Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.126 del 20/09/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Brigandì, Caramella, Cavallera Moriconi, Pichetto, Racchelli e Rossi Giacomo.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Incarichi e consulenze esterne - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Fondi sanitari

Esame proposta di deliberazione n. 247: "Costituzione Commissione d'inchiesta, ai sensi dell'art. 19, lettera b), dello Statuto della Regione Piemonte relativamente alle consulenze affidate dalla Regione Piemonte e dai suoi Enti, Aziende e Società collegate"; esame mozione n. 329 inerente a: "Consulenze miliardarie nella sanità piemontese: istituzione Commissione d'inchiesta, ai sensi dell'art. 19, lettera b), dello Statuto regionale relativamente alle consulenze affidate dalla Regione Piemonte e dai suoi Enti, Aziende e Società collegate" e presentazione ordine del giorno n. 350 inerente a: "Razionalizzazione sanitaria e consulenze assegnate dalle ASL e ASO"


PRESIDENTE

I nostri lavori prevedono oggi l'esame della proposta di deliberazione n.
247: "Costituzione Commissione d'inchiesta, ai sensi dell'art. 19, lettera b), dello Statuto della Regione Piemonte relativamente alle consulenze affidate dalla Regione Piemonte e dai suoi Enti, Aziende e società collegate", presentata dai Consiglieri Brigandì, Rossi Oreste e Dutto, e l'esame della mozione n. 329: inerente a: "Consulenze miliardarie nella sanità piemontese: istituzione Commissione d'inchiesta, ai sensi dell'art.
19, lettera b), dello Statuto regionale relativamente alle consulenze affidate dalla Regione Piemonte e dai suoi Enti, Aziende e società collegate", presentata dai Consiglieri Manica, Saitta, Marcenaro, Suino Giordano, Caracciolo, Moriconi, Chiezzi, Placido, Tapparo e Di Benedetto di cui al punto 4) all'o.d.g.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Cortesi colleghi, innanzitutto vi chiedo di concedermi di esporvi la mia informativa stando seduto poiché una noiosa sciatalgia mi affligge da qualche giorno.
Nel febbraio scorso, analizzando i bilanci preconsuntivi delle Aziende Sanitarie Regionali relativi all'anno 2000, rilevai, tra l'altro, una notevole consistenza della voce "consulenze", per cui mi parve opportuno attivare un'indagine ricognitiva di carattere generale (siamo nel febbraio 2001) che è consistita nel monitoraggio capillare delle collaborazioni professionali in corso di operatività nell'anno 2000, senza peraltro trascurare di rilevare, con riguardo a tale anno indice, l'eventuale regime di pre-esistenza dei rapporti, con riferimento all'anno 1999, unitamente alla loro eventuale prosecuzione nell'anno in corso.
L'elaborazione dei flussi di dati in proposito, trasmessi dalle ASR, ha consentito di evidenziare per l'anno 2000 una spesa complessiva, a livello regionale, di L. 72.607.285.000, così suddivisa (abbiamo fatto un raggruppamento in tre macrocategorie): 1) Consulenze sanitarie: L. 41.501.796.000 2) Consulenze tecniche/informatiche: L. 20.060.592.000 3) Consulenze amministrative/legali: L.11.134.897.000.
Un onere finanziario che per la sua entità merita un'analisi approfondita che presuppone la verifica attenta del contesto che caratterizza la realtà operativa delle Aziende sanitarie.
Preliminare ad un'analisi di questo tipo è innanzitutto la considerazione che il conferimento di incarichi di consulenza è un istituto espressamente previsto dalla normativa vigente (art. 7, comma 6, D.lgs. n.
29/93, oggi confluito nel D.lgs. n. 165/01) che ne legittima il ricorso in presenza di "esigenze cui (le Amministrazioni) non possono fare fronte con personale in servizio".
Tale espressione di carattere generale sottende, conformemente all'orientamento giurisprudenziale più consolidato, ad un duplice ordine di fattispecie: 1) carenza quantitativa di personale in servizio nell'Ente 2) assenza, all'interno della sua compagine organizzativa, di figure professionali idonee allo svolgimento di attività o compiti specifici.
Ed in effetti è proprio alla sussistenza dell'una o dell'altra tipologia di ipotesi che fanno sistematicamente riferimento le motivazioni poste a base dei conferimenti da parte delle Aziende.
Con riguardo alle problematiche del primo tipo, vale a dire la carenza delle dotazioni organiche, non si può fare a meno di riconoscere come tali situazioni, ricorrenti in modo pressoché generalizzato presso le Aziende sanitarie, sia pure con diversi gradi d'intensità, siano imputabili a fattori in parte ben conosciuti.
La necessità del contenimento della consistenza degli organici è infatti un'esigenza costantemente espressa sia dalle manovre finanziarie a livello nazionale (si veda da ultimo l'art. 39 della legge n. 449/97 s.m.i., sino al più recente art. 51 della legge n. 388/00), sia dalle analoghe disposizioni impartite a livello regionale.
E', tuttavia, soprattutto con riguardo alla seconda tipologia di fattispecie sopra richiamata - vale a dire la mancanza, in seno alle Aziende, di figure professionali specifiche - che si ritiene possano essere formulate le considerazioni più significative.
Questo peculiare tipo di criticità sembra a sua volta sostanzialmente riconducibile a due diversi ordini di ipotesi: 1) la concreta difficoltà di reperire determinate figure professionali sul mercato del lavoro, attesa la loro "cronica" insufficienza a soddisfare la domanda 2) la ricorrente prassi dell'affidamento di determinate prestazioni/attività ad esperti esterni alla compagine organizzativa degli Enti, a fronte anche dell'estraneità alla stessa di certe figure e profili.
Con riguardo al primo ordine di problematiche, è da ricordare che sull'onere complessivo di oltre 72 miliardi, sostenuto come si è detto a livello regionale, le consulenze di carattere sanitario risultano incidere per L. 41.501.706.000 (pari cioè al 57% del totale).
Si tratta qui, in buona misura, di incarichi conferiti a medici specialisti in branche nosologiche "storicamente" carenti. Solo per le tre discipline che presentano le maggiori carenze di organico, la Radiodiagnostica (le cui consulenze risultano interessare n. 16 Aziende sanitarie), l'Anestesiologia (n. 16 Aziende interessate), la Neurologia (n.
10 Aziende interessate), le ASR hanno dovuto attivare consulenze per un totale complessivo pari a L. 10.556.266.000.
Per fare fronte alla sostanziale irreperibilità, sul mercato, di professionalità, quali quelle in questione, l'Assessorato alla sanità ha in proposito di recente provveduto ad una scrupolosa programmazione del relativo fabbisogno (mediante, tra l'altro, l'adozione del protocollo d'intesa Università-Regione di cui alla DGR n. 28-320 del 29/6/2000).
Inoltre, attese le rilevantissime carenze di specialisti nell'ambito dell'Anestesia e Rianimazione, con la circolare n. 21869/29 del 18/12/2000 si è stabilito di consentire, nelle more dell'emanazione della normativa nazionale in materia, il conferimento di incarichi anche a medici specializzandi iscritti agli ultimi due anni di specialità, con l'obbligo che il responsabile del reparto sia sempre presente e vigile nelle varie sale chirurgiche.
In attesa della realizzazione di significativi spazi di miglioramento ipotizzabili nel medio periodo, il conferimento di incarichi di consulenze afferenti le specialità cliniche più carenti costituisce pertanto, per le Aziende, la soluzione operativa più immediatamente e concretamente praticabile, attesa non soltanto l'ineludibile necessità di assicurare all'utenza i livelli assistenziali garantiti dalla programmazione sanitaria nazionale e regionale, ma anche l'esigenza di conseguire risultati significativamente apprezzabili sul diverso fronte del contenimento dei tempi d'attesa.
Ed ancora, con riguardo alle consulenze di carattere sanitario, non si può non ravvisare la necessità di affidare ad esperti esterni qualificati la realizzazione di interventi di particolare ed elevato contenuto tecnico specialistico, quali la sorveglianza medica dei Laboratori e dei dipendenti esposti a rischio di Radiazioni ionizzanti e l'insieme di prestazioni in materia di Ingegneria Clinica: tali fattispecie, complessivamente considerate, risultano aver interessato, sempre con riferimento all'anno 2000, ben 25 Aziende sanitarie per una spesa complessiva di L.
3.478.680.000.
E' in proposito peraltro noto come tali attività ineriscano a materie per le quali il tasso di innovazione tecnologica si configura particolarmente elevato, unitamente alla presenza di condizioni di mercato esterno connotate da forte competitività tra i soggetti fornitori; tali presupposti contribuiscono evidentemente all'assenza della disponibilità di professionalità idonee in seno alle Aziende, finendo così con il rendere inevitabile il ricorso alle collaborazioni esterne.
Con riguardo invece alla seconda tipologia di fattispecie - quella relativa alla sostanziale inesistenza, in seno alle Aziende, di determinate specifiche figure professionali - non si può fare a meno di rilevare come non solo per le Aziende sanitarie, ma per l'intera Pubblica Amministrazione il ricorso al conferimento di incarichi esterni per lo svolgimento di determinate attività appare riconducibile ad una vera e propria prassi storicamente consolidata.
E' questo, certamente, il caso delle consulenze tecniche conferite a professionisti per lo svolgimento di incarichi di progettazione e di collaudo, ed, in genere, per servizi attinenti l'architettura e l'ingegneria, anche integrata.
In tale ambito di attività, la necessità del ricorso, più o meno esteso, a collaborazione esterne - che risulta avere riguardato, nell'anno 2000, ben 21 Aziende Sanitarie per un totale di spesa pari a L.
5.257.759.000 - risulta infatti sostanzialmente ascrivibile alla realizzazione di interventi in materia di ristrutturazione edilizia e di ammodernamento tecnologico del patrimonio sanitario ex art. 20, comma 1 legge n. 67/88. Le stesse considerazioni devono poi richiamarsi per l'attribuzione di consulenze a legali incaricati dal patrocinio degli Enti presso i Fori competenti e nei diversi gradi di giudizio.
Tali collaborazioni risultano avere determinato, sempre con riferimento all'anno indice, una spesa complessiva pari a L. 251.144.000.
Considerazioni a se stanti devono invece richiamarsi in relazione alle consulenze più genericamente riconducibili al filone delle attività amministrative (di cui le consulenze legali sopra ricordate costituiscono una tipologia particolare).
E' qui subito da premettere che la "macrocategoria" degli incarichi di natura amministrativa, determinando un onere totale di L. 10.883.753.000 (ai quali, se aggiungiamo i 251 milioni e 144 mila delle consulenze legali abbiamo come somma 11 miliardi e 134 mila), incide per circa il 15 sull'onere complessivamente sostenuto, a livello regionale, per il conferimento di collaborazioni professionali.
L'esame dei flussi di dati in proposito trasmessi dalle Aziende permette altresì di evidenziare come in tale raggruppamento di consulenze siano state fatte confluire le ipotesi di attività più disparate (dalla partecipazione ai Nuclei di Valutazione dell'operato della dirigenza aziendale all'elaborazione/gestione di progetti speciali, dall'assistenza dell'attività contrattualistica alla mediazione culturale per utenti stranieri ed al brokeraggio assicurativo).
Una più attenta disamina consente tuttavia di enucleare, anche con riguardo a questa variegata tipologia di rapporti, alcune tendenze di carattere generale.
Ricordo al Consigliere Chiezzi che nelle consulenze di tipo amministrativo sono incluse anche le consulenze che fanno riferimento al CPO (Centro riferimento per l'epidemiologia e la prevenzione oncologia) per un importo di circa 862 milioni. Sempre nelle consulenze di tipo amministrativo, sono incluse anche le collaborazioni in materia contabile fiscale e di controllo di gestione. Altresì incluse, nelle consulenze di tipo amministrativo, le spese per gli uffici di relazione con il pubblico il cui importo assomma a L. 328.894.000.
E' così possibile rilevare come il processo di aziendalizzazione, che indubbiamente ha riguardato la realtà operativa delle nuove ASR in misura più consistente che per le restanti Pubbliche Amministrazioni, abbia determinato l'insorgenza di nuovi specifici fabbisogni, con riguardo a peculiari ambiti di competenza professionale.
1. In tale contesto di riferimento deve essere così, ad esempio inquadrato il significativo ricorso a collaborazioni in materia contabile fiscale e di controllo di gestione, a fronte dell'adozione di nuovi sistemi di contabilità economico-patrimoniale fondati sulla riaggregazione per centri di costo dei fattori produttivi, e del passaggio ad una nuova struttura di bilancio.
Anticipando una domanda che sicuramente il Consigliere Chiezzi mi farà devo dire che la contabilità analitica per centro di costi non è partita in realtà, in tutte le Aziende, anche se siamo ad un buon punto. Almeno 8 aziende hanno già definito, in modo ottimale, questa contabilità analitica che è indispensabile se si vuole veramente fare un controllo di gestione efficiente ed efficace, soprattutto se, a differenza di quanto succede con i dati che ci fornisce il CSI, vogliamo avere nell'immediato, in tempo reale, l'andamento della spesa nelle varie Aziende sanitarie locali e nelle varie Aziende ospedaliere.
Le consulenze di tale natura - faccio riferimento alle consulenze per quanto riguarda le collaborazioni in materia contabile-fiscale di controllo e di gestione - risultano avere riguardato ben 22 Aziende Sanitarie, per un totale di spesa pari a L. 2.765.771.000.
2. (URP). Parimenti, le nuove importanti funzioni riconosciute anche alle Aziende sanitarie in materia di relazioni esterne hanno in diversi casi reso necessario il conferimento di incarichi a pubblicisti e ad addetti stampa, per un onere complessivamente pari a L. 328.894.000 (la possibilità di avvalersi, in tali specifiche ipotesi, di "personale estraneo alla P.A." è del resto espressamente prevista dagli artt. 7, comma 1, e 9, comma 2 della legge n. 150/00).
3. E' poi da segnalare l'esistenza, presso l'ASL n. 1 e l'ASO S. Giovanni Battista, del Centro di Riferimento per l'Epidemiologia e la Prevenzione Oncologica in Piemonte (CPO), il cui concreto funzionamento necessita dell'apporto di specifiche professionalità esterne: Consulenze amministrative CPO: Molinette (24): L. 478.832.000 ASL 1 (31): L. 384.156.000.
Totale: L. 862.988.000.
Consulenze sanitarie CPO: Molinette (5): L. 79.354.000 ASL 1 (1): L. 10.142.000.
Totale: L. 89.496.000.
Consulenze tecniche CPO: Molinette (3): L. 32.360.000 ASL 1 (3): L. 42.462.000.
Totale: L. 74.822.000.
Totale Consulenze CPO: L. 1.027.306.000.
Per quel che riguarda le collaborazioni tecnico-informatiche, occorre infine soffermarsi su alcune circostanze di carattere contingente che hanno caratterizzato il contesto temporale dell'indagine, vale a dire appunto l'anno 2000, quali le misure da adottare sui sistemi informativi aziendali necessarie a prevenire il Millenium Bug, e le integrazioni parimenti necessarie a fronte della prossima introduzione della moneta unica.
Si tratta qui, evidentemente, di specifici adempimenti dovuti, la cui realizzazione ha significativamente inciso sul costo delle consulenze di carattere informativo-informatico, il cui complessivo ammontare risulta pari a L. 3.273.350.000.
I dati sulle consulenze trasmessi dalle ASR sono stati fatti oggetto della doverosa "attenzione" amministrativa che il fenomeno, a mio avviso richiede, anche in vista della possibile adozione, nella materia, di strumenti di indirizzo dell'operato delle Aziende.
Un'iniziativa di questo tipo è già stata realizzata mediante la trasmissione, in data 16 luglio 2001, di una circolare, a firma del Direttore regionale della Direzione Controllo delle Attività Sanitarie dott. Ciriaco Ferro - indirizzata a tutti i Direttori generali delle ASR, a mezzo della quale si è provveduto a richiamare puntualmente "i principali criteri e limiti cui le Amministrazioni sono tenute ad informarsi in materia di conferimento di incarichi professionali e di consulenze".
La stessa comunicazione ha altresì provveduto ad "istituzionalizzare" il debito informativo delle Aziende nei confronti dell'Amministrazione regionale in materia di pubblicità dei conferimenti, prescrivendo, al riguardo, l'invio semestrale all'Assessorato alla sanità (entro il 30 giugno ed entro il 31 dicembre di ciascuno anno) di appositi elenchi delle consulenze in vigore, in conformità alle modalità di rilevazione sperimentate in occasione della prima ricognizione.
Ritengo che questo monitoraggio periodico degli incarichi affidati dalle ASR assicurerà un riscontro complessivo ed aggiornato dell'andamento del fenomeno in questione e consentirà all'Amministrazione regionale di adottare tempestivamente, all'occorrenza, le misure correttive e di indirizzo ritenute volta a volta più confacenti, mentre il controllo sulla sussistenza dei presupposti di legittimità e di opportunità del conferimento degli incarichi era ed è per legge assicurato dal Collegio sindacale aziendale.
Concludo sottolineando che la mia iniziativa di rilevare analiticamente le consulenze (iniziativa presa nel febbraio scorso, per cui non c'erano n richieste della Lega né dell'opposizione), poi sistemizzata con la definizione di un debito informativo cui le ASR debbono assolvere semestralmente, è una normalissima azione di un'amministrazione regionale che, progressivamente, attraverso lo sviluppo del sistema informativo prende coscienza di ogni singolo fenomeno per poterlo governare nel migliore dei modi.
Vi farò sollecitamente avere la copia della mia informativa; unitamente alla copia della stessa, vi è stato distribuito martedì scorso il dettaglio analitico delle consulenze di tutte le Aziende Sanitarie Regionali ed altri due prospetti: si tratta di un prospetto riepilogativo generale degli incarichi di consulenza in corso di operatività nell'anno 2000, rilevati con riguardo a ciascuna Azienda Sanitaria Regionale mediante l'utilizzo di alcuni parametri (quantità e tipologia delle consulenze, costo totale e per tipologia, incidenza economica sul costo complessivo del personale aziendale di ruolo). L'altro, invece, era un prospetto riassuntivo, una paginetta solamente, relativo a costi a livello regionale delle collaborazioni professionali conferite, con riferimento al solo anno 2000 riportando il costo sia complessivo, sia suddiviso secondo le tipologie di consulenza convenzionalmente assunte.
Provvedo a far distribuire immediatamente la fotocopia della relazione.



PRESIDENTE

Comunico che il Presidente Ghigo è in arrivo.
Ha chiesto la parola il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Ho chiesto di intervenire per due motivi: innanzitutto, ringraziamo l'Assessore D'Ambrosio per la cortesia di aver predisposto copie della sua relazione; in secondo luogo, chiediamo una breve sospensione per poterla esaminare.
Per quanto mi riguarda, dichiaro di sottoscrivere la mozione presentata il 25 luglio dal centrosinistra.



PRESIDENTE

Accetto volentieri la sua richiesta di sospensione.
Nel frattempo, prego i commessi di procedere, il più velocemente possibile, alla distribuzione delle copie.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 15.55 riprende alle ore 16.42)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Preliminarmente al dibattito, vorremmo qualche informazione in ordine all'arrivo del Presidente Ghigo - se è per strada, se è sulle scale o se è ancora nel luogo in cui si trovava prima - onde capire come regolare i nostri interventi e i nostri lavori.



PRESIDENTE

Sono aggiornato: è già partito da Piazza Castello, pertanto dovrebbe arrivare tra poco.



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Era in arrivo anche tre quarti d'ora fa!



PRESIDENTE

Premesso che è in arrivo, possiamo iniziare il dibattito.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Cercherò di fare da apripista ai colleghi che poi, seguendo la materia potranno svolgere un intervento certamente più adeguato ed approfondito.
Tenterò di fare alcune considerazioni. Intanto, voglio ringraziare l'Assessore per la documentazione che ci ha fatto pervenire perché, almeno personalmente, in prima valutazione, mi ha permesso di capire alcuni fenomeni che stanno all'interno di una dimensione così sorprendentemente alta delle consulenze, che però non demonizzo a priori, perché occorre capirne i meccanismi. Credo che la ragione della Commissione sia proprio in questo senso. Non è un'azione punitiva o un meccanismo che, in qualche modo, cerca di mettere "un cappio al collo" all'Assessore attraverso una Commissione su questo fenomeno: vuole, in qualche misura, aiutare il processo di governo attorno ad un fenomeno così complesso.
Intanto, premetto che la funzione della consulenza, in tutti i campi soprattutto dove ci sono per principio delle forti esternalizzazioni di attività, non è negativa di per sé: si deve vederne il carattere, la quantità e, magari, le deficienze. Inoltre, c'è il fatto che non si utilizzano appieno le potenzialità interne, che non si pensa di emarginare.
Considerando i dati e le prime valutazioni, voglio iniziare dalle consulenze amministrativo-legali.
In questo campo, c'è stata un'evoluzione. Del resto, tanti decenni fa alla Facoltà di Economia e Commercio si studiava già la tecnica di valutazione della gestione per centri di costo.
Vorrei capire dall'Assessore, se mi può rispondere, a quanto ammonta l'investimento "informazione" affinché si minimizzino le consulenze in materia amministrativa.
Quanto si accede al grande patrimonio formativo che c'è in Piemonte proveniente dalle Università, tra l'altro, con un filone di specializzazione in formazione per la Pubblica Amministrazione? Sono sorpreso perché ho scoperto che un ospedale attinge alla mitica Bocconi per quanto riguarda le consulenze amministrative. Sono stato formato in una Università avversaria, quindi potrei essere sospettato di poca correttezza di valutazione, ma, certamente, la spesa in consulenza serve anche a generare un volano nel terziario avanzato. Quindi, non va usata per rapporti amicali, ma tenendo conto delle potenzialità disponibili sul nostro territorio.
Assessore, quanto si investe per accrescere le competenze amministrative in modo da minimizzare la ricerca di consulenze esterne in questa materia? Siamo in presenza di colleghi avvocati e negli elenchi delle varie ASL ho contato circa 30/40 legali. La spesa in questo campo è all'incirca sui 200 milioni. Se dividete il numero fisico degli avvocati, e non il numero degli interventi, per 200 milioni viene fuori una spesa pro capite che, francamente, mi sembra sorprendentemente bassa! In linea di principio, poi me lo fate vedere chiaramente, perché non ci credo. Non ci credo che trenta avvocati forniscano consulenze. Posso sbagliare in questo numero magari per difetto, non ho fatto un conteggio, e la Commissione in questo può monitorare anche bene. Francamente, mi sembra una cifra non ben espressa, probabilmente, non è chiaramente espressa. Non voglio dire che ci sia stata un'operazione tendente a nascondere questi valori, ma così come ci viene data non mi sembra molto credibile.
Per quanto riguarda le spese in materia tecnico-informatica ovviamente, evolvendo le tecnologie, ci si deve avvalere di competenze esterne.
Assessore, vorrei capire se si tratta di tecnologie di punta, oppure di carenza di personale tecnico specializzato magari presente in un'ASL e non in un'altra. Ad esempio, in merito al problema dell'azione contro l'amianto o in altri campi, ci possono essere competenze interne ben formate. Siccome si tratta di un'emergenza dalla quale probabilmente usciremo in un decennio, è bene avere risorse interne formate su determinate materie e non attingere a consulenze esterne, salvo che per rispondere a momentanee esigenze.
Vorrei capire se le spese di consulenza tecnica riguardano zone di frontiera dove è difficile un'acquisizione, oppure concernono problemi molto tradizionali.
Questo vale anche per l'informatica. Teniamo conto che si tratta di una materia molto delicata. Io provengo da quel settore, anche se ci si occupava della produzione di computer.
Non voglio demonizzare la consulenza informatica, ma noi, nella nostra storia come Regione, avevamo creato un'entità, quale il CSI, che potesse accompagnare certe esigenze, anche per omogeneizzare il supporto alle diverse ASL, essendo quella materia da vedere con una certa attenzione.
Infine, arriviamo alle consulenze di ordine medico, legate all'aspetto della medicina. Anche qui, da profano e, ovviamente, da valutatore, forse anche, per certi aspetti, superficiale, ma lo metto in termini generali, mi pare di cogliere in alcune ASL certe esigenze che sono completamente assenti in altre, quasi a dire che in certe strutture esiste il personale medico specializzato per poter intervenire e in altre ci sono dei vuoti.
Anzi, in certi casi, ci potrebbe essere addirittura un'eccedenza di capacità di intervento in questi settori e, in altri, ci possono essere dei buchi.
Vorrei capire come agisce una mobilità che cerca di colmare i meccanismi di assenza da una parte ed evitare sprechi di capacità dall'altra.
Nell'industria si parla di ottimizzare la saturazione, ad esempio delle linee di montaggio. Qui, la saturazione interessa il ciclo della medicina, in modo da evitare che vi siano aree di inutilizzo adeguato e aree, invece, di vuoto. Occorrerebbe una visione sistemica e probabilmente, la centralizzazione di alcune funzioni che, attraverso un principio di mobilità corretta, permettano di intervenire.
Inoltre, si potrebbe agire sulla calmieralizzazione delle tariffe. Se ci fosse un accordo generalizzato fra tutte le ASL, ad esempio nel settore degli anestesisti che lei ha indicato come carente, si potrebbe evitare una specie di mercato all'interno delle ASL nelle quali si formano tariffe differenziate. Si potrebbe cercare di governare il meccanismo in modo da ridurlo.
C'è una serie di elementi che credo, se opportunamente governati, non potranno stravolgere questa spesa perché, come dicevo, può essere fisiologica e per certi versi anche utile, ma potranno certamente comprimerla in modo tale da contenerla a livelli ragionevoli. Oggi francamente, la spesa complessiva sanitaria mi sembra un po' eccessiva.
Per quanto riguarda la funzione della Commissione, si tratterebbe di capire se all'interno di questi meccanismi generali vi sono fenomeni di degenerazione, di accontentamenti e cose varie. La funzione utile per chi governa è quella di avere una struttura che in qualche modo possa suonare un campanello d'allarme laddove vi sono gestioni un po' degenerate ed aiutare quelle più corrette, ma che non ce la fanno e che mancano di strumenti.
Concludo dicendo che mi pare che l'esigenza di una Commissione non con il carattere punitivo, quindi non il mastino della situazione, possa essere utile sia al governo della Regione, sia all'opposizione per dare un contributo costruttivo nel determinare un'equilibrata spesa della sanità tenendo conto di tutti gli impegni sulla qualità dell'intervento per la salute e seguendo adeguatamente l'evoluzione delle tecnologie per dare una risposta adeguata alla nostra comunità.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Abbiamo richiesto la presenza del Presidente Ghigo non per il puro piacere della sua presenza e per poter vedere il suo sorriso: può essere un elemento di un certo rilievo, però, accanto a questa considerazione di ordine for pleasure e di ordine generale estetico, c'era anche una richiesta relativa a qualcosa che attiene un po' al merito, senza volere annoiare più di tanto l'aula. Questo perché riteniamo che nella relazione dell'Assessore D'Ambrosio ci sia una puntuale parte relativa alla deliberazione e alla mozione presentata, riguardanti le consulenze in campo sanitario e nell'ambito della sanità, ma i testi sulla base dei quali abbiamo intavolato la discussione si riferivano all'intero ambito delle consulenze, che riguardano quindi tutti gli Assessorati regionali, e non solo, ma anche le collegate alla Regione.
Riteniamo che questa dimensione più ampia del problema ce la possa dare, stante la richiesta generalizzata, il Presidente della Giunta, in quanto ha il quadro di sintesi della Giunta e delle collegate regionali.
Avremmo poi, sempre in relazione alla problematica in oggetto, delle questioni di ordine generale su cui intervenire, ed infine le questioni specifiche in ordine alle singole problematiche.
Ho voluto esplicitare la ragione per cui abbiamo chiesto questa presenza, perché non è una presenza puramente simbolica - potevamo mettere una foto o un'icona del Presidente vicino alla sedia - ma avevamo proprio l'esigenza di avere da lui alcuni chiarimenti e una relazione quanto meno introduttiva al nostro dibattito.
Ringraziamo ovviamente l'Assessore D'Ambrosio per la parte da lui svolta, che ha consegnato scritta, che è senz'altro esaustiva e su cui faremo le nostre considerazioni.



PRESIDENTE

Penso che il Presidente Ghigo voglia intervenire, e quindi questo problema sarà superato.
In attesa della sua presenza, chiedo se qualcuno intende intervenire essendo la nostra un'assemblea legislativa non è indispensabile, anche se opportuna, la presenza del Presidente per lo svolgimento dei lavori.
Ringrazio la Consigliera Manica per la sua richiesta e comunico che ho già provveduto a richiedere la presenza del Presidente, come dalle intese intervenute.
Chiedo se qualcuno vuole intervenire.
Non essendoci richieste di intervento, sospendo la seduta in attesa del Presidente Ghigo.



(Nel frattempo, il Presidente Ghigo prende posto nei banchi della Giunta)



PRESIDENTE

Il Presidente interverrà dopo il dibattito ed assicura la sua presenza in aula.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

La domanda che abbiamo posto prima, quale risposta trova? Il Presidente legittimamente ritiene di intervenire al punto che ritiene più opportuno però, se non lo fa il Presidente, perché interviene alla fine del dibattito, chi, per la Giunta o a nome della Giunta, ci presenta l'altra parte di relazione che manca sulle consulenze non sanitarie? Poiché sia la deliberazione presentata dal Gruppo Lega Nord, sia l'ordine del giorno di cui tutti noi eravamo firmatari, chiedeva di poter discutere, per poter intervenire - noi poi chiedevamo la costituzione di una Commissione d'inchiesta e gli esiti - sull'intero corpo delle consulenze, l'Assessore D'Ambrosio ha svolto un'esaustiva relazione sulla parte relativa alla sanità, ma ci sono quelle che riguardano tutti gli altri ambiti e settori regionali, e lì si parlava addirittura delle collegate.
Qualcuno, se non è il Presidente, a nome della Giunta, ci dica qualcosa sulle altre consulenze, non quelle di carattere sanitario, poiché i due punti inseriti all'o.d.g. si riferivano al complesso della materia. Se il Presidente ritiene semplicemente di concludere, sarà un altro Assessore, da lui delegato, a nome della Giunta, che ci dirà qualcosa in tale direzione in modo da poter intervenire sul complesso della materia.
Leggendo il testo della deliberazione e dell'ordine del giorno, potete verificare che quello che dico è corretto, perché lì si parla dell'intero corpo delle consulenze della Regione, non solo di quelle sanitarie.
E' scritto così nei testi che sono all'o.d.g. di cui stiamo discutendo non lo sto inventando in questo momento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Di fronte a questa cifra, 72 miliardi, c'è da fare alcune riflessioni.
Parto subito dicendo che sicuramente non si tratta di sprechi, ma di un sistema sanitario che, come è stato fatto rilevare in parecchi passaggi non funziona.
E' un sistema sanitario che, con il nuovo Piano sanitario regionale spero vi apprestiate un po' a correggere.
Ho dato uno sguardo al Piano sanitario regionale, e al riguardo faccio due brevi considerazioni, perché non è questo il momento per affrontare l'argomento.
Mi sembra che, come impostazione, possa essere sicuramente valida partendo dal concetto di dividere l'assistenza socio-sanitaria integrata su due livelli, cioè sul territorio e gli ospedali, divisi a loro volta secondo una gerarchizzazione.
E' inoltre molto importante il coinvolgimento dell'Università in questo nuovo sistema, in quanto molti degli incarichi nel campo del personale della mancanza di specialisti, dipende proprio dalla carenza di tali figure. Quindi, bisogna coinvolgere sicuramente le Università per affrontare insieme questo problema, che causa spesa e disagi nella sanità.
Visto che è presente il Presidente Ghigo, vorrei chiedergli all'Assessore D'Ambrosio l'avevo già chiesto - di spiegarci soltanto con due parole in che cosa consiste la peculiarità della sanità piemontese e come si può spiegare il termine di cooperazione, nel senso di coinvolgimento del privato. Quindi: peculiarità della sanità piemontese e cooperazione.
Passando alla spesa, vedo che il 57% dei 72 miliardi è dovuto a tre voci: radiodiagnostica, anestesiologia e neurologia.
La radiodiagnostica è un importante problema che rientra anche nella carenza di beni e servizi, perché gran parte di questa somma sicuramente è spesa per esami che le Aziende sanitarie o gli Ospedali mandano a fare in Enti convenzionati, come la TAC o la risonanza magnetica, ma specialmente le ecografie.
Mi soffermerei un attimo sulle ecografie. Le ecografie sono degli esami talmente semplici che qualsiasi medico di base, se debitamente istruito ed attrezzato di un ecografo, potrebbe effettuare nel proprio studio. Mi sembra che questo sia anche un obiettivo del Piano sanitario regionale: il coinvolgimento dei medici di base con una funzione nuova, più importante quasi centrale nella medicina sul territorio.
Per quanto riguarda gli anestesisti e i radiologi, si tratta veramente di un discorso da collegare alla carenza delle specialità. Penso che voi vi poniate questo tema e, coinvolgendo l'Università nella gestione e nella programmazione della sanità piemontese, in un certo senso si potrebbe anche cercare di ovviarlo.
Tralascio tutte le altre voci. Una voce che colpisce un pochino è rappresentata da quei 5,257 miliardi di spese extrasanitarie dovute a progettazione, ad incarichi di progettazione e di collaudo per servizi attinenti all'architettura e all'ingegneria. Ecco, questo tipo di incarico è abbastanza prevedibile e programmabile, perché non penso che tutti i giorni occorra chiamare l'architetto, ecc. Quando si porta a termine un'opera di edilizia ospedaliera, in quel momento è prevista, per cui queste spese dovrebbero far parte di un'iniziativa già preventivata.
Circa gli incarichi, le gare, ecc., ne ha già parlato il Consigliere Tapparo, ma sicuramente una voce che non so in quale maniera trattare - e bisogna andare a scovarla - è quella delle assicurazioni sui medici, ecc.
Oggi - lei sa meglio di me - si va in giro quasi con il nome dell'avvocato in tasca, perché qualsiasi cosa succede si ricorre alla denuncia, per cui questo in un certo senso condiziona anche l'impegno medico, specialmente al Pronto Soccorso: è veramente un grosso problema.
Detto questo, chiudo l'intervento e chiedo che il Presidente Ghigo mi dica solo due parole sulla peculiarità piemontese della sanità e sul termine cooperazione.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Colleghi, non intendo sottrarmi alla sollecitazione che la collega Manica ha posto nel suo intervento, ma onestamente debbo ammettere che non sono preparato né tanto meno pronto a relazionare sulle consulenze di ogni singolo Assessorato. Ciò nondimeno, nel momento in cui il Consiglio lo ritenesse, lo potrei fare in una seduta successiva, in quanto voi sapete perché abbiamo approvato il bilancio prima della pausa estiva - che le consulenze, almeno dal punto di vista quantitativo, rappresentano una voce che nel dibattito di bilancio è stata esplicitata in maniera chiara.
Leggendo la mozione, l'interpretazione che mi sono permesso di dare è che la stessa riguarda in modo esclusivo le consulenze della sanità.
Leggo l'oggetto: "Consulenze miliardarie nella sanità piemontese.
Istituzione Commissione d'inchiesta ai sensi dell'art. 19, lettera b) dello Statuto regionale relativamente alle consulenze affidate dalla Regione Piemonte e dai suoi Enti, Aziende e Società collegate".
L'interpretazione che pensavo di poter evincere da queste parole era chiaramente che, nel caso specifico, si dovesse parlare solo delle consulenze sanitarie.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Vada oltre il titolo, Presidente!



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Oltre il titolo posso anche andare. Volevo solo rappresentare che, come ho già detto, non esiste una preclusione da parte mia - evidentemente come Presidente, attraverso gli Assessori delegati per materia - a relazionare sulle consulenze delle partecipate o, ancora meglio, sulle consulenze che ogni Assessorato ha affidato per l'anno 2000/2001 e le previsioni per l'anno successivo. Onestamente, sono disponibile a farlo; non sono preparato per farlo in questo specifico momento, perché l'interpretazione che ho dato alla mozione era esclusivamente legata al settore della sanità.
Perciò in questo momento non ho strumenti e materiale per poter esaudire il vostro desiderio. Ciò nondimeno non è che non lo voglia esaudire.
Attraverso un'interrogazione o quando ci sarà l'occasione di rappresentarvi un chiarimento ed una prospettiva di quelli che sono gli impegni sulle consulenze degli Assessorati o degli Enti collegati, lo far tranquillamente in un'altra seduta. Ma oggi, onestamente, avevo interpretato la mozione come un esclusivo approfondimento delle consulenze legate alla sanità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Scusi, Presidente, ma prima di entrare nel merito della relazione dell'Assessore D'Ambrosio, vorrei approfondire quello che ha detto in questo momento il Presidente Ghigo, in quanto mi lascia stupefatto.
Una volta ho portato i miei figli al rettilario e c'era un insetto che si chiamava insetto stecco, che era stupendo perché aveva la possibilità di mimetizzarsi, facendosi scambiare tranquillamente per un pezzetto di paglia. Certe volte il Presidente Ghigo dà proprio l'impressione di voler fare l'insetto stecco, cioè di riuscire a mimetizzarsi: è in aula, però non c'è. E' una cosa stupenda, sembra che non c'entri assolutamente! Siamo in presenza di una mozione che, tra l'altro, è abbastanza chiara: parte dalla sanità, ma fa riferimento in generale alla questione delle consulenze. Sui giornali abbiamo letto che c'è una deliberazione che, in virtù di una serie di scambi di carattere politico, forse la Lega ha intenzione di ritirare. Però agli atti di questo Consiglio non risulta ritirata, e questa deliberazione fa esplicitamente riferimento a tutte le consulenze. Il Presidente della Giunta regionale dice: "Scusate, non sono preparato".
Penso che questo Consiglio meriti qualcosa di più. Le chiedo scusa Presidente, perché lei sa quanto mi stiano a cuore i temi della sanità.
Sono disposto ad entrare nello specifico, però il mio intervento seguiva immediatamente la dichiarazione un po' strana del Presidente della Giunta regionale, che non posso fare a meno di sottolineare.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, nel dibattito ogni Consigliere ha diritto ad intervenire una sola volta. Lei ha dieci minuti a disposizione. Le chiedo se intende usare gli altri otto minuti per intervenire nel merito.



RIGGIO Angelino

Le chiedo scusa, Presidente. Non l'ho detto all'inizio, ma il mio era un intervento sull'ordine dei lavori.



PRESIDENTE

Va bene, un intervento sull'ordine dei lavori, però ritengo che il dibattito possa regolarmente svolgersi.
E' presente il Presidente Ghigo che penso che al termine del dibattito svolgerà il suo intervento.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo sulla procedura. Noi stiamo discutendo la deliberazione della Lega che fa riferimento a tutte le consulenze. Le premesse sono abbastanza chiare.
L'Assessore D'Ambrosio ha ritenuto, ed ha fatto bene, per quanto riguarda la parte sanitaria, di svolgere una relazione molto ampia precisa, che poi discuteremo, ma per quanto riguarda le altre consulenze questo non è avvenuto. Per cui il problema è capire.
Il Presidente Ghigo ha lasciato intendere che probabilmente la deliberazione della Lega non esiste più perché il Presidente ha fatto riferimento alla mozione del centrosinistra. E' così?



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Non ho detto che si discute solo la mozione. In questo momento, si sta discutendo il punto 4) all'o.d.g., che comprende sia la proposta di deliberazione n. 247, presentata dalla Lega, sia la mozione n. 329. Quindi c'è una discussione unica.
Formalmente, la proposta di deliberazione n. 247 non è ancora stata ritirata. Mi è stata annunciata la stesura...



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Mi è stata annunciata la stesura di un probabile ordine del giorno sul primo dei due punti. Quindi, Consigliere Saitta, stiamo discutendo i due punti accorpati.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Lasciando aperta la questione sollevata, vorrei chiedere al Presidente qual è l'ordine dei lavori, perché esiste, almeno per quanto mi riguarda una doppia esigenza.
Innanzitutto, l'esigenza, chiariti gli aspetti sulla procedura, di svolgere un dibattito generale sulla proposta di cui stiamo discutendo: istituzione di una Commissione d'inchiesta su questa materia.
C'è una seconda esigenza, visto che c'è una relazione dell'Assessore D'Ambrosio, con una ricca documentazione allegata, di domande per chiarimenti sulla sanità.
Domando qual è l'ordine dei lavori. Vorrei sapere, dal punto di vista dell'ordine dei lavori, se, esaurita la questione sulla procedura, si debba partire dalle domande di chiarimento o sulla discussione.
Per noi è indifferente, vogliamo saperlo solo per regolare la discussione.



PRESIDENTE

Ambivo a fare una discussione unica sui due provvedimenti e sulla relazione dell'Assessore D'Ambrosio. Quindi, la mia intenzione è quella di aprire una discussione generale sulla relazione dell'Assessore D'Ambrosio e sui due provvedimenti.
Successivamente, a norma di Regolamento, si provvederà alla votazione di eventuali provvedimenti con lo spazio per le relative dichiarazioni di voto. Non vedo soluzioni. Nel senso che l'Assessore D'Ambrosio ha svolto un intervento che si inserisce nel dibattito del punto 4) all'o.d.g. Quindi non vedo problemi e chiedo che si entri nel merito della materia, come hanno fatto i Consiglieri Tapparo e Caracciolo.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Intervengo anch'io sull'ordine dei lavori.
Nella Conferenza dei Capigruppo si è sempre parlato di una relazione richiesta alla Giunta regionale, sulle consulenze nell'ambito della sanità.
Cosa puntualmente avvenuta tramite l'Assessore competente, dottor Antonio D'Ambrosio. Non solo, ci sono stati consegnati la relazione, una lettera della Direzione, datata 18 luglio, e due allegati. Non solo, è stata chiesta dai banchi dell'opposizione, concessa e condivisa anche da noi, ne avevamo anche noi la necessità, una sospensione di circa mezz'ora puntualmente avvenuta - per valutare la relazione sulla sanità.
Sono stati presentati due documenti. In particolare, la vostra mozione n. 329 nel dispositivo recita: "per esprimere indagini con finalità di conoscere i risultati nel dettaglio del rapporto commissionato sul controllo della spesa sanitaria per consulenze...".



(Voci in aula)



CATTANEO Valerio

Quindi si è sempre parlato di sanità, come è puntualmente avvenuto. Poi sono scritte altre cose (come sono scritte anche sulla mozione dei colleghi della Lega Nord). Il Presidente Ghigo ha risposto puntualmente e ha dato disponibilità in questo senso.
Oggi la Giunta - non voglio fare l'avvocato alla Giunta, ma intervengo sull'ordine dei lavori - ottempera a quanto concordato nella Conferenza dei Capigruppo. Non ero il solo ad aver partecipato a quella Conferenza c'erano altri tredici o quattordici colleghi, indipendentemente se di maggioranza o di opposizione, che invito a prendere posizione sull'argomento.



PRESIDENTE

Proseguiamo nel merito.
Comunico che alle ore 17.25 è stato presentato un ordine del giorno a firma dei Consiglieri Dutto, Mercurio, Galasso, Deorsola, Cattaneo e Angeleri su un argomento collegato. Mi è stato annunciato, dal Consigliere Dutto, che ha chiesto di intervenire, un probabile ed ulteriore sviluppo.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Quando, nelle assemblee con i cittadini - l'ultima risale a ieri sera ad Alessandria - racconto il comportamento del Presidente Ghigo nei confronti del Consiglio regionale, vedo molti degli astanti che spalancano la bocca e, ancora di più, gente che spalanca gli occhi! Io non faccio altro che raccontare come il Presidente Ghigo si comporta nei confronti del Consiglio regionale, nulla di più, e le reazioni sono di grande stupore ed incredulità.
Il problema è il seguente: il Presidente Ghigo considera importante avere buoni rapporti con i colleghi d'aula? E' un punto interrogativo che non risolvo.
Il Presidente Ghigo sa che, in conseguenza di una sua azione svoltasi nel caldo mese di agosto, ha generato un clima di grande tensione con i colleghi Consiglieri di minoranza? Il Presidente Ghigo è al corrente di avere generato un clima di tensione su un grosso problema che interessa tutti? E' interesse del Presidente Ghigo cercare di risolvere questo problema? Torno alla domanda iniziale: è interesse del Presidente Ghigo avere buoni rapporti con l'opposizione? Prendiamo l'esempio che è sotto gli occhi di tutti: il Presidente Ghigo sa che oggi si discute una proposta di deliberazione della Lega Nord, che chiede di formare una Commissione d'inchiesta sulle consulenze, ed una mozione, presentata dalle opposizioni, in cui si chiede la costituzione di una Commissione d'inchiesta che esamini le consulenze, a partire dalle consulenze sanitarie, fino a quelle di tutti gli altri Assessorati. Bene il Presidente Ghigo è a conoscenza di queste questioni e si presenta in aula, dove i colleghi gli chiedono: "Dopo la relazione sulla sanità, vuole il Presidente Ghigo dire all'aula qualcosa anche sulle altre consulenze?".
E il Presidente Ghigo risponde: "Non sono preparato, non lo so, non sapevo non è vero, non me ne importa niente". E' un tipo di rapporto - Presidente Ghigo - che genera una situazione politica difficile da gestire! Noi ci sentiamo poco considerati; immagino i colleghi di maggioranza, che storicamente sono considerati ancora meno, ma, per quanto mi riguarda, mi basta la poca considerazione che abbiamo come colleghi di minoranza! Presidente Ghigo, le chiedo di non sottovalutare questo problema perché è vero che sono sempre maggiori gli atti di governo di competenza della Giunta, ma ci sono anche atti di competenza del Consiglio. Se lei tiene a governare l'insieme dei problemi della Regione, sia quelli che risolve direttamente la Giunta, sia quelli che devono essere risolti dal Consiglio, dovrebbe avere a cuore i rapporti con i colleghi Consiglieri.
Quando in aula vi è un tema all'o.d.g., quello delle consulenze, dovrebbe pensare che presentarsi preparato è meglio che presentarsi impreparato.
Poi, può anche presentarsi impreparato, perché la politica è il regno del possibile e ognuno fa quello che crede e risponde di quello che ha fatto in termini politici. Il fatto che lei abbia risposto in questo modo, genera un nuovo motivo di tensione con le opposizioni. Lei dice: "Non mi importa". A me spiace che a lei non importi, perché se a lei non importa tutto questo allora la gestione dei confronti, specialmente sui temi più importanti diventa una gestione che lei intende a comando. Lei può comandare i suoi quaranta Consiglieri - chissà se ci riesce! - ma di certo non può comandare una dialettica. La dialettica si esplicita, si sviluppa e vive di rapporti.
Se i rapporti non ci sono, la dialettica non c'è più e diventa un confronto senza un esito, diventa un "corpo a corpo", che non sposta nulla, da cui non esce assolutamente niente. Invito, quindi, il Presidente Ghigo a tornare...



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere, lei sa che può intervenire una sola volta?



CHIEZZI Giuseppe

Certo, una sola volta, per carità! Invito - dicevo - il Presidente Ghigo a tornare composto al proprio posto, a voler tornare sui suoi passi dicendo: "Va beh, non avevo letto bene la delibera, adesso ho capito e chiedo all'aula di sospendere un momento. Vediamoci domani mattina approfitto di queste quattro ore, sento i miei Assessori, li riunisco, mi faccio dare una prima relazione e domani mattina mi presento in quest'aula con alcuni elementi che non saranno esaustivi" - parlo al posto di Ghigo colleghi - "però sono i primi elementi che dimostrano la volontà di un rapporto positivo. Domani discuteremo sulla Commissione d'indagine". Mi scuso, Presidente, dell'aiuto che le do e che spero lei non seguirà, così i rapporti si irrigidiranno ancora di più, ma tanto mi sentivo di fare.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Grazie, Presidente. Ascoltata la relazione dell'Assessore D'Ambrosio che riteniamo ampia ed esaustiva, ed analizzati i dati relativi alle consulenze, che ci sono stati forniti, seppure con una certa rapidità prendendo soprattutto atto che 41 miliardi di consulenze sono di natura strettamente sanitaria, e quindi derivanti dall'attività specifica delle ASL e delle Aziende ospedaliere, e che pertanto restano 31 miliardi di altre consulenze di natura tecnica, nonché di natura amministrativa e legale, riteniamo che questi 31 miliardi possano essere considerati una spesa fisiologica e comunque di entità percentualmente irrilevante, se andiamo ad analizzare il bilancio complessivo della sanità che va a collocarsi intorno ai 10.000 miliardi. Ricevuta, inoltre, l'assicurazione dall'Assessore circa la convenienza economica per le ASL e per l'Azienda ospedaliera di avvalersi di queste consulenze; sentito, sempre dall'Assessore, l'impegno a riferire in Commissione ogni sei mesi sull'andamento della spesa sulle consulenze; preso atto della razionalizzazione già in corso e soprattutto dei rigidi criteri nell'assegnazione delle consulenze, impartiti con circolare del 16 luglio 2001, consideriamo superata la nostra proposta di delibera di istituzione di una Commissione sulle consulenze della sanità.
Preso atto dell'ordine del giorno testé presentato e firmato da tutti i Capigruppo di maggioranza presenti in aula - ordine del giorno in cui nuovamente, verrà impartita alla Giunta la disposizione di provvedere alla razionalizzazione mediante rigidi criteri nell'assegnazione delle consulenze e l'impegno di un monitoraggio costante di questo problema riteniamo di poter ritirare la proposta di deliberazione n. 247.
Preannunciamo, invece, il nostro voto favorevole all'ordine del giorno in quanto esaustivo delle nostre richieste (assorbe la nostra proposta di deliberazione).
Diamo per scontato che l'ordine del giorno venga votato favorevolmente da tutti i Consiglieri di maggioranza.



PRESIDENTE

Diamo atto a verbale del ritiro della proposta di deliberazione n. 247.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Riggio; ne ha facoltà.



RIGGIO Angelino

Solo per informazione all'aula e per correggere alcune inesattezze dette dal Consigliere Dutto.
Il Consigliere Dutto ha sorpreso tutti con l'annunzio del ritiro della deliberazione: in quest'aula non se l'aspettava nessuno! Il Consigliere Dutto ha motivato il suo ritiro con due argomentazioni.
La prima motivazione è che la cifra delle consulenze è modesta rispetto al Fondo sanitario regionale. Se così fosse, se dovesse valere questo tipo di criterio, invito i Consiglieri a riflettere, soprattutto l'Assessore alla sanità, sul rapporto di proporzione sull'ordine di grandezza di un'altra questione che, in questo momento, in ambito di programmazione sanitaria, è molto discussa. Mi riferisco alla problematica dei farmaci generici che il Governo ha enfatizzato enormemente (parliamoci chiaro, ben venga se, piuttosto che l'Aulin, posso prendere la nimesulide GNR che ha lo stesso principio attivo e costa la metà).
Questo provvedimento, che viene considerato di economia importante sapete quanto farà risparmiare? L'Assessore D'Ambrosio ci può essere di conforto. Lo ha detto anche il Ministro della Sanità, Sirchia, che una volta ha parlato di 100 miliardi ed un'altra di 300. Questo è il range su cui ci si muoverà - da 100 a 300 miliardi di risparmio - per la vicenda dei farmaci generici. Peccato, Consigliere Dutto, che il Fondo sanitario nazionale è di 138 mila miliardi e che con i Fondi speciali arriviamo a 145 mila miliardi, quindi il risparmio, come ordine di grandezza, è di 100 miliardi rispetto a 145 mila miliardi. E' come se su un paio di scarpe che costano 145.000 ci venisse applicato uno sconto di 100 lire. Se l'ordine di grandezza di 72 miliardi appare poco rispetto al nostro Fondo sanitario regionale, che non è di 10 mila perché l'anno scorso non lo era figuriamoci quanto dibattito meriterebbe la questione dei farmaci generici! L'altro motivo su cui si muove il Consigliere Dutto per giustificare il ritiro della deliberazione, è che l'Assessore D'Ambrosio si è impegnato a riferire ogni sei mesi. Mi dispiace contraddire il Consigliere Dutto, ma posso testimoniare che l'Assessore D'Ambrosio non è persona che rispetta i suoi impegni. Porto, come esempio, quello che era scritto all'art. 10 della legge del Piano Sanitario Regionale: l'Assessore D'Ambrosio avrebbe dovuto riferire ogni anno sullo stato di attuazione del Piano Sanitario Regionale.
Non è mai successo, se non alla fine, per disperazione, perché l'abbiamo "tirato per la giacca" un considerevole numero di volte.
Se queste sono le garanzie di cui si accontenta il Consigliere Dutto buon per lui! Noi sappiamo che esistono ben altri scambi che sono all'orizzonte e che giustificano il ritiro della deliberazione n. 247. La questione delle consulenze in sanità merita molta attenzione.
Chi ha scritto la relazione che l'Assessore D'Ambrosio ha letto? Giustamente richiama che il conferimento di incarichi di consulenza è un istituto espressamente previsto dalla normativa vigente. E' vero, ma perch noi abbiamo sentito il bisogno di fare un dibattito su questa vicenda? Lo ha sentito l'Assessore stesso, perché è stato l'Assessore che a febbraio ha sollevato il problema. Qui non si parla di un ricorso alla consulenza come fatto di carattere eccezionale, non si parla di cifre modeste, siamo in presenza di cifre importanti: sono 72 miliardi, che è la cifra che il Ministro Sirchia pensa di risparmiare con la questione dei farmaci generici. Ripeto, 72 miliardi è una cifra veramente importante. Siamo in presenza non solo delle dimensioni della cifra, ma anche di qualcosa che ci deve preoccupare. Le consulenze, in alcuni casi, stanno diventando strutturali.
Invito i Consiglieri a verificare i rapporti che ci ha consegnato l'Assessore D'Ambrosio: quante di queste consulenze hanno carattere continuativo? Il che significa che hanno carattere strutturale.
Badate che le consulenze, nella misura in cui diventano un fatto continuativo, creano una situazione di scorrettezza. La consulenza è un atto di estrema discrezionalità della direzione aziendale che finisce, alla lunga, per interferire con le normali relazioni aziendali con i lavoratori.
Mi riferisco al fatto che molte consulenze vengono affidate agli stessi lavoratori dipendenti dell'Azienda, oppure in uno scambio di cortesia fra Direttori di Aziende viciniori per premiare alcuni dipendenti particolarmente solerti. Diventa un meccanismo premiale o punitivo per costruire relazioni aziendali che sono perverse, al di fuori dei normali rapporti sindacali. Così come è perverso il fatto che il Direttore di un'Azienda, attraverso il meccanismo della consulenza, possa far ricorso a questa o a quella ditta, a questo o a quel consulente, a questo o a quel professionista.
Quando questo diventa un atto sistematico, è facile che possano insinuarsi degli atteggiamenti scorretti, come ipotizzava il Consigliere Tapparo nel suo intervento di apertura, e che ci possa essere del malaffare. E' chiaro che se si parla di 1 o 2 miliardi, magari è sbagliato parlare di ipotetico malaffare, ma quando, invece, si tratta di 72 miliardi, allora sì, che effettivamente c'è bisogno di scavare e guardare! Il motivo della necessità di una Commissione d'inchiesta sta nella dimensione delle consulenze, sta nel fatto che ha un carattere continuativo e strutturale, sta nel fatto che non ha una caratteristica omogenea su tutto il territorio regionale. Noi abbiamo delle ASL che, a parità di numero di abitanti, hanno dato come consulenze al massimo 500 milioni e ASL che ne hanno date per 8 miliardi.
Vi è una differenza territoriale anche a parità di ASO. Ci sono ASO che hanno dato consulenze per 800 milioni e ASO con lo stesso giro di affari che hanno dato consulenze per 8 miliardi.
L'ulteriore elemento che giustifica il fatto di andare ad istituire una Commissione d'inchiesta, è l'enorme balzo in avanti che c'è stato, che, non a caso, si è verificato dopo il famigerato ed assolutamente inutile (fallito, mille volte fallito) Patto di buon governo.
Quando capirà il Presidente Ghigo che sta sbagliando strada? Ha fallito con il Patto di buon governo, ha fallito con le deliberazioni del 7 gennaio e fallirà nuovamente con questa pazzesca ipotesi di Piano Sanitario, che porta instabilità nella nostra sanità, quando la stabilità è fondamentale.
Quando capirà che sta fallendo? Ma lui si considera al riparo, perch l'importante è mimetizzarsi, non farsi accorgere e soprattutto fidare nel fatto che la gente ancora non è riuscita a collegare che se è costretta ad accettare delle code infinite per poter avere una prestazione sanitaria, se è costretta a dei tempi di attesa lunghissimi per una prestazione, se in quella prestazione riceve un basso livello tecnologico e professionale, se riceve scarsi livelli di umanità, la responsabilità è di questa Giunta di centrodestra, e quando si vota, si sceglie quale tipo di sanità. Purtroppo fra la gente questo ancora non è chiaro, e su questo conta il Presidente Ghigo, e va avanti per la sua strada di errori.
Dicevo che il grande balzo in avanti per le consulenze c'è stato l'anno scorso, in occasione del famoso Patto di buon governo, in cui non è stato deciso il blocco delle assunzioni, come erroneamente ha scritto chi ha preparato queste note per l'Assessore D'Ambrosio. Sono stati i Direttori generali che, motu proprio, hanno, di fatto, bloccato le assunzioni sperando così di differire la spesa o, in qualche modo, di trasferirla su altri, con il risultato che quello che non si spendeva da una parte è stato speso dall'altra.
Ma andatelo a dire agli handicappati a cui avete tolto il trasporto! Andatelo a dire agli anziani a cui state togliendo tutta una serie di servizi! Andatelo a dire agli abitanti di Nichelino, che aspettavano la day surgery, che pure attrezzata non parte perché c'è qualcuno che spende 72 miliardi per le consulenze da dare ad amici, parenti e conoscenti!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera D'Onofrio.



D'ONOFRIO Patrizia

Grazie, Presidente. In via preliminare, vorrei esprimere un ringraziamento all'Assessore D'Ambrosio per la spontanea iniziativa di monitoraggio delle consulenze in un'ottica generale di razionalizzazione della spesa sanitaria.
E' evidente che si tratta di monitoraggio generale e non puntuale, e ciò è dovuto al fatto che il compito dell'Assessore e della Giunta è quello di individuare i Direttori e gli obiettivi che devono raggiungere, non quello di ingerirsi nell'operato di costoro, anche perché va ribadito che all'interno di ciascuna ASL l'organo preposto al controllo di legittimità e di opportunità del conferimento degli incarichi è il Collegio sindacale aziendale.
Quale correttivo per garantire la pubblicità dei conferimenti e quindi la trasparenza? Dal 16 luglio di quest'anno è stato istituzionalizzato il debito informativo semestrale delle Aziende nei confronti dell'Amministrazione regionale. I sistemi di controllo sulla gestione già esistenti sono stati, quindi, rafforzati.
Vi è di più: probabilmente, da un esame comparativo con la situazione delle Regioni, sia di centrodestra che di centrosinistra, risulteremo nella media, mentre, per quanto riguarda i dati locali, risulta, in modo oserei dire confortante, che nel periodo 1995/1998 l'Amministrazione provinciale di Torino ha impegnato per le consulenze verosimilmente più di 25 miliardi con un bilancio annuo mediamente inferiore ai 500 miliardi. Quindi l'incidenza è dell'1,65% a livello provinciale, mentre a livello regionale è dello 0,70%, pari, quindi, alla metà rispetto a quello provinciale.
Vorrei ricordare ai colleghi che l'applicazione del nuovo Piano Sanitario porterà alla razionalizzazione della spesa per le consulenze. Per gli anzidetti motivi, non mi stupisco affatto del ritiro della deliberazione da parte della Lega.
In replica a quanto sostenuto dal Consigliere Riggio, la continuità si può spiegare in questo modo: il criterio per l'affidamento degli incarichi è senz'altro la fiducia, il cosiddetto intuitus personae. Quindi, non mi stupisco neanche di questa questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Credo che dalla relazione dell'Assessore, che ha come tema le consulenze, emergano seri problemi sul funzionamento del settore sanitario soprattutto nel rapporto con i cittadini. Abbiamo visto tutti questa esplosione di consulenze e notiamo come una delle voci più consistenti di tale aumento sia proprio la spesa dovuta a carenza di personale, perché lo dice esplicitamente: vi è una carenza quantitativa, ma anche qualitativa.
Da cosa è determinata la carenza quantitativa del personale? Dal fatto che non si assume, come dice subito dopo: "La necessità del contenimento della consistenza degli organici è infatti un'esigenza costantemente espressa sia dalle manovre finanziarie a livello nazionale, sia dalle analoghe disposizioni impartite a livello regionale". Noi abbiamo una politica per cui il personale degli Ospedali e delle Aziende sanitarie non viene calcolato sulla base delle esigenze e del lavoro che costoro dovrebbero svolgere, ma da una direttiva che dice che bisogna diminuire il personale, e non si capisce bene per quale motivo. Il personale, infatti dovrebbe essere ridotto se fosse eccessivo; ma se siamo in una struttura in cui il personale non solo non è eccessivo, ma addirittura carente, fare delle politiche di contenimento del personale è assurdo e determina, per l'appunto, un peggioramento del servizio. Questo comporta, inoltre, che per compensare la carenza di personale, lo si assume in forma impropria, cioè sotto forma di consulenza. Quindi, non si raggiunge quell'esigenza di razionalizzazione della spesa, ma semplicemente la si sposta da un capitolo all'altro. Andare a supplire, attraverso consulenze, con un personale non stabilizzato, alla lunga credo che peggiori la situazione, ancora di più secondo me, quando si tratta di figure professionali di cui c'è bisogno e c'è carenza.
Ritengo che questo metta in luce una doppia esigenza: innanzitutto l'esigenza di controllare i conti, perché sono anch'io convinto che esista un livello di spesa irrazionale e la possibilità di miglioramento dei conti attraverso opere di razionalizzazione. Un altro problema riguarda lo svolgimento di un'analisi del funzionamento della sanità per quelle che sono le sue esigenze e i suoi scopi, cioè intervenire sulla salute dei cittadini ed essere efficienti da questo punto di vista, misurando la spesa anche rispetto a questo scopo.
Ritengo assurde le politiche di contenimento del personale quando invece sarebbero utili delle politiche per coprire gli organici necessari agli ospedali. Gli ospedali e le altre strutture che si ritrovano in quella situazione operano male e tali vengono percepiti dai cittadini determinando una serie di problemi quali le attese e quanto sappiamo.
Credo che il modo corretto per operare comprenda il superamento del dibattito su questi terreni che affrontano principalmente, se non esclusivamente, la questione finanziaria: mettere al centro l'esigenza di garantire un'efficace struttura sanitaria e, al limite, riflettere sulla quantità di spesa da dedicare.
Per poter svolgere con razionalità e serietà questa opera è necessario intervenire effettivamente laddove ci sono degli sprechi, laddove ci sono delle spese non giustificate e laddove ci sia effettivamente un problema di spesa pubblica, cioè che interessano soldi presi dalle tasche dei cittadini e che non vengono utilizzati bene o addirittura vengono sprecati.
Ritengo che le due problematiche siano legate, perché da questa relazione si evince che si tratta di un problema di intervento sui conti nonché di un problema generalizzato relativamente al funzionamento delle strutture sanitarie che non riusciamo più a governare, perché dobbiamo contenere i costi assumendo determinate misure, che non sono efficaci quindi interveniamo con un rattoppo. Così non risolviamo né il problema dei costi né tanto meno l'altro aspetto. Questa Commissione dovrebbe anche cercare di analizzare questi aspetti.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente, desidererei un chiarimento sull'ordine dei nostri lavori.
La presentazione dell'ordine del giorno da parte del Consigliere Dutto ed altri cambia sostanzialmente il punto all'o.d.g. Vorrei capire se l'ordine del giorno presentato è sostitutivo della deliberazione?



PRESIDENTE

E' sostitutivo della deliberazione, nel senso che all'o.d.g. rimane la mozione n. 329. L'ordine del giorno del Consigliere Dutto è da considerarsi collegato. Dunque, si voterà la mozione n. 329 e poi l'ordine del giorno.



MANICA Giuliana

Presidente, ho capito, però siccome nell'ordine del giorno non è scritto che si ritira la deliberazione...



PRESIDENTE

L'ha detto in aula, Consigliera Manica, infatti lo abbiamo messo a verbale.



MANICA Giuliana

L'ha detto a titolo personale o a nome di tutti i firmatari? Una deliberazione firmata a più mani per essere ritirata deve avere l'assenso di tutti i firmatari, perché potrebbe presentarsi qui il collega Brigandì dicendo che non è d'accordo - ho fatto un esempio a caso.
Non mi basta che il Consigliere Dutto dica che lo ritira. Qui, non ci sono gli altri firmatari. Gli altri firmatari devono essere d'accordo sul ritiro.
Questa è la prima precisazione procedurale, altrimenti, per quanto ci riguarda, la deliberazione rimane.



PRESIDENTE

Ovviamente, il Consigliere Dutto si assume la responsabilità.



MANICA Giuliana

No, vogliamo una chiara interpretazione dal punto di vista del Regolamento.
Quando si procede al ritiro e ci sono più firmatari quale procedura si deve seguire? Ci deve essere l'assenso personale - mi risulta - dei firmatari, non può avvenire per procura.



PRESIDENTE

Ho chiesto agli uffici: nel momento in cui uno dei proponenti dichiara di ritirare un provvedimento anche a nome degli altri, si è sempre accettato il ritiro; quindi, formalmente, è ritirato.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

La ringrazio, Presidente.
Quindi, appurato che la deliberazione è ritirata e che è sostituita dall'ordine del giorno, primo firmatario il Consigliere Dutto, vogliamo capire dalla Presidenza qual è l'ordine dei nostri lavori.
Presidente Riba, le faccio una premessa in modo che lei, nel momento in cui formulerò la domanda, possa avere contezza del quesito formulato.
Posto che l'ordine del giorno presentato dal Consigliere Dutto abbiamo appurato - sostituisce la deliberazione presentata in data 26 luglio 2001, che era uno dei due punti all'o.d.g., ci troviamo con la mozione n. 329, l'ordine del giorno presentato oggi pomeriggio ed una relazione dell'Assessore D'Ambrosio con una corposa documentazione che è stata fornita ai Consiglieri.
A questo punto, vogliamo capire come discutiamo, di cosa discutiamo e con quale separazione degli ambiti. Qui c'è una duplice esigenza: c'è l'esigenza di discutere su due diversi dispositivi di un ordine del giorno.
Uno, chiede una Commissione d'inchiesta in merito alle consulenze sanitarie, ma che si vuole allargare anche alle altre consulenze; l'altra invece, è una richiesta che impegna la Giunta a relazionare semestralmente alla Commissione consiliare competente e a prendere gli opportuni provvedimenti nei confronti dei Direttori inadempienti. E' una discussione che riguarda i due testi; quindi, una discussione di ordine generale sul complesso della vicenda delle consulenze e delle misure da approntare per monitorare questa problematica.
C'è poi, invece, una discussione di merito - dice il Presidente Ghigo sulla parte sanitaria, perché sull'altra la Giunta non è pronta, forse per un'incomprensione rispetto alle richieste, anche se nei testi mi sembra fosse chiaramente scritto. C'è un merito che è la relazione dell'Assessore D'Ambrosio e tutti questi allegati ASL per ASL e ASO per ASO con il dettaglio delle consulenze.
Noi, adesso, cosa stiamo fecondo? Stiamo discutendo della parte relativa alla problematica generale o al merito dell'Assessore D'Ambrosio? Chiediamo una definizione dell'ordine dei lavori poiché dobbiamo sapere nei nostri interventi quando facciamo una parte e quando facciamo l'altra e a quali conclusioni arriviamo. Non vorremmo, alla fine, nella confusione e nel disordine, non riuscire a svolgere bene le due parti e ritrovarci con qualcuno che dice che il dibattito c'è stato, ma generico, che è stata una cosa confusissima, che metteva insieme due aspetti e non consente oggettivamente a nessuno di arrivare ad una conclusione. Stante il numero di presenze neanche pari a quelle del numero legale, se le cose rimangono così, può darsi che ci sia un'affluenza nel corso dei prossimi minuti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

Ho ricevuto un quesito dalla collega Manica. Naturalmente gli altri interventi terranno conto anche di questo.
La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Grazie, Presidente, le aggiungo anch'io un quesito a titolo personale perché non ho ben compreso la conclusione alla quale siete pervenuti a seguito della domanda posta dalla collega Manica sulla validità, per procura, di escludere degli assenti da quella che può essere un'espressione a titolo personale.
Diciamolo in un altro modo: potrebbe succedere che i colleghi firmatari di proposte di legge, mozioni o ordini del giorno, da adesso in poi, siano assenti in aula e chiunque altro, che è cofirmatario, è autorizzato, a seguito della decisione di oggi, a ritirare le proposte.
Al di là della questione in sé - che è comprensibile, perché ci sono tutti i membri del Gruppo Lega Nord a parte il Consigliere Brigandì - il fatto che con la decisione di oggi si dichiari che è così, mi preoccupa poiché la libertà individuale, a questo punto, è assolutamente a rischio totale.
Faccio un esempio: domani non mi presento o arrivo due ore dopo e scopro che miei colleghi hanno eliminato cento provvedimenti, sui quali ho posto la mia firma, senza chiedermelo. Certo, è una questione personale tra me e questi colleghi, ma rimane lo strumento della proposta.
Le chiedo chiarezza su questo, altrimenti non si comprende perché per la presentazione non valga la procura; cioè per la presentazione richiedete, giustamente, che ognuno di noi sottoscriva e aggiunga, a titolo personale, che il primo firmatario è stato contattato ed è d'accordo. Mi pare un'aggiunta utile, è un po' più complessa per noi, a maggior ragione nel momento in cui si annulla. Quindi, chiariteci questo.
Mi riservo di intervenire più avanti nel merito.



PRESIDENTE

Capisco anch'io il merito di una questione sicuramente complessa.
La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

In ordine al problema sollevato dalla collega Suino, debbo dire che è stata già data risposta dal Presidente - che l'ha preceduto nelle funzioni che ora svolge - che la prassi è questa.
Posso aggiungere che, forse, vi è una mancanza di interesse in altri che non siano comunque gli appartenenti al gruppo dei firmatari, e che non vi è alcun problema di libertà individuale sul punto. Vi è tutt'al più un'assunzione di responsabilità da parte di chi fa parte del gruppo ed è firmatario di quella proposta di deliberazione.
Per quanto riguarda, invece, l'intervento della collega Manica, devo dire che ad un chiarimento precedente il Presidente aveva risposto che si stava procedendo con una discussione unitaria.
Vi era la proposta dei quattro firmatari della Lega, vi era la mozione n. 329. L'intervento del collega Dutto ha chiarito, dopo la proposizione dell'ordine del giorno, che veniva ritirata quella proposta di deliberazione.
Mi pare che tutto questo sia già stato chiarito e che la discussione sia unitaria, senza necessariamente dover frazionare gli argomenti, data l'unicità delle problematiche in argomento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Intervengo in merito all'ordine dei lavori.
Innanzitutto, per quanto riguarda l'intervento della Consigliera Suino che è puntuale e che indubbiamente nella sua architettura ha una ratio condivisibile - ricordo che quel documento è firmato da tre Consiglieri, è redatto sulla carta intestata del Gruppo consiliare con primo firmatario il Capogruppo. Sono presenti non due Consiglieri a caso, ma due Consiglieri che sono, a nostra conoscenza, Vicecapogruppo di quel Gruppo, e credo che poi lo vorranno autonomamente dichiarare. Personalmente, quando sono assente, uno dei miei Vicepresidenti mi sostituisce in tutto e per tutto.
Il Presidente Cota, che ora è assente ed è sostituito dal Vicepresidente Riba, l'ha detto all'inizio: è una discussione unica, tant'è che due Consiglieri regionali (il Consigliere Tapparo e il Consigliere Riggio), con un chiarimento del Presidente Cota, uno invitato e l'altro spiegato - passatemi il termine improprio - hanno continuato il loro intervento di dieci minuti nella discussione generale.
Mi sembra - ma non voglio fare né polemica né offendere qualcuno - che qui o manca qualche argomento, oppure non si vuole entrare nel merito proprio per iniziativa vostra.
Quindi, dobbiamo confrontarci nel merito. Ci sono due documenti: un ordine del giorno e - mi sembra di capire che è ritirata la mozione della Lega Nord - la mozione n. 329. Se vogliamo continuare nella discussione sull'argomento, continuiamo, siamo presenti per lavorare fino alle ore 20.00, come ci eravamo accordati in mattinata.
Differentemente, se continuiamo in questo modo, o per questioni procedurali o per distinguere se è una discussione unica o separata, lo chiarisca, Presidente. Non vorrei - e non vuole essere un avvertimento, e lo dico due ore prima proprio per contribuire a trovare una soluzione e a chiarire un percorso - continuare a discutere se una mozione è ritirata o meno, su un ordine del giorno, sulla comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio per arrivare alle ore 20.00 a sospendere la seduta e continuare domani mattina.
Avevamo deciso di discutere questo tema con serenità; siamo qui fino alle ore 20.00 per farlo, e presumo sia un tempo sufficiente anche da come è stato incardinato il dibattito.
Pertanto, Presidente, svisceri il problema e ci dia la soluzione una volta per tutte: discutiamo nel merito. Domani mattina abbiamo un altro impegno, l'abbiamo già esplicitato, e poi non si dica che non abbiamo voluto. Ma non credo che queste siano le intenzioni, perché siamo qui per discutere nel merito e il Consiglio regionale autonomamente e legittimamente assumerà le proprie decisioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio

Solo per una risposta rapidissima alla collega Suino e per tranquillizzare tutti i colleghi per quanto riguarda i rapporti fra il Capogruppo Brigandì, il sottoscritto e il collega Rossi Oreste. Non ci saranno problemi poiché eravamo espressamente delegati ad operare in questo senso.



PRESIDENTE

Consentitemi una sospensione per definire con i funzionari una procedura, senza avere la pretesa di interpretare la complessità dei quesiti posti in via definitiva.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 18.15 riprende alle ore 18.17)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'o.d.g. prevedeva una discussione unica sulla deliberazione n. 247 e sulla mozione n. 329. La deliberazione n. 247 viene sostituita con un ordine del giorno connesso. L'ordine del giorno potrà richiedere un'eventuale discussione in sede di approvazione del medesimo, però la prassi non sarebbe questa, perché l'ordine del giorno collegato raccoglie la discussione che c'è stata sul punto.
Di conseguenza, se questa impostazione può essere condivisa da tutti i proponenti e destinatari, si potrebbe proseguire con le dichiarazioni di voto sulla mozione e sull'ordine del giorno e poi alla votazione. Questa è una procedura che mi sembra lineare.
I quesiti posti dalle colleghe Manica e Suino, attengono, in modo particolare, ad una materia un po' più vasta sulla titolarità di rappresentanza dei Consiglieri relativamente all'adempimento di un atto qualora non siano in condizione di svolgerlo personalmente.
Il ritiro, così come l'iscrizione e la sottoscrizione di un documento è sempre individuale. Tant'è che quando viene presentato un documento, chi lo firma successivamente deve essere autorizzato dai proponenti per poter aggiungere la propria firma. Sarà eventualmente la Commissione Regolamento ad occuparsene, anche se mi sembra che la valutazione che sto dando sia sufficientemente documentata e razionale.
Nel caso specifico, i colleghi dalla Lega Nord dichiarano di rappresentare in questo atto anche il collega Brigandì. Poiché la presentazione del documento è avvenuta tramite la consegna materiale fatta da qualcuno, a nome di tutti, non ho presente perché non viene registrato.
Ugualmente ritengo che il ritiro possa essere fatto, da parte di un rappresentante del Gruppo, dichiarandolo a nome di tutti.
Naturalmente anche questa è un'interpretazione perché i colleghi dicono di rappresentare il collega Brigandì. Se si trattasse di questioni che attengono ad altri Gruppi o se non ci fosse questo tipo di dichiarazione, è chiaro che nessun documento potrebbe essere ritirato in assenza di una manifestazione di volontà comunque espressa da ognuno dei proponenti.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, prendo questa sua informazione come un'informazione aperta: è una decisione che lei propone. Le espongo le mie osservazioni che, le assicuro, hanno puro carattere istituzionale, di rispetto reciproco, di applicazione di norme e regole.
In linea generale, di fronte ad una firma, la prudenza non è mai troppa.
Per riuscire ad individuare un percorso, il più possibile prudente provi, Presidente, a percorrere il seguente ragionamento. Premetto che non metto in dubbio alcuno la veridicità di quello che ha detto ora il collega Dutto - questo vorrei premetterlo: credo a quello che ha detto il collega Dutto. Il collega Brigandì è assente, ma consente al ritiro. Per Presidente, pensi a questo fatto che può comunque succedere, per vari ordini di ragioni. Nella prossima seduta il "Brigandì" di turno si presenta e dice "Cari colleghi, voi avete ritirato una deliberazione, che è un atto amministrativo, che aveva la mia firma. Come vi siete permessi di fare ciò?". Noi rispondiamo: "L'abbiamo ritirata perché il suo collega Capogruppo, ha detto che lei era d'accordo". Il "Brigandì" di turno risponde: "Con il mio Capogruppo me la vedrò io, ma voi, come vi siete permessi di togliere la mia firma? Sulla base di quale atto avete sottratto la mia firma ad un documento?" Di fronte ad una contestazione del genere non saprei cosa rispondere.
La firma plurima non penso che sia una fattispecie, il voto plurimo c'è. Capisco anche che un Gruppo dica che va bene, ma noi non dobbiamo pensare al fatto specifico, cioè che il Consigliere Brigandì è d'accordo e quindi non succederà tutto questo. Dobbiamo pensare ad una situazione perché questo fa precedente, nella quale poi il collega assente si presenta e dice: "No, no, non mi avete interpellato".
Quindi la inviterei, Presidente, ad essere il più prudente possibile non per il fatto di oggi, ma per la procedura.



PRESIDENTE

Quanto da lei esposto, Consigliere Chiezzi, è un contributo n ridondante né superfluo, perché, in ogni caso, a prescindere dal contingente, affronta una materia che è sempre stata gestita in modo pragmatico.
Penso che l'elemento problematico rimanga. Non è possibile rimuoverlo se non tenendo conto del fatto che la prassi che stiamo adottando potrebbe in ogni caso, essere revocata. Direi di procedere considerando operativa la revoca fatta a nome di tutto il Gruppo, con il che, lo faccio a salvaguardia della Presidenza, la questione rimane in qualche maniera revocabile se il firmatario dicesse che l'atto non lo rappresentava.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

Se il collega dicesse che questa decisione non lo rappresenta evidentemente si propone una specie giuridica che io considero in via di pura ipotesi e per un problema che si dovrebbe risolvere a quel punto.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

L'on. Rossi ha trovato il Presidente Brigandì, il Presidente Brigandì l'ha reperito e adesso invierà un fax a sua firma. Domani, poi, porterà l'originale in aula per fare la comparazione e vedere che è autentico.
Speriamo che sia sufficiente.



(Intervento fuori microfono del Consigliere Brigandì)



CATTANEO Valerio

Mi sono permesso di intervenire - e chiedo scusa ai colleghi della Lega richiamandomi all'intervento che ho svolto prima.
Siccome questo problema sembra superato, impegniamo questi dieci minuti per valutare se è effettivamente superato, confrontiamoci nel merito guadagniamo tempo perché l'impegno che avevamo assunto era di dedicare il pomeriggio di oggi a questo tema. Siamo tutti presenti per farlo: opposizione e maggioranza. Continuiamo nei lavori, perché l'orologio inesorabile sta avanzando. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Cattaneo, il suo intervento ha sicuramente aiutato.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Non sono sospettabile, perlomeno nella giornata di oggi, di avere partecipato ad alcuna manovra ostruzionistica su questo o quell'altro provvedimento. Devo dire di essere particolarmente preoccupato dalla via iperpragmatica che si utilizza come principio di regolazione del funzionamento del Consiglio, anche rispetto ad atti o problemi delicati come il problema di iniziativa, legislativa o deliberativa, da parte del singolo Consigliere. Il principio per cui arriva un fax che il collega Brigandì firma e, poi, domani confermerà a voce, magari con un giuramento dal punto di vista regolamentare è esattamente come se non arrivasse nulla.
Letteralmente è come se non arrivasse nulla. Se noi, in una materia non regolata, che possiamo interpretare secondo criteri di ordine sistematico e non secondo criteri di ordine letterale, su cui evidentemente ha un peso preponderante la prassi, e quindi i precedenti che via via si accumulano in questo Consiglio regionale, facciamo passare il principio...



CATTANEO Valerio

Il fax non ha valore legale...



PALMA Carmelo

Il fax non ha valore legale per la presentazione di progetti di legge quindi neanche per il ritiro degli stessi. Su questo non si discute, perch un domani, se io mandassi all'ufficio, tramite fax, una proposta di legge l'ufficio mi chiamerebbe chiedendomi di consegnarla firmata in originale.
Non vorrei che in una situazione così delicata, non tanto per la materia che stiamo trattando, quanto per il problema che essa solleva, si continuino ad accumulare precedenti che vanno nella direzione opposta rispetto a quello che dovrebbe essere riconosciuto, non solo in termini regolamentari, ma anche statutari, come potere e prerogativa del singolo Consigliere. Non mi sento troppo tranquillo, tanto più quando questo lo si vuole giustificare secondo criteri organizzativi di funzionamento del Consiglio regionale. Dal punto di vista sistematico e non già dal punto di vista letterale, essendo l'iniziativa su provvedimenti deliberativi e legislativi del singolo Consigliere regionale, laddove un Consigliere regionale sottoscrittore, per di più primo firmatario (quindi firmatario che autorizza la sottoscrizione degli altri firmatari), sia assente, mi sembra grave sostenere che qualunque firmatario può ritirare la firma del primo firmatario, senza alcun appiglio regolamentare né statutario, ma solo secondo un criterio organizzativo.
Per quanto riguarda la revoca che lei, Presidente, continua a riservarsi rispetto a questa procedura, qualora il Consigliere Brigandì non confermasse e non riconoscesse la rappresentanza dei Consiglieri Dutto e Rossi, anche questo è un escamotage di tipo organizzativo che non ha alcun rilievo dal punto di vista istituzionale. Nel senso che questo provvedimento sarebbe a tutti gli effetti un provvedimento ritirato, un provvedimento che dovrebbe essere riscritto all'ordine dei lavori; la situazione di questo provvedimento non sarebbe evidentemente quella in cui esso è giunto in questa fase della discussione, all'interno dell'aula consiliare.
Pertanto, se evitiamo di accumulare precedenti pericolosi, è meglio per tutti ed anche per il funzionamento dell'assemblea.



PRESIDENTE

Colleghi, sebbene le riflessioni del collega Palma richiedano un approfondimento, al momento non posso che tenere conto di una consolidata prassi, in base alla quale va considerata ritirata la proposta di deliberazione n. 247, anche alla luce di un fax che naturalmente ha un potere formale della portata che ha ricordato il Consigliere Palma, ma che di fatto ha costituito, in passato, un elemento al quale la Presidenza si è attenuta.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Voglio che rimanga a verbale che è parere nostro che non abbia un valore formale, ma un valore legale, così come è previsto dal Codice Civile. In aggiunta, voglio fare questa considerazione: se il collega Brigandì avesse inviato una lettera alla Presidenza, scritta qui a Torino e portata a mano, sarebbe stata esattamente la stessa cosa che è successa tramite fax da Roma.
Il provvedimento, quindi, è ritirato.



PRESIDENTE

Io ho dichiarato che in questo momento il provvedimento è considerato ritirato, naturalmente ferme restando le differenze e tutta la complessità giuridica.
La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Ancora su questo tema volevo rendere edotta l'aula di cosa è successo ieri in Commissione Cultura. Ieri, il Presidente Rossi ha respinto al mittente - collega Contu - una proposta di legge, in originale, che il collega stesso chiedeva di trasmettere in fotocopia agli uffici competenti.
Il Presidente Rossi ha detto che doveva essere consegnata personalmente e in firma originale agli uffici competenti.
Quindi, due pesi e due misure. Se questa è la prassi consolidata del Consiglio, ancora una volta è confermato che un conto è il Regolamento, un conto è lo Statuto e un conto è la prassi, che in genere è sempre in violazione dello Statuto e del Regolamento.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Mellano, per la sua valutazione, che condivido.
A questo punto, ritengo che dovremmo realizzare, nella sede appropriata e in termini di Regolamento, delle precisazioni che oggi mancano perché la prassi, per quanto consolidata, non ripropone mai le stesse procedure n gli stessi termini. Pertanto, la prassi non diventa consuetudine, e se la consuetudine ha valore di legge, la prassi certamente non lo può avere.
La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

La ringrazio, Presidente. Il mio non è un ringraziamento formale, ma sentito, non certo per la simpatia che nutro, Presidente Riba, nei suoi confronti, ma perché non è la prima volta che mi capita di essere iscritto a parlare da tempo e riuscire ad ottenere la parola solo quando c'è l'avvicendamento alla Presidenza! Presidente e colleghi, quando è nata questa diatriba - se era più corretto discutere prima di un argomento piuttosto che dell'altro - mi è tornato il ricordo di quel mio compagno di scuola molto timido che tutti i giorni era dibattuto su quale tattica adottare per fare il filo ad una compagna di classe: una volta pensava di invitarla a cena, un'altra a giocare a tennis, ecc. La morale è che, alla fine, per colpa della sua incertezza, la compagna di scuola ha sposato un altro.
Tornando alla questione in oggetto. Assessore D'Ambrosio, come lei sa non sono un esperto di questioni sanitarie, quindi, quando è nato questo problema, ho cercato di affrontarlo da un punto di vista strettamente pragmatico, ragion per cui mi sono posto alcune domande.
Prima domanda: è legittimo che un Ente pubblico affidi incarichi di consulenze ad esterni? Una domanda ovvia, semplicissima, banale, che qualcuno si è posto prima di me, se è vero come è vero che la Corte dei Conti ha una nutrita giurisprudenza in materia e si è espressa in senso affermativo.
E' legittimo che un Ente pubblico affidi consulenze all'esterno citando anche criteri - dice la Corte dei Conti - quando i problemi da risolvere devono richiedere conoscenze che vanno al di là delle normali competenze del personale dipendente. E' assodato che ASL ed Aziende ospedaliere siano legittimate a ricorrere a consulenze esterne.
L'altra domanda che mi sono posto è: rientra nell'autonomia dei Direttori delle ASL e delle Aziende ospedaliere decidere quali incarichi di consulenza affidare all'esterno? Anche in questo caso, la risposta è risultata affermativa.
Di qui la terza domanda d'obbligo: rientra nei poteri dell'Assessore sindacare sulle consulenze decise dai Direttori delle ASL e delle AA.SS.OO? L'Assessore D'Ambrosio mi sembra che, nel corso della sua relazione, abbia dato una risposta negativa alla mia domanda.
Ringrazio l'Assessore per avere deciso, autonomamente ed opportunamente, di avviare l'anno scorso il monitoraggio sulle consulenze.
A questo proposito, mi chiedo se, dal monitoraggio che lei ha effettuato sono emerse delle irregolarità amministrative o contabili commesse dai Direttori delle ASL e delle ASO Direi di più, mi chiedo se sono emerse delle irregolarità penalmente rilevanti. Se così fosse, inviterei la minoranza, anziché polemizzare sui giornali e costringerci ad un dibattito pesante e defatigante in aula, a ricorrere alla Magistratura.
Esaminando la questione, il filo conduttore della giurisprudenza della Corte dei Conti si affida a due principi: quello della ragionevolezza e quello dell'economicità. Due criteri e due principi certamente difficili da definire.
Allora mi chiedo: le consulenze affidate dai Direttori delle ASL e delle AA.SS.OO del Piemonte rispondono ai principi di ragionevolezza e di economicità? Le consulenze esterne affidate, diceva la Consigliera D'Onofrio, dalla Provincia di Torino per 25 miliardi rispondono a criteri di ragionevolezza e di economicità? I circa 50 miliardi di consulenze affidate dal Comune di Torino all'esterno rispettano i principi di ragionevolezza e di economicità? Ancora, la consulenza affidata dall'ex Ministro Turco all'agitatore di popolo, Agnoletto, risponde a requisiti di ragionevolezza ed economicità? Signor Presidente e colleghi, vedete che se ci addentriamo in questo discorso, facciamo presto a trovarci in mezzo al mare. Ancora una volta ci troviamo di fronte all'ennesima dimostrazione di un polverone propagandistico sollevato dalla minoranza. Prova ne è che, ancor prima di conoscere i dati della relazione dell'Assessore D'Ambrosio, sui giornali si parlava di una cifra eccessiva di miliardi spesi in consulenze, lasciando sottintendere che dietro alla stessa ci potessero essere comportamenti amministrativamente non corretti, quando non addirittura penalmente rilevanti.
Credo sia doveroso ringraziare la Lega Nord per aver deciso di ritirare la proposta di costituzione di una Commissione d'inchiesta e di ringraziare i Consiglieri Cattaneo, Galasso ed altri per la presentazione di un ordine del giorno - quanto mai opportuno - perché non possiamo sottacere che l'importo di queste consulenze sia estremamente rilevante. Riconducibile peraltro, in un ambito molto più consono all'attività delle ASL e delle ASO, una volta attuato il Piano sanitario che l'Assessorato ha predisposto e che il Consiglio, mi auguro, quanto prima possa approvare.



(Il Consigliere Papandrea chiede la parola)



PRESIDENTE

Consigliere Papandrea, lei è già intervenuto. E' per una questione di procedura?



PRESIDENTE

PAPANDREA Rocco (fuori microfono)



PRESIDENTE

Non so se esista il fatto personale per interposta persona. E' stata detta una cosa errata nei confronti del dottor Agnoletto, il quale non ha mai avuto consulenze...



PRESIDENTE

Non si tratta di fatto personale, Consigliere Papandrea, comunque il Consigliere Valvo prenda atto di questa informazione.
La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Ritengo sia dovere di ogni Consigliere intervenire in una materia così delicata. In qualche modo, bisognerà risolvere il problema alla base.
Volevo ricordare all'Assessore D'Ambrosio che, a differenza delle tante critiche che gli sono state rivolte in passato, da altri, ma anche dal sottoscritto, ho scritto un articolo in suo onore sul giornalino interno della Regione, che recita: "Le ragioni del cuore e la ragione dei numeri".
Questo articolo termina con la frase seguente: "La spesa sanitaria va forse, in un primo luogo, umanizzata, posto che nessuno si ammala per libera scelta e che un malato guarito giustifica anche lo sforamento delle previsioni di bilancio. Impariamo ad aiutare e a rispettare tutti coloro ai quali la sorte ha riservato un destino meno fortunato".
Dico questo, Assessore D'Ambrosio, perché rispetto il suo lavoro. Devo dire che, a distanza di un anno, mi sono accorto che è un bravo Assessore che fa il suo lavoro e lo fa bene. Personalmente, anche se tante volte l'ho criticata, le faccio i miei complimenti. Poi le dirò dov'è che, a mio giudizio, sbaglia.
Le faccio i complimenti perché lei ha portato qui un consuntivo di consulenze che sono effettivamente dettagliate e ha dato a tutti noi la possibilità di poterle leggere. Certo, è un pochino difficile leggere un metro cubo di documenti e capire se le consulenze siano state, o meno opportune.
In questi ultimi tempi, sto apprezzando il suo lavoro perché il discorso delle consulenze fa emergere "il bubbone" della vera sanità. Qui il problema non è lei, caro Assessore, ma il suo Presidente, perché tra i numeri e il cuore, come ho indicato, c'è di mezzo il Presidente, che, in qualche modo, concentra troppo la sua managerialità nella mendicazione istituzionale. E' diventato bravo a chiedere soldi per la Regione Piemonte e anche per gli altri. Ha impostato il suo ragionamento nel dire: "Bene sul territorio nazionale si ha bisogno dì un medico per tutti; nel 2000 138.000 miliardi, nel 2002, 144.000".
Risulta un consuntivo di questo tipo: a fine legislatura il Presidente che dà poca managerialità a questo tipo di ragionamento, ragiona in questo modo, dicendo: "Bene, gli strumenti che avevo a disposizione li ho utilizzati tutti quanti e l'anima mia sarà salvata". In che modo? "Ho dato dei budget ai Direttori generali; non li hanno rispettati e, se non li rispettano, li licenzio". Qualcuno l'ha già licenziato e altri seguiranno perché la vittima sacrificale, in ultima analisi, secondo me, sarà l'Assessore D'Ambrosio. Il Presidente dirà: "Amici miei, signori cittadini ho corso con 'i ciucci' che avevo" - come dicono dalle mie parti - "ho cercato di fare tutto quanto il mio ragionamento richiedeva e non ci sono riuscito. Ho licenziato tutti".



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale (fuori microfono)

Licenzieranno me!



GIORDANO Costantino

No, caro Presidente, non è questo! Lei commette un grandissimo errore in termini di managerialità, perché questo è un sistema che ha completamente sforato. Non ci sono più elementi. Non so come dire, ma è un sistema che fa acqua da tutte le parti. Mai una volta ho sentito dire in quest'aula: "Bene, cari Consiglieri della minoranza, facciamo un progetto nuovo sulla sanità". Iniziamo a dire che siamo tutti d'accordo che non funziona questa sanità. Non si può continuare a spendere lire senza dare servizi, perché il servizio sanitario in certi momenti è eccellente, mentre in altri fa veramente pena: alle Molinette ci sono prestazioni per cui occorre attendere un anno.
Quello che voglio dire, caro Presidente, glielo dico perché lei sa di essermi simpatico, in quanto ho sempre rispettato le funzioni, però su queste questioni bisogna essere chiari: non c'è malafede, ritengo che non ci sia imbroglio nei 72 miliardi, sono legittimi. Però lei cade su questo punto, perché il sistema non funziona e lei non ha fatto nulla al di là di mendicare al centro della Piazza di Roma dicendo: "Dateci i soldi poiché la sanità ha bisogno di lira". Ha creato questo nuovo lavoro.
Abbiamo aspettato tanti anni per capire che sui farmaci vi è la possibilità di risparmiare il 50%. In quest'aula sono l'ultimo arrivato però tutti sanno che nel circuito dei farmaci, per esempio, se si comprano direttamente alla fonte si evita il depositario, il grossista, il rappresentante e, in ultima analisi, la farmacia, che ci guadagna almeno il 50% o il 30%.
Bisogna esprimere nella gestione di questo argomento un pochino più di managerialità. Ma qualche suggerimento lo voglio dare: per esempio, perch quando si trova con gli altri Presidenti non fa un'analisi più profonda posto che lei ha uno strumento micidiale in mano e non lo adopera, al di là della mendicazione, che è l'ultima cosa che lei deve fare? Perché non dice agli altri Presidenti che in Italia, essendoci 50.000 ospedali - e questo è un esempio di creatività che lei può inserire nel circuito - non si possono mettere assieme tutte le centrali termiche degli ospedali ma si pu comprare il metano, il gasolio, o quello che è, direttamente alla fonte? Anziché pagare 2.000 lire al metro cubo, lo potremmo pagare 300 lire.
Si può fare questo tipo di ragionamento in tante altre attività, come la gestione degli immobili. Qualche spunto qui e là c'è stato.
Relativamente alle consulenze, non per malafede, posto che non si può dire all'Assessore al bilancio o all'Assessore D'Ambrosio di stare dietro ad ogni comunicazione o ad ogni incarico di consulenza, il discorso va visto nel suo complesso. Lei qui svolge un lavoro - quello della mendicazione - e lo svolge bene: le porgo i miei complimenti. Però, con la sanità, bisogna cambiare i numeri.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

In merito alla relazione dell'Assessore D'Ambrosio - che ringrazio per il materiale fornitoci e per la relazione stessa - qualcuno l'ha definita esaustiva, e certamente in parte lo può anche essere, anche se la conclusione che lei fa si fonda su un ragionamento imbarazzante. La Lega ha sollevato tale questione un po' di tempo fa. Lei stesso dice: "Abbiamo questa situazione. C'è una significativa spesa per quanto riguarda le consulenze. Dobbiamo verificare".
La conclusione del documento che lei ci sottopone è che quanto è avvenuto è una normalissima azione. Si prende coscienza di ogni singolo fenomeno per migliorare nei modi e nei tempi.
Tuttavia, tutto ciò viene fatto a posteriori. Lei dice: "E' una normalissima azione. Abbiamo provveduto con una serie di delibere e con una serie di circolari". Tra l'altro, se è possibile, sarebbe particolarmente importante avere l'ultima circolare alla quale fa riferimento - credo quella di luglio. Di fatto, l'iniziativa assunta, al di là della verifica in cosa consiste? Nel definire che, da adesso in poi, ogni sei mesi dovrà essere fornita all'Assessorato un'informativa completa da parte delle ASL e delle ASO Benissimo. E' utile, per carità. Ma questo giustifica nei confronti, ad esempio, della Lega, questo è sufficiente per ritirare la richiesta di una Commissione d'inchiesta. Cioè, di fatto, cos'è questa operazione che è stata inventata? Nient'altro che un'ulteriore centralizzazione, e quindi mi fa maggiormente specie che la Lega accetti una procedura di questo tipo. Si tratta di un'ulteriore centralizzazione perché il tutto viene riportato in Assessorato e non solo. Rappresenta un ulteriore appesantimento burocratico tra scartoffie e cavilli vari ai quali già sono sottoposti i vari Direttori e gli apicali delle ASL e delle ASO quindi una documentazione in più che va ad aggiungersi. Poi è comprensibile, Assessore, non è soltanto una critica, che si debbano inventare delle soluzioni, che peraltro sono assolutamente ordinarie. Ma di fatto, dopo che ci siamo accorti, che abbiamo saputo dai giornali della sua denuncia di una crescita paurosa di spese per le consulenze, che cosa facciamo? Da una parte, il Presidente Ghigo dice: "No, la Commissione d'inchiesta non esiste". Ma come, con un fatto del genere, quando lo stesso Assessore richiede, ad un certo punto, una particolare attenzione, ed è un fatto doveroso nei confronti dell'istituzione, la massima soluzione che viene adottata è un ulteriore appesantimento burocratico dal territorio al centro, quindi un'ulteriore centralizzazione? Veniamo allo specifico. E' chiaro che le consulenze di cui parliamo sono conferimenti d'incarico previsti dalla normativa vigente, ma uno dei problemi che ci siamo posti è perché ne vengano dati tanti a personale in servizio, poiché, scorrendo la documentazione che riguarda le varie ASL e ASO, ritroviamo lunghi elenchi di dipendenti ai vari livelli e personale in servizio al quale viene conferito un incarico ad hoc. Poi, la voce che circola è che tali conferimenti vengono fatti con assoluta discrezionalità e grave autoreferenzialità da parte dei Direttori: si tratterebbe perciò di un metodo grave. Invece di riconoscere un maggior numero di ore si fa ricorso a questo metodo, che sarebbe doppiamente grave.
In ogni caso, noi abbiamo letto elenchi di nominativi di dipendenti ai quali viene conferito un incarico, a fronte di una disposizione che, per quanto ci risulta, questa Regione, e non altre, ha intrapreso anzitempo che è quella del blocco delle assunzioni.
Per quanto riguarda un primo problema, siamo dinnanzi ad un blocco delle assunzioni e ad una spesa che oscilla sui 72/73 miliardi, di cui oltre 40 sono solo nell'ambito della sanità.
Per quanto riguarda un secondo problema, siamo in presenza di alcuni fattori che hanno fatto lievitare la spesa. Tra l'altro, nessun collega l'ha ancora detto, ma mi soffermo un attimo sul fatto che dai 36 miliardi del 1999 siamo saliti ad oltre 41 miliardi, quindi si osserva un trend in crescita preoccupante e non vi è alcuna previsione che in qualche modo possa interrompersi. Questo rappresenta un altro elemento di preoccupazione.
In questo ultimo anno e mezzo una serie di ASL hanno aumentato queste spese in modo pazzesco. Faccio degli esempi: a parte le ASL 3 e 20 che toccano punte del 3%, l'ASL 15 arriva quasi al 4% in più, l'ASL 5 tocca quasi il 6%. Anche l'ASL 1 arriva a toccare quasi il 6%. Forse, una parte di questo aumento si giustifica con il fatto che non hanno ospedali di riferimento, forse, ma non è sufficiente di per sé.
Le Molinette, nonostante la diatriba Rissone (ASL 4) - Odasso (Molinette), sono risultate quelle che non provocano un disavanzo e che finalmente, ora, sono in pareggio; di fatto, però, con ben 2 miliardi aggiuntivi nell'ultimo anno arrivano alla cifra astronomica di 8 miliardi di consulenze di varia natura.
Tra l'altro, nella documentazione che riguarda il S. Giovanni Battista ad un certo punto viene citato anche un certo avv. Galasso per una consulenza. Va benissimo, era soltanto per dire che abbiamo rilevato questo riferimento.
Queste cifre superano i 41 miliardi, ma qual è il settore dove si è verificata la maggiore crescita? E' un'altra domanda che ci poniamo. Assessore, lei era distratto quindi gliela rinnovo: qual è il settore dove c'è stata una maggiore crescita? Nel dato complessivo noi vediamo un'accentuazione delle spese sanitarie, dopodiché, però, non tornano i conti. Escludiamo pure quelle che sono le branche nosologiche che, di per sé, necessitano di anestesisti e quindi di un supplemento - va bene - escludiamo quelli che sono gli interventi di tipo tecnico-specialistico - e va bene - ma arriviamo ad oltre 13 miliardi: c'è una differenza significativa di 28 miliardi che non sono giustificati.
La domanda, sostanzialmente, è la seguente: qual è il settore dove c'è la stata la maggiore crescita? Dall'osservazione delle consulenze e della metodologia utilizzata derivano ulteriori preoccupazioni, tra cui il fatto che gli affidamenti sono tutti diretti. Le abbiamo chiaramente guardate in poco tempo, quindi ci scusiamo per eventuali facili e superficiali interpretazioni, ma non abbiamo visto traccia di gara da nessuna parte; sono tutti affidamenti diretti.
Ritorno al discorso della discrezionalità e dell'autoreferenzialità.
Si tratta di consulenze e di contratti che si perpetuano nel tempo quindi, i conti sono continui, non c'è interruzione, e questo è un altro dato grave; peraltro, la legge prevede un qualcosa di specifico proprio in questo passaggio. Non solo, se si va a vedere l'evidenza documentale, si nota che alcuni Direttori si sono assolutamente blindati scrivendo "sì" a tutte le domande di evidenza documentale. Ma vi sono parecchie ASL e parecchi Direttori che hanno scritto "no".
Quindi, siamo in presenza di un numero significativo di consulenze che non hanno evidenza documentale, il che è doppiamente grave.
Concludo dicendo che sono queste le ragioni che supportano maggiormente nell'interesse dell'Assessorato e dell'Assessore - una Commissione d'inchiesta e, quindi, una fase istruttoria nella quale si possa entrare un po' più nel merito per individuare delle soluzioni che, per quanto ci riguarda, non sono il blocco delle assunzioni, ma, di sicuro, possono aiutare questa fase di riorganizzazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Circolano voci che il collega Brigandì abbia ridepositato l'ordine del giorno contro i cristiani, che aveva annunciato.
Corrisponde al vero o lei è in grado di smentire che l'on. Brigandì ha presentato un ordine del giorno contro i cristiani?



PRESIDENTE

Secondo la procedura normale di deposito presso il Presidente o il suo ufficio, non risulta.



CHIEZZI Giuseppe

Sono voci infondate al momento?



PRESIDENTE

Relativamente al formale deposito, sono voci infondate.
La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Presidente, voglio esordire in favore del Consigliere Cattaneo, perch il Consigliere Chiezzi lo aveva invitato a dare ancora fiato alla lettura ma il Consigliere Cattaneo mi ha confidato che, da quando ha letto che Senofonte è morto soffocato perché ha voluto concludere un periodo troppo lungo, ha pensato che fosse meglio fermarsi. Ma veniamo a noi.



(Commenti in aula)



GALASSO Ennio

Succede. Non bisogna mai rispondere ad una battuta felice; quindi raccolgo.
Aggiungo che mi era stato detto di parlare in difesa dell'Assessore. Io ho detto che non avrei parlato in difesa dell'Assessore, perché l'Assessore è qui, forse parte offesa, in quanto il clamore ha evidenziato, in modo improprio, il ruolo ed anche quello che è il merito - dobbiamo dire - di questo dibattito.
Tutta la vicenda nasce perché l'Assessore D'Ambrosio, in un clima di assoluta serenità, recepisce alcuni dati, su cui non ha elementi di valutazione, ed inizia un'operazione di monitoraggio. Su questo, poi, si è innescata una tempesta giornalistica - lo dico in senso bonario - che debbo dire, si è acquietata in aula. Dalla relazione, dai dati forniti, non emergono inquietudini di sorta sotto alcun profilo, e quindi...



(Commenti in aula)



GALASSO Ennio

Sono pronto ad ascoltare anche il Consigliere Saitta.
Debbo dire che dagli interventi dei Consiglieri Tapparo, Giordano Caracciolo - un po' tutti - non ho raccolto elementi seri sotto il profilo formale per poter giustificare una cosiddetta Commissione d'indagine. Mi pare invece sicuramente congruo quello che si chiede con l'ordine del giorno, ovvero un'esigenza di informazione e una particolare attenzione al problema.
Anche la curiosità iniziale sui numeri è stata placata dagli stessi numeri, perché - si commentava con altri Consiglieri - nessuno, per esempio, immaginava o pensava che, su 72 miliardi, 41 riguardassero il dato sanitario. Questo è stato subito un primo elemento che ha contribuito a ricondurre in alvei modesti, negli alvei propri, significativi, questa vicenda.
Richiamo inoltre le considerazioni svolte dal Consigliere Papandrea che sottolinea criteri di opportunità e quindi ci porta chiaramente su un piano di legittimità formale e sostanziale. Per cui, ancora una volta dobbiamo dire che l'ordine del giorno è adeguato.
Il Consigliere Tapparo, in effetti, aveva illustrato una sorta di principio di adeguatezza, che trova risposta consona nell'ordine del giorno. Prima avevamo soltanto delle voci: oggi abbiamo una relazione. Le voci sono sorte per iniziativa dell'Assessore, lo dobbiamo ribadire l'Assessore ha dato una risposta che ci pare sicuramente esaustiva. Tutto qui.
Ancora una volta debbo dare atto - e non è la prima volta - del garbo con cui si svolge la discussione e quindi mi pare che possiamo avviarci ad una conclusione, perché ci aspettano impegni più produttivi, più fecondi sotto il profilo legislativo ed amministrativo.
Come vedete, non ho utilizzato tutto il tempo a disposizione.



PRESIDENTE

Una disponibilità che qualche Gruppo non mancherà di raccogliere immagino ringraziando.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Volevo ricordare all'Assessore una sua intervista, apparsa su un giornale del Canavese, La Sentinella del Canavese...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Ve la raccomando!



MULIERE Rocchino

In questa intervista - non ricordo se del 10 o dell'11 febbraio - lei dichiarava che la metà delle consulenze non riguardavano strettamente la sanità e poi aggiungeva che bisognava... Eravamo all'indomani della delibera del 7 gennaio, quella famosa dei tagli, dove la Giunta, in pratica e l'Assessore in particolar modo - annunciava una politica di rigore, di tagli agli sprechi e quindi, con quella delibera, si voleva, in qualche modo, annunciare un progetto che avesse l'obiettivo di risanare la sanità piemontese.
Devo dire che è lei che, attraverso quelle affermazioni, ha alimentato un clima del sospetto; in particolar modo, relativamente alla questione che stiamo discutendo oggi.
Penso che l'assegnazione di consulenze da parte delle Amministrazioni sia un fatto legittimo; tutte le Amministrazioni affidano consulenze per arricchire la propria politica amministrativa e cercare di fare delle scelte migliori, ma è cattiva amministrazione assegnare consulenze improduttive, assegnare consulenze che non servono, che non raggiungono l'obiettivo della buona amministrazione.
A noi pare che la politica sanitaria, la politica di gestione della sanità in questa Regione sia poco chiara, confusa e soprattutto inefficace perché la politica attuata attraverso la delibera del 7 gennaio - lo hanno ricordato bene i Consiglieri che mi hanno preceduto e i dati sono sotto gli occhi di tutti - non ha tagliato gli sprechi, ma ha tagliato i servizi, i posti letto e, soprattutto, è stata inefficace perché non raggiunge l'obiettivo che vi eravate prefissati: il risanamento. Se questa Giunta avesse un progetto chiaro, magari non condivisibile dalle opposizioni, dal centrosinistra, ma capace di raggiungere l'obiettivo del risanamento potremmo anche non condividerlo, ma sapremmo che c'è un'idea chiara, un progetto capace di raggiungere quell'obiettivo. Non è così. Ci dicono che nonostante i tagli che si stanno verificando, c'è stato, nei primi sei mesi, uno splafonamento della spesa di quasi 325 miliardi, con l'ipotesi di arrivare alla fine dell'anno a 650 miliardi che vanno ad aggiungersi al "buco" prodotto in tutti questi anni.
Qual è il timore che coglie l'Assessore, la Giunta, a costituire una Commissione d'indagine? Se non ci sono altri ostacoli, costituiamo la Commissione d'indagine e cerchiamo di capire se le consulenze assegnate sono produttive o improduttive nella gestione della sanità piemontese.
Cerchiamo di approfondire. Non ci basta avere una relazione ogni sei mesi vogliamo andare a fondo di questa e di altre questioni.
Penso che ci sia una responsabilità politica se nel campo delle consulenze non è andato come doveva. C'è una responsabilità politica da parte sua, da parte di questa maggioranza e da parte dell'Assessore competente.
La richiesta di costituire la Commissione d'indagine è nata dalla Lega Nord, di fronte a questa politica di stop and go. La Lega avanza una richiesta, va a finire su tutti i giornali, naturalmente poi questo serve nella contrattazione con il resto della maggioranza per ottenere qualcosa.
La risposta è arrivata, non dico immediatamente, ma dopo un po' di tempo, magari dopo un seminario ad Oropa, dopo le vacanze estive, ed è stata la seguente: "Bene, allarghiamo la Giunta, entrerà anche la Lega".
Naturalmente la Lega, appena si discute della questione della Commissione d'indagine, che tanto aveva scatenato l'attenzione dei giornali nei mesi precedenti alle vacanze, ritira la proposta e si accontenta di una relazione semestrale. Così è avvenuto l'altro giorno con la proposta di ordine del giorno presentata dal Capogruppo Brigandì. Insomma è una politica che alla lunga creerà sicuramente dei problemi alla maggioranza.
Lo stop and go in tutte le questioni alla lunga crea dei problemi. Quando manca la linearità, soprattutto in politica, le conseguenze in qualche modo si pagano. Assessore, penso che non ci sarebbe alcun problema, non dovrebbe esserci alcun problema, nell'accettare una proposta di costituzione di una Commissione d'indagine. Quando non ci sono problemi di altro tipo, si agisca con chiarezza. Credo che sia nell'interesse dell'Assessore e della Giunta fare chiarezza su ombre che si sono create su argomenti delicati come quello delle consulenze o diciamo importanti come quella della politica sanitaria.
Ecco perché penso che sarebbe utile a tutti, soprattutto ai cittadini perché quando un cittadino si vede dare una risposta negativa alla sua richiesta di servizio, di domanda di salute, quando un cittadino riceve queste risposte, ha bisogno di non avere ombre, di non avere sospetti su quello che avviene nella politica sanitaria. Noi non vogliamo alimentare questo clima di sospetto; non è nell'interesse di alcuno.
Bene, se c'è la proposta di una Commissione d'indagine, se tutto ci serve a fare chiarezza, va bene. Ecco perché, Assessore, Presidente Ghigo Giunta e maggioranza, bisognerebbe che ci fosse da parte vostra un atteggiamento diverso di fronte a queste richieste, che vengono anche da una parte della vostra maggioranza. Costituire una Commissione d'inchiesta in questo momento servirebbe sicuramente a fare chiarezza in una vicenda poco chiara.


Argomento:

Verifica numero legale


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

La verifica del numero legale dovrebbe essere chiesta in fase di votazione, comunque si proceda pure all'appello nominale.



(Il Vicepresidente Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

Si constata la presenza del numero legale, essendo presenti in aula n.
28 Consiglieri.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Intervengo sulla procedura, non certo per fare un dispiacere personale al Presidente della Commissione.
Sono andato a controllare la posta che il Presidente Cota ha inviato sul sistema della votazione elettronica, che è prevista anche per la verifica del numero legale...



PRESIDENTE

Chiedo scusa, effettivamente è stata una mia mancanza. Gli uffici me l'hanno già fatto notare.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Incarichi e consulenze esterne - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Fondi sanitari

Esame proposta di deliberazione n. 247: "Costituzione Commissione d'inchiesta, ai sensi dell'art. 19, lettera b), dello Statuto della Regione Piemonte relativamente alle consulenze affidate dalla Regione Piemonte e dai suoi Enti, Aziende e Società collegate"; esame mozione n. 329 inerente a: "Consulenze miliardarie nella sanità piemontese: istituzione Commissione d'inchiesta, ai sensi dell'art. 19, lettera b), dello Statuto regionale relativamente alle consulenze affidate dalla Regione Piemonte e dai suoi Enti, Aziende e Società collegate"; presentazione ordine del giorno n. 350 inerente a: "Razionalizzazione sanitaria e consulenze assegnate dalle ASL e ASO" (seguito)


PRESIDENTE

Tornando all'argomento in discussione, ha la parola il Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

La Consigliera D'Onofrio faceva rilevare nel suo intervento che il Comune di Torino e la Provincia di Torino hanno un impegno finanziario, per quanto riguarda le consulenze, che è percentualmente, in rapporto al loro budget, superiore a quello della Regione Piemonte. Questo è indubbiamente vero. Però vorrei far notare alla Consigliera D'Onofrio che né il Comune di Torino né la Provincia di Torino hanno Assessori che dichiarano pubblicamente che circa la metà del budget speso in consulenze è speso inutilmente, senza motivazioni, come ha fatto pubblicamente, in più riprese ed occasioni, l'Assessore D'Ambrosio.



(Commenti fuori microfono dell'Assessore D'Ambrosio)



MARCENARO Pietro

No, sto dicendo cose verissime, come lei sa! Queste cose sono comparse sui giornali locali, sui giornali torinesi, senza che alcuna smentita sia stata data.
Quindi, partiamo dal fatto che in una sanità - poi c'è una questione più ampia - che riguarda una parte decisiva dell'azione di governo e dei compiti della Regione, e che versa nelle condizioni che tutti sappiamo siamo di fronte al fatto che viene denunciata, per cifre cospicue, una situazione di spreco. Questo in un quadro in cui la difficoltà, secondo me per serie ragioni, di intervenire su tali sprechi e su spese inutili, porta poi alla necessità di tagli sulle spese necessarie, cioè su quelle che si traducono in servizi per le persone e per il funzionamento del sistema sanitario regionale.
Questo, quindi, è il punto di partenza della vicenda, che nasce da un problema di queste dimensioni.
Però prima di intervenire ancora su questo punto rilevante, penso sia di qualche interesse provare a ricostruire la storia della discussione che stiamo facendo, perché serve alla minoranza e, a mio parere, dovrebbe servire anche alla maggioranza, e sicuramente è un punto essenziale dei rapporti politici in questo Consiglio regionale.
Infatti, come voi sapete, oltre alla mozione che abbiamo presentato, è stata all'o.d.g. questa vicenda per una proposta di deliberazione appena ritirata, presentata dal Gruppo della Lega Nord e, in particolare, come primo firmatario, dall'on. Brigandì.
Cos'è successo? E' successa una cosa che si ripete spesso, e che faceva notare il collega Muliere. La cosa che si ripete è che si aprono e si agitano questioni di grande rilevanza ed importanza, e questo viene fatto senza alcuna convinzione per affrontare effettivamente quel problema, ma come ricordava il collega Muliere - come puro strumento di un negoziato interno alla maggioranza che riguarda naturalmente altri campi ed altri terreni.
Si arriva al punto che questa prassi è talmente diventata consueta, che voi stessi, dando comunicazione di una vostra importante riunione come quella che avete tenuto ad Oropa, non vi siete neppure preoccupati di dire: "Ci sono tanti compiti nuovi, è necessario allargare la Giunta, perché ci sono nuovi impegni". No, avete dichiarato, e tutti i giornali l'hanno riportato, che bisogna allargare la Giunta non perché il Piemonte ne ha bisogno, ma perché bisogna dare un posto alla Lega.
Voglio dire che esiste, nel nostro confronto e discussione, una strumentalità ed un esplicito primato dei rapporti di potere e delle mediazioni all'interno della maggioranza - ci penserà poi il mio amico Cattaneo a ricordarmi le divisioni che esistono nella minoranza.
Sto parlando di una questione che oggi è ancora più interessante perché riguarda chi governa questa Regione. E chi governa il Piemonte con questo tipo di logica produce dei danni alla Regione, alla qualità del suo sistema di governo, e rende ogni rapporto quasi impossibile, perché su ogni tema viene meno quell'elemento di contenuto di merito sul quale le posizioni si possono confrontare. E se su ogni tema si presenta - ora è il caso della Lega Nord, ma ci sono altri protagonisti all'interno di ciascun partito - questo tipo di negoziato e di logica, si costituisce un elemento di deterioramento della qualità del governo regionale e di forte inquinamento di qualsiasi rapporto e relazione corretta in un sistema bipolare degno di questo nome, basato su una chiara alternanza di programma e su un confronto di contenuti.
Questo è un punto molto importante, e lo dico, Presidente Ghigo, per dire che questa questione trova conferma in diversi aspetti. Naturalmente queste possono essere cattiverie giornalistiche, ma la notizia uscita ieri su La Stampa dice che i rappresentanti delle Camere di Commercio, i rappresentanti delle Casse di Risparmio - non solo un uomo che è stato indicato dall'opposizione - hanno abbandonato una seduta di Finpiemonte per protesta contro un metodo di assegnazione e di decisione delle nomine che riporta ad un principio di spartizione politica, nella quale una dimensione delle competenze tende a sparire.
Questo ci preoccupa per il bene generale, ma dovrebbe preoccupare chi pensa ad una dimensione più ampia della politica, perché non credo che siano forze, né le Camere di Commercio né la Cassa di Risparmio di Torino pregiudizialmente ostili, dal punto di vista politico, alle posizioni che voi rappresentate, o pregiudizialmente schierate sulle vostre posizioni.
Mi pare emerga su questo un quadro e, in questo quadro, una cosa molto chiara. Ma come si fa - chiedo - in una logica di rapporti politici positivi, trasparenti, nella distinzione all'interno del Consiglio regionale, di fronte ad un Assessore che indica l'esistenza di un problema una minoranza che chiede che su questo problema si apra un confronto e che il Consiglio regionale sia dotato degli strumenti per accertare la situazione, a negarlo? Che senso ha? Che rapporto pensate di costruire, se anche questi strumenti sono negati, in una normale dialettica politica, che ripeto - trova spazio solo nella dimensione di un negoziato strumentale all'interno delle forze della maggioranza di governo? Faccio questo intervento e dico queste cose, perché è un problema reale. Se nella maggioranza non matura la consapevolezza che, anzich procedere attraverso questa dimensione strumentale del confronto, occorre un confronto politico diverso, questo costituisce un elemento di serissima gravità.
Il Presidente Cattaneo è preoccupato della durata di questa discussione. C'è un modo semplicissimo per accorciare la durata di questa discussione, per chiudere questa storia in tre minuti, e tutta la minoranza ne sarebbe soddisfatta: accedere ad una domanda ragionevole e legittima cioè dire che si può aprire in questo Consiglio regionale su questo tema una sede con le caratteristiche che abbiamo indicato, caro Consigliere Cattaneo. In quel modo, la discussione si chiude in due minuti, senza alcuna preoccupazione. Stiamo parlando di questioni che riguardano semplicemente il merito.
Tutti voi riconoscete che c'è una legittimità e un contenuto realistico nelle cose che ho cercato di dire. Naturalmente le guardo dal mio punto di vista, non pretendo che la maggioranza le guardi dallo stesso punto; ma in occasione di un dibattito come questo, la maggioranza deve riconoscere che c'è un problema che la riguarda ed aprire su questo un confronto. Il punto essenziale, che rende complicato un rapporto istituzionale serio è questo.
La maggioranza, per definizione, ha maggiori responsabilità, ragion per cui deve affrontare il problema.
Penso che il segnale di cui oggi abbiamo bisogno sulla questione relativa alla proposta di istituzione di una Commissione d'indagine sulle consulenze, sia un atto di trasparenza politico-istituzionale, in modo da venire incontro ad una richiesta che, dovete riconoscere, è fondata per le ragioni che ho cercato di spiegare.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Al di là delle considerazioni avanzate dal Consigliere Marcenaro, ho chiesto di intervenire perché ci sono alcune questioni che mi incuriosiscono.
Mi rivolgo in particolare all'Assessore D'Ambrosio. Leggendo la relazione - premetto di non aver avuto il tempo di leggerla tutta, quindi mi riprometto di farlo con attenzione per meglio interpretarla - si evince che 72 miliardi per alcuni colleghi, in particolare quelli della Lega che hanno ritirato il loro documento, non sono assolutamente una cifra influente. Sarà perché sono nato in barriera e abito a Madonna di Campagna ma dalle mie parte ci si stupisce ancora per cifre molto, ma molto inferiori. Anche chi pensa ad una parte sociale si dovrebbe stupire - mi riferisco al Consigliere Galasso - per cifre molto inferiori. Io appartengo ad un partito che si stupisce ancora quando le risorse vengono spese malamente, anche se sono poche migliaia di lire, ma qui si parla, come qualcuno ha detto, di "soli" 72 miliardi. Questo era uno degli argomenti che mi ha stupito.
Nella relazione è scritto "le consulenze sanitarie, la parte più importante, sono 41 miliardi". Non ho alcun dubbio che le cifre riportate siano quelle esatte, ci credo assolutamente. Mi preoccupo, come utente e come paziente, se c'è la necessità di spendere 41 miliardi e mezzo per consulenze sanitarie. Non ci posso credere che riguardino tutte "la necessità di affidare ad esperti esterni e qualificati la realizzazione di interventi di particolare e rilevato contenuto tecnico specialistico, quale la sorveglianza medica di laboratorio dei dipendenti esposti al rischio di radiazioni ionizzanti, ecc.". A leggere molto velocemente il materiale che i Consiglieri Riggio e Suino avevano, ci sono consulenze sanitarie che mi fanno pensare: quali sono le carenze sanitarie delle nostre ASL e delle nostre ASO? Invidio il Consigliere Saitta. Qualche Consigliere è in possesso di piccoli plichi di documenti, ma, se ricordo bene e se è stato riportato in modo veritiero, il Consigliere Saitta ha avuto la possibilità e il privilegio di vedere il "fantomatico libro".
Faccio una richiesta ufficiale all'Ufficio di Presidenza e all'Assessore, affinché anch'io possa avere l'opportunità di consultare il libro per cercare qualche curiosità.
Non entro nel merito se i giornali, tra i quali la mitica Sentinella del Canavese, abbiano riportato correttamente le sue frasi, ma l'Assessore ad un certo punto, ha sentito la necessità, prima della richiesta di una Commissione d'indagine della Lega, di fare una verifica sulla situazione delle consulenze. Quando qualcuno lamentava i 350 miliardi di deficit della sanità, per le consulenze dal 1996, lei aveva definito questo "qualcuno" come allarmista. Le cifre sono quelle che sappiamo. L'ASI (Azienda Sanitaria Italiana) nel periodo 1995/1999 (sono dati ufficiali) ha denunciato un disavanzo della Regione Piemonte di 2.800 miliardi. Lo dico senza polemiche, non siamo in campagna elettorale (chi faceva campagna elettorale su questo, non essendo il Mago Otelma, aveva indovinato l'entità).
Assessore D'Ambrosio - un proverbio recita: "male non fare, paura non avere" - se non c'è alcun problema, perché non istituire la Commissione? Non mi riferisco direttamente all'Assessore, ma ai Direttori generali, alle ASL e alle ASO che sarebbero oggetto di indagine e di attenzione. Fra l'altro, si tratta di una Commissione che potrebbe aiutare il Consiglio, in particolare l'Assessore alla sanità che ha svolto questo difficilissimo ruolo, forse in assoluto l'Assessorato con il compito più difficile.
Pertanto, Assessore, le rinnovo la mia solidarietà già manifestata in altre occasioni per un ruolo così difficile, con difficoltà oggettive di Giunta con una visione, da parte di qualche suo collega, che va in una direzione che con la sanità a poco a che fare, ma quando entreremo nel merito del Piano Sanitario Regionale cercheremo di capire.
Relativamente al prossimo Piano Sanitario Regionale penso che di sanitario abbia molto poco, ma non è questo il momento per discuterne perché stiamo parlando della Commissione. Una Commissione, Assessore, che potrebbe aiutarla a capire se ci sono dei problemi che anche lei aveva individuato come possibili, prima dei colleghi della Lega, che hanno richiesto la Commissione d'indagine. Perché non si vuole costituire una Commissione d'indagine? Se non c'è alcun problema, la si può costituire senza difficoltà, può essere d'aiuto e supporto ed anche noi dell'opposizione potremmo volentieri metterci al lavoro - ci sono altri colleghi della minoranza che sono più attenti e capaci di me sulla materia per cercare di far funzionare meglio la sanità in Piemonte! Perch ripeto - non costituire la Commissione d'indagine? A questo punto, mi viene da pensare male! Assessore, dovrebbe pensare male anche lei, nel suo interesse e nell'interesse della sanità piemontese! Lei dovrebbe preoccuparsi! Dovrebbe essere lei a richiedere, sollecitare e sostenere la Commissione d'indagine per capire com'è lo stato dell'arte.
Vengo all'ultima parte: la sanità piemontese e la gestione della sanità hanno come primo responsabile il Presidente Ghigo, ma metto al secondo posto - non me ne voglia - l'Assessore Burzi, mentre l'Assessore D'Ambrosio lo considero al terzo posto. Questa è la mia classifica di responsabilità ma tornerò sull'argomento quando affronteremo il Piano Sanitario Regionale.
E' stata costituita l'ARES, l'Agenzia regionale che doveva eliminare consulenze e sprechi, ma le consulenze sono aumentate. Assessore commissari l'Agenzia oppure cambi qualcosa, perché questa, che era nata per svolgere una funzione dell'oggetto sociale, non la sta svolgendo o la svolge male. Anche i manager chiamati allora, i Direttori generali delle ASL, che dovevano trasformare le ASL in Aziende, sono stati così bravi da creare deficit e dover chiamare dei consulenti per rimediare a tali problemi. Allora, o sono incapaci i dirigenti che avete nominato, o c'è ancora una volta, qualcosa che non funziona, e questo è uno dei problemi per cui il deficit non lo controllate. Questa è la situazione.
Per ultimo - e termino - l'Assessore ha inviato, a firma del dott.
Ferro, una circolare comportamentale. Assessore - mi rivolgo anche a chi l'ha firmata - se non esiste il problema, la circolare non si manda. Ma se si manda una circolare, vuol dire che il problema esiste e noi siamo convinti che esiste almeno nelle dimensioni che lei ha fornito in queste cifre, che cercheremo di approfondire una per una.
Essendo presente in aula qualche collega che proviene dalla sua Regione, mi permetto di dire: "Guaglio', stateve accuorti!", riferito ai Direttori generali, cioè - traduco per gli "stranieri" della Padania: "Ragazzi fate attenzione!", sperando che la stampa estera, quella italiana per loro, traduca correttamente! Assessore, se ha mandato questa circolare è perché lei, il Presidente Ghigo e la Giunta vi siete resi conto che sulle consulenze ci sono molte e molte cose che non vanno e questo è un problema che si potrebbe provare a capire con una Commissione d'indagine. Grazie.



PRESIDENTE

Ci sono altri Consiglieri che intendono intervenire? C'è soltanto il Consigliere Contu. Se nessun altro collega intende intervenire, anticipo che la seduta si potrà concludere dopo l'intervento del collega Contu e che domani si riapriranno i lavori con la replica dell'Assessore, se riterrà di svolgerla. Diversamente, procederemo alla votazione dei documenti.
I colleghi Saitta e Manica intendono intervenire? Pertanto, la seduta si conclude con l'intervento del collega Contu e domani proseguiamo con gli interventi dei colleghi Saitta e Manica.
Prego, Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. Devo dire: quale onore! E' un onore non meritato Presidente Ghigo, e mi spiace smentire il Presidente Cattaneo, per me che ho assistito passivamente a questa discussione, anche per apprendere, per imparare, rispetto ad una Commissione che non seguo.
Ho trovato di notevole interesse l'intervento del Presidente Marcenaro quando ci ha invitati a ricostruire la vicenda, se non altro per quanto concerne l'iter di approdo all'aula della discussione sulle consulenze.
Assessore, oggi si solleva la questione delle consulenze, ma, se la memoria non mi tradisce, questo non deriva dalla sua sensibilità. Vorrei ricordare che, in epoche non sospette, ma dopo quattro o cinque mesi dall'inizio della legislatura, il Presidente Saitta sollevò ripetutamente attraverso i giornali, questo problema. A febbraio si discusse in aula, se non ricordo male, un'interpellanza dei DS nella quale si paventava quanto lei, nella relazione che oggi ci ha fornito, ha posto all'evidenza dell'aula, cioè che il costo complessivo delle consulenze si aggirava intorno agli 80 miliardi, con una ripartizione fra consulenze sanitarie (41 miliardi), consulenze tecnico-informatiche (20 miliardi) e costi totali delle consulenze amministrative legali (11 miliardi).
Dov'è, allora, il colpo di scena e ciò che mi preoccupa? Che il Consigliere o Presidente Brigandì sia Consigliere e persona estemporanea è noto a tutti; le vicende sulle questioni dell'Islam, il protagonismo su una materia così delicata, con tutte le conseguenze che ha comportato, in termini di attenzione dei "media a questo dibattito, ma anche di diffusione di paure, la dice lunga sul suo ruolo. Io non credo che la sua proposta di deliberazione, datata 24 luglio 2001, fosse il segno di questa sua estemporaneità ed ho cercato di capire come mai. E' una partita che si gioca all'interno degli assetti della Giunta? Non credo che si possa giocare così sulla pelle della malasanità; aggiungerebbe male al male.
Sicuramente il Consigliere Brigandì, in qualche modo informato, ha ricevuto copia della sua circolare datata 16 luglio 2001. Quindi, il 16 luglio 2001 lei che cosa inoltra? Una circolare. A chi la indirizza? Ai signori Direttori e ai Commissari delle Aziende Sanitarie Locali e delle Aziende Ospedaliere. Cosa dice, però, in questa circolare? Dice cose molto interessanti, per le quali non comprendo, se questo documento è pubblico perché non vi sia stata l'attenzione della Magistratura, e le spiego perché. Salto alcuni passaggi. Dice: cari signori, state attenti quando date le consulenze. State molto attenti e badate bene. Primo criterio (qui è il terzo): conferimento dell'incarico ad esperti di provata competenza.
Esperienza e competenza potranno essere opportunamente approvate a mezzo curriculum vitae allegato all'atto di incarico. Determinazione preventiva (durata), punto 4); corretta qualificazione del rapporto, occasionalità dell'incarico, limitatezza temporale dell'incarico, punto 7). Però non pu non balzare all'attenzione anche di un lettore distratto il punto 8): divieto di conferimento a personale in trattamento di quiescenza anticipata di anzianità da parte dell'Amministrazione di provenienza e di Amministrazioni con cui si abbia avuto rapporti di lavoro o impiego nei cinque anni precedenti a quello della cessazione del servizio. Poi prosegue: rispetto delle normative di settore, ad esempio lavori pubblici rispetto delle norme di settore nel caso di conferimento di incarico a pubblico dipendente, corretta qualificazione del rapporto nel rispetto della distinzione fra contratto d'opera e prestazioni rese in regime di cosiddetta parasubordinazione, i cosiddetti contratti di collaborazione coordinata e continuativa. Poi - punto 12) - rispetto degli obblighi di astensione relativi ad interessi propri o di parenti o affini e del regime dell'incompatibilità.
Sa cosa penso, da lettore distratto, Assessore? Che questa fattispecie questa casistica, non è il frutto di un dirigente che gli ha predisposto questo atto, se non che - e lo do per presunzione, perché esiste l'atto di presunzione rispetto all'intenzionalità - questa casistica così ampia pu derivare solo ed esclusivamente dalla conoscenza dello stato dell'arte. Non esiste.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Decreto legislativo n. 29, Decreto legislativo n. 165...



CONTU Mario

Certo, lei lo ricorda, ma la tassatività con la quale si riportano alcune cose... Non credo che il Consigliere Brigandì, nell'apporre la firma alla proposta di deliberazione, sia stato mosso da altri motivi. Ne dubito perché non credo che questo modificherà gli assetti e definirà le controversie e le contraddizioni pur presenti all'interno della maggioranza. Credo nella fondatezza di quella denuncia. E' una denuncia che terminava con una proposta semplice, che noi, e credo tutta la minoranza abbiamo ritenuto di dover accogliere. Si faccia una Commissione d'inchiesta.
Assessore, nel momento in cui la sanità, per tutte le questioni legate al deficit di bilancio, è nell'occhio del ciclone, quale occasione migliore se la maggioranza, lei in prima persona e il Presidente Ghigo, hanno la certezza di aver operato secondo la diligenza del buon padre di famiglia come qualcuno dice, ponendo nel controllo degli atti, da parte di chi è preposto, quell'attenzione che è dovuta anche al rispetto alla legislazione vigente? Quale occasione migliore per misurare, sotto l'attenzione di una Commissione d'inchiesta, la validità del suo operato? Lei ne porta la responsabilità politica, ad altri le responsabilità penali e civili qualora il quadro di riferimento fosse quello che si può intravedere dalla fiscalità e precisione dei richiami, seppur fonti di legge e di normativa.
Questa era l'occasione migliore.
Negare oggi una funzione del Sindacato Ispettivo, perché di questo si tratta, perché la Commissione d'indagine a cui ho partecipato, nella mia breve esperienza consiliare, ha altre due Commissioni speciali costituite in un altro ambito su tematiche estremamente delicate; al termine di questo percorso, ognuno ha potuto esprimere, nel merito di quella questione, un giudizio, ha tirato delle conclusioni; in un caso, si è arrivati anche ad una conclusione unitaria, ad una relazione finale che ha raccolto la maggioranza e la minoranza.
Allora, Assessore, le rinnovo l'invito. Il collega Dutto sicuramente oggi non ha avuto un "colpo di sole", qualcosa è successo. Qualcosa è successo e credo che probabilmente gli atti di questo Consiglio regionale che restano scritti, possono e rischiano di andare oltre la sola ed esclusiva competenza di una Commissione d'inchiesta, che poteva essere il primo passo per restituire trasparenza ad un contorno e ad un quadro che alla luce anche di un Consigliere distratto, appare sicuramente improntato alla poca trasparenza.
Gli elementi che lei ci ha fornito non sono sufficienti a dissipare i dubbi. Poi posso sommare da privato cittadino, ma ultimamente mi è capitato di dover interloquire con altri privati cittadini relativamente a vicende che riguardano la sanità, che naturalmente intendono esprimere la loro preoccupazione, anche perché vengono ampiamente disattesi quegli obblighi e quei doveri ai quali un pubblico amministratore, o persona incaricata dalla pubblica amministrazione, normalmente si dovrebbe attenere.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Colleghi, abbiamo raggiunto la tappa delle ore 20.00. Forse avremmo ancora un po' di tempo per svolgere i due interventi che sono ancora prenotati. Mi sto rivolgendo in modo assolutamente discorsivo all'aula per verificare se esiste la disponibilità a proseguire per questi venti minuti nel tentativo di realizzare un percorso più ampio.
Ha chiesto la parola la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Ritengo che assolutamente in piena legittimità abbia fatto questa richiesta all'aula. Le vorrei solo dire che il Consiglio era convocato fino alle ore 20.00. Ci sono due interventi, ma ce ne sono anche altri. In seguito agli interventi, sono previste le dichiarazioni di voto. Inoltre mi sembra che a questo punto forse ci sia anche qualche problema di numero legale, e comunque, in quei venti minuti non esauriremmo il dibattito. Poi il Consiglio non era convocato oltre le ore 20.00, perché formalmente non era prevista seduta notturna, e non sono solo venti minuti che occorrono ma qualche momento di più.
Pertanto, ci sembra impraticabile la proposta di proseguire.



PRESIDENTE

Posso chiedere per domani mattina la puntualità per poter iniziare e recuperare? La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Innanzitutto, vorrei fare una riflessione: è vero che il Consiglio è convocato, ma non è tanto vero che è convocato fino alle ore 20.00; è consuetudine finire per le ore 20.00. Siccome ci sono due sedute antimeridiana e pomeridiana - è convocato fino alle ore 23.59, in primo luogo.
Ci sono delle difficoltà - me ne rendo conto - perché molti Consiglieri, sia di maggioranza che di opposizione, hanno degli impegni o li avevano pianificati probabilmente non pensando che i lavori del Consiglio regionale si potessero prolungare rispetto alle ore 20.00. Per visto che oltretutto è un provvedimento tanto caro all'opposizione, perch è stato sostenuto in maniera molto argomentata, quindi anche per una forma di rispetto, se la maggioranza e l'opposizione volessero insieme garantire il numero legale (siamo oltre 31 Consiglieri presenti), siamo qui eventualmente per continuare. Almeno proviamoci, per mezz'ora o un'ora.
Anche perché, ma lo avevo già detto alle ore 18.00, non vorrei che domani se vi fossero proposte da parte nostra che valuteremo o, comunque, se vi fosse invece una continuazione molto prolungata di questo dibattito, si invertisse l'ordine del giorno: quello che non abbiamo fatto oggi, che avevamo proposto con un segno di disponibilità e di rispetto verso l'opposizione, ma lo stesso rispetto e la stessa disponibilità - questo lo riconosco - c'erano stati nella mattinata da parte dell'opposizione. Se invece utilmente riuscissimo ad evitare questo problema, magari questa sera, con una presenza ancora di mezz'ora o un'oretta, potremmo risolvere od esaurire, per meglio dire, il dibattito ed esprimere il nostro voto.
Se queste condizioni non ci sono perché non c'è la disponibilità indipendentemente se causata da una parte o dall'altra, ne prendiamo atto e basta, ci vediamo domani mattina e vedremo il da farsi, con la prosecuzione di questo punto. Dopodiché, il Consiglio regionale, nella sua piena sovranità, prenderà una decisione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cattaneo. Non vedo segni di disponibilità.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Solo questo, Presidente. L'aspetto relativo alla durata dei lavori del Consiglio non è normato dal Regolamento.



PRESIDENTE

No, infatti.



CONTU Mario

Credo che in mancanza di un regolamento - è un problema che ho sollevato in un'altra occasione, lo vorrei ricordare - debbano valere gli usi e le consuetudini: normalmente la seduta pomeridiana si conclude alle 20.00 (magari poi si scivola un po', ma normalmente si finisce attorno a quest'ora). Talvolta la chiusura si anticipa, ma sono altri fatti che lo determinano, persino una partita di calcio può essere un elemento, per credo che la chiusura alle 20.00 sia una modalità abbastanza riconosciuta.
Se poi accade, è legittimo, come è successo l'altra volta, che l'aula si misuri con il voto e decida di forzare la situazione...



PRESIDENTE

No, collega Contu: il collega Galasso l'aveva posta in termini assolutamente sereni così come il Presidente Cattaneo che non hanno posto la questione in termini di voto. Non era questo, era una semplice sollecitazione.
Tra l'altro, vedo che il collega Dutto si sta allontanando: approfitta sempre, quando io sono qui a presiedere, per prendermi i voti in Provincia di Cuneo, ma questo attiene alla deontologia del collega Dutto, che mi mette in imbarazzo.
A domani.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.08)



< torna indietro