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Dettaglio seduta n.164 del 10/12/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 15.09 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.40)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Cattaneo Chiezzi, Ferrero, Galasso, Godio, Leo, Racchelli e Rossi Oreste.


Argomento: Varie

Saluto agli studenti e docenti dell'Istituto Magistrale "De Amicis" di Cuneo


PRESIDENTE

Rivolgo un cordiale saluto agli studenti e ai docenti dell'Istituto Magistrale "De Amicis" di Cuneo, che oggi sono venuti a farci visita.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Richiesta iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 363: "Provvedimenti in materia di tasse regionali"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame del disegno di legge n. 363: "Provvedimenti in materia di tasse regionali".



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non ho capito: è iscritto? Non è il primo punto.



PRESIDENTE

No, c'era una prenotazione.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non al primo punto.



PRESIDENTE

No. Se qualcuno lo richiede, procediamo alla votazione per l'iscrizione, ma c'era la prenotazione.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se era prenotato...



PRESIDENTE

Era prenotato e c'era l'intesa di trattarlo, per ovvi motivi, come primo punto all'o.d.g.
Se non vi è nulla in contrario, lo trattiamo, altrimenti devo fare una votazione.
Lo trattiamo, grazie.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se c'era un'intesa nei Capigruppo, ma siccome non mi risulta che ci fosse un'intesa...



PRESIDENTE

Era stato iscritto con una prenotazione, ovviamente, perch tecnicamente, quando ho firmato la convocazione, non era ancora uscito dalla Commissione. Pertanto, c'era l'intesa che sarebbe stato trattato come primo punto, prima del disegno di legge n. 364. Questa era l'intesa generale.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Mi dicono che non c'era questa intesa.



PRESIDENTE

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Votiamo.



PRESIDENTE

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



PRESIDENTE

Votiamo.



PRESIDENTE

Va bene, nessun problema.
Invito i Consiglieri a prendere posto in aula perché, ai sensi del nostro Regolamento, per iscrivere e per trattare questo punto è necessaria una maggioranza di 31 voti.
Invito pertanto a ritirare i tesserini, in quanto vedo che molti Consiglieri non l'hanno ancora fatto.



PRESIDENTE

TAPPARO Giancarlo (fuori microfono)



PRESIDENTE

L'iscrizione di punti all'o.d.g. dovrebbe comportare 40 voti, mi pare mentre è l'inversione di punti che ne comporta 31.



PRESIDENTE

Trentuno voti con la prenotazione.



PRESIDENTE

TAPPARO Giancarlo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ah, c'è la prenotazione!



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 363.
La votazione non è valida per mancanza del numero legale.


Argomento:

Richiesta inserimento all'o.d.g. del disegno di legge n. 252


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Visto che non si è discusso in merito al disegno di legge n. 363, che era di estrema importanza, chiedo che sia invertito l'o.d.g. e si discuta del buono scuola.



PRESIDENTE

L'argomento del buono scuola non è iscritto all'o.d.g. di oggi.



BRIGANDI' Matteo

Non essendo iscritto chiedo l'inserimento.



PRESIDENTE

Per la richiesta di inserimento sono necessari 40 voti.
Hanno facoltà di intervenire un Consigliere a favore e un Consigliere contro.
La parola al Consigliere Bussola.



BUSSOLA Cristiano

Credo che, al di là dell'assenza dell'Assessore Leo, si era già discusso nella precedente riunione dei Capigruppo a proposito del buono scuola, che riteniamo naturalmente essere uno dei temi fondamentali, e lo dimostra tutto l'impegno profuso in queste settimane.
Si era già detto chiaramente che nelle prossime sedute del Consiglio regionale si darebbe dato tutto lo spazio necessario per affrontare questo importante provvedimento, che il governo regionale sta portando avanti.
Ritengo, quindi, che si possa procedere sugli argomenti concordati in precedenza. Di conseguenza - non me ne voglia il collega Brigandì - mi esprimo contrariamente nei confronti della sua proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Grazie, Presidente. Intendo intervenire a favore della proposta di continuare l'esame del provvedimento sul buono scuola, perché questo era l'impegno della maggioranza.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'inserimento di tale punto all'o.d.g.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 364: "Estinzione anticipata di mutui contratti a pareggio del disavanzo dei bilanci regionali di anni precedenti. Modificazione alla L.R. 21 gennaio 1998, n. 3". Presentazione questione sospensiva


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame del disegno di legge n. 364, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, la L.R. n. 3 del 1998 ha autorizzato l'estinzione anticipata di mutui precedentemente contratti al fine di realizzare una riduzione degli oneri finanziari. In base ad essi l'estinzione può essere realizzata con la stipulazione di un nuovo mutuo o con l'emissione di obbligazioni.
Il disegno di legge in oggetto aggiunge un comma all'art. 1 della legge citata. Tale comma prevede la possibilità di utilizzare i proventi di eventuali dismissioni patrimoniali e/o una quota dell'avanzo di amministrazione per l'estinzione dei mutui.
L'utilizzo dell'avanzo deve essere fatto senza pregiudicare la copertura delle spese, ciò in quanto, nell'avanzo, le spese trovano la loro copertura finanziaria naturale.
La proposta prevede inoltre che le spese relative alla reimpostazione delle economie di fondi statali vedano trasferita la reimpostazione al momento dell'effettivo utilizzo degli stessi fondi.
Dopo ampio dibattito, la I Commissione ha licenziato il provvedimento in esame, sottolineandone l'urgenza.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Collega Gallarini, so che per tradizione chi espone una relazione in qualche maniera porta l'onere di esporla, ma non quello di averla dovuta materialmente redigere. Però le farei notare, ove avesse avuto anche il compito di redigerla, che mi sembra una relazione particolarmente leggera rispetto ad un progetto che, tutto sommato, viene presentato con l'enfasi di una questione importante nell'organizzazione della finanza regionale.
Viene presentata con l'enfasi di un lavoro importante anche per i tempi, nel senso che bisogna farlo subito e non ci sono le condizioni per iscriverlo nella legge finanziaria, che pure abbiamo considerato l'elemento portante della nuova organizzazione economico-contabile e finanziaria della Regione. Bisogna procedere speditamente con una serie di alterazioni dell'o.d.g. della I Commissione, alla quale lei stesso, in qualità di Presidente peraltro solerte, ha dato il suo contributo affinché il provvedimento avesse una corsia preferenziale.
Presidente Cota, vorrei evidenziare un ragionamento sui diritti del Consiglio. Un provvedimento viene presentato con questa urgenza, siamo in periodo di discussione del bilancio, e non si può aspettare il bilancio anche perché questo non è stato neppure varato dalla Giunta. Mi pare che i diritti del Consiglio siano trattati con una marginalità che richiede qualche riflessione. Colleghi della maggioranza, anche da parte vostra è necessaria qualche riflessione.
Probabilmente, non siete più messi in condizione di discutere il bilancio, ma solo di ricevere periodicamente gli "ukase" - si chiamavano così - per cui bisogna fare questo e quello, si iscrive questo provvedimento e lo fa procedere con una velocità particolarmente atipica per l'andamento di questo Consiglio regionale. Mi pare stia succedendo qualcosa che merita una riflessione, e mi rivolgo, come Consigliere, al Consiglio nel suo complesso e alla Presidenza del Consiglio, della quale peraltro faccio parte; quindi, coinvolgo me stesso, ma anche gli altri membri.
Va tutelato il diritto del Consiglio regionale ad essere trattato come un organo al quale ci si rivolge, da parte della Giunta, con il riguardo e il rilievo che lo stesso deve avere. Per cui mandare avanti un tale provvedimento e poi corredarlo esattamente di dodici righe di relazione per dire che c'era la relazione - indica che non ne dobbiamo nemmeno discutere.
Inoltre, mentre la discussione avviene nel disinteresse generale, con i Capigruppo della maggioranza che conversano tra loro - naturalmente per questioni di cui capisco l'importanza - con l'Assessore al bilancio che passeggia - tanto la questione è secondaria - e con la Giunta limitatamente presente, decidiamo che la manovra finanziaria della Regione pu tranquillamente arricchirsi di un'opportunità che prima non era stata nemmeno preventivata. Assessore Burzi, come mai, dopo quattro anni di Assessorato alle finanze, scopre adesso la necessità di adottare, nel giro di una settimana, questo tipo di provvedimento senza - la sua competenza glielo suggerirebbe - inserirlo nel provvedimento, che chiamiamo legge finanziaria, per la quale tanto ci siamo adoperati affinché ci fosse e che funzionasse? Questo relativamente alla metodologia.
Ritengo che questo provvedimento non debba essere discusso - espongo una pregiudiziale di merito - perché, con una relazione così, non si fornisce al Consiglio il senso delle ragioni politiche, tecniche organizzative e operative del perché si vuole, adesso, in questo modo, e con queste modalità, questo provvedimento.
Stiamo per realizzare una pesante dismissione di immobili che ci fornisce una liquidità da utilizzare immediatamente, per una speculazione finanziaria che intendiamo dirottare per alleggerire l'esposizione dei mutui, in modo da avere una disponibilità per farne degli altri a migliori condizioni. Se c'è questa urgenza e se siamo in corso di un'alienazione di immobili, costa tanto scriverlo nella relazione? Magari potreste avere qualche suggerimento o qualche elemento di condivisione, per quanto rara date le circostanze, possa essere la nostra disponibilità ad agevolare un provvedimento di questo genere.
Seconda questione. Possiamo ragionare sulla disponibilità costituita con i fondi da reimpostare. Ritengo che sulla disponibilità dei fondi da reimpostare alcuni colleghi abbiano tanta esperienza quanti sono i loro anni di permanenza in questo Consiglio (il Consigliere Cantore dal 1990 come me, il Consigliere Gallarini da un po' più di tempo), ma mai nessuno ha avuto la possibilità di vedere proposta dalla Giunta una modalità di utilizzo delle economie sui fondi statali da reimpostare.
L'Unione Industriale, che gode di qualche ascendente se non direttamente su di voi, certamente sull'area politica alla quale fate riferimento, ha perorato a lungo, e con qualche argomento, l'idea di utilizzare quei 2.000 miliardi di fondi che rappresentano le economie sui fondi statali da reimpostare, perlomeno ininterrottamente negli ultimi cinque anni, dicendo: "Facciamone qualcosa, mettiamoli a disposizione del sistema economico, ecc.". Dal momento che si parla di utilizzarli come elementi di liquidità per la manovra sui mutui, chiedo che, se discutiamo di utilizzare delle economie sui fondi statali da reimpostare, ne discutiamo nei termini che più volte, lei stesso, Assessore, ha detto essere necessario, per non avere sistematicamente un bilancio con 4 mila miliardi di avanzo - se questa è veramente la cifra - che non è disponibile, né utilizzabile, né quant'altro. Infatti, si tratta di fondi vincolati la cui disponibilità richiede non un'affrettata trattazione al fine di intervenire sui mutui, ma un ragionamento su un loro inserimento e sulla loro fruizione.
Per quanto riguarda l'utilizzo, un avanzo inteso come economie sui fondi regionali, si potrebbe far ricorso rispetto ai fondi accantonati prima per il referendum sulla "devolution" e poi per i buoni scuola. C'è una disponibilità che fa parte di un avanzo? Diventerà tale? E' contabilizzato? Siamo a fine anno: è possibile sapere, con esattezza, qual è l'avanzo reale? Sono sempre interessato ad arricchire la mia limitata esperienza in materia, ma non mi pare di poter individuare delle grandi disponibilità nel nostro bilancio: o vendiamo, e in qualche maniera abbiamo delle liquidità o utilizziamo delle economie, oppure questi fondi fanno parte di ciò che non abbiamo speso nel conto che ci è stato assegnato dallo Stato. In tutti e tre i casi, non interviene, per noi - lo spero bene - una situazione di proventi derivanti da una manovra pronti contro termine di gigantesche dimensioni di miliardi, per estinguere, in modo anticipato, un mutuo per poter ragionare su come disporre successivamente, in termini di liquidità di quella somma. Se si tratta di vendite di immobili, credo che si tratti di operazioni che hanno bisogno, inevitabilmente, di una procedura che richieda qualche settimana di tempo, ancorché si utilizzino procedure, che volendo, sono anche alla nostra portata, ma certo sono procedure formali che non possono fornire delle disponibilità per usufruire del fatto che il tasso sui mutui, quello che applica la Regione, possa andare su e gi dell'0,25 o dell'1%. Però noi, in quanto Regione, con la quantità di massa finanziaria che utilizziamo non siamo già forse - se così fosse, ditemelo in quanto è allarmante - in grado di contrarre mutui almeno all'1,5% o al 2,5% di quello che è il normale costo del denaro per le operazioni che sono fatte, non avendo alle spalle una massa operativa come quella di cui disponiamo? Non esiste questa condizione, altrimenti vorrei che fosse dimostrata. Non è una delle questioni sulle quali si giocano grandi differenze di visione strategica sulla finanza regionale. Si gioca che una materia di questo genere può benissimo stare nella sede propria della legge finanziaria, si gioca che può essere proposta nel contesto di bilancio e che poteva essere proposta prima, nel corso di tanto tempo. Tutto poteva essere, ma non avere questo carattere di urgenza che ci distrae da consistenti impegni, tipo, per esempio, discutere del bilancio preventivo che sfugge a buona parte del Consiglio, e le ragioni per le quali non sia ancora stato presentato.
Assessore, mi consente di inviarle un messaggio? Quando un Assessore come lei - sottolineo: come lei - ha questo tipo di esperienza e non è in grado di presentare un bilancio rispettando le elementari regole della legge di contabilità, cosa fa? Si nasconde dietro un semplice tentativo di eludere il problema? O lo pone nelle sedi che sono anche quelle del Consiglio regionale dicendo: "Colleghi Consiglieri, sono imbarazzato, non sono in grado di presentare il bilancio, metto a disposizione, se non la disponibilità del mio posto, almeno la disponibilità a discutere di un problema serio". Questo vale per tutto il Consiglio, soprattutto per i Capigruppo quando osservano questo miserevole andamento dei lavori (naturalmente bisogna vedere dov'è l'origine di questo genere di situazione).
Noi oggi dovremmo discutere il bilancio preventivo. Ecco perchè Assessore, presentarci questo tipo di provvedimento, in questo modo, ci allarma sulla reale possibilità che questo Consiglio arrivi a realizzare un minimo di normalità nel suo funzionamento.



PRESIDENTE

Comunico all'assemblea un problema che ho riscontrato.
La Commissione competente ha licenziato un testo che, sostanzialmente faceva riferimento ad una legge - la n. 3 del 1998 - che non è più operante. Ci sarebbero degli emendamenti tecnici che, a mio avviso dovrebbero essere presentati.
Questa è una questione di tecnica normativa, non è una questione pregiudiziale, perchè voi sapete che se si fa riferimento ad una legge con un altro testo, anche se questa legge non è più operante, vige il principio della reviviscenza, quindi, da un punto di vista strettamente tecnico rivive. Non è un problema di inammissibilità del testo uscito dalla Commissione, ma è un problema di tecnica legislativa. Infatti, dal punto di vista del rispetto di una corretta tecnica legislativa, bisognerebbe presentare degli emendamenti, che peraltro sono già stati visti in Commissione e che gli uffici hanno predisposto dopo un lavoro e uno studio assolutamente asettico.
Chiedo, pertanto, se qualche componente della Giunta vuole sottoscrivere questi emendamenti tecnici, predisposi dalla Segreteria generale del Consiglio regionale; diversamente, li sottoscrivo io. Il Regolamento prevede che gli emendamenti possono essere presentati in qualsiasi momento e di questa facoltà intendo avvalermi anch'io.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, chiedo la parola per questioni procedurali.



PRESIDENTE

Prego, Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente, abbiamo bisogno di ulteriori precisazioni rispetto a quanto lei ha detto in questo momento. Infatti, qualora ci fossero delle modifiche, necessarie ed indispensabili per rendere il testo congruo rispetto alla legislazione operante, avremmo bisogno di un ragionevole e limitato tempo di sospensione per poterle velocemente esaminare.



PRESIDENTE

Possiamo procedere in due modi: fare una sospensione di dieci minuti oppure sospendere questo punto e passare ad esaminare il disegno di legge n. 363 relativo alle tasse regionali...



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma è stato respinto!



PRESIDENTE

Consigliere Papandrea, non è stato respinto. Per analogia, si pu applicare il principio della mancanza del numero legale, perché, non essendoci stato neanche un voto contrario, si può riproporre la votazione.
Ovviamente, prima sono obbligato a trattare il punto all'o.d.g. che stiamo esaminando, a meno che l'aula non ritenga di esaurirlo facendo, per esempio, una richiesta di sospensione. In quel caso, posso riproporlo.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Abbiamo chiesto semplicemente cinque minuti...



PRESIDENTE

Va bene, accordo cinque minuti di sospensione.
Prima, però, do la parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente. Ho ascoltato accuratamente l'intervento del Presidente Riba, che condivido parola per parola.
Il collega Riba ha perfettamente ragione: questo argomento deve essere ripensato dall'intera maggioranza, tant'è che io non sono in grado, come la Consigliera Manica, di esaurire il mio compito e dovere di Consigliere regionale con una sospensione di cinque minuti.
Ho predisposto una quarantina di emendamenti, perché il problema deve emergere. Per evitare l'"impasse", chiedo che si proceda alla votazione dell'inversione dei punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

Ricordo che per votare l'inversione dei punti all'o.d.g. occorre fare una richiesta di sospensione del punto che stiamo esaminando.
Ha chiesto la parola il Consigliere Gallarini; ne ha facoltà.



GALLARINI Pierluigi

Grazie, Presidente. Ritengo di dover intervenire come relatore.
Non mi riguardano, dal punto di vista politico, le osservazioni del collega Brigandì e le questioni che penso verranno affrontate dai colleghi ognuno nel proprio ruolo.
Alla luce di quanto ha detto il collega Riba, vorrei non tanto contestare alcune sue affermazioni, quanto integrare la relazione precedente. Poi, naturalmente, la Giunta potrà esprimere la propria opinione, così come ha fatto in Commissione con l'Assessore Burzi, dove il provvedimento è stato sviscerato e trattato per un tempo congruo rispetto al peso specifico del provvedimento stesso.
Il collega Riba dice che la relazione è scarna. E' vero, e nonostante non l'abbia stesa io, ma gli uffici, mi assumo il compito di integrarla a braccio, per quanto mi è possibile, perché dopo l'illustrazione dell'Assessore Burzi c'è stata una discussione piuttosto lunga, seguita da repliche dell'Assessore stesso, in Commissione.
Il problema dei fondi statali da reimpostare riguarda soprattutto la Giunta. Innanzitutto, questo provvedimento si pone l'obiettivo di rinegoziare una quantità di mutui, mi sembra circa 800 miliardi, che rappresentano il 50% dei mutui che la Regione ha in capo ad oggi, mutui contratti nel corso di tutti questi anni.
Se ricordate, in Commissione è stato detto che alcuni mutui sono stati contratti, a suo tempo, con durata decennale, quindicennale e ventennale.
Mi sembra che la maggior parte siano stati contratti addirittura con l'interesse del 17%...



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Gallarini, ma non era sull'ordine dei lavori il suo intervento...



GALLARINI Pierluigi

No, assolutamente, l'ho detto all'inizio.



PRESIDENTE

Va bene.
Colleghi, ho deciso di accordare dieci minuti di sospensione, quindi penso che gli altri interventi siano superati.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.14 riprende alle ore 16.25)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
In seguito alla sospensione e in seguito all'intervento del Consigliere Brigandì, ha chiesto la parola l'Assessore Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Grazie, Presidente. Molto velocemente, sui due argomenti che sono stati sollevati, dapprima dal Presidente del Consiglio, successivamente all'intervento del collega Riba, e poi dal Capogruppo della Lega, Brigandì.
In funzione di quest'ultimo e dell'ipotesi di linea emendativa che il collega suggeriva o ipotizzava nell'ambito della legge che stiamo discutendo, la Giunta vuole verificare tale linea emendativa proposta o ipotizzata da un collega della maggioranza, onde poterla approfondire.
La Giunta chiede, pertanto, la sospensione della discussione del disegno di legge in oggetto, ma non prima di aver precisato un passaggio che è stato toccato dal Presidente del Consiglio, in merito agli emendamenti tecnici di riscrittura.
Il Presidente Gallarini non ha avuto il tempo di ricordare, nel suo intervento - che era nel merito - che, nell'ambito della discussione di questo disegno di legge in I Commissione, c'è stato un momento di confronto in termini di ipotesi di riscrittura giuridica.
Ora, "nulla questio", da parte della Giunta, di sottoscrivere emendamenti formali, però stiamo creando un precedente rispetto al colloquio tra due Uffici legislativi, perché evidentemente il disegno di legge, che la Giunta ha passato al Consiglio affinché venisse discusso, è stato vagliato, su questo e su altri temi, dall'Ufficio legislativo della Giunta. Normalmente, - mi correggerà se sbaglio la Presidenza del Consiglio attuale o coloro che, avendo partecipato a più legislature, hanno più esperienza di me - le riscritture di natura giuridica non sono mai state considerate emendamenti da qualunque fonte provenissero, proprio perch sono degli adeguamenti formali, senza necessità di avallo di amministrazione politica. Quindi, su questo punto, prima di sottoporre emendamenti che, pur di natura tecnica, costituiscono un precedente, vorrei che gli Uffici legislativi del Consiglio e della Giunta si confrontassero su quale sia la linea più utile per giungere ad un testo giuridico rispondente alla legislatura vigente.
Ritorno al punto principale relativo alla richiesta di sospendere l'argomento in discussione, onde consentire alla Giunta e all'Assessore competente di verificare, insieme all'intera maggioranza, la linea emendativa preannunciata dal collega Capogruppo della Lega.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Rilevo un certo imbarazzo, perché sono due i problemi che abbiamo.
Un problema, caro Assessore Burzi, è quello politico che ha posto il collega Brigandì, proponendo una serie di emendamenti al provvedimento.
Questa questione non può essere considerata un fatto tecnico, imputabile ad una controversia tra gli Uffici legislativi. Troppo comodo! Sono due questioni molto diverse.
Il Consigliere Brigandì, esponente della maggioranza, ha chiesto la parola per sollevare una questione che riguarda un provvedimento che avete considerato di massima urgenza. Ha annunciato trenta emendamenti. Questa è una prima questione che non può essere considerata tecnico-amministrativo ma politica e si sta ripetendo per la decima, ventesima, trentesima volta in questo Consiglio regionale, in questa maggioranza.
Poi c'è un problema tecnico. Nel senso che gli uffici hanno ritenuto di riscrivere alcuni emendamenti, anzi, di riscrivere, di fatto, l'intero testo del provvedimento. Se voi date una scorsa all'articolato scoprirete che gli uffici hanno riscritto completamente l'art. 1.
Si tratta, quindi, di tecnica legislativa, e non vedo, per la verità un problema di merito; non vorrei, però, che questo facesse passare in secondo piano il problema politico. Il problema è che un esponente della maggioranza vi ha detto di ritirare il provvedimento e ha annunciato trenta emendamenti.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla richiesta di sospensiva dell'esame del disegno di legge n. 364.
Il Consiglio approva.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Iscrizione all'o.d.g. ed esame disegno di legge n. 363: "Provvedimenti in materia di tasse regionali". Presentazione questioni pregiudiziali di merito e sospensive


PRESIDENTE

A questo punto, ripropongo l'iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 363, ricordando che nella precedente votazione non è stata raggiunta la maggioranza qualificata.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'iscrizione all'o.d.g. del disegno di legge n. 363.
Il Consiglio approva.
Passiamo pertanto all'esame di tale disegno di legge.
Sono state presentate alcune questioni pregiudiziali di merito e alcune questioni sospensive. Sono ammissibili poiché presentate prima dell'inizio della discussione.
Prima si fa la relazione, poi si passa alle questioni pregiudiziali di legittimità e di merito. Infine, si fa la discussione generale e poi l'esame dei singoli articoli.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Ho l'impressione che lei stia innovando non solo una prassi, ma anche l'interpretazione di una disposizione regolamentare che a me pare particolarmente chiara.
Le questioni pregiudiziali e le questioni sospensive devono essere discusse prima che abbia inizio la discussione. La fase di relazione è una fase del tutto interna alla fase di discussione, tant'è vero che sul provvedimento del buono scuola - se lei ricorda - si è aperta una lunga discussione sul fatto che all'Assessore Leo potesse essere data la parola in sede di relazione, lasciando impregiudicato il diritto di alcune minoranze a presentare sull'argomento stesso questioni pregiudiziali e sospensive. L'interpretazione mi sembra univoca, la prassi mi sembra convergente con questa univoca interpretazione.
Le ricordo, Presidente - se mi sta seguendo - il precedente sulla discussione del provvedimento relativo al buono scuola: lei stesso intervenne sul provvedimento per dare la parola all'Assessore Leo per la relazione, dichiarando che, in deroga alle disposizioni regolamentari, la fase di discussione delle questioni pregiudiziali e sospensive avrebbe seguito, e non già preceduto, come dice l'art. 63 del Regolamento, la discussione di merito del provvedimento.
Presidente, la invito a seguire i canali ordinari del nostro Regolamento e, quindi, a mettere in discussione le questioni pregiudiziali e sospensive; poi, solo successivamente, a dare luogo alla discussione con la relazione e, se lo desidera, con un intervento dell'Assessore.



PRESIDENTE

Colleghi, non è andata così, perché il provvedimento sui buoni scuola non aveva tecnicamente una relazione, in quanto era uscito dalla Commissione senza un'approvazione.
Comunque, penso che voi abbiate ragione. Se è una questione di prassi vorrà dire che oggi questa prassi verrà instaurata e sancita. Pertanto inizio dalla trattazione delle questioni pregiudiziali e sospensive.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Presidente, può darsi che la questione che le pongo sia una questione che non esiste e che la mia memoria mi tradisca.
Presidente, la questione che sto ponendo riguarda specificamente lei.
Può darsi che mi stia sbagliando, però ricordo che, in fase di discussione dei buoni scuola, ad un certo punto, era stato detto alle forze che sollevavano problemi di modifiche dell'o.d.g. che quel problema andava posto all'inizio dei lavori. Cioè, quando si apriva la seduta si poneva quel problema, altrimenti non sarebbe stato successivamente affrontato.
Oggi ci siamo trovati di fronte ad una situazione diversa. Oggi la maggioranza ha proposto delle modifiche all'o.d.g., addirittura l'inserimento di un nuovo punto, proprio quello dei buoni scuola, e non lo ha fatto in apertura di lavori.
Voglio capire se d'ora in poi seguiremo questa nuova prassi: mi pu andare bene, non mi oppongo, però, se non è così, se si mantiene la prassi sulla quale mi sono soffermato precedentemente e che ricordavo fosse stata instaurata, vuol dire che nella seduta di oggi, perlomeno, ci siamo trovati di fronte ad un atteggiamento da parte del Presidente diverso, non so se perché a porre il problema fossero forze politiche di maggioranza addirittura la stessa formazione politica del Presidente: la questione mi imbarazza non poco.



PRESIDENTE

La ringrazio.
Lei sa che le sedute sono due: mattutina e pomeridiana, quindi, i problemi sono stati posti puntualmente all'inizio della seduta.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

Iniziamo dalla trattazione delle questioni pregiudiziali di merito, ai sensi dell'art. 63 del Regolamento. Ho la necessità di venti secondi per poter decidere.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Le ricordo che desidero sospendere la seduta per due minuti perché devo verificare le questioni.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.40 riprende alle ore 16.44)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che sono state presentate otto questioni pregiudiziali e tre questioni sospensive.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Prima che si arrivi ad esaminare le pregiudiziali, vorrei precisare che il collega Papandrea ha posto un problema di ordine reale: ha detto che l'inserimento di un punto all'o.d.g. è possibile soltanto all'inizio della seduta.
Ora, noi abbiamo provato ad inserire il punto all'o.d.g. all'inizio della seduta ed è stato respinto; dopodiché, la seduta pomeridiana è iniziata, quindi questo punto all'o.d.g. non può essere inserito.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Vi ringrazio delle precisazioni e delle richieste, ma ho già deciso per l'inserimento, perché il punto non è stato respinto: non si è arrivati ad una votazione valida per mancanza di un voto, quindi non è stato respinto.
Chiedo scusa, ma ho deciso in questo senso, quindi andiamo avanti con la discussione.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

No, ma quando c'è una prenotazione... Chiedo scusa, quando sarà fatta una prenotazione e la stessa non raggiungerà il quorum - non che sarà respinta, ma non raggiungerà il quorum - allora, a mio avviso, sarà possibile riproporla. Questa è la mia decisione, quindi non darò la parola su un dibattito di ordine procedurale.



(I Consiglieri Papandrea e Marcenaro chiedono la parola)



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. Il Consigliere Papandrea ha posto una questione chiedendole cortesemente un chiarimento su un punto che riguardava non la questione dell'inserimento dell'attuale provvedimento in discussione, ma su quanto è avvenuto nel corso della discussione di oggi, quando non la richiesta di inversione, ma di introduzione di un nuovo punto all'o.d.g.
(quello sui buoni scuola avanzato dal Consigliere Brigandì) è stato messo in votazione a seduta iniziata mentre in passato su questo punto lei era stato tassativo nel pretendere che, affinché fossero ammissibili, tali richieste dovevano essere presentate in forma scritta prima dell'inizio della seduta.
Siccome desideriamo semplicemente avere una Presidenza che non abbia due pesi e due misure, chiediamo che su questo punto lei dia un chiarimento: se si è trattato di un errore, è sufficiente ammetterlo.
Siccome questa è prassi che tutti ricordano, vorremmo semplicemente avere da lei il chiarimento necessario. La questione posta dal Consigliere Papandrea non riguarda il punto inserito. E' chiaro?



PRESIDENTE

La ringrazio della precisazione, perché l'intervento del Consigliere Riggio sembrava si riferisse all'altro punto.
Ad ogni modo, la precisazione è in questo senso.
La richiesta del Consigliere Brigandì è arrivata prima che fossero esaurite le formalità relative all'o.d.g. (è un po' come quando nel processo vengono avanzate più questioni di carattere pregiudiziale o preliminare: prima arrivano quelle pregiudiziali e poi quelle preliminari).
La proposta del Consigliere Brigandì si riferiva alla formazione dell'o.d.g. ed è arrivata immediatamente dopo rispetto ad un'altra richiesta relativa alla formazione dell'o.d.g. Quindi, io ho ritenuto non esaurite le formalità relative alla formazione dell'o.d.g.
Pertanto, la mia risposta è in questo senso: se prima dell'esaurimento delle formalità relative all'o.d.g., che vengono fatte all'inizio della seduta, arrivano delle richieste di inserimento di punti all'o.d.g. sono ammissibili. Nel caso dei buoni scuola avevo posto il limite perché erano richieste che arrivavano con richiesta scritta. Allora, visto che arrivavano con richiesta scritta da un punto di vista...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

Forse non mi faccio capire bene, ma la mia volontà è cercare di rispondere a lei e al Consigliere Marcenaro.
Avevamo stabilito una tempistica e avevamo stabilito a priori quando si sarebbe chiusa la fase relativa alla formazione dell'o.d.g.
La richiesta del Consigliere Brigandì è ammissibile, perché è stata fatta in quel momento. Se fossero arrivate dieci richieste di inserimento di punti all'o.d.g., ovviamente ci sarebbero state le richieste per intervenire e avremmo discusso all'inizio la prima, e probabilmente l'avremmo votata, in seguito, la seconda e, poi, la terza. E' una procedura normale. Anche in un processo, quando avviene la richiesta di diverse eccezioni, se sono tante, normalmente il Giudice chiede di conoscere con anticipo quali saranno tali eccezioni e ne calendarizza la trattazione.
Spero di essere stato chiaro.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Presidente, lei è stato molto chiaro, però voglio precisare che la prassi di introdurre la proposta scritta è successiva alla prassi di alzare la mano. Oggi, non abbiamo avuto delle mani che si sono alzate in contemporanea, ma abbiamo avuto prima una mano alzata e la discussione di un punto; finita la discussione di quel punto, che non è stato accettato in quel momento, e non prima, è stata richiesta un'ulteriore modifica.
Se la prassi è questa, d'ora in poi sarà così: finito un punto rialziamo la mano; però, non si possono seguire prassi diverse per ogni volta. Non si può chiedere una volta di alzare la mano, l'altra di avere la contemporaneità delle richieste, per di più scritta, e la volta successiva seguire un'altra prassi.
Accetto questa prassi, ma d'ora in poi si procederà in questo modo: dopo che si è discusso un punto, se ne inserisce subito un altro, perch qui non vi è stata una richiesta contemporanea. Vi è stata prima una richiesta da parte di alcuni Consiglieri che hanno chiesto di modificare e invertire e, successivamente, dopo la votazione, c'è stata una richiesta successiva di introduzione di un altro punto. Non c'è stata la contemporaneità. Se questa è la prassi, ci adeguiamo. Chiediamo, però, che si segua sempre la stessa prassi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Volevo fare una brevissima precisazione di carattere autentico, visto che si interpreta la mia richiesta.
Fermo restando che condivido pienamente l'impostazione della Presidenza dell'assemblea, volevo precisare due questioni.
Innanzitutto, che il comma quinto dell'art. 51 parla di casi eccezionali, quindi è già un'ipotesi che la Presidenza può e deve aver considerato. Inoltre, mi pare che questa assemblea sia sovrana, quindi se ci fossero stati dei problemi nella votazione dell'inversione dei punti all'o.d.g. si doveva intervenire prima della votazione e non a votazione avvenuta quando ormai l'inversione c'è stata, perché sarebbe un meccanismo che va a inficiare la sovranità dell'assemblea.



PRESIDENTE

A questo punto, possiamo iniziare l'esame delle pregiudiziali.
Questione n. 1: "In attesa della convocazione della Conferenza Regione Autonomie Locali", presentata dai Consiglieri Manica, Marcenaro, Riba Riggio, Placido, Ronzani, Suino e Muliere.
Sono a disposizione cinque minuti per l'esame di ogni pregiudiziale.
Dopo tutti gli interventi, ci sarà una votazione unica. Ricordo che è possibile l'illustrazione da parte dei presentatori. In seguito, si svolgerà un dibattito unico durante il quale potrà intervenire, ai sensi dell'art. 63, comma 2, un oratore per ciascun Gruppo.
Iniziamo con l'illustrazione, proseguiamo con la discussione e infine con la votazione.
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

Credo, Presidente del Consiglio, e soprattutto, Presidente della Giunta, che tutti sappiamo di essere in una discussione particolarmente impegnativa e difficile su un tema di grande rilievo, che riguarda grandi questioni sulle quali normalmente si delineano le identità delle coalizioni, delle proposte politiche e programmatiche e sulle quali ci si confronta con il corpo elettorale, con i cittadini della nostra Regione.
Pertanto, i cittadini della nostra Regione sono chiamati a giudicare la coerenza fra le impostazioni e le proposte programmatiche che a loro sono state presentate e i risultati delle politiche che concretamente vengono perseguite e adottate.
In questo caso, a noi pare che sia del tutto evidente che ci troviamo di fronte a una scelta che mi sembra contraddire in modo vistoso quello che è stato il programma politico-elettorale con il quale lei, Presidente, e la maggioranza, che lei dirige ed è il "leader", si è presentato al corpo elettorale.
Dico questo perché la tematica delle imposte non ha avuto lo stesso peso e lo stesso tipo di impostazione nel corso di questi anni e nell'ultima campagna elettorale, cioè nel programma che avete presentato agli elettori.
Per noi, la linea della riduzione della pressione fiscale è stata perseguita, ma all'interno di un quadro che vedeva l'emergere e il manifestarsi anche di altre priorità e tra queste l'esigenza di finanziamento dello Stato sociale. Quindi, ci muoviamo in una discussione che avviene, a nostro parere, in questo quadro.
Per questo motivo, merita di essere una questione che dovrà trovare in questo Consiglio regionale, con calma e con pacatezza, ma anche con fermezza, la possibilità di un dibattito che dia atto ai cittadini piemontesi del tipo di scelta che viene compiuta.
Per quale motivo poniamo una serie di questioni preliminari e pregiudiziali? Perché - mi rivolgo in particolare al Presidente della Giunta - una decisione come questa meriterebbe di essere esaminata almeno da due punti di vista.
Il primo riguarda il contenuto specifico, che è alla base della decisione di aumentare l'imposizione fiscale, cioè la questione della sanità.
Penso che, anche in presenza di discussioni impopolari e difficili come quelle che riguardano le politiche fiscali, queste richiedano, da parte dei cittadini, oltre che da parte del Consiglio regionale, la consapevolezza e la possibilità di valutare che tali decisioni vengano prese in un quadro nel quale i problemi che sono emersi con il forte deficit sul terreno della sanità, manifestato nel corso di questi ultimi anni, vadano in una prospettiva di risanamento.
Sappiamo che con la proposta da voi avanzata di incrementare l'aliquota IRPEF da 0.9% a 1.4% si tocca il tetto a disposizione delle Regioni per le loro manovre sul piano dell'IRPEF. Questo significa semplicemente che, in assenza di un disegno convincente di risoluzione dei problemi di equilibrio della spesa sanitaria, si ricorrerà, nel corso dei prossimi esercizi, ad ulteriori misure che dovranno probabilmente accompagnare l'aumento dell'imposizione fiscale, misure di compartecipazione alla spesa (non escludiamo, data la dimensione del debito, che vi prepariate a farlo già nel corso di questo esercizio).
Come sapete, la seconda questione legata a questo problema è la valutazione del bilancio, argomento sul quale ritorneremo in futuro. E' singolare che una decisione così rilevante sia presa da una Giunta che non presenta il documento di bilancio, non mettendo in condizioni di valutare se esista, in tutto o in parte, la possibilità di soluzioni alternative a quella che voi prospettate.
Aggiungo, e concludo su questo punto, che a noi pare che questo dovrebbe essere fatto naturalmente, non con un provvedimento arrivato in Commissione alla fine della settimana scorsa e calendarizzato in due giorni, senza un minimo di concertazione, di discussione e di verifica con l'insieme delle altre istituzioni per una valutazione che associ le forze e le istituzioni rappresentative del Piemonte su una scelta così importante.
Ci pare, dunque, che alle questioni che portano ad una nostra opposizione per quanto riguarda la sostanza e i contenuti della decisione che voi prendete, si aggiunga un elemento di fortissima crisi per quanto concerne la metodologia, che, in questa occasione, come in altre peraltro avete deciso di seguire, non mettendo la società piemontese, su un punto e su una misura così rilevante, nella condizione di operare una valutazione che, a nostro giudizio, avrebbe il diritto di fare, esprimendo la propria opinione e contribuendo, quindi, a scelte che noi pensiamo potrebbero andare in direzioni diverse da quelle che voi indicate con questo provvedimento.



PRESIDENTE

Procediamo con l'esame della seguente questione pregiudiziale.
Questione n. 2: "In attesa di approvazione del nuovo Piano Sanitario Regionale", presentata dai Consiglieri Manica, Marcenaro, Riba, Riggio Placido, Ronzani, Suino e Muliere.
La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.



RIGGIO Angelino

Presidente, si pone una questione di carattere pregiudiziale perch questo provvedimento non riguarda un puro e semplice finanziamento dell'attività regionale, ma riguarda una quota estremamente rilevante di quella che è l'attività di gestione della Regione.
In occasione della terza rilevazione trimestrale, il collega Gallarini ci ha spiegato che il contenimento della spesa era arrivato al punto in cui era arrivato grazie a provvedimenti che erano stati assunti in assenza di provvedimenti di carattere strutturale. Non voglio dire nulla a proposito del fatto che, in realtà, più che un vero e proprio contenimento del disavanzo si è trattato di un contenimento dell'incremento del disavanzo, a cui ha contribuito non poco il fatto che il Fondo Sanitario Regionale sia stato adeguato dai provvedimenti, dai fondi che arrivavano direttamente dallo Stato.
Non voglio nemmeno accennare alle conseguenze che tutto ciò ha comportato dal punto di vista del contenimento dei servizi nei confronti dei cittadini.
Ci troviamo adesso in presenza di un provvedimento che la Giunta regionale ha già predisposto, che è il nuovo Piano Sanitario regionale. Io qui voglio far finta che il nuovo Piano Sanitario regionale sia coerente con le leggi esistenti e quindi, tanto per incominciare, con la prima legge a cui dovrebbe uniformarsi, che è quella del Piano Sanitario precedente che recita: "Il Piano Sanitario è lo strumento di programmazione complessiva di settore con il quale la Regione, in coerenza con le previsioni del Piano Sanitario Nazionale, nell'ambito del Programma regionale di sviluppo, e previa valutazione delle risorse mobilitabili definisce gli obiettivi e le linee di governo del servizio sanitario regionale".
Al comma 2 recita: "Il Piano Sanitario Regionale si articola in azioni programmate, progetti e obiettivi. In particolare, contiene: a) gli obiettivi di prevenzione, cura e riabilitazione e le priorità di carattere generale b) gli obiettivi specifici da perseguire attraverso i progetti obiettivo c) i criteri per la definizione della rete dei servizi e dei presidi d) i livelli assistenziali da garantire in condizioni di uniformità sul territorio regionale e) i risultati attesi nel periodo di vigenza del Piano Sanitario Regionale delle azioni programmate e gli indizi operativi per il loro raggiungimento f) le modalità di reperimento delle risorse finanziarie necessarie g) gli indirizzi per l'integrazione dei servizi sanitari e dei servizi socio-assistenziali".
Faccio finta che il nuovo Piano Sanitario Regionale contenga tutto ci e quindi sia coerente con le leggi esistenti. Purtroppo, tutti sappiamo che così non è. In ogni caso, qualcosa in comune abbiamo: sia maggioranza che opposizione si aspettano che dal Piano Sanitario Regionale derivino dei provvedimenti di carattere strutturale che portino, effettivamente, ad un contenimento della spesa.
Questo sarebbe importante e pregiudiziale rispetto a questo provvedimento, perché la Giunta regionale, sia tramite gli organi di stampa, sia per quanto è scritto nell'articolato del disegno di legge prevede che questo disegno di legge riguardi soltanto ed esclusivamente l'anno 2002. In pratica, il provvedimento, così come è stato presentato, si qualifica come "una tantum", cosa della quale non siamo assolutamente convinti, perché in assenza di provvedimenti di carattere strutturale - e di questo può essere testimone il collega Gallarini che lo ha detto pubblicamente - non abbiamo assolutamente alcuna certezza che il disavanzo che vi è stato quest'anno non si riproponga, magari ancora più gravemente l'anno prossimo. I provvedimenti che, ad esempio, sono stati assunti in merito al blocco delle assunzioni, nel momento in cui decadranno porteranno inevitabilmente ad un aumento della spesa, così come si andrà inevitabilmente incontro ad un aumento della spesa quando, esaurite le scorte di magazzino, i Direttori generali, che per il momento non stanno facendo acquisti, saranno costretti a farli, oppure ancora quando le varie aziende fornitrici si saranno stancate di ricevere un trattamento particolarmente devastante da parte delle nostre AA.SS.LL., che, su Il Sole 24 Ore, sono state indicate come le più lente, in assoluto, nel pagare.
Per cui, questo provvedimento, nella forma e nella struttura, dovrebbe non precedere, ma seguire il provvedimento di programmazione sanitaria regionale, che può dirci con sicurezza quali sono le compatibilità economiche e quindi la caratteristica di questo provvedimento.



PRESIDENTE

Procediamo con un'altra questione pregiudiziale.
Questione n. 3: "In attesa della definizione del deficit sanitario piemontese per l'anno 2001", presentata dai Consiglieri Manica, Marcenaro Riba, Riggio, Placido, Ronzani, Suino e Muliere.
La parola ancora al Consigliere Riggio per l'illustrazione.



RIGGIO Angelino

Questa pregiudiziale è collegata al fatto che noi supponiamo questo deficit, così come è stato indicato nell'anno 2001 nelle cifre indicate dalla Giunta regionale.
Questa assemblea è testimone del fatto che le cifre indicate in questo Consiglio sono state quanto mai contraddittorie.
Proprio in questi giorni abbiamo potuto leggere su un quotidiano cittadino che il disavanzo del Mauriziano è di gran lunga superiore rispetto a quello che si pensava, ed è nato un contenzioso non da poco tra l'Assessorato e il Mauriziano. Quest'ultimo sostiene di dover ricevere come prestazioni effettuate, una cifra importante (si parla di centinaia di miliardi). L'Assessorato, invece, sostiene che si tratti di disavanzo.
Ricordate quando abbiamo esaminato le interrogazioni che avevamo presentato in seguito alle delibere del 7 gennaio? Dopo quelle interrogazioni ci fu un piccolo giallo, perché in merito al disavanzo del Mauriziano, che era stato indicato in 56 miliardi, l'Assessore ci spiegò che era soltanto di 3 miliardi, con una differenza di 53 miliardi. A questo punto, avevamo chiesto che venisse "spalmata" su tutte le Aziende Sanitarie Regionali perché le ipotesi dei tagli che erano state fatte a gennaio erano su 348 miliardi, complessivamente per le 29 Aziende sanitarie. Se da questi 348 miliardi fossero stati sottratti i 53 del Mauriziano, sarebbe stato giusto imporre dei vincoli notevolmente più ridotti a tutte le singole Aziende.
Questo è un primo caso.
Il secondo caso è quello che abbiamo potuto vedere dopo la seconda rilevazione trimestrale. Si parlava già di un disavanzo tendenziale di 700 miliardi, e già allora era di 328 miliardi. Veniamo a scoprire alla terza rilevazione trimestrale che questo disavanzo miracolosamente era arrivato a 343 miliardi, anzi, arriverà a 343 miliardi alla fine dell'anno. Quindi dai 328 della seconda rilevazione trimestrale, dopo appena sei mesi arriviamo a 343 miliardi; vale a dire che gli ultimi sei mesi ci avrebbero dato, con un colpo di bacchetta magica, addirittura un disavanzo di appena 15 miliardi.
Naturalmente, l'ipotesi è poco credibile e pertanto è corretto aspettare l'ultima rilevazione trimestrale, sulla quale - ahimè l'Assessore deve rassegnarsi - noi chiederemo l'ennesimo Consiglio straordinario. Ricordo con quanta insofferenza l'ex Consigliere Ghiglia reagiva di fronte alle richieste che, soprattutto con la collega Suino abbiamo presentato per la convocazione di Consigli straordinari sulla questione del disavanzo.
Penso che noi, come opposizione, possiamo rivendicare il fatto che se oggi la Regione Piemonte si è dotata di forti politiche di controllo sulla spesa sanitaria - non sto a discutere sulla qualità di tali politiche di controllo, perché sono convinto che contengano un forte difetto di dirigismo e di limitazione della capacità manageriale dei Direttori generali e di forte limitazione della capacità di indirizzo dei Sindaci questo è in gran parte merito di un'opposizione attenta e molto vigilante quale è stata quella che abbiamo condotto nella passata legislatura.
Tra l'altro, voglio ricordare che, a proposito dell'attesa della cifra definitiva, c'è stato un grosso contenzioso alla fine della passata legislatura. Noi, come opposizione, dicevamo che c'era un disavanzo di 3.500 miliardi; la Giunta regionale e il centrodestra, e, in particolare il candidato del centrodestra e Presidente della Giunta regionale on. Enzo Ghigo, hanno più volte detto che quella cifra non era vera. Abbiamo dovuto aspettare quasi due anni per poter avere la conferma che la nostra cifra era effettiva.
Ora, di fronte a tutti gli episodi che ho citato (il Mauriziano, la rilevazione trimestrale e il disavanzo in generale), è giusto e legittimo aspettare il consuntivo del disavanzo effettivo.



PRESIDENTE

Andiamo avanti con un'altra questione pregiudiziale.
Questione n. 4: "In attesa della presentazione di uno studio sull'impatto dell'imposta sulle famiglie piemontesi e sulla domanda di beni e servizi" presentata dai Consiglieri Manica, Marcenaro, Riba, Riggio, Placido Ronzani, Suino e Muliere.
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, nei giorni scorsi tutti noi siamo stati invitati in Sala Morando e, in quell'occasione, abbiamo assistito, attraverso la proiezione di alcuni lucidi e attraverso una serie di ragionamenti, al fatto che saremmo in presenza di una manovra di rientro e di intervento sulla sanità piemontese incamminata sulla via del risanamento (perlomeno questo è quanto è emerso da quella discussione, dalle letture e dalla visione di quei lucidi). Quindi, un quadro ottimistico della situazione per quanto riguarda gli interventi compiuti e per quanto riguarda le prospettive della sanità piemontese.
Nello stesso momento in cui il Presidente della Giunta e gli Assessori competenti presentano questo quadro della situazione della contabilità e delle finanze della sanità piemontese, la Giunta presenta in Consiglio un provvedimento che riguarda naturalmente il 2001: un ricorso all'addizionale IRPEF.
Ora, non staremo in questa sede a polemizzare - lo faremo nella discussione generale - sul fatto che questa maggioranza si era presentata ai piemontesi promettendo che non avrebbe aumentato le tasse: non io, ma voi avete fatto questo! In questa occasione, vi è un fatto che mi sembra davvero enorme, e cioè che discutiamo di una manovra che preleverà dalle tasche dei contribuenti piemontesi 350 miliardi. Di questo si tratta: noi parliamo di una manovra economica e dell'addizionale che viene saturata nel senso che la Giunta regionale decide di saturare la possibilità di ricorso all'addizionale, e questo comporterà un gettito per la Regione Piemonte di 350 miliardi, che pagheranno i contribuenti piemontesi.
Diverso sarebbe stato - sarei stato comunque contrario - se avessimo collocato questa discussione all'interno di un certo contesto: la Giunta regionale discute un bilancio, che è lo strumento e il documento di contabilità regionale, dentro quel quadro ovviamente cerca di incidere sulle risorse disponibili, riduce gli sprechi, realizza economie, e, a quel punto, decide - se lo ritiene, visto che la legge lo consente - di fare ricorso ad una manovra di addizionale sull'IRPEF. Ma lo decide a quel punto, e soltanto una volta che, attraverso l'esame del bilancio, ha accertato che non esistono alternative a quel tipo di politica, a quel tipo di ricorso all'imposizione.
Questo non è avvenuto: noi discutiamo prima dell'addizionale, e discutiamo a prescindere quasi da tutto il resto.
Questo mi sembra davvero assurdo e fuori dal mondo, rispetto ad una logica di contabilità, una politica di programmazione anche degli interventi finanziari - e qui vengo al punto - senza valutare quale sarà l'impatto che i 350 miliardi, che le famiglie piemontesi pagheranno in più di tasse, avranno sulla domanda interna.
Non possiamo, quando fa comodo in questo Consiglio, riferirci al fatto che l'Italia e l'Europa, quindi anche il Piemonte, vivranno una congiuntura economica negativa, che tutto questo avrà un effetto sulla domanda interna che le vicende dell'11 settembre e la congiuntura economica avranno un impatto negativo sul risparmio delle famiglie, che tutto questo non può che riflettersi sulle condizioni dell'impresa, sull'occupazione, sul PIL e via discorrendo, e poi non porci il problema di come questa manovra incide sulla domanda interna e in che misura questa manovra determina un calo delle domande in una fase nella quale le politiche dovrebbero essere riorientate.
Il paradosso è esattamente questo: in una fase nella quale occorre riallocare le risorse pubbliche, riorientare la domanda per dare fiato alla domanda interna, altrimenti rischiamo una crisi che ha conseguenze negative sull'economia, voi immaginate - questo è il punto - una manovra di 350 miliardi, al di fuori di tutto, compreso il bilancio della Regione Piemonte? Per questo, sarebbe stato opportuno e giusto che, in via preliminare avessimo valutato in che misura il ricorso all'imposizione dell'addizionale incide sulla domanda regionale e sui consumi e il risparmio delle famiglie.
Cosa che voi non avete voluto fare.



PRESIDENTE

Proseguiamo con le seguenti questioni pregiudiziali.
Questione n. 5: "In attesa di conoscere il numero delle persone fisiche che saranno esentate o sottoposte al pagamento dell'addizionale IRPEF nonché l'incidenza sulle categorie dei lavoratori dipendenti e dei pensionati", presentata dai Consiglieri Manica, Marcenaro, Riba, Riggio Placido, Ronzani, Suino e Muliere.
Questione n. 6: "In attesa della verifica del bilancio regionale allo scopo di accertare le economie che è possibile realizzare per la copertura in via alternativa o concorrente per il disavanzo della sanità per il 2001", presentata dai Consiglieri Manica, Marcenaro, Riba, Riggio, Placido Ronzani, Suino e Muliere.
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Noi abbiamo presentato queste due pregiudiziali di merito, insieme ad altre che poi illustreremo, per una preoccupazione più generale che abbiamo già espresso in Commissione.
Avevamo già detto nella riunione di Commissione di venerdì - i cui lavori si sono protratti fino alle 19.00 circa per esaminare questo testo che ritenevamo molto complesso e molto particolare entrare nel merito di un provvedimento come questo, che propone circa 400 miliardi di nuove imposte ai cittadini piemontesi, in assenza di un quadro generale del bilancio preventivo.
Mi risulta - forse l'Assessore Burzi può dare un'informazione migliore in tal senso - che, ad oggi, la Giunta abbia iniziato la discussione su questo testo, ma che non sia ancora stato licenziato dalla Giunta con un voto formale, con un pronunciamento formale. Il testo è ancora molto lontano dal poter arrivare in Commissione, per cui non so, arrivati a questo punto, come possiate chiedere l'esercizio provvisorio prima di Natale. Siamo in una condizione in cui non solo non c'è bilancio, ma non c'è nemmeno un provvedimento formalmente adottato. Senza un provvedimento formalmente adottato, e comunque passato all'esame della Commissione e trasferito all'aula, diventa impossibile procedere tecnicamente alla richiesta dell'esercizio provvisorio, cioè ad una leggina di un articolo che consenta, sostanzialmente, questo.
Mentre ci si trova in una condizione come l'attuale, si pensa, invece che sia possibile e doveroso assumere un provvedimento quale quello della maggiore tassazione IRPEF per una cifra dell'ordine di 400 miliardi, da assumere in termini urgenti entro la data per legge stabilita per poter assumere tale provvedimento.
Ci pare molto singolare per alcune ragioni. Una è un esame e una strategia più complessiva di bilancio, che prescinde da un'analisi dettagliata sulla possibilità di reperire altre forme, di individuare altri strumenti, per fare fronte ad un deficit di 350 miliardi quale quello dichiarato per la sanità nell'anno in corso. Ricordo che a luglio di quest'anno la Giunta ne certificava 700 solo per il primo semestre, ma parliamo solo dei 350 in attesa di sapere come si copriranno i 1.200 dell'anno 2000 (anche questo elemento è assolutamente indefinito).
E' difficile spiegare - soprattutto ai cittadini piemontesi che dovranno pagare questo aumento significativo dell'imposta - se non erano possibili altre strade, attraverso, ad esempio, l'eliminazione di alcuni sprechi, la razionalizzazione di alcune spese, l'individuazione di eventuali alternative e strumenti, prima di ricorrere a quello più ingiusto e odioso della tassazione (sulla sanità, c'è già tassazione). Soprattutto per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, c'è già una trattenuta cosiddetta alla fonte, che fa parte del metodo attraverso il quale la sanità piemontese, il servizio sanitario, è finanziato. A questo aggiungiamo il fatto che non siamo in grado, e in Commissione non abbiamo avuto il dato che abbiamo richiesto, di conoscere neanche il numero delle persone fisiche che saranno esentate o saranno sottoposte al pagamento dell'addizionale IRPEF. Non siamo neanche in grado di capire quale potrà essere l'incidenza su alcune categorie, come quelle dei lavoratori, dei dipendenti e dei pensionati, che, come dicevo prima, sono quelle che quasi per intero finanziano il Servizio sanitario nazionale e quindi il Servizio sanitario piemontese.
Diventa molto difficile compiere un'operazione di questo genere perchè questa ricognizione non ha un significato semplicemente dal punto di vista statistico, ma ha un significato profondo dal punto di vista più complessivo della giustizia sociale e di una concezione universalistica che noi dobbiamo avere dell'erogazione di un servizio quale questo, che deve in qualche modo, essere garantito dalla struttura pubblica e, se finanziato, deve essere fatto in modo equanime dalle varie categorie della popolazione. Chi ha meno e sta già dando di più - e magari ha anche più bisogno di altri - viene ulteriormente tartassato, in questa direzione, con un meccanismo fiscale: capite bene che il meccanismo che mettete in campo aggrava e rende particolarmente perversa una situazione. Vi è un uso della tassazione regionale non per intervenire dal punto di vista dell'erogazione di un servizio per supplire ad eventuali problematiche e difficoltà, ma vi è un uso della tassazione regionale per infierire su alcune categorie.
Questo potrebbe essere il quadro che si determina se non si riesce a compiere un elemento di analisi, un calcolo in questa direzione che potrebbe, qualora si decidesse di mantenere questa impostazione - mi auguro di no, il nostro voto sarà conseguente - suggerirvi dei correttivi che, dal punto di vista della giustizia, oltre che dell'efficacia del provvedimento potrebbero intervenire sullo stesso e fare in modo che il testo di legge che ci presentate non sia lo stesso testo che ci state presentando oggi.
La ricerca delle misure alternative per coprire il disavanzo della sanità è ricerca doverosa. E' ricerca doverosa accanto ad un altro elemento, altrettanto doveroso: l'indagine sulle ragioni vere per cui il deficit si è prodotto. Vi siete mai chiesti, lei si è mai chiesto Assessore Burzi, per quanti anni e per quante legislature dovrà mantenere questo provvedimento se non interviene sulle cause strutturali del deficit? Sicuramente per tutta questa legislatura. Secondo me, consegneremo alle prossime legislature provvedimenti di sempre nuove tasse nella misura in cui non interveniamo su un deficit strutturale, quale quello della sanità.
Attualmente è l'elemento più rilevante che grava sul bilancio e che grava come problema di ordine politico-amministrativo, sulla Giunta regionale e su questo governo.
Sappiamo che non solo la discussione sul Piano sanitario non è neanche cominciata, ma che il Piano sanitario, quale quello presentato difficilmente potrà procedere velocemente e avere un qualche elemento di produttività. La sensazione che noi abbiamo è che l'intero corpo degli Enti locali piemontesi, e le stesse categorie interessate, nutrano alcune perplessità su un testo che è impossibile leggere e decifrare, in quanto demanda esclusivamente alla Giunta qualsiasi possibile scelta di merito anche quelle di dove si trovano le chiavi delle portinerie degli ospedali del Piemonte. Neanche su questo punto è possibile dire qualcosa di certo rispetto ad un testo come quello. Non si può dire ai Sindaci che non possono recarsi nelle portinerie degli ospedali per verificare la situazione dei servizi all'interno del loro Comune, perchè anche la destinazione e la sistemazione delle chiavi delle portinerie è sottoposta ed è esclusivamente una delibera di Giunta. Questo è un elemento di complicazione per arrivare a qualsiasi possibile definizione di ordine legislativo, sia in una Commissione, sia in un'aula di Consiglio regionale.
Se pensate che questa sia la soluzione ai vostri problemi, al contrario sarà un aggravamento e misure come queste, se è la strada che avete scelto di percorrere, dovrete apprestarvi ad assumerne molte.
La decisione di introdurre nuove imposte non esclude, inoltre l'introduzione di eventuali altre misure (ad esempio i ticket), perché non è detto che in questo modo si copra tutto. Di questo occorre essere pronti a renderne conto in aula ed eventualmente a pagare i giusti prezzi politici.



PRESIDENTE

Proseguiamo con l'esame delle questioni pregiudiziali.
Questione n. 7: "In attesa della verifica di possibili fonti alternative di entrata sostitutiva, in tutto o in parte, dell'addizionale IRPEF" presentata dai Consiglieri Manica, Marcenaro, Riba, Riggio, Placido Ronzani, Suino e Muliere.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Questa pregiudiziale riprende i ragionamenti precedenti, in particolare quelli relativi alla pregiudiziale riguardante l'impatto che una previsione di questo genere può avere sulle famiglie.
Siamo fortemente preoccupati e riteniamo ci sia la doverosa necessità da parte del Consiglio, di rivedere, in fase di pregiudiziale, quindi in una condizione di premessa, il ragionamento complessivo.
Vi spiego il motivo. Da tempo (dal 1998) sosteniamo l'esistenza di un disavanzo grave, pesante - lo ricordava il collega Riggio - che finalmente viene riconosciuto. Per fare fronte a questo disavanzo, in assenza di un Piano di sviluppo, in assenza di un Piano sanitario, in assenza di una legge di piano finanziaria, presentiamo un provvedimento iniquo, ingiusto di aumento della tassazione.
La pregiudiziale di merito consiste nell'evidenziare e richiedere che la Giunta e la maggioranza rispettino correttamente i compiti istituzionali di un Consiglio, quindi la presentazione degli atti necessari che abbiamo citato. Non si può, dunque, predisporre una tassa di questa natura per far fronte al disavanzo della sanità, in assenza di presentazione di Piano. Non si può presentare una tassazione così pesante in questa situazione; tutte le letture economiche ci dicono come le famiglie si trovino in una situazione di grande difficoltà, anche per un senso di sfiducia generale che sta prendendo il sopravvento e che riduce i consumi.
Oggi le famiglie sono preoccupate per la prospettiva lavoro, che vacilla; le famiglie sono preoccupate per la prospettiva legata alla liquidità reale, perché c'è un consistente aumento di tasse e una difficoltà generale.
A fronte di questo, il Consiglio regionale del Piemonte non presenta la legge di piano finanziaria, non presenta la legge di piano sanitaria, non presenta i provvedimenti dovuti all'aula, ma introduce ulteriori tasse.
Noi sosteniamo che non è necessario portare l'addizionale IRPEF dallo 0,9 all'1,4% per sanare il deficit della sanità; sosteniamo che il deficit di 1.600 miliardi, dopo tutti quelli che sono stati ripianati con il Governo Amato, con il Ministro Bindi e, in ultimo, anche con l'intervento cospicuo e significativo del Governo Berlusconi, rimangono ancora 1.600 miliardi di deficit della sanità, per non parlare delle spese sociali, che sono ridicolmente ferme al palo, in questa Regione.
Nel 2002, quattro milioni di piemontesi dovranno pagare dalle 104 alle 250 mila lire in più per nucleo familiare, e questo per sanare un deficit la cui esistenza, per anni, in campagna elettorale, è stata aggressivamente negata.
In campagna elettorale siamo stati derisi e ripudiati nelle nostre parole e poi, a distanza di pochi mesi, la prima operazione che viene fatta, in assenza di Piani, è quella di imporre un balzello, una tassa, in un momento di grave sfiducia e difficoltà per le famiglie piemontesi.
Contemporaneamente, si provvede ad aumentare i nostri "benefit", senza preoccuparsi delle famiglie che vivono, in media, con 1 milione e 700 mila lire.
Noi indichiamo soluzioni diverse e chiediamo una sede nella quale poter discutere questi problemi, Presidente del Consiglio e Presidente della Giunta, perché c'è l'espropriazione delle sedi istituzionali! Secondo le nostre conoscenze, le entrate regionali arrivano a 450 miliardi, mentre il provvedimento parla di 305 miliardi. Che fine faranno i 107 miliardi di differenza? Questo è il primo interrogativo, e mi avvio alla conclusione. Come verranno usati i 107 miliardi? Qui non c'è scritto e lo vogliamo sapere: è nel diritto del nostro ruolo.
I risparmi nelle spese correnti, pari a 140 miliardi, come utilizzo dell'avanzo di amministrazione per recuperare i restanti 203 miliardi: blocco di consulenze, blocco degli incarichi professionali, blocco delle consulenze non sanitarie. Solo con questa cifra arriviamo a superare la previsione attuale. Il 50% di taglio sulle spese di pubblicità e informazione per un anno può essere sostenuto a fronte di un sistema assolutamente funzionale, già in corso, così come si può aggiungere una bella riduzione, legata anche al grattacielo piemontese - quello, sì, è il modello piemontese - voluto dal Presidente della Giunta, Ghigo, in un eccesso di pubblicità e grande narcisismo. Soltanto quello, per la parte edilizia, aumenta di altri 170 miliardi il deficit. Questo è un modo per far entrare liquidità, prendendo atto del disavanzo esistente.
Occorre riconoscere questo disavanzo e non andare a colpire la fascia più esposta, quella del ceto medio, che è la fascia che non si trova più né nella tutela né nella prosperità, e che tra qualche anno sarà messa in ginocchio dalle conseguenze di queste scelte. Sul piano sanitario torneremo per parlarne nel merito. Grazie.



PRESIDENTE

Esaminiamo la successiva questione pregiudiziale.
Questione n. 8: "In attesa della consultazione delle rappresentanze economiche, sociali e sindacali della Regione", presentata dai Consiglieri Manica, Marcenaro, Riba, Riggio, Placido, Ronzani, Suino e Muliere.
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Idealmente, ma anche nella sostanza, mi ricollego a quanto affermato, rispetto alle altre sette pregiudiziali, i colleghi del Gruppo DS che mi hanno preceduto.
Voglio fare alcuni riferimenti alle altre situazioni. E' evidente che il problema non riguarda solo la Regione Piemonte, ma riguarda molte Regioni italiane; non tutte le Regioni, perché alcune stanno utilizzando o hanno intenzione di utilizzare l'introduzione dei ticket.
Assessore Burzi e Presidente della Giunta, potremmo dire: "Prossimamente su questi schermi!". Prossimamente su questi schermi, cioè ci saranno i ticket. Mi auguro di sbagliare e che questo film non vada in onda nei cinema piemontesi. Altre Regioni stanno pensando ad altre forme come l'introduzione dei ticket, altre Regioni hanno introdotto, o stanno per introdurre, l'addizionale IRPEF, ma ci sono anche delle Regioni che non introdurranno né i ticket né l'addizionale IRPEF.
Quindi, siamo di fronte a una differenziazione di comportamento dovuto anche a una differente gestione del problema sanitario.
Naturalmente, come potete capire, noi pensiamo che voi il problema sanitario lo stiate affrontando e gestendo male.
Avete pensato ad un'addizionale IRPEF dello 0,5% in un primo momento rivolta a tutti, in un secondo momento l'esenzione fino a 20 milioni e infine la riduzione dell'addizionale sul gas metano.
Quindi, solo in un secondo momento, presentate l'esenzione fino a 20 milioni e la riduzione dell'addizionale gas altrimenti il gettito sarebbe stato di 450 miliardi.
C'è un'ulteriore differenziazione - e in questo c'è una iniquità e lo diceva bene la collega Suino - perché, a differenza di altre Regioni, non pensate a uno scaglionamento o a una pressione diversa secondo i redditi.
Infatti, voi parlate dello 0,5% su tutti i redditi, indipendentemente dalla loro capacità contributiva.
Il Presidente della Giunta regionale - peccato che non sia presente l'Assessore Leo che è appassionato di fumetti - mi ricorda uno dei personaggi dei fumetti di Alan Ford, "Superciuc", che di giorno faceva lo spazzino o l'operatore ecologico - come si dice adesso - e di notte andava a rubare ai poveri per dare ai ricchi.
In quest'aula, di personaggi così ve ne sono tanti. Rispetto alle previsioni della campagna elettorale a qualcuno bisognerebbe dare il "bugiardino d'oro", oppure il Pinocchio. Questa è la situazione. Non mantenete le promesse fatte in campagna elettorale: negate il debito e inserite nuove tasse.
Colleghi della Lega, andate a spiegare al popolo padano che introdurrete nuove tasse. Andate anche voi, colleghi di Alleanza Nazionale a spiegare che queste sono solo le prime, non sono le ultime, perch prossimamente su questi schermi ci saranno i ticket.
Una partita di 350 miliardi voi pensate di farla senza consultare le rappresentanze economiche, sociali e sindacali della Regione Piemonte! Mentre per 35 miliardi si è sospesa la discussione in aula per incontrare in un tavolo di trattative, le rappresentanze sindacali. Facciamo veramente fatica a capire! Per questo motivo, abbiamo presentato la pregiudiziale di merito.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

E' stata consegnata un'altra pregiudiziale.
Questione n. 9: "In attesa di una nuova verifica con il Governo allo scopo di incrementare il trasferimento di fondi statali per incrementare la spesa socio-sanitaria", presentata dai Consiglieri Papandrea e Moriconi.
La parola al Consigliere Papandrea per l'illustrazione.



PAPANDREA Rocco

Altri Consiglieri hanno espresso valutazioni sul testo di legge che io condivido. In particolare, ritengo che la fretta ci abbia fatto commettere un errore grave: sulla scelta di introdurre una tassa importante non abbiamo provveduto alle consultazioni. Credo sia un elemento grave. Nel nostro Statuto è prevista la partecipazione dei cittadini, ma poi non vengono consultati su queste questioni.
Chiediamo la consultazione dei cittadini su fesserie, su questioni marginali, se istituire o meno l'Albo degli sciatori o dei maestri di sci mentre sull'introduzione della tassa per tutti i cittadini del Piemonte non vengono consultati.
Ritengo questo un elemento di gravità estrema; si consultano i cittadini anche per sentirsi dire "no", non solo per sentirsi dire "sì".
Detto questo, ritengo grave il merito della questione. Noi possiamo dire ai cittadini piemontesi che bisogna introdurre la tassa perché ci sono degli sprechi in sanità. Questi sprechi in sanità determinano il deficit allora aumentiamo le tasse. No, se ci sono sprechi che determinano un deficit, si interviene sugli sprechi, non si aumentano le tasse. Aumentare le tasse lascia le cose esattamente come stanno e, soprattutto, i cittadini rispondono di colpe non loro. Colpe compiute da coloro che hanno fatto degli sprechi e che non hanno controllato affinché gli stessi non venissero fatti.
Può darsi che non si tratti solo di questo, può darsi che gli sprechi siano un elemento non sufficiente per spiegare il deficit della sanità, pu darsi che oltre gli sprechi ci sia un'insufficienza di spesa: se le cose stanno così non si chiedono ulteriori tasse ai cittadini, ma si chiede un maggior trasferimento di risorse. Si chiede che il trasferimento di risorse sia adeguato alle necessità di salute dei cittadini.
La nostra Regione è una Regione che non spreca, magari gestisce male ma non ha una quantità eccessiva di spesa.
Qui spesso sento parlare di macroregioni. Se andiamo a vedere quanto spende pro capite, per esempio, la Regione Rhone-Alpes notiamo che è nettamente superiore alla Regione Piemonte. Il nostro Stato o la nostra Regione non spendono molto, siamo nettamente sotto la media. Se siamo posizionati sotto la media significa che siamo tra coloro che tendono ad abbassare la media stessa.
Noi chiediamo al governo della Regione di non varare il provvedimento: intervenga sul Governo, chieda ai cittadini di fare questa richiesta. Noi li appoggeremo, saremo con loro, ci mobiliteremo insieme per dire che non vogliamo pagare di più, ma vogliamo che le risorse vengano trasferite sulla sanità invece che su altre voci.
Anche per quanto riguarda la guerra, hanno mandato rapidamente i soldati in Afghanistan. La flotta costa un "casino" di soldi e non conosciamo neanche le motivazioni. Si dice che dobbiamo andare a prendere Bin Laden, ma Bin Laden non si sa se mai lo prenderemo. Non si capisce perché c'è la guerra, eppure intraprendiamo un'avventura costosissima per noi e quella è passata tranquilla.
Pertanto, dico "no", riflettiamo su come spendere i soldi.
Sapete che inoltre c'è il dibattito in merito ai 6.000 miliardi da dare o no alle ditte aeronautiche per la costruzione di certi tipi di aerei. Io dico "no", si spendano i soldi diversamente.
Ripeto, se il Presidente Ghigo e il governo piemontese sono disposti a scendere in piazza per chiedere maggiori trasferimenti di risorse affinch la sanità sia più efficace, ci troveranno con loro, ma per quanto riguarda le tasse la risposta è assolutamente "no".



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale sulle pregiudiziali di merito presentate.
Ricordo che è possibile svolgere un intervento per Gruppo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

La discussione è unica?



PRESIDENTE

Sì.



SAITTA Antonino

Con lo stesso tempo?



PRESIDENTE

Sì.



SAITTA Antonino

Dieci minuti per discutere?



PRESIDENTE

Cinque minuti.



SAITTA Antonino

Addirittura cinque minuti?



PRESIDENTE

Sì.



SAITTA Antonino

Per discutere di dieci sospensive?



PRESIDENTE

E' il Regolamento che lo dice, Consigliere Saitta: art. 63, commi 2 e 3.



SAITTA Antonino

Che sono state accorpate nella discussione?



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, se potessi, le darei volentieri più tempo, però mi sembra opportuno attenerci, anche per correttezza, al Regolamento, per non instaurare nuove prassi.
Ricordo che è possibile svolgere un intervento per Gruppo e che si hanno a disposizione cinque minuti sulla discussione generale omnicomprensiva di tutte le pregiudiziali di merito presentate.
Prego, Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Voglio solo dire che nel momento in cui si accomunano le pregiudiziali si dovrebbe anche regolamentare il tempo, perché, se si accomunano cento pregiudiziali, come si fa ad intervenire in cinque minuti? Intervengo in modo particolare sulla pregiudiziale di merito n. 3: "In attesa della definizione del deficit sanitario piemontese per l'anno 2001".
Il collega Riggio ha già indicato la necessità della definizione del deficit. L'osservazione mi pare di grande importanza poiché credo che nessuno, oggi, sia in grado di affermare l'ammontare del deficit del 2001.
Nel senso che le nostre riflessioni, anche per incardinare il disegno di legge che prevede l'aumento dell'aliquota, sono basate soltanto su una dichiarazione del Presidente della Giunta regionale in occasione dell'illustrazione di un documento, anzi, devo dire la pubblicità di un documento, la proiezione di un documento.
Il Presidente con grande enfasi ci aveva detto allora che il deficit della sanità piemontese, che soltanto nel primo semestre era arrivato a 358 miliardi, con questi dati, realisticamente, alla fine dell'anno, sarebbe arrivato a 688 miliardi. Questo è quanto ha affermato il Presidente Ghigo.
In ogni caso, nel primo semestre, si parlava di un deficit che si aggirava sui 350 miliardi.
Dopodiché, il Presidente Ghigo, senza la reazione di nessuno - noi alla rilevanza di questi episodi guardiamo con grande attenzione - ci ha detto che il deficit era diventato di 343 miliardi. Quindi, si è verificato il miracolo, nel senso che, addirittura, è meno di quanto era stato accertato nel primo semestre e sicuramente meno di quanto lo stesso Presidente Ghigo aveva indicato: 688 miliardi.
Il Presidente Ghigo, insieme all'Assessore D'Ambrosio, si è assunto i meriti, dicendo: "Abbiamo fatto una grande operazione, la nostra politica è servita".
Avete confuso due questioni, lo sapete benissimo, avete giocato un po' su alcuni dati, nel senso che avete ritenuto come elemento utile alla manovra il fatto che lo Stato ha aumentato i suoi trasferimenti. Il problema è questo: non è diminuita la spesa sanitaria rispetto alle previsioni, ma è aumentato il trasferimento statale. Infatti, voi parlate di riduzione al disavanzo come differenza tra la spesa e l'aumento del trasferimento statale. La Giunta Ghigo si è autoassegnata un risultato sulla base del maggiore trasferimento statale.
Dopodiché, sulla base di cosa ha fatto questa stima? Sul terzo trimestre: 343 miliardi.
Allora, Presidente, Assessori e colleghi, qual è il problema per quanto riguarda le revisioni trimestrali? Ho la sensazione che, in qualche maniera, queste revisioni trimestrali vengano indirizzate da parte della Direzione. Nel senso che vengono forniti indirizzi secondo i momenti e secondo le situazioni.
Ricordo la prima revisione trimestrale dove c'era stato un deficit di 84 miliardi e avevamo detto: "Guardate che si arriverà alla fine dell'anno intorno ai 1.000 miliardi". Ho detto: "No, le cose cambieranno".
In effetti, la Giunta ha avuto una grande capacità: dare indicazioni ai Direttori per quanto riguarda alcune poste del bilancio. E' la stessa manovra del patto di stabilità che porterà nel prossimo anno - ve ne accorgerete - i Direttori, per mantenere il posto di lavoro, a dimostrarsi fedeli al Presidente della Giunta, che poi li dovrà confermare. Come dire ha modificato alcune poste e ha trasferito alcune spese nel prossimo anno e si verificherà, come si è verificato per il patto di stabilità nel 2001 rispetto al 2000, che l'anno successivo la spesa sanitaria esploderà. Si verificherà una cosa di questo tipo. Quindi, ci porteremo dietro dei problemi perché si continua a nascondere l'entità reale del disavanzo: questa è la situazione. In ogni caso, ha ragione il collega Riggio, nel senso che non esiste da alcuna parte un'indicazione di 343 miliardi.
La verifica dell'accertamento, il preconsuntivo del 2001 deve essere fatto attraverso una delibera, attraverso un qualcosa e non sulle parole che cambiano secondo il momento. L'obiettivo della Giunta era che il disavanzo del 2001 non ci sarebbe stato. L'obiettivo era quello di contenere la spesa come quella del 2000, dopodiché vi applaudite da soli per il fatto che il disavanzo, anziché di 1.200 miliardi, quest'anno è stato soltanto di 600 miliardi! Grande risultato! Meno del previsto! Non è così: lo Stato vi ha dato più soldi! In ogni modo, non è certificato ed è basato su un preconsuntivo. Sono veramente curioso di sapere quale sarà alla fine dell'anno, il consuntivo del 2001.
Mi pare che lo schema sia lo stesso: non cambiate a nasconderci le cifre. Ricordo che, come nel 2000, avete detto: "Il disavanzo massimo sarà di 800 miliardi". Ricordate? Siamo intervenuti dicendo: "No, non è assolutamente così. Vi è un falso in bilancio". Vi abbiamo chiesto la delibera e lì, all'improvviso, si è scoperta la cifra di 1.200 miliardi. Anche questa volta ci troveremo di fronte alla stessa situazione.
Noi facciamo una manovra - ahimè! - su 343 miliardi, ma vi accorgerete che il disavanzo dovuto alla spesa e l'aumento del trasferimento sarà più di 343 miliardi. Sapete tutto ciò perché alcuni Direttori hanno fatto alcune operazioni sul costo del personale e, in modo particolare, sulle ferie, che porta fittiziamente a una riduzione della spesa, ma così non si tratta. In ogni caso, su questo, ci ritorneremo: d'altronde, potete cambiare opinione e dire sempre che è colpa di qualcuno! Ormai è da sei anni che siete al governo, ma, purtroppo, non si arrossisce neppure più.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Inviterei i Consiglieri della maggioranza a riflettere sulle pregiudiziali presentate, perché, secondo me, sono di grande rilevanza.
In primo luogo, credo che ci sia la questione più generale di introdurre le tasse ai cittadini che sono già sufficientemente tartassati specie i lavoratori che sono obbligati a pagare le tasse senza avere molte possibilità di eluderle, a differenza di altre categorie. Quindi, si ritrovano con un ulteriore aggravio in una Regione che, nel prossimo periodo, vedrà trasferiti migliaia di miliardi per costruire opere spesso inutili. Pensate, ad esempio, ai trampolini per le gare di sci del 2006: spenderemo tantissimi soldi per creare strutture che poi non serviranno.
Alcune strutture creeranno anche problemi. Si costruiranno tanti alberghi per avere una recettività per quel periodo e, successivamente, gli stessi alberghi si troveranno in difficoltà, per cui occorrerà assegnare loro dei contributi affinché possano continuare a stare in piedi. Questo aspetto è da considerare. Pensate al Ministro Lunardi che ha deciso di trasferire una montagna di soldi per "bucare" le Alpi come il formaggio. Pertanto aumentiamo le tasse ai cittadini per creare delle opere che non servono a molto, perché questi cittadini non andranno mai a Lione, così come non servirà il Mercantour e altre opere faraoniche che costano decine di miliardi, mentre per la Sanità, che riguarda tutti noi, i soldi non ci sono. Credo che sia un errore di fondo fare una scelta di questo genere. Si potevano fare scelte diverse.
Le altre questioni sollevate sono altrettanto serie - lo ricordava poco fa il Consigliere Saitta - perché siamo in un quadro, rispetto alla Sanità incerto e non definito. Stiamo discutendo il Piano, dobbiamo iniziare a discuterlo, però, Assessore, si assumono degli atti importantissimi. Prima di discutere il Piano sanitario dite: "Chiudiamo gli ospedali privatizziamoli, mettiamo i ticket, aumentiamo i ticket, ecc.". Cosa servono i documenti di programmazione? Mi pare che la Giunta abbia risposto chiaramente che non servono a nulla.
La cosa paradossale è che siamo a metà dicembre e dovremmo discutere del bilancio, perché una proposta di questo genere troverebbe la sua naturalissima collocazione all'interno del bilancio, invece di provvedimenti di natura finanziaria ne discutiamo al di fuori della loro effettiva collocazione. Dovrebbe essere il bilancio a definire il quadro generale all'interno del quale si collocano i singoli provvedimenti, invece non è così. Andiamo avanti con i singoli provvedimenti, mentre il bilancio non arriva.
Mi pare che quello che dovrebbe essere lo strumento principe di programmazione venga assolutamente svilito. Si cerca di fare le scelte senza farcele vedere, cioè senza permetterci di avere un quadro d'insieme per individuarle. Poi, forse, arriverà anche il bilancio. Ma, a quel punto ci chiediamo se serve. Tanto finora si è governato come si è visto.
Invece di fare un passo indietro, invece di riflettere su aspetti negativi del passato, accettiamo questo tipo di scelte, a mio avviso assurde. Penso che occorra riflettere sul fatto che questa situazione è dovuta a una scarsa capacità di programmazione. Il fatto che oggi si debbano introdurre nuove tasse ai cittadini, che toccheranno le tasche della maggioranza dei cittadini, avviene perché si è dato scarso peso alle politiche di programmazione. Invece di dire: "No, adesso cerchiamo di invertire la tendenza", diciamo: "Buttiamo a mare la possibilità di programmazione". In più, buttiamo a mare anche uno dei pochi ruoli che pu avere questo Consiglio, perché se venisse discusso all'interno della legge finanziaria probabilmente in quel contesto potremmo anche trovare delle possibilità alternative che ci possono essere in questa legge. In questo modo, ci viene impedito di farlo.
All'interno delle pregiudiziali presentate, tutti questi problemi vengono sollevati con efficacia, per cui invito i Consiglieri di maggioranza a riflettere sull'utilità di prenderli in considerazione per una discussione migliore di tutta la materia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, in questi giorni convergono tre importanti provvedimenti che la Giunta ci propone, sia questo relativo all'incremento dell'IRPEF, sia quello di una leva importante che già può essere operativa per il 2002, che è l'utilizzo della legge per i fondi immobiliari chiusi sia lo strumento, che è una specie di delega aperta sulla rinegoziazione dei mutui. Sono tre strumenti che hanno una capacità d'azione non indifferente. Ripeto: sarebbe bello vedere questo tipo d'azione che si mette in moto, legata al piano finanziario del bilancio di previsione che questo governo regionale e che questa maggioranza ci propone.
Forse alcuni elementi avremmo già dovuto ritrovarli nel documento di programmazione economico-finanziaria che tardivamente è stato depositato pochi giorni fa, a fine novembre.
Assessore, un documento di questo genere ha senso che sia operativo e depositato a settembre (a livello nazionale viene fatto a fine maggio). Se fosse delineato ai primi di settembre indicherebbe quali sono le politiche che poi si materializzano con i numeri del bilancio di previsione.
Tutto questo manca, quindi vi è una separazione tra un pezzo di politica delle entrate e l'articolazione della spesa. Tra l'altro, arrivare a ridosso della fine dell'anno senza questo strumento... In altre epoche sono così vecchio che posso parlare di "altre epoche" - vi era l'imbarazzo erano eccezionalità vissute anche, tra l'altro, con uno stato d'animo non particolarmente allegro.
Oggi, invece, ci troviamo quasi in forma fisiologica - forse è patologia questa! - a vivere questo slittamento inevitabile all'esercizio provvisorio.
Tuttavia, vorrei contestare - ho presentato degli emendamenti in merito i caratteri che sono stati toccati da quanto è stato presentato dai colleghi, la logica di questo tipo di manovra.
Capisco che ci sia un parziale fallimento di quella che è stata la strategia che questa maggioranza ha indicato nella campagna elettorale (abbassare le tasse, vivificare ulteriormente il ciclo economico) e che anche la situazione e la forza delle cose imponga, magari, delle politiche keynesiane. Quando il Presidente Bush invita la sua mamma a non cucinare in casa, ma ad andare al ristorante, attiva semplicemente una politica keynesiana di maggior spesa. E' la domanda aggregata, come ci insegnavano gli studiosi di economia negli anni '60 e '70, periodo in cui non dominava ancora il pensiero unico.
Quando si compie un'operazione sull'IRPEF, certamente è più corretta di quella dei ticket, perché è prevista la progressività e quant'altro, ma in qualche modo è un'operazione che va in controtendenza rispetto ad un'esigenza di pompare sul ciclo, sul PIL. In questo modo, concorriamo a raffreddarlo.
Allora, se si fosse coerenti, e se questa maggioranza fosse coerente con ciò che diceva in campagna elettorale, si dovrebbe vedere se, per esempio, con altri strumenti, o con questo stesso strumento dell'incremento dell'IRPEF, ma giocato in modo più dosato, si riesca a fare un'operazione che traguardi alla politica. Ecco perché dicevo che il DPEF è uno strumento importante.
Ritengo, per esempio, che ridurre il prezzo del gas metano sia un'operazione in qualche modo non progressiva, nel senso che l'umile famiglia che vive alle Vallette beneficia dell'operazione come Giovanni Agnelli che vive in collina. Se fosse stata legata ad una riduzione dell'IRPEF, essendo progressivo questo meccanismo, probabilmente i riflessi sarebbero diversi.
L'Assessore tiene molto ai fondi immobiliari chiusi. Bene, avranno una proiezione nel 2002. Perché non si può usare quella leva e ridurre, in qualche misura, l'azione dell'incremento dell'IRPEF? Perché, ad esempio - e concludo, riprendendo l'argomento con l'illustrazione degli emendamenti con la rinegoziazione dei mutui non si può pensare a qualcosa che derivi da questa operazione (si valutava circa 50 miliardi) per ridurre anche l'azione dell'IRPEF? Perché, per esempio, sui 2.000 miliardi, di cui si parla per l'ARES per agire su quanto è stato trasferito dallo Stato alle Regioni in materia di strade statali, non si attenua e non si spalma in un più lungo periodo quell'azione di mutuo, al fine di ridurre quel peso e pertanto, riuscire anche a far calare l'azione dell'IRPEF? E' una manovra più complessiva, dove sono mancati gli strumenti contabili e politici documento di programmazione economico-finanziaria e bilancio di previsione per poter fare delle affermazioni d'insieme.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Anch'io ho sottoscritto una richiesta di sospensiva nell'intento di introdurre qualche argomento in più nella discussione, per dare modo alla maggioranza di riflettere sulla decisione che vuole intraprendere.
E' già stato ribadito che sarebbe necessario provare a sentire che cosa ne dicono le famiglie su un argomento di questo tipo, perché è vero che come si è detto, si tratta di una tassa sulle imposte fisiche e non una tassa sui consumi, quindi dovrebbe avere una certa qual proporzionalità. Mi piace leggere alcuni brani tratti da un articolo ormai datato, in cui, ad esempio, si diceva che il sistema fiscale italiano, basato sull'IRPEF, ha perso da tempo ogni affinità con Robin Hood: "La progressività delle imposte non serve a ridistribuire reddito dai ricchi ai poveri, ma dal ceto medio dipendente al ceto medio autonomo, perché i 10 milioni di lavoratori dipendenti italiani rappresentano poco più di un terzo dei contribuenti italiani, ma rappresentano il 70% del reddito nazionale soggetto all'IRPEF", tanto che l'articolista, Federico Rampini, sosteneva che onestà vuole che la sigla "IRPEF" - che sta per Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche - venga ribattezzata, una volta per tutte, in "Imposta sul Lavoro Dipendente". Almeno chiamiamo le cose per nome.
C'è da dire che il 12% dei contribuenti che raggiunge il reddito di 40 milioni lordi è rappresentato da categorie quali, ad esempio, impiegati ed insegnanti. Allora, noi andremo a forzare la mano, ad aumentare le tasse su categorie di lavoro dipendente per fare cosa? Per ripianare un deficit che è stato creato, come sappiamo, anche a partire dai problemi della gestione della sanità, non considerando, tuttavia, per quanto riguarda il deficit della sanità, che da ormai un anno e mezzo che siamo in quest'aula non vengono mai proposte quelle che sono le soluzioni che dovrebbero andare a risolvere i problemi della sanità.
Il debito e lo sforamento della sanità è legato essenzialmente a quattro voci, tra le quali, ad esempio, la convenzionata esterna, i beni e servizi, la farmaceutica e gli stipendi.
In un anno e mezzo che siamo presenti in quest'aula, né l'Assessore alla sanità né il Presidente Ghigo hanno mai offerto una soluzione che vada nel senso di intervenire su queste quattro voci di disavanzo.
Le proposte avanzate, anche quelle che possiamo osservare nell'ultimo Piano sanitario regionale, non servono assolutamente a coprire questi deficit. Quindi, i cittadini torinesi sono chiamati a contribuire ad un aumento delle tasse per sanare un deficit sanitario, senza avere la possibilità di pensare che, nel futuro, tale deficit sarà colmato.
E' stato anche detto che si prevedono degli interventi da parte della Regione per realizzare delle opere, quali il Palazzo della Regione, o interventi per le Olimpiadi, che comporteranno l'esborso di cifre notevoli da parte della Regione. Chiaramente, il pensiero che potrebbe essere sotteso è che tali opere porterebbero delle ricadute positive anche a livello delle casse della Regione Piemonte.
Personalmente, sono convinto - e lo vedremo alla prova dei fatti - che faremo l'ennesima operazione di socializzare le spese e di privatizzare i ricavi. Tutti i cittadini piemontesi parteciperanno con le tasse a sostenere le spese di queste opere faraoniche, e pochi fortunati, pochi eletti, avranno la possibilità di ricavarne dei guadagni e dei ricavi.
Concludo dicendo che, in tutto questo discorso, manca comunque una visione globale del bilancio, perché non è solo la questione della sanità ma è la questione di avere un'interpretazione e una gestione del bilancio che possa permettere di risolvere questi problemi senza gravare di ulteriori tasse i cittadini piemontesi. Poi starà all'Amministrazione spiegare ai cittadini piemontesi perché dalle promesse di non aumentare le tasse si è poi passati, di fatto, ad un aumento delle stesse.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie Presidente, signori colleghi.
Il mio intervento lo vorrei fare in modo tale da dare un consiglio all'Assessore alla sanità per evitare di ripetere ulteriormente i 343 miliardi di disavanzo, che da 1.200 sono passati a 343; questo non sicuramente per l'ottimizzazione del servizio che è stato dato attraverso la sanità, ma solo perché è intervenuto lo Stato.
Vorrei limitare il mio intervento nel suggerire - e questo può essere un esempio - come cercare di ridurre i costi della sanità attraverso l'erogazione di un importante servizio, perché anche questo serve. Tutte le idee devono essere messe in atto per cercare di portare a casa i risultati di gestione in termini economici e in termini di servizio.
Mi riferisco al mancato inserimento delle prestazioni di medicina fisica e riabilitativa nei livelli essenziali di assistenza, così come di recente definiti ed approvati dalla Conferenza Stato-Regioni.
Gran parte di tali prestazioni risulta totalmente esclusa dai livelli essenziali di assistenza, mentre unicamente per la laserterapia e per l'elettroterapia antalgica è riconosciuta alle Regioni la possibilità di includere, con propria delibera, tali prestazioni fra quelle parzialmente escluse ed erogabili dal Servizio sanitario nazionale solo in presenza di determinati presupposti, condizioni e modalità.
Si sottolinea che la copertura dei costi relativi alle prestazioni totalmente o parzialmente escluse dai livelli essenziali di assistenza potrà avvenire attraverso l'adesione dei cittadini agli istituendi fondi sanitari integrativi regionali, di cui, peraltro, ancora non si conoscono condizioni e forme di adesione ed il cui costo sarà, in ogni caso, a totale carico degli assistiti.
I pazienti che ricorrono alla medicina fisica e riabilitativa sono rappresentati, nella stragrande maggioranza dei casi, da soggetti ultrasessantenni, ed il mancato inserimento di tali prestazioni nei livelli essenziali di assistenza comporterà per essi la necessità di ricorrere all'autofinanziamento personale e/o familiare ovvero, in attesa dell'istituzione del fondo sanitario integrativo regionale, di rivolgersi al mercato delle assicurazioni private, le quali, peraltro, pongono condizioni e limiti di assicurabilità in ragione dell'età degli assicurati salvo richiedere premi assicurativi difficilmente sostenibili da chi, di norma, è titolare unicamente di reddito da pensione.
Si corre, quindi, il rischio che la domanda di prestazioni di medicina fisica e riabilitativa si scarichi direttamente sulle strutture ospedaliere, con la conseguenza che i pazienti verranno ad essere curati o mediante il ricorso a farmaci costosi e, in taluni casi, dannosi per la salute, trattandosi, di norma, di antinfiammatori che possono avere effetti collaterali, in specie su soggetti anziani debilitati, o mediante il ricovero.
Tutto ciò sembra destinato a far lievitare la spesa farmaceutica ovvero i costi dei ricoveri ospedalieri, contravvenendo ai dichiarati intenti di razionalizzazione e contenimento della spesa sanitaria.
In considerazione di quanto sopra e in conformità all'accordo raggiunto in seno alla Conferenza Stato-Regioni, si richiede che anche il Piemonte ricomprenda, tra le prestazioni solo parzialmente escluse dai cosiddetti LEA, la laserterapia, l'elettroterapia antalgica, l'ultrasuonoterapia e la mesoterapia.
Si invita la Giunta regionale ad agire affinché la Conferenza Stato Regioni riconsideri la totale esclusione delle altre prestazioni di medicina fisica e riabilitativa dai livelli essenziali di assistenza.
Si invita, infine, la Giunta regionale a tenere conto, nella definizione delle forme, delle caratteristiche, dei tempi e delle modalità di adesione all'istituendo fondo sanitario integrativo regionale, delle esigenze proprie degli anziani e di tutti coloro che si trovano in condizioni economiche di maggior svantaggio.
Volevo aggiungere, Assessore, che questo è uno dei pochi casi in cui il mancato inserimento di questo tipo di prestazione farebbe lievitare la spesa sanitaria, perché lei sa che fare un massaggio costa circa 4 mila lire, mentre con il ricovero in ospedale costerebbe circa un milione di lire.
Ad esempio, una persona che non ha questo tipo di prestazione e ha male ad una spalla, fino a quando lo sopporta resta a casa, altrimenti si reca al Pronto Soccorso, e, tra dieci casi di Pronto Soccorso, uno o due vengono ricoverati e i costi risultano di gran lunga superiori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Grazie, Presidente.
Noi oggi potremmo gridare: "Evviva, evviva!", nel senso che, come opposizione, quando abbiamo detto che la manovra attuata il 7 gennaio avrebbe portato all'aumento dell'imposizione, ci è stato risposto che non era vero. Invece oggi i fatti dimostrano che quando l'opposizione denunciava che la manovra dei tagli indiscriminati avrebbe portato all'aumento delle tasse, oppure all'introduzione dei ticket, aveva ragione.
Invece la maggioranza, il Presidente e l'Assessore, spiegando la manovra del 7 gennaio, dicevano che era proprio questa l'intenzione: evitare l'aumento dell'imposizione, tagliare, restringere le spese, cercare di razionalizzare per non introdurre nuove tasse.
Questa manovra, l'aumento dello 0,5% dell'IRPEF, dimostra il contrario: avete tagliato in modo indiscriminato, la delibera del 7 gennaio ha dimostrato di essere una manovra sbagliata. Non si è intervenuti seriamente sulla razionalizzazione della spesa, sulle questioni strutturali della sanità piemontese. Oggi ne paghiamo le conseguenze non soltanto perchè stiamo decidendo, voi state decidendo, di aumentare l'IRPEF dello 0,5% che andrà a penalizzare i cittadini piemontesi, ma anche perchè la manovra del 7 gennaio ha inciso e ha penalizzato seriamente il livello qualitativo dei servizi.
L'Assessore e il Presidente ci hanno sempre spiegato che abbiamo diminuito il deficit, ma non si è intervenuti sui servizi. E' sufficiente girare, parlare, non soltanto con i cittadini, ma anche con i medici e con chi gestisce quotidianamente la sanità piemontese, per rendersi conto che i servizi sono diminuiti. Soprattutto chi lavora quotidianamente nella sanità sta facendo dei sacrifici enormi per mantenere il livello minimo ed essenziale dei servizi.
Oggi ci troviamo a prendere questa decisione: una decisone sbagliata.
Ditemi se è coerente quello che sta accadendo: fino al 7 gennaio la politica sanitaria della nostra Regione era quella di attrarre "i clienti" anche da altre Regioni; dopo quella data, la politica è quella di respingere i malati, di respingere nuove prestazioni. Ricordo che è aumentato il numero delle persone che si rivolge a strutture sanitarie fuori dalla nostra Regione, anche perchè molte delle nostre province sono di confine, verso la Liguria o la Lombardia.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Non è vero!



MULIERE Rocchino

E' vero! Basta parlare con i cittadini che si recano fuori regione perché vengono respinti dalle nostre strutture. Siccome non si sono fatti interventi strutturali, si interviene sull'IRPEF.
Sappiamo, però, che si interverrà soltanto quest'anno perché bisogna tamponare il debito del 2001, ma sappiamo anche che dal 2002 le Regioni non potranno più contare sull'appoggio del Governo che fino ad ora è intervenuto per ripianare, parzialmente, il deficit della sanità prodotto dalle Regioni.
Visto il fallimento della politica attuata quest'anno con la delibera del 7 gennaio, è evidente che non sarà sufficiente l'intervento di quest'anno; anche nel 2002 questo Consiglio si troverà a discutere su nuove imposizioni, oppure sulla riconferma dello 0,5% sull'IRPEF.
Volevo dire altre cose, ma avrò occasione, nel dibattito generale sul disegno di legge, di intervenire.



PRESIDENTE

Ricordo ai Consiglieri che non sono previste le dichiarazioni di voto.
Procediamo quindi alla votazione.
Ai sensi dell'art. 63, passiamo alla votazione sulle questioni pregiudiziali di merito. Ricordo che votando "sì" si vota a favore, votando "no" si vota per respingere le pregiudiziali.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulle nove questioni pregiudiziali di merito.
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora alle questioni sospensive che vengono illustrate e discusse con le stesse modalità delle pregiudiziali di merito, ai sensi dell'art. 63 del Regolamento.
Questione n. 1: "In attesa di presentazione del bilancio di previsione 2002", presentata dai Consiglieri Manica, Marcenaro, Riba, Riggio, Placido Ronzani, Suino e Muliere.
La parola al Consigliere Ronzani per l'illustrazione.



RONZANI Wilmer

Mi rivolgo ai colleghi della maggioranza perchè le questioni che ho posto e che sono oggetto di queste pregiudiziali non possono essere sottovalutate dal Consiglio.
Ci sono questioni che possono essere più propriamente oggetto di una polemica, di una contesa politica tra maggioranza e opposizione e che si risolvono attraverso un voto di schieramento. Vi sono, viceversa, questioni sulle quali è bene che il Consiglio abbia un atteggiamento di attenzione.
Sono questioni che attraversano il Consiglio e ne investono il ruolo.
La questione riguarda il rapporto che deve esistere tra la discussione di oggi e il bilancio della Regione Piemonte. Avremmo assunto, in quest'aula, un diverso atteggiamento, dal punto di vista politico, se la manovra sull'addizionale IRPEF fosse stata discussa all'interno del contesto del bilancio regionale.
Voglio chiarire ai Consiglieri che non stiamo chiedendo "la luna nel pozzo", ma una cosa naturale perchè, anche dal punto di vista dei tempi oggi avremmo dovuto esaminare il bilancio del Consiglio regionale del Piemonte.
Il fatto che questa maggioranza e questa Giunta abbiano ritardato la presentazione del DPEF, pone un problema perchè tutti insieme abbiamo convenuto, nella legge sulla contabilità, che fosse fondamentale lo strumento del documento di programmazione. Inoltre, abbiamo il problema - è un vincolo che vale per tutti - del 31 dicembre. Anche quest'anno faremo ricorso all'esercizio provvisorio, cari colleghi, e non mi sembra edificante pensare - per una maggioranza che vuole governare il Piemonte e vuole farlo introducendo cambiamenti ed innovazioni - che per il secondo anno consecutivo si voterà l'esercizio provvisorio e che il bilancio, bene che vada, verrà votato a metà del prossimo anno. Mi sembra del tutto evidente che la manovra sull'addizionale si giustifica all'interno di un contesto di politica finanziaria della Regione, perché la manovra non pu essere una variabile indipendente. E', tutto sommato, proporzionata a un ragionamento di politica finanziaria: intervengo sul bilancio, reperisco le risorse con le quali fare fronte, ad esempio, al disavanzo del 2001. Non potendo reperire tutte queste risorse, ma soltanto una parte di esse decido di ripianare la quota residua attraverso l'addizionale, che pure ho la possibilità di applicare.
Tutto questo non avviene, quindi siamo espropriati (noi e voi insieme) della possibilità di fare un ragionamento d'insieme e capire come si colloca questa manovra.
Questo problema ve lo poniamo, cari colleghi, perché è un problema che voi potete anche ignorare, ma che riguarda la nostra funzione di Consiglieri, oltre alla necessità di affrontare le questioni con una visione d'insieme, senza la quale rischiamo di fare oggi un'addizionale dello 0,5% e domani non si sa, perché manca un contesto nel quale collocare i singoli provvedimenti.
Vi faccio riflettere su una questione: la maggioranza ha presentato, in un primo tempo, un provvedimento che non prevedeva gli scaglioni e neppure l'alleggerimento sull'addizionale del gas. Questo comportava un gettito di 450 miliardi, che ovviamente verranno pagati dai contribuenti piemontesi.
La Giunta, dopo la discussione in Commissione, ha presentato un paio di emendamenti che oggi accompagnano il provvedimento in aula.
Come si può passare, con tanta faciloneria, da un provvedimento che prevede un gettito di 450 miliardi, che pagheranno i piemontesi, ad un provvedimento che viene modificato e ne prevede 350? Badate, non è uno scherzo: stiamo parlando di 100 miliardi di differenza tra il primo e il secondo provvedimento! Perché capita questo? Questo capita perché non c'è una visione d'insieme, perché il provvedimento viene adottato con pressapochismo, leggerezza e soprattutto senza immaginare una politica finanziaria all'interno della quale collocare il provvedimento stesso.
E' questa l'accusa che rivolgiamo alla Giunta ed è su questo che chiediamo uno scatto dei Consiglieri della maggioranza! Voterete il provvedimento, ma pretendete che venga discusso in un determinato contesto! Noi siamo contrari a questa addizionale, mentre voi intendete votarla ma votatela sapendo in quale contesto si colloca!



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, ha illustrato la prima e la seconda pregiudiziale? La prima recita: "In attesa di presentazione del bilancio di previsione 2002", mentre la seconda recita: Questione n. 2: "In attesa di discussione del bilancio di previsione 2002", presentata dai Consiglieri Manica, Marcenaro, Riba, Riggio, Placido Ronzani, Suino e Muliere.



RONZANI Wilmer

Presidente, sono diverse.



PRESIDENTE

Sono diverse: non c'è dubbio! Prego, Consigliere Ronzani, sulla seconda pregiudiziale.



RONZANI Wilmer

Presidente, dicevo che dovremmo prendere atto dei documenti finanziari della Regione. Io non so se la Giunta sta approvando o ha approvato i documenti finanziari, compreso il bilancio. C'è l'Assessore e vorrei che lo dicesse, perché in Commissione siamo ancora all'oscuro rispetto a questi documenti finanziari.
L'altro giorno l'Assessore Burzi, di fronte alla richiesta delle opposizioni di discutere quantomeno delle linee guida di questi provvedimenti, ha detto che avrebbe anticipato, o che la Commissione sarebbe stata portata a conoscenza delle scelte di fondo che dovrebbero ispirare e caratterizzare il bilancio della nostra Regione.
Io, a tutt'oggi, e non penso di essere un Consigliere disattento - sono un Consigliere che fa il proprio lavoro - questi dati, queste linee, questi criteri, questi orientamenti di fondo non li ho ancora visti. Questo badate, è un problema, perché - voglio fare un passo avanti - l'ideale sarebbe poter discutere tali questioni all'interno della discussione sul bilancio e dopo averlo approvato, perché l'addizionale è un atto successivo.
Votiamo il bilancio della Regione Piemonte, decidiamo le politiche di entrata e di uscita, ci rendiamo conto che l'intervento sul bilancio non è sufficiente a ripianare il disavanzo della sanità e adottiamo l'addizionale. C'è un prima e un dopo; c'è una logica nelle cose.
L'addizionale diventa lo strumento con il quale mi garantisco quel tipo di bilancio, posto che io non abbia trovato, nel bilancio stesso, le risorse con le quali finanziare la sanità per il 2001.
La logica vorrebbe questo; la logica avrebbe voluto che la Regione avesse presentato il DPEF in tempi ragionevoli, se non ai sensi della legge. La logica avrebbe voluto che noi avessimo già incominciato a discutere del bilancio, che lo approvassimo entro il 31 dicembre e che conseguentemente la Giunta dicesse: "Cari piemontesi, vi presentiamo questo bilancio; bisogna ripianare la sanità per il 2001; si finanzia così: vi imponiamo l'addizionale". Avreste fatto pagare 350 miliardi ai piemontesi sarebbe stato un problema vostro dare loro una spiegazione, ma ci sarebbe stata una logica! Tutto questo, invece, non succede.
Vi chiedo, pertanto, di cominciare almeno la discussione sul bilancio.
Presidente, non è una furbizia: è un ragionamento! Incominciamo almeno la discussione! Consentiteci di capire in quale contesto si muove l'operazione che voi presentate; noi manterremo le nostre riserve, ma almeno sapremo di che morte dobbiamo morire! I piemontesi sapranno che non ci sono alternative all'addizionale, perché il bilancio che voi impostate determina quel tipo di situazione. Sapremo, così, che il bilancio è quello che la Giunta decide di difendere quelle entrate, di non combattere quegli sprechi, di non ridurre quelle uscite. Sono scelte politiche che una maggioranza ha certamente il diritto di fare! Non contesto questo, colleghi, dico soltanto di porre il Consiglio e le Commissioni competenti in condizione di conoscere il bilancio che presentate, di sapere sulla base di quale bilancio voi avete immaginato concepito e pensato l'addizionale IRPEF, perché presumo che il bilancio che avete in mente non consente, rispetto alle voci che voi immaginate, in entrata ed in uscita, margini di manovra, pertanto l'addizionale è l'unica alternativa.
Questo vorrei saperlo da voi, dall'Assessore competente. L'Assessore deve dircelo, dovrebbe dirlo anche a voi, colleghi della maggioranza, e dovrebbe spiegarci che secondo lui non esistono alternative a questa manovra, perché il bilancio che voi immaginate, che la Giunta immagina, è fatto così, è incardinato su questi presupposti.
Per questo motivo, dico che va bene che non si approvi il bilancio, va bene che la discussione avvenga nel modo in cui avviene, ma almeno si mettano il Consiglio e la Commissione in condizione di conoscere gli orientamenti di politica finanziaria della Giunta. Questo mi sembra il minimo; mi sembra il minimo pretendere che l'Assessore Burzi faccia conoscere questi orientamenti, perché se non fa neanche questo l'operazione diventa un pasticcio ed un imbroglio! E' un pasticcio dal punto di vista della contabilità ed è un imbroglio sul piano politico, perché non c'è alcuna spiegazione logica della scelta che fate: estrapolate ogni ragionamento e imponete un balzello ai piemontesi.



PRESIDENTE

Passiamo infine all'ultima sospensiva.
Questione n. 3: "In attesa di discussione del Documento di programmazione economico e finanziario", presentata dai Consiglieri Manica, Marcenaro Riba, Riggio, Placido, Ronzani, Suino e Muliere.
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Il collega Ronzani, riprendendo un dibattito piuttosto consistente svoltosi in I Commissione, ha riproposto la questione centrale, rispetto alla quale poniamo una questione sospensiva prima di procedere alla discussione del provvedimento in oggetto, che porta ai cittadini piemontesi, come auspicio natalizio del governo Ghigo, un'addizionale IRPEF per una cifra di 350 miliardi.
Abbiamo posto la questione del bilancio di previsione 2002 perché ci pareva questione importantissima, all'interno della quale poter calibrare e giustificare un'eventuale manovra di imposizione di nuove imposte. Solo una discussione di quel tipo e solo l'impostazione del documento finanziario poteva, non solo rendere conto dell'ineluttabilità della manovra, ma anche del fatto che manovre e strategie alternative non erano al momento possibili o non erano comunque più possibili stante che la situazione si era eccessivamente aggravata, nonostante previsioni che noi avevamo fatto e che, vi garantisco, non avremmo mai voluto che si avverassero. Erano più che altro rischi che paventavamo.
Ricordavo prima - e l'Assessore Burzi l'ha confermato - che il documento di bilancio non è ancora stato adottato dalla Giunta. Il bilancio di previsione 2002 non è neppure ancora stato adottato dalla Giunta, non c'è stato un ordine di discussione, quindi al momento, ad una settimana dall'interruzione dei lavori per la pausa natalizia, non siamo neppure in grado di poter procedere alla richiesta dell'esercizio provvisorio.
Dobbiamo dire che non solo siamo in questa condizione, ma siamo addirittura in attesa di discutere il Documento di programmazione economico finanziario. Di questo Documento di programmazione economico-finanziario ci eravamo fatti tutti grande vanto. Ricordo che l'Assessore Burzi ne aveva parlato come della grande innovazione verso la quale i governi regionali andavano. Con questo, anche a livello regionale ci dotavamo di un Documento di programmazione economico-finanziario che consentiva al Consiglio stesso e a tutti noi, di poter entrare preventivamente, maggiormente, più consistentemente, nel merito delle scelte della programmazione regionale e dell'individuazione delle priorità. Sarebbe stato l'elemento di forte innovazione che caratterizzava il passaggio da una fase amministrativa delle Giunte ad una fase reale dei governi all'interno della Regione.
Ho sempre assegnato a quel documento una grande importanza. Continuo a ritenere che sia una grande occasione mancata il fatto che siamo ancora in attesa di discuterlo. In attesa della discussione di un documento come questo, noi siamo in grado di fare, sulla sanità, una scelta gravosa e precaria per i cittadini piemontesi. In quanto si tratta di una scelta avulsa, non solo da qualsiasi ordine di scelte di programmazione per quanto riguarda la sanità, ma è avulsa da qualsiasi discussione generale; quanto meno la Commissione questo Consiglio non l'ha mai potuta fare.
Non è quindi un elemento peregrino quello rispetto al quale noi chiediamo una sospensiva in attesa di una discussione del Documento di programmazione economico-finanziario. Ritengo che certamente l'Assessore Burzi, che ha avuto occasione, spesso, anche in sintonia con una richiesta che veniva dall'opposizione, di ritenerlo un documento importante e fondamentale, non potrà non prendere in considerazione, magari non voler accogliere, una questione di questo genere, essendo una problematica su cui, appunto, abbiamo avuto occasione, nel passato, anche recente, di convenire molto.



PRESIDENTE

Passiamo ora alla discussione generale in merito alle questioni sospensive.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Non so se i colleghi hanno avuto modo di capire quando si iniziò a parlare dell'aumento dell'IRPEF dallo 0,9 al 1,4%. Ho letto il bilancio per vedere qual era la previsione d'entrata dell'addizionale sull'IRPEF: bilancio di previsione, addizionale IRPEF, entrata 450 miliardi. Questo è scritto nel bilancio.
Quando ho saputo dell'aumento ho provato a fare dei calcoli e il risultato è stato di 220 miliardi in più. Mentre la Giunta ha fatto una previsione di una maggiore crescita di 450 miliardi: non mi tornavano i conti, allora ho provato a capire.
Mi è stato detto - non ricordo quando è avvenuto - che nel bilancio di previsione del 2001 l'aliquota era dello 0,5%.
Successivamente, tramite una variazione di bilancio, l'aliquota fu aumentata da 0,5 a 0,9. Non ricordo questo passaggio, ma vi fu l'aumento da 0,5 a 0,9, per cui oggi il gettito dell'addizionale IRPEF è di circa 1.000 miliardi. Non per nulla la previsione della Giunta è che con il passaggio da 0,9 a 1,4 si avrà un'entrata di 450 miliardi.
Questo significa che quest'anno è già avvenuto un raddoppio dell'IRPEF quindi un raddoppio dell'addizionale, con la variazione di bilancio.
Probabilmente, non avendone discusso, non ci siamo resi conto di questo passaggio. Questo per dire come sia importante avere il bilancio come riferimento, perché se noi discutiamo di un aumento dell'addizionale da 0,9 a 1,4%, e prendiamo come riferimento il bilancio di previsione del 2001, il riferimento è 0,5. Quindi, c'è un passaggio che è già avvenuto da 0,5 a 0,9 nello stesso anno e, oggi, passiamo da 0,9 a 1,4%.
Sostanzialmente, nel giro di qualche mese, la Giunta regionale decide di "drenare" dai consumatori piemontesi circa 1.000 miliardi rispetto alla previsione del bilancio che era di 450 miliardi.
Sono rimasto stupito, e non ricordo quando il Consiglio abbia deciso la variazione di bilancio da 0,5 a 0,9, e non ricordo neppure come sono state impiegate le risorse. Le maggiori risorse, cioè 500 miliardi, per che cosa li abbiamo impiegati? Pongo il problema ai colleghi, perché questo può essere un elemento utile di riflessione quando riprenderemo la discussione. Sottolineo che stiamo parlando di cifre consistenti. Non so se i colleghi ricordano quando ebbe luogo la discussione e in che modo. Abbiamo fatto questa operazione per finanziare delle spese correnti? Potevamo discutere di questi temi già allora e pensare, subito, al finanziamento della spesa sanitaria e rinunciare magari a qualche altro tipo di spesa: hanno ragione i colleghi che hanno presentato la pregiudiziale sospensiva.
La riflessione in merito al tema dell'addizionale è strettamente legata al bilancio, perché la scelta di aumentare l'addizionale parte dal presupposto che le scelte e le spese della Regione sono incomprimibili, non ci sono sprechi, per intenderci.
Qualcuno di noi è in grado di affermare che non ci sono sprechi nella Regione Piemonte: 1 miliardo, 10 miliardi, 100 miliardi? E' possibile che tutti affermiamo che per coprire quel disavanzo si debba necessariamente aumentare l'imposta da 0,9 a 1,4%? E' tornato il Presidente Ghigo che potrà fornirci qualche informazione più precisa. Poco fa dicevo ai colleghi che non ricordo quando è avvenuto l'aumento dell'IRPEF da 0,5 a 0,9 quest'anno, in occasione della variazione di bilancio cosa abbiamo finanziato. Probabilmente, come dire, è utile perché si tratta di questo.
Presidente, concludo dicendo che nel bilancio di previsione abbiamo 450 miliardi di entrate che derivano dall'IRPEF. Abbiamo detto che passando da 0,9 a 1,4% aumenta di 450 miliardi. Quindi, vuol dire che la base impositiva, cioè l'entrata derivante dall'IRPEF, non è 450, ma 1.000. Gli uffici mi hanno detto che abbiamo già effettuato un aumento da 0,5 a 0,9 ma non so per fare che cosa e non so in quale momento.
Prima di discutere sarebbe opportuno svolgere una riflessione su questi temi, essendo l'unica operazione che mi pare importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Intervengo in merito alla discussione generale per quello che riguarda la sospensione. Qui non si tratta di non discutere questo provvedimento non è stato chiesto di non discuterlo. Si chiede semplicemente di rispettare una logica temporalità rispetto alla discussione di questo provvedimento. Esiste una consequenzialità che non è un fatto formale.
Nelle illustrazioni, svolte dal Consigliere Ronzani e dalla Capogruppo Manica, è abbastanza evidente che non c'è nulla di pretestuoso nel richiedere la sospensione della discussione perché gli atti che sono stati posti (la presentazione del bilancio, la discussione del bilancio e la discussione del Documento di programmazione economico-finanziario) sono il naturale e generale contesto in cui deve iscriversi giocoforza questo provvedimento.
Non stiamo discutendo di un provvedimento isolato. Per quanto riguarda la programmazione sanitaria siamo già stati abbondantemente vittime di una estemporaneità progressiva. Quella estemporaneità che ha fatto tanto male alla gestione generale della sanità. La sanità ha bisogno di programmazione e voi adesso vi avviate a codificare questa estemporaneità. Vi accorgerete e purtroppo se ne accorgeranno anche i cittadini piemontesi - che vi sarà un peggioramento generale nella quantità e nella qualità dei servizi. Ve lo posso garantire perché vi siete incamminati su una strada molto pericolosa.
Anche dal punto di vista del disavanzo avrete un peggioramento. Vi accorgerete anche voi del fatto che questa estemporaneità vi farà molto male dal punto di vista dei risultati, a meno che non ci sia il risultato che sembra sempre più probabile nelle vostre intenzioni, anche se non viene dichiarato, di arrivare a fare tabula rasa del servizio sanitario pubblico e fare diventare la Regione Piemonte come la regione più attrattiva dal punto di vista dell'investimento dei privati nella sanità.
Spero che non ci sia assolutamente questa intenzione, in quanto secondo un politico di chiara fama, quando si pensa male si commette peccato probabilmente, però non si sbaglia. Io, invece, spero di sbagliarmi.
Voi adesso presentate questo provvedimento, che apparentemente sembra di carattere finanziario, come un provvedimento assolutamente estemporaneo e disgiunto dal bilancio.
Ora, essendo un Consigliere di seconda nomina, ricordo che quando abbiamo discusso del bilancio, alla fine si chiudeva con delle importanti modifiche, nel senso che era possibile spostare delle poste di bilancio, a volte veramente rilevanti, da una voce ad un'altra fino ad aumentare di 100 miliardi quella posta o di diminuirla di una cifra analoga.
Ho avuto modo di leggere sui giornali una proposta di operazione finanziaria alternativa avanzata dai colleghi della Margherita. Tale proposta permetterebbe di raggiungere ugualmente la copertura del disavanzo di 343 miliardi, posto che il disavanzo sia effettivamente di tale entità esattamente con economie che potrebbero essere effettuate.
E' un'operazione su cui noi potremmo andare a ragionare ed è sbagliato che questo non si possa fare perché non è stato presentato il bilancio e perché non è stato discusso.
Altrettanto, è molto grave che questo avvenga al di fuori del contesto della presentazione del Documento di programmazione economico-finanziario che è un documento ancora più ampio, perché si pone il discorso del bilancio rispetto a quello che è il suo naturale riferimento: lo sviluppo del Piemonte.
Noi siamo in una fase di recessione. In questa fase, è veramente opportuno che comprimiamo ulteriormente i consumi delle famiglie? Ricordiamo che un'operazione di questo genere su una famiglia di quattro persone significa un aumento delle tasse di circa 420 mila lire: questa è la cifra che è stata immaginata. E' una cifra abbastanza importante e non so quanto sia utile in una fase di recessione ridurre la possibilità di consumo dei cittadini.
Per quanto riguarda l'ambito sanitario, devo chiedere scusa al Presidente Ghigo, in quanto l'altro giorno avevo detto che il mantenimento del ticket sulla diagnostica e la specialistica avrebbe comportato una cifra di 400 mila lire per cittadino. Ho commesso un errore nella divisione ahimè! - e dire che andavo benissimo in matematica: sono mediamente 40 mila lire a cittadino.
Rimane l'osservazione che per una famiglia di quattro persone sono 160 mila lire. Una cifra di questo genere - purtroppo! - è soltanto una cifra media, che colpisce in modo vigliacco e diseguale la popolazione, perché a pagarla saranno quelli che stanno peggio e non quelli che stanno meglio, la sostanza però rimane.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Devo dire che per me la materia del bilancio è estremamente ostica.
Quando ho cercato di andare a verificare la questione del gettito IRPEF, l'unico dato che conoscevo - e, qui, poi, le spiegherò la mia sorpresa - e al quale ho fatto riferimento per cercare di capire da quale parte del bilancio l'Amministrazione era portata ad operare determinate scelte, in particolare a fronte del deficit della sanità, era relativo al reperimento dei 35 miliardi per i buoni scuola. A quel punto, mi sono chiesto: "Ma cosa sta succedendo?".
La preoccupazione riguarda la provenienza dei soldi, visto che non si tratta di trasferimenti dallo Stato. Ho pensato alla fiscalità locale e all'IRPEF. Più volte, in quest'aula, ho detto che la manovra da 35 miliardi è una manovra pari, più o meno, al 10% dell'IRPEF della Regione. Il dato era quello del 1999 (347 miliardi di gettito IRPEF).
Mi rendo conto della disattenzione di questo Consiglio. Come è stato possibile e quale operazione consociativa o concertativa si è determinata quando da 0,5 si è passati a 0,9 e scoprire nel 2000 che il gettito IRPEF è di 1.000 miliardi? E' possibile? Come è successo? Poi, Assessore, spiegherà come è potuto accadere. Vi sarà stata una distrazione collettiva per non rendersene conto! Assessore, non scappi e non faccia le scene! Non ero in Consiglio regionale, ero in un altro Consiglio.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Burzi)



CONTU Mario

E' successo a Roma! Un automatismo! Non bisognava ratificare niente, il Consiglio regionale prendeva solo atto di un provvedimento.
Oggi ci ritroviamo in una situazione completamente mutata, per cui mi pare di capire che per ogni punto di incremento della percentuale IRPEF incrementiamo di 100 miliardi le entrate nella fiscalità locale.
Il dato dovrebbe essere questo, perché alla fine di questa operazione arriveremo a 1.400 miliardi. Rubati a chi, presi a chi? Presi a chi è percettore di reddito. Lavoro dipendente? Sì. Lavoro autonomo? Sì. Mi aiuti, Assessore. Anche il lavoro autonomo? Gli evasori non pagano: questo è il vero problema.
Di fronte ad una questione così scontata, è veramente umiliante la rassegnazione con la quale un'assemblea elettiva o, comunque, un esecutivo si adegua alle pieghe di questo meandro del gettito fiscale.
Quali altri strumenti è possibile mettere in campo per garantire che l'imposizione fiscale risponda a principi di equità? Credo che ci dovremo interrogare se effettivamente lo strumento che oggi sceglie l'esecutivo che il governo di questa Regione propone, è lo strumento più adeguato per drenare le risorse. Non è il più adeguato, perché, fonte certa, è sicuramente il più iniquo, perché non colpisce e non entra nei meandri della "perversità" fiscale che è improntata ancora all'iniquità sociale.
Questo ci dispiace.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi per una breve replica.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Ringrazio tutti i colleghi della minoranza che hanno voluto, per quanto mi riguarda, in maniera molto utile tramite la metodologia delle pregiudiziali, sollevare punti che dovranno trovare puntuale risposta non soltanto in quest'aula.
Mi soffermo solo su un punto, perché è un'inesattezza troppo grossa e credo che possa indurre a considerazioni troppo erronee.
Mi stupisce che il Consigliere Saitta, sempre attento e frequentatore non solo in questa legislatura, della Commissione Bilancio, sia incorso in una dimenticanza.
L'IRPEF (Imposta Regionale delle Persone Fisiche) è stata stabilita dal Ministro Visco con il decreto n. 662 - non ricordo l'anno, ma domani sar più preciso. Quando venne istituita, le Regioni, che già allora colloquiavano con strutture regionali diverse (voglio dire le maggioranze erano diverse, ma la Conferenza delle Regioni era già un organismo esistente, così pure come il Governo e il Ministero, peraltro diverso) tentarono - ne ho un ricordo puntuale, perché è stata la prima cosa che come Assessore al bilancio, ho cercato di fare - di colloquiare con il Ministero, allora competente, per l'applicazione di questa imposta, che per definizione veniva chiesta a livello regionale. Il tentativo che venne espletato, non solo dalla Regione Piemonte, fu quello di cercare di applicarla insieme, perché doveva essere un meccanismo di passaggio, un tassello dell'imposizione fiscale regionale e, soprattutto, come è stato per il primo 0,9 - Consigliere Contu - come modo supplente che il Governo Visco (il primo 0,5 tra il 1998 e 1999 e il secondo O,4 - se la memoria non mi sfugge - dall'1 gennaio 2001) ha autonomamente deciso nell'ambito della sua autonomia, per supplire in parte al fondo sanitario nazionale che veniva cambiato nella sua composizione di finanziamento da parte del Governo alle Regioni.
Pertanto, devo dire che non ci siamo distratti. Di qui non sono passate leggi di variazione soccutanee, tanto meno per finanziare la spesa corrente.
E' stata una decisione giusta non giusta, sbagliata non sbagliata: non è questo il momento per giudicare.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

CONTU Mario (fuori microfono)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Il Governo di centrodestra.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

No. Il Ministro Visco ha giocato in tante formazioni, nel centrodestra non mi sembra, almeno non recentemente.
E' stata una modalità scelta dal Governo (non mi interessa presieduto da chi) per utilizzare queste due "tranche" (0,5 e 0,4 con il totale di 0,9) per finanziare in maniera alternativa, rispetto al precedente, nel bilancio di allora, il fondo sanitario nazionale. Mi esprimo male per questa parte relativa al fondo sanitario nazionale, perché, in realtà andava a sostituire il fondo perequativo. Comunque, nessuna Regione su questo 0,9 (dalla Sicilia alla Calabria, dalla Puglia alla Valle d'Aosta) si è distratta, semplicemente è stata una decisione di altri. Questo 0,5 ha perfettamente ragione il Consigliere Contu - è una decisione che la Giunta sottopone, dopo ampia discussione in I Commissione, con molte delle motivazioni che sono state qui sollecitate, all'approvazione del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare alla votazione delle questioni sospensive. Votando "sì" si accolgono le sospensive; votando "no" si respingono.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulle tre questioni sospensive.
Il Consiglio non approva.
Passiamo pertanto all'esame del disegno di legge n. 363.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Grazie, Presidente. Si tratta di una breve relazione, ma può essere integrata. Per ora, mi limiterò a leggere la relazione preparata dagli uffici.
Signor Presidente, signori Consiglieri, il presente disegno di legge ha per scopo l'adeguamento della misura dell'addizionale regionale dell'IRPEF nei limiti previsti dall'art. 50 del D.lgs. 15 dicembre 1997, n. 446, e secondo le finalità indicate dall'art. 4 della legge 16 novembre 2001, n.
405, che ha convertito con modificazioni il D.lgs. 18 settembre 2001 n.
347.
L'esame in Commissione, che ha a lungo approfondito le ragioni che hanno condotto alla definizione della manovra finanziaria oggi proposta, ha generato alcune significative modificazioni al testo originario. In particolare, la validità dell'atto è ora limitata all'anno 2002.
Sottolinea, sostanzialmente, i punti salienti che sono stati introdotti in Commissione con modifiche da parte della Giunta rispetto al disegno di legge iniziale.
Sono esonerati dalla maggiorazione prevista i redditi fino ad un massimo di im ponibile di L. 20 milioni annui.
L'addizionale sul gas metano è ridot ta, come massimale, a L. 30 per metro cubo di gas erogato; è, pertanto ridotta di L. 20 rispetto alla L.R. n. 47 del 1993.
Il maggior gettito stimato, conseguente all'attuazione del provvedimento in esame, considerata la compensazione tra le maggiorazioni previste, le esenzioni stabilite e la riduzione dell'addizionale sul gas metano, è di circa 350 miliardi di lire.
Eventualmente, domani mattina, in sede di discussione generale, mi riserverò, qualora dovesse essere utile, di integrare questa relazione iniziale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallarini.
Abbiamo convenuto che domani mattina, alle ore 10.00, inizieremo i lavori d'aula con la discussione generale che, formalmente, dichiaro aperta.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.15)



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