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Dettaglio seduta n.14 del 27/07/00 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Presidente Ghigo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Presidente, la richiesta che voglio fare al Consiglio è l'iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 11, che è già stata prenotata e che quindi era già indicata all'o.d.g. Chiedo perlomeno che venga iscritta. La motivazione della mia richiesta è molto semplice perché le determinazioni conseguenti all'approvazione della deliberazione non sono ininfluenti rispetto ad alcuni processi in corso di carattere autorizzativo.



PRESIDENTE

Per completezza, devo fare una precisazione: la proposta di deliberazione n. 11 era prenotata, ma mi è giunta una richiesta formale da parte del Presidente Ghigo, il quale mi ha chiesto di operare una valutazione sulla ricevibilità o meno della stessa.
Ho consultato il Regolamento, ma per poter dare una risposta occorre fare un piccolo esame, perché l'art. 5 prevede, al comma 5, che, "nel caso di necessario giudizio" - e qui è stato richiesto - "sulla ricevibilità formale dei testi, delle mozioni e delle altre proposte fatte al Consiglio giudica il Presidente dell'assemblea ai fini dell'applicazione dell'art.
75, comma 4, del Regolamento".
L'art. 75, comma 4, del Regolamento recita: "Il Presidente riferisce al Consiglio qualora sorgano dubbi sulla ricevibilità dei progetti di legge presentati. Qualora i dubbi concernano la loro ammissibilità, la Commissione competente ne riferisce al Consiglio. In entrambi i casi il Consiglio decide per alzata di mano".
Pertanto, in caso di richiesta di valutazione sulla ricevibilità richiesta che sto cercando, perché non essendo un oggetto posto all'o.d.g.
non è tra le carte che abbiamo a disposizione oggi - sembrerebbe che questo richieda una procedura di consultazione della Commissione competente o comunque una valutazione del Consiglio.
Segnalo, dunque, all'assemblea che, nel caso in cui il punto dovesse essere iscritto all'o.d.g., si porrebbe questo problema, che è formale, ma che va affrontato.
Se, invece, il provvedimento non dovesse essere iscritto oggi, il problema non si pone e ci sarà la possibilità di fare una valutazione approfondita sulla richiesta del Presidente Ghigo.
Dovevo informarvi della richiesta del Presidente Ghigo, o, meglio degli Uffici della Giunta; richiesta motivata dal fatto che il Consiglio non avrebbe il potere di regolamentare questa materia, perché spetterebbe alla Giunta. Io, comunque, vi ho informati.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà



SAITTA Antonino

Sulla sua comunicazione, Presidente, perché mi pare che essa sposi, non completamente, ma in parte, la tesi del Presidente Ghigo, che ritengo abbia avanzato un'osservazione come Consigliere regionale.
Stiamo parlando di una proposta di deliberazione presentata da alcuni Consiglieri regionali e condivisa successivamente da altri colleghi.
Lei, Presidente, ha fatto alcune osservazioni in ordine alla ricevibilità, sposando e prendendo come spunto le questioni sollevate dal Consigliere regionale Ghigo, perché sotto questo aspetto è un componente dell'assemblea legislativa.
L'osservazione sulla ricevibilità avrebbe dovuto essere sollevata al momento della presentazione della proposta. Il Presidente del Consiglio regionale, cioè, nel momento in cui riceve una proposta e l'assegna ad una Commissione, ha il dovere di verificarne la ricevibilità, altrimenti non l'assegna alla Commissione.
In questo caso, c'è un altro aspetto importante: la Commissione, non soltanto ha ricevuto il documento, ma l'ha esaminato e votato, e in quella sede né il Presidente della Commissione né i funzionari hanno sollevato problemi in ordine alla non ricevibilità o alla non competenza da parte della Commissione e del Consiglio.
Abbiamo, pertanto, una proposta di deliberazione presentata da alcuni Consiglieri, che il Presidente del Consiglio ha assegnato alla Commissione ritenendola, il modo sottinteso, ricevibile. La Commissione l'ha approvata e l'ha trasmessa all'aula.
E' sempre successo così e non si capirebbe un atteggiamento diverso tutti i provvedimenti licenziati dalla Commissione, laddove è stato richiesto, sono stati iscritti.
Non capisco, dunque, il motivo per il quale occorra assumere la posizione del Presidente Ghigo, che interviene su una questione che non è di sua competenza. Nel senso che, sotto questo aspetto, il suo parere è identico a quello del Consigliere Saitta o del Consigliere Tomatis.
Siccome la proposta di deliberazione è stata esaminata dalla Commissione, indipendentemente dalle decisioni che il Consiglio vorrà assumere, chiedo al Consiglio che essa venga perlomeno iscritta all'o.d.g.
Ricordo un fatto non irrilevante: la volta scorsa, il collega Pedrale ci ha riferito di un parere espresso dall'Assessorato al commercio, in seguito ad una questione sollevata relativamente all'attività dello stesso tale questione sarebbe superata perché il parere legale prodotto dall'Assessorato al commercio consente la retroattività su quella proposta.
Pertanto, non verrei che, per una questione di procedura, venisse assunta una decisione successiva rispetto ai problemi che vogliamo risolvere; è importante che la decisione venga assunta oggi.
Per questo motivo chiedo l'iscrizione della proposta di deliberazione n. 11.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Saitta.
Preciso che ho cercato semplicemente di rappresentare al Consiglio tutte le questioni relative al punto e soprattutto di comunicare che era giunta la richiesta da parte del Presidente Ghigo. Il problema ulteriore è che il Presidente Ghigo oggi non è presente in aula.
Ma affrontiamo la questione con ordine. Il Consigliere Saitta è intervenuto a favore dell'iscrizione, ai sensi dell'art. 51, comma 4.
Qualcuno chiede di parlare contro tale richiesta? Ha chiesto la parola il Consigliere Mercurio; ne ha facoltà.



MERCURIO Domenico

Grazie, Presidente. Io, prima delle 11,00 non è che sia molto sveglio comunque mi pare strana...



PRESIDENTE

Consigliere Mercurio, devo darle la parola adesso, non posso attendere fino alle 11,00!



MERCURIO Domenico

Tuttavia non ho bisogno di attendere le 11,00, signor Presidente, per capire che la potestà regolamentare non è più del Consiglio o dei Consigli regionali. Dopo la recente modifica della Costituzione, due sono state le grandi novità: la prima è rappresentata dall'elezione diretta del Presidente, la seconda è che la potestà regolamentare è passata di competenza agli organi esecutivi.
Questa proposta di modifica di deliberazione non è altro che un Regolamento attuativo di legge. Il Regolamento non è più di competenza dei Consigli regionali. Sarebbe come se la Giunta volesse legiferare.
Dopodiché, al di là della ricevibilità o meno, il problema è di sostanza.
Ritengo sia anche un fatto di cultura rispetto alla precedente legislatura.
Nella nuova legislatura dobbiamo abituarci a pensare che il Consiglio regionale emana solo le leggi. A me non interessa cosa dice il Presidente Ghigo o gli uffici della Presidenza, la Segreteria. Prima ancora che il problema fosse posto dal Presidente Ghigo all'amico e collega Pedrale dissi molto tranquillamente che non avrei sottoscritto il suo emendamento per questa semplice ragione che ho già motivato.
Inviterei, quindi, il Consigliere Saitta e gli altri Consiglieri a non insistere su questo argomento, perché l'eventuale deliberazione modificata sarebbe completamente nulla, e non occorrono né pareri né altro, perch anche un semplice allievo dell'Università, quale può essere il sottoscritto, arriverebbe a queste semplicissime conclusioni.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Mercurio.
Pongo in votazione la proposta di iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 11, "Modifica della deliberazione del Consiglio regionale 29 ottobre 1999, n. 563-13414 (Indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l'insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa, in attuazione del d.lgs. 31 marzo 1998, n. 114)", così come esplicata dal Consigliere Saitta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta di iscrizione all'o.d.g. è respinta con 7 voti favorevoli e 29 astenuti (non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri).
Non è stata raggiunta la maggioranza richiesta dall'art. 51, comma quarto quindi non è iscritta all'o.d.g. la proposta di deliberazione n. 11 illustrata dal Consigliere Saitta.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Segretario Di Benedetto, in qualità di Consigliere; ne ha facoltà.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.
Intervengo per chiedere l'iscrizione all'o.d.g. del Consiglio l'ordine del giorno n. 59 "Direzione Agenzia per le opere delle Olimpiadi 2006" che abbiamo presentato, a firma dei Consiglieri Chiezzi, Moriconi, Brigandì e Di Benedetto.
Procedo ad illustrarlo velocemente. Tra l'altro, chiedo, se è possibile, di inserirlo all'o.d.g. della seduta pomeridiana.



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a fare un po' di silenzio, altrimenti non si sente il collega Di Benedetto.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Premesso che le Olimpiadi Invernali del 2006 rappresentano un'importante occasione di rilancio del territorio piemontese, premesso che arriveranno rilevanti somme per la realizzazione delle opere, premesso che gli interventi saranno gestiti direttamente dalla stessa Agenzia, la cui nomina è di competenza del Consiglio dei Ministri, considerato l'importante ruolo della Regione all'interno del Comitato Olimpico e di questa agenzia che gestisce i 1.500 miliardi che le verranno assegnati, viste le notizie apprese sul quotidiano La Repubblica del 21/07/00, dove emerge già un'indicazione di nomina da parte del centrodestra di un candidato che pare abbia riportato delle condanne, chiediamo che la Giunta si impegni in ordine a questo ordine del giorno, e che lo stesso Presidente Ghigo nell'incontro con il primo Ministro, Giuliano Amato, fissato per lunedì, si adoperi perché chiunque venga candidato a guidare l'Agenzia abbia i requisiti minimi, così come previsti in qualsiasi concorso pubblico, di competenza tecnica, professionale e che non abbia carichi pendenti con la giustizia.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Di Benedetto.
La parola al Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Presidente, chiedo soltanto di intervenire contro il solito principio di arrivare in aula all'ultimo momento a porre delle questioni che non c'entrano assolutamente nulla a fronte di ordini del giorno concordati nelle conferenze dei Capigruppo, abbondantemente metabolizzati, presi in considerazione, corretti e modificati.
E' una cattiva abitudine di questo Consiglio regionale, che purtroppo ha già preso piede nella passata legislatura, contro la quale d'ora in avanti, per principio, indipendentemente dal merito dell'ordine del giorno presentato dal collega Di Benedetto, che può essere condivisibile, non accetteremo più. D'ora in avanti non consentiremo, per quanto riguarda i pochi voti del mio Gruppo, l'iscrizione di alcun ordine del giorno che non sia stato concordato in conferenza dei Capigruppo, salvo cataclismi catastrofi o eventi eccezionali.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Ghiglia.
Pongo pertanto in votazione la richiesta del Consigliere Di Benedetto di iscrizione all'o.d.g. dell'ordine del giorno n. 59, "Direzione Agenzia per le opere delle Olimpiadi 2006".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La richiesta di iscrizione è respinta con 15 voti favorevoli e 25 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere), in quanto non è stata raggiunta la maggioranza richiesta dall'art. 51, comma quarto, del Regolamento.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Grazie, Presidente.
Nella scorsa seduta abbiamo iscritto all'o.d.g. il disegno di legge n.
88: "Determinazione nuovi importi del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Modifica e integrazione alla legge regionale n. 39/96".
Questo disegno di legge è urgente, poiché vi è la scadenza del 31 luglio, entro la quale possiamo adottare delle modifiche per poterle far decorrere dal primo gennaio dell'anno successivo. Di conseguenza, visto il dibattito che è sorto in ordine dall'articolato della legge sull'inquinamento acustico, quindi la necessità di approfondire tutti gli emendamenti, chiederei di anteporre questo provvedimento, naturalmente ferma restando la necessità di procedere nel corso della giornata secondo le valutazioni del Presidente; però, chiederei comunque di anticiparlo.



PRESIDENTE

L'Assessore chiede di trattare immediatamente il disegno di legge n.
88: "Determinazione nuovi importi del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Modifica e integrazione alla legge regionale n. 39/96".
Ricordo ai colleghi che l'o.d.g. di oggi inizia con la proposta di deliberazione n. 12, in merito alla costituzione di una Commissione speciale e, poi, in coda, ci sono gli argomenti non trattati nel Consiglio di martedì.
Pongo in votazione la richiesta dell'Assessore.
Non essendoci alcun voto contrario, la richiesta è accolta all'unanimità.
Prima di iniziare la lunga seduta odierna, volevo sottoporvi anche un'altra questione: anche il punto 9), in merito alla proposta di deliberazione relativa a "Nomina della Commissione Consultiva per i procedimenti di iniziativa legislativa popolare e degli Enti locali e dei referendum (Titolo II della legge regionale 20 dicembre 1990, n. 55)", è urgente e in scadenza. Praticamente, è una presa d'atto dei nomi del sorteggio, quindi, se l'assemblea non si oppone, lo tratterei velocemente dopo la discussione del provvedimento richiesto dall'Assessore Cavallera.



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Si tratterebbe di anticiparlo?



PRESIDENTE

Sì, anticiparlo e collocarne la discussione immediatamente dopo il disegno di legge n. 88: è soltanto una presa d'atto.



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Potremmo votare per vedere se ci sono i quaranta voti.



PRESIDENTE

No, ci vuole la maggioranza.
Se nessuno oppone, la mia proposta è data per acquisita all'unanimità.
Grazie, Consigliere Papandrea.


Argomento: Province - Circoscrizioni comunali

Esame disegno di legge n. 88: "Tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 3 luglio 1996, n. 39 e determinazione nuovi importi" - ordini del giorno collegati


PRESIDENTE

Iniziamo la seduta con l'esame del disegno di legge n. 88.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pierluigi, relatore

La I Commissione consiliare, nell'ottica di approfondire il disegno di legge n. 88, ha ritenuto di consultare i soggetti interessati e, dopo un attento esame condotto in seduta congiunta con la V Commissione, competente per la materia ambiente, ha approvato a maggioranza il provvedimento il 21 luglio 2000.
Il disegno di legge in oggetto si propone di rivedere, nell'arco di un biennio, gli importi del tributo per i rifiuti urbani e quelli speciali anche in considerazione del fatto che tali importi sono rimasti fermi ai valori iniziali del 1995.
L'obiettivo principale è quello di incentivare, nello spirito della legge istitutiva, il recupero dei rifiuti, riducendo quanto più possibile il conferimento in discarica, che deve essere inteso come ultimo e residuale anello della catena della gestione dei rifiuti.
In Commissione è emerso che l'aumento del tributo si giustifica in quanto, da una parte, si vuole ridurre il divario di costi tra lo smaltimento in discarica del rifiuto, oggi più basso del costo della raccolta differenziata, a cui va sommato anche il costo del recupero in impianti appositi e, dall'altra, si vuole disporre di ulteriori risorse che potranno essere, in toto o in parte, destinate ad iniziative volte a favorire il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata e la realizzazione degli impianti.
In quest'ottica, di disincentivo di sistemi tradizionali di smaltimento e di creazione progressiva di una maggiore disponibilità finanziaria per operare nel settore secondo obiettivi più avanzati, l'aumento degli importi viene stabilito nell'arco di un biennio.
Tale disegno di legge ha poi apportato alcune modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 39 del 1996, rese necessarie in particolare da alcune variazioni legislative statali in materia di sanzioni.
In particolare, il provvedimento è composto di quattro articoli. Il primo prevede l'aumento, nell'arco di un biennio, degli importi del tributo. Sono esclusi i rifiuti provenienti dai settori minerario estrattivo, edilizio, lapideo e metallurgico. Il secondo articolo integra l'art. 3 della legge regionale n. 39/1996 per poter meglio individuare quali scarti e sovvalli siano beneficiari del pagamento ridotto del tributo. La Giunta regionale individua la percentuale minima di recupero per gli impianti di selezione automatica, riciclaggio, recupero e compostaggio devono raggiungere, per poter usufruire del pagamento del tributo in misura ridotta per il conferimento in discarica degli scarti e sovvalli e le modalità di verifica. Il terzo estende formalmente anche a questo tributo la facoltà prevista dall'art. 17, comma terzo, del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472 in materia di irrogazione immediata delle sanzioni. Il quarto articolo recepisce le modifiche normative apportate dall'art. 15 del decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472 per "le sanzioni in materia di tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi".
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Gallarini.
Iniziamo la discussione generale dando la parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente e signori Consiglieri, in merito alla proposta di legge n. 88, illustrata poc'anzi dal collega, noi non siamo d'accordo per quanto riguarda l'applicazione e l'aumento della tassa ecologica che, in due anni, prevede un recupero della stessa imposta al 100%.
Non siamo d'accordo per due motivi. Innanzitutto, non si può aumentare un'imposta del 100% con la giustificazione che i costi in discarica sono altamente competitivi e, di conseguenza, piuttosto che frazionare il rifiuto, l'utente è portato a conferirlo direttamente in discarica.
Non siamo d'accordo sul principio, perché all'aumento della tassa non sono stati indicati, e nella stessa legge non vengono segnalati, i controservizi che offriamo all'utenza e il riferimento ad un'applicazione più accorta del famoso decreto Ronchi, che prevede la riduzione dei volumi in discarica.
E' vero che, in questa fase, la tassa viene anticipata dalla discarica però, poi, si ripercuote negativamente sull'utenza, in modo particolare su quella domestica.
Continuo a manifestare il disaccordo in merito all'aumento di questa tassa fino a quando, così come indicato dal decreto Ronchi, non verrà inserita la quota variabile nella procedura. Il decreto Ronchi fa riferimento alla riduzione dei volumi in discarica e non si comporta come questa legge dicendo: siccome costa troppo poco, noi aumentiamo la tassa sarebbe come dire: noi per non far circolare i cittadini con la macchina aumentiamo il costo della benzina.
In questo procedimento, si deve inserire un articolo, previsto dal decreto Ronchi, che preveda l'inserimento di una tariffa di tipo binomio ossia comprendente una quota, che pagano tutti, per la costruzione degli impianti ed una quota variabile, che paga l'utenza. Con questo tipo di sistema non si agevolano le famiglie più modeste, ad esempio, le famiglie o le persone anziane che vivono da sole in un appartamento di 300 metri quadri che devono pagare l'aumento del 100% dell'ecotassa senza alcun tipo di servizio a fronte di questa tassa.
Di conseguenza, non siamo d'accordo sul modo in cui questa ecotassa è stata impostata.
Va rivisto il tutto in un complesso un po' più articolato, che preveda l'inserimento della quota variabile, in modo che il cittadino paghi il rifiuto in virtù della quantità effettivamente smaltita.
Questo dovrebbe essere il primo segnale di modernizzazione, visto che questa legislatura sta avviando un nuovo percorso per modernizzare la norma per la gestione dell'amministrazione regionale. L'inserimento della quota variabile per gli utenti dovrebbe essere il primo passo che dimostra effettivamente il percorso di modernizzazione. Altrimenti continuiamo a far pagare le tasse a chi onestamente le tasse non le deve pagare. Le tasse vanno pagate in modo proporzionale e corretto.
Continuo a riportare l'esempio della signora anziana che abita all'ottavo piano, che ha 300 metri quadrati di fabbricato e che di colpo si vede raddoppiare la tassa ecologica senza un tipo di logica.
Mi auguro che questa legge venga rettificata e venga inserita in un complesso più ampio che prevede, appunto, l'inserimento di questa quota variabile, in modo che il cittadino va a pagare effettivamente quello che ha conferito in discarica.
Ci permettiamo di dare qualche consiglio per l'annoso problema dei rifiuti. Non riesco a capire perché, a Moncalieri abbiamo, per esempio, una centrale termica gestita dall'azienda energetica, che ha tredici linee, di cui una, inattiva, ci fu regalata dagli americani all'epoca del piano Marshall. Non si può modificare questo tipo di centrale termica, che è di grandissima potenzialità, ma tutti i rifiuti potrebbero essere conferiti in questo tipo di centrale; oppure riprendere una centrale termica dell'Enel di Chivasso, anche qui con opportune modifiche. Si possono bruciare rifiuti visto che, in qualche modo, bisogna spingere organizzazioni economiche che prevedono la produzione del CDR, cioè del combustibile derivante dal rifiuto.
Pertanto, non siamo d'accordo sulla maggiorazione della tassa, che nel giro di due tornate raggiunge il 100% di aumento. Siamo favorevoli ad inserire la quota variabile, così come previsto dal decreto Ronchi, e prevedere la riduzione dei costi. Che tipo di controservizio l'ente pubblico deve dare per giustificare l'aumento? Inoltre, propongo di prendere in esame, approfittando della presenza dell'Assessore Cavallera, la possibilità di poter utilizzare le centrali termiche dell'Enel e dell'Azienda energetica municipale di Torino dove effettivamente, questo rifiuto può essere utilizzato per la produzione di energia elettrica e di riscaldamento, in modo da abbassare il costo del riscaldamento per gli impianti collegati alla rete di teleriscaldamento urbano.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Devo dire che questo disegno di legge regionale presenta alcune complessità. Dal punto di vista ambientale, il problema della quota economica da tassare sul conferimento del materiale da portare in discarica riveste un importante ricaduta se diventa un fattore che va ad incrementare il punto principale del problema della raccolta dei rifiuti, ovvero la promozione della raccolta differenziata.
Conosciamo tutti il problema delle nostre società dal punto di vista dei rifiuti, che è quello di arrivare ad una riduzione del conferimento degli stessi. Fino a quando non arriveremo a sistemi che vadano ad incidere fortemente a favore della raccolta differenziata, finché non arriveremo a creare dei sistemi che siano veramente incentivanti (la raccolta differenziata), non usciremo mai dall'emergenza rifiuti, perché se dobbiamo interrarli, dobbiamo prevedere sempre nuovi buchi e non troveremo mai i posti dove interrarli. Le vicende che stanno avvenendo nella nostra Regione dimostrano i problemi legati a questa emergenza.
Se non riusciremo a fare la raccolta differenziata verranno proposte altre soluzioni, quale quelle dell'incenerimento, a cui siamo assolutamente contrari. Non so quanti condividono la nostra posizione, ma siamo assolutamente contrari all'ipotesi di incrementare l'incenerimento.
E' chiaro che anche la leva economica diventa un mezzo e uno strumento importantissimo dal punto di vista del costruire una strategia per i rifiuti. Quello che desideriamo è di costruite una strategia per avviare un circolo virtuoso che, a partire da una riduzione dei rifiuti da conferire in discarica tramite la raccolta differenziata, deve permetterci di giungere a delle soluzioni migliori. In questo senso, la proposta di legge regionale potrebbe anche essere vista in senso generale in questo indirizzo, nel senso che si decide di aumentare la quota economica da pagare per il conferimento in discarica con il sottinteso che, attuando una raccolta differenziata, si dovrebbe non squilibrare il sistema generale.
Però, è proprio questo il punto: non troviamo indicato questo meccanismo.
Si parla solo di un aumento progressivo per il 2001 di trenta lire, che aumenta nel 2002 fino a quaranta lire, senza indicare una soluzione alternativa e valida che ci permetta di creare e incentivare questo circolo virtuoso.
Abbiamo bisogno che nei Comuni si passi sempre di più a una raccolta differenziata, perché questo deve essere l'obiettivo su cui tutti concordiamo e a cui tutti noi pensiamo, perché solo così possiamo uscire dall'emergenza rifiuti, che credo sia nota a tutti.
Il problema fondamentale è proprio quello di riuscire ad usare la leva economica per incentivare la raccolta differenziata, ma, tenendo conto di come è stata impostata, rileviamo che potrebbe di fatto solo configurarsi come un'ulteriore tassazione sui rifiuti.
Siamo perplessi su questo punto, come in parte diceva il Consigliere Giordano, perché temiamo che, così come formulata, finisca per configurarsi semplicemente come un ulteriore tassa sui rifiuti: è questa la nostra perplessità.
Siamo anche un po' imbarazzati come ambientalisti. Se invece la leva fiscale fosse usata in modo per creare il circuito virtuoso, saremo a favore.
In altre Regioni italiane, è stata scelta una strada di questo tipo: aumentare di più l'ammontare dell'importo sul conferimento in discarica (in certe Regioni è stato scelto di farlo anche molto più consistente, cioè arrivare subito alle cinquanta lire), però con l'avvertenza che nei Comuni che già raggiungono determinati obiettivi previsti dal decreto Ronchi per la raccolta differenziata, la quota rimane a venti lire.
Ecco, questo è un circuito virtuoso, per cui chi si comporta in un determinato modo, cioè i comuni che fanno la raccolta differenziata, viene premiato, a fronte dei comuni che non la fanno. A quel punto, il comune dovrà giustificare ai cittadini perché non ha provveduto alla raccolta differenziata e perché, in questo modo, l'ammontare della tassa è più alto che non quello del Comune vicino che invece vi provvede. Questo è il punto per noi più importante, sul quale mettiamo l'accento.
Globalmente, poi, dobbiamo dire che siamo sempre perplessi per il fatto che ci troviamo a discutere di leggi che vanno in scadenza e che dobbiamo licenziare in tempi brevissimi in quanto la Giunta ci pone problemi di urgenza, mentre si tratta di argomenti che meriterebbero un minimo di approfondimento, anche per il fatto che ci sono persone, come nel mio caso che non hanno potuto esaminare precedentemente la legge.
Sempre per quanto riguarda il discorso della gestione dei rifiuti, come ho già accennato anche all'Assessore in maniera informale, occorre rilevare che ci sono dei problemi per il modo stesso in cui viene calcolata la quota di riferimento del rifiuto differenziato.
A nostro parere, esistono grossi problemi per come è stato formulato l'oggetto stesso della delibera e quindi anche questo potrebbe essere un motivo per cui molti Comuni non raggiungono o raggiungono quote insufficienti di raccolta differenziata. Secondo noi, è perché vi sono degli errori; siamo disposti, anzi vorremmo confrontarci su questo fatto perché ci sembra proprio che ci siano, se non degli errori, per lo meno delle incongruenze nel modo in cui viene conteggiata la quota di rifiuto differenziato da calcolare.
In conclusione, come Gruppo - ripeto - siamo quasi imbarazzati, nel senso che dire no all'aumento dell'ammontare dell'importo potrebbe essere appunto - non in linea con le nostre posizioni generali, in quanto riteniamo che la leva economica sia un momento importante per favorire la raccolta differenziata.
Tuttavia diciamo no, perché in questo modo la leva economica non va a costruire, secondo noi, un circuito virtuoso, quello a cui invece noi puntiamo. Ripeto: se noi non costruiamo un circuito virtuoso, passeremo molto tempo a discutere non solo di discariche, ma di inceneritori e di tutto quello che sappiamo significa il Piano dei rifiuti.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Manolino; ne ha facoltà.



MANOLINO Giuliano

Desidero svolgere un intervento molto veloce e sintetico, soltanto per riassumere alcune posizioni e, soprattutto, se possibile, chiarire e chiarirci le idee circa gli interventi che mi hanno preceduto.
Credo che questa legge, che viene così non dico vituperata, ma comunque messa in dubbio da alcuni Consiglieri circa la presunta necessità di attuazione immediata, circa l'urgenza di attuazione e la sua utilità o comunque la rispondenza di attuazione rispetto a quello che prevede la legge Ronchi, non sia stata completamente capita o, per lo meno, qualche Consigliere, con la massima buona fede dovuta magari al fatto che non ha un'esperienza diretta del settore, abbia invertito le fasi della disposizione della tutela del suolo: viceversa, qui stiamo parlando della raccolta differenziata.



MANOLINO Giuliano

GIORDANO Costantino (fuori microfono)



MANOLINO Giuliano

Devi dirmi chi paga la tassa.



MANOLINO Giuliano

Ci arrivo. Il fatto che noi possiamo pensare di aumentare la tassa ecologica sul tal quale, quindi sul rifiuto che va in discarica, è un indirizzo specifico e preciso che non fa altro che disincentivare tutti coloro che per anni hanno "scaricato" in maniera incontrollata. E tutti qui mi pare - siamo d'accordo nel dire che non si dovrebbero più fare discariche, che non dovremmo più avere i problemi di impatti ambientali che ripetutamente in questi anni hanno portato ad alcune situazioni disastrose.
Se non vogliamo che questo avvenga, è chiaro che dobbiamo incentivare tutti i cittadini, quindi tutte le autonomie locali, e non parlo solo dei Comuni, ma in particolare dei nuovi Consorzi sia precedentemente costituti sia in fase di definizione ai sensi del nuovo Piano territoriale provinciale, affinché vengano attivate tutte le procedure possibili per evitare il tal quale, per aumentare le percentuali della raccolta differenziata e quindi del recupero e, soprattutto, per rivitalizzare l'attività di valorizzazione, in modo tale che i cittadini abbiano questa cultura del "risparmio del rifiuto".
Quando si parla di tassa, sappiamo che questo non va a tassare direttamente il cittadino, ma va a far sì che il cittadino spenda, in realtà, meno di quanto spende oggi. Può sembrare un paradosso, ma lo spiego subito.
Se la Regione Piemonte, come tutte le altre Regioni d'Italia peraltro acquisisce nell'arco di un anno o due una certezza di introito da questa ecotassa, è in grado, ovviamente, di poter ridistribuire a favore dei bacini, dei consorzi e delle autonomie locali le contribuzioni e gli aiuti necessari per la realizzazione degli impianti, che sono impianti di valorizzazione del riciclo del rifiuto.
Se questo succede - e lo dico non solo a beneficio del Consigliere Giordano, ma dell'intera assemblea - allorquando i Consorzi devono investire (quindi tutte le entità locali, tutte le Autonomie locali) del denaro per realizzare degli impianti finalizzati al recupero dei rifiuti, e quindi alla finalizzazione del decreto Ronchi, questi, invece di dover spendere miliardi in più, hanno l'ammortamento dei miliardi spesi in meno.
Traduzione: se Torino deve fare un inceneritore, se una Provincia o un settore provinciale devono fare un impianto di discarica, e se questo ha un costo - dico una cifra ipotetica, non reale - di 100 miliardi, se questi 100 miliardi devono essere ammortizzati, oggi tutte le tariffe che vengono applicate dai bacini di utenza dei Consorzi applicano una quota del costo tariffario riferita all'ammortamento del costo dell'impianto ed una quota riferita al costo di gestione; in alcuni casi, c'è anche una quota riferita alla gestione del post mortem, quindi del termine della coltivazione dell'impianto.
E' pacifico che se la quota di ammortamento - dico una cifra per generalizzare in questo momento - è di 50 miliardi su 100 miliardi che devo ammortizzare in X anni, se i 50 miliardi non sono più 50, ma sono 30 o 20 perché la Regione è intervenuta nell'ambito del Piano territoriale provinciale e ha dato questa contribuzione, voi capite che la tariffa che consegue all'applicazione dell'ammortamento è certamente ridotta, quindi i cittadini, in realtà, teoricamente verranno a risparmiare del denaro.
Il problema però è un altro. Se noi pensiamo di applicare la raccolta differenziata così come prevede la legge Ronchi e come la dovremmo incentivare, i maggiori costi al cittadino non derivano dalla tassa ecologica, ma derivano dai costi reali operativi della realizzazione della raccolta differenziata, per la quale - credo lo sappiate - i costi sono quasi il doppio dell'attuale raccolta. Ciò vuol dire - e noi lo vediamo in alcune sperimentazioni in corso in alcune città - che abbiamo dei costi parametrati ad una tariffa normale di 100-120 lire, che sono addirittura arrivati a 280 lire. Questo è il costo che i cittadini hanno per avere un recupero ambientale in aumento, e quindi in avvicinamento alla percentuale richiesta dalla normativa Ronchi.
Quindi, l'aumento di 10 lire dal punto di vista dell'incentivazione, e quindi della promozione da parte dell'Assessorato regionale per contribuzioni da finalizzare agli impianti in corso di realizzazione parrebbe addirittura insufficiente.
Non a caso, la media delle altre Regioni d'Italia - lo abbiamo visto in una tabella che l'Assessorato aveva distribuito in sede di Commissione - e specialmente le Regioni di diverso colore politico dalla Regione Piemonte (non lo dico per fare polemica gratuita, ma per evidenziare una necessità) hanno da tempo applicato una tariffa che non è di 20 lire, ma di 40-50 lire. Questo a significare che non si tratta di uno sfizio dell'Assessorato all'ambiente regionale, ma di una necessità che deriva da una contingenza di costi per la realizzazione dei nuovi impianti di trattamento.
Vorrei dunque invogliare, se fosse possibile - specialmente il Consigliere Moriconi che mi diceva essere titubante su questa legge come ambientalista - dicendogli che effettivamente noi, allo stato attuale questo è parere personale - non abbiamo altre possibilità di intervento perché se non è questa, tutti i bacini delle varie Province, in particolare la Provincia di Torino, stanno facendo un'operazione di riverniciatura delle loro operazioni, perché stanno cercando di fare questo assemblaggio con un unico Ente gestore, il quale dovrà realizzare questi impianti che sono stati calcolati dall'ufficio provinciale e quindi abbiamo delle entità sia per quel che riguarda la termodistruzione sia per la valorizzazione e il recupero dei rifiuti.
Naturalmente, quando questo piano sarà a regime, quindi quando sapremo esattamente quello che si dovrà fare, allora in quel momento credo che la Regione Piemonte sarà anche in grado di poter dire, conoscendo le varie necessità nei vari bacini dell'ambito della provincia e delle province: "Bene, sappiamo quali sono le necessità contributive".
Finisco con il dire questa cosa, che è finalizzata alla temporaneità del contributo. Qualcuno, mi pare anche in Commissione, aveva sollevato l'eccezione circa il fatto se fosse o non fosse necessario o utile che questo aumento tariffario dovesse essere previsto solo per un anno anzich per due anni. Devo dire che, dal punto di vista funzionale, quindi organizzativo, sia dei Comuni che dei bacini, dei consorzi, credo sia indispensabile sapere non solo di un anno, ma addirittura di tre anni.
Voi sapete che tutti i bilanci dei Comuni, degli enti locali e dei consorzi devono avere carattere pluriennale, quindi minimo triennale. Mi pare che sia logico, per potersi programmare, sia la Regione nella fase contributiva, ma soprattutto tutti gli enti locali e tutti i consorzi costituiti, sapere quali saranno le incidenze contributive nell'arco di questo triennio. Questo perché, se la legge entra in vigore oggi, noi abbiamo la necessità - non dico l'urgenza - che a settembre, ottobre questa sia in vigore, in modo tale che la stesura dei bilanci dei bacini e dei Comuni e dei consorzi per l'autunno prossimo possa essere utilmente presa a esempio sapendo qual è la contribuzione.
In secondo luogo, la proposta che vorrei fare è: naturalmente va bene per le 10 lire e credo che vadano anche bene le 20 lire per l'anno successivo; chiederei che nella delibera venisse inserita la possibilità di precisare che per il terzo anno rimangano ferme le 40 lire, in modo che si arrivi al triennale di previsione e che quindi tutti gli enti locali e tutti i consorzi conoscano veramente l'applicazione della tariffa e non debbano modificare il regime della stessa ogni anno. Anche perché, credete per i cittadini la cosa più difficile penso sia quella di trovarsi ogni anno delle nuove bollette, delle nuove cartelle di tributi ogni volta diverse, comportando dei problemi anche a livello di budget familiare, di previsione familiare.
Se sappiamo che il triennio ha questo sviluppo, siccome sappiamo che la tassa rifiuti che viene convertita in tariffa ha ancora dei tempi lunghi di realizzazione per la modifica del sistema comunale, credo che nei prossimi tre anni, da questo punto di vista, si riesca a sapere esattamente quali sono le incidenze. Non solo, credo che in questi tre anni non ci potranno essere modifiche reali e incidenti sui cittadini, perché nei prossimi tre anni, seppur decollino gli impianti e le previsioni che nei vari bacini provinciali debbono essere attuati direi entro il prossimo anno, la loro realizzazione, la loro messa a regime e comunque la loro incidenza nell'ammortamento sicuramente non avrà incidenza nei prossimi tre anni, ma sarà successiva perché non verranno ultimati se non nei tre, quattro anni.
Quindi credo che per questi prossimi tre anni noi avremo la tranquillità di poter dire veramente ai cittadini: "Non dovreste avere più sorprese". Quindi chiedo all'Assessore, se possibile, di fare: 10 lire il primo anno, 20 lire il secondo e sempre 20 lire il terzo, in modo che ci sia una programmazione completa non solo per la Regione, ma anche per gli enti locali.



PRESIDENTE

Informo il Consiglio che è giunta una delegazione di Sindaci ed esponenti del Covest per il problema Malpensa.
Le opzioni sono due: o andiamo avanti con l'ordine dei lavori o interrompiamo la seduta per poter ricevere la delegazione.
La mia valutazione è la seguente: procediamo con l'ordine dei lavori l'Assessore Casoni, io e i Capigruppo o i Consiglieri delegati dai Capigruppo (scelgano i Gruppi al loro interno) andremo ad incontrare la delegazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sulla sua proposta io esprimo la valutazione che sarebbe opportuno sospendere i lavori del Consiglio, anche perché per alcuni di noi diventa impossibile partecipare alla riunione svolgere l'intervento sulla legge.
Quindi, magari contenendo i tempi della riunione e dell'incontro, mi sembra più giusto consentire questa possibilità. Grazie.



PRESIDENTE

Sospendiamo allora i nostri lavori per 20 minuti. La delegazione viene ricevuta in Sala Viglione.



(La seduta, sospesa alle ore 11,12 riprende alle ore 12,43)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Siamo in sede di dibattito generale sul disegno di legge n. 88: "Tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi.
Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 3 luglio 1996, n. 39 e determinazione nuovi importi".
E' iscritto a parlare il Consigliere Papandrea; ne ha facoltà.



PAPANDREA Rocco

Rispetto a questa legge noi abbiamo sottoscritto due emendamenti e un ordine del giorno. Per quanto riguarda gli emendamenti, da una parte intervengono sulla destinazione del tributo che viene fissato relativamente allo smaltimento dei rifiuti in discarica, e dall'altra rispetto alla verifica. Le due cose sono in qualche modo collegate, nel senso che noi pensiamo che l'intero ammontare di quanto si otterrà rispetto a questo tributo debba essere destinato a stimolare la raccolta differenziata, che debba avere questo fine esclusivo.
Se si attua questo tipo di destinazione, avremo un vantaggio successivo anche dal punto di vista di quanto i cittadini verranno a pagare, perché se attraverso questa politica si riuscirà ad ottenere una diminuzione della produzione dei rifiuti - credo non solo a raccoglierli in modo differenziato, ma favorendone anche la riduzione attraverso la differenziazione - avremo un beneficio collettivo che determinerà il fatto che tutti tendenzialmente rientreremo nella fascia in cui si paga di meno.
Il secondo aspetto è quello della verifica introdotta a luglio del prossimo anno.
Ho ascoltato gli argomenti del Consigliere di maggioranza che è intervenuto questa mattina, il quale parlava della necessità di una programmazione per i consorzi che smaltiscono i rifiuti e per i Comuni di avere una previsione a medio termine sufficiente. Ritengo che siano argomentazioni interessanti. Allo stesso tempo, penso che la verifica sia necessaria. Quest'anno non è stato possibile, probabilmente per una serie di ragioni, effettuare questo tipo di provvedimento con una verifica più generale di applicazione della nuova legge sui rifiuti e di come sta andando avanti il processo. Ritengo invece che sarebbe stato più utile farlo già adesso; inevitabilmente bisognerà farlo il prossimo anno.
Credo che il prossimo anno, quando si riaffronterà anche il problema del tributo, bisognerà vederlo in una fase di valutazione di come stanno andando avanti le indicazioni che noi abbiamo dato. Quindi verificheremo poi anche il voto su questi emendamenti.
Devo dire che noi, come Gruppo, non è che pregiudizialmente siamo contrari all'approccio presente nella legge, quindi ad introdurre anche un aumento. Riteniamo che per non far apparire il discorso come un puro aumento sarebbe stato necessario affrontarlo già adesso con quest'ottica per dimostrare che quello a cui miriamo non è semplicemente di ottenere di più dalle tasche dei cittadini, ma di avere una politica globale rispetto al problema delle discariche e dei rifiuti. La critica che facciamo semmai, è che con questo provvedimento si evidenzia semplicemente un aspetto e non invece la situazione complessiva. Non siamo comunque pregiudizialmente critici rispetto all'introduzione di un tributo differenziato che premia e penalizza a seconda del comportamento che hanno i Comuni. Crediamo che questo in qualche modo sia un percorso da adottare semmai la critica - ripeto - riguarda il modo e non il principio. Se si corregge il modo, abbiamo già degli elementi aggiuntivi.
Questo rispetto al provvedimento in discussione.
Faccio ora alcune considerazioni rispetto a quanto è stato detto stamattina. Bisogna avere un atteggiamento attento al problema. Domani mattina, per esempio, avremo un'audizione in V Commissione rispetto a una discarica che crea una serie di problemi gravi nell'Alessandrino. Questo è solo uno dei tanti casi sui quali saremo costretti ad intervenire a seguito della politica tradizionale che è stata portata avanti negli anni precedenti, quando si considerava la risorsa suolo una risorsa da sfruttare in modo indiscriminato che ha provocato danni che ora siamo obbligati a pagare; volenti o nolenti siamo obbligati ad intervenire.
La necessità di una politica che inverta la tendenza e non crei più problemi per il futuro è fondamentale.
Dobbiamo affrontare questo problema con la consapevolezza che anche l'entità economica del problema va vista con questa logica: il risparmio di oggi può diventare, come è stato nel passato, un costo pesante in un secondo momento.
Io sono molto prudente rispetto al discorso dell'utilizzo della termodistruzione per quanto riguarda i rifiuti per due ragioni.
La prima è che non abbiamo garanzie che questa sia una scelta ecologicamente priva di rischi. Sono scelte che sembrano interessanti e convenienti oggi, ma che domani potrebbero creare tutta una serie di problemi di inquinamento di diverso tipo nell'aria che costringeranno ad intervenire.
La seconda è che si stimola la produzione di impianti e di scelte che in qualche modo vogliono il rifiuto come materia prima e quindi non operano più nell'ottica del contenimento. Poiché si smaltisce con una relativa facilità, l'aspetto del contenimento della produzione di rifiuti passa in secondo piano. Addirittura si può avere una scelta opposta, quella di disinteressarsi del problema e incoraggiare la produzione di rifiuti perch vengono utilizzati come materia prima. Stamattina sono stati fatti accenni in quella direzione e io devo dire che sono molto perplesso rispetto a scelte che vadano in quella direzione, mentre pensiamo che l'utilizzo del tributo che viene introdotto debba essere proprio finalizzato allo smaltimento e alla differenziazione. Quando faremo discussioni, sia in sede regionale, ma anche in sede più generale, relative all'introduzione di politiche che favoriscano la riduzione dei rifiuti, dovremo introdurre degli elementi di penalizzazione di chi produce rifiuti all'origine, di chi produce cose che sono un rifiuto. La nostra buca delle lettere è spesso piena di rifiuti, ma anche quando andiamo al mattino a comprare i giornali riceviamo una certa quantità di rifiuto che molto spesso troviamo poi nelle adiacenze degli stessi giornalai, depositata direttamente nei cestini.
Penso che sarebbe utile intervenire sul fatto che della carta inutile viene fatta pagare a chi compra il giornale; io vorrei poter trovare dei giornali con le notizie e la pubblicità a parte, se voglio anche l'inserto pubblicitario me lo pago, ma se non lo voglio risparmio.
Sono cose che magari fanno sorridere, sulle quali però si dovrebbe ragionare. Questo è un esempio che si scontra sicuramente con interessi e con logiche economiche pesanti, però si potrebbe intervenire direttamente per eliminare il rifiuto, eliminarne la produzione. Di queste cose parliamo molto, però poi siamo poco coraggiosi nelle nostre azioni, pur sapendo che viene arrecato un enorme danno all'ambiente perché la materia prima che si utilizza sarebbe bene che rimanesse là dove è e continuasse ad essere albero e non altro come invece avviene.
Ripeto, noi abbiamo delle perplessità sul provvedimento, ma che sono dentro questa logica e non semplicemente per un rifiuto nei confronti di un incremento che invece va affrontato dentro un'ottica più globale.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, signor Assessore, la modalità di smaltimento dei rifiuti attraverso la discarica ha fatto chiaramente il suo tempo. Io direi che oggi non ha più senso, né ambientale né economico, l'atto di smaltire con la discarica quanto ancora oggi viene considerato rifiuto.
Le discariche - per carità - hanno avuto anch'esse la loro evoluzione: iniziate come semplici luoghi in cui accatastare tutto, nel corso degli anni, al crescere delle esigenze ambientali e della sensibilità anche culturale della società in genere, anche le discariche si sono evolute dal punto di vista ambientale, tecnologico ed economico. Si è iniziato a proteggere le falde e il terreno dai percolati; si è iniziato anche a ricavare dell'energia, con il biogas; si è iniziato a recuperare lo stesso sito della discarica attraverso i ricoprimenti, i piantumamenti, in modo che dopo venti, trenta o quarant'anni si restituisse un suolo, sia pure morfologicamente diverso, ad un utilizzo per il tempo libero.
Mi sembra che abbiamo fatto di tutto, all'interno del sistema discariche, per cercare di rendere questo sistema ambientalmente il meno possibile pesante, economicamente il più possibile produttivo. Non c'è più nulla da inventare.
L'esigenza, oggi, è quella di farla finita con una modalità che non ha più senso ma che ha ancora vita, e molta, purtroppo! Ad oggi, la discarica per quanto controllata, per quanto la migliore delle discariche possibili è un sistema ancora troppo utilizzato. Quindi, le scelte politiche nel settore dei rifiuti devono puntare all'obiettivo di ridurre drasticamente l'utilizzo della discarica come modalità di smaltimento dei rifiuti.
Non credo si possa fare ciò colpendo i contribuenti e i Comuni con le tasse, come abbiamo sentito dire dall'ANCI. Il decreto Ronchi non intendeva colpire i contribuenti e aumentare le tasse: in modo coordinato delineava una politica che aveva per obiettivo la riduzione dei rifiuti, dall'origine fino all'ultimo materiale intrattabile in altri modi se non con la consegna ad un sito o l'incenerazione. L'obiettivo del decreto Ronchi non era di fare tutto ciò "educando" e cercando di creare un atteggiamento culturale che, poco modificando la situazione esistente, andasse a prendere dalle tasche dei cittadini nuove tasse. Penso che nella logica ultima del decreto ci fosse, e ci sia, la necessità di non pensare neppure a questo: evolvendo il sistema verso il recupero, smaltimento e altro, la discarica deve essere una modalità destinata a morire, non deve esistere più. Anche l'introduzione di una leva disincentivante è accettabile, conché tutte le altre filiere d'intervento vadano avanti al meglio possibile. Se così non è e oggi così non è - ritengo sia dannoso non solo per le tasche dei cittadini, ma anche per la loro testa: non si forma e si promuove una cultura penalizzando brutalmente! All'opposto, si crea in tal modo una reazione del tutto contraria a quella desiderata. Per questo motivo, penso che quelle politiche complesse e coordinate, legate a obiettivi concreti che oggi non ci sono (raccolta differenziata, riciclaggio, riduzione dei rifiuti sin dall'origine) vadano elaborate di concerto con gli Enti locali non al contrario. Non si può far pesare un provvedimento di questa natura sulla testa degli enti locali. Il documento dell'ANIC è stato molto duro.
Parliamo sempre di federalismo e devoluzione, ma non mi sembra che oggi compiamo un atto coerente aggravando i cittadini con nuove tasse e mettendo in difficoltà i Comuni. Mi sembra che qualcosa stoni e non funzioni. Per questo motivo (a parte gli emendamenti sottoscritti, che cercano di limitare i danni) insieme ad altri colleghi chiediamo che i proventi della legge siano destinati esclusivamente ad un settore: la raccolta differenziata. Chiaro che l'obiettivo generale rimane la riduzione dei rifiuti, e la raccolta differenziata, insieme ad altri, è uno degli strumenti che concorrono al suo raggiungimento. In questo momento, ritengo sia lo strumento più efficace per ridurre i rifiuti, il più adatto per creare e costruire una cultura più matura di noi cittadini, nel nostro agire quotidiano, nel nostro modo di guardare alle merci, di utilizzarle e consumarle; insomma, lo strumento che crea più educazione, creando modalità e stili di vita innovativi. Penso che questo sia il settore in cui investire in modo esclusivo, almeno nei primi anni, i proventi di questa legge. A tale scopo presenteremo, insieme ad altri colleghi, un ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino, ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Assessore, questo provvedimento non ci vede d'accordo e non può che non vederci d'accordo. Se ci basassimo soltanto sulla parte illustrativa, sulla relazione (e verrebbe da pensare che il provvedimento sia stato scritto a due mani, e da due mani che tra loro non hanno quasi comunicato), chiaro che anche noi concordiamo con gli intenti e gli obiettivi posti, che riconosciamo la necessità di raggiungere il 30,6%, come Regione Piemonte di raccolta differenziata entro il 2002, chiaro che condividiamo tutta quella serie di procedure che consentono di dare impulso al decreto Ronchi e di metterci nella condizione di operare sul serio, con lo slancio necessario. Il provvedimento, però, afferma altro. Non è in linea, è incoerente rispetto alla relazione, traducendosi in un'unica decisione di tributo, di tassa. Non ci sono neppure né modalità né obiettivi che dimostrino l'utilità di questa tassa. E' un provvedimento soltanto a carattere economico, una tassa da aggiungere alle altre, pesanti, di cui già si fanno carico i cittadini.
Sappiamo tutti che l'impegno da parte delle Amministrazioni comunali è stato massiccio e significativo, che sono state le Amministrazioni comunali a pagare il prezzo più alto, chiedendo più soldi ai loro cittadini trovando gravi difficoltà nell'individuazione dei siti, nella costruzione delle filiere, nello stare dietro ai consorzi. Sono tutti elementi che pesano sulla macchina comunale. Nei confronti di queste Amministrazioni noi siamo in forte ritardo, poiché non abbiamo restituito quanto dovuto in termini di servizi e strutture, lasciando che si gestiscano totalmente la partita "rifiuti", ben sapendo che stanno arrivando a dei livelli di guardia e che si sono create situazioni per le quali non si può più prevedere un futuro. I Comuni hanno ormai raggiunto livelli di guardia sotto due aspetti: da una parte, sulla quantità di tasse da richiedere ai cittadini, dall'altra, per quanto riguarda le discariche, gli spazi, i siti, gli impianti. Un ulteriore aumento va finalizzato, come si afferma nella relazione, di cui non c'è traccia nel provvedimento.
Un ulteriore aumento va finalizzato - così recita la relazione - ma non lo ritroviamo nel provvedimento. Un ulteriore aumento deve prevedere un progetto di ritorno forte e chiaro su quel territorio, su quell'amministrazione comunale, su quei cittadini ai quali i sindaci vanno a chiedere un'ulteriore tassa. Ci deve essere un chiaro ritorno in termini di raccolta differenziata, di filiera di impianti. Non si può prevedere un tributo che finisce in un calderone generale del quale non si renda conto e che non sia finalizzato alla raccolta differenziata. Questo è lo scopo principale del provvedimento.
Una tassa ad esclusivo beneficio regionale, così concepita come recita il provvedimento, non la relazione, non può essere accettata. Qual è il contributo che dà e che ha dato la Regione Piemonte perché sia efficace il decreto Ronchi, perché si faccia sul serio la raccolta differenziata? La situazione attuale è che la Regione ha creato una serie di strumenti, ma sta ferma, non è al tavolo concertativo insieme ai consorzi e ai comuni non si fa carico di ricevere tutte le lamentele - e non solo queste - dei cittadini alla ricerca dei siti, non si sta facendo carico, in prima persona, di incentivare la raccolta differenziata, di incentivare le filiere. Questo è il primo nostro dovere che abbiamo, accompagnato alla richiesta di un aumento tributario. Il primo nostro dovere istituzionale è quello di fare delle azioni ravvicinate nel tempo il più possibile affinché si metta mano realmente all'importante scelta fatta in questo Paese, ma anche imposta dalle direttive dall'Unione Europea in materia di rifiuti.
Le 15 lire che la Regione ha trattenuto nell'anno passato, ad esempio come sono state reinvestite? Non abbiamo avuto tempo di parlarne in Commissione, questo è un provvedimento arrivato d'urgenza contemporaneamente sia in I che in V Commissione, ma come sono stati utilizzati questi soldi? Per rendere marginale l'uso della discarica o per altri scopi? Un calderone generale, in un fondo generale? Dove sono finiti i 49 miliardi incassati lo scorso anno di cui 36 solo di fonte AMIAT? Di quei 49 miliardi, 47 risultano nel calderone generale e 2 risultano mirati alla raccolta differenziata.
Rendiamo anche conto di come sono stati utilizzati i fondi nel momento in cui chiediamo un ulteriore tributo, un'ulteriore tassa ai cittadini.
Rendiamo percepibile che chiediamo soldi in più, ma che vengono restituiti sul territorio sotto forma di raccolta differenziata, sotto forma del bene estremo della salvaguardia ambientale, sotto forma di una diminuzione di discariche, sotto forma di una ricerca non di siti per fare altri buchi dove si mette tutto e il contrario di tutto. Deve garantire un'azione di riciclaggio di raccolta differenziata. Facciamoci avanti con delle azioni diciamo come spendiamo questi soldi, rendiamoli mirati; a quelle condizioni è credibile chiedere un aumento. A quel punto la tassa può anche essere superiore perché la restituisco nel mio territorio sotto forma di servizio al cittadino. In questo modo è credibile, così come l'avete impostata voi no, così ha un'altra sembianza: un ennesimo tributo che finisce in un fondo generico e che non rende partecipe - se non per toccare il portafoglio sensibile, responsabile e protagonista il cittadino che i tributi li paga.
Noi sosteniamo che è giusta l'incentivazione ed è giusta la penalizzazione: incentiviamo quei comuni e quelle amministrazioni comunali che hanno agito a favore della raccolta differenziata e penalizziamo gli altri. Questo, però, non è previsto, perché con il provvedimento che avete portato in aula, di fatto sono tutti uguali, ma come distinguere gli sforzi, l'impegno, il lavoro esercitato da certe amministrazioni comunali rispetto ad altre che non si sono mosse o che hanno aumentato i buchi dove ci metto il tal quale? C'è ancora un altro problema, Assessore. Noi sosteniamo che chi ha raggiunto gli obiettivi debba essere premiato e chi, invece, non li ha raggiunti debba essere penalizzato, ma bisogna che la Regione agisca con azioni concrete ed evidenti a sostegno dei consorzi e dei comuni: così non è stato. Chiediamo un'inversione di rotta per fare sul serio.
Un altro problema molto serio - voi lo sapete benissimo, ma non c'è stato tempo di parlarne in Commissione perché il provvedimento è arrivato all'ultimo momento - è quello relativo al conteggio. Dove sono le linee guida della Regione che creano le condizioni perché il conteggio della raccolta differenziata venga fatto in un modo omogeneo sull'intero territorio regionale piemontese? Nella situazione attuale non c'è un conteggio uguale tra i consorzi (alcuni ci mettono gli inerti, altri gli ingombranti e poi tutto finisce in discarica). La Regione ha il compito di impartire le linee guida di calcolo unificando il metodo, ma va anche reso trasparente e questo lo si può fare solo attraverso la lettura dei bollettari; non c'è altra soluzione. Leggiamo questi bollettari, facciamo veramente questo riscontro, creiamo le condizioni perché così si agisca.
Noi siamo per ridurre i volumi, ridurre le discariche e ridurre ed eliminare questa transumanza assurda dei rifiuti. Siamo per rendere competitivo il sistema della raccolta differenziata con il sistema della discarica e lo riaffermiamo, con forza, aumentando i costi della discarica.
Gli aumenti, però, devono essere coerenti con la filosofia generale; così è solo un aggravio fiscale.
Gli emendamenti che abbiamo presentato vanno in questa direzione. Oggi non ci convinceranno che questo è un buono provvedimento, ma se non altro accettando questi emendamenti, si creano condizioni di favore.
Al Consigliere Manolino diciamo che non siamo d'accordo sulla triennalità, perché la Regione, oggi, non ha le condizioni di calcolo e di conteggio, né le linee guida. C'è la necessità, tra un anno, di rivedere e verificare, alla luce del lavoro fatto, e di decidere cosa succederà nell'anno successivo. C'è la necessità di restituire all'amministrazione comunale, quindi ai cittadini; c'è la necessità di evidenziare con forza che queste azioni sono fatte per la raccolta differenziata e di rendere trasparenti i bilanci delle entrate. Solo così diventa un discorso serio e coerente con la relazione.
In alcuni interventi abbiamo sentito fare un riferimento alla questione relativa alla centrale di Chivasso, in merito ci permettiamo soltanto di sottolineare il passaggio che c'è stato nella discussione, ricordando in particolare che per la centrale di Chivasso siamo in presenza di un DPCM e siamo in presenza di una direttiva europea che pone quella città e quella centrale al primo posto nella graduatoria di interventi di riconversione.
Sottolineo che ci sono le condizioni affinché si vada verso la riconversione in termoelettrico a gas. Tale riconversioni ha visto, per anni, coinvolti il territorio, azioni sinergiche da parte di più istituzioni, cittadini e realtà ambientaliste.
Non ci piace sentire che stanno cambiando delle cose. Vorremmo, a questo punto, che venisse fatta chiarezza, anche perché, al punto in cui siamo giunti, un'inversione di rotta simile, fa pensare a ben altro e in modo ben peggiore.
Non è l'argomento in questione, ho voluto evidenziare l'aspetto per correttezza collaborativa nei confronti dell'Assessorato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Gli interventi di questa mattina sono stati molto interessanti; in qualche modo abbiamo già iniziato il dibattito per l'aggiornamento della legge regionale n. 59 sui rifiuti; legge approvata nel 1995, mentre nel 1997 è stata emanata la legge n. 22, la cosiddetta legge "Ronchi". Quindi è chiaro che, per ragioni di adeguamento normativo, ma anche ragioni di accelerazione di certi processi o di rafforzamento di certe scelte, nei prossimi mesi dovremo lavorare su questo tema.
Sarà una proposta di legge che terrà anche conto del dibattito che va avanti in Parlamento; mi auguro si giunga presto all'approvazione del disegno di legge sulla gestione dei servizi degli enti locali, perch tutto, ovviamente, si interseca.
Per quanto riguarda lo specifico, sottolineo che stiamo parlando di ecotassa e non entriamo nel merito di quella che è l'azione, condivisa anche da noi, che deve essere portata avanti dai gestori degli impianti dei servizi di raccolta dei rifiuti, cioè la trasformazione della tassa raccolta rifiuti solidi-urbani, in tariffa.
Certamente quella tassa, a norma di legge, deve essere, con gradualità trasformata in tariffa e deve anch'essa - sarà senz'altro così, in quanto così l'aveva pensata il Ministro Ronchi che l'aveva proposta - essere un incentivo per azioni virtuose, e una penalizzazione per tutte quelle azioni che sono "pesanti" nei confronti dell'ambiente.
Noi, invece - ne ho già parlato in Commissione - con l'ecotassa sui rifiuti intendiamo penalizzare l'utilizzo della risorsa-suolo, perché la discarica è un vincolo territoriale permanente e quindi, in qualche modo deve essere una strada che con il tempo dovrà essere abbandonata.
Si tratta di gestire un transitorio, la discarica non sarà mai abbandonata al cento per cento, perché avremo sempre delle ceneri se inceneriamo o dei sovvalli o dei rifiuti, non altrimenti trattabili, anche nel caso di raccolta differenziata o trattamento spinto, però verrà ridotta notevolmente la quantità di rifiuti che dovrà finire in discarica.
Con l'ecotassa desideriamo penalizzare il conferimento in discarica vale a dire l'utilizzo della risorsa-suolo per finalità che possono essere in qualche modo assolte diversamente.
Dobbiamo ricordare che, quando venne introdotta l'ecotassa sui rifiuti non venne definito in modo chiaro a quali finalità era destinato l'introito; semplicemente si era stabilito che l'introito era a beneficio dell'ambiente.
Purtroppo, nella finanziaria del '96, l'ecotassa è stata introdotta come "tampone" per i bilanci delle Regioni. Erano gli anni in cui si dovevano mettere i paletti per Maastricht e, non potendo più ricorrere ad altre soluzioni, si era stabilito di ricorrere all'ecotassa. Tale introito venne suddiviso nel seguente modo: l'80% andava a "tamponare" le falle dei bilanci regionali, il 20% andava a favore dell'ambiente e il 10% alle Province.
In sostanza, fino all'anno '99 - siamo già a consuntivo - su 37 miliardi lordi incassati, esclusa la parte di competenza delle Province, il netto utilizzato per l'ambiente è stato di 6,4 miliardi.
Oggi ci troviamo in una condizione completamente diversa. Gli equilibri finanziari nei bilanci regionali sono stati raggiunti in modo diverso, si può superare il vincolo, per cui l'introito, che deriva da un eventuale aumento dell'ecotassa, può essere destinato interamente a finalità ambientali. Tant'è che è possibile - abbiamo dato l'assenso con l'ordine del giorno - finalizzare eventuali incrementi di introiti, esclusivamente nel settore ambientale, partendo - e sono perfettamente d'accordo - da interventi a favore della raccolta differenziata.
Noi, come Regione, in questi anni non abbiamo portato avanti iniziative per la raccolta differenziata, in quanto si è dovuto aiutare i Comuni e i Consorzi (più piccoli sono, maggiore è la difficoltà) a progettare dei sistemi di raccolta differenziata - che devono essere calibrati a seconda se siamo in campagna o se siamo in città - e a realizzare le isole ecologiche, a dotarsi dei contenitori particolari. Il Piemonte, con i suoi 1200 Comuni, è un territorio molto vasto; noi, a beneficio degli enti locali, dei consorzi e delle aziende pubbliche, abbiamo investito circa cento miliardi. Certamente non provenienti dall'ecotassa, perché l'ecotassa ha prodotto circa 6 miliardi per quattro anni, i rimanenti miliardi sono stati reperiti dal bilancio regionale.
Siamo partiti dal primo anello della catena, vale a dire dalla raccolta differenziata. Adesso occorre fare un altro salto, quello della selezione degli impianti di trattamento a tecnologia complessa, per far sì che quel 15%, che è raggiungibile con delle azioni di organizzazione semplice, oggi possa fare l'ulteriore salto del 10, 15%, quindi arrivare al minimo al 25 nel 2001, che è previsto dalla legge Ronchi, meglio ancora sarebbe il 30 previsto dal nostro Piano.
Noi, come Regione Piemonte, seguiremo la strategia approvata in questo Consiglio a larga maggioranza - i voti negativi sono stati veramente pochi dove sono state compiute delle scelte significative. Ricordo la scelta della raccolta differenziata al 30%, ricordo il ciclo integrato dei rifiuti, quindi la consapevolezza che, per poter sostenere un sistema di questo tipo, occorre costruire, contemporaneamente, gli impianti di raccolta differenziata, gli impianti complessi di selezione, il compostaggio e poi attuare la legge Ronchi. Legge Ronchi che prevede un ricorso, anche se non eccessivo, alla valorizzazione energetica dei rifiuti. Noi abbiamo compiuto la scelta che il CDR, il combustibile secco nella nostra regione deve avere almeno un potere calorifico di 3500 kcal al chilogrammo. Proprio per evitare che il rifiuto, più o meno camuffato potesse andare all'inceneritore o che qualcuno pensasse di chiudere l'epoca delle discariche per aprire quelli degli inceneritori a iosa.
Per questi equilibri, all'anno mediamente si producono un milione e ottocentomila tonnellate di rifiuti urbani piemontesi: noi abbiamo previsto un 30% di raccolta differenziata di recupero, un 30% di incenerimento (pi di 600.000 tonnellate) ed un 30% che va a discarica, come ceneri, sovvalli o quant'altro. Dopodiché, nella legge del '95, avevamo previsto un ruolo più pregnante, ma la legge Ronchi, nel '97, ha riconosciuto in capo alle Amministrazioni provinciali un determinato ruolo, tant'è che abbiamo dovuto trovare degli equilibri che non hanno comportato, non comportano e non comporteranno alcuna messa in panchina della Regione.
Come Regione, siamo costantemente in riunione con le Province, abbiamo addirittura istituito un tavolo di contrattazione per la realizzazione di questi impianti complessi. I soldi dello scorso anno (6 miliardi e 400 milioni) sono stati spesi in questo modo: 2 miliardi per interventi di tipo tradizionale, previsti dalle normative della legge 59, e 4 miliardi e 400 milioni per attivare un programma da 145 miliardi, sul quale diamo una contribuzione negli interessi per 10 anni.
Pertanto, a fronte degli investimenti messi in campo dai vari soggetti diffusi in tutto il Piemonte, dal cuneese al torinese, all'astigiano, al biellese, all'alessandrino, e quant'altro, ci sono progetti per 201 miliardi, una spesa ammissibile da parte nostra, valutata in Commissione di 145 miliardi, un mutuo che viene contratto, un contributo del 3 costante per i 10 anni, quindi un notevole abbattimento del piano di ammortamento per questi consorzi.
I cittadini, dunque, già prima del nostro aumento, avranno un notevole contributo regionale per abbassare le spese dello smaltimento.



PRESIDENTE

Assessore, le ricordo i tempi previsti per l'intervento.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Mi avvio alla conclusione.
Per quanto riguarda gli emendamenti, come principio ribadisco la necessità di arrivare, nel 2002, alle 40 lire. In termini politici lavoreremo per questo.
Dal punto di vista pratico, in un emendamento viene chiesto di stralciare il secondo comma, che è quello relativo al 2002. Sono d'accordo con lo stralcio, fermo restando che si trovi il modo - con la legge di bilancio o con la riforma della legge 59 - di riproporre quell'aumento. Nel frattempo, il vantaggio è di poter aprire un momento di ulteriore verifica all'interno della Commissione, portando tutti i dati che sommariamente ho illustrato. Non dimentichiamo i 12 miliardi di fondi europei destinati al sistema delle imprese, perché un altro comparto sul quale è importante lavorare è quello dei rifiuti speciali assimilabili.
Emerge, pertanto, l'orientamento della Giunta di applicazione del Piano dei rifiuti, di applicazione della legge Ronchi, di utilizzazione - ahim dello strumento slegato, previsto dalle norme, che obbligano a prendere una decisione a luglio; avremo, poi, l'appuntamento del bilancio per valutare l'impiego dei fondi.
Pertanto, accolgo l'emendamento e l'ordine del giorno più articolato mi riservo di leggere l'ordine del giorno del collega Chiezzi, perché è arrivato solo adesso.
Per quanto riguarda l'emendamento sulle politiche di educazione ambientale, penso che esse possano essere contenute, piuttosto che in una norma, eventualmente nell'ordine del giorno.
Riguardo, poi, all'abrogazione del comma secondo, propongo prendere una decisione in questa sede; gli indirizzi a mo' di mozione, invece contenerli eventualmente nell'ordine del giorno, proprio perché la legge deve essere molto chiara. Le indicazioni riguardanti il modo di operare, a mio avviso trovano migliore collocazione all'interno di un ordine del giorno, quindi di una risoluzione collegata del Consiglio.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Non essendovi altri interventi, si proceda all'esame dell'articolato.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Muliere, Manica Marcenaro, Chiezzi, Moriconi, Papandrea, Giordano, Di Benedetto e Tomatis: Aggiungere all'art. 1 il comma 1 bis): "L'intero importo è destinato, tramite apposito fondo regionale, a sensibilizzare la cittadinanza sul potenziamento della raccolta differenziata e gli impianti di trattamento e smaltimento. Viene rassegnato a tal fine, attraverso le Province, ai Comuni sulla base di una ripartizione equa e fondata sull'effettivo riscontro rilevato dalla verifica bollettaria".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Dal punto di vista della votazione, sono contrario, perché - come ho già detto - concordo con l'emendamento relativo all'abrogazione.
Eventualmente, lo si potrebbe richiamare per quanto riguarda l'informazione e l'educazione ambientale ed integrare, invece, la prima parte nell'ordine del giorno.
Riguardo alla seconda parte dell'emendamento, poiché non operiamo interventi diretti, è già previsto dalla legge 59 che le contribuzioni non possano che essere alle Province, ai Comuni, ecc.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
La Giunta, dunque, non è favorevole all'emendamento, però ha dato un'indicazione di recepimento parziale nell'ordine del giorno.
Pongo pertanto in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 23 contrari.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, la maggioranza non garantisce il numero legale.



PRESIDENTE

Ne prendo atto. Ripeto a microfono che il collega Chiezzi ha segnalato che in questo momento il numero legale è garantito dalla presenza e dall'apporto della minoranza.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Muliere, Manica Marcenaro, Chiezzi, Moriconi, Papandrea, Giordano, Di Benedetto e Tomatis: Art. 1, abrogare il comma secondo e sostituire con: "Entro il 31 luglio 2001, a seguito di verifica, revisione e consultazione si procede a definire l'ammontare dell'imposta per l'anno successivo".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Propongo di dividere l'emendamento in due parti. La prima così formulata: "Il comma secondo dell'art. 1 è abrogato", mentre la seconda inserirla nell'ordine del giorno, perché recita: "Entro il 31 luglio 2001 a seguito di verifiche, revisione e valutazione, si procede a definire l'ammontare dell'imposta per l'anno successivo". Presento, pertanto, un subemendamento.



PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera presenta, dunque, il seguente subemendamento: 1.3) Il comma secondo dell'art. 1 è abrogato.
Ha chiesto la parola la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Assessore, se ho capito bene, lei riporterebbe anche questa parte nell'ordine del giorno...



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

L'abrogazione rimane...



SUINO Marisa

L'abrogazione rimane, quindi viene abrogato il secondo comma dell'art.
1 e, pertanto, lei accetta che entro un anno si sia addivenuti ad una verifica, ad una consultazione e quindi si proceda con una nuova...



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La seconda parte la inserirei nell'ordine del giorno.



SUINO Marisa

Quindi l'abrogazione viene applicata immediatamente sull'art. 1, mentre la parte descrittiva viene riportata nell'ordine del giorno, insieme al punto relativo al precedente emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Per essere chiari, sono favorevole all'abrogazione del secondo comma che è la sostanza dell'emendamento. Per quanto riguarda gli indirizzi revisione entro il 31 luglio, mettiamo nell'ordine del giorno che è di indirizzo. Relativamente all'emendamento precedente, direi di introdurre nell'ordine del giorno, oltre che il recupero di queste due righe qui anche "...ivi compresa la sensibilizzazione della pubblica...".
Qui dice: "...la Giunta regionale ad utilizzare i fondi derivanti dall'aumento del tributo previsto dalla legge... prioritariamente per iniziative volte a favorire il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, ivi compresa la sensibilizzazione...".
Se posso concludere, "Entro il 31 luglio 2001 a seguito di verifica, si proceda a definire l'ammontare delle imposte per l'anno successivo".



PRESIDENTE

L'esposizione mi sembra chiara. L'Assessore propone un subemendamento soppressivo di quello proposto dalla collega Suino e sostitutivo con la semplice eliminazione del comma 2 dell'art. 1 e poi, dal punto di vista politico, propone il recupero del dispositivo nell'ordine.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, apprezziamo l'impegno dell'Assessore relativamente ai due passaggi. E' importante che ci sia una provvisorietà temporale di un anno su questo provvedimento, perché consente soprattutto di entrare in una logica di revisione anche dei conteggi e di dare trasparenza ai finanziamenti, quindi di sicuro è un passo avanti. Così come è importante andare ad aggiungere all'ordine del giorno questi elementi. Rimane il fatto, Presidente, che chiediamo comunque la votazione su questi emendamenti, pur accogliendo gli aspetti più collaborativi di apertura da parte dell'Assessore, perché in ogni caso il provvedimento che è stato presentato continua ad avere un'impostazione di carattere tributario e quindi, come tale, col carattere d'urgenza che l'ha visto porre in discussione, non può che trovarci discordi.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento illustrato dall'Assessore Cavallera soppressivo del comma 2, dell'art. 1.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 38 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Pongo in votazione l'emendamento 1.2) che prevede di introdurre di fatto il comma 2, su cui la Giunta ha espresso il parere contrario.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 13 voti favorevoli e 26 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 voti favorevoli 25 voti contrari 12 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 voti favorevoli 25 voti contrari 12 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 voti favorevoli 25 voti contrari 12 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 voti favorevoli 25 voti contrari 12 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione dell'intero testo è il seguente: presenti 46 votanti 45 hanno risposto SI' 32 Consiglieri hanno risposto NO 12 Consiglieri si sono astenuti 1 Consigliere non hanno partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.
Ora vi sono i due ordini del giorno collegati.
Il primo ordine del giorno, in ordine di presentazione, è il n. 68 "Fondi per la raccolta differenziata rifiuti e sitema integrato rifiuti urbani" a firma dei Consiglieri Gallarini, Cantore e Valvo, emendato dalla Giunta regionale con la seconda parte dell'emendamento 1.2), il cui testo è stato distribuito corretto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola la Consigliera Suino per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente, mi scusi per la distrazione.
Assessore, nella discussione della legge, si era impegnato ad inserire nell'ordine del giorno anche i contenuti riportati nell'emendamento all'art. 1: non li ritroviamo, perciò le chiediamo ragione dell'affermazione precedente e di questa incoerenza.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Con l'emendamento, noi proponiamo di iscrivere entro il 31 luglio quindi, questo c'è - a seguito di revisione.



(Intervento fuori microfono della Consigliera Suino)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

No, l'altro.
Ho detto che va bene il discorso della sensibilizzazione della cittadinanza, infatti, se vede, abbiamo inserito: "ivi compresa la sensibilizzazione". Al contrario, il discorso relativo alle province e ai comuni, sulla base di un'equa ripartizione fondata sull'effettivo riscontro della verifica bollettaria, ha, ad un certo punto, una connotazione di ordine tecnico, sulla quale dobbiamo agire in base alla nostra normativa.
Tenete presente che abbiamo inviato una deliberazione di Giunta in Commissione riguardante le modalità di rilevazione della raccolta differenziata.
In sostanza, responsabilizziamo i consorzi attraverso una procedura di controllo che coinvolgerà la Provincia e l'ARPA. Quindi, questo è un discorso di verifica.
Per quanto riguarda la destinazione dei fondi, si deve verificare con il bilancio 2001. Quando lo presenteremo, dovrà passare le forche caudine dell'aula.
Il discorso della programmazione è sulla base della legge delega n.
59/95 e del piano.
Per quanto riguarda le modalità di rilevazione, abbiamo adottato una deliberazione, nella quale abbiamo inserito i programmi di sensibilizzazione dell'educazione.
Per il resto, secondo noi, la parte assegnazione fondi va in bilancio quindi controlleremo la destinazione.
Gli indirizzi di assegnazione fondi sono secondo il piano. In merito al raggiungimento di un valore medio degli impianti, ci sono dei consorzi che hanno già realizzato, altri sono ancora indietro e, a questo punto, è chiaro che noi dobbiamo dare la priorità a chi non ha. Le modalità tecniche sono già previste da una deliberazione, che potremo discutere in Commissione; nel caso non andasse bene, la possiamo modificare, ma non credo che sia il caso di inserirla qui.
Quindi, sulla seconda parte, noi non saremmo d'accordo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino per dichiarazione di voto sull'ordine del giorno.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente.
Apprezziamo l'impegno, e confidiamo, in tal senso, nell'apertura dimostrata dall'Assessore Cavallera. Siamo consapevoli positivamente dell'importante inserimento relativo agli aspetti educativi di sensibilizzazione e agli aspetti relativi alla scadenza del prossimo anno quindi, di fatto, il provvedimento dalla biannualità è passato ad una annualità e questo è certamente un passo avanti importante che abbiamo compiuto insieme.
In ogni caso, su questo ordine del giorno permangono ancora delle perplessità che, se non altro, derivano dal fatto che aveva molto più senso e più forza che la maggioranza e l'esecutivo trovassero le condizioni per inserire nel provvedimento di legge l'insieme di questi elementi; così invece, c'è un aspetto più politico d'aula che è importante, che riconosciamo, dato dall'ordine del giorno, ma è un aspetto decisamente più restrittivo e tributario fiscale dato dal provvedimento di legge.
Pertanto, ci asterremo sull'ordine del giorno presentato.
Grazie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 68, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale vista la legge 28 dicembre 1995, n. 549 che istituisce il deposito in discarica dei rifiuti e che stabilisce che l'ammontare dell'imposta sia fissata con legge regionale ogni anno per l'anno successivo vista la legge regionale "Tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 3 luglio 1996, n. 39 e determinazione nuovi importi", approvata dal Consiglio regionale in data odierna, che all'articolo 1 prevede l'aumento del tributo per gli anni 2001 e 2002 considerato che lo scopo dell'aumento del tributo è di ridurre il divario di costi tra lo smaltimento in discarica del rifiuto e le attività di recupero, nonché di disporre di ulteriori risorse, destinabili ad investimenti in campo ambientale impegna la Giunta regionale ad utilizzare i fondi derivanti dall'aumento del tributo previsto dall'articolo 1 della legge regionale "Tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 3 luglio 1996, n. 39 e determinazione nuovi importi" prioritariamente per iniziative volte a favorire il raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata, ivi compresa la sensibilizzazione della cittadinanza e la realizzazione degli impianti necessari al completamento del sistema integrato dei rifiuti urbani ed inoltre agli altri interventi in campo ambientale previsti dall'articolo 3, comma 27 della legge n. 549/1995 a procedere, entro il 31 luglio del 2001, a seguito di verifica, a definire l'ammontare dell'imposta per l'anno successivo." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 30 voti favorevoli, 4 contrari e 7 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Il secondo ordine del giorno è il n. 69 "Fondi per la raccolta differenziata" a firma del Consigliere Chiezzi, Moriconi, Contu e Giordano.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale ad impiegare i fondi del tributo previsto dalla legge regionale 39/1996 e successive modificazioni esclusivamente per favorire la raccolta differenziata".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 5 voti favorevoli e 31 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento:

Inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Sull'ordine dei lavori, chiederei se fosse possibile introdurre - lo chiedo, ovviamente, dal punto di vista istituzionale come Presidente della I Commissione in quanto avevamo concordato in questo senso - la proposta di deliberazione n. 13, presentata dai Consiglieri Cota, Riba, Toselli, Di Benedetto, Mancuso e Pozzo, avente per oggetto: "Proposta di modifica dell'art. 14 del Regolamento interno del Consiglio regionale", in quanto propedeutica al progetto di legge n. 107: "Modifiche alle leggi regionali 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali), 10 novembre 1972, n. 12 (Funzionamento dei Gruppi consiliari), 8 giugno 1981, n. 20 (Assegnazione di personale ai Gruppi consiliari), 22 febbraio 1993, n. 7 (Sostituzione dell'articolo 9 della L.R. 8 settembre 1986, n. 42), 20 febbraio 1976, n. 6 e successive modifiche e integrazioni", per il quale chiederemmo l'iscrizione.



PRESIDENTE

Si richiede l'immediata iscrizione all'o.d.g. della proposta di deliberazione n. 13 e del progetto di legge n. 107. Nel primo caso, sono necessari 31 voti e, nel secondo, 40.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Può riassumere?



PRESIDENTE

Il Consigliere Gallarini ha chiesto l'anticipazione della proposta di deliberazione n. 13, "Proposta di modifica dell'art. 14 del Regolamento interno del Consiglio regionale", che corrisponde al punto 8) all'o.d.g. di martedì scorso, con la proposta di modifica dell'articolo 14 e l'emendamento relativo alla modifica dell'articolo 22 del Regolamento interno del Consiglio regionale. Anticipazione propedeutica all'esame della proposta di legge n. 107 "Modifiche alle leggi regionali 13 ottobre 1972 n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali), 10 novembre 1972, n. 12 (Funzionamento dei Gruppi consiliari), 8 giugno 1981, n. 20 (Assegnazione di personale ai Gruppi consiliari), 22 febbraio 1993, n. 7 (Sostituzione dell'articolo 9 della L.R. 8 settembre 1986, n. 42)", che è in distribuzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sul merito non capisco perché si richieda tale anticipazione, per nulla propedeutica. Trattandosi di altro argomento, ritengo che il disegno di legge n. 91, relativo a "Provvedimenti per i volontari Anti Incendi Boschivi della Regione Piemonte", collocato prima in quanto al punto 7) all'o.d.g., sia più urgente della modifica al Regolamento.
Se manteniamo l'o.d.g. di giovedì, seguiamone l'ordine; se cambiamo propongo che si discuta subito il provvedimento per i volontari antincendi boschivi. Le chiedo inoltre di sospendere qualche minuto la seduta per consentire un minimo di pausa.



PRESIDENTE

Facciamo, per correttezza formale, una votazione separata. La prima votazione è sull'anticipazione della trattazione del punto 8 all'o.d.g..
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Non è più giusto votare prima l'anticipazione del punto 7) all'o.d.g.
che viene prima del punto 8)? A mio parere, sono due richieste fatte una prima e l'altra dopo, ma politicamente contestuali. Tenga presente che uno dei due punti era ufficialmente assegnato ai nostri lavori prima dell'altro.
Chiedo di votare prima l'anticipo del punto 8) all'o.d.g. e, poi, il punto 8).



PRESIDENTE

E' arrivata prima l'altra richiesta. Prima decidiamo sulla proposta e la discutiamo, ammesso che si raggiunga il quorum; poi, se lei vuole, pu fare una richiesta sull'anticipazione del punto 7) all'o.d.g., in quanto già calendarizzata come richiesta immediatamente successiva.
Pongo in votazione l'anticipazione dell'esame della proposta di deliberazione n. 13.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 41 voti favorevoli e 1 astensione (non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri).



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Lei, Consigliere Chiezzi, è abilissimo a prospettare i punti, però la richiesta sull'ordine dei lavori sono entrambe pervenute prima, sia quella di anticipazione sia la richiesta di iscrizione.



PRESIDENTE

Propongo di iscrivere all'o.d.g. il seguente provvedimento: proposta di legge n. 107, "Modifiche alle leggi regionali 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionali), 10 novembre 1972, n. 12 (Funzionamento dei Gruppi consiliari), 8 giugno 1981, n. 20 (Assegnazione di personale ai Gruppi consiliari), 22 febbraio 1993, n. 7 (Sostituzione dell'articolo 9 della L.R. 8 settembre 1986, n. 42), 20 febbraio 1976, n. 6 e successive modifiche e integrazioni".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 41 voti favorevoli e 2 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo la verifica del numero legale e l'appello nominale.



PRESIDENTE

Abbiamo già votato, Consigliere Chiezzi, non lo possiamo fare perch non c'è contestazione. Per la votazione per appello nominale occorre la richiesta di tre Consiglieri. Posso solo far ripetere la votazione per alzata di mano.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 42 voti favorevoli e 2 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).



PRESIDENTE

Il Consigliere Chiezzi ha fatto una richiesta ulteriore sull'ordine dei lavori: l'anticipazione del punto 7) all'o.d.g. disegno di legge n. 91 "Provvedimenti per i volontari Antincendi Boschivi della Regione Piemonte" rispetto ad altri punti.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'inversione richiesta dal Consigliere Chiezzi.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Essendoci un solo voto a favore e non essendo raggiunto il quorum richiesto, la richiesta d'inversione è respinta.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)


Argomento: Statuto - Regolamento

Proposta di deliberazione n. 13: "Proposta di modifica dell'art. 14 del Regolamento interno del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, stiamo discutendo la proposta di deliberazione sulla modifica dell'articolo 14, prima comma, lettera b) del Regolamento dove la frase "presieduta dal Presidente del Consiglio regionale o da un Vicepresidente da lui delegato ai sensi dell'art. 6 del Regolamento" è sostituita dalla seguente: "Presidente e Vicepresidente sono nominati con le modalità di cui all'articolo 23".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, scusi, ma la sospensione quando pensa di farla?



PRESIDENTE

Dalle ore 15 alle 16,30.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Non capisco la logica di questo cambiamento, che è piuttosto rilevante, in quanto sino ad ora si era pensato di assegnare la Presidenza di una Commissione regolamentare, molto importante dal punto di vista dei rapporti tra i Gruppi e del funzionamento del Consiglio, al Presidente del Consiglio o a un suo delegato. Era una situazione di grande garanzia per tutti, e penso non casualmente.
Capisco che probabilmente ci sono maggioranze straripanti su questo provvedimento e forse anche su altri, però il rispetto dovrebbe continuare ad essere un comportamento di tutti.
A me pare che tale cambiamento vada nella direzione di togliere questo elemento di garanzia rappresentato da un Presidente del Consiglio che eletto da una parte, ma assumendo le funzioni, garantisce l'aula per tutti i Gruppi.
Come mai vogliamo togliere a tutti i Consiglieri regionali la garanzia che la Commissione regolamento fa capo al vertice, al Presidente del Consiglio o in ogni caso a un componente dell'Ufficio di Presidenza? Penso che sia inopportuno riportare anche la Commissione regolamento alla logica maggioranza/minoranza, perché il modo in cui avete deciso di assegnare le Commissioni in questa legislatura è stato quello di escludere le minoranze dalla Presidenza delle Commissioni, un modo regolamentare tecnicamente possibile, politicamente discutibile.
Vedo con molta preoccupazione il fatto che si sottragga alla tutela del Presidente del Consiglio regionale questa Commissione, perché è Commissione molto delicata. Non vorrei che ciò assumesse un rilievo di appropriazione delle regole da parte di una maggioranza.
Presidente, adesso questo elemento è fortemente attenuato dalla sua Presidenza, obiettivamente. Direi che lei, quando presiede sia il Consiglio sia una Commissione, al di là della sua volontà, è super partes. Adesso invece si tende a sottrarre questa responsabilità.
Vorrei che qualcuno di questa maggioranza straboccante spiegasse il motivo di questa proposta o almeno contestasse e criticasse le ragioni che io ho addotto, se non altro per avere la possibilità di un confronto critico. Non vorrei che una proposta così importante passasse nel silenzio dei proponenti e dei votanti a favore.



PRESIDENTE

Non vi sono altri interventi, per cui pongo in votazione l'art. 14 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 41 votanti 39 voti favorevoli 34 voti contrari 1 astensioni 4 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 14 è approvato.
ART. 22 Emendamento presentato dai Consiglieri Riba, Cota, Manica, Pozzo, Di Benedetto, Toselli: All'art. 22, comma primo del Regolamento interno del Consiglio regionale le parole "a non più di tre Commissioni permanenti" sono sostituite dalle seguenti: "a non più di quattro Commissioni permanenti".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Prima abbiamo votato una proposta di delibera presentata dai Consiglieri Cota, Riba e altri, che proponeva la modifica all'art. 14 del Regolamento. Adesso cosa è messo in votazione? Una delibera? Presentata da chi? Un emendamento a cosa? Ma la delibera parlava solo dell'art. 14 e qui si parla di un altro articolo, perché io avrei parecchi emendamenti al Regolamento di questo tipo. Li ho già confezionati, ma pensavo che potessero essere consegnati all'interno di una delibera che avesse per oggetto "Modifiche regolamentari", non una delibera precisa su un articolo che pensavo confinasse la delibera stessa con l'articolo.
Non ho, Presidente, sul mio tavolo - ma ce li ho a poche decine di metri da qui - gli emendamenti al Regolamento che, a questo punto, vorrei presentare, perché se si modifica l'art. 22, se non è un'altra delibera e lei considera questo come emendamento compatibile con l'art. 14 - a mio parere non è così - mi dia solo, per cortesia, 5 minuti di tempo per dire al mio funzionario di andare al Gruppo e portarmi gli emendamenti al Regolamento che io ho già predisposto e firmato. Grazie.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, se lei riesce a confezionare degli emendamenti compatibili durante il corso della seduta, li presenti, li prepari: abbia pazienza. Mi scusi, ho capito bene. Se li presenta alla Presidenza, li mettiamo in votazione. Intanto... No, non sospendiamo Consigliere Chiezzi no, lei li presenti se ritiene.
Ci sono altri interventi? No. Allora passiamo alla votazione.
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 40 voti favorevoli e 1 contrario (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Procediamo ora alla votazione dell'intero testo della deliberazione per alzata di mano.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 44 votanti 42 voti favorevoli 41 voti contrari 1 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'intero testo della deliberazione è approvato.


Argomento: Trattamento economico dei Consiglieri - Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Esame proposta di legge n. 107: "Modifiche alla legge regionale 13 ottobre 1972, n. 10 (Determinazione delle indennità spettanti ai membri del Consiglio e della Giunta regionale), alla legge regionale 10 novembre 1972 n. 12 (Funzionamento dei Gruppi consiliari), alla legge regionale 8 giugno 1981, n. 20 (Assegnazione di personale ai Gruppi consiliari), alla legge regionale 22 febbraio 1993, n. 7 (Sostituzione dell'art. 9 della L.R. 8 settembre 1986, n. 42), alla legge regionale 20 febbraio 1976, n. 6 e successive modifiche e integrazioni"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare la proposta di legge n. 107, testé iscritta all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha pertanto facoltà di intervenire.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo recita: "La I Commissione consiliare, in seduta congiunta con l'VIII Commissione, ha esaminato il provvedimento il 26 luglio 2000.
La normativa relativa allo status dei Consiglieri e al funzionamento dei Gruppi consiliari ha comportato una riorganizzazione e semplificazione essendo spesso il frutto del sovrapporsi di normative che si sono succedute nel tempo attraverso interventi di modifica e di integrazione di leggi vigenti.
Con l'inizio della legislatura si è ritenuto perciò utile rivedere alcuni aspetti della materia, cercando di semplificarne il funzionamento pur garantendo comunque il necessario supporto di risorse ai Consiglieri per lo svolgimento del loro mandato ai Gruppi consiliari per il loro funzionamento.
Il presente progetto di legge introduce alcune innovazioni, in parte più formali che sostanziali, nelle materie predette.
In particolare, al di là dei piccoli aggiustamenti resi necessari da modifiche regolamentari nel frattempo intervenute, le modifiche riguardano: 1) l'entità e la misura del rimborso chilometrico calcolato in riferimento a parametri più aggiornati e alla reale attività che il Consigliere svolge nel proprio collegio per esercitare correttamente il suo mandato 2) una nuova definizione dei fondi erogati ai Gruppi per il loro funzionamento che, eliminando complesse procedure di rimborso previste dalla normativa vigente che si sono rivelate di difficile gestione definiscono in modo trasparente quanto spetta ad ogni Gruppo 3) una più logica definizione dei livelli del personale assegnato ai singoli Gruppi ai fini della definizione delle risorse finanziarie loro assegnate 4) l'integrazione della dotazione degli uffici di comunicazione del Presidente del Consiglio e dei due Vicepresidenti per tener conto, sulla base delle esperienze maturate, delle effettive esigenze di funzionamento di tali strutture.
La I Commissione ha licenziato il testo a maggioranza dei Consiglieri presenti rimettendolo all'aula consiliare per la sollecita approvazione".



PRESIDENTE

Passiamo alla discussione generale.
Prego, Consigliere Chiezzi, ha facoltà di parola.



CHIEZZI Giuseppe

Su questa proposta di legge, svolgo le seguenti considerazioni.
La prima. Penso che sia inopportuno, dal punto di vista politico, vista la situazione generale, proporre modifiche che incrementino le competenze dei Gruppi e dei Consiglieri, non per motivi astratti, perché penso che la politica abbia dei costi, che i costi della politica debbano essere riconosciuti pubblicamente e che debbano essere adeguatamente finanziati.
La politica ha un costo, e la politica istituzionale svolta dai Gruppi è politica trasparente sia nel finanziamento sia nella rendicontazione quindi stiamo parlando, direi, del modo più serio e trasparente di far politica: è la politica dei costi.
Se si intende, però, con un punto di vista diverso, ritenere opportuno stante l'attuale situazione economica e sociale del Paese, incrementare le competenze di Gruppi e di Consiglieri, se si intende seguire questa strada che in prima approssimazione non seguirei, ma accedendo a questa ipotesi allora, colleghi, penso che si dovrebbe percorrere questa strada rispettando il criterio che questo incremento oggi proposto sia un incremento misurato, molto misurato, di modica quantità.
Posso accedere a questo, pur dichiarandomi più favorevole alla inopportunità; posso anche capire e condividere che le spese aumentano, i Gruppi hanno anche diverse modalità di funzionamento, che possono creare dei costi in più, o comunque posso anche accedere alla decisione che vogliamo aiutare i Gruppi a fare più politica istituzionale, però ritengo che anche questo filone dovrebbe essere ricondotto, vista la condizione economica e sociale del Paese, a un incremento moderato, modesto, modico percentualmente riconoscibile come tale.
Questo è il primo criterio che, secondo me, dovrebbe essere rispettato e che questo provvedimento non rispetta, perché gli incrementi previsti da questo provvedimento non sono modesti, moderati, modici: sono molto, molto rilevanti in cifra assoluta. Cifra assoluta che tra l'altro mi sembra Presidente Cota e Vicepresidente Riba, non ci avete neppure consegnato nonostante ieri in Commissione sia stata richiesta e non solo dal sottoscritto. Mi sembra che questo sia un elemento di non trasparenza Presidente Cota e Vicepresidente Riba, di non trasparenza in quest'aula sugli effetti del provvedimento.
Seconda considerazione. I Gruppi devono essere finanziati e il finanziamento dei Gruppi deve avere una parentela con la consistenza dei Gruppi stessi, quindi il finanziamento dei Gruppi deve crescere con la consistenza numerica dei Gruppi di appartenenza.
Penso che questo criterio debba tener conto del fatto che l'incremento delle spese dei Gruppi non possa essere un incremento lineare e che qualunque sia l'inclinazione della retta, non possa essere una retta, ma debba necessariamente essere una curva e che questa curva debba essere tendenzialmente sempre più piatta, quasi tendendo a un asintoto, perché al crescere del numero dei componenti dei Gruppi, è indubitabile che crescono le economie di scala e che se c'è una differenza tra un Gruppo di 1 e un Gruppo di 5 e tra un Gruppo di 5 e un Gruppo di 10 c'è già meno differenza tra un Gruppo di 10 e un Gruppo di 20 ce n'è ancora di meno, quindi la curva dovrebbe essere molto piatta, a prescindere dal limite della cellula iniziale, che può essere molto piccolo o no, ma a prescindere da questo.
Possiamo dare una lira al Gruppo di una persona, però partendo da lì si traccia la curva. Quindi non critico né contesto da dove si parte, pu essere oggetto di una valutazione, ma quando si è deciso che la cellula iniziale è a 100 lire, poi si cresce secondo un certo criterio. Questo provvedimento, secondo il mio punto di vista, non rispetta questo criterio e ha un andamento troppo lineare.
Terzo punto. Partiamo dalla situazione esistente. Giusta o sbagliata che sia, ha funzionato sinora e ciascun Gruppo penso abbia svolto la propria attività. Penso che un altro criterio da rispettare debba essere quello che, rispetto alla situazione data, questi incrementi debbano essere modicamente differenti, debbano essere tra di loro confrontabili.
Se un Gruppo da 3 ha, con la nuova legge, un incremento del 20%, penso che il Gruppo da 1, il Gruppo da 10, il Gruppo da 20 dovrebbero avere incrementi delle proprie competenze riconoscibili vicino a questo incremento, cioè che gli incrementi dei vari Gruppi debbano dislocarsi non come prevede questa legge, dal 20% a oltre il 100%, ma debbano dislocarsi lungo una media dalla quale non si discostano troppo e quindi se c'è un incremento di un Gruppo che è sul 20%, gli altri Gruppi si potranno discostare, chi al 10, chi al 30, chi al 35, ma ritengo che un criterio dovrebbe essere quello di una crescita, sia pure corretta se la si vuole correggere, ma non come in questa legge, così spropositata.
Quarto criterio. Penso che debba essere rispettato, nella considerazione del ruolo e quindi del peso e della conseguente necessità di servizi che i Consiglieri regionali debbono poter svolgere presso i propri Gruppi, il fatto che alcuni di noi hanno responsabilità e ruoli istituzionali che sono già dotati di servizi specifici (gli uffici, i telefoni, il personale). Quindi penso che una nuova regolazione delle nostre competenze debba graduare il peso di ciascun Consigliere presso il proprio Gruppo in funzione del ruolo che questo Consigliere ha. Se il Consigliere fa l'Assessore, certo potrà e deve mantenere un peso anche sul Gruppo perché farà anche un po' il Consigliere, ogni tanto peserà sul Gruppo, ma il peso di un Assessore è molto inferiore, per i servizi che il Gruppo deve erogargli, rispetto al peso di un Consigliere semplice, che evidentemente sta tutto il giorno al Gruppo e non ha altro indirizzo, altro telefono e altri servizi.
Questo criterio non viene rispettato perché mi sembra che, al di là del caso dei vertici, si trattino i Consiglieri, Presidenti o meno di Commissione, Assessori o meno, tutti allo stesso modo. Allora, dato che ritengo che anche su queste questioni possa essere mantenuto un punto di vista diverso, e il mio è un punto di vista di sinistra, io penso che questo provvedimento sia inopportuno dal punto di vista politico e sia stonato e smodato nei contenuti. Questi sono i motivi in base ai quali voto contro lamentando un terzo difetto di questo provvedimento, preoccupante anch'esso, che è quello della mancata trasparenza nella informazione ai Consiglieri degli effetti pratici e numerici precisi, come avevamo chiesto di questa legge. Questi sono i motivi in base ai quali esprimo fin d'ora un voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Signor Presidente, questo intervento vale anche come dichiarazione di voto per quanto mi riguarda.
Io considero che esistano le ragioni di carattere generale e specifico che portino all'approvazione di questo provvedimento di legge che naturalmente non può essere considerato come l'unica soluzione ai problemi che riguardano il funzionamento del Consiglio e in particolare il funzionamento del Consiglio in una legislatura impegnativa come quella nella quale siamo entrati per le sue particolari caratteristiche, perché a seguito dell'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale e dell'assegnazione alla Giunta e al governo della Regione di un potere maggiore, la ridefinizione del ruolo del Consiglio e anche la ricostruzione di un equilibrio in termini diversi è uno dei problemi che dovrebbero impegnare questa assemblea.
Non è questa l'unica soluzione perché esistono problemi che riguardano il funzionamento in generale degli uffici, intesi come uffici del Consiglio regionale, che mettano a disposizione dei singoli Consiglieri servizi adeguati e che consentano appunto lo svolgimento di un'attività che possa trovare non solo nelle strutture di parte, ma nel funzionamento dell'istituzione un servizio generale ai Consiglieri maggiore di quello che oggi possono trovare per qualità, disponibilità ed efficienza.
Esiste poi, secondo me, un problema che in qualche modo è a monte di questa discussione e riguarda (è una discussione che faremo, credo, in sede di riforma del regolamento) i criteri che presiedono alla costituzione dei Gruppo, perché credo che ci sia una discussione da fare per sapere se si intende promuovere una spinta alla frammentazione e comunque a una possibilità di accesso alla costituzione di Gruppi che prescinde anche dal rapporto elettorale e quindi alimenta tutte le possibili spinte, o se invece ci si muove in un'altra direzione. Indubbiamente la situazione attuale è segnata da un regolamento che apre e incrementa le possibilità molto ampie di costituzione di Gruppi.
Affrontare tutti questi problemi fa parte di una discussione, ma su questo punto mi vorrei concentrare: secondo me è stato fatto un tentativo che non voglio dire che sia perfetto, ma che comunque mira a trovare un equilibrio fra due esigenze diverse. Le due esigenze sono, da un lato quella di riconoscere il fatto che ci sono dei Gruppi che in quanto tali e quindi al di là delle loro dimensioni devono avere una possibilità di funzionamento; dall'altra, quella di stabilire un qualche rapporto, un qualche equilibrio, un qualche riconoscimento di principi di proporzionalità e di trovare quindi un punto di incontro fra queste due diverse esigenze. E questo, secondo me, è quello che viene fatto in questo disegno di legge.
Vedi, caro Chiezzi, non è vero che questo è un provvedimento che stabilisce semplicemente una base proporzionale delle risorse ai Gruppi questo è un provvedimento che fa passare le risorse procapite che spettano a un Gruppo considerate in termini di Consiglieri, da un rapporto all'incirca di uno a cinque, come era quello precedente, cioè uno per i Gruppi più grandi e cinque per i Gruppi più piccoli, a un rapporto che si avvicina a uno a quattro, non quindi a un rapporto uno a uno. Questa è all'incirca la dimensione, se io ho valutato con attenzione, della quale stiamo parlando. E' vero che esistono le ragioni di funzionamento dei Gruppi minori, dei Gruppi più piccoli, e mi pare che questo principio sia solidamente rispettato in questo impianto, e questo lo abbiamo fatto attraverso una scelta. Questa è una scelta che non decide una redistribuzione che comprima le risorse dei Gruppi più piccoli, perch questa era l'altra scelta possibile, ma non solo non sarebbe stata forse una scelta giusta, ma diciamoci la verità questa era veramente una scelta che diventava alla fine impraticabile, che questo Consiglio finiva per fare diventare la richiesta di una diversa soluzione come l'albero di Bertoldo che non si trova mai alla fine della ricerca.
Per questa ragione secondo me ci si è mossi e tu sai, Pino Chiezzi, che anche il problema che tu hai sollevato, che è stato sollevato non solo da te, ma da molti, ha trovato una qualche soluzione, perché gli Assessori vengono considerati al 50% nel computo di queste cose, così pure i membri dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, a meno che noi non vogliamo autorizzare gli Assessori a mandare le lettere ai loro elettori sulla carta intestata della Giunta, cosa che non mi pare qualcuno di noi possa sostenere. Quindi in qualche modo riconoscere che esiste anche in quel quadro una dimensione, la ricerca di un equilibrio mi sembra qualcosa di rilevante.
Aggiungo che, naturalmente, ciò avviene in un quadro d'incremento sostanziale di risorse. Non si tratta di cifre spropositate, ma solo di un forte incremento, giustificato dalle ragioni politiche che ho cercato prima di descrivere. Non dobbiamo guardare a quest'incremento come ad un evento improvviso ed istantaneo, ma come ad un qualcosa che si è sviluppato nell'arco di dieci anni, frutto dell'equilibrio del Consiglio e del suo ruolo che va arricchito e potenziato. Siamo davanti ad una scelta impegnativa.
Voglio chiarire che, per il mio Gruppo, si tratta di una decisione che ha origine da ragioni che sostengo pubblicamente: non c'è nulla di poco trasparente! C'è una cosa molto semplice: non vale la prepotenza dei più forti, ma non valgono neanche forme di parassitismo minore! Per quanto mi riguarda, sono strade impercorribili, le une e le altre.
E chi pensa di poter, in qualche modo, mantenere stagnante una situazione pensando che tanto non si arrivi mai ad un equilibrio, sappia che non sta facendo una cosa giusta. E' vero, so che misure di questo tipo non sono tra le più popolari. Mi dispiace se non lo sono.
E' una delle tante misure - tra quelle non molto popolari - che deve sostenere chi ha una responsabilità politica. Per questo la sostengo sebbene non sia molto popolare, e anche se di certo non prenderò gli applausi. Peraltro, voglio dire che tutte le forze politiche qui rappresentate hanno, su materie del genere, preso decisioni che, in altre sedi ed istituti, risultano essere ancora meno popolari.
Credo che ieri sera si sia votato all'unanimità, in una Istituzione a noi vicina, su problemi che riguardano il riassetto di misure di questa natura, di dimensione più consistente, forse, di quella che stiamo discutendo noi oggi. Non ho sentito il Partito dei Comunisti Italiani sollevare problemi acuti su questo punto. Non capisco perché le ragioni di opportunità, l'interesse della nazione, il momento difficile della nazione come diceva il collega Pino Chiezzi - dovrebbero essere ricordati qua e non là. Per questo, sapendo quanto stiamo per fare, sapendo che simile misura non risolve tutti i problemi, consci che ne esistono ben altri da affrontare, esprimo il voto favorevole dei Democratici di Sinistra al provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Certamente, non è facile esprimere perplessità di fronte alla maggioranza che si sta delineando sul provvedimento.
Comincio col dire che, chiaramente, il mio mandato mi fa compito di guardare al mio elettorato, non ai colleghi: rispetto profondamente i colleghi, ma non condivido la loro impostazione su quest'argomento.
Certi richiami che sento fare ai Gruppi minoritari, in fondo, non mi spaventano né mi stupiscono. Come forza minoritaria, da sempre siamo abituati a condividere la scarsezza di risorse: anzi, sappiamo utilizzarla e farla diventare, essa stessa, una risorsa. Ciò che però, forse, non viene recepito dalla strabordante maggioranza, è che non si contesta il concetto che per fare politica occorrono risorse economiche: ciò che si contesta, in fondo, è la mancanza d'informazione. Una mancanza che, secondo noi, è ancora più grave, essendosi verificata in un luogo dove invece l'informazione dovrebbe essere garantita.
Abbiamo sentito fare tanti conti e tanti progetti, abbiamo avuto anche qualche incontro informale in cui c'è stato prospettato questo provvedimento, ma non abbiamo mai potuto ragionare con i numeri davanti scritti sulla carta. Non ci sono mai stati forniti, questi numeri, in modo da poter, anche noi, fare i nostri calcoli, e non accettare supinamente, a scatola chiusa, i calcoli che, di volta in volta, qualche volenteroso ci ha proposto.
Anche noi sappiamo fare dei conti e perché no, sbagliare: però vogliamo sbagliare con la nostra testa, avere dei numeri scritti su un foglio di carta (com'è stato chiesto ieri), per poter, nel caso, sbagliare di nostro.
E' un dato di fatto fondamentale.
Ci dispiace molto che sul tema non si sia potuta avere questa chiarezza d'informazione. Non essendoci informazione, di fatto viene meno la possibilità d'interlocuzione. So benissimo di essere " minoranza nella minoranza". Ma la possibilità che la discussione offre, la sua bellezza, è quella di esprimere le proprie opinioni senza attenersi al princìpio preconcetto e precostituito che chiunque esprima un'opinione o è d'accordo o è contrario. Lo scopo di una discussione politica dovrebbe essere quello di misurarsi sulle idee, e la vera possibilità dell'interlocuzione è poter rappresentare e confrontare idee diverse. Ecco perché il problema dell'informazione è così importante. I dati certi sono necessari per discutere su certezze e non su degli elementi basati sul vuoto.
Siamo convinti che ci sia stata la necessità di discutere dell'adeguamento di quanto viene fornito ai Gruppi per il loro lavoro politico, però rifiutiamo il tipo di percorso fatto per la costruzione di questa proposta di legge. Siamo assolutamente convinti che, quando si deve discutere di qualcosa, occorra stabilire in primis i modi, i criteri e gli obiettivi da seguire e da raggiungere. Su questo progetto di legge di questo non è stato possibile discutere. Si è affrontato l'argomento solo dal punto di vista contabile, economico.
Sapete bene che noi, come Gruppo dei Verdi, rifiutiamo la visione economicistica in tutte le manifestazioni della vita civile: non vedo perché, in questa occasione, dobbiamo accettare supinamente una visione totalmente ed esclusivamente quantitativa, e non anche qualitativa.
Su un argomento così difficile poteva essere fatta una discussione qualitativa, e l'argomento poteva essere affrontato in maniera più ragionata. Anche il fatto che chi propone questa proposta di legge di fatto non ritenga opportuno dilungarsi più di tanto nella sua presentazione, mi conferma una volta di più che stiamo ragionando su cose che sono puntate tutte ed esclusivamente sul valore economico. Il valore economico è importante per la gestione dei Gruppi politici, ma penso sia sbagliato pensare solo in termini di valore di massa economica e numerica. Non so come riproporre e sottolineare il fatto che, comunque, mi riesce incomprensibile perché non sono stati forniti i dati per effettuare un controllo individuale sui soldi in più che vengono forniti al Gruppo. Tra l'altro sono anche arrivate proiezioni secondo cui al Gruppo Misto vengono riservate risorse inferiori rispetto ad un Gruppo politico di pari forza.
La logica di non frammentazione è più che condivisibile, anche se bisognerebbe ancora ragionare sul fatto perché i Gruppi grandi si dividono sarebbe un'analisi interessante, noi qui diciamo cose che valgono solo per i verbali. E' molto interessante sostenere la necessità di non favorire il Gruppo Misto per non facilitare la frammentazione, e poi, dall'altro lato assistere al prosperare di formazioni politiche che vivono e nascono per gli scopi e per i motivi che sappiamo.
Su questi argomenti, forse, meritava discutere di più non solo sulla quantità economica che viene utilizzata, ma sulla qualità, cioè su cosa noi intendiamo per politica. Se la dotazione economica fa parte dell'attività politica, allora diventa anche direttamente un discorso che riguarda che cosa intendiamo per politica.
Sono perfettamente convinto che le dotazioni economiche facciano parte dell'attività politica, ma non parteciperò al voto per il fatto che non condivido il sistema complessivo con cui è stato affrontato l'argomento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Non senza qualche difficoltà intervengo oggi (fra l'altro è il mio primo intervento) approfittando anche, restando assolutamente nei tempi per esternare la sensazione di disagio per chi, come me, si sente prestato dalla professione alla politica e si trova con tanti professionisti della politica.
Dicevo, la sensazione di disagio riguarda lo svolgimento dei lavori: un'aula spesso distratta e disattenta, dove l'interrogante non ascolta la risposta dell'Assessore a cui ha posto l'interrogazione. Mi sorprendo ancora di queste cose.
Mi trovo in difficoltà e con una certa delusione pensando il Consiglio regionale come sede importante dove spesso si decide quanto pagheranno i cittadini piemontesi (solo questa mattina si discuteva sulla raccolta rifiuti), ma spesso si fa molta retorica.
Ho voluto riferire a lei, Presidente, questo disagio, visto che il funzionamento dell'aula compete principalmente al Presidente del Consiglio regionale.
Relativamente alla proposta di legge n. 107, l'incremento di risorse ai Gruppi è comprensibile e condivisibile per certi versi, anche se ritengo sia preferibile fornire i Gruppi di strutture, servizi, formazioni e supporti affinché i Consiglieri possano lavorare al meglio. Apprezzo anche il tentativo di equilibrare uno squilibrio evidente, frutto di decisioni passate. Non concordo con il ragionamento del Consigliere Chiezzi condivido, invece, quello che ha detto il Capogruppo Marcenaro).
Si sente la necessità di un incremento, di un adeguamento per il miglior funzionamento dei Gruppi consiliari, ma quello di cui non sento la necessità è l'incremento stipendiale ai Consiglieri. Non vorrei che fosse una tappa di avvicinamento, una sorta di cavallo di Troia, a favore dei portaborse: altre Regioni lo hanno fatto.
Per tutte queste perplessità, non potendo votare in maniera disgiunta perché la legge sarà votata nel suo complesso, a titolo personale anticipo il voto contrario.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Voglio fare subito una proposta sulla procedura, prendendo spunto dalla relazione che ha licenziato, per l'aula, la proposta di legge n. 107 quindi mi appello alla correttezza del Presidente del Consiglio, che ha condotto in modo dinamico la discussione sulla proposta di legge.
Credo che debba essere riconosciuto, ma probabilmente andava riportato nella relazione di presentazione, che questa è una materia che conoscono bene gli addetti ai lavori, cioè chi ha seguito nella Commissione di merito l'iter del provvedimento, o l'Ufficio di Presidenza.
Non so quale sia stato l'organismo che ha istruito la proposta di legge, ma ad un semplice Consigliere non è possibile sapere perché questa legge modifica quattro disposti legislativi.
Spiegavo in Commissione che è impensabile che un Consigliere possa verificare, dal punto di vista storico, qual è la situazione precedente e quello che invece succederà. Suggerirei, prima di procedere ed andare oltre nella discussione, che sia distribuita a tutti i Consiglieri copia del quadro sinottico che presenta la fotografia della situazione esistente e prefigura, in modo chiaro per singoli Gruppi, come abbiamo richiesto, visto che c'è un semplice disposto per quanto riguarda la condizione dei Consiglieri in termini economici, qual è la situazione che si prefigurerà dal primo settembre o da quando la legge troverà attuazione.
Sulla base di questi elementi conoscitivi, credo che ogni Consigliere possa esprimere, con cognizione di causa, un voto, cosciente, su una materia così delicata come questa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Sono stato stimolato dal dibattito, questo dibattito mi ha fatto venire in mente un'idea.
Innanzitutto io, senza alcun imbarazzo, dichiaro il voto favorevole del mio Gruppo, perché rispetto ad altre interpretazioni - poi dirò quali credo che la proposta in oggetto sia di grande equilibrio ed esclusivamente finalizzata alla funzionalità dei Gruppi regionale e alla oggettiva necessità di presenza sul territorio dei Consigliere regionali.
In questa legge, se mi consentite colleghi, non c'è nulla di più e nulla che stoni. Se le istituzioni devono funzionare al meglio, i Gruppi consiliari devono essere messi nelle condizioni di lavorare al meglio.
Ripeto, non ci sono stati aumenti di gettone, in altri enti locali sono stati approvati - io sono Consigliere comunale a Torino - per esempio il Consiglio comunale di Torino ieri ha approvato all'unanimità l'aumento del gettone a lire 260.000, non ci sono stati, ripeto, aumenti di gettone, non ci sono stati aumenti di risorse proprie per i Consiglieri, sono stati tutti contributi generali alla funzionalità dei Gruppi.
Per quanto riguarda il rimborso chilometrico credo che un Consigliere regionale, che esplichi il suo mandato con serietà, non possa andare sotto ad esempio, ad un certo chilometraggio. Quindi non c'è alcun imbarazzo a votare una legge che non va in nessun senso diverso e nascosto rispetto a quello che si è inteso dare e che l'Ufficio di Presidenza, facendosene portatore, ha inteso dare. Dietro questo progetto di proposta di legge non c'è nulla di più di quello che si dice, ed è una proposta di legge, tra l'altro, non "furbesca".
Ci sono state molte discussioni e si è deciso, credo con serietà piemontese, di arrivare alla seguente soluzione, soluzione, - lo dico senza alcun timore - non ottimale per la funzionalità dei Gruppi, soprattutto rispetto a quanto avviene in tutte le altre Regioni. Fosse stato per noi l'avremmo anche migliorata e potenziata - lo dico con altrettanta tranquillità - perché la politica è trasparenza. Visto che ogni tanto si parla di coraggio bisogna anche avere il coraggio di dire che si è trasparenti e di non fare del pauperismo di facciata, perché poi il pauperismo di facciata può nascondere il seguente inganno: "io lo dico tanto poi godo degli stessi benefici degli altri, delle stesse situazioni che, come dire, un po' disprezzo." Visto che sono per la sostanza contro la facciata - non parlo di forma che è ancora un'altra cosa - se c'è qualche collega che vuole proporre un emendamento sulla rinunciabilità del gettone del rimborso chilometrico, io glielo firmo. Così almeno chi, legittimamente, correttamente, con grande dignità dal suo punto di vista, critica un provvedimento del genere, avrà modo, non solo di criticare, ma di rendere questa sua critica effettiva ed efficace, rinunciando a quello che, evidentemente, ritiene una sorta di privilegio ingiustificato che in qualche modo una lobby politica si autoassegna.
Visto che noi non la interpretiamo in questo modo, ma vogliamo interpretare la proposta di legge per il significato che ha, ovvero una maggior funzionalità dei Gruppi istituzionali, perché non c'è nulla di più sono disposto, se qualche collega presenta un emendamento teso alla rinunciabilità, come può avvenire, a firmare l'emendamento. In questo modo il Consigliere regionale che avrà goduto di un certo beneficio, tutti sapranno che ha votato per un certo beneficio che non è suo ma è del Gruppo ed istituzionale, mentre il Consigliere che non avrà votato per questo beneficio e avrà optato per la rinunciabilità, potrà andare a dire in giro ai suoi elettori, ai piemontesi che era contrario e dimostra la sua contrarietà in moneta sonante, rinunciando a quello che ritiene una aumento ingiustificato delle risorse a disposizione dei Gruppi.
Questa mi sembra una posizione molto seria, la faccio mia, se c'è ripeto - qualche collega che presenta l'emendamento, sarò il secondo firmatario di questo importante emendamento. Nella vita con una mano si prende e con l'altra si dà, perché altrimenti rischiamo - so che non è intenzione di nessuno e tutte le posizioni politiche assunte in questa sede sono assolutamente politiche e non hanno nulla di personale - di fare un discorso di pura facciata, per cui alla fine si ottengono gli stessi risultati rischiando di cadere in un pauperismo di facciata.
Ribadisco, quindi, con convinzione il voto favorevole del mio Gruppo a questo provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi

Intervengo per una precisazione rispetto al rilievo del Consigliere Contu. In effetti ieri in Commissione io, come copresidente - perché c'era anche il collega Manolino come Presidente dell'VIII Commissione, le due Commissioni erano congiunte e simultanee - mi sono rivolto agli Uffici per chiedere loro di preparare, entro oggi, il materiale. Mi sembra di ricordare che non abbiamo subordinato l'iter del progetto di legge al fatto che le tabelle ci fossero alle 9 del mattino o alle ore 17 del pomeriggio.
Dico questo per correttezza; non vorrei che venisse data un'interpretazione che non era nelle cose. Non appena ci verrà consegnata la tabella io la fornirò ai componenti della Commissione, così come abbiamo promesso ieri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Preciso che il mio intervento era sulla procedura.
Niente ci vieta, intanto i lavori della giornata sono lunghi, di sospendere la discussione del punto trattato, perché mi risulta che gli Uffici sono già a buon punto nell'elaborazione del dato che può essere reso noto a tutti i Consiglieri, prima di procedere al voto.
Mi sento di fare questa richiesta, perché da un approfondimento discende anche l'espressione di voto.



PRESIDENTE

Il Consigliere Contu chiede di sospendere il provvedimento in discussione.
Pongo pertanto in votazione la richiesta di sospensione.
E' respinta con 4 voti favorevoli, 41 contrari e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).



CONTU Mario

Presidente, chiedo la parola.



PRESIDENTE

Lei ha già parlato, Consigliere, sulla discussione generale. Se è corretto quanto ho scritto, lei ha parlato prima del Consigliere Placido.



CONTU Mario

Sì, ma solo sulla procedura.



PRESIDENTE

Lei ha parlato prima del Consigliere Placido e poi ha parlato nuovamente chiedendo una questione procedurale, comunque le do la parola per un tempo limitato. Prego, Consigliere.



CONTU Mario

Presidente, le chiedo formalmente di rispettare il Regolamento. Io ho chiesto la parola per una questione procedurale.
Prendo spunto dall'intervento del Consigliere Ghiglia, il quale ha fatto bene a riferire all'aula di un voto unanime del Consiglio comunale relativamente alla questione dell'incremento del gettone di presenza.
Il gettone di presenza del Consigliere comunale ammontava, fino ad un mese fa, alla strabiliante cifra di 153 mila lire, non cumulabili durante la giornata. Si è poi proceduto ad un successivo adeguamento, portando il gettone di presenza a 210 mila lire, e questo ha avuto attuazione dal mese di giugno.
Nel frattempo, in applicazione dei disposti legislativi in materia - la legge 265, se non sbaglio - la Conferenza dei Capigruppo si è data un metodo di lavoro su una questione così controversa. Ha costituito una Commissione ed al suo interno i rappresentanti di maggioranza e di minoranza hanno istruito la pratica relativa alla definizione della consistenza dell'aumento del gettone di presenza.
La Commissione aveva un mandato ben preciso: che questo provvedimento venisse assunto solo ed esclusivamente in presenza di un accordo unanime di tutti i Gruppi consiliari.
Siamo in democrazia e non pretendo che questa norma e questo metodo di lavoro vengano portati in Consiglio regionale (sarebbe assolutamente inammissibile una procedura del genere), ma voglio sottolineare che la scelta operata dalla Conferenza dei Capigruppo comunali, in quella sede era motivata da una ragione profonda e dal fatto che l'aumento così consistente del gettone di presenza implicava discrete conseguenze sulle relative voci di bilancio.
Allo stesso tempo, c'era la consapevolezza che occorreva restituire dignità di ruolo al mandato elettivo dei Consiglieri, perché occorreva colmare una lacuna negativa che pur oggi esiste fra gli eletti nei diversi livelli istituzionali (governo regionale, Consiglio provinciale e Consiglio comunale).
In quella situazione, sulla base di quelle motivazioni, è approdato al voto d'aula il provvedimento, con il voto unanime di tutto il Consiglio comunale.
Badate bene, qui siamo in una situazione completamente diversa: stiamo parlando dello status dei Consiglieri della Regione, che in relazione agli altri Enti locali godono di una situazione di tutto riguardo e privilegio nel quale poter espletare il proprio mandato.
E arrivo al merito, perché questo provvedimento non modifica, se non sulla questione dei rimborsi chilometrici, la condizione economica del Consigliere, ma riguarda la dotazione dei Gruppi. Rispetto ad essa - ripeto mi auguro che venga data, prima dell'espressione del voto, una quantificazione: per ogni Gruppo, cioè, in cosa coincide l'aumento.
Se non siete in grado di darci le cifre, per favore dateci l'incremento in termini percentuali, in modo che, a ragion veduta, si possa dire ed esprimere una propria valutazione sulla questione. E parto da questa considerazione: sono assolutamente convinto che i Gruppi consiliari più piccoli abbiano diritto, in termini economici, ad un contributo inversamente proporzionale al numero dei suoi componenti. Questo per una ragione molto semplice: siamo all'interno di un'assemblea elettiva per svolgere una funzione di controllo, oltre che di tipo legislativo, anche sugli atti dell'esecutivo, pertanto dobbiamo poter disporre di strutture sufficientemente adeguate.
Ma c'è un'altra sproporzione estremamente grave che colgo come conseguenza di questo provvedimento: se ho capito bene - ma attendo ancora di vedere le cifre - si parla di un consistente incremento, soprattutto per il Gruppo di maggioranza relativa, Forza Italia, che credo goda di un riequilibrio dovuto ad uno squilibrio esistente fra il fondo in dotazione ai Gruppi, così com'era stato concepito dalle precedenti leggi.
In linea di principio può anche essere corretto parlare di un riequilibrio, ma snaturare completamente l'entità dei finanziamenti andando verso un raddoppio della dotazione - non conosco precisamente i conti - mi sembra un fatto assolutamente incomprensibile ed ingiustificabile.
La condizione dei Consiglieri del Gruppo di Forza Italia, chiamati a svolgere una funzione istituzionale come quella di aver ricoperto tutte le Presidenze e le Vicepresidenze e il poter utilizzare una serie di strumenti che vanno ben oltre alla semplice disponibilità dei Gruppi, crea una sproporzione assolutamente inammissibile. Anche in questo caso sto facendo un intervento "monco", nel senso che non sono ancora in grado di quantificare l'entità degli incrementi e rivolgo, pertanto, un nuovo un invito alla Presidenza, affinché comunichi all'aula la situazione pregressa e quella che si prefigurerà prossimamente.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Contu.
La parola al Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Volevo fare un brevissimo intervento a nome del Gruppo di Forza Italia per avere ancora ufficialmente l'opportunità, in quest'aula che rappresenta il Piemonte e in questo Consiglio regionale, di formulare le scuse ai cittadini piemontesi, perché abbiamo avuto la sfortuna, secondo chi mi ha preceduto, di essere stati eletti in ben 22 Consiglieri.
So che questo può dar fastidio e può creare magari, nell'animo e nel cuore di chi non ci vuole particolarmente bene, un momento di disagio e di grande difficoltà.
Abbiamo ritenuto di rispettare il voto popolare: siamo stati eletti in 22, siamo venuti qui in 22 e ci siamo seduti su 22 sedie. Il nostro Gruppo pertanto, è composto da 22 Consiglieri.
Non ho intenzione di entrare nel merito dei parametri, delle tabelle o di quant'altro, perché nascerebbe una discussione quantomeno impegnativa che occuperebbe il Consiglio ancora moltissime ore.
Tuttavia, non accetto che si parli di "doppio", di "triplo" o di "quadruplo".
Con dispiacere del Consigliere che mi ha preceduto, ricordo che il nostro Gruppo, guarda caso, è numericamente circa il doppio rispetto a quello della VI Legislatura. E' un Gruppo talmente grande, per il quale non era previsto nemmeno il parametro, in quanto, com'è noto, il parametro arrivava a 17 Consiglieri.
Anche in questo caso abbiamo la colpa - chiedo ancora scusa al Consiglio regionale e lo farò anche sugli organi di stampa all'esterno - di creare le condizioni di mettere mano anche al Regolamento dei Gruppi perché siamo stati eletti talmente in tanti che non era nemmeno previsto.
Abbiamo esondato il tetto massimo.
Il nostro aumento, qualunque esso sarà, probabilmente tiene conto unico caso in questo Consiglio regionale, di due fattori: il numero dei Consiglieri da un lato, e dall'altro il fatto che verranno computati per intero quei cinque Consiglieri non previsti (erano stati previsti sono fino al numero diciassette).
Vorrei che si tenesse conto di questo, soprattutto da parte del Consigliere che mi ha preceduto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola al Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente.
Contavo di non intervenire, però, sia pur brevemente, occorre che spieghi la posizione del mio Gruppo.
Credo che siano state dette molte cose ragionevoli dagli esponenti politicamente più distanti da quella che è la mia posizione, in particolare dai Consiglieri Marcenaro e Ghiglia.
Bisogna che questo problema sia affrontato con un taglio corretto.
Rifiuto l'idea che i politici debbano essere considerati la "sentina" della società". Le logiche, secondo me, sono quelle e dobbiamo affrontarle con chiarezza. Si può dire che il lavoro politico è un servizio dato alla società in maniera gratuita - è una concezione su cui di può discutere - ma si arriverebbe al risultato che solo i ricchi fanno politica e i poveri stanno a casa. Diciamolo chiaramente: è un servizio che diamo. Chi ha i soldi, come succedeva nell'antica Roma, viene a fare il Deputato, il Senatore o il Consigliere regionale; chi non ha una lira sta a casa, non avendo mezzi di sostentamento.
Si potrebbe altrimenti dire che chi ricopre un incarico pubblico deve avere dei mezzi di sostentamento, perché l'alternativa per chi non ha i soldi, e nonostante ciò vuole ricoprire un incarico pubblico, è quella di rubare.
Se si arriva alla logica dei costi della politica, cioè al fatto che uno che ricopre la carica di Consigliere, rinunciando alle proprie attività professionali o impiegatizie, deve o non deve essere remunerato, non possiamo fare altro che stabilire quale sia la remunerazione. E' evidente che non si può stabilire una remunerazione diversa a seconda della capacità del singolo Consigliere o a seconda della retribuzione a cui rinuncia per ricoprire il ruolo pubblico. Occorre considerare una retribuzione uguale per tutti.
Chiedo al Consiglio di prendere in considerazione, non certamente in questo momento ma in un discorso di assetto istituzionale che riproporremo in altre occasioni, un meccanismo parametrico uguale ad altri incarichi che possono anche non essere pubblici.
Una legge del 1962 prevede che gli emolumenti dei Deputati e dei Senatori siano ragguagliati agli emolumenti dei Magistrati di un determinato grado. Pensiamoci un momento, vediamo a cosa possiamo essere paragonati. Troviamo una soluzione, una volta per tutte, senza nasconderci la faccia di fronte alle persone che ci hanno votato e che devono sapere che fine fa questo voto e come vengono retribuite le persone che offrono questo servizio, perché, lo ripeto ancora una volta, non vedo una logica diversa se non quella aberrante, cioè del fatto che chi non ha soldi non possa fare politica. Questo riguarda i criteri personali.
Per ciò che riguarda invece i criteri di Gruppo, lo ritengo del tutto inaccettabile. Ho provato a fare due conti e credo che un voto dato ai Consiglieri che hanno il Gruppo monocomposto, non a tutti, venga a costare alla società qualcosa come un milione per ogni voto che gli è stato dato.
E' necessario, come criterio generale, che si dia un apporto al Gruppo per il mero funzionamento, e un apporto ad ogni Consigliere perché possa espletare il proprio mandato in maniera coerente con quelli che sono i suoi doveri verso i voti che ha preso e quindi alle persone che intende rappresentare e che in concreto rappresenta. Questi criteri generali possono essere espressi meglio in altra sede.
Sul provvedimento che stiamo discutendo non posso che concludere con un'opinione favorevole, fermo restando che ho raccolto l'invito del Consigliere Ghiglia, quindi in sede di discussione vedremo l'opportunità di valutare la rinunciabilità per coloro che si considerano scandalizzati e che ritengono di avere troppo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino per dichiarazione di voto.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente, ma per la coerenza alla quale hanno richiamato alcuni colleghi giustamente, anche se la valenza di ipocrisia può comunque permanere, perché in ogni caso il numero dei votanti, quando si fanno accordi di questo tipo, può essere tale per cui diventa assolutamente marginale differenziarsi o meno, forse è più una questione di coerenza con se stessi che non rispetto all'aula e rispetto a quanto si possa andare effettivamente a modificare.
Per quanto riguarda il discorso generale, condivido quanto ha detto il mio Capogruppo relativamente alla necessità di andare ad un finanziamento aggiuntivo, significativo nei confronti dei Gruppi: la politica costa e bisogna renderla più trasparente possibile.
Credo però che rimangono delle riflessioni per il futuro, per i posteri relativamente a quello che avrebbe potuto essere un discorso inquadrato maggiormente in un contesto di costituente nella quale noi siamo e quindi un discorso legato a un procedimento che vedesse prima della integrazioni delle modifiche regolamentari che in qualche andassero a mettere mano alle cause che hanno favorito questo tipo di situazione. Mi riferisco ai gruppi piccoli con molta chiarezza di pensiero e di opinione, perché credo che siano realtà da valorizzare e tutelare, ma penso altresì che siano realtà che, in qualche modo, possono creare una sorta di curva di un certo tipo.
Sul piano personale dell'aumento relativo individuale, raccolgo quanto diceva il collega Ghiglia, così come ho fatto nel quinquennio precedente quindi posso dimostrare se e come, ma ci pensa già il mio partito, visto che per noi il finanziamento continua ad essere una delle cose che facciamo in prima persona, giustamente, e continua ad essere uno dei principi che mi fanno credere in questa realtà.
Posso comunque dimostrare come, se andrò ad utilizzare diversamente questo aumento, non condivido che sia avvenuto in questa fase, ma avrei preferito un percorso diverso e non in questa entità, con un ragionamento che consentisse una tempistica e dei contenuti, ivi compresi quelli dell'aumento, veramente esagerato rispetto alla situazione sociale ed economica in cui ci troviamo.
Quindi, a titolo personale e per queste motivazioni, dichiaro che non parteciperò alla votazione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea per dichiarazione di voto.



PAPANDREA Rocco

Intervengo per chiarire che voterò a favore del provvedimento.
Voglio fare alcune considerazioni. La prima è questa: sarebbe utile per le considerazioni che abbiamo sentito, anche quelle del Consigliere Ghiglia, rendere esplicito il tipo di provvedimento che stiamo esaminando anche nelle ripercussioni che avrà sul finanziamento di ogni Gruppo, quindi credo che questo elemento è bene che sia noto senza problemi.
Voterò a favore perché ritengo che il provvedimento introduce un elemento di correzione, cioè prende atto del fatto che, per esempio, come nel caso di Forza Italia, esistono gruppi che numericamente superano quanto il Regolamento stesso prevede, perché il provvedimento tende a correggere l'appiattimento del finanziamento ai Gruppi, per cui c'era una differenza consistente tra Gruppi piccoli e gruppi grandi. In questo caso, nel provvedimento che variamo abbiamo una sperequazione evidente verso l'alto cioè verso i gruppi più grandi, che viene fatta esattamente per correggere un tipo di tendenza che c'era precedentemente, perché non mi pare che ci sia una mortificazione dei gruppi piccoli. Credo che sarebbe sbagliato dire questo, nel tipo di provvedimento che c'è, e parlo di un gruppo che è composto da due persone.
E' chiaro che, con una manovra correttiva, si introduce un elemento di sfasatura, perché correggendo un appiattimento e tentando di aprire la forbice, perché chi sta da una parte prende meno, mentre chi è dall'altra si avvantaggia di una correzione che, in questo caso, tende a dare molto di più ai gruppi più numerosi, anche se mi pare che sostanzialmente vi sia un aumento proporzionale al tipo di composizione che hanno i Gruppi. Mi pare che l'incremento tenda ad essere proporzionale, però è l'incremento, non il finanziamento globale. Il finanziamento globale rimane con una dotazione ai Gruppi, a mio avviso, che tiene conto che i Gruppi piccoli non solo hanno diritto di esistere, ma a svolgere un'attività a tutto campo.
Da questo punto di vista, ritengo che questa volta si possa fare l'intervento a inizio legislatura e poi non più, perché questa manovra correttiva, una volta introdotta, riequilibra il tipo di finanziamento che diamo, per cui non si dovrebbe più intervenire.
L'altro elemento positivo di questo provvedimento, a differenza di quanto ho sentito in alcuni altri interventi, è che non interviene sullo stato dei Consiglieri, perché nella passata legislatura vi erano stati più interventi sullo stato dei Consiglieri, che ritengo a questo punto più che adeguato. La voce prevalente dell'intervento riguarda il finanziamento ai Gruppi, senz'altro l'aspetto più importante.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale. Le dichiarazioni di voto potranno essere effettuate al termine dell'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 votanti 46 voti favorevoli 44 voti contrari 2 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 votanti 46 voti favorevoli 44 voti contrari 2 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 votanti 46 voti favorevoli 44 voti contrari 2 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 votanti 46 voti favorevoli 44 voti contrari 2 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 votanti 46 voti favorevoli 44 voti contrari 2 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 votanti 46 voti favorevoli 44 voti contrari 2 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 votanti 46 voti favorevoli 44 voti contrari 2 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 49 votanti 46 voti favorevoli 44 voti contrari 2 non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri L'art. 8 è approvato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto sull'intero testo di legge.



CONTU Mario

Credo che i Consiglieri ben sappiano quanto forte sia il senso di disciplina all'interno del partito comunista e dei partiti comunisti anche storicamente, però ritengo che questa sia una di quelle materie assolutamente non strategiche, con le quali non mutiamo i destini di nessuno degli attori in campo, dei soggetti sociali in campo.
Qui stiamo parlando dello status dei Consiglieri e della dotazione dei Gruppi, un punto qualificante che forse tutti si sono dimenticati, e che, a trascinamento, la condizione economica dei Consiglieri si modificherà ulteriormente in quanto nel frattempo si è provveduto ad adeguare le indennità di riferimento che sono quelle parlamentari.
A parte queste considerazioni, è in itinere il seguente aspetto. C'è la questione un po' controversa dei rimborsi chilometrici, che è forse quella che consente di migliorare la condizione dei Consiglieri. Ritengo che comunque complessivamente, per quanto concerne tutto il provvedimento legislativo, si sia scelto un percorso assolutamente non dico non lineare perché sarebbe scorretto dire questo, ma occorreva un'istruttoria più ampia, più attenta, occorreva un maggiore coinvolgimento di tutto il Consiglio - non è un appunto al mio Capogruppo, con il quale oltretutto ci siamo confrontati.
Sulla base di queste motivazioni, sia per i tempi della scelta sia per le modalità con la quale questa scelta e questa proposta di legge è arrivata al Consiglio regionale e al voto d'aula, esprimo il mio voto contrario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano per dichiarazione di voto sull'intero testo di legge.



GIORDANO Costantino

Come Gruppo dei Democratici per l'Ulivo, siamo favorevoli a questa modifica. Capisco certi colleghi che incassano lire con mortificazione però onestamente io ho trovato comodo, anche in termini di funzionalità, la modifica. Mi spiego meglio. Forse perché sono nuovo della politica, di quest'aula e della gestione di questi fondi, però prima tra gestione del budget di funzionamento Gruppo e contributo mensile era sicuramente un pochino più complicato. Ho apprezzato per intanto la lievitazione di contributi che ci è stata riconosciuta perché effettivamente i Gruppi piccoli hanno delle difficoltà, però riconosco anche che dove ci sono più Consiglieri gli importi debbono essere superiori.
Noi voteremo favorevolmente perché ci ha un pochino agevolato il percorso nella gestione dei fondi stessi.



PRESIDENTE

Si proceda alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 46 hanno risposto SI' 44 Consiglieri hanno risposto NO 3 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 3 Consiglieri.
La legge è approvata.
Colleghi, la seduta è momentaneamente sospesa fino alle ore 17 perch sono in corso i lavori della VII Commissione, dove sono in programma alcune importanti consultazioni. Il Presidente Salerno è già in quella sede.



(La seduta, sospesa alle ore 15.42 riprende alle ore 17.25)


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Mellano sull'ordine dei lavori.



MELLANO Bruno

Egregio Presidente, vorrei soltanto testimoniare un disagio in quest'aula perché sono le ore 17,25. Questa mattina abbiamo iniziato la seduta alle ore 10,15 e, successivamente, è stata sospesa più volte.
Il problema è il seguente: va bene che siamo in un clima di vacanza ed è l'ultimo giorno dei lavori d'aula, ma mi sembra una scelta suicida perché continuiamo ad accumulare argomenti importantissimi per poi affrontare discussioni impegnative in modo affrettato in quanto giustamente, si deve andare a pranzo; è un problema di metodo generale.
Mi permetto - adducendo la solita clausola di stile di neofita dell'ultimo momento - di richiamare il Presidente a richiamarci tutti ad una maggiore puntualità, a cominciare da lui stesso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mellano.
La parola al Consigliere Chiezzi, sempre sull'ordine dei lavori.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente.
Ritengo opportuno il richiamo del collega Mellano anche perch gradiremmo, quando la seduta è convocata, che, nell'ora di convocazione, il Presidente venisse in aula a comunicare qualcosa ai colleghi presenti. Alle ore 17 eravamo in pochi, ma se lei fosse stato presente, avremmo potuto fare qualche commento e avere qualche indicazione, anche perché vedo che nella gestione dei lavori...



PRESIDENTE

Ha una richiesta specifica di inversione dei punti all'ordine del giorno?



CHIEZZI Giuseppe

Sì, ho la richiesta: nell'ordine dei lavori che lei gestisce, poich vedo che...



PRESIDENTE

Se è per la seduta di oggi, altrimenti, quale miglior risposta che iniziare a deliberare.



CHIEZZI Giuseppe

D'accordo. Però, le facevo notare una certa intermittenza del rigore.
Nel senso che, da un lato, a volte, vi è un rigore estremo e, dall'altro il ritardo non viene sanzionato.
Quindi, la inviterei ad usare un ugual metro di rigore durante la conduzione dei lavori, in modo che tutti quanti lo possano osservare.
Grazie.


Argomento: Iniziativa legislativa popolare e degli enti locali

Proposta di deliberazione n. 24: "Nomina della Commissione consultiva per i procedimenti di iniziativa legislativa popolare e degli enti locali e di referendum (Titolo II della legge regionale 20/12/1990, n. 55)"


PRESIDENTE

A questo punto, passiamo alla presa d'atto che corrisponde al punto 9) all'o.d.g. anticipato.
(Intervento fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

Ripeto: siamo al punto 9) della seduta di martedì 25 luglio, che è stato anticipato. Si tratta della proposta di deliberazione relativa alla nomina della Commissione Consultiva per i procedimenti di iniziativa legislativa popolare e degli enti locali e di referendum, come vi ho già detto.
Noi prendiamo atto di una serie di designazioni a cui ha fatto seguito un sorteggio del Difensore Civico. Il testo è già stata distribuito martedì ed ha il tenore di una presa d'atto.
Pongo pertanto in votazione tale deliberazione, il cui testo verrà trascritto sul processo verbale dell'adunanza in corso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 33 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Passerei ora all'esame della proposta di deliberazione al Consiglio regionale n. 12, avente per oggetto: "Costituzione di una Commissione speciale per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Mi sembra che questa mattina abbiamo votato l'anticipazione della legge sull'inquinamento acustico, su richiesta dell'Assessore competente.



PRESIDENTE

No.



MARCENARO Pietro

Come no? Sì.



PRESIDENTE

Abbiamo votato su richiesta dell'Assessore.



MARCENARO Pietro

Se mi sbaglio, dichiaro di essermi sbagliato e mi scuso, per l'arteriosclerosi per me è sicuramente galoppata e non galoppante.



(Commenti in aula)



MARCENARO Pietro

No, prima c'era quella dei rifiuti, ma avevamo votato sul fatto che si terminasse.



PRESIDENTE

No, ho controllato, se vuole fare la richiesta...
Abbiamo la costituzione di una Commissione speciale per la revisione dello Statuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Stamani, come diceva il Consigliere Marcenaro, abbiamo sospeso l'esame della legge sull'inquinamento per portare a termine l'esame della legge sui rifiuti, ma l'ho intesa quale una sospensione temporanea e mi sembrava pacifico. Abbiamo anticipato l'esame e la conclusione dell'altra legge, ma per riprendere, una volta terminata - poi si sono aggiunte altre cose l'iter della legge sull'inquinamento. Ho capito esattamente quanto riferito dal Consigliere Marcenaro.
Grazie.



PRESIDENTE

Non è così, ho fatto una verifica e non è così.
Abbiamo questa proposta di deliberazione.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Siccome il Consigliere ha riproposto la questione...



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, ho controllato e non è così, se lei ha una richiesta...


Argomento: Statuto - Regolamento

Proposta di deliberazione al Consiglio regionale n. 12 "Costituzione di una Commissione speciale per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro in merito alla Commissione Statuto.



MARCENARO Pietro

Eravamo intesi in via formale e, sicuramente, in via informale che la discussione sulla Commissione speciale sullo Statuto, siccome comportava naturalmente una discussione e risposte a domande che erano state avanzate avvenisse in presenza del Presidente della Giunta regionale. Noi ci apprestiamo ad una discussione su questo punto in assenza del Presidente della Giunta regionale per compiere quello che è uno degli atti fondamentali della legislatura! Non per ragioni puramente formali, ma in quanto quella deliberazione comportava una verifica politica di condizioni.
Quindi, su questo punto, vi chiedo - stiamo attendendo, magari, che il Presidente Ghigo arrivi - che la discussione sia sospesa in attesa dei soggetti che è importante che vi siano, non per ragioni formali, perch questa discussione abbia luogo.



PRESIDENTE

Il Presidente Ghigo, oggi, non c'è perché è a Roma.
Quindi, ha chiesto una sospensione?



(Intervento fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Ricordo che era stato fatto questo discorso e, adesso, vediamo cosa ne pensa l'aula.
La parola al Consigliere Bussola.



BUSSOLA Cristiano

Presidente, trattandosi, in questo caso, di una votazione, credo che il dibattito si possa aprire. Il Presidente Ghigo, purtroppo, oggi, non è presente, è in congedo, ma ritengo che si possa comunque procedere secondo quanto previsto dall'ordine del giorno. La discussione è già stata intrapresa, si è già iniziato l'argomento e credo si possa procedere normalmente.



PRESIDENTE

Quindi lei ha parlato contro.



PRESIDENTE

E' una vera e propria richiesta di sospensione, Consigliere Marcenaro? La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Qui, vorrei che ci si capisse.
In questo caso, non sto facendo un discorso formalistico, quindi, prima di valutare se tradurre questa questione in una vera e propria richiesta di sospensione, vorrei capire se sulle questioni si procede secondo quanto convenuto o se, invece, sono sopravvenute delle novità.
Siccome oggi non viene istituita la Commissione speciale per lo Statuto e nel mese di agosto con il suo fervore lavora; se oggi non ci sono le condizioni, la si istituirà nel primo Consiglio utile, ma rispettando le condizioni politiche generali.
Non vorrei che fosse una mia richiesta di sospensione; vorrei che possibilmente, fosse un punto di convergenza di un Consiglio regionale che dichiara di voler fare insieme questo importante atto.
Se deve essere una richiesta di parte, ho dei dubbi da avanzare, perch non la voglio mettere in questi termini.



PRESIDENTE

Ricordo che gli interventi sono uno a favore e uno contro.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma non ha avanzato alcuna richiesta di sospensione, Presidente! A favore o contro che cosa?



PRESIDENTE

Allora abbiamo il dibattito sulla...



(Commenti della Consigliera Manica)



PRESIDENTE

Le questioni procedurali vanno esplicate, Consigliera Manica.
Consigliere Saitta, prego.



SAITTA Antonino

Credo che il Presidente del Consiglio, al di là delle questioni di carattere regolamentari, dovrebbe richiamare l'aula a una certa attenzione attorno a questo tema (d'altronde l'aveva fatto, mi pare, già sin dall'insediamento): il nuovo Statuto della Regione Piemonte è un fatto importante. Mi pare che sia stato richiamato anche dal Capogruppo di Forza Italia, forse il collega Bussola l'ha dimenticato: in una delle ultime sedute il Capogruppo di Forza Italia aveva detto che il processo di revisione dello Statuto non è un processo che può avviare soltanto la maggioranza, ma è un processo che dev'essere il più possibile condiviso.
Questa è la discussione che si era fatta sin dall'insediamento di questa legislatura e sono i punti di incontro della discussione che si era fatta una delle ultime volte. Non per nulla, se ricordate, questo dibattito venne promosso da parte delle minoranze che avevano proposto la costituzione di una Commissione per giungere alla formazione dello Statuto. Allora, se il clima deve essere quello, così com'è stato garantito da parte dei colleghi della maggioranza e in modo particolare dal Presidente del Consiglio e dal Capogruppo di Forza Italia, forse è opportuno che questa decisione in ordine alle modalità con le quali procedere alla revisione dello Statuto sia una modalità la più possibile condivisa e quindi non soltanto una proposta da parte di un Gruppo di maggioranza. D'altronde, anche noi stessi, quando decidemmo di provocare quella discussione, non facemmo una proposta di costituzione di una Commissione, ma una discussione intorno agli obiettivi che si volevano raggiungere. Pertanto, al di là della proposta di posticipare questa discussione, invito i colleghi della maggioranza a ritornare alle origini delle posizioni che erano quelle di un processo il più possibile condiviso. Credo che questo non possa essere oggetto di posticipazione: o c'è questa convinzione o altrimenti discutiamo la delibera. La discutiamo fino in fondo, però.


Argomento:

Questione sospensiva


PRESIDENTE

Se non vi è una richiesta esplicita di sospensione, posto che il Presidente Ghigo è in congedo e noi non possiamo differire questo argomento senza una votazione dell'aula, io aprirei la discussione. Se non vi è una richiesta di...



MARCENARO Pietro

Se è così...



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Mi dispiace, perché come ho detto prima non è mia intenzione affrontare questa questione con alcuno spirito di parte. Vorrei fare una discussione che avesse un'altra caratteristica, ma se lei mi dice che o la questione viene formalmente posta o la questione non vive nella discussione perch non si trova un'interlocuzione politica che sia in grado di rispondere, io formalizzo - a questo punto - la proposta di sospensione: che questo punto così delicato e importante sia affrontato in un momento che consenta che ci sia un atto unitario del Consiglio regionale di avvio di una discussione così impegnativa come tutti hanno riconosciuto essere quella sullo Statuto.



PRESIDENTE

Faccio una proposta: potremmo votare la richiesta di sospensione avanzata dal Consigliere Marcenaro, dopo aver esaminato i punti 2) e 3) all'o.d.g.
Posto che è stata fatta la dichiarazione di voto a favore e la dichiarazione di voto contro, anche per capire se il Presidente Ghigo torna o non torna, propongo di votare la questione sospensiva dopo aver trattato i punti 2) e 3) all'o.d.g., cioè il Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1999 e il Conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale anno 1999.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

No, adesso c'è una questione sospensiva; la metta in votazione.



PRESIDENTE

Va bene, la metto in votazione.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Sono stato costretto a porla, Presidente.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di sospensiva, avanzata dal Consigliere Marcenaro, in merito all'esame del punto 1), iscritto all'o.d.g. di giovedì 27 luglio 2000, che reca: "Proposta di deliberazione al Consiglio regionale n. 12, 'Costituzione di una Commissione speciale per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte'".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La questione sospensiva è respinta con 16 voti favorevoli e 22 contrari (1 Consigliere non partecipa alla votazione).


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

E' aperta dunque la discussione generale sul provvedimento. Vi sono degli interventi? Consigliere Saitta, solo per l'intervento, non le do la parola sul...



SAITTA Antonino

Vuol sapere prima cosa voglio dire per darmi l'autorizzazione?



PRESIDENTE

No. O esplica un'altra questione procedurale oppure svolge l'intervento, perché ormai è iniziata la discussione.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo lasci parlare, così sentirà cosa intende dire!



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Mi pare una modalità molto strana quella di preparare l'intervento prima, avere il visto, dopodiché se ho il visto mi viene data la possibilità di intervenire o meno!



SAITTA Antonino

MANICA Giuliana (fuori microfono)



SAITTA Antonino

E' così nella Padania!



SAITTA Antonino

Io non so se queste sono le regole del Parlamento padano, ma ancora nella Repubblica Italiana, e soprattutto nella Regione Piemonte, c'è la possibilità di confrontarsi e poi di giudicare.
Allora, relativamente a questa possibilità di esprimere ancora un'opinione, ripeto che questa è una questione fondamentale e constato che lei - in quanto Presidente del Consiglio regionale ed anche perché è stato un suo impegno, altrimenti i suoi sono interventi puramente di carattere politico, ma lei ha fatto un intervento di carattere istituzionale in cui ci ha richiamati tutti a lavorare attorno allo Statuto - ha il dovere, nel momento in cui si parte per la revisione dello Statuto, di cercare gli elementi di condivisione di un percorso. Lei avrebbe dovuto non mettere ai voti la sospensiva che io non ho condiviso, ma avrebbe dovuto chiedere una sospensione del Consiglio per una riunione dei Capigruppo perché si sta cambiando una strada che era stata definita e concordata all'interno di quest'aula! Questo è il fatto di carattere politico.
Allora chiedo che prima di procedere alla discussione su questa delibera si sospendano i lavori del Consiglio per una riunione dei Capigruppo. E' un fatto di una certa delicatezza: se partiamo in questa maniera sullo Statuto, io credo che le strade saranno divergenti.



PRESIDENTE

E' appena stata votata una questione sospensiva che è stata rigettata.
C'è stato un dibattito...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per una breve riunione dei Capigruppo.



(La seduta, sospesa alle ore 17,45 riprende alle ore 18,16)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' appena terminata la Conferenza dei Capigruppo. Comunico agli altri colleghi che ho provveduto a contattare personalmente il Presidente Ghigo il quale mi ha detto di voler intervenire alla discussione sulla costituzione di una Commissione speciale per la revisione dello Statuto e quindi è lui stesso che sostanzialmente chiede che il punto venga differito. Quindi lo differiamo alla prima seduta di settembre, con la presenza del Presidente Ghigo.
Consigliere Mancuso, lei mi aveva detto che chiedeva un'anticipazione.
Prenda pure la parola.



MANCUSO Gianni

Sì, Presidente, la ringrazio per avermi dato la parola.
Era per ricordare che stamani, insieme ai rappresentanti dell'Ovest Ticino, del Comitato Covest e ai Sindaci, si era deciso, direi in modo unanime, con i Capigruppo e circa mezzo Consiglio presente in Sala Viglione, di procedere durante la giornata anche alla discussione sul problema di Malpensa. Il Capogruppo di Forza Italia, Cattaneo, aveva chiesto di fare un Consiglio ad hoc ed era sembrata ai più una buona idea dopodiché è stata fatta una controproposta per inserire questa discussione nei lavori odierni.
Vorrei ricordare all'aula che i rappresentanti del Novarese sono qui da stamattina e non so se sia opportuno che si trattengano fino a mezzanotte o a quando finiranno i nostri lavori, per cui chiederei se fosse possibile trattare subito la questione, magari facendo noi Consiglieri di maggioranza uno sforzo di sintesi e riducendo magari a uno o due soltanto gli interventi, visto che da parte nostra l'atteggiamento è molto chiaro.
Grazie.



PRESIDENTE

In sostanza, lei chiede di trattare il punto immediatamente.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Comunque che definisca un ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Possiamo esaminare i disegni di legge nn. 66 e 16 e subito dopo, se l'aula acconsente, trattare gli ordini del giorno su Malpensa. D'accordo.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 66: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1999"


PRESIDENTE

Il punto 2) dell'o.d.g. di giovedì 27/7/2000 prevede l'esame del disegno di legge n. 66. Relatore è il Consigliere Costa Enrico, che ha pertanto la parola.



COSTA Enrico, relatore

La I Commissione ha esaminato il disegno di legge n. 66 "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1999" e lo ha approvato a maggioranza.
Tale adempimento è stato effettuato soltanto il 7 luglio scorso, cioè nella prima seduta utile seguita all'assegnazione del provvedimento.
In sede i Commissione sono stati focalizzati i risultati finali della gestione del bilancio, che in base all'art. 71 della legge regionale di contabilità debbono seguire una precisa impostazione e presentazione nel rendiconto.
Il rendiconto generale comprende le risultanze del conto finale e del conto patrimoniale, rappresenta il confronto tra la previsione ed i risultati definitivi conseguiti, sia in termini finanziari che in termini patrimoniali, a seguito dell'azione amministrativa.
Il risultato finanziario alla chiusura dell'esercizio finanziario 1999 tiene conto del risultato della gestione di competenza e della gestione dei residui degli anni precedenti.
La situazione finale del bilancio emerge dall'analisi delle entrate di competenza e dalle spese di competenza.
Esaminando la gestione, si può evidenziare dal fronte delle entrate il grado di utilizzazione degli stessi stanziamenti e quindi per differenza con le somme accertate si conosceranno le economie. Le economie sono l'indicatore finanziario che segnala il grado di utilizzazione delle somme previste in bilancio.
Mentre le economie di spesa su stanziamenti di competenza relative a fondi statali a destinazione vincolata dovranno essere reimpostate nel bilancio dell'anno successivo, quelle su fondi regionali andranno a formare, unitamente ad altre componenti, il risultato finanziario della gestione.
Nella relazione al rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1999 si evidenzia il risultato finanziario (avanzo) per lire 1.659.385.652.930 il prospetto riconcilia con la situazione contabile generale al 31/12/1999 consuntivata con relativo conto del Tesoriere evidenziante il fondo di cassa al 31/12/1999 per L. 345.188.734, il totale delle riscossioni per L.
22.237.774.318.817 (fondo di cassa iniziale L. 1.443.729.929 e reversali incassate per L. 22.236.330.588.888) e il totale dei pagamenti per L.
22.237.429.130.083.
Per ciò che attiene ai residui attivi è da rilevare che quelli formatesi per competenza nel 1999 ammontano a L. 3.088.517.239.791. Tra le voci più rilevanti si evidenziano L. 866.189.714.371 del Titolo II delle entrate relative alla mancata erogazione di fondi statali e L.
701.626.000.000 nel Titolo VI delle entrate quale giacenza di cassa in deposito presso la Tesoreria centrale dello Stato. I residui attivi sono stati riaccertati al 31/12/1999 in L. 5.339.879.632.177. I residui passivi sono stati riaccertati al 31/12/1999 in L. 3.461.828.084.059. Si rileva una significativa riduzione dei residui passivi rispetto al 1998.
Accompagna il rendiconto generale il "Conto generale del patrimonio" che evidenzia le attività e passività finanziarie e patrimoniali (residui attivi - fondo cassa - residui passivi - debiti per mutui). Il conto generale del patrimonio si compone altresì degli allegati relativi al demanio, patrimonio non disponibile - beni immobili, patrimonio disponibile beni immobili, beni immobili non disponibili, titoli pubblici e partecipazioni azionarie. Per queste ultime si evidenzia la consistenza al 31/12/1999 suddivisa per pacchetti azionari senza espressione della quota percentuale di partecipazione e dei criteri di valutazione adottati (valutazione al costo storico o al patrimonio netto). Sarebbe auspicabile almeno per le partecipazioni in società in liquidazione o presentanti perdite di bilancio durature, una valutazione che utilizzi il criterio del cosiddetto patrimonio netto sulla base dei bilanci approvati.
Nel 1999 si rileva un unico mutuo contratto pari a L. 410.335.872.000 in materia di trasporti pubblici evidenziabile nel Titolo V delle entrate in conto competenza: in tal modo si è scelto di non limitare troppo il margine di manovra dell'Ente negli esercizi futuri.
Un ultimo accenno merita la cosiddetta perenzione amministrativa.
Secondo la legge di contabilità regionale i residui passivi, se non vengono pagati entro il secondo esercizio successivo a quello in cui l'impegno è perfezionato, si intendono perenti agli effetti amministrativi. La perenzione comporta l'eliminazione di tutti i residui passivi dal conto finanziario del rendiconto generale, passando in carico al conto del patrimonio come debito patrimoniale. La consistenza dei perenti all'inizio dell'esercizio finanziario 1999 era di L. 384.237.000.000. Nel 1999 si sono verificati pagamenti per L. 62.180.000.000 a fronte di residui dichiarati perenti per L. 191.911.000.000, di conseguenza i perenti ammontano a fine 1999 a L. 513.968.000.000.
Volevo sottolineare due o tre aspetti particolarmente importanti - lo faccio a braccio. Innanzitutto l'aspetto relativo all'unico mutuo che è stato contratto nell'anno 1999, un mutuo pari a 410 miliardi in materia di trasporti pubblici, che ha portato chiaramente a non limitare troppo il margine di manovra dell'Ente.
Poi un altro aspetto che riguarda le partecipazioni azionarie, le quali sono evidenziate nel conto generale del patrimonio. Qui bisogna dire che si evidenzia, per quelle che sono indicate come partecipazioni azionarie, che non è indicata la quota percentuale di partecipazione né i criteri di valutazione adottati e quindi non si capisce se sia una valutazione al costo storico o al patrimonio netto. Quindi su questo, secondo me, sarebbe auspicabile per il futuro cercare di fare una valutazione al patrimonio netto, perché chiaramente ci saranno delle valutazioni che sono aumentate rispetto al costo storico e altre in cui magari vi è una diminuzione.
Probabilmente il risultato sarà lo stesso, ma tanto per avere una migliore lettura.
Un ultimo accenno merita invece l'aspetto della perenzione amministrativa. Che cos'è la prerenzione amministrativa? Se i residui passivi non vengono pagati entro il secondo esercizio successivo a quello in cui l'impegno si è perfezionato, si intendono perenti agli effetti amministrativi, quindi la perenzione comporta che vengono meno dal conto finanziario e passano come debito patrimoniale.
La I Commissione nella seduta di venerdì 7 luglio ha licenziato tale testo e lo rimette all'aula per la sua approvazione.



PRESIDENTE

Sulla discussione generale, ci sono interventi? Prego, Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Il collega relatore Consigliere Costa nella sua relazione ha evidenziato una questione che non sempre in Consiglio abbiamo evidenziato e questa è forse è un po' una colpa che abbiamo avuto come opposizione che però è indice di un'attenzione con la quale il documento e' stato esaminato. Ci interessa parecchio soffermarci su questo aspetto e possibilmente riprenderlo successivamente.
Mi pare che nella sua parte finale il Consigliere Costa abbia fatto riferimento ai pacchetti azionari della Regione Piemonte. La relazione che è qui stata letta poco fa evidenzia come la consistenza dei pacchetti azionari al 31/12/1999 - mi preparo per fare una domanda all'Assessore alle partecipate e anche all'Assessore Burzi - sia senza espressione della quota percentuale di partecipazione e dei criteri di valutazione adottati, cioè se la valutazione è fatta al costo storico o al patrimonio netto.
Il relatore sottolinea che sarebbe auspicabile, almeno per le partecipazioni in società in liquidazione o presentanti perdite di bilancio durature, una valutazione che utilizzi il criterio del cosiddetto patrimonio netto sulla base dei bilanci approvati. Mi pare un'osservazione più che condivisibile, almeno per quelle società che non sono poche, cioè le società che sono in perdita, anzi sono quasi tutte in perdita, ma perlomeno per le società in liquidazione, e ce ne sono un certo numero.
Sarebbe bene, ci viene detto, che il criterio per la valutazione fosse quello del patrimonio netto sulla base dei bilanci approvati e non quello del costo storico.
E' evidente che questa scelta (della valutazione del patrimonio netto o del costo storico) non è indifferente per il documento che stiamo approvando, il Rendiconto generale dell'esercizio finanziario 1999.
Dal punto di vista della coerenza e del realismo amministrativo sarebbe logico che il patrimonio non venisse valutato al costo storico. Al di là del criterio adottato, che ha queste caratteristiche, sarebbe bene seguire il valore reale e non il valore storico.
Vorrei sapere se, al di là delle indicazioni in bilancio, la Giunta regionale dispone, per le numerose società partecipate e per le tante società in perdita e in liquidazione, una valutazione al patrimonio netto.
Faccio un esempio.
Parliamo della RTP.
Si tratta di una società abbastanza nota, in fase di liquidazione. Era una società in perdita e, come sa l'Assessore Laratore per aver partecipato all'assemblea (risulta chiaramente dai verbali), una società il cui capitale sociale è stato recentemente dimezzato. Come è stato detto in assemblea, per questa società i privati non solo non parteciparono in passato all'aumento di capitale, ma chiesero addirittura di uscirne, perch si trattava (come già detto in diverse occasioni) di una società senza fatturato.
Può spiegarci, Assessore alle Società partecipate, che valore ha in bilancio una società come la RTP, che valore hanno società simili alla RTP? Che valore hanno come patrimonio netto, cioè qual è il loro valore reale? Esiste un loro valore? Se non ci fosse, faremmo un'operazione - dal punto di vista complessivo - con grandi limiti.
Spero che, in tal senso, l'Assessore Laratore ci dia qualche informazione, e spero che lo stesso faccia anche l'Assessore Burzi. Sono informazioni necessarie per poter valutare questo tema nei documenti prossimi che elaboreremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Anche quest'anno, l'esame del disegno di legge sul Rendiconto generale avviene con una certa sottovalutazione del tema.
Sono convinto che gli esami dei bilanci preventivi e dei rendiconti dovrebbero vedere la massima partecipazione dei colleghi, in quanto momenti preventivi e consuntivi di tutta la nostra attività. Insomma, sono i due momenti chiave per capire la bontà di un'azione amministrativa e i risultati raggiunti. Purtroppo, questa a cui assistiamo è - come diceva anche il collega Saitta - una prassi che dura da tempo e che spero di contribuire, insieme ad altri colleghi, almeno in questa nuova legislatura a superare. C'è un'attenuante: siamo all'inizio della legislatura, con un Consiglio regionale ampiamente rinnovato, per cui si può in qualche modo comprendere perché il rendiconto venga esaminato con una certa frettolosità e in modo disattento.
Auspico che le nuove norme di contabilità finanziaria (abbiamo fatto un convegno a proposito sabato scorso) permettano, sia in sede di bilancio preventivo che di rendiconto generale, di proporre un andamento dei conti economici-finanziari tale da permettere al Legislatore di individuare i punti focali del dibattito, dell'impegno e del confronto politico. In questo modo, si riuscirebbe a fare dell'occasione dell'esame del rendiconto, un'occasione di confronto politico profondo fra obiettivi, in parte condivisi e in parte no, proposti dalle maggioranze pro tempore.
Auspico anche che la riforma della contabilità crei per il prossimo anno, in occasione dell'esame del Rendiconto 2000, la possibilità di dare una svolta di qualità a questo nostro confronto.
Per concludere, mi associo alle richieste fatte dal collega Saitta sulle Società partecipate.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

La discussione del Rendiconto dovrebbe avere la stessa dignità della discussione del bilancio preventivo, lo stesso rilievo. E' infatti l'occasione per verificare l'attendibilità e la congruenza della politica precostituita impegnata con il preventivo. Il normale percorso istituzionale richiederebbe anche una congrua giustificazione delle difformità tra le impostazioni a preventivo e quelle registrate a consuntivo.
Mi dispiace riproporre argomenti che sono ricorsi per tutta la scorsa legislatura. L'Assessore Burzi, però, sa anche che, in fondo, (sicuramente affermerà che le intenzioni erano più pregevoli del risultato o meglio secondo la sua attitudine, dirà che questo era il risultato migliore che si potesse ottenere) si tratta di discutere l'esito di un bilancio proprio di una diversa gestione e di un diverso Consiglio. E' vero, si trattava di un'analoga maggioranza, ma era però diversa nelle sue componenti. Quindi non mi sembra si possa, oggi e in questa sede, compiere il percorso completo.
Però, Assessore Burzi, potremmo approfittare dell'occasione. Poich l'esame del Rendiconto si svolge all'inizio della legislatura, potremmo cogliere l'occasione per inventariare situazioni ormai incompatibili anche con un normale svolgimento dell'attività di governo finanziario amministrativo della Regione. Sono situazioni perpetuatesi durante tutto il corso della legislatura precedente, che credo lei non abbia mai considerato ordinarie o consolidabili.
Quanto ai residui attivi che si aggirano attorno alle "migliaia di miliardi", la formulazione scelta va bene, perché non fornisce l'alibi per una situazione approssimativa e riafferma la sostanza. I residui passivi sono 4000, lo sappiamo con certezza, e i famosi fondi da reimpostare derivanti dalla non applicazione di leggi nazionali, si aggirano sempre attorno ai due mila miliardi, che si mantengono costanti nel tempo.
Non so quale sia esattamente l'indebitamento, comunque siamo un po' al di sotto del consentito. Qualche operazione di cassa è stata fatta, ma la sostanza della situazione finanziaria assolutamente abnorme, è consolidata e confermata dal conto consuntivo. Escludo che l'Assessore dica che questa situazione non comporta elementi di crisi e di costi anche dal punto di vista finanziario: i residui passivi sono a carico di fornitori, di ASL, di altre aziende o momenti organizzativi dipendenti dall'istituto regionale per cui è chiaro che sono disfunzioni della Regione - dell'Amministrazione più in generale - che si trasferiscono sui cittadini.
Non ho sentito contestare responsabilità allo Stato: la nostra Regione pur senza eccedere, ha sempre cercato di distinguere la sue responsabilità da quelle del Governo per logiche ragioni di differenziazioni politiche.
L'occasione del conto consuntivo al termine di una situazione che si è protratta per cinque anni, è per noi l'occasione per chiederle come lei intenda porre rimedio alla situazione.
Alla relazione di Malacorda e Giarda il mio Gruppo aveva una percentuale di presenza superiore a quella dell'aula e, in quella sede abbiamo colto che ormai è tempo di superare strutturalmente il tipo di Bilancio che utilizziamo nella Regione Piemonte. Sicuramente l'accatastamento di leggi che hanno determinato la costituzione di nuovi capitoli di bilancio ha ulteriormente reso irrazionale l'impostazione del bilancio stesso, ma ha creato un grandissimo irrigidimento. Una quantità enorme di capitoli rispetto ai quali non sono possibili trasferimenti con operazioni di tipo puramente amministrativo, ha reso molto più difficile il governo delle partite finanziarie. Dal punto di vista politico, tutto ci che era parallelo all'utilizzazione del bilancio è stato ugualmente oggetto di un insuccesso non sufficientemente addebitato al Polo dal punto di vista elettorale.
Anche gli altri impegni assunti all'inizio della legislatura, oltre quello della normalizzazione della situazione finanziaria (era scritto nei vostri impegni), non hanno avuto un grande esito (c'era il Piano dei trasporti, il Piano di sviluppo e tante altre cose). In una situazione di questo genere, ricorre la circostanza che il bilancio, anziché essere un elemento di governo di indirizzo, è un elemento di supporto alla navigazione a vista nell'ambito dell'utilizzazione dei tredicimila miliardi.
Tredicimila miliardi - con le partite annesse, comunque, diventano ancora di più se consideriamo le controllate e le partecipate rappresentano circa il 7-8% del prodotto interno lordo della nostra Regione (forse anche il 9%, dipende dall'esattezza delle stime), sono destinati ad incidere significativamente nella vita economica e amministrativa della nostra Regione.
Se teniamo conto che i residui passivi, i residui attivi e i fondi da reimpostare (naturalmente soltanto apparentemente tra i residui attivi e quelli passivi c'è una compensazione algebrica) in realtà appartengono a diversi settori, alla fine, la disfunzione tende a sommarsi nella gestione di un documento economico.
Abbiamo una decina di miliardi, praticamente l'80% del bilancio, che non sono governati sulla base di una situazione di adeguata efficienza (quando parlo di efficienza, lo dico in termini tecnici non in termini di addebito).
Siamo prossimi a dover gestire partite a livello di imposte a livello finanziario. Non so se l'Assessore pensa che questo tipo di bilancio sia in grado di affrontare un progetto del genere sul documento di conto consuntivo, ma abbiamo l'obbligo di accennare l'esistenza di una situazione che, oltre a consegnarci una tradizione politico-finanziaria assolutamente preoccupante, ci assicura anche un futuro ingestibile se non interverranno urgenti modifiche.
Colgo l'occasione per chiedere, a nome del mio Gruppo (avendone naturalmente mandato da parte del Capogruppo Marcenaro) che la discussione sul bilancio del prossimo anno, che è anche il primo di esercizio, non venga più a partire dai numeri, ma dagli indirizzi politici. In altre parole, chiediamo che la Giunta presenti un documento di indirizzo della politica economica finanziaria per il prossimo esercizio (un DPEF regionale); l'operatore è abituato a ragionare in termini di documento di politica economica finanziaria.
Vorrei sapere, Assessore Burzi, visto che il bilancio preventivo non verrà presentato entro il 31 agosto (questo costituisce una trasgressione e una violazione di Statuto), se fosse possibile, entro la fine di settembre presentare un documento di indirizzo della politica economica e finanziaria del Consiglio regionale che ci consenta di discutere, come Consiglio, gli indirizzi e, come Commissione, a livello tecnico, i capitoli. Soprattutto in I Commissione, sulla scorta di una conclusione politica, gli indirizzi tecnici delle singole voci di Bilancio.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore società partecipate

Risponderò in relazione alle richieste, per quanto possa essere informato.
Stiamo parlando di un bilancio consuntivo. Quello che è avvenuto nelle società partecipate, dopo quella data, da quando ho assunto l'incarico, non ha influenza negli elementi esposti. Credo che il bilancio riporti il valore delle società partecipate, il costo storico. Nulla vieta che in futuro si possa ragionare dopo aver fatto un esame accurato della situazione delle partecipate; vedere se è possibile, come proponeva il relatore Costa, esemplificare, oltre al costo storico, anche il valore del patrimonio netto. Sono cose che andranno viste nella successiva stesura del conto consuntivo per l'anno 2000.
Se la RTP ha avuto una parte di abbattimento di capitale, queste sono questioni che andranno esaminate e verranno riprese nel successivo bilancio e non in quello che state esaminando adesso.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Temo che sarò - me ne scuso già in anticipo - meno breve dei precedenti oratori, non perché la mia voglia essere una replica, ma perché i quattro interventi precedenti meritano un commento.
Parto da quanto già commentato dal collega Laratore. Confermo che il valore delle partecipazioni - mi rivolgo essenzialmente al Consigliere Saitta - è formulato sulla base di uno dei criteri possibili che, in questo caso, è il conto storico.
Con il Consigliere Costa, relatore, abbiamo discusso anche la forma della relazione per redigerla in maniera meno burocratica di quanto spesso succede.
Per quanto riguarda la valutazione dei patrimoni netti, non sono presenti nel bilancio, ma è disponibile. Forse non nella maniera organica che sarebbe utile per valutazioni o per controlli o commenti. Tra l'altro derivando questi elementi di valutazioni dai bilanci delle stesse partecipate che espongono al loro interno, come uno dei dati, il patrimonio netto.
Convengo, al di là del caso specifico, che poi è stato oggetto di uno degli esempi, che nell'area delle partecipazioni, sia quelle direttamente possedute sia quelle possedute da partecipate - come talora capita - sia indispensabile avere l'evoluzione del patrimonio netto come uno degli elementi, non l'unico, ma certamente importante, per le valutazioni sulla gestione.
Lo vedrei di più come elemento di gestione che come elemento di consuntivo, ma in ogni caso non posso che convenire con quanto diceva il Consigliere Saitta.
Credo sia possibile come fonte di informazione per la Commissione magari sotto forma di allegato di consuntivo.
Rispondo ora contemporaneamente ai Consiglieri Riba e Chiezzi, in quanto i loro interventi hanno elementi di comunanza.
Dal dibattito è emersa un'ipotesi di proposta dal Vicepresidente Riba che, evidentemente, ha delle fonti di informazione eccellenti, e non mi stupirebbe, oppure mi ha sentito, neanche tanto casualmente, parlare dello stesso argomento oggi con alcuni colleghi sia di maggioranza, sia di minoranza. Credo sia utilissimo anche in questa occasione dibattere trattasi di darsi la metodologia per farlo - dello strumento bilancio, tra l'altro un documento che mi piace condividere e chiamare documento di programmazione economica finanziaria che ci renderebbe simmetrici rispetto a quanto già lo Stato fa per obbligo, che è uno dei presupposti fondanti della nuova legge di ordinamento contabile che la Regione Piemonte sta, tra l'altro, esaminando ed è anche oggetto, come ricordava il Consigliere Riba di una giornata di lavoro interessante da molti punti di vista. L'unico punto dell'intervento sul quale non convengo è l'abnormità. Purtroppo, o fortunatamente, è una costante che tutte le amministrazioni pubbliche hanno e il Sottosegretario Giarda lo ha detto con parole che ho molto apprezzato dal punto di vista della trasparenza e della voglia di contribuire in senso tecnico alla formazione di un pensiero operativo - è un connotato che trasversalmente connota Regioni, enti locali e Stato indipendentemente dal colore dell'amministrazione, perché attiene a delle formule di inefficienza, che, per carità, possono poi trovare nella politica un elemento di ulteriore aggravio, ma sono insite in qualche modo nel sistema.
A questo punto mi riallaccio a quanto diceva il Consigliere Chiezzi, il quale sosteneva che il Rendiconto non è mai stato un momento di esame così importante come dovrebbe essere. Lo condivido. Occorre che il Consiglio nella sua sovranità trovi la metodologia praticabile, non per intenti, ma per interventi, per documenti e secondo tempi definiti per esaminare un consuntivo, sia esso di un ente parco sia esso di un ente strumentale, a maggior misura per l'ente, in modo da dare, a chi deve approvvigionare gli elementi di conoscenza, quelli in più oltre al dovuto, e consentire che il dibattito avvenga secondo tempi certi.
C'è stato un momento, legittimo per polemica politica - lo cito come elemento di memoria - ma quanto meno, argomentabile: in Commissione discutemmo se fare le consultazioni sul consuntivo. Probabilmente, come credo tutti abbiano imparato, non è emendabile un consuntivo per fatto tecnico, visto che sono dati di chiusura non modificabili, perché non esprimono più una volontà politica, ma sono dati di consuntivazione sui quali - credo sia doveroso riflettere - si esprimono valutazioni di merito e quindi si valuta l'efficienza.
La legge approvata, tra l'altro credo sia la prima legge di questa legislatura, è stata una legge di semplificazione. Non a caso - e lo voglio ricordare, perché è un punto di merito per questa assemblea - è stata approvata all'unanimità. Tale legge snellisce i bilanci delle aree protette degli enti strumentali, "riservando" - ed è sottolineato - "maggior attenzione alla formazione di documento e all'esame, in sede preventiva," quindi valutazioni di discrezionalità, valutazioni di quantità e valutazioni politiche, mentre in sede consuntiva va in l'attuazione di rendiconto, quindi di efficienza di ciò che in sede preventiva era stato stabilito come volontà.
Questo è l'impegno che dobbiamo assolvere. In tal senso credo che la legge, in discussione in I Commissione, e che pone come obiettivo il DPEF possa essere, una volta approvata, lo strumento standard. Sono disponibile a riferire ai colleghi di Giunta e ad assumere con essi l'impegno di formulare il prossimo bilancio 2001 secondo una doppia via: quella che la legge al momento vigente obbligherà l'ente a svolgere, ma anche immaginando che la legge non sia ancora stata approvata o che comunque l'approvazione della stessa non avvenga nei tempi che la formazione del documento potrebbe consentire, a farla in parallelo, in modo da consentirne in ogni caso un esame del documento e dei nuovi documenti con una leggibilità che ci auguriamo, perché ne abbiamo bisogno tutti, maggiore.
Per quanto riguarda i tributi - concluderò il mio intervento sui chiarimenti - le Regioni, tutte, quindi anche la Regione Piemonte diventeranno più autonome o più attive nell'area dei tributi attivi.
Quello che mi preoccupa di meno a proposito di quest'area è il determinare il livello del tributo oggetto di una proposta, a seconda delle leggi e delle necessarie interlocuzioni con le parti politiche. Sono invece, molto preoccupato delle fasi successive del tributo, ovvero del monitoraggio dello stesso, differenziato per area, il controllo degli andamenti nel tempo e nelle aree, quindi la gestione del contenzioso, che sono i passaggi di maggior difficoltà nella gestione di un tributo.
E' evidente che quando il livello della differenza di stime - in questo caso parliamo dell'IRAP, che più velocemente diventerà strumento direttamente operativo da parte delle Regioni - tra documenti proposti e effettivi è significativo, al di là di valutazioni politiche che poi, di volta in volta, alcuni di noi hanno voluto strumentalizzare, come credo la corretta polemica politica comporti o permetta, è perché il sistema non è in grado di monitorare sufficientemente il tributo stesso e, non monitorandolo, non consente agli operatori di gestirlo; pensiamo poi in caso di contenzioso e in caso di modifica.
Anche sulla modifica dell'area dei tributi si vuole reagire con strumenti idonei in modo da qualificarla come numero di risorse, come formazione di risorse e come colloquio di risorse. Ad esempio, siamo la seconda Regione che ha istituito - come da idoneo decreto legislativo centrale - una Commissione paritetica che coinvolge la direzione regionale delle entrate, la Regione Piemonte e l'ANCI, come strumento di governo anche di questa partita. La Commissione è partita, ma è soltanto il primo passo fatto nel rispetto dei tempi, in assoluta armonia; un primo passo per una gestione attiva del tributo, che spero veda la collaborazione di tutti in sede tecnica, cioè in sede degli strumenti, lasciando poi, nei momenti di preventivo e di consuntivo, spazio a scelte di impostazioni diverse e perché no - a valutazioni molto diverse su come gli obiettivi siano stati o meno raggiunti.
Ultimo, e chiudo: è vero che non presenteremo la proposta di bilancio entro agosto, è vero che, rispetto allo Statuto vigente, si tratta di una "rottura di Statuto", ma è anche vero che negli ultimi 30 anni - come ho più volte ricordato - è successo una sola volta che il bilancio in sede preventiva sia stato approvato entro la data del 31 agosto.
Con la nuova legge potrebbe essere più proponibile perché la discussione diventa potenzialmente più snella e si argomenta sul DPEF più che sul singolo capitolo. Grazie.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame dell'articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 voti favorevoli 31 voti contrari 15 astensioni 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri.
L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 voti favorevoli 31 voti contrari 15 astensioni 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 voti favorevoli 31 voti contrari 15 astensioni 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 voti favorevoli 31 voti contrari 15 astensioni 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 voti favorevoli 31 voti contrari 15 astensioni 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 voti favorevoli 31 voti contrari 15 astensioni 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 voti favorevoli 31 voti contrari 15 astensioni 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 voti favorevoli 31 voti contrari 15 astensioni 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 8 è approvato.
ART. 9 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 voti favorevoli 31 voti contrari 15 astensioni 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 9 è approvato.
ART. 10 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 voti favorevoli 31 voti contrari 15 astensioni 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 10 è approvato.
ART. 11 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 48 voti favorevoli 31 voti contrari 15 astensioni 2 non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri L'art. 11 è approvato.



PRESIDENTE

Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 50 votanti 49 hanno risposto SI' 32 Consiglieri hanno risposto NO 15 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame proposta di deliberazione n. 16: "Conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale anno 1999"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del punto 3) all'o.d.g. di giovedì 27 luglio 2000, relativo alla proposta di deliberazione n. 16, presentata dall'Ufficio di Presidenza della scorsa legislatura, in data 27 marzo 2000.
Non essendovi interventi, pongo in votazione tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, verrà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Non essendoci interventi, la pongo in votazione per alzata di mano.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolta con 42 voti favorevoli e 5 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).


Argomento: Trasporti e comunicazioni: argomenti non sopra specificati

Esame ordini del giorno n. 40: "Blocco dell'espansione e declassamento dell'aeroporto di Malpensa"; n. 55: "Aeroporto di Malpensa 2000"; n. 64: "Ripartizione rotte aeree con la Regione Lombardia"; n. 65: "Ripartizione rotte aeree con la Regione Lombardia"; n. 66: "Ripartizione rotte aeree con la Regione Lombardia" (Interrogazioni ed interpellanze collegate)


PRESIDENTE

Procediamo con l'esame degli ordini del giorno sull'Aeroporto di Malpensa, di cui al punto 15) all'o.d.g. di martedì 25 luglio 2000.
Sono l'ordine del giorno n. 40, presentato in data 11 luglio 2000 dai Consiglieri Papandrea, Moriconi e Contu, e l'ordine del giorno n. 55, del 18 luglio 2000, a firma dei Consiglieri Manica, Marcenaro, Ronzani, Muliere e Suino. A tali provvedimenti sono connesse l'interrogazione n. 34 presentata il 7 giugno dalla Consigliera Manica, e l'interrogazione n. 88 presentata dal Consigliere Tapparo.
In data odierna, sono stati presentati l'ordine del giorno n. 64, a firma della Consigliera Manica, Marcenaro, Moriconi, Chiezzi, Caracciolo Giordano e Mellano; l'ordine del giorno n. 65, a firma dei Consiglieri Gallarini, Mancuso, Deorsola, Brigandì, Angeleri, Valvo e Galli; l'ordine del giorno n. 66, a firma dei Consiglieri Moriconi e Contu. Tali documenti sono in distribuzione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi; ne ha facoltà.



MORICONI Enrico

Ho presentato due ordini del giorno, uno che era precedente e uno poco fa.
Relativamente a quest'ultimo, propongo una modifica, che prevede la soppressione della parte dattiloscritta. L'ordine del giorno, in sostanza risulterebbe: "Il Consiglio regionale del Piemonte dà mandato al Presidente della Giunta regionale, affinché nell'incontro col Presidente della Regione Lombardia previsto per venerdì 28/07/2000, si emanino i provvedimenti necessari affinché l'esubero dei 450 movimenti giornalieri, pari alla differenza fra i 400 movimenti previsti dal PRG di Malpensa del 1986 unico strumento normativo attualmente in vigore - e gli 850 movimenti attuali, ricada esclusivamente sul territorio lombardo e che i decolli relativi agli originali 400 movimenti vengano immediatamente ripartiti al 50%, attuando così l'equa ripartizione.
Contestualmente, impegna il Presidente della Giunta regionale del Piemonte, di concerto con il Presidente della Regione Lombardia, a richiedere al Governo: 1) in attuazione al DPR 476 del 09/11/99 l'emanazione di una direttiva che attui il divieto dei voli notturni; 2) il declassamento dell'aeroporto di Malpensa.
Qualora non sia raggiunta l'intesa fra le due Regioni, in merito a quanto previsto dal punto 1), preliminare l'instaurazione di qualsiasi trattativa la Regione Piemonte, quale garante della salute dei propri cittadini, prenderà in considerazione tutti gli strumenti di sua competenza per vietare il sorvolo degli aerei in decollo da Malpensa sul proprio territorio, formalizzando medesima richiesta al Ministro dei trasporti affinché emani provvedimenti necessari alla gestione e all'indirizzamento del traffico aereo come sopra indicato".
Se si fa un veloce confronto, questo testo è molto simile all'ordine del giorno presentato dalla maggioranza. Tuttavia, come Verdi, non abbiamo difficoltà ad assumere delle posizioni che partano essenzialmente dal rispetto dell'ambiente.
Riteniamo che sia necessario ricondurre le responsabilità a tutti gli enti istituzionali che rientrano in questa complessa vicenda. In questo senso ci sembra opportuno sottolineare il fatto che in tutti questi mesi ci sia stato un grande gioco al "rimpiattino", con responsabilità di volta in volta scaricate ora verso un ente e ora verso un altro.
Siamo perfettamente consci del fatto che la Regione Piemonte si sia mossa in maniera largamente insufficiente su questa vicenda. Ci sono parecchi punti oscuri e questioni assolutamente non risolte.
In questo senso, siamo assolutamente contrari all'ordine del giorno così come era stato presentato nella prima parte, che tende a idealizzare a rendere forte la posizione della Regione Piemonte, che invece, a nostro avviso, non si è assolutamente mossa con la dovuta e necessaria forza per stabilire una situazione di vivibilità.
Ricordiamo che il discorso degli aeroporti ricade fortemente sulla salute della popolazioni che vivono nei paraggi. Tutti sappiamo che il problema non si limita al rumore, che peraltro è importantissimo. Il problema riguarda anche l'inquinamento generale che consegue alla situazione di un aeroporto in una zona così fortemente antropizzata. Non stiamo a ripetere che i voli dell'aeroporto di Malpensa ricadono, per la quasi totalità, sugli abitanti del territorio della regione Piemonte.
A questo proposito, mi torna utile ricordare quando, nelle precedenti sedute, parlando di federalismo, avevo sottolineato la possibilità che un federalismo male inteso potesse permettere di produrre in una regione e di inquinare in un'altra. Sono stato facile profeta, in quanto un caso di questo tipo si è puntualmente verificato. Ci troviamo a vivere una situazione nella quale c'è produttività in una regione e inquinamento in un'altra.



MORICONI Enrico

MANICA Giuliana (fuori microfono)



MORICONI Enrico

A chi stai parlando? Non c'è nessuno.



MORICONI Enrico

SAITTA Antonino (fuori microfono)



MORICONI Enrico

Consigliere Moriconi, chi è che ascolta?



MORICONI Enrico

Nessuno.



MORICONI Enrico

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



MORICONI Enrico

L'Assessore non c'è, il Presidente telefona, il Presidente Ghigo se ne va...



MORICONI Enrico

MANICA Giuliana (fuori microfono)



MORICONI Enrico

Ma con chi stai parlando?



MORICONI Enrico

Non lo so.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica per una richiesta di chiarimento.



MANICA Giuliana

Presidente, mi appello a lei, che con grande solerzia e capacità di intervento autorevole ha seguito questa questione dell'aeroporto di Malpensa recandosi anche a Roma con il Presidente della Giunta regionale.
Stiamo tenendo qui Sindaci e cittadini da questa mattina per una discussione di un numero di ordini del giorno, cinque per l'esattezza, più altre tre o quattro interrogazioni collegate, perché, come lei sa, quando si discute di un argomento, complessivamente tutti i testi arrivano in discussione per arrivare a una sintesi eventuale o a quello che l'aula sovranamente riuscirà e deciderà di fare.
Le pongo una domanda su un'importante questione: chi è l'interlocutore in questo momento, nostro e dei cittadini? Il Presidente della Giunta non c'è, mi si dice che è in congedo per questa e altre questioni. Il Vicepresidente della Giunta, nonché Assessore ai Trasporti, non c'è, perché ha preso congedo poche ore fa per recarsi a Roma. Lo so che formalmente vengono passate le funzioni di Vicepresidenza all'autorevole ed esimio Assessore Pichetto, però qui mancano quegli interlocutore che insieme a lei, che ha un ruolo di governo dell'aula, non di gestione della materia, si recheranno domani all'incontro con il Presidente Formigoni e con chi di competenza.
In aula, in questo momento non ci sono interlocutori, né dal punto di vista istituzionale, né dal punto di vista di merito.
Gradirei sapere cosa vota quest'aula, per chi e con chi sta discutendo a chi sta ponendo delle questioni e da chi avrà delle risposte.
Stiamo discutendo di una questione, se lei mi consente, di ordine sufficiente preliminare per il rispetto delle istituzioni e delle questioni importanti che riguardano la vita quotidiana dei cittadini.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Manica.
Il Presidente è a Roma per la Conferenza Stato-Regioni. Il Vicepresidente Casoni è a Roma perché aveva un impegno al Ministero. La Giunta, come lei ha già ben illustrato, Consigliera Manica, è rappresentata da autorevoli esponenti, nello specifico dall'Assessore Pichetto con funzioni di Presidente.
Ricordo all'aula che sono presente e che domani a questo incontro porterò i documenti approvati dall'aula.
Consigliere Moriconi, riprenda pure il suo intervento e scusi per l'interruzione.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
La discussione era sul fatto che riteniamo preliminare la discussione e la verifica dell'impatto ambientale di Malpensa, proprio perché, lo ripeto si verifica la tipica situazione che abbiamo già descritto altre volte, nel senso che l'inquinamento ricade su una regione e il beneficio e la parte produttiva in un'altra.
Chiaramente chiediamo alla maggioranza, visto che è interessata a proporre un ordine del giorno che vada nella direzione di prendere una posizione chiara dei riguardi di questa vicenda annosa, di votare questo ordine del giorno, che potrebbe rappresentare una sintesi di alcune delle posizioni che sono state espresse in Consiglio.
Il voto su un ordine del giorno di questo tipo potrebbe anche rappresentare una posizione chiara e univoca da portare nell'incontro che si terrà domani tra i due Presidenti.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Moriconi.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente.
Credo che il nostro Gruppo consiliare sia uno di quei gruppi che su tutta la vicenda Malpensa ha mantenuto da sempre una linea di coerenza secondo la posizione assunta dal partito, da una parte all'altra del confine, sia nella regione lombarda sia in quella piemontese, sostenendo che Malpensa non s'aveva da fare.
Poi, le ragioni sono tutte all'interno di quanto portato oggi dalla delegazione dei Sindaci, che, però, opera già in una fase successiva e che evidentemente, oggi, in un contesto che cambia, tiene anche conto dell'opportunità di imparare secondo l'approccio al problema e che, per quanto concerne - lo dicevo prima parlando con qualcuno di loro - le tossicodipendenze, lo si può inquadrare nell'ottica della riduzione del danno.
La vita dei cittadini che hanno la sfortuna di abitare nei Comuni sulla quale insiste l'area aeroportuale e nel raggio dei Comuni che riguardano Malpensa come grande hub internazionale - ce lo ricordano tutti i giorni è diventata incompatibile con il diritto a vivere secondo una qualità di vita alla quale ogni cittadino ha diritto.
Dobbiamo partire da questo. Ma, se partiamo da questo dato, dobbiamo considerarne anche un altro: Malpensa è stata voluta con quelle caratteristiche dalle grandi compagnie di navigazione e ci sono interessi che non si preoccupano affatto dei disagi con i qual la cittadinanza di quelle aree è costretta a convivere.
Chiediamo che venga posto ai voti l'ordine del giorno n. 40 sottoscritto da noi e dal Gruppo dei Verdi, tranne che, attraverso il dibattito in aula, non si trovi un documento unitario sul quale convergere le varie istanze che, di fatto, accolgono quanto proposto dai comitati dei cittadini di quelle aree.
Come espresso nel nostro dispositivo, riteniamo che la dimensione di hub per l'aeroporto di Malpensa sia ambientalmente inaccettabile e chiediamo l'avvio di una significativa riduzione del numero dei voli e il blocco dell'espansione di Malpensa; contestualmente, chiediamo il declassamento dell'aeroporto.
E' evidente che atti di tale importanza sfuggono alla competenza regionale. Per quanto concerne il declassamento dell'aeroporto di Malpensa è evidente che è un atto governativo o, forse, è più un atto che riguarda il rapporto tra i Governi e la Comunità Europea.
Riteniamo di non dover assolutamente rinunciare a queste impostazioni e a questo obiettivo finale, che riteniamo, naturalmente, condiviso dal Comitato e, soprattutto, dalle popolazioni di quella realtà.
Il documento, illustrato precedentemente dal Consigliere Moriconi propone come primo punto un dato storico attorno al quale attestare la realtà di sviluppo di Malpensa e sul quale, sostanzialmente, si chiede di attestarsi in merito alle rotte e al numero di voli.
Ribadisco e concordo con quanto denunciato dalla Consigliera Manica.
Oggi, in occasione della sospensione della seduta del Consiglio regionale abbiamo avuto un incontro al quale era presente l'Assessore Casoni, che riteniamo dovesse mantenere questo impegno con i cittadini, perché tale era l'impegno, partecipando alla discussione d'aula perché in questa sede doveva dare le prime risposte anche in merito ai quesiti che noi poniamo e non ultimo, l'eventuale competenza della Regione. Il documento è diviso in due parti e contiene un impegno preciso per quanto concerne il divieto di voli notturni.
La prima domanda che pongo, alla quale non credo il Presidente del Consiglio regionale sia in grado di rispondermi, è se il potere del Presidente rientra nell'ambito delle due potestà, quella di dare attuazione al DPR n. 476 del 9 novembre 1999...



PRESIDENTE

Consigliere Contu, la prego di concludere.



CONTU Mario

La seconda domanda è in relazione al dispositivo di impegno che dovrebbe scaturire dall'incontro tra il Presidente del Consiglio regionale e il Presidente della Regione Lombardia, che noi chiediamo sia un impegno forte e finalizzato al declassamento dell'aeroporto di Malpensa. Qualora l'accordo non fosse raggiunto con la Regione Lombardia, chiediamo che autonomamente la Regione Piemonte produca tutti gli atti che rientrano nelle proprie competenze per individuare una possibile soluzione del problema.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Contu.
Ha chiesto di parlare il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Grazie, signor Presidente.
Ho assistito a due incontri con i cittadini dell'area Malpensa.
Sappiamo che il problema è particolarmente delicato e di difficile risoluzione. Però, volevo verificare se nella gestione ordinaria teniamo sotto controllo questo tipo di ragionamento che, in qualche modo, rientra nel discorso Malpensa: la Regione Piemonte, in osservanza della legge n.
561, deve redigere una relazione mensile sul monitoraggio del rumore aeroportuale e deve trasmetterla a fine mese ai Ministeri dell'Ambiente dei Trasporti e della Navigazione. Anche se questa legge si riferisce ad un orario specifico, che va dalle ore 23 alle ore 6, approfittando della presenza dell'Assessore all'ambiente, volevo domandare se è stata effettuata la relazione mensile prevista dalla normativa vigente, se il monitoraggio riguarda anche l'area piemontese disturbata dallo scalo di Malpensa e quali sono i risultati dell'indagine: i valori registrati rientrano nei limiti previsti dalla norma? In pratica, questo è per dire, visto che il problema di Malpensa è un po' di tempo che dà problemi ai cittadini, alla Regione, a tutti, chiedevo se, almeno sotto questo aspetto, un minimo di monitoraggio è stato fatto per poter dare risposta ai cittadini che sono colpiti dal rumore. Grazie.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Avrei gradito anch'io alternare un po' i contributi, ma se la maggioranza tace, proseguo gli interventi da questa parte dell'aula.
Presidente e colleghi, penso che nel rapporto tra cittadini e istituzioni la cosa peggiore che possa accadere sia che i cittadini si sentano presi in giro da un'istituzione.
La cosa peggiore non è quella che un'istituzione possa prendere delle decisioni non condivise, motivandole e trovando un momento di contrasto tra un governo che decide e una comunità che non è d'accordo su certe decisioni; la cosa peggiore è essere presi in giro.
Devo dirle, Presidente, che dal punto di vista del lavoro che si svolge in quest'aula, ho l'impressione che l'assenza almeno dell'Assessore Casoni risulti un po' stupefacente, perché mancando questo interlocutore, che pure si è soffermato insieme a noi e anche senza di noi con i Sindaci e gli abitanti che soffrono del problema della Malpensa, mi sembra che il dibattito avvenga senza un interlocutore importante.
Ma questo è un discorso interno, se vogliamo; rimangono i cittadini con i loro problemi. Sforziamoci un po' tutti di evitare di prenderli in giro perché questo pericolo secondo me non è del tutto escluso.
Vedete, io non voglio fare della polemica, perché di fronte a una comunità che ha problemi perduranti, irrisolti, che non vede la fine di tutto questo, polemizzare non serve. Vi è un punto, però, che secondo me è basilare per verificare almeno la possibilità di non essere presi in giro.
Il punto è il seguente: noi abbiamo un aeroporto ubicato al confine tra due Regioni. Io direi, colleghi, sia che si trovi in Regione Lombardia o che si trovi in Regione Piemonte, questo è un aeroporto che, per la sua attività e i suoi benefici e malefici, rappresenta l'aeroporto delle due Regioni, perché così è.
Tralasciamo il passato - dov'era la Regione Piemonte negli anni in cui l'aeroporto si costruiva con quella logica? dov'era la Regione Piemonte negli anni in cui si è deciso che le rotte, guarda caso, finivano tutte nella Regione limitrofa? - tralasciamo alcuni aspetti che pure possono essere ricordati sempre ai fini del non essere presi in giro, ma oggi visto che le cose che si scrivono sono simili da tutte le parti, penso che la cosa da fare, da chiarire preliminarmente in tutta questa vicenda sia questa: le due Regioni oggi - tralasciamo il passato - su quell'aeroporto che è delle due Regioni come funzionalità, sono in grado di esprimere una posizione? Perché non mi sta che il Presidente della Regione Piemonte dica una cosa e il Presidente della Regione Lombardia taccia o ne dica un'altra, in quanto il coordinamento delle Regioni è un coordinamento che si sta portando avanti - condiviso o meno - su tantissimi temi, e il Polo che qui governa addirittura propone coordinamenti di Statuti, di referendum tematici, le Regioni del nord, ecc.
Dove sono le due Regioni del nord interessate al tema della gestione dell'aeroporto di Malpensa? Penso che sia ora di finirla con quella che mi pare una presa in giro, e cioè il fatto che non si riesca a far sedere i Presidenti delle due Regioni e far loro dire una parola, una sola, non due.
Questo è il tema, altrimenti c'è il gioco delle parti, e nel gioco delle parti tutto continua com'è adesso e tutto continua sulle spalle dei piemontesi, degli abitanti dalla parte del Piemonte.
Allora io chiedo che su questo la delegazione che si troverà domani porti a una parola conclusiva, senza la quale, senza questa unitarietà di intenti, i cittadini continueranno a essere presi in giro.
Il problema che devono affrontare i due Presidenti è il seguente: l'aeroporto della Malpensa, così com'è stato costruito e con la prospettiva di sviluppo che ha, la prospettiva dell'hub, con i milioni di passeggeri previsti nel suo sviluppo, è condiviso da Ghigo e Formigoni o no? E se c'è qualcuno dei due che non lo condivide, vuole esprimerlo chiaramente o no? Penso che gli interessi delle due Regioni non possano confliggere e la mia opinione, che ho espresso anche parecchio tempo fa in un'assemblea a Castelletto Ticino, è che certamente il gigantismo dell'organizzazione del sistema aeroportuale è stata una scelta non contestata da alcuno ed è una scelta che porta a queste terrificanti conseguenze.
Non ritengo che la scelta dell'hub sia l'unica scelta possibile per dotare, ad esempio, l'Italia settentrionale di un efficiente sistema aeroportuale; l'Italia settentrionale poteva e forse può ancora oggi gestire un sistema di aeroporti capace di stare sul mercato e di dare un servizio efficiente, piuttosto che non concentrare in un unico luogo una massa così grande di servizi aeroportuali.
Ma questa è la scelta da compiere, la scelta di dare un ruolo, un peso al servizio reso da Malpensa compatibile con la situazione esistente, degli insediamenti esistenti. Deciso questo peso compatibile, si decide la ripartizione equa delle rotte.
Questo discorso va fatto, perché se i due Presidenti non giungono a richiedere, con una posizione comune, questo, ci troviamo di fronte veramente a un gioco delle parti e a uno "scaricabarile".
Quindi io rinnovo al Presidente del Consiglio un malessere a proseguire questo dibattito in assenza dell'Assessore e del Presidente Ghigo, che non è un bel segnale.
Sono rimasto un po' stupito dal comportamento dell'Assessore Casoni durante la riunione con i cittadini. In un paio di occasioni non ha fatto altro che andar dietro all'ultima richiesta che ha sentito. Non è un bel modo di governare, questo, non è un bel modo di governare dare ragione all'ultimo che parla e poi prendere l'aereo per andare a Roma e mollarci tutti qui. Non è un grande agire, questo.
E allora penso che, per questi motivi, non ci rimane che sperare che il Presidente Cota, come testimone del dibattito che si svolge anche adesso come testimone che si recherà - sia pure non come uomo di governo, ma come uomo di governo di un'aula - a quell'assemblea, segnalerà questo malessere e questo disappunto.
Spero che il Presidente Cota, visto che non governa, si faccia garante dell'obiettivo minimo di uscire da quella riunione con una sola posizione dei due Presidenti, perché se così si esce, abbiamo un percorso chiaro davanti, se non si esce in questi termini, allora dobbiamo rivedere tutto anche tutti gli ordini del giorno che con grande faciloneria scriviamo perché non costa niente scriverli.



PRESIDENTE

Non ho richieste di altri interventi. C'è una relazione da parte della Giunta.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

La maggioranza non esiste in quest'aula.



PRESIDENTE

Faccio un intervento io, come Presidente dell'assemblea, a meno che...



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

La maggioranza non svolge proprio nessun intervento?



PRESIDENTE

Se permette, desidero chiudere. Visto che devo andare domani all'incontro, intendo raccogliere le istanze di tutti colleghi per poterle così sintetizzare nel mio intervento.
Consigliera Manica, se vuole parlare, lo do la parola. Poi desidero chiudere io, perché domani devo rappresentare la posizione di tutti, anche la sua.
Ha chiesto la parola il Consigliere Galli; ne ha facoltà.



GALLI Daniele

Presidente, penso all'opportunità di sospendere il Consiglio per una decina di minuti, in quanto emerge la possibilità di redarre un solo ordine del giorno comprensivo di posizioni che potrebbero sembrare antagoniste, ma in realtà credo che il problema possa essere ricondotto ad un unico documento.
Anche se la Consigliera Manica ha una sua opinione, con altri Consiglieri abbiamo parlato di questa opportunità e ci sembra che sia percorribile. Credo che valga la pena tentare di arrivare a un documento unitario su un problema che interessa il quadrante nord-ovest.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Non esiste intervento di maggioranza. Prendo atto che in quest'aula la maggioranza non ha niente da dire sul problema di Malpensa, oltre alla rilevata assenza del Presidente della Giunta e dell'Assessore competente che ha trattato la materia per tutta la giornata e, al momento della discussione, se n'è andato.
Prendo atto di questo - e ovviamente non ci sarà la sorpresa che finiti gli interventi dell'opposizione, poi ci saranno a questo punto sollecitati dalla nostra più o meno bassa o alta capacità dialettica resipiscenze ed interventi - e devo dire che questa presa d'atto è sconsolata e sconsolante, perché sul grosso problema di Malpensa, che ha raggiunto le dimensioni che conosciamo, quest'aula è riuscita a discuterne nella scorsa legislatura per una volta in 5 anni, nonostante decine di documenti presentati anche in quell'occasione, perché i Comitati e i Sindaci erano venuti qui e non ci si poteva proprio esimere.
Poi, dopo aver partecipato a decine di manifestazioni, portato striscioni, fatto manifesti elettorali - "via i voli dalle vostre teste" non si capisce di chi, dei lombardi probabilmente, è stato affisso nella Regione sbagliata il manifesto di Ghigo, perché se veniva affisso in Lombardia aveva un senso - dopo aver fatto tutto questo, arriviamo al dibattito in aula.
La rappresentazione della Giunta l'abbiamo avuta; la maggioranza forse, è in grado di replicare se c'è qualche intervento nostro, perché di interventi suoi autonomi non è in grado di farne. Arriviamo quindi a una situazione che è anch'essa sconsolante.
Faccio presente che, per arrivare a una decisione di qualche tipo dell'aula, noi abbiamo a nostre mani in questo momento cinque testi di ordini del giorno perché, non avendo mai discusso di questo argomento, si sono accumulati i testi precedenti con i testi presentati in ordine agli eventi odierni e alle vicende odierne; c'è anche un certo numero di interrogazioni che avevo presentato io e altri colleghi del mio Gruppo su questioni emergenti in ordine a Malpensa.
Rispetto a queste interrogazioni - Assessore Pichetto, visto che lei avrà il compito di riassumere la posizione della Giunta, lei o l'Assessore alla navigazione, in questo caso, trattandosi di trasporti - e anche alle interrogazioni che avevo presentato in seguito alle manifestazioni che c'erano state il giorno 28 e alle richieste che lì gli Enti locali avevano avanzato, ritengo che voi siate in grado di dare risposta (anche all'interrogazione fatta dal collega Tapparo), perché esse stanno in aula e lì c'è la Giunta.
Tutti sapevamo che tutti gli argomenti collegati venivano discussi nella giornata di oggi. Detto questo, penso che si tratti, fuor di demagogia, di assumere da parte di questo Consiglio regionale non una...
non pretendo tanto. Stante anche la condizione decimata in cui siete, non pretendo che noi assumiamo qui...



(Interruzioni in aula)



MANICA Giuliana

Parlo di chi ha le competenze: il Presidente della Giunta e l'Assessore ai trasporti.



RACCHELLI Ettore, Assessore regionale (fuori microfono)

Non fare demagogia, questa è povera gente che è venuta qui per risolvere un problema. Per cortesia, un minimo di rispetto anche per la Giunta.



MANICA Giuliana

Di fatti, non pretendo, stante l'assenza...
Presidente, l'Assessore Racchelli mi interrompe. Quando la smetterà continuerò.



PRESIDENTE

Assessore Racchelli, la prego: lasci continuare la Consigliera Manica.
Prego, Consigliera.



MANICA Giuliana

Avendo rispetto per la Giunta, tenuto conto che manca il Presidente della Giunta, il quale domani si recherà all'incontro con il Presidente Formigoni, e che manca anche l'Assessore competente, è difficile chiedere a quest'aula una posizione complessiva, una summa teologica sulla questione di Malpensa.
Se si è in grado, io sono qui perché noi questa posizione assumiamo.
Si possono fare due cose: si può esaminare il problema nel suo complesso oppure si possono assumere le questioni fondamentali ed urgenti che rendano produttivo l'incontro di domani. Le strade sono due, dobbiamo scegliere qui stasera.
Facciamo una disamina di ordine generale del problema, di come questo problema si inquadra nella più complessiva legislazione piemontese, nel suo piano dei trasporti, nel suo piano di sviluppo, nel sistema aeroportuale del nord Italia, sui limiti dell'aeroporto, dei traffici, di questioni di questo genere che sono di grande rilievo; assumiamo gli impegni sull'assunzione del piano d'area su Malpensa, assumiamo gli impegni sul piano dei trasporti regionali: io sono qui disponibile a fare questa operazione, che peraltro stiamo richiedendo, come Gruppo dei DS, da circa 6 anni (5 anni e alcuni mesi di questa legislatura).
Se vogliamo fare questo, la seduta dura fino alle ore 24. Siamo in quest'aula per predisporre un testo, queste cose sono contenute anche in quelli depositati per definire tutti i punti.
Possiamo scegliere un'altra strada, e la strada può essere quella che guarda in modo cogente all'incontro di domani, che è un incontro di grande rilievo, che viene dopo un impegno assunto dal Presidente del Consiglio e dal Presidente della Giunta in un incontro a Roma con il Ministro Bersani per definire tra le due Regioni una proposta che veda il riequilibrio di una situazione iniqua, determinatasi sul Piemonte, che ha subito una situazione di pesante e grave svantaggio soprattutto in una sua area territoriale e per alcune popolazioni; per definire una soluzione possibile che in tempi rapidi trovi una sua conclusione con una sanzione, in una sede a tre, presenti le due Regioni e presente il Governo.
Se vogliamo scegliere questa strada - poi mi dirà l'Assessore Pichetto e io, rispetto alla sua risposta, avanzerò poi una proposta piuttosto che un'altra - noi abbiamo il compito, come Consiglio regionale, di dare una forza, un mandato di indirizzo che poi il Consiglio controlla, a seguito di quell'incontro, perché poi il ruolo del Consiglio è di indirizzo e di controllo nei confronti dell'esecutivo; un mandato preciso e la forza del supporto di una posizione consiliare al Presidente Ghigo, al Presidente Cota e all'Assessore ai trasporti, che domani si recheranno a Milano per l'incontro con i colleghi della Regione Lombardia. E il mandato che il Consiglio può dare è un mandato che dica loro: "Costruite insieme alla Regione Lombardia la proposta che determini la fine di una situazione iniqua e disequilibrata sul Piemonte e individuate tutte le strade, tutti i momenti, tutti i passaggi che riguardino la distribuzione dei voli, che riguardino la problematica dei limiti dell'aeroporto che devono essere collegati anche alle compatibilità ambientali che per noi sono più forti che non per altri e che su questa base si definisca una posizione precisa che verrà definita su un tavolo di gestione e di governo (non può che essere definita su un tavolo di gestione e di governo) tra le due Regioni e poi sottoposta al Governo centrale, in ordine a queste due problematiche".
Io chiedo alla Giunta questo, perché altrimenti la nostra discussione non si capisce che cos'è stasera! Discutiamo di questo per un impegno cogente alla Giunta e per dare forza alla loro posizione nell'incontro di domani che sulle due questioni (ripartizione dei voli e limiti dell'aeroporto che tengano conto delle compatibilità ambientali) trattino con la Regione Lombardia, chiudano su una posizione per chiudere al più presto in una sede in cui è presente anche il Governo nazionale. O questa sera stante che qui ci sono cinque testi e c'è una discussione complessiva e avendone discusso poco in aula, tutte le questioni vengono al pettine in ordine a Malpensa, facciamo invece un'operazione in cui mettiamo in fila tutte le problematiche relative a Malpensa, compresa tutta la questione generale di come si inserisce nel piano dei trasporti e nel più complessivo sistema aeroportuale del Nord Italia, rispetto alla risposta che la Giunta a questo punto dà, la discussione procede in un modo o procede in un altro e i testi rimangono questi, diventano altri, se ne votano cinque, se ne vota uno, se ne fanno 66.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mancuso; ne ha facoltà.



MANCUSO Gianni

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, volutamente sarò molto breve perché avevo preso questo impegno quando ho chiesto l'inversione dei punti all'o.d.g. e comunque ringrazio il Presidente e l'aula perché si è potuto fare questa discussione nonostante non fosse calendarizzata e per rispetto ovviamente ai nostri ospiti la cui presenza - ahimé, come spesso accade ha finito per eccitare alcuni colleghi che non hanno esitato a dare sfoggio di demagogia gratuita che credo sia l'ultima cosa di cui queste persone hanno bisogno.
Polemizzare non serve, dice Chiezzi, però dai banchi del centro sinistra abbiamo assistito di fatto a un dibattito che è stato incentrato soltanto a evidenziare le assenze, gli errori, le mancanze, quindi si è perso, secondo noi, una buona occasione per abbandonare il gioco delle parti e dire "tutto il Consiglio regionale, centro-sinistra, centro-destra Lega, tutti, facciamo uno sforzo ed elaboriamo un documento unico che dia magari quella forza dell'unanimità alla delegazione presieduta dal Presidente Ghigo che domani sederà al tavolo con la Regione Lombardia".
Avete perso l'ennesima buona occasione; evidentemente la faziosità per voi viene prima di qualunque altra cosa, anche perché non ha senso voler a tutti i costi sottolineare l'assenza del Presidente Ghigo che notoriamente tutti i giovedì ha questo impegno a Roma e comunque non è usuale il Consiglio di giovedì; che l'Assessore, Vicepresidente Casoni, aveva a sua volta un impegno precedente e non sapeva fino a questa mattina dell'arrivo di questa delegazione, per cui non ha potuto fare a meno di andare dopodiché la Giunta è per tre quarti presente, quindi è in grado di rappresentare degnamente il governo della Regione Piemonte.
Dai banchi della maggioranza abbiamo pensato di diminuire il numero e la durata dei nostri interventi proprio per ridurre il disagio dei componenti di questa delegazione che auspichiamo possa tornare a casa propria in tempi certi e comunque non a ore scomode.
Entrando nel merito della vicenda, molto brevemente perché non credo che i presenti, la delegazione del Covest, i Sindaci dell'Ovest Ticino abbiano bisogno più di tanto di sentire altre parole perché ormai questa vicenda è vecchia di due anni, e comunque sono state decine e decine gli incontri, le occasioni di confronto in quel territorio e almeno una dozzina le manifestazioni pubbliche di un certo rilievo che si sono consumate nei pressi dell'aeroporto di Malpensa, quando non addirittura all'interno dell'aeroporto stesso.
E' evidente che il 25 ottobre 1998 è stato compiuto il primo di una serie di atti che in ultima analisi si possono definire come un sopruso e l'inizio dei disagi è stato via via crescente, anche perché non si è tenuto assolutamente conto di quelli che sono gli atti formali che hanno costellato il cammino di questa importante infrastruttura.
E' del tutto evidente che i lombardi hanno progettato e realizzato questo aeroporto pensando allo sviluppo della Lombardia e non pensando ai potenziali danni che potevano essere arrecati al territorio piemontese.
Noi, per quanto è possibile come Regione Piemonte, da due anni abbiamo utilizzato tutti i mezzi a disposizione per essere accanto a questi nostri concittadini e così come hanno fatto i Sindaci e la Provincia di Novara anche la Regione, in tempi non sospetti, si è schierata dalla parte dei loro interessi legittimi perché la qualità della vita in quella zona è peggiorata in modo verticale, per cui non è effettivamente pensabile di poter andare avanti così.
Detto questo, il testo che noi proponiamo - lo illustro molto sinteticamente - chiede di dare mandato a questa delegazione presieduta dal Presidente Ghigo di ritornare sostanzialmente alla situazione ante ottobre 1998, perché l'ultimo atto legittimo che è riconoscibile andando ad esaminare le carte di questa intricata vicenda sono i dati relativi al piano regolatore del 1986 e i movimenti giornalieri sono più che raddoppiati rispetto a quel dato.
Il mandato che noi vogliamo dare con forza alla nostra delegazione è quello di ritornare a quella situazione, per cui rispetto ad oggi meno della metà degli attuali sorvoli.
E' stato giustamente osservato oggi da alcuni rappresentanti della delegazione dell'Ovest Ticino che non si rendono conto perché debbano subire anche solo uno di questi sorvoli visto che l'aeroporto è comunque organico allo sviluppo della Lombardia e che comunque ha avuto una serie di cadute anche positive decisamente solo sul territorio lombardo.
Per tutta questa serie di considerazioni riteniamo si debba fare questo incontro e chiedere con forza il rispetto della vita di queste persone.
Ma detto questo, nel tavolo che si consumerà domani, dal mio punto di vista, qui parlo a titolo personale, credo non possa essere così semplice ottenere dei risultati concreti, anche perché si vanno a contrapporre due realtà diverse, l'una che vuole svilupparsi, l'altra che invece vuole difendere in qualche modo la vita dei propri cittadini. Sono due esigenze opposte e probabilmente non sarà quel tavolo quello definitivo, immagino io, a risolvere i problemi anzi citati.
Soltanto una posizione terza che sia autorevole e che abbia poi la competenza qual è quella del Ministro competente, che è il Ministro Bersani, ha la facoltà di prendere quell'atto, l'unico, che possa effettivamente da subito cambiare la situazione che si è venuta a creare.
Registro, ma questa ormai è storia, che il Ministro Bersani è il terzo Ministro diessino che si occupa di questa materia e che con ostinazione e pervicacia, ha fatto quasi tutto ciò che era possibile per far sviluppare l'aeroporto. E' evidente che è interesse di questa forza politica - anche a livello nazionale - fare in modo che Malpensa si sviluppi, nonostante le chiacchiere avverse di rappresentanti locali o regionali.
Questa è la verità. Ciò che dobbiamo continuare a chiedere è che ci sia il dovuto impegno del Ministro competente, Il Ministro si è rifiutato di venire qua nel nostro Consiglio, benché invitato garbatamente.
Fondamentalmente, continua a sottrarsi alla sua responsabilità. Non è bastato né servito che una delegazione, formata dai Presidenti Ghigo e Cota, lo abbia invitato, rassicurandolo delle condizioni di agibilità dell'aula e di rispetto della sua presenza. Non abbiamo avuto un suo pronunciamento, ma non è molto logico trasferire a Roma tutto il Consiglio regionale e le delegazioni degli abitanti dell'ovest Ticino. Sarebbe molto più semplice e pratico che venisse qua il Ministro. E' evidente che non ha a cuore gli interessi di questa parte di piemontesi e di italiani. Tante belle parole sono state dette, tante altre se ne diranno: il nodo della matassa, però, è soltanto questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galli.



GALLI Daniele

Presidente, credo che un ordine del giorno debba avere determinate caratteristiche: essenzialmente, chiarezza degli scopi, chiarezza negli indirizzi e nell'impegno.
E' necessario dare al Presidente della Giunta regionale, all'Assessore e a lei, come garante, domani, nell'incontro con la Regione Lombardia, la certezza di un impegno chiaro, quale compete ad un intero Consiglio regionale. E' tenendo tutto ciò ben presente che dobbiamo otimizare e tarare il contenuto dell'ordine del giorno.
Non possiamo surrogare alla latitanza di scelte di un Ministro della Repubblica nei confronti del territorio piemontese. E' questo il nocciolo della faccenda. Il territorio piemontese è reputato di serie B, e per esso il Governo non fa scelte di trattamento omogenee ad altre Regioni.
Al contrario di ciò che ha detto la collega novarese, in quest'aula nella scorsa legislatura, abbiamo parlato più volte del problema "Malpensa", della ripartizione dei voli, del rifiuto di un impatto ambientale di tali proporzioni, e diverse volte è stata avanzata la proposta di ripartire su aeroporti del nord Italia il carico hub di Malpensa (Torino, Linate, Bergamo). Le nostre richieste sono state totalmente disattese, se pure ripetute nei diversi incontri avuti tra la Regione Piemonte e il Governo.
Pertanto, cosa possiamo aspettarci dall'incontro di domani? Da parte mia, mi aspetto chiarezza su ciò che chiediamo con il nostro ordine del giorno. Si può altresì prevedere che non si ottengano i risultati sperati per questo auspico che la Regione Piemonte continui con le azioni intraprese finora, sviluppando tutte le procedure legali necessarie per tentare di bloccare o ridurre l'impatto ambientale nonché il carico dei passeggeri dell'hub di Malpensa. Se l'impatto ambientale autorizzato prevedeva 12 milioni di passeggeri all'anno, non si può pensare di raddoppiare o triplicare detta quota. Le normative in tal senso esistono: l'Italia, fortunatamente, è un Paese dotato di importanti normative e leggi, che devono essere solo applicate.
Pertanto, in ultima istanza, chiediamo che sul territorio nord orientale del Piemonte vengano applicate le leggi esistenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Capisco che i professionisti della politica talvolta sentano la necessità di fare polemiche gratuite, però ritengo che oggi si sia veramente superato ogni limite.
Provengo da Bellinzago novarese, e abito quindi nel cosiddetto "ovest Ticino". Sono perfettamente a conoscenza della grave situazione dei cittadini di Marano, Oleggio, Varallo Pombia, Veruno, Castelletto Ticino.
Voglio assicurare che l'Assessore Casoni è costantemente e perfettamente informato di questa situazione: conosce la grave situazione d'inquinamento acustico-ambientale del territorio, sa che nell'ovest Ticino non sono stati effettuati interventi di speculazione edilizia, che non si è costruito e non si sono date abitazioni a persone esterne.
Il comportamento degli amministratori dell'ovest Ticino, da quando è stato aperto l'aeroporto di Malpensa, è stato limpido e coerente. Le informazioni giungono all'Assessore Casoni non solo da parte degli Assessori di Alleanza Nazionale, che sono di Novara, ma anche da parte degli Assessore di Forza Italia, dei Consiglieri Galli, Gallarini, dello stesso Assessore Racchelli, che è del Verbano Cusio Ossola. Sono sicuro che l'Assessore Casoni, il Presidente Ghigo (che ha assunto un importante impegno in campagna elettorale su Malpensa) e il Presidente del Consiglio regionale Cota - anche lui, tra l'altro, novarese - domani sapranno rappresentare, nell'incontro con il Presidente della Regione Lombardia Formigoni e con il suo Assessore ai trasporti, le giuste istanze sentite stamattina dal Comitato del Covest. L'Assessore Casoni saprà portare avanti le nostre rivendicazioni, che sono le stesse degli abitanti dell'ovest Ticino. Ci ha assicurato, nell'incontro di stamattina, di aver recepito perfettamente tali istanze e si è impegnato affinché la maggioranza e il Consiglio tutto giunga all'approvazione di un ordine del giorno che rafforzi la posizione della Regione Piemonte nell'incontro che si terrà domani.
Non intendo entrare nel merito degli ordini del giorno, anche perch ciascun ordine del giorno ha contenuti importanti e condivisi.
Mi limito solo a dire che l'ordine del giorno del 18 luglio 2000, a firma della Consigliera Manica e di altri colleghi, non è perfettamente in linea con quanto sentito stamani dai rappresentanti del Covest, poiché in esso si ipotizza la massimizzazione dei vantaggi derivanti dall'apertura dell'aeroporto di Malpensa, quale occasione per migliorare le infrastrutture ferroviarie di collegamento, di gestione del traffico ecc.
Ripeto: quest'ordine del giorno non mi sembra proprio sulla stessa onda con quanto sostenuto dal Covest stamattina. Francamente, però, vorrei anche fare qualche osservazione e proporre dei suggerimenti ai rappresentanti del Covest: che la giusta rivendicazione della dovuta attenzione, dal punto di vista occupazionale e infrastrutturale dell'ovest Ticino sia sempre una pretesa naturale, giammai un mercanteggiamento. Non si deve mercanteggiare ma sempre solo rivendicare ciò che ci è dovuto.
Sono state attuate, all'aeroporto di Malpensa, su 4000 posti di lavoro 2000 assunzioni in provincia di Varese senza che le organizzazioni sindacali dei lavoratori abbiano minimamente protestato (ricordo che non sono state fatte assunzione nell'ovest Ticino). Si parla di potenziamento della rete viaria e ferroviaria in Lombardia; non si spende un quattrino invece, per il miglioramento della rete viaria e ferroviaria nel novarese e nel Verbano-Cusio-Ossola! Non dico che si debba mercanteggiare, ma è assolutamente indispensabile che si ottenga ciò che è dovuto: potenziare la statale n. 32 Novara Oleggio, migliorare il tratto da Oleggio a Malpensa (compreso l'annoso problema del Ponte sul Ticino) e completare la bretella novarese. Se nei prossimi anni, così come sembra, verranno effettuate altre 300-400 assunzioni e verranno concessi appalti e relativi subappalti per la manutenzione dei lavori nell'ambito dell'aeroporto di Malpensa, è assolutamente indispensabile - anche se fossero dieci i voli sull'ovest Ticino piuttosto che 500, è un atto dovuto - che queste assunzioni e questi appalti vengano dati a imprese e vengano assunti lavoratori abitanti nel territorio dell'ovest Ticino. Altrimenti, per usare un detto caro ai napoletani, gli abitanti dell'ovest Ticino saranno "cornuti e mazziati".
Vorrei francamente invitare i Consiglieri che non abitano nella zona a fare un giro da quelle parti. Sono un cacciatore - non me ne voglia il Consigliere Moriconi - e andavo a far correre il mio cane a Lonate Pozzolo in una bellissima distesa dove, qualche anno fa, c'erano anche le pernici: oggi c'è un monumento che si chiama aeroporto di Malpensa.
Non voglio fare della demagogia, voglio rimanere con i piedi per terra e cercare di essere il più realista possibile perché l'aeroporto di Malpensa è stato aperto e non lo chiuderemo più. Cerchiamo, quindi di limitare i danni, senza finire "cornuti e mazziati". Pretendiamo ciò che ci è dovuto, oltre il giusto discorso della limitazione delle rotte conformemente a quanto è stato correttamente espresso dal Presidente del Covest.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Mi scuso con il Consigliere che mi ha preceduto se i nostri ordini del giorno non corrispondono esattamente - come sostiene - a quanto sostenuto dagli amici del Covest. Noi, come altri, siamo una forza politica che è tenuta a dire quello che pensa e assume le sue responsabilità che, a volte coincidono con quelle di forze, gruppi, comitati che si muovono, altre volte no. Non è per questo che una forza che ha un suo profilo e delle sue posizioni rinuncia.
Domani è una giornata importante, penso sia la prima volta che avviene un confronto fra le due Regioni. Il problema è semplicemente sapere se la giornata di domani serve per avviare un confronto che consenta, dopodomani di essere un passo avanti rispetto ad oggi, oppure se è semplicemente una giornata in cui ciascuno può "sparare" le sue rivendicazioni, ma alla fine della giornata siamo in una situazione che è un passo indietro rispetto ad oggi.
Non credo che la delegazione del Governo e del Consiglio regionale del Piemonte che domani incontrerà i rappresentanti della Regione Lombardia debba rivendicare qualcosa: domani è una sede per un confronto, per un'analisi e per cercare, insieme, di affrontare un problema complicato dove esistono molte contraddizione e, secondo noi, anche delle ingiustizie e degli sbagli a cui bisogna dare risposte e soluzioni.
Penso che questi sbagli - questa è una mia opinione - abbiano riguardato il Governo per come ha gestito la questione (lo dico anche se è un Governo che fa parte dello schieramento nella quale mi riconosco); la Regione Lombardia, che ha perseguito con forte volontà i propri interessi che sono importanti (si parla di una società nella quale il peso del Comune di Milano e della Regione Lombardia non è proprio trascurabile); la Regione Piemonte, che è stata inerte e incapace di gestire e governare, al di là della propaganda, una situazione complessa e contraddittoria.
Chiedo semplicemente che domani non si ripeta un gioco delle parti o un ping pong propagandistico e che non si pensi di risolvere domani problemi che non si sono risolti fino adesso. Chiedo che nella giornata di domani si apra un terreno di confronto (il Governo non può essere esterno) a tre perché non è ammissibile che le due Regioni si mettano d'accordo senza il Governo, né che il Governo dica, come se fosse Salomone, chi ha ragione e impone la volontà, la linea e la piattaforma del Piemonte contro quella della Lombardia. Nessuno può fare queste cose, non le può fare il Ministro Bersani, né Berlusconi, non le può fare nessuno perché non si fa così in politica quando si governa e lo sappiamo tutti.
Vorrei sapere se domani è l'avvio di un confronto serio in cui esporre i nostri problemi, quelli che riguardano il nostro territorio, le popolazioni coinvolte e la Regione nelle sue prospettive di sviluppo, e in cui la Regione Lombardia espone i suoi: su questa base si avvia un confronto per fare un passo in avanti.
Questo è un metodo, ma può darsi che le contraddizioni e le difficoltà siano maggiori di quello che si pensa e i passi in avanti siano pochi.
Lo dico francamente (mi dispiace se gli amici dell'ovest Ticino e del Covest non siano d'accordo), ma se domani ci si presenta alla riunione dicendo: 650 aerei sorvoleranno sulla Lombardia e 200 sul Piemonte, se si pensa con questo di aprire una discussione - mi rivolgo all'Assessore, alla Giunta e al Presidente Cota - se veramente si pensa di aprire un confronto su questa base, la risposta è nota. Se si vuole discutere e aprire un confronto lo si fa sapendo quali sono gli interessi che vanno rappresentati, ma con un metodo diverso.
C'è un punto su cui sono d'accordo con le cose sostenute dal Consigliere Chiezzi. Non sono in cerca di consensi, ma di una parola di equilibrio e di chiarezza e non di imbrogli, dicendo alle persone che ci sono delle prospettive che, in realtà, tutti sapete che, in quei termini non sono praticabili né da un governo di centrosinistra, né da uno di centrodestra.
Ci sono molte altre cose che, invece, possono essere fatte. Non mi riferisco solo alla ripartizione delle rotte, ma a un discorso che riguarda il sistema aeroportuale del nord e il stabilire un legame controllabile e verificabile tra valutazione dell'impatto ambientale e andamenti dei traffici. E' una questione che anch'io non trascurerei, perché riguarda il rapporto fra le infrastrutture e le prospettive di sviluppo del nostro territorio. Questa, secondo me, è un'impostazione che non dico possa risolvere tutti i problemi, ma consente dei passi avanti nella direzione giusta.
Altre cose credo che invece, promettendo molto oggi, portino a battere il naso domani.
Mi sentivo nel dovere di dire, con onestà e chiarezza, queste cose.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, colleghi Consiglieri, non avrei voluto intervenire l'ho fatto non certo sulla scorta di una richiesta pressante e provocatoria della Consigliera Manica, ma perché è utile che si capisca, in quest'aula chi siamo e che cosa vogliamo fare. Occorre capire se questo è un teatrino della politica, dove ci si atteggia e dove qualcuno cerca di fare il primo attore o la prima attrice, tra l'altro bisogna vedere poi con quale risultati, oppure se questa è un'istituzione di riferimento per dei cittadini, per dei Sindaci, alla quale richiedere istanze legittime, come sono quelle che ci hanno posto questa mattina alcuni cittadini e alcuni Sindaci, fra l'altro presenti in quest'aula.
Istanze che sono state accolte e inserite in diversi ordini del giorno.
Ne ho firmato uno insieme ai Capigruppo di maggioranza, che accoglie le indicazioni, del tutto legittime, provenienti da quelle popolazioni. Un ordine del giorno, come diceva il Consigliere Galli, estremamente semplice ma estremamente chiaro e, mi auguro, presto efficace. Un ordine del giorno che domani verrà portato a Milano niente poco di meno che dal Presidente del Consiglio, dal Presidente della Giunta, dall'Assessore Casoni e dal Presidente della Regione Lombardia. Spero che con tale ordine del giorno si possa avere finalmente una risposta.
Questo non è un teatrino della politica. Rifiuto le accuse pervenute dai banchi dell'opposizione che qui si gioca con imbrogli di chissà quale tipo. Non accettiamo lezioni da nessuno, perché riteniamo di averlo detto non solo in campagna elettorale, ma prima ancora, e lo ripetiamo oggi. Ci auguriamo che il Ministro risponda all'invito rivolto. Nel nostro ordine del giorno, infatti, nell'ultimo capoverso abbiamo detto, con chiare lettere, che le richieste verranno indirizzate al Ministro Bersani.
Noi aspettiamo la risposta di domani fiduciosi.
Ribadiamo che questa è un'istituzione seria; probabilmente da altre parti ci si diverte e si imbroglia, ma non certo in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Sarò molto breve, anche perché il collega Marcenaro ha evidenziato bene quali sono i termini della questione; lo ha fatto anche con forza e ha fatto bene.
A questo punto siamo entrati in una fase in cui occorre fare chiarezza.
La campagna elettorale è terminata e credo sia importante e opportuno soprattutto per delle forze che hanno delle responsabilità di governo, come le forze della Regione Piemonte, di assumere delle posizioni che siano in qualche maniera realistiche.
Finora, obiettivamente - è chiaro che vi sono responsabilità nazionali ne abbiamo discusso diverse volte - le posizioni della Regione Piemonte sono sempre state molto deboli, a meno che si ritenga che la partecipazione del Presidente Ghigo ai cortei contro la Regione Piemonte, sia una posizione di forza. Io ho partecipato a quei cortei, come credo altri colleghi, sapendo perfettamente che quella posizione era, ed è, una posizione di debolezza nei confronti della Regione Lombardia.
Quando il Presidente della Regione Piemonte, Ghigo, partecipa ad un corteo in prima fila contro la Regione Lombardia è segno di incomunicabilità. E' segno che è stata assunta una posizione, forse senza ritorno, da parte della Regione Lombardia.
Noi lo avevamo detto allora, quando partecipammo a quegli incontri, a quelle manifestazioni: è possibile che due Presidenti di Regioni, che appartengono allo stesso partito non trovino un punto di incontro sul tema? E' questo il problema. Avevamo anche detto, ma questo fa parte ormai della storia politica di questa Regione, di una debolezza complessiva dal punto di vista programmatico della Regione Piemonte perché ricordo, ed è ancora così, che non è mai stato presentato il piano regionale dei trasporti. Era stata presentata soltanto una bozza, un progetto del Piano dei trasporti, era il 1998, quel Piano diceva ancora che bisognava potenziare l'aeroporto di Caselle, non si parlava di Malpensa. Si stava costruendo l'aeroporto di Malpensa e la Regione Piemonte non aveva assunto alcuna posizione.
Il fatto è che in quel processo decisionale la Regione Piemonte non ha speso una parola, non ha assunto un'iniziativa nei confronti della Regione Lombardia. E' questo il dato di fatto. Per cui i problemi sui rapporti tra l'aeroporto di Malpensa e gli altri aeroporti rimane.
E' chiaro che quella è una posizione di debolezza, perché non si disponeva neppure del documento di carattere programmatico per poter, in qualche maniera, contestare o perlomeno discutere una posizione che era quella della Regione Lombardia.
Sono questi i termini della debolezza, ma questa è storia! Non abbiamo un nostro Piano, abbiamo assunto finora delle posizioni che erano di debolezza, domani incomincia una fase nuova. Una fase che può essere interessante, però ha ragione il collega Marcenaro a dire che se si vuole ottenere qualche risultato utile, visto che questa è la prima riunione, in cui si discute del tema, bisogna che sia una riunione, utile, non una riunione che non risolve nulla. Domani ci sono due interlocutori che possono dare un contributo notevole alla soluzione del problema, dopodich è chiaro che l'impegno dovrà esserci da parte del Ministro, ma ci sono due interlocutori che in ogni caso possono perlomeno individuare un percorso utile per trovare una soluzione.
Credo che l'ordine del giorno presentato, e che condividiamo, sia un documento molto realistico, che non dà un mandato nei termini che sono indicati nel documento della Giunta: esce da una fase elettoralistica ed entra nel merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Salerno.



SALERNO Roberto

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, stai a vedere che la colpa di tutto il disastro dell'aeroporto della Malpensa è della Regione Piemonte o della Regione Lombardia! Un aeroporto che può essere preso ad esempio per come si possa procedere a costruire grandi opere, grandi infrastrutture senza osservare alcun criterio di impatto ambientale.
Pensate che il Governo ha agito talmente bene - perché sono le Regioni ad aver colpa, e non il Governo! - che ha proceduto alla costruzione della Malpensa senza il famoso "Via", senza cioè la valutazione di impatto ambientale che si chiede anche quando si costruisce un ponte su una bialera! Per l'aeroporto della Malpensa non è stata richiesta una valutazione di impatto ambientale coerente e corretta, in base al volume di traffico che la Malpensa stessa avrebbe dovuto sopportare.
Stai a vedere che la colpa di tutto questo è della Regione Piemonte! Sono scandalizzato dall'aver sentito, in più di un intervento, che la Regione Piemonte ha delle responsabilità oggettive e soggettive forti.
Il Presidente Ghigo non è andato in corteo contro la Regione Lombardia ma è andato ad esprimere la propria solidarietà; io stesso ho partecipato ai Consigli regionali aperti nell'Ovest Ticino e vi posso assicurare che quella è stata una manifestazione di solidarietà nei confronti di quei paesi che hanno sulla propria testa un grande danno ed in più anche la beffa di non avere proprie imprese ed occupati che lavoravano nella Malpensa.
Sono convinto che l'ordine del giorno che parla di una ripartizione dei voli diversa sia estremamente corretto, perché la maggioranza dei voli della Malpensa non è un volume di traffico piemontese, ma milanese. In questo caso, non è pari e patta, perché la maggior parte dei voli dell'aeroporto Malpensa provengono da Linate.
Se due amici vanno a mangiare al ristorante ed uno mangia un'insalata mentre l'altro prende l'antipasto, il primo, il secondo e la frutta, se si è corretti il conto non lo si paga in modo uguale, ma ognuno paga per sé.
Lo stesso principio dovrebbe valere nel caso in oggetto; visto che il beneficio gravita sulla regione Lombardia e sul milanese, la ripartizione dei danni dovrebbe essere esattamente nella proporzione indicata dall'ordine del giorno.
Se vogliamo fare un po' di cronistoria - collega Saitta - quando si parlava di Caselle, quindici o vent'anni fa, si pensava che lo sviluppo del trasporto in Piemonte avrebbe potuto svilupparsi in maniera più coerente senza consumo di territorio...



SAITTA Antonino

Sì, ma era in corso la costruzione di Malpensa...



SALERNO Roberto

Ti voglio ricordare che circa vent'anni fa si pensava già che dovesse nascere un tratto di alta velocità Torino-Milano. Con quel tratto di alta velocità, che permette di arrivare a Milano in 50 minuti, si poteva ipotizzare che l'aeroporto di Caselle, in carenza di passeggeri, trovasse uno sviluppo coerente ricevendo parte dei voli dell'aeroporto di Linate, in esubero ed in completa congestione di traffico. Grazie all'alta velocità cioè, i voli intercontinentali di Torino potevano andare su Linate ed i voli regionali, europei e nazionali, da Linate, potevano andare a Caselle.
Uno sviluppo sensato, coerente e serio che non avrebbe portato a quello che oggi è la Malpensa: un aeroporto costruito e consegnato ai passeggeri senza una strada di accesso, senza una ferrovia di servizio; un disastro.
E di questo c'è un unico responsabile, cara collega Manica: il tuo Governo, i ministri del tuo partito, da Burlando dei disastri all'ultimo ministro che, dal commercio - dopo averne fatti in quel settore - l'hanno messo ai trasporti! C'è un unico responsabile, e non sono la Regione Piemonte o la Regione Lombardia. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Racchelli.



RACCHELLI Ettore, Assessore regionale

Egregi Consiglieri, mi sono permesso di intervenire, pur avendo più volte deciso di non farlo, perché credo che sulla questione Malpensa lo spettacolo, il palcoscenico e soprattutto le rappresentazioni siano stati molteplici, tutti molto demagogici, spesso...



CHIEZZI Giuseppe

Aggiungiamo la tua...



RACCHELLI Ettore, Assessore regionale

Guardate, la Giunta, anche in assenza del suo Presidente, è fatta di persone che hanno la testa, persone dotate di un cervello, votate dagli elettori, che sono sedute ai banchi ed ascoltano quello che dicono la maggioranza e l'opposizione, e quello che hanno voluto comunicarci oggi quelli del Covest, senza problemi. Non siamo sotto tutela del Presidente e per questo siamo in grado di ascoltare, di riferire e di fare scelte di carattere politico, perché siamo il governo di questa Regione.
Dico questo perché tutta la questione Malpensa - cara Consigliera Manica - nasce da scelte politiche, che nascono da decisioni di carattere politico, che avvengono all'interno delle forse politiche.
Quando voi fate interventi come quelli di oggi, nei quali sembrate usciti dal "Paese dei balocchi", come se voi non ci foste mai stati e le vostre forze politiche non sapessero quanto stava succedendo, o non avessero partecipato alla realizzazione di quanto è avvenuto, scusate, lo potete fare - Consigliera Manica...



MARCENARO Pietro

Chi ha detto questo?



RACCHELLI Ettore, Assessore regionale

Consigliere Marcenaro, quando parlerò del suo intervento, le dirò cosa penso di quanto lei ha detto. Sto parlando dell'intervento della Consigliera Manica, che era ricco, colorito e fumoso di tanta demagogia.
Siccome io rispetto le persone del Covest, perché loro hanno i veri problemi - e non voi, che andate a dormire a Torino o da altre parti - dico che la demagogia deve essere lasciata a casa! Vedete, le scelte politiche che hanno generato questa situazione sono nate da scelte compiute da un governo che, non in una persona, ma in più persone, che hanno rappresentato gli aspetti decisionali in situazioni temporali diverse, ha portato a questa situazione.
Noi della Regione Piemonte, noi di questo governo regionale, abbiamo fatto una valutazione di impatto ambientale negativa - questo è un atto di governo, un atto di responsabilità del governo regionale - ma purtroppo anche questa valutazione di impatto ambientale negativa è stata disattesa non c'è che da parlare a dei sordi o a dei muti perché non ci si capisca! Volete far credere a qualcuno che noi si sia andati al Governo a fare la tarantella? Noi siamo andati dai vari ministri a raccontare che quello del Covest era uno scandalo! Non penserete che noi siamo contenti o sopportiamo del fatto che là siano presenti 500 aerei al giorno? Non vorrete far capire questo al Piemonte? Noi siamo andati a raccontare al Ministro Burlando, al Ministro Treu al Ministro Bersani, al primo Ministro Prodi, al primo Ministro D'Alema che questa situazione non andava bene.
Pensate che ci abbiano risposto: "Signori accomodatevi, siamo disposti a cambiare i voli"?, oppure: "Signori avete ragione, è iniquo che sul Piemonte ci sia il 90% dei voli, per cui capiamo che avete ragione e decidiamo di cambiare"? Ma scusate: abbiamo messo le centraline per fare un'analisi ed un monitoraggio ed hanno addirittura spostato le rotte dei voli! Chi, noi? Qualcuno avrà detto a chi compete la gestione dei voli di Malpensa di deviare di due o tre gradi le rotte, per far sì che le centraline non prendessero esattamente il rumore che veniva creato! Non noi! Dobbiamo rimettere le centraline domani mattina? Le rimettiamo, per far rispostare i voli da un'altra parte? Ma signori, chi volete che ci prenda in giro, ancora? Noi, se dovessimo decidere domani mattina, noi della Regione Piemonte di questo Governo regionale, che è lo stesso di prima, noi chiuderemmo Malpensa e decideremmo di fare in modo, con la programmazione, che là avvenga un determinato traffico o che comunque...



(Proteste fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



RACCHELLI Ettore, Assessore regionale

Scusa, lasciami parlare, tu parlerai quando vorrai, tanto avete sempre parlato voi...
Dicevo che noi non lo possiamo fare, noi non abbiamo il potere di farlo, cari amici del Covest. Noi abbiamo il potere di andare a trattare con dignità e con rispetto con quelli che sono sopra di noi e che hanno le responsabilità di governo; chiaro? Fatto questo punto, molto chiaro per tutti, noi faremo la nostra parte ma credo che chi vi viene a raccontare ancora oggi che tutti i voli andranno di là dica una cosa irrealizzabile.
Parlando con onestà, credo che si debba andare a scegliere e a trovare insieme a voi e a noi il compromesso migliore per far sì che le popolazioni interessate abbiano la possibilità di vivere ancora con una qualità della vita accettabile.
Questo è quello che vi dico con onestà e su cui mi impegno. Il resto è demagogia, è teatrino e non ci interessa.
Noi siamo il Governo e quello che dobbiamo dire domani, a Torino, a Milano o a Roma, lo andiamo a dire come pensiamo sia giusto, nel modo giusto, e con la fermezza giusta.
Grazie.



(Applausi da parte del pubblico)



PRESIDENTE

Non è consentito applaudire in aula.
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Vorrei capire se siamo costituiti in Consiglio regionale aperto, per cui gli Assessori interloquiscono con il pubblico e parlano al pubblico come direttamente ha fatto l'Assessore Racchelli, oppure se la Giunta sta relazionando all'aula rispetto ad alcuni provvedimenti che sono all'esame dell'aula perché cambia, evidentemente, la modalità della riunione e anche il tipo di risposta e di atteggiamento che i Consiglieri possono tenere nei confronti della Giunta; altrimenti, mi volto e parlo al pubblico anzich parlare al Presidente e ai rappresentanti della Giunta.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Non siamo in Consiglio aperto.
La parola all'Assessore Racchelli per fatto personale.



RACCHELLI Ettore, Assessore regionale

Nel grande rispetto di questo Consiglio del quale conosco le regole non mi sono mai alzato per andare ad interloquire con i signori del Covest durante la seduta del Consiglio nella quale si parlava di Malpensa. Non l'ho mai fatto, non lo faccio nemmeno adesso. Credo che la correttezza prima di insegnarla, si debba conoscere, per cui non l'ho fatto, a differenza di tanti di voi dell'opposizione, che si sono alzati per andare a parlare. Io non ho parlato con loro.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Palma)



RACCHELLI Ettore, Assessore regionale

Quando voglio parlare con loro lo faccio, stia tranquillo che non le chiedo il permesso.



PRESIDENTE

Ha chiarito, grazie.
Consigliere Saitta, vuole intervenire per una questione preliminare?



SAITTA Antonino

Non so bene se sia preliminare o procedurale; le questioni sono molte ne prendo una. Poi, vedremo qual è la definizione giusta.
La questione è la seguente: l'Assessore Racchelli, Assessore alla navigazione della Regione Piemonte: navigazione marittima, commercio (tutto); quindi, a questo punto, anche navigazione aerea.



RACCHELLI Ettore, Assessore regionale (fuori microfono)

La chiederò.



SAITTA Antonino

L'Assessore Racchelli ha detto a nome della Giunta che l'opinione della Giunta è a favore della chiusura di Malpensa. L'ha ripetuto dicendo: "Se fosse per la Regione Piemonte bisogna chiudere Malpensa".



RACCHELLI Ettore, Assessore regionale (fuori microfono)

Per me.



SAITTA Antonino

La Giunta regionale è per la chiusura. La maggioranza...



RACCHELLI Ettore, Assessore regionale (fuori microfono)

No, se fosse per me.



SAITTA Antonino

No, lei ha detto che il Governo regionale è per la chiusura di Malpensa.
Credo che si debba avere il coraggio fino in fondo: deve prendere questo ordine del giorno, proporre un emendamento per chiedere la chiusura di Malpensa, perché questa posizione, se non è demagogica, mi chiedo cosa è.
La sfido: presenti l'emendamento e noi lo approviamo.



PRESIDENTE

L'Assessore Pichetto ha chiesto la parola per chiarimenti; ne ha facoltà.



(Commenti fuori microfono del Vicepresidente Riba)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

Inizierei da una considerazione che era una domanda posta all'inizio del dibattito dalla collega Manica sull'attenzione della Giunta.
Penso che, in questi anni, l'attenzione della Giunta in merito alla questione Malpensa sia stata dimostrata da una serie di interventi già citati in quest'aula da diversi colleghi, tra i quali anche il parere negativo sul VIA, poi, in realtà, disatteso dal Governo, peraltro legittimamente in forza di una norma.
Aggiungerei anche un'altra considerazione a quanto detto dalla Consigliera Manica quando diceva che la Giunta non era rappresentata e non esprimeva un'opinione.
Il dibattito in Consiglio regionale, peraltro un po' casuale, dovuto anche alla presenza dei rappresentanti di zona - che sono ancora presenti era calendarizzato per oggi pomeriggio, quando l'assenza sia del Presidente della Giunta regionale sia dell'Assessore ai trasporti era a conoscenza dei Consiglieri regionali.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

No.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

Non è vero.



PICHETTO FRATIN, Assessore regionale

Non per nulla, proprio per l'assenza del Presidente, un dibattito su una deliberazione precedente che doveva esserci in questa aula è stato rinviato dopo la valutazione dei Capigruppo di maggioranza.
Il Governo regionale svolge anche valutazioni sulle risultanze dei dibattiti e non sulle procedure dei dibattiti nell'ambito del Consiglio regionale. Quindi, la propria valutazione e il comportamento sarà anche adeguato alle risultanze degli indirizzi che ritiene di avere da un Consiglio regionale e dalla maggioranza, adeguandosi naturalmente alle risultanze del voto della maggioranza del Consiglio regionale.
Quindi, non è precedente la considerazione del Governo regionale ancorché possa aver maturato le proprie posizioni e le proprie considerazioni in merito. In merito a ciò, nella giornata di domani, il Presidente della Giunta regionale, insieme al Presidente del Consiglio e all'Assessore Casoni, apriranno questo confronto con la Lombardia.
Non sappiamo se era meglio aprire prima il confronto. Noi abbiamo aperto il confronto con il Governo qualche anno fa e il collega Saitta sollevava il problema se allora ci fosse stato un confronto con la Lombardia. Non c'è mai stato, c'è stata una posizione, si dovrà valutare e potremo fare la storia se la colpa è più del Piemonte o più della Lombardia. C'è stato un confronto con il Governo, alle cui posizioni abbiamo creduto. Ma, su alcune valutazioni, condivido le stesse considerazioni che faceva il collega Marcenaro quando ha detto: "Anche il Governo, su tutta questa vicenda, ha una serie di responsabilità non di poco conto", proprio perché sono state fatte con leggerezza alcune scelte non ultime il diniego alle nostre considerazioni, al nostro voto contrario al VIA, peraltro con la nostra opposizione in merito.
Quindi, la posizione della Giunta regionale, nell'incontro che vi sarà con la Lombardia, è quella che scaturirà dal Consiglio di questa sera e anche dagli ordini del giorno che vorrà approvare o, comunque, è quella che gli interventi anche di maggioranza hanno manifestato. Tuttavia, dalle risultanze del Consiglio, saranno contemperate, valutate e prese anche in considerazione, se il dibattito in democrazia vuole essere, le considerazioni che l'opposizione ha espresso, ricordando che i punti fondamentali sono l'esubero dei voli rispetto alla condizione dell'accordo '96 (la questione dei voli notturni) e tutta un'altra serie di interventi relativi al campo delle infrastrutture che riguardano anche il Piemonte e riguardano un discorso più complessivo.
Un'ultima precisazione sulle considerazioni del collega Racchelli. "Noi non avremmo fatto Malpensa", ha detto - noi pluralis majestatis - era questa la considerazione. Non abbiamo il potere di chiudere Malpensa e l'argomento non è oggetto di dibattito; non è oggetto di dibattito chiudere o aprire Malpensa, perché peraltro non ne avremmo i poteri. Quindi su questo non si chieda l'espressione del governo regionale.



PICHETTO FRATIN, Assessore regionale

SAITTA Antonino (fuori microfono)



PICHETTO FRATIN, Assessore regionale

Si può proporre.



PICHETTO FRATIN, Assessore regionale

Ogni cittadino del Piemonte ha la possibilità di esprimere e di proporre idee e posizioni, ma questo non è argomento in discussione in quest'aula. In quest'aula la discussione era la posizione da tenere in un confronto che si è concordato di avere con la Regione Lombardia, ma poi da portare al Governo nazionale, perché il confronto avverrà fra le due Regioni, ma le scelte in merito dovranno avvenire col Governo nazionale con la serietà che ritengo ha contraddistinto il comportamento della Regione Piemonte e del Presidente, ma anche del Consiglio, dell'espressione che questo Consiglio regionale la scorsa legislatura ha tenuto.
Faremo questo confronto con la Regione Lombardia e le risultanze, a quel punto, le valuteremo con il Governo nazionale, per risolvere veramente quello che è il gravoso problema dei voli su quell'area.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pichetto.
Svolgo questo intervento anche per riassumere lo stato dell'arte.
Circa 15-20 giorni fa, per la prima volta, in Consiglio regionale sono venuti a trovarci rappresentanti del Covest; io li considero cittadini che hanno portato all'istituzione Regione la loro situazione e le loro istanze.
Oltre ai cittadini, in Consiglio regionale sono venuti e si sono rivolti al Presidente dell'assemblea regionale perché facesse da tramite, anche rappresentanti degli Enti locali, quindi i Sindaci di quei Comuni e il Presidente della Provincia di Novara.
Questi rappresentanti, questi cittadini organizzati in un Comitato e questi rappresentanti delle istituzioni hanno rappresentato al Presidente del Consiglio regionale, e attraverso il Presidente a tutta l'assemblea regionale, una situazione grave, di disagio, che oggi è giudicata insostenibile. Quindi io raccolgo tutte le preoccupazioni, tutte le posizioni anche a volte molto accorate, dove il cuore prevale rispetto alla ragione.
Ci hanno rappresentato una situazione di disagio insostenibile, nella quale i voli passano a ritmo costante sulle loro teste; nella quale esiste un problema di ripartizione delle rotte, ripartizione non equa; dove esiste un problema di scenario di impatto ambientale che era stato previsto in un provvedimento del 26 marzo e che non è stato rispettato; dove esiste una situazione che deve assolutamente cambiare! Deve cambiare soprattutto perché - come dicevo prima - è una situazione insostenibile.
Queste istituzioni, questi cittadini, hanno chiesto al Presidente del Consiglio regionale e al Presidente della Giunta regionale di convocare un Consiglio regionale dove il Ministro Bersani venisse a rendere nota la posizione del Governo in ordine alla situazione attuale e, segnatamente, in ordine ad un problema specifico che era rappresentato dalla mancata attuazione dello scenario ambientale. Per cui - ripeto - queste istituzioni hanno chiesto la presenza del Ministro Bersani in Consiglio regionale.
Ritenendo importante convocare un Consiglio regionale su questa materia, abbiamo subito girato al Ministro questo invito.
Io debbo fare una puntualizzazione, e cioè la presenza del Ministro all'interno di un Consiglio regionale non può che avere un carattere ed una valenza istituzionale, altrimenti si potrebbe fare un comizio e non avrebbe sicuramente la stessa importanza, ma - io dico - neanche lo stesso risultato.
Ho dunque contattato il Ministro Bersani, il quale, per telefono, mi ha detto che lui riteneva, allo stato, inutile la sua presenza in Consiglio regionale, perché sarebbe venuto a dirci che non era in grado di esprimere una valutazione sulla situazione attuale dell'Aeroporto di Malpensa, in quanto era in corso questa sperimentazione.
Abbiamo avuto un vivace colloquio telefonico; ci siamo lasciati con un aggiornamento e, dopo questa telefonata, il Presidente Ghigo ed io abbiamo deciso di andare direttamente a Roma per concordare tempi e modi della presenza del Ministro Bersani in Consiglio regionale, ritenendo che un colloquio a quattr'occhi fosse senz'altro più produttivo rispetto ad una telefonata dove forse il nervosismo poteva prendere piede.
Siamo andati a Roma, facendo che cosa? Prima di tutto rappresentando al Ministro Bersani le esigenze che aveva la Regione Piemonte e i problemi che si vivevano nella zona della Regione Piemonte interessata, e cioè il problema della situazione insostenibile, che era l'effetto di una ripartizione delle rotte non equa e che era anche l'effetto del fatto che il 26 marzo era stato imposto uno scenario ambientale che non era stato rispettato.
Il Ministro Bersani ci ha ribadito la sua posizione, secondo la quale un incontro e una sua venuta allo stato in Consiglio regionale sarebbe stata inutile, perché lui si sentiva vincolato dal fatto che era stata stabilita una sperimentazione che doveva terminare il 26 luglio, e non essendo ancora terminata, lui sarebbe venuto a dire in assemblea che la sperimentazione non era terminata.
A questo punto, il Ministro Bersani ci ha detto che la via che noi dobbiamo seguire è quella di creare un confronto, di intavolare un confronto a tre tra la Regione Piemonte, la Regione Lombardia e il Governo nazionale.
A tale proposito, il Presidente Ghigo ed io abbiamo manifestato la nostra volontà a collaborare. Ciò perché - signori - stare a discutere e a contrapporci sul problema della "sperimentazione sì - sperimentazione no" e sull'esigenza di rifare eventualmente un'altra sperimentazione, perché la sperimentazione precedente era fallita ed era stata disattesa, avrebbe ulteriormente dilazionato i tempi.
Quando si rivestono incarichi istituzionali, si deve cercare di percorrere le vie che sono possibili. Riteniamo che la via del confronto e della creazione del tavolo a tre sia - e qui parlo anche a nome del Presidente Ghigo e dell'Assessore Casoni - una strada possibile e percorribile, posto che la Regione Piemonte e la Regione Lombardia sono delle istituzioni qualificate, che indubbiamente non possono e non devono farsi la guerra tra di loro, ma devono dialogare e cercare di risolvere al meglio le esigenze particolari delle persone, ma anche quelle generali del governo delle comunità con tutti i problemi annessi e connessi (problemi di sviluppo, di inquinamento ambientale, di cooperazione tra vari Enti, di rapporto tra gli Enti e il Governo nazionale).
Quindi, fare una guerra tra Piemonte e Lombardia e, al limite esacerbare la contrapposizione con il Governo non porterebbe ad una soluzione in tempi brevi dei problemi legati all'Aeroporto di Malpensa e di quelli delle popolazioni interessate. Bisogna dunque essere realisti, avere un certo realismo.
Avremmo potuto contrapporci, fare un comunicato stampa, ma non avremmo risolto il problema; quantomeno non l'avremmo risolto durante il mese di agosto - e io dico, non l'avremmo risolto neanche nel mese di settembre ottobre o novembre - ed avremmo continuato a seguire la via dell'incomunicabilità tra i vari Enti.
Abbiamo accettato questo tavolo a tre per serietà nei confronti della gente, delle persone che vivono sulla loro pelle questo problema; anche per serietà nei confronti dell'assemblea e del Consiglio regionale, abbiamo cercato di dare tempi stretti a questa operazione - chiamiamola operazione politica, operazione di dialogo - che poi dovrà portare a degli atti concreti di governo.
Abbiamo quindi preso la palla al balzo e abbiamo detto al Ministro Bersani: "Bene, se tavolo vi deve essere, facciamolo subito, perché non possiamo dilatare ulteriormente i tempi, dobbiamo dare delle risposte alle popolazioni del Piemonte e in particolare di quella zona".
Abbiamo deciso di partire subito, facendo prima un incontro tecnico politico tra il Presidente della Giunta Ghigo, il Presidente della Giunta Formigoni e i due Assessori ai trasporti, oltre a tecnici qualificati della Regione. Tale incontro è stato fissato per domani alle ore 16, anche se siamo alla fine di luglio ed abbiamo fissato un incontro di massima con il Ministro Bersani per la settimana prossima (la data molto probabilmente sarà il 2 agosto). Spero che l'incontro di domani ci aiuti a schiarirci le idee e che possa essere proficuo ed efficace, in modo da poter portare le varie posizioni, per poi confrontarle con la posizione del Governo nazionale.
Come dicevo, abbiamo deciso di scegliere questa tempistica per fare più in fretta possibile, anche perché il Ministro Bersani ha dato una parola che è quella di venire in Consiglio regionale a settembre, per rendere conto al Consiglio regionale della posizione del Governo, anche in rapporto ai lavori del tavolo che si è deciso di costituire. E dunque la venuta del Ministro Bersani può essere una venuta proficua, perché in quell'occasione non ribadirebbe la posizione che lui già ci ha detto, ma sarebbe una presenza che si baserebbe su un lavoro che, nel frattempo, le due Regioni hanno deciso di fare.
Io ho parlato con il Presidente Formigoni personalmente (non è questo il mio ruolo, ma poi dirò anche due parole su come interpreto il mio ruolo di Presidente dell'assemblea); dicevo che ho parlato personalmente con il Presidente Formigoni e con l'Assessore ai trasporti e ho raccolto, da parte del Presidente Formigoni, la disponibilità a intraprendere un dialogo con la Regione Piemonte e a trovare una soluzione al problema di Malpensa propedeutica ad una serie di atti che dovranno essere adottati alla fine dal Governo nazionale, ma atti che presuppongono un confronto politico fra le due Regioni.
Vi parlavo del mio ruolo, colleghi. Il mio ruolo è quello sì, da un lato, di essere garante dell'assemblea rispetto alle posizioni che la Giunta andrà ad assumere, ma più che garante, di essere il rappresentante di tutti voi Consiglieri regionali che siete l'organo assembleare rappresentativo di tutte le popolazioni del Piemonte e quindi è con questo spirito che io mi sono mosso organizzando questi incontri istituzionali creando questo dialogo tra i vari Enti. Devo aggiungere una cosa, però, che il problema di Malpensa, fatte le premesse che ho fatto, cioè che la situazione è quella che è, è stata descritta in termini più o meni efficaci da tutti e io penso che l'intervento dell'Assessore Racchelli sia quello di dire "anche per noi della Giunta la situazione è insostenibile". Certo che per il governo della Regione Piemonte la situazione è insostenibile, è proprio per questo che ci siamo subito mossi con il Ministro Bersani, è proprio per questo che domani andiamo a parlare col Presidente Formigoni! Perché questa situazione non sta bene a nessuno, penso, dei Consiglieri regionali, penso non sta bene agli amministratori locali perché soffrono non sta bene al Presidente Ghigo e non sta bene ai componenti della Giunta.
Questa è una situazione, ad oggi, insostenibile! E' una realtà che va modificata, tenendo presente che cosa? Tre, secondo me, ordini di problemi.
Il primo è rappresentato dal problema delle rotte. Allora, la ripartizione delle rotte deve essere certamente rivista, perché non è equa perché ad oggi è insostenibile, primo problema.
Vi è poi un problema dell'aeroporto, senz'altro; vi è un problema dell'aeroporto collegato al numero dei voli che atterrano oggi su Malpensa alle prospettive di sviluppo attuali dello stesso aeroporto.
Vi è un problema anche non solo di numero di voli, quindi di transito di passeggeri, ma un problema di tipo di voli, cioè vi è indubbiamente una esigenza di limitare il volo degli aerei più vetusti, degli aerei più rumorosi: questo è un problema.
Vi è un problema di interventi per limitare il danno ambientale, che sono urgenti, indefettibili.
Oltre a questi due problemi, cioè il problema delle rotte e il problema dello sviluppo dell'aeroporto, dei voli - quantitativamente e qualitativamente - che possono o meno atterrare in questo aeroporto, vi è senz'altro un problema delle infrastrutture che in una prospettiva di governo non può essere trascurata. E anche questa esigenza noi rappresenteremo, non in termini di scambio, ma questo aspetto noi dobbiamo tenerlo presente, perché l'hanno presente i Consiglieri regionali tutti e l'ha presente anche la Giunta.
Io domani andrò a questo incontro rappresentando al Presidente Ghigo e all'Assessore Casoni e anche in questo incontro la sintesi del dibattito di oggi. Io al dibattito di oggi aggiungo anche la conoscenza che ho maturato come Presidente dell'assemblea incontrando a nome di tutti i Consiglieri le delegazioni che arrivavano da quelle zone e anche gli amministratori locali che - ricordiamo - sono figure istituzionali! Non è un problema di strumentalizzazione di persone, è un problema anche di rapporti tra Enti locali che si rivolgono alla Regione in un rapporto istituzionale.
Rappresenterò tutti questi problemi e tutte queste esigenze e porterò la posizione del Consiglio regionale che sarà contenuto nei documenti che verranno approvati da quest'aula.
Io ho ritenuto di dovervi illustrare la posizione e il comportamento che intenderò assumere.



MARCENARO Pietro

Chiedo la parola.



PRESIDENTE

Le concedo la parola per dichiarazione di voto, Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

La dimostrazione che per quanto ci riguarda l'intenzione era e rimane quella di cercare la via più utile, come ho cercato di dire anche prima perché la giornata di domani sia una giornata positiva, noi abbiamo ascoltato con attenzione e interesse le conclusioni del Presidente del Consiglio regionale e riteniamo che le sue conclusioni di questa discussione, che sono verbalizzate, possano costituire la base di una conclusione comune e unitaria del Consiglio regionale del Piemonte. E traduciamo questo in un ordine del giorno che presentiamo ritirando quelli precedenti.
Il collega Saitta che lo ha steso lo può leggere, ma penso che questo sarebbe un modo importante a dimostrazione che a volte le discussioni possono, anche nella loro asprezza, portare a qualche risultato convergente e a qualche dimensione più positiva.
Se il collega Saitta potesse leggerlo, gliene sarei grato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

L'ordine del giorno è molto breve. Ripete soltanto che il Presidente del Consiglio ha indicato un metodo realistico, di grandissimo buon senso che può essere sicuramente un percorso utile per la ricerca di una soluzione al problema dell'Aeroporto di Malpensa 2000.
L'ordine del giorno è il seguente: "Udito l'intervento conclusivo del Presidente del Consiglio regionale, lo approva ritenendolo la base per un utile confronto con la Regione Lombardia e con il Governo nazionale per la soluzione dei problemi conseguenti all'apertura dell'aeroporto Malpensa 2000".
Questo testo lo depositiamo ed evidentemente invitiamo gli altri colleghi che ritengono di poterlo condividere e quindi di approvare l'intervento conclusivo del Presidente, a sottoscrivere l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Grazie Presidente. Io ho ascoltato tutto il dibattito e le varie parti più o meno accese; ho assistito da torinese, utente mio malgrado di Malpensa, con un aeroporto di serie B che c'è nella città di Torino, per l'ho seguito con attenzione e interesse.
Devo dire una cosa: ci sono già cinque ordini del giorno, espressione di vari Gruppi o insiemi di Gruppi del Consiglio regionale del Piemonte c'è un ordine del giorno della maggioranza e in questa maggioranza è ovviamente, naturalmente compreso il Presidente del Consiglio regionale.
Quindi noi riteniamo che un ordine del giorno che approvi in qualche modo una risoluzione o un intervento del Presidente del Consiglio regionale sia inutile per il semplice motivo che il Presidente del Consiglio regionale si riconosce, come membro di un partito, in una posizione che la maggioranza ha sostenuto con un ordine del giorno firmato trasversalmente da tutti i Gruppi della medesima.
Inoltre, quei colleghi che hanno più esperienza di me di Consiglio regionale sanno benissimo, è per questo che io li inviterei a non fare sui problemi seri delle provocazioni, non mi permetto di dire ridicole, però un po' puerili, un po' infantili, un po' forzate, che negli ordini del giorno c'è un'impegnativa alla Giunta e che il richiamo all'organo di gestione dell'assemblea, per quanto noi gli riconosciamo tutta l'abilità e la dignità del caso, è un semplice, banale, devo dire anche molto palese tentativo di insinuare all'interno di una maggioranza una provocazione per delle presunte divisioni che non esistono! E da questo punto di vista, visto che noi siamo persone serie, non siamo qui per giocare nonostante l'ora tarda, perché conosciamo dei modi migliori, è un altro motivo per cui l'ordine del giorno della minoranza non trova la nostra condivisione.
Se poi invece l'opposizione di centro-sinistra, che ha talmente ragione su questi temi da aver riperso le elezioni abbondantemente in tutto il Piemonte e soprattutto in quella zona, ritiene con una provocazione molto smascherata di andare ad offuscare, ad occultare quelle che sono le responsabilità prioritarie del Governo nazionale che molto prima ha illustrato l'Assessore Racchelli e molti colleghi della maggioranza, questo è un terzo motivo per cui noi questa provocazione - lo ripeto ancora una volta - non la raccogliamo.
Pertanto, come Gruppo di Alleanza nazionale, poi chiaramente gli altri colleghi, dato che sono dotati di scienza, coscienza e anche di conoscenza soprattutto, sapranno come votare; noi, proprio per star fuori dal teatrino della politica, non ci facciamo trascinare in un ordine del giorno che riteniamo assolutamente vacuo e provocatorio, e voteremo l'ordine del giorno proposto dalla maggioranza nella quale, fino a prova contraria, si ritrovano e si riuniscono i quaranta Consiglieri.



PRESIDENTE

La parola per dichiarazione di voto al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Mi stupisce che il Consigliere Ghiglia, che so molto attento in altri atti che riguardano approfondimenti, non abbia espresso riserve sul testo che la sua maggioranza sta per votare, perché basta leggerlo.



CONTU Mario

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



CONTU Mario

Ti spiace mica se lo condivido?



CONTU Mario

Però bisogna anche leggerlo per condividerlo.



CONTU Mario

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



CONTU Mario

Infatti l'ho letto e lo condivido!



CONTU Mario

Vorrei sapere se risulta al Consigliere Ghiglia che il divieto dei voli notturni, come già previsto dal DPR 476 del 9/11/1999, sia atto di potestà dei Presidenti delle Regioni; se il declassamento dell'aeroporto sia atto che rientra nella potestà del Presidente della Giunta regionale!



CONTU Mario

GHIGLIA Agostino (fuori microfono)



CONTU Mario

Posso rispondere, Presidente, visto che il Consigliere Contu mi interroga? Io non faccio parte della Giunta!



CONTU Mario

Chiedo scusa, mi rivolgo all'aula.
Consapevole di questi limiti, insieme al Consigliere Moriconi e insieme al Comitato Ovest-Ticino, abbiamo rimesso mano a quel primo testo affrettato che individuava e confondeva i soggetti attuatori e le diverse responsabilità, proponendo un ordine del giorno che ristabilisce le competenze, per quanto concerne l'accordo fra le Regioni in relazione alla soluzione del riparto del piano dei voli e quindi le quote e le rotte, e demandando al governo l'impegno di entrambe le Regioni per sollecitare il governo all'attuazione di quanto deve.
Alla luce della relazione del Presidente del Consiglio, possiamo dire che riteniamo abbia colto il senso di questo atto importante, e che sostanzialmente abbia recepito la filosofia che deve fare da guida. In realtà, più che di filosofia dobbiamo parlare di conflitto di interessi tra Regioni che devono tutelare ambiti e competenze diverse, di cittadini che vivono su territori diversi. Per questo credo che, nell'interesse generale la soluzione dei problemi dei cittadini di quella zona debba vedere "contestualmente" impegnate le Regioni.
Come diceva il Consigliere Chiezzi, dovrebbe determinarsi una situazione tale per cui chi di dovere si chiude in una stanza, buttando via le chiavi sin che le due Regioni non abbiano trovato un accordo su una materia così delicata. Non si deve fare demagogia, occorre lavorare sui contenuti. Come il Consigliere Marcenaro sa benissimo, quando si fa una trattativa si lavora sui contenuti per poi trovare, su di essi, un punto di mediazione. Sono poi i Presidenti delle Regioni che ne rispondono al Consiglio e ai loro cittadini i quali, ovviamente, fanno le dovute pressioni perché si separino i due ambiti, declassamento e voli notturni dal problema delle rotte e dalle limitazioni allo sviluppo dell'aeroporto di Malpensa. Noi ci dichiariamo disponibili a ritirare i nostri ordini del giorno per convergere su un ordine del giorno che, sulla linea tracciata dal Presidente del Consiglio regionale, approdi a un risultato concreto e credibile sia per il Consiglio che per i cittadini interessati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Faccio questa breve dichiarazione di voto perché sono veramente sconcertato.
In questo senso.
Dopo tante ore di dibattito, dopo tanto discutere, il Presidente del Consiglio - molto intelligentemente, dimostrando grande competenza - ha espresso e riassunto le esigenze sia della maggioranza che della minoranza in un suo intervento, con cui ha cercato di risolvere il problema di Malpensa. Dopo il suo intervento, noi stiliamo un ordine del giorno con cui approviamo tutto il suo ragionamento. A questo punto, un membro della maggioranza, il Consigliere Ghiglia, all'improvviso dice che quanto ha detto il Presidente è inutile.
Ci dispiace. Certe cose vanno accolte in modo positivo: a volte, per trasformare gli eventi positivamente, è necessario fare, tutti assieme, un po' di sacrifici. Per questo chiedo all'aula di approvare l'ordine del giorno che mette d'accordo la maggioranza e la minoranza.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE



GALLI Daniele

Capisco che gli ordini del giorno che riguardano una tematica così importante per la zona del novarese possono, in molte parti rassomigliarsi, e che sicuramente lo scopo di tutti sia meritorio e volto a migliorare una situazione grave e insopportabile. Però, bisogna fare delle distinzioni.
Come ho già detto in occasione della discussione dell'ordine del giorno da me firmato, ritengo che l'ordine del giorno sottoscritto dalla maggioranza sia più chiaro e deciso rispetto agli altri, anche se ciò nulla toglie alle intenzioni dei colleghi. In ogni caso, il voto del mio Gruppo sarà favorevole all'ordine del giorno sottoscritto dalla maggioranza mentre sugli altri ci asterremo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per dichiarazione di voto.



MARCENARO Pietro

Naturalmente, in una discussione, si può fare di tutto, compreso i processi alle intenzioni che, si sa, fanno parte della discussione politica.
Per parte mia, la proposta fatta era semplicemente volta ad individuare le possibilità di una conclusione unitaria della discussione, in quanto penso che, talvolta, una conclusione unitaria sia la soluzione migliore soprattutto se si tratta di affrontare problemi della nostra Regione con altre Regioni o con il governo centrale.
Volevo specificarlo: questo era, e rimane, il senso della proposta fatta. A questa ora della sera, e data l'importanza dei temi trattati, non sono certo in cerca di situazioni con cui mettere in difficoltà qualcuno.
Se la mia proposta venisse interpretata in questo modo, mi dichiaro pronto a ritirare l'ordine del giorno. Di norma, non sono abituato a usare il nome di un'altra persona - in questo caso quello del Presidente del Consiglio regionale - per un voto che lo metta in imbarazzo, soprattutto dopo aver sentito il suo discorso, che condivido, e la sua proposta, che ritengo utile.
Non siamo alla ricerca di giochi, ma preoccupati che ci si muova con serietà, per fare passi avanti concreti e ricercare soluzioni. Per questo ritiro l'ordine del giorno: non può essere votato se le opinioni non sono convergenti. Ripresentiamo l'ordine del giorno che avevamo sottoscritto e voteremo quello. Però, ripeto, qui si stanno facendo i processi alle intenzioni.
Colleghi, vi ricordo che in politica l'avarizia è una malattia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Colleghi, vorrei ancora provare - non so se riuscirò - ad eliminare un pregiudizio che qualche collega può avere, espresso con chiarezza dal collega Ghiglia, in ordine a un presunto "tatticismo" sul problema. Vorrei fare ancora un tentativo ultimo.
Il collega Ghiglia nutre questo pregiudizio, e posso capirlo. Qualora si presenti una proposta con cui tentare di uscire dagli schemi classici del rapporto tra maggioranza e minoranza, si stabiliscono subito paletti di divisione. Così ha fatto il collega Ghiglia. Però, mi sembra che, in questa occasione, le circostanze siano un po' diverse.
Ecco, volevo soltanto ricordare ai colleghi che la questione, oggi, è diversa. Ha fatto bene il Presidente del Consiglio a cogliere e a dare la solennità che ha dato al problema nel suo intervento. E' una questione diversa perché, in primo luogo, la soluzione del problema richiede prima di tutto l'individuazione di un metodo, come ha ben indicato il Presidente del Consiglio. Occorre un metodo corretto, chiaro, dal punto di vista istituzionale, che consenta di uscire dallo schema con cui il problema è stato finora affrontato, di pura competizione partitica. Il Presidente Cota, invece, ha espresso una posizione istituzionale che ha tenuto conto delle diverse posizioni e poi ha espresso una sintesi. Credo che questo sforzo vada sottolineato, dopodiché è evidente che non si può andare contro tutti. Se la maggioranza ritiene che la posizione espressa dal Presidente del Consiglio non sia condivisa dalla maggioranza, ci pare assurdo. Prima di arrivare ad una conclusione, se ritirare o meno la firma, sono dell'opinione di mantenerla, perché c'è un momento in cui bisogna assumersi le proprie responsabilità.
I tentativi che vengono fatti per avere una posizione la più condivisa possibile su un problema sono importanti. E' così folle, così assurdo ritenere che una posizione unanime del Consiglio non aiuti la Regione Piemonte a trovare una soluzione anche nei confronti del Presidente della Lombardia o nei confronti del Governo? E' questo l'obiettivo che ci siamo posti.
Prima di ritirare la firma, volevo che ci fosse, da parte del Presidente del Consiglio, una riflessione ed un intervento autorevole che gli deriva dal fatto di essere Presidente, anche nei confronti della maggioranza che lo ha eletto. E' importante che ciò avvenga, è importante che ci sia una riflessione che esca al di fuori degli schemi di carattere classico. Non è un problema di maggioranza o minoranza: ci rendiamo conto tutti quanti che è un problema che riguarda l'ovest Ticino.
Vogliamo togliere le firme, vogliamo che sia il Presidente del Consiglio stesso a proporre un ordine del giorno che ripercorra il metodo indicato e qualche soluzione che è stata data? Lo faccia il Presidente del Consiglio, noi ci fidiamo completamente anche con un ordine del giorno diverso, non è un problema di primogenitura. Le questioni che il Presidente ha posto sono pienamente condivisibili ed utili.



PRESIDENTE

Ho il dovere di verificare, anche alla luce di un'affermazione di volontà o di ipotesi, se vi è la possibilità di pervenire ad un ordine del giorno unitario su una materia che, come è già stato rilevato, ha tutto l'interesse ad essere trattata nel modo più autorevole possibile. Mi pare che il Consigliere Galli avesse accennato ad una ipotesi di questo genere.
Vorrei sentire molto brevemente se il Consigliere Ghiglia e lo stesso Presidente Cota possono considerare l'ultima ipotesi sottoposta all'assemblea dal Consigliere Saitta.
Mi guarderei bene dal fare commenti, ma invito i Gruppi a cercare la conclusione più autorevole possibile nell'interesse dell'istituzione.
Ha chiesto la parola il Presidente Cota, che interviene in qualità di Consigliere per dichiarazione di voto; ne ha facoltà.



COTA Roberto

L'intervento che ho fatto poco fa nelle vesti di Presidente era volto a riassumere il corso degli eventi e ad individuare la procedura che è stata seguita e che si intende seguire. Chiaramente parlo a nome mio dell'Assessore Casoni e del Presidente Ghigo, con i quali abbiamo concordato questa modalità poiché andremo tutti alla riunione.
Il mio intervento, ripeto, ha riassunto quanto accaduto e individuava un percorso procedurale e istituzionale da seguire. Inoltre, ho ribadito che io, il Presidente Ghigo e l'Assessore Casoni avremmo rappresentato la posizione della maggioranza del Consiglio regionale. Non vedo malafede in tutto questo, anche perché sono sempre portato a vedere buona fede.
Voglio chiarire la mia posizione dichiarandomi favorevole all'ordine del giorno presentato dai Gruppi della maggioranza. Visto che ho inaugurato questa prassi e poiché intendo votare ed esercitare il mio diritto di Consigliere regionale (non posso presiedere), dichiaro di votare a favore dell'ordine del giorno della maggioranza.



PRESIDENTE

Passando alla votazione degli ordini del giorno, non posso che procedere sulla base dell'ordine di arrivo. Quando arriverò a quello proposto dal Consigliere Saitta valuteremo; il collega deciderà se mantenerlo o meno.
Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Volevo fare la dichiarazione di voto a nome del mio Gruppo.
Non ho partecipato alla discussione, non ho fatto perdere tempo perch penso che i concetti siano stati sempre i medesimi. Il mio Gruppo aderisce sia all'ordine del giorno presentato dalla maggioranza, sia a quello presentato dal Consigliere Saitta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Ho sentito le dichiarazioni di voto del Presidente Cota e del Consigliere Brigandì.
Personalmente, quindi, non presento e non firmo un ordine del giorno nel quale si nomina una persona, se questa persona mi dice di non farlo.
Esistono delle regole. Firmo l'ordine del giorno se il Presidente Cota voterà come ha dichiarato, ma se il Presidente dice che il suo nome non è disponibile, ritiro la mia firma.
Invito, inoltre, il Consigliere Ghiglia a rivedere i suoi giudizi avari.



PRESIDENTE

La parola al Presidente del Consiglio regionale Cota, che interviene in qualità di Consigliere.



COTA Roberto

Ringrazio il Consigliere Marcenaro per l'amabilità del suo intervento e le chiedo, a queste condizioni, di ritirare l'ordine del giorno. Chiedo di fare la stessa cosa anche al Consigliere Saitta.



PRESIDENTE

Mi pare di aver colto dei cenni di assenso, d'altra parte la questione era posta nella direzione di chiarire se c'era la disponibilità del Presidente ad essere citato. Leggo rapidamente l'ordine del giorno n. 40 presentato dai Consiglieri Papandrea, Moriconi e Contu.
Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale visto che dopo le numerose manifestazioni di protesta dei cittadini dell'Ovest Ticino, appoggiati dalla totalità degli amministratori locali, contro il pesantissimo numero di voli che si abbatte ogni giorno su Malpensa provocando un alto tasso di inquinamento acustico ed ambientale, nulla di significativo è stato prodotto per limitarne gli effetti considerato che: tale situazione di disagio per le popolazioni locali dell'Ovest-Ticino rischia ogni giorno di aumentare viste le intenzioni di SEAT e di ALITALIA di capitalizzare l'aeroporto di Malpensa come grande Hub europeo aumentando significativamente il numero di voli che arrivano e partono dall'aeroporto.
ritenuto che: la dimensione di HUB per l'aeroporto di Malpensa è ambientalmente inaccettabile il Consiglio regionale chiede che venga avviata una significativa riduzione del numero dei voli ed il blocco dell'espansione di Malpensa chiede contestualmente al blocco, il declassamento dell'aeroporto di Malpensa." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 3 voti favorevoli, 2 contrari e 29 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 10 Consiglieri).
L'ordine del giorno n. 55 viene ritirato dai proponenti.
Passiamo ora all'ordine del giorno n. 64, presentato dai Consiglieri Manica, Marcenaro, Moriconi, Chiezzi, Caracciolo, Giordano e Mellano.
Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale" premesso che il sorvolo sull'area dei comuni dell'Ovest Ticino comporta inaccettabili disagi dal punto di vista ambientale e della qualità della vita è in atto una sperimentazione per ridefinire una equa ripartizione delle rotte tra territorio piemontese e lombardo che va completata in modo efficace ed adeguato verificata la situazione di continua subalternità alle scelte della Regione Lombardia impegna il Presidente della Giunta regionale a concretizzare nell'incontro del 28 luglio tra la Regione Piemonte e la Regione Lombardia un'unica proposta delle due Regioni che configuri una nuova ed equa soluzione per il Piemonte." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 17 voti favorevoli e 29 astensioni.
Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 65 presentato dai Consiglieri Gallarini, Mancuso, Deorsola, Brigandì, Angeleri, Valvo e Galli.
Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale premesso che: la Regione Piemonte ha espresso con deliberazione di Giunta regionale parere negativo sulla V.I.A., di Malpensa, provvedimento peraltro confermato con decreto a firma Ronchi Melandri del 25 novembre 1999 la Regione Piemonte ha altresì impugnato il successivo DPCM del 13.12.1999 nonostante tale ferma posizione della Regione Piemonte, è stato attuato il trasferimento dei voli da Linate a Malpensa mediante il successivo decreto del Ministro Bersani del 3.3.2000 constatato che: nel frattempo il numero dei movimenti aerei è aumentato da 400 circa agli attuali 850 movimenti giornalieri, senza quindi tenere in alcuna considerazione gli atti formali della Regione Piemonte dà mandato: al Presidente della Giunta regionale, affinché nell'incontro con il Presidente della Regione Lombardia, previsto per venerdì 28 luglio 2000 richieda che l'esubero di 450 movimenti giornalieri (pari alla differenza fra i 400 movimenti previsti dal PRG di Malpensa del 1986 - unico strumento normativo attualmente in vigore - e gli 850 movimenti attuali), ricada esclusivamente sul territorio lombardo e che i decolli relativi agli originari 400 movimenti vengano immediatamente ripartiti al 50% attuando così l'equa ripartizione dei voli che venga attuato immediatamente il divieto dei voli notturni come già previsto dal DPR 476 del 9.11.1999.
Qualora non sia raggiunta l'intesa tra le due Regioni in merito a quanto previsto al punto 1, preliminare alla instaurazione di qualsiasi ulteriore trattativa, la Regione Piemonte formalizzerà la medesima richiesta al Ministro dei Trasporti Bersani, affinché emani i provvedimenti necessari alla gestione e all'indirizzamento del traffico aereo come sopra indicato." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 29 voti favorevoli, 2 contrari e 2 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 13 Consiglieri) Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 66, presentato dai Consiglieri Contu e Moriconi, il cui testo recita: Il Consiglio regionale dà mandato al Presidente della Giunta regionale affinché nell'incontro con il Presidente della Regione Lombardia, previsto per venerdì 28 luglio 2000, si emanino i provvedimenti necessari affinché: l'esubero di 450 movimenti giornalieri (pari alla differenza fra i 400 movimenti previsti dal PRG di Malpensa del 1986, unico strumento normativo attualmente in vigore, e gli 850 movimenti attuali), ricada esclusivamente sul territorio lombardo e che i decolli relativi agli originali 400 movimenti vengano immediatamente ripartiti al 50%, attuando così l'equa ripartizione contestualmente impegna il Presidente della Giunta regionale del Piemonte, di concerto con il Presidente della Regione Lombardia, a richiedere al Governo: in attuazione del DPR 476 del 9 novembre 1999 l'emanazione di una direttiva che attui il divieto dei voli notturni il declassamento dell'aeroporto di Malpensa, qualora non sia raggiunta l'intesa fra le due Regioni in merito a quanto previsto al punto 1 preliminare all'instaurazione di qualsiasi ulteriore trattativa, la Regione Piemonte, quale garante della salute dei propri cittadini, prenderà in considerazione tutti gli strumenti di sua competenza per vietare il sorvolo degli aerei in decollo da Malpensa sul proprio territorio, formalizzando medesima richiesta al Ministro dei Trasporti, affinché emani i provvedimenti necessari alla gestione e all'indirizzamento del traffico aereo come sopra indicato." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è respinto con 2 voti favorevoli, 2 contrari e 29 astensioni (non hanno partecipato alla votazione 12 Consiglieri) L'ordine del giorno n. 67, presentato dai Consiglieri Saitta, Marcenaro Manica, Moriconi, Caracciolo, Giordano e Chiezzi, viene ritirato dai proponenti.
La discussione e votazione di questi ordini del giorno ha riassorbito anche l'interrogazione n. 34, "Piano d'Area della Malpensa", a firma della Consigliera Manica, e l'interrogazione n. 88 "T3 del Piemonte - Servizio sulla Malpensa", presentata dal Consigliere Tapparo, che si ritengono esaurite.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, abbiamo interrotto, in modo certamente inusuale, l'esame dell'articolato di una legge, fatto che qualche tempo fa non era praticato e non praticabile, oggi l'abbiamo fatto, però sospendere un articolato in una seduta non è fatto di buona creanza e penso che non si possa...



(Proteste dai banchi del pubblico)



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per dieci minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 21.37 riprende alle ore 21.38)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Vedo un certo disordine e l'assenza di Consiglieri in aula, nel caso proseguissimo nei lavori proporrei di riprendere l'articolato, inusualmente interrotto, del disegno di legge n. 75.
Questa mattina abbiamo interrotto l'esame dell'articolato su richiesta dello stesso Assessore, per cui proporrei, nel caso si continuassero i lavori del Consiglio, di concludere la legge sospesa. Se invece decidiamo che non ci sono più le forze materiali per farlo, buona notte a tutti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale

La Giunta chiede, se è possibile, visto che dovrebbero essere dei provvedimenti licenziati dalla Commissione all'unanimità, di esaminare i punti 4) - esame disegno di legge n. 74 "Fondo regionale per l'occupazione dei disabili" - e 6) - Proposta di deliberazione n. 19: "Nomina componenti Comitato di gestione del fondo speciale presso le Regioni ai sensi della L.R. 29/8/1994, n. 38 (Valorizzazione e promozione del volontariato) Individuazione associazioni più rappresentative ex art. 5 L.R. 23/3/1995 n. 39 (Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati)" all'o.d.g.
Dopo l'esame di questi punti, che dovrebbe essere veloce, si potrebbe continuare l'esame della legge sospesa questa mattina.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione - Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame disegno di legge n. 74 "Fondo regionale per l'occupazione dei disabili"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 4) all'o.d.g., relativo al disegno di legge n.
74.
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 30 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 2.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Palma, Suino, Mellano Giordano, Saitta, Moriconi e Ronzani: "L'art. 2 è così sostituito: Art. 2 (Destinatari e modalità di finanziamento) 1. Le agevolazioni finanziate con la disponibilità del Fondo sono destinate ai datori di lavoro privati, ancorché non soggetti all'obbligo di assunzione di cui alla legge 69/99, alle cooperative sociale e consorzi di cui alla legge 381/91, agli enti locali e loro consorzi socio assistenziali, agli enti pubblici economici nonché agli altri soggetti pubblici e privati idonei a contribuire alla realizzazione degli obiettivi della presente legge. 2. Le agevolazioni finanziate con la disponibilità del Fondo non possono riferirsi ad interventi agevolati con il ricorso al Fondo nazionale per il diritto al lavoro dei disabili, ad eccezione di quanto previsto all'art. 14, comma 4, lettera b) della legge 68/99.
3. I finanziamenti sono erogati dalle province, sulla base dei criteri stabiliti dagli atti di indirizzo e coordinamento di cui all'art. 3, comma 3. I progetti sono finanziati, fino al massimo dell'80% dell'importo richiesto, nei limiti delle risorse finanziarie disponibili. 4. Al fine di favorire l'inserimento lavorativo dei disabili, i servizi competenti possono stipulare con i datori di lavoro convenzioni per definire progetti integrati di inserimento lavorativo. 5. Non sono ammissibili a finanziamento agevolazioni relative agli oneri contrattuali dei datori di lavoro. non sono inoltre ammissibili, neppure ai fini della determinazione delle quote di partecipazione richieste ai proponenti, le spese per personale dipendente o in collaborazione, nonché le spese generali di struttura, che non siano direttamente riferibili a servizi prestati o a beni utilizzati per la realizzazione dei progetti di cui al comma 1. Ai predetti fini, non si considera inoltre alcuna spesa per personale interno sostenuta nella realizzazione dei progetti da parte degli enti locali e dei loro consorzi, delle aziende sanitarie e dei centri e dei servizi pubblici per l'impiego di cui al d.lgs. 469/97" Tale emendamento è accolto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 34 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere) Si proceda alla votazione dell'art. 2, così emendato, per alzata di mano ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 voti favorevoli 34 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 voti favorevoli 34 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 voti favorevoli 34 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
ART. 5 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 voti favorevoli 34 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 5 è approvato.
ART. 6 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 voti favorevoli 34 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 6 è approvato.
ART. 7 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 voti favorevoli 34 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 7 è approvato.
ART. 8 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 35 votanti 34 voti favorevoli 34 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 8 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 hanno risposto SI' 38 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

L'Assessore Cotto ha chiesto di anticipare la discussione del punto 6) all'o.d.g. L'aula acconsente? Prego, Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Se riusciamo a concludere i lavori facendo qualcosa di utile naturalmente è quanto preferisco; trascorrerei le vacanze in modo più sollevato.
Eravamo rimasti alla discussione dell'articolato del disegno di legge riguardante l'inquinamento acustico. Si può concludere l'esame di quel provvedimento? Non penso si possa interrompere l'esame di un provvedimento essendo già all'interno dell'articolato. In seguito, se lo si ritiene, si possono esaminare gli altri punti.



PRESIDENTE

Se riusciamo, Consigliere Marcenaro, possiamo esaminare la proposta di deliberazione n. 19.
(Il Consigliere Riggio, fuori microfono dichiara di non essere d'accordo)



PRESIDENTE

Se non è d'accordo, Consigliere Riggio, dobbiamo seguire l'ordine dei lavori.



RIGGIO Angelino

Quello che ha detto l'Assessore purtroppo non corrisponde al vero. Non è una delibera priva di discussione; ci ha tenuti impegnati in IV Commissione in modo notevole e consistente ed è facile immaginare che anche stasera ci sarà una lunga discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Cotto; ne ha facoltà.



COTTO Mariangela, Assessore regionale

Grazie, Presidente. Non voglio fare premura a nessuno e neanche togliere spazio alla discussione, anzi, in Commissione ho detto che è positivo poter parlare del volontariato in Consiglio.
Ho già fatto presente in Commissione, e mi corre l'obbligo di farlo anche in Consiglio, che la nomina dei quattro rappresentanti del Consiglio regionale in seno al Comitato di gestione del volontariato permette alle associazioni di volontariato - essendo scaduto tale Comitato il 22 luglio di essere presenti fin dall'inizio del nuovo Comitato.
Il Presidente Ghigo ha già provveduto alla nomina, così come le fondazioni bancarie; mi risulta che anche il Ministro Turco abbia provveduto e mi spiace che proprio il Consiglio regionale non riesca a dare la possibilità alle associazioni di volontariato di partecipare fin dall'inizio.
In ogni caso, non voglio forzare i tempi; esamineremo il provvedimento più tardi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Con il mio intervento non volevo dire che non siamo disponibili a discuterlo, ma solo che non è una discussione che potrà essere svolta in pochi minuti.



PRESIDENTE

Ho capito. Si sta cercando una modalità che permetta di anticipare la discussione del punto 6) all'o.d.g.; dopo tale discussione, se avanzerà tempo, si potrà riprendere l'esame dell'articolato della legge sull'inquinamento acustico. Questa è un'opzione.
E' chiaro che, se l'aula non acconsente, si deve seguire l'ordine dei lavori e quindi, prima di esaminare il punto 6), terminare la discussione dell'articolato sul rumore.
Questo è lo stato dell'arte. Domando, pertanto, all'aula se è favorevole a tale inversione.



(I Consiglieri, all'unanimità acconsentono all'inversione)



PRESIDENTE

Con il vostro consenso, dunque, passiamo al punto 6) all'o.d.g.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Proposta di deliberazione n. 19: "Nomina componenti Comitato di gestione del fondo speciale presso le Regioni ai sensi della L.R. 29/8/1994, n. 38 (Valorizzazione e promozione del volontariato) - Individuazione associazioni più rappresentative ex art. 5 L.R. 23/3/1995, n. 39 (Criteri e disciplina delle nomine ed incarichi pubblici di competenza regionale e dei rapporti tra la Regione ed i soggetti nominati)"


PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto, per l'illustrazione della proposta di deliberazione in oggetto e dell'emendamento dalla stessa presentato.



COTTO Mariangela, Assessore al volontariato

Molto brevemente. E' una deliberazione del Consiglio regionale, sentita la Commissione e sentito l'Assessore.
Quando la Commissione ha discusso questa pratica non ero presente poiché ero impegnata a Roma con il Ministro Turco, pertanto non ho dato indicazioni, perché in quel momento non ne avevo.
Successivamente, ho ricevuto una lettera del Forum del Terzo Settore che chiedeva di essere rappresentato. In quel senso, riconoscendo la validità della proposta del Forum del Terzo Settore, ho presentato un emendamento, nel quale propongo di sostituire il punto 4) della delibera "Centro aiuto alla vita di Alessandria" con: "Il Forum del Terzo Settore in Piemonte".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente.
Dall'Assessore mi aspettavo una relazione più puntuale della discussione che ha attraversato i lavori della Commissione su questo punto e che ha visto emergere profili di illegittimità della deliberazione contestati in maniera formale da alcuni componenti della Commissione.
D'altra parte, mi aspettavo da parte della maggioranza, visto che è una proposta consiliare, e della Commissione, ma anche da parte della Giunta un atteggiamento non tanto più disponibile ad individuare criteri altri di individuazione delle associazioni, quanto più disponibili a ragionare sui criteri che la legge detta per tale individuazione e, quindi, procedere ad una revisione, che mi sembra dovuta, non tanto delle associazioni scelte quanto dei criteri che hanno presieduto alla scelta.
In particolare, stiamo per procedere ad una nomina a norma del comma terzo dell'art. 13 della legge regionale n. 38/94, la quale dispone che del Comitato debbano far parte - cito testualmente - quattro rappresentanti dell'organizzazione iscritti nel registro regionale del volontariato maggiormente presenti ed operanti sul territorio regionale.
Dunque, è la legge regionale che individua con estrema chiarezza almeno due requisiti: da una parte, l'operatività e, dall'altra, la diffusione regionale delle associazioni che devono essere individuate per far parte del Comitato di gestione del fondo.
La proposta della Commissione individua tre su quattro associazioni che, non solo per proprie caratteristiche, hanno bacini al massimo provinciali e, a volte, inferiori, ma che non sono neppure comprese nell'elenco delle associazioni di volontariato maggiormente presenti sul territorio regionale secondo l'opuscoletto distribuito per lo svolgimento dei lavori della Commissione dallo stesso Assessorato regionale all'assistenza.
Mi pare difficile che il Consiglio, nella sua pur indubbia sovranità possa esercitare prerogative che le leggi non consentono allo stesso di esercitare.
Attendevo - e continuo ad attendere - una proposta da parte della maggioranza e dall'Assessore maggiormente coerente - ripeto - rispetto ai criteri di scelta e di individuazione, e non tanto rispetto alle scelte concrete di merito con criteri dettati dalla legge regionale.
Non ritengo che l'emendamento proposto dall'Assessore risolva i problemi posti nella discussione in Commissione e nella lettera che formalmente, due membri della Commissione le hanno inviato.
Assessore, il problema non è quello di assicurare una maggiore rappresentatività politico-culturale delle associazioni componenti il Comitato di gestione del fondo del volontariato, ma riguarda l'applicazione in modo certamente ragionevole e temperato, e non puramente aritmetico, dei criteri dettati dalla legge.
Risulta comunque incomprensibile che debbano far parte del Comitato le organizzazioni che - cito i dati presenti nel registro regionale per il volontariato - hanno 40 iscritti o 400 iscritti e siano escluse organizzazioni più rappresentative da tutti i punti di vista, non solo per il numero di iscritti, di soci o di volontari, ma anche per ambito di azione e di intervento, per credibilità, per autorevolezza e via di seguito.
Assessore, ritengo - per fare un esempio e non come proposta di emendamento - che dalle nomine non possa star fuori l'Associazione italiana donatori di organi, che nella Regione Piemonte ha centinaia di migliaia di iscritti, e possa essere ricompresa un'associazione che ha un bacino di intervento puramente locale, con qualche decina o centinaia di iscritti e di aderenti.
Quindi, Assessore, attendo un suo intervento in merito al problema che riguarda i criteri di scelta e non i criteri di copertura delle aree politiche e culturali maggiormente rappresentati nel mondo del volontariato piemontese.
In caso contrario, non sono favorevole a qualunque tipo di emendamento.
Il problema non è sostituire un'associazione con un'altra, ma capire se in questo, come in altri campi, la sovranità del Consiglio e della Giunta si ferma almeno di fronte a disposizioni tassative delle stesse leggi regionali, oppure vada interpretata nel senso della totale arbitraria discrezionalità del Consiglio stesso rispetto a qualunque scelta. Con il pretesto della sovranità, potremmo tranquillamente nominare associazioni di volontariato fittizie oppure nominalmente esistenti, tanto non cambierebbe nulla, tanto esiste la sovranità del Consiglio e la discrezionalità della Giunta.
Quindi, prima di proseguire il dibattito, chiederei all'Assessore di precisare nuovamente questo dato al Consiglio. In caso contrario, annuncio il voto contrario del mio Gruppo a qualunque ipotesi di emendamento e alla stessa proposta della Commissione, che comunque, in questo caso, non potrebbe giustificarsi.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Lascio la parola all'Assessore, se desidera intervenire, perché ho piacere di sentire quello che ha da dire: sulla base delle sue parole possiamo modulare il nostro intervento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore al volontariato

Penso sia doverosa un'illustrazione dell'intera pratica, alla quale non ho provveduto subito perché avevo già fornito un'informativa in Commissione.
Conoscevo la posizione del collega Palma; lo ringrazio, perché questo permette un'ulteriore riflessione.
Voglio ricordare a tutti, soprattutto a me stessa, il rispetto dei ruoli. Questa pratica non appartiene alla Giunta: è al Consiglio regionale che spetta la nomina.
Sono molto rispettosa nei confronti della Commissione e del Consiglio.
Penso che la Commissione abbia agito bene; è la terza volta che il Consiglio regionale individua le associazioni per il Comitato di gestione e, quindi, sono otto le associazioni che nei due bienni precedenti hanno avuto il loro rappresentante. Man mano che si avanza, diventa veramente discutibile il criterio della rappresentatività. C'è chi lo vuole individuare attraverso il numero - ed è il dato più immediato - e allora dovremmo nominare l'Associazione Nazionale Alpini, che ha tanti rappresentanti e che merita, probabilmente, di essere anche rappresentata oppure, per l'attività, per la presenza o anche per la specificità: la Commissione può decidere di far crescere un determinato settore di volontariato proprio perché decide che, magari, tre su quattro possono essere rappresentati da grandi numeri e uno da piccoli numeri per farlo crescere.
Non compete all'Assessore entrare nel merito delle decisioni della Commissione e del Consiglio, che è sovrano e può decidere in piena autonomia. In un primo tempo l'Assessore non aveva nulla da dire e ha lasciato completamente libera la Commissione di fare tutte le valutazioni.
Successivamente, proprio perché il forum del terzo settore mi ha rappresentato certe sue esigenze, ho pensato che, come Assessore, era mio dovere farmene carico e proporre un emendamento.
Non piango se l'emendamento non viene accolto; auspico che venga accolto, però non mi sento di essere chiamata in causa su una pratica che non ho proposto io e che giustamente vede la discussione in questo Consiglio così come deve essere fatta, quindi qualsiasi Consigliere pu presentare gli emendamenti che ritiene opportuni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Prima di incominciare l'intervento, vorrei chiedere al Presidente del Consiglio o a chi presiede di richiamare i Consiglieri. Mi rendo conto che l'ora è tarda, però noi abbiamo dimostrato disponibilità a discutere questo argomento in cui siamo in minoranza da tutti i punti di vista. Sarebbe piacevole che la maggioranza sostenesse il proprio Assessore.



PRESIDENTE

Lo faccio con convinzione, collega Riggio. A me piace sempre richiamare i Capigruppo alla loro difficile funzione, essendo toccato anche a me per un po' di tempo. Quindi, se i Capigruppo della maggioranza vogliono richiamare i loro Consiglieri e Assessori... Se per caso sono preoccupati dal punto successivo all'o.d.g., almeno per questo possono partecipare, poi vedremo di considerare l'emergenza.
Prego, collega Riggio.



RIGGIO Angelino

Ha fatto bene l'Assessore a mettere in discussione la parola "rappresentatività" che è indicata sulla legge, perché questa parola, in assenza di specifiche - ma, come diceva il collega Palma, qualche specifica c'è - può diventare un po' come il dibattito sull'arte. Che cos'è l'arte? E facciamo notte.
Che cos'è la rappresentatività? Abbiamo provato a chiederlo al Presidente della Commissione affari sociali e sanitari, Pedrale.
Abbiamo scoperto, proprio quando ha annunciato la proposta, che nel fare la proposta è stato simpatico, diciamo, e così alleviamo un po' lo stato d'animo della serata. Il Presidente Pedrale Ha detto: "Noi proponiamo...", e a questo punto ci siamo guardati e abbiamo chiesto: "Ma a che titolo dice 'noi'? O il Presidente adesso utilizza il pluralis majestatis oppure...". E allora il Presidente Pedrale ci ha spiegato che oltre ad essere Presidente della Commissione, è anche portatore del voto plurimo di Forza Italia, cosa che non è proibita dal nostro Regolamento.
Tuttavia mi chiedo quanto sia opportuno, considerato che non si tratta di un Gruppo piccolo, composto da un solo membro (come capita spesso in questo Consiglio), ma si tratta del Gruppo di maggioranza relativa e del partito più forte della coalizione di centrodestra.
Questo è stato quanto meno singolare, comunque quando abbiamo chiesto al Presidente Pedrale in base a quali criteri faceva la sua proposta, ha cominciato ad annaspare un pochino e poi, alla fine, praticamente questi criteri non sono venuti fuori.
Allora con estrema semplicità, se si vuole dire ora quali sono questi criteri, diventa anche più facile votare questa delibera. Teniamo presente che ormai la gestione di questi fondi non è più una cosa marginale.
All'inizio questi fondi erano delle cifre piuttosto marginali; adesso si tratta di cifre piuttosto consistenti.
Per un anno abbiamo assistito ad una gestione di fondi per 17 miliardi che più o meno corrispondono al bilancio di un Comune di medie dimensioni quindi non si tratta di una cifra modesta; tra l'altro, non siamo mai stati in presenza, non abbiamo mai - e l'Assessore Cotto nella precedente legislatura era Consigliera con noi in IV Commissione - ricevuto il resoconto di come fossero state spese le cifre messe a disposizione di questo fondo di gestione negli anni precedenti. Non è un fatto marginale, è una cosa molto importante.
Siamo in assenza di una conoscenza rispetto a come vengono spesi questi soldi; siamo in assenza di criteri precisi che ci dicano che cos'è la rappresentatività e siamo anche in assenza della volontà, da parte della maggioranza, di recepire quei pochi criteri di rappresentatività che pure sono presenti nella legge e che sono stati ricordati dal collega Palma.
Siamo in assenza, Assessore - questo è veramente molto importante - di un meccanismo che metta in relazione le associazioni che noi, come Consiglio, indichiamo rispetto alle altre associazioni, cioè di un Consiglio regionale del volontariato; Consiglio regionale del volontariato che ci è sollecitato dalla legge nazionale e su cui siamo in ritardo.
In assenza di questo Consiglio, voi capite che anche se la legge ha uno spirito positivo, perché in pratica tende a mettere a disposizione i denari delle fondazioni bancarie per il volontariato affinché se ne faccia uso per la collettività - quindi le premesse sono sicuramente buone - tutto il resto è oscuro, la gestione è veramente oscura; è veramente oscura perch ripeto - non sappiamo come sono stati spesi questi denari.
Non siamo in presenza di criteri di rappresentatività chiari e giustamente il collega Pedrale non era in grado di indicarli; l'unico criterio che avrebbe potuto indicare, se avesse ricevuto a tradimento un'iniezione di siero della verità era: "Per contiguità politica, perché ci piacciono, perché sono vicini a noi". In assenza di questo siero della verità, in pratica ha annaspato, non ha saputo dire quali sono questi criteri di rappresentatività.
Terzo motivo. Siamo in assenza di un meccanismo che introduca dei rapporti. Se è poco grave - anche se io lo considero già abbastanza grave il fatto che noi, come Consiglieri, non abbiamo la relazione su come sono stati spesi i soldi negli anni precedenti, e quindi il fatto che le associazioni di volontariato non si rapportino a noi, è gravissimo che le associazioni di volontariato designate non abbiano lo strumento per rapportarsi a tutte le altre associazioni di volontariato, per conto delle quali queste quattro associazioni gestiscono cifre - ripeto - non indifferenti.
A fronte di una cosa di questo genere, avevamo chiesto al Presidente Pedrale che venisse attuato quello che nella delibera è previsto, cioè "sentito l'Assessore".
Noi avevamo detto: "E' assolutamente inaccettabile che noi discutiamo una questione di questo spessore in assenza dell'Assessore", e non era una cosa marginale perché, come vede, ci sono degli adempimenti di un certo spessore che chiamano in causa la Giunta (ordini di scuderia, chissà che cosa, comunque un po' di fretta).
Adesso siamo in presenza di un emendamento che, detto sinceramente, non ci soddisfa; non ci soddisfa e non ci può bastare, nel senso che non dà risposta a questi tre punti oscuri che ho sollevato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore al volontariato

Dei tre punti, ne ricordo due; eventualmente mi ripetete il terzo.
Il collega Riggio ha ragione quando dice: "Noi non conosciamo le cifre spese dal Comitato di gestione". Infatti non le conosciamo.
Ricordo che due anni fa in Commissione, su mia iniziativa, avevamo chiesto al Comitato di gestione di venire in audizione, però ricordo anche che era stato sottolineato il fatto che il Comitato di gestione è indipendente, anche se ha sede presso il mio Assessorato, quindi non è tenuto a dare i conti - diciamo così - alla Regione.



COTTO Mariangela, Assessore al volontariato

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



COTTO Mariangela, Assessore al volontariato

La legge prevede che ci sia un rendiconto alla Commissione.



COTTO Mariangela, Assessore al volontariato

Certo. Ed erano venuti, due anni fa, a parlare di queste cose, per nello specifico non ero riuscita a sapere.
Sono contenta che il Presidente Ghigo per la seconda legislatura abbia deciso di dare dignità al volontariato, facendone oggetto di un'apposita e specifica delega.
Il 3 luglio 2000, quindi meno di un mese fa, il Comitato di gestione ha organizzato un seminario sul volontariato e in quell'occasione ho sentito il Presidente della Fondazione Cassa di Risparmio di Torino dire di avere tanti soldi a disposizione per il Comitato e lamentare il fatto che ci sono delle difficoltà previste proprio dalla legge per poterli spendere, tant'è vero che nella sua relazione faceva riferimento a quanto viene speso nei bilanci, ma anche a una legge della Regione Veneto che permette una maggiore discrezionalità nell'utilizzo di questi soldi.
Il Ministro Turco, presente a questo convegno, ha promesso una circolare per permettere un utilizzo migliore e tempestivo di questi fondi e questo incontro sul discorso del volontariato avverrà il 6 settembre proprio a Torino - non a Roma - con tutti gli Assessori regionali alle politiche sociali, convocati dal Ministro Turco, per organizzare anche la conferenza del volontariato, che si dovrebbe tenere a Torino e a Lecce all'inizio dell'anno prossimo.
Il Consigliere Riggio ha ragione quando dice che la legge sul volontariato (L.R. 38/94) probabilmente dovrebbe essere rivista e colmata in alcune lacune. Una lacuna che ha riscontrato è quella contenuta nell'art. 11, che prevede il Consiglio regionale del volontariato e che anche se la legge è risale al 1994 e quindi ha attraversato tre legislature, non è mai stato istituito.
Lunedì in Giunta ci sarà una proposta di deliberazione da portare in Consiglio per l'istituzione del Consiglio regionale del volontariato perché - concordo con quanto ha detto il Consigliere Riggio - è una richiesta che avevamo già fatto anche in passato.
Ho intenzione di istituire il Consiglio regionale del volontariato proprio per dare rappresentanza a tutti e per permettere di vedere in quale parte la legge può essere modificata, al fine di lavorare al meglio.
La buona volontà c'è; so che si è credibili per quello che si fa. Spero che la Giunta lunedì approvi questa deliberazione di istituzione del Consiglio regionale del volontariato e quindi, a settembre, di poter riparlare in Giunta di questa delibera per migliorarla, per rivederne i correttivi ed arrivare proprio a quello che il collega Riggio auspicava.
Tra due anni ci sarà di nuovo...



COTTO Mariangela, Assessore al volontariato

RIGGIO Angelino (fuori microfono)



COTTO Mariangela, Assessore al volontariato

Allora torniamo in Commissione, Assessore.



COTTO Mariangela, Assessore al volontariato

Sono due cose diverse. Non sono d'accordo a ritornare in Commissione con questa pratica proprio per rispetto - l'ho già detto prima probabilmente non in modo chiaro - alle associazioni di volontariato, che hanno il diritto di partecipare ai lavori del Comitato di gestione fin dall'inizio e non di arrivare dopo, quando magari il Comitato di gestione che può operare, ha già deciso su questioni che interessano le organizzazioni di volontariato.
Non credo di fare danni se oggi il Consiglio nomina chi vuole in questo Comitato; contemporaneamente si istituisce il Consiglio regionale del volontariato che, ricordiamoci, ha altri compiti. Dunque, terrei le cose separate.
Faccio tesoro dei suggerimenti che mi sono stati forniti sia dal collega Palma che dal collega Riggio, però chiederei al Consiglio di andare avanti nell'approvazione di queste indicazioni, per poi tornare a parlare di volontariato in modo proficuo, ma su un altro versante.



PRESIDENTE

C'è una richiesta di intervento del Consigliere Pedrale. Prego.



PEDRALE Luca

Una risposta e un chiarimento al Consigliere Riggio.
In Commissione avevamo detto e ribadito più volte che purtroppo l'unico criterio oggettivo era quello che queste Associazioni non avessero fatto parte del fondo gli ultimi due anni, cioè l'ultimo biennio. Dopodiché il campo discrezionale era l'unico metodo da poter seguire.
La maggioranza aveva individuato un gruppo di associazioni che riteneva rappresentative, come peraltro molte altre, ma la scelta doveva per forza essere limitata a quattro e non di più, per cui, rispettato il criterio oggettivo di non aver fatto parte dell'ultimo biennio, si è addivenuto comunque a una scelta che non poteva che essere di tipo discrezionale.
In ultimo, avevamo anche detto che ovviamente qualsiasi Consigliere, e in particolare l'Assessore, visto che la stessa legge prevede che sia sentito l'Assessore, poteva in seconda battuta presentare emendamenti e nuove proposte.
Accogliamo la proposta fatta dall'Assessore Cotto e quindi esprimiamo parere favorevole in proposito.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Interventi come quello del Consigliere Pedrale - mi dispiace per l'Assessore Cotto che ha un altro linguaggio, un altro stile, un altro modo di rapportarsi - producono un solo effetto: la richiesta di verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Si proceda dunque all'appello nominale per la verifica del numero legale.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Constatata la mancanza del numero legale, essendo presenti in aula n.
24 Consiglieri anziché 30 (è in congedo n. 1 Consigliere), la seduta è sospesa, ai sensi dell'art. 52 del Regolamento del Consiglio regionale.
Prima di sciogliere la seduta, vista l'ora, desidero rivolgere a tutti i Consiglieri e funzionari presenti auguri di buone vacanze e di buon riposo per il mese di agosto. L'assemblea sarà riconvocata per il giorno 12 settembre.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 22.27)



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