a questo Consiglio una sua idea sulla riorganizzazione di questo servizio. Oltre a questo, aumenta le tasse. Cosa vuole che le diciamo? Che è bravo? Si renda conto di questo! Quindi, noi porteremo avanti una battaglia - spero non isolata affinché lei sia costretto a scrivere all'interno del Piano sanitario cosa vuole fare. Noi faremo una battaglia, spero di vincerla sia dentro l'aula sia andando in giro per i territori nelle consultazioni, perché non è decente, Assessore, che lei, dopo sei anni di gestione, prenda in giro il Consiglio, consegnando un blocchetto di carta in cui c'è scritto che la Giunta lavorerà al meglio per la sanità pubblica! Non è decente, e noi cercheremo di non permettere tale indecenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Scelgo, per ragione di economia dei miei interventi e dei nostri lavori, di intervenire in questa fase per dichiarare innanzitutto la poca fiducia e il poco interesse a tentativi di modificazione e di miglioramento evolutivo di un provvedimento, per il quale il difetto sta evidentemente nel manico, ma in parte anche per distinguermi rispetto ad una posizione di una parte dell'opposizione fino a questo momento nella strategia emendativa, seppure condivisa.
Mi spiego: finché si trattava di graduare o di ridurre le aliquote dell'imposizione IRPEF per dimezzare sostanzialmente la manovra, tentando di ricondurre nella più generale manovra di bilancio un'iniziativa che trova solo nella leva fiscale il proprio strumento, evidentemente la cosa poteva funzionare.
Rispetto ad un emendamento come questo - che lascia non dico sostanzialmente immutata, ma che modifica non troppo sensibilmente l'entità del prelievo, portandolo a circa 85 miliardi sotto, quindi facendola diventare comunque una manovra da 380 miliardi - la stessa strategia emendativa di una parte dell'opposizione mi sembra scontare i difetti che il provvedimento della maggioranza presenta con chiarissima evidenza.
Sto tentando di precisare quanto già sostenuto nel mio intervento nel dibattito generale, e cioè che il dato di iniquità che questo provvedimento inserisce non è tanto relativo al prelievo fiscale e alla mancata graduazione delle aliquote - su cui sarei favorevole - ma è sulla sottrazione di 350 miliardi di reddito privato e sulla loro trasformazione in spesa pubblica.
Il dato socialmente più impattante non è il dato del prelievo effettuato dalle tasche dei contribuenti e delle famiglie, ma è il dato dell'effetto che il prelievo di 350 miliardi di reddito privato ha sul sistema economico piemontese nel suo complesso.
Tutti quanti, maggioranza e opposizione, non stanno valutando appieno l'elemento più grave di questa manovra, limitandosi a valutare un elemento che è sicuramente significativo, ma che si riduce in concreto ad un prelievo, per un reddito di 40 milioni, di circa 15 mila lire mensili, che è una cifra forse poco significativa. Sicuramente, è una cifra poco significativa per famiglie che non stanno sulla soglia della povertà, ma sono assolutamente non significative rispetto agli effetti più generali che questo provvedimento finisce per avere, per usare così pesantemente della leva fiscale.
C'è un ulteriore argomento. Rispetto ad una manovra sull'IRPEF è giustificabile una graduazione delle aliquote, è giustificabile una riduzione delle aliquote, ma mi pare difficilmente giustificabile un innalzamento dei livelli di esenzione diversamente da quella che l'imposta sul reddito delle persone fisiche (imposta in sede nazionale) prevede per il complesso delle famiglie, essendo il principio di esenzione un principio relativo a condizioni di povertà e non già relativo a condizioni non dico di relativa certezza, ma sicuramente a condizioni che non giustificano lo strumento dell'esenzione come strumento della politica fiscale. Inoltre bisogna considerare che, rispetto al sistema economico piemontese, alle dinamiche dei consumi, questo provvedimento è sicuramente più impattante e più negativo rispetto ai consumi e agli investimenti delle famiglie che non sono sulla soglia della povertà, ma sono famiglie che investono e che consumano e che potrebbero dare un contributo determinante alla crescita piemontese del prossimo anno e che loro, sì, certo non partendo da condizioni di bisogno, si vedono pesantemente impattate da un provvedimento di questa natura.
Quindi, il mio obiettivo, in una strategia emendativa che evidentemente non è praticabile, sarebbe quello di ridurre l'entità del prelievo, non tanto di redistribuirlo più "equamente", introducendo nella fascia di esenzione categorie che non sono esenti rispetto all'imposta sul reddito delle persone fisiche (i redditi dai 20 ai 40 milioni non sono compresi in questa fascia di esenzione).
C'è però un'altra considerazione che mi vede lontano da questo dibattito: noi continuiamo a fare il dibattito senza il morto. Il morto è il deficit sanitario! Noi stiamo discutendo...



(Avviso acustico da parte del Presidente del Consiglio per segnalare lo scadere del tempo a disposizione)



PALMA Carmelo

Siamo in sede di emendamento, quindi ho cinque minuti.



PRESIDENTE

E' soltanto un preavviso per aiutarla a giungere a conclusione.



PALMA Carmelo

Proseguo l'intervento sul prossimo emendamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Devo annunciare il nostro voto contrario a questo emendamento. Chiedo però che la votazione avvenga per appello nominale.



PRESIDENTE

Collega Palma, la dichiarazione di voto sull'emendamento le può essere utile per terminare il suo ragionamento precedente?



PALMA Carmelo

Sì.



PRESIDENTE

Prego, ha la parola.



PALMA Carmelo

Stavo dicendo che stiamo facendo il dibattito senza il morto e il morto è il deficit sanitario.
Una delle ragioni per cui una manovra di questo tipo dovrebbe stare all'interno di una manovra di bilancio è che dovrebbe essere minimamente coerente, non solo nell'impostazione, ma anche nella strumentazione, con la politica che la Regione vuole darsi per affrontare una dinamica di spesa che presenta caratteristiche particolarmente allarmanti come la spesa sanitaria (nella spesa sanitaria rientra in parte la spesa farmaceutica, ma non è esclusivamente la spesa farmaceutica).
La richiesta di inserire questo provvedimento all'interno del bilancio non deriva tanto dalla richiesta ritualistica di esaminare all'interno del documento finanziario principale una manovra che oggi rimane semplicemente una manovra fiscale, ma anche per comprendere in che misura, evidentemente io immagino - non fiscale, questa Giunta e questa maggioranza vogliono aggredire la dinamica della spesa sanitaria nel suo complesso, non potendo mi pare, contare né sugli effetti di un Piano sanitario, che è ben lontano dalla propria approvazione, né sugli effetti di un piano di risparmio che se ha dispiegato i propri effetti che qualcuno giudica positivi, li ha dispiegati sicuramente - Assessore D'Ambrosio - nella misura dell'esercizio 2001, per cui non possiamo attenderci, neppure dal piano dei tagli/risparmi o come li vogliamo chiamare sull'esercizio 2002, risultati sensibilmente migliori rispetto a quelli che ci attendiamo sul 2001.
Allora, anche da questo punto di vista, la nostra rimane una discussione monca: noi aggrediamo un deficit 2001, facciamo una manovra che è unicamente una manovra fiscale, faremo una manovra di bilancio in cui inevitabilmente per una certa parte questa manovra fiscale sarà compresa la manovra, di fatto, sul bilancio noi la faremo in sede di assestamento o di variazione già nel corso dell'esercizio 2002 e nuovamente - perch questo è scritto nelle cose che voi state facendo - ci troveremo alla fine del prossimo anno a dover affrontare una nuova manovra, nuovamente di natura fiscale, magari con lo stesso provvedimento, per riparare ai danni del deficit sanitario e coprire il deficit sanitario 2002 sui redditi di imposta 2003 con il prelievo effettuato nel 2004! Questa è l'invenzione del moto perpetuo fiscale in materia sanitaria perché se voi non intendete provvedere ad una politica complessiva non solo di riordino del settore, ma anche del riordino degli strumenti, procedete per una parte con una strumentazione che io continuo a ritenere idonea ed importante, da una parte di valorizzazione del patrimonio, da una parte di gestione attiva e molto aggressiva del debito, e, per l'altra parte continuate semplicemente a fare dei provvedimenti che vi dotano di una massa finanziaria di manovra che, di volta in volta, riposizionerete nelle poste del bilancio in sede di assestamento e in sede di variazione a seconda dell'emergenza, ma il disegno, l'impianto del bilancio nel suo complesso sarà completamente scomparso.
Ci sarà il momento, Assessore D'Ambrosio, in cui magari si potrà parlare della sanità all'interno di quest'aula non considerandola, di volta in volta, un'emergenza a cui porre rimedio o una macchina che invece corre allegramente verso il disastro, disastro che si deve tentare di evitare con misure che non solo fanno ricorso così pesantemente alla leva fiscale, ma producono un altro effetto che, dal punto di vista liberale, qualche preoccupazione la dà. Ampliano, cioè, complessivamente i volumi del nostro bilancio perché voi continuate a considerare allarmante il dato unicamente del deficit, mentre è estremamente allarmante il fatto che i volumi complessivi del bilancio regionale vadano allargandosi pesantemente di un ulteriore elemento di gravità e di criticità attraverso lo strumento fiscale.
Spero di essere stato chiaro. Mi rendo conto che si tratta di argomenti ostici e tecnici, ma io lo dico sia alla maggioranza, sia ad una parte dell'opposizione: l'elemento più grave di questo provvedimento non sta nelle 15.000 lire che dovranno pagare o non pagare i redditi dei 30 milioni. L'elemento di gravità è un elemento decisamente diverso che ha a che fare, per una parte, con la politica economica che questa Regione vuole fare, e, per l'altra parte, con la risistemazione complessiva della macchina sanitaria.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per dichiarazione di voto.



MARCENARO Pietro

Intervengo sulla base delle considerazioni del Consigliere Palma.
Indubbiamente, è vero quanto da lui sottolineato e cioè che l'aspetto più serio, e per molti aspetti da un punto di vista generale - e non solo collega Palma, ma da un punto di vista liberale - è il fatto che in una fase come questa si sottraggano delle risorse così importanti per lo sviluppo. Sicuramente è il fatto centrale che costituisce il punto più critico dell'operazione proposta.
Voglio anche riconoscere che quando presentiamo un emendamento che propone l'esenzione su una fascia da 40 milioni, utilizziamo uno strumento improprio: quello dell'esenzione, che solitamente è più destinato alle fasce della povertà, configurandosi come un qualcosa che si avvicina alle politiche di assistenza. E' anche vero che ci troviamo in una situazione particolare nella quale una strategia emendativa, per segnalare una tendenza alla riduzione del danno, ha bisogno di adottare strumenti disponibili su una legge di alcuni articoli. Questo è uno dei modi per farlo.
Su un punto vorrei richiamare il Consigliere Palma. Capisco che si possa dire che per un reddito di 40 milioni, 15.000 lire al mese forse non è una cifra eccezionale, tuttavia vorrei ricordare che 40 milioni lordi è all'incirca, il reddito di un operaio metalmeccanico: ricordo che non si rinnova il contratto ai metalmeccanici per 18.000 lire al mese.
Anche quando si discute di queste questioni, conviene guardare con maggiore cura e attenzione anche a grandezze che, normalmente, da lontano possono sembrare piccole, ma che poi così piccole, nell'esperienza pratica non sono.



PRESIDENTE

Ricordo che su tale emendamento c'è il parere contrario della Giunta.
Come richiesto, indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento n. 1.14).
Il Consiglio non approva.
1.15) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Riba, Ronzani Muliere, Manica e Riggio: al comma 2, le parole "20 milioni" sono sostituite dalle parole "47,5 milioni".
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Qui valgono, in larga misura, le argomentazioni sostenute dal collega Marcenaro in merito all'emendamento precedente.
Noi proponiamo che il limite esente sia di 30 milioni. Mi rendo conto che così discutendo - ha ragione il Consigliere Palma - rischiamo di affrontare una discussione che perde di vista il quadro generale. Mi rendo conto che una manovra alternativa non si configura e non si costruisce proponendo emendamenti come questi, questo è vero, lo ammetto. Il punto è che non ci siamo trovati nella condizione di non poter discutere il quadro d'insieme. Dobbiamo partire da questo dato di fatto.
Tutta la discussione sulle proposte alternative che abbiamo avanzato durante questa discussione avrebbe avuto ben altro spessore e avrebbe dato vita anche ad un confronto in aula assai diverso se avessimo avuto la possibilità di affrontare una discussione non soltanto sulla manovra, ma anche sulle grandezze delle politiche di bilancio. Lì potevamo confrontarci e avere opinioni diverse, ma era evidente il fatto di avere un quadro.
Potevano confrontarsi, come ha detto il Consigliere Palma, visioni strategiche, politiche diverse, ma avevamo la possibilità di costruire partendo dai documenti di bilancio, una strategia alternativa che poteva configurare, oppure no, il ricorso all'addizionale e poteva, magari, anche immaginarlo per una quota residuale. Le ipotesi possono e potevano essere diverse. Il punto è che questa possibilità non l'abbiamo avuta.
Ci rimane uno strumento: tentare di vedere come ridurre gli effetti che questa manovra ha su alcune categorie di contribuenti. Allora, faccio un ragionamento che tiene conto delle considerazioni che ha fatto la maggioranza.
La maggioranza dice "Abbiamo presentato una manovra di 450 miliardi" in origine, come ricordava il Consigliere Palma poco fa. In Commissione avete tentato di ridurne l'impatto antisociale - consentitemi di usare questo termine. Infatti, voi usate un termine improprio, voi dite "Abbiamo dato un carattere sociale alla manovra". No! Voi avete tentato di ridurre l'impatto antisociale della manovra, che è un'altra cosa! Di fronte ad una manovra che ha quell'impatto e che costa ai piemontesi 450 miliardi, avete immaginato delle misure che riducessero il suo impatto antisociale. Questo è il problema, altro che caratteri di socialità della manovra! Avete tentato di ridurre il carattere antisociale della stessa! A questo punto, sul piano emendativo, Consigliere Palma, faccio il seguente ragionamento. La maggioranza sostiene che dobbiamo tutelare certe categorie di contribuenti? Mi rendo conto di tutti i limiti che ha il ragionamento che sto per fare, perché avrei dovuto costruire un'ipotesi complessiva, è una manovra complessiva, ma se questo è il ragionamento vi dico: se vogliamo, davvero, fare in maniera che l'impatto antisociale abbia un effetto, poiché scegliete come criterio, per decidere la tassazione quello progressivo e fate riferimento all'IRPEF, la logica e il buonsenso vorrebbero che esentassimo i redditi fino a 30 milioni.
Mi rendo conto che questo ragionamento ha molti limiti, lo capisco benissimo. Da un certo punto di vista, sono io stesso imbarazzato a farlo perché penso che questa manovra e questa politica avremmo dovuto impostarla in modo completamente diverso. Ma io ragiono qui, adesso, avendo presente questa condizione d'aula e questa condizione del provvedimento. E, proprio partendo da qui, immagino qualcosa che lo corregga e che riduca quel carattere antisociale.
Per questo, invito i Consiglieri a prendere in considerazione almeno la possibilità che venga elevato a 30 milioni il limite rispetto al quale verranno esentati i contribuenti dal pagamento dello 0,5%.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Mi riaggancio all'intervento sugli emendamenti precedenti.
Il Consigliere Ronzani in parte mi ha fatto perdere un po' di entusiasmo. Alcuni interventi del Consigliere Palma, e poi i successivi del Consigliere Marcenaro, credo meritino qualche considerazione aggiuntiva.
Temo che troppo spesso si tenda a confondere utilizzo delle risorse quindi scelte politiche, finalità - con gli strumenti. Sono due cose diverse. In parte, in uno dei suoi interventi, il Consigliere Giordano ha fatto questa distinzione fra tasse e tributi (anche su questo argomento ampia bibliografia nella distinzione degli uni dagli altri).
In questo momento, in Consiglio, noi stiamo discutendo su una proposta della Giunta, su una serie di strumenti che potranno non essere condivisi ma sono strumenti e, come tali, possono essere adottati, rigettati modificati, considerandoli però strumenti. I fondi immobiliari chiusi, sono strumenti; i fondi immobiliari misti, una variante eventualmente recepibile da questi, sono strumenti; la gestione non tattica, non specifica di quei mutui, una strumentazione data al governo per l'estinzione anticipata dei mutui. Inutile dare strumenti per la negoziazione che evidentemente è autorizzata sempre, purché le parti lo vogliano fare.
Le ipotesi di dismissione di partecipate dirette, non strategiche, è una conseguenza di quanto già presentato sempre dalla stessa Commissione come riordino del sistema delle partecipate, all'interno della quale ci sono parecchie partecipate indirette. Chi ha avuto modo di sentire la presentazione, perché la discussione finora non c'è stata, anche se l'abbiamo, in sede di I Commissione, prevista, credo possa facilmente riconoscere che sono strumenti, non necessariamente condivisibili, ma sono strumenti.
Si parte, comunque, da un bilancio che ha 31.000 miliardi di quadratura e ha risorse libere manovrabili molto piccole.
Collega Ronzani, non lo veda come motivo di polemica, ma l'imposta regionale sulle persone fisiche, di cui adesso stiamo parlando, ha già avuto un primo utilizzo fino allo 0,9%, deciso dal Governo, pagato dalle Regioni, dove le stesse, indipendentemente dai colori politici, hanno fatto da soggetti passivi. Non ero presente in aula nel momento in cui si discusse dello 0,5% e dello 0,4%. Mi auguro che lei abbia, con lo stesso calore di oggi, legittimamente difeso quei primi due prelievi (0,9%) sotto il Ministero Visco rispetto all'1,4%, di cui in questo momento la Regione esercita.
Sottolineo che la discrezionalità viene controllata dal Consiglio perché è il Consiglio che vara le leggi, il Governo le propone. Le deleghe chieste al Governo non sono deleghe scisse da qualunque possibilità di controllo legislativo, dispositivo, anzi, credo che una maggioranza, che tende a darsi deleghe o a chiederle, debba contrappesarle con identici poteri di controllo, perché l'insieme delle due le rende veloci.
Mi dispiace che non sia presente il Consigliere Giordano, che ha fatto una puntuale analisi di alcuni mutui, francamente, eccessivamente onerosi.
Peccato che all'epoca le rinegoziazioni vennero fatte, d'altra parte siamo nel 1998, non ci furono orecchie per intendere, e le clausole di quei mutui, allora accesi, non prevedevano la clausola anticipata di estinzione.
Il perché non la vollero prevedere bisognerebbe chiederlo agli amministratori di allora e al momento storico in cui quei mutui furono accesi.
Se davvero si vogliono dare strumenti su questa tipologia di aree bisogna discutere e, celermente, giungere ad una decisione, non necessariamente positiva, e procedere, come tutto ciò che è stato fatto negli ultimi anni, alla rimozione dei vincoli.
La legge dell'ordinamento contabile, che qui abbiamo votato dopo un lunghissimo iter consiliare, tende fondamentalmente a rimuovere dei vincoli, anche qui basandosi su un pensiero legislativo assolutamente trasversale, che tocca tutti coloro che si occupano di amministrazione a risorse finite, in modo che la gestione delle risorse, essa finita, non dovendosi e non potendosi provvedere alla leva fiscale in maniera indeterminata, consenta l'utilizzo di quello stanziamento quando è praticabile.
E' su quest'area degli strumenti che si deve lavorare per dare flessibilità. E' sulla destinazione delle risorse che si fa politica.
Mi dispiace che non sia presente il Consigliere Chiezzi, il quale una volta ha cercato di emendare i consuntivi; l'abbiamo fatto in questa legislatura, quindi si può fare quasi di tutto.
Tutto ciò premesso, esprimo parere contrario all'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.15).
Il Consiglio non approva.
1.16) Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Ronzani, Riggio, Manica Suino, Muliere e Placido: alla fine del comma 2 si aggiungano le parole "più L. 10 milioni".
La parola alla Consigliere Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Noi abbiamo svolto un lungo dibattito su alcuni emendamenti.
Siamo ormai giunti ad un numero di emendamenti esiguo: una decina di emendamenti che abbiamo ritenuto di mantenere, poiché ponevano delle questioni sociali, di ordine essenziale e, francamente, difficilmente contestabili.
Capisco che - lo abbiamo capito dall'inizio e ci avete rafforzato in questa convinzione nel corso dell'intera discussione - non è il merito che sta in questo momento appassionando l'aula. In particolare, non lo è nel momento in cui si vuole andare a vedere qualcosa di assolutamente ragionevole e imprescindibile dal punto di vista sociale come miglioramento che, dal punto di vista contabile e delle cifre, non produrrebbe significativi stravolgimenti dalla stessa manovra finanziaria che avete fatto.
Se noi siamo nelle condizioni che si tratta di un provvedimento così contraddittorio, e proprio perché così contraddittorio, così blindato, che può essere votato con gli errori di ortografia, già presenti in precedenza allora va bene. L'Assessore Burzi, il Presidente della Giunta e gli Assessori competenti ci dicano che la situazione è tale per cui non si possono neppure togliere gli errori di ortografia e allora va bene. Se invece, la situazione non è questa, pur nelle contraddizioni e nelle blindature, c'è la possibilità di prendere in considerazione qualcosa: stiamo parlando di dieci emendamenti - dieci - essenziali su questioni sociali di un certo rilievo. Se noi guardiamo il nucleo familiare in cui risulta essere presente un portatore di handicap con un'invalidità superiore al 60% e, lì, su quella realtà, chiediamo una detrazione, dal punto di vista sociale, non so come si possa dire di no. Vedo che l'Assessore Cotto, che comprende, qualche imbarazzo ce l'ha.
Non so come facciate a dire di no anche dal punto di vista di una quantificazione contabile. Su cosa incide sulla manovra? Incide moltissimo per quel nucleo familiare che ha quel portatore di handicap al 60 moltissimo sull'individualità di quella persona e di quel nucleo, ma nulla rispetto al deficit sulla sanità che avete fatto e rispetto ad una manovra quale questa.
Quindi - lo dico con grande tranquillità - non so se debba sprecare altre parole. Mi sembra chiaro che avete capito qual è l'ordine della questione e che non è il caso di perdere tempo ulteriore nell'illustrazione. Dovete semplicemente dirci se lo volete fare, se siete in grado di farlo, o se abbiamo superato ogni comune limite del pudore e non riusciamo neanche più a discutere una questione come questa. Siamo veramente ad un punto consistente.
Siccome abbiamo capito che la manovra non la cambiate, non la rifate che questa rimane, che è un confronto tra due culture e concezioni diverse vi chiediamo se il comune senso del pudore può comunque far intervenire riguardo a gruppi particolarmente disagiati con portatori di handicap anziani e minori, un minimo senso di socialità. Non tocca la manovra.
Rimangono intatte le reciproche posizioni di una nostra netta e ferma condanna nei confronti di una manovra come questa, di un vostro ampio e così convinto sostegno quale quello che abbiamo sentito in quest'aula, per ovvia a situazioni veramente tragiche che, forse, per un dibattito generale, quale quello che stiamo svolgendo, sembra non essere incidente ma - guardate - hanno un significato per quelle persone e per quelle famiglie!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ho ascoltato con grande attenzione l'intervento della Presidente Manica.
Indubbiamente, il tema posto all'attenzione del Consiglio regionale dalla Presidente Manica e dai colleghi che hanno formulato e sottoscritto questo emendamento è, da un lato, estremamente interessante e, dall'altro certamente ci pone, quali legislatori regionali, in obbligo di affrontarlo con la dovuta attenzione.
Dico subito - e non per contraddirmi con questo principio generale che siamo contrari e che voteremo sfavorevolmente questo emendamento.
Le motivazioni sono le seguenti. E' noto che questo provvedimento è complesso, articolato e, come è stato detto, di parte, in assenza della presentazione del bilancio.
Su questo, in questi giorni, avete discusso a lungo. Ricordo che è un provvedimento impositivo che riguarda le sole entrate. Non sarebbe corretto, proprio per i principi annunciati da molti Consiglieri - molti anche dell'opposizione - andare in un certo senso ad inserire, ancorché con una argomentazione più che valida e da noi condivisa, una piccola parte in uscita, soprattutto perché, non avendo la quantificazione, diventa difficile. Però, abbiamo una quantificazione del singolo beneficio, che come è stato detto da alcuni Consiglieri - è qualcosa di estremamente importante e di estremamente eccezionale, e quello che è poco per la Regione è tanto per quella famiglia.
Noi vogliamo essere onesti e sensibili fino in fondo. Che aiuto daremmo ad una famiglia sfortunata, con un handicappato grave, se le diamo la possibilità nel 2003, relativamente al 2002, eventualmente e potenzialmente, di risparmiare 150 mila lire di tasse? Non credo che gli daremmo un grande aiuto.
Altra questione è un impegno da parte di questo Consiglio regionale, da voi sollecitato con questo emendamento, e che tutti possiamo prendere perché presto saremo in Commissione e in Consiglio regionale a discutere di bilancio.
La Regione, ha fatto molto verso queste famiglie e verso questi piemontesi sfortunati, attraverso la propria politica di governo, ma pu fare ancora di più se tutti siamo d'accordo. Potrà fare molto se, in un'azione di bilancio intelligente e in proporzione alle difficoltà di queste famiglie, individueremo un intervento veramente importante basandoci su dati statistici che, attraverso una quantificazione scientifica, oggettiva ed esatta, ci mettono in condizione di svolgere un intervento intelligente.
La maggioranza prende questo impegno e vi ringrazia di questa sollecitazione, sapendo comunque di avere la coscienza a posto, perché la politica del governo regionale sta già facendo molto, ma non si può mai fare abbastanza per questi cittadini. Noi, in sede di bilancio affronteremo questo e altri temi con la dovuta attenzione. Se con la vostra intelligenza volete apportare delle idee in questo senso, le valuteremo con grande attenzione perché l'aiuto a questi cittadini non deve essere demagogico, anche se riconosco che, in questa fase, la vostra azione non lo è. Deve essere un aiuto intelligente e reale che non può essere ricompreso in un eventuale e potenziale sgravio, tutto da verificare, di 150 mila lire tra un anno e mezzo relativamente all'anno in corso.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sono perlomeno stupito dell'intervento svolto dal collega Cattaneo perché è pieno di contraddizioni, oltre ad avere una visione un po' paternalista dell'intervento sociale. Nel suo intervento parlava in questi termini, ma si tratta, poi, di vedere.
Il problema che viene posto attraverso questo emendamento è di creare un meccanismo che sia collegato, in questo caso, al sistema impositivo evitando un carico ulteriore su alcune fasce della popolazione che hanno dei problemi.
Certo, poi ci sono gli altri interventi, ma non è che le questioni sono in contraddizione, perché, collega Cattaneo, cosa rappresentano 20 mila lire a famiglia per il gas metano? E' elemosina. Mentre, di cosa si tratta quando si propone di non far pagare 100 mila lire alle famiglie che hanno un portatore di handicap? E' qualcosa di più delle 20 mila lire e dell'elemosina. In questo caso, non aiutate nessuno.
Quando avete deciso di escludere le famiglie sotto i 20 milioni, cosa avete immaginato? Un ragionamento di tipo sociale. E se si aggiunge qualche ragionamento in più di tipo sociale, in presenza di categorie particolari sono ragionamenti totalmente sbagliati e si rinvia tutto ad un momento "x"? Qui, in qualche maniera, si deve essere coerenti, altrimenti si tratta di paternalismo e di propaganda elettorale dire di restituire alle famiglie 20 mila lire per il gas metano. E' così! Adesso il collega non è presente, ma parlava di 1.000 metri cubi, 20 lire, sono 20 mila lire per il gas metano.



(Commenti in aula)



SAITTA Antonino

All'anno, qui parliamo al mese.
Non ci si deve lasciare prendere dalla foga di difendere tutto! I provvedimenti sono stati fatti e non accettare alcun suggerimento e facendo questo si rischia di cadere nelle contraddizioni più complete e prive di senso.
Questo è un emendamento che risponde perfettamente alle logiche di tipo sociale ed è ancora socialmente più interessante rispetto alle 20 lire al metro cubo del metano. Solo perché è stato dato ordine di non toccare quel provvedimento, bisogna blindarlo completamente.
Una parte della maggioranza ha avuto la forza di correggere il provvedimento con alcuni interventi sociali, e l'ha qui rivendicato. Penso al Consigliere Deorsola, ai colleghi del CDU, ai Consiglieri della Lega ed altri, che hanno detto: "Abbiamo ottenuto una correzione di tipo sociale".
Le correzioni apportate al provvedimento non hanno neanche un costo enorme.
Non ho i dati, ma quando ci si riferisce a portatori di handicap con invalidità non superiore al 60% non stiamo parlando di 1 milione di contribuenti. Per fortuna, non c'è un handicap così diffuso. Parliamo di un gruppo di cittadini che fa parte di una fascia ristretta, alla quale miriamo per non farle sobbarcare il peso derivante dal disavanzo della sanità pubblica. Questo disavanzo lo deve pagare chi, per fortuna, sta meglio e non ha quei problemi. Dire queste cose non è strumentale, mi pare ragionevole.
Ragionateci un po' prima di assumere posizioni oltranziste come quelle del collega Cattaneo.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



SAITTA Antonino

Cosa vuol dire! Con questa logica, non dobbiamo fare neppure gli altri interventi. Se vale questa logica, non facciamo più nulla! E' un intervento paternalista e non da Stato sociale, cioè di un'organizzazione sociale, in questo caso la Regione, che in tutti i suoi interventi, in questo caso fiscale, considera degli interventi che rispondono a una finalità. Se vogliamo escluderli da questa logica, vuol dire che abbiamo perso il senso perché potrete dare qualche intervento a chi sta male, ma è una questione diversa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Vorrei evitare qualsiasi appello al sentimento e alla morale e contestare l'intervento del Consigliere Cattaneo semplicemente da un punto di vista tecnico. Se vi è una cosa che mi provoca un qualche fastidio è solo il rischio di essere sospettato di introdurre elementi di demagogia su una questione così delicata e complicata.
Stiamo esaminando gli emendamenti al comma 2 dell'art. 1 del disegno di legge n. 363.
Il comma 2 stabilisce l'esenzione e quali sono i redditi che devono essere presi in considerazione ai fini dell'esenzione.
Con questo emendamento proponiamo un cosa molto semplice: innalzare a 30 milioni la fascia esente per le situazioni particolari, come un handicappato grave o un anziano non autosufficiente, come diremo nell'emendamento successivo.
Questi sono elementi che normalmente vengono presi in considerazione in molte altre situazioni: i figli a carico, i familiari a carico, ecc. Se andate a vedere chi è esentato dalle tasse universitarie, troverete dei meccanismi che assomigliano a questo, cioè che prendono in considerazione oltre al reddito del capofamiglia, una serie di altri elementi che fanno sì che quel reddito abbia un significato o l'altro a seconda della famiglia in cui è collocato.
I 20 milioni - dico questo senza alcun elemento di retorica - non sono la stessa cosa e non hanno lo stesso valore in diverse condizioni. Ci limitiamo a indicarne alcune particolarmente significative. Peraltro, oggi avete parlato del fatto che esistono margini di un provvedimento che in realtà dava un gettito al di sopra di quello previsto per la copertura del buco finanziario della sanità, quindi parliamo di elementi che sono in quei margini.
Che non ci sia la capacità di capire su una cosa del genere, dare un segnale di ascolto e di interpretazione nel quadro della discussione di un provvedimento di questo tipo, a me sembra singolare. Ripeto, niente impedisce - lo faremo - che in sede di bilancio vi sia un'altra discussione in questo senso.
Tutti sappiamo che i problemi dell'handicap non si risolvono ovviamente con questo e con nessun altro provvedimento, compresi quelli che esamineremo quando discuteremo del nostro bilancio. Neanche allora troveremo delle soluzioni risolutive, però oggi stiamo discutendo di un provvedimento su un'imposta e delle condizioni di esenzione.
Chiediamo semplicemente di valutare se, nel stabilire le condizioni di esenzione, la cifra di 20 milioni, fissata per l'insieme della popolazione non debba essere innalzata quando sussistono particolari e limitati casi e condizioni. Per il resto, dovete entrare nel merito e non dire che è una questione di poco significato, perché - l'ha detto il Consigliere Saitta non avrebbe significato la misura che viene assunta sul gas. Su 1.000 metri cubi di consumo annuo di una famiglia media, che usi il gas per riscaldamento, acqua calda, cucina, ecc., 20 lire di riduzione vuol dire 20.000 lire all'anno: non mi pare una cifra enorme. Per una famiglia con un reddito di 30 milioni, parliamo di una riduzione di 150.000 lire all'anno.
E' poco, ma di questo stiamo discutendo e questa è la dimensione delle cose che possiamo fare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Assessore Cotto, impedisca che si voti un provvedimento che contraddice apertamente ciò che tutti sosteniamo da tempo per quanto riguarda le politiche sociali, perché di questo si tratta! E' inutile sostenere che dovremmo rinviare questa discussione al bilancio. Il bilancio sarà la sede per discutere quali risorse destinare alle politiche sociali.
Collega Galasso, lei, spesso e volentieri, dice che la destra è una destra sociale. In quest'aula stiamo discutendo un problema che direttamente ci riconduce a un altro problema: come noi ci atteggiamo di fronte all'altro. La legislazione in generale, tutte le volte che affronta questioni come questa, per principio, per ragioni di equità, di socialità stabilisce questa soglia. La stabilisce la legislazione in vigore. Non sto parlando di qualcosa che non esiste.
Noi avremmo dovuto, nel momento in cui impostavamo questo provvedimento e nel momento in cui ci facevamo carico dell'esigenza di immaginare chi esentare, partire da quelle categorie. E' una cosa naturale. Non è un'invenzione dell'opposizione: è la logica da seguire.
Avremmo dovuto costruire un provvedimento che, nel momento in cui poneva il problema di alcune esenzioni, doveva partire esattamente da lì.
Questo non l'avete fatto e - consentitelo - dimostra che abbiamo costruito questo provvedimento un po' alla "carlona". Direi che siamo arrivati per approssimazioni successive.
L'opposizione vi dice: "Badate, c'è questo vuoto e dobbiamo ovviare a questo vuoto". Mi sembra francamente inaccettabile che si diano certe risposte, perché dovrebbe essere un problema da voi proposto. Non si pu rispondere: "Ne parliamo in un'altra occasione. Non è vero che non abbiamo preso in considerazione le vostre proposte".
Sapete quanto costerà questa misura? Credo una manciata di miliardi forse neanche. Ma noi possiamo accettare che, nel momento in cui discutiamo un provvedimento che ha comunque questo impatto antisociale, non ci poniamo il problema di non infierire su queste categorie? Non lo so! Ma è normale è naturale! Allora, Assessore Cotto, collega Galasso, collega Deorsola, collega Brigandì - che hai detto che la tua Lega si è battuta per dare a questo provvedimento un po' di socialità - va benissimo escludere ed esentare i redditi fino a 20 milioni, ma in quell'ambito ci poniamo il problema di avere un'attenzione particolare verso queste categorie di persone? Io penso di sì, perché l'impatto sulla norma non sarà drammatico: sarà un impatto sopportabile, colleghi della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Guardate, potevo anche ritirare l'altro emendamento collegato, perch avevamo fatto un passo un più.
L'altro emendamento propone un'invalidità del 65%, quindi esclude persino la categoria dai 60 ai 65, perché mi pare che il significato di questo emendamento, al di là dell'aspetto pratico che non so quanti cittadini possa riguardare, assuma un alto valore sociale.
E' veramente deprimente, Presidente Cattaneo, che abbia rilasciato quella dichiarazione, che poteva assolutamente risparmiarsi, nel senso che poi bisogna essere conseguenti. Non basta dire: "Assumo il problema".
L'assunzione del problema - l'Assessore Burzi ne è consapevole - è legata ad un altro aspetto: l'approvazione del bilancio. E' evidente che sappiamo in quale difficoltà si dibatte la maggioranza per approvare quel bilancio tanto che oggi chiediamo le dimissioni dell'Assessore perché atto più opportuno sarebbe stato presentarlo contestualmente ad una manovra come questa.
L'indignazione, però, è forte, perché il costo e l'incisione di un'eventuale approvazione di questo emendamento è cifra risibile. Ma ha senso il messaggio, che è un messaggio vero di attenzione, che poi potrà essere integrato con le risorse che più si riterranno opportune, proprio per marcare, nel concreto, questa scelta.
Allora, insisto su questo aspetto, Assessore Burzi: non modifica il portato di questo provvedimento? E' cifra assolutamente insignificante, ma di alto valore simbolico e non demagogico. Potremmo metterci nelle condizioni di dire, su un terreno come quello dello svantaggio sociale legato alla condizione dell'essere portatore di handicap, che è un segnale assolutamente dovuto dall'amministratore e da noi tutti nel momento in cui andiamo a varare questo provvedimento.



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.16).
Il Consiglio non approva.
1.17) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Suino, Riggio, Riba Ronzani, Placido e Muliere: alla fine del comma 2) si aggiungano le parole "più L. 10 milioni se all'interno del nucleo familiare risulti esservi anziano con più di 70 anni titolare di pensione minima o sociale".
Su tale emendamento la Giunta esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Dispongo la ripetizione della votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art. 68 del Regolamento interno, poiché vi è incertezza sul risultato.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale.
La seduta riprenderà, come da convocazione, in sessione serale alle ore 20.30.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.23)



< torna indietro