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Dettaglio seduta n.115 del 27/07/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Bussola, D'Ambrosio, Racchelli, Riggio e Rossi Giacomo.


Argomento:

Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Non essendovi osservazioni, i processi verbali delle adunanze consiliari del 5, 12 e 15 giugno si intendono approvati.


Argomento: Statuto - Regolamento - Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali

Proseguimento esame proposta di deliberazione n. 244: "Costituzione Commissione consiliare per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte" - Esame ordine del giorno n. 331 collegato


PRESIDENTE

Iniziamo i lavori con il proseguimento dell'esame della proposta di deliberazione n. 244, di cui al punto 2) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Sento di dover fare questo intervento per sottolineare alla Presidenza che siamo stati convocati alle ore 15.00 e che, per mezz'ora, su questi banchi non c'era nessuno, salvo qualche Consigliere, come me, che bivaccava in aula.
Alle ore 15.04, su sollecitazione del collega Contu, un Vicepresidente ha detto: "Inizieremo alle ore 15.15", poi alle ore 15.30 lei, Presidente, ha detto: "Ancora qualche minuto".
Se iniziamo così questa "quattro giorni", tra il caldo estivo e i ritardi che sicuramente ci saranno, sarà abbastanza pesante.
Ritengo di dover fare delle rimostranze anche a nome di alcuni colleghi come il Consigliere Gallarini, che sono sempre qui, puntualissimi, in apertura di seduta, se non prima - e oggi, anche, occasionalmente, il Consigliere Brigandì! Presidente, occorre davvero intervenire su questo modo di gestire le sedute.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Mellano. Lei sa, però, che la riunione della Commissione Bilancio è finita tardissimo, scardinando qualsiasi programmazione fatta in precedenza.
Ad ogni modo, riprendiamo con l'esame degli emendamenti relativi alla proposta di deliberazione n. 244.
Abbiamo fatto, poco prima dell'inizio della seduta, un lavoro di raccordo su tali emendamenti, anche per poter gestire meglio le votazioni e la discussione.
Sugli emendamenti si pronunceranno i presentatori della deliberazione, in particolare l'Ufficio di Presidenza. Questo compito è stato demandato nella riunione che si è svolta stamani per valutare tutti gli emendamenti al Vicepresidente Riba. Questo, come ho detto, per rendere più snella la discussione.
Ho chiesto, prima dell'inizio della seduta, che venisse distribuita a tutti i Consiglieri una cartellina contenente gli emendamenti numerati. Se ancora manca a qualche Consigliere, aspettiamo qualche istante affinch venga loro consegnata.
Passiamo pertanto all'esame degli emendamenti.
1) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi: al primo paragrafo delle premesse, sostituire le parole "ai Consigli regionali" con le parole "al Consiglio regionale".
La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

L'emendamento a firma dei Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi propone al primo paragrafo di sostituire "ai Consigli regionali" con "al Consiglio regionale".
La questione riguarda la correttezza della frase: l'Ufficio proponente non ha obiezioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

E' vero che è soltanto un problema di correttezza della frase, per ritengo che sia più corretta la proposizione originaria. Vi leggo le disposizioni della legge: "La legge costituzionale n. 1/2000 - Disposizioni concernenti l'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale... e l'autonomia statutaria delle Regioni conferisce ai Consigli regionali".
Quindi, la legge conferisce ad ogni singolo Consiglio regionale, non "al Consiglio regionale" del Piemonte. Mi pare la dizione più corretta sotto il profilo dell'eleganza linguistica.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

L'Ufficio di Presidenza aveva utilizzato quella dizione perché la trovava confacente, tuttavia si tratta solo di un problema di dizione che non altera la sostanza. L'Ufficio di Presidenza deve limitarsi ad indicare eventualmente, gli elementi che, dal punto di vista tecnico-giuridico appaiono di complessa accoglibilità, senza esprimersi sull'accoglibilità in quanto tale.



PRESIDENTE

Se non vi sono altri interventi, procediamo alla votazione.
Si vota con procedimento elettronico. Invito i Consiglieri a prendere posto. Attendo ancora qualche istante, affinché tutti possiate farlo.
Ricordo ai Consiglieri che l'Ufficio di Presidenza ha approvato una deliberazione per disciplinare le modalità del voto elettronico. La votazione dura massimo sessanta secondi, con facoltà del Presidente di chiuderla non prima dei trenta secondi: c'è quindi una discrezionalità dai trenta ai sessanta secondi. Attendo ancora qualche istante. Abbiamo fatto delle prove, e sessanta secondi non sono moltissimi.
Ricordo che sull'emendamento non c'è il parere contrario da parte dei proponenti, cioè c'è libertà di voto.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 1).
Il Consiglio approva.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi: 2) al primo paragrafo delle premesse si sostituisce da "legislatore costituente" a "nonché il suo iter" con "approvazione e modifica dello Statuto, in armonia con la Costituzione, e ne fissa l'iter".
3) Al primo paragrafo delle premesse si sostituisce da "legislatore costituente" a "ordinamento istituzionale" con "approvazione e modifica dello Statuto, in armonia con la Costituzione".
La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Gli emendamenti n. 2) e n. 3), a firma dei Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi, ripropongono il concetto del riferimento alla Costituzione.
Ci sembra che l'emendamento che propone di sostituire la frase da "legislatore costituente" a "nonché il suo iter" con la frase "approvazione e modifica dello Statuto, in armonia con la Costituzione, e ne fissa l'iter" corrisponda meglio al concetto espresso dai due emendamenti.
Essendo l'emendamento più completo, assorbe anche l'altro, ragion per cui l'Ufficio di Presidenza non è contrario all'accoglimento. Uso il termine "non è contrario" poiché non ci sono elementi di obiezione e poi il testo era scritto in un altro modo. Così formulato il testo è tecnicamente corretto.



PRESIDENTE

C'è libertà di voto. Come formulazione, tecnicamente, era meglio quella originaria.



RIBA Lido

Possiamo stabilire la procedura. Quando dico "tecnicamente corretto" quindi una modifica compatibile con il testo, si intende dire che l'Ufficio di Presidenza ritiene che la modifica possa essere accettata. Tuttavia l'Ufficio di Presidenza non è la Giunta, che esprime un'opinione in un contesto politico e non tecnico.
Ripeto, l'Ufficio di Presidenza non è la Giunta, che sulle proposte si esprime politicamente. L'ufficio di Presidenza, in questo caso, deve esprimersi sulla correttezza della proposta e sulla compatibilità con il testo formulato. In questo caso, l'Ufficio di Presidenza sostiene che questo emendamento è accoglibile. Sul fatto di votare a favore o contro dipende dall'assemblea. Se riteniamo opportuno - ricordo che è anche la prima volta che dobbiamo gestire una procedura di questo genere - che sia più corretto che l'Ufficio di Presidenza dica "sì" o "no", oppure lasciare libertà di voto.



PRESIDENTE

Penso sia più opportuno che l'Ufficio di Presidenza dica "sì" o "no" e lasciare libertà di voto.



RIBA Lido

In questo caso, è "sì" all'emendamento n. 2) che raccoglie anche il 3).



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 2).
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. 3) è da considerarsi decaduto.
4) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo e Di Benedetto: al secondo periodo sostituire le parole "rivisita i contenuti necessari dello Statuto regionale" con le parole "che costituisce una tappa rilevante del processo di trasformazione federalista dello Stato e determina gli elementi per la ridefinizione dello Statuto regionale".
La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

L'emendamento n. 4) ha un problema di formulazione. L'emendamento al secondo periodo chiede di sostituire la frase "rivisita i contenuti necessari dello Statuto regionale", con "che costituisce una tappa rilevante del processo di trasformazione federalista dello Stato e determina gli elementi per la ridefinizione dello Statuto regionale". E' una questione di correttezza della frase.
La frase viene pertanto riformulata nel modo seguente: "che costituisce una tappa rilevante del processo di trasformazione federalista dello Stato e fissa i criteri sulla base dei quali determinare la forma di governo ed i principi fondamentali di organizzazione di funzionamento". E' una formulazione corretta che può essere accolta in questo caso se questa è la formulazione che credo fosse sottesa. E' una forma che non corrispondeva alla correttezza della frase.
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Non è un subemendamento?



RIBA Lido

Non è un subemendamento, ma una riformulazione della frase per renderla più corretta. Tecnicamente potrebbe anche essere un subemendamento, ma sarebbe un subemendamento sostitutivo. Ho visto che i proponenti hanno riconosciuto la stesura corretta della frase.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Non so se sia rituale il mio intervento. Chiedo ai proponenti di chiarire meglio questo emendamento, che mi sembra un po' ermetico, posto che il testo originario lo trovavo completo e chiaro. Se è rituale la richiesta, invito a chiarire il tutto.



PRESIDENTE

La sua richiesta, Consigliere Galasso, è rituale. E' un intervento un po' sull'ordine dei lavori e un po' sul merito.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Forse avrei dovuto illustrarlo meglio ieri in sede di discussione generale, nel corso della quale ho fatto una breve carrellata su quelli che erano gli emendamenti a firma dei Consiglieri del Gruppo Misto.
Vorrei sottolineare che la legge di revisione costituzionale a cui ci riferiamo per questo lavoro è una tappa del processo di costituzione della trasformazione federalista nel nostro Stato. Lo vorrei segnalare proprio perché ci sia la consapevolezza che sta per arrivare un altro pezzo, che è la riforma del Titolo V della Costituzione, e poi ci saranno altri elementi nella dialettica parlamentare e del Paese, con eventuali iniziative.
Questo, quindi, era un elemento incidentale per sottolineare che ci troviamo dinanzi ad un passaggio e non ad un punto di arrivo.
Voglio anche significare che nella stesura mi è sfuggita la funzione di coordinamento fatta dal Vicepresidente, quella di aggiungere "e determinare gli elementi per la ridefinizione dello Statuto". Francamente, mi sembrava una formulazione, se non limitata, comunque riduttiva. Al posto di "rivisitare", vorrei inserire "determinare gli elementi per la ridefinizione dello Statuto regionale". E' anche un problema di eleganza.
Certamente, "rivisita il nostro Statuto" è un'affermazione limitata; forse anche la mia proposta lo è, ma il problema si pone, quindi se qualcuno vuole cercare una formulazione più efficace, può farlo.
Il mio tentativo e quello del collega Di Benedetto è di dare maggiore dignità a questa rivisitazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Il mio intervento è una sorta di subemendamento, ma è anche teso a chiarire la mia posizione.
Condivido la prima parte dell'emendamento, che costituisce una tappa rilevante nel processo di trasformazione federalista dello Stato.
Condivido e confermo, invece, la seconda parte, quindi limiterei l'emendamento alla prima parte, che costituisce una tappa rilevante nel processo di trasformazione federalista dello Stato, riprendendo poi con il testo della proposta: "nella determinazione, nella forma di governo e dei principi fondamentali di organizzazione e funzionamento". Mi pare più completo.



PRESIDENTE

Il subemendamento non è ammissibile durante la discussione dell'emendamento, quindi o l'emendamento viene ritirato dal proponente e ripresentato con un'altra riformulazione, e quindi accettato, oppure non posso ammetterlo.
Consigliere Tapparo, mantiene la formulazione originaria?



TAPPARO Giancarlo

Lo ritiro, però chiedo di trovare una formulazione, perché "rivisita" è estremamente povero.



PRESIDENTE

Il Consigliere Galasso proponeva di arrivare fino a "Stato"...



MARCENARO Pietro

C'è una proposta condivisa, mi pare.



PRESIDENTE

Prego, Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Se ho capito bene, si potrebbe scrivere: "fissando i criteri sulla base dei quali determinare".



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Il soggetto è la legge dello Stato, quindi in qualche maniera non "determinando", ma "determina"; non "fissando", ma "fissa". Userei il verbo presente, anziché il gerundio.



PRESIDENTE

L'emendamento, quindi, si intende riformulato nel modo seguente: al secondo periodo sostituire le parole "rivisita i contenuti necessari dello Statuto regionale" con le parole "che costituisce una tappa rilevante del processo di trasformazione federalista dello Stato e fissa i criteri sulla base dei quali rideterminare gli elementi per la ridefinizione dello Statuto regionale".
Sospendo la seduta per alcuni minuti.



(La seduta, sospesa alle ore 15.55 riprende alle ore 16.01)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 4) nel testo modificato.
Il Consiglio approva.
5) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo e Di Benedetto: al secondo periodo, aggiungere, alla fine del periodo, le parole "nonch i principi a cui deve ispirarsi il sistema elettorale relativo alle elezioni regionali".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

Grazie, Presidente. Già nella discussione di ieri è emerso che nel testo della proposta che ci è stata sottoposta non si fa mai un riferimento ad una forma di correlazione con la legge elettorale, di cui abbiamo la potestà di intervento. Forse, visto che nel testo si parla della forma di governo, questo governo che oggi viene determinato attraverso un'individuazione in cui pesa il cosiddetto listino potrebbe trovare anche formulazioni diverse, oppure si potrebbe scegliere la strada che porti la forma elettorale ad avere un rapporto ed un raccordo più diretto con il territorio, con il sistema, invece che la preferenza con i Collegi uninominali o con qualche altro sistema. Cercavo di evidenziare, in questo passaggio, la necessità di un riferimento anche al sistema elettorale che abbiamo, com'è a tutti noto, la possibilità di modellare in base a riferimenti di autonoma valutazione dell'assemblea del Piemonte.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Consigliere Tapparo, sul principio non ci sarebbero obiezioni, ma dato che abbiamo riformulato il testo eliminando le parole "Statuto regionale" il soggetto della frase risulta essere "la legge costituzionale". Pertanto l'emendamento così formulato mi pare superato, perché la legge costituzionale non fissa i principi a cui deve ispirarsi. Quindi evidentemente, questo concetto, che peraltro mi pare riproposto in un altro punto, potrebbe essere ritirato in questa fase e riformulato nella proposta successiva.



TAPPARO Giancarlo

Lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 5) è pertanto ritirato.
6) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Di Benedetto e Suino: dopo il secondo periodo, aggiungere il seguente "sottolineato che nell'espletamento delle competenze previste nel punto precedente deve costituire un principio di riferimento primario la valorizzazione del ruolo e delle prerogative dell'assemblea legislativa regionale".
La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

D'accordo. Proposta di accoglimento.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 6).
Il Consiglio approva.
7) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Di Benedetto e Suino: al terzo periodo, sostituire le parole "i nuovi bisogni della società" con le parole "ai nuovi bisogni, sensibilità ed esigenze sociali economiche, ambientali e culturali del Piemonte".
La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

E' accolto, in quanto l'emendamento consente di completare il senso di questa dicitura, che risultava scarna.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 7).
Il Consiglio approva.
8) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Di Benedetto e Suino: al terzo periodo, dopo la parole "internazionale", inserire le parole "dell'Unione Europea".
La parola al Consigliere Tapparo per l'illustrazione.



TAPPARO Giancarlo

A me pare, Presidente e colleghi, che il nostro maggior riferimento tangibile anche per una rimaterializzazione del nostro Statuto, sia il riferimento forte all'Unione Europea, e, in qualche modo, un meccanismo di legislazione derivata che, non solo per il livello nazionale, ma anche per il livello regionale, si può determinare.
I livelli internazionali (come, ad esempio, gli organismi, l'ONU, la FAO, ecc.) sono aspetti che possono rientrare tra i principi che potremmo enunciare nello Statuto. Invece ci sono degli aspetti più pregnanti e più diretti nel fatto che ormai siamo strutturalmente all'interno dell'Unione Europea, la cui produzione legislativa è influente rispetto a quella nazionale e a quella regionale. Ecco perché o si elimina "internazionale" e si inserisce "Unione Europea" oppure "a livello internazionale, dell'Unione Europea e nazionale". Il senso dell'emendamento vuole inserirsi tra "internazionale" e "nazionale".



PRESIDENTE

Scusi, ma la parola "nazionale" la vuole mantenere?



TAPPARO Giancarlo

Sì.



PRESIDENTE

Quindi, la dicitura proposta sarebbe "internazionale, dell'Unione Europea e nazionale".



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

La nostra opinione era che potesse essere accolto il concetto di "internazionale", che ovviamente avrebbe incluso "l'Unione Europea". Per l'Unione Europea è una configurazione giuridica. Ai proponenti direi che in questo caso, sarebbe meglio "a livello nazionale, dell'Unione Europea ed internazionale", altrimenti non ci sarebbe la conseguenza dell'espansione del riferimento. Pertanto, va bene emendato nel modo seguente: "a livello nazionale, dell'Unione Europea ed internazionale".



PRESIDENTE

Va inteso così riproposto.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Cosa vuol dire "nazionale, internazionale e dell'Unione Europea"? Non è che voglio semplificare, ma allora inseriamo "mondiale" o "universale", a questo punto. Con il termine "internazionale", a mio giudizio, il testo nella sua veste originaria aveva un senso.
Ritengo che nessuno voglia mettere in dubbio la questione dell'Unione Europea o l'appartenenza del nostro Stato e della nostra Regione all'Unione Europea; si tratta di un principio generale.
Se si inserisce "internazionale, nazionale e dell'Unione Europea" propongo, allora, di utilizzare il termine "universale" o "mondiale", ma non per provocazione, ma perché mi sembra, a tutti i costi, non voler dire "no" ad un emendamento quando, con la singola parola "internazionale", si dice tutto.



PRESIDENTE

Effettivamente, non è priva di fondamento o di pregio.
La parola al Consigliere Tapparo per dichiarazione di voto.



TAPPARO Giancarlo

Se nel documento costitutivo, che delinea i lavori per rivedere quella che diventerà la Carta del Piemonte, non vi è, dall'inizio alla fine, almeno un riferimento all'Unione Europea, mi sembrerebbe, francamente, un documento a cui manca qualcosa. Non so, magari possiamo inserire tale riferimento da un'altra parte. L'elemento "internazionale" sarebbe, veramente un'affermazione generica. Ma internazionale cosa? L'ONU, la FAO, l'OCSE?



PRESIDENTE

Chiedo scusa, non possiamo inserire "Unione Europea e nazionale" eliminando "internazionale"? E' sotto questo profilo che avevo inteso l'osservazione del Consigliere Cattaneo. Va bene?



CATTANEO Valerio

Va bene.



PRESIDENTE

D'accordo.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 8) nel testo modificato.
Il Consiglio approva.
9) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Di Benedetto e Suino: al quarto periodo, sostituire l'intero periodo nel modo seguente: "considerato necessario avviare la revisione dello Statuto della Regione Piemonte, si ridefiniscono i compiti e la composizione dell'attuale Commissione regolamentare del Consiglio regionale del Piemonte che opererà anche per la revisione dello Statuto, provvedendo in tal senso alla necessaria modifica, anche transitoria, del Regolamento interno vigente".
La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Questo emendamento si esprime concettualmente ad un ampliamento del compito di questa deliberazione, inserendo un riferimento alla Commissione Regolamento e ad una sua rivisitazione. Poiché il testo della deliberazione, le finalità e l'oggetto stesso della discussione attengono alla costituzione della Commissione per la revisione dello Statuto l'Ufficio di Presidenza proponente chiederebbe al collega Tapparo e agli altri firmatari, se è possibile, di ritirare questo emendamento in quanto in qualche maniera, fuoriesce dall'oggetto della deliberazione.
TAPPARO Giancarlo (fuori microfono) Lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 9) è pertanto ritirato.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi: 10) al quinto paragrafo delle premesse, le parole "visti gli artt. 19 e 82 dello Statuto" sono sostituite con le parole "visti gli artt. 19, 20 e 82 dello Statuto".
11) al quinto paragrafo delle premesse, le parole "visto l'art. 40 del Regolamento" sono sostituite con le parole "visti gli artt. 14 e 40 del Regolamento".
12) al quinto paragrafo delle premesse, le parole "visto l'art. 40 del Regolamento" sono sostituite con le parole "visti i Capi IV e V del Regolamento".
La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Dei tre emendamenti, se abbiamo ben interpretato, quello più completo è quello che recita: "al quinto paragrafo delle premesse le parole 'visto l'art. 40 del Regolamento' sono sostituite con le parole 'Visti i Capi IV e V del Regolamento'".
Proporremmo di accogliere questo emendamento in quanto è il più completo e fa riferimento agli interi Capi IV e V del Regolamento, che comprendono anche gli articoli, e, in qualche maniera, individuano in modo completo la materia che si vuole richiamata in questa premessa di deliberazione, se va bene per il proponente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente, per questo emendamento va bene, però vi è l'altro emendamento, quello relativo agli articoli citati che compongono l'attuale Statuto. Questa parte si riferisce ad articoli di Regolamento, e va bene però l'emendamento precedente, il n. 10), cita articoli di Statuto e non di Regolamento, quindi, è del tutto altra materia, in quanto quello che si propone è di citare, oltre agli artt. 19 e 82 dello Statuto, un articolo molto importante dello stesso, che è l'art. 20, che prevede tutte le attività di consultazione che le Commissioni possono avviare su materie di loro competenza.
Pertanto, la segnalazione è di citare, insieme agli artt. 19 e 82, anche questo articolo dello Statuto, in modo che anche la Commissione Statuto abbia a mente, già nelle premesse, che tra le proprie prerogative c'è quella di consultare i rappresentanti di enti locali, i sindacati, le organizzazioni di categoria, le associazioni e di avvalersi di esperti entro i limiti del Regolamento.
Questa è una citazione di contenuto che va prima e in modo diverso rispetto ai temi trattati dagli articoli di Regolamento.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Stiamo esaminando, perché i richiami allo Statuto sono, in ogni caso giuridicamente e tecnicamente corretti.
Vorrei solo vedere se, in questo caso, non dobbiamo inserire anche il riferimento all'art. 21, che parla di Commissioni speciali, perché, in questo caso, siamo nella specie di istituzione di Commissioni aggiuntive rispetto a quelle ordinarie, per cui può essere corretto.
Esprimerei il parere favorevole per gli emendamenti n. 10) e n. 12), sempre lasciando fuori quell'11), con che...



PRESIDENTE

Attenzione, perché questi emendamenti sono correlati ad altri emendamenti che, poi, hanno l'effetto di trasformare questa Commissione in una Commissione che funzionerebbe come la Giunta per le Elezioni, cioè con un voto per ogni componente e non come un voto a maggioranza, quindi stravolgerebbe la composizione.
Preciso che l'emendamento n. 11) potrebbe avere senso soltanto con riferimento al secondo comma dell'art. 14 relativo al sistema di designazione della Commissione, in quanto, con riferimento all'intero articolo, potrebbe essere fuorviante, perché, poi, negli altri commi ci sono altre disposizioni che possono avere riflessi sul funzionamento.
Pertanto, è ovvio che questo viene indicato nella parte dispositiva, per potrebbe non essere corretto.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Negli emendamenti che ho presentato insieme ai colleghi arriveremo ad un punto che non viene proposto in forma incomprensibile, ma un punto che proporremo esplicitamente, su cui impegneremo un bel po' di dibattito, che è quello della forma di voto di questa Commissione, che per noi è la forma di voto a testa - non ci piove. Ma non è questo il momento...
BRIGANDI' (fuori microfono) Che dibattito c'è?



CHIEZZI Giuseppe

No, non è questo il momento di discuterlo, perché aggiungere la citazione dell'art. 20 dello Statuto, che è l'articolo in cui si dice che tra i compiti delle Commissioni vi è quella di avviare consultazione e di avvalersi di esperti... Non è questo il punto.
Penso che sia il 22, ma lo guardiamo insieme, non lo facciamo passare nella disattenzione generale.
Continuo a dire che l'inserimento della citazione dell'art. 20 serva a far capire che anche questa Commissione Statuto può avvalersi, a norma dello Statuto vigente, della facoltà di consultare e di avviare lavori di esperti.



PRESIDENTE

Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 10).
Il Consiglio approva.
Passiamo all'emendamento n. 12) che, se accolto, fa decadere l'emendamento n. 11). Sull'emendamento n. 12) vi è il parere favorevole.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Proprio per evitare ogni ambiguità, l'emendamento n. 11), che l'Ufficio di Presidenza dice essere assorbito dall'emendamento successivo, che cita "Capi" del Regolamento e quindi una serie di articoli. In realtà, non è proprio la stessa cosa, perché se si vuole rimanere ancora nell'ambiguità possiamo farlo.
Votiamo solo l'emendamento n. 12) e non l'emendamento n. 11), però in quest'ultimo si cita l'art. 14 del Regolamento, che è uno degli articoli che servirà, nel progetto di Commissione che ho in mente, a fare in modo che nella votazione la Commissione Statuto funzioni nello stesso modo in cui funziona la Commissione della Giunta delle Elezioni.
Quindi, quando vediamo citato l'art. 14, è un articolo che parla del funzionamento delle Commissioni, ed è un articolo in cui, al comma 5, dice: "La Giunta delle Elezioni vota a titolo individuale".
Quindi, siamo ancora ad una citazione, ma, proprio per la chiarezza che deve presiedere i confronti e le differenze tra di noi, non è esattamente la stessa cosa.
Secondo me, sarebbe preferibile esplicitarla ora o in seguito, ma questo è importante. Se vogliamo fare la discussione, se la Giunta per le Elezioni deve essere un riferimento di funzionamento di modalità di voto, potremmo incominciare a farla sull'emendamento n. 11).
Posso chiedere un minuto di sospensione?



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, glielo accordo. Vorrei solo precisarle che è una sua scelta. Se lei mantiene l'emendamento n. 12), in caso di approvazione l'emendamento n. 11) è decaduto. Se lei vuole ritirare l'emendamento n.
12), pongo in votazione l'11) con il parere contrario dell'Ufficio di Presidenza.
E' una sua scelta.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.28 riprende alle ore 16.33)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Come maggioranza avrei una richiesta da porre all'attenzione dell'aula e della Presidenza: se fosse possibile consentire una sospensione dei lavori per dieci minuti, non tanto sulla questione già emersa e su cui ci troveremo a confrontarci, ma vorremmo confrontarci su alcune questioni e riproporci in aula per avere un prosieguo dei lavori più agevolato e quindi, anche per agevolare l'approvazione del provvedimento.



PRESIDENTE

Mi pare utile poiché gli emendamenti sono numerosi.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 16.34 riprende alle ore 17.05)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
L'emendamento n. 11) è stato ritirato dai proponenti.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ho ritirato l'emendamento n. 11) e sul 12) c'è il parere favorevole dell'Ufficio di Presidenza, però sento - per vie non formali - che c'è un'indicazione del Capogruppo Cattaneo alla maggioranza di votare contro.
Visto che si discute tra di noi, vorrei capire i motivi della contrarietà a tale emendamento.
Posso anche ritirarlo, ma se andiamo avanti a colpi di maggioranza è un altro discorso, però mi sembra che si voglia discuterlo. Quindi, vorrei capire perché dà fastidio la citazione dei "Capi IV e V del Regolamento".



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

In realtà, intervengo per porre soprattutto un problema procedurale.
Io non sono né troppo convinto né troppo soddisfatto dell'andamento dei lavori, in cui l'Ufficio di Presidenza dà libertà di voto, in realtà riconoscendo l'indifferenza dei singoli emendamenti rispetto alla formulazione originaria e non facendo ciò che i proponenti di una deliberazione dovrebbero fare, cioè giudicare responsabilmente la coerenza degli emendamenti proposti rispetto all'impianto che la deliberazione stessa contiene.
Quindi, o esiste un proponente relatore, che abbia la cortesia di dirci se i singoli emendamenti rientrano o meno nell'impianto della deliberazione oppure non è che il "sì" può significare "va bene" e il "no" "non ci va bene"; non capisco che cosa significhi la libertà di voto, visto che siamo liberi di votare. La posso interpretare nel senso dell'assoluta indifferenza dell'emendamento che viene presentato. E' chiaro - e ha ragione il Consigliere Riba - che l'Ufficio di Presidenza non è la Giunta e quindi non dà un parere politico.
L'Ufficio di Presidenza è il proponente di questa deliberazione e, visto che si tratta di emendamenti alla stessa, in qualche misura l'orientamento dei proponenti lo dovremmo conoscere in maniera più esplicita da quella che sta emergendo e da questi pareri, peraltro contraddittori tra il Presidente e il Vicepresidente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Vorrei riprendere le argomentazioni del Consigliere Palma per dire che il senso di questa discussione mi pare abbastanza serio.
Si potevano scegliere diverse strade: è stata scelta questa. Si poteva scegliere, dopo aver raccolto gli emendamenti, di trovare una stesura che vedesse che cosa era possibile raccogliere in senso generale.
Mi pare che non ci si muova per cercare di raccogliere, dentro lo spirito di una proposta, i contributi per arrivare ad una votazione comune su un punto così delicato.
Per questo chiederei a tutti di concordare, visto che penso che l'Ufficio di Presidenza lavori per offrire un testo che, mantenendo le scelte fondamentali, si apra alle diverse esigenze che si sono manifestate.
Vorrei che questo fosse il modo con il quale si prosegue questa discussione. E' per questo motivo che prima ricordavo i pareri che erano stati dati. Mi pare che sia il modo in cui abbiamo lavorato fino a questo momento.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente del Consiglio, Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

Colleghi, a questo punto, dato che possono esserci delle sensibilità rispetto all'esposizione e all'interpretazione della stessa posizione dell'Ufficio di Presidenza, per quanto mi riguarda ritengo che sia opportuno che le posizioni e le interpretazioni le dia direttamente il Presidente, il quale, naturalmente, se ritiene, si consulterà altrimenti... E' lui il punto di riferimento dell'Ufficio di Presidenza.



PRESIDENTE

La mia opinione è che questo emendamento è inutile, quindi confermo che lascio libertà di voto.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 12).
Il Consiglio non approva.
13) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 1, sostituire le parole "revisione dello" con le parole "redazione del nuovo Statuto".
Su questo emendamento - lo dico subito - c'è il parere contrario, per due motivi.
Dalla formulazione dell'emendamento potrebbe ingenerarsi il dubbio che il vecchio Statuto non possa costituire la base di partenza del nuovo testo e potrebbe ingenerarsi il dubbio che eventuali decisioni di sottoporre all'assemblea degli stralci non siano in linea con la delibera istitutiva della Commissione.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 13).
Il Consiglio non approva.
13 bis) Emendamento presentato dall'Ufficio di Presidenza: al comma 1, sostituire le parole "Commissione speciale per la revisione dello Statuto" con le parole "Commissione speciale per lo Statuto".
La nuova formulazione è appunto in linea con l'orientamento prima espresso.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 13 bis).
Il Consiglio approva.
In questo modo, si intende modificato anche il titolo della deliberazione.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi: 14) al comma 2, lettera a), sostituire da "Statuto regionale" fino alla fine con "Statuto regionale, secondo le norme costituzionali vigenti".
15) Al comma 2, lettera a), sostituire da "Statuto regionale" fino alla fine con "Statuto regionale, secondo le norme costituzionali vigenti attivando i necessari confronti con gli Enti locali e le istituzioni rappresentative della società civile".
16) al comma 2, lettera a), sostituire da "Statuto regionale" fino alla fine con "Statuto regionale, secondo le norme costituzionali vigenti attivando i necessari confronti con gli Enti locali e le istituzioni rappresentative della società civile, per acquisire il loro parere sulle proposte elaborate".
C'è il parere contrario su tutti e tre gli emendamenti.
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Perché?



PRESIDENTE

Il motivo è che la formulazione originaria appare più precisa e sufficientemente completa; in particolare, per quanto riguarda le procedure di consultazione, sarà la stessa Commissione speciale per lo Statuto a decidere se e in che modo utilizzare i poteri di consultazione, posto che le sarebbero comunque attribuiti.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Mentre mi pare che non possiamo sopprimere tutta la parte del comma che verrebbe soppressa con gli emendamenti proposti (e che è importante che vivano) e mentre ritengo che, per quanto riguarda le consultazioni, noi abbiamo risolto questo problema con un voto che abbiamo già dato precedentemente, quando abbiamo richiamato quegli articoli di Regolamento che consentivano alla Commissione di utilizzare le forme più ampie di consultazione (tra le quali credo ovviamente siano comprese quelle qui richiamate), credo invece che non sia inutile, nell'individuazione delle finalità, che, oltre al richiamo della legge costituzionale n. 1/99, venga fatto, come punto di riferimento generale per quanto riguarda lo Statuto il richiamo alle norme costituzionali vigenti.
Quindi, chiederei semplicemente al Presidente di riformulare il testo, non sopprimendo il resto del comma (mantenendo il resto del comma quando richiama i principi, le forme del governo regionale, ecc.), ma introducendo in questo, oltre che il richiamo alla legge costituzionale n. 1/99, quello alle norme costituzionali vigenti. Naturalmente è una cosa ovvia, poich non esiste possibilità di uno Statuto regionale che esca dalle norme costituzionali vigenti, però rappresenta... Tante cose, in quello che scriviamo, sono ovvie, ma questo è un richiamo che ritualmente ha un significato. Chiederei, quindi, di accogliere l'emendamento in questi termini.



PRESIDENTE

Confermando l'orientamento su questi emendamenti, presento io stesso un emendamento integrativo, cercando di riprendere il contenuto dell'intervento del Consigliere Marcenaro: 16 bis) nella parte dispositiva al comma 2, dopo le parole "legge costituzionale n. 1", aggiungere le parole "ed al complesso delle norme costituzionali vigenti".
Consigliere Chiezzi, mantiene il suo emendamento? Prego, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Mantengo tutti e tre gli emendamenti.
Ora illustro e faccio anche la dichiarazione di voto sul primo, quello relativo all'importanza di definire in modo esplicito alcune scelte sul metodo di lavoro della Commissione stessa.
Con questo primo emendamento si fissano tre punti: le norme costituzionali vigenti, il confronto con Enti locali ed istituzioni rappresentative e il parere che intendiamo acquisire da parte di tali soggetti.
Sono tre punti importanti. Per il primo, per carità, non si potrebbe fare diversamente, ma è meglio scriverlo; per gli altri due, invece, proponiamo che non siano demandati alla discrezionalità della Commissione, ma sia l'aula che, nel momento in cui istituisce una Commissione, la vuole istituire in modo esplicito come Commissione che si confronta all'esterno e che acquisisce pareri dei soggetti esterni: non è cosa da poco dirlo adesso.
Se l'aula respinge tale proposta, devo pensare che la stessa cosa accadrà in Commissione quando verrà presentata. Non c'è alcun motivo per non assumere adesso tale decisione, così chiara, così legittima, così statutaria, così regolamentare adesso. Se c'è un rifiuto, Presidente allora si apre una contesa immediata sui progetti di Commissione speciale che in quest'aula hanno visioni molto diverse.
C'è qualcuno che pensa che, certo, la Commissione speciale potrà acquisire pareri, ma intanto non lo affermiamo in delibera. Se non lo si afferma adesso, si dichiari che lo si vuole affermare dopo: è una contraddizione.
Sollecito i colleghi a valutare questo elemento che, per quanto mi riguarda, è parecchio importante.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

La questione è molto delicata. Il Consigliere Chiezzi ha giustamente considerato tale punto molto importante.
Gli emendamenti proposti non si limitano - chiedo che si esaminino i testi perché si vota e si decide su dei testi, non semplicemente su dichiarazioni ad introdurre un principio verso il quale mi pare ci sia una generale sensibilità di coinvolgimento nell'elaborazione dello Statuto, dell'insieme delle realtà che costituiscono la Regione Piemonte. Credo che tutti pensino che una discussione sullo Statuto debba essere una discussione della società piemontese, anche se, in primo luogo, del Consiglio regionale.
Gli emendamenti presentati, nella loro lettera, sopprimono con questa frase tutto quello che segue alla parola "nuovo Statuto regionale", cioè il fatto che si è ispirato al nuovo sistema istituzionale introdotto con la legge costituzionale n. 1/99, alla definizione della forma di governo regionale e dei principi fondamentali di organizzazione e di funzionamento.
Penso che il sopprimere questa parte del comma sia un errore, perché così com'è importante il richiamo ai principi costituzionali generali, così mi pare altrettanto importante il richiamo agli altri riferimenti dai quali muoverà l'elaborazione dello Statuto e le finalità che persegue.
Siccome considero, come penso tutti, molto importante che si arrivi ad un testo condiviso, e siccome non credo che si possa arrivare ad un testo dato semplicemente da qualche casualità del risultato sugli emendamenti, chiedo che su questo punto, anche eventualmente attraverso una sospensione, si trovi una formulazione comune. Potrebbe proporla il Presidente.
La questione non mi pare quella semplicemente della consultazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il Consigliere Marcenaro. La questione potrebbe trovare una soluzione, innanzitutto perché gli altri due obiettivi, la definizione della forma di governo regionale e i principi fondamentali di organizzazione e funzionamento, possono, anche dal mio punto di vista continuare a vivere.
Pertanto, il mio emendamento, invece di sostituire il testo fino alla fine potrebbe essere un emendamento che lo sostituisce fino alla citazione della legge costituzionale n. 1/99. In tal modo, continua ad esistere la citazione della legge costituzionale n. 1/99 e l'emendamento del Presidente Cota, testé proposto, di aggiungere subito dopo, come recitava anche il mio emendamento n. 14), "secondo le norme costituzionali vigenti", facendo precedere a questo emendamento del Presidente Cota le parole "Statuto regionale, secondo le norme costituzionali vigenti".
Si possono benissimo introdurre questi due concetti accanto a quelli introdotti dal Presidente Cota e presenti nell'emendamento.
Chiedo cinque minuti di sospensione.



PRESIDENTE

La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 17.25 riprende alle ore 17.32)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Colleghi, comunico che presento un ulteriore emendamento integrativo: 17 bis) nella parte dispositiva al comma 2, lettera a), aggiungere le parole "attivando i necessari confronti con le società piemontesi e le sue istituzioni".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 16).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 15).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 14).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 16 bis).
Il Consiglio approva.
17) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo e Di Benedetto: alla fine del periodo, dopo la parola "funzionamento", aggiungere le parole "nonché del sistema elettorale regionale".
Su questo emendamento c'è il parere contrario dell'Ufficio di Presidenza.
Da un'attenta valutazione, si è ritenuto di non dover includere la definizione "nonché del sistema elettorale regionale" poiché la legge elettorale non è un compito statutario. Infatti, il legislatore costituzionale stabilisce soltanto la competenza regionale in ordine alla legge elettorale, ma questa non è tra i compiti dello Statuto. Diventava dunque una scelta politica in un altro senso e pertanto si è ritenuto di dare parere contrario.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, ha centrato bene la rilevanza politica del mio emendamento nel suo far riferimento al sistema elettorale regionale. E' vero che durante i lavori dell'Assemblea Costituente per l'elaborazione della nostra Costituzione, nella dialettica la legge elettorale, quasi per caso, era rimasta fuori dall'ambito costituzionale, lasciata alla legislazione ordinaria. Tuttavia, in questo caso (ed è chiaro che abbiamo i più ampi spazi e le più ampie prerogative, nel rispetto di alcuni principi) non voglio far entrare il sistema elettorale all'interno dello Statuto, ma vorrei che lo Statuto non fosse sospeso nel vuoto, che avesse qualche quadro di riferimento, per non trovarsi in contraddizione o per non predeterminare in qualche modo la legge elettorale attraverso l'elaborazione statutaria. La mia indicazione è di fare uno sforzo - e la Commissione Statuto lo dovrebbe fare - per trovare un punto di equilibrio rispetto ad alcuni principi generali.
Mi sembra sia perdere un'opportunità il lasciare completamente fuori qualsiasi riferimento alla legge elettorale. Tra l'altro, lasciare nebuloso questo aspetto potrebbe comportare anche qualche rischio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, avevo già avuto modo, durante la discussione generale, di esprimere il mio apprezzamento e la mia condivisione su questo emendamento, di cui il Presidente del Consiglio ha colto l'importanza politica.
In sostanza, il collega Tapparo introduce un tema che, dal punto di vista formale, sicuramente non deve costituire una parte dello Statuto, ma che è comunque una parte dalla quale dipende lo Statuto.
I colleghi sanno che la legge costituzionale n. 1 prevede l'elezione diretta in prima attuazione. Quindi, teoricamente, il Consiglio regionale potrebbe anche non prevedere l'elezione diretta. Mi rendo conto di fare un ragionamento per assurdo, perché ormai c'è questa grande moda dell'elezione diretta (sulla quale avrei dei grandi dubbi), però il Consiglio potrebbe teoricamente dire: "No, non facciamo l'elezione diretta". Se la scelta fosse - e questo è un tema che dobbiamo ancora definire - quella non dell'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale, evidentemente scaturirebbero delle conseguenze nel rapporto con gli organi: il Consiglio potrebbe anche prevedere che l'elezione sia del Consiglio. Un sistema elettorale rispetto ad un altro cambierebbe completamente i rapporti, anche per lo stesso meccanismo di elezione del Consiglio regionale. Il nostro è un sistema maggioritario, con liste proporzionali, con una correzione molto diverso rispetto a quello del sistema elettorale nazionale. Ma anche qui è diverso, anche qui non è ininfluente. Pensiamo alla questione degli Assessore esterni, non Consiglieri: non è ininfluente sullo Statuto. In sostanza, la definizione del sistema elettorale regionale è un elemento che dovrebbe precedere la formazione dello Statuto, perché lo Statuto dovrebbe sviluppare il rapporto con gli organi, tra gli organi, in relazione alle modalità con cui gli organi sono eletti. E' fondamentale.
Non so, sicuramente la sede non è quella della revisione dello Statuto, ma la decisione deve essere precedente alla formazione dello Statuto.
Mi rendo anche conto che è difficile preparare la legge regionale, prevista dalla legge costituzionale n. 1, sul sistema elettorale regionale. Il Consiglio, però, potrebbe dare delle indicazioni puntuali e precise in tal senso, attraverso le modalità che ritiene utili. In ogni caso, non credo sia sovrabbondante ed inutile prevedere che le questioni siano collegate e che anche questo sia tema del lavoro che deve compiere la Commissione Statuto.
Esprimo la più completa condivisione per l'esigenza di collegare le due questioni: lo Statuto e il sistema elettorale regionale. Se questo tema non viene affrontato, la conseguenza è che il Consiglio viene spogliato di una funzione. Teoricamente, il sistema elettorale regionale potrebbe diventare una questione residuale.
Definito lo Statuto, definite le competenze degli organi, definite alcune modalità, il sistema elettorale è una modalità per dare conseguenza a decisioni che vengono assunte con lo Statuto, ma non credo che il problema sia questo. Questo non vuol dire che bisogna rimettere in discussione alcune modalità con cui si è arrivati all'elezione diretta. Le opinioni sono diverse.
Oggi il Consiglio regionale è a questo campo di scelta. E' stata fatta, in prima battuta, l'elezione diretta, abbiamo il campo completamente bianco abbiamo un foglio bianco dove possiamo scrivere: elezione diretta o meno sistema elettorale maggioritario o proporzionale, modalità diversa di elezione della Giunta, ecc. E' un campo tutto aperto, che non possiamo considerare come una pagina già scritta, ma una pagina da scrivere che non può essere senza conseguenze per quanto riguarda lo Statuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Si tratta di una questione particolarmente complessa. Se, da una parte condivido l'impostazione dell'Ufficio di Presidenza che, dal punto di vista istituzionale, è sicuramente corretta (separare la questione statutaria da quella elettorale), dall'altra, si propone una ragione di urgenza rispetto alla legge elettorale.
Lo Statuto, nelle sue articolazioni più regolamentari, e lo stesso Regolamento interno del Consiglio regionale nei suoi riflessi statutari sono collegati al tipo di legge elettorale che elegge l'Assemblea.
Riconoscendo, ad esempio, ai Gruppi consiliari di questa composizione e di questa costituzione un ruolo centrale nell'economia non solo dei lavori dell'aula, ma anche della produzione legislativa.
Una Commissione sullo Statuto che volesse ridisegnare, ad esempio, la forma di governo e i rapporti fra i poteri, dovrebbe misurarsi con il problema della legge elettorale che concorre a determinare non solo gli equilibri politici nell'assemblea, ma anche i rapporti fra l'assemblea e il potere esecutivo.
Ritengo giusto che la Commissione Statuto, in sede di revisione statutaria, non affronti l'argomento elettorale.
Il Consigliere Tapparo ricordava la lungimirante dimenticanza dei costituenti che, per non aver introdotto la materia elettorale nella Costituzione, hanno consentito negli ultimi quindici anni l'avanzamento del nostro sistema politico.
Pur riconoscendo questo dato, riconosco tuttavia che il lavoro dovrebbe, se non precedere contestualmente nella stessa sede, perlomeno procedere in parallelo.
Non so se i colleghi consentiranno, in sede di approvazione del provvedimento, ad una proposta che può essere avanzata, cioè quella di un ordine del giorno del Consiglio che impegni non già la Commissione per lo Statuto, ma il Consiglio stesso, nelle sue articolazioni ordinarie (ad esempio, la Commissione Affari Istituzionali), a porre subito mano a quegli aspetti di attuazione della legge n. 1/99 che non rientrano nelle materie della revisione statutaria.
E' vero che lo Statuto non è una legge elettorale, ma è anche vero che l'attuazione della legge n. 1/99 significava la riforma del sistema dell'ineleggibilità, dell'incompatibilità e del sistema elettorale. Non è solo un problema istituzionale, ma anche politico su cui ci dobbiamo confrontare.
Mi chiedo se il Consiglio e, in particolare, la maggioranza, intendono rinviare la materia elettorale senza affrontarla in sede di attuazione della legge n. 1/99. Intende farlo in forma parallela? Intendono farlo utilizzando le articolazioni ordinarie del Consiglio? E' una questione aperta, che non può essere chiusa semplicemente bocciando un emendamento come questo, ma che apre una questione più grande che, nella nostra riflessione complessiva, dovrebbe trovare qualche spazio e anche qualche dignità. A maggior ragione, se riteniamo, come è esplicito in alcune proposte e come è implicito in alcune posizioni, che la riforma statutaria e la riforma regolamentare debbano sostanzialmente procedere in parallelo forse non nella stessa sede, ma in sede diversa.
La materia regolamentare è una materia non scindibile in alcun modo dai meccanismi di funzionamento della legge elettorale e di composizione del Consiglio regionale. A questo è necessaria non solo una risposta tecnica dei proponenti della delibera, come quella che ha dato il Presidente, ma una risposta politica da parte della maggioranza.
Il sottoscritto e il Consigliere Saitta, che sicuramente divergono nelle opinioni in ordine ai sistemi elettorali ottimali per un'assemblea regionale, sono convinti che questa sia una materia da affrontare subito che non può essere ulteriormente rinviata e che rientra pienamente nella riflessione istituzionale e costituzionale a cui stiamo dando avvio.



PRESIDENTE

Ha chiesto di intervenire la Consigliera Manica; ne ha facoltà.



MANICA Giuliana

Rispetto alle motivazioni che il Presidente ha dato nel momento in cui ha detto che non veniva accolto l'emendamento presentato in merito al riferimento al sistema elettorale regionale all'interno della proposta di deliberazione sulla costituzione della Commissione Statuto, devo dire che non sono riuscita a percepirle nettamente, per una semplice ragione.
E' del tutto evidente che la materia della ridefinizione della Carta costituzionale è profondamente collegata alla revisione del sistema elettorale regionale. Questa mi sembra un'affermazione lapalissiana, sulla quale non possiamo neanche dubitare.
Siamo altrettanto convinti - ritengo anche gli stessi presentatori degli emendamenti - che le due materie non siano esattamente la stessa cosa: una, è legge costituzionale, l'altra, legge ordinaria.
Non penso che ci sia da parte nostra, non voglio interpretarli, ma neanche da parte degli estensori degli emendamenti, alcuna forma di confusione in questa direzione.
Pertanto, se vale il principio che sono due questioni fortemente collegate e che abbiamo tutti chiaro il fatto che una è una legge costituzionale e l'altra una legge ordinaria, bisogna trovare la forma per inserire e collocare al punto migliore questo riferimento.
La procedura migliore, certamente, sarebbe all'interno della deliberazione con questa chiarezza. Non c'è confusione sui due ambiti e sulle caratteristiche che essi hanno, ma sul profondo collegamento.
Il Consigliere Palma proponeva un ordine del giorno collegato alla deliberazione: può essere una forma. Se ho capito bene la proposta dei presentatori, forse si potrebbe risolvere la questione valutando insieme anche sospendendo pochi minuti il Consiglio, il punto e la collocazione migliore all'interno della proposta di deliberazione, senza dover fare tutto il lavoro estensivo dell'ordine del giorno. L'importante è raggiungere un punto di intesa e di comune condivisione sul punto del collegamento oggettivo, reale e profondo tra i due elementi, ben sapendo ed essendo chiaro che la soluzione di ordine legislativo sarà diversa attraverso due forme di legge diversa.
Se il Presidente ritiene - e anche i colleghi - forse con pochi minuti di sospensione riusciamo trovare una soluzione a questa materia.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

La proposta dei colleghi Tapparo e Di Benedetto mi sembra che debba essere accettata, perché tra i compiti dello Statuto vi è quello di decidere come si elegge il Presidente della Giunta regionale. Non è demandato ad una legge; si demanda ad una legge, come dice l'art. 2 della legge n. 1/99: "Il sistema di elezione è disciplinato con legge della Regione". Bene, ma nell'ultimo capoverso di quello stesso articolo la legge costituzionale dice: "Il Presidente della Giunta regionale, salvo che lo Statuto regionale disponga diversamente, è eletto a suffragio universale diretto". Quindi all'interno della discussione dello Statuto abbiamo da dirimere la scelta della modalità di elezione del Presidente della Giunta. Modalità di elezione che è connessa e dà un input importante all'intero sistema elettorale che poi verrà regolamentato da una legge apposita. Ma dentro lo Statuto c'è l'inizio del nuovo sistema elettorale. Noi dobbiamo decidere quando discuteremo dello Statuto, come proponiamo venga eletto il Presidente della Giunta regionale. Su questo lo Stato, con la nuova legge costituzionale, ha lasciato le Regioni libere di decidere. Lo Stato ha fatto questa riforma e ha detto: "Elezione diretta", ma, attenzione elezione diretta sino all'approvazione, da parte delle Regioni, delle forme di elezione del Presidente della Giunta regionale che ciascuna Regione deciderà di avere, tra le quali c'è anche quella indiretta. Personalmente anch'io non abbandono in modo pregiudiziale l'elezione indiretta e chiederò, appena la Commissione Statuto comincerà a lavorare, che sia uno dei temi da sottoporre ad una nostra riflessione.
Quindi, l'emendamento Tapparo mi sembra che segnali il fatto che, senza nasconderci dietro un dito, occorra dire sin d'ora che discutere dello Statuto è discutere di forma di elezioni; del Presidente, addirittura a livello della norma costituzionale, che dice: "Nello Statuto deciderete come votate il Presidente" e, dato che questo si porta dietro mille altre cose, è chiaro che l'inserimento del sistema elettorale regionale è un riferimento proprio, perché dentro il sistema elettorale regionale c'è, in primo luogo, la decisione su come eleggiamo il Presidente della Giunta.
Per questi motivi, sottoscrivo questo emendamento e lo approvo.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Chiezzi.
Consigliere Cattaneo, vuole intervenire adesso o dopo la sospensione? Prego, ha la parola.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Intervengo prima anche per rispetto verso l'opposizione, che è intervenuta in modo estremamente robusto, con interventi anche estremamente interessanti, portando all'attenzione nuovi elementi; in particolare, l'ultimo intervento del Consigliere Chiezzi.
Credo che non siamo disposti, al di là del parere dell'Ufficio di Presidenza - non me ne voglia il Presidente Cota - sotto l'aspetto politico, ad accettare l'emendamento proposto. Questo non vuol dire che non vi sia una volontà di andare, non tanto incontro ad esigenze che l'opposizione pone all'attenzione dell'assemblea, ma ad alcune riflessioni che, anche noi, in parte, possiamo condividere.
Incomincio dall'ultimo intervento del collega Chiezzi. Innanzitutto, sul punto 2a) del dispositivo avete fatto alcune riflessioni, ma non è che si dica, per esempio: "Anche i principi della forma elettorale". No, qui è chiaro: "Si dice alla definizione", quindi, se fosse approvato l'emendamento, voi capite che "alla definizione del sistema elettorale regionale" vuol dire semplicemente che la legge elettorale deve essere contenuta nello Statuto. Per questo motivo, siamo contrari all'emendamento.
Faccio un esempio pratico: secondo me, la legge elettorale deve essere al di fuori della Commissione Statuto. Probabilmente sarà assegnata, ad esempio, nella sua fase istruttoria all'VIII Commissione, che è la Commissione competente per la legislazione ordinaria. Quindi, se noi approvassimo l'emendamento, sceglieremmo oggi, con un atto di Consiglio, di portare la legge elettorale all'interno dello Statuto.
In secondo luogo, riteniamo che sia altrettanto corretto fare una riflessione sulla questione della forma di elezione del Presidente. Per anche qui, non so se sia utile richiamare, all'interno della deliberazione che andiamo ad approvare oggi, che all'interno dello Statuto dobbiamo definire, perché in questo caso bisogna definire l'elezione del Presidente.
Abbiamo due vie d'uscita: la prima, se non dovessimo definirlo in piena legittimità e sovranità del Consiglio regionale, rimane la legge, quindi nelle more dello Statuto - come si può dire - sarà eletto dal popolo come prevede la legge. Se invece volessimo fare qualcosa di diverso, caro Chiezzi, dobbiamo comunque farlo perché la legge ce ne dà la possibilità e ci dice: "Se lo volete fare, dovete farlo lì". Quindi, non so se valga la pena e se sia utile ribadirlo, perché c'è già una legge - la legge costituzionale - che dà questa opportunità. Se non lo facciamo, avremo il Presidente eletto dal popolo; se lo facciamo, invece, possiamo scegliere la modalità dell'elezione.
La proposta del collega Palma è una proposta che condivido; dobbiamo certamente elaborarla e va certamente incontro ad alcune riflessioni esigenze e considerazioni che sono state espresse da altri Consiglieri.
Credo che normare o prendere un impegno in Consiglio regionale su un percorso parallelo e di verifica di Statuto, Regolamento e legge elettorale sia importante, perché è logico che lo Statuto deve, nella sua fase di gestazione, tenere conto di quale sarà il sistema elettorale, perché - come è già stato detto - nel rapporto tra gli organi e in particolare tra organo di governo ed assemblea legislativa non si può non tenerne conto.
Possiamo respingere questo emendamento, nella consapevolezza che, rispetto alla questione dell'elezione del Presidente della Giunta regionale, abbiamo la possibilità e - grazie al Presidente Chiezzi - anche la cognizione su quello che si rappresenterà, perché, se lo facciamo - ripeto - lo possiamo fare e dobbiamo farlo perché ce lo dice la legge e, se non lo facciamo sarà eletto dal popolo. Dovremmo elaborare un ordine del giorno (ma sono abbastanza dubbioso che in cinque minuti si riesca a prepararlo) su cui siamo d'accordo e che sia in linea con questi principi e queste richieste.
Credo che con questa formulazione e soluzione si possa trovare un punto di accordo e di incontro che corrisponda alle esigenze, ma soprattutto alle considerazioni e convinzioni che ognuno di noi ha espresso nel dibattito.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Il suggerimento del Consigliere Palma mi pare possa essere raccolto perché l'emendamento dei Consiglieri Tapparo e Di Benedetto pone un problema serio che va comunque affrontato. Non mi pare, però, quella della Commissione e comunque dello Statuto, la sede propria. Anche l'intervento che ho apprezzato - del Consigliere Chiezzi, non vorrei sbagliarmi, ma probabilmente parte da un equivoco che è determinato dall'art. 32 dello Statuto vigente.
Lo Statuto vigente non entrava nel sistema elettorale, ma era una necessità regolamentare perché si votava con altro criterio. Dopo, in definitiva, è intervenuta, seppur per gradi, una "rivoluzione copernicana" sul punto.
Evidentemente, avvenendo l'elezione del Presidente in seno al Consiglio regionale, non poteva che essere regolamentata dallo Statuto, o comunque era una conseguenza. Questo è il dato.
Ora, invece, dobbiamo trovare il sistema per far armonizzare e quadrare le diverse esigenze: da un lato, la necessità di un nuovo Statuto, dall'altro un sistema elettorale da cui non possiamo comunque prescindere. Ecco perch mi pare di particolare momento il suggerimento del Consigliere Palma.
Ritengo che non sia una cosa semplice, tuttavia credo che si possa addivenire ad una soluzione in termini sufficientemente veloci, proprio perché non possiamo gravare comunque la Commissione di un onere che, per certi versi, la snaturerebbe, mentre per altri versi renderebbe particolarmente faticoso il cammino e la redazione dello Statuto.



PRESIDENTE

Sospendiamo la seduta per cinque minuti e vediamo se riusciamo a trovare una soluzione.



(La seduta, sospesa alle ore 18.00 riprende alle ore 18.21)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
So che il Consigliere Palma sta lavorando alla predisposizione di un ordine del giorno di accompagnamento. Propongo di razionalizzare i lavori riassumendovi tutti gli emendamenti, con la relativa posizione, per giungere alla votazione. Daremo lo spazio ad eventuali interventi, ma facendo un blocco unico.
CONTU Mario (fuori microfono) Cosa vuol dire "blocco unico"?



PRESIDENTE

Facciamo un blocco unico, nel senso che riassumo tutti gli emendamenti.
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Facciamo un blocco nero?



PRESIDENTE

No, un blocco unico: in apertura vi riassumo tutti gli emendamenti così vi illustro anche la posizione su ciascuno di essi, da cui traspare anche la posizione generale.
Siamo fermi all'emendamento n. 17), che chiede di aggiungere, dopo la parola "funzionamento", le parole "nonché del sistema elettorale regionale".
Alla luce della discussione, verrà posto in votazione un ordine del giorno che stabilisce che la legge elettorale è una delle priorità e verrà trattata dall'VIII Commissione. Sostanzialmente, si concorda con la posizione che è emersa nel dibattito da parte del Consigliere Palma, il quale ha predisposto un ordine del giorno, il n. 331, che mi accingo a leggere. Prego i colleghi di prestare un po' di attenzione.
Tale ordine del giorno recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte ritenendo urgente dare attuazione alla legge costituzionale n. 1/99, sia nella parte relativa all'approvazione del sistema elettorale e alla disciplina delle cause di ineleggibilità e di incompatibilità, sia nella parte relativa alla revisione dello Statuto regionale, nel costituire la Commissione Statuto si impegna ad esaminare, in sede di VIII Commissione, le proposte di legge sulle materie di cui all'art. 122, comma 1, della legge costituzionale n. 1/99 parallelamente all'esame delle proposte di revisione statutaria in sede di Commissione per lo Statuto".
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Ritengo che si debba aggiungere, però, una frase che dica: "Fermo restando che la questione che riguarda la forma di elezione del Presidente della Regione faccia parte dei compiti della Commissione Statuto". Lo scriva come crede, ma questa parte è definita nella Costituzione come parte statutaria. Cioè la modifica di quel punto può avvenire solo in sede di Statuto, mentre la legge elettorale è certamente una legge ordinaria.
Secondo me, in realtà questo fa parte della forma di governo, non è solo una questione elettorale. Tuttavia, se per "sistema elettorale" intendiamo anche la questione della forma di elezione del Presidente, questo punto è riconducibile sicuramente, per Costituzione, alla Commissione Statuto. Mi pare che, su tale punto, non debbano sussistere dubbi nell'interpretazione.
Collega Chiezzi, gradirei anche la sua attenzione sulla questione, perch dobbiamo distinguere fra la legge elettorale, che è legge ordinaria, e forma di elezione del Presidente, che è questione statutaria.
Occorre, quindi, precisare questo punto, nell'ordine del giorno o dove si vuole.



PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Se i colleghi Consiglieri me lo permettono, volevo esporre quella che è l'interpretazione che i Presidenti delle Giunte, e non solo, ritengono di dare a questa formulazione dell'art. 1 della legge n. 1/99, la famosa legge che ha permesso l'elezione diretta dei Presidenti, dove, appunto, veniva ricordato nel dibattito, si rimanda anche al meccanismo di elezione nella fase statutaria.
Lunedì avremo occasione di poter sentire dalla viva voce del Ministro agli Affari Regionali, La Loggia, che non è il Ministro competente per quanto concerne la riforma, perché il Ministro competente è il Ministro Bossi, ma comunque, occupandosi di Regioni, essendo anche un costituzionalista, ha una propria visione ed una propria interpretazione. Voi sapete che anche i Presidenti dei Consigli si sono ritrovati su questo tema. Gli stessi Presidenti delle Commissioni Statuto delle varie Regioni si stanno riunendo e stanno discutendo. In buona sostanza, non vorrei sembrare tranchant, ma questa è la sintesi di tutte le valutazioni e di tutte le considerazioni che sono emerse in questo dibattito molto approfondito e molto allargato che dura ormai da un anno, perché, in via informale, avevamo chiesto un'interpretazione autentica della norma della riforma costituzionale al Ministro Maccanico e al Presidente Amato nella passata legislatura. Sempre in via informale, ci era stata data risposta, mai però ufficializzata perché, in realtà, per essere sinceri, siccome le Regioni chiedono autonomia nel regolarsi, credo che il legislatore abbia voluto dare ai Consigli regionali, nella fase costituente di creazione dello Statuto anche uno spazio per autoregolamentarsi.
E' ovvio che se l'autonomia, nello stabilire certi criteri di regolamentazione della vita del Consiglio regionale, può essere applicata in maniera diversificata su determinati argomenti, diverso è per quanto riguarda il metodo elettorale, in quanto uno dei principi, che è sempre stato ampiamente sottolineato, è quello di non far sì che nel nostro Paese alla fine, le quindici Regioni a Statuto ordinario, andassero a votare con metodi diversi l'una dall'altra.
Venendo al punto fondamentale della discussione alla quale voglio chiaramente portare un contributo, poi l'assemblea deciderà secondo la propria volontà, è bene che conosciate l'opinione dei Presidenti delle Regioni: va bene tutto, tranne - e non è cosa di poco conto - che la formulazione del nuovo meccanismo elettorale metta in discussione l'elezione diretta del Presidente, perché la legge n. 1/99 di riforma costituzionale sancisce che l'elezione diretta dei Presidenti è il metodo con il quale si governano le Regioni.
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Salvo che lo Statuto disponga diversamente.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Io parlo a nome della mia maggioranza, essendo comunque nella funzione che questo metodo elettorale mi ha dato. La mia maggioranza, che è anche la maggioranza che in questo momento governa il Paese, ritiene irrinunciabile il principio dell'elezione diretta del Presidente.



PRESIDENTE

Forse il Presidente Ghigo è stato assente per una parte del dibattito: questo punto non è mai stato messo in discussione.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Mi rivolgo al Presidente Ghigo, perché questo è un punto molto importante: per quanto ci riguarda - questa è l'opinione del nostro Gruppo qui ed altrove - consideriamo irrinunciabile l'elezione diretta del Presidente della Regione.
Questa è la posizione del nostro Gruppo, ma è certo che secondo la legge costituzionale n. 1/99 - di questo stavamo discutendo, noi non stavamo facendo una discussione di merito in questa sede - la sede nella quale quelli che la pensano diversamente da come la penso io possono porre questo problema nell'ambito della discussione sull'autonomia statutaria per affermare un'altra possibilità, cioè, non quella dell'elezione diretta del Presidente della Regione, ma, eventualmente, il ritorno al vecchio sistema è la sede statutaria. Di questo discutevamo.
Quindi, mentre la legge elettorale è una legge ordinaria, che non deve essere parte dello Statuto, per quanto riguarda la possibilità di aprire una discussione sulla questione delle forme di elezione del Presidente della Regione, la sede opportuna è quella statutaria.
Questo non è un elemento sul quale mi pare ci possa essere discussione perché questo è quanto viene detto dalla legge costituzionale.
Se il Consigliere Chiezzi ritiene di dover mettere in discussione l'elezione diretta del Presidente della Regione, la sede in cui può farlo è la Commissione per lo Statuto e non lo può fare in sede di legge elettorale ordinaria - questa è la discussione che stiamo svolgendo.
La legge elettorale non può stare all'interno dello Statuto, questo è certo, ma è altrettanto certo che quella parte di legge elettorale che si riferisce alle modalità di elezione del Presidente della Regione fa parte della sede statutaria.
Dico questo a prescindere dalla posizione politica di merito che, per quanto mi riguarda, è fuori discussione; però, una discussione di questo tipo, naturalmente, parte semplicemente da un riconoscimento di sede di competenza, nella quale i problemi possono essere posti ed affrontati, dei quali poi ciascuno dirà quello che pensa.



PRESIDENTE

Vorrei soltanto cercare di razionalizzare ulteriormente i lavori: è certo - do anch'io il mio piccolo contributo - che la decisione di non eleggere più direttamente il Presidente della Giunta debba essere assunta con norma statutaria. Questo è certo perché ce lo impone la Costituzione.
Non è certo se, in caso di mantenimento del sistema di elezione diretta del Presidente, lo si debba scrivere nello Statuto: la dottrina non si è occupata del punto; è certo che un sistema diverso debba essere previsto.
Quindi, sostanzialmente, questa ulteriore proposta di emendamento ad integrazione dell'emendamento del Consigliere Marcenaro vuole soltanto affermare il principio che, se anche si dovesse confermare il sistema di elezione diretta del Presidente della Giunta, tale questione dovrebbe essere sancita nello Statuto. E' soltanto questo il piccolo margine che ci può essere nell'inserimento di questa definizione; cioè, il fatto di stabilire in Statuto il principio dell'elezione diretta, perché il principio di elezione indiretta certamente deve essere stabilito.
La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Nell'ambito della discussione che prima ha anche sollecitato il Consigliere Marcenaro, voglio aggiungere il fatto che convengo che l'unico luogo dove si può, in relazione alla riforma costituzionale, eventualmente predisporre un meccanismo diverso è lo Statuto.
La legge elettorale è legge ordinaria e sottordinata rispetto alla riforma costituzionale, mentre, invece, lo Statuto può, obiettivamente nell'ambito dell'autonomia destinata alla fase statutaria delle Regioni rappresentare un elemento possiamo dire perlomeno paritetico alla norma costituzionale, anche se sarà molto difficile - tanto per intenderci - che una Regione possa stabilire attraverso lo Statuto che non vuole più l'elezione diretta del Presidente e che questo venga acquisito come norma sovraordinata rispetto alla riforma costituzionale.
E' una partita aperta; comunque, credo che la Commissione Statuto sia la Commissione nella quale, citando l'esempio del Consigliere Marcenaro, il Consigliere Chiezzi può dire che non gli piace l'elezione diretta del Presidente. Poi, naturalmente, la maggioranza della Commissione farà un'altra cosa.



PRESIDENTE

Per cercare di razionalizzare, volevo chiedere se la maggioranza è favorevole all'inserimento, nell'ordine del giorno presentato dal Consigliere Palma - se è favorevole il Consigliere stesso - alla fine - in questo caso il Presidente Ghigo è la persona più autorevole per dircelo della seguente frase: "Ferma restando la competenza della Commissione Statuto in ordine all'individuazione del sistema di elezione del Presidente della Giunta".
La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Non vorrei che complicassimo una questione già di per sé complicata, ma che non necessita di ulteriori complicazioni. Il comma 5 dell'art. 122 della Costituzione non dice affatto che lo Statuto deve stabilire il sistema di elezione del Presidente. Mi spiego: dice semplicemente che l'elezione diretta e a suffragio universale deve essere contenuta in Statuto. Però non dice se deve essere ad un turno, a doppio turno, se deve esserci un premio di maggioranza.
Quindi, tutta la materia relativa al sistema di elezione del Presidente non al principio generale dell'elezione diretta o dell'elezione indiretta non è materia statutaria.
Dunque, la formulazione del Presidente è una formulazione erronea. La formulazione corretta è: "Fermo restando quanto previsto dal comma..."



PRESIDENTE

Non è la mia formulazione; è la formulazione del Consigliere Marcenaro.



PALMA Carmelo

Quindi, la formulazione del Consigliere Marcenaro è erronea; la formulazione più corretta, dal punto di vista tecnico, è che nell'ultima premessa si scriva: "Fermo restando quanto previsto al comma 5 dell'art.
122 della Costituzione", cioè che in Statuto si stabilisce semplicemente se l'elezione sia a suffragio universale diretto, oppure no.
Tutto il resto, anche il sistema elettorale del Presidente sta nella legge ordinaria e non sta nella materia statutaria.
In questa forma, accetto questo altro emendamento e penso che si possa raggiungere l'accordo su questo testo.



PRESIDENTE

Questo riassume tutte le posizioni e questa può essere la formulazione dell'ordine del giorno che andremo a votare dopo aver votato il testo della deliberazione.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, comunque anche la soluzione che ci viene prospettata, che certamente è uno sforzo importante, non trova un punto di equilibrio sufficiente per fare chiarezza rispetto agli aspetti evidenziati.
Per questa ragione, non ritiro l'emendamento, ma voglio che resti il segno della mia insoddisfazione sulla soluzione trovata che ritengo ancora insufficiente.



PRESIDENTE

Pertanto, in merito al sistema elettorale si è trovata la via dell'ordine del giorno collegato.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 17).
Il Consiglio non approva.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 17 bis).
Il Consiglio approva.
18) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Di Benedetto e Suino: al comma 2 del dispositivo eliminare l'intero punto c).
19) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 2, la lettera c) è soppressa.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 18).
Il Consiglio approva.
L'emendamento n. 19) è da considerarsi decaduto.
E' altresì da considerarsi ritirato il seguente emendamento.
19 bis) Emendamento presentato dal Presidente Cota: al punto 2), lettera c), del dispositivo alla fine del periodo, dopo la parola "ordinanza", aggiungere le parole "con particolare riferimento alla nuova legge elettorale regionale".
20) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 2, la lettera c) è soppressa e sostituita dalla seguente: "elaborazione della nuova legge elettorale".
Tale emendamento è da considerarsi decaduto.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi: 21) al comma 3, sostituire le parole "all'art. 19 dello Statuto e all'art.
40 del Regolamento" con le parole "agli artt. 19 e 20 dello Statuto e all'art. 38 del Regolamento".
22) Al comma 3, sostituire le parole "all'art. 19 dello Statuto e all'art.
40 del Regolamento" con le parole "agli artt. 19 e 20 dello Statuto e al Capo V del Regolamento".
23) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Di Benedetto e Suino: al punto 3) del dispositivo aggiungere alla fine del periodo, dopo la parola "Regolamento", le parole "attualmente vigente".
Su questo emendamento vi è parere contrario, perché è pleonastico: è chiaro che il Regolamento è quello vigente.
In merito all'emendamento n. 22), ha la parola il Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Il testo messo in discussione cita, dello Statuto e del Regolamento, solo gli articoli che definiscono le Commissioni speciali con gli ambiti di intervento che le stesse hanno - indagini conoscitive, Commissioni di inchiesta - e nella citazione dell'articolo regolamentare l'articolo in cui si dice "Le Commissioni speciali sono composte secondo le modalità previste dal Regolamento per le Commissioni permanenti".
L'emendamento n. 22) chiede di qualificare meglio l'attività di tali Commissioni, aggiungendo la citazione dell'art. 20 dello Statuto, relativo all'attività di consultazione da parte delle Commissioni sia permanenti che speciali.
E' un tema che era già stato trattato in premessa e che aveva portato la maggioranza dell'aula, pur respingendo questo emendamento, ad integrare il testo con un emendamento a firma del Presidente Cota - mi sembra - che, per simmetria, probabilmente, dovrebbe essere presentato anche in questa occasione.
Si cita poi l'art. 38 del Regolamento come articolo che anch'esso, a livello regolamentare, fissa le norme che le Commissioni speciali e permanenti devono osservare nella loro attività di consultazione.
Da questo punto di vista, dato che nei due emendamenti citati non viene ripreso il testo relativo all'acquisizione del parere, che era l'elemento di differenza che contrassegnava le posizioni d'aula sull'emendamento che è stato respinto e poi in parte recepito con l'emendamento del Presidente Cota, se lei, su questi due, volesse riproporre esattamente l'emendamento precedente, forse risolveremmo il problema.



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, l'art. 20 lo aggiungiamo, perché lo abbiamo già approvato ed è perfettamente... Ma l'aggiunta del Capo V del Regolamento è inutile, poiché è ovvio che l'art. 19 rimanda all'art. 40. Quindi, la prego: inseriamo l'art. 20, anzi lo diamo per inserito come modifica di coordinamento, perché lo abbiamo già inserito in premessa, ma la invito a ritirare l'emendamento n. 22).
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Va bene.



PRESIDENTE

Grazie. Ritira anche il n. 21)?



(Commenti fuori microfono del Consigliere Chiezzi)



PRESIDENTE

L'art. 20 lo do inserito come coordinamento, perché, avendolo citato prima per coordinamento lo citiamo anche adesso.
Gli emendamenti n. 21) e n. 22) sono pertanto ritirati.
In merito all'emendamento n. 23) c'è il parere contrario, perché il Regolamento è già vigente: lo mantiene, Consigliere Tapparo, o lo ritira? TAPPARO Giancarlo (fuori microfono) Lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 23) è pertanto ritirato.
Siamo al comma 4, a proposito del quale sono stati presentati alcuni emendamenti. Li cito nell'ordine in cui li voteremo.
25) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 4, frase "sia composta secondo quanto stabilito dall'art. 14 comma 2, del Regolamento" è sostituita da "sia composta e funzioni secondo quanto stabilito dall'art. 14 del Regolamento, con le stesse modalità di votazione previste per la Giunta delle Elezioni".
24) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi: al comma 4, la frase "sia composta secondo quanto stabilito dall'art. 14 comma 2, del Regolamento" è sostituita da "sia composta e funzioni secondo quanto stabilito dall'art. 14 del Regolamento".
26) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Di Benedetto e Suino: al punto 4 del dispositivo sostituire "due Vicepresidenti" con "un Vicepresidente" ed aggiungere alla fine del periodo "che verranno eletti a maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti la Commissione Statuto;".
L'art. 14 nel suo complesso richiama anche le modalità di funzionamento della Giunta delle Elezioni, quindi, sostanzialmente, ha contenuto analogo.
Su questi emendamenti c'è il parere contrario. Per quanto riguarda gli emendamenti n. 25) e n. 24) si ritiene infatti che le modalità di votazione all'interno della Commissione Statuto debbano essere quelle delle Commissioni permanenti e non quelle della Giunta delle Elezioni, tenendo conto della consistenza dei Gruppi consiliari.
Invece, con riferimento all'emendamento n. 26), c'è parere contrario, in quanto si ritiene che sia meglio, che sia più garantista e anche più funzionale mantenere due Vicepresidenti, cosicché l'Ufficio di Presidenza della Commissione sia composto da tre membri.
C'è inoltre parere contrario anche sul sistema di maggioranza qualificata dei due terzi dei componenti della Commissione, per il motivo che è ovvio che, se uno è di maggioranza, l'altro dovrà essere di opposizione: prevedere una maggioranza qualificata è un impedimento alla realizzazione di questo risultato.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Vorrei illustrare ai colleghi il significato dell'emendamento n. 25) che esplicita che questa Commissione speciale deve essere costituita e funzioni con le stesse modalità di votazione previste per la Giunta delle Elezioni.
Come i colleghi sanno, nella Giunta delle Elezioni si discute e si vota per "testa" e non in rappresentanza della consistenza dei Gruppi consiliari di appartenenza. Perché faccio questa proposta insieme al collega Moriconi? La Commissione Statuto ha natura differente dalla Giunta delle Elezioni, che si occupa di fatti parecchio importanti: l'eleggibilità, la convalida di colleghi eletti.
Tuttavia, il livello di importanza dei temi trattati in Commissione Statuto forse è ancora maggiore, nel senso che i componenti di questa Commissione speciale sono persone che devono esaminare la Carta fondamentale della nostra Regione, discuterla ed assumersi delle responsabilità importanti. Cioè, noi decidiamo di istituire una Commissione speciale. L'elaborazione dello Statuto potevamo farla attraverso la Commissione presieduta dal collega Manolino: non è che noi siamo obbligati a fare qualcosa di speciale. C'è una Commissione che si occupa di problemi istituzionali; si tratta di una Commissione permanente ed è titolata a discutere dello Statuto, è una Commissione nella quale si vota per Gruppo potevamo benissimo utilizzare quella Commissione.
Invece no: prima scelta politica. La maggioranza di quest'aula dice che per lo Statuto bisogna fare qualcosa di speciale.
Vogliamo fare qualcosa di speciale? Perché deve essere speciale questa Commissione! Uno dei motivi, se vogliamo istituire questa Commissione di specialità, è che consegniamo ad un certo numero di colleghi il compito non di risolvere al posto dell'aula i problemi, ma di studiare e di elaborare un progetto di Statuto che poi questi colleghi consegneranno a tutti i Consiglieri.
Capite, colleghi, che questa investitura non è un'investitura in cui si dice ad uno dei colleghi di presentarsi in Commissione e di votare, come se tutti i colleghi del Gruppo fossero presenti. No, noi diciamo a quei tre colleghi o a quei quattro colleghi di andare in questa Commissione, di dire la loro, di votare testa per testa, perché stiamo costruendo la Regione del futuro, e di assumersi, quindi, una volontà di impegno continuativo che viene espresso con la presenza e con il voto, sapendo, certo, che poi la questione sarà decisa in aula, dove voteranno i Gruppi e dove voteranno i singoli colleghi Consiglieri.
Questo punto, ripeto, è strategicamente importante. Se ci sono - e ce ne sono - problemi scegliendo la strada del voto per testa, occorre comunque mantenere il giusto equilibrio di rapporti, tra maggioranza ed opposizione, che devono essere corretti. Se, sullo stato delle cose, un meccanismo di questo genere provoca un disequilibrio tra maggioranza ed opposizione, per cui in questo modo l'opposizione avrebbe più numeri della maggioranza, questo va certamente corretto mantenendo, in Commissione speciale Statuto, una maggioranza che sia numericamente consistente rispetto alle altre forze.
Segnalo, nel voto dei colleghi, l'importanza che siano presenti e votino tutti i colleghi che noi indichiamo come partecipanti alla Commissione Statuto. Se, invece, la Commissione Statuto diventasse come le Commissioni permanenti, in cui un Consigliere ne rappresenta ventidue e gli altri nominati, magari, come fanno nelle Commissioni permanenti spesso e volentieri, non si presentano, non ne sminuiremmo un po' l'importanza?



PRESIDENTE

Collega Chiezzi, il tempo a sua disposizione è terminato.



CHIEZZI Giuseppe

Ho finito.
Questo è un po' il senso della proposta, dell'insistenza con cui penso che la specialità sia soprattutto il voto singolo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, colleghi, voglio tentare, anche se l'intervento del collega Chiezzi mi sembra importante ed abbastanza completo, di fare una precisazione.
La composizione della Commissione Statuto è prevista dal Regolamento e già stabilisce rapporti in qualche modo politici. Non è che c'è un rappresentante per Gruppo, che potrebbe essere evidentemente un fatto estremamente giusto, ma si fa riferimento all'art. 14 del Regolamento e c'è una particolare distribuzione numerica che, se non riproduce gli equilibri in modo perfetto che ci sono nella proporzionalità dell'assemblea generale è certamente qualcosa che va in tale direzione.
Però non accetta il principio del voto plurimo, proprio per distinguerla da una Commissione ordinaria, altrimenti, in effetti, la logica di farla alla Commissione "Affari Istituzionali" aveva più senso, senza "costruirla".
Voglio anche dire che non è che la Commissione Statuto, colleghi - e su questo dovremmo chiarirci - debba produrre, elaborare e passare all'aula un prodotto finale, chiuso, ma su alcuni punti, fortemente dialettici, pu anche presentare le ipotesi alternative che si sono determinate all'interno della Commissione Statuto.
Quindi, c'è un'ulteriore garanzia, poi sarà l'Assemblea generale che recupererà gli elementi che la Commissione Statuto fa, crea un semilavorato, aiuta, perché non sarebbe possibile fare questo tipo di lavoro in plenaria, però è la plenaria che poi, sugli snodi reali, ha la possibilità di svolgere un lavoro finale: non c'è una forzatura.
Sono abbastanza sorpreso che ci sia questo muro dinanzi ad un'ipotesi estremamente ragionevole. Poi, recuperando nel passaggio successivo, vedo un'altra irragionevolezza che mi sembra aggravi il limite di questa Commissione Statuto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Ho chiesto di intervenire perché penso che la riflessione dell'aula sia un equivoco: per correggere un problema legato alle modalità di composizione della Commissione si interviene creando un altro problema sulle modalità di votazione.
Se il problema sono le modalità di composizione e si ritiene che la modalità di composizione, ex art. 14, comma 2, non garantisca a sufficienza i numeri della maggioranza, ovvero che i numeri della Giunta delle Elezioni siano tali da non riflettere il complesso delle posizioni politiche, allora la maggioranza deve presentare un emendamento su questo. Ma non è che deve intervenire sul meccanismo di votazione trasformando una Commissione speciale in una Commissione ordinaria! Su questo ha ragione il Consigliere Chiezzi. Se noi costituiamo una Commissione, non con poteri, ma con funzioni costituenti, è chiaro che ciascun assegnato è portatore di una posizione originale e anche di una responsabilità individuale. Altrimenti non costituiamo una Commissione Statuto e procediamo in via ordinaria con la Commissione Affari istituzionali.
Non so se chiedere un'ulteriore sospensione, però se questo è il problema della maggioranza, lo espliciti, presenti un emendamento sui meccanismi di composizione e vi si ponga rimedio.
Si chiede di ponderare diversamente rispetto alle modalità particolarmente penalizzanti della Giunta delle Elezioni? Lo si faccia, ma lo si faccia in questa sede, altrimenti mettiamo in discussione la logica della costituzione di una Commissione speciale, che funzionerebbe come una Commissione permanente e che a quel punto sarebbe composta come una Commissione permanente e voterebbe come una Commissione permanente.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Confermiamo la contrarietà all'accoglimento dell'emendamento e la convinzione del mantenimento della Commissione, seppur speciale, con la rappresentazione dei voti in Commissione rispetto alla consistenza dei Gruppi.
Partiamo dal fatto che ogni Gruppo deve essere presente, siamo d'accordo? Allora c'è già l'anomalia di fondo che, com'è noto, per il Regolamento di questo Consiglio regionale, dove in due si crea un Gruppo e tutti quelli che sono stati in Parlamento fanno Gruppo.
Non so bene, mi sfugge la questione del Gruppo Misto, ma credo che i Gruppi siano già diciassette, e la base di calcolo è uno. Se permettete nel mio caso, con un Gruppo di ventidue, cosa devo dire? Se la base di calcolo è uno, e se i Gruppi sono diciassette, ne voglio almeno otto, e arriviamo a venticinque! Poi, se AN dice: "Noi siamo in nove, quindi ne vogliamo almeno quattro"...! La Commissione o si fa come proposto nella deliberazione (e non a caso l'Ufficio di Presidenza ha studiato questa deliberazione con attenzione e fatto questa proposta) oppure facciamo una Commissione Statuto con tutti i sessanta Consiglieri! Se la base di calcolo è uno, o si fa così, e quindi chi è in quella Commissione rappresenta il suo Gruppo... Faccio un distinguo.
Il mio parere è diametralmente opposto a quello del collega Chiezzi. E' vero che ognuno deve prendersi le proprie responsabilità, però non è che ne facciamo parte a titolo personale! Non so se è una mia anomalia, senso di responsabilità o di iperdemocrazia per far parte di un Gruppo di una certa consistenza. Però, se io sono lì, e sono stato scelto da un Gruppo, è per andare a rappresentare non me stesso, ma la mia forza politica, il mio Gruppo. Prima di alzare la mano e prendere una posizione devo anche fare una valutazione per il mio Gruppo, e non tanto per non avere problemi con il Gruppo, quanto per non avere problemi nello svolgimento dei lavori. Non si è lì a titolo personale - almeno, parlo per me - a portare una propria posizione. Se la base di calcolo è uno, la Commissione deve essere di sessanta, e non può essere diverso! Qualsiasi Consigliere indipendentemente dal proprio Gruppo, anche dei Gruppi di una certa consistenza, che viene escluso, perché deve essere escluso? E' perché se uno fa parte di un Gruppo di un unico elemento ne deve far parte di diritto? E' una questione non di poco conto: se la base di calcolo è uno e si vuole fare un ragionamento per testa, la Commissione deve essere di sessanta!



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Vorrei solo fare una riflessione, perché questo punto è particolarmente complesso. Fra noi ci sono dei giuristi che forse riescono a ricordare meglio di me come si sono svolte le varie fasi delle Commissioni a carattere costituente.
A me sembra che neanche nella Costituente la cosa sia stata risolta così, e comunque non è detto che non si possano produrre innovazioni.
C'è un punto, qui, che ha una certa rilevanza e su cui, forse, dobbiamo fare delle riflessioni, perché dall'emendamento così com'è potrebbe non essere risolto.
Qui si confrontano due opinioni, entrambe nobili dal punto di vista delle intenzioni: il rispetto, da un lato, della volontà del singolo Consigliere e del singolo eletto in materia che ha rilevanza costituente e costituzionale e, dall'altro, il rispetto della volontà elettorale in un confronto ed in un consesso democratico che ha espresso i Gruppi, le maggioranze e le minoranze in quel consesso, diventato costituente. Sono due principi di grandissimo rilievo.
Ma come farli coesistere all'interno di una Commissione come questa, che ha carattere costituente? Per farli coesistere entrambi, il modo apparentemente più semplice è questo: vuoi rispettare una cosa e l'altra arrivi - fatti i conti mal contati - ad una Commissione di quaranta membri.
Ma, se si va avanti ancora un po', è una Commissione che diventa un Consiglio! Non so se ci sia la possibilità di far coesistere (in termini tecnici, sto cercando di ragionare, perché per me non è materia così agevole come per altri che sono dei giuristi, forse il Consigliere Tapparo ha fatto i conti io no) l'espressione di volontà individuale con il responso elettorale democratico, dato dai cittadini. E' un responso elettorale che può piacere o non piacere, che ha stabilito che il Gruppo, per esempio, di FI fosse tal cosa e quello dei DS tal'altra, ma a questa volontà popolare ed elettorale ci si deve attenere! A cosa ci porta ciò? A quale dimensione di Commissione, e a quale livello di possibilità di lavoro costituente? Questa è la prima questione da risolvere! La seconda questione è: la contemperiamo qui dentro, questa problematica, o la contemperiamo invece in un'altra sede, come hanno scelto tutte le altre Commissioni costituenti fino a questo momento stabilite? E, se la contemperiamo in altro senso, qui deve svolgersi un certo tipo di lavoro mentre l'espressione della volontà individuale e non di Gruppo i Consiglieri la recuperano nel consesso più alto, che è l'aula. Perché è in aula che, a maggioranza qualificata dei due terzi, arriverà quel testo.
Ho voluto provare a fare alcune riflessioni, perché mi sembra che si confrontino qui due questioni di grandissimo rilievo.
La prima è quella posta dal collega Chiezzi, che riguarda la volontà individuale, del singolo, che su materia come questa può essere anche diversa da quella del suo Gruppo.
La seconda è quella del rispetto della volontà popolare. Come riusciamo a contemperare questi due aspetti all'interno della Commissione in maniera risolutiva e convincente, senza arrivare a quaranta membri? Sto dicendo un numero a caso, il collega Tapparo mi perdonerà perché non ho fatto il calcolo preciso che ha fatto lui! Altrimenti, bisogna vedere come e in che modo, e come lo ribadiamo nei verbali del nostro dibattito, si può trovare la possibilità di un recupero di quella volontà individuale e del fatto che la possibile differenziazione venga assegnata, con la più ampia dignità all'Assemblea.
Non mi sembra che il dibattito che si sta facendo, scaturito anche dagli emendamenti presentati, sia banale o di poco conto. Mi sembra invece che sottenda al rispetto di alcuni criteri che devono essere ribaditi.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Ho ascoltato le osservazioni che sono state fatte.
Concordo pienamente con quanto affermato adesso dalla collega Giuliana Manica, che mi sembra colga lo spirito di diversi interventi compiuti in questo dibattito, cioè di esigenze diverse. Cosa vuol dire? Vuol dire indubbiamente, pensare ad una Commissione per lo Statuto che funzioni un po'.
Abbiamo tutti l'esperienza quotidiana delle nostre Commissioni. Se il livello d'impegno e di partecipazione è quello che vediamo nelle Commissione ordinarie (e il meccanismo di voto evoca quel tipo di funzionamento), se siamo già insoddisfatti di quanto normalmente avviene nelle Commissiono ordinarie, figuriamoci come lo saremmo in una sede importante come quella della Commissione Statuto! D'altra parte, c'è una base, e voglio richiamarlo a quei Consiglieri che ribadiscono l'importanza dell'Assemblea legislativa e la sua valorizzazione.
La valorizzazione dell'Assemblea legislativa ha senso se ha un riferimento forte, se ha la base elettorale su cui l'Assemblea legislativa è fondata, se non si perde quel riferimento alla base elettorale sul quale l'Assemblea si fonda. Questa è un'altra esigenza che si sente.
Io non lo so quale possa essere (e non sono neppure in grado di formularla, nel giro di pochi minuti) una proposta in grado di appagare queste diverse esigenze. Mi verrebbe da dire - anche se so, dal punto di vista pratico, che è difficilmente gestibile - che quella dovrebbe essere una Commissione nella quale non si vota, una Commissione che lavora, nella quale si discute, dove si compongono le diverse posizioni, nella quale, se maturano elementi di dissenso, si decida di arrivare alla loro risoluzione con un voto in aula.
La mia non vuole essere una proposta tecnico-organizzativa, quanto piuttosto un suggerimento logico che dovrebbe presiedere ad un determinato tipo di lavoro.
Prima di risolvere con un voto, con un sì o con un no la questione (non sono d'accordo con l'emendamento presentato, e se viene mantenuto in questi termini, come ha detto la collega Manica, esprimiamo un voto contrario) ribadisco che le esigenze poste hanno un fondamento reale e perciò chiedo se esiste una possibilità, siccome non è detto che dobbiamo in questa sede individuare tutti i meccanismi di funzionamento. Se esiste la possibilità di tenere questo punto aperto.
Chiedo ai Consiglieri degli altri Gruppi, ai quali ho sentito esprimere una sensibilità e una preoccupazione dello stesso tipo di quella che sto manifestando adesso, una loro valutazione.



PRESIDENTE

Ho una mia valutazione che, unitamente ai Consiglieri dell'Ufficio di Presidenza, si è espressa nella redazione del testo.
Personalmente, rimango dell'idea originaria poiché il testo, così come formulato, riesce a tener conto di entrambe le esigenze: una rappresentanza dei Gruppi consiliari più piccoli e un sistema di votazione che tiene conto della rappresentanza delle forze politiche in Consiglio regionale.
Detto questo, chiedo al Consigliere Cattaneo il parere della maggioranza.
La parola al Consigliere Cattaneo per dichiarazione di voto.



CATTANEO Valerio

La maggioranza è sulla posizione contraria all'emendamento. Tuttavia se il Presidente consente, chiedo due minuti di sospensione in aula per metterci d'accordo.



PRESIDENTE

Va bene, Consigliere Cattaneo.
La seduta è sospesa.



(La seduta, sospesa alle ore 19.18 riprende alle ore 19.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
E' stato trovato un accordo sulla composizione della Commissione che viene formalizzato in un emendamento: "La Commissione Statuto è composta da 25 Consiglieri: 15 espressi dai Gruppi consiliari di maggioranza e 10 dai Gruppi di opposizione. Il Presidente della Giunta regionale, il Presidente del Consiglio regionale e i due Vicepresidenti sono componenti di diritto con diritto di voto, senza possibilità di delega. I componenti esprimono il voto a titolo individuale".
Questa è la nuova formulazione del comma 4.
Chiedo al Consigliere Chiezzi se ritira i suoi emendamenti.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, se ho capito bene, sì.



PRESIDENTE

Rileggo l'emendamento: "La Commissione Statuto è composta da 25 Consiglieri: 15 espressi dai Gruppi consiliari di maggioranza e 10 dai Gruppi di opposizione. Il Presidente della Giunta regionale, il Presidente del Consiglio regionale e i due Vicepresidenti sono componenti di diritto con diritto di voto, senza possibilità di delega. I componenti esprimono il voto a titolo individuale".
La Commissione risulterebbe pertanto composta, nella sua composizione massima, da 25 Consiglieri, più 4 (cioè 29). Per quanto riguarda i 25 Consiglieri assegnati, è prevista la delega, per i componenti di diritto no.
Gli emendamenti n. 24) e n. 25) a firma del Consigliere Chiezzi sono pertanto ritirati.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Volevo un chiarimento sul diritto di presenza in Commissione indipendentemente dall'appartenenza alla maggioranza o all'opposizione di tutti i Gruppi.
Mi sembra che su questo punto siamo tutti d'accordo, però volevo che fosse ben esplicitato, per correttezza, visto che non tutti hanno partecipato alla Conferenza dei Capigruppo.
Il secondo punto, sul quale chiedo un chiarimento, è quello che più mi interessa. I membri di diritto della Commissione Statuto (il Presidente della Giunta, il Presidente del Consiglio e i due Vicepresidenti) non hanno potere di delega, correttamente e logicamente, perché sono membri di diritto e per la funzione che ricoprono, quindi ad personam. Non vorrei aver capito male, ma come formulato il dispositivo è un po' sibillino sembra quasi che nessuno abbia il potere di delega.



PRESIDENTE

Lo aggiungiamo, se vuole, ma il dispositivo recita che la Commissione Statuto è composta da 25 Consiglieri: 15 espressi dai Gruppi consiliari di maggioranza e 10 dai Gruppi di opposizione, in modo da garantire la presenza di tutti i Gruppi consiliari.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Nella sostanza sono d'accordo, ma pongo al Presidente e agli uffici un problema di formulazione.
Vi chiedo di trovare la formulazione giusta perché, in particolare nella formazione della Commissione Statuto, le definizioni "maggioranza" ed "opposizione", per la loro natura mobile e flessibile, sono difficili da adottare in un provvedimento.
Quando si parla di Commissione Statuto, chiedo che non si parta dal fatto che c'è maggioranza ed opposizione, proprio per il discorso che è alla base di questa questione. La Commissione dovrebbe essere espressione dei Gruppi consiliari.
Siccome sulla sostanza sono completamente d'accordo, chiedo di trovare una formulazione compatibile, che dia lo stesso risultato attraverso una formulazione istituzionalmente più propria.



PRESIDENTE

La formulazione è compatibile con i problemi che lei ha sollevato e li risolve. Maggioranza ed opposizione hanno un significato giuridico.
Esistono Consiglieri eletti nelle liste collegate al Presidente Ghigo quindi automaticamente Consiglieri di maggioranza, gli altri sono di minoranza. Questo è pacifico, lo possiamo dire a verbale, in maniera tale che ci sia l'interpretazione autentica.
Con riferimento alle modalità di assegnazione dei Consiglieri, possiamo mettere la clausola di garanzia per cui sono rappresentati tutti i Gruppi consiliari e, successivamente, gli altri Consiglieri vengono assegnati dal Presidente su richiesta dei Gruppi.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Vorrei che tutti parlassero chiaramente, perché questa discussione, per quanto mi riguarda, deve avvenire sulle basi della chiarezza. Se questo vale per tutti, compreso il Gruppo Misto, che sarà presente nella Commissione Statuto con un rappresentante, ha un senso. Se invece dovesse succedere (succeda quello che succeda nella Conferenza dei Capigruppo) che una rappresentanza vada all'interno dei Gruppi, questo aprirebbe una condizione di difficile gestione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

A me pare ragionevole, perché c'è un'imperfezione nel nostro Regolamento rispetto a quello parlamentare; infatti, se fossimo 5 Consiglieri nel Gruppo Misto, saremmo cinque Gruppi. Ma certamente questa è una decisione che è stata assunta con delle ragioni. Ritengo logico che il Gruppo Misto possa avere un proprio rappresentante.
In questo modo, chiedo che la rappresentanza di tutti i Gruppi sia all'interno del numero stabilito di 10. Noi del Gruppo Misto siamo in due ed io affido al collega Di Benedetto la presenza in Commissione, in rappresentanza del Gruppo Misto. Non ho, dunque, alcuna difficoltà particolare od ambizione; dico solo, per chiarezza, che c'era un'indicazione statutaria e che si poteva fare riferimento alla stessa.
La Commissione Statuto non riproduce l'Assemblea, che è falsata dal premio di maggioranza, ma riproduce la rappresentanza proporzionale del risultato elettorale. Non so se i numeri siano perfetti alla proporzionalità, pu darsi che scatti uno o l'altro, quindi lo sforzo è stato fatto.
Con questa precisazione, deve essere garantita per il Gruppo Misto tutta la rappresentanza dei Gruppi, altrimenti la Commissione Statuto sarebbe monca.
Non mi sono consultato con il collega del Gruppo Misto, ma non lo discrimino perché dico che sia lui il rappresentante nella Commissione Statuto, e mi sembra questa una soluzione equilibrata.



PRESIDENTE

Grazie. Possiamo precisare, affinché non sorgano equivoci: 25 bis) il comma 4 è così sostituito: "4. Di determinare che la Commissione Statuto è composta da 25 Consiglieri 15 espressi dai Gruppi di maggioranza, 10 espressi dai Gruppi di opposizione, in modo da garantire la presenza di tutti i Gruppi consiliari (il Gruppo Misto ha un solo rappresentante). Il Presidente della Giunta, il Presidente del Consiglio e i due Vicepresidenti del Consiglio regionale sono componenti di diritto con diritto di voto, senza possibilità di delega. I componenti della Commissione esprimono il voto a titolo individuale".
Consigliere Marcenaro, lo precisiamo in delibera.
Se l'aula è d'accordo, lo presento io e lo mettiamo in votazione, dando atto che sono ritirati gli emendamenti del Consigliere Chiezzi.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
L'esito della votazione è il seguente: Il Consiglio approva.
In merito all'emendamento n. 26), ha la parola il Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Colleghi, abbiamo fatto uno sforzo per trovare una rappresentanza equilibrata nella Commissione Statuto. Nell'eleggere il Presidente, dovendo essere una rappresentanza molto ampia e forte, rappresentativa, la maggioranza semplice credo non possa essere accettata, proprio perché si è venuti incontro ad un meccanismo che, facendo riferimento rigidamente a quanto il Regolamento prevedeva, era diverso da questo fattore.
Chiedo, allora, che ci sia l'elezione del Presidente della Commissione con la maggioranza dei due terzi. E' il minimo, colleghi! Non so se non possiamo accettare questo principio per una persona simbolo che vogliamo nella Commissione.



PRESIDENTE

Consigliere Tapparo, ritira l'emendamento e ne presenta un altro dicendo: "Sia presieduta da un Presidente e da due Vicepresidenti; il Presidente eletto con la maggioranza qualificata dei due terzi"? Chiedo il parere della maggioranza.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Il parere della maggioranza è negativo, per due motivi.
Il primo è una scelta politica, perché così come abbiamo deciso di comporre la Commissione, faccio anche presente che occorre tenere conto della disponibilità sincera ed esplicitata istituzionalmente ed ufficialmente nella giornata di ieri, da parte della maggioranza, verso un'apertura di un Presidente di opposizione. Però, così com'è costituita la maggioranza si preclude una possibilità di scegliere, non dico un proprio Presidente, ma un Presidente che sia scelto dalla maggioranza, indipendentemente se Consigliere di maggioranza o di opposizione.
Il secondo motivo è forse quello più nobile o forte ed è che nemmeno per l'elezione del Presidente di questa assemblea è prevista una maggioranza dei due terzi, perché alla fine si può eleggere il Presidente dell'assemblea che rappresenta tutta l'assemblea a maggioranza semplice.
Come dice giustamente il collega Marengo, non accade nemmeno per l'elezione del Presidente della Repubblica! Trattandosi, dunque, di una Commissione speciale, questa deve fare un lavoro e proporre una risultanza di questo nelle modalità previste dal Regolamento, all'attenzione dell'aula. L'aula poi, è sovrana ed assumerà le proprie decisioni con una votazione, così come è previsto dallo Statuto; addirittura, in presenza di un numero significativo di Consiglieri in congedo, può assumere una decisione anche in materia statutaria, con 25 o 26 voti.
Non riteniamo pertanto di accogliere l'emendamento, anche se rispettiamo la richiesta del collega Tapparo e riteniamo non sia del tutto priva di fondamento.
Come maggioranza, diamo un parere negativo.



PRESIDENTE

Come relatore do parere negativo, richiamandomi ai motivi espressi dal Consigliere Cattaneo, soprattutto con riferimento alle modalità di elezione del Presidente del Consiglio, quindi all'interno dell'ordinamento regionale.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 26).
Il Consiglio non approva.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi: 28) dopo il comma 4, è introdotto il comma 4 bis): "4 bis. La Commissione stabilisce rapporti di confronto e scambio di documentazione ed elaborati con tutte le Regioni d'Italia: del Nord, del Centro e del Sud".
27) dopo il comma 4 è introdotto il comma 4 bis: "4 bis. La Commissione stabilisce rapporti con tutte le Regioni d'Italia: del Nord, del Centro e del Sud".
C'è un parere contrario perché si ritiene superflua la previsione all'interno della delibera, lasciando alla sensibilità della Commissione Statuto eventuali confronti.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Volevo porre all'attenzione della Presidenza e dell'aula che ormai sono le ore 20.00. Non voglio certamente proporre di interrompere i lavori, anche perché credo che i problemi più importanti siano superati e abbiamo anche, a mio giudizio, lavorato bene nel pomeriggio, utilmente e anche con uno spirito inusuale, ma che non può che farmi piacere, di concordia istituzionale e di volontà di trovare le soluzioni.
Avendo ricevuto a sua firma una nota con la quale siamo convocati, così come concordato in Conferenza dei Capigruppo, lunedì mattina alle ore 12.00, per l'incontro con il Ministro agli Affari Regionali, siccome personalmente ho un impegno (e anche altri Consiglieri), posto che ritenevo che la seduta finisse alle ore 20.00, volevo capire dalla Presidenza se ci sono le condizioni di chiudere la votazione e quindi arrivare ad approvare la deliberazione entro pochi minuti, perché differentemente propongo, visto che il Consiglio regionale è già ufficialmente convocato per lunedì alle ore 10.00, di impegnare il tempo dalle 10.00 a mezzogiorno per approvare la deliberazione precedentemente alla venuta del Ministro agli Affari Regionali, con il significato che tutti auspichiamo, che ritengo sia importante per il nostro Consiglio.
Per quanto mi riguarda, come Capogruppo di Forza Italia, garantirò la mia quota di numero legale. Penso che almeno una quarantina di Consiglieri dieci in più di quelli che siamo adesso - potranno certamente essere presenti lunedì mattina.
Decida il Presidente. Noi ci rimettiamo alla sua decisione.



PRESIDENTE

Certamente non intendo andare avanti di molto oltre le ore 20.00, per mi pare che ci siano le condizioni per approvarla in pochi minuti. Così lunedì mattina, alle ore 10.00, potremo iniziare con il punto relativo alla Commissione per le Olimpiadi. Quindi, mi pare che in pochi minuti il provvedimento possa essere approvato.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Noto che nella proposta di questo emendamento, Consigliere Tapparo mancano le isole.



PRESIDENTE

E' del Consigliere Chiezzi.



CONTU Mario

E' del Collega Chiezzi? Allora bisogna specificare nell'emendamento, Presidente, per renderlo accoglibile, che si citano "tutte le Regioni a Statuto ordinario" altrimenti si dice "tutte le Regioni d'Italia, del Nord, del Centro, del Sud e delle isole".



PRESIDENTE

Chiedo al Consigliere Chiezzi se può ritirare gli emendamenti n. 27) e n. 28). E' ovvio che la Commissione Statuto poi deciderà come crede e con chi rapportarsi.



CHIEZZI Giuseppe

Li ritiro.



PRESIDENTE

Li diamo per ritirati. Grazie, Consigliere Chiezzi.
29) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi: il testo del comma 5 è abrogato ed è sostituito dal seguente: "5. La Commissione avrà a disposizione il personale assegnato all'VIII Commissione permanente".
30) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: il testo del comma 5 è abrogato ed è sostituito dal seguente: "5. La Commissione avrà a disposizione il personale assegnato all'VIII Commissione permanente, opportunamente integrato secondo le richieste della stessa Commissione Statuto".
31) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi: il testo del comma 5 è abrogato ed è sostituito dal seguente: "5. La Commissione avrà a disposizione il personale assegnato alle Commissioni permanenti I e VII, opportunamente integrato secondo le richieste della stessa Commissione Statuto".
32) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: il testo del comma 5 è abrogato ed è sostituito dal seguente: "5. La Commissione avrà a disposizione il personale assegnato alle Commissioni permanenti I e VII".
Su tali emendamenti il parere è contrario.
Gli emendamenti dal n. 29) al n. 32) sono molto simili.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Presidente, per accelerare votiamo il 29) e gli altri li ritiro, perch il problema del personale esiste.



PRESIDENTE

Il parere è contrario per due ragioni: in primo luogo, il personale dell'VIII Commissione non ce la farebbe fisicamente a seguire parallelamente anche la Commissione Statuto; inoltre, il compito dell'assegnazione del personale si ritiene debba spettare all'Ufficio di Presidenza.
Per questi motivi, il parere è contrario.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 29).
Il Consiglio non approva..
Gli emendamenti n. 30), n. 31) e n. 32) sono pertanto da considerarsi ritirati.
33) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Di Benedetto e Suino: al punto 5 del dispositivo, dopo le parole "supporti tecnici", aggiungere le parole "interni al Consiglio regionale".
Chiedo al Consigliere Tapparo se intende mantenere tale emendamento, perch è ovvio che l'Ufficio di Presidenza, con riferimento al personale, si avvarrà di supporti tecnici interni, a meno che la Commissione non intenda nella sua autonomia, avvalersi di consulenze esterne.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Siccome siamo in un clima di consulenze che si gonfiano esponenzialmente, avevo cercato di inserire un meccanismo di autoregolamentazione alla Commissione Statuto.
Tuttavia, se resta agli atti che la Commissione Statuto debba minimizzare le spese di consulenza, lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 33) è pertanto ritirato.
34) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Di Benedetto e Suino: al dispositivo aggiungere il comma 5 bis: "5 bis. Per la durata dell'attività della Commissione Statuto viene istituita ed opererà a fianco della Commissione Statuto una Consulta per lo Statuto formata da dodici studiosi di diritto costituzionale amministrativo e di scienze politiche di comprovato valore. Il coordinamento della Consulta sarà svolto a rotazione bimestrale da parte di uno dei dodici rappresentanti. La partecipazione alla Consulta sarà gratuita, salvo il rimborso spese per viaggi e documentazione e l'individuazione di tali studiosi verrà fatta dalla Commissione".
Il parere su tale emendamento è contrario, perché è un po' irrealizzabile: da un lato, appesantirebbe i lavori, dall'altro, inserire la clausola...



TAPPARO Giancarlo

Presidente, volevo solo dire che siccome è un momento alto quello che vivremo con l'elaborazione dello Statuto, dovrebbe essere un onore, per i grandi cattedratici di Diritto, poter partecipare e dare le loro idee e capacità a questa iniziativa. Allora, mi sembrava naturale che potesse essere gratuito.
Ma se lei, uomo di diritto, vedo che ha dei dubbi, allora lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 35) è pertanto ritirato.
35) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi: dopo il comma 5, è introdotto il comma 5 bis: "5 bis. Gli uffici della Commissione saranno individuati dall'Ufficio di Presidenza nel complesso dei locali siti in Palazzo Lascaris".
Chiedo al Consigliere Chiezzi se ritira tale emendamento.



CHIEZZI Giuseppe

Lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 35) è pertanto ritirato.
36) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: al comma 6, sostituire le parole "che entro tre mesi dall'insediamento della Commissione" con le parole "che, entro un anno dal suo insediamento la Commissione".
Si tratta di accogliere l'emendamento n. 37), che è una via di mezzo: non tre mesi, non un anno, ma quattro mesi.
Lo ritira, Consigliere Chiezzi?



CHIEZZI Giuseppe

Lo ritiro.



PRESIDENTE

L'emendamento n. 36) è pertanto ritirato.
37) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo e Di Benedetto: al punto 6 del dispositivo, sostituire le parole "tre mesi" con le parole "quattro mesi".
Il parere è favorevole.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
Procediamo con gli emendamenti relativi al comma 6.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: 38) al comma 6, sostituire le parole "una relazione" con le parole "una o più relazioni".
39) al comma 6, sostituire la frase "una relazione sulle linee generali sulle quali strutturare il nuovo Statuto" con la frase "e sottoponga alla sua approvazione una o più relazioni sulle ricerche compiute e sulle proposte espresse dai soggetti consultati".
40) Emendamento presentato dai Consiglieri Chiezzi, Suino e Moriconi: al comma 6, sostituire le parole "una relazione" con le parole "una o più relazioni, accompagnate dai pareri espressi dai soggetti consultati".
Dichiaro subito che il parere è favorevole all'emendamento con la formulazione più ampia, il n. 39), che al comma 6 si propone di sostituire "una relazione sulle linee generali sulle quali strutturare il nuovo Statuto" con "e sottoponga la sua approvazione una o più relazioni sulle ricerche compiute e sulle proposte espresse dai soggetti consultati".
Chiedo scusa all'aula, il parere favorevole è sull'emendamento n. 38), che prevede di sostituire "una relazione" con "una o più relazioni", perché si ritiene più corretto. Pertanto, il parere è contrario sugli emendamenti n.
39) e n. 40).
Consigliere Chiezzi, ritira gli emendamenti n. 39) e n. 40)?



CHIEZZI Giuseppe

Li ritiro.



PRESIDENTE

Gli emendamenti n. 39) e n. 40) sono pertanto da intendersi ritirati.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico sull'emendamento n. 38).
Il Consiglio approva.
Emendamenti presentati dai Consiglieri Chiezzi e Moriconi: 41) Il comma 7 è soppresso.
42) Il comma 7 è soppresso ed è sostituito dal seguente: "7. La Commissione rimane in carica sino all'approvazione da parte del Consiglio regionale del nuovo Statuto".
Su tali emendamenti il parere è contrario, per cui sono da considerarsi ritirati.
43) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo e Di Benedetto: al punto 7 del dispositivo sostituire "1 anno" con "15 mesi".
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, su tale emendamento.
Il Consiglio approva.
44) Emendamento presentato dai Consiglieri Tapparo, Di Benedetto e Suino: al termine del dispositivo, aggiungere il seguente comma: "La Commissione Statuto cesserà comunque la sua attività almeno un anno prima della scadenza ordinaria della legislatura".
Su tale emendamento il parere è contrario, per cui è da considerarsi ritirato.
L'esame degli emendamenti è terminato, per cui possiamo passare alla votazione dell'inte ro testo della deliberazione.
Indìco la votazione nominale, mediante procedimento elettronico sull'intero testo della deliberazione, il cui testo, a mano dei Consiglieri, è allegato al processo verbale dell'adunanza in corso.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 28 votanti 27 hanno votato SI' 27 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La deliberazione è approvata.
Pongo ora in votazione il collegato ordine del giorno n. 331, di cui ho già dato lettura.
Indìco la votazione palese, mediante procedimento elettronico, sull'ordine del giorno.
Il Consiglio approva.
I lavori del Consiglio sono aggiornati a lunedì alle ore 10.00; ci occuperemo della Commissione speciale per le Olimpiadi 2006.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 20.08)



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