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Dettaglio seduta n.150 del 06/11/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Aggiornamento inizio lavori consiliari


PRESIDENTE

Buongiorno a tutti.
Constata la mancanza del numero legale, comunico che la seduta è aggiornata alle ore 10.40.



(La seduta, sospesa alle ore 10.10 riprende alle ore 10.47)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Marco, Chiezzi, Pozzo Racchelli, Riba e Rossi Giacomo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame legge rinviata dal Governo in data 3 settembre 2001 "Legge 4 maggio 1983 n. 184, così come modificata dalla legge 31 dicembre 1998 n. 476 e dalla legge 28 marzo 2001 n. 149 'Istituzione della Consulta regionale per le adozioni e per gli affidamenti familiari e dell'Agenzia regionale per le adozioni internazionali'"


PRESIDENTE

Dichiaro aperta la seduta.
Passiamo ora al punto 2) all'o.d.g., che prevede l'esame della legge rinviata dal Governo in data 3 settembre 2001.
Come primo atto dobbiamo ripetere, tout court, una votazione. Dobbiamo votare, per appello nominale, sulla legge in oggetto. Vi ricordo che la votazione, per essere valida, necessita di trentun voti.
Dispongo il rinnovo della votazione finale dell'intero testo di legge, per appello nominale, mediante procedimento elettronico.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Richiesta di intervento per fatto personale


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani per fatto personale; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Dato che è presente anche l'Assessore Casoni intendo parlare per fatto personale perché, nella seduta di mercoledì scorso, durante la discussione che riguardava la risposta ad un'interrogazione da me presentata l'Assessore - in una polemica per la verità molto garbata - mi ha accusato di non aver approfondito sufficientemente una questione che ponevo sostenendo che un certo tipo di progetto, di provvedimento, era compreso nell'accordo di programma sottoscritto dalla Regione e dal Ministero dei Trasporti. Poiché può capitare di avere qualche svista e non approfondire bene le questioni, mi sono preoccupato di verificare se, come ha dichiarato l'Assessore, quel progetto era compreso oppure no nell'accordo di programma. Ringrazio l'Assessore per avermi fatto avere, dietro mia sollecitazione, l'accordo di programma. Mi sono letto diligentemente (Assessore Casoni, lo dico non polemicamente, soltanto per ragioni di chiarezza) gli Allegati A e B dell'accordo di programma, e le confermo che non vi ho trovato traccia dell'intervento che lei ha dichiarato esservi compreso. Non so se esista qualche altro documento, al di là di questo ma poiché lei ha fatto riferimento in maniera esplicita all'accordo di programma - e io quello ho letto, e segnatamente gli allegati A e B confermo che, così come avevo denunciato nella mia interrogazione, di quel tipo di intervento in esso non vi è purtroppo traccia.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni per una breve replica.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Ringrazio il Consigliere Ronzani per aver fatto questa precisazione.
Questa assicurazione mi era stata data sul fatto che c'è un documento integrativo a questa situazione. Proprio noi, da questo documento, avevamo evinto che le due città piemontesi non erano collegate in maniera elettrificata alla rete delle città. Io ho una lettera del Presidente (che mi preoccuperò di far avere) che integra i documenti e che garantisce che anche Cuneo e Biella saranno collegate alla rete, nel punto più vicino, in maniera elettrificata.
In effetti, non mi ricordavo la terminologia. Mi preoccuperò comunque di far avere questa lettera al Consigliere Ronzani. Tra l'altro, vorrei ricordare che Cuneo è anche la mia città, quindi la problematica Consigliere Ronzani, era comune.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del punto 3) all'o.d.g. Ha chiesto la parola la Consigliera Manica sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Noi chiederemmo se fosse possibile spostare questo punto, le nomine come ultimo punto della mattinata, perché dovremmo ancora mettere a punto delle segnalazioni.
Chiediamo cioè se è possibile trattare prima gli altri punti dell'o.d.g., per affrontare poi questo delle nomine una mezz'oretta prima della chiusura dei lavori della mattinata.



PRESIDENTE

Va bene, mi sembra che nulla osta a questa richiesta. Passiamo dunque al punto 4) all'o.d.g., "Comunicazioni della Giunta regionale sull'evento alluvionale dei giorni 13/16 ottobre 2000". Penso che parlerà prima l'Assessore Ferrero poi il Presidente Ghigo. Ha chiesto nuovamente la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Lei aveva annunciato, prima, che ci sarebbe stata una delegazione ed un incontro con essa. Vorremo sapere se quell'incontro è ancora in programma poiché era un incontro richiesto con gli Assessori di riferimento ed i Capigruppo. Ora, se dobbiamo parteciparvi, non so come potremmo fare a contemperare le relazioni - sarebbe interessante sentirle - dell'Assessore Ferrero e del Presidente Ghigo con i lavori della delegazione. Volevo solo porle questo problema, Presidente, per capire come poter fare ordine in tutto.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliera Manica. Però, per puntualizzare, devo dire che la delegazione è arrivata alle ore 10.15, e che io avevo comunicato all'Assessore D'Ambrosio che dalle ore 10.15 alle ore 10.40 c'era tutto il tempo per riceverla. Ora, io ho chiamato alle 10.45 e, dopo mezz'ora, non si sa per quale motivo, non si era neppure iniziato a parlare.
Non ho difficoltà a venire ulteriormente incontro alle esigenze dei colleghi e sospendere ancora la seduta per qualche minuto, però che sia davvero solo "qualche" minuto: sono le 10.55, riprendiamo alle ore 11.15! La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 10.55 riprende alle ore 11.21)


Argomento: Varie

Saluto agli alunni della Scuola Elementare "Dogliotti" di Torino


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Saluto la Scuola Elementare "Dogliotti" di Torino che è venuta a farci visita. Un caloroso benvenuto ai ragazzi, che avranno già visitato anche il resto del nostro Palazzo e oggi assisteranno ad un importante dibattito.


Argomento: Calamità naturali

Comunicazioni della Giunta regionale su evento alluvionale dei giorni 13/16 ottobre 2000


PRESIDENTE

Relativamente al punto 2) all'o.d.g., la parola all'Assessore Ferrero per la relazione.



FERRERO Caterina, Assessore ai lavori pubblici, relatrice

L'evento alluvionale dei giorni 13-16 ottobre 2000 che ha interessato tutta l'Italia settentrionale, preceduto e seguito peraltro da una serie di precipitazioni meteoriche particolarmente intense, è stato caratterizzato da un'estensione territoriale, da un'intensità pluviometrica e da una durata eccezionali che hanno provocato il raggiungimento di parametri idrometrici persino superiori a quelli registrati nel corso degli eventi del 1993 e del 1994.
La Regione Piemonte, interessata in alcune aree territoriali (Provincia di Torino e Cuneo) da eventi alluvionali già nel corso della primavera, è stata pesantemente colpita con effetti molto gravi alle infrastrutture pubbliche, all'assetto idrogeologico del territorio, ai beni privati, alle attività produttive ed al patrimonio agricolo.
Il Governo, per il tramite del Ministero dell'Interno, ha emanato una serie di ordinanze per il pronto ripristino e il sollecito ritorno alla normalità nelle zone colpite. In particolare, con ordinanza ministeriale n.
3090 del 18.10.2000, sono state dettate le prime indicazioni procedurali per attivare il più velocemente possibile le opere di ricostruzione prevedendo, oltre ai primi finanziamenti e a una serie di deroghe alla normativa ordinaria, i soggetti deputati alle diverse incombenze connesse con l'emergenza.



OPERE PUBBLICHE

Ai sensi dell'art. 6 della citata ordinanza, le Prefetture sono state incaricate di provvedere agli interventi necessari ad assicurare i primi soccorsi, l'assistenza e la rimozione di situazioni di pericolo, nonch agli oneri per gli interventi disposti in emergenza dagli Enti locali; ai sensi dell'art. 1 della medesima ordinanza, l'amministrazione regionale era invece tenuta ad adottare un piano generale di interventi straordinari per il ripristino e la ricostruzione delle infrastrutture pubbliche e per il riassetto del territorio, anche con connotati di prevenzione dei rischi che può ricomprendere anche interventi a qualunque titolo già finanziati purché connessi con l'evento calamitoso in oggetto.
Per sopperire alle esigenze connesse con una prima serie di interventi di ripristino urgente non differibile, la Regione Piemonte con D.G.R. n. 3 1422 del 21.11.2000, ha disposto un primo programma stralcio dell'importo complessivo di L. 174.492 milioni inerente le opere pubbliche di pertinenza comunale e di L. 168.415 milioni a favore delle incombenze a carico delle Prefetture (art. 6 ord. 3090/00).
Con successiva deliberazione. n. 108-1821 del 18.12.2000 la Giunta regionale ha approvato il piano generale degli interventi di ricostruzione previsto dalla citata ordinanza del Ministro dell'Interno n. 3090 del 18.10.2001 (art. 1); detto piano, predisposto sulla base delle indicazioni tecniche in possesso alla data della delibera, è stato modificato ed integrato con D.G.R. n. 7-2077 del 23.01.2001, in relazione alla esigenza di apportare alcune correzioni conseguenti ad accertati errori materiali nonché per inserire ulteriori interventi di ripristino, accertati successivamente. Entrambe le suddette operazioni sono state oggetto di verifica da parte dei servizi tecnici della Direzione regionale OO.PP.
incaricata del compito della raccolta e del coordinamento di tutto il flusso delle informazioni, di concerto con le altre Direzioni regionali interessate (Difesa del suolo, Servizi tecnici di prevenzione, Tutela risorse idriche, ecc.). Per meglio ottemperare a tali esigenze, venne istituita una apposita struttura speciale, presso la segreteria di Direzione.
Il Piano Generale di ricostruzione, che contempla interventi di ripristino per complessive L. 5.746 miliardi (di cui più di 1500 solo per opere urgenti di ripristino), ha consentito di procedere ad un graduale finanziamento degli interventi di ripristino mediante programmi stralcio definiti in ragione delle priorità determinate dal diverso grado di urgenza delle previste opere.
Con tale documento la Regione ha inteso organizzare la pianificazione la programmazione e la gestione della ricostruzione delle infrastrutture della stabilizzazione dei versanti, del ripristino delle difese e delle sezioni idrauliche modificate dall'evento alluvionale, della manutenzione delle opere esistenti sulla rete idrografica ed, in ultima analisi, di tutti gli interventi utili a prevenire, ovvero ridurre il rischio idraulico e idrogeologico.
A distanza di un anno dall'evento alluvionale, l'Assessorato, intende rappresentare una prima situazione relativa agli interventi ricostruttivi programmati e finanziati, nel rispetto delle indicazioni generali e delle priorità contenute nell'ordinanza ministeriale n. 3090/2000 e del relativo Piano generale di ricostruzione approvato con D.G.R. n. 7-2077 del 23.01.2001.
Per lavori di ripristino e ricostruzione delle infrastrutture essenziali, per la pulizia dei corsi d'acqua, per opere di difesa idraulica e di sistemazione idrogeologica sono stati predisposti cinque programmi stralcio, comportanti complessivamente una spesa di L. 786.999 milioni. Nel dettaglio, la Giunta regionale ha approvato i citati piani stralcio con i seguenti provvedimenti: D.G.R. n. 3-1422 del 21.11.2000 dell'Importo complessivo di L.
176.000.000.000.
D.G.R. n. 2-2248 del 13.02.2001 dell'importo complessivo di L.
2.200.000.000.
D.D. n. 444 del 02.04.2001 dell'importo complessivo di L.
178.573.000.000.
D.G.R. n. 2-3245 del 18.06.2001 dell'importo complessivo di L.
428.187.000.000.
D.D. n. 1024 del 2001 dell'importo complessivo di L. 3.166.000.000.=.
I programmi stralcio n. 1, 2, 3, oltre che il piano generale di ricostruzione sono stati oggetto della presa d'atto della Presidenza del Consiglio dei Ministri-Ministero dell'Interno Dipartimento della Protezione Civile, prevista dall'ordinanza ministeriale n. 3090/2000, con provvedimento n. 13.238/PM del 09.05.2001. L'Autorità di Bacino del Fiume Po, deputata ad esprimere il proprio parere tecnico per gli interventi di natura idraulica superiori a L. 1.000.000.000.=, ha approvato con provvedimento n. 3844 del 7.06.2001 gli interventi relativi ai citati primi tre stralci. Presso i nominati Enti sono in corso le relative istruttorie inerenti il quarto ed il quinto programma.
Per quanto attiene le spese riguardanti l'art. 6 dell'Ordinanza 3090 relative ai lavori disposti in emergenza dagli enti interessati, si precisa che le Prefetture hanno comunicato di avere sostenuto un onere complessivo di L. 161.405.701.800.= di cui L. 109.285.000.000= sono già state oggetto di trasferimento.
Il dettaglio di tutti gli interventi di ricostruzione e sistemazione previsti negli atti soprariportati sono puntualmente descritti in apposito volume, redatto dalla Direzione Opere Pubbliche ed allegato alla presente di cui gli elementi essenziali sono disponibili sul sito web regionale, a partire dal 18.10.2001.



DANNI AI PRIVATI

Le conseguenze dell'evento alluvionale sui beni privati sono state notevoli sia per le case di civile abitazione che per le infrastrutture produttive in senso lato.
L'Ordinanza Ministeriale 3090 ha previsto norme straordinarie per affrontare l'emergenza e soprattutto per consentire il pronto rientro nelle residenze e la ripresa delle attività produttive; ha previsto anche contributi per il soccorso alle famiglie evacuate per " l'autonomo mantenimento".
Tali attività, improntate alla massima celerità, hanno consentito alla Direzione S1 "Gabinetto alla Presidenza" e alla Direzione OO.PP. di erogare nei primi mesi dopo l'alluvione, la somma complessiva di altri 143 miliardi di lire, di cui circa 1 miliardo per l'autonomo mantenimento, 69 miliardi per il rientro nelle abitazioni e 73 miliardi per la ripresa delle attività produttive.
Con la legge n. 365 dell'11/12/2000, lo Stato ha approvato norme straordinarie per il completo ristoro dei danni a privati, rese operative con due direttive emanate dal Ministro dell'Interno con delega alla protezione civile in data 1/2001 e 3/2001.
L'applicazione delle direttive ha comportato, oltre che ripetute riunioni in sede locale con gli Enti e i cittadini interessati, anche una collaborazione tra la Direzione OO.PP. , la Direzione Industria e la Direzione Commercio e Artigianato. L'istruttoria delle domande di contributi viene effettuata direttamente dai Comuni per quanto riguarda le case di civile abitazione e le operazioni di supporto, verifica ed erogazione vengono curate dalla Direzione OO.PP; l'istruttoria relativa alle attività produttive genericamente intesa viene espletata direttamente dalla Regione tramite un gruppo interassessorile appositamente creato con le Direzioni interessate.
Con ordinanza n° 3141 del Ministro dell'Interno Scajola del 2 Luglio 2001 è stato possibile erogare il 40% dei totali presunti dei danni segnalati dai privati e dalle attività produttive per un totale complessivo di 450 miliardi di cui 140 miliardi ai privati e 310 miliardi alle attività produttive ed agricole.
CONCLUSIONI In conclusione, è indispensabile proseguire l'opera fin ora realizzata con la predisposizione di ulteriori fasi di programmazione di lavori pubblici e di messa in sicurezza, nonché essere preparati all'erogazione dei successivi trasferimenti di contributi ai soggetti privati per la ricostruzione e le riparazioni dei danni alle abitazioni e alle attività produttive e agricole.
Nel mese di settembre il Presidente Ghigo e la sottoscritta hanno inviato al Ministro Scajola il quadro delle ulteriori esigenze stimabili in complessivi 3030 miliardi così ripartiti: 1100 miliardi di lire a copertura di quanto non ancora finanziato degli interventi urgenti previsti nel piano generale di ricostruzione, nonché per parte di quelli previsti come definitivi ed ora non più rimandabili 1000 miliardi per poter attivare i primi interventi strutturali e di prevenzione, già inseriti nella pianificazione di bacino, a parziale copertura dell'ammontare complessivo del piano generale di ricostruzione ( 2415 miliardi ) 660 miliardi per il saldo ai privati ed alle attività produttive e agricole 270 miliardi per infrastrutture agricole e opere di bonifica (legge 185/92).
Sono inoltre state evidenziate alcune proposte di adeguamento alla legge 365 del 2000 che si auspica possano essere recepite nella finanziaria del 2002.



PRESIDENTE

Ringrazio l'Assessore Ferrero. Penso che ora voglia intervenire il Presidente. Oppure vuole intervenire dopo il dibattito? Ve bene. Chiedo se ci sono interventi sul dibattito generale.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Possiamo avere il testo?



PRESIDENTE

Lo stiamo distribuendo, ma è molto simile a quello distribuito 15 giorni fa alla Conferenza dei Capigruppo. Sospendiamo brevemente per consentire la distribuzione del testo.



(La seduta, sospesa alle ore 11.35 riprende alle ore 11.41)



PRESIDENTE

Dichiaro pertanto aperto il dibattito.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, Assessore e colleghi, l'evento che ha colpito la nostra Regione poco più di un anno fa, oltre alla drammaticità dell'evento, ha certamente posto in essere delle scelte di pianificazione del territorio in materia idrogeologica coraggiose e nuove.
Era necessario, e si sono fatte anche delle scelte innovative rispetto alla gestione degli eventi alluvionali del 1993-1994, come un maggior grado di autonomia dei Comuni per interventi.
Tuttavia, dopo aver sentito la relazione dell'Assessore Ferrero, rilevo ancora una frattura tra Piano, programma e governo della realizzazione e connesso monitoraggio; comunque, le informazioni di cui disponiamo non sono sufficienti a capire come sta avanzando l'opera di intervento sia per la messa in sicurezza dei fiumi che per le opere connesse (penso alle casse di espansione, al recupero di aree per permettere ai corsi d'acqua di poter avere una possibilità di espansione). Non si riesce a capire come proseguono i processi di naturalizzazione delle rive; come si attua la strategia di ricollocare attività che l'antropizzazione selvaggia dei decenni precedenti aveva posto in zone critiche e la cui difesa sarebbe forse impossibile o comunque a costi talmente elevati e con dei vincoli ai corsi d'acqua inaccettabili.
Sarebbe interessante avere oggi, dopo oltre un anno, un quadro di rilevazione sullo stato di attuazione.
Già in Commissione avevo espresso all'Assessore l'esigenza di sapere a che punto siamo nelle opere di intervento; fatto pari a 100 quello che è l'intervento sul territorio per la messa in sicurezza e per il recupero laddove ci sono stati eventi particolarmente critici (frane, ecc.) nei Comuni, qual è oggi il grado di realizzazione (grossolano: un terzo, un quarto, la metà, il tutto)? E all'interno di questa verifica, qual è il tipo di organicità degli interventi.
Oggi, in certi casi, rileviamo degli interventi un po' a macchia di leopardo, dove le priorità sono date da stimoli non sempre legati da una strategia e da una visione complessiva.
Questo, per esempio, lo possiamo vedere nel tratto di fiume che va da San Mauro a Crescentino per quanto riguarda il Po: rileviamo degli interventi che sono dati da stimoli non sempre corretti in termini di messa in sicurezza del fiume. Speriamo che l'autunno sia finito e che non si determinino più eventi drammatici, anche se la nostra storia ricorda come nel mese di novembre vi siano state situazioni critiche, che nella primavera si potrebbero ripresentare.
Queste opere in ordine sparso - e mi riferisco alle opere tra San Mauro, Crescentino e Casale Monferrato - realizzati a tratti, non danno un sostegno organico all'intervento. Inoltre, ho l'impressione che soprattutto i Comuni di piccola e media dimensione, ai quali è stato attribuito un ruolo molto importante (giustamente sono diventati stazioni appaltanti, ecc.), siano stati abbandonati un po' a se stessi ed il loro peso contrattuale, nel rapporto con le imprese e con gli studi di progettazione, sia tale da rischiare che la temporalità degli interventi o la distribuzione del territorio non siano sufficientemente governati dalla volontà del momento pubblico.
Non voglio dire cose peggiori; mi limito a questo tipo di considerazione.
Dovrebbe esserci, tra Regione e Provincia, una capacità di sostegno ai piccoli Comuni e io vorrei capire, dalla risposta dell'Assessore, nel momento della replica, se questo avviene, come avviene e con che caratteri come gli Enti superiori, in particolare la Regione, si atteggiano nel rapporto di competenza e peso politico rispetto alle imprese costruttrici che acquisiscono gli appalti e rispetto agli studi di progettazione, che sono sovraccarichi di lavoro e che quindi cadenzano le scelte di priorità in base alle loro esigenze e non a quelle del Comune.
Sono problemi che si determinano; lo rileviamo molto spesso in alcune realtà locali, dove gli interventi mancano di organicità, non per la mancanza di percezione di questa organicità da parte dell'Amministrazione comunale, ma per la difficoltà di rapportarsi con coloro che hanno acquisito gli appalti o che stanno elaborando i progetti di intervento.
Un altro elemento sul quale chiedo risposta, in sede di replica all'Assessore e magari al Presidente Ghigo, riguarda il fatto che la Regione Piemonte, per tradizione, è considerata da molti anni una Regione importante come capacità d'intervento nella manutenzione ordinaria e straordinaria dei fiumi. Qualcosa che avviene al di fuori degli eventi catastrofici. E' un'operazione di fondo e devo dare atto anche agli Uffici dell'Assessorato, che in questo campo sono molto avanzati.
Si compiono operazioni significative, ma vorrei capire come procede l'azione della manutenzione ordinaria e straordinaria dei fiumi; se l'evento eccezionale ha, in qualche modo, penalizzato pesantemente quella che è un'azione di fondo ricorrente, strutturata, sistematica, che dovrebbe essere fatta, che è nei nostri documenti ed anche nella capacità di lavoro dei nostri Uffici.
Quando, subito dopo l'evento dell'autunno scorso, abbiamo affrontato i problemi della messa in sicurezza dei fiumi, abbiamo ribadito il concetto che i fiumi non vanno canalizzati, ma che devono essere capaci, soprattutto quando entrano nel piano, per avere delle casse di compensazione, per avere delle aree golenali, di poter rispondere all'azione d'urto dell'arrivo dell'acqua dalle montagne, sapendo che è difficile avere le aree di compensazione e le aree golenali nelle nostre valli, che sono normalmente molto ripide, specie nelle Alpi Cozie, nelle Alpi Graie e nelle Alpi Pennine. Probabilmente un po' meno nell'Appennino piemontese.
Vogliamo capire, dunque, come si sta procedendo con questa operazione.
Ho avuto occasione di intervenire riguardo ai problemi presenti nella zona di Balangero ed ho segnalato, ad esempio, che la vecchia cava di amianto, con lo storico lago interno, poteva diventare una cassa di espansione piuttosto che andare a compromettere una quantità di terreni agricoli a monte e poco oltre Balangero, che mettevano in condizione di criticità i territori, perché insistevano in un terreno relativamente ristretto, facendo pagare ad un singolo Comune o a pochi Comuni oneri di compensazione dell'andamento dei corsi d'acqua che dovrebbero essere - come si dice in gergo - spalmati il più possibile lungo l'asta del fiume o del torrente.
Anche in questo caso è un problema di equilibri; spesso il peso politico di alcune Amministrazioni comunali fa in modo di non essere area di cassa di espansione, scaricando il problema.
Poi, magari, potremo dire nome e cognome di questi aspetti.
Vorrei anche capire come procede l'operazione di rimozione di quelle imprese e di quelle attività che sono oggi in fasce di pertinenza fluviale di tipo A, B e C, che evidentemente sono aree di difficile difesa e quindi di operazione di rilocalizzazione.
In questo senso, i problemi riguardano anche le attività agricole perché oggi l'indennizzo non avviene per le coltivazioni comprese nelle fasce fluviali di tipo A e B delle attività agricole e quindi occorre intervenire con grande attenzione.
Ci sono Comuni che hanno un terzo del territorio in queste condizioni con intere imprese agricole che insistono in quelle situazioni. Noi non possiamo fare delle operazioni puramente burocratiche, ma dobbiamo fare delle azioni di accompagnamento di questi tipi di attività.
Vorrei sapere, dunque, riguardo a queste realtà, se esiste quella sensibilità che anche le associazioni agricole e molte Amministrazioni comunali, soprattutto lungo l'asta del Po, hanno segnalato.
Mi aspetto, pertanto, in sede di replica, alcune risposte.
Vorrei capire che tipo di monitoraggio si sta facendo sulle opere perché, Assessore - e concludo - non basta dire che c'è il Piano; certo c'è il programma, ma è importante il modo in cui si governa il progetto ed il processo di intervento, pur sapendo che abbiamo stabilito, con il principio di sussidiarietà, una forte autonomia comunale. Questa, oltre che andare sostenuta, va anche capita e governata.
Questo è il senso che dovrebbe avere oggi la Regione: avere il Piano avere la capacità di monitorarlo e dare sostegni di governo all'attuazione delle opere.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. Colleghi, un anno fa, in occasione dell'alluvione un evento della gravità che è stata ricordata dall'Assessore Ferrero, ci fu, un impegno corale, generale, concorde e solidale delle istituzioni piemontesi, e fra queste del Governo e del Consiglio regionale del Piemonte, per affrontare una situazione di emergenza con le caratteristiche descritte.
Diamo atto dell'impegno che la Giunta regionale, il Presidente Ghigo e l'Assessore Cavallera ebbero nell'affrontare, con tempestività, la situazione potendosi anche giovare del supporto di strutture di questa regione che consideriamo tra le più qualitativamente efficaci che esistono nel panorama nazionale, come quelle che si occupano dei problemi della previsione e della prevenzione.
Già allora cominciò ad aprirsi un dibattito e un confronto politico come era indispensabile che avvenisse, perché, oltre le questioni dell'emergenza, i fatti alluvionali mettevano in evidenza la necessità di scelte nuove. La necessità di scelte che rappresentassero un vero e proprio mutamento di indirizzo sia per quanto riguarda le scelte e le priorità, che l'utilizzo delle risorse. Allora si aprì una discussione, che voglio ricordare adesso. La situazione è modificata, ma credo sarebbe interessante rileggere i verbali delle discussioni che facemmo allora e le cifre che, da parte della maggioranza, vennero indicate come quelle che bisognava rivendicare nei confronti del Governo nazionale.
Non so se qualcuno dei Consiglieri presenti lo ricorda, ma ci trovammo di fronte a qualcosa che fece pensare, a molti di noi, ad una rincorsa demagogica e propagandistica che, in qualche modo, ruppe quel clima di rapporti e di solidarietà che nel momento dell'emergenza si erano costruiti.
Oggi siamo tenuti a fare un bilancio non solo amministrativo come giustamente ha fatto l'Assessore Ferrero, di una rendicontazione dei primi interventi effettuati, delle misure che sono state prese, ma, in occasione di una discussione di questo tipo, sarebbe necessario un bilancio politico delle scelte compiute e un tentativo di previsione degli scenari, nei quali ci muoveremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi.
Siamo in una situazione nella quale, dopo la tensione di quei mesi segnati dall'emergenza, il problema di un rilievo e di una priorità alle questioni di fondo, di riorganizzazione delle politiche generali che la questione dell'alluvione aveva messo in luce, questa priorità e questo bisogno di una svolta di sottolineare questo tema come uno dei temi centrali della nostra azione, è sparito. Nella sua diligenza, la relazione che l'Assessore Ferrero ha portato in aula oggi ad un anno dall'alluvione mi pare porti il segno di questa caduta di tensione, di importanza e di motivazioni intorno a questo tema.
Onestamente, se guardiamo l'azione di questi mesi, dobbiamo riconoscere che questo problema non è più una priorità, non ha assunto quelle caratteristiche e quel rilievo politico che una questione del genere avrebbe dovuto avere per come si erano determinate le situazioni.
In più, oggi siamo di fronte ad una situazione, come voi sapete benissimo, che prevede, da parte del Governo nazionale, un sostanziale disimpegno su questo fronte. A tal proposito, voi sapete che un vostro importante rappresentante, l'On. Rosso, nei giorni scorsi ha chiesto che siano tolti i fondi destinati alle Olimpiadi del 2006, per destinarli ad interventi a proposito dell'alluvione. Questo sta ad indicare quanto siamo di fronte ad una assenza di impegni e di risorse conseguenti, prodotte in questa direzione. Non vogliamo rovesciare il gioco che la maggioranza fece quando si trovava all'opposizione nel governo nazionale, non pensiamo di riproporre le cifre che voi, allora, avevate indicato come le cifre necessarie per intervenire in Piemonte. Vi chiediamo, semplicemente, in conclusione di questa discussione, di sottoscrivere un impegno che chiede al Governo che le cifre che erano già state stanziate dal governo precedente e previste nei programmi pluriennali concordati con le Autorità di Bacino e che facevano parte del disegno di programmazione, siano mantenute nel disegno di legge finanziario che predispone le risorse per l'anno 2002 e che si compiano gli atti conseguenti.
Se questa discussione avviene a prescindere dal quadro nel quale le nostre scelte si collocano, dovremmo semplicemente prendere atto dell'assenza di qualsiasi impegno significativo e fare corrispondere, alle parole pronunciate un anno fa, i fatti che riguardano le responsabilità politiche attuali.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

E' passato un anno dall'alluvione e ci troviamo a discutere sulla ricostruzione, sui miliardi che dobbiamo utilizzare e che servono per ultimarla. E' di pochi giorni fa la richiesta di utilizzare fondi che sono previsti per le Olimpiadi del 2006, per la ricostruzione. Stiamo discutendo se serve spostare fondi, da altre previsioni di spesa.
Dopo un anno abbiamo un documento, fornito dall'Assessore, che illustra lo stato di attuazione sulla ricostruzione. In base a questo documento vediamo che i miliardi interessati da questo piano stralcio, sono pari a 786 circa. Mentre, per completare l'opera di ricostruzione, servirebbero come risulta dalla richiesta a firma del Presidente Ghigo e dell'Assessore Ferrero, altri tremila e trenta miliardi suddivisi in: 1100 miliardi per la copertura di quanto non ancora finanziato; 1000 miliardi per attivare i primi interventi strutturali di prevenzione (già inseriti nella pianificazione di bacino); 210 miliardi per l'erogazione dei saldi, dei contributi per le abitazioni private; 450 miliardi per saldi di contributi alle aziende agricole danneggiate; infine 270 miliardi per il recupero del patrimonio infrastrutturale agricolo. Abbiamo da un lato una previsione di spesa di miliardi per le opere da attuare, mentre dovremmo anche analizzare quello che già si è fatto e come si sono investiti ed utilizzati i fondi impiegati.
Ho chiesto un primo monitoraggio sull'attuazione delle opere per la ricostruzione, e i dati forniti sono, a mio avviso, approssimativi. Pochi sono i progetti realizzati completamente, e addirittura per le opere riguardanti i settori della Provincia di Torino i dati sono ancora in corso di acquisizione.
E' stato inaugurato con una certa enfasi, da parte del Presidente, il ponte di Noasca, che però risulta essere stato ricostruito con le offerte del giornale "La Stampa".
Questo è quel poco che risulta essere fatto in base ai dati ufficiali.
Noi però lamentiamo che sono molte le cose che non sono state fatte. Ad esempio, non si sono volute applicare le misure cautelative previste dall'art. 9 bis della legge n. 56 e quanto previsto dalla nota tecnica esplicativa alla circolare P.G.R. 8/5/1986 n. 7, e aspetta ancora una revisione per il giusto adeguamento agli strumenti pianificatori dell'Autorità di Bacino.
Riguardo agli enti titolari o concessionari di infrastrutture pubbliche o di interesse pubblico, sarebbe il caso, dopo gli eventi alluvionali verificatisi nel corso degli ultimi 6 anni, fare una serie di approfondimenti per le nuove opere, però prevedere anche per le esistenti la valutazione della compatibilità idraulica, prevista, tra l'altro, dalla direttiva n. 2/99 dell'Autorità di Bacino.
Noi lamentiamo come dall'inizio della passata legislazione si parla di rilocalizzazioni di attività industriali ed artigianali presenti in aree a rischio idraulico.
Sono stati pubblicati anche i relativi regolamenti, però chiediamo se non sarebbe il caso di accelerare la rilocalizzazione delle attività che trattano materie pericolose, perché abbiamo dei casi di particolare delicatezza nella nostra Regione, e quindi sarebbe il caso di verificare che cosa succede e se non pensiamo di rilocalizzarle.
Sentiamo parlare ripetutamente di interventi sui fiumi a favore di prelievo d'inerti. Noi vogliamo ricordare qui che l'Autorità di Bacino durante un'audizione alla Camera, ha sfatato il mito del prelievo autorizzato, ammettendo che questo prelievo aumenta su tutto il bacino del Po a 2 milioni e mezzo di metri cubi. Però ha anche detto ufficialmente che, di fatto, rappresenta meno di un decimo di quello effettivo; quindi si può stimare in circa 25 metri cubi all'anno.
Si tratta di un fenomeno non solo illegale, ma anche pericoloso.
Sarebbe opportuno a questo proposito sapere se la Regione intende attuare dei sistemi di vigilanza, rafforzando i controlli e vedendo se c'è intenzione di sanzionare le eventuali violazioni riscontrate.
Oggi necessita il pieno recupero della funzione demaniale. Si è in fase di passaggio di competenze alle Regioni - abbiamo in itinere una legge su questo - funzione che ha subito nel corso degli anni un offuscamento perché in aree di competenza si sono visti insediamenti industriali artigianali, impianti sportivi, pioppeti, cave e molto altro.
Quindi, una vera e propria aggressione del fiume da parte di attività di privati cittadini, ma anche di Pubbliche Amministrazioni.
Le problematiche della regione fluviale non possono trascurare quanto avviene nella pianificazione urbanistica locale ed intercomunale. In questo senso mi riferisco a quanto avviene in singoli Piani regolatori, che sono slegati tra paesi limitrofi, e quindi abbiamo delle soluzioni che non tengono conto di una visione più globale di tutta l'asta fluviale.
A questo si sovrappone, inoltre, il fatto che vi sono degli strumenti pianificatori successivi che vanno ad interferire sullo strumento urbanistico. Basti pensare ai patti territoriali, ai PRUST, che vengono di fatto approvati con altri intenti e non con fini meramente urbanistici, ma miranti a pianificazione di sviluppo industriale o presunto, ma che come tale vanno poi ad interferire con la pianificazione urbanistica.
Abbiamo parlato di cifre rese disponibili o necessarie per la ricostruzione. Chiediamo che s'investa anche per la prevenzione; quanto si è investito in questa direzione? Noi crediamo troppo poco. In una nota inviata al Ministro dell'Interno, Scajola, si chiedono 1000 miliardi per attivare i primi interventi strutturali e di prevenzione già inseriti nella pianificazione di bacino.
Quindi, si deve arguire che, fino ad oggi, non si è investita neppure una lira nella direzione della prevenzione.
Noi, come gruppo degli ambientalisti, aspetteremo gli aggiornamenti del monitoraggio dello stato di attuazione, saremo attenti a valutare quello che avverrà, e saremo pronti a denunciare le cose fatte, ma anche i ritardi non spiegabili o, peggio ancora, le inadempienze.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Grazie Presidente, mi scuso con l'Assessore per non aver ascoltato la sua relazione, ma ho letto la sua relazione scritta.
Oggi stiamo discutendo dell'alluvione dello scorso anno, ma per un caso oggi è il 6 novembre e sette anni fa ci fu una tragica alluvione e, sebbene siano passati 7 anni, nella popolazione che ha subito quell'alluvione c'è ancora molta preoccupazione.
Molti lavori sono stati fatti, e mi riferisco soprattutto a quella parte del Piemonte, all'asta del Tanaro che fu duramente colpita sette anni fa. Nell'occasione dell'alluvione dell'anno scorso quella parte del Piemonte non fu colpita; vuol dire che molti lavori sono stati fatti e sono lavori efficaci che hanno risulto alcuni problemi presenti.
Nonostante questo c'è preoccupazione, e c'è preoccupazione ancora maggiore invece in quella popolazione che ha subito l'alluvione dello scorso anno, soprattutto quelle famiglie che sono state alluvionate nel '94 e nell'alluvione dello scorso anno. Quelle famiglie non hanno ancora ricevuto completamente i rimborsi per i danni subiti, e questa è una questione che anche la Giunta ha sollevato nei confronti del Governo.
Questo aspetto non riguarda solo i privati, ma ci sono anche imprese che non hanno ricevuto ancora la totalità dei rimborsi, e molte imprese non hanno ancora visto una lira.
Da questo punto di vista credo che la voce che si deve alzare da questo Consiglio regionale sia una voce alta per richiamare il Governo al proprio dovere, soprattutto nella fase in cui sta discutendo la legge finanziaria.
Come diceva prima il Consigliere Marcenaro è un problema che va affrontato e va risolto.
Come dicevo, c'è la parte del finanziamento per i danni subiti dai privati, ma c'è anche quella parte per i danni subiti dalle imprese.
Badate, ci sono molte piccole imprese che non fanno notizia, ma stanno chiudendo, nel casalese sono molte le imprese che stanno chiudendo. Basta parlare con le banche, con la Camera di Commercio per capire che l'alluvione dell'anno scorso è stata un'alluvione che ha colpito duramente anche l'economia di quelle zone. Ecco perché penso che il Governo debba valutare con attenzione questa situazione. La richiesta avanzata dai parlamentari del Piemonte e da questo Consiglio regionale deve essere quella di chiedere di modificare la finanziaria e di trovare le risorse necessarie per far fronte non soltanto alla parte dei rimborsi ai privati e alle imprese, ma per far fronte a tutti quei lavori necessari per mettere in sicurezza quei territori.
E' vero, c'è un calo di attenzione e anche di tensione.
L'anno scorso, durante l'alluvione sono stati molti i Ministri che hanno seguito ora per ora e giorno per giorno le vicende dell'emergenza.
Ricordiamo il Ministro dei Lavori Pubblici, Nesi, il Ministro Fassino, il Ministro Letta, il Ministro Livia Turco e il loro impegno per seguire insieme a tutte le forze politiche, a tutte le istituzioni del Piemonte quella tragica situazione. Ora stiamo vivendo, è vero, un momento, forse di scarsa attenzione. Il Ministro Lunardi, il Ministro alle infrastrutture si è recato l'altro giorno a Casale e non ha avuto nemmeno la sensibilità non soltanto di incontrare le istituzioni, il Sindaco di Casale, i comitati. No, il Ministro Lunardi, si è recato a Casale, ha incontrato un industriale, sono andati a pranzo e poi è ritornato a Roma.
Il Ministro Pisano va a Trino, a Vercelli, incontra i Sindaci giustamente i comitati di quella zona, e non informa nemmeno i Sindaci del casalese, per riceverli, per sentire quali sono le preoccupazione delle istituzioni di quel territorio.
Questo dimostra ancora di più, rispetto alla vicenda della finanziaria la scarsa attenzione che, forse, oggi il Governo ha nei confronti dei territori e di questa problematica.
Non vogliamo fare polemica, vogliamo soltanto rendere noto al Consiglio regionale quanto sta avvenendo.
Forse il Ministro Lunardi, che è un Ministro direttamente interessato che è il Ministro alle infrastrutture, avrebbe fatto bene ad avere questa sensibilità che, invece, altri Ministri hanno avuto in una situazione non lontana, come quella di un anno fa. Se questa è la situazione, dobbiamo preoccuparci. Purtroppo, molti lavori sono iniziati con molti mesi di ritardo, però si sta cercando di recuperare. Molte cose, invece, sono state fatte, molte cose utili. La preoccupazione è ancora molto alta, molti sono coloro che pensano che di fronte ad un evento, come quello che si è verificato un anno fa, le conseguenze possono essere le stesse.
Non dobbiamo far calare la tensione e il livello di guardia, siamo ancora nella situazione di emergenza, da questo punto di vista, bisogna continuare ad intervenire, bisogna fare in modo che i lavori continuino e anche velocemente. Ci sono molte situazioni disastrose. Siamo andati a vedere l'anno scorso - l'aveva evidenziato, insieme a, me, anche il Consigliere regionale, Rossi - Isola S. Antonio, nell'alessandrino, c'è un punto del Po dove il letto del fiume è più alto delle sponde, vi lascio immaginare cosa può succedere. A distanza di un anno non è cambiato nulla.
E' evidente che in quel punto è possibile che il fiume esonderà nuovamente ecco perché ci sono dei casi di estrema preoccupazione. Bisogna, da questo punto di vista, fare un'analisi molto attenta. Ecco perché noi crediamo e chiediamo che da questo Consiglio regionale venga un appello al Governo affinché modifichi la finanziaria, ma credo che la Giunta dovrebbe incontrare, nel più breve tempo possibile, tutti i Sindaci dei Comuni alluvionati. Incontrando i Sindaci forse si può capire meglio qual è la situazione. Ne avevamo parlato in Commissione, credo che sia molto utile calendarizzare un incontro con la Giunta, la Commissione competente e il Consiglio. Valutiamo. Sta di fatto che c'è bisogno che la Regione ascolti i Sindaci dei comuni alluvionati per capire qual è lo stato della situazione ad oggi e capire cosa è necessario fare per recuperare il tempo perduto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caramella.



CARAMELLA Luca

Presidente, tutto ciò che abbiamo sentito ora sono dati concreti. Gli eventi alluvionali, che hanno colpito la nostra regione, sono stati certamente di una gravità forte e hanno messo in ginocchio l'economia e l'amministrazione di tutte le province della nostra regione. Provengo da una delle zone duramente colpite dall'evento alluvionale, per fortuna non come il VCO, parlo della provincia di Novara.
Sottolineo che la Regione Piemonte è stata fortemente presente, come istituzione, con il suo Presidente Enzo Ghigo, con l'allora Assessore Cavallera e oggi con l'Assessore Ferrero. E' stata presente per la risoluzione di molti problemi e anche per la prevenzione dei futuri problemi. L'origine delle problematiche che oggi sono state evidenziate, e che ha or ora citato il Consigliere Muliere, sono effettivamente problemi esistenti che affliggono la nostra regione, ma che hanno un'origine, ahimè lunga di anni.
Sono decenni che, purtroppo, molte amministrazioni comunali provinciali ed anche la Regionale degli ultimi direi vent'anni, forse si è un po' poco occupata della tutela del territorio.
Non è pensabile che si riescano a risolvere, con la bacchetta magica problemi causati da decine di anni di mala gestione, oserei dire, in alcuni casi, di amministrazione dissennata.
Ci troviamo di fronte a gravi problemi, legati alle sponde dei fiumi alle sponde dei laghi che sono state modificate con l'assenso di amministrazioni presenti sul territorio che dovevano controllare ciò che avveniva.
Doverosamente, si chiede a questa Amministrazione regionale e al nostro Governo di porre dei rimedi a tutto quello che, di fatto, è stato causato anche dall'incuria di coloro che avevano il compito di tutelare l'incolumità delle proprie città, delle proprie province e della regione.
Tutto questo, ovviamente, comporterà interventi di svariati miliardi.
Le cifre citate certamente corrispondono a verità, però - lo ripeto - il lavoro non è stato interrotto, il lavoro continua e continuerà giornalmente.
Posso parlare per la Provincia di Novara e per il Comune di Arona che è stato "fortunatamente colpito", riportano danni per svariati miliardi, non dalla furia delle acque, ma dal Lago Maggiore, che si è innalzato.
Nonostante il continuo controllo e il costante monitoraggio, il livello del lago si è alzato fino ad arrivare al primo piano delle case. Tanta gente per settimane, fino a quando il lago non è rientrato nel proprio bacino, è stata costretta ad abbandonare le proprie abitazioni e ha riportato danni per decine di milioni.
La Regione è intervenuta subito. Ricordo che, a novembre, quale Vicesindaco del Comune di Arona e Assessore ai Lavori Pubblici, ho avuto modo di mantenere costanti e continui contatti con la Regione Piemonte, con la Provincia e la Prefettura di Novara, che hanno fatto sì che gli interventi fossero immediati. Così le persone sfollate hanno potuto avere il conforto di un'abitazione di fortuna e, successivamente, la possibilità di rientrare in tempi abbastanza rapidi nella propria abitazione.
Non è stato fatto soltanto questo. Si è messa subito in moto un'unità di crisi che, a partire dalla mezzanotte del 13 ottobre, primo giorno dell'alluvione, ha iniziato a lavorare in continuo e costante contatto con la Regione Piemonte e ha potuto monitorare ciò che avveniva. Grazie a questa unità è stato possibile eliminare grossi problemi che il torrente Vevera, che nella nostra zona attraversa la città, stava creando all'incolumità di altre zone poste più a nord rispetto alle sponde del lago. Questi interventi sono stati finanziati dalla Regione Piemonte. C'è anche stato il crollo di un ponte. In brevissimo tempo abbiamo ricevuto, se non ricordo male, oltre 150 milioni per poter ripristinare la viabilità prima in un senso e, poi, in entrambi i sensi.
Certamente la Regione ha delle grandi responsabilità, ma - lo ripeto vedo, in particolare sul mio territorio, che sta lavorando costantemente con tutto il suo staff, a partire dal Presidente, l'Assessore e tutti i dirigenti del Settore Ambientale delle Opere Pubbliche. Però, anche le amministrazioni locali hanno qualche responsabilità. Ricordo che si sono svolti diversi incontri con i comuni limitrofi alla nostra città, che è una delle cittadine più grandi della Provincia di Novara ed è anche quella turisticamente più importante: c'erano problemi per i quali erano i sindaci a non riuscire a mettere in moto la propria macchina burocratica per avere contatti e per riuscire a portare a compimento ciò che la Regione, in quel momento, stava offrendo loro.
Sono a conoscenza del fatto che, in questo periodo, sul nostro territorio si stanno effettuando opere di prevenzione. La prevenzione è legata alla pulizia e al dragaggio del fiume Vevera. E' un'operazione che, in parte, è stata finanziata dalla Regione Piemonte e, in parte, viene realizzata con la collaborazione richiesta dal Sindaco di Arona ai vigili del fuoco che prestano la loro opera gratuitamente.
Grazie a questo intervento siamo riusciti a ripulire quasi completamente questo fiume e a porlo completamente in sicurezza.
Ritengo che, effettivamente, la strada sia ancora lunga, ma, indubbiamente il lavoro lo si deve svolgere con la collaborazione di tutti. La Regione Piemonte, il Governo, le Province e i Comuni devono fare la loro parte; i dirigenti dei Settori Urbanistici e delle Opere Pubbliche di questi comuni devono, probabilmente - mi permetto di dire - darsi una piccola svegliata e cercare di mettere in moto quella macchina che permetta a tutte le istituzioni di arrivare localmente a risolvere i problemi che effettivamente questa alluvione ha creato e che ci auguriamo altre "probabili" alluvioni future non creeranno.
Ricordo che in quel periodo abbiamo avuto anche il problema del contatto con la Repubblica Elvetica perché il lago, come sapete, confina con la Svizzera. La popolazione che risiede a sud del lago (nei Comuni di Lesa, Meina, Belgirate e Arona) temeva che la Svizzera aprisse queste benedette 6-8 dighe presenti sul suo territorio. Di fatto, questa notizia era non solo infondata, ma l'eventuale apertura di queste dighe non avrebbe comportamento grandi innalzamenti del livello del lago. Si è venuti a conoscenza di questa notizia grazie all'intervento della Regione e del suo Presidente, On. Enzo Ghigo, perché le amministrazioni locali, persino la Prefettura di Novara, non riuscivano ad avere contatti con la Svizzera per avere dati certi su ciò che stava avvenendo, dati che erano necessari quanto meno per eliminare le paure angoscianti che in quelle difficili ore quasi tutta la popolazione del sud del lago viveva.
Con questo intervento non volevo fare un plauso all'Amministrazione, ma riconoscere un giusto tributo a tutto il lavoro che l'Amministrazione regionale ha fatto e sta facendo. Il grande risultato è l'aver portato contributi sul territorio soltanto dopo trenta giorni dagli eventi alluvionali, risultato che non soltanto è stato apprezzato dalla popolazione, ma ha permesso di rimettere in moto tutta la macchina economica, civile e burocratica delle nostre città.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Pedrale.



PRESIDENTE

PEDRALE



PRESIDENTE

Il mio intervento è stato stimolato dal precedente intervento del collega Muliere, che mi ha fatto molto piacere in quanto, in parte condivido quanto da lui detto.
Il problema vero non è tanto l'alluvione passata, ma quella che potrebbe ancora avvenire. La causa fondamentale, ma non la sola dell'alluvione è stata la scarsa manutenzione ordinaria dei principali fiumi del Piemonte, che non è stata rimossa in quanto non ci sono normative nazionali precise. Però, adesso, come Regione, possiamo svolgere il nostro ruolo e dobbiamo cercare di svolgerlo fino in fondo.
Ho presentato un disegno di legge per il monitoraggio e la manutenzione ordinaria dei fiumi che è all'esame della Commissione Ambiente e che sarà discusso con la prima audizione il 23 novembre. I cardini sono i seguenti: un costante monitoraggio sui corsi dei fiumi per vedere dove ci sono inerti in eccesso e dove non ve ne sono, perché, in alcuni casi, vi è un eccesso di inerti, in altri, si è verificato un abbassamento eccessivo dell'alveo.
Soprattutto, l'attività di disalveo dovrà essere svolta direttamente dalla Regione o, preferibilmente, dagli enti locali dei comuni rivieraschi.
Su questo dovremo confrontarci e trovare dei punti d'intesa perch quello che è avvenuto non si verifichi più. Tale situazione si è verificata nel 1994 e nel 2000, e ha ragione il collega Muliere a dire che potrebbe ancora accadere oggi o fra un anno. La cosa migliore è andare a verificare sul posto. Il Consigliere Muliere è andato in Provincia di Alessandria e io, insieme al collega Bussola, sono andato in Val Macca, alla confluenza tra il fiume Sesia e il fiume Po. Ebbene, il fiume Po, in quel punto, alla confluenza con il fiume Sesia, è largo appena cinquanta metri, il resto è tutto un cumulo di ghiaia. In queste condizioni, ha ragione Consigliere, in qualsiasi momento, lì come altrove, può avvenire una nuova alluvione. Per come Regione, possiamo intervenire sul territorio, normare e svolgere quell'azione di manutenzione ordinaria che un tempo veniva fatta e, guarda caso, un tempo così tante frequenti alluvioni non avvenivano.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e qualità

Grazie, Presidente. Svolgerò solamente alcune considerazioni in merito all'agricoltura, per procedere poi, in assenza del collega Laratore, sulle questioni riguardanti l'estrazione dei materiali inerti.
Per quanto riguarda l'agricoltura, condivido quel che è stato precisato dal collega Tapparo, cioè di prestare una particolare attenzione all'agricoltura che si pratica nelle zone sensibili. Sono state introdotte le fasce a) e b) nei fiumi, prima all'interno del Piano Fasce, adesso nel Piano dell'assetto idrogeologico; sono state, quindi, previste delle normative particolari che, fortunatamente, non incidono più di tanto sull'attività agricola, salvo le piantagioni di pioppi, che devono essere regolamentate con provvedimenti dell'Autorità idraulica. Non si registrano tuttavia, quelle conseguenze che, ovviamente, dovrebbero esserci, come, ad esempio, il carico fiscale che grava su questi terreni quando sono di proprietà privata, non ci sono dei riconoscimenti per le funzioni idrauliche che questi terreni svolgono quando diventano casse di espansione o comunque fasce b), dove, attraverso una gestione attiva, si recapita l'acqua durante la piena.
Questo è un aspetto tuttora aperto. Non incide sul discorso degli indennizzi, perché per adesso le normative che sono state emanate riguardano la generalità dei terreni agricoli senza fare distinzioni. Per sarebbe opportuno che si intervenisse in modo articolato e diverso distinguendo tra terreni al di fuori delle fasce e terreni all'interno delle fasce, riconoscendo magari un indennizzo (che potrebbe essere anche uno sgravio fiscale) ai proprietari di questi terreni perché, ovviamente svolgono una funzione importante: infatti hanno una maggiore sollecitazione in caso di piena, ma attraverso dei comportamenti virtuosi da un punto di vista dell'utilizzo di questo territorio, possono, ovviamente, favorire il deflusso delle piene. E', quindi, una questione aperta che si dovrà affrontare.
Si avverte una certa sensibilità al riguardo; la questione è stata posta in varie sedi e speriamo che si arrivi - anche in Parlamento ci sono varie proposte di legge - all'emanazione di questa famosa legge quadro sulle calamità, che potrebbe, al proprio interno, recare disposizioni magari per l'assicurazione obbligatoria degli immobili ubicati in zone a rischio e, perché no, anche per quanto riguarda la coesistenza dell'agricoltura in queste zone.
L'altra questione importante che risulta anche dal prospetto che ha redatto la collega Ferrero, riguarda le infrastrutture agricole. Quando parlo di "infrastrutture" mi riferisco alle strade interpoderali ma soprattutto alle opere irrigue, alle opere di bonifica e di bonifica montana. Purtroppo, ad oggi - e qui la cosa ci accomuna al Governo precedente - non è stata stanziata ancora una lira, la casella è zero. Come Regione Piemonte, abbiamo fatto fronte ai primi interventi, prelevando dai fondi della Legge n. 185 in termini di acconto, di anticipazione. Ma è una partita che per la nostra Regione va da 230 a 270 miliardi. Qui ovviamente, è stata indicata la cifra maggiore perché i sopralluoghi definitivi non sono ancora stati fatti e i progetti attuativi non sono ancora stati presentati, però, in miliardi, è un numero a tre cifre (alcune centinaia di miliardi) e la questione, ovviamente, ci preoccupa.
L'avevamo rappresentata a Pecoraro Scanio nella precedente legislatura l'abbiamo rappresentata al Ministro Alemanno, che ha dato già la sua disponibilità utilizzando qualche fondo residuo esistente. Proprio ieri si è svolta una riunione a Roma, in cui risultavano ancora disponibili ancora 15 o 20 miliardi circa dal "fondo del barile" del precedente stanziamento.
E' un aspetto che abbiamo sottolineato ai parlamentari di ogni parrocchia politica, proprio perché ci auguriamo che, insieme alle altre necessità, anche questo aspetto vada in porto nella finanziaria.
Concludo sul discorso delle estrazioni. Devo dire che non condivido ci che ha dichiarato il Segretario Generale dell'Autorità di bacino in ordine alla decuplicazione delle estrazioni effettive rispetto a quelle autorizzate. Può darsi che lui abbia delle informazioni per le Regioni a valle del Po, ma per la Regione Piemonte ritengo che la stragrande maggioranza, anzi la totalità, delle estrazioni avvenga in regine di autorizzazione.
Come Assessore ai parchi, faccio altresì presente che per quanto riguarda il Po, ci troviamo su un corso d'acqua in cui sono presenti ben tre enti parco (Ente Parco del Po cuneese, del Po torinese e del Po alessandrino-vercellese). Qui, ovviamente, per continuare un'attività estrattiva che il Piano del parco consente entro certi limiti nei famosi Piani Specifici di Intervento (ne abbiamo parlato ancora recentemente nella variante del Parco del Po), vi è una procedura definita a volte defaticante, ma che comunque porta a delle autorizzazioni, fermo restando che ovviamente ogni normativa può anche prevedere le sue contravvenzioni o le sue elusioni. In ogni caso, escludo assolutamente che nella nostra Regione il rapporto sia quello di uno a dieci tra le estrazioni autorizzate e quelle effettive. Anzi, come alcuni colleghi hanno messo in risalto semmai il problema è l'inverso, cioè di creare un sistema per cui eventuali sovralluvionamenti possano essere, in qualche modo, eliminati.
Queste erano tre considerazioni che volevo fare nello specifico, anche con riferimento alle mie competenze.



PRESIDENTE

La ringrazio, Assessore Cavallera.
La parola all'Assessore Ferrero.



FERRERO Caterina, Assessore ai lavori pubblici

Grazie, Presidente. Intendevo fare qualche considerazione a seguito degli interventi svolti da alcuni Consiglieri in commento alla relazione sulla situazione ad un anno dall'alluvione.
Intanto volevo fare qualche precisazione sul concetto di priorità, nel senso che, dal mio punto di vista, per quanto concerne la Regione Piemonte la priorità vi era a seguito delle passate alluvioni. A seguito dell'ultima alluvione, la priorità è stata osservata nel corso di quest'anno di ricostruzione, nel rapporto anche istituzionale con gli Enti locali e con il Governo, e c'è tuttora in questa fase di stima e di sollecitazione da parte degli enti preposti ad individuare le risorse necessarie per concludere questa fase di ricostruzione post-alluvionale non si è smorzata nel corso di quest'anno.
La considerazione che volevo fare era quella di assumere, con particolare piacere e conforto, il fatto che il Consiglio si senta di supportare una posizione che la Regione in questi mesi ha di fatto portato avanti con il Governo, per individuare le modalità di conclusione dell'iter di ricostruzione. Questa priorità non è stata dimenticata dalla Regione e lo dimostra il fatto che, immediatamente dopo l'evento alluvionale, la Regione si è attivata affinché le risorse potessero essere stanziate velocemente e non come nel 1994, tre anni dopo.
La Regione si è attivata per mettere insieme tutte le esigenze dei comuni, in un piano che definisse l'intervento urgente e l'intervento definitivo. Si è attivata presso il Governo, affinché le ordinanze di Protezione Civile prevedessero delle deroghe per la realizzazione delle opere pubbliche e prevedessero, nei contenuti della legge n. 365, le modalità più spedite per poter addivenire alle risorse da stanziare ai privati. Si è coinvolta con delle Conferenze di Servizi che non sono più solo avvenute a livello ragionale, ma la disponibilità della Regione era a tutto campo, in tutti i Comuni e per tutti i Comuni che lo richiedessero per le opere, in modo tale che la velocizzazione si potesse attuare con il conforto di tutti gli enti presenti, per prendere delle decisioni una volta per tutte e non attraverso magari le pratiche più lunghe e burocratiche che in passato si erano realizzate.
In questo senso, ritengo che l'azione della Regione Piemonte, a partire dalle attività sicuramente portate avanti dal Presidente Ghigo e dall'Assessore Cavallera nel corso di quest'anno, si stiano mantenendo e attuando con grande intensità.
A questo proposito, oltre alle richieste che il Presidente Ghigo ha fatto al Ministro per le modifiche della legge n. 365, ancora necessarie per poter velocizzare ulteriormente e per poter permettere di finanziare alcuni enti che, per esempio, in una prima fase erano stati esclusi ricordo anche che la stessa Conferenza dei Presidenti delle Regioni si è espressa con un parere sulla finanziaria, individuando, come prioritaria la ricostruzione post-alluvionale, perché non è da dimenticare che non è stata solo coinvolta la Regione Piemonte. Sicuramente, la Regione Piemonte ha avuto, purtroppo, un ruolo prioritario nell'ambito dell'evento della scorsa alluvione, ma anche altre Regioni sono state coinvolte.
Quindi, in questo senso, l'aspetto importante di priorità è stato ulteriormente rimarcato non solo dalla Regione, ma dalla Conferenza dei Presidenti nell'ambito dei documenti, che sono disponibili per la lettura da parte dei colleghi Consiglieri qualora volessero approfondire questo argomento.
Per quanto riguarda la finanziaria di quest'anno, abbiamo tutti chiara la situazione.
Il Governo ha dato al Piemonte un contributo consistente per le previsioni di spesa nell'ambito della manovra 2002. Una manovra che, tutti sappiamo, è soggetta ad una serie di problemi anche contingenti che nel frattempo si sono venuti a creare. Il Piemonte ha avuto un particolare occhio di riguardo in seguito alle priorità manifestate per gli eventi olimpici.
Voglio ricordare che 1500 miliardi stanziati per la Regione Piemonte per i Giochi Olimpici non sono esclusivamente per le opere sportive legate al dossier olimpico. Sono stanziamenti ritenuti necessari perché queste opere potessero avere un giusto supporto in termini di assetto del territorio, tale per garantire una sicurezza nell'ambito delle costruzioni future, tant'è che tutti questi interventi - l'Assessore Cavallera in questo senso può essere più preciso - sono sottoposti alla VAS, che è una valutazione di impatto strategico sul panorama degli interventi olimpici in tutte le direzioni, dalla difesa del suolo alle opere pubbliche, ai servizi tecnici di prevenzione all'ambiente, nell'ambito del controllo e della verifica del pacchetto complessivo di opere legate all'evento olimpico, che comporterà anche un pacchetto di opere legate e il discorso dell'assetto idrogeologico (ovviamente per quelle zone).
Ritengo che questo sia stato un segnale forte ed importante che il Governo ha dato con la finanziaria. Parimenti nell'ambito della finanziaria sono stanziate delle risorse per gli eventi alluvionali. Il Piemonte ha sicuramente una quota consistente di intervento su queste risorse, ma sono condivise con altre Regioni. E' in quest'ottica che le Regioni, non solo la Regione Piemonte, hanno richiesto un'ulteriore riflessione e approfondimento sulle cifre stanziate. Attualmente si tratta di circa 1500 miliardi per il 2002 e il 2003 per poter attivare queste risorse in termini di mutuo. Riteniamo, in particolare, per le esigenze della Regione Piemonte, utile fare ancora delle riflessioni in questo senso.
Vorrei rassicurare il collega che valutava il lavoro che attualmente l'Assessorato, la Regione e l'Assessore stanno facendo, in merito al problema di spostare i soldi dalle Olimpiadi all'alluvione. Non è un problema della Regione Piemonte valutare il contenuto dell'emendamento legittimamente proposto da una serie di onorevoli deputati. La Regione si è fatta carico di segnalare ai rappresentanti del Parlamento questa esigenza.
Molti si sono attivati presentando degli emendamenti; di questo li ringraziamo, e in questo senso, il Parlamento è sovrano e il Governo individuerà le modalità, se lo riterrà, di stanziare delle risorse.
Concordo sul fatto che la gestione di quest'anno di alluvione politicamente abbia avuto una condivisione a tutto campo, nel senso che tutti, dal Governo, alla Regione, alle Province e ai Comuni, non necessariamente dello stesso colore, si sono attivati per far sì che questo processo potesse essere il più possibile velocizzato.
Quindi, ritengo questo aspetto, per l'anno passato e per il futuro condivisibile, importante, da alimentare e da mantenere.
Volevo fare qualche considerazioni sulle valutazioni in termini di capacità della Regione di monitorare e prevenire gli eventi.
Intanto, per quanto riguarda il monitoraggio, nella relazione era individuata un'attività che si è svolta negli ultimi mesi di monitoraggio (tra l'altro, è presente sul sito internet ed è disponibile per tutti).
Effettivamente, all'interno di questo documento viene evidenziata una carenza, che è una carenza di tutti, ed è sostanzialmente di comunicazione.
Non ritengo che sia una carenza di mezzi di comunicazione, che sono sperimentati: tutti li conoscono e molti comuni li hanno a disposizione. Si tratta di entrare in un ragionamento e un rapporto che deve essere di una maggiore comunicazioni tra Enti locali e tra quello che la Regione richiede. Gli strumenti esistono. Durante quest'anno non c'è stata la ricostruzione, c'è stata l'alluvione. Vi è stato il problema di individuare le norme per velocizzare i contributi e la ricostruzione e c'è stato l'avvio delle ordinanze, dei piani stralcio, dei progetti e quant'altro.
Quindi, non è stato un anno in cui ci si è "grattati le ginocchia". E' stato un anno in cui probabilmente la realizzazione vera e propria è stata difficile proprio perché in questi mesi tutte le procedure si sono dovute attuare.
Probabilmente riusciremo ad avere una percentuale certa di quello che è l'andamento effettivo dei lavori, magari tra qualche mese, quando i Comuni un po' più sereni sotto il lato della conclusione delle progettazioni dell'avvio degli appalti e quant'altro, si occuperanno anche di comunicare alla Regione cos'è stato effettivamente realizzato. Cosa che, peraltro, sta già avvenendo. Infatti, quasi quotidianamente ricevo per conoscenza (perch sono inviate, ovviamente, alla Direzione Opere Pubbliche) comunicazioni dei Comuni sulle opere e quasi settimanalmente riceviamo comunicazioni sulle Conferenze dei Servizi che vengono attivate e che si concludono positivamente. Quindi, il processo è in corso: se mi si dovesse chiedere una percentuale certa, in questo momento, dei lavori realizzati probabilmente darei solo una percentuale poco corretta. Sicuramente, posso dire con certezza che tutte le procedure di rapporto e di incontro con i Comuni e con le Province per attivare la ricostruzione sono state attuate.
Vorrei ancora fare un'altra considerazione relativa all'aspetto della prevenzione. Concordo con chi ha detto che le alluvioni hanno segnato fortemente la Regione Piemonte e le Regioni del Bacino del Po. Le hanno segnate al punto che l'Autorità di Bacino del fiume Po è la prima ad avere adottato il PAI. Il PAI è uno strumento amato-odiato dai Comuni ma, nella realtà, esso è un Piano per l'assetto idrogeologico che da una fotografia ovviamente flessibile e in continua evoluzione - utile per le Regioni che appartengono a questo Bacino per poter lavorare insieme e programmare i propri interventi.
Anche sotto quest'aspetto, ovviamente il PAI ha calato sul territorio la fotografia di una situazione che sicuramente ha creato dei vincoli delle preoccupazioni, l'esigenza di individuare eventuali modalità di rilocalizzazione di aziende, di privati, di difesa di abitati e di aree industriali. Questo è indubbio. Però, è anche vero che la Regione, a seguito di questo Piano, si è attivata per andare incontro ai Comuni che di fatto, nell'applicazione del PAI, sono coinvolti. Questo è un aspetto innovativo che, comunque, creerà un grosso lavoro, non per domani mattina o per il prossimo anno ma, probabilmente, per qualche anno a venire. Ci sono 1206 Comuni nella Regione Piemonte e, di essi, 116 sono considerati "a posto" dal punto di vista dell'assetto idrogeologico del territorio e della programmazione urbanistica legata a questo problema. Voi capite che la differenza è un'attività di adeguamento delle pianificazioni urbanistiche che è in corso, anche con un sopporto forte della Regione, che si è attivata anche in questo senso per creare una sorta di "Miniconferenza dei Servizi" legata agli adeguamenti dei vari Piani regolatori. Addirittura, si è anche impegnata finanziariamente in questo senso, soprattutto verso quei Comuni di piccole dimensioni che sicuramente, sotto l'aspetto dell'adeguamento della progettazione, potranno avere dei problemi.
Sono stati stanziati i primi dieci miliardi di cui dispone l'Assessorato all'urbanistica, che ha la specifica delega di chiudere il ragionamento dell'adeguamento dei Piani regolatori, e in questo senso si sta lavorando per apportare ulteriori risorse, in modo tale da andare incontro agli enti locali.
Per quanto riguarda le rilocalizzazioni, la L. 365 le prevedeva nell'ambito dei soggetti alluvionati, sui quali era più semplice fare una stima e un primo intervento. Esiste tutto un mondo, quello delle abitazioni e delle attività produttive in fascia, che la L. 267 prevede come di interesse nell'ambito di una rilocalizzazione. Anche su quest'aspetto specifico la Regione si è attivata, perché sostanzialmente il problema applicativo di questa legge era legato al fatto che le risorse per la rilocalizzazione fossero connesse a tutta la partita del demanio idrico del quale si è anche discusso in precedenza, partita che non è ancora n quantitativamente né finanziariamente chiusa.
In questo senso, prima delle vacanze si è sollecitata l'ex Agenzia di Protezione Civile a emanare un'ordinanza che desse la possibilità alla Regione Piemonte di poter utilizzare delle risorse legate ad altre leggi di materia (non solo la L. 267, dunque, ma anche la legge n. 183, la legge n.
365 etc.) in modo tale che, qualora le Regioni ravvisassero la necessità di un primo intervento urgente (cosa che la Regione ha effettivamente individuato e nelle prossime settimane si attiverà per dare corso a questo primo intervento) potessero avere le risorse disponibili per compierlo.
In questo senso ci si sta attivando per poter velocizzare al massimo le procedure, anche nell'ambito del PAI. Il PAI non è un qualcosa calato dall'alto, a scapito di tutti. Esso è nato nell'ambito dell'Autorità di Bacino, e ricordo che l'Autorità di Bacino non è un ente satellitare indipendente dalle Regioni, ma è un ente dove le Regione sono presenti anzi, meglio dove "meno male" che le Regioni erano presenti, perché hanno potuto, di fatto, svincolare tutta una serie di problemi applicativi sul territorio che, probabilmente, nella prima versione del Piano avrebbero creato dei problemi. Le Regioni hanno sollecitato le Conferenze programmatiche, che sono delle specie di Conferenze di Servizi che vengono organizzate per far sì che i Comuni vengano coinvolti nell'ambito dell'attuazione dell'adeguamento del PAI.
L'esito delle Conferenze dei Servizi è un'automatica modifica del PAI qualora se ne ravvisi la necessità. Attualmente sono in corso Conferenze programmatiche per stralci di Piano approvati successivamente. E' un'attività in continua evoluzione, che richiederà il tempo necessario per poter essere attuata, tempo necessario che sarà ben speso se anche qui, più che "tante" risorse, sarà possibile avere delle risorse "certe" per la programmazione dei prossimi anni. Questa è un'altra delle sollecitazioni che le Regioni hanno fatto al governo e su cui credono molto.
Concordo sul fatto che a volte non sia così necessario avere grandi quantitativi di risorse ma sia più utile che le risorse vengano spese bene e con criterio.
La Regione ritiene, in questo senso, di aver bene operato e di avere adempiuto a quest'obiettivo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Ho chiesto di parlare solo ad incremento dell'esaustiva relazione che gli Assessori Ferrero e Cavallera hanno esplicitato nell'ambito degli interventi sul tema.
Vorrei solo aggiungere ciò che, nella discussione della Legge Finanziaria con il governo, è stato da me realizzato. Non dobbiamo mai dimenticare, comunque, che l'evento alluvionale dello scorso autunno non colpì solo la Regione Piemonte ma interessò anche le Regioni Valle d'Aosta Liguria, Lombardia, Veneto, Emilia Romagna.
Questa criticità di risorse finanziarie nel documento in discussione in Senato, è stata ampiamente evidenziata con nostri emendamenti (e con "nostri" intendo gli emendamenti della Conferenza dei Presidenti delle Regioni) con anche un'ampia e corretta sensibilizzazione dei Parlamentari delle varie Regioni, in funzione di un ottenimento di risorse ulteriori che ci permettano di raggiungere quei due obiettivi che così bene gli Assessori hanno rappresentato: completare la fase di assegnazione dei rimborsi sia per i privati che per le imprese e soprattutto poter continuare e completare l'opera di messa in sicurezza dei vari tratti di fiumi che sono stati interessati nell'alluvione dell'autunno scorso.
Non dobbiamo, però, dimenticare che la nostra azione continua ed è quasi completa sull'asta del Tanaro, che fu anche oggetto dell'alluvione del 1994; l'asta del Po venne colpita due volte, da qui la definizione di "bialluvionati" che nelle polemiche giornalistiche è stata tante volte ripresa.
Il mio intervento solo per segnalarvi che da parte dei Presidenti delle Regioni c'è una significativa attenzione nel richiedere al Governo maggiori stanziamenti per i rimborsi e per la messa in sicurezza del territorio.
Esistono anche altre strade - non so se l'Assessore Ferrero le ha citate - che, con il Ministero del Tesoro, stiamo perlustrando, ovviamente in relazione alla disponibilità di alcune Banche torinesi di mettere a disposizione delle risorse finanziarie per completare i rimborsi. Stiamo appunto valutando e approfondendo questo tentativo, per renderlo attuabile nell'ambito della stesura della Finanziaria, in modo da poter dare quelle risposte sulle quali chiaramente lavoriamo perché si realizzino. Grazie.


Argomento: Calamità naturali

Presentazione ed esame ordini del giorno nn. 196, inerente a: "Nuova Ordinanza o nuovo Decreto alluvione"; n. 284 inerente a: "Applicazione dell'art. 87.2b del Trattato di Amsterdam a favore dei Comuni colpiti dall'alluvione dell'ottobre 2000" e n. 373 inerente a: "Richiesta completamento opere e fasi di messa in sicurezza del territorio piemontese in seguito alluvione ottobre 2000"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'analisi dei documenti che erano stati presentati e che dichiariamo direttamente assorbiti. Abbiamo: l'ordine del giorno n. 196 datato 23 gennaio 2001, a firma dei Consiglieri Botta Marco, Pedrale e Bussola; l'ordine del giorno n. 284, datato 29 maggio 2001, a firma dei Consiglieri Pedrale, Cattaneo e Bussola; successivamente l'ordine del giorno n. 373, presentato dai Consiglieri Cantore, Dutto, Suino, Godio Tomatis, Muliere, Moriconi, Contu, Caramella, Mellano, Costa Rosa Anna Pedrale e Chiezzi, che è unanime ed esce dalle due competenti Commissioni (II e V) a seguito del dibattito svolto in Commissione e dell'audizione che c'è stata da parte dell'Assessore competente.
Ho verificato con i firmatari degli ordini del giorno nn. 196 e 284 che questi si intendono assorbiti dall'ordine del giorno n. 373, quindi rimane da sottoporre all'aula l'ordine del giorno n. 373.
Sull'ordine del giorno n. 373 è stato presentato un emendamento aggiuntivo, a firma dei Consiglieri Muliere, Marcenaro, Saitta, Suino Giordano, Tomatis, Caracciolo e Tapparo Marcenaro, il cui testo recita: 1) "Il Consiglio regionale ritiene che i problemi messi in luce dall'alluvione, e in particolare l'esigenza di un impegno straordinario sui temi della risistemazione del territorio, richiedono un nuovo impegno della stessa Regione Piemonte, che deve prevedere nella sua legge finanziaria che dovrà essere discussa, una centralità di questi problemi e la destinazione di risorse adeguate".
Ricordo che, ai sensi del nostro Regolamento, non è prevista l'emendabilità degli ordini del giorno, ma è necessario che ci sia l'accettazione da parte dei firmatari dell'ordine del giorno originario.
Mi pare che la proposta di emendamento sia stata già trasmessa a tutti i firmatari e che se ne stia occupando il Consigliere Cantore. Consigliere vuole dirci la sua opinione come Presidente di Commissione? Prego.



CANTORE Daniele

Mi pare che questa proposta sia accoglibile. Mi sono permesso anche di verificare la disponibilità della Giunta e mi pare che possa essere accolta dall'intero Consiglio regionale, in quanto, come dire, completa questo ordine del giorno che era stato abbozzato dalle due Commissioni (II e V).
Per le consultazioni che ho fatto io, è accoglibile dall'intero Consiglio regionale. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Cantore.
Pongo quindi in votazione tale documento, il cui testo, così come integrato, recita: "Il Consiglio regionale sulla base della relazione sull'attuazione degli interventi ad un anno dall'alluvione che ha interessato il territorio piemontese nell'ottobre 2000, svolta dalla Giunta regionale in sede di riunione congiunta delle Commissioni II e V in data 18 ottobre 2001 valutata l'attività finora svolta dalla Regione, che ha comportato un considerevole investimento di risorse finanziarie considerato che i lavori avviati necessitano di ulteriori risorse per essere completati e che in particolare le cifre necessarie risultano essere: 1.100 miliardi di lire per le opere pubbliche 210 miliardi di lire per le abitazioni private 450 miliardi di lire per le attività produttive e agricole 270 miliardi di lire per le infrastrutture agricole per un totale complessivo di 3.030 miliardi di lire visto che le richieste formulate dal Governo regionale non hanno avuto positivo riscontro e che il disegno di legge relativo alla 'Finanziaria 2002' in discussione presso il Parlamento, non prevede adeguati finanziamenti invita il Governo nazionale a prestare la sollecita e dovuta considerazione per un positivo riscontro delle richieste di finanziamento formulate dalla Giunta regionale, in riferimento sia al completamento delle opere che alla realizzazione delle fasi di messa in sicurezza".
Indico la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno n. 373.
Il Consiglio approva.
Dichiaro assorbite tutte le interrogazioni sul punto, esaurite con il presente dibattito e con gli interventi della Giunta.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento:

Sull'ordine dei lavori con particolare riferimento ai casi Telecom, FIAT e Alenia


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori, ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente del Consiglio, Presidente della Giunta e colleghi, in questi giorni in Torino e Piemonte abbiamo eventi di un rilievo tale che è sorprendente che questa assemblea li lasci passare in completo silenzio cito il caso Telecom, cito il caso che il Consiglio di amministrazione della FIAT prende la decisione di ridurre drasticamente le produzioni (ne avevamo già i segnali premonitori), cito i riflessi forti sull'Alenia per quanto riguarda la vicenda Airbus.
Chiedo, signor Presidente, se nell'arco dei lavori di questa settimana l'assemblea può in qualche misura, in qualche forma trattare alcuni di questi argomenti, perché pare che il Consiglio comunale, il Consiglio provinciale, il Movimento Sindacale, il sistema delle imprese, tutti trattino questo problema, mentre l'assemblea principale del Piemonte è in altre faccende importanti affaccendata ed è esclusa da questo tipo di riflessione che mi pare di un certo rilievo.
Le chiedo, Presidente, approfittando della presenza del Presidente Ghigo e dell'Assessore Pichetto, se quest'assemblea intende affrontare in misura adeguata questi problemi rilevanti, non tra sei mesi o quando magari la crisi FIAT esplode, ma oggi in modo preventivo per posizionarci su questi temi.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Tapparo. Posso dirle che prenderò sicuramente spunto dal suo intervento e dalla sua sollecitazione per trovare tempi e modi rapidi di discussione di questi punti in Consiglio regionale.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Nomine


PRESIDENTE

Passiamo pertanto al punto 3) all'o.d.g.: "Nomine".
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Volevo chiederle, Presidente, come avevamo fatto in precedenti occasioni, se in particolare su tre di queste nomine lei potesse procedere attraverso un decreto, perché tra i nomi delle otto candidature e dei curricula presentati non abbiamo alcun rappresentante delle minoranze. In particolare, le dico quali: il Consiglio del Distretto dei Vini del Canavese, dove è prevista la designazione di tre esperti; il Collegio dei Revisori dei Conti; poteri degli Osservatori regionali e quella successiva la sezione della Commissione regionale per la tutela e la valorizzazione dei Beni culturali, perché si tratta di un solo rappresentante: è un caso di dimissioni ed era un rappresentante di minoranza, arch. Brusetti.



PRESIDENTE

Faccio anch'io una verifica su quanti sono quelli riservati alla minoranza.
Prendo nota della sua richiesta, che rimane comunque a verbale.
Si proceda pertanto alla distribuzione delle schede per le seguenti nomine:


Argomento: Nomine

Comitato Tributario Regionale - (art. 8, legge 358/1991 e d.lgs. n. 235/97) - designazione di 1 rappresentante

Argomento: Nomine

Università degli studi del Piemonte Orientale Amedeo Avogadro - legge n. 766/73) - Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 rappresentante.

Argomento: Nomine

CORIPE Piemonte - Consorzio per la Ricerca e l'Istruzione Permanente in Economia (art. 11 dello Statuto) - Consiglio di Amministrazione designazione di 1 rappresentante.

Argomento: Nomine

Teatro Stabile di Torino (art. 12 dello Statuto) - Collegio dei Revisori dei Conti - designazione di 1 membro effettivo e di 1 membro supplente

Argomento: Nomine

Ente al Diritto allo Studio Universitario (art. 1, legge regionale n. 58/2000) - Consiglio di Amministrazione - designazione di 8 rappresentanti

Argomento: Nomine

Ente diritto allo Studio Universitario - (art. 24 legge regionale n. 16/92) - Collegio dei Revisori dei Conti - elezione di 3 membri effettivi e 2 membri supplenti di cui 1 della minoranza

Argomento: Nomine

Istituto Universitario di Studi Europei - (art. 7 dello Statuto) Consiglio direttivo - designazione di 2 membri

Argomento: Nomine

A.S.F.I.M. Azienda Speciale della Camera di Commercio di Vercelli (Formazione) - Internazionalizzazione - Marketing - (art. 4 dello Statuto) - Consiglio di Amministrazione - Designazione di 1 membro in rappresentanza della Regione

Argomento: Nomine

Consorzio per la Ricerca e l'Educazione Permanente COREP (art. 11 dello Statuto) - Consiglio di Amministrazione - designazione di 1 rappresentante

Argomento: Nomine

Consorzio per la Ricerca e l'Educazione Permanente COREP (art. 13 dello Statuto) - Comitato Tecnico Scientifico - Designazione di 1 membro

Argomento: Nomine

Associazione Nazionale Allevatori Bovini di Razza Piemontese A.N.A.Bo.Ra.Pi (art. 16 dello Statuto) - Consiglio Direttivo - nomina di 1 rappresentante

Argomento: Nomine

Consorzio "V. Vezzani" - Stazione Sperimentale Alpina (art. 9 dello Statuto) - Consiglio di Amministrazione - Nomina di 2 rappresentanti

Argomento: Nomine

Consorzio "V. Vezzani" - Stazione Sperimentale Alpina (art. 13 dello Statuto) - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 membro effettivo

Argomento: Nomine

Casa di Cura "Koelliker" di Torino - (art. 7 dello Schema di concessione) Comitato Consultivo - Nomina di 1 componente

Argomento: Nomine

Fondazione I.S.I. Istituto per l'Interscambio Scientifico - (art. 7 dello Statuto)

Argomento: Nomine

Consiglio Nazionale per l'Ambiente - (art. 12 della legge n. 349/86) Nomina di 1 rappresentante della Regione

Argomento: Nomine

Premio Internazionale Piemontesi nel Mondo - (art. 2 della legge regionale n. 46/92) - Commissione Giudicatrice - Nomina di 3 Consiglieri regionali)

Argomento: Nomine

Scuola di Amministrazione aziendale - (art. 27 del D.P.R. n. 616/74) Consiglio Direttivo - designazione di 1 rappresentante

Argomento: Nomine

Consiglio del Distretto dei Vini Canavese, Coste del Sesia, Colline Novaresi - (art. 6 della legge regionale n. 20/99) - Designazione di 3 esperti di cui 1 in rappresentanza della minoranza

Argomento: Nomine

Conferenza di servizi presso la Regione - (art. 33 della legge regionale n. 44/2000) - Nomina di 1 esperto supplente in geologia e giacimenti, 1 esperto supplente in tecnica mineraria e 1 esperto supplente in sistemazioni idraulico-forestali

Argomento: Nomine

Comitato tecnico per gli idrocarburi e la geotermia - (art. 22 della legge regionale n. 896/86) - Designazione di 1 esperto

Argomento: Nomine

Ente ACLI Istruzione Professionale E.N.A.I.P. Piemonte - (art. 14 dello Statuto dell'Ente) - Nomina di 1 Sindaco effettivo e di 1 rappresentante supplente

Argomento: Nomine

Istituto di ricerche economiche e sociali - I.R.E.S. - (art. 10 della legge regionale n. 43/91) - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 membro effettivo in sostituzione del signor Mauro Marengo (dimissionario)

Argomento: Nomine

Centro Ricerche Archeologiche e Scavi di Torino per il Medio Oriente e l'Asia - (art. 7 dello Statuto dell'Ente) - Consiglio di Amministrazione Nomina di 1 rappresentante

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 173: "Ambiti territoriali di caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) - legge regionale n. 70/96) - Collegio dei Revisori dei Conti per gli A.T.C. (n. 6) delle Province di Alessandria ed Asti". Nomina di 1 Sindaco effettivo e di 1 supplente iscritti nel Registro dei Revisori Contabili (Integrazione)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 170: "Ambiti territoriali di caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) - (legge regionale n. 70/96) - Collegio dei Revisori dei Conti per gli A.T.C. e C.A. (n. 12) della Provincia di Cuneo". Nomina di 1 Sindaco effettivo e di 1 supplente iscritti nel Registro dei Revisori Contabili (Integrazione)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 169: "Ambiti territoriali di caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) - (legge regionale n. 70/96) - Collegio dei Revisori dei Conti per gli A.T.C. e C.A. (n. 10) della Provincia di Torino". Nomina di 1 Sindaco effettivo e di 1 supplente iscritti nel Registro dei Revisori Contabili (Integrazione)

Argomento: Nomine

Proposta di deliberazione n. 168: "Ambiti territoriali di caccia (A.T.C.) e Comprensori Alpini (C.A.) - (legge regionale n. 70/96) - Collegio dei Revisori dei Conti per gli A.T.C. e C.A. (n. 10) delle Province di Biella Novara, Verbania e Vercelli". Nomina di 1 Sindaco effettivo e di 1 supplente iscritti nel Registro dei Revisori Contabili (Integrazione)

Argomento: Nomine

Fondazione Museo Arti e Industria (art. 14 dello Statuto) - Collegio dei Revisori - Nomina di 1 Revisore iscritto nel Registro dei Revisori contabili (seconda votazione)

Argomento: Nomine

Co.Re.Co. - Comitato Regionale di Controllo - Sezione di Novara per il territorio delle attuali Province di Biella, Novara, Verbania e Vercelli (art. 130 d.lgs. n. 267/2000 - art. 3 della legge regionale n. 40/94) Nomina di 1 componente supplente in sostituzione del signor Giorgio Zara


PRESIDENTE

Dichiaro che la proclamazione avverrà nella seduta pomeridiana.
Chiedo però che le minoranze facciano pervenire dichiarazione scritta di collegamento dei candidati, ai sensi dell'art. 72 del Regolamento, in quanto è necessario per poi procedere alla proclamazione: nel caso di alcune nomine, senza il collegamento, non potrei procedere alla proclamazione.
Lo chiedo al Capogruppo del partito di maggioranza relativa di opposizione.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni - Beni demaniali e patrimoniali - Contratti ed appalti

Interpellanza n. 1042 dei Consiglieri Di Benedetto, Moriconi e Chiezzi inerente a: "Presunti abusi nell'assegnazione dei lavori di ristrutturazione dello stabile di Piazza Castello"; interpellanza n. 1056 del Consigliere Placido inerente a: "Ristrutturazione e adeguamento alle norme di sicurezza degli uffici della Regione Piemonte siti al secondo piano di Piazza Castello n. 165 a Torino"; interpellanza n. 1058 del Consigliere Saitta inerente a "Sale della Presidenza regionale. Lavori di sistemazione nel Palazzo di Piazza Castello"


PRESIDENTE

Ha ora la parola il Presidente Ghigo per integrare la risposta alle interrogazioni nn. 1042, 1056 e 1058.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signor Presidente, ho chiesto di fare una comunicazione in relazione ad interpellanze ed interrogazioni che sono state presentate da alcuni colleghi dell'opposizione in merito ai lavori di ristrutturazione nello stabile della Giunta regionale.
Poiché la relazione mi è stata consegnata ieri ed è stata discussa nella seduta della Giunta regionale di ieri, ho ritenuto di rendermi disponibile a leggerla questa mattina in aula; tuttavia, dal punto di vista formale, è già stata consegnata al Presidente del Consiglio, di conseguenza è a disposizione di tutti voi. Mi rendo assolutamente disponibile, anche per rispondere alla sollecitazione che è venuta dai banchi dell'opposizione, a rispondere adesso. Gradirei, però, che si convenisse su un punto: se apriamo adesso la discussione, la chiudiamo nella seduta mattutina, altrimenti possiamo rimandare la relazione all'inizio dei lavori di oggi pomeriggio e poi procedere con il dibattito.
Sono ampiamente disponibile ad introdurre la relazione e a concludere il dibattito in questo momento, ma vorrei avere, Presidente, un chiarimento dal punto di vista procedurale.



PRESIDENTE

Presidente Ghigo, ha perfettamente ragione. La sua è un'integrazione ad un'interpellanza, pertanto penso si possa convenire che, dopo la sua comunicazione, ci sia la replica degli interpellanti. L'aula acconsente pertanto possiamo stabilire che si tratta di un'interpellanza, alla quale risponde il Presidente della Giunta. Prego, Presidente.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Siccome mi sono reso conto che non tutti i Consiglieri hanno la relazione, ritengo utile leggerla ed esporla all'aula, affinché gli interpellanti possano, eventualmente nella loro replica, avere direttamente gli elementi di soddisfazione od insoddisfazione.
"I lavori eseguiti al secondo piano di Piazza Castello 165 si inquadrano in un intervento, molto più ampio, di riqualificazione tecnologica di tutto l'edificio, nell'ambito dell'appalto 'Global Service Tecnologico' (GST) e scaturiscono dal 'Progetto - Offerta' allegato al contratto di appalto del 'sistema dei servizi per la gestione e l'innovazione degli impianti tecnologici e speciali all'interno dell'Ente Regione', sinteticamente indicato come GST (Global Service Tecnologico).
Specificatamente per l'edificio di Piazza Castello 165 (1' Livello Organizzativo) il contratto d'appalto prevede, nel canone semestrale, il completo rifacimento impiantistico (termico, elettrico e speciale), nonch 'tutti gli interventi di adeguamento normativo relativi alla struttura edile, per quanto riguarda le norme di sicurezza e di tutti gli altri impianti tecnologici esistenti.
Le attività impiantistiche' - precisa il contratto - 'saranno accompagnate da interventi di natura edile in assistenza alla posa, quali lo smontaggio/rimontaggio di controsoffitti, la formazione di fori in soletta e tracce a parete, la formazione di scassi a muro per l'installazione di canali e bocchette, l'adeguamento funzionale dei locali tecnici', nonché la redazione del progetto esecutivo relativo.
Parallelamente al succitato intervento, era in fase conclusiva la redazione del censimento dei beni mobili ed immobili della Regione Piemonte e l'edificio di Piazza Castello n. 165, stante la sua importanza istituzionale, era stato analizzato e di esso era già stato redatto un rilievo visivo puntuale, sia architettonico sia impiantistico, ed era in fase di stesura la perizia complessiva, a cura dell'arch. Maria Pia Orsini facente parte del raggruppamento risultato aggiudicatario della gara per la redazione del suddetto censimento.
La stessa professionista faceva pervenire alla Direzione Patrimonio e Tecnico una relazione in data 15/6/2000 in cui venivano segnalate inadeguatezza, sotto il profilo della sicurezza, in alcuni locali del secondo piano.
In un incontro successivo, come risulta dalla relazione dell'ing.
Arcuri, allegata alla presente disamina (allegato A) lo stesso Global rappresentava la difficoltà ad estrapolare, in tempi brevissimi, dal progetto generale dell'edificio di Piazza Castello uno stralcio esecutivo limitato al secondo piano, riguardante la parte edile.
Quindi, con le lettere a firma dell'ing. Arcidiacono prot. n. 7843 del 29.6.2000, prot. n. 7844 del 29.6.2000, prot. n. 7842 del 29.6.2000 venivano rispettivamente affidati gli incarichi di progettazione e direzione lavori all'arch. Maria Pia Orsini, di coordinamento della sicurezza all'arch. Tafuri, di progettazione impiantistica ai fini della sicurezza all'ing. Felloni.
L'affidamento dei lavori edili e di semplice assistenza agli impianti avveniva in forma diretta alla ditta CO.IN.CO. Srl con nota prot. n. 7841 del 29.6.2000 dell'Ing. Arcidiacono, Direttore al Patrimonio e Tecnico all'epoca dei fatti.
In fase esecutiva l'arch. Orsini, nelle sue funzioni di direttore dei lavori, in data 19/7/2000 informava ulteriormente la Regione Piemonte di altre difformità e di gravi pericoli per la sicurezza riscontrati sulla linea dorsale principale dell'impianto elettrico in corrispondenza del secondo piano.
In data 6 agosto 2000 l'ing. Arcidiacono, con nota n. 12420 estendeva l'incarico di progettazione e direzione lavori all'arch. Orsini ad altri locali del secondo piano.
Sempre in fase esecutiva, in data 24/10/2000 l'arch. Orsini, durante un sopralluogo presso il cantiere, alla presenza dei vertici regionali, stante il notevole incremento dei rapporti istituzionali e dell'importanza che la Presidenza aveva assunto nell'ambito nazionale, veniva invitata a studiare ed analizzare ulteriori miglioramenti afferenti le parti comuni, atti a riqualificare in modo organico l'area stessa.
Tali miglioramenti riguardavano, tra l'altro, il rifacimento di pavimentazioni in moquette nei corridoi che presentavano gravi problemi igienici e di sicurezza antincendio, il rifacimento delle controsoffittature che, a seguito di continui rimaneggiamenti per gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria sugli impianti tecnologici, avevano perso il loro assetto.
Il costo presunto fornito dalla direzione lavori, in data 22/11/2000 era redatto sulla base dei costi e della stima analitica dei lavori già realizzati fino alla succitata data e quelli ancora da realizzare per il completo soddisfacimento delle esigenze.
Dalla relazione risultava che le opere di ristrutturazione e riqualificazione coinvolgevano una superficie di 1000 mq per un totale di L. 1.199.000.000, comprensivo di imprevisti e maggiorazioni per lavori festivi e straordinari dovuti all'impossibilità di eseguire alcuni interventi durante le attività d'ufficio.
Il direttore del Patrimonio e Tecnico, ing. Arcidiacono, in virtù anche delle responsabilità attribuitegli dal D.Lgs. 626/94, in quanto datore di lavoro, autorizzava l'impegno della spesa per l'effettuazione dei lavori e per il pagamento degli onorari con determina n. 1166 del 29/11/2000.
Si evidenzia, peraltro, che tale decisione in realtà anticipava l'esecuzione di opere che, comunque, dovevano essere effettuate in quanto previste nel già citato contratto di G.S.T. e il cui importo verrà successivamente detratto dai costi indicati nel contratto stesso (ad esclusione delle migliorie e/o delle opere non previste nel Piano Progetto del G.S.T).
Gli aspetti giuridici.
Dall'esame della documentazione inerente alla procedura di affidamento dei lavori di sistemazione dei locali all'impresa CO.IN.CO. nonché dei connessi incarichi professionali, sembrano emergere dubbi circa la ritualità della procedura medesima.
Si rileva, in primo luogo, come la procedura di affidamento dei lavori appaia a monte carente del presupposto essenziale, rappresentato dalla determinazione a contrarre. La realizzazione di qualsiasi negozio da parte della P.A. deve essere infatti preceduta da un provvedimento amministrativo con cui si dichiari lo scopo da perseguire ed il modo con cui si intende realizzarlo. Tale manifestazione di volontà costituisce, dunque, il presupposto del futuro negozio, che è perciò in rapporto di strumentalità con il provvedimento amministrativo. Il suddetto principio viene ribadito a livello di legislazione regionale dall'art. 24 della l.r. 8/84, laddove si prevede espressamente che la Giunta regionale (ora il dirigente, per effetto della l.r. 51/97) delibera motivatamente in ordine alla procedura di scelta del contraente.
Nella specie, si nutrono forti dubbi circa la possibilità di riconoscere la natura di provvedimento amministrativo alla lettera di incarico del 29 giugno 2000.
Il difetto del necessario presupposto per addivenire alla stipula del contratto potrebbe determinare, quale conseguenza, l'inesistenza di un valido rapporto negoziale produttivo di effetti tra le parti.
L'efficacia del contratto viene messa altresì in discussione sotto il profilo del mancato perfezionamento dello stesso, quale conseguenza del difetto del requisito della forma scritta imposto dall'art. 19, comma 1 della legge Merloni, che recepisce sul punto l'indirizzo consolidato ed unanime della giurisprudenza in materia di negozi stipulati dalla P.A.
Si nutrono, cioè, perplessità circa l'effettiva sussistenza dell'elemento formale in sede di incontro delle volontà dei contraenti. Gli unici documenti provenienti, ad esempio, dall'impresa CO.IN.CO., infatti non soltanto risalgono ad una data di molto posteriore all'affidamento ed all'inizio dei lavori, ma non consentono di attribuire alle dichiarazioni ivi contenute un inequivocabile contenuto negoziale. Quando un negozio giuridico deve essere redatto per iscritto ad substantiam, l'incontro della volontà su tutti gli elementi essenziali del contratto deve risultare dallo scritto, "sicché la determinazione o determinabilità dell'oggetto non pu ricavarsi aliunde (Cass. 8 novembre 1983, n. 6588). Né si può far ricorso al comportamento successivo delle parti, dovendosi escludere la possibilità di applicazione, per la determinazione dell'oggetto del contratto, della regola ermeneutica dell'art. 1362, comma 2, del codice civile, che consente di tenere conto, nella ricerca della comune intenzione dei contraenti, del comportamento di questi successivo alla conclusione del contratto (Cass. 11 aprile 1992, n. 4474). Risulta, pertanto, necessaria la traduzione della volontà dell'Ente in un atto contrattuale sottoscritto dal rappresentante esterno dell'Ente stesso e dal privato contraente "da cui possa desumersi la concreta instaurazione del rapporto, con le indispensabili determinazioni in ordine alle prestazioni da svolgersi e al compenso da corrispondersi" (Cass. 27 maggio 1987, n. 4742).
A guardar bene, dunque, sembra addirittura difettare l'accordo delle parti, cioè, l'effettivo incontro delle manifestazioni di volontà delle stesse in merito a tutti gli elementi essenziali del rapporto negoziale nella misura in cui non risulterebbe agli atti una espressa accettazione scritta dell'incarico. Alla luce delle suesposte considerazioni, non sembra irragionevole ipotizzare che nella specie si sia in presenza di un rapporto di mero fatto e dunque non produttivo di vincoli negoziali a carico della Regione.
Tornando alla problematica concernente i profili di validità dell'atto presupposto, occorre far rilevare come, quand'anche alla lettera di affidamento non preceduta da un formale atto amministrativo si voglia attribuire natura mista sostanzialmente provvedimentale ed allo stesso tempo negoziale (sull'assunto che trattasi di documento formato da un organo della P.A. dal quale si evince una manifestazione di volontà negoziale proveniente comunque dal soggetto competente) la medesima appare comunque viziata in primo luogo sotto il profilo della indeterminatezza dell'oggetto. Ciò, in quanto dal tenore della lettera di incarico, da un lato non si evince chiaramente l'esatta definizione delle opere oggetto dello stesso (e non potrebbe essere diversamente, per effetto della mancata predisposizione di un progetto dei lavori), dall'altro non risulta in alcun modo individuato il quantum della controprestazione a carico del committente.
Profili di illegittimità sembrano emergere, altresì, in merito alle modalità di scelta del contraente, tenuto conto dell'ammontare dell'importo dei lavori. I parametri di legittimità in ordine alle procedure di affidamento dei lavori in oggetto attraverso il sistema della trattativa privata sono, invero, rappresentati, non soltanto dall'art. 31 della L.R.
8/84, ma anche dell'art. 24 della L. 109/94 e s.m.i.. Se, infatti, da un lato la norma regionale sembra legittimare l'affidamento di incarichi a trattativa privata, al ricorrere di determinati presupposti (quali ad esempio "l'urgenza" e "in genere, in ogni altro caso in cui ricorrono speciali ed eccezionali circostanze per le quali non possono essere utilmente seguite altre forme di contrattazione") senza prevedere un limite massimo di importo, la norma statale introduce, invece, quale principio fondamentale ed innovativo quello della necessaria individuazione di un importo massimo al di sopra del quale non è possibile procedere a trattativa privata, fatta salva l'espressa eccezione rappresentata dai lavori conseguenti ad eventi imprevedibili di natura calamitosa. Ancorch tale principio costituisca esclusivamente un limite per il legislatore regionale, si deve ritenere che, in mancanza di una legge regionale di adeguamento alla disciplina statale in materia di lavori pubblici, le stesse disposizioni trovino applicazione anche con riguardo ai lavori pubblici di competenza regionali, ai sensi dell'art. 10 della L. 62/53.
Che all'epoca dei fatti (29 giugno 2000) le disposizioni della Merloni fossero direttamente applicabili alla Regione Piemonte appare indirettamente confermato dell'art. 1, comma 3, D.P.R. 554/99, il quale estende ai lavori di competenza regionale addirittura le stesse norme del regolamento, attraverso il richiamo all'art. 10 della L. 62/43. La circostanza che alla data del 29 giugno 2000 il citato regolamento fosse stato già pubblicato (G.U. n. 98 del 28 aprile 2000), ma non fosse ancora entrato in vigore, avrebbe dovuto comunque costituire utile elemento di valutazione ai fini delle scelte gestionali da compiere, in quanto fornisce una chiave interpretativa univoca circa i rapporti fra normativa regionale e nazionale.
Né vale sostenere che la disciplina della trattativa privata introdotta dalla Merloni fosse condizionata nella sua applicazione all'entrata in vigore del regolamento, se si tiene conto di quanto dispone espressamente l'art. 1, comma 5, del d.l. 1001/95 (convertito dalla legge 216/95), in merito all'immediata applicazione fra gli altri del sovrarichiamato art.
24.
Se da un lato, dunque, l'affidamento in questione sembra esorbitare i limiti di importo desumibili dall'ordinamento, dall'altro appare in ogni caso del tutto carente una sia pur sommaria allegazione e ponderazione dei presupposti di fatto richiesti dallo stesso art. 31 della L.R. 8/84 per l'utilizzazione della trattativa privata, soprattutto tenuto conto che nel caso specifico non vi è stato interpello di altre ditte potenzialmente interessate all'esecuzione dei lavori.
Né tale onere motivazionale appare soddisfatto in sede di adozione della determinazione in data 29/11/2000, che dunque non vale a sanare a tali fini gli ipotizzati vizi procedurali.
Le perplessità testé evidenziate in ordine all'affidamento dei lavori riguardano altresì le procedure con le quali sono stati attribuiti gli incarich professionali. Anche per questi ultimi, infatti, non soltanto si è provveduto attraverso l'adozione di una semplice lettera priva degli elementi essenziali per la stipulazione del contratto e, almeno in un caso carente di una sia pur minima procedura di comparazione di curricula (così come richiesto dell'art. 17, comma 12, legge Merloni con riferimento agli incarichi di progettazione per un importo stimato compreso fra i 40.000 e i 200.000 ECU, nelle more dell'approvazione del regolamento), ma sembra non esservi perfezionato neppure il vincolo contrattuale per effetto dei già prospettati vizi di forma.
Sulla base della disamina dei fatti, dell'analisi giuridica, della perizia sul valore delle opere oggetto d'analisi (allegato "B") e degli ulteriori allegati alla presente relazione (allegato "C": nota dell'ing.
Arcidiacono, allegato "D": parere legale dell'avv. Gastini) si possono trarre le seguenti conclusioni.
Ai sensi dell'art. 3 della L.R. 51 del 3 settembre 1997: 1) gli organi di direzione politico-amministrativa definiscono e promuovono la realizzazione degli obiettivi e dei programmi da attuare e verificano la rispondenza dei risultati della gestione amministrativa alle direttive generali impartite.
2) Ai dirigenti spetta la gestione finanziaria, tecnica, amministrativa compresa l'adozione di tutti gli atti che impegnano l'amministrazione verso l'esterno, mediante autonomi poteri di spesa, di organizzazione delle risorse umane, strumentali e di controllo. Essi sono responsabili della gestione e dei risultati.
Gli atti oggetto di esame da parte della presente relazione sono collocabili tra quelli di cui al punto 2. L'art. 22 della citata L.R. n. 51 precisa infatti che i dirigenti "sono responsabili dei procedimenti amministrativi, ivi compresi quelli relativi agli appalti" Di particolare importanza il primo comma del predetto articolo 3 il quale prescrive la verifica da parte degli organi di direzione politica dei risultati della gestione amministrativa alle direttive generali impartite.
Tale previsione, insieme a quella dell'art. 30 della L.R. 51/97 (responsabilità dirigenziali), riproduce i contenuti degli articoli 20 e 21 del decreto legislativo n. 165/2001: ossia la previsione della periodica verifica dei risultati, con il supporto del nucleo di valutazione e della struttura speciale controllo di gestione, in esso rappresentate.
Sulla base del quinto comma dell'art. 30 precitato, l'inosservanza delle direttive o il risultato negativo della gestione comporta per il dirigente con rapporto di lavoro a tempo determinato la risoluzione del contratto.
La capacità dei dirigenti di perseguire i risultati costituenti gli obiettivi dei programmi e dei progetti definiti dagli organi di governo e da questi affidati ai dirigenti per la concreta realizzazione, trova corrispondenza in un tipo di responsabilità di nuovo conio, per tutti i casi nei quali tra i programmi ed i progetti, da un lato, ed i risultati ottenuti, dall'altro, è possibile riscontrare uno scarto, uno scollamento giustificabile soltanto con l'inadeguatezza dell'impegno gestorio che dai dirigenti sarebbe stato lecito attendersi.
Una forma di responsabilità, dunque, del tutto separata da quelle cui i dirigenti sono stati pure tradizionalmente sottoposti, ossia le responsabilità penali, civili, amministrativo-contabili e disciplinari peraltro per nulla intaccata dalla nuova disciplina.
Infatti l'ultimo comma dell'art. 30 precitato precisa espressamente: "Restano ferme le disposizioni vigenti in materia di responsabilità penale civile, amministrativo-contabile previste per i dipendenti delle Amministrazioni pubbliche. Ciò al fine di coniugare il principio di efficacia ed efficienza con quelli imprescindibili di legalità e trasparenza".
Ai fini della determinazione dei rapporti tra direzione politica e dirigenza risulta inoltre particolarmente significativa la previsione di cui al comma h) dell'art. 24 della L.R. n. 51, ossia l'avere incardinato in capo alla dirigenza stessa la competenza ad annullare d'ufficio, su denunzie, gli atti posti in essere dai dirigenti subordinati viziati d'incompetenza, eccesso di potere o violazione di legge, nonché la previsione del decreto legislativo n. 286 che prevede l'attivazione di specifiche strutture di controllo interno sia rispetto alla legalità dell'azione amministrativa che della regolarità contabile degli atti.
In ogni caso, in occasione della valutazione dell'operato dei dirigenti, l'organo di direzione politica deve considerare il raggiungimento degli obiettivi esclusivamente nell'ambito della legittimità delle procedure.
In relazione a quanto sopra relazionato, rispetto alle possibili ipotesi di responsabilità amministrativa, civile o penale conseguente agli atti oggetto di analisi da parte della presente relazione, occorre considerare, per quanto riguarda la responsabilità amministrativa, che la perizia tecnica di cui all'allegato b) non individua il danno a carico dell'Amministrazione regionale per le motivazioni ivi riportate.
Pertanto, poiché sussiste responsabilità amministrativa allorquando si concretizza danno erariale, si ritiene non emerga obbligo di denuncia dei fatti alla Magistratura contabile, tenuto conto in particolare del fatto che l'importo delle opere verrà detratto dai costi indicati nel contratto del Global Service.
Per quanto riguarda l'ipotesi di responsabilità penale, e quindi l'onere di trasmissione ai competenti organi, si rimanda alle considerazioni di cui al parere dell'allegato d) della presente, tenuto conto altresì che la mancanza di un quadro normativo organico di riferimento possa aver causato in certe interpretazioni della disciplina vigente anche alla luce delle esigenze che vengono evidenziate nell'allegato c) della relazione.
Dal punto di vista delle procedure, la Direzione Affari Istituzionali nell'ambito delle proprie competenze, supporterà la Direzione Patrimonio nella predisposizione degli atti dirigenziali necessari e conseguenti alla situazione sopra descritta, in particolare finalizzati a garantire, stante la complessità della situazione, la correttezza dell'azione amministrativa in termini di efficacia, trasparenza e di legalità.
Quanto sopra potrà consistere nell'assumere le seguenti determinazioni: presa d'atto del mancato perfezionamento di obbligazioni contrattuali con la ditta Coinco e della conseguente necessità di determinare la somma che la Regione deve corrispondere all'impresa per i lavori effettuati a titolo di arricchimento senza causa predisposizione a tale fine di una perizia analitica, da affidarsi a tecnici interni, che quantifichi in tempi brevi il valore dei lavori effettuati dall'impresa Coinco, in modo da poter dare corso al completamento dell'intervento affidamento del completamento dell'intervento per un ammontare residuale presunto di 329 milioni all'ATI, affidataria del Global Service tecnologico, come previsto dal contratto stipulato a seguito della pubblica gara.
Penso di potere dire che il contenuto della relazione che la Giunta regionale ha approfondito ieri pomeriggio dà atto del comportamento che si intende assumere circa la vicenda, per ricondurre il tutto ad una corretta procedura amministrativa.
Desidero anche anticipare l'interrogativo politico che emergerà dal dibattito circa il ruolo che oggi il Dirigente in questione sta svolgendo quale Direttore dell'Agenzia regionale per le Olimpiadi, perché - come voi sapete - il dott. Arcidiacono non è più in forza presso la Regione Piemonte.
In buona sostanza, in merito a se e quali decisioni assumere sul Dirigente che, nel suo ruolo in Regione, ha commesso un errore, perch onestamente non si può definire in maniera diversa, e che oggi ricopre un incarico di così importante rilievo, ritengo che interloquirò con il sindaco Chiamparino, la Presidente Bresso e il Governo per assumere, in una sede diversa da questa, eventuali determinazioni o riflessioni, in quanto il dott. Arcidiacono opera in una struttura non strettamente collegata alla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Colleghi, esprimo soddisfazione per la prima parte dell'intervento svolto dal Presidente Ghigo: quello della ricostruzione dei fatti. E la esprimo anche perché si è attenuto alla normativa esistente, sia quella nazionale che quella regionale.
In questa prima parte, ha sostanzialmente concluso dicendo che le procedure sono state illegittime, cioè che nell'affidamento degli incarichi ed anche nell'esecuzione dei lavori non è stata applicata la legge.
Sostanzialmente, non sono state fatte le gare e sono stati eseguiti lavori per 1 miliardo e 600 milioni, nonché incarichi professionali per quasi 400 milioni senza le previste procedure. Quindi ci ha detto che la procedura è illegittima.
Dopodiché ha aggiunto una riflessione, anche questa condivisibile nella quale dice che, non essendo stato seguita la procedura, quella che seguono tutte le Amministrazioni comunali e chiunque gestisce le Amministrazioni pubbliche, manca un rapporto negoziale e quindi gli atti compiuti sono privi di vincolo negoziale.
Mi pare che sia stata questa la definizione.
Non ho avuto modo - come altri colleghi - di avere la relazione, ma da quello che mi sono appuntato mi pare che il Presidente abbia detto che gli atti compiuti dal Direttore, dal funzionario sono privi di vincoli negoziali per la Regione Piemonte.
Essendo privi di vincoli negoziali per la Regione Piemonte, le conseguenze sono che ciò che è stato fatto non va pagato o qualcuno deve pagare; non paga la Regione Piemonte.
Qualcuno ha assunto degli atti privi - lei lo ha detto - di vincoli negoziali; quindi, non si fanno sanatorie, come quella che è stata fatta oppure si fa qualcos'altro dopo. Sono atti privi di vincoli negoziali.
Questo mi sembra l'elemento più importante e da questo punto in poi volevo manifestare le questioni che non condivido in relazione al parere da lei citato di un avvocato (o di un professionista o di un legale) in ordine al rapporto tra dirigenza e politica.
E' vero: le differenze sono quelle che lei ha indicato, ma dovrà pur esistere in un Ente pubblico, compresa la Regione Piemonte, un ruolo di vigilanza politica su ciò che compiono i Direttori. Deve pur esistere un rapporto fiduciario tra chi nomina il Direttore e gli atti che compie il Direttore.
Non credo che la questione si possa concludere come ha fatto il Presidente Ghigo, dicendo: "Il Direttore ha commesso un errore e far qualcosa".
A me sembra qualcosa di più di un errore. Il rapporto di vigilanza da parte dell'organo politico è un elemento fondamentale, perché se manca questo vuol dire che tutti i Direttori, tutti i funzionari possono commettere tutti gli errori che vogliono e poi, se qualcosa viene fuori, si licenzia o si sposta.
Non è così: il ruolo di vigilanza è un ruolo che sta in capo al rappresentante legale dell'Ente; il ruolo di vigilanza sta in capo al Presidente della Giunta regionale e agli Assessori in quanto delegati dal Presidente.
Non riesco ad immaginare che si possa aver affidato 2 miliardi di lavori con queste modalità illegittime, illegali e fuorilegge - perché si tratta di questo - senza che l'Assessore Burzi se ne accorgesse, senza che il Presidente Ghigo non fosse stato informato da qualcuno.
Quando lei dice, come è scritto in qualche atto, che bisognava fare dei lavori, si sarà chiesto: "Ma i soldi ci sono? Chi paga?". E' normale: lei a casa sua, quando ordina un lavoro, questa preoccupazione ce l'ha e quando aggiunge altri lavori, come lei ha fatto, questa preoccupazione l'avrà perché lei è una persona di buonsenso. Si sarà preoccupato se c'era il progetto e se si andava oltre il progetto. Si sarà preoccupato perché c'era quella ditta, se poi un funzionario indica e sceglie, per esempio Coinco.
Ci saranno dei motivi per cui questa persona ha scelto queste persone. Non voglio essere malizioso, perché altrimenti l'Assessore Burzi si arrabbia come ha fatto la volta scorsa, dicendo di essere completamente al di fuori e di non sapere proprio nulla, essendovi due miliardi di lavori, sulla scelta dell'impresa, sulla scelta dei professionisti e sull'architetto Orsini (chi sia e che cosa ha fatto).
Poi le questioni si sanno, scopriremo per quale motivo alcune scelte sono state fatte e quale rapporto c'è tra chi avrebbe dovuto vigilare e chi non ha vigilato. Queste questioni verranno fuori.
Per concludere, esprimo soddisfazione per la prima parte della relazione, mentre esprimo insoddisfazione per le conclusioni. Lei Presidente, in qualche maniera ha detto che non ha responsabilità. Nessuno in questa Regione ha responsabilità; ha sbagliato il funzionario, ma le questioni non sono in questi termini. Credo che lei valuterà attentamente queste conclusioni, perché è mancato il ruolo di vigilanza e credo che l'Assessore Burzi, in quanto delegato, svolge un ruolo politico, ma non pu continuare a svolgere il suo ruolo, perché non è stato in grado di vigilare nell'applicazione delle leggi per un importo di due miliardi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie Presidente, non posso che, per certi versi, fare la fotocopia dell'intervento del collega Saitta. Mi ritengo, per certi versi soddisfatto e ringrazio anche il Presidente Ghigo, anche se leggere con attenzione tutti gli allegati della relazione e consultarci con dei consulenti, comporta un po' di tempo.
Avevamo ragione noi, con il collega Di Benedetto, a segnalare la grave anomalia. La relazione lo dichiara esplicitamente, per questo ringrazio.
Aveva torto l'Assessore Burzi a minimizzare o quasi, dicendo che era successo poco. Andrò a rileggere gli atti dell'intervento, se poi sbaglio chiedo scusa.
Non voglio ripetermi rispetto a quello che ha detto il collega Saitta ma concentrare l'attenzione su alcuni aspetti particolari.
Ormai tutti quanti sappiamo quanto è emerso. Ci sono alcune cose che ci incuriosiscono e cercheremo di approfondire.
I fatti sono gravi, perché è stata evidentemente e clamorosamente violata la legge. Non da un qualsiasi cittadino, non da un ente minore, ma dalla Regione Piemonte e, purtroppo, e mi dispiace, dagli Uffici del Presidente, del Vicepresidente e della Giunta, che ritengo Uffici non come gli altri. Non perché ci sia il Presidente Ghigo, potrebbe esserci qualunque altro Presidente. Tale Ufficio assume anche un valore simbolico e questo, per quanto mi riguarda, rende ancora più grave la questione, non in termini eventualmente penali, civili, ma per quello che quella sede dovrebbe rappresentare.
Quindi questo è il primo aspetto.
Viene citato il Global Service Tecnologico. Faccio una domanda che mi riserverò di approfondire. Nell'appalto non è previsto il subappalto, ad un certo punto la relazione dice che è stato concesso il subappalto. Chiedo ufficialmente, di avere i documenti che hanno portato a questa decisione inoltre vorrei conoscere i tempi che non sono secondari, perché a mio parere e avvenuto tutto successivamente: la procedura è nota a tutti.
Quindi ci sono alcune incongruenze, bisognerà fare successivamente un dibattito un po' approfondito. Se c'è soddisfazione per la prima parte della risposta del Presidente Ghigo, anche rispetto all'eventuale responsabilità dell'allora Direttore generale del patrimonio rispetto al ruolo che occupa adesso saranno altri ad occuparsene, ci sono alcune domande che noi ci poniamo. Innanzitutto non può essere - è un ritornello che questa Giunta troppo spesso ripete, anche in questa legislatura sempre e solo responsabilità dei dirigenti che vengono prima usati, e questo vale per i funzionari presenti e quelli che ci sentono, e poi scaricati.
Non può essere responsabile solo l'ex Direttore generale del patrimonio che, come ho detto nell'altro intervento, lo dicono tutti - Assessore mi conceda una ripetizione - non muoveva foglia senza che l'Assessore Burzi non voglia, anche se la rima è diversa. Qualcuno lo definiva la sua protesi e la sua appendice, anche perché, Assessore, esiste un rapporto fiduciario che comporta delle responsabilità dei dirigenti, ma anche delle responsabilità politiche degli Assessori.
Su questo punto io mi riservo con il mio Gruppo, ma anche con il resto dell'opposizione, di valutare cosa chiedere rispetto a delle evidenti precise e pesanti responsabilità politiche dell'Assessore al patrimonio l'Assessore Burzi.
Cerco di stare nei tempi concessi per l'illustrazione dell'interrogazione, comunque sull'argomento ci torneremo.
Dopo aver letto con attenzione tutte le carte, noi ci riserveremo eventuali azioni civili, penali, Corte dei Conti, oltre a quelle già politiche che valuteremo come Gruppo e come opposizione, perché - e chiudo con una curiosità e termino l'intervento - viene il dubbio: come mai certi professionisti, quei professionisti e non altri? Come mai? Sono una persona molto curiosa, e sono convinto di non dove essere l'unico, di essere in buona e numerosa compagnia in quest'aula e anche fuori da quest'aula. Sarà nostro impegno cercare di capire e di toglierci questa curiosità: perché quei professionisti e non altri? Perché hanno svolto un lavoro che non competeva loro? Incredibile sono stati assunti per fare un censimento dei beni patrimoniali e vanno a dire: guardate che ci sono anche problemi di sicurezza.
Contemporaneamente c'era un cantiere, al secondo piano del Global Service - risulta dagli atti, Assessore Burzi. E' stato scelto un unico responsabile della sicurezza, uno dei tre professionisti, perché su due cantieri non ci potevano essere due responsabili della sicurezza.
Contemporaneamente c'era un cantiere del Global Service che vede un'altra impresa svolgere un lavoro che era di sua competenza: nessuno dice niente nessuno se ne accorge. Questo responsabile della sicurezza, è stato mandato via dal responsabile, ing. Amoro, perché non ha vigilato su lavori con la fiamma ossidrica, presenti gli impiegati.
Come mai l'impresa, che aveva la titolarità, 73 miliardi di appalto per nove anni, è stata richiamata, mentre ad un'altra impresa, che svolge un lavoro che non le compete, non succede niente.
Torneremo sull'argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Di Benedetto.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Sinceramente mi sento un po' sollevato visto il rimprovero che mi aveva fatto l'Assessore Burzi, di non prestare attenzione e aspettative a chi, in modo anonimo, scriveva, indicava e stimolava, come opposizione, a controllare una serie di atti. Devo dire, caro Assessore Burzi, che in questo caso, vista anche la relazione del Presidente, vi aiuta anche a controllare tramite una serie di atti.
Devo dire, caro Assessore Burzi, che, in questo caso, vista anche la relazione del Presidente, questa lettera vi aiuta anche a controllare l'operato di certi dirigenti che in qualche modo avete nominato, indicato e assunto e che, oggi, hanno esposto anche voi in prima persona, a partire dal Presidente, dall'Assessore e tutta la Giunta.
Questo vuol dire che - mi rivolgo anche agli amici dell'opposizione anche noi, minoranza, siamo stimolati a controllare di più e meglio.
Probabilmente siamo presi tutti da cinquantamila cose e, in questo caso ringrazio l'anonimo che ha portato la garanzia di quelle che sono le norme.
Questo ve lo dice chi ha fatto certe battaglie, come altri, sul piano della garanzia di quelle che sono le norme nel senso giustizialista, ma in senso proprio di garanzia di quelle che sono le norme del mercato.
Anch'io, dal mio ufficio, ho ascoltato la relazione del Presidente. Lo ringrazio perché è stato anche abbastanza attento a nominare subito una Commissione di cui oggi ci ha portato gli atti e la relazione. Però, come sappiamo, la legge 51 dà degli indirizzi ben precisi - qui si è partiti da una scatoletta della luce e si è arrivati alla ristrutturazione quasi di un intero palazzo - ma gli indirizzi politici non ne possono prescindere. Il dirigente ne è al corrente, lo deve sapere, altrimenti non capisco come possa assumere un incarico di dirigente - addirittura del patrimonio - che deve rispettare tutte quelle regole a cui nessuno si può sottrarre.
Ha ragione il collega Saitta: a questo punto, tutti i Comuni di questa Regione possono da domani mattina seguire l'esempio della Regione e procedere alle ristrutturazioni senza nemmeno fare gli appalti, chiamando semplicemente gli amici di famiglia o i cugini. Per quanto mi riguarda essendo uno del sud, posso anche far venire qualche mio parente geometra dal profondo sud e gli si dà direttamente l'incarico.
Tutto questo assolutamente non fa parte di quelle che sono le garanzie democratiche e istituzionali perché vi sono delle leggi: la legge Merloni.
Per quanto riguarda le Olimpiadi, spero che il Piemonte abbia risalto nel mondo per la sua efficienza ed immagine e non per quella questione che abbiamo affrontato qualche mese fa. Qualcuno quasi istigava ad a procedere in deroga alla legge Merloni. Sottolineo e ribadisco ancora una volta che per quanto mi riguarda, vanno bene le deroghe a quegli impianti che devono essere collaudati due anni prima da ciò, ma, per tutto il resto, lo dico già da adesso, assolutamente no.
Sono preoccupato: lei, Presidente, ha detto che, a questo punto, c'è stato un atteggiamento arbitrario, passibile di sanzioni - parliamo dell'ex responsabile del patrimonio - quali ha già annunciato, e che interverrà nei confronti del Governo per verificare quanto è possibile fare.
Comincio a preoccuparmi, ero già preoccupato e lo sarò ancora di più: non ho niente di personale con questa persona perché non la conosco nemmeno, ma, se il buongiorno si vede dal mattino, ho paura di quanto è successo qualche mese fa per cercare di andare in deroga alla Merloni e con un soggetto che è a capo di una struttura importante, che seguirà tutti i lavori delle Olimpiadi.
Se per assegnare gli appalti si seguirà l'iter da lei annunciato sinceramente, lo dico a voi per primi per non trovarci di nuovo in Procura per aver dato retta agli anonimi, fate veramente attenzione e prendete tutti i provvedimenti, anche se non di competenza della Giunta e della Regione, nei confronti di chi usa le norme a giorni alterni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Non mi rimane più molto da dire visto che molto è già stato detto.
Le interrogazioni hanno colto nel segno perché il Presidente Ghigo ha dovuto ammettere che quanto manifestato nelle interrogazioni aveva un substrato di verità.
Anch'io mi ricordo quando l'Assessore Burzi, la volta precedente in cui si è parlato di questo argomento, ha sottolineato l'aspetto che tutto partiva da una lettera anonima. Queste lettere anonime, secondo l'Assessore, non andrebbero assolutamente prese in considerazione.
Questa è la dimostrazione che, a volte, invece, è meglio fare attenzione a tutto quello che succede intorno a noi.
Mi associo in particolare a quanto ha appena detto il Consigliere Di Benedetto sugli obblighi della vigilanza che spettano anche all'opposizione.
Credo che, però, come sollecitato da più parti, ci sia una responsabilità politica da parte dell'Assessore. Nel senso che chi ha una responsabilità politica gestionale non può esimersi dall'obbligo della verifica e del controllo.
Mi sembra di ricordare il discorso che tutti conosciamo della moglie di Cesare. Penso che l'Assessore non possa ignorare quello che fa la moglie di Cesare. Non può non essere Cesare in questo caso, per la correttezza della citazione. Però, questo richiama un'affermazione del Presidente Ghigo, che poi andrà verificata, che dice che non vi sono conseguenze di obbligo penale, quindi non c'è l'obbligo della denuncia, perché, a suo dire, non si prevede un danno per l'Amministrazione, in quanto i lavori vengono verificati e poi verrebbero scalati da quello che si va a pagare.
Questo è un punto di controllo politico importante: che garanzie abbiamo noi come minoranza che la valutazione di questi lavori sia corretta? Questo è un punto politico importante perché potrebbe anche darsi, e qui voglio fare appositamente il malizioso, che sbagli anche colui che verifica i lavori effettuati. Avendo già avuto l'esempio di un direttore che ha sbagliato, potremo anche avere un altro direttore, un altro organo che sbaglia di nuovo nella valutazione e che ci dice che i lavori sono stati svolti correttamente e che la spesa è stata fatta correttamente quando magari non è così.
Credo che questo sia un altro punto molto delicato a cui il Presidente Ghigo dovrà porre molta attenzione. Anche noi, come opposizione, dovremo fare attenzione a questo.
Visto che molto è già stato detto, credo che si possa chiudere qui però, credo che vi siano ancora due punti da sottolineare. Effettivamente come è stato appena ricordato, questo si richiama alla necessità di seguire le procedure che rispettano la legge per affidare i lavori. Quindi, mi chiedo cosa succederà del direttore che è stato promosso ad un incarico superiore e sul quale graveranno delle grandi responsabilità per quanto riguarda assegnazioni e gestioni di opere di consistenza economica molto elevata.
Un ultimo punto: credo che la posizione dell'Assessore Burzi sia comunque delicata. Nel senso che, non avendo svolto quello che ritengo necessario, ovvero un'opera di verifica e di vigilanza sull'operato di un direttore che era comunque alle sue dipendenze, deve valutare con attenzione la sua posizione e prendere quelle decisioni che dovrebbero essere quasi inevitabili.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso l'argomento.
Chiedo se c'è una replica.



(Il Consigliere Saitta, fuori microfono, chiede di poter intervenire)



PRESIDENTE

No, non è previsto, Consigliere Saitta, abbiamo stabilito questo. Le chiedo scusa, ma le regole dobbiamo mantenerle.
Se non c'è replica, dichiaro chiuso l'argomento.



PRESIDENTE

SAITTA Antonino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Le regole non sempre vengono rispettate così in modo rigido.



PRESIDENTE

Anche questa non è stata... l'abbiamo convenuto...



PRESIDENTE

SAITTA Antonino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Era una piccolissima cosa.



PRESIDENTE

BRIGANDI' Matteo (fuori microfono)



PRESIDENTE

Anch'io voglio parlare; voglio fare casino anch'io.



PRESIDENTE

Dichiaro chiuso l'argomento.
La seduta riprenderà alle ore 15.45.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 14.12)



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