Sei qui: Home > Leggi e banche dati > Resoconti consiliari > Archivio



Dettaglio seduta n.120 del 02/08/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

Scarica PDF completo

Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caracciolo, Marengo, Moriconi Rossi Giacomo e Scanderebech.


Argomento:

b) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Sono stati distribuiti ai Consiglieri, prima dell'inizio della seduta odierna, i processi verbali delle adunanze consiliari del 29 giugno, 3, 10 12 e 17 luglio 2001, i quali verranno posti in votazione nella prossima seduta.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione relativa a "Convalida dell'elezione della Consigliera Patrizia D'Onofrio (Adempimenti ex artt. 15 e 16 del Regolamento interno)"


PRESIDENTE

Se l'aula acconsente, propongo di esaminare la proposta di deliberazione relativa alla convalida dell'elezione della Consigliera Patrizia D'Onofrio.
La parola al Presidente della Giunta delle Elezioni, Mellano.



MELLANO Bruno

Nella seduta di martedì mattina, la Giunta delle Elezioni ha esaminato il caso della collega Patrizia D'Onofrio relativamente alle cause di incompatibilità ed eleggibilità.
Ha preso atto della dichiarazione autografa della collega, in cui si dichiarava di non ricorrere in nessuna delle cause previste dalla legge e non avendo avuto altre notizie, ha provveduto a proporre, all'unanimità, a quest'aula di procedere alla sua convalida.
Tengo a dire che, in questo anno di assiduo lavoro della Giunta delle Elezioni, abbiamo praticamente concluso quanto di competenza, lasciando soltanto ad esame più approfondito il caso del Consigliere Galasso, che sarà affrontato all'inizio di settembre.
Quindi - ripeto - rispetto al caso in oggetto, all'unanimità, la Giunta delle Elezioni ha proposto la convalida, per cui invito i colleghi a votare in tal senso.



PRESIDENTE

Possiamo quindi procedere alla distribuzione delle schede per la proposta di convalida della Consigliera Patrizia D'Onofrio.
Preciso la modalità di votazione: i Consiglieri che votano "SI'" esprimono parere favorevole alla convalida.
Nomino scrutatori i Consiglieri Godio e Contu.



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto con l'assistenza del Vicepresidente Toselli che effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

La votazione è chiusa.
Si proceda con lo spoglio immediato delle schede.



(Si procede allo spoglio delle schede)


Argomento: Incarichi e consulenze esterne - Assestamento di bilancio - Fondi sanitari - Diritto allo studio - Assistenza scolastica

Proseguimento esame disegno di legge n. 318: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2001 e disposizioni finanziarie per gli anni 2002 e 2003" - Esame collegati mozione n. 336 e ordini del giorno n. 337 e n. 338 - Presentazione questione sospensiva


PRESIDENTE

Nel frattempo, possiamo riprendere l'esame del disegno di legge n. 318 relativo all'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2001.
La parola al Consigliere Gallarini, per l'integrazione alla relazione che ha già svolto nella seduta di ieri.



GALLARINI Pierluigi, relatore

In effetti, la prima parte della relazione è rimasta inalterata, perch l'architettura del provvedimento è rimasta la stessa. Ieri, in Commissione così come si era deciso in Consiglio, si è concluso l'esame approfondito e dettagliato degli emendamenti che l'Assessore Burzi aveva presentato l'altro giorno in Consiglio regionale, quindi mi limiterò a leggere la parte finale della relazione, che tiene conto della seduta suppletiva della I Commissione tenuta ieri.
Nel corso del dibattito in aula consiliare si è infatti verificata la necessità di rinviare il testo in Commissione per valutare i numerosi emendamenti presentati. L'ulteriore fase istruttoria ha permesso agli Assessori competenti per materia di relazionare ampiamente sulla portata degli emendamenti, da ultimo proposti, sia quali variazioni al bilancio annuale che a quello pluriennale. In particolare, ci si è soffermati sui temi dell'agricoltura e della difesa dalle avversità atmosferiche e delle infrastrutture presenti sul territorio, sul piano energetico sull'edilizia, sul finanziamento alle imprese, sugli interventi in campo ambientale e, più in generale, sulle principali motivazioni sulle quali fondono i residui passivi. Gli ulteriori approfondimenti, presupposto alle ultime variazioni, hanno inoltre consentito di aumentare lo slittamento, in conto capitale, al 2002 - e questo è il dato più significativo - da 250 a circa 345 miliardi; ciò comporta la riduzione del mutuo, esplicitata all'art. 2, di 150 miliardi. Pare, quindi, di poter affermare che il percorso istruttorio, estremamente esaustivo e compiuto in più fasi dovrebbe consentire all'aula di addivenire ad una rapida approvazione del documento in esame.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proseguimento esame proposta di deliberazione relativa a "Convalida dell'elezione della Consigliera Patrizia D'Onofrio (Adempimenti ex artt. 15 e 16 del Regolamento interno)"


PRESIDENTE

Mi è pervenuto in questo momento il risultato della votazione relativa alla convalida della Consigliera Patrizia D'Onofrio.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 35 hanno votato SI' 35 Consiglieri Proclamo convalidata la Consigliera Patrizia D'Onofrio.


Argomento: Assestamento di bilancio

Proseguimento esame disegno di legge n. 318: "Assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2001 e disposizioni finanziarie per gli anni 2002 e 2003" - Esame collegati mozione n. 336 e ordini del giorno n. 337 e n. 338 - Presentazione questione sospensiva


PRESIDENTE

A questo punto, dichiaro aperta la discussione generale in merito al disegno di legge n. 318.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, intervengo per sollevare poche osservazioni di carattere politico.
Discutiamo un provvedimento importante in assenza del Presidente Ghigo che, come al solito, avrà altri impegni; continua a non essere presente in momenti fondamentali e di snodo della politica regionale. Dato che non è la prima volta, continuo a segnalarlo.
Per quanto mi riguarda, e riguarda il mio Gruppo, considero inaccettabile la discussione del bilancio della Regione in assenza del Presidente della Giunta.
Si possono dire molte cose in merito a questo assestamento di bilancio ma ne scelgo una perché mi sembra la più emblematica. Sappiamo che i bilanci sono documenti di difficile lettura e di molto flessibile interpretazione, per cui, dal un punto di vista della maggioranza e della minoranza, molte cose possono essere dette e contraddette senza venire a capo di alcunché.
Segnalo una questione che ritengo particolarmente grave: quella relativa al fatto che la maggioranza ha deciso di non inserire nella discussione, in modo trasparente e chiaro, il problema del deficit sanitario. Ritengo che sia un fatto molto grave, che va nella direzione opposta a quanto inserito nelle nuove norme di contabilità per la Regione Piemonte. Ritengo sia un atto di mancata trasparenza, di volontà di eludere i problemi; in definitiva, un atto di scorrettezza verso il Consiglio e verso i piemontesi.
Non so se annunciare un deficit e non inserirlo a bilancio possa configurare illeciti amministrativi, da Corte dei Conti, da Procura della Repubblica; non lo so e in questo momento non mi interessa. E', comunque politicamente molto scorretto che questo sia avvenuto.
Ultima considerazione. Penso che l'appuntamento per discutere il bilancio sia un appuntamento nel quale la maggioranza debba garantire responsabilmente, all'aula la possibilità di funzionare attraverso i numeri che l'elettorato ha fornito, a seguito delle elezioni, alla maggioranza stessa per governare.
La maggioranza, in quest'aula, dispone di 40 seggi, perché il sistema elettorale l'ha casualmente molto favorita. Penso che nessuna discussione possa avvenire, oltre che in assenza del Presidente Ghigo, anche in assenza di una maggioranza che si assume le proprie responsabilità e che dimostra come ha detto il Presidente Cota in occasione di un piccolo incidente, di voler rispettare la sacralità dell'aula. Quindi, la maggioranza dovrebbe almeno quando presenta un bilancio, essere presente anch'essa, non dico con i 40 Consiglieri eletti, ma almeno con un numero tale di Consiglieri eletti capaci di far comprendere la volontà di governare, la convinzione, il rispetto dell'esito elettorale, il rispetto dell'aula e della sua sacralità.
Da quello che posso vedere non mi sembra che la maggioranza abbia i numeri sufficienti per poter svolgere questo compito, oltretutto non è presente il Presidente Ghigo.
Sollevo questo problema di carattere politico e di impostazione generale. Sono l'unico rappresentante del Gruppo, comunque è pur sempre un numero che non sarà compiacente con questa maggioranza.
Ho inoltre esaminato il merito dell'assestamento di bilancio con le specificazioni che sono state date a proposito di spese rimandate, di enorme rilevanza, in merito ai residui passivi sui quali, per carità maggioranza ed opposizione danno e possono dare interpretazioni diverse, ma si tratta di un fenomeno scandaloso all'interno del sistema contabile della Regione Piemonte.
Termino l'intervento annunciando il mio voto contrario al provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, come già annunciato nella Conferenza dei Capigruppo e rafforzato anche dall'intervento del Consigliere Chiezzi, che ha fatto notare un aspetto non secondario e cioè che, su una materia così delicata come quella dell'assestamento di bilancio, la presenza della maggioranza deve essere sicuramente qualificante, chiedo, Presidente - non so quale possa essere la modalità - che lei metta ai voti, per appello nominale, la proposta di inversione dei punti all'o.d.g.
Chiedendo questo, potrebbe consentire anche alla maggioranza di serrare le fila. Non è un escamotage, però coniuga due aspetti.
Il primo riguarda la richiesta che formulo direttamente all'Assessore competente: chiedo all'Assessore D'Ambrosio se non ritenga opportuno riferire in aula, anche perché per una coincidenza di riunioni non è stato possibile operare diversamente, sull'esito della vertenza dei 30 autisti che il 27 luglio hanno perso il lavoro. Situazione estremamente drammatica dal punto di vista occupazionale; oltretutto, al di là della perdita del lavoro, preoccupa anche l'età degli addetti: 10 ultracinquantenni ed altri 10 ultraquarantenni, con tutte le difficoltà per un reinserimento occupazionale che, se non vede attore protagonista il pubblico difficilmente può trovare risposta anche nei rapporti con i privati.
La seconda questione, Presidente, si riferisce alla legge sulla casa.
L'Assessore Botta ha utilizzato, a mo' di megafono, i mezzi di informazione per sostenere l'urgenza del provvedimento sulla casa. Per il nostro Gruppo è possibile provare a trovare una sintesi su alcuni aspetti importanti del provvedimento in oggetto. Più che altro, la mia richiesta è rivolta all'Assessore Botta, affinché renda esplicito - tra i vari scenari possibili - se un ulteriore approfondimento a tappe forzate in Commissione dal 10 settembre ed un'eventuale sua approvazione nella seconda metà di settembre può avere conseguenze catastrofiche sull'attuale assetto dei bandi per l'accesso alla casa.
Sulla base dei chiarimenti che l'Assessore ci fornirà, potremo verificare l'opportunità o meno di dare priorità al provvedimento sulle nuove modalità di assegnazione delle case popolari e sulla determinazione dei canoni.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, la sua richiesta è tardiva poiché giunge dopo l'inizio della discussione generale e l'intervento del Consigliere Chiezzi.
Avrebbe dovuto chiedere la parola prima dell'inizio della discussione.



CONTU Mario

Chiedo, Presidente, che lei metta ai voti la proposta di sospensione del dibattito in corso. E' una cosa che abbiamo fatto più volte. L'aula, da questo punto di vista, è sovrana.



PRESIDENTE

In questo caso, la sua proposta può essere messa ai voti.



CONTU Mario

Presidente, chiedo che si voti per appello nominale.



PRESIDENTE

L'appello nominale deve essere richiesto da tre Consiglieri.



(Si associano alla richiesta i Consiglieri Chiezzi e Tapparo)



PRESIDENTE

Prima di passare al voto, ricordo che, in base al nostro Regolamento ha diritto di intervenire un Consigliere a favore della proposta ed un altro contro.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Poiché il Consigliere Chiezzi ha fatto un "preintervento" nel dibattito generale, e il Consigliere Contu una proposta di sospensione del dibattito per affrontare un altro tema, vorrei capire se posso fare un intervento in "predibattito generale" o se invece posso intervenire contro la proposta del Consigliere Contu.



PRESIDENTE

Non esiste il "predibattito generale": anzi, la richiesta del Consigliere Contu è senz'altro irrituale. Comunque, onde evitare di creare inutili polemiche, il Consigliere Contu trasforma la sua richiesta in "proposta sospensiva" e così la poniamo contestualmente ai voti.
L'intervento del Consigliere Chiezzi, ovviamente, era già un intervento nel dibattito generale.
Lei, se vuole, ha due minuti di tempo.



CATTANEO Valerio

Bene, la ringrazio per il chiarimento.
So anch'io che non esiste un "predibattito generale", ma mi sembrava strano che quello del Consigliere Chiezzi fosse un vero e proprio intervento: evidentemente, si riserva, nel prosieguo dell'articolato, di intervenire nuovamente.
Quanto alla proposta del Consigliere Contu, come ho già detto durante la Conferenza dei Capigruppo, noi siamo contrari, perché la maggioranza e il governo regionale ritengono prioritaria la discussione e l'approvazione dell'assestamento di bilancio.
Quanto invece alla richiesta della Giunta regionale - nella fattispecie dell'Assessore competente, D'Ambrosio - di poter svolgere una comunicazione su un tema che non può che preoccupare anche noi (e che mi sembra comunque, che la Giunta regionale stia già affrontando con la dovuta attenzione), se nella giornata di oggi si ritiene di introdurre una "finestra" per una semplice comunicazione senza alcun dibattito (altrimenti allungheremmo troppo i tempi) pensiamo che si potrebbe fare. Oppure pensiamo che tale comunicazione possa anche avvenire al termine della discussione dell'assestamento di bilancio: com'è noto, il Consiglio è convocato per la giornata di oggi nel pomeriggio, in seduta notturna e anche alle ore 00.01. Quindi, indipendentemente dall'orario, potremmo, al termine dei lavori, ascoltare la comunicazione della Giunta.
Ben venga il voto per appello nominale, richiesto, a norma del Regolamento, da tre Consiglieri. Non abbiamo alcuna difficoltà a votare anche per appello nominale, contro la proposta del Consigliere Contu. Non siamo contrari ad affrontare la questione: semplicemente, siamo contrari ad affrontarla in questa fase. Se nella giornata di oggi la Giunta regionale ritiene di introdurre questa "finestra", potrà farlo, se l'aula acconsentirà.
Dichiaro fin d'ora che c'è la nostra piena disponibilità, al termine della discussione sull'assestamento di bilancio, a rimanere qui tutto il tempo necessario ad ascoltare tale comunicazione.
Consigliere Contu, siamo contro la sua proposta in questo momento, non contro il merito di essa.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sulla richiesta di sospensiva presentata dal Consigliere Contu.
Il Consiglio non approva.
Proseguiamo pertanto con la discussione generale in merito al disegno di legge n. 318.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, colgo questa opportunità per riproporre, qui in aula, alcune considerazioni che ho già svolto in Commissione durante l'esame del disegno di legge di assestamento del bilancio.
Le mie considerazioni, condivise anche dal collega Giordano (sono quindi considerazioni a nome del Gruppo dei Democratici), hanno per tema la spesa sanitaria e la sua connessione con il bilancio 2001 e con l'assestamento.
E' noto ai colleghi che la gestione della sanità è una competenza totalmente regionale. Sappiamo che la spesa sanitaria, nella Regione Piemonte, è ormai giunta ad un livello di 10.000 miliardi all'anno e che quindi, incide sulla spesa corrente per l'80%. Mi sento dunque di fare qualche valutazione sull'andamento di questa spesa anche in occasione dell'assestamento. Il che vuol dire riflettere attentamente sul bilancio.
Intendo fare queste considerazioni anche perché, a conclusione del mio intervento, richiamerò alle proprie responsabilità i colleghi sull'approvazione del bilancio di previsione, perché in esso ritengo che ci siano delle sottostime. Quindi, per certi aspetti e per le parti relative alla sanità, penso che il bilancio contenga delle falsità. Denunciando tali falsità, richiamerò i colleghi, anche attraverso l'appello nominale, alle proprie responsabilità, perché esistono anche responsabilità individuali.
Chiedo, anzi, che il Presidente del Consiglio regionale, sulle osservazioni che farò in ordine a "falso in bilancio", intraprenda le opportune iniziative. La invito, Presidente, a valutare quanto dirò.
Il settore sanitario, come sappiamo, è un settore in disavanzo. Dal 1997 ha un disavanzo percentualmente in crescita: nel 1997, 1998 e 1999 tale disavanzo è stato nella Regione Piemonte del 7-8%. Lo abbiamo scoperto nei giorni scorsi. L'Assessore D'Ambrosio - e la Giunta intera - ci hanno detto che il disavanzo sanitario nella nostra Regione ha raggiunto ormai nel 2000, più del 12% della spesa sanitaria. Ciò è accaduto nonostante si siano fatte alcune manovre che, però, si sono rivelate inefficaci ed inutili, come quella del "Patto del Buon Governo" del 2000.
Per essere corretti e non essere accusati di posizioni estreme sappiamo perfettamente che la crescita della spesa sanitaria è un dato costante, che è un problema che riguarda sicuramente altre Regioni, che il Governo ha finora coperto gran parte del disavanzo e che tutte le Regioni sperano in una sua copertura completa. Però sappiamo che questo non è possibile, e credo che il Presidente Ghigo, se fosse presente, ci direbbe che una copertura del disavanzo, anche soltanto del 50-60%, sarebbe un grande risultato.
Sappiamo inoltre e bisogna tenere presente che la battaglia intrapresa dalle Regioni in ordine alla copertura nazionale del disavanzo (copertura parziale), è una battaglia sicuramente utile. Noi la condividiamo: più copertura c'è da parte dello Stato, evidentemente più risorse abbiamo a disposizione. Ma sappiamo anche che questa richiesta è una posizione che ha dei limiti, perché non risolve il problema della crescita della spesa sanitaria, che è un problema che avremo sicuramente di fronte, perché è una competenza interamente regionale.
Ma veniamo al nostro bilancio. Qual è il quadro degli ultimi anni? Per quanto riguarda l'esercizio 1999, dopo la copertura parziale dello Stato la Regione ha deciso di accendere un mutuo di 350 miliardi per la copertura completa del disavanzo. Questo mutuo è iscritto nel bilancio di previsione 2001 e mi pare che la sua accensione sia stata deliberata circa un mese fa.
Quindi, per il 1999, con questo mutuo la spesa sanitaria è in pareggio.
Per quanto riguarda il 2000, la Giunta ci ha informato pochi giorni fa attraverso la comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio - noi, per la verità lo sapevamo già, lo sapeva anche la Giunta, perché ci sono anche altri documenti ufficiali, come quello di gennaio, sulla manovra - che la maggiore spesa della sanità è di 1.200 miliardi rispetto al 1999. Questa è l'entità del disavanzo, per cui la spesa sanitaria in Piemonte raggiunge ormai la cifra di 10.000 miliardi. Quindi, abbiamo questo dato, che è il disavanzo, la maggiore spesa che bisogna coprire di 1.200 miliardi per il 2000.
Per quanto riguarda il 2001, sappiamo tutti che la Giunta - non l'ha detto con chiarezza, ma sostanzialmente lo sappiamo - ha deciso, con la manovra dei tagli di inizio anno, che per il 2001 la spesa dovrà essere perlomeno uguale a quella del 2000. Questo è il suo grande obiettivo: un obiettivo veramente enorme, considerato che la spesa dal 1999 al 2000 è cresciuta del 12%. Pensare che nel 2001 la spesa possa essere come quella del 2000 sarebbe già un bel risultato. Ma se anche così fosse, se questo risultato venisse raggiunto (spesa 2001 = spesa 2000), la spesa sanitaria sarebbe di 1.200 miliardi in più rispetto a quella preventivata. E questo se la manovra funzionasse. Sappiamo che la manovra non funziona: nel primo trimestre ha già evidenziato un disavanzo di 84 miliardi; mi pare che nel secondo trimestre consuntivo l'ordine di grandezza sia più o meno simile (siamo già a 160 miliardi).
Pertanto, qual è il quadro complessivo? Qual è il nesso con il bilancio? E perché parlo di falsità in queste cifre? Allora, 1.200 miliardi da finanziare; per il 2001, ancora 1.200 miliardi se si raggiunge l'obiettivo, più 300 miliardi che mi sembra siano lo sforamento rispetto alla manovra, che è stato anche ammesso e constatabile già nei primi due consuntivi.
Quindi, per il 2000 e il 2001 c'è la necessità di coprire 2.700 miliardi: questo è il compito della Regione Piemonte, questo è il grande problema. Non le manovre piccole e banali su alcuni capitoli di assestamento: la Regione Piemonte ha la necessità di coprire un disavanzo di 2.700 miliardi.
Certamente, una parte di questo disavanzo sarà coperta dallo Stato.
Facciamo l'ipotesi ottimista del Presidente Ghigo: 60% di copertura di questa spesa. Se ciò avvenisse, significherebbe che lo Stato potrebbe coprire per il 2000 e il 2001 circa 1.600 miliardi, ad essere ottimisti, e quindi per la Regione Piemonte resterebbe la necessità, per il 2000 e il 2001, di coprire 1.100 miliardi con risorse proprie. Non parlo del 2002 perché il 2002 è tutto a carico della Regione, quindi la situazione è drammatica.
Le cifre che prima ho riportato sono tutte tratte da delibere della Giunta regionale, non sono opinioni personali, sono tratte dalle delibere della Giunta regionale. Ripeto qui e me ne assumo la responsabilità, come ho fatto in Commissione e come ho fatto pubblicamente, che queste cifre non compaiono minimamente nel bilancio del 2001, non compaiono nell'assestamento in discussione.
Per questo motivo, insieme al collega Giordano, abbiamo presentato un esposto alla Corte dei Conti, in quanto riteniamo che esista una sottostima della spesa sanitaria per il 2000 e il 2001. In sostanza, in questi documenti è scritto che la spesa sanitaria per il 2000 e il 2001 - non parlo dell'imputazione del disavanzo, che può essere fatta quando si vuole è uguale a quella del 1999, quando la Giunta, attraverso i suoi atti ufficiali, ha detto che la spesa era diversa, quando la Giunta l'altro giorno ci ha detto che la spesa non è di 8.500 miliardi, ma di 10.000 miliardi. Questa è una sottostima, e la Giunta lo sapeva già al momento della presentazione del bilancio di previsione; lo sa a maggior ragione perché ha assunto una decisione attraverso una comunicazione ufficiale; lo sa oggi in cui si fa l'assestamento. Quindi, sottostima dell'assestamento e per questo presenteremo anche un esposto al Commissario di Governo.
I colleghi che hanno esperienza - non soltanto i colleghi che hanno esperienza amministrativa - sanno che il bilancio di un Ente pubblico deve rispondere ad alcuni principi essenziali, i cosiddetti requisiti del bilancio, che non possono essere disattesi, perché non ci sono motivazioni di carattere politico, senza violare la legislazione. Pertanto, il Presidente del Consiglio sa perfettamente che un bilancio deve rispondere ai principi dell'universalità, dell'annualità, dell'integralità, della pubblicità, dell'unità, del pareggio e della veridicità. Quest'ultimo è un principio fondamentale, stabilito dalle leggi: veridicità. Non è un aspetto banale. Quando il legislatore ha stabilito che il bilancio deve rispondere a questo principio, ha voluto sostanzialmente dire che le previsioni delle entrate non devono essere superiori alla realtà, e così pure le spese perché in ogni caso le spese bisogna finanziarle, cioè le spese vanno iscritte nel bilancio per il valore reale, non per un valore fittizio soprattutto quando si conoscono. E questo è il dato: le spese sono state iscritte per un valore fittizio e non reale, mentre si conoscevano. E' chiaro che quando si fa questa operazione vuol dire che si lasciano libere delle risorse che potrebbero essere utilizzate.
Noi credevamo che l'assestamento fosse l'occasione per fare un'operazione di verità. Questo non è avvenuto e quindi diciamo ai colleghi e diciamo al Presidente, al momento dell'assestamento, di fare una votazione per appello nominale, perché individuiamo delle responsabilità anche personali, in quanto il bilancio contiene delle falsità per la sanità. Ci sono degli elementi di falsità e riprenderò successivamente questo intervento per dimostrarlo puntualmente.



PRESIDENTE

Voteremo per appello nominale, trattandosi di una legge.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Penso che il richiamo dei colleghi dell'opposizione che mi hanno preceduto in merito all'importanza di un dibattito sulle problematiche relative al bilancio e sulla necessità, in momenti cruciali come questi che riguardano la vita della Regione espressa attraverso le sue cifre della presenza del Presidente della Giunta, non fosse, in questo caso, un richiamo sovrabbondante, né superfluo, né rituale, ma una segnalazione di ordine politico-amministrativo molto pregnante e seria.
Ci troviamo davanti un documento che, preso nella sinteticità delle cifre, potrebbe sembrare, visto che è una manovra che complessivamente si assesta intorno a 9.000 miliardi, un assestamento di poco conto, un semplice aggiustamento tecnico rispetto ad alcuni capitoli, più che rispetto ad altri, che riguardano alcuni Assessorati e non altri. Un semplice aggiustamento che rimanda le significative scelte di ordine politico-amministrativo a fasi successive e, segnatamente, al documento di programmazione economica e finanziaria e al dibattito connesso al bilancio preventivo dell'anno successivo, che è il collegamento fra quel testo e la nuova legge di contabilità che prevede cose ben precise, in vigore nella Regione Piemonte.
Apparentemente, sembrerebbe che ci sia solo questo, con qualche complicazione introdotta nell'ultima riunione di Consiglio, sulla base della presentazione di una massa di emendamenti da parte della Giunta (massa di emendamenti che ci risulta non fossero noti neanche al relatore della precedente proposta), che sono stati esaminati, con l'impegno di tutti i Gruppi, nella giornata di ieri in I Commissione, e con alcuni ulteriori spostamenti di capitoli tra Assessorati e all'interno di voci negli stessi Assessorati.
Se fosse solo questo, non ci capaciteremmo dell'ordine della situazione. Anche perché, come hanno rilevato precedentemente alcuni Consiglieri, già nel bilancio di previsione per l'anno finanziario 2001 così come nell'assestamento, avevamo fatto un lungo dibattito su una voce che riguardava il 60% del bilancio regionale nel suo complesso (il Consigliere Saitta sosteneva l'80% per quanto riguarda la spesa corrente) che era l'ignoto della spesa sanitaria all'interno della Regione Piemonte.
Questo ignoto buco nero della spesa sanitaria grava, all'interno della Regione Piemonte, come grande assente tra le cifre dell'assestamento.
E' grazie ad una nostra iniziativa, dell'opposizione tutta, che, ad un certo punto, dopo un lungo dibattito in Commissione, siamo riusciti ad avere una scarna tabella collegata ad un verbale di Giunta in cui si evidenziavano circa 1.200 miliardi di disavanzo per quanto riguarda la spesa sanitaria del 2000. Da un esame attento, quei 1.200 miliardi non sono, a nostro avviso, ancora la cifra reale sul 2000. Penso che l'Assessore Burzi, in questa direzione, possa essere un attento osservatore perché lui sa, come l'Assessore D'Ambrosio e l'intera Giunta che ci ha consegnato quella tabella allegata ad un verbale della Giunta stessa, che lì noi certifichiamo la spesa, compiutamente e in modo definitivo, per circa 11 AA.SS.LL. ed AA.SS.OO. del Piemonte. Ne mancano più della metà con una cifra assolutamente certificata ed accertata; mancano alcune grandi Aziende sanitarie ed ospedaliere, la cui spesa e il cui possibile disavanzo può, da solo, attestarsi su alcune centinaia di miliardi.
E' più vicina a 1.200 miliardi la certificazione di quel disavanzo del 2000 o si avvicina rapidamente quasi a 2.000 miliardi solo sull'anno 2000? A questo possiamo aggiungere, analoga previsione sul 2001, uno sforamento di oltre 150 miliardi - e questo lo ha detto l'Assessore in Commissione rispetto alla manovra del 7 gennaio? Manovra che avevamo definito ingiusta ed inefficace: ingiusta perché tagliava a tutti gli Assessorati nello stesso modo - un patto uguale tra diseguali - non distinguendo chi aveva sprecato e chi no; inefficace perché, non intervenendo sulle cause strutturali del deficit, che possiamo far risalire alla separazione tra la programmazione, la gestione e il controllo - che è stato l'atto più significativo di innovazione da parte dell'Assessore D'Ambrosio nella gestione della sanità piemontese e che gli ha consentito di totalizzare questo deficit sanitario - sarebbe stata, comunque, una misura anche inefficace, tant'è che siamo già, rispetto alla misura di contenimento di 750 miliardi, ad uno sforamento dichiarato di 150 (ma noi riteniamo di poter anche raddoppiare la cifra). Questo è lo stato dell'arte.
Auspichiamo e riteniamo di grande importanza che la spesa sanitaria delle Regioni possa essere controllata, contenuta, per quanto possibile, e ripianata dal Governo centrale, in attesa della compiuta partenza federalista del 2002. Ci risulta difficile pensare che possa essere ripianato un deficit di questa dimensione, come ci risulta difficile ritenere che non si debbano iscrivere queste cifre perché sia più corretto iscrivere semplicemente ciò che resta dopo i trasferimenti dello Stato. Si scrive ciò che c'è oggi, in termini di deficit sanitario, mentre si iscriverà, successivamente, nel bilancio preventivo quanto, in termini di entrate, verrà trasferito dallo Stato.
Non voglio fare una questione di legittimità o cose di questo genere perché potremmo imbarcarci in un dibattito di ordine giuridico-contabile finanziario infinito, in cui ognuno di noi, potrebbe portare successive documentazioni a favore della propria tesi. Vorrei impegnarvi in un dibattito di ordine politico-amministrativo: come pensate di poter fare un intervento su questo deficit, ormai incontrollato, ed attuare delle efficaci misure di controllo, se non siete neanche in grado di evidenziarlo? Se vi rifiutate di evidenziarlo? Se iscrivete in bilancio di previsione un mutuo di 350 miliardi e lo cancellate successivamente? Voi pensate che sia tacendo, che sia negando, attraverso un'operazione di negazione delle cifre, che si risolve il problema? L'unico ordine di problema che voi avete è quale dibattito si instaura tra voi e l'opposizione ed, eventualmente, quali saranno i titoli sui giornali affinché la Giunta non debba fare ulteriormente una figuraccia sulla questione sanità. Ma quella è già assicurata dal pregresso e da quel che sta avvenendo quotidianamente! L'iscrizione, in questo momento, all'interno dei documenti di bilancio è un atto doveroso nei confronti del Consiglio, della comunità piemontese dei tanti operatori che lavorano nella sanità, ma, soprattutto, dei cittadini utenti. Ed è un atto doveroso in termini politico-amministrativi perché rende possibili, verificabili e trasparenti le politiche di risanamento. Senza questo non ci sarà trasparenza, non ci saranno atti di programmazione veri, ci appresteremo ad andare ad un Piano sanitario in cui ci verrete a raccontare che opererete l'ulteriore occultamento. In quest'aula ci presenterete alcune scarse paginette di programmazione generale e cercherete di riservarvi, con delibere di Giunta, le operazioni sostanziali. Questa è l'operazione a cui vi preparate, non inserendo nei preventivi e negli assestamenti le cifre esatte del deficit che modificano compiutamente l'intero bilancio regionale. Non stiamo parlando di un settore a caso, ma stiamo parlando del complesso del bilancio regionale perché quel deficit e le caratteristiche di quel deficit su una voce di questa rilevanza rendono il bilancio completamente diverso, rendono le vostre scelte politiche ed amministrative completamente diverse, si riverberano inevitabilmente su tutti gli altri settori della Regione e renderanno le vostre scelte di programmazione compiutamente diverse.
Noi siamo qui a porvi una questione di politica amministrativa e di ruolo di programmazione della Regione. Volete acquisirla e rientrare per questa strada dal deficit, spostandolo in altra direzione? Questa è una strada: una strada verificabile, una strada trasparente, dove ci saranno progetti alternativi, che confronteremo pubblicamente, non solo in quest'aula, ma davanti alla comunità piemontese. L'occultamento è un atto grave nei confronti della comunità e dell'aula; la negazione, la non esplicitazione - chiamatela come volete, non mi voglio formalizzare sui termini - implica una scelta politica ed amministrativa molto grave.
Noi abbiamo presentato degli emendamenti - mi avvio alle conclusioni immagino di avere già superato il tempo consentito - che manteniamo.
Abbiamo voluto segnalare alcune questioni in ordine ad alcuni settori per noi di grande importanza politica, che avevamo già evidenziato nel dibattito sul preventivo. Penso ad alcuni emendamenti sulle politiche di sviluppo, penso ad alcuni emendamenti sulle questioni relative alle grandi infrastrutture (dalla vicenda di Malpensa in poi), penso a politiche sull'agricoltura e sull'ambiente.
Abbiamo anche presentato una mozione di cui vorremmo parlare successivamente, ma che riteniamo collegata alla manovra di bilancio, che riguarda la problematica delle consulenze e la costituzione di una Commissione d'inchiesta. Ci pare che questo tema sia contestuale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie, Presidente e colleghi.
Ritengo che i criteri e le modalità con cui risulta essere redatto il bilancio di previsione per l'anno finanziario 2001 si prestino ad una serie di brevi considerazioni. Il bilancio di previsione rappresenta la stima delle entrate acquisibili nell'arco di un anno, non ancora iniziato, e la stima delle spese necessarie e sufficienti ad erogare i servizi pubblici e per esprimere interventi a sostegno dello sviluppo sociale ed economico della Regione nel medesimo arco temporale. L'esigenza di possedere un bilancio di previsione e non solamente un bilancio di fine esercizio, come hanno invece le imprese, ai cui metodi e criteri operativi questa Giunta vorrebbe ispirarsi, nasce dalla circostanza che le Regioni, al pari di ogni altra azienda di erogazione, deve coordinare la sua finanza in anticipo valutando il complesso delle sue risorse e rapportandole, in relazione all'ordine di grandezza, all'importanza e alla distribuzione, alla redditività economica e alla dimensione complessiva delle sue spese.
Il bilancio regionale è un bilancio puramente finanziario, non dovendo dimostrare il reddito prodotto. Esso deve assicurare che i mezzi finanziari acquisibili o reperibili siano destinati ad impieghi previsti e non deve quantificare i profitti. Tutto ciò vale a distinguerlo profondamente dal bilancio finanziario delle imprese, che è anche un bilancio economico patrimoniale, posto che è finalizzato a dimostrare il reddito conseguito sia in termini di maggior valore registrato dal patrimonio aziendale, per effetto della produzione, sia in termini di differenza tra ricavi ottenuti e costi sopportabili.
Il bilancio della Regione è anche e soprattutto di tipo giuridico, non tanto perché la Regione è un Ente di regole giuridiche, quanto piuttosto perché i mezzi finanziari previsti nel bilancio provengono, in ultima analisi, da un prelievo che viene effettuato sulle risorse di persone fisiche e giuridiche o dal debito pubblico che utilizza, oltre che risorse personali, risparmi e giacenze del sistema bancario. L'impiego di queste risorse deve essere garantito da regole e comportamenti che ne assicurino un uso proficuo e regolare.
Il bilancio della Regione è anche un atto politico, posto che esso viene predisposto dalla Giunta ed approvato dal Consiglio regionale con una legge ad hoc. La Giunta regionale e la maggioranza consiliare che la sostiene si devono, quindi, assumere tutto il peso delle responsabilità e della rappresentazione dei fatti contabili che ne derivano.
Il bilancio regionale, al pari di ogni altro bilancio, deve essere redatto secondo verità. Il principio della veridicità indica che le previsioni finanziarie del bilancio devono essere sincere, ossia realistiche e non alterate per fini di dubbia natura o di carattere politico-elettorale.
Fatta questa rapida premessa, è necessario valutare se il bilancio di previsione della Regione Piemonte per l'anno 2001 rappresenta una fedele ed analitica esposizione di fatti contabili, sia sul versante delle entrate che della spesa. La nostra attenzione deve essere concentrata soprattutto sul bilancio della spesa sanitaria piemontese, vista la sua entità e le sue rilevanti ricadute sociali. Dati contabili alla mano, la spesa sanitaria per l'anno 2001 risulta essere stata palesemente sottostimata da questa Giunta e dalla maggioranza che la sostiene, al fine di evitare una necessaria, ma elettoralmente impopolare, manovra di copertura che avrebbe comportato l'inasprimento della pressione fiscale.
Nel bilancio di previsione approvato l'11 aprile scorso non risulta essere stata indicata la maggiore spesa sanitaria di 400 miliardi per l'anno 2000, e questo nonostante la sua reale entità fosse ben nota alla Giunta regionale, come si può evincere dal Bollettino Ufficiale della Regione del 7 gennaio 2001.
Nel bilancio di previsione risulta essere stata sottostimata di 250 miliardi anche la spesa sanitaria per l'anno 2001, benché la manovra sui tagli di spesa avesse previsto l'integrazione della somma necessaria. Il bilancio di previsione pubblicato sul Bollettino Ufficiale della Regione non sembrerebbe essere identico a quello approvato prima dalla Commissione Bilancio e poi dal Consiglio regionale. Al capitolo 12383 della spesa e a quello 2703 delle entrate si fa riferimento ad una copertura pari a 350 miliardi ottenuti con l'accensione di mutui da parte della Regione, a fronte di un disavanzo registrato nella spesa sanitaria nel periodo 1999/2001. Nei documenti approvati si faceva invece riferimento esclusivamente al periodo 1999. Del resto, con delibera del 25 giugno scorso, la Giunta regionale ha disposto l'accensione di un mutuo pari a 350 miliardi, a copertura del disavanzo del 1999.
Nell'assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2001, la Giunta regionale continua a sottacere, ricorrendo ad alchimie ed artifici contabili, i reali disavanzi della spesa sanitaria, nonostante disponga dei consuntivi delle AA.SS.LL. riferiti al 2000 e sebbene le previsioni trimestrali di spese per l'anno 2001 indichino chiaramente un disavanzo non iscritto a bilancio per circa 400 miliardi.
Con riferimento all'esercizio 2000, le Aziende sanitarie regionali e le Aziende ospedaliere evidenziano una perdita di esercizio complessivamente pari a 1.204 miliardi. A fronte di simili perdite, corrispondenti a più di 100 miliardi al mese, la Giunta regionale, con la delibera adottata il 27 luglio 2001, ha preferito ignorare il problema, rinviando il momento delle scelte impopolari ad un futuro ormai non più procrastinabile, posto che la spesa sanitaria, anche nei primi mesi del 2001, ha proseguito nel suo "trend" di crescita, raggiungendo, a giudizio della stessa Corte dei Conti livelli preoccupanti.
In sede di assestamento al bilancio di previsione per l'anno finanziario 2001, al capitolo 12500 della spesa si è apportata una variazione alla quota del Fondo Sanitario Nazionale di parte corrente a destinazione vincolata da trasferire alle Aziende Sanitarie Locali ed alle Aziende Ospedaliere. Per effetto di tali variazioni, l'ammontare dei residui passivi registrato dalla chiusura dell'esercizio 2000, viene ridotto a 1.244 miliardi, con conseguente riduzione del fabbisogno finanziario in termini di cassa, per l'anno 2001, da 26.058 miliardi a 24.814 miliardi.
Gradiremmo sapere se detta variazione trova rispondenza nella realtà dei fatti, ovvero se rappresenta un'ennesima alchimia contabile in attesa dell'intervento salvifico, per i conti regionali, del Governo centrale.
Questa Giunta regionale, che così tanta cura mostra per l'aspetto fisico dei propri componenti, dovrebbe porre altrettante cure ed attenzioni ai dati contabili evidenziati dal bilancio regionale. E' giunto il momento che ai cittadini di questa Regione si diano risposte precise e puntuali circa il reale stato dei conti pubblici, posto che l'attuale situazione di grave indebitamento finirà, presto o tardi, per gravare su tutti noi.
Concludo con alcuni dati tratti dall'analisi dell'assestamento al bilancio di previsione per l'anno 2001 e di cui intendo chiedere conto ai rappresentanti della Giunta regionale.
Al capitolo 10475 della spesa, riferito all'adesione della Regione Piemonte al Centro Estero Camera di Commercio Piemontese, si è approvata una variazione sull'ammontare dei residui passivi registrati alla chiusura dell'esercizio 2000, pari a 1 miliardo e 400 milioni. Ciò comporta, di fatto, il raddoppio, nella previsione di spesa in termini di cassa per l'anno 2001 da 1 miliardo e mezzo a 3 miliardi.
Al capitolo 10560 della spesa riferita alle spese legali sostenute dalla Regione (comprese stime, perizie e consulenze), viene indicata la previsione di spese in termini di cassa per l'anno 2001 in 1 miliardo e 964 milioni. Sia in un caso che nell'altro, gradirei sapere secondo quali percorsi contabili si è giunti a tali previsioni e, più in particolare, se il prevedere al bilancio circa 2 miliardi da spendere in consulenze legali a tutela degli interessi regionali non manifesti il timore della Giunta di incorrere in controversie in un anno di legislatura alquanto litigioso.
Non ritengo, infine, che il bilancio di previsione della Regione elaborato da questa Giunta risponda ai criteri sopraenunciati. Sicuramente non palesa una situazione veritiera dei conti pubblici piemontesi, posto che, in più di un'occasione, la Giunta, per bocca del suo Presidente e dei suoi componenti, ha dichiarato di ispirare la sua azione a non meglio precisati criteri imprenditoriali. Mi permetto di ricordare a lor signori che nella vita di un'azienda il bilancio rappresenta un momento qualificante, una sorta di biglietto da visita sul reale stato dei conti sociali e che, per i casi di difformità dal vero, sono previste precise fattispecie penali, quali falso in comunicazioni sociali e falso in bilancio, nonostante l'attuale Governo nazionale, che a parole vorrebbe risolvere le delicatissime questioni di conflitto di interesse, stia facendo di tutto per ridurne la portata precettiva.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Vorrei fare alcune osservazioni sul dibattito generale, anche se credo che avremo modo di confrontarci in un percorso forse più profondo nelle questioni che si sono già evidenziate nel lavoro che abbiamo svolto in queste settimane in Commissione.
Volevo, tuttavia, fare una considerazione preliminare sull'assenza del Presidente Ghigo. Si tratta di una situazione che talvolta viene evidenziata, anche giustamente, da parte di alcuni Capigruppo dell'opposizione, in particolare dal Presidente Chiezzi, che è affezionato a questa ricorrenza, perché puntualmente non si sottrae a mettere a disposizione di tutta l'aula e dei Consiglieri forse più distratti tale condizione. Non è certamente mia intenzione rammentare al Consigliere Chiezzi, che, se non ricordo male, è alla sua quarta legislatura (quindi siede certamente in quest'aula da circa quindici anni), che la Giunta regionale è un organo collegiale. Il Presidente della Giunta regionale ancorché eletto direttamente dal popolo, ha un proprio vicario, che in questa legislatura è il Vicepresidente Casoni, regolarmente presente in aula questa mattina. Titolare del provvedimento è l'Assessore al bilancio Burzi, regolarmente presente in aula questa mattina.
Ritengo pertanto che, sia sotto l'aspetto dell'attenzione politica, ma anche dell'attenzione in senso generale al Consiglio regionale, il governo sia regolarmente rappresentato.
Aggiungo un'osservazione a tale considerazione: dovevamo discutere di bilancio prettamente nella giornata di ieri. Poi - lo voglio ricordare ai colleghi - vi è stato un susseguirsi di novità. L'elemento di novità è stata la presentazione di quei tre gruppi di emendamenti da parte della Giunta regionale. Su richiesta dell'opposizione, abbiamo deciso di convocare ieri la I Commissione e di spostare il Consiglio alla giornata odierna. Il Presidente della Giunta regionale, che è anche Presidente della Conferenza Stato-Regioni - per fortuna, a mio giudizio - aveva previsto nella sua programmazione dei lavori, di essere presente nella giornata di ieri, spostando la Conferenza Stato-Regioni alla giornata di oggi. Non ha più potuto, evidentemente, dovendo coinvolgere ben diciannove colleghi Presidenti di Giunte regionali, spostare quella riunione all'ultimo momento e doverosamente, in funzione di quell'ufficio altrettanto importante, è oggi nella città di Roma a svolgere quel ruolo.
Quindi, credo di non dover chiedere ai colleghi pazienza o comprensione, ma semplicemente senso di responsabilità ed onestà intellettuale, perché abbiamo la cognizione di questa situazione e di questo valore per il Piemonte; abbiamo, altresì, la cognizione che comunque la Giunta regionale è pienamente legittimata e pienamente rappresentata dal vicario del Presidente Ghigo, l'Assessore Casoni, e dal titolare del provvedimento, l'Assessore Burzi.
Tutto il resto, mi sembra, in questo caso, addurre motivi pretestuosi in un certo senso per evidenziare, a nostro giudizio, una presunta disattenzione da parte del Presidente Ghigo verso l'istituzione Consiglio regionale.
Sono certo - e termino su questa considerazione preliminare - che il Presidente della Giunta regionale, qualora terminasse il proprio impegno a Roma, essendo comunque convocato il proseguimento dei lavori, che si protrarranno anche nella seduta notturna, se non addirittura oltre le ore 0.01, potrà essere presente nella seconda o nell'ultima parte dei lavori del Consiglio regionale.
Per quanto riguarda la seconda considerazione, direi preliminare, credo che il dibattito odierno - e non a caso gli interventi che mi hanno preceduto lo hanno dimostrato - verterà principalmente sulla questione della sanità. E' già stata annunciata, se non addirittura depositata, una mozione da parte dei Gruppi del centrosinistra che riguarda la Commissione d'inchiesta sulle consulenze della sanità.
Credo che quando arriveremo all'esame dei capitoli della sanità avremo l'ufficializzazione - se nel frattempo non è avvenuta - di questa mozione e certamente avremo occasione di confrontarci nel merito sulla questione della sanità e, nella fattispecie, sulla questione della maggior spesa, o disavanzo, o deficit - la si chiami come si vuole - relativamente all'anno 2000, già più o meno consolidato, e relativamente alla previsione dell'anno 2001.
Però, in un intervento nel dibattito generale, non posso esimermi dallo svolgere una considerazione su questo argomento, anche perch puntualmente, sono state sollevate verso la maggioranza e verso il governo regionale responsabilità e criticità che non possono che non far parte di un dibattito generale. Lo abbiamo già fatto in Commissione a mio tramite ma non solo, perché in quell'occasione molti colleghi, Presidenti di Gruppo o Commissari della maggioranza, sono intervenuti sulla materia.
L'accusa principale che voglio smontare riguarda l'occultamento nel bilancio del vero debito della sanità.
Per quanto riguarda il metodo, non è assolutamente vero.
Vede, Consigliera Manica, non so se sia da ascrivere ai Democratici di Sinistra, piuttosto che al centrosinistra, il fatto che si sappia che questa maggior spesa oggi è costituita da una cifra che, se non ricordo male, è 1.204 miliardi. Certamente, so che era stato chiesto in Commissione, in alternativa ad una posizione rigida - che rimotiverò qui in Consiglio - del governo regionale, di non iscrivere quella maggior spesa nell'assestamento di bilancio. Era stata chiesta la quantificazione ufficiale di quella maggior spesa ed un atto ufficiale della Giunta regionale che ne prendesse - chiedo scusa del giro di parole - atto.
Bene, sono state poste entrambe le questioni, non per dare un contentino all'opposizione, ma per convinzione che fosse giusto.
In Commissione avevo detto che condividevo questo e avevo detto che era giusto che fosse così, tant'è che è stato distribuito uno specchietto, ASL per ASL, sia dei bilanci approvati che dei bilanci in fase di approvazione che costituiscono il totale - quindi, le ventinove AA.SS.LL. e AA.SS.OO.
che porta a 1.204 miliardi.
Non solo, relativamente a quello specchietto, che non a caso è allegato, nella giornata di venerdì scorso, se non ricordo male, la Giunta regionale ne ha preso atto. Puntualmente, non si è voluto occultare nulla perché vi è una deliberazione di Giunta che dice che la maggior spesa dell'anno 2000 ammonta a 1.204 miliardi.
Quindi, l'accusa di occultamento grave, come è stato detto, non pu essere sostenuta e, a mio giudizio, è totalmente infondata.
Altra cosa è la volontà e la scelta politica di non iscrivere nell'assestamento dell'anno 2001 la maggior spesa complessiva della sanità il cosiddetto deficit dell'anno 2000, quindi questi 1.204 miliardi. E' una scelta politica precisa del governo regionale e di questa maggioranza, che se ne assumono la piena responsabilità.
Noi sosteniamo che si tratti di una tesi di buona amministrazione e che non si possa iscrivere quel debito in questa fase semplicemente perché non sappiamo se quel debito è zero o 1.204 miliardi o una cifra intermedia. Non ho la sicurezza di chi, in quest'aula, ha asserito che il Presidente Ghigo ragionevolmente deve già sapere che sarà poi riconosciuto al massimo, dal Governo centrale, un 50-60%. Potrebbe essere riconosciuto molto di più potrebbe essere riconosciuto molto di meno. Quando questa cifra sarà individuata nelle forme e negli atti ufficiali sarà evidenziata, il governo regionale, in quel momento, vedrà come fare fronte alla copertura di questa maggior spesa. Se sarà zero, si sarà tolto un problema; se sarà 1.204 miliardi, ci saranno dei problemi, ma saranno risolti; se, come tutti ci auguriamo, sarà una cifra molto contenuta, anche perché il Governo nazionale, nel frattempo, ha cambiato colore, dà una risposta seria e adeguata alle Regioni, perché è un problema non soltanto del Piemonte, ma di tutte le Regioni italiane, vedremo come intervenire.
Ci sono delle teorie: si potrebbe accendere un mutuo; si potrebbe accendere parzialmente un mutuo e dismettere del patrimonio incoerente per quota parte; si possono fare le due cose e, in aggiunta, trasferire una parte di questo deficit di questa maggior spesa alle singole ASL. Non lo sappiamo, quando avremo questa cifra, il governo regionale farà la sua scelta, ma ci confronteremo nel merito e nel dettaglio quando arriveremo su questo capitolo.
Invece - e concludo l'intervento in discussione generale - voglio rispondere alle minacce velate - lo ripeto per chi fosse disattento - e al condizionamento non troppo surrettizio della volontà e della prerogativa del singolo Consigliere regionale, ancorché assegnato a questa maggioranza.
Abbiamo ascoltato più volte in Commissione, letto sugli organi d'informazione ed ascoltato puntualmente anche oggi in quest'aula, in modo molto preciso e sostanzialmente minatorio, delle dichiarazioni da parte della Consigliera Manica e da parte del Consigliere Saitta, in modo più garbato, ma altrettanto minatorio. Procederemo alla votazione per appello nominale e, qui, Presidente, mi dia la possibilità di aprire una parentesi: smettiamola di chiedere l'appello nominale come di chiedere che le dichiarazioni siano messe a verbale, perché ricordo all'assemblea che qui tutto viene messo a verbale in quanto il dibattito viene registrato e tutto viene trascritto.
Ricordo che, votando mediante il procedimento elettronico, non solo c'è l'appello nominale, ma automaticamente abbiamo la "strisciata" del computer che attesta le singole votazioni dei Consiglieri.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



CATTANEO Valerio

Dico che c'è stato un atteggiamento minatorio, me ne assumo la responsabilità, non ho interrotto nessuno.
Chiedo, anche perché ho già sforato il tempo a mia disposizione, di non essere interrotto per poter concludere il mio intervento.
Noi di questo voto siamo convinti, Consigliere Saitta e Consigliere Manica, è una scelta politica della Giunta regionale. Noi sosteniamo le scelte politiche della Giunta regionale, essendo la maggioranza che la sostiene. Siamo quindi convinti e ce ne assumiamo la piena responsabilità.
Ci sono delle azioni esterne a questo Consiglio regionale: è stato annunciato un esposto alla Corte dei Conti, si ventila un esposto alla Magistratura ordinaria o in altra sede, quello che sarà. Fate quello che volete, perché è nella vostra prerogativa, ci mancherebbe! La scelta è politica e noi la sosteniamo.
Certo, Consigliere Saitta e Consigliera Manica, che, dal punto di vista contabile, le cose devono essere a posto e crediamo che lo siano perché, se la Giunta regionale ci presenta un provvedimento, certamente riteniamo che lo stesso sotto l'aspetto contabile sia legale e legittimo, quindi lo sosteniamo con convinzione sotto l'aspetto politico.
Non solo, ricordo a tutti che il dottor Lesca, Direttore della Direzione Bilanci e Finanze, durante i lavori di Commissione, più volte, è stato dal sottoscritto, ma non solo, "tirato per la giacca". Gli ho chiesto di assumersi le proprie responsabilità quale Direttore e di dirci se questo provvedimento è legale o se non è legale, se è legittimo o se non è legittimo e se la scelta politica della Giunta, che noi condividiamo, pu essere sostenuta sotto questo aspetto. Lui ha assunto la piena responsabilità.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



CATTANEO Valerio

Presidente, non riesco ad intervenire, sono fuori tempo. Chiedo scusa ma sono continuamente interrotto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Sono 13 minuti e 30 secondi. La invito a concludere, altrimenti le devo togliere la parola. Non la tolgo mai a nessuno, mi dispiacerebbe.



CATTANEO Valerio

Concludo entro venti secondi, sono stato interrotto tre o quattro volte durante la Presidenza del Vicepresidente Riba.
Quindi, anche sotto questo aspetto, siamo pienamente sereni.
Chiudo con questa riflessione, perché ho fatto un'affermazione molto forte parlando di atteggiamento minatorio. Può darsi che qualcuno si offenda e non voglio offendere nessuno, ma questa è la mia posizione: noi ne siamo convinti sotto l'aspetto politico; la Giunta ne ha la piena responsabilità; noi sosteniamo questa Giunta; noi voteremo con gli appelli nominali, elettronici, ecc., ma lo voteremo, con grande serenità Consigliere Saitta e Consigliera Manica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, normalmente, in occasione di un assestamento di bilancio, non ci sono elaborazioni di alta politica. Però ci troviamo dinanzi ad una situazione anomala, cioè noi non abbiamo avuto quell'approfondimento, quel dibattito, quelle proiezioni e quelle indicazioni di scelte strategiche della Giunta che dovevano essere fatte nel bilancio di previsione. E a maggior ragione, oggi, il problema della sanità, che presenta determinati aspetti - rimarcherò caratteri diversi del problema della sanità rispetto al collega Saitta - ha imposto al Presidente del Gruppo di Forza Italia, Cattaneo, di tentare brevemente (ma di tentare) di dare delle risposte strategiche, a mio parere in modo insufficiente ed insoddisfacente.
Quello che il Consigliere Cattaneo ha definito "implementato" doveva essere l'impostazione della Giunta nell'aprire la sessione di assestamento di bilancio. Nulla di questo abbiamo trovato. Poche indicazioni programmatiche; poche scelte strategiche; molti numeri, per cui credo che questo sia un aspetto improponibile. Tra l'altro, questo assestamento di bilancio, che viene a surrogare inadeguatezze nella fase di preparazione del bilancio di previsione, doveva essere un'occasione per una proiezione di lungo termine.
Ieri, in Parlamento, nel dibattito sul DPEF che è stato approvato, il Governo Berlusconi ha sostenuto addirittura, ad esempio parlando delle prospettive per la compressione del carico fiscale, che bisogna dare respiro strategico di legislatura a tutti gli atti formali di bilancio cioè arrivando al 2005.
Qui arriviamo a stento ad agganciarci a fine anno: non c'è alcuna indicazione. C'è qualche aggiustamento (vivendolo anche penosamente), con il recupero in alcuni Assessorati di qualche problema, proprio raschiando in fondo al barile, arrivando all'ultimo momento: altro che proiezione di legislatura, come sarebbe necessario! Non troviamo questi indirizzi. Ieri sera in televisione abbiamo sentito rappresentanti della Giunta parlare di assegnare un po' di risorse di qua e un po' di risorse di là. Francamente, credo che non si debba cogliere questa occasione per fare questo tipo di lavoro, perché dà un'immagine della Regione diversa da quella che vogliamo costruire, ovvero quella di una struttura di legislazione, di programmazione, di indirizzo, di controllo, non quella di una struttura che dispensa soldi un po' di qua e un po' di là.
Tra l'altro, con la nuova legge contabile la lettura del bilancio continua ad essere lavoro di difficile interpretazione. Oggi, nelle grandi multinazionali si parla di bilanci "friendly", cioè di bilanci accessibili a tutti, che anche il possessore di poche azioni in borsa sia in grado di poter capire. Noi non ci siamo proprio, in questo caso: c'è un eccesso di analiticità, si fa fatica a cogliere le sintesi e quali siano le prospettive.
Io non polemizzo sul fatto che il deficit e il fabbisogno nella sanità non sia delineato con precisione all'interno del bilancio. Però mi pare grave che non ci sia alcuna risposta per sapere in che chiave strategica si vuole affrontare questo tipo di indebitamento, che è estremamente rilevante.
Qualcuno potrebbe dire - ma lo deve dire la Giunta! - che la Regione Piemonte ha una capacità di indebitamento ancora elevata; però se pensiamo di muoverci in questo modo per affrontare la voragine della sanità mettiamo a repentaglio le potenzialità di indebitamento che servono per tutte le politiche della Regione, anche per affrontare eventuali emergenze.
E' quindi molto riduttiva l'affermazione del Consigliere Cattaneo quando dice che "c'è ancora capacità di indebitamento", oppure che "possiamo dismettere del patrimonio immobiliare". E' un po' come quella famiglia che, di fronte all'inverno, brucia i mobili di casa, perché non costa molto, affrontando così i problemi del riscaldamento. Ma una volta bruciate quelle risorse, se la voragine non viene trattata strutturalmente non c'è più nulla! Io non sto a vedere gli aspetti formali di bilancio, ma ritengo che il limite di questa Giunta sia quello di non dire come strategicamente vuole porsi dinanzi a quello che è un aspetto strutturale di deficit di grande entità, aspetto che, francamente, non può essere affrontato con l'affermazione: "Capacità di indebitamento ce n'è, possiamo smobilitare il patrimonio della Regione".
C'è però un altro aspetto grave nella vostra operatività, che manca di senso strategico. Questo deficit della sanità, se, da un lato, ha delle ragioni esogene, dall'altro, ha delle responsabilità regionali - e questo è un problema da discutere, forse la presenza del Presidente Ghigo poteva essere utile - perché se operiamo sempre con la politica della sottostima delle spese sanitarie, sia essa fatta dal Governo nazionale o dai Governi regionali, commettiamo dei gravi errori. Certo, c'è una camera di compensazione, che è la Conferenza Stato-Regioni; se si tiene bassa la considerazione del deficit sanitario, poi si crea il mercato nella Conferenza Stato-Regioni tra Governo e Governi regionali, per poter trovare un equilibrio.
Siamo dinanzi, un'altra volta, ad una sottrazione di competenze delle assemblee elettive, che non partecipano a quei processi e poi se li vedono portare in aula solo per ratificare una decisione assunta. Questa nuova logica di concertazione nella Conferenza Stato-Regioni è una forma impropria di contrattualismo, che non è prevista dalla Costituzione; la Costituzione non prevede nemmeno la Conferenza Stato-Regioni (salvo conferma della modifica del Titolo V della Costituzione), ma non è nemmeno previsto che sia la sede nella quale si calano nelle dimensioni regionali con il "prendere o lasciare" le cose che vengono lì determinate.
Se si sottostima strutturalmente la spesa sanitaria, è chiaro che si determina in quella sede impropria l'area di compensazione, ed invece dovrebbe essere qui che si discute! Se da una parte ci sono i contratti nazionali del personale medico ed una serie di scelte che sfuggono ai controlli della Regione e che gravano poi ed impennano la spesa, dall'altra, c'è un'area nostra rappresentata da tutte quelle operatività di spesa interne alla Regione, dove si possono analizzare gli sprechi, le inefficienze, le soluzioni innovative. Noi non le vogliamo conoscere analiticamente, ma vogliamo capire la linea di tendenza.
Quando abbiamo sottolineato la pericolosità dell'impennarsi delle consulenze, non volevamo fare una polemica gratuita: volevamo capire la ragione di un andamento non esogeno (non i contratti nazionali), delle spese che si fanno qui, che il Governo nazionale certamente fa, ma con l'avallo delle Regioni nella Conferenza Stato-Regioni.
Perché in tre anni la spesa per le consulenze si è impennata? Non nego il valore della consulenza e della sua necessità: con l'esternalizzazione di molte attività nelle tecniche aziendali d'oggi è anche comprensibile, ma deve essere spiegato questo "trend" preoccupante (40, 80 e 120 miliardi) di spese di consulenza. Non sto a chiedere a chi è stata data; chiedo che spiegazione si dà ad un processo che scardina gli equilibri e che deve essere controllato da noi, perché non possiamo permettere che competa ad altri.
Tra l'altro, la sottostima della spesa sanitaria e questa situazione di emergenza, che tra due o tre anni potrebbe far dire alla Regione: "Non abbiamo assolutamente più nulla per affrontare questa spesa, si va a fare un'operazione sulla privatizzazione della spesa sanitaria", creano le condizioni e il quadro per poi avere una possibilità di trasferire alcuni aspetti e portare - come si vorrà fare per la previdenza, una fascia di sussistenza di base di previdenziale per tutti - alla difesa di una cura sanitaria di base per tutti, lasciando poi alla capacità di spesa dei singoli di poter intervenire.
Vado a concludere, Presidente, dicendo che è veramente deprimente pensare che dopo si aprirà un mercato degli emendamenti attorno al fatto che ci sia un silenzio su alcune iniziative in chiave generale strategica di principio che si vogliono attuare.
Non sono soddisfatto e non mi calo in quel tipo di mercato perché non mi interessa; voglio avere risposte precise su come un deficit strutturale della sanità vuol essere affrontato. Non ci sarà dentro per difficoltà formali, ma questa è una risposta che deve essere data in una seduta di assestamento di bilancio, in parte sostitutiva di un carente dibattito svolto in occasione del bilancio di previsione, che era la sede appropriata per avere questo tipo di risposte.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, non ritorno su molte delle questioni poste dai colleghi che mi hanno preceduto. Tuttavia, credo che da questa prima fase della discussione emergano alcune delle critiche di fondo che noi muoviamo alla manovra di assestamento che stiamo esaminando.
Una di queste critiche riguarda la politica sociale che emerge dalla manovra di assestamento che stiamo esaminando, in particolare un aspetto importante della politica sociale, cioè la politica sanitaria e della sanità in Piemonte.
La seconda critica riguarda invece le politiche di sviluppo della Regione Piemonte, in particolare il fatto che in questo provvedimento noi tornerò successivamente su questo punto - ignoriamo completamente gli interventi, che pure molti considerano importanti in quest'aula, relativi a quelle aree della nostra Regione che sono state escluse dai fondi europei.
Non credo che sia proporzionato al tipo di discussione svoltasi in aula il rilievo che ha fatto poco fa il collega Cattaneo: l'opposizione non ha minacciato niente e nessuno. L'opposizione, in Commissione Bilancio ha posto, nella fase di inizio della discussione sul bilancio, un problema scontato per una forza di opposizione. Discutiamo un bilancio che mi pare assommi complessivamente a 15.000 miliardi, nel quale incide moltissimo la voce sanità e c'è un problema non risolto da anni in questa Regione: il problema del disavanzo della sanità piemontese. Mi sembra normale che in quella fase le opposizioni ponessero con forza una questione, quella di conoscere finalmente, una volta per tutte, l'entità del disavanzo della sanità piemontese.
E' vero, Cattaneo, che durante la discussione tu sei intervenuto e la Giunta si è impegnata a quantificare il disavanzo - sant'Iddio! - ma c'è voluta una discussione di quattro ore in Commissione per ottenere questo risultato! Non era scontato questo fatto, non c'è stata una maggioranza che ha detto: "Badate, non iscrivo il disavanzo della sanità, ma sappiate che i conti sono questi". No, c'è stata battaglia politica in Commissione per avere le cifre.
Certo, oggi abbiamo un verbale, un verbale che quantifica il disavanzo 2000 in 1.200 miliardi, ma non è stata una concessione della Giunta, anche se sarebbe stato un atto dovuto, da compiere: è stata una richiesta che hanno avanzato i Gruppi di minoranza, che in Commissione hanno dovuto puntare i piedi, altrimenti oggi non sapremmo qual è il disavanzo del 2000.
A questo proposito, ricordo che noi abbiamo ancora aperto per intero il problema che riguarda il disavanzo del 2001 per le considerazioni che hanno ricordato i colleghi.
Da questo punto di vista, una prima considerazione possiamo farla: la situazione della sanità in Piemonte, per quanto riguarda il disavanzo, mi sembra del tutto fuori controllo. Voi capite che non si può ignorare questo fatto in presenza della discussione sulla manovra di assestamento.
La Giunta sostiene: "Intanto vedremo cosa capita per quanto riguarda l'intervento del Governo". Io, Cattaneo, sono più pessimista di te e non credo che il Governo avrà in questa fase le risorse per intervenire e ripianare per intero il disavanzo; rimane comunque aperto il fatto che una parte di questo disavanzo deve essere ripianato dalla Regione. Il punto è e questa è discussione politica, non è discussione tecnico-giuridico formale - il seguente: con quali politiche la Regione Piemonte si mette in condizione di affrontare un problema che ha queste dimensioni e questa entità? Noi abbiamo alle spalle un'esperienza: la politica dei tagli di questi mesi, che ha inciso peraltro non tanto sul versante degli sprechi altrimenti non saremmo qui a discutere di Commissioni d'indagine sulle consulenze, parleremmo d'altro, ma non ha prodotto un contenimento del disavanzo. E allora la domanda rimane intera, rimane completamente aperta: con quali politiche questa Giunta regionale, che ha reso noti i conti per quanto riguarda il disavanzo del 2000, intende prospettare una politica di interventi sulla sanità piemontese che ci consenta di governare i problemi di questo settore? Di questo non v'è traccia, quindi, al di là della polemica se è giusto o meno - io sono d'accordo con Saitta - inserire a bilancio questo fardello, c'è una questione politica che va affrontata quella di cosa voi fate per affrontare questa questione, ed è un problema che la Giunta elude e non intende affrontare. Quale migliore occasione sarebbe stata questa per affrontare un problema di questo tipo? Primo.
Del resto, io credo, colleghi, che il disavanzo della sanità piemontese non possa essere considerato, rispetto ad un bilancio come il nostro, una variabile indipendente, perché ha quell'entità. Ha ricordato il collega Saitta e anche il collega Tapparo che noi parliamo di un bilancio che incide per il 70% sul bilancio complessivo della Regione, e allora non volete iscrivere a bilancio il disavanzo? Ma quantomeno il fatto che esista vi obbligherebbe ad un di più di politiche di rigore, per poter affrontare non quest'anno, ma il prossimo il problema della sanità piemontese.
Voi, invece, avete eluso il problema; abbiamo dovuto tirarvi per i capelli per riuscire a capire a quanto ammontava il disavanzo e oggi non fate una manovra che tiene conto di questo fatto, perché questo è il punto: la sanità è un problema grosso come una casa, non è una variabile indipendente che possiamo governare non so con quali politiche; avrebbe richiesto un di più di politiche di rigore, che invece noi, per la verità non ravvediamo nel provvedimento che voi presentate.
La seconda considerazione che voglio fare riguarda le politiche di sviluppo. Vi sono Regioni, Province e Comuni del nostro territorio che saranno beneficiati dai fondi europei. Abbiamo posto questa questione intervenendo in aula molte volte come Consiglieri di opposizione. Vi sono invece intere porzioni del nostro territorio che non saranno beneficiate da questi interventi. Il pericolo che noi vediamo e che corre il nostro Piemonte è quello di diventare un Piemonte a due velocità: un Piemonte che corre perché su quelle aree si riverseranno e verranno utilizzati i fondi europei e che quindi conoscerà un tasso di sviluppo superiore ad altre parti del territorio, e, viceversa, una porzione del nostro territorio in cui non ci sarà questa opportunità di sviluppo, perché questa parte del territorio è esclusa completamente dagli interventi relativi ai fondi europei.
Badate che in una Regione nella quale il fondo europeo rappresenta ormai una grande risorsa per lo sviluppo (il nostro bilancio ha 300 miliardi di risorse libere), colleghi, voi capite che questo è un punto fondamentale per capire come la politica regionale ci metta in condizione di destinare risorse adeguate a queste realtà territoriali del Piemonte per far sì che esse possano conoscere, al pari di altre zone del nostro territorio, una politica ed una fase di sviluppo.
Dicevo prima, pericolo di avere un Piemonte a due velocità e il fatto che su questo punto la Giunta regionale ha fatto orecchie da mercante nonostante gli impegni assunti dagli Assessori in questi mesi.
Quante volte gli Assessori hanno dichiarato di fronte a questo problema, segnalatoci in Commissione e nelle audizioni dai rappresentanti degli imprenditori, delle associazioni, dai rappresentanti delle associazioni sindacali e da alcuni amministratori locali, che avrebbero "provveduto" con il bilancio! Come ignorare il fatto che, durante la discussione del bilancio, svolta a gennaio, venne approvato, tra gli altri documenti, un ordine del giorno che impegnava la Giunta ad affrontare questa questione! Non parlo di cifre parlo dell'impegno ad intervenire su questo problema. Non si è fatto nulla cari colleghi Consiglieri di maggioranza; anzi, oggi avverto che tutto ci che la Giunta ha saputo fare su questo punto è quello di destinare, per interventi di questo tipo, una manciata di miliardi: 10 miliardi.
Cari Consiglieri, queste realtà non hanno bisogno dell'elemosina di qualche Assessore. Di qualche Assessore che fa qualche giro di propaganda elettorale, lascia a qualche Sindaco un po' di milioni per fare la strada piuttosto che la fognatura: non è questo il problema! Questo può servire da un punto di vista elettorale, forse, ma non è questo il problema. A noi serve avere risorse con le quali tentare di finanziare quelle realtà, sulla base di priorità condivise, e politiche di sviluppo. Di questo non c'è traccia.
Questa è una critica che noi facciamo al governo regionale. D'altronde concludo l'intervento perché il tempo è tiranno - come possiamo pensare di destinare risorse allo sviluppo in una Regione che ha 300 miliardi di risorse libere e una maggioranza che decide di ipotecare 80 miliardi per fare due cose: per indire un referendum, quello padano, che non serve a nessuno, lo sappiamo tutti, e per finanziare le scuole private. E' chiaro è un problema di scelte, non c'è scampo! Io decido di utilizzare un terzo di queste risorse libere che ho, non per finanziare politiche di sviluppo ma per indire un referendum padano e per finanziare la scuola privata: sono delle scelte.
Non potete presentarvi in Piemonte come quelli che hanno a cuore gli interessi dell'impresa e di una parte dei nostri territori.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Assessore Burzi, è da un po' anni che lei conviene con noi - non so se attribuire il fatto che dopo aver convenuto non dà seguito alla sua abilità per uno stato di costrizione che la mette a disagio; non vedo i segni del disagio, ma probabilmente devo supporre che sia per una ragione di difficoltà - sulla necessità di fornire al Consiglio quel documento preliminare di indirizzo e di stanziamenti che consente poi ai Consiglieri di maggioranza e di opposizione di esercitare la loro prerogativa, non in un mercato degli emendamenti o della trattativa, ma ponendo alla luce del sole i loro punti di vista rispetto a delle proposte fatte, sulle quali aprire la battaglia perché ritengono necessari gli emendamenti e le correzioni in funzione di politiche, essendo l'emendamento la conseguenza di un indirizzo.
Sulla questione della sanità non interverrò, in quanto lo hanno fatto egregiamente i colleghi Saitta, Manica, Tapparo e Ronzani.
E' chiaro, però, che il fatto sospensivo, tecnicamente, contabilmente e politicamente del debito della sanità trasforma il suo e il nostro bilancio in una specie di modesto giornalmastro degli avvenimenti contabili della Regione.
Il bilancio, in questo caso, non è quel documento che all'inizio dell'anno abbiamo varato; abbiamo fatto male, noi dell'opposizione, a consentire che la disattenzione si trascinasse nel corso dell'esercizio fino ad arrivare in un periodo, particolarmente affrettato, in cui non possiamo che prendere atto di ulteriori registrazioni ed evoluzioni a partita doppia, a giornalmastro, dei fatti contabili della Regione.
Questo non è più un bilancio, Assessore Burzi, e lo vorrei dire anche al Consigliere Cattaneo.
Assessore Casoni, potremmo parlare del suo Assessorato quando lei dice: "Il bilancio, il bilancio". Ma perché lo dice adesso? Adesso non abbiamo più la possibilità di conoscere quali sono gli stanziamenti, le disponibilità, le risorse ancora libere nel corso dell'anno o quelle che potremmo liberare con delle manovre finanziarie di assestamento. Dobbiamo invece, sottostare ad una situazione immanente che è condizionata dal fatto che tutto deve essere mantenuto in sospeso, perché non sappiamo quanto dovremo o non dovremo pagare per la sanità.
Questo è il disastro del bilancio: la sua retrocessione a giornalmastro delle vicende contabili della Regione! Non è più un bilancio! Credo che questo incida di più ancora che non il dato sospeso, di per sé già particolarmente angosciante, dei circa 1.200 miliardi in itinere.
Affronto un altro argomento e vado per punti. Noi, Assessore Burzi registriamo, dopo che se ne era parlato tanto, una tendenza a non reggere il passo con lo sviluppo del dibattito e direi anche con le decisioni in materia di riorganizzazione dello Stato. Lei richiama spesso queste difficoltà, di questa sua onestà bisogna darle atto. La Regione, così com'è, non è in grado di reggere un ritmo di spesa più alto di quello che ci induce ad aumentare l'accantonamento dei residui passivi.
Noi ci troviamo in una condizione in virtù della quale, con l'evoluzione del sistema istituzionale che decentra presso la Regione e che decentra comunque, se non va avanti un corrispondente processo di decentramento al sistema istituzionale - e parlo anche degli aspetti finanziari, non soltanto degli aspetti normativi - avremo un rigonfiamento di competenze che, non potendo essere "smaltite", trattengono le risorse presso la Regione aumentando il livello dei residui passivi o dei fondi da reimpostare o, comunque, del residuo finanziario.
In questo modo, e si verifica già su questo bilancio, l'aumento di decentramento di competenze allunga la filiera presso gli Enti territoriali, ma non trasferendo anche le competenze in materia finanziaria, rallenta tutto il procedimento ed aumenta i residui, privando la spesa, in modo significativo, della sua efficacia.
Su questo, poi, si gioca una differenza. Chi ha anni di esperienza per leggere un bilancio è in grado di valutare che non sono state compiute delle scelte politiche che in qualche maniera siano prevalenti, una sensazione rispetto al segnale della forza o della debolezza dei singoli Assessori.
Alcuni Assessorati sono stati ridotti a livelli indecenti (poi far qualche riferimento); altri, invece, come quello dell'Assessore Racchelli e di tanta capacità bisogna dargli atto - sono riusciti ad avere stanziamenti così tempestivi da doverne poi chiedere il trasferimento ad altro esercizio, perché ottenuti già prima che si rivelassero necessari. Ma questi costituiscono la reimpostazione ed il trasferimento sul 2002 di parecchi fondi già stanziati per il 2001.
Assessore Burzi, lo dico perché questo la costringe al ruolo improprio non la prenda male, è il titolo di cui anch'io dispongo - e un po' modesto di "ragioniere" rispetto a quello di "Assessore" che gestisce e cura la manovra complessiva del bilancio. Per questo noi abbiamo i fondi sospesi, il giornalmastro, i pesi degli Assessori e, dietro, il mancato trasferimento alle Province e agli altri Enti, con tutte le difficoltà conseguenti.
Mi voglio rivolgere al Presidente del Consiglio, alla sua sensibilità.
Non che manchino altre occasioni, ma vorrei utilizzare questa. Cerchiamo di capire meglio la questione che tanto ci ambascia delle deleghe, dei trasferimenti, della "devolution". Non ci sta bene fare una battaglia possiamo esserne convinti, e tutti sapete, qui, che io sono un convinto federalista - per la "devolution" della scuola, della sanità, e poi non facciamo alcun richiamo al Ministro Alemanno che ha detto che la Guardia Forestale deve rimanere competenza statale. Sarebbe un po' singolare regionalizzare la Polizia, ma continuare a mantenere nazionalizzata la Guardia Forestale! Gli risponda qualcuno di voi, chi ha più autorità o più titolo per farlo, perché qualcuno deve pur dirgli che non è possibile che si pongano questi elementi in così disinvolta contraddizione tra loro! Signor Vicepresidente della Giunta, non potendo chiederle di smettere di telefonare, metterei qui uno di quei cartelli che vediamo nei bar con su scritto "Telefonate brevi"! Abbia pazienza, ci sono anche altri che devono prendere la linea! Prima di concludere, vorrei ancora porre due questioni. La prima riguarda l'Assessore Leo, uno degli Assessori capaci di portare a casa qualcosa...



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali (fuori microfono)

No, questa volta no!



RIBA Lido

Questa volta no, Assessore Leo? Mi ricollego al riferimento fatto dal collega Ronzani. E' persino antipatico fare la parte dei Consiglieri "di provincia" e rimarcare come esistano situazioni di differenza tra le varie zone della Regione. Però, è da anni che chiediamo una par condicio per quei 20.000 studenti che devono risiedere a Torino per frequentare l'Università. E' possibile che noi, qui continuiamo ad accogliere nei collegi universitari soltanto gli studenti bisognosi che però siano anche meritevoli? E' meritevole! E' l'inverso di quanto avveniva nei "college" inglesi per aristocratici, che accoglievano anche i ragazzi non aristocratici purché ricchi, sistemandoli accanto a snob sine nobilitate! Noi invece abbiamo bisogno della "nobilitas" per accogliere gli studenti, e tutti gli altri che non godono della "nobilitas", ma solo del diritto allo studio finiscono nelle mansarde ad agevolare una superspeculazione edilizia pagando 500 mila lire al mese assieme ad altri operatori di Via Ormea e dintorni! Questo problema non è stato nemmeno posto! Colleghi, chiudo il mio intervento su questo.
Sono a disagio, non tanto per la questione della partita doppia (anche per questo, ovvio, e l'abbiamo detto), quanto perché questa Giunta non offre al Piemonte le opportunità per crescere secondo i suoi diritti: ad un territorio, Assessore Casoni, si risponde con la logistica, con le opportunità produttive, con le opportunità culturali, con i trasporti e con dei modelli (anche l'Assessore Pichetto è manchevole per questo, ed è stato perciò qui richiamato). Non si riponde, signori Assessori, riattivando ci che mi sembra troppo disinvoltamente "praticato" (beh, da qualcuno praticato, da molti "tollerato"!): la pratica clientelare. Si sopperisce alle mancanze con una specie di rapporto individuale che ricostruisce le meno nobili tradizioni del rapporto tra politica e cittadini.
Con il bilancio, Assessori, si devono affrontare problemi di questa natura e di questo spessore. E questa è la ragione del disagio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Ho l'impressione che ci troviamo di fronte ad un ennesimo documento di rinvio, al termine di un percorso abbastanza lungo che, dall'inizio di questa legislatura, ha portato prima all'approvazione di un esercizio provvisorio, poi di un preventivo di natura sostanzialmente tecnico contabile, che si limitava a fotografare la situazione dell'esercizio provvisorio, rinviando al documento di assestamento alcune scelte di variazione (di natura più propriamente politica) ed infine ad un documento di assestamento che conferma la linea del preventivo, limitandosi solo ad alcuni slittamenti tecnici e ad alcune variazioni di natura contabile senza dare - in questo concordo con il Consigliere Tapparo - il senso e l'indicazione di una strategia, laddove, dal documento contabile dovrebbero emergere, in maniera più chiara ad esplicita, le scelte politiche che la Giunta intende sostenere.
Questo documento di rinvio ha elementi pesanti di rigidità, non solo legati alle caratteristiche strutturali del bilancio regionale - per come il bilancio regionale è disegnato - ma anche di rigidità politica.
Certo, non è questo uno strumento di programmazione. Non è stato, per neanche utilizzato come strumento di scelta politica, bensì come strumento di finanziamento di alcune scelte politiche, che non venivano fatte in sede di politica di bilancio, ma nelle singole Direzioni e nei singoli Assessorati e trovavano, nel documento contabile, la loro semplice registrazione. Ci sono degli esempi più simbolici che significativi dal punto di vista contabile.
L'allegato 4 è l'esempio di come, nel documento contabile, si registri una mediazione politica interna alla maggioranza senza che questa rifletta neppure la strategia di un'impostazione chiara ed esplicita, rivendicata dalla Giunta. Ora, il fatto che qualunque Gruppo di maggioranza abbia diritto a trovare scritto in questo assestamento il progetto di legge a cui tiene di più, potrà essere cosa che va bene nelle mediazioni politiche della maggioranza, ma svilisce la natura del documento. Per fare un esempio concreto, e chiamare le cose con il loro nome, il progetto di legge di finanziamento degli oratori o quello dell'istituzione del libretto della casa non rappresentano sicuramente finalità strategiche di questa Amministrazione. Per usare parole perbene, rappresentano il "contentino" che questa Giunta e questa Amministrazione ritengono di dover dare ai Gruppi di maggioranza.
Questo è il documento che ci è stato presentato: un documento che rinvia le scelte politiche generali, che presenta elementi di rigidità non solo strutturale, ma anche politica.
La partita della sanità.
Io, a differenza di altri colleghi, ho sostenuto, anche in sede di discussione del preventivo, che il problema della sanità piemontese non è un problema che si può affrontare con questi strumenti finanziari, essendo questi gli strumenti finanziari in sede di approvazione del bilancio preventivo. Intanto, perché non ritengo che sia semplicemente un problema di bilancio, ma che sia, da una parte, un problema di programmazione - e su questo convengono molti colleghi - e, dall'altra parte, un problema di ordinamento. L'unica cosa certa che mi pare di registrare all'interno di quest'aula è che maggioranza ed opposizione "di sinistra" convengono sull'esigenza di impedire che lo sviluppo dell'ordinamento della sanità piemontese segua e rifletta, in qualche modo, i modelli più innovativi dal mio punto di vista - e più efficaci utilizzati in altre Regione italiane.
Discutere del problema della sanità piemontese unicamente in termini di deficit, senza discutere che cosa produce (l'Assessore Burzi converrà che esistono deficit che producono servizi ed altri che producono prodotto interno lordo, come succede al deficit sanitario della Regione Lombardia invece, ci sono deficit che producono disservizio ed inefficienza, come quello della sanità piemontese), senza capire che cosa finanzia e qual è il livello di servizio assicurato dall'ingente impegno finanziario sul fronte sanitario, è astratto, sbagliato e, alla lunga, anche irresponsabile politicamente.
L'Assessore Burzi fa segni di assenso, ma quando il Presidente della Giunta, sostenuto e supportato dell'Assessore alla sanità, continua ad escludere, come scelta politica di fondo, qualunque rinuncia ad un modello piemontese (che non riesco a delineare nei suoi tratti costitutivi) e continua a rivendicare, con parole molto chiare, il "no" al modello lombardo, quello che registro è che, sulle scelte di fondo dell'ordinamento, esiste il partito unico della sanità piemontese. Partito unico sostenuto, in uguale misura, dalla destra e dalla sinistra, dalla Giunta e dal Consiglio. Mi riferisco al Piano dell'ordinamento sanitario che non è un piano di riforma considerato come piano di sviluppo, di strategia, di dibattito e di discussione politica. Le caratteristiche, non solo del deficit sanitario, ma anche del sistema sanitario piemontese andranno discusse in qualche misura.
E' evidente a tutti, è evidente all'Assessore alla sanità e all'Assessore al bilancio, che la Regione Piemonte presenta, per caratteristiche materiali, una serie di elementi inquietanti. E' una delle Regioni con il tasso di invecchiamento più alto; è una delle Regioni che ha livelli di sottoproduzione di servizi sanitari preoccupanti (soprattutto nel settore pubblico); è una delle Regioni in cui, al finanziamento pubblico della sanità sostanzialmente ridotto, corrisponde anche un impegno delle famiglie, della spesa privata a finanziamento delle prestazioni sanitarie. Questo è il quadro della sanità che noi dobbiamo discutere. Non possiamo discutere ogni volta di un deficit di 1.200 miliardi o di 500 miliardi azzannandoci sugli aspetti contabili, senza discutere se questo deficit può servire o meno a ridurre di tre mesi le liste di attesa o a rendere più efficiente l'offerta sanitaria, magari con l'introduzione di fattori competitivi attraverso il riconoscimento e l'accreditamento più semplice dell'offerta privata.
Di tutto questo dovremo parlare in sede di discussione delle politiche sanitarie, ma non si è mai discusso di politica sanitaria! Tutto quello che si è portato in quest'aula sono stati i rammendi ad una situazione che andava slabbrandosi e che trovava, nello strumento finanziario, l'unico strumento di soluzione.
L'Assessore D'Ambrosio, da questo punto di vista, ha continuato, per un anno intero e coperto agevolmente dal Presidente Ghigo, a sostenere che il problema della sanità piemontese era semplicemente un problema di razionalizzazione dell'esistente. Ma a chi la racconta! Siamo la sola Amministrazione del nord Italia che continua ad avere saldi negativi di mobilità sanitaria, siamo la Regione del nord in cui il livello di insoddisfazione per i servizi sanitari è calato, ma continua ad essere il più alto. Siamo una Regione che non ha il deficit più alto rispetto alle Regioni del nord, ma una Regione che ha il deficit più inefficiente e che produce meno servizi. Quando discuteremo di questo? Non ne abbiamo discusso in sede di discussione del preventivo: adesso cambia qualcosa? Ci sarà il documento di programmazione, che è uno strumento di natura diversa. Non abbiamo discusso in sede di discussione dell'assestamento e, dalle notizie che abbiamo, anche il Piano di programmazione sanitaria continua a muoversi essenzialmente nella linea della razionalizzazione dell'esistente.
Concludo, ricordando all'Assessore al bilancio, ma anche all'Assessore alla sanità, che, comunque, la festa è finita. Al di là del gioco più o meno sostenibile e più o meno supportabile tecnicamente di non iscrivere la maggior spesa sul bilancio di quest'anno (argomento, Assessore Burzi, che non mi appassiona né poco né tanto); al di là di questo aspetto, è chiaro che è finita la stagione in cui, in sede di riparto nazionale, si finanzia il deficit regionale con Governi che stanziano meno di quanto sarebbe necessario e poi contrattano, in sede ufficiale o in sede informale, con le singole Regioni, il ripiano del deficit maturato. Questo, grazie a Dio anche per ragioni istituzionali, è finito. Voi non volete scriverlo in questo bilancio? Va bene, ma voi in qualche modo a quest'aula, e a voi stessi, raccontate come volete finanziare non solo il deficit, ma anche l'intero sistema sanitario piemontese con le nuove regole che non sono per cinque, dieci o vent'anni, dal momento in cui stiamo parlando, ma sono per i prossimi mesi a partire dal prossimo esercizio finanziario.
Forse su questo punto la Giunta dovrebbe dare qualche risposta un po' più interessante della giustificazione tecnica della mancata iscrizione del deficit sanitario.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi dichiaro chiusa la discussione generale.
La parola alla Giunta. Hanno chiesto di parlare l'Assessore Burzi e l'Assessore D'Ambrosio.
Prego, Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Innanzitutto, debbo ribadire - soprattutto per i Consiglieri di nuova nomina - qual è la situazione della sanità a livello nazionale. A forza di sentire parlare di disavanzi della sanità, di buchi enormi della sanità piemontese, qualche collega può pensare che le altre Regioni d'Italia siano estremamente diligenti.
"A fronte di una sanità migliore della nostra, hanno spese inferiori".
Questo è un vero falso, non il falso in bilancio di cui ci accusava qualcuno o l'occultamento di cui qualche altro Consigliere ha parlato questa mattina. Dati alla mano, devo dire ai Consiglieri che non erano presenti negli anni passati che il Piemonte, nel periodo 1995/1999, ha sforato di 2.292 miliardi. Di quanto hanno sforato le altre Regioni? Lombardia: 5.100 miliardi; Veneto: 2.700 miliardi; Emilia Romagna: 4.439 miliardi; Toscana: 2.000 miliardi; Campania: 3.000 miliardi e così via di seguito. Tanto da accumulare un disavanzo, nel periodo sopra indicato, di circa 44.000 miliardi.
Le altre Regioni d'Italia hanno acceso mutui consistenti negli anni passati, che in estrema sintesi vi elenco: 1.400 miliardi la Lombardia 2.000 miliardi l'Emilia Romagna; 1.200 miliardi il Veneto, 800 miliardi la Campania (la Campania ha acceso un altro mutuo di 800 miliardi, quindi arriviamo a 1.600 miliardi); 800 miliardi la Toscana. La cosa che mi preme sostanzialmente ricordare - anche per ritornare e fare un dibattito sereno è che il periodo 1995/1999, per quanto attiene la sanità in Piemonte, si chiude con un passivo di 349 miliardi, per cui l'accensione di un mutuo di 350 miliardi porta in pareggio la situazione 1995/1999.
Anno 2000. In realtà, le perdite di esercizio non supereranno - spero di non deludere qualche collega facendo questa affermazione - i 1.210 miliardi che costituiscono, indubbiamente, una cifra ragguardevole, ma che hanno ampie giustificazioni e le documenteremo quando ne dibatteremo. Basti pensare che circa 640 miliardi di questa cifra sono da riferirsi a contratti per la dirigenza del servizio sanitario e per il rinnovo delle convenzioni uniche nazionali per la medicina di base (totale 420 miliardi) e al maggior costo dell'assistenza farmaceutica (faccio riferimento al maggior costo dei farmaci nel periodo 2000, non certo alla situazione che si è venuta a creare in tutta Italia dopo l'abolizione dei "ticket").
Devo sottolineare in questa sede che finalmente il Piemonte è stato virtuoso in qualche cosa (riferendomi ad alcuni attacchi strumentali dell'opposizione). Infatti, per quanto riguarda l'incremento della spesa farmaceutica, dovuta all'abolizione dei "ticket", siamo la penultima Regione d'Italia.
Tornando ai vari miliardi spesi nel 2000, c'è la situazione degli oneri contrattuali per la dirigenza e le convenzioni uniche nazionali per la medicina di base, per i maggiori costi dell'assistenza farmaceutica e per i costi dovuti a farmaci in classe H, che non sono di poco conto (23 miliardi).
Avremo modo di discutere nel dettaglio il consuntivo definitivo, che ribadisco - alla luce dei dati in mio possesso, sicuramente non supererà i 1.205 miliardi e, grazie a Dio, non toccherà le cifre previste ed auspicate da qualche Consigliere di opposizione, che sosteneva l'esistenza di un deficit del 2000 pari a 2.000 miliardi. Restiamo, quindi, nella cifra che ho comunicato, che è indubbiamente notevole.
Rispetto alle altre Regioni d'Italia, la Regione Piemonte ha avuto nel 2000 un disavanzo di spesa leggermente maggiore; riusciremo sicuramente a riequilibrare il tutto, anche perché, a differenza di altre Regioni che hanno avuto l'"input" a procedere alle manovre finanziarie, che faranno di qui a non molto, noi ci siamo già mossi il 7 gennaio.
Resto ancora nella situazione "disavanzo 2000" perché si parla di falso di bilancio, di occultamento e quant'altro. Così come si sono regolate altre Regioni d'Italia, anche il Piemonte, alla luce del fatto che il consuntivo non è ancora definitivo e del fatto che il ripiano non è stato ancora definito - potrebbe essere definito di qui a qualche giorno - ha ritenuto - e la cosa pare sia legalmente giustificabile - di non iscrivere niente a bilancio, perché non sappiamo qual è il disavanzo effettivo. Ma anche su questo problema e tema torneremo a parlare. Ovviamente, i colleghi dell'opposizione sono liberi di rivolgersi alla Magistratura ordinaria e alla Magistratura che valuta la situazione dei conti.
Per quanto riguarda l'anno 2001, i colleghi sostengono che la manovra adottata dal Piemonte sia ingiusta ed inefficace. In realtà, se questa manovra fosse, pari pari, come l'hanno presentata in tutte le Province del Piemonte i colleghi dell'opposizione, avrebbero pienamente ragione.
L'intento della maggioranza è stato quello di fare una manovra che provvedesse a tagliare gli sprechi e le inefficienze. Quindi, una manovra che doveva dare e darà sicuramente dei risultati senza penalizzare i servizi. Quella manovra (forse qualche collega non ha letto la deliberazione madre del 7 gennaio) indicava, tra le altre cose, delle azioni di tipo aziendale e delle azioni di sistema. Le azioni di tipo aziendale consistevano nel verificare le maggiori inefficienze (vuoi i ricoveri impropri in ospedali, vuoi l'eccessivo uso del "day hospital" vuoi l'insufficiente uso del "day surgery" e quant'altro). Le azioni di sistema, che si sostanzieranno di qui ad un paio di mesi, perché penso che partiranno in ottobre, fanno riferimento agli acquisti per beni e servizi centralizzati a livello regionale: l'istituenda Agenzia Regionale del Patrimonio, il "budget" di Distretto, di cui stiamo definendo i dettagli con le organizzazioni maggiormente rappresentative dei medici di famiglia ed altre cose che sicuramente contribuiranno a non far lievitare la spesa a fronte di servizi che ritengo potrebbero addirittura essere migliori.
Devo dire, con la stessa cordialità e correttezza con la quale il collega Palma si pone sempre, che non è assolutamente vero che il Piemonte è la Regione in cui i cittadini sono maggiormente insoddisfatti della sanità, perché gli ultimi sondaggi vanno in senso contrario a quanto egli ha affermato.
Per quanto riguarda, invece, la mobilità passiva, devo convenire con lui che c'è ancora un segno negativo (18 miliardi), ma devo anche dire che siamo partiti da una cifra molto più alta; questo è un altro indicatore positivo del fatto che la sanità piemontese migliora, se è vero, com'è vero, che siamo passati dai circa 320/350 miliardi di mobilità passiva del 1995 agli attuali 18 miliardi - e spero proprio che nel 2001 si vada finalmente in attivo. Questo è indubbiamente un segnale positivo per la sanità piemontese.
Per quanto riguarda la programmazione, alcune situazioni erano insite già nella manovra del 7 gennaio, altre si sostanzieranno con il nuovo Piano sociosanitario.
Probabilmente - è la seconda volta che lo dico, ma è giusto ribadirlo in questa sede, anche per rispondere al collega Palma - il nuovo modello Piemonte si baserà innanzitutto sulla separazione della funzione ospedaliera. Per quanto riguarda gli ospedali, questi costituiranno una rete organizzata per differenti livelli di complessità, quindi ci sarà la separazione della funzione ospedaliera dalla funzione territoriale. Questo perché tutte le AA.SS.LL. del Piemonte, come del resto è successo nelle altre Regioni, erano impreparate al processo di aziendalizzazione.
Ovviamente, è un'accusa che rivolgo a tutti, dai politici ai "manager" della sanità: non eravamo assolutamente preparati al processo di aziendalizzazione, così come non era preparata alcuna Regione d'Italia altrimenti quei dati in negativo relativi alle altre Regioni non si sarebbero sostanziati.
E' nostra intenzione separare la funzione ospedaliera dalla funzione territoriale perché abbiamo constatato che, laddove la funzione territoriale era affidata alle AA.SS.LL. in cui c'erano anche ospedali l'assistenza primaria, quella territoriale, non veniva incentivata in modo ottimale. Siamo sicuri che, operando questa separazione, i Direttori generali delle AA.SS.LL. si dedicheranno finalmente alla prevenzione e all'assistenza primaria. Secondo alcuni questa è una scommessa; da parte mia è un convincimento concreto. Se si sostanzierà, finalmente la sanità non sarà più ospedalocentrica perché a livello territoriale potranno finalmente decollare i Distretti.
Non me ne facciano colpa i colleghi se i Distretti non sono decollati in questi cinque anni; vorrei ricordare che il Distretto è stato istituito nel 1978, ma in alcune Regioni non sanno neppure cosa sia. Questo naturalmente non giustifica il fatto che non siano funzionanti in modo ottimale, ma nel momento in cui avremo la separazione tra funzione ospedaliera e funzione territoriale, ritengo che i Distretti potranno veramente decollare. Il Distretto deve avere un responsabile ed un apicale di secondo livello, che avrà un contratto di tipo privatistico e che risponderà direttamente al Direttore generale dell'ASL del "budget" che gli verrà assegnato nel momento in cui il tutto verrà definito.
Non entro nel dettaglio, parleremo a lungo quando discuteremo, in tutte le sedi, del Piano sociosanitario, di come sarà assegnato il "budget" e degli accordi che si stanno definendo con i medici di famiglia.
Ai colleghi del Gruppo DS, che sostengono la necessità della medicina di gruppo, vorrei dire che stiamo perseguendo, a livello territoriale questo obiettivo, ancorché lo stesso avrà dei costi che non si sostanzieranno in incentivi di tipo economico ai medici, ma in informatizzazioni degli studi stessi, in possibilità di dare un'assistenza di studio ai medici e quant'altro. Comunque, la problematica è tutta aperta e sicuramente ne discuteremo in tutte le sedi.
Approfitto della parola per comunicare ai colleghi che domani mattina sarà insediata la Commissione per la programmazione sociosanitaria regionale (licenziata di recente in IV Commissione), dove gli Enti locali a mio giudizio, saranno rappresentati abbondantemente, ancorché tutti i 1.206 Sindaci avevano avanzato la richiesta di partecipare. Avranno comunque, una rappresentanza così come prevista dalla legge.
Mi piace concludere il mio intervento dicendo che è vero che nel 2000 il Piemonte ha sforato di una percentuale superiore alle altre Regioni. Noi prevediamo che sicuramente si riuscirà a rientrare e in tempi indubbiamente non molto lunghi.
Vorrei ricordare, così come ho detto in IV Commissione al collega Saitta, che in realtà quanto egli afferma sarebbe vero se non ci fosse un "budget" maggiore per il 2001. Il "budget" 2001 è già stato definito in 131.000 miliardi e sarà ulteriormente integrato, così come ci è stato assicurato sia dal Ministro Tremonti che dal Ministro della Sanità.
Quindi, nel momento in cui cercheremo di tenere fermi i costi indubbiamente il disavanzo, aumentando il "budget", diminuirà.
Finalmente, per quanto riguarda il 2002, l'Italia avrà un "budget" pari a quello delle altre nazioni europee, perché probabilmente raggiungeremo il 6,1% del Prodotto Interno Lordo, che ci avvicina alla media europea, che è del 6,4%. Questo 6,1% si sostanzierà in circa 147.000 miliardi. Quindi alla luce di questi dati, che non sono numeri a casaccio, ma provengono direttamente dai Ministri Tremonti e Sirchia, posso affermare che la sanità nazionale, non quella piemontese, potrà avere un futuro più roseo, sempre che ci sia una migliore organizzazione, che non è una pecca solo del Piemonte, ma dell'intera Italia, perché, come ho detto nel corso del mio intervento, non si era preparati all'aziendalizzazione.
Adesso, per quanto riguarda la gestione, voi sapete che c'è il controllo di gestione trimestrale, sul quale siamo stati i primi a muoverci, e tutte le Regioni d'Italia hanno avuto l'"input" in tal senso.
Ogni trimestre dovranno presentare la "lista della spesa" e quindi, a maggior ragione, potremo stare nei conti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Gli interventi finora svolti hanno toccato molti temi di natura generale ed è a questi che prevalentemente mi rivolgerò, cercando di dare delle risposte e scusandomi con coloro ai quali non riuscirò a rispondere.
Parto con una prima scusa, ma che è solo un rimando alla sessione pomeridiana, per un paio di capitoli che sono stati chiesti dal Consigliere Giordano, nell'ambito del suo più articolato intervento; relativamente a questi due capitoli, darò nel pomeriggio una risposta più puntuale semplicemente per impossibilità fisica di avere accesso alle informazioni che mi sono state da lui richieste.
Scelgo, come elemento di architettura del mio intervento, l'intervento del Consigliere Tapparo, perché mi consente una serie di riflessioni che spero vogliano essere comuni.
Non è la prima volta che, nell'ambito di un dibattito generale come questo, particolarmente interessante dal mio punto di vista di Assessore alla gestione delle risorse al bilancio (non più alla programmazione, che fu una delega che invece coprii nella scorsa legislatura), ascolto alcuni interventi che - lo dico con assoluta serenità - mi verrebbe facile sottoscrivere se, però, non si tiene conto di alcune considerazioni - che io do per scontate in assoluta buona fede, perché sono certo che sia così che li rendono inagibili.
Faccio degli esempi per riportare il discorso al quadro più complesso.
Giustamente il Consigliere Tapparo ha detto: "I documenti con cui lavoriamo sono ai limiti dell'inagibilità". E' vero. Credo di aver detto anche in Commissione che questo è un tema che ha visto, nella scorsa legislatura primi sostenitori il Consigliere Chiezzi e l'allora Presidente di maggioranza Montabone. Quindi - ahimé! - la tesi non è nuova. Questo rende di difficile gestione il lavoro dei Consiglieri, di tutti coloro che attorno al bilancio, devono operare. Lo rende meno leggibile, quindi meno trasparente, ed è una concausa, non l'unica, di un mercato degli emendamenti che, qualora ci fosse, ci sia stato e ci possa essere certamente non credo che sia una modalità auspicabile per chi vede, come me, nell'Ente Regione un Ente che deve avere, non solo per istituto, ma per volontà espressa nei fatti e non nelle parola, un ruolo diverso.
Tutto vero. E' augurabile che con la nuova legge di ordinamento contabile, strumento certamente innovativo, alcune di queste pecche possano essere limitate. Io ci spero molto, Consigliere Tapparo: mi rivolgo a lei ma evidentemente parlo con tutti. Però, non posso astenermi dal pensare e dal riferire ai colleghi che intanto questa legge ha avuto un iter in questa assemblea molto più lungo del necessario. L'assemblea è sovrana nessuno vuole ledere o porre dei limiti all'ampiezza del dibattito. Però è certo che se è stato un strumento buono dal punto di vista dell'utilizzabilità, diciamo, a metà 1999, quando venne proposto, lo è probabilmente anche a fine 2001. Certamente comincia a dimostrare, già di per se stesso, una normale obsolescenza. Tutti i prodotti, anche le leggi diventano, per loro natura, obsolete nel tempo, e probabilmente, se è buono, se il Consiglio si riconosce, come mi pare si sia riconosciuto, è una delle poche leggi che ha visto - se non ricordo male - un voto praticamente all'unanimità. Ciò vuol dire che abbiamo perso un paio di anni o di esercizi, di possibilità di utilizzare questo strumento per le finalità con cui è nato. Ricordo che ha come presupposto il Documento di programmazione economico-finanziaria, tant'è vero che il Consigliere Tapparo dice: "L'hanno approvato ieri". E' vero, perché loro, in Parlamento, di questa tipologia di strumenti, che certamente è stata una delle fonti ispiratrici anche del nostro documento, si sono dotati in tempi certamente più celeri. Giustamente, deve avere un respiro maggiore, ma su questo tema tornerò.
Questo, però, non risolve il problema. L'ultima Finanziaria - non lo dico in senso polemico, ma come elemento di riflessione - approvata alla fine dell'anno scorso, e che vedeva come proponente il Sottosegretario Giarda - il collega Tapparo probabilmente mi può aiutare, poiché credo che all'epoca fosse presente in una delle due aule in cui fu dibattuta la Finanziaria, comunque ha frequentazioni maggiori con il Senato di quante ne abbia io - è entrata in aula con 72 articoli, pur con un Regolamento più efficiente dal punto di vista del dibattito assembleare di quanto sia il nostro, ed è uscita con 174 articoli.
Allora, temo che questo strumento possa rappresentare una precondizione, ma non l'unica per evitare che il dibattito, oltre ad affermarsi sui temi più giusti e doverosi, forse anche più interessanti della programmazione, meglio se di ampio respiro e di tematica, diventi il mercato degli emendamenti, che è una delle piaghe - lo dico per esperienza diretta - delle leggi di bilancio.
In merito al passo successivo, questa è una legge di bilancio che - è stato detto - non ha respiro. E' assolutamente indispensabile che un Ente trovi il suo momento di respiro, meglio se con frequenza annuale; ma non è obbligatorio che tutte le occasioni siano di grande respiro.
Certamente, questa non è mai stata - perlomeno da parte mia - venduta o proposta come impostazione di strategia. Credo che lì, sì, sarei accusabile di falso, almeno per dichiarazione, se l'avessi detto.
L'ho detto più volte: è una legge che razionalizza alcuni aspetti, non casualmente si chiama "assestamento". Rappresenta l'obbligo di riprendere i dati del consuntivo a metà esercizio. Se lo approvassimo oggi, potrebbe essere anche un elemento positivo, anche se non è così consueto che l'aula indipendentemente da quando proposto, riesca a chiudere gli assestamenti all'interno del primo semestre, come la logica vorrebbe.
In realtà, la legge nazionale prescriverebbe l'approvazione entro il 30 giugno. Non vede introdotte risorse nuove e significative. Trova la sua "ratio" nell'essere elemento di riordino degli ordini del giorno discussi forse un po' frettolosamente, ma l'aula in tal senso si è espressa, quindi credo che una Giunta debba dare conto delle decisioni che un'aula ha preso.
Lo dico perché è un fatto piccolo, tecnico, ma significativo, risolve in maniera praticamente integrale i residui perenti. Voi dite: "Il ragioniere mi ha detto giustamente...", e ha ragione il Consigliere Riba, a parte che "ragioniere" si può scrivere con la "r" minuscola o con la "r" maiuscola come ama chiamarsi Monorchio, oggetto, credo non casuale, di alcune polemiche nelle ultime settimane. A seconda dei riferimenti, dovrebbe anche essere un grande complimento, ma uno dei compiti, supponendo risolta la fase di definizione strategica, è la razionalizzazione per legge, perch così dobbiamo fare in assenza di un'autonomia che consenta lo svolgimento di alcune operazioni semplicemente per fatto amministrativo, cosa che io penso. Il tessuto legislativo attuale, oggi non consente, non tanto all'Assessore Burzi, ma ad un Assessore che abbia le mie deleghe, di effettuarlo per atto amministrativo, quindi coinvolge doverosamente non solo i colleghi di Giunta, ma anche i colleghi d'aula, in dibattiti in cui talora prevalgono gli aspetti tecnici, che non sempre trovano l'interesse di tutti.
"Riduciamo il mutuo", e su questo mi innesto su una componente che, sì ha valore strategico. Ridurre i mutui, non perché i mutui siano accesi, ma come autorizzazione a contrarli, è, evidentemente, un momento di maggiore flessibilità che la Giunta dà all'aula, poiché la propria azione di governo deve per legge venire mediata e trovare la propria formalizzazione finale in una legge. Quindi, non utilizza le risorse fino al limite possibile per scelte, siano esse condivisibili o meno, tanto peggio se clientelari, ma si dà e dà all'aula un grado di libertà certamente non sufficiente, ma maggiore di prima, perché finalmente dovremo fare il DPEF.
A questo punto, si inserisce il secondo commento. Chi mi conosce - fra coloro che mi conoscono ve ne sono anche alcuni che mi apprezzano - sa che mi piace molto di più parlare di strategia che di tattica, però poi ci deve essere una virtuosa volontà delle parti a procedere, non di condividere.
Porto qui un esempio negativo affinché tutti possano utilmente riflettere, me per primo, e sperare di arrivare ad un elemento positivo.
Citerò in senso negativo, non me ne vorrà, tanto ci è abituato, il collega Saitta; in questo caso, lo cito esemplificandolo come cattivo, tanto poi lui ha questo grosso strumento della confessione che riesce a pianificare anche gli eventuali errori commessi, siano essi in buona fede o meno quindi so che ha grandi spalle. Io, se faccio degli errori, essendo un po' più laico, ho dei problemi, perché me li porto dietro.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Dico sempre che l'Assessore Leo, sapendo di peccare quando pecca qualora peccasse, sa anche come porre rimedio con un emendamento veloce.



(Commenti in aula)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Questo esulava.
In quest'aula, mi è capitato un paio di volte di discutere di esercizio provvisorio - credo tre volte, è già una bella media su quattro esercizi ed alcune volte sono stato duramente richiamato da una parte dell'aula rappresentata dalla minoranza e, in quel caso, il Consigliere Saitta certamente non ebbe un ruolo di trascurabile momento: "Ma perch l'Assessore chiede tre mesi di tempo, si deve fare in modo che l'esercizio provvisorio sia il più corto possibile" - firmo - "e che quindi si chiuda entro il 31 gennaio".
Perché una legge si chiuda entro il 31 gennaio o in qualunque altro momento, affinché qualcosa avvenga in quest'aula secondo una modalità, si deve fare in modo che le parti a ciò convengano, altrimenti temo di voler dire che è una dichiarazione d'intenti, nella migliore delle ipotesi, o una captatio benevolentiae legittima, doverosa, possibile - chi non le fa scagli la prima pietra, credo che nessuno si alzi - ma molto simile alla logica del mercato degli emendamenti cui alludeva il Consigliere Tapparo o ad alcuni aspetti più territorialmente clientelari a cui alluse in una parte del suo intervento il collega Riba.
Per quanto riguarda la programmazione, mi piace ricordare che nell'arco di tempo in cui rivestii la carica di Assessore alla programmazione tentai, perché il tentativo non ha avuto un successo eccellente, di produrre un documento di strategia e di programmazione che non è mai arrivato all'aula, ma è tuttora giacente in I Commissione, come gli appartenenti alla I Commissione sanno. Le Province piemontesi hanno dibattuto per circa un anno e mezzo.
Questo documento, pur non del tutto obsoleto, è in I Commissione. Non vedo particolari volontà della Giunta a non discuterlo né nel 2001 né nel 2000 e, per quanto mi consta, neanche nel 1999, neanche voglio dire che è compito di un'opposizione che remi contro nei fatti e nei modi. La discussione però non è avvenuta.
Allora, affinché si discuta di strategia, in questo caso di risorse di programmazione, ci deve essere l'occasione. Per quanto riguarda il DPEF l'abbiamo fissato in calendario un mese fa, dandoci un tempo certo, perch se del DPEF parliamo secondo ciò che la legge prevede ad ottobre, o ai primi di novembre, voglio essere un "attimino" pessimista, tutto è reso ancora compatibile con le esigenze operative che attorno al documento si devono trarre per essere operativi in termini di bilancio.
Se lo facciamo a gennaio, evidentemente, il tutto avrà, come potrebbe essere possibile, una versione convulsa, ma non vedo problemi da parte della Giunta ad arrivare, cosa che ha già fatto per legge presentando il documento per portarlo in Consiglio entro certo date, per definirlo qui in uno spazio certo, in libertà, da parte dei Capigruppo, chiarendo quanto tempo deve durare, in modo che ci si possa confrontare su una proposta non ancora mediata dai percorsi di legge con l'aula.
Credo che sia non il modo, ma uno dei modi possibili di agire. Noi non possiamo andare al di là del triennio perché così ci viene inibito dalla legge nazionale, ma potrebbe essere un elemento positivo per tutti coloro che fanno i Consiglieri regionali, una volta all'anno, parlare anche di strategia triennale della propria Regione per un tempo sufficiente indipendentemente o meno dal fatto che l'esito venga condiviso dalle diverse maggioranze e da come su questo argomento si esprimeranno.
Non parlo di sanità direttamente, perché non mi compete, ma ne parlo in termini di risorse.
Collega Ronzani, il collega Cattaneo - non ho sentito tutto l'intervento - non voleva essere riduttivo quando diceva che ha sufficiente capienza. Stava puntualmente rispondendo a critiche emerse dalla parte che prevalentemente lei occupa come sezione di quest'aula, che ogni tanto ci accusa - a mio avviso non sempre a ragione e molto spesso a torto - di avere una politica scriteriata sul bilancio.
Dico nuovamente - e riparto dall'inizio - che questo bilancio ha un "rating".



(Commenti in aula)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Come dicevo, questo Ente ha ormai, da più di tre anni, l'abitudine di sottoporre il proprio bilancio ad un "rating". Noi utilizziamo lo standard della società Fitchibca, che non è l'unico e neppure uno dei più frequenti.
Secondo gli standard della società Fitchibca, anche nell'ultimo esercizio il nostro bilancio è comparabile a quello dello Stato centrale, perch soltanto da quest'anno è stato tolto il limite, per cui una parte può avere un "rating" del tutto migliorativo. Dal 2002 in poi, le Regioni, i Comuni e le strutture che volessero sottoporsi a "rating" potrebbero anche avere "rating" tecnicamente migliorativi rispetto all'Ente sovraordinato (in questo caso, lo Stato); questo per poter emettere obbligazioni, titoli o quant'altro di competenza.
Nella prossima riunione di Giunta, o al più tardi a settembre, chieder ai colleghi l'autorizzazione per un secondo processo di "rating", non perché ci serva specificamente, ma perché il "rating" che vorremmo utilizzare - quello della "Standard Poor's" o della "Moody's" - ci dà degli spazi commerciali in più, che probabilmente ci serviranno quando dovremo, o vorremo, utilizzare un sistema di raccolta di fondi sul mercato.
Chi ha seguito la legge in I Commissione conosce l'importanza che attribuisco alle leggi sui fondi. Per chi vuol vedere alcuni elementi di strategia sul reperire risorse indipendentemente da dove le risorse vanno ad essere destinate, si tratta di due momenti disgiunti: reperire risorse e la gestione delle stesse è il momento a); dove metto le risorse reperite e gestite con una certa efficienza è il momento b). E non sono necessariamente momenti coevi. Decidiamo quando discutere la legge sui fondi, che è in aula, e se farla diventare operativa o meno.
Abbiamo sempre avuto un "rating" buono; credo che l'anno prossimo, se la Giunta prenderà in considerazione questa deliberazione e ci autorizzerà all'inizio della primavera avremo un secondo "rating", che garantirà tutti al di là delle polemiche, o darà un requisito di obiettività sul tipo di bilancio che abbiamo (non lo diremo noi, ragionieri con la "r" minuscola o maiuscola). Il problema di reperire risorse esiste e certamente anche il problema di chiudere la forbice che si è comunque evidenziata, non da ora senza che nessuno tendesse ad occultare.
Collega Ronzani, non è una grande conquista politica fare la somma di ventinove consuntivi. Si può dire quasi tutto, ma dire che si è tentato di occultare o di non rendere noti i consuntivi di ventinove Aziende, che sono aziende pubbliche con dei Collegi di revisione, dove dibattono circa 10.000 persone, francamente lo trovo un pochino duro da mandare giù. Piuttosto non ho difficoltà ad affermare che la collega Manica, quando ha detto che il deficit o differenza consolidata al 31 dicembre non è detto che sia vero, potrebbe avere ragione, non necessariamente nel senso peggiorativo o negativo, perché siamo stati la prima Regione in Italia a cercare di dare uniformità ai principi contabili ex-lege 502, che è la legge (tutt'altro che applicata) che dovrebbe coniugare efficienza ed efficacia sulla sanità.
Indipendentemente dal merito, la Regione Piemonte è stata capofila nell'applicazione della normativa, che in tutte le Regioni viene disapplicata. Forse anche su questo il collega Saitta vorrà presentare qualche esposto a qualche altro organo, perché in alcune Regioni - dirò un novità - la normativa in questione non è applicata, come il D.lgs. n. 626 altra sorpresa! La normativa in materia di sicurezza, in molti Enti pubblici, non è applicata. Questo, però, è scoprire molto spesso, con delle finalità che non capisco quali siano, elementi molto affini all'aria calda.
Che ci sia un deficit, non lo ha mai escluso nessuno, quindi si pu svolgere il tema su due logiche...



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

RONZANI Wilmer (fuori microfono)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Lei ha detto che i dati erano scontati...



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Ripeto, perché probabilmente non mi sono spiegato. Poiché i dati del 1.204 se è questo il numero a cui si alludeva, sono la somma di ventinove bilanci, alcuni già approvati anche dalla Giunta ed altri in corso di approvazione come la tabella dei consuntivi delle AA.SS.LL. o AA.SS.OO.
alla data del 31 dicembre, essendo questi bilanci di Aziende, quindi pubblici nel senso non civilistico, ma nel senso politico del termine, mi sembra che non ci sia stata - com'era ovvio che fosse - alcuna resistenza a fornirli. Perlomeno, a me sembrerebbe illogico resistere sul nascondere qualcosa che non è nascondibile, ma neanche, per converso, sostenere che sia una grande conquista ottenere qualcosa che, non dico sia su Internet ma quasi.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Ronzani)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Ho detto sulla seconda parte e parlavo solo di principi di contabilità.
A proposito di principi di contabilità, se non vi fosse uniformità nell'utilizzo dei principi contabili in trenta bilanci - ma su questo si è molto lavorato in due anni - in effetti si potrebbero avere esiti, in perfetta buona fede, diversi. Ci sono spese che alcuni considerano "spesabili" ed altre spese pluriennali, a seconda di come vengono gestiti gli ammortamenti; a seconda di come si calcolano o non calcolano gli oneri contrattuali derivanti dai Contratti collettivi nazionali vi sono ricadute diverse a livello locale.
Tornando al discorso iniziale, si conosce l'uniformità di gestione dei dati; i dati sono uniformi e dunque interpretabili anche in senso relativo.
Se questa uniformità non c'è - e all'inizio non c'era, perché su questa legge, ripeto, la Regione Piemonte è stata capofila - diventa anche difficile gestire.
Ciò detto, essendoci comunque un problema di risorse da reperire ed essendo comunque critico e difficile il discorso di reperire le risorse sottraendole in parte o in tutto - l'ha detto Tapparo, l'ha detto Riba credo che lo pensiamo tutti - a delle uguali esigenze utili per lo sviluppo piemontese, credo che il problema dovrebbe essere in una fase sufficientemente lontana dalle strette angustie politiche che ci vedono discutere e litigare sulla razionalizzazione della sanità, quindi sul merito, per essere fortemente coesi come una "lobby" locale di questa Regione nel reperire più risorse alle condizioni migliori, nell'interesse di tutti. Credo che questo dovrebbe vedere maggioranza e minoranza coese.
Poi credo che sia logico dividersi, discutere e - perché no? differenziarsi nell'utilizzo delle risorse.
Chiudo l'intervento dicendo che, se avessimo seguito l'impostazione che credo il collega Saitta diede su questo argomento - "in cauda venenum" sempre - il debito della sanità a fine 1999 o marzo 2000 - se ricordo male la data, mi correggerà il collega Saitta, che la vuole anche rendere molto pubblica - sarebbe stato di circa 3.000 miliardi.
Nel documento in cui si sosteneva che il disavanzo della sanità piemontese era di 3.000 miliardi, mi fa piacere che il collega Saitta, un anno e mezzo o due anni dopo (a seconda della data del comunicato, che il collega potrà certamente precisare meglio, anche perché lo pubblicò lui) possa constatare che, con ritardo, l'abbiamo chiuso a 350 miliardi. Questo perché? Perché soltanto a marzo 2001 - insisto nel fare i discorsi in tempi giusti - il Governo di questo Paese ha deliberato gli ultimi stanziamenti a copertura dei deficit fino al 1999. E questo è il motivo per cui, rispetto alle critiche e agli esposti alla Magistratura e alla Corte dei Conti come ho detto prima, com'è stato detto più ampiamente in I Commissione - la struttura dell'Assessorato al bilancio della Regione non pone la bench minima preoccupazione, poiché tutto è nel rispetto delle forme e delle leggi, nel rispetto sostanziale e non elusivo. Senza dimenticare che il fatto di non dover essere obbligati ad iscrivere non significa non conoscere - si conosce - né significa non porsi insieme il problema di come chiudere il disavanzo tra entrate ed uscite.



PRESIDENTE

Comunico ai Consiglieri che è stata raggiunta questa intesa, anche parlandone in Ufficio di Presidenza: i lavori vanno avanti (i Consiglieri possono servirsi del bar interno). Invece, nel caso in cui dovesse essere necessario prolungare i lavori anche questa sera, faremo una sospensione più lunga di un'ora, un'ora e mezza per la cena.
A questo punto, possiamo iniziare ad esaminare i singoli articoli.
ART. 1 La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, in effetti l'art. 1 è l'articolo delle variazioni, quindi mi si consenta di esprimere, rispetto all'intervento precedente, qualche considerazione che, per motivi di tempo, non ho avuto possibilità di svolgere prima. Mi riferisco all'operazione complessiva che viene compiuta attraverso l'assestamento di bilancio.
Poco fa l'Assessore Burzi ha svolto un intervento con il quale si è presentato come l'Assessore che ha messo a posto il bilancio della nostra Regione; ce l'ha ripetuto in Commissione, ci ha detto che i residui passivi sono diminuiti, che la situazione va bene, che rispettiamo la legge, che la struttura concorda su tutto, che la situazione è magnifica. C'è comunque il problema delle spese.
Collega Cattaneo, il problema che pongo non è tanto il fatto - e su questo ha ragione il Direttore Lesca - di imputare il disavanzo all'esercizio successivo e il fatto che la spesa sanitaria non sia indicata nella cifra esatta, perché questo è diverso. Su questo c'è anche una responsabilità da parte dei tecnici che, pur sapendo qual è la spesa reale perché conoscono le delibere come le conosco io, come le conosce la Giunta come le conoscono i Consiglieri, indicano una cifra diversa. Questo è un dato di fatto.
Cosa vuol dire porsi il problema e non indicarlo nel bilancio? Certo l'imputazione del disavanzo può essere fatta negli esercizi successivi, ma quando si conosce l'entità della spesa, bisogna indicarne la cifra reale.
Ma che Assessore è lei? Assessore fuorilegge, questa è la definizione. Cosa vuol dire porsi il problema? Ma lei deve rispettare le leggi.
Assessore D'Ambrosio, lei sa qual è la spesa sanitaria del 2000? Ce l'ha detto, ma dov'è scritta nel bilancio? Questo è il tema. Lei sa qual è la spesa sanitaria del 2000, ma nel bilancio non è scritta.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria (fuori microfono)

Non c'è perché si stanno ancora valutando i consuntivi.



SAITTA Antonino

Lei la spesa sanitaria la conosce e non l'ha scritta, e anche lei ha la responsabilità in questo senso.
Veniamo alla questione dei residui passivi. L'Assessore si è presentato poco fa dicendo: "I residui diminuiscono". Ha ragione, è la prima volta che riconosco all'Assessore Burzi che la struttura ha lavorato bene nel contenere i residui passivi rispetto al passato, in cui erano alti. Per come l'Assessore stesso ha scritto, i residui passivi sono stati superiori rispetto a quelli preventivati. E' positivo, questo? Lo dico ai colleghi amministratori qui presenti: è un fatto positivo che si prevedano dei residui passivi e poi questi siano superiori? Vuol dire che qualcosa non ha funzionato. Prima considerazione. E non è insignificante che i residui passivi siano superiori rispetto a quelli preventivati, perché l'entità dei residui passivi diventa un addendo essenziale per l'aggiornamento dell'avanzo di amministrazione, nel senso che l'avanzo di amministrazione è determinato dal fondo di cassa più i residui passivi o meno i residui passivi (non per nulla, l'avanzo di amministrazione è minore rispetto a quello che era stato indicato nel bilancio di previsione che abbiamo approvato nel mese di aprile). Quindi, questo è dovuto al fatto che i residui passivi sono superiori rispetto a quelli preventivati.
Altra considerazione. Lei ci presenta una manovra veramente originale che parte da un giudizio condivisibile: quello di contenere il più possibile i residui passivi per il 2001. Ma come lei intende risolvere l'operazione è una modalità veramente strana. Cioè ci dice, in sostanza: per contenere i residui passivi riduciamo le competenze dei capitoli.
Teoricamente - faccio un ragionamento per assurdo - se i capitoli fossero zero, i residui passivi sarebbero zero. Se riduciamo i capitoli, si riducono evidentemente i residui passivi. Allora, cosa fa lei a giugno? Ci dice: siccome la struttura non è in grado di spendere, riduciamo gli stanziamenti e così non abbiamo i residui passivi. Ragionamento condivisibile. Tutti gli Assessori hanno avuto questa indicazione e tutti hanno proposto una riduzione degli stanziamenti. Ma di quant'è l'operazione? E' un'operazione di circa 300 e rotti miliardi. Vuol dire che, rispetto a tre mesi fa, all'improvviso la Giunta, dopo aver deciso di dare alcune indicazioni, si rende conto che la struttura non può spendere questo è il problema - e che è in difficoltà.
E' stato fatto un bilancio di previsione sovradimensionato nella spesa lo constatiamo adesso e si dice: la struttura non può spendere. Ma ciò che è ancora più grave è che questa non è la modalità per ridurre i residui passivi. I residui passivi si riducono se la struttura è in grado di funzionare e di dare attuazione alla legge, cioè di spendere ciò che è previsto nei capitoli, mi sembra logico! Lei, Assessore, raggiunge questo ottimo risultato mettendo zero a tutto, e, inoltre, si presenterà come un ottimo Assessore.
Politicamente, invece, lei non è un buon Assessore, avendo questa responsabilità. Non per fatto personale, ma perché quando la Giunta dice che riduce di 4 miliardi e mezzo le spese per gli asili nido - erano 6 miliardi viene portato a 4 miliardi e mezzo - certo, non avrà residui, ma non soddisfa la domanda. Riduce, inoltre, completamente gli stanziamenti per i disabili; riduce le spese per l'illuminazione pubblica dei Comuni; i Comuni hanno una fame di contributi pubblici per l'illuminazione pubblica per fognature e per altro. Lei decide di ridurre di quasi 19 miliardi le fognature; riduce gli interventi per i municipi; riduce gli interventi per le aree pubbliche. Questo significa non soddisfare una domanda che esiste da parte degli Enti locali, soprattutto Comuni piccoli che non sono in grado, con le proprie risorse, di fare quel tipo di investimento.
Ridurre il capitolo del consumo energetico di diversi miliardi vuol dire anche, in questo caso, non soddisfare una domanda. Qual è il problema? Il problema è che se c'è una domanda condivisibile dalla comunità, ed è quella di andare nella direzione degli investimenti, da parte di piccoli Comuni, questa domanda va soddisfatta! Non si parte dal fatto che la struttura non è in grado di farcela e quindi si riducono i capitoli.
Amministrazione seria, Assessore serio, Giunta seria dovrebbero fare una cosa molto semplice: c'è una domanda di illuminazione pubblica, c'è una domanda di fognature da parte dei Comuni, allora potenzio la struttura in modo da accelerare i tempi per predisporre i bandi, in modo da fare in fretta l'istruttoria, in modo da utilizzare le risorse che ci sono. Oppure c'è un'altra modalità, suggeritami dal collega Tomatis: dobbiamo dare ai Comuni dei contributi, perché li riteniamo utili, sull'illuminazione e sulle fognature.
Non ha più senso che la Regione mantenga in capo a sé l'organizzazione dei bandi a livello regionale. Forse è più serio che le risorse vengano trasferite alle Province. Si predispongono i loro bandi provinciali (fanno molto più in fretta) anziché mettere in moto una macchina, che è una macchina complessa, per fare che cosa? Per permettere all'Assessore o a qualche Consigliere di maggioranza di dire che è merito suo se si sono ottenuti i contributi, anche se non è vero.
I contributi vengono concessi con una delibera, è assurdo che i Consiglieri di maggioranza e dell'Ufficio di Presidenza dicano: "Vi ho fatto dare i contributi".
Gli stanziamenti sono utili, i residui passivi non devono esserci, le risorse vanno distribuite, troviamo la modalità più utile affinché vengano distribuite in tempo, diamole alle Province o potenziamo la struttura regionale anziché dare consulenze, Assessore Burzi (poi ci soffermeremo sulle consulenze), prive di senso. Sarebbe molto più serio dare consulenze per aiutare le strutture che fanno i bandi a fare in fretta, così lei non avrebbe residui passivi. In questo modo, lei sarebbe contento e verrebbe soddisfatta una domanda della comunità locale.
Sono questi gli interrogativi che pongo, e non sono irrilevanti.
Per questi motivi, il nostro giudizio è fortemente negativo, non tanto sull'assestamento che è un documento tecnico, ma sulle variazioni che lei propone. Sono delle variazioni che rimuovono una responsabilità per un fatto tecnico, per un'incapacità a gestire delle risorse. Il nostro è un giudizio pesantemente negativo.
Credo che questa lettura non sia stata fatta, almeno i colleghi della maggioranza non l'hanno fatta. D'altronde, i colleghi della maggioranza hanno già fatto campagna elettorale e l'hanno fatta su un bilancio che prevedeva delle risorse e che ha consentito a tutti di dire: "Abbiamo messo 10 miliardi per le fognature, 20 miliardi per..." e tanti comunicati stampa.
Oggi, tutti quei comunicati stampa dovrebbero essere rivisti e corretti, perché oggi gli stessi Consiglieri di maggioranza e la stessa Giunta dovrebbero fare dei comunicati in senso contrario. Dire che c'erano 29 miliardi per le fognature, ma ne sono stati tolti 19: fatelo! Uno che fa molti comunicati sulle decisioni che prende la Giunta, come il Vicepresidente Toselli, dicendo: "Vi ho fatto dare...", dovrebbe dire che la Regione Piemonte ha ridotto i contributi agli asili nido, ha ridotto i contributi per le fognature, ecc. Questo significherebbe serietà. Partire dalla considerazione che siamo di fronte ad un fallimento: una Regione che decide di spendere, ma poi alla fine non è in grado di farlo, nonostante i 3.400 dipendenti, i 40 Direttori generali e le consulenze che continuano a crescere.



PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare all'esame degli emendamenti.
1.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Saitta, Giordano, Caracciolo Tomatis, Manica e Chiezzi: la variazione della previsione di competenza anziché di L. 2 miliardi è di L. 6 miliardi 870 milioni e conseguentemente è incrementato di pari importo la variazione del capitolo 12280 (Sanità).
La parola al Consigliere Saitta per l'illustrazione.



SAITTA Antonino

Questo è l'unico emendamento di cui sono firmatario insieme agli altri colleghi del centrosinistra. Lo illustro cercando di suscitare attenzione: cosa difficile, anche perché siamo in pochi, soprattutto per la scarsa presenza dei colleghi di maggioranza e l'assenza di chi, come il collega Marengo, che non vedo, o il collega Enrico Costa, che non vedo, così come altri colleghi, ha avuto parole di apprezzamento per alcuni giudizi espressi dall'Assessore D'Ambrosio in ordine alle consulenze. Infatti, non solo hanno detto che sulle consulenze bisognerebbe mettere mano, ma tutti siamo quasi arrivati alla conclusione - poi si vedrà a settembre - circa la necessità di una Commissione d'inchiesta sulle consulenze.
Quindi, siamo entrati in una fase in cui c'è molta attenzione sulla questione delle consulenze. Sulle consulenze la Giunta è proprio disinteressata. L'Assessore D'Ambrosio dovrebbe essere molto più coerente perché quando ci dice che di 80 miliardi quasi la metà si riferiscono spesso a consulenze non utili, dovrebbe anche preoccuparsi quando propone e delibera, come Giunta, un aumento delle consulenze della Regione Piemonte! Il capitolo delle consulenze della Regione Piemonte, capitolo 10870 prevede un importo di 6 miliardi e 870 milioni (poco, poi vi dirò quali sono gli altri capitoli). La Giunta che cosa fa? In piena situazione di difficoltà per la sanità, in piena situazione di difficoltà perché bisogna ridurre le risorse ai Comuni, decide di aumentare di 2 miliardi le consulenze. Decide di aumentare, Assessore D'Ambrosio, di 2 miliardi le consulenze! Assessore, deve essere coraggioso anche in questo caso, non soltanto con le persone che lei nomina, ma anche con i suoi della Giunta dire loro se abbia senso, in questa situazione di crisi della sanità proporre ancora 2 miliardi di aumento delle consulenze! Ho chiesto se era tecnicamente possibile annullare i 6 miliardi e 870 milioni. No, mi hanno risposto, perché avevano già speso tutto.
Due miliardi! Mah, forse siamo già impegnati con qualcuno. C'è stata dunque un'enorme corsa nello spendere tutto per le consulenze.
Invito i colleghi che ne hanno interesse a vedere - può essere utile! cosa fa la maggioranza. Andate a vedere gli impegni per le consulenze nel capitolo 10870. E' un buon esercizio per capire che tipo di consulenze vengono assegnate! Consulenze inutili! Consulenze spesso assegnate per sapere cose che la Regione già sa! Volete saperne una veramente interessante? Ho visto una deliberazione della Giunta per l'affidamento di incarico ad uno studio (non dico il nome dovremmo essere in seduta segreta) per la formulazione di un parere in tema di estensione dei flussi informativi che possono intercorrere tra la Giunta regionale e le società partecipate. Grande tema: per capire i flussi informativi! Non vi dico l'importo, andate a leggerlo! Potrei dirvi anche delle consulenze assegnate per le società partecipate. Andate a vedere che gran risultato ha avuto quel lavoro: 40/50 miliardi dati ad un noto professionista per fare l'elenco delle società partecipate! Oppure scoprite dell'altro incarico che è stato affidato perché è cambiato l'Assessore di competenza: l'Assessore è cambiato quindi è stato affidato ancora un altro studio per le società partecipate! Infine, è arrivato un altro Assessore ed è stato affidato l'incarico sui flussi informativi.
La Regione vuole essere informata su cosa fanno le società partecipate! Ma vi rendete conto di cosa viene fatto? Volete sapere di un'altra consulenza interessante? Mi riferisco all'incarico ad una società di Montecarlo per fare un capitolato d'appalto per la pulizia di Palazzo Cavour! Un capitolato che era sempre fatto dalla Regione Piemonte, un semplice capitolato di pulizia o, forse, anche di custodia. L'Assessore Burzi, che introduce questi grandi elementi di novità, dice: "Basta, ma che senso ha che i nostri impiegati, poverini, facciano un capitolato sulle pulizie?". Si chiama quindi una società di Montecarlo - che deve fare un grande studio - per fare un capitolato per la pulizia! Andate a vedere quanti milioni sono stati dati alle società partecipate! Sa cos'è successo, Assessore? Lei lo sa: quando i capitolati li facevano gli uffici - cosa che dovrebbero saper fare tutti - i lavori venivano assegnati, ora che li fanno le società di consulenza non vengono assegnati! Ciò che a noi importa, comunque, non è il capitolato, ma l'affidamento delle consulenze, e di consulenze ne avete affidate! Poi citeremo anche nomi, sperando che la Commissione d'inchiesta lavori su questi nomi e sui rapporti tra le diverse consulenze! Se la Giunta è d'accordo e la maggioranza concorda sul fatto che bisogna aumentare ancora di 2 miliardi le consulenze, se ne assumano le responsabilità! Ne riparleremo, se il Consiglio deciderà di istituire la Commissione d'inchiesta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Vorrei finire di esplicare il motivo della contrarietà della Giunta puntualizzando su un'argomentazione che credo sia sfuggita al primo firmatario dell'emendamento.
So che l'emendamento in aumento - la mia definizione sarà probabilmente imprecisa; il collega Pichetto è più competente di me - è stato valutato ed inserito sul capitolo 10870 per garantire la copertura di una gara in corso d'opera la cui chiusura e definizione degli impegni ad essa collegati deve attenersi alla rendicontazione relativa ai Regolamenti Comunitari 2068 come prescritto dalla legge.
Dunque, temevamo di non poter coprire questo intervento che, ripeto non è un intervento di poco conto, perché garantisce, se non sbaglio, la disponibilità di circa 1.500 miliardi di fondi nell'ambito della gestione del Regolamento. Si è chiusa recentemente e, tra l'altro, comporterà una riduzione per il 2001, perché l'incarico triennale (come da gara esperita e da deliberazione) comporta soltanto 900 milioni rispetto ai 2.000 previsti.
Quindi, non c'è alcuna volontà da parte della Giunta di aumentare il capitolo delle consulenze rispetto allo stanziamento iniziale, ma piuttosto vi è l'attenzione ad avere la garanzia e la copertura necessarie per il "controllo" - scusate se riassumo così - aspetto di fondamentale importanza per il mantenimento dei flussi finanziari della Comunità Europea.
Informo che la Giunta, credo proprio nell'ultima settimana, ha deliberato le prenotazioni conseguenti all'effettuazione di questa gara in senso triennale. Per il primo anno, cioè per il 2001 (ora non ricordo la cifra del secondo anno, ma mi sembra sia di circa 1.700/1.800 milioni), che è quello di cui stiamo parlando, si prevedono soltanto 900 milioni. Per questo motivo, abbiamo inserito anche il 2000.
Colgo l'occasione per precisare - dato che il Consigliere Saitta non l'ha fatto nel suo intervento - che la società di Montecarlo, di cui ovviamente non so nulla, non credo sia stata scelta attraverso una deliberazione di Giunta. Sono certo che è stata scelta con una determinazione. Il Consigliere Saitta (che molto distrattamente talvolta confonde le responsabilità degli amministratori) dovrebbe rileggersi la legge n. 51 e, nell'ambito della legge n. 51 - figlia del D.lgs. n. 29/93 individuare le diverse responsabilità (che non significa "distanti") tra l'Amministrazione e la struttura. Occorre fare un distinguo tra gli amministratori e i politici. Al momento, non ho motivo alcuno di criticare quanto fatto, anche se approfondirò la questione. So comunque che la gestione della gara, ormai assegnata, è stata seguita benissimo dalla Direzione Patrimonio. Ripeto: l'Amministrazione e la Giunta in queste scelte non c'entrano nulla e, in ogni caso, si è trattato di un'eccellente gestione delle procedure di gara.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliere Manica per dichiarazione di voto.



MANICA Giuliana

Come il Consigliere Saitta, anche noi riteniamo che, in un assestamento che ammonta a 9 miliardi, un aumento di 2 miliardi per le consulenze sia una questione importante. Molto dibattuta in questi ultimi tempi, essa richiederebbe un atto coerente da parte dell'Amministrazione. Bisognerebbe risolvere questo problema in modo netto e risolutivo o, perlomeno, lo si dovrebbe risolvere almeno nell'ambito più circoscritto dell'assestamento.
Sarebbe un gesto importante da parte dell'Amministrazione ed aiuterebbe il nostro dibattito su un problema così complesso.
Voglio ricordare che noi abbiamo presentato una mozione avente per oggetto le consulenze sulla sanità e le consulenze affidate dalla Regione Piemonte e dai suoi Enti, Aziende e Società collegate. Tale mozione, in quanto profondamente connessa per il suo oggetto al bilancio, chiede a questo Consiglio di procedere all'istituzione, secondo i termini dello Statuto della Regione Piemonte, di una conseguente Commissione d'inchiesta.
Se ci fosse un atto precedente di modifica del capitolo, come noi chiediamo, sarebbe un atto significativo anche per aiutare il dibattito su una mozione che comunque abbiamo depositato e su cui chiederemo un voto successivo.
Pertanto, la nostra dichiarazione di voto, come Gruppo dei Democratici di Sinistra, è assolutamente favorevole a questo emendamento, ma con lo spirito che ho cercato di spiegare. L'emendamento riguarda una parte, un primo ambito e segnale, ed è profondamente collegato ad una mozione che chiederemo che l'aula voti successivamente al testo dell'assestamento.



PRESIDENTE

Comunico che è giunto alla Presidenza un ulteriore emendamento.
1.1a) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Marcenaro e Riba: il capitolo 10870 è aumentato di L. 300 milioni (finalizzato all'affidamento di incarico per la formazione dell'approfondimento del Piano Territoriale Regionale relativo all'area piemontese interessata dalla localizzazione dell'Aeroporto di Malpensa 2000) prelevando tale somma dal capitolo 15910.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.1), sul quale c'è il parere contrario della Giunta.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'emendamento rubricato al n. 1.1a) che ho letto precedentemente.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 1.1a) è pertanto ritirato.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: il capitolo 11175 è aumentato di L. 1 miliardo prelevando in diminuzione dal capitolo 15910.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Si tratta di una questione affrontata ripetutamente nel corso di questi mesi sulla quale riteniamo che un aumento di capitolo di queste dimensioni dia un segno di sensibilità rispetto ad una delle questioni più acute. Si tratta di una discussione che è ritornata molte volte in VII Commissione o in altre sedi, a volte anche in discussione generale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto per il parere della Giunta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Le considerazioni del Consigliere Marcenaro sono da considerarsi con attenzione e da apprezzare perché l'attenzione alle condizioni di difficoltà è massima da parte di tutto il Consiglio (lo stesso proponente l'emendamento diceva "è un segno"). Vorrei ricordare che sulla partita noi abbiamo cospicue risorse.
Il POR prevede, per questi interventi, risorse consistenti per cinque anni e quindi la valutazione di un 1 miliardo determina un giudizio, da parte della Giunta, negativo. Negativo non per la sostanza, ma perché in questo momento non è determinabile quella che può essere l'influenza di 1 miliardo su un complesso di capitoli che, sostanzialmente, è di 300 miliardi nella partita politica attiva del lavoro e della formazione professionale.
Vorrei che fosse chiaro - ripeto - che il parere della Giunta è negativo per la parte numerica di consistenza e non per la sostanza delle attenzioni che, a nome della Giunta, dichiaro di apprezzare da parte dei soggetti che hanno proposto l'emendamento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.2).
Il Consiglio non approva.
1.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: il capitolo 11800 è aumentato di L. 200 milioni prelevando la somma dal capitolo 15910.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Illustrerò sia questo emendamento che quello relativo al capitolo 20462.
Come si evince dal testo, si tratta di cifre piccole anche se per una realtà importante del Piemonte come quella delle Società di Mutuo Soccorso.
Ricordo che in Piemonte ci sono oltre 460 Società e in molti paesi - come ben sa l'Assessore Leo - sono l'unica realtà culturale e sociale operante.
Ragion per cui hanno bisogno di un aiuto da parte della Regione che ha dei capitoli che si rivolgono alle Società di Mutuo Soccorso. Bisogna incrementare questa contribuzione perché, soltanto in questo modo, le Società possono continuare la loro attività e rimanere in vita. Per alcune si tratta proprio della sopravvivenza attraverso il contributo della Regione. Pertanto, invitiamo la Giunta ad accogliere questo e gli altri emendamenti che riguardano le Società di Mutuo Soccorso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Muliere.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Il parere della Giunta su questo argomento, che, se non ricordo male, è una legge specifica emanata nella scorsa legislatura, è favorevole.
Riconnettendomi all'argomento precedente, chiedo solo al presentatore di cambiare il capitolo di finanziamento, sostituendolo con il 10870, che è il capitolo delle consulenze ed ha, pertanto, un residuo di circa un miliardo, che alla Giunta non serve più.
Se il collega Muliere è d'accordo, lo accetteremmo...



MANICA Giuliana

E' in contraddizione con quanto abbiamo dichiarato prima, con gli emendamenti precedenti.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Non ho seguito la contraddizione...



PRESIDENTE

Va bene, c'è il parere della Giunta che è contrario, ma favorevole in caso del cambiamento del capitolo.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Assessore Burzi, relativamente al capitolo sulle consulenze, avevamo avanzato una proposta che aveva un significato di merito, legato al singolo capitolo, ma in una posizione di ordine più generale. Lei chiede uno spostamento in quel capitolo. Ritengo che la domanda sia retorica, nel senso che c'è una questione politica!



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Credo di non essermi espresso bene nell'intervento precedente o di non essere stato ascoltato nel mio intervento di replica al collega Saitta sulle motivazioni addotte dal primo firmatario del precedente emendamento.
Gli emendamenti, secondo me, sono anche figli delle motivazioni che inducono l'aula a prendere le decisioni.
La Giunta è e rimane contraria, perché - come ho detto - i 2 miliardi sono stati stanziati non per le motivazioni addotte dal primo firmatario ma per coprire gli interventi sulla pista di controllo, che sono elemento fondamentale per mantenere i 1.500 miliardi di cofinanziamento. Ho detto che questo l'abbiamo deliberato due o tre giorni fa e che comporta un residuo di circa un miliardo rispetto allo stanziamento precedente, quindi non vedo contraddizione rispetto al fatto di mantenere i 2 miliardi per le motivazioni già dette, tant'è vero che abbiamo votato contro. Adesso sto scaricando fino ad un miliardo, senza emendarlo in senso negativo, uno stanziamento che alla Giunta non serve più in quel capitolo né è mai servito per attribuire consulenze, comunque utili, perché l'inutilità degli stessi non è argomento che mi affascina.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Su questo punto, anche per chiarezza della destinazione delle risorse che abbiamo. Chiedo che l'Assessore riformuli con gli uffici, prelevando da quel capitolo le risorse necessarie; la finalizzazione è esplicitamente non diretta ad aumentare il capitolo consulenze, ma finalizzata agli scopi che erano indicati.



PRESIDENTE

Grazie. Chiedo se riusciamo ad avere una posizione.
Prego, Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Francamente, non vedo niente di politico rispetto a prima. Ho detto: "La finalizzazione dell'emendamento Muliere sulle Società di Mutuo Soccorso ha, a giudizio della Giunta..."



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Consigliere, ho semplicemente detto che siamo favorevoli a mettere i 200 milioni sul capitolo 11800; ho solo chiesto di prelevarli dal capitolo 10870 che, a questo punto, ha idealmente 900 milioni che alla Giunta rispetto all'assestamento, sono meno utili. Anche un prossimo emendamento presentato da voi ed accolto, lo vorrei finanziare su questo capitolo, fino alla concorrenza dei 900 miliardi. Tutto qui. E' pura ragioneria, come direbbe il Consigliere Riba.



PRESIDENTE

D'accordo. C'è, quindi, il parere favorevole della Giunta.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.3).
Il Consiglio approva.
Comunico che il Consigliere Chiezzi ha ritirato tutti i suoi emendamenti che saranno comunque mantenuti agli atti.
1.4) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: il capitolo 11835 è aumentato di L. 150 milioni prelevando in diminuzione dal capitolo 10870.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
1.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: il capitolo 12126 è aumentato di L. 350 milioni prelevando in diminuzione dal capitolo 15910.
Siamo in tema di contributi alle Cooperative sociali per persone svantaggiate.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Molto brevemente. Mi pare che tutta la partita relativa alla spesa socio-assistenziale non abbia trovato una sufficiente attenzione, non solo precedentemente nel bilancio preventivo, ma anche in tutte le cifre dell'assestamento. C'è una serie di settori ed ambiti che richiederebbero una particolare attenzione, tanto più perché siamo in una fase profondamente nuova ed innovativa. Abbiamo anche ricevuto consistenti finanziamenti per applicare nuove leggi, come il nuovo Testo Unico di riforma dei servizi socio-assistenziali. Dobbiamo approntare nuove forme sia dal punto di vista della programmazione che dei servizi di gestione di tutto il comparto socio-assistenziale. Ci pare che l'accoglimento di cifre anche modeste come queste, ma significative per l'intervento che possono fare, come un contributo alle Cooperative Sociali per l'inserimento lavorativo di persone svantaggiate, possa essere un segnale senz'altro compatibile con le cifre di bilancio, perché le cifre e le richieste di stanziamento indicano una possibilità concreta, reale e materiale in direzione di un riequilibrio sulla spesa socio-assistenziale.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto.



PRESIDENTE

COTTO, Assessore delle politiche sociali e della famiglia



PRESIDENTE

La Giunta non avrebbe alcuna difficoltà ad accogliere questo emendamento. Tuttavia, vorrei far notare che nel 2000 sono stati sufficienti 56 milioni per il problema sottolineato dalla Consigliera Manica. Noi, adesso, ne abbiamo già previsti 117, proprio in virt dell'aumento di questa richiesta. Quindi, dovremo riuscire, per l'anno 2001, a dare una risposta in ogni caso.
Qualora non dovessimo riuscire, proprio quell'ulteriore finanziamento previsto con la nuova legge potrebbe dare una risposta.
Pertanto, il parere della Giunta è contrario, ma solo perché c'è già la risposta.



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.5).
Il Consiglio non approva.
1.6) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: il capitolo 14600 è diminuito di L. 12 miliardi spostando la somma sul capitolo 12170.
Tale emendamento è ritirato.
1.7) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: il capitolo 15180 è aumentato di L. 3 miliardi prelevando in diminuzione dal capitolo 15910.
La parola alla Consigliera Manica per l'illustrazione.



MANICA Giuliana

Illustro questo e i successivi emendamenti relativi alle problematiche di ordine ambientale, quindi questo che è relativo al personale dei Parchi e Riserve, quello successivo relativo al contributo alle Province per funzioni delegate in materia di smaltimento, quello ai contributi ai Comuni per la raccolta differenziata e quello ai contributi ai Comuni e alle Province per il riutilizzo e il riordino dei rifiuti e per la riduzione della produzione dei rifiuti stessi.
In ordine ai contributi ai Comuni e alle Province, sappiamo che sono intercorsi, tra gli Assessorati competenti e le Amministrazioni comunali e provinciali, importanti momenti di incontro e di verifica, in cui una parte di questi contributi e di questi stanziamenti per le materie di reciproca competenza, sia per quanto riguarda le Province che per quanto riguarda i Comuni, sono già stati definiti.
Su problematiche come queste, che hanno una caratteristica di fondo all'interno della nostra Regione, per consentirci di uscire da una politica esclusivamente emergenziale del rifiuto, che porta esclusivamente alla discarica, al fine di impostare politiche di programmazione nel senso della legge n. 59 (quella del riutilizzo complessivo del ciclo del rifiuto) e di un intervento che abbia un carattere di gestione organica e programmatoria riteniamo sia utile ed importante assegnare ulteriori finanziamenti ad una problematica che abbia tali caratteristiche.
Come dicevo, questo emendamento è relativo a tutta la problematica del ciclo dei rifiuti, ma anche a tutte le politiche dei Parchi che noi intendiamo incrementare, essendo il Piemonte, per un'eredità delle passate legislature, una di quelle Regioni che, attraverso atti di legislatura precedenti, si è dotata di una politica dei parchi tra le più importanti d'Italia, che ci è stata, per il passato, anche riconosciuta dalle altre Regioni italiane. Riteniamo, quindi, che tale politica debba essere salvaguardata ed incrementata anche attraverso atti materiali, quelli di una presenza idonea ed adeguata del personale, venendo incontro anche ad una cultura che sempre più si sta diffondendo tra le giovani generazioni e non solo, di riappropriazione dell'ambiente naturale come elemento e nuova qualità del tempo libero.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Consigliera Manica, quindi lei ha illustrato anche gli altri emendamenti relativi allo stesso argomento.



MANICA Giuliana

Sì.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



PRESIDENTE

CAVALLERA, Assessore alla pianificazione e vigilanza parchi



PRESIDENTE

Grazie, Presidente. L'emendamento n. 1.7) tende ad incrementare lo stanziamento per il personale dei Parchi. Devo dire che lo stanziamento per il personale dei Parchi è di 25 miliardi. Per il funzionamento dei Parchi in un altro capitolo, sono previsti 11 miliardi.
Ritengo che occorra valutare questi stanziamenti alla luce del personale attualmente in servizio e alla luce degli accordi contrattuali che sono stati sottoscritti, e quindi della capienza di questo capitolo per quanto riguarda le erogazioni di stipendi, retribuzioni e quant'altro.
Sotto questo profilo, lo stanziamento risulta sufficiente per quanto riguarda l'anno 2001. Semmai, si potrà porre in prospettiva, per gli esercizi successivi, un eventuale ritocco proprio per mantenere questo organico che mediamente è ritenuto adeguato.
Quindi, comprendiamo la sottolineatura dell'importanza della tematica dei Parchi, però riteniamo, con lo stanziamento previsto, di essere in grado di gestire tutta la partita. Pertanto, il parere della Giunta è contrario.
Per quanto riguarda il capitolo 15620, richiamo alla lettura del bilancio anche il capitolo 16005, cioè tutti i capitoli specifici sono stati azzerati perché si è confluito tutto nel 16005. Per ammissione della stessa controparte, insomma dei colleghi Assessori delle Province, la parte ambiente è una parte che è già stata mediamente risolta, nel senso che prevede corresponsioni accettabili, quindi non mi sposterei, in questa fase, da equilibri che abbiamo già raggiunto e che mi sono impegnato, anche personalmente, a far lievitare ad un livello accettabile.
Per quanto riguarda, invece, il capitolo 15630, faccio un ragionamento di questo tipo, e mi rivolgo anche al collega Burzi che adesso non vedo con cui prima avevo concertato. Il 15630 è un capitolo che premia i cosiddetti "Comuni ricicloni": i Comuni che superano un determinato livello di raccolta differenziata ottengono un contributo. Ho svolto una verifica in data odierna e ho appurato che la capienza di questo capitolo è sufficiente.
Qualora si volesse intervenire in questa partita, si potrebbe incrementare di qualcosa il capitolo 15310, che, invece, è quello che contribuisce ai consorzi per la gestione del servizio integrato.
In questo caso, anche se l'incremento non potrà che essere di 300/400 milioni, quindi non rilevantissimo, a fronte di 900/1.000 milioni, qui possiamo incrementarlo di un 25-30% e andiamo proprio nella direzione che prima veniva richiamata, cioè di un'attenzione per l'organizzazione del servizio integrato di gestione dei rifiuti nel quale la raccolta differenziata è il primo anello della catena.
Quindi, la mia proposta sarebbe di incrementare di 400 milioni il capitolo 15310, anziché...



(Commenti fuori microfono)



PRESIDENTE

CAVALLERA, Assessore alla pianificazione e vigilanza parchi



PRESIDENTE

Di 350, non a caso avevo richiamato il collega Burzi perché prima avevamo concertato dai 300 ai 400 milioni, stava facendo la verifica quindi 350 milioni sul capitolo 15310.
Quindi, occorrerebbe modificare l'emendamento sia nel capitolo di conferimento, che diventerebbe il 15310, sia nel capitolo di partenza, che ovviamente, verrà detto dal collega Burzi.



PRESIDENTE

Assessore Cavallera, il capitolo 15180 è aumentato di lire?



PRESIDENTE

CAVALLERA, Assessore alla pianificazione e vigilanza parchi



PRESIDENTE

Capitolo 15310.



PRESIDENTE

Il capitolo 15310 è aumentato di lire?



PRESIDENTE

CAVALLERA, Assessore alla pianificazione e vigilanza parchi



PRESIDENTE

Presidente, parlo dell'altro emendamento.



PRESIDENTE

Va bene. Poi lo vediamo.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.7).
Il Consiglio non approva.
1.8) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: il capitolo 15620 è aumentato di L. 2 miliardi prelevando in diminuzione dal capitolo 15910.
Tale emendamento è da considerarsi ritirato.
1.9) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: il capitolo 15630 è aumentato di L. 500 milioni prelevando in diminuzione dal capitolo 15910.
Su tale emendamento la Giunta ha espresso parere favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
1.10) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Placido, Ronzani e Suino: il capitolo 20460 è aumentato di L. 1 miliardo prelevando la somma dal capitolo 27170.
Il Consigliere Muliere dà per illustrato l'emendamento.
La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali

Volevo dire che l'attenzione dimostrata dai colleghi è assolutamente pregevole, infatti prima abbiamo accolto l'emendamento, però, avendo fatto i conti con i miei uffici, abbiamo verificato che la cifra depositata è sufficiente e la spenderemo tutta, ma è sufficiente. Allora, per un'economia di vicende, con dispiacere, devo dire che non abbiamo bisogno di accoglierlo, mentre il precedente è stato assolutamente vitale ed utile.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere per dichiarazione di voto.



MULIERE Rocchino

Intervengo trenta secondi per dire che questo è un capitolo particolare che riguarda i contributi per la ristrutturazione degli immobili delle Società di Mutuo Soccorso e questo...



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze (fuori microfono)

Contributi in conto capitale.



MULIERE Rocchino

In conto capitale.
Questo è un patrimonio immobiliare importantissimo che necessita di una continua ristrutturazione. So che le Società - e l'Assessore lo sa benissimo - continuano ogni anno a chiedere contribuzioni e le domande accolte non possono essere molte perché il capitolo comunque non è molto ampio. L'aumento è di un miliardo, capisco però che nel bilancio complessivo, secondo me...



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali (fuori microfono)

Forse stiamo parlando di un altro emendamento, ci consenta di verificare.



MULIERE Rocchino

C'è l'emendamento n. 1.12) di 400 milioni; questo è l'emendamento numerato dalla Presidenza quale n. 1.10) riguardante l'aumento di un miliardo.



PRESIDENTE

La Giunta esprime parere favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.10).
Il Consiglio approva.
1.11) Emendamento presentato dai Consiglieri Saitta, Tomatis e Giordano: il capitolo 20390 è incrementato di L. 1 miliardo. Il capitolo 27170 è ridotto di L. 1 miliardo.
Parere favorevole senz'altro.



LEO Giampiero, Assessore ai beni culturali (fuori microfono)

Ho parlato prima con il collega Burzi, che ha molto più merito di me.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, non vorrei che la fretta... La Giunta ha espresso parere favorevole su tale emendamento.
La parola al Consigliere Cattaneo per chiarimenti.



CATTANEO Valerio

Chiedo semplicemente un chiarimento: il capitolo 20390 è un determinato capitolo, ma il 27170 che cosa riguarda?



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Il capitolo 27170 è relativo ad un fondo di investimenti, un fondo di capitale indistinto, che finanzia tutti i disegni di legge in conto capitale. E' il parallelo del 15910, che finanzia i disegni di legge in spesa corrente.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.11).
Il Consiglio approva.
1.12) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: il capitolo 20462 è aumentato di L. 400 milioni prelevando la somma dal capitolo 27170.
Su tale emendamento c'era già stato il parere negativo della Giunta regionale.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
1.13) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Placido, Manica Saitta, Tomatis, Giordano, Suino, Riba, Ronzani e Caracciolo: il capitolo 25573 (Fondo artigianato) è aumentato di L. 20 miliardi prelevando in diminuzione dal capitolo 27170.
La parola al Consigliere Marcenaro per l'illustrazione.



MARCENARO Pietro

La questione è stata posta in Commissione e l'Assessore Laratore la conosce, perché ne abbiamo discusso. Si tratta del fondo rotativo dell'artigianato, quello stabilito dalla legge n. 21/97. La consistenza di questo fondo ammonta oggi a 108 miliardi e l'ultimo conferimento regionale è stato di 16,25 miliardi.
Alla data del 14 giugno 2001, le domande di finanziamento presentate erano 1.086, per un totale di 166 miliardi di finanziamenti richiesti; di questi 104 erano a carico del fondo regionale. E' stato un vero e proprio "exploit", in quanto nel solo anno 2000 ha rappresentato il 34% di tutta la domanda effettiva degli ultimi sei anni.
Tale strumento trova un apprezzamento molto forte da parte dell'artigianato ed è entrato nell'ambito di quelle che sono considerate le buone pratiche che consulenti, strutture associative, istituzioni di credito hanno assunto nei confronti delle imprese, tanto che si può dire che, per l'anno 2000 l'utilizzo del fondo rotativo rappresenta complessivamente, per quanto riguarda la somma impegnata, oltre il 50% di tutto il sistema del credito agevolato piemontese.
Tutto questo nonostante - e anche di questo abbiamo parlato in Commissione - nel dicembre scorso la Giunta regionale abbia ridotto l'intensità delle agevolazioni; ciò nonostante, la domanda continua ad essere sostenuta e il ruolo positivo di questo strumento - che, ripeto, è uno dei principali strumenti di sostegno e finanziamento allo sviluppo delle aziende artigiane - può essere vanificato solo da una ristrettezza di risorse che può diventare cronica. Questa situazione sta producendo un allungamento dei tempi che le aziende devono attendere per la concreta erogazione del finanziamento e, solo attraverso un consistente incremento di questo fondo, è possibile che questa eventualità negativa sia scongiurata.
E' per questa ragione che, pur avendo preso atto che nell'assestamento la Giunta propone un incremento di questo capitolo e di questo fondo - e quella che faccio è una valutazione che abbiamo riscontrato con l'insieme delle associazioni artigiane e con l'insieme dei soggetti che agiscono su questo terreno - riteniamo che questo incremento sia insufficiente e che se le risorse a disposizione dovessero rimanere nell'ambito di quanto fino a questo momento è prospettato, il rischio di mettere in crisi uno degli strumenti più importanti e più efficaci di sostegno alle piccole aziende artigiane sarebbe molto forte. E' anche vero che questo va poi collegato pure di questo abbiamo discusso in I Commissione, vero Assessore Laratore? ad una serie di altri strumenti, ma questi altri strumenti, in particolare quelli che riguardano le politiche che hanno un riferimento con il quadro comunitario, a nostro parere, da soli, non saranno sufficienti a rispondere a tale questione, senza un impegno particolarmente significativo in questa direzione.
Per questo motivo, la consideriamo una questione importante; abbiamo quantificato, come avete visto, l'aumento della cifra a 20 miliardi, il che dovrebbe portare a circa 70 miliardi complessivi questa dotazione. Su questo punto, chiediamo alla Giunta un intervento e una risposta positiva che accolga in tutto o in parte tale esigenza, ritenendo - ripeto insufficiente il livello al quale siamo oggi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Laratore per il parere della Giunta.



LARATORE Giovanni, Assessore all'artigianato

Ringrazio il Consigliere Marcenaro per aver sollevato questo problema anche con dovizia di particolari e conoscenza specifica.
Il fondo rotativo è uno strumento efficace: funziona. Ha funzionato in modo particolare per due ragioni: in primo luogo, perché aveva una forma di agevolazione abbastanza consistente (si arrivava, per le nuove aziende che avevano un incremento occupazionale, al 70% a tasso zero); questo ha favorito molto l'espandersi della domanda, unitamente al fatto che lo strumento è valido e si sta attraversando un periodo un cui l'economia tira.
La riduzione dell'agevolazione pubblica resasi necessaria quando abbiamo visto che c'era questo ingolfamento ha avuto dei tempi lunghi; non è entrata immediatamente in vigore per via del fatto che, quando si prende una decisione, si va in Commissione, bisogna pubblicare, ecc., e quindi è partita solo dal 19 febbraio. Il fondo, negli ultimi mesi (mi riferisco ai mesi di giugno e luglio), ha una ricezione di domande sostanzialmente adeguata ai rientri, che nel frattempo sono aumentati: avevamo un rientro di 5 miliardi al mese quando avevamo la dotazione precedente di circa 90 miliardi; l'incremento di 35 miliardi fatto sullo stanziamento di bilancio del 2001 ha portato i rientri a 7 miliardi; se oggi viene approvata la proposta della Giunta di ulteriori 15 miliardi, si portano i rientri a 8 miliardi. Tra l'altro, il Consigliere Marcenaro ha già fatto rilevare che noi facciamo un investimento nel 2001 su questo capitolo di 50 miliardi a fronte dei 20 dell'anno scorso, quindi non è stata una cosa così leggera.
Aggiungo che bisogna utilizzare comunque gli altri strumenti.
L'Assessorato sta lavorando alacremente per vedere di utilizzare i rientri del DOCUP 1994/1996 e di utilizzare il DOCUP nuovo. Siamo intervenuti sulle banche e da tre mesi stiamo raccogliendo l'elenco di quelle che hanno già accettato di calmierare il tasso di interesse sul pre-finanziamento su questa base.
In secondo luogo, bisogna anche riequilibrare i due strumenti che noi abbiamo (questo e Artigiancassa), perché l'impegno della Regione nel finanziare il fondo rotativo dà origine, ogni miliardo, ad un investimento di 2 miliardi e mezzo, mentre un miliardo investito in Artigiancassa dà origine ad un investimento di 30 miliardi e quindi nel breve periodo noi non riusciamo a seguire l'evoluzione del fondo rotativo. Per cui sommessamente dico che bene abbiamo fatto a riequilibrare i due strumenti certo sarebbe possibile, se avessimo le risorse sufficienti, attuare subito questo intervento, ma le cose non si possono risolvere così facilmente e rapidamente.
Di conseguenza, a malincuore debbo riconoscere che non ci sono ulteriori risorse disponibili e quindi, con tutta la premessa che ho fatto con l'attenzione completa per cercare di fare il possibile per alleviare e restringere i tempi di attesa, dichiaro comunque il parere contrario della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per dichiarazione di voto.



MARCENARO Pietro

Intervengo per replicare all'Assessore Laratore, in quanto le previsioni, le valutazioni che l'Assessore ha compiuto non rispondono alla realtà obiettiva, non dico al vero, ma non rispondono alla realtà obiettiva.
La nostra valutazione - che è la valutazione di tutti gli artigiani e di tutte le associazioni - è che in questo contesto, visto il volume della domanda, gli stessi rientri trimestrali relativi alle rate di ammortamento per i prestiti in scadenza non sono sufficienti. La valutazione che si pu fare è che a bilancio costante esistevano delle risorse per rispondere alle domande presentate ad ottobre 2000; con l'aumento che è stato fatto possiamo probabilmente arrivare qualche mese più in là, ma il pericolo di effettivo blocco di uno degli strumenti fondamentali è incombente, e da questo punto di vista si tratta di una cosa molto seria.
Fra l'altro - e qui ci sono dei colleghi che dovrebbero esserne a conoscenza - l'entrata in crisi del fondo rotativo è una vicenda, Assessore Laratore, che, come lei sa, può mettere in crisi lo stesso sistema dei confidi e quindi l'insieme di un meccanismo molto complicato. Per questo motivo, ribadisco che si tratta di un punto rilevante.
Anche sulle altre vicende che l'Assessore ha ricordato, cioè l'impiego delle risorse che si sono rese disponibili con l'esaurirsi della misura 3.2 e sullo stesso rapporto con le banche per intervenire in qualche modo ed operare una possibilità di calmierazione sui prestiti che vengono effettuati da parte delle banche stesse, non è vero che siamo in presenza di soluzioni concrete: siamo ancora di fronte a pure dichiarazioni di volontà che non si sono ancora tradotte, per quanto riguarda gli artigiani in misure effettivamente praticabili.
Per questa ragione, a nostro parere, la scelta compiuta è una scelta di disimpegno della Giunta e della maggioranza rispetto ad un settore e ad un problema molto delicato e molto acuto che, ripeto, contraddice l'opinione della totalità delle imprese artigiane rappresentate tramite le loro Associazioni. Questo mi pare un dato di fatto, che non vuol dire che non ci sia stata una lievitazione - questo non l'ho messo in discussione, l'ho riconosciuto anche nell'intervento, c'è sicuramente un aumento della voce ma c'è una situazione che è quella che ho cercato di rappresentare.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.13) sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.
Il Consiglio non approva.
1.14) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: il capitolo 26958 è aumentato di L. 10 miliardi prelevando in diminuzione dal capitolo 27170.
1.15) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: il capitolo 26982 è aumentato di L. 4 miliardi prelevando in diminuzione dal capitolo 27170.
1.16) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: il capitolo 26984 è aumentato di L. 3.500 milioni prelevando in diminuzione dal capitolo 27170.
Chiedo all'Assessore Cavallera se può dare un parere su questi tre emendamenti.
Prego, prenda pure la parola.



PRESIDENTE

CAVALLERA, Assessore all'ambiente



PRESIDENTE

Il parere è contrario per le ragioni che abbiamo esposto in Commissione nel senso che qui ci troviamo di fronte ad eventuali necessità che possono manifestarsi per i prossimi esercizi. In questo momento, sarebbe contraddittorio con la manovra andare ad incrementare quello che è lo stanziamento di competenze; certamente, sono finalità da tenere ben presenti per gli esercizi successivi, quindi il bilancio pluriennale.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.14).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.15).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.16).
Il Consiglio non approva.
1.17) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: è inserito il capitolo 20795 per un importo di L. 25 miliardi e di conseguenza viene modificato il totale della spesa a L. 50 miliardi con pari importo nelle entrate (v. allegato).
La parola all'Assessore Burzi per l'illustrazione.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Questo emendamento, che agisce sull'anno 2002, completa l'allegato all'art. 1 (allegato A), aggiungendo 25 miliardi. Questo emendamento si sposa ad un successivo emendamento che prevede l'introduzione di un articolo nell'ambito dell'art. 5 che ieri in Commissione ha suscitato un momento di utile discussione all'interno della maggioranza. Aggiunge 25 miliardi ad un fondo già esistente di 100 miliardi; se la memoria non mi inganna su interventi che comprendono le attività dell'edilizia sanitaria.
Viene inserito nell'anno 2002 perché non tutte le progettualità oggi pur essendo presenti come esigenze, sono già cantierabili. Aggiungendolo appunto, a partire dal 2002, e si completerà con la reintroduzione di un articolo che ieri la Giunta aveva proposto come emendamento e che la Commissione non ha avallato.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Intervengo perché noi abbiamo chiesto chiarimenti, abbiamo cercato di capire meglio questo stanziamento di 25 miliardi sul pluriennale. Abbiamo dovuto fare una ricostruzione perché si tratta della famosa questione oggetto di discussione ieri in I Commissione con la presentazione di alcuni emendamenti. Nel senso che prima c'erano 26 miliardi, con un emendamento della Giunta, previsti per l'Ospedale S. Giovanni e le Molinette segnatamente nella discussione relativamente alle attività del polo oncologico, ex art. 20, con i quali erano state finanziate anche altre costruzioni di ospedali: quelli di Bra, Biella ed Asti.
La discussione in Commissione era avvenuta con la presentazione di un emendamento da parte del collega Angeleri che chiedeva di "spalmare" i 26 miliardi non solo sulle Molinette, ma complessivamente su tutte le altre strutture ospedaliere, o comunque che non avessero una destinazione finalizzata da un'unica situazione. Attraverso una non partecipazione di tutti i Gruppi di maggioranza, con i voti favorevoli del collega Angeleri passò quell'emendamento.
Noi ci stiamo chiedendo, nel momento in cui l'Assessore Burzi ripristina il capitolo, ripristinandolo anche sul pluriennale, passandolo da 26 a 25 miliardi, che collegamento potrà avere, ad esempio, con la programmazione sull'edilizia sanitaria, ovvero se avete deciso i poli oncologici: come, in che modo li finanziate, con quali caratteristiche. Non chiedo il Piano sanitario futuro, mi basta il Piano sanitario regionale presente, relativo alla problematica dei poli oncologici. Altrimenti non riusciamo a capire quale sia la politica complessiva della Giunta e della maggioranza sulla vicenda relativa non solo alla sanità, ma segnatamente alle strutture ospedaliere, alle politiche sui poli oncologici e agli ospedali di Torino.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

La collega Manica mi ha chiesto di ripetere - e lo faccio volentieri quanto detto, forse un po' troppo velocemente, nel precedente intervento.
Ho detto che la presentazione di questo emendamento è collegata a ciò che è stato discusso ieri in Commissione, tra l'altro in maniera molto costruttiva. Durante la discussione sono emerse due problematiche, non contraddittorie, che cerchiamo di risolvere. Tali problematiche sono: un'esigenza, presentata dal collega Angeleri che ha ottenuto, nel caso specifico, il voto del Gruppo CDU; gli altri colleghi della maggioranza semplicemente hanno sostenuto - l'esito è stato poi quello dell'approvazione dell'emendamento in Commissione - di voler più ampiamente discutere gli argomenti in aula. Il collega Angeleri sostiene che le esigenze non sono evidentemente riconducibili unicamente all'emendamento che ieri è stato presentato, segnatamente sull'Ospedale S. Giovanni. Con quell'emendamento non si voleva certo ridurre il problema ad un unico indirizzo, ma posizionando - in questo caso, si segnala la presenza di altre esigenze, non ancora oggi cantierabili, che sono presenti in altre delle ventotto esigenze - un'ulteriore cifra rispetto ad un fondo plurifunzione, già presente, quindi non creiamo nessun fondo, nel 2002.
Ho anche detto - anche questa è una ripetizione, ma credo utile - che questo precede la ripresentazione, che avverrà soltanto per ragioni di esposizione quando discuteremo gli artt. 4 e 5, del testo che ieri la Giunta aveva già presentato come emendamento in aula e che credo la maggioranza accoglierà.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro per dichiarazione di voto.



MARCENARO Pietro

Dichiaro la non partecipazione al voto su questo emendamento.
Abbiamo svolto poco fa una discussione sulla questione della sanità; si tratta di una questione sulla quale esistono, come tutti sostengono problemi di riorganizzazione e di riordino. Qui abbiamo un esempio, secondo me abbastanza interessante, per capire qual è il rigore con il quale la Giunta regionale affronta il problema.
Ieri c'è stato un conflitto politico fra Gruppi della maggioranza, oggi la questione è risolta, nel senso che si impegnano altri 25 miliardi: vuoi chiedere per che cosa? Non si sa. Però intanto si impegnano altri 25 miliardi su questo punto. A cosa serve questo? Alla sanità piemontese? No per adesso serve a mettere d'accordo Forza Italia, CCD e qualcun altro, e in questo modo si impegnano le risorse pubbliche su un argomento così delicato.
Lo sottolineo perché questa è la piccola scenetta cui abbiamo assistito tra ieri sera ed oggi: è così che noi oggi l'abbiamo vissuta ed interpretata. E' un piccolo esempio di scuola su cosa è il rapporto fra un certo tipo di comportamento e scelte e gli effetti che esse sono destinate a produrre.
Come si dice, "è una logica di governo".



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1.17).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 1 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 4 4.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: al comma 3, il capitolo di entrata n. 2700 è da intendersi 2705.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 4 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 7 La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Ho chiesto la parola per sapere se l'art. 7 comprende anche gli emendamenti n. 7.2) e n. 7.3), oltre che il n. 7.1) relativo al diritto allo studio e alla parità scolastica.



PRESIDENTE

Certo! Adesso sono io che chiedo un chiarimento. E' arrivato un emendamento relativo all'elenco 4: questo emendamento intende sostituire quelli già presentati? La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Fa decadere gli emendamenti a cominciare da quello a pagina 16 "Interventi a favore... distribuzione degli strumenti informatici tra i giovani piemontesi...", cioè tutti quelli che contengono proposte di legge che noi finanziavamo singolarmente.
Le accorpiamo tutte in un unico elenco e chiediamo un unico finanziamento con un fondo di 2 miliardi.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Se posso contribuire - non voglio interromperla, collega Manica vorrei dire che, avendo la Giunta lavorato nell'esaminare i singoli emendamenti prima presentati, sui singoli emendamenti poteva offrire risposte politiche diverse, a seconda dell'argomento. Non su tutti gli argomenti dei progetti di legge - lo dico così - il lavoro diventa costruttivo. Ci sarebbe stata, comunque, una contrarietà a porre degli importi per un motivo specifico, anche sul singolo emendamento. Con molta fatica la Giunta ha convinto l'aula a considerare il capitolo 15910 come capitolo di fondo, per finanziare leggi in spesa corrente, non classificandolo come importo addendo, ma come importo che deve essere conosciuto. Faccio un esempio. Tutti sappiamo che la legge sulla parità scolastica, quella che ha avuto più dibattito, ha una voce di finanziamento di 35 miliardi, ma non è un addendo la cui somma costituisce il fondo totale, bensì un elemento conoscitivo, utile alla discussione di aula.
Sull'emendamento così composto, quello riassuntivo, la Giunta è contraria. Un motivo è per il fondo, per cui ho già spiegato il motivo; un secondo motivo è caratterizzato anche in funzione della nuova legge di ordinamento contabile.
Come ho avuto modo di dire più volte, per ogni legge della Regione si dovrà trovare una copertura finanziaria non soltanto formale, ma anche più sostanziosa nel periodo di vita della legge stessa, in modo da garantire tutti che stiamo facendo una legge non soltanto perché abbia valore istantaneo, ma perché abbia dignità nel tempo. Certamente, questo comporta una maggiore riflessione da parte dei presentatori e dei votanti: se stiamo facendo una legge, ci prendiamo anche l'impegno non solo per questa legislatura, ma per tutto il tempo in cui la legge sarà in vigore.
Nel merito. Questi progetti di legge hanno tutti competenze, analisi politiche e stato di avanzamento diversi, perché non credo che la Giunta voglia prendere, "ipso facto", la decisione di essere favorevole a votare progetti di legge non necessariamente e totalmente condivisi e non necessariamente tutti allo stesso stato di formazione e di dibattito politico. Ci tenevo che i presentatori dei precedenti emendamenti sapessero che, sui singoli elementi, eravamo disponibili ad entrare nel merito, dando la nostra disposizione, legge per legge...



(Commenti fuori microfono della Consigliera Manica)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

C'era la disponibilità su alcuni emendamenti: uno che riguardava la sicurezza ed alcuni finanziamenti nell'area della polizia locale...



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

MANICA Giuliana (fuori microfono)



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Questi non sono ritirati, vivono.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Questo non siamo in grado di accoglierlo.



PRESIDENTE

Avevo fatto questo inciso, semplicemente per avere chiari gli emendamenti ritirati e quelli presentati.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Secondo me, è utile la discussione nella quale motiviamo l'accorpamento di una serie di emendamenti - non di tutti perché quelli numerati 7.1), n.
7.2) e n. 7.3) vivono, anche perché le dimensioni dei finanziamenti richiesti, non sono tali da essere comprimibili. Se lei permette Presidente, ritornerò in seguito ad illustrare gli emendamenti n. 7.1), n.
7.2) e n. 7.3), adesso volevo semplicemente illustrare la ragione dell'accorpamento.
In questo provvedimento di legge abbiamo degli elenchi allegati di varia natura che prevedono, alcuni, disegni di legge e progetti di legge altri riguardano contratti di programma stabiliti dalla Giunta con altri soggetti. Quando poniamo questo problema, poniamo due questioni: una di merito e riguarda i singoli temi che poniamo attraverso gli specifici progetti di legge che noi chiediamo siano riconosciuti attraverso l'iscrizione a bilancio di cifre competenti a coprire. Ma ci riferiamo anche ad un'altra questione, che riguarda il funzionamento del Consiglio il rapporto tra Giunta e Consiglio o, solo in questo ambito, il rapporto fra maggioranza e minoranza.
Il fatto è, secondo noi, di un certo rilievo anche dal punto di vista istituzionale. Nel momento in cui si prevedono leggi che il Consiglio, in sede di previsione di bilancio, si dispone a finanziare, la questione deve essere aperta sia alle iniziative di disegni di legge che vengono dalla Giunta, sia da quelle che vengono dal Consiglio. Nel momento in cui viene presa in considerazione la possibilità di finanziare proposte di legge che vengono dal Consiglio, è giusto che questo avvenga tenendo conto anche di quelle che provengono sia dalla maggioranza che dall'opposizione.
Chiediamo di iscrivere a bilancio una cifra della proposta di legge che, in qualche modo, includa quello che è stato escluso nella proposta che la Giunta ha fatto e che include progetti di legge che vengono dalla maggioranza e non considera quelli dall'opposizione. Chiediamo che attraverso l'indicazione di una somma, sia aperta questa possibilità.
Con questo non chiediamo alla Giunta di condividere il merito delle singole proposte di legge che noi avanziamo sulle quali ci sarà, a suo tempo, una discussione, ma chiediamo alla Giunta di condividere il fatto che istituzionalmente, il bilancio debba prevedere finanziamenti, quando li prevede, sia per le proposte di legge che provengono dalla maggioranza che dall'opposizione. Sarà il dibattito di merito a stabilire cosa il Consiglio regionale stabilirà e cosa no. Per questo non chiedo alcuna condivisione non c'è alcuna implicazione di condivisione del merito delle proposte avanzate, così come penso dovrebbe essere su quelle della maggioranza.
Anche sulle proposte della maggioranza, trattandosi di iniziative consiliari, non è compito della Giunta, ma del Consiglio, stabilire quali siano gli orientamenti che prenderà. Per questo ci opponiamo al fatto che siano proposte di legge in itinere per le quali si prevede un finanziamento.
Chiedo una certa attenzione perché considero questo discorso importante non solo per il merito dei singoli provvedimenti, ma per il tipo di rapporti che implica la divisione dell'istituzione nei rapporti tra Giunta e Consiglio nelle sue diverse parti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Ho ascoltato con attenzione la posizione del Consigliere Marcenaro e ho l'impressione che la sua richiesta, pur legittima, sia "un modo improprio di aggirare impropriamente una norma impropria".
Ci troviamo di fronte ad un articolo della legge di assestamento e ad un'articolazione del documento contabile in cui non vengono semplicemente stanziati fondi a copertura finanziaria di leggi in discussione. Non è un capitolo da cui pescare una copertura finanziaria per la legge in discussione quest'anno, ma è un capitolo che, anticipatamente, prevede stanziamenti che coprono finanziariamente l'approvazione di una serie di leggi in discussione. Non solo si limita a fare questa operazione, ma passa anche ad indicare quali sono le leggi che possono trovare copertura con questo capitolo di spesa.
Secondo me, l'alternativa è un po' più netta e radicale: o l'art. 7 si fa "fuori" e si istituisce un capitolo che finanzia leggi in fase di approvazione, poi, ovviamente, il Consiglio finanzierà questa o quest'altra proposta di legge. E' possibile che approverà quella sul buono scuola, così come è possibile che approverà proposte di legge presentate da Gruppi di opposizione. Comunque, i proponenti sanno di trovare in quel capitolo la copertura finanziaria per l'approvazione di queste leggi. L'alternativa è quella di inserire, per titoli ed in modo puramente nominale, tutte le proposte di legge indicate in quest'aula dai Gruppi consiliari come proposte di legge che possono trovare copertura su quel capitolo.
Ciò che chiede il Consigliere Marcenaro ha una sua logica: per quale ragione l'unico capitolo libero, con il quale una forza di opposizione pu coprire i propri provvedimenti, è già occupato da provvedimenti di maggioranza? Io, però, farei un passo ulteriore: eliminiamo l'elenco n. 4 eliminiamo l'art. 7, così come viene formulato, e prevediamo che esista un capitolo di spesa sulle leggi in fase di approvazione. Poi, ovviamente sarà l'aula, nell'approvare o meno i disegni di legge e le proposte di legge presentati, a stabilire fino a che punto quel capitolo verrà utilizzato.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Anch'io ho seguito con molta attenzione l'intervento del collega Marcenaro e con altrettanta attenzione l'intervento del collega Palma.
Intanto tolgo una possibilità: l'elenco ci deve essere, perché è una norma di legge. Quindi, quel fondo globale, sia quello delle spese correnti quello di cui stiamo parlando adesso - che è quello delle spese di investimento, che il capitolo 27170 devono avere, per legge nazionale, un elenco allegato. Rispetto ad un passato recente, l'abbiamo reso un po' più flessibile, perché prima c'era un elemento di rigidità reciproca, sia per la Giunta (per la maggioranza) che per la minoranza, perché l'elenco era fatto di addendi e quindi la rigidità aumentava. Qualora un disegno di legge non avesse trovato finalizzazione nell'arco dell'anno di competenza si correva il rischio di avere una proposta di legge che era finanziata, ma che non diventava legge, ed una legge che il Consiglio avrebbe voluto finanziare, ma che non trovava copertura, perché quell'addendo era già bloccato. L'abbiamo, dunque, reso più flessibile, in senso di compatibilità con la legge.
Io dividerei il problema in due: uno è il problema dell'accesso.
Qualunque disegno di legge di Giunta o progetto di legge dei Gruppi consiliari ha comunque accesso a questi capitoli. Qualunque sia la formulazione del bilancio (la presente o la prossima), non è, cioè inibente l'accesso ad un qualunque disegno di legge (15910 sui disegni in conto corrente o capitoli di nuova istituzione e 27170 sui disegni in conto capitale o capitoli di nuova istituzione). Non c'è, dunque, inibizione e quindi non c'è, nel rapporto maggioranza-minoranza, dal punto di vista della contabilità o del bilancio, alcuna indicazione. Per altro verso, mi pongo il problema, ma, nel pormelo, non ho una soluzione aprioristica di un tipo piuttosto che di un altro - tra l'altro, è poi il Consiglio che definisce - ma neanche la decisione di avere un elenco lungo quanto si vuole o, peggio - e questo lo pongo ai responsabili politici dei Gruppi apparenti garanzie che ciò diventi legge. Questo mi è ben chiaro nella logica che il Consigliere Marcenaro ha sostenuto, che non significa condivisione, ma che se una legge della Regione Piemonte, che ha un suo governo e una sua tipologia politica, avesse in elencazione alcuni titoli non sarei certo contrario a parlare di legalizzazione. Credo che presentare un progetto di legge non sia difficile. Stiamo scrivendo, secondo un impegno di leggi, il Regolamento attuativo della legge di regolamento contabile; è una delle derivate della legge che abbiamo approvato.
Mi sono ben chiare le motivazioni che il Consigliere Marcenaro ha sottolineato ed il Consigliere Palma ha risottolineato, cercando una maggiore chiarezza che, però, non è percorribile; un fondo globale senza addendi a me piacerebbe molto, ma non è fattibile per legge. Tra l'altro forse un tempo lo è stato, ma fu proprio un tentativo della minoranza di ridurre la discrezionalità legislativa di una qualunque maggioranza, a dire: "Diteci dove volete andare, ma ditecelo per tempo", che è poi lo scopo del legislatore.
Dicevo che nell'arco del Regolamento posso prendere un impegno molto veloce, perché il Regolamento è completato. Credo che lo presenterò in Giunta e poi in Consiglio nelle prime sessioni di settembre. Bisogna trovare una soluzione migliorativa ai problemi che sono stati sostenuti.



PRESIDENTE

La risposta della Giunta, dunque, non è positiva.
Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Scusi, Presidente, stiamo cercando di capire un problema.
Parto da quanto ha detto il Consigliere Palma: siccome stiamo parlando dell'art. 7 del disegno di legge n. 318, e non stiamo parlando della legge di bilancio, perché la legge di bilancio l'abbiamo approvata nel mese di marzo - inizio aprile di quest'anno, qui non stiamo sopprimendo. Se noi sopprimessimo l'art. 7, non sopprimeremmo l'elenco del quale l'Assessore Burzi dice esserci necessità dal punto di vista dei Regolamenti e delle previsioni contabili. L'art. 7 dice che al riconoscimento della funzione sociale si aggiungono due proposte di legge: il riconoscimento della funzione sociale svolta dagli oratori parrocchiali e la valorizzazione del loro ruolo nella Regione Piemonte, l'istituzione del Libretto della casa e dell'Anagrafe funzionale dei fabbricati. Nessuno può spiegare che attraverso l'eliminazione di questo articolo, in questo momento verrebbe meno la congruità e la regolarità del bilancio. Quindi, l'obiezione che faceva l'Assessore Burzi varrebbe se qualcuno avesse proposto di procedere adesso alla cancellazione dell'elenco n. 4 e dell'elenco n. 6, ma non vale da questo punto di vista, proprio per quanto prevede l'art. 7 della legge.
Il punto è esattamente questo: siamo di fronte ad un articolo nel quale la Giunta, per un evidente accordo politico tra Giunta e maggioranza, dice ad un certo Gruppo: "Approvo questa tua legge, così andiamo tutti più d'accordo". Io ritengo, però, che sia improprio l'uso del bilancio per regolare i rapporti e le relazioni politiche all'interno della maggioranza.
O il bilancio serve, e allora questo è corretto e ci stanno le diverse esigenze, compresi gli oratori, per regolare i rapporti fra la Giunta e il Consiglio nelle loro diverse attività legislative - ma è il punto che voi proponete nell'art. 7 che espone a questo tipo di osservazione, che vorrei fosse chiara - oppure l'Assessore Burzi fa una discussione che prescinde dall'articolo che stiamo concretamente discutendo, che non riguarda la presenza o meno dell'elenco, ma riguarda la presenza di questo elenco con queste specificazioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Non volevo rubare troppo tempo per un dibattito che credo sia potenzialmente interessante. Se ricordiamo quanto ho detto prima specificatamente all'art. 7, significa che attorno a questi due progetti di legge c'è una condivisione politica della maggioranza e, quindi, si è già entrati nel merito del disegno di legge e lo aggiungiamo nell'ambito di utilizzo oggi consentito dalla legge. E' per questo che ho detto prima quando si parlava dei disegni di legge, che la Giunta era disponibile progetto di legge per progetto di legge, a relazionare in merito allo stato dell'arte della singola legge e alla condivisione o meno, che non è garantibile per tutti, ma tantomeno escludibile per alcuni, dei progetti di legge presentati anche dalle minoranze. Questo è quello che ho tentato di dire prima.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Prendo atto delle considerazioni dell'Assessore Burzi, ma, per quanto mi riguarda, configurano un forte elemento di anti-istituzionalità, per non dire di scorrettezza istituzionale, cioè una posizione che invece di stabilire un elemento di correttezza nei rapporti fra Giunta e Consiglio è, secondo me - per questo motivo faremo una discussione più attenta - un uso improprio del bilancio, una visione scorretta dei rapporti istituzionali, e considero abbastanza grave politicamente, al di là degli aspetti strettamente di merito dei capitoli in bilancio dei quali stiamo discutendo, la visione delle relazioni e dei rapporti che emergono dalle parole dell'Assessore Burzi, che sicuramente parla a nome della Giunta e non solo a nome personale.



PRESIDENTE

A questo punto, possiamo passare all'esame degli emendamenti all'art.
7.
7.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Placido, Ronzani e Muliere: il capitolo 11250 (spesa - parte corrente) è aumentato di L. 35 miliardi prelevando in diminuzione dal capitolo 15910 (elenco 4 "disegni di legge parità scolastica").
La parola il Consigliere Placido per l'illustrazione.



PLACIDO Roberto

Quando abbiamo presentato questo emendamento - era aprile - la situazione era abbastanza chiara, nel senso che le necessità sul diritto allo studio erano decisamente superiori alle risorse che la Regione destinava e c'era l'obiettivo, da parte della Giunta, di arrivare alla definizione dei cosiddetti buoni scuola. Non c'era bisogno della sfera di cristallo per capire che i tempi non sarebbero stati sufficienti.
Ci troviamo ad agosto e le necessità sul diritto allo studio da parte dei Comuni e degli Enti locali sono rimaste sempre quelle, assolutamente superiori alle cifre stanziate dalla Regione. Il disegno di legge sui buoni scuola è ormai evidente che tecnicamente non è possibile portarlo a compimento per l'anno scolastico 2001/2002.
Per questo motivo, riteniamo che sia, alla luce di quanto ho detto adesso, opportuno, utile e necessario, vista le esigenze degli Enti locali sul diritto allo studio, trasferire le risorse destinate a suo tempo sull'altro capitolo di bilancio. Su questo attendiamo una risposta da parte della Giunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Vorrei rispondere semplicemente con le stesse parole con cui abbiamo già risposto in Commissione ieri, ossia dicendo che per noi i tempi ci sono ancora. L'approvazione del disegno di legge sulla scuola è, per questa maggioranza, una priorità assoluta, tant'è che al ritorno e all'inizio dei lavori della Commissione Cultura si partirà proprio dall'esame del disegno di legge della Giunta e, ovviamente, dai progetti di legge presentati dalla minoranza, che hanno visto la Commissione convocata in modo straordinario per più settimane e due volte alla settimana.
Quindi, rimane questo impegno e, ribadiamo, i tempi ci sono ancora; tra l'altro, con la collega Rosanna Costa abbiamo presentato un ordine del giorno che ribadisce la volontà e la priorità della maggioranza di approvare, prima dell'inizio dell'anno scolastico, il disegno di legge sui buoni scuola.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Voglio dire che la risposta del collega Angeleri è a nome di tutta la maggioranza e di tutta la Giunta, e lo ringrazio.
Desidero sottolineare, però, che la preoccupazione che fondi così importanti non vadano eventualmente persi per il diritto allo studio è propria anche della maggioranza. Quindi, condividiamo questa preoccupazione. La risposta del collega Angeleri è esemplare per tutti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido per dichiarazione di voto.



PLACIDO Roberto

E' evidente che il collega Angeleri ha affermato una cosa tecnicamente non possibile, confermata anche in Commissione dagli uffici: ci vogliono 120 giorni per applicare l'emendamento votato in aula. Quindi, è una questione tecnica e non politica.
Sappiamo tutti che non sarà possibile applicarlo per l'anno scolastico 2001/2002. Si nega l'evidenza.
Prendiamo atto della risposta dell'Assessore Leo e da questa ne deriverà il nostro comportamento in Commissione nel prosieguo della ripresa dei lavori. Negare l'evidenza tecnica dei fatti - tra l'altro, aspettiamo la sulla disponibilità ufficiale di queste risorse per andare incontro alle esigenze degli Enti locali sul diritto allo studio - vuol dire negare la verità.
Consideriamo questa risposta politicamente non condivisibile. Speravo in una risposta diversa. Prendiamo atto della risposta ed assumeremo dei comportamenti conseguenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Signor Presidente, prendo atto della dichiarazione di guerra del Consigliere Placido. Mi ha svegliato all'improvviso dal torpore del bilancio, che non mi appassiona molto. A questo punto, molti dei giochi sono già fatti.
Invece, su questa questione, Assessore, vorrei farle notare che, come sostenuto dal Consigliere Placido, abbiamo un impedimento di natura tecnica. Soprattutto con questo approccio di tipo burocratico amministrativo si dice: "Gli studenti si iscrivano dove vogliono" - perch si tratta di questo sostanzialmente - "a consuntivo, se verrà approvato il suo disegno di legge, potranno essere remunerati rispetto alle spese assunte".
E' qui il motivo del contendere: un conto è una legge vigente rispetto alla quale si emana prima il regolamento attuativo e, successivamente tutte le determinazioni dirigenziali e gli adempimenti tecnico-burocratici.
Questa è una previdenza rivolta soprattutto alle famiglie; è un approccio culturale diverso dal nostro, che pone al centro lo studente. Non pone tutte le famiglie nelle stesse condizioni, perché è evidente che le scelte a quel punto, saranno già operate.
Quindi, il nostro invito, e in questo anche la dichiarazione di voto favorevole a questo emendamento, è di soprassedere per l'anno scolastico 2001/2002 e di incidere sulla voce di bilancio in modo da destinare questa risorsa ad altro, ripromettendosi di far decollare questo provvedimento per l'anno scolastico 2002/2003, quindi al successivo assestamento di bilancio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Presidente, contrariamente a quanto affermato dal Consigliere Placido pensiamo di farcela ad approvare questo disegno di legge. Quindi, lo consideriamo una priorità assoluta - tra l'altro, è stato dichiarato dal Presidente Ghigo più volte, oltre che dall'Assessore.
Tuttavia, vediamo che da parte delle opposizioni sono stati presentati diversi progetti di legge, c'è stata - è inutile negarlo - una sorta di ostruzionismo, anzi, c'è stato ostruzionismo.



ANGELERI Antonello

PLACIDO Roberto (fuori microfono)



ANGELERI Antonello

Non siete neanche andati in Commissione!



ANGELERI Antonello

Consigliere Placido, è un po' agitato, forse?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Contu)



ANGELERI Antonello

La dichiarazione fuori microfono del Consigliere Contu è la seguente: "Deve ancora iniziare", quindi manifesta la volontà di bloccare quanto da noi voluto fermamente con questa maggioranza.
Dato che siamo consci del Regolamento di questo Consiglio regionale purtroppo! - abbiamo presentato un ordine del giorno, insieme ai Consiglieri della maggioranza, che ribadisce proprio la priorità assoluta dell'approvazione del disegno di legge n. 252. Soprattutto impegna la Giunta regionale, qualora le risorse finanziarie previste per il provvedimento suddetto non fossero spendibili, a destinare queste risorse rigorosamente per interventi connessi all'istruzione e al diritto allo studio. Allora, voglio capire dove sta la polemica!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Sull'emendamento n. 7.1) la Giunta ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica, Placido Suino, Muliere e Riba: 7.2) l'elenco n. 4 relativo al capitolo 15910 è integrato dalla proposta di legge "Finanziamento e contributi ai Comuni per l'istituzione del corpo di Polizia municipale di prossimità ed altri interventi per la sicurezza dei cittadini e dei territori" per L. 20 miliardi riducendo per pari importo lo stanziamento relativo al disegno di legge "Referendum federalista" (Elenco 4 al capitolo 15910).
7.3) L'elenco n. 4 relativo al capitolo 15910 è integrato dalla proposta di legge "Fondo per il sostegno ai cittadini vittime della criminalità comune" per L. 20 miliardi riducendo per pari importo lo stanziamento relativo al disegno di legge "Parità scolastica" (Elenco 4 al capitolo 15910).
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Signor Presidente, illustro contemporaneamente i due emendamenti.
Voglio fare una premessa: neanch'io trovo particolarmente divertente questa discussione, ma, caro Consigliere Contu, siamo stati eletti dai cittadini non soltanto per fare le cose divertenti. Ieri abbiamo trascorso una giornata per esaminare punto per punto gli emendamenti di bilancio per renderci conto di cos'erano, per cercare di capire, di controllare, perch nel ruolo dell'opposizione è compreso anche questo. Naturalmente, qualcuno può pensare di trascorrere meglio il suo tempo, ma è pregato di rispettare chi svolge il lavoro per il quale è stato eletto dai cittadini in questa assemblea.
Detto questo, rapidamente illustro i due emendamenti.
Come sapete, questi temi sono entrati in Consiglio regionale in occasione di una difficile e delicata discussione. Però, considerata l'ora molto importante in cui avvenne, all'indomani dei fatti di Novi Ligure quando ci trovammo di fronte ad una maggioranza convinta che quei fatti fossero andati in un determinato modo, si rese necessaria la convocazione di un Consiglio regionale per pensare di andare in una certa direzione.
Poi, purtroppo, ci si trovò di fronte ad una spiegazione e ad una dinamica dei fatti di tutt'altro tipo rispetto alle prime interpretazioni; perciò ci si dovette rassegnare ad una discussione più razionale, che non poteva essere sbrigata lanciando l'ennesima caccia all'immigrato come qualcuno non tutti, per fortuna - fra i più esagitati si preparava a fare.
In occasione di quella discussione, avevamo avanzato due proposte che poi sono state tradotte in altrettanti progetti di legge che riguardavano due misure che corrispondevano, così ci sembrava, ad una sensibilità, che poteva essere condivisa all'interno dell'assemblea regionale, e soprattutto ad un sentimento e ad una necessità fortemente avvertiti dai cittadini.
Il primo è appunto teso a sostenere gli Enti locali nello sforzo e nel lavoro per rendere l'azione delle Polizie municipali più utile per esercitare il ruolo di "Polizia di prossimità" (per usare questa espressione tecnica), cioè di una Polizia più capace, di una presenza costante e continua nel territorio, che costituisce di per sé un elemento di rafforzamento della sicurezza dei cittadini e, in secondo luogo, quello di decidere di dare vita ad un fondo per il sostegno ai cittadini vittime della criminalità, sulla falsariga di iniziative analoghe che già esistono nelle nostre normative, nei nostri ordinamenti sia a livello nazionale che a livello locale, come quello di fondi per le vittime del terrorismo, ecc.
Si tratta di due iniziative di grande rilievo. Purtroppo, questo dibattito si svolgeva qualche settimana prima delle elezioni politiche quindi la preoccupazione propagandistica che ovviamente influenzava tutte le forze politiche, a partire dalla nostra (non ci chiamiamo fuori da questo tipo di preoccupazione), provocò una discussione nella quale la cosa più importante sembrava non se si faceva qualcosa, ma chi era in grado di rivendicare per primo di aver avanzato questa proposta. Io dico che oggi essendo passate le elezioni politiche, esiste forse la possibilità, per questo Consiglio regionale, di produrre un atto concreto che vada in quella direzione, prevedendo, a bilancio - su questo punto, visto che la discussione sull'art. 7 l'abbiamo già fatta, non la voglio riproporre un'integrazione dell'elenco n. 4, perché altre discussioni non mi paiono possibili.
Noi chiediamo che siano destinate a questo fine delle risorse importanti e che ciò venga fatto - lo preciso - utilizzando risorse che sono oggi ancora iscritte a bilancio a puro titolo di formalità politica perché si tratta di scadenze che, com'è noto, non saranno rispettate, come quella del referendum, evidentemente venuto meno. Non riapriamo adesso la discussione su chi aveva ragione o su chi aveva torto: l'unica cosa certa è che non si farà e che l'insieme di quelle risorse che a quella voce erano state destinate...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Burzi)



MARCENARO Pietro

Non del tutto, caro Burzi! Sono state in parte rispostate, ma non del tutto, e la stessa cosa, secondo noi, vale per altre risorse a disposizione.
Comunque sia, chiediamo che su questo punto non ci sia l'ennesima dichiarazione, perché adesso mi aspetto la risposta dell'Assessore Burzi che è sensibile al fatto che questa legge vada avanti, quando sarà finanziata. No, chiediamo se su questo punto c'è un atto concreto, che significa iscrivere a bilancio, nell'assestamento, risorse specifiche.
Si tratta di una questione molto importante che, tra l'altro, potrebbe essere licenziata rapidamente dalla Commissione consiliare competente per arrivare all'approvazione di una legge adeguata, e che porrebbe, secondo me, il Piemonte tra le prime (non la prima) Regioni in grado di affrontare concretamente una questione del genere.
Su questo punto, vi chiediamo una riflessione ed una risposta adeguate: per noi è una delle questioni importanti che può qualificare un assestamento di bilancio, che si compone, da un lato, delle grandi scelte che riguardano le politiche di sviluppo, dall'altro, delle grandi scelte attraverso cui, nella formazione del bilancio, si delineano le scelte di organizzazione della società, di organizzazione della sua convivenza diciamo così - indicando una serie di priorità.
Concludo dicendo questo: io sono convinto che l'allarme che c'è stato nel Paese e anche nella nostra Regione, nei periodi passati, sulla questione dell'ordine pubblico sia destinato a diminuire. Penso che sia destinato a diminuire non perché, purtroppo, calerà il numero dei reati posso sbagliare, ma temo che, da quel punto di vista, le oscillazioni saranno marginali. No; queste tensioni sono destinate a diminuire, perch noi, dall'opposizione, non faremo quello che avete fatto voi, non soffieremo sul fuoco della paura e dell'insicurezza, non strumentalizzeremo così come, secondo me, è stato fatto nel corso di questi anni.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



MARCENARO Pietro

Può darsi, ma noi non organizzeremo le ronde o cose del genere, però il fatto che questi temi non siano oggi così enfatizzati sui mezzi di informazione come prima a me non pare una buona ragione per metterli da parte e non affrontarli.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi per il parere della Giunta.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Sul merito dei due emendamenti interverrà dopo di me il collega Laratore. Il Consigliere Marcenaro, se non sbaglio, ha illustrato essenzialmente il primo, ma io faccio il ragionamento su entrambi.
Dal punto di vista della Giunta, tolto il discorso dei fondi che ho già fatto una volta e che quindi non ripeto - se avessi 50 lire o sui 50 miliardi - visto che si accede ad un fondo globale, non saremmo contrari a che il tema, non necessariamente i titoli, venisse iscritto all'elenco 4 di cui abbiamo parlato un attimo fa. Se questo fosse utile, bisognerebbe convertire l'emendamento, ma credo che il collega Laratore entrerà nel merito dello stato legislativo dei due provvedimenti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore alla polizia locale

Il collega Burzi ha dato la disponibilità della Giunta ad iscriverlo io completo solo l'informazione che la Giunta regionale, condividendo il problema sollevato dal Consigliere Marcenaro, in data 7 maggio ha approvato l'istituzione dell'Osservatorio regionale della sicurezza del cittadino.
E' un progetto di legge che mi pare sia attualmente in VIII Commissione e che sostanzialmente si può dire che riassume, dal punto di vista della scrittura, l'ipotesi delle due proposte di emendamento.
E' stata posta la questione dell'indicazione di 20 miliardi per il primo e di 20 miliardi per il secondo; essa susciterebbe comunque dei problemi sull'utilizzo, durante il 2001, di queste somme, perch l'esperienza - ho avuto dei contatti con altre Regioni, per esempio l'Emilia Romagna, che hanno già fatto operazioni di questo genere - insegna che si devono prevedere delle programmazioni, cioè i Comuni, assieme preparano dei programmi, mentre la Regione indicherà i metodi per utilizzare questi finanziamenti, attraverso appunto i programmi che i Comuni presenteranno.
Quindi, l'ipotesi è quella che indicava l'Assessore Burzi, per prepararsi in futuro ad avviare questa importante iniziativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Ho ascoltato quanto ha detto l'Assessore Laratore; se c'è la disponibilità a spostare la cifra nel 2002, il nostro Gruppo non ha obiezioni da sollevare.



PRESIDENTE

C'è la disponibilità della Giunta di inserire nell'elenco n. 4, a prescindere dalla cifra finale, i titoli dei due disegni di legge.



MARCENARO Pietro

L'Assessore Laratore ha parlato del disegno di legge della Giunta per l'istituzione dell'Osservatorio. Una cosa è l'istituzione dell'Osservatorio, altra cosa è l'istituzione di un fondo per le vittime della criminalità. L'Osservatorio è una cosa che può essere molto utile per controllare ed osservare, mentre istituire un fondo è altra cosa.
Vorrei che fosse chiaro che si sta parlando di un fondo per le vittime della criminalità e di un sostegno agli Enti locali per lo sviluppo di iniziative di Polizia locale di prossimità sul territorio.



PRESIDENTE

Prima di procedere al voto, chiedo qual è la proposta della Giunta sul punto.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

La proposta è di scrivere i titoli dei due argomenti, quello che riguarda il sostegno ai Comuni in tema di sicurezza e quello successivo che riguardava i problemi della cittadinanza, come progetto di legge accedenti al capitolo 15910. Quindi, come integrazione all'elenco n. 4 che abbiamo diffusamente trattato nell'ambito dell'art. 7.
Non so se sono riuscito a spiegarmi. Ripeto, aggiungere i due titoli o i due temi, nell'ambito dei progetti di legge finanziabili, al capitolo 15910 senza, ovviamente, l'importo definito.



PRESIDENTE

Chiedo, se a fronte di questa proposta, si mantiene l'emendamento.



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Viene riformulato.



PRESIDENTE

Si potrebbe modificare la terminologia con "provvedimenti legislativi in corso" ed inserire i due titoli.
L'elenco viene riformulato con "provvedimenti legislativi in corso": mi rifaccio al dibattito che c'è stato prima sulla potestà di iniziativa dei singoli Consiglieri regionali.
Gli uffici mi dicono che la dicitura "provvedimenti legislativi in corso" è più corretta.
Vengono pertanto ritirati e riformulati gli emendamenti, come detto in precedenza.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Come Gruppo esprimo il voto favorevole all'emendamento presentato. Ho avuto modo, ne ho chiesto copia, di vedere il disegno di legge proposto dalla Giunta che dovrà essere portato in Commissione.
Stiamo parlando di fondi da destinare a che cosa? Credo che sui termini dovremmo incominciare ad intenderci. Forse molti Consiglieri non sanno credo che lo sappia il Consigliere Cantore - che l'unico precedente in Italia di istituzione di associazione a favore delle vittime della criminalità è quello del Comune di Torino. L'unico Comune che l'ha istituita è il Comune di Torino. Lo dico non per autogratificarmi, ma fui il primo firmatario di quel provvedimento: onore e riconoscenza al compianto Carpanini perché nel giro di sei mesi rese operativo quel provvedimento. Lo rese operativo fuori dagli orpelli e lo rese estremamente semplice nei suoi adempimenti.
Ricordo tre casi eclatanti di vittime della criminalità: la ragazza che incappò in quella pallottola vagante in Piazza Carducci; il caso dell'infermiere del Mauriziano aggredito da un extracomunitario e il caso del taxista vittima di un tossicodipendente.
Sono, invece, estremamente preoccupato dell'approccio dell'esecutivo al problema. Mentre è possibile per il Comune di Torino avere un organismo nel quale è entrata a far parte anche la Fondazione della CRT - per esempio non ha aderito la Fondazione della Banca S. Paolo - l'Assessore Burzi propone la costituzione di un organismo snello nei procedimenti amministrativi, praticamente un carrozzone a livello regionale rappresentativo di tutte le categorie sociali.
Invito pertanto alla cautela, esprimendo comunque il voto favorevole del Gruppo per quanto concerne l'aspetto tecnico dell'accantonamento di questa cifra.
Preannuncio una nostra proposta di legge, già sostanzialmente avanzata che segue una filosofia diversa: non accentra queste risorse, ma le destina in modo mirato a quei Comuni consorziati che avranno la capacità di mettere in piedi organismi analoghi. Questo atteggiamento mi sembra più coerente in quanto la Regione non viene vissuta come banca dalla quale attingere soldi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Presidente, intervengo per completezza e per apportare un modestissimo contributo di chiarezza.
Anche Alleanza Nazionale ha presentato un progetto di legge sui due temi in discussione. Sottolineo come su temi che riguardano la comunità, e che si possono affrontare serenamente, anche quando si parla di sicurezza vi possono essere unità di intenti.
Debbo però precisare - non certo con intento polemico, da cui cerco di essere lontano, quando è possibile - che su questi temi non si è soffiato sul fuoco. Possiamo dire che vi sia stata più o meno passione in prossimità delle vicende elettorali, però i temi dell'ordine pubblico, della sicurezza e della criminalità erano temi concreti, veri ed avvertiti, prima ancora che dai politici, dalla società, dai cittadini, a volte purtroppo sulla loro pelle.
Dobbiamo anche sottolineare come su questi temi si sono poi confrontati, seppure in ritardo, anche coloro che ideologicamente sembravano lontani. Un esempio per tutti: il Castellani che, dopo aver resistito con argomenti a volte speciosi, sul punto si è poi convinto - è vero - solo in prossimità della campagna elettorale ad assumere delle iniziative, che poi purtroppo hanno avuto soltanto la durata di un mattino.



PRESIDENTE

L'emendamento è allora così riformulato: "L'art. 7, comma 1, è integrato con i seguenti progetti di legge...".
Assessore Burzi, ha visto com'è stato formulato l'emendamento? C'è quindi il parere favorevole della Giunta.
Lo leggo: l'elenco di cui all'art. 7, comma 1, è integrato con i titoli seguenti...
poi modifichiamo la terminologia e diciamo "provvedimenti legislativi in corso": Interventi per favorire la diffusione degli strumenti informatici tra i giovani piemontesi.
Introduzione della zona di salvaguardia dei boschi e delle rocche del Roero.
Finanziamento ai Comuni per l'istituzione del Corpo di Polizia Municipale di prossimità ed altri interventi per la sicurezza dei cittadini e dei territori.
Fondo per il sostegno ai cittadini vittime della criminalità comune.
Consigliere Contu, cosa vuole precisare?



CONTU Mario

Chiedo la votazione per parti separate.



PRESIDENTE

Non è possibile.



CONTU Mario

Perché non è possibile? Chiedo scusa, perché non è possibile votare sui singoli punti? Non si possono accomunare tutte queste voci.



PRESIDENTE

Diventa difficile dal punto di vista tecnico e non è previsto.
Tecnicamente possiamo trasformarlo in quattro emendamenti, non c'è alcun problema.
Passiamo pertanto alla votazione degli emendamenti a firma dei Consiglieri Manica e Marcenaro: 7.4) Interventi per favorire la diffusione degli strumenti informatici tra i giovani piemontesi.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
7.5) Introduzione della zona di salvaguardia dei boschi e delle rocche del Roero.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
7.6) Finanziamento ai Comuni per l'istituzione del Corpo di Polizia Municipale di prossimità ed altri interventi per la sicurezza dei cittadini e dei territori.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
7.7) Fondo per il sostegno dei cittadini vittime della criminalità comune.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
7.8) Emendamento presentato dai Consiglieri Manica, Riba, Placido, Ronzani Muliere e Suino: l'elenco n. 4 relativo al capitolo 15910 è integrato dalle seguenti proposte di legge: . Fondo per il sostegno ai cittadini vittime della criminalità comune . proposta di legge n. 175/00 . proposta di legge n. 217/00 . proposta di legge n. 11/00 . proposta di legge n. 12/00 . proposta di legge n. 171/00 . proposta di legge n. 148/00 . proposta di legge n. 190/00 . proposta di legge n. 100/00 . proposta di legge n. 40/00 . proposta di legge n. 20/00 . proposta di legge n. 15/00 . proposta di legge n. 10/00 . proposta di legge n. 108/00 . proposta di legge n. 202/00 . proposta di legge "Norme in materia di servizi educativi per la prima infanzia" . proposta di legge "Sostegno alla partecipazione alla rappresentanza ed alle attività dei giovani in Piemonte" . proposta di legge "Costruzione, ristrutturazione e ammodernamento di strutture poliambulatoriali di territorio ed attivazione di 'day service', 'day surgery' e 'day hospital', 'Country Hospital'" . proposta di legge "Acquisto di attrezzature diagnostiche e terapeutiche a tecnologia avanzata per le strutture ospedaliere piemontesi" . proposta di legge "Istituzione della scuola di formazione permanente del personale sanitario e medico del Piemonte" . proposta di legge "Incentivi a sostegno dell'abbattimento delle barriere architettoniche degli studi dei medici di medicina generale e dei pediatri di libera scelta in forma singola od associata".
Il parere della Giunta è contrario.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Vogliamo ricordare che nelle proposte di legge che abbiamo accorpato in un unico emendamento si affrontano problematiche di grande importanza, che da lungo tempo giacciono inevase all'esame delle Commissioni. Alcune di esse si trovano ancora, addirittura, all'inizio della procedura, per altre invece (penso, per esempio, alla proposta di legge sull'introduzione del parto a domicilio e sul conseguente incentivo che la Regione dovrebbe dare), è già stata evasa la consultazione! La maggior parte delle tematiche affrontate attiene alla materia sanitaria, a quella socio-assistenziale, a grandi problematiche come quelle del mobbing, del parto a domicilio, e tutte ci coinvolgono in modo significativo e non solo per lo stato di fatto, materiale, in cui versano all'interno della nostra società, ma anche dal punto di vista culturale dello stile di vita che si vuole dare. Dare un segnale di capacità di governo dei processi di modernità e di indirizzo degli stessi, di capacità di riposta ad alcune delle esigenze più avanzate delle donne e degli uomini che in Piemonte oggi vivono, sarebbe davvero importante. Ritenere invece che importanti proposte di legge presentate fin dall'inizio della legislatura - e quindi a più di un anno dall'inizio della stessa - non debbano essere mai inserite negli o.d.g. della Commissione, non dare alcun segno in ordine al loro relativo finanziamento, è un fatto grave, non tanto per l'opposizione quanto per l'atteggiamento culturale e di governo della Giunta regionale e della sua capacità di intercettare, oggi, in Piemonte Assessore Burzi, la modernità.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 7.8).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 7 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 8 8.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: l'elenco 6 "Accordi di Programma" al capitolo 27167 è integrato con "Circonvallazione di Sommariva Bosco" per 5 miliardi di lire.
La Giunta esprime parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 8.
Il Consiglio approva.
ART. 9 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 10 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 11 11.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: l'art. 11 è sostituito dal seguente: "Art. 11 (Interventi urgenti di edilizia sanitaria) 1. L'integrazione dello stanziamento del capitolo 20795 del bilancio per l'anno finanziario 2001, rispetto a quanto autorizzato dalle LL.RR. n. 24 e n. 25 del 24 marzo 2000, pari a L. 26 miliardi, è destinato all'Azienda Ospedaliera S. Giovanni Battista di Torino.
2. L'integrazione dello stanziamento del capitolo 20795 del bilancio per l'anno finanziario 2002, rispetto a quanto autorizzato dalle LL.RR. n. 24 e n. 25 del 24 marzo 2000, pari a L. 25 miliardi, è destinato alle Aziende Sanitarie e alle Aziende Ospedaliere con provvedimento da assumere sentita la Commissione consiliare competente".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
11.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Marcenaro, Ronzani, Manica Placido, Suino, Muliere e Riba: è aggiunto un nuovo articolo al disegno di legge n. 318 così come segue: "Le somme stanziate ai capitoli 20100, 25545, 25573, 26105, 26107 e 25810 del bilancio di previsione 2001 devono essere erogate in via prioritaria alle piccole e medie imprese localizzate nelle aree escluse dalla programmazione comunitaria vigente in materia di fondi strutturali, anche in attuazione delle disposizioni contenute nelle LL.RR. 1 dicembre 1986, n.
56, art. 3; 9 maggio 1997, n. 21, art. 5; 12 novembre 1999, n. 28, art. 18 comma 5, e 8 luglio 1999, n. 18, art. 5".
La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere, per l'illustrazione.



RIBA Lido

Non possiamo non aspettarci una condivisione. Questo emendamento, così come formulato, non rispecchia pienamente l'esigenza che abbiamo posto cioè quella di avere un'integrazione all'Obiettivo 2, per quanto riguarda le fasce territoriali, che recuperi i territori proditoriamente esclusi vorrei dire "esclusi con l'inganno".
L'Assessore Pichetto e il Presidente Ghigo hanno diramato una dichiarazione, riportata da tutti i giornali, in cui si sosteneva che sarebbero stati stanziati ed erogati 300 miliardi a favore dei territori esclusi. Questa azione servì immediatamente a calmare le popolazioni interessate e, per certi versi, a far loro riporre, in parte, quella iniziativa che avevano già posto in essere e che, probabilmente, avrebbe modificato il vostro orientamento relativamente ad una zonizzazione che continuo a dire, è fatta in modo indecente.
Avete detto, Assessore Pichetto e Presidente Ghigo, che avreste destinato 300 miliardi a favore di quei territori. Questa, per noi, rimane la questione che abbiamo posto politicamente, che non abbiamo posto come emendamento, in un ordine del giorno, votato anche dalla maggioranza in sede di definizione del bilancio. L'ordine del giorno impegnava la maggioranza, in sede di variazione ed assestamento del bilancio, a recuperare quella questione e a dare una risposta positiva con una variazione sul pluriennale. L'assessore Pichetto, su quel pluriennale, non ha dato alcuna risposta! E' chiaro - lo dico anche al Presidente del Consiglio - che è motivo di disagio avere un ordine del giorno approvato dal Consiglio e non trovare esecuzione del medesimo nella sede che era stata indicata come quella di definizione dell'assestamento. Quella rimane una partita politica aperta.
Questo emendamento recita esattamente quello che l'Assessore sostiene da sempre. Stabiliamo che, per quanto riguarda i diversi capitoli relativi alla spesa per interventi industriali ed artigianali in conto capitale vengono date priorità alle piccole e medie imprese, localizzate nelle aree escluse dalla programmazione comunitaria vigente in materia di fondi strutturali. Lo volete approvare adesso questo emendamento visto che sostiene alla lettera quello che l'Assessore Pichetto sostiene da sempre? Dato che non l'abbiamo scritto da soli, ma con l'Associazione degli artigiani e degli industriali, vogliamo vedere se è trattato con la coerenza che questo tipo di proposta richiede.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo a sostegno di questo emendamento perché si tratta - come ha ricordato il Consigliere Riba - di sanare una situazione rimasta inconclusa nel momento in cui si è trattato di applicare l'Agenda 2000. Ricordo una convocazione urgente del Consiglio regionale nel mese di agosto per la definizione delle aree, ricordo, soprattutto, le polemiche e le discussioni. Questo Consiglio regionale aveva visto la presenza di molti Sindaci che erano venuti a protestare perché erano stati esclusi dalle zone di intervento dei fondi strutturali, nonostante la loro situazione fosse classica, nel senso che potevano rientrare nell'Obiettivo. Era stato applicato un criterio, per cui ci fu una rivolta in tutto il Piemonte. La Regione, su suggerimento dell'IRES, applicò un criterio basato sulle zone statistiche. Criterio interessante dal punto di vista teorico, ma superato dal punto di vista pratico perché le zone statistiche del lavoro risalivano agli anni '80. Criterio che aveva portato ad esclusioni macroscopiche.
Il rilievo che formulammo allora con una certa intensità, e sostenuto da tanti amministratori comunali, venne accolto da parte della Giunta con un impegno successivo a cercare di intervenire con modalità diverse, con programmi esistenti o con finanziamenti propri per cercare, in qualche maniera, di aiutare i Comuni che erano stati esclusi e di non penalizzarli.
La proposta formulata oggi ha questo significato ed è una proposta possibile che io spero venga accolta. Si tratta di mantenere un impegno che lo stesso Assessore e il Presidente Ghigo si sono assunti in diverse occasioni. Se l'impegno viene soltanto ripetuto a parole senza l'approvazione di emendamenti, rischia di essere il solito impegno formale quindi inutile. E' un modo per mettere alla prova se gli impegni possono essere mantenuti. Quindi sostegno completo e totale a questo emendamento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

Si è già dibattuto nella riunione della I Commissione in merito alla questione che riguarda le aree escluse dall'Obiettivo 2 nella zonizzazione del 1999. In merito a questa questione, ci furono già allora ampie discussioni, ancorché non esaurienti - mi rendo conto dall'intervento dei Consiglieri - sui meccanismi parametrici di zonizzazione.
In merito a quei meccanismi parametrici, voluti dal Governo italiano e riconosciuti "obtorto collo" dall'Unione Europea, c'erano anche compensazioni per quei Comuni che, in base ai parametri, erano compatibili ma non potevano essere inclusi.
A dimostrazione di tutto ciò, ho appena firmato una delibera che riguarda i Comuni di Costigliole Saluzzo, Envie e Revello che prevede una devoluzione di 8 miliardi e 292 milioni che...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Riba)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

I parametri del 1960 li ha stabiliti la Commissione Europea e non la Giunta regionale del Piemonte, trattasi di fondi...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

Applicando quei parametri, condivisi e proposti dal Governo italiano la Giunta regionale ha fatto la zonizzazione, ritenendo di averla fatta correttamente, sulle aree di riequilibrio produttivo e non sulle aree marginali dove non c'era l'attività produttiva da riequilibrare.
Non cito il collega Marcenaro, che allora altro ruolo svolgeva ed in merito ha fatto delle valutazioni, ma - ripeto - con altro ruolo ed incarico. In quel momento, si è preso l'impegno di riequilibrare alcune situazioni e il riequilibrio faceva riferimento alle aree totalmente bianche, cioè quelle che non hanno alcuna copertura di fondi comunitari quindi né Aree Obiettivo 2 né Aree 873C né Aree di "Phasing-Out" ("Phasing Out" Obiettivo 2 o "Phasing-Out" 5B). Inoltre, un impegno ad intervenire in particolare su quelle Aree di "Phasing-Out" 5B dove l'eventuale copertura finanziaria non fosse stata sufficiente.
E' difficile dire oggi quale sarà il tiraggio di queste aree; devo peraltro dire che manifesto perplessità - e so che il collega Riba condivide - sulla capacità di queste aree ad utilizzare i fondi del "Phasing-Out", poiché sono fondi destinati ad attività produttive dove, se non ci sono le attività produttive, non c'è il tiraggio sui fondi. Quindi la necessità di intervenire per ragioni di solidarietà, che esulano da interventi di incentivo alla produzione, di riequilibrio industriale e di riequilibrio produttivo. Peraltro, c'era l'impegno ad intervenire immediatamente sulla normativa regionale, per una priorità a favore di coloro che non avevano la possibilità di accesso ai fondi comunitari.
Questo, colleghi, è già stato fatto, perché la legge n. 18 sul turismo del collega Racchelli, ha già in delibera la priorità per le aree che non sono inserite in Obiettivo 2; altresì, la legge n. 28 sul commercio ha già in priorità, come delibera e quindi come criterio di selezione, le aree che non sono incluse nelle Aree Obiettivo 2. Quindi, c'è già il provvedimento...



RIBA Lido

Quando dici quelle cose, devi anche dire le altre, che tu sai, perch nessuno va ad incentivare il turismo nelle zone degradate...



PRESIDENTE

Per cortesia, Consigliere Riba! Assessore Pichetto, concluda il suo intervento e dia il parere della Giunta. Poi votiamo.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

Se il collega mi lascia parlare, vado avanti. Chiedo, allora...



RIBA Lido

Presidente, non si può esagerare! Posso accettare i sì o i no, ma non che l'Assessore dica delle cose inesatte!



PRESIDENTE

Assessore, dia il parere della Giunta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

Vorrei spiegare meglio.
Relativamente al discorso del collega Riba, posso dirvi che la legge n.
56 sull'innovazione tecnologica, all'area dell'Alta Val Maira non serve a niente. Le altre sono quelle che ho citato: le leggi n. 28 e n. 18. Cito le leggi che ha richiamato nel suo emendamento, collega. O lei ha sbagliato a citare le leggi nell'emendamento...



RIBA Lido

Allora è favorevole o contrario?



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al coordinamento politiche e fondi comunitari

C'è già un provvedimento, quindi la sostanza di questo emendamento è già compresa negli atti amministrativi e nelle delibere di programmazione.
Considero un irrigidimento porlo in una legge di bilancio, perché un meccanismo di questo genere crea due tipi di problemi: per quanto riguarda le Aree "Phasing-Out", non è possibile dare la copertura, perché abbiamo un vincolo di legge. Allora, caro collega Riba, con questo emendamento quelle Aree "Phasing-Out", nell'Obiettivo 5B, rimarrebbero escluse...



RIBA Lido

Presidente, l'Assessore continua a fare il suo comizio, ma allora anch'io devo fare il mio!



PRESIDENTE

Per cortesia, colleghi! Il parere della Giunta è contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 11.2).
Il Consiglio non approva.
ART. 12 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
A questo punto, prima della votazione dell'intero testo della legge dobbiamo esaminare, ai sensi dell'art. 78 del Regolamento, la mozione e gli ordini del giorno collegati: mozione n. 336, presentata dai Consiglieri Placido, Ronzani, Di Benedetto, Papandrea, Riba, Manica, Marcenaro, Saitta, Tomatis, Caracciolo Giordano, Tapparo e Suino, inerente a "Consulenze miliardarie nella sanità piemontese: istituzione Commissione d'inchiesta, ai sensi dell'art. 19 lettera b), dello Statuto regionale relativamente alle consulenze affidate dalla Regione Piemonte e dai suoi Enti, Aziende e Società collegate" ordine del giorno n. 338, presentato dai Consiglieri Cattaneo, Bussola Cantore, Galasso, Giordano, Angeleri, Costa Rosa Anna, Mercurio e Toselli inerente a "Risorse finanziarie da destinarsi ad interventi connessi con l'istruzione e il diritto allo studio" ordine del giorno n. 337, presentato dai Consiglieri Manica, Marcenaro Riba e Cota, inerente a "Piano territoriale dell'area piemontese".
Chiedo se possiamo fare una discussione unica su questi documenti. Ci sono interventi? La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, intervengo sui due ordini del giorno e sulla mozione, che abbiamo sottoscritto. Su tali questioni crediamo di avere come Gruppo, qualche opinione da sottoporre al dibattito.
Incominciamo dall'ordine del giorno sulla parità scolastica, presentato da parecchi colleghi della maggioranza, e non solo. C'è una preoccupazione in questo ordine del giorno, che non mi pare molto coerente con alcune dichiarazioni fatte poc'anzi dal collega Angeleri in ordine ad una determinazione, da parte della Regione, di arrivare in tempo ad approvare la legge, perché, nel momento in cui inizia ad insinuarsi il piccolo dubbio (perché non è un grande dubbio) che, qualora le risorse finanziarie previste in tale provvedimento non fossero spendibili nell'anno finanziario, in toto o in parte, dette risorse saranno destinate ad interventi connessi al diritto allo studio. Sono d'accordo sul principio che, nel caso in cui non si riesca ad approvare la legge, tutto venga utilizzato per il diritto allo studio (quindi, al mantenimento di tali risorse all'interno di un settore sul quale c'è una necessità, che riprende, tra l'altro, una proposta avanzata da alcuni colleghi prima), ma non posso non rilevare, come difensore della necessità di dare applicazione alle legge n. 62, che vi è la sensazione che, approvando questo documento questo dubbio venga rafforzato. Ecco, volevo dirlo, anche a nome del collega, con molta chiarezza, perché - non è scritto così - se si incomincia, come dire, a mettere un po' le mani avanti, ho la sensazione per citare Rifondazione, ma potrei citarne altri, che si dica: "Avete visto che, in fondo, la legge non si farà?". Incomincia a dirlo la stessa maggioranza.
Allora, volevo dire questo con molta franchezza, perché credo che sia utile esprimere una contrarietà per il semplice fatto che si insinua questo dubbio in un dibattito. Sono d'accordo sul fatto che se non si spendono queste risorse le stesse saranno destinate allo studio, ma siccome prevale in questo ordine del giorno una sorta di dubbio rispetto all'utilizzo delle risorse, noi non vogliamo partecipare ad un percorso che insinua questo dubbio. Per cui, il nostro voto sarà contrario, per il semplice fatto che c'è l'insinuazione di una difficoltà, di un dubbio.
Devo anche dire con molta franchezza, avendo seguito il lavoro della Commissione in questi mesi, che non mi pare che finora sia emerso ostruzionismo, come qualcuno poco fa ha voluto dire. Mi pare che vi sia stata un'illustrazione dei progetti di leggi, che erano tanti. Per quanto mi riguarda, noi non abbiamo neppure risposto per far risparmiare tempo, ma non siamo in questa fase di scontro, c'è ancora tanto lavoro da compiere.
Sicuramente ci sarà un duro confronto, questo sì, ma invito l'Assessore (l'Assessore ne è convinto) e tutta la maggioranza a continuare nei prossimi giorni, cioè alla ripresa, con grandissima intensità, sapendo però - e lo dico soprattutto al Presidente Ghigo, che tanto si è vantato di questa proposta, dicendo che è una proposta piemontese - che per forza di cose il lavoro che ci sarà in Commissione, essendoci proposte diverse, non sarà una passeggiata, non sarà una banalità, ma un confronto serrato.
Quando si entrerà nel merito, nel meccanismo del buono sulla franchigia o altro, tutti avremo qualcosa da dire. Per cui, questo lavoro riteniamo che debba essere una questione importante, prioritaria, che richiede un impegno di tutta la Giunta. Cioè non dico che non basta la presenza dell'Assessore Leo, che peraltro è sempre presente, ma se ha questo valore innovativo richiede una presenza vera, anche di partecipazione al dibattito e di sostegno della proposta, che non può essere una semplice declaratoria di un fatto liturgico, ma vuol dire sostenerla nel contenuto e nella sostanza. Lo dico perché sono dell'opinione che bisogna andare avanti.
Pertanto, il nostro "no" è per rafforzare una posizione, una sorta di "sergente", diciamo così, una sentinella sul fatto che noto il dubbio che si sta insinuando e vorremmo evitare che provocasse dei guai. Ho il timore che questo dubbio possa provocare dei guai.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Dei tre documenti, scelgo di intervenire sui due ordini del giorno: quello relativo alle consulenze e quello relativo a Malpensa, mentre sulle problematiche del diritto allo studio interverranno altri colleghi del mio Gruppo.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno sulle consulenze, abbiamo già avuto modo di dire, nella discussione relativa all'assestamento di bilancio, che questa ci pare materia intrinsecamente collegata alla discussione sull'assestamento, in quanto rilevante all'interno del bilancio regionale dell'assestamento stesso: sono le spese relative alle consulenze.
Noi avevamo presentato un emendamento in tal senso, che andava in direzione di una riduzione e di una rideterminazione di quel capitolo.
Vediamo che non solo l'emendamento non è stato accolto...



(Brusìo presso i banchi della Giunta)



MANICA Giuliana

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



MANICA Giuliana

Consigliere Toselli, meno agitazione lì!



MANICA Giuliana

C'è un consulto? No, perché io sto parlando almeno al Vicepresidente della Giunta. Visto che il Presidente manca, se almeno lui, senza una barriera umana, avesse la cortesia di ascoltare questo residuo di dibattito che ci rimane! La delega alle consulenze non ce l'ha lui?



SAITTA Antonino

No, ma non esiste.



MANICA Giuliana

Non esiste? Ma noi potremmo avanzare la proposta di dargliela; lui non lo sa, si distrae e magari non accoglie la nostra proposta.
Come dicevo, riteniamo, quindi, che questo ordine del giorno sia un ordine del giorno di rilievo. Non solo questa problematica è stata significativamente aperta sugli organi di stampa da forze politiche che sono all'interno della maggioranza, che hanno presentato addirittura testi di deliberazione in questo senso, ma la problematica delle consulenze è stata oggetto di dichiarazioni significative da parte della Giunta. Noi ricordiamo quelle dell'Assessore D'Ambrosio, che abbiamo letto con particolare attenzione, in ordine ad un'inchiesta che ha commissionato attraverso l'Assessorato, sulle consulenze miliardarie della sanità (gli 80 miliardi della sanità). Addirittura ci aveva precedentemente informato non solo sugli organi di stampa nazionali, quindi "La Stampa" e "la Repubblica", ma anche sugli organi di stampa locali di tutto il Piemonte che a questo potevamo aggiungere 50 miliardi di spese telefoniche; gli Assessorati hanno anche commissionato indagini in tal senso, di cui noi abbiamo avuto solo notizie giornalistiche.
Una vicenda come questa ci preoccupa tanto più perché è segnalata dalla Giunta, in quanto dalla Giunta si è inteso fare indagini suppletive su problematiche come queste, perché dall'interno della maggioranza si sono presentate deliberazioni. Questo ci conforta nelle preoccupazioni e vorremmo che l'intero Consiglio e la comunità piemontese potessero avere un rendiconto dettagliato della situazione.
Nell'interesse dell'aula, di questa istituzione e del rendiconto che dobbiamo fare alla comunità piemontese, proprio mentre non iscriviamo in un assestamento di bilancio le cifre del deficit miliardario della sanità contestualmente apriamo un momento che lo Statuto prevede come un momento importante ed unico, finalizzato in questa direzione, che è una Commissione d'inchiesta rispetto non solo alle consulenze della sanità, che riteniamo avranno grande peso in quella direzione, ma a tutte le consulenze che complessivamente vengono affidate dalla Regione Piemonte, dai suoi Enti dalle Aziende, dalle Società collegate che non sono solo le Aziende Sanitarie Locali e le ASO, di cui l'Assessore D'Ambrosio ci ha a lungo parlato sui giornali, facendo riferimento alle loro stesse consulenze esterne.
Quindi, una Commissione d'inchiesta che veda rappresentate complessivamente al suo interno tutte le forze politiche del Consiglio, di maggioranza e di minoranza: è l'organo idoneo in questa direzione.
Noi riteniamo che non si possa andare oltre in questa direzione e che un voto contrario alla mozione, o un occultamento, o una richiesta di rinvio, rischierebbero di peggiorare la situazione per tutti, di rendere presente ed oggettivo un clima ed una cultura che non ci appartiene, che non vogliamo che ci sia, che l'abbiamo vista adombrata da altri, dalla stessa maggioranza: si tratta del clima e della cultura del sospetto.
Invece, vogliamo ristabilire in modo chiaro per l'aula e per la società piemontese l'entità di questo fenomeno attraverso una Commissione che svolga un lavoro di merito e una funzione di pubblica relazione a quest'aula.
Questo è l'unico modo per risolvere tale problematica, soprattutto se si sono lanciati dubbi e si sono lasciati balenare dubbi quali quelli che dalla Giunta e dalla maggioranza sono stati fatti balenare a tutta la comunità piemontese.
Riteniamo che sia un atto doveroso, un atto di chiarezza, un atto democratico e di rasserenamento dello stesso clima, l'individuazione di dati obiettivi e certi.
Per quanto riguarda l'ordine del giorno relativo all'iscrizione della somma di 300 milioni al capitolo 10870, destinato alla redazione di un Piano territoriale dell'area piemontese interessata alla localizzazione dell'Aeroporto Malpensa 2000, voglio ricordare che noi da lungo tempo abbiamo due strumenti inadeguati all'insediamento di una grande infrastruttura quale quella dell'Aeroporto Malpensa 2000: il Piano Territoriale Regionale e il Piano dell'Ovest Ticino. Questi due strumenti di programmazione del territorio hanno un grande valore e sono stati redatti precedentemente all'avvento di una così grande infrastruttura e alle modificazioni intervenute. Non è possibile un semplice aggiornamento di quei due Piani: è indispensabile che si costruisca un nuovo Piano d'area territoriale relativo a quell'ambito.
Vi ricordo che la Regione Lombardia si è dotata di questo strumento (gli allegati al documento avevano uno spessore di venti centimetri per l'equivalente di due o tre chilogrammi di cartaceo) ormai da due anni e potrei così riassumere sinteticamente le modalità di governo della vicenda Malpensa: alla Regione Lombardia, maggiori finanziamenti e vantaggi in termini di infrastrutture e ricadute occupazionali; alla Regione Piemonte tutti gli svantaggi e le minori ricadute positive, comprese le rotte degli aerei sulla nostra testa.
Il Presidente Formigoni, che appartiene ad un governo amico, simile al vostro, non certo ad un governo di differente parte politica, dal suo punto di vista, questa vicenda ha deciso di volerla e di saperla governare.
La latitanza estrema della Regione Piemonte in questa direzione ha determinato su questa vicenda gravi problemi ambientali e pochissime ricadute di ordine positivo. Se non si assume tempestivamente uno strumento di programmazione di governo per quel territorio la realtà potrebbe peggiorare.
Noi riteniamo che debbano essere ribaltate le percentuali tra i rischi e i benefici per far ottenere dei benefici anche al Piemonte, che debbano intervenire delle mitigazioni ambientali e, complessivamente, una rideterminazione di quel territorio affinché, invece di essere colonizzato dalla Lombardia, possa diventare uno dei più importanti territori del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Costa Rosa Anna.



COSTA Rosa Anna

Signor Presidente, ovviamente intervengo sull'ordine del giorno di cui sono firmataria, che riguarda il tema del buono scuola e dei sussidi scolastici.
Vorrei rassicurare il collega Saitta che in modo molto chiaro ha parlato a lungo su questo ordine del giorno: credo che nessuno più della sottoscritta e del mio Gruppo, peraltro, che ha anche rinunciato ad un progetto di legge in tal senso, abbia intenzione di dare battaglia per quanto riguarda il buono scuola.
Devo essere sincera: in presenza di un lavoro svolto in modo serio e coscienzioso, dal punto di vista delle responsabilità assunte da ognuno di noi, non mi piace che si strumentalizzi oltre un certo limite il discorso del processo alle intenzioni e del sospetto.
Questo ordine del giorno, non solo dal nostro punto di vista, non fa nascere alcun sospetto, ma fornisce delle garanzie, rispetto alla nostra volontà - perché, poi, non c'è solo il dispositivo, c'è anche il preambolo che vuole assolutamente che questa legge sia discussa ed approvata.
Ciò non toglie che, rispetto ai tempi, ci rendiamo conto che, con ogni probabilità - è vero, c'è il Regolamento, c'è una serie di questioni, se ci affrettiamo qualcosa facciamo - potremo incorrere, ma questo è legato al senso di responsabilità, nell'impossibilità di destinare totalmente o parzialmente questi fondi a questo specifico capitolo di bilancio legato alla legge, rispetto all'atteggiamento che, invece, l'opposizione ha utilizzato pensando di togliere i fondi di questo capitolo di bilancio e quindi, ovviamente, dando un chiaro esempio. Sappiamo tutti che se non c'è la copertura finanziaria - il Presidente Cota lo ricorda spesso - la legge non passa.
A questo punto, credo che da parte della maggioranza ci sia la chiara e netta volontà di esaminare il tema del buono scuola: questo disegno di legge deve passare.
Pensiamo anche che questi fondi, che in un'ottica di maggioranza sono stati destinati all'istruzione, debbano rimanere all'istruzione. Anche perché nel bilancio 2002, probabilmente, sarebbe difficoltoso ritrovare questi fondi. Inoltre, è necessario - e i colleghi lo sanno - nell'ambito della gestione dell'assistenza scolastica - i fondi vengono assegnati dallo Stato alle Regioni e in questi anni non c'è stato alcun aumento distribuire ai Comuni i fondi per le scuole, per i ragazzi e per i ragazzi portatori di handicap.
Vorrei che non dimenticassimo che comunque il disegno di legge presentato dalla Giunta non è un nuovo disegno di legge. Si tratta di una modifica alla legge n. 49 per far sì che nell'ambito del diritto allo studio ci sia un'unica legge, all'interno della quale sono collocati tutti i percorsi di aiuto; in questo caso, vogliamo aggiungere l'aiuto alle famiglie, ma c'è tutta la distribuzione dei fondi ai Comuni per l'assistenza scolastica.
Pertanto, vorrei rassicurare che la volontà c'è ed è una volontà chiara. Saremo presenti - e in questo senso credo che sia chiaro e stia a cuore soprattutto all'Assessore Leo - in Commissione e faremo di tutto affinché questa legge venga approvata entro la fine di settembre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Placido.



PLACIDO Roberto

Mi ricollego alle ultime parole della collega Costa. Io non sono credente, non credo nei miracoli, soprattutto non credo che per la fine di settembre si possa arrivare all'approvazione di questo disegno di legge sapendo che la Commissione inizierà i lavori il 10. Non si sa ancora se la Commissione riprenderà nello stesso modo, bloccando tutti gli altri provvedimenti importanti che vengono presentati come urgenti - anche su questo si tratterà di trovare una soluzione. Non è ancora partita la discussione sull'articolato, ci sono cinque proposte e un disegno di legge con numerosi articoli, molto complicato e c'è una tavola sinottica di difficile consultazione: questo è il percorso che ci aspetta, che ci vedrà impegnati per il tempo necessario.
Piccolo inciso. Al momento, per quanto riguarda il mio Gruppo, possiamo rispondere che non c'è stata alcuna forma ostruzionistica: è semplicemente mancata clamorosamente la maggioranza, per motivi non nobili e non riguardanti il diritto allo studio, una Commissione è andata deserta.
L'Assessore è presente e questo rimane agli atti. Al momento questo è quello che sarà è nelle mani del Signore, Assessore Leo...



(Voce fuori microfono: "Ma se non sei credente!")



PLACIDO Roberto

L'ho voluto dire apposta, l'ho detto volutamente.
E' evidente che se io prendo questo ordine del giorno e tolgo il preambolo (che non so se - ne parlavo prima con il collega Saitta definire di democristiana memoria nel senso migliore del termine assolutamente non offensivo - o cattolico) è come se volessi negare l'evidenza. Mi ricorda qualcuno che qualche secolo fa guardava nel cannocchiale, vedeva che la Luna non era trasparente, però lo negava.
Questo preambolo nega l'evidenza. Assolutamente non è possibile; lo dicono anche agli uffici: tecnicamente non è possibile.
Il provvedimento, con i tempi necessari, la lunga e difficile discussione, sarà approvato - questo è quasi sicuro, certo, probabile - ma non per questo anno scolastico. L'hanno detto anche i tecnici. Gli uffici un bel giorno hanno detto: "Ci vogliono 100/120 giorni di tempo per renderlo applicativo, una volta che è stato approvato in Consiglio". Questi sono i tempi, mentre noi abbiamo ancora iniziato l'articolato del disegno e delle proposte di legge.
Allora, si è voluto negare l'evidenza, votando contro, l'emendamento che abbiamo presentato ed anticipato. Se escludiamo il preambolo cattolico democristiano, quello della maggioranza è uguale al nostro. Dovremmo chiedere il "copyright".
Io però - e termino - do un'altra chiave di lettura di questo ordine del giorno. Le posizioni della minoranza sono chiare. Tra le varie anime della maggioranza vi è anche quella liberale, quella socialista e laica che si riflettono in questo ordine del giorno. Non so, Assessore Leo, se questo possa bastare, perché sarei curioso - io la immagino, l'ho anche sentita, ma era in una discussione privata e non è corretto, né ho intenzione di ripeterla - di sapere qual è la posizione e il pensiero del Presidente Ghigo su questo argomento. Non so, quindi, se può bastare, oltre la sua presenza, la presenza del Presidente Ghigo, invocata più volte dal collega Saitta per portare a compimento un difficile e tortuoso percorso.
Questo è nei disegni del Signore: si dice così? Non lo so, sto cercando di imparare. Ad ogni modo, lo vedremo dopo le vacanze, di cui sentiamo quanto mai la necessità, e sarà una cosa simpatica ed interessante, ci appassionerà e magari ci terrà inchiodati per qualche tempo nella Commissione relativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Presidente, voglio abusare poco della pazienza di tutti perché voglio guadagnarmi ogni tanto un po' di benevolenza, per svolgere brevissime considerazioni sull'ordine del giorno - è difficile, ma mi impegno, sono anche audace - illustrato prima dalla collega Costa.
Debbo dire che c'è un po' di mancanza di fede, è vero, sia nella Consigliera Manica che nel Consigliere Placido, perché si fa evolvere un'accortezza o un accorgimento insospetto, come coglieva giustamente la Consigliera Costa. Il collega Placido è ancora in carenza di stupore e quindi incorre in mancanza di fede, quindi ribadisco la bontà dell'ordine del giorno e le argomentazioni della collega Costa.
Per quanto riguarda la mozione, anche qui brevissimamente voglio dire che ho l'impressione che si stia, anche per un contributo esterno che hanno avuto i promotori, enfatizzando un problema che è sorto ed è stato posto in termini assolutamente corretti.
L'Assessore D'Ambrosio, che in definitiva ha posto il problema, lo ha posto in un momento in cui nessuna sollecitazione, nessuna tumultuosità invadeva questo campo; lo ha posto correttamente, correttamente sta monitorando e correttamente, all'esito di quell'indagine, ne parlerà con il Presidente e rassegnerà i documenti al Presidente della Giunta.
In sintonia con tutto ciò e senza neppure esserci consultati su questo debbo sottolineare un sincronismo che ripercorre e risottolinea ancora una volta la scelta sul piano della correttezza, perché abbiamo chiesto, anche come Gruppo di Alleanza Nazionale, di monitorare il problema delle consulenze.
Perché è un problema corretto? Perché la Commissione d'inchiesta dovrebbe muovere - e debbo dire che lo ha riconosciuto ed evidenziato la stessa proponente Manica - da un sospetto, che è stato escluso, non vi è un indizio, non vi è un sospetto, è sorta un'esigenza che può essere soddisfatta adeguatamente soltanto con l'indagine disposta dall'Assessore alla sanità ed eventualmente disponendo sugli altri fronti. Quindi, su questo chiarisco la nostra posizione, che è contraria, ma in sintonia con quanto abbiamo chiesto, perché è in perfetta correlazione con un'esigenza di chiarezza che avvertiamo e che non temiamo. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Rossi Oreste.



ROSSI Oreste

Intervengo in merito alla mozione sull'istituzione della Commissione d'inchiesta sulle consulenze. Si tratta di un documento che noi ovviamente apprezziamo, però è giunto in ritardo, in quanto la riunione dei Capigruppo ha già deliberato di discutere in aula la proposta di delibera di istituzione della Commissione d'inchiesta.
Si è deciso di non discuterne in Commissione e di discuterne alla ripresa dei lavori. Si era addirittura parlato di portare in aula tutte e due le Commissioni, quella delle Olimpiadi e quella d'inchiesta, prima della pausa estiva.
Per cui una mozione che impegna a fare un qualcosa che si è già assunto come impegno, ovviamente non serve assolutamente a nulla, al di fuori di un'ulteriore dichiarazione di intenti.
Credo sia più che sufficiente l'impegno assunto nella Conferenza dei Capigruppo di discutere l'argomento alla ripresa dei lavori.
Pertanto, non vedo assolutamente la necessità di votare un'ulteriore mozione che di fatto è stata superata, non inutile, ma superata.
Il nostro Gruppo non può che ribadire che è inutile presentare la mozione e quindi deve essere ritirata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Intervengo per ribadire il nostro voto favorevole all'ordine del giorno che abbiamo voluto, insieme ad altri colleghi della maggioranza, presentare relativamente all'approvazione del disegno di legge n. 252 sul buono scuola, ribadendo che, essendo noi credenti, ovviamente siamo convinti come la collega Costa, che ci possa essere una rapida approvazione.
Siamo realisti, per questo motivo abbiamo presentato l'ordine del giorno: vogliamo evitare che risorse importanti per il settore dell'istruzione ed indispensabili per il diritto allo studio vadano perse.
Mentre sull'ordine del giorno presentato dall'opposizione, che ha come oggetto le consulenze della sanità piemontese, essendoci già espressi negativamente sulla proposta di deliberazione della Lega, è ovvio che non possiamo che fare altrettanto dicendo che il documento non ci vede assolutamente coinvolti. Anche perché l'Assessore, in tempi non sospetti aveva lavorato in quella direzione per valutare e per chiedere chiarimenti.
E' ovvio che noi staremo molto attenti: vogliamo che i soldi della sanità piemontese, soprattutto in questo settore estremamente delicato vengano spesi nel miglior modo possibile.
E' ovvio che vorremmo poi valutare con attenzione le risultanze di quanto richiesto dall'Assessore in epoca non sospetta. Non ci pare pertanto, il caso di attivare l'art. 19 dello Statuto regionale, ci è sufficiente il lavoro che l'Assessore ha commissionato alcuni mesi fa.
Quindi, su questo ordine del giorno voteremo in modo contrario, così come sulla richiesta dell'opposizione di destinare alla realizzazione del Piano territoriale dell'area piemontese, interessata alla localizzazione dell'Aeroporto Malpensa 2000, 300 milioni.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Leo in merito all'ordine del giorno n. 338.



LEO Giampiero, Assessore all'istruzione

Intervengo brevemente in quanto se ne è già discusso molto.
Faccio solo tre brevi considerazioni.
La prima è per dire al Consigliere Saitta che sono nobili le sue preoccupazioni e che cercheremo di impegnarci molto, come Giunta, sulla vicenda. Il fatto che tutta la maggioranza firmi questo ordine del giorno dimostra - poi citerò alcuni interventi precisissimi - come sia forte questa volontà.
Seconda considerazione. Il Consigliere Contu ha scritto sulla stampa un articolo interessante e veritiero su questo dibattito, attribuendo continuità alle posizioni del pensiero cattolico e democristiano. Queste cose ben lungi dal preoccuparci, personalmente, mi onorano, anche perch fanno parte e si collegano con un'area più ampia che ha fatto proprie le posizioni liberaldemocratiche di pluralismo anche nel campo sociale.
Certo, su questo c'è una posizione diversissima con Rifondazione Comunista, con i Comunisti italiani, ma anche con la sinistra, ma è una divergenza intelligente, onesta, chiara e netta, non ambigua ed ipocrita.
Ripeto, la nostra preoccupazione è per la scuola tutta. Per questa ragione, la Giunta condivide la preoccupazione che emergeva nelle parole del Capogruppo di Alleanza Nazionale, Galasso, della Consigliera Costa e nell'emendamento presentato dal Gruppo DS.
Riteniamo prioritario che questo metodo consenta di portare avanti la legge senza togliere il finanziamento e di ribadire l'impegno.
Termino il mio intervento, visto che siamo andati su citazioni evangeliche, con la citazione: "estote parati".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Casoni in merito alla mozione n. 336.



CASONI William, Assessore alla viabilità

Come è già stato tracciato nelle Conferenze dei Capigruppo, che si sono svolte la settimana scorsa, sono già state stabilite delle discussioni e delle prospettive.
Questo documento è similare ad una richiesta già depositata e calendarizzata alla ripresa dei lavori del Consiglio a settembre. In sede di Consiglio, l'aula sovrana discuterà ampiamente di questa tematica e prenderà le proprie decisioni.
Non ho difficoltà a dire che, comunque, pur non volendo entrare nel merito, il parere della Giunta non è favorevole.



PRESIDENTE

Assessore Botta, manca solo il suo parere sull'ordine del giorno n.
337, poi possiamo votare.
Prego, Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore alla pianificazione territoriale

Direi che, per quanto riguarda l'obiettivo di concorrere, la proposta della Consigliera Manica è condivisibile. Tra l'altro, credo che la Provincia di Novara stia predisponendo il Piano territoriale provinciale.
Il Piano territoriale regionale, com'è noto, essendo stato approvato nel 1997, non contemplava l'ipotesi di approfondimento territoriale da parte della Regione Piemonte.
Penso che prevedere questa somma all'interno delle consulenze anticipi troppo rispetto alla proposta - che comunque c'è in Commissione - di modifica del Piano territoriale regionale, che serve per dare l'avvio all'approfondimento del Piano stesso. Il concorso tra il Piano territoriale della Provincia di Novara che, successivo al Piano territoriale regionale tiene già conto - e dovrà tenere conto - del problema di Malpensa e quello dell'approfondimento del Piano territoriale regionale, sicuramente è auspicabile e condivisibile.
Secondo me, prevedere già adesso una consulenza di 300 milioni è troppo in anticipo rispetto alla modifica stessa. Ritengo, dunque, di potermi dire come tutta la Giunta - concorde sull'obiettivo e, quindi, penso di poter dare un parere favorevole, a patto però che non si anticipi troppo sulla somma: essa dovrà essere valutata nel momento in cui verrà modificato e introdotto nel Piano territoriale regionale l'approfondimento dell'area Malpensa.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



PRESIDENTE

L'avevamo già proposto, Consigliere Marcenaro.



(Ulteriori commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



PRESIDENTE

La Giunta ha dato il suo parere.
Assessore Casoni, le chiedo solo se c'è la possibilità di riformulare il documento senza l'indicazione della cifra.



CASONI William, Assessore alla viabilità

Sì. Non possiamo certificare fin d'ora che, per una consulenza da attivare a settembre (e penso che la redazione del Piano richieda ben più di due mesi), c'è un impegno di 300 milioni. Ciò vorrebbe dire assumere un impegno finanziario di centinaia e centinaia di milioni, perché se già in questa fase prevediamo un costo di 300 milioni! Non voglio entrare nel merito di quanto sarà necessario investire per questo Piano d'area: dico solo che la Giunta si riserva di valutare, al momento opportuno, la quota da apportare. Per questo non siamo disponibili. Se inseriamo la somma ritenuta necessaria - come avevo già proposto prima alla Consigliera Manica la Giunta è d'accordo.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Occorre essere chiari perché, probabilmente, si rende necessaria più comunicazione, su questo punto, tra i vari Assessorati della Giunta.
L'Assessore Burzi e la struttura ci indicano una certa formulazione perché dichiarano quella disponibilità sul capitolo. Non che venga scelto un capitolo a caso, inventato, in realtà impossibile da utilizzare: abbiamo verificato che in quel capitolo ci fosse quella disponibilità, che fosse il capitolo giusto.
Il problema, però, non è questo; il problema è: lo fate, lo volete fare, vi assumete la responsabilità politica del fatto che questo è un atto della Regione - non di un Comune o di una Provincia - esattamente come quello prodotto dalla Regione Lombardia? Se questo è il punto, non ci importa più né del capitolo né della somma, perché potete farlo con risorse vostre, potete essere voi in grado di fare delle modifiche! E' chiara la questione? Se noi abbiamo adottato una certa formulazione è perché dagli uffici e dall'Assessorato al bilancio abbiamo ricevuto una precisa indicazione di capitolo e cifra. Voglio dirlo, altrimenti potrebbe sembrare che stiamo parlando d'altro! Se decidete di farlo, dopo non so quale consultazione (non so se nella Giunta o solo all'interno di un partito della Giunta che bada alle Regioni e alle Province), si può procedere ad un'altra consultazione e, per quanto mi riguarda, scrivere la somma necessaria (non è detto, se si ritiene di affidare una consulenza, che occorra reperire già dentro le risorse la somma necessaria, ma non è questo il punto) e che attiviamo questo processo entro la fine del corrente anno. Più di così!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Godio.



GODIO Gianluca

Non posso che condividere le preoccupazioni della Consigliera Manica però credo che formulato così l'ordine del giorno non abbia alcun senso per cui...



(Commenti fuori microfono dei Consiglieri Manica e Marcenaro)



GODIO Gianluca

No, abbiamo già detto prima che eravamo disponibili a riformularlo, ma lei Consigliera, non era disponibile! Credo che, a questo punto, si possa riformulare l'ordine del giorno in modo che sia la Giunta a riformulare...



(Commenti fuori microfono della Consigliera Manica)



GODIO Gianluca

Io propongo la mia ipotesi...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Lasciate che il Consigliere Godio concluda l'intervento, poi cercheremo una sintesi



GODIO Gianluca

Come inserire 300 milioni, che poi possono diventare 500, 1 miliardo non si sa! Se così è - 300 milioni - il Gruppo di Alleanza Nazionale si astiene ed approva quanto detto dalla Giunta. Altrimenti si riformula l'ordine del giorno.



PRESIDENTE

La proposta di riformulazione è: "a destinare sul capitolo 10870 la somma necessaria alla realizzazione del Piano territoriale".
Poi il testo dell'ordine del giorno segue invariato.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, accetto la modifica proposta nella sua autorevolezza istituzionale di Presidente del Consiglio, che supera le parti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta per dichiarazione di voto.



SAITTA Antonino

Intervengo in merito alla mozione sulle consulenze...



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Consigliere Saitta, non che non le voglia dare la parola, ma ci eravamo dati una tempistica, e avevamo detto che avremmo fatto una discussione unica!



SAITTA Antonino

Ed è unica! Ma il collega Rossi ha chiesto, sostanzialmente, di ritirare...



PRESIDENTE

No, lei su questo è già intervenuto! Poi le do ancora la parola! Il Consigliere Cattaneo non è ancora intervenuto, e dunque se...



SAITTA Antonino

Chiedo scusa!



PRESIDENTE

Dunque, se il Consigliere Cattaneo vuole intervenire nel dibattito generale sugli ordini del giorno deve poterlo fare. Le do poi la parola per la dichiarazione di voto.
Prego, Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Brevemente sui tre ordini del giorno. Il primo, quello relativo alla questione dell'impegno delle risorse finanziarie qualora non fossero spendibili relativamente alla questione della scuola e destinate, quindi alle risorse per interventi connessi all'istruzione e al diritto allo studio. Lo ha già detto bene l'Assessore Leo, un chiarimento politico è la priorità che ribadiamo. E' un punto fondamentale sui cui nasce la nostra alleanza, un punto fondamentale del nostro programma elettorale e del nostro programma di governo. Lo hanno già detto altri Consiglieri della maggioranza, e non solo della maggioranza, lo ha già detto, motivandolo con passione, l'Assessore Leo. Questo ordine del giorno si pone veramente lo scopo di tenere aperto e di chiarire - qualora non fosse possibile raggiungere questo obiettivo che per noi è prioritario, è punto di programma - il fatto che tutte le risorse siano destinate, rigorosamente ad interventi connessi all'istruzione e al diritto allo studio, che per noi sono punti ed argomenti estremamente cari.
Il secondo ordine del giorno, quello relativo alla Commissione d'indagine. Si è parlato molto, ufficialmente ed ufficiosamente, di Commissione di indagine e di consulenze, ne abbiamo parlato più volte in Consiglio regionale e, soprattutto, in Conferenza dei Capigruppo. Ribadisco che è interesse e convincimento della maggioranza che ci sia un chiarimento sugli aspetti relativi alle consulenze. Sono apparse delle notizie giornalistiche: la Giunta regionale arriverà preparata e pronta quando nella programmazione che abbiamo concordato nel mese di settembre, ci troveremo ad affrontare un provvedimento presentato dalla Lega Nord per la Padania e un provvedimento presentato dal centrosinistra e riproposto in questo ordine del giorno. In questa fase, nel rispetto della volontà e del convincimento del governo regionale di questa maggioranza di fare comunque, una valutazione conoscitiva e, soprattutto, nella programmazione che abbiamo concordato, il nostro voto sarà contrario a questa mozione.
Il terzo ordine del giorno, così come modificato su proposta del Presidente del Consiglio regionale. La posizione corretta del governo regionale, a mio giudizio, era quella espressa, in prima battuta, dagli Assessori Botta e Casoni che non condividevano questo documento motivando che, comunque, la Regione Piemonte è già su questa partita, così come l'Amministrazione Provinciale di Novara guidata dalla Casa delle Libertà, e che la Regione Piemonte sta collaborando insieme a questi enti per questo obiettivo.
Vi è la disponibilità, che è un grande segno di attenzione da parte del governo regionale e di questa maggioranza, verso l'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Manica. Se questo ordine del giorno deve essere condiviso, per l'onestà intellettuale, per la disponibilità e l'amore verso il suo territorio che ha sempre dimostrato in aula e sui giornali, la Consigliere Manica non porrà certamente impedimenti ad una sottoscrizione di esponenti, anche di maggioranza, che sosterranno questo ordine del giorno così come modificato, e, nella fattispecie, di esponenti novaresi che siedono in Consiglio regionale.
Se siamo convinti di questa azione, non deve essere patrimonio di un articolo di giornale di questo o di quel consigliere; nel contempo non potrà essere messa in discussione da nessuna l'idea originaria che è comunque, patrimonio dell'azione politica e personale della Consigliera Manica.



PRESIDENTE

Se la Consigliera Manica acconsente, la mia correzione è già agli atti.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Occorre la mia disponibilità per le correzioni.



PRESIDENTE

Infatti ho detto "se la Consigliere Manica acconsente".



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

E' chiusa la discussione generale.
Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Per dichiarazione di voto. Sposto un po' l'attenzione su un altro documento, quello relativo alle consulenze, anche se quest'ultimo merita qualche considerazione in più. In particolare, intervengo sulla mozione relativa alle consulenze.
Il Consigliere Oreste Rossi poco fa ha sollecitato i firmatari del centrosinistra a ritirare il documento perché superato. L'obiettivo Consigliere Rossi, è quello di capire bene i termini conclusivi della nostra riflessione quando si è deciso di riprendere questo tema a settembre. Mentre abbiamo discusso in aula sulla Commissione per le Olimpiadi, non abbiamo discusso, invece, sulla Commissione Nomine: un lavoro svolto in Conferenza dei Capigruppo, un po' nei corridoi, ecc., ma di questo tema non se n'è discusso in aula. Aver provocato questa discussione ci ha permesso di capire che, in qualche maniera, c'è una fase di arretramento rispetto ad una volontà comune sull'istituzione di una Commissione d'indagine. Notiamo che la Lega ha ancora la stessa posizione.
Una Commissione d'indagine, così come abbiamo scritto, non soltanto per la sanità, ma, come diceva la Lega, una Commissione d'indagine - lo dico al Capogruppo di Alleanza Nazionale, Consigliere Galasso, che invece ha fatto riferimento solo alla sanità - riferita a tutte le consulenze della Regione, alla consulenza degli Enti strumentali e alla consulenza delle aziende a società partecipate.
Noto qui che c'è una differenziazione. Il Consigliere Galasso faceva riferimento alle consulenze della sanità dicendo che "c'è già un lavoro in corso, monitoriamo" (cosa diversa rispetto alla Commissione d'inchiesta).
C'è la posizione espressa dal Consigliere Angeleri, che è un po' più di fiducia nei confronti del lavoro compiuto dalla Giunta per quanto riguarda le consulenze, e una posizione critica espressa - credo che non sia cambiata - dai Consiglieri Costa e Marengo. Insomma, le posizioni della maggioranza sono molto articolate, non sono tutte sulla lunghezza d'onda espressa dalla Lega.
Questo sarà il tema del dibattito di settembre, ma aver richiamato l'attenzione e quali sono le posizioni in ordine a questa proposta, pu essere un compito utile per l'estate per la maggioranza. Le posizioni sono obiettivamente diverse: "Non c'è niente da indagare, abbiamo fiducia su tutto, facciamolo solo sulla sanità" (anche se sulla sanità dovremo discutere). Credo che, in qualche maniera, qualcuno della Regione avrà dato notizia ai giornali, ma occorrerebbe che questi dati venissero prima dati al Consiglio e alla Giunta che non ai giornali. Se è vero ciò che scrivono sono state commesse delle azioni obiettivamente non sempre molto coerenti.
Da quello che capisco il lavoro esiste già, ma superiamo questo aspetto.
Con l'ordine del giorno non chiediamo che venga istituita oggi la Commissione, la differenza è questa. Mentre la proposta della Lega era una delibera che prevedeva di istituire la Commissione, composta da tre membri di maggioranza, tre di minoranza ed un Presidente, questo è un impegno al Consiglio ad istituire la Commissione, che deve esplicitarsi con una delibera. Questo rafforza un po' il lavoro che non è stato svolto in aula che ci pone tutti sulla stessa lunghezza d'onda per evitare che, attorno ad una volontà espressa e diffusa, vengano fatti dei passi indietro. Non sarà sicuramente così per la Lega, perché la Lega si è espressa esplicitamente ma le posizioni espresse dagli altri colleghi mi pare incomincino ad essere un po' titubanti. Riteniamo dunque utile aver richiamato alla realtà in merito a questo tema. In ogni caso, si tratta non dell'istituzione, ma di un impegno ad istituire. Ed è cosa diversa. Approvarlo vuol dire mantenere vivo questo argomento, in modo che nella prima seduta di settembre la delibera della Lega trovi il terreno fertile.
Per questo motivo, decidiamo di mantenere la mozione così come è stata presentata.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Grazie, Presidente. Su due punti: il primo riguarda la questione della Commissione d'inchiesta sulle consulenze. E' già stato motivato mi pare dai colleghi Manica e Saitta: si tratta di un argomento collegato. D'altra parte, mi sembra un elemento di serietà il fatto che, nel momento in cui si va all'assestamento di bilancio, si esprima su questo un ordine del giorno che prepari - come diceva il Consigliere Saitta - il terreno alle decisioni successive. Peraltro, c'è un punto che secondo me non può sfuggire, perch anche dalla discussione di questa sera è emerso con chiarezza. Mi spiace il Consigliere Oreste Rossi si può illudere quanto vuole, ma il collega Angeleri ha detto: "Su questo punto noi siamo contrari". Questa mi risulta essere la posizione di Forza Italia, almeno fino a quando nel partito di Forza Italia conta qualcosa un uomo come il Presidente Ghigo, che ha dichiarato pubblicamente che lui, riguardo alla Commissione d'inchiesta sulle consulenze, è stato e resta contrario. Probabilmente, il Consigliere Rossi può sperare in un esito migliore o che, nel frattempo, questo gli serva per negoziare altre contropartite in una trattativa fra la Lega e la maggioranza che, come sappiamo, ha tanti fronti aperti e che alla fine si risolverà; forse quando Brigandì diventerà Sottosegretario si calmerà, chi lo sa! Noi non siamo interessati a questo tipo di questioni.
Siccome per noi non si tratta di usare la questione delle consulenze per negoziare un posto da questa parte o da quell'altra, per noi è una questione di fondo. E' una questione che è stata posta di fronte all'opinione pubblica, con un Assessore che ha dichiarato che la metà degli 80 miliardi sono buttati via e spesi alle spalle dei cittadini e degli elettori piemontesi. Su questo ci interessa fare chiarezza e costruire un elemento di iniziativa. E' la motivazione che ci porta a proporre il documento affinché ci sia un punto di chiarezza. Se altri sono interessati a stare dentro a questi confusi negoziati e a questi rapporti - a mio avviso - poco trasparenti, dove il merito è sempre secondario ad altre questioni, è una loro scelta. Per quanto ci riguarda, al primo posto poniamo un'altra scelta e la proponiamo in questa sede. Non è a disposizione dei pur legittimi - non voglio discutere su questo - negoziati rapporti che intercorrono fra le forze della maggioranza, che, a seconda di come vanno i rapporti tra loro, fanno apparire o sparire da sopra il tavolo le questioni di merito.
Il secondo punto riguarda l'ordine del giorno su Malpensa, perché, come sempre capita, è sulle piccole cose che emergono alcune questioni di principio di una certa importanza. La mia opinione è questa: la Giunta e gli altri Consiglieri hanno il diritto e il dovere di dire se su una presa di posizione od una mozione sono o non sono d'accordo. Ma chiederlo ad una minoranza, condizionando il loro parere, e quindi rinunciando a segnare l'identità della minoranza stessa nell'avanzare la proposta, è un fatto di cui vorrei almeno sottolineare la sgradevolezza. Lo dico perché quando questo avviene all'interno di un dibattito politico, in modo così pesante penso ci sia qualcosa che va al di là del rispetto.
Ho sentito il Consigliere Cattaneo dire di non voler condizionare le posizioni e gli atteggiamenti su questo punto. Ne prendo atto volentieri ma dai toni usati - questa è stata la mia impressione, ma non solo la mia questo non è avvenuto, e trovo sia sbagliato perché c'è anche il diritto all'identità ad avanzare proposte.
Noi della minoranza non possiamo dire: "Ti faccio approvare questo documento solo se lo fai firmare anche a me", e dovrebbe valere un elemento di reciprocità fuori dal quale questo è sbagliato. Ho voluto dirlo perché è una delle tante questioni che rende più difficile il nostro lavoro.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. In merito all'ordine del giorno sulla scuola, ho già parlato prima nell'intervento generale.
Parto subito, dunque, dalla questione della Commissione d'indagine sulle consulenze. Non è corretto quanto è stato detto. Per fortuna, ne abbiamo parlato solo dieci minuti prima; chissà se ne avessimo parlato ieri o questa mattina! Innanzitutto, la posizione del CCD è chiara. Per quanto riguarda la posizione di Forza Italia, non è che sia interpretabile; la posizione di Forza Italia non è quella del Presidente della Giunta (è anche quella del Presidente della Giunta), ma, convinta, Forza Italia dice: "In questa fase, no alla Commissione d'inchiesta". Ecco perché votiamo contro l'ordine del giorno, ma diciamo anche, con grande responsabilità, come mi sembra dica anche il Presidente della Giunta e la Giunta regionale, che il problema evidenziato esiste. Siamo i primi ad avere interesse e convincimento che debba essere fatta chiarezza e questo certamente in aula quando discuteremo e ci confronteremo sulla questione.
Immagino che la Giunta regionale arrivi con una relazione o comunque degli atti che saranno patrimonio del Consiglio regionale. In quella fase così come abbiamo programmato, senza condizionamento di qualsiasi ordine del giorno - ed ecco perché democraticamente noi, maggioranza, che è la controparte dell'opposizione, bocceremo questo ordine del giorno - nella piena sovranità, quando avremo deciso, il Consiglio regionale dirà: "Siamo convinti", se qualcosa ci sarà; "Non siamo convinti e facciamo questo" "Non siamo convinti o siamo convinti lo stesso, ma per essere più tranquilli facciamo questa Commissione d'inchiesta o quello che riterremo".
Semplicissimo. Il problema è stato evidenziato ed andiamo a vedere cosa è successo. Se non fossimo al mese di agosto, probabilmente il problema sarebbe stato affrontato entro una settimana, dieci giorni.
Riguardo alla questione di Malpensa. Ancora una volta sono un pochino disturbato dal fatto che o il mio intervento viene male interpretato o viene volutamente mistificato, perché non ho detto quello che mi è stato attribuito. Ho detto innanzitutto, e parto dalla fine, che nessuno metterebbe in discussione e nessuno vuole mettere in discussione la primogenitura e la paternità dell'iniziativa della Consigliera Manica e dei Democratici di Sinistra, ed è un punto di attenzione e di rispetto democratico dei ruoli e dei colleghi Consiglieri.
Poi ho detto: la Giunta regionale aveva detto "no". A fronte di un dibattito e di un confronto - perché certamente un dibattito ed un confronto è stato utile - la Giunta regionale si è resa disponibile a modificare quell'ordine del giorno così come proposto. E, nella controparte, la Consigliera Manica accettava la modifica.
Non ho mai detto - e sono lieto che il Consigliere Marcenaro lo abbia ribadito - che il nostro voto sarebbe stato condizionato ad un'eventuale sottoscrizione dei colleghi. Ho detto, anche in questo caso, semplicemente: siccome la Regione sta già lavorando e collaborando su questo problema, la Giunta regionale dà questa disponibilità. Credo che sia particolarmente significativo, anche in considerazione del fatto che nessuno mette o potrebbe mettere in discussione la paternità e la primogenitura dell'iniziativa della Consigliera Manica, che altri Consiglieri anche di maggioranza sottoscrivessero quel provvedimento, ed, in particolare, i Consiglieri regionali della Provincia di Novara, anche per dare più forza a quel provvedimento, e più convincimento, nella Regione, ad assolvere i dispositivi di quel provvedimento. Se vi è questa indisponibilità, ne prendiamo atto per senso di responsabilità. Non Forza Italia, non i Consiglieri di Novara di Forza Italia, perché poi non possono più uscire di casa, ma la maggioranza vota quell'ordine del giorno. Mi sia consentito dire, con altrettanta chiarezza e senza appiglio polemico, che, a fronte di una disponibilità sincera ed un senso di responsabilità completo di questo governo regionale e di questa maggioranza, c'è una indisponibilità totale nonostante il distinguo che avevo posto - attenzione, Consigliera Manica e Democratici di Sinistra - a condividere, anche con una firma, quell'ordine del giorno.
Questo, a mio giudizio, collega Marcenaro, è un fatto grave e lesivo.
Lei ha un'opinione, io ne ho un'altra. Non a caso io milito in Forza Italia e lei nei Democratici di Sinistra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Grazie, Presidente. Volevo intervenire brevemente sull'ordine del giorno presentato dalla Consigliera Manica relativo alla questione Malpensa, per ringraziare la Giunta per aver recepito quella che era la nostra volontà, come Gruppo di Alleanza Nazionale e come Consiglieri novaresi, di veder accolto questo ordine del giorno e di superare quelle che erano le difficoltà che impedivano l'accoglimento relative all'indicazione della cifra di 300 milioni.
Quindi, ringrazio la Giunta e dichiaro che il Gruppo di Alleanza Nazionale voterà a favore dell'ordine del giorno della collega Manica, a prescindere dalla posizione o meno della firma sullo stesso.
Ne condividiamo i contenuti. Auspichiamo che la Giunta regionale ponga particolare attenzione, nella redazione del Piano Territoriale Regionale alla questione Malpensa, che è una questione, come gli Assessori Botta e Casoni ben sanno, particolarmente grave per le popolazioni che abitano nell'ovest del Ticino novarese.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Costa Enrico.



COSTA Enrico

Il mio intervento è per una dichiarazione di voto parzialmente dissenziente rispetto a quella del Gruppo sull'aspetto della Commissione delle consulenze.
Io non parteciperò al voto, perché non mi sento di bocciare aprioristicamente una proposta su una Commissione d'indagine, che non ha affatto emesso delle sentenze. Mi sembra che sia una proposta neutra quella che è stata avanzata.
Ho sentito anche delle affermazioni, da parte di componenti della maggioranza, favorevoli, in linea di principio, ad una valutazione e un monitoraggio di quella che può essere stata l'attività della Giunta o comunque degli altri Enti e Società partecipate in campo di consulenze.
La ritengo un'azione opportuna. Mi sembra che i Gruppi della maggioranza abbiano, ancora prima del Gruppo DS o del Gruppo dei Popolari portato avanti questa iniziativa e che la stessa non sia stata bocciata aprioristicamente.
Noi non dobbiamo, a mio giudizio, fare delle valutazioni a seconda delle paternità delle proposte: dobbiamo valutarle nel merito.
Il Capogruppo Cattaneo, in sostanza, ha evidenziato una sorta di intempestività. Può essere giusto o sbagliato, però, il fatto di bocciarla chiaramente evidenzia un giudizio negativo. Io non mi sento di dare un giudizio negativo. Posso valutarla intempestiva non partecipando al voto ma sicuramente, oggi come oggi, il mio giudizio non può essere di voto contrario nei confronti di questa proposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, mi pare che, al di là delle posizioni sugli strumenti per operare, ci possa essere una base comune, che è quella del convincimento che una conoscenza o una valutazione del fenomeno delle consulenze in campo sanitario sia utile.
Ripeto quello che ho detto nel dibattito generale di questa mattina: le consulenze sono uno strumento normale. Anzi, via via, in un processo di attingimento di competenze sempre più sofisticate, che spesso non si possono tenere in modo permanente all'interno delle strutture, le consulenze possono essere elementi utili e necessari. L'importante è capire il dispiegarsi di questo fenomeno.
Avevo anche sottolineato l'impennata che aveva subìto questo tipo di consulenze. Sarebbe utile - può darsi che questa proposta di cui sono firmatario verrà bocciata - riuscire a delineare la mappa, - sottolineo la mappa - la fotografia delle consulenze in materia sanitaria, molto chiara molto trasparente e molto generale. Siccome sottolineo che sono utili e necessarie, potremo, probabilmente, da un lavoro di quel tipo, riuscire a dare degli stimoli alla Giunta per poter orientare, intervenire e razionalizzare questa materia.
Quindi, voto a favore e sono firmatario della mozione, perché ritengo proprio che la mappatura sia utile.
Scusi, Presidente, disturbo un po' il dibattito, ma cerco di fare uno sforzo! Dicevo al collega Cattaneo - che adesso è anche in collegamento Internet ma fa lo stesso - che è utile per tutti avere una mappa generale del sistema delle consulenze nella sanità piemontese, molto chiara e molto precisa. Non si vuole demonizzare nessuno di coloro che stanno all'interno di questa mappa, ma noi dovremo poterla vedere. Io sono molto curioso, mi incuriosisce questo. Poi, allora, potremo anche aiutare, come dicevo, la Giunta a fare quelle azioni di razionalizzazione per minimizzare il fenomeno, laddove possibile, magari per indicare che in altre parti pu anche espandersi. Io interpreto la mozione in questo senso e quindi la voto convinto che sia un fatto di interesse generale anche per le finanze della Regione Piemonte.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, passiamo all'esame della mozione n.
336, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte premesso che le consulenze affidate dalla Regione Piemonte e dai suoi Enti Aziende e Società collegate incidono in modo rilevante sul bilancio regionale, come ribadito anche dalle inchieste, commissionate dagli stessi Assessorati regionali e, segnatamente, quello della sanità assume l'impegno di procedere all'istituzione, ai sensi dell'art. 19, lettera b), dello Statuto della Regione Piemonte, di una Commissione d'inchiesta relativamente alle consulenze affidate dalla Regione Piemonte e dai suoi Enti, Aziende e Società collegate, per esperire indagini, con la finalità di conoscere i risultati, nel dettaglio, del rapporto commissionato sul controllo della spesa sanitaria per consulenze, ed individuare le responsabilità dei manager che hanno autorizzato gli incarichi, ed accertando che le procedure seguite per conferirli siano state improntate a criteri di scrupolosità e rigorosità.
La Commissione d'inchiesta, terminato il primo incarico di verifica delle consulenze del settore sanità, dovrà operare in ogni altro settore dell'Amministrazione regionale e relazionare al Consiglio ogni sei mesi sul lavoro effettuato".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale mozione.
Il Consiglio non approva.
Passiamo all'esame dell'ordine del giorno n. 338, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte nel ribadire come priorità assoluta l'approvazione del disegno di legge n.
252 'Modifiche ed integrazioni alla L.R. 29 aprile 1985, n. 49 (Diritto allo studio - Modalità per l'esercizio delle funzioni di assistenza scolastica attribuite ai Comuni a norma dell'art. 45 del DPR 24 luglio 1977, n. 616 ed attuazione di progetti regionali)' impegna la Giunta regionale, qualora le risorse finanziarie regionali previste in tale provvedimento non fossero spendibili in toto o in parte nell'anno finanziario 2001, a destinare dette risorse rigorosamente per interventi connessi all'istruzione e al diritto allo studio".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio approva.
Passiamo infine all'esame dell'ordine del giorno n. 337, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale impegna la Giunta regionale a destinare sul capitolo 10870 la somma necessaria alla realizzazione del Piano territoriale dell'area piemontese interessata dalla localizzazione dell'Aeroporto di Malpensa 2000".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale ordine del giorno.
Il Consiglio approva.
A questo punto, prima di passare alla votazione dell'intero testo della legge procediamo con le dichiarazioni di voto.
La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente e colleghi, il nostro voto come Gruppo dei Democratici di Sinistra sull'assestamento di bilancio sarà negativo. Le ragioni le abbiano esplicitate sia nel dibattito generale di questa mattina che negli interventi che si sono susseguiti nel corso della giornata.
In sostanza, la nostra valutazione non è tanto sull'entità di questa manovra, che è di 9 miliardi, con un iter complicato quale quello a cui abbiamo assistito in quest'aula con la riconvocazione della Commissione, ma ci pare di grande rilievo il punto sul piano politico ed amministrativo prima che sul piano della legittimità.
In questo assestamento, così come nel bilancio di previsione, non compare in alcun modo la cifra del deficit sulla spesa sanitaria, che lo stesso Assessore D'Ambrosio e la Giunta hanno quantificato in circa 1.204 miliardi per quanto riguarda l'anno 2000 ed altrettanti potrebbero essere nell'anno 2001 con un ulteriore sfondamento rispetto alla manovra di buon governo del 7 gennaio. Si tratta di una questione che rende ingovernabile il complesso del bilancio regionale, in quanto la spesa sanitaria ne è il 60% in termini generali e una percentuale ancora più alta sulla spesa corrente. Ciò rende complesso un intervento di programmazione e la manovra di assestamento sull'intero bilancio e su tutti i suoi capitoli.
Ci siamo sforzati di avanzare alcune proposte che non erano contenute nel bilancio preventivo e che, a nostro avviso, non erano contenute nella stessa manovra di assestamento. Abbiamo visto l'impossibilità di ottenere iscrizioni significative per quanto riguarda le politiche di sviluppo, le politiche ambientali relativamente alla gestione dei parchi e dei rifiuti del loro utilizzo in applicazione della legge n. 59. Abbiamo incontrato difficoltà nell'accoglimento ed è stato espresso il parere negativo sulla possibilità di iscrivere un unico capitolo e una prenotazione di 2 miliardi per poter approvare importanti proposte di legge che riguardavano temi che andavano dal lavoro agli impegni familiari, dai capitoli sull'assistenza e sulla sanità alle problematiche moderne, quali il "mobbing" e i disagi moderni che coinvolgono la nostra società.
Riteniamo che sia stato utile da parte della nostra opposizione aver potuto evidenziare quel deficit di bilancio sulla sanità come anche l'aver potuto rendere evidenti alcune problematiche che riteniamo significative.
Ad esempio, una sollecitazione ed un incentivo ai giovani piemontesi in ordine al processo di informatizzazione e di utilizzo degli strumenti informatici, così come il disegno di legge relativo alle aree del Roero così come importanti questioni da noi sollevate che riguardano il Piano d'area di Malpensa che attengono ad una deliberazione, già presentata nella scorsa legislatura e ripresentata in quella attuale, che non è mai stata messa all'o.d.g. nonostante sia stata più volte sollecitata dalla Commissione competente. Questo potrebbe essere un primo inizio.
Riteniamo complessivamente grave il fatto che non sia stata accolta la mozione in merito alla questione delle consulenze. Ci pare una questione grave perché avrebbe potuto - come diceva anche il collega Saitta inserire un elemento importante e dare un'indicazione di marcia al Consiglio regionale per arrivare poi alla deliberazione di settembre che avrebbe potuto istituire e formalizzare la Commissione nel suo complesso.
Avrebbe potuto allontanare un clima pesante, che ho voluto chiamare "del sospetto", non certo ingenerato da noi, ma da dichiarazioni giornalistiche e da fratture all'interno della maggioranza, restituendo all'aula la certezza su spese definite miliardarie da indagini stesse della Giunta in ordine alle consulenze, oltre che ad altre spese, per avviare un processo di trasparenza, di ridefinizione e di risanamento allo stesso bilancio che certamente le cifre sul deficit della sanità ci sollecitavano con forza.
Sinteticamente, queste sono le ragioni per le quali esprimiamo complessivamente un voto contrario al provvedimento che abbiamo esaminato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente, intervengo per esprimere il voto contrario a questo bilancio perché nella sua complessità mancano gli elementi che possono fare da attrazione per lo sviluppo territoriale, industriale e dei servizi da fornire ai cittadini.
E' un bilancio che, a nostro giudizio, presenta un qualcosa di anomalo.
I relatori di questo bilancio, pur sapendo che le cifre introdotte all'interno di questo sistema contabile non erano esatte, pur di avere un bilancio che dal profilo estetico presenti qualche agevolazione, hanno ritenuto sottacere 1.200 miliardi che, a nostro giudizio, è questione abbastanza strana ed anomala. L'Assessore in più occasioni ha evidenziato il fatto di avere la facoltà di non esporre quella cifra, però una contabilità corretta e chiara, quale deve essere la contabilità di un Ente pubblico come la Regione, deve essere tenuta con estrema semplicità aiutando il Consiglio e i cittadini a capire lo stato della contabilità e la situazione patrimoniale.
Mi rifaccio alle parole espresse questa mattina dal Presidente del Gruppo di Forza Italia che ha manifestato piena soddisfazione per una contabilità di questo tipo. Per "piena soddisfazione" si intende che non c'è spazio nemmeno per un millimetro di insoddisfazione in riferimento a questo tipo di bilancio. Voglio dire che è un tipo di bilancio che risulta bloccato, che non dà spazio allo sviluppo territoriale e voi, colleghi sapete che l'incertezza e la staticità sono indice di regresso: la mia paura è che questa Giunta e questo bilancio portino in regressione questo territorio e questa Regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Esprimo il voto contrario del nostro Gruppo; le motivazioni sono state illustrate durante la discussione e le riassumo molto brevemente.
L'assestamento del bilancio, come i bilanci che da un po' di tempo la Giunta di centrodestra propone, non risponde ai criteri che dovrebbe avere un bilancio, cioè una sorta di guida, di indicazione per la gestione...



(Brusìo in aula)



SAITTA Antonino

Presidente, anch'io, come il collega Tapparo, non volevo disturbare il dibattito che si sta svolgendo all'interno dei banchi della maggioranza...
Sarà sicuramente interessante, di questo sono sicuro; stavo cercando di capire l'intervento del collega Cattaneo, che è sempre molto interessante e contraddittorio, nel senso che fa un'affermazione e poi ne fa un'altra, ma vedo che questa ormai è una costante.
Dicevo, Presidente, che il voto è contrario per le motivazioni espresse questa mattina, che tento di riassumere. Innanzitutto, per il fatto che questo documento, l'assestamento del bilancio che è anche una variazione rientra nel novero dei classici documenti contabili presentati dalla Giunta, cioè dei documenti che non sono il documento di indirizzo che la Giunta segue, ma il solito censimento dei bisogni che, momento per momento vengono fatti e poi variati strada facendo. Per cui, alla fine dell'anno lo dico soprattutto ai nuovi colleghi - scopriremo che, rispetto al bilancio di previsione, non c'è nulla.
Questa non è flessibilità del bilancio: questo è fare bilanci con grandissima leggerezza. Questo è ormai un classico e anche l'assestamento e la variazione congiunta hanno queste caratteristiche.
Il secondo elemento per un voto negativo è che, con questa variazione di bilancio, si dice "no" ad una serie di domande poste dagli Enti locali per alcuni investimenti importanti come illuminazione, fognature, ecc.
Anziché dare una risposta attraverso un'organizzazione diversa, la risposta della Giunta è che si tolgono le risorse, così non ci sono residui passivi ma la risposta doveva essere un'altra: c'è una domanda, la risposta alle esigenze dei Comuni avviene attraverso una nuova organizzazione, attraverso una modalità diversa di erogazione dei contributi, al limite modificando le leggi. Ciò non è avvenuto e constatiamo questo errore di valutazione e di modalità di comportamento.
Terzo: la questione della sanità, che non è ultima e non era - collega Cattaneo - un'azione minatoria da parte del nostro Gruppo sulla sanità, ma un invito. Checché ne dica il Presidente Ghigo e checché ne dica l'Assessore Burzi, il fatto è che il bilancio di assestamento non contiene le cifre che la Giunta conosce sulla sanità. Questo non è minatorio: è rispetto della legge.
Qual era la modalità che abbiamo suggerito? La modalità era semplice: prendere i dati che l'Assessore D'Ambrosio ha esposto in Giunta, metterli in bilancio per quanto riguarda le spese e coprirle con un mutuo. Nel momento in cui lo Stato indica con precisione la cifra di contributo a copertura, il mutuo viene ridotto nella cifra necessaria.
Questa è operazione-verità. Non si è voluto neppure compiere in questa occasione un'operazione importante di verità. Assessore D'Ambrosio, lei continua... Io capisco la sua difficoltà, ma sa cosa succede? Che fin quando non c'è una convinzione e lei continua a fare il pompiere sull'importanza che bisogna finanziare questo settore importante, la Giunta è autorizzata, come sta facendo, a fare di tutto e a dimenticarsi della sanità.
Sa cosa diventerà? Lei diventerà il becchino della sanità piemontese perché tra un po' di mesi si troverà a dover finanziare 1.000 miliardi per il 2000 e il 2001 più a finanziare completamente la spesa finanziaria per il 2002, e lei verrà qui a dirci: "Le risorse sono quelle che sono dobbiamo tagliare". Ci dirà sicuramente che l'operazione che lei ha fatto non riesce, perché è minima rispetto alle esigenze del settore.
Lei sarà il becchino della sanità piemontese, della sanità pubblica! Lo dico anche perché lei si troverà di fronte a questo fatto. Anticipare questi problemi, costringere la Giunta a fare una politica di rigore: è sbagliato, è minatorio questo, Cattaneo?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Cattaneo)



SAITTA Antonino

E' intimidatorio? Non credo! Questo vuol dire tenere conto delle esigenze reali! Che i colleghi siano così tranquilli nel ritenere che una cifra che si conosce possa essere ignorata nel bilancio e che venga contraddetto il principio contabile della veridicità, è una responsabilità vostra: non vi preoccupate, vi va bene, le assicurazioni date dall'Assessore Burzi e dal Presidente Ghigo vi convincono. Quello di dire che la legge non serve, visto che tutte le Regioni fanno così... Non è così. Tutte le Regioni hanno problemi di finanziamento che tentano di affrontare nel bilancio con un'operazione veritiera.
Il problema della Regione Piemonte è che le cifre non compaiono in bilancio e per questo parlo di falsità di bilancio; poi c'è anche un problema di merito, ma soprattutto di falsità rispetto alle cifre indicate.
Lo ripeto: guardate che non c'è solo un problema di responsabilità collettiva, ma c'è anche un problema di responsabilità amministrativa ed individuale nel momento in cui si vota.



PRESIDENTE

Ricordo che il tempo a disposizione per la dichiarazione di voto è di cinque minuti.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

A nome della maggioranza, logicamente - ma non solo logicamente, lo motiverò anche - esprimo voto favorevole da parte dei Gruppi che sostengono la maggioranza e la Giunta Ghigo a questo assestamento di bilancio.
Colgo l'occasione per ringraziare l'Assessore Burzi e la struttura per essersi messa a disposizione per qualsiasi chiarimento e per dare la possibilità ai Consiglieri, in particolare ai neo Consiglieri, di votare dopo avere letto con convinzione e competenza questo provvedimento. Ritengo comunque che si sia fatto un lavoro estremamente importante ed utile come Consiglio regionale, quindi maggioranza ed opposizione insieme.
In particolare, voglio dire ai colleghi dell'opposizione che è da apprezzare la non totale chiusura, come invece si è registrata in altre occasioni, da parte del Governo regionale e della maggioranza su alcune proposte che sono state condivise dal Consiglio regionale e anche da questa maggioranza. E, guarda caso, tornano un pochino a galla anche le consulenze, perché non penso sia sfuggito ai colleghi più attenti che dal capitolo 10870, relativo alle consulenze, vi erano 2 miliardi impegnati per il percorso di controllo, la definizione del bando CEE, che è un obbligo di legge. Questo percorso è costato circa 900 milioni e, guarda caso, si è andati ad attingere su questo risparmio di oltre un miliardo, proprio per finanziare alcuni degli emendamenti proposti dall'opposizione, accolti con il parere favorevole della Giunta regionale e votati favorevolmente da questo Consiglio regionale.
Per quanto riguarda la questione della sanità, la nostra posizione l'ho già enunciata nel mio intervento generale: non si può denunciare in maniera reiterata da parte vostra il fatto che la Giunta regionale non voglia assumersi la disponibilità di quantificare e di trasmettere ufficialmente all'esterno la portata della maggiore spesa del 2000 e la previsione del 2001, perché è stato fatto, dietro vostra richiesta. Tant'è che in Commissione è stata distribuita una deliberazione della Giunta regionale con allegato uno specchietto - lo ricordo e chiedo scusa di doverlo ricordare dopo ore - dove veniva individuata questa maggiore spesa.
E' stata fatta una legittima scelta politica di non iscrivere su questo assestamento la maggior spesa dell'anno 2000 per i motivi che non sto a ripetere anche per economia di tempo. Affronteremo in termini di quantificazione della maggiore spesa quando conosceremo la quota del trasferimento al Piemonte dallo Stato. In quel momento, certamente si potrà pensare - e il governo regionale arriverà con una proposta - a come affrontare il pagamento - passatemi il termine, per semplificazione - di questa maggiore spesa. Ma un elemento di novità, da ascrivere anche ad iniziative di Gruppi di questa maggioranza (CCD ed altri), è quello di aver ottenuto e di aver visto da parte della Giunta regionale una condivisione su una provvista di ulteriori 25 miliardi, da spendere e da mettere a disposizione per le AA.SS.LL. e le AA.SS.OO. del Piemonte per le spese in conto capitale. E di questo un ringraziamento particolare va anche all'Assessore D'Ambrosio.
Il documento, a nostro parere, risponde puntualmente a tutte quelle accuse e a tutte quelle considerazioni che invece sono il punto di forza per smontarlo, come ha riproposto nel suo intervento il Consigliere Giordano.
Relativamente alla questione dell'accusa del bilancio falso o falso in bilancio e della responsabilità personale, ho già detto prima che siamo di fronte ad un provvedimento di cui il governo regionale si prende la piena responsabilità. Noi siamo maggioranza e in Consiglio regionale sosteniamo questo provvedimento; gli uffici hanno detto ufficialmente qual è la loro posizione, per cui riteniamo che, sotto il piano contabile, si tratti di un provvedimento certamente legale e legittimo.
Noi siamo dei politici, sosteniamo come maggioranza il provvedimento che il governo regionale porta in aula e quindi, se vi sono responsabilità qualcuno ne risponderà, ma secondo noi non ve ne sono. Non è nemmeno giusto, Consigliere Saitta, continuare con queste accuse di falso in bilancio o di bilancio falso, senza avere alcun elemento di dimostrazione se non le frasi che abbiamo ascoltato in questi giorni e che secondo noi sono insostenibili. Soprattutto non è giusto attuare delle iniziative all'esterno, visto che proprio per sua iniziativa ci saranno presumibilmente a breve (o sono già in corso) delle indagini da parte della Corte dei Conti e - lei annuncia - anche della Magistratura ordinaria; non è giusto continuare a mettere benzina sul fuoco con volantini e con comunicati stampa al vetriolo, a nostro giudizio - quelli sì! - nel loro merito falsi. Anche perché di questo certamente la responsabilità, qualora il bilancio non fosse falso e non ci fosse falso in bilancio, sarà sua e solamente sua: com'è noto, lei ha detto che le responsabilità penali sono personali.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, dichiaro il voto contrario rafforzato all'assestamento di bilancio. Questa avrebbe dovuto essere una seduta ordinaria; normalmente in Parlamento l'assestamento passa con una certa tranquillità, non è un punto nevralgico, ma qui devo riconoscere che l'Assessore Burzi ha sottolineato che con un documento di programmazione economica e con un bilancio di previsione nel quale si possa fare un lavoro adeguato dovremo far andare nel fisiologico l'assestamento e non come occasione centrale di dibattito. Però non era e non poteva essere così in questo caso, e non lo è stato.
Dal dibattito e dalle considerazioni che ho seguito attentamente da parte dell'Assessore Burzi e da parte dei Capigruppo di maggioranza, si fa fatica ad individuare quelle che possono essere le linee strategiche, le linee guida su cui è imperniata l'architettura finanziaria di questa maggioranza di governo. Non si vedono i segni di come si può preparare questa Regione ad affrontare quella che è la riforma amministrativa con il principio di sussidiarietà che è sotteso in modo forte, né si riesce a capire il nodo della sanità. Il fabbisogno che ci viene evidenziato, la maggiore spesa - come viene chiamata - rappresenta un campanello d'allarme enorme sul quale occorre dare risposte forti, perché se riduciamo i margini di manovra delle riserve strategiche della Regione, ovvero la possibilità di indebitamento, è chiaro che rischiamo di ridurre o far mancare quelle che possono essere le risorse dinanzi ad emergenze o dinanzi a scelte strategiche che si vogliono attuare in futuro. Anche perché la capacità di indebitamento è una riserva strategica, non la si può portare alle estreme conseguenze.
Inoltre, anche l'utilizzo del patrimonio delle AA.SS.LL. e del patrimonio della Regione è materia estremamente delicata, perché anche qui noi non ci troviamo come delle aziende private che preferiscono non avere allo stato patrimoniale dei beni, ma preferiscono avere altre forme, perch le imprese sono sempre meno durature. In effetti, non ci sono più storie di imprese che durano secolarmente, ma un'azienda nasce, specie nella nuova economia, si afferma e muore magari in un decennio, quindi politiche immobiliari nelle imprese non ce ne sono. Qui, però, ci troviamo in una struttura che mi auguro di vedere permanere anche di fronte alla globalizzazione nei prossimi decenni: il patrimonio immobiliare della Regione non può essere considerato come il patrimonio immobiliare di un'azienda che viene dismesso nell'ambito di una strategia finanziaria.
Questo bilancio potrebbe anche essere schermato, nel senso che non riusciamo - almeno io non posso riuscirci - a capire cosa nasconda: magari è una sovrarazionalità, una sofisticatezza che a modesti operatori della politica amministrativa, come alcuni di noi potrebbero essere, sfugge e dietro ci può essere una diabolica operazione; dovrei riuscire a decriptarla, vedendo come in qualche modo dall'articolazione delle cifre c'è qualcosa. Mi auguro che non sia così, che non ci sia in qualche modo il fare poco, che dietro il fare senza chiarezza dell'architettura finanziaria della Regione non ci sia un disegno recondito. Spero che questo sia un limite che possa essere superato da una nuova modalità di operare.
Il documento di programmazione economico-finanziaria, Assessore Burzi secondo me non deve andare a novembre, è troppo in là; noi avremo bisogno di una sessione di previsione di bilancio che sia sufficiente, non affrettata, dovremo avere il documento di programmazione economico finanziaria che lancia le direttrici, le linee e il bilancio di previsione che le sostanzia. Allora non possono essere due operazioni una dietro l'altra: il documento di programmazione economico-finanziaria deve essere un momento di dibattito forte - non voglio usare la parola alto, ma forte che potrebbe svilupparsi nell'autunno e nell'apertura dell'inverno ci dovrebbe essere l'altro dibattito, con carattere diverso perché sostanzia il documento di programmazione economico-finanziaria, che è quello che dà i valori e i caratteri.
Spero che quella modalità di operare possa ridurre alcune schermature del bilancio che troviamo ancora, che mi auguro non siano operazioni di furbizia amministrativa e finanziaria.
In questo senso, riconfermo il mio voto contrario.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, indìco la votazione per appello nominale mediante procedimento elettronico, sull'intero testo di legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 46 Consiglieri votanti 45 Consiglieri hanno votato SI' 32 Consiglieri hanno votato NO 13 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere Il Consiglio approva.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame proposta di deliberazione relativa a: "Conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2000"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame della proposta di deliberazione relativa a: "Conto consuntivo del bilancio del Consiglio regionale per l'anno 2000", di cui al punto 2) all'o.d.g.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale deliberazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri, sarà trascritto nel processo verbale dell'adunanza in corso.
Il Consiglio approva.


Argomento: Bilanci consuntivi (generale e del Consiglio Regionale)

Esame disegno di legge n. 300: "Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2000"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'esame del disegno di legge n. 300, di cui al punto 3) all'o.d.g.
Do per letta la relazione del Consigliere Costa Enrico, il cui testo, a mani dei Consiglieri, recita: "La I Commissione ha esaminato il rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2000 e lo ha approvato a maggioranza l'1 luglio scorso.
In sede di Commissione sono stati focalizzati i risultati finali della gestione del bilancio, che in base alla Sezione V della nuova legge regionale di contabilità debbono seguire una precisa impostazione e presentazione nel rendiconto.
Il rendiconto generale comprende le risultanze del conto del bilancio e del conto patrimoniale e rappresenta il confronto tra la previsione e i risultati definitivi conseguiti, sia in termini finanziari che in termini patrimoniali, a seguito dell'azione amministrativa.
Il risultato finanziario alla chiusura dell'esercizio finanziario 2000 tiene conto del risultato della gestione di competenza e della gestione dei residui degli anni precedenti.
La situazione finale del bilancio emerge dall'analisi delle entrate di competenza e dalle spese di competenza.
Esaminando la gestione delle entrate si può evidenziare il grado di utilizzazione degli stessi stanziamenti e per differenza con le somme accertate si conosceranno le economie, che indicano finanziariamente il grado di utilizzazione delle somme previste in bilancio.
Nel rendiconto generale per l'esercizio finanziario 2000 si evidenzia il risultato finanziario (avanzo) per L. 1.046.471.267.779; il prospetto riconcilia con la situazione contabile generale al 31/12/2000, consuntivata con relativo conto del Tesoriere regionale evidenziante il fondo di cassa al 31/12/1999 per L. 345.188.734, il totale delle riscossioni per L.
25.778.986.015.158 e il totale dei pagamenti per L. 25.772.531.472.740.
Pertanto, il fondo cassa alla chiusura dell'esercizio 2000 ammonta a L.
6.799.731.152.
Per ciò che attiene ai residui attivi è da rilevare che, a fronte di L.
5.437.170.595.081 dell'inizio dell'esercizio 2000, sono stati riaccertati alla fine dell'esercizio stesso in L. 5.379.336.226.987 per un minor importo di L. 57.834.368.094.
I residui passivi degli esercizi finanziari 1998/1999 sono stati riaccertati al 31/12/2000 in L. 3.197.585.996.163 a fronte di L.
3.778.130.130.885 dell'inizio esercizio con una significativa riduzione dei residui passivi.
Accompagna il rendiconto generale il 'Conto generale del patrimonio' relativo alle attività e passività finanziarie e patrimoniali (residui attivi - fondo cassa - residui passivi - debiti per mutui). Il conto generale del patrimonio si compone altresì degli allegati relativi al demanio, patrimonio non disponibile - beni immobili, patrimonio disponibile beni immobili, beni immobili non disponibili, titoli pubblici e partecipazioni azionarie. Per queste ultime, si evidenzia la consistenza al 31/12/2000 suddivisa per pacchetti azionari.
Si rileva dal conto generale del patrimonio una diminuzione dei debiti dei mutui e prestiti a carico della Regione a fine esercizio 2000, che sono pari a L. 953.770.631.351 a fronte della consistenza di L. 978.823.003.849 di inizio esercizio.
Un ultimo accenno merita la cosiddetta perenzione amministrativa.
Secondo la legge di contabilità regionale i residui passivi, se non vengono pagati entro il secondo esercizio successivo a quello in cui l'impegno è perfezionato, si intendono perenti agli effetti amministrativi. La perenzione comporta l'eliminazione di tutti i residui passivi dal conto finanziario del rendiconto generale, passando in carico al conto del patrimonio come debito patrimoniale. La consistenza dei perenti all'inizio dell'esercizio finanziario 2000 era di L. 513.968.453.564. Nel 2000 si sono verificati pagamenti per L. 85.819.518.085 a fronte di residui dichiarati perenti per L. 228.020.305.617, di conseguenza i perenti ammontano a fine 2000 a L. 656.469.241.096.
Il provvedimento in oggetto viene rimesso all'aula per la sua sollecita approvazione trattandosi di un atto obbligatorio propedeutico all'assestamento di bilancio".
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Mi chiedo, Presidente: il rendiconto, in termini temporali, non avrebbe dovuto essere approvato prima? Perché il risultato del rendiconto fa parte poi dell'assestamento.



PRESIDENTE

L'importante è che avvenga prima della presentazione del rendiconto. Ci siamo informati prima di calendarizzare il punto: non c'è alcun obbligo di votarlo prima, comunque lo votiamo contestualmente.
Non essendovi interventi, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ART. 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 7 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 8 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 9 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 10 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 11 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 43 hanno votato SI' 30 Consiglieri hanno votato NO 13 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Programm. e promoz. attivita" socio-assist. (assist. minori, anziani, portat. handicap, privato sociale, nuove poverta")

Esame disegno di legge n. 203: "Legge 4 maggio 1983, n. 184, così come modificata dalla legge 31 dicembre 1998, n. 476 e dalla legge 28 marzo 2001, n. 149 'Istituzione della Consulta regionale per le adozioni e per gli affidamenti familiari e dell'Agenzia regionale per le adozioni internazionali'"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 4) all'o.d.g. che prevede l'esame del disegno di legge n. 203.
Proporrei di dare per letta la relazione.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Si tratta di un provvedimento di un certo rilievo, non lo abbiamo discusso molto a fondo, sentire la relazione potrebbe non far male altrimenti c'è una produzione legislativa con un alto grado di inconsapevolezza che non va molto bene.



PRESIDENTE

Propongo dieci minuti di sospensione.



(La seduta, sospesa alle ore 18.20 riprende alle ore 18.47)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Proseguiamo l'esame del disegno di legge n. 203.
La parola alla relatrice, Consigliera Costa Rosa Anna.



COSTA Rosa Anna, relatrice

Egregio Presidente, illustri Consiglieri, la rapida ed importante evoluzione che nell'arco di un ventennio ha subìto la legislazione nazionale in tema di adozioni ed affidamenti familiari, attraverso un iter culminato di recente con l'approvazione della legge 28 marzo 2001, n. 149 pone alle Regioni la sfida concreta per l'attivazione di tutti gli interventi organizzativi, informativi e formativi previsti dalla legge per la diffusione di un diverso atteggiamento culturale verso la tematica della tutela dell'infanzia, tale da condurre ad una nuova cultura dell'accoglienza che, ponendo come linea prioritaria di intervento il superamento del ricovero indeterminato in strutture ed enti assistenziali rappresenti l'esigenza di garantire ad ogni bambino presente sul territorio regionale fattive opportunità di crescita e di sviluppo familiare nonch maggiore attenzione alla tutela giudiziaria degli interessi e dei diritti dei minori.
Al fine di tradurre, dal punto di vista pratico, gli intenti esemplificati, la prima finalità del presente disegno di legge è identificata nell'istituzione della Consulta per le adozioni e gli affidamenti familiari, organo consultivo finalizzato alla formulazione di proposte e pareri in ordine all'attuazione dei compiti attribuiti alla Regione dalla legge, attraverso l'intervento, in particolare in ordine alle problematiche relative al minore che necessita di interventi sostitutivi della famiglia, di affidamento familiare, di inserimento in comunità, di adozione, con particolare attenzione alle difficoltà connesse alla presenza dell'handicap ed alle esigenze specifiche dell'età evolutiva, al fine di promuovere il mantenimento nella propria famiglia d'origine del minore in difficoltà, per sviluppare e sostenere gli affidamenti familiari, per ridurre l'istituzionalizzazione, per sostenere i bambini e le coppie nell'adozione nazionale ed internazionale.
Il secondo obiettivo del disegno di legge, particolarmente innovativo in quanto non ancora attuato sul territorio nazionale, è quello dell'istituzione di un servizio pubblico per le adozioni internazionali tramite un'Agenzia regionale.
Giova a questo proposito ricordare che la legge 31 dicembre 1998, n.
476, che inserisce nel corpo organico della legge n. 184/83 l'intera normativa inerente le procedure relative all'adozione internazionale, ha stabilito l'obbligo, per le coppie che hanno ottenuto l'idoneità all'adozione, di conferire l'incarico a curare la procedura di adozione all'estero ad un Ente autorizzato e che, a norma dell'art. 39 bis, comma 2 della medesima legge, tale Ente può essere identificato in un apposito servizio pubblico regionale.
L'istituzione di un servizio pubblico per le adozioni internazionali dal punto di vista giuridico, ha trovato traduzione nell'ambito del presente disegno di legge attraverso l'istituzione di un'apposita Agenzia a cui si fa assumere la natura di ente ausiliario della Regione, al fine di far emergere in maniera inequivocabile come l'esigenza imprenscindibile di un elevato grado di autonomia organizzativa, amministrativa e gestionale in capo all'Agenzia medesima possa e debba necessariamente contemperarsi con le caratteristiche di natura pubblicistica dell'Ente a cui si vuole dare vita.
All'Agenzia regionale per le adozioni internazionali vengono quindi conferiti, previa ovviamente l'autorizzazione specifica da parte della Commissione nazionale per le adozioni internazionali di cui all'art. 39 della legge n. 184/83, i medesimi compiti di intermediazione e certificazione che la legge attribuisce agli Enti autorizzati di natura privata, realizzando così, nel campo dell'adozione internazionale, un equo bilanciamento di soggetti attivi che si traduce nell'identificazione di un modello pluralistico che consente ad operatori pubblici di affiancarsi senza prevaricazioni o supremazie, ad operatori privati in un'ottica che da un lato, consenta agli aspiranti genitori un più ampio ventaglio di scelta e, dall'altro, dia voce alle sempre maggiori esigenze settoriali consequenziali alla statistica e significativa riduzione del numero di bambini dichiarati adottabili che ha dato vita ad una corrispondente crescita di disponibilità all'adozione internazionale, a cui peraltro il provvedimento medesimo decide di dare impulso attraverso la previsione di appositi incentivi a favore delle coppie che scelgono di intraprendere tale percorso.
A tal proposito, un'Agenzia regionale per le adozioni internazionali può contribuire a diffondere una nuova cultura dell'adozione internazionale, per garantire una corretta applicazione della nuova normativa e delle norme convenzionali del comparto e può diventare un valido strumento per le coppie aspiranti all'adozione ed un ponte tra Paese d'origine e di accoglienza per affermare la centralità del bambino che dallo stato di abbandono passa a vivere e crescere in una famiglia, senza dimenticare, peraltro, che l'obiettivo prioritario della cooperazione internazionale promossa dalla Regione rimane incentrato nella predisposizione di progetti ed interventi finalizzati ad agevolare, fin dove possibile, la permanenza del minore nell'ambito della famiglia d'origine.
Dal punto di vista strutturale, il disegno di legge consta di sette articoli.
L'art. 1 indica le finalità della legge.
L'art. 2 individua i compiti della Regione con riferimento alla legislazione vigente in materia di adozioni ed affidamenti familiari.
L'art. 3 prevede l'istituzione della Consulta regionale per le adozioni e per gli affidamenti e le sue modalità di funzionamento.
L'art. 4 stabilisce l'istituzione dell'Agenzia regionale per le adozioni internazionali e le modalità organizzative.
L'art. 5 individua gli incentivi a favore delle coppie aspiranti all'adozione.
L'art. 6 reca le norme finanziarie e contabili per l'applicazione della legge.
L'art. 7 individua le norme finali che identificano i termini di avvio dell'attività dell'Agenzia nonché gli adempimenti amministrativi necessari per garantire l'avvio logistico dell'attività dell'Agenzia stessa.
Mi corre l'obbligo ricordare all'aula che c'è un decreto di un Ministro della scorsa legislatura che concede alla Regione Piemonte, per queste finalità, 3 miliardi.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di intervento né emendamenti, passiamo alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 7 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge. L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 33 hanno votato SI' 33 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Zootecnia - Veterinaria

Esame proposta di legge n. 284: "Interventi straordinari per fronteggiare l'emergenza nel settore zootecnico causata dall'encefalopatia spongiforme bovina (BSE) e modifica dell'art. 5 della L.R. 25 maggio 2001, n. 11"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora la proposta di legge n. 284, di cui al punto 5) all'o.d.g.
Relatori sono i Consiglieri Riba e Bolla.
Do per letta la relazione, il cui testo, a mani dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, l'emergenza causata dall'encefalopatia spongiforme bovina (BSE) ha provocato gravissimi danni alle aziende della filiera della carne bovina, con il crollo dei consumi e la conseguente caduta dei prezzi.
Gli aiuti nazionali hanno riguardato principalmente interventi volti a smaltire i rifiuti di origine animale, aumentati considerevolmente a causa delle norme UE che prevedono la distruzione degli organi a rischio BSE dei bovini e il divieto di utilizzo delle farine animali nell'alimentazione di tutti gli animali destinati alla produzione di carne.
Gli aiuti diretti alle aziende zootecniche hanno visto la luce con la conversione in legge (la n. 49 del 9 marzo 2001) del decreto legge n. 1/01 che ha previsto interventi di natura creditizia, fiscale e tributaria, tra cui anche interventi per assicurare l'agibilità degli impianti di allevamento compromessa dall'imprevista permanenza dei capi in azienda e per evitare l'interruzione dell'attività agricola e i conseguenti danni economici e sociali (art. 7 bis).
Tali aiuti, con importi differenziati a seconda dell'età dei bovini non sono sufficientemente adeguati alla realtà zootecnica piemontese, che è caratterizzata da razze pregiate come quella Piemontese e da altre razze da carne di qualità di origine francese, da categorie merceologiche precise con bovini anche di peso consistente, nonché da modalità di allevamento quali la linea vacca-vitello, che, nell'insieme, conferiscono alla carne prodotta caratteristiche di qualità particolari apprezzate dal mercato.
A tal fine, a completamento ed integrazione dei provvedimenti nazionali adottati e già notificati alla Commissione UE, la presente proposta di legge, sottoscritta da rappresentanti di quasi tutti i Gruppi presenti in Consiglio, è rivolta (art. 1) a salvaguardare adeguatamente gli allevamenti zootecnici piemontesi, con l'obiettivo di assicurarne l'operatività compromessa dal perdurare dell'emergenza causata dalla BSE, in considerazione della specificità produttiva delle aziende zootecniche piemontesi, caratterizzate da razze di qualità non adeguatamente salvaguardate dalla citata legge n. 49/01. Si tratta in ogni caso di un intervento a carattere straordinario.
L'art. 2 precisa che le misure previste per assicurare l'agibilità degli impianti di allevamento, compromessa dall'imprevista permanenza dei capi in azienda, sono assunte in conformità all'art. 87, comma 2, lettera b), del Trattato istitutivo della Comunità europea, il quale stabilisce la compatibilità con il mercato comune degli aiuti destinati ad ovviare ai danni arrecati da calamità naturali ovvero da altri eventi eccezionali. Si tratta di un indennizzo forfetario erogato a titolo di compensazione per i capi di bovini maschi e le vacche di razze da carne con età superiore a venti mesi, presenti in stalla per almeno cinque mesi sul territorio della regione a decorrere dall'1 gennaio 2001, risultanti iscritti all'anagrafe zootecnica nazionale, avendo anche a riferimento la consistenza di stalla esistente a tale data dichiarata dal produttore con autocertificazione.
Alla Giunta regionale spetta il compito di stabilire l'entità dell'indennizzo nella misura massima di L. 500.000 per capo (art. 3).
L'intervento viene attuato dalle Province sulla base dei criteri fissati dalla Giunta regionale, nel rispetto delle disposizioni della L.R. n. 17/99 (Riordino dell'esercizio delle funzioni amministrative in materia di agricoltura, alimentazione, sviluppo rurale, caccia e pesca) che attribuisce alle Amministrazioni provinciali l'attuazione e la gestione degli interventi in agricoltura.
Si è inoltre colta l'occasione offerta dal presente provvedimento per inserire, all'art. 4, una disposizione di proroga della L.R. n. 11/01 (Costituzione del Consorzio obbligatorio per lo smaltimento o il recupero dei rifiuti di origine animale), per la parte relativa all'indennità integrativa - rispetto a quella prevista dallo Stato ai sensi della legge n. 49/01 - da concedersi ai soggetti che assicurano la distruzione dei materiali e delle farine animali a rischio specifico BSE o ad alto rischio (art. 5, comma 4). Il termine stabilito dalla legge n. 49/01 - e ripreso nella L.R. n. 11/01 - scadeva infatti il 31 maggio 2001, ma con decreto legge n. 199/01, in via di conversione da parte del Parlamento, il Governo sembra intenzionato a prorogare tale scadenza al 31 dicembre. La formulazione prescelta si presta ad eventuali successive proroghe stabilite a livello nazionale, senza comportare l'adozione di ulteriori provvedimenti di modifica della L.R. n. 11/01.
La copertura della spesa derivante dall'attuazione del presente provvedimento è assicurata, all'art. 5, con lo stanziamento di 9 miliardi e l'istituzione di un apposito capitolo nello stato di previsione della spesa del bilancio.
E' infine introdotta all'art. 6 la clausola sospensiva che subordina la concessione degli aiuti previsti dal provvedimento in oggetto al parere favorevole dell'Unione Europea, ai sensi degli artt. 87 e 88 del Trattato.
Considerato l'approfondito esame cui la proposta di legge è stata sottoposta in sede di Commissione, incontrando unanime consenso tra le categorie interessate sentite nel corso della consultazione, tenuti presenti i gravi problemi causati dall'emergenza BSE alla zootecnia piemontese ed avendo riguardo al numero di Consiglieri che hanno ritenuto di aderire alla presente proposta, se ne chiede una rapida approvazione da parte dell'aula consiliare".
Non essendovi richieste di intervento né emendamenti, passiamo alla votazione del relativo articolato.
ART. 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 2 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 3 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 5 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione per appello nominale, mediante procedimento elettronico, sull'intero testo della legge.
L'esito della votazione è il seguente: presenti e votanti 39 hanno votato SI' 39 Consiglieri Il Consiglio approva.


Argomento: Personale del servizio sanitario

Comunicazione dell'Assessore D'Ambrosio in merito al problema degli autisti della Guardia medica dell'ASL 1


PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

C'era un impegno assunto all'inizio della giornata odierna, della quale avevo riferito in Conferenza dei Capigruppo, su una comunicazione da parte dell'Assessore D'Ambrosio, in relazione al licenziamento di 30 lavoratori a seguito della rescissione del contratto sull'accompagnamento per la Guardia medica.



PRESIDENTE

D'accordo.
Ha pertanto la parola l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Sarò velocissimo, tuttavia permettetemi di dire prima un qualche cosa che deriva dalle affermazioni fatte da un Consigliere in aula. Spero di essere l'ostetrico e il tutore della nuova sanità pubblica piemontese e non certo il becchino, smentendo così i menagrami di professione.
Per quanto attiene la problematica del licenziamento dei 29 dipendenti della Ditta "Pronto Ambulanze S.r.l", comunico al Consigliere Contu quanto segue.
Il Direttore generale dell'ASL 1 non poteva comportarsi diversamente da come ha fatto poiché il contratto indicava un giorno ben definito, cioè il 27 luglio, per cui il Direttore generale si è comportato normalmente. E' chiaro che sensibilità e volontà politica da parte del sottoscritto, ma di tutta la Giunta, prevedeva e voleva che ci fosse un interessamento per questi 29 autisti.
Debbo altresì chiarire al Consiglio che, in realtà, vigeva un contratto abbastanza strano se è vero come è vero che, a fronte di una richiesta da parte di radio taxi di 650 milioni, questa società percepiva 1 miliardo e 600 milioni più IVA, per un totale di 1 miliardo e 800 milioni. Era quindi doveroso, da parte del Direttore generale, rescindere il contratto così come indicato come termine di scadenza nel contratto stesso.
Che cosa si è fatto? Si è convenuto di istituire un tavolo tecnico (che si riunirà domani mattina alle 9.30 presso l'Assessorato di Via Pisano n.
6) di cui faranno parte la Provincia di Torino, il Comune di Torino e la Regione Piemonte. Il Direttore generale dell'ASL 1 ha assicurato di stabilizzare i primi 10 dipendenti. Per due mesi ha fatto una sperimentazione con radio taxi, ma, a partire da fine ottobre, farà un contratto con la Croce Verde e la Croce Rossa con le quali ha assunto l'impegno di stabilizzare i primi 10 dipendenti.
Il tavolo delle trattative resterà aperto e, oltre agli Enti sopraindicati, vi siederanno anche le Organizzazioni sindacali. Spero che così come per i lavoratori socialmente utili, anche questa vertenza possa risolversi positivamente.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento: Edilizia pubblica (convenzionata, sovvenzionata, agevolata)

Esame testo unificato disegno di legge n. 134 e proposta di legge n. 182: "Ulteriori modifiche alla L.R. 28 marzo 1995, n. 46 (Nuove norme per le assegnazioni e per la determinazione dei canoni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica)"


PRESIDENTE

Proseguiamo i lavori con l'esame del testo unificato del disegno di legge n. 134 e della proposta di legge n. 182, di cui al punto 6) all'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola al relatore, Consigliere Dutto.



DUTTO Claudio, relatore

Do per letta la relazione, il cui testo, a mano dei Consiglieri recita: "Illustre Presidente, egregi Consiglieri, fin dalla scorsa legislatura la Giunta regionale aveva proposto al Consiglio regionale di apportare una serie di modifiche alla L.R. 28 marzo 1995, n. 46 in materia di assegnazione e determinazione dei canoni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Il disegno di legge, in allora rubricato con il n. 524, era stato assegnato alla II Commissione, era stato inviato in consultazione, erano stati predisposti i documenti di lavoro propedeutici all'esame, ma non aveva concluso il suo iter per la scadenza della legislatura.
La Giunta regionale, nei sei mesi successivi all'inizio della corrente settima legislatura, ha ritenuto opportuno ripresentare il medesimo testo ed il Consiglio, con decisione assunta in data 12 settembre 2000, ha autorizzato l'acquisizione e l'utilizzo del materiale già prodotto ai sensi dell'art. 77 del Regolamento. Il disegno di legge, ora individuato con il numero 134, è stato quindi assegnato alla II Commissione per l'esame in sede referente.
Uguale decisione è stata assunta dal Consiglio per la proposta di legge n.
182 vertente sulla medesima materia, presentata dai Consiglieri Brigandì e Dutto, che in sesta legislatura non aveva perfezionato l'iter.
Inoltre, alla II Commissione era già stata assegnata la proposta di legge n. 70 a firma del Consigliere Chiezzi, anch'essa recante ulteriori modifiche ai criteri di assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
L'esame della Commissione è stato, quindi, rivolto all'approfondimento ed alla valutazione dei tre progetti di legge, avendo cura innanzitutto di inviare l'unico testo non ancora sottoposto a consultazione, e cioè la proposta di legge n. 70, ai soggetti esterni che, a vario titolo, sono interessati alla materia.
I contributi raccolti, congiuntamente a quelli acquisiti con la riassegnazione di cui sopra, sono stati elaborati e sistematizzati nei documenti di lavoro messi a disposizione dei Consiglieri unitamente alla simulazione del testo ex ante della legge regionale vigente come risulterebbe a seguito delle variazioni proposte.
Il lungo lavoro istruttorio della Commissione - undici sedute - è terminato nel mese di maggio ed ha portato alla composizione del testo unificato dei progetti di legge n. 134 e n. 182 che oggi è all'attenzione dell'aula, licenziato a maggioranza con parere favorevole ed all'espressione di un parere contrario al testo della proposta di legge n.
70.
Passando ora all'illustrazione del contenuto dell'articolato, giova innanzitutto ricordare che la L.R. n. 46 del 1995 ha abrogato tutte le preesistenti normative in materia di assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica sovvenzionata e di applicazione dei relativi canoni di locazione e si presenta come un vero e proprio testo unico nella disciplina di tali argomenti, con disposizioni per molti versi assolutamente innovative.
In estrema sintesi, essa ha introdotto un nuovo meccanismo di determinazione dei canoni, legato contemporaneamente a tutti i fattori caratterizzanti l'alloggio (condizioni oggettive, dimensioni) e la condizione del nucleo familiare (numero di componenti, entità e tipologia del reddito).
La legge in oggetto è già stata modificata una volta dal Consiglio regionale, all'incirca un anno dopo la sua entrata in vigore, con la legge n. 51 del 1996 soprattutto per far fronte a necessità di semplificazione di procedure di complessa attuazione e a difficoltà interpretative legate all'innovazione complessiva della materia.
Le modifiche che vengono ora presentate nascono da una duplice esigenza: proseguire - e se possibile concludere - un processo di unificazione della disciplina cui sottostanno gli immobili riconducibili alla definizione di 'case popolari', destinati alla fascia di cittadini a reddito basso, seppure finanziati in tempi e attraverso risorse diverse rispondere alle istanze ed ai suggerimenti di tutti quei soggetti (ATC Comuni, Organizzazioni sindacali degli assegnatari) che operano costantemente nel settore dell'edilizia pubblica e con i quali la Regione ha da tempo avviato un costante e fattivo scambio di esperienze ed opinioni.
La principale linea direttrice del testo di modifica è l'attenzione alle esigenze e alle problematiche del cittadino, sia esso già assegnatario di un alloggio di edilizia pubblica, sia semplice aspirante all'assegnazione. Tale principio si concretizza attraverso l'adeguamento alle più recenti disposizioni in materia di autocertificazione, il riconoscimento di punteggi per l'accesso alle 'nuove' situazioni di disagio sociale, una maggiore elasticità nel riconoscimento dell'incolpevolezza di assegnatari in particolari situazioni (anziani, disabili, analfabeti) nel caso di alcuni mancati adempimenti di legge, l'incentivazione della mobilità degli assegnatari, la previsione di riservare alloggi alle Forze dell'ordine.
Un secondo filone conduttore è l'allargamento dei margini di scelta dei Comuni in materia di assegnazioni, anche in questo caso nel rispetto della tendenza al decentramento a cui si va uniformando il nostro ordinamento. Si propongono, quindi, l'eliminazione di alcune autorizzazioni regionali per deroghe marginali alle disposizioni di legge, limitandosi a fissare precisi punti di riferimento, la facoltà di destinare una parte degli alloggi da assegnare sulla base delle peculiari esigenze locali, ma anche un intervento diretto dei Comuni per la corresponsione di contributi a favore dei morosi incolpevoli che affianchi il già esistente fondo sociale regionale.
A margine, è importante precisare che il presente testo non modifica il meccanismo di calcolo del canone di locazione attualmente vigente, che ha dimostrato di essere in grado, seppure con qualche lieve inevitabile limite, di consentire il raggiungimento di un punto di equilibrio tra i due irrinunciabili obiettivi che la legge deve porsi: l'applicazione ai nuclei assegnatari di canoni di locazione rapportati alle spesso limitate capacità reddituali e la garanzia per le ATC di un gettito da canoni sufficiente ad ottenere il pareggio costi-ricavi di amministrazione, che il CIPE ha posto quale condizione basilare e di cui la Regione è garante nei confronti dello Stato.
La disciplina vigente garantisce l'applicazione di canoni sensibilmente inferiori ai valori del mercato della locazione privata sia ai nuclei a basso reddito sia a quelli con reddito medio e canoni più consistenti, ma comunque inferiori al privato, a quei nuclei che, pur mantenendo il diritto a condurre in locazione un alloggio popolare, dispongono di un reddito medio-alto.
Preliminarmente all'esame di dettaglio dell'articolato, giova infine sottolineare che la Commissione, nell'approvare il testo, ha operato una scelta di tecnica legislativa diretta a garantire la maggiore chiarezza possibile del dettato legislativo con la proposizione di sostituzione integrale del singolo articolo oggetto di modifica qualora le variazioni proposte tocchino più commi, oppure si collochino su articoli già interessati dalla prima legge di modifica, la n. 51 del 1996. Ciò, oltre ad assicurare al cittadino una lettura più agevole del presente testo di modifica sul Bollettino Ufficiale, consente la cosiddetta opera di 'pulizia normativa' con l'abrogazione finale delle norme superate ed una lineare composizione del successivo testo coordinato dalla legge vigente.
Passando ora ad esaminare nel dettaglio il testo, commenterò per ciascun articolo le modifiche apportate alla legge regionale radice.
Con l'art. 1 viene integralmente sostituito l'art. 1 della L.R. n.
46/95 e la modifica contemplata (comma 2) è diretta a sancire la piena applicazione della legge regionale agli alloggi realizzati con i finanziamenti di alcune leggi 'speciali', ai quali attualmente si applicano solo le disposizioni relative al calcolo del canone di locazione ed alla mobilità. Poiché tali alloggi fanno parte a tutti gli effetti dell'edilizia sovvenzionata, si ritiene che debbano essere in tutto per tutto equiparati al rimanente patrimonio di edilizia pubblica. Viene, inoltre, integrato l'elenco degli alloggi esclusi dall'applicazione della legge con l'indicazione di quelli destinati ai profughi, come peraltro indicato dal Consiglio di Stato.
L'art. 2 sostituisce l'intero art. 2 della legge radice e porta modifiche ai requisiti da possedere per poter ottenere l'assegnazione di un alloggio.
Specificatamente vengono variate: le condizioni di accesso per i cittadini appartenenti ad altri Stati (comma 1, lettera a) viene introdotta una condizione ostativa in presenza di una precedente dichiarazione di decadenza per morosità, salvo l'estinzione del debito (comma 1, lettera i). Qui lo scopo che si intende perseguire è duplice: da un lato, impedire l'assegnazione a nuclei con precedenti preoccupanti e dall'altro, recuperare parte della morosità pregressa di coloro che intendono rientrare nell'edilizia pubblica. La norma non riguarda gli assegnatari morosi incolpevoli, i quali, non essendo perseguibili per la loro morosità, non vengono dichiarati decaduti dall'assegnazione e, di conseguenza, non hanno la necessità di ricollocarsi in una nuova graduatoria viene data facoltà ai Comuni (comma 3) di destinare un'aliquota pari al 30% delle assegnazioni annue, a nuclei familiari collocati in graduatoria ed in possesso di particolari requisiti legati a peculiari esigenze locali. E' opportuno precisare che il Comune può solo introdurre ulteriori requisiti, essendo comunque necessari quelli generali stabiliti dalle disposizioni relative all'accesso. Si ritiene che la norma potrà anche consentire la creazione di quel mix sociale all'interno degli insediamenti di edilizia popolare, ormai da tutti individuato come indispensabile per evitare la ghettizzazione di alcuni quartieri soprattutto nelle grandi città.
Le modifiche contenute alla lettera e) del comma 1, al comma 5 ed al comma 6 sono tutte riconducibili a correzioni di meri errori di rinvio, a migliori espressioni lessicali volte ad evitare dubbi interpretativi sui diversi momenti di verifica dei requisiti e a coordinamenti con successive disposizioni di legge.
L'art. 3 sostituisce l'intero art. 3 della legge radice al fine di inserire due ulteriori definizioni valide ai fini della legge: quella di profugo e quella di alloggio scadente. La prima corrisponde all'esigenza di delimitare in maniera inequivocabile lo status di profugo in relazione alla normativa nazionale vigente ed evitare interpretazioni scorrette; la seconda deriva dalla necessità di depurare il testo della L.R. n. 46/95 dai riferimenti alla legge, ora abrogata, sull'equo canone e dalla conseguente necessità di riproporre direttamente nella normativa regionale le parti di interesse.
L'art. 4 sostituisce l'intero art. 4 della legge radice prendendo in considerazione due modifiche: al comma 2 ridefinisce la cadenza temporale per l'emissione del bando da parte del Comune che potrà emetterlo anche prima del termine del biennio precedente, ad esempio nel caso in cui la graduatoria vigente sia esaurita al comma 3 introduce una sanzione, ora assente, per i Comuni che non provvedano all'emissione di un bando nei termini previsti. La sanzione, che consiste nella riduzione dell'aliquota per gli alloggi di riserva, è strutturata in modo da tenere conto della diversità di situazioni tra i Comuni piccoli e quelli con popolazione superiore a 100.000 abitanti e cioè il capoluogo torinese.
L'art. 5 modifica il comma 2 dell'art. 6 della L.R. n. 46/95. Al fine di evitare un inutile dispendio di tempo e di denaro, limita l'inoltro di copia del bando di concorso alle sole rappresentanze diplomatiche o consolari dei Paesi nei quali risultino emigrati cittadini iscritti all'AIRE del Comune.
L'art. 6 sostituisce l'art. 7 della legge radice per apportare, al comma 1, una modifica consequenziale a quella introdotta dall'art. 2 ed, al comma 2, una conseguente alle nuove norme in materia di autocertificazione.
Al comma 3 è stato aggiornato il rinvio riferito ai Comuni ad alta tensione abitativa.
L'art. 7 sostituisce l'art. 9 della L.R. n. 46/95, introducendo variazioni marginali alla disciplina del funzionamento delle Commissioni provinciali preposte alla formazione delle graduatorie che derivano dall'esperienza di lavoro finora svolta.
L'art. 8, sostituendo l'art. 10 della L.R. n. 46/95, cambia parzialmente, su richiesta anche delle Organizzazioni sindacali degli assegnatari e dei Comuni, i punteggi che vengono attribuiti a coloro che partecipano ai bandi di concorso per l'assegnazione di alloggi. In particolare: viene riconosciuto un punteggio per l'anzianità Gescal viene elevato da 60 a 65 anni il limite di età per il riconoscimento del punteggio per anzianità che, a sua volta, viene maggiorato viene attribuito un punteggio aggiuntivo all'invalido anziano ed all'invalido che vive in alloggio con barriere architettoniche sono aumentati i punteggi per le giovani coppie sono assegnati punteggi per i malati di AIDS conclamato e per i minori anziani o disabili che abbiano documentate, persistenti difficoltà a svolgere i compiti e le funzioni proprie dell'età è esteso a tutti i cittadini italiani emigrati all'estero che rientrano in Italia il punteggio ora riferito, per la medesima condizione, ai soli lavoratori dipendenti sono individuati punteggi per coloro che erano inseriti in precedenti graduatorie, ma non avevano ottenuto l'assegnazione, per i titolari di pensioni o assegni sociali, per il coniuge superstite o i figli di appartenenti alle Forze di polizia, alle Forze Armate, ai Vigili del fuoco o ad altra pubblica amministrazione, deceduti per motivi di servizio.
L'art. 9 sostituisce l'art. 11 della legge radice. La modifica da evidenziare è contenuta al comma 2 laddove si prevede, in deroga al criterio generale che individua nella data di pubblicazione del bando il termine per la verifica dei requisiti e delle condizioni soggettive ed oggettive del richiedente, un'estensione fino alla data stabilita per la presentazione degli eventuali ricorsi, per il possesso delle condizioni di invalidità o di sentenza esecutiva di sfratto. La deroga attualmente è rivolta solo a quest'ultima fattispecie.
Le restanti modifiche (comma 7) attengono a migliorie lessicali per una corretta applicazione della legge.
L'art. 10 prevede l'abrogazione di quattro commi dell'art. 12 della L.R. n. 46/95 conseguenti alla nuova normativa in materia di autocertificazioni.
L'art. 11 e l'art. 12, rispettivamente di sostituzione integrale dell'art. 13 e di inserimento dell'art. 13 bis nella legge radice, operano complessivamente una rivisitazione della normativa relativa alla riserva alloggi.
Si è ritenuto necessario prevedere specifiche modalità per consentire l'accesso agli alloggi di edilizia residenziale pubblica agli appartenenti alle Forze di polizia ed ai Vigili del fuoco.
Ciò per due ordini di ragioni.
Per un verso, la necessità di garantire la presenza di rappresentanti delle Forze dell'ordine presso i quartieri ove è più la concentrazione delle fasce più deboli ed eterogenee della popolazione e ove i mezzi di informazione evidenziano costantemente l'esigenza di un maggiore controllo.
Il loro inserimento nel tessuto socioeconomico di quartieri con fenomeni di microcriminalità di notevole utilità soprattutto per le categorie più a rischio: donne, anziani e minori.
Per altro verso, la constatazione che l'entità dei canoni di locazione sul libero mercato in Piemonte è tale da rendere difficoltoso l'accesso da parte dei rappresentanti delle Forze dell'ordine che spesso, proprio per tale ragione, si orientano a chiedere il trasferimento in altre Regioni dove gli affitti sono sensibilmente più bassi, con l'evidente conseguenza di riduzione dei contingenti disponibili.
Ciò posto, è stato riscritto l'art. 13 della L.R. n. 46/95 che norma in via generale l'istituto della riserva alloggi a fronte di specifiche e documentate situazioni di emergenza abitativa e non ricomprende più la fattispecie dei trasferimenti delle Forze dell'ordine. Rispetto al testo vigente, l'unica modifica apportata è costituita dalla precisazione che, in caso di assegnazione temporanea di un alloggio, occorre stipulare una particolare convenzione di locazione a termine.
Per le Forze di polizia e dei Vigili del fuoco è stato predisposto un articolo a se stante, l'art. 13 bis, finalizzato a consentire l'accesso agevolato tramite una quota di alloggi specificatamente riservata assegnabile anche in presenza di redditi più alti rispetto a quelli ordinariamente previsti o di possesso di altra abitazione in una qualsiasi località al di fuori dell'ambito territoriale del bando.
L'art. 13 opera la sostituzione dell'art. 14 della L.R. n. 46/95 e modifica: al comma 1, l'entità del corrispettivo che il Comune deve pagare all'Ente gestore in caso di mancata assegnazione dell'alloggio, come previsto dalla vigente deliberazione CIPE del 13 marzo 1995 al comma 6, le fattispecie di possibile rinuncia all'alloggio proposto per l'assegnazione ai commi 9 e 10, consente ai Comuni di procedere direttamente all'assegnazione in deroga all'ordinario rapporto vani/numero componenti il nucleo familiare, eliminando l'autorizzazione regionale attualmente necessaria, al fine di snellire le procedure di assegnazione ed abbreviare i tempi.
L'art. 14 modifica il comma 4 dell'art. 15 della legge radice ampliando la gamma di possibilità di ottenere la voltura dell'assegnazione a favore dei familiari conviventi.
L'art. 15 sostituisce l'art. 16 della L.R. n. 46/95 per incrementare i margini di operatività degli Enti gestori in ordine alla mobilità degli assegnatari all'interno del patrimonio di edilizia pubblica (comma 1). Al comma 2 eleva al 30% l'aliquota di alloggi di nuova costruzione che possono essere utilizzati dall'Ente gestore, d'intesa con il Comune, per eliminare le condizioni di sottoutilizzo o di sovraffollamento degli alloggi pubblici. Al comma 5 introduce delle disposizioni atte a tutelare gli assegnatari anziani o invalidi che non intendano abbandonare l'alloggio anche nel caso il medesimo sia ormai troppo grande (o, caso più raro troppo piccolo) per il nucleo familiare, con l'evidente finalità di non sradicarli dall'ambiente in cui hanno consolidato gli indispensabili punti di riferimento.
L'art. 16 riscrive la lettera a) del comma 1 dell'art. 19 della L.R. n.
46/95, per aumentare fino a L. 250.000 l'entità della rendita catastale del bene che l'assegnatario percettore di redditi da lavoro dipendente o pensione può possedere senza che ciò incida sulla sua collocazione nella fascia reddituale.
L'art. 17 sostituisce l'art. 20 della legge radice. Viene chiarito (commi 5 e 6) in quali casi non si debba applicare la sanzione prevista per gli assegnatari che non rispondano o rispondano in modo incompleto alle indagini reddituali disposte periodicamente dagli Enti gestori. Nella riscrittura dell'articolo è stata ovviamente omessa la norma di prima applicazione, in origine contenuta al comma 2, poiché essa ha completamente esplicato i propri effetti al momento dell'entrata in vigore della legge n.
46/95.
L'art. 18 modifica il comma 1 dell'art. 21 della legge L.R. n. 46/95 per estendere l'utilizzo del fondo sociale alla corresponsione di contributi per il pagamento del canone per gli assegnatari con redditi inferiori alla somma di due pensioni integrate al minimo INPS. Attualmente il fondo sociale contribuisce al pagamento delle spese accessorie a favore dei medesimi assegnatari.
Per esigenze di coordinamento, l'art. 19 sopprime il comma 6 dell'art.
23 della legge radice. L'abrogazione consegue, infatti, alla modifica operata con L.R. n. 51/98, al sistema complessivo del controllo sugli atti e sulla gestione delle ATC previsto dall'art. 20 della L.R. n. 11/93 (Ordinamento degli Enti operanti nel settore dell'edilizia residenziale pubblica).
L'art. 20 elimina, su richiesta delle ATC, il limite del 30 attualmente previsto al comma 3 dell'art. 25 della L.R. n. 46/95 per l'affidamento in autogestione agli assegnatari della manutenzione ordinaria del patrimonio.
L'art. 21 modifica il comma 1 dell'art. 27 della legge radice per consentire, sempre su richiesta delle ATC, alle Agenzie medesime di amministrare anche gli immobili di cui non detengano la maggioranza della proprietà.
L'art. 22 sostituisce integralmente l'art. 29 della L.R. n. 46/95 riferito alla decadenza dell'assegnazione.
Alla lettera b) del comma 1 sono introdotte misure di tutela degli assegnatari anziani o analfabeti, al fine di evitare che gli stessi incorrano involontariamente in violazioni che comportino la decadenza. La lettera g), sempre del comma 1, inserisce quale causa di decadenza la ripetuta violazione del regolamento di uso degli alloggi. Il comma 2 amplia il periodo di tempo (da due a quattro anni) durante il quale il reddito della famiglia può superare il limite di permanenza, senza che ciò comporti la risoluzione dell'assegnazione. La disposizione è finalizzata a limitare l'effetto dei redditi temporanei del nucleo familiare, ad esempio quelli dei figli che iniziano a lavorare, ma poi fuoriescono dal nucleo. La riscrittura del comma 4 consegue alle precedenti modifiche.
L'art. 23 sostituisce l'art. 31 delle legga radice e introduce, al comma 4, la possibilità di un intervento del Comune nel caso in cui il fondo sociale regionale non consenta la totale copertura della morosità dell'assegnatario. E' previsto che in assenza di intervento comunale, dopo tre anni l'Ente gestore possa procedere alla risoluzione contrattuale. La norma tende ad evitare che l'accumulo di morosità incolpevoli non sanate generi dei pericolosi squilibri nei bilanci delle ATC che oggi non possono procedere a risoluzioni contrattuali nei confronti dei morosi incolpevoli.
L'ultimo articolo, l'art. 24, nell'ottica della costante 'manutenzione' nel nostro sistema legislativo, abroga esplicitamente tutte le disposizioni di modifica intervenute dall'entrata in vigore della L.R. n. 46/95 e che risultano superate dalla presente normativa.
Auguro che quest'aula con celerità e con un ampio consenso completi il lungo percorso di questo progetto di legge".



PRESIDENTE

Apriamo il dibattito generale.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Stiamo per discutere un provvedimento molto importante, atteso dai Comuni, dalle Agenzie Territoriali per la Casa e anche dai cittadini che vogliono partecipare al bando per l'assegnazione di nuovi alloggi. E' apparso solo ieri su "La Stampa" l'Assessore alla casa del Comune di Torino che sollecitava il Consiglio regionale ad approvare questo provvedimento.
Abbiamo già discusso in Commissione, abbiamo collaborato per arrivare alla stesura di questo provvedimento e oggi siamo in aula per discuterne in modo responsabile. Abbiamo anche presentato emendamenti con l'intento di migliorare possibilmente il disegno di legge presentato dalla Giunta cercando di approvarlo in modo tale da soddisfare le esigenze e le aspettative che ricordavo prima.
La casa è ancora un problema, al di là di quello che si pensava all'inizio degli anni '90 quando l'emergenza della casa sembrava conclusa.
I dati dicono che ci sono ancora problemi per quanto riguarda questo settore anche se c'è stato un periodo, soprattutto a fine anni '80 ed inizio anni '90, in cui si pensava che questa emergenza fosse conclusa. I Comuni nel redigere i loro Piani Regolatori non considerano di inserire negli stessi aree destinate all'edilizia sovvenzionata, all'edilizia pubblica.
Siamo in una fase in cui molti problemi sono stati risolti, ma ce ne sono alcuni ancora aperti soprattutto nelle grandi aree urbane e, per quanto riguarda la nostra regione, la città di Torino. Ricordo che l'ATC di Torino calcola un'esigenza abitativa intorno alle 5 mila unità. Il problema casa ha assunto caratteristiche diverse dal passato, per cui tutto ci impone la necessità di promuovere una nuova politica per la casa. La casa vista anche come diritto. Visto che abbiamo iniziato l'iter per elaborare il nuovo Statuto della Regione Piemonte, se prima veniva appena accennato penso che nel nuovo Statuto dobbiamo inserire e considerare la casa come un diritto importante ed essenziale per la nostra regione. Ci sono problemi diversi rispetto al passato e ci sono problemi che si riferiscono alle fasce più deboli della nostra società. I problemi diversi riguardano anche figure sociali nuove che oggi sono collocate sul nostro territorio: mi riferisco alla presenza di molti extracomunitari che usufruiscono di questo diritto; mi riferisco al fatto che ci sono le nuove generazioni che aspirano, sempre di più, ad avere una propria abitazione e l'edilizia pubblica può dare una risposta a queste figure.
Se tutto ciò è vero, dobbiamo incrementare l'impegno in questa direzione e soprattutto incrementare le risorse da utilizzare in questo campo. E questo deve costituire un elemento di riflessione.
Dal 31/12/1998 è stata soppressa la contribuzione Gescal, pertanto il problema delle risorse è un problema tuttora aperto. Per questo motivo ritengo occorra pensare alla costituzione di un fondo di dotazione nazionale ed un fondo di dotazione regionale, da utilizzare in questo settore. Quando dovremo elaborare il nuovo bilancio della Regione bisognerà prendere in considerazione questo aspetto. Si potrebbe destinare in questo campo, ad esempio, una piccola aliquota sulle imposte regionali ritengo che questo potrebbe alleviare il problema che si è venuto a creare con l'abolizione della contribuzione Gescal.
Discutendo del provvedimento presentato dalla Giunta per rivedere i criteri di assegnazione degli alloggi, occorre fare una riflessione e questa è senz'altro la sede adatta sul lavoro delle Agenzie Territoriali per la Casa. Fino ad oggi abbiamo considerato le Agenzie Territoriali per la Casa quasi come Enti assistenziali che dovevano assegnare delle case ai cittadini bisognosi. Oggi occorre una logica nuova ed alcune Agenzie Territoriali per la Casa seguono questa nuova filosofia: considerarsi come vere e proprie aziende, che seguono una logica aziendale; certo, sapendo di trattare un prodotto particolare com'è la casa.
E' indispensabile avere una diversa considerazione degli inquilini ed un rapporto nuovo e diverso tra le Agenzie Territoriali per la Casa e gli assegnatari. Bisogna considerare gli assegnatari e su questo abbiamo presentato un emendamento per il quale ritengo si possa trovare un'intesa sempre più come utenti e non soltanto come coloro che usufruiscono di un servizio, anche perché gli inquilini pagano il canone e hanno bisogno di essere considerati come utenti dalle Agenzie Territoriali per la Casa. E' necessaria una nuova cultura e filosofia, anche da questo punto di vista.
Non deve più accadere che ad un inquilino, ad un utente assegnatario di un alloggio, venga aumentato l'affitto senza preavviso o senza la comunicazione del motivo per il quale è avvenuto tale aumento.
L'utente ha bisogno di sapere e di conoscere con trasparenza le decisioni assunte dalle Agenzie per la Casa. Ecco perché bisogna considerare gli inquilini come utenti. Da questo punto di vista, vi sono problemi nuovi e c'è una serie di emendamenti in questa direzione. Ci sono nuove figure sociali all'interno dei criteri per l'assegnazione degli alloggi ed occorre avere ben presente questo nuovo quadro di riferimento.
Altro problema e concludo: il Piemonte ha un patrimonio immobiliare molto elevato; una parte di questo patrimonio è, per alcuni aspetti vecchio e fatiscente, quindi il problema della manutenzione è impellente.
Occorre intervenire anche in questa direzione: le Agenzie Territoriali per la Casa, pur avendo poche risorse, devono considerare prioritario l'obiettivo della manutenzione degli alloggi. E' importante considerare l'autogestione degli inquilini per la manutenzione del patrimonio immobiliare ed anche da questo punto di vista abbiamo presentato degli emendamenti.
Se la Giunta terrà in considerazione anche i suggerimenti provenienti dall'opposizione, si potrà concludere questo iter per approvare la revisione della L.R. n. 46 del 1995, che ha continuo bisogno di essere rivista. Ritengo che l'obiettivo sia questo e, da questo punto di vista c'è la nostra disponibilità. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Muliere.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. Stiamo parlando solo apparentemente di un provvedimento che norma uno degli aspetti del diritto alla casa, del diritto ad un'abitazione decente, del diritto a poter avere un luogo dove vivere una vita di relazione; sostanzialmente, vedere riconosciuto un diritto che a molte persone del nostro Paese è negato.
Vorrei offrire il quadro della composizione odierna del disagio abitativo in Italia. I dati forniti dall'ISTAT sono recenti: 135.000 persone vivono ancora in roulotte; 675.000 persone vivono in coabitazione almeno 3 milioni di persone vivono il dramma dello sfratto come atto ormai inderogabile, anche alla luce dei nuovi disposti legislativi; ogni anno sono emessi 70.000 sfratti (è chiaro che le cifre sono arrotondate); 90.000 immigrati risultano ospiti in Centri di accoglienza; 500.000 persone hanno richiesto, senza esito, un alloggio pubblico e questo, come vedremo riguarda una parte minimale della popolazione.
Si pensi che, per quanto concerne l'affitto, la percentuale in Italia rispetto al patrimonio abitativo, riguarda il 20% della popolazione; il 16 di tali contratti presso i privati ed il 4% in affitto sociale, quindi l'edilizia pubblica, ecc. Il 50% dei contratti d'affitto non viene registrato ed evade le imposte sui redditi, mentre i tribunali naturalmente eseguono gli sfratti. Il 60% delle famiglie che cercano case in affitto non hanno reddito sufficiente per rispondere alle elevate richieste dell'offerta, che oramai, come sappiamo, soprattutto nei grandi centri urbani, mediamente superano le 800.000 lire mensili.
Allora, possiamo parlare, Presidente e onorevoli colleghi, di un'emergenza casa, di un'emergenza abitativa in questo Paese.
Cosa disciplina lo strumento che oggi noi andiamo ad approvare? Abbiamo dato per letta la relazione di presentazione, di accompagnamento: è facoltà dell'aula. Molti, in quest'aula, non conoscono a fondo questa problematica o sicuramente non la vivono sulla propria pelle. Siamo una categoria privilegiata da questo punto di vista.
Questa legge, mi è sembrato di comprendere, disciplina i bandi, le graduatorie di accesso, le decadenze, le assegnazioni in deroga, la morosità e fissa un canale privilegiato per alcune categorie sociali (non ultima la questione della Polizia di Stato, che forse è un termine generico; probabilmente, dovremo pensare anche all'Esercito, ai Carabinieri, ai Vigili del Fuoco). Relativamente a questo privilegio anche qui non ho capito bene, a volte l'articolato della legge non è sufficiente bisogna comprenderlo nell'intreccio dei vari articoli che lo compongono mi sembra di ricordare che nella relazione introduttiva sia riservata una quota parte degli alloggi a queste categorie. Credo che questo debba essere svelato fino in fondo, chiarito nelle sue finalità, in modo da portare tutti, man mano che affronteremo gli articoli di merito, ad un voto consapevole. Unifica diversi testi, poi su questo probabilmente qualche collega interverrà. Oggi non è in aula il presentatore di una delle proposte di legge unificate con il disegno di legge n. 134, la proposta di legge n. 182, credo già reiterata come atto dalla precedente legislatura.
Pone al centro questioni sostanziali che forse, anzi, certamente rappresentano o evidenziano, per quanto mi riguarda, punti di divergenza profondi all'interno della sinistra penso anche al centrosinistra, che è firmatario di questi emendamenti per quanto concerne il nucleo familiare da assumere a riferimento nel definire i requisiti per il diritto all'accesso. Non si tratta di una questione secondaria. E' una questione che proprio di recente i fatti di ieri di Berlino lo dimostrano ripropone al legislatore e alle varie comunità locali la necessità di prendere atto di un fenomeno nuovo in questo Paese. Non parliamo più di famiglie patriarcali o plurinucleari. Oggi la famiglia ha modificato la sua fisionomia. Le ragioni sono molte: in parte sono legate al calo demografico, all'invecchiamento della popolazione e naturalmente ad altri vari fattori, non ultimo i costumi e le abitudini sessuali, e quindi oltre alla necessità, di estendere in senso più lato questo accesso al diritto anche all'unione di fatto, vi è la necessità (il legislatore, a livello regionale, lo può fare, questo Consiglio lo può fare) di recepire, senza violare alcuna norma (questa relativa alla famiglia è ambito demandato dal CIPE alla sovranità della Regione), alcuni aspetti innovativi nelle leggi quadro di riferimento, al fine di estendere la platea dei beneficiari nel rispetto delle diversità e nel rispetto del diritto di tutti.
Abbiamo sollevato poi lo vedremo meglio emendamento per emendamento altre due questioni: una concerne la forma di pubblicità dei bandi, che ci pare penalizzi eccessivamente i piccoli Comuni. Di conseguenza, dobbiamo introdurre delle modifiche che consentano di accogliere e mantenere la finalità dell'art. 3 in particolare attraverso una modalità più snella e non penalizzante per i piccoli Comuni. L'altra questione riguarda i punteggi da attribuire ai concorrenti. E' cosa nota: buona parte dei finanziamenti e concludo, Presidente provengono dai contributi versati negli anni dai lavoratori dipendenti, in particolar modo contributi Gescal.
Si tratta, a nostro giudizio, di un'apparente contraddizione, perché noi sosteniamo che il diritto alla casa sia un diritto di tutti. Occorre comunque prendere atto che siamo in presenza di una vasta area di concorrenti che hanno contribuito negli anni, attraverso i prelievi diretti sui propri salari e sui propri stipendi, ad alimentare quello che poi è diventato un fondo che doveva essere teso a favorire l'edilizia popolare.
Io mi auguro che dietro ai motivi dell'urgenza non si voglia nascondere che su questa tematica esistono posizioni diverse. Ieri l'Assessore, ma prima le Organizzazioni sindacali, avevano sollecitato l'approvazione di questo provvedimento. Noi riteniamo che questo provvedimento debba essere approvato. Però, badi bene, Assessore ma forse più che a lei mi dovrei rivolgere al suo omologo del governo di centrosinistra all'interno di questo provvedimento ci sono sicuramente aspetti di discriminazione. Se nel dibattito che faremo e nell'analisi degli emendamenti di merito potremo rimuovere queste discriminazioni, ben venga, perché si riuscirebbe ad accelerare questo percorso. In caso contrario, è evidente che non potremo accettare questa procedura d'urgenza e ci sentiremo di suggerire eventualmente, salvo una motivazione alta che l'Assessore vorrà fornire in aula, la possibilità di trasferirlo a settembre per un ulteriore approfondimento in Commissione, con l'impegno, alla prima seduta del 18 settembre, di licenziarlo con il voto dell'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Egregio Presidente e cari colleghi, intervengo brevemente soltanto per sottolineare l'importanza del provvedimento.
La storia politica europea si caratterizza per due linee di sviluppo.
C'è una serie di Paesi europei che hanno conquistato per primi i diritti politici per poi passare alla conquista dei diritti sociali. Un'altra parte di Paesi europei, invece, ha lottato dapprima per la conquista dei diritti sociali per poi passare alla conquista dei diritti politici.
La nuova analisi politologica moderna individua nei diritti di cittadinanza la nuova frontiera per misurare il livello di civiltà di un Paese.
Il provvedimento che stiamo analizzando e che voterete è sicuramente un elemento di concretizzazione di un diritto di cittadinanza importantissimo: quello della casa.
Vorrei sottolineare l'importanza di questo provvedimento dicendo che secondo me, si muove all'interno di uno schema tradizionale che in qualche modo recepisce un po' come scontato un impianto generale, che non si fa carico, molto probabilmente, di rivoluzionare, come si dovrebbe fare, il mercato immobiliare italiano, ma, all'interno di questo schema, cerca di portare alcune modifiche, alcune in senso positivo, altre in senso negativo e restrittivo.
E' per questo motivo che, anche a nome del Gruppo Radicale, ho condiviso e firmato alcuni degli emendamenti, quelli a mio giudizio più significativi, del collega Contu. Sicuramente, voteremo alcuni degli emendamenti del collega Muliere che vanno verso il miglioramento di un testo che, ripeto, è molto importante.
Attraverso la modifica di parametri, di numeri, di graduatorie, di elementi apparentemente molto lontani dalla vita concreta di tutti i giorni si incide sul diritto, sulla speranza, sulla possibilità concreta che i cittadini abbiano o non abbiano una casa di edilizia residenziale pubblica.
Quindi, questo voto è importante.
Mi dispiace che sovente in quest'aula si finisca per discutere di provvedimenti molto importanti, che toccano molto da vicino la vita di tutti i giorni dei piemontesi, a tarda sera o in momenti in cui comunque siamo oggettivamente tutti stanchi, in cui prevale, a giudizio del Gruppo Radicale, l'importanza di votare, recependo comunque la richiesta come è stato detto di Assessori di città importanti che ci chiedono di approvare questo provvedimento per poter aprire i bandi e rispondere così alle esigenze che la cittadinanza esprime.
Occorre dire che votando questi schemi apparentemente piccoli cambiamenti di graduatorie e di votazione, si va lo ripeto, mi rivolgo soprattutto ai colleghi di maggioranza ad incidere concretamente su quanto diceva il collega Contu sul diritto di alcune fasce di cittadini di essere riconosciuti come aventi diritto di casa o meno.
Ci tengo a sottolineare che, avendo deciso che il diritto di cittadinanza è la nuova frontiera secondo la quale si verifica il livello di civiltà di un Paese, occorre avere il coraggio di riconoscere come la società moderna sia diversa rispetto al passato e cambi in continuazione forse in direzioni che non sempre ci piacciono. Occorre davvero essere capaci di leggere la società moderna ed essere capaci di affrontare questi problemi con laicità e con apertura mentale.
Purtroppo, anche questo testo è carente di laicità e di apertura mentale rispetto ai cambiamenti intervenuti nella società. Quindi, per questo, voteremo convintamente alcuni degli emendamenti proposti e lo ringrazio dal collega Contu, sapendo che purtroppo non c'è neanche lo spazio per svolgere un'altra discussione su questi temi, non c'è lo spazio di un confronto vero e forte perché i tempi sono quelli che sono e perch molto probabilmente, non c'è neanche una grande disponibilità da parte della maggioranza a discutere di queste novità.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
A questo punto, possiamo passare all'esame dell'articolato.
ART. 1 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 2 2.1) Emendamento presentato dal Consigliere Contu: all'art. 2, lettera a), comma 1, terzo rigo, dopo la parola "autonomo" inserire il punto sopprimendo "e tale diritto sia riconosciuto in condizione di reciprocità da convenzioni o trattati internazionali".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore, stavo guardando il Testo Unico delle disposizioni concernenti la disciplina dell'immigrazione e le norme sulla condizione dello straniero, che è il D.lgs. 25 luglio 1998, n. 286. Leggo testualmente, al punto 6): "Gli stranieri titolari di carta di soggiorno e gli stranieri regolarmente soggiornanti che siano iscritti nelle liste di collocamento o che esercitino una regolare attività di lavoro subordinato o di lavoro autonomo hanno diritto di accedere, in condizioni di parità con i cittadini italiani, agli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ai servizi di intermediazione delle Agenzie sociali eventualmente predisposte da ogni Regione o dagli Enti locali per agevolare l'accesso alle locazioni abitative e l'accesso agevolato in materia di edilizia, recupero, acquisto e locazione della prima casa di abitazione". Quindi, la dizione che usa il Testo Unico è "stranieri titolari di carta di soggiorno".
Se guardiamo invece questo testo, nel comma "cittadinanza italiana o di uno Stato aderente all'Unione Europea", si dice: "Il cittadino di altri Stati è ammesso qualora sia legalmente soggiornante in Italia da almeno un anno". Ecco, è questo termine che non capisco da quale testo di riferimento provenga. Noi, in ogni caso, lo consideriamo estremamente limitativo.
Guardi bene: è paradossale che oggi in questo Paese a perorare la causa degli immigrati, per opposte ragioni, siano coloro che hanno sensibilità ed attenzione rispetto ai diritti di tutti, in una visione di un Paese accogliente e in grado di integrare chi viene qui per ragioni di lavoro siano le forze del cattolicesimo impegnato, siano sicuramente la sinistra e siano gli industriali, per ovvie ed evidenti ragioni opposte (necessità di manodopera).
Uno degli aspetti legati a tutto ciò, oltre che un diritto, è anche una questione sostanzialmente pratica, che suggerisce di trovare e dare una soluzione senza limite alcuno. Credo che sia importante il requisito del reddito, perché senza il requisito del reddito entriamo in un altro campo che è quello dell'assistenza, mentre qui parliamo di gente che "svolge una regolare attività di lavoro subordinato o autonomo". E qui c'è un'ulteriore limitazione: che tale diritto sia riconosciuto in condizioni di reciprocità da convenzioni o trattati internazionali.
Una limitazione così pesante non è imposta da alcuna norma di riferimento ed è data facoltà al potere legislativo della Regione di poter sicuramente tenere conto della vastità di questo variegato mondo, almeno per quanto concerne la provenienza che riguarda le popolazioni extracomunitarie.
Credo che uno sforzo lo possiamo fare, e mi rivolgo proprio al centrodestra. Qui si tratta di coniugare due esigenze: il diritto come diritto inalienabile da parte di tutti e quindi anche di chi è ospitato nel nostro Paese per ragioni di lavoro e il diritto delle persone di non essere messe nelle condizioni di operare ai margini di questa società: a loro va data una possibilità reale, quella di potersi integrare nel nostro Paese, e l'unica condizione, almeno la prioritaria (poi ce ne sono altre), è quella di vedersi riconosciuto il diritto alla casa. Allora, su questo manterrei l'emendamento che estende questo beneficio e chiede di sopprimere una limitazione che non comprendo da quali testi di riferimento sia stata assunta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Chiudo l'intervento un po' confuso di prima, ma su cui davvero ero convinto di quello che dicevo, relativamente al quale la collega Costa rumoreggiava e diceva: "Ma cosa dici? La maggioranza non è quella che tu rappresenti con queste parole!". Allora, lo vediamo subito.
L'emendamento del Consigliere Contu, relativo al fatto che "tale diritto sia riconosciuto in condizioni di reciprocità da convenzioni e trattati internazionali", pone immediatamente un esempio molto concreto.
Sono della provincia di Cuneo e ogni tanto si vede che sono provinciale: ho presente i cinesi che lavorano alle cave di pietra di Barge e di Bagnolo che da quindici anni garantiscono questo lavoro indispensabile e di qualità purtroppo in una situazione lavorativa non certamente facile. Queste persone, che da molti anni lavorano in quella zona, se facessero domanda al Comune di Barge, non si vedrebbero riconoscere il diritto di accedere alle graduatorie delle case popolari perché si dovrebbe aspettare che la Repubblica Popolare Cinese riconoscesse, con un trattato di reciprocità o una convenzione con gli italiani qualcosa che probabilmente non esiste neanche, come l'edilizia popolare (che non è quella di Stato).
Allora, una cosa è sicuramente inevitabile: occorre togliere dall'articolo il riferimento alle convenzioni internazionali, proprio perché ci sono degli esempi molto concreti su cui un Paese civile come il nostro non deve misurarsi con la gran parte dei Paesi presenti su questa povera Terra, che certamente non sono democratici, certamente non sono civili come noi vorremmo essere e certamente non hanno quelle ambizioni di raggiungere livelli di cittadinanza, di diritti di cittadinanza come forse noi vogliamo con questa legge.
E' per questo che spero che la maggioranza voglia votare questo emendamento togliendo il riferimento alle convenzioni e ai trattati internazionali, perché è semplicemente inapplicabile, proprio rispetto a quei cittadini che avrebbero più bisogno, avendo dimostrato di essere forza indispensabile di lavoro in Italia, anche in certe zone del Piemonte e in certe zone molto vicine a noi come il Saluzzese. Pertanto, vi invito anzi vi sfido, sfido pure l'Assessore Leo a non votare questo emendamento. Come si fa a non votare questo emendamento? Attendendo che la Repubblica Popolare Cinese riconosca a noi italiani, con pari convenzione o trattato internazionale, quei diritti che magari noi potremmo invece riconoscere giustamente a chi lavora in Italia da anni e ha sicuramente tutti gli altri requisiti che chiediamo.



PRESIDENTE

Ci sono altri interventi su questo emendamento?



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Galasso, prenda pure la parola.



GALASSO Ennio

Per quanto riguarda gli interventi del Consigliere Contu e del Consigliere Mellano, è vero, partendo dall'ultimo, che il principio di reciprocità è un principio un po' universalmente riconosciuto ed è un principio posto anche a tutela della sovranità di ogni singolo Stato. Debbo però dire che le argomentazioni mi sembrano serie; debbo anche cristianamente riconoscere che le colpe dei padri non possono ricadere sui figli e che i cinesi che stanno in Italia non hanno alcuna colpa del regime cinese. Per questo aspetto direi che si tratta di argomentazioni meritevoli di attenzione.
Sono invece contrario ad eliminare la limitazione "da almeno un anno".
Se eliminiamo il termine di un anno, vuol dire che la prima persona che soggiorna in Italia dal primo giorno può avanzare, legittimamente, domanda senza avere alcun elemento per poter discriminare una posizione rispetto ad un'altra.
Chiaramente, è un indirizzo non metafisico che riguarda la necessità di privilegiare alcune situazioni che, di fatto, in concreto, sembrano più meritevoli rispetto ad altre.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Ho ascoltato gli interventi dei colleghi sia di minoranza che di maggioranza, ma sottolineo che sulla reciprocità l'attuale testo vigente stabilisce che sia prevista "la condizione di reciprocità" recita il testo attuale "da convenzione o trattati internazionali". Questa è l'attuale legge vigente.
Oltretutto, in Commissione, su questo argomento c'è stata una discussione piuttosto approfondita. Mi rendo conto che ci sono delle diversità di posizioni, però sono orientato a mantenere la modifica, così come introdotta, che, tra l'altro, non si discosta molto dall'attuale formulazione.
Pertanto, non accolgo l'emendamento.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Passiamo alle dichiarazioni di voto.
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Grazie, Presidente. Temo di non avere capito, perché se ho capito mi preoccupo.
L'Assessore Botta dice che il criterio di reciprocità era indicato nella legislazione precedente e per questo stesso fatto lo manteniamo.
Allora, perché varate una nuova legge? O l'Assessore Botta mi spiega quali sono i Paesi, perché sicuramente lui li ha censiti, che assicurano tale diritto in condizione di reciprocità, quindi è in grado di stimare in che misura il fabbisogno abitativo della popolazione immigrata è soddisfatto da bandi di questa natura, oppure fate il piacere di scrivere che gli immigrati, ancorché immigrati regolarmente nel nostro Paese, non hanno diritto ad accedere alle case di edilizia residenziale pubblica o sovvenzionata perché "tertium non datur".
L'Assessore avrà sicuramente approfondito quindi relazionerà all'aula che esistono tanti Paesi extracomunitari che assicurano, con trattati e convenzioni, queste condizioni di reciprocità. Non mi pare che ne esistano meno che mai ne esistono nei Paesi più poveri, ma anche asserviti da regimi dittatoriali.
Quindi, l'articolo significa e vorrei che su questo discorso anche i colleghi di maggioranza, come molto giustamente ha fatto il Capogruppo di Alleanza Nazionale, mi seguissero che voi formalizzate, in una forma ipocrita, che gli immigrati extracomunitari non hanno diritto agli alloggi di edilizia residenziale pubblica.
Se è così lo dite e lo rivendicate, non lo scrivete in una forma ipocrita nella legge di riforma di questa materia.
Chiedo alla maggioranza se segue il Capogruppo di Alleanza Nazionale su questa linea, oppure segue la posizione dell'Assessore. Se questo fosse vero sarebbe molto più grave che aver scritto male il testo di un articolo di legge.
Mi dice giustamente il collega Mellano che la questione dell'anno, che ha sollevato anche il collega Galasso, non è in questo emendamento, ma in un altro che sarà votato in seguito: è questione di tutt'altro rilievo sono questioni più propriamente amministrative.
Mi aspetto una motivazione un pochino più decente da presentare all'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Assessore, non ho capito il senso della sua replica. Lei mi dice che esiste una legge quadro uso questo termine, non conosco la tecnica legislativa sovraordinata che norma, nell'ambito dei benefici e dei servizi, il diritto all'accesso di un determinato beneficio, secondo il diritto della reciprocità. Il rischio è che se fosse così, vuol dire che persino l'assistenza pubblica, là dove interviene, verrebbe negata.
Infatti, non è così scontato che ci sia il trattato di reciprocità che si estende in modo inequivocabile alla miriade di bisogni delle persone.
Assessore, l'accesso alla casa è per me una questione dirimente.
Sappiamo, nel momento in cui discutiamo questo argomento, che si tratta di una questione che, dal punto di vista elettorale, se dovessimo isolare i problemi in relazione al tornaconto da parte delle forze politiche, è anche materia rispetto alla quale noi scontiamo una certa impopolarità su una serie di luoghi comuni, in parte determinati da situazioni ideali, in parte ingenerate dal clima che si è creato nel Paese, in parte alimentate anche da una politica di criminalizzazione messa in campo in particolare dalla destra e da alcune forze del centrodestra.
O lei è convincente, e ci dice un riferimento preciso rispetto al quale non è data facoltà al legislatore, quindi al Consiglio regionale, di operare in termini di estensione di questo diritto, togliendo questo ostacolo, altrimenti, come denuncia la Rete d'urgenza contro il razzismo questa sicuramente è una di quelle questioni rispetto alle quali il diritto in questo Paese è un diritto non di tutti, un diritto ancora improntato sulla discriminazione di ospiti in questo Paese, che, come ricordava il Consigliere Mellano, operano in settori più vasti e più incredibili facilmente individuabili, perché sono settori nei quali i nostri giovani non intendono più cimentarsi: penso al settore lapideo; penso al settore carpenteria pesante (oggi è difficile trovare un saldatore che non sia extracomunitario); penso ad una serie di lavori molto spesso non umili, ma sicuramente pesanti; penso alle concerie, penso alle fonderie.
Nel momento in cui dobbiamo escludere degli ostacoli per l'accesso a questo diritto, non comprendo perché non si faccia uno sforzo di buona volontà, che, se rapportato ai numeri, sarebbe certamente irrisorio e sicuramente ci guadagnerebbe la coscienza di tutti. Sicuramente, le motivazioni riguardano l'equità sociale, quindi si tratta di una questione di giustizia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Signor Presidente, ho chiesto di parlare perché da questa mattina non ho mai chiesto la parola.



PRESIDENTE

La può chiedere quando vuole.



MERCURIO Domenico

Poiché mi stavo un po' addormentando, per tenermi sveglio mi sono permesso di chiedere la parola.
Credo che le cosiddette condizioni di reciprocità siano una sciocchezza, un orpello, non so, una formula che si usa generalmente nella nostra legislazione, ma, di solito, la si usa quando vi è un interesse. Non mi pare che nel caso in questione ci sia un nostro interesse a chiedere la reciprocità.
Il Consigliere Mellano parlava della Cina, io potrei parlare del Senegal o di altre Nazioni.
Negli anni '60, la Svizzera e la Germania non chiedevano queste condizioni di reciprocità ai nostri lavoratori che andavano lì a lavorare magari li facevano dormire nelle baracche, però, nella loro legge, vi era scritto che avevano diritto alla casa. Certo, oggi abbiamo l'unità europea quindi questo problema non esiste più.
Non voglio dilungarmi, però non capisco perché la Giunta, a quest'ora insista su una posizione che non ha alcuna giustificazione.
Mi dispiace dire queste cose. Mentre gli altri colleghi intervenivano nel dibattito, ho letto una serie di emendamenti che potrebbero essere accolti benissimo dalla Giunta, in quanto sopprimere alcune parti o aggiungerne altre non cambia la natura del testo, non cambia niente. Non credo che succeda niente di strano se questo ed altri emendamenti non li ho letti tutti vengono accolti dalla Giunta.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Intervengo brevemente. Forse un ulteriore chiarimento da parte della Giunta aiuterebbe l'aula a comprendere meglio, perché credo che lo spirito che ci deve guidare sia quello di non escludere alcun cittadino (anche se non italiano, ma risiedente in Italia, che lavora nel nostro Paese e quindi ha un permesso di soggiorno) dal diritto alla casa così come lo hanno altri cittadini.
Anche se oggi nelle case popolari ci sono extracomunitari, perché hanno un regolare permesso di soggiorno e lavorano, con l'attuazione di un'interpretazione errata di questa norma rischieremmo di creare confusione.
Ripeto: forse è indispensabile un ulteriore chiarimento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta per ulteriori precisazioni.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Comprendo le ragioni che muovono alcuni Consiglieri, anche se, in Commissione, quando si svolgono le discussioni, alcuni Consiglieri non sono così attenti; mi rivolgo anche ad alcuni Consiglieri di maggioranza.
Diversamente, non facciamo un disegno di legge di modifica, lasciamo il testo vigente. Mi dispiace che il Consigliere radicale, nei corridoi, mi dica di proseguire con la proposta di modifica.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

PALMA Carmelo (fuori microfono)



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Ho assicurato che sto qui a votare! Chiaro?



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Posso parlare io adesso che ho la parola, visto che voi siete i paladini della libertà di parola? Posso parlare io?



PRESIDENTE

Prosegua, Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Visto che ha assicurato un pieno...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Palma)



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

No, ha assicurato una discussione, impegnandosi affinché il testo potesse essere esaminato dall'aula, visto che è un testo presentato nel 1999.
Diversamente, teniamo buona la legge vigente che recita: "Cittadinanza italiana di uno Stato aderente all'Unione Europea. Il cittadino di altri Stati è ammesso soltanto se tale diritto è riconosciuto in condizioni di reciprocità da convenzioni o trattati internazionali. E' ammesso altresì il cittadino di uno Stato non appartenente all'Unione Europea se in possesso di permesso di soggiorno per motivi di lavoro e legalmente residente in Italia da almeno un anno precedente alla data di presentazione della domanda".
Questo è il testo vigente della legge emanata nella legislatura 1990/1995, sul finire del 1995, la n. 46.
Per quanto riguarda il richiamo che mi è stato rivolto, cioè di specificare meglio se vi siano indirizzi, rispondo che ci sono indirizzi per quanto riguarda i criteri generali per l'assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, perché di questo si tratta: non si tratta di accesso al territorio italiano da parte di cittadini stranieri. Mi riferisco alla deliberazione del CIPE, la quale, al punto 3) sto citando la Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana per quanto concerne i requisiti per l'assegnazione, recita: "I requisiti per conseguire l'assegnazione sono i seguenti: cittadinanza italiana o di uno Stato aderente all'Unione Europea. Il cittadino di altri Stati è ammesso soltanto se tale diritto è riconosciuto in condizioni di reciprocità da convenzioni o trattati internazionali e se il cittadino stesso è iscritto nelle apposite liste degli Uffici provinciali del lavoro, se svolge in Italia un'attività lavorativa debitamente autorizzata".
Si tratta dei criteri generali per l'assegnazione e la fissazione dei canoni degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, ai sensi dell'art.
2 della legge 5 agosto 1978, n. 457.
Poiché la competenza in materia di edilizia residenziale pubblica è delegata alle Regioni, questa è la proposta della Giunta, condivisibile o meno, su questo punto.
Tra l'altro, ricordo ai colleghi che non erano presenti in Commissione o che, se lo erano, forse non hanno potuto ascoltare con attenzione che c'è stata una proposta, ed è la proposta che sottopongo nuovamente all'aula: quella di trovare un punto di equilibrio tra le proposte che provengono dalla forza (Comunisti Italiani) che ha presentato un altro testo di legge e quello presentato da un'altra forza politica di maggioranza (Lega Nord).
Quindi, mi sembra che questa sia una formulazione equilibrata, che non si discosta dai principi definiti a livello statale, e pertanto rimango di questo avviso. Poi, mi dispiace che il Consigliere Palma ritenga che non sia una motivazione decente: io ritengo che lo sia.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.1).
Il Consiglio non approva.
2.2) Emendamento presentato dal Consigliere Contu: il nuovo testo al comma 1, lettera a), viene soppresso e sostituito dal seguente: "a) cittadinanza italiana o di uno Stato aderente all'Unione Europea, gli stranieri titolari di carta di soggiorno e gli stranieri regolarmente soggiornanti che siano iscritti nelle liste di collocamento o che esercitino una regolare attività di lavoro subordinato o autonomo".
Ha chiesto la parola il Consigliere Palma; ne ha facoltà.



PALMA Carmelo

Nel dichiarare il voto favorevole a questo secondo emendamento presentato dal Consigliere Contu, vorrei riportare un po' di chiarezza chiarezza che le parole dell'Assessore non riportano.
La formulazione del nuovo testo della legge che state andando ad approvare, ripercorre in parte, ma non riproduce, il testo della vecchia normativa. L'art. 2 della vecchia legge recita: "I requisiti... sono i seguenti: cittadinanza italiana o di uno Stato aderente all'Unione Europea il cittadino di altri Stati è ammesso soltanto se tale diritto è riconosciuto in condizioni di reciprocità da convenzioni o trattati internazionali evidentemente aderenti all'Unione Europea è ammesso altresì il cittadino di uno Stato non appartenente all'Unione Europea se in possesso del permesso di soggiorno per motivi di lavoro e legalmente residente in Italia da almeno un anno...".
Questa era la vecchia normativa, che consentiva a tutti i Comuni piemontesi di consentire l'accesso ai bandi per l'edilizia pubblica residenziale anche ai cittadini extracomunitari immigrati regolarmente per ragioni di lavoro o per altre ragioni di soggiorno.
La norma che vi apprestate a votare è la norma che impedirà a tutti i Comuni piemontesi di far accedere i cittadini extracomunitari immigrati in Piemonte per ragioni di lavoro, perché le condizioni di reciprocità che nella vecchia legge prevedevate nella formulazione del testo per i cittadini appartenenti all'Unione Europea, le avete allargate a tutti i cittadini immigrati nel nostro Paese, anche a quelli provenienti da Paesi extracomunitari.
Quindi, l'Assessore non ci venga a raccontare che questa riproduce semplicemente la vecchia formulazione: fa letteralmente una rivoluzione nel mercato dell'edilizia pubblica residenziale! Su questo siamo d'accordo: questa è una rivoluzione, non la riproduzione della vecchia norma.
Da questo punto di vista, il primo emendamento che l'aula ha bocciato si limitava davvero, nella logica, a ripristinare la vecchia normativa cancellando le condizioni di reciprocità per i cittadini provenienti da Paesi extracomunitari. Per riparare a ciò (che, ripeto, è cosa indecente non solo perché è stata proposta, ma perché è stata proposta in questi termini) dovete scrivere che escludete i cittadini extracomunitari dai bandi dell'edilizia pubblica residenziale. C'era la vecchia formulazione c'era l'emendamento che avete bocciato. Ora, approvando il secondo emendamento presentato dal Consigliere Contu, che è, sostanzialmente, una riscrittura leggermente più estesa del primo, consentite davvero di ripristinare la vecchia normativa.
In caso contrario, vorrei che rimanesse agli atti e che venisse anche ammesso che quello che i proponenti vogliono fare con questa legge non è modificare i parametri, i criteri di accesso, razionalizzare il sistema ed il mercato dell'edilizia pubblica. No! L'obiettivo prioritario è quello di cancellare il diritto all'edilizia pubblica per i cittadini extracomunitari! Questo è il dato politico di questa legge. Tutto il resto è cosa di cui si può discutere, ma non è dato di grandissimo momento politico.
Confermo all'Assessore Botta che ho intenzione, ovviamente, di favorire la votazione di questo documento: sto in aula e discuto il provvedimento ma questo non significa rinunciare alle prerogative consiliari, non significa non ripetere alla Giunta, alla maggioranza e all'intero Consiglio, che è bene sapere cosa stiamo facendo: stiamo facendo cosa di un qualche significato e, secondo me, anche di una qualche gravità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Credo, Presidente, che valga la pena ritornare sul voto che l'aula ha espresso e sull'oggetto dell'articolo che stiamo esaminando.
Invito l'Assessore Cotto a prestare attenzione poiché discutiamo di una materia che incrocia direttamente i problemi...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Cotto)



RONZANI Wilmer

No, per l'amor del cielo! Non era un richiamo critico! Volevo solo dire che mi sembra che l'articolo che abbiamo votato e l'impostazione di quello che ci apprestiamo a votare strida e contraddica apertamente parte delle cose che l'Assessore Cotto ha sostenuto e sostiene.
E' passato il principio che un cittadino extracomunitario possa concorrere per avere una casa popolare ad una sola condizione: nel suo Paese d'origine deve funzionare il meccanismo della reciprocità. Questo è il punto. Siccome tutti noi possiamo tranquillamente constatare che questo meccanismo non esiste in quei Paesi (poiché nei loro rapporti con l'Italia non ci sono accordi che fanno salvo questo principio, per tante ragioni che non è il caso, in questa sede, di esaminare), noi abbiamo stabilito questa sera, attraverso una norma di legge (ha ragione, su questo, il collega Palma) un po' ipocrita e truffaldina, di escludere centinaia, migliaia (non sono quanti possano essere, ma non è questo il punto) di persone dalla possibilità di concorrere al diritto di avere una casa popolare. Questo è l'oggetto del contendere! Vorrei fosse chiaro.
Se è così, si tratta di una scelta politica, che va fatta assumendosi le proprie responsabilità. Troviamo in questa norma tante delle cose che avete detto in questi mesi e in questi anni. Da questo punto di vista hanno ragione i leghisti a porre il problema: ecco la questione, è questa! Qui c'è la conferma di un orientamento leghista su questa materia! Prendo atto che la maggioranza voleva, alla chetichella, far passare una norma di questo spessore, che ha tali conseguenze, simile portata! E' gravissimo! Naturalmente, lo è dal mio punto di vista, Assessore Cotto...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Brigandì)



RONZANI Wilmer

Scusa, collega Brigandì, ma sto ponendo un problema politico, per l'amor del cielo! Certo, so che è una scelta assolutamente legittima! Ma se in molte occasioni l'Assessore Cotto ha assunto atteggiamenti, posizioni orientamenti, scelte, che andavano in altra direzione (mi sembra che si sia, in questi mesi, adoperata per fare una politica dell'integrazione dell'inserimento, della formazione, dell'accoglienza), qui siamo in presenza di un provvedimento che blocca e rappresenta un elemento di cesura e di discontinuità della sua politica. Questo è capitato questa sera qui dentro: discontinuità politica! E' legittima, ma è chiaro che questa è la portata del provvedimento. Ritenere, come ha fatto l'Assessore Botta, che si trattasse di una rimodulazione dell'articolato che non avesse conseguenze fattuali operative, non è vero. Riscrivendo questo articolo abbiamo precluso (può essere anche giusto da un certo punto di vista, ma io lo contesto radicalmente) a centinaia di persone la possibilità di partecipare a concorsi per l'assegnazione di una casa popolare, solo perch provengono da Paesi con i quali l'Italia non ha un trattato di reciprocità: questo è capitato questa sera qui dentro.
Considero questa azione molto grave, Presidente del Consiglio! Vorrei che su questo punto la Giunta riflettesse un po', altrimenti cambia il segno del provvedimento. Se la linea è questa, non possiamo non esimerci da un giudizio che va al di là del fatto specifico, peraltro grave, che pone un problema che riguarda la politica di questa Giunta nei confronti di problemi come quello dell'immigrazione nella nostra regione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Il mio precedente intervento, data l'ora, era un po' sul piano ironico ma il problema adesso è serio.
Precedentemente ho detto che questa richiesta di reciprocità era un orpello che si metteva nella nostra legislazione, soprattutto quando si parla di scambi commerciali e cose di questo tipo. Ho colto subito la gravità, il discrimine, perché si tratta di fare un passo indietro e grave.
Mentre nella scorsa legislatura si dava la possibilità all'extracomunitario di concorrere all'assegnazione di una casa, in questa nuova legislatura si nega già alla radice tale possibilità. E' un'azione grave, vuol dire che torniamo indietro non di cinque anni, ma ancora prima della Costituzione.
Abbiamo metà articoli della prima parte della Costituzione che vengono obiettivamente "segati". Il Consiglio regionale e i Capigruppo della maggioranza tutti debbono considerare nella giusta valutazione questa norma. E' una norma, ripeto, che va contro la metà dei principi fondamentali della nostra Costituzione.
Ho l'impressione che, data l'ora tarda, non tutti ci siamo resi conto di questo discrimine, della gravità di questa norma. Mi rivolgo alla Giunta: non vi intestardite su queste cose, non insistete, affrontate il problema in un altro modo. Mi fa piacere che anche lo stesso Consigliere Galasso abbia avvertito, come tutti, il significato vero di questo articolo. Il Piemonte vuole fare questa discriminazione? L'Italia non l'ha mai fatta. Il Piemonte del 2001 vuole scolpire questa odiosa discriminazione: questa è la norma. Una norma, non l'ha detto nessuno, ma lo dico io, razzista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Non è una norma razzista, caro Consigliere Mercurio e caro Presidente è una norma leghista. Questo è il pegno che la maggioranza la cui maggior parte dei componenti si dice cristiano e cattolico e dove lo stesso Assessore alla cultura non perde occasione per dirsi cristiano e cattolico e rivendica questa matrice culturale e che forse, per pudore, ha lasciato l'aula deve pagare. Questo, cara Consigliera Costa, è il pegno che paghi per stare in questa maggioranza, questo è il pegno che pagate. E' un pegno che ormai è dato, Assessore Laratore (che per fortuna non deve votare).
L'Assessore Laratore sa come funzionano le cose, anche lui conosce quello che ho conosciuto io per sei anni in provincia di Cuneo, al Comune di Saluzzo dove, accanto al mio ufficio per le Politiche Giovanili e del Lavoro, c'era l'ufficio che assegnava le case di edilizia popolare. Ha visto chi lavorava in quella zona ricca del nostro Piemonte, ricca grazie ai lavori come quelli delle cave di pietra di Barge e di Bagnolo e come la raccolta di frutta, che non fanno più gli italiani, ma i cittadini extracomunitari. "Cittadini", caro Consigliere Brigandì, sono cittadini di un mondo un po' più largo e un po' più vario di quello che piace a te.
Cittadini che, a mio giudizio, hanno diritto di chiedere, di poter vivere in situazioni decorose e non sotto i portici delle cascine abbandonate del Saluzzese, Assessore Laratore, ad arricchire i noti contabili del luogo.
Cittadini che raccolgono la frutta a poco costo, che costituisce manodopera in gran parte in nero. Ho visto sedute pubbliche fatte con la Prefettura di Cuneo che veniva ad analizzare i dati dopo i casi di cronaca nera, che sicuramente esistono.
E' interesse di tutti, di noi cittadini, riuscire a regolamentare, a costruire un sistema di rapporti di cittadinanza diversi, più avanzati. Ho sperato per un attimo, grazie all'intervento del Consigliere Galasso, che si aprisse una breccia in questa maggioranza, ma la discesa attenta ed opportuna dal banco della Presidenza del Presidente Cota, che è venuto a ritirare le fila della maggioranza un po' sguaiata di cui fa parte, ha ricordato a tutti che questo è un pegno che la maggioranza cattolica e cristiana del centrodestra moderata deve pagare alla Lega.
La Lega si è accontentata di non avere Assessori, di essere trattata sovente come pezza del carro della maggioranza, ma su alcuni temi, dal loro punto di vista giustamente, non demordono. Giustamente sono portatori di una serie di proposte e di alternative al sistema attuale e, giustamente fanno la loro battaglia.
Quello che rivendico, Assessore Botta (la simpatia che abbiamo nei suoi confronti l'abbiamo dimostrata più volte e non è il caso di ripeterla e ribadirla), è la coerenza con la quale lei ha avuto il coraggio di dire che questo testo è concordato per andare incontro alle richieste del Gruppo Lega Nord. Lei ha detto: abbiamo dovuto mediare tra due testi: uno era quello presentato dai Consiglieri Brigandì e Dutto...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Botta)



MELLANO Bruno

Dove sia la mediazione con il testo del Consigliere Chiezzi me lo deve spiegare, perché non si vede.
Assessore Cotto e colleghi, io non sono cristiano, non sono cattolico ed in base ai miei valori laici ritengo che questa sia una norma infame.
Dopodiché è un'alternativa di governo, è la vostra alternativa di governo.
Ne pagate pegno e ne portate la responsabilità.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Volevo far notare che, nell'elaborazione di questo provvedimento, si sta determinando un clima alquanto sorprendente ed incomprensibile nella linearità che dovrebbe avere un percorso legislativo. Tra l'altro, ci troviamo dinanzi ad una quantità di emendamenti significativa.
Chiedo, pertanto, se non sia il caso lo sottopongo a lei, Presidente alla sua sensibilità e alla sua valutazione di un ritorno in Commissione con riferimento all'art. 81 del nostro Regolamento. Siamo di fronte ad un quadro diverso rispetto a quello con il quale i soggetti contendenti sono entrati in campo.
Capisco che questo possa determinare dei problemi, ma mi pare che lei debba prendere in considerazione, a questo punto e con queste caratteristiche del dibattito, l'eventualità di un ritorno in Commissione del provvedimento.



PRESIDENTE

Consigliere Tapparo, è l'aula che può decidere il ritorno in Commissione. Io mi permetto di sottolineare due aspetti: il primo è l'urgenza di questa legge. C'è una diffusa richiesta in ordine all'approvazione in tempi brevi e per questo motivo è stata inserita all'o.d.g.
Il secondo aspetto è che stiamo votando un testo licenziato dalla Commissione; non stiamo discutendo in ordine ad emendamenti stravolgenti rispetto al testo, presentati e votati dall'aula, ma stiamo discutendo relativamente al percorso di un testo che è uscito così dalla Commissione.
Chiedo pertanto di andare avanti nella discussione.
Sono iscritti a parlare il Consigliere Muliere, poi il Consigliere Dutto. Andiamo avanti con questo ordine.
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Grazie, Presidente. Prego l'Assessore Botta di ascoltarmi.
Attualmente, con il testo vigente, le Agenzie Territoriali per la Casa assegnano alloggi agli extracomunitari che hanno il permesso di soggiorno quindi hanno un lavoro e possono pagare il canone richiesto dall'ATC.
Questa situazione è permessa dal testo vigente: la legge n. 46.
Ritengo che l'Assessore Botta non voglia escludere gli extracomunitari che hanno il permesso di soggiorno, che hanno un lavoro in Italia e che quindi possono pagare l'affitto; torniamo, allora, alla proposta iniziale al testo vigente, alla legge n. 46. Non modifichiamo la lettera a), comma 1, dell'art. 2 della legge n. 46, perché rischiamo di peggiorare la situazione e creare confusione, perché le ATC e i Comuni non accetteranno di non assegnare gli alloggi agli extracomunitari che sono già in graduatoria o che potrebbero esserlo. Se il nuovo testo rischia di peggiorare la situazione e creare confusione, non modifichiamolo; lasciamo il testo della legge n. 46.
Forse, Assessore Botta, questa è la soluzione migliore. Non creiamo problemi. Questa è la proposta che avanzo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente. Chiedo se è possibile una sospensione di dieci minuti.



PRESIDENTE

Sospendo la seduta per dieci minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 20.25 riprende alle ore 21.30)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che è stato presentato un emendamento interamente sostitutivo.
2.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Cattaneo, Galasso, Angeleri Deorsola, Brigandì e Mercurio: la lettera a) è riformulata nel modo seguente: "a) cittadinanza italiana o di uno Stato aderente all'Unione Europea. Il cittadino di altri Stati è ammesso qualora sia legalmente soggiornante in Italia e svolga una regolare attività di lavoro subordinato o autonomo da almeno tre anni".
Questa è la nuova formulazione.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Presidente, ci distribuisce il testo?



PRESIDENTE

Sì, adesso il testo verrà distribuito. Intanto chiedo se il Consigliere Contu mantiene il proprio emendamento.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Per agevolare il lavoro di tutti: abbiamo fatto una sosta di un'ora per trovare un compromesso; se lei mi dà il testo lo guardo un attimo, così procediamo.



PRESIDENTE

Va bene.
La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto sul suo emendamento.



CONTU Mario

Presidente, credo che sia un segno di buona volontà: ritiro gli emendamenti in questione, quelli proposti, e quindi passerei alla dichiarazione di voto e alla discussione di questo emendamento, se lei è d'accordo.



PRESIDENTE

Quello presentato?



CONTU Mario

Sì, quello presentato.



PRESIDENTE

La ringrazio. Proceda pure.



CONTU Mario

Prendo atto che si è fatto un passo avanti, perché l'aver eliminato l'aspetto relativo alle reciprocità, oltre ad essere un orpello aggiuntivo aveva anche un potere di incidere più vessatorio che non nella sua concretizzazione pratica, perché poi, di fatto, questa norma non so quante e quali volte sia stata applicata.



(Brusìo in aula)



PRESIDENTE

Prego, prosegua.



CONTU Mario

Però non mi sottraggo, e in questo sarà conseguente il mio voto, ad esprimere un giudizio di insoddisfazione sul compromesso raggiunto relativo ai "tre anni". Si è voluto, in qualche modo e lo comprendo tenere conto degli equilibri interni e dei rapporti tra le varie forze di coalizione della maggioranza, quindi esprimo l'apprezzamento per quanto concerne l'accoglimento di una nostra istanza. Invece devo esprimere una dichiarazione di voto contraria all'emendamento, perché appesantito dall'aspetto relativo all'innalzamento del periodo di soggiorno in Italia.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.3).
Il Consiglio approva.
I restanti emendamenti presentati dal Consigliere Contu sono pertanto da considerarsi ritirati.
Vi è un emendamento presentato dal Consigliere Mercurio, sul quale la Giunta ha espresso parere contrario.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Però ce lo spiega.



PRESIDENTE

Non è molto comprensibile, devo dirlo. Consigliere Mercurio, lo ritira o lo mantiene?



MERCURIO Domenico

Lo mantengo.



PRESIDENTE

D'accordo, Consigliere Mercurio.
2.5) Emendamento presentato dal Consigliere Mercurio: al comma 5 dell'art. 2, dopo "comma 1, lettera e)", aggiungere "comma 1 lettera a)".
La parola al Consigliere Mercurio per l'illustrazione.



MERCURIO Domenico

Cercherò di spiegare così come l'ho capito. Il comma 5 dell'art. 2 recita testualmente: "I requisiti di cui ai commi 1, 2 e 3, ecc., devono permanere".
Al comma 1, lettera a), è scritto, nella sostanza, che, per avere diritto a partecipare al bando, l'extracomunitario deve avere, se non erro tre anni di lavoro (prima era scritto un anno di lavoro, ora mi pare debba averne tre).
Se però perde il lavoro, come si suol dire, è "cornuto e mazziato", nel senso che, oltre al danno di perdere il lavoro, ha anche il danno di perdere la casa. Se così fosse, mi parrebbe una cosa... In Italia, a chi perde il lavoro diamo un incentivo, non gli togliamo la casa. Invece, per lo straniero che rimane senza lavoro, addirittura gli togliamo la casa. Se non è così, l'Assessore lo dica.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Chiedo all'aula un po' di attenzione, perché mi pare che il parere negativo della Giunta possa condizionare anche il voto della maggioranza.
Mi pare che l'emendamento del Consigliere Mercurio ponga all'attenzione di tutti una questione: l'assegnatario ha come condizione, per mantenere lo status di assegnatario, il mantenimento di un reddito. Ho capito bene? Perché credo che sia la linea guida che probabilmente ispira anche alcuni provvedimenti legislativi.
Allora, se per un attimo poniamo al centro la persona, la famiglia o comunque il soggetto destinatario dell'intervento... Ecco, oltretutto riceve anche i complimenti del Capogruppo di Forza Italia e quindi, forse c'è un ripensamento su questa questione.
Presidente, Assessore, bisogna inquadrare bene il problema: come interviene la comunità nel momento in cui si determina questa condizione? Con delle forme di sostegno alla locazione? Ma non deve automaticamente prevedere la perdita del diritto all'assegnazione della casa.
Se non è così, se vi è una norma sovraordinata che impone quella condizione, io pongo, però, una questione: chi interviene in casi di emergenza sociale come questo? Avviene il cambio di alloggio, per cui subentra una condizione di emergenza abitativa che viene concepita sempre in un altro modo; indubbiamente, alcune situazioni di emergenza...



(Commenti in aula)



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



CONTU Mario

C'è un cambio della Presidenza.
Non si deve interloquire.



PRESIDENTE

Collega Contu, la invito a proseguire. Quando il tempo sarà terminato sarà mia premura chiederle cortesemente di terminare.



CONTU Mario

Presidente, posso parlare anche nel vuoto.



PRESIDENTE

Consigliere, la invito a proseguire e ad entrare nel merito per aiutarci a comprendere cosa intende dire.



CONTU Mario

Il contenuto è il seguente: come interviene la comunità nel momento in cui un assegnatario di alloggio perde il reddito e, quindi, la possibilità di pagare il canone di locazione? Se ho inteso bene ma mi pare di aver inteso bene non solo si ha la perdita del lavoro, bensì anche la perdita dell'assegnazione della casa.
Se è così, è giusto porsi questo problema: come si interviene in queste situazioni? Si interviene con una competenza sostitutiva che può essere l'assistenza sociale? Si interviene con forme di sostegno alla locazione senza far perdere il diritto? Credo che il problema posto dal Consigliere Mercurio debba necessariamente avere tutta la nostra attenzione, perché pone una questione di merito importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Volevo un attimo l'attenzione dell'Assessore.
All'art. 23, Presidente, quando si parla...



(Commenti in aula)



MULIERE Rocchino

Vediamo se il mio ragionamento...



(Ulteriori commenti in aula)



MULIERE Rocchino

La morosità.
Sì, la modifica del 31, l'art. 23 che modifica l'art. 31 della legge n.
46.
Consigliere Mercurio...



PRESIDENTE

Collega Muliere, comprendo che l'aula sia disattenta...



MULIERE Rocchino

Per quanto riguarda il tema della morosità, l'art. 23, comma 3, recita: "Non è causa di risoluzione della convenzione la morosità dovuta a stato di disoccupazione o grave malattia dell'assegnatario". Cioè, se un assegnatario dell'alloggio perde il lavoro, di conseguenza, non può pagare l'affitto.
L'art. 23 recita: "Non è causa di risoluzione della convenzione la morosità dovuta a stato di disoccupazione o grave malattia dell'assegnatario o di componente il proprio nucleo familiare, qualora ne siano derivanti l'impossibilità o la grave difficoltà accertata dall'Ente gestore di effettuare regolare pagamento del canone di locazione".
Quindi, la preoccupazione del Consigliere Mercurio anche se non mi ha ascoltato dovrebbe essere già presente nella proposta della Giunta.
Non so se ho interpretato bene, ma è un elemento che è già stato previsto.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Muliere. Ovviamente, il suo intervento ha aiutato noi e il Consigliere Mercurio a comprendere meglio la situazione.



(Il Consigliere Contu chiede la parola)



PRESIDENTE

Collega Contu, lei è già intervenuto.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Vorrei cercare di chiarire questo intoppo perché la perdita del posto di lavoro non corrisponde direttamente alla perdita dell'assegnazione dell'appartamento. La perdita del lavoro non interferisce con l'appartamento. I regolamenti ATC prevedono lo sfratto nei casi di morosità di tipo colpevole, cioè se l'utente che ha la possibilità di poter pagare il canone non lo paga, allora subentra il concetto di morosità e viene cacciato. Ma se il conduttore di una casa ATC perde il lavoro rientra in uno stato sociale che è di tipo diverso, perciò la perdita del posto di lavoro non interferisce con la perdita della conduzione dell'appartamento.



PRESIDENTE

Anch'io, dal punto di vista tecnico, mi permetto di evidenziare le due diversità. Un conto è la condizione di chi non è ancora materialmente nell'alloggio, altro conto la condizione di chi è materialmente nell'alloggio, quindi, sia al cittadino italiano, sia all'extracomunitario si applicano i principi evidenziati molto opportunamente dal Consigliere Muliere.
Sull'emendamento Mercurio la Giunta ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2.5).
D'ora in poi dichiarerò inammissibili gli emendamenti che non si leggono: questo emendamento è illeggibile.
Dichiaro annullata questa votazione.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie per la fiducia.
Signor Presidente, intervengo brevemente sulla proposta e sull'intento che sottende l'emendamento proposto dal Consigliere Mercurio. In parte, ha già risposto il collega Muliere e lo ringrazio per l'aiuto quando ha richiamato l'art. 41 riguardante la morosità.
Voi sapete che quando si determina una situazione di morosità incolpevole, quindi anche di disoccupazione o di stato di malattia grave interviene il fondo sociale regionale che è finanziato dalla Regione stessa, consentendo di sopperire a questa situazione.
Pertanto, tenuto conto di questo e del fatto che ogni due anni le Agenzie Territoriali per la Casa svolgono una verifica sulla corresponsione dei canoni, capisco la preoccupazione, ma inviterei il collega a rivedere la sua posizione e a ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

Prima di dare la parola al Consigliere Mellano, chiedo al Consigliere Mercurio un'interpretazione autentica del suo emendamento, nel senso che chiedo se è corretta questa formulazione.



MERCURIO Domenico

Lo ritiro perché c'è stato il chiarimento da parte dell'Assessore.
Voglio chiarire che un conto è il requisito di accesso all'edilizia pubblica: un conto è il requisito di permanenza, un conto è la decadenza per morosità, un conto è la decadenza per mancanza dei requisiti di entrata. Sono cose diverse (questo per rispondere al Consigliere Muliere).
Sono cose diverse; queste cose le sapevo e lo so perfettamente.
Ritiro l'emendamento in effetti, non è chiaro, perché era difficile da formulare non per le considerazioni che sono state fatte, bensì per la risposta fornita dall'Assessore.



BOTTA Franco Maria Assessore all'edilizia residenziale

Grazie.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 2.5) è dunque ritirato.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 2 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 3 3.1) Emendamento presentato dal Consigliere Contu: alla lettera b), quinta riga, sostituire le parole "sono considerati" con le parole "possono essere considerati".
Tale emendamento è da considerarsi ritirato.
3.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Muliere, Suino, Mellano e Tapparo: alla lettera b), settima riga, abolire le parole "abbia quale fine l'assistenza a persone anziane o non autosufficienti".
Lo mantiene? Lo discutiamo? Lo dà per illustrato? Intende illustrarlo; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Presidente Cattaneo, sa che mi sorprende questa affezione e questo attestato di stima all'Assessore Botta, a quest'ora



(Commenti in aula)



CONTU Mario

Mi sorprende: posso esternarlo? Nel corso della discussione probabilmente capiremo le ragioni di questa affezione al lavoro d'aula, che è un po' sconosciuta al centrodestra. Perché è importante questo emendamento? Alla lettera b) dell'art. 3, ad un certo punto si dice leggo quello che prevede l'attuale testo alla nostra attenzione che "sono considerati componenti del nucleo familiare anche persone non legate da vincoli di parentela o affinità, qualora alla data di pubblicazione del bando la convivenza istituita duri da almeno due anni, abbia quale fine l'assistenza a persone anziane o autosufficienti e sia dichiarata in forma...".
Assessore, non mi sembra opportuno limitare in modo così specifico la casistica, perché la casistica è più ampia, la convivenza non è solo dettata da queste condizioni: ce ne possono essere altre. Ad esempio, noi adesso prevediamo l'assistenza a persone anziane non autosufficienti, ma perché non alla reciproca assistenza morale e materiale? Inserire nell'articolo questa limitazione diventa escludente delle altre casistiche, che pure esistono nelle forme di convivenza, perché non tutte le forme di convivenza sono ed hanno come unica finalità quella prevista.
La proposta che avanziamo mi pare che il Consigliere Mellano sia firmatario di questo emendamento, insieme al Consigliere Muliere ed altri è quella di eliminare l'individuazione di una casistica specifica, in modo da prevedere tutte le possibili casistiche della convivenza, e con tutte le finalità.
Bisogna dunque trovare le forme e le modalità per consentire che l'inclusione di questa definizione specifica non sia escludente di altre possibilità.
Il tempo a mia disposizione è terminato per cui interrompo l'intervento.



PRESIDENTE

Se non ci sono altri interventi, do la parola all'Assessore Botta per il parere della Giunta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Questa è una condizione già prevista dall'attuale legislazione e la finalità è quella evidente di fornire assistenza a persone anziane non autosufficienti, nonché di evitare abusi da parte di gruppi familiari cosiddetti fittizi.
Ho quindi delle perplessità ad accogliere questa proposta di emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Presidente, non sarei intervenuto se l'Assessore non avesse usato l'espressione infelice "nuclei fittizi": cosa vuol dire? Vuol dire le coppie di nuova formazione o le unioni prematrimoniali? Vuol dire persone che decidono di convivere per dividere gli oneri relativi... Si immagini due pensionati, non dello stesso sesso, così evitiamo... Parliamo di forme di convivenza, alle quali magari il Ministro del culto riserva anche gli onori della chiesa e dell'altare, salvo poi non comunicare all'ufficio dell'anagrafe lo stato di convivenza.



(Risate in aula)



CONTU Mario

Assessore Leo, voglio il suo conforto.
Quando si usa il termine "convivenze fittizie", bisogna inquadrare il problema e capire di cosa si parla.
Noi abbiamo proposto di eliminare una limitazione nella casistica. Le convivenze, sono convivenze? Se sono convivenze perché dobbiamo limitarle? In questo caso, non si tratta di assistenza a persone anziane non autosufficienti; se non include questa possibilità, elimina anche quelle convivenze, che invece hanno pieno diritto ad accedere alla casa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intervengo per sottolineare l'importanza degli emendamenti successivi sono quattro o cinque, non voglio far perdere tempo ad un'assemblea che ha stanchezza e voglia di terminare i lavori, però si tratta della conferma di quanto dicevo prima nella discussione generale della legge: stiamo decidendo di questioni che con quattro parole cambiano la vita di persone.
Cambiano la vita perché, mettendo delle clausole restrittive, si permetterà ad alcune persone, e non ad altre, di accedere alle graduatorie.
Bisognerebbe fare una battaglia forte e anche di scontro netto rispetto ad un'impostazione, a mio giudizio, moralista, ma immorale, però sono le 22.10 e vi salvo da questa. Però ritengo che questi emendamenti siano molto importanti, molto significativi; forse abbiamo già evitato il peggio sul punto precedente, dovremmo forse accontentarci, ma con molto malincuore.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.2).
Il Consiglio non approva.
3.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Mellano: alla lettera b), settima riga, sostituire le parole "alla data di pubblicazione del bando, la convivenza istituita duri da almeno due anni abbia quale fine l'assistenza a persone anziane o non autosufficienti," con le parole "qualora la convivenza istituita abbia carattere di stabilità sia finalizzata alla reciproca assistenza morale e materiale".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

L'emendamento introduce un elemento. Con l'emendamento, così formulato è possibile ampliare l'area della convivenza, quindi la casistica che sottolineo, non è limitata solo a questa fattispecie, ma è ampia. La famiglia non è più quella che abbiamo conosciuto, è una cosa diversa. Nella vulgata popolare si può parlare di famiglie e non di famiglia, tanto diversa è la composizione.
Invito, pertanto, a riflettere su questo emendamento, che è sostitutivo, quindi non limita alla condizione di persone anziane o non autosufficienti, ma "qualora la convivenza istituita abbia carattere di stabilità e sia finalizzata alla reciproca assistenza morale e materiale".
E' evidente e su questo concordo con lei, Presidente che possiamo considerare in un unico blocco gli emendamenti n. 3.3), n. 3.4) e n. 3.5) se i numeri coincidono con quelli che ho a mie mani.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 3.3) è quello che ho letto precedentemente l'emendamento n. 3.4) recita: "qualora la convivenza istituita abbia carattere di stabilità", ovviamente si tratta di una restrizione, ma contiene gli stessi principi.
L'emendamento n. 3.5) recita "sia finalizzata alla reciproca assistenza morale e materiale". Mentre l'emendamento n. 3.6) recita "sia finalizzata alla reciproca assistenza morale e materiale o all'assistenza a persone anziane o non autosufficienti".



CONTU Mario

L'ultimo emendamento che lei ha letto lo mantengo.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 3.6) recita: alla lettera b), ottava riga, dopo le parole "duri da almeno due anni" aggiungere le parole "sia finalizzata alla reciproca assistenza morale e materiale o all'assistenza a persone anziane o non autosufficienti".



CONTU Mario

Ritiro i precedenti emendamenti, mantenendo il n. 3.6).



PRESIDENTE

Gli emendamenti n. 3.3), n. 3.4) e n. 3.5) sono pertanto ritirati.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.6).
Il Consiglio non approva.
Passiamo ora ai due emendamenti aggiuntivi presentati dai Consiglieri Contu, Muliere, Suino e Tapparo: 3.7) dopo la lettera b), aggiungere il seguente periodo: "Dopo la stipula della convenzione per l'assegnazione si considerano componenti del nucleo familiare le persone indicate precedentemente, purch la stabile convivenza con l'assegnatario duri da almeno un anno dopo l'intervenuta assegnazione".
3.8) Dopo la lettera b), aggiungere il seguente periodo: "La stabilità della convivenza non viene meno quando l'interruzione della stessa sia dovuta a comprovati motivi di salute, di lavoro e di studio".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Posso sentire il parere della Giunta?



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Grazie, Presidente. Sull'emendamento n. 3.7) rimango di opinione negativa, mentre sull'emendamento n. 3.8) sono favorevole.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, ritira l'emendamento n. 3.7)?



CONTU Mario

Sì.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 3.7) è pertanto ritirato.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 3.8).
Il Consiglio approva.
3.9) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Suino, Riba, Placido e Marcenaro: al comma 1, lettera d), dell'art. 3 (Definizioni), dopo le parole "della cucina", aggiungere le parole "o tinello/cucinino".
Tale emendamento è ritirato.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 3 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 4 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 5 5.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu e Mellano: sostituire "I Comuni trasmettono copia del bando alle rappresentanze diplomatiche o consolari dei Paesi nei quali risultino emigrati cittadini italiani conseguentemente iscritti all'Anagrafe degli Italiani residenti all'estero (AIRE) del Comune" con "i Comuni si impegnano a trasmettere il bando al Ministero degli Esteri con la segnalazione degli Stati in cui sono residenti italiani residenti nel Comune che effettua la segnalazione".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Presidente. L'articolo dice: "I Comuni trasmettono copia del bando alle rappresentanze diplomatiche o consolari dei Paesi nei quali risultino emigrati cittadini italiani conseguentemente iscritti all'Anagrafe degli Italiani residenti all'estero del Comune". Il nostro emendamento propone che i Comuni si impegnino a trasmettere il bando al Ministero degli Esteri con la segnalazione degli Stati in cui sono residenti italiani. E' un modo per agevolare i piccoli Comuni, anche dal punto di vista degli oneri che derivano dalla prima formulazione. Si potrebbe togliere "residenti nel Comune che effettua la segnalazione".
Questa potrebbe essere la dicitura.



PRESIDENTE

Chiedo scusa, lei cosa vuole fare? Vuole farlo trasmettere dal Ministero degli Esteri ai Consolati italiani? E' questo il principio? Pertanto, i Comuni si impegnano a trasmettere il bando al Ministero degli Esteri affinché provveda all'inoltro ai Consolati...



CONTU Mario

Il Comune segnala gli Stati in cui sono residenti italiani provenienti dal Comune stesso che effettua la segnalazione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Esprimo parere contrario all'emendamento. Nella proposta diciamo già che, al fine di assicurare l'informazione ai cittadini italiani emigrati all'estero, i Comuni trasmettono copia del bando alle rappresentanze diplomatiche o consolari dei Paesi nei quali risultino immigrati cittadini italiani, conseguentemente iscritti all'AIRE del Comune. Il fatto, poi, che si dia istruzione al Ministero, è una Bassanini al contrario.



CONTU Mario

Lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 5.1) è pertanto ritirato.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 5.
Il Consiglio approva.
ART. 6 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 7 7.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Suino, Riba Placido, Manica e Marcenaro: al comma 2 dell'art. 9 (Commissioni preposte alle graduatorie) della L.R.
n. 46/95, sono aggiunte le parole "in caso di segnalata urgenza da parte dei Comuni, le pratiche saranno assegnate per la prescritta verifica alla Commissione che secondo il calendario si riunirà per prima".
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Lo ritiro con qualche dubbio, perché la questione si pone soltanto per il Comune di Torino che ha più Commissioni. Lo ritiro perché mi rendo conto che potrebbe creare dei problemi.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 7.1) è pertanto ritirato.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 7.
Il Consiglio approva.
ART. 8 8.1) Emendamento presentato dal Consigliere Contu: al comma 1, lettera c), numero 1, sostituire "fino a cinque anni di contribuzione: punti 1" con "fino a dieci anni di contribuzione: punti 1".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Attualmente, nella proposta formulata dall'Assessore Botta, abbiamo fino a cinque anni di contribuzione: punti 1; da oltre cinque anni e fino a dieci anni: punti 2 (qui sarebbe l'aspetto penalizzante); oltre dieci e fino a vent'anni di contribuzione: punti 3; oltre vent'anni di contribuzione: punti 4.
Nella proposta che formuliamo, si propone fino a dieci anni di contribuzione: punti 1; oltre dieci anni e fino a vent'anni: punti 3 (quindi mantiene la posizione attuale) ed aumenta quella relativa ai vent'anni di contribuzione. Mantiene una sua filosofia.
Se la "ratio" che ha introdotto questa norma è quella di aggiungere un punteggio a chi ha un'anzianità di contribuzione più elevata, allora questa norma ci rientra tutta. Nella prima fascia si aumenta di cinque anni e si lascia un punto per la contribuzione sino a dieci anni, si mantiene la fascia intermedia nella condizione vigente. Non mi sembra così penalizzante, lascia intatto il principio e privilegia chi ha la contribuzione più alta.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, ha illustrato anche l'emendamento n. 8.2) con il quale si propone alla lettera c) di eliminare il numero 2?



CONTU Mario

No, Presidente, lo illustrerò successivamente.



PRESIDENTE

Chiedo il parere della Giunta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

La proposta inserita nel testo in esame è stata inserita dopo aver fatto una valutazione approfondita e dopo le consultazioni con le Amministrazioni comunali e le Organizzazioni sindacali inquilini. Capisco l'intenzione del Consigliere, cioè quella di semplificare e mettere i gradini più alti, ma non la condivido.



CONTU Mario

Ritiro l'emendamento.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 8.1) è pertanto ritirato.
8.2) Emendamento presentato dal Consigliere Contu: al comma c) eliminare il punto 2.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Lo ritiro.



PRESIDENTE

Pertanto, anche l'emendamento n. 8.2) è ritirato.
8.3) Emendamento presentato dai Consiglieri Contu, Muliere, Suino e Placido: alla lettera i), numero 5, dopo le parole "attività lavorativa" aggiungere le parole "e per gli stranieri che abbiano ottenuto lo status di profugo in Italia per motivi di asilo politico, umanitari e di protezione sociale".
Chiedo il parere della Giunta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Nell'art. 3 del testo di legge abbiamo già definito, in linea generale cosa si intende per profugo, cioè "cittadino italiano e suoi familiari a carico, in possesso della qualifica di profugo, che appartenga alle categorie individuate dalla vigente normativa statale in materia". Qui invece diciamo di aggiungere "per gli stranieri che abbiano ottenuto lo status di profugo". Mi sembra una contraddizione, mi sembra che la tutela sia già assicurata dall'art. 3, lettera f), che abbiamo già approvato. Lo stato di profugo è solo per i cittadini italiani.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

E' aggiuntivo, non è una contraddizione. Se legge con attenzione la dicitura, si estende la condizione oltre la cittadinanza italiana e si dice "e per gli stranieri che abbiano ottenuto lo stato di profugo in Italia per motivi di asilo politico, umanitari e di protezione sociale".
Presidente, chiedo un aiuto da parte degli uffici poiché sorge una questione, ma Mercurio, che è un valente legale, ci può aiutare...



PRESIDENTE

Credo che possiamo sopperire con i nostri mezzi.



CONTU Mario

L'Assessore mette in discussione l'uso del termine "profugo" in Italia.
Lo status di profugo, dal punto di vista giuridico, è un riconoscimento che dà il Governo. Esiste il riconoscimento di "profugo" in Italia? Secondo me andrebbe verificato, perché, se è così, raccomando all'aula l'accettazione di questo emendamento, che è estensivo. Penso a chi si è allontanato o è andato via per questioni relative alla propria attività politica; penso a molti abitanti dei Paesi del Sudamerica, che sono venuti in Italia e lo Stato italiano ha riconosciuto loro la condizione di "profugo" o ha dato loro la condizione di "asilo politico".
Occorre trovare la formulazione dal punto di vista giuridico, perché mi sembra di capire che l'Assessore sia favorevole. Oltretutto come dicevo il Governo, prima di riconoscere la condizione di "rifugiato" o di "asilo politico" fa una lunga istruttoria e i motivi che abbiamo esplicitato sono umanitari e di protezione sociale, perché magari c'è la necessità di salvaguardare la vita di una persona.



PRESIDENTE

Potrebbe essere modificato così: dopo le parole "attività lavorativa", aggiungere le parole "e per gli stranieri che abbiano ottenuto lo status di rifugiato".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 8.3) come modificato.
Il Consiglio approva.
8.4) Emendamento presentato dal Consigliere Contu: all'art. 8, lettera o), pagina 7, del testo unificato, aggiungere le parole "coniuge superstite o figlio di caduto sul lavoro".
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Mi rendo conto che dovrei proporre o richiamare l'emendamento che è stato presentato dal collega Dutto, a proposito delle Forze di Polizia. Il Consigliere Dutto ha presentato un emendamento successivo, però abbiamo inciampato in questo: "Forze di Polizia" è da intendersi, anche secondo i suggerimenti del collega Contu, "Forze dell'Ordine".



PRESIDENTE

Quello delle Forze dell'Ordine arriva dopo e non è neanche un emendamento perché potrebbe essere semplicemente una riformulazione, nel senso che diamo atto che la terminologia utilizzata è "Forze dell'Ordine".
Pertanto, lo possiamo dare per acquisito. Questo è su un altro punto: si chiede di aggiungere, con riferimento alle categorie dei richiedenti, anche il coniuge superstite o il figlio di caduti sul lavoro. E' un'altra questione e su questo c'è il parere contrario della Giunta.



CONTU Mario

Scusi, Presidente, lo illustro per semplificare i lavori.
Invito l'Assessore a riflettere, perché questo emendamento propone...
Presidente, ho difficoltà a trovare, nel testo originario, la formulazione di questo emendamento...



PRESIDENTE

L'aiuto io: prenda la pagina 7; verso la fine della pagina...



CONTU Mario

Ho trovato il punto, ma lei mi deve spiegare se è un comma o se è un punto, perché...



PRESIDENTE

E' una lettera, la lettera o) del comma 1. Siamo ancora al comma 1 perché il secondo si riferisce al comma 2.



CONTU Mario

Chiedo scusa, a parte che c'è qualcosa che non funziona. La lettera è espressione di un comma? Mi aiuti a trovare il comma di cui stiamo parlando.
Leggo il testo coordinato: "Nuclei familiari composti da cinque o più persone: punti 1". Per il resto, cosa c'entra la lettera? Quella è una "L" o un "1"? Se è un "1", successivamente...



PRESIDENTE

E' una "L". Scusi, Consigliere, abbia pazienza, ma la "I" è più in su.
Vede? La lettera "I" ha numeri "1", "2", "3", "4", "5"...



CONTU Mario

Ma stiamo guardando due testi diversi?



PRESIDENTE

Stiamo guardando lo stesso comma, abbia pazienza. Siamo al comma 1.



CONTU Mario

Presidente, bisogna andare, non al fondo della pagina 7, ma alla pagina 6: "Ai concorrenti" se questo è il comma di riferimento (ed è il comma 1 e la lettera o) a questo punto, arriva al termine della seconda pagina "sono riconosciuti i seguenti punteggi in relazione alle condizioni sociali, economiche ed abitative alla data di pubblicazione del bando".
Se quello è il testo, voglio trovare il punto in cui giustifichi... Sto proseguendo, perché, in teoria, mi deve dare la possibilità, dal comma 1 di arrivare alla lettera l) con la lettura del testo coordinato coerente.
Perché lì inizia con i punteggi, e qui invece mi parla di categorie. Guardi che c'è qualcosa che non quadra, Assessore. Se si parte dal comma 1, e poi si trovano le varie lettere, il comma 1 deve darmi l'indicazione, il soggetto.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, sta per esaurire il tempo a sua disposizione per l'intervento.



CONTU Mario

E' vero o no? Presidente, mi aiuti lei.



PRESIDENTE

Dopo dodici ore! Scusi: "Ai concorrenti sono riconosciuti i seguenti punteggi in relazione alle condizioni sociali, economiche ed abitative alla data di pubblicazione del bando" e andiamo dalla lettera a) alla lettera o).



CONTU Mario

E quindi è coerente?



PRESIDENTE

Certo che è coerente.



CONTU Mario

Va bene.



PRESIDENTE

Va bene?



CONTU Mario

Cosa propone? Qui, nella proposta dell'Assessore, in pratica stiamo parlando di categorie: "coniuge superstite o figlio di appartenente alle Forze di Polizia, alle Forze Armate, ai Vigili del Fuoco, ad altra Pubblica Amministrazione, deceduto per motivi di servizio".
Presidente, con questo emendamento si chiede di aggiungere un'altra categoria e non comprendo le ragioni di un eventuale parere contrario.
Parliamo dei caduti sul lavoro, è questo che non ho compreso, Assessore.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, è scaduto il tempo a sua disposizione per l'intervento.



CONTU Mario

Lo recupero con una dichiarazione di voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Io ci provo ancora, Assessore. A parte gli scherzi, noi inseriamo alcune categorie sociali a cui riconosciamo due punti.
Assessore, se ha bisogno di consultarsi ancora io attendo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Mi ha quasi convinto. Vorrei solo trovare una formulazione tecnicamente corretta. Possiamo aggiungere "nonché a coniuge superstite o figlio di caduto sul lavoro".
Esprimo, quindi, il parere favorevole della Giunta.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Botta.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 8.4) come modificato.
Il Consiglio approva.
8.5) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Mellano Riba, Placido, Manica e Marcenaro: al punto 5, comma 1, dell'art. 10 della L.R. n. 46/95, aggiungere la lettera p), così come segue: "p) fruiscano di un reddito annuo lordo complessivo del nucleo familiare inferiore al 50% del reddito per l'accesso su cui l'incidenza del canone di locazione sia superiore al 18%: punti 4 fruiscano di un reddito annuo lordo complessivo del nucleo familiare inferiore al 50% del reddito per l'accesso su cui l'incidenza del canone di locazione sia inferiore al 18% e superiore al 12%: punti 3 fruiscano di un reddito annuo lordo complessivo del nucleo familiare inferiore al 50% del limite di accesso e sino a tale limite e su cui l'incidenza del canone di locazione sia superiore al 18%: punti 2 fruiscano di un reddito annuo lordo complessivo del nucleo familiare inferiore al 50% del limite di accesso e sino a tale limite e su cui l'incidenza del canone di locazione sia inferiore al 18% e superiore al 12%: punti 1".
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Brevemente, Presidente, il senso dell'emendamento è questo: l'incidenza del canone, in alcune situazioni, può essere determinante, e questo può e deve incidere. E' per questo che proponiamo un punteggio in rapporto all'incidenza che un canone può avere sul reddito di una persona. Quello che noi giudichiamo un canone basso, magari per un pensionato o una persona con reddito molto basso è alto. Quindi, anche questo può fare punteggio ed è quello che proponiamo. Facciamo una serie di ipotesi rispetto all'incidenza che può avere il canone rispetto al reddito.



PRESIDENTE

Il parere della Giunta?



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Pur comprendendo le ragioni del collega che propone l'emendamento ritengo che non sia possibile accoglierlo, intanto perché esiste già sul fondo a sostegno della locazione un sistema che consente ai soggetti che si intendono tutelare di accedere ad un contributo. Introdurrebbe, poi, un ulteriore punteggio per il reddito già previsto dalla legge, peraltro aggravando la domanda di assegnazione di un ulteriore elemento di autocertificazione, cioè il canone corrisposto l'anno precedente. In più, i nuclei beneficiari del punteggio sono quelli già fruenti, come dicevo in apertura, dei contributi per il sostegno alla locazione, quindi godono già di una forma di protezione e tutela.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere per dichiarazione di voto.



MULIERE Rocchino

L'Assessore sa benissimo di avermi dato una risposta che riguarda un altro argomento. Il fondo per il sostegno agli affitti delle persone meno abbienti riguarda un'altra questione. Qui stiamo decidendo il punteggio che dobbiamo dare alle persone che vogliono partecipare al bando dell'assegnazione. La percentuale, il rapporto che c'è tra il canone e il reddito di una persona può, secondo me, fare punteggio e può incidere.
Quindi, può fare punteggio questa difficoltà e dico che va inserita nell'articolato.
Ecco perché il sostegno che ricordava l'Assessore riguarda un'altra questione. Stiamo parlando dei punteggi e della possibilità di avere dei punti aggiuntivi rispetto ad altre situazioni, perché questa può essere una situazione di difficoltà.
Naturalmente, mantengo l'emendamento e chiedo alla Giunta di riflettere in merito.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Intervengo per esprimere voto favorevole a questo emendamento; per Assessore, sorge un dubbio, che è un dubbio che attraversa tutto l'impianto della legge. Nell'impostazione del disegno di legge, il reddito di riferimento è il reddito lordo, cioè non sono considerati gli elementi patrimoniali, l'eventuale possesso di azioni.
Allora, vorrei subito chiarire una cosa, che è la seguente: mi sembra che vi sia una sorta di complicità da parte dell'ATC su una materia così delicata o, perlomeno, mai esplicitata sul piano della proposta, come quella della corrispondenza reale fra il diritto acquisito e le condizioni materiali di vita delle persone che hanno acquisito questo diritto. Parlo di condizioni a tutti gli effetti. Noi sappiamo già della sperequazione esistente tra la condizione del lavoratore dipendente e quella del lavoratore autonomo. Penso che si debba partire da questo presupposto: il lavoratore dipendente rappresenta sicuramente una di quelle condizioni dove la fiscalità generale si esprime in modo diretto. Nel lavoro autonomo non credo neanche che esista l'evasione e non la possiamo contemplare in questa casistica, perché è evidente che l'evasione è un reato. Diamo per scontato che gli evasori non accedono, però sicuramente c'è un altro aspetto non secondario, che è quello della possibilità, data dalle norme in materia fiscale, di praticare l'elusione. Nel momento in cui pratico l'elusione fiscale, posso determinare sicuramente situazioni che, dal punto di vista di quello che si dichiara al fisco, pongono notevoli problemi. Questo è un dibattito storico nel rapporto tra la condizione di lavoratore dipendente e di lavoratore autonomo, ma c'è quello, invece, più grande dell'aspetto della rilevanza patrimoniale.
Perché parlo di atto di connivenza da parte dell'ATC? Perché mi viene il dubbio sacrosanto che non si intendano perseguire le situazioni di palese ingiustizia, che pure sono note agli inquilini, perché, forse quelle rappresentano una fonte sicura di "reddito". Sono forse quella parte consistente che almeno sull'aspetto relativo alla morosità non si fa trovare impreparato.
Assessore, non credo che la normativa di riferimento non possa essere migliorata da parte di una legge a livello regionale.
Per quanto concerne il nostro Gruppo, ma su questo stavo già lavorando mi impegno a presentare una proposta di legge apposita su questa questione cioè su quali siano gli elementi da assumere a riferimento per quanto concerne la catalogazione e la classificazione del diritto all'accesso del beneficio, chiamiamolo così, all'assegnazione della casa.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Contu.
Dichiaro aperta la votazione.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Contu)



PRESIDENTE

Faccio presente che l'Assessore si era già pronunciato sull'emendamento, poi vi sono state le dichiarazioni di voto; comunque l'Assessore non può parlare dopo le dichiarazioni di voto, parlerà dopo in una successiva occasione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 8.5).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 8 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 9 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 10 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 11 11.1) Emendamento presentato dall'Assessore Botta: al comma 1 dell'art. 13 della L.R. n. 46/95, come sostituito dall'art. 11 del disegno di legge n. 134, è aggiunto il seguente periodo: "I Comuni ad alta tensione abitativa sono autorizzati, sino al 31 dicembre 2002, ad assegnare un'ulteriore aliquota non eccedente il 20% degli alloggi disponibili su base annua per fare fronte alla sistemazione di nuclei familiari soggetti a sfratto esecutivo. Il termine può essere prorogato dalla Giunta regionale in presenza del perdurare di situazioni di emergenza connesse all'esecuzione di sfratti".



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta per l'illustrazione.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Con questo emendamento si recepisce una richiesta particolare dei Comuni ad alta tensione abitativa emersa da un Comitato ristretto svoltosi sotto la direzione delle Prefetture. In pratica, si autorizzano i Comuni ad alta tensione abitativa, fino al 31 dicembre 2002, ad assegnare un'ulteriore aliquota, dando la possibilità di assegnare fino al 50% a...
Così facendo, fissiamo un'ulteriore aliquota non eccedente il 20% degli alloggi disponibili (quindi 50+20=70), su base annua, per fare fronte alla sistemazione dei nuclei familiari soggetti a sfratto esecutivo.
Data l'eccezionalità della situazione di emergenza abitativa nei Comuni ad alta tensione abitativa dovuta alla proroga degli sfratti che ricordo il Governo nazionale ha recentemente approvato, con questa proposta concediamo un'ulteriore proroga ripeto, in caso perdurassero situazioni di emergenza connesse all'esecuzione degli sfratti dietro autorizzazione della Giunta regionale, oltre il termine del 31 dicembre 2002.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 11.1).
Il Consiglio approva.
11.2) Emendamento presentato dal Consigliere Contu: aggiungere il seguente comma: "I Comuni potranno attivare la riserva specificata solamente se osservano integralmente quanto previsto all'art. 31 in tema di morosità, decadenza morosità incolpevole".
La parola al Consigliere Contu per l'illustrazione.



CONTU Mario

Si parla di quanto previsto dall'art. 31, ma questa legge integra e modifica o abroga la legge n. 46? La integra, e quindi bisogna avere sempre come riferimento il vecchio testo della L.R. n. 46/95, che poi resterà, e quindi l'art. 31. Si tratta di morosità; lo dico per i colleghi che magari non ce l'hanno: in aula è stato distribuito solo il testo di quello che approviamo oggi o l'intero articolato? Solo quello che approviamo oggi; però questo è un limite Presidente, sul prosieguo dei lavori, perché i Consiglieri votano una legge, ma nessuno ha il testo di riferimento per il quale stiamo votando. E stiamo votando per una legge esistente.
Lo dico per l'organizzazione dei lavori in aula, perché nel momento in cui si fa un testo unificato... Ma su questo lamento la mia ignoranza sulla tecnica legislativa.
Allora, cosa dice l'art. 31? Stabilisce l'Ente gestore, la messa in mora dell'inquilino, ecc., precisando che la morosità dell'assegnatario al pagamento del canone può essere sanata entro 60 giorni, dopodich interviene la Regione.
Credo che questo nostro emendamento apra una discussione sui contenziosi in atto mi rivolgo all'Assessore, al quale ho anticipato questo problema in Commissione e mi pareva che l'Assessore fosse possibilista sull'opportunità di accogliere l'emendamento tra l'ATC e i Comuni, soprattutto in relazione alla mancata copertura delle morosità incolpevoli.
Se questo è un dato reale, anche laddove subentra il fondo oppure non sono sufficienti i fondi della Regione, noi chiediamo che il Comune si assuma gli oneri e se li assuma prima di poter attingere alla quota di riserva del 30% che i Comuni devono utilizzare per l'emergenza abitativa.
Mi sembra un modo per evitare che l'ATC possa andare in passivo ed accumulare passività.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Ricordo la discussione avvenuta in Commissione con il collega Contu ed altri; in effetti, successivamente, abbiamo predisposto un emendamento che sostituisce l'art. 31 e che va proprio nella direzione di penalizzare i Comuni che non coprono la morosità.
Ovviamente, c'è il concorso prioritario e principale della Regione per quanto riguarda il Fondo sociale regionale, ma poiché i Comuni assegnano devono anche farsi carico di questo problema; altrimenti poi si verificano situazioni dove i Comuni assegnano, i canoni non vengono pagati e alla fine... Invece noi introduciamo nell'art. 31, proprio sotto la rubrica "morosità", una penalizzazione per i Comuni, che arriva fino al pagamento della restante parte di morosità a carico del Comune stesso.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

L'Assessore ha finito; mi pare di aver sentito anche la risposta.
Consigliere Contu, può fare una dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Pongo la seguente questione: è possibile approvare questo emendamento nell'art. 11, sapendo che l'art. 31 è rafforzativo? Non so se sia collocato male rispetto all'oggetto dell'articolo; se fosse così lo ritiro, ma se è congruente, quindi rimanda a quell'articolo già modificato, tanto vale mantenerlo.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Capisco la motivazione del Consigliere Contu, però ritengo che, visto che dobbiamo responsabilizzare l'Amministrazione comunale e non penalizzare il cittadino, la formulazione, così come prevista nell'art. 31, possa pienamente soddisfare quanto da lei sollevato.
Pertanto, le chiederei di ritirare l'emendamento.



PRESIDENTE

Il Consigliere Contu ritira l'emendamento n. 11.2).
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 11 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 12 12.1) Emendamento presentato dal Consigliere Contu: sopprimere tutto l'art. 12.
12.2) Emendamento presentato dal Consigliere Dutto: all'art. 12, le parole "Forze di polizia" ovunque presenti sono da intendersi "Forze dell'Ordine".
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Ovviamente, non posso che essere contrario alla proposta di emendamento soppressivo per quanto riguarda le riserve, che già esistono nella legislazione vigente. Anche per le Forze dell'Ordine ci sono già delle riserve; noi abbiamo semplicemente migliorato la posizione delle Forze dell'Ordine, vista anche la forte richiesta che perviene di domanda di sicurezza, non nelle case popolari come con qualche battuta è stato detto ma in realtà la sicurezza per le città e quindi con la possibilità di consentire alle Forze dell'Ordine di accedere alle case popolari, proprio per l'esigenza continua di cambio di alloggio.
Questa, tra l'altro è una sollecitazione che, oltre a pervenire dalle Organizzazioni rappresentative e sindacali delle Forze dell'Ordine, giunge anche dalle sollecitazioni delle Prefetture.
Quindi, parere contrario alla proposta del collega Contu e, ovviamente parere favorevole sull'interpretazione che dà, con l'emendamento, il collega Dutto che, peraltro, avevamo già recepito in precedenza su Forze di Polizia da intendersi Forze dell'Ordine.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intervengo per comprendere meglio.
L'emendamento del Consigliere Dutto è stato accolto come interpretazione autentica di quello che si voleva scrivere. Ho un'ulteriore interpretazione da chiedere all'Assessore. All'interno della dizione "Forze dell'Ordine" rientrano anche gli agenti di polizia penitenziaria? Chi ha avuto occasione di visitare delle carceri e ha parlato con gli agenti di polizia penitenziaria, sa che questa è una delle richieste costanti sicuramente i colleghi di Alleanza Nazionale sono a conoscenza di tale richiesta in quanto ne avevamo parlato.
Quindi, chiedo se vengono inseriti anche gli agenti di polizia penitenziaria.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Quanto sto dicendo può essere contraddittorio, nel senso che, da un lato, in questo articolo non viene considerato l'Esercito. Vengono considerati solo i Corpi di Polizia, dei Carabinieri, degli Agenti di Polizia penitenziaria, mentre il personale dell'Esercito non viene compreso. E' vero che c'è una forte riduzione, c'è la leva volontaria dall'altro lato, la formulazione non pone alcun limite, per esempio di reddito. Viene assegnata la casa senza limitazione di reddito: è una contraddizione. Noi stiamo discutendo un articolato dove poniamo una serie di vincoli, di reddito ed altri criteri. Noi siamo anche d'accordo a riservare una quota per le Forze dell'Ordine, inteso in questo senso, ma bisognerebbe valutare se è il caso di, pur riservando una quota, riservarla rispettando i criteri stabiliti nella legge.
Sono elementi che vanno a favore di questo articolo, nello stesso tempo però ci sono delle contraddizioni molto evidenti che rischiano di mettere in difficoltà le ATC. Se c'è una difficoltà, nel senso che ci sono pochi alloggi, noi impegniamo molto le Agenzie Territoriali per la Casa riservando una quota così alta, quindi bisognerebbe rivedere questo articolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Noi proponiamo di sopprimere l'art. 12. Avevo promesso, Assessore, di regalarle un libro, ne avevo già parlato in Commissione. Mi ha trovato impreparato perché quel libro non l'ho portato, in quanto avevo la profonda convinzione che oggi questo provvedimento non sarebbe stato discusso.
Avevo sottovalutato, Presidente, il punto successivo all'o.d.g. Devo dire che il grave errore di sottovalutazione che ho fatto su questa vicenda è che sul punto all'o.d.g. dei lavori di oggi e su quello successivo non mi capacito della presenza del Presidente Ghigo. Glielo dico, Presidente: non riesco a comprendere cosa sia successo. Questo livello di affezione all'aula per me è un fatto sorprendente; se prosegue, è un segno di serietà.
Detto questo, Presidente, il libro che le volevo regalare è "Cuore di cane" di Bulgakov. Leggendo quel libro, sono rimasto impressionato dalla figura del portiere, che rappresentava il poliziotto di caseggiato, cioè quella figura che, posta in una collocazione strategica nell'ambito della casa, sapeva tutto di tutti ed era un potente informatore di quel sistema.
Questo atteggiamento ce l'avete contestato e criticato, ma era un modo per esercitare il controllo sul Paese. Concepire la questione dell'ordine pubblico, confonderlo con il "mix" sociale che è altro aspetto, quello di fare in modo che il "mix" sociale sia sufficientemente garantito per evitare il ghetto e la ghettizzazione e pensare che, a fronte di una situazione difficile sulle condizioni socioeconomiche di chi accede al diritto della casa, la soluzione del problema sia quella di garantire la presenza di un appartenente alle Forze dell'Ordine, secondo la nuova formulazione, questo francamente non me lo sarei aspettato. Per di più, con una quota di riserva sganciata dal reddito.
Questa è la realtà, poi si può opinare tutto, ma questo mi sembra un fatto estremamente grave perché è sbagliato l'approccio culturale al problema dell'ordine pubblico. Intanto, non si ha rispetto per la persona perché la persona appartenente alle Forze dell'Ordine, in quel momento, è una persona che ha una famiglia, degli affetti, delle relazioni. Se si vuole estendere il concetto di Pubblico Ufficiale, perché non farlo anche alle altre categorie? Inseriamo tutte le categorie riconducibili alla figura del Pubblico Ufficiale, perché tutte le altre motivazioni non reggono! Non reggono le motivazioni poste in relazione...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Prosegua, Consigliere Contu.



CONTU Mario

Se c'è una motivazione che va oltre al problema dell'approccio, che è legato alla questione della sicurezza, spiegateci il motivo per cui viene fatta questa eccezione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Siamo favorevoli all'emendamento presentato dal collega Dutto. In effetti, inserendo "Forze dell'Ordine" in luogo di "Forze di Polizia" si inseriscono due categorie in modo chiaro rispetto alla semplice dicitura di "Forze di Polizia". Inequivocabilmente, le Forze dell'Ordine comprendono i Carabinieri, la Polizia di Stato, la Polizia penitenziaria, il Corpo Forestale dello Stato e la Guardia di Finanza. In aggiunta, i Vigili del Fuoco, che rimangono specificatamente.
Alcune considerazioni su quanto ha detto il Consigliere Contu. Poiché il nostro pensiero è esattamente opposto al suo, condividiamo gli artt. 11 e 12, così come proposti dall'Assessore Botta.
Il discorso del "mix" sociale e del Pubblico Ufficiale è molto importante Consigliere Contu, perché occorre fare una distinzione, essendoci due tipi di Pubblico Ufficiale: un Pubblico Ufficiale che ha il dovere ed il potere di intervento immediato ed un Pubblico Ufficiale che ha potere di intervento, ma solo per denunciare un fatto. Mi spiego meglio: il Poliziotto che vede consumarsi un reato di un certo tipo, può intervenire e cercare di risolvere il problema, mentre il Pubblico Ufficiale a cui lei si riferisce potrebbe essere il Sindaco. Questo per quanto riguarda l'attività repressiva.
Per quanto riguarda l'attività preventiva, che è molto più importante e che noi riteniamo sia da potenziare e certamente privilegiare, il Carabiniere, il Poliziotto e tutte le categorie che abbiamo menzionato prima, hanno un contatto diretto con il proprio comando operativo ed anche il giorno successivo ad un avvenimento possono cercare di risolvere i problemi in ufficio o in caserma.
Consigliere Contu, penso che la motivazione debba essere ricondotta anche ad un altro aspetto. Lei deve sapere che con l'ultima riforma delle Forze dell'Ordine, ed in particolare dell'Arma dei Carabinieri e della Guardia di Finanza, non vi è più l'obbligo, per i militari ed i sottufficiali con due anni di anzianità, di vivere in Caserma. Spesso gli spazi che nelle Caserme o nei Comandi erano riservati alle cosiddette "camerate", per dare alloggio ai Carabinieri o ai Poliziotti, sono state destinate ad uffici o comunque ad unità operative delle Caserme stesse.
Tant'è che un militare o un sottufficiale, trascorsi i ventiquattro mesi può sentirsi dire: "Caro Maresciallo, caro Carabiniere" magari di Reggio Calabria in servizio a Milano, piuttosto che di Napoli in servizio a Verbania "sai qual è la novità? Domani mattina hai ventiquattro mesi ed un giorno di servizio, quindi puoi uscire dalla Caserma e andare ad abitare altrove". Capite che una persona lontana da casa, che percepisce uno stipendio certamente non alto, si trova in difficoltà.
Non solo. Spesso, per queste persone che servono le istituzioni e lo Stato giornalmente, l'alloggio popolare può rappresentare la soluzione per avere una casa in cui formare una famiglia. C'è, pertanto, uno scopo estremamente sociale, che guardiamo con attenzione, altrimenti i giovani che spesso provengono da lontano, che sono un po' degli "extracomunitari nazionali" hanno grandi difficoltà a vivere e soprattutto a formare una famiglia.
Anche per questo motivo, occorre fare un'attenta riflessione prima di votare contro questo articolo o presentare emendamenti alternativi, perch ritengo si debba guardare con la dovuta attenzione a chi opera ogni giorno per il bene del Paese, per la salvaguardia delle libere istituzioni della nostra democrazia. Aggiungo semplificando anche per la tranquillità di ognuno di noi e dei nostri quartieri.
La Casa delle Libertà ha sempre inserito, nel proprio progetto e programma elettorale e di governo, la figura del Poliziotto di quartiere.
Questo è, paradossalmente, un Poliziotto di quartiere senza stipendio. C'è la possibilità di inserire socialmente in questi quartieri degli appartenenti alle Forze della Polizia che, in quanto Pubblici Ufficiali hanno il dovere di intervenire in caso di problemi e garantire direttamente il benessere dei cittadini.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu per dichiarazione di voto.



CONTU Mario

Ringrazio il Consigliere Cattaneo, intanto perché mi ha dato delle conferme. Ha usato termini come "poliziotto di caseggiato", motivato, non come il portiere di "Cuore di cane" ma, grosso modo, quello che garantisce la stabilità. Il portiere di "Cuore di cane" informava immediatamente chi di dovere su tutti i movimenti sospetti nella casa e quindi interveniva nell'ambito di una missione, che lui concepiva come tale, che era quella di segnalare alla pubblica autorità tutto quello che poteva attentare all'integrità dello Stato, quindi poteva porre dei problemi di sicurezza.
Le motivazioni, di primo approccio, sono queste rapportate, in modo infelice, all'idea del poliziotto di quartiere e al fabbisogno abitativo.
Ho proposto altri emendamenti sulla questione, ma lei crede Consigliere Cattaneo, che non sarebbe utile riservare una quota di questi alloggi agli infermieri professionali di cui abbiamo tanto bisogno in questo Paese e che vivono in modo così drammatico la questione abitativa tanto da posizionarla alla testa di tutte le loro rivendicazioni? Abbiamo avuto modo di incontrare diversi sindacati. Possono garantire un presidio sanitario!



PRESIDENTE

Ricordo che la Giunta ha espresso parere contrario sull'emendamento n.
12.1) presentato del Consigliere Contu.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 12.2) presentato dal Consigliere Dutto.
Il Consiglio approva.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Ci sono alcuni emendamenti del Consigliere Contu che sono inammissibili, quindi ne do solo lettura, ritenendo che il Consigliere ritenga la lettura sufficiente come esposizione.
Gli emendamenti chiedono di aggiungere, dopo la parola "Forze di Polizia", le parole: "Arditi del popolo"; "Volanti della Croce Verde" "Volanti della Croce Bianca"; "Volanti della Croce Rossa"; "Camici verdi" "Infermieri professionali", ecc.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Di tutti gli emendamenti presentati, mantengo quello relativo agli infermieri professionali. E' una categoria sociale. Ho sentito delle motivazioni, in relazione alla necessità di mantenere una quota riservata che sostanzialmente erano di due tipi. Mi permetta almeno di sostenerne una, quella dell'esigenza abitativa.



PRESIDENTE

Ritengo ricevibile l'emendamento relativo agli infermieri professionali. Ricordo che la Giunta ha espresso parere contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 12 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 13 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 14 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 15 15.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Suino, Riba Placido, Manica e Marcenaro: al comma 5, lettera a), dell'art. 16 (Cambi alloggio) della L.R. n. 46/95 dopo le parole "quartiere ATC" è aggiunta la parola "toponomastico".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 16 16.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Suino, Riba Placido, Manica e Marcenaro: l'art. 16 è interamente sostituito dal seguente: "1. La lettera a) del comma 1 dell'art. 19 della L.R. n. 46/95, come modificata dall'art. 12 della L.R. n. 51/96, è sostituita dalla seguente: a) 75% agli assegnatari con reddito annuo inferiore al limite di assegnazione. Il canone, per i nuclei fruenti di soli redditi da lavoro dipendente o pensione e per i nuclei fruenti di reddito da lavoro autonomo inferiore a L. 15.000.000 (per i nuclei familiari composti fino a due componenti e ragguagliato secondo la tabella di equivalenza prevista dalla presente legge per i nuclei composti da più di due componenti), anche in presenza di possesso di un bene la cui rendita catastale rivalutata sia pari o inferiore a L. 250 mila annue, non può eccedere l'8% del reddito di cui all'art. 3, comma 1, lettera a); in ogni caso, il canone non può essere inferiore al 30% del canone di riferimento".
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocchino

Brevemente. Questo emendamento va incontro ad un cambiamento che c'è stato nella società rispetto al lavoro autonomo.
Faccio un solo esempio: i lavoratori, soprattutto i giovani, con la partita IVA sono considerati lavoratori autonomi, ma hanno un reddito molto basso. Bisognerebbe introdurre un cambiamento in questo senso. Pertanto invito la Giunta a considerare questo emendamento migliorativo, che tiene in considerazione i cambiamenti sociali avvenuti.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Capisco le ragioni della proposta, ma dobbiamo tenere presente che riguardo all'applicazione dei canoni di locazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, a tutt'oggi permane l'indirizzo della delibera CIPE sulla quale c'è un tavolo tra Regioni e Governo, già aperto nella precedente legislatura, al quale partecipiamo, che va a ridisegnare i principi fondamentali ai quali le Regioni dovrebbero attenersi.
Pertanto, pur condividendo nel merito la proposta, devo esprimere parere negativo.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 16.1).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art.
16.
Il Consiglio approva.
ART. 17 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
ART. 18 Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale articolo.
Il Consiglio approva.
Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Suino, Riba Placido, Manica e Marcenaro: è aggiunto l'art. 18 bis così come segue: "1. Al comma 2 dell'art. 22 della L.R. 28 marzo 1995, n. 46, la parola 'assegnatari' è sostituita dalla parola 'utenti'".
Tale emendamento è ritirato dai proponenti.
ART. 19 19.1) Emendamento presentato dal Consigliere Muliere, Ronzani, Suino, Riba Placido, Manica e Marcenaro: all'art. 19 è aggiunto il seguente comma: "2. Ai commi 1, 2 e 5 dell'art. 23 della L.R. 28 marzo 1995, n. 46, la parola 'assegnatari' è sostituita dalla parola 'utenti'".
La parola al Consigliere Muliere per l'illustrazione.



MULIERE Rocchino

Ho già illustrato l'emendamento nel dibattito generale. Avevo spiegato qual era la mia opinione riguardo al rapporto tra Agenzia Territoriale per la Casa e l'assegnatario: considerare l'assegnatario come un utente. Si potrebbe concordare una nuova formulazione, cioè "utente assegnatario". Se la Giunta conferma questa nuova formulazione, ritiro il mio emendamento ed accolgo la nuova formulazione. Diversamente, aggiungiamo alla parola "utente" la parola "assegnatario".



PRESIDENTE

Potremmo usare l'espressione "assegnatari utenti". L'emendamento dunque, diventa: "Ai commi 1, 2 e 5 dell'art. 23 della L.R. 28 marzo 1995, n. 46, alla parola 'assegnatari' è aggiunta la parola 'utenti'".
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Presidente, si potrebbe anche fare finta di niente, dicendo di non aver capito e magari non partecipando al voto. Io non ho ancora capito il portato di questo emendamento.
Gli assegnatari sono assegnatari; la condizione che esercitano, non forme di autogestione, ma di controllo di gestione, attraverso i Comitati inquilini, ecc. Cosa cambia nella condizione e nel passaggio delicato da assegnatario ad utente? Io sono abituato a considerare l'utente di un servizio, l'utente della refezione scolastica, ecc. Qui non riesco a comprendere la necessità di introdurre, dal punto di vista terminologico un'innovazione che invece può essere arricchita di significati diversi. Qui non si parla di servizi: vi è un malinteso senso di rapporto con l'ATC da parte dell'utente dell'ATC. No, c'è l'assegnatario di una casa assegnata dall'ATC con il quale certamente instaura dei rapporti. L'utente del servizio a questo punto cerco di capire può rappresentare l'idea che l'ATC sia un'azienda e che forse sarebbe più opportuno estendere la volontà di questo emendamento inserendo il termine "cliente", perché l'evoluzione di questo termine è da assegnatario ad utente, da utente a cliente.
Io la vedo un po' complicata.
Lei, Assessore, ha espresso parere favorevole?



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Sì.



CONTU Mario

Per recuperare qualche minuto? Ne abbiamo già persi, è per quello che suggerivo una maggiore attenzione, perché l'introduzione di questa categoria, anche dal punto di vista dei contenuti di legge...



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Non è per guadagnare qualche minuto. E' un ragionamento che avevamo già svolto in occasione dei lavori, perché giuridicamente l'assegnatario rimane tale, nulla cambia. Si dà un riconoscimento in più (una qualificazione, mi suggeriscono): assegnatario utente.
Esprimo, quindi, parere favorevole.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 19.1) come modificato.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 19 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 20 20.1) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Suino, Riba Placido, Manica e Marcenaro: l'art. 20 è sostituito dal seguente: "1. Il comma 3 dell'art. 25 della L.R. n. 46/95 è sostituito dal seguente: '3. E' facoltà dell'Ente gestore, sulla base di apposito Regolamento estendere l'autogestione all'intera quota della manutenzione ordinaria accreditando agli organi dell'autogestione la quota di canone a ci destinata.
Tali conferimenti sono elargiti con verifica contabile, anche successiva sull'utilizzo degli stessi'".
La parola al Consigliere Muliere.



MULIERE Rocchino

Accolgo la formulazione proposta dalla Giunta con l'emendamento n.
20.2).



PRESIDENTE

L'emendamento n. 20.1) è pertanto ritirato.
20.2) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: il comma 3 dell'art. 25 della L.R. n. 46/95, come sostituito dall'art. 20 del disegno di legge n. 134, è così sostituito: "3. E' facoltà dell'Ente gestore, sulla base di apposito Regolamento estendere l'autogestione a parte della manutenzione ordinaria o all'intera quota della stessa, accreditando agli organi dell'autogestione una corrispondente percentuale della quota del canone a ciò destinata".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 20 come emendato.
Il Consiglio approva.
ART. 21 21.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale: il primo periodo del comma 1 dell'art. 27 della L.R. n. 46/95, come sostituito dall'art. 21 del disegno di legge n. 134, è così sostituito: "1. E' consentito agli Enti gestori continuare o assumere l'amministrazione degli stabili ceduti integralmente o in qualsivoglia quota di proprietà".
21.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Muliere, Ronzani, Suino, Riba Placido, Manica e Marcenaro: al comma 1 dell'art. 21 le parole "prevalentemente ceduti in proprietà" sono sostituite con le parole "in qualsivoglia quota di proprietà".
Qualora venga approvato l'emendamento proposto dalla Giunta automaticamente decadrebbe quello presentato dai Consiglieri Muliere Ronzani, Suino, Riba, Placido, Manica e Marcenaro.
La parola all'Assessore Botta.



BOTTA Franco Maria, Assessore all'edilizia residenziale

Accogliendo la proposta emendativa del Consigliere Muliere, abbiamo solo riformulato tecnicamente l'emendamento, sia su questo che sull'articolo successivo 21 bis). Quindi, nella sostanza, è la stessa cosa vi è solo una riformulazione tecnica. Quindi, se lo ritirasse...



MULIERE Rocchino

Lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 21.2) è pertanto ritirato, mentre è mantenuto l'emendamento n. 21.1) della Giunta, parzialmente sostitutivo.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 21.1).
Il Consiglio approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'art. 21 come emendato.
Il Consiglio approva.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 24.00)



< torna indietro