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Dettaglio seduta n.113 del 26/07/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
Chiedo scusa per il ritardo, ma si è svolta la Conferenza dei Capigruppo che ha lavorato, per oltre un'ora, sul calendario dei lavori.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Botta Franco Maria, Ghigo e Rossi Giacomo.


Argomento: Viabilità

b) Modifiche di coordinamento ex art. 83 Regolamento interno


PRESIDENTE

A seguito degli emendamenti approvati in aula, si è reso necessario procedere ad alcune modifiche di coordinamento, ex art. 83 del Regolamento interno, ai sottoelencati articoli della legge regionale "Istituzione dell'Agenzia Regionale delle Strade del Piemonte (ARES-Piemonte)" e modifiche alla L.R. 26 aprile 2000, n. 44, approvata dal Consiglio regionale il 18 luglio 2001, modifiche che l'Ufficio di Presidenza ha approvato con deliberazione n. 148 del 19 luglio 2001.
Art. 2 Al comma 1, dopo le parole "di investimenti" sono aggiunte le parole "e di interventi".
Al comma 1, le parole "così come modificato dall'art. 9 della legge n.
5/01" sono da intendersi "così come modificato dalla presente legge".
L'aggiunta delle parole "e di interventi" si rende necessaria per assecondare la volontà del legislatore per quanto attiene la citazione dello strumento di pianificazione individuato all'art. 101 della L.R. n.
44/01.
Art. 2 bis L'art. 2 bis va collocato al termine dell'articolato, in applicazione delle regole di tecnica legislativa che prevedono che tali disposizioni siano collocate all'interno delle disposizioni finali e transitorie, ovvero nella parte finale dell'articolato: l'art. 2 bis diventa pertanto art. 17 (Modifiche all'art. 101 della L.R. n.
44/01).
Art. 7 Al termine del comma 6 sono aggiunte le parole "in deroga alla L.R. 2 luglio 1976, n. 33".
La modifica si rende necessaria per coordinamento interno con l'art.
10, comma 4, che prevede espressamente la medesima deroga.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni - Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati

c) Nomina nuovo componente dell'Ufficio di Presidenza nella persona del Consigliere Botta Marco


PRESIDENTE

L'Ufficio di Presidenza, con deliberazione n. 149 del 19 luglio 2001 ha nominato, quale Consigliere Segretario Questore, il Consigliere Botta Marco.


Argomento: Organizzazione regionale: argomenti non sopra specificati - Varie

d) Distribuzione copia deliberazione recante "Istruzioni per l'utilizzo del sistema di votazione elettronica nel corso delle sedute del Consiglio regionale"


PRESIDENTE

Comunico che è in distribuzione copia della deliberazione dell'Ufficio di Presidenza n. 147 del 19 luglio 2001 recante "Istruzioni per l'utilizzo del sistema di votazione elettronica nel corso delle sedute del Consiglio regionale".


Argomento:

e) Presentazione progetti di legge


PRESIDENTE

L'elenco dei progetti di legge presentati sarà riportato nel processo verbale dell'adunanza in corso.


Argomento:

f) Distribuzione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

Comunico che sono stati distribuiti ai Consiglieri i processi verbali delle sedute del 5, 12 e 15 giugno 2001. Verranno posti in votazione nella prossima seduta consiliare.


Argomento:

Interrogazioni ed interpellanze (rinvio)


PRESIDENTE

Nella Conferenza dei Capigruppo si è convenuto che il sindacato ispettivo, cioè il punto relativo alle interrogazioni e alle interpellanze verrà trattato nel corso della seduta pomeridiana.


Argomento: Giunta, organizzazione e funzioni

Sull'ordine dei lavori della Giunta delle Elezioni


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Mellano; ne ha facoltà.



MELLANO Bruno

Presidente, mi permetto di ricordarle che deve aver ricevuto la lettera della Giunta delle Elezioni per procedere alla convalida di due Consiglieri.
Nelle varie comunicazioni vorrei che si tenesse conto che, come Giunta delle Elezioni, siamo pronti per proporre la convalida di due Consiglieri nella seduta di oggi.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Mellano. Se l'assemblea acconsente, possiamo farlo in apertura di seduta pomeridiana.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 244: "Costituzione Commissione consiliare per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte"


PRESIDENTE

Prima di passare all'esame della proposta di deliberazione n. 244, di cui al punto 3) all'o.d.g., comunico che per cercare di razionalizzare il più possibile i lavori, e anche per fare chiarezza sui sistemi di votazione, l'Ufficio di Presidenza ha provveduto ad ulteriori precisazioni che sono contenute nella deliberazione a vostre mani.
Il tempo massimo per votare è di un minuto. Dopodiché, automaticamente la votazione sarà chiusa.
C'è la facoltà del Presidente di chiuderla prima, però mantenendo un minimo di trenta secondi. Pertanto, c'è uno spazio di trenta secondi solo discrezionale, mai meno di trenta secondi e mai più di un minuto.
In merito alla proposta di deliberazione n. 244, comunico che sono giunti alla Presidenza degli emendamenti a firma dei Consiglieri Tapparo e Di Benedetto; mi annunciano gli uffici che ne stanno pervenendo altri.
Intervengo, come Presidente del Consiglio regionale, in apertura del dibattito relativo alla revisione dello Statuto.
Colleghi, uno dei compiti fondamentali che il legislatore costituzionale ha assegnato ai Consigli regionali è lo Statuto. Lo Statuto che, come stabilisce la Costituzione, sarà approvato in questa legislatura per la prima volta, con legge ordinaria senza l'apposizione del visto da parte del Commissario di Governo.
Questo riconoscimento ai Consigli regionali rappresenta il riconoscimento della massima autonomia possibile per quanto riguarda le assemblee, almeno con riferimento all'approvazione della nostra Carta fondamentale.
Non sfugge ad alcuno che l'approvazione dello Statuto sarà uno dei compiti fondamentali di questa legislatura, tanto da poter qualificare questa stessa legislatura come una legislatura costituente.
Questa brevissima introduzione deve servire a presentare la proposta di deliberazione, sottoscritta ed approvata dall'Ufficio di Presidenza, su quanto dovrà contenere lo Statuto della Regione Piemonte. Ovviamente, sarà necessario un ampio ed approfondito lavoro istruttorio e, successivamente un lavoro d'aula, per giungere, poi, alla predisposizione del testo.
La Costituzione ci spiega che cosa è lo Statuto e che cosa deve contenere. Lo Statuto, per esempio, dovrà regolamentare la forma di governo della nostra Regione, cioè i rapporti che devono esistere tra il Presidente della Giunta, la Giunta e l'assemblea regionale. Questo è anche uno dei punti centrali che oggi occupano il dibattito politico ed istituzionale a livello di riforme regionali.
Non sfugge che il legislatore costituzionale del 1999 abbia previsto direttamente, un sistema nel quale il Presidente della Giunta regionale viene eletto direttamente dal popolo, nel quale i poteri della Giunta in qualche modo crescono, perché anche il potere regolamentare viene trasferito dalla Giunta al Consiglio.
Quindi, siamo in una situazione nella quale il legislatore del 1999 ha indubbiamente dato dei poteri alla Giunta e al Presidente. Certamente, un potere politico indubitabile, un peso indubitabile che deriva dal sistema di elezione diretta del Presidente della Giunta, dalla possibilità di nominare e di revocare gli Assessori con semplice comunicazione al Consiglio, un ruolo determinato anche dallo stesso principio secondo il quale se il Presidente della Giunta si dimette per qualunque motivo, quindi anche non per un atto di sfiducia politica, tutto il Consiglio regionale decade e si va a nuove elezioni.
Sicuramente attraverso questa riforma, se vogliamo rappresentare il Presidente della Giunta, la Giunta e il Consiglio come piatti di una bilancia, si sono aggiunti dei pesi al piatto rappresentato dalla Giunta e dal Presidente della Giunta.
Penso che questo fatto sia stato determinato da una situazione contingente, cioè dal fatto che questa riforma costituzionale voleva essere soltanto un'anticipazione rispetto ad una riforma più ampia che avrebbe delineato un sistema di tipo federale. Quindi, il secondo passaggio di questa riforma avrebbe dovuto essere - io dico "dovrà essere" l'introduzione di una serie di norme e di principi per cui il Consiglio regionale acquisterà maggior potere, nel senso che i due piatti di questa bilancia verranno riequilibrati.
Questo riequilibrio, a mio avviso, dovrà avvenire attraverso due passaggi: un passaggio sarà certamente quello della riforma costituzionale che verrà adottata nel Parlamento nazionale, attraverso la modifica degli articoli della Costituzione che determinano i poteri delle Regioni e quindi, a livello legislativo, i poteri dei Consigli regionali. Il modo più naturale per il Consiglio regionale di riappropriarsi del proprio ruolo e della propria funzione, cioè di bilanciare la posizione della Giunta e del Presidente della Giunta, è certamente quello di esercitare il potere legislativo. Quindi, laddove all'assemblea regionale verranno dati nuovi poteri legislativi, poteri più pregnanti, poteri in materie più importanti e con meno limiti, certamente ci sarà un primo aspetto, un primo passaggio verso questo riequilibrio.
Un altro passaggio obbligato è invece rappresentato dallo Statuto perché - come vi dicevo - uno dei compiti qualificanti nostri, come legislatori costituenti, sarà quello, attraverso lo Statuto, di delineare la forma di governo della Regione. Noi potremo prevedere alcune cose o non prevederle, ma potremo comunque ridisegnare un nuovo rapporto tra la Giunta e il Consiglio regionale.
Faccio una considerazione per tutte: il fatto che il Consiglio regionale si debba sciogliere e, quindi, si debba andare a nuove elezioni nel caso di dimissioni del Presidente della Giunta per motivi non politici.
E' il caso che viene ricordato sempre nei convegni del Presidente - non certo con riferimento ad alcuno - che può decidere di scappare con la "ballerina" o con l'"attrice", ma anche, visto che si parla di parità di diritti, delle Presidenti che possono scappare con "ballerini" o con "attori". Questo è uno dei casi in cui si chiede di arrivare ad una modifica, e cioè di fare in modo che il Consiglio regionale arrivi fino alla fine della legislatura, magari prevedendo una forma di sostituzione del Presidente della Giunta.
Però lo Statuto non si deve occupare solo di forma di governo: si deve occupare, per esempio, anche degli aspetti collegati all'iniziativa legislativa, della partecipazione popolare e della partecipazione di altri Enti all'iniziativa legislativa regionale; si deve occupare dei referendum come prevede la Costituzione; io aggiungo che dovrà senz'altro avere una prima parte di articoli che dovrà individuare i principi fondamentali che debbono presiedere sia alla legislazione regionale, sia ai rapporti tra cittadini ed istituzioni e ai diritti dei cittadini nell'ambito della nostra Regione.
Si tratta di compiti importanti, fondamentali. Questi compiti dovranno essere assolti attraverso un lavoro istruttorio approfondito, che, a mio avviso - e ad avviso dei colleghi dell'Ufficio di Presidenza - può essere svolto soltanto attraverso l'istituzione di una Commissione speciale che avrà questo compito esclusivo.
Su questo vorrei fare due considerazioni. Ci sono due vie astrattamente, per poter procedere all'elaborazione di una bozza di Statuto: una via è quella di passare attraverso le Commissioni consiliari istituite, quindi, nel nostro caso, passare attraverso l'VIII Commissione consiliare; un'altra via è quella di istituire una Commissione speciale ad hoc per la revisione dello Statuto.
Abbiamo scelto questa seconda via, almeno questa è la via scelta in sede di Ufficio di Presidenza: è stata scelta questa via perché mi pare che questa sia un'opzione generalmente condivisa da quest'aula; opzione peraltro, che è stata generalmente condivisa anche nella passata legislatura, in quanto era stata insediata una Commissione Statuto che ha fatto un lavoro importante, soprattutto dal punto di vista della ricerca anche se non si è arrivati all'approvazione di testi in aula. Inoltre, si tratta di una scelta generalmente condivisa da tutte le altre assemblee legislative: quasi tutti i Consigli regionali hanno istituito Commissioni speciali per l'approvazione dello Statuto. Il Piemonte, colleghi, è in ritardo, è tra le pochissime ultime Regioni che non l'hanno ancora istituita.
Pertanto, la via è quella della Commissione speciale. E' necessario procedere in tempi brevi all'istituzione di tale Commissione, poich dicevo - il Piemonte è in ritardo. E' vero che anche le altre Regioni non hanno prodotto alcunché, nel senso che le Commissioni sono state istituite ma non hanno di fatto operato, perché non era chiaro il quadro costituzionale e quindi non era chiara la definitiva formulazione degli articoli della Costituzione riguardanti il potere delle Regioni, e certamente il legislatore statutario dovrà prima di tutto avere chiaro quel contesto per potersi muovere, ma è anche vero che ormai il dibattito, anche a livello nazionale, è giunto ad un punto, per così dire, di maturazione e dunque è importante e fondamentale che si parta, che si parta anche in Piemonte, che ci si raccordi tra il Piemonte e tutte le altre Regioni.
C'è un'esigenza di tempo ed inoltre c'è anche un'esigenza istituzionale, colleghi, perché devo dirvi che rischio di trovarmi in imbarazzo, come Presidente dell'assemblea, nel non avere un interlocutore istituzionale nella Commissione Statuto, un interlocutore all'interno dei rapporti istituzionali nell'assemblea regionale, ma anche un interlocutore all'esterno, perché sono diversi i momenti di interscambio tra le varie assemblee regionali, in quanto tutti insieme ci si deve confrontare per individuare principi che possono anche essere principi comuni agli Statuti delle varie Regioni ed è importante che vi sia un interlocutore ulteriore rappresentato dalla Commissione Statuto.
E' per questi motivi che mi sono permesso di spingere sull'acceleratore e di chiedere a tutti i Capigruppo di arrivare all'approvazione di questa deliberazione prima della pausa estiva.
La delibera costituirà la Commissione Statuto; ai primi di settembre la Commissione Statuto eleggerà i propri organismi direttivi, affinché si possa partire ed iniziare questo importante ed affascinante lavoro che come dicevo - è, probabilmente, il più qualificante dell'intera legislatura.
In chiusura, devo ringraziare tutti i colleghi per la disponibilità e sensibilità che hanno voluto dimostrare nell'accogliere l'invito di discutere l'approvazione di questa importante delibera: per la nostra assemblea è un primo passo verso una strada importante e significativa in questa legislatura.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Nella Conferenza organizzativa dei lavori dell'aula, dopo molti mesi nei quali l'esigenza di insediare una Commissione Statuto era stata elusa da problemi (non risolti) di assetto della stessa Commissione, si era deciso a maggioranza di iniziare, prima della pausa estiva, i lavori della Commissione Statuto, dopo averla insediata con una deliberazione tecnica.
L'accordo era stato quello di dire: "Va bene, diamo un segnale che avviamo la formazione di una Commissione che dovrà discutere e dibattere i temi dello Statuto". Su questo vi era stato l'accordo della maggioranza dei componenti la Conferenza dei Presidenti dei Gruppi.
Oggi lei - e io la ringrazio - ha svolto un intervento sulla deliberazione istitutiva della Commissione Statuto di carattere politico entrando nel merito delle scelte di impianto che il nuovo Statuto della Regione Piemonte dovrebbe avere.
Presidente, io la ringrazio, perché portare contributi di merito in quest'aula è sempre un fatto positivo; osservo che questo non era il tema oggetto dell'intesa intervenuta in Conferenza dei Capigruppo. L'intesa era quella di non affrontare i temi dello Statuto, di non collocare i vari Gruppi politici, impegnando gli stessi ad indicare in quale direzione si riteneva giusto agire nel formulare un nuovo Statuto. Non era stato questo l'impegno.
L'impegno era: teniamo un livello tecnico, però prima della pausa estiva insediamo la Commissione; questo sarà un segnale politico che anche in Regione Piemonte si avviano le strutture capaci di discutere.
Lei ha deviato la strada e apre la discussione sulla deliberazione con delle proposte di merito, tutte discutibili, che mettono, dal mio punto di vista, all'o.d.g. della deliberazione questioni su cui non si era concordato.
Che fare? Nel mio intervento mi attengo agli accordi intercorsi e parlerò dell'impianto tecnico della delibera, senza affrontare temi che non si era concordato di affrontare. Questo mi spiace, perché l'input venuto dal Presidente del Consiglio è di altro tipo.
Però, un'altra soluzione c'è, Presidente: visto che lei, invece di dare l'avvio ad un dibattito sull'impianto tecnico della Commissione Statuto, ha dato l'avvio ad una discussione sui contenuti dello Statuto, ci dia il tempo di prendere le misure di questo problema; ci faccia magari leggere il suo intervento e discutiamone con calma, quando si potrà. Non rispondere a quanto lei ha detto, politicamente è imbarazzante; parlare solo della delibera in presenza di un avvio del tutto diverso, non si capisce che significato abbia e poi, soprattutto, i patti non erano questi.
Quindi, a questo punto, la mia prima proposta - poi sentirò i colleghi è di sospendere il dibattito sullo Statuto, visto che non si vuole fare il dibattito sulla delibera, rinviando il tutto a settembre.
In secondo luogo, come dicevo, era una deliberazione puramente tecnica e lo è ancora, per quanto mi riguarda. Tuttavia, è una deliberazione un po' frettolosa e forse un po' mossa da interessi che arrivano, ad esempio, da una riunione che i Presidenti dei Consigli regionali del nord hanno ritenuto di tenere e al termine della quale, probabilmente, hanno stipulato un patto tra di loro (tra i Presidenti dei Consigli di alcune Regioni del nord), patto trasformato in una bozza di deliberazione, probabilmente redatta nel luogo in cui si sono riuniti.
Dico questo, perché, se leggete la deliberazione proposta, parla di Consigli regionali, non del Consiglio regionale del Piemonte; si dice: "Conferisce ai Consigli regionali". C'è fretta, da parte di alcuni Presidenti delle Regioni d'Italia e, in specifico, di alcune Regioni del nord, di collegarsi e, quasi staccandosi dalla Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali di tutta Italia, dare delle indicazioni valide solo per il nord, fatto che, per me, è già inaccettabile; però, evidentemente si è deciso di forzare la mano.
La mano è forzata, perché l'urgenza di istituire la Commissione Statuto è del tutto relativa, in quanto, appena insediata, la Commissione Statuto ha dei problemi nell'organizzare le materie da discutere in presenza della vigente Costituzione e di una legge di modifica della stessa che verrà sottoposta a referendum nel prossimo autunno. Inoltre, abbiamo un Ministro che ha già messo in cantiere una nuova riforma.
Siamo quindi in una situazione parecchio confusa, di fronte alla quale agitare l'assoluta necessità di fare chiarezza insediando la Commissione Statuto mi sembra un accostamento del tutto incongruo.
Nel merito della deliberazione, ho presentato parecchi emendamenti perché mi sembra che sia gravemente carente da diversi punti di vista; mi riservo, insieme ai colleghi cofirmatari, di illustrarne le singole parti.
Però, come si è detto in Conferenza dei Capigruppo, visto che l'istituzione della Commissione Statuto è stata ferma tanto tempo perché non ci si metteva d'accordo tra maggioranza e minoranza se la Presidenza fosse da attribuire, con un consenso d'aula, ad un rappresentante della minoranza o no, e dato che siamo stati fermi dei mesi per questo motivo, mi chiedo anche se ci siano stati degli accordi che hanno risolto quel problema.
Dato che non ho stipulato alcun accordo in tal senso, devo pensare salvo prova contraria, che istituiamo una Commissione Statuto senza aver stipulato alcun accordo, quindi lasciando senza soluzione il problema della Presidenza della Commissione. Non sappiamo se la Commissione sarà presieduta da un componente della maggioranza o da uno della minoranza. Io do per scontato che non ci siano accordi sottobanco.
Dico in questa sede, pubblicamente, che se l'aula decidesse di assegnare la responsabilità della Presidenza della Commissione Statuto ad un componente della minoranza, riterrei questo fatto un fatto "politico" poiché indica la volontà della maggioranza di non agire in modo pregiudiziale, con la prepotenza dei numeri, sui temi dello Statuto. Darei questa lettura politica a tale decisione, ritenendola un segnale dell'intenzione della maggioranza di non voler lavorare in Commissione Statuto a suon di numeri, reputando giusto e nell'interesse di tutti assegnare la Presidenza della Commissione ad un componente della minoranza.
Questo è il modo in cui leggerei tale soluzione. Si tratta, però, di una soluzione che non è ancora nelle cose, non avendo avuto alcuna indicazione né ufficiosa né tanto meno ufficiale che così la maggioranza voglia agire.
Spero solo che la nostra discussione avvenga pubblicamente in aula, e che qui in aula i diversi Gruppi prendano posizione con le loro proposte.
Spero che dal merito di questo confronto si possa capire - perché poi è sempre la maggioranza che decide - se è intenzione della maggioranza assegnare la responsabilità della Presidenza a persona indicata dalla minoranza.
Torno all'inizio. Mi sembra che questo modo di condurre la discussione sulla deliberazione sia sbagliato, stonato, e che non renda fede a quanto ci eravamo detti. Per questo motivo, faccio questa osservazione e questa protesta: siamo chiamati a discutere in un modo e poi si inizia a discutere in un altro! Non è un modo di operare - da parte di tutti - produttivo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Già il collega Chiezzi ha posto il problema delle modalità con cui doveva essere affrontata questa discussione, puntualizzando sulle modalità che erano state definite.
Approfitto del mio intervento più che altro per fare alcune valutazioni, sia nel merito che in generale.
Comincio dalle osservazioni in generale, sul rapporto che dovrà esistere tra il lavoro della Commissione e l'assemblea legislativa.
Presidente, in diverse occasioni lei ha espresso con forza la volontà di rafforzare il ruolo del Consiglio regionale. E' un obiettivo per noi condivisibile, anche se non possiamo non constatare che tale affermazione è spesso seguita da un processo che, di fatto, sta invece riducendo il ruolo dell'assemblea. E' un dato di fatto.
Stiamo discutendo di fare un nuovo Statuto, di ridefinire i rapporti tra gli organi ma, di fatto, al momento in cui approveremo lo Statuto, la situazione si sarà già modificata. Faccio un esempio, per intenderci.
Lei sicuramente avrà letto la proposta di Piano sanitario preparata dalla Giunta: si tratta di una proposta di un certo interesse, che spoglia però completamente il ruolo del Consiglio regionale.
Faccio qualche esempio. Nel Piano Sanitario si dice che occorre ridefinire la zonalizzazione delle AA.SS.LL.: la Giunta è delegata a farlo si dice che bisogna definire la gerarchia degli ospedali: la Giunta è delegata a farlo. E così via! Già il Presidente della Giunta regionale (che avrebbe dovuto essere presente in un momento così importante) sta interpretando - e noi non reagiamo! - il ruolo del Consiglio regionale come finalizzato, con la sua competenza legislativa, soltanto alla definizione e all'indicazione di principi generali. Sta superando, quindi, anche il contenuto della Costituzione così com'è stata modificata, che assegna alla Giunta, rispetto al passato, anche la potestà regolamentare.
Questo è il fatto. Noi discuteremo a lungo, per un anno, diciotto o quindici mesi, ma di fatto questo è quanto sta avvenendo. E' già così! Mi chiedo, Presidente, quale possa essere il meccanismo di salvaguardia ho più esperienza di tipo amministrativo, essendo stato Sindaco - ma c'è di certo un meccanismo come quello, per esempio, dei Piani Regolatori, che scatta quando si fa una variante. Quando si mette mano a qualcosa, non è che, di fatto, avvengano le modifiche. Temo - ne ho la sensazione e la percezione - che noi potremmo pure impegnarci per la definizione dello Statuto, ma che, di fatto, lo Statuto reale già esiste, ed esiste nei comportamenti della Giunta, della maggioranza, che non reagiscono - tranne qualche mugugno! - ad un'interpretazione del ruolo del Consiglio che non dà il Consiglio, ma il governo regionale! Questo è il dato di fatto! In questa fase di studio, di ridefinizione delle competenze e dei rapporti tra gli organi, credo occorrerebbe tenere ferma l'espressione di volontà per la quale i poteri previsti dall'attuale Statuto e non eliminati tranne quello regolamentare - dalla legge n. 1/00, siano mantenuti. Credo sia necessario l'impegno, da parte di tutti, ma in modo particolare del Presidente della Regione, nei confronti del Governo nazionale affinch questi poteri siano mantenuti in seno al Consiglio.
Presidente, legga - se ancora non l'ha fatto - la proposta di Piano sanitario: si renderà conto che il Consiglio è totalmente spogliato delle sue competenze. Sostanzialmente, in esso si afferma che il Piano sanitario dovrà fare in modo che la Sanità sia efficace, efficiente, economica, ma che sarà la Giunta a decidere tutto ciò che si deve fare in tal senso. E' un esempio, ma ne potrei citare tantissimi altri.
Presidente, la invito a cercare - io non ce l'ho! - una soluzione (noi potremmo poi aiutarla, attraverso degli ordini del giorno o delle prese di posizione) per la quale il potere dell'assemblea legislativa sia fatto valere nei confronti del Presidente della Giunta regionale. E dico il Presidente della Giunta regionale perché questo è il punto! Se non scatta una dialettica forte tra il Presidente del Consiglio e il Presidente della Giunta, lei involontariamente si troverà in una situazione tale per cui anche l'assemblea legislativa perderà di competenza e di ruolo. E' questo ciò che mi sembra di capire: dobbiamo richiamare il Presidente della Giunta ad essere attento nei confronti delle prerogative dell'assemblea, e dobbiamo farlo con forza! Credo che il Consiglio tutto indipendentemente dall'appartenenza, debba esprimere questa volontà.
Quanto alle questioni da lei poste, Presidente, ricordo che una discussione simile l'abbiamo già fatta, e l'abbiamo fatta anche in modo più solenne, non solo perché lei giustamente si era alzato in piedi per dare il senso di solennità, ma anche perché era presente il Presidente della Giunta regionale e la Giunta tutta! E' passato più di un anno da allora, e non è stato fatto nulla! Non possiamo non rilevare che la Regione Piemonte, dopo quelle grandi dichiarazioni di principio, è l'ultima Regione d'Italia a costituire la Commissione Statuto. Non ci sono giustificazioni, e non è sufficiente, Presidente, la giustificazione da lei addotta che le altre Regioni che hanno istituito prima le Commissioni, in fondo non hanno prodotto nulla perché la legislazione e la Costituzione sono cambiate. Se valesse quel principio, non dovremmo neppure creare la Commissione Statuto perché un Ministro della Repubblica Italiana, il sen. Bossi, sta pensando ad altre modifiche. Questo vuol dire che non facciamo nulla? Le altre Regioni, probabilmente, hanno fatto poco, ma, in ogni caso, è in funzione un confronto, dal punto di vista politico, utile per giungere alla questione dello Statuto. Non dobbiamo pensare che c'è sempre una modifica. La modifica dello Statuto non l'abbiamo fatta la volta scorsa che era già stata impostata in base ai cambiamenti dovuti alla legge Bassanini cioè al federalismo amministrativo, e non la faremo neppure ora, nonostante che la legge n. 1/00 e tutte le modifiche al Titolo V della Costituzione lo prevedano.
Sottolineo, in termini negativi, che il Presidente della Giunta regionale, nonché Presidente di tutte le Regioni, ha dato lezioni istituzionali in altre Regioni. E' successo alla Regione Marche, nei cui confronti il Presidente Ghigo ha detto: "Scordatevi che l'assemblea elettiva possa contare". Il Presidente Ghigo, che dà lezioni di tipo istituzionale nelle altre Regioni, non ha ancora istituito la Commissione Statuto nella Regione di cui è Presidente. Un Presidente che nazionalmente dà lezioni istituzionali, ma che, localmente, non si impegna e non è impegnato a creare la Commissione Statuto ed assume un atteggiamento reale in quanto capo della Giunta, e di disprezzo nei confronti dell'assemblea legislativa.
Invito tutti i Consiglieri a leggere quanto ha riferito il Presidente Ghigo al Presidente della Commissione Statuto della Regione Marche. Quando si è sostenuto che l'assemblea elettiva deve contare, il Presidente ha detto: "Nessun Consiglio regionale si illuda che noi cederemo il potere che ci è stato dato direttamente". Ma questa è un'interpretazione autoritaria! E' vero che il Presidente della Regione Piemonte è stato eletto direttamente, ma non è scritto da alcuna parte che il potere legislativo è diminuito, ma solo il potere regolamentare. Per forza di cose il rapporto dovrà essere di equilibrio.
Vorrei fare un'altra considerazione. Non so se la sede sia questa, ma mi pare che anche un emendamento presentato dal Consigliere Tapparo introduca questa questione. Si tratta del problema del rapporto tra organi.
Il rapporto tra il potere legislativo, il potere esecutivo e il potere del Presidente è un rapporto che, se non è legato alla legge elettorale, alle modalità delle elezioni degli organi, rischia di essere soltanto una dichiarazione di principio. Credo che la Commissione Statuto debba occuparsi anche di questo aspetto, magari non nei particolari, ma di questo tema deve occuparsi. Se non c'è alcun rapporto e ognuno viaggia per conto proprio, il Presidente della Giunta regionale si comporta come fa adesso: parla su tutto, dichiara su tutto, non verifica con l'assemblea legislativa nulla, dice qualunque cosa gli passa per la mente. Tutto questo solo perch è stato eletto direttamente? Forse che, essendo stato eletto direttamente dai cittadini, ha ottenuto da loro il diritto di dire qualunque cosa gli passi per la mente? Non credo sia così.
Questo sono le questioni che sollevo al Presidente. Il Presidente individui una modalità, altrimenti potremmo suggerirne una: in questa fase che è una fase di transizione, il potere legislativo, la competenza legislativa resti all'assemblea in modo forte e non venga espropriata, con proposte puntuali e precise, come quella emblematica del Piano sanitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Il nostro Gruppo è favorevole all'impianto della proposta di deliberazione n. 244, che recita: "Costituzione della Commissione consiliare per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte". Una proposta che mi auguro possa essere approvata rapidamente già nella giornata di oggi e che segna l'istituzione di un momento tecnico dove si possono valutare ed approfondire quei rapporti che sono cambiati rispetto alla passata legislatura.
Con l'inizio di questa legislatura abbiamo delle norme diverse. In questo primo periodo di "rodaggio" - consentitemi il termine - delle nuove norme, c'è la difficoltà che abbiamo incontrato, in qualche occasione, nel rapporto tra momento legislativo e governo della Regione. Tutti conoscono le proposte e le difficoltà che aveva evidenziato, già nella passata legislatura, la Conferenza dei Presidenti dei Consigli regionali, con osservazioni che, peraltro, non furono tenute in considerazione dal Parlamento.
Credo che si debbano recuperare alcune di quelle valutazioni, si deve approfondire, attraverso questo strumento, il rapporto, sicuramente nuovo che si può atteggiare in vari modi tra il momento legislativo e il momento del governo regionale.
In quella prospettiva, il nostro Gruppo non solo è d'accordo, ma crede sia opportuno che quelle stesse valutazioni, proprio perché le regole riguardano tutta l'assemblea e tutte le forze politiche, debbano essere condivise nel modo più ampio possibile.
Queste regole non sono solo relative alla Commissione Statuto, ma deve esserci un discorso molto più ampio, che deve toccare il funzionamento dell'aula non solo nei rapporti di governo, ma anche nel funzionamento in sé. Ben venga, allora, questa Commissione come momento tecnico che ci dà la possibilità di trovare, con la più ampia condivisone possibile, le regole di funzionamento sia dell'aula che della Regione nel senso più ampio. Non ci devono essere delle pregiudiziali sulla composizione e sulla conduzione di questa Commissione, come di altre. Devono esserci sicuramente dei punti fermi ed un'ampia condivisione delle regole, che non possono fermarsi solo alla Commissione Statuto.
In questo senso, ci riserviamo di portare dei contributi migliorativi e siamo d'accordo sull'impianto della Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Credo che non emerga chiaramente in Consiglio regionale il senso più importante della riforma del 23 novembre 1999. Riforma che è una clausola aperta, nel senso che il dettato costituzionale viene applicato direttamente, lo voglia o non lo voglia il Consiglio regionale del Piemonte o i Consigli regionali del nostro Paese. Tant'è vero che la forma di governo è in atto: abbiamo votato direttamente i Presidenti della Giunta abbiamo trasferito il potere regolamentare alla Giunta. Rimane il problema elettorale, che è il minore, nel senso che può essere affrontato nell'ultimo anno di legislatura, perché non è il più importante.
Il problema che sfugge è un problema di confine (in conclusione del suo intervento l'ha affrontato, ma non in profondità, il collega Saitta), cioè qual è il confine fra il Regolamento e la legge, perché noi applichiamo già la Costituzione. Ripeto: è una formula aperta, che stiamo applicando. E allora, cosa succede se manca questo confine, se si premette che, più va avanti la legge, più arretra il Regolamento, e più va avanti il Regolamento, più arretra la legge? Da un anno e qualche mese abbiamo dei provvedimenti della Giunta nei quali a volte ad avanzare è il Regolamento, nel senso che approviamo leggi in cui sono comprese materie regolamentari, mentre spesso approviamo leggi che hanno solo la parvenza della legge, nel senso che hanno il titolo "disegno di legge n.", ma nella sostanza dicono poco e rinviano tutto al Regolamento.
Il problema principale di questo Consiglio regionale non è tanto quello di usare la bilancia del farmacista e stabilire dove arriva il Regolamento e dove arriva la legge, ma è quello di partire da una premessa giusta, cioè che dal 23 novembre 1999 la potestà regolamentare è in capo alla Giunta. Il Consiglio fa le leggi e questo non vuol dire che perde potere; il problema è come si fanno le leggi.
Cerco, allora, di seguire il filo del ragionamento. Dicevo di non essere d'accordo con la proposta del collega Chiezzi; ci può anche essere un atteggiamento minimalistico del Consiglio, fuorviante in un certo senso che dice: "Mah, noi vogliamo vedere...".
Vedo qui molti emendamenti dell'amico Tapparo ed altri. Dal punto di vista della minoranza - a volte mi piacerebbe anche esserlo...



MERCURIO Domenico

TAPPARO Giancarlo (fuori microfono)



MERCURIO Domenico

Mimmo, siamo qui!



MERCURIO Domenico

Mi piacerebbe anche avere un Capogruppo come te, perché avresti fatto tutto tu e io non avrei fatto niente! Il punto è che la minoranza, il Consiglio regionale, già all'indomani delle elezioni, avrebbe dovuto affrontare questo tema, non per fare la Costituente, perché la Costituente, piaccia o non piaccia, l'ha fatta il Parlamento italiano il 23 novembre, quando in seconda battuta ha approvato la legge n. 1 e ha prefissato l'elezione diretta del Presidente ed il passaggio del Regolamento alla Giunta.
Non c'è dubbio che la Giunta abbia interesse a non precisare il confine tra la legge e il Regolamento, perché, a seconda dell'intuizione dei vari Assessori, un giorno avanza il Regolamento ed un giorno avanza la legge.
Questo è accaduto per i provvedimenti che abbiamo avuto.
Pensiamo alle Bassanini: qualche Assessore più pronto ha scritto tre righe, dicendo: "Prendo atto della Bassanini", mentre qualche altro Assessore ha scritto dei libri! Ma il problema di fondo rimane.
E allora, precisato che è la Costituzione, come clausola aperta, che deve essere applicata direttamente, il Consiglio regionale, nell'ambito della Commissione Statuto e senza perdere tempo, deve stabilire tutti quei meccanismi che consentano al Regolamento ed alla legge di fare il proprio mestiere, cioè senza invasione di campo. Ripeto: non è la maggioranza; io avrei capito un impegno del Presidente del Consiglio.
La riforma è già in atto, i vuoti si riempiono. Se il Consiglio regionale non fa la propria parte, la Giunta fa la sua. Non è che io voglia bene alla Giunta perché dico che la Giunta deve applicare il Regolamento ma è perché non voglio che la Giunta mi mandi sempre delle deliberazioni in Consiglio piene di riferimenti al Regolamento: non riesco nemmeno a leggerli, questi provvedimenti! Concludo ribadendo che occorre costituire la Commissione Statuto e che considero del tutto ininfluenti le proposte avanzate, così come considero del tutto ininfluente la proposta del Comitato di Presidenza, nel senso non dispregiativo della parola, Presidente, ma nel senso che lei non ha fatto alcuna proposta politica. Se invece di scrivere sette punti lei avesse scritto: "Proposta: vista la legge n. 1, si propone di costituire la Commissione", non sarebbe cambiato niente, perché lei, Presidente, ha fatto il notaio di una situazione (almeno, così l'ho capita io). La materia è certamente politica; ci mancherebbe che non fosse politica una materia di questo genere, però - ripeto - se si tolgono le cose dette, che mi sono sforzato di spiegare fino a questo momento, rimane solo il problema delle elezioni.
Andiamo subito ad istituire la Commissione Statuto. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Consigliere Mercurio.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente e colleghi, questo dovrebbe essere un atto abbastanza solenne: il momento in cui si istituisce una Commissione che dovrà discutere la Carta - io vorrei dire un patto di rapporti politici-sociali che si determinano in Piemonte.
Personalmente, Presidente Cota, avrei preferito indicare un giorno ed un'ora, a carattere simbolico, in modo da avvisare anche il mondo esterno ma soprattutto il Presidente Ghigo, sul fatto che si parla dell'istituzione di una Commissione importante per la dialettica interna di un'entità quale la Regione, di un certo rilievo se pensiamo al ruolo che dovranno avere nella discussione, come singoli rappresentanti dell'assemblea elettiva anche i rappresentanti del governo regionale.
Parlo del governo regionale perché nelle mie piccole ambizioni (rappresentando un sessantesimo del Consiglio regionale) penso che occorrerà dare il segno di trasmigrazione dalla definizione "Giunta" alla definizione "Governo", proprio per marcare che non siamo un grande Consiglio comunale, ma qualcosa di diverso.
Quanto stiamo facendo è un segno forte - lo dico anche ai colleghi della Lega - di una tappa nel processo di costruzione federalistica.
Alla Regione Piemonte ed alle altre Regioni viene data la piena potestà; non ci sarà controllo, salvo quello di legittimità costituzionale che qualcuno voglia sollevare, nella scrittura di quella che potrebbe anche pomposamente essere la Costituzione della Regione subalpina. Credo che rappresenti un aspetto importante, poiché va a saldarsi con la riforma della Parte V della Costituzione.
Sono altresì convinto, malgrado il Presidente Cota invochi un confronto con i Presidenti delle altre Commissioni Statuto, che dobbiamo far emergere uno Statuto che rappresenti una risposta alle originalità e alle specificità della Regione Piemonte, senza creare una fotocopia generalizzata o una fotocopia degli Statuti delle Regioni del nord. Lo riterrei uno sbaglio.
Si è parlato, inoltre, del recupero del ruolo dell'assemblea elettiva.
Probabilmente, non ci chiameremo più "Consiglio", ma bisognerà dibatterlo.
Abbiamo alle nostre spalle una storia di delegittimazione delle assemblee elettive. In tutti gli anni '70 ed '80, con il termine "assemblearismo" come fosse un peso o una zavorra al processo (allora emersero anche i termini "governabilità" e "decisionismo"), si pensava che le assemblee elettive fossero una "palla al piede" al poter dispiegare meravigliose funzioni di governo. E' vero che la società economica e civile è cambiata che le risposte devono essere più rapide e che la complessità è cresciuta pertanto la strutturazione quasi ereditata dalla Rivoluzione francese delle assemblee e del relativo Presidente dell'esecutivo, in una certa forma probabilmente va aggiornata; ma non va nemmeno distrutta, perché questa assemblea rappresenta l'articolazione degli interessi della nostra società e dovremo anche fare chiarezza sul tema della concertazione. Nella nostra società, siccome non è ancora ben interiorizzato il ruolo della Regione, si pensa che, una volta parlato con il Presidente Ghigo, si sono risolti tutti i problemi, e si crede di avere un'assemblea che deve ratificare, come un notaio, la decisione che il sindacato "A" o l'associazione "B" ha preso con il Presidente Ghigo. Noi dobbiamo spezzare questo meccanismo, che è anche frutto di una non conoscenza, cioè di pensare che la Regione sia un grande Comune (un Comune di quattro milioni e mezzo di abitanti), dove là risiede il Sindaco e, una volta che hai parlato con lui, si cala nel rapporto con il suo Consiglio, punto e basta.
La funzione legislativa è solo un aspetto, perché è rilevante il ruolo di indirizzo e di controllo.
Le grandi direzioni di marcia su cui si colloca la politica della Regione devono maturare all'interno di un dibattito del Consiglio, nel rapporto molto vivo, perché sarà la proposta ovviamente della maggioranza e del suo Presidente. La funzione di controllo sarà fortissima, e non dobbiamo inseguirla attraverso faticose Commissioni per tamponare le falle dove ci sfugge la funzione naturale e fisiologica di controllo, come succede oggi sul problema delle consulenze. Dobbiamo collocare nello Statuto un processo fisiologico di comportamento affinché si abbia un forte ruolo di controllo. Non ce lo dobbiamo conquistare faticosamente ogni volta. Deve essere altresì chiaro, o almeno abbozzato in termini generali il rapporto con la legge elettorale che noi andremo a costruire, perch salvaguardando l'elezione diretta del Presidente della Regione e alcuni principi generali (la preferenza unica, ad esempio), noi possiamo costruire un modello che si cala nel rapporto con la società in forme diverse da quella attuale e che potrebbe avere dei riverberi anche nella natura e nel funzionamento del Consiglio. Non possiamo dire che sono due aspetti distinti. Dobbiamo avere chiari almeno alcuni principi di fondo.
Presidente, nel suo documento, quando ribadisce che dobbiamo adeguarci alle evoluzioni internazionali, ritengo che l'evoluzione internazionale più grossa (e non è nemmeno più da chiamare internazionale) sia il rapporto con l'Unione Europea, in cui le Regioni sono incardinate e hanno un riconoscimento di ruolo particolare.
Con il mio emendamento, quindi, firmato gentilmente da alcuni colleghi ho anche voluto marcare questo aspetto. Poi avremo un rapporto con l'ONU il Tribunale dell'Aia o altro, però è il rapporto con l'Unione Europea che deve essere marcato. E' chiaro che dovrà esserci un momento partecipato e di grande informazione (io pensavo già da oggi). Come vedo, non c'è ancora il Presidente Ghigo, probabilmente non sapeva che questa mattina, a quest'ora, avremmo affrontato questo argomento. Anche i rapporti di consulenza con l'esterno devono essere molto chiari. Sono convinto, ad esempio, che gli stessi debbano essere fatti in modo tale che sia un onore partecipare ad una specie di consulta che sostenga quello che è il lavoro della Commissione Statuto. Non dobbiamo, usando magari il manuale Cencelli individuare i consulenti della Commissione Statuto. Dobbiamo inserire persone di primario ordine che vogliano contribuire gratuitamente, salvo le spese di viaggio e di documentazione, con la loro cultura e la loro sensibilità. Questo si deve fare.
Inoltre, dobbiamo anche valorizzare le energie interne. La questione delle consulenze nella sanità aprirà il rapporto con professionalità e capacità interne che sono presenti anche in Consiglio regionale e nelle articolazioni della Giunta. Dobbiamo soprattutto, in questo passaggio valorizzare quelle energie. Lo dobbiamo dire anche nel documento che si parla di questa valorizzazione di energie interne.
Io ritengo, e concludo, che si debba procedere all'approvazione di questo Statuto con il Regolamento vigente, per un semplice fatto: l'attuale maggioranza è una maggioranza rafforzata, che ha 40 voti su 60, quindi non dovrebbe nemmeno avere problemi con il vecchio Statuto. Direi che è una cosa naturale e corretta, in sostanza, pensare di dirlo chiaramente, di non giocare. Io pensavo di fondere, per una certa fase, Commissione Statuto e Commissione Regolamento, ma era solo un'ipotesi; certamente, ci sono elementi su cui lavorare.
Inoltre, dovremmo porre, Presidente, un limite: non nascondiamoci dietro ad un dito dicendo: "Dura un anno, perché saranno poi i meccanismi di proroga". Poniamogli un tempo finale. Nell'ultimo anno ante-fine legislatura, quello quasi elettorale, si concluda. Non lasciamo che un Presidente della Commissione Statuto svolga la campagna elettorale ancora con questa veste. Penso che occorra porre un termine.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliere Manica.



MANICA Giuliana

Presidente e colleghi, penso che la deliberazione di cui oggi discutiamo sia di grande importanza, poiché sancisce, in effetti, per quanto riguarda il Consiglio regionale del Piemonte, l'inizio dell'apertura della fase costituente, che è assegnata, come elemento di grande rilievo alle Regioni italiane nel corso di questa legislatura.
Devo dire che non siamo tra le prime Regioni che arrivano all'appuntamento dell'insediamento della Commissione. Più volte, abbiamo avuto modo di verificare come molte Regioni italiane siano in una fase anche più avanzata dell'insediamento della stessa e come, tra i Presidenti e i rappresentanti delle Commissioni insediate, sia già aperto un dibattito importante di merito che riguarda questioni significative. Alcune sono state ricordate dal collega Saitta, e adesso anche dal collega Tapparo: il rapporto nuovo e diverso tra i vari organi e tra i vari momenti in seguito all'elezione diretta del Presidente della Giunta e, quindi, i rapporti nuovi e diversi tra la Giunta, il Consiglio e le varie sedi; le questioni ad esempio, importantissime dei diritti e della loro regolamentazione.
E' in atto, a livello delle Regioni italiane, anche con un coordinamento tra le varie Commissioni, una riflessione importante ed avanzata.
Penso che la Regione Piemonte, per le sue caratteristiche e per l'importanza che ha avuto nella prima fase costituente, che ha dato luogo allo Statuto regionale con cui ancora oggi la Regione vive, debba essere con questo dibattito e con questa fase costituente all'altezza di quella prima fase di costituzione, per essere all'altezza di quel dibattito e di quella dimensione, di quella capacità di confronto non solo nell'assemblea e con l'assemblea, ma di quella capacità di confronto con il complesso della società piemontese, con il complesso del sistema delle autonomie.
Quindi, abbiamo un'eredità importante e, in quel senso, raccogliendo anche le sfide che la nuova fase in questo momento ci consegna, ci dobbiamo correlare non solo al dibattito delle altre Regioni, ma ad una struttura più complessiva di riforma istituzionale, per alcune parti già compiuta per altre in divenire.
Condivido un ulteriore elemento, già manifestato dal collega Palma in occasione di una riunione dei Capigruppo: la separazione, trattandosi di questione costituente di grande rilievo istituzionale, tra il momento dell'istituzione, la sua solennità e le questioni che riguardano più prettamente l'ordine di composizione, perché la fase istituente, di carattere istituzionale, di un momento come questo deve avere questo ordine di dibattito e questo livello di solennità. Quindi, condivido questa osservazione.
Penso inoltre che le modalità con le quali andiamo ad affrontare ci consentiranno di essere profondamente in sintonia con la fase successiva.
Noi sappiamo che a settembre sono calendarizzati importanti appuntamenti, ad esempio, il momento confermativo della modifica del Titolo V della Costituzione, che sarà un elemento di grande importanza per il dibattito costituente che le Regioni in questa fase dovranno aprire.
Inoltre, sono stati annunciati, anche da parte del Governo, ulteriori ed importanti provvedimenti, quindi, saremo in piena sintonia con il processo di riforma istituzionale delineato in modo più chiaro e più preciso in questa direzione.
Concordo con i colleghi che, in questa sede, hanno detto che si tratta di ridefinire e di rimodulare la questione della durata temporale della Commissione e del suo modo di relazionare all'aula e al complesso della società piemontese, cioè la questione che poneva adesso anche il collega Tapparo. Così come sono d'accordo che vadano precisate meglio, oltre alla questione della durata temporale all'interno della deliberazione, altre questioni. Ogni proposta, che sia una proposta in avanti, che sia una proposta migliorativa del testo che noi abbiamo, troverà senz'altro la nostra sintonia come Gruppo dei Democratici di Sinistra.
Riteniamo utile ed importante che questo dibattito, quanto meno la sintesi finale a cui arriveremo, si svolga nella più ampia presenza dell'assemblea, quindi, anche del Presidente della Giunta regionale che peraltro, è Presidente della Conferenza della Regioni italiane. Sarebbe singolare che un momento come questo si svolgesse al di fuori della sua presenza. Siamo sicuri che il Presidente del Consiglio troverà modo di rendere sincroni questi tempi, in modo che il dibattito abbia questa caratteristica. Comunque, lo sollecitiamo fortemente in tal senso, anche perché l'istituzione di un momento costituzionale deve vedere al livello più alto l'espressione di tutti, maggioranze e minoranze, comprese le presenze istituzionali, significative in questa sede come anche nel contesto nazionale.
Quindi, riteniamo che questo richiamo alla presenza del Presidente della Giunta sia non solo rituale, ma profondamente importante nel merito in occasione di questa problematica.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Rispetto a questa esigenza, non vorrei con questo atto molto importante devo dire condiviso - iniziare con il piede sbagliato.
Visto che alcuni Consiglieri oggi pomeriggio non possono essere presenti e vi sono alcuni emendamenti che ritengo possano essere agevolmente inquadrati con un lavoro preparatorio, sarei propenso a chiudere la discussione generale alla fine degli interventi, per riprendere questo argomento domani nella seduta convocata alle ore 14.30, seguendo il programma che ci eravamo dati per la seduta di domani e di lunedì.
Comunico ufficialmente che domani mattina non si svolgerà la seduta, in quanto è stata convocata la I Commissione.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Intervengo sull'ordine dei lavori.
Signor Presidente, esprimo un sentimento e una percezione di disagio perché questa mattina, alle ore 9.30, si è svolta la Conferenza dei Capigruppo e questo problema non è stato toccato. Con il massimo rispetto delle esigenze degli altri Gruppi - ci mancherebbe! - ho la grande convinzione che la proposta di deliberazione relativamente alla costituzione della Commissione Statuto debba essere certamente votata, non dico approvata - poi, ognuno vota come vuole - con la presenza più significativa possibile del numero di Consiglieri e, se possibile, con l'intera assemblea presente.
Nel contempo, abbiamo anche il dovere, visto che ci siamo parlati nella programmazione e abbiamo convocato in aggiunta la seduta del Consiglio regionale per il primo agosto - per l'amor del cielo siamo ben retribuiti possiamo andare avanti anche fino al 10! - di ottimizzare i lavori del Consiglio regionale di oggi.
Credo, quando era stato proposto di saltarle tout court, che sia giusto e doveroso riservare un lasso di tempo significativo ed adeguato all'attività di sindacato ispettivo prettamente dei Consiglieri di opposizione - ci mancherebbe, aggiungo.
Visto che ho appreso della indisponibilità, in quanto assente dalla città di Torino, dell'Assessore Botta ad affrontare il disegno di legge che, invece, avevamo concordato di discutere e, possibilmente, di votare in Consiglio regionale quest'oggi, credo si possa dare la possibilità ai Consiglieri regionali che intendono - non dico che intendano lavorare altrimenti può essere interpretato quale elemento di polemica o di provocazione - rimanere di affrontare dei provvedimenti calendarizzati per le giornate di domani, lunedì, martedì e mercoledì - martedì e mercoledì non è possibile perché si discuterà dell'assestamento di bilancio - con 40 voti.
Mi spiego meglio, concludo esplicitando questa proposta: nella giornata di domani abbiamo l'impegno di discutere e, possibilmente, di votare in merito alla costituzione della Commissione relativa alle Olimpiadi, evento olimpico del 2006. L'ho detto in Conferenza dei Capigruppo, ma lo ripeto per i colleghi che non erano presenti: abbiamo ritenuto richiamare, dopo dodici o tredici mesi che l'abbiamo depositato come Capigruppo di maggioranza, la relativa mozione; una mozione simile a quella che facciamo oggi per la Commissione Statuto, quindi una mozione che impegna il Consiglio regionale ad istituire semplicemente la Commissione.
Abbiamo ritenuto opportuno richiamarla, cosa che abbiamo fatto puntualmente durante l'inverno e la primavera, tant'è che tale proposta di deliberazione è stata, di volta in volta, inserita nell'o.d.g. di diversi Consigli regionali, non solo sull'allegato, ma inspiegabilmente è tornata sempre puntualmente nell'o.d.g. allegato, ma non è rimasta sull'o.d.g. dei lavori.
Se i colleghi sono d'accordo, anche per ottimizzare i lavori del Consiglio regionale e avere un tempo significativo nella giornata di domani per concluderne la discussione e l'approvazione, considerando il fatto che sono stati presentati gli emendamenti relativi al provvedimento, proporrei di iscrivere semplicemente quello che è previsto per domani, perch regolamentarmente è l'unica via possibile, ossia la mozione relativa alla costituzione della Commissione delle Olimpiadi con i 40 voti necessari e quindi, affrontare questo argomento nella giornata di oggi, ottimizzando i lavori del Consiglio regionale. In questo modo, otteniamo di andare incontro ad un'esigenza del Gruppo dei Democratici di Sinistra.
Facciamo il sindacato ispettivo, facciamo il provvedimento di domani di fatto invertiamo i lavori del Consiglio. Quello che dovevamo fare domani, possiamo farlo oggi pomeriggio.
Credo che sia una proposta di buonsenso. Allo stesso modo, come siamo convinti di accettare le esigenze di un Gruppo, così l'intero Consiglio regionale potrebbe accettare e condividere un'operatività che ci dà la possibilità di affrontare un problema su cui tutti, in Conferenza dei Capigruppo, eravamo d'accordo.



PRESIDENTE

Questa mattina concludiamo la discussione generale sulla Commissione Statuto, in maniera tale che domani ci sarà solo l'esame degli emendamenti.
Dico questo in maniera tale che sia chiaro questo punto.
La discussione generale verrà conclusa oggi, mentre domani ci sarà solo l'esame degli emendamenti e le relative votazioni.
Ricordo, a norma del Regolamento, che sto firmando il nuovo calendario dei lavori con riferimento alle prossime sedute e la Commissione per le Olimpiadi è prevista per domani. Quindi, per iscriverla oggi è prevista la procedura dei 40 voti, come ha ricordato il Consigliere Cattaneo. Non so se lui vuol fare la richiesta formale, comunque gli chiedo di rimandarla alla fine della discussione generale sulla Commissione Statuto.


Argomento: Statuto - Regolamento

Esame proposta di deliberazione n. 244: "Costituzione Commissione consiliare per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte" (seguito)


PRESIDENTE

Tornando all'esame della proposta di deliberazione n. 244, ha la parola il Consigliere Galasso.



GALASSO Ennio

Presidente e Consiglieri, condivido la mozione d'ordine, seppur con l'adeguamento suggerito dal Consigliere Cattaneo in ordine ai lavori. Su questo siamo d'accordo.
Devo rilevare che probabilmente, anche per l'introduzione un po' esuberante del Presidente, si è aperto un dibattito che, per certi versi, è intempestivo, seppure apprezzato nei contenuti che si colgono.
Devo dire che, rilevando quanto sostenuto dal Consigliere Tapparo, è vero che il problema sarà non soltanto affrontare quello che è il potere legislativo dell'assemblea, ma anche tutto il corollario legato ai poteri di indirizzo e di controllo.
Ritengo, però, questo intempestivo, perché dovremo armonizzare il tutto con la legge elettorale o, comunque, con i criteri che verranno fissati in materia elettorale, che è quanto è emerso anche dagli altri interventi.
Condivido l'impianto della proposta di deliberazione del Presidente Cota, su cui ritengo che successivamente dovremo confrontarci.
Rilevo, da una scorsa velocissima degli emendamenti, che potremo organizzare, per economia dei lavori dell'aula, un gruppo di lavoro informale che vada a discernere il vano. Per il resto, credo abbia ragione il Consigliere Mercurio quando dice che il problema è, vista la legge costituzionale n. 1 del 1999, la costituzione della Commissione Statuto.
Mi pare, al momento e sul punto, che non ci sia e non si debba dire altro, rimandando i problemi di cultura giuridica, legislativa e politica a quando saranno dibattuti e affrontati, ben consapevole che un problema di pedagogia della norma esiste, ma deve esistere soprattutto come momento di vitalità culturale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri.



ANGELERI Antonello

Presidente, mi pare che questa mattina in quest'aula non ci sia l'attenzione necessaria e sufficiente per approvare un proposta di deliberazione così importante.
L'accordo che avevamo stabilito durante la Conferenza dei Capigruppo era che oggi avremmo approvato questa proposta senza entrare nel merito di una discussione che, sono convinto, non solo il Consiglio regionale del Piemonte, ma tutti i Consigli regionali dovranno affrontare nel prossimo autunno con molta attenzione.
La legge del novembre 1999 ha apportato delle sostanziali modifiche rispetto ai poteri della Giunta e del Consiglio, ma, al di là della modifica costituzionale, è accaduto, in questa Regione, così come è accaduto ultimamente a livello parlamentare, che il potere esecutivo abbia fortemente invaso quella che era una competenza del potere legislativo. Gli effetti della modifica costituzionale non erano così chiari e sono convinto che non era neanche nell'intenzione del legislatore dell'epoca.
Probabilmente, per la fretta di costruire una norma, considerando che eravamo alla vigilia delle elezioni regionali dell'anno scorso, ha fatto partorire un qualcosa di non ben definito, ma che potrebbe avere, se non guardato con attenzione, delle ripercussioni negative sull'operato, sui lavori e sulle competenze del Consiglio regionale in particolare.
Da parte delle opposizioni qualcuno l'ha detto anche abbastanza chiaramente: se è vero che esiste da parte della Giunta un potere enorme, e in particolare del Presidente della Giunta, questo corrisponde ad una diminuzione di quelle che sono non solo le competenze, ma dei poteri del Consiglio. E se è vero che questo può essere constatato da un Consigliere di opposizione - che però ha una motivazione, ha una funzione corretta dal punto di vista politico, di controllo e quindi si sente motivato ad esercitare tale controllo - è altrettanto vero che un semplice Consigliere regionale di maggioranza questa funzione di controllo, che è giusto che continui ad esercitare nonostante sia in maggioranza, se la vede comunque diminuita. Ed è evidente che non abbia quella motivazione o, comunque quella possibilità di intervenire così come fa, giustamente e correttamente, opposizione il Consigliere di minoranza, esercitando quella corretta funzione di controllo.
Ho detto queste cose - non voglio entrare nel merito, ma penso siano riflessioni di buonsenso - per far comprendere che esiste un problema che riguarda la motivazione di ogni singolo Consigliere regionale, che risponde ad un elettorato, che vuol rispondere correttamente ad un elettorato nell'esercizio delle sue funzioni, esercitando delle competenze che, in questo momento, non sono assolutamente ben chiare e così evidenti per un Consigliere che appartiene in particolare alla maggioranza.
Quindi, ben venga la proposta di deliberazione n. 244 presentata dal Presidente Cota, e ben venga un inizio di ragionamento, che ritengo sia indispensabile fare con il Presidente della Giunta. In questo senso, entro anche nel merito accogliendo la proposta del Presidente Cattaneo.
Mi auguro che domani si possa chiudere con una votazione positiva, e quindi approvare la proposta di deliberazione n. 244. Mi auguro che domani in quest'aula sia presente, perché vorrei sentire un parere in questo senso, anche il Presidente della Giunta regionale.
Abbiamo detto che non dobbiamo entrare nel merito, ma questo è un atto importante e siamo la penultima Regione ad approvare la proposta di istituzione della Commissione Statuto. Da questo primo atto dipende il futuro di un lavoro che il Consiglio regionale del Piemonte dovrà fare da un punto di vista legislativo.
Ritengo sia importante sentire non solo la posizione del Presidente del Consiglio, che ovviamente può avere una posizione più interessata, ma anche la posizione del Presidente della Giunta, con il quale dovremmo giustamente e necessariamente discutere.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Alcuni colleghi hanno giustamente sottolineato quanto sarebbe improprio anticipare con un documento, in qualche misura, programmatico di contenuti e di orientamenti politici, il lavoro che deve essere invece demandato alla Commissione che andiamo ad istituire; lavoro che non può quindi essere anticipato in maniera specifica da documenti d'aula che, in qualche misura lo pregiudicherebbero, volendo forse anticipare il risultato del lavoro della Commissione stessa.
Mi pare che il merito sostanziale di questa deliberazione sia il suo essere una deliberazione di natura tecnica, che si limita a fissare in termini molto generali un obiettivo, quello dell'adeguamento dello Statuto regionale sulla base della legge di riforma costituzionale del 1999, di delimitare il campo di attività, non procedendo ad un anticipo ulteriore quasi ad una prefigurazione, delle riforme costituzionali in materia di devoluzione che il Governo nazionale si appresta a presentare, e di fissare lo strumento di questo lavoro nella forma di una Commissione speciale per la revisione dello Statuto, che - come ricordava il Presidente - non è l'unica strada che avevamo a disposizione.
Alcuni colleghi e il mio Gruppo, in particolare, aveva sottolineato fin dall'inizio di questa legislatura l'opportunità di utilizzare gli strumenti ordinari, quindi il lavoro della Commissione Affari Istituzionali. Ma a questo punto si fissa uno strumento ed anche un programma in termini di attività.
L'equivoco è probabilmente insorto nel momento in cui una deliberazione, complessivamente ben scritta e di natura tecnica, ha avuto da parte del Presidente un'illustrazione di natura programmatica. Questa illustrazione ovviamente contiene degli indirizzi anche condivisibili contiene un abbozzo di attività della Commissione, ma non illustra il contenuto della deliberazione. La deliberazione si limita a fissare un obiettivo, ad indicare uno strumento e a circoscrivere il campo di attività della Commissione.
Da questo punto di vista, ritengo - in accordo con quanto diceva la Consigliera Manica - che, in sede di redazione del testo, si possano recepire una serie di emendamenti migliorativi presentati da alcuni colleghi, con l'avvertenza però di non trasformare la fase emendativa in una fase di snaturamento della forma del provvedimento. In altre parole non dobbiamo farlo diventare, attraverso gli emendamenti, un provvedimento che, anziché istituire una Commissione, indica il lavoro, il contenuto e gli orientamenti di attività della Commissione stessa.
Ho fiducia che, nel corso delle prossime ventiquattro ore, prima di giungere alla votazione del provvedimento, si possa mediare fra le parti e recepire tutto ciò che è recepibile degli emendamenti presentati. Per nello stesso tempo, si mantenga l'impianto del provvedimento, non aggiungendo impropriamente contenuti ed orientamenti politici.
Dal punto di vista generale, mi limito ad una sola annotazione: abbiamo perso un anno non perché ce l'avesse ordinato qualcuno o a causa delle elezioni, ma perché la maggioranza consiliare ha scelto, in maniera deliberata, di ingolfare la Commissione Affari Istituzionali di provvedimenti inutili e, in alcuni casi, anche indecenti, rinunciando ad affrontare le materie di natura istituzionale nel loro complesso - tanto più le materie relative alla riforma statutaria elettorale - preferendo aspettare il risultato elettorale per affrontare la fase di riforma statutaria con una diversa copertura politica sul piano nazionale.
Secondo me, questa è una responsabilità molto grave, che si mantiene e che continua a dover essere addebitata a questa maggioranza, a cui dobbiamo porre tutti quanti rimedio con il lavoro di questa Commissione, ma su cui anche questa maggioranza deve, in una qualche misura, riflettere. Se il lavoro di questa Commissione sarà ispirato allo stesso criterio, tutto interno all'Ente e agli equilibri di maggioranza, che ha guidato normalmente la presentazione di provvedimenti su questa materia nel corso del primo anno di questa legislatura, non vedo una vita molto felice di questa Commissione e non vedo una vita molto felice della sua attività.
La seconda annotazione è la seguente. Molti Consiglieri hanno sottolineato l'esigenza di riequilibrare i rapporti fra il legislativo e l'esecutivo. Io su questo starei attento a fare letture molto sommarie secondo me, la questione è molto più complicata: c'è sicuramente un processo di scivolamento nell'equilibrio dei poteri dal legislativo verso l'esecutivo e c'è anche un processo di scivolamento che coinvolge complessivamente le Regioni e gli Enti locali dal politico al burocratico.
La storia istituzionale di questo Paese nel corso degli ultimi quindici anni va letta come un tentativo di grande razionalizzazione burocratica del funzionamento degli organi dello Stato e non tanto di riscrittura del rapporto fra i cittadini e il potere pubblico, che è cosa che forse maggiormente ci dovrebbe interessare nel nostro lavoro di revisione statutaria, tenendo presente che lo Statuto non è semplicemente il meccanismo di funzionamento dell'Ente e dei suoi organi interni, ma è anche la griglia che impronta i rapporti sociali all'interno della Regione, i rapporti fra i cittadini e i rapporti fra i cittadini e potere pubblico.
Spero che istituendo questa Commissione, senza bisogno di formalizzare questo orientamento in un emendamento, tutti quanti abbiamo ben presente la materia a cui dobbiamo mettere mano e non ci riduciamo psicologicamente a pensarla ad un qualcosa che riguarda sostanzialmente i rapporti fra quanti stanno in via Alfieri e quanti stanno in Piazza Castello. Il problema non è così semplice: riguarda le regole generali di funzionamento di una comunità; riguarda tutti i cittadini piemontesi e riguarda complessivamente le loro relazioni sociali.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Il mio Gruppo esprime parere favorevole affinché questa Commissione venga costituita, poiché ritiene che l'atto in discussione oggi rappresenti la base, la parte più importante della VII legislatura. Speriamo che questo atto che portiamo a conclusione vada ad equilibrare sempre di più quelli che sono i rapporti tra Consiglio e Giunta ma anche, in modo particolare quelle che sono le esigenze e le istanze della società civile.
Con questo voglio dire che mi auguro che, a consuntivo, il lavoro di questa Commissione faccia risaltare un tipo di Carta statutaria che risponda con più celerità a quelle che sono le esigenze dei cittadini.
Mi spiego meglio. In questo momento, presentiamo delle interrogazioni e delle interpellanze, però c'è troppo ritardo, cioè il sistema attualmente in piedi non dà la possibilità al Consiglio di dibattere quelli che sono gli argomenti immediati. Ad esempio, un ordine del giorno presentato a gennaio 2001, sull'uranio impoverito per il nostro personale militare presente nell'area balcanica, a tutt'oggi non è stato discusso.
Realizzare un Regolamento che risponda alle esigenze dei cittadini alle esigenze della società civile, significa rispondere con più immediatezza e con maggior equilibrio a quelle che sono le istanze. Noi ci auguriamo che il lavoro di cui la Commissione si occuperà, che avrà da parte nostra la massima collaborazione, tenga conto di questa esigenza di ammodernamento di tutta la fase politica nazionale, e che su questa Carta statutaria convergano quanto più possibile tutti i pensieri politici che sussistono in quest'aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Voglio iniziare con una battuta. Dicevo al collega Gallarini che adesso darò la solidarietà al Presidente Cota, perché lo vedo veramente un uomo solo: vedo il suo Ufficio di Presidenza totalmente assente... Adesso è stato raggiunto dal Consigliere... Anche di membri della Giunta ce ne sono pochi...
Presidente, per l'obiettività che mi contraddistingue e che mi è riconosciuta da chi mi conosce fino in fondo, le volevo dare veramente i sensi della mia solidarietà e della mia simpatia, e la ringrazio anche per la sua serietà e il suo impegno di essere spesso alla conduzione dei lavori, demandando veramente al minimo ai suoi collaboratori o, meglio, ai colleghi che la possono sostituire a norma di Regolamento.
Faccio subito una premessa. Oggi abbiamo all'attenzione del Consiglio regionale la proposta di deliberazione n. 244, e la ringrazio per la seconda volta perché nasce da una sua iniziativa - doverosa iniziativa, ma comunque non necessariamente, quando le iniziative sono doverose sono poi anche puntuali - e del suo Ufficio di Presidenza.
Abbiamo l'opportunità, con un anno di ritardo - è stato evidenziato da altri - di assumere un atto di questo Consiglio regionale, una deliberazione che ci metta in condizioni - nessuno l'ha ricordato, ma è utile ricordarlo - di partire con la Commissione Statuto il 18 settembre alla ripresa dalla pausa estiva.
Siamo in ritardo di un anno, e io non so perché siamo in ritardo. In questo primo anno abbiamo realizzato molti progetti, abbiamo vissuto i lavori del Consiglio regionale e delle Commissioni insieme; so però - e l'avevo fatto anche come Presidente del Gruppo di maggioranza relativa, e con me i Presidenti degli altri Gruppi, ma soprattutto il Presidente Ghigo capo della maggioranza - che ci eravamo impegnati addirittura ad arrivare con una bozza di Statuto entro il primo anno di legislatura.
Allora dico, signor Presidente, oggi siamo qui e dobbiamo certamente non confrontarci, come altri hanno fatto, ma lavorare insieme. Il suo intervento forse ha stimolato l'intervento di altri colleghi anche nel merito; si è parlato del potere legislativo, del riequilibrio, della forma di governo, della Regione, di ridisegnare un nuovo rapporto tra Giunta e Consiglio, quindi il rapporto più generale degli organi del Consiglio regionale e degli organi dell'intera Regione Piemonte. Credo che questo sia il dibattito forte del lavoro della Commissione e credo che sarà il dibattito forte non solo in Commissione, ma anche dei lavori d'aula che ci impegneranno tantissimo per arrivare - come tutti ci auguriamo - entro breve tempo (il tempo che ci vuole, ci mancherebbe!), entro un tempo ragionevole, alla proposta di un nuovo Statuto.
Non entrerò nel merito, perché ho l'onore di presiedere un Gruppo molto cospicuo (22 Consiglieri) e quindi diventa anche difficile entrare nel merito per un Presidente di Gruppo, quando poi deve doverosamente rendere conto e confrontarsi per portare una posizione nel merito con i colleghi guai se così non fosse! Non che non abbiamo mai parlato in questi mesi di Statuto o di Regolamento o delle posizioni di quello o di questo singolo Consigliere, di questa o di quella singola questione e quindi degli argomenti a cui prima mi riferivo, però altra cosa è portare la posizione di un Gruppo consiliare (io aggiungo di una forza politica della dimensione di Forza Italia).
Voglio dunque svolgere alcune considerazioni sulla deliberazione e portare doverosamente una risposta.
Io mi ero impegnato, sia nell'ufficiosità, ma anche nell'ufficialità, a portare, nella giornata di oggi, una risposta che vuole e deve essere giustamente anche il chiarimento di un passaggio contenuto in questa delibera, e quindi nel merito dell'atto che, presumibilmente nella giornata di domani, andremo ad approvare.
Innanzitutto, una linea di principio. Credo che quella di istituire una Commissione apposita sia stata una scelta giusta, non tanto perché lo hanno fatto anche le altre Regioni o per creare l'undicesima o la dodicesima Commissione (non ricordo più quale sarà il numero della Commissione Statuto), ma perché credo che sarebbe stato veramente poco opportuno, in un certo senso addirittura avvilente del ruolo e delle prerogative del Consiglio regionale, del singolo Consigliere regionale, discutere di Statuto all'interno dell'VIII Commissione o della Commissione Regolamento.
Credo che sia stata la scelta più opportuna, così come credo sia stata una scelta opportuna tenere separata dalla Commissione Statuto la Commissione Regolamento. Questo non vuol dire non immaginare un percorso parallelo, quanto meno di verifica in corso d'opera - passatemi il termine forse più edile che confacente ad un'assemblea legislativa. Credo che verificare di tanto in tanto questo percorso parallelo - se percorso parallelo ci sarà - potrà essere estremamente utile.
Nella deliberazione che stiamo discutendo oggi e che presumibilmente lo ripeto per la seconda volta - approveremo domani - ad un certo punto, al comma 4, si dice: "Di determinare che la Commissione Statuto sia composta secondo quanto stabilito dall'art. 14, comma 2, del Regolamento, e sia presieduta da un Presidente e da due Vicepresidenti".
Anch'io, come il collega Galasso, ho letto molto velocemente gli emendamenti presentati; per esempio, su questo punto mi sembra che vi sia già una posizione di alcuni colleghi, rispettabile e divergente dalla proposta dell'Ufficio di Presidenza. Però questo mi dà l'occasione di portare una risposta ed un chiarimento, soprattutto in merito alla famosa non dico leggenda metropolitana, perché non si tratta di leggenda metropolitana - l'ho detto in aula lo scorso Consiglio regionale, se ben ricordo - ipotesi di accordo che vi era stata.
Permettetemi di fare un salto all'indietro. Sempre il 2/3 giugno - non ricordo il giorno esatto - nella seconda seduta, quella che poi è stata la vera seduta di insediamento del Consiglio, in cui avevamo dibattuto il programma di governo del Presidente Ghigo, come maggioranza - io parlo per il mio Gruppo - avevamo detto che eravamo e siamo fermamente convinti che le regole vanno scritte insieme; che le regole sono comunque un patrimonio del Consiglio regionale e - mi sia consentito di dire - anche della comunità piemontese qui rappresentata nelle sue diverse sfaccettature e nelle sue diverse componenti.
Noi siamo ancora fermamente convinti di questo. Ne eravamo fermamente convinti - oltre che per un momento e una convinzione di opportunità che andrò ad approfondire - tant'è che ipotizzavamo un accordo alla luce del sole tra maggioranza ed opposizione, fra le componenti dell'intera maggioranza e le componenti dell'intera opposizione.
Si era ipotizzato un coinvolgimento dell'opposizione, non solo nella Commissione Statuto, ma anche in altre Commissioni; si era ipotizzata una Presidenza della Commissione Statuto in capo ad un esponente dell'opposizione.
Per contro, dal canto nostro, si era ipotizzata una bozza di stralcio di modifica del Regolamento, che potesse portare una maggiore dinamicità ai lavori del Consiglio regionale.
Su questi due punti non vi è stato accordo, perché mentre la maggioranza ha sempre dato la propria disponibilità a rispettare un'ipotesi di questo tipo (esplicita, con doverosa chiarezza) - la Presidenza di alcune Commissioni permanenti ad alcuni esponenti della minoranza, il coinvolgimento doveroso della minoranza nell'Ufficio di Presidenza e nelle singole Commissioni e la Presidenza della Commissione Statuto ad un esponente della minoranza - dall'altra parte, verso le richieste della maggioranza - legittimamente, ci mancherebbe! - non vi è stata alcuna possibilità di accoglimento, non vi è stata alcuna possibilità di accettare almeno un punto - si ipotizzava un contingentamento dei tempi, la questione della sfiducia costruttiva e quant'altro, non voglio tornare nel merito da parte dell'opposizione.
Pertanto, l'accordo non ha potuto avere il proprio compimento semplicemente perché non vi è stato punto di incontro tra le richieste e le posizioni della maggioranza e le richieste e le posizioni dell'opposizione.
Poi si è ventilato: "Magari si fanno accordi sottobanco, sopra il banco..."; si era avuta, anche più volte, la possibilità di discuterne ufficiosamente, ma io lo dico con orgoglio anche ufficialmente, perché su questi temi ho preso posizione più volte all'interno della Conferenza dei Capigruppo dove siedono 15 colleghi, oltre il sottoscritto, e il Presidente dell'assemblea.
Dunque, è ufficiale - più ufficiale di così: è anche un organo istituzionale di questo Consiglio regionale! - e l'ho detto addirittura in due occasioni: una volta in modo più velato, una volta estremamente esplicito proprio la scorsa seduta o quella prima - non ricordo più - del Consiglio regionale. Ciò non toglie - altrimenti potrei addirittura contraddirmi - che noi abbiamo sempre e comunque quel convincimento.
Lo ribadiamo quindi in maniera molto esplicita, in Consiglio regionale presenti i Consiglieri regionali che ci sono, ma comunque la maggior parte dei Gruppi, presenti gli organi di informazione: noi immaginiamo e siamo convinti che si possa, per un funzionamento migliore e soprattutto per un coinvolgimento non solo doveroso dell'intero Consiglio regionale immaginare - scusate se uso due volte il verbo immaginare, perché poi sembra che faccia tutto parte dell'immaginazione e non della realtà - una Presidenza in capo ad un esponente dell'opposizione.
Dico subito, facendo un salto in avanti, che non chiediamo niente per la maggioranza: né approvazione di Regolamenti, né approvazioni di altro: niente. Però chiediamo due cose: la prima, un'unitarietà doverosa, per dare autorevolezza a questa candidatura, da parte dell'opposizione.
Guai se la maggioranza dovesse dare, a lato del proprio convincimento per i motivi che ho detto prima, la Presidenza di una Commissione importante come quella dello Statuto all'opposizione e, contemporaneamente l'opposizione fosse divisa o arrivasse con due o tre o quattro candidature e dovesse essere la stessa maggioranza a scegliere un esponente della minoranza alla Presidenza di quella Commissione! Voi dovete avere l'autorevolezza di trovare un nome che possa rappresentare l'intera opposizione; possa essere un'espressione univoca della parte di Consiglio regionale a cui noi riconosciamo, in questo caso la Presidenza della Commissione Statuto.
Contemporaneamente - l'ho detto prima - noi non chiediamo niente né per il Gruppo di Forza Italia né per il Gruppo di Alleanza Nazionale né per questo o per quel Consigliere regionale della maggioranza; non chiediamo niente per la Giunta, non chiediamo niente per il Presidente del Consiglio regionale o per l'Ufficio di Presidenza di questo Consiglio regionale.
Chiediamo una cosa sola: il Consiglio regionale deve comunque funzionare. Si tratta di un'assemblea legislativa: è giusto che il Consigliere regionale abbia tutelata la propria prerogativa; è giusto che il Consiglio regionale abbia tutelata la propria funzione e che abbia anche e qui mi contraddico su quanto ho detto prima entrando nel merito - la possibilità di ritornare a "contare" (tra virgolette, visto che molti hanno la convinzione, io no, che il Consiglio regionale non conti).
Noi chiediamo una cosa certamente non per noi - come dicevo - ma per il Consiglio regionale, per tutti i 60 Consiglieri regionali e per questa assemblea.
Chiediamo, a lato di un'indicazione univoca di un esponente dell'opposizione alla Presidenza della Commissione Statuto, tempi certi.
Siamo, comunque, disposti a confrontarci sui tempi certi; nessuno pensa ad uno, due, tre o quattro mesi, ma ci confronteremo.
Solo con l'approvazione di un nuovo Statuto potremo dare risposte al nostro programma di governo, al nostro programma elettorale ed essere convincenti con tutto il Consiglio regionale.
Ricordo molto bene che sul dotare, in questa legislatura, che comunque è una legislatura in un certo senso costituente, la Regione Piemonte di un nuovo Statuto in tempi ragionevoli - io dico brevi, ma questo è il mio punto di vista - ci trovava tutti d'accordo.
Quindi, chiediamo tempi certi sull'approvazione dello Statuto e una candidatura dell'opposizione univoca e convinta. Siamo certi che ci presenterete una candidatura che sarà il meglio nelle capacità e nella rappresentatività.
Con l'impegno sui tempi, voi, opposizione, avrete la Presidenza dalla Commissione Statuto; differentemente, noi non prendiamo impegni e ci ritroveremo, nella sede opportuna, che sarà la seduta di insediamento della Commissione, a discutere sulla Presidenza e sulle due Vicepresidenze o, nel caso venisse approvato l'emendamento proposto, sulla Vicepresidenza di quella Commissione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Qualcuno ha parlato di questo momento come di un momento storico e solenne; nello stesso momento, qualcun altro ha fatto rilevare come purtroppo, la presenza in aula non sia così attenta e così partecipe a tale solennità.
Un po' di mesi fa abbiamo ricordato i trent'anni dall'emanazione dello Statuto tuttora in vigore. Credo che l'attenzione non sia pari al momento che stiamo vivendo e, come sottolineato da più persone, pesa sull'assemblea la mancanza del Presidente della Giunta, Ghigo.
Nel momento in cui andremo ad elaborare lo Statuto, occorrerà sottolineare alcuni punti che non trovo citati nella proposta di deliberazione presentata dal Presidente del Consiglio.
Quando si parla di nuovi bisogni della società, credo sarebbe doveroso recepire, almeno a livello di indicazione, il fatto che noi ci troviamo a vivere in un mondo che è profondamente cambiato rispetto a trent'anni fa.
Proprio per questo, fare un richiamo ai problemi dell'ambiente, ai problemi della vita sociale, della necessità di tutelare una vita sociale buona, all'interno della nostra Regione, sarebbe doveroso. Come sarebbe doveroso fare un richiamo alle nuove situazioni che si sono create con la presenza di immigrati nella nostra regione.
Devo dire che lo Statuto dovrà cercare di trovare un equilibrio tra il potere esecutivo e il potere legislativo, soprattutto il potere legislativo come è stato ricordato anche dal Consigliere Tapparo - andrebbe tutelato con delle funzioni di controllo.
Come è stato sottolineato, si dovrà cercare un certo equilibrio anche con le altre Regioni, per evitare di favorirne alcune e penalizzarne altre.
Noi dovremo cercare un equilibrio che sia costante e sia una forma di dialogo fra tutte le Regioni italiane e allo stesso modo, bisognerà costruire un equilibrio anche per quanto riguarda il potere dello Stato centrale.
Nello Statuto dovremo anche affrontare il problema che, a mio modo di vedere, è fondamentale: la questione elettorale.
Non possiamo pensare di redigere un nuovo Statuto senza pensare anche alla legge elettorale della Regione Piemonte. Democrazia significa anche stabilire delle regole per quanto riguarda il funzionamento del Consiglio regionale e della Giunta, ma democrazia è anche la rappresentatività delle diverse forze politiche. Questo è un punto che non dovremmo mai dimenticare.
Per quanto riguarda le ultime affermazioni del Presidente Cattaneo credo che lo stesso abbia posto dei problemi e delle richieste; come forza dell'opposizione daremo le risposte al momento dovuto.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

Il dibattito generale sulla proposta di deliberazione n. 244 è terminato.
Il Consiglio è convocato oggi pomeriggio alle ore 15.00.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.05)



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