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Dettaglio seduta n.138 del 16/10/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento:

Aggiornamento dei lavori del Consiglio


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Constato personalmente la mancanza del numero legale, per cui aggiorno la seduta alle ore 10,45.



(La seduta, sospesa alle h. 10.20 riprende alle h. 10.45)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, il numero legale risulta presente, per cui possiamo dare inizio ai nostri lavori.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Franco Maria Botta Caramella, Enrico Costa, Pedrale, Pichetto e Pozzo.


Argomento:

b) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 26, 27, 30 e 31 luglio 2001, i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interpellanza n. 66 del Consigliere Chiezzi, inerente a "Discariche abusive in collina"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interpellanza n. 66, presentata dal Consigliere Chiezzi.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La relazione dell'associazione ambientalista Oida si riferiva a sversamenti abusivi lungo le scarpate di via Eremo, sul territorio comunale di Pino T.se, in particolare era stata segnalata la presenza di medicinali scaduti.
Il Comune di Pino T.se, competente in base all'art. 14 del D.Lgs.
22/97, trattandosi di abbandono di rifiuti, ha attivato una raccolta della suddetta tipologia di rifiuti, avviandola a successivo smaltimento a norma di legge.
Sono stati altresì asportati i rifiuti rinvenuti lungo i bordi della strada, ma resta l'oggettiva difficoltà a colpire i responsabili, malgrado il monitoraggio da parte del Comune di Pino, trattandosi soprattutto di azioni sporadiche, di breve durata.
Va sottolineata la difficoltà, evidenziata dai tecnici comunali, di provvedere alla completa ripulitura dei rifiuti abbandonati lungo le scarpate, a causa delle pendenze del terreno e della vegetazione presente.
In questi casi la competenza è esclusivamente del Comune e la normativa non prevede comunicazioni agli altri enti territoriali quali Provincia e Regione. Nel caso in cui si riscontri un inquinamento del suolo o delle acque, anche in tempi successivi, attraverso verifiche e controlli da parte degli enti territorialmente interessati oppure dell'ARPA, il Comune deve attivare le procedure previste dall'art. 17 del D.Lgs. 22/97 diffidando, se conosciuto, il responsabile dell'inquinamento e comunicando il fatto alla Regione e alla Provincia.
Sulla base delle competenze della Regione sui piani di bonifica e sul loro aggiornamento, sia le Province sia l'ARPA sono direttamente coinvolte al fine di verificare tutte le segnalazioni di inquinamento (D.Lgs. 22/97 e s.m.i. - L.R. 42/2000). Peraltro sulle situazioni più gravi è l'ARPA che verifica, per conto della Procura, gli aspetti quali-quantitativi dell'inquinamento.
In ogni caso la Regione, al fine di acquisire copia della mappa realizzata in collaborazione fra i volontari del gruppo Oida ed il Comune di Pecetto, ne ha fatto richiesta al Comune stesso.
In sostanza, il fatto specifico si è risolto ai sensi dell'art. 14, con l'asportazione dei rifiuti da parte del Comune; nel contempo sono state fornite alcune considerazioni in ordine all'operatività del Comune dell'ARPA e anche della Regione, naturalmente fermo restando i compiti primari della Provincia in questa materia.



PRESIDENTE

La parola all'interpellante, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Intanto non sono soddisfatto di una risposta che giunge ad oltre un anno dalla segnalazione del problema. In secondo luogo, l'Assessore non ha risposto a una proposta contenuta nell'interpellanza di creare una sorta di forza di intervento, in accordo anche con le associazioni ambientaliste per tenere sotto controllo queste situazioni, che sono situazioni puntiformi e in rapida evoluzione, nel senso che le discariche abusive sorgono qua e là nel giro di una notte, alle volte, e poi, quando si mette un germe, questo diventa quasi un segnale perché lì si può impunemente violare l'ambiente, scaricare materiali pericolosi o di cui comunque ci si vuole disfare.
L'interpellanza proponeva questo, che penso potrebbe essere un modo nuovo e parecchio utile di creare quei legami tra istituzioni ed associazioni ambientaliste che penso siano i più utili per tenere sotto controllo il territorio. Le associazioni ambientaliste hanno, come proprio fine, la tutela del territorio e dispongono di volontari che si occupano direi in modo molto puntuale e meritorio, di questi problemi.
Forse l'idea di tessere con queste associazioni, al di là dei rapporti istituzionali che so che ci sono, anche un rapporto finalizzato all'intervento di segnalazione immediata, continuo a ritenerla un'idea da valutare.
Mi spiace che l'Assessore - mi sembra - non abbia fatto alcun cenno a questo e per questo motivo sono insoddisfatto della risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per una precisazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Devo dire che l'estrema rilevanza numerica delle interrogazioni costringe, a volte, a dare delle risposte circoscritte, però ciò non toglie che si diano per scontate delle cose che probabilmente scontate non sono.
Volevo richiamare tutta la partita delle guardie ecologiche volontarie che abbiamo messo in piedi non da tempo, grazie a tutte le Amministrazioni che si sono succedute nel tempo, e che recentemente anche le Amministrazioni provinciali hanno rilanciato.
In Piemonte, abbiamo tutto questo volontariato che, sostanzialmente proviene dalle Associazioni ambientaliste per il 90%.
Recentemente ho incontrato rappresentanze di queste guardie ecologiche volontarie ed è nostra intenzione addirittura andare ad un'assemblea regionale di questi ambientalisti operativi che vanno sul territorio proprio per controllare queste situazioni; è infatti di loro competenza questo controllo a vista, la verifica di queste situazioni anomale.
Quindi, nel giro di un paio di mesi, avremmo intenzione di fare questa assemblea, proprio per rilanciare il ruolo di questa attività.
Indirettamente, questa precisazione potrebbe essere anche una parziale ulteriore risposta agli interrogativi che rilanciava il collega.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Interrogazione n. 529 della Consigliera Suino inerente a "Assistenza ai gemelli"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 529, alla quale risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore delle politiche sociali e della famiglia

La situazione gemellare necessita di particolare attenzione fin dal momento di diagnosi di un parto gemellare, perché comporta per la famiglia molto spesso l'insorgere e l'aggravarsi di problemi economici, e non solo che possono mettere in crisi lo stesso nucleo familiare.
La percentuale di gemelli sulla popolazione residente equivale a circa il 3% e negli ultimi anni si registrano circa 500 parti gemellari all'anno.
Poiché è previsto che, con l'aumento dei parti multipli, sempre più frequenti nelle gravidanze assistite, la percentuale dei gemelli sulla popolazione tenderà progressivamente ad aumentare, al fine di evitare che la positività di vivere in coppia nei gemelli si trasformi, con il passare degli anni, nell'impossibilità di vivere separati, fondamentale è l'interazione di più soggetti per svolgere un'azione propositiva che miri all'attuazione di un programma finalizzato alla prevenzione, alla formazione, alla ricerca, all'ascolto ed al monitoraggio del fenomeno.
Presso l'Università di Torino, Dipartimento di Psicologia, è attivo un Laboratorio di Indagine della Personalità che opera con l'Associazione genitori e con la Scuola di Psicoterapia cognitiva.
Tale laboratorio ha organizzato nel febbraio scorso un convegno di studio sul fenomeno gemellare, a cui l'Assessorato ha partecipato, a seguito del quale, la Giunta regionale ha promosso la realizzazione di un progetto da parte dell'Università al fine di: conoscere, attraverso l'impostazione di una ricerca, le problematiche psicologiche delle famiglie di gemelli o nati multipli prevenire, nei gemelli e nei loro genitori, disagi psicologici, anche attraverso percorsi informativi e formativi sostenere le famiglie in difficoltà, favorendo una dinamica relazionale costruttiva per l'intero nucleo familiare.
A tale scopo, con D.G.R. n. 18-3984 del 24.9.2001, è stato stanziato un contributo di L. 50 milioni assegnato, in base all'art. 3 della L.R. 62/95 al Dipartimento di Psicologia dell'Università di Torino.
In particolare, sono previste le seguenti attività: - realizzazione di una banca dati epidemiologica sul fenomeno gemellare e sulle sue implicazioni, tramite raccolta ed elaborazione dei dati nelle strutture sanitarie e scolastiche, e per l'avvio di una costante ricerca bibliografica sul fenomeno costituzione di un sito Web sull'argomento, che confluisca poi nell'Osservatorio minori . avvio di un programma di informazione degli operatori scolastici e sanitari coinvolti nelle situazioni gemellari . creazione di locali idonei all'accesso all'utenza, in cui situare un Centro di Consulenza familiare per gemelli, allo scopo di svolgere l'attività di sostegno ai gemelli e alle loro famiglie e per l'attività di informazione e prevenzione . costituzione di un Gruppo di lavoro per l'attuazione delle attività del Centro di consulenza.
Questo stanziamento a favore dell'Università di Torino si situa in una politica programmatoria più vasta che la Giunta Regionale vuole perseguire e che pone grande attenzione alla famiglia, intesa come sistema solidaristico ristretto all'interno del quale vengono compensati i deficit dei vari membri e si affermano i diritti soggettivi di ognuno: la famiglia insomma, intesa come sistema sociale, come luogo atto ad esercitare la funzione di socializzazione dei figli, il mutuo servizio fra sessi e generazioni, la cura ed il sostegno di tutti i soggetti deboli ed a rischio di qualsiasi forma di esclusione.



PRESIDENTE

La parola all'interrogante, Consigliera Suino.



SUINO Marisa

La risposta che ci ha fornito, di cui le chiedo copia, è esaustiva e quindi in pratica, abbiamo raggiunto lo scopo per il quale avevamo evidenziato con un'interrogazione il caso relativo all'assistenza ai gemelli.
E' una di quelle categorie misconosciute, perché non si pensa come e quanto le famiglie, i giovani nuclei, le mamme si ritrovino a vivere con una serie di problemi complessi, perché i parti gemellari sono di per s positivi, ma anche problematici in più casi.
Tra l'altro, c'è questa crescita di parti gemellari che, in qualche modo, impone all'assistenza e alla sanità, quindi a tutta la fase della formazione e dei vari settori che seguono la famiglia e l'evoluzione della stessa, di darsi un'organicità nei vari interventi e di prendere sul serio in considerazione questo problema, nei suoi aspetti positivi e nelle sue complessità.
Detto questo, mi pare che il programma che quello a lei illustrato sia un programma che sta considerando l'esistenza di questo problema, che entra in sinergia con l'associazione nazionale dei genitori che segue la problematica dei parti gemellari.
Sarà interessante nel prosieguo - e quindi le chiederò di aggiornarci tra un po' di tempo in Commissione - capire come questo programma stia andando incontro ai problemi di queste famiglie, in modo che la realtà del parto gemellare, la realtà del nucleo familiare che vede al suo interno la presenza di gemelli venga monitorata positivamente e accompagnata nel percorso di vita.
Le rinnovo la richiesta della risposta scritta e mi ritengo soddisfatta.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti - Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interpellanza n. 633 del Consigliere Placido inerente a "Cantina sociale di Bricherasio"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 633. In merito, la volta scorsa, aveva già risposto l'Assessore Vaglio per la parte di sua competenza.
La parola all'Assessore Cavallera, per lo svolgimento della parte di sua competenza.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'agricoltura e alla qualità

Grazie, Presidente. Ovviamente la risposta inizia sottolineando che l'interpellanza è particolarmente rivolta all'Assessorato alla montagna, ma questo è dato per scontato, vista la risposta della volta scolta.
Tuttavia, si forniscono, di seguito, alcuni elementi specificatamente riferiti ai contributi erogati dalla direzione "Programmazione e valorizzazione dell'Agricoltura" dal 1996 ad oggi, alla Cantina sociale di Bricherasio, nell'ambito delle leggi di settore.
Ai sensi della legge 63/78, art. 42, "Anticipo ai soci conferenti" abbiamo una serie di nullaosta (darò copia all'interpellante, con l'elenco completo): il nullaosta n. 31/96, dove è ammessa una contribuzione negli interessi di lire 3.367.377; un primo rinnovo di circa 4.000.000 di lire ed un secondo rinnovo di 1 milione. C'è, poi, il nullaosta n. 65/97, che tra il primo rinnovo e il secondo rinnovo, cumula lire 16.000.000 come contribuzione negli interessi. Ancora, abbiamo il nullaosta n. 58/99, per 1 milione e mezzo, ancora da attivare come erogazione.
Occorre, inoltre, fare riferimento all'art. 50 della L.R. 63, "Credito di conduzione". Abbiamo, in questo caso, due nullaosta; uno del '96, n.
101, ed uno del '98, n. 14, che cumula circa 11 milioni di contributi negli interessi.
Riguardo alla L.R. 95/95, sull'agro-industria, abbiamo una prima tranche all'art. 7, comma 7. Spesa ammessa: lire 711.000.000; contributi in conto capitale: lire 320.350.500; erogazione a saldo in data 31 gennaio 2001.
Relativamente alla L.R. 59/96, "Fondo Investimenti Piemonte" (FIP), la scheda agricoltura è la seguente: spesa ammessa, progetto di lire 357.000.000, contributo in conto capitale: lire 93.900.000 e prestito a tasso zero: lire 187.800.000. Liquidazione in data 1' giugno 2000.
Ovviamente, il prestito a tasso zero deve essere rimborsato.
Riguardo alla situazione di bilancio della Cantina sociale di Bricherasio, non è possibile valutare l'attuale situazione economico finanziaria, poiché gli ultimi dati di bilancio depositato, resi agli Uffici della Direzione, risalgono all'esercizio finanziario '97/'98, mentre i dati relativi all'esercizio '98/'99 sono stati forniti mediante bozza di bilancio.
Questa è la fotografia della situazione che risultava in data 29 giugno, perché ho preparato gli elementi di risposta in quella data. Se dovessero residuare ulteriori necessità di approfondimento, rimango a disposizione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Assessore. Le chiedo gentilmente di avere copia scritta della risposta che lei ha fornito. Questa, in parte, è diversa rispetto a quanto ha risposto l'Assessore Vaglio, nei confronti del quale la nostra insoddisfazione è evidente.
Per quanto riguarda la risposta dell'Assessore Cavallera, mi ha colpito il fatto che gli ultimi dati ufficiali risalgano al 1997/98. Siamo nel 2001 e pertanto c'è un vuoto di tre anni, sul quale vorrei gentilmente ricevere informazioni.
Rinnovo a lei, Assessore Cavallera, così come l'ho rinnovata all'Assessore Vaglio, la richiesta di sapere cosa è successo in questi tre anni, poiché le notizie che abbiamo sono di grave difficoltà economico finanziaria della gestione della Cantina sociale di Bricherasio.
Rimango pertanto in attesa di una risposta, sua e dell'Assessore Vaglio. In mancanza di tale risposta, valuteremo quali iniziative prendere.
La ringrazio per la risposta fornita e aspetto la copia scritta.


Argomento: Rapporti delle Regioni con l'ordinamento comunitario - Interventi fondiari

Risposta scritta all'interrogazione n. 903 dei Consiglieri Rossi, Brigandì Cota e Dutto, inerente a: "Attivazione finanziamenti europei"


PRESIDENTE

Passiamo all'interrogazione n. 903, dei Consiglieri Rossi, Brigandì Cota e Dutto.
La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Presidente, per noi è sufficiente la risposta scritta. Grazie.



PRESIDENTE

Va bene, l'Assessore è d'accordo.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti del suolo - smaltimento rifiuti

Interrogazione n. 914 del Consigliere Tomatis, inerente a : "Discarica abusiva vicino ad un Santuario" interpellanza n. 921 del Consigliere Chiezzi, inerente a "Discarica abusiva a Valsorda"


PRESIDENTE

Esaminiamo congiuntamente l'interrogazione n. 914, del Consigliere Tomatis, e l'interpellanza n. 921, del Consigliere Chiezzi.
La parola all'Assessore Cavallera per la risposta.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

L'interrogazione e l'interpellanza in oggetto si riferiscono ad un'attività di raccolta, recupero e smaltimento di rifiuti non autorizzata eseguita da tali Sigg. Ferraris, su un appezzamento di terreno sito in Comune di Garessio, Via Mazzarelli 103 in località Valsorda. Il sito, messo sotto sequestro dalla Guardia di Finanza di Mondovì, é stato suddiviso in 22 lotti, pari complessivamente a metri quadrati 6.792, su cui sono stati rinvenuti rifiuti per un totale di metri cubi 230.
Il sopralluogo effettuato dal Dipartimento provinciale dell'ARPA di Cuneo ha evidenziato la presenza di rifiuti speciali, costituiti prevalentemente da autoveicoli e loro parti, e pericolosi costituiti da n.
3 fusti contenenti liquidi di natura oleosa e n. 24 batterie per auto.
Durante il sopralluogo sono stati prelevati campioni delle acque di due sorgenti a monte ed a valle del sito e campioni del terreno per la ricerca di eventuali tracce di inquinamento dovute alla suddetta attività. I risultati analitici non hanno evidenziato significative alterazioni ambientali e pertanto i responsabili dovranno presentare un piano di smaltimento dei rifiuti, ai sensi dell'art. 14 del D. L.vo 22/97, indicando la loro destinazione ed i tempi relativi all'attuazione del piano stesso.
Siamo nel campo dell'applicazione della legge n. 22 che prevede, come prima misura, l'allontanamento dei rifiuti abusivamente stoccati, qualora si individui i responsabili di questo stoccaggio. Nel caso particolare, è stato individuato il responsabile. Vi è una denuncia della Guardia di Finanza quindi compete al Sindaco adottare l'ordinanza per l'allontanamento. Qualora vi fosse un non rispetto dell'ordine dell'autorità, la posizione di questi signori si aggraverebbe.
Voglio sperare che il tempestivo intervento degli organi di controllo la denuncia all'autorità giudiziaria e l'intervento del Comune, portino a questo allontanamento. Nel caso in cui non dovesse provvedere il soggetto interessato, ai sensi della legge n. 22, provvede il Comune.
Il Consigliere chiede quali sono tempi. Credo che il tempo scandito da una preventiva diffida, che può essere concordata dal Segretario comunale con l'assistenza di un legale, sia di 30 giorni (bisogna dare un termine ragionevole, anche perché 230 metri cubi son una bella quantità. Bisogna verificare la volontà di adempiere del soggetto obbligato, previa diffida di iniziare e terminare entro un determinato periodo dopodiché, la legge n.
22 addossa tutte le responsabilità di intervento ai sindaci. Ho già riferito diverse volte in Consiglio che la Regione, a suo tempo, fu contraria all'impostazione della legge n. 22 che dava la responsabilità ai Comuni. Avremmo ritenuto più utile e giusto, affidarlo alla Provincia anche perché queste, molte volte, hanno capacità di bilancio diverse e introiti diversi in materia ambientale. L'ordinamento nostro prevede questo.
L'ARPA ha fatto fare subito delle verifiche e degli accertamenti analitici perché, qualora fosse stato in atto un inquinamento del terreno o delle acque, in quel caso sarebbe scattato l'art. 17. Per adesso auguriamoci che l'operatività della sede locale, non porti a tramutare l'abbandono di rifiuti in un inquinamento da bonifica.
Siamo a disposizione, ringraziamo i Consiglieri per tutte le segnalazioni che fanno perché ci consentono di svolgere, tramite l'ARPA un'azione di controllo e di stimolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tomatis.



TOMATIS Vincenzo

Mi reputo soddisfatto. Chiedo copia della risposta.



PRESIDENTE

Da parte del Consigliere Chiezzi?



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Va bene la risposta scritta.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Interrogazione n. 718 del Consigliere Tapparo inerente a: "Agevolazioni per la riduzione del costo del gasolio e del GPL per uso riscaldamento"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 718, alla quale risponde l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'energia

Preliminarmente va sottolineato che questo Assessorato ha affrontato più volte dal 1997 la questione relativa ai costi del riscaldamento nelle realtà svantaggiate partecipando a specifici tavoli interregionali e di confronti con lo Stato (mi riferisco ai Ministeri), finalizzati allo sgravio dei costi dei combustibili per quelle zone penalizzate da condizioni climatiche sfavorevoli che obbligano a consumare quantità rilevanti di combustibili e incidano negativamente sulla competitività delle attività turistiche ed economiche.
Con riguardo all'azione di orientamento in materia di accesso alle agevolazioni previste da leggi statali si precisa che a seguito dell'emanazione del D.P.R. 30 settembre 1999, n. 361, recante norme per la riduzione del costo di gasolio da riscaldamento e del gas di petrolio liquefatto, il GPL, ai sensi dell'art. 8, comma 10, lett. C) della legge 23.12.1998, n. 448, l'Assessorato con nota prot. n. 19315 del 5 novembre 1999, indirizzata ai Presidenti dell'U.P.P., della delegazione regionale dell'A.N.C.I., della delegazione regionale dell'U.N.C.E.M., della Consulta Regionale Unitaria dei Piccoli Comuni del Piemonte e al Segretario della delegazione regionale della Lega delle Autonomie locali diramava apposita informativa (che consegnerò in allegato) tenendo altresì contro dei chiarimenti forniti dalle circolari del Ministero delle Finanze.
Sulla base di tale informativa, venivano fornite delucidazioni in ordine all'applicazione della citata normativa al fine di facilitare l'accesso ai predetti sconti da parte degli aventi diritto.
Successivamente alle modifiche apportate alla disciplina dell'art. 12 comma IV, della legge 23 dicembre 1999, n. 488 (legge finanziaria per il 2000, n. 354) recante "Misure urgenti in materia di imposta sui redditi delle persone fisiche e di accise" sul B.U.R. n. 45 dell'8 novembre 2000 veniva pubblicato, a cura degli uffici dell'Assessorato, un comunicato diretto a segnalare ai soggetti interessati l'avvenuto aumento dello sconto ad opera della pubblicazione del D.L. n. 368/2000 e l'estensione del beneficio ai casi prima esclusi (allego al Consigliere l'ulteriore documentazione di questa pubblicazione).
Tanto premesso, si fa presente che questo Assessorato proseguirà l'attività di informazione e orientamento riguardo le opportunità offerte dalla normativa vigente in questa materia, continuando altresì a svolgere un'azione di sollecitazione nei confronti del Governo nazionale al fine di estendere la normativa relativa alle agevolazioni per la riduzione del costo del petrolio del G.P.L. da riscaldamento ai soggetti che abitano o operano in realtà svantaggiate.
In sostanza, nei limiti delle possibilità, contando molto sul coinvolgimento dei Comuni degli enti montani, con i quali poi dialogheremo in sede di conferenza Regione Enti locali.
Consegno all'interrogante tutta la documentazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Ringrazio l'Assessore della risposta. Sono soddisfatto della sua risposta, però con una precisazione.
Questo caso, insieme ad altri, rappresenta un fenomeno che spesso, non solo in Piemonte, è presente. Si tratta del non pieno utilizzo delle opportunità che la legislazione nazionale mette a disposizione sia, a volte, per carenza di capacità di gestione da parte dei Comuni, sia anche per una funzione di orientamento, di coordinamento che, seppur tentata come in questo caso (per questo ho detto che sono soddisfatto) non riesce ad avere la forza per raggiungere, in modo adeguato, tutte le realtà che potrebbero beneficiare di questi sconti sul GPL e sul gasolio di riscaldamento.
Voglio ricordare, a quei pochi colleghi attenti, che serve proprio per dare un beneficio a quelle realtà isolate, che tra l'altro non beneficiano della metanizzazione, e che quindi si trovano in condizioni più svantaggiate.
L'Assessore ha detto che proseguirà nell'attività di informazione e di orientamento. L'azione di informazione non è stata sufficiente, perché mi risulta che ancora oggi forse il 40 o il 50% dei soggetti potenzialmente in grado di avere i titoli per beneficiare di questi sconti, non li hanno attivati, non per loro negligenza, ma per una non sufficiente informazione.
Voglio anche specificare - questo è il compito della Regione fors'anche delle Province - che è una normativa complessa, come lei sa Assessore, perché si sono sovrapposte delle circolari ministeriali che ahimè, non sempre hanno fatto chiarezza.
Quindi bene il lavoro che state svolgendo. Facciamo ancora più, creiamo dei meccanismi che facciano entrare nella coscienza degli amministratori comunali il fatto che esistono delle opportunità che non arrivano automaticamente, ma che derivano nel loro dispiegarsi della capacità dell'amministrazione di muoversi.
La Regione, in questo caso, dovrebbe essere quella che fa da trait d'union tra il beneficio e l'attivazione che il beneficiario potenziale deve attivare. E' un grosso lavoro. Ho voluto con questo sottolineare un meccanismo che si ripete anche in altri casi, non sempre le amministrazioni, che potrebbero beneficiare, hanno tutte le informazioni o hanno piena consapevolezza sia dei percorso procedurali sia di questi benefici che vengono ad avere.
Quindi grazie, ma con questa raccomandazione.


Argomento: Caccia - Pesca: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 812 dei Consiglieri Valvo, Botta Marco e Angeleri inerente a "Modifica di confini azienda agrituristico venatoria di Momo in provincia di Novara"; interrogazione n. 825 dei Consiglieri Angeleri, Costa Rosa Anna e Valvo inerente a "Assegnazione territorio alle aziende faunistico venatorie"


PRESIDENTE

Passiamo ora alle interrogazioni n. 812 e n. 825.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore a caccia e pesca

In riferimento all'interpellanza ed all'interrogazione in oggetto si fornisce di seguito risposta puntuale ai singoli quesiti che, per chiarezza, si riportano integralmente: Se la determinazione dirigenziale n. 404 del 21.12.1999 di modifica dei confini dell'Azienda Agrituristico Venatoria Momo srl sia stata adottata senza consultare preventivamente l'ATC Novara 1, le Associazioni venatorie, la Provincia, i Comuni di Bellinzago, Oleggio e Momo la richiesta e l'espressione di un parere anche meramente consultivo non sono previste dalla vigente normativa nazionale e regionale. Aggiungo che bisogna tenerne conto nella modifica di legge che andremo quanto prima a discutere, perché è chiaro che poi gli Uffici si attengono a quelle che sono le norme da noi approvate.
Se nell'Azienda Agrituristico Venatoria Momo srl, come lamentato da alcuni privati cittadini dei comuni di Oleggio e Bellinzago, sono stati inclusi terreni senza il permesso dei legittimi proprietari l'art. 29 bis dell'allegato alla DGR n. 187-17025 in data 24.02.1997 così recita: "...i terreni per i quali il proprietario o conduttore non abbia dato l'atto di adesione al consorzio, sono soggetti al divieto di caccia per chiunque. Il direttore concessionario deve provvedere alla tabellazione dei terreni soggetti a tale divieto. Quindi qui è sufficiente accertare se ci sono dei casi specifici, comunque c'è una precisa norma che consente, a chi non dà il consenso, di essere escluso Se il settore Caccia e Pesca della Regione, come asserito dal legale rappresentante dell'Azienda, per l'inclusione dei terreni avrebbe considerato valide le firme dei proprietari di terreni defunti da parecchi anni, senza acquisire l'autorizzazione degli eredi L'art. 3 del verbale di assemblea straordinaria del "Consorzio Proprietari Terrieri del Consorzio Riserva di Caccia di Momo", in data 5 luglio 1984, così recita: "Il Consorzio avrà durata fino al 31 dicembre 1986. Alla scadenza il Consorzio s'intenderà tacitamente rinnovato per anni 6 e così pure alla successiva, per ugual periodo di tempo, qualora non venga data disdetta un anno prima della scadenza da ogni singolo proprietario consorziato, mediante lettera raccomandata. La disdetta sarà operativa solo nei confronti del singolo consorziato che l'avrà regolarmente data." Anche in questo caso si tratta di una normativa in qualche modo bizantina, comunque bisogna prenderne atto.
Se la trasformazione dell'Azienda Faunistico in Azienda Agrituristico Venatoria non abbia comportato la violazione dell'art. 20, comma 4, della L.R. n. 70/96, la quale prevede che le aziende agrituristico venatorie debbano essere situate nei territori di scarso rilievo faunistico e in aree di agricoltura svantaggiata, ovvero dimesse da interventi agricoli, ai sensi del regolamento CEE n. 1094/88 del consiglio del 25/04/1988 e successive modificazioni Come risulta dall'art. 33 dell'allegato della D.G.R. n. 122-15625 del 9/12/1996 successivamente modificata con D.G.R. n. 187-17025 del 24.02.1997, all'art. 3, comma 1, "in fase di prima attuazione del presente provvedimento è consentito ai direttori concessionari delle aziende faunistico-venatorie già istituite in base alla normativa previgente e la cui concessione non sia ancora scaduta alla data di entrata in vigore del presente provvedimento, proporre istanza, tra l'altro, per trasformare anche solo parzialmente in aziende agrituristico-venatorie anche in deroga al requisito dimensionale massimo ai sensi dell'art. 22 unicamente presentando la delibera dell'assemblea del consorzio o l'atto di adesione dei soggetti partecipanti alla convenzione comprovante l'assenso alla trasformazione relativamente ai terreni interessati." Ulteriore quesito: Se la presenza nel territorio del comune di Bellinzago di due aziende agrituristico venatorie, oltretutto confinanti (Azienda Agrituristico Venatoria di Cavagliano frazione di Bellinzago e Azienda Agrituristico Venatoria di Momo) situate in territorio ad agricoltura pregiata ed intensiva caratterizzata da coltivazione di riso, mais, soia, frumento ecc., non costituisca violazione dell'art. 20, comma 4, della L.R. 70/1996 la quale prevede che le aziende agrituristico venatorie debbano essere situate nei territori di scarso rilievo faunistico e in aree di agricoltura svantaggiate ovvero dimesse da interventi agricoli ai sensi del regolamento CEE n. 1094/88 del consiglio del 25/04/1988 e successive modificazioni L'art. 20, comma 4, della L.R. 70/1996 così recita: "Le aziende agri turistico-venatorie devono preferibilmente: essere situate nei territori di scarso rilievo faunistico coincidere con il territorio di una o più aziende agricole ricadenti in aree di agricoltura svantaggiata, ovvero dismesse da interventi agricoli ai sensi del regolamento CEE n. 1094/88 del Consiglio del 25/4/1988 s.m.".
Si rileva che la dizione della norma è tale da non escludere la possibilità di trasformare aziende faunistico-venatorie, i cui territori non abbiano i requisiti previsti, in aziende agri-turistico-venatorie.
E' chiaro che, visto con gli occhi di oggi, probabilmente...



PRESIDENTE

Assessore, la invito cortesemente, se può, a sintetizzare, non per sottrarle del tempo, ma per seguire il programma concordato per l'intera mattinata.



CAVALLERA Ugo, Assessore a caccia e pesca

Chiedo agli interroganti se posso loro consegnare direttamente la risposta: come possono vedere, è una riposta analitica. Passo perci direttamente alla sua conclusione.
E' innegabile l'opportunità di approvare quanto prima il Piano faunistico regionale e porre mano alla revisione della L.R. 70/1996 che regolamenta la protezione della fauna selvatica omeoterma ed il prelievo venatorio precisando meglio compiti e responsabilità nell'interesse dell'ambiente piemontese e di chi si impegna per preservarne caratteri e futuro. Il processo di rivisitazione della normativa, agevolato dal contributo portato, in questi ultimi anni, dai progetti di legge dei Consiglieri regionali (attualmente risultano in Consiglio regionale quattro disegni di legge da parte di più Gruppi consiliari), sarà utile, questo processo di revisione, se condurrà ad un testo snello, ampiamente condiviso da operatori, enti locali ed agricoltori mediante l'inserimento delle complesse problematiche del settore venatorio nel contesto più ampio delle politiche regionali di tutela dell'ambiente, di sviluppo dell'agricoltura di valorizzazione dei parchi.
Concludo dicendo che, a fronte di una nuova legge, ovviamente tutte le deliberazioni di attuazione della Giunta dovranno essere riviste. Mi auguro che, per il futuro, ci siano indirizzi con meno deroghe possibili, per evitare di tornare a quei presupposti su cui, a mio avviso, si sono basati legittimamente - anche se magari non condivisi nel merito - quei provvedimenti per i quali sono stati chiesti chiarimenti da parte degli interroganti.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore. La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Ringrazio l'Assessore per la riposta articolata, e gliene chiederei copia.
Assessore Cavallera, mi dichiaro soddisfatto della riposta che lei ha dato, proprio perché non sono soddisfatto della risposta che lei ha dato.
Mi spiego.
Sono soddisfatto perché la risposta è articolata e dimostra quanto in separata sede, in camera caritatis, ho avuto occasione di dirle, cioè che la legge regionale sulla caccia è una legge che va modificata, perch presta il fianco, come lei ha ampiamente dimostrato nella risposta all'interrogazione, ad essere violata. Prova ne è che nella Provincia di Novara abbiamo diverse aziende agri-turistico venatorie tutte confinanti e tutte insediate su terreni a vocazione agricola, su terreni coltivati a riso, a mais, a soia. E' vero che la legge regionale dice che le aziende agri-turistico venatorie devono essere insediate "prevalentemente" su terreni a scarsa vocazione agricola e su terreni dismessi, ma è anche vero che dice "prevalentemente". Quindi, l'assurdo è che il "prevalentemente" che dovrebbe indicare un'eccezione, è diventato una regola, tant'è che in quella Provincia - che purtroppo coincide con la mia - la situazione è questa.
Condivido la necessità di mettere mano alla modifica della legge (tant'è vero che sono firmatario di un progetto di legge di riforma sulla caccia), la necessità della Regione di dotarsi finalmente di un Piano faunistico regionale al fine di porre in essere tutti quei correttivi senza i quali si presta il fianco a situazioni assurde come queste, dove terreni che dovrebbero essere utilizzati per istituire - come nella sua Provincia zone di ripopolamento, sono invece utilizzati come aziende agrituristiche venatorie, oltretutto tutte confinanti, nel rispetto della percentuale del 15% percentuale che però, purtroppo, è calcolata a livello provinciale e non a livello dei singoli ATC.
Pertanto, la ringrazio, e le sarei grato se volesse fornirmi la riposta scritta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Devo dire che la riposta che ho sentito dall'Assessore mi soddisfa solo parzialmente, nella misura in cui ho sentito dire dall'Assessore che è possibile modificare la legge.
Vorrei capire se quest'affermazione dell'Assessore è un'affermazione a breve, medio o lungo termine, dato che la situazione che si è venuta a creare in alcuni territori della nostra Regione è paradossale.
E' una situazione paradossale perché è, a nostro avviso, una libera interpretazione di alcuni dirigenti. Vorrei in qualche modo capire perch non c'è, rispetto a questa libera interpretazione dei dirigenti, una forma di controllo politico. Fino a prova contraria, le leggi vengono fatte in quest'aula ed è corretto che l'interpretazione sia di tipo politico.
Perché sono preoccupato? Perché l'indirizzo assunto dalla Regione - e l'abbiamo sottolineato nell'interrogazione che abbiamo presentato - rischia di generare enormi malcontenti nella comunità dei cacciatori nonch secondo noi, anche disattenzione in un giusto e corretto processo di coinvolgimento dei medesimi cacciatori nella gestione della fauna del territorio. Fino ad oggi ciò è stato attuato secondo i fini della L.R.
157/96 mediante i comprensori alpini e gli ambiti territoriali di caccia.
E' ovvio che il primo devastante effetto un'impostazione così com'è stata interpretata dai funzionari, è lo scardinamento dell'equilibrio cacciatore-ettaro faticosamente raggiunto nei comprensori alpini.
Il fatto di assegnare a piccole realtà il migliore e più ricco 15% del territorio di ogni provincia, vìola, di fatto, la prima delle finalità indicate dalla legge regionale n. 157 di cui parlavamo prima, che, al primo comma dell'art. 1, riconosce l'ambiente naturale come bene primario di tutta la collettività, non di qualcuno in particolare.
Ho voluto sottolineare questi aspetti generali relativi, secondo noi ad una libera interpretazione della legge.
Vorrei che in questa sede l'Assessore, con un po' più di precisione, mi dicesse quale volontà reale c'è di procedere o ad una modifica della legge o, comunque, ad una più corretta interpretazione. Immagino che ci possa anche essere una circolare interna all'Assessorato, ma se questa non bastasse, vorrei capire in quali termini si intende tutelare, rappresentare ed interpretare correttamente la legge n. 157.



PRESIDENTE

Abbiamo esaurito il tempo che avevamo destinato all'attività di sindacato.



ANGELERI Antonello

Ho chiesto se l'Assessore, in trenta secondi, poteva rispondere e precisare quanto aveva detto.



PRESIDENTE

Volevo solo precisare, per i verbali, che abbiamo accorpato all'interpellanza n. 812 anche l'interrogazione n. 825.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore a caccia e pesca

Penso di essere stato già chiaro in precedenza dicendo che per me la legge n. 70 è da riformare. Per evitare di perdere tempo, ho anche precisato, nella competente Commissione, che non avrei neanche presentato un disegno di legge come Giunta - perché sarebbero ricominciate da capo le audizioni - ma che si sarebbe potuto lavorare sui testi presentati dai Consiglieri.
Circa i tempi di lavoro delle Commissioni o dell'aula mi rimetto ai Capigruppo, che conoscono meglio di me i percorsi.
La mia volontà è di cominciare da domani a discutere la modifica della legge. Per quanto riguarda l'attuazione delle norme, è chiaro che da parte mia vi sarà la massima vigilanza in ordine alla corretta attuazione delle norme esistenti. Però i problemi posti dai Consiglieri richiedono una modifica della legge, non è sufficiente intervenire in sede amministrativa.
Credo che si debba provvedere al più presto.



PRESIDENTE

Proseguiamo il lavoro sull'ordine del giorno. Dovrei fare una comunicazione di metodo.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, credo che a lei, che è molto attento alle vicende di questa Regione, non sia sfuggito che l'11 ottobre del 2000 qualcosa è successo in questa Regione. Non si tratta di una ricorrenza di tipo formale, ma l'evento alluvionale è un fatto sul quale abbiamo anche sentito, da parte dei mezzi di formazione, la protesta del Presidente Ghigo in relazione alla problematica delle risorse: da una parte c'è l'aspetto relativo alla ricostruzione, dall'altra l'aspetto relativo ai rimborsi ai danneggiati.
Io le chiedo di valutare, Presidente, se non sia opportuno richiedere una comunicazione del Presidente o dell'Assessore competente in merito all'evento alluvionale ad un anno da questo increscioso fatto. E' chiaro che è increscioso, perché contro natura niente si può. Sappiamo che c'è la complicità dell'uomo in molti di questi eventi.
Valuti lei, Presidente: o oggi l'Assessore competente è in grado di poter comunicare sullo stato dell'arte - sia in relazione alle costruzioni che in relazione all'andamento dei rimborsi - oppure si valuti l'opportunità di dedicare la mattinata o la seduta di domani per informare il Consiglio su quello che, ahimè, oggi apprendiamo solo dai mezzi di informazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. La triste ricorrenza penso vada ricordata con una comunicazione e un dibattito successivo alla stessa, in modo che ci sia la possibilità, da parte dei vari Gruppi, di intervenire su quanto sono venuti a conoscenza.
Chiedo, inoltre, di inserire all'o.d.g. dei nostri lavori l'ordine del giorno n. 359 sul problema relativo alla Telecom. L'inserimento non è stato possibile nella scorsa seduta per mancanza dei numeri. Le chiederei di rimetterlo in votazione, a sua discrezione, nel momento in cui i numeri possano essere ritrovati, perché mi sembra che il problema della Telecom, e del depauperamento della nostra area a causa dello spostamento della direzione, sia un fatto grave.
Chiedo, altresì, di inserire all'o.d.g. l'ordine del giorno n. 342 relativo all'Ospedale di Nizza Monferrato, per il quale esiste un problema di soppressione del "Punto nascita", che penso sia utile discutere in questo Consiglio.
Quindi, chiederei di inserire due punti all'o.d.g., oltre alle comunicazioni sull'alluvione con relativo dibattito, anche se, per quanto mi riguarda, in tempi concordati.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Presidente, chiederei l'attenzione del Vice Presidente Casoni che, in questo momento, rappresenta il più alto grado della Giunta e, tra l'altro è l'Assessore coinvolto, in prima persona, nel processo di ricostruzione dopo gli eventi alluvionali che ricordava il collega Contu.



PRESIDENTE

Assessore Casoni, la stanno interpellando personalmente. Si parlava degli avvenimenti alluvionali...



RIGGIO Angelino

Mi rivolgo a lei, oltre che come Assessore (è chiaro che nella vicenda alluvionale sono coinvolti anche i suoi colleghi Ferrero e Cavallera) anche in qualità di Vice Presidente della Giunta, posto che il Presidente Ghigo non è presente, per associarmi alle richieste che sono state rivolte dai colleghi che mi hanno preceduto, in quanto gli eventi alluvionali hanno, ahimè, una triste ricorrenza nella nostra Regione.
Si tratta di fare il punto della situazione a distanza di tempo, non solo per quello che riguarda gli ultimi episodi accaduti, ma la nostra capacità di costruire dei percorsi e dei meccanismi di tipo alternativo.
Penso che concorderà che una cosa di questo genere non possa essere soltanto delegata alla Giunta regionale, ma sia una materia che, in qualche modo, coinvolga inevitabilmente tutto il Consiglio.
Per cui, riteniamo indispensabile che ci sia un'informativa al Consiglio sullo stato dell'arte rispetto all'ultima vicenda alluvionale e rispetto alla costruzione di progetti alternativi, se non un documento organico che possa comprendere un po' tutto quanto hanno detto o fatto gli altri assessorati. In ogni caso, riteniamo indispensabile una relazione da parte del Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

A completamento del problema sollevato dai colleghi Contu, Chiezzi e Riggio, relativamente alle questioni alluvionali, ricordo che il 4 e il 5 novembre sono i giorni in cui si è verificata l'alluvione più drammatica del Piemonte. Lo sanno tutti: dei 10 mila miliardi di danni che abbiamo avuto per avvenimenti che hanno scosso il territorio piemontese negli ultimi dieci anni, all'alluvione del 4 e 5 novembre 1994, purtroppo, si assegna ancora la quota più rilevante.
Raccoglierei questa sollecitazione... Colleghi, per cortesia! C'è una situazione storica, non per segnalare l'una data o l'altra, ma si sa che i periodi autunnali e primaverile sono quelli che hanno determinato le maggiori ricorrenze in questo senso.
Se la Giunta è d'accordo, dato che tra poco ci sarà una riunione dei Capigruppo, proporrei l'iscrizione in una delle prossime sedute, nel periodo che intercorre tra l'11 ottobre e il 4 - 5 novembre, di un punto di informazione e di dibattito su tutta la partita dei dissesti del territorio che sono intervenuti in questo periodo.
Dico questo per raccogliere le sollecitazioni che sono già intervenute e quelle che sicuramente avrebbero lo stesso rilievo e che potrebbero ancora intervenire.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Casoni.



CASONI William, Vicepresidente della Giunta regionale

La sollecitazione del Consigliere Riggio, accettata anche dal Presidente, viene accolta pienamente, tanto è vero che addirittura era già prevista - mi informa in questo senso anche l'Assessore Cavallera - per il giorno 18 la convocazione della II Commissione abbinata alla V. Quindi tutti i Consiglieri interessati alla materia possono partecipare; gli Assessori Ferrero e Cavallera forniranno un'ampia informativa sullo stato dell'arte e sulla situazione.
La convocazione di questa Commissione era prevista con questo obiettivo: l'informativa alle Commissioni II e V abbinate. Tale sede mi pare la più opportuna per meglio interloquire, trattandosi anche di forti elementi a carattere tecnico e a carattere generale. Poi, caso mai dall'esito di questa Commissione, si potrà stabilire un eventuale e ulteriore percorso.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Contu, è una questione incidentale, perché, poi nella riunione dei Capigruppo si può riproporre l'iscrizione dell'ordine del giorno. Da parte mia avevo già dato una valutazione in questo senso, ma è chiaro che non è una mia competenza, è una competenza dei Capigruppo.
Per quanto riguarda le richieste di inserimento di nuovi punti proposti dal Presidente Chiezzi, ho recuperato l'ordine del giorno n. 342 sul punto "Nascita all'ospedale di Nizza". Mi pare che non ci siano 40 presenze - per quanto la mia sia una valutazione approssimativa: permane comunque l'impegno della Presidenza di mettere in votazione l'iscrizione di questi due punti, non appena vi sarà la condizione dal punto di vista dei numeri.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

In merito alla risposta dell'Assessore Casoni, apprezzo il senso della risposta. La scadenza era stata sollecitata dai Consiglieri, questo è un adempimento di Commissione, però vorrei sottolineare il fatto che sia il Comune di Torino che la Provincia hanno dedicato all'argomento un'intera seduta. E' evidente che la proposta all'interno della Commissione pu sviscerare, così come da volontà espressa dalle Commissioni, gli aspetti relativi alle difficoltà oggettive. Altro è la comunicazione tutta politica in relazione agli adempimenti ancora da compiere e alle problematiche sollevate dal Presidente Ghigo.
Suggerirei, e lo proporrò anche in Conferenza dei Capigruppo, di valutare l'opportunità di dare all'aula una comunicazione in merito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Per quanto riguarda l'ordine dei lavori di domani - sono previdente! abbiamo ricevuto copia di una convocazione della IV Commissione alle ore 9.30, ma domani è giornata di Consiglio. L'invito è a sconvocare la Commissione.



PRESIDENTE

Nel pomeriggio valuteremo se domani si riprenderanno i lavori, ma essendo convocato il Consiglio, mi sembra che la cosa sia naturale, però mi riservo una valutazione sentito il Presidente della Commissione.
L'Assessore Cotto precisa che aveva richiesto la Commissione alle ore 9.30, mezz'ora prima del Consiglio, però, a questo punto, lo valuteremo oggi nella riunione dei Capigruppo, altrimenti non abbiamo gli elementi per la trattativa di merito.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Esame disegno di legge n. 252: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali" (ai sensi dell'art. 34, comma 6, del Regolamento) Presentazione questioni sospensive


PRESIDENTE

Colleghi, devo svolgere una precisazione metodologica riprendendo la discussione sul punto 3) all'o.d.g., relativo al disegno di legge n. 252.
Per cortesia, in modo particolare i Capigruppo, perché...
Consigliere Contu, per favore, segua anche me, io la seguo quasi in continuazione. E' difficile, credetemi!



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

Per forza non sente, continua a parlare anche lei, sta gridando!



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non sto parlando.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, le ho detto prima che io la seguo quasi in continuazione, segua anche me, è un atto di reciprocità, così continuiamo a svolgere il nostro lavoro.
Chiedevo in particolare l'attenzione dei Capigruppo per fare una precisazione da parte dell'Ufficio di Presidenza circa la prosecuzione della discussione relativamente alle questioni che abbiamo identificato come sospensive.
Le questioni sospensive, che dal punto di vista strettamente numerico sono state tante, devono essere raggruppate sulla base dell'omogeneità. Nel senso che quando chiediamo di audire le scuole, dato che qui non vige la procedura regolamentare prevista per gli emendamenti, abbiamo la necessità di accorpare tutto ciò che si riferisce a quel genere di audizione, di accorpare tutte le medesime richieste.
Le prime questioni - presentate come pregiudiziali ma in seguito classificate come sospensive, per le richiamate problematiche di compatibilità con le leggi regionali - hanno carattere pregiudiziale, al massimo sospensivo, trattandosi di normative dello stesso organo. Abbiamo un primo gruppo di questioni che abbiamo numerato.
Preciso ancora, sempre per chi mi sta ad ascoltare, agli altri cercheremo di ripeterlo, che la Presidenza, insieme agli uffici, ha numerato le proposte di questione sospensiva man mano che venivano presentate secondo una numerazione che non può essere seguita nella discussione perché nella discussione dobbiamo seguire l'accorpamento per materia e per omogeneità.
Penso sia meglio cominciare la discussione reale in modo che, di fronte alle diverse situazioni, spieghiamo anche il motivo degli accorpamenti e le metodologie che intendiamo seguire nella discussione.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola per una questione incidentale il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Chiarisco meglio la richiesta che ho fatto prima rispetto alla Commissione di domani mattina.
Noi capiamo l'urgenza, però non è possibile convocare la Commissione alle 9,30 con un Consiglio convocato alle ore 10! Quindi, o si sospende la Commissione o si lascia il tempo normalmente utilizzato nelle Commissioni (due ore) per fare iniziare il Consiglio regionale.
Noi capiamo, condividiamo anche, però aspettiamo dai Capigruppo una risposta in merito.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Disegno di legge 252: presentazione questioni sospensive n. 83 e n. 84 presentate dai Consiglieri Contu, Papandrea, Chiezzi, Placido, Tapparo e Moriconi


PRESIDENTE

Mi impegno a portare la questione alla Conferenza dei Capigruppo che deve decidere l'o.d.g. del Consiglio, il calendario e quant'altro.
Passiamo dunque all'esame delle questioni sospensive. Quella che abbiamo classificato come prima questione sospensiva reca due numeri, 83 e 84, perché si tratta di due documenti uguali. Dato che ne sono state presentate tante, man mano che pervenivano sono state numerate, alcune sono doppie o addirittura triple, ma...
Prego, Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Presidente, la ringrazio, le chiedo gentilmente di avere copia per poter discutere.



PRESIDENTE

Le copie sono già disponibili, tuttavia la procedura prevede la presentazione...



(Il Consigliere Cattaneo consegna la propria copia al Consigliere Placido)



PRESIDENTE

Va bene, colleghi. Questo sistema, diciamo naif, richiama metodi che non sono propri del terzo Millennio, è una specie di baratto. Come facciamo a registrare qual è il corrispettivo che Placido dà al Presidente Cattaneo per questo scambio?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Ripeto che i testi delle sospensive sono disponibili, per cui chi ritiene venga a ritirarli presso la segreteria.
La questione pregiudiziale n. 83/84 reca le firme dei Consiglieri Contu, Moriconi e Papandrea.
La parola per l'illustrazione al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Vedo anch'io che si tratta di due documenti uguali, può darsi che per errore siano stati presentati...



PRESIDENTE

Ripeto che sono stati presentati due fogli esattamente uguali e dato che si trattava di numerarne trecento, uno è stato numerato 83 e l'altro 84.



CONTU Mario

Spiego la ragione.
Sono state ripresentate tutte e poi nel momento in cui abbiamo depositato le altre, erano inserite anche tre questioni pregiudiziali presentate nella seduta del 20 settembre, quindi è quella la ragione.
Qui solleviamo una questione pregiudiziale tesa ad ottenere da parte dell'Assessore, ma prevalentemente da parte del Consiglio, l'attenzione su un problema che non è da poco.
Nel disegno di legge n. 252 si fa riferimento alla Legge n. 62 del 10 marzo 2000. L'art. 2, comma 2, di quel d.d.l. testualmente recita: "Gli interventi sono attuati nei confronti degli alunni delle scuole per l'infanzia, dell'obbligo e secondarie, statali e non statali, e dei frequentanti corsi per adulti".
Primo problema: la dicitura "statali e non statali" non è dicitura contemplata dalla Legge 62; anzi la Legge 62 nel definire la categoria dei destinatari degli interventi opera un distinguo ben preciso, Assessore.
Intanto, queste scuole devono rispondere a determinate caratteristiche però prima ancora che definire gli elementi che la Legge 62 individua per il riconoscimento dello stato di scuole paritarie, lei forse dovrebbe giustificare perché, in deroga alla L. 62, pur appellandosi a quella, lei introduce la definizione "statali e non statali". Da qui l'evidente incompatibilità: nei nostri provvedimenti non possiamo fare riferimento alla L. 62 se non citiamo per esteso la dizione che pure lei ben conosce.
Altro aspetto. Nella discussione in Commissione è emersa tutta la difficoltà alla conoscenza che dovrebbe derivare alle Regioni in relazione agli adempimenti previsti da questa legge. La legge prevede che lo status di scuole paritarie non è atto che si chiede alla Regione, non è atto che si chiede al Direttore regionale del Ministero della Pubblica Istruzione (poi qualcuno mi correggerà, forse non è più "pubblica" istruzione, è solo istruzione), ma è atto che si chiede agli uffici centrali del Ministero secondo una procedura prevista. La legge 62 ha conosciuto anche, in una fase successiva, il varo di un regolamento attuativo attraverso il decreto legislativo n. 106 del febbraio 2001, e qui le cose diventano più complesse, perché il regolamento attuativo parla anche di un regime transitorio. Allora, Assessore, io mi rivolgo a lei in tutta onestà e in tutta sincerità: al di là delle potestà di legge, ma fermo restando un elemento dal quale non bisogna discostarsi, cioè che qui stiamo parlando di risorse aggiuntive messe in campo dall'Amministrazione regionale, non ritiene che la Regione possa porre le basi per i prerequisiti formali e sostanziali, quindi di merito, ai quali le scuole paritarie devono attenersi per poter beneficiare? La domanda è ancora più diretta: non ritiene che anche rispetto a questa via d'uscita, che potrebbe essere rappresentata dal regolamento attuativo, oggi ci siano le condizioni perché la Regione possa dire quali sono, sulla base dei rapporti col Ministero, le scuole che possono beneficiare degli interventi?


Argomento: Varie

Saluti ad alunni e docenti della scuola elementare "A. Frank" di Giaveno


PRESIDENTE

A nome di tutto il Consiglio regionale, do il benvenuto ad una comitiva di bambini provenienti dalla scuola elementare "A. Frank" di Giaveno. E' con loro un gruppo di bambini bielorussi, ospiti della scuola di Giaveno nell'ambito degli scambi di solidarietà con le popolazioni che hanno vissuto i fatti di Chernobyl. Benvenuti ragazzi, spero che questa pausa...



TAPPARO Giancarlo

Possiamo fare un applauso?



PRESIDENTE

Sì, facciamo un applauso. Grazie.



(I Consiglieri regionali presenti rivolgono un applauso ai bambini)



PRESIDENTE

Siamo molto contenti che siate qui e speriamo che riportiate di questa visita al Consiglio regionale del Piemonte la memoria dell'affetto col quale noi tutti vi accogliamo.
Grazie per aver visitato la Regione Piemonte.
Ringrazio infine gli organizzatori che hanno avuto questo cortese pensiero.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Disegno di legge n. 252: presentazione questione sospensiva n. 138 presentata dai Consiglieri Contu, Papandrea, Chiezzi, Placido e Tapparo


PRESIDENTE

Passiamo ora alla questione sospensiva n. 138 a firma dei Consiglieri Papandrea, Placido, Tapparo, Contu e Chiezzi.
Si tratta sempre di materia regolata dall'art. 63 del vigente Regolamento.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Siamo nell'ambito delle questioni sospensive, e vorrei partire dalla questione che avevo posto al termine della scorsa seduta, in particolare all'Assessore Leo, che mi sembra una delle questioni sulle quali riflettere e cercare di fare chiarezza e vedere se non si trovano degli spiragli a questo confronto un po' asfittico che stiamo conducendo.
Avevo chiesto all'Assessore Leo di rimuovere alcune incrostazioni; in particolare gli avevo rivolto una domanda, e mi spiace che, in apertura l'Assessore Leo non abbia sentito l'opportunità di darmi una risposta.
La domanda era: l'Assessore Leo può predisporre un disegno di legge che finanzia la scuola privata? Non era una domanda oziosa, perché dietro questa domanda c'è un ragionamento.
Il ragionamento è questo. Questa proposta di contributi agli studenti ha degli aspetti brutti, discriminatori, cioè è una legge con la quale diamo soldi solo a studenti che hanno fatto delle scelte sulle scuole private.
Non funziona, Leo, non funziona, perché ci mettiamo in una contrapposizione.
Diverso, per quanto mi riguarda, sarebbe se l'Assessore Leo si presentasse in aula, dicendo: "Ho un progetto di finanziamento delle scuole private". Io mi opporrei, ma almeno l'Assessore Leo dice una cosa e la fa.
L'aspetto che non funziona è che l'Assessore Leo dice una cosa e ne fa un'altra, non solo, ma la fa sulle spalle di studenti, cosa che rende veramente insopportabile la discriminazione, l'utilizzo dello studente delle famiglie, delle loro scelte.
Ma lasciamo che le famiglie scelgano e gli studenti compiano le loro scelte e aiutiamo tutti gli studenti nel loro problema di diritto allo studio! Le scuole private sono da un'altra parte.
Allora io mi chiedo: l'Assessore Leo può fare un disegno di legge che finanzia la scuola privata? Per me è una preliminare assoluta, perché se la risposta è sì, allora perché non la fa? Vuole finanziare le scuole private? Trasforma questo disegno di legge in un disegno che finanzia le scuole private, chiuso. Faremo la nostra opposizione, faremo il nostro confronto e alla fine, se le cose non ci andranno, faremo il referendum abrogativo, ma almeno ci troviamo di fronte a una Giunta di centro-destra che vuole privilegiare le scuole private. Pazienza, faremo le nostre battaglie.
Secondo. L'Assessore Leo non può proporre una legge che finanzia le scuole private, non può farlo? Se la risposta è che non può farlo, allora non può farlo nemmeno in modo surrettizio, facendo finta di finanziare degli studenti, mentre in realtà finanzia le scuole private.
Allora, colleghi, questo punto di ragionamento non è un punto da indagare e risolvere? Perché se la risposta è positiva, allora forse la maggioranza e la Giunta possono anche decidere di chiudere questa vicenda dei buoni scuola, ritirare questo disegno di legge, presentarne uno di finanziamento alla scuola privata e lì sarà quel che sarà, ci confronteremo, saremo contrari.
Se invece non è così, l'elemento è tutto in vita: l'Assessore Leo fa una cosa e ne dice un'altra; l'Assessore Leo strumentalizza o utilizza la figura dello studente o della famiglia in modo discriminatorio. E mettersi d'accordo su questi elementi non è cosa semplice.
Io gradirei che fosse preso in considerazione questo elemento di riflessione; non chiedo una risposta, Assessore, però lo metto come tentativo di ragionare, di dare piccoli contributi di questioni, di ragionamento, al di là della forma, dei 5 minuti.
Presidente, Assessore e colleghi, cerco in ogni intervento di illustrare dei punti che, a mio modo di vedere, sono punti nodali, risolti i quali potremmo risolvere la questione.
Ho sollevato questo tema. La risposta se sia possibile fare la legge di finanziamento alla scuola privata è una risposta cardinale, soprattutto se la risposta è sì, perché se la risposta è no torniamo in questa polemica che fate una cosa e ne dite un'altra.
Ma l'avete accertata questa linea? Voi come maggioranza, non noi come minoranza. Per me, l'articolo della Costituzione dice di no, ma in questo confronto senza esito ho voluto di nuovo proporre il tema.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Disegno di legge n. 252: presentazione questione sospensiva n. 139 presentata dai Consiglieri Contu, Papandrea, Chiezzi, Placido e Tapparo


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Abbiamo presentato questa sospensiva, che in realtà è una delle più importanti e fa riferimento all'art. 33, commi 3 e 4 della Costituzione.
Anticipo la conclusione di questa sospensiva. Noi riteniamo che su questo provvedimento, per i due commi che citiamo, sia necessario attendere l'espressione da parte del TAR e della Corte Costituzionale, in quanto il disegno di legge n. 252, nell'intenzione di dare contributi alla scuola privata, contrasta, secondo noi, con l'art. 33, comma 3 e 4, della Costituzione: "Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole e istituti di educazione, senza oneri per lo Stato". Questo è il fondamento ma è importante anche il comma quattro: "La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quelli degli alunni di scuole statali".
Noi ci troveremo di fronte, Assessore, a un trattamento discriminatorio al contrario, nel senso che il disegno di legge che presentate cerca di ribaltare una posizione che non esiste. Cerco di ragionare - se mi permette; l'intento con il quale avete presentato il disegno di legge, per cui i 35 miliardi assegnati a una minoranza, ed è ancora più esplicito quando è stato presentato in Commissione quell'emendamento che fa riferimento alla legge nazionale n. 62 del 2000, all'art. 1 comma 7, che espressamente fa riferimento alle scuole private che non rientrano nel sistema della parità, è stato chiarito senza dubbi l'intenzione di finanziare solo ed esclusivamente le scuole private che non rientrano nell'ordinamento nazionale che prevede, come lei sa, la scuola pubblica, ma anche tutte quelle scuole private (cattoliche, confessionali e non) che hanno iniziato il percorso della parità. Quell'emendamento è stato illuminante, perché - io lo sapevo e ne ero a conoscenza - è stata l'ufficializzazione della volontà di erogare i contributi, fra l'altro cospicui, nella misura quasi del doppio di quelli che vengono dati dal sistema del diritto allo studio della legge n. 49, esclusivamente alle scuole private che non rientrano nella legge n. 62.
Questo è il motivo vero, nei fatti con questo sistema i contributi andrebbero solo agli alunni della scuola privata. Per questo motivo abbiamo presentato questa sospensiva, che riteniamo una delle più importanti, perché contrasta con l'art. 33, comma 3 e 4 della Costituzione e pensiamo, molto sommessamente, che su una materia del genere sarebbe opportuno aspettare una indicazione del TAR, ma in particolare della Corte Costituzionale.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Disegno di legge n. 252: presentazione questione sospensiva n. 140 presentata dai Consiglieri Contu, Papandrea, Chiezzi, Placido e Tapparo


PRESIDENTE

Illustra la proposta il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Questa questione sospensiva si basa su uno dei temi che, in verità, è stato già trattato. Il meccanismo che l'Assessore propone nel suo disegno di legge viene in qualche modo a violare l'art. 3 della Costituzione: "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge". Esiste una condizione che non crea delle sperequazioni. Purtroppo il meccanismo, perché difficile da congegnare, può determinare questo tipo di disparità. Avevo suggerito all'Assessore di pensare, per raggiungere il suo obiettivo, soprattutto pensando alle famiglie a basso reddito, di ridurre il condizionamento che il costo della scuola determina in una scelta che non chiamerei libera, ma in una scelta che viene fatta, operando dal versante del diritto allo studio. Se le risorse che mette in campo l'Assessore, indirizzate alle famiglie degli studenti, venissero raggiunte attraverso un meccanismo che passa attraverso un ampliamento del cosiddetto "paniere", che riconosce una serie di percorsi nuovi nel diritto allo studio che, come l'Assessore ha detto, è campo sul quale dobbiamo lavorare e scavare, probabilmente non verrebbero, dal mio punto di vista ovviamente violati alcuni articoli della Costituzione, tra i quali principalmente il 33 e in questo caso il 3, cioè faremo un'operazione che raggiunge gli obiettivi che l'Assessore propone. Solo per una fascia di famiglie a basso reddito, si riduce il condizionamento determinato dal fatto che una quota parte del reddito di queste famiglie a basso reddito viene impegnata per la formazione e la famiglia stessa, meno vincolata da questo condizionamento può fare una scelta.
Capisco che questa è una condizione di fondo, ma potrebbe permettere all'Assessore di raggiungere un buon obiettivo, percorrendo una strada diversa da quella dei buoni scuola.
E' una sfida che probabilmente in futuro dovremo percorrere secondo l'impegno stesso dell'Assessore e che invito a prendere in considerazione.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Disegno di legge n. 252: presentazione questione sospensiva n. 136 presentata dal Consigliere Chiezzi


PRESIDENTE

Confermo la riunione dei Capigruppo alle ore 13.00; proseguiamo con l'illustrazione delle proposte sospensive. Passiamo al successivo gruppo di materie omogenee. La prima proposta è la n. 136, presentata dal Consigliere Chiezzi. Richiede di sospendere l'esame del provvedimento per redigere una riforma complessiva della legge n. 49 sul diritto allo studio.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Questa richiesta teneva conto anche di un'ipotesi non rifiutata a priori neppure dall'Assessore.
Una delle critiche che è stata fatta era quella che si toccava una legge, al di là del merito e del confronto sul merito. Dato che l'Assessore Leo sulla legge n. 49 affermava la necessità di un riordino complessivo perché non assumere questa ipotesi non negata in via di principio dall'Assessore Leo come l'ipotesi di lavoro nostra anche in questa occasione e, quindi, perché non accettare, come tra l'altro abbiamo fatto in altre situazioni, che si ponga un punto fermo, si acquisisca anche questo elemento di modifica insieme ad altri elementi, ma si metta a fuoco una nuova politica di diritto alla studio, aggiornando in un testo unico la legge n. 49 e qualche altro pezzetto di leggi vaganti in un nuovo testo? Quando avremo tutto insieme, probabilmente procede meglio e il confronto va avanti su elementi di merito importanti. Perché non si fa questo passo? Tra l'altro, colleghi, noi stiamo impiegando parecchio tempo in questo confronto. Questo braccio di ferro ci fa consumare un tempo prezioso forse, si fosse intrapresa un'altra strada, avremmo già avuto risultati concreti; avessimo per tempo affrontato la riforma della legge n. 49 magari ci saremmo già capiti.
Quindi, bisognerebbe riflettere su cosa si vuole. Si vuole riformare la legge? Si vuole dare un ulteriore contributo con interventi tesi al diritto allo studio da parte della Regione Piemonte? Facciamolo! Per far questo bisogna rivedere completamente la L.R. 49? Facciamolo! Se vogliamo dare soldi alle scuole private, perché non dobbiamo dircelo? Diciamocelo! Perché continuiamo con questo equivoco? Il braccio di ferro, in fondo è su questo equivoco, con l'aggravante che si fa finta di fare un'altra cosa. Anche pensando all'elettorato dell'Assessore Leo, non so se, ad un certo punto, non sia più sostenibile un ragionamento di nettezza in merito.
In Veneto - lei sa, Assessore - abbiamo iniziato a raccogliere le firme contro una legge del Presidente Galan che andava in questo senso. Anche qui si può poi giungere a tanto, ma ci facciamo del bene? Valuti lei, che è così ecumenico! Ci facciamo del bene o non è piuttosto giusto intraprendere l'altra strada? Strada che parte da una modifica costituzionale; che parte da lontano; che forse ha anche dei margini di libertà regionale, però sarebbe più chiara.
Lei può sempre dire al suo elettorato che la via traversa non ha portato da nessuna parte, proprio perché era una via traversa e non era la via principale.
Io continuo a pensare che l'Assessore Leo sia persona che abbia le responsabilità, il livello politico, la natura di rapporti sociali tali da riuscire a ricondurre il problema del finanziamento alle scuole private per quello che è e di dare un colpo in quella direzione. Il nostro confronto sarebbe più limpido e pulito.
Invece qua lavoriamo sulla testa degli studenti - è antipatica, questa cosa, molto antipatica - delle loro famiglie, della loro libertà... Siamo tutti liberi di fare quello che vogliamo; siamo in un sistema in cui sono le risorse economiche che abbiamo a disposizione a limitare le nostre libertà di scelta. Ma la libertà di scelta c'è per tutti: tutti possono fare tutto, la Costituzione dà questo diritto.
Valuti l'Assessore se andare avanti con le sospensive o se non è meglio fare il gesto risolutore di affrontare di petto il problema rispetto al quale ha dichiarato che "Spenderebbe una vita... Sarebbe la gioia più grande della mia vita... Ci penso sempre..." e via di questo passo.
Lo affronti una buona volta, ma per quel che è: lasciamo stare gli studenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Presidente Contu, ci sono quattro sospensive che recano la sua firma (unitamente a quelle di Moriconi e Papandrea, che al momento non vedo).
Queste quattro sospensive, per le cose che ho illustrato prima, dovrebbero essere unificate in una sola illustrazione perché chiedono tutte la sospensione in attesa della presentazione di un testo unico da parte della Giunta. Questo è il dispositivo. Occorre procedere in questa direzione sulla base di un principio che in qualche maniera rifletta il più possibile l'opportunità di considerare la sostanza. Io le raggruppo in due illustrazioni, una che riguarda l'87 e il 91, perché si tratta di materia che, in qualche maniera, nelle premesse, fa riferimento alla lingua madre alle culture e alle minoranze culturali) e poi l'86 e l'88, perché in qualche maniera riguardano processi di integrazione culturale a livello europeo.
Quindi le darei la parola per l'illustrazione del primo Gruppo e poi del secondo, come ritiene lei: 87 e 91 oppure 86 e 88.



CONTU Mario

Intervengo sulla sua comunicazione.



PRESIDENTE

L'aveva già svolta prima... Ho visto che aveva prestato attenzione...



CONTU Mario

Presidente, io, in questa seduta, assisto ad una novità.
Noi abbiamo rinviato, a più riprese, l'avvio della precedente seduta del Consiglio per consentire all'ufficio di Presidenza di esaminare tutti gli atti. In quella sede, l'Ufficio di Presidenza non solo esaminò gli atti, ma ne definì anche il percorso, tant'è che io sollevai una minima obiezione in relazione alle questioni sospensive e alla mozione sospensiva che fu poi trasformata in un ordine del giorno. Comunque, presi atto della decisione.
Presidente, le posso manifestare il mio rincrescimento, perché colgo nel modo di procedere l'inserimento di un elemento di novità che non mi trova d'accordo? L'altro giorno, scherzando, le ho posto la questione... Ma lasciamo da parte questo aspetto. Però, Presidente, non è che nottetempo si maturano percorsi diversi per gli atti che l'Ufficio di Presidenza aveva già definito e che andavano illustrati uno per uno? Se siamo in presenza di fatti politici nuovi, che modificano gli atteggiamenti delle componenti dell'ufficio di Presidenza in relazione a...
ci si comunichino i fatti politici nuovi.
Allo stato dell'arte a me questo non risulta; io la pregherei Presidente, di attenersi a quanto disposto dall'ufficio di Presidenza. A meno che lei non mi comunichi, in questo momento, che l'Ufficio di Presidenza ha avuto un ulteriore supplemento istruttorio e che sono emerse cose che, secondo me, rasentano l'inammissibilità, perché un conto è accorpare le questioni per argomento...



(Commenti del Presidente)



CONTU Mario

In base all'art. 63 per le caratteristiche: legittimità costituzionale di merito, ecc.. Fermo restando però il diritto del Consigliere o dei proponenti di illustrare nel merito ogni singola questione posta.
Mi sollevi da un dubbio che io le ho manifestato con molta schiettezza: è successo qualcosa che ha modificato l'orientamento dell'Ufficio di Presidenza oppure, come da precedente comunicazione del Presidente Cota possiamo procedere nella modalità stabilita in occasione della seduta nella quale abbiamo aperto le questioni pregiudiziali?



PRESIDENTE

La prego di sollevare questo problema nella riunione dei Capigruppo che ci sarà tra poco.
Per quanto mi riguarda, la procedura imprescindibile sarebbe quella di unificare la discussione, perché costituiscono un'unica proposta: si tratta di richieste di sospensione per la presentazione di un nuovo testo unico.
Per quanto riguarda la facoltà che mi attribuisco, senza assolutamente presumere che sia avallata né dai Consiglieri e magari neanche dal Presidente Cota, che può avere al riguardo un'opinione diversa, è quella di cercare di adottare un'ulteriore articolazione, tenendo conto che su questi quattro testi esistono, nelle premesse e non nel dispositivo, delle indicazioni divergenti, assumendo anche il problema delle premesse e non soltanto quello del dispositivo.
Vede, Presidente Contu, non si tratta di emendamenti, ognuno dei quali costituisce un elemento di alterazione, ma si tratta di questioni pregiudiziali che vengono discusse e votate tutte insieme, come insieme di elementi ostativi.
Pertanto, non esiste la possibilità di utilizzare, per analogia, una normativa che è rivolta a tutt'altro aspetto della procedura giuridica istituzionale, per decidere su una materia rispetto alla quale il Regolamento non ci indica una procedura neanche nei termini che sto adottando.
La prego di ritirare, se possibile, il suo rammarico, altrimenti esprimo imbarazzo per il dubbio che lei manifesta, anche per la mia nota ritengo - sensibilità sulle questioni riguardanti i diritti dei Consiglieri e delle componenti del Consiglio.
Naturalmente, ne possiamo e ne dobbiamo riparlare.
Io non attribuisco a questa interpretazione, per consentire tutta la libertà del caso, il carattere definitivo di una procedura non modificabile. La propongo semplicemente come un'impostazione di fatto, per superare il problema di una situazione che si presenta a due diverse esigenze. Capisco la sua esigenza interpretativa; il fatto è che il dispositivo è unico e potrebbe essere opposto come richiesta di accorpamento della discussione.
Naturalmente sono d'accordo a dirimere tali questioni ad un livello politico collegiale.
La prego pertanto di prendere la parola, lei o il collega Papandrea per illustrare le questioni sospensive n. 86 e n. 88, riguardanti l'integrazione delle realtà educative a livello culturale.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Disegno di legge n. 252: questioni sospensive n. 86 e n. 88, presentate dai Consiglieri Contu, Papandrea e Moriconi


PRESIDENTE

Passiamo pertanto alle questioni sospensive n. 86 e n. 88.
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. Prendo atto dell'introduzione di un elemento di novità, che lascia un modo molto discrezionale alla conduzione dei lavori ma di questo possiamo certamente riparlare. Non so se la sede opportuna sia la Conferenza dei Capigruppo, ma è chiaro che l'argomento potrà essere oggetto di approfondimento.
Lei, Presidente, sostiene - e io devo illustrarle - che le questioni sospensive n. 86 e n. 88, nelle premesse siano accorpabili in un unico...



PRESIDENTE

Scusi se svolgo un minimo di dialogo, irrituale, ma è per capirci.
La sospensione è richiesta per l'adozione di un nuovo testo unico. Da questo punto di vista, tutte le questioni sospensive si riferiscono a questa condizione ostativa. Nelle lunghe premesse, poi, ci sono delle diversità.
Ritengo, avvalendomi peraltro di una facoltà interpretativa che deve essere decisa al momento, salvo ulteriori definizioni che abbiano un carattere prevalente, che possiamo, anche sperimentalmente, tenere conto delle premesse, ma mi creda, giuridicamente non ne sarei del tutto certo.



CONTU Mario

Grazie, Presidente, sto all'esperimento. Se mi azzera il tempo, in cinque minuti cerco di spiegarle, nell'illustrarle entrambe, le ragioni che l'hanno portata a leggere in modo diverso un'ipotesi di accorpamento.
Intanto, entrambe le pregiudiziali, come quelle che seguiranno, pongono all'attenzione della maggioranza e dell'Assessore, una questione che a lungo ha attraversato il dibattito in Commissione.
Noi abbiamo sfidato la maggioranza dicendo: "Abbiate il coraggio di fare una legge che riconosca in modo aperto che il vero obiettivo è quello di finanziare le scuole private".
La scelta del maxi emendamento ha consentito di raccogliere questa istanza di chiarezza proveniente da parte delle opposizioni.
A quel punto, si è sollevato un altro problema: può avere diritto di priorità la realtà delle scuole private, in relazione alla situazione di emergenza in cui si dibatte la scuola pubblica? Se ci guardiamo attorno e guardiamo lo stato in cui versano i Comuni in relazione alle scarse disponibilità per gestire le risorse inviate dalla Regione, possiamo dire che la legge 49 è la legge che deve rappresentare per il Consiglio regionale, nell'ambito delle priorità, il tassello dal quale partire per la riforma complessiva sul diritto allo studio, dentro al quale è anche possibile inserire tutti gli elementi che, nel rispetto delle leggi esistenti, possano contemplare il finanziamento alle scuole paritarie.
Questa è cosa diversa.
Allora, nell'argomentare - e questi sono i due punti - la necessità di parlare prima della libera scelta educativa, così come da maxi emendamento e da nuovo testo presentato dalla maggioranza, ma di parlare di diritto allo studio, abbiamo individuato due aspetti: "La Regione interviene in relazione alla circolazione e alla diffusione di esperienze tra le diverse realtà educative, con particolare riguardo ai processi di integrazione europea"; "Piena integrazione agli alunni con lingua madre diversa da quella italiana, ivi compresi gli immigrati, valorizzando le diversità culturali".
Mi permetto di obiettare, Presidente, che sono due aspetti totalmente diversi.
Un conto sono gli scambi educativi, che consentono la possibilità di interloquire con altre realtà europee, sulle questioni che riguardano le diverse esperienze educative, e questo è un processo di integrazione. Io stesso, come genitore, ho vissuto l'esperienza di una delle mie figlie nella scuola elementare, dove è stato realizzato uno scambio con una scolaresca di una piccola località dell'Inghilterra, oltretutto a gestione privata, ed è stata un'esperienza utile di confronto e rapporto fra due realtà.
Ben diversa - ed in questo le consento di fare un passo indietro, se possibile, Presidente - è il discorso dell'integrazione degli alunni con lingua madre diversa da quella italiana, ivi compresi gli immigrati valorizzando le diversità culturali. Come vede, lei, preso della necessità ha posto sullo stesso terreno, a meno che non stia sbagliando, due provvedimenti che hanno una portata completamente diversa. Mi sta dimezzando i tempi per esplicitare, al meglio, le due pregiudiziali poste che si muovono da posizioni diverse. Nel primo caso si tratta di verificare come, anche attraverso la legge n. 49, finanziando i piani dell'offerta formativa, sia possibile sostenere economicamente le scuole che hanno inserito, all'interno del piano dell'offerta formativa, iniziative di scambi, come previsto dalle circolari ministeriali, che danno la possibilità, anche nell'ambito europeo secondo modalità ben precise, di contatti con altri Paesi europei.
Nel secondo caso si tratta di come integrare, in base alla legge del '90 n. 26 che modifica ed integra la legge n. 49, tutte le iniziative da assumere per l'integrazione delle minoranze linguistiche, degli alunni di lingua madre diversa da quella italiana, valorizzando le diversità culturali.
Come vede, Presidente, spero di averla convinta che su questo una forzatura lei l'ha fatta. Se così è, le chiedo di fare un passo indietro.



PRESIDENTE

Consigliere Contu se il dispositivo continua a rimanere solo quello della richiesta di sospensiva per l'adozione di un testo unico, la materia può essere illustrata in tanti modi e con diverse motivazioni. Il dispositivo è quello che determina l'omogeneità o l'eterogeneità delle diverse proposte di tipo sospensivo. Ogni emendamento costituisce un elemento giuridico a sé, le sospensive costituiscono un elemento giuridico in toto.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Lei mi sta dicendo che il modus operandi, utilizzato nella precedente seduta, è una licenza che ci siamo assunti perché tutte le legittimità costituzionali hanno, nel dispositivo, la sospensione relativa a? Ognuno degli argomenti sulla legittimità costituzionale del provvedimento da porre all'esame, ha diverse argomentazioni. L'accordo raggiunto nell'Ufficio di Presidenza, così come lei lo ha comunicato all'aula, era che sostanzialmente, venivano accorpati per dispositivi, dando la possibilità di illustrare ognuna delle questioni sollevate. Dopodiché? Abbiamo consumato il siparietto? Io spero che non sia così.
Le do atto di riflettere su questo, non dobbiamo prendere in giro nessuno, soprattutto i cittadini, soprattutto quelli che prestano attenzione al dibattito in aula.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Consigliere Contu, conosco bene la pregiudiziale di legittimità, è una pregiudiziale di legittimità specifica in termini di riferimento ad una legge. Ognuna era motivata per la sua difformità rispetto ad una legge. La sospensione è una questione di merito, non è più una questione di legittimità, quindi ha tutt'altra configurazione di contenuto e di svolgimento.
Ricordo a tutti che la Conferenza dei Capigruppo è stata convocata per le ore 13,00 e viene confermata per quell'ora. Il Consiglio è convocato per le ore 15,00.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire, sull'ordine dei lavori, il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Mi sono permesso, mi chiedo scusa di averlo fatto a microfoni spenti di fare una domanda che ufficializzo. Spesso succede che iniziamo la Conferenza Capigruppo con tutte le buone intenzioni, la Conferenza va avanti più del previsto, i Consiglieri convocati per le ore 15.00 arrivano in aula, ma la seduta non si apre fino alle 15,30 perché la Conferenza è ancora in corso o perché i Capigruppo hanno bisogno di quel quarto d'ora per concedersi una pausa.
Proporrei, se il Presidente è d'accordo, siccome immagino che la Conferenza Capigruppo possa durare circa un'ora e mezza, di fissare la ripresa dei lavori per le 15,30.
Questo lo lascio alla sua sensibilità e ad una sua valutazione, ma è una proposta che mi sento di fare sulla fonte dell'esperienza delle ultime settimane, quando abbiamo convocato la Conferenza Capigruppo nella pausa consiliare.



PRESIDENTE

Mi sembra un proposta del tutto ragionevole. I Capigruppo sono pregati di accedere alla sala A dove è convocata la Conferenza. Il Consiglio è convocato per le ore 15.30.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.



PRESIDENTE

La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.00)



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