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Dettaglio seduta n.163 del 10/12/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



(Alle ore 10.15 il Vicepresidente Toselli comunica che la seduta avrà inizio alle ore 10.45)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(La seduta ha inizio alle ore 10.57)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Sollecito gli Assessori ad essere presenti in aula.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Burzi, Caramella Cattaneo, Costa Enrico, Cotto, Ghigo, Leo, Pichetto e Rossi Giacomo.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, vorrei trasmetterle un momento di disagio che avverto perché credo che sia giunto il momento di intervenire, dopo un anno e mezzo, affinché questa assemblea si riunisca in un orario certo. Per cui, o si decide che inizia, per esempio, alle ore 11.00 o alle ore 12.00, ecc.
oppure ci sono i soliti "cretini" - io li definisco, fuori microfono, in altro modo - che arrivano puntuali e gli altri che arrivano in ritardo.
Pertanto, chiedo di risolvere il problema, in un modo o nell'altro, ma comunque in un qualche modo, affinché si giunga qui al mattino e si inizi a lavorare, e non si stia a perdere tempo. Grazie, Presidente.



PRESIDENTE

Grazie a lei.
Il problema si risolve in un solo modo, e, se necessario, provvederemo perché con le buone non si risolve.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente, sempre sull'ordine dei lavori, mi sarei atteso che a fare questa rimostranza fosse il Consigliere Gallarini. Mi stupisce, perché non riusciamo a comprendere...



CONTU Mario

ROSSI Oreste (fuori microfono)



CONTU Mario

Subisce e sta zitto!



CONTU Mario

Lui subisce e sta zitto, offrendo anche la prerogativa ad altri di assurgere... Un po' di dignità. Grazie.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 64 del Consigliere Moriconi inerente a "Centrale termoelettrica di Chivasso"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 64 presentata dal Consigliere Moriconi.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

In riferimento all'interrogazione in oggetto, si precisa che il Decreto di Compatibilità Ambientale del 24 maggio 2000 n. 4907 del Ministro dell'Ambiente, pur non imponendo una riduzione della potenza installata dell'impianto né un limite in concentrazione all'emissione di NOx inferiore a 50 milligrammi/metro cubo, individua, in proposito, le seguenti prescrizioni condizionanti il parere positivo di compatibilità ambientale: "In ogni caso, il proponente dovrà adottare le migliori tecnologie per il contenimento delle emissioni di NOx e CO commercialmente disponibili all'atto dell'ordinazione delle apparecchiature".
"Il proponente, entro due anni di esercizio della centrale nel nuovo assetto, presenterà al Ministero dell'Ambiente e alla Regione Piemonte una proposta tecnico-economica di possibile adeguamento dell'impianto alle migliori tecniche e tecnologie disponibili a quella data, al fine di ridurre ulteriormente le emissioni di NOx e CO".
"..., in considerazione comunque del rapido sviluppo in atto della tecnologia degli impianti a turbogas, entro cinque anni di esercizio della centrale il proponente dovrà perseguire l'obiettivo di limitare le emissioni di NOx a portate di massa annue non superiori a 1.700 tonnellate/anno... al fine di escludere un aggravio dello specifico carico inquinante, sia a breve che a lunga distanza, superiore alle portate di massa attualmente emesse dall'impianto esistente".
Il suddetto Decreto prescrive, inoltre, che venga progettato e realizzato, a cura del proponente e con il coinvolgimento della Regione degli Enti locali interessati e dell'ARPA Piemonte, un sistema di monitoraggio dello stato della qualità dell'aria e dei relativi impatti in termini di deposizioni al suolo e bioaccumolo basato su un'adeguata rete di stazioni di monitoraggio della qualità dell'aria integrata con misure delle deposizioni al suolo e con un sistema di biomonitoraggio.
La Regione Piemonte, in collaborazione con gli Enti Locali e con il supporto tecnico dell'ARPA, provvederà a verificare il puntuale rispetto delle prescrizioni stabilite nel Decreto di Compatibilità Ambientale ed in particolare il raggiungimento dell'obiettivo relativo al contenimento delle emissioni di NOx (ossidi di azoto).
In sostanza, da quanto mi risulta, il Decreto di Compatibilità Ambientale, che è stato impostato d'intesa tra il Ministero dell'Ambiente e la Regione Piemonte, è forse il decreto più restrittivo che è stato adottato a livello nazionale, non tanto perché nell'immediato si vada sotto ai 50 milligrammi/metro cubo, ma soprattutto perché si fa riferimento ad una curva di miglioramento discendente per il futuro e, soprattutto, si fissa un termine, un volume, una quantità complessiva, in tonnellate annue di emissioni tollerate e tollerabili, non come una "grida manzoniana", ma basata su un monitoraggio continuo che viene previsto a carico dell'ENEL anche se adesso la centrale verrà venduta attraverso la privatizzazione.
Ovviamente, tutte queste prescrizioni sono comprese nel documento dell'ambiente e quindi passeranno, come obbligo, anche all'acquirente.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Innanzitutto, ringrazio l'Assessore per la risposta celere all'interrogazione che abbiamo presentato.
Devo dire che mi ritengo solo parzialmente soddisfatto di tale risposta, in quanto, come già altre volte abbiamo constatato, si tratta di una risposta di tipo "estremamente tecnico", nel senso che l'interrogazione era chiaramente indirizzata a sollevare un problema.
Anche se l'Assessore non ha risposto, noi speriamo che il problema che è sotteso a questa interrogazione sia noto all'Assessore, in quanto nella risposta sono stati indicati quali sono gli strumenti tecnici con i quali si vuole verificare, controllare e limitare la presenza degli ossidi di azoto nell'emissione.
A tal proposito, non possiamo che essere soddisfatti del fatto che si preveda un sistema di monitoraggio che dovrebbe far capo all'ARPA. A parte il fatto che, essendo l'ARPA l'agenzia regionale addetta a questi compiti è normale che, nelle sue funzioni, sia prevista un'opera di monitoraggio e controllo.
Teniamo a sottolineare però che l'Assessore non può ignorare il fatto che siamo in presenza di una richiesta consistente di nuove centrali sul territorio della Regione Piemonte.
Con l'ipotesi avanzata in cui la Regione non entra nel merito del problema del numero delle centrali, ma si limita solo a richiamare le norme tecniche sull'inquinamento, si verificherà poi la situazione per cui si costruiscono le centrali per poi scoprire che abbiamo troppe emissioni.
Quello che si chiedono tanti cittadini piemontesi è se non sia indispensabile che la Regione Piemonte preveda al più presto un Piano energetico regionale, per discutere di quanta energia abbiamo bisogno e se dobbiamo costruire solo le centrali di cui abbiamo bisogno.
In particolare, la zona di Chivasso - l'Assessore non può non saperlo è interessata; abbiamo una serie di interrogazioni in merito a tale zona, e l'Assessore conosce la situazione meglio di me. A Chivasso e a Settimo abbiamo una situazione che sta diventando assai preoccupante. Non possiamo più affrontare l'argomento centrale per centrale; è indispensabile che la Regione arrivi ad un Piano energetico regionale per prevedere a priori la situazione. Altrimenti, dopo aver costruito tutte le centrali richieste in questo momento, potremo arrivare alla famosa frase "chiudere la stalla quando i buoi sono scappati"; a quel punto, non potremo limitare le emissioni quando prima abbiamo dato la possibilità di emetterle.
Credo che la Regione dovrebbe considerare l'ipotesi di una moratoria ovvero di cercare di imporre un momento di attesa finché non sarà pronto il Piano energetico regionale.
In questo momento, andare a fare il Ponzio Pilato, cioè dire che non è compito nostro decidere in merito a questi problemi, e lasciare che a livello locale si moltiplichino le richieste di costruzione di nuove centrali, non è un atteggiamento ambientalmente condivisibile.
Pertanto, chiediamo che, in attesa del nuovo Piano energetico regionale, su questi punti si stabilisca una specie di moratoria, per cui le nuove centrali vengano viste globalmente in un discorso energetico regionale.
Per questo, esprimo una parte di insoddisfazione per la risposta dell'Assessore.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interpellanza n. 149 dei Consiglieri Giordano e Caracciolo inerente a "Inquinamento acustico aeroportuale"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interpellanza n. 149 presentata dai Consiglieri Giordano e Caracciolo.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Se mi è consentito, vorrei fare una premessa metodologica sulle interrogazioni ed interpellanze. Per loro natura sono rivolte ad un interrogativo che è circoscritto, altrimenti tutte le volte bisognerebbe rispondere a tutto quello che è lo scibile. Per cui, in rapporto alle considerazioni che prima abbiamo ascoltato, non entro nel merito del giudizio di soddisfazione o meno, che ovviamente parte da un'angolatura politica, però in precedenza ci siamo limitati nella risposta a parlare della centrale di Chivasso.
Tutto il resto, per certi versi, lo condivido, ma vi sono iniziative che stiamo portando avanti anche a livello nazionale, per arrivare ad un Protocollo d'intesa con i due Ministeri (Ambiente e Industria) proprio per avere un criterio di autorizzazione delle centrali.
Entrando nel merito dell'interpellanza n. 149 dei Consiglieri Giordano e Caracciolo, ricordo che gli interpellanti si riferiscono alla problematica dei voli notturni e del rispetto dei requisiti acustici particolarmente nell'area piemontese in relazione allo scalo di Malpensa.
E' opportuno premettere che l'art. 5, comma 7, del DPR 11/12/1997, n.
496, come novellato a seguito di sentenza del TAR del Veneto dal DPR 9/11/1999, n. 476, recita: "per le finalità di cui al comma precedente, le Regioni trasmettono ai Ministri dell'Ambiente e dei Trasporti e della Navigazione una relazione mensile sul monitoraggio del rumore aeroportuale".
Il precedente comma 6 fa salve le procedure antirumore fissate per ogni aeroporto dalle apposite Commissioni di cui all'art. 5 del DM Ambiente 31/10/1997 e stabilisce che i voli notturni diversi dai voli di Stato sanitari e di emergenza, devono essere effettuati con velivoli che soddisfino i requisiti acustici previsti dal Cap. 3 dell'allegato 16 alla Convenzione di Chicago del 7/12/1944.
In relazione a ciò, e con particolare riferimento all'Aeroporto di Malpensa, si osserva che: il DM 31/10/1997 definisce "intorno aeroportuale" quella porzione di territorio all'interno della quale l'indice acustico Lva è maggiore di 60 dB (A); il confine di tale area deve essere definito dall'apposita Commissione ex art. 5 dello stesso decreto, ma da varie simulazioni effettuate per ricercare - in parziale attuazione al disposto del DPCM 13/11/1999 (conferma del trasferimento dei voli da Linate a Malpensa e attivazione di misure per ridurre l'impatto ambientale) - lo scenario di minimo impatto dell'Aeroporto di Malpensa emerge che la parte di intorno aeroportuale che ricade in territorio piemontese è limitata, pertanto il nostro territorio è sostanzialmente soggetto ai limiti acustici stabiliti dal DM 14/11/1997 piuttosto che a quelli applicabili all'intorno aeroportuale, cioè la generalità delle norme sul rumore piuttosto che le norme specifiche dell'intorno aeroportuale per quanto riguarda il territorio lombardo, il sistema di monitoraggio del rumore nell'intorno aeroportuale di Malpensa fu realizzato dalla Provincia di Varese ed è attualmente gestito da SEA che, ad oggi, non ha reso disponibili i tracciati radar dei movimenti aerei afferenti all'Aeroporto di Malpensa per una possibile elaborazione da parte del Dipartimento ARPA di Novara, che si è attrezzato con una postazione di valutazione ed analisi del rumore aeroportuale (in merito è stato richiesto l'intervento dei Ministri dell'Ambiente e dei Trasporti). Apro una parentesi, perché potremmo dire che la guerra continua, nel senso che il braccio di ferro continua, perché comunque diciamo che, vista la rilevanza dell'impatto e dell'infrastruttura, anche se siamo fuori dalle curve dei 60 dB, abbiamo, secondo noi, diritto di essere in tutte le Commissioni e di avere tutte le informazioni necessarie per svolgere, da parte dell'ARPA un'opera di tutela e di supporto sia ai Comuni, sia alla Provincia che alla Regione. Quindi, sotto questo profilo, la corrispondenza e gli interventi sugli organi centrali, sui Sottosegretari e sui Ministri, è quasi all'ordine del giorno il sistema di monitoraggio del rumore in territorio piemontese è in corso di realizzazione da parte di ARPA Piemonte. A questo proposito, abbiamo integrato anche dei finanziamenti all'ARPA, così come all'ARPA di Novara abbiamo dato ulteriori finanziamenti per quanto riguarda la qualità dell'aria e del rumore; all'ARPA di Verbania abbiamo, in qualche modo, dato un indirizzo più che altro di qualità delle acque, visto che presiede al Lago Maggiore. Quindi, l'ex ARPA di Novara, che adesso si è divisa in due tronconi, in sostanza ha avuto questa divaricazione e Novara è diventata un punto di eccellenza per quanto riguarda il controllo della qualità dell'aria e il rumore la citata Commissione, ex art. 5, deve definire le procedure antirumore e tracciare i confini dell'intorno aeroportuale; in proposito, si fa presente che fin dal 22/5/1998 si è provveduto ad indicare i rappresentanti di questa Regione in seno ad essa, nonché in ultimo, il giorno 4/10/2001, a sollecitare il Direttore della competente Circoscrizione Aeroportuale a fornire informazioni in merito agli eventuali motivi che ostano all'avvio pratico-effettivo dei lavori.
Per quanto attiene all'Aeroporto di Caselle, la Commissione ex art. 5 si è riunita il 26/4/2001, e in data 2/10/2001 si è invitato il Direttore della Circoscrizione Aeroportuale a calendarizzare le successive riunioni.
Il sistema di monitoraggio è in corso di realizzazione da parte di SAGAT con fondi statali.
Da quanto sopra emerge che: in assenza della conclusione dei lavori delle Commissioni aeroportuali locali non sono definite né le procedure antirumore né i confini degli intorni aeroportuali al momento non sono disponibili flussi di dati di rumorosità inerenti il territorio piemontese; inoltre, occorre notare che la normativa, pur prevedendo una relazione mensile a carico della Regione, non prevede obblighi per il gestore del monitoraggio di fornire i dati alla Regione stessa. L'art. 2 del DPR n. 496/97 affida infatti al Direttore della Circoscrizione Aeroportuale il compito di contestare e sanzionare "la violazione delle procedure antirumore, rilevata dall'esame dei dati del sistema di monitoraggio", ed affida alle Agenzie Regionali per la Protezione dell'Ambiente (ARPA) il compito di effettuare "ispezioni periodiche per verificare l'efficienza dei sistemi di monitoraggio e il rispetto del disposto" del DPR stesso, nonché la presentazione al Ministero di una relazione semestrale "circa l'attività di controllo effettuata, le tipologie ed entità delle infrazioni rilevate desunte dall'elaborazione dei dati contenuti negli archivi dei sistemi di monitoraggio".
Quando la situazione prevista dalla normativa sarà regolarizzata e a regime, si provvederà a chiedere all'ARPA le notizie necessarie per consentire alla Regione di rispondere ai disposti normativi.
A questo proposito, facendo il punto della situazione con la Direzione Ambiente della Regione, anche in previsione della risposta che era prevista per questi giorni sulla base del calendario dei lavori, abbiamo ritenuto al termine dell'anno o nei primi giorni dell'anno prossimo, di convocare anche se la competenza primaria è dello Stato, una riunione di tutti gli organismi regionali e statali che hanno compiti in materia, in modo da cercare di mandare a regime una situazione che con i balletti delle competenze tra ENA, VENAC, Circoscrizione, certamente non è il massimo della governabilità, della trasparenza e della disponibilità dei dati.
Quello del rumore è comunque un aspetto molto importante che, da un lato, è già stato risolto con il divieto dei voli notturni, e, dall'altro, con la progressiva adozione di aeromobili sempre più di nuova generazione, quindi con minori emissioni rumorose, ma che richiede una continua attenzione soprattutto a difesa delle popolazioni circostanti, da parte di tutte le autorità, in primis della Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Come sempre l'Assessore è stato estremamente chiaro. Tuttavia, devo prendere atto che, nonostante la legge n. 561 sia del 1956, la Regione Piemonte non ha presentato alcuna relazione in merito al problema, che è molto grave e sottolineato, in modo particolare, dalle aree intorno a Malpensa.
Ho verificato che l'ARPA ha un avanzo strutturale di 10 miliardi almeno da quattro esercizi: ciò vuol dire che questo settore è particolarmente scoperto ed inefficiente.
Ringrazio l'Assessore per la risposta.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 490 del Consiglieri Tapparo, Suino, Rossi Oreste Brigandì, Ferrero e Pozzo inerente a "Discarica di Settimo Torinese" interrogazione n. 507 del Consigliere Moriconi inerente a "Costruzione di un impianto di discarica per il 'fluff' in zona Casina Re Marino a Settimo Torinese"


PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera risponde ora congiuntamente all'interrogazione n.
490, presentata dai Consiglieri Tapparo, Suino, Rossi Oreste, Brigandì Ferrero e Pozzo, e all'interrogazione n. 507, presentata dal Consigliere Moriconi.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Sulla base delle informazioni trasmesse dalla Provincia di Torino l'intervento riguarda un progetto di impianto di recupero e riciclaggio di veicoli per la produzione di rottame ed annesso impianto di interramento controllato monouso di II categoria tipo B, presentato dalla Società Centro Recuperi e Servizi S.r.l., con sede a Torino, Corso Vittorio Emanuele n.
108, l'1/10/1999.
Tale iniziativa, localizzata interamente nel Comune di Settimo Torinese, prevede: un'attività di recupero di rottame ferroso da autoveicoli mediante la realizzazione di un impianto di frantumazione e separazione con capacità di trattamento di circa 145.000 ton/anno, collocata in area industriale identificata come PIS (Polo Integrato di Sviluppo) una discarica (impianto di interramento controllato di volumetria iniziale pari a 575.000 metri cubi e successivamente ridotta a 350.000 metri cubi) di categoria II tipo B, destinata allo smaltimento del "fluff" prodotto come materiale di risulta dall'impianto di frantumazione e dei fanghi generatisi dal processo di abbattimento delle polveri, situati in località Rio Martino, su terreni ad attuale destinazione agricola.
Trattandosi di impianti strettamente correlati, per la fase di Valutazione di Impatto Ambientale ai sensi della L.R. 14/12/1998, n. 40, è stata condotta un'istruttoria complessiva, da parte della Provincia. Tale istruttoria è stata condotta dall'Organo Tecnico Provinciale attraverso specifici incontri e nelle sedute di Conferenza dei Servizi di tutti i soggetti interessati.
Nell'ambito della Conferenza vengono esaminati tutti gli aspetti critici ambientali e progettuali e l'eventuale approvazione del progetto sostituisce ad ogni effetto visti, pareri, autorizzazioni e concessioni di organi regionali, provinciali e comunali.
La prima istruttoria si è conclusa nel mese di agosto 2000, tuttavia, a fronte di novità intervenute, dopo la chiusura dell'istruttoria relativamente al sito di discarica ed in particolare a seguito dell'acquisizione di nuovi elementi di conoscenza circa la reale soggiacenza della falda, la Provincia con deliberazione n. 906-181525/2000 del 5/9/2000 ha disposto di autorizzare il solo impianto di frantumazione sospendendo, al fine di effettuare ulteriori verifiche, il provvedimento relativo all'impianto di interramento controllato.
Il provvedimento autorizzativo del progetto dell'impianto di frantumazione e separazione, ai fini degli artt. 27 e 28 del D.lgs. n.
22/97 e ai fini del DPR n. 203/88 (per quanto riguarda le emissioni in atmosfera in corrispondenza del camino), dichiara contestualmente, per la natura delle opere da eseguire, la pubblica utilità, indifferibilità ed urgenza dei lavori. Quanto approvato e autorizzato è inoltre subordinato al completamento della certificazione dell'avvenuta bonifica dell'area industriale PIS, ai sensi dell'art. 17 del D.lgs. n. 22/97 e s.m.i.
L'iter istruttorio relativo al progetto di interramento controllato è successivamente proseguito e si è concluso il 31/7/2001 con l'approvazione dell'impianto di discarica (con DGP n. 857-168367/2001) ridotta nelle dimensioni, al fine di garantire la tutela della falda, escludendo dall'intervento le porzioni di area a minore soggiacenza della falda stessa.
Ai fini dell'istruttoria del progetto di impianto di interramento controllato, si sono svolte complessivamente sette sedute della Conferenza dei Servizi, con tutti i soggetti pubblici interessati al progetto, e un confronto pubblico, alla presenza del proponente, con i cittadini che avevano presentato osservazioni.
Ovviamente, la relazione generale sull'istruttoria datata 26/7/2001 riporta le risultanze istruttorie relative alla nuova documentazione presentata dal proponente successivamente al 16/8/2000 e pertanto queste risultanze costituiscono aggiornamento alla precedente relazione generale istruttoria del 16/8/2000.
In riferimento al materiale da conferire in discarica (il cosiddetto "fluff"), la Provincia precisa che l'istruttoria tecnica ha tenuto conto dell'entrata in vigore (1 gennaio 2002) della decisione della Commissione Europea 2001/118/CE del 16/1/2001, che modifica l'elenco dei rifiuti (istituito dalla decisione 2000/532/CE del 3/5/2000), che prevede la nuova classificazione con due codici, entrambi appartenenti alla classe 19.10 "rifiuti prodotti da operazioni di frantumazione di rifiuti contenenti metallo": 19.10.03: "fluff" - frazione leggera e polveri, contenente sostanze pericolose (rifiuto speciale pericoloso) 19.10.04: "fluff" - frazione leggera e polveri, diversi da quelli di cui alla voce 19.10.03 (rifiuto speciale non pericoloso).
In relazione a tale nuova classificazione e alle specifiche competenze attribuite alla Provincia in materia di VIA e di autorizzazione di impianti per rifiuti, è stato autorizzato un impianto di interramento controllato di II categoria tipo B, per rifiuti speciali non pericolosi e non tossico nocivi. L'autorizzazione consente, pertanto, di conferire unicamente il "fluff" quale rifiuto speciale non tossico-nocivo e non pericoloso attualmente classificato con il codice CER 16.01.05, ai sensi del D.lgs. n.
22/97 e s.m.i., ed indica in maniera esplicita la codifica CER del "fluff" quale rifiuto speciale non tossico-nocivo e non pericoloso, in riferimento alla decisione della Commissione Europea più recente, quella del 2001, con tutti i vincoli di caratterizzazione del rifiuto da questa previsto.
Apro una parentesi: non è una dissertazione fine a se stessa, ma è molto importante perché l'attività di demolizione delle auto deve essere molto controllata, nel senso che in questa fase possono passare anche altri materiali. La Provincia di Torino ha deciso di essere molto rigorosa. Non solo, ha ripreso il problema e, visto che dal 2002 ci sarà una nuova classificazione, per evitare equivoci ha già improntato questa nuova classificazione e ha confermato che eventuali componenti di autoveicoli classificati come "pericolosi", ai sensi della legge Ronchi n. 22, o della precedente legge, non dovranno finire in quella discarica.
Relativamente alla localizzazione della discarica, la Provincia di Torino fa rilevare che il sito è stato individuato sulla base delle indicazioni del Piano provinciale di gestione dei rifiuti e della cartografia tematica utilizzata per la sovrapposizione dei fattori escludenti, prodotta dalla stessa Provincia di Torino.
Si sottolinea che la procedura di Valutazione di Impatto Ambientale cui il progetto è stato assoggettato, garantisce la partecipazione dei cittadini fornendo loro, non solo opportunità per incidere nella valutazione dei progetti mediante la presentazione di osservazioni, memorie o approfondimenti tecnici, ma anche attraverso momenti di confronto diretto con la Pubblica Amministrazione e i proponenti.
Si fa presente, inoltre, che la Regione Piemonte ha una notevole richiesta di rottamazione di autoveicoli, considerate le campagne di incentivazione alla sostituzione degli autoveicoli. Con i nuovi mezzi a basso impatto ambientale migliorano le emissioni in atmosfera, però occorre demolire le auto precedenti.
Fatto salvo il rispetto delle normative ambientali, la realizzazione di impianti di frantumazione e delle relative discariche funzionali agli impianti è assolutamente necessaria per assicurare un corretto smaltimento degli autoveicoli rottamati ed evitare l'accumulo del "fluff" presso gli impianti di frantumazione, in stoccaggi provvisori.
Per concludere, un giudizio personale: ritengo che la Provincia di Torino, avendo seguito la procedura di VIA, essendosi dotata di un Piano di gestione dei rifiuti e avendo adottato le indicazioni delle aree non idonee previste dalla legge e dal Piano regionale, abbia compiuto l'iter necessario. Nel merito, ciascuno di noi può avere la propria opinione, ma ritengo non sia questa la sede per emettere una sentenza, soprattutto da parte dell'Assessore. Occorre verificare, come opera di coordinamento e vigilanza, che le Province dotino il proprio territorio di impianti necessari, seguendo le procedure, magari salvaguardando l'ambiente. Si è limitata la discarica ai rifiuti non pericolosi dopo aver valutato un certo tipo di soggiacenza della falda, diminuendo, così come è stato ridotto il volume, anche la profondità di interramento.
Questa è l'informazione che ritenevo di dare ai colleghi, sperando di aver assolto alla funzione che ci si attendeva.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
Assessore, la risposta è assolutamente importante, per cui ci riteniamo parzialmente soddisfatti, almeno per la parte dell'opposizione che rappresento, poiché l'interrogazione n. 490 è firmata anche da colleghi della maggioranza.
Questo è il classico esempio di applicazione rigorosa e corretta di tutte le norme esistenti, a partire dalla Valutazione di Impatto Ambientale. L'Assessore, quindi, ha ragione quando dice che in questo caso la Provincia di Torino ha svolto fino in fondo le competenze riconosciutole e che il lavoro svolto in Conferenza dei Servizi ha portato a un ridimensionamento del progetto e a un contenimento dei danni. Tutto questo è certamente positivo.
E' altrettanto vero che, come l'Assessore sostiene, andrà fatto un monitoraggio molto attento, soprattutto relativamente a questo primo anno soggetto ad un'ulteriore verifica ai fini del cambiamento dei codici imposto dalla Commissione Europea.
Lo scopo dell'interrogazione era anche quello di sollecitare l'Assessorato all'ambiente, che svolge inevitabilmente una funzione di regia, in particolare di coordinamento, ma anche di pungolo, di incentivazione, di controllo, monitorando l'attività che si va a svolgere.
Assessore, evidenzio tre questioni, poiché - ripeto - è il classico caso di buon rispetto di tutte le norme vigenti, di applicazione rigorosa della Valutazione di Impatto Ambientale, ma il problema rimane.
Il primo nodo è rispetto a quando verrà ulteriormente ridimensionato il sito. Abbiamo, nell'area prospiciente e contigua, una delle pochissime aree agricole di prima categoria, quindi di ottima qualità, ancora rimaste nel territorio della provincia di Torino.
Secondo: il problema della falda acquifera. Bisognerà, tramite il monitoraggio, verificare che le lavorazioni non vadano ad incidere sulla falda acquifera. Di questo non vi è certezza. In questo luogo la falda acquifera è particolarmente importante - al di là di quella che è l'importanza generale di una falda acquifera - poiché abbiamo, nello stesso territorio, degli allevamenti di bovini di alta qualità per la produzione di latte di pregio. Peraltro, gli allevatori ricevono dei finanziamenti dalla Regione, per cui si viene a creare una situazione particolarmente strana. Da una parte, abbiamo i finanziamenti per la produzione di rifiuti comunque pericolosi, e, dall'altra, abbiamo i finanziamenti per la produzione di latte di grande qualità. L'averlo spiegato ci fa capire l'importanza di quel territorio.
Terza questione, non meno importante, anche se la cito all'ultimo posto: le polveri.
Non è accertato, a livello di Unione Europea, che questo tipo di lavorazione, di frantumazione di tutte le parti che costituiscono gli autoveicoli (automobili, camion, furgoni, ecc.), non produca polveri che rientrano nell'elenco di polveri altamente dannose per le quali, in questi giorni, la nostra città, ad esempio, è all'indice rosso di pericolo, poich con Milano si pone assolutamente prima, in classifica, a livello nazionale.
Non ci sono dati certi. Bene ha fatto la Provincia di Torino a far ridimensionare ulteriormente il tipo di produzione e il tipo di lavorazione che verrà realizzata nel PIS di Settimo Torinese. Non abbiamo, però, la certezza assoluta. Giustamente, la Commissione europea si è tenuta il tempo di un anno di valutazione, poiché è da accertare se quelle polveri non rientrano nel ciclo vitale e vanno ad aggiungersi a quel lungo elenco che come sappiamo, provoca danni ormai evidenti; basta vedere il numero di cancerogeneità in rapido aumento nel territorio piemontese per capire a quali dati facciamo riferimento.
Concludo augurando buon lavoro. Ci riteniamo soddisfatti, per Assessore, è compito dell'Assessorato all'ambiente premere e pungolare le Amministrazioni, anche laddove hanno rispettato la normativa vigente affinché si possa fare di più e meglio.
Stiamo parlando di salute.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Penso che, come abbiamo detto prima, i problemi della zona di cui stiamo discutendo siano sotto gli occhi di tutti, anche dell'Assessore.
Riprendendo quanto affermato dall'Assessore, devo dire che sulla nostra interrogazione non sono state spese molte parole, in quanto noi chiedevamo una valutazione riguardo al fatto che la legge urbanistica regionale specifica come i suoli di prima classe siano destinati esclusivamente all'agricoltura o, in casi eccezionali, ad interessi pubblici, ma non privati.
In questo caso, come diceva anche l'Assessore, siamo in presenza di un proponente privato che chiede l'insediamento di una discarica su un'area agricola di prima classe con delle caratteristiche di pregio, come ha appena ricordato la Consigliera Suino.
Il problema che noi sottoponevamo era appunto il conoscere come la Regione Piemonte intendeva porsi di fronte a questo specifico problema. E' vero che si è riunita la Conferenze dei Servizi, in ogni caso, per sappiamo che, difficilmente, una Conferenza dei Servizi riesce a rispondere su questo tema specifico. Nel senso che la Conferenza dei Servizi si fa quando già si pensa di realizzare un'opera. In questo caso, secondo molti dei proponenti, è proprio la localizzazione di questa opera che pone dei problemi, al di là di tutte le precauzioni che possono essere prese.
Devo dire che questo mi riporta un po' il discorso che abbiamo fatto prima. Credo che in alcuni casi in campo ambientale si debba dire che manca un po' la visione della Regione che non può limitarsi solo a fare la verifica delle leggi a posteriori, ma deve, in campo ambientale, fissare delle linee di indirizzo. Secondo noi, la costruzione di una discarica con tutti i problemi che sono stati evidenziati non può essere risolta semplicemente dicendo che sono stati rispettati alcuni passaggi. Il passaggio fondamentale e nodale, ovvero che si forzi l'articolo di una legge regionale per localizzare una discarica pericolosa, come è stato detto, secondo noi è un punto che richiederebbe un intervento più deciso da parte della Regione e non la conclusione dell'Assessore accettando l'ipotesi proposta dalla Provincia.
Aspettavamo una risposta più specifica su questo punto.


Argomento: Difesa idrogeologica

Interrogazione n. 548 della Consigliera Suino inerente a "Allarme valanghe"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 548, presentata dalla Consigliera Suino, alla quale risponde ancora l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Si fornisce di seguito una sintetica relazione in merito alle modalità di elaborazione e diffusione dei bollettini nivometeorologici predisposti dal Settore Meteoidrografico della Direzione Servizi Tecnici di Prevenzione, competente ai sensi della L.R. n. 44/00 in materia di previsione del rischio nivologico, in risposta al punto 1) dell'interrogazione in oggetto, nonché gli elementi di chiarimento per gli aspetti di competenza relativi ai punti 2) e 3) della stessa.
1. I servizi di prevenzione di questa Regione gestiscono ed organizzano, dal 1983, la rete regionale di rilevamento nivometrico per il monitoraggio delle precipitazioni nevose e la prevenzione del pericolo di valanghe.
Le modalità operative di raccolta dei dati utilizzano le specifiche tecniche elaborate in seno all'A.I.Ne.Va, l'Associazione Interregionale per lo studio e la documentazione dei problemi relativi alla neve e alle valanghe, cui la Regione Piemonte aderisce dal 1983.
La rete è costituita da una ventina di stazioni automatiche e una cinquantina di osservazioni manuali distribuite su tutto l'arco alpino piemontese. Collaborano al rilevamento dei dati Enti, Amministrazioni e Società diverse coordinate dal Settore Meteoidrografico.
Ogni stazione di rilevamento compie osservazioni giornaliere di parametri meteorologici e nivometrici significativi per valutare il pericolo di valanghe; settimanalmente vengono effettuate le prove penetrometriche e stratigrafiche, atte ad evidenziare le caratteristiche fisiche e meccaniche del manto nevoso.
In ogni stazione viene compilata la scheda valanghe, strumento base per la localizzazione delle aree valanghive e la loro cartografia.
Tutte le informazioni vengono trasmesse per via telematica alla Sala Situazione Rischi Naturali, ubicata presso il CSI-Piemonte, dove vengono elaborati ed integrati con quelli delle stazioni automatiche.
Queste ultime fanno parte della rete meteoidrografica regionale e rilevano - oltre ai parametri meteorologici quali pioggia, direzione e velocità del vento, pressione atmosferica, temperatura, umidità e radiazione solare - l'altezza e la temperatura, a diversi livelli, del manto nevoso.
Oltre all'acquisizione dei dati nivometrici, il Settore regionale si occupa della loro elaborazione e dell'emissione di Bollettini Previsionali sulle condizioni meteonivometriche e di rischio di valanghe.
Il Bollettino Nivologico della Regione Piemonte viene elaborato con cadenza trisettimanale, il lunedì, mercoledì e venerdì, salvo emissioni straordinarie per particolari condizioni di innevamento e di pericolo valanghe. Descrive le condizioni di innevamento, l'evoluzione delle caratteristiche interne del manto nevoso e la previsione del pericolo valanghe. Per la situazione e la previsione meteorologica viene emesso quotidianamente, compresi i festivi, uno specifico Bollettino Meteorologico, diffuso con le stesse modalità.
Ai Bollettini è possibile accedere attraverso un'apposita segreteria telefonica del Settore Meteoidrografico della Regione Piemonte al n. 011 318.55.55. Sono inoltre riportati all'indirizzo Internet "www.regione.piemonte.it/meteo/boll.htm" e sul Televideo RAI 3 alle pagine 536-537. Vengono inoltre distribuiti via fac-simile ai principali collaboratori del rilevamento per un utilizzo ai fini della sicurezza, agli organismi della Protezione Civile (Prefetture, Uffici comunali e provinciali, Soccorso Alpino), della viabilità (ANAS, FS), dei servizi (ENEL, AEM-TO), dell'informazione (quotidiani, radio, televisioni private servizio teletext) e del turismo (IAT, Società esercenti impianti di risalita, CAI).
Il Bollettino Nivologico viene anche registrato su un risponditore telefonico installato presso la Segreteria dell'A.I.Ne.Va. a Trento che diffonde i Bollettini Neve di tutto l'arco alpino italiano, e, insieme a questi ultimi, viene diffuso via Internet tramite il sito dell'A.I.Ne.Va.
Nella scorsa stagione sono state effettuate circa 70.000 chiamate alla segreteria regionale per l'ascolto dei Bollettini Nivometeorologici, mentre gli accessi al sito Internet per la consultazione del solo Bollettino Nivologico sono stati oltre 56.600.
Nella stagione scorsa l'attività di rilevamento è iniziata l'1 novembre, mentre l'emissione del primo bollettino previsionale è avvenuta in data 10/11/2000. Oltre alle emissioni previste, sono stati emessi due bollettini straordinari. Per la valutazione del grado di pericolo è stata utilizzata la scala unificata a livello europeo del pericolo da valanghe che si compone di cinque gradi di pericolo crescenti denominati "Debole" "Moderato", "Marcato", "Forte", "Molto forte".
Oltre all'attività previsionale, la Regione, attraverso il Meteoidrografico, intraprende attività di divulgazione e prevenzione.
Nell'ultimo anno sono stati pubblicati, in collaborazione con l'A.I.Ne.Va.
una guida all'interpretazione dei bollettini e due manuali informativi sulla neve e le valanghe, rivolti prevalentemente alle scuole; sono state realizzate le nuove tessere A.I.Ne.Va. con la scala europea del pericolo di valanghe e con i numeri telefonici dei risponditori italiani ed esteri per l'ascolto dei bollettini nivometeorologici, distribuiti agli utenti della montagna attraverso le riviste del settore Alp e Rivista della montagna sono state allestite presso i Comprensori sciistici, le IAT regionali, i Parchi e alcuni Comuni montani, delle bacheche per l'affissione dei bollettini.
Per quanto riguarda gli aspetti relativi alla formazione professionale in materia di neve e valanghe, è stato inoltre stipulato un Protocollo d'intesa tra l'A.I.Ne.Va. e il CAI (Club Alpino Italiano), che prevede una collaborazione tra i due organismi, finalizzata all'organizzazione e alla gestione di corsi per appassionati ed operatori.
Nella scorsa stagione, sul territorio piemontese si sono verificati cinque gravi incidenti da valanga con otto morti, dei quali gli ultimi due su territori molto noti e frequentati (a Pragelato in Val Troncea l'1 marzo e a Sestriere sulle pendici del Monte Sises il 6 marzo). In tutti i casi si è verificato il distacco di un lastrone da vento provocato dal passaggio degli sciatori. La presenza di notevoli accumuli di neve alle alte quote generati dai forti venti registrati nel periodo, era segnalata sui Bollettini Nivologici Previsionali che davano un grado di pericolo 4 "Forte".
Si deve pertanto ritenere che gli incidenti sono dipesi non tanto da "tragiche fatalità", quanto piuttosto dall'inesperienza e dall'imprudenza degli sciatori coinvolti. Certamente una maggiore attenzione alle indicazioni riportate nei Bollettini avrebbe potuto limitare il numero delle vittime.
2. Il tematismo "Valanghe" ha assunto negli ultimi anni un'importanza sempre maggiore in funzione delle problematiche di "Pericolosità geomorfologica e Rischio geologico" che tali fenomeni naturali implicano. A tale scopo, la Regione, attraverso i Servizi Tecnici di Prevenzione, ha individuato, nella Circolare del Presidente della Giunta regionale n. 7/Lap dell'8/5/1996 e successiva Nota Tecnica Esplicativa (NTE), che rappresenta lo standard di riferimento regionale per l'elaborazione di studi geologici a supporto degli strumenti urbanistici comunali, una scheda (predisposta dal Settore Meteoidrografico e Reti di Monitoraggio) nella quale vengono individuati i canoni per la redazione di Carte di Localizzazione Probabile delle Valanghe. Tale cartografia deve essere redatta alla scala 1:10.000 estendendo l'analisi su tutto il territorio comunale in esame. Alcuni Comuni si sono già dotati di tali approfondimenti, mentre la restante parte di essi ha in corso di revisione più o meno avanzata studi analoghi.
3. Il tematismo "Valanghe" rappresenta uno dei "tipi di dissesto" individuati nel Piano per l'Assetto Idrogeologico (PAI) da parte del Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino del fiume Po. Al fine dell'approvazione di tale Piano Stralcio, la Regione Piemonte ha convocato specifiche Conferenze Programmatiche (ai sensi della legge n. 365 dell'11/12/2000), a cui hanno partecipato tutti i Comuni piemontesi, le Province e le Comunità montane. Gli ambiti valanghivi sono individuati nel PAI su cartografie redatte alla scala 1:25.000, nelle quali sono altresì cartografate le altre tipologie di dissesto (dissesti di versante, dissesti lungo la rete idrografica principale e secondaria, gli ambiti di conoide).
E' noto che il PAI è stato definitivamente adottato il 26 aprile 2001 dal Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino e approvato con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri in data 24 maggio 2001, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 19 luglio 2001. Entrano pertanto in vigore le norme di attuazione del Piano e i conseguenti vincoli e procedure che rendono operative, su tali ambiti, norme d'uso del suolo studiate al fine di ridurre per quanto possibile gli effetti sulle persone e sulle infrastrutture che i fenomeni valanghivi implicano.
In sostanza, da parte della Regione si vede nel PAI un po' il completamento di un'attività che era già iniziata circa vent'anni fa e che prevede l'emanazione di prodotti di informazione i più ampi e i più articolati possibile, con tutti i mezzi, compresa anche la possibilità di fare l'autofax (componendo un determinato numero), ma anche siti Internet pubblicazioni e quant'altro.
Devo dire che, partendo dall'esperienza positiva dell'assistenza nivometeorologica data ai Campionati del Mondo del 1997, nella Valle di Susa per le Olimpiadi 2006 è stabilito che le previsioni nivometeorologiche le effettuerà la Regione Piemonte. Abbiamo già redatto una convenzione per cui il TOROC in questi anni darà 5 miliardi alla Regione Piemonte, mentre noi daremo, di contro, le previsioni, naturalmente con delle installazioni più articolate e sofisticate, perché la presenza di atleti sarà molto più ampia e occorrerà avere una previsione molto più certa per la definizione dei calendari delle gare. Si tratta di dare un po' conto dell'impegno complessivo in questa materia.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Intervengo per esprimere approvazione in merito alla risposta: ci riteniamo soddisfatti.
Permettete solo una battuta: con i tempi che abbiamo per le risposte alle interrogazioni in Consiglio regionale, diciamo che, presentando un'interrogazione nell'inverno, si riesce, magari, ad essere utili per l'inverno successivo, ma, se non altro, in ogni caso, si riconosce e si riscontra una funzione di utilità e positività.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 647 del Consigliere Moriconi inerente a "Sversamento di olio combustile lungo la strada provinciale della Val Chiusella nel territorio del Comune di Vidracco"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 647, presentata dal Consigliere Moriconi, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In merito a quanto evidenziato nell'interrogazione n. 647 del Consigliere Moriconi, si riferisce che il personale dell'ARPA Dipartimento Subprovinciale di Ivrea, in data 23/2/2001, a seguito di segnalazione del Sindaco di Vidracco, aveva accertato che la fuoriuscita di gasolio nel fosso di raccolta di acque meteoriche a valle dell'insediamento ex Olivetti, sito in Via Baldissero n. 21, proveniva da tale insediamento.
L'ordinanza sindacale n. 1/01 del 27/2/2001 in danno alla ditta proprietaria del sito, Olivetti Multiservice S.p.A., e alla ditta affittuaria, Associazione Techneville Universale, intimava l'adozione di interventi di ripristino dei luoghi e la predisposizione di opportune verifiche sulle strutture e sugli impianti al fine di accertare le cause della fuoriuscita di gasolio. In data 12/3/2001 la ditta Bena snc eseguiva una verifica all'interno della cisterna interrata evidenziando che la stessa risultava danneggiata presentando fori in più punti.
Poiché la contaminazione delle acque superficiali era riconducibile alla cisterna di gasolio e, considerata una probabile contaminazione del terreno prossimo al manufatto, il proprietario rimuoveva la cisterna sulla quale erano presenti numerosi fori localizzati principalmente alle due estremità. Il terreno sottostante ai fori presentava evidenti segni di contaminazione da idrocarburi.
Per problemi connessi alla precaria stabilità delle pareti dello scavo realizzato per rimuovere la cisterna non è stato possibile procedere al prelievo dei campioni di terreno. In ogni caso, il Dipartimento ARPA ha ritenuto sussistere un pericolo concreto ed attuale di superamento dei valori di concentrazione limite accettabile di cui al DM n. 471/99 e pertanto, ha proposto di dare corso alle procedure di bonifica ai sensi dell'art. 17 del D.lgs. n. 22/97 e art. 8 del DM n. 471/99 in danno ai soggetti obbligati (Olivetti Multiservice).
Per quanto attiene alle eventuali responsabilità di carattere penale il personale ispettivo dell'ARPA ha provveduto a segnalare l'accaduto alla competente Procura di Ivrea per le valutazioni del caso.
Con nota del 14/5/2001, la Ditta Olivetti Multiservice ha richiesto una proroga ai tempi di presentazione del piano di caratterizzazione di 40/50 giorni.
Al di là della risposta, vi è poi un seguito. Purtroppo, noi prepariamo le risposte e le mettiamo a disposizione, ma passano anche mesi prima di poterle rendere in aula. Comunque, ci si trova di fronte ad un caso tempestivamente segnalato dai colleghi, in cui mi sembra che l'operatività sia dell'ARPA, sia del Sindaco, competente in base alla legge n. 22, abbia messo in campo tutti quei provvedimenti; ispirandosi ad un principio di cautela si è subito provveduto ad emettere il provvedimento più pesante cioè non la semplice messa in sicurezza, ma addirittura l'ordinanza di bonifica.
Se può interessare al collega, mi aggiornerò circa il completamento di queste opere e di questo intervento, poi lo potrò informare direttamente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore. Sono parzialmente soddisfatto della risposta fornitami, in modo particolare per l'impegno dell'Assessore a fornire l'eventuale evoluzione del procedimento.
Volevo sottolineare all'Assessore un particolare che riguarda l'operatività dell'ARPA. Nella risposta si dice che l'ARPA non ha potuto effettuare un prelievo del terreno perché lo scavo... è una particolarità tecnica.



(Intervento fuori microfono dell'Assessore Cavallera)



MORICONI Enrico

Ha deciso la bonifica.
Il problema di base è solo questo: capire se, in ogni caso, l'ARPA sarebbe attrezzata per effettuare dei carotaggi, perché noi possiamo verificare la situazione del terreno effettuando dei carotaggi. Quindi, nel caso fosse stato necessario vedere lo stato di contaminazione, si sottolinea che è possibile effettuando dei carotaggi e non semplicemente per asportazione del terreno arrivandoci per via esterna.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 630 dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi inerente a "Scorie nucleari secche e liquide a Saluggia"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'interpellanza n. 630 presentata dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Le recenti notizie diffuse dai media in rete e dalla stampa quotidiana e periodica sulle problematiche nucleari sono spesso permeate dalla ricerca dello "scoop" a danno della completezza e della correttezza dell'informazione. Si ricorda che tutte le notizie concernenti Saluggia e gli altri siti nucleari sono state consegnate sotto forma di relazione in sede di V Commissione consiliare, come da precedenti intese con la stessa.
Comunque, giova ricordare che in Comune di Saluggia gli impianti sono situati sulla riva sinistra del fiume Dora Baltea in un'ansa golenale. Per la protezione di detti impianti dalle piene del fiume è stato realizzato un argine in cemento - diciamo che qui è stato o è in via di realizzazione, in termini progettuali è già stato progettato e affidato. A fianco delle installazioni scorre il canale Farini che, in caso di necessità, può essere utilizzato come scolmatore della Dora; gli argini del canale Farini sono realizzati in terra. Il canale Farini confluisce nel canale Cavour che scorre trasversalmente alla Dora e la attraversa su un ponte canale a valle degli impianti - il sito praticamente è in un triangolo: fiume, canale e altro canale. I corpi d'acqua - fiumi Dora, canale Farini, canale Cavour formano un triangolo all'interno del quale sono situati gli impianti Eurex e Avogadro, insieme a SORIN che non fa parte del ciclo degli impianti nucleari pur avendo attività che comprendono l'uso di radioisotopi.
In relazione alla particolare localizzazione, il sito nucleare di Saluggia, racchiuso in un triangolo di limitata estensione e scarsissima elevazione rispetto ai corsi d'acqua che lo delimitano, risulta tra i siti piemontesi quello maggiormente esposto a eventi alluvionali quali quello occorso il 16 ottobre 2000. Su di esso sono stati svolti due sopralluoghi dall'ANPA insieme all'ARPA nei giorni 23 e 24 ottobre 2000.
Tali sopralluoghi miravano ad una verifica delle conseguenze dell'evento sugli impianti del sito e ad un controllo della presenza sul sito stesso di radioattività eventualmente rilasciata a causa dell'alluvione.
L'evento non ha provocato gravi conseguenze per l'impianto, ha tuttavia indotto per essi un'oggettiva situazione di rischio. Il livello del fiume Dora Baltea, che nell'evento del 1994 si era mantenuto ben al di sotto del culmine dell'argine posto a difesa degli impianti, questa volta lo ha raggiunto. Il canale Farini, come nell'evento del 1994, ha avuto una prima esondazione per tracimazione e, successivamente, ha subìto la rottura di una parte dell'argine riversando acqua nel sito.
L'impianto Eurex e dell'ENEA ha avuto il fuori servizio del sistema di ventilazione a causa dell'allagamento dell'apposito locale posto a circa tre metri al di sotto del piano campagna dell'impianto. Il funzionamento del sistema è stato ripristinato. L'acqua drenata dai locali, stimata intorno ai 100 mc, presenta valori di contaminazione radioattiva poco significativi e il suo scarico rientra ampiamente nei limiti autorizzati per l'impianto in condizione normali.
Nel pomeriggio del 24 ottobre 2000 si è tenuta una riunione convocata dal Prefetto di Vercelli, per trarre le conclusioni delle attività di controllo svolte. I tecnici presenti, in rappresentanza dell'ANPA dell'ARPA, dei Vigili del fuoco e della locale ASL, hanno unanimemente convenuto che i sopralluoghi e le misurazioni effettuate sul sito di Saluggia consentono di escludere ogni effetto negativo per la salute della popolazione. In ogni caso, gli esercenti e gli organismi di controllo nell'ambito delle rispettive competenze, continueranno a svolgere attività di monitoraggio nel territorio, al fine di verificare l'assenza di effetti negativi anche a medio e lungo termine.
A fronte di ciò, anche su richiesta dell'Assessorato regionale, l'ARPA di Ivrea, in data 15 novembre 2000, ha predisposto un programma di attività straordinaria di monitoraggio nella zona, al fine di controllare nel tempo l'evoluzione della situazione radiologica; tale programma, tra l'altro contiene un dettagliato piano di ricognizione dell'area interessata che costituirà attività di sorveglianza periodica e permanente sviluppata insieme al Dipartimento ARPA di Vercelli.
Sulla base, comunque, delle misure effettuate immediatamente dopo l'alluvione, possono essere tratte le seguenti conclusioni.
L'evento alluvionale ha causato, in particolare nell'area SORIN, una situazione di rischio di contaminazione ambientale e di potenziale esposizione delle persone. E' stata misurata qualche traccia di contaminazione da radionuclidi a vita breve solo nelle vicinanze del deposito dei rifiuti della SORIN che è stato parzialmente allagato dalle acque provenienti dal canale Farini. Tuttavia, sulla base delle misure effettuate, non vi sono evidenze che facciano temere un superamento dei limiti di dose per la popolazione.
I livelli di dose registrati nelle aree adiacenti agli impianti (cioè al di fuori delle zone controllate) non sono significativamente superiori al fondo naturale.
Pur essendosi verificati rischi di contaminazione esterna al suolo in prossimità della zona controllata del Centro SORIN e in atmosfera, dai calcoli effettuati risulterebbe che le eventuali dosi alla popolazione sarebbero assolutamente trascurabili.
Inoltre, i primi referti analitici del programma di monitoraggio predisposto dal dipartimento di Ivrea insieme all'ARPA di Vercelli, hanno escluso la presenza di contaminazione da isotopi radioattivi nei pozzi dell'acquedotto del Monferrato, oggetto di ripetute campagne valutative eventuali tracce di isotopi radioattivi in alcuni pozzi (valori riscontrati al di sotto dei limiti previsti dalla legge) non sono correlabili all'alluvione, ma da eventi succeduti almeno quindici anni fa; per ulteriori approfondimenti si allegano le tabelle trasmesse dall'ARPA, che consegnerò agli interpellanti.
L'impianto dell'ENEA è stato raggiunto dall'acqua solo negli uffici e nei laboratori e si è avuto l'allagamento della "fossa filtri", proveniente dalla falda acquifera sotterranea. Quindi, tale acqua è stata pompata dai tecnici dell'ENEA e depositata negli appositi serbatoi di stoccaggio, in attesa dello smaltimento nel fiume Dora.
Nel corso delle ispezioni, l'ARPA conferma che non vi sono state contaminazioni all'esterno del sito di Saluggia imputabili a questa alluvione. Il rilascio avvenuto nell'area di Saluggia non rappresenta quindi attualmente un rischio per la popolazione. Sarà tuttavia necessario continuare l'attività di monitoraggio dell'area e delle acque di falda e superficiali, così come concordato con l'ARPA.
Per quanto attiene il problema della contaminazione del sito SORIN, è stata attivata una Conferenza dei Servizi presso il MICA, con la partecipazione della Regione Piemonte e dell'ARPA, per il perfezionamento delle prescrizioni dell'ANPA mirate alla redazione di un piano di decontaminazione del sito SORIN e di adeguamento del deposito dei rifiuti radioattivi provenienti dai laboratori di ricerca.
Allo stato, gli impianti facenti parte del ciclo del combustibile nucleare, ad eccezione quindi dell'impianto della SORIN, non sono rilocalizzabili se non attraverso il preventivo processo di trattamento condizionamento e trasporto di tutte le materie stoccate, per l'allontanamento e lo stoccaggio finale nel deposito unico nazionale come previsto dall'Accordo di programma stipulato da Governo e Regioni alla fine del 1999.
In particolare, non è certo possibile rilocalizzare a breve l'impianto ENEA-Eurex, in quanto i rifiuti liquidi devono essere prima trattati e solidificati (vetrificati e/o cementati) e solo dopo la trasformazione dello stato fisico, con un conseguente aumento intrinseco della sicurezza possono essere trasportati ad una destinazione definitiva. Per l'impianto SORIN è ritenuto dall'ARPA possibile e conveniente trovare un sito meno esposto alle alluvioni. Per quanto concerne la piscina Avogadro, l'ANPA ha previsto il suo svuotamento, essendo una struttura obsoleta, con trasferimento del combustibile in appositi contenitori speciali.
La Regione ha comunque avviato alcune iniziative, sostenendo con i Ministeri dell'Ambiente, dell'Industria e il Dipartimento della Protezione Civile, la promozione di progetti di riassetto e difesa idraulica dei siti anche richiedendo la predisposizione di misure aggiuntive di sicurezza all'interno dei siti a carico degli esercenti nucleari.
A tale proposito, il 20 aprile u.s. a Roma, presso l'Agenzia nazionale della Protezione Civile, si è svolta una riunione nel corso della quale sono stati definiti i costi dei progetti per la difesa spondale del corso d'acqua della Dora Baltea ed è stato evidenziato il carattere di priorità che tale opera riveste per la sicurezza dell'impianto Eurex-ENEA, dove sono stoccati i rifiuti liquidi, ed anche per altri impianti che insistono nella medesima zona territoriale.
La riunione si è conclusa con l'intesa generale di partecipazione e coordinamento delle attività da parte dell'Autorità di Bacino del Po ed è stata prevista la predisposizione di un'ordinanza come prima misura straordinaria di salvaguardia e di difesa idraulica.
Detta ordinanza è stata emanata in data 30 aprile 2001 prevedendo interventi urgenti di messa in sicurezza.
La Giunta regionale, al fine di dare un forte impulso partecipativo e concertativo alla soluzione dei problemi derivanti dalla gestione delle attività residue del nucleare, con DGR n. 81-29570/2000 ha istituito un tavolo di confronto e trasparenza sulle attività preliminari e complementari all'avvio della dismissione del parco nucleare. L'obiettivo proposto è di fornire agli Enti locali territoriali interessati l'informazione concernente lo stato di attività e di sicurezza degli impianti, ivi compresi i programmi di sviluppo ovvero di modifica delle attività con riguardo a quelle relative alla dismissione.
Occorre infatti agevolare il raccordo tra soggetti pubblici e privati ogni qualvolta un processo o un'attività di tipo industriale necessita di autorizzazioni, pareri o intese a carico di Autorità e Organi Tecnici locali e interregionali, al fine di snellire i processi decisionali nell'interesse della comunità, coinvolgendo preventivamente le Autorità locali.
Scopo quindi del tavolo è la promozione di un processo di informazione e partecipazione tra i diversi soggetti allargato anche ad altri soggetti portatori di interessi sociali ed economici diffusi come, tra l'altro precisato nel recente Convegno nazionale organizzato dai Verdi a Vercelli il 3 marzo u.s.
Fra le altre iniziative regionali è in programma l'istituzione di un sistema informativo di monitoraggio degli impianti nucleari quale strumento di aggiornamento e di dominio delle conoscenze, di trasferimento dell'informazione e di supporto ai processi consultivi e autorizzativi.
Attraverso il tavolo sopraddetto e il sistema informativo, le informazioni generali e amministrative avranno la massima divulgazione e trasparenza per trasferire la conoscenza sulla problematica nucleare in modo chiaro a tutta la comunità.
Per concludere e sintetizzare, abbiamo corso dei rischi, ma non vi sono stati pericoli.
Il tavolo della trasparenza si è arricchito di un Accordo di programma con gli esercenti nucleari, per cui adesso abbiamo un sito Internet che permette di conoscere la situazione in continuazione. Sul nucleare vi è stata, in passato, quasi una religiosa copertura delle informazioni che giacevano solo presso gli organi di controllo. Noi riteniamo, invece, che informare esattamente su come stanno le cose sia non solo un dovere della Pubblica Amministrazione, ma anche utile per poter dialogare con i cittadini.
L'argine intorno al sito è in fase di avanzata realizzazione. Comunque puntando al deposito nazionale dei rifiuti radioattivi che dovrà essere localizzato - auguriamoci che questo Governo, rispetto al precedente definisca questo benedetto sito nazionale definitivo - ciò non toglie che nell'immediato sia necessario perseguire tutte quelle azioni di messa in sicurezza, come ad esempio la trasformazione dei rifiuti liquidi allo stato solido (rifiuti che sono a Saluggia), perché mentre ci "accapigliamo" per il sito nazionale, non deve venir meno l'attenzione per la messa in sicurezza di quelli di Saluggia, Trino e Bosco Marengo, che sono i tre siti regionali in cui vi sono rifiuti radioattivi.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore per la risposta molto ampia.
Devo dire che rimangono alcuni dubbi che, tuttavia, ritengo siano noti anche all'Assessore, posto che, relativamente al sito dell'ENEA, lo stesso Assessore ha ammesso che si è trattato di una risorgenza per quanto riguarda l'alluvione. Quindi, sarà necessario verificare che effetti potrà avere la ricostruzione dell'argine che andiamo a fare e se ci pone al sicuro da un altro evento alluvionale, anche se, certamente, ognuno di noi spera che non si ripeta più. Questo è il primo problema che ci poniamo.
L'ulteriore problema, sottolineato in ultimo dall'Assessore, riguarda la necessità di individuare un sito unico nazionale per la messa in sicurezza dei residui nucleari. Forse l'Assessore è a conoscenza del fatto che alcuni Consiglieri hanno presentato un progetto di legge regionale proprio per sollecitare, a livello nazionale, l'individuazione di un sito nazionale nel più breve tempo possibile.
Condividiamo appieno la necessità del doppio passaggio, ovvero di affrontare i residui che abbiamo e di procedere alla loro cementificazione o vetrificazione. Infatti, com'è stato ribadito nel Convegno e ricordato dallo stesso Assessore, esistono due scuole di pensiero: c'è chi propone la cementificazione e chi, al contrario, propone la vetrificazione.
Una questione che ci preoccupa, sempre in riferimento alla zona di cui stiamo parlando, è che non vorremmo che venissero adottate delle soluzioni pronte che poi potrebbero durare nel tempo anche per venti o più anni, e mi riferisco alle ipotesi che sono circolate di individuare un sito "temporaneo", perché la temporaneità, nella zona di Trino, si aggirerebbe sui venti o trent'anni.
Noi abbiamo sollecitato una legge nazionale proprio perché i passi che riteniamo necessari sono l'individuazione del sito nazionale e, nell'attesa di tale individuazione, la messa in sicurezza dei siti. Noi, come le popolazioni del luogo, siamo assolutamente contrari all'eventuale individuazione di un sito temporaneo a Trino. Si tratta di un percorso che ci preoccupa molto e sul quale chiediamo che l'Assessore abbia particolare attenzione affinché ciò non avvenga.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una breve replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente. Data l'importanza dell'argomento, desidero fare un'integrazione, non legata alla risposta su Saluggia, bensì sul discorso di Trino, perché occorre, a mio avviso, partire da un'informazione condivisa per poi esprimere ognuno le proprie valutazioni.
Voi sapete che a livello nazionale è stata costituita la SOGIN, che è praticamente, il conferimento ad una società le cui azioni sono del Ministero del Tesoro (ora dicasi Ministero dell'Economia). Tale società è alimentata non so se da 0.5 lire o da 1 lira kilowatt/ora - non vi faccio la conversione in Euro - che ciascuno di noi paga su ogni kilowatt/ora proprio per procedere alla dismissione del nucleare.
Il nucleare è stato ritenuto l'anno scorso, a livello nazionale un'attività assolutamente prioritaria e la sua dismissione rappresenta un'esigenza nazionale tale da essere sostenuta dalla generalità degli utenti del sistema elettrico. Giusto o sbagliato che sia, così stanno le cose.
Cosa ha previsto la SOGIN? Ha previsto di procedere allo smantellamento della centrale di Trino. Tuttavia, tale smantellamento potrà avvenire solo con l'eliminazione della piscina ove sono collocati elementi di combustibile in funzione quando la centrale era attiva. Una parte di questi elementi di combustibile era stata portata a Saluggia, nel reattore Avogadro, a decadere nella piscina di questo ex reattore.
La proposta che viene avanzata dalla SOGIN è divisa in due: la prima parte consiste esattamente nella messa in sicurezza degli elementi di combustibile che sono a Trino, operazione sulla quale vi è una generale condivisione e che non richiedeva neanche, in quanto tale, la Valutazione di Impatto Ambientale. Ci mancherebbe che per fare la messa in sicurezza del sito si debba subordinarla a procedure utili, ma comunque lunghe! Per cui, la messa in sicurezza va attuata subito e non vi è alcun ostacolo salvo svolgerla secondo i regolamenti, le normative e le regole dell'Autorità di controllo (che è l'ANPA), decretati dal Ministero dell'Industria.
Inoltre, la SOGIN ha ipotizzato di far tornare a Trino elementi di combustibili di Trino che erano stati inviati a Saluggia per decadere.
Finché non si individuerà il sito nazionale, a Trino, ancorché si smaltelli tutta la centrale, dovrà rimanere un deposito degli elementi di Trino. La SOGIN ipotizza di far tornare anche elementi di Trino che sono a Saluggia.
Sul conto aggiungono anche qualche elemento che proviene dalla centrale di Garigliano.
Sin dalla prima volta, quando la SOGIN aveva illustrato tale ipotesi in un incontro del cosiddetto "tavolo della trasparenza", ho espresso fortissime perplessità, per non dire contrarietà, sul discorso di Garigliano, fermo restando l'accordo vigente tra Regioni e Comuni che ognuno si tiene i "suoi", in attesa del sito nazionale, mettendoli in sicurezza.
Altra questione valutabile è il fatto di far tornare a Trino gli elementi di Trino che, temporaneamente, si trovano a Saluggia. Ciò non pulirebbe Saluggia, perché a Saluggia rimarrebbe comunque l'Eurex con i suoi 200 metri cubi di rifiuti liquidi ad alta radioattività da trasformare in solidi, come diceva il collega Moriconi, vetrificandoli o cementificandoli, e poi rimarrebbe tutto il discorso SOGIN.
Questo va detto. Capisco che tra qualche mese si voterà nel Comune di Trino e quindi le questioni vengono riportate con titoli a caratteri cubitali, però bisogna stare molto attenti verso la popolazione, visto che abbiamo lavorato in questo anno, dopo l'alluvione, per la sicurezza della gente, facendo concentrare l'attenzione della Protezione Civile dell'Autorità di Bacino e di tutte le Autorità. Quindi, diamo le informazioni come sono, poi le questione saranno valutate.
Concludo dicendo che proprio per questo, mentre siamo d'accordo per la messa in sicurezza degli elementi di Trino, per quanto riguarda il trasferimento degli elementi da Saluggia a Trino abbiamo richiesto la VIA.
Era dubbia, perché il raccordo tra la legge n. 230 della radioattività e la legge sulla VIA non era molto chiaro, nel senso che non si capisce bene come si incastrano. Però l'abbiamo imposto alla SOGIN e questa ha accettato. Quindi, c'è una procedura di VIA che consente trasparenza pubblicità degli atti, partecipazione e poi tireremo le conclusioni. Però è chiaro che non ci scostiamo un millimetro dal principio "ogni sito si tiene i suoi rifiuti in sicurezza in attesa di avere il sito nazionale". Semmai discutiamo se quelli di Trino che sono in villeggiatura a Saluggia devono o meno tornare a Trino. La risposta la daremo tutti insieme, seguendo le procedure.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interpellanza n. 555 dei Consiglieri Chiezzi e Moriconi inerente a "Inquinamento da elettrosmog"; interrogazione n. 723 dei Consiglieri Moriconi, Contu, Chiezzi, Caracciolo, Papandrea, Suino e Giordano inerente a "Impianti radiotelevisivi che emettono campi elettromagnetici superiori alle norme di legge"; interrogazione n. 731 dei Consiglieri Moriconi e Papandrea inerente a "Ripetitori al Colle della Maddalena"


PRESIDENTE

In merito all'interpellanza n. 555 e alle interrogazioni n. 723 e n.
731, risponde ancora l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

L'interpellanza e le interrogazioni in oggetto pongono quesiti di ordine generale e specifico, toccando aspetti di natura tecnica legislativa e programmatica, rispetto ai quali l'Amministrazione ha già predisposto un'agenda di azioni e sta perfezionando, in modo organico e completo, quegli strumenti legislativi e di regolamento di cui si è già dotata da tempo, alla luce della nuova legge quadro nazionale, per la quale, tra l'altro, il Piemonte, quale Regione capofila per l'ambiente, ha fornito i contributi di merito in sede di Conferenza Stato-Regioni e nel corso delle audizioni presso la Commissione Ambiente del Senato.
Con riguardo, ancora, al problema del vuoto legislativo sottolineato dai Consiglieri interpellanti che richiamano le disposizioni del DM n.
381/98 (decreto Ronchi), corre l'obbligo di ricordare come, alla fine della passata legislatura, sia stato richiamato in Commissione e in aula il disegno di legge n. 568 proposto dalla Giunta, poi non licenziato dall'aula, e come, in condizioni di urgenza, la Giunta abbia approvato successivamente, in via transitoria e in attesa di poter disporre di un'idonea disciplina, il Regolamento regionale concernente i nuovi criteri di tutela sanitaria ed ambientale per gli impianti di teleradiocomunicazioni che reca anche disposizioni per l'effettuazione degli interventi di risanamento di cui all'art. 5 del DM n. 381/98, dando gli strumenti agli Enti locali per poter intervenire anche nelle situazioni critiche, pur in assenza di un quadro sanzionatorio che soltanto il legislatore nazionale può disciplinare.
A questo proposito, ricordo che abbiamo, in V Commissione, il disegno di legge rinnovato sulla difesa dalle radiazioni sia radiofrequenza, sia anche degli elettrodotti normali. Abbiamo poi predisposto un Testo Unico e speriamo di poter entrare nel merito.
In presenza, infatti, del veloce alternarsi dei provvedimenti normativi concernenti l'elettromagnetismo e di un quadro legislativo profondamente rinnovato con la legge 22/2/2001, n. 36 (GU n. 55 del 7 marzo 2001), avuto anche riguardo alle nuove competenze regionali e degli Enti locali ivi previste, è occorso l'impegno comune di tutti teso alla definizione di un quadro normativo regionale integrato e coordinato come richiede la "legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici", che si è sovrapposta in modo assorbente a tutte le proposte di legge regionali limitate alle radiofrequenze per ricomporre in un quadro organico gli strumenti di governo per il controllo e l'ordinata e pianificata distribuzione di tutte le sorgenti puntuali e lineari di campi elettromagnetici, con ciò intendendo sia gli impianti per telecomunicazioni e radiodiffusione, sia gli elettrodotti.
Immediatamente successiva alla legge n. 36 poi, la legge 20/3/2001, n.
66 costituisce, per circostanze giurisprudenziali e per il momento in cui è stata emanata - dopo la pubblicazione della norma quadro citata - lo strumento di soccorso normativo, avuto riguardo alle disposizioni dell'art.
2 sul trasferimento e risanamento degli impianti radiotelevisivi, che consente di intervenire in via transitoria e a supporto del DM n. 381/98 per gli aspetti sanzionatori, in attesa che la legge n. 36/01, norma generale ed organica sull'elettromagnetismo, che esplica in quanto tale effetti sovraordinati e assorbenti, attui tutta la sua efficacia nell'organizzazione coordinata delle funzioni, nell'assegnazione delle responsabilità al sistema degli Enti locali territoriali, nella definizione di modelli di gestione dei conflitti ambientali e di strumenti di pianificazione che prevengano i conflitti stessi.
Alla definizione della più complessa strumentazione attuativa, la Regione sta provvedendo con il disegno di legge n. 256, che dovrebbe essere prossimamente licenziato dalla V Commissione, che recepisce la norma quadro nazionale sull'elettromagnetismo, ponendo precise competenze in capo alle diverse autorità locali territoriali che esplicano direttamente l'azione amministrativa, con funzioni autorizzatorie, di controllo e sanzionatorie in coerenza con gli indirizzi, anche organizzativi, forniti dalla stessa legge n. 36/01 e con i principi e le funzioni che la L.R. n. 44/00 ha indicato, avuto riguardo alla distinzione tra i compiti di indirizzo e coordinamento della Regione, rispetto a quelli di gestione e di intervento diretto degli Enti locali territoriali.
Per quanto attiene ai siti cosiddetti critici, l'ARPA ha predisposto una mappa dei siti radio-TV, consistente in un elenco comprensivo di luoghi, sopralluoghi effettuati e classi di superamento dei limiti, mentre per gli elettrodotti situati in prossimità di luoghi destinati alla popolazione infantile (scuole, asili e parchi gioco) l'Agenzia regionale ha supportato la Regione nella conduzione del censimento.
Sulla base degli esiti di tale censimento, che ha evidenziato inizialmente circa 90 siti sensibili in 70 Comuni del Piemonte, dove 19 di questi annoverano 20 scuole esposte ad elettrodotti in una fascia compresa tra 20 e 50 metri, è stata avviata una specifica campagna di misura dei livelli di campo magnetico che è in corso di conclusione.
La campagna è stata finalizzata alla verifica di superamento del limite di 0,2 microtesla, preso come riferimento nella Circolare del Ministero dell'Ambiente nell'agosto del 1999, in base alla quale la Regione ha appunto avviato il censimento.
Al fine, poi, di verificare il rispetto dei limiti di legge in tutti gli impianti radiotelevisivi situati nel territorio regionale, il Dipartimento ARPA di Ivrea ha provveduto ad effettuare, nel secondo semestre del 2000, un monitoraggio dei siti radiotelevisivi esistenti definendo un elenco che ricomprende la localizzazione del sito, la data del sopralluogo, i numeri di punta di misura e il valore massimo del campo elettrico ivi riscontrato.
Questa attività si colloca all'interno delle più generali azioni che il sistema delle Agenzie regionali ambientali sviluppa anche di concerto con l'ANPA che, agendo su richiesta delle Amministrazioni centrali, coinvolge direttamente le Agenzie regionali, con ciò intendendo che la diffusione di notizie in ordine agli esiti delle misure di cui trattasi è collegata all'intervento del sistema delle Agenzie ambientali, considerando quelle territoriali regionali come soggetti tecnici di riferimento primari per l'alto grado di affidabilità e per le conoscenze maturate in ordine alle specifiche situazioni ambientali locali.
I dati raccolti a seguito di tali attività, che sono stati comunicati al Ministero dell'Ambiente, individuano, su 8 province, 234 siti collocati in 158 Comuni; in 21 di questi siti in cui insistono 191 impianti radiofonici, 134 radiotelevisivi insieme a 4 stazioni radio-base per la telefonia mobile, sono stati riscontrati superamenti dei limiti previsti dal DM n. 381/98 e sono stati avviati i primi accertamenti sull'esistenza di regolare concessione per l'esercizio della radiodiffusione e sulle frequenze assegnate, che costituiscono gli elementi tecnici e amministrativi preliminari alla verifica delle condizioni di esercizio degli impianti e alla misura delle emissioni prodotte.
Infatti, per avviare le azioni di risanamento che la legge n. 66/01 prescrive sotto forma di ordine di riduzione a conformità, occorre accertare una serie di parametri tecnici relativi agli impianti, oltre alle caratteristiche di esercizio e all'identità dei responsabili legali, che come asserisce l'Ispettorato territoriale, variano con una certa frequenza cui devono essere inviate le comunicazioni di ufficio.
Ciò può essere fatto esclusivamente con l'apporto collaborativo degli organi periferici del Ministero per le Comunicazioni e con i gestori esigendo, però, il mantenimento rigoroso dei parametri radioelettrici degli impianti, senza il quale non può essere garantita l'efficacia dell'eventuale riduzione a conformità prescritta che può mutare, nel suo indice percentuale, al variare dei parametri tecnici e di esercizio degli impianti stessi.
Gli elementi informativi costituiti dalla mappa dei siti radio-TV e da un primo catasto sulla telefonia mobile predisposti dall'ARPA, unitamente al censimento degli elettrodotti, con la relativa campagna di misura, e la relazione che l'Assessorato all'ambiente ha predisposto su richiesta della Magistratura, possono costituire fin da ora una prima base di quelle conoscenze integrate da organizzarsi all'interno di uno specifico Osservatorio che, come peraltro previsto nell'apposito disegno di legge della Giunta in materia di elettromagnetismo, dovrà alimentare il "rapporto" annuale regionale sull'elettromagnetismo.
Nelle more dell'approvazione del disegno di legge n. 256, poi, quale disciplina organica regionale che ripartisce i compiti e definisce una strumentazione complessiva per l'esercizio delle diverse competenze, sono stati adottati specifici provvedimenti autorizzativi, quali ordinanze e diffide, con il fine di riportare nei limiti di legge i valori delle emissioni prodotte dagli impianti localizzati nel sito più critico del Piemonte, per il quale sono stati avviati i controlli, tramite l'ARPA unitamente ad alcuni confronti tra i soggetti e gli operatori che esercitano funzioni, responsabilità ed interessi in materia.
L'obiettivo finale, oltre alla riduzione a conformità dei campi elettromagnetici prodotti, è quello di pervenire ad un piano di risanamento, sulla base di una proposta formulata dai gestori, ai sensi del Regolamento regionale vigente, in armonia e per quanto compatibile con le previsioni dell'art. 9, comma 1, della legge n. 36/01, ovvero sulla base di una proposta adottata dalla Regione ancorché in assenza del decreto richiamato allo stesso art. 9, comma 1, bensì sulla base delle previsioni del DM n. 381/98.
Per quanto riguarda i quesiti specifici alla collina torinese e ai siti a rischio, si precisa che l'unica consulenza tecnica, di cui gli uffici regionali hanno avuto notizia, richiesta dalla Procura della Repubblica di Torino in relazione alle misure dei campi elettromagnetici, con riguardo al Colle della Maddalena, è quella che la Magistratura ha richiesto al Dipartimento ARPA di Ivrea.
A questa Amministrazione risulta, ancora, che la consulenza tecnica citata nell'interpellanza si collocherebbe all'interno di un'indagine avviata dalla Magistratura a fini di giustizia penale e che, come tale, non può essere resa nota, se non per volontà del Magistrato e quanto meno fino al compimento dell'iter giudiziale relativo.
In tal senso, la Giunta non ha ritenuto opportuno richiedere i dati emersi dalla consulenza in quanto elementi informativi dell'indagine giudiziaria e coperti, con tutta probabilità, dal segreto istruttorio; deve essere comunque precisato che un rapporto completo e organico sullo stato dell'inquinamento elettromagnetico della collina, con riguardo al Colle della Maddalena, è già stato predisposto dall'ARPA e trasmesso alla Regione ai fini dell'adeguamento dei valori di emissione ai limiti del decreto n.
381/98. Si tenga presente al proposito che, nel frattempo, la Regione ha avviato, attraverso l'Assessorato alla sanità, ancora titolare delle competenze residue in forza alla L.R. n. 6/89, coadiuvato dall'Assessorato all'ambiente, una consistente ed onerosissima attività di controllo e vigilanza emettendo ordinanze, convocando Conferenze dei Servizi disponendo nuove misure e coordinando le attività dell'ARPA e dell'Ispettorato regionale per le comunicazioni, anche avvalendosi della supervisione tecnica del Politecnico per la valutazione delle proposte di piano di risanamento trasmesse dai gestori e discusse nella Conferenza dei Servizi il 9 agosto u.s.
E' del tutto evidente, così come sotteso nel disegno della norma quadro, che l'elevato numero degli impianti presenti sul territorio obbligatoriamente oggetto di periodici controlli, la prospettiva di sviluppo dell'intero comparto unitamente alla situazione presente nei 21 siti radiotelevisivi, su cui sono già state effettuate le misure e sono stati avviati i primi controlli ambientali e di tipo amministrativo e le attività conseguenti, con riguardo anche agli interventi di risanamento in situazioni complesse, richiede uno strumento normativo complessivo che esplichi tutta la sua efficacia, in forma cogente e coordinata, in presenza di tutti gli atti di recepimento della legge quadro, siano essi decreti dello Stato, leggi regionali, regolamenti comunali, con forme di gestione di intervento e di controllo decentrati.
Non si può, perciò, prescindere da una strumentazione organizzativa regionale preposta alla definizione degli atti di indirizzo e regolamentazione che soltanto la disciplina regionale di recepimento pu garantire, allineando il processo di organizzazione delle attività in materia, che costituiscono le nuove ed onerose competenze assegnate alla Regione dalla legge n. 36/01, alle linee del decentramento amministrativo in armonia con la L.R. n. 44/00, avuto soprattutto riguardo al potenziamento degli strumenti di controllo, che la stessa legge nazionale conferma in capo all'ARPA, che devono essere commisurati all'entità e alle caratteristiche degli impianti oggetto di vigilanza anche in considerazione delle politiche di settore che, nel campo delle teleradiocomunicazioni sono in continuo sviluppo.
Cerco di saltare un po', ma nella risposta scritta vi è tutta l'articolazione, soprattutto per i provvedimenti già contingibili e che riguardano il Colle della Maddalena dove o vi è la riduzione a conformità oppure vi è la presentazione del piano di risanamento. Queste sono le due possibilità consentite. Naturalmente, non si esclude, quando non è possibile la riduzione in conformità, il trasferimento degli impianti come prevede la legge n. 66/01.
Il trasferimento degli impianti, come la legge n. 66/01 cita con una certa genericità, in termini di rilocalizzazione per ragioni di tutela ambientale e sanitaria in altri siti idonei, può essere previsto pur in assenza di atti di pianificazione di settore in materia di radiodiffusione sonora e televisiva, considerando che tale intervento presuppone un'analisi comparativa di impatto tra diverse ipotesi localizzative e risulterebbe possedere carattere di provvisorietà dato il fine contingente di provvedere ad un'azione di risanamento.
I nuovi siti, infatti, in tal modo individuati sulla base di una circostanza straordinaria, non sarebbero necessariamente ricompresi nel piano nazionale di assegnazione delle frequenze per radiodiffusione sonora in tecnica digitale, che sarà adottato dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni entro il 31 dicembre 2001 - per cui abbiamo un nuovo strumento all'orizzonte (speriamo tutti che sia coordinato) - come previsto dall'art. 1, comma 2, della legge n. 66/01. E' certo che, comunque impegnare un nuovo sito in condizioni di emergenza costituirebbe una forte ipoteca territoriale e potrebbe giustificare, in mancanza di condizioni programmatiche e pianificatorie, la localizzazione di altri impianti.
Il carattere di provvisorietà, determinato dall'incertezza della pianificazione di settore legata ad un disegno normativo attuativo tutto da svilupparsi, può, tra l'altro, comportare un danno ovvero un aggravio di costi per il gestore, cui spettano, per legge, gli oneri di trasferimento degli impianti, oltre che incidere significativamente sulle opzioni di rilocalizzazione. Ciò potrebbe dare luogo, tra l'altro, ad un processo di contenzioso infinito come peraltro già accade in Piemonte e in altre Regioni.
Appare, infatti, ad oggi ragionevole dal punto di vista ambientale sanitario e paesaggistico, procedere per gradi e riequilibrare le sorgenti di emissione dei campi elettromagnetici, anche con specifici accorgimenti tecnici e con la ridistribuzione spaziale all'interno dei siti già occupati, senza compromettere, in questo periodo di transizione normativa siti ancora intatti che potranno essere individuati in presenza di una pianificazione di settore completa e cogente, accompagnata dalla disciplina regionale cui spetta - non va dimenticato - la definizione dei criteri localizzativi, peraltro subordinata all'emissione dei decreti governativi previsti dall'art. 8, comma 1, lettera a), della citata legge quadro n.
36/01.
Ed è proprio nel quadro delle funzioni di indirizzo e di regolamentazione spettanti alla Regione che la disciplina di recepimento dovrà necessariamente sancire, come peraltro indica la legge n. 36/01 attraverso la definizione delle competenze in materia in capo alle Province e ai Comuni, l'istituzione di un modello di gestione dei conflitti ambientali che non può che essere efficacemente attuato attraverso l'esercizio di una funzione di governo e di controllo organizzata e decentrata sul piano locale.
Insomma, se vogliamo fare la morale di quanto si è detto in modo esaustivo, per dare un quadro della situazione, la situazione è questa.
Abbiamo predisposto il Piano di intervento riguardante gli immobili utilizzati da giovani o scolari per giochi, scuola e quant'altro.
Naturalmente, sotto le direttive del Ministero dell'Ambiente si fanno le conferenze che anticipano la sistemazione degli elettrodotti previsti entro il 2004/2005, in modo da dare priorità alle imprese elettriche per l'adeguamento degli impianti di elettrodotto.
Per quanto riguarda le antenne TV, relativamente al Colle della Maddalena, abbiamo adottato, anche su sollecitazione dell'Autorità giudiziaria locale, ordinanze di riduzione in conformità o, ove non possibile, di presentazione di progetti di risanamento. Auspichiamo pertanto, di essere dotati di uno strumento complessivo di raccordo di tutte le competenze, in modo da poter programmare la pianificazione, come Regione, e la gestione, come Comuni e Province, di tutta la partita di adeguamento alla legge n. 36.
Attualmente siamo in corso d'opera, però ci è stato dato atto che tutti i provvedimenti da adottare sono stati adottati, nella contingenza, secondo un principio di cautela. Proprio in questi giorni abbiamo letto sui giornali che il Ministro Mattioli ha incaricato una Commissione internazionale di grandi studiosi, d'intesa con il Ministero della Sanità per definire gli effettivi limiti da adottare anche nel nostro Paese. Oggi questi limiti sono molto cautelativi, sono posti con grande tranquillità pertanto lavorare per attuare quelli vigenti mette la popolazione al riparo dai rischi, sotto questo profilo.
Mi riservo eventuali ulteriori aggiornamenti, quando ci saranno nuove occasioni. Naturalmente, la prima occasione sarà la legge. Preciso che questa risposta è stata predisposta d'intesa tra gli uffici della Sanità e gli uffici dell'Ambiente.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore Cavallera.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. La risposta dell'Assessore, per quanto complessa non mi trova soddisfatto. Innanzitutto, riguardo ai tempi, perch l'interpellanza è stata presentata nel febbraio 2001 ed arriviamo a discuterla alla fine dell'anno.
Prendo atto di una serie di buone intenzioni, ma i problemi più gravi purtroppo non sono stati risolti.
Se in questo momento andiamo al Colle della Maddalena e facciamo un rilevamento delle emissioni, come l'Assessore sa, e come dice l'interpellanza, la misurazione supera i 14 volt/metro. Io stesso, insieme agli abitanti della zona, ho rilevato una quantità superiore ai 20 volt/metro, contro i 6 volt/metro previsti dal decreto n. 381/98.
Evidentemente, le ordinanze non sono sufficienti; come gli abitanti della zona sanno, un'ordinanza è stata fatta, però occorre dare delle risposte a chi abita in quella zona. Continuo a ricevere segnalazioni di persone veramente preoccupate perché la situazione non cambia. Evidentemente, le ordinanze non hanno raggiunto lo scopo.
Occorre pertanto prendere atto a livello regionale che quanto è stato fatto non è sufficiente per dare una risposta alle domande dei cittadini di quella zona.
Anche in futuro dovremo ragionare su tale questione, perché nella risposta dell'Assessore sono già presenti i nodi che dovremo affrontare essendoci qualche problema nella rilocalizzazione. E' evidente che nella rilocalizzazione si prevede un aggravio di costi anche per i gestori, ma il problema fondamentale risiede proprio in campo ambientale e sanitario infatti, la comunità deve pagare a proprie spese, oppure deve subire danni di tipo sanitario ed ambientale, mentre viene sottolineato unicamente che i gestori avrebbero un aggravio di costi.
Nella gestione delle attività c'è un problema di costi, di spese e di ricavi e non vedo perché i costi dovrebbero gravare sul pubblico, mentre i ricavi finire all'Ente privato. Un'idea di questo genere mi preoccuperebbe molto.
Allo stesso tempo, sappiamo che la rilocalizzazione degli impianti, per quanto riguarda le possibilità edilizie, pone dei limiti nell'individuazione dei luoghi. Non vorrei che, come al solito, passasse una visione dell'ambiente e della salute dei cittadini subordinata ad una visione economicistica. Se ci sono dei limiti che non vengono rispettati anche se siamo in mancanza di uno strumento legislativo regionale, come possiamo risolvere il problema e dare una risposta ai cittadini riguardo al problema della salute? Ho verificato - e penso che anche l'Assessore abbia avuto occasione di farlo - che nella zona del Colle della Maddalena persistono dei problemi che influiscono sulla salute degli animali; sappiamo che le eventuali conseguenze sulla salute delle persone avrebbero dei tempi molto più lunghi e questo ci preoccupa maggiormente.
Per concludere, ci auguriamo che la Regione riesca a produrre al più presto una legge che tuteli i cittadini e vi invitiamo a trovare degli strumenti che siano più adatti a dare risposte più immediate per quanto riguarda il problema principale, che continua ad essere quello dell'emissione al Colle della Maddalena.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una breve replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Ritengo che soprattutto i colleghi debbano avere la certezza che nella nostra regione i limiti che vengono stabiliti dalle norme nazionali sono l'obiettivo di riferimento di tutte le nostre azioni. Quando dico "nostre" mi riferisco al sistema sanitario e al sistema ambientale.
Pertanto, posso affermare che, se non siamo i primi in Italia, siamo comunque ai vertici della classifica di coloro che vogliono attuare con impegno il raggiungimento di questi obiettivi.
Per non introdurre elementi di sviamento del dibattito e della risposta e dovendomi attenere a dei quesiti, non ho citato le proposizioni del prof.
Regge e neppure quelle dell'ex Ministro della Sanità, Veronesi, che invitavano il Paese ad interessarsi di rischi più certi e più documentati.
Questo non l'ho fatto perché, essendo rispettoso delle leggi, attuo le leggi che ci sono, però ho concluso dicendo che il Ministro Mattioli ha instaurato una Commissione internazionale, quindi scevra da condizionamenti.
Noi vogliamo tutelare l'ambiente e la salute dei cittadini e nel fare questo siamo anche ossequiosi di un principio di cautela.
Quindi, respingiamo, per certi versi, interpretazioni che non corrispondono assolutamente ai presupposti della nostra azione, anche se incontriamo tantissime difficoltà nel perseguire tali obiettivi.
Concludo dicendo che il vuoto normativo noi comunque l'abbiamo colmato con un Regolamento transitorio, approvato l'1 marzo dello scorso anno, che detta norme procedurali. Per fortuna, i limiti sono già fissati a livello nazionale.
Quando parlo di riordino, mi riferisco al raccordare compiti di programmazione, pianificazione e gestione, ma i limiti, auguriamoci tutti devono essere unici e univoci a livello nazionale e, mi auguro, anche a livello europeo.


Argomento: Informazione - Comitato RAI

Esame ordine del giorno n. 400 inerente a "Ricezione segnale RAI3 Piemonte"


PRESIDENTE

Prima di aggiornare la seduta alle ore 14.30, come previsto, chiedo se l'aula acconsente alla rapida discussione dell'ordine del giorno n. 400, di cui al punto 8) all'o.d.g. sottoscritto da molti Consiglieri.
Se qualcuno dei Consiglieri vuole aggiungere la propria firma a tale ordine del giorno non ci sono problemi.
Non essendovi obiezioni, illustro l'ordine del giorno inerente a "Ricezione segnale RAI3 Piemonte".
Intervengo da questi banchi in qualità di Consigliere.
Colleghi, dall'inizio della trasmissione dei telegiornali regionali e quindi, dei programmi regionali da parte della RAI, si è sempre verificato il problema che in alcune zone della nostra regione, precisamente nelle province di Alessandria, Novara e Verbano Cusio Ossola, il segnale di RAI3 Piemonte non arriva, ma arriva il segnale di RAI3 Lombardia.
Questo crea due ordini di disagi. Il primo disagio è rappresentato dalle popolazioni che non possono usufruire del telegiornale regionale che indubbiamente, ha una valenza che non è soltanto di intrattenimento, ma di informazione, essendo la RAI un servizio pubblico. Quindi, c'è un disagio da parte di abitanti di province molto importanti del Piemonte che non si sentono piemontesi perché ricevono il telegiornale della Lombardia.
Il problema è anche di chi opera all'interno delle istituzioni, perch non può far conoscere, indipendentemente dal ruolo che ricopre, la propria attività e si trova ad avere a che fare con un sistema di informazione sbilanciato, perché in quella parte del Piemonte non arrivano le notizie relative alla politica regionale.
Questa è una situazione che non riguarda soltanto la RAI, ma anche le edizioni speciali di alcuni quotidiani che, spesso, non distribuiscono gli inserti del Piemonte in alcune province.
Per il momento ho ritenuto di dover focalizzare l'attenzione sul problema della RAI. Mi risulta che il telegiornale regionale in particolare, oltreché nelle province citate, non sia ben ricevuto neppure nella città di Torino. Quindi, è un problema che assume delle dimensioni decisamente preoccupanti.
Ho ritenuto di dover agire come Presidente del Consiglio regionale scrivendo, nella primavera del 2001, una lettera al Presidente della RAI Zaccaria. Purtroppo, non ho ricevuto una risposta esauriente, infatti si sono limitati ad evidenziare la necessità di potenziare il ripetitore affinché irradi i programmi sulle tre province citate.
Purtroppo, non si tratta solo del ripetitore, ma di individuare delle bande che non interferiscano con altri canali che hanno già licenze registrate.
Ho contattato tutti i Sindaci delle zone interessate, chiedendo loro di mobilitarsi per fare fronte comune, e ho ricevuto una risposta positiva.
Nel senso che molti Consigli comunali hanno approvato un ordine del giorno simile a quello che oggi sottopongo all'approvazione del Consiglio regionale.
Ritengo, comunque, che la presa di posizione da parte dell'assemblea abbia l'obiettivo di sollecitare veramente la RAI e il Ministro per le Comunicazioni a trovare una soluzione definitiva.
Ho trovato grande collaborazione da parte della struttura RAI di Torino che ha partecipato a ben due riunioni tecniche da me convocate. A tali riunioni ha partecipato anche il Presidente del Comitato regionale per la comunicazione che si è preso a cuore la vicenda. Tali riunioni sono state convocate per poter individuare delle soluzioni da proporre ai vertici della RAI e da notiziare anche al competente Ministero.
Alcune soluzioni sul tappeto ci sono, fattibili, realizzabili entro poco tempo, qui è importante l'atto politico del Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Innanzitutto, faccio notare che anche il giornale radio del Piemonte non è ricevuto in quelle zone. A me è successo che in quelle zone, ad un certo punto, invece di sentire il giornale radio del Piemonte sentivo il giornale radio della Lombardia.
Presidente, le faccio inoltre notare - magari le possono essere di aiuto gli uffici - che simili ordini del giorno li abbiamo già votati in passate legislature.
Voterò a favore come ho già fatto alcuni anni fa, ma con un po' di sconforto. Bisognerebbe, oltreché votare gli ordini del giorno, verificare il motivo per cui, di legislatura in legislatura, anche con gli stessi governi in carica, il problema non si risolve.
Quindi, votiamolo ancora una volta; ad un certo punto, uno di questi ordini del giorno diventerà efficace.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, mi sembra opportuno quanto lei ha sollevato. Vorrei solo per una documentazione completa, evidenziare che su questo tema è da anni che ci si muove. Avevo presentato, in Senato, insieme ai colleghi Larizza Scaglione, Manzi, Morando e Brigandì, un'interrogazione proprio a questo proposito, anche perché allora si era enfatizzato molto il carattere federalista di RAI3, nel quale in qualche modo la RAI si era spesa, senza però che sotto questo aspetto si vedesse un segnale evidente.
Non vorrei che fosse la Padania che si espande, in qualche modo. Faccio riferimento anche a lei, Presidente del Consiglio, che rappresenta un movimento che parla spesso di Padania, per riuscire a bilanciare. Ricordo tristemente l'avvio di un'iniziativa nel Verbano Cusio Ossola per il trasferimento di quella provincia in Lombardia: lei sa bene chi aveva proposto quel tipo di iniziativa.
Credo che fra un mese, con il passaggio delle consegne di Zaccaria probabilmente ad altri dirigenti espressi dai nuovi equilibri parlamentari e di governo che si sono determinati, sarà utile cogliere l'occasione per fare pressione. Vorrei anche chiedere che sia il Presidente della Giunta Ghigo, nella Conferenza Stato-Regioni e magari anche nella cabina di regia sull'attuazione del federalismo con la trasformazione costituzionale che è avvenuta, a fare in modo che si possa parlare di queste questioni minimali.
Per i problemi dell'informazione cartacea - ma è un interesse di corto respiro e di bottega di molti giornali - è chiaro che la nostra azione è più rivolta alla RAI, perché effettivamente non solo, come lei sosteneva sono interessate le zone di frontiera del Piemonte (di frontiera rispetto alla Lombardia, prevalentemente), ma anche altre zone.
Nell'interrogazione prima citata avevo fatto presente che alcune zone della collina del Chivassese, ad esempio, ricevono il segnale in modo molto stentato e ci sono alcune zone d'ombra.
Devo dire che le Comunità montane, con iniziative proprie e quindi con spese aggiuntive proprie, hanno cercato di colmare tale lacuna, però ci sono altre zone del Piemonte, non solo quelle di confine con altre Regioni che subiscono dei limiti.
Si tratta di un problema tecnico, ma è anche un problema economico probabilmente, se si inserisce qualche ora in meno di "show-man", i programmi RAI non perderebbero di efficacia e si recupererebbero quelle poche risorse necessarie a rafforzare il segnale e a cambiare magari anche direzione di alcuni ripetitori per risolvere questo problema, che è dato proprio dalla trascuratezza dell'approccio romano, nazionale, direzionale e nazionale della RAI, che trascura le indicazioni che erano state fatte a suo tempo (era il 28 settembre 1995: io e altri colleghi senatori del Piemonte avevamo presentato un'interrogazione al riguardo).



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente, mentre svolgiamo la discussione su questo ordine del giorno che ho sottoscritto - penso che possa considerarsi contestualmente svolta anche la discussione su un'interrogazione che sullo stesso argomento avevo presentato, di modo che possiamo ritenere evasa anche quella discussione.
Ritengo che si tratti di un problema importante, un problema annoso per il Consiglio regionale. Ricordo diversi Presidenti del Consiglio intervenuti su tale materia nella scorsa legislatura: segnatamente, il Presidente Picchioni fece un intervento, l'ultimo in ordine di tempo, sulla RAI.
E' un problema piuttosto consistente e nel passato era molto grave, nel senso che vi era una completa assenza di segnale nelle tre province di cui stiamo parlando e in altre aree del Piemonte, ma segnatamente in queste tre province.
Adesso abbiamo una situazione che potremmo definire a macchia di leopardo, cioè ci sono molte aree in queste province dove non vi è alcuna ricezione del segnale e invece una compiuta ricezione di quello della Lombardia; ci sono aree in cui, in qualche modo, anche se con difficoltà di quelle province, è possibile in alcuni momenti ricevere le trasmissioni di RAI3 Piemonte. Questo crea una situazione di ulteriore disagio anche all'interno degli stessi territori.
A differenza del passato, in cui la situazione a livello della RAI era molto più complessa dal punto di vista delle soluzioni anche tecniche ed erano di molto più lungo periodo le possibilità di realizzazione di un intervento che fosse risolutivo, oggi invece la situazione è migliorata molto e dal punto di vista delle soluzioni tecniche è possibile realizzarle anche in modo piuttosto semplice e ravvicinato nel tempo. Si tratta di manifestare, da questo punto di vista, un atto di concreta volontà in questa direzione: un atto significativo e risolutivo.
In questi giorni, alcuni Consigli comunali stanno approvando analoghi ordini del giorno su questa problematica e io penso che questo potrebbe essere il momento per arrivare ad una soluzione significativa. Pertantom consiglierei al Presidente di rivolgersi al più presto, nel modo più pressante e autorevole possibile, al Consiglio di amministrazione della RAI per trovare soluzioni tecniche adeguate che risolvano il problema.
Debbo dire che anch'io ritengo che, nel momento in cui si fa questo intervento, lo si debba fare anche per quanto riguarda le trasmissioni radiofoniche, che hanno lo stesso problema. Penso che, anche se non parliamo di servizio pubblico, ma di quotidiani che hanno anche una proprietà privata, però rappresentano un servizio al cittadino, in quanto i giornali sono importanti, hanno pagine regionali, sia significativo un intervento in questa direzione, in modo che quelle pagine regionali non siano, per una ragione magari semplicemente di distribuzione, le pagine della Lombardia.
Non voglio fare nomi di importanti quotidiani che nelle province indicate, se non tutte, almeno in due, per ragioni di distribuzione hanno le pagine della Lombardia, per cui in quelle province si sa tutto su cosa fa il Sindaco Albertini, ma si sa molto meno rispetto a quello che succede nel Consiglio regionale del Piemonte e delle varie iniziative che lo stesso assume, delle proposte legislative che coinvolgono centinaia di persone.
Da questo punto di vista, non solo per alcuni quotidiani vi è la distribuzione delle pagine lombarde, ma spesso su altri importanti quotidiani le notizie del Consiglio regionale vengono relegate nella pagina provinciale, che riguarda magari la provincia di Torino; dopodich rispetto al Parlamento subalpino, che sempre più è una sede importante anche sulla base del fatto che la modifica del Titolo V della Costituzione dà alla Regione una tale possibilità di intervento dal punto di vista legislativo e maggiori facoltà di incidenza sull'intero territorio regionale, un'assenza così completa di informazione che rappresenta spesso la quasi clandestinità per il Consiglio regionale, fatte salve le iniziative pubblicitarie della Giunta, peraltro molto costose - quelle invece vengono abbondantemente pubblicate, ma profumatamente pagate - il problema della clandestinità del Consiglio e delle sue iniziative legislative è un problema che si farà sempre più drammatico e di estrema gravità nei confronti dell'informazione da parte dei cittadini rispetto invece al crescere dell'importanza dell'iniziativa legislativa che da questa sede si determina.
Ecco, io penso che da questo punto di vista la qualità sia, proprio per questa ragione, la qualità dell'intervento. Sia sulla RAI come servizio pubblico, ma anche sui quotidiani, pur essendo la proprietà non di ordine pubblico, occorre svolgere un importante servizio di informazione, in modo da ottenere una caratteristica più pregnante di quanto noi non abbiamo fatto in passato, anche perché la questione si pone in modo diverso, più importante, inusitatamente nuovo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Intervengo a sostegno dell'ordine del giorno, anzi, lo firmerò, perch da undici anni quasi settimanalmente percorro l'autostrada Torino-Milano e ad un certo punto, dai 92.1 della modulazione di frequenza si passa ai 94.2, così, invece di sentire il Giornale Radio Piemonte, si sente il Gazzettino Padano, che è nato prima del movimento del partito, ma si tratta del Giornale Radio della Lombardia, che da sempre si chiama così. Per cui le chiedo di intervenire non solo sul segnale televisivo, ma anche su quello radiofonico.
In questo caso, penso che lei interverrà come Presidente del Consiglio regionale a difesa del Giornale Radio Piemonte, affinché i piemontesi non debbano sentire il Gazzettino Padano. Penso che questo sarà apprezzato non solo sotto l'aspetto istituzionale, ma anche sotto altri aspetti.
Quindi, assolutamente sottoscrivo e condivido non solo la parte televisiva, ma anche quella radiofonica, perché in merito alla parte stampa la diffusione dei quotidiani non dipende dagli editori - questo come informazione - ma dipende dalle distribuzioni che sono soggetto terzo.
La questione è un po' più complessa perché non basta intervenire sull'editrice. In questo caso, non è l'editrice del quotidiano principe in Piemonte, ma è l'editrice del quotidiano nazionale, che è il secondo quotidiano piemontese. Vale assolutamente la pena ed è opportuno attivarsi affinché l'editrice intervenga sulla distribuzione, perché il problema non riguarda solo gli allegati. Il fatto che sia più complicato non è detto che non lo si debba fare, anzi, Presidente, la invito a intervenire sull'editrice - possiamo anche dire il nome: "la Repubblica" - affinché, a sua volta, intervenga sui distributori che seguono delle dinamiche di distribuzione che non sono regionali, ma provinciali, e a volte neanche tutte le Province (penso alle Province che vengono divise in due).
Quindi, Presidente, firmerò senz'altro l'ordine del giorno, anzi, la ringrazio per averlo presentato, in quanto si tratta di un problema annoso che da molto tempo non trova soluzione.
Mi auguro che, in qualche modo, il nuovo Consiglio di amministrazione fornisca un risultato risolutivo e che, tra breve, percorrendo l'autostrada Torino-Milano, io possa ascoltare fin dopo la "De Agostini" il Giornale Radio Piemonte e non il Gazzettino Padano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Presidente, sull'ordine del giorno ho poco da aggiungere, poiché mi sembra ragionevole la richiesta e più che ragionevole la sua motivazione.
Volevo svolgere due considerazioni più laterali.
Per quanto riguarda la prima considerazione, se non vogliamo limitare questo ordine del giorno ad un auspicio, dobbiamo in qualche modo suggerire al Governo e al Ministero delle Poste di utilizzare uno strumento che lo stesso Ministero ha a disposizione: il contratto di servizio che la RAI ha sottoscritto con il Ministero delle Poste, sulla base del quale la RAI è tenuta ad una serie di servizi e non per ingenerare l'ennesimo scontro fra Gasparri e Zaccaria, nel quale non sapremmo per chi parteggiare: probabilmente contro entrambi.
Questo è uno strumento giuridico che è possibile attivare per risolvere un problema che è innanzitutto giuridico. La RAI non è tenuta, sulla base di un vincolo morale, a fornire questo servizio; è tenuta a fornirlo sulla base di un contratto di servizio che ha sottoscritto e che, quindi, deve trovare un'attuazione concreta e, da parte nostra, non deve trovare semplicemente la formulazione di un auspicio affinché questo servizio venga fornito.
Per quanto riguarda la seconda considerazione, forse questa situazione è una delle conseguenze laterali della mancata attuazione di un referendum che i cittadini italiani avevano votato chiedendo la privatizzazione della RAI-TV, perché, laddove il concessionario del servizio pubblico coincide con l'erogatore pubblico, le modalità del servizio non diventano più un vincolo di assegnazione. Cioè, se un concessionario privato di questo servizio pubblico non ottemperasse alle disposizioni contrattuali - le potrei fare un esempio che molti colleghi conoscono, ad esempio, Radio Radicale - da un giorno all'altro, l'assegnazione del servizio pubblico assegnato in concessione ad un erogatore privato verrebbe automaticamente sospeso. Cioè, se domani mattina un concessionario del servizio pubblico Radio Radicale non trasmettesse Radio Parlamento nella "x" percentuale del territorio italiano, dal giorno alla notte il servizio verrebbe sospeso.
Nel momento in cui l'erogatore pubblico coincide con il concessionario automaticamente il potere pubblico si trova nella doppia figura del cliente e del fornitore, l'attuazione di questo servizio diventa un "optional" da affidare ai piani industriali dell'azienda e così via.
Nella votazione di questo ordine del giorno inviterei tutti i colleghi a riflettere sul fatto che una riforma di struttura, che sulla RAI si è sempre auspicata e che tutti quanti in maniera convergente, a destra come a sinistra, continuano ad ostacolare, avrebbe probabilmente risolto anche questo piccolissimo problema laterale dei disservizi della RAI-TV.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Presidente, lei sa come le popolazioni delle province di Novara e del Verbano Cusio Ossola, essendo popolazioni di confine, si sentano normalmente emarginate rispetto a talune decisioni che vengono prese in seno al Consiglio regionale. La situazione del mancato segnale di ricezione di RAI3 è vissuta dai cittadini del territorio in questo contesto.
So che lei, Presidente, è già intervenuto nelle settimane scorse sul Consiglio di amministrazione della RAI. Proprio perché il Consiglio di amministrazione della RAI, in persona del suo Presidente, ha sollecitato il Governo ad adeguare il canone RAI-TV, sarebbe opportuno che, con l'approvazione di questo documento, la Presidenza del Consiglio regionale e la Giunta intervenissero nei confronti del Consiglio di amministrazione della RAI affinché questo problema, che non è politico, ma meramente tecnico ed economico, possa trovare finalmente soluzione.
Non è tollerabile che si possa continuare in questo modo, tenuto conto che i cittadini residenti nelle zone che confinano con la provincia di Milano e vaste aree del territorio del Verbano Cusio Ossola ricevono il segnale di RAI3 Lombardia e non possono invece ricevere quello del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Presidente, anch'io ritengo che l'ordine del giorno da lei sottoscritto per primo, e che io mi accingo a firmare, sia importante, perch risottolinea una questione della quale all'interno di questo Consiglio si è dibattuto molte volte in passato. Per la verità, i risultati sono stati "zero".
Aggiungerei un particolare, che è poi anche una proposta concreta. Non so se oggi l'autorevolezza del Consiglio regionale del Piemonte o l'umiltà ad ascoltare del Consiglio nazionale della RAI siano diverse rispetto al passato, me lo auguro. Cito anche i colleghi Manica e Valvo perché, essendo novaresi, insieme abbiamo vissuto la vicenda più da vicino rispetto ad altri colleghi Consiglieri del Piemonte.
Nel lontano, ma non poi tanto, 1994, con il Ministro delle Poste e Telecomunicazioni, Pagani, si arrivò ad un punto molto vicino alla risoluzione del problema. Poi cambiarono le cose e, probabilmente, non ci saremmo arrivati neanche se fosse rimasto il Ministro Pagani: questo non lo so, ovviamente. Ma, allora, si parlò, sia in Giunta che in Consiglio regionale, di un progetto per rafforzare il ripetitore di Monte Pellice (costo 1 miliardo e 600 milioni). Mi sembra una cifra non eccessiva che risolverebbe il problema sia della provincia di Novara che di Alessandria.
Presidente, le sottopongo una considerazione. Noi ci accingiamo a vedere prima e a discutere poi il bilancio preventivo della Regione per quanto riguarda l'anno finanziario 2002. Non so se è competenza della Giunta o del Consiglio, ma 1 miliardo e 600 milioni su circa 31.000 miliardi del bilancio della Regione Piemonte mi sembra una cifra che si potrebbe sottoporre al Consiglio, per quanto riguarda lei, per fare propria questa provocazione: inizialmente, potrebbe essere una provocazione successivamente, nel caso la provocazione non arrivasse ad effetto, penso che il Consiglio regionale del Piemonte, attraverso una convenzione con la Regione Lombardia, visto che Monte Pellice è in Lombardia, che preveda il fatto che la Regione Piemonte spende quella cifra per installare un ripetitore a Monte Pellice, quindi in territorio lombardo.
Pertanto, fra Giunta e Consiglio, visto che i bilanci sono abbastanza separati, penso che la cifra di circa 1 miliardo e 600 milioni sia facilmente sostenibile, e ci metteremmo del nostro, in concreto, per indurre la RAI ad essere più sensibile in questo settore e per far sì che in un secondo tempo, così come diceva il Consigliere Placido e non solo lui, si possa anche incidere su "la Repubblica" e su "La Stampa", perché il disagio di vedere "la Repubblica" in provincia di Novara con Albertini e Formigoni, così come diceva la Consigliera Manica poco fa, lo viviamo tutti.



(Commenti in aula)



GALLARINI Pierluigi

Ho parlato di disagio. Anche per quanto riguarda "La Stampa". Torino è molto vicina a noi, ma soffriamo anche qui il disagio di vedere notizie relative alla Giunta Ghigo e alla Presidenza del Consiglio, che vengono irradiate semplicemente su 2 milioni e 300 mila abitanti della provincia di Torino e, chissà per quale motivo, gli altri 2 milioni di abitanti della "ciambella" periferica sono considerati una fascia alla quale non interessa quanto avviene all'interno di quest'aula o in Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Intervengo per far notare, in merito a questo ordine del giorno che mi trova completamente d'accordo, che, oltre alle aree citate, ve ne sono altre in provincia di Cuneo, e penso anche in provincia di Torino, che non ricevono il segnale, per cui proporrei un emendamento.
Nella prima parte, propongo di sostituire le parole "premesso che in alcune aree delle province di Alessandria, Novara e Verbano Cusio Ossola" con le parole "in alcune aree del Piemonte". In questo modo, le comprendiamo tutte, altrimenti creiamo delle disparità.



PRESIDENTE

Chiedo scusa se la interrompo, Consigliere Dutto, mi perdonerà. Lei mi perdona, lo so. Non sostituiamo, ma aggiungiamo "in altre aree del Piemonte". Mi creda, Consigliere Dutto, nelle Province di Alessandria Novara e Verbania il segnale non è proprio presente. Aggiungiamo le parole "e in altre aree del Piemonte".



DUTTO Claudio

Accetto l'emendamento come modificato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Mi sembra che questo sia uno di quei casi nei quali l'ordine del giorno non si nega a nessuno, perché, come giustamente ricordavano i colleghi nelle varie legislature questo ordine del giorno è reiterato.
Siccome non credo che la soluzione sia la privatizzazione della RAI come sostiene il Consigliere Palma, né tanto meno altre soluzioni si possono ipotizzare, suggerirei, Presidente, un'azione più forte da parte del Consiglio, perché cadiamo in una situazione frustrante, per cui ci pronunciamo all'unanimità a favore di un'istanza con il rischio che, a fronte di una richiesta così forte, venga disattesa.
Presidente, nella Sanità si sta verificando un fenomeno strano: il nostro Assessore decide un piano e, poi, nelle realtà locali c'è un'unanimità, un coro unanime di reazioni sdegnate e di ribellione da parte di tutte le politiche locali.



CONTU Mario

D'AMBROSIO, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)



CONTU Mario

Soprattutto da parte di Rifondazione Comunista.



CONTU Mario

Riguarda anche Forza Italia, la Lega.
Presidente, questa è invece una richiesta dove non c'è neanche il vizio di fondo, del confondere l'elettorato su chi opera queste scelte.
Presidente, studi lei la possibilità. Si invii una delegazione rappresentativa del Consiglio a Roma, da pubblicizzare attraverso i giornali come atto forte. Studiamo una forma che consenta di togliere dall'ordinarietà un problema che sta assumendo un carattere vessatorio nei confronti della popolazione della Regione.
Proporrei, oltre all'ordine del giorno, di compiere un'azione forte perché su questa questione credo che non ci sia un problema di appartenenze, ma un voto unanime da parte dell'aula.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Contu.
Consentitemi una brevissima replica.
Lei, Consigliere Contu, dice: "L'ordine del giorno non si nega a nessuno". Però devo darle conto di un'intensa attività che la Presidenza del Consiglio regionale ha fatto su questo punto, tanto da provocare diverse riunioni e possibili scenari di soluzione, anche grazie all'impegno della struttura RAI di Torino.
Pare che, dal mese di febbraio, la provincia di Alessandria sarà coperta e si sta studiando una soluzione per le province di Novara e del Verbano Cusio Ossola, che verrà trattata in una riunione stabilita per il 17 dicembre. Per le Province di Novara e del Verbano Cusio Ossola si sta pensando ad una soluzione diversa dal Monte Pellice, perché crea dei problemi non tanto economici quanto tecnici, in ordine all'interferenza con altri segnali. Si sta pensando di posizionare un ripetitore sul Mottarone.
Ad ogni modo, penso che, anche se ci sono degli spiragli, oggi più che mai sia importante dare un segnale da parte del Consiglio regionale.
Si proceda pertanto all'esame dell'ordine del giorno n. 400, il cui testo recita: "Premesso che in alcune aree delle province di Alessandria, Novara e Verbano Cusio Ossola e in altre aree del Piemonte non si capta il segnale di RAI3 Piemonte rilevato che questo problema, che si trascina ormai da molti anni penalizza in modo significativo le comunità locali richiamati i solleciti inoltrati dagli Enti locali e dalle istituzioni regionali al Presidente del Consiglio di amministrazione RAI affinch provveda a trovare una soluzione, in tempi brevi, a questo disservizio e rilevato che ad oggi il problema non è stato ancora risolto ritenuto che la fruizione di tutti i servizi resi dall'Azienda pubblica radiotelevisiva nazionale, ivi compreso quello dell'informazione locale e segnatamente, regionale, è un diritto per tutti gli abbonati RAI considerato che lo strumento dell'informazione locale aiuta a far meglio conoscere e comprendere l'azione di tutti i livelli di governo regionale e a far crescere la sensibilità dei cittadini per il territorio rilevato inoltre che, a seguito del processo di riforma istituzionale e del nuovo ruolo che la Regione verrà ad assumere, l'informazione regionale acquista sempre più una funzione nevralgica e strategica nella costruzione e crescita del rapporto cittadini-istituzioni il Consiglio regionale sollecita il Presidente del Consiglio di amministrazione della RAI a trovare le soluzioni che permettano, in tempi brevi, a tutto il territorio regionale e, in particolare, ai Comuni delle province di Alessandria, Novara e Verbano Cusio Ossola di captare il segnale RAI3 Piemonte il Ministro delle Comunicazioni affinché provveda a porre in essere tutti i provvedimenti necessari per il potenziamento degli impianti che servono le zone in questione e per realizzare un ulteriore impianto".
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

In occasione dell'iniziativa del 17 dicembre, chiedo una qualche forma di presenza da parte del Consiglio. Studiamo un modo, parlandone magari anche nella riunione dei Capigruppo e con l'Ufficio di Presidenza, per segnare una presenza che renda definitiva questa situazione.
Prima di chiudere i lavori, vorrei capire come si svolgerà l'ordine dei nostri lavori nel pomeriggio.
Siccome questa mattina li abbiamo tenuti in questo modo, con una lunga seduta di sindacato ispettivo che si protraeva, cosa che noi riteniamo sempre importante, però non "ad libitum" della Giunta e della maggioranza ma come fatto che viene riconosciuto all'aula, perché abbiamo letto dall'ANSA, che abbiamo ricevuto in mattinata, non avendo ricevuto alcun invito come Consiglieri regionali, che forse una delle ragioni delle assenze di questa mattina è che si sta tenendo al Lingotto un importante convegno, in cui sono impegnati il Presidente della Giunta, l'Assessore Burzi e un grosso numero di Consiglieri su una problematica relativa alla "governance", noi vorremmo capire solo una cosa, Presidente, e su questo le chiederemmo una convocazione dei Capigruppo per rivedere tutte le calendarizzazioni della prossima settimana. Mentre noi stiamo qui a fare "la guardia al bidone", cioè di Consigli convocati a raffica, al di là delle sedute ordinarie del martedì, qualcun altro è in giro a fare altre cose, magari senza neanche invitare i Consiglieri regionali. Noi vorremmo capire che cosa stiamo facendo qui, in quest'aula, qual è il ruolo istituzionale che stiamo svolgendo e qual è il peso di questa assemblea che lei autorevolmente presiede. Ritengo che sia un problema anche per lei il fatto che mentre è convocata l'assemblea, e l'aula dovrebbe funzionare qualcuno sta facendo altro.



PRESIDENTE

La ringrazio dell'intervento.
Le fornisco due risposte: la prima è che troverò il modo di far sentire la presenza dell'assemblea regionale, anche se devo dire che il primo incontro è stato convocato presso il mio ufficio, quindi, come dire, queste riunioni tecniche le abbiamo provocate noi. La seconda, è che oggi è prevista seduta ordinaria. Ho pregato l'Assessore Burzi e il Presidente Ghigo di essere puntuali alla ripresa dei lavori.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, è stato posto un...



PRESIDENTE

No, è stato posto un problema sulla presenza oggi. E' ovvio che ci deve essere la presenza del Presidente Ghigo.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Posso intervenire?



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

E' stato posto un problema che riguarda la presenza odierna, ma riguarda anche il fatto se è normale - e se lei ritiene normale - che, in presenza di convocazioni del Consiglio regionale, si dia corso ad iniziative che, per il loro rilievo e per il loro significato, o sono aperte alla partecipazione dei Consiglieri, e allora si regolano i tempi in altro modo, oppure vengono spostate.



MARCENARO Pietro

CONTU Mario (fuori microfono)



MARCENARO Pietro

Noi vorremmo andare lì.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Marcenaro.
Penso che l'iniziativa sia stata organizzata prima rispetto alla convocazione del Consiglio regionale.
Ad ogni modo, oggi si terrà il Consiglio regionale alle ore 15.00, e sarà assicurata la presenza del Presidente Ghigo e dell'Assessore Burzi.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.36)



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