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Dettaglio seduta n.156 del 15/11/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Aggiornamento inizio lavori consiliari


PRESIDENTE

Constatato che in aula non è presente il numero legale, aggiorno i lavori alle ore 10.38.



(La seduta, sospesa alle ore 10.08 riprende alle ore 10.42)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Brigandì, Cantore Casoni, Cavallera, D'Ambrosio, Di Benedetto, Ghigo, Giordano, Pichetto Racchelli, Rossi Giacomo e Vaglio.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Mariangela Cotto


PRESIDENTE

Comunico che, con decreto n. 100 del 14 novembre 2001, il Presidente della Giunta regionale, Ghigo, attribuisce temporaneamente le funzioni di Vicepresidente della Giunta, con delega a sostituirlo nella giornata di giovedì 15 novembre 2001, all'Assessore Mariangela Cotto.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Proseguimento esame disegno di legge n. 252: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'art. 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)"


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame del disegno di legge n. 252, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Per comunicazioni ha chiesto di parlare l'Assessore Leo; ne ha facoltà.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Cari colleghi, non intendo annoiarvi nel ricostruire tutto il percorso.
Voi ricorderete che c'è stato un incontro con i Sindacati presieduto dal collega Riba, voluto dal Presidente Cota, in cui si è concordata una serie di momenti di lavoro. Devo dire, per essere molto sincero, che i momenti di lavoro sono proficui, positivi, ma piuttosto lenti. E a chi pensava che i Consiglieri regionali fossero riflessivi e ponderati, dico che i Sindacati lo sono di più. Comunque, si tratta di incontri positivi poiché si entra molto nel merito del concreto.
Abbiamo già svolto una serie di incontri che hanno comportato una ricognizione di dati e stiamo raggruppando cose di cui già dei colleghi ci avevano fornito in aula alcuni elementi; in sostanza, stiamo collegando e stiamo facendo un quadro con tutte le componenti sindacali e con tutti gli elementi della scuola, cioè stiamo raccogliendo tutti i dati, tutte le spese, per arrivare ad avere una radiografia dettagliata e precisa, che potrà servire anche al Consiglio regionale per i futuri lavori. Potrà servire perché questo lavoro di radiografia comporta uno studio molto intenso, e i Sindacati hanno ritenuto che debba essere messo insieme tutto quello che viene fornito da Comuni, Province, Regioni e Stato, in un quadro unico.
Tempo fa il collega Contu proponeva proprio questo: un quadro unico che ci serva per quel lavoro che il collega Tapparo ha suggerito, ovvero una riforma generale di un testo unico sul diritto allo studio.
Si è convenuto di seguire questa procedura. I lavori sono partiti e non c'è alcuna obiezione a che vadano avanti - lo dico per franchezza - anche perché, come ha già detto qualche collega, persino il Sindacato li ha visti favorevolmente (e questo non solo è giusto, ma è stato acclarato da più parti). Esprimo quindi soddisfazione per il fatto che si sia stabilito un percorso globale che vede ai primi punti il discorso del cosiddetto buono scuola, ma che poi investe l'intero sistema dei confronti.
La prossima riunione si svolgerà mercoledì 21. Ne approfitto per dire non so se al Consiglio questo possa far piacere o meno - che i Sindacati informati di come si sono svolti i lavori (informati da vari colleghi ovviamente, non solo da me, e dai giornali, ecc.), hanno espresso un giudizio molto positivo su come si è concluso il dibattito relativo alle variazioni di bilancio. E devo dire che mi hanno pregato, esprimendosi ufficialmente, di riportarlo in aula. Tra l'altro, anche i Movimenti studenteschi hanno approvato questa variazione di bilancio, con dichiarazioni rese al giornale la Repubblica.
Il prossimo appuntamento, come ho già detto, sarà mercoledì 21. Quindi sinteticamente, devo dire al Presidente Cota, che aveva voluto questo incontro, che gli incontri sono positivi, non ostacolano i lavori del Consiglio, anche per dichiarazione acclarata dei Sindacati; tuttavia, devo confessare che sono molto paludati, molto rituali, molto liturgici, sebbene utili, sicuramente utili e piacevoli.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, dopo l'intervento dell'Assessore Leo mi viene voglia di dire: "Aggiorniamo la seduta". Credo che sarebbe la cosa più opportuna, ma si badi bene - non certo perché - sarebbe ingiusto e offensivo nei confronti dell'aula - qualsiasi ipotesi o accordo maturato in quel tavolo sia impegnativo per questo consesso elettivo.
E' evidente che le Organizzazioni sindacali sono una delle componenti del mondo della scuola, ma non sono rappresentative di tutto il mondo della scuola. Quindi: cautela. Probabilmente, Assessore, lei dovrà aprire anche qualche altro tavolo in questo percorso.
Una componente non meno importante è quella dei genitori; una componente non altrettanto secondaria, anzi, sono gli attori: gli studenti un'altra componente rappresentativa non meno importante sono le Organizzazioni sindacali non confederali. E credo che questo sia il primo elemento.
Assessore, chiedo per un attimo l'attenzione dell'aula, in quanto lei ha stimolato il dibattito parlando di un'alta confusione sotto il cielo perché dalle Organizzazioni sindacali è emerso un dato: la necessità di acquisire dati. Le chiedo conferma di ciò e personalmente credo che possa avere ragione di essere la proposta avanzata da più Consiglieri circa la necessità di arrivare ad un testo coordinato e ad un testo unico in materia di diritto allo studio. Le cito alcuni esempi concreti.
Buono libro: questa materia è normata dall'art. 27 della legge n.
448/98, e penso che sia la Finanziaria, alla quale è seguito il DPCM n.
320/99. Successivamente, è stata normata dalla legge n. 488/99, e successivamente con Regolamento attuativo dal DPCM n. 226/00. Cosa stabiliscono la legge e il decreto attuativo? Che accedono ai buoni libro gli studenti delle scuole medie inferiori e delle scuole medie superiori.
Assessore, la prego di seguirmi con attenzione. Le domande pervenute al Comune di Torino alla data odierna, per l'anno scolastico 2001/2002, sono 9.632.
Le pongo una prima domanda: come si spiega che ad agosto 1999, per l'anno scolastico 1999/2000, le domande erano 5.472? Nel 2000/2001 hanno avuto diritto 5.480 famiglie; nel 2001/2002 hanno avuto diritto 9.632 famiglie.
Siamo in presenza di un incremento delle domande dell'ordine del 40%, e sa perché? Perché qualcuno ha avuto la brillante idea di capire che il sistema informativo non funziona, che c'è un meccanismo perverso per cui l'aver scelto le famiglie come punto di riferimento - io lo vedo come limite di legge ed era chiaro il disegno anche da parte del centrosinistra senza individuare altri referenti in grado di poter assolvere lo stesso compito (che potevano essere direttamente le scuole), ha ingrippato il meccanismo. Questo perché la comunicazione burocratica nelle scuole non passa.
Sa perché si è verificato questo incremento, per cui le domande a giugno erano 6.811 e sono diventate 3.000 in più a settembre? Perché il Comune di Torino ha chiesto alla Regione Piemonte di riaprire i termini, i quali sono stati riaperti dall'1 al 21 settembre, e sono arrivate 3.000 domande.
Arrivo ad una conclusione sulla vicenda dei buoni libro: che almeno 3 o 4 mila famiglie negli anni precedenti non hanno usufruito di un loro diritto. Questa era la prima considerazione.
Seconda considerazione, altro argomento, per dire quanto è alta la confusione sotto il cielo. Nel caso dei buoni libro, accedono tutte le famiglie che hanno un reddito fino a 30 milioni, e naturalmente essendo buoni libro ed essendo gratuiti nelle scuole elementari, accedono solo le scuole medie inferiori e le scuole medie superiori divise tra la prima e secondo, terzo, quarto e quinto anno, perché per gli ultimi anni funziona il comodato d'uso ed è la scuola che li gestisce direttamente. Per gli altri, cioè per la scuola dell'obbligo, è un rimborso alle famiglie.
Borse di studio: altro capitolo. La normativa che regola la borsa di studio è l'art. 1, comma 9, della legge n. 62/00 e il DPCM n. 206/01: accedono alla borsa di studio tre ordini di scuola. Quindi, tutte le famiglie della scuola elementare, della scuola media inferiore e superiore che hanno gli stessi requisiti reddituali delle famiglie che accedono al buono libro. Quindi, si pensa: ma se, a parità di condizioni, sono arrivate 9.632 domande pervenute dalle famiglie che hanno figli nelle scuole medie inferiori e nelle scuole medie superiori, se aggiungiamo le elementari quante devono essere le domande per accedere? Almeno 12/15 mila. E qui arriva la prima sorpresa: sono 6 mila.
Provo a fare un ragionamento che viene in aiuto e giustifica questo grande pasticcio. C'è un'esclusione: quella delle 100 mila lire; cioè non può accedere alla borsa di studio chi non dimostra di superare la cifra di 100 mila lire per una delle voci ammesse, una franchigia stabilita dallo Stato. Però non è motivo di esclusione, se non in questa città, per mille famiglie, che sono quelle a reddito zero (forse su mille ho ecceduto).
Quindi, togliamo da quell'ipotetico 12 mila la cifra di 11 mila e cosa resta? Perché dico questo? Perché solo per la mensa scolastica chi ha un reddito superiore a 5 milioni pro capite - quindi vuol dire un reddito lordo di 15 milioni che significa povertà, magari una persona che lavora part-time, monoreddito e con un figlio - paga al Comune di Torino almeno 400 mila lire all'anno. Quindi, c'è qualcosa che non funziona. Siamo in presenza di un'esclusione di soggetti portatori di diritti, perché qualcosa non ha funzionato. Questo è un fatto di una gravità incredibile.
Ricordo una storia del dopoguerra, per cui alcune famiglie numerose parlo del Meridione, quindi famiglie con sette-otto figli - magari con un solo genitore portatore di risorsa, hanno vissuto in povertà perché avevano un solo reddito, e non sapevano (in Sardegna era molto diffuso questo fenomeno) che esisteva l'ENAULI, ente di assistenza. Per anni queste famiglie hanno vissuto nella misericordia, nel pietismo e nella solidarietà "pelosa", quasi sempre proveniente da certi ambienti e non sempre così attenta. Magari era meglio informare sui diritti e sulle previdenze che lo Stato poneva per quelle situazioni.
Qui siamo in presenza di un diritto negato, il diritto all'informazione, di una gravità inaudita.
Mi sia consentito, Assessore, di suggerirle una cosa: per quanto riguarda questa questione, visto che lo Stato non ha ancora trasferito le risorse, le suggerisco urgentemente di riaprire i termini delle domande, di curare in modo capillare l'informazione, perché qui l'impressione è che il 40% delle famiglie (di questo campione) non sa di essere portatore di un diritto. Quindi, è una questione che pone un problema sociale non irrilevante.
Suggerirei - e lo formalizzerò con una richiesta ufficiale - di studiare con i funzionari i motivi che hanno inceppato il meccanismo. Io ne ho individuati alcuni: sicuramente la sfasatura tra le iscrizioni a diversi ordini di scuola e il tempo in cui arriva la circolare, cioè le famiglie scelgono a febbraio la scuola media inferiore dove iscriveranno il figlio...



PRESIDENTE

Concluda, per cortesia.



CONTU Mario

Questa è la prima sfasatura. E la circolare arriva a febbraio-marzo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, Assessore e colleghi, innanzitutto vorrei segnalare la sempre graziosa attenzione dell'Assessore nei nostri confronti.
Dall'informativa sui 35 miliardi riportata dai giornalisti non traspare l'origine consiliare di quell'ordine del giorno, ma, da una lettura normale del comune lettore, appare come un'iniziativa dell'Assessore o comunque con una forte caratterizzazione dell'Assessore.
Naturalmente, lei adesso ha riconosciuto all'aula questo aspetto, ma il sistema informativo non è stato in grado di renderlo noto.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Posso portarle le cassette delle televisioni private: quando mi fanno parlare lo dico. Se c'è un aspetto che emerge è proprio quello dei riconoscimenti all'aula!



TAPPARO Giancarlo

Se mi porta la cassetta di un video registrato in una stazione televisiva a 3.000 metri, è poco significativa. Volevo comunque ringraziarla il riconoscimento che lei fa a noi; bisognerebbe trovare il modo affinché le cose potessero assumere la normale informazione anche all'esterno. Questa, Presidente Cota, dovrebbe essere una forza del nostro Ufficio Stampa: quella di rendere più efficace l'informazione all'esterno.
Sappiamo come va l'informazione: bisognerebbe predisporre dei moduli, dei semilavorati, perché offrire ciò che avviene in generale non è sufficiente riscontro un problema di resa delle informazioni dell'attività del Consiglio.
Ringrazio l'Assessore anche per il quadro che ci ha fatto del lavoro con il Sindacato: faticoso, ma, dal suo punto di vista, proficuo. Per vorrei ricordare che intanto passano i giorni e gli scenari in cui si colloca la sua iniziativa legislativa devono essere letti sotto una nuova luce.
Il Ministro Moratti indica una riforma - ormai in fase avanzata - della riforma dei cicli. Un giorno o l'altro, dovremo aprire un dibattito sulla parola "riformismo", perché anche la Moratti è una riformista, così come chi manipola le pensioni o l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori. Credo dunque che il termine "riformista" dovrebbe essere abolito, perché crea solo confusioni. Comunque, il Ministro Moratti tende a superare l'ultima riforma, proponendo un modello di scuola dal mio punto di vista preoccupante.
Voi sapete che la riforma dei cicli prevedeva due canali paralleli e comunicanti tra la formazione tecnica e la formazione umanistica (chiamiamola così, anche se il termine non è corretto); solamente al secondo anno delle superiori si faceva la scelta del canale finale di qualificazione.
Ora, Assessore Leo - finisca pure di parlare con Riba e con Cota, io aspetto - lei sa che il Ministro Moratti nel suo modello di riferimento ha praticamente reintrodotto l'avviamento professionale, facendo sì che un ragazzo, all'età più o meno di undici anni, faccia una scelta di percorso scolastico irreversibile per la sua vita: o il canale tecnico-professionale o il canale chiamiamolo umanistico (ma è un termine sintetico).
Presumo che gli avvocati o i medici che sono qui dentro o altre categorie colte o benestanti, difficilmente indicheranno al proprio figlio di undici anni di scegliere il canale professionale. E chi andrà alla fine nel canale professionale di formazione? Mi sembra abbastanza ovvio, perch abbiamo come esempio un modello degli anni '60 che suggeriva l'avviamento professionale per i figli degli operai, dei contadini, delle categorie più umili. Ricorda un po' il modello formativo della rivoluzione industriale quando si diceva che la formazione doveva toccare solo il saper leggere scrivere e fare di conto, e non di più, perché la formazione aveva la funzione di alimentare il sistema formativo; durante la rivoluzione industriale, persone illuminate come Adam Smith ricordavano che la scuola doveva avere questo tipo di funzione.
All'epoca, in Inghilterra, lungo le rive del Tamigi, esistevano molte navi disalberate, che tenevano dentro molti galeotti. I galeotti erano in un numero enorme, superiore al rapporto che c'è oggi negli Stati Uniti tra l'elevato numero di persone in carcere e la popolazione. Quei galeotti finirono in Australia, perché molte di queste navi (alberate, a questo punto) furono mandate in Australia per ripopolarla.
In questo quadro, Assessore - dove noi e lei dicevamo che il canale della formazione professionale era un aspetto per noi importante, dovevamo vederlo anche alla luce di una riforma-quadro, di come poteva compenetrarsi con questa riforma - cambia lo scenario. Io continuo a sostenere che se non abbiamo chiaro il modello formativo a cui questo Stato sta guardando (perché oggi noi facciamo un lavoro specifico e preliminare che non sappiamo in che contesto si colloca), la grave decisione - se sarà approvata dal Parlamento - di reintrodurre sostanzialmente l'avviamento come lo conoscevamo negli anni '60 e che con le riforme (quello era riformismo, quel centrosinistra fece del riformismo) fu abolito evidentemente pone dei problemi.
Nel momento in cui l'Assessore è disponibile ad affrontare - di questo gli devo dare atto - un quadro d'insieme tra il diritto allo studio e quello della formazione professionale, mi pongo l'interrogativo di dove sia l'urgenza oggi: in pratica, non c'è più urgenza di approvare il provvedimento.
Se questo provvedimento non può rientrare in questo quadro d'insieme e di coerenza, mi chiedo che cosa ne venga fuori, anche guardando il livello nazionale.
Sono convinto che anche l'Assessore abbia delle perplessità su un modello così radicale nella separazione della scelta formativa a undici anni, come appare che venga proposto dal Ministro. Mi chiedo se oggi, visto il rapporto di discussione con il Sindacato, questo non possa essere ampliato, prendendo ulteriore tempo. So che i Presidi, soprattutto degli Istituti tecnici professionali, le stanno offrendo degli spazi di ragionamento e di riflessione: mi chiedo se lei stesso, Assessore, non voglia prendere i tempi giusti per affrontare la situazione in un quadro nuovo e diverso.
Non riesco più a capire come si colloca questo aspetto: diventa veramente una piccola finestra in un contesto molto vasto, che io chiamo di restaurazione e che qualcuno potrà chiamare di riforma.
Ed è per capire dove andiamo a finire che la richiesta che pongo formalmente all'Assessore è quella di non prenderci questo tempo in modo ozioso, ma in modo vivo, attento, di approfondimento; non per guadagnare tempo, perché questa legge la possiamo approvare a metà dicembre, ma anche a metà febbraio: in un caso, la affrontiamo in una finestra ristretta fuori da un contesto di trasformazioni, di cui non conosciamo bene gli scenari; nell'altro, potremo, con due mesi in più a disposizione, collocare questa decisione in un contesto più coerente. Purtroppo, dal mio punto di vista, sfavorevole alla visione della formazione e della scuola che ho, ma almeno capirei che è all'interno di un sistema coerente e logico.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Innanzitutto, vorrei esprimere il mio ringraziamento all'Assessore Leo per la sua sensibilità nel riferire all'aula le risultanze del tavolo di confronto che la Regione Piemonte, attraverso l'organismo deputato l'Assessore competente - ha aperto con i Sindacati. Era un tavolo di confronto deciso, di fatto, dopo un dibattito all'interno della Conferenza dei Capigruppo (indipendentemente, quindi, dalla volontà della maggioranza o dell'opposizione).
Dalla comunicazione mi sembra di capire che vi sia un'apertura, e per questo le chiedo, Assessore, di darci - se lo ritiene - nella sua replica un'interpretazione autentica.
Come dicevo, mi sembra di capire che, anche per le forze sindacali (anche se - non mi voglio sottrarre dal fare questa considerazione - il Consiglio regionale non ha bisogno dell'autorizzazione di qualcuno, perch essendo un'assemblea legislativa, è sovrano), considerato che il tavolo di confronto che abbiamo voluto aprire era sincero, e non formale (altrimenti non ci sarebbe stato, in questa settimana e mezza, ciò che è avvenuto: la sospensione del Consiglio convocato e la reintroduzione, ancorch informale, del doppio binario), non vi sono condizioni ostative verso il Consiglio regionale per proseguire, legittimamente e doverosamente, nel percorso di discussione e approvazione di questa legge.
Credo che questo sia un elemento di grande chiarezza, importante, che dà un senso alla sua comunicazione, Assessore e, soprattutto, al dibattito che stiamo svolgendo in aula oggi.
Mi sembra anche di capire che è stato aperto, addirittura, un confronto con altri soggetti indicati e sollecitati da alcuni Gruppi. Tutto ciò penso possa servire, quanto meno, ad avere un maggiore raccordo: non deve essere necessariamente condivisione, ma certamente deve esserci un raccordo per ottemperare a quelle carenze di metodo evidenziate dalla comunità piemontese e dai suoi rappresentanti, percorso aggiuntivo rispetto alle audizioni e consultazioni che sono già state, a suo tempo, effettuate.
Credo che oggi, alla fine del dibattito, il Consiglio regionale si ritroverà a dover fare una scelta che dovrà attuare nei prossimi Consigli.
Mi sembra di capire che, al di là di tutto, non vi sia più quella condizione ostativa cui accennavo prima. Ripeto, il confronto è stato non tanto concesso, ma "condiviso", non solo da questa maggioranza, ma da buona parte del Consiglio regionale, anche da quel gruppo considerevole di Consiglieri che, in un certo senso, hanno fermato il percorso di questo disegno di legge.
Chiudo quindi il mio intervento riprendendo la riflessione che facevo all'inizio. Il dibattito di oggi e la presa d'atto della comunicazione dell'Assessore costituiscono un atto non solo formalmente, ma sostanzialmente importante, che introduce un elemento di grande novità nel percorso di questa legge.
Credo quindi che, dal prossimo Consiglio regionale, quando ci troveremo a discutere del disegno di legge sul buono scuola, finalmente potremo trovarci senza più - consentitemi il termine improprio, ne chiedo scusa anticipatamente - "scusanti" a confrontarci sul merito. Certamente anche senza l'individuazione precisa - perché comunque ormai ci siamo confrontati, e questo era il secondo punto, Assessore - su come ripartire i 35 miliardi che, per sua abilità, nelle more dell'approvazione di questa legge, sono diventati 35 miliardi e 900 milioni. Con un lavoro interessante, che ci ha visto attori, con un confronto di merito importante, c'è stata anche l'approvazione, da parte di questo Consiglio regionale, nella giornata di ieri, del disegno di legge di variazione di bilancio.
Assessore, vorrei fare ancora una riflessione. Mi sembra che non vi siano più motivi per non confrontarci sul merito. Mi sembra che il punto dei 35 miliardi sia stato istituzionalmente e correttamente rimosso e superato, perché nella giornata di ieri è stata approvata una legge, con una votazione che ricordo essere stata molto ampia.
Il punto del confronto con i Sindacati (ancorché non ultimato) è stato condiviso e si trova ad un punto estremamente avanzato. Gli stessi Sindacati hanno detto che il Consiglio regionale può andare avanti e fare il suo lavoro.
Mi sembra, però - non mi rivolgo all'Assessore - che, per questa legge sia ancora depositato un numero considerevole di emendamenti. La maggioranza, signor Presidente, è pronta ad iniziare il percorso legislativo confrontandosi nella realtà, sul campo, nell'articolato confrontandosi "nel" merito e "sul" merito, così come ha dimostrato nei "satelliti" - mi si passi il termine! - del Consiglio regionale (Commissione, forze sindacali, Conferenza dei Capigruppo).
Io non invito il Consigliere Contu a ritirare gli emendamenti, ma intendo invitare l'assemblea tutta, la maggioranza e l'opposizione, a cominciare la discussione dell'articolato, quando avremo finito questo dibattito e ascoltato la replica dell'Assessore Leo o quando sarà possibile, quando deciderà la Conferenza dei Capigruppo, comunque nei prossimi Consigli regionali.
E' tempo ormai, non vi sono più condizioni ostative: siamo qui per affrontare questo punto, come Consiglieri regionali, e dobbiamo confrontarci sul merito. Se questa discussione sull'articolato (ancorch presenti gli emendamenti correttamente e legittimamente presentati dal Consigliere Contu) non si avviasse, vorremmo capire, con una sua comunicazione, signor Presidente del Consiglio regionale, quali sarebbero le motivazioni.



PRESIDENTE

Per parte mia non ci sono ostacoli all'esame dell'articolato. Anzi, ho qui gli articoli e gli emendamenti: basta iniziare la discussione!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Con tutta sincerità, apprezziamo molto il lavoro dell'Assessore Leo, in questo sforzo (pur ribadendo assolutamente l'autonomia del Consiglio) a decidere il contrario di quanto viene concordato da qualsiasi parte.
Mi sembra superfluo, ma non è male ribadirlo: apprezziamo molto questo sforzo non di "trattare" (perché presumo che non ci sia alcuna trattativa e noi saremo contrari ad una trattativa con i Sindacati come con qualsiasi altra realtà più o meno importante e rappresentativa), ma almeno di concordare, capire, acquisire elementi. Penso sia questo l'intento di questi incontri su una materia così importante, che riguarda centinaia di migliaia di studenti, che riguarda quindi milioni di persone che abitano nella nostra regione.
Riteniamo molto importante e apprezzabile lo sforzo e l'impegno dell'Assessore Leo su questo argomento, ma diventa altresì difficile (il Consiglio è sovrano, non c'è alcuna trattativa, si può assolutamente decidere il contrario di quanto viene concordato in qualsiasi incontro) e singolare entrare nel merito. Bisogna informare le Associazioni con le quali si sta ragionando su un percorso, su alcuni elementi; il Consiglio decide come meglio ritiene, ma non si riesce a capire di cosa si parla con le Organizzazioni sindacali, così come se fosse Confindustria o qualsiasi altra realtà.
Abbiamo sollecitato la presenza del Ministro Moratti perché, anche se il Consiglio è autonomo, penso non sia superfluo capire quali sono le intenzioni del Ministro della Pubblica Istruzione relativamente alla legge n. 62 o quali le modifiche - legittime - che riterrà opportuno apportare e se noi le condividiamo.
Abbiamo un dialogo aperto con realtà importanti come le Organizzazioni sindacali, ma è anche importante un parere, una decisione, cosa dirà il Ministro Moratti nel merito; capire se dopo gli incontri con le Organizzazioni sindacali, l'Assessore, la maggioranza, ritengono di mantenere assolutamente così com'è il disegno di legge, oppure se apportarvi delle modifiche. Modifiche che noi potremo condividere o meno perché così come credo nell'autonomia delle Organizzazioni sindacali, credo anche nell'autonomia dei Gruppi consiliari: rivendico entrambe le autonomie.
Una volta deciso questo disegno di legge, non convengo con quanto diceva il Consigliere Contu rispetto al numero delle domande pervenute, ma penso di sfondare una porta aperta, nel senso di trovare l'assoluta condivisione dell'Assessore Leo, sul numero di domande pervenute rispetto alla legge n.
62. Una non sufficiente informazione ha portato ad un numero inferiore di domande.
Faccio un esempio. Una Regione ha promosso una seria e importante campagna di informazione, utilizzando anche un personaggio molto noto, che ha portato un numero elevatissimo di domande. Una richiesta che avanzeremo quando sarà il momento opportuno e che adesso anticipo è che, una volta decisa la legge, sarà evidente, importante e fondamentale dare la maggiore informazione possibile, non solo attraverso i canali burocratici della struttura scolastica. Far conoscere al maggiore numero di famiglie, con una campagna di informazione, che esiste una legge regionale che garantisce può dare, concorre a riconoscere una parte di quelle che sono...



(Alle ore 11.28 il Consigliere Bruno Mellano e Silvia Manzi entrano in aula accolti dagli applausi del Presidente Cota e di tutti i presenti)



PRESIDENTE

Colleghi, se siete d'accordo, interrompiamo la discussione.



PLACIDO Roberto

Devo confessare che mai interruzione mi ha fatto piacere come questa.



(La seduta, sospesa alle ore 11.28, nel corso della quale i presenti si apprestano a stringere la mano al Consigliere Bruno Mellano e a Silvia Manzi, riprende alle ore 11.31)


Argomento: Questioni internazionali

Saluto del Presidente del Consiglio regionale al Consigliere Bruno Mellano. Ringraziamento e rievocazione da parte del Consigliere Bruno Mellano della vicenda che lo ha coinvolto, con altri esponenti del Partito Radicale, a Vientiane, capitale del Laos


PRESIDENTE

Così come informalmente e in via non ufficiale è scoppiato l'applauso per il Consigliere Bruno Mellano appena è entrato in aula, così, anche ufficialmente, durante la seduta dell'assemblea regionale, vorrei dare, a nome di tutti voi, il bentornato a Bruno Mellano e il benvenuto a Silvia Manzi che sono stati coinvolti nei fatti che tutti conosciamo.
La vicenda si è conclusa bene, sono ritornati tutti quanti sani e salvi.
Nel periodo in cui Bruno Mellano, Silvia Manzi e gli altri esponenti del Partito Radicale, sono stati detenuti nelle carceri del Laos c'è stata una grande mobilitazione sul punto. Una mobilitazione particolare da parte del Consiglio regionale - questo aspetto lo vorrei sottolineare - un momento molto alto, nel quale si sono completamente abbandonati gli schieramenti politici e si è, tutti insieme, lottato insieme a loro, preso una posizione insieme a loro, per dei valori alti, che sono i valori della libertà e della democrazia. Quei valori che Bruno Mellano aveva così tanto presenti e così tanto a cuore, da rischiare la propria vita e la propria libertà per poterli manifestare e affermare.
Ringrazio tutti, perché, con la nostra mobilitazione, abbiamo dato un bel segnale non solo a Bruno Mellano, ma anche a tutti i cittadini della nostra regione.
Non ritengo sia il caso di dire altro, tranne che siamo felici per il ritorno del Consigliere Mellano.
Prego, Consigliere Mellano, ha la parola.



MELLANO Bruno

Non è senza emozioni che sono qui oggi. Mi sono preso un po' di giorni necessari per ripulirmi e fare le necessarie visite sanitarie. Anche Silvia ha cercato di monitorare la sua situazione fisica, anche se le cose più pesanti sono state dal punto di vista psicologico e dell'umore.
Quello che volevo dire oggi ritornando in mezzo a voi, è che avevo, in qualche modo, la certezza e la consapevolezza del Partito Radicale, degli amici e dei compagni radicali, ma contavo anche sulla mobilitazione e sull'intervento tempestivo e forte del Consiglio regionale. Lo contavo nella speranza che il mio gesto fosse capito, nel senso che nessuno credo abbia frainteso le motivazioni e lo spirito con cui siamo andati in quella regione.
Da anni c'era una mobilitazione che non riusciva ad emergere rispetto al caso Laos, rispetto al caso dei cinque studenti che avevano organizzato il 26 ottobre 1999 una manifestazione non violenta e democratica e da lì erano spariti.
Il Parlamento europeo era stato investito più volte, ma non si era riusciti ad accendere i riflettori sulla situazione. Noi, forse in modo un po' "donchisciottesco", abbiamo deciso di ripetere quell'iniziativa che si configurava come una delle tante che noi, tutti militanti democratici abbiamo sempre fatto, cioè esporre un cartello e distribuire alcuni volantini.
Immaginavamo che il gesto potesse essere di qualche rischio, avevamo messo in considerazione alcuni giorni di carcere e un'immediata espulsione.
I fatti, invece, hanno avuto un altro sviluppo e potevano averne uno anche peggiore.
Nei giorni scorsi al Parlamento europeo il nostro avvocato l'eurodeputato socialista francese Francois Zimeray, che è venuto nel Laos conoscendo bene il territorio e la legge, ha fatto un intervento molto importante e molto forte rispetto al Governo laotiano e alla magistratura.
L'avvocato ci ha confessato che il rischio era quello di essere "buttati" e dimenticati in carcere, senza che le pressioni internazionali avessero possibilità di incidere. Obiettivamente, forse, qualcosa in più del lecito lo abbiamo rischiato.
Alla domanda, che dal giorno del rientro in Italia tutti mi fanno, cioè se è servito il nostro gesto, penso di potere dare atto a voi e a quest'aula che è servito tutto. E' servito per accendere i riflettori su una situazione che abbiamo visto più drammatica di quello che pensavamo. Il Governo italiano, il Sottosegretario Margherita Boniver, ha potuto raccogliere l'impegno del Governo laotiano a processare i cinque studenti laotiani spariti da due anni nelle carceri; abbiamo potuto raccogliere una serie di dati, di informazioni, soprattutto nei primi tre giorni in cui eravamo in carcere con altri detenuti, che serviranno a fare un rapporto che neanche Amnesty International ha, perché, purtroppo, non è permesso a quella organizzazione di entrare, con i suoi osservatori, nel Paese. Si è costruito un rapporto, un dossier che ci servirà per continuare la battaglia ed è quello che, in questo momento, il Parlamento europeo sta facendo.
Per la prima volta il Parlamento europeo sta decidendo l'istituzione di una Commissione mista per verificare gli accordi di cooperazione.
Negli ultimi anni la Comunità europea ha erogato 126 milioni di Euro al Laos su accordi di cooperazione che prevedono il rispetto dei diritti umani e civili, ma nella pratica non si è mai verificato cosa succede.
Sicuramente la nostra iniziativa è servita a questo; in questo momento si sta votando l'istituzione di una Commissione mista di inchiesta e successivamente si verificherà la vita dei detenuti in cinquecento carceri (tante sono le carceri nel Paese).
Il carcere in cui noi eravamo detenuti era sicuramente il migliore; un carcere per i detenuti internazionali dove c'erano anche notabili, un senatore thailandese, detenuti molto particolari, quindi trattati, in qualche modo, con i guanti.
E' stata convocata un conferenza stampa, per cui dopo potrò precisare i dettagli.
Devo dare atto che la vostra attenzione, il vostro impegno, la vostra adesione, anche con i digiuni, quindi utilizzando uno strumento non violento, particolare, non comune alla lotta politica in Italia, sono stati per noi una risorsa. Le poche informazioni che avevamo, non ci davano atto di cosa stava succedendo, per cui, nel primo colloquio con l'Ambasciatore Starace, ho avuto la reazione di dire: "Mandi dalle notizie al Presidente Ghigo, almeno saprà che siamo qui e che occorre attivarsi". So che questa notizia, nella mente un po' cervellotica del mio Capogruppo, ha prodotto degli sconvolgimenti, perché ha comunicato a pensare a Moro nelle carceri delle Brigate Rosse e "che cosa vuol dire Mellano che manda un saluto a Ghigo dal carcere?". Questo era un modo per rendere quella vicenda, non una vicenda personale o di un gruppo di militanti un po' particolari come i radicali, ma per investire, come secondo me era giusto, le istituzioni di una questione come quella della democrazia e della libertà.
Rinnovo i miei ringraziamenti a tutti. Ho già avuto occasione di ringraziare a Roma sia il Presidente Cota che il Presidente Ghigo. L'unica speranza che avevamo in quelle giornate vuote e di isolamento, quando sopraggiungeva lo scoramento e l'angoscia, era la fiducia di essere dalla parte giusta. Anche se non avevamo notizie, sapevamo che eravate vicini a noi e pensavamo: "Chissà cosa sta facendo l'Assessore Leo".
Come ho promesso a mia mamma, non credo che a breve rifarò esperienze di questo tipo. Tuttavia, vi garantisco che questa esperienza mi ha avvalorato nell'esigenza che se hanno valore le nostre dichiarazioni sui diritti e sui principi generali, dobbiamo davvero essere militanti, tutti i giorni, ciascuno a modo suo e ciascuno con le proprie convinzioni, della democrazia e della libertà, per fornire di contenuti e di concretezza le dichiarazioni generali e le dichiarazioni di principio.
Ci sono tante persone, in particolare come quelle che abbiamo lasciato in carcere, che attendono fiduciose che la loro situazione venga chiarita e di non rimanere a marcire ventidue anni in carcere, senza nemmeno aver avuto un processo, come uno dei detenuti che abbiamo incontrato.
Scusate la confusione, che non è del tutto svanita, tra fusi orari e vari sballottamenti in questi ultimi giorni. Grazie.



(Applausi da parte di tutti i presenti)



PRESIDENTE

Colleghi, se siete d'accordo possiamo ritenere chiuso il dibattito sulle comunicazioni dell'Assessore Leo e chiudere qui la seduta per dare modo a tutti di partecipare alla conferenza stampa del Consigliere Bruno Mellano.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 11.45)



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