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Dettaglio seduta n.12 del 25/07/00 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

b) Apposizione visto Commissario del Governo


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge vistati dal Commissario del Governo sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

c) Sentenza Corte Costituzionale


PRESIDENTE

Comunico che in data 14 luglio 2000 è stata depositata in Cancelleria la sentenza della Corte Costituzionale n. 281 del 6 luglio u.s. con cui si dichiara l'illegittimità costituzionale del comma primo dell'art. 18 della legge regionale del Piemonte 13 aprile 1995, n. 59 (Norme per la riduzione il riutilizzo e lo smaltimento dei rifiuti) nella parte in cui è previsto il divieto di smaltimento dei rifiuti pericolosi di provenienza extraregionale in quanto contrasta con l'art. 117 della Costituzione per violazione dei principi fondamentali della legislazione statale contenuti nel decreto legislativo n. 22 del 1997.
Copia della sentenza è a disposizione presso la segreteria del Consiglio.


Argomento: Zootecnia

Interrogazione n. 43 inerente a: "Problematiche inerenti l'allevamento di razza bovina piemontese"


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" esaminiamo l'interrogazione n. 43, presentata dal Consigliere Botta Marco Risponde l'Assessore Scanderebech.



SCANDEREBECH Deodato, Assessore all'agricoltura

La promozione di una concreta politica di fecondazione della razza Piemontese è in atto da oltre vent'anni nella regione Piemonte, infatti l'uso del toro aziendale è ormai limitato a pochissime realtà marginale dove la fecondazione artificiale risulta troppo costosa Attualmente sono in atto da alcuni anni due iniziative: Vengono regolarmente finanziati i corsi per fecondatori laici in modo da consentire all'allevatore di fecondare le proprie vacche senza dover sopportare i costi dell'intervento veterinario. La seconda iniziativa. Viene erogato a tutti gli allevatori delle zone montane un contributo sulla spesa per la fecondazione artificiale.
Si ritiene che allo stato attuale non possono sussistere altri interventi volti a favorire la fecondazione artificiale nella razza bovina piemontese. Per quanto riguarda il ripristino dei premi ai vitelli nati dal seme congelato di giovani tori in prove di progenie, si informa che la L.R.
63/78 dovrà, nel breve termine, essere adeguata gli orientamenti comunitari per quanto riguarda gli aiuti di stato ( tutti aiuti dati con fondi nazionali o regionali) con l'occasione si cercherà di riformulare e giustificare l'intervento in questione al fine di poterlo riattivare.
In proposito occorre tener presente che l'Unione Europea ha vietato l'erogazione dei suddetti premi nell'ambito del Regolamento CEE 2081/93 obiettivo 5b in quanto ritenuti in contrasto con gli articoli 87 e 89 del Trattato di Roma.
Ricerche e sperimentazioni sull'alimentazione dei vitelli di razza Piemontese sono innumerevoli, il difficile è convincere gli allevatori che devono rispettare determinate tecniche e regoli nell'ingrasso, in proposito è in atto dal 1998 un piano di assistenza tecnica agli allevatori con dei moduli di intervento specifici per l'ingrasso per tutti i tipi di aziende il costo è per oltre l'80% a carico della Regione (devono rispettare i tempi di ingrasso, altrimenti non entrano nel disciplinare).
Questo Piano Regionale di Assistenza Tecnica in Zootecnica, consente a tutti gli allevatori di poter ottenere da tecnici specializzati, tutte quelle informazioni necessarie alla corretta gestione aziendale del bestiame, purtroppo un numero consistente di allevatori non manifesta nessun interesse a questo tipo di servizio oppure continua a gestire (o facciamo qualcosa per informarli in cui si fa capire quali sono i vantaggi che possono usufruire). Il problema della razza bovina piemontese è tenuto nella massima considerazione presso questo Assessorato, infatti è stato approvata con Delibera della Giunta Regionale n. 51 del 18.10.1999 il programma di riorientamento del settore zootecnico che prevede degli interventi per il settore carne sulla base della normativa Comunitaria (Regolamento CEE e Leggi Regionali 63/78 e 35/88).
Bisogna tener presente che la CE non consente, in linea generale interventi specifici per una razza per cui quando si interviene bisogna parlare di aiuti per le razze di carne, in proposito nel Piano di Sviluppo Rurale applicativo dei Regolamenti CEE 1257/99 e 1750/99 sono in fase di approvazioni interventi per i sistemi pascolari estensivi, i contratti territoriali, gli spacci aziendali e la creazione di aziende pastorali queste opportunità se verranno adeguatamente utilizzate dagli allevatori di bovini di razza piemontese consentiranno una sensibile riduzione dei costi di allevamento ed una maggiore competitività della carne prodotta da questa razza. Se si riesce ad applicare tutto quanto previsto nella misura del piano di sviluppo rurale, si potrà usufruire di tutti i vantaggi previsti nel piano di sviluppo e quindi orientare l'agricoltore ad applicare sia le leggi sia il disciplinare, magari sarebbe cose di raccogliere tutte le leggi e farne una sola. Grazie al Piano di sviluppo rurale la misura in essere che c'è già si riesce a normalizzare e quindi a divulgare gli orientamenti comunitari.
Infine per quanto riguarda la certificazione della qualità, in Piemonte esistono da diversi anni due realtà il COALVI (Consorzio di tutela della carne della razza bovina Piemontese) e la Legge regionale 35/88 sulle carni bovine certificate, inoltre ultimamente ha preso il via l'etichettatura della carne già operante presso le macellerie COALVI e in fase di attivazione dell'Asprocarne, entrambe gli Enti hanno ottenuto (tra i primi in Italia) l'approvazione ministeriale di uno specifico disciplinare per organizzare un sistema di tracciabilità della carne; per queste iniziative viene erogato un contributo dalla Regione con fondi nazionali. Si spera che con l'obbligo comunitario di etichettare, nel prossimo futuro, tutte le carni bovine, quella della razza piemontese possa ottenere il giusto riconoscimento da parte del consumatore che con certezza potrà acquistarla presso qualsiasi punto vendita. Per esempio attualmente esiste a Busca un consorzio di piccoli allevatori che in qualche modo, anche se non etichettano la carne, praticamente è come se fosse etichettata. La Comunità europea renderà obbligatoria l'etichettatura, da quel momento in poi il marchio della carne piemontese potrà avere veramente un riconoscimento non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale e, perché no, a livello internazionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Botta Marco.



BOTTA Marco

Innanzitutto ringrazio l'Assessore per la risposta. Auspico che al più presto ci sia l'intervento normativo richiamato, così pure la diffusione di tutte le notizie, in particolare alle associazioni degli allevatori, che vedrebbero di buon occhio una riunione per stilare un testo unico sulla normativa inerente l'allevamento che ad oggi, essendo "disseminata", crea dei problemi di attenzione e di raccolta.


Argomento: Nomine

Interpellanza n. 7 del Consigliere Chiezzi inerente a "Nomine dei Revisori dei Conti delle aziende ospedaliere e sanitarie"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interrogazione n. 7, alla quale risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

In riferimento all'interpellanza presentata dal Consigliere Chiezzi che attiene alle nomine dei revisori dei conti nelle aziende ospedaliere e sanitarie dichiaro quanto segue.
La notizia pubblicata dai giornali non corrisponde a verità, in quanto non vi è stata alcuna diatriba interna alla coalizione di centrodestra che avrebbe bloccato la nomina dei revisori. La designazione dei componenti dei collegi sindacali delle aziende sanitarie regionali è stata effettuata con delibera di Giunta del 17/2/2000, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 8 del 23/2/2000.
Successivamente hanno provveduto anche le altre amministrazioni tenute ad effettuare le designazioni, il Ministero della sanità, il Ministero del Tesoro, Conferenza dei Sindaci o il Sindaco. Come sapete i revisori dei conti sono cinque per ogni azienda sanitaria: due di nomina regionale, gli altri li nomina il Ministero della sanità, il Ministero del Tesoro e la Conferenza dei Sindaci o del Sindaco, com'è nel caso di Torino.
I collegi sindacali delle aziende sanitarie ad oggi sono tutti completi, tranne quello dell'ASL n. 10 di Pinerolo, la cui Conferenza dei Sindaci non ha ancora deciso chi designare, ma è stata sollecitata in tal senso, e agli inizi di settembre sarà completata.
L'istruttoria compiuta sui curricula di quanti hanno presentato domanda, ha cercato il possesso dei requisiti e osservato i seguenti criteri sulla base dei quali è stato costituito l'elenco di idonei approvato con la delibera di Giunta sopracitata da cui sono stati poi scelti i nominativi dei designati.
Dal decreto legislativo n. 502/92, come modificato dal decreto legislativo n. 229/99, riforma Bindi, il requisito indispensabile per la nomina era costituito dall'iscrizione nel registro dei revisori contabili ovvero occorreva essere funzionari del Ministero del Tesoro che avessero esercitato per almeno tre anni le funzioni di revisori dei conti o di componente dei collegi sindacali.
La legge regionale sulle nomine, la legge n. 39/95 prevedeva che venissero individuati i criteri generali per l'effettuazione delle designazioni. La deliberazione di Giunta 1228688 del 23/11/99, approvata e sentita la Commissione Nomine del Consiglio regionale, ha individuato i soggetti e i criteri come segue: preferenza per i candidati che avessero almeno tre anni di esperienza di revisione svolta nell'arco degli ultimi dieci anni presso enti, aziende, Istituzioni pubbliche o private operanti in regime di contabilità economico-ordinaria; preferenze per i candidati che non fossero mai stati sospesi dal registro di revisori per gravi incapacità tecnica, gravi negligenze e sottoposizione a misure cautelari o gravi compromissioni dell'idoneità al corretto svolgimento delle funzioni di controllo.
Accertato il possesso del requisito, a cui ho fatto riferimento prima e tenendo conto dei criteri generali individuati, come prevede la legge regionale sulle nomine (legge n. 39/95), è stato costituito l'elenco degli idonei.
Con discrezionalità di Giunta sono stati scelti i candidati che erano stati inseriti nell'elenco degli idonei.
Questa è la mia risposta a quanto mi è stato chiesto nell'interpellanza del Consigliere Chiezzi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Se le notizie pubblicate su un quotidiano del 3 febbraio 2000, secondo le quali vi sarebbe stato un accordo tra le forze di maggioranza per la spartizione delle cariche dei Revisori dei Conti delle aziende ospedaliere e sanitarie, in forza del quale 33 nomine spetterebbero a Forza Italia, 16 ad Alleanza Nazionale, 9 al CCD, non corrispondessero a verità, l'Assessore avrebbe dovuto essere conseguente e informare l'aula. Se una notizia non corrisponde al vero di solito si chiede una rettifica, ai sensi della legge, sulla stampa. Dire semplicemente in quest'aula che non corrisponde al vero lascia il tempo che trova. Dato che l'articolo non metteva in buona luce il comportamento della Giunta regionale e la Giunta regionale è organo della Regione, è Regione, mi aspettavo che la tutela degli interessi regionali giungesse fino alla richiesta di rettifica. Questa richiesta non è giunta, ed è giunta, invece, la smentiva, priva di sostegno amministrativo, ed è giunta anche l'ammissione che dall'elenco degli idonei la giunta ha scelto con discrezionalità.
L'Assessore spieghi in cosa è consistita la discrezionalità che non pu essere basata soltanto su criteri astratti. L'Assessore deve spiegare, nel momento in cui dice di aver scelto discrezionalmente.
Il quotidiano aveva indicato dei criteri di discrezionalità: 33 nomine a Forza Italia, 16 ad Alleanza Nazionale e 9 al CCD. Questa è una discrezionalità ipotizzata dal quotidiano, che l'Assessore smentisce, pur confermando l'esistenza di una discrezionalità.
Assessore, non dia un'informazione a metà; dica, piuttosto: "Siamo stati discrezionali" - bene! - "e quindi, usando questi criteri, abbiamo effettuato le nomine".
Ma la discrezionalità in cosa consisteva? Era riferita ai più anziani era una discrezionalità di genere, di esperienza? La sua risposta mi sembra incompleta ed evasiva, pertanto chiedo al Presidente del Consiglio che questa interrogazione rimanga inevasa sino a che l'Assessore non risponderà alla stessa, perché non ha chiarito, dopo averla ammessa, i termini della discrezionalità.
Se questo non verrà chiarito, l'unica informazione riguardante il modo in cui è stata usata la discrezionalità è contenuta nell'articolo del giornale.
Diversamente, ci spieghi l'Assessore che tipo di discrezionalità è stata seguita, altrimenti vuol dire che l'Assessore si rifiuta di informare il Consiglio su un atto compiuto dalla Giunta, sul quale è stato interrogato o interpellato.
Questo, Presidente del Consiglio, mi sembra un fatto piuttosto grave ma risolvibile facilmente con una risposta più approfondita da parte dell'Assessore.
Le chiedo, pertanto, Presidente del Consiglio, se l'Assessore non è in grado di fornire oggi gli elementi della risposta, di mantenere l'interrogazione per consentire all'Assessore di richiamare in modo più approfondito gli elementi della discrezionalità e quindi rispondere nella prossima seduta. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie al Consigliere Chiezzi, che evidentemente si dichiara non soddisfatto della risposta all'interrogazione. Se l'Assessore D'Ambrosio non ha altro da aggiungere, chiedo al Consigliere Chiezzi di presentare gentilmente un altro documento di sindacato ispettivo, cosicché l'Assessore D'Ambrosio, evidenziando i punti che il Consigliere ritiene debbano essere approfonditi, possa rispondere.
Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, va benissimo anche questa soluzione, però crea più burocrazia, più carta e più lavoro d'ufficio - che comunque farò. Sarebbe più semplice mantenere in vita l'interrogazione, aspettando i chiarimenti dell'Assessore. Farò come lei chiede, ma vorrei evitare una macchina amministrativa onerosa per tutti.
Se lei ritiene che non sia possibile mantenere in vita l'interrogazione, la riscrivo tale e quale e la rimettiamo agli atti, ma non mi sembra utile dal punto di vista dell'efficienza, dell'efficacia e dell'economicità.
Aspetto indicazioni. Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Grazie, Presidente. Ho sottolineato prima che, stabilito il requisito previsto dai decreti legislativi 502 e 229, cioè che potevano essere nominati solo coloro che erano iscritti al Registro dei Revisori Contabili ovvero i Funzionari del Ministero del Tesoro, si è proceduto a stabilire dei criteri generali.
Questi sono fondamentalmente due: il primo, che i candidati avessero almeno tre anni di esperienza di revisione svolta nell'arco degli ultimi dieci anni presso Enti, Aziende e istituzioni pubbliche; il secondo, che i candidati non fossero mai stati sospesi dal Registro dei Revisori.
Una volta definito un elenco contenente questi requisiti, la Giunta così com'è nelle sue facoltà, ha nominato con discrezionalità, così come è stato fatto in tutte le Regioni d'Italia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, risolviamola così: mi dichiaro insoddisfatto di fronte alla risposta omissiva ed elusiva dell'Assessore, che non ha spiegato i criteri della discrezionalità.
In questa situazione ritengo plausibili i criteri indicati dall'articolo succitato. Grazie.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Interpellanza n. 5 inerente a: "Lavoratori ex Sin-Enel"


PRESIDENTE

Passiamo all'interpellanza n. 5, relativa a: "Lavoratori ex Sin-Enel" presentata dal Consigliere Chiezzi.
La parola all'Assessore Pichetto, per la risposta.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore al lavoro

Grazie, Presidente. In merito all'interpellanza n. 5 del Consigliere Chiezzi, si possono fornire i seguenti elementi di risposta.
Le problematiche inerenti alla ex Sin-Enel sono seguite dalla Regione con particolare attenzione, in particolare dall'Assessorato all'industria e al lavoro (nella parte precedente alle elezioni amministrative del 16 aprile, anche dal collega Goglio). Con ciò, ci siamo attivati con le parti interessate: ex Sin-Enel e Organizzazioni Sindacali.
Le informazioni che si possono fornire sono le seguenti: occorre evidenziare che dal gennaio di quest'anno è stata ufficialmente costituita una nuova società del Gruppo Enel: la Enel Hydro, con il compito di progettare, realizzare e gestire le reti idriche e nella cui Business Unit Ingegneria e Costruzioni di Torino, che conta circa 100 dipendenti, è stato collocato il comparto idroelettrico ex Sin.
La Direzione centrale di tale società è a Bergamo ed oltre all'unità di profitto di Torino operano anche quelle di Bergamo e Venezia.
L'unità di Torino, in particolare, svolge un ruolo importante e fondamentale nel comparto idroelettrico ed idrico, e dispone altresì di validi contatti e collaborazione con il Politecnico di Torino.
Nell'ambito del Gruppo Enel opera anche un'altra Società, la Enel Power, con sede a Milano ed unità operativa a Roma, la quale opera nel settore delle costruzioni di centrali termoelettriche in Italia e all'estero, oltre a disporre di un valido comparto commerciale.
Attualmente l'Enel, nell'ambito di un processo di ristrutturazione del sistema elettrico nazionale, ha manifestato l'intenzione di far confluire entro l'anno in corso l'unità di profitto di Torino all'interno della Società Enel Power, citata precedentemente, con sede a Milano.
Questo comporta non solo la perdita di autonomia dell'unità torinese oltre che la sede legale, ma anche il rischio di un suo smembramento.
Dai colloqui intrapresi dall'Assessorato all'industria con le parti interessate è emerso altresì che tale intenzione può prefigurare il trasferimento della responsabilità operativa, delle attività e di alcune risorse a Milano, il rischio di considerare il personale non trasferito a Milano come esubero e il progressivo svuotamento della sede di Torino, come è già recentemente avvenuto per le attività di Linee e Stazioni.
Se si considera che il ruolo delle competenze attualmente presenti a Torino nel comparto idroelettrico dell'ex Sin-Enel e l'attività che la sede torinese sta effettuando con profitto, sia in Italia sia all'estero, con una situazione complessiva più che positiva e con la realizzazione di utili e l'utilizzo di risorse umane di elevata qualità, un trasferimento a Milano può comportare il rischio concreto di perdite di attività qualificate e strategiche e delle conseguenti professionalità che operano sullo stesso tessuto economico piemontese.
La Giunta regionale e l'Assessorato all'Industria si adoperano, quindi per garantire e difendere la necessaria autonomia dell'unità di profitto di Torino e per far sì che queste importanti professionalità rimangono nell'ambito nella nostra Regione.
In quest'ottica ci siamo impegnati; ci sono stati più incontri con l'Enel e con le parti sociali interessate, per tentare di garantire il mantenimento di questa presenza su Torino, evitando la dispersione di queste conoscenze. Alcune di queste riunioni si sono svolte alla presenza anche del Comune di Torino, della Provincia di Torino e delle organizzazioni sindacali.
L'Enel ha ribadito che considererà quest'istanza. E' sua intenzione mantenere la presenza sulla realtà di Torino, ma la valutazione andrà portata nella valutazione più complessiva di ristrutturazione e di riorganizzazione con efficienza della società.
Siamo in attesa di definire un incontro che dovrà avvenire a fine luglio/inizio agosto o nei primi giorni di settembre, per capire l'evolversi della situazione.



PRESIDENTE

Grazie, Assessore Pichetto.
La parola al Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Presidente e l'Assessore Pichetto.
L'interessamento da parte della Giunta regionale c'è, ma ritengo, a questo punto, che non basti. In questo senso, non possiamo permetterci di perdere queste attività, che non solo occupano del personale, ma risultano strategiche per i rapporti qualitativamente elevati che queste attività hanno con altre attività presenti nel territorio piemontese.
Caro Assessore e caro Presidente della Commissione competente, penso che il rischio di depauperamento esista. Non mi è piaciuta l'informazione dell'Assessore per quanto riguarda la risposta; le garanzie dell'Enel mi sono sembrate molto vaghe. Assessore, cambiamo marcia: investiamo anche il Consiglio di questa vicenda, penso che sia utile. Chiediamo di organizzare lo chiedo a lei, Presidente del Consiglio, perché non vedo il Presidente di Commissione - anche come Consiglio, per gettare tutto il peso degli istituti regionali in questa vicenda, all'Enel e ai responsabili di questa vicenda, di venire in Commissione e di raccontarci direttamente cosa intendono fare, in modo che anche il Consiglio possa svolgere il ruolo che gli compete, di conoscenza e di informazione, in modo che anche come Consiglio regionale possiamo sostenere l'azione della Giunta regionale, le azioni del Comune di Torino, della Provincia e degli altri enti e delle organizzazioni sindacali per la difesa di questa attività molto importante.
Gradirei, da parte dell'Assessore, un cenno di disponibilità o meno, anche da parte del Presidente del Consiglio, se ufficialmente si possa richiedere al Presidente della Commissione competente un'audizione con i responsabili dell'Enel nei primi giorni del mese di settembre, in modo da gettare tutto il peso delle istituzioni regionali su questa vicenda.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi.
Mi consulterò con il Presidente della Commissione ai fini dell'accoglimento della sua richiesta di verifica.


Argomento: Istruzione e Formazione Professionale: argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 72 inerente a "Finanziamento U.E. - Riqualificazione personale"; interrogazione n. 82 inerente a "Criteri per la presentazione dei progetti relativi a Legge 236/93 - art. 9 - comma terzo"


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interrogazione n. 72 dei Consiglieri Marcenaro, Suino Muliere, Ronzani e alla n. 82 del Consigliere Di Benedetto.
Risponde l'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alla formazione professionale

Si tratta dell'interrogazione a firma dei colleghi Marcenaro, Suino Muliere e Ronzani in merito alla riqualificazione del personale e al finanziamento U.E.; in realtà forse non era "U.E.", ma fa lo stesso.
Il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale, in accordo con le Regioni e le parti sociali, ha inteso, anche per quest'anno, finanziare le azioni di riqualificazione e aggiornamento professionale per i dipendenti delle aziende ai sensi della legge 236/93. Si tratta di fondi nazionali e non dell'Unione Europea: ecco perché ho avuto un attimo di sbandamento rispetto al titolo dell'interpellanza.
A tal fine, il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ha stanziato, a livello nazionale, una prima somma, pari a lire 150 miliardi da ripartire tra le Regioni a seguito di uno specifico accordo.
Con circolare n. 30/2000, in sostanziale continuità con gli obiettivi e le modalità previste dalla precedente circolare del 1998, il Ministero in questione ha definito gli indirizzi generali per la realizzazione dei progetti, nonché le modalità di ammissione al finanziamento. Infatti, la medesima circolare, fra l'altro, al punto 2.7 recita testualmente: "I progetti vengono singolarmente esaminati e finanziati, fino ad esaurimento delle risorse regionali, in base ad una verifica dell'ammissibilità da parte delle Regioni e delle Province autonome. L'ammissibilità dei progetti avviene sulla base dei seguenti criteri: rispondenza alle finalità di cui al punto 2) della presente circolare; rispondenza ai parametri di costo stabiliti dalle Regioni e dalle Province autonome; completezza dell'informazione riportate nel formulario; quota di contribuzione finanziaria aziendale non inferiore al 20% del costo globale del progetto.
La mancanza anche di uno solo dei requisiti è causa di inammissibilità".
Inoltre, la suddetta Circolare prevede che le Regioni, entro il 30 settembre 2000, debbano provvedere a redigere la graduatoria dei progetti pervenuti, per ordine di arrivo, dando priorità a quelli in possesso dei parere delle parti sociali.
Con la medesima Circolare il Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale ha stabilito che i soggetti presentatori devono far pervenire i progetti, con domanda in bollo e sulla base dell'apposito formulario all'Assessorato alla Formazione Professionale, a partire dalla data 6 luglio 2000, sulla base delle procedure regionale o di quelle stabilite dalle Province autonome.
Le modalità sopra descritte, nonostante alcune disposizione limitative del numero di domande presentabili (la disposizione limitativa era di cinque domande per ogni soggetto) hanno determinato assembramenti via via più consistenti di persone in attesa di accedere allo sportello di presentazione istituito presso l'Environment Park di Torino, fin dai giorni successivi alla pubblicazione della direttiva regionale, con un anticipo di oltre 25 giorni sulla data di apertura dello sportello medesimo fissata dalla circolare ministeriale.
Le notizie che circolavano durante quel periodo hanno convinto l'Assessorato a prendere l'iniziativa, dopo avere sentito le parti sociali di adottare adeguate misure a garanzia dell'ordinato e corretto svolgimento della presentazione delle domande, fermo restando i criteri di ammissibilità e di priorità di finanziamento dei relativi progetti, così come definiti dalla Circolare ministeriale n. 30/2000.
Pertanto, con deliberazione della Giunta regionale n. 15-172 del 25/06/2000, la Giunta regionale dava mandato al Responsabile della Direzione Formazione Professionale e Lavoro di adottare, con proprio atto opportuni provvedimenti finalizzati ad impedire l'insorgere di disordini o tensioni, anche con il ricorso ad eventuali sistemi di sorteggio pubblico evitando di attribuire all'utenza responsabilità di regolazione dei flussi in particolare nei giorni in cui sia prevedibile il maggiore affollamento presso i luoghi deputati al ricevimento delle domande e per il tempo necessario a garantire l'ordinato espletamento delle procedure di presentazione.
Con determina n. 568 del 27/06/2000, il Responsabile della Direzione Formazione Professionale e Lavoro provvedeva ad adottare, limitatamente alla prima giornata di apertura del sportello di ricezione dei progetti di formazione continua, di cui alla legge n. 236/93, presentati ai sensi della Circolare ministeriale n. 30/2000, il sistema del pubblico sorteggio per attribuire il numero di protocollo e, conseguentemente, stabilire l'ordine di presentazione dei progetti, così come stabilito al punto 2.7 della Circolare medesima.
Si precisa che le operazioni di sorteggio sono state svolte regolarmente e senza incidenti con la presenza, in qualità di osservatori di cinque persone liberamente scelte fra i presenti all'apertura dello sportello - in realtà, erano cinque persone che hanno controfirmato il sorteggio, ma al sorteggio, che è durato dalle ore 21.00 alle ore 03.00 cui ho assistito anche io, hanno comunque presenziato un centinaio di persone: tutti gli operatori interessati ad avere comunque la posizioni di graduatoria, tra cui cinque, scelti tra loro, hanno controfirmato la graduatoria di sorteggio, avvenuto alle ore 9 del 6 luglio 2000. Oltre a seguire le operazioni di consegna e di catalogazione dei progetti medesimi hanno assistito allo scrutinio finale dei tagliandi contrassegnati da lettere alfabetiche e corrispondenti ad ogni singolo progetto, man mano imbussolati durante le operazioni di consegna. Il sorteggio è iniziato immediatamente dopo aver esaurito la coda degli operatori.
Gli stessi osservatori, al termine del sorteggio, hanno sottoscritto con il Responsabile del Settore Attività Formativa, incaricato formalmente dalla Direzione di seguire le operazioni medesime, il verbale di chiusura per confermare la regolarità della procedura adottata.
Si condividono, infine, le preoccupazioni degli interroganti in merito ai criteri di presentazione cronologica per l'accesso ai finanziamenti in questione, previsti dalle disposizioni ministeriali ed in più occasioni si è fatto presente al Ministero del lavoro - ma purtroppo senza esito - che con tale criterio, anche alla luce dell'esperienza passata, appaiono evidenti i rischi di accaparramenti impropri con eventuale pericolo di turbativa anche dell'ordine pubblico.
Questo argomento l'ho trattato anche in una riunione con il Ministro del lavoro, il senatore Salvi e, successivamente, in una riunione del Coordinamento delle Regioni. In altre realtà, purtroppo, ci sono verificati anche dei disordini (ad esempio, in Veneto), con ricorsi che pare potrebbero bloccare le graduatorie. A questo punto, l'impegno del senatore Salvi con il Ministero del lavoro è che un nuovo bando dovrà avere dei criteri diversi per la presentazione e la ricezione. Stiamo valutando qualora non ci siano novità, come Regione Piemonte, di consentire la presentazione delle domande solo in via telematica, quindi automaticamente via rete, senza presenza fisica, senza ordini precostituiti.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Grazie, Assessore.
Con il consenso dell'Assessore Pichetto, rispondendo all'interrogazione n. 72, è stata data risposta anche all'interrogazione n. 82, a firma del Consigliere Di Benedetto.
La Consigliera Suino ha facoltà di replica.



SUINO Marisa

La ringraziamo, Assessore, per la risposta e, tra l'altro, le chiediamo se può consegnarci il testo scritto.
Questa vicenda è già stata portata in aula e fa testo quanto lei prima ha un po' ricordato, ivi compresi i gravi disordini che sono capitati. Sono vicende che, peraltro, si portano appresso uno strascico di ricorsi e che quindi, non si sa bene come e quando andranno a conclusione.
E' evidente, quindi, che non ci può essere, nemmeno da parte sua soddisfazione, poiché è evidente che bisogna mettere ordine in tutta questa materia, bisogna rivedere i criteri e darsi una sorta di strumenti che non consentano più che si ripetano quelle esperienze vergognose, recentemente avvenute, per alcuni giorni e per alcune notti, presso l'Environment Park.
Lei prima ci ricordava che le scadenze fanno capo al 30 settembre. C'è una preoccupazione da parte nostra relativamente all'equità e al buon esito delle procedure dopo quanto è capitato.
In secondo luogo, c'è la necessità di capire entro il 30 settembre anche a seguito di quella che è stata un po' la determinazione assunta in Conferenza Stato-Regioni e con il Ministro, come si intenda procedere per l'immediato futuro.
Quindi, sostanzialmente, noi le chiederemmo, accontentandoci per ora di questa risposta parziale, di tornare in Commissione entro il 30 settembre con una sorta di aggiornamento che consenta, quindi, di rendere trasparente e di conoscere la situazione nella sua fase ultimativa e, a quel punto consentire anche ai membri e ai commissari della competente Commissione di fornire quell'apporto indispensabile per rimettere un po' mano all'intera materia che, certo, ha una valenza nazionale, ma che deve vedere la Regione soggetto protagonista nella determinazione dei criteri e, soprattutto nella selezione che viene fatta.
Quindi, se lei accetta ed è disponibile a consentire questa sorta di aggiornamento in Commissione, potremmo riaggiornarci a una data da definirsi nel mese di settembre.
In questi termini, ci riterremmo soddisfatti.
Grazie.



PRESIDENTE

Grazie, collega Suino.
In merito all'interpellanza n. 82, ha la facoltà di replica anche il Consigliere Di Benedetto.



PRESIDENTE

DI BENEDETTO Alessandro



PRESIDENTE

Assessore, rispetto alla gestione delle domande di finanziamento per i corsi di formazione professionale, è stata evidenziata una grande impreparazione da parte della Regione e dell'Assessorato, se mi è permesso sottolinearlo. Non si può affermare che fosse imprevedibile la coda di persone che si è presentata venti giorni prima davanti all'ufficio protocollo per la presentazione dei progetti.
Non si può affermare questo, perché la stessa cosa è avvenuta nel '99.
Di fronte all'esperienza maturata un anno fa, la Regione ha pensato di risolvere il problema trasferendo la sede ove presentare le domande da via Magenta a via Livorno, ma, come sempre succede, spostando e allontanando i problemi, questi non si risolvono da soli. Per quale motivo non si è pensato, e c'è stato un anno di tempo, a predisporre una procedura informatica della presentazione delle domande? I finanziamenti collegati alla legge 236/93 sono direttamente rivolte alle imprese: come può un imprenditore perdere venti giorni in coda per accedere forse a un finanziamento di 50 milioni? Questa vicenda ha inoltre riportato l'attenzione su quale deve essere il ruolo che devono svolgere le Province nella formazione professionale. E' curioso vedere che chi attacca il centralismo romano, intenda sostituire in pari il centralismo regionale, che penalizza gli operatori delle altre Province piemontesi. Ad esempio, in Regione Lombardia venivano consegnati i progetti nella Provincia dove aveva sede l'azienda capofila dell'azione formativa.
L'Assessorato alla Formazione Professionale ha voluto essere originale anche in altri momenti della vicenda della legge 236/93.
Il Ministro del Lavoro, tramite circolare del Ministero, afferma che le azioni di formazione possono essere avviate dall'azienda subito dopo la presentazione della domanda di finanziamento; qualora il progetto non fosse finanziato l'azienda non potrà chiedere nulla. Questo è stato confermato in Lombardia, nel Veneto, nell'Emilia Romagna e in altre Regioni, in Piemonte invece no.
In Piemonte saranno riconosciute al finanziamento le azioni di formazione che partiranno dopo la pubblicazione della graduatoria, ovvero il 21 settembre. Per quale motivo un imprenditore che presenta la domanda di finanziamento il 6 luglio dovrebbe aspettare fino al 21 settembre prima di avviare la formazione? Per quale motivo un imprenditore non può avviare la formazione, come prevede la circolare ministeriale intitolato: "Accedere ai fondi". In un altro punto la circolare del Ministero del Lavoro afferma: "Possono accedere le imprese assoggettate al contributo", di cui all'articolo 12 della legge 160/75 relativa ai contributi integrativi e per l'assicurazione obbligatoria contro l'assicurazione involontaria, cioè versate all'INPS. Anche in questo caso la Regione Piemonte, a differenza di altre Regioni, ha cambiato con proprie circolari, scrivendo che le imprese devono produrre un'attestazione di aver ottemperato per i dodici mesi precedenti alla domanda di presentazione e versamento dei contributi all'INPS.
Per quale motivo non possono partecipare alla legge 236/93 le aziende che, ad esempio, hanno meno di un anno di vita? Qual è il motivo che ha introdotto questa discriminazione verso le nuove imprese? E' in questo modo che incentiviamo la formazione? Per finire, la ciliegina sulla torta: il sorteggio. Il 6 luglio non era l'unico giorno di consegna dei progetti. Per quale motivo il sorteggio non è stato applicato a tutte le domande presentate dal 6 luglio al 20 settembre? Quando tempo una persona deve rimanere in coda? Ricordo che il Presidente Ghigo, nel discorso di insediamento, ha parlato di un governo all'insegna di scelte veloci eque e coraggiose. Tutta questa vicenda ha dimostrato invece lentezza, iniquità e coraggio solo da parte di chi ha sopportato tutta questa inefficienza da parte della Regione.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Pichetto.



PICHETTO FRATIN Gilberto, Assessore alla formazione professionale

Innanzitutto chiedo scusa per aver omesso nell'intervento di integrare con una parte, che è questa: la pressione per le domande si era verificata anche perché lo stanziamento originario da parte del Ministero del Lavoro era di 150 miliardi a livello nazionale, che determinava una quota di circa 13 miliardi a livello di Regione Piemonte.
Successivamente a questo, c'è stato un incontro presso il Ministero del Lavoro, che ha destinato ulteriori 300 miliardi a livello nazionale, che in rapporto alle quote spettanti alla Regione Piemonte porta un incremento di 27 miliardi, quindi il totale destinato alla legge 236/93 diventa pari a circa 40 miliardi. Questo permette naturalmente di finanziare quattro volte tanto l'importo. Su questo c'è un'altra considerazione da fare.
Nell'incontro con il Ministero del Lavoro, con la richiesta degli ulteriore fondi, io e il collega della Toscana abbiamo chiesto che venissero stanziati gli ulteriori fondi che erano accantonati per la creazione di una fondazione nazionale per la gestione della formazione continua. Le Regioni italiane, non solo il Piemonte e non solo quelle governate dalla mia parte politica, non condividono l'esito di un accordo tra il Governo e le parti sociali (Confindustria e organizzazioni sindacali), che dovrebbe portare alla creazione, a livello nazionale, di una grande fondazione che gestisce tutto il sistema della formazione.
I 400 miliardi, residui della legge 236/93, che avevano ridotto la quota della legge 236/93, a livello regionale erano accantonati per mandarli nella fondazione. Per quest'anno sono stati devoluti, sono stati trattenuti solo 100 miliardi, ma su questo le Regioni italiane, tramite la Conferenza Stato-Regioni, ricorreranno anche alla Corte Costituzionale, in quanto si ritiene illegittimo il comportamento del Governo per quanto riguarda l'istituzione della Fondazione a livello nazionale.
Accolgo l'invito della collega Suino di affrontare la questione entro il 30 settembre nell'ambito della Commissione competente. C'è la più totale disponibilità da parte della Giunta ad intervenire.
In merito, invece, all'intervento del collega Di Benedetto, vorrei chiarire che la Regione, come soggetto esecutore di raccolta delle domande aveva valutato anche altre modalità, come quella telematica, ma c'era una difficoltà di ordine tecnico, dovuta all'afflusso delle domande giunte tutte nello stesso momento, non ancora del tutto gestibile - mi si è detto da parte del CSI Piemonte.
Non vi è stato il tentativo di nascondere un problema o allontanarlo portandolo all'Environment Park; ci si è comportati in quel modo proprio perché si sapeva che un tale afflusso di persone nella sede di via Magenta non era sostenibile per ragioni di ordine pubblico. Peraltro, ci rendiamo conto che la scelta del sorteggio è la peggiore tra le migliori. La collega Suino ha detto che anche la Giunta non è soddisfatta. E' vero; anche il sottoscritto, che l'ha proposta, è insoddisfatto del criterio del sorteggio: è stato il meno peggio che abbiamo potuto scegliere.
Ho assunto l'impegno di procedere a un cambiamento delle modalità. Un cambiamento potrebbe essere anche la provincializzazione. Devo dire che le realtà che hanno suddiviso per Province, tipo la Lombardia, non sono andate meglio di noi. Presso alcune Province, probabilmente, vi è stato uno scarso numero di domande. A Milano ci sono stati disordini, hanno bloccato il ritiro delle domande e hanno creato quindi una condizione di disagio e di difficoltà di ordine giuridico.
Poi c'è la questione dei corsi. Quello dei corsi è un merito che ho posto a livello di Governo nazionale, facendomi portavoce di tutti i dubbi che abbiamo sulla consistenza, sull'efficacia - usiamo questo termine, non ne voglio utilizzare altri, non me ne vengono in mente altri in questo momento - dei corsi della legge 236 e sul fatto che i corsi, come dice lei possono essere fatti dal momento della presentazione della domanda e non della verifica, per poter dire che al momento della verifica i corsi sono stati fatti legittimamente anche dal 10 al 20 agosto.
Se parliamo di formazione e la finanziamo con soldi pubblici, dobbiamo anche controllare che sia formazione efficace - non vorrei dire vera perché la paghiamo come cittadini, quindi non deve essere una lotteria per il premio all'impresa che riesce a porsi al 73º posto rispetto all'impresa che si pone al 1260º.
Questo è un problema che personalmente ho posto al Governo nazionale che speriamo porti a dei criteri diversi di assegnazione dei fondi, con un controllo a campione, non burocratico, per verificare che i corsi ci siano vengano svolti regolarmente e abbiano veramente la funzione di corsi per la riqualificazione degli occupati nelle varie imprese.
In merito alla permanenza delle code giorno e notte presso Environment Park, vorrei precisare che di notte non c'è stata la coda o comunque c'era solo la postazione di guardia. L'intervento è avvenuto proprio per il rischio che, non essendoci una coda fisica di 300, 400 o 500 persone potesse essere turbato l'ordine di presentazione da parte di gestioni esterne all'istituzione.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 67, inerente a "Gli autisti troppo personali del Presidente e della Giunta - situazione all'Autocentro della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Trattiamo ora l'interpellanza n. 67 dei Consiglieri Papandrea e Contu.
Risponde l'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

In riferimento ai contenuti dell'interpellanza in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di risposta.
Gli addetti alla guida di automezzi regionali assegnati all'Autocentro oltre a svolgere attività di sostituzione dei colleghi assegnati a svolgere mansioni di accompagnamento degli Amministratori, sono impegnati giornalmente per l'accompagnamento di Funzionari e/o Dirigenti regionali qualora esista incompatibilità fra orari dei mezzi pubblici ed orari connessi all'attività di servizio e per trasporto e consegna di corrispondenza, documentazione e plichi vari in Torino e nell'ambito del territorio regionale di competenza.
Pertanto, anche in considerazione dell'incremento delle richieste di servizio che pervengono all'Autocentro, la suddetta struttura, ai fini della miglior razionalizzazione e gestione del lavoro, deve poter continuare ad operare avvalendosi di un numero minimo di sette/otto unità lavorative, come d'altronde è sempre avvenuto.
Per quanto riguarda il personale con compiti di accompagnamento degli Amministratori regionali, osservando il principio di economicità e funzionalità, seguendo la procedura consolidata, l'assegnazione, ove possibile, avviene tenendo conto delle località di residenza sia dell'Amministratore sia del personale addetto con mansioni da autista.
Di conseguenza, appurato che attualmente non vi sono a disposizione dipendenti regionali con mansioni di autista residenti nelle località di Verbania, Novara, Bra (sedi di residenza di alcuni Amministratori) temporaneamente sono stati disposti n. 3 comandi presso la Regione Piemonte di personale già dipendente di altre Amministrazioni e residenti in tali località; in particolare n. 2 unità sono state assegnate per le esigenze del Consiglio regionale (n. 1 unità proveniente dall'Amministrazione Provinciale di Novara, n. 1 unità dal Comune di Bra) e la terza unità per esigenze della Giunta (proveniente dall'ASL n. 14 di Verbania).
E' altresì importante considerare che l'utilizzo di tale prassi di assegnazione degli autisti comporta un minore impegno in termini di tempo di utilizzo del medesimo alla guida, garantendo di conseguenza una maggior sicurezza per lo stesso e per i trasportati; invece l'utilizzo di personale residente nella provincia di Torino (assegnato all'Autocentro) comporterebbe normalmente un raddoppio dei tempi di trasferimento, dei chilometri percorsi e un surplus di orario giornaliero.
La scelta adottata è, pertanto, rispondente ai principi di efficienza efficacia ed economicità ai quali si deve ispirare l'azione amministrativa.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Avevamo presentato questa interpellanza perché eravamo stati sollecitati da una situazione che, ci è stato detto, si è determinata all'Autocentro. All'inizio della legislatura l'Autocentro ha visto aumentare i propri addetti fissi. Alcuni autisti che svolgevano tale attività precedentemente presso gli Assessori sono stati mandati all'Autocentro e contemporaneamente ne sono stati assunti dei nuovi. Nella risposta non risulta che ne siano stati assunti anche per Assessori residenti nella provincia di Torino. Credo che se questo è stato fatto è perché quelli della provincia di Torino hanno utilizzato il personale già presente. Farò una verifica, perché mi era stato detto che invece anche Assessori residenti in provincia di Torino avevano utilizzato personale proveniente dall'esterno dell'Ente e per queste figure sicuramente la risposta data dall'Assessore non sarebbe valida.
In ogni caso, credo che sul giudizio di economicità bisogna stare attenti, perché mi pare che uno degli Assessori residenti a Verbania avesse già precedentemente l'autista e introduce una novità, cioè o l'autista era già di Verbania...



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione (fuori microfono)

Sono due autisti per ogni Assessore.



PAPANDREA Rocco

Abbiamo raddoppiato?



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione (fuori microfono)

Sono sempre stati due.



PAPANDREA Rocco

Va bene, ma l'Assessore a Verbania c'era già la precedente legislatura e quindi deve essere successo qualcosa rispetto ai due autisti che l'accompagnavano normalmente. Se ci sono state dimissioni da parte di questi, allora è un conto. Se invece - come penso io - ne è stato scelto un altro, credo che sia una prassi non comprensibile, a maggior ragione se vale per Torino.
In più abbiamo, è vero, un discorso di economicità, come diceva l'Assessore, perché gli autisti non si devono spostare per andare a prendere l'Assessore il mattino, accompagnarlo la sera e poi tornare in sede, ma abbiamo anche il fatto che queste figure, che precedentemente svolgevano il ruolo di autisti presso gli Assessorati, adesso sono all'Autocentro e non si capisce bene cosa fanno: risulta che lavorano molto poco e che, praticamente, vengono pagati per non lavorare. Allora l'economicità va vista anche in questo senso, cioè se tu ne assumi uno razionalmente, però nello stesso tempo ne lasci altri, all'Autocentro inattivi che sono invece pagati dall'Amministrazione.
Mi pare che la risposta non tenga conto di quest'altro aspetto, oltre che quello che ricordavo prima su Torino e questo problema su Verbania perché, ripeto, l'Assessore risiedeva già in quella Provincia precedentemente.
Tutto ciò mi fa fare un'ultima considerazione: già in passato noi abbiamo sollevato il problema degli autisti che vengono trattati alla stregua del personale delle segreterie degli Assessori, cosa che non dovrebbe essere perché gli autisti dovrebbero essere autisti, punto e basta, non dovrebbero cioè essere un tipo di personale a discrezione: quello che devono fare è guidare bene una vettura. Mi pare invece che ci sia una prassi diversa, ma questo ci porta a fare delle considerazioni sull'uso di questo servizio che forse sarebbe il caso di risolvere trovando una soluzione diversa da quella che è stata adottata finora, magari rivolgendosi a enti esterni per svolgere questo ruolo. Mi pare infatti abbastanza assurdo che gli Assessori non abbiano la sensibilità e con il loro atteggiamento vadano a "gonfiare" il numero degli addetti che sono parcheggiati all'Autocentro con uno scarso utilizzo rispetto a quanto potrebbero fare quotidianamente. L'unica motivazione razionale del perch c'è stato un aumento degli addetti all'Autocentro è perché questi precedentemente svolgevano attività presso gli Assessori e adesso non la fanno più, quindi non perché c'è un aumento di richiesta di ore di lavoro all'Autocentro, ma semplicemente perché non trovando un altro utilizzo vengono spostati qui. Da questo punto di vista, ripeto, a me pare che ci sia poca economicità dentro le scelte dell'Assessorato, tenendo conto ultima considerazione - che gli autisti comunque hanno un pagamento forfetario di straordinari. Magari in alcuni casi, come Verbania, pu essere diverso, però per gli altri, ad esempio Novara o Bra, non sono poi così lontane da Torino da impedire che gli autisti facciano il servizio e poi tornino a casa la sera, tenendo conto - appunto - che noi paghiamo a questi un monte straordinari notevole, assolutamente sproporzionato rispetto a tutti gli altri addetti della Regione. Gli autisti conoscono bene il servizio che devono fare e che quindi possono incorrere in questo tipo di problema, però il lavoro gli viene anche contemporaneamente retribuito, quindi credo che nel caso perlomeno di Novara e Bra si dovrebbe riflettere diversamente. Per Verbania effettivamente la distanza è tale da avere una preoccupazione anche dal punto di vista della sicurezza per chi svolge questo lavoro soprattutto la sera, però rimane il dubbio che precedentemente l'Assessore già stava a Verbania e non riesco a capire cosa è successo per cui l'Assessore ha dovuto sostituire gli autisti che già stavano a Verbania con altri, mandando questi poi all'Autocentro.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Burzi per una brevissima controreplica.



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

Desidero fare una precisazione avendo seguito con attenzione l'intervento di uno dei due firmatari.
Mi pare che le componenti siano tre: cito un esempio che mi riguarda personalmente, poi lo estendiamo a tutti i colleghi della Giunta ricordando che gli autisti, che hanno anche funzioni di accompagnatore di amministratori, sono solo una delle componenti del servizio che la suddetta struttura svolge.
Quando iniziai a fare l'Assessore nel maggio 1997 mi vennero assegnati due autisti, uno residente a Fossano e uno a Fubine. Probabilmente - devo immaginare, faccio uno sforzo di memoria - semplicemente perché non ce n'erano altri disponibili residenti a Torino in quel momento; oggi ho due autisti entrambi residenti a Torino e i due precedenti, di cui peraltro io ero notevolmente soddisfatto, sono stati assegnati ad Assessori residenti fuori città: uno è l'autista del Vicepresidente Casoni, quello residente a Fossano ovviamente, mentre di quello residente ad Alessandria in questo momento non ricordo "l'accoppiamento", ma lo andrò a vedere. Questo nel tentativo, che non so garantire in questo momento se sia stato fatto sempre in maniera sistematica, di avvicinare il più possibile residenza anagrafica dell'autista con la residenza anagrafica del o degli amministratori nell'ovvio tentativo di minimizzare il rapporto nella direzione dell'economicità e della sicurezza.
Il caso di Verbania andrò ad approfondirlo. Voglio solo ricordare (volendo poi possiamo anche dare un'informativa in diretta) che ognuno di noi ha due autisti. Un autista dell'Assessore è lo stesso, e ce n'è solo uno che era già di Verbania, della scorsa legislatura; non escludo che il secondo oggi sia anche della Provincia, aumentando quindi, se questa fosse la direzione che l'amministrazione e l'operatività ha preso, ulteriormente l'efficienza perché tutti e due sarebbero di Verbania.
Ciò premesso, quando si parla di economicità e di efficacia se ne parla nell'ambito della procedura esistente e quindi dell'attuale normativa che regolamenta la gestione degli autisti all'Autocentro con servizio di accompagnatore. Non escludo, anzi ci ho più volte riflettuto, che come servizio autisti rispetto agli amministratori possano esistere modalità complessivamente più economiche, per affrontare le quali evidentemente bisogna affrontare anche il rapporto personale autisti - ente di dipendenza. Perché faccio questa analisi? Perché è un tema che nel corso del tempo più volte anche in quest'aula abbiamo trattato.
Completo l'informativa dicendo che l'area degli automezzi è stata risolta aggiornando il regolamento interno che abbiamo approvato qualche mese fa e migliorandolo rispetto a un regolamento obsoleto perché era del 1976-1977. E' stata completata la gara relativa agli automezzi, adesso disponiamo (quando la gara sarà operativa, se non ricordo male dall'1.1.2001) di automezzi, mi si passi il termine, in full-leasing quindi dove noi compriamo un servizio di disponibilità di auto compresi gli oneri accessori di manutenzione, che quindi rende sia il costo significativamente più basso, sia molto più trasparenti tutte le procedure di manutenzione degli stessi.
C'è da completare l'analisi di una maggior efficacia ed efficienza sull'area degli autisti, ma a parità di procedura consolidata nel tempo, mi sento di poter dire che stiamo migliorando - ripeto - nell'ambito dell'economicità. Siccome nelle parole del Consigliere firmatario c'era uno specifico riferimento al numero delle unità dedicate al rapporto Assessori e quant'altro, fuori linea o comunque secondo una modalità di aula o di Commissione, completerò quanto implicitamente ha richiesto il Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Non c'è nessuno di Torino?



BURZI Angelo, Assessore al personale e sua organizzazione

So di me. Lo completo in modo da poter dare una risposta puntuale e non a memoria.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento: Presidi privati di diagnosi e cura

Interrogazione n. 54 inerente a "Casa di riposo di San Benigno Canavese (TO)"


PRESIDENTE

Passiamo ora ad esaminare l'ultima interrogazione di questa seduta. Si tratta dell'interrogazione n. 54 dei Consiglieri Brigandì e Rossi, cui risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Rispondo con gli elementi fornitimi dagli uffici.
"La Casa di riposo di San Benigno Canavese risulta interessata da due interventi di ristrutturazione che consentono di realizzare nuclei RSA, RAF e RA.
Il primo intervento riguarda la realizzazione dei lavori di ristrutturazione e ampliamento della casa di riposo in Residenza Assistenziale per 20 posti letto e Residenza Assistenziale Flessibile per 12 posti letto.
Ai sensi dell'art. 3 della legge regionale n. 22/1990 è stato concesso un contributo di lire 300 milioni a fronte di un progetto di importo complessivo di lire 750 milioni, approvato con DPGR n. 3016 in data 11 luglio 1995.
Allo stato degli atti, risulta trasmesso lo "stato finale" dei lavori e su tale base sono state erogate all'Ente, ai sensi dell'art. 11 della L.r.
n.18/84, n. 3 rate in acconto, nella misura del 90% del contributo concesso, per un importo di L. 270.000.000. Inoltre, sarebbe già stato effettuato il collaudo tecnico-amministrativo dell'opera, ancorché i relativi atti non siano inoltrati a questa Direzione.
Il secondo intervento riguarda la realizzazione di un nucleo RSA da 20 p.l., finanziato ai sensi dell'art. 20 della L. 67/88 per L. 1.520.000.000 e con risorse proprie dell'Ente per L. 200.000.000, così per un totale di L. 1.720.000.000.
In questo caso, si tratta di un intervento inserito nel I triennio del programma di realizzazione di RSA, approvato dal Consiglio regionale con deliberazione in data 30/1/1990 e finanziato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 154-19707 in data 2/6/1997.
Le rate erogate in acconto sono tre e corrispondono al 90% del contributo, per un importo di L. 1.368.000.000.
Le opere possono ritenersi prossime alla conclusione, anche se occorre tener conto che la stazione appaltante ha attivato la procedura di "rescissione contrattuale" nei confronti dell'impresa, ai sensi dell'art.
27 del R.D. n. 350/1895.
Questo Assessorato non ha formulato rilievi in merito a tale decisione rientrante nella autonoma sfera di competenza dell'Ente, anche su conforme parere favorevole del C.R.OO.PP., espresso con nota prot. n. 8962 del 3/7/2000.
L'Ente interessato potrà immediatamente dar corso agli atti occorrenti per rientrare in possesso del cantiere, approvare tempestivamente l'ulteriore progetto stralcio dei lavori e affidarne l'esecuzione.
Al riguardo, si segnala anche che in data 8/2/2000 è stato richiesto un aggiornamento sullo stato di attuazione degli interventi e che l'Ente ha tra l'altro, riferito in data 9/2/2000 quanto segue: "Riapertura Casa di Riposo.
Anche se si tratta di due progetti distinti, in sede progettuale è stato previsto il funzionamento di tutta la struttura, con i servizi e gli impianti in fase di ristrutturazione, in comune tra le due residenze.
Pertanto seppur i lavori relativi alla RAF si concluderanno tra breve, la stessa non potrebbe essere attivata in mancanza di una funzionalità dei servizi e degli impianti. Tuttavia tale situazione sta creando problemi economici di non poca portata all'Ente, che per questo motivo sta esaminando la possibilità di riaprire la struttura RAF a condizione che almeno gli impianti siano a norma e funzionanti ed i servizi (mensa assistenza - ecc.) affidati in via temporanea a ditte esterne.
Proprio in questi giorni si stanno richiedendo vari preventivi, per poter avere così una visione globale dei costi e dell'eventuale economicità della riapertura parziale.
Si comprende quindi che il ritardo nella riapertura della struttura non può essere certamente imputato al ritardo nell'approvazione della relazione finale RAF".
Si evidenzia che l'Assessorato ha provveduto a sollecitare l'Ente in più occasioni e ha attivato specifici incontri con l'Amministrazione dell'ente medesimo, nella consapevolezza reciproca della necessità di chiudere i lavori, individuando nella procedura di rescissione contrattuale la via più breve e trasparente per accelerare i tempi di riappalto delle opere di completamento.
Questo Assessorato è costantemente in rapporto con l'ente, anche ai fini dell'informativa sullo stato di avanzamento delle opere che deve essere trasmesso al Nucleo ispettivo del Ministero del Bilancio, nonché ai fini dell'espletamento delle successive procedure connesse con l'autorizzazione al funzionamento e con il confezionamento della struttura da parte dell'ASL competente.
Ovviamente, queste note sono a disposizione del collega interrogante.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Brigandì; ne ha facoltà.



BRIGANDI' Matteo

Ringrazio l'Assessore per la completezza delle note informative che ci ha trasmesso.
L'interrogazione è nata da un'esigenza che abbiamo raccolto nel territorio. La forbitezza dell'intera esposizione dell'Assessore manca soltanto di un dato, che è un dato temporale e che, cortesemente, le chiediamo di fornirci.
Si tratta di una casa di riposo che doveva essere già da tempo ristrutturata. Sono passati otto anni. Noi vorremmo sapere preventivamente, anche per poterlo riferire a suo nome, quando ritiene (certo, non le chiediamo il giorno esatto!) che possa essere riaperta.


Argomento:

Iscrizione argomenti all'o.d.g.


PRESIDENTE

E' terminato il punto inerente alla discussione delle interrogazioni e delle interpellanze.
E' pervenuta alla Presidenza la richiesta, ai sensi dell'art. 51, comma 4 del Regolamento, d'iscrizione di nuovi argomenti all'o.d.g.: disegno di legge n. 88 "Tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti solidi. Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 3/7/1996, n.
39 e determinazione nuovi importi".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' iscritto con 31 voti favorevoli e 2 astenuti.
ordine del giorno n. 61 a firma dei Consiglieri Moriconi e Chiezzi relativo a "Interventi regionali per lo sviluppo, la rivitalizzazione e il miglioramento qualitativo di territori turistici - Piano annuale di attuazione 2000 ex l.r. 24/01/2000, n. 4 modificata con l.r. 24/01/2000 n.
5 - Proroga dei termini per le candidature".
Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Chiedo ai colleghi Consiglieri l'opportunità di iscriverlo all'o.d.g.
ma di non iniziarne la discussione oggi (anche perché il problema probabilmente, verrà risolto dall'Assessore con un emendamento alla legge).
Nel caso vada a buon fine l'ipotesi dell'Assessore, probabilmente non ci sarà bisogno di discuterlo né oggi né giovedì.



PRESIDENTE

Non essendovi opposizione, pongo in votazione la richiesta di iscrizione.
E' approvata all'unanimità dei Consiglieri presenti.


Argomento:

Riassunzione provvedimenti ai sensi dell'art. 77 del Regolamento interno


PRESIDENTE

Passiamo al punto 4) all'o.d.g.,"Riassunzione di provvedimenti ai sensi dell'art. 77 del Regolamento interno".
La Giunta chiede di accelerare l'iter di approvazione, da parte del Consiglio, del Decreto Giunta Regionale n. 19412 del 10.7.2000 e la riassunzione, per l'esame direttamente in aula, della proposta di deliberazione n. 20:


Argomento: Uso delle acque (regimazione, usi plurimi)

"Legge regionale 20 gennaio 1997, n. 13, Proposta al Consiglio regionale del 'Piano-direttore regionale per l'approvvigionamento idropotabile e l'uso integrato delle risorse idriche'".


PRESIDENTE

La Giunta chiede di interpretare, in via analogica, l'art. n. 77 e avendo già la Commissione esperito tutta la fase istruttoria ed avendolo già licenziato, di rimetterlo direttamente all'aula.



PRESIDENTE

Pongo in votazione la richiesta di riassunzione, presentata dalla Giunta.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 27 voti favorevoli (8 Consiglieri non partecipano alla votazione).


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di deliberazione n. 20 "Convalida Consiglieri regionali (ai sensi art. 17 legge 17/2/68, n. 108 e art. 16 del Regolamento interno)"


PRESIDENTE

Esaminiamo la proposta di deliberazione n. 20, relativa alla convalida dei Consiglieri regionali, di cui al punto 3) all'o.d.g.
La parola al Presidente della Giunta delle Elezioni, Mellano.



MELLANO Bruno

La Giunta per le elezioni si è riunita ieri, lunedì 24 luglio...



(Interruzione per sospensione corrente elettrica)



MELLANO Bruno

....ai sensi degli artt. 15 e 16 del Regolamento interno del Consiglio Regionale.
In qualità di Presidente della Giunta per le elezioni, ho illustrato ai membri della Giunta la procedura di cui all'art. 16 del Regolamento interno (anche sulla scorta dell'assistenza tecnica fornitami dagli uffici). Ho dato atto che tutti i Consiglieri regionali hanno provveduto a depositare alla Giunta per le elezioni le dichiarazioni relative sia alle cariche rivestite ai sensi della legge n. 154 del 1981 sia alle condizioni previste dalla legge n.55 del 1990. Tali dichiarazioni, insieme al materiale dell'istruttoria predisposta, sono state messe a disposizione dei membri della Giunta per le elezioni per l'eventuale consultazione. La Giunta per le elezioni, visionata la documentazione a seguito dell'istruttoria, ha preso atto che per 57 Consiglieri non sussiste alcuna causa di ineleggibilità o incompatibilità: i Consiglieri Nicoletta Albano, Giancarlo Tapparo e Vincenzo Tomatis sono emerse posizioni di incompatibilità. I Consiglieri Albano e Tomatis, in quanto Sindaci di comuni del Piemonte; il Consigliere Tapparo, in quanto Senatore della Repubblica.
La giunta ha proceduto, a norma di Regolamento, all'esame dapprima dei venti membri di cui è costituita la Giunta per le elezioni e ha deciso all'unanimità, di procedere alla richiesta di convalida. Successivamente sempre a norma di Regolamento, si sono valutate le posizioni degli undici membri della Giunta regionale e anche in questo caso si è proposto all'unanimità la convalida degli eletti.
Per quanto riguarda i ventinove casi restanti, si è aperta un'ampia discussione anche perché, all'interno di questi, erano previsti i tre casi succitati.
Dopo ampia discussione, la Giunta per le Elezioni ha votato a maggioranza lo stralcio della posizioni dei Consiglieri Albano, Tapparo e Tomatis, pur apprezzando le diversità delle singole e specifiche posizioni e ha deciso di rinviare l'esame a successivi approfondimenti. La Giunta per le elezione ha votato a maggioranza di proporre a questo Consiglio regionale la convalida dei seguenti 57 Consiglieri: Angeleri Antonello Bolla Emilio, Botta Franco Maria, Botta Marco, Brigandì Matteo, Burzi Angelo, Bussola Cristiano, Cantore Daniele, Caracciolo Giovanni, Casoni William, Cattaneo Valerio, Cavallera Ugo, Chiezzi Giuseppe, Contu Mario Costa Enrico, Costa Rosa Anna, Cota Roberto, Cotto Mariangela, D'Ambrosio Antonio, Deorsola Sergio, Di Benedetto Alessandro, Dutto Claudio, Ferrero Caterina, Gallarini Pierluigi, Galli Daniele, Ghiglia Agostino, Ghigo Enzo Giordano Costantino, Leo Giampiero, Mancuso Gianni, Manica Giuliana Manolino Giuliano, Marcenaro Pietro, Marengo Pierluigi, Mellano Bruno Mercurio Domenico, Moriconi Enrico, Muliere Rocchino, Palma Carmelo Papandrea Rocco, Pedrale Luca, Pichetto Gilberto, Placido Roberto, Pozzo Giuseppe, Racchelli Ettore, Riba Lido, Riggio Angielino, Ronzani Wilmer Rossi Giacomo, Rossi Oreste, Saitta Antonino, Salerno Roberto, Scanderebech Deodato, Suino Marisa, Toselli Pietro Francesco, Vaglio Roberto, Valvo Cesare Maurizio.
Questo, dunque, è gran parte del lavoro che la Giunta per le elezioni aveva da compiere e, per propria responsabilità, doveva compiere nei confronti del Consiglio. La proposta della Giunta per le elezione è di procedere alla convalida dei 57 Consiglieri, con l'impegno personale di informare il Consiglio, entro i termini previsti dall'art.15 comma terzo delle restante decisioni per la convalida dei tre Consiglieri residui.



PRESIDENTE

Comunico al Consiglio che sono in distribuzione le schede per la votazione delle convalide.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocchino

Il Presidente Mellano ha ricordato che ieri, nel corso della riunione della Giunta per le elezioni, la decisione della convalida è stata presa a maggioranza, perché alcuni Consiglieri non erano d'accordo sulla procedura.
Io e la Consigliera Suino non abbiamo votato contro la convalida dei 57 Consiglieri citati dal Presidente Mellano, ma sul rinvio dell'esame della situazione degli altri tre Consiglieri, in quanto la Giunta per le Elezioni aveva tutti gli elementi per prendere una decisione nella giornata di ieri e portare una decisione collegiale all'attenzione dell'aula.
Siamo in presenza di alcune incompatibilità per quanto riguarda i Consiglieri Albano e Tomatis perché sindaci di comune, ma vorrei ricordare all'aula che la legge n. 154, all'art. 4, è estremamente chiara. A differenza di quando abbiamo discusso in aula sulla scelta di chi surrogare al posto della Consigliera Livia Turco che, in assenza di una legge chiara che si prestava a diverse interpretazioni, abbiamo portato in aula secondo me sbagliando - una discussione che poi si è conclusa nel modo in cui tutti sappiamo.
Oggi, invece, siamo di fronte ad una normativa molto chiara che non si presta ad interpretazioni. La legge n. 154, art. 4, recita in modo molto chiaro che la carica di Assessore o Sindaco di comune è incompatibile con la carica di Consigliere nel caso in cui gli stessi espletino le proprie funzioni all'interno della stessa regione. La legge in questo caso è molto chiara. Eravamo in grado di riconoscere, ieri come oggi, l'incompatibilità tra la carica di Sindaco e quella di Consigliere regionale. Se noi Consiglieri regionali, dopo la convalida, dovessimo candidarci alle elezioni comunali in qualità di Sindaco, questo non lo potremmo fare perché, ripeto, la carica di Consigliere è incompatibile con quella di Sindaco.
Oggi stiamo posticipando una decisioni che dovrebbe essere presa entro i termini fissati dalla legge, cioè entro 90 giorni. Ecco perché oggi abbiamo tutti gli elementi per decidere e non lo facciamo.
L'aspetto ancora più grave è che ieri, nella Giunta per le Elezioni abbiamo fatto riferimento ad una proposta di legge che è in discussione nell'VII Commissione, proprio per eliminare questo motivo di incompatibilità (non voglio entrare nel merito della proposta di legge perché non è in discussione oggi, ne discuteremo quando e se verrà in aula).
Vorrei ricordare ai Consiglieri regionali e al Presidente del Consiglio che secondo noi questo stralcio, dovuto ad una richiesta di ulteriori riflessioni e che noi non condividiamo è sbagliato. Ci auguriamo che questa riflessione non sia motivata dalla possibilità poi di portare in aula quella proposta di legge per eliminare l'incompatibilità, perché sarebbe sbagliato di fronte ad una legge nazionale che è molto chiara.
Anche perché quando siamo stati eletti Consiglieri regionali, e abbiamo affrontato la campagna elettorale per essere eletti in Consiglio regionale eravamo in presenza di una legge, tuttora vigente, molto chiara. Quindi non possiamo eliminare motivi di incompatibilità che erano presenti nel momento della nostra elezione.
Volevo, mi scusi Presidente, motivare - naturalmente voteremo a favore della convalida dei 57 Consiglieri - il nostro atteggiamento di ieri per lo stralcio della posizione di questi tre Consiglieri. Sapendo che la posizione del Consigliere Tapparo è ben diversa dagli altri due colleghi in quanto quest'ultimo, in qualità di Senatore, ha già presentato la lettera di dimissioni sia al Senato che alla Giunta per le elezioni.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Intervengo con alcune osservazioni sulla relazione del Presidente della Commissione e sull'intervento del Consigliere Muliere.
Su questa vicenda, come su altre, siamo in presenza di una questione di ordine generale che ha delle caratteristiche. Intervengo come opposizione ma non sarebbe diverso qualora facessi parte della maggioranza, perché su questioni di questo genere, che riguardano le regole e il funzionamento delle Istituzioni, noi dobbiamo assumere decisioni e posizioni che devono valere sempre ed erga omnes.
Insieme alla decisione che la Giunta ha assunto ieri vi è una problematica che è all'o.d.g. dell'VIII Commissione - convocata al termine della seduta odierna - collegata alla proposta di legge n. 102, presentata sulla prima attuazione dell'art. 122 della Costituzione, articolo modificato dalla legge n. 1/99, concernente l'elezione diretta del Presidente, che demanda a noi tutti la possibilità di definire testi sulle incompatibilità.
Dopo il dibattito sullo Statuto e sul Regolamento della Regione - con una validità e una valenza costituente - non ultimo quello in Commissione poi interrotto che riguardava le incompatibilità tra gli Assessori e i Consiglieri, adesso arriva questo testo che riguarda un caso specifico.
Penso al dibattito avvenuto all'interno della Giunta, alle difficoltà in cui la Giunta è incorsa per non essere riuscita a risolvere il problema delle "regole". Il problema delle "regole" va affrontato come un problema di ordine generale: esse devono valere sempre, erga omnes, e non possono applicarsi in modo diverso davanti agli innumerevoli casi specifici che di volta in volta possono presentarsi.
Una legislazione deve essere di ordine generale: se non ci mettiamo in quest'ottica, anche nel dibattito in Commissione sulla legge, non renderemo più semplice il lavoro della Giunta né comprensibile quanto stiamo qui facendo.
Non possiamo regolamentare la sola questione della incompatibilità dei Sindaci con una legge ad hoc, perché così lasceremo aperta, in generale, la questione delle incompatibilità e delle regole in altri ambiti. Apriremo anche il problema della retroattività o meno, che ritengo non esista per alcuna legge, né regionale né nazionale. Nel corso della scorsa campagna elettorale i Sindaci a cui era stata proposta (sapendo che incompatibili a candidarsi, decadono nel momento dell'eventuale elezione) non hanno accettato la propria candidatura per mantenere il mandato: quella incompatibilità sussisteva! Ho voluto inquadrare questa decisione della Giunta ...



(Interruzione per sospensione corrente elettrica)



MANICA Giuliana

...questi argomenti determinano sempre situazioni complicate. Se la mia voce ad un certo punto non si sentirà più è perché è successo qualche cosa ...



PRESIDENTE

Consigliera Manica, vuole concludere il suo intervento al buio?



MANICA Giuliana

Concludo richiamando appunto le caratteristiche testé dette nel dibattito.
Noi è con questi termini che vogliamo condurre il dibattito. Non mi sono riferita alle singole situazioni personali nei confronti dei quali abbiamo la più ampia comprensione nei confronti dei colleghi, ma il nostro atteggiamento è legato alle ragioni che ho cercato di spiegare.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa per motivi tecnici; si tratta di un black out esterno. Ci siamo informati: il generatore ha esaurito la sua autonomia. I lavori riprenderanno appena possibile.



(La seduta, sospesa alle ore 11.56 riprende alle ore 12.22)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Comunico che l'VIII Commissione è convocata per questa sera alle ore 17.30, dopo la seduta del Consiglio per l'esame del disegno di legge n. 102 "Norme di prima attuazione dell'articolo 122 della Costituzione così come modificato dalla legge costituzionale 22 novembre 1999, n. 1 'Disposizioni concernenti l'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale e l'autonomia statutaria delle Regioni".


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Proposta di deliberazione n. 20 "Convalida Consiglieri regionali (ai sensi art. 17 legge 17/2/68, n. 108 e art. 16 del Regolamento interno)" (seguito)


PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Intervengo brevemente sulle motivazione con cui la maggioranza della Giunta per le elezioni ha giustificato lo stralcio dei tre casi di manifesta incompatibilità, senza procedere alla contestazione della stessa secondo le procedure previste dal nostro Regolamento.
La cosa che vorrei comprendere dai proponenti - e su questo mi aspetterei anche un'assunzione di responsabilità da parte di chi questa soluzione ha proposto - quali sono gli approfondimenti che la Giunta per le elezioni si propone di realizzare nelle prossime settimane per verificare se sussistano casi di incompatibilità, assolutamente manifesta, rispetto a tre Consiglieri regionali.
Trattandosi in due casi, non di un caso di incompatibilità sanabile, e non ancora sanata unicamente per problemi di procedura del caso dell'incompatibilità del Senatore Tapparo, che ha già dichiarato di volersi dimettere dalla carica di Senatore e di avere già presentato le dimissioni ma di due casi di incompatibilità manifesta, di due Sindaci che non intendono dimettersi dalla carica di Sindaco. Vorrei capire, non l'ho capito dalla relazione del Presidente, che però, da quanto so, ha votato contro la risoluzione della Giunta delle Elezioni, cosa ci sia da approfondire rispetto al caso dell'incompatibilità dei due Sindaci.
Se non c'è nulla da approfondire, la Giunta delle Elezioni ha commesso un atto molto grave, nel senso che non solo ha dichiarato di dover approfondire ciò che non va approfondito - perché è manifesto - ma ha rinunciato ad esercitare le proprie prerogative e ad adempiere ai propri doveri.
E' vero che i termini previsti dal nostro Regolamento attribuiscono complessivamente 120 giorni al Consiglio e 90 giorni alla Giunta delle Elezioni per procedere alle proposte di convalida, ma è altrettanto vero che la situazione è chiarissima ed è sotto gli occhi di tutti, e la Giunta delle Elezioni ha rinunciato in maniera deliberata ad esercitare le proprie prerogative e ad adempiere ai propri doveri.
La motivazione è altrettanto manifesta; non voglio entrare nel merito ma si intende risolvere complessivamente la questione dell'incompatibilità per i Sindaci in carica attraverso una modifica della legge sull'incompatibilità, secondo quando è disposto dal nuovo art. 122 della Costituzione. Si apre, però, un problema ancora più grande, che ha a che fare con il nostro modo di procedere: affrontare questioni delicate, che riguardano gli assetti e i sistemi di regole complessivi nel funzionamento del nostro Consiglio e della sua configurazione, dinanzi agli occhi del cittadino. Questo deve essere sottolineato, perché stiamo mettendo mano a quanto dovremmo approvare in virtù del nuovo art. 122 della Costituzione unicamente con provvedimenti ad hoc o con provvedimenti ad personam.
Si interviene sull'incompatibilità - Consiglieri e Assessori - per dare attuazione ad una delibera di un partito politico. Si provvede a modificare la disciplina delle incompatibilità fra Sindaco e Consigliere comunale unicamente per salvare due casi di incompatibilità manifesta, ponendo - nel merito ne discuterà la Commissione Affari Istituzionali - una serie di gravi problemi di carattere formale, ma anche di merito.
Ovviamente parteciperò al voto della convalida, ma vorrei richiamare l'attenzione del Consiglio, perché se intendiamo procedere alla riforma del sistema delle regole complessive aspettando, ogni volta, che spunti un caso singolo per mettere mano a questa disciplina, faremo una pessima opera di legislazione. Probabilmente, anche dinanzi agli occhi dei cittadini, non daremo l'immagine specchiata di un Consiglio che fa alta legislazione, ma come è questo caso, e lo dico chiaramente - di daremo l'immagine di un Consiglio che si preoccupa di salvare i casi singoli, senza preoccuparsi di definire un quadro complessivo del sistema delle incompatibilità, che non riguarda solamente i Sindaci o i Parlamentari, ma tutti i cittadini essendo molte e molto articolate le cause di ineleggibilità ed incompatibilità.
In coda a questa discussione, mi aspetterei, se non altro per decenza istituzionale, che uno dei proponenti della proposta di stralcio spiegasse all'aula, ai propri colleghi di maggioranza e di opposizione, cosa c'è da approfondire, perché questa è la motivazione rispetto al problema della convalida dei Consiglieri Albano e Tomatis.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Grazie, Presidente. Chi ha proposto in Commissione lo stralcio, non è presente in aula e pertanto non può rispondere.
In realtà, non è vero quanto appena detto dal Consigliere Palma, nel senso che l'approfondimento era una delle motivazioni date per lo stralcio delle tre posizioni. Io stesso avevo espresso in Commissione ieri, e credo sia opportuno e necessario ribadirli oggi, alcuni concetti che considero importanti.
Il primo è che, nel momento in cui il legislatore delega un'assemblea per la verifica degli elementi di compatibilità o incompatibilità dei singoli Consiglieri, lo fa perché ritiene opportuno e necessario dare un termine di autotutela all'assemblea, che si basa non esclusivamente su valutazioni di carattere giuridico, ma anche su valutazioni di carattere politico.
Con questo, siamo ben lontani dal dire che, a seconda che un Consigliere appartenga alla maggioranza o alla minoranza, abbia la testa grossa o sia più simpatico, debba avere una valutazione A o una valutazione B; è evidente che le regole non possono che essere uguali per tutti, quindi devono stabilire un principio che non può essere valutato a seconda dell'individuazione del soggetto da confermare o da valutare.
Ricordo il caso del Consigliere Tomatis: abbiamo avuto delle soluzioni giuridiche e abbiamo fatto una scelta che non potrà essere che riconfermata nell'ipotesi in cui si riprospetti un caso analogo. Questo è evidente. Per è altrettanto evidente, salvaguardando il principio della certezza del diritto, che la legge ci concede un meccanismo discrezionale, di opportunità, di valutazione politica.
Questo meccanismo ci viene dato dal lasso di tempo che il legislatore prevede per conferire la convalida della nomina, dal momento dell'elezione al momento in cui questo termine viene a scadere.
E' evidente che vanno fatte delle valutazioni politiche. Le fanno ordinariamente anche i Pubblici Ministeri, che pur hanno l'obbligo dell'esercizio dell'azione penale, quando mandano a giudizio un processo piuttosto che un altro e nessuno se ne scandalizza; non capisco perché qui non si possano fare delle valutazioni anche di carattere politico nell'ambito del consentito e della legge.
Detto questo, sono due le considerazioni - ed ecco che motivo il mio dire - da portare avanti.
La prima, è di andare a verificare se politicamente è opportuno o meno valutare l'incompatibilità, in riferimento ai Comuni con un piccolissimo numero di abitanti. Dico questo perché è pacifico che c'è una proposta di legge che potrebbe entrare in vigore prima della scadenza del termine della convalida; si potrà discutere se questa legge sia applicabile ex nunc ex tunc, ma questo è un altro discorso.
In ogni caso, se passasse questa legge e se questa legge prevedesse la possibilità del permanere in carica di due Sindaci di Comuni con un piccolissimo numero di abitanti, a me sembrerebbe non corretto dichiarare l'incompatibilità di chi democraticamente è stato eletto dal popolo.
Questa è un'argomentazione che considero seria.
La seconda, e più seria, argomentazione è data dal fatto che i colleghi che sono stati eletti come Consiglieri regionali hanno - come tutti sappiamo - la possibilità di decidere se fare il Consigliere comunale o il Sindaco. Chiedo, allora, per quale motivo noi, nell'ambito di un potere che ci è concesso dalla legge, dobbiamo dire ai due Consiglieri che accorciamo loro il termine per cui si devono dimettere subito, in questo momento altrimenti decadono anche dalla carica di Consiglieri regionali.
E' una decisione seria, ponderata; i due Sindaci devono capire se vogliono continuare a guidare la città che li ha eletti o essere membri di un'assemblea regionale che li ha pure eletti, con responsabilità morali e politiche che si devono assumere.
Non vedo il motivo per cui non si possa concedere loro un lasso ulteriore di tempo, sempre nell'ambito della legge, per poter prendere questa seria decisione. Mi pare che non stia crollando il mondo.
Rappresento quelle che sono state le mie istanze, che non sono state istanze di valutazione giuridica della materia, che pur astrattamente sempre potrebbero essere, ma di valutazione politica e, tutto sommato, sono stato eletto per fare il Consigliere regionale proprio per fare valutazioni politiche



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Brigandì.
La parola al Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Signor Presidente e colleghi Consiglieri, intervengo su questo importante provvedimento anche per chiarire come mai, e certamente ce ne assumiamo la responsabilità, il Gruppo che presiedo, Forza Italia, è uno di quei Gruppi che ha chiesto che i tre casi, per cui al momento erano ancora necessari ulteriori approfondimenti, fossero di fatto rimandati - anche se poi, a nostro giudizio, la questione non è propriamente quella di rimandare il tutto a una seduta del mese di settembre - in modo che si possa fare un approfondimento maggiore e prendere, quindi, con serenità, una decisione definitiva sia all'interno della Giunta per le Elezioni, sia nell'aula consiliare.
E' stato detto da altri, e lo ripeto, che la legge n. 54 del 1981 fissa l'incompatibilità tra la carica di Consigliere regionale e la carica di Sindaco di un comune ricompreso nel territorio della Regione.
Abbiamo due colleghi, la Consigliera Albano e il Consigliere Tomatis che ricoprono attualmente anche l'incarico di Sindaco. Riprendendo il concetto illustrato dall'amico e collega Brigandì, abbiamo anche il dovere rispettando il mandato popolare degli elettori di quei comuni che li hanno eletti primi cittadini, di approfondire e di prendere una decisione solo successivamente ad una convinzione serena e possibilmente unanime.
L'art. 122 della Costituzione, così com'è stato modificato dalla legge n. 1 del 22 novembre del 1999, che riguarda le disposizioni concernenti per l'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale e l'autonomia statutaria delle Regioni, dà facoltà alle singole Regioni di normare e di assumere una legge regionale per fissare le proprie incompatibilità.
Molti sono d'accordo su questo; altri asseriscono, invece, che la legge nazionale non sia superabile e che pertanto questa incompatibilità persista.
Com'è noto, giace all'ordine del giorno, se non ricordo male, della riunione di questa sera dell'VIII Commissione, un progetto di legge proprio su questo punto, che prevede la possibilità, per i Sindaci dei piccoli comuni, di ricoprire in contemporaneità l'incarico di Sindaco e di Consigliere della Regione.
Siccome il termine fissato per valutare all'interno della Giunta per le Elezioni e votare definitivamente in aula eventuali incompatibilità, o eventuali cause di ineleggibilità, è pari a novanta giorni, con la sospensione, se non ricordo male, del mese di agosto, poiché il primo Consiglio regionale si è tenuto il 29 di maggio, i 90 giorni, con il periodo della sospensione, scadono il 29 settembre. Credo, quindi, che non ci sia nulla di scandaloso o di offensivo verso l'istituto del Consiglio regionale nella sua complessità e verso gli elettori che ci hanno portato in quest'aula se vogliamo garantire un approfondimento di questo tema e l'inizio di questo iter legislativo, quindi anche nel rispetto di chi ha presentato questa legge e nel rispetto dei lavori che la Commissione consiliare dovrà avviare questa sera, in una seduta del mese di settembre.
Faccio una battuta: se questo non sarà possibile, i Consiglieri Tomatis e Albano faranno una scelta. Dovranno scegliere se rimanere in quest'aula a ricoprire il ruolo di Consiglieri regionali della Regione Piemonte o se rimanere Sindaci dei loro comuni. Solo allora, perché abbiamo il dovere di dar loro la possibilità di valutare anche quel mandato elettorale che gli elettori rispettivamente gli hanno conferito eleggendoli primi cittadini dei loro comuni, quindi dovranno fare una scelta serena.
Credo che valga la pena di aspettare questi trenta giorni (togliamo i trenta giorni delle ferie perché non a caso, anche a norma di Statuto e Regolamento, sono sospesi). Ne siamo estremamente convinti, non ci vediamo nulla di scandaloso, anzi riteniamo che sia estremamente utile e rispettoso verso gli elettori in senso generale.
Crediamo, invece, che chi sostiene che occorra decidere oggi o che bisognava decidere ieri, se non proprio un accanimento, vuole montare una pretestuosa polemica. Questo è il nostro parere.
Noi rispettiamo le opinioni degli altri e speriamo che anche gli altri vogliamo rispettare la nostra posizione.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Cattaneo.
La parola al Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Mi rifaccio a quello che ha testé detto il Presidente Cattaneo. Ieri ho usato il termine "accanimento" riguardo ad una discussione che si è svolta in VIII Commissione su una proposta di legge che è stata presentata e che fissa alcune incompatibilità su cui questa Regione avrà il compito di prendere delle decisioni e, soprattutto, sulle quali avrà l'obbligo di legiferare. Quindi mi riesce bene, rispetto a quello che ha detto il Consigliere Cattaneo, chiedere oggi quello che ho chiesto ieri.
La legge fissa dei tempi. Questi tempi non sono scaduti. A chi giova la fretta? Non faccio la battuta che in Italia non si è mai vista un'assemblea legislativa che abbia fretta o che faccia in fretta a produrre qualcosa perché sarebbe autolesionistico, anche se trasversale, per gli schieramenti politici, partitici, regionali, nazionali, comunali e quant'altro. Vorrei capire a chi giova la fretta, perché mentre la legge stabilisce novanta giorni e dà la possibilità di approfondire, dà anche la possibilità di legiferare su una materia riguardo alla quale è nostro dovere specifico e precipuo legiferare. Capisco ancor meno perché questa fretta ci deve costringere ad assumere delle decisioni per le quali, invece, la legge ci consente dei tempi maggiori.
Dico di più: perché in questo periodo che la legge ci concede - quindi nessuno di noi è in ritardo - non dovremmo andare a discutere e a decidere su una proposta di legge che inizia a fissare delle incompatibilità, visto che all'ordine del giorno dell'VIII Commissione non c'è altro? Nulla impedisce questo. Nulla impedisce ad un'assemblea legislativa di legiferare e nulla lo deve impedire, perché se a qualcuno venisse in mente di dire: "Voi fate le leggi ad personam, con nome e cognome", potrei esattamente dire la stessa cosa rovesciandola e rispondere: "Allora il tuo è un accanimento con nome e cognome, è una non legge con nome e cognome, è una non presa di posizione con nome e cognome". Potrei dire una cosa ben più grave: "Allora tu non vuoi permettere ad un Consiglio regionale, che ha i tempi e i modi per farlo, di legiferare su una materia relativamente alla quale ha una competenza propria e specifica".
Secondo me, rispetto a un dubbio che può rimanere vivo, ma con la dietrologia si può sempre far politica, qualche sospetto o qualche illazione li susciti sempre. Non c'è problema, con la dietrologia si pu far politica. Abbiamo due dati oggettivi, però, che non sono dietrologia: uno, non sono esauriti i tempi che la legge ci concede per decidere, perch i 90 giorni non sono decorsi, ed è un dato oggettivo; 2) abbiamo tutto il tempo per legiferare in materia di incompatibilità.
Riallacciandomi agli aggettivi usati dal Presidente della Giunta nel suo discorso di apertura, rispetto alla velocità dei procedimenti amministrativi - questa sera c'è l'VIII Commissione - possiamo tranquillamente decidere in quanto è nostro compito e dovere entrare nel merito, eventualmente, fissando ed allargando il ventaglio delle incompatibilità, producendo una normativa più ampia. Comunque, nel caso non riuscissimo a terminare questa sera, abbiamo tempo fino al 21 settembre.
Nessuno ci obbliga ad andare in vacanza né il 27 luglio né il primo di agosto: abbiamo tempo fino al 21 settembre. Quindi quasi due mesi di tempo colleghi - stante la pausa estiva, per lavorare con tranquillità e con equilibrio, senza legiferare leggi né pro né contro con nome e cognome perché altrimenti si riduce a questo, andare a fare una bella legge sulle incompatibilità che riguardano la Regione Piemonte e sulle quali - ripeto abbiamo il dovere di legiferare.
Concludo, Presidente, chiedendo - chiedendo a me stesso, non a qualcuno in particolare, altrimenti anch'io cadrei nella logica della politica fatta solo con la dietrologia - a chi giova tutta questa fretta.
Grazie.



PRESIDENTE

Ringrazio il Presidente Ghiglia.
Ha chiesto la parola il Consigliere Angeleri; ne ha facoltà.



ANGELERI Antonello

Signor Presidente, anch'io mi unisco al coro di chi richiede giustamente e motivatamente, un approfondimento su questa materia, che, tra l'altro, ci compete e su cui abbiamo, come diceva il collega Ghiglia, il dovere di legiferare. All'interno della Commissione abbiamo già manifestato questo tipo di parere, oltretutto supportato da alcune leggi che, in materia, appaiono a dir poco contraddittorie tra di loro. Cito la L.N. n.
265 del 1999, che - guarda caso - venne approvata a distanza di due mesi dalle elezioni, secondo cui un Sindaco può essere contemporaneamente anche Assessore provinciale. Sappiamo tutti che qualsiasi parlamentare può anche essere Sindaco in Comuni sotto i ventimila abitanti.
In questo quadro, diventa complicato capire le prese di posizione attuali dell'opposizione, che sostiene di intervenire immediatamente senza approfondire un tema che non riguarda soltanto i due Sindaci interessati ma ci sono anche altri aspetti che dobbiamo necessariamente guardare con attenzione proprio per le competenze affidateci.
In questo senso, ribadiamo la nostra posizione già espressa all'interno della Commissione. Stiamo per approvare, oggi, la lista che ci verrà presentata, quindi, la convalida dei 57 Consiglieri, per approfondire all'interno della Commissione una materia che, purtroppo, come minimo, è un po' contraddittoria a livello nazionale.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Angeleri.
Propongo di procedere, a scrutinio segreto, alla convalida dei 57 Consiglieri per i quali non sono state rilevate cause di ineleggibilità o di incompatibilità Vi verrà distribuita una scheda. Per votare la convalida dei 57 Consiglieri, si vota "sì"; per votare contro, si vota "no".



PRESIDENTE

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



PRESIDENTE

Siccome, per mia colpa, ero distratto dal collega Cattaneo e avrei voluto dire due parole su questo punto, chiedo se è possibile intervenire.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Volevo soltanto fare un chiarimento, in quanto, da parte nostra, non vi è né accanimento né dietrologia su questo punto, che pure consideriamo molto delicato.
A noi la questione sembra molto semplice. E' indubbiamente vero che esiste un potere di deliberazione in materia di incompatibilità affidato dalla legge di riforma costituzionale, che modifica l'art. 122, a questo Consiglio regionale.
Ciò detto, la questione richiederebbe di essere affrontata nel suo insieme. Come sappiamo, il problema è legato alla ridefinizione dello Statuto della Regione Piemonte. Rischiamo che il Consiglio regionale invece di affrontare la discussione del sistema delle incompatibilità con una modalità organica di coerenza e di principi, ci presenti una serie di provvedimenti, uno dopo l'altro, di varia origine. E' il tentativo di dare risposte puntuali a questo problema, a quella contraddizione e a quella esigenza di mediazione, che si deve dare all'interno delle forze politiche.
Questa situazione sposta il piano della nostra discussione e del nostro lavoro, impedendo che una discussione di rilievo, spettante al potere di questo Consiglio, abbia il carattere che dovrebbe avere, cioè la costituzione di un sistema di regole regionali che esprimano una loro coerenza adeguata all'importanza del mandato affidato.
Invece, siamo in un contesto diverso.
Questo, secondo me, ha effetti negativi, per quali motivi? Presidente e cari colleghi, noi eravamo a conoscenza di queste incompatibilità da quando abbiamo formato le liste elettorali, e i candidati hanno deciso se candidarsi o meno. Alcuni Sindaci avrebbero potuto candidarsi e non lo hanno fatto semplicemente perché esisteva una normativa che, prevedendo l'incompatibilità, ha operato una selezione.
Dubito molto che una decisione alla quale pure dovremo concorrere, che riguarda l'incompatibilità, possa avere un effetto retroattivo su un quadro di scelte che si è compiuto in un'altra fase, in un'altra situazione, con altre leggi. E' evidente che, se c'è un potere di decisione di quest'aula è altrettanto evidente che, in mancanza di altra legislazione, vale quella vigente a livello nazionale come l'unica di riferimento.
Segnalo soltanto questi aspetti: da un lato, stiamo svuotando una discussione impegnativa sulle regole e sullo Statuto di tutto il Consiglio attraverso questi atti; dall'altro, rilevo un rischio molto forte - non so se i colleghi degli altri Gruppi non lo vedano - e cioè che si trapassi sempre il limite di fondo, ovvero il limite che stabilisce la differenza tra le questioni politiche sulle quali ha un senso che un sistema maggioritario eserciti pienamente il mandato elettorale che ha avuto e quello che riguarda, invece, altri aspetti su cui sarebbe bene che ci fosse, secondo me, un atteggiamento diverso. Se ogni volta che se ne ravvede la necessità si pensa, utilizzando una maggioranza, di poter cambiare le regole, penso semplicemente che ci immettiamo su una strada pericolosa per tutti. Vi richiamo su questo punto a una valutazione perché, francamente, mi sembra utopistico pensare, come mi pare di aver capito da alcuni interventi, in particolare da quello del Presidente Ghiglia, di andare avanti questa sera per discutere un punto del genere in mezz'ora, con un voto già deciso, con una VIII Commissione che approva una legge e giovedì la porta in aula. Questa è la discussione sull'incompatibilità e sullo Statuto che il Consiglio regionale dovrebbe affrontare questa sera in queste condizioni.
Voi ditemi pure che naturalmente questo fa parte delle prerogative e dello spirito costituente di quest'aula, ma lasciate a me almeno la possibilità di avere dei dubbi.



PRESIDENTE

Prima di procedere alla votazione a scrutinio segreto della proposta di deliberazione relativa alla convalida dei Consiglieri regionali della presente legislatura, nomino come Consigliere scrutatore il Consigliere Costa Enrico.



(Il Consigliere Segretario Mancuso effettua l'appello nominale)



(Si procede alla votazione a scrutinio segreto)



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la votazione. Si proceda, pertanto, allo spoglio delle schede. Successivamente comunicherò l'esito della votazione.


Argomento: Commercio

Esame ordine del giorno n. 34 relativo a "Necessità di modificare la l.r. 28/1999 e la delibera 563-13414" presentato dal Consigliere Saitta e ordini del giorno collegati


PRESIDENTE

Passiamo ora all'ordine del giorno n. 34 del Consigliere Saitta, di cui al punto 5) all'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, esprimo innanzitutto una soddisfazione dal punto di vista politico, perché finalmente quest'aula ha modo di valutare e discutere la legge regionale n. 28 sul commercio.
Una legge voluta da questa maggioranza, ma fortemente contestata da parte nostra. Il tempo per fortuna è servito ad evidenziare i limiti della legge regionale, anche perché all'interno del Gruppo di Forza Italia è emerso un utile dibattito che apprezzo e che ha evidenziato come le nostre osservazioni sulla proposta non erano osservazioni campate in aria, ma osservazioni condivise.
L'altro giorno in Commissione consiliare, discutendo di una proposta di deliberazione del collega Pedrale, ho avuto modo di dire - mi pare che risulti a verbale - di condividere tutto, completamente tutto ciò che il collega Pedrale ha detto in ordine al rapporto tra piccolo commercio e grande distribuzione. E quindi con soddisfazione constato questo dibattito all'interno di Forza Italia, e constato soprattutto che una parte consistente di Forza Italia dà un giudizio sufficientemente negativo sulla legge, fino ad arrivare a suggerire delle proposte di modifiche partendo da un caso particolare.
E' chiaro che questo ordine del giorno, che noi abbiamo presentato il 6 luglio, ha provocato una grande attenzione anche da parte di tutti i Gruppi consiliari, e di questo in qualche maniera siamo contenti. Tutti i Gruppi consiliari, compresa la maggioranza, compreso chi ha votato quella legge dicono: "Quella legge va ridiscussa, va ridefinita". Quindi oggi la situazione è questa: si discute un ordine del giorno che dovrebbe impegnare la Giunta a una modifica complessiva della legge, evidentemente anche della deliberazione.
E' chiaro che facciamo questa rivisitazione della legge partendo da un caso specifico. Nell'ordine del giorno abbiamo voluto indicare il caso dell'insediamento commerciale di Santhià, che diventa e che è quel caso sicuramente ce ne sono altri, ma questo è quello che emerge sotto i riflettori in modo particolare a Vercelli, anche grazie all'intervento del collega Pedrale e degli altri colleghi della zona e da parte del Coordinatore di Forza Italia, che hanno puntato i riflettori su quell'intervento, su Santhià, per evidenziare come quell'intervento pone dei problemi di rivisitazione della legge.
Non solo, ma quella vicenda, con interventi da parte di parecchi uomini politici di Forza Italia, ha evidenziato anche come la vicenda dell'insediamento commerciale di Santhià sia una vicenda che necessita di chiarimenti. Necessita di essere chiarita anche perché la Regione è stata interrogata da parte del Coordinatore di Forza Italia, è stata interrogata da parte del Presidente dell'ASCOM, che è anche Presidente della Provincia di Vercelli...



(Interruzione fuori microfono del Presidente del Presidente della Giunta regionale)



SAITTA Antonino

Cosa dovrei dire, scusi? Dico solo che, oltre a essere Presidente dell'ASCOM, è anche Presidente della Provincia di Vercelli, di Forza Italia, e ha espresso dei giudizi pesanti, nel senso che in alcune parti delle due lettere inviate a tutti i Consiglieri, il Presidente dell'ASCOM e il Direttore hanno chiamato in causa il ruolo istituzionale della Regione e secondo queste lettere è stato un ruolo non sempre chiaro. Questo è il contenuto delle lettere.
La volta scorsa mi è stato impedito di parlare di questa vicenda, anche perché, essendo appunto la Regione interrogata, volevo farmi interprete delle questioni che il Presidente della Provincia di Vercelli ha posto e siccome nessuno della maggioranza, tranne qualche eccezione, se n'è fatto carico, volevo farmene carico e volevo farmi carico di alcune osservazioni di carattere puntuale su questo intervento.
Vedete, l'on. Rosso e i colleghi di Forza Italia (l'on. Piccioni, mi pare, e il Consigliere regionale Pedrale) qualche tempo fa - per la verità non molto tempo fa - ci hanno in qualche maniera sfidato. Sul piano politico, evidentemente. Hanno detto localmente: "Noi di Forza Italia siamo contro la grande distribuzione, vogliamo bloccare questo intervento - e non soltanto questo intervento - di Santhià, vogliamo vedere che cosa fanno le altre forze politiche, in modo particolare vogliamo vedere cosa fa il centro-sinistra". Mi pare che questo sia stato il guanto della sfida che ci è stato lanciato.
A quella osservazione ho risposto che il guanto della sfida andava rivolto anche a Forza Italia, alla maggioranza, che ha la responsabilità di quella legge, ma in ogni caso quella sfida la cogliamo, nel senso che siamo disponibili - perché eravamo già contrari a quella legge allora - ad approvare quegli emendamenti anche parziali che sono stati proposti per la modifica della deliberazione. Quindi, al di là delle posizioni e dei giudizi di incompletezza, qualora si dovesse discutere di quell'emendamento, noi siamo d'accordo, anche se è un intervento parziale e debbo dire che, qualora venisse ritirato, insieme al collega Tomatis e credo altri colleghi firmeremo quell'emendamento, perché ci sembra un modo serio, a questo punto, per avviare una discussione che non si è voluta fare a suo tempo.
Per quanto riguarda l'intervento di Santhià, la questione nasce e ha suscitato la nostra attenzione non soltanto per la lettera dell'ASCOM, ma perché il Presidente Ghigo aveva espresso una posizione favorevole all'intervento in occasione di una conferenza stampa organizzata dalla società statunitense che realizza l'intervento. Aveva espresso un parere favorevole, parere non condiviso da una parte di Forza Italia.
Il Presidente dell'ASCOM di Vercelli, nella lettera del 29 giugno inviata a tutti i Consiglieri regionali, ci dice che "per questa vicenda ci sono aspetti di carattere tecnico-giuridico ed etico-politico quantomeno discutibili, sicuramente disinvolti, certamente preoccupanti". E aggiunge: "Inoltre tempi, metodi, procedure e ruoli istituzionali hanno contribuito a rendere oggettivamente oscuri i contorni di questo affare". Questo è quello che ci ha scritto. Io ho tratto alcuni pezzi, ma vi posso garantire, per chi ha avuto la bontà di leggere questa lettera, ma anche l'ultima lettera dell'ASCOM di Vercelli, quella che ci è stata consegnata in occasione della consultazione, che si riconfermano queste opinioni, questi giudizi, si sottolineano questi dubbi e si aggiungono ancora dubbi nuovi.
Che cosa è capitato su Santhià? Non è mia abitudine rilevare responsabilità, il ragionamento è soltanto politico. E' stato il collega Cattaneo a inviare il verbale del mio intervento della volta scorsa. Allora non ho potuto sviluppare l'intervento, mi sono soltanto riferito al contenuto, alle linee essenziali che avrei voluto trattare.
Essendo stato inviato il verbale da parte del collega Cattaneo in Procura, credo che anche da parte mia sia doveroso informare il Consiglio delle questioni che ho avuto modo di trattare poi in una conferenza stampa e che oggi riprendo, utilizzando a conferma la lettera dell'ASCOM che è stata presentata nell'ultima consultazione.
Le questioni sono sostanzialmente queste. L'ASCOM sostiene che dal momento in cui è stato presentato il disegno di legge sul commercio, è intervenuta una serie di passaggi di proprietà che ha in qualche maniera favorito alcuni imprenditori. Questo è il rilievo che fa l'ASCOM, e richiama il ruolo di alcune società e di alcuni ruoli istituzionali richiama il ruolo di Nordind, richiama il ruolo del Comune di Santhià, in alcune parti - e soprattutto nell'ultima lettera - richiama anche il ruolo della Regione e quello di ITP.
Queste due lettere sono abbastanza precise. Quali sono le questioni? Le questioni sono sostanzialmente le seguenti.
Il Comune di Santhià ha un'area ad insediamento produttivo, che affida a Nordind - che, come voi sapete, è una società partecipata della Finpiemonte - in base a una convenzione, per realizzare l'insediamento produttivo. Nordind, per realizzare questo obiettivo, costituisce un'associazione in partecipazione tra Nordind, Finpiemonte, CIV e Impresa Guerrini. In base a questa convenzione col Comune di Santhià - come succede normalmente, quindi una convenzione con una società pubblica - Nordind attraverso l'associazione di partecipazione, acquista i terreni dei privati a un costo di 844 milioni e poi, successivamente, li rivende a un privato al valore di 2,474 miliardi.
Perché vengono venduti a questo privato, cioè a questa società SVIM, e non ad altri? E' questa un'altra questione sollevata dall'ASCOM, e credo che debba essere oggetto di chiarimento.
Nordind vende questi terreni alla Società SVIM (quindi ad un privato ad una S.p.a.) perché il sindaco del Comune di Santhià, con una lettera (senza neppure una deliberazione!) sostanzialmente dice: "Prendete contatti con il Presidente della SVIM per vendere i terreni di Nordind a questo privato". Dice ancora, il sindaco di Santhià: "Vi posso assicurare che questa è una società solida, per cui vendete questi terreni". Dopo questa lettera, Nordind avvia immediatamente le trattative per la vendita dei terreni alla SVIM.
C'è da notare una cosa, e tengo a precisare che questa non è una responsabilità della Regione: il comune di Santhià dice di aver verificato la consistenza finanziaria di questa società. Non sappiamo come ha potuto farlo, perché la Società viene iscritta dopo al Tribunale. E' una società nata in prossimità dell'approvazione della legge. Quando il sindaco ha detto: "Questa società è solida", la società non era neppure iscritta alla Camera di Commercio.
Si tratta di informazioni che, in qualche modo, credo sia riuscito a raccogliere attraverso un rapporto con Nordind e Finpiemonte. In ogni caso Nordind, sulla base di questa lettera del Comune di Santhià, avvia la trattativa con la SVIM, deliberando di approvare l'accordo con la SVIM, a condizione che questo accordo sia accettato dagli associati in partecipazione e abbia l'assenso del Comune di Santhià. Il compromesso viene stipulato il 19 luglio. L'assenso del Comune, in realtà, arriva solo dopo la stipula del compromesso, anche se avrebbe dovuto arrivare prima: arriva il 29 luglio, mentre l'accordo per la compravendita è del 19 luglio.
Anche quella di assenso è una lettera del Comune di Santhià non suffragata da alcuna deliberazione. Contiene l'assenso da parte del Sindaco, che dice: " Va bene, vendete i terreni". In seguito, è molto probabile che ci sia stata una serie di contatti tra SVIM, Nordind Finpiemonte, la Regione, per vedere come e dove localizzare l'intervento per arrivare ad una sua definizione più precisa, per localizzare un intervento di 12.000 mq più 6.000 mq di servizi in quell'area del Comune di Santhià, in quell'area della Nordind venduta alla SVIM.
La Regione Piemonte era stata informata di questa volontà di intervento della SVIM e della società americana a Santhià. Si erano svolti degli incontri, anche con la Giunta. Era stato dato, complessivamente, un assenso, anche perché era compatibile con la legge che avrebbe dovuto essere approvata e con il Piano regolatore. D'altronde, il disegno di legge era pubblico, non segreto. Credo che in linea di massima sia stato dato un assenso (non so se dagli uffici della Regione) per quell'intervento, in quanto compatibile con la legge, se approvata nel testo presentato.
Il 29 ottobre il Consiglio regionale approva la deliberazione in attuazione della legge sul commercio...



(Interruzione fuori microfono del Presidente della Giunta regionale)



SAITTA Antonino

Dicevo: solo qualche giorno dopo viene approvata dal Consiglio regionale anche la deliberazione di attuazione della legge sul commercio.
Immediatamente dopo, il 10/12/99, si stipula l'atto di compravendita dei terreni Nordind-SVIM. Nordind cede a questa società di privati anche la realizzazione delle opere di urbanizzazione.
Però, bisogna fare un'osservazione. Poteva Nordind cedere questo diritto, ricevuto attraverso una convenzione con il Comune? Poteva cederlo a privati? E' possibile che Nordind e Finpiemonte non sapessero di questo fatto, considerato che sono Amministrazioni pubbliche? Nell'atto di acquisto si dice che le opere di urbanizzazione nell'area in oggetto sono state parzialmente realizzate. Allora, occorre fare ancora un'altra osservazione. Come si concilia questa affermazione contenuta nell'atto, che i terreni sono parzialmente urbanizzati, con l'affermazione del Presidente della Provincia di Vercelli, che ci scrive che quell'area non è stata assolutamente urbanizzata? Il Presidente della Provincia di Vercelli ha consegnato al Presidente della Commissione, Salerno, anche la documentazione fotografica: dalle fotografie si vede che nell'area c'è granoturco. L'area non è stata urbanizzata. Ma se l'area non è stata urbanizzata, come sostiene l'ASCOM (faccio una riflessione ritenendo vero quanto scritto dal Presidente della Provincia di Vercelli), poteva Nordind società pubblica, vendere dei terreni, fare attività di pura e semplice intermediazione immobiliare? L'oggetto sociale di Nordind, indicato nell'art. 4 dello Statuto, è un altro. Esclude la possibilità d'intermediazione. L'art. 4 dello Statuto recita che la società ha per oggetto la realizzazione e la gestione di aree attrezzate per l'insediamento delle attività economiche-produttive, nonch gli interventi di ristrutturazione, razionalizzazione e recupero degli immobili industriali e artigianali esistenti. Quindi, sorge ancora un'altra osservazione: Finpiemonte è sempre stata a conoscenza delle procedure per la vendita dell'area, in quanto azionista maggioritario di Nordind e in quanto partecipante principale, con il 75%, dell'associazione in partecipazione, cioè Finpiemonte è quello che ha messo la maggior parte di quattrini per comprare i terreni.
Allora la domanda è questa: pur sapendo questo, cioè che i terreni non erano stati urbanizzati, perché Finpiemonte ha partecipato a un'associazione in partecipazione per svolgere attività di intermediazione? E' un compito di Finpiemonte?



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, mi scusi, le ricordo che ha solo più un minuto e trenta secondi.



SAITTA Antonino

Le chiedo la possibilità di parlare qualche minuto in più.



PRESIDENTE

Gliel'ho detto, così si regola.



SAITTA Antonino

Sì, d'accordo.
Perché Nordind e Finpiemonte, società per azioni pubbliche, si sono limitate a fare una trattativa con un solo privato? L'ha fatto soltanto su una segnalazione del Comune di Santhià.
Perché Nordind e Finpiemonte non si sono posti l'obiettivo di mettere in concorrenza i privati per la vendita del terreno e ciò soprattutto in considerazione che era noto che l'area di Santhià, un'area di quelle dimensioni e in quella posizione, è l'area più interessante come localizzazione nell'asse Torino-Milano? E' certo che se avesse messo in concorrenza essendo un'area interessante, d'altronde lo sapevamo, Assessore Pichetto: il Comune di Santhià nell'asse Torino-Milano è l'unico sub-polo, quindi l'unico Comune dove era possibile fare interventi di 12.000 metri quadri e allora è proprio possibile che Finpiemonte non sapesse nulla? Che quel sub-polo era l'unico sub-polo e quindi quell'area era un'area rara e quindi in qualche maniera una società pubblica aveva il dovere di mettere in concorrenza i privati per aumentare i suoi ricavi? E' questa la questione che pongo.
E' difficile immaginare che la Regione Piemonte non sapesse nulla di questo, considerato che il Presidente di Finpiemonte è Presidente noto alla Giunta, così anche l'amministratore delegato di Nord-Ind era un personaggio noto, anche per i rapporti che ha avuto e che ha con la SVIM.
Altra domanda...



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, è scaduto il tempo a sua disposizione. Sappia che le lascio ancora due minuti.



SAITTA Antonino

Grazie Presidente.
Concludo non dico questa ricostruzione, ma questi interrogativi. Ho voluto riprendere questi interrogativi e l'ho voluto fare per dissociarmi in qualche maniera da una responsabilità pesante che è emersa nelle lettere che il Presidente dell'ASCOM e Presidente della Provincia di Vercelli ci ha inviato.
Se qualcuno ha svolto un ruolo non chiaro in questa vicenda non è certamente la minoranza, non siamo certamente noi. Quindi queste lettere credo che vadano inviate soltanto a chi ha avuto responsabilità e siccome ci sono richiami molto pesanti e aspetti di carattere tecnico-giuridico in queste due lettere, io credo che queste lettere meritino una risposta da parte della Giunta e da parte del Presidente della Giunta.
Ultima considerazione. Colleghi della Giunta, perché questa attenzione attorno a questa vicenda? L'attenzione è perché i colleghi l'hanno richiamata, i colleghi della Provincia di Vercelli e in modo particolare il collega Pedrale, ma poi perché in quest'aula continua ad esserci un sospetto, un sospetto che è stato alimentato...



PRESIDENTE

La prego di concludere.



SAITTA Antonino

Ho finito. Dicevo che c'è un sospetto che è stato alimentato non dai Popolari, non dalla minoranza, ma è stato alimentato dal Segretario regionale di Forza Italia, il quale all'indomani delle elezioni dichiarò su un giornale, e non ha mai smentito, che alcuni Assessori che sono stati riconfermati per la campagna elettorale hanno utilizzato...



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Brigandì)



PRESIDENTE

Concluda veramente, Consigliere Saitta. Concluda il periodo.



SAITTA Antonino

Ho finito davvero.
Hanno utilizzato risorse e sostegno da parte di privati in cambio di delibere e appalti! Questo è un sospetto che continua ad aleggiare, fino a quando non verrà smentito e fino a quando gli Assessori che sono stati riconfermati non smentiranno nei fatti, con interventi forti, anche il coordinatore di Forza Italia.
Questa è una vicenda, ma la questione sul commercio ci pare che sia...



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, sono costretto a toglierle la parola.



(Interruzione fuori microfono del Presidente della Giunta regionale)



PRESIDENTE

Ha chiesto di parlare il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Presidente, chiedo la parola per fatto personale.



PRESIDENTE

Non gliela concedo perché il Presidente Ghigo non ha chiesto la parola.



SAITTA Antonino

Ma abbiamo sentito tutti quello che ha detto il Presidente Ghigo!



PRESIDENTE

Sì, ma non è entrato nel dibattito.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Papandrea)



PRESIDENTE

Infatti! Invito i Consiglieri a parlare quando hanno la parola. Il Consigliere Saitta ha parlato, gentilmente lui stesso ha concluso...



(Interruzione fuori microfono della Consigliera Manica)



(Proteste dei Consiglieri Papandrea e Saitta)



PRESIDENTE

Abbiate pazienza colleghi, adesso ha la parola il Consigliere Ronzani.



(Interruzione fuori microfono del Consigliere Saitta)



PRESIDENTE

Richiamo il Presidente Ghigo come tutti i Consiglieri a parlare quando hanno la parola, Consigliere Saitta. Il Presidente Ghigo è un Consigliere quindi richiamo anche lui.



SAITTA Antonino

Per il contenuto delle cose che ha detto!



PRESIDENTE

Io non ho sentito, Consigliere Saitta, abbia pazienza, perché sento soltanto gli interventi a microfono e mi ero distratto per l'ordine dei lavori. Grazie.



(Commenti dei Consiglieri Papandrea e Manica)



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Le parole in quest'aula restano, al di là del fatto che siano state o meno verbalizzate. Siccome tutti siamo maggiorenni e vaccinati, tutti abbiamo sentito le affermazioni che ha fatto il Presidente della Giunta quindi non serve invocare il fatto che lei era disattento! Siamo adulti siamo maggiorenni e vaccinati, Presidente del Consiglio! Io comunque volevo intervenire per cercare di mettere ordine in questa vicenda e fissare, per quanto ci riguarda, alcuni punti fermi, perch francamente in questa vicenda si sta dicendo tutto e il contrario di tutto.
E' sufficiente aprire un giornale della cronaca locale di Santhià e voi avrete uno spaccato di ciò che dice Forza Italia a Santhià. Venite a Torino (io prendo il treno e vengo a Torino) e scoprite che altra è la posizione che assume il Partito del Consigliere Pedrale o che ha assunto il Partito del Consigliere Pedrale. E allora forse conviene ricostruire i fatti che sono poi quelli che ci aiutano a capire meglio il senso di questa vicenda e secondo me anche definire una posizione in ordine per esempio al tema che è all'o.d.g.: la riforma della legge sul commercio.
I fatti sono: che il Consiglio regionale nella precedente legislatura ha approvato la legge sul commercio (legge regionale sul commercio votata dalla maggioranza di questo Consiglio regionale, quindi anche da Forza Italia); che su quella base una società americana ha deciso di fare un investimento a Santhià, che il Presidente della Giunta - questo lo dico perché l'ho letto sui bollettini che ci mandate, Presidente Ghigo - ha espresso parole di apprezzamento nei confronti della scelta di questa società di localizzare il proprio investimento in quel di Santhià considerando quella zona interessante.
C'è stato un ruolo attivo dell'amministrazione comunale di Santhià (espressione tra l'altro anche di Forza Italia); il Comune ha gestito questa vicenda in maniera poco trasparente e senza dare le informazioni necessarie. Questo è quello che emerge a Santhià.
Quell'amministrazione è commissariata e qui si pone un problema Consiglieri: che noi affrontiamo questa discussione per vostra responsabilità, senza avere sul territorio un potere democratico che, nella fase che si apre, avrebbe potuto entrare nel merito della vicenda o per opporsi o per tentare di rendere quell'insediamento compatibile con i problemi ambientali, viari e occupazionali che sicuramente un intervento di quel tipo provocherà sul territorio.
In ultimo ci sono le questioni che ha posto il Consigliere Saitta.
Anch'io sono rimasto colpito dal fatto che in audizione il Presidente dell'ASCOM non parlava disinvoltamente né come Presidente dell'ASCOM e nemmeno come Presidente della Provincia. Ma questo è un problema vostro e dell'Onorevole Rosso: avete scelto quel Presidente per vincere le elezioni nella Provincia di Vercelli. Quello stesso Presidente in audizione ha parlato come Presidente "double face": prima come Presidente dell'ASCOM e poi come Presidente della Provincia, facendo pesanti apprezzamenti sull'operazione.
Consigliere Pedrale, la questione del conflitto di interessi esiste e sarebbe importante risolverla, ma non spetta al Gruppo dei Democratici di Sinistra far dimettere il Presidente della Provincia di Vercelli, il dottor Baltaro. In ogni caso una cosa è successa in quest'aula: in quell'occasione il Presidente dell'ASCOM, nonché, ribadisco, Presidente della Provincia di Vercelli, ha confermato le accuse pesanti contenute nella lettera che abbiamo ricevuto tutti.
Io dico qui ciò che ho detto quel giorno: o quelle cose sono vere (e si va in Procura della Repubblica), oppure, se non lo sono, il Presidente Ghigo dovrebbe spendere una parola chiara e definitiva contro queste insinuazioni e replicare duramente alle stesse.
Nella vicenda si è inserita anche l'iniziativa del Consigliere Pedrale il quale ha proposto di modificare una deliberazione che accompagna la legge sul commercio, ma il Consigliere Pedrale non si è posto il problema di una modifica organica della legge (obiettivo per il quale siamo d'accordo e noi diciamo questo nel nostro ordine del giorno).
La necessità di trovare un nuovo punto di equilibrio tra l'esigenza di modernizzare il settore e l'esigenza di tutelare i diritti dei consumatori e delle piccole imprese, va risolta organicamente affrontando la riforma organica della legge sul commercio, che non ha neanche un anno di vita. Il Consigliare Pedrale procede diversamente proponendo questa delibera. Vorrei porre una questione di fondo, Consiglieri: questo modo di procedere rivela una discutibile cultura di governo (a spizzichi e bocconi, le leggi le riformiamo sulla base delle esigenze e delle emergenze). Le leggi non si modificano per tamponare le emergenze, ma per governare le situazioni. Oggi votiamo sulla base di una spinta: Santhià. Domani? Vicolungo? Dopodomani votiamo per Villanova d'Asti? Questo è il modo di procedere di una forza di governo che ha in Regione responsabilità di primo piano! E' un modo di procedere inaccettabile dal punto di vista politico e legislativo.
In primo luogo perché la norma non ha effetti pratici o, comunque nella migliore delle ipotesi, apre un contenzioso incerto dall'esito discutibilissimo.
Secondo, perché con la norma del collega Pedrale (entro nel merito: in questo non sono d'accordo con il Collega Saitta che voterebbe comunque sì alla proposta), che riguarda 47 comuni (quindi, complessivamente, 450 mila abitanti, il 10% di quelli del Piemonte) sarebbero tagliati fuori i comuni appartenenti all'area di programmazione di Torino. Rimane immutata la situazione per tutti i comuni compresi nelle aree di programmazione (sono più di 300 i comuni turistici con almeno 11 mila abitanti), per cui in tutti questi comuni sarebbe possibile, comunque, insediare grandi strutture.
Terzo. In tutti gli altri Comuni, non compresi tra questi, sarebbe possibile fare investimenti che occupassero aree fino a 6000 metri quadrati. Si aprirebbe, quindi, un contenzioso, anche interpretativo, tra la norma che noi vogliamo sopprimere e un'altra compresa nella delibera: non si può procedere in questo modo! Non vorrei che scattasse il giochetto per cui si dica che il Gruppo dei Democratici di Sinistra è a favore di "Tizio e Caio". No, i Democratici di Sinistra sono a favore di una politica degna di questo nome, di una cultura legislativa che elabora le leggi in Consiglio regionale seriamente affronta le questioni e non interviene per tamponare le esigenze.
Il problema evoca una questione di fondo: il ruolo della maggioranza e dell'opposizione in Consiglio regionale. Ho il sospetto che si stia giocando al gioco delle tre carte per cui voi siete, a secondo dell'occasione, maggioranza e opposizione: il Consigliere Pedrale a Santhià fa l'oppositore (quindi cavalca la protesta dei commercianti), mentre a Torino voterà contro, tanto la maggioranza è schierata su un'altra linea.
Questo gioco deve finire, avete l'onere e l'obbligo di governare il Piemonte, non di fare l'una e l'altra cosa. Questo è inaccettabile sul piano politico.
Voteremo l'ordine del giorno che abbiamo presentato con i Gruppi di opposizione, che pone due esigenze: quella di procedere ad una riforma, in tempi rapidi, della legge sul commercio, e che non si legiferi a spizzichi e bocconi. Noi vogliamo impegnare l'Assessore, che in questo senso si è assunto un impegno concreto nei giorni scorsi in Commissione, a presentare con la ripresa dell'attività dopo le ferie, una proposta di riforma della legge.



PRESIDENTE

Ringrazio il Consigliere Ronzani. Mi sono giunte diverse richieste di breve sospensione per il pranzo. Visto che ci sono già di versi iscritti a parlare, aggiornerei la seduta alle 14,30.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.38)



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