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Dettaglio seduta n.136 del 11/10/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento:

Aggiornamento lavori


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Constato personalmente la mancanza del numero legale, per cui aggiorno la seduta alle ore 10,30.



(La seduta, sospesa alle ore 10.00 riprende alle ore 10.43)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

I funzionari mi confermano che in aula il numero legale è raggiunto dai Consiglieri della sola maggioranza, così evitiamo di fare dei conteggi che avrebbero un esito scontato.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caramella, Casoni, Cota D'Ambrosio, Deorsola, Gallarini, Ghigo, Pichetto, Rossi Giacomo, Valvo.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Il programma dei lavori, come concordato con i Capigruppo nella riunione di ieri, prevede un'ora di attività di sindacato ispettivo.
Abbiamo la presenza degli Assessori Vaglio, Cavallera, Ferrero, Cotto, Leo e Burzi, per cui potremmo procedere alla risposta alle varie interrogazioni e interpellanze, intervallando un po' tra quelle presentate dai vari Gruppi e anche quelle presentate dalla maggioranza.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

Il numero legale mi risulta garantito. Procedo alla sua verifica collega, con un'avvertenza: non so se si tratta di una procedura corretta dal punto di vista regolamentare, in quanto è previsto che la verifica sia effettuata prima di una votazione.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiederei di mettere ai voti che la prima interpellanza che si discuterà non sia firmata dal sottoscritto. Grazie.



PRESIDENTE

Procediamo alla verifica del numero legale per appello nominale



(Il meccanismo di voto elettronico al momento, non è funzionante)



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n. 28 Consiglieri ed in congedo n. 9 Consiglieri.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Ho ascoltato con attenzione l'appello nominale e mi risulta siano presenti in aula 28 Consiglieri, tutti assegnati alla maggioranza, e, conseguentemente assenti i Consiglieri dell'opposizione.
Credo, pertanto, che si possa passare direttamente al provvedimento di legge sui buoni scuola, saltando il Sindacato Ispettivo, non essendo presenti in aula gli interpellanti.
L'esigenza della maggioranza è quella di affrontare la questione relativa alla legge sul buono scuola, perché sarebbe abbastanza singolare che gli Assessori rispondessero alle interpellanze, non essendo presenti in aula gli interroganti o gli interpellanti, avendo risposto "sì" - ripeto solo 28 Consiglieri su 60 assegnati a questo Consiglio regionale.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Cattaneo, prendo nota della sua segnalazione.
Probabilmente, nel frattempo, qualcuno è arrivato. Aveva chiesto la parola essendo presente, il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Voglio ricordare al collega Cattaneo che io, firmatario di alcune interrogazioni, sono presente in aula e mi auguro che l'Assessore competente risponda, giacché le mie interrogazioni sono in attesa di risposta da qualche mese.



PRESIDENTE

Va bene, comunque il Presidente Cattaneo ha posto una questione che ha una sua proponibilità. Pregherei il Presidente Cattaneo di consentirmi di discutere questa situazione, che si verifica in modo ricorrente, in sede di Ufficio di Presidenza, perlomeno con il Presidente Cota ed il Vicepresidente Toselli, in modo da tenere, per l'avvenire, una posizione analoga. Grazie.


Argomento: Stato giuridico ed economico del personale dipendente

Interrogazione n. 836 del Consigliere Moriconi inerente a "Posizioni organizzative cat. D"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 836, presentata dal Consigliere Moriconi.
Risponde l'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Grazie, Presidente. Ricordo che il tema dell'interrogazione firmata dal collega Moriconi, riguarda le posizioni organizzative, categoria "D".
Con riferimento all'interrogazione in oggetto, si comunica che in primo luogo, in ordine alle attribuzioni degli incarichi di posizione organizzativa, la competenza in merito alla nomina, per l'identificazione dei dipendenti, è del singolo Direttore. In particolare, per i nominativi evidenziati nell'interrogazione di cui trattasi, le relative nomine sono state disposte da ciascun Direttore, con atti motivati da specifiche esigenze organizzative e di servizio delle rispettive strutture.
D'altra parte, il fenomeno sottolineato è circoscritto a pochi casi che hanno trovato giustificazione proprio nelle esigenze organizzative rappresentate, come ho detto prima, dalle Direzioni competenti.
Non si ritiene, pertanto, in funzione di quanto detto, di intraprendere alcuna iniziativa nei confronti dei Direttori firmatari dei provvedimenti di nomina.
Ricordo solo, perché la risposta è particolarmente tecnica, che definimmo la prima applicazione dell'ordinamento professionale, a cui la logica delle posizioni fa riferimento, dopo una lunga concertazione con le rappresentanze sindacali - siamo nel maggio '99 - e ricordo altresì ai colleghi, oltreché al firmatario, che le posizioni scadono tutte - vedo il disappunto fisico del Presidente Chiezzi - come definizione delle stesse al 31/12 di quest'anno, come peraltro scadono anche i contratti in applicazione della legge 51.
Ricordo, inoltre, che quando definimmo la procedura per la prima applicazione delle posizioni, ci ponemmo il problema che potessero esserci interpretazioni diverse e ci demmo, come struttura di supporto "l'organismo", che è un supporto della Giunta, il nucleo di valutazione come momento di esame di eventuali controversie, senza dare al nucleo il compito di dirimere le controversie, perché non è sua competenza, ma di aiutarne l'evidenziazione e quindi gli organi competenti a dirimerle evitando inutili situazioni vertenziali che costituiscono un appesantimento.
E' ben certo che, nella seconda applicazione, che decorre - ripeto come data di competenza dall'1/1/2002, immaginando che queste date si riesca a rispettarle, anche se per tante motivazioni mi sembra difficile alcuni approfondimenti sull'applicazione della logica delle posizioni organizzative evidentemente verranno attuate, anche con l'aiuto dei colleghi Consiglieri che nelle sedi competenti, essenzialmente la I Commissione, vorranno farci pervenire suggerimenti ed elementi di valutazione. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi per la replica.



MORICONI Enrico

Ringrazio l'Assessore per la risposta, ma devo dire che, come forse lui stesso si aspettava, non sono assolutamente soddisfatto.
L'Assessore si è limitato a dare una risposta - come ha detto lui stesso - di tipo tecnico - che tra l'altro, se possibile, vorrei acquisire senza rispondere alla domanda sostanziale che poneva l'interrogazione. Mi stupisce che chi ha preparato la risposta all'interrogazione non si sia accorto della sostanza della stessa; non era necessario dire che le nomine sono di competenza del direttore e che ciascun direttore ha effettuato le nomine: questo lo sapevamo.
Il problema è di tempi, di date e decisioni. C'era un accordo, siglato il 17 maggio 1999, nel quale si diceva che tutte le posizioni dovevano essere attribuite di norma. Successivamente, a distanza di due mesi, si diceva che le posizioni non ancora assegnate a quel momento, dovessero essere congelate, quindi non effettuate, e che a questa direttiva dovessero attenersi tutti i responsabili. La nostra interrogazione verteva proprio sul fatto che, successivamente alla comunicazione di congelamento delle nomine, in particolare quelle riferite alle persone richiamate nell'interpellanza stessa, siano state comunque fatte delle nomine. Come dice anche l'interpellanza, ricordo che sono in atto dei procedimenti sollevati da alcune di queste persone. Grazie.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Avanzerei un'ipotesi: abbiamo ancora 45 minuti di tempo per lo svolgimento delle interrogazioni ed interpellanze. Vista la disponibilità dell'Assessore Burzi, il collega Placido potrebbe sentire gli altri colleghi interpellanti - anche riguardo alla successiva interpellanza sulle RTP - e decidere se si preferisce avere le risposte scritte.
La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Va benissimo la prima parte della sua proposta, non con risposta scritta, ma con risposta in aula, Assessore. Però non posso rispondere per i colleghi assenti: mi auguro che arrivino.



PRESIDENTE

Intanto aspettiamo che i colleghi arrivino.


Argomento: Spesa socio - assistenziale

Interrogazione n. 840 delle Consigliere Suino e Manica inerente a "Contributi regionali al Movimento per la Vita"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 840, alla quale risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Con determinazione dirigenziale n. 524/30 del 27/11/2000 (pubblicata sul B.U.R. n. 52 del 28/12/2000), è stato assegnato un contributo di lire 4.000.000 per la realizzazione del progetto "La scuola adotta la vita", su istanza del Movimento per la Vita di Chivasso (il contributo richiesto era di 7.700.000).
Finalità generali del progetto: promuovere la cultura dell'accoglienza alla vita nascente, anche in condizioni difficili, sviluppare il sentimento di solidarietà attiva nei bambini, incentivandone lo spirito progettuale creativo ed organizzativo tramite anche la produzione di manufatti da mettere in vendita.
Dall'istruttoria effettuata, il progetto è risultato conforme ai requisiti previsti dalla D.G.R. n. 31-27680 del 28 giugno 1999, art. 14 L.R. 38/94 - Criteri per l'assegnazione di contributi per l'avvio e lo sviluppo di specifici progetti ed attività delle organizzazioni di volontariato, che prevede, tra l'altro, una compartecipazione del 20% al costo complessivo da parte dell'organizzazione proponente.
La deliberazione prevede l'attribuzione di una prima quota corrispondente al 70% del finanziamento concesso, contestualmente al provvedimento di assegnazione, mentre il saldo viene liquidato previa relazione sullo svolgimento del progetto e regolare rendicontazione delle spese sostenute.
Con nota pervenuta in data 09 luglio 2001, corredata dalla documentazione probatoria, l'organizzazione in oggetto ha relazionato sull'attuazione del progetto, richiedendone l'attribuzione della restante quota dovuta, l'ufficio non ha ancora provveduto in merito.
Negli ultimi due anni (1999-2000), i progetti finanziati nel settore socio-assistenziale sono stati complessivamente 130 (55 nel 1999 e 75 nel 2000), nello spirito di offrire pari opportunità a tutte le organizzazioni iscritte, nonché per favorire un forum di libero svolgimento di attività solidaristica; non vi sono state esclusioni, se non per mancanza di elementi oggettivi obbligatoriamente previsti della deliberazione di criteri.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore, l'interrogazione che noi avevamo presentato, che era urgente "l'urgente" qui è diventato veramente relativo, perché era del 20 giugno non verteva tanto sulle questioni che lei ci ha riportato, con dovizia nella sua risposta, di cui la ringraziamo, questioni attinenti l'equità diciamo così, della distribuzione di questi fondi o la pertinenza degli aspetti burocratici e quindi attinenti alla casistica dei criteri in base ai quali si possono assegnare o meno dei contributi, ma cercava di andare un pochettino oltre, entrando nel merito di una scelta politica che il suo Assessorato ha svolto in questo caso. Perché qui siamo di fronte a dei contributi regionali che, da quanto ci è dato di comprendere, si ha l'intenzione di continuare ad assegnare e a sostenere nell'ambito della promozione di interventi a sostegno della vita e della nascita, in assenza però, di progetti e di interventi, come Assessorato e come Commissione, che sostengano questo tipo di percorso, e mi spiego meglio.
Abbiamo ferma in Commissione una proposta di legge che aveva visto una consultazione amplissima, sostenuta, che ha riscontrato tutti i pareri favorevoli: è quella relativa al sostegno al parto, che potrebbe consentire alla Regione di intervenire in questa complessità, sostenendo da una parte la donna e dall'altra le strutture, un percorso vita, un percorso nascita.
Questa proposta di legge si è assolutamente arenata, nonostante abbia avuto il placet e il plauso positivo, non ci sono state critiche.
Evidentemente perché, portando la firma soltanto dell'opposizione, non vede l'attenzione della Giunta o, evidentemente, perché, essendoci andati ad arenare su ben altre questioni e scogli, vedasi il buono scuola, non portiamo avanti più nulla. Infatti, la IV Commissione è quella che ha credo, 70 o 80 provvedimenti fermi. Questo è un esempio.
Abbiamo un altro esempio che costituisce uno dei pilastri anche del vostro percorso e del vostro programma, relativo al sostegno alla famiglia.
Anche in questo caso, ci sono proposte di legge e disegni di legge che potrebbero tra loro confrontarsi, che affrontano il problema sotto gli aspetti vari (sociali, politici, di sostegno alla donna, di sostegno al nucleo familiare), e non come un mero contributo che, in questo caso, ha in sé una pericolosità infinita, perché sono interventi che portano soldi e finanziamenti proponendo adozioni prenatali attraverso contributi di 300.000 lire per 18 mesi, denari che, secondo il Movimento, dovrebbero orientare la donna incinta verso la scelta di portare a termine la gravidanza.
Dissipiamo denaro pubblico in questo tipo di distribuzione, tra l'altro su movimenti per i quali mi consenta di avere qualche dubbio nel merito, al di là di chi sono i firmatari e i responsabili (magari anche persone significative e degne delle varie collocazioni politiche), ma non portiamo avanti un percorso vita, non portiamo avanti un sostegno nel piano sanitario e nel piano sociale, che prima o poi vedremo: non lo so, ma ci sarà un piano socio-assistenziale o sociosanitario che in qualche modo sostenga questo tipo di esperienza, di necessità! Non vediamo un segnale forte e chiaro in interventi (vedasi ultimamente, la chiusura di un reparto di Pediatria e di Ostetricia in uno degli ospedali tra i pochi del Piemonte dove più alta è la natalità, dove c'è una presenza maggiore di realtà di popolazione infantile). In questo caso, abbiamo un percorso vita e un percorso nascita che da anni porta avanti un'esperienza significativa e riconosciuta anche scientificamente oltre che socialmente. Nessuno di voi dà segnali di sostegno e attenzione né economici né politici né programmatici per sostenere questo tipo di iniziativa. Si distribuiscono invece contributi a pioggia a "Movimenti per la vita" non meglio definiti, che si prefiggono di insegnare ai bambini delle scuole di una certa zona (chissà perché a quelli di Chivasso e non ad altri!) l'importanza dell'adozione di un feto. Siamo arrivati alla fantascienza! Fantascienza nell'applicazione della politica in assenza di una politica seria, incrociata, possibilmente, tra sanità e assistenza.
Questo il motivo che ci ha ispirato, al di là delle verifiche: non intendevamo eccepire, naturalmente, non avanzavamo dubbi nel merito, ma sulla scelta politica, sì! Sono scelte sbagliate, che portano da nessuna parte, nemmeno a sostenere uno dei cavalli portanti della vostra programmazione: il sostegno alla famiglia. Non è con questo tipo di contributi che si aiuta una donna ad essere nella condizione di portare avanti una gravidanza.
Le nostre proposte di legge, invece, vanno in tale direzione, ma voi non le volete affrontare.



PRESIDENTE

Ho consentito alla Consigliera Suino di concludere il suo intervento nonostante avesse terminato il tempo a sua disposizione, perché mi sembrava che l'argomento avesse uno spessore che va oltre le caratteristiche di una semplice interrogazione.
Mi è sembrato opportuno permetterle di concludere, tant'è che l'Assessore chiede di poter tornare sull'argomento.
La parola all'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore delle politiche sociali e della famiglia

Ho chiesto di poter nuovamente intervenire solo perché non vorrei che si confondessero due aspetti diversi della questione.
Un conto è la politica della Regione Piemonte, che noi cerchiamo di rendere sempre più efficace (e sulla quale ciascuno può pensare ciò che vuole), un conto sono i contributi richiesti dalle 1370 Associazioni di volontariato iscritte nel registro, contributi per i quale sono stanziati a bilancio quattro miliardi - contributi che dal prossimo anno costituiranno delega alle Province, nel segno del principio che l'ente più vicino al cittadino ne conosce meglio la realtà. Sono aspetti diversi.
Naturalmente, ognuno può essere o non essere d'accordo su quanto propone un'associazione di volontariato - ci mancherebbe! - però il contributo di quattro milioni deve essere letto in base alla L. 38/94, e non come un'iniziativa politica della Regione Piemonte.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Presidi privati di diagnosi e cura

Risposta scritta all'interrogazione n. 800 del Consigliere Ronzani inerente a "Anziani e case di riposo a Lessona e Vigliano biellese"


PRESIDENTE

All'interrogazione n. 800 del Consigliere Ronzani, è già stata data risposta, per quanto di sua competenza, dall'Assessore D'Ambrosio. Con l'assenso dell'interrogante, daremmo risposta scritta per quanto di competenza dell'Assessore Cotto.


Argomento: Produzione e trasformazione dei prodotti - Interventi per lo sviluppo dell" offerta

Interrogazione n. 633 dei Consiglieri Placido, Riba, Muliere, Tapparo inerente a "Cantina sociale di Bricherasio"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 633 presentata dai Consiglieri Placido, Riba, Muliere e Tapparo.
Rispondono gli Assessori Vaglio e Cavallera.
La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna

Ovviamente interverrò per la parte relativa alle competenze dell'Assessorato che dirigo...



PRESIDENTE

Scusi un attimo, Assessore Vaglio. C'è stata una visita dell'Assessore Leo al Consigliere Chiezzi, sono nella fase dei saluti, lasciamo che facciano!



(Commenti del Consigliere Galasso fuori microfono)



PRESIDENTE

Consigliere Galasso, la questione non è ancora di rilevanza forense!! Per cortesia, Assessore Vaglio, prosegua pure.



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna

Nel 1996 la Comunità montana della Val Pellice, in riposta alle esigenze della Cantina sociale di Bricherasio, presentò alla Regione Piemonte un progetto speciale, integrato sull'allora L. 28, che poi verrà mutata nella L. 16. Questo primo progetto prevedeva, in occasione del trasferimento della sede della Cantina Sociale e degli impianti per la produzione della Cantina Sociale dal centro di Bricherasio in una vecchia struttura ormai insufficiente ad ospitare il giro di conferenti della Cantina, di spostare questa sede dal centro di Bricherasio in un'area all'ingresso di Bricherasio, dove la Provincia prevedeva la costruzione di una rotonda alla francese che, oltre ad agevolare l'ingresso delle autovetture verso l'abitato di Bricherasio, avrebbe messo in rete, o comunque reso facile, l'accesso ad una zona artigianale e commerciale sulla sinistra della strada per chi sale, ad una zona industriale dove ha sede la Cantina Sociale, sulla destra della strada stessa.
La Comunità montana in questa fase prevedeva l'acquisto di attrezzature e materiali per la produzione del vino che avrebbe, successivamente concesso in uso alla Cantina Sociale stessa.
Il progetto, considerato ammissibile da parte della Commissione preposta alla valutazione dei progetti speciali integrati, veniva finanziato per un importo di un miliardo e la Comunità montana procedeva alle gare d'appalto per l'acquisizione dei materiali. In seguito installava i materiali nei nuovi capannoni e concedeva, in uso, i materiali stessi alla Cantina Sociale. Il progetto veniva quindi rendicontato e liquidato nel 1999.
Questa è la parte che interessava il mio Assessorato contemporaneamente la Cantina Sociale, avvalendosi delle leggi sulla cooperazione in campo agricolo e avvalendosi delle leggi per il finanziamento dell'agro-industria, richiedeva ulteriori finanziamenti proprio per la ricollocazione. Finanziamenti che, ovviamente, venivano erogati. La Cantina Sociale procedeva a raccogliere, ogni anno, il prodotto del consorzio dei produttori del pinerolese. Il pinerolese è zona sottoposta a denominazione d'origine controllata e sono compresi, in questa zona di origine controllata, numerosi comuni delle Comunità montana Pinerolese Pedemontano, valle Chisone Germanasca, valle Pellice valle Po.
Infatti, il prodotto delle viti dei comuni di Barge e di Bagnolo rientra in questa denominazione d'origine e molti sono i conferenti di questa parte della provincia di Cuneo sulla Cantina Sociale di Bricherasio.
Voglio ancora ricordare che al progetto speciale integrato, presentato dalla Comunità montana Val Pellice, collaborarono con una quota di finanziamento le altre tre Comunità montane e cioè la Po Bronda Infernotto la Chisone Germanasca, la Pinerolese Pedemontana.
Ho terminato, sono a disposizioni per ulteriori domande.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, le chiedo se può cortesemente rimuovere il capo di abbigliamento che staziona sulla sua sedia.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Quando lei farà mettere la cravatta al Consigliere Brigandì ...



PRESIDENTE

Naturalmente non mi addentro in una vertenza così impegnativa. Sulla cravatta il Regolamento non è preciso, mentre sul resto è inequivocabile.
In questo caso mi affido alla sua cortesia.



(Il Consigliere Chiezzi indossa la giacca appoggiata sulla sedia della sua postazione)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Ringrazio, l'Assessore per la risposta, però non ha risposto assolutamente all'interpellanza...



PRESIDENTE

Ci sarà un'ulteriore risposta dell'Assessore Cavallera per la parte di sua competenza.



PLACIDO Roberto

Ne approfitto, potevo farlo nel momento in cui ho illustrato l'interpellanza, lo faccio nella risposta che do all'Assessore Vaglio per la parte che lo riguarda e anticipo quello che ci aspettiamo dall'Assessore all'agricoltura.
Nell'interpellanza, partiamo dal rilevare, da quanto ci risulta, il grave stato di crisi finanziaria in cui versa la Cantina Sociale di Bricherasio che è la più importante, o tra le più importanti della provincia di Torino. Alcune cose le ha anche dette l'Assessore, ma chiediamo - anche su questo, seppur nella parzialità, c'è da parte nostra insoddisfazione per la risposta dell'Assessore Vaglio, su quanti contributi siano stati erogati alla Cantina Sociale di Bricherasio dal 1996 ad oggi qual è la reale situazione contabile della Cantina e quali azioni si vorranno intraprendere per fronteggiare la situazione di crisi.



(Il Consigliere Placido interrompe momentaneamente il suo intervento)



PRESIDENTE

Prosegua, Consigliere.



PLACIDO Roberto

Aspetto che finisca la telefonata altrimenti non riesce ad ascoltarmi.
Ripeto, vorrei sapere quali impegni, quali azioni sono state intraprese su tutta la situazione contabile, su tutti i contributi, compreso il miliardo dato alla Comunità montana, se è stato fatto un monitoraggio sui finanziamenti e come sono stati utilizzati i soldi regionali.
Questa è la domanda. Non c'è stata data risposta da parte dell'Assessore Vaglio, ci auguriamo che questa risposta alle stesse domande dal 1996 ad oggi venga data dall'Assessore Cavallera. Da qui ne deriva la nostra insoddisfazione e aspettiamo risposta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Vaglio.



VAGLIO Roberto, Assessore alle politiche per la montagna

Devo rispondere ai gravi sospetti che il mio collega ha sollevato, con molta serenità. In primis, non compete a noi altro che la vigilanza sulla rendicontazione, e questo lei lo sa benissimo.
In secondo luogo, tranquillizzo il collega perché a questa serie di finanziamenti a cui lei fa riferimento ha collaborato, continua a collaborare ed è parte attiva anche la Provincia di Torino, per cui aumentiamo la tranquillità, aumentiamo la serenità, in quanto le competenze sono talmente vaste che i finanziamenti vengono verificati da più sorgenti di finanziamento.
Devo anche dire che sulla cooperazione e quindi sui finanziamenti alle società cooperative, soprattutto in campo agricolo, presiede tutta una legislazione nazionale; legislazione nazionale che, a sua volta, è soggetto di controlli da situazioni che non sono ovviamente regionali, che dipendono da altri Enti dello Stato e quindi nuovamente esiste un controllo sulla definizione dei finanziamenti.
Collega Placido, la situazione finanziaria di una impresa o di una società cooperativa è un problema della società cooperativa, la quale qualora non fosse in grado di far fronte ai suoi problemi di cassa o ai suoi problemi di indebitamento, porta i libri in tribunale e li risolve per sua via. Non credo che in nessuna situazione pregressa si sia mai configurata né l'occhiuta vigilanza, fra l'altro impropria, di un Ente pubblico né tanto meno la condivisione da parte degli Enti pubblici finanziatori (Comuni e Comunità montane in testa) nelle sorti finanziarie delle società finanziate.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Presidente, sarò velocissimo.
Personalmente non lo ritengo grave, ma l'Assessore ritiene grave che un Consigliere faccia delle legittime e normalissime domande su come vengono utilizzati i fondi regionali.
Devo dire tranquillamente che a quei finanziamenti concorre anche la Provincia di Torino; la cosa proprio non mi riguarda, non mi crea nessuna preoccupazione né interesse: è un problema della Provincia. La stessa domanda l'avrei posta all'Assessore alla Provincia, se fossi Consigliere provinciale, ma siccome sono Consigliere regionale, la domanda è evidente la pongo a lei Le ripeto che attendo delle risposte che questa mattina lei non ha fornito; mi auguro che non sia così per la parte riguardante l'Assessore all'agricoltura.
Termino ribadendo un concetto. Io non posso credere e pensare che la Regione dia dei finanziamenti a chiunque per qualsiasi motivo senza preoccuparsi se poi quei finanziamenti vengono utilizzati per le finalità cui sono stati concessi o se - non lo so, faccio una battuta proprio perch non ho cose particolari - per andare in crociera, penso che non sia la stessa cosa. Su questo mi aspetto delle risposte, che non ci sono state.



PRESIDENTE

Dato che anche la Presidenza ha seguito il senso dell'interpellanza credo che l'Assessore Vaglio abbia risposto e ci sarà ancora la risposta dell'Assessore Cavallera. Comunque, nulla vieta in seguito ai Consiglieri di riproporre ed eventualmente con tutte le prerogative le questioni sulle quali ritiene di mantenere una sua esigenza di chiarimento. Grazie.


Argomento: Cultura: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 923 dei Consiglieri Suino, Placido, Marcenaro e Chiezzi inerente a "Experimenta"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 923 cui risponde l'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore alla promozione delle attività culturali e dello spettacolo

Cari colleghi, questa interpellanza, firmata dal Consigliere Placido ed altri, riguarda in realtà una questione molto importante, in quanto parla del rapporto della politica della Regione verso le periferie.
La domanda dell'interpellanza urgentissima - che quindi merita una risposta il più rapidamente possibile - è a che punto sia la progettazione per il trasferimento, con quali tempi e modalità si intenda procedere, se intenda - questa è la questione politica, cari colleghi, essenziale e importantissima - fornire rassicurazioni nel merito alla città di Torino e in particolare al territorio di Mirafiori Sud.
Dicevo ai colleghi Suino e Placido che questa è una cosa molto importante e significativa, è un'interpellanza che ci consente anche di esprimere una linea politica su queste questioni.
Do prima delle risposte tecniche, fra l'altro verificate, colleghi, con la dottoressa Marchiori ancora un istante fa proprio perché è qui presente e quindi do delle risposte tecniche e poi rassicurazioni politiche.
In riferimento all'interpellanza in oggetto indicata, si rende noto che gli elaborati progettuali per la nuova sede di Experimenta sono stati ultimati, ma finora non era stata presentata domanda per la concessione edilizia in quanto, sulla base dell'attuale situazione prevista dal P.R.G.
vigente, potrebbe essere attivata la sola richiesta per ottenere la concessione edilizia relativa la costruzione della biglietteria.
Cari colleghi Suino e Placido, dopo la vostra preziosa interpellanza abbiamo ulteriormente seguito la cosa, quindi vi debbo dire che l'interpellanza è servita a dare un'ulteriore mossa anche al Comune, e vi ringrazio.
Dopo ulteriori verifiche con gli uffici comunali, si è comunque ritenuto di presentare tale domanda, il che è avvenuto martedì 9 c.m.
(quindi recentissimamente).
Gli uffici comunali, anche a seguito della vostra interpellanza, hanno ritenuto di accettare la domanda, mentre prima ci dicevano di attendere.
In data 23 luglio u.s. si è svolto un incontro presso gli uffici comunali di Torino; esaminate le varie possibilità di impostazione della pratica, si è concordato, con i funzionari del Comune intervenuti in rappresentanza dei vari uffici interessati, di presentare il progetto completo (restauro del fabbricato esistente, biglietteria e tensostrutture) e quindi di procedere poi d'ufficio da parte del Comune agli adeguamenti del P.R.G. alle esigenze di "Experimenta"; a tal fine è stata quindi consegnata una copia del progetto per opportuna verifica.
Lo stato dei lavori è dovuto al fatto che la Regione Piemonte ancora oggi non ha titolo per intervenire, infatti durante l'incontro è stato evidenziato che, nonostante il protocollo d'intesa tra la Regione Piemonte e la Città di Torino (rep. 4344 - in data 28/10/1994 - scambio tra villa Gualino ed area idonea per il trasferimento di Experimenta - art. 7 del protocollo d'intesa, per il quale devo ringraziare, se posso farlo pubblicamente, la collega Suino per essere stata allora preoccupata a lavorare affinché la Regione si indirizzasse verso le aree di periferia anche perché, come i colleghi sanno, c'erano posizioni nel Comune di Torino e nella Regione che preferivano che andasse al centro della città, per cui l'intervento allora, e devo darne atto pubblicamente, della collega Suino è servito a determinare anche con un incontro pubblico a Mirafiori Sud un impegno preciso; se ricordate, anche la Provincia aveva delle perplessità che poi sono state superate grazie al lavoro di Consiglieri regionali che io giudico molto positivamente), la Regione Piemonte non ha ancora avuto ad oggi in concessione l'area oggetto d'intervento, ma abbiamo chiesto un'accelerazione di questa procedura.
Infine, si precisa che solo in data 30/8/2001, con lettera del Comune di Torino del 21/8/2001, prot. n. 6299, è pervenuto lo schema di disciplinare relativo alla concessione dell'immobile di via Onorato Vigliani n. 104, della Città di Torino, Regione Piemonte.
Pertanto, appena l'Amministrazione del Comune di Torino avrà risolto le problematiche precedentemente descritte, procederemo immediatamente alla programmazione e all'accordo.
Mi pare, però, che i colleghi ponessero, nell'ultimo punto, una questione politica rilevante, cioè se è intendimento della Regione proseguire in quella direzione o se c'è stato un affievolimento della volontà.
Ringraziando per l'osservanza, devo dire che non è assolutamente così anzi penso che il discorso posto dai colleghi Placido e Suino, della riqualificazione delle periferie di Torino, sia importantissimo.
Non anticipo adesso altri discorsi, ma anche relativamente ai centri studenteschi, pensiamo di finanziare ristrutturazioni nelle periferie di Torino per riqualificarle e magari in una zona opposta a Mirafiori, per un equilibrio complessivo della città.
E', dunque, nostra ferma intenzione procedere in questo senso.
Ci sono state alcune perplessità - lo dico senza alcuna polemica - da parte della Presidente della Provincia, Bresso, superate grazie ad un'assemblea tenutasi a Mirafiori sud. Di questo ho dato assicurazioni al Presidente uscente e al nuovo Presidente; ho inviato loro anche una copia della lettera e non ho ancora mandato copia della risposta, per rispetto al Consiglio regionale, ma la manderò immediatamente.
Pertanto, tengo a dire che: primo, grazie ai colleghi che ho citato, ci si è mossi in quella direzione; secondo, anche grazie a questo sono state superate difficoltà di altre Amministrazioni (non nego che anche nella realtà regionale l'allettamento di organizzare qualcosa di più semplice in Centro ha subìto un certo fascino); terzo, intendo ribadire fermamente che gli stanziamenti e l'indicazione politica sono per Mirafiori sud e che anche l'Assessore Giuliano mi ha assicurato che la Presidente Bresso ha rimosso le proprie obiezioni. L'ultima lettera che perfeziona questi passi è stata spedita martedì 9 ottobre.
L'interpellanza, dunque, è utile e tempestiva e io trasmetterò alla Circoscrizione e agli organi di stampa questa assicurazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Leo.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente. Siamo molto contenti delle parole che abbiamo sentito e, anche a nome degli altri firmatari, in particolare del collega Placido, che è un po' il portavoce in Commissione cultura per il mio Gruppo, mi ritengo più che soddisfatta ed in totale sintonia con quanto ha espresso l'Assessore Leo.
Avevamo colto dei freni e delle perplessità; a dire il vero non eravamo così certi e convinti che questi freni risiedessero presso l'Assessorato alla cultura della Regione, ma ci urgeva comprendere e capire se si intendeva procedere con questo progetto che ha una propria complessità e rilevanza, che darebbe a "Experimenta" una sede definitiva (i tempi sono diventati un po' lunghi), una sede in una posizione geografica assolutamente interessante. Tutto il lavoro che è stato svolto su quella zona di Torino sud, attorno alla "Bella Rosin" è un intervento di recupero importante che può offrire spazi sociali, culturali, di aggregazione interessanti, anche dal punto di vista urbanistico, per la stessa "Experimenta".
Siamo stati convinti e ci siamo dati da fare per sostenere la scelta che a suo tempo la Regione Piemonte ha compiuto.
E' evidente che, per la zona, il non cogliere dei segnali di modifica vedasi, nello specifico, l'edificio ex CNR, che in qualche modo cade a pezzi e non ha nemmeno un cartello sul quale ci sia scritto "ristrutturazione" o "avvio progetto", ecc. - non aiuta la popolazione e l'Amministrazione locale a sentirsi sostenuta in una propria azione.
Le parole che ha espresso l'Assessore Leo stamani confermano che il progetto della Regione continua ad essere quello che è stato indicato nel precedente percorso.
Ci pare di capire che sono stati superati gli ostacoli ed i freni che un po' di tipo tecnico, un po' di tipo burocratico, si erano frapposti. Si dovrebbe procedere, dunque, celermente verso la realizzazione della struttura, quindi il trasferimento di "Experimenta" dovrebbe realizzarsi per il prossimo anno.
Questo è il sogno che tutti noi abbiamo. Certo, ci sono alcune perplessità, però avviamo perlomeno i lavori presso l'ex CNR, avviamo tutte le strutture che possano dare la possibilità ai torinesi di sentirsi, anche visibilmente, convinti dell'opportunità che la Regione, la Provincia ed il Comune offrono a quella zona.
Ci riteniamo, pertanto, soddisfatti ed assolutamente disponibili a fare gli altri passi necessari per sostenere questo progetto e quello che ne conseguirà, perché c'è anche tutta l'operazione sull'antropologia che è attinente e conseguente al trasferimento di "Experimenta". Grazie Assessore Leo.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Interpellanza n. 884 dei Consiglieri Di Benedetto e Placido, inerente a: "Situazione Società RTP"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 884, dei Consiglieri Di Benedetto e Placido.
La parola all'Assessore Burzi, per la risposta.



BURZI Angelo, Assessore alle società partecipate

In relazione all'interpellanza n. 884, dei Consiglieri Di Benedetto e Placido, inerente a "Situazione RTP", questo Ufficio ha provveduto ad acquisire notizie presso la Società stessa - la risposta è datata luglio 2001, mentre l'interpellanza era del 16 luglio - circa l'avvenuto deposito della documentazione di cui all'art. 2435 del Codice Civile, relativa agli esercizi '98 e '99. Precisamente: 1) Bilancio di esercizio 2) Verbale dell'assemblea di approvazione del bilancio 3) Relazione sulla gestione 4) Relazione del Collegio Sindacale 5) Elenco dei soci 6) Nota di deposito.
La società ha dichiarato che "i suddetti documenti sono stati regolarmente depositati presso la Cancelleria del Tribunale di Torino e pubblicati nel Registro delle Imprese.
Tale Registro, dall'1/10/97 svolge funzioni ufficiali di pubblicità legale dei bilanci in luogo del soppresso Bollettino Ufficiale delle Spa e Srl (BUSAR, ex art. 2435 del Codice Civile).
Si comunica, inoltre, che per motivi personali la dott.ssa Paola Graffi e il sig. Agostino Angeleri, rispettivamente in data 26/7/2000 e in data 21/5/2001, hanno rassegnato le dimissioni da Presidente del Collegio Sindacale di RTP Spa". Si conclude dicendo che "si rimane a completa disposizione per gli eventuali chiarimenti del caso".
Per completezza, ancorché non mi sembra che nel testo specifico dell'interpellanza altri argomenti fossero stati svolti, informo solo che intorno alla metà alla metà del mese di settembre, giorno più o giorno meno vogliate perdonarmi l'imprecisione della data - si è conclusa l'assemblea straordinaria dei soci della suddetta società, nell'ambito della quale sono state assunte alcune decisioni, evidentemente formalizzandole secondo quanto le procedure obbligano. Come esito di queste procedure, c'è stata una ricostituzione (previo evidentemente azzeramento del capitale della S.p.A. ai livelli minimi previsti per quanto riguarda il Codice e la normativa, che è 200 milioni) che ha visto due soci presenti nella compagine di RTP impegnarsi alla suddetta sottoscrizione, che sono il CSI se non ricordo male per il 75%, e Olivetti Sanità per il 25%.
Precedentemente la Regione aveva già formalizzato la sua non volontà di procedere ad ulteriori rinnovi alla società stessa, sia come ricostituzione, sia, eventualmente, come aumenti di capitale. Questo sempre all'interno della logica che ha visto, per passi successivi, definire il CSI come l'elemento portante di una revisione non soltanto del sistema informativo regionale, ma specificamente per quanto attiene il sistema informativo della sanità della Regione Piemonte. In tal senso, il CSI ha assunto questo incarico e credo vorrà quanto prima resocontare all'Ente nelle sedi competenti, che tipo di organizzazione intende proporre. Proprio per questo la Regione non ha più ritenuto indispensabile essere presente in RTP, che poteva essere o potrebbe essere uno strumento (non la soluzione ma uno degli strumenti) di una revisione completa del sistema informativo della sanità della Regione Piemonte.
Ovviamente, per quanto attiene i documenti che ho citato, sono disponibili i testi per i firmatari dell'interpellanza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Di Benedetto.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Intanto ringrazio l'Assessore, perché su questa interpellanza è da mesi che ci rincorriamo e, finalmente, otteniamo risposta. La ringrazio veramente. Ogni tanto, contrariamente a quello che si può notare rispetto alla questione della RTP, c'è un'effettiva produttività. L'altro ieri ho chiesto se era possibile discuterne e stamattina il massimo dell'efficienza e della produttività. Grazie ancora!



BURZI Angelo, Assessore alle società partecipate (fuori microfono)

Era datata 6 luglio.



BURZI Angelo, Assessore alle società partecipate (fuori microfono)

DI BENEDETTO Alessandro



BURZI Angelo, Assessore alle società partecipate (fuori microfono)

Oggi la situazione della RTP fa registrare una modifica importante come citava prima lo stesso Assessore, e si apprende che la Regione seppure con tardiva decisione, sta per uscire dalla RTP.
Adesso le leggo, per ricordarlo ai colleghi, ma in particolare a lei Assessore Burzi, un intervento del Presidente Ghigo del 26 giugno del 1996 sugli Enti strumentali e società a partecipazione regionale. Si tratta di un intervento che aveva raccolto il collega Saitta nel famoso 'libro bianco', in cui il Presidente Ghigo diceva: "E' fuori discussione l'utilità, anzi la necessità, dell'esistenza di siffatti enti e società allo scopo di una migliore loro valorizzazione. L'istituenda Giunta intende preliminarmente procedere ad una rivisitazione degli Enti strumentali e delle società a partecipazione regionale, allo scopo di valutarne l'efficienza e la produttività - ribadisco efficienza e produttività - alla luce delle regole, dei costi e benefici e della correlativa incidenza sul bilancio della Regione. Una volta provveduto a questa incombenza, e quindi ultimata la rivisitazione, la nuova Giunta potrà comunicare al Consiglio le proprie valutazioni e, se del caso, proporre i provvedimenti che si assumono essere utili ed opportuni in questa materia".
Naturalmente qua parlava di tutti gli enti. Circa un anno fa ho fatto una prima interpellanza firmata assieme ad altri colleghi, sei mesi fa ancora un'altra. Ci è stata data una parziale risposta.
Adesso veniamo a conoscenza che la Giunta, finalmente, pare che abbia deciso di operare questa scelta, anche se la volta precedente l'Assessore che si occupava di questa vicenda aveva ribadito che si stava valutando se aumentare il capitale che investe la Giunta, in un ragionamento di sviluppo insomma. Ultimamente, invece, abbiamo appreso quanto ho appena detto.
Caro Assessore Burzi, quanto ho appena letto era stato dichiarato dal Presidente Ghigo e riportato in quel 'libro bianco'.
Come lei sa - parlo per me, ma molti altri colleghi la pensano nello stesso modo - siamo ormai convinti che il Presidente Ghigo abbia qualche problema con i numeri, con il bilancio. Però, a questo punto, visto che tra l'altro continua ad essere assente (anche per ascoltare), ci rivolgiamo a lei, che, da questo punto di vista, è l'Assessore competente e dovrebbe cominciare a darci qualche risposta più dettagliata e, se possibile definitiva.
Come mai si è arrivati alla disastrosa situazione economica di questa società? Avevo detto la volta scorsa che se fosse servito per dare qualche posto di lavoro, se ne poteva discutere in modo democratico e trasparente anche perché poi emerge questa situazione. Ho dato dei numeri l'altra volta rispetto al bilancio di questa società. E' chiaro che questa efficienza questi costi/ricavi, la necessità di questo ente in particolar modo si è dimostrata letteralmente disastrosa, perché ad oggi, rispetto alla data delle dichiarazioni del Presidente Ghigo, avete impiegato sei anni e sei mesi per valutare se questa società fosse utile o meno. Nel frattempo, se aspettavate ancora altri sei mesi, pareggiavate il periodo della riflessione, che arrivava a sette anni, con il buco di circa sette miliardi che si registra, almeno dai dati che abbiamo.
Noi ci aspettiamo una risposta chiara e definitiva, perché la produttività si raggiunge anche nella chiarezza e, se non altro, nel bloccare una voragine di centinaia di milioni che vanno a finire in un buco di cui, sinceramente, non si capisce quale sia l'utilità.
Diversamente, se si continuasse ancora a tergiversare o a non dare risposte chiare e trasparenti, personalmente, ma anche coi colleghi Placido e Saitta ne avevamo già parlato, prenderemo il tutto e lo porteremo agli organi competenti, per valutare poi se ci sia stato un danno per la Regione o un danno erariale per i cittadini e quant'altro.
Grazie, Assessore.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Nell'alternanza della soddisfazione e dell'insoddisfazione (assolutamente insoddisfatto della risposta dell'Assessore Vaglio e completamente soddisfatto della risposta dell'Assessore Leo), mi dispiace Assessore Burzi, ma mi dichiaro completamente insoddisfatto della sua risposta, e vengo a spiegare il perché. Lei, Assessore, non ha risposto alle nostre domande. Al di là che questa è una società che avete, con più delibere, ricapitalizzato - siamo a sette miliardi di danni in dieci anni sette miliardi di deficit, di buchi coperti con pervicacia dalle Regione Piemonte, anno dopo anno, per poi arrivare adesso a ritirarsi - le rivolgo la prima domanda: perché il CSI investe 150 milioni in una società che ha oltre due miliardi di deficit, accollandosi, quindi, anche il rischio sui due miliardi, a parte i 50 milioni dell'Olivetti Sanità? Rivolgo questa domanda e chiedo che il CSI venga a rispondere almeno in Commissione. Il Presidente del CSI deve rispondere perché investe 150 milioni in una società che ha due miliardi di deficit. Prima domanda.
La seconda domanda: la Regione ha chiesto una consulenza alla Società Reconta Ernst Young che, nella sua forma scritta, alla prima pagina recita testualmente (e per questo dico che lei, Assessore, è stato reticente rispetto alle domande che noi ponevamo): "Le scritture contabili i libri obbligatori della Società risultano essere aggiornati solo parzialmente. Il libro dei beni ammortizzabili..."ecc...ecc.. Segue un elenco molto lungo di tutte le iniziative intraprese, andate quasi tutte a male, che hanno portato a 7 miliardi di deficit. E ne cito solo una Assessore Burzi. Un contratto con la Regione per dotare di più di duemila computer i medici di base: per ora sono stati solo novanta su duemila: grave ritardo, ma non solo. A fronte di 800 milioni di utile il software è costato un miliardo e quattrocento milioni: un buco di 600 milioni, tant'è vero che la Società citata in precedenza lo indicava come l'ennesimo affare negativo, con la necessità di rescindere i contratti.
Assessore Burzi, la invito a rispondere in altro momento; d'altronde con i colleghi Di Benedetto e Saitta abbiamo presentato un'altra interrogazione, per arrivare a risposte che chiariscano come si è arrivati a 7 miliardi di deficit e rispondano alle domande, cui lei stamattina non ha risposto, contenute nell'altra interpellanza.
Esiste un documento ufficiale, richiesto dalla Giunta, di uno studio di una società di consulenza, che penso lei abbia letto; se non l'ha fatto preso dai tanti impegni, la invito a leggerlo - non è neanche lungo... -: c'è una lista lunghissima di come non si dovrebbe gestire una società a partecipazione regionale.
Dulcis in fundo, e mi dispiace che l'Assessore D'Ambrosio non sia presente, cosa si fa? Con questo Presidente, che ha realizzato miliardi di danni, si stipula un contratto di consulenza con l'Assessorato alla sanità! E' cosa indecente! Ci aspettiamo delle risposte.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore alle società partecipate

Completo la risposta per almeno alcuni aspetti. Io avevo, ed ho l'impegno di rispondere con una certa tempestività, ove possibile, alle interpellanze che ci vengono presentate. Dico solo, come elemento di parziale - spero reciproca - soddisfazione che la riposta, datata 26 luglio i tempi del Consiglio sono quelli che lo stesso riesce a darsi - era ad un'interrogazione del 6 luglio. Credo che, almeno da questo punto di vista potremmo ritenerci soddisfatti.
Secondo aspetto. Ho assunto, con i colleghi della I Commissione - l'ho ricordato qua - l'impegno di riferire ai colleghi su un progetto complessivo di revisione delle società partecipate: mi sembra, infatti, che occorra partire da un approccio complessivo. Naturalmente, non è sufficiente definire un possibile quadro d'insieme per far sì che le cose si muovano, ma credo indispensabile una visione complessiva dell'insieme delle società partecipate, molto numerose, peraltro, nulla togliendo alla Finpiemonte, che ne raccoglie la maggior parte, anche quantitativa.
L'impegno è per domani mattina; successivamente, ci divideremo i compiti che seguiranno, nel rispetto dei vari ruoli: dell'esecutivo, del Consiglio e dei Consiglieri, che hanno il dovere del controllo dell'attività della Giunta e del Consiglio.
Tornando a RTP. Intanto, il documento cui alludeva il Consigliere Placido non è una consulenza: è una new delegence, contenente elementi specifici, richiesti non solo dalla Giunta ma da tutti i soci della società, anche perché nel mese di luglio le fasi che si sarebbero susseguite erano già oggetto di discussione e riflessione sia nelle sedi formali sia in quelle dove il pensiero man mano prende corpo.
Derivarono necessità del tutto diverse: non ultima, quella di definire a cosa serve una società partecipata, indipendentemente dall'esito positivo o meno dei suoi conti economici (e su questo punto credo che la Giunta abbia con molta tempestività risposto e agito in modo competente). E ci sono atti di Giunta precedenti, il principale dei quali assunto dal mio predecessore l'Assessore Pichetto che, come ho detto, affidava un rinnovato incarico al CSI: rivedere il più ampio mondo del sistema informativo della sanità.
Il Consigliere Placido ha posto una domanda che esula dalle mie competenze. Il CSI è un Consorzio, di cui l'Ente Regione è autorevole socio (e, in tal senso, s'intende come Ente strumentale della Regione) e come tutti i consorzi ha propri organi di amministrazione e di controllo. La informo inoltre che non sempre agisce esattamente secondo quanto la Regione richiede - e questo è stato oggetto di ripetuti dibattiti - poiché gode di una propria autonomia, che va rispettata, sia quando conviene ci sia, sia quando non conviene... E nella scorsa legislatura, come Assessore ai sistemi informatici, ho sostenuto alcune interessanti discussioni su questo punto.
Il CSI ha dibattuto l'argomento con forte dialettica interna, ha assunto determinate decisioni e, come tutte le strutture che godono di una loro autonomia, ne risponde. Certo è - e ci mancherebbe - che il CSI, com'è già capitato diverse volte, può benissimo essere audito nelle sedi competenti - normalmente, in I Commissione; su questo ed altri punti potrebbe dare tutte le riposte alle domande che, doverosamente, i Consiglieri vorranno porre.
Credo che il Consigliere Placido abbia letto anche l'altro documento ufficiale, ovvero la revisione delle proprie attività, cui gli amministratori sono tenuti per legge. Appare evidente - perlomeno così ho interpretato leggendo i documenti - che da parte degli amministratori c'era l'ipotesi di tutta una serie di attività che potevano essere significativamente remunerative. Una di esse è quella cui credo il Consigliere Placido abbia alluso in un passo del suo intervento: un contratto - se ben ricordo - conseguente ad una gara, che impegnava RTP ad essere strumento e realizzazione dell'informatizzazione delle strutture dei medici di base. Attività che, a giudizio degli amministratori precedenti potevano dare origine, se sviluppate nei tempi previsti,, non solo ad una concretizzazione della società, ma anche ad un'economicità della sua gestione.
Questa l'opinione ufficiale degli amministratori della società che evidentemente, se ne devono assumere la responsabilità.
Noi non abbiamo espresso un giudizio di merito, peraltro facilissimo da esprimere, perché la società era, e tuttora è ai margini della chiusura basta guardare i conti economici per giungere a questa semplicissima conclusione.
Come dicevo, abbiamo espresso - perché non era l'obiettivo un giudizio sull'economicità di gestione o sulla positività della gestione - un giudizio sulla strumentalità. Lo strumento RTP, secondo la Giunta, oggi potrebbe essere più utile se inserito in un più vasto quadro di gestione della sanità della Regione Piemonte.
All'ente strumentale, che è un consorzio, si è attribuito il compito di vedere se la revisione del sistema informativo della sanità sia possibile e come. Attendiamo le risposte dal nostro ente che - ricordo a tutti - ha con noi, nell'ambito di questa problematica, rapporti nell'ordine di 70/80 miliardi all'anno. Quindi rapporti molto corposi, come d'altronde deve essere tra un ente pubblico, delle dimensioni della Regione Piemonte e un consorzio della dimensione e potenza del CSI.
Altri giudizi che traspaiono non soltanto dagli interventi di oggi e in particolare del Consigliere Placido, non attengono specificamente alle materie dell'Assessorato, ma attengono ad altre aree che - ripeto - esulano dalle competenze dell'Assessore alle partecipate che ritiene, almeno in questo caso, di aver tempestivamente e concretamente dato le risposte che i Consiglieri chiedevano.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Prosecuzione dibattito sulle questioni pregiudiziali di legittimità costituzionale presentate relativamente al disegno di legge n. 252 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali"


PRESIDENTE

Abbiamo terminato il tempo dedicato al punto inerente alle interrogazioni e alle interpellanze.
Riprendiamo la discussione sulle pregiudiziali di legittimità costituzionale, già illustrate nella precedente seduta consiliare.
Nella precedente seduta sono intervenuti: i Verdi, i DS, i Radicali, la Lega, Riformisti per l'Ulivo, Alleanza nazionale.
La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Siamo presentatori di una serie di pregiudiziali; condividiamo inoltre, molte delle questioni pregiudiziali presentate da altri colleghi.
Facciamo parte di un Gruppo che affronta la costituzionalità del progetto che è stato sottoposto alla discussione. La prima considerazione avanzata da altri colleghi, è che la materia - non è la prima volta che viene affrontata in Italia - è stata affrontata anche da molte altre Regioni. Sappiamo che nelle Regioni in cui è stato sollevato il problema spesso il provvedimento è stato sottoposto al controllo della Corte Costituzionale e la stessa si è pronunciata.
Sarebbe stato un atto dovuto avere una verifica di costituzionalità del progetto stesso.
Potete dire che lo avete fatto, che avete consultato degli esperti però gli esperti, a volte, dicono cose contraddittorie; spesso si ricorre ad un esperto per farsi aiutare, piuttosto che per farsi contrastare.
Pertanto, il percorso migliore sarebbe stato non di rivolgersi a persone che interpretano degli esperti, ma cercare un giudizio esplicito.
Tale atteggiamento avrebbe senz'altro evitato questa fase del dibattito.
Siamo di fronte ad una legge che viola effettivamente molti degli articoli della Costituzione, sia quelli citati per primi, gli artt. 3 e 5 sia anche quelli sull'eguaglianza.
Noi riteniamo che in qualche modo questa legge tenda a favorire settori della società, non mettendoli tutti sullo stesso piano.
Anche quando la proposta di legge viene citata dai media, gli stessi capiscono che si tratta di una legge rivolta a determinate scuole, non a tutte. Quindi verso un "pezzo" di frequentatori delle scuole e non a tutti.
La seconda questione è che la nostra Costituzione affronta giustamente, il problema dell'istruzione. Lo affronta perché è uno dei diritti fondamentali che i cittadini hanno, insieme alla salute, al lavoro e ad altri.
Per cinquant'anni la Costituzione è stata letta in un determinato modo.
All'epoca, in Parlamento, c'erano coloro che avevano scritto la Costituzione, quindi era più facile un'interpretazione "autentica", per ripeto, per cinquant'anni è stata interpretata in un determinato modo.
Il paradosso vuole che in questi cinquant'anni lo Stato italiano sia stato governato dalle forze più sensibili al problema del finanziamento alla scuola privata; non tanto - allora non lo pensavano neppure - della parità scolastica. La Democrazia Cristiana raggiunse una quantità di voti che il Partito di Forza Italia se lo sogna...



(Voci in aula)



PAPANDREA Rocco

Le coalizioni sono state spessissimo di centro-destra. Neanche il governo Tambroni aveva nel programma il finanziamento alle scuole private.
Anche quando lo schieramento era molto omogeneo non ha mai sollevato questo problema. Infatti, era un fatto esplicito cioè la Costituzione riconosce due principi: la libertà di insegnamento (si può scegliere la scuola in cui andare) e che lo Stato non deve intervenire nel finanziamento delle scuole non statali. E ritengo che il concetto di statale sia inteso come Stato e sue articolazioni, di cui la Chiesa, nonostante il Concordato non fa parte.
La Costituzione - lo sapete tutti - è esplicita; dice: "senza oneri per lo Stato". E senza oneri per lo Stato, vuol dire senza oneri per lo Stato non si può pensare ad altro.
Là dove la Costituzione parla di diritto e di libertà di insegnamento parla di un'altra questione, quindi si tratta di due questioni diverse.
Capisco che si possa essere sensibili alle esigenze di altre scuole e capisco che ci siano delle scuole che sono state aperte e che oggi abbiano delle difficoltà, per cui sentono il bisogno di ricevere finanziamenti. So anche, però, che nel nostro Paese sono state chiuse tantissime scuole pubbliche perché non c'erano i finanziamenti e che tantissime scuole pubbliche sono in situazioni drammatiche perché non ci sono i finanziamenti. Quindi mi rendo conto della complessità della realtà, ma anche che esiste questo articolo della Costituzione.
Prima parlavo della commozione con cui spesso l'Assessore Leo ci porta verso certe situazioni, dicendo: "Bisogna fare qualcosa". Io conosco moltissimi paesi dove le scuole sono state chiuse perché non vi erano più le condizioni per tenerle aperte; ci sono, soprattutto in zone di montagna bambini di sei anni che devono fare chilometri e chilometri al mattino per andare a scuola perché hanno chiuso la scuola più vicina, quella del loro paese.
A fronte di una situazione di questo genere, non c'è niente da fare. Al di là della mia opzione rispetto al finanziamento della scuola pubblica, la mia posizione è confortata da un elemento netto e preciso, scritto nella Costituzione.
Credo che su questo altri possono aver fatto delle forzature, com'è avvenuto nell'ultima legislatura. Infatti ci siamo trovati dopo 50 anni a non avere più Governi democristiani espliciti, anche se poi abbiamo molti Governi democristiani impliciti, in quanto coloro che stanno nei seggi negli scambi di governo sia a livello locale che nazionale, hanno spesso quel tipo di affiliazione (di cui a volte sono anche orgogliosi). Quello che però non erano riusciti a fare quando erano un'unica forza compatta e potente, hanno tentato di realizzarlo, e in parte ci sono riusciti, con forzature che a mio avviso sono state effettuate all'interno sia del Governo nazionale che dei governi locali.
Nonostante questo, sono state delle forzature che non annullano l'elemento che ricordavo prima; non lo annullano affatto. Ci sono delle forzature rispetto al testo della Costituzione e noi qui oggi, in aula vogliamo richiamarlo. Pensiamo che ridiscuterlo possa servire a fare dei passi indietro rispetto a quelle forzature e a non attestarsi su di esse per aprire ulteriori brecce in quella direzione.
E' questo il motivo per cui abbiamo presentato le pregiudiziali che abbiamo sottoscritto direttamente, che fanno riferimento agli artt. 33 e 34 in particolare, ma condividiamo anche le altre, che sono state illustrate.
Quindi voteremo a favore di tutte le pregiudiziali che sono state presentate e illustrate nella giornata di martedì.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Invito del Presidente agli studenti, presenti nell'area riservata al pubblico, a rimuovere le magliette bianche indossate, riproducenti singole lettere dell'alfabeto e formanti la scritta "NO BUONI SCUOLA"


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il collega Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Cari colleghi...



(Alcuni studenti, presenti nell'area riservata al pubblico, indossano magliette bianche riproducenti singole lettere dell'alfabeto e formanti la scritta "NO BUONI SCUOLA")



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Chiezzi. Invito cortesemente il pubblico ad assistere alla seduta comportandosi in modo corretto, ivi compreso l'abbigliamento.
Prego i commessi dell'aula di fare in modo che i ragazzi indossino immediatamente il proprio maglione o giubbotto.
Sospendo la seduta per cinque minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 12.27 riprende alle ore 12.33)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La seduta riprende.
I ragazzi conoscono benissimo le norme e le regole dell'aula. Adesso hanno ricevuto un richiamo e quindi hanno coperto le scritte, perché non sono possibili segnalazioni di manifestazioni di intenzione o di posizioni sul merito delle questioni in discussione. Tutto qui.
Chiede la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Sono lieto, Presidente, che lei non abbia visto la fine di questo episodio. In sua assenza, la Presidenza - non la disturbo perché vedo che il Consigliere Questore sta riferendo i fatti - ha notato nell'emiciclo dedicato al pubblico la presenza di un certo numero di ragazzi e ragazze seduti uno accanto all'altro, vestiti anche con magliette sulle quali era stato colorato il segno di una lettera e che, disposti in un certo modo potevano far apparire una certa frase sui buoni scuola.
Il fatto ha generato parecchia agitazione da parte della Presidenza penso tesa a vedere in questi ragazzi, seduti uno accanto all'altro con delle magliette sulle quali erano segnate delle lettere che componevano una frase, una situazione intollerabile per quest'assemblea.
Lei sa, Presidente, che io, come tutti voi, verso quest'assemblea nutro grandissimo rispetto, è un luogo di democrazia, è un luogo laicamente sacro: prima lei mi ha chiesto di togliere l'impermeabile dallo schienale e l'ho fatto.
La Presidenza, molto agitata, mi sembra abbia anche, secondo me in modo esagerato, chiamato le forze dell'ordine a entrare in aula - non so se sia vero, ma a me è sembrato di sì - come se questi ragazzi, con quelle magliette, presentassero una sorta di rischio per l'istituzione.
La Presidenza si è mossa, si è parlato coi ragazzi, che adesso si sono un po' sparpagliati e le lettere non compongono più la frase e qualcuno ha nascosto le braccia seminude. Ghigo ha mostrato la pancia nuda tutta intera a milioni di persone e non è successo niente. Al riguardo ho presentato un'interpellanza cui non avete ancora risposto. ...A milioni di persone una "panza" nuda.



PRESIDENTE

Non è successo in aula.



CHIEZZI Giuseppe

Guardi, Presidente, che uno che è capace di mostrare la propria panza nuda a milioni di persone, non è detto che non sia capace di farlo di fronte a 60, non è escluso.
Allora, si sono mossi e vedo che la situazione nell'emiciclo del pubblico è cambiata e mi pare di capire sia cambiata in modo da riportare il decoro.
Ricordo al Presidente Riba che, nella giornata di ieri, un piccolo gruppo di ragazzi e ragazze - mi pare di ricordare vestiti con una divisa che portava un segno celtico ben visibile, che è stato ed è il segno che la Lega Nord usa nelle sue manifestazioni - era presente fra il pubblico.
Guardando questi ragazzi, si poteva vedere una bella macchia di colore idee non ne portavano, nemmeno scritte, c'era solo la "patacca" della Lega.
Comunque, anche quel simbolo può evocare.
Ieri la Presidenza non ha detto nulla, al riguardo. Chiedo, pertanto se nella prossima riunione dell'Ufficio di Presidenza, voleste riflettere sull'accaduto.
Non ho sollevato eccezioni alla presenza dei ragazzi della Lega, con i loro simboli; era una bella manifestazione e ritengo una bella manifestazione anche questa.
Non vorrei, però, che si usassero due pesi e due misure: arrivano i ragazzi della Lega con i loro simboli, li si fa accomodare, li si ringrazia della presenza e dell'attenzione; poi, quando arrivano i ragazzi interessati alla discussione su una legge, che a loro modo - per me in modo simpatico e giovanile - vengono in un'aula nella quale spesso teniamo comportamenti non proprio sobri (a volte ci mettiamo anche in maniche di camicia), vengono ripresi.
Io non so se questo ci aiuti! Secondo me, questi ragazzi non meritavano un trattamento di quel genere ed essere circondati da persone che forse hanno alti incarichi di sorveglianza e vigilanza, che dovrebbero essere impiegate quando ce n'è bisogno, e non per far mettere le giacche a dei ragazzi che vengono ad ascoltarci! Consegno queste mie osservazioni alla Presidenza e a tutti i colleghi e spero che da tale vicenda non debba mai più nascere una situazione di questo genere: dei ragazzi, degli studenti, si presentano in aula, ma qualcuno dice che la loro maglietta non piace.
Il confine, Presidente, non c'è. Così non ci fermiamo più! Allora i capelli sono lunghi e magari sono colorati e quella maglietta non va, e quest'altro non va! Inizierei il mio intervento proprio da questo punto - se mi azzera il tempo - dicendo che noi, la libertà, ce la siamo conquistata con una Costituzione che dice...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Chiezzi, prima che lei proceda, vorrei rispondere alle questioni che lei ha posto, perché meritano una risposta da parte della Presidenza, non un dibattito perché non è questa la sede.
Consigliere Chiezzi, io interpreto così la questione, e lo dico anche rivolto ai ragazzi che gentilmente sono presenti ai nostri dibattiti: non ho istruzioni per quanto riguarda il carattere dell'abbigliamento che viene richiesto come "decoroso" complessivamente e non ho i titoli per stabilire quando un abbigliamento non è decoroso. Clamorosamente indecoroso lo si capirebbe, ma non vedo mancanza di decoro nell'abbigliamento di nessuno, n tra il pubblico né in aula, in questo momento.
Il Regolamento prevede - lo dico per gli ospiti - che il pubblico assista in silenzio, senza manifestazioni che riguardino l'oggetto del lavoro del Consiglio. Partecipare con un proprio segno di identificazione può essere un elemento che non trascende il decoro.
Quello che non possiamo permettere, al momento (ma raccolgo il suggerimento del Presidente Chiezzi e ritengo che si debba fare, per altre eventuali ricorrenze di questo genere, una valutazione come Ufficio di Presidenza, per non avere pesi e misure tra loro difformi, cosa che sarebbe indubbiamente inopportuna, oltre che rappresentare un elemento non adeguato al carattere rigoroso dei lavori del Consiglio), è una manifestazione di interferenza, comunque espressa (un cartello, o altro).
Noi preghiamo, pertanto, di rimuovere ciò che è una manifestazione di comunicazione, perché interferisce; lo farei nei confronti di qualsiasi forma di comunicazione. Quindi, il titolo "buoni scuola", scritto in diversi modi ("sì ai buoni scuola", "no ai buoni scuola"), rappresenta un elemento che si connette con il dibattito e perciò va rimosso.
Al momento vedo delle lettere singole, non riesco a leggere quella frase, è un po' sgrammaticata.
Gli elementi di identificazione dei ragazzi della Lega Nord, ieri erano di identificazione, ma non interferivano; così come abbiamo accettato gli uni, accettiamo gli altri.
La ringrazio, Consigliere, e le assicuro che questo è un argomento che non considero esaurito; se ne rifletterà per standardizzare i comportamenti rispetto ad una prassi.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Grazie, Presidente, della sua risposta. Ad integrazione di quanto detto dal Consigliere Chiezzi, ieri ho sollevato il problema della presenza in aula, disturbante - perché di questo si tratta - di una delegazione di una scuola pagana - così ce l'hanno venduta - con i propri simboli addosso.
Ho usato termini come: "Mi sento intimorito, di fronte allo svolgimento del mio ruolo di Consigliere"; forse era persino spropositato.
Ribadisco, però, alcune questioni: proprio in quest'aula consiliare nella precedente legislatura, fu fatto rimuovere al Consigliere Ghiglia il simbolo che portava sulla propria giacca. Vorrei anche ricordare che, in occasione del dibattito, una scuola cattolica presente applaudì in modo significativo l'intervento del Consigliere Angeleri, senza che la Presidenza - e qui mettiamoci d'accordo - intervenisse.
Mettiamoci d'accordo: l'Ufficio di Presidenza è un Ufficio di Presidenza in cui sono rappresentate le opposizioni e la maggioranza. Non può esistere, sul piano dei comportamenti, che la Presidenza di turno si comporti come la Presidenza di una parte dell'aula.
Il richiamo è forte, da questo punto di vista. Sul decoro voglio spendere alcune parole: i ragazzi vengono abbigliati con le magliette e questa mi sembra una cosa assolutamente decorosa. Non comprendo le ragioni che stanno alla base di un intervento in quel senso.
Io stimo, oltretutto, il Vicepresidente Toselli per il modo equilibrato che ha tenuto nella conduzione di più assemblee, però mi sembra che oggi sia andato un po' fuori dai toni.
Un'ultima questione, che chiedo venga chiarita: la questione della vigilanza. Ho sempre pensato che il problema della prevenzione spetti fra i compiti istituzionali, alla Polizia, ecc. Non le nascondo, per Presidente, un certo imbarazzo perché l'intervento in aula delle Forze dell'Ordine è un intervento che viene chiesto, in base al Regolamento, solo ed esclusivamente in determinate situazioni.
Si chiarisca anche questo aspetto! Le Forze dell'Ordine sono estranee a questo consesso, nel quale è il Presidente di turno che, attraverso i Questori, mantiene l'ordine.
Chiariamo questo elemento! E' estremamente importante, perché non si possono criminalizzare i ragazzi, non si può pensare che i ragazzi non possano esprimere il proprio dissenso e manifestare le proprie idee.


Argomento: Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Prosecuzione dibattito sulle questioni pregiudiziali di legittimità costituzionale presentate relativamente al disegno di legge n. 252 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'articolo 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali"


PRESIDENTE

Possiamo proseguire con l'intervento del Consigliere Chiezzi.
Lei sa benissimo che il mio collega Toselli ha fatto soltanto quel gesto che era necessario per poter continuare il lavoro. D'altra parte, lei stesso, e mi fa piacere, ha riconosciuto la sua obiettività nel condurre i lavori.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Nel trambusto creato dalla Presidenza per risolvere il caso, mi si sono anche rotti gli occhiali, per cui non riesco a leggere gli appunti, abbiate pazienza!



(Brusìo in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Collega Cattaneo, ti pregherei di non sollecitarmi, te lo dico in amicizia, perché se no mi fai portare avanti... Cioè, vuoi che chieda che venga allegata al mio discorso questa fotografia comparsa su "Specchio" del 30 giugno, che venga inserita a corredo dei miei argomenti? Non so se sia possibile inserire delle fotografie negli interventi, ma vorrei inserire questa foto del Presidente Ghigo con la pancia nuda! Non facciamolo, però non sollecitarmi, altrimenti mi porti su un terreno che non voglio utilizzare.
Invece, sul problema della costituzionalità del provvedimento - mi rivolgo ovviamente a tutti i colleghi e, in modo particolare all'ispiratore della legge, la Giunta e l'Assessore Leo - noi diciamo che la legge contrasta coi principi costituzionali. Quali sono, Assessore Leo e Presidente, i principi costituzionali che hanno dato vita e sostanza all'organizzazione scolastica italiana? Pensiamo un momento a quelli, poi vediamo il tipo di contrasto che c'è.
Sappiamo tutti, Assessore Leo, che la Costituzione, nata da quella lotta antifascista che ha liberato l'Italia, è un testo molto aperto e molto libero. Noi, leggendo quella Costituzione, abbiamo voluto identificare un cammino per tutti noi che accompagnava, all'unità riconquistata degli italiani, una grande apertura. E' una Costituzione ariosa, c'è spazio per tutti. Lo Stato, nell'organizzare lo spazio comune ha dedicato alla scuola una particolare attenzione, perché i costituenti (che erano democratici, democristiani, socialisti, comunisti, liberali repubblicani e azionisti) hanno detto che questa nostra Italia finalmente libera, nella scuola avrebbe dovuto vedere il massimo dispiegamento di tutte le energie.
Da dove si usciva, Assessore Leo? Si usciva dall'Italia fascista, in cui la scuola era una scuola dove gli insegnanti era meglio prendessero la tessera del Partito Nazionale Fascista, era una scuola in cui gran parte dei contenuti programmatici derivavano dal programma di Governo del Partito Nazionale Fascista e dentro i contenuti che si davano ai giovani vi era l'impero, vi era la difesa della razza.
Ma andate e vedere le pubblicazioni! Uscivamo di lì, da una gabbia chiusa, da un pensiero fascista che entrava fino in ogni classe! Allora, la Costituzione ha aperto tutto. Si è detto: "No no, la scuola non è di nessuno; la scuola è degli italiani; avanti, entrate italiani, e fate di questa scuola una scuola libera di insegnamento! L'insegnamento è libero, è libero..." E lo Stato italiano ha detto: la scuola, fino ad un certo punto dello sviluppo, è obbligatoria. Vogliamo che tutti i ragazzi e le ragazzi la frequentino almeno per un certo numero di anni, e la frequentino nel modo più arioso possibile, in modo che ci si possa confrontare, in modo che in queste intelligenze, che si affacciano fin dai primi anni, siano libere di credere: in che modo? Non con una dottrina. Lo Stato ha detto questo: le intelligenze libere di crescere non lungo un percorso predefinito dottrinario, di qualunque segno esso sia, ma lungo un percorso che permetta ai giovani, frequentando i vari gradi di istruzione obbligatoria, di incontrare il mondo che c'è accanto a loro, che è la famiglia, ma sono gli altri ragazzi, sono i grandi, sono i professori, sono i problemi che ci sono.
Il modo per far incontrare ai ragazzi, che poi decideranno come crescere, cosa prendere per buono, cosa acquisire in toto, cosa rifiutare è il modo laico di dire: "L'insegnamento è libero".
Allora, la ricchezza della Costituzione sta in questo, in questo segno di libertà e di compresenza all'interno della scuola pubblica di quel che c'è nel mondo. Tutti coloro che hanno frequentato la scuola pubblica sanno che abbiamo avuto professori che insegnavano a modo loro e ciascuno di noi ha potuto prendere quello che riteneva più opportuno. Le altre strade la Costituzione, libera com'è, le ha lasciate aperte, e ha detto: ci siamo liberati dal fascismo; anche la scuola è libera. Lo Stato la organizza con queste strutture, ma se c'è chi vuole organizzare scuole per proprio conto scuole di qualsiasi tipo, siano esse confessionali, commerciali o legate a certi filoni di interessi economici, può farlo. Dice la Costituzione: ovviamente lo può fare nella libertà. Lo può fare a proprie spese, senza oneri per lo Stato. Ma è libero di farlo.
Questo elemento, colleghi, è dirimente. Il fatto che, a corredo di questa legge, l'Assessore Leo rilasci delle interviste nelle quali faccia capire che in realtà la legge sui buoni scuola è una "ciambella di salvataggio" che lui vuole lanciare alle scuole private che oggi sono in difficoltà economica è, dal punto di vista dell'ispirazione, una ispirazione anticostituzionale, perché non è dato modo di presentare leggi che finanziano le scuole private.
Poi ci sono le interpretazioni leguleie; io non sono in grado di dire e argomentare in cosa non sia costituzionale se non in questo ragionamento che però penso che sia forte ed esista, e che affermi la netta scelta di una scuola statale libera e gratuita, tra virgolette. Da qua non possiamo muoverci.
La Giunta e la maggioranza su queste questioni, purtroppo, hanno negato l'acquisizione di un parere. Per me, e ho concluso, rimane un punto dolente di questi nostri rapporti così poveri, così asfittici, così alimentati da ragioni di chi critica questa legge e così poco dalle ragioni di chi la sostiene - perché parliamo quasi sempre noi - però questo è uno dei punti che vanno sollevati con nettezza.
Quindi, a nome del Gruppo dei Comunisti Italiani, confermo un voto favorevole alla dichiarazione pregiudiziale di non costituzionalità che per come la intendo, fa seguito ad una richiesta di parere costituzionale che mi è stata negata.
Quando si nega il confronto, le posizioni si irrigidiscono. Mi si nega la possibilità di accedere ad un parere e allora, per quel che vale il parere in questa sede di un Gruppo, chiedo un confronto sulla pregiudiziale sul tema, sapendo che, probabilmente, farà la stessa fine.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Volevo cominciare il mio intervento con una battuta: solidarietà al Consigliere Chiezzi per essere stato interrotto, all'inizio del suo intervento, con i fatti che sono successi.
Il fuoco incrociato che vede sempre il Presidente Ghigo come bersaglio prioritario, oggi passa anche per l'Assessore Leo e il Vicepresidente Toselli che cerca di rappresentare l'interesse ma, soprattutto, tutelare l'intera assemblea. Non ho voluto fare, per economia di tempo, un intervento di due minuti come il Consigliere Contu o di sei minuti come il Consigliere Chiezzi, in questo caso il Regolamento è stato ampiamente calpestato, perché il Consigliere Chiezzi poteva fare un intervento di due minuti, invece ne ha fatto uno di sei (tant'è che pensavo fosse l'intervento generale). Se il Regolamento vale, le regole devono valere per tutti, soprattutto chi ne richiama il rispetto devono essere i primi a dare l'esempio e rispettarlo in quest'aula.
Il Presidente Toselli è stato un Presidente esemplare, cari Consiglieri Chiezzi e Contu, non lo dico per affetto o amicizia perché Consigliere del mio Gruppo, ma perché ha fatto quello che doveva fare. In quel momento era Presidente dell'Assemblea, per cui ha ritenuto di intervenire e di assumere, nel pieno delle sue prerogative, delle decisioni corrette e coerenti con il nostro Regolamento. Vi lascio immaginare cosa sarebbe successo se fosse stato presente in aula, ad esempio, il Consigliere Marcenaro, e se, ad esempio, vi fossero stati tra il pubblico studenti cattolici o studenti che, comunque, non sostenevano le posizioni, peraltro legittime, che sostengono i ragazzi presenti oggi e che siedono da quella parte dell'emiciclo. Sicuramente, un ben più grave tumulto, e forse un tumulto non nell'area riservata al pubblico con l'intervento delle forze dell'ordine - su cui dopo dirò qualcosa - ma qui in aula, un tumulto tra noi Consiglieri Regionali.
L'intervento del Vicepresidente Toselli è stato corretto, legittimo e nella piena legalità. Ieri, cari Consiglieri, erano presenti dei ragazzi della Lega Nord, con un fazzoletto verde da cui spuntava un pezzo del sole delle Alpi, simbolo di quel partito, di uno di quei partiti, che contribuiscono a rappresentare cosa volevano i nostri padri costituenti perché partiti sono comunque un elemento della nostra Costituzione. Quegli studenti non sono venuti con la camicia e la cravatta verde: meno male! Altrimenti avremmo sentito dire: "E' arrivato l'esercito padano, siamo stati invasi militarmente!", altro che la forza pubblica sarebbe stata chiamata! (avrei fatto un intervento di altri toni, se non si fossero prese delle posizioni da parte della minoranza). Ripeto, altro che forza pubblica! Forza pubblica verso la quale dobbiamo portare rispetto, perch in questo momento di grande preoccupazione - lo abbiamo detto tutti, su questo siamo tutti d'accordo - anche grazie alla forza pubblica tutti i giorni presente in Consiglio regionale e con le disposizioni che sono state assunte dall'Ufficio di Presidenza, dal Presidente Cota, che siamo più sereni e tranquilli. Per questo ringrazio l'Ufficio di Presidenza e ringrazio la forza pubblica che, con spirito di abnegazione e rischio - noi siamo stati eletti e abbiamo scelto di venire qui, perché siamo stati eletti dal popolo, rappresentiamo il popolo - sono qui a tutelare la nostra sicurezza e la sicurezza di chi partecipa ai lavori del Consiglio regionale. Ripeto, bisogna portare rispetto. Non sono arrivati agenti vigili, poliziotti o carabinieri in divisa, ma questi signori, che tutelano la nostra sicurezza tutti i giorni con grande garbo, in abiti borghesi. Non facciamola troppo pesante! Non creiamo incidenti diplomatici, sembra quasi che per questi ragazzi - a cui va tutto il nostro rispetto - sia arrivato chissà chi, per impedire chissà cosa.
Devo anche ricordare che il Regolamento prevede, se vogliamo essere veramente fiscali fino in fondo, che in Consiglio regionale per decoro Consigliere Chiezzi, si entri con una giacca. Bene, io capelli ne ho pochi e quei pochi li raso fino in fondo, ma qui vedo ragazzi con capelli lunghi ma probabilmente sono ragazze, a meno che non riesca più a dividere o a differenziare il sesso maschile da quello femminile - e senza giacca: noi non abbiamo detto niente perché siamo tolleranti più di voi e, certamente non ci trinceriamo dietro il Regolamento o dietro un piccolo articolo del Regolamento per impedire la loro presenza ...



(Commenti dai banchi della minoranza)



CATTANEO Valerio

Questa è tolleranza e questo è sapersi comportare con buon senso all'interno di questa assemblea...



PRESIDENTE

Azzero anche a lei il tempo, perché intervenuto su una questione che si era posta all'attenzione e la ringrazio per aver svolto un intervento di merito.



CATTANEO Valerio

Il richiamo continuo al Presidente Ghigo che viene sempre e puntualmente ripetuto e ripreso all'interno di questa Assemblea. Anche oggi il Presidente non c'è, Dio vuole che sia anche Presidente della Conferenza Stato-Regioni quindi è occupato a Roma (non è certo colpa sua, se non ha il dono della ubiquità). Richiamo continuo, caro Consigliere Chiezzi, alla "panza" del Presidente Ghigo - che poi non è la panza, ma lo stomaco perch la panza, mi ricordo su "Specchio" era comunque coperta da un telo - ma la Giunta si recò in quella beauty farm a sue spese, per propria scelta e nella piena legittimità. Poi vi fu una iniziativa della carta stampata sono stati ripresi magari con destrezza - non sono certo che quella foto fosse autorizzata - ma sono certo, sulla tolleranza e sulle capacità moderate del Presidente Ghigo, ma anche di tutti gli Assessori, che quando hanno visto la foto, abbiano riso e magari abbiano valutato l'articolo nei suoi contenuti. Non ritengo giusto paragonare sempre, in via contenuta interventi che ledono il decoro di questo Consiglio regionale con quei fatti, ancorché così gravi perché il Presidente della Giunta rappresenta la comunità piemontese, avvenuti fuori dal Consiglio e che, comunque rientrano nella piena normalità di qualsiasi azione comunicativa.
Smettetela! Magari, non voglio parlare per chi non c'è, il Presidente è anche contento, almeno sente due battute su questa questione e poi viene rinnovato il ricordo e la reminiscenza di due giorni di lavoro che la Giunta regionale ha svolto in quel luogo. Due giorni impegnativi estremamente produttivi, perché la Giunta regionale ha voluto confrontarsi sulle strategie per questa comunità piemontese, per il nostro Piemonte e rinvigorire la propria azione.
Relativamente alle questioni di legittimità presentate. Anche qui Consigliere Chiezzi, in riferimento alla "ciambella con il buco" per il povero Assessore Leo, voglio fare una considerazione iniziale prima di entrare nel merito. Si dice che l'Assessore Leo faccia una promessa alle scuole che sono in difficoltà, presentando questa norma per sostenere le scuole private, le scuole cattoliche. Non accettiamo questa teorizzazione questa legge non è per la scuola o verso la scuola, è una legge a sostegno delle famiglie, è una legge che riporta nelle famiglie piemontesi la libertà di scegliere come far educare i propri figli. E' altra cosa! Ma non perché lo dicono Forza Italia, il CCD o gli altri amici della Casa della Libertà, che sostengono questo provvedimento: lo dice l'impianto della legge, che forse non avete nemmeno letto, a furia di presentare questioni pregiudiziali e pretestuose di ogni tipo! Questa mattina il Presidente, con il suo solito garbo, ha fatto una battuta per stemperare il clima - e lo ringrazio - a proposito delle 420 questioni sospensive, infondate, che saranno presentate, così come ci ha informati ieri, in sede di Conferenza dei Capigruppo che, tali sospensive, semplicemente, sostituiranno le 400 richieste d'inversione dell'o.d.g., per le quali avevate dato solenne assicurazione che non sarebbero più state presentate. In effetti, tale solenne impegno lo state mantenendo, ma solo ed esclusivamente perché non è più possibile, in questa fase, presentarne di ulteriori. Le trasferite quindi, in altro titolo.
Vengo al merito della questione. Credo che nessuno possa mettere in dubbio che l'istruzione statale non dovrà mai venir meno. Questa non è una legge sovversiva, che intende (come qualcuno ha detto in questi giorni) costruire un impianto legislativo che, se convertito in legge, segnerà l'inizio della fine della scuola statale. La scuola privata pu tranquillamente integrarsi con quella dello Stato; sta allo Stato scegliere se finanziarla o no. Anzi, in un momento che ha visto l'approvazione della modifica al titolo V della Costituzione, il trasferimento delle competenze scolastiche alle Regioni, un progetto di legge di attuazione del programma di governo sulla devolution, è anche una scelta politica della Regione! Una scelta politica che abbiamo deciso di attuare con una legge che - ripeto, e non mi stancherò di ripetere - non è altro che un finanziamento alle famiglie per portarvi libertà.
In molti settori credo che la nostra Costituzione abbia avuto un'interpretazione molto larga - o, se il Consigliere Chiezzi preferisce un'interpretazione evolutiva delle norme costituzionali, ma non nel settore della scuola, neppure per riconoscere il ruolo sussidiario della scuola privata, equiparata, in quanto chiamata a svolgere un servizio pubblico.
Perché, comunque, la scuola, ancorché privata, svolge un servizio pubblico.
Occorre, a mio giudizio, recuperare il significato autentico dell'art. 33 e negare anzitutto che il profilo del finanziamento sia il più rilevante.
L'art. 33 sintetizza in modo perfetto la differenza tra pubblico e privato; una delle chiavi di attuazione della Costituzione è stata questa.
Negarla, oggi, per la scuola sarebbe quanto meno antistorico e assurdo. Ci che si chiede, dunque, è il recupero dello spirito dei principi che i Costituenti seppero enucleare e sancire, che porta a finanziare, anche con denaro pubblico, ma con adeguati indirizzi e controlli, il privato che già opera nei settori dell'assistenza, della sanità, dell'Università, della ricerca. Anche del privato, credo - nessuno lo può negare - il nostro Paese ha bisogno.
Stando sempre all'art. 33, credo che i padri Costituenti non volessero stabilire "No alla scuola privata"; nessuno negò la possibilità di finanziare la scuola privata. Negarono - questo sì - il dovere di farlo. Ma questa è un'altra cosa.
E' innegabile che tutto evolve verso lo smantellamento del monopolio dello Stato e dell'accentramento statalista. Credo che su questo si sia tutti d'accordo. E' dunque da registrare un'affermazione di pluralismo. Ma per la scuola, rimane tutto ancorato alla questione finanziaria: non a caso, uno degli elementi di confronto in quest'aula sono sempre stati i 35 miliardi, mai il merito vero dello spirito della legge, mai - almeno in questa fase - uno scontro, o un confronto serio ed ideologico sui principi della stessa. Mai, quindi, a favore di privati, con un'interpretazione rigida della norma costituzionale, tanto da escludere le scuole pubbliche non statali: le scuole comunali e quelle delle Regioni, definite "parastatali".
Che senso ha, oggi, colleghi dell'opposizione, abolire l'inciso "senza oneri per lo Stato"? Non è un problema. Non sono gli oneri a costituire il fattore discriminante, in un quadro che vede approvata, tramite il referendum di domenica, per il quale avete espresso soddisfazione, la legge di revisione al Titolo V della Costituzione, che abolisce la competenza esclusiva dello Stato in materia scolastica e, soprattutto - diciamo con orgoglio e con senso politico di appartenenza alla Casa delle Libertà - il progetto di legge relativo alla devolution.
Quella sugli oneri per lo Stato è una battaglia di retroguardia: non si può impedire il pluralismo, cari colleghi dell'opposizione, anche per i valori di libertà sanciti dagli artt. 3, 30 e 33 della Costituzione.
Il Titolo II della Costituzione sui rapporti etico-sociali va letto attentamente, fino in fondo. Può essere interpretato in modo differente, ma credo che chi avrà voglia di leggerlo con attenzione potrà, se non cambiare idea, perlomeno insinuare in sé un ragionevole dubbio. Chiudo con una considerazione. Sono state presentate questioni pregiudiziali costituzionali. Alcune - e di questo ringraziamo - certamente fondate sulle quali possiamo confrontarci; altre, puramente pretestuose, sono state, e sono, l'antipasto di quanto andremo ad affrontare nel pomeriggio (le pregiudiziali di merito); antipasto e primo piatto del banchetto nuziale che cominceremo nei prossimi giorni, con le quattrocentoventi questioni sospensive, strumentali ed infondate.
L'ho detto ieri nella Conferenza dei Capigruppo, lo ribadisco oggi.
Diteci chiaramente dove volete arrivare. Ieri, in sede di Conferenza dei Capigruppo, è stata detta una cosa molto grave dal Presidente Contu, che ripeto in quest'aula: "Ma cosa volete fare? Andare avanti con una legge per pochi e non democratica!". Democrazia è anche - a nostro giudizio tutelare gli interessi non solo delle minoranze. Democrazia è anche prendere atto che sul provvedimento vi è larghissima convergenza, che va ben oltre la maggioranza della Casa della Libertà: gli amici Radicali quelli della Margherita, il Presidente Giordano, il Consigliere Di Benedetto. Nel momento in cui una maggioranza ritorna al confronto in Commissione con convinzione, e recepisce istanze e consigli provenienti dall'opposizione; democrazia è anche poter legiferare in Consiglio regionale.
Diteci chiaramente, oggi pomeriggio, dove volete arrivare e cosa volete fare. C'è stata l'ipotesi del doppio binario, che il Presidente Chiezzi ha ufficializzato in sede di Conferenza dei Capigruppo di ieri: possiamo anche prenderla in considerazione, ma in un quadro di normalità, che siete voi cari colleghi dell'opposizione, a dover riportare in questo Consiglio regionale! E non siamo nemmeno ancora all'ostruzionismo, con 1000, 2000 3000 emendamenti su ogni articolo della legge; siamo "solo" ad un'azione gravissima, che non è ostruzionistica ma antidemocratica, poiché impedisce ad una maggioranza di 47 Consiglieri di confrontarsi nel merito e di procedere nei lavori su questo provvedimento.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Galasso; ne ha facoltà.



GALASSO Ennio

Volevo solo tranquillizzare il Consigliere Chiezzi: la pancia in fuori non nuoce alle istituzioni: anche Mao presentava la sua pancia in fuori.
Certo c'è differenza tra una visione che partiva dal taoismo e finiva nella Repubblica popolare cinese da quella, un po' più liberale, con influenze greche, che noi abbiamo.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, può intervenire sono per una questione incidentale.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, prendo atto della sua attenzione. Devo solo fare una precisazione rispetto all'intervento del Consigliere Cattaneo. Il Consigliere Cattaneo era presente alla conferenza dei Capigruppo, pertanto non mi può attribuire cose che in quell'occasione non ho detto. Ho detto in quell'occasione, che la questione dei buoni scuola alle scuole private ...



PRESIDENTE

Ho capito, lei, in qualche maniera, con un artifizio, ha introdotto una questione personale.
Colgo l'occasione per informarvi che ieri sera, a causa del mancato ritiro, per motivi accidentali, della scheda dal meccanismo della votazione elettronica, il meccanismo elettronico ha letto una presenza che non gli ha consentito di riadattarsi, per cui dovremo spegnerlo, lo faremo nella pausa.
Pertanto questa votazione avverrà per alzata di mano.
Pongo in votazione le pregiudiziali di legittimità per alzata di mano.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, è assicurato il numero legale?



PRESIDENTE

Lo verifichiamo con la votazione.
La Presidenza constata la presenza del numero legale.
Pongo in votazione le pregiudiziali di legittimità per alzata di mano.
Il Consiglio respinge.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.20)



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