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Dettaglio seduta n.137 del 11/10/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bussola, Casoni, Deorsola Gallarini, Ghigo, Pichetto e Toselli


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

b) Assegnazione temporanea delle funzioni di Vicepresidente della Giunta regionale all'Assessore Cavallera


PRESIDENTE

Comunico che con decreto del Presidente della Giunta Regionale n. 92 del 9 ottobre 2001 il Presidente della Giunta regionale ha attribuito temporaneamente le funzioni di Vice Presidente della Giunta regionale nella giornata odierna all'Assessore Cavallera.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 20 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'art. 45 del DPR 24 luglio 1997, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)" (ai sensi dell. 34, comma 6, del Regolamento) - Esame questioni pregiudiziali di merito


PRESIDENTE

Riprendiamo con l'esame del disegno di legge n. 252, di cui al punto 3) all'o.d.g partendo dalle questioni pregiudiziali di merito, rubricate dal numero 119 al numero 130, a firma dei Consiglieri Marcenaro, Manica e di tutti i Consiglieri del Gruppo DS.
Sulle questioni pregiudiziali possono parlare i presentatori per l'illustrazione e un rappresentante per ogni Gruppo consiliare; si procederà successivamente ad una votazione unica. Chi intende intervenire per l'illustrazione?


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Tapparo sull'ordine dei lavori; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

In questo momento non si è in grado di garantire il numero legale (presenti 26 Consiglieri su 27 del numero legale). Non faccio valere la questione per chiedere un'interruzione dei lavori, ma per segnalarla, visto che si tratta di un provvedimento sul quale la maggioranza si sente molto impegnata.



PRESIDENTE

Segnalo che stiamo esaminando delle questioni pregiudiziali su iniziativa dei Consiglieri di opposizione.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Non escluderei, a priori, la presenza del numero legale con la stessa certezza con cui ha voluto asserire il Consigliere Tapparo. Può darsi che qualche Consigliere sia presente in aula o nella zona vicina e non abbia ancora firmato.
In secondo luogo, Presidente, vorrei ripetere un intervento che ho fatto questa mattina e che vorrei correlare alla situazione che si è verificata adesso. Questa mattina vi è stato un appello nominale: anche in quel momento si era asserito che non c'era il numero legale, invece il numero vi era. Come il Presidente sa, l'appello nominale è composto da due appelli: il numero legale c'era già al primo, perché avevano risposto un numero di Consiglieri regionali sufficiente. Anche durante il secondo appello l'intera opposizione, eccezion fatta per i Consiglieri Radicali non ha risposto. Questa mattina noi abbiamo permesso, anzi, mi sia concesso il termine "concesso", comunque, all'opposizione di presentare rappresentare ed ascoltare le risposte relativamente alle proprie interrogazioni e interpellanze, nel paradosso che i Consiglieri regionali di opposizione non erano nemmeno presenti in aula.
Chiedo, quindi, formalmente al Presidente del Consiglio regionale non adesso, ma dalla prossima seduta, di normare questa situazione che è quanto meno anomala. E' assurdo che chi chiede il numero legale, constatato che c'è il numero legale e non è presente in aula, possa legittimamente avere l'onore e l'onere di ascoltare le risposte o rappresentare le proprie interrogazioni ed interpellanze. Delle due l'una: o dalla prossima seduta interrogazioni e interpellanze si fanno in assenza del numero legale oppure, quando si chiede il numero legale se non si è presenti in aula, si va direttamente ai provvedimenti.



PRESIDENTE

Il riassunto della seduta di questa mattina me lo aveva già fatto il Vicepresidente Riba. Il Consigliere Angeleri rinuncia al suo intervento? Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente. Consigliere Cattaneo, e Presidente del Consiglio soprattutto, perché non siete sempre presenti in aula a garantire il numero legale con puntualità? Perché non siete, in modo assiduo e costante presenti in aula alle 10 del mattino in modo che possiamo iniziare subito con i lavori? Eccezion fatta per il Consigliere Gallarini e pochissimi altri, di solito, ad inizio seduta, Consigliere Cattaneo, voi non siete presenti in aula molto spesso. Tutte queste vicende terminerebbero immediatamente, se la maggioranza fosse presente in aula e si cominciasse subito...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



CHIEZZI Giuseppe

...arrivo all'appello, perché l'appello è, nella verifica del numero legale, un fatto istantaneo: ora non c'è, ora c'è. L'avete fatto tante volte voi: mancava il numero legale, corre un Consigliere è il numero c'è...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



PRESIDENTE

Basta Consiglieri, questo non è un dibattito sul numero legale concluda il suo intervento Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Quando non rispondo non ci sono, quando rispondo ci sono.



PRESIDENTE

Grazie per la lezione, ne terremo conto.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252. Esame questione pregiudiziale di merito n. 119 presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Muliere, Placido, Riggio e Suino: "Per incompatibilità con il Decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112 'Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato e degli Enti locali (art. 137)'"


PRESIDENTE

Esaminiamo la pregiudiziale di merito n. 119.
La parola al Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Nell'illustrare la pregiudiziale di merito di incompatibilità con il Decreto Legislativo 112, mi ricollego all'intervento del collega Cattaneo.
Diventa difficile capire una maggioranza che vorrebbe votare, con tanta forza ed energia, questo disegno di legge, ma che normalmente non si presenta ai lavori del Consiglio.
L'osservazione del collega Tapparo non chiedeva neanche la verifica del numero legale, ma faceva osservare l'assenza di molti Consiglieri e io mi permetto di far osservare al collega Cattaneo che, stamattina, come adesso ero presente in aula.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Chiedo a tutti i Consiglieri di fare silenzio. Vedo che anche nel suo Gruppo, Consigliere Placido, c'è un po' di effervescenza!



PLACIDO Roberto

Non mi ero accorto dell'effervescenza...



PRESIDENTE

Io sì, perché sto cercando di fare maggiore attenzione possibile. Per una volta sono io che l'aiuto...



PLACIDO Roberto

La ringrazio, apprezzo molto.
Tornando al merito, come abbiamo già fatto nel dibattito di ieri sulle pregiudiziali rispetto alla Costituzione e allo Statuto regionale, iniziamo con la prima pregiudiziale di merito per incompatibilità rispetto al Decreto Legislativo n. 112.
Il Decreto Legislativo n. 112, nel quale si conferiscono le funzioni e i compiti amministrativi dallo Stato agli Enti locali, elenca una serie di competenze molto chiare, in particolare riguardo all'art. 137. Noi riteniamo che questa legge, così come è stata presentata fino adesso comprese le modifiche apportate in Commissione, e con gli ulteriori emendamenti che sono stati preannunciati, sia assolutamente incompatibile con il decreto in questione.
Eravamo convinti, al di là del voto del Consiglio; che questa legge fosse incostituzionale, per alcuni aspetti, e non rispettosa dello Statuto regionale, per altri.
Non riusciamo a capire la pervicacia, l'insistenza su un disegno di legge che, non soltanto per noi ma anche secondo molti giuristi di fama nazionale, presenta elementi molto chiari, precisi e netti di incostituzionalità. Ecco perché siamo confortati ed abbiamo presentato gli emendamenti, così come abbiamo presentato questa prima pregiudiziale, a cui ne seguiranno altre.
Per questi motivi, ci auguriamo che anche qualche collega della maggioranza, al di là degli schieramenti, ci conforti in questa richiesta perché è una questione che va oltre il motivo del contendere.
Sono questi i motivi per i quali abbiamo presentato la prima pregiudiziale di merito. Grazie.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252. Esame questione pregiudiziale di merito n. 120, presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Muliere, Placido, Riggio e Suino: "Per incompatibilità con il Decreto Legislativo 16 aprile 1994, n. 297 'Approvazione del T.U. delle disposizioni legislative in materia di istruzione, relative alle scuole di ogni ordine e grado'"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della pregiudiziale di merito n. 120.
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Presidente e colleghi, con questa pregiudiziale di merito, ravvisiamo una possibilità di incompatibilità della proposta di legge in oggetto con il Decreto Legislativo n. 297, promulgato il 16 aprile 1994, cioè il Testo Unico delle disposizioni legislative che raggruppa tutta la materia relativa alle scuole, di ogni ordine e grado.
L'incompatibilità che rileviamo con questo decreto legislativo, ci porta a chiedere alla Giunta - visto che l'Assessore Leo non è presente attraverso gli Assessori presenti che la rappresentano - nonostante non ci sia il Presidente, il Vicepresidente e l'Assessore competente, però vedo che ci sono gli Assessori Burzi, Vaglio e Botta - di raccogliere questa pregiudiziale che pone un dubbio sulla possibilità che questo testo abbia poi una coerenza, una legittimità ed una possibilità di attuazione.
Infatti, il Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione, si occupa di tutte le scuole; delle scuole, cioè, in modo complessivo e di tutte le scuole, nel senso di ordine e grado delle stesse.
Riteniamo che la proposta di legge, che è stata presentata all'aula e riportata in Commissione, in seguito ad un lungo dibattito, così come è emerso dal dibattito in Commissione contenga degli elementi che riguardano la scelta del finanziamento. Infatti, si finanziano solo le tasse di iscrizione e non si interviene su altri ambiti - per esempio le mense o i trasporti - attraverso quel tipo di franchigia introdotta all'interno della legge, cioè attraverso la scelta di redditi fino a 140.000.000. Questo mi è stato confermato anche dal Consigliere Placido e dalla Consigliera Suino perché la proposta di 120.000.000 riguardava esclusivamente un emendamento presentato in Commissione dalla Giunta. Emendamento che poi non è stato votato, tant'è che il testo presente in aula è quello originario, con la presentazione di alcuni emendamenti.
Tutti questi elementi - dalla scelta delle fasce di reddito, alla scelta dell'intervento da finanziare, alla presenza della franchigia determinano, anche se non è esplicito nel dettato della legge, che il finanziamento sia un finanziamento a senso unico, in direzione di un unico ordine di scuola, anche se attraverso i suoi vari gradi.
Non viene rispettata, dunque, la disposizione legislativa del Decreto Legislativo 297, in quanto vengono compresi vari gradi di scuole, ma non ogni tipo di scuola.
La scelta, quindi, è unica e, a nostro avviso, estremamente selettiva.
Abbiamo discusso di questo punto nei giorni scorsi, anche a proposito di una sua illegittimità costituzionale, che noi ravvisavamo; lo stesso Assessore Leo, al momento in cui abbiamo posto tale questione in aula, ha ammesso, ha dichiarato tranquillamente, senza nessun problema, che, in effetti, aveva posto anche a se stesso e alla Giunta un dubbio di questo genere e che aveva lavorato sul testo per fugare la possibilità dell'esistenza di questo elemento. Però, nonostante il voto di questa mattina, che ha respinto le pregiudiziali di legittimità in ordine alla costituzionalità o meno del provvedimento, alla sua aderenza allo Statuto regionale e quant'altro, su cui manteniamo ugualmente i nostri dubbi, noi continuiamo a ritenere che, al di là di quello, ci sia anche una serie di incompatibilità che riguarda il testo della legge rispetto ad una serie di altre disposizioni nazionali.
L'Assessore Leo adesso è arrivato; senz'altro vorrà e potrà esaminare attentamente e magari, se ritiene, anche risponderci in merito alla congruità tra il testo da lui presentato e il testo unico delle disposizioni legislative in materia di istruzione relativa ai vari ordini.



PRESIDENTE

Successivamente ci sarà il dibattito su tutto e ritengo che l'Assessore Leo vorrà intervenire.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252. Esame questione pregiudiziale di merito n. 121 presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Muliere, Placido, Riggio e Suino: "Incompatibilità con la legge nazionale 2 dicembre 1991, n. 390 'Norme sul diritto agli studi universitari'"


PRESIDENTE

Sulla pregiudiziale di merito n. 121 ha chiesto di intervenire il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Questa pregiudiziale mi permette di ricordare ai colleghi e all'Assessore la nostra collaborazione per le parti del testo riguardanti l'Ente per il Diritto allo Studio Universitario; collaborazione completa non solo nel voto, ma anche nel merito, nel lavoro in Commissione, nel lavoro in aula, che ci ha portato non ad astenerci, ma a votare a favore.
Ecco perché abbiamo presentato questa pregiudiziale: perché su questo disegno di legge, per quanto riguarda il diritto allo studio, che è normato dalla L. 390/1991, noi riscontriamo delle differenze.
Innanzitutto nel reddito. Le fasce di reddito previste dalla nostra proposta di legge (la n. 229) si rifanno rigorosamente a quanto previsto dalla normativa legata al diritto allo studio universitario.
Alcuni colleghi, ma non solo, anche cittadini e studenti a cui avevamo mandato la legge e che l'hanno letta "scaricandola" da Internet, ci chiedevano conto della cifra - 52 milioni, 541mila - indicata per un nucleo familiare di tre persone, nonché di quella relativa alla rivalutazione per l'anno 2000 (i 50 milioni previsti dalle norme che regolano il reddito per l'Ente allo Studio Universitario). L'Ente allo Studio Universitario ha un riferimento di reddito di 50 milioni, che, con l'adeguamento, è arrivato a 52 milioni e 541 mila lire.
Noi ci ritroviamo con 140 milioni; l'Assessore ha dichiarato che sono 120 milioni, ma noi siamo tenuti a far riferimento agli atti ufficiali, che indicano ancora 140 milioni e quindi su 140 milioni dobbiamo ragionare quando ci saranno delle modifiche ufficiali, ragioneremo su altre cifre.
Questo è uno degli elementi, non l'unico, per cui ci troviamo di fronte, da una parte, ad una normativa che prevede 52 milioni e 540 mila circa e dall'altra, si risponde con 140.000.000. E la mediazione non può certo essere quella dei 120.000.000, perché da 52 a 120 la distanza è notevole.
Che poi la distanza non sia solo sul reddito, ma che ci siano elementi decisamente più sostanziosi (e l'elenco è abbastanza lungo) lo abbiamo già accennato nei giorni scorsi in Commissione, nel primo dibattito in Commissione, nel primo dibattito in aula, nel secondo dibattito in Commissione, ma avremo modo di rilevarlo ancora nel prosieguo dell'illustrazione delle pregiudiziali. Oramai è diventata una cosa lunga che ci tiene aula da molto tempo, mentre tutto il resto dei lavori del Consiglio e delle Commissioni è fermo. Ma questa è un'altra questione.
Come dicevo, questa è una, non l'unica motivazione che ci ha portato con convinzione, a presentare questa pregiudiziale di merito; abbiamo delle situazioni completamente diverse che chiunque potrebbe capire.
Noi stessi, abbiamo collaborato, condiviso, contribuito a votare in Commissione, anche in aula, alcune norme che riguardano gli studenti (universitari, ma sempre studenti).
Qualcuno potrebbe chiedersi: ma come mai sempre le stesse persone? Si potrebbe parlare di "impazzimento" a poca distanza, perché le stesse persone che hanno sostenuto le norme che riguardano l'istruzione o comunque la scuola dei giovani (anche se gli universitari sono maggiorenni, giovani già cresciuti), ad un certo punto, hanno iniziato a fare opposizione.
Non si tratta di ostruzionismo: questa è opposizione, perch l'ostruzionismo è un'altra cosa! La nostra è un'opposizione di merito, sull'argomento, altrimenti - un collega me lo ha ricordato - in altre occasioni qualcuno che si è dilettato a leggere "Alice nel paese delle meraviglie". Ma noi non stiamo leggendo "Alice nel paese delle meraviglie": stiamo citando leggi, Statuti Costituzione. Questa è un'opposizione di merito su un problema che tocca milioni di persone. Questo è il motivo che, nello specifico, ci ha portati a presentare la pregiudiziale in discussione.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252. Esame questione pregiudiziale di merito n. 122 presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Muliere, Placido, Riggio e Suino: "Incompatibilità con la legge nazionale 5 febbraio 1992, n. 104 'Legge quadro per l'assistenza l'integrazione sociale e diritti delle persone handicappate'"


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Questa pregiudiziale inerisce certamente ad una competenza specifica del diritto allo studio, ma dal nostro punto di vista ravvisa, evidenzia anche una competenza che, in qualche modo, se vi fosse una sintesi nella Giunta regionale tra settori diversi, troverebbe nella competenza dell'Assessore Leo una risposta ed un'affermazione.
Mi riferisco alla L. 104 - Assessore Leo - un argomento che la collega Cotto conosce credo bene e in parte anche l'Assessore D'Ambrosio; è quella norma che risale ai primi anni '90 e che ha visto poi una serie di aggiornamenti anche recenti: diciamo che noi facciamo riferimento al testo del '92, quindi alla legge quadro.
E' quella normativa che ha consentito di aggiornare, di adeguare tutta quella serie di strumenti che consente a famiglie che hanno ragazzi handicappati ai vari livelli di trovare dei canali di accesso utili formativi, intelligenti; è uno di quei provvedimenti pilastro di una democrazia, qual è quella sulla quale si fonda il nostro Stato e il nostro Paese, che tocca più aspetti della fase evolutiva di un ragazzo, di uno studente, a vari livelli. Vi è l'aspetto che inerisce alle barriere architettoniche che, in qualche modo, andiamo ad affrontare quando, con l'edilizia scolastica, coi vari contributi e coi vari interventi provvediamo con delle sussistenze; ma tocca anche tutto il settore del sostegno all'handicap, quindi gli insegnanti di appoggio che accompagnano il percorso didattico e scolastico dei ragazzi, ma va ad interessare anche quelli che sono altri strumenti tipici della formazione, quindi gli strumenti pratici che servono ad alcuni ragazzi che hanno particolari carenze e presentano degli handicap pesanti.
Allora, qual è il problema? Noi abbiamo, e tra l'altro credo che siano pervenute anche al vostro Assessorato, una serie di dati sulle ultime ricerche: vi è un aumento di questo tipo di categorie. Ci sono parecchi ragazzi nel sistema della scuola pubblica che hanno necessità di fruire di questo strumento di inserimento, che è indispensabile.
Oramai si leggono con sempre più frequenza, su "Specchio dei tempi" o altro, denunce e segnalazioni. Vi è stato un caso, un mese e mezzo fa, alla riapertura delle scuole, quando, di fatto, anche quest'anno, si è verificato un numero di docenti molto basso rispetto a quella che è la domanda della presenza di handicap all'interno delle scolaresche e delle classi.
Il nodo che noi poniamo è sostanzialmente questo: nel momento in cui andiamo a prospettare un provvedimento che riteniamo discriminatorio, e lo andiamo a prospettare o a definire prevedendo soltanto l'aspetto finanziario ed economico per una categoria ben precisa (noi diciamo il 6 ed è limitato ad una categoria di scuole) e non va a sostenere quello che è l'impianto della scuola e del sistema pubblico, se, a maggior ragione, non andiamo a raccordare la voce assistenza con la voce istruzione, avendo noi a livello nazionale, dei provvedimenti che sono quadro (abbiamo la legge di riforma n. 62, che inerisce entrambi i settori, la legge di riforma n. 104 ripresa dalla legge n. 338, quindi dalla Legge Turco, che prevede l'inserimento, garantisce, tutela e sostiene l'inserimento), questi contributi - siano essi pochi o tanti, siano discriminatori di più o mi di meno - se non sono raccordati sul versante del sostegno alle categorie più esposte, sono doppiamente discriminatori.
Questo ragionamento è di merito e impone che ci sia uno sforzo da parte della regia e quindi, in questo caso, dell'Assessore competente Leo. Noi diciamo: incompatibilità. Voi ci dovete dire: no, attenzione, il disegno di legge a questo articolo prevede questo tipo di risposta nel rispetto di una norma, che è uno dei capisaldi del nostro sistema scolastico pubblico.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica sull'ordine dei lavori.



MANICA Giuliana

Posso chiedere, Presidente, di posporre questa pregiudiziale al termine delle pregiudiziali di merito per passare, invece, alla n. 124, perché, per ordine di disposizione, è più agevole il nostro ragionamento?



PRESIDENTE

Va bene, prego.



MANICA Giuliana

Posso intervenire, dunque, sulla n. 124 invece che sulla n. 123?



PRESIDENTE

Sì, sì.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252. Esame questione pregiudiziale di merito n. 124, presentata dai Consiglieri Marcenaro, Placido, Muliere, Manica, Riggio e Suino "Per incompatibilità con la legge nazionale 15 marzo 1997 n. 59 'Delega al Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regioni ed Enti locali per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa (art. 21)'"


PRESIDENTE

Procediamo, quindi, con l'esame della pregiudiziale di merito n. 124.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Con la pregiudiziale di merito n. 124 al disegno di legge n. 252, noi ravvisiamo una incompatibilità di merito con la legge nazionale 15 marzo 1997, n. 59, che è la legge che delega il Governo per il conferimento di funzioni e compiti alle Regione ed Enti locali per la riforma della Pubblica Amministrazione e per la semplificazione amministrativa, in particolare lo rileviamo per quanto riguarda l'art. 21.
Da questo punto di vista, già nella discussione precedente rispetto alle pregiudiziali di legittimità, avevamo ravvisato una possibile illegittimità relativamente ai nuovi compiti e al nuovo trasferimento di funzioni che avvenivano, e stanno avvenendo proprio in questi giorni per effetto del referendum, dallo Stato centrale agli Enti locali e, in particolare, alle Regioni, che diventano sede unica di potestà legislativa su tutta una serie di materie, e solo altre materie residualmente rimangono allo Stato. Avevamo visto come tutto questo ambito della scuola era sottoposto ad un profondo cambiamento, ad elementi sostanziali di rivoluzionamento delle competenze regionali, dei rapporti tra la Regione e lo Stato, al quale - l'Assessore Leo in questo mi aiuta - rimangono compiti di indirizzo generale, perché consentono una struttura unitaria della formazione, del percorso formativo ed educativo sull'intero arco nazionale che è cosa di grande importanza per la stessa qualità di una nazione, oltre che per un criterio di giustizia nei confronti di tutti i ragazzi e di tutti gli studenti di tutte le Regioni italiane, perché possano accedere allo stesso livello formativo, indipendentemente dalle diverse condizioni economiche delle Regioni stesse ad esempio, oltre che ad una uniformità ed omogeneità di offerta formativa ai giovani.
Siamo dentro una compiuta modificazione che, al di là dei problemi di legittimità che può porre per quanto riguarda il testo, in particolare per quanto riguarda l'art. 21 della legge n. 59, che tratta proprio di questa materia e che in questo senso riforma la stessa Pubblica Amministrazione pone oggettivamente delle questioni di merito piuttosto consistenti.
Non so se l'Assessore le abbia compiutamente esaminate nel percorso, se le abbia esaminate fino al momento in cui questo testo di legge promanava dalla legge n. 49, o in che termini le abbia esaminate adesso, che non sono parte organica del testo, ma sono stati presentati in Commissione solo una serie di emendamenti che, invece, svincolano il testo stesso dalla legge n.
49, quindi dalla legge sul diritto allo studio e fanno diventare la n. 252 una legge, da questo punto di vista, a sé. Oggi il collega Cattaneo diceva "è la legge della libertà, della libertà di scelta". Non so, Assessore Leo poeticamente o meno, come da questo punto di vista vorrà chiamarla...



MANICA Giuliana

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



MANICA Giuliana

La battaglia per la libertà!



MANICA Giuliana

La battaglia per la libertà. Non la si chiami solo "Osama" perché è di cattivo gusto! Detto questo, riteniamo che, tanto più da questo punto di vista e tanto più al momento in cui separiamo l'iter e il percorso della 252 dalla 49 (se lo separeremo, se al momento in cui arriveremo a quel punto in aula verranno ripresentati gli emendamenti), è molto probabile che gli elementi di incompatibilità di merito con la 59 che noi ravvisiamo possano, però non faccio un'affermazione ultimativa e assolutamente assertiva, ma propongo una formulazione dubitativa. Può darsi che l'incompatibilità con questo testo diventi ancora più grande di quanto non lo sia in questo momento.
In questa direzione proponiamo, in questa forma dubitativa, tale pregiudiziale all'attenzione dell'Assessore e della Giunta, per evitare di avere un provvedimento di legge che poi, manifestamente, non possa essere promulgato.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252. Esame questione pregiudiziale di merito n. 125, presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Muliere, Placido, Riggio e Suino: "Per incompatibilità con la legge nazionale 24 giugno 1997, n. 196 'Norme in materia di promozione dell'occupazione'"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio per l'illustrazione.



RIGGIO Angelino

Scuserà l'Assessore Leo, non faccio parte della Commissione VI, per raccolgo ciò che alcuni ragazzi che frequentano la scuola pubblica mi hanno detto in merito a questo provvedimento.
Assessore, questo provvedimento è un po' come quello che Berlusconi si è costruito per la tassa di successione - con un'eredità di oltre 350 milioni. Provvedimento che ha creato poco scandalo, anche perché per il resto dei cittadini, apparentemente, nulla cambiava. Alla stessa maniera questo vostro provvedimento apparentemente non cambia nulla per il resto dei giovani: dà un privilegio in più ad una piccola minoranza.
Questo provvedimento, che poteva essere adottato in altro modo, se non fosse stato utilizzato in modo ideologico, com'è stato, probabilmente avrebbe potuto essere qualcosa di utile, mentre invece, utilizzato in questo modo, non fa altro che riproporre una serie di ingiustizie. Del suo utilizzo in modo ideologico parlavo, prima dell'inizio dei lavori del Consiglio, con il collega Cattaneo: non riesco a capire perché la maggioranza, che pure è una maggioranza molto forte (una maggioranza numerica come credo in quest'aula non si sia vista mai), si trova ad invocare il cambiamento del Regolamento perché non ce la fa.
Io penso che non ce la faccia perché invece di impugnare quello che veramente doveva essere il programma complessivo di una coalizione legittimamente vincitrice delle elezioni, paga dei pegni di carattere ideologico, e in modo ideologico "imballa" il Consiglio sui suoi "pegni".
Ricordo che è dell'anno scorso la questione del referendum sul federalismo.
Adesso, siamo bloccati su questa vicenda che, posta così, finisce per riproporre inevitabilmente una serie di ingiustizie.
L'altro ieri il collega Placido mostrava come effettivamente le cifre per il diritto allo studio - a cifra costante - siano diminuite.
L'Assessore Leo me ne può dare conferma, non faccio parte della Commissione VI ma questa è una delle cose che ho sicuramente capito. Ora, un Assessore che tenesse sul serio al diritto allo studio si preoccuperebbe di questo dato e cercherebbe di incentivare un aumento al diritto allo studio specialmente in una Regione che vede alcune delle sue Provincie (come Cuneo e Novara) con un tasso di scolarità basso, nonostante la forte propensione a carattere industriale e all'attività imprenditoriale della Regione.
Sappiamo che, in assenza di una forte formazione culturale, la nostra attività imprenditoriale è inevitabilmente costretta a porsi in un vicolo cieco: così, ha un respiro corto, e non un respiro ampio come meriterebbe.
E qui va introdotto il discorso del raccordo con l'aspetto occupazionale.
Ricordo che a Palermo la classe dirigente (io provengo da questa nobilissima capitale meridionale) veniva dalla scuola dei salesiani. La classe dirigente della città, in una certa misura, si formava così. Questo provvedimento, così com'è, tutela e difende tutta una serie di soggetti che, comunque, troverebbero la loro collocazione, dato l'alto livello sociale che occupano.
Voglio ricordare che in Lombardia, dove i buoni scuola sono già stati applicati, per il 95% sono già stati assegnati alle scuole private e che solo in minima parte sono stati assegnati alle scuole pubbliche. Questo è ciò che succederà anche qui.
L'altra cosa di cui si dovrebbe preoccupare l'Assessore Leo, è il fatto che la nostra scuola ha uno scarso livello di raccordo rispetto alla questione della formazione professionale, che è uno dei dati più importanti per il rilancio del nostro Piemonte. Se vogliamo avere una ripresa di lungo respiro, e non con il fiato corto, non dobbiamo pensare ad occupare segmenti bassi del mercato, ma segmenti alti, che prevedono un alto livello di professionalizzazione! E, un alto livello di professionalizzazione, non si improvvisa! Vivaddio, in Piemonte abbiamo anche incentivato e avviato questo tipo di politiche ma, Dio mio, fra Assessori della Giunta regionale, dovete parlare! Perché se si costruisce un forte raccordo fra l'istruzione e il livello di formazione professionale possiamo avere una vasta schiera di persone con un alto livello di formazione! Voglio dire un'altra cosa. Se questi livelli di formazione fossero tenuti come una costante per i lavoratori già da prima di occupare un posto di lavoro, fin dalla scuola, a dopo, nei periodi di intervallo tra un'occupazione e l'altra, la cosiddetta "flessibilità" (tanto cara al Polo e che noi non guardiamo con sospetto, se solo non significasse insicurezza per i lavoratori) potrebbe diventare un'opportunità importante: un periodo di formazione professionale, tra un'occupazione e l'altra, sarebbe non solo uno strumento di promozione individuale, personale e umana ma anche di tutta la collettività piemontese.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252. Esame questione pregiudiziale di merito n. 126, presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Muliere, Placido, Riggio e Suino: "Per incompatibilità con la legge nazionale 23 dicembre 1998, n. 448 'Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo (art. 27)'"


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

Nello scusarmi per il mio ritardo sull'apertura della seduta, vorrei dire che mi è stato detto che qualcuno ha obiettato che le pregiudiziali di merito da noi presentate riguardavano, in realtà, il merito di questa legge.
Capisco che, se ci si ferma al titolo della legge nazionale n. 448, del 23 dicembre 1998, "Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo", si può indubbiamente pensare cosa c'entrino le misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo con la questione dei buoni scuola.
Semplicemente, un po' per come è stranamente combinata la legislazione italiana, fatta di sovrapposizioni, voi troverete l'articolo del disegno di legge del 1998, la norma che regola la questione della gratuità dei libri di testo. E' in questa legge che viene regolata la questione della gratuità dei libri di testo per tutti, in favore, come recita l'articolo 27, comma 1, "degli alunni che adempiono l'obbligo scolastico in possesso dei requisiti richiesti, nonché la fornitura dei libri di testo per dare anche in comodato agli studenti della scuola secondaria superiore in possesso dei requisiti richiesti".
Come sapete, questa questione dei libri di testo costituisce uno naturalmente non l'unico, Assessore Leo, ne abbiamo discusso più volte in Commissione, ma uno - dei punti su cui c'è, tra noi, una differenza d'interpretazione. Tale differenza d'interpretazione, peraltro, non riguarda solo la legge n. 252, ma le stesse circolari applicative della legge n. 62 diramate dal nostro Assessorato all'Istruzione che - è noto hanno sollevato perplessità anche delle organizzazioni sindacali. La Giunta ha dato la sua disponibilità a riesaminare la questione, il testo di quella circolare che escludeva i libri di testo (in quanto regolamentati da altra fonte) e le spese da prendere in considerazione per l'erogazione delle borse stesse.
Ora, questo costituisce un problema rilevante da diversi punti di vista. E' evidente che la pregiudiziale di merito che solleviamo è legata ad altre, che svilupperemo e solleveremo successivamente.
In primo luogo dalle esigenze di ricostruire, nel momento in cui si assumono decisioni talmente rilevanti sulla questione della scuola, come quelle che stiamo qua discutendo, un quadro attendibile a livello nazionale nel quale collocare queste misure.
Voi troverete fra le nostre proposte, neanche sospensive, perché non chiediamo neppure che si sospenda la discussione - decida e proponga il Presidente del Consiglio o la Giunta - la richiesta di un'audizione.
Occorrerebbe invitare, per un colloquio, il Ministro della pubblica istruzione, per capire in quale quadro si collocano le normative che stiamo discutendo.
In particolare la questione dei libri di testo per quanto riguarda il campo dell'obbligo formativo. Il campo dell'obbligo formativo, come sapete è modificato da una legislazione che è intervenuta sul punto, modificando la durata e le caratteristiche dell'obbligo formativo. Ne discuteremo comunque, più precisamente quando discuteremo un'altra legge.
Quando noi siamo in presenza di una legge che accresce l'obbligo scolastico a 15 anni e l'obbligo formativo a 18, è evidente che si pone anche per quanto riguarda la questione dei libri di testo, un problema di adeguamento.
Come sapete la questione dei libri di testo è parte essenziale della discussione sul cosiddetto "paniere", ovvero quali sono le voci che concorrono a definire quelle che sinteticamente, nel disegno di legge n.
252, sono definite "spese per l'istruzione".
Voi sapete che, a seconda che si consideri un solo aspetto o più aspetti e a seconda di quali aspetti vengano presi in considerazione e di questi aspetti vengono considerati, si definisce sostanzialmente, la platea dei beneficiari del progetto di legge del quale stiamo discutendo.
Tutti sapete che un paniere che prende in considerazione esclusivamente le rette scolastiche, si riferisce esclusivamente ad un certo tipo di studenti, di famiglie e di scuole. Poi c'è un paniere che prende in considerazione, oltre alle spese per le rette, altre voci e, tra questa quella dei libri di testo. Sarebbe indubbiamente un allargamento della platea di riferimento.
Qui c'è uno dei punti essenziali. Noi pensiamo che ci sia un sostanziale contrasto fra una scelta regionale di affidare, assegnare l'insieme delle proprie risorse ad una legge che ha le caratteristiche delle quale abbiamo numerose volte discusso e invece una legge che prescrive, per la questione dei libri scolastici, un obbligo di gratuità che, naturalmente, mette in capo allo Stato.
Nel momento in cui entriamo in una fase di legislazione concorrente credo che bisognerà pur discutere come le diverse istituzioni, che concorrono a determinare la politica scolastica, contribuiscano nel quadro delle risorse complessive, determinate e assegnate, a risolvere il problema.
Questo è il senso. Ripeto, se uno legge il titolo "Misure di finanza pubblica per la stabilizzazione e lo sviluppo", pensa che si voglia parlare d'altro. Se, invece, uno prova a sfogliare la legge, che peraltro è allegata al materiale che l'Assessorato ha prodotto, come materiale necessario e utile per la discussione della legge, troverà all'art. 27 un punto che costituisce - l'Assessore lo sa bene - uno dei punti della nostra discussione e del nostro confronto.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252.


MARCENARO Pietro

Esame questione pregiudiziale di merito n. 127, presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Muliere, Placido, Riggio e Suino: "Per incompatibilità con la legge nazionale 17 maggio 1999, n. 144 'Misure in materia di investimenti, delega il Governo per il riordino degli incentivi dell'occupazione delle discipline dell'INAIL, nonché disposizioni per il riordino degli enti previdenziali (art. 68)'"



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Anche in questo caso, se uno legge il testo "pregiudiziale di merito: 'Misure in materia di investimenti, delega il Governo per il riordino degli incentivi dell'occupazione, delle discipline dell'INAIL, nonch disposizioni per il riordino degli enti previdenziali", si domanda cosa c'entri.
Se voi andate a leggere l'art. 68 e l'art. 69 della legge 144 troverete che l'art. 68 sull'INAIL, per come è fatta la legislazione italiana, ha come titolo "obbligo di frequenza di attività formativa".
Mentre, l'art. 69 ha come titolo "Istruzione e formazione tecnica superiore".
Questo è esattamente l'articolo di quella legge con la quale si innalza il periodo dell'obbligo formativo. Infatti, tale articolo al primo comma recita: "al fine di potenziare la crescita culturale e professionale dei giovani, ferme restando le disposizioni vigenti per quanto riguarda.....dell'obbligo all'istruzione... progressivamente istituito a decorrere dall'anno 1999/2000 l'obbligo di frequenza di attività formative fino al compimento del diciottesimo anno di età".
Vorrei ricordare che al punto a), comma 1, dell'art. 2 della legge n.
49, dove vengono indicati gli interventi della Regione, uno degli interventi è quello che riguarda la possibilità di proseguire gli studi per i ragazzi capaci e meritevoli, che non abbiano, tuttavia, i mezzi economici per farlo.
Era questa la formulazione precedente. Lo dico perché quello è uno degli interventi sui quali noi registriamo, nel bilancio della legge n. 49 un minor tasso di impegno da parte della Regione.
L'incompatibilità di merito che solleviamo è molto semplice. Siamo in presenza da un lato di una legge che prescrive l'obbligo dell'attività formativa fino a 18 anni e dall'altro lato un disegno di legge regionale il 252, che invece di finalizzare tutte o parte delle risorse a questa finalità e a questo impegno così importante per le famiglia, in particolare, per quelle in condizioni di maggiori necessità, "distrae" uso questa espressione - le risorse ad altri fini e per altre ragioni.
Pochi giorni fa 18 presidi di istituti tecnici e professionali hanno fatto rilevare che i loro istituti saranno esclusi dalla legislazione che voi avete previsto. Come credo abbiano documentato con una certa precisione, e risulta un settore totalmente scoperto, addirittura più di altri da questo punto di vista.
A noi pare che questo determini un'incompatibilità di merito.
"Legislazione concorrente", a nostro avviso, vuol dire che c'è un quadro di diritti generali dei cittadini sull'istruzione che viene fissato dalle leggi nazionali; un intervento e un'autonomia della Regione, per quanto riguarda le gestioni e le modalità organizzative di questo tipo di esercizio.
A me pare che l'iniziativa che voi prendete, contraddica il quadro generale dei diritti di riferimento.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252. Esame questione pregiudiziale di merito n. 128 presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Muliere, Placido, Riggio e Suino: "Per incompatibilità con la legge nazionale 10 febbraio 2000, n. 30 'Legge quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione'"


PRESIDENTE

Pregiudiziale di merito n. 128.
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

La legge n. 30 del 10 febbraio 2000, come sapete, è una legge quadro in materia di riordino dei cicli dell'istruzione. Credo di non sbagliare, non voglio pretendere che questo sia un giudizio condiviso, ma si tratta di una delle leggi di riforma più importanti approvate nel corso dell'ultima legislatura.
E' una legge che dà sbocco ad un difficilissimo e complicato lavoro di progettazione della riforma della scuola italiana, in particolare della scuola secondaria - ma non solo di quella - che riorganizza intorno alla nuova dimensione dell'obbligo scolastico e dell'obbligo formativo l'insieme di scuola di base e scuola secondaria, definendo un quadro generalmente nuovo dell'istruzione. Era una misura e un provvedimento che il Paese attendeva da molto tempo, che è avvenuto attraverso un confronto difficile sia sul piano culturale, metodologico ed organizzativo, che su quello politico.
Questa legge, segna un mutamento radicale rispetto ai criteri di organizzazione nel campo dell'istruzione nel nostro Paese ed è basata sull'affermazione di un principio nuovo, che vede passare dalla dimensione tradizionale del diritto allo studio - nella versione al sostegno ai capaci, ai meritevoli anche quando privi di condizioni - al molto più ambizioso obiettivo, nel garantire alle persone pari opportunità per il successo formativo.
Questa legge così importante che ha costituito il quadro di riferimento, oggi è sostanzialmente bloccata. Il Ministro alla Pubblica Istruzione, Letizia Moratti, ha, in primo luogo, revocato le circolari applicative della legge di riordino dei cicli. Oggi ci muoviamo in un quadro nel quale a nessuno è dato sapere con esattezza quali siano gli orientamenti del Governo, in particolare del Ministro della Pubblica Istruzione, nel determinare le linee dell'azione politica di governo su questo campo delicato.
Questo costituisce una questione di grande rilievo. Un primo atto formale è stato la revoca delle circolari applicative, ma il secondo è stato quello di lasciare sostanzialmente il provvedimento all'applicazioni della legge di riforma puntando, almeno fino ad oggi, poi vedremo i passaggi successivi, a perseguire una riforma che vada nella direzione esattamente contraria da quella indicata nella legge n. 30 del 2000 attraverso iniziative delle diverse Regioni che affermano questa nuova tendenza.
Assistiamo al passaggio dal diritto all'istruzione, ad una visione della scuola pubblica quale quella che ha orientato fino ad oggi le politiche in questo campo, alla teoria e alla pratica del buono scuola cioè di una scelta che ha come suo presupposto e avrà, alla fine, come suo sviluppo, la fine del ruolo generale e fondamentale che la scuola pubblica ha avuto nel nostro Paese e la sua sostituzione con un diverso sistema nel quale le famiglie sono dotate di una certa quota di risorse sulla base delle quali scelgono dove orientare i figli.
Poiché è terminato il tempo a mia disposizione, riprenderò l'argomento in seguito, perché volevo aggiungere qualcos'altro.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252. Esame questione pregiudiziale di merito n. 129 presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Muliere, Placido, Riggio e Suino: "Per incompatibilità con la legge nazionale 10 marzo 2000, n. 62 'Interventi per il diritto allo studio ed all'apprendimento per tutta la vita'"


PRESIDENTE

Esaminiamo la pregiudiziale di merito n. 129.
La parola alla Consigliera Suino per l'illustrazione.



SUINO Marisa

Siamo nella parte prioritaria e centrale del ragionamento che cerchiamo di fare avendo letto con molta attenzione, sia nella fase in cui formulavamo la nostra proposta di legge, sia nella fase di dibattito e di Commissione, il disegno di legge e i vari emendamenti. Sono due i pilastri sui quali fondiamo il nostro ragionamento. Uno è legato alla compatibilità che deve esservi, secondo noi, con la Costituzione, con i capisaldi della democrazia del nostro Paese, l'altro è la compatibilità che deve esservi con la legge quadro di riforma del nostro Paese.
Ci pare assolutamente assurdo e fuori luogo che si vada proponendo qua e là, in particolare in Regione Piemonte, con un'insistenza che ha dell'inusuale, un provvedimento che non tiene conto, in alcun modo, di quello che già è stato riconosciuto ed attuato da una legge di Stato, la legge 62 del 10 marzo 2000: "Norme per la parità scolastica e disposizioni sul diritto allo studio e all'istruzione".
Poiché siamo convinti nel ravvisare questo tipo di pregiudiziale, mi limito a citare un passaggio che è la dimostrazione dell'assioma sul quale fondiamo la nostra proposta e, di conseguenza, il nostro ruolo e lavoro di opposizione: quello del sistema scuola.
La grande capacità che è stata introdotta e sostenuta dalla legge 62 è quella di aver portato a compimento una riforma. Sappiamo come e quanto sia difficile muoversi nell'ambito della politica e della burocrazia nel nostro Paese con riforme di vario genere, a maggior ragione una riforma nell'ambito dell'istruzione.
C'è stata, quindi, una scelta coraggiosa che ha portato a questo risultato; c'è stata la capacità di dialogare e concertare, cosa che non esiste più nell'attuale situazione di Governo. L'abbiamo sentito, ai vari livelli, dai vari Ministri, l'ultimo credo sia stato il Ministro Maroni che ha dichiarato con estrema brutalità che la concertazione è saltata a tutti i livelli.
La stessa situazione l'abbiamo verificata nelle scelte che il Governo di centrodestra della Regione Piemonte sta portando avanti, poich l'Assessore Leo - che di suo utilizza normalmente delle metodologie e degli approcci di dialettica - su questa partita ha deciso che la concertazione non doveva avvenire, ha ascoltato le parti - in particolare i sindacati fuori tempo utile ed ha rimandato a quello che sarebbe stato il provvedimento.
In un clima di questo genere, a maggior ragione - consentitecelo sosteniamo e difendiamo il passo importante che è stato compiuto dal precedente Governo, che ha saputo portare una legge di riforma in un ambito delicato e complesso, che vede mine da tutte le parti, quale quello della scuola.
Questo ragionamento è stato fatto a livello nazionale, attraverso la legge 62, con grande attenzione alla modernità, alla flessibilità, ad un mondo che fa anche parte di altre categorie. La legge 62, infatti, prevede un'apertura significativa di riconoscimento, di sostegno, di approvazione di appoggio, di integrazione della scuola privata, disciplinandola.
Assessore, io sono una di quelle insegnanti di Stato che ha fatto la promessa e il giuramento, perché così veniva richiesto ai miei tempi, non essendo io più molto giovane! Ti facevano promettere - e si promettevano cose tremende allo Stato italiano! - e poi si passava al giuramento. A quel punto, eri "fatto", cioè eri assolutamente confezionato. So molto bene dunque, che certe promesse e certi giuramenti impongono una sorta di grande rispetto del ruolo che si deve avere in un comparto pubblico, ma so altrettanto bene che ci si muove in un sistema che ha la propria forza per reggersi con equilibrio e flessibilità.
Il tempo è tiranno, quindi devo assolutamente accelerare il ragionamento. La legge 62, all'art. 1, recita: "Il sistema nazionale di istruzione, fermo restando quanto previsto dall'art. 33, secondo comma della Costituzione - quelle pregiudiziali sulle quali già ci avete detto niente - "è costituito dalle scuole statali e dalle scuole paritarie private e degli Enti locali. La Repubblica individua come obiettivo prioritario l'espansione dell'offerta formativa e la conseguente generalizzazione della domanda di istruzione, dall'infanzia lungo tutto l'arco della vita".
Mi fermo qui perché non voglio usare la lettura di un testo solo per impegnare il tempo, ma questo primo comma dell'articolo fondamentale della legge di riforma è chiaro. Esso dà una cornice di grande respiro, ma di sistema.
Termino il mio intervento con una convinzione: il disegno di legge non rispetta quella cornice e non fruisce sufficientemente di quelle opportunità che la legge di riforma ci ha dato. Grazie.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252.


SUINO Marisa

Esame questione pregiudiziale di merito n. 130, presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Muliere, Placido, Riggio e Suino: "Per incompatibilità con il DPR 30 aprile 1997 'Uniformità di trattamento sul diritto agli studi universitari, ai sensi dell'art. 4 della legge 390/91'"



PRESIDENTE

Passiamo all'esame della pregiudiziale n. 130, presentata dal Consigliere Marcenaro ed altri.
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie, Presidente. Trattandosi della stessa materia, riprendo l'illustrazione svolta precedentemente, riguardante il diritto allo studio universitario.
I colleghi o l'Assessore dovrebbero avere la voglia, l'interesse o la compiacenza di andare a rivedere l'articolo in questione - mi riferisco alla legge 390/91. Sono state apportate alcune modifiche al merito, ma non quelle estensive che interpretava l'Assessore Leo, perché tutta una serie di competenze, anche economiche, sono ancora gestite dal Governo nazionale pur con le grandi novità apportate, confortate anche dal voto di domenica scorsa.
L'art. 4 demanda al Governo il compito di stabilire i criteri per la determinazione, nel merito, delle condizioni economiche degli studenti, al fine dell'accesso ai servizi, ecc. Demanda, altresì, il compito di stabilire le tipologie minime e dei relativi livelli degli interventi che le Regioni devono attuare per rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, per la concreta realizzazione del diritto allo studio, ecc.
Abbiamo presentato questa pregiudiziale di merito per incompatibilità perché il disegno di legge che voi presentate è assolutamente non in sintonia, è l'opposto di ciò che è previsto in quanto ho indicato.
E' un disegno di legge che ha come obiettivo, non la rimozione degli ostacoli che non riconoscono a tutti gli studenti il diritto allo studio ma quello di conferire, principalmente - con la dicitura "quasi esclusivamente" - a chi ha già.
Non ho usato il termine "completamente", ma "quasi esclusivamente".
Infatti, come ho già detto, il problema non verte sui 140 o 120 milioni perché l'intervento è su un numero ristrettissimo di persone che stanno già frequentando le scuole private.
Come ha sottolineato anche la collega Suino, riguardo alla precedente pregiudiziale sulla legge 62, l'Assessore Leo ha presentato in Commissione un emendamento relativo al comma 7, dove è chiaro che ci si riferisce esclusivamente a quella parte di scuole private che non hanno accettato di usufruire della legge nazionale 62 della parità.
Ecco perché, se si entra nel merito, non a tutte le scuole, non per rimuovere gli ostacoli, non per rimuovere le cause, non per favorire, ma per riconoscere a chi ha già e che, per sua fortuna, ha già in misura più che sufficiente; mi auguro che tutti possano avere redditi miliardari, ma quando si parla di redditi da 120-140 milioni, se anche qualcuno decidesse di scegliere legittimamente di iscrivere i propri figli alla scuola privata è assolutamente nelle condizioni di potersela pagare, mentre compito dello Stato e delle Regioni è quello di rimuovere gli ostacoli per mettere tutte le famiglie nelle condizioni di poter frequentare la scuola. E lei sa che la nostra Regione non è certamente al primo posto per percentuale di frequentazione, anzi.
Gli sforzi e gli interventi dovrebbero andare nella direzione opposta rivolgendosi, se non a tutti, ai più; lei, invece, si rivolge ai meno.
Io continuo a restare sorpreso e anche esterrefatto, perché lei viene da una cultura che si rivolge ai bisognosi, mentre in questo caso si rivolge a chi ha già; non so cosa sia successo, ma non si tratta di un fumetto del genere " fantasy", Assessore: questa è la realtà.
Noi siamo nella realtà per cui, invece di rivolgere i provvedimenti a chi ne ha più bisogno, al maggior numero di persone possibili, per rimuovere le cause che determinano la difficoltà di frequentare le scuole pubbliche o paritarie, lei pensa di investire risorse notevoli verso chi ha possibilità economiche che gli permettono di spendere anche 6-7-8 milioni di rette (perché poi si riferisce solo alle rette).
Abbiamo citato l'art. 4 della legge 390 del '91 che fa specifico riferimento ai compiti del Governo da una parte e delle Regioni dall'altra di rimuovere le cause e gli ostacoli che non mettono le famiglie nelle condizioni di poter accedere all'istruzione in tutto il corso della vita.
Questo è il motivo assolutamente di merito che ci ha portato a presentare questa pregiudiziale di incompatibilità rispetto al DPR 30 aprile 1997.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

L'ultima proposta di pregiudiziale riguarda l'incompatibilità con la tutela della persona e degli altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali - legge nazionale 23 dicembre 1996.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

No, a proposito della n. 112 faccio una ricerca, perché qui non ce l'ho.



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Non c'è problema, ma non ho questo testo; ho soltanto più la n. 123 che era stata posposta.



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Suino; ne ha facoltà.



SUINO Marisa

Intervengo sull'ordine dei lavori, perché noi avevamo inteso che si sarebbe proceduto con l'illustrazione di alcune pregiudiziali, richieste di incompatibilità o comunque provvedimenti di questo tipo (si parlava di 7-8 documenti, una decina forse in taluni casi, forse anche qualcosa in meno, 4 5 per volta); dopodiché, si sarebbe ottenuta una risposta nel merito concludendo con un voto questa argomentazione.
Quindi - ripeto - prima questione: eravamo convinti che vi sarebbe stata, ad un certo punto, come nelle altre giornate, un'interruzione nel merito per avere un minimo di risposte.
Chiaramente la situazione è diversa e se lei ci dice che ne discuteremo 50-100-200, senza interruzione, non c'è problema: ci si attrezza, anche perché nel frattempo se ne scrivono altre.
Seconda questione. Avevamo lasciato in sospeso la n. 123; dopodich se avevamo capito bene da quanto ha detto il Presidente in apertura, per potrebbe essere una nostra interpretazione soggettiva - si saremmo fermati per sentire le risposte di quel blocco; poi si sarebbe ricominciato con un altro blocco e la relativa illustrazione.
Ci spieghi solo come pensa di procedere.



PRESIDENTE

Il meccanismo è il seguente: ci sono alcune ulteriori proposte di pregiudiziale - ma mi dicono che il Presidente lo ha già comunicato - che segnalano delle incompatibilità con leggi regionali. E' stato già detto che quelle non sono...



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Ma il n. 112 non ce l'ho proprio! Mi dicono che l'abbiamo già esaminato con le altre pregiudiziali di legittimità! Adesso faremo una ricerca.
Sospendo un attimo i lavori, perché così non riesco a capire.



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Possiamo parlare sospendendo due minuti, perché non ho gli elementi.



(La seduta, sospesa alle ore 16.48 riprende alle ore 16.50)


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252. Esame questione pregiudiziale di merito n. 123 presentata dai Consiglieri Marcenaro, Manica, Muliere, Placido, Riggio e Suino: "Per incompatibilità con la legge nazionale 24 dicembre 1996, n. 675 'Tutela delle persone e di altri soggetti rispetto al trattamento dei dati personali (art. 27)'"


PRESIDENTE

La seduta riprende.
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione della pregiudiziale di merito n. 123.



MARCENARO Pietro

Mi scuso con i colleghi e con l'Assessore se invece di illustrare il n.
123 - che a questo punto lasciamo cadere - uso questo tempo per porre invece una questione - ripeto - che riguarda il n. 112, che è già stato affrontato, ma si consideri illustrato il n. 123.
Tutti sappiamo cos'è il D.lgs. 112, la legge 59, le deleghe, i problemi che questo comporta, il fatto che dopo la normativa Bassanini c'è stata la riforma del Titolo V della Costituzione, che sarà promulgata nei prossimi giorni dopo il referendum, ecc., ecc.
Però, oltre ai vari aspetti, di cui abbiamo già discusso ieri, (questo problema lo abbiamo infatti sollevato l'altro giorno parlando dell'art. 117 della Costituzione e dell'art. 138 della Costituzione, quindi ponendo anche una questione di procedura di modifica costituzionale), mi interessa fermarmi un secondo e richiamare l'attenzione dell'Assessore sull'art. 138 del D.lgs. 112, in particolare sul comma primo, punto e).
Al comma 1, punto e) dell'art. 138 del D.lgs. 112, indicando le funzioni amministrative delegate alle Regioni, viene indicato - leggo letteralmente - "i contributi alle scuole non statali".
Dico questo perché, se fosse possibile, vorrei tentare, anche utilizzando questa discussione, di fare un passo in avanti (se riusciamo!) nel confronto politico.
Qui si legge: contributo alle scuole non statali. Cosa significa? Significa che la Regione, nell'ambito e nei limiti previsti della Costituzione, è autorizzata a dare contributi alle scuole non statali. E' scritto esattamente così.
Questo vuol dire, caro Assessore, che io vi chiedo di cercare il modo se volete finanziare delle scuole private, visto che lei dice che c'è un problema di trovare risorse per le scuole cattoliche, di farlo per la via principale.
L'unica esperienza di legislazione regionale che noi abbiamo a questo proposito, che deriva da una complicata interpretazione della scuola per l'infanzia, che la colloca in realtà fuori dal sistema vero e proprio dell'istruzione, è la legge sulla scuola materna, se non mi sbaglio del 1997 (non vorrei sbagliare le date), con la quale noi, senza trovare via di mezzo, stabiliamo direttamente un finanziamento alla scuola materna privata e alla condizione... mi pare che la legge dica "per mettere tutti i cittadini nella stessa condizione", in modo che possano accedere alla scuola materna privata alle stesse condizioni alle quali potrebbero accedere ad una scuola materna pubblica. Se non mi sbaglio, questo è nelle finalità della legge, se ben ricordo viene descritto all'incirca così. Cosa vuole dire questo? Potrei avere una risposta su cosa significhi, secondo la vostra interpretazione, questo punto e) del comma 1 dell'art. 138? E perché, visto che la legge vi conferisce il potere di finanziare direttamente le scuole non statali, evidentemente in una misura e in una modalità prevista dalla Costituzione, non ricorrete direttamente a questo punto e), se c'è un problema di finanziamento, cioè non lo fate per la via maestra? Come abbiamo avuto già occasione di dire in Commissione, per quanto riguarda il nostro Gruppo, non è che siamo sordi e insensibili se esistono delle istituzioni rilevanti dal punto di vista dell'attività didattica, ma addirittura se esistono, in certi casi, eminenti istituzioni culturali della società piemontese. Ora, se queste istituzioni sono in crisi, non è che non si possa pensare di intervenire in qualche modo con misure di sostegno nell'ambito della legge, ma perché mischiate una cosa del genere con una proposta come quella dei buoni-scuola che ha, invece, un effetto stravolgente sull'insieme delle concezioni del diritto allo studio? Ci tenevo a parlare su questo punto, perché indica un'altra possibilità per affrontare un problema. Vorrei che questa possibilità fosse presa in considerazione come una strada possibile, perché se c'è una possibilità in questo quadro, visto che la legge lo dichiara ed esistono le forme nelle quali questo può avvenire senza introdurre misure che, per le loro caratteristiche, noi riteniamo inaccettabili, credo che questo potrebbe aprire un terreno di confronto e liberare tutto il campo del diritto allo studio ad un'altra prospettiva.
Questo è il senso in cui noi vogliamo sollevare una questione che riguarda l'applicazione del 112, stando a questo esatto punto e chiedendo che su questo ci sia una valutazione.



PRESIDENTE

Credo che la sollecitazione possa avere seguito nell'ambito della normale procedura regolamentare, perché abbiamo concluso la presentazione delle pregiudiziali di illegittimità e adesso dobbiamo svolgere sull'insieme di questo gruppo di pregiudiziali, il dibattito con l'intervento previsto per ogni Gruppo nell'ambito dei dieci minuti naturalmente è previsto anche l'intervento della Giunta, che ha la possibilità di intervenire, sempre ai sensi del Regolamento. Quindi l'Assessore può intervenire nell'ambito delle facoltà previste.



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Se l'Assessore desse prima un quadro delle sue risposte, anche il dibattito sarebbe più facile.



PRESIDENTE

Difatti stavo proponendo che, prima del dibattito, ci fosse l'intervento dell'Assessore sulle dodici pregiudiziali che costituiscono l'oggetto di questa discussione.
Assessore, se per lei va bene, ci sarebbe la condivisione dell'opportunità che lei svolga il suo intervento su queste dodici o tredici pregiudiziali prima del dibattito, perché molte cose possono essere...


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Questione incidentale (ai sensi dell'art. 63 del Regolamento del Consiglio regionale) sollevata relativamente all'assenza in aula del Presidente della Giunta regionale, Ghigo


PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono) Chiedo la parola sull'ordine dei lavori, Presidente.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Presidente, nella discussione ho cercato di interloquire e di trovare nel modo un po' particolare in cui il nostro confronto avviene, gli elementi di merito che permettano comunque di illustrare delle posizioni e di cercare, nella misura possibile, un dialogo.
Vorrei sottolineare, però, Signor Presidente, che siamo in un passaggio politico abbastanza delicato e complesso che, naturalmente, riguarda me, ma anche, mi pare, i rapporti politici e una decisione su cosa si voglia fare.
Io trovo, ripeto, con tutto il rispetto e la stima verso l'Assessore Leo al quale mi sono rivolto per cercare un dialogo, che l'assenza del Presidente della Giunta regionale a questa discussione costituisca un problema, perché se noi intendiamo affrontare e ricercare le vie affinch il nostro dibattito diventi fruttuoso, a mio avviso è necessario che la politica assuma le sue responsabilità e che cerchi una partecipazione.
Per questo motivo, chiedo che il Consiglio regionale richieda la presenza del Presidente Ghigo a questa discussione, come una presenza importante nello sviluppo del confronto delle discussioni.
Formalmente, posso trasformarla in una preliminare e chiedere una discussione su questo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Anch'io penso che le cose dette dal collega Marcenaro adesso rappresentino, ancora una volta, il tentativo di far uscire dalle secche una discussione che, certe volte, a noi pare venga un po' snobbata dalla maggioranza.
Io non ho mai affermato che si tratti di un confronto facile, perché le differenze di giudizio su questo provvedimento sono parecchio profonde. Ma proprio per questo, se la maggioranza intende uscire da questa situazione di stallo, diventano molto importanti le posizioni politiche che si tengono in quest'aula. Se la maggioranza manca della posizione politica che rappresenta la volontà di un confronto, noi stiamo fermi. E allora, la richiesta di Marcenaro, che è fatta in termini non regolamentari - il Regolamento non serve a nulla - di fronte alla sordità della maggioranza si trasforma nella sospensiva o pregiudiziale, ma non è questo, se interpreto correttamente, che noi vogliamo presentare, cioè ancora una pregiudiziale in più. Noi vorremmo avere il Presidente Ghigo qua per poter discutere con lui. Ma oltre al Presidente Ghigo, vorremmo anche avere una maggioranza perché sui giornali si legge la dichiarazione: "Vogliamo fare questa legge", ma poi, se qua in aula non vi vediamo presenti, capite che sì volete farlo, ma poi non vi presentate in aula all'ora giusta...



(Brusìo in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Collega Cattaneo, ti ringrazio di essere venuto, perché ho una notizia da darti!



CHIEZZI Giuseppe

CATTANEO Valerio (fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

Ho sentito all'altoparlante l'intervento del Consigliere Marcenaro e allora ho ritenuto di rientrare. Adesso ti metti anche tu...



CHIEZZI Giuseppe

Ho una notizia da darti, collega Cattaneo.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei ormai ha usucapito, come dire, il diritto ad alcune protrazioni, ma non ne approfitti! So che le utilizzerà con la dovuta prudenza.



CHIEZZI Giuseppe

Non avevo voglia di parlare. Se lei me lo dice, io sto zitto. Sto cercando di dare una mano e la mano che do è quella di chiedere alla maggioranza, se tiene tanto al suo provvedimento, di riempire quest'aula di intervenire, di dire la sua, di dimostrare, con i fatti, che questo provvedimento lo vuole fino in fondo! Invece, Consigliere Cattaneo, la notizia che le do è questa: dall'inizio di questa legislatura sa quante ore (ho un po' di esperienza, perciò ho detto ai miei uffici "Facciamo delle cose di routine, segniamo tutte le ore che si perdono per ritardi dell'inizio della seduta) abbiamo perso? Abbiamo perso circa cinquanta ore! Dall'inizio della legislatura a oggi abbiamo perso circa cinquanta ore! Cinquanta ore per ritardi all'inizio delle sedute! Sono otto sedute di Consiglio! Volete essere presenti, e discutere? Sarebbe il segno di una partecipazione, di una volontà politica. La mia opinione è che questo provvedimento, così contrastato, se ha una via di uscita può trovarla nella comunanza di una presenza politica in aula, in una discussione generale.
Non certo come accade adesso, con la Giunta che non c'è, il Presidente Ghigo che se ne va e l'Assessore Leo che sta lì, inchiodato, a dire di sì con la testa e a farsi venire un crampo! L'Assessore Leo è l'unico che c'è però non può risolvere niente, da solo! Se si è tutti presenti, invece, il confronto cresce, e crescendo il confronto nascono delle idee, e nascendo delle idee si va avanti! Io non vedo nessun avanzamento, e quando sento altri colleghi - come le colleghe Manica e Suino - parlare del deserto, mi dico che stiamo facendo passi indietro, perché questo snobbare le nostre ragioni (...) Saremmo noiosi, prolissi, saremmo quel che saremmo, ma state qua a dircelo, a segnalarcelo! Vivete insieme a noi questo momento, perché alla fine ne usciremo bene da questa situazione! Non crediate di uscirne dicendo semplicemente "Beh", perché anche così fareste il ragionamento del "tanto peggio, tanto meglio", e anche questo è un atteggiamento non costruttivo.
Non potete continuare col: "Lasciamo che parlino, che facciano pure, glielo diremo che non ci lasciano lavorare". Non si fa così, non ne usciamo!



PRESIDENTE

La Presidenza ha catalogato questa discussione come incidentale, ai sensi dell'ultimo comma dell'art. 63 del Regolamento del Consiglio regionale.
Naturalmente deplora la perdita di cinquanta ore di lavoro (non lo sapevamo, così come credo che nessuno lo sapesse) e apprezza tutti gli inviti ad uno sviluppo costruttivo della vita e dei rapporti del Consiglio regionale. In merito alla proposta del Consigliere Marcenaro, relativa alla presenza del Presidente Ghigo, comunico che il Presidente Ghigo oggi è in congedo ed è sostituito dall'Assessore Cavallera, al quale do pertanto la parola per la risposta sollecitata. Se poi sarà necessario metteremo in votazione la proposta conseguente, altrimenti proseguiremo normalmente con i nostri lavori.



CAVALLERA Ugo, Vicepresidente della Giunta regionale

Prima di tutto credo occorra ringraziare i colleghi presenti in aula.
Noi non disponiamo delle statistiche a cui prima faceva riferimento qualche Consigliere, però mi sembra che oggi i lavori si siano svolti con le dovute garanzie di presenza: non era presente solo la minoranza ma anche la maggioranza! Nel merito, credo che il lavoro da fare sia molto. Mi sembra sia già iniziato - qualche Consigliere l'ha detto - il confronto di "merito", e che quindi punto per punto si proceda all'illustrazione per poi procedere all'adempimento del voto.
Il Presidente Ghigo è assente, ma è assente naturalmente nell'interesse della nostra Regione: non dimentichiamo che avere il nostro Presidente come Presidente della Conferenza dei Presidenti di Regione può essere, da un lato, un onere ma è, dall'altro, anche una grossa opportunità. Oggi, per esempio, è in corso il confronto col Governo sulla Legge finanziaria. Noi abbiamo parecchie aspettative, comprese le risorse da garantire per una serie di emergenze, non ultima quella della scorsa alluvione. Il Presidente Ghigo - avendo, nel limite del possibile, tutti i suoi Assessori schierati è assente perché è comunque a Roma a rappresentare tutti noi per un impegno inderogabile da parte del Governo.
Nel corso dell'iter previsto possono senz'altro avvenire quei colloqui quegli incontri o lo scioglimento di quei nodi politici per la cui soluzione può, forse, essere utile l'esatta definizione delle diverse posizioni esposte in questi giorni. Per questo ritengo che non sia assolutamente incompatibile il proseguimento del nostro lavoro e l'ipotesi di un confronto, anche perché così risulta dalle indicazioni emerse in sede di Conferenza dei Capigruppo.
C'è un lavoro da fare, per il quale il giorno deputato era giovedì: andiamo avanti! Il Presidente Ghigo, anche se oggi è assente, risiede sempre a Torino rientra a Torino e ha sempre la possibilità di dialogare e sciogliere i nodi politici. In questo senso posso garantire tutta la sua disponibilità la sua attenzione e il suo impegno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Vorrei dire, anche a nome del collega Chiezzi, che noi non formalizziamo nessuna richiesta. Abbiamo preso atto delle cose dette dall'Assessore Cavallera. Però, dico anche che qui non si tratta di "bollare la cartolina": il problema è sciogliere una situazione difficile svolgere un ruolo politico esplicito e diretto che, secondo noi spetterebbe al Presidente della Regione.
Noi adesso non formalizziamo niente, ma diciamo però che nei prossimi giorni questo sarà uno degli elementi di valutazione per la prosecuzione di questa discussione, e che ci riserviamo dunque, su questo punto, di riproporre la questione.



PRESIDENTE

L'Assessore Cavallera mi segnalava adesso la sua disponibilità, nei limiti del possibile, ad un confronto nel merito. La nostra procedura regolamentare lo permette, anche se si tratta, come dire, di "un rituale" che obiettivamente affatica parecchio. In ogni caso, è compito della Presidenza raccogliere le sollecitazioni che vengono dall'aula affinch nell'ambito del rispetto regolamentare, si arrivi, dal confronto, al miglior risultato possibile.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Non interverrò a difesa del Presidente Ghigo: potrei fare una difesa d'ufficio ma, sulle sue posizioni, ha già parlato il principe del foro quindi non intendo aggiungere nulla a quanto ha detto l'Assessore Cavallera, peraltro Presidente di turno della Giunta.
Voglio però fare questa considerazione.
Consigliere Chiezzi, gli uffici del nostro Gruppo sono un po' più preparati sulla statistica. Hanno, per esempio, una statistica delle ore che abbiamo perso, a nostro giudizio (a netto di quel poco lavoro che siamo riusciti a trovare) su migliaia di emendamenti presentati, su procedure di Commissioni ed in aula. Le ore al netto, se non hanno sbagliato, erano 68...



(Commenti dai banchi della minoranza)



CATTANEO Valerio

No, erano già state tolte, erano in tutto circa 80-85, ma sono state tolte circa 20 ore di lavoro che abbiamo trovato in quell'opzione.
Mi riferisco, per esempio, alla presentazione di tutte quelle richieste d'inversione degli ordini del giorno su cui abbiamo perso un giorno abbondante di lavoro. Tra l'altro, tali richieste si sono poi rivelate figlie di un'attività strumentale, essendo state ampiamente ritirate.
Comunque, sono rimaste agli atti, e ciascuno può andarle a riguardare e fare su esse la valutazione che meglio crede.
La Giunta è un organo collegiale ed è ben rappresentata: c'è un Presidente di turno, che è l'Assessore Ugo Cavallera, e c'è l'Assessore competente del provvedimento, Giampiero Leo. Stamattina era presente l'Assessore Racchelli, insieme con l'Assessore Burzi, che si trova ancora qui, nell'ufficio affianco, a lavorare con l'Assessore Ferrero. Dunque non si può dire che la Giunta non sia presente: è un organo collegiale (lo sapete, non devo insegnarvelo io, che sono l'ultimo arrivato), è formalmente presente con il suo rappresentante ufficiale e con l'Assessore competente. Se è vera la questione del Presidente Ghigo, altrettanto vero è che, ormai, questa questione emerge, da un anno e mezzo, tutte le volte che c'è seduta di Consiglio!



(Commenti dai banchi della minoranza)



CATTANEO Valerio

Questa è la Casa delle Libertà, i Consiglieri possono anche ridere degli interventi del proprio Capogruppo, a differenza vostra.



(Voci in aula)



CATTANEO Valerio

Se Atene piange Sparta non ride; le divisioni ormai nell'opposizione sono evidenti, così come le divisioni all'interno del Gruppo dei Democratici di Sinistra.
Ho particolarmente apprezzato ieri l'intervento della Consigliera Suino che non era in linea con l'intervento del suo Capogruppo, ma credo che questo sia anche un valore. Voi da anni sostenete che nelle diversità ci sono dei valori sui quali confrontarsi.
E' stata più volte richiamata l'assenza del Presidente Ghigo sottolineo, come è stato detto dall'Assessore Cavallera, che Ghigo è anche Presidente della Conferenza Stato-Regioni...
Presidente, ho delle difficoltà a continuare l'intervento.



PRESIDENTE

Prego i Consiglieri di non disturbare.



CATTANEO Valerio

Credo che il Presidente Ghigo abbia dimostrato, Consigliere Chiezzi nei fatti, che quello che voi avete detto dieci minuti fa, è profondamente falso.
Pensiamo a quanto è avvenuto in Commissione. In quella sede ci siamo confrontati sul merito e siamo giunti a trovare, se non delle soluzioni posizioni diverse.
Ieri avete presentato le pregiudiziali costituzionali. Tutti i Capigruppo, cominciando dal Consigliere Deorsola, sono intervenuti nel merito delle pregiudiziali costituzionali, con interventi anche di valore come quelli dei Consiglieri Galasso e Brigandì.
Quindi non potete dire che rifiutiamo di confrontarci nel merito.
Consigliere Chiezzi, se ci dici che parliamo poco, il meno possibile ti rispondo che hai ragione. Questo perché sono state presentate circa duecento richieste di inversione di punti all'o.d.g.; il provvedimento è ritornato all'esame della Commissione; il provvedimento ritorna in aula e ci sono le pregiudiziali di legittimità costituzionale, di cui cinque o sei hanno un valore, mentre le altre...Inoltre, sappiamo che da martedì dovremmo affrontare oltre 420 questioni preliminari.
Voi capite che per un'economia di tempo, visto che questa è la situazione, si è deciso di intervenire il meno possibile.
Intervengono tutti i Capigruppo di maggioranza, quindi credo che, sotto l'aspetto politico, sia un atto di attenzione e di correttezza istituzionale. Spero non pretendiate l'intervento di quaranta Consiglieri "facendosi male", in termini di interessi di maggioranza, visto che abbiamo il fine politico di approvare questa legge. Non vogliamo certo fare dell'autostruzionismo, questo no! Su questo noi abbiamo la coscienza tranquilla e siamo sicuri di operare bene.



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Cattaneo per aver contribuito con pacatezza al dialogo sollecitato, entro i limiti che naturalmente gli interessi della sua parte le consentono.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Signor Presidente, avevo preparato alcune battute, ascoltando i colleghi che hanno svolto degli interventi seri. Rinuncio a queste battute ne salvo una sola, ispirata dal Consigliere Placido, quando ha invocato Beatrice; mi è sovvenuto il ricordo del poeta che diceva "il rossore costituisce un bell'ornamento al silenzio."



(Commenti in aula)



GALASSO Ennio

In effetti, l'invito che viene rivolto alla partecipazione in aula, per portare dei contributi, ha un respiro di serietà.
Però non dobbiamo riempire questi nidi di astrattezza, li dobbiamo riempire di concretezza. La discussione svolta finora, pur muovendo da alcune questioni serie come le pregiudiziali, quando sale sopra le righe quando è esuberante, viene meno la portata e il significato di un contributo che apparentemente sembra serio. Si parte da un pretesto serio per costruire una vicenda ostruzionistica che, ovviamente, è meno gradita e che, purtroppo, determina, proprio per le ragioni che diceva prima il Consigliere Cattaneo, una sorte di omissione, da parte della maggioranza per non alimentare la fiamma ostruzionistica.
Quindi se non riconduciamo la discussione su un piano rigoroso, in questo Consiglio si determina un vulnus. L'ho già detto in sede di Conferenza dei Capigruppo che su questo ci batteremo se non troveremo una soluzione rigorosa.
Tutto ciò ci sta allontanando dall'esame del disegno di legge. Se la maggioranza subisce, e quindi diventa un danno la mancanza di produzione legislativa, per la maggioranza non è soltanto un problema di immagine, non è soltanto una violazione del patto con gli elettori, diventa una lesione per questo Consiglio regionale, questo è il punto.
Le pregiudiziali di merito sono significative di un lavoro di ricerca di applicazione, ma questo non vuol dire che sono feconde.
Il calzolaio che lavora male, impiega più tempo del calzolaio che lavora bene, non per questo il prodotto è migliore.



GALASSO Ennio

CONTU Mario (fuori microfono)



GALASSO Ennio

Chiedo la parola per questione incidentale.



PRESIDENTE

Mi consenta, erano stati posti dei quesiti da alcuni Consiglieri dell'opposizione. Ci sono state le risposte da parte della maggioranza.
Ripeto, era un dialogo richiesto, ha avutouna sua definizione dopodiché è nel suo diritto porre altre questioni incidentali. Credo che lo farà, Consigliere Contu, come sempre nel rispetto dei limiti regolamentari.
La parola al Consigliere Contu.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Voglio sollevare una questione incidentale perché mi sento pesantemente chiamato in causa. Dai banchi della maggioranza oggi arriva un'accusa che mi sento di respingere in modo sdegnato. Questa accusa è stata provocata da un intervento dei Consiglieri dell'opposizione che accusano il centrodestra di essere assente rispetto al dibattito e, soprattutto, accusano dell'assenza del Presidente Ghigo. Su questo concordo. Ritengo, invece, che gli interventi che ho sentito da quei banchi, siano sicuramente di altro profilo, si pongono su una questione ideale, coerente con il loro programma elettorale, resta, in modo certamente preoccupante, di basso profilo, il contenuto della legge che propongono...



PRESIDENTE

Mi consenta, Consigliere Contu, questo argomento è largamente estraneo all'incidentalità, comunque ha ancora due minuti a disposizione.



CONTU Mario

Siccome l'accusa che ci viene rivolta è di fare ostruzionismo, respingo in modo sdentato tutto questo e dico che il Regolamento d'aula è un Regolamento sovrano. Per chi è all'opposizione, per sollevare le questioni di merito, resta come l'unico strumento per sollevare il livello del dibattito e per spostare il contenuto della legge. Se la maggioranza continua a fare discorsi di altro profilo e mantenere immutato il basso profilo della legge, è evidente che ci chiamano continuamente in causa. Si rimuova la questione della libera scelta educativa.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Riesame disegno di legge n. 252: "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 20 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'art. 45 del DPR 24 luglio 1997, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)" (ai sensi dell. 34, comma 6, del Regolamento) - Esame questioni pregiudiziali di merito


PRESIDENTE

Esaurite le questioni incidentali, apro la discussione generale sulle 12 questioni pregiudiziali di merito. Ricordo che è previsto e consentito un intervento per ogni Gruppo per dieci minuti, comprensivi anche della dichiarazione di voto. Se ci sono delle richieste di intervento, cerco di disporle in modo da alternare e da creare il massimo di intrattenimento possibile, non ho altre risorse.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Ma l'intervento è comprensivo di dichiarazione di voto?



PRESIDENTE

L'intervento è comprensivo delle dichiarazioni di voto, dieci minuti per ogni Gruppo.
La parola all'Assessore Leo sulle pregiudiziali di merito illustrate.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Ho seguito con attenzione tutti gli interventi dei Consiglieri. Quello che voglio dire come prima cosa, e la dico con molta convinzione anche se può sembrare, i colleghi mi perdoneranno, un po' ironica, è che considero molto importante gli interventi svolti: sono un contributo preziosissimo per un lavoro che ho annunciato in Commissione che dovremo fare sul diritto allo studio su un testo unificato. Anche il Consigliere Marcenaro lo diceva bene una volta: appurate le indicazioni del Ministro Moratti. Fra l'altro ho ricevuto richiesta di partecipare alla delegazione del Ministro Moratti mi sono reso aperto e disponibile ad incontrare quella delegazione più ampia perché più si ascolta e meglio si capisce.
Ha ragione il Consigliere Marcenaro: bisogna capire in quale contesto generale ci poniamo. Questo progetto interessa molto, per questo ho chiesto immediatamente un incontro ufficiale per tutto questo ragionamento. Dato il tono a volte un po' scherzoso e a volte un po' ironico che uso con me stesso, può sembrare faceto, ma è vero, questi contributi non ci sarebbero stati, se non avessimo fatto questo dibattito. Questo dibattito è prezioso sta dando grandi contributi e, lo dico in termini un po' scherzosi, fa anche risparmiare alla Regione soldi in consulenti. Ripeto, il contributo che viene dato è veramente prezioso. Non posso dire di non condividere le questioni poste dal Consigliere Riggio, ma, secondo la nostra interpretazione, è "sbagliato il bersaglio". Non è questa la legge con cui vogliamo ricomprendere il significato della riforma e tutto il diritto allo studio.
Devo ringraziare i Consiglieri, soprattutto il Consigliere Marcenaro che in Commissione hanno portato una chiarificazione su questo: è stato utile, Consiglieri Marcenaro e Manica, andare in Commissione. Se avessimo proceduto sulla strada della riforma sul diritto allo studio, sarebbe stato ambiguo. Invece è chiaro che noi vogliamo fare una legge, come sosteneva il Consigliere Cattaneo, che aiuti la libertà di scelta. Cerco di essere onesto nelle dichiarazioni, poi sono condizionato dalla mia storia e dalla mia cultura, ma cerco di essere onesto almeno quanto sono stati i Consiglieri questa mattina. Come sono stati onesti e propositivi i Consiglieri Suino e Placido sul dibattito di Experimenta, di cui hanno un gran merito se questo progetto si realizzerà.
Devo riconoscere che quanto è stato detto è un patrimonio prezioso che intendo capitalizzare, ma su un ragionamento - questa è una nostra scelta complessivo, per una riforma sul diritto allo studio che vorrà e cercherà di dimostrare e che ha l'onere, non solo l'onore, per esempio al Consigliere Tapparo con cui ho sempre interloquito volentieri, che noi pensiamo nei termini di centralità della scuola statale e pubblica, del sistema legato alla formazione, cioè che quelle questioni ci stanno veramente a cuore.
Il collega Tapparo mi ha esortato a non dire privatamente, ma pubblicamente che riconosco questa centralità e la necessità di un riordino complessivo. Pertanto, lo voglio dire pubblicamente: riconosco la necessità di fare un grande passo avanti e di operare un riordino complessivo.
Secondo me - ma ovviamente è una mia opinione, confrontata ampiamente con la maggioranza e non solo - il passaggio che stiamo operando oggi - e lo spiegherò meglio nella relazione che leggerò martedì o mercoledì prossimi - è un tassello di un discorso di libertà, non è il tassello che chiude il discorso del diritto allo studio. Queste questioni rimangono permangono e sono preziose.
Ho chiesto a chi verbalizzava di farmi avere gli interventi ed ho chiesto altresì alle cortesissime e pazienti dott.ssa Marchioni e dott.ssa Gioria di indicarmi tutti gli interventi, compreso quello sulla costituzionalità, del collega Chiezzi, sul quale intendo interloquire essendo un discorso molto importante ed essendomi stato richiesto anche dalla collega Suino. Leggerò un documento sull'argomento, sul quale mi riconosco.
Il collega Placido sostiene che è stato fatto un grande lavoro comune sull'Università. Ha ragione, collega, non posso che darne atto e, per non citare solamente i colleghi presenti, mi permetto di ricordare che nella passata legislatura hanno lavorato molto su questo tema, oltre ai colleghi presenti, anche il collega Miglietti ed altri. Si tratta, pertanto, di un lavoro svolto di comune accordo.
Se posso esprimere una mia idea, mi riprometto un Piano sull'edilizia scolastica, sugli spazi studenteschi, una legge speciale, cioè, simile a quella sull'Università. Ripeto, però - e mi dispiace che il nostro pensiero non sia condiviso da tutti, ma questo sarebbe assolutamente impossibile che questo va fatto per passi successivi.
Non vi è dubbio, quindi, sulla necessità di un tavolo che colleghi e che faccia parlare gli Assessori, così come sosteneva il Consigliere Riggio. Io stesso ne ho parlato con l'Assessore Pichetto: un tavolo che metta insieme i settori della formazione, dell'assistenza, dell'industria per affrontare collettivamente quella che dichiaro e riconosco essere una grande - forse una delle più grandi - questione del domani: il tema dell'istruzione, della formazione continua, della preparazione dei giovani l'unica risorsa sulla quale l'Italia può veramente contare.
Io attribuisco a questa nostra legge il merito incidentale di aver aperto un grande dibattito, i cui principi sono stati espressi benissimo dal collega Palma: il principio di libertà, il perché ci rivolgiamo in questo senso.
Ebbene, credo che questo dibattito abbia un'importanza straordinaria e quindi vada affrontato profondamente.
Sulla Costituzione, la collega Manica sosteneva: "L'Assessore Leo ha dei dubbi".
E' vero, collega, e lo ripeto onestamente: è una questione talmente grossa e talmente "de iure condendo", che ho dei dubbi.
Ho chiesto il parere di tanti costituzionalisti, fra cui un amico illustre come il prof. Giorgio Lombardi - che credo tutti conosciate - in quanto mi sento molto impreparato su questa vicenda. E' una vicenda complessa, per cui lasciatemi dire - per quel che può contare il mio pensiero - che non considero affatto peregrine le questioni poste; le considero di grande livello e su questo seguirà un mio intervento.
Sul discorso dei Sindacati - lo dico per correttezza, perché la collega Suino, sempre precisa, e il collega Contu mi hanno richiamato ad un rispetto del metodo che ho sempre cercato di seguire - vorrei ricordare che in occasione delle consultazioni lanciai l'appello a chiunque, ed in particolare alle Organizzazioni Sindacali, volesse aprire un confronto.
Abbiamo chiarito questo disguido, colleghi, perché quel giorno si svolgeva il convegno della CISL (di cui sono un iscritto, quindi non posso certo dolermene), pertanto i rappresentanti sindacali di CIGL, CISL e UIL - forse il collega Marcenaro lo sa, perché segue queste vicende con grande attenzione - erano impegnati in quel convegno. Il mio invito diretto a richiamarmi ed a fissare un incontro immediato non fu, dunque, raccolto per quella ragione. Questo lo abbiamo acclarato con i Sindacati, per cui il richiamo della collega Suino, sul perché non sia stato fatto prima, è comprensibile, ma il mio invito, per un puro disguido, è caduto nel vuoto.
Ho provveduto, subito dopo il referendum...



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

CONTU Mario (fuori microfono)



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Allora occorre organizzare un altro convegno...



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Certo. Ho provveduto - dicevo - dopo il referendum a mandare una lettera ufficiale ai Sindacati, questa volta scritta e indirizzata chiedendo un confronto sul discorso complessivo, perché considero importante il richiamo che mi è stato fatto. Questo discorso - dicevo l'abbiamo acclarato con i Sindacati, e procederemo.
Sulla costituzionalità. Ho condiviso molto, ma non vorrei annoiarvi uno degli interventi di Roversi Monaco, che do come contributo alla discussione e che ho preso come base per la legge.
Roversi Monaco scrive su "Il Sole - 24 Ore" di domenica 23 settembre 2001: "L'art. 33 della Costituzione, dedicato all'istruzione pubblica e privata, ha una sua storia particolare che non può essere stravolta per far dire ai costituenti quel che allora non vollero dire".
E' un contributo, collega Manica, non penso che questa sia la certezza.
E' un lavoro di ricerca che dobbiamo fare insieme e con onestà intellettuale.
L'articolo continua dicendo: "Dossetti e Moro" - Dio li abbia in gloria "Marchesi e Togliatti, Corbino, Einaudi e Codignola, tutti intervennero in modo significativo e nessuno negò la possibilità" - come diceva oggi il collega Cattaneo - "di finanziare la scuola privata, anche se tutti negarono il suo dovere di farlo".
Quando i colleghi Papandrea e Chiezzi dicono: "Senza oneri per lo Stato", probabilmente i miei ricordi non valgono nulla e sono autobiografici, ma, essendo stato un po' allevato nella giovent democristiana da Moro, ricordo dei passaggi in cui la tesi era che non fosse obbligatorio, ma nemmeno impossibile. Forse con provvedimenti costituzionali, forse in altro modo, ma che non fosse impossibile.
"Da questo rilievo e ancor più da una corretta applicazione della Costituzione materiale, in coerenza con quanto è avvenuto con altre norme della Costituzione e con l'evoluzione del Paese, può discendere un'interpretazione dell'art. 33 coerente con i nostri tempi".
Ebbene, questo mentre si evolve verso il progressivo pluralismo dello Stato.
Perché trovare questa rigidità? "Mai a favore di privati, per timore che prevalgano le scuole cattoliche! Ma in questo modo, volendo interpretare la norma costituzionale con una particolare rigidità, si possono escludere altre forme di scuole. In tale contesto non c'è da meravigliarsi che regionalismo e municipalismo siano rimaste parole vuole per quasi venticinque anni. E' per questo che spiriti liberi e coerenti, ma sfiduciati, ipotizzano una revisione costituzionale." - quello che Buttiglione e altri hanno richiamato - "Ma quale significato avrebbe oggi abolire l'inciso 'senza oneri per lo Stato'? Non era questo allora, e non è oggi, il problema.
Non sono gli oneri a carico dello Stato a costituire il fattore discriminante. Davanti a noi c'è la legge" - che è ormai superata - "di revisione del titolo V della Costituzione che abolisce la competenza esclusiva in materia di scuola (presupposto base dell'articolo 33) riservando allo Stato soltanto la definizione delle norme generali sull'istruzione. C'è la proposta per la devolution e il principio sovrannazionale di sussidiarietà, sancito a Maastricht, che favorisce l'assorbimento di funzioni di rilevanza sociale nelle famiglie e in associazioni e comunità più vicine ai cittadini e ci sono l'apertura delle frontiere e il sistema unico europeo per l'istruzione".
Questo è il punto che toccava il collega Cattaneo nel suo intervento riguardo al fatto di rivolgerci alle famiglie.
"Quella sugli 'oneri per lo Stato' è probabilmente una battaglia di retroguardia. Centro e periferia non sono più parti comuni di un medesimo apparato, nel segno dell'unicità del potere esecutivo. Non si può limitare il pluralismo.
In molti settori si è avuta un'interpretazione evolutiva delle norme costituzionali, ma non nella scuola: neppure per riconoscere, come voleva il costituzionalista Costantino Mortati, il ruolo sussidiario della scuola privata, equiparata in quanto chiamata a svolgere un servizio pubblico.
Quel dibattito oggi va ripreso, per recuperare il significato autentico dell'art. 33 e negare, anzitutto, che il profilo del finanziamento sia il più rilevante.
Rileva invece che lo Stato eserciti finalmente il suo ruolo disciplinando in termini generali ciò che è irrinunciabile espressione della sua funzione: il diritto della scuola e alla scuola, la libertà d'insegnamento, l'eguaglianza dei cittadini.
Soltanto con la legge lo Stato può svolgere questo ruolo. Altrimenti e questa obiezione la comprendo - centinaia di organizzazioni, diverse per religione, razza e ideologia, per mestiere o per censo sarebbero pronte a realizzare scuole "senza oneri per lo Stato", in quanto preferiscono certo avere campo libero: il mancato finanziamento sarebbe un prezzo congruo per escludere indirizzi e controlli statali - che noi vogliamo - e consentire l'arbitrio e il livellamento verso il basso (mentre noi vogliamo un livello alto).
Indirizzi e controlli devono esistere ed essere ben definiti: lo dicono sia la riforma costituzionale sulla quale si è svolto il referendum, sia il progetto per la devolution predisposto dal Governo. Ma non è necessario danneggiare o distruggere la scuola pubblica per finanziare quella privata.
Non lo pensiamo assolutamente!



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

CONTU Mario (fuori microfono)



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Basta darli alla scuola pubblica!



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Ma noi li diamo alla scuola pubblica! Darli a tutte e due non significa togliere ad un altro! E' un principio teologico di cui parlerò un'altra volta.
Come dicevo, non è necessario danneggiare o distruggere la scuola pubblica per finanziare quella privata: sessant'anni di sostanziali fallimenti stanno, purtroppo, a dimostrarlo. Il Governo e il Paese devono puntare in alto, aderendo alle più significative indicazioni che provengono dalla società, dalle sue articolazioni istituzionali, dalle famiglie, che riaffermano il proprio ruolo.
L'art. 33 della Costituzione sintetizza in modo perfetto la differenza tra "pubblico" e "statale". Una delle chiavi di attuazione della Costituzione è stata questa: negarla oggi per la scuola sarebbe assurdo e antistorico.
Ciò che si chiede è dunque il recupero dello spirito dei principi che i costituenti - almeno quelli a cui mi sono ispirato io - seppero enunciare e sancire, alla luce dell'evoluzione in atto: che porta a finanziare, anche con denaro pubblico, ma con adeguati indirizzi e controlli, i privati che già operano nei settori dell'assistenza, della sanità, dell'università della ricerca.
Io non pretendo che sia condiviso, colleghi; però, mi è stato chiesto di esporre la mia posizione, pur interlocutoria e dubbiosa sulla questione ed ho ritenuto onesto manifestarla, dire perché mi sono mosso in questa direzione.
Penso che abbia ragione il collega Marcenaro, quando dice che oggi il ruolo della politica è importantissimo e deve svolgere confronto e funzione.
Ribadisco quanto detto dal collega Cattaneo nell'interpretazione dell'attenzione alle famiglie: è il fulcro di quello che noi riteniamo questa libertà più grande.
Un'ultima cosa - mi si perdoni una concezione che ho da tanto tempo non solo da oggi; anzi, mi permetto una citazione scherzosa con il collega Papandrea, visto che il collega Placido ha messo in evidenza le mie passioni per fantascienza e fantasy.
Rocco Papandrea diceva: "Non ci è riuscita neanche la Democrazia Cristiana" e il collega Contu ha scritto un bell'articolo su La Stampa dicendo: "Quello che non è riuscita a fare allora la Democrazia Cristiana vorrebbero fare adesso; sul varco aperto dal centrosinistra si va avanti ecc.". Io vorrei citare un libro famoso...



(Commenti in aula)



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Ma io ci credo; è proprio una questione su cui sono più convinto di qualsiasi altra.



(Commenti in aula)



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Riferendomi a quanto diceva Rocco Papandrea: "La Democrazia Cristiana non è riuscita a farlo", il libro della Trilogia della Fondazione di Asimov parlava della Federazione galattica che andò in frantumi. Ma gli uomini della Federazione furono sparsi nelle galassie, per costruire la Fondazione di Ariseldom, che avrebbe poi riportato i valori della Federazione galattica in auge.
Quindi, i geni della democrazia cristiana, ancor dispersi non sono persi, e se oggi si diffondo è una cosa che a me non può certo dispiacere.



(Applausi dall'aula rivolti all'Assessore Leo)



PRESIDENTE

Se il Consiglio, a larga maggioranza, decide di derogare ad alcune norme del Regolamento, in questa situazione di plateale intelligenza che accomuna maggioranza e opposizione, la Presidenza disapprova, ma rimane neutrale.
E' ancora necessario andare avanti nel dibattito?



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Insisto per aprire il dibattito sulle pregiudiziali con interventi di 10 minuti per ogni Gruppo che lo richiede.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

L'intervento dell'Assessore Leo, appassionato e un po' giustificazionista, non tiene conto di quello che sta avvenendo ancora in questi ultimi giorni, per esempio con il disegno di legge sulla finanziaria, all'art. 13, dove si dà un altro colpo al funzionamento della scuola pubblica. In sostanza, l'architettura di intervento a favore della scuola privata viene fatta parallelamente ad un'operatività sulla scuola pubblica.
Mi riferisco al fatto della sostituzione degli insegnanti con meccanismi che lasciano scoperte le classi nella scuola pubblica ovviamente in un'operazione per raschiare in fondo al barile sul piano finanziario, quindi per cercare dei risparmi, e si cercano là dove, a parole, si dice che c'è la centralità del momento di investimento sul nostro capitale umano. Ed è questo che fa pensare, perché soprattutto il Ministro Moratti sostiene spesso che il grande terreno di sfida nella scuola sarà sulla qualità. E' chiaro che se questa qualità viene gestita dal titolare della funzione pubblica e della formazione, può essere facilmente falsata, ed è un problema veramente grande.
Già in occasione - qui ci si ripete, però in fondo siamo un po' in famiglia, quindi se uno è ripetitivo viene anche in parte sopportato - del dibattito di due giorni fa si è in qualche modo parlato, e questa sera l'Assessore Leo l'ha ancora sottolineato, del concetto di libertà di insegnamento.
Il nodo sarebbe attenuato se nelle scuole private ci fossero insegnanti analoghi a quelli delle scuole pubbliche, presi da un concorso unico: un po' come la selezione che avviene per i Magistrati, per evitare che ci siano dei compartimenti stagni.
In Francia, il modello di finanziamento non è della scuola privata, ma è del corpo insegnante della scuola pubblica, che è selezionato attraverso un esame unico, e sono questi insegnanti portatori...



(Brusìo in aula)



TAPPARO Giancarlo

Va beh, parlo anche agli altri colleghi. Stavo dicendo che in Francia gli insegnanti della scuola privata sono selezionati da un'unica espressione concorsuale e, in qualche modo, sono portatori di quel momento di confronto non chiuso, non a compartimenti stagni, che si determina invece in Italia, col sistema degli insegnanti della scuola privata.
Vorrei citare, tra l'altro, un esempio: l'altro giorno, in occasione del dibattito che c'è stato coi giovani e coi rappresentanti delle scuola private, un insegnante della scuola pubblica è stato uno tra i cinque o sei presentatori delle ragioni delle scuole private. Se un insegnante del San Giuseppe, supponiamo, o di altra scuola privata, quello stesso giorno fosse stato dall'altra parte, coi giovani che difendevano la scuola pubblica lui, insegnante della scuola privata - mi chiederei se il ritorno il giorno dopo al San Giuseppe sarebbe stato indifferente. Ci sono tanti problemi per molti insegnanti delle scuole private e confessionali nella loro espressione culturale, se vogliamo dire così.
Io lo ripeto: con questo meccanismo stiamo creando degli steccati stiamo creando le scuole confessionali, della Confindustria, eccetera.
Stiamo creando delle chiusure. La libertà di insegnamento, che era nel corpo della Costituzione, è che il confronto e la contaminazione delle culture avviene attraverso gli insegnanti che sono selezionati da un unico concorso.
Il voto sull'art. 33 e gli emendamenti attorno al "senza oneri per lo Stato", sono stati frutto di un nodo che ha visto i rappresentanti cattolici, chiamiamoli così, sconfitti. Lei ha citato Corbino e altri rappresentanti del mondo laico, sia di destra che di sinistra che si sono spesi in una battaglia molto importante che aveva il significato, in qualche modo, di evitare proprio che si generasse questo tipo di divisione.
Poi è chiaro che nel corpo della Costituzione ci sono degli elementi di flessibilità. Qualcuno ha detto: "Ciò che non è riuscito alla Democrazia Cristiana quando rappresentava quasi il 50% degli elettori, è riuscito adesso in una situazione di frantumazione della rappresentanza politica cattolica". Si dovrebbe riflettere a fondo su come certe posizioni di rendita a volte siano più forti, in certe condizioni, di quando si ha la forza e la responsabilità. Lo cito anche perché altri colleghi non c'erano (non vedo nessuno di AN): lo stesso Mussolini e il fascismo scelsero un Ministro fortemente laico dopo la firma dei Patti Lateranensi in regime concordatario, perché settori della Curia Romana ritenevano che quell'operazione fosse un'operazione che dava il via, in qualche modo, al recupero, da parte del mondo cattolico, dell'inserimento nella scuola pubblica. Questo Ministro della provincia di Cuneo, insegnava a Camerino diritto costituzionale, riuscì ad essere una barriera in qualche modo. Ci si poneva, anche allora, il problema che nell'accordo concordatario non ci fosse questo elemento di vulnerare il sistema dell'insegnamento pubblico.
Ma nella 'proposta Leo', pur riconoscendo il problema del doppio binario, formazione professionale e istruzione - mi fa piacere che l'abbia voluto dire pubblicamente - quel modello, che è dato dalla riforma dei cicli e che è uno dei dodici o tredici documenti che abbiamo discusso oggi pomeriggio, oggi è messo in discussione perché il suo Ministro Moratti (è anche il mio Ministro, perché è Ministro della Repubblica), in qualche modo ha congelato la riforma dei cicli e mette proprio in discussione il parallelismo e la possibilità di transitare dall'uno all'altro canale di formazione, in modo da ricreare, per la formazione professionale, un settore in cui convergono le categorie più umili, perché certamente il figlio dell'avvocato o del professionista non lo si manda nel circuito della formazione professionale. Ma il figlio dell'operaio, che inizia nel circuito della formazione professionale, potrebbe, dopo un anno o due avere le condizioni, la sensibilità e la maturazione per poter transitare sul sistema dell'istruzione, avendo un credito formativo acquisito nella formazione professionale che oggi non viene riconosciuto e che, se si rompe questo meccanismo di possibilità di comunicazione dei due canali formativi non viene più ad essere attuato.
In questo senso, Assessore, gli interventi di sostegno al diritto allo studio e a tutti gli elementi connessi sono inadeguati, rompendo il meccanismo di comunicazione tra il canale della formazione professionale e il canale dell'istruzione. Non solo si fa un danno rompendo la comunicazione, ma addirittura gli interventi a sostegno a questi diritti formativi vengono colpiti, in qualche modo, perché sono inferiori a quelli che percorrono il canale dell'istruzione.
Lei, giustamente, ha detto che è un problema sul quale dobbiamo lavorare, perché dobbiamo evitare che si crei una situazione in cui uno lavorando e probabilmente maturando delle sensibilità e delle competenze più in ritardo, può andare nel circuito dell'istruzione facendo dei salti mortali. Ma nel percorrere il circuito della formazione professionale non ha avuto aiuti tangibili, come può avere avuto il pari suo, magari più ricco, che ha percorso il circuito dell'istruzione.
Questo è stato sollevato dall'illustrazione che ha fatto mi pare la collega Suino ed è un passaggio importante. Quando si fa riferimento anche al riordino della formazione professionale, che è indicato dalla legge n.
196 del 1997, è proprio rivolto a questo meccanismo: all'integrazione del sistema della formazione professionale col sistema scolastico, che oggi si rischia di rompere interrompendo l'avvio del funzionamento della riforma dei cicli.
Se la riforma dei cicli verrà rotta, e questa è una dimensione nazionale, noi vediamo se nella dimensione regionale, Assessore, possiamo recuperare un sostegno al percorso formativo che si fa nella formazione professionale, che sia di pari rango e di pari livello di quello che diamo al circuito dell'istruzione. Oggi questo è un suo impegno. Voglio vedere dopo concretamente se sarà praticato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Grazie Presidente, così anche se non rispettiamo l'alternanza fra maggioranza e opposizione, essendo il collega Palma in quota alla maggioranza, come mi ricordava in questi giorni il collega Contu...



PRESIDENTE

Contingentemente su questa materia.



PLACIDO Roberto

Contingentemente...
Visto il percorso di queste settimane, e visti anche i tempi che stiamo attraversando, mi ha ricordato uno slogan di un po' di anni fa. Si diceva: "L'ayatollah agita la sottana e la rivoluzione è musulmana". Però mi ha fatto pensare che la legge, per qualche verso, poteva essere popolare invece, grazie all'Assessore Leo, diventerà una legge radicale, ma comunque ci torneremo su queste cose.
Nei dieci minuti che ho a disposizione - anzi meno, perché mi sono venute alcuni ricordi di quando ero studente (non moltissimi anni fa, per fortuna) voglio provare a ritornare un momento indietro, anche perché l'Assessore ha divagato, arrivando anche al genere "fantasy", ma lì c'e' la polizia spaziale. Attenzione, Assessore! Bisogna fare molta attenzione.
Vorrei ritornare un momento indietro per provare a ripercorrere, nonostante gli ampi spazi vuoti tra i banchi della maggioranza, come siamo arrivati a questo momento, come mai siamo stati messi nella condizione di presentare tutta una serie di preliminari, prima di legittimità sulla Costituzione e sullo Statuto, e adesso di merito. Assessore, lei ha letto l'articolo del chiarissimo Rettore di un'importantissima Università nazionale riconosciuta anche a livello mondiale il Prof. Fabio Roversi Monaco. Negli interventi precedenti, ho parlato di "numerosi" e importanti costituzionalisti e famose personalità, e mi riprometto (tanto avremo il tempo) non solo di elencare i nomi ma anche di provare a leggere qualche passaggio (giusto per la par condicio) di opinioni diverse.
Nell'illustrazione dei nostri otto emendamenti, sotto l'aspetto costituzionale, non siamo stati abbastanza chiari e precisi, ma proveremo a tornarci sopra nei prossimi interventi e sedute che ci aspettano.
Il disegno di legge presentato dalla Giunta, e che arriveremo a discutere partiva da una lunga elaborazione, per questo arrivò ultimo rispetto alle proposte di legge di vari Gruppi della maggioranza e dell'opposizione.
C'erano preoccupazioni - e l'Assessore l'ha detto anche oggi - sulla costituzionalità della legge. Questa preoccupazione, i grandi studi, i consulenti, erano finalizzati ad arrivare ad un disegno di legge legato (perché non ci fossero problemi di costituzionalità) alla L. 49/85. Poi come qualcuno ha detto, per l'ostruzionismo dell'opposizione (noi lo definiremmo diversamente) è passato il tempo in Commissione, finché (il Consigliere Chiezzi è giustamente ripetitivo, così le cose entrano nella testa delle persone, perciò ha ripetuto più volte questa frase) il Presidente Ghigo non "l'ha scaraventata in aula". Dopodiché, siamo tornati in Commissione, e siamo stati accusati di aver perso tempo. Mi chiedo, ci chiediamo: si è perso tempo, ma i 17 emendamenti al vostro disegno di legge non sono stati certo presentati dallo Spirito Santo! Forse si è lavorato. Forse. E, lavorando, avete emendato il vostro provvedimento e l'avete sganciato dalla L. 49/85! Per questo le chiedo, Assessore: ma erano ingiustificate le precedenti preoccupazioni di incostituzionalità? Perché il quadro nazionale, comunque non è stato ancora modificato, anche se, dopo il referendum di domenica per alcuni versi siamo in regime di "vacatio". Pensiamo di sapere cosa vorrà fare il governo, ma non sappiamo ancora quando lo farà. Quindi, c'è un quadro sostanziale, seppure in movimento. Non è cambiato niente rispetto al lungo percorso che ha portato - per evitare di incorrere in aspetti d'incostituzionalità - a legare il provvedimento alla L. 49. Poi, tutto d'un colpo (per noi anche grazie al lavoro dell'opposizione) sganciate la L. 49 dalla L. 85 e fate qualche riferimento alla L. 62 (lo diceva e voglio ripetere quanto diceva il collega Chiezzi) per evidenziare che "non" è una legge sul diritto allo studio. E' un'altra cosa.
Come si dice, però, la matematica non è un'opinione, i numeri parlano da soli e diventa difficile rigirarli! Assessore, lei e la Giunta state, di fatto, mandando ad esaurimento i finanziamenti della L. 49 sul diritto allo studio! C'è una costante e continua riduzione, e noi ci troviamo ad avere per il 2001 venti miliardi rispetto ai ventiquattro dell'anno scorso: nove miliardi e quattrocento milioni dei venti vanno alla voce dei trasporti, un miliardo solo alla voce handicap, rispetto ai nove che hanno richiesto i Comuni e che sarebbero necessari. A fronte di venti miliardi (mi risparmio di ripetere che i trentaquattro miliardi dell'85 sarebbero 67 miliardi oggi, quindi meno di un terzo) pensa di destinare, praticamente, il doppio a quelle scuole che non si riconoscono nella legge nazionale che adesso è in vigore, la L. 62/2000.
Assessore, pur con tutta la simpatia e la stima che abbiamo più volte manifestato pubblicamente (ancora stamattina) nei suoi confronti, non riusciamo a capire. Oppure, magari capiamo, ma ci deve consentire di non condividere, e di fare il possibile perché questo non accada nell'interesse della maggioranza dei piemontesi, che frequenta la scuola pubblica.
Qualcuno dice che è freudiano, ma lei ha usato un'espressione particolare che condivido - quando ha detto che la vostra intenzione è quella di distruggere la scuola pubblica ...



(Commenti dell'Assessore Leo fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Certo, io comincio a convincermene, Assessore.
Lei ha usato quest'espressione. Ha detto che non pensate di distruggere la scuola pubblica, io invece ho detto che è freudiana l'espressione che lei ha usato, perché comincio a pensare che, invece, qualcuno voglia, iniziando da questo provvedimento, distruggere la scuola pubblica. Ho argomentato un po' meglio per fare chiarezza nelle posizioni, perché proprio con lei non vorrei avere fraintendimenti.
Questo è lo scenario in cui ci muoviamo. Non so per quanto ancora staremo fermi su questo provvedimento qui in Consiglio, magari solo la settimana prossima, non so! Non c'è neanche il Consigliere Cattaneo, che avrebbe potuto darmi qualche segnale di durata: la settimana prossima, l'altra ancora ...



(Commenti del Consigliere Galasso fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Consigliere Galasso, mi dia qualche segnale perché io lo possa utilizzare per dare qualche indicazione precisa ...



(Commenti del Consigliere Galasso fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Gare di fondo!? Non di mezzofondo, ma di fondo! Noi ci siamo allenati per la maratona!!



(Commenti del Consigliere Contu fuori microfono)



PLACIDO Roberto

Il Consigliere Contu, poi, ha una propulsione quasi nucleare, bisogna contenerlo! E' antinuclearista ma ha una propulsione nucleare per la durata! Tornando, al di là delle divagazioni, nel merito, cerco di rispettare il tempo che mi spetta. Anche se, Presidente, mi ha sorpreso: a inizio seduta mi aspettavo una sua esclamazione sul Consigliere Tapparo, che è stato precisissimo, quasi come un orologio svizzero, ma mi aspettavo un'esclamazione in occitano, non in napoletano! Però ormai così gira il mondo! Avevamo un emendamento alla legge regionale sulla tutela delle minoranze linguistiche che non ci è stato consentito di poter illustrare.
L'avrei fatto volentieri io, sperando che lei mi rispondesse poi in piemontese, ma sarà in un'altra occasione, in un'altra seduta di questo Consiglio! Vorrei terminare ...



PRESIDENTE

Il piemontese non presenta un sufficiente grado di originalità, in quest'aula! Sarà con l'occitano che potremmo misurare la disponibilità verso le lingue veramente "minori", come si suol dire! O, eventualmente con il suo lucano!



PLACIDO Roberto

Ma il mio lucano, Presidente ...



PRESIDENTE

Anche perché, come si sa, il napoletano è maggioranza in Piemonte!



PLACIDO Roberto

Il mio lucano, Presidente, come anche il piemontese, non è una lingua, è un dialetto! Non vorrei però aprire una diatriba con alcuni colleghi della maggioranza.



(Commenti dai banchi della maggioranza)



PLACIDO Roberto

Ci sarà occasione, ci sarà occasione!!



PRESIDENTE

Su questo potrei presentare io mille emendamenti!



PLACIDO Roberto

La Comunità Europea, a cui bisogna inchinarsi, non la riconosce come una lingua, e ad essa bisogna fare riferimento! Mi avvio alla conclusione del mio intervento. Sono questi (ci torneremo perché bisogna ripetere le cose, cercando di farle conoscere ai più, dato che non è giusto che rimangano solo in quest'aula) i principali motivi che ci portano ad essere qua, da qualche settimana, e ad essere pronti a continuare nella discussione. Tutto ciò perché, Assessore, i finanziamenti vadano a sostegno della scuola pubblica, che ne ha bisogno, e non di quella privata che, mi creda, non ne ha bisogno. Tanto meno ne hanno bisogno coloro che frequentano con certi redditi e che se lo possono permettere con estrema tranquillità (e sono contento per loro!).



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Penso che la discussione su queste pregiudiziali di merito sia in parte compromessa dalla natura del nostro Regolamento che costringe a presentare nella forma di pregiudiziale di merito, argomenti che non sollevano elementi di contrasto normativo con leggi nazionali oppure con leggi regionale, ma semplicemente norme che descrivono uno scenario, non solo normativo, ma anche operativo, costruito sulla centralità della scuola pubblica, così com'è configurata in questo momento. Pertanto impediscono un'obiezione di merito sul piano della pregiudiziale e costringono un dibattito politico più ampio su temi sollevati.
Nel senso che tutte queste pregiudiziali di merito non dicono che esistono delle leggi dello Stato che impediscono una riforma regionale di questo tipo, dicono che il sistema nazionale dell'istruzione, così come costruito, fino alla legge della parità, non prevede forme di contribuzione diretta alle famiglie e agli studenti per l'esercizio di un diritto che la legislazione nazionale sull'istruzione semplicemente non riconosce.
Si tratta del problema che abbiamo già discusso a proposito delle pregiudiziali di legittimità costituzionale statutaria. Non ci muoviamo su un terreno anticostituzionale e neppure ci muoviamo su un terreno acostituzionale, ci muoviamo su un terreno in cui evolutivamente, sulla base di poteri che sono stati via via conferiti alle Regioni, una Regione decide di istituire un diritto e su questo diritto di costruire una legislazione.
Sul merito mi pare che la pregiudiziale centrale sia quella del contrasto con la legge nazionale sulla parità, cioè con la legge 62.
Questa pregiudiziale merita, forse, una risposta più approfondita.
Se oggi ci fosse in discussione, non il disegno di legge n. 252, ma la legge n. 62 e noi fossimo il Parlamento della Repubblica, tutte le pregiudiziali di legittimità costituzionale mosse contro il disegno di legge n. 252, avrebbero potuto essere mosse, con la stessa forza e la stessa coerenza, contro la legge n. 62.
La forzatura di un sistema nazionale dell'istruzione non più fondato sul monopolio della scuola statale (artt. 3. 33 e 34) l'ha fatta la legge n. 62, e l'ha fatta con enorme chiarezza. Il fatto che le borse di studio previste dalla legge n. 62, che sono distribuite secondo un altro criterio fissato dalla legge nazionale, vadano a finanziare direttamente le spese per l'istruzione, anche degli studenti che frequentano le scuole private purché comprese nel sistema nazionale della parità, fa cadere quelle pregiudiziali, più alte, di legittimità costituzionale che oggi, qualche Gruppo, vorrebbe riversare ed addossare al disegno di legge n. 252. E' infatti, la legge n. 62 che inizia a descrivere un sistema nazionale dell'istruzione dove la garanzia pubblica di un diritto all'istruzione non è più assicurata dalla gestione pubblica di un servizio, cioè del servizio all'istruzione garantito dalla scuola statale.
D'altra parte tutta la riflessione sulla sussidiarietà orizzontale sulla sussidiarietà sociale che ha accompagnato la riforma costituzionale che ha accompagnato la riforma dell'art. 117, tutto sommato ci dice questo.
Ci dice che non esistono più ambiti sottratti ad una disciplina - usiamo una pessima parola - "sussidiarista" dei servizi sociali, che esistono diritti che vanno garantiti dallo Stato e dalle Regioni, ma che esistono servizi che assicurano questi diritti che non devono essere necessariamente di gestione statale e regionale.
Su questo ha pienamente ragione Roversi Monaco nell'articolo che citava l'Assessore Leo: noi non possiamo pensare che sulla sanità, sull'assistenza e su tutti gli altri servizi di natura sociale, possa essere fatto valere un principio di sussidiarietà, rispetto all'istruzione, invece, le forme di autorganizzazione sociale dei servizi dell'istruzione debbano essere tenute sulla porta di un sistema nazionale dell'istruzione centrato unicamente sul monopolio della scuola pubblica, perché è di questo che noi, in questo momento, stiamo trattando.
Questo disegno di legge, come ho detto a proposito delle pregiudiziali di legittimità costituzionale, in realtà ha minor portata di quanto sostenga la maggioranza e di quanto dica la minoranza che lo vorrebbe attaccare. Si tratta di un provvedimento che si aggancia ad una disciplina in grande evoluzione, c'è il problema della parità, ma c'è anche il problema dell'autonomia, c'è il problema dei cicli, non è certamente un provvedimento che riafferma e consolida la centralità della sola scuola statale.
Se noi ragioniamo su elementi di contrasto normativo, evidentemente non c'è ne sono. Se noi ragioniamo in termini di prospettiva legislativa e di prospettiva politica sui temi della scuola, mi pare difficile negare che l'evoluzione della legislazione regionale si muova molto in parallelo con l'evoluzione della legislazione nazionale, con un'evoluzione anche della legislazione costituzionale che assegna alle Regioni, su questi temi potere legislativi sicuramente più corposi e che consente alle Regioni di disegnare nuovi scenari e anche, da questo punto di vista, di istituire nuovi diritti.
Se noi, invece, restassimo fermi a quanto suggeriscono le pregiudiziali dovremmo andare molto più indietro anche su altri temi. Secondo queste motivazioni - purtroppo non c'è in aula l'Assessore Cotto - noi dovremmo dichiarare incostituzionale anche il testo unico di riforma dei servizi e degli interventi in materia sociale.
Un testo che - il promotore è il Ministro Turco - rivoluziona radicalmente il sistema degli interventi e dei servizi sociali introducendo, pesantemente, elementi di sussidiarietà al punto di descrivere il sistema dei servizi sociali come un sistema - lo dicevamo quando discutevamo la legge di attuazione - progettuale e non più strutturale in cui gli attori e gli erogatori dei servizi possono essere su forme di autorganizzazione territoriale, anche molto negoziata - tutti attori privati, guidati da una regia pubblica, che non è più la regia dei servizi pubblici, così noi li conosciamo, ma è la regia di un pubblico che è in grado di dirigere e di indirizzare e non, necessariamente, di erogare servizi.
Quindi, da questo punto di vista, questo disegno di legge ha dei meriti. Quando parlo di questo disegno di legge, intendo il disegno di legge così com'è stato consegnato in quest'aula con gli emendamenti dei radicali e della maggioranza. Questo disegno di legge ha dei meriti di prospettiva superiori ai meriti di contenuto che in questo momento pu esprimere. Sicuramente sul punto in cui, in modo più delicato, andrà declinato il principio di sussidiarietà inizia ad introdurre degli elementi innovativi che dovranno trovare comunque conferma, suffragio, conforto da riforme nazionali e da un intervento più corposo, più pesante, più significativo, sicuramente non folcloristico, da parte della Giunta regionale e del Consiglio regionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Intervista a "Repubblica" il 30 giugno 2001.
Ad un certo punto dell'intervista: "lei sa, Assessore, che questa legge sta sollevando un mare di polemiche? L'Assessore risponde: "Certo, come no anzi il no della sinistra era previsto, il sì del centro e dell'Ulivo non era scontato". Il sì del centro e dell'Ulivo è viziato da localismi l'Assessore sa benissimo che la posizione del Consigliere Saitta e del Consigliere Tomatis niente ha a che fare con la posizione del PPI a livello nazionale sulla questione dei buoni scuola, è viziata dall'attenzione che ogni singolo Consigliere ha verso i suoi feudi elettorali. Ad un certo punto nell'intervista l'Assessore dice: "Persino padre Guarello notoriamente di sinistra, ci elogia su questa legge". Poi l'intervista continua: "Cosa ha fatto il Cardinale Poletto? Mi ha inviato, entusiasta la sua risposta: 'Caro Leo, non posso prendere posizioni ufficiali, ma lei ricordi a tutti la mia omelia di San Giovanni in difesa della scuola cattolica'. Poi sono venuti a ringraziare Ghigo, me e don Porta responsabile della diocesi per la scuola, e Monsignor Pollano, vicario per la cultura". L'intervistatore domanda: "Lei non è l'Assessore della Curia ma di di tutti i cittadini piemontesi" a cui l'Assessore ha risposto: "Infatti il nostro progetto garantisce più libertà a tutti gli studenti, le famiglie e le scuole pubbliche e private. Siamo la Regione che investe di più nell'istruzione, quasi 100 miliardi all'anno, contro i cinque del Veneto e del Friuli e 15 dell'Emilia Romagna". Altra domanda: "Comunque gongoleranno soprattutto le scuole cattoliche"; risposta dell'Assessore: "Sì, sono al settimo cielo. Molte rischiano di chiudere, per sopravvivere hanno bisogno almeno di un 2% di iscritti in più, noi con il buono scuola assicuriamo un aumento del 6% e le salviamo tutte".
Assessore, se lei prima, nel suo intervento, anziché illustrare all'aula una così dotta dissertazione sulle questioni di legittimità costituzionale...



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Mi è stato chiesto quello.



CONTU Mario

Certo. Lei ha un pregio che bisogna riconoscere, forse unico nella compagine governativa della Regione: la chiarezza e il voler conseguire un obiettivo su questa questione (sulle altre ogni tanto c'è qualche problema). Questi sono gli obiettivi dichiarati, è dentro a questa scelta che c'è il raggiro della Costituzione. Questi soldi li dia direttamente alle scuole, perché alle famiglie? Le famiglie meno abbienti non c'entrano nulla. Lei consente solo alle famiglie meno abbienti di ottenere soldi per iscriversi alle scuole private, ma neanche quello perché li dà al 50%...



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Le porteremo al 70



CONTU Mario

Dà un piccolo aiuto ad una famiglia con due figli, con 20 milioni di reddito e magari con un lavoratore delle pulizie che è a livelli di sussistenza, a livelli di povertà. Assessore, lei non dà un segnale di speranza. Assessore, lei non tocca qual è il vero problema della rimozione degli ostacoli sociali, che sono il limite vero alla promozione sociale anche di chi vive una situazione di disagio culturale, oltre che economica.
Assessore, lei non affronta il problema principale, che è quello di sostenere il diritto all'istruzione di questi ragazzi. Perché non lo sostiene? Lei lo sa che una famiglia, con quel reddito, nel Comune di Torino paga 500 mila di mensa scolastica all'anno? Spieghi come vuole aiutare le famiglie - questi sono gli obiettivi dichiarati - e le famiglie meno abbienti a precedere in quella direzione. Lei fa un'operazione di piccolo cabotaggio grande nelle proporzioni; a quella famiglia, che ha pagato lo 0,1% dell'IRPEF, lei ha tolto quei soldi per non restare sulle questioni dotte.
Molti profili di legittimità costituzionale sollevati oggi, o di illegittimità in relazione al decreto legislativo n. 112 o in relazione ad altri aspetti di legittimità sollevati, siamo consapevoli tutti, sono discutibili.
Mi permetta una battuta. La legge Rivola si chiamava così perch prendeva il nome dal suo primo proponente, adesso, modificata, si chiama legge Bastico, la legge della Regione Piemonte si chiamerà legge Palma-Leo con grande dispiacere del Consigliere Saitta, suo compagno in questo percorso, perché è stato più abile, ha presentato il giochetto degli emendamenti. Non voglio fare un discorso troppo approfondito, tanto ritorneremo sulle questioni di illegittimità costituzionale per vedere gli aspetti relativi alla sospensione della trattazione di questa proposta di legge.
Quello che lei fa, Assessore, lo ripeto, è un'operazione che non capisco come non metta in discussione la sua coscienza di cattolico. Lei sottrae soldi della collettività, per dirottarli attorno ad un obiettivo nobile, da noi non condiviso, che è quello di mantenere in piedi e di garantire il funzionamento delle scuole private. La inivito ad accertare questi fatti, sui quali mi sto muovendo in un ambito di ricerca.
Le risulta, Assessore, che nelle scuole private, ad oggi, sia iscritta solo una piccola percentuale di allievi e l'altra sia configurata solo come frequentante?



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

La ringrazio per l'informazione, mi documenterò.



CONTU Mario

Verifichiamolo insieme, facciamo una ricerca comune. Sarebbe interessante capire la ratio di questa scelta...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



CONTU Mario

Posso fare una proposta ulteriore. Un titolo è un titolo, si può anche dare un atro riconoscimento al Consigliere Palma, se lo aiuterà in questa impresa. In questa compagine governativa anche un assessorato senza portafoglio è sempre disponibile, credo che abbiamo qualche dimostrazione come atto di ricompensa qualora riuscisse in questa operazione.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Leo)



CONTU Mario

Non si cimenti più in discorsi troppo nobili. Avrà credito nel suo elettorato se dirà queste semplici parole: "Aprendo la campagna elettorale avevo assunto questo impegno con il mio elettorato, oggi lo ricompenso con questa operazione". La libera scelta educativa, è dimostrabile che non sarà così, persino l'operazione della Regione Lombardia, che ha consentito di distribuire assegni a famiglie con studenti nelle scuole private e con redditi fino a 140 milioni, per un totale di 55.000, su una popolazione scolastica di 60.000 allievi delle scuole private, ha dimostrato fino in fondo quanto iniquo sia questo provvedimento.
Continuo a pensare, Assessore, che occorra modificare l'impianto di questa legge, modificandola nella sua portata, parlando realmente del diritto allo studio.
Infatti, non si tratta solo di pregiudiziali di costituzionalità, ma anche di pregiudiziali che non sono scritte nei libri di riferimento, nelle leggi, nella Costituzione. Sono pregiudiziali che riguardano anche la sua coscienza di cattolico; fortunatamente, una buona parte del mondo cattolico ritiene che la migliore scelta educativa e del luogo in cui questa si possa realizzare, sia la scuola pubblica, dove c'è la convivenza di tutti: bianchi, neri, poveri, ricchi, chi più ne ha, più ne metta.
Faccia un passo indietro, Assessore, è ancora in tempo e soprattutto non passerà alla storia come l'Assessore che ha bloccato, con una scelta insieme alla sua maggioranza, l'attività legislativa di questo Consiglio perché lei ha questa pesante responsabilità...



PRESIDENTE

Presidente Contu, le ho lasciato un minuto in più perché la parte finale del suo intervento si stava volgendo verso l'ottimismo, in contrasto con il pessimismo del resto dell'intervento, e l'Assessore se ne stava compiacendo! Da questo ottimismo finale, prende il via l'ultimo intervento, fra quelli iscritti, del Presidente Moriconi.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente.
Pessimismo e ottimismo: non so cosa dire in merito. Penso che questo dibattito si prolungherà nel tempo, ma che, alla fine, l'Assessore potrà portare a casa la legge che vuole realizzare. Prima, però, dovrà riuscire a convincersi che questa legge risolverà veramente i problemi del mondo scolastico.
Per questo motivo, contrariamente a quanto affermava il Consigliere Palma, ritengo che le osservazioni fatte pongano dei problemi e delle questioni di merito. Infatti, se - come noi pensiamo - la scuola è un servizio, non possiamo dimenticare come ed a chi questo servizio viene rivolto. Non possiamo dimenticare che i fruitori di questo servizio sono le famiglie e sappiamo che il servizio scolastico si divide in due grandi filoni: la scuola privata, da una parte, e la scuola pubblica, dall'altra.
Sappiamo, ancora, che i fruitori del servizio scolastico sono numericamente disuguali nel confronto tra coloro che si rivolgono alla scuola privata e coloro che si rivolgono alla scuola pubblica.
Come andiamo ripetendo da un po' di tempo a questa parte, riteniamo che, se si vuole veramente investire per il diritto allo studio, occorre investire in direzione delle scuole pubbliche e non di quelle private.
So che l'Assessore cerca di convincersi, in questi giorni, che la sua scelta non andrà a penalizzare le scuole pubbliche, a vantaggio delle scuole private. La nostra sensazione, invece, è che tutte le teorie che abbiamo espresso si verificheranno.
La nostra sensazione è che, da una parte, ci saranno le parole - anche quelle del Consigliere Palma che vuole rasserenarci dicendo che questa è una piccola legge che non sposterà granché - e, dall'altra, ci saranno i fatti, che porteranno a spostare del denaro pubblico, riversandolo nel sistema delle scuole private.
Inoltre, quanto ha letto precedentemente il Consigliere Contu, dovrebbe mettere, anche solo parzialmente, in imbarazzo l'Assessore, perché dalle dichiarazioni rilasciate sui giornali emerge un quadro diverso da quello che l'Assessore cerca di delineare in aula...



(Intervento, fuori microfono dell'Assessore Leo)



MORICONI Enrico

Noi crediamo, invece, che i problemi presentati dai colleghi vadano ad affrontare gli argomenti basilari per la costruzione di un sistema scuola che, prima di tutto, realizzi la tutela del diritto alla scuola.
Riteniamo che, per costruire un sistema che vada nel senso del diritto alla scuola, non si possano considerare solo le rette, ma occorra pensare a tutto quello che fa parte del sistema scuola, quindi i trasporti, i libri di testo, il problema delle mense.
Al contrario, l'impostazione del disegno di legge prevede esclusivamente un impegno relativo alle rette, e sappiamo che il sistema delle rette nella scuola pubblica è diverso rispetto alla scuola privata sappiamo che la scuola pubblica ha quasi obbligatoriamente e fortunatamente delle rette più basse rispetto a quelle della scuola privata.
E' chiaro che, se consideriamo unicamente questo criterio per utilizzare i nostri fondi, finiamo inevitabilmente per utilizzarli e riversarli solo sulla scuola privata. I fondi vengono utilizzati in maniera disuguale, perché, come è già stato detto, da una parte c'è la maggioranza degli studenti che si rivolgono alla scuola pubblica, che non avrà accesso ai fondi e, dall'altra, ci sarà la minoranza degli studenti che, invece, vi potrà accedere.
In questi giorni, la discussione sulla legge, ha anche evidenziato il problema della democrazia e dei ruoli della maggioranza e dell'opposizione.
Riconosciamo il diritto della maggioranza di promuovere le proprie leggi, di realizzare il programma che ha presentato agli elettori. Questo fa parte delle prerogative, dei diritti e dei doveri della maggioranza.
Invito, però, tutta la maggioranza a riflettere sul fatto che, nel raggiungere il proprio scopo, nel cercare di realizzare il proprio programma, non può eludere l'impegno e l'obbligo di governare tutti i cittadini piemontesi.
Se una parte consistente dei cittadini piemontesi è contraria a questa legge, lo manifesta e ce lo fa sapere, la maggioranza deve riflettere se continuare pervicacemente sulla strada che ha intrapreso.
La maggioranza deve ragionare sul fatto che, l'obbligo di amministrare tutti i cittadini piemontesi, la deve portare a considerare anche le opinioni contrarie, così come vengono espresse.
Come è stato già detto, alcune delle pregiudiziali che sono state illustrate vanno ad aprire delle possibilità che, chi ha proposto la legge potrebbe considerare.
Il richiamo che è stato fatto all'utilizzo dei fondi per libri di testo e per quelle che sono le altre spese attribuibili alla famiglia, quali le mense e i trasporti. Ed è chiaro che possono realizzare un aiuto sostanziale a quello che è il diritto allo studio, il che - mi piace ricordarlo - significa aumentare la possibilità per tutti i ragazzi di superare le difficoltà che di solito si possono incontrare nel processo formativo.
Credo che ci sia anche un aspetto rilevante in un impegno della Regione per quanto riguarda un utilizzo economico non solo legato alle rette, ma anche indirizzato alle mense e ai trasporti (soprattutto ai trasporti). Ci si ricollega direttamente ad un concetto che a noi è molto caro, e cioè che i ragazzi sono dei cittadini e come dei cittadini vivono le problematiche di tutti noi, sentendo particolarmente il problema dello spostamento, di potersi muovere più liberamente negli ambiti cittadini.
Vorrei aggiungere che in questi giorni abbiamo sentito ripetutamente la maggioranza fare accenni a problemi di rapporti all'interno dell'opposizione. Io però vorrei chiedere un'altra cosa, cioè vorrei chiedere se la maggioranza si sia interrogata al proprio interno su quale può essere il parere di tutti quei laici che sono presenti nella maggioranza e che non credo vedano favorevolmente questo dispositivo di legge.
Concludo dicendo che in questi giorni abbiamo assistito - e credo che assisteremo ancora - al tentativo dell'Assessore Leo di farci digerire questa legge con le parole che dice.
Questa legge noi non la digeriremo, perché ritengo che, nella sostanza sia una minestra indigesta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Si era iscritto a parlare il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio

Signor Presidente, riprendendo quanto detto dall'Assessore, voglio sottolineare che il prof. Roversi Monaco, in buona sostanza, esaspera un po' i termini del problema, nel senso che, pur scendendo sul terreno di coloro che contestano la legittimità, finisce poi, anche attraverso degli argomenti, per confermare la legittimità costituzionale di una iniziativa di questo genere.
Debbo anche dire - ed è questo anche il senso dell'articolo di Roversi Monaco - che egli cerca di guidare la valutazione partendo dalla produzione della giurisprudenza costituzionale, che si è attestata ormai da tempo sul criterio del diritto vivente, proprio per scongiurare che il terreno costituzionale diventi angusto nel cogliere le esigenze, le vocazioni, le aspirazioni della società.
Su questo punto aggiungo che, proprio il ricorso del Presidente del Consiglio della precedente legislatura, che ha sollevato il conflitto di attribuzione avverso le delibere della Giunta della Lombardia, in quanto non aggredisce la legge e le norme di quella legge, ne conferma la portata e il valore costituzionale.
Venendo al Consigliere Contu, mi verrebbe voglia di ricordare una favola di Fedro: "Superior stabat lupus". Questo è il punto della questione.
Venendo però all'intervista dell'Assessore Leo - ecco perché dicevo si lasci pure interpretare l'Assessore - in quella sede il politico si rivolge al suo elettorato: questo è quello che è accaduto. L'Assessore, però, ha proposto e sostiene un disegno di legge che è laico.



(Commenti in aula)



GALASSO Ennio

Certo, perché è così. Non voglio neppure strumentalizzare il ruolo avuto dal Consigliere Palma, perché culturalmente - e lo ha detto nel momento in cui ha dato il contributo decisivo alla stesura dell'emendamento dell'Assessore Leo - ne ha sottolineato la portata laica; ma la legge quella legge è comunque laica per definizione.
Ribadisco il ruolo e la portata del contributo del Consigliere Palma perché ha dato sistematicità all'emendamento dell'Assessore Leo raccogliendo quello che era stato un suo indirizzo, ovviamente, ma anche quello che, in parte, era stata una sollecitazione dei sottoscrittori di una mozione (a cura del Consigliere Marcenaro ed altri). Quindi non si tratta di un giochetto di emendamenti; ma su questo avremo comunque modo di indugiare successivamente.
Venendo ad alcuni aspetti che ci sembrano seri, significativi, quale quello, per esempio, sollevato dal Consigliere Marcenaro in ordine all'art.
138 del D.lgs. 112/98, la funzionaria mi precisava che questo rientra nelle previsioni a partire dal 2002/2003 e che comunque l'art. 138 (che cortesemente il Consigliere Marcenaro mi ha fornito in lettura per la mia memoria) riguarda il finanziamento alle scuole private.
Qui, invece - e l'abbiamo ribadito più volte - i destinatari non sono le scuole private, ma sono le famiglie, gli allievi, gli alunni che scelgono la scuola che vogliono e che ritengono adeguata al proprio progetto educativo. Quindi, mentre il Dlgs. 112 parla solo di sostegno alle scuole private, questo è un sostegno alle famiglie, e devo dire che ha quindi, una portata sicuramente più laica (anche se l'altra parla genericamente di "privata") che non il 112 del '98.
Per quanto riguarda il diritto allo studio, credo si sia sollevato il problema del tetto perché questo disegno di legge si porrebbe in contrasto con le norme che regolano il diritto allo studio per gli universitari.
Anche qui, non è che dobbiamo dare ragione al collega Brigandì quando vi dice che avete un concetto di uguaglianza e una sorta di "letto di Procuste". Sono situazioni diverse, che vengono regolate in modo diverso.
Qui riguarda il merito combinato con il reddito, per quanto riguarda il diritto allo studio universitario, mentre nel caso del disegno di legge si privilegia la scelta educativa della famiglia, ed entrano comunque in gioco altri fattori, come il reddito familiare, in misura e in ragioni diverse rispetto all'altro.
Il collega Moriconi ci riconosce la facoltà di legiferare in armonia con i programmi che ci siano dati e che l'elettorato ha evidentemente condiviso - certo - in misura maggioritaria e non totalitaria, ma il sistema è questo. "Non possiamo fare a meno - ci dice - di considerare che una parte è contraria". Ma certo, tanto è vero che il disegno di legge ha subìto degli adeguamenti, raccogliendo anche le indicazioni provenienti da una parte della minoranza. Considerare le ragioni di una parte della minoranza ed entrare in rapporto dialettico, non vuol dire disobbedire a quello che è un indirizzo, un patto.
Ritengo di dover concludere che questo disegno di legge, e chi lo sostiene, ritiene che la scuola, sia essa pubblica o privata, sia una. Ho la sensazione, invece, che chi si oppone pervicacemente a questo disegno di legge, ritiene che sulla scuola si debba operare uno scontro tra pubblico e privato. Accentuare questo sogno, ci pare un disegno conservatore. Concludo richiamando ancora una volta la legge n. 62 del 2000, laddove, al secondo comma del primo articolo, sancisce che le scuole paritarie, svolgendo un servizo pubblico, accolgano chiunque richieda di iscriversi, accettandone il progetto educativo. Quindi, mi pare che siamo in sintonia con la Costituzione, con la legge voluta dal precedente Governo e, quindi, in armonia anche con quelle che sono le aspettative di chi ha dato il consenso a questa maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Durerà ancora tanto, secondo lei, la seduta di questa sera?



PRESIDENTE

Dipende da voi. Ritengo che, ragionevolmente, si possa concludere con la votazione sulle questioni pregiudiziali di merito - il suo è l'ultimo intervento - per riprendere martedì prossimo.



CHIEZZI Giuseppe

Perché, sempre nel tentativo di ascoltare le ragioni di tutti soprattutto quelle della maggioranza, si cerca di capire il nostro orizzonte da quante nubi è formato.
Apprezzo tutti gli interventi, primo fra tutti quello dell'Assessore Leo, che mi sembra, almeno dal mio punto di vista, impiegare il proprio tempo nel modo più produttivo, perché ritengo che nelle situazioni di forte contrasto, intervenire portando argomenti sia il modo giusto per tentare di trovare delle vie d'uscita. E se anche un collega ripete una cosa dieci volte, trovo giusto che l'Assessore Leo intervenga un'undicesima volta cercando di ribattere e ragionare sui contenuti dei dieci interventi precedenti. Secondo me è l'unica strada. Fosse praticata in modo più esteso ne guadagnerebbe il confronto.
Sentendo anche l'ultimo intervento del Consigliere Galasso, mi sento di dire questo: bisogna cercare di eliminare gli aspetti più indigesti. O no? Secondo me sì. E siccome siamo in un confronto, mi dico: ma se non ci fosse...? Allora, provo a dire un aspetto indigesto della questione che andrebbe rimosso, o comunque risolto alla radice. L'aspetto indigesto è che noi siamo qui a pagare la campagna elettorale dell'Assessore Leo. Questo è indigesto.
L'hai detto anche tu, collega Galasso: l'Assessore Leo si è fatto eleggere, ha il suo elettorato. Volete che il 'Leo politico' non parli al suo elettorato ora che è stato eletto? Quest'aspetto è un pochino indigesto.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Concluda il suo intervento, Consigliere Chiezzi. Vedo che ormai è avviato alla fine e quindi...



CHIEZZI Giuseppe

Guardi che hanno parlato tutti dieci minuti.



PRESIDENTE

Sto scherzando!



CHIEZZI Giuseppe

Dicevo che uno degli elementi da sfilare e da eliminare dai contrasti non è questo? Insomma, che il 'politico Leo' faccia quella cosa va bene, ma che l'Assesore Leo porti i problemi del 'politico Leo' nella sua gestione dell'Assessorato non è tanto un'attività propria. Adesso l'Assessore Leo inventa le leggi che possono soddisfare il 'politico Leo' in cambio del voto che ha avuto? Traballa un po' la questione.



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Nell'intervista, l'Assessore Leo non soddisfa in astratto il proprio elettorato, ma dice: "Con la mia legge io pago le scuole private consentirò loro di reggere". Non è che ho la risoluzione qua, per quest'elemento è un elemento di fortissimo contrasto...



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione (fuori microfono)

Come potremmo risolverlo?



PRESIDENTE

La richiamo, Consigliere Chiezzi, al contenuto del dibattito sulla questione pregiudiziale di merito, non ad altre questioni che attengono a...



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, accetto il richiamo, ma le ricordo che il sottoscritto è stato qua tutto il pomeriggio a sentire gli argomenti degli altri colleghi e solo per questo cercavo di mettermi sul loro stesso tono! Gli altri colleghi sono usciti dal seminato senza essere stati fermati dalla Presidenza ma, adesso, col cambio della Presidenza, sono un po' imbarazzato a stare in un seminato stretto mentre tutti gli altri hanno potuto seminare largo!



PRESIDENTE

Lei, per quanto possibile, torni al suo seminato, visto che non abbiamo ancora iniziato a discutere del merito!



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, le assicuro che sto cercando di capire come uscirne, e non è facile. Mi sono detto: "Togliessimo un po' il fastidio grosso e anche tutto ciò che è improprio?" Secondo me, potremmo cominciare dalla campagna elettorale dell'Assessore Leo, dalle cambiali che deve pagare...



(Commenti del Consigliere Cattaneo fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

No, è tutta politica, figurati se l'Assessore Leo paga delle cambiali! Sono termini politici! Come ha detto prima il Consigliere Galasso l'Assessore Leo deve...



(Commenti del Consigliere Galasso fuori microfono)



CHIEZZI Giuseppe

No, di fatti ci rientro! Se da fastidio la parola "cambiale", possiamo trovarne un'altra, che so, magari "tratta"! Non so, può essere meno cogente! L'Assessore Leo ha subito pressioni? Forse si tratta di questo? No! Quindi, se è così, le strade potrebbero essere due. L'Assessore Leo pu decidere di finanziare le scuole private. Perché l'Assessore non decide di proporre una legge che finanzia le scuole private? Intanto, Signor Presidente del Consiglio, l'Assessore Leo - o chi per esso - può proporre una legge della Regione Piemonte di finanziamento alle scuole private? Non so quale sia la riposta, ma se la risposta è sì, penso che, per la limpidezza delle posizioni, l'Assessore Leo potrebbe dire: "Ebbene, sì.
Dato che rientra nei poteri della Regione Piemonte fare una legge di finanziamento alle scuole private, la faccio". Ma, Assessore, non faccia quest'altro ingarbuglio di cose! Chiederei di esplorare questa linea, perché così si eliminerebbero, dal dibattito in corso, due questioni.
La prima: un dibattito tutto ideologico sulla presunta necessità di rendere liberi tutti. Che libertà? La libertà è segnata dalle condizioni economiche, ma questo non solo per la scuola privata! Assessore Leo potremmo anche parlare di libertà di potersi vestire! Si può difendere la libertà di vestirsi con capi di alta moda! Se dobbiamo garantire la libertà! E' un po' la storia di farsi fare le scarpe a mano! Sì, siamo liberi tutti di farci fare le scarpe a mano, su misura! E' una libertà! Ma quel che è certo è che costano, e quindi qualcuno non se le può far fare! Sgombriamo il campo da tutto ciò, e sgombriamolo dal fatto che faccio una cosa per farne un'altra! E' fastidioso! L'Assessore Leo dice: "Non è vero che finanzio le scuole private, io sto dando delle borse di studio...". Alè, alè! Sgombriamo il campo almeno da questi due elementi, arriviamo ad un confronto politico duro. E' un po' ciò che diceva il Consigliere Marcenaro in Commissione, e che ha ripetuto in aula: vogliamo cambiare, nella Repubblica italiana, il rapporto tra le scuole pubbliche e le private vogliamo dire che le finanziamo, e cambiamo la Costituzione?! E' un filone di lavoro!



PRESIDENTE

L'Assessore Leo rinuncia ad intervenire per fatto personale, perci possiamo procedere alla votazione. Ricordo che votiamo in un'unica votazione tutte le questioni pregiudiziali di merito discusse.
Indìco la votazione palese, mediante proce dimento elettronico, su tutte le questioni pregiudiziali di merito discusse.
Il Consiglio non approva.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19.00)



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