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Dettaglio seduta n.157 del 27/11/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Dibattito su "Ipotesi della reintroduzione del ticket sui farmaci per sanare il deficit della sanità piemontese e per conoscere i dati relativi alla terza rilevazione trimestrale sul deficit dopo la deliberazione sui tagli del 7 gennaio 2001" (seduta straordinaria ai sensi art. 26 dello Statuto)


PRESIDENTE

La seduta è aperta.



(Il Presidente del Consiglio regionale, Cota, alle ore 10.28 dichiara aperta la seduta e comunica che la stessa si svolgerà in due parti: la prima, in Sala Viglione, dove il Presidente della Giunta regionale, Ghigo svolgerà la propria relazione - allegata al presente resoconto avvalendosi di strumenti audiovisivi e proiezioni; la seconda, in Aula)



(La seduta prosegue in aula consiliare alle ore 11.25)



PRESIDENTE

Colleghi, riprendiamo la seduta in aula; vi chiedo gentilmente di prendere posto. Attendiamo l'arrivo del Presidente Ghigo.


Argomento: Varie

Saluto ai docenti e agli allievi dell'Istituto Valdese di Torre Pellice


PRESIDENTE

Da parte di tutto il Consiglio regionale saluto gli allievi dell'Istituto Valdese di Torre Pellice in visita al Consiglio regionale del Piemonte.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Dibattito su "Ipotesi della reintroduzione del ticket sui farmaci per sanare il deficit della sanità piemontese e per conoscere i dati relativi alla terza rilevazione trimestrale sul deficit dopo la deliberazione sui tagli del 7 gennaio 2001" (seduta straordinaria ai sensi art. 26 dello Statuto) - seguito


PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare l'Assessore D'Ambrosio per completare la relazione svolta in Sala Viglione dal Presidente Ghigo; ne ha facoltà.
Sì, sì, colleghi, vi do subito la parola, non vi sono problemi.
L'Assessore D'Ambrosio ha chiesto la parola per completare la relazione, subito dopo vi darò la parola.



MANICA Giuliana

Ma il Consiglio lo abbiamo chiesto noi, Presidente!



SAITTA Antonino

Certo, è così! Ma come? La minoranza chiede il Consiglio e la maggioranza fa lo show?



PRESIDENTE

Per carità, Consigliere Saitta, era solo per razionalizzare i lavori.



SAITTA Antonino

Ma non è così, Presidente! Quando è la minoranza che chiede un Consiglio è la minoranza che deve illustrare!



PRESIDENTE

Va bene. Chi vuole illustrare la richiesta di convocazione della seduta straordinaria del Consiglio?


Argomento:

Iscrizione nuovo punto all'o.d.g. e sull'organizzazione dei lavori


PRESIDENTE



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo la parola per mozione d'ordine.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

La mozione d'ordine è per chiedere l'iscrizione all'o.d.g. della seduta odierna di un ordine del giorno relativo ad una manifestazione svoltasi nella città di Ceva che ha visto la presenza del nostro Presidente del Consiglio, avvocato Roberto Cota. Chiederei ai colleghi di poter iscrivere questo ordine del giorno.
Pongo una seconda mozione d'ordine, sull'ordine dei lavori. Chiedo al Presidente del Consiglio e all'Ufficio di Presidenza, nonché a tutti i colleghi, come possiamo entrare in sintonia, come Gruppi consiliari e Consiglieri regionali, con l'uso di "effetti speciali" come quelli utilizzati dal Presidente Ghigo. In questo senso, penso che l'illustrazione di relazioni attraverso video e immagini, possa essere patrimonio di tutta l'aula e quindi prevedere strutture organizzative tali da consentire a ciascuno di noi di organizzare performances come quelle del Presidente Ghigo a illustrazione dei propri interventi. Così come ha fatto il Presidente Ghigo alla Conferenza dei Capigruppo, si potrebbe decidere e organizzare sedute o parti di sedute del nostro Consiglio in modo tale che anche noi possiamo proiettare filmati organizzati in questo modo. Chiederei dunque, su questo punto, una messa a fuoco del problema fin d'oggi.
Rimane la prima richiesta relativa all'iscrizione dell'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, a parte il fatto che l'iscrizione di nuovi punti all'o.d.g., per prassi, non si nega a nessuno, devo però farle rilevare che siamo in seduta straordinaria; questa sua richiesta la possiamo verificare tranquillamente, nella seduta di oggi pomeriggio.
Per quanto riguarda invece la sua seconda mozione d'ordine, Consigliere Chiezzi, lei avrà notato che l'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ha regolamentato le modalità di svolgimento della prima parte della seduta e della relazione del Presidente Ghigo con nuovi sistemi informatici ed audiovisivi e appunto per questo, per non introdurre questi sistemi nell'aula, si è deciso di consentirne l'utilizzo in Sala Viglione.
Quindi c'è stata una richiesta del Presidente Ghigo ed una valutazione dell'Ufficio di Presidenza che ha ritenuto di doversi organizzare in questo modo.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Ho chiesto la parola solo per sottolineare un aspetto, colto in precedenza, relativamente all'interruzione del Consigliere Saitta. E' vero: la minoranza ha chiesto un Consiglio straordinario sulla sanità; mi pare però che questa mattina sia stata svolta dal Presidente Ghigo una relazione richiesta nel precedente Consiglio - nel momento in cui il Presidente non vi aveva provveduto - da parte della stessa minoranza. Non è possibile richiedere che il Presidente relazioni sulla sanità, per poi richiedere un Consiglio straordinario sull'argomento sanità, e poi ancora, nel momento in cui viene svolta una relazione approfondita sullo stato della sanità piemontese, si dica "l'abbiamo chiesta noi: questo show non era in programma"! Mi sembra sia stata un'azione doverosa nei confronti della minoranza un chiarimento sulla posizione della maggioranza su questo importante aspetto del bilancio della sanità piemontese.



PRESIDENTE

La ringrazio Consigliere Angeleri. Il problema è semplice: c'è stata una richiesta di Consiglio regionale straordinario; il Presidente Ghigo ha svolto una sua comunicazione cui ha diritto in apertura di seduta; le comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio sono la logica continuazione delle comunicazioni del Presidente Ghigo, quindi io vi chiedo di consentire l'intervento dell'Assessore D'Ambrosio e subito dopo apriremo il dibattito.



MANICA Giuliana

Vorrei, se posso, fare un intervento preliminare.



PRESIDENTE

Su che cosa?



MANICA Giuliana

Sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Presidente, vorremmo porre, a lei a e all'aula, una questione che ci pare preliminare alla ripresa dei lavori e della seduta ordinaria, visto che questa è una seduta straordinaria da noi richiesta sulla questione non della sanità, ma della possibile reintroduzione dei ticket o di una maggiorazione della tassazione IRPEF, come conferma il Presidente Ghigo sui giornali, che è questione un pochino diversa.
Avevamo avuto modo, come Capigruppo dell'opposizione, di inviarle una lettera già da qualche settimana, in cui le facevamo presente una nostra preoccupazione di tipo istituzionale in ordine alla possibilità che lei assumesse contemporaneamente un doppio incarico, quello di Presidente del Consiglio e di Segretario della Lega. Gliel'avevamo mandata preventivamente, in modo da poter aprire, con lei, un'interlocuzione ritenendo questa una forte preoccupazione di tipo istituzionale, in quanto lei svolge un ruolo di Presidenza dell'aula, quindi non un ruolo di parte ma un ruolo generale. Riteniamo, dunque, che si ponga una questione di un certo rilievo.
Pertanto, è su questo che, preliminarmente a qualsiasi seduta ordinaria, chiederemo di intervenire. Questo ci pare preliminare al normale funzionamento dell'Assemblea.
Rispetto alla questione degli audiovisivi, apprezziamo sempre quando il Presidente Ghigo trova modo di intrattenerci con strumenti moderni di comunicazione e di informazione, e di questo lo ringraziamo.
La prossima volta che chiederemo la convocazione di un Consiglio su un tema da noi proposto e sottoposto all'attenzione dell'Assemblea domanderemo al Presidente Ghigo di poter avere a disposizione anche noi la Sala Viglione per proiettare filmati o usare strumenti audiovisivi moderni per illustrare le posizioni dell'opposizione, invece di doverlo fare semplicemente nei cinque o dieci minuti di interventi in aula, come ci accingiamo a fare adesso, nel momento in cui lei ci darà la parola. Ritengo debba darla a noi la parola, non all'Assessore D'Ambrosio, che non ha ritenuto di chiedere di fare una comunicazione espressa al Consiglio su una possibile reintroduzione di ticket o di tassazione IRPEF.



PRESIDENTE

Perché no, Consigliere Manica.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Meno irrispettoso, signor Segretario della Lega Nord!



PRESIDENTE

Senta, Consigliere Marcenaro, le ho detto "Perché no" in quanto c'è stata un'attenta valutazione in sede di Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Signore Segretario della Lega Nord veda di essere meno irrispettoso.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Dibattito su "Ipotesi della reintroduzione del ticket sui farmaci per sanare il deficit della sanità piemontese e per conoscere i dati relativi alla terza rilevazione trimestrale sul deficit dopo la deliberazione sui tagli del 7 gennaio 2001" (seduta straordinaria ai sensi art. 26 dello Statuto)


PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Signor Presidente, cortesi colleghi, dalla relazione del Presidente della Giunta regionale, fatta poc'anzi in Sala Viglione, si è potuto evincere le che la Sanità piemontese, il Sistema Sanitario piemontese comincia a godere complessivamente di buona salute ed ha bisogno non più di terapie d'urto o, peggio, secondo alcuni, di terapie intensive, ma di appropriate cure di mantenimento: il Sistema Sanitario regionale piemontese è, in altri termini, dal punto di vista del bilancio, un malato convalescente, la cui completa guarigione può concretizzarsi a breve, cioè nel 2002, se la razionalizzazione della spesa (che non vuol dire razionare le risorse, ma allocarle in modo ottimale) continuerà ad essere uno dei principi fondanti dell'azione dei Direttori Generali e dell'Assessorato.
La programmazione sanitaria regionale comincia a dare i suoi frutti: i livelli assistenziali sono migliorati e i disavanzi si sono ridotti drasticamente, quindi una sanità non allo sbando, come qualcuno, purtroppo continua a sostenere e con un disavanzo molto contenuto che ci pone addirittura tra le Regioni più virtuose in Italia per quanto attiene la problematica (la quarta, in Italia, per la precisione).
Stiamo, è vero, superando un difficile momento congiunturale, comune tra l'altro, a tutte le Regioni d'Italia, dovuto anche agli oneri indotti dai contratti per la dirigenza (425 miliardi) e per il comparto (160 miliardi) e dalla spesa farmaceutica (+ 328 miliardi), che ha posto in seria difficoltà le finanze regionali del Piemonte e di tutte le altre Regioni d'Italia.
La curva di incremento dei costi sanitari dell'anno 2001 ha subito, qui in Piemonte, un congruo ridimensionamento (solo il 4,11% di aumento rispetto al 2000: cioè da 10.039 miliardi a 10.452 miliardi, come avete visto nel grafico proiettato in Sala Viglione) e ci apprestiamo ad affrontare le spese dell'anno 2002 con la convinzione di raggiungere l'obiettivo del pareggio di bilancio sanitario.
Debbo doverosamente sottolineare che questo importante risultato è frutto di due fattori concomitanti: le maggiori risorse riconosciute dal Governo con l'accordo Stato Regioni dell'08 agosto 2001 (il testo della legge "Interventi urgenti in materia di spesa sanitaria" è stato definitivamente approvato dalla Camera il 15 novembre u.s., ed è quindi oggi legge dello Stato n. 405/01, e stabilisce, tra l'altro, il nuovo budget del Sistema Sanitario nazionale per gli anni 2001 (138.000 miliardi 10.109 miliardi per il Piemonte), 2002 (146.376 miliardi; 10.303 miliardi per il Piemonte), 2003 (152.122 miliardi; 10.715 miliardi per il Piemonte) e 2004 (157.371 miliardi; 11.144 miliardi per il Piemonte). Il finanziamento del Fondo Sanitario per il 2004 (157.371 miliardi) porta il medesimo, così come ha sottolineato il Presidente Ghigo, al 5,8% del PIL sempre inferiore, comunque, al finanziamento delle altre nazioni europee: media del 6,3%. Evidenzio che lo 0,5% del PIL, equivale, circa, a 12.000 o 13.000 miliardi, quindi tutti possono tirarne le conclusioni. Per noi significherebbero, con una quota di eccesso del 7,3%, sicuramente non meno di 700 o 800 miliardi ancora. Debbo altresì sottolineare che la Francia ha un budget che equivale più o meno al 10,1% del PIL, mentre la Germania ha un budget del 10,4% del PIL] e la capacità dimostrata da quasi tutti gli operatori del Servizio Sanitario piemontese di concorrere all'azione di razionalizzazione della spesa indicata dalla Giunta regionale con la manovra del 07 gennaio 2001.
Sottolineo che se i costi per il 2001 avessero presentato lo stesso trend del periodo 1999-2000 (+14,38%), il costo totale della nostra sanità per il 2001 sarebbe stato di 11.482 miliardi, che avrebbe comportato un disavanzo di ben 1.373 miliardi (11.482-10.109=1.373). L'incremento del periodo 2000-2001 è stato soltanto del 4,11%, a fronte di un 7-8% a livello nazionale, che ha portato la spesa per il 2001 a 10.452 miliardi 10.452 (costi 2001) - 10.109 (finanziamento F.S.R. per il 2001) = 343 miliardi come previsione di disavanzo per il 2001, che non è cosa affermata solo dalla maggioranza ma che è stata già verificata, anche se non in modo definitivo, a livello nazionale, e che noi, come Giunta regionale, ieri sera abbiamo definito con un'apposita delibera.
Il lavoro di razionalizzazione deve però continuare e non dobbiamo assolutamente abbassare la guardia - lo dico alla maggioranza - ma questo non mi impedisce di esprimere la mia soddisfazione per i risultati sin qui raggiunti.
Sono ancora più soddisfatto al pensiero che i buoni risultati economici non solo sono stati raggiunti senza ridurre i livelli assistenziali, ma avviando in concreto la tanto auspicata conversione della risposta sanitaria dall'ospedale al territorio.
Nel mio breve intervento, vorrei proprio approfondire questo aspetto cercando di analizzare i risultati in modo disaggregato nelle diverse aziende sanitarie, cercando di cogliere alcuni positivi risultati raggiunti senza omettere, ma sottolineando le criticità più evidenti che permangono nel sistema. Un collega affermava: "Bravi! Siete stati bravissimi. Tutto va benissimo in sanità". Ma in nessuna sanità, di qualsiasi Paese al mondo tutto va bene: le criticità ci sono. Dobbiamo cercare, e mi permetto di dire tutti assieme, di contribuire a superarle. Questo è l'obiettivo che il Presidente Ghigo e il sottoscritto si prefiggono.
Naturalmente dovrò essere sintetico nell'analisi e quindi invito tutti i Consiglieri interessati a controllare personalmente, se gradiscono farlo i risultati analitici del monitoraggio trimestrale. So che alcuni di voi hanno già richiesto la trasmissione di tali dati e che gli uffici hanno già provveduto all'invio via e-mail. Da parte mia, ho disposto che gli uffici dell'Assessorato spedissero via e-mail la documentazione in nostro possesso a tutti i Gruppi consiliari.
Le nostre analisi sulla sanità piemontese, così com'è stato già sottolineato, si sviluppano periodicamente su tre aree: 1. volumi di attività 2. qualità dei servizi 3. costi del sistema 1. VOLUMI DI ATTIVITA' I volumi di attività erogata sono distinti nell'analisi secondo due gruppi di indicatori interessanti sia l'attività ospedaliera sia la territoriale.
Attività ospedaliera Per misurare le produzioni e i fattori produttivi impiegati nella attività ospedaliere sono stati utilizzati due indicatori: il peso DRG (Diagnostic Related Groups - Gruppi di Diagnosi Correlate) per ricoveri ordinari e a ciclo diurno (sia a carattere medico chirurgico che chirurgico) e i posti letto attivi.
Venti aziende su ventinove nel 2001 riducono le attività di ricovero ordinario, tra queste alcune di esse hanno raggiunto riduzioni significative (superiori al 10% rispetto al 2000): le ASL 1 e 2 di Torino la 9 di Ivrea, la 15 di Cuneo, la 22 di Novi Ligure. Il fenomeno è sistematicamente accompagnato da un incremento delle attività ambulatoriali e di ricovero a ciclo diurno. Era questo che avevamo chiesto nella deliberazione madre del 07 gennaio e nelle deliberazioni date a tutti i Direttori Generali.
Diciannove aziende hanno ridotto i ricoveri in day hospital medico di carattere diagnostico convertendoli in prestazioni ambulatoriali. Riduzioni superiori al 10% si registrano nelle ASL 2 e 3 di Torino, nella 5 di Rivoli, nella 7 di Chivasso, nella 11 di Vercelli, nella 12 di Biella nella 14 del VCO, nella 16 di Mondovì, nella 18 di Alba-Bra, nella 19 di Asti, nella 21 di Casale e nelle Aziende Sanitarie Ospedaliere Molinette CTO e S. Croce e Carle di Cuneo.
Ma la migliore situazione di adesione alle linee programmatiche dell'Assessorato da parte delle aziende è stata registrata nei ricoveri di chirurgia diurna (day surgery), cosa che, a prescindere dal nostro sistema sanitario nazionale pubblico, deve essere fatta in tutte le nazioni che vogliono continuare ad avere un sistema sanitario nazionale pubblico così come lo vuole la Regione Piemonte. Debbo ribadire ancora una volta, come lo fa il Presidente Ghigo in più sedi, che in nostro sistema sanitario regionale sarà pubblico e dovrà trovare le giuste sinergie con il privato così come indicato sia dal precedente Governo e sia nel 229, che ovviamente, è un Decreto di riforma del Ministro Bindi, e quindi non c'è questione di appartenenza politica o di voler essere eccessivamente liberisti o quant'altro.
In conseguenza delle conversioni delle attività descritte, anche la dotazione di posti letto ordinaria ha subito una sensibile riduzione (-7,3 medio regionale). Non è che il Piemonte si sia svegliato una mattina e abbia detto: "Bene, tagliamo i posti letto in ospedale". I posti letto per acuzie in Piemonte erano eccedenti. Nel 1995 erano addirittura sei posti ogni mille cittadini; oggi l'indicazione data sia dal Ministro Veronesi che dal Ministro Sirchia è di quattro posti letto ogni mille per acuzie e di un posto letto per riabilitazione.
Ventitre aziende hanno ridotto il numero di posti letto, tra le quali le ASL 1, 2, 9, 12, 14, 19, 21 e la 22 che riscontrano una riduzione superiore al 10% rispetto all'anno 2000. Menzione particolare merita l'ASL 1 che all'Oftalmico ha incrementato del 411% gli interventi di cataratta in regime di ricovero a ciclo diurno. Questo, ovviamente, contribuirà ad abbattere le liste di attesa.
Attività territoriale.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Per la misurazione delle produzioni e dei fattori produttivi nel settore territoriale sono stati utilizzati quattro indicatori: il numero di prestazioni ambulatoriali, i casi di cure domiciliari, i posti utente nei centri diurni e i posti letto di residenzialità sanitaria.
Venticinque aziende su ventinove nel 2001 hanno incrementato la quantità di prestazioni ambulatoriali prodotte, tra queste alcune hanno raggiunto incrementi significativi (superiori al 10% rispetto al 200): la ASR 1 - 4 - 6 - 7 - 9 - 13 - 15 - 16 - 17 - 20 - AO Molinette e AO S.
Luigi.
Quindici ASL su ventidue hanno incrementato i casi in carico per cure domiciliari. Oltre il 30% di incremento si è verificato nelle ASL 2 - 3 - 4 e 12; le ASL 1 e 13 hanno incrementato di oltre il 50% gli utenti assistiti, mentre le ASL 14 e 19 hanno superato il 100% di incremento.
Anche la semiresidenzialità (centri diurni) ha registrato un incremento medio regionale di posti utente pari al 9,2%. Incrementi superiori al 10 si riscontrano nelle ASL 4 - 6 - 7 - 8 - 12 - 14 - 17 - 18 e 22.
La residenzialità sanitaria complessiva risulta sostanzialmente stazionaria. Nell'ambito delle differenti tipologie di utenza si verifica un incremento della residenzialità sanitaria per anziani (+9%) e per disabili (+11%) e un decremento per gli utenti psichiatrici e tossicodipendenti. Il fenomeno è facilmente comprensibile se si analizzano le risposte alternative alla residenzialità; il percorso di salute di tutti gli utenti cronici, ma in particolare dei pazienti psichiatrici e tossicodipendenti risulta più corretto in regime di semiresidenzialità o di assistenza domiciliare.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

2. QUALITA' L'analisi, risultato di recente sperimentazione, comprende sedici indicatori di misurazione delle cinque aree di seguito indicate: accessibilità ambulatoriale appropriatezza dei ricoveri esito dell'attività di ricovero appropriatezza della spesa farmaceutica appropriatezza dell'utilizzo della risorsa personale Ogni azienda è stata valutata, con riferimento alle situazioni rilevate nell'anno 2000, cercando di compendiare gli eventuali effetti distorsivi dovuti all'analisi di breve periodo (trimestre) sia con l'analisi, quando utile, degli scostamenti dall'andamento regionale, sia con le risultanze dei trimestri precedenti.
Le valutazioni di andamento segnalano l'emergere di situazioni complessive positive, sia in termini assoluti che in via comparativa rispetto all'andamento registrato nei primi due trimestri.
I dati di attività complessivamente analizzati, pur con tutti i limiti derivati dall'applicazione di numero ristretto di indicatori, confermano un sostanziale andamento positivo nella qualità di erogazione dei servizi e delle prestazioni, rilevando situazioni negative con riguardo ad un numero sempre più esiguo di aziende.
Poiché la valutazione complessiva per singola azienda è la risultante delle valutazioni di più aree di qualità (accessibilità ambulatoriale appropriatezza ricoveri, attività ricoveri ospedalieri, spesa farmaceutica e personale), risultano necessarie alcune considerazioni sulle singole aree osservate.
Dall'analisi delle medesime gli andamenti maggiormente positivi riguardano, in particolare, l'accessibilità ambulatoriale e la spesa farmaceutica. So che il Consigliere Riggio non è d'accordo, perché in Sala Viglione ha dissentito apertamente.
In particolare si rileva che, complessivamente, i tempi di attesa per gli interventi ambulatoriali, pur essendo ancora elevati in alcune aree di attività, registrano una sostanziale stabilizzazione rispetto ai trimestri precedenti e all'anno 2000, il che, se si considera che la domanda, e quindi il fabbisogno di tali attività, è in costante aumento, significa non solo che è migliorata la capacità di risposta delle strutture sanitarie ma soprattutto che la stessa è soddisfacente (se non fosse soddisfacente le code di attesa tenderebbero a crescere). Se la domanda dovesse stabilizzarsi oppure se saremo capaci di organizzare una risposta puntuale a tempo determinato, strettamente deputata allo smaltimento del volume di attività conseguente alle attuali liste di attesa, potremmo superare definitivamente tutte le attuali criticità connesse ai tempi di attesa.
In altre parole, se adesso la produzione è adeguata perché le liste di attesa non si stanno allungando, basta affiancare, alla produzione attuale un ulteriore volume di prestazioni "una tantum" per smaltire le prestazioni in attesa.
Su questa problematica c'è un ampio dibattito tra gli Assessore a livello nazionale e, quasi certamente, prima della fine dell'anno, avremo anche delle indicazioni nazionali.
Se per l'accessibilità ambulatoriale trova conferma il trend positivo già registrato nei primi due trimestri, per la spesa farmaceutica si deve positivamente evidenziare come nel terzo trimestre siano quasi totalmente recuperate le situazioni di criticità rilevate nei trimestri precedenti.
Il Presidente Ghigo ha sottolineato che nel mese di settembre vi è stato un aumento solo dell'1,5% rispetto ai mesi precedenti.
Particolarmente positivo è l'andamento delle prescrizioni per farmaci generici che evidenzia (rispetto all'analogo periodo dell'anno precedente) un rilevante incremento nel numero di confezioni prescritte (nel periodo complessivamente analizzato il numero di confezioni dispensate è più che raddoppiato), anche perché la Regione Piemonte ha adottato, prima della disposizione nazionale, una delibera con la quale si proponeva la prescrizione di solo tre pezzi anziché sei.
Allo stesso modo estremamente positivo è l'andamento della spesa farmaceutica territoriale per la quale si rileva una sostanziale inversione di tendenza nel suo andamento.
E' doveroso sottolineare che la spesa farmaceutica in Piemonte nel 2001 è aumentata - come avete visto dai grafici - del 26%, mentre a livello nazionale è aumentata del 31%.
Il costo complessivo, proiettato a fine anno, ci porta ad avere un incremento di spesa farmaceutica, rispetto al 2000, di 328 miliardi.
Anche per quanto concerne le altre aree, quelle relative alle attività di ricovero e di appropriato utilizzo delle risorse ospedaliere, si registra un sostanziale mantenimento del livello di qualità raggiunti.
Per contro si confermano i caratteri di criticità connessi all'andamento del personale sanitario specie per quanto riguarda il rapporto tra personale impegnato e assistibili. Devo dire che il problema degli infermieri non è stato ancora risolto e penso che neanche il decreto ministeriale potrà risolverlo più di tanto. Voi sapete che è stata data la possibilità di riassumere gli infermieri in pensione da non più di cinque anni. La cosa positiva del decreto è che gli infermieri possono, nella propria azienda, fare, con contratto ulteriore, delle ore di straordinario.
Questo problema investe tutte le Regioni d'Italia e, in modo notevole, la nostra Regione, per cui dobbiamo trovare delle soluzioni che possono prevedere infermieri extracomunitari o la possibilità di formare operatori socio-sanitari che potrebbero sostituire quelli che una volta erano gli infermieri generici. Però, ripeto, per quanto riguarda questa problematica la Regione Piemonte non ha ancora assunto delle decisioni, perché il tavolo è apertissimo a livello nazionale e, quindi, speriamo che anche per questa problematica, entro fine anno, ci possono essere delle soluzioni.
Per quanto riguarda il personale, a seguito della DGR del 9 agosto nella quale, tra l'altro, si invitano i Direttori Generali a posticipare le assunzioni fino al 31/12/2001, sono state ammesse a deroga regionale complessivamente n. 145 assunzioni di personale addetto ai dipartimenti di emergenza (DEA), eccezione per gli anestesisti, gli infermieri e i radiologici.
Infine, sono ancora da rilevare i positivi effetti della manovra regionale con riguardo alle iniziative di rinegoziazione dei contratti per la fornitura di beni e servizi che, seppur nel breve periodo successivo all'adozione della manovra regionale (agosto 2001), hanno consentito di ridefinire circa il 10% dei contratti (1300 contratti rinegoziati su 16.000 contratti in essere) con un risparmio sulla spesa regionale per beni e servizi superiore ai dieci miliardi di lire, con una stima di risparmio annuo di circa 100 miliardi di lire.
Sempre sul medesimo versante, nell'ambito delle iniziative per la razionalizzazione dei procedimenti di acquisizione di beni e servizi, è da segnalare come sia ormai prossima la conclusione delle prime gare ad adesione estesa a tutte le aziende sanitarie regionali.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

3. COSTI



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Rispondo anche a quella che era la richiesta principale, perché penso che, oltre a voler conoscere l'andamento generale, si voglia conoscere l'andamento dei conti nel terzo trimestre.
L'andamento dei disavanzi rilevati con il monitoraggio trimestrale è stato di 396.641 miliardi al 30 giugno 2001. Nel trimestre successivo, al 30 settembre 2001 si è incrementato a 515.344 miliardi. Nella prima decade di ottobre, la Giunta regionale ha assegnato il budget definitivo alle Aziende Sanitarie Regionali incrementando di 101 miliardi le risorse disponibili con il recupero parziale dei crediti verso le Aziende Sanitarie Regionali per le gestioni stralcio 1994 e precedenti. In occasione della rendicontazione a preconsuntivo 2001, la Conferenza Stato-Regioni, nel definire che i circa 7.000 miliardi di incremento del Fondo Sanitario Nazionale per il 2001, previsti dall'accordo Stato-Regioni dell'8 agosto 2001, devono essere ripartiti sulla quota netta di accesso al Fondo Sanitario Nazionale, ha indicato anche le modalità di riparto dei 1.907 miliardi accantonati dal Ministero per il progetti obiettivo del Piano Sanitario Nazionale e per gli oneri contrattuali del personale sanitario.
Secondo tali modalità, alla nostra Regione sono stati assegnati altri 200 miliardi. Tali ulteriori assegnazioni disponibili per il Sistema Sanitario Regionale consentiranno di ridurre la previsione di disavanzo alle Aziende Sanitarie Regionali per il 2001 a 343 miliardi.
Pertanto ribadisco che il disavanzo 2001 sarà presumibilmente di 343 miliardi (così come è stato indicato nella deliberazione di Giunta approvata il 26/11/01), a fronte di un disavanzo consolidato 2000 di 1.204 miliardi e 1999 di 350 miliardi, ma il trend di sviluppo dei conti in Piemonte è inferiore al trend dei finanziamenti, per cui tale disavanzo non può che tendere ad annullarsi a breve termine.
Il nostro obiettivo è di chiudere il bilancio in pareggio nel 2002, il che comporterà la conservazione delle misure programmatiche già adottate per l'anno 2001, con l'attenzione a monitorare attentamente le risultanze sui livelli assistenziali e sulla qualità delle prestazioni erogate.
A questo punto, mi preme solo sottolineare che, se la spesa farmaceutica e quella per i contratti della dirigenza e del comparto avessero subito un incremento 2000-2001 pari all'inflazione reale, noi avremmo chiuso in pareggio già il bilancio 2001.
Mi avvio alle conclusioni sottolineando che il 2001 è stato caratterizzato dalla richiesta alle aziende sanitarie regionali di una gestione particolarmente orientata all'efficienza e all'appropriatezza delle prestazioni. Le aziende hanno risposto, osservando i primi nove mesi di attività, effettuando concreti momenti di riorganizzazione dei servizi mantenendo i livelli assistenziali già raggiunti nel 2000 e caratterizzando alcune risposte verso gli orientamenti che, non solo a livello regionale stanno indirizzando il sistema sanitario.
In sostanza, le aziende sanitarie regionali stanno razionalizzando la spesa nel settore storicamente più rilevante: l'assistenza ospedaliera. Non hanno penalizzato l'assistenza per gli anziani e in genere per le fasce deboli. Hanno incrementato metodologie assistenziali alternative al ricovero. Si registra una migrazione verso le Aziende Sanitarie Ospedaliere dei ricoveri più complessi che stabilizza il ruolo di queste strutture e le rende più coerenti con le finalità d'istituto.
Non avendo effettuato interventi strutturali - ciò che ci verrà permesso dal futuro Piano Socio Sanitario - di larga portata i risultati di razionalizzazione alla spesa, se pur positivi, sono tendenzialmente inferiori a quanto concretamente possibile con altre strategie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Ringrazio l'Assessore.
Le riflessioni che svolgerò vorrei anche indirizzarle al Presidente Ghigo, visto che questa mattina ci ha intrattenuti con una lunga presentazione.
Credo che sia anche una questione di correttezza: un Presidente non pu limitarsi soltanto a presentare delle sue considerazioni e, poi, sparire.
Credo che un Presidente dovrebbe anche ascoltare gli eventuali rilievi che possono essere mossi.
Se questo non avviene, dà il senso di come un'iniziativa assunta dalla minoranza per rilevare alcune questioni sia stata brillantemente gestita dal Presidente in modo tale da pubblicizzare una sua iniziativa.
Lo faccio rilevare e credo che i colleghi non possano che concordare in tal senso, anche se fanno parte della maggioranza.
Ma siamo abituati; d'altronde, credo che il Presidente, più che essere interessato alle questioni, sia interessato a rivolgersi all'esterno con dei messaggi. Dimostrerò, se il Presidente mi concederà qualche minuto in più rispetto ai cinque minuti...



PRESIDENTE

Ne ha dieci, non ne ha cinque.



SAITTA Antonino

Rispetto ai dieci minuti, se mi concederà qualcosa in più per rilevare ...



PRESIDENTE

Lei sa già che non è possibile. Ha dieci minuti a disposizione.



SAITTA Antonino

Poi bisogna anche regolamentare questa questione. Nelle iniziative assunte dal Presidente in Sala Viglione lui può parlare un'ora, due ore, e noi, qui, dobbiamo stare nei cinque minuti, non so! Presidente e Assessore, vorrei sapere se il Presidente Ghigo è andato via. Il Presidente Ghigo non c'è più, non assisterà più oggi? Ha già risolto le sue questioni con le interviste televisive?



PRESIDENTE

Prosegua, Consigliere.



SAITTA Antonino

Ha risolto le sue questioni...



PRESIDENTE

Lo stiamo cercando.



SAITTA Antonino

Allora, io aspetterei.



PRESIDENTE

Prosegua.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, il Presidente Ghigo ha fatto una bellissima e brillante operazione di immagine dove ha nascosto volutamente le questioni vere, le ha sorvolate. Ha sorvolato la questione del 2000. Dopo aver detto che 1.200 miliardi è il disavanzo del 2000, non ha detto assolutamente nulla su come la Regione intende coprire quella spesa.
Presidente, ho un po' di difficoltà ad intervenire.



PRESIDENTE

C'è silenzio, Consigliere Saitta, continui pure. Io la sto ascoltando bene.



SAITTA Antonino

La ringrazio, Presidente, lei è sempre molto gentile.
Dico solo che non è stata data alcuna indicazione di come coprire il disavanzo di 1.200 miliardi. Cioè, il disavanzo ammonta a 1.200 miliardi più i 300 e rotti - che poi sono di più, sono oltre 1500 miliardi - e la manovra cui ha fatto riferimento il Presidente Ghigo è solo per la parte del 2001, non ha detto nulla sul 2000.
E' possibile che noi parliamo dei 350 miliardi, della pagliuzza, e dei 1.200 miliardi del 2000, cioè il trave, non vengono date indicazioni? Consideriamo anche l'accordo Stato-Regioni del mese di agosto, quello che lo Stato potrà dare, ma, in ogni caso, partiamo da 1.200 miliardi.
Prima di parlare della copertura del 2001 un Presidente che ha il senso delle istituzioni dovrebbe dire come coprire il 2000, che non è soltanto quella cosa dell'Irpef, è 3-4 volte tanto il disavanzo del 2001, questo lo sappiamo, ce ne rendiamo conto, non è che stiamo discutendo soltanto di 340 miliardi.
Poi ci sono i 1.200 miliardi. Lo Stato cosa darà? 200? 300 miliardi? Non è che potete continuare come avete fatto negli anni passati, che fino a quando la questione non è definita non se ne parla! No, tutte le Regioni italiane, lei Presidente lo sa perché è Presidente dei Presidenti, hanno già affrontato la questione del disavanzo del 2000. Lei sta discutendo del 2001 ignorando, come ha fatto negli anni passati - d'altronde i nostri bilanci hanno sempre ignorato i dati reali - la questione del 2000 e quindi, questo problema: 1.200 più 354 miliardi.
Per quanto riguarda la seconda questione, sostanzialmente, lei Presidente, oggi, ci ha detto, e l'Assessore ha confermato con una maggiore diligenza, che, in fondo, complessivamente, il Sistema sanitario piemontese va bene, è stata fatta una grande operazione, siete tutti contenti delle manovre che sono state impostate e, a questo punto, bisognerebbe applaudire.
Presidente, faccio notare una cosa molto semplice: o è vero quello che lei dice in occasione del disegno di legge sul Piano Sanitario o è vero quello che lei dice oggi in occasione del deficit, della copertura. Quando lei e l'Assessore ha reso delle dichiarazioni, lei e il suo Assessore, sul Piano Sanitario e ci propone un nuovo modello organizzativo, dice che il sistema sanitario piemontese è un disastro. Ci riferisce di conti che non sono quelli che ci ha riferito oggi il Presidente, ci riferisce altri conti e ci propone, sulla base di quel disastro, un nuovo modello organizzativo perché l'attuale sistema integrato è un sistema terribile. Bisogna capire se, per diminuire e minimizzare le questioni, è vero quello che dice oggi il Presidente; oppure sono vere le questioni che il Presidente ci dice quando vuole fare un "modello Piemonte", che è quello della separazione, e parte da dati diversi, dati reali e veri. Mentre quelli di oggi non hanno queste caratteristiche.
Per quanto riguarda il 2001, anche qui è stata fatta una operazione non corretta, il Presidente non può dire ciò che è stato risparmiato in previsione di quello che le AA.SS.LL. avevano chiesto per il 2001. Il confronto lo si deve fare sulla base dei budget che sono stati assegnati alle AA.SS.LL. Alle AA.SS.LL è stato assegnato un budget di 9932 miliardi per il 2001. Sulla base dei dati del terzo trimestre e le proiezioni, ci viene detto che la spesa sarà di 10818 miliardi. Qual è il risultato? E' stato raggiunto un risultato nel contenimento della spesa? La spesa è passata da 9932 miliardi a 10818 miliardi. Lei, Presidente e voi maggioranza, ci avevate detto: la spesa del 2001 dovrà essere come quella del 2000, all'incirca era questa l'operazione. Non è così, addirittura avevate detto meno, nel 2000 la spesa era di 10358 miliardi, voi, invece avete detto la spesa deve essere 9932 miliardi. Il risultato sulla base di quei dati - sui quali ho dei dubbi che alla fine saranno quelli - sarà di 10818 miliardi: quasi mille miliardi in più rispetto al budget assegnato.
E' chiaro che se fate un'operazione, tra quello che lo Stato dà per il personale, il fondo, ecc.. arrivate a 354 miliardi. Rispetto all'operazione che avete impostato, che assegnava un budget di 9932 miliardi, la spesa è stata di 10818. Dal 2000 al 2001 la spesa è cresciuta, non è cresciuta come nel periodo 1999/2000 che era intorno al 12%, ma intorno al 7-8%.
Non potete continuare a dire, perché i piemontesi non ci credono, che il sistema sanitario piemontese sia migliorato. Il dato vero, e lo scrivete voi, è che i posti letto sono stati ridotti: 1200 posti letto in meno. Non ci sono strutture alternative, non è possibile in sei mesi creare delle strutture alternative a ricoveri ordinari, non esistono. C'è una riduzione complessiva del livello della qualità dei servizi sanitari. I dati che avete pubblicato per il I trimestre relativi alle liste d'attesa, non illustrano situazioni di diffusa eccellenza e qualche dato negativo, no, il dato prevalente è di un peggioramento delle liste d'attesa dal 2000 rispetto al I semestre del 2001. Non sono riuscito ad avere i dati relativi alle liste di attesa e ai ricoveri ospedalieri - sono due mesi che li chiedo - ma, suppongo, che anche lì ci sia stato un peggioramento. Dire che c'è stata una riduzione della spesa, che si è raggiunto l'obiettivo e che i servizi sono migliorati, non è assolutamente vero. La spesa è aumentata: a consuntivo 2000 era di 10358 miliardi a previsione 2001 sarà di 10818 miliardi (leggo i vostri dati). Ripeto, la spesa è aumentata, i posti letto sono diminuiti, le liste d'attesa sono aumentate e i pronto soccorso stanno scoppiando. Anche a voi capita di leggere che cosa, ogni tanto, viene scritto sui giornali, di situazioni drammatiche in cui versa qualche reparto dove manca il personale, dove non è possibile utilizzare a tempo pieno le strutture sanitarie, penso alle sale chirurgiche, ecc.
Avviandomi alla conclusione. Invito il Presidente a leggere che cosa gli stessi uffici scrivono. Questa è un'operazione veramente assurda, cioè quella di immaginare e far credere che il nostro sistema sanitaria vada bene. Presidente, sa cosa dice l'ARES (agenzia regionale che costa qualche miliardo all'anno) facendo un esame sul quale è stato impostato il nuovo Piano sanitario? L'ARES dice: "Le AA.SS.LL. non hanno riorganizzato le proprie funzioni e strutture allo scopo di diversificare la produzione; non è avvenuta una riduzione della mobilità extraregionale, anzi, è aumentata ma non soltanto da Novara, ma anche da Alessandria vanno in Lombardia. I dipartimenti ospedalieri sono rimasti virtuali, la riconversione dei ricoveri ordinari in day hospital, sostanzialmente, non è avvenuta; gli ospedali non sono in rete". Ripeto, si legga che cosa ha scritto l'ARES: è un atto realistico di quella che è la situazione. Non potete farci credere che la situazione sia ottima.
Ieri ero ad un convegno sulle questioni della sanità dove erano presenti anche assessori di altre Regioni Italiani: lo sapete che la Regione Toscana e la Regione Emilia Romagna non istituiranno imposte? Sapete qual è il disavanzo della Regione Piemonte per l'anno 2000? 1200 miliardi che dovete ancora coprire; il disavanzo del 2001, circa 300 miliardi: sono 1500 miliardi e voi parlate, invece, di 300 miliardi.
Lei, Presidente, ha avuto un passaggio infelice nella presentazione della sua relazione quando ha detto: "1200 miliardi probabilmente per colpa, per incapacità" (non ricordo se ha usato esattamente questo termine) "può darsi che, anziché 1200, avremmo potuto attestarci sui 900".
Presidente, lei ha fatto un'ammissione di irresponsabilità. Ha detto sostanzialmente: per una incapacità di governo, sono stati spesi 400 miliardi in più nel 2000. E' un'affermazione grave, e lo dice con leggerezza e semplicità. In fondo ci siamo distratti 400 miliardi in più...



SAITTA Antonino

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



SAITTA Antonino

Il tempo, Presidente.



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, concluda, mi ha detto che si avviava alla conclusione.



SAITTA Antonino

Se bisogna passare al pensiero unico e all'applauso soltanto di chi comanda, invito il Consigliere Brigandì che ha la caratteristica di essere sempre fedele a chi comanda, di continuarlo a fare. Consigliere Brigandì si ricorda quella sua battaglia sulla sanità, il coraggio dov'è?



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente. Poiché la forma è sostanza chiedo che, quando ci sono presentazioni interessanti per cui vengono usati strumenti di comunicazione importanti, sia attrezzata l'aula per essere coerenti con il discorso della centralità del Consiglio. Un giorno, magari, vedremo il Presidente Ghigo in videoconferenza ognuno dalla propria casa, tuttavia per ora vorremo almeno, evitare di perdere il contatto fisico.
Ritengo che la grande rivoluzione rappresentata dalla introduzione del Servizio Sanitario Nazionale, sia un modello di sanità pubblica riconosciuta anche dall'Organizzazione Mondiale della Sanità, che non pone l'Italia in una posizione - dobbiamo vedere le cose anche in termini relativi - di coda in termini di intervento e questo è un aspetto importante. Pensiamo al modello statunitense, che dramma provoca in 40 milioni della popolazione del paese guida del mondo.
Quando l'Assessore sostiene che dobbiamo cercare sinergie tra pubblico e privato o queste sinergie vengono precisate e ne vengono espressi i termini, le scelte di fondo, i suoi caratteri - possibilmente discussi con l'assemblea - o, diversamente, l'affermazione generica "cercare sinergie" può determinare distorsioni e compressione dei livelli di assistenza e d'intervento pubblico in materia di sanità.
Non concordo con il collega Saitta, per quanto riguarda il problema del deficit. Il deficit oggi rappresenta una posizione convenzionale, non ha un riferimento oggettivo, ad esempio, al livello essenziale di assistenza.
Se riusciamo a definire qual è il livello essenziale di assistenza che vogliamo dare alla nostra comunità, è poi su quell'elemento che possiamo misurare lo scostamento, cioè l'eventuale deficit.
Oggi abbiamo degli scostamenti che sono dati da meccanismi convenzionali, che derivano dalla posizione che il Governo centrale assume sul grado di copertura della spesa sanitaria. Siamo, ovviamente, in una fase di transizione, quindi scontiamo questi limiti.
E' importante capire come questo Governo regionale vuole coprire un "buco" , ovvero, deficit. Deve essere un'operazione "una tantum", che chiude quel capitolo e certamente la responsabilità finanziaria del Governo ci deve essere. Non possiamo, però, farci male da soli chiedendo una compressione di quel deficit che potrebbe anche comprimere i livelli sanitari ed aprire la strada al privato.
Certo, l'obiettivo si raggiunge (cioè la copertura del deficit), ma si raggiunge menomando le condizioni di difesa dei livelli essenziali di assistenza che oggi si stanno definendo.
E' un po' come per il problema delle pensioni: sulla tendenza del gridare "al lupo, al lupo!" sul deficit previdenziale, passa ovviamente la compressione della previdenza pubblica a favore della seconda e terza "gamba", quella dei fondi e delle assicurazioni, ma poiché credo - anche per la posizione politica che rappresento - nel valore dell'universalità dell'intervento e del ruolo pubblico per sanità e previdenza, non voglio farmi male da solo invocando una compressione del deficit.
Ritengo, inoltre, poiché il Presidente Ghigo tratta questo argomento con il Governo centrale, che vada riconosciuto che il livello essenziale di assistenza sia un valore mobile e non stabilito convenzionalmente, un valore mobile dato dai mutamenti dei caratteri della popolazione e dall'innovazione in campo medico e delle tecnologie, che non sempre portano verso l'alto la spesa (l'uso delle tecnologie, infatti, potrebbe anche creare delle economie di sistema).
Oggi mi è parso di capire, avendo letto anche varie interviste sui giornali, che il nodo in discussione sia rappresentato dal ticket.
Come usciamo da questa situazione, che in effetti va vista in modo equilibrato, perché dalle indagini del Ministero della sanità emerge che l'incremento delle spese farmaceutiche è addebitabile al 33% per la non più operatività dei ticket, prevista dall'ultima finanziaria del Governo di centrosinistra, mentre il restante incremento è determinato da altri fattori.
Considero corretta la scelta del Governo regionale di non introdurre i ticket a livello regionale; magari ci pensa il Governo dello stesso segno politico ad introdurli a livello nazionale.
Vorrei, però, significare che ci sono altri percorsi, rispetto alla copartecipazione alla spesa del farmaco, che non portano alla menomazione della difesa della salute e del livello minimo assistenziale della salute.
Non ho mai avuto informazioni di dettaglio su come si opera nella ricerca di un'ottimizzazione nell'appropriatezza delle prescrizioni di medicinali, com'è il sistema di monitoraggio, com'è il meccanismo di informazione ed orientamento sui medici per quanto riguarda le proprie prescrizioni.
Così come esistono azioni di orientamento in molti campi, anche in questo occorre un'azione forte; esiste, al riguardo, un orientamento sull'utente, e credo che non sia da sottovalutare, ma occorre anche un orientamento sull'azione dei medici.
Questa è un'operazione che non ha un ritorno finanziario immediato, ma è un'azione di fondo che può avere effetti strutturali. Certo, ci sono anche altre operazioni e, al riguardo, chiedo al Governo regionale se non ritenga opportuno realizzare, per esempio, una distribuzione diretta dei farmaci da parte delle strutture pubbliche. Con un'operazione di questo genere si riesce a risparmiare molto. Tuttavia occorre trovare un punto di equilibrio in modo da evitare un'azione pervasiva rispetto al mercato in cui operano le farmacie.
L'eventuale utilizzo dell'incremento dell'IRPEF - io sarei per non utilizzarlo - risponderebbe ad un principio che una volta apparteneva alla sinistra - adesso non so se è ancora di moda nella sinistra - in base al quale alcuni servizi che hanno carattere universale vengono utilizzati secondo le diverse necessità, finanziati attraverso il sistema fiscale progressivo. Diversamente, il ticket è una tassa per quella parte della popolazione più sfortunata, che è più malata o che si ammala maggiormente.
Attraverso un utilizzo della leva fiscale, invece, si fa un'operazione che normalmente è progressiva. Capisco che settori della destra non la vorrebbero così progressiva e che alcune iniziative del Governo Berlusconi tendano ad appiattire tale progressività, ma evidentemente ha questo carattere: un sistema universale a cui attinge la popolazione, secondo i propri bisogni (le persone ammalate vi attingono e quelle sane, che sono più fortunate attingono di meno), ma questo servizio viene pagato dalla comunità attraverso un meccanismo progressivo, solidaristico, per il quale chi ha un reddito maggiore concorre con quote maggiori.
Questo meccanismo forse dovrebbe valere per altri tipi di servizi (penso agli asili nido, ad esempio), ma, come dicevo, forse nella sinistra si è un po' dispersa questa visione che sembra un po' antica; io credo che in questa fase, abbia una modernità notevole.
Vorrei chiedere, poi, all'Assessore se un giorno potrà dirci quanto è costata, in termini burocratici, la gestione dei ticket. Ricordo, infatti che c'è anche una gestione burocratica e molto spesso il prelievo del ticket viene assorbito, in tutto o in parte, dalle spese burocratiche. Mi risulta che siano spese assai elevate.
Il prof. Ricossa, campione dell'iper liberismo, è stato mio professore tanti anni fa alla facoltà di Economia e Commercio, su La Repubblica di oggi dava suggerimenti come a dire: "Rendiamo il tutto un po' più competitivo, apriamo ai privati" e sappiamo che questo vuol dire comprimere le condizioni ed i livelli della sanità a danno, ovviamente, delle categorie più deboli. Il modello americano arriva agli estremi, in questo senso, e lascia "scoperte" le tutele sanitarie per 30-40 milioni di persone.
Noi non vorremmo che una parte della nostra comunità venisse penalizzata ed è per questo motivo che concludo con quanto ho detto all'inizio del mio intervento: questa Giunta ci deve dire, in modo preciso cosa significa la sinergia tra pubblico e privato; voglio capire l'operazione dell'ingresso del capitale francese nell'Ospedale di Omegna e tutta una serie di operazioni che sono in corso.
Occorre chiarire questi aspetti, altrimenti la situazione lentamente si slabbra e un giorno rischieremo di trovare i buoi fuori dalla stalla, senza nulla poter più fare.
Per questo motivo occorre considerare l'operazione dei 2.000 miliardi di debito sanitario della Regione come un'operazione da risolvere occorrerà, poi, ragionare in termini diversi, in riferimento a quanto verrà stabilito, rispetto cioè al punto di equilibrio della spesa sanitaria che dovremo definire in questa assemblea e su quel punto si dovrà misurare l'eventuale deficit.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Tapparo.
La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Parlo in assenza del Presidente Ghigo, che stamattina ci ha dato prova di una grossa abilità di comunicazione mediatica, quella comunicazione che gli ha permesso di vincere le elezioni - ahimè e ahipiemontesi! Non so, magari il Presidente si offenderà, però io sono costretto a dire che Ghigo è un bugiardo. E' un bugiardo.
Adesso ne abbiamo le prove e quindi credo che questa mia affermazione non possa essere qualificata come un'offesa, ma come una constatazione di un metodo di porsi ed esporsi.
Sicuramente sono a mani di tutti i Consiglieri (o è possibile recuperarli) gli articoli che sono apparsi sui giornali in merito alla polemica circa l'esistenza o meno del disavanzo prima della campagna elettorale.
Il Presidente Ghigo sosteneva che non c'era disavanzo e che, in ogni caso, non era nelle cifre che diceva il centrosinistra.
Posso mostrare un numero dell'Agenzia sanitaria italiana, che è organo di supporto al Ministero della Sanità, che dà cifre ufficiali e non controvertibili e che dice molto chiaramente che il disavanzo in Piemonte nel 1999 era di 2.792 miliardi (cifra ufficiale, non più discutibile). Se a questi 2.792 miliardi si aggiungono i 1.204 miliardi del 2000, otteniamo una cifra che è di 3.996 miliardi.
Chiaramente la prima legislatura che ha visto come Presidente il Presidente Ghigo non è andata a tutto il 2000, per cui la cifra che noi indicavamo di 3.500 miliardi di disavanzo accumulato dalla Giunta regionale di centrodestra nel quinquennio passato era una cifra vera e il Presidente Ghigo era un bugiardo.
Ma non è finita qui. Perché, come dice il Consigliere Tapparo, la questione del disavanzo è una questione semplicemente convenzionale. Ahimè c'è un dato, anche questo tratto dall'Agenzia sanitaria italiana, anche questo incontrovertibile perché ufficiale, che ci dice che il disavanzo in Piemonte negli anni 1995/1997 è stato di 887 miliardi e nel 1998/1999 di 1.905 miliardi. Questo, comparato con il disavanzo tendenziale di tutte le Regioni, dimostra che il Piemonte ha avuto il maggior incremento di disavanzo rispetto a tutte le Regioni d'Italia, comprese anche quelle del sud (anche questo dimostrato e scritto sull'Agenzia sanitaria italiana).
A fronte di questo disavanzo, che ormai era diventato incomprimibile e assolutamente non nascondibile - d'altra parte, non necessitava più nemmeno nasconderlo, perché le elezioni erano state vinte, quindi l'operazione era stata fatta - adesso bisognava in qualche modo farvi fronte, e il Presidente della Giunta regionale ha fatto tre atti che hanno, di fatto esautorato l'Assessore alla sanità. Si tratta di provvedimenti esclusivamente di tipo economico (tutti e tre dei fallimenti): il primo è stato il patto di buon governo, che è stato rispettato - lo voglio ricordare - solo da 4 Direttori su 29 e prevedeva una riduzione del deficit di appena l'1%, e non è stato rispettato; il secondo sono state le delibere del 7 di gennaio; il terzo - avremo modo di parlarne a lungo - sarà il Piano sanitario regionale.
Tutti e tre vedono come forte protagonista il Presidente della Giunta regionale, che pone al centro del suo intervento la questione del contenimento della spesa, ma questo contenimento della spesa - dice il Presidente della Giunta regionale - non sarà a scapito della qualità dei servizi, e con una faccia tosta assolutamente vergognosa - proprio incredibile, io sono rimasto stupefatto dalla sua capacità, perché c'è un limite a raccontare le bugie, anche i bambini più tosti arrossiscono quando dicono certe bugie - con una faccia tosta incredibile questa mattina il Presidente della Giunta regionale è venuto a dirci che la qualità dei servizi non è assolutamente cambiata.
Allora io, per cortesia, chiederei a tutti i Consiglieri regionali di riferire - se hanno avuto la decenza di comportarsi come tutti i singoli cittadini piemontesi e se non hanno in qualche modo fatto valere il loro status di Consigliere regionale per aggirare i meccanismi a cui debbono sottoporsi tutti i piemontesi - se è vero che i tempi di attesa sono quelli che c'erano prima, se la qualità dei servizi è quella che c'era prima.
Certo, è facile, essendo il Presidente della Giunta regionale camminare su un tapis-roulant e arrivare dal momento del disagio al momento della prestazione, ma - ahimè - la situazione non è questa.
Qui, Presidente del Consiglio, mi rivolgo a lei visto che è l'unico che dice che ascolta i Consiglieri, in questa farsa di Consiglio che stiamo facendo, io a quello che ha detto il Presidente della Giunta regionale oppongo centinaia di articoli che sono usciti sui giornali.
Sono centinaia di articoli usciti sui giornali in questo periodo, tutti di questo tipo: "Sanità. Si allungano le liste di attesa. Il Tribunale dei Malati: colpa dei tagli regionali"; "Sanità. Nelle ASL assunzioni bloccate: così eliminate le Molinette"; "SOS di 80 primari contro i tagli alla sanità"; "Gli infermieri in rivolta: basta con i doppi turni"; "Sanità.
Negli ospedali rivolta contro i tagli"; "Ascensori: alle Molinette mille guasti in quattro mesi"; "Una mammografia: ripassi fra otto mesi" "Molinette. Trapianti a rischio"; "Mancano infermieri: in crisi il centro di Salizzone"; "Risultate inutili le misure per debellare la legionella" "Molinette. Pazienti a casa: ci sono pochi infermieri, torni un'altra volta"; "Aspergillosi: due casi sospetti all'Infantile. In corsia gli ispettori del PM"; "Sanità: inchiesta sui tempi d'attesa. Cala il deficit regionale, ma si teme sia a scapito dei servizi"; "Poliambulatorio Caluso in tilt: niente prestazioni"; "Sfilano in 2.500 contro la chiusura dell'Ospedale"; "Non si deve risparmiare sulla pelle dei più deboli, dice il gruppo Abele"; "L'Assessore ai servizi sociali e all'assistenza di Torino: quale errore, quella scelta va cancellata"; "Lettera di un cittadino: i diritti agli handicappati dimenticati dalla Regione"; "Basta con i doppi turni: gli infermieri in rivolta"; "Cura dimagrante per la sanità: meno posti-letto, tagli sui servizi"; "E' ammalato di tumore, gli sbagliano la terapia. L'unica infermiera del reparto sospesa".
Centinaia di articoli. Alla faccia degli effetti speciali che presenta il Presidente Ghigo e alla faccia sempre del Presidente Ghigo, che oggi presenta effetti speciali, io presento una miserabile lettera scritta dalla sorella di un ragazzo handicappato - come prevede la Carta dei servizi - al Direttore del distretto l'11 ottobre (non ha ancora avuto risposta naturalmente), che dice: "Ho un fratello affetto da sindrome maniaco depressiva affettiva bipolare da trent'anni e mi lamento per le attese lunghe, per la terapia psicologica, per avere un posto in comunità alloggio, per un servizio di day-hospital, ecc. Mi sento sempre rispondere che avete problemi di personale e di finanziamento e cercate di risparmiare cercando di non curare l'ammalato, ma alla fine, al posto di curare una persona, ne dovrete curare quattro, quanti sono i componenti della famiglia che convive con l'ammalato nel suo piccolo manicomio. Constatando l'aggravamento del fratello e la pericolosità cui il soggetto stesso pu andare incontro girovagando per le strade senza terapia assunta, la sottoscritta potrebbe decidere nell'imminenza di denunciare il caso all'organo competente. Vivere con l'angoscia che potrebbe accadere qualcosa a se stesso e a chi lo circonda, non è più possibile".
E' chiaro che, di questo, al Presidente della Giunta regionale non gliene importa assolutamente niente: lui ha fatto il suo show; domani ci saranno gli articoli sui giornali; ci sarà il servizio in televisione, e tanto basta! Dopodiché, alle sofferenze di questa persona non ci pensa più nessuno tanto meno il Presidente della Giunta regionale, che, tra l'altro, in questa vicenda sta vedendo un'occasione formidabile! Dico questo, perché l'esperienza della cardiochirurgia in Piemonte ha insegnato qualche cosa. In effetti, sta venendo fuori un bel "progettino" perché, se non funziona la sanità pubblica, Dio mio quanto spazio si crea per il privato! Il progetto è estremamente semplice: si comprimono i servizi, causando quel razionamento che dovrebbe essere causato dai ticket, ma in un modo ancora peggiore: con la questione dei temi di attesa.
Di fronte a tempi di attesa che sono ormai insostenibili - portatemi un esempio di qualcuno dei vostri congiunti che, per farsi ricoverare non abbia dovuto per forza passare dalla visita dal primario e pagare 500 mila lire per la visita - è normale ricorrere al privato.
Subito dopo la delibera del Presidente Ghigo del 7 gennaio, un noto laboratorio piemontese ha mandato a tutti i medici di famiglia questa lettera, che dice: "Riduzione tempi di attesa per esami: RX, TAC, RM ed ecografia" (e promette TAC in un giorno, TAR articolari in un giorno, RM neurologiche in due giorni, ecc.).
Questo è il meccanismo che si propone. E questo è il progetto infame perché poi è questa la questione! C'è dietro un progetto infame! E dietro a questo progetto infame c'è la faccia tosta di presentarsi come chi difende e tutela i diritti dei cittadini. Io dico che veramente è una cosa che noi non possiamo accettare! Noi avevamo visto che la situazione stava peggiorando; il Presidente della Giunta regionale dice: "Abbiamo diminuito il deficit tendenziale" (chiedo scusa, Presidente, sto concludendo). Forse è vero, ma è stato diminuito con gli infermieri che non vengono sostituti; con i Repartini di psichiatria che funzionano soltanto se si imbottiscono i paziente di farmaci, cosicché un solo OTA possa badare a 15 pazienti neuropsichiatrici.
Questa è la realtà! Si risparmia sul fatto che gli OTA, oggi come oggi non vengono assunti secondo le loro condizioni contrattuali, ma da cooperative che li sottopagano, e così via.
Di fatto, si mortificano le attese degli assistiti che vogliono più salute; si mortificano le attese professionali degli operatori che sono costretti a lavorare in condizioni estremamente disagevoli, fino al punto che "teste" come Salizzoni minacciano di andare via, e si aprono le porte ai privati.
Complimenti!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Devo dire che mi dissocio dal clima di crociata che abbiamo intrapreso contro il Presidente Ghigo. Mi dissocio per una ragione molto semplice: perché credo che oggi il Presidente Ghigo ci abbia dato un esempio di come in epoca ormai sospetta, si possa utilizzare l'informazione per disinformare.
Questo non mi stupisce. Non mi stupisce, forse, perché la "disinformatia" ha delle matrici; tuttavia dobbiamo prendere atto che oggi si utilizzano gli strumenti della comunicazione per distorcere la realtà, e non faccio neanche il tentativo di misurarmi sulle cifre, perché questa battaglia è già persa in partenza.
Vorrei per un attimo, nelle nostre discussioni - e lo ha fatto bene il Consigliere Riggio - mettere al centro dell'attenzione la persona e il diritto alla cura.
Quale denuncia fare in una situazione come questa? Rifondazione Comunista il 20 novembre, ha fatto dei presidi davanti a 150 ospedali nel Paese, proclamando "il giorno della salute"; probabilmente oggi voi ne celebrerete un altro; forse ci sarà una proposta di legge di qualche esponente del centrodestra. Ne sono certo: la giornata di oggi potrà essere celebrata come la giornata della salute, ma in una visione tutta di parte rispetto a come il centrosinistra vede la questione della salute.
Vi invito a provare a mettere al centro dell'attenzione le persone almeno in quella giornata.
Cito solo due testimonianze, due denunce, rispetto alle quali oggi mi premurerò di inviare la risposta dell'Amministrazione al loro problema.
Sono due esempi semplici di malasanità.
Domenica 18/11/2001. Una donna anziana presenta forti dolori al petto.
Diagnosi: pleuropericardite. Si presenta al San Giovanni Bosco. Le comunicano: "Non c'è posto, l'unica cosa che possiamo fare" - Assessore segua con attenzione queste cose - "è ospitarla in barella per un periodo che varia da 7 a 10 giorni".
Torna a casa, i familiari se ne fanno carico, perché non possono accettare queste condizioni.
Venerdì scorso, si verifica un nuovo attacco; peggiora il quadro di salute complessivo e la donna si ripresenta al San Giovanni. Le viene offerto un posto in barella; viene trasportata in Medicina (non in Cardiologia, e la diagnosi è pleuropericardite) e viene ospitata per una notte in barella dentro uno sgabuzzino.
Il giorno dopo si riesce a ritrovare un posto aggiunto al centro di una stanza, quindi potete immaginare quali condizioni.
Ad oggi i familiari - il fatto è recentissimo - non hanno ancora potuto parlare con un cardiologo.
San Luigi: altro caso, 20 giorni fa. Ricovero al San Luigi per un intervento di angioplastica. Il paziente viene trattenuto per sette giorni dopo sette giorni gli comunicano che ci sono le attrezzature per fare quello che la casistica e la statistica chiamano quasi un intervento chirurgico ambulatoriale, che si esaurisce nel giro di due o tre giorni.
Dopo sette giorni, gli viene comunicato che i macchinari ci sono, le attrezzature ci sono, ma non c'è il personale per farle funzionare. Viene quindi invitato a tornare a casa. Dopo ulteriori dieci giorni, viene chiamato alle Molinette, dove era in lista d'attesa. Parliamo di un intervento che si doveva esaurire in due o tre giorni.
E' chiaro, ci sono delle urgenze ancora più urgenti di quelle, ma, dopo sette giorni, il paziente è, ancora oggi, ricoverato. Uno dei familiari di questi casi mi dice: "Guarda caso, il 18 novembre, lo stesso giorno, un personaggio importante dello spettacolo, Claudio Lippi, viene colto dagli stessi sintomi; i giornali ci rassicurano che è ospite di una clinica e seguito con affetto...".
Voi ci state proponendo un modello di sanità a stelle e strisce; con il vostro progetto, ci state proponendo l'americanizzazione della sanità.
La gente comune, i cittadini che auspicano una sanità in grado di rispondere ai loro bisogni oggi devono fare i conti con questi dati. I dati che allora avevamo comunicato, non certo sulle questioni del deficit - come centrosinistra e Rifondazione comunista - a tutto il Paese e a tutta la Regione sono tuttora validi: non sono stati smentiti.
Oggi mi sarei aspettato non un dato puramente economico e finanziario rispetto al quale ci proponete l'alternativa fra la tassa sulla salute e l'aumento dell'irpef. Oggi avremmo voluto avere risposte alle attese: 141 giorni per una visita cardiologica; 82 giorni per una visita odontoiatrica 120 giorni per una visita urologica; 275 giorni per una mammografia; 70 giorni per una risonanza magnetica; 360 giorni per una protesi all'anca.
Forse avremmo voluto una risposta per capire come dare riposta ad oltre settemila anziani in lista di attesa per un posto nelle RSA, forse avremmo voluto sapere come si affronta, in questo Paese, il problema delle cure psichiatriche e la riduzione dei posti letto (circa settecento in meno) per quanto concerne le unità di intervento. Questi sono i problemi, Assessore.
Di tutto questo, oggi, non c'è traccia! Di tutto questo, oggi, nella comunicazione del Presidente Ghigo, non c'è traccia!! Qui si segna la divaricazione fra la politica ed il paese reale. Noi non possiamo dare al bisogno di cura queste risposte, non possiamo dare allo smantellamento di un presidio ospedaliero sul territorio o ad uno smantellamento di un servizio di pronto soccorso questa riposta, vale a dire numeri! Noi non abbiamo risolto un problema, quello del diritto alla salute, alla cura, e questo è il vero problema.
Credo che lo sforzo che dobbiamo fare tutti sia questo. Non esistono ricette miracolistiche, e comprendiamo anche le difficoltà, ma stiamo commettendo un errore: non si pone più al centro dell'attenzione della nostra politica la persona in quanto tale, ma altri disegni, si inseguono altri scenari.
Da qui la nostra accusa: voi volete smantellare la sanità pubblica, voi volete, a tempi brevi, accelerare un percorso di privatizzazione, volete riproporre la ricetta sanità "a stelle e strisce"! E' una sola ricetta: chi ha i soldi può consentirsi le cure, chi non li ha non può consentirsi il diritto alla cura. E' una cosa drammatica, questa non è civiltà. Ci chiamiamo e definiamo un paese civile: ma quando si tolgono i servizi essenziali alla persona si torna al medioevo! Non è questa la ricetta! Ci rifletta, Assessore. Poi, potremo entrare nel merito, su come si sono ottenuti quei dati, ma questa sarà una fase successiva, che serve a giustificare un operato, un operato che, dal nostro punto di vista, non garantisce nessuno e tanto meno chi oggi pensa di poter vivere di rendita su questi dati.
Speriamo - e qui torniamo ai casi, alle persone - che le persone comprendano verso quale deriva state portando la sanità nella Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Ovviamente il mio intervento sarà un po' stonato rispetto a quelli che mi hanno preceduto, però ho la presunzione, in base ai dati che sono stati illustrati stamattina, di avere l'onestà intellettuale per commentarli ed esprimere dei giudizi in modo pacato e riflessivo, senza bandiere americane o meno davanti agli occhi.
Se torniamo alla situazione che abbiamo vissuto, chi ha avuto la fortuna di vivere l'ultima legislatura (quella che si è conclusa nel 2000) e poi ha iniziato questa, sa qual è stata la grossa polemica che si è avuta in aula prima relativamente alla situazione di allora (che, in una fase precedente le elezioni, difficilmente poteva contemplare atteggiamenti obiettivi da una parte e dall'altra) e poi, all'indomani delle elezioni, ha richiesto a questa nuova legislatura un certo tempo di gestazione del disegno di legge del Piano sanitario. Ovviamente, perché quel disegno di legge (su cui poi discuteremo, potremo entrare nel merito ed essere d'accordo o meno, ma questo è un altro discorso) potesse essere formulato la maggioranza e la Giunta hanno dovuto svolgere un'analisi. I cinesi dicono che per fare un minuto di sintesi occorrono mille anni di analisi: è dunque comprensibile che, per formulare quel Piano, la Giunta abbia dedicato un anno a raccogliere dati e ad analizzarli.
In tutto quel periodo (nello spazio di un anno e mezzo, due circa) ci siamo contrapposti qui dentro prospettando, sul problema della sanità cifre da una parte e dall'altra. Grosso modo, le posizioni erano quelle note, però il 7 di gennaio di quest'anno la Giunta ha adottato un provvedimento.
Penso - e lo ripeto - di essere abbastanza onesto intellettualmente per riconoscere che, su quel provvedimento, ero piuttosto scettico. Allora non ero il solo - si pensava che, dal punto di vista congiunturale, fosse difficile contenere le cifre. Si diceva e si pensava che occorresse chiudere gli ospedali, intervenire in modo strutturale, perché se non si interviene in modo strutturale è molto difficile comprimere la spesa sanitaria.
Personalmente, devo riconoscere, alla luce delle cifre che do per attendibili, che sono dati che fanno riflettere. Si può disquisire sul fatto che il Presidente Ghigo o la Giunta sappiano comunicare bene, ma non sull'oggetto della comunicazione. Parto dal presupposto - come penso abbiano fatto i colleghi che mi hanno preceduto - che questo principio non possa essere stravolto, e che quindi quei dati siano veri, reali e attendibili. Ripeto: al di là della brillantezza con cui ci vengono comunicati, sono dati che fanno riflettere.
Per quanto mi riguarda, devo dire che ero pessimista: all'8 di gennaio non ritenevo sarebbe stato possibile comprimere la spesa così come, invece è stato. Probabilmente tutti noi si partiva dal presupposto che la sanità fosse un settore difficilmente comprimibile, perché un conto è fare il ragionamento che ha fatto il Consigliere Tapparo...



(Commenti del Consigliere Riggio fuori microfono)



GALLARINI Pierluigi

Scusi, collega Riggio, ho la presunzione di riuscire anch'io a fare la valutazione che ha fatto lei e che condivido. Verso la fine dell'intervento...



(Commenti del Consigliere Riggio fuori microfono)



GALLARINI Pierluigi

A parte la matematica! Quella considerazione io la condivido e modestissimamente, verso la fine del mio intervento, pensavo di svolgere due o tre considerazioni che giustificavano e collocavano quella diminuzione di spesa in una cornice di carattere generale, cioè la situazione della sanità attuale a dimensione nazionale e non solo regionale. Comunque, per carità, le interruzioni di questo tipo sono sempre bene accette, non rifuggo assolutamente dall'accogliere quel che di buono può essere suggeritomi.
Come dicevo, in allora era difficile fare un'analisi, con i mezzi a disposizione. Tutti sappiamo, per esempio, che il prontuario farmaceutico è nazionale, quindi viene deciso a Roma, e la Regione per esso non può fare assolutamente nulla. Ha ragione il Consigliere Tapparo quando dice: "Ma che senso ha aggrapparsi o prendere a pretesto un dato di disavanzo che è relativo?". Non è possibile, secondo me, fare dei discorsi di natura assoluta sulla spesa sanitaria. Si tratta di partire dal livello che si vuole dare al servizio sanitario e socioassistenziale e, da quello calibrare le risorse da destinare. Ciò che, per la verità, non è mai stato fatto. Ma, il discorso si farebbe troppo lungo e cercherò di rientrare, se possibile, nei minuti che mi sono assegnati.
Come dicevo, il 1998 ha chiuso a zero, nel 1999 la Giunta ha contratto col bilancio in corso, 350 miliardi di mutuo, che era il mutuo che serviva a ripianare il 1999. Per il 2000, 1204 miliardi. E' vero quel che diceva prima il Consigliere Marcenaro, così, pour parler, senza fare un intervento, e che ha ripetuto adesso il Consigliere Riggio: la spesa in assoluto non è diminuita, ma è cambiato il rapporto tra quanta paga la Regione e quanto paga lo Stato.
Innanzitutto, mi permetto di dire che, da un punto di vista concettuale e politico, questo è già un grosso passo in avanti, perché prima era lo Stato che ripianava il 100% a pie' di lista, ed era un modo deresponsabilizzante in assoluto. Oggi, questo carico di responsabilità influisce sulle Regioni, e i dati che oggi sono stati esposti dal Presidente Ghigo, e ribaditi dall'Assessore D'Ambrosio in aula poco fa, lo dimostrano. Senza mezzi a disposizione o con pochi mezzi, non potendo intervenire strutturalmente, si interviene nel Piano sanitario e nel Regolamento. Delibera che sarà a valle del Piano sanitario e contemplerà la chiusura di alcuni ospedali e la riconversione di altri, se andranno riconvertiti, e così via.
Il Piano regolatore della sanità dei prossimi tre anni sarà quello, con il quale andare ad agire, e quindi ad intervenire strutturalmente. Al 7 di gennaio non c'erano leve strutturali, c'erano solo leve di contingenza, di congiuntura, e direi che sono stati fatti miracoli. I numeri sono numeri! Giustamente, il Presidente Ghigo ha detto che all'interno della Conferenza Stato-Regioni queste macro considerazioni di carattere generale sono condivise da Presidenti di Giunte di centrodestra e da Presidente di Giunte di centrosinistra; ci mancherebbe altro! Due più due deve fare quattro e n all'interno del centrodestra né all'interno del centrosinistra, ci si pu permettere che faccia cinque.
L'Assessore D'Ambrosio ha sottolineato come, senza l'intervento del 7 gennaio e le delibere successive, il carico regionale, nel corso del 2001 sarebbe stato di 1373 miliardi: questo è un dato! Con quell'intervento si va a 1343 miliardi, certo proiettato al 31 dicembre. Abbiamo solo il monitoraggio dei primi tre trimestri, non abbiamo ancora quello dell'ultimo trimestre. Questo è ovvio. Ci sarà un qualche piccolo scostamento, se non saranno 1343, saranno 1350.
Abbiano discusso un paio di sedute su ottanta miliardi di consulenza sanitaria. Certo, ottanta miliardi sono una grossa cifra, ma qui stiamo parlando del fatto che, depurato della farmaceutica, praticamente si è arrivati al pareggio: questo è un grosso risultato.
Mi permetto di fare una qualche considerazione di sintesi se così si può dire. Nessuno di noi ha trascurato il fatto che, per la prima volta, in questa legislatura - fu già fatto, io me lo ricordo, nella Giunta Brizio dal 1990 al 1995 - si sono instaurati dei rapporti molto più stretti fra sanità e bilancio. Secondo me i risultati si vedono, perché fino al 1990 chi ha vissuto la storia di questa Regione, per qualche anno anche solo prima del 1990, sa che la sanità era considerata pressoché una Regione due per quanto riguarda il bilancio, era autonoma. Dal 1990 in poi si è - il Consigliere Cantore era in Giunta con me quindi se lo ricorderà ricondotta la sanità al bilancio. Quindi anche questa è una strada che in sintesi, secondo me, va seguita in modo addirittura più articolato a prescindere dall'Assessorato. Dal punto di vista concettuale la sanità deve essere ricondotta il più possibile all'interno del bilancio regionale anche perché assorbe la fetta più grande della spesa.
Seconda considerazione.
Il Presidente Ghigo ha potuto, con l'Assessore D'Ambrosio e con la sua Giunta, impostare questa azione, che è stata impostata avendo leve minuscole, cioè solo le leve della congiuntura, non le leve strutturali lo abbiamo detto prima - e quindi ha potuto ottenere importanti risultati.
Non possiamo sottacere il vantaggio che il Presidente Ghigo ha nel sedere al vertice della Presidenza dei Presidenti delle Regioni. Molte volte il Consigliere Chiezzi e altri si sono lamentati sull'assenza del Presidente Ghigo. L'assenza del Presidente, basterebbe il caso di oggi, dimostra come la presenza di quel consesso possa portare dei benefici di visione di sintesi complessiva, rispetto al problema. La presenza del Presidente Ghigo in quel consesso compensa largamente l'assenza in Consiglio regionale.
Terza questione. Molti di noi, ero uno fra questi, eravamo convinti che la sanità fosse pressoché incomprimibile.



PRESIDENTE

La richiamo per il tempo; termini comunque la frase.



GALLARINI Pierluigi

L'aver dimostrato che senza intervenire strutturalmente è possibile comprimere la spesa sanitaria, è un dato acquisito enorme che ci deve indicare, per il futuro, anche solo dei tre anni e mezzo della legislatura che rimane,la strada da seguire. Questa è una grossa acquisizione che è stata fatta.
Quando si parla del ciclo '88 del PIL, che significato ha? Quale PIL? Nazionale? La media tra quello della Lombardia, che da sola ha il 20% e la Calabria che ha il 3% o il 4%? Il PIL in assoluto non dice nulla, ha ragione il Consigliere Tapparo, i dati sono relativi.
L'altra questione è la seguente. Si parla di federalismo, pensate cosa potrebbe fare la Regione, potendo intervenire strutturalmente, e quindi con leve fiscali, federaliste nella sanità e negli altri comparti, se solo dal punto di vista congiunturale ha potuto produrre i risultati di compressione e di spesa che ha prodotto.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Ringrazio l'Assessore l'Ambrosio e l'Assessore Cotto che, essendo particolarmente interessati alla materia, sono ancora qui con noi in aula.
Non so se il Presidente Ghigo sia ancora presente o se ne sia già andato comunque svolgerò alcune considerazioni.
La prima considerazione che svolgo sul piano politico è che il Consiglio regionale, richiesto dalle opposizioni, sui rischi dell'aumento della tassazione in Piemonte, come unica strada per risolvere i problemi del deficit sanitario, è stato un Consiglio utile, perché ha costretto finalmente, la Giunta, dopo due anni di lungo ed estenuante dibattito e di rimbalzi sulla questione delle cifre, ad ammettere, ieri in una riunione di Giunta, ripetendola oggi qui, che l'unica strada per risolvere il deficit è l'aumento della tassazione.
Deciderete poi voi, all'interno di un dibattito della Giunta, quale sarà la misura elettoralmente meno inefficace con cui assumere questa decisione.
Resta un fatto politico di una certa rilevanza. Mentre la sanità piemontese e il livello dei suoi servizi non migliora, ma peggiora, le tasse per i cittadini piemontesi sulla sanità, invece, aumentano.
Riteniamo che l'operazione di verità e di chiarezza sia stata un'operazione significativa, compito di un'opposizione è anche rendere evidenti contraddizioni come queste, segnalarle pesantemente ai cittadini soprattutto se sono quelli che quegli errori politici di quella amministrazione, di quella Giunta dovranno pagare in denaro sonante tirandolo fuori dalle loro tasche.
Possiamo rilevare altre due elementi che sono più di due anni ripetiamo.
La prima è la seguente: le misure assunte fino a questo momento, di campagna elettorale in campagna elettorale, si sono dimostrate assolutamente. L'unica strada era la tassazione. Difatti, ci avevate raccontato - non solo a noi, non sarebbe grave, ma all'intero Piemonte che la "delibera del buon governo" era una delibera efficace dal punto di vista del contenimento della spesa e dal punto di vista del mantenimento della qualità dei servizi. Una delibera che era un famoso patto uguale tra diseguali, cioè che tagliava l'1% a tutti nello stesso modo: a chi aveva avuto 700 miliardi come le Molinette e anche a chi invece aveva avuto cifre estremamente basse nelle periferie piemontesi per la spesa sanitaria pro capite per ogni cittadino.
Avete tagliato a tutti nello stesso modo; non avete risparmiato; avete reso alcuni servizi sanitari e alcune situazioni più deboli, più deboli! Io ho presente, come il Consigliere Cattaneo che conosce come me profondamente quelle realtà, che ad esempio le Province di Novara e del Verbano-Cusio Ossola, quelle più esposte nei confronti della Lombardia, grazie alla vostra misura hanno costretto un maggior numero di cittadini piemontesi ad andare in Lombardia a fruire dei servizi sanitari e hanno aumentato il deficit regionale, perché voi quelle prestazioni le pagavate due volte.
Misura quindi inefficace; misura grave che ha colpito chi era più debole, chi era in maggiori condizioni di difficoltà, che ha provocato una oggettiva riduzione dei servizi, perché con quella delibera, che era una "grida spagnola", voi dicevate sostanzialmente ai direttori generali "ti taglio i fondi, mantieni lo stesso livello dei servizi". La cosa non è avvenuta; il risparmio sanitario non c'è stato.
Avete poi detto un'altra cosa che nonostante l'interesse dei filmati e la grande situazione luminosa e audiovisiva che avete determinato non è riuscita a convincerci, perché voi avevate certificato a luglio in occasione del dibattito sul bilancio - certificato dalla Giunta, non è un dato dell'opposizione - che c'erano 1.200 miliardi sul 2000 e non ci avete detto niente né con questo opuscolo luminoso né con la più sobria e cartacea relazione dell'Assessore; non ci avete detto niente su quei 1.200 miliardi del 2000 e su come intendete coprirli. Sono ancora lì! E' una voragine aperta! Non c'è una parola in questa direzione; tutto il resto è fumisterìa! E non ci avete neanche detto niente su come coprite i 700 miliardi - non i 350 o i 500! - che avevate voi certificato per i soli primi sei mesi del 2001, perché queste sono le cifre che avevate dato! Debbo poi dire che non ci avete neanche detto niente di come intendete ritirare un'altra misura ingiusta e particolarmente inefficace che è quella del blocco delle assunzioni del personale medico fino al 31 dicembre di quest'anno, perché avete scoperto a un certo punto - con un'altra "grida spagnola" - che erano stati assunti un numero incredibile di personale nel giro dei due mesi di luglio e agosto. Tra l'altro, assunti da chi? Dai direttori generali che avevate nominato voi, dalle direttive che voi avevate dato loro, non si sa. Avete bloccato - bloccato! - le assunzioni di personale fino al primo gennaio di quest'anno dicendo che era una misura importantissima per contenere il deficit. Avete consentito che in quel modo si chiudessero servizi, ma soprattutto servizi nevralgici! Vi faccio l'esempio di servizi per l'handicap, che sostenevano alcuni bambini handicappati in una serie di Province, che sostenevano persone in condizioni di disagio e di vera sofferenza, perché non si sono chiusi gli ospedali su quelle cose lì, si sono chiusi i servizi come questi, che rendevano irrisolvibile ai Comuni e alle strutture la soluzione di problemi di questo genere! E quell'altra misura inefficace si è dimostrata tale al punto che voi ci dite adesso "l'unica strada è la tassazione".
Noi vi diciamo una cosa molto semplice: guardate, se questa era la situazione, invece di consumare una dopo l'altra, misure che hanno aggravato ulteriormente non solo il deficit della sanità piemontese, ma hanno creato situazioni di disparità che non hanno fine, lo dovevate dire subito! Perché queste cifre e questi dati li conoscevate anche meglio di noi! Lo dovevate dire subito! Assumevate una misura di governo, dicevate una cosa particolarmente di destra, ma almeno dicevate una cosa di destra non dicevate cose che non avevano alcun riscontro con la realtà e che si sono dimostrate - mi spiace doverlo dire - sostanzialmente false! Meglio una cosa di destra che una falsità, anche agli occhi dei cittadini! Perch quello è un elemento di confronto politico su cui progetti diversi si possono confrontare. Sulle bugie è difficile confrontarsi; difficile sostenere un dibattito politico! Vi debbo poi dire che se voi pensate che a questo si debba aggiungere una piano sanitario che sono trenta pagine di prolegomeni a ogni futura metafisica, in cui non c'è scritto niente di che cosa si fa sui servizi e poi abbiamo in giro per il Piemonte ad ogni campagna elettorale di ogni Comune importante, puntualmente i vostri Consiglieri regionali e i vostri deputati che promettono un ospedale nuovo a Borgomanero e unico con Arona un ospedale nuovo nel VCO, un ospedale nuovo a Novara, un ospedale nuovo nel Canavese, un ospedale nuovo da tutte le parti, quando invece voi avete un testo che non ripubblicate più nel Piano in cui scrivete che volete chiudere 13 ospedali - 13 ospedali in Piemonte! - che non avete neanche il coraggio di dichiarare quali sono, che sono Gattinara, Santhià, Galliate ed altri! Se questo è il modo di gestire la sanità e se voi pensate che un Piano come quello che è stato respinto da tutti gli enti locali piemontesi a partire dal Comune di Torino, possa essere il testo su cui si riprende un discorso sulla sanità, io vi chiedo: scrivete un testo di destra scrivetelo anche più di destra di quello che non ha scritto Formigoni, ma scrivete un testo su cui questo Consiglio regionale e la comunità piemontese possa confrontarsi con un confronto democratico, proponendo magari un progetto diverso, ma facendo in modo che i cittadini sappiano che cosa succede del futuro della loro sanità!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Dalla comunicazione del Presidente Ghigo di questa mattina è emerso un unico dato: la volontà della Giunta di far avere una compartecipazione ai cittadini del costo della sanità, che in soldoni vuol dire reintrodurre una tassa per far fronte al deficit della sanità, anche se la parola non viene usata, ma di questo si tratta. Credo che si tratti di una scelta errata e da contrastare.
Il resto della comunicazione che abbiamo avuto mi ricordava un misto tra gli spot pubblicitari che vediamo nelle televisioni del Cavaliere sia quelle come Capo del Governo che come proprietario diretto delle televisioni che i filmati dell'Istituto Luce di tanti anni fa: pura propaganda e basta! Forse in questo caso la tecnica pubblicitaria ha prevalso. Perché non dicono nulla, non dicono nulla! Sembra che dicano delle cose, ma non dicono nulla, perché si dice "noi stimiamo che", non ci sono dati, per dire che quelle percentuali corrispondono a qualcosa, si fanno percentuali sull'intero anno quando l'anno è in corso, quindi credo che non dicano nulla. Seguono un po' il percorso introdotto con la presentazione del pseudo piano sanitario perché anche quello non dice nulla, cioè non è un piano sanitario.
Mi pare non sia serio affrontare questi problemi in questo modo, perch da una parte questa mattina ci è stato fornito un lungo spot pubblicitario dall'altra ci sono elementi che molti Consiglieri nei loro interventi hanno ricordato, cioè che chi vive i problemi concreti vive diversamente questa situazione, non si ritrova in quel livello di giudizio. Diciamo che troppi piemontesi, troppi cittadini del Piemonte vivono una realtà pesante e difficoltosa quando si devono rivolgere al servizio sanitario. Da questo bisognerebbe partire, dal capire perché ci sono queste cause. Ritengo che ci sia sicuramente una gestione non perfetta, inefficace e di sprechi, e su questo occorre lavorare molto. La mia opinione è che nella nostra Regione e più in generale nel nostro Paese, si spenda poco per la sanità. Va bene che il Governo ha incrementato lo stanziamento, ma è ancora insufficiente.
Parliamo spesso di Europa. Dal prossimo mese avremo una moneta unica che, forse, sotto alcuni aspetti, sarà benvenuta, perché permetterà una serie di confronti più precisi, non solo in termini di numeri astratti (quanti franchi o quanti marchi o quante lire o che percentuale). Si potrà anche sapere quanto si spende pro-capite in altri Paesi europei.
Verrà fuori che nell'entrare in Europa ci saranno questioni sulle quali noi saremo "i primi della classe": nel mandare le truppe in Afghanistan per esempio, non vogliamo essere secondi, ma vogliamo stare nel plotone di testa. In tante altre questioni, per le quali non avvertiamo il medesimo interesse, essere invece nel plotone di coda poco importa. Probabilmente uno dei punti in cui stiamo nei plotoni di coda è proprio la spesa sanitaria, così come gran parte della spesa per il cosiddetto "stato sociale". Credo che sia una delle regioni. Per cui, prima di parlare di nuove tasse, occorrerebbe fare una complessiva riflessione su questo elemento, cercando di arrivare ad una diversa valutazione nel bilancio statale di una maggiore percentuale di spesa alla sanità, questione che riguardava sia il Governo precedente che quello attuale. Se poi guardassimo anche alla spesa assistenziale - non è era l'oggetto di questa mattina - la questione si incrementa ancora di più. Se non vogliamo favorire lo sfascio della sanità pubblica, perché i problemi in campo sanitario ci sono e sono in qualche modo, incomprimibili (o comprimibili soltanto in tempi lunghi) aprendo la strada alla sanità privata, che potrebbe essere una politica - è la politica che un po' intravediamo nelle scelte della Giunta - dovremmo partire dalle risorse attualmente dedicate. Personalmente, come forza politica, siamo nettamente su un'opzione di questo genere, cioè di sforzarci affinché ci sia un forte spostamento di risorse verso la sanità e l'assistenza.
Aggiungo, inoltre, alcune considerazioni in merito agli elementi che ci sono stati forniti stamani. Condivido una serie di interventi che sono stati fatti, sia in termini di esempi che di rischi inerenti i processi di privatizzazione, che hanno cominciato a comparire nella nostra Regione.
Alcune considerazioni sul dibattito innanzitutto. Non condivido, pur apprezzandolo, l'intervento del Consigliere Gallarini. Non è usuale che dai banchi della maggioranza si intervenga e si interloquisca. Apprezzo il suo intervento ma non condivido la parte finale, quel richiamo al federalismo che mi preoccupa. Noi non ci siamo mai uniti al coro del federalismo proprio perché abbiamo sempre temuto che dietro al discorso del federalismo si celasse una distruzione del sistema sanitario, ma non solo, del sistema unitario di questa nazione.
Ogni tanto, quando mi reco all'estero, provo una grande preoccupazione al pensiero di ammalarmi: in determinati Paesi, rischia di essere un terno al lotto! Non vorrei che nel nostro Paese si verificasse la stessa cosa. Io sono calabrese, anche se vivo da molti anni in Piemonte. Ho passato gran parte della mia vita in Piemonte, ma mia madre e i miei fratelli vivono là e penso che abbiano diritto ad un'assistenza sanitaria uguale alla mia adeguata come la mia. Non voglio che, attraverso il federalismo, andando per esempio in Calabria a trovare mia madre, provi le stesse preoccupazioni che attualmente provo in altri Paese (tra l'altro, mi batto affinché anche in quei Paesi si superi quella situazione). Intervenire qui con un discorso sul federalismo, come per dire: "Così possiamo fare da soli e migliorare" sapendo che questo discorso avrebbe una ripercussione su un altro "pezzo" del Paese, è un primo aspetto che non condivido. E vengo, invece, ad alcuni elementi della relazione.
Dicevo prima che la relazione dava delle cifre incerte, perché basate più su prospettive e su proiezioni che non su dati certi. Affronto due temi: il primo è il blocco delle assunzioni, che non ho salutato come una buona misura. Si tratta, piuttosto, di un problema di utilizzo del personale in modo più efficace, evitando assunzioni inutili.
Chi ha incontrato il personale che lavora negli ospedali, sa che esiste, invece, il problema opposto, cioè di carenza del personale.
Sentiamo gente che dice: "Sono obbligato a saltare ferie e a fare straordinari". In più, coloro che sono obbligati a saltare le ferie e a fare straordinari, ne faranno sempre di più (quasi tramutandolo in orario normale), e non lavoreranno solo male durante quel giorno che vengono chiamati in più o durante lo straordinario, ma presteranno una qualità di servizio più scarsa perché non ce la fanno o perché si sentiranno trattati male per il lavoro importante che svolgono. Se questa è la situazione occorre assumere personale e non bloccare le assunzioni. Bisogna far sì che, laddove si presti un servizio importante e essenziale alle persone, ci sia il personale necessario e adeguato, e non il contrario. Sono preoccupato perché - è vero che il Presidente Ghigo ci ha detto che le riduzioni sono state minime - sappiamo bene che in pensione si va ormai non quando si vuole, ma in determinati periodi dell'anno, in particolare a fine anno.
A fine anno, ci sarà il rischio che tutti quelli che possono andare in pensione, ci andranno, spaventati dal fatto che se non vanno in pensione subito le loro condizioni possono peggiorare e, di conseguenza, non resteranno in più, ma coglieranno l'occasione per andar via. Quindi, ci troveremo, nel mese di gennaio, con un problema ancora più acuito. Su questo, non vi è stata una scelta giusta e andrebbe corretta, facendo attenzione affinché non si creino, come si sono create in passato, delle disfunzioni che poi pagano i cittadini.
L'ultima questione che voglio trattare riguarda i farmaci e del non utilizzo di questo come elemento per introdurre la tassazione. Lo stesso Assessore, così come il Presidente, parlando di questo, dice: "La spesa farmaceutica è aumentata nettamente nella prima fase dell'anno".
Devo dire che, in parte, era prevedibile, perché i ticket sono stati aboliti alla fine dell'anno scorso e l'effetto dell'abolizione si è avuta a partire dal primo gennaio. Infatti, molta gente ha rimandato l'acquisto dei farmaci. All'inizio dell'anno, l'aumento è stato molto più consistente (non era del 26%, ma molto di più) riducendosi successivamente. Infatti, nella relazione si fa riferimento al terzo trimestre.
Tutti questi elementi ci fanno dire che forse questa emergenza, che c'è stata, si ridurrà, quindi non giustifica certi atteggiamenti o la frase: "Reintroduco il ticket o una tassa". Anche perché i consumatori di medicinali assumono i farmaci non per piacere, e lo fanno su prescrizione medica.
Trovo che sia pazzesco far pagare a tutti i farmaci in più, perché c'è qualcuno che ne abusa, perché intraprendere la strada del ticket alla fine vuol dire questo. Mi sembra, dalle stesse considerazioni che vengono fatte nella relazione, che questo problema tende a trovare una soluzione più naturale. Per questo motivo - e concludo - mi pare ancora più assurdo parlare di tassazione o di ticket a partire da questa cosa che mi pare sia un utilizzo pretestuoso dell'argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Come Consigliere di maggioranza, posso dire che il Presidente Ghigo e l'Assessore possono dichiararsi soddisfatti dall'esito di questo dibattito.
Dividerei gli interventi in due parti. Gli interventi dei Consiglieri Tapparo e Papandrea, seppur critici, hanno comunque proposto un criterio di interpretazione, quindi hanno proceduto correttamente, non a contestare i dati, che evidentemente non possono contestare, ma hanno contestato l'interpretazione di quei dati.
Dall'altro canto, vi è stato chi, non contestando rigorosamente i dati forniti dal Presidente Ghigo e dall'Assessore D'Ambrosio, ha svolto un lavoro di polemica, questa sì un po' preelettoralistica - lo spirito pu essere sempre quello - per poi espungere dalle loro conoscenze, e non da questi documenti, alcuni dati particolari, che non abbiamo motivo di ritenere erronei, per poter articolare un discorso di ordine generale. E' un modo di procedere privo di rigore logico in questa sede, privo di rigore amministrativo e, conclusivamente, privo di rigore politico. Mi premeva dire questo.
Devo anche dire che chi, e segnalo soprattutto l'intervento del Consigliere Saitta, ha cercato di avere un approccio con i dati forniti dalla Giunta, è stato bacchettato dal Consigliere Tapparo.
In questo quadro, dobbiamo discutere la situazione oggi, senza dover amplificare toni polemici.



(Commenti del Consigliere Saitta)



GALASSO Ennio

Riteniamo che i dati forniti siano esaustivi per un serio esame. Lo sviluppo e le proiezioni date ci dicono che possiamo uscire da questa situazione e, soprattutto, ci dicono che abbiamo una situazione regionale che è, per certi versi, migliore di altre Regioni. Non possiamo trascurare la condizione strutturale e nazionale in cui versa la Sanità.
Il ricorso a dei provvedimenti, che mira a un risanamento, è un ricorso assolutamente giustificato dai numeri e dal tipo di servizi, così come sono stati illustrati, e hanno una giustificazione indotta, perché nel raffronto con altre Regioni, almeno per la maggiore parte dei casi, è sicuramente un raffronto di tipo positivo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghi, il percorso che l'opposizione ha intrapreso sul tema della Sanità avrà una durata piuttosto lunga. Periodicamente, anche nella precedente legislatura e in questa, l'opposizione ha sollevato questo tema.
Devo dire che i nostri risultati non sono stati tali da corrispondere alle aspettative che queste nostre iniziative si proponevano. Nel senso che, a fronte di momenti in cui abbiamo chiesto la convocazione del Consiglio, denunciato nella legislatura passata la formazione di un grosso deficit nel campo della sanità - negato per lungo tempo dal Presidente Ghigo - ad esempio, in termini di risultati elettorali, non è che ci abbia dato quelle soddisfazioni che noi pensavamo di avere.
Noi proseguiamo in questo cammino di critica e di denuncia dello stato delle cose sanitarie esistenti in conseguenza delle politiche del Presidente Ghigo. E' un cammino che proseguirà ancora a lungo, perciò penso che, oggi, una riflessione sui risultati e sugli esiti di queste nostre iniziative e sul modo in cui procedere in questa nostra critica possa trovare in quest'aula un piccolo spazio, almeno per quanto mi riguarda.
Svolgerò osservazioni in termini molto sintetici. Si dovrebbero sviluppare una ad una, ma vorrei seguire un filo.
Per quanto riguarda la prima osservazione, ad oggi, in Italia, è ancora sostanzialmente vigente un servizio sanitario nazionale che è stato costruito in 4 - 5 decenni nel secolo scorso sulla base di alcuni principi fondamentali fissati anche nella Carta Costituzionale. Ne ricordo uno: "La sanità è un diritto che può essere esercito da qualunque cittadino a prescindere dalla collocazione geografica della sua residenza e a prescindere dal suo reddito. Lo Stato organizza l'erogazione di questo servizio". Siamo ancora all'interno di questi principi.
Per quanto riguarda la seconda osservazione, questo sistema sanitario nazionale, fondato su quei principi, oggi, viene messo in discussione dalle politiche del centrodestra che, con questa nuova esperienza del Governo Berlusconi, che si tira dietro l'esperienza del Governo Ghigo, sta tirando fuori le proprie carte, diversamente da quanto il Presidente Ghigo, ad esempio, ha fatto localmente nei primi cinque anni di governo.
Noi ci troviamo di fronte ad una ipotesi politica di centrodestra che attacca questo servizio sanitario nazionale e attacca i principi a cui questo servizio era legato: l'universalità, la pubblicità dell'erogazione del servizio, il finanziamento attraverso la leva fiscale, la pari inobiettiva, ma pari - condizione ed efficacia dell'erogazione dello stesso servizio. Questo è messo in discussione.
A livello nazionale, il recente decreto legge cerca di iniziare a smontare alcuni cardini: l'uguaglianza del servizio nel territorio italiano che viene segnato dalla possibilità di cambiare il servizio a seconda delle regioni; l'ingresso di interessi privati commerciali all'interno dell'erogazione del servizio pubblico e, quindi, la non universalità dello stesso, mettendo in conto la possibilità che o per territorio o per censo i cittadini italiani potranno essere curati anche diversamente.
Di fronte ad un impianto del centrodestra di questo genere, siccome la nostra sarà una battaglia che durerà ancora parecchio, anche solo per motivi di scadenze elettorali, penso che dovremo proporre alcuni ragionamenti.
Il primo ragionamento che penso distingua un approccio da parte dell'Ulivo, in particolare, da parte della sinistra, alla quale penso di dare un contributo, è il seguente: cari colleghi di centrodestra, per noi i numeri sono un punto di arrivo, non sono un punto di partenza. Questa è una discriminante fondamentale di carattere ideologico con tutto il valore che continua a dare alle posizioni che fanno leva sulle idee e che cercano di organizzarle. Noi non accettiamo neppure la discussione sui soli numeri che, oltretutto, contengono, quando pretendono di descrivere la realtà un'intrinseca falsificazione della stessa. Se noi pretendiamo di descrivere la realtà con i numeri, ci mettiamo nella condizione di dire il falso perché un numero può completare un ragionamento e un'analisi, ma non esaurirla. Poi, i numeri possono proprio essere campati per aria e dati maliziosamente in forma che non descrivono la realtà o la descrivono in modo inesatto o parziale.
Il collega Saitta, da tempo, prima tra tutti, ha descritto il modo sbagliato e anche falsificatorio con cui i numeri sono stati dati, ma i numeri non sono tutto. Per voi, invece, i numeri sono il punto di partenza per ogni discorso sanitario. La manovra che avete fatto il 7 gennaio indica questa vostra scelta politica, che, dal mio punto di vista, è di un'assoluta povertà e segna la volontà di non erogare un servizio uguale per tutti. Voi avete tagliato le spese con una bugia grossolana - spero che di questo i cittadini comincino ad accorgersi - e avete anche tagliato i servizi.
Consigliere Gallarini, ho apprezzato il suo intervento. Lei dice: "Non pensavo neppure io che una manovra del genere producesse dei risultati".



(Commenti fuori microfono del Consigliere Gallarini)



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ma guardi che non voglio strumentalizzare, cerco di dire quello che ho capito. Il Consigliere Gallarini dice: "Pure io pensavo, potevo avere dei dubbi, però, adesso, devo dare atto che, invece, le cose (...)".
Collega Gallarini e cari colleghi, dal 7 gennaio è partita una catena di comando con una tal violenza che tutti conosciamo. Dal momento del taglio non è che tutto sia rimasto immobile. Sono partite delle azioni di comando durissime che sono arrivate fino al primario, e dal primario fino al medico che operava e fino all'infermiere che aspettava la sostituzione.
La catena di comando funziona, perché il sistema, così com'è - forse potremmo anche rivederlo - lega un responsabile al successivo. La catena di comando è durissima perché l'Assessore D'Ambrosio può essere visto come un impiegato di Ghigo; il direttore generale può essere visto come un impiegato di D'Ambrosio; il primario può essere visto come un impiegato del direttore generale, e avanti proseguendo la catena. Quando dall'alto si parte e si dice: "Adesso basta, tagli", quei poveretti che sotto devono tagliare taglieranno; e hanno tagliato i servizi, questo è quello che è successo.
Dopodiché, come dicono altri colleghi, anche così facendo, la spesa comunque è andata oltre, non l'abbiamo fermata.
Noi, viceversa, pensiamo che i valori universali del servizio sanitario siano un nostro patrimonio e che l'intervento debba essere attuato sugli sprechi, che non sono mai stati determinati. E' un intervento di sinistra nell'ambito di una politica alternativa a quella del centrodestra.
In ultimo, come confrontiamo queste nostre opzioni politiche? Cari colleghi di maggioranza, ci consentite di confrontarci su queste opzioni politiche oppure no? Il Presidente Ghigo ci ha detto di no, che non vuole il confronto. Il Presidente Ghigo, eletto direttamente - sarà oggetto della Commissione Statuto riflettere su questa elezione diretta - preferisce di gran lunga delle strutture di comportamento e di pensiero più affini a strutture di regime che non a strutture democratiche. Il Presidente Ghigo, anche a voi colleghi di maggioranza, ha consegnato un Piano sanitario in cui vi dice: "Cari colleghi di maggioranza e di minoranza, me la vedrò io la politica deciderò io come Giunta regionale dove tagliare i servizi, dove rafforzarli e cosa fare degli ospedali, lo farò io come Giunta". Spero che la battaglia critica dietro a questa scelta, ci consenta di confrontarci e dividerci su politiche di centrodestra e di centrosinistra. Oggi così non è.
Aspetto di vedere i comportamenti della maggioranza, se almeno su questo fatto che la politica deve stare al centro delle decisioni e non le scelte di un governo, possa diventare in questo settore della sanità, uno dei momenti di confronto sulle varie posizioni.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Non voglio annoiare l'aula e nemmeno l'Assessore sui disservizi provocati dalla sanità, ormai lo hanno detto tutti. E' scritto ovunque che la sanità non funziona bene, che bisogna rettificare delle cose, ma non voglio annoiare, perché non mi sembra corretto ripetere gli interventi che sono già stati fatti.
Tuttavia è doveroso, da parte della mia componente politica, fare un minimo di segnalazione. Segnalazione che rivolgo al Presidente Ghigo e all'Assessore in modo molto semplice. Assessore, lei sa che la stimo molto lei non è il male della sanità, è quello che ha più pazienza, però dovrebbe mettere un po' più di carattere nella costruzione di questa "benedetta" sanità. Ho apprezzato molto i lucidi, gli istogrammi, vanno bene, ma se questa è l'impostazione non deve essere un caso isolato. Sia lei che il Presidente Ghigo avete perso una grande opportunità questa mattina. In qualche passaggio il Presidente è stato molto corretto perché, con il suo equilibrio, sa fare bene il suo lavoro, ma noi vogliamo dare una mano anche da questa parte. Non c'è nulla di male se nella sanità piemontese c'è qualche stella e qualche striscia, per una componente che funziona, una componente che mira a risolvere un servizio importante per i cittadini siamo disposti a tutto.
Vogliamo semplicemente capire in che direzione vogliamo andare. Mi spiego meglio. Per professione faccio il progettista termotecnico, in pratica l'idraulico, quando mi chiamano in un edificio e mi dicono che al terzo piano il riscaldamento funziona al quarto, invece, no, cerco di fornire delle soluzioni. Quello che non riesco a comprendere è perch questo progetto sanitario non lo si realizza con le minoranze, perché nella Commissione sanità non abbozziamo questo tipo di ragionamento; perch questa maggioranza continua a giustificare che lì dove ci sono mille miliardi, ne devono apparire trecento e dove ce ne sono 1500, ne devono apparire 250. Per quello che mi compete e per la parte politica che rappresento, sono di parere completamente diverso.
La collaborazione deve arrivare da parte di tutti, perché la sanità non è di destra, né di sinistra e nemmeno di centro. Vogliamo ragionare per verificare quali sono i punti di incontro? Gli istogrammi presentati vanno bene, ma se noi partiamo di qui bisogna continuare il ragionamento sulle voci evidenziate. Se da un lucido da voi presentato leggo che le cure domiciliari sono aumentate del 24%, vogliamo continuare il ragionamento sulle cure domiciliari? Andando in questa direzione e portando la cura domiciliare al 78/80% risolviamo qualcosa oppure no? Per le semiresidenziali abbiamo una variazione del 9%: se noi andiamo in questa direzione risolviamo qualche altro problema oppure no? Capisco che i problemi legati alla sanità non si possono risolvere schiacciando semplicemente un pulsante, voglio essere coerente perché la mia posizione politica me lo impone. Non si può approfittare della posizione di minoranze per dire che la sanità della Regione Piemonte è una sanità di terzo mondo. Questo no. Una volta glielo dissi anche all'Assessore il quale mi riprese, nel modo in cui mi riprese, riflettendo ho ritenuto opportuno che avesse ragione. Ripeto, non è una sanità da terzo mondo, ci sono ospedali che non funzionano, me ce ne sono anche altri che funzionano. Quando parlo di progettualità, parlo di qualcosa che dobbiamo capire fino a dove dobbiamo andare a finire.
Diciamo tutti quanti le stesse cose, adesso vogliamo istituire nuove tasse, voi tutti sapete che la tassa è la controprestazione che l'Ente pubblico dà al privato, ma questa controprestazione in che modo la vogliamo dare? Fermo restando i mali che questa sanità ha, non deve essere un confronto il fatto di dire che in tutta Italia, tutte le Regioni, siano esse di destra o di sinistra, hanno più o meno debiti. Questo non è un ragionamento. Consideriamo che la questione sia complessa, però, in Commissione sanità, vogliamo realizzare un progetto tutti insieme e allora diciamo: ci vogliono tre stelle, due strisce, ecc. Per il costo fisso di questo tipo di attività e per il tipo di servizio che la Regione eroga, e che non torna, abbiamo voglia di togliere di mezzo attività! Lei sa che per i costi fissi e per le impostazioni che ha questa sanità, i costi non scendono? Questo è il nocciolo della questione.
Se vogliamo fare un ragionamento serio, sono d'accordo con lei e con il Presidente della Giunta, che gli istogrammi vanno fatti. Li apprezzo perch finalmente iniziamo a leggere qualcosa di più chiaro, senza leggere 12 pagine di una relazione per capire che la semi residenzialità è aumentata del 9%. Siamo tutti quanti d'accordo. Bisogna dire su questa attività: perché chi ha fatto questo lavoro non ha continuato a dire e non ci ha evidenziato qual era il vantaggio e quale la criticità dell'attività svolta con questo tipo di ragionamento? L'Assessore non può essere la vittima sacrificale, non può fare la corda e l'impiccato contemporaneamente, non è di sua competenza, non è nella sua posizione. L'Assessore è professionista, ragion per cui non mi sono mai permesso di dire che si doveva dimettere. L'Assessore sa il fatto suo, qui bisogna iniziare da zero. In quasi dieci anni di legislatura abbiamo visto che la sanità è un continuo accumulare di debiti, una continua spesa, senza risolvere il problema del servizio. Vogliamo tutti quanti dire, senza nasconderci, che bisogna cambiare il sistema? Con tutte le risorse e i tecnici che abbiamo a disposizione, nascondersi è giustificare che quello che si sta spendendo è giusto, oppure nascondere quello che si è speso.
E' chiaro che un'azienda che ha 57 mila dipendenti - questa è l'azienda più grande del Piemonte - non possiamo risolvere il problema con otto fogli. Gli otto fogli possono essere la situazione di partenza, sicuramente non la fine.
Sono disposto a dare una mano per quello che conto in quest'aula, ma con correttezza e con sincerità, senza strumentalizzare la mia situazione di essere all'opposizione perché la sanità è un argomento su cui non si pu scherzare. Dagli interventi, mi sono accorto che, anziché discutere di come possiamo risolvere il problema, andiamo a tirar fuori dati vecchi, facciamo sempre una situazione storica. Dal prossimo mese e dalla prossima convocazione straordinaria, realizziamo progetti di massa, iniziamo a dire in che modo effettivamente vogliamo arrivare alla fine per cercare di ottimizzare la spesa, per cercare di dare un servizio decoroso, per cercare di fare bella figura nei confronti dei cittadini. Mi auguro che questa seduta straordinaria sia una delle prime sedute in cui iniziamo a sia una delle prime per ragionare sul come andare avanti.
Al Presidente Ghigo voglio dire che, poiché questi opuscoli sono anche belli, non li butterò, anzi ci lavorerò sopra, però voglio la continuità con l'evidenza dei fatti positivi e delle criticità delle varie attività.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente e colleghi, anche noi siamo soddisfatti perché oggi si sta affrontando un argomento importante come quello della sanità. Siamo soddisfatti, ma contemporaneamente sorpresi; soddisfatti, per le relazioni che abbiamo ascoltato e sorpresi perché la relazione del Presidente Ghigo che era stata sollecitata - tant'è che abbiamo pianificato e rimandato di una o due settimane la seduta odierna - è stata criticata.
L'intervento del Presidente della Giunta regionale è stato richiesto pertanto non è corretto affermare che l'Assessore D'Ambrosio è sotto tutela, perché - ripeto - è stata richiesta una relazione del Presidente della Giunta regionale. Relazione che, puntualmente, è stata portata alla nostra conoscenza in modo estremamente corretto ed utile, grazie anche al supporto visivo che il Presidente Ghigo ha utilizzato in sala Viglione, che ci ha permesso di avere un quadro complessivo chiaro, indipendentemente dal convincimento. Dico questo con grande umiltà e di questo ringrazio ovviamente, il Presidente.
Voglio ringraziare, però, anche l'Assessore D'Ambrosio, esprimergli la mia solidarietà e rinnovargli la mia simpatia e stima, perché la sua relazione, comunque importante, forse è passata un pochino sotto tono, in un'aula affaccendata a fare altro, soprattutto l'opposizione che forse stava commentando quanto era avvenuto precedentemente o comunque era estremamente distratta.
La relazione dell'Assessore D'Ambrosio, di cui ho una copia, così come tutti i colleghi hanno, è stata una relazione estremamente valida ed esaustiva su alcuni interrogativi posti dall'opposizione, interrogativi che sono stati posti come una delle motivazioni che ha portato a richiedere il Consiglio straordinario. La relazione è stata esaustiva anche rispetto a quei dubbi che potevano avere alcuni Consiglieri regionali che, come me non li avevano esplicitati, non avendo sottoscritto la richiesta del Consiglio straordinario.
Sono estremamente convinto - lo dico con chiarezza, ma farò in seguito un passaggio più politico, al riguardo - che questa seduta di Consiglio regionale sia stata un boomerang per l'opposizione. L'opposizione, infatti ha richiesto questo Consiglio regionale utilizzando il solo ed esclusivo fine che utilizza, certo legittimamente, ormai da un anno e mezzo.
L'aspetto positivo di questa azione è sicuramente quello di sollevare i problemi della sanità; questo, oltre al controllo, è un ruolo importante dell'opposizione per sollecitare l'attenzione alle tematiche che coinvolgono, non solo il Consiglio regionale, ma tutta la comunità piemontese. L'aspetto meno nobile, invece, è rappresentato dal solito tentativo di cercare di sbugiardare il Presidente Ghigo o l'Assessore D'Ambrosio, di cercare di evidenziare le carenze del settore sanitario mettere in dubbio la credibilità del Presidente della Giunta regionale dell'Assessore competente e della maggioranza che lo sostiene.
Ecco perché ritengo che questa seduta di Consiglio sia un boomerang perché ci sono i giornalisti in aula, ci sono stati i giornalisti nella prima parte del Consiglio, in sala Viglione, e ci sono queste schede, che ho riguardato pur avendole già guardate con attenzione quando sono state proiettate; se i dati sono reali - e su questo non ho alcun dubbio, perch sono le risultanze di un'indagine oggettiva sui primi tre trimestri voglio dire "bravo" al Presidente Ghigo, "bravo" all'Assessore D'Ambrosio e "bravo" al Governo regionale.
Le affermazioni della minoranza vengono, dunque, smontate dai fatti e questo accadrà anche a gennaio, in un Consiglio regionale simile che immagino l'opposizione vorrà richiedere o che, con orgoglio e senso di responsabilità, la Giunta regionale vorrà convocare per la presentazione della situazione relativa all'intero anno 2001.
Sono, dunque, sorpreso da alcuni toni usati negli interventi (ma non più di tanto) e molto sorpreso dai contenuti, quando si sostiene, ad esempio - ma non è la prima volta che accade - che il Presidente Ghigo è un bugiardo, perché invece la sanità va male, non garantiamo i servizi, le liste d'attesa si sono allungate e quant'altro.
D'altronde, se si vuole e si richiede un Consiglio regionale con il solo fine di sbugiardare impropriamente la Giunta ed il suo Presidente posso capire.
Mi sarebbe piaciuto ascoltare qualcosa di diverso dal solito discorso dei 1.200 miliardi spesi in campagna elettorale; probabilmente il Presidente Ghigo, in allora, non aveva le stesse informazioni del centrosinistra che, avendo lo stesso colore politico dell'allora Governo era già a conoscenza di quanto il Governo avrebbe trasferito, quindi conosceva già l'entità del debito. Ma questa è una nostra teoria.
Voglio fare qualche considerazione e la prima considerazione che mi viene in mente sono gli esempi riportati a questo Consiglio regionale dal Consigliere Riggio, che è medico e quindi a contatto con i problemi sanitari, e da alcuni di noi - lo diceva anche la Consigliera Manica - che magari per amicizia o perché particolarmente appassionati al tema della sanità, vivono le problematiche e cercano di documentarsi.
Esempi negativi se ne possono fare molti; oggi ne ho sentiti tre o quattro, ma se ne potrebbero fare altrettanti, o molti di più, di positivi.
Un conto è la risultanza di un'indagine svolta in modo oggettivo e con criteri oggettivi - che è questa - un conto sono gli esempi portati così: "C'è questo problema, abbiamo letto questa cosa sul giornale".
Certo, in questo momento la sanità è nell'occhio del mirino e tutte le criticità di uno dei problemi sui quali ci confrontiamo da un anno e mezzo sono state evidenziate sugli organi di informazione, però è anche vero che tutto quello che c'è di positivo, tutto quello che anche i nostri medici e i nostri infermieri fanno con passione, non viene evidenziato con altrettanta forza.
Voglio ringraziare queste persone che alcune volte fanno dei miracoli offrono servizi e danno risposte ai bisogni di salute della gente, in una realtà problematica che - come diceva anche il collega Gallarini - riguarda il Paese e non solo ed esclusivamente il Piemonte.
Potrei fare molti esempi; ne faccio uno solo, proprio per smontare il criterio con il quale sono stati portati gli esempi negativi. L'altro giorno la mia vicina di casa, che ha un pace-maker, si è sentita male. Io casualmente, sono andato a trovarla, quindi mi sono reso conto del suo malessere. Avendo un amico cardiologo che abita nel paese in cui vivo, l'ho chiamato e lui, essendo nelle vicinanze, è arrivato a casa di questa signora di 81 anni nel giro di 30 secondi.
Un cardiologo di un reparto ospedaliero che viene a visitare una signora che ha un problema cardiologico: una casualità incredibile! Potrei dire: "Guardate come funziona la sanità! Uno non fa a tempo a star male che, non solo arriva l'ambulanza del 118, ma addirittura lo specialista della patologia presente in quel momento!".
Esempi se ne possono fare molti, ma, se vengono estrapolati da un contesto generale o da un'indagine oggettiva, rimangono tali.
Quante sono le centinaia di migliaia di contatti del dipartimento di emergenza e accettazione del Piemonte? Quanti sono i ricoverati negli ospedali del Piemonte? O viene fatta un'indagine oggettiva, con criteri oggettivi, e si danno le risultanze complessive dell'indagine, oppure si può solo venire in aula e riportare esempi demagogici.
La Consigliera Manica poneva una questione riguardante la mobilità nel VCO o a Novara e, visto che mi ha tirato per la giacca, perché quella è la mia provincia, ricordo, ad esempio, che a Domodossola l'81% degli ossolani che hanno bisogno di cure si rivolge presso il proprio ospedale.
Non mi sembra, pertanto, che la situazione sia così drammatica evidentemente la collega Manica conosce meno i problemi del VCO del sottoscritto.
Voglio fare, ancora, una considerazione sull'intervento del collega Tapparo, che, come hanno ricordato anche altri colleghi, si è particolarmente distinto e io l'ho apprezzato, ancorché non totalmente condiviso.
Il collega Tapparo sostiene che occorre vedere se questa maggiore spesa è rappresentata solo dai costi o se è dovuta anche ai servizi. Ricordo che un motivo di orgoglio di questo Governo regionale è proprio quello di non aver voluto "tagliare" i servizi (la minoranza sostiene che non è così però dovrebbe dimostrarlo con indagini oggettive!).
Condivido - dicevo - le considerazioni del collega Tapparo, soprattutto rispetto ad un'ipotetica soluzione sulla quale la maggioranza si sta confrontando e rispetto alla quale ci confronteremo anche in Consiglio, per aumentare le cosiddette "entrate", per avere più risorse e garantire e migliorare ulteriormente i servizi sanitari, perché apparteniamo a forze politiche convinte che la sanità non è solo un problema economico, ma è anche un problema di risposte ai bisogni di salute.
Pertanto, la correlazione ticket o addizionale dell'IRPEf, che alcune Regioni stanno facendo, apparterrà anche al dibattito interno a questa maggioranza e a questo Consiglio regionale.
Quindi, queste cose saranno decise. Se sarà deciso - e su questo ci stiamo confrontando: "introduciamo questo piuttosto che quest'altro abbiamo più risorse, quindi aumentiamo i servizi e arriviamo finalmente ad una riforma strutturale della sanità piemontese", personalmente sono favorevole.
Se invece fosse - ma non è certamente il caso di questa Regione amministrata dalla Casa delle Libertà: "mettiamo più tasse, introduciamo questo solo per coprire buchi", saremmo molto più prudenti, per non dire contrari.
Concludo ribadendo la considerazione iniziale: credo che questo Consiglio regionale sia stato un boomerang per l'opposizione. Il Consigliere Tapparo - e lo cito per la seconda volta - faceva il discorso dell'equità sull'Irpef rispetto al ticket, che invece va a toccare tutti questa è una cosa che era di moda più a sinistra.
Io, oggi, ho ancora una convinzione diretta nell'ascoltare il dibattito nel Consiglio regionale e nell'ascoltare, in particolare, gli interventi di alcuni esponenti di sinistra.
Non credo sia una questione di moda; credo sia ormai inequivocabile la considerazione politica che è la sinistra a non essere più di moda. Anche il 7% delle recenti elezioni siciliane, dove veniva coinvolta buona parte di quella Regione e una fetta considerevole di questo Paese, vi devono porre nella condizione di riflettere se questo attacco a tutto e a tutti non giustificato e non sostenuto da criteri oggettivi, sia un modo di fare opposizione che vi convenga.
Per noi potete andare avanti così.
Infine rivolgo un invito al Presidente della Giunta regionale: signor Presidente, sono stati spesi dei soldi pubblici - perché i soldi dei gruppi consiliari sono soldi pubblici - per attaccare lei, l'Assessore D'Ambrosio la Regione come istituzione, e questa maggioranza per quello che hanno fatto nell'ambito della sanità. Presidente, abbia il coraggio di spendere soldi pubblici dei piemontesi come l'opposizione ha fatto fino ad oggi e come lei non ha fatto, e risponda a questi attacchi, rendendo noti alla comunità piemontese i dati che riterrà opportuno per difendere il suo governo, la sua persona e l'istituzione della Regione che rappresenta l'intera comunità piemontese.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie Presidente. Dopo tante riflessioni e giudizi negativi sulla sanità piemontese, fatti ovviamente dai Consiglieri di minoranza, voglio ribadire con forza che la sanità piemontese è una buona sanità, che indubbiamente ha ampi margini di miglioramento, ma che sicuramente le negatività sottolineate, cioè la mala sanità, non sono cose da generalizzare.
Ringrazio i Consiglieri Tapparo e Giordano per i contributi, perch sono stati gli unici due Consiglieri ad aver dato dei contributi, che ho fatto miei, che recepirò e che porterò avanti insieme al Presidente Ghigo.
La nostra sanità, lo ribadisco, a livello nazionale è considerata tra le migliori d'Italia, non solo per le eccellenze, che vanno dai trapianti alla cardiochirurgia, dalla rete oncologica unica in Italia alla funzionalità del 118, dalla microchirurgia ortopedica all'urologia, ma è considerata, a livello nazionale, una buona sanità nella sua globalità.
Questo mi conforta e mi spinge ad impegnarmi sempre di più per far sì che le domande di salute, sempre maggiori, dei cittadini piemontesi possano essere soddisfatte.
Non replico ai singoli Consiglieri, ma debbo comunicare al Consigliere Saitta che il disavanzo del 2000, che verrà quantificato entro fine mese perché avremo anche il ripiano del 2000, sarà saldato; affronteremo il problema del disavanzo del 2000 con un mutuo, come hanno fatto tutte le Regioni d'Italia.
Concluso con una piccola considerazione: debbo dire ai Consiglieri immemori che, ad oggi, tutte le Regioni d'Italia per la sanità hanno acceso dei mutui, e mutui sostanziosi, che vanno dai 2600 miliardi della Lombardia, ai 1800 miliardi dell'Emilia Romagna, ai 1400 miliardi del Veneto. Per cui non c'è da gridare allo scandalo se noi doverosamente accenderemo un mutuo per ripianare il debito del 2000.



PRESIDENTE

Comunico che alle ore 15,30 si terrà una riunione dei Capigruppo mentre alle ore 16,00 è convocata la seduta del Consiglio regionale.
Dichiaro chiusa la seduta straordina ria.
La seduta è tolta.



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