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Dettaglio seduta n.141 del 17/10/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


POZZO GIUSEPPE


Argomento:

Aggiornamento inizio lavori del Consiglio


PRESIDENTE

Colleghi, comunico che, a causa del protrarsi della riunione tra il Presidente Ghigo e del Presidente del Consiglio con i Capigruppo di minoranza, la riunione è aggiornata alle ore 16,30.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Aggiornamento inizio lavori del Consiglio

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Angeleri, Brigandì Caracciolo, D'Ambrosio, Galasso, Godio, Manolino, Rossi Giacomo e Toselli.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Proseguimento esame disegno di legge n. 252: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'art. 45 del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)" (ai sensi dell'art. 34, comma 6 del Regolamento). Presentazione questioni sospensive e preliminari


PRESIDENTE

Riprendiamo i lavori con l'esame delle questioni sospensive, presentate ai sensi dell'art. 63 del Regolamento.
Il Consigliere Contu ha chiesto la parola; questo vuol dire che ritira la propria richiesta di inversione dell'o.d.g., motivata da una richiesta di verifica del numero legale. Ha pertanto facoltà di intervenire.



CONTU Mario

Grazie, Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. Non so con quale criterio l'Ufficio di Presidenza abbia accorpato le richieste di sospensiva. Ritengo che occorra avere maggiore rispetto per lo scrupolo con il quale i Consiglieri pongono all'attenzione dell'aula una serie di questioni.
Vede, Presidente, nulla ho obiettato sull'operazione fatta dall'Ufficio di Presidenza in relazione ai diversi trattamenti fra la questione pregiudiziale di legittimità costituzionale e gli altri argomenti, che pure avevano dignità, sulle questioni sospensive.
Vorrei, però, richiedere l'attenzione su un fatto: lei ha accorpato le Province autonome e le Regioni, trascurando un aspetto sul quale la invito a prestare attenzione e le chiedo, di conseguenza, di darmi l'opportunità di farlo io.
Le Regioni che si sono cimentate con approcci diversi sul problema del motivo del contendere, quindi su aspetti che richiamano all'integrazione fra il sistema pubblico ed il sistema privato, sono almeno sei. Le chiedo di darmi l'opportunità di illustrare ognuna di queste Regioni, che sono: la Lombardia, il Veneto, l'Emilia Romagna, la Puglia e la Toscana. Il Piemonte, chiaramente, è oggetto di questa discussione.
Ognuna di queste Regioni ha una sua specificità.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, le concedo 10 minuti in tutto.



CONTU Mario

Presidente, non è che si baratta così...



PRESIDENTE

Le chiedo, Consigliere, un po' di collaborazione e le dico che stabiliamo 10 minuti in tutto per l'illustrazione...



CONTU Mario

Presidente, le chiedo di poter mantenere in piedi le eccezioni in relazione agli approcci diversi delle cinque Regioni che ho indicato quindi le chiedo 5 minuti di tempo per l'illustrazione di ogni Regione.



PRESIDENTE

Va bene, ha 25 minuti in tutto.



CONTU Mario

Grazie. Presidente, partirei dalla Regione Piemonte.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, lei mi ha parlato della Lombardia, dell'Emilia Romagna, della Puglia, della Toscana e del Veneto.



CONTU Mario

Prendiamo, allora, in esame la legge della Lombardia, il cosiddetto "modello Formigoni".
La Lombardia ha varato una legge che godeva di uno stanziamento di 100 miliardi. Certo, ha una popolazione scolastica che è più del doppio di quella piemontese, perché parliamo di una popolazione scolastica di oltre 900.000 unità.
Bene, la Regione Lombardia vara una legge, predispone un bando, come atto successivo, e pone dei requisiti per poter avere accesso al beneficio.
Vede, Presidente, la Regione Lombardia ha fatto una scelta universalistica e ha detto: "Al bando possono partecipare tutte le famiglie che hanno dei figli iscritti ad una scuola statale, o parificata elementare, media e superiore". Quindi possono partecipare tutte le famiglie che hanno dei figli nel sistema dell'istruzione.
La Regione Lombardia ha sentito il bisogno, come mi pare faccia anche l'Assessore Leo, nella sua proposta di legge, di individuare quali sono le ...



PRESIDENTE

Consigliere Contu, la richiamo al contenuto della sua richiesta, che si propone di audire il competente Assessorato alla cultura e istruzione e non di discutere il merito della legge approvata da un altro Consiglio regionale.



CONTU Mario

Formulo ora un quesito e faccio una necessaria premessa, poi arriver alle ragioni per le quali è utile audirlo, ma posso fare il quadro generale perché è successo qualcosa di deleterio.
Si fissa un reddito lordo di accessibilità di sessanta milioni a famiglia che hanno diritto a partecipare. Se assumiamo come riferimento una famiglia di quattro componenti vuol dire che possono accedere al beneficio tutte le famiglie che hanno un reddito fino a 240 milioni. Se poi fossero cinque i componenti, sono 300 milioni di reddito annuo che, come dicevo l'altra volta, è il reddito medio di un operaio metalmeccanico! Quali sono le spese ammissibili? Le spese ammissibili per poter accedere al beneficio sono le tasse scolastiche, le rette, i contributi di istruzione. Tra le spese ammissibili, Presidente, ci sono anche quelle relative al personale impegnato nelle attività di sostegno agli alunni portatori di handicap. Sappiamo che le scuole private, invece, non danno la possibilità di accesso ai portatori di handicap, motivandolo con il fatto di non avere risorse a sufficienza. Le spese escluse sono tutte le altre: i libri di testo, i trasporti, le mense scolastiche, ecc.
Si fissa, infine, una soglia minima con una franchigia di 400 mila lire che deve essere detratta dal totale delle spese sostenute. Il contributo regionale ammonterà del 25% delle spese effettivamente sostenute: sa qual è il risultato della prima applicazione di questa legge? (Una domanda che sarebbe opportuno rivolgere all'Assessore alla Cultura di quella Regione).
Il risultato è questo: 900 mila sono gli studenti che frequentano scuole pubbliche, 65 mila quelli che frequentano scuole private, beneficiano di questo contributo, pari al 25% delle spese documentate, 60 mila studenti delle scuole private, per un importo medio di 1 milione e 200 mila, e 5000 studenti delle scuole statali per un importo di cinquantamila lire.
Sa qual è la domanda che vorrei porre all'Assessore se avessimo la possibilità di audirlo? Se ritiene che questo atto rientri come un atto di legittimità costituzionale, visto che su questa legge il Governo di centrosinistra aveva sollevato una questione di legittimità con il ricorso alla Corte Costituzionale, mentre il Governo di centrodestra ha naturalmente pensato di poter bypassare, ritirando il documento.
La situazione della Regione Veneto è ancora più originale. Riferisco i dati relativi all'ultimo anno scolastico. Le cose che sto per dire Assessore, la legittimano nel prosieguo della sua azione: fra tutte le leggi che ho esaminato la sua, sicuramente, è quella che meglio risente del suoi trascorsi nel centrosinistra. Cerca di recuperare quel patrimonio inserendo, un po' come specchietti per le allodole, alcuni elementi di maggiori equità.
Nel Veneto, dopo aver fatto questo bando, sono pervenute 15.971 domande di cui 188 fuori termine, 614 non ammesse per motivi vari (documentazione non completa, ecc). Delle 614 domande ben 230 provenivano da scuole pubbliche o altre tipologie di scuole non ammesse, per esempio quelle professionali. Ne restano da esaminare, alla data di una settimana fa 2678.
Assessore, lei ha trascurato un aspetto importante, la questione dei portatori di handicap. Dei 53 portatori di handicap, cioè di famiglie che hanno figli con portatori di handicap (sono state distribuiti 185 milioni) solo 12 hanno chiesto contributi per spese di sostegno, le altre sono supporti vari. Naturalmente sono tutti delle scuole statali. Su 15971 domande sono state assegnati 12438 buoni scuola e sa a chi? Al 100% alle scuole private. 434 in provincia di Belluno; 2323 in provincia di Padova 178 in provincia di Rovigo, 3151 in provincia di Treviso, 1636 in provincia di Venezia, 1398 in provincia di Vicenza e 3318 in provincia di Verona. E' un'ecatombe! Di tutte le risorse stanziate sulla materia dei buoni scuola le risparmio gli importi - la novità è che alla voce "destinatari" erano previsti interventi a favore dei frequentanti le scuole del sistema nazionale d'istruzione.
Quindi nulla da eccepire se del sistema dell'istruzione si dice che ne fanno parte le scuola paritarie, le scuole pubbliche e statali.
Poi fa un passaggio in più, che è la grande dimenticata, sempre nell'ambito dell'offerta privata, ma per il 99% finanziata dalla Regione che sono i corsi di formazione professionale.
A dire la verità sul sistema integrato il Consigliere Saitta, nella sua proposta di legge, mi pare avesse ricordato che è un po' la Cenerentola del sistema dell'istruzione. Tutti ci sciacquiamo la bocca sulla formazione professionale, ma poi bisogna capire come intervenire.
"Di base e superiore, organizzate a soggetti accreditati ai sensi della legislazione vigente".
Per la Regione Piemonte sarebbero le Agenzie formative, ma in questo caso si aprirebbe un altro capitolo.
Inoltre, cosa che lei trascura completamente nella sua proposta di legge, "ai frequentanti corsi per adulti che comportino il conseguimento del titolo di studio di certificazione di competenze".
E' vero, lo proponeva, ma nella legge di modifica alla legge n. 49 quindi reinserendolo nella legge madre.
Il risultato di questa proposta di legge è che nelle finalità si è avvicinata molto a quelle della Lombardia, almeno rispetto ai destinatari ma ha anche avuto il coraggio di inserire tutta la partita della legge n.
62/2000.
Abbiamo una legge di riferimento, che è la legge n. 62/2000, sulla quale oltretutto potremmo operare - di questo non ne abbiamo discusso nella conferenza dei Capigruppo - sono stati stanziati dieci miliardi, noi la possiamo rimpinguare con 35 miliardi e portare la fascia di reddito fino ai 70/80 milioni, che mi sembra il reddito del ceto medio di 2 genitori entrambi lavoratori. Pensi al risultato che noi otterremo.
Potremo essere la prima Regione d'Italia che vara una legge sul diritto allo studio coerente con una legge nazionale approvata.
Invece, noi ci siamo voluti cimentare con una legge sulla libera scelta educativa.
Mi domando se il riconoscimento di borse studio alle famiglie, dove non si pone al centro lo studente, ma si pongono al centro le famiglie, si configura o meno come un finanziamento indiretto alle scuole private.
Credo che una riflessione a tutto campo sull'opportunità di insistere con una proposta di legge, come quella presentata dall'Assessore Leo, che nelle sue finalità non si discosta dalle finalità già messe in campo dalle altre leggi, dovrebbe essere fatta. La proposta di legge presentata dall'Assessore Leo si pone l'obiettivo di inserire qualche elemento di maggiore equità. Ma lei, Assessore, se la sentirebbe, togliendo l'1% del reddito, come soglia per l'ammissione al beneficio, di inviare a 20, 30 40 mila famiglie nella Regione Piemonte, che hanno i figli che frequentano la scuola media inferiore, un assegno di 12.000? Importo che corrisponde alla tassa scolastica che pagano gli studenti delle scuole medie inferiori. Lei se la sentirebbe? Solo i costi che l'amministrazione dovrebbe sostenere per compiere l'operazione (controllare le domande) non sarebbe assolutamente oltreché insultante, vergognoso sul piano della correttezza? Non prendiamoci in giro! Questa legge se mantiene quest'impostazione, così come quella della Regione Veneto e della Regione Lombardia, non raggiunge alcun obiettivo.
Io, famiglia che ha un figlio alla scuola pubblica non presento la domanda perché è vergognoso ricevere un assegno di 12.000. Le posso garantire che il 99% delle famiglie si comporterebbero nello stesso modo.
Lei potrebbe raggiungere il beneficio di aver fatto bella figura dicendo che la totalità degli studenti beneficerebbe di tale privilegio.
Spieghi però che se la famiglia ha un figlio scritto alla scuola privata magari prende tre milioni - se sbaglio mi corregga - non mi ricordo il tetto massimo, e che l'analoga famiglia, con gli stessi componenti, a parità di reddito, nella scuola pubblica, beneficerebbe di 12.000.



(Voci in aula)



CONTU Mario

No, continua a pagare i libri di testo, continua a pagare il trasporto continua a pagare la mensa, nelle quantità indicate in occasione dei precedenti incontri.
Come ho detto prima al Presidente Ghigo, si tratta di una grande opportunità. Abbiamo dei fondi stanziati a bilancio. Ci misuriamo qui in un braccio di ferro, che vi garantisco, senza un golpe istituzionale sul Regolamento e senza la connivenza con un'area forte anche dell'opposizione cioè di coloro che si dichiarano contro questa legge, la legge non si pu varare, sempreché ci sia rispetto delle opzioni di tutti.
Questo è l'esercizio più alto della democrazia. Significa compiere atti di iniquità sociale prendere i soldi della collettività e destinarli ad un bisogno che nulla ha a che fare con il diritto allo studio. Concorderà con me che quello che i ragazzi hanno nelle scuole pubbliche è la garanzia certamente in prima persona, del rispetto delle loro scelte professionali della loro cultura, della loro appartenenza etnica. Cosa che non esiste nelle scuole confessionali o di tendenza. Vede, noi stiamo creando, in questo paese una guerra civile sull'istruzione. Questa è una guerra; voi state legittimando, con atti come questi, lo sviluppo delle scuole di tendenza. Da una parte noi ci battiamo contro la guerra scatenata dagli americani, scatenata dalla NATO contro l'Afghanistan, perché è un atto di guerra e c'è una guerra in atto. A maggior ragione noi indichiamo un'altra strada che è una terza via: non aprire il terreno fertile, perché si scateni la guerra di religione in questo paese, con la creazione delle scuole ebraiche, delle scuole islamiche, delle scuole confessionali, quelli ci sono! Ma se le vogliono fare se le facciano.
La Regione Veneto, la Regione Lombardia e, ultima epigona, la Regione Piemonte, vuole seguire questa strada. Da qui la nostra opposizione, ma anche una ricerca attenta, per capire e per porre il quesito.
Si può, legittimamente, sul piano della legislazione concorrente scalzare il dettato costituzionale? La Regione Toscana per prima, nel 1980, varò la legge sulle scuole per l'infanzia - fu una legge capofila - attraverso il sistema del convenzionamento.
C'era allora una Giunta di centrosinistra, quindi le voglio dare una mano in questo senso, non è che avesse dei buoni alleati, quella legge era palesemente anticostituzionale. Infatti, il TAR aveva avanzato una non competenza in relazione al ruolo delle assemblee legislative. La Regione Toscana e, successivamente, tutte le altre Regioni, hanno prodotto una legislazione che ha regolato questa materia. E già su quella noi abbiamo sostenuto la dubbia costituzionalità, perché nel momento in cui le scuole dell'infanzia erano regolate dagli ordinamenti statali, compito dello Stato come dall'art. 34 - era quello d'istituire proprie scuole - le modalità si potevano vedere nel rapporto con il privato - in tutte le realtà del Paese. Cosa che non è stata fatta.
Ma nel 1995 la legge Rivola ha rappresentato sicuramente la prima delle leggi che ha legittimato successivamente i governi di centrodestra sulla questione dei buoni-scuola.
Noi, ad un certo punto di questo dibattito, annunceremo una scelta in relazione alle nostre proposte di legge, quelle che sono oggi agli atti.
Anche le nostre leggi inseguono voi su quel terreno, è evidente. Intanto perché hanno un vizio di fondo, tutti si rivolgono alle famiglie e dimenticano la centralità che lo Stato deve agli obblighi e ai doveri che gli sono imposti in relazione all'istruzione dei propri figli, perché le famiglie devono rispondere a questo diritto-dovere, e lo Stato deve mettere in condizione le famiglie di poterlo assolvere.
Quindi, è evidente che la legge Rivola, che è la legge capofila, è quella che ha sicuramente aperto poi tutte le leggi successive, sulle quali non si sono tanto cimentati gli altri governi di centrosinistra, quanto i governi di centrodestra: Lombardia, Veneto, Puglia; in Umbria l'abbiamo "stoppata"; là sono in maggioranza e c'è una discussione aperta. E, non ultima, vi è la questione dell'Emilia Romagna, dove la legge è stata approvata - credo - il 29 luglio.
Questa legge fa un passo indietro, aveva osato troppo; fin quando c'era il governo di centrosinistra andava bene, poi appena abbiamo capito e tirato le fila di come abbiamo distribuito le risorse, qualche dubbio di legittimità costituzionale è sopravvenuto, tanto che al 29 luglio 2001 la legge Rivola muore ed entra in campo la legge Bastico in modo lacerante perché i nostri rappresentanti l'hanno votata, forse in nome della governabilità, forse nessuno è immune da questi vizi.
Io non ho condiviso la scelta fatta da quel gruppo consiliare, forse come buona parte del partito a livello locale, perché lì si era raggiunto un livello alto di partecipazione e l'assemblea elettiva doveva e poteva misurarsi con il referendum abrogativo, ma non hanno avuto il coraggio di farlo.
Noi eravamo stati i promotori, il referendum era lo strumento che poteva giudicare, a maggioranza naturalmente, se era legittimo, e visto che avevano messo in campo la possibile delegittimazione del libero pronunciamento di un'assemblea elettiva, hanno pensato bene, in nome della governabilità - questa è assurda anche come critica al nostro interno - di non ricorrere al giudizio ultimo del proprio elettorato.
In quell'occasione hanno perso tutti.



PRESIDENTE

E' esaurita l'illustrazione delle questioni sospensive.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, molto opportunamente il collega Contu ha illustrato gli effetti che si sono determinati nelle Regioni dove già si è sperimentato il buono-scuola.
Mi pare che queste esperienze confermino, in qualche modo, le preoccupazioni per le quali ci sia una opposizione netta ed intransigente alla proposta dell'Assessore Leo, e dall'altro lato, suscitino in tutti l'esigenza di far sì che, comunque sia, il provvedimento che passa, sia quello che minimizzi gli aspetti più negativi che abbiamo visto che si determinano.
Che ci fosse un elemento che, in qualche modo, potesse colpire e creare una differenziazione tra soggetti frequentanti la scuola pubblica e tra quelli frequentanti la scuola privata, la proposta lombarda l'ha evidenziato.
E' vero, l'Assessore Leo ha presentato una proposta che forse fa anche tesoro di quegli aspetti, perché cerca di attenuarne gli effetti, ed è una proposta che riesce a mirare l'operazione del buono-scuola. Ha anche il buon gusto di attenuarne alcuni aspetti più appariscenti che, soprattutto nell'espressione lombarda, si sono manifestati.
Questo mi fa pensare che, oltre ad un ricorso alla Corte Costituzionale sull'illegittimità di una legge, qualora passasse il disegno di legge nelle forme che oggi lo vediamo, il problema non debba essere imperniato solo attorno all'art. 33, ma anche per quella serie di articoli della Costituzione, della prima parte, che cercano di garantire l'uguaglianza dei cittadini, la pari opportunità di accesso e, in qualche modo, anche elementi che cercano di attenuare distorsioni nel percorso, nella vita e nei rapporti sociali.
Oltre ovviamente a riservarci se non sia opportuno, anche con referendum, chiedere alla comunità piemontese di pronunciarsi dinnanzi ad una scelta di questa portata, dove la Giunta Ghigo sta spendendo, oltre il suo prestigio, anche molto tempo che dovrebbe essere anche dedicato ad altre attività importanti, che oggi sono ingiustamente in attesa.
Infatti credo che trovare una soluzione che permetta di approfondire il provvedimento in discussione e contemporaneamente poter fare anche il lavoro sugli altri provvedimenti, sia un aspetto che deve essere ad horas chiarito, pena determinare un grave nocumento alla funzionalità ed agli interessi generali della comunità piemontese.
Credo che, quindi, la proposta Contu di approfondire e di preoccuparsi degli effetti che si sono determinati, non sia trascurabile. Sarebbe opportuno che quest'aula fosse, anche per la rilevanza del provvedimento una sede di confronto serrato ed approfondito, anche un'occasione di approfondimento e non solo una valutazione del rapporto tempo e accorciamento del dibattito per arrivare ad una soluzione.
Il collega Contu pone in evidenza dei risultati che suscitano preoccupazione e che dovrebbero essere - mi auguro anche da parte di colleghi della maggioranza - oggetto di un sereno approfondimento. Ci anche per avere delle motivazioni che potrebbero essere convincenti per noi che sosteniamo una tesi diversa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Intervengo a favore dell'insieme delle proposte sospensive che sono state avanzate, che riassumono, nel loro complesso, un problema che da tempo abbiamo posto, cioè il carattere sostanzialmente "ideologico" che si è conferito a questa scelta da parte della Giunta, dell'Assessore Leo e, in particolare, del Presidente della Giunta regionale. Il Presidente ha infatti dichiarato che questo è un provvedimento che deve essere portato avanti non perché riguardi interessi del Piemonte e dei suoi cittadini, ma in quanto punto essenziale del programma del centrodestra. Queste sono le dichiarazioni che abbiamo letto sulla stampa, come se il Presidente Ghigo avesse sentito rivolta a lui una domanda che normalmente viene rivolta a noi.
A noi dicono sempre: "Dite qualcosa di sinistra!". Il Presidente Ghigo ha fatto la sua dichiarazione come se gli fosse stato richiesto di dire qualcosa di destra, inserendo in questo contesto la scelta e la collocazione di questa legge.
La sua caratterizzazione ideologica, a nostro avviso, ha impedito che nella fase istruttoria di questa legge fossero esperite tutte quelle possibilità di confronto, di verifica, di elaborazione che, invece, su un tema così importante, sarebbero state indispensabili.
Penso, in particolare, a due ordini in questione e ad un altro punto di cui però parleremo dopo, sul quale abbiamo presentato un punto apposito.
Venendo alle due questioni che a me sembrano quelle fondamentali, per prima cosa vi chiedo se non vi sembra singolare il fatto che, su un provvedimento di legge così importante, al quale voi date tanto peso, al quale addirittura assegnate un ruolo di indicatore di una prospettiva di governo, non abbiate sentito il bisogno e la necessità di convocare un organismo come la Conferenza Stato-Regione e di avere, in quella sede, un momento di discussione e confronto che coinvolgesse il sistema delle Autonomie locali e l'insieme delle forze che in tale Conferenza sono rappresentate? Mi sembra, questa, una cosa molto importante. Come voi sapete, quando si tratta di diritto allo studio, sia che parliamo della L. 49/85 sia che parliamo dell'applicazione della L. 62, alla fine la Regione ha come suo punto di riferimento il sistema delle Province e dei Comuni, che sono i soggetti non solo addetti a censire la domanda e i bisogni formulati dai cittadini in tale campo, ma anche ad effettuare selettivamente gli atti necessari per rendere compatibile questa domanda con le risorse.
Reputo il fatto di non avere svolto questo percorso un aspetto che segna negativamente l'itinerario compiuto: non c'è stato quel confronto che riteniamo sarebbe stato invece necessario.
La seconda questione - e mi riferisco alle cose di cui parlava pochi minuti fa il Consigliere Contu - riguarda il confronto tra questa nostra legge regionale, della quale stiamo discutendo, e le legislazioni regionali maturate nel frattempo nelle altre Regioni italiane, che sono di diverso orientamento e di diverso tipo.
Abbiamo provvedimenti assunti dalle Giunte di centrodestra in Lombardia, Veneto e Puglia, e provvedimenti assunti da Giunte di centrosinistra come quello dell'Emilia Romagna. Peraltro, sono tutti provvedimenti per i quali è già possibile un primo bilancio dei risultati che potrebbe permettere una valutazione di un certo interesse e di una certa attenzione.
L'impostazione sostanzialmente ideologica data a questo nostro disegno di legge da parte della Giunta regionale ha impedito che questo confronto potesse essere approfondito. A mio parere, questa è una delle cause che ha portato anche a rendere così aspro lo scontro che si è svolto nella società piemontese e si sta ancora svolgendo qui in aula.
Per questo il mio intervento a favore delle questioni sospensive presentate è finalizzato in parte a cercare di verificare la possibilità di ricondurre la nostra discussione fuori da quest'ambito ideologico e simbolico per ritrovare, su questa base, anche nuove possibilità di confronto. Fino ad oggi, non siamo riusciti a trovarle, forse a causa di una maggioranza così pronta a dichiarare la sua volontà di portare avanti il suo provvedimento come così debole, poi, nell'affermare nella pratica con comportamenti concreti in aula, questa sua dichiarata volontà.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Anch'io esprimo il mio parere favorevole alla proposta avanzata dal Consigliere Contu. Noi, sovente, come ambientalisti, siamo accusati di essere delle Cassandre. Si era anche aperta una discussione sul fatto se questo ruolo da Cassandra fosse del tutto e solamente negativo. In verità la povera Cassandra, come sarebbe bene ricordare, andò incontro ad una brutta fine, non perché fosse la responsabile delle disgrazie che aveva...



(Il Consigliere Moriconi sospende il suo intervento per qualche secondo)



MORICONI Enrico

Come dicevo, non perché fosse la responsabile delle disgrazie che aveva pronosticato, ma solo per il fatto di averle pronosticate, quelle disgrazie. Chi non seppe porre rimedio a quelle disgrazie si rifece condannando ingiustamente colei che non aveva colpa alcuna.
Perché questo discorso su Cassandra? Perché anche noi corriamo il rischio di passare da Cassandre: più discussioni di presentazione di questo disegno di legge hanno già dato modo di verificare quelle conseguenze che come noi prevediamo, si verificheranno con l'applicazione di questo disegno di legge.
Non so se è sfuggito a molti, ma pochi giorni fa, lunedì 15 ottobre abbiamo già visto le prime conseguenze di un disegno di legge attuato secondo questi principi. Nella Regione Veneto si è scoperto che, tra le 3164 domande presentate per ottenere, appunto, i buoni scuola, risultava anche quella della figlia sedicenne di un noto imprenditore, il quale sta costruendo un hotel in una zona del Veneto. Questo imprenditore ha incassato 1.200.000 lire per questa legge regionale.
Perché diciamo che occorre ascoltare le altre Regioni? Per evitare di incorrere nel rischio di ripetere gli errori che altrove sono stati compiuti. Infatti, ciò che noi diciamo, cioè che questa legge finirà per premiare chi non ne ha bisogno, si è già realizzato. Pertanto, come continuiamo ad affermare da tempo, questa legge avvantaggerà chi non ne ha bisogno, a svantaggio di chi ne avrà veramente necessità.
Tutto ciò potrebbe dare adito a valutazioni su come vengano utilizzati i fondi pubblici. Per questo motivo, nella Regione Veneto è stato presentato un ricorso al TAR, sollecitando la sospensione della legge regionale, perché, se è vero che la maggioranza (eletta a stragrande maggioranza) può sentirsi in diritto di realizzare il proprio programma elettorale, è anche vero che la maggioranza amministra, comunque, dei fondi pubblici, denaro pubblico che non è solo di chi l'ha votata, ma di tutti i cittadini piemontesi e, quindi, di tutti i cittadini italiani. Amministrare i fondi pubblici per dei programmi che siano di esclusiva rappresentatività e di esclusivo interesse della maggioranza, potrebbe dare adito a valutazioni correlate a questo utilizzo del denaro pubblico.
Quello che noi ugualmente sosteniamo è che questi fondi, che beneficerebbero categorie sociali che non ne hanno assolutamente necessità potrebbero comportare un finanziamento surrettizio delle scuole private perché se i fondi sono destinati a categorie o a persone che non ne hanno bisogno, sarà facile e possibile aumentare le rette delle scuole private e, in questo modo, costituire un sovrafinanziamento della scuola privata con fondi pubblici.
Di contro, sempre nella Regione Veneto, si realizza quello che ugualmente noi andiamo dicendo da un po' di tempo a questa parte: mentre in Veneto si destina denaro pubblico a classi sociali che non ne hanno bisogno, ci sono famiglie, sempre in Veneto, che non hanno i soldi per mandare i figli in gita scolastica.
Noi sosteniamo che queste cose si verificheranno anche con la nostra legge regionale.
Noi diciamo, da alcuni giorni, che questo si realizzerà anche con la legge che avete presentato e, come Cassandre, prevediamo ciò che succederà.
Vorremmo sperare che la maggioranza ci ascoltasse, ma credo che, come la storia di migliaia di anni fa, rimarremo inascoltati.



PRESIDENTE

Ascoltano, Ascoltano! E' come quando facevamo i comizi: non c'era nessuno ma erano tutti dietro alle persiane ad ascoltare.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Ovviamente il voto è a favore delle questioni procedurali che abbiamo posto e che abbiamo ampiamente illustrato.
Il mio intervento non è soltanto finalizzato ad una mera informazione su come voteremo, ma a spiegare, altresì, l'atteggiamento che stiamo adottando.
Vorrei far riflettere su due aspetti. Vedo che non è presente n l'Assessore né il Presidente, comunque spero che il Vice Presidente ascolti e possa tener conto di queste considerazioni.



PRESIDENTE

Come dicevo prima, ascolta tutto.



PAPANDREA Rocco

Intendevo il Presidente della Giunta. Non è la Presidenza dell'Assemblea che decide sulla sorte delle proposte di legge, quindi non mi ero ovviamente rivolto al Presidente Riba in questo momento, ma alla Giunta, in quanto sono loro che hanno le sorti del provvedimento nelle loro mani.
La prima considerazione che svolgo è questa: è stato richiamato in quest'aula il fatto che in altre Regioni, leggi come queste abbiano determinato il ricorso a referendum. In alcuni casi si era già arrivati addirittura, alla fissazione della data; altrove sono in corso, invece, le procedure per i referendum. Probabilmente in Veneto si arriverà ad un voto che mi auguro voglia abolire la legge varata.
E' nostra intenzione (ma, credo, non solo nostra), nel caso del varo di questa legge, di procedere nella stessa direzione. Pertanto, cerchiamo di invitare a riflettere seriamente anche per evitare questo percorso percorso che troverebbe impegnate le forze politiche per lungo tempo, sia quelle favorevoli a promuovere un referendum, ma anche tutte le altre. Ci troveremmo, oltretutto, a dover organizzare un referendum, che è un evento impegnativo e costoso. L'invito a far riflettere fino in fondo sul percorso è finalizzato anche ad evitare questi ulteriori passi, che, come ripeto possono essere pesanti e costosi per la comunità piemontese. Dico questo anche alla luce di un fatto che è avvenuto oggi. Siamo stati informati che esiste un sondaggio, se non sbaglio promosso dai colleghi dei DS, che interroga la popolazione su quanto stiamo facendo, una valutazione sulla legge. Devo dire che, da questo punto di vista, siamo confortati dal tipo di risposte che emergono da questo sondaggio.
Tra coloro che dichiarano di conoscere la legge, ci sono sicuramente i sostenitori della stessa, che sono stati ampiamente mobilitati e informati dall'Assessore Leo e dalla Giunta in merito.
Ora, nonostante questo, mi pare ci sia una maggioranza abbastanza forte nel dare un giudizio negativo nei confronti della proposta stessa e anche un apprezzamento nel fatto che proprio per questo viene condotta un'opposizione intransigente.
Alla luce di questo, posso pensare che un eventuale referendum ci darebbe ragione. In quest'aula rappresentiamo la minoranza, ma non siamo la minoranza rispetto al giudizio che la popolazione piemontese dà rispetto ai contenuti concreti della legge.
Quindi, da questo punto di vista, siamo confortati dal fatto che non solo la popolazione piemontese condivide il tipo di battaglia che noi stiamo facendo qui in aula, che esprime una sensazione più ampia e diffusa nella Regione, ma, nello stesso tempo, ci dà una certa garanzia che il referendum, se si dovesse essere, potrebbe avere un esito positivo per chi propone, qualora fosse approvata, un'abolizione della legge.
Ripeto e concludo su questo punto: poiché siamo all'inizio di un percorso, abbiamo il tempo di riflettere e di fermare un percorso che avrebbe come conseguenza tutti i passi che ho illustrato precedentemente.
Per questi motivi, credo che oggi e nei prossimi giorni continuerà da parte nostra un'opposizione determinata contro questa legge per far sì che non venga approvata una legge che riteniamo non utile per il Piemonte e oltretutto, neanche condivisa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, in quest'aula l'elemento saliente non è rappresentato dal fatto che siedono quaranta Consiglieri di maggioranza e venti Consiglieri di opposizione. Quello è un fatto, ma non è il fatto politico che caratterizza quest'aula.
In questa aula non ci sono venti Consiglieri di minoranza e quaranta di maggioranza: ci sono sessanta Consiglieri che rappresentano tutto il Piemonte con i loro problemi e con i loro punti di vista. E' un'aula nella quale questo elemento di confronto politico dovrebbe essere l'elemento saliente, quello importante, il punto di riferimento per ciascuno di noi.
Anche una maggioranza così forte, come quella che casualmente è presente in quest'aula, dovrebbe dimenticare un pochino, come mi sembra non fare, la questione numerica. Dovrebbe dimenticare di avere numeri fino a quaranta Consiglieri su sessanta. Dovrebbe ricordarsi che, al di là dei numeri, questa è l'aula nella quale si dovrebbe svolgere il confronto politico più complesso e più importante, che dovrebbe vedere le politiche regionali dei vari settori (trasporti, sanità e scuola) confrontarsi al massimo livello.
Il Consiglio regionale è quel luogo, non è il luogo dove ci si conta.
E' il luogo dove ci si confronta e, al termine del confronto, ci sarà un esito che è di maggioranza e di minoranza.
Se si dimentica questo elemento, che non siamo qui per contarci, ma per frequentarci con le nostre proposte, per discuterle nel merito, per crescere insieme anche nella critica reciproca, che è sempre una crescita che la democrazia permette, penso che il Consiglio perda il proprio ruolo i cittadini si distaccano dalle istituzioni e, come accade in questo caso le leggi più difficili e più contrastate rischiano di pernottare in questo luogo per lungo tempo.
Il caso di questa legge è emblematico: vi è un contrasto, che parte da principi fondamentali, che non è mai stato affrontato da chi dovrebbe avere la prima responsabilità di questo provvedimento: il Presidente Ghigo.
Vedete, secondo il mio punto di vista, la maggioranza, visto che assume questo provvedimento come uno di quelli fondamentali del proprio programma dovrebbe presentarsi in quest'aula con il suo Presidente e con i suoi Assessori, ascoltando tutto quello che gli viene detto e rispondendo innanzitutto con la presenza e con l'attenzione. Questi sono elementi basilari per la formazione di un rapporto politico positivo e capace di uscire dalle difficoltà. Questo, qui, non è. Noi non abbiamo il Presidente Ghigo come interlocutore; in questo momento, non abbiamo neanche l'Assessore Leo.
Questi elementi interdicono delle possibilità di uscita a mio modestissimo modo di vedere. Il primo salto di qualità dovrebbe essere in quello, anche a livello della Presidenza del Consiglio. Secondo me, la continuità di presenza, l'assiduità e l'omogeneità dei comportamenti rappresentano gli strumenti di democrazia capaci di affrontare anche le questioni più spinose in termini positivi.
Se c'è un Presidente che, nei dieci minuti in cui presiede, fa le pulci al collega Contu perché ha oltrepassato di un secondo e mezzo il tempo a sua disposizione per svolgere l'intervento, poi, se ne va e arriva un altro Presidente a presiedere, la gestione diventa non uniforme e, soprattutto visto che il Presidente Roberto Cota è stato espresso dalla maggioranza, dà la sensazione di una maggioranza alla quale non importa molto questo confronto.
Dico solo alla maggioranza che se si occupa solo dei grandi numeri che ha e non del merito del confronto politico, anche con quei grandi numeri come si vede, tanta strada non la fa.
Ricordo ai colleghi che è una maggioranza che ha già fatto perdere oltre cinquanta ore del nostro lavoro consiliare con i propri ritardi all'inizio della seduta.



PRESIDENTE

Abbiamo concluso la discussione generale sulle sospensive, passiamo alla votazione.
Il Regolamento prevede un'unica votazione sulle condizioni sospensive.
Indico la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulle questioni sospensive.
Il Consiglio non approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Passiamo ora alla discussione delle questioni preliminari.
Abbiamo fatto delle valutazioni.
La prima è una questione preliminare rubricata al n. 1 presentata dal Consigliere Chiezzi che chiede che sia "acquisito in via preliminare il parere sulla costituzionalità del disegno di legge n. 252". Questa è dichiarata superata in quanto sono già state esaminate e votate da quest'aula una serie di questioni relative alla costituzionalità del disegno di legge n. 252.
Abbiamo poi, sempre con riferimento a questo principio, superate una serie di questioni preliminari presentate che chiedono invece che il Presidente del Consiglio legga una serie di articoli della Costituzione italiana, in particolare gli artt. 3, 5, 33, 34, 117 e 138.
Sono altresì superate una serie di questioni preliminari relative alla richiesta di lettura di articoli dello Statuto della Regione Piemonte che sono già state esaminate precedentemente in sede di questioni pregiudiziali, sempre su questi esatti punti e mi riferisco alle questioni pregiudiziali relative all'art. 1, comma 1, dello Statuto; all'art. 2, che era rubricata al n. 73; all'art. 2, comma 1, dello Statuto, che era rubricata al n. 74; all'art. 2, comma 2, dello Statuto, rubricata al n. 75 all'art. 2, comma 3, dello Statuto, rubricata al n. 76; all'art. 3 dello Statuto, rubricata al n. 77; all'art. 9 dello Statuto, rubricata al n. 78 all'art. 22 dello Statuto, rubricata al n. 79.
Così come è già stata trattata, quindi ci sarebbe un "ne bis in idem" la questione relativa alla legge regionale n. 49/85 e la richiesta quindi di lettura da parte del Presidente del Consiglio della legge regionale n.
49/85 "Diritto allo studio: modalità dell'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni", rubricata al n. 82, mentre invece ci sono una serie di questioni che vanno trattate.
Ha chiesto la parola su questo punto il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Intervengo a titolo di chiarimento, prendendo atto delle deliberazioni sulla conduzione dei lavori da parte del Presidente.
Dato che mi importa molto chiarire il senso delle cose, queste preliminari erano state presentate secondo una sequenza che noi immaginavamo vedere prima una discussione sulle preliminari nelle quali avevamo chiesto che il Presidente del Consiglio, attraverso la lettura ricordasse a tutti noi gli articoli della Costituzione e dello Statuto della Regione Piemonte, come premessa poi di una discussione che abbiamo fatto nel merito sulle pregiudiziali di legittimità e di merito che abbiamo affrontato già nel corso della discussione precedente.
E' evidente che l'ordine della discussione che poi è stato scelto, che ci ha già portato ad affrontare le questioni pregiudiziali di legittimità e di merito, privano di un senso e di utilità ai fini della discussione queste richieste. Ci tenevo però a chiarire che nella formulazione e nella presentazione, come era stata concepita, queste cose avevano un senso utile alla discussione di merito che noi prevedevamo di fare. Il diverso ordine dei lavori le rende obiettivamente a questo punto superate, mentre invece ci sono le altre che manteniamo e sulle quali discutiamo.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Marcenaro.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Disegno di legge n. 252. Esame questioni preliminari, rubricate al n. 63 e n. 65


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame delle questioni preliminari.
Chiamo allora la prima questione che è rubricata al n. 63 (n. 1 del nuovo ordine), presentata dai Consiglieri Manica, Muliere, Placido, Riggio Ronzani, Marcenaro e Suino, il cui testo recita: " - Vista l'entrata in vigore, dopo il referendum del 7 ottobre, della riforma del Titolo V della Costituzione visti i nuovi poteri attribuiti alle Regioni anche in materia di politiche dell'istruzione considerato che spettano al Governo gli atti necessari per implementare la riforma costituzionale e renderne possibile la concreta applicazione rilevato che da parte di Ministri del Governo in carica viene proclamata l'intenzione di ignorare la riforma approvata e di procedere ad altra modifica costituzionale di segno e di orientamento radicalmente diverso i sottoscritti Consiglieri regionali richiedono che, nelle forme che il Presidente del Consiglio riterrà più opportune, sia concordata e predisposta un'audizione del Ministro per le Riforme istituzionali, on. Umberto Bossi, e del Ministro per gli Affari regionali, on. Enrico La Loggia".
C'è un'altra questione che io ritengo di accorpare perché attiene sempre al nuovo Titolo V della Costituzione italiana, presentata anch'essa dai Consiglieri Manica, Riggio, Muliere, Placido, Suino, Ronzani e Marcenaro, ed è la questione preliminare rubricata al n. 65, il cui testo recita: " - Lette le dichiarazioni dell'Assessore Leo, nelle quali si afferma che con l'entrata in vigore del nuovo Titolo V della Costituzione italiana diventerà di competenza della Regione la gestione dei 3.000 miliardi spesi per la scuola in Piemonte considerato che tali dichiarazioni indicano un certo grado di confusione sui poteri e sulle attribuzioni risultanti dalle modifiche costituzionali i sottoscritti Consiglieri regionali richiedono all'Assessore di chiarire nelle sedi del Consiglio regionale le proprie valutazioni al fine di poter condurre il dibattito sulle leggi in discussione in un quadro istituzionalmente certo".
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, noi svolgiamo questa discussione sul buono scuola come è noto all'indomani del referendum anche se ancora in assenza, come i giornali di oggi riportano, dell'effettiva promulgazione da parte del Presidente della Repubblica del nuovo testo della Costituzione come risulta dalla modifica del Titolo V, quello appunto sottoposto a referendum nella giornata del 7 ottobre.
Come sapete, si tratta di una questione molto importante perché è esattamente dall'assetto e dal nuovo quadro di poteri definiti dalla Costituzione per le Regioni che discende la possibilità di legiferare su queste materie da parte della Regione in un quadro definito.
Su questa materia, così come su altre sulle quali interverremo, c'è un quadro non certo.
Nella questione preliminare che abbiamo presentato, facciamo riferimento ad alcune dichiarazioni dell'Assessore Leo apparse sugli organi di stampa della nostra regione, nelle quali l'Assessore diceva che, d'ora in poi, la Regione avrà la gestione, per quanto riguarda l'istruzione, non dei 35 miliardi di cui oggi stiamo discutendo, bensì di circa 3.000 miliardi.
Cosa sono quei 3.000 miliardi? Sono la quota parte delle spese nazionali per l'istruzione, quindi sono spese per il Piemonte e comprendono l'insieme delle spese per l'istruzione, a partire dalla spesa fondamentale delle voci per l'istruzione, cioè gli stipendi degli insegnanti.
Dalla dichiarazione dell'Assessore Leo emerge che la Regione dispone del potere di intervento su tali risorse. Questo significa immaginare che sulla base delle nuove disposizioni costituzionali, gli insegnanti non siano più dipendenti statali, come lo sono stati finora, ma diventano dipendenti regionali, con le conseguenze che ne derivano sulle voci di bilancio.
Naturalmente si può pensare - e lo dico con amicizia e simpatia - che questo dipenda da una certa propensione megalomane del nostro Assessore...



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Mai dei giornalisti vostri amici! Mai!



MARCENARO Pietro

Lo dico con cortesia, Assessore! E' come la patella che stava sul dorso della balena e diceva: "Pesiamo 20 tonnellate", così anche lui, di fronte al bilancio pubblico, riguardo al settore dell'istruzione, è portato a pensare in quel modo.
Devo riconoscere che questa dichiarazione e questo elemento di incertezza e poca chiarezza, emergente dalle parole dell'Assessore Leo, fa parte di un quadro generalmente confuso, perché - come sapete - siamo in presenza di una situazione politica che presenta un alto grado di incognite.
Siamo all'indomani di un referendum che ha approvato una riforma costituzionale importante e siamo, allo stesso tempo, in presenza di un Governo e della maggioranza che lo compone (in particolare, forze che hanno un peso determinante nella decisione degli orientamenti), che affermano di voler cambiare radicalmente la Costituzione, così come emerge dalla riforma recentemente approvata.
Uno dei settori che il Governo e, in particolare, i Ministri più direttamente responsabili (il Ministro per le Riforme Istituzionali e il Ministro per gli Affari Regionali) considerano prioritario per questo cambiamento, dovrebbe essere proprio quello della scuola, settore sul quale è intenzione dichiarata del Governo di passare da un regime di legislazione concorrente, come quella attualmente prevista...



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, concluda il suo intervento.



MARCENARO Pietro

Ho 10 minuti e non 5, in questo caso; mi dispiace, se vuole verificare l'art. 63...



PRESIDENTE

Si applica l'art. 61, comma 3: "Non possono superare i 5 minuti gli interventi di presentazione e discussione degli emendamenti ed illustrazione delle interpellanze, nonché tutti gli interventi di carattere procedurale o incidentale".



MARCENARO Pietro

Se è così, mi scuso. Chiudo con pochissime parole, dicendo che si afferma, in particolare sulla scuola, la volontà di passare da un sistema di legislazione concorrente ad un potere esclusivo della scuola stessa.
Questo cambierebbe il quadro sostanziale, nel quale la nostra iniziativa legislativa si colloca.
Vorrei chiarire, Presidente, che non ho presentato una questione sospensiva, quindi nessuno chiede di sospendere la discussione. Chiediamo che, a lato, nelle forme che lei e il Consiglio riterrete più opportune, si organizzino dei momenti che ci permettano di capire in quale quadro di prospettiva le nostre decisioni si collocano.
Ripeto: non siamo in presenza di una richiesta di sospensione, ma di un'organizzazione laterale, complementare, un approfondimento su questo punto, che chiediamo di organizzare.



PRESIDENTE

E' aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Per segnalare un apprezzamento, perché la Giunta Ghigo non è stata mai così al completo ai banchi, se non il giorno dell'insediamento. Ritengo quindi, che la ferma opposizione sul provvedimento abbia portato ad un risultato: l'Assessore Vaglio, ad esempio, che è sempre al lavoro, molto attento, sul proprio computer. E' già un segno di positività. Il lavoro che abbiamo svolto ha portato la Giunta Ghigo ad essere più presente. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Tapparo.
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Abbiamo presentato questa questione preliminare che consideriamo significativa. In particolare, dopo l'esito del referendum del 7 ottobre, sarebbe molto interessante ascoltare l'On. Umberto Bossi, in quando Ministro delle Riforme Istituzionali, che avrà preso atto dell'esito positivo dello scorso referendum.
Sarebbe utile ed interessante, non solo per noi, ma anche per gli altri membri della Commissione e sono convinto che ad un'opportunità del genere si potrebbero unire senz'altro numerosi colleghi, anche degli altri Gruppi.
Per l'importante carica che l'On. Bossi ricopre, per le importanti competenze e deleghe attribuitegli, si somma importanza ad importanza: l'importanza del personaggio, uomo politico nazionale e - se mi permette una battuta, Presidente, essendo lui di nazionalità padana - anche internazionale, perché l'Italia diventa l'Estero.
Sarebbe assolutamente utile, perché potremmo capire cosa ancora ci aspetta su una materia come questa, essendo stato modificato il titolo 5 della Costituzione e con i nuovi poteri attribuiti alla Regione (mi riferisco in questo caso alla materia scolastica).
Alcuni colleghi mi raccontavano di un doppio binario, che qualcuno vede lanciato verso Vladivostok, come la transiberiana. Io ricordo un'altra locomotiva, ma è quella di una canzone che forse lei, Assessore, non conosce. Al di là di questi riferimenti, che forse i colleghi della sinistra comprendono meglio, e tornando al nostro binario, che è quello delle questioni preliminari, sarebbe bene forse inventare un terzo binario sperando che non sia un binario morto! Questo è un augurio sincero, perch sarebbe estremamente interessante incontrare l'On. Bossi per capire, su questa materia, il Governo nazionale che intenzione ha, cosa propone, cosa pensa, quali sono le competenze delle Regioni, se sono già i tremila miliardi che l'Assessore Leo pensa di avere a disposizione.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Leo)



PLACIDO Roberto

Non mi riferisco tanto alla questione dei 3000 miliardi che l'Assessore pensa già di avere in tasca, creando qualche gelosia perché di super Assessori ne abbiamo ed è meglio non competere su questo binario, ma al risultato positivo del referendum svoltosi il 7 ottobre. Referendum sulla riforma del titolo V della Costituzione alla quale sono veramente contento di poter dire che sia l'Assessore che il Presidente Ghigo hanno contribuito in maniera significativa (affermare la verità penso che non possa creare problemi). Il referendum ha cambiato tutta la situazione, ragion per cui sarebbe utile un'audizione. Noi abbiano indicato sia l'On Bossi che il Ministro La Loggia, ma non per sminuire gli Affari Regionali che hanno la loro notevole importanza, penso che su questo argomento sia utile importante, significativo, interessante e curioso poter avere un'audizione con il Ministro delle Riforme Costituzionali, l'on Bossi, che ci potrebbe illuminare su questo cambiamento. Per questo motivo noi abbiamo presentato la questione preliminare.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Siamo a favore della pregiudiziale in esame perché ci sembra di grande spessore e di grande rilevanza, nonché di attualità. Questa pregiudiziale avviene dopo il voto del referendum che, come sappiamo, conferma quella legge a cui noi ci eravamo opposti e abbiamo votato contro. Ricordo che la Giunta e l'Assessore Leo hanno votato a favore, forse hanno votato a favore perché l'interpretazione che veniva data, era molto larga, quindi la si valutava positivamente. Mi pare, invece, che l'On. Bossi ne dia un'interpretazione diversa. Non so se il Ministro Bossi sia un esperto della legge stessa, in ogni caso è Ministro, quindi, in quanto tale, si occupa di questo problema ed è logico che ci si rivolga a lui. Alla luce delle considerazioni che lo stesso Assessore ha fatto alla stampa e dalle valutazioni di questa Giunta, cioè del fatto che hanno votato a favore di quel referendum esprimendo un giudizio positivo alla legge che va nel senso del federalismo da loro auspicato, ci sembra che chiedere di interrompere un momento l'iter di questa legge per inserirla in una valutazione più generale, sia un atto dovuto. Mi aspetterei che la Giunta e i promotori della legge stessa valutino attentamente la nostra richiesta. Non è una richiesta tanto per perdere tempo e poter intervenire, ma perché pone un elemento concreto, nella situazione attuale, di novità che poteva essere prevista con i risultati positivi che ha dato il referendum.
I battibecchi di prima, forse dimostrano una non perfetta conoscenza della legge stessa da parte di tutti noi e rende ancora più motivata la nostra richiesta.
Voteremo a favore della richiesta di sospensione. Mi aspetto che l'Assessore e la Giunta motivino la loro indicazione di voto. Auspico che l'indicazione di voto che daranno sia positiva, tuttavia se sarà negativa mi auguro che ci sia una spiegazione del perché ritengono non sia necessario andare, alla luce di quanto abbiamo già illustrato, ad una sospensione della legge.
Penso che se si segue questa via senza ricorrere al doppio binario, si potrebbe trovare un modo, oggi, per uscire dalla situazione in cui siamo.
Questa potrebbe essere una possibilità concreta per prenderci tutti una pausa utile di riflessione, senza dover ricorrere a quel tipo di discussione che veniva evocata dal Consigliere Placido rispetto alla questione del doppio binario.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Esprimo il mio parere favorevole per la questione preliminare rilevando, come anche ha recepito l'Assessore, come i presentatori della questione preliminare non chiedano un iter che interrompa il proseguimento dell'esame del disegno di legge. Si lasciano al Presidente del Consiglio l'individuazione delle forme che lo stesso Presidente del Consiglio riterrà più opportuno individuare per l'audizione del Ministro delle Riforme...



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi visto che lei...



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Perché riprende sempre me.



PRESIDENTE

Riprendo tutti, lei è quello che ha la voce più alta, ha più esperienza ...



MORICONI Enrico

Spiego al Consigliere Chiezzi che il Presidente vi ha ripresi perch c'era un gruppetto di cinque e non poteva dirlo al Presidente Ghigo che disturbava, allora sperava di farsi ascoltare...



PRESIDENTE

No, Consigliere Moriconi. In piedi si può stare, il problema è che non si riesce a sentire l'intervento.



MORICONI Enrico

Come aveva anche recepito l'Assessore questa questione preliminare non pone il problema di sospendere i lavori, ma tende semplicemente di allargare le nostre conoscenze, ascoltando il Ministro per le Riforme Istituzioni e il Ministro per gli Affari Regionali.
Credo che, da un punto di vista anche pragmatico e di comprensibilità immediata, ci sia un valido motivo per ritenere fondata questa richiesta.
Se con questa legge pensiamo di riformare il sistema formativo piemontese è chiaro che noi dobbiamo anche chiedere come lo stesso verrà inserito nel sistema formativo italiano in generale.
Se qualcuno immagina un esempio di realizzazione di un sistema formativo tutto basato sulle Regioni, deve pensare all'America, dove vi è un vero e proprio turismo scolastico: i ragazzi di buona famiglia possono scegliere di andarsi a formare in uno Stato, piuttosto che in un altro.
Questo, anche se ad alcuni può sembrare non avere alcun effetto negativo, in verità ha dei grossi problemi, innanzitutto da un punto di vista dell'ingiustizia. Il costruire un sistema basato sulle possibilità economiche, quindi sulla possibilità dei ragazzi di spostarsi da una Regione all'altra, riveste grande carattere di ingiustizia.
Vi è di più. Il sistema formativo è direttamente collegato alla possibilità di impiegare la parte intellettuale nel lavoro per il quale è stata formata. Se noi creiamo un turismo scolastico avremo poi ugualmente da creare un turismo impiegatizio, perché, inevitabilmente, se noi creiamo degli squilibri a livello di formazione, questi si ripercuoteranno sul sistema del lavoro. Questo lo verificheremo.
E' importante prestare attenzione ai dati che pervengono in questi giorni: risulta che c'è un aumento delle iscrizioni all'università piemontese. Questo risponde sicuramente ad un cambiamento dei corsi di laurea e quindi dimostra che c'è bisogno di una visione del sistema della scuola più integrato con il mondo del lavoro.
I problemi che riscontriamo a livello di Università, non sono solo quelli di aumentare il numero delle iscrizioni, ma sono anche quelli di aumentare il numero di studenti che giungono a laurearsi. Sappiamo tutti che il problema fondamentale dell'Università è il livello di abbandono circa il 30% degli iscritti non giunge alla laurea.
Quindi mi sembra fondamentale attuare un confronto fra quello che stiamo facendo e quelli che sono indirizzi a livello nazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Colleghe e colleghi, rivolgo una richiesta al Presidente Ghigo, che non vedo presente, allora la rivolgo al Vicepresidente Casoni, che senz'altro riferirà, ma vedo che non è neppure presente il Vicepresidente Casoni allora la rivolgo all'Assessore Leo che sta telefonando, ma forse sente.
L'Assessore ha smesso di telefonare, grazie Assessore.
Presidente Ghigo, si faccia interprete di questa esigenza che non è campata in aria.
Quando il Ministro La Loggia è venuto a porgere poco più di un saluto vi ricordate in Sala Viglione, erano appena successi i drammatici fatti di Genova. Il Ministro disse più o meno queste parole: "Sono venuto a salutarvi; mi ha fatto piacere conoscervi, questo non è altro che un primo contatto. La Regione Piemonte è una realtà importante, mi riprometto di tornare in un altro momento." Ha fatto un discorso civile ed educato, impostato sulla volontà di avere rapporti con la Regione Piemonte; quell'occasione era semplicemente un primo approccio.
Presidente Ghigo, si faccia carico di questa richiesta e sia lei stesso ad esprimersi come componente anche di questo Consiglio regionale a favore di un incontro con il Ministro La Loggia ed il Ministro Bossi, che ancora non è venuto a trovarci, ma potrebbe essere una buona occasione. Questo Presidente Ghigo, secondo il mio punto di vista non è tempo perso. Il provvedimento deve ancora avere una momento di discussione che, incontri con il Ministro, possono rendere più brevi. Il Consiglio regionale chiede di sentire quali prospettive di riforma ci sono nell'ambito regionale, che interessino l'istruzione, come intende Bossi portare avanti tutti i suoi proclami.
E' un elemento che, acquisito il quale, il nostro confronto sarà più ricco. Quindi è un confronto che fa fare un passo avanti, perché certe materie sono divenute materie di comune conoscenza, di reciproco interesse.
Ci si può anche dividere, ma sono materie che consolidano un rapporto.
Faccia questo passo, Presidente. Faccia questo passo Assessore, ma lo faccia subito, lo faccia per la prossima settimana. E' importante venire a conoscenza di quanto il Governo sta maturando in tema di istruzione, in tema di parità. Questo, secondo me, è uno degli elementi fondamentali per un confronto.
Il Presidente Ghigo probabilmente è seduto su uno dei divani a disposizione nei corridoi, starà ascoltando questo mio intervento in posizione più rilassata di quanto non possa consentire la seggiola della Presidenza fissata in aula. Mi rivolgo come se lei, Presidente Ghigo, fosse qua davanti a me, perché non fa un intervento in questo senso o comunque in subordine, perché non viene in quest'aula a dirci la sua su questa proposta? Anche dicendoci di no, ma motivandolo quel no, e facendoci capire il suo diniego? Io inviterei il Presidente Ghigo. Anche lei, Presidente Cota, se riesce a scampanellare un po', magari il Presidente ci sente, e può avvicinarsi a noi!



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tali questioni preliminari.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Disegno di legge n. 252. Esame questione preliminare n. 64


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della questione preliminare n. 64 presentata dai Consiglieri Manica, Riggio, Muliere, Placido, Marcenaro, Ronzani e Suino il cui testo recita: " - Considerato che l'anno scolastico 2001/2002 è già iniziato Considerati i tempi necessari per l'approfondimento e la discussione dei disegni e delle proposte di legge sul diritto allo studio da parte del Consiglio regionale Considerato che in tal modo potrebbe essere messa in forse la concreta utilizzazione di risorse disponibili per la scuola e per il diritto allo studio già a partire dall'anno in corso: I sottoscritti Consiglieri regionali richiedono che la Giunta regionale avanzi al Consiglio una proposta per l'utilizzazione per l'anno in corso dei 35 miliardi già stanziati in bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Noi non vorremmo che si arrivasse al 2002 con queste risorse (saranno bisognerà abituarsi - 18.075.991 euro, vi risparmio i centesimi!) e con questa situazione sul disegno di legge presentato dalla Giunta. Per questo poniamo un problema preliminarmente: vorremmo sapere la destinazione di queste risorse.
Tra l'altro, non è un mistero che ci sono notevoli "appetiti". A tal proposito ricordo che abbiamo presentato un ordine del giorno integrabile modificabile, e che perciò sono bene accetti tutti i contributi per migliorarlo. Non abbiamo nessuna esclusiva in proposito, e su questo penso sia d'accordo anche il collega Contu.
Però, e voglio mettere un bel "se", un se grande, grosso, enorme, e lo sottolineo in rosso, "se" si proseguisse in questa discussione, dopo ottobre finiremmo a novembre e, contata anche la pausa delle festività di Ognissanti e dei morti, oltre che dell'Immacolata, subito a dicembre e alle festività natalizie.
Per questo chiediamo, molto sommessamente, di sapere che intenzione hanno la Giunta e l'Assessore per questi 18.075.991 milioni di euro. Quale utilizzo? Quali destinazioni? Il diritto allo studio? La sanità? Il nuovo Palazzo della Regione? Da che parte andrebbero questi milioni di euro? Non è una questione preliminare pretestuosa quella che noi poniamo. Mi fa piacere che anche in questo caso l'Assessore Leo dia segnali di condivisione, di apprezzamento o, se non altro, di attenzione. Ciò ci conforta nella nostra convinzione che questa sia una questione preliminare assolutamente fondata. Anche perché se non sono fondati 18 milioni di euro diventa difficile capire quali possano essere le fondamenta di un problema! Noi poniamo questa questione preliminare in considerazione anche del fatto che l'anno scolastico 2001/2002 è già iniziato, oltre che in considerazione dei tempi necessari per approfondire nella giusta misura un argomento così importante. Penso di incontrare, in tal senso, la condivisione anche dei colleghi della maggioranza: una questione di questo genere, anche senza volerla far diventare una stazione - e i binari possono essere anche più di due - ...



(Commenti dai banchi dell'opposizione)



PLACIDO Roberto

Non transiberiana: io sono rimasto sempre in occidente, quindi preferisco il TGV o l'alta velocità! Possiamo discuterne! Tornando alle problematiche che ponevo, ciò che noi chiediamo è di capire di sapere, di essere informati. Penso, come dicevo già prima, che questa sia una necessità non solo dei presentatori della questione preliminare ma anche dei colleghi della maggioranza e degli altri Assessori. Del resto trentacinque miliardi che si spostano sul bilancio possono spostarsi a sinistra, a destra, al centro...



(Commenti dell'Assessore Burzi fuori microfono)



PLACIDO Roberto

L'Assessore Burzi dice a destra! Visto da qui, Assessore, è a sinistra! E' tutto relativo e discutibile! Se ci sono comunicazioni anche immediate, ringraziamo in anticipo altrimenti sosteniamo che la questione preliminare che poniamo sia tutt'altro che campata in aria ma, anzi, più che fondata.
Ritorno alla liretta (certo le ricorderemo con nostalgia le nostre lire) perché fa più impressione: trentacinque miliardi di lire sono trentacinquemila milioni, cioè ci sono trentacinque mila milioni di motivi validi per presentare questa questione preliminare.
Di sicuro è condivisibile il fatto che l'abbiamo presentata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore, ha pazienza di ascoltarmi?



(Commenti dell'Assessore Leo fuori microfono)



CONTU Mario

Presidente, propongo una sospensione, per aiutare l'Assessore.



(Commenti dell'Assessore Leo fuori microfono)



CONTU Mario

Mi sembra che il Consigliere Placido abbia illustrato bene la questione sospensiva. Ha posto all'ordine del giorno un problema, quello dell'utilizzo dei trentacinque miliardi.
Mi sembra anche di capire che la sua preoccupazione più grande sia che questo resti nel fondo di riserva. Credo che ciò sarebbe una iattura per tutti, venendo poi a scoprire che ci sono vari comparti che hanno bisogni e situazioni di estrema emergenzialità.
Primo problema: se si decide che queste risorse restano al suo Assessorato, è evidente che si può ragionare nei termini di un fatto estremamente nuovo nell'ambito della legge n. 49. Se ciò può andare ad implemento delle risorse, lei comunque creerebbe aspettative enormi per i Comuni: è evidente che nel momento in cui lei finanzia la L. 49 da loro sollievo per un'annualità di bilancio, ma lascia però immutati tutti problemi di emergenza nell'erogazione di alcuni servizi. E' ovvio che in un prossimo anno una sua opzione sarebbe quella, eventualmente, di finanziare un'altra legge.
Assessore, io la inviterei a valutare con attenzione la possibilità di utilizzare gli strumenti di legge esistenti. La legge n. 62/2000, per la quale abbiamo votato contro, a noi non piace e ne imputiamo tutta la responsabilità al centrosinistra. Ma questa è anche una dialettica che riguarda la variegata composizione delle opposizioni. Però, quella stessa legge ha un pregio che le devo riconoscere. Effettivamente, risponde alle finalità che pure sono invocate da una parte di cittadini che, con forza sostengono la sua proposta di legge: favorire le famiglie meno abbienti lo sintetizzo così - nell'esercizio del diritto/dovere dell'istruzione dei propri figli.
Questo può essere un motivo di contendere alto, se stiamo attenti perché se l'operazione che si attua prevede di inserire questo finanziamento aggiuntivo alla legge n. 62/2000 per l'anno 2001/2002, per il quale ancora non sono stati attuati gli adempimenti (perché noi stiamo ancora operando con gli adempimenti dell'anno scolastico appena concluso 2000/2001), lei potrebbe agire, a largo spettro, su una serie di voci di spese ammissibili al contributo molto più ampia. Tutt'al più, si aprirebbe un conflitto interpretativo su cosa si intende per "spese di frequenza".
Perché mentre è chiara la dicitura che lei usa nel testo emendativo, ma anche nella modifica della legge n. 49, che sono tasse, contributi e rette le "spese di frequenza"... Non lo so, si apre un confronto. Sicuramente però, ci sono altre voci di spese ammissibili che possono essere lasciate alla discrezionalità (trasporti, mense, attività extrascolastiche).
Sulle mense ho già avuto modo di dire che ci sono situazioni limite, e se le ho, gliele cito in termini percentuali. Mi ricordo solo i dati: su 12.000 allievi delle scuole per l'infanzia che accedono alla mensa, alla refezione scolastica, il 72% paga la retta massima, che corrisponde alla modica cifra di 138.000 lire al mese, per nove mesi di frequenza.



PRESIDENTE

Grazie, ma ha esaurito il tempo. Le ho concesso ulteriori trentadue secondi.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Mi dispiace che non sia presente in aula l'Assessore Leo, in quanto la questione preliminare lo riguardava direttamente, perché è relativa ad un'affermazione con la quale l'Assessore sosteneva che, appunto diventerebbe di competenza regionale la gestione di 3.000 miliardi spesi per la scuola in Piemonte.
Sarebbe particolarmente interessante capire cosa intendesse dire l'Assessore con queste affermazioni, poiché è noto che, in base ai dati ufficiali, il sistema scuola in Piemonte utilizza fondi per circa 3.000 miliardi (in verità sono 2.800 miliardi), dei quali 53 in questo momento sono destinati alla scuola privata, mentre i restanti 2.810 (circa) alla scuola pubblica. Queste affermazioni, Assessore Leo, porterebbero a supporre che la sua idea sarebbe quella che la Regione diventi depositaria dell'amministrazione di tutti questi fondi economici. In verità, il problema è vedere poi come si potranno suddividere le competenze della Regione rispetto a quelle dello Stato, perché a livello del sistema pubblico, la questione non è solo quella legata alle rette e, quindi, alle tasse di iscrizione, ma vi è il problema di tutto il sistema educativo formativo che riguarda la formazione del corpo insegnanti e soprattutto particolare che sovente si trascura in questi giorni di discussione, non c'è solo la libertà di scelta così come viene presentata, che noi contestiamo, perché sosteniamo che invece di "libertà di scuola" è fondamentale che ci sia una "scuola libera", proprio perché lo Stato deve garantire la libertà non solo alle famiglie di scegliere l'iter formativo dei propri figli, ma soprattutto deve garantire la libertà di insegnamento degli insegnanti, del personale docente.
Il rischio di quest'affermazione è che si voglia, di fatto, stravolgere tutto l'insieme che è stato creato per quanto riguarda il sistema formativo in Italia, sconvolgendolo a livello della nostra Regione. Io non credo che l'Assessore Leo abbia queste intenzioni, però, alla luce delle sue affermazioni, credo che la richiesta che viene rivolta con tale questione preliminare sia fondamentale per rispondere a quello che si chiede nella questione stessa, ovvero di poter condurre il dibattito sulle leggi che abbiamo in discussione avendo la certezza del quadro istituzionale acquisendo la certezza che parliamo tutti la stessa lingua e che abbiamo tutti le idee di base certe per quanto riguarda le leggi istituzionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Questa discussione è un esempio di come si possa perdere tempo per niente! Vorrei che ci fosse l'Assessore Leo, perché questa non è una richiesta sospensiva, ma è una richiesta che ci sia una sede nella quale l'Assessore Leo ci dica cosa intende fare per l'anno 2001/2002, visto che nell'anno 2001/2002 è certo, ormai, che questi 35 miliardi non saranno utilizzati per la legge n. 252, che non è stata ancora approvata.
Siccome è una questione su cui l'Assessore Leo ha detto, in molte sedi informali, che lui ormai ha delle idee formate per utilizzare queste risorse e che è avvenuto anche un confronto con gli Enti locali per tener conto delle loro richieste.
Questa era una discussione che si poteva risolvere semplicemente convocando in un pomeriggio della prossima settimana la Commissione.
L'Assessore Leo in quella sede potrebbe fornirci le informazioni necessarie e spiegarci come intende utilizzare questi 35 miliardi per l'anno 2001-2002 per la scuola piemontese.
Se, invece, non si leggono neanche i problemi che vengono sollevati e le questioni che vengono poste, lasciando proseguire una discussione in modo burocratico, senza rispondere a questioni semplici e ovvie, la situazione non può essere che quella presente.
Vorrei che l'Assessore Leo dicesse: "Qui, c'è una richiesta affinché il Consiglio sia informato e abbia la possibilità di conoscere e di discutere ciò che si verificherà nell'anno 2001 - 2002". L'Assessore dia una risposta in merito.
Presidente, lo sa meglio di me, non stiamo discutendo una questione sospensiva, nessuno ha chiesto di sospendere la discussione per svolgere questo punto. Abbiamo chiesto che lateralmente ci sia questa cosa.
Secondo me, è una situazione che si risolverebbe in un minuto con una risposta che individui il percorso; l'Assessore ci dica qual è.
Adesso l'Assessore è assente, ma sembrava una cosa semplice; anche qui per ritornare all'interlocuzione, la cosa sarebbe stata abbastanza normale.
Aggiungo che questo vale anche per alcune delle questioni preliminari che seguono. Sarebbe necessario che qualcuno le leggesse e fornisse una risposta a tono nel merito di quanto viene chiesto.
Se una richiesta mi viene accolta, sostanzialmente, non è che voglio fare per forza la discussione.



PRESIDENTE

L'Assessore Leo si è allontanato un attimo.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, vedo che il Presidente Ghigo si è allontanato. Non riesco mai a parlare in sua presenza, adesso mi allontano io, così, magari lui ritorna, così ve lo tenete voi.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Dipende da quanto sta via.



CHIEZZI Giuseppe

Non lo so, il tempo che lei finisce il suo lavoro; quando l'ha finito io ritorno.
La risposta potrebbe anche fornirla il Presidente Ghigo. Questa esigenza mi sembra oggettiva. I 35 miliardi, ormai, anche a giudizio della maggioranza, non potranno essere destinati per l'anno scolastico in corso al finanziamento di questa legge sul buono scuola e, quindi, dovranno essere altrimenti destinati.
Mi sembra che l'accordo ad una destinazione omogenea di questi 35 miliardi nel campo dell'istruzione sia acquisito. Sarebbe bello avere una conferma in questo senso, ma rimane il fatto di come si distribuiranno queste risorse. E' un fatto importante da conoscere.
Oppure la Giunta ritiene che questa decisione sia da assumere senza un preventivo confronto con le minoranze? E con il Consiglio? Mi sembra che qui si tratti di discutere anche con la maggioranza, Consigliere Marengo mi sembra, oltre che con la minoranza! Mi sembra che ci sia un problema di discussione in merito ai 35 miliardi anche con la maggioranza.
So, Consigliere Marengo, che la condizione del Consigliere regionale di maggioranza è una condizione di scarsa soddisfazione, però, succede, a lei è successo questo. Quindi, lo viva con un po' di pazienza, passerà anche questo.
Questo elemento di confronto che ogni tanto poniamo anche in termini scherzosi, visto che in termini seri, comunque, non otteniamo risposta, è un elemento basilare. Quando sento i colleghi parlare in assenza di qualsiasi risposta, con una Giunta che non è presente, mi dico: "Va bene continuiamo, per carità, noi siamo qui a fare il nostro dovere, però, non facciamo un passo avanti". Il passo avanti sarebbe anche facile farlo basterebbe una risposta. Al limite, basterebbe anche una risposta negativa ma motivata, perché comunque esaurirebbe la questione.
Invece, dinanzi a nostre richieste e a nostre proposte, c'è l'assenza di un qualsiasi cenno di assenso o di diniego, anche solo un accenno di aver ricevuto, di avere sentito questa cosa e di averne preso atto. Capite che in questo modo non si procede. Il Consiglio regionale diventa un luogo in cui si soggiorna: alcuni cercano di fare proposte e i più tacciono con una posizione di inerzia che si riverbera inevitabilmente sulla legge. Se il Consiglio è inerte e non discute, la legge rimane lì, non facciamo un passo avanti in alcuna direzione. Invece, penso che noi dobbiamo lavorare per fare dei passi avanti.
Mi appello anche al senso di equanimità del Presidente del Consiglio.
Veda il Presidente del Consiglio se vale la pena continuare in un'attività a senso unico. Noi alimentiamo il lavoro d'aula con proposte e progetti, ma queste proposte non hanno nemmeno una risposta, purché anche minima. Forse a questo punto, la Presidenza del Consiglio potrebbe prendere atto che la maggioranza è stanca e assente perché ha altri impegni. Allora, va bene prendiamo atto che le forze si sono esaurite da parte della maggioranza e quindi, vediamo di impiegare tutti il nostro tempo in altre attività istituzionali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Aspetterei una risposta dell'Assessore Leo per sapere se posso semplicemente ritirare questa preliminare.
Ho fatto una proposta, credo di avere diritto ad una risposta dall'Assessore, semplicemente questo.



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, la risposta gliela darà un altro Assessore dell'esecutivo, perché l'Assessore Leo ha un'indisposizione, così ha detto.
Può parlare solo un rappresentante per ogni Gruppo.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ho fatto una proposta, credo sia giusto avere una risposta.



PRESIDENTE

Accolgo la sua proposta, risponderà un componente della Giunta motivando la posizione dell'esecutivo.
Mi sentivo in dovere di riferirvi che l'Assessore Leo ha avuto questo problema.



PRESIDENTE

La parola al Vice Presidente Casoni.
E' stato richiesto che la Giunta avanzi al Consiglio una proposta per l'utilizzazione per l'anno in corso del 35 miliardi già stanziati in bilancio.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non volevo dire in questa sede, intendevo un pomeriggio in Commissione senza sospendere alcunché. Venite, ci dite: "Intendiamo spenderli così per quest'anno".



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

Credo che il percorso indicato dal Presidente Marcenaro possa andar bene. Parlo a nome dell'Assessore e credo che quella della Commissione potrebbe essere una sede dove alcune linee possono essere indicate.



PRESIDENTE

Prendiamo atto dell'impegno a convocare la Commissione e a riferire sullo stanziamento dei 35 miliardi.
Pertanto la questione preliminare n. 64 è ritirata.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Disegno di legge n. 252. Esame questione preliminare n. 66


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della questione preliminare n. 66, presentata dai Consiglieri Manica, Riggio, Placido, Muliere, Ronzani, Marcenaro e Suino, il cui testo recita: "- Visto il quadro generale della pubblica istruzione, in particolare dopo la revoca da parte del Governo delle disposizioni applicative della legge di riforma dei cicli scolastici ha prodotto un grave disorientamento tra i presidi, gli insegnanti, gli studenti ed i cittadini Considerando questo aspetto come essenziale per la determinazione delle stesse politiche regionali, in particolare in materia di diritto allo studio I sottoscritti Consiglieri regionali richiedono nelle forme che il Presidente del Consiglio riterrà più opportune, che sia concordata e predisposta un'audizione del Ministero della Pubblica Istruzione per chiarire le prospettive della coalizione governativa in questo campo".
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

La illustro ricordando che anche in questo caso non siamo di fronte a richieste di sospensiva, perché le sospensive le abbiamo già discusse ed esaurite nella fase precedente. Qui siamo di fronte alla richiesta di avere degli elementi che contribuiscano alla nostra discussione al fine di avere un quadro completo nel quale questa discussione si colloca.
Infatti, noi stiamo facendo una discussone che riguarda il buono-scuola in un quadro di generale incertezza delle prospettive della scuola nel nostro Paese e dell'andamento della legislazione. Come sapete, noi eravamo in presenza di progetti di riforma non solo già presentati dal Governo, ma addirittura approvati dal Parlamento! Parliamo delle leggi di riforma che riguardavano l'innalzamento dell'obbligo scolastico e dell'obbligo formativo; parliamo in particolare della riforma dei cicli scolastici.
Queste riforme sono state in qualche misura bloccate o meglio: bloccate non possono esserlo, perché sono leggi dello Stato, in realtà sono state bloccate le circolari applicative da parte del Ministero, ma le leggi fino a quando il Parlamento non ne deciderà altre - sono in vigore. Siamo tuttavia in presenza di un Governo che dichiara intenti programmatici completamente diversi da quelli che ispirano e hanno ispirato queste leggi.
Ci troviamo quindi in un quadro di fondamentale incertezza della legislazione e delle prospettive.
Parleremo dopo della legge della Regione Lombardia, ma quando questa Regione ha legiferato sui buoni-scuola (la legge n. 1 del 2000, art. 121 comma e) lo ha fatto in un quadro generale di applicazione e di gestione dei problemi della scuola e dentro un quadro legislativo abbastanza definito. Per questa ragione ritengo che sarebbe una cosa utile al Consiglio regionale poter avere un elemento di confronto con il Ministro della Pubblica Istruzione in cui comprendiamo in che quadro questa questione si inserisce! Perché, lo dico francamente, a me sembra (anche se l'Assessore Leo continua a dire che questa non è la sua intenzione) che i provvedimenti del tipo di quello che stiamo discutendo in questo Consiglio regionale sono in realtà i provvedimenti sostitutivi di una politica scolastica nazionale. Questo sarebbe coerente con l'idea della devolution con il fatto che la scuola viene conferita integralmente alle Regioni, per cui non c'è più un quadro generale delle politiche scolastiche e a questo punto si va in questa direzione. Se invece il Ministro Moratti e il Governo che rappresenta ha un'altra prospettiva di riforma, vorremo sapere qual è e come si colloca in questo quadro la discussione che stiamo facendo. Mi sembra veramente, se noi non consideriamo questo come un puro elemento ideologico, una discussione complicata.
Ciò che chiediamo è questo: Presidente Cota, ripeto nelle forme che lei ritiene possibili e opportune, però naturalmente in tempi utili a questa discussione (non stiamo parlando di un altro mondo), valuti come organizzare su questo tema un momento di confronto che ci permetta di chiarire il quadro nel quale questi aspetti si svolgono. A me sembra un punto abbastanza importante e di cui è evidente il rilievo.



PRESIDENTE

Posso rispondere per quanto mi compete: onestamente apprezzo molto la portata di questa questione preliminare, perché ritengo che un incontro con il Ministro della Pubblica Istruzione possa essere interessante per l'assemblea, però non sono in grado di prendere degli impegni, non per mia scarsa volontà in proposito, ma perché concordare la presenza di un Ministro in un Consiglio regionale e soprattutto con questo termine che è rappresentato dal "tempo utile" per la discussione della legge e considerato che non posso neanche inserire di mia iniziativa un sub procedimento che fermerebbe poi l'approvazione della legge, io questo impegno, non dipendendo da me, non posso prenderlo.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Sempre sulla questione preliminare, Presidente.
Credo che questo tema del rapporto col Ministero della Pubblica Istruzione (non più Pubblica istruzione, ma dell'istruzione) è un tema che abbiamo sollevato più volte. Io sono arrivato a proporre all'Assessore Leo con tanta dignità di poterlo accompagnare ad incontrare la Ministro Moratti.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Vero: sei stato il primo.



CONTU Mario

Il collega Chiezzi ha aggiunto però una questione importante. Ha detto: "ufficializziamo questa proposta, una delegazione del Consiglio regionale del Piemonte che chiede un incontro con la Ministra Moratti". Presidente mi sembra una cosa di grande spessore, anche perché lei ha assistito alla discussione precedente in Conferenza dei Capigruppo, io ho sollevato solo una questione. Molto cortesemente gli uffici ci hanno fornito i testi modificati dell'art. 117, qual era la dizione precedente, qual è la dizione...



PRESIDENTE

Oltre che cortesemente, anche con un lavoro che ne dimostra l'efficienza, se posso permettermi.



CONTU Mario

Lavoro del quale intendo ringraziare gli uffici, perché debbo dire che nonostante io sia andato, senza remora alcuna, a votare "no" al referendum devo dire che questo lavoro mi ha aiutato. Io ho votato "no" e pensi che non avevo letto cosa avrebbe comportato quel voto. Avevo una certezza per e questa sicuramente mi ha rafforzato nella mia scelta di voto: che con l'approvazione di quella modifica della Costituzione si apriva un periodo di contenzioso notevole, perché il Titolo V della Costituzione è stato modificato senza modificare la prima parte della Costituzione. E' inevitabile quindi che si apra un conflitto di competenze, che vedrà la Corte Costituzionale continuamente chiamata a pronunciarsi fra il desiderio delle Regioni di arrogarsi competenze che ritengono spettino loro di diritto e tentativi o tentazioni centraliste da parte del Governo. Io propendo a pensare, Presidente Cota e mi rivolgo a lei al di là del suo ruolo di super partes che è invece quello di espressione anche di una forza politica, che quindi sulla questione del federalismo ci ha sicuramente...



(Commenti del Presidente Cota)



CONTU Mario

Lei è un rappresentante autorevole, però vede questa legge, pur sostenuta dai Presidenti delle Regioni (in testa il Presidente della Conferenza dei Presidenti delle Regioni, il Presidente Ghigo), qualche crepa la apre. Mi pare di aver capito, da alcune interviste della Ministra Moratti, che la tendenza sia quella di mantenere in capo all'amministrazione centrale dello Stato una serie di competenze sull'istruzione. Allora, dirimere questo aspetto vuol dire evitare che la Regione compia dei passi falsi. L'Assessore Leo ha rilasciato delle interviste a Il Sole-24 ore per cui è stato scritto: "Arriva Leo, 3.000 miliardi...". Ho capito bene?



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

No, no, no.



CONTU Mario

E' stato equivocato?



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Mi interpretano tutti....



PRESIDENTE

Per favore, Assessore Leo. Consigliere Contu, concluda e non provochi l'Assessore: lo conosce, quindi non lo provochi.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Mi sollecita...



CONTU Mario

"Sono il primo Assessore alla cultura che dopo l'esito del referendum chiede l'incontro col Ministro".



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

E il fatto che ho dovuto chiederlo con un Consigliere di Rifondazione è ancora più speciale!



PRESIDENTE

Vada avanti, Consigliere Contu.



CONTU Mario

Dopodiché, Assessore, credo che questo confronto con il Ministro ci possa aiutare; forse non è esaustivo, però almeno delle linee e delle indicazioni potranno emergere. Se da quell'incontro emergesse con forza quello che io intravedo come possibile scenario, per cui la legge sulla parità diventa prioritaria nel programma del Governo...



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Contu, il suo tempo è terminato.
Ha chiesto la parola il Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Sottolineo come, anche in questo caso, come ha già evidenziato il Consigliere Marcenaro, non si chiede di intraprendere un percorso che ritardi l'iter di questo disegno di legge. Infatti, come è già stato detto, si lascia sempre al Presidente del Consiglio la scelta della forma più opportuna per realizzare l'incontro con il Ministro all'Istruzione, per chiarire le prospettive della coalizione governativa in questo campo.
Sgombriamo, dunque, il campo dalla polemica che possa essere una mossa per prendere tempo, perché è un pezzo di strada che si può percorrere mentre si lavora sul provvedimento.
Mi sembra di aver capito che l'Assessore Leo sia d'accordo.
L'audizione del Ministro all'Istruzione riveste, oltre ai motivi già presentati, un aspetto di grande importanza, in quanto sottolinea quanto ho detto in precedenza: dobbiamo considerare la scuola come un corpus, un insieme formato non solo dagli studenti o dalle famiglie che scelgono la scuola, ma anche dagli insegnanti, che forse, nella discussione di questi giorni, sono stati un po' dimenticati.
L'audizione del Ministro diventa più interessante dopo le notizie di ieri, che hanno comunicato l'esistenza, nel mondo degli insegnanti, di parecchia effervescenza, tanto che è stato indetto uno sciopero generale perché le organizzazioni di categoria ritengono non sufficienti le risorse che sarebbero state messe a disposizione a livello stipendiale.
Tra l'altro, si parla di una nuova organizzazione nel mondo scolastico che prevede, ad esempio, che gli insegnanti assenti per 15 giorni non vengano sostituiti. Questo andrebbe a sconvolgere il sistema educativo perché una norma di questo genere, che può sembrare una sine cura, in verità comporta problemi notevoli rispetto alla continuità educativa dei ragazzi. Infatti, in quei 15 giorni, l'insegnante che si ammala viene sostituito a scavalco dagli altri insegnanti, che sono obbligati ad interrompere il loro normale percorso educativo con le classi che seguono solitamente.
Per concludere, l'audizione del Ministro all'Istruzione servirebbe a chiarire alcuni punti fondamentali, riguardanti il sistema educativo del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Mi collego a quanto detto dal collega Contu, in quanto la questione preliminare in oggetto si collega ad una sua richiesta seguita, poi, dal collega Chiezzi e dal sottoscritto, tant'è vero che una notizia ANSA del 16 ottobre riportava che i Consiglieri di minoranza avevano richiesto un incontro con il Ministro Moratti.
Questa questione preliminare non chiedere unicamente un incontro con il Ministro Moratti, ma pone un problema più ampio.
La legge 62, quella sulla parità scolastica, ha aperto un percorso chiaro c'è stata la legge sulla riforma dei cicli scolastici, poi interrotta dal nuovo Governo - per carità - legittimamente, non entro nel merito.
Al di là dello sconcerto - non trovo altro aggettivo - che ha creato all'interno della struttura e delle famiglie che ormai erano avviate verso quella nuova realtà, che aveva il pregio di elevare il limite della scuola dell'obbligo, metteva finalmente mano all'annoso problema esistente già ai tempi in cui frequentavo io le scuole superiori. Già allora - ricordo - si parlava di riformare la scuola.
Qualcuno diceva: "La scuola si riforma e non si cambia"; qualcun altro invece parlava di abbatterla per ottenere qualche cambiamento...



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Poi c'era quel terribile slogan: "Più case, meno chiese"...



PLACIDO Roberto

Ce n'era anche un altro, Assessore, molto bello, che diceva: "Cloro al clero"! Ma, al di là di questi ricordi, dopo il disorientamento che la modifica della legge sui cicli scolastici ha creato tra i Presidi, gli insegnanti ed i soliti cittadini, ormai preparati a quella nuova realtà, arriva il nuovo Governo che, legittimamente, stabilisce: "Si cambia tutti! Contrordine compagni!" - le parole non erano proprio queste, ma quasi! Sarebbe utile, pertanto, incontrare il Ministro Moratti per capire quali sono le intenzioni del Governo.
Ne approfitto, visto che l'Assessore è riapparso, quasi come un'immagine divina, per segnalare che in precedenza abbiamo presentato una richiesta riguardante la destinazione dei 18 milioni di Euro; non me ne voglia l'Assessore Casoni, ma la sua risposta è stata lapidaria. Approfitto della riapparizione dell'Assessore Leo per capire se c'è qualche notizia ed informazione in più, al riguardo.
Saremmo riconoscenti, oltre che grati, e da questo, non dico che dipenderà il nostro atteggiamento - abbiamo settimane per cambiarlo - ma sarebbe importante capire un elemento non secondario, ma molto importante.
La cifra di 18 milioni di Euro è una cifra di grande rispetto in assoluto a maggior ragione quando riguarda un tema così importante, come quello della scuola e tutto quello che riguarda il disegno di legge di cui stiamo discutendo.
E' per questi motivi che chiediamo un incontro con il Ministro Moratti anche per capire - è da un po' che abbiamo questo dubbio che ci assale - se c'è coerenza fra le posizioni del Governo nazionale e quello della Giunta piemontese. Siamo sicuri che la materia sulla quale sta lavorando il Governo nazionale, coincida con quella sulla quale state lavorando voi? A noi è venuto questo dubbio, ragion per cui mi permetto di esternarlo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

A proposito della sintonia della politica. Non so se esubero, chiedo scusa, ma la simpatia dei Consiglieri è tale per cui mi porta ad esuberare e fare un confronto sulle politiche culturali (non ho trovato nessuna convergenza con Sgarbi: neanche morale, niente).
L'altro giorno ho avuto occasione di incontrare il Ministro Urbani ad un pranzo al Cambio il quale chiamandomi da parte mi disse: "Assessore Leo la sua politica sulla cultura non sarà tanto condivisa nella sua area, ma sappia che il Ministro apprezza molto la sua politica di promozioni culturali come il Film Festival, ecc". Questo, lo devo confessare, mi ha fatto molto piacere e lo riporto al Consiglio.
Non ho avuto occasione di incontrare il Ministro Moratti, tuttavia mi sembra un confronto molto importante. Mi sembrano tutt'altro che peregrine anzi molto sensate, la richiesta di accompagnarmi all'incontro sollevate dai Consigliere Contu, Marcenaro, Chiezzi e Placido.
Sui fondi del diritto allo studio, mi rifaccio ad un ordine del giorno della Consigliera Rosanna Costa e del Consigliere Rossi che avevano predisposto un documento generale, non so firmato da quanti. Ringrazio il Vicepresidente Casoni, e non rivelo un segreto, perché in Giunta, di fronte a difficoltà, si è battuto per questa linea. A me sembra importante, come richiesto dalla maggioranza del Consiglio Regionale e ribadito dall'Assessore Casoni, un segnale in questa direzione, come chiesto dall'ordine del giorno. Un segnale declinato, più precisamente, dal Consigliere Placido e da altri in Commissione, un segnale che va nella direzione dei trasporti, del soccorso all'handicap, dei libri di testo, dei piani di offerta formativa, delle borse di studio universitarie di questo settore.
Non so se sarà condivisa questa scelta, tuttavia penso che la Commissione congiunta - la VI e la I - dovrebbe affrontarla quanto prima per non vanificare questa opportunità. Tutta la mia disponibilità, avendo trovato un'intelligente attenzione e sensibilità da parte dei Consiglieri cito il Consigliere Placido per tutti. La mia intenzione, ripeto, è quella di discutere in Commissione congiunta, in modo da avere il massimo dell'obiettività.



PRESIDENTE

Possiamo porre in votazione la questione preliminare, di cui ho già dato lettura.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, della questione esaminata n. 66.
Il Consiglio non approva.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Disegno di legge n. 252. Esame questione preliminare


PRESIDENTE

Mancano ancora due questioni preliminari. Le ultime due chiedono al Presidente del Consiglio di dare lettura di una legge della Regione Lombardia del 5 gennaio e della legge regionale dell'Emilia Romagna. Per la verità, queste questioni sono già state affrontate in parte in una richiesta di sospensiva che abbiamo trattato precedentemente presentata dal Consigliere Contu, laddove si chiedeva un incontro con l'Assessore alla Cultura relativo allo stato della legislazione in quella regione.
Passiamo ora all'esame della questione preliminare presentata dai Consiglieri Manica, Placido, Marcenaro, Suino, Riggio e Chiezzi, il cui testo recita: "- Si richiede al Presidente del Consiglio di dare lettura della legge regionale 5 gennaio 2001 n. 1 della Regione Lombardia: 'Riordino del sistema delle Autonomie in Lombardia..." La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

La legge in esame, mi riferisco a quella della Regione Lombardia affronta tutta l'applicazione del decreto legislativo n. 112, per cui è una legge molto complessa. Nella fattispecie gli artt. 121, 122 e 123 della legge n. 1 del 5 gennaio 2000 della Regione Lombardia, riguardano esattamente le questioni di cui stiamo parlando. Voglio sottolineare questo aspetto. Dalla lettura degli articoli di questa legge, non troviamo tanti elementi che ci aiutano nella nostra discussione sul merito del provvedimento. Come credo voi sappiate, nella scelta legislativa compiuta dalla Regione Lombardia attraverso la legge n. 1 del 5 gennaio 2000, la Regione Lombardia istituisce semplicemente le linee fondamentali e affida ad un Regolamento, assegnato alla Giunta regionale, le misure concrete che stabiliscono, non solo la misura del buono scuola, ma i criteri e i parametri dell'erogazione.
Quindi non è su questo punto che troveremo degli aiuti alla nostra discussione; è possibile trovare degli aiuti se noi andassimo a leggere il Regolamento applicativo deciso dalla Giunta regionale lombarda.
Su questo punto vi è un altro elemento che considero di un certo significato e cioè che neanche la Regione Lombardia - lasciate che mi riferisca all'espressione del Presidente Ghigo cioè "di persone che si intendono di fare cose di destra" - pensa di predisporre una legge sul buono scuola da un indirizzo più generale che riguarda il ruolo della Regione sulle politiche formative, sulle politiche del diritto allo studio sul rapporto che su questo punto si viene a stabilire fra la Regione e il sistema delle autonomie locali e sul rapporto tra il sistema formativo e la formazione.
Se voi leggete gli artt. 121, 122, 124 e 125 della legge regionale lombarda troverete che la questione del buono scuola si inserisce nel contesto di una definizione. La scelta è cambiata parzialmente dopo la discussione in Commissione, prima avveniva attraverso un tentativo di emendamento e di riforma della legge n. 49. All'inizio la scelta della Regione Piemonte è stata quella di isolare la questione buono scuola o la questione "contributi all'educazione" e di farne un provvedimento a sé.
Sottolineo l'importanza che questa questione ha dal punto di vista dell'impostazione della nostra discussione. Nessuno dei Consiglieri presenti in aula ha letto quella legge. Darne lettura in aula è l'unico modo per dar luogo ad una discussione e fare informazione a ragion veduta.
Chiedo, in coscienza, di dire ai colleghi se questo esame della legislazione, con la quale noi possiamo comparare la nostra scelta, lo hanno compiuto.



PRESIDENTE

Diamo per illustrate tutte e due le questioni pregiudiziali.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

C'è un po' di confusione, però vorrei confortare il Consigliere Marcenaro dimostrando che almeno qualcuno lo stava ad ascoltare.
La questione posta, e posta in questi termini, è interessante e anche gustosa dal punto di vista istituzionale.
La scelta di inserire, nel quadro del conferimento di funzioni e compiti amministrative alle Regione e dalle Regioni agli enti locali, la tematica del buono scuola è stata suggerita in questa sede dal Consigliere Saitta con un emendamento alla legge di applicazione dei decreti Bassanini.
E' stata respinta sulla base di una valutazione politica da parte della Giunta regionale, ma in realtà contrastava - questo lo dico in particolar modo al Consigliere Marcenaro a sostegno dello "sganciamento" dalla legge di applicazione del decreto legislativo n. 112 della tematica del buono scuola - con l'impostazione che tutte le opposizioni hanno tenuto su quel provvedimento. Sostenendo, in particolare, che su un provvedimento di natura e di rango istituzionale, nessun contenuto di natura programmatica poteva essere inserito in un quadro che doveva definire unicamente l'assetto dei compiti e delle funzioni e non poteva inserire degli elementi di contenuto e di programma o di impostazione politica.
La scelta di sganciare dalla legge di devoluzione amministrativa la tematica del buono scuola è, in realtà, coerente con l'impostazione che tutte le opposizioni hanno tenuto anche durante la discussione della legge di applicazione dei decreti Bassanini.



(Segni di approvazione dell'Assessore Leo)



PALMA Carmelo

Concludo molto brevemente. Ricordo esempi importanti in materia di assistenza e urbanistica dove, in realtà, le opposizioni sono riuscite a ribaltare l'impostazione della Giunta che giungeva con provvedimenti sostanzialmente ordinamentali, laddove invece doveva definire unicamente il quadro di devoluzione dei compiti e delle competenze amministrative.
Questo per sostenere la coerenza sostanziale dell'impostazione di questo provvedimento con l'impostazione che la stessa opposizione ha sostenuto sulla legge di applicazione dei decreti Bassanini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Ho provato a leggere la legge della Regione Lombardia, Consigliere Marcenaro. Mi sono limitato all'aspetto più eclatante di quella legge, che era quello sui buono scuola.
Do atto all'Assessore Leo di aver fatto chiarezza; ha scorporato diceva il Consigliere Palma, su richiesta nostra, la libera scelta educativa e, come diceva il Consigliere Marcenaro, adesso deve avere il coraggio delle proprie azioni.
L'Assessore Leo, da buon cattolico ha detto: mi adeguo. Si è dimostrato uomo di pace ed ha detto: C'è un'istanza giusta, che proviene dalle opposizioni, quindi ci sto.
Ma da quel momento sono incominciati i guai. Lei, Assessore, non ha capito che trappola gli aveva teso il Consigliere Marcenaro. Perché questa è una trappola? Perché, immediatamente dopo si è sollevata la seguente questione: può avere priorità la questione dei buoni scuola rispetto ad un progetto più ambizioso nel quale lei, sicuramente di questo gliene do atto può essere il rappresentante più autorevole delle Regioni d'Italia come Assessore? Lei è anche il coordinatore; lei è la punta di diamante che pu sul piano del diritto allo studio, dare degli indirizzi che possono essere accolti anche da un'altra legge.
La legge della Regione Lombardia ha fatto una cosa estremamente complessa: ha introdotto il sistema integrativo con il sistema della formazione professionale; ha confuso una serie di elementi, invadendo anche competenze d'altri. Si poteva limitare benissimo agli aspetti di integrazione fra i sistemi.
L'opportunità che le stiamo dando, e che le ha dato il Consigliere Marcenaro, è sostanzialmente quella di farla ergere a Regione pilota in materia di diritto allo studio. Alla luce di che cosa? Oggi lo dicevo in sede di Conferenza dei Capigruppo nell'incontro col Presidente: la Regione Piemonte è arrivata fuori tempo massimo. L'intuizione è stata precedente poi però è successo un fatto, e cioè, forse, il 27 aprile, in questo paese è cambiato qualcosa: c'è un governo di centrodestra. Tutte le Regioni che hanno legiferato, hanno legiferato come maggioranze di centrodestra per scardinare la legge sulla parità scolastica, andando oltre.
Lei ha avuto il grande merito di fare chiarezza. Il Consigliere Marcenaro ha subito posto un altro problema, e lo faccio mio, lo condivido: ha priorità il diritto allo studio o ha priorità l'opzione politica che deriva da un impegno preso in campagna elettorale? Guardi che la questione etica che si pone è notevole, perché da una parte c'è l'emergenza sul piano socio-sanitario, dall'altra i provvedimenti di legge che attendono di essere approvati dall'aula, dall'altra ancora una serie di adempimenti che sulle priorità, non rispondono a logiche politiche ma a logiche d'urgenza.
Siccome è ormai pacifico che per il 2001/2002 non si è in grado di operare "a babbo morto", come si dice, cioè a iscrizioni già avvenute, una scelta che compensi chi ha optato per le scuole private, abbia il coraggio di sospendere la trattazione di questa legge. La sospenda! Affronti il problema del diritto allo studio, dia priorità a questo problema e allora il binario diventa la legge sul diritto allo studio. Il pendolino l'Intercity, diventa quella roba lì! L'altra è un binario parallelo dove potrà solo correre come un accelerato, perché ...



(Commenti dell'Assessore Leo fuori microfono)



CONTU Mario

Certo! Lei prosegua pure sul Testo Unico, però dando priorità alla legge sul diritto allo studio! Ci guadagnerebbe!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Presidente, le ho chiesto la parola per intervenire su questo punto che riguarda la legge della Regione Lombardia. Mi permetto di anticipare che, sulla legge della Regione Emilia Romagna, il collega Marcenaro utilizzerà i suoi dieci minuti. E' una cosa assolutamente possibile: spettandogli l'illustrazione più il tempo per un intervento cumula dieci minuti. Ma sto già anticipando quanto accadrà dopo.
Prima ho detto che ho chiesto di intervenire per parlare della nostra richiesta di leggere la legge della Regione Lombardia. In realtà c'è stata una dimenticanza, perché avremmo dovuto non solo chiedere di leggere la legge lombarda, ma anche la successiva deliberazione del Consiglio regionale della Regione Lombardia del 27 luglio, dove si indicano gli indirizzi e i criteri per l'erogazione del buono scuola, di cui alla L.r.
1/2000. Dalla lettura delle due deliberazioni della Regione Lombardia infatti, si evince chiaramente quali sono le intenzioni di quella Regione.
Si potrebbe fare un interessante parallelo con le intenzioni della Giunta regionale piemontese.
Intanto (non so se può essere un'anticipazione, di sicuro è un'informazione) la Regione Lombardia, in un primo momento, aveva stanziato 97 miliardi poi, con uno storno di bilancio (tanto caro all'Assessore Burzi!) sono stati tolti 27 miliardi per arrivare a 70.
Alla Regione lombarda sono state presentate circa 50.000 domande. La percentuale (perché siamo in presenza della franchigia dell'1%) di domande presentate dagli studenti della scuola pubblica è minima, ma le previsioni che fanno gli stessi uffici regionali è che questa stessa minima percentuale, all'erogazione definitiva, si ridurrà ulteriormente, quasi ad arrivare vicino allo 0%.
Per questo voglio ricordare l'errore che abbiamo commesso quando abbiamo presentato questa questione preliminare: non avremmo dovuto citare solo la L.r. 1/2000 della Regione, oppure avremmo dovuto presentare due preliminari, una sulla legge e l'altra sugli indirizzi e i criteri delle deliberazioni. Non è un caso che, in Commissione, più volte abbiamo chiesto il regolamento attuativo della legge regionale piemontese, perché non basta solo la legge.
Si tratta di capire se è possibile cercare d'illustrare la questione preliminare, almeno cercare, non dico di riuscirci.
Sarebbe stato utile non solo presentare la questione preliminare sulla legge 1/2000 della Regione Lombardia, ma anche i criteri attuativi, perch dalla lettura dei due provvedimenti viene chiara la fotografia. Ma come sarà chiara la fotografia, quando e se (tolgo il "se", altrimenti qua qualcuno si preoccupa ulteriormente, per carità!) sarà approvata la legge? Quando sarà approvata la legge ("quando" non lo so!) e ne conosceremo il regolamento attuativo, sarà chiaro, Assessore Leo, che questo disegno di legge (e lo voglio ripetere fino alla noia, confortato dal sondaggio che abbiamo presentato oggi agli organi d'informazione e che porteremo a conoscenza quanto prima di tutti i piemontesi) si rivolge (siamo stati larghi nelle intenzioni!) non al 6,5% degli studenti che frequenta la scuola privata, ma a meno di questo stesso 6,5%! Una parte delle scuole cattoliche, infatti, non lo condividono, non si riconoscono in esso e per esso sono, invece, preoccupate.
Assessore, ci rifletta. Avremo occasione di riparlarne.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale questione preliminare, di cui ho già dato lettura.
La votazione non è valida per la mancanza del numero legale.
La seduta riprenderà da questa votazione martedì alle ore 10.00. Ricordo che per mercoledì c'è il sindacato ispettivo e ricordo anche che lunedì 22 alle ore 13.15 è convocata la Conferenza dei Capigruppo presso la sala Morando, per concordare l'ordine del giorno dei lavori di mercoledì.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.45)



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