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Dettaglio seduta n.160 del 29/11/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Alle ore 15.06 il Presidente Cota comunica che la seduta avrà inizio alle ore 15.36)



(La seduta ha inizio alle ore 15.40)



PRESIDENTE

La seduta è aperta.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Botta Marco, Cavallera D'Ambrosio, Deorsola e Ghigo.


Argomento: Varie

Saluto agli studenti e docenti dell'Istituto alberghiero di Dronero (CN)


PRESIDENTE

Saluto gli studenti e i docenti dell'Istituto alberghiero di Dronero in visita a Palazzo Lascaris.


Argomento: Organizzazione turistica

Proseguimento esame disegno di legge n. 110: "Norme concernenti la modifica della L.R. 22 ottobre 1996, n. 75 (Organizzazione dell'attività di promozione, accoglienza e informazione turistica in Piemonte) ed interventi a sostegno dei prodotti turistici di interesse regionale"


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione sul disegno di legge n. 110, di cui al punto 3) all'o.d.g., con l'esame del relativo articolato.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'art. 1, comma 1, al punto 1) eliminare le parole "il sostegno".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

L'indicazione, che potrebbe apparire come puramente di linguaggio, ha invece anche una sostanza. Mi pare che in un provvedimento legislativo occorra cercare un linguaggio che sia un po' fuori da quello puramente manageriale - "prodotto turistico", "pacchetto turistico", ecc. - quindi sarebbe meglio utilizzare "iniziativa" o "proposta". Adesso i colleghi hanno indicato "iniziativa", e può avere un significato importante, anche se apparentemente è solo un aspetto nominalistico. A volte, per dimostrarci efficientisti, aziendalisti, mutuiamo nel linguaggio della norma delle espressioni che probabilmente non sono estremamente felici, oppure utilizzabili in modo idoneo, per cui condivido la proposta dei colleghi.



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1).
Dichiaro non valida la votazione per mancanza del numero legale.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.50 riprende alle ore 16.16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Dispongo la ripetizione della votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento n. 1.1), a cui la Giunta ha dato parere contrario.
Il Consiglio non approva.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'art. 1, comma 1, punto 2, sostituire le parole "prodotto turistico" con le parole "iniziative turistiche".
Questo emendamento è inammissibile poiché non esiste il punto 2 al comma 1. Probabilmente si riferisce al comma 2. Lo riscrivo, però è necessaria più precisione. Passiamo al successivo emendamento.
1.3) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al nuovo art. 1, comma 1, dopo le parole "la Regione Piemonte", inserire le parole "sulla base dei propri indirizzi generali".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, il senso di questo emendamento è per recuperare nel testo qualcosa - e credo sia anche nell'interesse del governo regionale - che richiami, anche negli altri Enti (Province e Comuni) o negli operatori turistici o interessati alla materia, il senso che ci si muove nell'ambito di indirizzi generali.
E' chiaro che questo lo si può ritrovare da qualche parte, ma è una forma per ribadirlo. Credo che sia una segnalazione utile, non è pleonastica, ed è per questo che la raccomando ai Consiglieri del Consiglio regionale del Piemonte.



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.3).
Il Consiglio non approva.
1.4) Emendamento presentato dal Consigliere Chiezzi: all'art. 1, comma 1, al punto 1, dopo le parole "presenti sul territorio", aggiungere le parole "nel rispetto dell'ambiente".
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Scusi, Presidente, non penso di chiedere niente di particolare, per sarebbe opportuno che coloro che presentano gli emendamenti siano presenti alla votazione. Mi sembra il minimo che il Presidente deve pretendere per il rispetto dell'aula e di chi vi sta lavorando.



PRESIDENTE

Vorrà dire che procederemo rapidamente al voto.
Su tale emendamento la Giunta ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.4).
Il Consiglio non approva.
1.5) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al nuovo art. 1, comma 1, dopo le parole "flussi turistici verso" aggiungere le parole "ed all'interno".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Voglio richiamare l'attenzione dei colleghi e dell'Assessore sul fatto che una politica importante non è solo quella di polarizzare dei flussi da altre Regioni d'Italia o dall'estero, ma è anche quello - questo serve per la bilancia commerciale turistica piemontese - di cercare di accrescere la propensione nei piemontesi ad utilizzare il nostro patrimonio turistico.
Quindi, è una sottolineatura non solo di forma, ma anche di sostanza.
Già questa mattina, in occasione del dibattito generale, sottolineavo che se dobbiamo premiare la politica delle agenzie turistiche, dovremmo cercare di massimizzare tale premio nel caso di quelle agenzie turistiche che forzano una promozione in Piemonte del prodotto turistico piemontese, e non solo campagne all'esterno del Piemonte.
Se analizziamo questo aspetto, non è una logica autarchica, ma è curioso che, a parità di proposta turistica di carattere paesaggistico, ci sia, proprio su aspetti di promozione che altre Regioni svolgono con la vicina Francia, una capacità attrattiva che è al di fuori delle reali potenzialità che il Piemonte offre.
Quindi, volevo sottolineare questo aspetto che è sostanza e non solo forma; andrebbe bene ricordarlo e considerarlo vincolante nelle politiche.



PRESIDENTE

Su questo emendamento la Giunta ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.5).
Il Consiglio approva.
1.6) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al nuovo art. 1, alla fine del comma 2, aggiungere le parole "capacità professionali e gestionali".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Brevemente - non intendo rubare tempo all'approvazione del provvedimento - per sottolineare che, tra le varie categorie di potenzialità in campo turistico elencate, l'innalzamento delle capacità professionali (che l'Assessore cerca poi di recuperare dando particolare importanza alla funzione della formazione) è un elemento da indicare, così come quello delle capacità gestionali. Non si tratta solo di un problema di formazione professionale degli operatori, ma anche della capacità di fare impresa; questo lo diciamo spesso anche nel settore agricolo, dove per gli agricoltori non è solo più un problema di competenza nella tecnica agricola, ma nella capacità manageriale di guidare il complesso della propria azienda.
E' una sottolineatura che andrebbe premiata e che potrebbe avere anche elementi formativi; si potrebbe ipotizzare un intervento delle associazioni di categoria sul piano della managerialità, in termini di crescita delle conoscenze finanziarie gestionali, di valutazione dei costi, per sapere come sta andando e che proiezione ha la propria azienda.
Fornisco questa indicazione in senso costruttivo (e la recupero, mi pare, in un altro passaggio). Altrettanto importanti mi paiono i riferimenti alla capacità professionale e al valore della gestionalità d'impresa, così come quelli che l'Assessore ha elencato nel suo provvedimento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.6).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 1 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 2 2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'art. 2, comma 1, punto 1, eliminare le parole "anche separatamente".
2.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'art. 2, comma 1, punto 1, eliminare le parole "il sostegno".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione di entrambi gli emendamenti.



MORICONI Enrico

Si tratta della prosecuzione del problema che abbiamo già sollevato a proposito dell'art. 1, comma 1, e si inserisce nella discussione iniziata precedentemente sull'utilità che la Regione Piemonte intervenga per favorire il sostegno dei prodotti turistici.
Il particolare su cui si vorrebbe richiamare l'attenzione è appunto un'idea di intervento della Regione che dovrebbe svolgere funzioni essenzialmente di coordinamento, senza intervenire direttamente nel sostenere questo tipo di attività.
Tale concetto troverà un ulteriore elemento di evoluzione nell'art. 7 della stessa legge, perché in quell'articolo si parlerà anche di sostegno in caso di problemi che vanno ad interferire sulle attività turistiche.
Noi propositori dell'emendamento pensiamo che la Regione Piemonte dovrebbe riservare per sé una funzione precipuamente di coordinamento e di indirizzo, non intervenendo direttamente nel sostenere la gestione di queste attività turistiche.
Auspichiamo che, conformemente a quelle che sono le linee di indirizzo della Regione, l'emendamento da noi proposto sia accolto, proprio per restituire alla Regione quelli che sono i suoi compiti principali, senza ripeto - agire in un'ottica interventista che non ci sembra logica.



PRESIDENTE

La ringrazio. Il parere della Giunta sui due emendamenti è negativo.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.1).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.2).
Il Consiglio non approva.
2.3) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: all'art. 2, alla fine del comma 2, dopo la parola "contesto", inserire le parole "dei livelli professionali e delle capacità gestionali".
E' lo stesso ragionamento degli altri emendamenti. La Giunta esprime parere contrario. La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Mi sembrava che l'emendamento fosse coerente con quanto in precedenza avevo sostenuto nel sottolineare l'importanza di fare riferimento ai livelli professionali e alle capacità gestionali.
In precedenza, l'Assessore lo aveva accettato, anche se in un contesto un po' diverso, per cui l'approvazione di questo emendamento mi sembrava quasi automatica.
Però, se non lo si ritiene opportuno, ovviamente io voterò a favore.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.3).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 2.
Il Consiglio approva.
ART. 3 3.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'art. 3, comma 1, punto 1, sostituire "dell'incoming" con "dell'incremento".
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Credo che l'emendamento sia molto semplice nella sua formulazione.
Piuttosto che citare un cattivo inglese, sarebbe meglio che noi italiani cominciassimo a difendere la lingua italiana.
Io non conosco l'inglese e non considero la lingua italiana superiore alle altre; penso che l'inglese sia una grandissima lingua, che ha espresso degli altissimi punti a livello letterario (specialmente con Shakespeare ed altri autori o, per parlare di un periodo più recente, con Conrad, che si dice sia il migliore scrittore in lingua originale inglese di questo secolo), tuttavia ritengo che, nel momento in cui andiamo a scrivere una legge italiana, dovremmo sforzarci di utilizzare dei termini italiani. E' già "passato", ad esempio, il comma 1 dell'art. 2, dove avevo rilevato come la dicitura "sia pubblici che privati" sia una formulazione che grammaticalmente, non è corretta. Nelle comparazioni, l'italiano prevede l'uso della formula "sia...sia". Spero, come mi è stato detto dagli uffici che possa essere corretta.
Tenendo fede al discorso di provare - comunque - ad esprimerci nella nostra lingua, credo che il termine inglese possa agevolmente essere sostituito dal termine italiano che, tra l'altro, mi sembra sia comprensibile, assolutamente semplice, tale da illustrare e specificare chiaramente cosa si intende fare. Esso dà, inoltre, la possibilità a qualsiasi cittadino italiano, nonchè a qualsiasi cittadino residente nella nostra Regione, di capire di cosa si tratta.
Poco fa ho sentito l'Assessore richiamare "l'internazionalità" di questa legge. Si diceva anche che intendiamo dimostrare come il Piemonte sia internazionale. Sono contento che il Piemonte sia internazionale, per ritengo che utilizzare parole italiane sia il modo migliore per aiutare i nostri concittadini, perché comunque questa legge è stata scritta per i cittadini italiani e non per i cittadini inglesi. I cittadini stranieri avranno a disposizione tutta la legge tradotta: non credo che da una sola parola in inglese uno straniero possa capire la materia della legge.
Ritengo sia fondamentale difendere, anche con questi atti, la visione di una lingua italiana da valorizzare. Non possiamo pensare che essa sia superiore alle altre lingue, ma non possiamo neanche accettare questi "mescolamenti" che determinano un'unica cosa: il peggioramento della nostra lingua e la perdita della sua importanza.
Credo che per il legislatore sia importante fare attenzione anche a questi aspetti, e quindi spero sinceramente che questo emendamento venga accolto.
Se proprio vogliamo a tutti i costi salvare il termine inglese propongo, come sempre dovrebbe essere, che almeno si citi anche il termine italiano, perché in qualche modo dobbiamo dare la possibilità, a chi non conosce l'inglese - come me! - di capire di cosa si parla.
Spero, dunque, vivamente, che l'emendamento venga accolto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Comunico che l'Assessore Racchelli accoglie l'emendamento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Ho chiesto di intervenire per ringraziare il presentatore dell'emendamento.
Questa mattina, leggendo la legge, non riuscivo a capire bene cosa volesse dire incoming. Non avendone compreso il significato, mi sembrava che incoming non fosse uno degli elementi fondamentali della legge. Ripeto: non riuscivo a capire bene il termine. Questo emendamento, dunque, non mi sembra solo utile, ma necessario.
Ci sono termini inglesi (ad esempio, "computer") di cui tutti ormai conosciamo il significato, che accettiamo, perché sono entrati a far parte della nostra lingua. In questo caso, invece, la proposta dell'emendamento mi sembra necessaria: si tratta dell'utilizzo di una lingua straniera che a me, personalmente, complicava la lettura della legge e, penso, non solo a me.
Questo è il motivo per cui voterò a favore dell'emendamento: senza di esso, non avrei capito il giusto significato del testo, e non per pregiudizi antinglesi o antiamericani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Qui si sono invertiti i ruoli, perché, per la verità, un emendamento di questo tipo sarebbe stato più consono se presentato da Alleanza Nazionale.
In ogni caso, condivido l'intervento del collega Moriconi, e faccio solo osservare che, a questo punto, o lasciamo solo "lo sviluppo turistico" o lasciamo "l'incremento turistico", altrimenti la frase verrebbe alterata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Interverrò velocissimamente per ribadire che noi, depositari della lingua dove il "sì dolce suona così", non abbiamo da imparare da altre lingue, possiamo benissimo usare i nostri termini. Anche perché non vorrei andare contro quello che era il programma della mia formazione, che prevedeva le tre "i". Io sono per le tre "l": "latino, lavoro e lapis".
Quindi, battute a parte, credo davvero che non si possa non usare la nostra lingua nelle nostre leggi. Sono contento, in questo senso, che l'Assessore recepisca l'emendamento.



PRESIDENTE

Ricordo che la Giunta ha già dichiarato di accogliere l'emendamento.
Non sospendo la seduta, ma chiedo come possiamo integrare il testo originario dell'emendamento.
Chiedo aiuto ai Consiglieri Chiezzi e Moriconi per la sistemazione del testo, affinché stia tecnicamente nel contesto del comma 1 dell'art. 3.
Il testo definitivo dell'emendamento recita, dunque, così: "La Regione Piemonte, per il perseguimento delle finalità di cui all'art.
15 bis, finanzia progetti finalizzati allo sviluppo dei flussi turistici verso (incoming) il Piemonte".
L'Assessore propone di inserire, almeno tra parentesi, la parola "incoming", perché, di fatto, è internazionale. In tal modo, si viene incontro alle diverse esigenze, sia a quella dei colleghi Consiglieri, con l'integrazione del testo che era stato presentato, sia dell'Assessore, con l'aggiunta, almeno tra parentesi, del termine inglese "incoming".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.1) come modificato.
Il Consiglio approva.
3.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'art. 3, comma 1, punto 1, le parole "realizzati dai soggetti di cui all'art. 15 bis, comma 3" sono soppresse.
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Per calibrare meglio l'intervento, può darmi, per cortesia, l'indicazione della cifra corrispondente al numero legale in questo momento?



PRESIDENTE

Il numero legale è 28.



CHIEZZI Giuseppe

Mi sembra che la maggioranza non abbia questi numeri, sulla base dell'esito dell'ultima votazione, ma lo verifichiamo adesso.



PRESIDENTE

La ringrazio.



CHIEZZI Giuseppe

L'emendamento propone semplicemente di evitare parole inutili. Mi pare che non ci sia alcun bisogno di precisare quanto è già chiaro.
E' una legge che si rivolge a certi soggetti e non vedo la necessità quando diciamo che la Regione propone di perseguire le finalità, di continuare a ripetere, ad ogni comma, che persegue le finalità in capo ai "soggetti di cui all'art. 15 bis, comma 3". L'abbiamo già detto nell'art.
15 bis, comma 3: perché mai dobbiamo continuare a ripeterlo? Le dirò che l'assenza del Presidente Ghigo non agevola queste discussioni, e continuerò a ripeterlo finché otterrò qualche risultato.
Grazie.



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere contrario.
Indìco votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.2).
Il Consiglio non approva.
3.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: all'art. 3, il comma 3 è soppresso.
Credo che i firmatari possano dare per superato l'intervento, visto che l'emendamento è chiaro.



CHIEZZI Giuseppe

No.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, l'emendamento precedente è stato respinto?



PRESIDENTE

Sì.



CHIEZZI Giuseppe

Senza alcuna motivazione?



PRESIDENTE

Abbiamo chiesto il parere della Giunta, che si è dichiarata contraria.
Quindi, l'ho posto in votazione.



CHIEZZI Giuseppe

Senza motivazione? Quindi, la Giunta non ha motivato la contrarietà.
Cioè, la Giunta è in assenza del Presidente Ghigo. In sua assenza, di fronte a proposte delle minoranze, tace, fa la prova di forza: usa i muscoli, dei numeri.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo (fuori microfono)

Che muscoli!



CHIEZZI Giuseppe

In assenza del Presidente Ghigo, usa i muscoli, perché non rispondere nel merito con argomenti, vuol dire usare i muscoli.
Bene, siete forti, avete 40 voti e usate i muscoli!



CHIEZZI Giuseppe

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Dovete prendere più voti alle elezioni!



PRESIDENTE

Collega Brigandì, per cortesia, lasci terminare il collega Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Collega Brigandì, così facendo, speriamo di fare meglio la prossima volta.
Certo che se il Presidente Ghigo fosse qui ad ascoltare, magari potrebbe dirci la sua! Oppure troviamo degli strumenti in forza dei quali possiamo evitare il contatto fisico. Ma, per adesso, la presenza fisica è ancora richiesta.
Questo nuovo emendamento chiede di cancellare un comma che mi pare continui a riproporre iniziative regionali già descritte. Cosa aggiunge questo comma a quanto è stato sin qui scritto? Perchè si dice: "La Giunta regionale può inoltre attivare procedure o progetti finalizzati al sostegno dei flussi turistici". Ma nell'art. 1, comma 1, punto 1, non c'è forse scritto "La Regione si propone di favorire il sostegno e la realizzazione di prodotti turistici"? Non è già stato detto? Continuiamo a ripetere la stessa cosa? Per questo motivo, proponiamo di cancellare una ripetizione. Viceversa se così non è, se si dice qualcosa di nuovo, questo qualcosa di nuovo in cosa consiste? Visto che anche nell'art. 3, comma 3, al punto 1 si dice che la Regione "finanzia progetti finalizzati allo sviluppo dell'incremento turistico, realizzati dai soggetti...", e prosegue dicendo che la Giunta può inoltre fare la stessa cosa, cioè "attivare procedure o progetti finalizzati al sostegno dei flussi turistici", ripetiamo sempre la stessa cosa.
Questi sono gli elementi che, nell'intervento generale, segnalavo come sfilacciature e improprietà di lessico, che costellano questa legge sin dall'inizio, perché la definizione di "prodotto turistico di interesse regionale" è umoristica, perché si definisce "prodotto turistico" quello che prodotto non è, ma è cosa da produrre.
Il collega Moriconi mi fa rilevare l'emendamento al fine di parlare di "iniziative" e non di "prodotto", perché il prodotto è una cosa che è stata consegnata all'utente, mentre l'iniziativa è cosa che si promuove per consegnare un prodotto all'utente. Ma nella sua "tetragonicità" la Giunta risponde "no", è sorda. E andiamo avanti così.
Questo è un emendamento con il quale propongo di eliminare una cosa inutile. Se l'Assessore avesse la cortesia di spiegare come mai non è inutile, io ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Consigliere Chiezzi, sono invitato a rispondere sulle cose che penso abbiano significato. Ho reputato che l'altra cosa non avesse significato quindi non ho fatto perdere tempo all'assemblea. Questa, invece, ha significato e gliela spiego meglio.
Il primo comma, dice: "La Regione Piemonte, per il perseguimento delle finalità organizzative turistiche, finanzia progetti finalizzati allo sviluppo dell''incoming' turistico realizzati dai soggetti". Quindi, non vengono realizzati da altri.
Nel comma 3, diciamo un'altra cosa: "La Giunta regionale può realizzare dei progetti finalizzati ai soggetti". Sono due cose completamente diverse.
Una cosa sono i progetti che vengono realizzati dai soggetti, altra cosa sono i progetti che la Giunta regionale realizza per sostenere i soggetti.
Per questo motivo, sono contrario all'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio l'Assessore. Questa terminologia militaresca è un po' curiosa. L'Assessore Racchelli dice: "Voglio realizzare interventi mirati ai soggetti". Cosa vuol dire "mirare ai soggetti"? Che modo è di descrivere le intenzioni di una legge? Cosa gli vuoi "sparare": "interventi mirati ai soggetti"? Cosa vuol dire? Non si capisce in cosa consiste materialmente il contenuto che deve essere mirato ai soggetti.
Vogliamo sostenere i flussi? Allora, miro un soggetto! Con cosa lo miro?



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo (fuori microfono)

Lo chieda a chi l'ha scritto! Che ne so io?



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, l'Assessore ammette di non capire cosa c'è scritto. Almeno in questo, io e l'Assessore siamo concordi. Non si capisce cosa c'è scritto.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo (fuori microfono)

Lei, Consigliere, non ha capito.



CHIEZZI Giuseppe

Io non l'ho capito. Neanche lei l'ha capito. Allora, lo rispieghi!



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Consigliere Chiezzi, cerco di farle capire cosa vuol dire "mirare". E' un lessico! La parola "mirare" significa indirizzare, centrare. Non è un lessico militaresco, perché non usiamo proiettili, pistole, kalasnikov, bombe missili. La parola mirare vuol dire indirizzare.
Se preferisce, Consigliere Chiezzi, possiamo sostituirla con la parola "indirizzare".
Chi ha scritto la legge - lei sa che noi forniamo gli indirizzi, ma materialmente la legge viene scritta dai funzionari - magari ha individuato con il termine "mirato" un qualcosa di più preciso per far capire cosa si voleva dire.
Consigliere, se preferisce, possiamo sostituire il termine, anche se mi sembra chiaro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio per la seconda volta l'Assessore, che, però, non pu scaricare la responsabilità di questo testo su chi l'ha materialmente scritto.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo (fuori microfono)

Lo condivido!



CHIEZZI Giuseppe

Quindi, Assessore, lasci stare la struttura che ha già tanti problemi.
E' lei che propone questa parola. Chi materialmente scrive, per motivi propri, condivide questo termine, ma è lei, Assessore, che propone il termine. Non mi faccia entrare in polemica con chi non mi può rispondere perché il funzionario che ha pensato questa parola non può rispondere all'aula. E' lei che ne risponde, condividendo.
Mi sembra che lei spieghi che la parola "mirare" potrebbe meglio essere sostituita con le parole "con interventi indirizzati a favorire i soggetti". Potremmo sostituire la parola "mirati" con le parole "indirizzati a favorire".



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo (fuori microfono)

No.



CHIEZZI Giuseppe

A sfavorirli!



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo (fuori microfono)

A favorire i soggetti.



CHIEZZI Giuseppe

Ad aiutarli, non a rendere loro la vita più difficile, scriviamo: "indirizzati a favorire i soggetti".



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Racchelli)



CHIEZZI Giuseppe

Per quale motivo lo fa se non favorisce questi soggetti? Vuole fare loro del male? Se sceglie di "indirizzarli", vuol dire che ritiene, con questa azione di indirizzo, di favorire l'attività di questi soggetti.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo (fuori microfono)

No.



CHIEZZI Giuseppe

E neppure intende sfavorirli.



(Ulteriori commenti fuori microfono dell'Assessore Racchelli)



CHIEZZI Giuseppe

Allora, scriviamo: "indirizzare a favorire gli interessi generali di questi soggetti". Non capisco di cosa avete paura. Volete favorire dei soggetti?Sì. Per quale motivo non lo scrivete chiaramente? "Voglio favorire questi soggetti".
Non capisco questo tentennamento ad assumersi delle responsabilità.
Presidente, mi aiuti lei. Vogliono favorire certi soggetti, ma non lo scrivono. Come mai?



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, ha fatto la sua dichiarazione di voto. L'Assessore Racchelli ha motivato il parere negativo all'emendamento.
Consigliere Chiezzi, mi formalizzi l'emendamento, se concordate rispetto quanto ha sostenuto. La Giunta si è dichiarata d'accordo.
Intanto, provvedo a mettere in votazione l'emendamento n. 3.3).
Consigliere Chiezzi, lo ritira?



CHIEZZI Giuseppe

Se c'è questo assenso, lo ritiro.
Scrivo l'altro emendamento, Presidente.



PRESIDENTE

L'Assessore Racchelli sostiene di accettare l'emendamento sostitutivo così formulato: "e allo sviluppo dell''incoming' turistico con interventi indirizzati ai soggetti", senza le parole "a favorire".
Consigliere Chiezzi, credo che questa indicazione possa essere utile per riformulare l'emendamento; quindi, ritirare l'emendamento precedente consegnare alla Presidenza l'emendamento riformulato, per porlo direttamente in votazione.
Resto in attesa dell'emendamento.
La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Siccome sto notando un atteggiamento ostruzionistico, perché sto ricevendo una serie di emendamenti che vogliono bloccare questa legge e siccome questa legge è fatta per lo sviluppo del sistema turistico piemontese in un'ottica olimpica, vi prego di sospendere la discussione del testo della legge, perché vi assumete la responsabilità di fare ostruzionismo becero. Io adesso me ne vado dall'aula e voi vi assumete la responsabilità di fronte all'opinione pubblica, perché questa non è politica, ma ostruzionismo becero.



(L'Assessore Racchelli abbandona l'aula)



PRESIDENTE

L'Assessore Racchelli ha chiesto la sospensione dell'esame del provvedimento.
Credo di dover sospendere per qualche minuto la seduta per verificare come procedere.



(La seduta, sospesa alle ore 17.08 riprende alle ore 17.12)



(L'Assessore Racchelli rientra in aula)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Cattaneo sull'ordine dei lavori.



CATTANEO Valerio

Mi verrebbe quasi voglia di mutuare una battuta del collega Pozzo: intervengo, più che sull'ordine dei lavori, sul disordine dei lavori.
Il collega Chiezzi assume una posizione, anzi, una controposizione ancorché legittima, in quanto, di fatto - non dico che non vuole affrontare perché stiamo anche votando nel merito - vuole fortemente contrastare il provvedimento rimarcando - com'è noto - l'assenza del Presidente della Giunta regionale.
L'ho già detto questa mattina quando è stata contestata l'assenza dell'Assessore Pichetto, che è l'Assessore competente per la deliberazione e per la legge che affronteremo in coda a questo provvedimento.
Presidente Chiezzi, la Giunta regionale è un organismo collegiale. C'è un Presidente di turno: questa mattina c'era il Vicepresidente Cotto e oggi pomeriggio c'è il Vicepresidente Casoni. E' presente l'Assessore Racchelli competente sul provvedimento. Il Presidente Ghigo oggi è impegnato nella Conferenza Stato-Regioni, semplicemente perché, democraticamente, è stato eletto Presidente di detta Conferenza dai suoi colleghi Presidenti di Regione, e non è assente per questioni di carriera, come lei dice a microfono spento.
Oggi non è la giornata di martedì. Oggi è la giornata di giovedì, giornata inusuale per la convocazione del Consiglio regionale. Quindi, in un certo senso, si tratta di un Consiglio straordinario, nel senso che non è la giornata deputata alla convocazione ordinaria del Consiglio. Quindi Presidente Chiezzi non sia strumentale, lo sappiamo che lei contesta regolarmente l'assenza del Presidente Ghigo. Io o altri colleghi regolarmente, le ricordiamo queste cose che sono note.
Certamente, sotto l'aspetto politico, quello che lei sostiene è degno di considerazione e attenzione, compresa quindi l'assenza del Presidente.
Credo che sia altrettanto degno, logico e oggettivo quanto noi sosteniamo da un anno e mezzo: i motivi per cui il Presidente Ghigo a volte non è presente in aula. Glielo ricordo affinché rimanga a verbale.
Magari il collega Racchelli ha perso un attimo non dico la pazienza, ma certamente, il suo aplomb" che lo contraddistingue nella sua azione di politico e di uomo.



(Commenti in aula)



CATTANEO Valerio

In un certo senso, era per darmi un po' d'importanza: siccome si parlava di incoming, ho usato un termine estero, ma non per fare l'esterofilo.
Tante volte si usa un termine straniero perché è più appropriato e per economia di gestione della frase.
Presidente Chiezzi, credo che questo provvedimento - che è arrivato in aula, sofferto; questa mattina ci siamo anche scontrati, ma comunque abbiamo affrontato la problematica relativamente all'art. 8 con il Presidente Riba e abbiamo trovato una soluzione di buon senso - sia veramente importante e dia risposte in modo organico al settore del turismo. Peraltro, tale settore - è già stato ricordato da molti - in questo momento vive un momento di difficoltà ed è un settore strategico per lo sviluppo di questa Regione.
Presidente Chiezzi, sia serio quale lei è serio. Affrontiamo il problema e andiamo avanti, se si vuole andare avanti; se, invece, vuole trincerarsi dietro l'assenza del Presidente Ghigo, presentando una serie di emendamenti che hanno il solo fine di far perdere la pazienza all'Assessore Racchelli e di impedire il proseguimento dell'articolato, vada avanti così fa bene l'Assessore Racchelli - forse, con un altro stile - a dire: "Interrompiamo qui, chiaritevi le idee, assumetevi le responsabilità".
Noi, quale maggioranza e come appartenenti al Gruppo di Forza Italia responsabilità certamente non ne abbiamo. Lei si assume la responsabilità di bloccare il provvedimento qui e ci torneremo quando avremo le idee chiare, ma io aggiungo quando lei avrà le idee chiare e faremo di tutto visto che è un problema dirimente, per avere la presenza del Presidente.



(Commenti in aula)



CATTANEO Valerio

Non ho terminato.
Non ho fatto la predica a nessuno. In un certo senso, forse, con stile e in un certo senso con garbo, ho anche criticato quello che l'Assessore Racchelli ha fatto, che è un Consigliere del mio Gruppo. Chiaro? Non ho fatto la predica a nessuno, ma ho detto con altrettanta fermezza quello che penso, quello che pensiamo. Con altrettanta fermezza e, credo, con altrettanta oggettività, ho contrastato la solita accusa dell'assenza del Presidente Ghigo e voglio mettere di fronte alle proprie responsabilità il Gruppo che sta fermando questo provvedimento.
Detto questo - quindi non faccio prediche a nessuno - ognuno recepisce quello che vuole del mio intervento. Consigliere Chiezzi, l'ho ascoltata con attenzione, come ho ascoltato gli altri: si prenda le proprie responsabilità. Se questo provvedimento oggi non va avanti o se non si pu andare avanti semplicemente per questa sua reiterata posizione di presentare emendamenti inficianti il proseguimento dell'articolato, che non contengono nulla nel contenuto e che non sono degni di una discussione di merito, si prenda le sue responsabilità e fermiamoci qui.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente e il collega Cattaneo con il quale continuo a pensare di poter, non subito, ma fra qualche tempo, giungere ad un accordo sulla valutazione da dare alle presenze del Presidente Ghigo, che non è qualche volta assente, è qualche volta presente. E questa è una cosa, non è un'interpretazione.



CHIEZZI Giuseppe

CATTENEO (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Il martedì c'è quasi sempre.



CHIEZZI Giuseppe

No, guardi, sto tenendo l'almanacco delle presenze del Presidente Ghigo ed è un almanacco dal quale può vedere che il Presidente Ghigo è per lo più assente e qualche volta presente. Ma questo è un fatto ed è sempre più grave perché mi dà l'impressione che, togliendo la giornata di oggi, che può avere degli elementi particolari, il Presidente Ghigo sia più interessato alla sua carriera romana che non al ruolo di Presidente del Piemonte: ho questa impressione.
Per quanto riguarda gli emendamenti che ho presentato, troppo onore colleghi, troppo onore a questo Gruppo: ma come, ho appena cominciato ad interessarmi a questi articoli! Supponiamo che questo mio interessamento venga giudicato un interessamento che non ha merito, mi offende, bene accetto, ma questo mio interessamento penso che sia durato cinque minuti.
Allora, il Gruppo dei Comunisti Italiani interviene da pochi cinque minuti su una legge che è stata ferma in quest'aula per merito vostro, di Forza Italia, dell'Assessore e di altri Gruppi di maggioranza.
Accetterò l'onore di essere considerato il Gruppo che ha fermato questa legge quando avrò superato, in termini di tempo, il tempo che voi avete trattenuto la legge stessa in quest'aula oggi. Il provvedimento è stato trattenuto per molte ore, quindi vorrei evitare di sentirmi dire - collega Cattaneo - che blocco una legge sino a che non avrò colmato la misura del tempo che voi avete utilizzato per mettervi d'accordo.



PRESIDENTE

Concluda, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, questo è anche un fatto personale, perché le battaglie politiche si fanno e io non ho eccepito sulle interruzioni di questa mattina, sui comizi o gli assembramenti dei Consiglieri regionali per cercare di trovare la propria "quadra"! Non ho eccepito, non ho detto: "Voi fermate la legge, ve ne assumete la responsabilità?". Dopodiché, capisco che il mio è un Gruppo formato da un solo Consigliere e, quando ci sono maggioranze strabilianti, si può anche tentare...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, la prego di concludere. Grazie.



CHIEZZI Giuseppe

Certo, concludo, Presidente, però mi rivolgo a lei per chiederle se non ritiene eccessivo un tale addebito di responsabilità ad un Gruppo che discute da qualche minuto, quando altri Gruppi hanno discusso per ore fermando i lavori. Come mai si addebita a questo Gruppo un simile elemento? Non è ingiusto? Non crea una contrapposizione che non esiste? Detto questo riaffermo...



PRESIDENTE

Consiglieri Chiezzi, lei sa che il tempo a sua disposizione è di due minuti. Ritengo di essere stato corretto nel farle terminare il ragionamento, però la prego di concludere e consentire al collega Galasso di intervenire.



CHIEZZI Giuseppe

Voglio solo dire che i miei emendamenti sono tutti squisitamente di merito, che continueranno ad essere tali e che non c'è alcuna volontà di fermare il provvedimento, a meno che non mi si accusi di fatti ingiusti. In quel caso, prenderò un'altra strada.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Chiezzi.
La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Presidente, dobbiamo ripristinare un clima di serenità in modo che il rapporto dialettico possa svolgersi e percorrere binari più consoni all'aula.
Siccome il Presidente Chiezzi ribadisce e reitera ogni volta il richiamo alla presenza del Presidente Ghigo, noi dobbiamo continuare a ribadire e reiterare che vi sono funzioni diverse; vi sono funzioni esecutive e vi sono funzioni legislative. La nostra è una funzione legislativa e la presenza del Presidente Ghigo è stata richiesta e ottenuta nelle occasioni canoniche e maggiormente significative. E' proprio questa premessa che finisce per viziare il clima di discussione all'interno dell'aula.
Voglio anche sottolineare che il ruolo del Presidente Ghigo, di Presidente della Conferenza Stato-Regioni, dovrebbe essere visto come occasione per una maggiore visibilità della nostra Regione, non soltanto come fatto di immagine, ma anche per operare meglio sul terreno legislativo. Certo, alcune situazioni possono sembrare adeguate sotto il profilo reattivo, però è chiaro che quel clima, che spesso si instaura come occasione di perdita di tempo, non giova, anzi, nuoce, al nostro istituto.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Solo perché sono stato chiamato in causa dall'Assessore Racchelli.
Gli emendamenti presentati riguardano gli articoli della legge, quindi non reputo opportuno l'atteggiamento dell'Assessore, secondo il quale si tratta di emendamenti ostruzionistici. Mi sembra un atteggiamento un po' forzato.
Capisco che ogni tanto si possa perdere la pazienza, ma il fatto di avere una maggioranza schiacciante in Consiglio non dovrebbe far sorgere alcun dubbio alla Giunta rispetto alla possibilità di portare avanti questo provvedimento.
Voglio ribadire che si tratta di un progetto della Giunta regionale che il massimo rappresentante della Giunta regionale è il Presidente Ghigo che naturalmente sarà stato eletto da molti cittadini piemontesi, ma che è stato eletto anche per svolgere una funzione in seno al Consiglio regionale. Pertanto, un progetto di legge presentato dalla Giunta ci sembrava meritevole della presenza e dell'attenzione del Presidente stesso.
Per questo motivo, nel rivestire i ruoli importanti che egli riveste sarebbe anche utile ed opportuno calendarizzare i lavori dell'aula prevedendo la presenza del Presidente, quando si tratta di argomenti importanti e che lo riguardano direttamente come Presidente della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente, non volevo intervenire, ma credo che oggi l'assenza del Presidente Ghigo sia del tutto giustificata, essendoci un'importante riunione a Roma. E' giusto che venga istituita questa cabina di regia perché è interesse di tutti che il processo di trasferimento dei poteri alle Regioni decolli quanto prima. Non è questa, oggi, la polemica. Se vogliamo che la discussione venga svolta in maniera corretta e seria occorre, però, prendere atto che il Consiglio regionale ha un problema di rapporti con il Presidente della Giunta.
Personalmente, non contesto l'assenza odierna del Presidente - collega Galasso - ma l'esigenza che il Presidente della Giunta abbia un rapporto diverso con il Consiglio, che non si limiti agli appuntamenti canonici.
Questo è il problema che avverto e che penso avverta il Consiglio nel suo complesso.
Ritengo, inoltre, Presidente, che si possa riprendere la discussione del provvedimento; il nostro Gruppo non ha fatto, in questo senso, alcuna azione ostruzionistica. Il collega Muliere ed altri colleghi hanno presentato un corpo di emendamenti di merito, pertanto considero davvero esagerata la reazione dell'Assessore Racchelli.
Il collega Chiezzi può presentare degli emendamenti, sui quali si pu essere d'accordo o meno, e questo fa parte della dialettica esistente in un'assemblea legislativa. Io posso non condividerli, altri possono condividerli o viceversa: questo è quanto avviene in un'aula consiliare come la nostra! Che l'Assessore dichiari di voler abbandonare l'aula perch un Consigliere di minoranza (che rappresenta se stesso e, ovviamente, un Gruppo significativo, ma soprattutto se stesso) presenta due, tre, quattro cinque emendamenti, mi sembra davvero eccessivo! Non mi sembra questo l'ordine di grandezza delle questioni: i problemi sono altri! Caro collega Cattaneo, naturalmente la maggioranza ha i numeri per difendere i propri provvedimenti, ma l'opposizione fa la propria parte.
Possiamo discutere su come esercita il proprio ruolo - e questo è un problema nostro - ma non è concepibile che la maggioranza, se crede davvero che questo sia un provvedimento strategico per il turismo piemontese - e posso anche convenire che per certi aspetti lo sia - non senta il dovere politico di stare in aula e difendere con i denti il provvedimento! Oggi è successo un paio di volte che questo provvedimento, così importante per il Piemonte, non sia stato difeso con sufficienza dalla maggioranza, perché magari la maggioranza non c'era.
Concludo, Presidente, dicendo che siamo favorevoli alla ripresa della discussione e che non faremo, su questo argomento, alcuna azione ostruzionistica. Chiediamo solo che i nostri emendamenti vengano esaminati come è necessario che avvenga in un'aula consiliare come questa. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Vorrei esprimere la piena solidarietà all'Assessore Racchelli da parte del mio Gruppo, in quanto ritengo che quanto ha detto sia conforme allo scenario che quest'aula consiliare gli ha offerto. Non credo ci sia alcuna norma di Statuto che preveda necessariamente la presenza del Presidente della Giunta in aula; anzi, da parte mia, quando il Presidente Ghigo non c'è, non ho alcun tipo di disturbo fisico o psichico.
Semplicemente devo rilevare purtroppo - e l'ho visto dalle votazioni che c'è stata l'intera assenza in aula di tutta la minoranza. Mi pare di non averla quasi mai vista votare, quindi non era presente in quest'aula.
Viene ogni tanto a perdere del tempo a parlare, senza neanche votare gli emendamenti che essa stessa presenta.
Questo è un sintomo preciso che si sta facendo perdere del tempo perchè se io, come presentatore, credo con un emendamento di poter dare un contributo, quanto meno devo avere la dignità di votarlo, ma così non è stato. Né vedo la presenza in aula del tantundem eiusdem generis et qualitatis - per la gioia di chi verbalizza - cioè del capo della minoranza, che evidentemente è occupato in altre faccende.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Devo dire che sono stato abbastanza colpito dall'atteggiamento dell'Assessore, e mi pare sia un atteggiamento non serio, non da membro di un governo che arriva in aula, presenta un suo provvedimento e lo porta avanti.
Trovo che lo scatto d'ira che ha avuto, di chi si sente, in qualche modo, leso dall'attività che svolgeva l'aula, sia intollerabile. Non credo che lei sia al di sopra di altri, perché come altri discute di provvedimenti, avrà la sua opinione sugli emendamenti diversa da quella di chi li ha presentati, ma ritengo che il suo scatto "Basta, non discuto più in questo modo", sia assolutamente intollerabile.
Penso che lo stesso Presidente lo dovrebbe rilevare, perché, tra l'altro, oltre a non aiutare il lavoro collettivo, nella fattispecie ha fatto sì che abbiamo perso tempo per l'approvazione di alcuni emendamenti.
Mi pare, quindi, un atteggiamento volutamente autolesionistico ed autostruzionistico.
Ero uno dei firmatari di emendamenti che servivano anche solo a migliorare la leggibilità di questa legge, perché non è un'attività secondaria la comprensione della legge stessa; si può eccepire se era meglio farlo in Commissione piuttosto che in aula, ma, al di là di questo aspetto, credo fosse un'attività utile all'elaborazione della legge stessa.
Invece ritengo che quel tipo di reazione sia intollerabile. E' la prima volta che, a fronte della discussione di cinque o sei emendamenti l'Assessore scatta dicendo che non si può più", e si appella al Piemonte.
Credo non sia serio, e da parte di chi presiede sarebbe il caso di invitare i membri della Giunta ad un maggiore self-control: questo sarebbe positivo.



PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Siamo nella classica situazione "del gatto che si morde la coda".
L'Assessore Pichetto è in aula.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Muliere)



CATTANEO Valerio

Consigliere Muliere, sono le ore 17,30 e non andiamo a casa.



MULIERE Rocchino

Ho detto: "Andiamo avanti"! Abbiamo perso troppo tempo.



CATTANEO Valerio

Io ho un concetto della democrazia meno disturbato, perché per me le discussioni non sono mai inutili. Ne traggo sempre una parte utile e andranno a far parte del bagaglio della mia esperienza positiva o negativa che sarà.
Indubbiamente, il disegno di legge è importante. Siamo all'art. 2 e c'è questa situazione: avevamo raggiunto l'accordo di licenziare il provvedimento fra dieci-dodici giorni e di arrivare oggi alla discussione e alla votazione conseguente dell'articolato fino all'art. 7 compreso.
E' un anno e mezzo che sono presente in questo Consiglio regionale e sicuramente ho meno esperienza di tanti colleghi, ma, secondo me, andando avanti così, non so se arriveremo all'art. 3.
L'Assessore Pichetto è presente in aula e vi è la proposta di deliberazione n. 273, sulla quale c'è una certa condivisione ed è estremamente importante, perché tutti sanno che la scadenza è il 30 novembre. La si può esaminare oggi, giacché vi è la presenza dell'Assessore.
Formalmente, faccio la seguente proposta all'aula e, se l'aula non acconsentisse, vorrei porla in votazione: sospendere la discussione del disegno di legge n. 110, procedere all'inversione dei punti all'O.d.G. e di partire, quindi, con il punto 2) relativo alla proposta di deliberazione n.
273, essendo presente l'Assessore Pichetto, la maggioranza in numero consistente, ed avendo la Regione Piemonte la necessità di approvare tale deliberazione entro il 30 novembre, che è domani.



PRESIDENTE

Consigliere Cattaneo, quindi lei ha formulato la proposta di sospendere il provvedimento attualmente in discussione e di passare all'esame della deliberazione n. 273.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Noi siamo disponibili ad approvare il provvedimento che riguarda l'Assessore Pichetto e a rimanere in aula fino a quando sarà necessario.
Però è inspiegabile quello che stiamo facendo. Se fossimo andati avanti, a quest'ora avremmo probabilmente terminato il nostro lavoro, saremmo già arrivati all'art. 7. E' inspiegabile quello che stiamo facendo! Non si capisce perché adesso dobbiamo sospendere per passare ad un altro argomento. Non lo capisco! Questa mattina abbiamo discusso, anche in modo animato, per trovare una soluzione che ci permettesse di arrivare ad un provvedimento organico, e adesso siamo qui a discutere di sospendere. Sinceramente, questo è un modo assurdo di lavorare. Comunque noi siamo disponibili a discutere il provvedimento che riguarda l'Assessore Pichetto, ma dopo aver terminato l'esame dell'articolato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla proposta, avanzata dal Consigliere Cattaneo, di passare all'esame della proposta di deliberazione n. 273.
Il Consiglio approva.


Argomento: Industria - Commercio - Artigianato: argomenti non sopra specificati

Esame proposta di deliberazione n. 273: "L.R. n. 9/80 (Interventi per il riequilibrio regionale del sistema industriale). Aggiornamento del programma pluriennale ed approvazione del relativo programma annuale di attuazione"


PRESIDENTE

Passiamo pertanto all'esame della proposta di deliberazione n. 273, di cui al punto 2) all'o.d.g.
La parola l'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Grazie, Presidente.
Come ogni anno il Consiglio regionale deve approvare la deliberazione per la programmazione della L.R. n. 9/80, che ha un iter istruttorio di proposta provinciale. Nasce comunque a livello di proposta comunale, ma con istruttoria provinciale di valutazione di compatibilità con le programmazioni provinciali.
In questo caso, viene aggiornato il programma pluriennale che rappresenta la programmazione a medio e lungo termine, e comprende tutti gli interventi che devono ancora essere posti in essere, non essendo stato compiuto tutto l'iter di definizione essenzialmente di tipo urbanistico.
Con l'entrata in vigore della L.R. n. 9/80, al momento in corso di approvazione in Consiglio regionale, i Comuni inclusi attualmente nel programma pluriennale saranno poi portati nella nuova legge.
Il programma annuale di attuazione rappresenta invece l'avvio effettivo con l'erogazione di finanziamenti ai Comuni.
Voglio ricordare che, per quest'anno, entrano nel programma pluriennale i Comuni di Cossato (provincia di Biella), Trinità (provincia di Cuneo) Bolzano Novarese (provincia di Novara) Borgaro Torinese (provincia di Torino), San Germano Vercellese e Serravalle Sesia (provincia di Vercelli).
Nel programma annuale per l'erogazione entrano San Damiano d'Asti Crescentino e Trino Vercellese.
In Commissione - e penso sia stato apprezzato dai colleghi - è stato consegnato lo stato di attuazione della L.R. n. 9/80, con alcune elaborazioni e le indicazioni dello stato di avanzamento di tutti gli interventi che riguardano un po' tutte le province piemontesi, ma prioritariamente le sette province, esclusa la provincia di Torino, che non avevano l'ob. 2; forse, la provincia di Torino, ancorché rappresenti, come peso, metà Piemonte, ha qualcosa in meno sulla L.R. n. 9/80, in quanto ha altri meccanismi di intervento.
Confido dunque nell'approvazione, ricordando che una parte di programmazione, anche in attuazione al D.lgs. n. 112/98 di delega alle Province, è a livello provinciale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Abbiamo detto questa mattina, e ribadiamo adesso, che non siamo contrari all'approvazione di questo provvedimento, poiché si tratta di un adempimento previsto dalla legge, ma non vogliamo scaricare sugli Enti locali le responsabilità che invece sono della Giunta per quanto riguarda Assessore Pichetto - il ritardo con il quale arriviamo all'approvazione di questa deliberazione. Oggi è l'ultimo giorno utile; se dovessimo "bypassare" la scadenza di oggi, il Piano annuale di attuazione del Piano pluriennale, rispetto alla legge che ha una scadenza fissa nel 30 novembre qualche problema lo creerebbe.
Naturalmente, come ha ricordato l'Assessore, nel Piano di attuazione mi sono preso la briga di leggere questo provvedimento e di discuterlo anche se per sommi capi, in Commissione - rientrano interventi che riguardano il completamento di opere già previste o individuate nei piani precedenti. I nuovi interventi vengono dunque inseriti soltanto a seguito dell'approvazione da parte delle Amministrazioni provinciali competenti.
Più problematico, invece, mi sembra - qui vorrei fare una riflessione Assessore - il discorso che riguarda i programmi pluriennali e che rappresentano delle indicazioni di larga massima, nel quale sono compresi o interventi che non sono rientrati nei Piani di attuazione per una serie di ritardi che si sono accumulati su vari fronti (sul fronte urbanistico, di fattibilità tecnica dei vari progetti, di compatibilità ambientale e così via) o interventi che le Amministrazioni si prefiggono di realizzare.
Assessore, credo sia opportuno, soprattutto in sede di riforma della legge - ormai credo che sia l'ultimo anno che approviamo il Piano annuale di attuazione e il Piano pluriennale riferiti alla L.R. n. 9/80 - rilevare la necessità che, di qui a poco, questo Consiglio approvi - spero anche sulla base di alcuni emendamenti che noi presenteremo - la nuova legge sulle aree ecologicamente attrezzate.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria (fuori microfono)

E' all'o.d.g. di oggi.



RONZANI Wilmer

E' all'o.d.g., lo dicevo questa mattina intervenendo in aula. Tuttavia credo che una riflessione per quanto riguarda la questione si ponga, perch abbiamo Comuni che, pur avendo il PIP, non hanno richiesto di essere inseriti nel programma annuale; abbiamo invece dei Comuni che non hanno ancora approvato il PIP. Diciamo che abbiamo diversi problemi tecnici da questo punto di vista, che pongono a noi legislatori una riflessione in relazione al fatto che l'area attrezzata deve essere uno strumento con il quale cerchiamo di fare politica industriale.
Anche se un bilancio sulla legge lo faremo a tempo debito, in occasione della sua riforma - se non sbaglio, la legge ha ventuno anni di vita, è stata pensata in un'altra stagione, ecc., ha mobilitato interventi per complessivi 56 miliardi - ritengo che una riflessione da questo punto di vista si imponga, soprattutto in relazione al fatto che vogliamo che la nuova legge diventi lo strumento con il quale fare interventi di politica industriale e di rilocalizzazione industriale.
Detto questo, Assessore e Presidente del Consiglio, noi ci asterremo su questo provvedimento; lo votiamo lamentando - e l'ho detto anche in Commissione, ma lo ripeto in quest'aula - il ritardo con il quale arriviamo al dunque. Non che questa discussione sia impedita per il fatto che la facciamo oggi; do atto all'Assessore di aver presentato, quest'anno diversamente dallo scorso anno, una copiosa documentazione che è servita a me personalmente per fare una riflessione, una parte della quale ho cercato di svolgere, seppur per sommi capi, in questo intervento.
Ci asteniamo su questo provvedimento, rinviando la discussione più di merito, considerandolo un adempimento importante, ma pur sempre un adempimento tecnico-organizzativo, rinviando la discussione alla riforma.
Riforma che ci auguriamo di fare prossimamente: penso che dovrà essere calendarizzata nella prossima riunione del Consiglio regionale.
Ne approfitto per chiedere all'Assessore Pichetto, così come ho avuto modo di dire durante i lavori della Commissione, di presentarsi con un ragionamento che riguardi non soltanto un bilancio dell'esperienza passata ma un bilancio sulle prospettive che la legge dovrebbe incrociare e affrontare.
Al riguardo, anche se rinvio il tutto a quella discussione, il nostro Gruppo, che pure ha dato un contributo affinché venisse riformata la L.R.
9/80, presenterà in quest'aula - ma avremo modo di tornare su questo argomento - una serie di emendamenti per rendere ancora più cogente e efficace la legge di riforma che dovremo approvare.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Premetto che anche il nostro Gruppo si asterrà sul provvedimento in questione.
Il motivo di fondo di tale astensione è che siamo di fronte ad un provvedimento che è quasi notarile, perché dà seguito ad una serie di atti già adottati e li porta avanti (quindi non introduce degli elementi nuovi) d'altro canto, è un provvedimento atteso, perché ha alle spalle una serie di elaborazioni, per cui sarebbe un errore non approvarlo entro domani perché implicherebbe il blocco dei finanziamenti.
Prima questione: cerchiamo di arrivarci un po' prima, di non arrivare sempre all'ultimo momento. L'Assessore sa che su queste questioni si va avanti in modo abbastanza tranquillo, quindi si poteva fare prima.
L'astensione, però, è motivata anche da un altro elemento. Da tempo parliamo della necessità di rimettere mano a tutta la materia; stiamo parlando di una legge che ha un titolo ambizioso: "Riequilibrio industriale della nostra Regione", che credo sia in gran parte avvenuto, perché, avendo distrutto delle zone di alta industrializzazione, siamo abbastanza andati verso un riequilibrio. Però, mi pare che non fosse questo lo spirito.
Proprio per questa ragione, abbiamo più volte in molti, credo quasi tutti, sottolineato la necessità di andare ad una revisione critica di tutta la legislazione in questione. Si tratta di una normativa importante che muove grandi risorse e che si trascina in modo "routinario" nel tempo ma non riflettiamo mai sulla sua efficacia, cioè non c'è un bilancio vero dell'efficacia di queste leggi che, a mio avviso, pare dubbia, perch come dicevo prima - il tipo di riequilibrio che abbiamo avuto non è sicuramente quello sperato.
Avevamo più volte chiesto provvedimenti: sono anche in corso, alcuni persino in stato avanzato. Avevamo anche discusso su alcuni di essi, poi si sono bloccati in aula. Anzi, a dire il vero, non sono neanche arrivati in aula, perché sono depositati all'aula, che non li discute.
Se avessimo potuto fare precedentemente il lavoro, forse questo procedimento avrebbe avuto un'altra impostazione. Invece, detti ritardi portano a questa situazione, che è un po' più ampia, perché, come dicevo prima, da tempo parliamo in modo piuttosto univoco di rivedere questo tipo di legislazione, magari di averne una non solo nuova, ma anche più coordinata, che affronti questo tipo di problemi.
Allo stesso modo, da tempo - credo da quattro anni - per esempio approviamo ordini del giorno che ribadiscono la necessità di fare un momento di riflessione sullo sviluppo della Regione, sui problemi occupazionali. Il Consiglio deve svolgere, a livello piemontese un'attività specifica, un dibattito specifico e una conferenza specifica.
Ma non facciamo nulla.
Nel frattempo, ci accontentiamo di sapere che nell'anno 2000 e inizio 2001 il tasso di disoccupazione è sceso al di sotto del 10% (intorno al 9%), e ne siamo contenti. L'Assessore Pichetto rileva che si aggira attorno al 5%. Ma il 5%, di cui parla l'Assessore, è un 5% che non vedo, perchè è in gran parte, dovuto ad un'esplosione di semi-lavori o lavori precari, che cancellano e modificano la realtà. Molti, infatti, sono "mezzi occupati e mezzi disoccupati". Se decidessimo di contarli in modo reale, ci accorgeremmo che la disoccupazione vera è più ampia. In ogni caso riconosciamo che ha avuto una lieve curva discendente nell'arco degli anni 2000 e 2001, anche se l'ultima parte del 2001 pare essere di nuovo estremamente preoccupante; si rischia, infatti, di eliminare rapidissimamente quei piccoli progressi raggiunti precedentemente.
Rilevo, dunque, una doppia esigenza: da una parte, una riflessione ampia tra noi e le forze sociali rispetto al problema dello sviluppo della nostra Regione (in particolare per quanto riguarda l'aspetto dell'occupazione e della qualità dell'occupazione), dall'altra, rispetto alla strumentazione di legge che dovrebbe sostenere l'iniziativa regionale.
A mio avviso, pare che la questione assuma un'urgenza quasi drammatica in virtù di un ampliamento estremamente significativo delle competenze regionali. Occorrerebbe una riflessione fondante della nostra iniziativa come ente su questi terreni, che non vedo, ma suggerisco ancora una volta con scarsa fiducia, che la questione venga presa in considerazione in modo serio. Ribadisco la necessità di avviare un percorso di questo tipo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, Assessore e colleghi, credo che si arrivi necessariamente alla fine di un ciclo. Spero che una nuova norma possa reinquadrare questo tipo di politica.
Questo provvedimento del 1980, figlio della seconda legislatura del Consiglio regionale (quindi di quella cultura di intervento sugli squilibri territoriali nella nostra Regione), ha fatto onorevolmente la sua parte e adesso rischia di diventare qualcosa di inappropriato rispetto alle esigenze attuali, sulle quali, del resto, agiamo attraverso gli strumenti delle politiche industriali e territoriali.
Sarebbe stato auspicabile aver già approvato un nuovo strumento: questo, sì, poteva essere un provvedimento di grande priorità. Invece ci siamo "impiantati" sul buono scuola, sacrificando provvedimenti di rilievo come la modifica di questa legge. Pensi, Assessore, che fa ancora riferimento ai Comprensori. In qualche modo, è anche una legge proceduralmente strana. Tra l'altro, non è tarata, ovviamente sull'evoluzione istituzionale in corso, sia dal lato della riforma amministrativa, sia dal lato dell'attuazione della riforma della Costituzione per la parte federalistica dell'assetto istituzionale.
Osservando questo elenco, si ha un po' l'indicazione di quella gara (perché poi è raccordata alla legge del 1975, che è stata modificata da quella del 1980 per le aree industriali attrezzate), con tutti i limiti che avevamo rilevato. Non si riusciva, cioè, con questo strumento, a fare politiche territoriali distrettuali, a specializzare. Ma era un'operazione che allora aveva avuto un senso, rispetto al dibattito degli anni '70, come l'elaborazione dell'IRES di allora. Erano tutte centrate, da un lato, a stigmatizzare l'eccessiva polarizzazione di Torino, e, dall'altro, a segnalare gli squilibri territoriali che c'erano. Quindi, noi arriviamo a questo provvedimento.
Anch'io mi asterrò, ma lo farò benevolmente, nel senso che capisco che non si poteva fare di più. Ora, l'importante è che ci sia la volontà e la voglia di attivare una politica meno datata (non critico quel provvedimento, rilevo solo che ha vent'anni e forse si dovevano trovare negli anni scorsi, i tempi e i modi per approvare un nuovo strumento di intervento).
Ridichiaro, pertanto, la mia astensione sulla deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
A nome mio e del Consigliere Chiezzi, annuncio la nostra reciproca astensione.
Tutte le argomentazioni avanzate dagli altri Consiglieri, che hanno manifestato lo stesso atteggiamento, sono da noi condivise.
Parlando anche da un punto di vista ambientale, credo che dovremmo cominciare a riflettere sul lavoro e sulle necessità di trovare nuove forme e nuovi mezzi per creare occupazione. L'elenco contenuto nella proposta deliberazione è, appunto, una lunga elencazione di interventi che si vogliono realizzare. Sarebbe interessante andare a verificare quale sarà l'effettiva ricaduta di questi interventi sul territorio, sui Comuni e sull'occupazione.
Si parla sempre di "epoca post-fordista" e di "deindustrializzazione" della nostra società, ma sarebbe ora che le istituzioni iniziassero ad investire delle risorse verso tipi di lavoro che non guardino solo ed esclusivamente all'industrializzazione.
Voglio sperare che in queste aree industriali attrezzate ci sia l'intenzione e la possibilità di inserire anche attività di industrializzazione che vadano verso i lavori ecocompatibili, verso attività, ad esempio, di recupero che, nell'ottica di creare lavoro durevole, sono quelle che più si devono vedere impegnate.
Sappiamo per esperienza che mentre ci impegniamo per creare nuove strutture produttive, l'evoluzione del lavoro va verso gli accorpamenti.
Abbiamo vissuto poco tempo fa la vicenda della Telecom, ma molte altre ne viviamo tutti i giorni. Sappiamo che le attività produttive tendono a fondersi e la prima ricaduta che abbiamo - l'Assessore lo sa bene - è la perdita dei posti di lavoro. Credo che, sia a livello nazionale, sia a livello regionale, la nostra sfida sia quella di saper scegliere, saper passare dallo "sviluppismo puro", da una visione industriale di un certo tipo, a una visione di economia compatibile. L'economia compatibile si realizza - l'Assessore lo sa meglio di me - creando un lavoro durevole creando un lavoro che non sia sottoposto troppo a certe regole del mercato perché sappiamo che le regole del mercato in campo industriale vanno inevitabilmente verso la fusione e, quindi, verso la perdita di posti di lavoro.
Si è parlato di una legge vecchia che sta alla base di questa Giunta.
Mi auguro che nel futuro potremo affrontare il tema del lavoro aprendoci verso le prospettive e le dinamiche del Terzo millennio, cioè non pensare di risolvere tutto con una industrializzazione forzata. La mia visione particolare è dell'idea che dobbiamo operare per cercare di creare dei posti di lavoro durevoli e i posti di lavoro durevoli sono quelli che vanno verso le attività ecocompatibili che, sicuramente, non soggiacciono ai capricci del mercato.
Capisco che è un intervento che, per certi versi, è atteso, quindi non voteremo contro. Dichiariamo la nostra astensione proprio perché speriamo di poter discutere su questi temi avendo una visione globale e ampia.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola all'Assessore Pichetto per una breve replica.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore all'industria

Ringrazio i colleghi. Devo dire che molti dei loro interventi sono relativi alla procedura di una legge ormai vecchia, che ha fatto il suo tempo, ma ha fatto molto per il Piemonte. Sono state messe in luce le difficoltà per avviare le procedure. Devo dire che, per quanto riguarda i tempi, arriviamo a novembre perché - la deliberazione della Giunta regionale è del 15 ottobre - i Comuni le presentano alle Province entro il 30 giugno. E' un meccanismo talmente farraginoso che fa sì che le delibere provinciali giungano in Regione a fine settembre. Questo mette in luce anche le altre difficoltà che c'erano sulla L.R. n. 9/80, peraltro tutte discusse in Commissione durante l'esame del disegno di legge relativo alla nuova legge - chiamiamola così per dare l'indicazione. Pertanto, ritengo che il momento del confronto, che chiedeva il Consigliere Papandrea, di cui mi sono sempre dichiarato disponibile e spero che non rimanga parola vana così come la richiesta da parte loro, possa essere fatto in Commissione per molti approfondimenti, in qualsiasi momento lo ritenga il Presidente della Commissione, e, più specifico, sugli articoli del disegno di legge, in Consiglio, valutando in quell'ambito le nuove aree ecologicamente attrezzate, tenendo conto di tutte le valenze che la sensibilità forte di vent'anni fa non era però tale da potersene rendere conto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Beni demaniali e patrimoniali

Esame disegno di legge n. 164: "Interventi in materia di fondi immobiliari chiusi"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 164, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola alla relatrice, Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina, relatrice

Grazie, Presidente.
Il fondo comune immobiliare è uno strumento di gestione collettiva del risparmio che ha come obiettivo principale l'investimento del risparmio in beni immobili, al fine di ottenere un reddito dalla loro gestione o una plusvalenza dalla loro cessione.
La legge 25 gennaio 1994, n. 86, con le successive modifiche ed integrazioni, ha introdotto in Italia tale strumento finanziario che è presente da molti anni in altri Paesi europei e negli USA. Tra gli obiettivi ravvisabili nella legge nazionale vi è quello di permettere al piccolo risparmiatore di investire in modo poco rischioso sul mercato immobiliare, anche disponendo di capitali di ridotte dimensioni. Inoltre, è possibile con tale strumento incanalare verso il mercato immobiliare parte dei mezzi finanziari del mercato mobiliare.
La legge del 1994 consente di dare avvio a diverse tipologie di fondi ciascuna con propri elementi caratteristici (durata, modalità di rimborso tipologia di immobili oggetto di investimento, ecc.) quali, ad esempio: fondi ordinari fondi per investitori istituzionali fondi con apporto di immobili di Enti previdenziali pubblici, Regioni Province e Comuni fondi con apporto di immobili dello Stato.
I fattori critici di successo di un fondo immobiliare sono i seguenti: l'acquisizione, ad un prezzo competitivo, di immobili suscettibili di valorizzazione commerciale l'ottenimento di rendimenti da locazione elevati e stabili nel tempo un'efficiente conduzione dei beni immobili un'efficiente gestione del fondo.
Se i fondi immobiliari sono costituiti con apporto di bene immobili pubblici, la costituzione del fondo immobiliare rappresenta uno degli strumenti attivabili per la creazione di disponibilità finanziarie destinate a nuovi investimenti o alla riduzione del debito complessivo.
La legge n. 86/94 offre agli Enti pubblici l'opportunità di costituire fondi immobiliari con apporto dei propri beni (art. 14 bis) alle seguenti condizioni: i beni immobiliari apportati dall'Ente pubblico devono avere un valore di oltre il 51% del valore del fondo l'Ente apportante deve integrare tale apporto con denaro per almeno il 5 del valore degli immobili, salvo che la liquidità non venga apportata da altri soggetti in misura pari ad almeno il 10% del valore del fondo il valore di apporto deve essere determinato da esperti indipendenti al momento del conferimento l'Ente pubblico riceve, in cambio dei beni immobili apportati, quote del fondo, il cui valore nominale complessivo è pari al valore di apporto del portafoglio immobiliare almeno il 60% delle quote debbono essere offerte sul mercato del risparmio (investitori istituzionali e/o retail) entro 18 mesi dall'ultimo apporto l'Ente pubblico può emettere prestiti obbligazionari o titoli speciali convertibili in quote del fondo.
Poiché il fondo immobiliare è un prodotto finanziario da collocarsi sul mercato del risparmio, l'attività degli esperti indipendenti deve basarsi su parametri di valutazione essenzialmente legati alla redditività, sia istantanea che potenziale.
Il fondo viene gestito da una società di gestione del risparmio (SGR) sottoposta alle norme previste dal Testo Unico delle disposizioni in materia di intermediazione finanziaria, D.lgs. n. 58/98, noto come "Decreto Draghi".
L'operazione di cartolarizzazione si conclude in modo positivo solo se i sottoscrittori del prestito obbligazionario o dei titoli speciali accettano, entro i termini indicati, di convertire le obbligazioni stesse o i titoli in quote del fondo.
L'iter procedurale da seguire per la costituzione di un fondo immobiliare è rappresentato dalle seguenti fasi: raccolta delle informazioni disponibili con riferimento a ciascun immobile potenzialmente apportabile analisi dei redditi attuali e potenziali degli immobili individuati individuazione del valore di apporto mediante la tecnica di capitalizzazione del reddito individuazione dei partner tecnici e finanziari ai quali affidare le procedure di autorizzazione e la successiva gestione del fondo conferimento dei beni immobili o dei diritti in cambio di quote e successivo collocamento delle stesse sul mercato mobiliare.
Le opportunità e i vantaggi ottenibili dall'Ente pubblico dalla costituzione di un fondo immobiliare mediante apporto di propri beni immobili possono essere così riassunti: migliore conoscenza del proprio patrimonio immobiliare razionalizzazione della gestione immobiliare creazione di nuove e reali disponibilità finanziarie da destinare all'attività istituzionale attraverso l'alienazione di beni che non danno alcuna utilità allo svolgimento dell'attività propria dell'Ente (ad esempio, immobili civili non utilizzati per uffici) possibilità del mantenimento della disponibilità di alcuni beni attraverso la stipula di contratti di affitto, anche con facoltà di riscatto a prezzo predeterminato risparmio sugli interessi dei mutui che dovrebbero essere in alternativa stipulati per l'effettuazione degli investimenti risparmio degli interessi sui mutui che potrebbero essere anticipatamente rimborsati utilizzando le disponibilità rivenienti dai conferimenti affidamento di tutti gli aspetti della gestione degli immobili (rispetto della normativa, interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria amministrazione e contabilità, incasso degli affitti, ecc.) ad entità specializzate maggiore trasparenza nei conti dell'amministrazione pubblica.
La costituzione di un fondo immobiliare prevede l'effettuazione delle seguenti attività che fanno capo a specialisti specifici: consulenza immobiliare - analisi del patrimonio immobiliare dal punto di vista tecnico-economico (tipologia di immobili, reddito potenziale, stato di manutenzione, costi di gestione, ecc.) consulenza strategica e finanziaria - analisi degli aspetti normativi organizzativi e strategici (ottenimento delle autorizzazioni, percorso di valorizzazione del patrimonio del fondo, modalità organizzative della società di gestione, ecc.) merchant banking e consulenza sulla normativa degli intermediari finanziari - analisi degli aspetti legati al rapporto con i mercati mobiliari e finanziari e della normativa specifica dettata dagli organi di vigilanza (collocamento sul mercato delle quote, emissione di titoli obbligazionari, rapporti con Banca d'Italia e CONSOB, rapporti con il mercato finanziario, ecc.) consulenza legale - analisi degli aspetti contrattuali relativi agli eventuali contratti di affitto da stipulare con il fondo per il successivo utilizzo di alcuni beni da parte dell'Ente pubblico, ivi compresa la possibilità di riscatto finale del bene stesso.
La dimensione minima del fondo per garantire un'accettabile redditività è valutata intorno ai 400/500 miliardi di patrimonio. Nel caso specifico esso consentirebbe di alienare una parte del patrimonio immobiliare regionale, attraverso un processo di cartolarizzazione.
Il provvedimento in esame prevede, all'art. 1, la possibilità per la Regione Piemonte di utilizzare lo strumento dei fondi comuni immobiliari costituiti attraverso l'apporto di propri beni o diritti reali immobiliari per la creazione di nuove disponibilità finanziarie.
L'art. 2 autorizza la Giunta regionale a sottoscrivere quote di fondi comuni attraverso l'apporto dei beni immobili o dei diritti, individuati ai sensi dell'art. 3, con esclusione dei beni immobili sedi degli uffici del Consiglio regionale; la sottoscrizione dovrà avvenire di preferenza nei confronti di strumenti quotati sui mercati mobiliari.
L'art. 4 prevede che i titoli, entrati nel patrimonio della Regione vengano ceduti ai risparmiatori da parte della società di gestione del fondo, che provvederà alla loro quotazione sui mercati regolamentati.
In alternativa all'immediata cessione ai risparmiatori, l'art. 5 consente l'emissione di titoli speciali convertibili e di titoli obbligazionari convertibili a determinate scadenze in quote del fondo immobiliare; in tale ottica, possono essere quindi emessi titoli obbligazionari che fruttano un interesse fisso o variabile alla stregua di qualunque altro titolo di debito regionale (BOR).
Tali titoli possono essere quotati sui mercati regolamentati al fine di consentirne la negoziabilità anche anteriormente alla scadenza.
L'art. 6 prevede una relazione informativa annuale al Consiglio da parte della Giunta, al fine di informare compiutamente sull'entità delle quote sottoscritte e sull'andamento delle cessioni. Il Consiglio regionale approva la relazione annuale.
L'art. 7 prevede che le quote dei fondi possano essere sottoscritte anche dagli Enti pubblici, dagli Enti previdenziali pubblici, dagli Enti locali e dai loro consorzi, dalle Unità Sanitarie Locali e dalle Aziende ospedaliere nonché da società interamente possedute, anche indirettamente dagli stessi soggetti.
L'art. 8 prevede oneri pari a L. 650 milioni per l'attuazione del disegno di legge essenzialmente per attività preparatorie necessarie data la complessità della materia. Lo strumento proposto ha finora trovato scarsa attuazione sia da parte dello Stato, sia da parte degli altri Enti pubblici interessati. Ciò comporta la necessità di approfondire complessi aspetti di natura contrattuale, autorizzatoria, fiscale ed immobiliare che richiedono interventi specialistici di notevole professionalità. In tale ambito, deve essere ricompresa anche l'effettuazione di una valutazione da parte di esperti indipendenti, il cui costo è stato stimato, in analogia alle tariffe fissate dall'art. 18 del Decreto Ministeriale del Tesoro n.
228 del 24 maggio 1999 per le valutazioni da parte dei fondi, nella misura dello 0,6 per mille del valore dei beni. Ne consegue che, per apporti stimati nell'ordine di 250 miliardi, il costo della valutazione potrebbe ammontare a circa L. 150 milioni.
L'art. 9 introduce la norma transitoria, per cui in sede di prima applicazione la Giunta regionale trasmette al Consiglio il progetto di costituzione del fondo immobiliare chiuso che viene approvato entro 30 giorni.
Si è reso tuttavia necessario, al termine del percorso istruttorio apportare ulteriori modificazioni volte ad introdurre elementi di maggiore chiarezza nel testo. Modificazioni tradotte in emendamenti, sottoscritti e condivisi dall'Assessore competente, dalla Presidenza della Commissione e dal relatore che riguardano essenzialmente: le modalità costitutive della società; i tempi di approvazione della relazione; le norme transitorie di prima applicazione del disegno di legge.
La I Commissione, nel sottolineare l'importanza del provvedimento, lo rimette all'aula consiliare per la sua sollecita approvazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Succede sempre così: in un'azienda si discute magari tutto il pomeriggio su dove fare il ripostiglio per le biciclette e alla sera si discute di strategia in cinque minuti.
Noi, qui, passiamo la giornata a discutere di questioni importanti e, poi quando c'è una discussione nodale di caratterizzazione forte siamo già con le valigie pronte. Invece, questo è un provvedimento di forte caratura e forti significati, anche perché tocca un meccanismo che, non discuto nella sua validità, tocca un aspetto delicato perché si riferisce alla proprietà pubblica. Mentre l'atteggiamento nella proprietà dei beni immobili è naturale per un'azienda, soprattutto in situazioni di grande mutevolezza dove la sua vita non dura più secoli o decenni, ma cambia rapidamente e quindi ha sui proprio beni immobili un atteggiamento particolare, per un'istituzione pubblica, che, soprattutto con il processo federalistico vuole avere ancora della storia, quindi l'edificio rappresenta ancora un elemento simbolico duraturo. Capisco che non bisogna essere ancorati all'"hardware" del mattone e bisogna stare dentro al "software" delle idee ma ci sono anche gli aspetti simbolici! E' vero, poi, che alcuni di questi simboli (Palazzo Lascaris, il Palazzo di Piazza Castello, ecc.) sono aspetti simbolici intangibili, però ci potrebbero essere anche altri edifici, pertanto c'è una preoccupazione in tal senso.
Colleghi, non siamo in un passaggio di poco conto: si utilizza una legge la legge n. 86/94 - che risale al Governo Amato, all'epoca in cui il Paese era quasi "alla canna del gas". Ricordate? Tra il 1992 e il 1994 bisognava pensarle tutte in termini di risanamento dei conti pubblici e questa legge è un po' figlia di quell'epoca in cui bisognava cercare di fare delle operazioni per recuperare risorse. Quindi la "cartolarizzazione" è una cosa notevole. Più avanti - forse io ero in Parlamento - è stata inventata l'operazione della cessione del credito dell'INPS, che serviva a dimostrare, nelle leggi finanziarie, che c'era un'entrata, su un'ipotesi molto labile. Comunque, questo era un elemento; il fondo immobiliare di "cartolarizzazione". Il diritto di proprietà di un immobile diventava un titolo di credito, la quota di un fondo immobiliare che veniva destinato all'offerta del mercato, al pubblico. Si cedevano le quote e si aveva la dismissione di un pezzo di patrimonio, in questo caso dell'immobile.
Io ritengo che i vantaggi ci siano, infatti anche l'Assessore Ferrero li ha elencati. Al riguardo vorrei dirle, Presidente, che un Assessore non dovrebbe più fare il relatore, perché questo è un Consiglio regionale e questi aspetti andrebbero curati maggiormente. L'Assessore Ferrero - dicevo ha elencato i vantaggi di un'operazione di questo genere; io direi che ci sono anche minori oneri di gestione ed alcuni benefici fiscali. L'Assessore Burzi, che su queste questioni maneggia - non voglio dire manipola! - per cercare di trarne benefici futuri, facilita e rende rapida l'alienazione del patrimonio. A me pare, però, che nel testo del provvedimento, e nella sua funzionalità, ci siano alcuni limiti. Sto scrivendo, al riguardo, tre o quattro emendamenti, sperando di arrivare in tempo per dare un contributo affinché il provvedimento sia più efficace e meno pericoloso.
Per incominciare va detto che nel provvedimento non vengono precisate le modalità di costituzione delle società di gestione del risparmio e la composizione degli organi amministrativi; comunque è un passaggio non molto chiaro per chi deve operare. In alcune parti del disegno di legge si conferisce una discrezionalità quasi assoluta alla Giunta nell'individuazione degli immobili da apportare al fondo, pertanto gli emendamenti che presento impongono una limitazione a questo tipo di potere della Giunta, senza altra finalizzazione.
Vorrei ricordare all'Assessore Burzi e ai colleghi che, per esempio, nella politica della privatizzazione è posto un vincolo, perché le risorse che vengono recuperate dalla politica della privatizzazione devono essere obbligatoriamente utilizzate per ridurre lo "stock" di debito e non per agire sul deficit. Questo, probabilmente, se non si presta grande attenzione, sembra un fatto di poco conto. Invece è importante, altrimenti c'è il rischio di alimentare un volano di indebitamento. L'operazione virtuosa che si voleva, pur con tanti limiti, e si dovrebbe fare, è quella di generare un volano che abbia una destinazione precisa.
Indicherò, poi, negli emendamenti, qualche vincolo sulla destinazione dei proventi e sulla cessione delle quote, dando qualche orientamento e priorità.
Non nego che questo sia uno strumento utile, ma andrebbe utilizzato con grande prudenza. Siamo dinnanzi ad un passaggio importante - non voglio usare una parola troppo grossa come "epocale" - perché si discute un provvedimento che permette, a seconda di come verrà approvato, di avere una marcia in più o una marcia in meno. Potrebbe essere, cioè, uno strumento pericoloso in mano alla Giunta, che potrebbe utilizzarlo, in caso di disperazione, per colmare delle difficoltà. Questo, invece, dovrebbe essere uno strumento che va in altra direzione.
Al termine del mio intervento, presento, con gli emendamenti, qualche dubbio. In merito non so se dobbiamo muoverci come se fossimo quasi un'entità non pubblica, mentre, nel processo federalistico, sta discutendo una specie di piccola Costituzione della Regione Subalpina, che ha dei propri pezzi di storia. Dire che c'è un meccanismo di fondi immobiliari chiusi, che entra in campo sul patrimonio immobiliare della Regione, mi suscita qualche preoccupazione se non c'è un conforto chiaro da parte della norma e degli atti del Consiglio regionale - gli atti contano - e ovviamente, della Giunta, che in questo senso rassicurano. Certo rassicurano per quello che possono, perché passa il tempo e di quanto viene detto adesso magari la nuova generazione di Consiglieri ne farà carta straccia! Ecco perché la norma deve essere un po' più forte.
Sottolineo, quindi, che si tratta di un provvedimento importante, che dovrebbe avere un minimo di suggestione nella discussione, mentre assisto ad una sconfortante solitudine che mi fa pensare un po' negativamente riguardo alle nostre prospettive, che dovrebbero essere, se non radiose almeno di gusto nell'affrontarle.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Solo per aggiungere, in maniera irrituale - e ringrazio per avermelo consentito - che in senso tecnico stiamo parlando di discussione generale del provvedimento. Quindi, ascolterò tutti gli interventi che in tal senso vorranno arrivare in questa sede.
Siccome questo provvedimento è rimasto in I Commissione per gli ultimi sei mesi della scorsa legislatura e per un sufficientemente lungo periodo del primo anno di questa legislatura, non mi faccio cruccio nel non voler considerare chiusa la discussione generale questa sera.
Questo provvedimento comunque non passa questa sera; al massimo qualora la discussione generale possa venire chiusa, l'articolato si presta ampiamente ad una discussione anche per i contributi di natura generale.
Comunque non intendo chiudere, anche se fosse possibile, il provvedimento questa sera.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Sembra anche a me, come ha detto il collega Tapparo - intervento che condivido largamente - che questo tipo di materia meriti uno spazio dignitoso.
Anche noi non abbiamo una posizione pregiudiziale, abbiamo bisogno e piacere di fare degli approfondimenti e di avere uno scambio di valutazione per la rimozione di alcuni interrogativi e per sottoporre alcuni elementi di valutazione.
Abbiamo già detto che la sede del Consiglio deve essere, in qualche maniera, sottratta da un trasferimento ad un'operazione così mercantile, ma forse c'è anche qualche altro elemento sul quale l'interrogativo può essere ragionevole.
Ciò che è destinato alla cura e alla salute merita un ragionamento più approfondito; quindi, diamo la dignità che merita a questo tipo di provvedimento.
Per cui, Presidente, se l'Assessore convenisse, considerato che non ricorriamo a verifiche che non avrebbero opportunità, proporrei di riprendere la discussione di questo provvedimento, che è già stato incardinato, nella prossima seduta, magari partendo da un breve riepilogo dell'Assessore anche informale, ma che può essere utile alla discussione della settimana prossima, riaprendo anche gli interventi dei Gruppi che li avessero in parte svolti. In questo modo, affrontiamo il problema con il rilievo che la materia richiede.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

C'è solo una componente negativa che mi permetterò di sottolineare.
Premesso che sono d'accordo, e quindi condivido l'esigenza che al provvedimento si dia lo spazio che anche dall'ultimo intervento è stato assegnato, chiederei alla cortesia dei colleghi, se e qualora ritenessero sul merito del provvedimento - ferma restando l'assoluta autonomia - di farmi avere prima gli elementi di merito; in tal modo, li processo prima e si guadagnerebbe del tempo. Lo riprenderei, essendo incardinato, nella prima seduta in cui il Consiglio questo vorrà disporre.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Questioni internazionali

Iscrizione all'o.d.g. ed esame ordine del giorno n. 401 inerente a "Ricordiamoci delle bambine e dei bambini"


PRESIDENTE

A questo punto, chiedo di iscrivere all'o.d.g. un ordine del giorno sui bambini afghani - chiedo che l'aula lo approvi all'unanimità - a firma dei Consiglieri Caracciolo, Botta Marco, Galasso, Tapparo, Cattaneo, Bolla Pedrale, Caramella, Di Benedetto, Riba, Placido, D'Ambrosio, Toselli Moriconi, Giordano, Tomatis, Suino, Riggio, Muliere, Contu, Chiezzi Marcenaro, Gallarini, Mercurio, Costa Rosa Anna, Palma, Saitta, Manica Ronzani, Bussola, Cotto, Vaglio, Cantore, Deorsola, Valvo, Leo, Mellano Angeleri, Cota, Godio, Pozzo, D'Onofrio e Manolino, il cui testo recita: "Si è celebrata il 20 novembre 2001 la Giornata mondiale dell'infanzia e dell'adolescenza con numerose iniziative in Italia e all'estero. Anche la Regione Piemonte si è impegnata in una campagna di informazione e sensibilizzazione contro l'abuso e i maltrattamenti sui minori.
Ma la dimensione del problema ha ormai raggiunto proporzioni tali da esigere ulteriori iniziative al di là di quelle pur meritorie citate.
Si stima che nel mondo ci siano 250 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni costretti a lavorare e per di più sfruttati in modo selvaggio che 185 milioni di bambini sono denutriti e di questi 6 milioni ne muoiono che in Asia vi sono un milione di bambine costrette alla prostituzione che nell'Europa dell'Est 100 mila bambini sono senza casa che 26 mila bambini all'anno sono vittime delle mine antiuomo che ci sono nel mondo 250 mila soldati-bambini che nella stessa Italia vi sono 360 mila bambini che lavorano in nero in attività pesanti e non solo al sud che sempre in Italia sono stati denunciati 3.500 abusi sessuali a danno di minori.
A queste cifre bisogna aggiungere quelle delle innumerevoli guerre in corso.
Si prevede che nel solo Afghanistan, nei prossimi mesi, 100 mila bambini rischieranno la morte per freddo, fame e malattie.
Per dare una risposta concreta, che vada oltre i buoni sentimenti e le belle parole per dare un segnale di adesione alla campagna internazionale 'Yes for children - Manifesto per l'infanzia', sostenuta dall'Unicef e dalle altre cinque organizzazioni del Movimento mondiale per l'Infanzia il Consiglio Regionale del Piemonte per tutto quanto descritto in premessa impegna i Presidenti del Consiglio e della Giunta regionale a invitare tutti i Consiglieri a devolvere l'importo pari ad un gettone di presenza gli Enti Locali piemontesi, gli organi istituzionali di tutte le altre Regioni ad aderire all'iniziativa 'Ricordiamoci delle bambine e dei bambini', l'ultima drammatica emergenza umanitaria: l'Afghanistan rispondendo all'appello lanciato dall'Unicef per raccogliere fondi necessari ad aiutarli.
Tutte le somme potranno essere versate all'Unicef-Italia 'Emergenza Afghanistan' che ha attivato due numeri di conto corrente, uno postale e uno bancario: c/c postale 745.000 c/c bancario 894.000/01 - Comit ag. 11 - Roma - Abi 03069 - Cab 5063.3".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio approva.


Argomento: Informazione - Comitato RAI

Iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 400 inerente a "Ricezione segnale RAI3 Piemonte" e degli ordini del giorno relativi alla crisi dell'industria del settore auto e alla questione Airbus. Sollecito risposta ad interrogazione


PRESIDENTE

Propongo ancora l'iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 400 inerente a "Ricezione segnale RAI3 Piemonte", di cui sono primo firmatario.
Ritengo che sia assolutamente condiviso.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Ripropongo quanto detto dalla collega Manica in sede di Conferenza dei Capigruppo.
Chiediamo che nell'attività di sindacato ispettivo venga prevista la risposta all'interrogazione del Gruppo DS sulla questione del Direttore dell'Agenzia Piemonte Lavoro. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Volevo solo ricordare al Presidente, che è molto giovane, non solo anagraficamente, ma anche di presenza in quest'aula, che è da qualche decennio che ci trasciniamo questo contenzioso con la RAI Piemonte per le zone scoperte dalla possibilità di trasmettere il segnale; principalmente questo problema si rileva nel Novarese e nell'Alessandrino.
Sarebbe il caso che la Giunta regionale si attivasse, anche perché in questo momento c'è disponibilità di palazzi in Torino per la RAI, e che in un pacchetto complessivo si parlasse di questo problema - non uso il termine vergognoso - ma sicuramente insopportabile che, da decenni, la RAI ci trascina.
Approfitto anche per segnalare, per l'ennesima volta, due ordini del giorno: quello relativo alla crisi dell'industria del settore auto, che giace da qualche parte ed è stato evocato spesso, e quello relativo alla decisione sull'Airbus, e quindi i riflessi su Alenia, che ho depositato a suo tempo.



PRESIDENTE

Iscriviamo anche questi ordini del giorno.
Per quanto riguarda la questione RAI, me ne sono occupato personalmente. Sono fiducioso, però vorrei relazionare all'aula, perché ho avuto diversi incontri.
Quindi, coglierò l'occasione della prossima seduta per farvi una relazione.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.35)



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