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Dettaglio seduta n.145 del 24/10/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco, Botta Marco Brigandì, Casoni, Cavallera, D'Ambrosio, Deorsola, Galasso, Ghigo Racchelli e Rossi Giacomo.


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame disegno di legge n. 270: "Nuova disciplina della cessione degli alloggi di proprietà regionale siti in Tortona in Via Matteotti n. 13 Abrogazione della L.R. 3 agosto 1993, n. 37"


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con l'esame del disegno di legge n. 270, di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, a seguito della soppressione dell'Ente Nazionale Lavoratori Rimpatriati e Profughi (ENLRP) è stato trasferito alla Regione Piemonte lo stabile sito in Tortona (AL), Via Matteotti n. 13, composto da ventotto unità immobiliari condotte in locazione da profughi dall'Etiopia, dalla Tunisia e dall'ex Yugoslavia. Lo stabile in argomento, la cui costruzione è terminata nel 1977, è gestita dall'Agenzia Territoriale per la Casa (ATC) della provincia di Alessandria in forza della convenzione repertorio n. 83 dell'1 agosto 1990.
Con L.R. 3 agosto 1993, n. 37 (Cessione degli alloggi di proprietà regionale siti in Tortona in Via Matteotti n. 13, già di proprietà del disciolto Ente Nazionale Lavoratori Rimpatriati e Profughi) è stato riconosciuto ai profughi locatari degli alloggi il diritto, da esercitarsi entro sei mesi dall'entrata in vigore della legge stessa, alla trasformazione del contratto di locazione semplice in contratto con patto di futura vendita al prezzo corrente o, in alternativa, il diritto al riscatto in proprietà sulla base del prezzo determinato ai sensi dell'art.
28 della legge 8 agosto 1977, n. 513. Il prezzo era dato, cioè, dal valore venale degli alloggi, determinato dall'Ufficio tecnico erariale, tenendo anche conto dello stato di conservazione dell'immobile e della sua ubicazione, ridotto: dell'1,5% per ogni anno di effettiva occupazione da parte del richiedente, fino ad un limite massimo di vent'anni di un ulteriore 10% nel caso di redditi del richiedente non superiori a quelli stabiliti ai sensi dell'art. 22 della legge n. 513/77 con la maggiorazione di cui alla lettera d) dell'art. 17 del DPR n. 1035 del 30 dicembre 1972.
Ulteriori riduzioni, sconti sui prezzi e facilitazioni per pagamenti rateali erano previsti per i percettori di redditi bassi.
Gli adempimenti conseguenti alle istanze dei profughi erano poste a carico dell'ATC di Alessandria.
Ad oggi, però, gli obiettivi della L.R. n. 37/93 non sono stati raggiunti.
Gli aventi diritto infatti hanno richiesto di acquistare gli alloggi alle condizioni di miglior favore dettate dall'art. 1, comma 24, della legge 24 dicembre 1993, n. 560 (Norme in materia di alienazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica), che prevede un prezzo di vendita pari al 50% del costo di costruzione.
In realtà, tali condizioni più vantaggiose per i profughi erano state espressamente disposte per il riscatto degli immobili costruiti in base alla legge 4 marzo 1952, n. 137 (Assistenza a favore dei profughi), mentre lo stabile in argomento è stato realizzato con le risorse e le modalità di cui alla legge 25 luglio 1971, n. 568 (Norme integrative del DL 28/8/1970 n. 622, convertito con modificazioni nella legge 19/10/1970, n. 744, e nuove provvidenze a favore di profughi e rimpatriati).
Stante la complessità del tema è stato interpellato il competente Ministero dei Lavori Pubblici per avere un parere circa la corretta normativa di riferimento. Una prima risposta datata marzo 1996 ha escluso la possibilità di interpretazione estensiva ritenendo che le due leggi statali sopra citate (legge n. 137/52 e legge n. 568/71) dettino, pur nella medesima materia, due discipline diverse in riferimento ai programmi costruttivi, alle provvidenze assegnate per farvi fronte, nonché ai requisiti per le assegnazioni e alle determinazioni del canone di locazione.
Questo orientamento, tuttavia, è radicalmente modificato a seguito del parere espresso nell'adunanza del 10 dicembre 1997 dalla Prima Sezione del Consiglio di Stato, cui la Presidenza del Consiglio dei Ministri aveva posto problemi interpretativi circa l'alienazione di alloggi costruiti per i profughi giuliano-dalmati.
Nel parere si sostiene che la possibilità di fruire delle condizioni ex lege 560/93 sia da riconoscere anche agli assegnatari degli alloggi realizzati ex lege 568/71 non ravvisandovi alcun motivo di esclusione.
L'originario ambito restrittivo della legge n. 137/52 deve ritenersi modificato - così viene testualmente indicato - dal successivo disposto dell'art. 26 del decreto del Presidente della Repubblica 17 gennaio 1959 n. 2, che fa riferimento a tutti gli alloggi costruiti a totale carico dello Stato per le categorie meno abbienti, tra i quali indubbiamente rientrano anche quelli realizzati dalla legge n. 568/71. Ciò tenuto anche conto dell'espresso richiamo che il comma 24 dell'art. 1 della legge n.
560/93 opera nei confronti dell'art. 26 del DPR n. 2/59.
La Giunta regionale ha valutato quindi l'esigenza di aggiornare la L.R.
n. 37/93 al nuovo orientamento espresso dalla Prima Sezione del Consiglio di Stato, al fine di soddisfare l'obiettivo primario di favorire l'alienazione degli alloggi agli aventi diritto ed ha presentato, in data 2 marzo 2001, il disegno di legge che oggi giunge all'approvazione dell'aula.
Il testo, composto di cinque articoli, è stato assegnato alla II Commissione consiliare che lo ha esaminato nel corso delle sedute del 7 giugno e del 28 giugno 2001 licenziandolo, senza modifiche, con parere favorevole a maggioranza.
In sintesi, l'art. 1 attribuisce ai profughi, che, all'entrata in vigore della legge, siano titolari di contratti di locazione semplice di alloggi dell'immobile di Tortona, la facoltà di richiedere, con istanza da presentare entro sei mesi all'ATC di Alessandria, il riscatto in proprietà degli alloggi locati.
Diversamente da quanto previsto dalla disciplina precedente, è esclusa la possibilità per gli aventi diritto di richiedere la trasformazione della locazione semplice in contratto con patto di futura vendita, ritenendo interesse primario il trasferimento in tempi brevi della proprietà.
Anche se non strettamente necessario dal punto di vista ermeneutico per ragioni di chiarezza, si è previsto espressamente che le istanze inviate in passato dai profughi per richiedere la cessione in proprietà sono prive di efficacia.
I commi 2 e 3 precisano i casi in cui il trasferimento in proprietà pu essere chiesto da parte dei familiari del profugo assegnatario dell'alloggio, in conformità a quanto chiarito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Segretariato generale, Dipartimento per il Coordinamento Amministrativo.
L'art. 2 prescrive che l'ATC di Alessandria curi tutti gli adempimenti conseguenti alla presentazione delle istanze degli aventi diritto previa verifica della sussistenza dei necessari requisiti in capo ai soggetti richiedenti.
L'art. 3 disciplina le modalità per la determinazione del prezzo di vendita e quelle per l'eventuale pagamento in forma rateale. Disciplina altresì le condizioni per i successivi trasferimenti di proprietà e il diritto di prelazione a favore dell'ATC di Alessandria. Sanziona con la nullità dell'atto le eventuali pattuizioni in violazione delle disposizioni di legge.
L'art. 4 attribuisce all'ATC di Alessandria i fondi ricavati dalle vendite, affinché siano destinati alla realizzazione di programmi diretti allo sviluppo dell'edilizia residenziale pubblica.
L'ultimo articolo dispone l'abrogazione della L.R. n. 37/93, opportuna al fine di una corretta "pulizia" normativa stante la rinnovata disciplina legislativa disposta dal presente testo che i relatori rassegnano all'attenzione dell'aula, con l'auspicio di una rapida approvazione.



PRESIDENTE

Dopo l'esaustiva relazione, se non vi sono interventi, possiamo passare all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 27 votanti 25 hanno votato SI' 25 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame disegno di legge n. 320: "Provvedimenti relativi agli eventi alluvionali verificatisi nel mese di ottobre 2000 e agli eventi per cui viene dichiarato lo stato di emergenza. Autorizzazione prestazioni straordinarie per gli anni 2001 e 2002"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame del disegno di legge n. 320, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Do per letta la relazione del Consigliere Gallarini, a mani dei Consiglieri.
"Il provvedimento in oggetto autorizza per gli anni 2001 e 2002 prestazioni straordinarie in relazione ai danni conseguenti agli eventi alluvionali e ai dissesti idrogeologici verificatisi nell'autunno dell'anno 2000 nel territorio regionale, causati ai soggetti privati proprietari di immobili, beni mobili registrati e alle imprese.
Il disegno di legge tiene conto dell'ordinanza n. 3090 del 18 ottobre 2000 del Ministero dell'Interno, che regolamenta, in via straordinaria ed urgente, i danni, prevedendo all'art. 6, comma 3, a carico delle Amministrazioni e degli Enti pubblici, la corresponsione al personale dipendente di compensi per lavoro straordinario oltre i limiti previsti dalla normativa vigente. Inoltre, il disegno di legge in questione, nel rispetto della legge 11 dicembre 2000, n. 365, che attribuisce alle Regioni indicazioni, criteri e modalità per la concessione di una serie di benefici di carattere economico-finanziario ai soggetti privati e alle imprese danneggiati dagli eventi calamitosi del periodo settembre-ottobre-novembre 2000, tiene conto di quanto previsto dall'ordinanza n. 3110 dell'1 marzo 2001 della Protezione Civile. Tale ordinanza, infatti, prevede una serie di misure straordinarie in deroga alle disposizioni vigenti, riguardanti l'assunzione di personale a tempo determinato, la proroga dei rapporti di lavoro a tempo determinato e l'effettuazione di prestazioni straordinarie oltre i limiti previsti.
L'art. 1 del disegno di legge autorizza l'effettuazione delle prestazioni straordinarie anche in deroga a quelle retribuibili a norma del CCNL da parte del personale impegnato nelle azioni e nelle attività connesse agli eventi calamitosi dell'autunno 2000. Il comma 2 dell'art. 1 in particolare, disciplina la modalità della corresponsione dei compensi prevedendo che, previa attestazione dei responsabili delle strutture regionali competenti, il lavoro sia reso oltre l'orario d'obbligo per lo svolgimento delle attività di intervento per il ripristino dei danni.
L'art. 2 è relativo alla norma finanziaria che quantifica gli oneri derivanti dall'applicazione dell'art. 1. In sede di Commissione si è proceduto ad integrare la norma finanziaria per l'anno 2002. La somma iscritta al capitolo 10135 del bilancio di previsione 2001, è pari a L. 450 milioni. Ai sensi dell'art. 26 della L.R. 11/4/2001, n. 7, il medesimo importo verrà stanziato sullo stesso capitolo del bilancio di previsione per l'anno 2002, tenuto conto degli elementi evidenziati nella relazione tecnica di accompagnamento.
La dichiarazione d'urgenza di cui all'art. 3 sottolinea lo stato di emergenza delle situazioni createsi a seguito delle calamità naturali descritte.
La I Commissione ha approvato a maggioranza il disegno di legge nella stessa seduta di venerdì 14 settembre 2001".
Non essendovi interventi, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 2 Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. C'è stato un disguido, pertanto, non essendoci stata discussione generale, intervengo sull'art. 2 per dire quanto avrei voluto dire in sede di discussione generale, fermo restando il nostro parere positivo, già espresso in Commissione.
Approfitto di questa seduta per chiedere - a lei, Presidente, ma naturalmente anche alla Giunta - che, ad un anno dall'evento alluvionale si organizzi e preveda una seduta di Consiglio per fare il punto della situazione; un bilancio delle questioni risolte, dei problemi aperti e degli indirizzi dati. Di questo si sente la necessità. Fra l'altro, il Consiglio regionale non ha ancora compiuto un atto formale in ricordo di quell'evento e ritengo che, ad un anno da quella data, sia arrivato il momento di farlo.
Chiedo che questo sia considerato e calendarizzato al più presto, come una questione di una certa importanza ed un momento di riflessione per tutti.



PRESIDENTE

Rendo un'informazione all'aula: di questo tema si è già occupata la Conferenza dei Capigruppo ed è stata individuata, all'unanimità, la data del 5 novembre, con inizio alle ore 9.30. E' stata decisa questa data, in base alle esigenze di noi tutti.
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'art. 2.
Il Consiglio approva.
ART. 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto sull'intero testo della legge.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, questo è un provvedimento minore e, tra l'altro, non tutti seguono i lavori delle Commissioni, quindi sarebbe stata opportuna un'introduzione, una presentazione, forse anche qualche considerazione da parte dell'Assessore. Questo, non per perdere tempo - il provvedimento è certamente importante - ma per capire alcuni aspetti.
Decidiamo di dare un sostegno alle attività straordinarie, per quest'anno e per l'anno successivo, ma vorremmo capire meglio la questione anche perché la relazione è estremamente scarna; non si riesce a capire in che quadro, con che riferimento, che soggetti tocca, con che quantità vengono dati tali sostegni.
Francamente, mi trovo in imbarazzo ad approvare un provvedimento predisposto in questa forma. Come dicevo, non tutti i Consiglieri partecipano a tutte le Commissioni, quindi non tutti sono stati presenti alla Commissione di merito. L'aula è il momento che ricompone quanto, per convenzione, dividiamo nel lavoro di Commissione, per operatività.
La invito, quindi, Presidente, a leggere la relazione al disegno di legge in oggetto, relazione quasi inutile perché dice poco più di quello che è contenuto nel testo della legge.
La invito, inoltre, a richiamare coloro che presentano i provvedimenti in questo caso la Giunta, perché un disegno di legge dovrebbe avere una struttura un po' più robusta, proprio per non passare le cose una dietro l'altra, come in una timbratrice.
Per questa ragione, mi asterrò dalla votazione del provvedimento perché è strutturalmente impostato in modo sommario e non permette un approfondimento adeguato.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Tapparo. Effettivamente la relazione è un po' scarna.
Se non ci sono altri interventi, indìco la votazione per appello nominale mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 29 hanno votato SI' 27 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 223: "Modifiche ed integrazioni alla L.R. n. 12/90: 'Nuove norme in materia di aree protette (Parchi naturali, riserve naturali, aree attrezzate, zone di preparco, zone di salvaguardia)'"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 223, di cui al punto 8) all'o.d.g.
Poiché il relatore, Consigliere Marco Botta, è assente, chiedo cortesemente al Consigliere Gallarini di leggere la relazione.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Mi sembra di intuire che si sia sollevata all'attenzione della Presidenza l'assenza dell'Assessore competente. Mi corre l'obbligo di riferire che l'Assessore Cavallera mi ha comunicato che è in viaggio da Roma e sarà in aula verso le 17.30. Mi ero dimenticato di comunicarlo pertanto chiedo scusa.



PRESIDENTE

La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Il disegno di legge in esame ha come oggetto la modificazione della legge quadro in materia di Aree protette regionali limitatamente al tema legato alla condizione dei Consigli direttivi, alle funzioni del personale e i controlli.
In particolare, il disegno di legge in oggetto dispone all'art. 1 la modifica della condizione di designazione dei rappresentanti delle Associazioni ambientaliste da nominare in seno ai Consigli direttivi degli Enti di gestione. Abrogando il comma 25 dell'art. 9 della L.R. n. 12/90 si rimuove infatti tale condizione che prevede che i soggetti suddetti vengano designati tra i residenti nei Comuni facenti parte del territorio interessato dall'Area protetta.
L'art. 2 abroga il Collegio dei Revisori dei Conti delle Aree protette regionali in quanto con il D.lgs. n. 286 del 1999 la funzione di controllo potrà essere svolta nell'ambito dei controlli interni attuati dagli uffici e dalle strutture regionali preposte.
In sede di Commissione, si è proceduto a sopprimere l'articolo relativo alla variazione dell'indennità di carica dei Vicepresidenti degli Enti di gestione in quanto considerato da trattare con atto separato. L'art. 3 dispone che le funzioni di Direttore dell'Ente, in caso di assenza del dirigente, siano assunte dai funzionari apicali degli Enti di gestione inquadrati nella categoria D. In tal modo, si consente di attuare la separazione fra atti di indirizzo politico e atti di gestione, mentre ora per gli atti di rilevanza esterna e per le attribuzioni assegnate alla dirigenza dell'art. 22 della L.R. n. 51/97 occorre l'assunzione da parte dell'organo politico.
L'art. 4 prevede inoltre che i dipendenti degli Enti di gestione delle Aree protette possano svolgere funzioni di protezione civile su richiesta e sotto il coordinamento delle autorità preposte, qualora si verifichino calamità naturali eccezionali. Ciò al fine di tutelare, anche sotto il profilo assicurativo, il personale che opera al di fuori dei confini del territorio vincolato.
Lo stesso articolo modifica il termine per la presentazione da parte degli Enti di gestione della relazione annuale. Spostando la data dal 31 gennaio al 31 marzo si permette agli Enti di utilizzare i dati del conto consuntivo in modo da disporre di dati certi di spesa nei vari settori di attività.
La I Commissione ha quindi licenziato a maggioranza il disegno di legge in oggetto nella seduta di lunedì 12 marzo 2001 e lo rimette all'aula consiliare per la sua approvazione.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Ricordo ai Consiglieri che la legge del 1990 in merito alle Aree protette aveva previsto la partecipazione all'attività, alla presenza nel Consiglio direttivo degli Enti di gestione, delle Associazioni ambientaliste con rappresentanze di soggetti designati tra i residenti dei Comuni che fanno parte delle Aree protette. Abrogando il comma 25, si dà la possibilità a soggetti che provengono da qualsiasi parte del Piemonte di far parte dei Consigli direttivi degli Enti di gestione.
Porto all'attenzione dei Consiglieri che alcune critiche emerse dai Comuni toccati da iniziative di attuazione di parchi, o che lo sono già storicamente, si riferivano ad un'operazione cittadina del parco e un'area protetta della quale beneficiano soggetti che non sono legati profondamente al territorio.
Si era pensato, allora, che rafforzando il legame con il territorio si poteva ridurre questa sensazione ed avere dei soggetti che vivessero direttamente la vita e l'attività del Parco e ne esprimessero le potenzialità. Non so come le Associazioni ambientalistiche si posizionino su questo aspetto; sarebbe opportuno, quando arrivano i provvedimenti in aula, che questi fossero dotati di materiale di accompagnamento che permetterebbe di capire un po' di più. Manifesto le mie perplessità.
Per il resto, mi sembra che il provvedimento cerchi di modificare alcune cose, non vorrei dire, datate, ma che certamente hanno dimostrato dei limiti di funzionalità, come quella del Collegio dei Revisori dei Conti. Su questo punto, porto all'attenzione dei colleghi, per quello che può valere, l'incertezza, lo snaturamento del principio con il quale si diceva che l'operazione sui parchi veniva fatta valorizzando fortemente le potenzialità, favorendo l'autosviluppo delle comunità che vivono in quelle zone, in modo da poter esprimere, al meglio, il loro rapporto con il territorio. Valorizzarlo, quindi, sia sul piano della tutela che sul piano degli aspetti economici, sociali e culturali.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Condivido le osservazioni preoccupate del Consigliere Tapparo.
Questa legge, all'art. 1, cancella un progetto importante che era quello di tentare di affidare ai residenti nei Comuni, che fanno parte dell'Area protetta, il compito di sovrintendere e gestire quel pezzo di territorio. Alla base di questo intendimento vi era senz'altro il fatto che, soprattutto per aree preziose dal punto di vista ambientale, la comunità residente fosse quella deputata ad esprimere le capacità tecniche e anche le volontà politiche personali di impegnarsi nella gestione delle stesse.
Rinunciare ad un progetto di quel genere, semplicemente con un articolo che abroga tale norma, mi sembra assai discutibile. Nel senso che il relatore - in questo momento assente - poteva tentare un'analisi un po' più attenta e approfondita della situazione. Il relatore poteva, rispetto ad una politica di decentramento e di responsabilità delle comunità locali nella gestione dei propri territori, dei propri problemi, prestare più attenzione nello spiegare per quale motivo si rinuncia a ciò, dando anche conto delle azioni che erano state messe in moto per realizzare quanto previsto dalla legge. Quindi, delle difficoltà che si erano create, anche perché, probabilmente, per uscirne potevano esserci anche modi un po' più organizzati che non il modo prescelto di abrogare semplicemente una norma.
Si poteva, insieme, studiare una correzione della norma, una sua migliore calibratura rispetto alle singole realtà che erano o non erano capaci di esprimere questi rappresentanti.
Sul resto non ho riserve.
Sull'art. 1 penso anch'io che sarebbe stato meglio procedere, come metodo di lavoro, in un altro modo e trovare soluzioni alternative alla semplice abrogazione del comma 25.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Siccome sono state avanzate delle obiezioni, come quella sollevata dal Consigliere Chiezzi, chiedo al relatore se non sia possibile trovare una formulazione che, pur togliendo quell'elemento di eccessiva rigidità relativa alla residenza sul territorio, mantenga, però, un rapporto tra la nomina e il territorio stesso.
La cosa può avvenire attraverso l'espressione di un parere da parte della Comunità montana interessata.
Un conto, però, è eliminare e superare una rigidità eccessiva, altro conto è svincolare completamente problemi di questo tipo. Presidente, la sua sensibilità ai problemi di radicamento territoriale dovrebbe far sì che se ne tenga conto. Il tutto doveva avvenire con il consenso della dimensione locale interessata, con qualche forma di coinvolgimento.
Chiedo se il relatore può prendere in considerazione quanto da me detto.



PRESIDENTE

La soluzione potrebbe essere quella di presentare un ordine del giorno connesso, ai sensi dell'art. 78, però si può anche intervenire sull'articolo, nel senso che si può predisporre un emendamento.
La seduta è brevemente sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.56 riprende alle ore 16.01)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Abbiamo concertato la seguente formulazione.
1) Emendamento presentato dal Presidente Cota: l'art. 3 della L.R. n. 12/90 è così sostituito: "I membri designati dalle Organizzazioni professionali agricole e dalle Associazioni ambientaliste, previsti nei Consigli direttivi, di cui ai commi precedenti, devono essere residenti nei Comuni interessati alle Aree protette, salvo motivate deroghe assunte con deliberazione delle Giunte provinciali competenti per territorio".
La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Ero presente quando lei stendeva la formulazione. Come relatore, sono d'accordo e l'Assessore Vaglio ha assicurato che tale formulazione pu andar bene anche per la Giunta.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 1 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto sull'intero testo della legge.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, apprezzo lo sforzo che ha fatto in questa concertazione. La concertazione avviene fra parti differenziate, ma voi l'avete attuata fra parti dello stesso segno. Quindi, si definisce in un altro modo. Comunque a parte questo aspetto, volevo segnalare un'altra questione.
Il difetto che vi era nel provvedimento, che adesso è stato parzialmente sanato, ma solo parzialmente, con il meccanismo della deroga chissà dove andremo a finire! - è dato da un fatto: vi è il rischio che alcune Associazioni - mentre, da un lato, parliamo della sussidiarietà verticale, quindi favorendo il rapporto dal basso, là dove nella periferia più lontana si possono esprimere esigenze e propensioni - mandino nei Consigli di amministrazione dei Parchi, cioè da una situazione centralistica, i loro funzionari o i loro designati. Con il comma 25 si costringevano queste Associazioni, un po' "torinocentriche" in qualche caso, o "capoluogodiprovinciacentriche", a fare i conti con la loro rappresentanza sul territorio, quindi a valorizzare le loro energie presenti sul territorio.
Per questo motivo, mi asterrò ancora, pur apprezzando lo sforzo ritenendo che il meccanismo della deroga sia insufficiente.
Approfitto di questa occasione, Presidente, per rilevare un aspetto di vita dell'assemblea. E' vero che non è necessaria, in linea altamente teorica, la presenza degli Assessori competenti quando si discutono dei provvedimenti che sono espressi dalla stessa Giunta, però credo che sia importante sottolineare che quando c'è un provvedimento della Giunta espresso da un certo tipo di competenza, cioè che non ha una valenza generale, la presenza attiva della Giunta dovrebbe essere da lei Presidente, presa in considerazione, per un fatto di correttezza nella formazione della legge, altrimenti, diventa un procedimento burocratico. E' un richiamo alla Giunta ad essere più coinvolta nei lavori dell'assemblea legislativa, che non fa mai male.



PRESIDENTE

Un maggiore coinvolgimento non fa mai male, ma da parte di tutti.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 25 votanti 24 hanno votato SI' 18 Consiglieri si sono astenuti 6 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Bilanci preventivi

Esame proposta di deliberazione n. 248: "Bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2002 e determinazione del fabbisogno finanziario del Consiglio regionale per lo stesso periodo, ai sensi dell'art. 43, comma 1, lettera a), della L.R. 11 aprile 2001, n. 7"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione n. 248, di cui al punto 9) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Pozzo per l'illustrazione.



POZZO Giuseppe

Do lettura della proposta di deliberazione n. 248: "Il Consiglio regionale del Piemonte vista la legge 6 dicembre 1973, n. 853 visto il D.lgs. 28 marzo 2000, n. 76, in particolare l'art. 30 che prevede l'autonomia contabile del Consiglio regionale visto il Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale del Piemonte, adottato in attuazione della legge n. 853 del 1973 ed in particolare l'art. 4 che detta la procedura di approvazione del bilancio; vista la L.R. 11 aprile 2001, n. 7, e in particolare l'art. 42 che prevede la deliberazione di approvazione del bilancio del Consiglio regionale e la definizione, nei termini previsti, del fabbisogno finanziario e l'art. 43 che prevede l'iter procedurale dell'esame del bilancio di previsione del Consiglio vista la deliberazione dell'Ufficio di Presidenza del 30 luglio 1999, n.
114-9808 considerato che il fabbisogno complessivo del Consiglio regionale per l'anno 2002 è pari a Euro 47.149.000,00 (pari a L. 91.293.194.230) considerato che il bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'anno 2002 è allegato alla presente deliberazione (Allegato A) per farne parte integrante e sostanziale visto il parere espresso in data 27 luglio 2001 dalla I Commissione consiliare permanente sul bilancio di previsione per l'anno finanziario 2002 del Consiglio regionale delibera di approvare, ai sensi degli artt. 42 e 43 della L.R. n. 7/01 il bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'anno 2002 (Allegato A), redatto secondo il piano dei conti i cui all'art. 4 del Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale in attuazione della legge n.
853/78, per un fabbisogno finanziario pari a Euro 47.149.000,00 (pari a L.
91.293.194.230), suddiviso tra i capitoli del bilancio della Regione che attengono al funzionamento del Consiglio in tale modalità: capitolo 10000 Euro 15.747.000,00 capitolo 10020 Euro 24.000,00 capitolo 10030 Euro 6.853.000,00 capitolo 10110 Euro 13.769.000,00 capitolo 10210 Euro 8.697.000,00 capitolo 10220 Euro 2.059.000,00 Tot. 47.149.000,00 di stabilire che i capitoli attinenti il funzionamento del Consiglio regionale siano compresi nell'elenco delle spese obbligatorie e d'ordine allegato al bilancio e inseriti nell'elenco di quelli per i quali è consentito lo storno in via compensativa mediante provvedimenti amministrativi di prevedere che, qualora il bilancio di previsione della Regione per l'anno 2002 venga predisposto in unità di base e sia stato emanato il Regolamento di contabilità del Consiglio, di cui alla L.R. n. 7/01 l'Ufficio di Presidenza, con autonoma valutazione, proceda a riclassificare il piano dei conti del bilancio del Consiglio 2002 secondo i criteri e i modelli di bilancio previsti dal Regolamento stesso".



POZZO Giuseppe

Successivamente, l'Ufficio di Presidenza ha proposto un emendamento.



POZZO Giuseppe

Gli elementi di valutazione delle necessità di sottoporre al Consiglio l'emendamento sono i seguenti:



POZZO Giuseppe

"Premesso che il bilancio di previsione del Consiglio regionale 2002: è stato approvato come proposta al Consiglio dall'Ufficio di Presidenza con deliberazione n. 156/2001 del 23 luglio 2001 è stato esaminato con esito favorevole dalla I Commissione consiliare e, attualmente, è iscritto all'o.d.g. dell'assemblea per l'approvazione ai sensi dell'art. 43, comma 1, della L.R. n. 7/01 considerato che il bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'anno 2002, poiché antecedente alla L.R. 3 settembre 2001, n. 24 'Disposizioni in materia di trattamento indennitario dei Consiglieri regionali', non poteva tener conto delle maggiori entrate e dei maggiori oneri che sarebbero derivati per il Consiglio regionale, e neppure di nuovi elementi di spesa nel frattempo intervenuti, dispone quanto segue: Entrata L'art. 2, comma 2, della L.R. n. 24/01 prevede che: 'La trattenuta di cui al comma 1 è devoluta alle entrate del bilancio del Consiglio regionale ai sensi dell'art. 42 della L.R. 11 aprile 2001, n. 7 (Ordinamento contabile della Regione Piemonte).
Da ciò discende la necessità: di istituire un nuovo capitolo in entrata su cui introitare le somme riscosse mensilmente dal Consiglio a titolo di trattenute e contributi volontari calcolare un'adeguata previsione in entrata da iscrivere sul suddetto capitolo, stimata per l'anno 2002 in Euro 1.200.000,00 conseguente riduzione del capitolo in entrata n. 1030 del bilancio del Consiglio, corrispondente al capitolo 10000 di spesa del bilancio della Regione.
Spesa La spesa complessiva, dalla precedente previsione di Euro 47.149.000,00 passa ad Euro 48.063.000,00, con un incremento pari ad Euro 914.000,00.
I maggiori costi previsti derivano: Euro 564.000,00, previsti dalla legge n. 24/01, a partire dall' 1 gennaio 2002 Euro 100.000,00, adeguamento budget spese per il personale Uffici di comunicazione, per effetto degli incrementi contrattuali intervenuti per il personale della Regione Euro 100.000,00, adeguamento budget spese per il personale Gruppi consiliari, per effetto degli incrementi contrattuali intervenuti per il personale della Regione Euro 150.000,00 spese per il CO.RE.COM. (Autorithy regionale tlc) realizzazione programmi secondo le previsioni della L.R. n. 1/01.
Per quanto sopra richiamato, la differenza tra le maggiori entrate e le maggiori spese è pari ad Euro 286.000,00 e ciò comporta una uguale riduzione dei trasferimenti dal bilancio della Regione".



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Pozzo.
Sospendo brevemente la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 16.12 riprende alle ore 16.15)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' stato presentato il seguente emendamento: sostituire il primo punto del deliberato, di cui alla proposta di deliberazione n. 248, con il seguente testo: "di approvare, ai sensi dell'art. 43, comma 1, della L.R. n. 7/01, il bilancio di previsione del Consiglio regionale per l'anno 2002 (Allegato A), redatto secondo il piano dei conti di cui all'art. 4 del Regolamento per l'autonomia funzionale e contabile del Consiglio regionale in attuazione della legge n. 853/73 e successive disposizioni, per un fabbisogno finanziario pari a Euro 48.063.000,00, a cui si provvederà con le entrate provenienti da: a) trasferimenti dal bilancio della Regione Euro 46.863.000,00, suddivisi fra i capitoli che attengono al funzionamento del Consiglio, come di seguito: capitolo 10000 Euro 15.111.000,00 capitolo 10020 Euro 24.000,00 capitolo 10030 Euro 6.953.000,00 capitolo 10110 Euro 13.869.000,00 capitolo 10210 Euro 8.697.000,00 capitolo 10220 Euro 2.209.000,00 Totale Euro 46.863.000,00 b) somme acquisite autonomamente derivanti da trattenute e rimborsi volontari di cui alla L.R. n. 24/01 Euro 1.200.000,00".
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Questo è il bilancio della nostra casa, per cui meriterebbe alcune riflessioni, anche perché ci permetterebbe di capire in quale direzione di marcia andiamo. Forse, sarebbe stato interessante se dalla relazione fossero emersi anche dei confronti con altre Regioni. Per esempio, il costo pro capite di ogni Consigliere che, tutto compreso, è di un miliardo e mezzo all'anno, ma anche le attività e la manutenzione degli immobili.
Sarebbe interessante capire che caratteri ha questo valore in altre Regioni.
Per quanto riguarda un secondo elemento, si tratta di capire l'andamento della spesa, che trend ha. Sarebbe utile poter disporre di un grafico per capire storicamente come in questo decennio si è sviluppata la spesa, se si è sviluppata, e con quali caratteri.
Posso capire che, rispetto agli anni '80 - che ricordo direttamente alcune funzioni si sono aggiunte. Le funzioni, gli immobili e le presenze erano probabilmente inferiori. Oggi sono cresciute, però dobbiamo darci un meccanismo regolatore oltre che una prudenza, un'attenta amministrazione non dubito che verrà fatta - ed essere compartecipi con il patto di stabilità, cioè dobbiamo cercare di contenere al minimo le forti espansioni.
Lo anticipo in questa sede, Presidente, ma se fosse vero mi preoccuperebbe molto: ci sono voci informali che dicono che c'è un'attenzione da parte del Consiglio regionale per avere una sua presenza anche fisica a Roma, e forse non solo a Roma. Direi che sono atti e passi che poi non dovranno esserci presentati, un giorno, all'insegna del "prendere o lasciare", ma che, in qualche modo, devono essere attentamente valutati.
Noi dovremo avere attenzione affinché la nostra gestione amministrativo contabile sia la migliore possibile - e non ho dubbio che lo sia - e che le nostre scelte strategiche di spesa stiano al passo con i tempi, nel senso che, come accennavo con una battuta, il patto di stabilità, in una situazione di prudenza di spesa - passatemi il termine - deve coinvolgere anche noi: non siamo un corpo staccato della società italiana, che vive una dimensione di spesa diversa. La mia raccomandazione è questa.
Da questi dati non riesco a capire dove stiamo andando, non ho gli elementi, non ho la formulazione tecnica, non ho le linee di tendenza, non conosco i trend storici, non ci sono i confronti con le altre Regioni per poter dare un giudizio pieno. Pertanto, voterò il provvedimento: mi adeguo ma non lo capisco a fondo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'emendamento presentato dall'Ufficio di Presidenza.
Il Consiglio approva.
Indìco ora la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla deliberazione, il cui testo emendato sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Esame proposta di deliberazione n. 198: "L.R. n. 41/98. Costituzione Commissione regionale di concertazione. Individuazione delle componenti, ai sensi della L.R. n. 39/95". Richiesta rinvio in Commissione


PRESIDENTE

Passiamo all'esame della proposta di deliberazione n. 198, di cui al punto 10) all'o.d.g.
La parola all'Assessore Pichetto per l'illustrazione.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Per correttezza verso il Consiglio e regolarità di norma, devo dire che si tratta di una proposta della Commissione al Consiglio regionale: non è una delibera della Giunta, sentita la Commissione consiliare.



PRESIDENTE

Certo, il problema è che è stata chiesta una relazione da parte di un proponente della Giunta...



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se la Giunta condivide la delibera, lo dica. Ci interessa conoscere la posizione della Giunta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

La Giunta, già nella passata legislatura, aveva presentato una prima proposta. Successivamente, a seguito del dibattito ed essendo passati due anni, la Commissione regionale ha previsto, dopo un dibattito molto ampio e a votazione, la ripartizione presente nell'allegato A) della proposta di deliberazione. Naturalmente, la Giunta condivide le posizioni della maggioranza espresse in Commissione, quindi prende atto del testo licenziato dalla Commissione, lo accoglie e lo rimette al Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Vorrei che tutti i Consiglieri fossero coscienti che stiamo affrontando un tema di grande delicatezza ed importanza. Trovo veramente desolante che su una questione del genere, che riguarda la Commissione regionale di concertazione, la Giunta prenda la parola senza spiegare cos'è la Commissione regionale di concertazione ed il ruolo che svolge, senza spiegare il significato politico della questione che stiamo discutendo.
Questo, con quattro parole imbarazzate, che sono una via di mezzo fra una presa di distanze ed un sostegno dato "obtorto collo".
Immagino che anche l'Assessore Pichetto, che, tra le sue funzioni di governo, ha anche il compito di coordinare le relazioni sindacali della Giunta, siccome sa quale sconcezza sia questo provvedimento, provi quel grado di vergogna che è proprio di un provvedimento di questa natura.
Vorrei fosse ben presente che siamo ad una violazione; una violazione vera e propria, sulla base di un arbitrio politico che una maggioranza si prende, delle più elementari regole della rappresentatività.
Le leggi prevedono che le Commissioni regionali di concertazione siano stabilite e che i criteri di partecipazione vengano fissati sulla base di criteri obiettivi, che riguardano la rappresentatività delle diverse forze misurata attraverso una serie di indici.
La rappresentatività delle Organizzazioni sindacali è misurata, in primo luogo, dal numero degli iscritti, nella misura in cui questi sono certificati; in secondo luogo, dal fatto che esistono delle libere elezioni sindacali, alle quali tutti possono partecipare e attraverso le quali si può verificare il peso che ciascuna Organizzazione sindacale ha, attraverso i voti che raccoglie.
Questo vale per l'industria privata, così come per il pubblico impiego dove le elezioni sindacali sono certificate.
Terza questione: c'è un'altra possibilità di certificazione della rappresentatività delle Organizzazioni sindacali, data dal numero di sedi e presenze nel territorio, che dimostra la loro effettiva articolazione consistenza e presenza organizzativa.
Un quarto elemento può essere utile per valutare il peso delle Organizzazioni sindacali, visto che queste, oltre ad occuparsi di vicende collettive, si occupano anche di vicende individuali, attraverso la fornitura di servizi, quali i servizi previdenziali o i servizi di assistenza fiscale. Anche il numero delle pratiche che vengono svolte dalle Organizzazioni sindacali è un criterio attraverso il quale si può misurare la rappresentatività. Non stiamo parlando, dunque, di rappresentatività presunta, ma di una rappresentatività effettiva che può essere misurata attraverso diversi indicatori.
Chiediamo che, riguardo alla Commissione di concertazione, si rispettino questi criteri.
Nel caso in oggetto, invece, una maggioranza politica, sulla base di una propria arbitraria decisione, ha dichiarato rappresentativi i Sindacati suoi amici o legati alle forze politiche che la compongono, rompendo il meccanismo fondamentale della democrazia associativa e rappresentativa ed introducendo un elemento di inquinamento molto grave in tutti i meccanismi delle relazioni sindacali e di concertazione.
Chiedo che vengano distribuiti ai Consiglieri i materiali che sono stati forniti dalle diverse Organizzazioni sindacali per documentare e certificare la loro effettiva rappresentatività. Troverete Organizzazioni sindacali che documentano e certificano questa rappresentatività, fornendo dati certi, verificabili, naturalmente, ed altre che dichiarano semplicemente, senza alcuna certificazione, un numero di iscritti che nessuno potrà mai verificare e controllare. Questo, peraltro, corrisponde benissimo all'esperienza che un uomo come l'Assessore Pichetto ha: quando ha bisogno di risolvere un problema, sa con quali Organizzazioni sindacali è utile discutere, confrontarsi, per via della loro rappresentatività, e quali invece non convocare. E' singolare, perché voi proponete, nella Commissione di concertazione, delle Organizzazioni sindacali che non convocate neanche quando dovete discutere di altri problemi, quando dovete discutere di sanità o di altro. Convocate organizzazioni con le quali sapete che questi problemi, per via della loro rappresentatività, possono essere affrontati e non con le altre.
Adesso, invece, ci troviamo di fronte ad un altro panorama. Questo ripeto - è un uso sostanzialmente illecito.
Sapete benissimo che c'è un giudizio durissimo di tutte le Organizzazioni sindacali su questa proposta; sapete che questo espone un'eventuale decisione del Consiglio regionale su questo punto, a ricorsi in sede giudiziaria, per verificare la rappresentatività; sapete che con questo atto compite un'azione con la quale, per pure ragioni di mediazione politica al vostro interno, infliggete un serissimo logoramento nel sistema di relazioni sindacali piemontesi.
Tutto questo lo sapete benissimo, perché queste non sono questioni che vi diciamo noi, ma sono state scritte, dette e certificate dalle Organizzazioni sindacali nel loro insieme, in questo momento. Lo dico perché, per quanto mi riguarda, lo considero un punto essenziale.
Se una maggioranza, utilizzando i numeri politici in Consiglio regionale, pensa di modificare costruendo artificiosamente prolungamenti sul piano sindacale che non esistono nell'esperienza sociale, oltre che in quella storica, della nostra regione, compie un atto grave.
Preannuncio, da parte del nostro Gruppo, l'opposizione più intransigente su questo provvedimento. Prima di andare in questa direzione chiedo alla Giunta di riflettere. Chiedo, naturalmente, anche alla maggioranza se proseguire su un provvedimento che presenta queste caratteristiche o se, invece, non fare un'operazione più limpida, più trasparente, più politicamente onesta di riconoscimento della rappresentatività reale e di non forzare, in modo così artificioso sbagliato e infondato, dal punto di vista rappresentativo, il provvedimento che state portando avanti.
Siamo di fronte non ad una legge sulla concertazione, ma ad attività antisindacali, siamo alla promozione, da parte della maggioranza, di Sindacati di comodo che peraltro sono vietati dallo Statuto dei lavoratori.
Se credete di approvare una legge che promuove i sindacati di comodo in Piemonte secondo la vostra preferenza, penso che sia sbagliato e cercheremo di impedirlo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anche secondo me ci troviamo di fronte ad una proposta scandalosa (non ho altri termini). Mi sono occupato spesso di questi aspetti, sono anche promotore di un referendum per abolire il concetto di "presunta rappresentatività". Siamo di fronte ad una situazione incredibile. Come se il Consigliere Mercurio decidesse di fondare un sindacato di amici e poi chiedesse che questo venisse rappresentato perché lui fa parte della compagine che ha vinto le elezioni. Le proposte sono venute su questa base.
Si tratta di una struttura seria: l'Ente Regione dovrebbe svolgere il ruolo di arbitro, quindi fissare delle regole, individuare il modo per permettere che la rappresentatività venga individuata e certificata. Si comincia, invece, facendo un arbitrio: decidendo, a priori, chi è rappresentativo e chi no. Questo fa a pugni con la realtà. Il senso della realtà che ricordava il Consigliere Marcenaro è un altro, lo sanno tutti ci sono sindacati assolutamente inventati.
Per questo motivo, ci troviamo di fronte ad un'attività illegale: imporre, in una delle strutture più importanti, un'organizzazione del tutto priva di qualsiasi criterio di rappresentatività, precedente unico sul terreno nazionale. Si poteva, a fronte di maggiori richieste rispetto al numero dei posti, fare un percorso più breve del lungo percorso che abbiamo intrapreso: di individuare dei criteri. L'organizzazione individuava dei criteri obiettivi che potevano permetterci di individuare con certezza invece si è voluto fare una forzatura. Penso ad una componente come il vecchio SIDA, che è di gran lunga il più rappresentativo - e per il quale non ho alcuna simpatia - delle organizzazioni proposte.
Non vogliamo accettare le dichiarazioni degli iscritti. Se le avessimo accettate avremmo avuto in Piemonte più iscritti che lavoratori, quindi ci si trovava di fronte a dichiarazioni palesemente false. Il dato dell'iscrizione al sindacato in Piemonte non è quello. Invece di evidenziare che alcune iscrizioni erano clamorosamente false e di individuare dei criteri, si sono accettate per buone. Esistevano altre strade se non si volevano accettare gli iscritti, esiste uno strumento che è la partecipazione alle elezioni e i voti che si ottengono.
Invito la Giunta a riflettere. Se votassimo in aula, un provvedimento di questo genere non passerebbe, il problema è proprio l'invotabilità del provvedimento. Se mi trovassi di fronte a dei criteri, sarei disposto a discuterli e approfondirli, ma non posso votare un provvedimento che non ha alcuna base, se non quella che ricordavo prima. La base è che ci sono organizzazioni che hanno un rapporto con forze politiche presenti in maggioranza. Questo credo sia inaccettabile. Una struttura, che ha come funzione quella di regolare i rapporti sociali nel nostro Paese, non pu essere realizzata con questi criteri. Non penso che le altre parti siano disposte ad accettare un criterio di questo genere; se lo accettassimo, in futuro potremmo influenzare anche le altre rappresentanze. Non ci sono solo le rappresentanze degli industriali e dei sindacati dei lavoratori, ma anche altre organizzazioni su cui il criterio è stato più obiettivo.
Prima di entrare in una discussione che non è semplice, che ha alle spalle un arbitrio che non possiamo accettare tranquillamente e che quindi troverà una nostra resistenza forte, non credo che serva a qualcuno mettersi qui a discutere di quello perché faremmo veramente una figura molto più ridicola che su altri provvedimenti che hanno diverso spessore politico. Faremmo una figura che sicuramente non meritiamo come Consiglio per cui invito la Giunta a tornare in Commissione per individuare criteri che ci permettano di varare finalmente la Commissione. Persino la Giunta aveva fatto una proposta diversa e vorrei che mi dicesse perché la proposta era diversa e non conteneva certi elementi. Non basta che ci sia stata la maggioranza che ha detto "io propongo un emendamento e sposto un'organizzazione rispetto ad un'altra" per accettarla; il criterio per cui è stato accettato dovrebbe essere illustrato. Tra l'altro, ripeto, la proposta iniziale era diversa. Ci spieghi la Giunta perché la proposta iniziale conteneva delle diversità rispetto a questa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questa proposta è un'anomalia non solo di livello nazionale e regionale, ma anche all'interno della Regione Piemonte poiché è una proposta che non ha avuto corrispondenza in alcuna delle province nelle quali sono state istituite Commissioni di concertazione. Nessuna provincia da qualsiasi tipo di maggioranza gestita, si è sognata di avere la spudoratezza di presentare una proposta di questo genere! Devo dire che neppure la Giunta era tanto spudorata, tant'è che la proposta iniziale aveva caratteristiche diverse anche se anch'esse non accettabili, ma perlomeno erano caratteristiche sulle quali si poteva discutere e cercare di introdurre delle profonde modifiche.
Assessore e colleghi: modifiche a questa deliberazione non è possibile farle, perché questa deliberazione ha in sé la volontà di forzare la mano anche alla Giunta regionale! Non so se l'Assessore Pichetto è stato chiuso in una stanza a chiave e ha potuto uscire da quella stanza solo firmando una delibera di questo genere e poter tornare così ai suoi cari! Probabilmente, è successo qualcosa del genere. Allora, Presidente, una vicenda di questo genere, che tocca il delicato rapporto con le Organizzazioni sindacali e quindi l'equilibrio della rappresentanza degli interessi dei lavoratori attraverso le loro associazioni - che lo tocca e lo violenta in questo modo, falsandone il rapporto! - è tema che dovrebbe avere almeno, per essere discusso fino in fondo, la presenza della Giunta e di chi ha nominato la Giunta - del Presidente Ghigo! - che spieghi a quest'aula se è proprio vero che il Presidente Ghigo sostiene una "maramaldata" di questo genere.
Allora, Presidente del Consiglio, in via preliminare chiedo che la questione venga come minimo accantonata per attendere la presenza del Presidente Ghigo, la sua voce, il suo contributo. Come subordinata, le chiedo se non sia il caso di metterla in votazione per rinviarla in Commissione. Queste sono le due proposte che avanzo sulla base di quanto è stato detto, che penso non sarà contraddetto, su questa forzatura, su questa violenza, su questa invenzione di soggetti che siano particolarmente e parimenti significativi di rappresentanza dei lavoratori. Ritengo che queste due proposte siano da mettere ai voti.



PRESIDENTE

La richiesta della presenza del Presidente Ghigo è una richiesta rituale: le ho già detto che il Consiglio ha dei tempi di programmazione tali per cui il Presidente Ghigo può talvolta non essere presente.
Con riferimento invece alla richiesta di rinvio in Commissione, questa è ammissibile e ha diritto di parlare solo un Consigliere contro trattandosi di proposta in via incidentale. Qualcuno vuole intervenire contro la richiesta di rinvio in Commissione? La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Questa delibera giunge in aula a distanza di parecchi mesi dall'esame da parte della Commissione competente.
In sede di Commissione, abbiamo esaminato tutti i dati pervenuti dalle singole organizzazioni presenti a livello regionale e, a maggioranza abbiamo votato il contenuto di tale delibera. Mi pare addirittura di ricordare che le riunioni di Commissione siano state diverse e che si sia ampiamente dibattuto il tema, per cui non ritengo necessario ritornare in quella sede. Avevamo sviscerato la documentazione, ci eravamo confrontati e questo è il risultato emerso da quella discussione.



PRESIDENTE

Indìco dunque la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla richiesta di rinvio in Commissione della proposta di deliberazione n. 198.
Il Consiglio non approva.



MARCENARO Pietro

Chiedo di parlare sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Chiedo che sia fornita a tutti i Consiglieri la documentazione prodotta dalle Organizzazioni sindacali documentante la rappresentatività delle diverse organizzazioni. Chiedo che questa discussione metta in grado i Consiglieri di esaminare i documenti che certificano i dati che sono alla base del provvedimento.
Chiedo pertanto che, prima della prosecuzione della discussione, venga fornita a tutti i Consiglieri la documentazione tale da consentire un'effettiva valutazione.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Marcenaro, il materiale è già a disposizione dei Consiglieri regionali che sapevano che questo provvedimento era all'o.d.g.
della seduta, in quanto hanno ricevuto a casa l'elenco dei provvedimenti calendarizzati. Il provvedimento è già stato discusso in Commissione l'esame si è svolto in diverse sedute, con tutto il materiale a disposizione. Io qui ho il materiale che è stato utilizzato in Commissione posso farne delle copie, però...



MARCENARO Pietro

Chiedo che sia fatta una copia per ogni Consigliere.



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, posso farne delle copie, però lei deve avere pazienza: è una gentilezza che faccio, quella di far distribuire delle copie, perché tutti i provvedimenti all'o.d.g. sono stati esaminati e i Consiglieri regionali dovrebbero avere l'accortezza di arrivare in aula preparati, con tutto il materiale, perché essendo un lavoro, quello del Consigliere regionale, anche ben retribuito, è un dovere arrivare in aula documentati. Comunque, per gentilezza, distribuisco il materiale.



MARCENARO Pietro

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Prego.



MARCENARO Pietro

Secondo me, non è detto che tutti i Consiglieri potessero immaginare dal testo che si ponessero su questa questione problemi di principio e di legalità così rilevanti. Chiedo che venga consegnata ai Consiglieri copia del documento e che venga interrotta la discussione, affinché ogni Consigliere possa esaminare il documento.



PRESIDENTE

C'è una richiesta di sospensione della discussione per l'esame della documentazione. Su tale richiesta ha diritto di intervenire un Consigliere contro.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Credo che la richiesta del Presidente Marcenaro sia - lo dico con chiarezza - strumentale. Si tratta di una richiesta per interrompere una discussione e una legittima votazione del Consiglio regionale riguardo ad una deliberazione licenziata dalla competente VII Commissione.
Ricordo che alcuni mesi fa, quando partecipai ai lavori della VII Commissione, già in quell'occasione si era discusso sui criteri. In quell'occasione maggioranza ed opposizione si erano divise perché avevano delle posizioni diametralmente opposte o comunque divergenti. C'era della documentazione a disposizione, ricordo in particolare che si parlava di un'ipotesi di dati gonfiati, falsati e altro.
Ho ricevuto la convocazione del Consiglio regionale per l'adunanza di oggi, personalmente, come Gruppo di Forza Italia e come Consigliere regionale, ho piena cognizione della delibera che era posta in votazione nella giornata di oggi. Il Consigliere regionale, a fronte delle prerogative riservate dalla legge e dall'art. 2 del Regolamento, ha piena accessibilità a tutti gli uffici, a tutti gli atti e a tutta la documentazione. Credo che l'opposizione abbia dimostrato di conoscere bene questo articolo, per esempio per la presentazione di interrogazioni e interpellanze, per una legittima attività di sindacato ispettivo. Anche in questo caso, il Consigliere regionale, che voleva documentarsi, lo poteva fare, la Conferenza dei Capigruppo si è svolta giovedì.
Nella giornata di venerdì abbiamo ricevuto tutti una legittima convocazione, quindi chiudo con la riflessione che ho fatto in apertura.
Forse il conflitto, non dico di interessi o di competenze, ma quanto meno sentimentale, non l'ha solo Berlusconi al Governo, ma anche il Consigliere Marcenaro. Capisco che sia particolarmente accorato su questo tema - anche per la sua esperienza da sindacalista - però credo che il Consiglio regionale sia oggi in grado di valutare e di esprimere legittimamente una propria decisione con un voto democratico, come facciamo su tutti i provvedimenti. Pertanto, la maggioranza è contraria alla sospensione.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla richiesta di sospensione.
Il Consiglio non approva.
A questo punto, possiamo passare alla discussione generale.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Il provvedimento che ci apprestiamo a discutere e, forse, a votare è di grande rilevanza e grande peso. Posso capire che tutto finisca in una melassa dove si produce legislativamente di tutto in modo indifferenziato però questo è un passaggio che tocca aspetti estremamente delicati e l'Assessore lo sa bene.
Posso capire che ai proponente manchi un ausilio, una sponda legislativa che nella scorsa legislatura non era riuscita a passare, ovvero la legge sulla rappresentanza e rappresentatività sindacale, cioè una legge che tentava di mettere in gioco dei meccanismi di voto, di espressione, di appartenenza alle Organizzazioni sindacali che avrebbe potuto aiutare a regolare aspetti di questa delicatezza. Tuttavia, chiedo ai colleghi se in questi mesi hanno visto i risultati delle elezioni sindacali nelle medie e grandi imprese e nei medi e grandi enti pubblici, e se questi trovano corrispondenza con la formulazione che qui ci viene presentata.
Credo che, dinnanzi ad una situazione di questo genere (tra l'altro con un Parlamento che ha di nuovo, tra i provvedimenti che potranno essere posti in discussione, il disegno di legge sulla rappresentatività sindacale), il provvedimento debba essere rimandato ad un momento in cui sia possibile in modo più oggettivo arrivare ad una definizione.
Vorrei segnalare all'Assessore una perla contenuta in questo documento.
Se è ben calibrato, come lei sostiene, come sostiene la maggioranza, credo che nel campo delle associazioni di impresa occorra tenere presente quella che è la strutturazione e la presenza storica nell'artigianato, nel commercio e nella piccola impresa. Mentre per l'artigianato si è trovata una soluzione, perché le associazioni artigiane hanno trovato un punto di equilibrio sotto forma di una rappresentatività collegiale, nel commercio questo non è avvenuto.
Le chiedo, Assessore - è una dimenticanza, una confusione, una discriminazione? - perché la Confesercenti non viene inserita nemmeno tra i supplenti. Questo è un documento che verrà votato, qui la Confcommercio è l'espressione confederale dell'ASCOM. Formulata in questo modo noi stiamo per votare una rappresentanza, nel settore del commercio, che ha tra gli effettivi e tra i supplenti la Confcommercio e discrimina la Confesercenti.
Questo io leggo; poi se nell'intenzione dell'Assessore ci sono altre cose bisogna materializzarle nei documenti.
Quindi, contesto, Presidente dell'assemblea, il grave affronto che viene fatto ad una Confederazione che rappresenta una parte importante del settore commercio e che in questo documento, che noi stiamo per votare, non viene nemmeno posta tra i membri supplenti.
E' un fatto grave che dimostra la superficialità e la fretta con la quale si va ad affrontare un provvedimento molto importante che meriterebbe grande attenzione.
Se incominciamo così mi sembra veramente di essere su una strada molto triste, più che pericolosa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Grazie, Presidente. Avevo già fatto un intervento simile nella Commissione Lavoro, di cui faccio parte, quando si è ampiamente parlato di questa costituenda Commissione.
Il parere della maggioranza era concorde nel ritenere che fosse fondamentale dare un riconoscimento al maggior numero possibile di forze sindacali. Se andiamo a vedere come viene costituita questa Commissione alla fine la "triplice" non è trattata male: sembra l'unica forza sindacale riconosciuta dalla sinistra. Alla fine, CGIL-CISL-UIL hanno ben quattro sei, otto rappresentanti su dodici.
Credo che otto rappresentanti su dodici alla "triplice", che gode già di notevoli diritti supplementari rispetto alle altre forze sindacali, sia un riconoscimento più che lecito.
Se avessimo voluto, come maggioranza, fare un colpo di mano, avremmo riconosciuto un rappresentante alla CGIL, uno alla CISL e uno alla UIL e poi, a scalare, favorendo anche altre forze sindacali. Non è possibile andare avanti in un regime di monopolio sindacale come si sta ancora verificando in Italia.
Voglio ricordare che nel dicembre 1992, grazie ad un accordo voluto dal Governo di allora, un accordo interconfederale, nel settore del privato CGIL-CISL-UIL hanno comunque e sempre diritto ad un 33% di delegati sindacali regalati. CGIL-CISL-UIL, in un'azienda privata, grande, se prendesse lo 0% di voti, avrebbe comunque diritto al 33% di delegati, di diritto. Su questo, visto che siete tanto democratici, dovreste battervi affinché non si verifichi più. Non è giusto che la "triplice" abbia di diritto, nelle grandi aziende, un terzo dei rappresentanti indifferentemente dai voti.
Mi dispiace, Consigliere Marcenaro, che lei abbia attaccato il SIN.PA che fa la figura dell'ultimo "lumicino" in questa serie, perché, sul totale dei rappresentanti, va a prendere un rappresentante nei supplenti.
Il Consigliere Tapparo ha detto: "Vediamo i risultati delle grandi aziende". Bene; vediamo i risultati nelle grandi aziende, ovviamente parliamo del Piemonte.
Voglio ricordare il 16% del SIN.PA alla Valeo, il 17% alla Pirelli, il 12% alla SKF e il 40% alla Michelin. Per le aziende medie, ricordo il 20 del SIN.PA alla Comital. Per le aziende piccole, il 60% dei Mulini Moccagatta. Se vogliamo parlare dei risultati dal punto di vista elettorale all'interno delle aziende, il SIN.PA non avrebbe diritto ad avere un supplente, ma avrebbe diritto ad un effettivo.
Inoltre, voglio ricordare che sia UGL che il SIN.PA sono firmatari del contratto nazionale degli Enti locali attraverso la FNEL, quindi sono anche firmatari di contratto nazionale e, di conseguenza, hanno tutti i diritti che la Regione riconosca loro la possibilità di far parte della Commissione di concertazione.
Il fatto, poi, che le province non abbiano inserito tutte queste forze sindacali, chiamiamole minori, perché sono comunque ancora oggi minoritarie rispetto alla "triplice", mi fa convincere ancora di più che sia giusto almeno a livello regionale, dare un riconoscimento a queste forze, che hanno, in complesso, decine, se non centinaia di migliaia, di iscritti nel territorio regionale, per cui perché non devono essere riconosciuti? A casa mia, mi hanno insegnato la democrazia e la pluralità: democrazia significa dare voce a tutti. Questa Regione, la VII Commissione e questo Consiglio regionale, perlomeno questa maggioranza, vogliono dare un segno di democrazia e un segno di riconoscimento alle forze sindacali che hanno dimostrato di esistere nel territorio piemontese e non solo e sempre alla "triplice".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Grazie, Presidente. Condivido in toto l'intervento del collega della Lega Nord, Rossi. Pertanto, mi limito ad alcune brevi considerazioni.
Stiamo parlando del rinnovo della Commissione regionale di concertazione, quindi di un organismo che prevede, al suo interno, la rappresentanza delle Organizzazioni sindacali e delle Organizzazioni datoriali maggiormente rappresentative sul territorio regionale.
La composizione di questa Commissione è di sei rappresentanti per parte sindacale e sei rappresentanti dei datori di lavoro.
La Commissione, a maggioranza, ha deliberato questa proposta all'aula che salvaguarda il potere di rappresentanza che ha la cosiddetta "triplice" sindacale CGIL-CISL-UIL, tant'è vero che le è attribuito il 70% dei componenti della Commissione regionale di concertazione.
I Consiglieri di maggioranza - come già detto dal collega Rossi - hanno ritenuto di allargare la rappresentatività di questa Commissione ad altre forze sindacali presenti sul territorio regionale e nazionale.
E' veramente singolare che il collega Marcenaro e altri colleghi facciano riferimento ad Organizzazioni sindacali di comodo e clandestine o si sia parlato di anomalie a livello regionale e nazionale.
Vorrei ricordare che autorevoli esponenti dei Governi di centrosinistra (Amato, Scotti, De Michelis), lo stesso Patto per il lavoro è stato sottoscritto, a livello nazionale, da CGIL-CISL-UIL e dalle Organizzazioni sindacali che qui vengono proposte quali componenti della Commissione regionale di concertazione.
Io stesso ho partecipato, al Ministero del Lavoro, agli incontri tra Governo e Organizzazioni imprenditoriali, ai quali erano presenti alcune Organizzazioni come UGL, CONSAL, GISL, che sono rappresentate in seno al CNEL. La CONSAL, a quanto mi consta, è presente nel CNEL (Comitato Nazionale delle Parità tra Lavoratori e Lavoratrici, in base all'art. 5 della legge n. 125/91), nel CNP (Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione) con 19 rappresentanti, nel CIV, nei maggiori Enti previdenziali e nazionali, in numerose Commissioni di Ministeri ed Enti e in quelli dei settori delle telecomunicazioni, della Banca d'Italia e degli Istituti di credito. Quindi, è veramente singolare parlare di sindacati di comodo, di sindacati legati ai partiti.
Forse qualcuno dimentica che di una determinata forza politica presente in questo Consiglio regionale, alla Camera dei Deputati e al Senato abbiamo, in passato, assistito ad una sorta di transumanza di dirigenti determinata dalle necessità delle Organizzazioni sindacali o del partito.
Mi riferisco al partito Comunista Italiano, al PDS e al DS. Tant'è che l'on. Lama è passato dalla Segreteria della CGIL alla Camera dei Deputati così ha fatto Pizzinato, l'on. Benvenuto, il Ministro Del Turco probabilmente così farà Cofferati.
Quindi, è singolare che si dica...



(Commenti in aula)



VALVO Cesare

Anche il Consigliere Marcenaro è un rappresentante di questa categoria tant'è che è passato dalla Segreteria regionale della più forte organizzazione dei metalmeccanici regionale a fare il Capogruppo dei DS.
E' singolare che si dica che ci sono delle Organizzazioni sindacali che sono legate a determinati partiti. A Napoli, dicono: "Dimmi a chi sei figlio e di dirò a chi somigli". Sostanzialmente, questo mi fa veramente ridere, per cui ribadisco che la Commissione ha ritenuto di riconoscere in capo a CGIL-CISL-UIL una sorta di rappresentatività maggioritaria, tant'è che, su sei, quattro posti sono stati affidati a CGIL-CISL-UIL e due posti alle Organizzazioni sindacali autonome.
Quindi, così come è avvenuto per le Organizzazioni artigiane che hanno individuato un unico rappresentante, anche per quanto concerne le Organizzazioni sindacali dei lavoratori, mi risulta che il SIN.PA abbia concordato una supplenza con le due organizzazioni presenti, che hanno ottenuto il posto di membro effettivo.
Personalmente e come Alleanza Nazionale non vedo alcuno scandalo.
Ritengo che queste siano organizzazioni riconosciute a livello nazionale presenti in organismi nazionali, e normalmente consultate da tutti i Governi di centrosinistra, tant'è - ribadisco e concludo - che il Patto per il lavoro, tanto decantato dalle Organizzazioni sindacali e dal Governo di centrosinistra, è stato sottoscritto anche da queste organizzazioni. Per quanto riguarda il SIN.PA, ha trovato un accordo con i sindacati autonomi CISAL-CONSAL e UGL e hanno concordato l'indicazione di un membro supplente.
Secondo il Gruppo di Alleanza Nazionale, questa indicazione è perfettamente coerente e rispetta criteri di democraticità nell'ambito di una Commissione che, non dimentichiamo, è una Commissione di concertazione sulle politiche regionali del lavoro alle quali è giusto che partecipino tutte le rappresentanze più significative del mondo sindacale e imprenditoriale della Regione, così come in questo Consiglio regionale partecipano anche forze politiche che hanno un unico Consigliere.
Sostanzialmente, non vedo alcuno scandalo.



PRESIDENTE

Non essendoci altri interventi, dichiaro chiusa la discussione generale.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Il Consigliere Placido desidera intervenire sulla discussione generale.
Forse non sono stato chiaro. Ci sono ancora due interventi sulla discussione generale.



(Ulteriori commenti in aula)



PRESIDENTE

Scusate, colleghi, ho tutta la disponibilità di questo mondo, però nel momento in cui chiedo chi vuole parlare, se nessuno alza la mano, passo oltre, quindi non posso più riprendere.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, il Regolamento prevede che lei può chiudere con un voto di maggioranza la discussione generale.



PRESIDENTE

No, forse non ha capito quello che stavo dicendo.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Uno ascolta e interviene se ha sentito un intervento che lo stimola ad intervenire.



PRESIDENTE

Non ha capito quello che sto dicendo, Consigliere Marcenaro. Ho chiesto se qualcuno voleva parlare: nessuno ha detto che voleva parlare, per cui stavo chiudendo la discussione generale. Chiedo soltanto collaborazione per segnare gli interventi. Solo questo chiedo e lei lo sa benissimo Consigliere Muliere.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

La ringrazio, Presidente, sarò molto breve.
Ho compreso l'imbarazzo dell'Assessore, neanche tanto nascosto, mi pare. Ho visto l'Assessore in difficoltà quando abbiamo discusso di questo argomento in Commissione, perché, di fronte alle obiezioni portate oggi in Consiglio, ci sono obiezioni che abbiamo sollevato all'Assessore e agli altri colleghi di maggioranza presenti in Commissione.
Naturalmente, c'è stato un attimo di pausa nei lavori della Commissione, che sono durati parecchi mesi, tant'è vero che di questo argomento ne abbiamo parlato in Commissione, se non sbaglio, nei mesi di gennaio-febbraio. Siamo ad ottobre e, dopo mesi di difficoltà nell'affrontare e nel trovare una mediazione o una soluzione all'interno della maggioranza, oggi si viene in Consiglio con questa proposta.
Non ritorno sulle obiezioni e sulle riflessioni che ha fatto in particolar modo il Consigliere Marcenaro sulla rappresentatività delle Organizzazioni sindacali e sulla legittimità dei dati che ci sono stati consegnati, allora, in Commissione e, oggi, in Consiglio. Ci sarebbe molto da discutere. Davvero ho qualche dubbio sui dati che ci sono stati forniti.
Non me ne voglia il collega e amico Tino Rossi: sinceramente, conoscendo la provincia di Alessandria, ho qualche dubbio che il SIN.PA abbia 23 mila iscritti in quella provincia. Non mi pronuncio sulle altre Organizzazioni sindacali, non mi pronuncio sulle altre province, ma mi permetto di dire che ho davvero dei seri dubbi che gli iscritti al SIN.PA nella provincia di Alessandria siano 23 mila.
Vorrei porre una domanda all'Assessore Pichetto: è certo che, dopo l'approvazione della Commissione di concertazione, si riuscirà a convocarla? Ho qualche dubbio, perché ho l'impressione - e chiedo conferma al mio caro compagno Marcenaro - che qualche Organizzazione sindacale, di fronte all'approvazione della proposta che stiamo affrontando oggi in Consiglio, farà una valutazione molto seria: siccome non riconosciamo la validità e la legittimità di quella Commissione, quella Commissione non ci riguarda, non parteciperemo alla Commissione di concertazione.
Quindi, credo che sia utile riflettere. Su questa proposta ha riflettuto parecchio l'Assessore, parecchi mesi. Forse, sarebbe utile riflettere ancora un po' per evitare che questa Commissione, una volta legittimata dal voto di maggioranza di quest'aula, non venga resa legittima dalle Organizzazioni sindacali che dovrebbero partecipare alla stessa Commissione.
Ecco perché credo che sarebbe davvero utile non fare una discussione e trovare delle mediazioni. Qui non abbiamo bisogno di trovare mediazioni.
Abbiamo bisogno di rappresentare in questa Commissione di concertazione le Organizzazioni sindacali e sociali più rappresentative. Mi pare che i dati che ci sono stati consegnati allora in Commissione e oggi in Consiglio facciano capire che, forse, questa legittimità rispetto ai dati non c'è.
Allora, forse, si dovrebbe ritornare a rivedere e a discutere la questione non a mediare, non dobbiamo mediare, dobbiamo discutere sulla legittimità e sulla rappresentatività reale delle Organizzazioni sindacali e sociali che ci vengono proposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Presidente, formulo una domanda, se lei mi sa rispondere: nei casi in cui noi chiediamo - in questo caso non a delle persone, ma a delle organizzazioni - un'autocertificazione, perché questa è la loro consistenza, se tale autocertificazione risulti non veritiera, quale fattispecie ricorre? Chiedo questo per sapermi regolare sulle mie iniziative, se lei è così gentile da darmi una risposta.



PRESIDENTE

Si deve vedere che tipo di autocertificazione è.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Quella di cui stiamo parlando.



PRESIDENTE

Dovrei esaminare la questione sotto un altro profilo. Non penso di essere tenuto oggi a fornirle pareri legali.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono) Come Presidente del Consiglio.



PRESIDENTE

Come Presidente del Consiglio, non mi compete questo parere; come avvocato, dovrei esaminare la questione. Ovviamente, lo farei gratuitamente, questo è inteso.
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Sarebbe singolare, Presidente, una causa in cui lei dà il patrocinio gratuito del Consigliere Marcenaro con il SIN.PA...



PRESIDENTE

Guardi, Consigliere, ho difeso gratuitamente parecchia gente e ho rimesso anche del mio. Un caso, e glielo dico: un algerino, accusato di tentato omicidio, l'ho difeso in tutti i gradi, rimettendoci abbastanza...



PLACIDO Roberto

Era colpevole o innocente?



PRESIDENTE

Secondo me, era innocente. Il risultato è stato il riconoscimento della seminfermità. Ma proseguiamo...



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Tornando all'argomento, si parla di un organismo in cui c'è la parola "concertazione", ma il primo posto in cui non si trova la concertazione è proprio questo Consiglio. Scusi, Presidente, le posso chiedere sessanta secondi di interruzione?



PRESIDENTE

Perché sessanta secondi?



PLACIDO Roberto

Un minuto, mi serve per verificare le due leggi citate...



PRESIDENTE

Va bene.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.25 riprende alle ore 17.26)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Prego, collega Placido, può continuare il suo intervento.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Dicevo che l'organismo che dovremmo votare è una Commissione regionale di concertazione, ma il primo posto in cui non si trova la concertazione, per le modalità con cui viene proposta la formazione delle associazioni all'allegato A), è proprio l'aula del Consiglio regionale. Nel testo della proposta di deliberazione, ad un certo punto, è scritto: "Organizzazioni a carattere regionale maggiormente rappresentative", non c'è scritto: "non legate ai Partiti" - e mi rivolgo ad alcuni colleghi della maggioranza. Allora, il SIN.PA ha 48.947 iscritti nella provincia di Torino; l'UGL 175.000 iscritti (non viene indicata la ripartizione per le province), ma quello che manca assolutamente nella casella "Voti nelle RSU", è la risposta delle percentuali, nei vari comparti, pubblico e privato, dei risultati dei voti nelle RSU.
Presidente e colleghi, il dubbio che questi siano dati autocertificati, ma nel senso più estensivo del termine, viene spontaneo.
La richiesta l'hanno già fatta alcuni colleghi: se non sia il caso - e mi rivolgo alla maggioranza e alla Giunta - su un argomento del genere, su una Commissione come questa, che alla base dovrebbe avere la concertazione, di ritirare la delibera - non di non votarla mai più - per provare a riesaminarla, mancando le minime garanzie che quanto certificato da alcune Organizzazioni sindacali corrisponde a verità. I colleghi che, come me hanno ricevuto il plico con le cifre delle varie Organizzazioni sindacali possono verificare come ci sia ampia dimostrazione per la CGIL, la CISL con le varie categorie e settori, la UIL, mentre l'UGL non comunica i dati (vedi tabella ARAN, che non so cosa sia), anche il CONF.SAL non comunica i dati, e via di questo passo. Faccio notare che, se sommiamo le percentuali relative alle RSU, indicate da CGIL, CISL e UIL, più quelle del SIN.PA senza contare le altre (vi risparmio le Organizzazioni agricole), otteniamo oltre il 100% del risultato. Questo, al di là della grave lacuna della Confesercenti, che viene assolutamente dimenticata; faremo un comunicato alla Confesercenti regionale per comunicare che, dalla costituenda Commissione per la concertazione, non sono neanche stati presi in considerazione! Chiederemo che facciano sentire quanto sono presenti in Piemonte.
Pertanto, la richiesta che rivolgo alla Giunta e alla maggioranza, affinch si possa trovare una concertazione anche all'interno del Consiglio, è di ritirare questo provvedimento e di ripresentarlo in altro momento, magari creando le condizioni per cui anche l'opposizione possa votarlo. Se ci saranno le condizioni, saremo ben felici di farlo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente, confidavo poco fa al collega Marcenaro che anch'io ho un conflitto di interesse, pertanto lo annuncio adesso, per evitare che il collega Cattaneo lo rilevi in seguito: sono iscritto alla CISL e anch'io ho fatto attività nel Sindacato, ma ritengo che questo non costituisca un ostacolo nelle valutazioni che stiamo facendo.
Colleghi, nessuno vuole ignorare o non riconoscere che nell'ultimo periodo sono comparsi nuovi soggetti sindacali. Mi sembra, questo, un fatto evidente; sicuramente ci sono soggetti nuovi, molti Sindacati autonomi.
Il rilievo che facciamo è utile affinché venga applicato un principio garantito dalla legge istitutiva della Commissione, che prevede che i componenti delle Organizzazioni sindacali siano i più rappresentativi a livello regionale.
In questo momento, non vedo l'Assessore; a quanto pare l'Assessore pu anche non esserci, ma io non so a chi rivolgermi e non credo che il responsabile sia il Presidente del Consiglio regionale. Presidente, mi rivolgo anche a lei, ma non la ritengo responsabile della proposta di deliberazione, che è presentata dalla Giunta...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro (fuori microfono)

Non è una delibera della Giunta, è una proposta della Commissione...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro (fuori microfono)

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro (fuori microfono)

La Giunta continua a disconoscere questo provvedimento...



PRESIDENTE

Formalmente è una proposta della Commissione, sulla quale la Giunta deve dare il proprio parere, e mi pare che l'abbia dato.



SAITTA Antonino

Dicevo, molto più tranquillamente, che il problema è che in questa sede è il Consiglio che decide - non sapevo che fosse una proposta della Commissione - di valutare la rappresentatività delle Organizzazioni sindacali che noi inseriamo.
Non ero presente in Commissione, per cui non ho avuto modo di seguire la procedura, ma dalla documentazione richiesta dal Consigliere Marcenaro che ho visto poco fa, in effetti, questi criteri di rappresentatività non sono espressi. I dati confrontati tra di loro, non sono omogenei. Possiamo soltanto fare, come credo che la Commissione abbia fatto, un confronto sul numero degli iscritti, sulle dichiarazione del numero degli iscritti.
Una dichiarazione può rispondere al vero, ma la capacità reale di un sindacato di svolgere il proprio ruolo di rappresentanza dei lavoratori deriva dall'ultima colonna, cioè dai voti RSU - comparto pubblico e privato dai voti ottenuti e non dal numero degli iscritti. Ci sono alcuni sindacati che prevedono di svolgere un'azione del CAF, o azione di patronato, e, contemporaneamente, sono iscritti al sindacato. Succede.
Anzi, mi pare che alcune organizzazioni abbiano queste caratteristiche: iniziano con un'azione di patronato e la tessera di patronato e poi le stesse diventano tessere di iscrizione al sindacato (presunte o vere). Se fossimo nelle condizioni di fare un confronto tra i voti RSU che vengono riportati da queste singole organizzazioni, saremmo in grado di stabilire sicuramente, un ordine di capacità di rappresentanza da parte delle Organizzazioni sindacali che si vogliono individuare. Questo confronto non è possibile perché, mi pare di capire, qualche sindacato ha dato soltanto le percentuali di ripartizione tra il settore pubblico e quello privato e qualcuno non ha fornito nemmeno questi dati (l'UGL, la CONF.SAL, il CIDA il Sindacato Padano).
La legge non ci dice che dobbiamo inserire soltanto CGIL, CISL e UIL ma i sindacati più rappresentativi. La rappresentatività va misurata sulla base della reale capacità di presenza e di rappresentanza nel mondo del lavoro.
Questo mi sembra il lavoro che deve essere svolto. Il ritorno in Commissione non ha un significato di tipo ostruzionistico, ma soltanto di garantire una maggiore coerenza con la legge, svolgendo un supplemento di istruzione per avere i dati mancanti. Con i dati completi si può fare una valutazione non in termini politici o di convenienza (il sindacato più vicino, il sindacato più lontano, la Lega che difende il Sindacato Padano) ma su dati certi. Quando si stabiliscono dei criteri, allora possiamo compiere delle scelte; così le scelte non sono dettate da elementi oggettivi, ma da elementi molto soggettivi, rispondendo a logiche, magari comprensibili dal punto di vista dell'appartenenza politica, ma sicuramente non coerenti con il principio di una rappresentanza del mondo del lavoro.
L'altra osservazione, Assessore, è la seguente. La Commissione viene investita di compiti notevoli, quelli stabiliti nella legge, alcune di queste competenze riguardano anche le scuole professionali. E' indicato nei compiti dove la Commissione formula proposte per i corsi di qualificazione e riqualificazione professionale per i lavoratori iscritti nelle liste di collocamento e altre attività sulla formazione professionale. Siccome la Commissione che bisogna istituire avrà compiti anche in materia di formazione professionale (vedo diversi punti dell'art. 4), mi pare di notare che alcune di queste sono competenze che la legge sulla formazione professionale già attribuiva ad altri organi (penso al segretariato).
Mi pare di notare una sorta non dico di conflitto di competenze, ma non si capisce bene chi deve svolgere alcuni ruoli: se deve essere il segretariato o quest'altro organismo. La domanda è questa: avete valutato questo aspetto? Oppure sono state annullate alcune norme della legge sulla formazione professionale, la n. 63?



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

La proposta della Commissione, approvata a maggioranza nella seduta del 14 dicembre dell'anno scorso, è una revisione dell'art. 7 della legge regionale che norma l'organizzazione e le funzioni regionali locali in materia di mercato del lavoro.
L'art. 7 faceva parte del Capo III della legge, estremamente ponderoso che individuava i critici, fissava i punti di merito relativi all'importanza della costituzione di una Commissione regionale di concertazione, fissando i principi di concertazione come un elemento importante da questo punto di vista. In particolare, ai punti c) e d) individuava le rappresentanze che, all'interno della Commissione, dovevano riguardare le componenti di ordine sindacale. Per quanto riguarda le componenti indicate alla Regione - il Presidente della Giunta, l'Assessore da lui delegato, il Consigliere di parità, ecc. - erano individuate e normate nei punti precedenti.
I punti c) e d) recitano: "Sei componenti effettivi e sei supplenti designati dalle Organizzazioni sindacali dei lavoratori più rappresentative a livello regionale. Sei componenti effettivi e sei supplenti designati dalle Organizzazioni dei datori di lavoro più rappresentative a livello regionale". Per entrambi, i soggetti della concertazione, al di là della sede istituzionale, sia le rappresentare dei lavoratori che le rappresentanze datoriali, individuavano un ordine e una sorta di criterio che era quello della rappresentatività. Il criterio della rappresentatività effettiva, è qualcosa di misurabile, qualcosa su cui possiamo determinare la dimensione e la rilevanza di organizzazioni sia sindacali dei lavoratori che datoriali che fanno parte di una Commissione di tale importanza. Se vogliamo dare un ruolo e un rilievo alla Commissione di concertazione abbiamo bisogno che in termini effettivi e in termini democratici, siano rappresentate organizzazioni che effettivamente rappresentano un numero significativo di lavoratori, che effettivamente rappresentano la sfaccettatura e l'importante rappresentanza nel suo complesso, delle Organizzazioni datoriali all'interno della nostra regione.
Che senso ha modificare il testo della deliberazione con una generica frase: "Delibera: di individuare le Organizzazioni aventi titolo a designare i soggetti per l'istituzione della Commissione regionale di concertazione, di cui all'art. 7, quali risultano nominativamente indicate nell'allegato A) facente parte integrante della presente deliberazione".
L'allegato A) non è stato sottoposto all'individuazione di alcun criterio qualora non vi siano elementi suffraganti una tesi diversa, un elenco volontaristico, un elenco ipotetico, assolutamente probabile, che non si capisce su quali criteri e su quali fondamenti sia stato costituito.
In una legge importante, l'art. 7, un criterio era individuato: era quello dell'effettiva rappresentatività. Voi volete venirci a dire che l'effettiva rappresentatività non è il criterio sulla base del quale si designano in una Commissione di concertazione le organizzazioni, siano esse sindacali o datoriali? Benissimo, ne individuiamo in termini oggettivi degli altri, non individuiamo un allegato A) puramente volontaristico a maggioranza che inserisce a caso, assolutamente a caso, organizzazioni, non essendo indicati i criteri e le condizioni sulla base dei quali vengono indicate. Dopodiché il risultato di tutto questo è che quando ci viene consegnata la tabella che dovrebbe giustificare l'allegato A) sulla consistenza delle organizzazioni indicate, tra le Organizzazioni datoriali scopriamo che la Confesercenti ad esempio non c'è, e questa è una cosa importante; inoltre, verifichiamo che fra i dati richiesti e i dati forniti, non essendo stato individuato un criterio oggettivo nostro, della proposta di legge che è stata avanzata dalla Commissione, noi ci troviamo con organizzazioni che ci danno dati precisi, consistenti e verificabili, e guardate che la parte del dato verificabile non è tanto nelle prime colonne, quanto nell'ultima: sono i voti delle RSU! In tutte le situazioni in cui comincia a mancare la differenziazione territoriale, o soprattutto comincia a mancare incrociata con la differenziazione territoriale quella dei voti delle RSU relativi ai comparti, diventa difficile sapere che cosa veramente è stato comunicato di effettivo in questa direzione. Mi chiedo se noi possiamo modificare l'art. 7 di una legge che stabiliva e individuava un criterio oggettivo con un allegato che in quanto tale, così com'è scritto e rappresentato, è un testo assolutamente opinabile! In cui si potrebbero inserire altre 150 organizzazioni, anche inventate ieri mattina perché qui non vi è alcun criterio e alcuna griglia a cui possono essere sottoposte, così come possiamo escludere delle significative ed importanti organizzazioni (il caso della Confesercenti è stato citato) e quindi compiere da due lati due errori estremamente gravi: o inserire l'inesistente o escludere invece organizzazioni serie e assolutamente esistenti, che potrebbero comprovare e documentare sulla base di criteri oggettivi la loro esistenza. Mi chiedo se siamo proprio sicuri di voler procedere qui in aula in questi termini e in questa direzione o se invece non ci rendiamo conto, non se ne renda conto l'Assessore, che esaminando a questo punto un lavoro della Commissione, che può essere un lavoro compiuto e soddisfacente nella modifica di una legge, può lasciare dei punti interrogativi enormi quali quelli che mi sono sforzata di dire in questo momento, e non sia operazione più saggia ritornare con un passaggio all'interno della Commissione competente, rileggerci l'art. 7 e i commi c) e d) in oggetto della legge madre, quella approvata dal Consiglio regionale il 13 novembre 1998, rivedere il testo così come l'abbiamo scritto e andare ad individuare un criterio di ordine più oggettivo che consenta di inserire momenti che abbiano una reale rappresentatività e che rispondano realmente alla società piemontese per un lavoro di concertazione sia da un punto di vista delle Organizzazioni sindacali e quindi delle rappresentanze dei lavoratori, sia dal punto di vista datoriale e quindi della rappresentanza dei datori di lavoro.
Penso che sia una richiesta assolutamente sensata quella che facciamo che ci impedisce di commettere un possibile errore di una certa gravità perché poi noi andiamo a rideterminare una Commissione di concertazione che è cosa di grande importanza, in questo modo. Lo rivolgo un'altra volta all'Assessore, ma anche al Presidente affinché lo sottoponga al Consiglio: un ritorno in Commissione non è elemento che impedisca o ostruisca una legge, anzi, l'elemento di ostruzione alla legge lo stiamo determinando con una continuazione confusiva in aula. La Commissione potrebbe solo chiarire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore, non le nascondo che ho letto per la prima volta questa legge in questo momento, non facendo parte della Commissione competente, ma istintivamente mi sono rivolto ai banchi dietro di me per vedere se da una lettura anche distratta avevo compreso il motivo del contendere. A me sembra che il motivo del contendere sia estremamente chiaro e questo mi consente, una volta capito il problema, di poter dire la mia.
Assessore, vorrei interloquire con lei per seminarle qualche dubbio.
Probabilmente, ho un doppio conflitto di interessi. Il collega Saitta accennava al conflitto di interessi: io sono iscritto alla CGIL e poi nel mio percorso di impegno sociale...



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro (fuori microfono)

Sei uno dei cinque milioni di lavoratori.



CONTU Mario

Sì, però dovendo poi legiferare qualche problema di conflitto di interessi c'è (al limite posso astenermi sulla materia). Mi è venuto il dubbio di un doppio conflitto di interessi, perché nel mio percorso di impegno sociale mi è capitato di costituire un'associazione che qualcuno in modo denigratorio ha definito un'associazione sindacale di genitori, che aveva uno scopo sociale ben preciso: difendere e valorizzare la scuola pubblica. Nel nostro Statuto c'era una clausola precisa concernente la condizione dell'iscritto all'associazione, che era sostanzialmente formulata in questo modo: sono iscritti tutti coloro che lo hanno fatto al momento dell'istituzione (e si sono iscritti allora 5.000 genitori) salvo il fatto che per gli anni successivi comunicassero per iscritto la loro cancellazione dal parco degli iscritti. Ciò vuol dire che formalmente questa associazione, avendo ricevuto in nove anni della sua esistenza solo una lettera, è ancora costituita da 5.000 iscritti. Sono convinto che stante i tempi, questa associazione è assolutamente titolare di un diritto di rappresentanza diffusa, così come prevista dagli istituti partecipativi dagli Statuti degli Enti locali o dei soggetti con i quali interloquisce però sicuramente sulla sua rappresentanza reale qualche dubbio ce l'ho.
Allora bisogna trovare dei criteri oggettivi e mi sembra che questo sia l'elemento che manca. Alcuni Consiglieri che sono intervenuti ne hanno indicato alcuni che mi sembrano improntati alla certezza. Quale migliore occasione per misurare la rappresentanza effettiva di quella di un rinnovo delle rappresentanze sui luoghi di lavoro? Questo è un elemento certo esiste uno sbarramento per quanto concerne le rappresentanze sindacali (bisogna dimostrare di essere titolare di un pacchetto di iscritti pari a x, e questo costituisce una percentuale di sbarramento; se non ricordo quale, mi pare fosse il 5%; si può competere e presentare proprie liste).
E' sconcertante vedere che nell'elenco allegato manca proprio questo elemento di riferimento, che è elemento dirimente.
Allora, Assessore, più che appellarmi alla sua onestà intellettuale che non metto in discussione, mi appello al suo buonsenso. Oggettivamente non ritiene che gli elementi apportati dalle schede allegate consiglierebbero di riportare il tutto in Commissione? Si ritorna in Commissione, si fa una disamina attenta di questo aspetto, credo che tale decisione ci aiuti tutti. Lei non può certo essere accusato di clientelismi, di favoritismi nei confronti di questa o quella sigla sindacale, per ragioni che ci sfuggono, che si possono intuire, ma io non ne trovo ragioni. Sono convinto che anche lei intende raggiungere lo stesso obiettivo. Gli organismi associativi, perché di questo si tratta, le Organizzazioni sindacali sono delle associazioni chiamate a rappresentare all'interno di una Commissione di concertazione, delle istanze, e quindi essere portatori di questi interessi, diffusi, ma titolari di questo effettivo diritto di rappresentanza, che deve in qualche modo essere validato da un dato certo e non può essere quello che io dichiaro.
Il sindacato dei genitori, chiamiamolo così, oggi si potrebbe presentare, se ne avesse titolo, a questa istanza dicendo di essere portatore di una rappresentanza che deriva dai 5.000 iscritti: peccato che le abbia spiegato che il meccanismo perverso statutario non lo permetta.
La proposta, Assessore, è chiara: faccia un passo indietro. Si pu riportare questo testo in Commissione, e credo che, attraverso un riesame in quella sede, si potranno trovare degli elementi più certi che possano accertare l'effettiva rappresentanza.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, la ringrazio dell'intervento.
Stavo valutando le esigenze di lavoro dell'aula. Visto che sono pervenuti diversi emendamenti, dichiarerei chiusa la discussione generale darei la parola all'Assessore Pichetto per un eventuale intervento, mentre l'esame degli emendamenti lo rinvierei alla seduta di mercoledì.
La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Intervengo brevemente per ripartire il percorso e i meccanismi previsti dalla legge n. 41 che individua, nella Commissione consiliare, il soggetto proponente. Devo precisare che, rispetto a quanto la Giunta comunicò alla Commissione consiliare, le modifiche apportate sono state attuate anche su domande e valutazioni che non c'erano nella disponibilità della Giunta perché sono giunte direttamente al Consiglio regionale e alla Commissione consiliare.
Non nego che ci sia da porsi il problema dei numeri, di come si misurano i numeri, perché fa specie avere circa quattro milioni di abitanti e cinque milioni di lavoratori, anche se in questo modo si sarebbe trovato il meccanismo per sopperire al basso tasso di occupazione nazionale.
Visto che sono stati presentati degli emendamenti, invito i colleghi e i colleghi della VII Commissione - e naturalmente le parti politiche presenti in Consiglio - a fare una valutazione sugli stessi per evitare mercoledì prossimo un'ulteriore discussione in aula.
A chiarimento di alcuni interventi, dico che la presenza Confesercenti è stata inserita: ho presentato un emendamento. Non era presente perch nella proposta di Giunta veniva indicato un solo ente, senza sdoppiamento di supplente. Gli enti avevano raggiunto l'accordo che uno designava l'effettivo e l'altro il supplente.
Visto che viene cambiato completamente il criterio di definizione delle rappresentanze rispetto a quella che era la delibera di Giunta, a questo punto è opportuna anche la correzione.
Rispetto a quanto diceva il collega Saitta, dico che non c'è un conflitto diretto rispetto ai compiti del segretariato che ha una funzione consultiva in merito alle procedure e ai bandi.
Le competenze della Commissione di concertazione regionale hanno più una valenza procedurale pura. Ricordiamo che la Commissione di concertazione regionale non è una Commissione ludica o politica di parere ma è una Commissione che ha una valenza decisionale. Tra l'altro, ha una mole di lavoro continua, praticamente il gruppo di lavoro si incontra tutte le settimane e l'attuale CRI svolge le funzioni della Commissione di concertazione regionale, delibera con una cadenza di 15/20 giorni su migliaia di mobilità, contratti di formazione lavoro e tutta una serie di procedure legate al sistema delle politiche attive del lavoro. Quindi svolge una funzione molto particolare, molto specifica, se vogliamo anche molto amministrativa e non di pura valutazione di scenario come potrebbe apparire a molti. Pertanto, la necessità che vi sia un equilibrio tra parti datoriali e parti sindacali è fondamentale.
Ritengo che il Consiglio o la Commissione, quindi le parti politiche debbano esaminare attentamente gli emendamenti per arrivare, con la giusta rappresentativi tà e quindi definito il giusto criterio di rappresentatività - godendo della pausa di riflessione permessa dal Presidente per ragione di tempistica nella gestione dell'o.d.g. - a trovare una soluzione convincente.
Il libro bianco, quindi le posizioni del Governo nazionale sulla politica attiva del lavoro in questo Paese, così come il referendum del 7 ottobre, hanno modificato sostanzialmente i poteri, avendo anche competenze concorrenti sulla materia.
Quindi, una delle valutazioni che potrà essere fatta nei prossimi tempi, è anche come strutturare dei meccanismi di confronto, senza in questa sede aprire il meccanismo se la concertazione è finita oppure non è finita.
Si possono trovare e istituire meccanismi anche diversi da quello che era il meccanismo nazionale da cui è discesa la legge n. 41 in attuazione della Bassanini e quindi la Commissione di concertazione.



PRESIDENTE

Riprenderemo la seduta mercoledì prossimo proseguendo sull'attuale punto all'o.d.g.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 18.03)



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