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Dettaglio seduta n.166 del 11/12/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 15.00 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.30)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 15.30)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bolla, Caracciolo, Casoni Cattaneo, Leo, Pedrale, Pozzo e Racchelli.


Argomento:

b) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle sedute del 9, 10, 11, 16 e 17 ottobre 2001. Verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento:

Richiesta verifica numero legale


PRESIDENTE

Chiede di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, c'è il numero legale?



PRESIDENTE

Sì.
RIGGIO Angelino (fuori microfono) Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

La verifica si può chiedere soltanto in fase di votazione.


Argomento:

Richiesta inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Insisto, Presidente. Ritengo che la maggioranza non si possa esimere dal riferire in aula - oltretutto è presente l'Assessore competente - in merito alle notizie allarmanti che arrivano dal fronte FIAT e che oggi sono apparse sui quotidiani regionali.
Credo che questa maggioranza abbia il quadro della situazione e pertanto, raccomanderei che si ponesse all'attenzione del Consiglio una problematica seria come quella della crisi verso la quale si sta...



PRESIDENTE

La ringrazio nuovamente, Consigliere Contu.



CONTU Mario

Lo propongo per l'inversione.



PRESIDENTE

Lo ha già detto questa mattina.



CONTU Mario

Lo ripropongo nella seduta pomeridiana.



PRESIDENTE

No, le ho già detto...



CONTU Mario

Propongo l'inversione del punto all'o.d.g.



PRESIDENTE

No, ho già detto che l'inversione del punto all'o.d.g. verrà calendarizzata nel corso di questi due giorni alla fine dell'esame del disegno di legge n. 363.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, a questo punto intervengo sull'ordine dei lavori visto il trattamento subìto dal Consigliere Contu.



PRESIDENTE

Scusi, quale trattamento? L'ho ringraziato.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ho chiesto di metterlo ai voti.



CHIEZZI Giuseppe

No, non mette ai voti la proposta.



PRESIDENTE

No, ma la mettiamo in votazione.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo anch'io che venga messa in votazione in quanto l'Assessore Pichetto è presente.



PRESIDENTE

Va bene, mettiamo in votazione.
Vorrei soltanto rilevare che è un po' strumentale, perché ho già detto che avrei calendarizzato la risposta ad un'interrogazione urgente, che, tra l'altro, molto opportunamente è stata presentata dal Consigliere Marcenaro ed altri sul punto. Ho già riferito che a tale interrogazione urgente voleva rispondere il Presidente Ghigo, anche per soddisfare una sua pressante richiesta, Consigliere Chiezzi. Quindi, mi sembrava che questa precisazione nel corso della seduta mattutina potesse essere sufficiente.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non è sufficiente, non importa, mettiamo in votazione l'inversione del punto all'o.d.g.
La parola al Consigliere Bussola.



BUSSOLA Cristiano

Signor Presidente, mi esprimo contro la proposta dei Consiglieri Chiezzi e Contu.



PRESIDENTE

Non vorrei aver fatto torto a qualcuno.
Nell'o.d.g. della seduta di oggi era già stato messo, come punto 9) l'esame dell'ordine del giorno n. 380: "Crisi di molte industrie del settore indotto auto e prospettive preoccupanti per FIAT Auto", presentato dal Consigliere Tapparo, e l'ordine del giorno n. 360: "Cassa integrazione alla FIAT", presentato dal Consigliere Chiezzi.
Quindi, questi punti erano già all'o.d.g. Oggi, in apertura di seduta si chiede nuovamente l'inversione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di inversione dei punti all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Scusi, ci sono sei voti nel banco della Giunta.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, c'è un errore.



PRESIDENTE

Non c'è alcun errore.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chi ha votato nella prima fila degli Assessori?



PRESIDENTE

Non lo so chi ha votato. Hanno votato i Consiglieri presenti.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

Dispongo la ripetizione della votazione ai sensi...



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, Presidente, ci sono cinque voti con sei...



PRESIDENTE

Scusi, se lei contesta l'esito della votazione ne dispongo la ripetizione. Lei può contestare l'esito della votazione. Se lei lo contesta, ne dispongo la ripetizione. Contesta?



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sì.



PRESIDENTE

Dispongo la ripetizione della votazione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla proposta di inversione dei punti all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Proseguimento esame disegno di legge n. 363: "Provvedimenti in materia di tasse regionali"


PRESIDENTE

Riprendiamo pertanto la discussione generale in merito al disegno di legge n. 363.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Ieri, durante i nostri interventi, e anche questa mattina, abbiamo detto che la Giunta ha aperto con un provvedimento che prevedeva 750 miliardi di tagli sul fabbisogno 2001 e chiude l'anno con un prelievo di 350 miliardi ai cittadini piemontesi. Vorrei sottolineare con forza questo elemento.
Abbiamo iniziato l'anno con un provvedimento che prevedeva questi tagli e chiudiamo l'anno con un altro provvedimento che prevede appunto 350 miliardi di imposizione in più, rispetto a quella attuale, per i cittadini piemontesi. Questo fatto deve essere chiaro nella nostra discussione.
Abbiamo concentrato l'attenzione in particolare sulla questione finanziaria, però credo che sarebbe opportuno per questo Consiglio, quando parliamo di sanità, riflettere anche sullo stato di salute dei piemontesi.
Dico questo perché il Presidente Ghigo, tempo fa, aveva dichiarato che c'è un deficit nella sanità, e che esiste un deficit nessuno lo poteva negare anche durante la campagna elettorale. Il Presidente Ghigo ha detto: "Esiste un deficit nella sanità, ma abbiamo utilizzato quei soldi per migliorare la sanità piemontese". Dobbiamo chiederci: "In questi sei anni la sanità piemontese è migliorata? Lo stato di salute dei piemontesi è migliorato rispetto al 1995?". Credo proprio di no. Vi è sicuramente un peggioramento.
Il Consigliere Angeleri sta meglio rispetto al 1995, ma ci sono molti cittadini che non stanno meglio. Ci sono delle patologie - bisognerebbe discuterne - in alcune province, mi riferisco alla provincia di Alessandria, molto preoccupanti.
Colgo l'occasione per richiamare l'attenzione dell'aula su un fatto gravissimo.
Nella nuova Finanziaria c'è una proposta, contro la quale i lavoratori dell'ex Eternit di Casale protestano questa mattina davanti alla Prefettura di Alessandria. Vi è una legge del 1992 che prevede rimborsi ai cittadini colpiti dalle malattie causate dall'amianto. Ebbene, nella nuova Finanziaria c'è la proposta di ridurre questi rimborsi, di ridurre le aliquote previste per i cittadini colpiti da malattie da amianto. La legge del 1992 prevedeva che i rimborsi fossero destinati ai lavoratori impiegati in aziende dove era presente l'amianto. Adesso, la Finanziaria propone una modifica? I lavoratori, per avere il rimborso, seppur ridotto, devono dimostrare che erano a contatto con la fibra di amianto. Noi sappiamo che ci sono cittadini che sono morti pur non lavorando all'interno della Eternit. Ricordo che molto donne sono morte soltanto perché lavavano le tute dei mariti che lavoravano all'interno della Eternit.
Voi direte che questo non c'entra, invece c'entra. Qualcuno mi ricorda il povero Consigliere Ferraris, che è morto a causa dell'amianto. Ci dimostra la sensibilità che esiste verso questo problema. Non parliamo solo di soldi, parliamo dello stato di salute dei piemontesi. Questo sarebbe molto importante.
L'Assessore D'Ambrosio - ritorno sulla questione - ha detto che, in questi anni, il territorio è stato penalizzato. E' vero. Nel vecchio Piano socio-sanitario - Assessore, mi corregga se sbaglio - c'era un'indicazione cioè quella di lavorare sul territorio per evitare la spesa del ricovero ospedaliero o, almeno, per ridurre la spesa del ricovero ospedaliero.
Bene, anche sulla base della dichiarazione dell'Assessore D'Ambrosio visto che il territorio è stato penalizzato in questi anni, non siamo riusciti, o almeno la Giunta nel suo operare non è riuscita, ad evitare quella maggiorazione di costi dipendente dal ricovero ospedaliero.
Se invece si fosse indirizzato l'impegno per incentivare l'intervento sul territorio, quindi sulla prevenzione, forse avremmo ridotto anche le spese da questo punto di vista. Se questo deficit fosse servito per modernizzare la rete ospedaliera della nostra Regione, potremmo dire che è valso a qualcosa. Neppure questo può essere riconosciuto, perché sappiamo tutti che la rete ospedaliera della nostra Regione è tra le più vecchie d'Italia e ha bisogno di un intervento massiccio per essere modernizzata.
Allora, come abbiamo speso questi soldi? Bisognerebbe chiederci questo e riflettere su questo elemento.
Penso che la manovra finanziaria che stiamo discutendo da ieri in quest'aula sia una manovra senza respiro, perché stiamo discutendo un provvedimento che va a chiudere un buco finanziario. Non stiamo discutendo di una manovra che può mettere in campo ulteriori investimenti, una manovra che guarda al futuro. Non è così. Stiamo discutendo di una manovra che servirà solamente per coprire un buco finanziario che è stato creato in questi anni nel settore della sanità. Quante volte si è discusso di chiedere sacrifici ai cittadini, ai contribuenti, ma per fare qualcosa di positivo, qualcosa che guardasse al futuro! Noi, oggi, stiamo discutendo di una manovra che serve per ripianare il deficit che in questi anni è stato creato nella gestione della sanità piemontese. Però, penso che dobbiamo chiederci se è possibile continuare in questo modo.
L'Assessore ha detto più volte che non vi sono stati tagli sui servizi.
Vorrei chiedere all'Assessore e al Presidente della Giunta se è possibile continuare in questo modo.
Cosa succederà il prossimo anno? E' possibile continuare con questa situazione, nella quale i dirigenti delle Aziende Sanitarie Locali sono costretti a tagliare e hanno tagliato per ridurre i costi? Fino a quanto è possibile continuare in questo modo? Cosa accadrà il prossimo anno? Credo che le difficoltà siano evidenti e sotto gli occhi di tutti.
Penso che dobbiamo guardare al futuro con molta preoccupazione.
Non vogliamo mettere in difficoltà la sanità pubblica, perché è un grande patrimonio che dobbiamo salvaguardare e valorizzare. Dobbiamo, anche in quest'aula, valorizzare lo sforzo che compiono molti medici e molti operatori della sanità che, quotidianamente, si trovano a fare materialmente i conti con questa difficile situazione finanziaria. Da questo punto di vista, dovremmo guardare con attenzione al lavoro che stanno compiendo molti operatori della sanità. Ma, allo sforzo che loro fanno, noi dovremmo, come dire, corrispondere in un altro modo.
Oggi, discutendo di questa manovra, a loro, ma soprattutto ai cittadini piemontesi, non diamo un messaggio chiaro, positivo e di speranza, perché è vero che non dobbiamo demonizzare il privato, ma sorge spontanea una domanda: voi pensate che il privato domani sia disponibile a gestire un Pronto Soccorso? No. Il Pronto Soccorso sarà sempre gestito dal pubblico.
Il privato guarda ad altre prestazioni, a prestazioni remunerative.
Allora, al fine di garantire la salute ai cittadini piemontesi dobbiamo appunto salvaguardare e valorizzare la sanità pubblica.
Concludo con un desiderio, Presidente: io mi auguro che i Consiglieri regionali, che hanno difeso questa manovra in quest'aula, lo facciano anche fuori, perché è troppo comodo difenderla in quest'aula e poi dire, al di fuori di questa assemblea, che è sbagliata. Così sta accadendo in questi giorni. Abbiate il coraggio di difendere questa manovra in aula e fuori.
Questo significa serietà, perché l'opposizione spetta all'opposizione. A voi spetta di governare e di assumervi le vostre responsabilità. E' troppo comodo e altresì troppo facile venire in quest'aula, votare questa manovra e poi fuori dire che è sbagliata.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Muliere.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. A volte, nella discussione, presi dalla nostra polemica interna, rischiamo di avere una visione delle cose diversa da quella che avranno i semplici cittadini di fronte alle decisioni che prendiamo. Personalmente, ritengo che difficilmente i cittadini (o perlomeno un numero molto limitato di loro) distingueranno, al momento di pagare le imposte, quanto è dovuto all'IRPEF nazionale e quanto è dovuto alla sovrattassa, all'incremento di imposta che la maggioranza deciderà attraverso il provvedimento che ha proposto. I cittadini, normalmente faranno una valutazione di qual è l'andamento della fiscalità che direttamente li riguarda.
Dico questo perché, a mio giudizio, per comprendere il peso e il significato della decisione che la maggioranza propone al Consiglio regionale, è forse necessario inquadrarla in un quadro generale, che vedrà per la prima volta, dopo numerosi anni che avevano segnato una tendenza diversa, un aumento dell'imposizione fiscale a carico dei cittadini, un aumento, rispetto al passato, della quota di risorse nazionali destinate al fisco. E questo sarà il combinato disposto di decisioni come quella che viene proposta, di decisioni come quella che riguarda la sospensione della scelta di riduzione delle aliquote già prevista nelle Finanziarie precedenti, la decisione di non procedere al rimborso del fiscal drag per l'anno 2002 annunciato nella Finanziaria al Governo. Il combinato disposto di questa iniziativa porterà i cittadini, nel corso del 2002, a verificare concretamente un aumento consistente dell'imposizione fiscale.
Com'è stato ricordato, questo è un problema che può essere visto sotto due aspetti: uno, è il punto di vista dei cittadini, o, meglio, del singolo cittadino e delle sue capacità di consumo, l'altro è, ovviamente, il punto di vista che riguarda la situazione e l'andamento economico. Non c'è dubbio che siamo in presenza di un volume consistente di risorse che, in qualche modo, viene sottratto alle dinamiche e alle possibilità di incrementare lo sviluppo economico del Paese, per essere assegnato, invece, ad un altro campo. Questo, a mio giudizio, costituisce il primo punto di valutazione politica che è necessario operare. Naturalmente, ne deriva una contraddizione di questa maggioranza regionale, ma coerentemente, in questo caso, voi portate le vostre briciole, il vostro contributo ad una politica generale che oggi, diciamo così, tiene campo nel Paese, che vede un'inversione di tendenze rispetto alle premesse programmatiche dalle quali voi stessi eravate partiti.
Veniamo alla seconda questione, su cui vorrei insistere, Assessore Burzi, perché vi è una risposta che non è ancora arrivata. E' un problema che sottopongo a tutti i colleghi Consiglieri: quando si attua una manovra sull'IRPEF e si propone un'addizionale come questa, cosa vuol dire? Non intendo ritornare sulla questione sanitaria, posto che ne hanno parlato tantissimi colleghi del mio e di altri Gruppi. Vorrei soltanto far rilevare che vi è un disavanzo da coprire, che pretenderebbe, a mio giudizio, un ragionamento e un atteggiamento che ritengo l'unico realistico: si verifichi, in primo luogo, qual è la possibilità di risparmio che esiste sulle diverse voci di spesa della Regione; una volta appurato che si pu verificare questa possibilità di risparmio, si potrà arrivare a riempire e a rispondere completamente, o parzialmente, alle esigenze di bilancio che si sono manifestate attraverso il deficit della sanità. La cosa che mi pare difficilmente proponibile è che qualcuno venga a dirci: "Noi interveniamo con una manovra aggiuntiva senza neanche provare ad esaminare, sui diversi capitoli di bilancio, se ci sono risparmi possibili".
Capisco una maggioranza che dice che non si riesce a risparmiare l'intera cifra, ma non capisco, invece, una maggioranza che afferma che non vi è nulla che si possa risparmiare, per dare, almeno in parte, con strumenti diversi da quello dell'imposizione fiscale, una risposta alla domanda esistente. Questa è una maggioranza che non capisco. Voi non potete negare che esiste la possibilità, attraverso un'analisi del bilancio - noi lo faremo anche attraverso la proposta emendativa che vi presenteremo - di attenuare, se non tutto, almeno in parte, il sacrificio che oggi viene chiesto, da un lato, ai cittadini e, dall'altro, all'economia piemontese.
E' su questo che noi vi sfidiamo. Il fatto che questo Consiglio regionale nel momento in cui viene richiesto di approvare un'addizionale IRPEF, non abbia a disposizione lo strumento del bilancio per verificare concretamente le possibilità alternative ad una manovra di imposizione fiscale, è, caro Assessore Burzi, caro Presidente della Giunta e cari colleghi Consiglieri uno scandalo dal punto di vista politico e di metodo, perché - ripeto - si può sostenere che non sarà sufficiente un'operazione di risparmio, ma negare che questa sia possibile, addirittura negare la possibilità di confrontarsi su questo punto nel considerare delle risposte, vuol dire semplicemente che il bilancio della sanità non deve essere considerato come parte del bilancio complessivo della Regione e non devono essere prese quindi, le misure necessarie in tale direzione. Questo è un punto molto importante.
Vi è un'ulteriore questione prima di giungere alle mie conclusioni: siccome non è vero che esiste un bilancio della sanità e un altro bilancio ma esiste un unico bilancio unitario della Regione Piemonte, voi non potete pensare, senza avere presentato il bilancio, con una misura di imposizione fiscale come questa, di introdurre un elemento di rigidità che pregiudica qualsiasi discussione successiva sul bilancio regionale! E la possibilità per questo Consiglio regionale - ha insistito molto il Vicepresidente Riba nel suo intervento di questa mattina su questo punto - di avere un ruolo che è quello che gli compete per legge, per Statuto, nella definizione delle scelte fondamentali di bilancio! Perché quando viene consumata tutta la possibilità di politica delle entrate residua che rimane alla Regione attraverso un incremento che copre il tetto della possibilità di addizionale prevista dalle leggi, e questo avviene fuori da questo contesto, è evidente che voi non solo fate le operazioni che prima cercavo di descrivere, ma contemporaneamente pregiudicate la possibilità di una discussione sul bilancio nella quale le scelte siano effettivamente a disposizione del Consiglio regionale per determinare gli indirizzi fondamentali.
Per queste ragioni, noi vi chiediamo sul serio di riconsiderare questa manovra - di riconsiderarla! - e di rendere possibile a questo Consiglio regionale una discussione di merito.
Voglio dire questo all'Assessore Burzi, alla Giunta, ai colleghi della maggioranza: noi teniamo conto dei vincoli di tempo che sono dati dalle leggi nazionali che indicano la necessità della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale entro il 31 dicembre dei provvedimenti per poter accedere al Fondo Sanitario Nazionale, ma nessuna legge nazionale obbliga questa Giunta a coprire il disavanzo con una manovra che avvenga tutta in questo modo sull'IRPEF: nessuno obbliga in questo modo! Noi vi diciamo che sarà difficile, in altro modo e in altri termini che questa legge venga approvata prima di poter esaminare la proposta di bilancio che la Giunta non ha ancora approvato alla metà di dicembre! Non so come vi presenterete a chiedere l'esercizio provvisorio, con quale correttezza e con quale coscienza di aver fatto quello che è necessario fare e che istituzionalmente è previsto. Noi vi chiediamo quindi di ripensare a queste scelte e vi diciamo che, una volta conclusa questa discussione generale, per quanto riguarda il nostro Gruppo voi vi dovrete confrontare con una serie di proposte emendative che proporranno non solo una diversa utilizzazione e una diversa spalmatura dell'imposta, ma anche misure alternative. E non ci potete dire che siamo di fronte ad una situazione obiettiva e necessitata, perché, come hanno ricordato questa mattina diversi Consiglieri, quando una Giunta nel giro di poche ore, per comporre le proprie mediazioni politiche interne, passa da 450 a 350 miliardi come niente fosse e tutto questo si può fare perché serve - ripeto a comporre i conflitti politici di potere all'interno della maggioranza nessuno può pensare che ci sia da parte dell'opposizione un'accettazione dei limiti e delle indicazioni quantitative che voi proponete come i parametri ai quali attenersi! Per questo, noi vi chiediamo di stare in questa discussione per verificare ed esaminare i problemi e per trovare le soluzioni legate alla struttura del nostro bilancio che consentano di affrontare i problemi che abbiamo di fronte con strumenti e con vie del tutto o parzialmente diverse da quelle che attraverso questo provvedimento voi proponete.



PRESIDENTE

Sono iscritti a parlare i Consiglieri Contu, Deorsola, Angeleri Brigandì, Saitta, Manica, Gallarini, Galasso e Costa Enrico.
Organizzo la scaletta degli interventi dando subito la parola al Consigliere Costa Enrico.



COSTA Enrico

Mi ero prenotato, ma pensavo di avere ancora qualche minuto per prendere altri appunti prima di intervenire. In ogni caso, è chiaro che siamo qui a discutere di una manovra che porterà a notevoli sacrifici, una manovra che può essere contestata nel merito, che poteva probabilmente avere delle alternative, comunque una scelta politica indubbia e una scelta politica alla quale la maggioranza è arrivata a seguito di un'ampia discussione. Però io vorrei riallacciarmi all'intervento del Consigliere Marcenaro che mi pare abbia centrato quello che è il vero punto di discussione.
Ci sono stati interventi che sono entrati nel merito dell'aspetto sanitario, invece, secondo me, in questo caso il merito deve lasciare lo spazio al metodo. E' vero, ci troviamo a discutere di una manovra fiscale in assenza di un documento economico che consenta di incardinare questa manovra fiscale e con il processo, chiamiamolo così, dei vasi comunicanti di vedere se è possibile renderla più flebile, di minore impatto a fronte di tagli.
E' una posizione che mi convince; è una posizione che probabilmente sotto l'aspetto procedurale avrebbe consentito a questo Consiglio di offrire delle valutazioni più ad ampio raggio. Ci troviamo oggi a trattare dell'aspetto sanitario del bilancio come di un aspetto isolato rispetto a tutto il contesto della nostra Regione. Dobbiamo però dire che ci sono dei tempi ben precisi che consentono all'Amministrazione regionale di imporre determinate addizionali, tempi ben precisi che possono non coincidere con quelli del bilancio.
Mi rendo conto che la procedura politicamente più corretta sarebbe stata quella auspicata dal Consigliere Marcenaro, anche se penso che probabilmente, nell'ambito di questo Consiglio, difficilmente si sarebbe riusciti ad effettuare una valutazione con metodo e con chiarezza tale da poter arrivare a soluzioni alternative.
Quello che auspico e chiedo alla Giunta, d'ora in avanti, è di cercare di non procedere sotto il profilo sanitario con quelli che in piemontese chiamiamo tacon. Siamo arrivati il 7 gennaio scorso con una sorpresa, con una serie di indicazioni di tagli che hanno prodotto il loro effetto dal punto di vista ragionieristico, ma per quello che riguarda l'impianto del sistema sanitario piemontese non hanno inciso particolarmente.
Arriviamo oggi a coprire un buco che si è verificato e rispetto al quale i provvedimenti nazionali ci obbligano ad intervenire immediatamente.
Quello che auspico è un intervento organico nel settore della sanità.
C'è un disegno di legge relativo al Piano sanitario regionale; un disegno di legge che sarà valutato nel merito, ma che sicuramente ha un impatto forte, perché tende a ridisegnare l'intera materia della sanità.
Ci troviamo oggi a dover arginare quelle che sono state delle carenze.
Bene, andiamo a vedere i bilanci delle singole AA.SS.LL. per verificare anche a chi e dove sono imputabili e addebitabili queste carenze, visto che le AA.SS.LL. vengono gestite con sistema manageriale. Quello che però è essenziale è procedere a una revisione della macchina sanitaria piemontese.
C'è la tendenza adesso ad arrivare ad una separazione, che porterà il piano della prevenzione distinto dal piano ospedaliero. Discutiamone, perché dal mio punto di vista può essere una buona soluzione anche sotto il profilo dell'ottimizzazione dei costi.
Però è chiaro che per portare la macchina a regime occorrerà procedere con molta attenzione. Si arriverà probabilmente, anche per ottimizzare i costi, ad un più forte intervento del privato nella sanità. Su questo personalmente non sono molto d'accordo, perché dobbiamo fare attenzione a non mescolare la salute della gente con le attività di coloro che, per attività giusta imprenditoriale, devono comunque produrre utili.
Probabilmente, sarà necessario trovare un punto d'equilibrio; punto d'equilibrio molto difficile, perché o si arriva a creare degli standard di prestazioni che devono essere garantiti dal privato, oppure sarà molto difficile conciliare la salute della gente con l'attività imprenditoriale del privato.
Mi rendo anche conto della difficoltà a cui l'Assessore al bilancio si è trovato di fronte quando ha valutato i conti e quando ha valutato quelle norme di legge che gli imponevano, entro determinati termini, di far fronte a determinate situazioni.
I tempi del bilancio non sono perfettamente conformi con gli interventi che siamo chiamati ad approfondire oggi.
Il mio voto sarà pertanto un voto convinto a favore della manovra della Giunta, a condizione che questa volta ci si muova realmente per una ridefinizione organica di quello che è il sistema sanitario piemontese altrimenti è inutile parlare di una tantum, perché l'anno prossimo ci ritroveremo con una ragione diversa, con una scusa diversa a discutere e a disquisire sui perché l'anno precedente - cioè quest'anno - eravamo chiamati e decisi a fare in modo che fosse l'ultima volta, e invece l'ultima volta non è stata e per i prossimi anni ci ritroveremo a dover mettere delle pezze a situazioni che possono essere riequilibrate soltanto con degli interventi organici.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. Mi auguro che il Consigliere Costa riveda la sua posizione in sede di dichiarazione di voto poiché trovo molto incoerente il suo ragionamento.
Quindi, prendo spunto dall'intervento che mi ha preceduto, perché credo che, condividendo l'intervento del Consigliere Marcenaro, ci sia qualcosa che non funziona sulle conclusioni alle quali si arriva.
Si copre un buco della sanità: è un buco nero, perché probabilmente era sulle ragioni che bisognava provare ad intervenire, in quanto ogni manovra che si rispetti deve tenere conto di quella che chiamano nel diritto "la diligenza del buon padre di famiglia", che, nell'ambito della ripartizione della spesa, probabilmente qualche volta deve improntare la sua azione verso scelte anche dolorose.
Molto spesso i bilanci si riescono a far quadrare se, nell'ambito della definizione delle priorità di spesa, a fronte di tutto ciò che è superfluo e non essenziale, si privilegiano delle scelte. E questo non è successo.
Pertanto, concordo con quanti sostengono che la discussione di oggi avulsa dal bilancio, mette un po' il carro davanti ai buoi: "comunque sia io voglio raggiungere quell'introito".
Non è assolutamente chiaro, nell'ambito delle entrate, come verrà ripartito questo valore aggiunto, che è letteralmente rapinato ai cittadini con una modalità d'imposta progressiva che tiene conto delle diverse capacità reddituali.
Noi parliamo di IRPEF, Assessore - e qui mi appello alla sua attenzione al problema - e siccome sono risorse che provengono dalla fiscalità locale e non si tratta di trasferimenti dello Stato, ma si agisce con una manovra di questa portata, e siccome - come si suol dire - "l'appetito vien mangiando", sui 35 miliardi previsti per i buoni scuola qualcosa in più bisognerà pur dare, anche se è fallita la prima operazione come sta succedendo in tutte le Regioni d'Italia; magari bisognerà reperire 50 miliardi. Come vede, si tratta di un altro provvedimento che sta a cuore alla maggioranza, e rispetto al quale da qualche parte bisognerà pur prendere le risorse, perché il bilancio è fatto di entrate e di uscite, ma oggi come si farà a giustificare ai cittadini piemontesi che la manovra dell'IRPEF ha una finalità unica? La manovra dell'IRPEF, avulsa dal bilancio, è puramente un'operazione di rapina. Non si spiega in modo diverso, non trova giustificazione, anche perché il bilancio probabilmente dovrebbe prevedere anche dei tagli alla spesa, e come si fa a collegare la priorità di spesa rispetto ai tagli necessari? Se i tagli vanno sulla prestazione, non siamo d'accordo; ma se i tagli all'interno di un bilancio, che è vasto, si concentrano su tutto quello che non è essenziale, su tutto quello che non acquista carattere di priorità allora forse è possibile operare sul piano delle entrate senza il ricorso alla fiscalità locale.
Qualcuno deve giustificare ai cittadini piemontesi perché si introduce la tassa sulla salute, che va ad aggiungersi a quella che era già stata applicata.
Inoltre, vi è la questione degli strumenti; parleremo anche della tassa sul metano, che non ho ancora capito cosa sia. In merito, avevo preparato una serie di emendamenti, ma confesso che stavo commettendo un errore non di poco conto poiché stavo per proporre degli emendamenti che avrebbero aggravato il carico addizionale di questa tassa sulle famiglie. Infatti non avevo compreso che si trattava di uno sconto, che è una cosa che serve a compensare il fatto che si ricorre all'IRPEF. Ho capito bene, Assessore? C'è una riduzione della tassa...



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze (fuori microfono)

E' una non applicazione.



CONTU Mario

Quindi, anziché 50 lire, se ne applicano solo 30. Visto che mi conferma che è una riduzione, capisce quanto quella tassa fosse iniqua? E' una tassa che colpisce tutti i redditi in modo assolutamente indistinto; è consapevole di questo? A prescindere da chi utilizza il gas metano per gli usi domestici, pensi alla cottura, pensi alla produzione d'acqua calda sanitaria, pensi al riscaldamento autonomo. Le famiglie vengono colpite indistintamente, a prescindere dalle loro capacità reddituali. Anche su una materia così delicata come la tassa sul metano, che colpisce in modo indistinto, le consiglierei, Assessore, la possibilità di inserire delle variabili che fissino delle fasce di esenzione. Queste fasce di esenzione siccome è alta la confusione sotto il cielo, per quanto è possibile, si devono richiamare ai provvedimenti che, man mano, in tema di riduzione o in tema di agevolazione fiscale, la Giunta applica per altri settori.
La questione è delicata; il diritto a riscaldarsi è diventato un bene essenziale per i cittadini come il diritto dell'acqua e tutti quei diritti dei servizi essenziali che garantiscono non solo una migliore qualità della vita, ma, in alcuni casi, rappresentano il diritto alla salute.
Questa manovra è indegna, i cittadini del Piemonte non meritano questo trattamento. L'incapacità gestionale, l'incapacità di aggredire altri gangli della spesa che non rivestono caratteri di essenzialità, come già detto da altri Gruppi, probabilmente rendono possibile una manovra alta rendono possibile e superabile questo approccio al problema.
L'avevo già detto in Commissione e lo ripeto adesso in aula: quanto potrà durare l'opposizione a questo provvedimento? Non mi sono preoccupato più di tanto ad affermarlo in Commissione. E' giusto che arrivasse in aula nei termini confusi nei quali è arrivato, ma se poi - anche perché questa maggioranza è schiacciante - riuscirete ad applicarla, credo sia una delle tasse più impopolari che potevate istituire. Siccome non è assolutamente esclusa - mi sembra di comprendere che, oltre alla manovra sull'IRPEF, vi accingete anche a varare quella dei ticket sulle prestazioni farmaceutiche credo che i cittadini piemontesi sapranno ben distinguere chi effettivamente, è in grado di governare processi così delicati e soprattutto, chi è in grado di prestare attenzione ai bisogni più essenziali della popolazione della regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Nei confronti della maggioranza, in particolare su un tema come questo vorrei essere estremamente chiaro.
Riprendo l'invito del Consigliere Ronzani di questa mattina che chiedeva chiarezza, anche all'interno di quest'aula, sugli interventi in merito ad una materia che fa assumere alla maggioranza una responsabilità pesante.
E' indubbio che sia difficile applicare nuove tasse all'interno di una Regione, che già vive una crisi economica difficile, come la Regione Piemonte. E' sempre difficile applicare dei balzelli. La storia, sia recente che passata, ci insegna in questa direzione; non scopriamo in questa sede una particolare novità.
Sappiamo bene che il problema che abbiamo di fronte non è tanto e solo il bilancio complessivo della Regione Piemonte, ma la sanità nel nostro Paese.
Verificando i conti e la situazione del Sistema sanitario nazionale, il problema vero è come affrontare, con una nuova metodologia, con un nuovo sistema, questa spesa. Questo problema, di fatto, è il vero motivo per cui siamo in quest'aula a dibattere.
Innanzitutto, vorrei cogliere l'occasione, come Capogruppo del Centro Cristiano Democratico - mi rivolgo al Consigliere Riggio preoccupato che in questa Regione ci fosse qualcuno che lavorasse sotto banco per arrivare a far gestire la sanità pubblica ai privati - per dire "no" ai privati. Dico e diciamo "no" ad una privatizzazione selvaggia. Siamo consapevoli che si deve cambiare sistema e che una corretta e parziale privatizzazione del sistema pubblico può essere un parziale toccasana per la sanità della nostra regione. Questo per rispondere all'opposizione e per far comprendere meglio la nostra posizione su un problema che tocca la salute di tutti i cittadini piemontesi.
I miei interventi all'interno e fuori di quest'aula non sono mai stati teneri, dal punto di vista politico, soprattutto sulla sanità. Tuttavia devo dire, con altrettanta chiarezza, che ho sempre cercato di reagire dando un contributo, anche critico e dialettico, nei confronti dell'Assessore, ma sempre corretto. Vorrei che la stessa correttezza con cui si è operato fosse riconosciuta dall'opposizione. Quando sento le critiche mosse al disegno di legge n. 363, documento sicuramente impopolare, da parte dell'opposizione vorrei che fossero dichiarate fino in fondo.
Consigliere Saitta, ricordo quando, nel 2000, lei criticava non solo all'interno di quest'aula, ma anche sui giornali, comprando pagine de La Stampa e de la Repubblica, dicendo che questa maggioranza avrebbe provocato un buco di 3.000 miliardi nella sanità. Queste cose io, come tanti altri in quest'aula, le ricordiamo.
Sotto questo aspetto, è vero, c'è una situazione difficile nell'ambito della sanità piemontese, così come la ritroviamo nella maggior parte delle Regioni italiane. Sappiamo anche quali sono le vere responsabilità in questa direzione, le conosciamo molto bene, è inutile che le ripercorriamo in quest'aula. In matematica non ero bravissimo, né alle scuole superiori né successivamente, ma, fino a prova contraria, mi consta che questi 3.000 miliardi ad oggi, al 2001, non ci siano. Allora, se è vero quello che dice il Consigliere Saitta, cioè che siamo dei bugiardi, rispondo dicendo che non siamo dei bugiardi, e lo dice una persona che non è mai stata tenera nei confronti dell'Assessore, ma vuole essere corretta.
Analizziamo la manovra. Dobbiamo considerare che questa manovra l'abbiamo affrontata con un certo ritardo, ma non potevamo affrontarla prima, perché facciamo riferimento al 16 novembre, giorno in cui è stato convertito il 405, quindi non potevamo affrontare preventivamente e compiutamente un importante intervento di risanamento come quello che abbiamo presentato.
Le ipotesi che avevamo di fronte erano diverse: intervenire con risorse proprie, e qualcuno l'ha detto, ma intervenire con risorse proprie vuol dire che le risorse dovrebbero essere disponibili. Penso conosciate l'iter perché molti di voi, come il collega Saitta, lo conoscono. Scusa, collega se ti cito nuovamente, ma hai fatto il Sindaco, quindi conosci le lunghe procedure che portano a questo.
La seconda possibilità era la compartecipazione, quindi la possibilità di aumentare i ticket sanitari. Sui ticket abbiamo espresso unanimemente come maggioranza, un "no" secco (lo dico al collega Contu, secondo il quale interverremo per aumentare i ticket).
Ribadisco, quindi, che il Centro Cristiano Democratico dirà un secco "no" all'aumento dei ticket. Pertanto, la possibilità che rimaneva per mantenere un elevato livello di qualità nei servizi - perché questo è l'obiettivo della maggioranza - era l'applicazione di un'aliquota, la più bassa possibile, dell'IRPEF.
Questo è stato fatto, prestando attenzione e dando un contributo, come Centro Cristiano Democratico, affinché la manovra non colpisse coloro che avevano maggiori difficoltà economiche, pertanto i redditi inferiori ai 20 milioni non verranno colpiti. Mi pare si sia cercato di non influire sulla situazione economica già difficile della Regione e, soprattutto, si sia cercato di influire il meno possibile nei confronti dei soggetti più deboli.
Presidente, voteremo con difficoltà questa manovra, stando attenti alla manovra successiva, relativa al bilancio 2002.
Concludo, infine, con un invito: vorrei che ogni forza politica si assumesse le proprie responsabilità. All'interno della Giunta, l'Assessore all'urbanistica ha dato un contributo in questo senso e vorrei che la stessa cosa facessero, all'interno della maggioranza, le altre forze politiche perché probabilmente le responsabilità devono essere suddivise.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente. Provvedimento impopolare e difficile quello che esaminiamo in questa occasione, provvedimento che avremmo preferito esaminare in un quadro più completo.
Come hanno evidenziato molti colleghi della maggioranza e della minoranza, se avessimo la possibilità di decidere sull'utilizzo delle somme chieste ai cittadini, avremmo alcuni vantaggi indubbi: innanzitutto, quello di evitare di duplicare le discussioni, perché oggi mi limiterò a trattare strettamente del provvedimento in esame e non dell'esame successivo del documento di programmazione del bilancio, del Piano sanitario. Avremmo preferito - dicevo - che questa discussione potesse essere sviluppata insieme o, meglio, dopo quella relativa alle scelte rispetto al Piano sanitario, relativa alle scelte che faremo come aula, come maggioranza rispetto alle risorse che vengono richieste con grande sacrificio ai cittadini.
E' un provvedimento, questo, che va in controtendenza rispetto alla politica che abbiamo sempre sostenuto, che era non solo quella di semplificare e sburocratizzare, ma anche di essere molto attenti alla pressione fiscale. Scelte politiche che vogliamo inserire in un quadro più complessivo, ma oggi siamo di fronte ad un'emergenza e ad un vincolo di tempo - non solo la data del 16 novembre - che ci hanno lasciato poco spazio per formulare dei provvedimenti. Vincolo dato anche e soprattutto dalla data del 31 dicembre, data entro la quale, se non verrà approvato e pubblicato il provvedimento, avremo una situazione bloccata.
Non abbiamo avuto l'occasione di analizzare le cause che hanno portato a questa situazione. Avremmo preferito che questo provvedimento fosse stato portato alla nostra attenzione dopo aver analizzato tali cause.
Oggi dobbiamo prendere atto di questa situazione e non siamo in grado di stabilire la destinazione delle risorse che devono essere recuperate per evitare un blocco dell'operatività.
Riteniamo che oggi si debba decidere sulla creazione di una risorsa per l'emergenza sanità, ma anche per gli investimenti, per il rilancio dello sviluppo. Ecco, allora, la limitazione ad un anno - siamo stati tra coloro che hanno richiesto questa limitazione e il provvedimento ne tiene conto l'attenzione alle classi più deboli, cosa possibile in quanto si va verso una pressione fiscale.
Questi due elementi rendono il provvedimento non dico accettabile con entusiasmo, ma votabile con un sei di fiducia. Si dice un sei di fiducia anche perché questa la vogliamo verificare nel momento in cui si discuterà sull'utilizzo.
Noi non intendiamo approvare un bilancio che sia di continuità, un bilancio nel quale le risorse, che chiediamo, con grande sacrificio, ai cittadini piemontesi, servono solo per coprire un "buco" e non si vada a toccare le cause che hanno creato lo stato di difficoltà.
Rinviamo, pertanto la discussione sull'utilizzo, non senza qualche imbarazzo. L'esigenza di fare delle scelte oculate, non di pura continuità rispetto a quello che è il passato, è per noi un elemento imprescindibile.
Questi argomenti li svilupperemo nella sede appropriata nei primi mesi del prossimo anno, perché il vincolo stringente del tempo non consente di affrontare l'argomento in questa occasione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Eviterò di parlare della sanità, per non ripeterci. Mi limiterò ad una semplice precisazione, non rivolta all'Assessore, ma al collega Angeleri che poco fa ha fatto riferimento ad alcune affermazioni del passato sui 3.000 miliardi.
Il collega Angeleri sa perfettamente che il disavanzo del 2000 è stato di 1.200 miliardi. Eravamo nel 1999. Credo che anche il collega Angeleri sappia perfettamente del mutuo acceso per il disavanzo del 1999.
Non parlerò di sanità, perché tutti quanti abbiamo parlato di questo argomento. Cercherò, invece, con il poco tempo che ho a disposizione di riprendere la metodologia che hanno affrontato alcuni rappresentanti, mi pare, di Forza Italia, sul finanziamento della spesa che ammonta a 343 miliardi.
Mi pare che dagli interventi, per la verità non molto entusiasti, della maggioranza si sia rivendicato il fatto di aver corretto la manovra della Giunta, la manovra dell'Assessore Burzi, affinché la stessa fosse molto più sociale.
Sui giornali è anche emersa un'altra modalità che non è soltanto di correzione, ma di impegno che alcuni componenti della maggioranza si sono assunti in ordine alle spese per il 2002. Mi riferisco all'articolo comparso sui quotidiani dal titolo "Il palazzo della Regione pu attendere".
Mi pare che nella riunione di Forza Italia il ragionamento, in qualche maniera, sia emerso. Prima di pensare ad una pressione fiscale, ad un aumento delle imposte, bisogna pensare ad un modo per risparmiare: la possibilità del palazzo unico è un esempio. Credo che occorra continuare con quella modalità. E' quella la modalità che molti di noi hanno indicato.
Se non si parte seguendo questo metodo, vuol dire affermare - e nessuno è in grado di affermare - che la Regione non può rinviare alcune questioni al futuro. Alcune questioni possono attendere: può attendere il palazzo della Regione, possono attendere le consulenze e possono attendere tante altre questioni.
Giustamente, il collega Marcenaro ha detto con forza - e io lo ripeto che non è secondario, e non può essere trascurata, la mancanza del bilancio. Sottolineo che la Regione Veneto ha presentato il bilancio per fare l'aumento dell'IRPEF. Lo stesso ha fatto la Regione Lombardia, la Regione Liguria e altre Regioni.
La Regione Piemonte è una Regione molto strana; decide di fare un aumento dell'imposta senza neppure presentare il bilancio.
Volevo, più che altro, tentare, con qualche esempio - un po' seguendo la metodologia che ha affrontato, mi pare, Forza Italia al suo interno - di pensare una manovra alternativa che consenta di finanziare la spesa di 343 miliardi. In merito alla rinuncia alla costruzione del palazzo unico, siamo d'accordo. Lo avevamo detto, avevamo espresso delle critiche. Mi pare che su questo ormai concordino sia la maggioranza, sia la minoranza.
Inoltre, ci sono altre questioni che abbiamo discusso in questa sala e alcuni componenti della maggioranza si sono impegnati, hanno espresso delle critiche. Mi riferisco alle consulenze e agli incarichi professionali. Mi pare che su questo il Gruppo della Lega abbia fatto una battaglia, ma non soltanto la Lega. Mi pare che anche all'interno della maggioranza, non soltanto della minoranza, siano stati espressi giudizi pesanti su molte consulenze non sempre utili e non sempre giustificate dal fatto che all'interno manca personale adatto.
Noi abbiamo fatto un conto sulle consulenze, sugli incarichi professionali, che vengono affidati dalla Regione Piemonte, non soltanto quelli diretti nel capitolo delle consulenze, ma anche quelli indiretti previsti in altri capitoli.
E' realistico oggi immaginare il blocco delle consulenze, perlomeno per gran parte delle consulenze, che possono portare nel bilancio del 2002 ad un risparmio di 35 miliardi.
E' vero che possiamo chiedere ai piemontesi di pagare nuove imposte e affidare delle consulenze quando non sono necessarie, ma il fatto che non sono necessarie non è un'affermazione del Consigliere Saitta o del collega Giordano o di altri colleghi della minoranza: è un'affermazione fatta ripetutamente, anche dai colleghi della maggioranza.
Seconda questione: blocco delle consulenze non sanitarie delle AA.SS.LL. E' chiaro che le consulenze sanitarie sono importanti, ma quelle non sanitarie, quelle amministrative, quelle informatiche, per le quali abbiamo discusso, e per le quali molto spesso il Collegio dei Revisori ha fatto rilevare ai Direttori che non erano importanti e che alcuni compiti potevano essere svolti dalla struttura, magari attraverso un corso di formazione professionale, possono essere ridotte.
Ho letto quali sono state le consulenze del 2001. Se si bloccano quelle consulenze - e questo si può fare, chiedendo a tutti di stringere la cinghia - si risparmiano 20 miliardi.
Nel 2000 l'importo sulle consulenze è stato di circa 35 miliardi; poi c'è stata una riduzione, anche grazie alla manovra, però paghiamo ancora troppo per le consulenze.
Inoltre, credo sia possibile, come fanno tutte le aziende quando sono in situazioni di difficoltà - e noi siamo in una situazione di difficoltà poiché ricorriamo alla pressione fiscale - bloccare il turnover, bloccare le nuove assunzioni regionali. Noi abbiamo fatto il conto che, attraverso l'operazione del blocco del turnover delle nuove assunzioni, è possibile risparmiare 10 miliardi.
Altra questione: riduzione del numero dei Direttori regionali. Anche questa non è un'affermazione della minoranza, ma risponde ad un'esigenza più volte emersa all'interno della maggioranza, espressa anche attraverso un disegno di legge, che ancora non ho visto formalizzato, da parte dell'Assessore Burzi che prevede di ridurre della metà il numero dei Direttori. Facendo il conto di quanto costa un Direttore regionale e considerato, soprattutto in una fase di rinnovo, visto che sono contratti a termine e privatistici, attraverso un'operazione di riduzione del numero dei Direttori regionali, in termini ragionevoli, si potrebbe anche fare un'operazione drastica che porterebbe molte più risorse. Però, anche attraverso una riduzione ragionevole del numero dei Direttori, è possibile sicuramente risparmiare 3 miliardi.
Spero che si faccia questo. Non vorrei che si facesse l'operazione per finanziare altre questioni. Quindi, anche questa è un'operazione possibile ed è una proposta dell'Assessore.
E' possibile dimezzare le spese per la pubblicità e l'immagine della Regione Piemonte. Anche in questo caso, non c'è un capitolo specifico (Immagine e promozione della Regione Piemonte), ma ci sono diversi capitoli: alcuni fanno riferimento al Presidente della Giunta, altri fanno riferimento agli Assessori. Abbiamo calcolato che attraverso un dimezzamento delle spese di pubblicità e immagine della Regione Piemonte è possibile risparmiare 8 miliardi.
Credo che molti colleghi, anche della maggioranza, non sappiano che la Giunta ha circa cinquanta persone addette alla comunicazione. Ripeto cinquanta persone addette alla comunicazione! Penso che neppure la FIAT abbia tante persone addette alla comunicazione. Credo che dovremmo pensare seriamente ad una riduzione di queste spese.
E' possibile immaginare una riduzione delle spese correnti, diverse da quelle sanitarie, diverse da quelle assistenziali, ma includendo certamente le spese e i trasferimenti all'ATR. L'ATR, l'ARES, ecc., possono pensare di fare una "cura dimagrante". La Filmcommission, in un momento di difficoltà anziché pagare contributi a "Centovetrine" o a "Cuore", qualche cura dimagrante la può fare. Con un'operazione di riduzione delle spese correnti, cioè dei 3.000 miliardi, diversi da quelli sanitari, cioè da quello che resta, è possibile recuperare ancora 35 miliardi.
L'ultima proposta è quella della dismissione, così come ha proposto la stessa Giunta, delle quote azionarie delle società partecipate, non più strategiche, della Regione Piemonte.
C'è un disegno di legge della Giunta - mi pare che non sia ancora giunto in aula - che prevede di compiere operazioni simili. Una volta approvato questo disegno di legge, sarà possibile, siccome la Regione Piemonte ha 90 miliardi di partecipazioni azionarie nelle società recuperare ancora 9 miliardi.
Sono queste le proposte, oltre quelle del collega Giordano di questa mattina, in ordine alla ricontrazione dei mutui. Attraverso un'operazione di questo tipo è possibile recuperare - parlo del bilancio - 140 miliardi.
Possiamo anche pensare di impegnare una parte dell'avanzo di amministrazione, perché molto vincolato. L'avanzo di amministrazione è di 1.600 miliardi, ma credo che 200 miliardi li potremmo impegnare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Voglio intervenire in questo dibattito, perché chiamato in causa dal collega Saitta, prima attraverso la citazione di una nota, grande rivista poi attraverso la citazione di un altrettanto noto palazzo. Quindi, vorrei entrare in questo dibattito portando una voce leggermente fuori dal coro perché dai banchi dell'opposizione e della maggioranza è emersa una velata preoccupazione e una velata critica.
Per quanto riguarda la maggiorazione dell'IRPEF, dai banchi dell'opposizione si è addirittura arrivati alla parola "rapina".
Le tasse sono sempre fastidiose, a nessuno piace pagarle, è pacifico ma non è che la tassa di per sé sia una negatività.
Cavour, che era sicuramente persona attenta ai bilanci, alla famosa frase di Re Vittorio, che evidenziava al suo Ministro il fatto che la gente borbottasse per le tasse, rispose: "Borbottano?" - "Sì" - "Pagano?" - "Sì" "Lasciali borbottare". Cavour con quelle tasse e con quel "borbottar" della gente ha fatto il canale Cavour, ha dato all'Italia uno dei sistemi ferroviari all'avanguardia nel mondo di allora, ha dato un'efficienza sanitaria, ha dato l'istruzione pubblica: tutto questo grazie a quel "borbottar" della gente, perché se lui non avesse fatto "borbottar" la gente non sarebbe riuscito a dare quello che ha dato.
Pertanto, il problema non è la tassa in sé.



MARENGO Pierluigi

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



MARENGO Pierluigi

La domanda era: dov'è Cavour?



(Commenti in aula)



MARENGO Pierluigi

Il punto non è la tassa in sé, ma cosa si collega a questa tassa, quale servizio deriva da questa tassa al piemontese e al popolo che amministriamo. Quindi, l'iniquità, semmai, è in un bilancio che non prevede servizi, non è in sé e per sé nella tassa. La tassa è una voce di entrata alla quale corrispondono voci di uscita. Non sappiamo ancora quali saranno e qui un pizzicotto all'Assessore mi sento veramente di tirarlo perch forse, avrebbe reso tutto più facile avere il documento finanziario. Il non avere il documento finanziario richiede un minimo di atto di fede e gli atti di fede non sono mai piacevoli, e per un laico ancora di meno. Per forse, i tempi e la contingenza tra serie di eventi, che hanno interessato questo Consiglio, hanno bloccato questo Consiglio, hanno paralizzato le Commissioni, senza guardare per colpa di chi, magari per strategie errate o magari per un'opposizione troppo ostruzionistica. Comunque, da settembre a novembre abbiamo paralizzato questo Consiglio.
Voglio credere che l'Assessore Burzi avrebbe altrimenti portato il documento, ma una serie di fatti oggettivi e contingenti glielo hanno impedito. Con ciò non voglio difendere l'Assessore. L'ho detto prima, un pizzicotto ritengo che lo meriti perché comunque andava portato un qualcosa su cui ragionare.
Torno al ragionamento primario. Abbiamo centrato tutta la discussione sul problema sanità. Tassa, sanità, buco sanità uguale tassa. No, non è proprio così. E' vero che su una politica di bilancio si sarebbero forse anche potute trovare le risorse per coprire il famoso buco della sanità senza l'imposizione fiscale, ma cosa si sarebbe verificato? Avremmo messo in crisi il sistema lavoro, il sistema impresa, il sistema strade, il sistema sanità-investimenti, il sistema turismo, il sistema beni culturali perché avremmo raschiato nel barile quelle risorse. Se quelle risorse non sono destinate alla sanità, sono destinate a qualcosa d'altro, hanno un loro scopo ben preciso, uno scopo che comunque deve essere uno scopo di sviluppo.
Sono d'accordo con quanto affermato dal collega Saitta e cioè che si poteva operare sul bilancio. Io non dico che si poteva, ma si potrà operare sul bilancio, perché dobbiamo ancora approvarlo, per cercare una politica di rigore che consenta non di reperire, magari, risorse per la sanità e quindi, per evitare l'imposizione fiscale, ma reperire risorse per portare un miglior servizio negli altri settori, un miglior sviluppo della nostra Regione in tutti gli altri settori.
La pancia è importante, ma non c'è solo la pancia. Noi non governiamo solo la pancia dei cittadini, ne governiamo il lavoro, ne governiamo la mobilità su strada, ne governiamo tanti aspetti della vita e, quindi, non possiamo neanche chiuderci in un dibattito dove tassa-buco-sanità, sanità buco-tassa, non è così.
Mi avrebbe veramente preoccupato se si fosse fatta un'operazione ragionieristica con il raschietto per coprire quel buco, perché avrebbe voluto dire andare verso uno, due o tre anni di povertà operativa su altri settori, che non possiamo permetterci. Tanto più che abbiamo dei settori che sono oggettivamente in crisi; abbiamo l'impresa che va aiutata. La crisi non deriva da fatti nostri, ma da elementi contingenti esterni alla capacità del Consiglio e della Giunta di intervenire.
Allora, ben venga l'imposizione fiscale. Però, spero e voglio credere perché fino a che non lo vedrò credo che sia in quella direzione il lavoro dell'Assessore Burzi, che si faccia una politica di bilancio e che non si faccia un bilancio ragionieristico.
L'Assessore Burzi, molto noto per le deleghe al patrimonio e al bilancio, tra le sue deleghe ha anche quella all'efficienza, se non sbaglio. Allora, se ha questa delega, spero che per redigere il bilancio usi non tanto la delega al bilancio quanto la delega all'efficienza e svolga una politica di bilancio. Politica di bilancio non vuol dire mettere numeri nelle caselle: politica di bilancio vuol dire creare uno strumento snello, capace e con le dovute coperture, per incidere sui vari settori.
Questo è fare politica di bilancio. Politica di bilancio vuol dire rivedere vecchie leggi che ci danno rigidità di spese, dove forse non c'è la necessità della spesa. Quindi, questa è la politica di bilancio.
Il mio è un atto di fede, che mi costa, nei confronti dell'Assessore perché sono convinto che la Giunta sarà capace di portarci questa legge di bilancio e non più un bilancio di caselle; un bilancio politicamente costruito e non più, come l'anno scorso, un bilancio tecnico. Quest'anno vorremmo un bilancio politico, che esprima delle scelte, delle volontà di incidere sul territorio.
Se così non sarà, perché l'atto di fede non lo faccio in eterno, lo faccio solo fino al momento in cui arriverà quel documento, io per primo anche se sono della maggioranza, sarò pronto ad intervenire nel dibattito e, a quel punto, a lavorare anche emendativamente sul bilancio.
Credo che oggi un processo alle intenzioni sia eccessivo. Oggi dobbiamo votare una voce d'entrata che, quand'anche non si colleghi alla sanità o si colleghi alla sanità in modo diretto, serve a questa Regione per dare sviluppo sull'interezza dei pacchetti che dobbiamo governare.
Mi auguro che l'Assessore sappia regalarci un bilancio politico e non un bilancio meramente tecnico-ragionieristico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Signor Presidente, vorrei svolgere alcune considerazioni e precisazioni in riferimento agli interventi di alcuni colleghi, specie di minoranza, che mi hanno preceduto.
Qualcuno ha detto che il portato di questo deficit cresce, nasce e si evolve per effetti di un momento storico dato dall'inefficienza della Giunta negli ultimi cinque anni.
Vorrei precisare a tutti che non c'è stata una Giunta identica negli ultimi cinque anni, perché la Giunta dell'ultimo anno-anno e mezzo ha avuto una maggioranza completamente diversa da quella che la sosteneva nella legislatura precedente. Se così è, è evidente che c'è un apporto che è stato sostanziale anche in questa manovra che deve essere considerato da tutti, sia da qualcuno di maggioranza, che è abituato ad avere gli stessi interlocutori e, probabilmente, continua a interloquire sempre con le stesse persone, sia soprattutto dalla minoranza che deve farsi coraggio e accettare che i "trucidi leghisti" comunque appartengono a una forze di maggioranza e, quindi, hanno il dovere e il potere di dire la loro, proprio perché a loro è stato dato un mandato elettorale determinante per la qualificazione della maggioranza.
Se i nostri voti non fossero stati dati a questa maggioranza, avremmo come Presidente della Giunta il Ministro Livia Turco. Questo è quello che ci dicono i numeri.
Detto questo, vorrei precisare che - in riferimento all'analisi lucida e precisa del Consigliere Marcenaro, un'analisi che stimo, perché è onesta intellettualmente, ovviamente con una intellettualità diversa dalla nostra questa manovra non è il frutto di mediazione di conflitti di poteri, ma è il frutto di mediazioni di posizioni politiche, che è una situazione ben diversa.
I conflitti di potere si hanno - facciamo un'ipotesi a caso - quando mi rivolgo a un Assessore e gli dico: "Tu mi dai il mio Direttore e io ti faccio passare il bilancio". Salvo poi venirsene a lamentare in aula.
Questo è un conflitto di potere.
Una dialettica politica riguarda, per esempio, l'aumento dell'IRPEF a seguito di un deficit di 350 milioni. Magari una forza politica, che ha l'onore e il piacere di rappresentare istanze popolari e popolane, dice: "Non possiamo gravare su tutte le famiglie l'aumento dello 0,5%. Lasciamo indenni i redditi più bassi". Quindi, prendiamo il reddito medio piemontese, che in questo caso è di 20 milioni, tasseremo quelli con un reddito più alto, cioè i privilegiati che superano il reddito medio piemontese, e non tasseremo quelli con un reddito più basso. Questa è un'istanza politica e non di potere.
Quando diciamo che vogliamo ridurre la parte economica sul metano vogliamo intervenire sia sulla totalità dei piemontesi, sia, e soprattutto sulla totalità dei piemontesi in quanto tali. Non è corretto, secondo l'impostazione tipica leghista, che i popoli del Nord siano più gravati di queste tasse rispetto al Sud. Quando abitavo in Sicilia non avevo bisogno del metano in inverno.
Quindi, non è un conflitto di potere, caro Consigliere Marcenaro. E' una dialettica politica che ha portato un risultato che è condivisibile sotto un aspetto importante.
Ho sentito parlare da tutti di una contrapposizione fra manovra economica e bilancio. Questo discorso regge entro certi limiti, perch intanto - insegna l'Assessore Burzi - la manovra economica è una manovra di ingresso. Lui ci dice che avremo un deficit stimabile in 350 miliardi, ma non è un problema di spesa che deve essere ripartita fra i diversi Assessorati. A questo punto, entra in gioco il mio amico D'Ambrosio e la mia amica Cotto, che sono quelli che spendono i soldi che l'Assessore Burzi incassa.
E' evidente che questo è un dato che riteniamo oggettivo e, quindi ritenendolo tale, con le modifiche che abbiamo richiesto e avuto, lo riteniamo probabile. In più, invitiamo l'Assessore Burzi a sostenere la manovra nell'esatta determinazione con cui l'ha portata in aula, senza alcuna modifica, perché questo è il frutto pensato e ponderato di un'attenta riflessione della maggioranza. Ovviamente, siamo molto preoccupati dalle considerazioni corrette fatte dalla minoranza. Ci sono dei meccanismi con cui si può risparmiare e con cui non si può sperperare.
A fronte di questo, lo segnalava prima il collega Sergio Deorsola, abbiamo proposto che l'aumento IRPEF fosse relegato esclusivamente a un anno.
Non siamo così ingenui da presupporre di fare autogol, perché è evidente che se non pensassimo che ci sono delle strade di bilancio per riuscire a far rientrare la manovra e di non doverla riproporre l'anno prossimo, saremmo stati degli improvvidi a introdurre questa modifica perché l'anno prossimo ci ritroveremmo qui a discutere.
Questo è il prezzo da pagare per la scelta della Giunta, alla quale non so se qualcuno lo ha notato - noi non apparteniamo. E' stata una scelta la cui conseguenza logica e politica non poteva che essere quella di dire: "Il bilancio viene ridotto a quest'anno". Per quale motivo? E' evidente che, solo analizzando, in maggioranza prima e in una dialettica di aula poi, il bilancio, solo con questa analisi potevamo prevedere, ad esempio, delle spese, delle non spese, la possibilità di farle o di non farle, ecc., e, quindi, poter stabilire se questa tassa poteva durare nel tempo o doveva essere relegata esclusivamente a quest'anno.
La Giunta ha ritenuto di non fornirci questi dati in tempo utile e comunque, di non poter ultimare una discussione sul punto. Quindi, a fronte di questo, non si può che chiudere il discorso relativamente a quest'anno.
Vorrei concludere nel tempo assegnatomi, spiegando ancora un ultimo dato.
Le critiche al bilancio da parte della minoranza reputo che siano state fatte esclusivamente a fini demagogici.
Ricordo a tutti che il Regolamento di quest'aula prevede il sostanziale accordo o, comunque, la possibilità di bloccare, da parte di un'unica forza, completamente i lavori dell'aula. Non mi pare che sul bilancio l'anno scorso si siano viste scene del genere. Abbiamo assistito a scene del genere per quanto riguarda la devolution, ma non si sono viste per situazioni di questo tipo. Si è vista una grossa lotta che è stata portata dalla Lega perché non ha avuto il tempo fisico, e non lo avrà, ma non saremo nella situazione dell'anno scorso di poter visionare un bilancio in fretta, però la lotta si è fatta sui 7 miliardi degli extracomunitari.
Risolto il problema, e ceduto al ricatto che o non si muove niente o si muove tutto, il bilancio è passato tranquillamente.
Con questo concludo. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Brigandì.
La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Signor Presidente, parto subito dalle considerazioni del Consigliere Riggio.
Questa mattina il Consigliere Riggio, nella sua incommensurabile generosità, ha riconosciuto che non tutti sono stupidi. Siccome io non sono incline a censimenti del genere, mi rifaccio ad un poeta che apprezzo Ungaretti, secondo il quale non tutti sono condannati ad essere intelligenti.
Siccome il problema è, quindi, di intelligenza, nel senso di entrare nelle questioni, cogliere i problemi, e siccome ripetutamente, e debbo dire anche legittimamente, la maggioranza ha preteso la presenza del Presidente Ghigo affinché sui problemi fondamentali facesse conoscere l'orientamento le scelte e il respiro delle scelte che la Giunta andava facendo, il Presidente Ghigo il 4 dicembre è venuto in quest'aula e ha, in definitiva spiegato le ragioni per cui bisognava fare ricorso alla manovra fiscale e quindi all'addizionale IRPEF, che, ovviamente, non può vedere esaltazioni di alcun genere.
Nessuno si diverte, nessuno può salutare con gioia provvedimenti e iniziative che comunque gravano sul cittadino: il problema è sempre cercare e trovare il giusto equilibrio. Su questo piano ritornerò, tenuto conto che sovente anche il tempo ci tiranneggia, per fortuna! Voglio tuttavia ripercorrere quelli che sono stati gli elementi che il Presidente Ghigo ha offerto alla riflessione dell'assemblea legislativa sul punto che ci occupa.
Intanto, ha tenuto a precisare - e direi che così rispondiamo a tutta una serie di polemiche continuamente reiterate - che il problema non è soltanto lessicale, quello di coprire il disavanzo regionale, ma di coprire il maggior costo della sanità.
Sappiamo, per quante acrobazie possiamo fare, che è un problema non patologico della Regione Piemonte, ma direi fisiologico, che appartiene a tutta la comunità nazionale. Abbiamo già detto in Commissione che anche le Regioni che sembrano più virtuose tali non sono, per la semplice e conclusiva ragione che si sono giovate di qualche provvedimento statale con parametri particolari sulla sanità che hanno determinato una situazione di favore. Quindi, dopo avere parlato del maggior costo e quindi della necessità di farvi fronte, ha evidenziato che la legge prevede che le Regioni adottino i provvedimenti di copertura, perché, se non lo facessero non potrebbero usufruire dei fondi messi a disposizione per l'anno 2003/2004 sulla sanità. Ha ancora aggiunto che siamo di fronte ad una norma di legge che abbiamo voluto come Regione, perché le Regioni hanno preteso e ottenuto questa autonomia, e che questa legge prescrive il percorso che aveva indicato e soprattutto concludeva, ed è questo il terreno su cui dovremo misurarci, affermando: "Torno a ripetere" - affermava il Presidente "che se noi comunque non facciamo così, perdiamo i soldi del 2003. Questo deve essere chiaro". Questo deve essere chiaro a tutti.
Allora, per quanto possa essere apprezzabile lo sforzo di comprendere le ragioni per cui oggi ci troviamo in questa situazione, noi dobbiamo muovere da questa situazione perché abbiamo poche ore per decidere. E' su questo terreno che si misura la responsabilità. E' su questo terreno che si misura il senso di responsabilità istituzionale.
Questo richiamo è stato fatto da tutti, anche dai Consiglieri di minoranza. Ma non basta il richiamo, non bastano le enunciazioni. Occorre l'esercizio dei principi che si intendono sottolineare.
Aggiungo, inoltre, che dopo che vi è stato il precedente dibattito dopo la presentazione della situazione della sanità piemontese con video con discussioni in aula, abbiamo anche appreso che il Comune di Torino oltre ad altri Enti territoriali, ha chiesto l'applicazione dell'addizionale IRPEF. Perché dico questo? Non per cercare una compensazione sul piano dialettico, ma per dire che questa è la situazione su cui bisogna misurarsi. Dei rilievi e, per certi versi, dei suggerimenti che pur sono venuti da parte della minoranza per chiedere se la manovra poteva essere diversa, ne abbiamo già discusso in Commissione. Io non ho ancora capito bene, perché questo sarà altro tema, se la Commissione è luogo in cui si discute del tutto inutilmente, posto che gli stessi argomenti vengono assolutamente riproposti e amplificati nell'aula assembleare, nell'aula del Consiglio regionale. Ma questo tocca un altro problema, che è stato sovente richiamato all'attenzione da parte delle minoranze: la dignità dell'aula. Ripeto per l'ennesima volta: la dignità dell'aula si misura sulla sua capacità di portare a termine l'opera che intraprende, con una legittimazione che deve essere riconosciuta alla maggioranza e alla Giunta sul piano propositivo, con uguale legittimazione e dignità che va riconosciuta all'opposizione nel rapporto dialettico, nei contributi che potrà dare e nelle denunce che potrà operare, senza esasperare e portare oltre ogni limite questo contributo. Altrimenti, come sovente accade, il rapporto dialettico finisce per essere un rapporto dialettico di parte, che ignora il respiro istituzionale che ci deve invece coinvolgere tutti.
Questa è la ragione per cui noi diamo il sostegno a questa manovra.
Debbo anche dire che se è pur vero che manca un documento di programmazione finanziaria, se manca il bilancio, è anche vero che per quegli esami prodromici che sempre la maggioranza opera, anche di questi documenti evidentemente un certo respiro lo si conosceva già.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente e colleghi, ci troviamo oggi in aula in una discussione complicata che crea oggettivamente alcuni imbarazzi: imbarazzi nel merito ma anche negli interrogativi che ci pone su come questa discussione possa procedere, come si possa arrivare concretamente in modo convincente a un voto su questi provvedimenti, perché noi ci troviamo, dopo sette anni in cui questa Amministrazione arriva all'appuntamento del bilancio, per la prima volta con un governo regionale che non tenta neanche di arrivare con il bilancio di previsione in aula; decide prima, preventivamente, che non lo fa! Non arriva, come le altre volte, magari in ritardo, magari con un documento non convincente, in tempi in cui era complicato e difficile approvarlo e poi si faceva - estrema ratio - la scelta dell'esercizio provvisorio: no! Questa volta no! Si decide prima, e si decide scientemente! Quali sono le ragioni? Sono delle difficoltà tecniche, oggettive, nel mettere insieme il documento di bilancio, nonostante si fosse annunciato da parte dell'Assessore Burzi che non solo quest'anno si passava a un modo nuovo e diverso di fare i bilanci, ma lo si faceva anche sulla base di una Finanziaria regionale? Sono difficoltà di ordine politico all'interno della maggioranza? Sono le considerazioni che faceva lucidamente in quest'aula il collega Brigandì nel suo intervento? Che hanno fatto altri colleghi della maggioranza, non solo tra le diverse forze politiche, ma addirittura all'interno del partito di maggioranza relativa? Sono queste le ragioni per cui si è deciso che il documento non vale neanche la pena di tirarlo fuori e si procederà magari a una rapida adozione in Giunta nella giornata di giovedì come ultimo termine utile, per poi arrivare direttamente all'esercizio provvisorio la settimana prossima, senza neanche fare la finta dei passaggi in Commissione e quant'altro? A queste difficoltà politiche, di cui abbiamo avuto la piena rappresentazione nell'aula, si aggiunge forse un'altra cosa, Assessore Burzi? Che se avessimo visto il documento, forse avremmo potuto interrogarci in modo diverso rispetto alla manovra che ci state proponendo sull'addizionale IRPEF? Forse era anche questo che si voleva occultare? Dico perché. Perché avremmo visto sostanzialmente due cose: in quel documento ci sarebbe dovuta essere scritta, con un'approssimazione vicina alla realtà, pur essendo un documento di previsione, quindi in sede di consuntivo avremmo esaminato esattamente le cifre, qual era la reale entità della cifra relativa alla sanità che si doveva coprire per quest'anno. Lì non si poteva non iscrivere in modo chiaro! Se erano i 350 miliardi di oggi o se erano i 700 miliardi certificati a luglio dalla Giunta a noi in sede di discussione di quel bilancio per i primi sei mesi e se le eventuali ulteriori entrate lo dimezzavano realmente o semplicemente impedivano che alla fine dell'anno diventassero 1.000, ma rimanessero magari 700. Forse anche questa è una cifra che doveva essere scritta: invece no, noi procediamo per approssimazioni successive, a fronte di una situazione politico-amministrativa quale questa, in cui abbiamo capito che ci sono problemi politici nella maggioranza, in cui abbiamo capito che ci sono problemi anche tecnico-amministrativi nell'individuazione di una scelta e abbiamo capito che questa questione della sanità è una patata bollente tale che affrontarla scrivendo esattamente le cifre è sempre questione su cui c'è una sorta di reticenza in quest'aula, da sempre.
Debbo poi dire che noi abbiamo un ulteriore problema, se avessimo avuto davanti il documento: oltre alla cifra esatta, avremmo anche potuto vedere sulla base del testo e dell'esame dello stesso, se non fosse stato possibile individuare una manovra alternativa. Una manovra alternativa quale quella che ha delineato il collega Saitta, quale quella che con le proposte hanno fatto vari Consiglieri, quale quella che in parte ci aveva delineato lo stesso Assessore D'Ambrosio quando aveva denunciato le consulenze miliardarie in sanità!



(Commenti fuori microfono dell'Assessore D'Ambrosio)



MANICA Giuliana

Non l'avevamo detto noi. "Miliardarie": era scritto così sui giornali.
Io non posso farmi carico dei titoli giornalistici, non voglio rubare il mestiere a nessuno; i giornalisti avevano opportunamente, sulla base di sentite dichiarazioni dell'Assessore D'Ambrosio, fatto titoli conseguenti.
Aveva denunciato le consulenze miliardarie in sanità; la crescita esponenziale della spesa delle AA.SS.LL. al di fuori di ogni controllo che invece doveva essere sanata e bisognava ridurre la spesa sanitaria.
C'è una serie di capitoli all'interno del bilancio che avremmo potuto esaminare; su cui avremmo potuto - 100 miliardi qui, 50 miliardi là individuare tranquillamente, senza l'addizionale IRPEF, i 350 miliardi necessari, posto che siano tali, o quanto tali così certificati da voi in quest'aula, a fronte di nessun documento sul quale li certificate con certezza! La nostra proposta alternativa "No tasse, ma tagliare gli sprechi" magari la si poteva rendere evidente in quest'aula e ai cittadini piemontesi come una manovra reale, possibile, concretamente fattibile e che c'era un'alternativa di governo quale quella che noi proponiamo a una vostra proposta politica che è semplicemente "tassazione". Tra l'altro utilizzando tutta la percentuale, al massimo che potevate utilizzare, e rendendo a quel punto il bilancio rigido, ingessato, bloccato, per qualsiasi altra operazione possibile e immaginabile nel corso dell'anno e lo fate prima ancora di avere adottato il documento in Giunta! E lo fate prima di un confronto qualsiasi su quel documento non solo con il Consiglio, ma con la comunità piemontese e con gli Enti locali nei confronti dei quali sempre maggiori responsabilità questa Regione ha! Perché un modo di procedere come questo e una scelta come questa? La questione è grave da tanti punti di vista. E' grave per le ragioni che ho cercato di dire, perché non si giustifica, non la si vuole giustificare, la si vuole assumere volutamente in questo modo scoordinato e incerto. E' grave perché è ingiusta ed inefficace; ingiusta perché opera una tassazione su chi già sta pagando la sanità nel modo più pesante in questo momento: a quelli andrete di nuovo a chiedere i soldi con la misura che avete introdotto, ed è una misura inefficace, assolutamente inefficace, perch non essendo intervenuti sulle cause strutturali del deficit sanitario, cioè la separazione tra programmazione, gestione e controllo, voi state producendo nuovamente, nel momento stesso in cui ci chiedete di votare questa manovra, un buco nella sanità piemontese. E lo producete ogni giorno, ogni settimana, ogni mese, in continuazione, e con questo non lo arrestate, lo mantenete, ne finanziate una parte, arrivate al massimo dell'aliquota.
La prossima volta che cosa vi rimarrà per intervenire? Un piano sanitario in cui non c'è scritto niente e che nessuno è in grado di leggere? Che cosa vi rimarrà ancora in questa direzione? Quando noi ci sforziamo di fare un dibattito per chiedervi di cambiare questa manovra, per chiedere di rovesciare i termini tra il bilancio ed un'eventuale manovra in questa direzione, che vada ad intervenire su una serie di questioni e si collochi in una misura strutturale per quanto riguarda le spese sanitarie, noi riteniamo di fare l'interesse dei cittadini e delle cittadine piemontesi, ma riteniamo anche di salvare voi da un baratro inarrestabile, che riguarda il 60% del bilancio della Regione Piemonte, che voi continuate a disastrare ormai sistematicamente da alcuni anni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Grazie, Presidente e colleghi.
Ringrazio la Presidenza che ha voluto riservare al relatore, che è stato sintetico e stringato nel leggere la relazione, l'onore di intervenire al termine del dibattito.
Innanzitutto, non parlerò di sanità, perché ne abbiamo già parlato e abbiamo già detto come la pensiamo sulla questione. La riprenderò di riflesso, ma solo per parlare della manovra economica che la Giunta ha fatto nei confronti del risanamento del maggior costo della sanità.
Per riportare le cifre esatte contenute nel disegno di legge, diciamo che inizialmente il disegno di legge della Giunta prevedeva circa 450 miliardi poi sono state introdotte due modifiche attraverso un emendamento formulato dalla Giunta relativamente alle 20 lire del gas metano, che portano ad un introito di 48 miliardi (50 in meno), ed è stata introdotta l'esenzione per i redditi inferiori ai 20 milioni.
Personalmente, ritengo che tali emendamenti, fatti propri dalla Giunta ed emersi come suggerimento all'interno della maggioranza, siano andati ad equilibrare la manovra dal punto di vista sociale.
Ricordo un passaggio dell'intervento del Consigliere Tapparo che condivido.
E' molto difficile che una Giunta possa, per il fatto stesso di essere esecutiva, passare attraverso un bilancio zero, privilegiando in modo eccessivo alcune voci e penalizzandone altre. E' difficile chiedere a chi deve gestire la spesa di fare distinzioni di questo genere.
Mi sembra che invece questo compito sia molto più opportunamente svolto da una maggioranza di Consiglieri, la cui compattezza non è battesimale. Ho sentito dei rilievi del tipo: "La maggioranza ha dei problemi!". Certo abbiamo dei problemi, perché la compattezza di una maggioranza si conquista giorno per giorno. Non c'è un battesimo ad inizio legislatura, perciò per cinque anni si è vaccinati e qualunque cosa l'esecutivo faccia o qualunque cosa dica una componente della maggioranza non si possa riconquistare un equilibrio.
Penso che l'equilibrio vada riconquistato all'interno di tutte le maggioranze, sia quelle di centrodestra, sia quelle di centrosinistra laddove ci sono quindi, le cifre iniziali sono quelle, e vi è anche il fatto che è stata introdotta la durata di un anno. Questo è un grosso salto politico, perch significa che questa è sostanzialmente una tassa di scopo.
Esiste un maggior costo della sanità. Il collega Galasso ha espresso bene e non le ripeto - le motivazioni per le quali la Giunta e la maggioranza sono costrette a ripianare quella cifra, che è stato il maggior costo e che non è riconosciuto dal Governo, e se la Regione non lo facesse addirittura ci sarebbe il taglio dei finanziamenti 2003/2004. Quindi, si preleva per andare a finanziare, e per questo mi sembra una tassa di scopo; e con la cultura di oggi dell'opinione pubblica mi sembra più facilmente comprensibile rispetto invece ad un prelievo "una tantum" che andrebbe finalizzato non si sa come, anche se i prelievi sono sempre dolorosi: questo lo sappiamo e ce ne assumiamo la responsabilità.
Certo, anche noi avremmo preferito e saremmo stati più disinvolti nell'illustrare e nel sostenere il provvedimento se l'avessimo avuto come un tassello collocato nel mosaico complessivo del bilancio. E' ovvio perché è così dal punto di vista di una logica politica. Però mi sembra che la Giunta e l'Assessore Burzi siano tornati più volte su questo punto. E' vero che era un decreto legge e non un disegno di legge, ma è altrettanto vero che nei 60 giorni precedenti le Regioni speravano che fosse accolto il loro emendamento migliorativo, e quindi solo dal 16 settembre si è avuta quella cornice severa all'interno della quale le Regioni sono oggi costrette a muoversi.
D'altra parte, pur non avendo il bilancio, vi sono due provvedimenti importanti, che la Giunta ha adottato in questi ultimi giorni, che vanno nella direzione giusta. Il primo fatto è che, per quanto riguarda i 65 miliardi di investimento per il Palazzo unico, è stata adottata dalla Giunta una pausa di riflessione; il che significa che, mentre si sta riflettendo, le cose non vanno avanti, e quanto meno per un esercizio finanziario le cose stanno in questo modo. Questo - l'ha sottolineato anche qualche collega di opposizione - rappresenta sicuramente un tassello da non sottovalutare.
Il secondo fatto è il seguente. Ieri abbiamo rinviato la questione della rinegoziazione dei mutui, però l'Assessore Burzi ci ha detto che attraverso quell'operazione si reperiranno circa 50 miliardi in spesa corrente.
Sappiamo tutti che, nell'ambito della spesa corrente facoltativa della nostra Regione, su circa 31 mila miliardi del bilancio complessivo 2002 sono 250/300 i miliardi in spesa corrente che possiamo spendere; quindi, 50 miliardi rappresentano il 15%.
Quindi, è un grosso sforzo che la Giunta sta facendo per andare a potenziare quelle miserrime risorse che, dal punto di vista pratico, sono rimaste le sole su cui contare, nonostante che in questi ultimi anni si sia parlato molto di federalismo.
Vi è un'altra questione che mi sembra importante, e nessuno l'ha sottolineata.
Si è parlato delle Regioni Liguria, Lombardia, Emilia Romagna e Toscana, e conosciamo tutti ciò che è stato votato da quelle Regioni. Per nessuno ha detto che il modo attraverso il quale la Regione Piemonte è andata a finanziare la maggior spesa sanitaria o il buco sanitario o il disavanzo della sanità, secondo noi è stato il più intelligente e il meno penalizzante nei confronti delle risorse residue da destinare allo sviluppo, di cui parlava il collega Marengo.
Questa deve essere, secondo noi, la preoccupazione maggiore: non andare a erodere, nella misura maggiore possibile, le risorse da destinare allo sviluppo. Il fatto di aver adottato una deliberazione che, su 1.000 miliardi di disavanzo regionale 2000, prevede il 30% a carico della Regione (e sono 300) e 700 a carico delle AA.SS.LL. e delle AA.SS.OO., significa che, ad oggi, la Regione Piemonte ha contratto mutui per 350 miliardi nel 1999, 300 miliardi nel 2000, per un totale di 650, e adesso ne ripiana 343 in spesa corrente attraverso il prelievo fiscale. Fanno 1.000 miliardi. Le altre Regioni tanto decantate, ad esempio la Regione Lombardia, ha fatto quasi 3.000 miliardi di mutui negli anni scorsi; l'Emilia Romagna più di 2.000 e così via. Il metodo scelto dalla Regione Piemonte ha portato ad una soluzione che penalizza, in modo minore, le risorse residue da destinare allo sviluppo. Questo per quanto riguarda la questione del ripiano dell'anno 2000, premesso che gli altri 204 miliardi circa dovrebbero essere dati, in base all'accordo, dallo Stato.
Anche noi, ovviamente, ci aspettiamo il bilancio. Abbiamo avuto anni in cui il bilancio della sanità era quasi avulso dal bilancio regionale, non vorremmo che, adesso, recuperato quello, si defilasse il bilancio relativo ai mutui dei trasporti. Nel bilancio che ci verrà presentato, ci sarà questa riconduzione ad unità non solo nei confronti del bilancio della sanità, con gli sforzi fatti in questi anni, ma anche evitare che sfori il bilancio relativo agli investimenti per quanto riguarda i trasporti.
Alla luce di queste considerazioni, mi sembra di poter dire che, dal provvedimento iniziale della Giunta che ha caratteristiche di esecutivo quindi si finisce con l'andare maggiormente a mettere a fuoco il reperimento di risorse, c'è stato un bilanciamento da parte del Consiglio e della maggioranza in questa proposta, per andare a bilanciare in qualche modo.
Consigliere Tapparo, penso sia il caso di esaminare a fondo la questione anche all'interno della Commissione Statuto. Il fatto che il Presidente venga eletto in un certo modo - l'abbiamo dibattuto in Commissione necessiterà di bilanciamenti. Può darsi che all'interno degli stessi, ci sia anche la costruzione del bilancio dal punto di vista politico e che tenga conto del fatto che un bilancio non può essere costruito soltanto dal punto di vista dell'ottica della spesa di un esecutivo, ma debba tenere conto di un contesto sociale.
Ultima considerazione. Mi sembra che, da quanto emerso dalle opposizioni in tutti questi giorni (sono stato attento agli interventi di tutti), ci sia un'opposizione un po' titubante. Sostanzialmente, non si sa se esprimere soddisfazione politica. Infatti, dal dibattito emergono due posizioni: chi dice, in modo un po' grezzo, che questo provvedimento è impopolare perch questa maggioranza di centrodestra vi deve ricorrere per reperire delle risorse, e chi invece, in modo più raffinato, dice, anzi, pensa, la stessa cosa, però, visto che siamo ad un passaggio di tempi tali per cui sono le 17.42 di martedì sera e l'Assessore Burzi ha sempre sostenuto in Commissione che se il provvedimento non viene approvato entro questa sera non saremmo riusciti a pubblicarlo entro il 31 dicembre e quindi a renderlo operativo, visto che c'è questo passaggio, si mette in mezzo e cerca di riscuotere qualcosa magari variando dello 0,5 o riducendo lo 0,4, ecc.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallarini. Il suo intervento è stato interessante ma il tempo è predefinito.
Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Credo di dover iniziare il mio intervento facendo prima di tutto delle scuse. Il fatto di essere all'11 dicembre e di non essere nelle condizioni di dare uno strumento di governo definitivo ai cittadini piemontesi oggettivamente comporta, da parte di chi ha le deleghe, di chiedere scusa perché qualche difficoltà ci sarà. Le scuse devono essere estese ai colleghi della Giunta, della maggioranza e, in generale, al Consiglio. Ci fatto, in maniera non formale, serve poco dire che non è la prima volta, ma non per questo intendo aderire alla richiesta, che, tra l'altro, in maniera anche molto coerente e argomentata, questa mattina il Consigliere Placido ha avuto l'onore di indirizzarmi. Le scuse sono dovute.
L'analisi delle responsabilità del perché questo sia avvenuto, fatta solo in parte e solo da alcuni Consiglieri, esula, per quanto mi riguarda da questa fase del dibattito. Tuttavia, penso che il fatto che sia una non commendevole abitudine della Regione Piemonte, e non soltanto di questa legislatura (chi vorrà documentarsi vedrà che è una caratteristica trasversale a più legislature indipendentemente dal colore politico), sia un problema. Poiché compito del Consiglio è quello di dare una legge operativa ai piemontesi, agli attori sociali in senso lato - siano essi privati cittadini, imprese, cooperative o associazioni che attendono questo strumento - credo che sia, in primis, compito del Consiglio - e io prima di tutto mi ritengo un Consigliere - cercare di ovviare costruttivamente a questo problema.
Ciò detto cercherei - cogliendo non tutti, ma parte dei contributi che soprattutto da parte della minoranza, sono arrivati - di rifare il punto.
La procedura di bilancio quest'anno inizia, formalmente, il 12 novembre. La prima comunicazione che l'Assessorato ha fatto alla propria Giunta su questo argomento è datata 12 novembre. Il 12 novembre è una data già molto avanzata per poter garantire, per chi conosce i ritmi di questo Consiglio, di questa Giunta e di questa maggioranza, la possibilità di un'approvazione definitiva. Ciò nondimeno si è fatta una scelta che, se e quando questa dovrà essere spiegata, non mi sembra questa la sede per motivare il percorso di approfondimento.
Ricordo ai colleghi, soprattutto a quelli presenti nelle scorse legislature, che se ne sono provate tante. Una volta, ad esempio, seguimmo il procedimento contrario: facemmo una legge di bilancio - svelerò un arcano mistero - un bilancio tecnico. Per definizione, nei bilanci si definiscono le entrate e le uscite e quando queste quadrano si ha un bilancio. Diventa un bilancio assunto dalla Giunta quando, sulla base di ciò, esprime voto favorevole e diventa un bilancio esaminabile dal Consiglio quando, su questo, le Commissioni si sono esercitate per diventare alla fine una legge.
Nel caso specifico, si tratta di un bilancio tecnico, perché tiene conto delle cose note in quella data che, ad avviso di questa maggioranza non erano sufficienti per proporre un documento complessivo.
Un'altra volta abbiamo seguito un altro tipo di ragionamento. Siamo usciti con una legge di variazione - mi spiace che non sia presente il Consigliere Chiezzi che è stato un attento interlocutore non soltanto nella fase finale di Consiglio, ma anche di Commissione - e poi, man mano abbiamo apportato delle correzioni, facendo, cioè, quello che la Giunta deve fare quando ha opinioni diverse o elementi di diversità significativi.
La legge di variazione, con una qualche motivazione, credo sostenibile venne criticata perché, si era detto, che la Giunta cambiava opinione molto spesso.
La Giunta, nelle ultime due settimane, ha fatto due deliberazioni, due comunicazioni, due atti formali di cui l'ultimo sabato mattina. Chi era in I Commissione nelle giornate di venerdì e giovedì, in particolare molti Capigruppo non soltanto della minoranza - senza entrare nel merito della bontà o della minor bontà delle scelte fatte - certo avrà tratto qualche sensazione sul fatto che si siano discussi i temi e che, dalla discussioni dei temi, sia emerso un provvedimento di legge, quello che stiamo esaminando oggi, che è arrivato in aula diverso - noi della maggioranza diciamo migliorato - dal dibattito. Se io avessi iscritto a bilancio 450 miliardi il giorno prima, un mese prima, due mesi prima - due mesi prima era difficile perché mancava la legge n. 405 e il disegno di legge n. 347 che ne hanno originato la necessità - avrei dovuto procedere o alla legge di variazione o ad emendamenti. In ogni caso - lo riconfermo - certamente c'era già un ritardo significativo dovuto ad altre ragioni. Questo riguardo ai tempi. Se, poi, il dibattito lo consentirà, magari in questa o in altre sedi, non sono contrario ad approfondire il tema dei tempi per arrivare al processo legislativo, perché è un tema che considero importante.
Il bilancio della Regione Piemonte quadrerà quest'anno intorno ai 31 mila miliardi. Questo l'ho detto più volte in I Commissione, ma lo ribadisco perché non sempre in I Commissione si riesce ad avere l'attenzione di tutti, su tutti gli argomenti, pertanto è importante ricordarlo. E' evidente che, se 31 mila miliardi sarà l'entità di quadratura, non sarà una singola posta, sia essa in entrata o in uscita, ad essere specificamente caratterizzante il bilancio. Perlomeno non è la modalità con la quale l'Assessore l'ha approntato.
Cosa sapeva la Giunta e il Consiglio regionale - ritengo un po' tutti nell'immediato autunno? Sapevamo che erano in dibattito in sede nazionale alcuni provvedimenti che avrebbero modificato l'atteggiamento del Governo nei confronti della sanità. La modifica è stata poi sancita, ed è una modifica che consideriamo molto importante perché, nel riconfermare collega Ronzani, non nel disdire - l'accordo dell'agosto 2000, ripreso il 3 agosto di quest'anno, le modifiche riguardano i numeri, non le linee, ha definito per il 2003/2004/2005 una serie di poste significativamente in aumento per la sanità di tutte le Regioni, avvicinandosi alle richieste che tutte le Regioni hanno formalizzato e ponendo una condizione che a tutte le Regioni è parso doveroso sottoscrivere. Tale condizione passa sotto la frase "Chi rompe paga", e dal 2001 in poi ogni Regione avrebbe dovuto provvedere unicamente con risorse proprie.
Ricordo ai colleghi che dal 2001, per atto di legge, noto soltanto dal 19 novembre, perché l'unico emendamento accettato nella conversione del disegno di legge n. 347 nel 405, andato in aula blindato, portando solo questo emendamento, i mutui sono impediti. Pertanto, le Regioni che vogliono dotarsi di una sanità più cara rispetto ai fondi disponibili meglio o peggio, lo vedremo eventualmente nel pomeriggio, perché io mi occupo di risorse, non di definizione di qualità della sanità - devono provvedere con risorse proprie o utilizzare la modalità della compartecipazione sulle prestazioni sanitarie, quelle che il collega Placido ha rappresentato, un po' sinteticamente, dicendo: "Prossimamente su questi schermi: i ticket". Essendo stati a lungo sugli schermi ed essendo stati molto frequentati fino all'anno scorso, alcuni, tra i quali il sottoscritto, ritengono di aver diritto soggettivamente ad un'opinione sostenendo che l'aver tolto quella rappresentazione in quel momento ha causato una serie di conseguenze, note in termini numerici (meno 140 miliardi di entrata per la sanità della Regione Piemonte) e note nelle valutazioni molto trasversali di tutte le Regioni, nessuna esclusa, su un certo incremento della spesa stessa, perché è stato tolto un elemento definito dagli Assessori delle Regioni italiane, nessuna esclusa, come elemento di moderazione della domanda. Quindi, prossimamente su questi schermi bisognerà che le Regioni, dopo aver pattuito con molta fatica i "LEA", mi pare una decina di giorni fa, quando il colloquio con il Ministero sarà esaurito, discutano se e in quale misura chiedere alla collettività di compartecipare e, in caso affermativo, a quale parte delle prestazioni sanitarie.
Le entrate. E' noto che l'andamento di quest'anno ha consentito alle entrate proprie (fondamentalmente l'accisa sulla benzina, il gas metano e il bollo auto) una riproposizione identica. E' noto che avevamo una situazione di indebitamento più ampio, e l'ha ricordato il Presidente Gallarini; nel corso dell'anno 2001 abbiamo acceso due mutui per complessivi 844 miliardi: 350 per la sanità, anche su questo tornerò, e la chiusura a pareggio del debito o del disavanzo o dello sbilancio della sanità fino al 1999. Sapevamo, inoltre, di dover far fronte con risorse nostre al disavanzo della sanità per l'anno 2000, definito in maniera ufficiale e poi sancito dai consuntivi al 31/12/2000 in 1.204 miliardi. Non è ancora noto quanto di questa cifra sarà a carico della Regione, perché il riparto dell'ultima parte destinata dalla legge nazionale, in tal senso non è ancora ultimato. Gli ottimisti pensano di ottenere qualcosa in più di 230/240 miliardi, ma volendo essere l'atteggiamento dell'Assessore al bilancio prudente e non ottimista, abbiamo previsto una cifra che si aggira sui 1.000 miliardi. Questo, in termini di entrate.
Avevamo, poi, la necessità di stabilire - e lo dico secondo uno slogan "se fermare, per quanto è competenza della Regione", tramite gli investimenti della Regione stessa, che sono di notevole entità (soltanto per la parte regionale sono stanziati nella legge finanziaria di quest'anno 1.400 miliardi, che si vanno a sommare ai fondi statali, che complessivamente ammontano a 2.971 miliardi). Dicevo che le entrate ordinarie sono stabili, che c'è un indebitamento crescente, di cui si è più volte riferito anche nelle aule competenti. A volte, durante le discussioni generali, viene da pensare: "Ma dov'erano alcuni di coloro che parlano dell'ultimo anno?", ma questo fa parte di altri commenti e di altro momento.
L'indebitamento, dunque, è crescente, è un indebitamento a cui avremmo dovuto far fronte, per la parte di nostra competenza, sulla sanità. C'è poi, un piano di investimenti che nessuno in Giunta, e certamente nemmeno in maggioranza, ha avuto un attimo di esitazione nel non volerlo allentare.
E' noto che le Regioni non hanno risorse proprie. Non conosco dettagliatamente i bilanci di tutti i colleghi, ma con alcuni, con i quali ho maggiore frequentazione, ci scambiamo informazioni, consigli, idee e suggerimenti; non è certo obbligatorio inventare da soli soluzioni che altri hanno già ritenuto praticabili - alludo alle interessanti leggi emanate, per esempio, dalla Regione Lazio, attorno alla tematica del patrimonio sanitario, ma questo lo vedremo in un'altra sede. Risorse proprie, ribadisco, normalmente le Regioni non ne hanno; sono tutte più o meno indebitate, per ragioni diverse.
Sui ticket ho già detto.
Rimaneva un'unica alternativa, che la Giunta, dal 19 novembre, ha assolto molto velocemente. Non ricordo il giorno preciso in cui la Giunta ha assunto il disegno di legge, che oggi è in discussione, ma credo fossero passati non più di sei o sette giorni. A quel punto, ci era rimasta un'unica leva, quella dell'IRPEF in senso lato, più una serie di efficienze, che adesso vi racconterò, desumendole dalla comunicazione di Giunta di sabato, per non rallentare il piano di investimenti.
Mi fa piacere quanto ha detto il mio Capogruppo - ahimé oggi ammalato per cui colgo l'occasione per porgergli gli auguri di pronta guarigione perché ho bisogno anch'io di un Capogruppo. Quindi, siamo ricorsi all'IRPEF. Non solo.
Come ha detto il collega Galasso, non dicendo cosa ignota, la Giunta soltanto sabato, dalla prima comunicazione del 12 novembre, è arrivata a definire linee finali del bilancio - dirò poi in che giorni sarà disponibile il documento.
Sottolineo comunque che la maggioranza, ovviamente, doverosamente legittimamente, sui temi principali del bilancio si è in qualche modo confrontata, indicando alla Giunta due linee: quella dell'efficienza nell'ambito delle spese e quella della priorità nell'area degli investimenti.
La Giunta comunque delle cose ha fatto. Il collega Saitta, in uno dei suoi passaggi, non me ne vorrà, non è stato particolarmente critico quando si esercitava, lo facciamo un po' tutti, a fare il Trapattoni che fa i bilanci o la nazionale la sera.
Comunque, non seguendo esattamente i consigli che ha formulato il collega Saitta, alcune cose le abbiamo fatte anche noi.
Come ricorderete a marzo quest'aula approvò un bilancio così come lo propose la Giunta. Un bilancio, questo è vero, non discusso, perché il collega Marcenaro, riassumendo un pochino le opinioni di tutta l'opposizione, in quel momento ritenne troppo nocivo - se posso riassumere non voglio interpretare la posizione della minoranza - rallentare ulteriormente un iter di bilancio. Mentre, invece, la discussione sui temi delle scelte del bilancio o del DPEF avrebbero dovuto, più logicamente attestarsi nel momento della discussione del documento di programmazione economico-finanziaria.
Il bilancio del 2001 non è un bilancio tecnico, ma un bilancio che il Consiglio ritenne di non emendare in alcun senso. Una volta tanto è stato votato un bilancio esattamente come la Giunta lo aveva presentato.
In quel bilancio la spesa delle aree, che è la somma della spesa discrezionale rigida e semirigida - stiamo parlando di una cifra sui 1.100 miliardi - fu oggetto l'anno scorso di una serie di efficienze, alcuni li definirono tagli. Fondamentalmente furono due. Alle aree più discrezionali alcune delle quali sono state ricordate oggi, e, soprattutto, riassorbendo all'interno dell'area della discrezionalità, una serie di costi che prima erano di funzionamento. Quindi, un taglio o un'efficienza che la Giunta vuole segnalare ai colleghi nella misura del 7% o dell'8%.
Quest'anno noi riproponiamo - quando il documento sarà stampato, perch il documento è finito in senso politico, adesso bisogna stamparlo - lo stesso tipo di spesa discrezionale dell'anno scorso con due eccezioni: la formazione, o l'area della formazione per quanto attiene impegni, già siglati, che comportano il cofinanziamento con la Comunità europea, che sarebbe stato un grave danno non rispettare, per quanto attiene alle ricadute locali di accordi in temi di copertura di deficit pubblico di aziende di trasporto e di accordi salariali nel mondo del trasporto.
Quindi, riproponiamo, un anno dopo, senza inflazione, lo stesso tipo quantitativo di efficienza.
La spesa di funzionamento dell'Ente - dice la comunicazione che ho in mano - vale circa 567 miliardi annui. Su questi 567 miliardi abbiamo aggiunto 20 miliardi che derivano dagli automatismi delle leggi che questo Consiglio ha voluto votare nel corso dell'anno precedente o di ricadute contrattuali che hanno evidentemente la necessità di essere riproposte. Su questo la Giunta si è data, nell'iscrizione, e darà, colloquiando con le sue Direzioni, un obiettivo di ulteriore efficienza del 5% che viene valutato in circa 28 miliardi.
Si è parlato di trasferimenti agli Enti locali nell'applicazione della fase delle deleghe che nel 2001 ha comportato un costo per la Regione di 100 miliardi, buona parte dei quali discrezionali e quindi non come obblighi di trasferimenti, ma decisi dalla Giunta, dagli Assessorati, dalle Direzioni, anche per agevolare un processo di delega che, oggettivamente, è difficile.
Si è deciso, quindi, di mantenerne la parte di funzionamento inalterata, quindi garantendone il funzionamento, inflazionandola del 4-5 perché queste sono percentuali che il Governo impone alle Regioni come massimo incremento della spesa corrente. Ci è parso corretto far sì che, in un processo di sussidiarietà, i limiti, che noi subiamo o accettiamo concordiamo come Regioni nel contenimento della spesa, gli stessi, come organo di coordinamento, di indirizzo nei riguardi degli Enti locali collegati all'interno del nostro territorio, vengano posti.
Per quanto riguarda i finanziamenti al piano di investimenti, il pluriennale, che verrà proposto, quanto prima, all'esame dei colleghi della I Commissione e delle parti interessate alle audizioni, sono previsti 2.300 miliardi nel triennio. Parlo ovviamente solo di fondi regionali, non di fondi statali che, in linea con quanto è stato proposto nell'ultimo triennio. Non ho il totale dell'ultimo triennio, ma credo che sia uguale o addirittura superiore. Questo proprio per segnalare la volontà, anche mediante l'utilizzo molto doloroso - è già stato detto da buona parte dei colleghi di maggioranza che mi hanno preceduto - della leva fiscale, di un non rallentamento del piano di investimenti, proprio per non correre il rischio che questo comporti danni all'economia piemontese.
Per quanto riguarda la sanità, le componenti sono due. Viene garantita evidentemente, con risorse proprie, e a questo punto risorse proprie ne abbiamo da varie fonti. E' vero quello che diceva il collega Saitta: è un fatto tecnico. Ho più volte insistito, ho più volte tentato di convincere i colleghi della I Commissione, anche recentissimamente, parlando di mutui che l'avanzo è una risorsa. Essendo una risorsa è una delle "componenti" delle entrate. Sono componenti di entrate sottoposte ai limiti e ai controlli che le entrate devono avere e che devono finanziare un piano di uscita.
Quindi, concordo con chi, un collega della maggioranza, ha detto: "Sembra riduttivo trovare un'immediata corrispondenza soltanto perch numericamente simile tra entrata di manovra fiscale e uscita di manovra sanitaria". Sono tipi di entrate che sostengono un sistema di uscite, siano esse di spesa corrente che di investimento.
In altri punti, invece, c'è tuttora - ma non è questo il momento qualche confusione - non alludevo in questo caso all'intervento del collega Saitta - tra la spesa corrente e l'investimento, ma è una materia davvero non sempre semplice da affrontare.
La sanità è garantita mediante questa manovra se assunta dal Consiglio regionale - devo dirvi - entro oggi. L'ho ribadito in senso tecnico, quindi mi permetto di ricordarlo: la legge, se assunta, deve essere pubblicata con la Gazzetta Ufficiale della Repubblica targata 2001, perché così stabilisce l'unico emendamento e il comma 3 bis del 405, l'unico emendamento a questa legge finanziaria dello Stato. Per essere pubblicata il 31 dicembre 2001 il Poligrafico ha comunicato alla Struttura che ha bisogno degli input leggasi - della legge deliberata dal Consiglio regionale in maniera ufficiale una ventina di giorni prima. Trentuno meno venti fa undici e tenete conto che anche a Roma credo abbiano qualche abitudine, come peraltro abbiamo noi, per festeggiare le imminenti feste.
Mi sento in dovere di comunicarvi un fatto tecnico che peraltro ho più volte ripetuto anche in altre sedi: questa legge, se deve avere l'efficacia che dapprima la Giunta e poi la maggioranza si è proposta nel proporla all'esame del Consiglio, credo che dovrebbe essere deliberata oggi.
Io esprimo la mia opinione, poi, l'ha ricordato questa mattina il Presidente Brigandì, il Consiglio è sovrano. Io relaziono come Assessore quanto è in mio possesso come informazioni tecniche.
Per quanto riguarda il deficit, vorrei correggere la collega Manica se mi è consentito - perché qui nessuno ha tentato di occultare, celare manomettere o non evidenziare. Il deficit del 2001, come per tutte le Regioni, è contenuto in un documento ufficiale siglato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni a supporto della manovra che il Ministro Sirchia e il Ministro Tremonti hanno chiesto alla Conferenza delle Regioni all'interno dell'accordo dell'8 agosto. Quindi, questo numero non è n occultato né celato, anzi, c'è stato un momento in cui qui alcuni mi pare abbiano detto che era stato reso secondo una modalità troppo evidente quando si parlava degli audiovideo in Sala Viglione. Il numero ufficiale che la Regione Piemonte ha comunicato agli organi competenti nei tempi competenti è 343 miliardi. Su questa base abbiamo gli impegni che ho desunto prima.
Per quanto riguarda il 2000 c'è un disegno di legge, come correttamente ricordato dal Presidente Gallarini, che arriverà, attendendo i tempi tecnici di trasmissione, in I Commissione, che prevede la ripartizione degli oneri derivanti da un mutuo, che probabilmente sottoscriverà unicamente la Regione Piemonte per comodità, per economicità di gestione e per il costo dello stesso, che però prevede come onere, nel disegno di legge, che la Giunta proponga all'esame del Consiglio e delle Commissioni una ripartizione dell'onere presuntivo di 1.000 miliardi su base quindicennale: 30% a carico dell'Ente e 70% a carico delle AA.SS.LL. E' anche accompagnato da una deliberazione assunta nella riunione di Giunta svoltasi ieri, se non sbaglio, che incarica un ulteriore elemento di verifica contabile di capienza di questo sistema di credito da parte delle ventinove AA.SS.LL.-AA.SS.OO.
Questo è quanto mi sembra indispensabile, soprattutto alla conclusione di un interessante dibattito, per molti aspetti, e, per quanto mi riguarda utilissimo. Questo spero che spieghi, anche se non è ancora conclusa, una delle questioni su cui sono stato più attento e che ha evidenziato questa mattina il Consigliere Tapparo. Ci sono tanti provvedimenti: estinzione anticipata dei mutui, delega a cedere azioni di partecipate al di sotto di quote di controllo, la logica dei fondi immobiliari chiusi, tre possibilità che sono leve di possibile gestione del livello delle entrate. Trattasi di discutere qual è il livello di delega che il Consiglio vorrà dare controllandola, all'esecutivo. Trattasi anche di decidere per i livelli di tempestività le singole azioni nella gestione del debito, gestendo il quale diventa una risorsa, e che poi le varie leggi finanziarie e di bilancio potranno utilizzare.
Il bilancio è in fase di stampa. Quest'anno la stampa è resa solo un pochino più complessa, perché, oltre alla versione tradizionale in capitoli non ho ancora sentito né il dottor Lesca, che è arrivato adesso, né il



CSI - abbiamo anche il dovere - così ci indica la legge - di pubblicarlo

secondo la modalità dell'ordinamento contabile e, quindi, attraverso il sistema dell'unità previsione di base.



CSI - abbiamo anche il dovere - così ci indica la legge - di pubblicarlo

MARCERARO Pietro (fuori microfono)



CSI - abbiamo anche il dovere - così ci indica la legge - di pubblicarlo

Cosa vuol dire in fase di stampa?



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Vuol dire che noi, come Giunta, abbiamo deliberato quanto è deliberabile e comunicabile. C'è un atto di Giunta di sabato mattina, poi la traduzione di ciò deve essere spalmata e articolata per capitoli sia di spesa corrente che di investimento, che è compito dei singoli delegati Assessori e delle singole Direzioni tradurre operativamente.
Domani vi saprò dire qual è il tempo tecnico della disponibilità fisica del documento che è - come questa mattina hanno correttamente ricordato la collega Manica o il collega Ronzani - il presupposto su cui chiedere l'autorizzazione all'esercizio provvisorio.
Mi scuso per non avere detto tutto, ma ho parlato per 31 minuti: spero di non avervi annoiato troppo.



PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare all'esame dell'articolato e degli emendamenti ad esso proposti, che sono una settantina. Ovviamente, ve li illustro a titolo riassuntivo.
C'è un emendamento che chiede di abrogare l'art. 1; poi c'è un successivo gruppo di emendamenti...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Illustro sommariamente gli emendamenti presentati e poi li far distribuire.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Con gli articoli stiamo fino alle ore 20.00?



PRESIDENTE

Fino alle ore 20.00 con gli articoli.
Faccio distribuire gli emendamenti, così li potete leggere e non c'è bisogno che li legga io.
Passiamo dunque all'esame dell'articolato.
ART. 1 Chiede di intervenire il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Grazie, signor Presidente e colleghi.
Assessore, lei ha parlato per trenta minuti, ma ho l'impressione che questo provvedimento abbia qualcosa che non funziona. Chiedo all'aula, e in modo particolare ai colleghi, un piccolo ragionamento di un paio di minuti.
Sono convinto che questo provvedimento debba tornare in Commissione sia pure per due o tre ore, per rivedere alcuni aspetti.
Assessore, la prego di seguirmi: ho notato che, ad esempio, in ogni famiglia l'imposta incide in media intorno alle 100 mila lire. Dividendo i 4 milioni, le cifre sono quelle, Assessore.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Burzi)



GIORDANO Costantino

Facciamo una media come obiettivo, poi, alla fine del ragionamento penso che sarà lei a modificare il provvedimento.
Abbiamo detto che vi è la franchigia di 20 milioni (20 milioni diviso 12 sono 1.600.000), quindi a partire da 1.601.000 si deve pagare l'imposta di 100 mila lire.
Chiedo l'attenzione dell'Assessore Cotto, perché ci troviamo in piena fascia di povertà, di conseguenza addebitiamo questa imposta a chi ha un reddito in media di 1.601.000. Questo indipendentemente dalla quantità di reddito, perché c'è una franchigia minima e non c'è un tetto massimo.
Adesso proseguiamo con il ragionamento sull'agevolazione che lei concede, perché l'agevolazione può convincere, ma i dati devono avere un minimo di coerenza, perché i soldi bisogna prenderli dove ci sono altrimenti mettiamo in difficoltà l'Assessore Cotto che si ritrova tutte queste persone in fascia di povertà.
Lei, Assessore, mi sembra che abiti in una bella villa in collina.
Sbaglio: avrà un amico che abita in collina.



PRESIDENTE

Il sondaggio lo facciamo dopo.



GIORDANO Costantino

Una villa ubicata in zona collinare ha un consumo medio di 30 mila metri cubi di metano all'anno; attenzione, però, a non scivolare sulla "buccia di banana".
Ripeto, Assessore, 30 mila metri cubi di metano moltiplicati per 20 lire significa che a questa famiglia concediamo 600 mila. In più, siccome sull'imposta c'è anche la tassa, aggiungiamo il 20%. Ai signori della collina, a fronte delle 100 mila pro capite, concediamo 720 mila come nucleo familiare. A suo giudizio, è un provvedimento che può andare bene su un territorio come quello piemontese? Spero di essermi spiegato, perché è un passaggio fondamentale.



(Commenti in aula)



GIORDANO Costantino

E' il principio che è sbagliato.
Assessore, dico questo non per fare l'opposizione, perché, come lei sa la stimo e la rispetto, però sul piano politico ognuno resta sulle proprie posizioni.
In questo caso, però, c'è un errore. Qualcuno non ha analizzato questo aspetto, perché questa tassa agevola i signori che abitano nelle ville in collina.
Conosco anch'io qualcuno che abita in collina - parlo contro il mio personale interesse - ma in politica devono prevalere gli interessi generali e non quelli individuali.
Per quanto mi riguarda, su 720 mila guadagnerei almeno 400 mila lire perché nella mia famiglia siamo in tre.
Questo provvedimento è sciocco nel modo in cui è stato impostato. A questo punto, occorre modificarlo. Possiamo portarlo in Commissione affidare delle consulenze, fate come ritenete più opportuno, però questa questione va valutata, altrimenti i "clienti" dell'Assessore Cotto - mi scusi il termine - gli assistiti che hanno un reddito di 1.607.000 dovranno pagare l'imposta di 100 mila lire. Ai signori della collina, che hanno redditi alti, anziché far pagare l'imposta, sembra che stiamo dando loro delle obbligazioni ad alto reddito. Voglio dire che, sotto questo aspetto la questione deve essere assolutamente rivista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Io e il collega Giordano non ci siamo parlati, però, provenendo dallo stesso settore, ci siamo preoccupati di capire per che cosa si utilizza il gas metano, oltre che per i veicoli.
Questo è un provvedimento in sintonia con le scelte del governo di centrosinistra della città, che agevola il passaggio a questo tipo di carburante con il pagamento, ai primi che arriveranno, di niente meno che il 50% delle spese di trasformazione da benzina a metano. Da questo punto di vista, ben venga! Però, Assessore, come giustamente ricordava il collega Giordano, le tipologie di utilizzo, per quanto riguarda le unità abitative sono di tre tipi: il riscaldamento autonomo, la produzione di acqua calda sanitaria, che può essere separata, e la cottura, tenendo conto che non sempre chi ha la cottura ha la produzione dell'acqua sanitaria.



PRESIDENTE

Permetta, Consigliere, mi pare che lei abbia presentato degli emendamenti su questo punto.



CONTU Mario

Voglio arrivare al punto.



PRESIDENTE

E' materia dell'art. 2.



CONTU Mario

Presidente, è stata sollevata un'eccezione, che probabilmente è fuori termine massimo.
Il collega Giordano propone alla nostra attenzione un problema, sul quale forse la maggioranza potrebbe favorire anche il percorso di questa legge attraverso una sua revisione su questo punto controverso.
Io e il Consigliere Giordano, senza esserci parlati, abbiamo introdotto dei correttivi che fanno parte degli emendamenti che cercano di equilibrare il pagamento di questa addizionale in funzione del reddito delle famiglie e del reddito, in questo caso per le unità immobiliari, del conduttore dell'alloggio, della famiglia più in generale che abita in una unità abitativa, inserendo un correttivo che prevede il pagamento di un'addizionale inversamente proporzionale e progressiva rispetto al reddito imponibile della famiglia, quindi equiparando questa addizionale a quella dell'IRPEF nella modalità di applicazione.
Partivamo da un approccio diverso al problema, però la notizia che ci ha fornito il collega Giordano - è anche presente il Presidente Ghigo svela un aspetto di iniquità gravissimo, che, in qualche modo, va corretto proprio per la progressività dei due provvedimenti, in quanto uno sicuramente è progressivo nell'applicazione e l'altro è una tassa unica uno sgravio unico. Questo provvedimento ha bisogno di correttivi che, in qualche modo, dobbiamo introdurre.
Appoggio la richiesta formulata dal Consigliere Giordano: fermarsi e valutare con attenzione la scelta operata.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Il comma 2, laddove si stabilisce il tetto dei 20 milioni, così come è formulato nel testo, vuol dire che una persona con un reddito di 20.500.000, a cui viene applicata questa legge, perché non è nella fascia considerata esente come è scritto qui, finisce per avere un reddito, dopo l'imposta, inferiore a quello di chi aveva 20 milioni e a cui non veniva applicato. Questo è un problema tecnico di scrittura. Quando si scrive un provvedimento di questo tipo bisogna stare attenti a come si formula altrimenti si creano dei problemi. Vorrei sapere qual è la formulazione.



PRESIDENTE

Ne stavo discorrendo con il Vicepresidente Riba.
La sua è una richiesta molto opportuna, ma non sono previste domande durante la discussione del provvedimento. Sono previste in Commissione.



MARCENARO Pietro

E' successo un fatto nuovo.



PRESIDENTE

Va bene.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo sull'art. 1, in modo particolare sul fatto che questo articolo determina l'aliquota complessiva dell'1,4%, con il passaggio, che è stato ripetuto diverse volte, da 0,9% a 1,4%, quindi con l'aumento dello 0,5%.
E' previsto l'utilizzo completo della possibilità di incremento, cioè viene incrementato al massimo possibile. E' chiaro che le scelte potevano essere diverse.
Se il problema era soltanto di copertura del disavanzo, la Giunta aveva la possibilità di aumentare l'aliquota non dello 0,5%, bensì dello 0,35 coprendo, quindi, quei 343 miliardi di disavanzo nella misura esatta.
Invece, la Giunta ha fatto questa operazione applicando il massimo - lo 0,5% - per poi diminuire l'imposta sul gas metano, anche perché, come immagino, si presenta bene: inseriamo un'imposta, ma, in sostanza, ne riduciamo un'altra.
In realtà, la distorsione segnalata poco fa dal collega Giordano è vera e converrebbe valutarla con una certa attenzione, perché la riduzione del gas metano interessa soltanto i consumatori del metano, e quindi non quelli del gasolio o quelli della legna, escludendone, pertanto, una certa parte molto probabilmente, ma non lo so con certezza perché non ho dati per affermarlo, persone che ne hanno più bisogno, soprattutto nelle zone periferiche. Dunque, già esclude una parte di popolazione per il fatto che non ha il metano.
Tuttavia, l'osservazione del collega Giordano è relativa al fatto che l'aumento delle imposte, cioè l'utilizzo della leva dell'IRPEF, è un utilizzo su un'imposta progressiva in base al reddito, mentre la riduzione dell'imposta sul gas metano è proporzionale.
Sono due modalità diverse: mentre su un caso si interviene in termini progressivi, sull'altro si interviene in termini proporzionali.
Proporzionali sono le imposte classiche, che definisco "le più negative" per intenderci, perché non sono fatte in base al reddito, ma in base al consumo. Quindi, sostanzialmente, chi consuma di più ha un maggiore vantaggio dalla riduzione, mentre chi consuma meno ne ha uno minore.
Teoricamente, dunque, le persone che consumano di meno, le famiglie normali, le persone con un minor reddito, consumando di meno, ne hanno un minor vantaggio. Sostanzialmente, questa riduzione è più vantaggiosa per chi consuma di più. Questo è un dato di fatto. Vengono applicati, cioè, due strumenti che sono tra loro in contraddizione.
E' evidente, anche se il collega Giordano ha fatto soltanto un ragionamento in termini di media - è chiaro che il pagamento dello 0,5% in più è in relazione al reddito, perché è basato appunto su un'imposta di tipo progressivo - che chi detiene un certo reddito elevato, normalmente possiede immobili di una certa consistenza e si trova ad avere un vantaggio perché paga molto meno l'imposta sul metano. Pagherebbe, invece, un'imposta sull'IRPEF che è minore di quanto gli viene dato dalla Regione (dico "dato dalla Regione" per semplificare).
Sostanzialmente, si verificano gli effetti distorcenti di utilizzare due elementi: uno progressivo e l'altro proporzionale.
Premesso che noi siamo totalmente in disaccordo sul fatto che si faccia questa manovra - come ho detto prima - probabilmente sarebbe stato molto più logico intervenire su un livello di aliquota molto più contenuto e in misura uguale all'entità del disavanzo. Sarebbe stato molto più corretto perché basato su un'imposta progressiva. Invece per ricorrere ad un "effetto immagine" - perché si tratta soltanto di questo - si sono voluti ottenere più soldi attraverso l'IRPEF, per poi ridurli attraverso il metano, però con effetti completamente distorcenti.
La sostanza è questa, e non mi sembra un rilievo secondario: sono due elementi diversi, due questioni diverse. Per cui, ritornare su queste modalità credo sia utile, poiché risponderebbe soltanto ad una logica politica di questo tipo: mettiamo l'imposta dello 0,5%, però riduciamo il metano. Sarebbe stato molto più corretto inserire lo 0,35% anziché lo 0,5 uguale al disavanzo. Vedrete che ci saranno effetti distorcenti e, in ogni caso, noi ve li faremo rilevare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

A mio giudizio, varrebbe la pena approfondire, con un minimo di attenzione, la questione posta dal collega Saitta, perché la manovra, così come l'avete concepita, produce effetti distorcenti e iniquità sulla medesima platea, sui contribuenti piemontesi, se ho capito bene, perché si interviene sull'IRPEF introducendo l'addizionale dello 0,5%, che avrebbe dovuto produrre un gettito di 450 miliardi. Poi, il collega Brigandì ha detto: "Abbiamo tentato di modificare il carattere di socialità della manovra introducendo gli scaglioni".
Il secondo tassello della manovra - il carattere sociale della stessa è rappresentato dal fatto che noi interveniamo sulla tassa del gas metano perché attraverso tale intervento riduciamo l'addizionale sul metano di circa 20 lire. Perché dico che la manovra che voi presentate produce iniquità? Perché, se ho capito bene, avremo una platea di contribuenti che pagheranno l'IRPEF dello 0,5% (escludiamo per un attimo quelli che verranno esentati perché hanno i redditi inferiori ai 20 milioni, e dove pure si pone la questione che indicava prima il collega Marcenaro) e che poi abitando in case in cui si consuma il gas metano, avranno la possibilità di avere il beneficio sull'addizionale. E' corretto? Non so quanti saranno spero che l'abbiate valutato. Mi pare importante capire quanti saranno. Poi avremo, invece, contribuenti che avranno il prelievo dello 0,5% sull'IRFEF ma, non avendo la possibilità di consumare il gas metano, non avranno il beneficio dell'addizionale. O sbaglio? Quindi, vuol dire che, a fronte di un contribuente che paga lo 0,5% in più, noi ne avremo alcuni che avranno la possibilità di rivalersi in tutto o in parte sull'addizionale del metano perché lì potranno avere una minore imposizione, riducendo di 20 lire/metro cubo l'addizionale - mentre vi saranno in Piemonte altri contribuenti (non so quanti) che pagheranno ugualmente lo 0,5% in più, ma che non potranno beneficiare della minor addizionale sul gas perché non consumano il gas metano. Mi sembra davvero un problema di iniquità che voi introducete con questo provvedimento, e vorrei che, dovendo discutere di questo, si ragionasse quantomeno su come evitare tale iniquità. Questo mi sembra evidente, colleghi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Ritorno sullo stesso tema, spendendo pochissime parole.
Il punto del provvedimento, così come strutturato, è il seguente. Voi aumentate a tutti un'addizionale IRPEF maggiore di quella che sarebbe necessaria per coprire il provvedimento, al fine di poter finanziare un provvedimento - la riduzione della tassa sul metano - che riguarda solo una parte. Questo è certo. In questo provvedimento, com'è scritto, voi chiedete a tutti i cittadini piemontesi un'IRPEF maggiore di quella che sarebbe necessaria (non so dire di quanto) per ricavare le risorse necessarie ad offrire un'agevolazione ad una parte di cittadini.
Non entro neanche nel merito di stabilire se una parte è socialmente più avvantaggiata o meno. Forse non riesco a dimostrare qualcosa, ma voi di certo non riuscirete a dimostrare il contrario, che ci sia una ragione per cui questo provvedimento abbia una logica.
Allora, perché bisogna aumentare di una lira l'IRPEF a tutti per ridistribuirla solo ad una parte, senza che sia socialmente motivato? Se è così, stando nella vostra logica, ci sono due possibilità: o si abbassa di una lira il prelievo, o si alza la fascia esente su una base socialmente riconoscibile e motivata. Ma l'idea che, per una logica che non si capisce quale sia, si aumentino a tutti di una lira o due, o quanto sia, le imposte più del necessario per distribuirle solo ad una parte senza che ce ne sia una motivazione, questa è una cosa, scusatemi, che non ha una logica riconoscibile ed accettabile neanche dal vostro punto di vista, che non capisco quale sia! Non capisco quale sia, a meno che non ci sia un contratto stipulato da qualcuno con gli utenti del metano! Voglio dire: in un'altra situazione lo capirei, ma qui è evidente che per la contestualità del provvedimento noi aumentiamo le imposte a tutti più del necessario per ridistribuirle su una parte. Perché? Dovete dare una risposta su questo punto! Una risposta - chiedo - argomentata e motivata per convincerci, se c'è un argomento che noi non riusciamo a vedere e non lo vediamo in questa logica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Il sillogismo della minoranza è sicuramente suggestivo, ma privo di pregio, perché i postulati sono errati, in quanto è pur vero che non tutti i piemontesi adoperano il metano, ma è altrettanto vero che non tutti i piemontesi istituzionalmente pagano l'IRPEF e non tutti i piemontesi la pagano comunque esentati al di sotto dei 20 milioni. Mancando il sillogismo, viene meno l'equazione.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

La discussione generale è stata fatta, veniamo ora a quella sull'articolato.
Quando si tocca una tassa si compie una manovra sull'economia e sulla distribuzione del reddito. Prego i colleghi di prestare cortesemente attenzione se vogliono partecipare al dibattito (tra l'altro, ho raccolto argomenti e considerazioni interessanti negli interventi dei colleghi della maggioranza, credo quindi che si possa proseguire una discussione anche sul merito).
Tutti sappiamo che se si introduce o si fanno delle modifiche su una tassa si fa una manovra sull'economia. Non a caso tutti i sistemi finanziari, economici, istituzionali, agiscono essenzialmente sulle tasse e sui tassi di sconto, cioè non c'è una manovra sull'economia che non nasca essenzialmente da una manovra relativamente alla creazione e distribuzione del reddito per quanto riguarda le tasse; per gli impatti finanziari più immediati c'è la Banca d'Italia che agisce nello stesso modo.
Coloro che hanno studiato anche soltanto un po' - io sono tra quelli economia finanziaria, sanno benissimo che l'ultima ragione per la quale si manovra sulle imposte, in uno Stato liberale ad economia di mercato, è quella di fare cassetta per l'istituzione. Questo non esiste! E' un'asineria manovrare così! Chiunque (giornalista, professore o semplice lettore) sa benissimo che utilizzare la manovra fiscale per fare cassetta è l'ultima delle opportunità che uno Stato che non sia ancora alla bancarotta ma forse voi lo siete e questo cambierebbe l'ordine del ragionamento! - è disposto a fare.
La seconda cosa che non vi abbiamo detto questa mattina, Giordano l'ha detto molto efficacemente, è che voi addirittura, non sapendo minimamente che cos'è una manovra finanziaria, anziché limitarvi a cercare di raccattare un po' di soldi per fare cassetta (e vi abbiamo già detto che è indecente e da un punto di vista della responsabilità di chi ha qualche possibilità di intervento sulla massa finanziaria regionale del Piemonte dovrebbe essere gestita con più oculatezza), avete cercato di addentrarvi in una cosiddetta manovra finanziaria che utilizza due tipi di intervento: da un lato, un prelievo sul reddito, dall'altro, una liberalizzazione sui consumi. Vi rendete conto che due manovre così richiederebbero una ponderatezza che quanto meno deve basarsi sulle conseguenze che provoca rispetto alla redistribuzione, rispetto a ciò che incentiva? Vi trovate a creare un'operazione che credo non avevate minimamente previsto: che uno che non usa il metano, ma usa la legna da ardere perché è un povero cristo paga tutto!



RIBA Lido

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



RIBA Lido

Poi, tra l'altro, gli chiediamo di farlo!



RIBA Lido

Certo. Tra l'altro, ci sono gli incentivi, ma quello dovrà pagare l'imposta! L'altro che invece ha una bella villa certamente risparmierà molto di più sui consumi per mantenere il suo tenore di vita e gestire la sua villa magari di rappresentanza rispetto a quello che dovrà pagare come IRPEF se è stato sufficientemente abile ad occultare il reddito sulle persone fisiche avendo venticinque società sulle quali ha distribuito tutto e si presenta come un nullatenente, come è abbastanza frequente anche tra gli abitanti della collina torinese, per esempio! Una situazione di questo genere grida vendetta e mette in luce la grossolanità di un'operazione fatta così! Se volete fare un'operazione di alleggerimento, alleggerite, siamo d'accordo; vediamo su quali consumi però, vediamo su quali imposte dirette si deve agire, vediamo su quali prelievi, e si fa una manovra di incentivazione dei consumi. Si deve fare una manovra per consentire ai piemontesi di destinare una maggiore quota del loro reddito sulla falsariga, ad esempio, di quanto è stato fatto a proposito delle auto o di altre cose, ma quelle manovre sono state spiegate, illustrate, si è parlato un linguaggio comprensibile, si sono fatte anche alla luce del sole in qualche maniera, permettendo a tutti di fornire un punto di vista. Voi invece avete detto: "Facciamo una manovra per aumentare i consumi e quindi riduciamo le imposte sui consumi", questo è quanto.
Possiamo anche apprezzare le intenzioni di coloro che hanno suggerito di ridurre l'imposta sul gas metano, forse hanno inteso in qualche maniera agevolare il consumo, ma io non so se è un grande contributo all'economia nazionale o piemontese agevolare il consumo di gas metano che peraltro importiamo dall'estero, ma facciamo che sia così! Comunque, se di questo si trattasse, io avrei delle indicazioni migliori da dare sul come fare una manovra che sia anche un po' patriottica e non soltanto a favore di altri Stati verso i quali abbiamo una complessità di rapporti. Certamente, per è stata presentata così: come un alleggerimento dei consumi e badate che non è minimamente tale! Non è una questione che abbia quella prerogativa casomai è un'operazione che incentiva il consumo di un prodotto che non è nazionale. Se vogliamo agevolare l'economia attraverso la riduzione dei prelievi fiscali sui consumi, vi possiamo dare tante altre idee.
Brigandì, forse sei tra i suggeritori di questa manovra: se permetti darei l'indicazione di agevolare il consumo di una produzione se non proprio padana, almeno nazionale: cercate di essere coerenti! Dall'altra, però, si aumenta il prelievo sul reddito, riducendo quindi la capacità di spesa delle famiglie, in direzione magari di ciò che sono beni di prima necessità. Qui non c'entra più niente quanto prelevate: è la manovra che è distorta e inconcepibile! Non può essere autorizzata un'operazione di questa natura! Quanto meno rispetto a questa doppia manovra dobbiamo ricreare una situazione minima di coerenza.
Su questo terreno, Presidente, non ci allontaneremo dalla richiesta di una riorganizzazione quanto meno della manovra in modo che abbia un indirizzo inequivoco: fare cassetta va bene (è il meno nobile, il meno consentito, il meno praticato di tutti gli scopi di una imposta, in ogni caso questo si fa indirizzando il prelievo rispetto eventualmente al reddito), ma perché correggerlo immediatamente a favore di quelli che hanno una maggiore capacità di consumo, facendo in modo che quel prelievo rimanga soltanto a carico di alcune categorie di soggetti che per la loro situazione soggettiva di essere percettori eventualmente di un reddito fisso pagheranno fino all'ultima lira e non avranno la compensazione che spetta a chi invece ha una capacità di consumo di questo tipo di prodotti che, come si sa, non sono voluttuari, ma sono legati allo status familiare di chi ha una grande area, un grande immobile da riscaldare e per il quale utilizza il metano? La domanda che rivolgo agli interlocutori e ai colleghi che hanno la cortesia di ascoltare i nostri interventi è la seguente: ve la sentite di perseverare? Se noi avessimo soltanto voluto - Consigliere Galasso e Consigliere Gallarini, voi siete testimoni oculari - farvi perdere del tempo, vi lasciavamo portare in aula un provvedimento che era talmente dissennato da attribuire addirittura la facoltà alla Giunta di togliere e mettere imposte, in perfetta contraddizione con la lettera g) dell'art. 16 dello Statuto. Se non vi avessimo avvertiti, questa questione sarebbe arrivata in aula così. Però vi abbiamo avvertiti, e avete avuto il tempo di rimediare da questo punto di vista.
Come vedete non cerchiamo di far perdere del tempo all'istituzione.
Cerchiamo di fare in modo che non si consenta una perversione fiscale, che si è incapaci di governare e, a questo punto, anche di difendere.
Non mi stupisce più di tanto che si sia arrivati con questa superficialità, perché non si era neanche tenuto conto dell'indicazione dello Statuto. Quando si fa una manovra fiscale si devono ponderare tutti gli impatti, tutte le conseguenze, tutte le interrelazioni, da dove si prende, dove si mette, che cosa si penalizza e che cosa si agevola.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Riba.



RIBA Lido

Grazie anche a lei, Presidente, ma vorremmo anche riuscire ad ottenere da parte dei colleghi della maggioranza, un minimo di risposta sui problemi che stiamo ponendo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente, colleghi, è molto arduo intervenire dopo un intervento argomentato quale quello del collega Riba.
Cercherò di non peggiorare una situazione molto avanzata di chiarificazione delle questioni che lui ha, fino a questo momento, espresso congiuntamente agli altri colleghi.
Volevo porre, arrivati a questo punto del dibattito, una domanda all'Assessore Burzi, legata anche alla personale preoccupazione che non faccia la figura di un Robin Hood alla rovescia, rovesciando la leggenda e facendo diventare grande lo sceriffo di Nottingham! Ecco, volevo evitare innanzitutto all'Assessore Burzi una figura del genere. Questa è una prima questione, perché la dobbiamo all'Assessore Burzi e la dobbiamo ad una grande leggenda che ha reso serena la nostra infanzia, soprattutto nei tempi vicini a Natale, quando ci regalavano quegli splendidi libri.
Visto che è anche presente il dott. Lesca - quindi, sul piano tecnico l'Assessore può avvalersi del meglio dello staff - si potrebbe produrre qualche correzione che renda questa misura, ugualmente per noi non accettabile nella sua impostazione generale, fiscalmente meno perversa di quanto i colleghi Riba e Giordano molto bene, iniziando questo dibattito hanno cercato di dimostrare all'aula.
Ci sono due problemi di una certa consistenza: mettete una nuova imposta per 400 miliardi, quindi ne prelevate dai cittadini 400 e ne ridate indietro 50. Già così è un'operazione che Formigoni mai avrebbe fatto neanche con la pistola puntata alla tempia! Infatti, ha fatto un'operazione che interveniva in modo serio sulle fasce di reddito, pur mettendo in atto una manovra sul cui contenuto generale noi non eravamo d'accordo. Per cui neanche un altro Presidente di Giunta di centrodestra, pur della determinazione di Formigoni - e non possiamo certo dire che lui non sia un uomo di destra - mai avrebbe fatto una cosa del genere.
Mentre prelevate 400 e ridate indietro 50, li ridate indietro con grande probabilità a quelli sbagliati. Perché se è vero il ragionamento sul metano - che questa volta non dà una mano alla deliberazione - voi rischiate di restituire una parte di quei 50 ad alcuni soggetti che contribuzione non ne hanno data, o ne hanno data in modo assolutamente limitato per la parte relativa ai 400, e che magari hanno anche un guadagno, e che magari non sono quelle fasce di reddito - l'ha ricordato con grande puntualità e in modo molto preciso il collega Giordano - di cui la collega Cotto si preoccupa costantemente e alle quali invece deve erogare sovvenzioni come Regione, attraverso i Comuni. Immaginate quale marchingegno, oltre che ingiusto ed inefficace, si mette in moto da questo punto di vista.
Non insisto oltre sull'argomentazione, perché mi sembra che ci siamo già sforzati di renderla più chiara possibile, e per alcuni aspetti avevamo fatto delle osservazioni in Commissione che, essendo state in parte accolte, hanno reso il provvedimento almeno licenziabile per l'aula. Parlo dal punto di visto tecnico: non è una valutazione di ordine politico ed amministrativo, che, per quanto ci riguarda, rimane la stessa.
A questo punto, al di là delle diverse impostazioni e filosofie che ci ispirano rispetto a questa manovra e alle diverse posizioni che si stanno confrontando, sono evidenti in aula delle difficoltà anche tecniche nella stessa impostazione del provvedimento, che richiedono indubbiamente una riscrittura dell'art. 1.
Pertanto chiederei, a questo punto, se l'Assessore, rispetto a queste parti, dopo essersi consultato con i tecnici, non ritenga di mettere in moto un'operazione di chiarimento, e se non ritenga di operare, a questo punto del Consiglio, una sospensione, in modo da poter riscrivere l'art. 1 depurandolo quanto meno di quelle contraddizioni che sono state rilevate in modo preciso in aula, e che mi pare difficile confutare e dimostrare che non abbiano alcun elemento di realtà o di preoccupazione.
Pertanto, sarebbe molto opportuno, a questo punto, se fosse possibile avere una risposta da parte dell'Assessore Burzi sull'attuale formulazione dell'art. 1 e sulla sua possibile riscrizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Mi pare che, in qualche modo, stiamo instaurando una tassa sulla montagna, e mi rivolgo all'Assessore Vaglio. Quanti sono i Comuni, nella nostra Regione, soprattutto in montagna o alta collina, dove non arriva il metano per cui sono costretti a riscaldare la propria casa utilizzando altre fonti, la legna in particolar modo? Certo, sono in montagna, cosa devono fare? Usano soprattutto la legna: fortunatamente utilizzano anche queste fonti per il riscaldamento! Allora, altro che iniquità! Noi, da una parte, cerchiamo di aiutare le persone e le famiglie a rimanere in montagna, perché sappiamo che cosa significa l'abbandono della montagna; dall'altra parte, diciamo loro: "Cari signori, voi dovete pagare lo 0,5% di IRPEF in più, e siccome siete anche un po' fessi perché continuate a rimanere in montagna, vi facciamo pagare mentre gli altri che abitano in città pagheranno lo 0,5% di IRPEF in più però gli togliamo un po' di soldi per il metano".
Altro che iniquità! E' un'ingiustizia! Assessore Vaglio, lei deve reagire tanto quanto stiamo reagendo noi.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Vaglio)



MULIERE Rocchino

Come sciocchezze? Non stiamo parlando del gasolio, stiamo parlando del metano. In questo modo, stiamo applicando una tassa su coloro che non utilizzano il metano. Al di là del fatto che siamo contrari, sono due giorni che lo diciamo: sullo 0,5% di IRPEF siamo contrari anche perché qui c'è altro che iniquità, c'è un'ingiustizia evidente! Dobbiamo ritornare a ragionare su una logica differente da quella che stiamo cercando di attuare con questo disegno di legge. L'ideale sarebbe ritirare il provvedimento, ma, siccome non lo farete, non ci siamo certamente illusi in questi due giorni di dibattito: avete notato che stiamo ponendo delle questioni vere, serie. Lo abbiamo fatto discutendo in questi due giorni sulle questioni della sanità. Ci aspettavamo una risposta oltre che dall'Assessore Burzi - che lo ha fatto e lo ringraziamo per quanto riguarda soprattutto l'aspetto non soltanto fiscale, ma anche del bilancio - anche dall'Assessore D'Ambrosio, visto che le questione sono legate. C'è la questione dell'aumento IRPEF perché c'è un deficit nel settore della sanità, ragion per cui ci aspettavamo qualche risposta anche dall'Assessore D'Ambrosio. Ci saranno altre occasioni, avremo modo di discuterne in altri momenti.
In questo caso, visto che imponiamo ai cittadini piemontesi un aumento dell'IRPEF per tali motivi, forse, una risposta, anche da questo punto di vista, sarebbe stata utile.
Noi rileviamo che ci sono delle contraddizioni molto forti. Ci sembra che l'iniquità presente in questo provvedimento sia altissima: ecco perch forse, un ragionamento ulteriore sarebbe utile. Volete proporre l'aumento dell'IRPEF? Allora non capisco perché, da una parte, prendiamo e dall'altra, togliamo. E' una questione di coerenza, di buon senso, di logica. Non capisco il fatto di aumentare lo 0,5% di IRPEF da una parte e dall'altra, diminuire l'addizionale sul metano. E' una cosa un po' fuori da ogni logica: non l'abbiamo capita, se la spiegate forse ci aiutate a capire meglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tomatis.



TOMATIS Vincenzo

Ho l'impressione che questo disegno di legge ancora una volta sia stato presentato all'aula tenendo conto che il territorio regionale si identifica solamente nelle grandi città. Il territorio regionale spazia in realtà differenti. Il nostro territorio viene metanizzato in funzione dell'utilizzo del consumo. L'Italgas fornisce il prodotto là dove c'è un utilizzo conveniente per la società.
Porto un'esperienza personale. In provincia di Cuneo ci sono 252 Comuni dei quali circa 80 metanizzati; gli altri non lo sono perché utilizzano il gasolio, la legna e così via. Per cui, anche là dove l'Amministrazione pubblica o l'utente chiede la metanizzazione, questa non viene erogata perché non c'è un ritorno economico da parte della società. Questi paesi quindi, vengono penalizzati perché non possono utilizzare questo risparmio non per cattiva volontà loro, ma perché non è stata possibile la fornitura.
Questa disparità deve essere tenuta in considerazione.
Il Consigliere Giordano, con molta precisione, ha evidenziato questa difficoltà, questa disparità nel trattamento. La disparità di trattamento non sta solamente nelle villette di collina o nella grande città, ma anche laddove, nel territorio più piccolo, una parte dei Comuni è metanizzata e la periferia no, e non perché non c'è la volontà, ma perché non c'è l'intenzione e l'interesse da parte della ditta.
Questo disegno di legge dovrebbe ritornare in Commissione per una revisione e, come giustamente diceva il Consigliere Giordano, per rivedere certi passaggi. C'è un modo di esaminare, di prendere in considerazione delle proposte inique nei confronti di coloro che, invece, potrebbero essere trattati in modo differente. L'IRPEF, invece, coinvolge la quasi totalità dell'utenza, quindi non ci si sbaglia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Voglio fare qualche breve considerazione.
Intanto, non deve essere un mezzo quello di ritornare sempre in Commissione. Se, su un articolo così semplice, auspichiamo questo ritorno spogliamo l'aula di un po' di autorevolezza.
Quanto al riferimento all'art. 16 del Consigliere Riba, è vero che è intervenuto un provvedimento di sistemazione, ma, forse, si poteva discutere. I margini per discutere sulla legittimità o meno c'erano.
Ragionevolmente, su un articolato sistemato meglio, si è convenuto di aderire a quella indicazione.
Quanto al problema di merito su cui si sta discutendo, apprezzo lo slancio e l'enfasi. Anziché fare passi in avanti, voglio fare passi laterali e mi porto presso il Comune di Torino. Leggo che si discute sull'ipotesi di aumentare l'IRPEF dello 0,2% ai torinesi; si dice che la Giunta Chiamparino intende ridurre da 575 a 525 per mille l'aliquota ICI sulla prima casa, mentre intende aumentare dal 6 al 6,5 quella sulla seconda casa. Il procedimento posto in essere è assolutamente simile. Il Comune aumenta dello 0,2% l'aliquota IRPEF: da una parte, aumenta dall'altra, azzera. A parte il fatto che non è corretto parlare di azzeramento, non è che togliendo lo 0,50 sulla prima casa e aumentando lo 0,50 sulla seconda compensiamo e azzeriamo, in quanto il numero delle prime case è diverso rispetto a quello delle seconde.
Al di là di questo dato, così metodologico, che già porrebbe nel nulla tutta una serie di considerazione testé fatte, c'è anche un problema di merito. Questo per dire che, quando si fanno le manovre, non si può andare a verificare il punto di incontro e di equità, perché è un'operazione diabolica. Volete un esempio? Ci sono pensionati che fanno sacrifici, che magari non hanno figli o che, volendo investire il proprio patrimonio acquistano la seconda casa. Anch'io, ad esempio, se voglio acquistare una seconda casa, anziché intestarla a me, la intesto a mio figlio e, se ne voglio acquistare una terza, la intesto a mia figlia. Ho una potenzialità reddituale molto più forte dei pensionati e ciò nonostante mi sono giovato di soluzioni che, da un punto di vista fiscale, mi favoriscono. Questo per dire che non mi pare assolutamente decisivo né determinante tutto quel corredo di preoccupazioni di cui oggi abbiamo avuto contezza.
La scelta della maggioranza è stata una scelta maturata dialetticamente tra le varie componenti; si è ritenuto di operare in altro modo, in modo da compensare sul terreno sociale. Tale scelta può essere legittimamente condivisa o non condivisa, ma questa è la scelta. Non ha nulla di trascendentale, visto che troviamo conforto in un potenziale interlocutore di pietra che comunque ci mette al riparo da accostamenti un po' affrettati.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Galasso.
La parola all'Assessore Burzi per la replica.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Per alcune precisazioni, in quanto un paio di interventi precedenti apparentemente, se non li ho fraintesi, si basano su presupposti tecnicamente erronei.
Sulla base delle dichiarazioni dei redditi del 1998, quindi le dichiarazioni ai sensi dell'IRPEF 1999, che sono i dati più recenti di cui le Regioni dispongono, ci sono 2.561.273 soggetti idonei per l'applicazione della maggiorazione IRPEF. Su altri dati, lo dico per comodità di ragionamento, che ho trovato in sede ISTAT, questo numero era lievemente maggiore, ma non tale da alterare il risultato.
I soggetti previsti nell'ambito del comma 2 dell'art. 1, quelli per i quali viene definita la non applicazione della sovrattassa, sono 1.088.530 (sempre sulla base dello stesso archivio, quindi sono elementi di statistica forniti dalla struttura) e, come è stato più volte ricordato 2.561.000 soggetti sensibili ai fini IRPEF provocherebbero, con l'utilizzo di questa addizionale, circa 450 miliardi di maggiori entrate.
Evidentemente, il numero sarà diverso perché sono cambiati i soggetti, sono cambiati i redditi alle finalità IRPEF per quanto attiene al 2002, perch lo 0,5% verrà pagato nel maggio 2003.
La non applicazione, che non è una detrazione, ad una fascia, pari a 1.088.000 soggetti, comporta un minor gettito del tributo che si valuta in 50/60 milioni. Penso di poter dire che il Consigliere Giordano non è collocato in questa fascia di soggetti, come credo non lo sia la maggior parte di noi, pertanto temo di dover dire che l'applicazione percentuale di questo 0,5%, che agisce su redditi distribuiti come sono distribuiti (non andiamo a reinventarci la curva di distribuzione dei redditi) spiega il problema del proprietario della villa che temo sia stato lievemente frainteso nei calcoli.
Mi spiace che il collega Riba sia andato via, ma vedo che sta rientrando, perché alcune accuse di grossolanità credo vadano...



(Commenti in aula)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Io replico su questo, perché è già successo un altro caso, sul quale ritorneremo in sede di legge "estinzione sui mutui", di contrapposizione di pensiero legislativo.
Ricordo a tutti noi, perché credo che il rispetto del lavoro di tutti sia una condizione ineludibile, che è ampiamente possibile che io, come Assessore, scrivendo una legge (tant'è vero che non lo faccio quasi mai come credo molti dei colleghi, ma certamente io), non sia in grado di scriverla giuridicamente in maniera ineccepibile. E' possibile, tant'è vero che non lo faccio quasi mai. Neanche questa legge è stata scritta dal collega, ma, come tutte le leggi emanate dalla Giunta, è vagliata dal Processo legislativo di Giunta. Ricordo bene le obiezioni che fece in primis il collega Palma, in sede di I Commissione, obiezioni riprese poi da altri colleghi e che per motivi che la maggioranza ritenne opportuno, dopo averli discussi e accettati, spostarono una delega data nel testo originario per semplice delibera della Regione Piemonte, in un passaggio sostenuto in base all'art. 16 dello Statuto.
Tengo a leggere, essendo un documento ufficiale del Processo legislativo di Giunta, quanto segue: "Osservazioni in merito al disegno di legge relativo a maggiorazione aliquota IRPEF. Il combinato disposto del comma 3 bis dell'art. 4 della legge n. 405/01", che di per sé costituisce disciplina specifica, "e della legge costituzionale n. 1/00 consente alle Giunte regionali di provvedere con atto regolamentare attuativo della predetta legge n. 405, alla maggiorazione dell'aliquota IRPEF nel limite dello 0,5%".



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Assessore, se legge, legga in modo che si capisca, altrimenti non legga.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Poi consegnerò il testo scritto. Comunque, lo rileggo con più lentezza: "Il combinato disposto del comma 3 bis dell'art. 4 della legge n.
405/01 e della legge costituzionale n. 1/00 consente alle Giunte regionali di provvedere, con atto regolamentare attuativo della predetta legge n.
405, alla maggiorazione dell'aliquota IRPEF nel limite dello 0,5%.
Tuttavia, preso atto della disomogeneità della forma di intervento da parte delle varie Regioni e dei rischi di contenzioso, nonché di quanto disposto dall'art. 8 della L.R. n. 7/01, si è proceduto a determinare la predetta maggiorazione dell'aliquota con legge regionale. Con la medesima legge si è altresì ritenuto opportuno prevedere la possibilità di sospendere l'aliquota, così come stabilita dal Consiglio regionale, con provvedimento della Giunta. Tale previsione, oltre a rispettare i criteri di delegificazione che debbono caratterizzare la legislazione in itinere, si pone in piena coerenza con i disposti precitati della legge nazionale n.
405, come già detto direttamente applicabili dalla Giunta regionale ai sensi della legge costituzionale n. 1/00, nonché con l'art. 36 dello Statuto che assegna alla Giunta la competenza di attuare quanto ad essa demandato dal Consiglio regionale. Ovviamente, la decisione in capo alla Giunta regionale avrebbe reso opportuna una prima informativa e/o relativo parere della competente Commissione consiliare, ai sensi dell'art. 25 del Regolamento interno". Porta due firme: il Direttore regionale Affari Costituzionali, dott.ssa Laura Bertino, Segretario di Giunta, e la dott.ssa Giuliana Bottero, prima firmataria, Capo Gabinetto attuale della Giunta Ghigo.
Aggiungo - non lo leggo perché sono tre pagine, ma per utilità lo distribuisco a tutti coloro che, come me, sono interessati al processo legislativo - un parere del prof. Luca Antonini, ex collaboratore del Sottosegretario Giarda, in materia di leggi di contabilità. Alcuni di noi l'hanno incontrato in un paio di seminari applicativi sull'ordinamento contabile; oggi è collaboratore del Ministro Tremonti.
Pareri sulla possibilità di introdurre la maggiorazione regionale dell'addizionale IRPEF con strumento diverso dalla legge. Ci sono quattro pagine - mi consentirete, per stanchezza, di non leggere - che sostengono la stessa tesi.
Da questo non evinco, necessariamente, che una tesi sia "splendida splendente" e l'altra erronea. Certamente, il processo legislativo di Giunta, a mio avviso, non viene fatto con grossolanità, ma con il massimo rispetto delle varie opinioni che i colleghi, sia di maggioranza, sia di minoranza, possano a ciò attribuire.
Sull'IRPEF ho detto che c'è una maggiorazione. Quindi lo 0,5 dell'IRPEF, sulla base delle stime che si fanno, prevede un incremento di 450 miliardi. I redditi sensibili, ai fini IRPEF, che non sono la soglia di povertà, nell'ambito della media del numero degli abitanti a reddito medio è 22 milioni. E' ben diverso il reddito medio dai redditi utilizzati ai fini dell'IRPEF: sono due logiche diverse, due statistiche diverse. Ho detto quanto pagheranno tutti nel 2003 e quanti sono i soggetti idonei alla non maggiorazione. Ho sottolineato questo, spero utile, concetto ai sensi del processo legislativo complessivo nostro.



PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare all'esame degli emendamenti presentati all'art. 1.
1.1) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: l'art. 1 è abrogato.
1.1 bis) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Giordano, Papandrea e Moriconi: sopprimere l'art. 1.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Intervengo per dare un contributo che non è quello rivolto a giocare con una politica del "tanto peggio tanto meglio".
L'emendamento si prefigge il compito di dare un'indicazione definitiva alla Giunta affinché trovi soluzioni diverse, diverse anche dall'introduzione della compartecipazione alla spesa sanitaria per affrontare il problema.
Chiedo di porre attenzione, non per una logica del "tanto peggio tanto meglio", ma perché un ravvedimento operoso della maggioranza è nell'interesse generale della comunità.
Ho già spiegato che agendo sull'IRPEF, in questa fase politica generale di depressione del ciclo economico, si compie un'operazione in controtendenza rispetto a tutte le operatività che sono messe in campo e che io ho indicato come politiche neokeyenesiane. Politiche che anche Governi di destra, anche quello degli Stati Uniti, stanno attuando. Questa operazione non riconosce, non concorre a quella che è la gravità della situazione, perché c'è una circostanza in qualche misura drammatica per il quadro economico internazionale.
Contestualmente, nella stessa unità di tempo, le tre economie trainanti (quella statunitense, quella tedesca e quella giapponese) sono in forte declino. Quindi, questa circostanza può essere veramente pesante tenendo conto dell'intero ciclo economico mondiale.
Nel nostro piccolo, con coerenza, avremmo potuto concorrere con un'operazione diversa per non andare in una direzione contraria a quella di operare in modo positivo per ridare energia al ciclo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Condivido lo spirito e la lettera dell'emendamento.
Devo dire che la risposta dell'Assessore ha chiarito il suo punto di vista, però su gran parte dei problemi posti in quest'ultima fase della discussione l'Assessore ha proprio svicolato. Da qui il mio voto a favore dell'emendamento presentato dal collega Tapparo.
Non riprendo i problemi che abbiamo posto durante la discussione generale. Le questioni da noi poste sono le seguenti: posto che voi volete intervenire sull'addizionale IRPEF, e posto che noi siamo contrari, poich immaginate che il provvedimento contenga una compensazione della manovra sull'IRPEF attraverso un alleggerimento della tassa sul gas metano? Poich noi abbiamo cercato di dimostrare - e voi da questo punto di vista non avete replicato con argomenti convincenti - che la riduzione della tassa sul gas metano produrrà effetti distorcenti e di iniquità - come ha detto il collega Muliere - la domanda che vi poniamo è la seguente: che ragione c'è di incaponirsi sulla questione del gas metano senza dirci se è vero oppure no che questa manovra, mi riferisco a quella che riguarda il gas metano, produce iniquità? Avremo contribuenti che pagano l'aumento dell'IRPEF, che avranno però sull'altro piatto della bilancia la possibilità di vedere ridotta la tassa sul gas metano, e contribuenti che pagheranno l'aumento dell'IRPEF senza avere questo beneficio fiscale.
Questo è il punto.
Allora, volete la manovra? Fatela. Noi ci opporremo. Dovrete approvarla voi. Però fatela in maniera che non produca iniquità, che, francamente sono inaccettabili. La manovra, sullo stesso contribuente piemontese contiene quello a cui ha fatto riferimento l'Assessore Burzi: effetti diversi, benefici diversi.
A questo punto dico: volete portarvi a casa l'aumento dell'IRPEF? Portatevelo a casa, ma anziché compensarlo - come dice il collega Brigandì immaginando una riduzione del gas metano che ha quegli effetti, ragionate sull'aliquota dell'aumento dell'IRPEF. Se voi pensate, attraverso l'intervento sul gas metano di far pagare 50 miliardi di tasse in meno ai contribuenti piemontesi, l'operazione produrrà quell'effetto distorcente di cui parlavo prima.
Se questo è il punto, intervenite sull'aliquota, Consigliere Galasso poiché mi sembra un ragionamento difficilmente contestabile. Almeno producete un disastro, non ne producete due. Voi state producendo due disastri e il secondo non c'è ragione che lo commettiate.
Non è un'opposizione insensata quella che fa il mio Gruppo, ma è un'opposizione caratterizzata dal buon senso. Se il punto è che volete ripianare il disavanzo della sanità e il problema è recuperare 350 miliardi si dice 350 miliardi - mi spiegate perché avete fatto un'operazione che attraverso una riduzione sul gas, attenua in parte questo tipo di operazione? Francamente, non lo capisco! Sarebbe più corretto se voi diceste ai piemontesi: "Abbiamo da ripianare un disavanzo della sanità: costa 350 miliardi e l'operazione la finanziamo attraverso l'intervento dell'IRPEF", che, a questo punto, per è dello 0,4 e non dello 0,5, perché voi, contestualmente, immaginate l'operazione sul gas, che produce un effetto di iniquità sulla popolazione a cui vi rivolgete.
Assessore Burzi, mi risponde su questo punto? Se mi dice che ho torto sto zitto, ma, se ho ragione, avete torto voi, colleghi.
Ha ragione il collega Marcenaro: questa operazione è tutta politica. E' un'operazione che non si spiega con i libri contabili e con la finanza, ma si spiega in un altro modo. Vi sto dimostrando che voi state producendo un'iniquità. Non avete risposto e, poi, vi arrabbiate se noi tentiamo di incaponirci su questa situazione, ma è il minimo che possiamo fare. Una maggioranza che vuole difendere un provvedimento lo fa con i denti, ma lo fa sulla base di argomenti: voi in quest'aula non state portando alcun argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Intervengo sulla base dell'intervento del Presidente Galasso e della replica dell'Assessore Burzi.
Voi dovete capire che questa modalità di discussione, nella possibilità di un rapporto normale tra maggioranza e opposizione, apre una serie di problemi seri.
Il fatto che quando vengono avanzate delle questioni, assolutamente fondate, che voi tutti riconoscete come obiezioni e problematiche ragionevoli, non se ne possa discutere - non perché avete argomenti per sostenere che si tratta di posizioni giuste, ma perché i patti tra di voi sono costruiti in modo tale da impedirvi quel tanto di confronto e di discussione che consenta una dialettica normale in cui un'opposizione non è solo qui a gridare, ma per costruire una dialettica politica, un confronto di posizione e provvedimenti - spiega anche in parte la degenerazione del confronto che avviene e dello stile di lavoro.
Qui sono state portate obiezioni serie. E' inutile, Consigliere Galasso, che lei citi il Comune di Torino: qui sono state portate obiezioni di varia natura, che riguardano un provvedimento relativo all'insieme del territorio, che costruisce un elemento, insomma, iniquo di per sé.
Qui esiste una possibilità, ferme restando le posizioni generali che abbiamo detto. Non voglio ritornare su questo punto, sulla nostra contrarietà al provvedimento e al modo in cui è stato costruito, che manifesteremo. Voi sapete che in altre Regioni, non molto lontano da qui governate da voi, si è intrapresa una strada diversa su questo provvedimento: una modulazione delle aliquote sulla base dei redditi. E' possibile innalzare la fascia esente, costruire in un altro modo, senza venir meno agli obiettivi che vi proponete, costruire un'altra logica un'altra equità, un'altra razionalità del provvedimento.
Quando una maggioranza, su questioni che non riguardano i rapporti fondamentali del giudizio di fondo, ma elementi di una dialettica, se vogliamo, secondaria, ma non per questo meno importante, si chiude a qualsiasi possibilità di ascoltare le critiche più motivate, poi non pu chiedere all'altra parte ragionevolezza, che si tenga conto dei tempi, di questo e di quell'altro. I rapporti sono reciproci e, se non c'è su queste basi un elemento di reciprocità, penso che sia difficile costruire in qualsiasi modo una relazione che consenta di lavorare in quest'aula e di fare un passo in avanti.
Caro Assessore Burzi, non ha risposto in merito all'esenzione dei 20 milioni, ma le ripeto che, costruita in questo modo, è tecnicamente una cosa sbagliata. Da nessuna parte si può costruire una linea che esenti fino a 20 milioni punto e basta, per cui chi ha un reddito di 20 milioni e una lira viene completamente coinvolto nell'imposta. Se si fa questa operazione si crea, con lo stesso strumento legislativo, una disuguaglianza. Si pu decidere di farla di più o di meno, ma questi provvedimenti, secondo me, si assumono dicendo che sono esenti i primi 20 milioni - i primi 15 milioni se non ci sta. Altrimenti, in altro modo, si crea un provvedimento che squilibria i redditi, introducendo attraverso lo strumento della legislazione fiscale un rovesciamento nella gerarchia dei redditi, quindi deve costruirla in un altro modo.
Credo che da nessuna parte - anche qui chiedo una verifica in merito e se sbaglio, chiedo scusa - esista un provvedimento fiscale costruito individuando semplicemente dei limiti rigidi, per cui al di sotto tutto e al di sopra niente. C'è un elemento di passaggio che va contemperato con la tecnica di un provvedimento che ne tenga conto. Anche questi sono particolari che, trattando di una materia delicata come il fisco, vanno presi in considerazione.
In conclusione, è mia opinione che l'abrogazione di questo articolo possa avere due significati. In merito al primo, esprimiamo in linea generale la contrarietà al provvedimento; in merito al secondo, chiediamo una radicale riscrittura dell'articolo che tenga conto dei problemi emersi e che cerchi una risposta ai problemi reali sollevati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Intervengo ancora una volta perché avrei piacere di ricordare che l'ultimo provvedimento legislativo di amnistia, peraltro varato da un Governo della sinistra, prevedeva che l'amnistia venisse applicata a tutti i reati, escludendo il reato per lesioni colpose derivate da infortunio sul lavoro. Si arrivava alla soluzione che se un datore di lavoro ometteva un'accortezza, per la quale al lavoratore veniva amputato una mano, non si applicava l'amnistia. Se, invece, il datore di lavoro si arrabbiava con l'operaio e per punizione gli amputava una mano, dolosamente l'amnistia si applicava. Mi rendo conto dell'incongruenza di questa questione.
Vorrei spiegare che questo provvedimento non è stato preso alla leggera o è il frutto di questione di potere. E' un provvedimento scritto a più mani con l'apporto di tutte le forze politiche di questa maggioranza e condiviso, in maniera salda, precisa e unitaria, da tutte le forze politiche di questa maggioranza. La logica è estremamente semplice.
E' chiaro che tra chi guadagna 19.991.000 e chi guadagna 20.000.010 vi è un disavanzo. Stiamo parlando di cifre estremamente piccole, comunque restano salvi i redditi più bassi. Questa è la logica.
Se avessimo portato questa esenzione da 20.000.000 a 25.000.000, il problema si sarebbe riproposto da parte di chi guadagna 24.990.000 nei confronti di chi guadagna 25.000.010 e così via. E' ovvio che si poteva creare un meccanismo simile alle tasse dello Stato, ma è altrettanto vero che la Regione non credo abbia la possibilità tecnica di poter fare un'esanzione fiscale nei termini statuali. La scelta è stata determinata l'Assessore Burzi mi può essere d'aiuto - dal fatto che è semplicissimo determinare chi è esente o chi non lo è in tema di dichiarazione dei redditi, ma è estremamente complicato, se non impossibile, determinare un'aliquota ripartita per scaglioni come i redditi normali.
Lo stesso discorso vale per ciò che riguarda la detassazione del metano, che poteva essere fatta con l'acqua potabile, il bollo dell'auto o per qualsiasi altra cosa. Il metano è una scelta di carattere politico.
E' evidente che questa scelta, giusta o sbagliata che sia, è stata presa tenendo conto del fatto che quasi tutte le famiglie piemontesi fanno uso del metano, anche quelle meno abbienti. Di poco pregio è la considerazione relativa al fatto che ci possano essere dei casi di compensazione, per cui il beneficio diventa maggiore dell'esborso da effettuare. Qual è la considerazione evidente da fare? Se ho una villa grandissima e per riscaldarla utilizzo tanto metano probabilmente ho un reddito che mi ha consentito prima di comprarla e poi di mantenerla. Se ho un reddito così alto, avrò un'aliquota IRPEF che sarà estremamente consistente. E' ancora evidente il discorso del Consigliere Riba. Certo, se si evadono le tasse si finisce per prendere i benefici e non pagare il fisco. Questo, però, non è un problema della Regione, poich trattandosi di un reato, riguarda un problema di lotta alla delinquenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Voterò a favore dell'emendamento presentato dal Consigliere Tapparo poiché contiene un principio sano e coerente con i tempi.
Il Consigliere Tapparo ha indicato in modo chiaro la situazione di mortificazione imprenditoriale che il nostro territorio sta attraversando.
Ricordiamo tutti il trasferimento della Telecom a Milano. Stiamo assistendo alla fusione della Banca Popolare di Novara con la Banca Popolare di Verona, per cui si sposterà a Verona, ed altri casi simili. Questa mattina abbiamo avuto l'ultima "mazzata" relativamente al discorso della FIAT.
Questa imposizione, in questo momento, mortifica, a mio giudizio, i cittadini di questo territorio.
Ho ascoltato con attenzione l'intervento del Consigliere Brigandì, per faccio da solo una riflessione, anche se quest'aula si avvale di grandi giuristi.
Se per professione faccio l'idraulico, sono convinto che l'imposta è un prelevamento coattivo di ricchezza fatto dall'Ente pubblico al privato per il soddisfacimento dei servizi generali. La tassa è la controprestazione di un servizio che l'Ente pubblico dà al privato, ma sempre di prelievo si tratta. Qui, invece, nella seconda parte, nell'esempio che ho citato, non parliamo di prelievo, ma di elargizione. E' qui che crolla il principio di questo ragionamento.
Assessore Burzi, anche se la stimo molto, devo dirle che i dati in suo possesso sono fasulli, perché - mi creda - non sono quelli.
Questo è un provvedimento che va approfondito, perché non è possibile che poco fa non avevamo i 343 miliardi e adesso, facendo questo ragionamento, ci sono.
Intanto, come minoranza abbiamo dato l'indicazione di come si pu arrivare a recuperare i 343 miliardi senza l'imposizione fiscale.
Assessore, se non vuole fare questo, annulliamo il primo articolo e riduciamo l'imposta, così sistema la questione. Il fatto di voler assumere la parte politica e voler mettere l'imposta è ingordigia e superbia politica e amministrativa. E' qui che cascate! Presidente, dobbiamo fare un ragionamento serio: sospenda la seduta per pochi minuti, in modo da vedere come si può riscrivere, dopodiché il provvedimento va avanti senza mettersi in un mare di guai.
Con questo provvedimento, Assessore, si mette in un mare di guai poiché nessuno accetterà, da una parte, il fatto di far pagare la tassa a chi non compete e, dall'altra, concedere 500 o 600 milioni. Con questo provvedimento, l'azionista di riferimento della FIAT ci guadagna 25.000.000. Dico questo perché è assurdo il ragionamento che stiamo seguendo. La tassa, l'imposta - la chiami come vuole - va fatta con un minimo di coscienza e coerenza, perché è assurdo questo discorso.
Sono un Consigliere di prima nomina, ma nel mio primo intervento in aula, per il modo in cui si muoveva e si comportava il Presidente Ghigo l'ho paragonato a Cavour. Confermo questa tesi, perché ha la stoffa e l'equilibrio, e non è un colpo di sapone, ma una correttezza. Per abbiate pazienza! - se mandate in giro questa "roba", ne sciupate l'immagine.
Rivediamo la questione in modo corretto, perché non si può introdurre un'imposta da una parte e, dall'altra, elargire lire a tutto andare. Per favore, in questa questione ci rimettete voi! Qui possiamo andare avanti con diecimila emendamenti. Lei vuole risolvere il problema che le servono 343 miliardi? Va bene, in qualche modo modifichiamo i due articoli e andiamo avanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente, cercherò di essere breve, vista l'ora.
Voglio solo rispondere alle critiche rivolte dalla minoranza.
Un conto è prendere questa manovra come una cosa a se stante, completamente slegata da quella che è la realtà fiscale del nostro sistema, altro conto è andare a reinserire la manovra nel sistema fiscale globale di questa Regione e di questo Stato.
Vedete, può darsi che sotto certi aspetti questa manovra sembri iniqua, ma io sostengo che è molto più iniquo il sistema attuale. Questa manovra va a correggere alcune distorsioni di quello che è il sistema attuale.
Il metano ha un costo alla base di 630 lire. Noi lo paghiamo più di 1.000 lire a forza di accise varie. Si è fatto presente che il metano è presente nei maggiori Comuni del Piemonte, mentre manca, invece, nei Comuni montani e in quelli minori. Tuttavia, proprio nei Comuni montani che non sono serviti dal metano, una legge statale dell'anno scorso ha concesso una riduzione, mi sembra, di 200 lire al litro per il gasolio e una riduzione proporzionale del metano in bomboloni. Pertanto, ci sono stati, da parte del Governo centrale, degli interventi che reputo giusti, che sono andati a favorire quella fascia di cittadini. Vi è stata inoltre una riduzione dovuta al calo del costo del petrolio e del gasolio.
Oggi cosa succede? Che facciamo tanta pubblicità - "Il metano ci dà una mano", "Il metano non inquina" - ma chi ha il metano paga il riscaldamento più caro di tutti, perché il risultato di tutte le iniquità che vi sono a monte è questo. Per cui, giusto e doveroso era mettere le mani su questa situazione per tentare, in qualche modo, di ridurre il costo del metano.
Purtroppo la Regione non poteva farlo a bilancio invariato, perché non avevamo la possibilità finanziaria di ridurre quest'accisa, ma possiamo farla in questa manovra.
Si tratta di una manovra che può essere più o meno giusta, a seconda di come la si vede, ma che va a ridurre un'iniquità, come ho detto in questo caso.
Per quanto riguarda la possibilità di scaglionamento della manovra (cioè aumentare l'addizionale IRPEF non a tutti dello 0,5%, ma secondo gli scaglioni, per esempio dello 0,3% o 0,4% o altro), apparentemente, a livello di immagine, poteva sembrare una bella cosa, ma avrebbe comportato dei costi di calcolo di gran lunga maggiori dei benefici che si sarebbero potuti ottenere. Infatti, se andiamo a fare i calcoli, qui si sta parlando di cifre molto basse per dei redditi medi, cioè l'addizionale IRPEF sarà di circa 100.000 lire per chi ha un reddito di 20 milioni, mentre sarà di 1 milione per chi ha redditi di 200 milioni (e questi possono pagarli). Ma se si andava a scaglionare per far risparmiare 20/30.000 lire a chi pagava 100.000 lire, gli facevamo spendere magari 200.000 lire in più dal commercialista. Per cui, tanto valeva non complicare ulteriormente un sistema fiscale già complicatissimo, ma applicare, in modo secco, questa addizionale e basta.
Torno a ripetere che la riduzione del metano va a ridurre un'iniquità che si era creata nel sistema fiscale. Faccio solo presente alla collega Manica che proprio la Regione Lombardia ha addirittura ridotto il costo del metano di 50 lire, azzerando totalmente l'accisa regionale. Noi ci limitiamo a ridurla. Mi auguro di poter copiare la Lombardia e di trovare risorse, nei prossimi anni, al fine di giungere all'azzeramento della nostra accisa, proprio per diminuire le iniquità che si sono create e a cui questa manovra tenta di porre una leggera correzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Ho ascoltato l'intervento del collega Brigandì. Devo dire che alcune affermazioni rappresentano, come dire, un'offesa all'intelligenza dell'aula, perché il Senatore Brigandì, per la verità non solo lui, ma anche l'Assessore al bilancio, ma soprattutto il collega Brigandì, in sostanza dice: "Giusto o sbagliato, questo provvedimento lo dobbiamo approvare". Anziché affrontare una sfida condotta, credo, con ingenuità, ma anche con senso di responsabilità a ragionare sul merito e sulle contraddizioni, preferisce dire: "Bisogna approvarlo così com'è".
Qual è il problema? La discussione, come tutte, del resto, è basata su un minimo di attenzione su questioni che vengono poste.
Le questioni sollevate dal collega Giordano, poi riprese e puntualizzate meglio nei successivi interventi, credo che non siano n banali né strumentali, ma siano servite ad evidenziare una contraddizione tra la manovra iniziale e la correzione successiva. Rispetto a queste nessuno ha detto nulla. La sua, Assessore, è stata una risposta che definirei burocratico-formale, non di merito, nel senso che lei si è difeso soltanto dalla considerazione del collega Riba. Lei, giustamente, non poteva che attuare una legittima difesa, citando il parere dell'Ufficio Legislativo della Giunta. Ma il parere dell'Ufficio Legislativo è una spiegazione in ordine alla modalità per compiere l'operazione, non sul merito delle operazioni. Nel senso che lei dice: "C'è la possibilità di fare con un'operazione di Giunta; noi abbiamo deciso di farlo con legge", e mi pare la cosa più logica, come hanno fatto altre Regioni, che addirittura hanno emanato anche la legge sul bilancio, ma non per ritornare di nuovo sul solito problema.
Lei, in sostanza, ci dice che in fondo l'operazione della riduzione cioè della non applicabilità dell'addizionale, riguarda un milione e qualcosa su due milioni e mezzo. A parte che con il tempo è prevista una contrazione nelle fasce più basse dovuta all'inflazione - ma questo lo vedremo quando sarà ora (è chiaro che noi facciamo una stima sui dati del 1998 e 1999) - il problema è che, in ogni caso, questo è un ragionamento non intorno ai rilievi che sono stati formulati, ma è una questione diversa, se era opportuno o meno farlo come Giunta o come Consiglio.
I rilievi ci sono tutti. Mi pare che anche le considerazioni svolte poco fa dal collega Muliere e poi dal collega Tomatis, attorno al fatto che alcune zone della Regione Piemonte, non per scelta, ma per il fatto che l'Italgas non fa quell'investimento perché non è redditizio, dimostrino il fatto che questa manovra è contraddittoria. Probabilmente, all'inizio quando è stata concepita, questa proposta aveva una logica, una sorta di finalità di carattere sociale, è stata fatta in questa funzione, lo capisco: c'era una proposta della Giunta che era drastica e poi alcune forze più sensibili hanno cercato di ridurre la drasticità della proposta.
Questo è avvenuto, è comprensibile, l'Assessore Burzi è stato corretto però la discussione di oggi, quella fatta finora, credo serva per dire che quella finalità sociale, quella cioè di rendere il provvedimento socialmente meno devastante, è possibile farlo con modalità diverse perch quella che è stata perseguita ha alcune contraddizioni che sono state rilevate (le zone escluse e tutti i rilievi sollevati dal collega Giordano che ha aperto la discussione attorno a questo tema).
L'Assessore Burzi una parola la dovrebbe spendere attorno a questo tema, il silenzio più completo non ha senso! I colleghi si saranno resi conto che l'Assessore, ad un certo punto del suo intervento, ha ripreso una considerazione svolta dai colleghi Costa e Marengo, i quali hanno sottolineato che il problema è quello di avere maggiori risorse. Mi pare fosse questo il punto centrale del loro intervento: il problema non poniamolo in termini di finanziamento, è di avere maggiori risorse per fare altre cose. Questo è un ragionamento condivisibile sul piano politico e sul piano del metodo.
L'Assessore ha detto che l'avanzo di amministrazione è una risorsa quindi la proposta che abbiamo fatto insieme ai colleghi Giordano e Di Benedetto come federazione della Margherita, in ordine al fatto che la manovra, la manovra alternativa, può essere fatta utilizzando una parte dell'avanzo e riducendo alcune spese, non è una proposta irrealistica, ma è una proposta possibile. L'obiettivo è quello di avere maggiori risorse, ma ha senso chiedere maggiori risorse se non si decide per che cosa? Il problema è questo: non si decide per che cosa!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Il provvedimento in questione denota la frettolosità con la quale è stata predisposta, non tanto l'addizionale IRPEF quanto la modifica che risponde a mio parere alla necessità da parte di alcune forze di questa maggioranza di dare delle risposte agli elettorati di riferimento. Provo ad argomentare, augurandomi, in questo modo, di poter convincere ancora di più il Presidente Brigandì.
Dopo aver affermato - lo dicevo questa mattina, ma lo voglio ripetere in campagna elettorale, aver spergiurato "non ci saranno assolutamente tasse", diventa complicato presentarsi entro la fine dell'anno, sotto le feste natalizie, con questo regalo. Provo ad immaginare il Presidente Ghigo e l'Assessore Burzi vestiti da Babbo Natale che, invece di portare doni portano del carbone, perché questo non è un regalo di Natale, è carbone nero!



PLACIDO Roberto

MANOLINO (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Quello lo porta la Befana!



PLACIDO Roberto

E' vero, però sulla Befana non mi permetto di commentare, non vorrei suscitare... Fermiamoci a Babbo Natale. Solo che il provvedimento voi non volete presentarlo per la Befana. Noi siamo pronti. Tra l'altro, dalle mie parti i regali non si fanno a Natale, ma alla Befana, quindi personalmente sono pronto ad arrivare fino all'Epifania.



PLACIDO Roberto

SAITTA Antonino (fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Dalle mie parti si fanno il giorno dei Morti!



PLACIDO Roberto

Come vedete l'Italia è un Paese molto articolato: da qualche parte i regali si fanno a Natale, da qualche altra alla Befana, da qualche altra ancora il giorno dei Morti.
Provo a rientrare nel merito. L'intervento del collega Giordano - e questo mi stupisce - è stato apprezzato da molti perché per una maggioranza che fa riferimento a quella nazionale, e che vi dice che siete attenti al fare e non al dire, significa che un Consigliere, partendo dalla propria professionalità o dalla propria esperienza del fare in un settore specifico, vi lancia una ciambella di salvataggio su un provvedimento sbagliato e frettoloso e vi dice: "Guardate che state sbagliando ragioniamone". La risposta qual è? "Tanto lo dobbiamo fare; lo dobbiamo presentare".
Collega Giordano, secondo me, non hanno interpretato la tua intenzione che era assolutamente positiva e propositiva, che era quella di aiutare a far sì che un provvedimento sbagliato e iniquo non venisse votato, almeno io l'ho interpretato in questo modo.
Se poi aggiungiamo anche, per questo dicevo frettoloso e sbagliato, che altri colleghi (Tomatis e Muliere) hanno ricordato che in montagna non arriva il metano, è evidente che centinaia e centinaia, non cinquanta o sessanta (perché quello che diceva il collega Tomatis per la provincia di Cuneo vale anche per le altre province piemontesi), di Comuni piemontesi non sono raggiunti della rete SNAM, perché quella del "metano che ti dà una mano" è la rete della SNAM! Ma anche molti che non sono in montagna, quindi al di là di distinzioni di chi ha poi il contributo per il gasolio, e sono centinaia di migliaia di piemontesi, non sono serviti dal gas e vengono esclusi da questo provvedimento! Bisogna quindi ragionare affinché non venga commesso un errore. Fra l'altro, Assessore Burzi, le perplessità dell'opposizione mi sembra siano state evidenziate molto chiaramente da diversi colleghi della maggioranza! Su un provvedimento del genere non c'è stata l'opposizione che si è inalberata dicendo: "Basta, questo provvedimento non deve passare!"; ci sembra - con qualche pizzicotto e qualche carezza - che alcune perplessità siano state espresse anche da colleghi della maggioranza.
Questi sono i motivi che ci portano ad appoggiare l'emendamento del collega Tapparo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.
Dopo questo intervento chiudiamo i lavori.
Prego, Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Colgo la preziosa occasione della presenza del Presidente Ghigo per riproporre a lui, nel momento in cui illustriamo un emendamento che chiede l'abrogazione dell'art. 1, l'ordine di difficoltà tecnico-amministrativa nel quale ci stiamo dibattendo: al di là delle due diverse impostazioni delle due diverse culture di governo che qui si sono confrontate, cosa avremmo fatto noi per intervenire sulla situazione molto grave determinatasi nella sanità, cioè ripulire il bilancio dagli sprechi, e cosa invece è stato scelto da parte vostra.
Noi siamo rimasti molto colpiti dal fatto che anche all'interno di una scelta così lontana da quella che noi avremmo fatto, voi - a differenza di Regioni amministrate dalla stessa coalizione - abbiate scelto la strada più maldestra: un provvedimento che tecnicamente non sta in piedi.
Io attendo che l'Assessore Burzi illustri al Presidente i termini della questione.
C'è un provvedimento particolarmente maldestro sul piano tecnico.
L'occasione di questo emendamento, che propone di abrogare l'art. 1 consentirebbe anche, qualora lo approvassimo, all'Assessore Burzi di riscriverlo. Quindi, è nel suo interesse votare a favore di questo emendamento. Riscriverlo perché? Ci siamo sforzati di dirlo prima: tassare di 400, restituendone 50 alle persone sbagliate, è qualcosa di incomprensibile sul piano del provvedimento e molto ingiusto dal punto di vista generale.
Se poi l'atteggiamento a cui abbiamo assistito in quest'aula è che non si può cambiare una virgola, anche di una cosa di cui palesemente tutti dietro al banco voltandosi verso il vicino, pensano che qualche problema ce l'abbia, non sta più insieme nulla della maggioranza e di questo provvedimento.
Se la questione è questa, ditelo con grande franchezza e noi non continuiamo nemmeno nel tentativo di modificare, di migliorare e di precisare. Perché se voi siete una maggioranza libera, capace e in grado di affrontare, ma soprattutto una maggioranza solida e convinta delle proprie misure, è possibile che possa, in un dibattito in aula, anche riconoscere che c'è magari una virgola che l'opposizione ha rilevato come un'incongruenza, e può essere disponibile a verificare e a discuterne.
Se voi, invece, siete una maggioranza così fragile che su un provvedimento - io sto all'atteggiamento che ho visto e sentito negli interventi, nel momento in cui abbiamo sollevato delle questioni che tecnicamente è difficile dire che non esistano...



MANICA Giuliana

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



MANICA Giuliana

Fragile e indifesa!



MANICA Giuliana

Fragile e indifesa! Ma ci pensiamo noi! Avete bisogno di una difesa? Noi siamo paladini di tutti i deboli.
Invece, se la maggioranza ha queste caratteristiche e si deve blindare perché, ogni volta che si tocca una riga di questo provvedimento, vacilla una struttura interna, è meglio che ne parliamo in questi termini molto espliciti e ci comprendiamo.
Se invece la realtà è l'altra e voi invece siete una maggioranza forte libera e sicura del proprio provvedimento, quanto più siete forti e sicuri tanto più siete in grado di accogliere un suggerimento se per caso, per errore, l'opposizione ci abbia - come direbbe Di Pietro - azzeccato.



PRESIDENTE

Mi ero impegnato a chiudere la seduta alle ore 20.00, quindi rispetto gli impegni.
Vi annuncio che domani è prevista seduta serale. Provvederò alla convocazione, ai sensi del Regolamento, per le ore 20.30 per rispettare le 24 ore.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.06)



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