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Dettaglio seduta n.154 del 14/11/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Botta Marco Bussola, Casoni, Chiezzi, Ghigo, Godio, Leo e Pichetto.


Argomento: Rapporti Regioni - Enti pubblici nazionali

Interrogazione n. 883 del Consigliere Tomatis inerente a "Chiusura uffici ENEL di Mondovì-Savigliano-Alba"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 883 presentata dal Consigliere Tomatis.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Sulla base degli elementi chiarificatori forniti dall'ENEL, è emerso che il programma di riassetto della Società, discusso con le Organizzazioni sindacali, è teso a razionalizzare la presenza degli uffici sul territorio attraverso il reimpiego dei lavoratori in un ambiente tecnologicamente avanzato.
Il progetto, senza incidere negativamente sull'occupazione, mira a completare, entro i primi mesi del 2002, una nuova rete commerciale, il cui obiettivo principale è quello di consentire agli utenti di avvalersi delle nuove tecnologie di comunicazione, offrendo loro la possibilità di contattare da casa gli operatori 24 ore su 24, per 7 giorni alla settimana anziché recarsi agli sportelli secondo orari prestabiliti.
Il riassetto riguarda la rete commerciale e non gli aspetti tecnico operativi del servizio. Conseguentemente, non vi saranno ricadute negative sulle capacità di intervento dei tecnici e sull'attuale livello di presidio del territorio.
Secondo quanto indicato nella relazione ENEL, la nuova rete commerciale prevede l'attivazione: 1) del "Contact Center", multicanale nazionale virtuale (questa è la definizione), articolato su 25 siti, operante 24 ore su 24, per 7 giorni alla settimana, che si occuperà della gestione della clientela "consumer" (utenti domestici) e della clientela "affari minori" (piccole imprese). Il "Contact Center" occuperà 2.500 persone, già operanti nella struttura commerciale ENEL Distribuzione 2) del Portale Internet di ENEL Distribuzione, che consentirà di effettuare "on-line" tutte le operazioni commerciali correnti, compresi i pagamenti a mezzo carta di credito 3) di una rete di "Account Manager", che si occuperanno della gestione della clientela "business", che richiede, per le specificità delle sue esigenze, un rapporto personalizzato 4) di un adeguato numero di Punti ENEL, ubicati nei capoluoghi di provincia e in alcune località di interesse strategico per l'ENEL, che seguiranno tutte le pratiche che richiedono necessariamente la presenza del cliente.
Questi Punti ENEL disporranno di "corner" di accompagnamento dei clienti per facilitarli all'uso del canale telefonico e alla navigazione nel Portale Internet sopraccitato 5) infine, per i clienti che preferiscono il contatto diretto con gli operatori, è prevista una rete di "Punti QUIENEL", presso i quali la clientela domestica potrà effettuare le più ricorrenti operazioni commerciali. Attualmente, sono già operativi "Punti QUIENEL" in Savigliano Alba, Fossano, Bra, Saluzzo, Cuneo e molti altri (alcune migliaia in Italia) saranno progressivamente attivati in Italia.
In sostanza, da quanto dichiara l'ENEL - noi riportiamo quello che viene dichiarato - la rete tecnica sul territorio dovrebbe rimanere tale e quale o comunque essere riorganizzata anche in funzione del telecomando che adesso è possibile anche nelle reti a media tensione (questo, nel caso di guasti, può diminuire il tempo delle interruzioni).
Per quanto riguarda la rete commerciale, è prevista una presenza nei capoluoghi di provincia ed anche in alcune località strategiche.
Vi è poi tutta la partita del "Contact Center" e della rete Internet in più, mi sembra che si vogliano avviare sulla rete la concessione dei Punti ENEL, quindi praticamente dei negozi - se così li vogliamo definire come ha già fatto il servizio telefonico anni fa (Telecom o Tim).
Posso concludere - se mi è consentito - con una battuta un "filino" ironica: probabilmente, bisogna chiedere all'ENEL un corso di inglese per tutti gli utenti, perché molte comunicazioni richiamano modalità operative derivate dalla tecnologia Internet e questo può creare qualche problema.
Tuttavia, mi sembra che, anche da verifiche effettuate, il servizio soprattutto dal punto di vista tecnico, sia assicurato. Inoltre, è preannunciata la sostituzione di tutti i contatori - lo hanno dichiarato in un incontro recente - di energia elettrica di tutti gli utenti nazionali questi saranno tali da poter direttamente rilevare, attraverso il sistema delle cabine di trasformazione che si collegano anche con reti satellitari la lettura, e quindi non si disturberà più il cliente andando a casa sua con tutte le conseguenze del caso. Infatti, a volte si verificano accessi da parte di malintenzionati; inoltre, poiché la lettura dei contatori avviene una sola volta all'anno, talvolta la bolletta prevede acconti troppo pesanti. Invece, con tale sistema di telelettura, si potrà avere una fatturazione immediata e diretta dell'effettivo consumo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tomatis.



TOMATIS Vincenzo

Grazie, Assessore. La sua è una risposta tecnica, e credo che sia una risposta data più dall'ENEL che dall'Assessore.
Il problema, al di là della rilevazione dei dati sui contatori, emerge nel momento in cui il cliente deve fare un contratto con l'ENEL.
Ho avuto in questi giorni l'opportunità di attivare una procedura di questo tipo e pertanto mi metto un po' nei panni delle persone che non sono abituate ad usare il telefono: ad esempio, gli anziani che abitano in montagna a volte si trovano in difficoltà. Quindi, nel momento in cui una persona cerca di attivare un nuovo contratto, si ritrova una serie di interrogativi posti dall'interlocutore telefonico che, sicuramente, mettono in difficoltà l'utente.
Ma non solo. E' successo al sottoscritto: dopo una serie di interrogativi posti dal funzionario ENEL, cade la linea telefonica; quando riprende la comunicazione, guarda caso, dall'altra parte c'è un altro interlocutore, per cui deve essere riproposto tutto l'interrogativo dall'inizio.
Queste modalità, pur essendo migliori sotto l'aspetto tecnologico, a mio avviso rappresentano un disservizio per l'utenza. Pertanto, suggerirei all'Assessore di proporre questa indicazione all'ENEL nel caso in cui non si fossero posti il problema, perché, in effetti, teoricamente tutto è fattibile, ma quando poi si passa al concreto cominciano a nascere problemi che potrebbero diventare, in seguito, insormontabili per alcune tipologie di persone.
Mi ritengo, dunque, soddisfatto per quanto riguarda la risposta dell'Assessore, ma chiederei, se è possibile, un chiarimento in tal senso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una breve replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Volevo, appunto, sottolineare l'importanza dell'attivazione dei negozi "Punti QUIENEL" dati a terzi, perché ovviamente in questo modo ci sarebbe un interlocutore qualificato che, attraverso il sistema informatico, quindi Internet, consentirà al cliente, magari anziano o in difficoltà, di risolvere il problema.
Ritengo, quindi, che i negozi "Punti QUIENEL" possano essere diffusi sul territorio magari contestualmente ad altre attività commerciali.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 632 del Consigliere Tapparo inerente a "Sito ex AGIP. Quale destinazione?"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 632, presentata dal Consigliere Tapparo, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Al fine di rispondere all'atto consiliare del Consigliere regionale Giancarlo Tapparo inerente a "Sito ex AGIP. Quale destinazione?", sono state assunte delle informazioni presso il Comune di Chivasso e presso la Provincia di Torino, in quanto non risultano agli atti di questo Assessorato pratiche aperte relative alla problematica.
Il Comune di Chivasso ha così riferito che in data 25 settembre 2000 con deliberazione n. 59, è stato approvato il Piano Esecutivo Convenzionato (PEC) dell'area industriale esistente denominata DE 20 del vigente Piano Regolatore Generale Comunale (area definita comunemente ex AGIP). Negli atti tecnici allegati al PEC, cioè nella convenzione e nella relazione illustrativa, è stato ribadito che non sarà possibile ripristinare attività analoga alla pre-esistente né destinare l'area ad attività inquinanti o comunque inficianti per il contesto urbano e territoriale. Inoltre, si dovrà intervenire con sistemi e costruzioni rispettose di un corretto impatto ambientale. Si è inoltre aggiunto di non destinare l'area per inceneritori, termovalorizzatori ed impianti similari.
In merito alla preoccupazione circa l'esondabilità dell'area, viene precisato che essa risulta inserita in Classe II della Circolare del Presidente della Giunta regionale dell'8 maggio 1996, n. 7/LAP, e che nelle alluvioni verificatesi, non è mai stata esondata.
Relativamente al Piano Territoriale Operativo dell'area del Po, l'area è definita 170 U.3, in cui sono consentiti gli interventi autorizzati con l'approvazione del PEC.
Infine, la società proponente il PEC è la Società Immobiliare Chivasso S.p.A. con sede in Bergamo.
Per quanto riguarda la Provincia di Torino, è da precisare che presso l'Assessorato competente non è pervenuta alcuna domanda per la realizzazione di un impianto di smaltimento o di recupero rifiuti presso la suddetta area.
Queste sono le informazioni raccolte per rispondere all'interrogazione del collega Tapparo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore per le informazioni che, come egli stesso ha evidenziato, sono di provenienza diretta dall'Amministrazione comunale di Chivasso.
Ci troviamo dinnanzi ad un altro aspetto dell'insufficienza di governo territoriale della Regione.
Attorno a quest'area importante e, tra l'altro, anche strategica dal punto di vista della collocazione per la città di Chivasso, nel corso degli anni si sono sviluppate - non voglio dire voci - molte spinte e molti orientamenti. Ci sono state, ovviamente, delle pressioni, non ultima questo mio atto ispettivo, che, a suo tempo - è di marzo, Assessore, questa mia interrogazione - ha costituito un elemento di attenzione al problema, per evitare che su quell'area si potessero sviluppare interessi non consoni alla possibilità e alle potenzialità che l'area stessa possiede.
Si tratta di un'area di fascia fluviale. Mi sarebbe piaciuto sentire come viene inserita attraverso il governo regionale, e non aspettare che fosse l'Amministrazione comunale di Chivasso a dire che non era stata esondata nelle ultime alluvioni, perché, come lei ci ha insegnato, anche se forse era ormai di competenza dell'Assessore Ferrero, in un'importante occasione di lavoro in Commissione della scorsa settimana si è lavorato su che cosa significhi fascia a), fascia b) e fascia c), e i caratteri dei territori che insistono in questi punti.
Ora, sarebbe opportuno sapere, e mi sembrava utile nella sua risposta come dai nostri uffici leggiamo, come dagli uffici che la Regione governa il territorio (soprattutto là dove ci sono problemi idrogeologici, ecc.) come classifica, come pone e che limitazioni di potenzialità dà.
Non avendo espresso nulla in questo senso, dobbiamo presumere, quindi che su quel terreno, che è palesemente e fisicamente di fascia fluviale non ci siano alcune limitazioni.
La vicenda si era sviluppata perché l'orientamento prevalente anche di amministrazioni precedenti era quello di considerarla un'area verde un'area che potesse rappresentare una polmonatura verde per la città di Chivasso. Far insistere un progetto di sviluppo industriale in quell'area pare squilibrato. Ma - è qui l'interrogativo che pongo - rispetto alla politica che abbiamo di rilocalizzazione di industrie che sono poste in situazioni critiche, in questo caso, Assessore, la sua parola oggi dà certezza di nessun problema per questa localizzazione che si andrebbe a determinare a Chivasso, o potrebbero esserci domani delle situazioni critiche per le quali occorrerà fare forti interventi di difesa idrogeologica, spondale, ecc., per salvare poi le industrie che si vanno a localizzare in questo PEC? Il senso del mio interrogativo è capire come si governano tali processi.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Siccome persiste un brusìo che mi sembra più adatto al corridoio o al bar più che all'aula, dato che il medesimo è aperto, la parte che non ritiene di dedicarsi al Consiglio può utilizzare le sedi più proprie.
Mi scuso per l'interruzione, Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

La ringrazio, Presidente. Il dialogo era a due, ma anche in Parlamento avviene così. Quando si risponde ad interrogazioni o interpellanze in Camera dei Deputati o al Senato, ci sono sedute in cui si vede il Sottosegretario e il Ministro da una parte con l'interrogante o l'interpellante, con i restanti banchi, 630 posti in un caso e 315 in un altro, completamente vuoti.
E' meglio il vuoto che il brusìo! Cerchiamo di convivere, non mi scandalizza la cosa.



PRESIDENTE

Si dovrebbero prendere come esempio le parti buone del Parlamento senza imitarle proprio tutte!



TAPPARO Giancarlo

Certamente.
Concludo, Assessore Cavallera. La considero una persona valida per la nostra comunità, però, come le dico sempre, le manca un po' di "pepe" di guida politica.
Questi sono aspetti che non dovrebbero necessitare la sollecitazione di un'interrogazione, perché il governo regionale dovrebbe dare indirizzi per evitare di rincorrere tali situazioni.
Temo che, fra sette anni, avverrà, per un evento eccezionale - come lei ha detto e ci insegna ad essere pronti - un'esondazione in quell'area ritrovandoci con mille problemi: rimborsi, riconoscimenti, ecc., e le difese spondali da fare.
Per questo motivo, pongo un interrogativo: quella zona - le sue parole hanno validità in questo momento - è sicura o in futuro ci troveremo in una situazione critica? Se fosse così, è chiaro che il suo governo dovrebbe caratterizzarsi e intervenire su questo tipo di scelta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una precisazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Volevo precisare che l'Amministrazione comunale aveva fornito tempestivamente tutte le risposte. Poi, conosciamo il meccanismo della "compattazione" di queste risposte e della resa in aula.
Per quanto riguarda il merito, abbiamo messo in piedi un sistema che classifica, da parte dei Comuni, le aree secondo determinate regole (Autorità di bacino e la famosa circolare n. 7-LAP sulle modalità operative). Qui, vi è una classificazione di seconda classe che, salvo determinate modalità, quindi difesa, però a carico di chi interviene e non a carico della comunità, consente l'utilizzo del sito. Vi è, poi, una procedura di approvazione dei Piani Regolatori e delle loro Varianti.
Quindi, se tutto funziona, dovrebbe garantire l'utilizzo di quest'area salvo le prescrizioni contenute nelle norme attuative del Piano. Si pu sempre verificare in corso d'opera e successivamente le caratteristiche di quest'area; però, ribadisco, che come Regione e come Giunta regionale comunque le regole per l'utilizzo del territorio le abbiamo emanate per tempo con il Piano dell'assetto idrogeologico e con le disposizioni regionali che vanno sotto il nome di circolare n. 7-LAP. Ovviamente, c'è un sistema di responsabilità condivisa e diffusa.
Noi possiamo, comunque, verificare. La cosa potrebbe essere affidata al nostro Servizio Geologico per una verifica sullo stato attuale della situazione, ma, da come risulta agli atti, sembrerebbe un processo regolare di valutazione del territorio e di conseguente classificazione, quindi, con determinate regole, questo territorio può essere utilizzato. Naturalmente ciò non toglie che si possa fare una verifica ulteriore, il cui esito possa tranquillizzare il Consigliere Tapparo.



PRESIDENTE

La parola ancora al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Grazie, Assessore. Mi dichiaro parzialmente soddisfatto della risposta.
Le chiedo, se è possibile - altrimenti mi attiverò attraverso la funzione ispettiva - una verifica puntuale. Siccome è un'area molto importante chiedo che venga fatta una verifica puntuale basata non solo su criteri generali di classificazione.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 247 del Consigliere Moriconi inerente a "Inceneritore LIRI - Pont Canavese"; interrogazione n. 260 del Consigliere Moriconi inerente a "Ecorecuperi Servizi Industriali di San Benigno Canavese"


PRESIDENTE

Volevo chiedere al Consigliere Moriconi di unificare le interrogazioni n. 247 e n. 260 non per una riduzione dei tempi, ma solo perché mi sembrano contigue.



(Il Consigliere Moriconi condivide l'unificazione delle due interrogazioni)



PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera risponde pertanto congiuntamente alle interrogazioni n. 247 e n. 260.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Con riferimento all'interrogazione n. 247, si rileva quanto segue: 1) in ordine al punto 1) dell'interrogazione, ovvero alla previsione di limiti alla qualità e quantità di rifiuti da incenerire, l'impianto di incenerimento con recupero energetico della ditta in questione è stato approvato e ne è stata autorizzata la realizzazione e l'esercizio mediante DGR n. 5-2303 del 20 febbraio 2001. In detto provvedimento, si precisa che i rifiuti da incenerire devono essere esclusivamente quelli prodotti nel ciclo di lavorazione dello stabilimento di Pont Canavese (polverino di levigatura dei pannelli di laminato, rifili di squadratura, scarti vari di produzione legati al controllo di qualità) e l'autorizzazione all'esercizio è limitata ad una quantità annua pari a 1.650 tonnellate.
2) Per quanto attiene la previsione di recupero energetico ed in quali forme lo stesso verrebbe effettuato (punto 2) dell'interrogazione), si prevede un recupero termico ad alta entalpia sotto forma di vapore per produrre olio diatermico per utilizzi tecnologici dello stabilimento, un primo recupero a bassa entalpia (sotto forma di aria calda) per riscaldare l'aria di combustione; un secondo recupero termico a bassa entalpia (sotto forma di aria calda) per il riscaldamento ambientale del capannone adiacente (d'estate l'aria calda è convogliata verso l'esterno).
3) Circa le metodologie di smaltimento precedentemente utilizzate dalla ditta (punto 3) dell'interrogazione), si rimanda alla nota inviata dalla Provincia di Torino, prot. n. 250482 del 28 novembre 2000 e quella dell'ARPA, prot. n. 14824 dell'11 dicembre 2000 (Allegati 1 e 2).
Si ritiene opportuno allegare le suddette documentazioni in quanto il loro contenuto risulta complessivamente interessante anche perché, dalla loro lettura, emerge una situazione alquanto articolata, dovuta anche alla complessità della normativa in materia.
In sintesi, emerge che il polverino prodotto nello stabilimento LIRI di Pont Canavese è stato combusto ai fini energetici, sino all'ottobre 1998 nella centrale termica alimentata a olio BTZ in uso presso la ditta.
Successivamente, il rifiuto è stato conferito a ditte autorizzate ai fini dello smaltimento e/o recupero dei rifiuti. Dall'ottobre 1999 lo stesso è stato smaltito presso l'inceneritore ubicato presso la sede LIRI di Nichelino.
Al riguardo la Provincia rileva che la ditta è stata autorizzata, con DGP n. 47-89650/97 del 29 maggio 1997, avente durata di cinque anni, al trattamento mediante termodistruzione di rifiuti provenienti dalla propria attività, ed altresì che, con determinazione dirigenziale n. 202 163147/1999 del 7 ottobre 1999, la ditta stessa è stata autorizzata provvisoriamente, per sei mesi, ad incenerire nello stabilimento di Nichelino anche i rifiuti prodotti a Pont Canavese. In seguito, la Provincia ha prorogato tale autorizzazione in attesa della conclusione dell'iter autorizzativo relativo all'impianto di incenerimento di Pont (la det.dir. n. 47-206081 del 5 ottobre 2000 ha autorizzato l'incenerimento a Nichelino dei rifiuti provenienti da Pont fino al 30 aprile 2001).
La Provincia aggiunge ancora, nella nota citata, che la LIRI era stata autorizzata al deposito preliminare di polverino e sfridi di laminazione presso lo stabilimento di Pont e che la società aveva chiesto questa autorizzazione al fine di poter stoccare il polverino destinato a Nichelino per tempi superiori a quelli stabiliti per il "deposito temporaneo" dall'art. 6 del D.lgs. n. 22/97 e s.m.i. Tale autorizzazione era per subordinata all'esecuzione di una tettoia di copertura di stoccaggio (al riguardo, la Provincia scrive che la stessa non risultava essere stata realizzata). Pertanto, conclude la Provincia, in base alle sue autorizzazioni la LIRI ha smaltito il polverino dal 1999 nell'impianto di Nichelino, stoccando il medesimo e gli altri rifiuti nello stabilimento di Pont in regime di deposito temporaneo.
4) In ordine alla formazione di diossina, ancor prima che un impianto di incenerimento venga costruito ed alla verifica della provenienza della diossina presente, ancorché in quantità minima, nonché all'opportunità di procedere alla bonifica del sito, prima di concedere nuove autorizzazioni (punti 4) e 5) dell'interrogazione), l'ARPA, nella nota citata al punto 3) informa di aver attivato, nell'ambito dell'istruttoria VIA, inerente il progetto di realizzazione dell'impianto in esame, un'indagine sui suoli circostanti la ditta (prima campagna di rilevazione: agosto/novembre 1999 seconda campagna di rilevazione: agosto/settembre 2000) e ciò in ragione della pregressa attività di combustione del polverino effettuata dalla ditta fino all'ottobre 1998. La ricerca degli inquinanti è stata effettuata in relazione alla composizione del polverino e delle polveri in emissione dai camini della ditta.
Tale monitoraggio aveva il duplice scopo di descrivere lo stato degli effetti che potevano essersi determinati nel tempo dalla combustione di questi rifiuti (ante progetto di termoutilizzazione) e stabilire dei punti efficaci di monitoraggio su cui valutare l'impatto del nuovo impianto qualora fosse stato realizzato.
Continua la nota dell'ARPA rilevando che gli inquinanti, ed in particolare i metalli pesanti ricercati nei suoli, sono serviti per stabilire una mappatura delle aree di massima ricaduta. Sui campioni, dove l'effetto dell'accumulo dei metalli è stato ritenuto significativo, si è proceduto alla ricerca dei microinquinanti, come gli idrocarburi policiclici aromatici e i policlorobifenili. Dai risultati di questa analisi, ed in particolare per i costituenti organici clorurati (PCB), sono stati stabiliti punti sui quali effettuare la ricerca successiva dei policlorodibenzofurani e delle policlorodibenzodiossine (PCDF e PCDD).
In nessuno dei punti di prelievo campionati, conclude la nota dell'ARPA, sono state rilevate concentrazioni di diossine (sommatoria PCDD PCDF) in valori eccedenti i limiti del DM n. 471/99 (che riguarda la bonifica dei siti inquinati).
E' da notare che agli atti esiste inoltre una documentazione inviata dall'ARPA di Grugliasco, in data 29 novembre 2000, relativa al citato monitoraggio dei suoli di Pont e dei Comuni limitrofi, le cui conclusioni sono allegate alla presente nota (Allegato 3), che consegnerò al collega Moriconi.
Al riguardo, si richiamano, ad esempio, le considerazioni espresse in merito alla presenza di PCB ed in particolare il fatto che i livelli di concentrazione di questo componente sono paragonabili a quanto rilevato in precedenza in aree urbane, nelle quali non sono presenti attività di tipo industriale e, come tale, da ritenersi una contaminazione di tipo ubiquitario. Si riporta, infine, l'ultima osservazione in cui l'ARPA rileva che la valutazione di questi dati pone ulteriori problematiche sullo stato di contaminazione dei suoli, relativamente alla completa conoscenza delle contaminazioni di fondo presenti in area a diversa destinazione urbanistica nell'ambito della Regione Piemonte.
Si sottolinea la significatività delle suddette conclusioni (tant'è vero che sono state riportate nella deliberazione di approvazione/autorizzazione) anche perché si collegano con gli approfondimenti e le riflessioni che devono essere sviluppate in ordine alle modalità di intervento nelle situazioni come quella in esame, come peraltro previsto nell'art. 2, comma 1, lettera l), della L.R. 7 aprile 2000, n. 42 (relativa alla bonifica e al ripristino dei siti inquinati) laddove si stabilisce, tra le funzioni della Regione, quella di formulare i piani di disciplina degli interventi di inquinamento diffuso.
In questo campo, il problema maggiore è senza dubbio quello di individuare le fonti diffuse andando alle origini dei fattori inquinanti e conoscere chi è quella cosiddetta "collettività indifferenziata" alla quale fa riferimento il DM n. 471/99. Spesso accade, infatti, di avere una o più fonti precise di parziale inquinamento da alcune sostanze che poi, sommate ad altre, danno luogo ad un più complesso inquinamento di sostanze ancora diverse che, nel frattempo, hanno aumentato la loro tossicità, in un contesto all'interno del quale nessuno vuole sentirsi più di tanto responsabile del risultato finale.
Questo, per evidenziare che non sono collettività indifferenziata un numero anche elevato di fonti inquinanti e che, a volte, sono richieste difficili e lunghe operazioni per l'individuazione delle specifiche responsabilità.
Sul piano operativo ci si sta muovendo, quindi, per realizzare una prima fotografia della situazione del territorio, interpellando in proposito le Province, l'ARPA, le ASL e gli altri comparti regionali che si occupano di acqua, suolo e agricoltura, affinché forniscano un primo elenco delle situazioni riconducibili ad inquinamento diffuso. Contemporaneamente si intende avviare un'attività di ricerca con l'Università di Torino attraverso l'ARPA, realizzando con quest'ultima analisi ed approfondimenti per valutare i casi per i quali si ipotizza tale tipologia di inquinamento in relazione ai limiti previsti dal DM n. 471/99.
Una volta realizzata la prima mappatura dell'inquinamento diffuso, si tratterà di elaborare carte di isoconcentrazione dei vari elementi o analisi, fornendo un quadro chiaro della situazione conosciuta. Inoltre, si potrebbe prevedere e progettare eventualmente una rete di monitoraggio più estesa e sperimentare, con analisi di rischio sulle varie aree, la possibilità di prevedere una revisione dei valori di concentrazione limite come se fossero valori di fondo, ma non in grado di nuocere dal punto di vista sanitario ed ambientale, oppure, nel caso di superamenti non accettabili, progettare eventuali attività di bonifica, non troppo onerose al momento non proponibili, evitando l'asportazione del suolo. Rendere pubbliche, con la dovuta cautela e trasparenza, le informazioni sui piani di inquinamento diffuso. Si tratta di un processo che richiede tempi medio lunghi e soprattutto approfondimenti scientifici che, al momento, non sono ancora completamente disponibili. Quello che è certo è che il legislatore regionale lo ha previsto e con questa previsione ne ha attivato il processo. Quindi, mentre per l'inquinamento puntuale ci sono le possibilità di intervento e individuazione immediata, ancorché rilevante, per quanto riguarda l'inquinamento diffuso si sta mettendo a punto la mappatura e la metodica, proprio per poter intervenire naturalmente in un'ottica di costi benefici.
Questo, per quanto riguarda l'interrogazione sulla LIRI.
Per quanto riguarda l'Ecorecuperi Servizi Industriali di...


Argomento: Varie

Saluto agli studenti e insegnanti della Scuola media di Forno Canavese


PRESIDENTE

Scusi, Assessore, la interrompo per salutare gli studenti e gli insegnanti della Scuola media di Forno Canavese, che sono in visita al Palazzo del Consiglio regionale e, come è consuetudine, assistono ad una parte dei nostri lavori.
Do il benvenuto ai nostri giovani e graditissimi ospiti e li informo anche che in questo momento il Consiglio sta svolgendo l'attività di sindacato ispettivo, che consiste nella risposta, da parte degli Assessori regionali, alle interpellanze che i singoli Consiglieri hanno diritto di rivolgere su questioni di loro competenza.
La discussione avviene con una risposta da parte dell'Assessore e una replica da parte dell'interpellante.
Si tratta di un'attività che si svolge per un'ora all'inizio di ciascuna seduta del Consiglio regionale; naturalmente, coinvolge in modo particolare gli interpellanti e gli Assessori. Gli altri Consiglieri, come vedete, sono meno impegnati in questa parte del lavoro.
Grazie e spero che la visita al Consiglio regionale sia per voi l'occasione per trascorrere una giornata gratificante.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 247 del Consigliere Moriconi inerente a "Inceneritore LIRI - Pont Canavese"; interrogazione n. 260 del Consigliere Moriconi inerente a "Ecorecuperi Servizi Industriali di San Benigno Canavese" (seguito)


PRESIDENTE

Proseguiamo con i nostri lavori.
Prego, Assessore, prosegua.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In riferimento all'interrogazione n. 260, presentata dal Consigliere Moriconi, l'Amministrazione regionale, accertata la sussistenza nel caso di specie dei presupposti di operatività dell'art. 17 del D.lgs. n. 22/97 (in ottemperanza per intervenuta insolvenza del soggetto obbligato ex lege alla messa in sicurezza del sito), interveniva in attuazione di quanto previsto dal comma 9 del medesimo articolo, provvedendo a destinare le somme necessarie per la realizzazione dell'intervento al Comune di San Benigno Canavese, così come determinabili alla luce delle risultanze della perizia commissionata dall'Autorità giudiziaria, prevedendo un finanziamento di L.
1 miliardo e 200 milioni (DGR n. 89-23097 del 10 novembre 1997).
In esito alla caratterizzazione dell'area effettuata ai fini della progettazione dell'intervento di bonifica da parte del professionista incaricato dal Comune di San Benigno Canavese, attuatore dell'intervento veniva redatto e presentato il progetto generale delle opere necessarie al recupero dell'area al Comitato tecnico regionale ex art. 36 della L.R. n.
59/95, il quale formulava parere favorevole nella seduta del 30 aprile 1998.
Si deve sottolineare che all'epoca non era ancora vigente un regolamento sulle bonifiche e, quindi, sia la caratterizzazione che il progetto non possono ad oggi essere considerati completamente rispondenti alle previsioni del successivo DM n. 471/99.
Sulla base delle risultanze istruttorie, con determinazione dirigenziale n. 139 dell'8 giugno 1998 veniva approvato in linea tecnica il progetto generale definitivo - avente una previsione di spesa di L. 4 miliardi e 700 milioni - e contestualmente si approvava il primo lotto a stralcio assegnando al Comune la somma di L. 1.200 milioni.



PRESIDENTE

Scusi, Assessore. Saluto i ragazzi che proseguono la loro visita in Consiglio regionale e saluto anche i loro insegnanti che hanno avuto la sensibilità di far loro visitare la sede del Parlamento regionale. Grazie a tutti.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In osservanza poi dell'obbligo sancito dal comma 10 dell'art. 17 del D.lgs. n. 22/97 il Comune di San Benigno Canavese provvedeva ad indicare sul certificato di destinazione urbanistica la sussistenza dell'onere reale sull'area inquinata costituito dagli "interventi di messa in sicurezza, di bonifica e di ripristino ambientale", specificando per ulteriore chiarezza il controvalore di tali interventi nell'importo risultante dal quadro economico del progetto generale definitivo (in parte già liquidati per la copertura delle spese di progettazione).
In conseguenza della procedura concorsuale relativa al fallimento della Ecorecuperi, l'area di che trattasi veniva trasferita ad un nuovo proprietario, allora COI.TER C.T.A. Ambiente S.r.l.; atteso ciò, la gara pubblica avviata per l'aggiudicazione dei lavori nel gennaio 1999 veniva sospesa dall'Amministrazione comunale che l'aveva indetta al fine di non far subire ad un diverso soggetto giuridico subentrato nella proprietà del sito gli effetti derivanti dall'onere reale e per verificare la volontà del soggetto medesimo subentrante di realizzazione delle opere necessarie alla bonifica.
Atteso che la Società COI.TER C.T.A. Ambiente S.r.l. cedeva l'area alla Green Piemonte S.r.l., controllata dalla Servizi Industriali S.r.l.
intercorsero numerosi colloqui tra l'Amministrazione comunale e la Green Piemonte S.r.l., alcuni promossi direttamente dalla Regione, al fine di definire le reciproche posizioni in ordine all'esecuzione della bonifica.
Con nota del luglio 1999, la Regione sollecitava il Comune ad adottare iniziative volte all'esecuzione dell'intervento e all'utilizzo dei fondi regionali; tale richiesta fu rinnovata anche alla Green Piemonte S.r.l. e per conoscenza, al Comune nel dicembre 1999.
Tale fase interlocutoria, protrattasi per lungo tempo, è stata ulteriormente ostacolata, oltre che dalla dichiarata volontà della Servizi Industriali S.r.l. di insediare un impianto di trattamento rifiuti nell'area, dallo scarico illegale di nuovi rifiuti da parte di soggetti terzi e senza apparenti responsabilità da parte della nuova proprietà avvenuta nel marzo 1999.
Dell'accaduto si interessava la Magistratura di Torino nell'ambito di una più ampia inchiesta sui traffici di rifiuti; conseguentemente, l'area veniva posta, per un certo periodo, sotto sequestro e gli accertamenti tecnico-analitici, richiesti ad ARPA, soggetti a segreto istruttorio.
Con nota di questa Amministrazione del giugno 2000 si sollecitava il Comune di San Benigno a definire la posizione della proprietà in ordine alla volontà di esecuzione dell'intervento ovvero a voler porre in essere l'esecuzione d'ufficio.
Alla suddetta nota, il Comune di San Benigno rispondeva dichiarando l'impossibilità di dare seguito all'esecuzione in danno (cioè a carico del soggetto obbligato) per il fatto che il progetto a suo tempo approvato non poteva più essere eseguito a causa dei nuovi cumuli di rifiuti abbandonati nell'area.
In questo contesto, peraltro, era stata avviata da Servizi Industriali S.r.l., presso il Ministero dell'Ambiente, la procedura di inizio studi per la realizzazione dell'impianto di trattamento rifiuti solidi industriali.
In esito alla conclusione di detta procedura, il Ministero dell'Ambiente affermava che uno S.I.A. avrebbe dovuto tenere conto e non prescindere dai possibili risultati della bonifica dell'area.
Qui si era aperta la "querelle" in cui le due parti dicevano: "Noi non possiamo andare avanti nel progetto di impianto perché prima chi è tenuto deve provvedere alla bonifica". Il Ministero dell'Ambiente, da parte sua diceva: "No, se si vuole procedere e fare un impianto di trattamento dei rifiuti in esso si deve comprendere anche la bonifica dell'area".
Sino ad oggi è stata quindi portata avanti la procedura di VIA che ha tenuto conto della necessità di bonifica, ma non è stato avviato alcun intervento volto ad effettuare la bonifica stessa.
In data 12 aprile 2001, la Green Piemonte S.r.l. ha trasmesso una relazione tecnica riguardante interventi di messa in sicurezza e riordino dell'area chiedendone l'autorizzazione da parte del Comune. Atteso che tali interventi devono essere intesi quali azioni di salvaguardia ed emergenza previste dal DM n. 471/99 anche a carico di un proprietario non responsabile della situazione di inquinamento, durante una seduta della Conferenza dei Servizi indetta per l'espressione del parere regionale sulla compatibilità ambientale dell'impianto proposto da Servizi Industriali S.r.l., si comunicava al Comune che non era necessaria alcuna autorizzazione per la realizzazione degli interventi di messa in sicurezza sollecitando al contempo di chiarire tale aspetto con la Green Piemonte S.r.l. affinché la stessa desse rapidamente avvio alle operazioni.
Con nota del 18 giugno 2001, il Comune di San Benigno osservava che la proposta tecnica della Green Piemonte S.r.l. poteva essere eseguita vincolandola al rispetto dei principi previsti dal progetto di bonifica approvato nel 1997. A detta nota, la citata società rispondeva richiedendo che l'autorizzazione fosse data con deliberazione, senza peraltro specificare la motivazione di tale richiesta.
Si deve sottolineare che, in considerazione dell'obiettiva situazione di stallo creatasi sulla vicenda, questa Amministrazione ha direttamente e ripetutamente richiesto all'ARPA di vigilare sulla situazione ambientale dell'area, con particolare riferimento anche alla possibilità di pericoli per la popolazione circostante.
L'ARPA dal canto suo ha più volte eseguito sopralluoghi in sito per accertare quanto richiesto, segnalando la necessità di intervenire per la gestione dei rifiuti presenti, senza però evidenziare pericoli immediati per la popolazione circostante.
Per quanto attiene all'opportunità di ricollocazione nell'impianto della Servizi Industriali (da Torino a San Benigno come proposta della Servizi stessa), si deve segnalare che esso è stato regolarmente autorizzato dalla Provincia di Torino anche a seguito dei richiesti adeguamenti tecnologici volti ad eliminare gli inconvenienti manifestatisi.
La ricollocazione è stata comunque prevista nell'ambito degli accordi per la realizzazione del CAAT (Centro Agro Alimentare di Torino).
Si ricorda che, in ogni caso, sarà il Ministero dell'Ambiente a definire la compatibilità o meno di un impianto di gestione rifiuti presso il Comune di San Benigno in base agli esiti della procedura di VIA attualmente in corso e nell'ambito della quale la Regione, con DGR n. 54 3531 del 16 luglio 2001, ha comunicato di non poter esprimere il parere di compatibilità a causa delle carenze, dell'insufficiente sviluppo dello studio di compatibilità ambientale e del progetto dell'impianto.
Condivido pienamente quanto ha detto la Provincia e cioè che l'attività attuale, dov'è ubicata adesso, va avanti in quanto rispetta i parametri di legge.
Qualora ciò non fosse, la Provincia provvederebbe subito a sospenderla.
Resta inteso che, per ragioni di opportunità, e anche perché il centro Servizi Industriali occupa una parte del sedime del sito, cioè dell'Interporto Torino-Orbassano, è necessario ricollocare comunque questa attività.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Mi dichiaro parzialmente soddisfatto in entrambi i casi in quanto l'Assessore ha fornito una scrupolosa disamina della situazione.
Vorrei però far presente alcune perplessità, alcuni problemi che rimangono irrisolti.
Per quanto riguarda la questione dell'inceneritore LIRI, giustamente l'Assessore fa riferimento sia ad una parte locale, sia ad una parte generale. Devo dire che questo risponde esattamente ai problemi che noi affrontiamo quando si parla della diossina.
E' noto che una delle cause dell'origine della diossina possono essere proprio gli sfridi di laminati. Sottolineo, per ricordare come e perché la diossina sarà uno dei problemi inquinanti più gravi che ci troveremo ad affrontare, che la diossina fa parte di una famiglia di sostanze chimiche ed è legata alla presenza dello ione-cloro.
Lo ione-cloro è presente praticamente in tutte le materie organiche. E' presente, tra l'altro, nel sangue di tutti gli esseri viventi, quindi ci rendiamo conto come lo ione-cloro sia praticamente presente in tutta la materia vivente e non vivente.
Lo ione-cloro residua dalla distruzione di questi materiali e scombinandosi con i fenoli, dà origine alla numerosissima famiglia delle diossine.
Com'è stato evidenziato dalla risposta dell'Assessore è necessario comunque assumere un atteggiamento particolare di fronte ai problemi e lavorare per limitare o per contenere i danni.
L'Assessore fornirà la risposta scritta, così la potremo esaminare con più attenzione.
Ho seguito la parte della risposta che riguardava l'inquinamento puntuale, dove si evidenzia che vi è una percentuale di diossina nel terreno che è parificabile a quella urbana.
Invito a non trascurare il concetto della quantità di diossina, perch noi sappiamo che la diossina si accumula nelle sostanze organiche grasse.
Quindi, sappiamo che c'è una possibilità di accumulo negli organismi viventi, negli animali e quindi anche negli esseri umani.
Per quanto riguarda il discorso sui piani disciplinari, di cui parlava l'Assessore, per verificare l'inquinamento diffuso, devo dire che questo ci porta a lavorare sulla prevenzione.
A questo proposito, mi preoccupa l'affermazione secondo la quale la bonifica dovrebbe essere non troppo onerosa.
Invito, specialmente l'Assessore all'ambiente, a considerare il fatto che l'onerosità noi dobbiamo valutarla, non solo in base a ciò che inquina o a quello che costa ad un Ente pubblico disinquinare a causa di un'attività produttiva; altrimenti qual è, al contrario, l'onerosità per le eventuali malattie che contrae la popolazione? Mi spaventa un po', quando si parla di visioni ambientali, l'approccio sempre produttivistico, per cui sono sempre preminenti le ragioni delle industrie, le cui conseguenze non sono a volte contenibili e prevedibili, mentre si trascura l'aspetto della salute. Invece, sappiamo che la diossina è un inquinante estremamente pericoloso.
Le vicende degli ultimi anni ci dicono che la diossina è pericolosa non solo quando succedono delle vicende eclatanti e catastrofiche di concentrazione e di esplosione. Tutti ricordiamo Seveso, ormai la diossina sta diventando un inquinante diffuso e ambientale, per cui abbiamo il dovere di mettere in atto delle misure per cercare di evitare questo problema.
Tutti siamo d'accordo che prevenire non vuol dire aumentare i limiti di tollerabilità; spero che questo non sia un atteggiamento che adotteremo come si era adottato su altri inquinanti presenti nell'acqua.
L'altro punto che mi preme sottolineare su questo argomento è l'importanza che assume l'ARPA in questa vicenda. Quindi, mi ricollego al progetto che l'Assessore aveva di suddividere l'ARPA in due indirizzi.
Credo che l'ARPA dovrebbe essere un'agenzia che lavora proprio nel campo della prevenzione e che quindi dovrebbe lavorare in stretto contatto con altri Enti, soprattutto le ASL Anche su questo c'è una visione parzialmente diversa tra me e l'Assessore. Ritengo che, ad esempio, l'ARPA debba essere strettamente collegata alle ASL, perché le conseguenze dei problemi ambientali ricadono direttamente sulla salute, ma le conseguenze che ricadono sulla salute non sono verificate dall'ARPA, ma possono essere solo evidenziate con studi epidemiologici effettuati dalle ASL Per quanto riguarda la vicenda di San Benigno, sottolineo il fatto che è una vicenda che è ancora in una situazione fluida di divenire e che le cose stanno cambiando giorno per giorno.
In particolare, mi preme sottolineare il problema della ricollocazione.
Noi, in campo ambientale, ci troviamo ad affrontare dei problemi locali, ma che hanno, comunque, dei riferimenti più generali. Non mettiamo in dubbio che si debba cercare un sito, però si dovrà garantire la sicurezza ambientale che dovrebbe essere la prima preoccupazione per un Assessorato all'ambiente.
Non dobbiamo fare l'errore - come ho già detto prima a proposito della diossina - di privilegiare il fine che dobbiamo ottenere rispetto al percorso da fare. Se il fine a cui miriamo è la ricollocazione di una discarica, non è detto che siamo obbligati ad avere già preventivamente scelto il luogo dove andarla a ricollocare.
Quindi, il compito della Regione è proprio quello di essere il garante della salute dei cittadini, più che essere il garante delle richieste delle industrie e delle imprese. Se l'impresa deve ricollocare la propria attività, la Regione deve essere garante della salute dei cittadini affinché tale ricollocazione avvenga senza danno per la salute dei cittadini piemontesi.


Argomento: Veterinaria - Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 759 dei Consiglieri Moriconi, Chiezzi, Giordano Caracciolo, Saitta, Marcenaro e Contu inerente a "Chiusura dell'impianto di incenerimento Sardinia"; interrogazione n. 763 dei Consiglieri Suino Riggio e Placido inerente a "Forzata inattività dell'inceneritore della ditta Sardinia in Via Germagnano n. 48, Torino"


PRESIDENTE

A questo punto, esaminiamo contestualmente le interrogazioni n. 759 e n. 763, in merito all'inceneritore della ditta Sardinia.
Risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La questione, relativa al forno inceneritore dell'Azienda Sanitaria Locale n. 4 "Sardinia Multizonale" è particolarmente complessa a causa della poco chiara legislazione di riferimento sia per quanto concerne l'aspetto sanitario che quello delle emissioni in atmosfera, nonché quello concernente i rifiuti.
Il sequestro dell'impianto a cui si fa riferimento nelle interrogazioni consiliari era stato predisposto in data 11 maggio 2001, in quanto, a seguito di verifiche da parte del Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri, era stato riscontrato il funzionamento dell'impianto per un numero di ore al giorno superiore a quanto indicato nella domanda di autorizzazione alle emissioni in atmosfera ex art. 12 del DPR n. 203/88 nonché problemi relativi allo scarico dei reflui produttivi provenienti dall'impianto.
L'Azienda Sanitaria Locale n. 4 aveva infatti presentato domanda di autorizzazione ex art. 12 del DPR n. 203/88 e relativo progetto di adeguamento in data 31 luglio 1989 e aveva integrato l'una e l'altro in data 25 settembre 1995, prevedendo la sostituzione dei vecchi forni esistenti all'1 luglio 1988 con nuovi forni con emissioni dichiarate inferiori a quelle fissate di norma dalla Regione per nuovi impianti e quindi, a maggior ragione, alle emissioni previste per gli impianti esistenti dal DM 12 luglio 1990.
Si precisa che per nessun insediamento esistente alla data dell'1 luglio 1988 la Regione ha emesso provvedimento di autorizzazione provvisoria ex art. 13 DPR n. 203/1988, in quanto, ai sensi del comma 3 dello stesso art. 13, tali impianti sono tenuti a rispettare i valori limite di emissione stabiliti dal DM 12 luglio 1990 e dalla DCR n. 256 13966 dell'1 ottobre 1991, oppure a non peggiorare le emissioni esistenti all'1 luglio 1998, se già inferiori ai limiti indicati nei provvedimenti citati.
L'emergenza BSE, che ha reso obbligatoria la distruzione mediante incenerimento del materiale ad alto rischio e a rischio specifico (DM 29 settembre 2000, Ordinanza Ministro Sanità 13 novembre 2000, legge 9 marzo 2001, n. 49 e Ordinanza Ministro della Sanità 30 marzo 2001), ha innescato una situazione di maggiore richiesta e, pertanto, il maggior utilizzo dell'impianto verificato dal Nucleo Operativo Ecologico dei Carabinieri.
L'Azienda Sanitaria Locale n. 4 ha quindi provveduto a presentare alla Provincia di Torino, Ente funzionalmente competente dal 21 febbraio 2001 domanda di autorizzazione ai sensi dell'art. 15 del DPR n. 203/88 per la variazione quantitativa delle emissioni in atmosfera, concessa dal suddetto Ente in data 22 maggio 2001. Da tale data, l'impianto in oggetto è nuovamente in funzione.
Considerato che l'impianto di incenerimento dell'ASL n. 4 non ha la potenzialità per soddisfare il fabbisogno di smaltimento di tutto il materiale ad alto rischio e a rischio specifico BSE, parte di tale materiale viene trasformato dalla ditta IN.PRO.MA in farine animali destinate all'incenerimento o ad essere utilizzate come combustibile alternativo in impianti industriali.
Per quanto riguarda il riferimento all'utilizzo di un impianto di incenerimento sito in Puglia per affrontare l'emergenza creatasi dalla sospensione di attività dell'inceneritore dell'ASL n. 4, si precisa che il ricorso al suddetto impianto non riguarda la combustione delle carcasse animali, che continuano ad essere incenerite dalla Sardinia Municipale bensì la termodistruzione delle farine animali prodotte dall'impianto piemontese della ditta IN.PRO.MA, individuata dalla Regione come impianto idoneo alla trasformazione di materiale a rischio specifico e materiale ad alto rischio BSE. Si fa presente, peraltro, che IN.PRO.MA è l'unico impianto piemontese che si è dichiarato disponibile a svolgere tale attività.
Contestualmente a tale soluzione, sono state prese in considerazione tutte le possibili alternative per fronteggiare la situazione di emergenza che si auspica possa tornare presto alla normalità.
Si comunica infine che il cementificio Buzzi Unicum di Robilante sta provvedendo ad adeguare il suo impianto produttivo per poter utilizzare come combustibile alternativo, al posto di quello tradizionale, le farine animali derivate dalla trasformazione del materiale a rischio BSE.
In sostanza, quindi, l'impianto Sardinia viene utilizzato per lo smaltimento delle carcasse animali e tutte quelle che, ovviamente, per varie ragioni sanitarie, devono essere distrutte, mentre tutto il resto del percorso viene garantito dalla trasformazione in farine animali; dopodich vengono bruciate in inceneritori oppure in cementifici. Quindi, la ditta IN.PRO.MA, da produttrice di farine animali si è trasformata in impianto di pre-trattamento di questi rifiuti per il successivo avvio all'incenerimento. Ciò con una serie di problemi legati alla percentuale di grasso, perché in un primo tempo non era stato precisato il limite dei cementifici, ma ultimamente questi problemi sono stati superati.
Nel frattempo, come Assessorato all'ambiente, abbiamo favorito la realizzazione di un Accordo di programma tra il cementificio Buzzi, la Regione, la Provincia e il Comune di Robilante al fine di utilizzare queste farine animali nei cementifici, in quanto devono scomparire al più presto dai depositi.
E' chiaro che vi è la necessità assoluta di termodistruzione delle farine animali che non sono più consentite nell'utilizzazione. Vi è quindi, un sistema che entrerà a regime quando potrà essere completamente attuata la L.R. n. 11 e quella successiva sulla BSE, che è in fase di discussione con la Comunità Europea, la quale ha sollevato una serie di questioni al fine di comprendere se si tratta di interventi di emergenza o di aiuti al sistema produttivo. Contiamo, con le ultime risposte che invieremo in questi giorni, di poter convincere l'Unione Europea. Pertanto con la Sardinia, l'IN.PRO.MA, lo smaltimento nel cementificio e con l'utilizzo di parti di capacità di smaltimento degli inceneritori situati in Piemonte, in particolare quello di Vercelli e quello della Stureco del Gruppo FIAT, prevediamo di fronteggiare questa emergenza, superandola e auspicando che il discorso sulla BSE possa rientrare in un percorso di maggiore gestibilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore per la risposta e mi dichiaro parzialmente soddisfatto. Tuttavia, non mi è risultata del tutto chiara l'eventuale risposta ad uno dei punti che sollevavo nella mia interrogazione, ovvero sul fatto che l'impianto della Sardinia ha lavorato per molti anni senza autorizzazione e come è stato risolto tale problema.
Inoltre, in merito all'altra interrogazione, siccome l'Assessore ha fatto riferimento a un progetto per lo smaltimento delle farine e mi risulta che ci sia stato anche un sostegno finanziario alla ditta IN.PRO.MA da parte della Regione Piemonte, mi chiedo in quale ordine di percorso è rientrato tale sostegno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Ringraziando l'Assessore per la risposta, di cui chiedo gentilmente copia scritta, ci riteniamo non completamente soddisfatti, in quanto ad una delle domanda, l'ultima, ma non vorrei essere stato per un attimo disattento, non mi pare che l'Assessore abbia risposto. Si chiedeva infatti, se fosse prevista la realizzazione di un secondo impianto in un'altra zona del Piemonte.
Il motivo che ci ha indotto a presentare l'interrogazione, al di là dell'importanza dell'argomento, era che la Sardinia è situata nella zona nord di Torino, dove, come l'Assessore ha ricordato nella sua risposta esiste già un altro impianto utilizzato in una fase di emergenza per lo smaltimento di parte delle carcasse animali, che è lo Stureco del Gruppo FIAT, come esiste, sempre nella stessa zona, la discarica dell'AMIAT, come esiste, sempre nella stessa zona - ed è motivo dell'interpellanza n. 905 alla quale ci auguriamo che venga risposto quanto prima - la Società La Porte (meglio conosciuta come Sylon) di pigmenti chimici per la colorazione. Avevo presentato tale interpellanza sia per l'importanza dell'argomento che per l'ubicazione dell'impianto. La preoccupazione rimane.
Chiedo all'Assessore se gentilmente può dare una risposta anche a quest'ultima domanda, ovvero se è prevista la realizzazione di un altro impianto in regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per un'ulteriore precisazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Volevo precisare che per quanto riguarda l'autorizzazione - poi rimando alla lettura del testo scritto - ho ribadito che la generalità delle emissioni in atmosfera nella nostra regione, che si contano a centinaia di migliaia, non sono state autorizzate, purché ci fosse l'impegno, da parte dei soggetti, a non superare i limiti del Decreto Ministeriale, oppure a non superare i limiti inferiori in atto all'1 luglio 1988. Questo era stato condensato in una deliberazione del Consiglio regionale che aveva dato ordine a tutta la partita delle emissioni in atmosfera che comportava migliaia di pratiche. Quindi, si sono comportati come la generalità degli emettitori in atmosfera, salvo il fatto di utilizzare l'impianto per un numero di ore maggiore rispetto a quelle autorizzate. Per cui, il "no" è intervenuto per questa ragione.
Per quanto riguarda il sostegno all'IN.PRO.MA, è stato concesso sulla base della legge regionale che prevede, come pure la legge nazionale, di poter intervenire con dei contributi integrativi, una volta accertati i costi dello smaltimento. Noi sappiamo che certi provvedimenti adottati per quanto riguarda la BSE assomigliano un po' alle grida manzoniane: "Devono essere smaltite nell'inceneritore!"; però gli impianti di incenerimento dicono: "La tariffa è questa". A quel punto, quindi, accertate le fatturazioni, si è concesso un contributo, ma ritengo che non abbia superato le 200 lire al chilogrammo (ma non vorrei sbagliare la cifra!).
In ultimo, per quanto riguarda l'eventuale altro impianto, devo dire che la Sardinia è stata realizzata dal Servizio Sanitario Regionale definiamolo così. Ignoro se sono programmati altri interventi. Chiederò al collega D'Ambrosio e poi eventualmente riferirò.


Argomento: Zootecnia - Caccia

Interpellanza n. 888 del Consiglieri Contu, Papandrea e Moriconi inerente a "Presunta illegittimità degli atti prodotti dal concessionario dell'Azienda faunistico-venatoria di Valloncrò - Revoca autorizzazione"; interpellanza n. 889 dei Consiglieri Contu, Papandrea e Moriconi inerente a "Istituzione dell'Azienda faunistico-venatoria Valloncrò - Sospensiva e supplemento istruttorio"; interpellanza n. 890 dei Consiglieri Contu, Papandrea e Moriconi inerente a "Revoca concessione Azienda faunistico-venatoria Valloncrò per incompetenza della Direzione Territorio Rurale - Settore Caccia e Pesca"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare le interpellanze n. 888, n. 889 e n. 890, alle quali risponde ancora l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla caccia e pesca

Rispondo alle tre interpellanze...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, ma forse il Consigliere chiedeva una risposta scritta.
Vogliamo sentire un attimo l'interpellante? Prego, Consigliere Contu.



CONTU Mario

Come vede, sono tre interpellanze che afferiscono tutte allo stesso tema, ma che riguardano tre richieste specifiche: una, la revoca dell'autorizzazione per la presunta illegittimità degli atti prodotti dal concessionario, l'altra è una richiesta di sospensiva del supplemento istruttorio, sempre in relazione all'istituzione dell'azienda venatoria mentre la terza riguarda la presunta incompetenza negli atti specifici da parte della Direzione Territorio Rurale - Settore Caccia e Pesca.
Come vede, sono tre questioni molto delicate, che investono anche responsabilità individuali, sulle quali ci riserviamo la possibilità di valutare il ricorso all'Autorità giudiziaria qualora gli atti rispondessero alle nostre segnalazioni, e per il quale, avendo più volte fatto riferimento a nomi specifici, probabilmente si richiede il segretamento degli atti, ma lo potremo verificare. Comunque, si tratta di una vicenda complessa.
Se l'Assessore è d'accordo, proporrei di aggiornarci con la disponibilità a porre in discussione tali questioni in una prossima seduta del sindacato ispettivo.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla caccia e pesca (fuori microfono)

Preferisco rendere la risposta.



CONTU Mario

Preferisce ora? Va bene. Tenga conto che si tratta di tre interpellanze.



PRESIDENTE

Darei la parola, quindi, all'Assessore Cavallera.
Qualora arrivi l'Assessore Racchelli, come è stato preannunciato proseguiremo con l'esame della legge sulle professioni turistiche altrimenti passeremo al progetto di legge n. 280: "Norme in materia di valutazione di insindacabilità dei Consiglieri regionali", per la quale abbiamo due relatori.
Prego, Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla caccia e pesca

Con le interpellanze in oggetto i Consiglieri regionali avanzano richiesta di revoca dell'autorizzazione concessa con det. dir. n. 83 del 20 maggio 2001 e det. dir. n. 94 dell'8 giugno 2001 all'Azienda agricola Valloncrò S.r.l. In particolare, si eccepisce su una serie di quesiti che puntualmente si riportano per chiarezza espositiva.
"La legittimità della documentazione prodotta dal concessionario alla Regione". Allo stato attuale degli atti non risultano irregolarità relativamente alla documentazione prodotta ai fini del rilascio della concessione. Viceversa, non si sarebbe proceduto al perfezionamento della pratica con il rilascio della concessione e, anzi, ove se ne fossero riscontrati i presupposti, si sarebbe dato corso alle doverose segnalazioni alle competenti autorità.
"L'ambiguità e le negligenze nella procedura di istituzione dell'Azienda faunistico-venatoria Valloncrò (sia da parte del concessionario, sia da parte della Regione Piemonte)". Nessuna negligenza può essere imputata agli uffici della Regione in quanto correttamente hanno individuato e dato atto delle mancanze evidenziate dagli interpellanti dette lacune, peraltro, anche in considerazione dell'estremo frazionamento della proprietà fondiaria, non sono parse addebitabili ad eventuali negligenze dell'istante.
"La valutazione di opportunità di revocare l'autorizzazione all'istituzione dell'Azienda faunistico-venatoria Valloncrò, o perlomeno attuare una sospensiva in attesa di migliori chiarimenti". Alla luce di quanto sopra, non si ravvisano, sotto alcun profilo, gli estremi per l'adozione di un provvedimento di revoca o di sospensione della determinazione dirigenziale sopra richiamata, essendo tutte le procedure esperite e i provvedimenti emanati pienamente legittimi e conformi alla normativa vigente.
"L'ufficializzazione della mancata accettazione della convenzione stipulata fra il Comune di Massello e il signor Vittorio Garrone, in quanto essa non rispecchia la decisione della più recente determinazione n. 94 dell'8 giugno 2001, che rettifica la concessione ad un'Azienda agricola S.r.l.". Le finalità per le quali i terreni sono stati concessi dal Comune di Massello sono state comunque rispettate.
"La verifica di tutti gli atti, anche alla luce delle informazioni giunte da proprietari, residenti e lavoratori del Comune di Massello". Con nota n. 70036 del 17 luglio 2001, si è richiesto al Comune di Massello di voler far conoscere eventuali comunicazioni da parte del concessionario circa le immissioni di fauna selvatica. Il Comune ha risposto con nota n.
1086 in data 24 luglio 2001 facendo presente che a tale data l'azienda in argomento non ha effettuato alcuna immissione di fauna selvatica e che il concessionario, interpellato in merito, ha dichiarato l'intenzione di evitare tale pratica anche per il futuro.
"L'opportunità di attuare una sospensione dell'autorizzazione all'istituzione dell'Azienda faunistico-venatoria Valloncrò procedendo ad un opportuno supplemento istruttorio". Anche in questo caso, alla luce di quanto sopra evidenziato, non si ravvisano, sotto alcun profilo, gli estremi per l'adozione di un provvedimento di revoca o di sospensione della determinazione dirigenziale sopra richiamata, essendo tutte le procedure esperite e i provvedimenti emanati legittimi e conformi alla normativa vigente.
"Le risposte che si intendono dare alle lettere pervenute a far data dal 13 giugno 2001". Con nota n. 7192 del 19 luglio 2001, si è dichiarata al Difensore civico la disponibilità del Settore Caccia e Pesca a favorire per quanto di competenza, l'esercizio delle facoltà previste dall'art. 10 della legge 7 agosto 1990, n. 241 ovvero "di prendere visione degli atti del procedimento e di presentare memorie scritte e documenti, che l'Amministrazione ha l'obbligo di valutare ove siano pertinenti all'oggetto del procedimento".
"La motivazione dell'avvenuta autorizzazione all'istituzione dell'Azienda faunistico-venatoria Valloncrò (TO) per mezzo di una determinazione della Direzione Territorio Rurale - Settore Caccia e Pesca quando invece dalla normativa risulta che ne deve assumere provvedimento la Giunta regionale". La Giunta regionale ha approvato, con DGR n. 122-15265 del 9 dicembre 1996 e succ. mod. nonché con successiva DGR n. 50-2242 del 12 febbraio 2001 di adeguamento, i criteri in ordine all'istituzione di nuove aziende faunistico-venatorie ed agri-turistico-venatorie ai sensi dell'art. 20, comma 6, della L.R. 4 settembre 1996, n. 70. Gli aspetti autorizzativi competono ai Dirigenti ai sensi dell'art. 21 della L.R. n.
51/97.
"La motivazione per cui dalla determinazione n. 83 del 20 maggio 2001 della Direzione Territorio Rurale, che istituisce la suddetta Azienda faunistico-venatoria, non è espressa la presenza dell'Oasi provinciale di protezione della fauna". La citata DGR n. 122-15265 del 9 dicembre 1996 non esclude la possibilità per le Aziende faunistico-venatorie ed agro turistico-venatorie di confinare con istituti di protezione, nei quali è comunque interdetta l'attività venatoria. Tali aziende, qualora siano contigue ad aree naturali protette, statali e regionali, oasi di protezione, zone di ripopolamento e cattura, centri pubblici di riproduzione della fauna selvatica nonché altri istituti di protezione faunistica, devono costituire lungo i confini delle suddette aree una zona di divieto all'esercizio dell'attività venatoria avente una profondità di cento metri.
"La presenza agli atti della richiesta di parere della Giunta regionale alla Provincia di Torino riguardo all'inclusione dell'Oasi stessa all'interno dei confini dell'Azienda faunistico-venatoria Valloncrò". La richiesta e l'espressione di un parere anche meramente consultivo non sono previste dalla vigente normativa nazionale e regionale.
"L'opportunità di attendere la discussione del Piano Faunistico Regionale in sede di Consiglio al fine di verificare (anche in considerazione del Piano Faunistico Provinciale e della distribuzione nel territorio di istituti faunistici, venatori e di gestione ambientale) quanto effettivamente sia giustificabile far ricadere la concessione per un'Azienda faunistico-venatoria nel territorio del Comune di Massello". La gestione privata della caccia attiene alla pianificazione faunistico venatoria esclusivamente per ciò che riguarda la determinazione dei criteri di individuazione dei territori da destinare alla costituzione delle aziende in parola, mentre non incide sugli aspetti attinenti all'esercizio dell'attività venatoria nel territorio destinato alla caccia programmata.
L'art. 20, commi 2, 4 e 5, della L.R. n. 70/96 ha già indicato le caratteristiche che devono possedere i territori al fine della costituzione di Aziende faunistico-venatorie ed agri-turistico-venatorie.
Per quanto attiene alle Aziende faunistico-venatorie, la Giunta regionale, nell'esercizio della competenza attribuitale dall'art. 20, comma 6, ha, con DGR n. 50-2242 del 12 febbraio 2001, unicamente fatto proprie le risultanze relative alla rilevazione oggettiva della presenza delle singole specie nel territorio regionale e l'attitudine dello stesso a consentirne il mantenimento, risultanze evidenziate dagli studi preliminari attivati ai fini della predisposizione del piano.
In sostanza, cosa si vuol dire? Qui vi è una risposta puntuale, che successivamente consegnerò agli interpellanti; tra l'altro, su tali determinazioni dirigenziali ci sono stati ricorsi al TAR. Mi sembra che su uno il TAR si sia già pronunciato, rigettando la sospensiva sul ricorso adesso si attendono le più complessive e definitive pronunce nel merito.
Per quanto riguarda una considerazione più di carattere generale che non nello specifico, anche sulla base degli accertamenti che ho svolto presso la Direzione competente, posso dire e ricordare ai colleghi che la gestione privata della caccia è prevista per una superficie non superiore al 15% del territorio agro-silvo-pastorale della nostra regione. Tale percentuale di territorio può essere individuata su tutta la regione, su ambito provinciale oppure all'interno degli ambiti di caccia o dei comparti alpini.
Recentemente ho dato indicazione di cercare di bilanciare meglio questo 15% all'interno di ciascun ambito o comparto, in modo che non ci siano squilibri, ancorché sia possibile. Mi auguro che, verificata l'ulteriore disponibilità di superficie (che non è più molta), si proceda con criteri di spalmatura di questo 15%, da riservare alle Aziende faunistico-venatorie o alle Aziende agri-turistico-venatorie o ai centri di riproduzione della fauna selvatica. Ho anche dato disposizioni alla Direzione di procedere con il CSI, ad una verifica cartografica, essendo giunte parecchie osservazioni sul fatto che non tutte le paline corrispondevano all'effettiva dimensione delle aziende. Disporremo quanto prima di una cartografia informatizzata, in modo da poter dare alle Province, ai comparti e a chi ne faccia richiesta, gli esatti confini delle Aziende faunistico-venatorie, anche per poter verificare l'esatta dimensione di questo 15% da riservare alla gestione privata della caccia.
Qualora ci fossero dei surplus o delle deficienze, occorrerà tenerne conto, anche ai fini fiscali, perché è giusto che le Aziende faunistiche presenti sul territorio paghino alla Regione quanto è dovuto per le concessioni.
Consegnerò, comunque, copia della risposta agli interpellanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente, grazie, Assessore.
Tre interpellanze, tre richieste, puntualmente contraddette e puntualmente respinte. Da qui, l'insoddisfazione totale, non perché si abbia la pretesa che ogni rilevanza ed ogni atto di sindacato ispettivo abbia ragione di essere. Ne cito uno emblematico, presente nella terza interpellanza, che ho già citato nella Conferenza dei Capigruppo e che ripropongo negli stessi termini: ci sono atti compiuti dai dirigenti per i quali è naturale l'assolvimento in funzione di sollecitazioni politiche e atti compiuti dai dirigenti per incompetenza. Secondo me, in questa fattispecie siamo nel caso dell'incompetenza. Ma quand'anche, in una questione così complessa, il funzionario si fosse assunto la responsabilità dell'atto conclusivo, ho motivo di preoccupazione.
Cito un esempio: l'autorizzazione a quattro autisti di partecipare alla manifestazione indetta dalla Casa delle Libertà a Roma. E' un fatto che ho verificato qualche giorno fa. La Giunta non aveva assunto alcuna deliberazione perché, come ho scoperto, questi atti sono di competenza del dirigente. Il dirigente, dunque, aveva autorizzato quattro dipendenti della Regione a partecipare alla manifestazione a spese della collettività.
Questo avviene nella giornata di giovedì, giornata utile affinché tali dipendenti potessero incassare la missione. Scoppia il pandemonio, perché i giornali vengono a conoscenza della nostra intenzione di presentare un'interpellanza; la Giunta si riunisce, non assume alcuna decisione in merito, ma l'indomani il dirigente revoca l'incarico e chiede agli autisti di restituire il maltolto, cioè gli assegni che erano già stati prelevati.
L'interpellanza n. 890 pone una questione che voglio riproporre in questi termini: il Consiglio regionale legifera, delega alla Giunta - e questo penso sia un limite al quale, almeno per alcune leggi, dobbiamo prestare molta attenzione - l'attuazione del Regolamento attuativo. La Giunta vara un Regolamento attuativo e i dirigenti assumono i propri poteri, nel pieno rispetto - così si pensa - di quello che è il mandato che li obbliga ad agire come dirigenti di azienda, con compiti, doveri e responsabilità sanciti da un contratto di tipo privatistico.
In tutti questi passaggi è evidente quale percorso difficile io abbia dovuto operare, in fase di sindacato ispettivo, per ricostruire tre atti di quella portata. Mi sono recato più volte presso gli uffici del Settore all'inizio ho ricevuto ostilità, successivamente ho avuto il riconoscimento del ruolo ispettivo, che pure è dovuto al Consigliere, e, in una terza fase, sembrava si fosse instaurato un rapporto che rispettava reciprocamente i ruoli.
C'è, però, un piccolo problema: nel rilevare e costruire quell'atto di sindacato ispettivo si sono scoperti alcuni fatti importanti. Mi spiega Assessore, come si fa a non sospendere un atto di quella portata un'autorizzazione e, quindi, una concessione, in mancanza di una cartografia? La invito, Assessore, a rivedere quel cartografico e a fare come si faceva a scuola, quando si appiccicava su una superficie trasparente (normalmente la finestra) il foglio da disegno e si tracopiava il disegno.
La invito a fare altrettanto con la cartografia di cui erano in possesso gli uffici al momento della concessione dell'autorizzazione e quella successivamente rilasciata dal CSI, che dovrebbe essere quella autorizzata per scoprire come si spostano persino i confini dello Stato! Da questo punto di vista, c'è qualcosa che non quadra! Dopodiché esprimo sorpresa, Assessore, per quanto concerne l'autorizzazione all'inclusione, nell'Azienda faunistica, dell'Oasi gestita dalla Provincia. Da quando in qua? Certo, un rapporto fra due Enti non pu e non deve essere un rapporto di tipo burocratico, però la sua risposta mi sorprende.
Il concessionario, Assessore, ha svolto un'altra operazione, quindi una parte significativa dalle autorizzazioni dei proprietari non sussistono sono false, e questo lo voglio dichiarare a verbale. Compito di un Ente che autorizza una procedura è di procedere anche ad una verifica precisa della correttezza degli atti. Pertanto, le ipotesi sono due: o si sapeva e si è fatto finta di niente, e allora si rientra in una fattispecie, oppure c'è la buona fede, e io sono propenso a credere nella buona fede. Sono propenso a credere che non ci siano atti di collusione, di irriverenza o di "clientelismo" (per ora li limitiamo a questa sfera), ma che siano tutti atti assunti pienamente nell'ambito delle competenze amministrative.
Certo, però, che fa specie la denuncia da parte dei proprietari inclusi all'interno di quell'area, che dicono: "Io risulto firmatario di una convenzione con il concessionario che nessuno mi ha sottoposto". Lei, di fronte ad un fatto del genere, come minimo, non dovrebbe sospendere l'atto di concessione? Oppure sostiene che quello diventa un fatto tra privati per cui esula dal compito di vigilanza della Regione, che deve autorizzare la concessione? Io, al suo posto, qualche dubbio, ce l'avrei! Per questo mi dichiaro insoddisfatto. Mi aspettavo una maggiore apertura e una maggiore attenzione da parte dell'Assessore. Questo mi costringe - e sarò tenacemente e testardamente attaccato alla soluzione di questo problema - ad approfondire tali questioni. Già ci avevo messo molto del mio impegno, ma lo raddoppierò, perché vorrò andare fino in fondo augurandomi che nessuno mi neghi l'accesso agli atti. Ho ragione, per ora di non crederlo. Credo però che la partita si riapra e quindi preannuncio alla luce della sua riposta, un'ulteriore interpellanza per fissare meglio gli elementi del contendere.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una breve replica.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla caccia e pesca

Vorrei solo precisare una cosa. Il fatto che i funzionari e i dirigenti adottino le determinazioni è ormai normale in tutti i comparti, per cui mi meraviglio della sorpresa del Consigliere Contu. Addirittura, la L.R. n.
51/97 prevede la possibilità, per il Direttore regionale, in sede di tutela della Direzione e dell'Amministrazione, di adottare atti di revoca o di sospensione. Per conto mio, l'ho già fatto e lo rifarò: naturalmente ho invitato il Direttore - che, tra l'altro, si è insediato successivamente ai fatti, per cui è estraneo alla vicenda - a vigilare affinché tutto vada in porto nel migliore dei modi. Peraltro, le cose dette dal Consigliere Contu sono ampiamente comprese nel ricorso al TAR, quindi abbiamo un giudice terzo - e che giudice! - che dovrà pronunciarsi in materia. Tutte le carte sono allegate al giudizio, aspettiamo l'esito! Non intendiamo, così, lavarcene le mani: continueremo a vigilare affinché ciò che risulta ai nostri atti possa giustificare il mantenimento di questa concessione e, se non queste, eventualmente adottare le decisioni conseguenti.
Comunque, voglio ancora ribadire la responsabilità del corpo dirigenziale e del Direttore preposto a tale funzione.


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc.

Proseguimento esame testo unificato del disegno di legge n. 138 e della proposta di legge n. 147: "Nuova disciplina delle professioni turistiche e modifica della L.R. 23/11/1992, n. 50 e della L.R. 29/11/1994, n. 41". Esame collegato ordine del giorno n. 392


PRESIDENTE

A questo punto, prosegue l'esame dell'articolato del testo unificato del disegno di legge n. 138 e della proposta di legge n. 147, di cui al punto 3 all'o.d.g.



PRESIDENTE

ART. 4



PRESIDENTE

4.1) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: il comma 1 è abrogato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Questo emendamento si collega, successivamente, ad un'integrazione di questo comma. Così come formulato, lo ritengo squilibrato e non utile.
Tra l'altro, Presidente, non ho tutti gli emendamenti che sono in gioco, ho solo la visione dei miei...



PRESIDENTE

Li stanno distribuendo. Per cortesia, i commessi provvedano a consegnare subito gli emendamenti al Consigliere Tapparo, poiché deve potersene avvalere per il suo intervento. Per cortesia, che siano consegnati in fretta anche all'Assessore e al relatore del disegno di legge, che mi risultano esserne sprovvisti.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, ho potuto vedere adesso l'insieme degli emendamenti e quindi illustrerò nel successivo emendamento la ragione di questo collegamento. Comunque, rimane ferma la mia proposta di abrogazione del comma 1.



PRESIDENTE

Comunico all'aula che la Giunta ha espresso parere negativo.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.1).
Il Consiglio non approva.
4.2) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: sostituire l'intero comma 1 con il seguente: "1. L'abilitazione all'esercizio delle professioni si consegue mediante la frequenza di appositi corsi di qualificazione professionale e il superamento di una prova finale di accertamento, oppure con il riconoscimento del possesso delle competenze specialistiche di cui all'art.
3, comma 3, con modalità definita con apposito regolamento della Giunta regionale con alla base almeno tre anni di esperienza, anche periodica oppure con titoli di studio idonei, che permettano di avere una competenza specialistica".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Con questa mia illustrazione dell'emendamento spiego anche perché, con l'emendamento precedente, prevedevo l'abrogazione.
Mi sembra che la filosofia che emerge dalla proposta della Giunta sia eccessivamente chiusa. Cerco di motivare questa affermazione e spero di poter cogliere, nella sensibilità dell'Assessore, un accenno di comprensione a questa mia valutazione.
Noi abbiamo alle spalle, soprattutto in realtà non grandi un'esperienza lunga (certamente non sempre felice!), determinatasi anche in modo volontario, di azioni e funzioni di accompagnamento e illustrazione.
Avviene nelle piccole comunità, nelle situazioni "della domenica": molti volontari, che con il tempo hanno affinato e acquisito una certa competenza, sono diventati persone utili per questo tipo di attività, non è una cosa rabberciata o dannosa all'immagine della comunità.
Altrettanto abbiamo delle figure che portano in se stesse, proprio per la loro competenza di studi - potrebbero esserci delle lauree, delle specializzazioni - un retroterra significativo. Anche queste sono figure che appaiono molto spesso e che non hanno seguito o che non hanno voluto seguire o non seguiranno i percorsi formali del riconoscimento della professionalità previsti dalla legge.
Per questo motivo, il mio emendamento indica due aspetti. Il primo, in aggiunta all'articolazione che viene fatta dal comma 1, chiede di tenere conto del bagaglio acquisito dopo un certo numero di anni. Nell'emendamento ho scritto tre anni, ma potremmo trovare un punto di equilibrio considerandolo come un arricchimento e una ricchezza. Dall'altro lato, là dove esistono dei titoli, chiedo poi alla Giunta di prevedere, attraverso un suo intervento collegato alla norma, anche quelle situazioni di competenze che esistono e che sono certificate da titoli di studio o da titoli pubblici riconosciuti, che attribuiscono tale tipo di competenza.
Questo è il senso dell'emendamento che propongo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.2).
Il Consiglio non approva.
4.3) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: al comma 1, dopo la parola "figure", sono introdotte le parole "di cui all'art. 2, comma 5".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
4.4) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 2, dopo le parole "approvati dalla Giunta regionale", aggiungere le parole "sentita la competente Commissione consiliare regionale".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Il primo emendamento ha una sua autonomia. Mi sarei aspettato dalla Giunta, senza che sia sempre il Consiglio a sollecitarla, che qualche volta fosse lei a chiamare in campo la competente Commissione consiliare specialmente quando ci sono alcuni passaggi in cui vengono formalizzati criteri operativi di un certo rilievo.
Capisco che siamo in una Giunta presidenzialista e della governabilità degli esecutivi, per cui le assemblee elettive devono essere relegate alle interrogazioni e agli ordini del giorno. Francamente, quando ci sono meccanismi e dispositivi utili per la funzionalità della norma, e di un certo rilievo, vorrei che la Commissione competente venisse sentita dovrebbe essere fisiologico.
Ci saranno altri emendamenti da me presentati, occorre, quindi faticosamente, rincorrere la proposta della Giunta. Lo dico ai colleghi che magari stanno guardando Internet o leggendo cose amene, sarebbe poco dignitoso; non è una questione di maggioranza o di opposizione.
In alcuni passaggi cruciali di una norma, dove per la funzione regolamentare o per la funzione dei dispositivi accessori, il ruolo della Giunta è importante, non vogliamo farlo noi, però almeno sentita la Commissione competente è una cosa che si dovrebbe fare.
Quindi, chiedo, su questo punto, se ci saranno anche altri passaggi che qualche volta ci sia questo tipo di coinvolgimento dell'assemblea.



PRESIDENTE

Consigliere Tapparo, l'Assessore propone di sostituire la parola "sentita" con la parola "informata".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Vede, Presidente, ci sono tanti cestini in un Consiglio regionale. C'è il cestino degli ordini nel giorno - non si nega a nessuno un ordine del giorno - poi c'è il cestino dell'informazione. Se è solo per informarmi mandatemela tramite posta elettronica! Propongo un minimo di interattività con la Commissione. Un minimo, altrimenti usate la posta elettronica! Insisto quindi sulla mia proposta.



PRESIDENTE

Il Consigliere Tapparo segnala un'opportunità per il Consiglio regionale. Veda la Giunta, non voglio che il mio richiamo ad una riflessione sia considerato negativo. La Giunta esprime parere negativo.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.4).
Il Consiglio non approva.
Procediamo ad esaminare i successivi emendamenti presentati dal Consigliere Tapparo relativi al comma 3.
Prego, Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Se adesso mi costringete a questo coordinamento in una "botta sola", ho dei limiti di capacità, dovrei vedere un attimo.



PRESIDENTE

Veda lei, era solo un suggerimento.



TAPPARO Giancarlo

Preferirei seguire un certo ordine, magari dando per illustrati alcuni passaggi che si interpretano da soli. Altrimenti non sarei in grado.



PRESIDENTE

Va benissimo. Procediamo con ordine.
4.5) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 3, abrogare le parole "e del diploma di scuola media superiore per la figura di animatore turistico".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Con tale emendamento si vorrebbe inserire, anche per l'animatore turistico, l'obbligo del diploma di scuola media superiore (qui è scritto "scuola medio", ma è una mia distorsione). Per semplificare - lo dico ai colleghi che magari seguono più attentamente la questione - prima si escludeva che l'animatore turistico dovesse avere il diploma di scuola media superiore; in questo caso, io propongo di inserirlo. Chiederei dunque, il parere dell'Assessore e ovviamente, se non ci sono interventi da parte dei colleghi, una successiva espressione di voto.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.5), sul quale la Giunta ha espresso parere negativo.
Il Consiglio non approva.
4.6) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 3, dopo le parole "Giunta regionale", sostituire con le parole "fermo restando l'obbligo del diploma di scuola media superiore e della conoscenza di una o più lingue straniere per la figura di animatore turistico, di guida turistica e di accompagnatore turistico".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Do per illustrato l'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.6), sul quale la Giunta esprime parere contrario.
Il Consiglio non approva.
4.7) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 3, dopo le parole "determinati dalla Giunta regionale" aggiungere le parole "sentita la competente Commissione consiliare regionale".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Lo do per illustrato.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.7), sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
4.8) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 3, dopo le parole "di cui al comma 1", aggiungere le parole "oppure per gli aventi i titoli di cui al comma 1".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

E' per mantenere la coerenza con il discorso fatto in precedenza perché, come ricordo brevemente, avevo sostenuto che chi aveva i titoli (cioè la lunga esperienza, oppure una specializzazione riconosciuta) potesse essere inserito in questo meccanismo. Quindi, per coerenza, lo riporto, anche se, probabilmente, questo mio emendamento dovrebbe essere dichiarato decaduto, in quanto era collegato ad un altro mio emendamento precedente, che non è stato approvato.



PRESIDENTE

Grazie per il suggerimento. Come mi conferma l'ufficio, questo emendamento è superato, pertanto non viene posto in votazione.
4.9) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 3, dopo le parole "determinati dalla Giunta regionale" aggiungere le parole "sentita la competente Commissione consiliare regionale".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, in questo passaggio io insisterei: insomma, non vinca 7 a 0, Assessore! Anche noi abbiamo la mamma! Quindi, per cortesia, tenga conto di questo aspetto.
Lei emana un provvedimento in cui ci sono degli elementi accessori importanti e non offre mai la possibilità alla Commissione consiliare, al di là di un'informazione che, come le ho detto, potrebbe inviarci per lettera o per posta elettronica, di potersi inserire.
Francamente, non lo ritengo nemmeno più un problema di maggioranza o di opposizione, ma riguarda il ruolo dell'assemblea. Ieri ne parlavamo in occasione della seduta della Commissione Statuto. Ma vogliamo cambiare cappello? Quando siamo nella Commissione Statuto parliamo del ruolo dell'assemblea, quando siamo in aula con un atto concreto, materiale, un atto formale, che non scardina la logica della legge, allora la maggioranza fa quadrato. Mettetevi d'accordo! Non potete poi ritornare nella Commissione Statuto e dire che bisogna recuperare la centralità e il ruolo dell'assemblea. Chiedo il voto, Presidente.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Inviterei l'Assessore a tenere conto di questo emendamento, anche perché abbiamo modificato l'art. 2 quando abbiamo esaminato questo provvedimento nell'altra seduta consiliare, eliminando, di fatto, l'elenco delle figure professionali e dando mandato alla Giunta di individuare le figure professionali.
In quell'articolo riscritto abbiamo aggiunto le parole: "previo parere della competente Commissione consiliare". Ora, se si andasse nella competente Commissione consiliare ad esaminare le figure professionali dopo che la Giunta ha svolto il proprio lavoro - è chiaro che, in questo caso sarebbe conseguente accogliere l'emendamento proposto dal Consigliere Tapparo, ovvero "sentita la competente Commissione consiliare" - vuol significare semplicemente seguire un iter che abbiamo compiuto affrontando l'articolo sulle figure professionali: diamo mandato alla Giunta; la Giunta esegue un lavoro e poi si sente la Commissione competente in merito al lavoro svolto dalla Giunta. Anche in questo caso, quindi, sarebbe opportuno e coerente con la scelta operata nel precedente Consiglio.



PRESIDENTE

La ringrazio. La Giunta esprime parere favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.9).
Il Consiglio approva.
4.10) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: al comma 4, dopo le parole "Turismo equestre", aggiungere le parole "tra quelle individuate ai sensi del comma 5 dell'art. 2".
Il Consigliere Angeleri lo dà per illustrato. La Giunta esprime parere favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
4.11) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Manica e Suino: al termine del comma 4 si aggiungono le parole "Per la qualifica di accompagnatore turistico, la Provincia riconosce altresì il titolo di diploma, con specializzazione in tal senso, rilasciato dagli Istituti tecnici per il turismo".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
4.12) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: al comma 5, dopo le parole "L'ammissione ai corsi è...", sono abolite le parole "di norma".
Il Consigliere Angeleri lo dà per illustrato. La Giunta esprime parere favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
4.13) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 6, abrogare da "e dispone l'applicazione di eventuali misure compensative per il riconoscimento dell'abilitazione professionale e l'iscrizione nell'elenco, consistenti nella frequenza di un corso di formazione integrativo, o nell'espletamento di un periodo di tirocinio, o nell'effettuazione di una prova d'esame, secondo criteri stabiliti con deliberazione della Giunta regionale".
4.14) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 6, dopo le parole "dalla presente legge", sostituire con le parole "e dispone l'effettuazione di una prova d'esame, secondo criteri stabiliti con deliberazione della Giunta regionale, sentita la competente Commissione consiliare regionale, per il riconoscimento dell'abilitazione professionale e l'iscrizione di cui all'art. 5".
4.15) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 6, dopo le parole "dei titoli professionali di cui all'art. 2" aggiungere le parole "e all'art. 4, comma 1".
L'emendamento n. 4.15) è superato.
Il Consigliere Tapparo chiede di illustrare congiuntamente gli emendamenti n. 4.13) e n. 4.14).
Prego, Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

La mia proposta, che cercherò di illustrare brevemente, è legata, da un lato, a favorire maggiore trasparenza al sistema che stiamo costruendo credo utile per il turismo - e, dall'altro lato, a tutelare le persone che non sono organizzate.
Io amo dire - non voglio citarmi - che l'assemblea è la sede in cui anche gli interessi diffusi sono tenuti in conto e non solo quelli che hanno un'espressione attraverso delle associazioni o delle organizzazioni.
Il senso civico di un'organizzazione nella società dovrebbe rappresentare anche questo, nel senso che anche il singolo cittadino, che non fa parte di un'associazione, che non è tutelato da una categoria, che non fa parte di un ordine, sa che deve avere fiducia in un meccanismo estremamente trasparente.
L'introdurre il tirocinio, che deve essere fatto all'interno di mediazioni e di rapporti, e il corso integrativo, ho l'impressione che lascino - come dicevo - al cittadino isolato una situazione di svantaggio rispetto al cittadino rapportato. Il senso della mia proposta è eliminare semplicemente questo aspetto. Noi abbiamo la verifica degli accessi, i meccanismi che ne certificano in qualche modo la consistenza per dare serietà all'intervento turistico che viene fatto nelle forme con cui il provvedimento si fa, ma evitiamo che ci sia questo meccanismo che - come dicevo - crea una situazione di svantaggio e non crea una piena trasparenza, a cui una norma dovrebbe sempre mirare e questa, in particolare, credo che dovrebbe tenere conto. Quindi, la concatenazione dei miei due emendamenti è rivolta a questo obiettivo.



PRESIDENTE

La Giunte esprime parere negativo sugli emendamenti n. 4.13) e n.
4.14).
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.13).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4.14).
Il Consiglio non approva.
4.16) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: al comma 6, dopo la parola "professionali", aggiungere le parole "relative alle figure" e, dopo le parole "art. 2", aggiungere "comma 5".
La Giunta esprime parere favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 4 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 1, dopo le parole "sono approvati dalla Giunta regionale" aggiungere le parole "sentita la Commissione consiliare regionale".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Questo emendamento fa parte di una serie di emendamenti che ho presentato per dare un ruolo alla Commissione consiliare. Ho visto, con piacere, che ne è stato accolto uno in un passaggio e mi auguro che anche in questo caso l'Assessore possa mettere in campo la Commissione. Auspico quindi, che i colleghi della maggioranza ripetano la votazione avvenuta per l'emendamento all'articolo precedente, dove è stato riconosciuto un giusto spazio alla Commissione consiliare, non "informata", ma "sentita".



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 5.1).
Il Consiglio non approva.
5.2) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: il comma 4 è abrogato.
Consigliere Tapparo, vuole illustrarlo?



TAPPARO Giancarlo

Lo ritiro, Presidente.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 5.2) è pertanto da considerarsi ritirato.
5.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Angeleri e Muliere: al termine del comma 5, sono aggiunte le parole "dove si svolgono effettivamente".
Il parere della Giunta è favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
5.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Manica e Suino: al termine del comma 5, aggiungere le parole "dove si svolgeranno effettivamente i corsi di torrentismo e canyoning saranno organizzati regionalmente".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 5 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 6 6.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Manica e Suino: è aggiunto il comma 1 bis così come segue: "1 bis. Le Commissioni d'esame per il torrentismo ed il canyoning sono nominate dalla Regione".
Tale emendamento è da considerarsi ritirato, Consigliere Muliere?



MULIERE Rocchino

Sì, perché abrogando successivamente l'art. 13, che riguarda il torrentismo ed il canyoning, conseguentemente decade l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 6.1) è pertanto da considerarsi ritirato.
6.2) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 2, abrogare le parole "e uno designato dall'organizzazione professionale maggiormente rappresentativa a livello provinciale, qualora esistente".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Il mio emendamento tende ad evitare che si faccia riferimento ad una logica dell'organizzazione professionalmente maggiormente rappresentativa perché in questo campo ci sono associazioni di un certo rilievo, ma anche associazioni minori, ma dignitose. Si rischia, così, di aprire un meccanismo di lacerazione e non si concorre alla trasparenza.
Vorrei ricordare ai colleghi che in questo campo ci sono più associazioni e certamente ce ne sono di estremamente vitali e forti.
Inserire questo meccanismo, che indica già nome e cognome, non mi sembra utile rispetto all'organizzazione della Commissione che deve presiedere a tale funzione.
Non voglio pensare che ci siano elementi dolosi, o meccanismi del genere, assolutamente. Dico solo che per l'interesse di tutti, anche dell'associazione più rappresentativa, è utile che la Commissione che procede alla verifica non sia influenzata dall'associazionismo, in questo caso da una delle associazioni dell'associazionismo.
L'emendamento non toglie funzionalità al provvedimento e non emargina nessuno; contribuisce alla trasparenza e toglie dall'imbarazzo le associazioni, che potrebbero avere - chi più svantaggiata, chi meno svantaggiata - eventuali tensioni.
L'emendamento, dunque, non cambia nulla; serve a concorrere meglio alla trasparenza, anche per quei cittadini che magari sono isolati e possono trovarsi così in una condizione priva di influenze.
Per questo motivo, raccomando ai colleghi il voto di questo mio emendamento.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 6.2).
Il Consiglio non approva.
6.3) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: al comma 2, le parole "indicate dalla presente legge" sono sostituite dalle parole "individuate ai sensi dell'art. 2, comma 5".
Il parere della Giunta è favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.


Argomento: Varie

Saluto agli allievi e insegnanti della Scuola elementare "Pestalozzi" di Torino


PRESIDENTE

Saluto i giovani allievi e gli insegnanti della Scuola elementare Pestalozzi di Torino che oggi sono venuti a farci visita.


Argomento: Professioni e imprese turistiche (agenzie, guide turistiche alpine speleologiche, accompagnatori, maestri di sci, ecc.

Proseguimento esame testo unificato del disegno di legge n. 138 e della proposta di legge n. 147: "Nuova disciplina delle professioni turistiche e modifica della L.R. 23/11/1992, n. 50 e della L.R. 29/11/1994, n. 41". Esame collegato ordine del giorno n. 392


PRESIDENTE

Riprendiamo l'esame degli emendamenti all'art. 6.
6.4) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 2, dopo le parole "Con deliberazione della Giunta regionale" aggiungere le parole "sentita la competente Commissione consiliare regionale".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Vorrei suggerire all'Assessore di non darmi solo il goal della bandiera, "Verbania-Canavese 7 a 1"! Le suggerisco di essere un po' più tollerante, Assessore: non bisogna stravincere, perché ci sono dei passaggi, come in una partita di ritorno - e c'è sempre un ritorno! - in queste storie, in Consiglio regionale! La mia non vuole essere una minaccia a mirare alle caviglie: le vorrei solo dire di cercare, in questi passaggi in cui si chiama in causa il ruolo dell'assemblea, di riconoscere tale ruolo, anche perché la ruota gira, e un giorno lei si potrebbe trovare in assemblea! Sono sicuro che le farebbe piacere avere qualche gioco o parte in causa su queste materie. Mi raccomando, Assessore, mi faccia perdere 7 a 2, non 7 a 1!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore al turismo

Consigliere Tapparo, non è che mi piaccia molto il calcio! Se lei non fosse un "gentleman" probabilmente considererei la sua come un'intimidazione ma, conoscendola, so che così non è! Non si tratta della questione di vincere 7 a 1 o 7 a 2, la questione è cercare di avere un processo snello. Non l'ho accolto a caso quell'emendamento che ha fatto il 7 a 1! L'ho accolto perché aveva una grande valenza all'interno della valutazione dei criteri che stabiliscono il percorso formativo e il riconoscimento delle figure professionali scelte dalla Giunta in funzione alle figure che la Giunta aveva scelto, sentita la Commissione consiliare. C'è una logica! Se vuole, parliamo di un altro sport, ma non è questo il punto, il discorso è più complesso! Comunque, apprezzo la sua simpatia.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta è dunque contrario. Fra tutti gli emendamenti che ha presentato, se posso permettermi, Consigliere Tapparo, questo attiene ad un atto di governo abbastanza atipico.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 6.4).
Il Consiglio non approva.
6.5) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: al comma 2, dopo la parola "professionale", aggiungere le parole "di categoria".
Comunico all'aula che il parere della Giunta è favorevole e che il numero legale è 26.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 6 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 7 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 8 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 9 9.1) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: al comma 1, dopo le parole "art. 2", sono inserite le parole "comma 5".
Comunico all'aula che il parere della Giunta è favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 9 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 10 10.1) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: al comma 1, la lettera b) è sostituita dalla seguente: "a coloro che svolgono, a titolo gratuito, le attività disciplinate dalla presente legge a favore di soci ed assistiti di enti ed organismi, senza fini di lucro per finalità ricreative, culturali, religiose e sociali, ovvero operino, su incarico di un Ente locale, in ragione di conoscenze specialistiche".
Al comma 1, la lettera c) è soppressa.
Comunico all'aula che il parere della Giunta è favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
10.2) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 1, punto b), dopo le parole "a titolo gratuito", aggiungere le parole "salvo il rimborso delle spese vive sostenute e documentate".
Avrebbe dovuto essere un subemendamento.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Volevo ricordare all'Assessore - è un problema tecnico - che la legge quadro sul volontariato prevede - è proprio una formula canonica - "il rimborso delle spese vive sostenute e documentate". Credo sia rimasto nella penna dell'estensore della legge, quindi vorrei solo, per una buona produzione legislativa, evidenziarlo.



PRESIDENTE

Possiamo accettarlo come subemendamento.
Consigliere Tapparo, può diventare un problema perché non abbiamo la norma finanziaria in questa legge.
Va bene, Consigliere Tapparo, lo consideriamo superato.
10.3) Emendamento presentato Consigliere Angeleri: al comma 1, la lettera c) è soppressa.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
10.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Suino e Placido: al comma 1, abrogare la lettera c).
Tale emendamento è superato.
10.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Suino e Placido: alla lettera d), abrogare la parola "esperti" e sostituirla con "insegnanti".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
10.6) Emendamento presentato dal Consigliere Tapparo: al comma 1, punto d), aggiungere le parole "svolte da esperti in possesso dei titoli e delle competenze specialistiche di cui all'art. 4, comma 1".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 10 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 11 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 12 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 13 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 14 14.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Angeleri e Marengo: l'art. 14 è soppresso.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
14.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Costa Enrico e Mercurio: al comma 1, dopo la dizione "gole e torrenti", inserire le parole "o su aree ferrate o su percorsi di montagna, tanto in estivo che in invernale aventi tratti classificati difficili".
Tale emendamento è superato.
14.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Costa Enrico e Gallarini: al comma 2, dopo la parola "accompagnamento", inserire le parole "in escursioni a torrenti".
Tale emendamento è superato.
ART. 15 15.1) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: l'art. 15 è sostituito dal seguente: "Art. 15 - Sanzioni amministrative.
1. Chi svolge le attività riservate alle figure professionali di cui all'art. 2, comma 5, senza essere provvisto di abilitazione e senza essere iscritto negli elenchi provinciali è soggetto alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da L. 1 milione (516 euro) a L. 5 milioni (2.582 euro).
2. Gli operatori del settore turistico che, per le attività di cui all'art.
2, comma 5, si avvalgono di persone non provviste di abilitazione e non iscritte negli elenchi provinciali sono soggetti alla sanzione amministrativa del pagamento di una somma da L. 3 milioni (1.549 euro) a L.
10 milioni (5.165 euro).
3. L'uso del titolo di iscrizione negli elenchi di cui all'art. 10 da parte di organismi che non ne sono iscritti comporta la sanzione amministrativa del pagamento della somma da L. 3 milioni (1.549 euro) a L. 10 milioni (5.165 euro) da parte di ciascun componente dell'organismo.
4. L'applicazione di tariffe superiori a quelle dichiarate comporta la sanzione amministrativa del pagamento della somma da L. 500 mila (258 euro) a L. 2 milioni (1.033 euro).
5. Ogni altra violazione delle norme della presente legge comporta la sanzione amministrativa del pagamento della somma da L. 400 mila (207 euro) a L. 2 milioni 500 mila (1.291 euro).
6. L'accertamento delle violazioni e le irrogazioni delle sanzioni di cui alla presente legge è effettuato secondo le procedure previste dalla legge 24 dicembre 1981, n. 689 (Modifiche al sistema penale)".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
15.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Costa Enrico e Gallarini: al comma 2, la somma "500.000" è sostituita con "5 milioni" e la somma "2 milioni" con "15 milioni".
Tale emendamento è superato.
15.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Costa Enrico e Gallarini: al comma 3, la somma "700.000" è sostituita con la somma "5 milioni" e la somma "3 milioni" con "15 milioni".
Tale emendamento è superato.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 5 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 16 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 17 17.1) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: il comma 2 è soppresso.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico su tale emendamento, sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
17.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marengo, Costa Enrico e Mercurio: al comma 2 bis, dopo "snow board" inserire "telemark" e "sci alpinismo".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 17 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 18 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 19 19.1) Emendamento presentato dal Consigliere Angeleri: all'art. 19 è aggiunto il seguente comma: "3. Le figure di guida e accompagnatore turistico, così come individuate dall'art. 2 della L.R. n. 41/89, sono ricomprese di diritto nella deliberazione della Giunta regionale adottata ai sensi del comma 5 dell'art. 2".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico su tale emendamento, sul quale la Giunta ha espresso parere favorevole.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 19 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 20 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
Terminato l'esame dell'articolato, possiamo procedere alla votazione dell'intero testo della legge.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Volevo solo ricordare che ho preparato un breve ordine del giorno che ricorda la necessità di recuperare il riferimento della legge quadro. Dice semplicemente che si provveda, in qualche modo, in qualche forma, o anche in un altro passaggio, a tenere conto che la normativa nazionale prevede in certi casi, il riconoscimento delle spese e la gratuità.



PRESIDENTE

Posso vederlo?



TAPPARO Giancarlo

Forse è meglio che lo legga, l'ho scritto da amanuense e non è di facile lettura.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Do lettura dell'ordine del giorno in questione: "Il Consiglio regionale del Piemonte . considerato che la normativa nazionale, legge quadro sul volontariato (legge n. 266/91), stabilisce che i soci di un'associazione svolgano le attività a favore di soci ed associati gratuitamente, salvo il rimborso delle spese vive sostenute e documentate . visto che tale normativa nazionale è stata successivamente recepita dalla normativa regionale di riferimento . rilevato che è priorità della Regione Piemonte favorire l'associazionismo culturale, ricreativo e sportivo in tutte le sue forme impegna . la Giunta regionale e l'Assessore competente a recuperare il sopraindicato orientamento della normativa nazionale".



PRESIDENTE

L'ordine del giorno che ha letto il Consigliere Tapparo viene modificato nella parte dispositiva, ferma restando la premessa, dove faceva riferimento alla legge quadro sul volontariato, in questo senso: "Invita la Giunta e l'Assessore competente a favorire l'applicazione della legge regionale, approvata in data odierna, in materia di disciplina delle professioni turistiche, rispettando il principio del rimborso spese indicato in premessa".
Saranno, poi, gli Enti ad erogare il rimborso.
La Giunta esprime parere favorevole sull'ordine del giorno presentato dal Consigliere Tapparo.
Indìco pertanto la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'ordine del giorno n. 392 come modificato.
Il Consiglio approva.
Indìco infine la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 33 hanno votato SI' 27 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.25)



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