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Dettaglio seduta n.13 del 25/07/00 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Ha chiesto congedo il Consigliere Rossi Oreste.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di deliberazione n. 22 "Convalida Consiglieri regionali (ai sensi art. 14 legge 17 febbraio 1968, n. 108 e art. 16 del Regolamento interno)" (seguito)


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 3) all'o.d.g. "Proposta di deliberazione n. 22".
Comunico i risultati della votazione sulla convalida degli eletti: presenti e votanti 52 hanno risposto SI' 50 Consiglieri schede bianche 2 Il Consiglio approva e, dunque, convalida l'elezione dei Consiglieri il cui elenco è allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
Propongo una pausa di qualche minuto.


Argomento: Commercio

Ordine del giorno n. 34: "Necessità di modificare la L.R. 28/1/99 e la delibera 563-13414" e ordini del giorno collegati (seguito)


PRESIDENTE

Riprendiamo la discussione sull'ordine del giorno n. 34, presentato dal Consigliere Saitta.
Il Consigliere Brigandì rinuncia all'intervento.
Prego, Consiglieri di prendere posto in aula e di mantenere un po' di silenzio. La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Il punto 5) all'o.d.g. ha incorporati due problemi. Il primo, più dibattuto e anche più caldo, sicuramente è il problema collegato ad un caso specifico, quello dell'out-let di Santhià. Il secondo, riportato nei tre ordini del giorno, è inerente la riforma della legge regionale n. 28/99.
Parto dal primo problema, quindi dal caso specifico sollevato dal Consigliere Saitta e dal centrosinistra in generale.
Innanzitutto ringrazio il Consigliere Saitta per averci chiamati a discutere e ad affrontare il tema e di averlo posto alla nostra attenzione con grande risalto.
Nel ringraziarlo voglio - sono un Consigliere di nuova nomina, e inesperto - comunque esprimere la mia solidarietà per un atteggiamento che trovo incomprensibile, forse perché non sono abituato a queste cose. Dal fondo di quest'aula ho sentito nettamente il Presidente Ghigo dire: "non fare il diffamatore!". Adesso, quindi, è ai verbali di quest'aula che il Presidenti Ghigo, in un attimo di nervosismo, comprendiamo, che non fa parte del suo stile, che gli riconosciamo, di cui prendiamo atto, ha detto quelle parole. Questo atto di nervosismo ci dice che sicuramente questo è un nervo scoperto, un tema caldo, un tema contraddittorio, anche nella maggioranza.
Preso atto di questo vogliamo ribadire, come Gruppo Radicali-Lista Emma Bonino, la nostra posizione, che è quella di separare nettamente l'argomentazione politica dal continuo, ossessivo richiamo alla Magistratura.
E' probabile che il caso specifico di Santhià abbia dei risvolti di cui si debba occupare la Magistratura. Ritengo, però, che il nostro compito in quest'aula sia quello di affrontare la riforma della legge 28/99. Il caso specifico di questa probabile, possibile malversazione deve essere lasciata alle aule dei tribunali.
Passo al secondo punto di questo argomento: la riforma della legge 28/99.
Noi radicali da sempre sosteniamo, in particolare in questa campagna elettorale, che c'è un interesse generale dei cittadini che sta nella libertà, nella libertà dei mercati, nell'apertura della società, delle professioni, delle occupazioni. Solo in una società aperta, con mercati concorrenziali e circolazione di merci, di servizi, di lavoro, ci sono opportunità maggiori per i cittadini; quindi maggiori benefici che ricadono su tutti i cittadini in quanto consumatori.
Questa è la svolta, anche culturale, che dobbiamo essere in grado di affrontare. E' importante nelle nostre audizioni sentire le associazioni di categoria, tutte le rappresentanze. Dobbiamo, però, cercare di cogliere la voce dei consumatori, che non sempre sono adeguatamente rappresentati dalle associazioni di categoria; la voce del consumatore è quella più difficile da far emergere e in genere ha delle sfaccettature che non vengono colte.
Il caso specifico che ci ha portati ad una riflessione più complessiva sulla riforma della legge 28/99 dimostra che è necessaria la riforma della legge 28/99, ma su delle posizioni che non devono farci tornare indietro.
Questa legge è inadeguata, proprio perché è stata una liberalizzazione illusoria, una normativa dirigistica, piena di vincoli, piena di iter procedurali e, in quegli iter procedurali vincolanti, si è inserita la possibile e probabile malversazione.
Occorre avere più fiducia nel mercato; occorre avere più fiducia nelle dinamiche della società, senza perdere il controllo di quello che succede evitando di lasciare nelle mani della Regione delle decisioni importanti che poi ci portano a casi come quello di Santhià.
Pertanto, il singolo caso in esame conferma l'esigenza di maggiore flessibilità, proprio perché, come si legge su uno degli ordini del giorno occorre raccogliere la sfida della modernizzazione del Paese.
Pertanto più flessibilità, perché commercio più moderno è più competitivo. Proprio per questo avevamo sottolineato, anche in campagna elettorale, l'esigenza di rivedere la legge per adottare tutti i possibili margini di flessibilità che non sono stati utilizzati, che la precedente Giunta Ghigo non ha avuto il coraggio di utilizzare.
Occorre riformare la legge per adottare le misure idonee per rendere più snelle e veloci le procedure di autorizzazione di competenza regionale.
Quindi, procedure snelle, veloci e trasparenti, e poi, certo, investire sul piccolo commercio, perché sia più competitivo, ma non più protetto. Avere l'illusione di poter emanare delle normative di protezione può essere davvero l'ennesima illusione che ci impedirà forse di salvare il piccolo commercio, cercando invece di salvare piccoli interessi di categoria.
Arrivando alla conclusione e prendendo spunto dai tre provvedimenti in oggetto, siamo favorevoli alla mozione, che porta anche la firma del collega Palma, presentata dal centrosinistra, anche per i toni usati in quest'aula dal Consigliere Ronzani e per i toni usati in Commissione l'altro giorno dal collega Muliere, che diceva: "Attenzione a non demonizzare la grande distribuzione". La grande distribuzione può portare dei problemi, ma noi crediamo che essa garantisca anche dei benefici maggiori rispetto ai costi che sicuramente ha.
Anche in termini di occupazione - se ne è già parlato - è importante ribadire che in Piemonte la grande distribuzione ha eliminato circa 5.000 posti di lavoro, ma ne ha creati 6.000. Questi sono di natura diversa forse di peso diverso, ma è importante sottolineare che nel 1998 sono stati creati 6.000 posti di lavoro nella grande distribuzione.
La grande distribuzione ha sicuramente una ripartizione di vantaggi e svantaggi non omogenea. I vantaggi sono prevalentemente per chi utilizza la grande distribuzione (il consumatore, i cittadini), mentre gli svantaggi sono prevalentemente a carico degli abitanti delle zone limitrofe all'insediamento.
Proponiamo, dunque, che queste iniziative commerciali siano oggetto di uno studio, per valutare come rendere più equo questo bilancio fra costi e benefici, ma partendo dal fatto che è una sfida che dobbiamo saper controllare, senza illuderci di vincolarla ad interessi di categoria e di bottega, o semplicemente di fazione politica.
Sugli altri ordini del giorno non parteciperemo al voto, perché in parte non sono condivisibili ed in parte si rifanno ad una premessa contraria alla nostra: quella di richiedere una modifica della legge 28 per avere una spinta maggiore verso la modernizzazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Presidente e colleghi, prima di entrare nel merito dell'argomento posto all'o.d.g., quindi dei tre ordini del giorno presentati e posti in votazione, ritengo doveroso porre all'attenzione del Consiglio regionale alcune puntuali precisazioni.
Purtroppo questa mattina non ci sono state le riprese televisive altrimenti, in barba alla par condicio, avremmo avuto un grande spot pubblicitario per il nostro movimento, visto che la maggior parte dei Consiglieri regionali che mi hanno preceduto - in particolare quelli del centrosinistra, che hanno parlato per primi, a torto o a ragione, nel bene o nel male - hanno intercalato la loro discussione con le parole "Forza Italia" ogni otto o dieci parole. Se avessimo avuto l'opportunità di uscire da quest'aula attraverso una comunicazione mediatica, avremmo avuto comunque una buona pubblicità; speriamo che in futuro sia presente qualche rete televisiva, così potremo incominciare una nostra campagna d'immagine per le elezioni politiche e magari qualcuno che sentirà il nome di questo partito così brutto e pericoloso potrebbe anche ricordarlo in occasione delle elezioni e magari votarlo! Al di là della battuta, il Consigliere Saitta si è riferito puntualmente e con estrema precisione al dibattito avvenuto all'interno del Gruppo di Forza Italia. Ha asserito - l'ho messo tra virgolette anche su un mio appunto, per non sbagliare - che "una parte consistente di Forza Italia esprime un giudizio fortemente negativo sulla legge 28/99 e sulla legge del commercio".
Innanzitutto, questo non è assolutamente vero, perché né il partito n il Gruppo consiliare hanno espresso mai un parere fortemente negativo sono stati i termini usati dal collega Saitta - sulla legge 28/99 del commercio, che è stata approvata - com'è noto - al termine della VI legislatura.
Certamente, all'interno del partito e del Gruppo consiliare vi è stato un dibattito sui problemi del commercio, vi è stato un confronto a volte anche acceso, ma questo è normale. Quando i Gruppi non sono formati da uno o due Consiglieri, il dibattito occupa molto più tempo, perché c'è la necessità di ascoltare con rispetto i punti di vista di ogni Consigliere eletto nelle varie province. Com'è noto, abbiamo la fortuna, o la sfortuna a seconda dei punti di vista - di avere almeno un Consigliere eletto per ognuna delle otto province piemontesi, pertanto è logico che quando si fa un confronto ed un dibattito ci sono tempi e metodi diversi rispetto a chi ha la fortuna, o la sfortuna - per essere coerente con la valutazione che facevo prima - di avere, invece, all'interno del proprio Gruppo uno o due Consiglieri, o addirittura un Consigliere che, oltre ad essere Capogruppo di se stesso, magari ha anche funzioni di segreteria regionale. In questo caso, diventa molto più semplice mettere d'accordo partito, Gruppo Capogruppo e quant'altro.
Ci sono stati, dunque, un dibattito ed un confronto dai quali è emersa una posizione che magari, in un primo momento, non era ampiamente condivisa, ma che, anche in seguito alle audizioni delle associazioni di categoria avvenute in sede di VII Commissione, ha deciso di guardare con maggiore attenzione il settore e le esigenze del commercio, non piccolo medio o grande, ma nel suo equilibrio e nella sua pianificazione in senso più generale. Quando arriverò ad illustrare l'ordine del giorno che la maggioranza propone e ad entrare nel merito dei singoli ordini del giorno presentati, dirò anche quale sarà.
E' stato citato, inoltre, il caso di Santhià: una vicenda che deve essere chiarita. Sono state citate le accuse dell'ASCOM, un'associazione importantissima, che personalmente ritengo degna di stima, che rappresenta certamente con altre associazioni la realtà del commercio in Piemonte. E' stato citato il Presidente Baltaro, che ha espresso giudizi pesanti.
Faccio notare che in audizione sono stati chiesti dei chiarimenti riguardo a tali pesanti giudizi e, se non ricordo male - ma la memoria è una delle mie poche qualità - è stato detto - non dal Presidente Baltaro ma da altri - che comunque non vi erano elementi in proposito perché non c'era stata la possibilità di accedere agli atti da parte del Comune di Santhià. Ritengo pertanto che altri uffici, e non noi, eventualmente questi elementi - ammesso che vi siano - dovranno andarli a ricercare.
Sono stato, poi, con garbo - e lo ringrazio - richiamato dal Consigliere Saitta, per il fatto di avere impedito la discussione.
Noi non abbiamo impedito la discussione tout court - l'ho detto allora e lo ripeto - ma abbiamo ritenuto opportuno portare la discussione dell'ordine del giorno del Consigliere Saitta in un momento successivo alle audizioni della Commissione, che erano già convocate ed imminenti rispetto alla seduta del Consiglio regionale in cui era stato posto all'o.d.g. tale documento. Questo, anche per una forma di rispetto verso chi doveva essere audito e soprattutto per dare la possibilità a tutti i Consiglieri di parteciparvi, e voglio ricordare che, ad un certo punto, in quella seduta di Commissione erano presenti ben 32 Consiglieri regionali; sono Consigliere da poche settimane e non so quante siano le volte in cui vi sia stata una presenza simile, quindi ritengo che il nostro atteggiamento sia stato estremamente utile. Solo questo, perché tanto l'ho voluto dare ad abundantiam, come ulteriore chiarimento, per una precisazione doverosa.
Poi è stato citato un passo di questa lettera: "contorni oggettivamente oscuri di questi affari", quindi ha insinuato ancora in quest'aula dubbi nuovi, surrettizi e quant'altro.
Credo, e colgo l'invito magari fatto sottovoce o fuori microfono da altri, che chi ha questi dubbi e queste conoscenze eventualmente le chiarisca e ponga, anche in quest'aula, le dovute precisazioni.
E' stato accettato l'invio da parte mia, da parte del Capogruppo di Forza Italia, al signor Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Torino, degli interventi del Consigliere Saitta in occasione di quel Consiglio. Il giorno dopo il Consiglio regionale, quindi mercoledì, ho inviato con una lettera di accompagnamento il resoconto stenografico di tutti gli interventi relativi alla questione sospensiva, art. 63, comma primo, che avevo posto sull'ordine del giorno del Consigliere Saitta. Li ho inviati al signor Procuratore della Repubblica con grande convinzione perché in quell'intervento, a mio giudizio - posso anche sbagliare - credo siano stati riportati, o comunque insinuanti, fatti gravi che potrebbero essere ipotizzati come reato.
Il partito di Forza Italia è stato dipinto come un partito degli affari. Sono stati citati autorevoli esponenti della Giunta, e credo che quindi quell'ufficio debba far chiarezza.
Personalmente ho appreso dal quotidiano La Stampa di quest'oggi, con grande soddisfazione, che è stato aperto un procedimento, com'è noto quindi l'indagine farà il suo corso e tutti, con grande serenità prenderemo atto di questa chiarezza, se vi sarà, o, se non sarà chiarezza di che cosa emergerà da questa indagine.
Non vorrei entrare nel merito di tali questioni in questa fase. Mi auguro che possano emergere eventuali falsità, se falsità ci sono, e mi auguro che chi ha riportato in quest'aula, ma soprattutto fuori da quest'aula, perché è utile anche ricordare che alcuni elementi e alcune considerazioni non sono state fatte solo in quest'aula, ma sono state fatte anche all'esterno (in conferenze stampa, ampiamente richiamate dagli organi di informazione), sia messo di fronte alle proprie responsabilità.
Il Consigliere Ronzani ha invitato il Presidente della Giunta regionale a replicare a queste insinuazioni (a parte che replicare a insinuazioni quando sono tali e poco chiare riesce difficile, perché le insinuazioni comunque sono sempre poco chiare in quanto tali) e credo che il Presidente della Giunta regionale sia estremamente pronto e non si sottrarrà a questa replica.
Abbiamo letto con attenzione gli ordini del giorno presentati dal collega Antonio Saitta e dai colleghi dei Democratici.



PRESIDENTE

Consigliere Cattaneo, mi scusi, parla anche per illustrare uno di questi ordini del giorno o solo per intervenire?



CATTANEO Valerio

No, ho premesso prima che...



PRESIDENTE

No, le spiego, perché dieci minuti è il tempo per l'intervento e venti minuti come illustratore.



(Intervento fuori microfono della Consigliera Manica)



PRESIDENTE

Perché altrimenti il suo tempo sta per scadere e quindi la invito a concludere.



CATTANEO Valerio

Stavo dicendo, prima di essere interrotto, che sono a conoscenza che ho ancora quattro minuti per parlare, ampiamente sufficienti.
Ho detto prima, e ribadisco, che intervengo per l'ordine del giorno e presento anche l'ordine del giorno a firma dei Capigruppo di maggioranza.
Ora, visto che ho perso due minuti, non parlerò dei primi due ordini del giorno e arrivo direttamente a quello della maggioranza, chiedendo scusa ai colleghi.
Ci siamo confrontati, sia all'interno del Gruppo di Forza Italia sia all'interno dell'intera maggioranza, su questa tematica. L'ho detto prima con grande convinzione e con grande passione, passatemi il termine, e siamo arrivati ad un ordine del giorno della maggioranza che recepisce, non solo la posizione di Forza Italia ma anche dell'intera maggioranza.
Considerata la necessità di un monitoraggio per gli effetti prodotti da questa nuova disciplina, che di fatto è il problema - la legge regionale sul commercio riguarda la compatibilità degli insediamenti tra la media e la grande distribuzione - e valutata, quindi, da questo confronto la necessità di modificare l'attuazione e gli indirizzi a suo tempo espressi proprio per trovare un equilibrio nel settore distributivo tra quell'elemento di criticità che è evidenziato dai problemi del piccolo commercio e la necessità di una presenza nella media e grande distribuzione, vista la necessità di una puntuale programmazione, questo è il punto e l'elemento di novità che abbiamo inserito in questa premessa dell'ordine del giorno: una programmazione degli insediamenti commerciali medi e grandi in relazione a una maggiore integrazione del tessuto sociale altro elemento che è emerso dalla discussione di questi giorni, agli aspetti territoriali e ai diritti dei consumatori. Con questo ordine del giorno proponiamo un impegno per la Giunta regionale ad effettuare adeguate verifiche e consultazioni in merito alla funzionalità della programmazione commerciale dettata dalla deliberazione n. 563-13414 del 1999, e a proporre al Consiglio regionale, entro quattro mesi, le opportune modificazioni sostanziali conseguenti alla verifica di cui sopra.
In pratica, consci di un problema che comunque è stato evidenziato sia dalle organizzazioni di categoria che dal dibattito interno a quest'aula interno alle Commissioni ed esterno a quest'aula, proponiamo alla Giunta l'impegno di rivedere nella sua complessità l'equilibrio tra la grande e la media distribuzione del commercio al dettaglio. Nell'affrontare i problemi del commercio nella sua complessità, la Giunta potrà portare all'attenzione di questo Consiglio regionale una proposta in linea con le esigenze di tutti questi settori e di tutte queste realtà socio-economiche.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cattaneo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Pedrale; ne ha facoltà.



PEDRALE Luca

Oggi ci sono stati diversi interventi, alcuni dei quali abbastanza contraddittori rispetto a quanto era emerso nelle ultime settimane.
Invece di apprezzare l'iniziativa di numerosi Consiglieri regionali di Forza Italia, o comunque di colleghi Consiglieri regionali, che con coraggio hanno posto, come punto di attenzione di quest'assemblea, la modifica di una legge molto importante per la vita della nostra Regione quella sul commercio, invece di analizzarla nel merito e nella sostanza, si è cercato di depotenziare questa iniziativa e di cercare anche di dipingerla come inefficace, inconcludente e artificiosa. Non è assolutamente così, e mi riferisco, in particolare, all'intervento del Consigliere Ronzani.
Il nostro emendamento, sottoscritto fra l'altro anche da altri Consiglieri regionali di Forza Italia, e, stamani, anche dal Gruppo della Lega Nord, che personalmente ringrazio, è un emendamento che, se approvato inciderebbe immediatamente sulla politica economica e commerciale della nostra Regione. Avrebbe, per così dire, effetto retroattivo e quindi impedirebbe la diffusione di almeno sei o sette grandi centri commerciali che si intendono realizzare nel giro di pochi mesi in Piemonte.
Da notizie circostanziate, sappiamo che in Assessorato sono state presentate 6-7 richieste di autorizzazioni per la realizzazione di grandi centri commerciali. Quindi, il problema non riguarda soltanto Santhià anche se è innegabile che è nato da un problema locale, ma poi si è esteso a tutta la Regione.
Ieri, abbiamo ricevuto un parere legale richiesto dall'Assessorato al commercio, secondo il quale, in maniera inequivocabile, si applica la legge o le deliberazioni o i regolamenti in vigore in quel momento. Se si modificasse la legge sul commercio e la deliberazione del Consiglio regionale sugli indirizzi, come proposto dal nostro emendamento, i centri commerciali di Santhià e gli altri che, nel frattempo, avvierebbero la pratica di autorizzazione sarebbero bloccati.
Secondo il parere legale, qualora la Conferenza dei servizi si concludesse esprimendo un parere positivo per i centri commerciali, in attesa dell'autorizzazione definitiva del Comune, se intervenisse un nuovo indirizzo generale, si dovrebbe ripetere la Conferenza dei servizi e applicare la nuova norma.
Quindi, non è vero che il nostro è stato ed è un atto inefficace o che non avrebbe incisività. E' un provvedimento che va nella direzione di raccogliere le istanze delle categorie economiche, in particolare quelle dei piccoli e dei medi commercianti.
In più di un'occasione è stato detto che si doveva utilizzare un altro metodo e che era necessaria una rivisitazione generale della legge sul commercio. Questo può essere anche vero; ma qui ci troviamo in una situazione di emergenza. La grande distribuzione sta penetrando in maniera troppo estesa e troppo rapida in Piemonte, per cui era necessario adottare una tempistica rapida ed è semplicemente per questo che si è scelto il percorso dell'emendamento.
Signori, è ora di finirla di dirci che dobbiamo essere al passo con la società e con i tempi. Quando per una volta noi politici riusciamo ad arrivare rapidamente al problema, ecco che accampiamo scuse per non discutere nel merito il problema, dicendo che, invece, è necessario rivedere l'iter di tutta la legge.
Tale situazione dice molto su chi, invece, vuole difendere e promuovere il piccolo e il medio commercio, su chi, come la stessa Giunta regionale e la stessa maggioranza, con un atto di coraggio, è disposto a rivedere una legge, legiferata pochi mesi fa, molto onestamente e lealmente, in tempi sufficientemente brevi: lodevole da parte della maggioranza e della Giunta stimolata dal nostro emendamento, aver accolto la nostra richiesta.
In particolare, mi rivolgo all'amico Ronzani - non è un intervento a mozziconi o estemporaneo o dettato dalla voglia di esibirsi e di apparire sui giornali. La nostra iniziativa è partita da Vercelli e ha un retroterra di mesi di battaglie politico-amministrative e di atti amministrativi. La deliberazione della Giunta provinciale di Vercelli dello scorso settembre è una deliberazione di indirizzo, per quanto ovviamente compete alla Provincia, in cui si dice no a nuovi grandi centri commerciali nella propria provincia. La provincia di Vercelli è piccola, ha appena 180 mila abitanti, e la presenza di un nuovo centro commerciale di elevata dimensione sarebbe negativo per la rete tradizionale del commercio.
Non è stata una questione estemporanea, ci sono stati mesi di dibattiti, di percorsi amministrativi e politici. In provincia di Vercelli è un problema molto sentito, ma si sta estendendo in tutta la regione.
Addirittura Forza Italia - quella ufficiale di Santhià, e non altri insieme ad Alleanza Nazionale e all'opposizione di centrosinistra si è autosciolta provocando lo scioglimento del Consiglio comunale, pur di dare un segnale forte contro la grande distribuzione che doveva insediarsi proprio sul suo territorio.
Quindi, la nostra iniziativa - la mia in particolare - è semplicemente la conseguenza logica degli atti politici e anche delle deliberazioni assunte a livello provinciale a Vercelli.
Per quanto riguarda alcuni rilievi, insinuazioni e sospetti, credo che almeno a livello regionale, possiamo stare tranquilli. Credo che il Presidente e i suoi Assessori si siano mossi correttamente, seguendo le regole, nei mesi scorsi per quanto riguarda il discorso della grande distribuzione. In tal senso, probabilmente, nei mesi passati, vi era una diversa sensibilità e attenzione. Si voleva limitare la grande distribuzione, ma non in maniera incisiva come, invece, proponiamo noi perché nel frattempo la situazione si è modificata a seguito di alcune domande di grandi centri commerciali giunte in queste settimane in Assessorato. E' un diritto e un dovere accelerare i tempi per tentare di cambiare la situazione.
Al di là delle schermaglie tattiche e di partito - in parte comprensibili - è giusto raccogliere lo spirito, se non il metodo, della nostra proposta e di molti altri Consiglieri regionali, sia di maggioranza e sia di opposizione, per dare un segnale forte alle categorie del piccolo e del medio commercio.
Esprimo soltanto un dato emblematico per spiegare la drammaticità della situazione, in particolare in provincia di Vercelli. Un dato che ci è stato fornito dalla CONFESERCENTI proprio durante l'audizione...



PRESIDENTE

Consigliere Pedrale, la invito a concludere l'intervento.



PEDRALE Luca

...di giovedì scorso.
La provincia di Vercelli, in rapporto alla popolazione del Piemonte, ha la più alta percentuale di metri quadrati destinati alla grande distribuzione, addirittura più alta della stessa provincia di Torino, che ospita sul suo territorio una grande metropoli come il capoluogo piemontese.
Per cui, di fronte a queste urgenze e a queste drammaticità sofisticare sul fatto che era meglio prevedere una revisione della legge regionale è veramente secondario. Accolgo con piacere la sottoscrizione da parte di molti Consiglieri presenti in quest'aula, sia di maggioranza e sia di minoranza, della nostra proposta e sono altresì contento che questa nostra iniziativa sia servita di stimolo alla Giunta regionale e alla maggioranza nel suo complesso, che ha redatto un ordine del giorno nel quale è contenuto un impegno secco e determinato a rivedere comunque l'impianto generale della legge entro quattro mesi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Devo dire che con un certo imbarazzo oggi interveniamo su questo tema.
Questi giorni siamo stati buoni, garbati e equilibrati come al solito.
Abbiamo atteso che la situazione decantasse, che le posizioni si chiarissero, che le persone riflettessero e che le sintesi si trovassero.
Questo sforzo, rispetto all'intervenire in un dibattito che ci interessa molto, oggi non è stato del tutto ripagato.
Vorrei fissare alcuni punti, perché da questi è necessario partire.
Primo punto: Alleanza Nazionale, da sempre unico partito del Polo delle Libertà a difesa del piccolo commercio contro la grande distribuzione.
Detto questo, visto che la storia va avanti, ci rendiamo conto che il piccolo commercio si tutela con leggi moderne, con investimenti, con la formazione, con una politica seria di programmazione, in maniera tale da consentire uno sviluppo armonico del piccolo commercio e una sua crescita soprattutto per consentire che la nostra società non paghi in termini di ulteriore disoccupazione l'avvento della grande distribuzione.
Noi credevamo di esserci riusciti elaborando una legge regionale equilibrata e che tutelava il piccolo commercio. In questo spirito e con queste premesse l'abbiamo votata (Forza Italia, Alleanza Nazionale, CDD, il Centro e gli altri Gruppi della maggioranza) nella passata legislatura.
Oggi ci troviamo, nostro malgrado, invischiati in un dibattito pro o contro il piccolo commercio. Siamo pazzi! Ho sentito un collega prima, perché le provocazioni vanno raccolte parlare di coraggio. Ci sarebbe stata un'iniziativa coraggiosa da parte di un manipolo di cuori indomiti che avrebbe presentato una riforma a tutela a scudo e a difesa del piccolo commercio.
Collega Saitta, conosco tre tipi di coraggio: il coraggio romantico e sentimentale dell'ardito che getta il cuore oltre l'ostacolo e va incontro alla bella morte; il coraggio dell'intelligenza, che affronta i problemi nella loro globalità, con equilibrio, con senso di programmazione e di pianificazione, tentando di andare incontro ai problemi reali globalmente intesi, e poi vi dirò il perché (questo è il coraggio che privilegiamo) infine, c'è il coraggio dell'incoscienza, che non è il coraggio romantico di cui sopra, ma di chi dice: butto questo sasso, costi quello che costi.
In base alla mia microottica campanilistica, questo coraggio non solo non ci appartiene, ma lo respingiamo al mittente.
Vorrei denunciare in quest'aula, visto che oggi stiamo andando tutti fuori tema e non stiamo parlando dell'ordine del giorno, il fatto che, con questo emendamento, non vengono tutelati i piccoli commercianti di Torino e di Novara, che verrebbero pesantemente penalizzati da un'approvazione del genere. E' chiaro questo discorso? E' chiaro a tutti questo discorso? Visto che siamo eletti senza vincolo di mandato e siamo dei Consiglieri regionali, abbiamo una logica da grandangolo, perché guardiamo gli interessi del piccolo commercio di tutto il Piemonte e non ragioniamo con l'ottica del monocolo di chi guarda solo il suo piccolo particolare.
In questa logica, se mai ci dovessimo arrivare, non potremmo dire ai commercianti torinesi e novaresi: attenzione, la modifica di questa legge vi penalizza e vi ammazza. In questo caso cosa facciamo? Scateniamo la guerra tra i commercianti di Vercelli e quelli di Torino, tra quelli di Novara e quelli di Santhià, tra quelli di Asti e quelli di Alessandria, o non mettiamo mano, come propone giustamente l'ordine del giorno della maggioranza, a una rivisitazione già prevista da questa legge, in accordo con l'esigenza del territorio e con le categorie, al di là e al di sopra di una visione particolaristica? Questa è l'unica via, perché non vorremmo dover denunciare che alcuni coraggiosi indomiti, tra cui alcuni torinesi che forse non leggono quello che scrivono, vogliono danneggiare i commercianti di Torino e di Novara. Questo lo devo dire, perché una persona resta brava, però se la si tira per i capelli (oltretutto diventano bianchi, diventano deboli, perdono i radicali liberi, poi è un problema recuperarli), bisogna rispondere alle provocazioni.
Ferma restando la nostra assoluta priorità come forza politica rispetto alla difesa del piccolo commercio tradizionale, non ci sentiamo di prendere lezioni da nessuno.
Vorrei anche dire che quest'aula - l'ho detto tante volte negli anni passati, ma come spesso avviene, e lo dico con molta ironia, non ascoltandomi mai nessuno, lo ripeto ancora una volta - viene, ogni tanto scambiata per un tribunale. Oggi abbiamo assistito all'ennesima orazione tribunizia, per quanto abile, di un collega, che non cito, che usa lo strumento tribunizio del sospetto, dell'illazione e del "dico non dico cito il nome, ma non ne traggo le conseguenze", che tenta di trasformare quest'aula in un tribunale.
Visti i precedenti non sempre vincenti, il giudice lasciatelo fare a chi lo fa di mestiere, perché con questa logica non è che ci tiriate in qualche modo ad essere conniventi e compiacenti.
Questo non è un tribunale! Noi parliamo di leggi. Chi ha voglia di fare soltanto della dietrologia politica e delle denunce, le vada a fare. E' stato fatto nei luoghi appropriati, però, veramente, sono abbastanza stufo di questo metodo dell'insinuazione, della colpa prima della condanna, del verdetto emesso a priori.
Qui, tra l'altro, Presidente del Consiglio - mi rivolgo anche a lei c'è in piedi una questione di garanzie per i soggetti che vengono citati in questa vicenda. Con che diritto, in un Consiglio regionale, io lancio delle illazioni sul Sindaco di un Comune, sull'Amministratore di una società privata, sul Direttore di una partecipata pubblica, su un Presidente, su un Assessore? Ma cos'è, quest'aula? Cos'è diventata? Un'arringa? O è diventato, come dovrebbe essere, il luogo di un'assemblea politica e democratica, dove c'è lo scontro politico, ma dove non si parte dalla logica tribunizia e tribunalistica? Questo modo di fare - lo dico a tutti - lo dobbiamo respingere, perch è stato il leit motiv della passato legislatura e non può diventarlo anche di questa! Questo è un salto di qualità del nuovo Piemonte che vuole fare lo Statuto, che vuole l'autonomia, che vuole la delegificazione, che vuole tutte le competenze! Certo che, se rimaniamo al piccolo e al basso profilo del suggerimento dell'ipotesi di reato o dell'illazione maliziosa nell'orecchio di questo o di quello, il livello non lo alzeremo mai e, probabilmente, non ci meritiamo neanche di fare tutti quei passi istituzionali che tanto e così spesso auspichiamo.
Concludendo, Presidente, ovviamente condivido quello che ha detto il collega Cattaneo; ringrazio la disponibilità della Giunta rispetto all'ordine del giorno presentato dalla maggioranza.
Vorrei ricordare che questa legge, e soprattutto il suo Regolamento, è stata sì votata in maniera un po' frettolosa - magari avremmo avuto bisogno di più tempo - ma perché si rischiava il Commissariamento. E vorrei anche ricordare che, se non avessimo approvato quella legge, sarebbe entrato in vigore il famigerato decreto Bersani, ossia il decreto ammazzacommercianti quello della liberalizzazione modello far west.
Lo vorrei dire, perché si trattava di un decreto Bersani di sinistra e centrosinistra, con il Governo D'Alema, ecc.; vorrei ricordarle queste cose, perché ogni tanto serve.
Quindi, se quella legge fu approvata così fu proprio per tutelare il piccolo commercio, e lo voglio ricordare.
Grazie dunque alla Giunta e anche a questa maggioranza che è disponibile a rivedere questa legge e questo Regolamento in breve tempo confrontandosi con le categorie che tutti noi abbiamo sempre inteso tutelare, confrontandosi con le realtà territoriali e confrontandosi soprattutto con le esigenze prioritarie del Piemonte e dei piemontesi lasciando perdere ogni tanto quella che è - appunto - una logica monoculare che, in politica, abbaglia di più di una visione telescopica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Pongo un problema. Nel corso dell'intervento del Consigliere Pedrale ho sentito che esisterebbe un documento, un parere legale dell'Assessorato al commercio nei confronti della sua proposta di emendamento che afferma l'avete sentito tutti - la possibilità, attraverso l'approvazione dell'emendamento, di bloccare anche tutte le procedure in atto.
Sarei interessato ad avere questo parere, credo pure a nome degli altri Consiglieri, perché è chiaro che o l'ha letto male oppure è una novità significativa.
Pensavo e continuo a pensare - ma lo vorrei leggere - che sia difficile bloccare con un provvedimento di oggi delle cose che valgono per il passato. Però, se c'è questo parere ufficiale della Giunta, sarebbe interessante averlo, perché ci permetterà di legiferare, conoscendone la valenza.
Personalmente avevo espresso dei dubbi, avevo accusato di demagogia quel provvedimento - cosa che penso tuttora - perché ritenevo che, avendo come scopo quello di bloccare un insediamento specifico e non un discorso generale, non lo avrebbe poi neanche bloccato, perché questo valore retroattivo non c'è. Se invece esiste un parere che smentisce queste mie valutazioni e conferma quelle del Consigliere Pedrale, va bene; altrimenti credo che bisogna leggere attentamente i documenti e non insistere, perch se non è vero, non solo c'è la demagogia prima, ma continua ad esserci, in dose ancora più massiccia, dopo. Ritengo dunque che, visto che facciamo le leggi, dobbiamo stare attenti a come le facciamo.
Mi pare che la discussione affronti vari problemi. Uno è questo provvedimento. Dall'intervento del Consigliere Ghiglia ed anche dall'ordine del giorno presentato dalla maggioranza emerge come non ci sia omogeneità all'interno della maggioranza; non voglio insistere, però mi è parso evidente dall'intervento che mi ha preceduto che nella maggioranza qualche problema di discussione esiste, non solo dentro Forza Italia, ma dentro la maggioranza rispetto a questo tipo di provvedimento.
Condivido - l'avevo già detto - il fatto che non si possa intervenire con provvedimenti specifici: bisogna andare ad una revisione della legge.
Ritengo inefficace intervenire di volta in volta e mi pare invece necessaria una modifica complessiva.
Inoltre, c'è il problema posto dal Consigliere Saitta, che riguarda non tanto la legge, ma una serie di aspetti collegati all'insediamento di Santhià.
Devo spezzare una lancia a favore del Consigliere Saitta, dopo tanti attacchi che ha subìto, perché mi pare - può darsi che anche qui mi sia confuso - che il Consigliere Saitta abbia fatto delle citazione riferendone anche le fonti: interviste dell'on. Rosso; dichiarazioni fatte qui dentro la scorsa settimana da un consultato (il Presidente della Provincia di Vercelli) e da altri; un documento che abbiamo ricevuto tutti che parlava di cose oscure dietro quell'insediamento. Non si tratta quindi di un'illazione del Consigliere Saitta, bensì di dichiarazioni fatte da altri, che mi pare abbia citato con nome e cognome.
Quindi, se si vogliono avere ulteriori chiarimenti, si possono ricercare eventualmente nel corso dell'audizione, come abbiamo fatto nel caso del Presidente dell'ASCOM, anche se, in quell'occasione, i chiarimenti richiesti non sono venuti.
Tuttavia, quanto ha scritto è lì, messo nero su bianco: quel documento lo abbiamo ricevuto tutti; allo stesso modo, le interviste non smentite dell'on. Rosso sono un fatto e, ovviamente, bisogna chiedere ulteriori spiegazioni a chi ha fatto quelle dichiarazioni, non al Consigliere Saitta che le ha solo citate.
Terzo aspetto - quello che mi interessa di più - è la discussione sugli ordini del giorno. Noi ne abbiamo sottoscritto uno che voteremo per la parte conclusiva, in quanto chiede una revisione della legge 28, legge che avevamo approvato nella scorsa legislatura e su cui - tra l'altro - il nostro Gruppo aveva votato contro.
Noi riteniamo - e già all'epoca lo ritenevamo - che la legge contenga dei limiti; riteniamo che, anche alla luce delle esperienze avute finora nella fase di prima applicazione, si debba andare ad una discussione della legge.
Condivido l'opinione di chi ha affermato che, insieme ad una revisione di questa legge, forse occorrerebbe anche riflettere su quelle che sono state le sue fonti ispiratrici, ovvero il decreto Bersani, in quanto ritengo che una serie di limiti di quella legge siano imputabili al decreto stesso.
Condivido inoltre l'impostazione che abbiamo sentito qui, e cioè che bisogna porre un argine al liberalismo imperante in questo settore (probabilmente non solo in questo), al fatto che si siano adottati provvedimenti con quel tipo di spirito e che oggi ci si accorge che non favoriscono il piccolo commercio.
Personalmente, credo che non favoriscano neanche la libertà di commercio, la concorrenza, perché nella grande distribuzione sono avvenuti proprio in questo periodo, grandissimi processi di concentrazione per cui Continente, GS, Iperstanda fanno adesso capo a un unico proprietario. Voi sapete che i GS sono passati sotto il gruppo francese Promod-Carrefour, che controlla anche Continente e tanti altri?



GHIGLIA Agostino

La COOP sta da sola?



PAPANDREA Rocco

La COOP sta da sola. Ci sono praticamente tre-quattro operatori, non ce ne sono di più nel grande commercio. La tendenza è proprio la concentrazione: il liberismo, là dove è stato sviluppato, ad esempio in America, porta ad avere pochissimi grandi operatori e questo comincia ad avvenire anche da noi. In America non c'è libertà, non c'è reale concorrenza perché c'è una concentrazione fortissima, che è quella - ripeto che oggi stiamo conoscendo anche noi.
Condivido il fatto che, se si va incontro ad un liberismo senza regole si uccide il piccolo commercio e, nello stesso tempo, si ha una concentrazione enorme nel grande commercio, che non è solo un problema che riguarda i consumatori, ma anche i produttori, soprattutto i piccoli produttori che riforniscono la grande distribuzione. Non a caso, in Francia quel processo di concentrazione che ha dato vita a un enorme gruppo ha creato preoccupazioni enormi nel mondo agricolo, perché avendo a che fare con un unico operatore con una potenza di fuoco fortissima, gli agricoltori francesi si trovano in difficoltà: nel vendere le loro merci, sono soggetti alle scelte imposte loro dai colossi della grande distribuzione. Bisogna riflettere da questo punto di vista quando si fanno delle scelte, perché si va poi a incidere rispetto allo sviluppo economico di un Paese, e credo che anche da noi avremo ripercussioni di questo genere.
Condivido il fatto che bisogna governare questo settore, governarlo fortemente e - ripeto - secondo me non va solo governato limitando la grande distribuzione, che sarebbe un'ottica sbagliata, ma anche intervenendo nei confronti della piccola distribuzione. Bisognerebbe fare dei passi indietro andando anche ad un governo nella piccola distribuzione perché se si governa solo la grande, quella troverà forme di aggiramento che non aiuteranno certamente il piccolo commercio.
Bisogna quindi andare ad una revisione della legge, ma con questo spirito e non con un altro. Per questo abbiamo sottoscritto l'ordine del giorno.
Voglio fare un'ultima considerazione, per rispettare i tempi. Nel corso della audizione che si è svolta la scorsa settimana ho avuto il piacere di sentire alcuni interventi, tra i quali quello del Consigliere Pedrale, ma non solo, e ho scoperto che esiste una valutazione nei confronti del lavoro che i grandi distributori forniscono (lavoro part-time, lavoro precario lavoro interinale) che viene giudicato negativamente: è stato più volte detto la scorsa settimana in questo Consiglio, si ammazza lavoro buono e si fornisce lavoro cattivo. Debbo dire che sono soddisfatto di aver sentito queste dichiarazioni, perché noi da sempre contrastiamo queste forme nuove dette atipiche, di lavoro, ma che hanno soprattutto la caratteristica di essere forme di lavoro precario. Sono soddisfatto di sentire considerazioni del tipo "quando si elimina il lavoro del commerciante e si introducono queste nuove forme di lavoro, nei fatti non si crea né un vero posto di lavoro né un posto di lavoro buono".
Devo dire che questo non vale solo quando si parla di Continente o del gruppo americano, vale anche quando si parla delle aziende in generale cioè il lavoro atipico ha caratteristiche negative anche negli altri settori economici. Per chi lo subisce ha sempre quelle caratteristiche negative, ma anche rispetto al modo in cui si sviluppa un Paese e al tipo di occupazione che creiamo.
Credo che occorrerà fare una riflessione più ampia quando discuteremo anche delle forme di lavoro e dei contratti, visto che la Regione ha, tra l'altro, beneficiato di un ampliamento dei propri poteri in questo campo.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, intervengo oggi in questa VII legislatura, ma in realtà oggi non mi sono accorto che siamo arrivati alla VII legislatura cioè mi sembra di essere ancora rimasto alla legislatura precedente.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



ANGELERI Antonello

Collega Chiezzi, non mi sono addormentato nel frattempo, perché come lei ho fatto anch'io una campagna elettorale. Il problema è un altro probabilmente: che il metodo che abbiamo seguito di approccio al dibattito è un metodo che assomigliava moltissimo a quello in particolare dei primi anni della VI legislatura e, credetemi, parla uno che ha un po' di esperienza, purtroppo, in questo senso. Non mi pare che questo metodo sia corretto; non mi pare che questo metodo sia giusto; non mi pare che questo metodo sia da seguire. Non è un metodo che arricchisce il dibattito politico; non è un metodo che appartiene alle nostre competenze. Ma è un discorso che abbiamo fatto più volte in quest'aula, molto spesso accomunata più ad una sede di tribunale che ad altro.
Mi pare che in quest'ultimo dibattito si sia parlato forse con troppa facilità di Procure e di altre cose; vorrei in questo senso ribadire rispetto all'intervento che avevo fatto, probabilmente senza autorizzazione del Presidente, nella scorsa seduta del Consiglio regionale rispetto all'attacco del Consigliere Saitta, che parlò in quella sede di "partito degli affari", che il Centro Cristiano Democratico non appartiene a quel partito degli affari, se mai un partito degli affari qua dentro esiste! Questo voglio essere chiarissimo nel dirlo e, dato che qualcuno dall'altra parte ha chiesto delle risposte precise in questa direzione (parlo dell'intervento del Consigliere Ronzani), mi sembra che con questa mia risposta non ci siano possibilità di interpretazioni diverse.
Veniamo invece alla questione ed entriamo nel merito di un dibattito che noi, Consiglieri della passata legislatura, non pensavamo di dover affrontare così presto, perché vede, Assessore, qualche mese fa abbiamo approvato una legge - lo ricorda in particolare l'Assessore Pichetto, ma sicuramente anche l'Assessore Racchelli - dopo un dibattito all'interno della Commissione particolarmente animato, dopo diverse audizioni. Ricordo in quanto all'epoca ero Presidente della VII Commissione, di aver convocato anch'io diversi incontri in materia: era difficile affrontare una liberalizzazione di così grande portata, così come era stata presentata dal Governo nazionale con il d.lgs. n. 114.
Ebbene, abbiamo discusso per mesi, abbiamo affrontato le discussioni in maniera approfondita con tutte le associazioni di categoria e devo dire che siamo arrivati ad un voto sofferto, anche con l'avallo - lo ricordo molto bene - di alcune realtà che oggi, guarda caso, si sono manifestate contrarie rispetto all'approvazione di quella legge.
Voglio capire se, per caso, ci avviciniamo ad un avvenimento elettorale per cui qualcuno cambia le regole del gioco poco prima della consultazione elettorale, oppure effettivamente - e ne posso convenire - se ci sono delle verifiche che necessariamente, dopo qualsiasi atto legislativo, si devono fare sul territorio e che devono essere fatte, ma se queste verifiche devono essere fatte, devono essere fatte in un quadro di macroeconomia e non in un quadro che prevede una piccola parte, solamente un tassello importante, per quanto sia importante per quella zona.
Ecco la pericolosità, entrando nel merito del dibattito che affrontiamo oggi, una pericolosità legata ad un precedente che noi creiamo rispetto ad un quadro del commercio, del mondo dello sviluppo dell'economia nella nostra Regione, che può cambiare e può variare a seconda che questo tassello venga considerato o meno. Questo è l'aspetto che in questa Regione dobbiamo guardare con attenzione e dobbiamo evitare. Ecco perché il Centro Cristiano Democratico, che ha difeso, insieme ad altri, il piccolo commercio - lo dico come battuta al collega Agostino Ghiglia - guarda con attenzione e ha firmato questo ordine del giorno con gli altri Capigruppo proprio perché vuole verificare.
Non viaggiamo con gli occhi foderati di prosciutto, sappiamo benissimo quello che vuol dire sviluppo, sappiamo benissimo cosa vuol dire grande distribuzione, comprendiamo che i tempi sono cambiati, ma non possiamo accettare che il cambiamento di questi tempi provochi una rivoluzione provochi disoccupazione, provochi una frattura insanabile con un tessuto culturale e sociale che appartiene al nostro Paese e al Piemonte in particolare, che è quello dei piccoli commercianti.
Ecco quello che vogliamo approfondire in quei quattro mesi di tempo che chiediamo per verificare una situazione di una legge che deve essere sicuramente verificata, che potrà avere sicuramente delle variazioni, ma come diceva il collega Ghiglia nell'intervento precedente - una modifica della delibera così com'è stata formulata è una modifica che, in un certo qual senso, può favorire, in un'ottica determinata, una particolare provincia e una particolare zona, mentre la provincia limitrofa o le province limitrofe allo stesso tempo potrebbero avere dei danni. Ecco perché dobbiamo guardarla in un'ottica completamente diversa, in un'ottica regionale.
Penso che si debba guardare con estrema attenzione a questo aspetto che si debba ritornare da coloro che hanno dato il proprio benestare a quella legge attraverso un confronto per chiedere loro se hanno cambiato idea, per chiedere le motivazioni di questo cambiamento, per ragionare e comprendere quali sono i riflessi di modifiche importanti che si possono introdurre all'applicazione del d.lgs. n. 114.
Un'ultima cosa chiederei in quest'aula. Chiederei che il partito di maggioranza relativa di questa maggioranza della Casa delle Libertà riuscisse a dare un contributo univoco alla discussione, perché è vero che in questi giorni abbiamo letto sui giornali cose completamente diverse, ma è altrettanto vero che è molto più facile, Consigliere Cattaneo, governare un Gruppo di due Consiglieri che un Gruppo di ventidue: Lapalisse lo dice.
E' altrettanto vero che, come responsabilità, il Gruppo di ventidue ne ha sicuramente di più. Rispetto a questo, dobbiamo essere tutti responsabili nei confronti dei cittadini piemontesi, in questo caso del mondo del commercio e della produzione piemontese, a cui necessariamente non possiamo dare delle risposte frammentarie, ma soprattutto non possiamo dare delle risposte che tutelino solamente interessi di parte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Giordano; ne ha facoltà.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, noi dei Democratici-l'Ulivo siamo per la modifica della legge 28/99 e siamo per lo sviluppo della grande distribuzione. Provo però a sviluppare un semplice ragionamento.
Penso che ogni Gruppo politico in campagna elettorale, pur di acquisire consensi, abbia evidenziato ai potenziali elettori la riqualificazione territoriale, la riqualificazione economica, la riqualificazione in generale di tutta la Regione piemontese. Adesso voglio riflettere su questo dato di fatto: si presenta l'occasione di inserire, in un bacino di utenza di circa 6 milioni di abitanti, la possibilità di un investimento che ammonta a circa 50 miliardi, con la possibilità di 400 nuovi posti di lavoro. Le 2.500 famiglie di Santhià mi sembra che su questo argomento siano tutte quante d'accordo ed anche la maggior parte dei commercianti è favorevole a questo tipo di insediamento. Per le famiglie locali è importante, data anche la caratteristica e il segmento commerciale che viene installato; è importante per una famiglia poter accedere all'acquisto di un capo di alta moda scontato del 50%.
Da un'indagine pubblicata da qualche giornale abbiamo riscontrato che quasi tutti i produttori biellesi e le grandi firme commerciali (Armani Saint Laurent, Nike, ecc.) hanno aderito a questo tipo di ragionamento.
Sostengo che il Piemonte non si può permettere di rinunciare nemmeno a dieci minuti di posti di lavoro, nemmeno ad un'ora, perché è l'impegno che tutti noi in quest'aula abbiamo assunto con i nostri elettori. I 3.000 voti acquisiti durante la campagna elettorale mi riempivano tutte le sere le tasche di domande di assunzione, un problema molto grave, e di conseguenza sotto il piano della riqualificazione e del lavoro, nessuno di noi e nessun Gruppo politico può scherzare in questa direzione, bisogna essere seri sempre e non guardare troppo agli interessi dei partiti (una volta siamo tutti per la piccola distribuzione, un'altra volta siamo tutti quanti per la grande distribuzione).
La verità è un'altra: qui si è voluto strumentalizzare l'intervento del Consigliere Saitta, perché molto chiaramente il Consigliere Saitta ha evidenziato che i politici devono fare i politici e gli imprenditori devono fare gli imprenditori. E' cosa diversa la riqualificazione economica e territoriale rispetto all'invadenza politica nell'attività economica organizzata.
Concluderei questo breve intervento dicendo ancora una volta: attenzione ai posti di lavoro, perché è l'argomento su cui tutti i Gruppi politici hanno puntato in campagna elettorale, e l'equilibrio tra grande distribuzione, piccola distribuzione e commercio al dettaglio va visto in conformità delle ubicazioni, delle caratteristiche territoriali, ma ripeto - non ci possiamo permettere di rinunciare nemmeno a dieci minuti di posti di lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Spero che la maggioranza di questo Consiglio concordi nell'evitare che certe "scorribande di onesti interessi particolari" possano avere successo in quest'aula.
Quando parlo di "scorribande di onesti interessi particolari" non mi riferisco agli interessi del piccolo commercio, ma parlo di scorribande che, partendo da singoli problemi territoriali e di categoria, assumono le vesti di problemi di carattere generale, imponendo una loro soluzione che non risolve i problemi di una categoria, ma fa semplicemente da portavoce di singoli interessi particolari che, alla fine, alla stessa categoria possono anche nuocere.
Da questo punto di vista, debbo dire che oggi stiamo discutendo della legge sul commercio solo perché è scoppiato il caso dell'insediamento commerciale a Santhià. Relativamente alla vicenda mi sembra siano accaduti tre fatti importanti.
Il primo: il Presidente della Giunta regionale, l'onorevole Ghigo (che governa questa Regione e ha la responsabilità di governarla!) ha espresso tempo addietro, un orientamento favorevole a quest'insediamento.
Il secondo: un responsabile regionale di un partito di maggioranza ha invece espresso un orientamento contrario. Questo responsabile, però, non è il responsabile del governo della Regione, che rimane il Presidente Ghigo.
Lui deve governare.
Il terzo: il Consigliere Pedrale presenta sul tema un emendamento che ha avuto, come abbiamo sentito in Commissione, il sostegno del Presidente dell'ASCOM di Vercelli. Un emendamento alla delibera regionale.
Cosa dire su questi tre fatti? Chi governa la Regione esprime un certo orientamento, chi non la governa - ma governa un partito di maggioranza relativa - esprime un orientamento opposto, un Consigliere regionale presenta un emendamento per modificare le regole per "tutti", partendo da un caso specifico. Comunque, prendo atto, con soddisfazione, che di quest'emendamento non se ne fa nulla. E che, quindi, l'iniziativa di carattere "particolare" viene fermata per la scarsa qualità politica ed efficacia amministrativa della stessa.
Altri colleghi hanno messo in luce come questo modo di procedere queste "scorribande di onesti interessi particolari" producano danni con grande facilità, non soluzioni ai problemi, colpendo in modo diffuso proprio la categoria che dovrebbero proteggere.
Bloccato quest'emendamento, parliamo della legge.
Vi ricordate che non in molti abbiamo contrastato la legge sul commercio, sia nel merito che nel voto. E' stata una legge approvata anche con qualche episodio chiassoso, dentro e fuori quest'aula, con i responsabili di associazioni quali l'ASCOM, che ha promosso un "batti batti" a favore di una sua rapida approvazione. Rapidità alla quale non mi sono opposto, pur segnalando come la legge fosse insufficiente (per i meccanismi che metteva in moto) a governare il territorio circa gli insediamenti commerciali. Ho anche espresso molti dubbi sulla capacità di governare gli insediamenti commerciali partendo dall'obiettivo di difendere e promuovere gli insediamenti del piccolo commercio diffusi nella Regione.
Non mi sembra che, a quell'epoca, la nostra posizione - mia e del Consigliere Saitta - abbia avuto il sostegno delle organizzazioni di categoria. Adesso il Consiglio, probabilmente a maggioranza dirà: "Rivediamo la legge".
Mi accingo ad esporvi un punto di vista, e le ragioni per le quali ritengo che l'incapacità di governare il problema dei grandi e medi insediamenti, di metterli in rapporto con la possibilità del piccolo commercio (non solo di sopravvivere ma di vivere e qualificare la propria azione), stia in una grave insufficienza strutturale della legge.
La legge doveva scegliere, per conto della Regione, i criteri con cui distribuire le varie modalità di esercizio commerciale: grande, media piccola. Doveva scegliere i criteri, invece ha fatto altro. Invece di scegliere i criteri ha scelto tipi e localizzazioni degli insediamenti.
E' questo l'errore strategico. E' una legge che, invece di fissare dei criteri generali e consegnare agli strumenti di pianificazione territoriale delle Province e dei Comuni il compito (in ossequio a quei criteri) di determinare i "sì" e i "no" al piccolo e al grande commercio, con la sua deliberazione attuativa ha deliberato, in realtà, un "Piano territoriale" relativo al commercio. Qui sta l'errore strategico. Ha sottratto alle Comunità locali, alle Province e ai Comuni, a tutte le categorie interessate, il potere di determinare i "sì" e i "no".
Abbiamo di fatto costruito una "tabellina" che - penso per la prima volta in Italia! - ha costituito un "Piano territoriale commerciale". E' un errore strategico.
Abbiamo detto: "Difendiamo il piccolo commercio, siamo favorevoli alla grande distribuzione", il collega radicale Mellano dice: "Lasciamo libere le forze economiche di agire, perché da questo deriverà un beneficio".
Stiamo attenti, colleghi. Se c'è un settore che determina non i rapporti economici non solo al suo interno, che crea per il consumatore la possibilità di scelta di accedere ai beni con precisi tipi di servizio e prezzo, se c'è un settore che determina lo stile e la qualità della nostra vita oltre che lo stile, la forma e la bellezza delle nostre città, questo è il settore commerciale.
Sappiamo che in Europa, in Italia, in Piemonte, la nostra storia dall'età Comunale in poi - ha sedimentato il modo d'essere del commercio con le nostre città al punto tale che uno degli elementi strutturali più forti, tanto che determina le nostre condizioni di vita, è proprio il modo in cui il piccolo commercio è in esse diffuso "a rete", partendo proprio dai centri storici.
Questo elemento, quando noi diciamo di voler salvare il piccolo commercio, in realtà esprimiamo la necessità di governare il territorio non di esprimere astrattamente la possibilità di comperare un genere ad un prezzo superiore o inferiore. Noi determiniamo una scelta che esige una capacità e una volontà di governare l'assetto del territorio. Questo deve avvenire operando delle scelte, le quali devono essere consegnate a livello congruo attraverso il Piano territoriale delle Province e i Piani urbanistici dei Comuni. La Regione dovrebbe fare un passo indietro e astrarsi dalle tabelline in cui si consegnano i pesi e fissare dei criteri.
La nostra necessità non è solo di carattere economico o sociale dal punto di vista dell'occupazione - salvare posti di lavoro, promuovere nuovi posti di lavoro con la grande distribuzione, garantire ai consumatori prezzi bassi - ma è anche quella di difendere il piccolo commercio e valorizzare un modo di vita che caratterizza la nostra società e la nostra civiltà.
Se consegnassimo alla semplice legge del mercato e alla semplice logica del prezzo il sistema commerciale, ne deriverebbe una trasformazione talmente profonda del nostro modo di vita, al punto che le nostre città vedrebbero consegnate, all'esterno di esse, in grandi contenitori - così come avviene in altre parti del mondo, dove non ci sono secoli di insediamento - dei pesi di attrazione che svuoterebbero le città da questo tessuto che ha varie componenti e funzionalità, ma così si snatura il nostro modo di vita.
Questa battaglia, dal mio punto di vista, non è solo economica, di difesa di categoria, di conteggio (dare e avere nell'occupazione), ma è una battaglia tra chi intende mantenere e contribuire ad una qualificazione del commercio, quindi a difendere e promuovere la qualità della nostra vita, e chi non intende fare questo. Per fare questo, occorre decidere che il territorio va governato e non lasciato a se stesso: questo è il discrimine.
Per governarlo ci vogliono le regole e le regole sono assegnate ai Piani territoriali e urbanistici.



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Non ho molta esperienza in questo campo, non è un settore che ho seguito con particolare attenzione, ma da osservatore un po' attento nel cercare di comprendere qualcosa, penso che la politica abbia bisogno del teatrino.
Oggi stiamo recitando una parte, forse dimenticandoci che all'origine di ogni cosa c'è una cattiva madre: il decreto Bersani. Diciamolo pure: stiamo recitando e continuiamo la recita, perché bisogna stare al gioco, la politica ha bisogno anche di queste cose. Se è vero che c'è in tutto questo una cattiva madre, è anche vero che questa legge ha dovuto muoversi e cercare di porre dei limiti all'interno di questi paletti.
Per un bisogno di documentazione, mi sono imbattuto in uno scritto di Alessio Lofaro: "Il disegno territoriale della concorrenza. La nuova programmazione del commercio al dettaglio. Elementi per una metodologia.
Commento al decreto legislativo n. 114/98", edito da Franco Angeli. Nella presentazione del libro vi è una nota dedicata all'autore, che leggo: "Laureato in economia e commercio all'Università di Torino, ha maturato una lunga esperienza professionale. A lui si sono rivolti per i problemi dello sviluppo, l'analisi dei mercati e la formazione, alcune tra le maggiori aziende italiani e straniere della grande distribuzione e ristorazione.
Attualmente collabora con la Regione Piemonte e con il Comune di Torino per l'elaborazione dei nuovi criteri di programmazione e della rete distributiva".
Tanto c'era per mettermi in condizione di presentare due interpellanze: una rivolta all'Assessore competente in Regione e l'altra all'Assessore competente in Comune, per capire come questo esimio collaboratore a servizio...



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Contu, questa è una interpellanza che non è all'o.d.g. della seduta di oggi e non è neppure collegata.



CONTU Mario

Presidente, conosco bene il Regolamento.



PRESIDENTE

Le ricordo anche che non possiamo parlare in seduta pubblica sull'operato di persone.



CONTU Mario

Ho citato un consulente della Regione Piemonte che l'Assessore Pichetto conosce bene, perché è il consulente scientifico dell'Assessore.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore regionale (fuori microfono)

Non è consulente dell'Assessore, ma del Settore.



CONTU Mario

Il consulente del Settore ha dato un contributo notevole, anche remunerato, per svolgere l'istruttoria per la relazione del Piano. Oggi fa specie sapere che il consulente del Settore è anche consulente della grande distribuzione e che, attualmente, collabora con un grande altro operatore: la Juventus S.p.A. Tutto questo non è proibito dalla legge; forse è una questione di opportunità, di etica professionale.
Ho letto la prefazione di quel libro, scritta dall'Assessore stesso, la quale recita: "La legge che stiamo per varare quali obiettivi si deve porre? Tutelare la concorrenza fra le varie forme di commercio, in funzione della tutela del consumatore e dell'ambiente in senso strutturale ed economico".
Credo che lei condivida queste parole, sono il principio ispiratore che l'ha guidata nel redarre questa legge e sono assolutamente condivisibili così come sono impostati.
Oggi apprendo, da parte di tutte le forze politiche, che questo obiettivo è fallito. Se oggi si sente il bisogno di porre un freno all'avanzata devastante della grande distribuzione e i limiti che si sono posti non trovano ragione di essere perché contrastano, questo è un dato.
Oggi prendiamo atto che quella legge non è più utile. Non vorrei che questa sia la vera ragione, non vorrei che dietro ci sia una ragione preelettorale, che vede tutti accomunati nel recitare il de profundis per questa legge, perché, improvvisamente, le due più grandi associazioni di categoria scoprono che quella legge, che hanno voluto a tutti i costi, non è più adeguata e non rientra più negli interessi degli associati che devono tutelare e difendere.
Continuo con il teatrino, dicendo che bisogna frenare l'avanzata alla grande distribuzione per tutti i problemi che comporta sull'assetto urbano e sono d'accordo. Proprio oggi, in Conferenza dei Capigruppo, il nostro Gruppo consiliare in Comune si è fatto portatore di un'istanza - perch nessuno deve barare - in aula domani si discuterà la variante 31 al Piano regolatore. La variante 31 al Piano regolatore recepisce il decreto legislativo. All'interno di queste aree è stata esclusa la zona Cantinassa perché è nata una trattativa con la società; è stata inclusa, invece l'area Filadelfia - faccio degli esempi concreti, non me ne voglia il Presidente, stiamo parlando comunque della legge in discussione - dove è prevista una variante al Piano regolatore che escludeva la grande distribuzione e, invece oggi favorisce l'insediamento di un grande centro commerciale per una superficie di seimila metri quadrati.
Tutto questo è funzionale all'obiettivo per la realizzazione dello Stadio. Peccato che i soggetti in campo sono da una parte la Fondazione Filadelfia, della quale fa parte la città, e dall'altra un'area, un territorio interessato rispetto al quale viene chiesto al Consiglio comunale di modificarne la destinazione: queste sono le contraddizioni.
Le varianti di Piano, lo strumento urbanistico, che deve recepire un atto legislativo, è, necessariamente, subordinato, in questo caso a maggior ragione perché il soggetto è pubblico o privato, agli interessi di coloro che andranno ad operare su quell'area.
Valutiamo bene questi aspetti.
La legge fissa dei paletti, le procedure sono estremamente ben delineate - ho dato una lettura veloce al disposto della legge - le varianti di Piano sono in osservazione per trenta giorni, dopodich inizieranno le procedure.
Sono preoccupato rispetto agli emendamenti proposti dal Consigliere Pedrale.
Sotto certi aspetti, penso che la grande distribuzione debba essere limitata nella sua estensione. Ogni tanto ho qualche crisi di identità, lo dico molto tranquillamente, perché quando devo andare a fare la spesa e devo scegliere, sono evidenti alcuni vantaggi, però siamo tutti consapevoli del problema.
Si tratta di un problema di governo del territorio; è un problema di sviluppo delle aree. Molti Comuni lo hanno fatto in periodo preelettorale.
Penso al raddoppio dell'Ipercoop, avvenuto poco prima delle consultazioni elettorali, senza, credo, tante consultazioni sul territorio, e, poi, a tutti i problemi che arrecherà il raddoppio di una struttura come quella nell'area conurbana: problemi che dovrà risolvere la città di Torino.
Confermando le indicazioni di voto del mio Capogruppo, ci asterremo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Ferrero.



FERRERO Caterina

Ho chiesto di intervenire in quanto si tratta di una delle poche occasioni in cui il Consiglio si confronta su una tematica decisamente importante: la revisione di una legge regionale votata e approvata da questo Consiglio regionale qualche mese fa. Legge importante il cui titolo è il seguente: "Disciplina, sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte"; tale legge è stata varata in attuazione del decreto legislativo n. 114.
Ho citato il titolo perché in questi giorni, sulla base di un'iniziativa legittima di alcuni Consiglieri "coraggiosi", si è posto il problema su chi sia più o meno adatto o più o meno capace a difendere il piccolo commercio.
L'emendamento presentato è sfociato poi in una discussione complessa e direi, un po' riduttiva. Riduttiva in quanto la legge, approvata qualche mese fa, non è nata nell'ottica della difesa, tout court, del piccolo commercio, perché questo non era il mandato che la legge nazionale ci aveva dato. E' stata la sintesi - tra l'altro cercando di porre ulteriori riduzioni rispetto a quelle che erano le caratteristiche della norma nazionale - delle realtà e delle esigenze che esistono, quelle dei consumatori, quelle dei commercianti, quelle di tutte le realtà che in una tematica come questa agiscono con legittimità, con diritto di voce, con diritto di commento, con diritto di dire "esistiamo anche noi".
L'approvazione della legge ha comportato un lavoro, in Commissione e in Consiglio, di un anno e mezzo; non si tratta, dunque, di una legge approvata in cinque minuti.
La Giunta ha anche fatto numerose consultazioni con le associazioni di categoria e dei consumatori. Quindi, la maggioranza ha valutato e votato la legge sulla base di un lavoro di sintesi. Tra l'altro, come molti Consiglieri hanno fatto rilevare, chi adesso contesta, e sull'onda di questa contestazione alcuni Consiglieri hanno presentato l'emendamento all'epoca non dava una lettura del provvedimento così distruttivo e devastante come, invece, è successo oggi.
E' giusto che, se nascono dei dubbi, questi vengano proposti all'organo legislativo e si riapra una discussione che, peraltro, era già stata anticipata dall'Assessore in sede di approvazione della legge. L'Assessore disse che la legge non aveva caratteristiche tali da presumere una modifica, ma le delibere sì. Le delibere sono una serie di attuazioni di quanto viene definito nella legge, tali per cui è indubbio che, a seguito di un monitoraggio, si potrebbero creare delle esigenze di modifica, e noi siamo nella fase in cui il monitoraggio è in corso; nella fase in cui sicuramente, la Giunta, indipendentemente dal discorso contingente, avrebbe proposto delle modifiche, com'è naturale che avvenga.
Non sono, pertanto, d'accordo con il Consigliere Chiezzi quando sostiene che, qualora non fosse stato presentato l'ordine del giorno, non avremmo fatto nulla. Non è così, perché lo avevamo già anticipato nel momento in cui votammo la legge.
Oggi, in Consiglio regionale, sono state avanzate osservazioni molto pesanti, che anche a me ricordano quanto succedeva nella passata legislatura. Chi ha sollevato queste osservazioni fa parte della nostra società civile. Chiedono a noi di intervenire, sulla base di loro presupposti e sulla loro presunzione di loschi affari tra istituzioni e quant'altro.
Sono d'accordo con il Consigliere Ronzani e con altri esponenti della maggioranza: non devono chiedere a noi di intervenire presso la Magistratura; se esistono loschi affari, intervenga chi ha le prove per poterlo fare, non spetta a noi. E che non ci chiedano neppure di modificare una legge sulla base di queste considerazioni: non è compito nostro.
Sicuramente, la proposta di emendamento nasce dall'esigenza di modificare la delibera. L'ordine del giorno chiede eventualmente delle modifiche della delibera, non della legge. E' una proposta che ha contribuito ad accelerare un processo che ci sarebbe stato comunque.
Io, che sono una Consigliera poco "coraggiosa", colgo di questo emendamento l'aspetto positivo, nel senso dello spirito con cui alcuni Consiglieri hanno firmato l'emendamento con l'intento di provare ad impostare una modifica della tabella per modificare una serie di regole.
Colgo un po' meno lo spirito di chi ha firmato l'emendamento dicendo che è l'unico modo per bloccare un intervento. Sono d'accordo con chi dice che gli interventi a spizzichi e bocconi - come li ha definiti qualcuno siano pericolosi, perché magari possono creare successive richieste di intervento nello specifico, quindi anch'io sono attenta in questo senso.
Ringrazio la maggioranza perché, con questo ordine del giorno, ha fatto un grande sforzo di pazienza nei confronti di iniziative legittime ed utili, nel momento in cui si accolgono sulla base dello spirito di coloro che hanno sottoscritto questo tipo di emendamento.
Mi auguro che la Giunta addivenga ad una modifica della delibera nel termine che l'ordine del giorno indica, tenendo conto delle legittime esigenze nate nel frattempo sul territorio (le esigenze dei commercianti dei consumatori e di chi deciderà o riterrà necessario porre delle osservazioni), ma sempre nell'ottica di uno sviluppo del territorio compatibile con il mondo in cui viviamo, in cui non c'è unicamente il piccolo commerciante, che comunque difendo e che ritengo utile tutelare perché la piccola e media impresa è la peculiarità della nostra regione che è nata e vive proprio su queste iniziative. Non saremo certo noi a far sì che queste possano venire meno.
Occorre tenere conto, però, del fatto che viviamo in un'era in cui basta accedere a Internet e il capo scontato al 40 o al 70% magari lo si scambia anche senza l'out-let o il grande magazzino.
Facciamo attenzione, quindi, a cavalcare esigenze territoriali senza tener conto di cosa possano creare queste reazioni in termini di sviluppo complessivo del territorio.
Credo che la Giunta lavorerà in questo senso e sono assolutamente d'accordo con l'ordine del giorno proposto dalla maggioranza. Mi auguro che anche il discorso dell'emendamento possa essere ricondotto ad una logica complessiva, che è quella giusta di un Ente, come la Regione Piemonte, che programma, che dà delle regole e che in questo senso auspico continui a lavorare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Intervengo anche come dichiarazione di voto, pertanto il nostro Gruppo non interverrà successivamente.
Nella scorsa legislatura abbiamo approvato questi provvedimenti sul presupposto che essi portassero ad un equilibrato rapporto tra grande media e piccola distribuzione. Tale obiettivo, che tutti volevamo e che aveva trovato nella formulazione, che poi è diventata legge, il consenso delle organizzazioni di categoria, non viene messo in discussione. E' opportuno, allora, un momento di riconsiderazione, di rivisitazione.
Il nostro voto sarà favorevole all'ordine del giorno presentato dalla maggioranza. Nella riconsiderazione della normativa ritengo debba essere data particolare attenzione ad una parte della lettera che il Presidente della CONFCOMMERCIO regionale ha inviato ai Consiglieri, documento nel quale si chiede un reale piano di sostegno ed intervento nei confronti del settore commerciale, per aiutare le piccole e medie imprese a superare questa fase evolutiva.
La dichiarazione del Presidente della CONFCOMMERCIO mi pare da tenere in particolare considerazione, perché lascia individuare una posizione che non è di arroccamento della difesa di uno status che esiste e non deve essere modificato, ma nel senso della richiesta di adeguati stanziamenti per le normative sul credito agevolato, della richiesta di un progetto per l'innovazione che preveda la formazione e la dotazione informatica per le piccole e medie imprese, della richiesta di incentivi alla qualità, della richiesta di sostegno ai centri di assistenza tecnica, della volontà di contribuire a dotare il sistema del commercio piemontese di una struttura adeguata.
In questo senso dobbiamo procedere e riprendere le consultazioni, che forse sono state frettolose o non sono state svolte con il dovuto approfondimento dai rappresentanti sindacali.
Questa è la nostra valutazione e pertanto il nostro voto sarà a favore dell'ordine del giorno presentato dalla maggioranza.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente Deorsola.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Grazie, Presidente.
Colleghi Consiglieri, si è sviluppato un dibattito su un tema estremamente importante. Volendo sempre vedere gli aspetti positivi di una situazione, forse si può declinare e dedurre, anche se la Giunta aveva nella passata legislatura concluso l'approvazione della legge dichiarando sono andato a rileggere le dichiarazioni che fece a suo tempo l'Assessore Pichetto - con la legge 28, nell'ambito della delibera attuativa e della definizione delle tabelle, in una fase di sperimentazione, che indubbiamente, con più calma e con qualche elemento di maggior conforto avremmo dovuto mettere mano e riprendere, in un secondo momento un'approfondita valutazione del disegno di legge.
Dicevo che sono state dette molte cose interessanti, sono state tirate in ballo tante situazioni. E' indubbio che non mi sottraggo alle mie responsabilità e cercherò, per quanto è in mia capacità, di soddisfarle.
Faccio, prima di tutto, due considerazioni di carattere generale: è indubbio che il governo della Regione ed il governo del territorio regionale siano una competenza dell'esecutivo, e questo è un elemento al quale non ho alcuna intenzione di sottrarmi né tanto meno di arretrare n tanto meno di derogare. Questo è un mandato che i cittadini piemontesi mi hanno assegnato ed io ho intenzione di esercitarlo sino in fondo. Questo deve essere un messaggio chiaro e forte che ho intenzione di trasferire all'aula.
E' ovvio che sono espressione di una maggioranza e che naturalmente ho l'interesse che questa maggioranza sia coesa, coinvolta e, nel rapporto con l'opposizione, dialettica, ma - voglio ribadirlo con forza - è un mandato di cui mi sento investito e al quale non ho alcuna intenzione di venir meno.
Le considerazioni sul commercio e sulla grande distribuzione: questa è una tematica di grande respiro. Ho sentito fare valutazioni e considerazioni estremamente interessanti. Voglio riprendere l'ultimo intervento, almeno tra quelli che ho ascoltato - e li ho ascoltato quasi tutti oggi - quello della Consigliera Ferrero. La Consigliera Ferrero ha detto di stare attenti, perché in realtà ci troviamo di fronte ad una situazione che è in grande evoluzione, perché il mercato del commercio è in grande evoluzione; siamo qui a discutere se difendere una categoria, quella dei piccoli commercianti. Non ho sentito molto parlare della categoria dei consumatori, sebbene abbia lo stesso interesse a difenderla, esattamente come quella dei commercianti.
La Consigliera Ferrero faceva un riferimento alle frontiere informatiche, che obiettivamente modificheranno, in maniera sostanziale, la politica del commercio, della transazione, dell'opportunità di conoscenza di quello che il mercato offre dal punto di vista commerciale.
In questo senso - ho richiamato quell'intervento perché tra tutti, ma non vorrei far torto a nessuno, l'unica che ha fatto un riferimento specifico a questo aspetto è stata la Consigliera Ferrero - oggi ci troviamo di fronte a una situazione in continua evoluzione. Il compito della Regione e dell'esecutivo che rappresenta la Regione è pertanto quello di saper governare, di saper prevedere, di saper anticipare i fenomeni e di saper naturalmente interpretare bisogni delle categorie e delle rappresentanze delle categorie, nonché i bisogni dei cittadini della nostra Regione e, soprattutto, quello di, in senso un po' presuntuoso - me ne rendo conto, ma ce lo poniamo come obiettivo - impostare la politica di governo, per far sì che il Piemonte si sviluppi, abbia nuove opportunità crei nuovi posti di lavoro, e diventi, dal punto di vista del suo tessuto economico-sociale, una regione moderna.
Evidentemente, tutto questo passa necessariamente attraverso delle scelte che, torno a ripeterlo, abbiamo assolutamente intenzione di esercitare. Lo faremo nel modo più trasparente e corretto possibile.
E' emersa, nel dibattito e nelle settimane precedenti, la necessità di verificare e di approfondire la legge n. 28 relativa al commercio.
Come maggioranza presenteremo un ordine del giorno, i miei colleghi Capigruppo di maggioranza hanno già dato la loro disponibilità. C'è altresì un ordine del giorno dell'opposizione, che per certi versi mi sembra esprima gli stessi concetti. Non so se si addiverrà a un'unificazione dei due ordini del giorno, ma indubbiamente pare che conducano nella stessa direzione.
Da parte della Giunta c'è dunque la volontà e la disponibilità ad affrontare un serio dibattito di approfondimento sulla legge n. 28, in quanto ci rendiamo conto che questa legge probabilmente va aggiornata modificata e aggiustata, in modo da renderla più coerente con quello che vuol essere il nostro obiettivo, cioè governare l'insediamento e il rapporto tra grande distribuzione e la piccola e media distribuzione: tutti settori che intendiamo tutelare, nel senso che la sensibilità deve essere di carattere generale. Questo significa governare.
Credo che si debba partire da un presupposto: la situazione in realtà come ho detto prima, è in continua evoluzione. Non è sufficiente modificare la legge n. 28 sul commercio, e magari restringere le tabelle, perché pu darsi che non sia la strada corretta. Può darsi, invece, che sia estremamente più utile, a fronte della legge n. 28 e di eventuali modifiche di questa legge, legiferare in qualche altro modo, per sostenere, in modo diversificato, il piccolo commercio nei centri storici, esigenza che per certi versi abbiamo già identificato, ma dovremo tentare di realizzare qualche forma di aiuto e di sostegno, perché è indubbio che una concentrazione della grande distribuzione, comunque governata e controllata, possa necessariamente - in alcuni casi è avvenuto, abbiamo esperienze e studi in altri Paesi europei che confermano questa tesi creare elementi di criticità nei confronti del piccolo commercio.
Di conseguenza, non dobbiamo frenare un processo che è ineluttabile bensì dobbiamo avere la capacità di legiferare in funzione del sostegno non in funzione del non garantire un processo evolutivo in un settore come quello del commercio. Occorre trovare il giusto equilibrio: ci deve essere la grande distribuzione ma dobbiamo, nello stesso tempo, contemperare, dal punto di vista normativo, qualche intervento a sostegno del piccolo commercio, soprattutto nei centri storici.
Il ciclo economico rischia, se non equilibrato, se non governato, se non programmato, di creare delle situazioni per cui poi si tengono aperti i negozi, ma non ci entra nessuno, perché le persone non hanno più soldi per comprare. Capite, dunque, che questo è un problema di programmazione e di sviluppo. Chi governa se lo deve porre e deve, pertanto, assumere delle posizioni e normare queste materie così delicate, in modo da contemperare uno sviluppo, che comunque deve esserci, con un sostegno che deve altrettanto sussistere, perché chiaramente non possiamo desertificare i nostri centri storici, che rappresentano l'elemento vitale di molte località piemontesi.
Abbiamo una storia diversa da quelle degli altri Paesi europei e dobbiamo essere in grado di considerare anche questi aspetti. La Giunta ha intenzione di assumere questi presupposti in vista dei suoi atti di governo, perché li ritengo elementi di grande necessità. Lo faremo e ci impegneremo in tal senso impegneremo. Presenteremo questa modifica della legge n. 28 ma, nel frattempo, occorrerà presentare ulteriori leggi a sostegno del piccolo commercio.
Non dimentichiamoci, tuttavia, che non esiste solo il piccolo commercio, ma esistono altresì gli ambulanti, i mercati rionali - chissà perché nessuno ne parla mai - categorie e situazioni che vogliamo difendere, senza penalizzare nessuno.
Nello stesso tempo, non penalizzando nessuno - mi rendo conto che la posta in gioco non è di poco conto - vogliamo privilegiare lo sviluppo.
Dobbiamo contemperare questi elementi di governo generale, che credo, anche dal dibattito dell'aula di oggi, abbiano dato degli spunti estremamente interessanti.
Dico questo perché è bene che l'aula, siccome sono stato sollecitato conosca anche il mio modo di pensare su queste tematiche. E' indubbio che ho espresso parere favorevole nei confronti dell'insediamento dell'outlet di Santhià, e, senza entrare negli elementi polemici, ci sono lettere scritte dall'ITP che descrivono in maniera dettagliata e articolata la natura dei contatti che ho avuto con questi investitori. D'altro canto diamo un sacco di soldi all'ITP perché richiami investitori esteri e quando si fa avanti qualcuno, forse è anche giusto che il Presidente della Giunta lo conosca, visto e considerato che in questo senso c'è stato qualche elemento di critica o di appunto nei miei confronti.
Credo che questo processo lo porteremo all'attenzione dell'assemblea.
La nostra modifica di legge verrà evidentemente discussa e in quel momento i Consiglieri avranno la possibilità di rappresentare le loro istanze perché è quando si discute e si formalizza una legge che l'assemblea ha la sua specifica funzione, e su questo poi tornerò nella conclusione del mio intervento, perché da questo spunto trarrò le conclusioni che forse qualcuno di voi già sa, ma che hanno poi il significato di concludere questo dibattito.
Il Consigliere Saitta ha fatto alcune riflessioni; mi sono state raccontate quelle che ha fatto la volta scorsa e il tenore della sua conferenza stampa. Senza entrare nel merito, nell'intervento di questa mattina ritengo di non aver ravvisato, nelle sue parole, elementi di responsabilità diretta della Regione Piemonte. Se nella transazione di quei terreni vi è stato qualche passaggio che risulta non essere corretto, ne risponderanno i responsabili. Credo onestamente di potere dire che la Regione Piemonte non ha alcuna responsabilità in quella faccenda. Posso tranquillamente affermare di non aver anch'io alcuna responsabilità in merito. D'altra parte, non ero neanche a conoscenza di quali fossero i terreni, né di chi fossero, perché sono questioni di cui non mi devo occupare e non rappresentano un elemento di merito nelle decisioni che devo assumere.
Di conseguenza, su questo, se qualcuno vorrà fare degli approfondimenti o se qualcuno ritiene che il Presidente della Provincia di Vercelli abbia svolto dichiarazioni lesive dell'operato della Giunta su questo argomento è libero, evidentemente, di intraprendere le proprie azioni di verifica o le proprie giuste e necessarie risposte in tal senso.
Per quanto concerne l'emendamento, vorrei esprimere due considerazioni di tipo tecnico-legislativo, di cui una abbastanza corposa.
Parlo a nome di tutta la maggioranza, nel senso che non esprimo soltanto la posizione del Presidente della Giunta; è una posizione che è bene anche l'aula conosca e che ha visto la convergenza di tutta la maggioranza su questa tesi.
Per quale motivo? Ad un certo punto, mi sono preoccupato di segnalare ai miei colleghi il rischio che l'emendamento presentato fosse, in realtà, inutile o che potesse, obiettivamente, riscontrare elementi di illegittimità.
Attraverso gli uffici della segreteria di Giunta, ho chiesto un parere in relazione alla legge 28, dalla quale emergerebbe in modo abbastanza chiaro e netto che la competenza di proporre al Consiglio anche modifiche come potrebbe essere questo emendamento - sul deliberato, spetta alla Giunta e, di conseguenza, il Consiglio non ha competenze in tal senso.
Perciò, chiederò al Presidente Cota di rinviare l'emendamento in VIII Commissione per valutarne attentamente la legittimità.
In questa situazione, aggiungo un elemento sul quale credo sia opportuno, a inizio legislatura, riflettere: la riforma della Costituzione che ha permesso l'elezione diretta dei Presidenti.
Questa riforma, come tutti voi sapete, demanda alla Giunta in modo netto e chiaro gli atti regolamentari. Poiché la Costituzione e la riforma costituzionale chiaramente sovrasta qualsiasi altro tipo di norma e questa competenza è demandata all'esecutivo della Regione Piemonte, ci si deve chiedere se il Consiglio può modificare i Regolamenti attuativi di leggi approvate nel suo seno.
Credo che questi due elementi necessitino di un'approfondita riflessione, sulla quale la mia maggioranza è d'accordo, perché si rischiava di intraprendere un percorso legislativo che, probabilmente, alla fine, non avrebbe portato al risultato che si poteva immaginare.
Naturalmente, chiedo al Presidente Cota di recepire la mia richiesta di assumere l'emendamento presentato dal Consigliere Pedrale quale primo firmatario e di inviarlo in VIII Commissione per valutarne la legittimità prima di iniziare qualsiasi discussione in merito.
Mi auguro che il Presidente Cota recepisca questa mia richiesta e che in una fase successiva - chiaramente, non sarà il Consiglio di giovedì - si proceda alla discussione dell'emendamento nel caso risultasse legittimo.
Permettetemi di concludere il mio intervento citando una considerazione del Consigliere Mellano, il quale - naturalmente - ha espresso solidarietà nei confronti di un Consigliere che sembrerebbe essere stato apostrofato dal sottoscritto fuori microfono durante il dibattito.
Al Consigliere Mellano, che ha premesso di essere nuovo alla legislatura, posso ricordare che nella passata legislatura, molte volte sono stato additato in maniera non così corretta. Di conseguenza, mi auguro che in questa legislatura, quando lui dovesse verificare che le accuse che mi vengono mosse non corrispondono esattamente alla realtà, esprima conseguentemente, nei miei confronti, la stessa solidarietà espressa al Consigliere Saitta.
Grazie.



PRESIDENTE

Se i proponenti sono d'accordo, l'emendamento ritorna in Commissione per l'approfondimento.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non è finita.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

L'emendamento non era iscritto. Perché dobbiamo decidere adesso che fine fa quell'emendamento?



PRESIDENTE

Appunto, non è iscritto all'o.d.g.



MARCENARO Pietro

Una cosa è che sia commentato nell'ambito della discussione, ma sarà discusso dopo l'iscrizione in aula e, conseguentemente, ne decideremo le sorti.
Non è iscritto all'aula?



PRESIDENTE

No, non è iscritto all'aula.



MARCENARO Pietro

Quindi, si deciderà in quel momento la sua sorte: quando arriverà in aula.



PRESIDENTE

Per la verità, non è neanche iscritto per la seduta di giovedì.



MARCENARO Pietro

Questi sono problemi di chi lo presenta.



PRESIDENTE

Comunque non è neanche iscritto nella seduta di giovedì.
Proseguiamo con le dichiarazioni di voto.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Pedrale)



PRESIDENTE

No, è prenotato, vale la procedura di cui all'art. 51, comma quarto quindi, tecnicamente non è iscritto.



PRESIDENTE

SAITTA Antonino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Neppure giovedì?



PRESIDENTE

No, non è iscritto giovedì, è prenotato. Per iscriverlo è necessaria una richiesta ai sensi dell'art. 51, comma quarto. Quindi, devo dire che è corretta la puntualizzazione del Presidente Marcenaro.



PRESIDENTE

SAITTA Antonino (fuori microfono)



PRESIDENTE

Su questo aspetto, come ha dato la parola al collega Marcenaro...



PRESIDENTE

Scusi, interviene per dichiarazione di voto?



(Intervento fuori microfono del Consigliere Saitta. )



PRESIDENTE

Sì, ha svolto una puntualizzazione che, effettivamente, era puntuale.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Una puntualizzazione.
La questione richiamata dal Presidente in merito alla proposta di deliberazione è importante rispetto al ragionamento che stiamo facendo. Il Presidente ha sollevato un problema di competenza e mi pare che abbia ragione, nel senso che la potestà regolamentare, in base alla legge n. 1, è una competenza della Giunta.
In questo caso, la proposta di deliberazione, siccome modifica un aspetto sostanziale della localizzazione, mi sembra più una competenza del Consiglio, ma questo è un problema di interpretazione. La decisione, se ritirarlo o meno, deve essere assunta dal Consiglio.
Proporrei che la proposta di deliberazione venga iscritta all'ordine del giorno; poi, giovedì decidiamo le cose da fare. Chiedo che venga iscritta, anche perché, poco fa, insieme al collega Tomatis, abbiamo fatto pervenire avere un'adesione alla proposta, anche se poi ci riserviamo di presentarla direttamente in aula; quindi, semmai, dopo l'approvazione degli ordini del giorno, altrimenti giovedì non lo discuteremo neppure.



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, soltanto per una replica alla sua puntualizzazione quell'argomento non è iscritto all'ordine del giorno, per iscriverlo è necessario, giovedì, presentare una richiesta in apertura di seduta, che lei può anticipare oggi, ai sensi dell'art. 51, comma quarto.
La questione che ponevo riguardava la presenza o meno di una presa d'atto unanime da parte dell'aula, che è sempre sovrana. Avendone riscontrato l'assenza, a seguito del suo intervento e del Presidente Marcenaro, si rientra automaticamente nella procedura di iscrizione per giovedì, per la quale è necessaria una richiesta ai sensi dell'art. 51 comma quarto.
Non essendoci dichiarazioni di voto e non essendoci modifiche o integrazioni agli ordini del giorno, procediamo con le votazioni.
Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Comunico di ritirare l'ordine del giorno presentato il 10 luglio perché l'emendamento successivo, fatto insieme agli altri colleghi della minoranza, è più aggiornato.



PRESIDENTE

Il Consigliere Saitta ritira dunque l'ordine del giorno n. 34: "Necessità di modificare la L.R. 28/1999 e la delibera n. 563-13414".
Passiamo pertanto all'ordine del giorno n. 58, inerente a: "Indirizzi e criteri di programmazione urbanistica per l'insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa" presentato dai Consiglieri Saitta, Papandrea Chiezzi, Caracciolo, Giordano, Marcenaro, Manica, Riba, Di Benedetto Ronzani e Palma.
Questo ordine del giorno è stato emendato in qualche parte? Prego, Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

E' stata semplicemente aggiunta, al termine del quarto capoverso, dopo "una proposta organica di riforma della legge regionale sul commercio", la frase "e delle deliberazioni ad essa collegate".



PRESIDENTE

Pongo quindi in votazione l'ordine del giorno n. 58 come emendato, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale preso atto che è fortemente avvertita e non più rinviabile la necessità di procedere ad una rivisitazione della legge regionale sul commercio e della deliberazione n. 563 del 29/10/99 contenente gli indirizzi generali e i criteri di programmazione urbanistica per l'insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa preso atto altresì che su tale necessità convergono le forze politiche e i gruppi consiliari e che l'Assessore regionale competente in occasione della riunione della VII commissione, tenutasi in data 20 luglio u.s., si è impegnato a modificare tale legislazione e le deliberazioni che l'accompagnano allo scopo di assicurare nel quadro di uno sviluppo e di una modernizzazione del settore un ruolo alla piccola impresa commerciale e la tutela dei diritti dei consumatori considerato che le modifiche da apportare non possono essere parziali bensì funzionali all'esigenza di procedere ad una riforma organica della legge impegna la Giunta Regionale e per essa l'Assessore competente a predisporre e a presentare una proposta organica di riforma della legge regionale sul commercio e delle deliberazioni ad esse collegate impegna la VII commissione a promuovere un ravvicinato confronto con le categorie e tutti i soggetti interessati, comprese le associazioni dei consumatori, per giungere in tempi rapidi all'approvazione di tale riforma".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 53 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Passiamo infine all'ordine del giorno n. 60, inerente a "Programmazione urbanistica per l'insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa" presentato dai Consiglieri Cattaneo, Ghiglia, Angeleri, Costa Rosa Anna e Mercurio.
Non essendovi richieste di parola, pongo in votazione tale ordine del giorno, il cui testo recita: "Il Consiglio Regionale vista la legge regionale 28/99 "Disciplina sviluppo ed incentivazione del commercio in Piemonte in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 114" e la deliberazione del Consiglio regionale n. 563-13414 relativa a "Indirizzi generali e criteri di programmazione urbanistica per l'insediamento del commercio al dettaglio in sede fissa, in attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 114 considerata la necessità di procedere ad un monitoraggio degli effetti prodotti dalla nuova disciplina, con particolare riguardo alle compatibilità di insediamento della media e grande distribuzione organizzata sul territorio piemontese considerato altresì che la procedura di normazione per legge e delibera prevedeva a seguito del monitoraggio, l'assestamento del modello di programmazione con gli interventi di modifica ritenuti utili per meglio contemperare le condizioni territoriali, la rete distributiva tradizionale e l'equilibrio con la distribuzione media e grande valutata l'esigenza di procedere, sulla base delle risultanze di tale indagine alle modificazioni che saranno raggiunte dalla attuazione degli indirizzi a suo tempo espressi per adeguarli sia all'evoluzione del settore distributivo, sia a cessazione delle criticità che sono emerse nel periodo di primo avvio vista la necessità di una più puntuale programmazione degli insediamenti commerciali medi e grandi in relazione ad una maggiore integrazione tra il tessuto sociale, gli aspetti territoriali ed i diritti dei consumatori con il sistema della distribuzione al dettaglio tradizionale impegna la Giunta regionale ad effettuare adeguate verifiche e consultazioni in merito alla funzionalità della programmazione commerciale dettata dalla deliberazione n. 563-13414 del 1999 ed a proporre al Consiglio regionale entro 4 mesi le opportune modificazioni sostanziali conseguenti alla verifica di cui sopra".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 48 voti favorevoli (non hanno partecipato alla votazione 6 Consiglieri).


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Esame disegno di legge n. 75 relativo a "Disposizioni per la tutela dell'ambiente in materia di inquinamento acustico"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il disegno di legge n. 75, di cui al punto 6) all'o.d.g.
Relatore è il Consigliere Gallarini, che ha facoltà di intervenire.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Sigg. Consiglieri, Il disegno di legge proposto dà attuazione a quanto disposto dalla legge quadro sull'inquinamento acustico n. 447/1995 e tiene conto del mutato quadro legislativo derivante dall'emanazione della legge n. 59/1997 e dal decreto legislativo n. 112/1998, anche con riferimento all'esperienza maturata in corso di attuazione della normativa nazionale inerente il trasferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni, pertanto è redatto in coerenza con quanto previsto nella legge regionale n. 34/1998 e nel disegno di legge regionale n. 467.
La V Commissione ha indetto ampie consultazioni con gli enti locali, il mondo produttivo e scientifico e le varie associazioni di categoria.
Durante l'esame ha apportato alcune applicazioni, anche in accoglimento delle osservazioni ricevute. Infine, ha approvato a maggioranza dei presenti il disegno di legge e ora auspica un'analogia e sollecita approvazione da parte del Consiglio regionale.
Capo I Finalità e oggetto della legge Art. 1 Finalità e principi Esplicita i principi e le finalità che si pone il provvedimento.
Art. 2 Definizioni Richiama le definizioni introdotte da un nutrito corpus normativo statale al momento ancora incompleto e ne precisa alcune.
Funzioni e attività Art. 3 Funzioni della Regione Individua le competenze specifiche nell'ambito di quelle regionali.
Art. 4 Funzioni delle province Individua le competenze specifiche nell'ambito di quelle provinciali.
Art. 5 Funzioni dei comuni Individua le competenze specifiche nell'ambito di quelle comunali.
Art. 6 Classificazione acustica del territorio Disciplina le modalità per la suddivisione del territorio comunale in zone omogenee sotto il profilo acustico.
Art. 7 Procedura di approvazione della classificazione acustica Stabilisce termini per l'adozione della classificazione acustica del territorio e introduce meccanismi di partecipazione nella formazione del provvedimento.
Art. 8 Situazioni di rilevante interesse paesaggistico, ambientale e turistico.
Consente una maggiore flessibilità nella tutela del territorio nel caso in cui si intenda esaltare le caratteristiche di quiete e tranquillità Art. 9 Deroghe Consente lo svolgimento, in ambito comunque regolamentato, di specifiche attività, che per le loro caratteristiche e natura, non potrebbero rispettare limiti di rumorosità fissata in linea generale.
Art. 10 Impatto acustico Affronta le problematiche dell'inserimento di opere o attività che producono rumore ed è finalizzato a prevenire situazioni di inquinamento acustico mediante l'effettuazione di appropriate valutazioni preventive.
Art. 11 Clima acustico Affronta le problematiche dell'inserimento nel territorio di insediamenti sensibili al rumore ed è finalizzato alla loro tutela mediante l'effettuazione di appropriate valutazioni preventive.
Art. 12 Organizzazione dei servizi di controllo Attribuisce le competenze di vigilanza, controllo e monitoraggio del rumore.
Art. 13 Piani comunali di risanamento acustico Definisce i termine per la redazione dei piani comunali di bonifica finalizzati a eliminare situazioni di criticità, a ottenere il graduale raggiungimento degli obiettivi di risanamento e a dare corpo al piano regionale di bonifica, in base al quale saranno attribuiti contributi statali.
Art. 14 Piani di risanamento acustico delle imprese Stabilisce i termini e le modalità per la redazione di piani di risanamento per le attività rumorose.
Art. 15 Piano di bonifica acustica Stabilisce, sulla base delle indicazioni provinciali e comunali, le priorità degli interventi di risanamento e finanzia le opere necessarie.
Art. 16 Tecnici competenti in acustica ambientale Integra le norme dettate dallo Stato in materia di attività professionale nel campo dell'acustica ambientale.
Art. 17 Sanzioni Integra le norme statali per quanto non stabilito dalle stesse.
Capo III Disposizioni finanziarie, transitorie e finali Art. 18 Disposizioni finanziarie Stabilisce le norme finanziarie per l'erogazione di contributi agli enti locali e all'ARPA per realizzare interventi di risanamento e monitoraggio.
Art. 19 Disposizioni transitorie Stabilisce termini per la redazione della relazione sullo stato acustico da parte dei comuni superiori a 50.000 abitanti e l'obbligo di unificare alle direttive regionali le classificazioni acustiche già adottate.
Art. 20 Abrogazione di norme Abroga la legge regionale n. 52/1978 in materia di inquinamento acustico e atmosferico, divenuta obsoleta".



GALLARINI Pierluigi, relatore

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Il provvedimento risente dell'elaborazione avvenuta nella precedente legislatura.
Esso contiene certamente due aspetti importanti: la zonizzazione acustica e il piano di risanamento, tenendo conto del fatto che, ad oggi soltanto il 4% dei comuni hanno provveduto a dotarsi di questi due strumenti.
Questo tema è molto importante e, quindi, c'è stata l'attenzione da parte della precedente V Commissione, avvalorata da un rapporto dell'ONS ultimo presentato, che rilevava come, nelle grandi città, ivi compresa Torino, con punte che riguardano soprattutto la città di Milano, siamo fortemente al di sopra dei 70 decibel.
Un primo dato è questo: il 4% dei comuni hanno provveduto sinora a dotarsi degli strumenti della zonizzazione e del piano di risanamento, per cui c'è un'urgenza.
Un secondo dato è che il mondo del lavoro continua a dimostrare come l'aspetto dell'inquinamento acustico sia uno degli aspetti che più frequentemente vengono evidenziate nelle denunce da infortunio sul lavoro.
Guardavo le tabelle relative alle denunce del '99. E' abbastanza significativo il dato che su 3191 casi denunciati di malattie professionali, ve ne siano 1842 che hanno attinenza con malattie legate ai fenomeni conseguenti all'inquinamento acustico, quindi c'è anche un collegamento con le problematiche della sicurezza nel mondo del lavoro.
Di certo il provvedimento si evidenzia per alcuni aspetti positivi Assessore, e sono gli artt. 6 e 13, quelli della classificazione acustica e dei piani comunicali di risanamento.
L'articolo 8 consente, laddove esistono delle particolari e pregiate situazioni ambientali o turistiche, limiti di esposizione al rumore, ma rimangono nodi che avevamo evidenziato già nella passata legislatura e che in qualche modo, riprendiamo.
C'è tutto un discorso legato alla necessità di andare ad un ulteriore potenziamento delle strutture, degli organici e dei finanziamenti dell'ARPA, perché, di fatto, è la struttura sulla quale ricade in modo pesante, non solo la competenza specifica richiesta da questo provvedimento, ma anche gli altri provvedimenti che abbiamo varato o che sono in elaborazione (campi elettromagnetici e così via).
Un altro discorso è legato al sovraccarico nei confronti degli enti locali delle amministrazioni comunali, necessaria competenza voluta in modo trasversale anche attraverso l'applicazione del d.lgs. 112, ma necessità altrettanto importante di andare a sostenere il ruolo e il lavoro degli enti locali e dei Comuni.
Il nodo principale che rimane su questo provvedimento è quello della disponibilità finanziaria. Questo è il vero nodo, infatti abbiamo presentato alcuni emendamenti, fra i quali ve ne è uno in particolare credo il più rilevante, che inerisce proprio il tema del finanziamento.
Per le disposizioni finanziarie, è importante la predisposizione di appositi capitoli che la legge prevede, ma è ancora una procedura di approccio e non sufficiente la previsione di spesa, tanto più laddove si dice "compatibilmente con quelle che sono le previsioni di spesa di anno in anno configuratesi". Quindi c'è il grosso rischio, mantenendo la dicitura così com'è nella situazione attuale, col provvedimento che abbiamo in aula di non dare quell'impulso necessario e quel sostegno finanziario necessario affinché si avvii tutto l'iter del clima sonoro, della zonizzazione e, di conseguenza, dei piani di risanamento.
Questi sono i nodi principali. Se sono giuste le funzioni riconosciute in capo alla Regione, rimane però ancora poco efficace e mirata quella che è l'integrazione sul versante urbanistico. Noi questo l'abbiamo fatto presente, l'abbiamo detto in sede di V Commissione.
I due lati più deboli sono quello della compatibilità economica e quello dell'integrazione con i provvedimenti, con gli strumenti urbanistici che, laddove non vengano integrati e modificati di conseguenza, possono addirittura vanificare la bontà in sé del piano di legge sull'inquinamento acustico.
Un altro aspetto è la necessità di andare in qualche modo a mirare quella che è l'azione sulla partita acustica e quella che è l'azione sulla partita atmosferica con un intervento mirato, che metta le grandi città nella condizione di intervenire in modo mirato e coerente su entrambi questi aspetti, andando ad alleggerire in modo significativo quelle che sono le conseguenze e i problemi da traffico veicolare, in particolare privato.
Fra gli emendamenti che abbiamo presentato, Assessore, richiamiamo particolare quello all'art. 3 - quello relativo al clima sonoro è stato ritirato perché già presente in altro articolo - "criteri per l'identificazione delle priorità temporali degli interventi di bonifica acustica del territorio", che a nostro avviso sarebbe bene riportare anche nella dicitura esplicitata dall'art. 3 come punto e) all'ultimo comma.
Per quanto riguarda i criteri per la predisposizione e l'adozione da parte dei Comuni dei piani di risanamento, riterremmo importante esplicitarli già nell'articolo che elenca tutti i criteri di riferimento anche se siamo consapevoli che ciò è stato ripreso nell'art. 13 o 15 - vado a memoria per non perdere tempo.
Ritiriamo l'emendamento relativo all'art. 4 ("oppure", "ovvero") mentre manteniamo - e su questo chiediamo un impegno e quindi un'attenzione mirata, perché è il vero nodo politico - quello in cui chiediamo di abrogare le parole "compatibilmente con le risorse finanziarie rese effettivamente disponibili in sede di approvazione del bilancio", ovvero il comma 3 dell'art. 15, poiché abrogando questo passaggio, probabilmente si riesce a dare una maggiore certezza di volontà anche per quanto attiene agli aspetti economici e finanziari che, è già implicito, sono compatibili con quello che è un piano generale annuale, ma che, essendo già impliciti indebolirebbero ulteriormente quella che può essere l'azione di questa legge, che di positivo ha il fatto di inserirsi in una situazione che necessita di un grosso slancio affinché diventi efficace in tempi celeri.
Quindi chiederemmo su questo una particolare attenzione.
L'ultimo emendamento è quello delle verifiche a campione. Riteniamo che sia decisamente superfluo, pleonastico, in quanto è sufficiente la dicitura formulata con l'ultimo testo.
Se possiamo avere delle risposte su questi emendamenti, valutiamo di conseguenza anche quale può essere il nostro atteggiamento, che in sede di Commissione aveva consentito una cooperazione, una collaborazione per addivenire in tempi rapidi ad un provvedimento che perlomeno, pur non essendo esaustivo, consente al Piemonte di mettere mano alla problematica inquinamento acustico e consente soprattutto di avviare la mappatura, che è l'urgenza, e di mettere nella condizione le Amministrazioni comunali di procedere con un primo piano di risanamento a quindi a quanto previsto con gli strumenti normativi.
Laddove si potesse addivenire ad un superamento di questo aspetto legato ai motivi finanziari, tendenzialmente ci sarebbe un'attenzione e quindi anche una formulazione di voto assolutamente di rispetto e di favore nei confronti di questo provvedimento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Grazie, collega Suino. Informo l'aula che, oltre agli emendamenti già pervenuti alla Presidenza da parte della Consigliera Suino, firmataria unitamente ad altri, sono pervenuti altri emendamenti dei colleghi Chiezzi Contu e Moriconi; verranno distribuiti ai Consiglieri non appena possibile.
In merito alla discussione generale, chiedo ai Gruppi ed ai singoli Consiglieri se ci sono interventi. Prego, Consigliere Moriconi, prenda pure la parola.



MORICONI Enrico

Grazie, Presidente. Noi condividiamo la necessità che è stata espressa di arrivare ad una legge riguardo ad una tematica importante come quella dell'inquinamento acustico, però devo dire che abbiamo molte perplessità sul disegno di legge che è stato presentato. A nostro giudizio, infatti, si tratta di una legge neutra, che suddivide sì le competenze tra i vari Enti tra i vari livelli istituzionali, ma che non arriva a dare garanzie di effettiva tutela per l'inquinamento acustico.
Quello che abbiamo rilevato dalla lettura della legge, anche facendola osservare a degli ambientalisti, è appunto questa suddivisione delle competenze verso Comuni e verso Province, riservando anche il ruolo della Regione, senza però arrivare a quello che è stato richiamato prima nella discussione: il governo del territorio.
Anche per quanto riguarda l'inquinamento acustico, l'impatto acustico ormai voci sempre più diffuse richiamano la necessità di fare dei piani di controllo che non siano solo delle suddivisioni di competenze, ma che cerchiamo di mettere dei limiti di qualità. Al riguardo noi riteniamo che ci sia bisogno di caratterizzare più fortemente il ruolo di indirizzo della Regione, perché appunto il governo del territorio non può essere semplicemente quello di assegnare dei compiti ai Comuni e alla Provincia.
Ad esempio, abbiamo notato che non si individuano i criteri e gli indirizzi così come richiamati dalla legge 447. La legge 447, all'art. 4 punto f), prevede che le Regioni debbano individuare i criteri e le condizioni per l'individuazione, da parte dei Comuni il cui territorio presenti rilevanti interessi di carattere paesaggistico, ambientale e turistico, di valori inferiori a quelli determinati ai sensi dell'articolo.
La legge regionale piemontese prevede questa caratteristica, prevede che i Comuni possano fare queste cose, ma non detta i criteri e le condizioni. E' questo il punto che ci lascia perplessi, nel senso che non basta dire che i Comuni debbono tutelare i punti di rilevante interesse paesaggistico senza dire come e con quali criteri.
E' sempre il nostro vecchio discorso che portiamo avanti, quello di indicare criteri e condizioni. Faccio presente che ad esempio in altre parti (leggi regionali), anche in seguito a congressi che si sono svolti viene ribadito questo concetto ed è stato affermato che le Regioni hanno l'obbligo di coordinare, nel corso delle procedure di classificazione, le indicazioni già rese disponibili nella pianificazione regionale, ovvero inserire le valutazioni che loro hanno acquisito anche nel corso di altri piani, ad esempio piani paesistici, piani dei parchi ecc. Bisogna quindi integrare la costruzione di un piano acustico con gli elementi che si sono già acquisiti.
Abbiamo ancora rilevato un altro particolare. Questa legge non prevede un ruolo delle ASL in funzione epidemiologica; è un particolare a cui noi teniamo, nel senso che come ormai ribadito da molte parti, l'impatto acustico può provocare dei danni alla salute. Allora bisognerebbe prevedere, in una legge di indirizzo come questa, dei criteri per i quali anche le ASL devono entrare nel ruolo di verificare l'impatto epidemiologico. In Italia, lo sappiamo tutti, abbiamo qualche problema quando si parla di epidemiologia perché non si fanno mai studi e poi diciamo "non abbiamo i dati epidemiologici". Credo che in una legge nuova che vada ad affrontare un argomento che ha un impatto sulla salute prevedere un momento di controllo epidemiologico sarebbe importante.
Abbiamo poi rilevato alcuni punti di debolezza della legge. Ad esempio non stabilisce tempi di effettuazione dei risanamenti acustici. Un altro punto è il fatto che laddove si prevedono i piani di risanamento acustico nel caso in cui il Comune intenda perseguire i valori di qualità, si lascia la possibilità al Comune di fare il piano di risanamento acustico; invece secondo il noi il piano di risanamento acustico è un rilevante interesse che non può essere lasciato alla facoltà del Comune, nel senso che la qualità della vita in un Comune non può essere indipendente anche da un piano di valutazione acustica.
Questi sono i temi di carattere generale; gli emendamenti che abbiamo presentato hanno lo scopo di porre dei correttivi su questi punti.
Naturalmente, se fosse il caso, li illustreremo dettagliatamente, punto per punto, però il nostro problema è che questa legge non risponde pienamente agli scopi che dovrebbe raggiungere.



PRESIDENTE

Prego l'aula, visto che c'è un brusìo un po' troppo elevato, di permettere ai Consiglieri di intervenire e soprattutto a chi desidera ascoltare di poterlo fare. Vi ringrazio per questo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Desidero semplicemente formulare una domanda all'Assessore competente Cavallera.
Lamento la mia ignoranza in materia: le leggi-quadro e i decreti richiamati riguardano anche la problematica degli aeroporti o questi sono esclusi da questo disposto di legge?



PRESIDENTE

Grazie Consigliere Contu.
Se non vi sono altri interventi in discussione generale, do la parola all'Assessore Cavallera prima di entrare nell'esame dell'articolato e degli emendamenti che sono stati presentati, lo ricordo ancora, dalla Consigliera Suino ed altri firmatari; dal Consigliere Chiezzi ed altri firmatari.
Ha ora facoltà di replicare l'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Questo provvedimento era giacente in aula già nella scorsa legislatura e come ho ricordato diverse volte non poté essere esaminato. Lo sa bene il relatore Gallarini che era impaziente di rendere la relazione già nella scorsa legislatura, ma poi arrivò il termine e non si poté approvare.
Faccio una premessa: noi dobbiamo certamente tendere ad una legge che sia la migliore possibile, ma dobbiamo anche non dimenticare che ogni giorno di ritardo nell'approvazione di questa normativa è un favore che facciamo a coloro che in qualche modo non vogliono entrare all'interno di un sistema pianificato. Nel senso che noi non siamo velleitari, non diciamo che domani tutto andrà a posto, però avviamo un processo che porterà senz'altro a migliorare le condizioni anche dal punto di vista di questo subdolo inquinamento che è l'inquinamento acustico che dà tutti quegli effetti negativi sulla qualità della vita, ma che incide anche sulla salute delle persone.
Dobbiamo, però, premettere subito una considerazione che, forse, pu dirimere anche quelle preoccupazioni che sono alla base degli emendamenti presentati dal collega Moriconi e dal collega Chiezzi. Noi abbiamo competenza, in base alla Legge 447, a trattare degli ambienti esterni e degli ambienti abitativi, sostanzialmente, quindi certamente negli ambienti esterni vanno tutte le infrastrutture dei trasporti comprese anche le stazioni ferroviarie, gli aeroporti e così via. Mentre non abbiamo competenza a trattare ciò che attiene agli ambienti di lavoro perché questa materia rientra in un'altra disciplina che fa capo alla sanità. Diciamo però, che, essendo noi partecipi di una collegialità qual è quella della Giunta e degli organismi tecnici regionali nel loro complesso, è chiaro che, comunque, le normative noi le abbiamo coordinate. Quindi, prima grande precisazione: trattiamo degli ambienti esterni e degli ambienti abitativi.
Seconda precisazione: noi approviamo questo provvedimento a valle della legge regionale n. 44 che è quella che attua nella nostra Regione, in materia di ambiente e territorio, unitamente ad altre materie, anche di altre partite, il Decreto legislativo n. 112. Pertanto, non è che noi adesso abbiamo in qualche modo voluto suddividere le competenze tra Regione, Provincia e Comuni per fare un virtuale o simbolico gioco delle tre carte, nel senso che, dividendo i compiti, alla fine poi perdiamo il risultato. No: noi abbiamo inserito queste competenze all'interno di un disegno organico. Qual è il disegno organico che sta alla base del decentramento nella nostra Regione in materia di ambiente? E' che abbiamo concentrato nelle Province tutte le autorizzazioni che fanno riferimento al mondo dell'impresa, e nel Comune tutte le competenze che attengono a ci che non è mondo dell'impresa, quindi alle autorizzazioni che riguardano gli ambienti di vita ordinaria, quindi edifici civili, e le zone esterne non direttamente collegate alle attività produttive.
Ciò è molto importante perché secondo noi dobbiamo tendere a ricomporre in un unico provvedimento tutte le autorizzazioni in materia ambientale. Da una parte, vediamo il Sindaco (quindi il funzionario comunale, ormai perché tutto è delegato al funzionario), e, dall'altra, il funzionario provinciale che, a fronte di una richiesta di insediamento, fa tutte le valutazioni e rilascia in modo onnicomprensivo le autorizzazioni. Quindi andiamo oltre lo sportello unico; lo sportello unico, in sostanza, è un luogo dove viene emanato un unico provvedimento, però, a monte, vi stanno ancora tante amministrazioni competenti.
Noi, con la nostra impostazione, riconduciamo il più possibile in capo ad un unico soggetto le competenze in materia ambientale, diversificandole per tipologia. Laddove vi è presuntivamente concessione edilizia, ci si orienta verso il Comune, laddove, invece, vi è autorizzazione di tipo ambientale, verso la Provincia. Questa è l'essenza della legge regionale n.
44 in materia di ambiente, quindi questo provvedimento è conforme alle scelte già fatte. Anzi, devo dire che abbiamo compiuto, proprio con la L.R.
n. 44, un'anticipazione dei tempi quanto ai compiti della Regione, della Provincia e dei Comuni. Se andaste a leggere quelle norme trovereste scritto "pari-pari" ciò che qui viene riproposto, e questo per avere un provvedimento organico in materia d'inquinamento acustico.
Queste fatte finora sono considerazioni generali. Per economia di discorso vado ora un po' più nel particolare: gli emendamenti. Non intendo tanto riferirmi ai singoli emendamenti, quanto piuttosto fare una valutazione globale degli emendamenti tutti.
Premesso che è urgentissimo approvare questa normativa, per poter dar corso anche nella nostra Regione all'attuazione della L. 447, oserei dire che è meglio correre il rischio di dover perfezionare a posteriori la legge piuttosto che non averla per niente. E' un'inadempienza che pesa sulle spalle di tutti, maggioranza e opposizione: la Giunta regionale da mesi ha elaborato il provvedimento, da mesi è stato discusso in Commissione, da mesi è arrivato in aula, oggi dobbiamo finalmente approvarlo.
Parliamo degli emendamenti presentati dal Gruppo dei DS. Credo che gli emendamenti del Gruppo dei DS siano riconducibili a due tipologie: uno ha una sostanza politico-finanziaria, gli altri due sono emendamenti residui.
Quanto all'emendamento politico-finanziario, si occupa di competenze totalmente mie, in quanto rappresentante della Giunta. Anche se l'impegno che stiamo assumendo, accogliendo quest'emendamento, sarà pesante in termini di risorse da rinvenire nei prossimi esercizi, dico: "Va bene". E' un'apertura di credito che dobbiamo fare: quando si fa un dibattito bisogna cercare di capire dove si vuole arrivare. Non si vuole fare una legge solo per farla: è urgente, bisogna approvare questa normativa.
Quanto agli altri due emendamenti residui, di carattere tecnico, invito i proponenti a ritirarli. In ogni caso, nel momento in cui non venissero ritirati, il mio giudizio sarà negativo. Questo perché tendiamo a ricondurre queste proposizioni all'interno di quella potestà regolamentare richiamata dall'art. 3, laddove si dice: "Il Consiglio dà gli indirizzi mette i paletti e stabilisce le risorse". Dopo di che, esistono i bilanci annuali con i quali si verifica il soddisfacimento degli impegni. In più vi è una norma che afferma: "La Giunta può emanare criteri tecnici per questo, quello, quell'altro". Noi non intendiamo mettere limiti. Per tutte le necessità, verranno emanate normative tecniche e criteri d'indirizzo.
Questi emendamenti possono servirci come sollecitazione, dicendo: "Attenzione, che nei vostri indirizzi e criteri si trovino queste indicazioni". Demandiamo il giudizio ai colleghi, alla prova dei fatti quando si darà importanza a questa normativa tecnica.
Ho visto anche, con un esame sommario, gli emendamenti del Gruppo Verdi e del Gruppo di Rifondazione Comunista. Capisco il loro indirizzo, la loro volontà di perfezionare il provvedimento. Possiamo discutere i loro emendamenti uno per uno: a ciascuno si darà un giudizio. Però - e non me ne vogliano i colleghi - nel dare un giudizio a questi emendamenti noi rimarremo fedeli alla nostra impostazione.
E' stato tracciato un quadro generale, condiviso tra Regione, Province ed enti locali del Piemonte. Essendo stata raggiunta un'intesa di massima nella Conferenza Regioni-Enti locali, è giusto che noi le rimaniamo fedeli.
Nel momento in cui facciamo delle deleghe ai Comuni e alle Province dobbiamo fare loro anche un'apertura di credito e attrezzarci in tal senso come ricordava la collega Suino. I compiti amministrativi sono stati delegati, però vi è un organismo tecnico di supporto a queste Autorità nell'esercizio delle loro funzioni. Se rimaniamo fedeli a questa impostazione, se conteniamo la normativa allo stretto necessario per dare legittimità all'operare dei vari livelli di governo, dobbiamo anche contenere la parte regolamentare della legge al minimo, e demandare il tutto al regolamento vero e proprio, che compete all'esecutivo.
Vorrei ringraziare anche i Gruppi che hanno presentato gli altri emendamenti, che mi accingo ad esaminare. Sono stati preannunciati, in qualche modo, da considerazioni fatte dal collega Moriconi. Mi sembra siano emendamenti improntati ad introdurre precisazioni ed articolazioni che, a mio avviso, meglio si attagliano e sono compatibili ad un vero e proprio regolamento.
Invito tutti i Gruppi, il Gruppo dei Verdi come quello di Rifondazione Comunista, ad orientarsi verso una celere approvazione della legge cercando, nei limiti del possibile, di ritirare il maggior numero di emendamenti, anche alla luce di queste precisazioni.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Cavallera.
Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dall'Assessore Cavallera: art. 1, comma 2, aggiungere in fine le parole "in attuazione della legge regionale 26 aprile 2000, n. 44, recante 'Disposizioni normative per l'attuazione del decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 112'".



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Assessore, può illustrarci l'emendamento?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera per l'illustrazione.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In sostanza, nell'emendamento si richiama la legge regionale n. 44.
Tale legge, quando il provvedimento era stato approvato in Commissione, non era stata ancora approvata, essendo stata emanata ad aprile. Sapete che stiamo discutendo un testo richiamato in aula tale e quale era nella scorsa legislatura, in base al percorso accelerato previsto dal Regolamento. Il provvedimento era completo, ma mancava questo richiamo. Senza fare i dovuti riferimenti, la legge sarebbe monca: occorre richiamare il "Corpo normativo" di tutta la materia ambientale, approvata con la legge regionale n. 44.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi, ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, la cosa mi stupisce, perché mi fa pensare che tempo fa quando discutemmo questa legge, eravamo in una situazione di assenza delle disposizioni normative del decreto legislativo n. 112.
Assessore Cavallera, mi viene in mente che forse stavamo legiferando in assenza di uno strumento "necessario" per legiferare.
Se lei adesso mi dice che nel provvedimento va citata una legge regionale, in attuazione della quale lei propone questo disegno di legge mi fa pensare che tempo fa, quando propose la legge, fosse privo della legge regionale da attuare. Non vi sono tante possibilità: o non la cita adesso perché non è necessario farlo (quindi non stiamo attuando niente) oppure, quando ha presentato il disegno di legge, mancava la legge. Mi risolva questo problema, altrimenti rimettiamo tutto in gioco. Si parte da un provvedimento che giunge in aula con una procedura d'urgenza, ma è un provvedimento che, allora, era incongruo rispetto alla legislazione.
Mi spieghi come mai allora non ha sollevato il problema che mancava la legge n. 44 e insisteva per discutere il disegno di legge.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

In sostanza il ragionamento è questo. Nella legge regionale n. 44, al capitolo ambiente, vi sono dei principi di carattere generale. Pur essendovi l'articolazione in materia acustica, noi richiamiamo la legge n.
44 perché non vogliamo che questa sia sganciata dal corpo normativo dell'ambiente. Dal punto di vista logistico, c'è chi dice che è inutile richiamare la legge. Da un punto di vista tecnico, sono stato convinto da chi sosteneva che era giusto richiamare alcuni articoli di carattere generale di principio sulla legge n. 44.
Sotto questo profilo, l'emendamento è perfettamente congruo.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'emendamento 1.1) proposto dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 28 voti favorevoli e 10 astensioni.
Si proceda alla votazione dell'art. 1 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 38 voti favorevoli 28 astenuti 10 L'art. 1 è approvato.
ART. 2 2.1.) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Contu e Moriconi: art, 2, aggiungere al punto b) dopo le parole "attività", aggiungere la parola "manifestazioni".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei fare un commento generale all'articolo. Il commento riguarda soprattutto, la lettera A): "Per classificazione o zonizzazione acustica si intende la suddivisione del territorio in aree omogenee dal punto di vista della classe acustica; essa integra gli strumenti urbanistici vigenti, con i quali è coordinata, al fine di armonizzare le esigenze di tutela dell'ambiente esterno e abitativo dall'inquinamento acustico, con la destinazione d'uso e le modalità di sviluppo del territorio".
In queste cinque righe c'è un mondo intero! Se noi proponiamo di scrivere "classificazione" o "zonizzazione acustica", mi sembra un modo di iniziare un po' troppo a maglia larga. Decidiamo quale termine usare: se usiamo il termine "classificazione", va bene, se usiamo il termine "zonizzazione", va bene, ma perché aprire questo ventaglio? C'è differenza tra "classificazione acustica" o "zonizzazione acustica"? Se non c'è differenza, allora usiamo solo un termine e io proporrei "zonizzazione" perché si tratta di questo. Se invece sono due cose diverse, definiamo due cose diverse con due lettera diverse. In una legge bisogna essere univoci e non lasciare dubbi. Questa è la prima osservazione.
Si scrive "essa integra gli strumenti urbanistici". Il pronome "essa" a cosa si riferisce? Si dovrebbe usare il pronome "esse" se si mantengono i due termini. Questo mi fa capire che il termine da usare è uno solo, cioè "zonizzazione" e non "classificazione". Non è un refuso, indica la volontà che c'è solo un termine, cioè "zonizzazione". "Essa integra gli strumenti urbanistici": cosa vuol dire? Vuol dire che fa parte dello strumento urbanistico? E' uno degli allegati? E' uno dei contenuti dello strumento urbanistico come penso sia, però "integra", è un termine un po' di fantasia. Se determina una variazione dello strumento urbanistico, se uno dei contenuti del Piano regolatore, di cui all'art. 13 o 14 della legge urbanistica, dove si dice che nei Piani Regolatori vi sono i seguenti atti e i seguenti contenuti a), b), c), ecc., allora la zonizzazione acustica è uno dei contenuti. Se è così bisogna indicare che l'articolo della legge urbanistica, relativo al contenuto del Piano regolatore, viene modificato.
Assessore Cavallera, non facciamo leggi che rendono inestricabile una materia, perché trattata da leggi concorrenti, sovrapposte, convergenti che creano pandemonio.
Chiarisca, Assessore, per cortesia cosa si intende per "integra". Nel caso si intenda che fa parte dello strumento urbanistico, troviamo allora la forma congrua per scrivere questo nella legge. Scritta nel seguente modo: "la zonizzazione integra gli strumenti urbanistici con i quali è coordinata..." (l'Assessore telefona, ride, chiacchiera, fa di tutto, mi ascolterà anche? Chi lo sa? Speriamo!) Cosa significa "con i quali è coordinata"? Ha un senso scriverlo? Certo che tutto quello che è urbanistica deve essere coordinato - per carità! ma c'è bisogno di dirlo in questo modo? Oppure vi è una debolezza nel dettato della legge consistente nel termine "integra" che non si capisce bene cosa significhi, allora si vuole rafforzare dicendo che si deve "coordinare". Basterebbe dire che fa parte dei contenuti di cui all'art. 14 o 13 della legge n. 56; dopodiché, automaticamente, è integrata, coordinata e fa parte del Piano regolatore.
"Al fine di armonizzare le esigenze di tutela dell'ambiente esterno e abitativo con la destinazione d'uso e le modalità di sviluppo del territorio".
Quando all'inizio, Assessore Cavallera, dissi che in queste cinque righe c'è il mondo, è perché anche le ultime righe della lettera a) mettono tutto insieme, ma mettono insieme dei concetti che fanno parte del lavoro di pianificazione urbanistica contenuto in un Piano regolatore.
Evidentemente in cinque righe è difficile condensare e reinventare da capo perché questa è la reinvenzione di un processo che c'è già e che deve essere coordinato, che deve tenere collegate le forme di tutela, da quelle dello sviluppo e da quelle della destinazione d'uso.
Pertanto, la mia critica è la seguente: se questa zonizzazione acustica è uno degli elementi costitutivi del Piano regolatore, questo si dica Assessore Cavallera! Lo diciamo semplice, semplice e ci fermiamo. Non abbiamo bisogno di dire che saremo bravi, che integreremo e poi ci coordineremo, perch vogliamo armonizzare, perché tutto deve stare al proprio posto. Questo è già stato detto nella legge n. 56, dove si dice che i Comuni devono armonizzare..., determinare il loro sviluppo e nella legge n. 56 c'è scritto come realizzarlo. Aggiungiamo che fa parte del Piano regolatore la zonizzazione acustica e mettiamo un punto. Ma lo facciamo come modifica alla legge n. 56.
Si potrebbe, quindi, semplicemente scrivere che l'art. 13 o 14 viene modificato aggiungendo la zonizzazione acustica ai documenti di Piano; in questo modo noi risolviamo tutto e non sprechiamo parole, non creiamo confusione e non facciamo filosofie in cinque righe di processi di pianificazione che sono seri, complessi e già in altra legge ampiamente descritti.
Assessore, termino il mio intervento chiedendo il suo parere su quanto esposto; non ho il testo della legge n. 56 sotto mano, ma se gli Uffici me lo forniscono in mezzo minuto, presentiamo un emendamento dove il termine zonizzazione acustica deve entrare in modo armonico nei Piani regolatori di cui fa, d'ora innanzi, parte. Scriviamo l'emendamento in mezzo minuto e, se lei è d'accordo, bene, altrimenti torneremo a discutere.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

La mia risposta sarà abbastanza breve, non me ne voglia il collega Chiezzi: sono abituato ad ascoltare con attenzione, ma a dire subito come la penso in termini risolutivi.
Per quanto riguarda i termini "classificazione" o "zonizzazione" abbiamo ritenuto maggiormente comprensibile usare un sinonimo, che viene usato molte volte, anche se la legge n. 447 usa il termine "classificazione".
Per cui se la domanda è volta ad ottenere una definizione univoca togliamo il termine "zonizzazione acustica", usiamo la parola "classificazione", in questo modo siamo in linea con la legge, dopodich non c'è più il problema di contraddizione del singolare o del plurale "essa" rimane tale.
Per quanto riguarda, invece, la frase: "integra agli strumenti urbanistici", anche in questo caso noi abbiamo usato il termine della legge n. 447, la quale recita: "la classificazione acustica integra la strumentazione urbanistica". Per cui abbiamo usato lo stesso termine.
Credo non sia corretto usare altri termini. Nel momento in cui parliamo di integrazione, non abbiamo nessuna necessità di andare ad intervenire nella legge urbanistica, peraltro già rimaneggiata tante volte. Se è vero com'è vero, che l'urbanistica è la sintesi di tutte le valutazioni, di tutte le esigenze, sarà quella la sede per poi fare una riflessione approfondita su tutte le sollecitazioni che all'urbanistica pervengono dal soddisfacimento di tutte le esigenze, di tutte le tutele.
Pertanto credo si possa benissimo mantenere la definizione originale togliendo il termine "zonizzazione", lasciando una definizione propedeutica che vi è nel comma a) affinché il lettore comprenda meglio il testo di legge.
Abbiamo sempre cercato di estendere delle norme, questa è una costante del nostro Assessorato, facilmente comprensibili ai cittadini.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei è già intervenuto sull'articolo. Mi dica a che titolo vuole intervenire. La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, chiedo di intervenire, mi rivolgo in modo particolarissimo anche a lei, Presidente. L'Assessore Cavallera e tutti noi ci stiamo apprestando...



PRESIDENTE

A che titolo interviene?



CHIEZZI Giuseppe

Dica lei, Presidente, per puntualizzare, per dei chiarimenti.



(Commenti del Presidente del Consiglio Cota)



CHIEZZI Giuseppe

Con tutto il parlare che facciamo della sovrabbondanza e dell'intrico di leggi statali - per carità, Roma che non funziona - e regionali, dico a lei ed ai colleghi di stare attenti, perché l'Assessore Cavallera ci propone la modifica della legge urbanistica regionale 56, introducendo come documento di Piano regolatore la classificazione acustica.
Questa è una novità.
Quello che chiedo all'Assessore, che risponde sordamente, è di dirlo in modo che il cittadino che leggerà la lettera a) dell'art. 2 sappia che nella legge urbanistica i Piani regolatori, d'ora innanzi, dovranno prevedere la classificazione acustica, mentre qui la nascondiamo, ma sarà efficace...



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Vada avanti negli articoli...



CHIEZZI Giuseppe

Andiamo avanti negli articoli, ma questo è l'incipit! Il cittadino che legge l'articolo capisce che, d'ora in poi, nel Piano regolatore ci sarà la classificazione acustica.
Perché vi rifiutate di scrivere mezza riga in cui questo viene espresso? E' per un pregiudizio o perché l'ha detto l'opposizione? E' questo il motivo per il quale ho chiesto di parlare, perché penso che in quest'aula sia utile scambiare queste opinioni.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, lei ha chiesto di intervenire per chiarimenti!



CHIEZZI Giuseppe

Sì, per chiarimenti, ma mi dia il tempo di presentare un emendamento!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Al collega Chiezzi, così come a tutti gli altri colleghi, faccio notare che da parte mia non vi è mai stata alcuna chiusura nei confronti delle osservazioni che provengono dalle opposizioni.
Pertanto, la mia risposta è questa: vi è stata e vi sarà sempre disponibilità ad esaminare nel merito le osservazioni poste. Per il resto ognuno ha le proprie opinioni, che si manifestano nell'apprezzamento dei vari Gruppi e con il voto a fronte delle varie proposte.



CHIEZZI Giuseppe

Presento un emendamento, Presidente.



PRESIDENTE

Va bene.
Sull'articolo gli interventi sono conclusi.
Passiamo agli emendamenti.
2.1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Contu e Moriconi: art. 2, lettera a), inserire le parole "essa costituisce contenuto del Piano regolatore generale, ai sensi della legge urbanistica", dopo "acustica".



CHIEZZI Giuseppe

Se mi permette, illustro anche il secondo emendamento, perché è concatenato al primo.



PRESIDENTE

Sì. Comunico all'aula che il Consigliere Chiezzi ha presentato un secondo emendamento: 2.1.2) Art. 2, lettera a), abolire da "essa integra" a "sviluppo del territorio".
La parola al Consigliere Chiezzi per l'illustrazione.



CHIEZZI Giuseppe

Il senso di questo intervento è di chiedere ai colleghi non firmatari cosa pensano dell'argomento. Gradirei riuscire a parlare con qualcun altro che mi dica magari che sto sbagliando tutto, che la cosa non funziona, per a microfono, che rimanga a verbale, in modo che ci si assuma la propria responsabilità ed i posteri possano giudicare la bontà degli intervento.
Vorrei sentire qualche dichiarazione.



PRESIDENTE

Ci sono altre dichiarazioni di voto? Non essendoci altri interventi, si proceda alla votazione dell'emendamento. per appello nominale, su richiesta dei presentatori dell'emendamento.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 42 votanti 33 hanno risposto SI' 6 Consiglieri hanno risposto NO 27 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 9 Consiglieri L'emendamento è respinto.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, il numero legale qual è?



PRESIDENTE

Il numero legale è 30.



CHIEZZI Giuseppe

E' 30?



PRESIDENTE

Sì, è 30 perché c'è un congedo.
2.1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Contu e Moriconi: art. 2, lettera a), abolire da "essa integra" a "sviluppo del territorio." Tale emendamento è ritirato dai proponenti.
Do ora la parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione dell'emendamento 2.1), che, ricordo a tutti, propone di aggiungere al punto b), dopo la parola "attività", le parole "manifestazioni".



MORICONI Enrico

Non si tratta di un'aggiunta meramente di fantasia, perché se si va a vedere l'art. 5, al punto c) della legge è prevista la parola "manifestazioni", quindi chi ha scritto la legge era comunque preoccupato di comprendere, nell'impatto acustico, anche il problema delle manifestazioni.
Tra l'altro, ripeto, non è una questione ininfluente, perché in questi giorni stiamo vivendo la vicenda del Festival di Borgaro, con il conseguente impatto ambientale che si ripercuote su Venaria. Dunque, la possibilità di inserire nelle definizioni le manifestazioni ci sembra importante, perché in ogni caso devono essere comprese, nell'attività della legge, anche le manifestazioni temporanee. D'altronde la legge, anche in altre parti, richiama le attività che si svolgono soltanto in maniera occasionale o temporaneamente limitata, quindi, anche nel corso della definizioni, è fondamentale poter prevedere questa specificazione.



PRESIDENTE

Scusi se la interrompo, ma mi pare che l'Assessore Cavallera esprima parere favorevole, per cui possiamo porre l'emendamento in votazione.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 36 voti favorevoli (non partecipa al voto 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione dell'art. 2 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 40 votanti 39 voti favorevoli 25 astensioni 14 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.



PRESIDENTE

MORICONI Enrico (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non c'è il numero legale.



PRESIDENTE

CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono)



PRESIDENTE

La maggioranza non garantisce il numero legale, segnaliamo questo in via amichevole.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Verifichi i numeri del risultato, chi vota contro.



PRESIDENTE

Noi abbiamo adottato il meccanismo del Senato, c'è il numero e c'è la maggioranza: l'articolo è approvato.
ART. 3 3.1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi, Chiezzi e Contu: art. 3, punto a), aggiungere dopo la parola "ARPA" la parola "ASL".
La Giunta regionale ha espresso parere favorevole.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolto con 31 voti favorevoli e 1 astensione (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
3.1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi, Chiezzi e Contu: art. 3, punto e), aggiungere dopo le parole "enti locali" le parole "le ASL".
La Giunta regionale ha espresso parere contrario.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Prima, chiaramente, vi era un'esigenza di coordinamento tra tutti i soggetti che hanno ruolo, quindi, da un punto di vista epidemiologico anche le ASL per i compiti di istituto.
Qui, invece, siamo in un'attività del campo ambientale. E' chiaro che la norma si rivolge in senso lato a tutti coloro che operano in questo campo, quindi agli enti locali, al Sindaco, quale ufficiale sanitario, al volontariato e a quanti altri interessati all'educazione ambientale. Non si esclude che, da un punto di vista cooperativo, possano anche essere le ASL a dare una mano; ma, dal punto di vista dei compiti di istituto, è ben diverso il caso della lettera a) dalla lettera e). La lettera a) riguarda un compito di istituto; la lettera e), invece, riguarda l'attività di educazione ambientale e di divulgazione che compete alle strutture che operano in campo ambientale.



PRESIDENTE

Pongo in votazione tale emendamento.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo venga effettuato l'appello nominale ai fini anche della verifica del numero legale.



PRESIDENTE

La verifica sarà effettuata attraverso la votazione.
La Giunta regionale ha espresso parere contrario.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 30 voti favorevoli 1 voti contrari 29 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'emendamento è respinto.



PRESIDENTE

3.1.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido, Marcenaro e Manica: aggiungere al comma d) dell'articolo 3 le parole "inclusi quelli di carattere tecnico per la misura del clima sonoro".



PRESIDENTE

Tale emendamento è ritirato dai proponenti.
3.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido, Marcenaro e Manica: aggiungere all'articolo 3 il comma e): "Criteri per l'identificazione delle priorità temporali degli interventi di bonifica acustica del territorio".



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Questo emendamento riguarda i criteri per l'identificazione delle priorità temporali degli interventi di bonifica acustica.
L'Assessore, nella discussione generale, diceva che un articolo apposito nel quale sono esplicitati. Citiamo questo articolo, quindi pu diventare superfluo e, a questo punto, possiamo ritirarlo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliera Suino.
3.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido, Marcenaro e Manica: aggiungere all'articolo 3 il comma f): "criteri per la predisposizione e l'adozione da parte dei comuni dei piani di risanamento acustico".
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il comma terzo, Assessore, dice: "Entro 90 giorni la Giunta emana la disposizione". Se la Giunta non lo fa, come spesso accade, cosa succede? Propongo un emendamento con il quale si specifica che, nel caso di ottemperanza, i comuni agiscono sulla base della normativa statale. Questo significa fissare alla Giunta un termine che sia da osservare e non il solito termine "trascorso il quale". I comuni non agiscono, la Giunta è inerte e l'ambiente rimane degradato. Quindi, Assessore, introduca un inciso nel quale si dica: "In caso di inerzia della Giunta, i comuni agiscono sulla base della normativa statale vigente".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Dobbiamo auspicare di vivere in un paese in cui, quando si stabilisce una norma, questa viene rispettata.
Abbiamo indicato 90 giorni, non 60 e non 30, proprio perché riteniamo che in 90 giorni siamo in grado di emanare le norme. Sotto questo profilo non voglio assolutamente considerare e programmare il ritardo, cioè avere il ritardo programmato. Quindi, accettiamo i 90 giorni: sono stati discussi in Commissione e sono sufficienti per emanare le direttive tecniche.



(Commenti in aula)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Questo riguarda tutte le normative. Qualsiasi normativa prevede la possibilità che ci possa essere un'eventuale adempienza, ma questo di norma non fa parte del comportamento del nostro Assessorato. Se si prende un impegno nella norma, questa verrà attuata.
Rispondo anche alla collega Suino. Per quanto riguarda la proposta della lettera e), ci sono già, negli articoli che riguardano le imprese e le infrastrutture, i riferimenti alle norme dello Stato che prevedono la temporalizzazione dell'intervento.
Per quanto riguarda i criteri per la predisposizione e l'adozione da parte dei comuni dei piani di risanamento, la legge n. 447 stabilisce queste modalità. In più, devo dire che vi è il comma che prevede la possibilità per la Regione di emanare criteri tecnici e di carattere generale. Con l'accettazione dell'emendamento che fa sì che siano meno aleatori i piani di risanamento, questi stessi piani diventeranno abbastanza vincolanti.
Quindi, secondo noi, proprio per impedire che vi sia una proliferazione di documenti, all'interno dei piani ci saranno anche le modalità della loro attuazione. Per la sommatoria di tutte queste considerazioni, chiedo alla collega Suino se vuole ritirare gli emendamenti. Comunque, il nostro giudizio è contrario.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Le spiegazioni che ha dato l'Assessore sono convincenti e assolutamente pertinenti, pertanto ritiriamo l'emendamento.
Per quanto riguarda la questione relativa ai 90 giorni, ribadiamo la nostra disponibilità a mantenere i 90 giorni. E' stata anche una vertenza che ci ha visto partecipi in una lunga discussione in Commissione riteniamo che sia giusto considerare una temporalità che sia efficiente il più possibile, dopodiché si valuterà, coi monitoraggi del caso, strada facendo.



PRESIDENTE

D'accordo, Consigliera Suino.
3.3.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi e Chiezzi: articolo 3, punto 3), aggiungere un punto f): "In caso di inerzia della Giunta, i comuni agiscono sulla base della normativa statale".
Pongo in votazione tale emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 8 voti favorevoli, 25 contrari e 2 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
3.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi, Chiezzi e Contu: art. 3, aggiungere un punto 4): "La Regione persegue la valorizzazione acustica degli ambienti naturali come obiettivo non secondario rispetto a quello della tutela delle zone antropizzate".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

Questo emendamento proposto va nell'indirizzo di quello che avevo detto in fase di commento della legge in generale, cioè la valorizzazione acustica degli ambienti naturali è un obiettivo che giustamente la Regione si può e si deve porre e richiamarlo in maniera specifica deve servire proprio a tracciare una linea di indirizzo per quanto riguarda l'impegno che la Regione deve assumere in campo di tutela ambientale.
Sappiamo tutti che la Regione ha dei rilevanti interessi dal punto di vista degli ambienti naturali, ha vaste aree che sono oggetto di ambienti naturali tutelati. Noi crediamo che questo emendamento sia fondamentale per valorizzare queste aree naturali. Pensiamo alla possibilità di fare manifestazioni rumorose in situazioni di ambiente naturale protetto e tutelato, pensiamo a competizioni di motocross, pensiamo a gare automobilistiche o ad altre manifestazioni. Detto questo, credo che il rilevante interesse di questo emendamento sia facilmente comprensibile.



PRESIDENTE

Soltanto un appunto: questa era una frase da inserire nelle finalità della legge, al limite, non in un emendamento. Comunque, lo poniamo in votazione, ovviamente dopo aver ascoltato l'opinione della Giunta.
Il mio è soltanto un richiamo, di modo che si riesca a presentare nella maniera più razionale possibile gli emendamenti.
Prego, Assessore Cavallera, prenda pure la parola.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Certamente condivido l'opinione del Presidente, però si potrebbe recuperare qualche contenuto con l'art. 8, laddove si parla di "situazioni di rilevante interesse paesaggistico, ambientale e turistico". Adesso non so come, ma da qui all'art. 8, visto che non è rapido il passo, avremo modo di vedere di cogliere qualche suggerimento. Ritengo comunque che sia incongruo in riferimento all'art. 3, perché qui parliamo di funzioni della Regione.



MORICONI Enrico

Lo teniamo in sospeso in vista dell'art. 8, in cui vedremo come inserirlo.



PRESIDENTE

Consigliere Moriconi, per ora lo ritira e, al limite, lo ripresenta.
Si proceda alla votazione dell'art. 3 come emendato, per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 28 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
ART. 4 4.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Suino, Placido, Marcenaro e Manica: art. 4, comma b), seconda riga, sostituire le parole "oppure" con la parola "ovvero".
Tale emendamento viene ritirato dai proponenti.
4.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Moriconi, Chiezzi e Contu: art. 4, aggiungere un punto b) dopo il punto a): "garantire il monitoraggio epidemiologico avvalendosi delle ASL".
La parola al Consigliere Moriconi per l'illustrazione.



MORICONI Enrico

E' il problema che abbiamo evidenziato prima. L'impatto acustico ha delle conseguenze rilevanti sulla salute umana: bisogna, se vogliamo stabilire il modo in cui attrezzarci per vedere le ricadute dell'impatto acustico sulla salute umana.
Sappiamo che, quando si parla a livello di ricadute sulla salute, gli unici dati di rilevante importanza, gli unici dati oggettivi sono i dati epidemiologici. I dati epidemiologici possono essere raccolti dalle ASL territoriali e dalle Aziende ospedaliere. Credo che sia importante prevedere questa funzione nel corpo di questa legge, tenendo presente il fatto che è una legge che va da adesso nel futuro, quindi è una legge che non può non tenere conto degli indirizzi sanitari nei quali, sempre più frequentemente, si valorizza la prevenzione. E la prevenzione si costruisce sui dati obiettivi, ricavabili dai dati epidemiologici. Questi sono elementi indiscutibili e l'emendamento va appunto in questa direzione.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Da un punto di vista formale, siamo contrari. Spiego anche il perché: noi abbiamo costituito un'ARPA che ha anche un'area che si occupa di epidemiologia ambientale. La contrarietà è formale, l'ho detto prima: questo è un provvedimento che tratta di materie ambientali. Se andassimo su quella strada, dovremmo tornare indietro su tutte le leggi (quelle sull'aria, sul suolo, sull'acqua e così via) e introdurre, a spizzichi e bocconi, dei richiami che, invece, abbiamo ritenuto di affrontare in modo organico.
Quindi vi sono, da un lato, i programmi di prevenzione della sanità che, ovviamente, dal punto di vista della sanità pubblica, tengono conto di tutti i fattori di pressione che agiscono sull'uomo e sulla salute dell'uomo. Dall'altro lato, però, proprio per disporre dello strumento che possa consentire di capire i fenomeni, sia al decisore ambientale, ma anche al programmatore sanitario, abbiamo un'ARPA che, a differenza di altre agenzie regionali, ha un'area di epidemiologia ambientale. Pertanto, sotto questo profilo credo che tutto il sistema, quindi non solo la Provincia possa beneficiare di questa impostazione.
Da un punto di vista formale, sono contrario a questo emendamento anche se, ovviamente, tocca un tema che presuppone delle risposte che attengono sostanzialmente al mondo della sanità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Concordo con la precisazione dell'Assessore Cavallera sul ruolo dell'ARPA in ordine ai monitoraggi. E' inequivocabile che, in ordine ai monitoraggi, tale ruolo sia dell'ARPA.
A questo punto, chiedo ai presentatori dell'emendamento, alla luce della specificazione dell'Assessore Cavallera, se questo non potesse diventare una specificazione che richiama il ruolo dell'ARPA in ordine al monitoraggio, perché mi pare che l'intenzione contenuta nell'emendamento fosse di segnalare, con particolare rilievo e forza, la questione dei monitoraggi. Abbiamo un esempio sul territorio in atto in questo momento come l'Assessore ben sa: mi riferisco al monitoraggio sulla questione di Malpensa.
Se trasformato in questo modo, qualora i presentatori fossero d'accordo, potrebbe essere accolto ed essere inserito come specificazione nella legge che accentui e ponga l'attenzione sulla necessità del monitoraggio.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Per tranquillizzare la collega Manica, ma anche tutto il Consiglio ricordo che abbiamo previsto il Comitato d'indirizzo dell'ARPA: è formato dagli Assessorati della Regione (ambiente, parchi e sanità), dalle Province e dalle rappresentanze dei Comuni, proprio per definire in quella sede le campagne di attività che devono essere svolte. Quindi non è un'ARPA che agisce, così come ritiene, da un punto di vista passivo, su sollecitazione ma è un'ARPA che, in prospettiva, agirà sempre di più secondo piani per raggiungere certe finalità.
E' chiaro che il discorso degli aeroporti, così come quello delle infrastrutture dei trasporti in generale, potrebbe essere oggetto, non solo di campagne di misura, ma anche di una epidemiologia ambientale che potrà avere riflessi utili anche per la sanità.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

MANICA Giuliana (fuori microfono)



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Lei è per lasciare il testo com'è?



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Sì, lo lascerei così, per evitare appesantimenti impropri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Ho seguito con attenzione la risposta dell'Assessore e pur comprendendo le ragioni addotte, che mi pare siano improntate al tentativo di mantenere coerenza fra tutte le leggi emanate in materia di prevenzione al rischio nei vari settori, ritengo che ci possa e ci debba essere pure qualche atto legislativo che faccia da apripista. Ritengo, nonostante sia sottoscrittore dell'emendamento, che l'approccio sia estremamente corretto. Negli organismi di cui ha parlato prima non ci sono le ASL...



(Commenti dell'Assessore Cavallera)



CONTU Mario

Faccio degli esempi concreti. Se devo esaminare una determinata realtà territoriale, come ad esempio un'infrastruttura di un certo rilievo, e questo avviene in una situazione di infrastruttura preesistente rispetto alla quale devo monitorare una situazione per definire gli interventi da realizzare, raccoglierò i dati sul campo di rilievo, ma, per valutare con attenzione ed acquisirli come banca dati e risorse, occorre anche un quadro delle condizioni di salute delle popolazioni che su quell'area insistono.
E' evidente che l'unico riferimento sul territorio, non tanto in materia di prevenzione, ma in questo caso in materia di intervento, quindi di cura, è il dato statistico che può pervenire anche in relazione al fatto che ormai le strutture ospedaliere e i vari servizi si sono dotati di strumenti e di programmi informatici avanzati, che consentono di monitorare lo stato di salute delle popolazioni. In questo caso, vi è un riferimento preciso (parlo delle cose che conosco meglio). Penso a tutti i comuni dell'area aeroportuale; penso a ciò che si ventila intorno alla possibilità che si attui la prospettiva della seconda pista; penso a tutti i problemi legati allo sviluppo in termini di traffico, passeggeri e merci, che interessano l'aeroporto di Caselle.
Ritengo che tenere sotto controllo e valutare lo stato di salute della popolazione sia un punto di riferimento anche perché, sulla base di questa valutazione, potrebbe derivare, in termini di bilancio, l'adeguamento di mezzi di verifica e di controllo in relazione ai progetti futuri.
Ribadisco quindi il nostro ovvio voto favorevole, essendo anche sottoscrittori dell'emendamento. Suggerisco però all'Assessore di valutare attentamente questa proposta, che mi sembra proprio uno di quegli emendamenti di merito che varrebbe la pena di approfondire ed eventualmente approvare.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Noi la pista l'abbiamo già aperta con la legge regionale n. 60 istitutiva dell'ARPA, che ha recuperato l'epidemiologia ambientale che vi era negli ex Laboratori di Sanità Pubblica, quindi, a nostro avviso, è già sufficiente avere quel riferimento in questa sede, per cui il parere della Giunta è formalmente contrario.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'emendamento testé discusso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 31 contrari e 5 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
L'emendamento è respinto.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, prima di presentare un nuovo emendamento, chiedo che l'Assessore presti attenzione alla lettera e), dov'è scritto che il compito della Provincia è approvare, "d'intesa con i Comuni interessati", i piani pluriennali di risanamento.
Cosa si intende con questa norma? L'approvazione dev'essere un'approvazione anche dei Comuni? "L'approvazione d'intesa con i Comuni" deve intendersi che i Comuni approvano e, approvando i Comuni, anche le Province approvano? Perché, formulata così, tale disposizione lascia adito ad incertezze. Quindi, prima di presentare un emendamento in proposito chiedo di poter capire cosa vuol dire "d'intesa con i Comuni". Vorrei solo avere un chiarimento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Credo sia necessaria una premessa. Le Province approvano le infrastrutture di trasporto sovracomunali e i comuni quelle comunali.
Questo, collega Chiezzi, certamente l'aveva letto. Quando diciamo "d'intesa", intendiamo proprio il senso letterale dell'espressione. E' necessaria la volontà convergente, sia della Provincia sia dei Comuni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Bene, abbiamo chiarito che è necessaria un'identica volontà. Mi sembra giusto, su problemi di rumore derivanti dalle infrastrutture dei trasporti.
Con l'emendamento che sto per presentare (ma se lo volesse presentare lei Assessore, sarebbe ancora meglio), sottolineo che la stessa necessità esiste per il punto f), se non vogliamo declassare il ruolo del comune ad un "sentito". Il problema è esattamente analogo: manteniamo anche nella lettera f) "approvati d'intesa con i comuni".
C'è l'emendamento pronto, se l'Assessore lo desidera.



PRESIDENTE

Il Consigliere Chiezzi formalizza l'emendamento.
4.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Moriconi e Contu: art. 4, comma primo, lettera f), sostituire "sentiti i" con "d'intesa con".
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore all'ambiente

Il caso è completamente diverso. Nel caso delle infrastrutture dei trasporti, parliamo di una funzione propria del comune. E, nel caso che le infrastrutture interessino due o più comuni, bisogna trovare un'autorità superiore che approvi il piano. Nell'altro caso, invece, come ho già detto abbiamo concentrato nella provincia tutte le autorizzazioni che riguardino il mondo dell'impresa. Potevamo anche scrivere, ligi a questa filosofia: "Le province approvano". Però, proprio per andare incontro ad eventuali considerazioni dei comuni (che, peraltro, non ci hanno fatto questa sua osservazione), ci troveremmo nella situazione di essere più realisti del re! Partendo dallo stesso suo punto di vista, collega Chiezzi, abbiamo confermato alle province il compito di dare tutte le autorizzazioni ambientali in materie di imprese, e abbiamo previsto per i comuni, mossi dal desiderio di coinvolgerli, l'informativa, il "sentito", il "parere" sebbene non fosse dovuto, poiché non sempre, in tutte le altre autorizzazioni ambientali, è previsto il "sentito".
Per altre procedure, esiste la Conferenza dei servizi. E' chiaro allora, che il comune partecipa, perché è garantita la sua presenza. In questo caso, non essendoci una procedura di questo tipo a monte, abbiamo previsto il "sentito". La ragione è questa. E' una funzione propria della provincia, ripeto. Però, abbiamo ritenuto utile coinvolgere nella procedura il parere obbligatorio, ma non vincolante, del comune.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Assessore, la sua è una risposta d'impronta burocratica. Penso che i due temi, i rumori indotti dagli enti gestori di infrastrutture di trasporto sovracomunale (e anche queste potrebbero benissimo bypassare la volontà del comune) siano analoghi, anzi, forse inferiori - da certi punti di vista - all'impatto acustico che può avere un'infrastruttura produttiva per la quale si dice che il comune viene semplicemente "sentito". Mi sembra siano, tra loro, livelli di pari importanza.
Dunque non vedo perché, nel caso dei trasporti, che è pure tema sovracomunale, e nell'altro (sempre tema sovracomunale), l'autorizzazione ambientale ad insediamenti molesti, i comuni non debbano esprimere un identico concorso alle province nell'approvazione dei piani di risanamento.
Mi sembra si stia compiendo l'esproprio di un parere, concesso nella lettera precedente su tema analogo.
Assessore, le comunico che manteniamo il nostro emendamento.



PRESIDENTE

D'accordo, anche se la Giunta ha già espresso parere contrario.
Pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinto con 3 voti favorevoli, 26 contrari e 7 astensioni (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Si proceda alla votazione per alzata di mano dell'art 4, nel testo originario, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 36 voti favorevoli 26 voti contrari 3 astensioni 7 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
ART. 5



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, con questo brusio non riesco neppure a sentire la mia voce! All'art. 5 mi sembra ci sia un piccolo problema relativamente al comma quarto. Non so se sia ancora presente il Consigliere Sindaco Tomatis; mi dicono di no, peccato, avrei parlato quasi esclusivamente per lui.
Il comma quarto recita: "Ogni modifica degli strumenti urbanistici comporta la contestuale verifica e l'eventuale revisione della classificazione acustica". Non capisco perché venga scritto questo. Si torna da un lato ad affermare che la classificazione acustica fa parte dello strumento urbanistico, cosa che poco fa avete negato di voler evidenziare: qui ci ritorniamo.
La frase: "Ogni modifica degli strumenti urbanistici comporta la contestuale verifica e l'eventuale revisione della classificazione acustica", è citata nell'articolo successivo in modo incomprensibile perché nell'art. 6, comma secondo, si legge: "Il provvedimento di classificazione acustica dispone modifiche alle...." Presidente, c'è il Consigliere Brigandì che disturba.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, concluda l'intervento.



CHIEZZI Giuseppe

Certo, ma in un'aula che lei, Presidente, deve ricondurre all'attenzione.



PRESIDENTE

Colleghi, proseguiamo i nostri lavori ancora per cinque minuti e poi li continueremo giovedì prossimo, in quanto non è convocata la seduta notturna.



(Commenti della Consigliera Manica)



PRESIDENTE

Sono le ore 19,40; concludiamo l'argomento, non ne iniziamo un altro.
Posto che non è stata convocata la seduta notturna, Consigliere Chiezzi, rinviamo il suo intervento a giovedì.



CHIEZZI Giuseppe

D'accordo.



PRESIDENTE

Tutti i punti non esaminati verranno discussi giovedì.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 19,40)



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