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Dettaglio seduta n.147 del 30/10/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bussola, Ferrero, Godio, Racchelli Rossi Giacomo, Rossi Oreste e Vaglio.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori, con particolare riferimento alla calendarizzazione dei lavori del Consiglio regionale e agli ordini del giorno, presentati in sede di Conferenza dei Capigruppo, in merito all'impegno di un incontro tra i Capigruppo, le Organizzazioni sindacali e il Ministro Moratti


PRESIDENTE

Informo i presenti che nella riunione dei Capigruppo di oggi è stata fissata una calendarizzazione dei lavori del Consiglio regionale.
E' prevista la convocazione del Consiglio regionale per tutta la settimana prossima, da martedì a venerdì: mattino, pomeriggio e sera fino alle ore 24.00; con una seduta sull'alluvione che, invece, si svolgerà martedì mattina dalle ore 10.00 alle ore 13.00.
Comunico altresì che oggi si concluderà la discussione generale in merito alla legge sul buono scuola e che domani il Consiglio regionale è convocato dalle ore 10.00 alle ore 13.30 e dalle ore 14.30 alle ore 18.00 per quanto riguarda la seduta ordinaria.
Hanno chiesto di parlare i Consiglieri Contu e Chiezzi.
Consigliere Contu, era presente alla riunione dei Capigruppo?



(Il Consigliere Contu fa un cenno di assenso)



PRESIDENTE

Prego, ha la parola.



CONTU Mario

Presidente, lei in questo momento mi deve ascoltare, mi rivolgo a lei intervengo nel merito delle comunicazioni che ha fatto all'aula.
Presidente, solo per segnalare all'aula che oggi siamo in presenza di un fatto nuovo, oltretutto è anche in aula...



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Contu. Cosa la turba? Prosegua.



CONTU Mario

E' presente in aula il Presidente Ghigo.
Non risulta da alcun atto compiuto dalla Conferenza dei Capigruppo che fosse stato sancito un termine entro il quale il disegno di legge della maggioranza sarebbe stato approvato.
Siamo di fronte ad un fatto nuovo; ed è evidente che la maggioranza così facendo, si assume una grossa responsabilità, perché nel comunicare che si è chiuso il secondo binario, allo stesso tempo, ha comunicato ergendo un muro, che non sarà più disponibile ad alcun confronto di merito su qualsiasi atto legislativo che verrà posto all'attenzione dell'aula.
Prego l'aula, soprattutto la maggioranza, di prestare attenzione rispetto alla strada che ha imboccato, perché mi sembra che la strada imboccata sia quella del muro contro muro e della paralisi dell'attività legislativa di questo organo elettivo.
Questa è la preoccupazione più grande che esprimo a nome del mio Gruppo. Non si bara così, siete un doppio binario, aveva indicato un percorso sicuro: l'ordinaria legislazione e l'attenzione dovuta ad un provvedimento che ha certamente molte difficoltà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, vista l'eccezionalità del calendario che lei indica abbastanza inconsueto, vorrei chiederle, siccome ho sentito evocare la data del 15 novembre e non ho capito se è una nuova festività nazionale o un evento particolare, se c'è qualche scadenza particolare per la quale viene messo in moto questo "tour de force". Vorrei capire se c'è un particolare aspetto. Ovviamente, Presidente, facendo questa indicazione dà alla maggioranza un potere e una responsabilità: il potere di molto tempo a disposizione e la responsabilità di garantire il numero legale. E' chiaro che l'opposizione, o chi vuol fare opposizione, non garantirà il numero legale né in apertura dei lavori né durante le votazioni, in modo da dare alla maggioranza spazi e responsabilità in questo "tour de force".
Presidente, lei ha evocato il 15 novembre, volevo capire a quale evento si riferisce. Rappresenta una data particolare o simbolica? E' iscritta nel programma della maggioranza? Forse, per mia ignoranza, non capisco a cosa si riferisce.
Non capisco perché ci debba essere un aspetto temporale così rigido non permettendo di procedere con il doppio binario. Si potrebbe concludere il 15 dicembre e non cambierebbe assolutamente nulla. Per voi portare a casa un risultato il 15 novembre o il 15 dicembre non cambia nulla dinnanzi all'opinione pubblica. Non è altro che una ostinatezza e una testardaggine.
E' chiaro che la maggioranza deve assumersi grosse responsabilità e quindi, dinnanzi ai mezzi di informazione, faremo notare, giorno per giorno, quante volte manca il numero legale per responsabilità della maggioranza.



PRESIDENTE

Mi hanno appena detto che il 15 novembre è San Alberto.
Anch'io me lo sono chiesto.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non sapevo che festività ricorresse in quel giorno.
La parola al Consigliere Chiezzi per chiarimenti.



CHIEZZI Giuseppe

Il mio chiarimento consiste nel fatto che ho consegnato a sue mani due ordini del giorno che impegnano i Capigruppo ad incontrare le Organizzazioni sindacali e il Ministro Moratti.
Volevo sapere, se è possibile, se questi due ordini del giorno verranno messi in votazione subito o successivamente, poiché sono propedeutici all'accelerazione dei nostri lavori. Gradirei anche poterli discutere immediatamente. Non so se porli come questioni sospensive, pregiudiziali o preliminari, perché non so se possono essere interpretati in una di queste tre forme.
Mi rimetto alla sua decisione, però sollecito il fatto che avanzo questa richiesta all'inizio della seduta. Pertanto, chiedo di interpretare il Regolamento, nel senso di poter discutere e decidere su questi due secondo me - importanti iniziative: l'incontro con i sindacati e con il Ministro Moratti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Ho ascoltato gli interventi sull'ordine dei lavori e pertanto intervengo su tale argomento, in particolare sull'ultima proposta del Consigliere Chiezzi riguardo alla presentazione, l'iscrizione, la discussione e conseguente votazione degli ordini del giorno annunciati e presentati all'interno della Conferenza dei Capigruppo.
Credo che questi ordini del giorno, per rispetto al Consigliere Chiezzi visto che vi è stata un'apertura da parte della maggioranza riguardo all'incontro della Conferenza dei Capigruppo con le Organizzazioni sindacali che si dovrà tenere nella giornata di lunedì, certamente possano essere posti in votazione al termine della discussione generale.
Se non ricordo male - per questo motivo intervengo sull'ordine dei lavori - mi sembra che alla fine vi sia un tacito accordo di ultimare i lavori del Consiglio regionale, riguardo quantomeno alla parte della legge sui buoni scuola, con la discussione generale, per la richiesta del Capogruppo dei DS, riguardo alla presentazione degli emendamenti. Quindi da parte della maggioranza, l'iscrizione e la votazione dei due ordini del giorno possono essere inserite al termine della discussione generale, prima di chiudere i lavori del Consiglio.
Chiedo al Consigliere Chiezzi di valutare la conferma dell'ordine del giorno di audizione del Ministro, perché la maggioranza ha fatto un'apertura, e certamente condivide il percorso evidenziato sia dal Consigliere Chiezzi che dal Gruppo dei Democratici di Sinistra sulla necessità del confronto, quindi dell'audizione, seppur in modo informale con la partecipazione dei Capigruppo e delle forze sindacali. Qualora ci sia la conferma dell'ordine del giorno, non mi sottrarrò a motivare anche in aula l'incontro con il Ministro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Avevamo trovato un equilibrio nell'organizzazione dei lavori. Ora, il nostro Gruppo per quanto determinato, come vi abbiamo più volte detto, ha un'opposizione intransigente sul provvedimento che stiamo discutendo.
Come sapete, il nostro Gruppo si era riservato, nella presentazione degli emendamenti, di valutare, nello sviluppo del confronto della discussione, quale fosse la modalità migliore per arrivare ai risultati che noi ci proponiamo attraverso questa discussione e che abbiamo più volte esplicitato.
In questa discussione, naturalmente ciascuno si prende le proprie responsabilità e ciascun Gruppo risponde per le proprie azioni. Parlo, in primo luogo, ai colleghi della maggioranza che devono sapere che con questa decisione - è la mia opinione - salta l'insieme del tentativo di una gestione razionale di questa questione così difficile.
Secondo me, fate una scelta improduttiva. Non voglio puntarla sul fatto se sia giusta o sbagliata, questa è la mia valutazione: credo che sia una scelta improduttiva.
Vorrei, però, chiedere al Presidente del Consiglio regionale che, in questo caso, la convocazione dell'o.d.g. avvenga iscrivendo tutti i punti presenti all'o.d.g. del Consiglio regionale. Quindi, che arrivi normale convocazione ai Consiglieri, in cui al primo punto ci sarà il disegno di legge n. 252, ma con l'insieme dei punti allegati, cioè che fanno parte delle materie iscritte all'o.d.g. del Consiglio, perché questi Consigli devono essere convocati avendo come primo punto il disegno di legge n. 252 e i punti seguenti. Questo perché, con questo atteggiamento, si riapre tutto da questo punto di vista, compresa, come sapete, l'iscrizione dei nuovi punti.
Vi prendete la responsabilità di aprire una vicenda che ridiventa ingovernabile. Vi chiedo di riflettere su questo punto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Impiegherò trenta secondi.
Il chiarimento che chiedo è questo: a cosa servono le Conferenze dei Capigruppo se non si tiene conto di quanto lì avviene sia per le parole pronunciate, sia per lo spirito delle stesse? Detto questo, aggiungo soltanto che con questa decisione è vero che salta la gestione razionale, ma non salta per un'irrazionale presa di posizione della maggioranza, a parte il fatto che la decisione è del Presidente, che comunque ha considerato il clima irrazionale che si era determinato. La decisione del Presidente mi pare, dunque, opportuna ed è frutto della mancanza di una gestione razionale.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Galasso.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Proseguimento esame disegno di legge n. 252: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'art. 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)" ai sensi dell'art. 34, comma 6, del Regolamento


PRESIDENTE

A questo punto, terminiamo la discussione generale in merito al disegno di legge n. 252, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Era iscritta a parlare la Consigliera Manica, la quale mi ha fatto sapere che intende lasciare la parola al Consigliere Marcenaro. Prima però, sono iscritti i Consiglieri Chiezzi, Deorsola, Marcenaro e Papandrea.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, mi sembra che non ci sia la presenza del numero legale.



PRESIDENTE

L'ho verificato, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

In aula non c'è, poiché vedo pochissime persone presenti. Non voglio porre il problema di una votazione, però chiedo più partecipazione.



PRESIDENTE

La ringrazio della sollecitazione; attiverò il procedimento di chiamata dei Consiglieri.
Siamo tutti disponibili ad ascoltarla, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Questo è un disegno di legge con il quale si è aperta, nella società piemontese, una contrapposizione tuttora irrisolta. La contrapposizione è tra coloro che, invocando le norme costituzionali, ritengono che in nessun modo e in nessuna forma, con nessun passaggio improprio, lo Stato italiano possa finanziare la scuola privata, e tra coloro che, viceversa utilizzando una via obliqua (quella del buono scuola per gli studenti) sostengono in modo surrettizio il finanziamento della scuola privata strumentalizzando ad arte procedure che sono state messe sotto l'insegna del cosiddetto "buono scuola". E' uno scontro fondamentale che richiederà ancora diversi passaggi politici, al di là del lavoro dell'aula, per vedere una soluzione positiva.
I colleghi che hanno parlato prima di me hanno illustrato a dovere - e meglio di quanto potrei fare io - le ragioni del rifiuto a violare la norma costituzionale. Le ragioni in forza delle quali ogni impegno di risorse dei contribuenti debba andare in due direzioni fondamentali: diritto allo studio per tutti e qualificazione della scuola pubblica. Non riprendo pertanto, le considerazioni che sono già a verbale in ottima forma e con contenuti condivisibili.
Scuola pubblica e scuola privata: c'è un'osservazione che posso fare a sostegno di un punto di vista che richiede l'impegno dello Stato nella scuola pubblica, impegno che deve essere assunto in ordine all'impiego di risorse, al progetto di miglioramento delle strutture per l'educazione, in merito alla formazione dell'insegnante, ecc. Questo mi vede su una linea di ragionamento parecchio diversa da quella che ho potuto leggere in alcuni opuscoli, distribuiti a tutti i colleghi, di parte privata; anche della parte privata non a fini di lucro e, in particolar modo, a quella che pu fare riferimento alla scuola cattolica.
Ho letto con attenzione quegli opuscoli, perché gli argomenti di chi la pensa in modo diverso preferisco conoscerli "pro veritate adversa diligere", quindi ho voluto capire il punto di vista di coloro che sostengono la superiorità di una scuola legata ad un'ideologia o ad un punto di vista religioso e confessionale.
Colleghi, voglio raccontarvi una storia, una mia esperienza vissuta nella scuola pubblica, che considero degna di essere raccontata.
Al liceo avevo un professore di italiano che diceva: "Cari ragazzi sapete come mai, in un certo hangar dove vengono ricoverati dei camion a rimorchio, i tedeschi riescono a mettere in parcheggio cento camion, mentre gli italiani riescono a metterne in parcheggio solo cinquanta?". E spiegava: "E' perché i tedeschi prendono un autista di quei cento autoarticolati, lo fanno scendere, lo mettono sulla porta dell'hangar con un fischietto, quell'autista dà un colpo di fischietto ed entra un camion.
Quando è sistemato, altro colpo di fischietto ed entra un altro camion, e così via sino a che vengono parcheggiati i cento camion. Noi italiani invece, ammucchiamo insieme tutti i camion, cerchiamo di farli entrare alla rinfusa e alla fine ne sta la metà rispetto ai tedeschi".
Avevo, poi, un professore di storia e filosofia che diceva: "Cari ragazzi, quando andate al bar, nei dehor a prendere il gelato, per cortesia pagate il conto, non scappate! Pagate il conto, perché quel cameriere giovane come voi che vi ha portato quel conto risponde dello scontrino che vi ha portato e se non pagate voi pagherà lui, che magari ha avuto anche la sfortuna di non poter andare al liceo come state andando voi".
Avevo, poi, un insegnante di matematica che parlava solo di numeri, di equazioni e ricordo inoltre che restituiva i compiti in classe in ordine di voto, partendo dai voti più bassi, ingenerando una tensione che posso lasciarvi immaginare. Parlava solo di matematica, mentre gli altri due professori insegnavano italiano, storia e filosofia e poi avevano questo colloquio vivo.
Il primo professore probabilmente riteneva, dal suo punto di vista, che nel popolo tedesco ci fosse qualcosa di più rispetto a quanto c'era nel popolo italiano. Quindi, poteva presupporre e tenere una certa ideologia di riferimento. Ricordo che siamo negli anni immediatamente successivi al dopoguerra, poteva essere un professore di destra, forse con qualche simpatia delusa.
Il professore di storia e filosofia sapevamo che aveva fatto il partigiano e aveva come riferimento "Giustizia e Libertà" (un professore a cui devo quel poco di buono che so).
La terza professoressa - ho poi scoperto molti anni dopo - era l'unica iscritta al Partito Comunista e non aveva mai detto una mezza parola di questo suo impegno. La scuola pubblica, per come la si vive, è anche questo. Questo elemento di essere una scuola nella quale si incontra il mondo nelle sue diversità e nelle sue contraddizioni ritengo sia un valore.
Questo valore, i sostenitori della scuola confessionale - leggete il libricino giallo della Diocesi - non lo riconoscono e sostengono che questo non sia pluralismo, ma atomismo. Ritengo, viceversa, che questo spartiacque (su quale filone debba impegnarsi lo Stato) sia fondamentale.
Per questo è così duro il confronto. Il pluralismo della scuola pubblica è un valore; invece per chi chiede una scuola confessionale è un disvalore, un atomismo, perché ritiene che nell'istruzione si debba indicare una strada ai giovani. Ritengo che questo sia un elemento di valore su cui schierarsi.
Dato che il problema sta anche in questi termini, penso che i due ordini del giorno tendano a far continuare tra di noi questo dibattito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Finalmente entriamo un po' nel merito di questo disegno di legge. Dico un po' perché nella recente Conferenza dei Capigruppo è emerso che non c'è ancora, da parte di tutti i Consiglieri, quell'attenzione al dialogo e al confronto fermo, certamente, ma anche attento alle ragioni di chi rappresenta, in quest'aula, non solo la maggioranza che è uscita dalle consultazioni elettorali, ma una maggioranza più ampia.
La nostra attenzione al problema, come Cristiani Democratici Uniti risale nel tempo e si è concretizzata con la predisposizione di una proposta di legge nelle settimane immediatamente successive all'apertura di questa legislatura. Abbiamo ritirato la nostra proposta per convergere sul documento della Giunta, perché abbiamo ritenuto che questo potesse accelerare - oggi può sembrare sarcastico - l'iter legislativo di quel provvedimento.
Siamo arrivati alla chiusura della discussione generale. Voglio solo ribadire, utilizzando un tempo che è inversamente proporzionale all'attenzione che poniamo a questo problema, che approvare una legge sui buoni scuola significa dotare il Piemonte di uno strumento che lo mette al passo con i tempi.
Il buono scuola non è un attentato alla laicità dello Stato né un grimaldello costituzionale, ma una garanzia che vogliamo dare alle famiglie affinché possano finalmente offrire ai propri figli il modello educativo desiderato, senza più dividere la società tra chi può scegliere e chi no ed eliminando le discriminazioni tra i genitori che possono esercitare la pienezza della loro funzione educativa e quelli che questa libertà se la vedono messa in discussione dal bisogno. E' quel nuovo diritto contemporaneo che Dahrendorf chiama "Il diritto di accesso" in una società che ha frettolosamente, troppo frettolosamente, distrutto le reti di protezione, senza prevederne i rischi.
Per quanto riguarda il nostro Gruppo, la battaglia per il buono scuola non è dunque il problema su cui si "schiantano" frontalmente ideologie e valori, ma solo il primo dei problemi che una Regione deve affrontare, per dare sostanza ad una vera politica di solidarietà. Su questa linea, il nostro impegno sarà deciso e forte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Non utilizzerò tutto il tempo a disposizione: vista la situazione se ne può fare anche a meno.
Abbiamo appreso con una certa sorpresa le decisioni comunicate dal Presidente del Consiglio e, parafrasando quello che si era detto nelle altre occasioni quando si era parlato di doppio binario, mi sembra che questo convoglio sia deragliato. E' vero che non era un TGV, un rapido, ma una littorina, una locomotiva che, ansimante, cercava di andare avanti e la responsabilità non può che essere del capostazione, non certo dei passeggeri. Se il treno è deragliato, le responsabilità sono chiare e le interpretiamo come una dichiarazione di ostilità chiara. Il nostro comportamento non potrà che essere conseguente, con tutti gli strumenti che il Regolamento ci consente di utilizzare.
Rispetto alla decisione comunicata dal Presidente, ci troviamo nella condizione di attrezzarci - ricordo che non avevamo ancora presentato un emendamento. Siamo rimasti fermi al doppio binario, a questo convoglio ansimante e qualcuno ha voluto dare un'accelerazione. Ripeto, si è voluto far deragliare questo convoglio nel doppio binario, si torna a bloccare tutti i lavori, tutte le Commissioni e di questo ne prendiamo atto.
Presidente, penso, e sono convinto, che lei sia consapevole della responsabilità che si è assunto convocando i Consigli tutti i giorni e negli orari che ha indicato. Tra l'altro, mi permetto di aggiungere - rubo ancora qualche secondo - che il termine affinché le risorse possano essere utilizzate anche per questo anno scolastico è ormai ampiamente superato.
Rimango fermo a circa uno o due ordini del giorno, forse tre, perché si è perso il numero: uno votato, se ricordo bene, anche dalla maggioranza, un altro votato da tutte le opposizioni e da tutti i Gruppi. Non si è ancora capito però - e su questo casualmente siete seduti vicino, Assessori Burzi e Leo (la posizione è quella, ma a volte vi spostate, in questo caso, "due piccioni con una fava"): i 35 miliardi saranno destinati, come da impegno come da ordine del giorno, nel caso in cui non possano essere utilizzati in questo anno scolastico, per i problemi legati al diritto allo studio, o pensate altro? Se poi devo rivolgermi al collega Cattaneo, mi rivolgo volentieri anche a lui, basta capire. La domanda rimane: chiedere è lecito, rispondere è cortesia. Se risponde l'Assessore Burzi siamo felici, se risponde l'Assessore Leo altrettanto; anzi, non se ne abbia male, ancora di più; se risponde il Presidente Cattaneo va bene ugualmente. La domanda rimane.
Fateci sapere, perché anche da questo dipenderà il nostro comportamento.
Vuol dire che faremo i turni, porteremo il baracchino.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Contu)



PLACIDO Roberto

Assolutamente no, non c'è alcuna trattativa. Si era presa una decisione e votato un ordine del giorno.
Siamo curiosi di capire se la maggioranza sarà conseguente all'ordine del giorno presentato in questa sala alcune settimane fa. Era stato, se ricordo bene, il Consigliere Angeleri che aveva sostenuto la questione. Faremo i turni, ci porteremo il baracchino, da qualche parte qualcuno di noi a casa ce l'ha, viste anche le tradizioni... Ognuno di noi ha tradizioni diverse.
Non c'è problema. Anche il collega Contu ha il baracchino. Allora, siamo in parecchi ad essere attrezzati e la cosa non può che farmi piacere.
Aspetteremo, senza arroganza e senza presunzione, collega Chiezzi. Io sono convinto che una maggioranza così compatta e così coesa saprà garantire un'adeguata e continua presenza in quest'aula, così come l'argomento e il problema richiede, e si misurerà punto per punto, emendamento per emendamento, votazione per votazione. Ne sono convinto, perché sta al dovere di una maggioranza, come sta al dovere di un'opposizione verificare che questo avvenga.
Avremo davanti a noi settimane, giornate intere, pomeriggi, serate e notti: nessun problema. Devo però dire che sono dispiaciuto, perch cercavamo di capire quale potesse essere. Dalle mie parti si dice: voi ballate con un piede e noi suoneremo con una corda. Ci vedremo in questa sala del Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, signor Presidente, mi scuso se non ero al mio banco.
Vorrei svolgere alcune considerazioni sulla legge all'attenzione dell'assemblea per poi dedicare alcuni minuti per completare l'intervento che avevo cominciato sull'ordine dei lavori o per chiarimenti e, in un certo senso, per rispondere e chiarire anche la posizione della maggioranza soprattutto alla luce delle provocazioni e delle considerazioni svolte dal Presidente Marcenaro, credo semplicemente perché non si era raccordato con la Presidente Manica, che invece aveva partecipato alla Conferenza dei Capigruppo e aveva sanato un'ulteriore posizione a nome del Gruppo dei Democratici di Sinistra.
Il nostro impegno sulla legge del buono scuola si pone al centro dei bisogni, degli interessi, delle aspirazioni e dei sogni di realizzazione degli studenti, delle attese delle loro famiglie e, soprattutto, anche del lavoro dei loro insegnanti. Questi sono i veri protagonisti della scuola che ispirano la nostra azione, legata a due principi fondamentali: la solidarietà e l'eccellenza.
La situazione che abbiamo ereditato nella scuola registra ancora un peso burocratico ed opprimente da parte dello Stato nazionale.
Nell'istruzione, come in molti altri campi, lo Stato non può essere l'unico promotore del valore delle risorse umane né essere custode esclusivo di competenze tecnico-scientifiche. Nell'istruzione lo Stato deve continuare a garantire unitariamente i principi di uguaglianza ed equità sociale rafforzando il proprio ruolo di controllo e di indirizzo.
Viviane Reding, Responsabile del Settore Istruzione e Cultura della Commissione Europea, ha recentemente riaffermato che è necessario adattare i sistemi educativi non solo alle esigenze delle economie, ma, anche e soprattutto, a quelle dello sviluppo, che per noi significa soprattutto sviluppo della persona nel contesto sociale.
La nostra azione è perciò determinata da una visione nuova dei processi educativi e formativi, che tende a coniugare le antiche contrapposizioni tra equità e competizione, tra valori di giustizia sociale e valori di merito, tra partecipazione e responsabilità, principi che non devono essere contrapposti, ma ricondotti ad un'unica visione unitaria e coerente: la solidarietà e l'eccellenza.
La giustizia educativa e la competitività sono entrambi principi fondanti di un progetto che punta ad integrare le molteplicità dei poteri, delle funzioni dei soggetti che operano nel mondo dell'istruzione e della formazione. La pari condizione tra le famiglie è un principio che in tutti gli altri Paesi tutela da tempo il diritto di scegliere i percorsi educativi - ribadisco: il diritto di scegliere i percorsi educativi - più attinenti ai valori individuali e agli obiettivi di realizzazione personale degli studenti, e attiene al principio di un sistema integrato nelle sue componenti statali e non, per un reale passaggio dalla scuola di Stato alla scuola della società civile.
L'impegno della Regione Piemonte e di questa maggioranza vuole andare in questa direzione, Presidente. Non come affermano alcuni: un buono scuola per pochi, ma una buona scuola per tutti.
Se avessi tempo farei il controesempio di quanto la CGIL ha fatto sui giornali e che ho criticato sugli organi di informazione, ma l'economia di dieci minuti non me lo permette. Avrò modo, nell'esame dell'articolato, di riprendere quelle considerazioni.
Il sostegno alle famiglie, denominato "buono scuola", è solo uno degli strumenti che intendiamo predisporre per realizzare tale impegno. Peraltro visto anche il risultato dell'ultimo referendum, sempre maggiore sarà l'onere che, come Regione, dovremo affrontare nel settore dell'istruzione.
La nostra posizione, ben lungi dall'essere arrogante e dispotica, già in occasione delle discussioni in Commissione ha recepito diversi suggerimenti per meglio adattare la nostra iniziativa legislativa alle esigenze dei piemontesi. Si è cercato di favorire in modo principale le fasce di reddito più deboli. Abbiamo ritoccato con una proposta il limite massimo dei 140 milioni, anche ascoltando le istanze evidenziate e presentate dai colleghi Consiglieri dell'opposizione. Si è tenuto conto della salvaguardia di quelle realtà formative nate dalla società civile molte volte in funzione supplente alle carenze statali (penso, ad esempio a molte scuole dei piccoli centri che, di fatto, svolgono anche una funzione sociale). Infine, e soprattutto, si è voluto venire incontro a tante famiglie che, a costo di sacrifici personali, investono per il futuro dei loro figli.
Ecco perché vogliamo istituire il buono scuola con un sostegno alle famiglie. A quelle famiglie vogliamo riportare una scelta di libertà e dare la libertà alle famiglie piemontesi; alle famiglie di questa Regione vogliamo dare la possibilità di scegliere il percorso educativo per i propri figli e non con "la spada di Damocle" dell'economia e, quindi, di dovere necessariamente andare alla scuola statale semplicemente per il fatto che l'aspirazione della famiglia e il percorso educativo individuato dalla famiglia non può essere percorso per mancanza di risorse.
Quello che interessa è un progetto di scuola che porta benefici e vantaggi a tutto il sistema scolastico italiano, ovvero a tutte le famiglie, anche a quelle che, avendo ugualmente a cuore il futuro dei propri figli, non si rivolgono alla scuola privata per scelta o - come dicevo prima - più spesso per impedimento economico.
Oltre alla libertà di scelta, questa legge pone al centro anche un altro principio, che è quello del riconoscimento di un servizio di pubblica utilità. Già in diversi campi, ad esempio nella Sanità e nei Trasporti tale principio è riconosciuto. E' impensabile che l'Istruzione rimanga l'ultimo monopolio statale, qualunque maggioranza governi.
Credo di aver ampiamente motivato questo passaggio anche in occasione della discussione delle pregiudiziali di legittimità costituzionale relativamente all'art. 33 della nostra Carta Costituzionale.
Abbiamo fatto una Conferenza dei Capigruppo per fare il punto della situazione. Il Presidente ha deciso legittimamente, ascoltando le esigenze e le istanze di questa maggioranza. Quando dico questa maggioranza Presidente, non mi riferisco ai 40 Consiglieri della Casa delle Libertà, ma alla maggioranza che si è stretta attorno al disegno di legge della Giunta Ghigo. Una maggioranza che è ben più ampia rispetto ai 40 Consiglieri dei Gruppi che costituiscono la nostra coalizione.
Mi riferisco agli amici della Margherita, al Consigliere Giordano, agli amici Radicali, al Consigliere Di Benedetto e quant'altri sostengono almeno il percorso di confrontarci e di arrivare ad un voto entro tempi brevi.
La richiesta della maggioranza, la stessa maggioranza che ha concesso condividendole l'utilità, il doppio binario, è quella di ritornare, caro Consigliere Marcenaro - mi dispiace che in questo momento non sia in aula a fronte del muro contro muro dell'opposizione - non mi rivolgo ai Democratici di Sinistra, anzi, hanno fatto un'apertura con un elemento di novità proprio in questi giorni, ma mi rivolgo verso quell'opposizione più estrema della Sinistra, rappresentata in quest'aula dal Consigliere Contu alla fase iniziale.
Consigliere Contu, a fronte dei 570 emendamenti ostruzionistici che non stanno "in piedi", si può rispondere solo - scusate la responsabilità del termine usato in questo momento quando vi è una guerra contro il terrorismo con la guerra. O vengono ritirati i 570 emendamenti, altrimenti questa maggioranza, caro Consigliere Marcenaro, ha una via sola: rimanere in quest'aula per tre, quattro, cinque, dieci, quindici sedute con le difficoltà che abbiamo, perché spesso abbiamo la difficoltà del numero legale. Abbiamo dodici "Ministri" regionali che sono Assessori di questo governo regionale che devono continuare a lavorare per il Piemonte.
Certo, abbiamo delle difficoltà, ma faremo di tutto in questi quattro giorni per essere presenti, confrontandoci anche su questi emendamenti ostruzionistici.
Caro Consigliere Contu, hai detto, in un momento d'onestà intellettuale, in un intervento nella Conferenza dei Capigruppo, queste parole: "Questi emendamenti rappresentano solo la prima parte". Dicendo che i 570 emendamenti sono solo una prima parte, vuol dire che ci sarà un seguito d'emendamenti sempre dello stesso tipo.
Altri Gruppi - lo riconosco - ad esempio, i Democratici di Sinistra, tant'è che hanno chiesto di interrompere i lavori del Consiglio con l'ultimazione della discussione generale per il tempo necessario di presentare degli emendamenti, hanno detto: "Presenteremo un gruppo di emendamenti significativi ed importanti". Presenteranno veramente emendamenti di merito. Questo rappresenta un comportamento costruttivo.
Non è vero che vogliamo il muro contro muro. Non è vero che siamo irresponsabili, cari colleghi dell'opposizione. Abbiamo concesso il doppio binario! Siamo stati umiliati il 15 ottobre e il 31 ottobre, non approvando questo provvedimento nelle date stabilite, perché voi ce lo avete impedito! Abbiamo detto: "Confrontiamoci nel merito. Troviamoci in aula". Siamo tornati in Commissione! Abbiamo fatto di tutto per cercare di trovare un punto di incontro, ma non solo, colleghi dell'opposizione: avete chiesto un confronto per discutere dei 35 miliardi; questo confronto lo avrete nell'ufficialità, perché per spendere 35 miliardi bisogna discuterne prima in Commissione e poi in Consiglio regionale per l'approvazione di un eventuale disegno di legge di variazione di bilancio.
Abbiamo detto, e ribadisco, cari colleghi dell'opposizione: "Confrontiamoci anche nella non ufficialità su questi 35 miliardi". Ribadisco, a nome della maggioranza, questa disponibilità, ma non con la Giunta, perché è una questione politica.
Noi, Capigruppo di maggioranza, siamo disposti e convinti ad incontrare i Capigruppo dell'opposizione per confrontarci sui 35 miliardi. Per quanto ci riguarda, noi, Capigruppo di maggioranza, porteremo le istanze, le risultanze di questo confronto al Presidente Ghigo e al suo governo regionale, che legittimamente, unico organismo deputato a farlo, assumerà ascoltando le istanze che perverranno politicamente nel modo istituzionalmente corretto, una legge di variazione di bilancio.
Abbiamo fatto l'apertura sui sindacati. Bisogna dirlo ufficialmente nessuno l'ha detto in quest'aula: alla Conferenza dei Capigruppo è stato richiesto l'incontro con i sindacati e con il Ministro Moratti.
In tanti siamo fermi a dire che l'incontro con il Ministro è inutile e strumentale in questa fase, perché siamo legislatori regionali e non demandiamo allo Stato centrale le nostre competenze, soprattutto dopo il referendum del 7 ottobre che trasferisce, in via esclusiva, di fatto alcune competenze alla Regione proprio in questa materia. Però, abbiamo accettato, proprio per non metterci "nell'angolo" e non darvi ragione di accusarci di autostruzionismo. Tant'è che mi sembra che lunedì sia previsto un incontro tra la Conferenza dei Capigruppo e i sindacati.
Cosa dobbiamo fare ancora per confrontarci nel merito e per arrivare alla fine di questo percorso entro un tempo ragionevole ed assumere la legge con il contributo! Cosa dobbiamo fare ancora! Ditecelo, perché fino adesso non l'abbiamo individuato!



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Riaggiorno la seduta, per l'esame dei singoli articoli, a martedì prossimo, come da calendario comunicato.
Comunico, con riferimento agli ordini del giorno presentati dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi, che, ai sensi dell'art. 78, comma 2, del Regolamento gli stessi saranno votati prima del passaggio alla votazione finale.
Quindi, non è questo il momento per votare gli ordini del giorno.
Comunico, tuttavia, con riferimento all'ordine del giorno relativo alla richiesta di incontro con le Organizzazioni sindacali, che tale incontro è stato calendarizzato per la giornata di lunedì; quindi, ci sarà un non luogo a procedere del non luogo a provvedere.
La seduta è aggiornata a domani per lo svolgimento ordinario dei punti all'all'o.d.g. Per quanto riguarda il proseguimento dell'esame dei provvedimenti sui buoni scuola, ci aggiorniamo a martedì prossimo.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 16.42)



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