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Dettaglio seduta n.107 del 12/07/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Cattaneo, Ghigo, Pichetto Racchelli, Rossi Giacomo e Vaglio.


Argomento:

Inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

I lavori del Consiglio dovrebbero riprendere con il proseguimento dell'esame del disegno di legge n. 301, relativo all'ARES-Piemonte, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Botta Marco; ne ha facoltà.



BOTTA Marco

Presidente, sono favorevole alla sua proposta. Chiedo pertanto un'inversione dei punti all'o.d.g. con la ripresa della discussione sul provvedimento n. 301 "Istituzione dell'Agenzia Regionale delle Strade del Piemonte".



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta, che interviene contro la proposta di inversione dei punti all'o.d.g.



SAITTA Antonino

Esprimo contrarietà a questa proposta, poiché la Giunta sapeva perfettamente che la discussione relativa ad Ignitor - mi pare che si sia parlato anche in questi termini - non si sarebbe conclusa in poche ore, per cui (ricordo che era presente anche il Presidente del Consiglio) avevamo preventivato addirittura più sedute in merito a tale argomento.
Pertanto, ritornare alla questione dell'ARES mi sembra non soltanto un'applicazione non coerente con gli impegni che erano stati assunti, ma rappresenta un cedimento, da parte della maggioranza, rispetto al tema affrontato con la proposta di legge, un cedimento ad alcune posizioni massimaliste ed ideologicamente contrarie alla stessa proposta di legge.
Questo lo registro e chiedo, sulla proposta avanzata dal collega Botta la votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Vi sono altre richieste di intervento? Consigliere Saitta, occorre la richiesta di almeno tre Consiglieri per effettuare la votazione per appello nominale, altrimenti si procede con il procedimento elettronico.
Si associano i Consiglieri Caracciolo, Giordano e Tapparo.
Si proceda pertanto alla votazione per appello nominale sulla richiesta di inversione dei punti all'o.d.g.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 34 votanti 33 hanno risposto SI' 25 Consiglieri hanno risposto NO 8 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La richiesta di inversione dei punti all'o.d.g. è approvata.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Norme generali sui trasporti

Proseguimento esame disegno di legge n. 301: "Istituzione dell'Agenzia Regionale delle Strade del Piemonte (ARES-Piemonte)"


PRESIDENTE

Procediamo, pertanto, con l'esame del disegno di legge n. 301, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Avevamo incardinato il provvedimento e il Consigliere Manolino aveva effettuato la relazione.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Intanto prego di distribuire il testo degli emendamenti presentati.
Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Grazie, Presidente. Ci apprestiamo, con la proposta della Giunta regionale di istituire questa Agenzia tecnica per la gestione delle strade ad affrontare un provvedimento di attuazione di un pezzo importante della riforma amministrativa.
Vorrei sottolineare che, in apertura della legislatura, nel dibattito sull'investitura del Presidente Ghigo, che non ne aveva formalmente necessità, ma che si era doverosamente prestato ad una discussione su quelle che potevano essere le linee direttrici del governo regionale che iniziava il suo percorso, avevo sottolineato che sarebbe stato da verificare il comportamento della Giunta Ghigo in alcuni passaggi concreti tra cui il trasferimento alle Regioni di compiti e funzioni in materia di strade statali. Siccome gli schieramenti, da una parte, magari elettoralmente, venivano visti grossolanamente come un'area quasi statalista imperniata sul centrosinistra e, dall'altra parte, ci poteva essere un'area magari più liberista, si trattava di un terreno di verifica del comportamento della Giunta regionale.
Dobbiamo pensare al federalismo come un meccanismo che non può essere attuato attraverso la moltiplicazione e la ripetizione di organismi, ma si deve cercare, nella misura del possibile, di non accrescere e moltiplicare i costi nel trasferimento di compiti e funzioni.
Si diceva inoltre che le Province avevano manifestato un'esperienza significativa sia in campo di progettazione che degli appalti per quanto riguarda le strade provinciali. Quindi, quell'esperienza, opportunamente coordinata, diretta e indirizzata, poteva essere così interpretata dalla Regione senza istituire una specie di ANAS regionale con le sue strutture con il suo personale, con le sue Direzioni e con i suoi costi ripetitivi.
In effetti, qui abbiamo un simbolo della politica di questo governo regionale, cioè la creazione di un altro carrozzone laddove non era necessario.
Inoltre, vi sono dei paradossi, che cercherò di illustrare, anche discutibili, ma, certamente, abbiamo il primo esempio.
Badate che la soluzione di un'Agenzia tecnica per gestire le strade trasferite dallo Stato alle Regioni è stata adottata soltanto dal Lazio e dal Veneto, insieme al Piemonte. Le altre Regioni hanno scelto una posizione di programmazione, che, in realtà, è il compito della Regione.
Qui, abbiamo scelto una soluzione nella quale diventiamo, attraverso un'Agenzia, stazione appaltante, progettativa, ecc.
Voi capite, avendo un'esperienza politica ed amministrativa di lunga data, cosa significa questa operazione: si istituisce un grande centro di potere, un grande centro di spesa che, evidentemente, non pare utile.
Qual è l'altro elemento che attraverso questa operazione si colpisce? Mentre noi, a parole, diciamo che il principio di sussidiarietà nell'istituzione, attraverso lo Statuto, di una nuova immagine della Regione dovrà essere fatto valere, nella sostanza non è così: quando la sussidiarietà può essere applicata, cioè lasciando alle Province certe funzioni, noi, invece, ce le teniamo tranquillamente.
Il problema paradossale riguarda il personale. Se il ruolo della Regione deve essere di programmazione (il personale trasferito dal DPCM del dicembre scorso prevedeva 53 ingegneri, 51 architetti, 5 amministrativi e 3 dirigenti nella disponibilità della Regione per poter svolgere le funzioni trasferite), la risposta emersa in Commissione - non ricordo se direttamente dall'Assessore o da un tecnico che lo assisteva - era che, in fondo, la caratteristica professionale di queste persone non era adatta alle funzioni di programmazione a cui la Regione è preposta contraddicendosi perché la struttura che si vuole costituire con l'Agenzia è prevalentemente di progettazione e di appalto, alle cui funzioni gli architetti e gli ingegneri che l'ANAS, attraverso il DPCM, avrebbe dovuto trasferire alle Regioni, erano particolarmente adatti.
Nella soluzione prospettata, nemmeno una di queste persone, malgrado siano significativi i chilometri trasferiti dallo Stato alla Regione Piemonte, viene assunta da questa Agenzia costituente, che reperirà il personale necessario a svolgere le proprie funzioni.
L'ANAS, con questo passaggio dallo Stato alle Regioni, perde 30 mila chilometri dei 45 mila e con questa logica rischiamo che mantenga quasi tutto il personale che aveva in precedenza, nonostante abbia solo più un terzo delle strade in responsabilità diretta. Se questo principio valesse per tutte le Regioni, si creerebbero delle piccole ANAS regionali.
Francamente, se questa è una correttezza anche per quanto riguarda la gestione economico-finanziaria, mi sembra abbastanza discutibile e, mi rivolgo anche ai colleghi di maggioranza, contraddittoria rispetto a quanto ci siamo sentiti dire in campagna elettorale. C'erano certamente altre soluzioni: se il compito era di programmazione, magari, poteva essere una sezione staccata dell'IRES o, forse, forzando, addirittura della Finpiemonte, senza creare una struttura specialistica.
Ma, poi - udite udite! - da chi è composto l'organismo di guida dell'Agenzia, oltre che da un Direttore che sarà opportunamente individuato nelle forme - spero - migliori possibili? Nella proposta originaria è formato dai Direttori della Regione Piemonte che dovrebbero anche controllare la coerenza del comportamento di questa Agenzia rispetto agli indirizzi di fondo della Regione, quindi, il principio dei "controllori controllati": quel dirigente della Regione cambia cappello un giorno, va da un'altra parte e riceve l'indicazione che l'Agenzia si sta comportando conformemente agli indirizzi della Regione o meno, e concorrerà in qualche misura ad interpretarla.
Francamente, ci troviamo in un meccanismo molto discutibile.
Ma poi quali sono le figure inserite in questo organismo? Sono solo quelle che rappresentano il problema della viabilità, non tenendo conto che il problema dello sviluppo della rete stradale ha degli impatti ambientali e, quindi, sarebbero necessarie delle figure in qualche modo competenti ed attente al problema.
E' un problema di assetto del territorio, perché la viabilità e l'espansione, la trasformazione o la razionalizzazione della rete stradale dovrebbe tenere conto di quelli che possono essere gli equilibri territoriali. E' un problema che riguarda la salute, perché è evidente che gli effetti della strutturazione della rete ricadono sul tema salute, ma queste figure non vengono comprese all'interno della proposta.
Credo che questo sia un provvedimento da ritirare.
Personalmente, proporrò, in sede emendativa, una serie di trasformazioni per renderlo il più possibile presentabile.
Quindi, la mia proposta è di trasformare alla radice il provvedimento oppure di ritirarlo e di riflettere in merito, poiché abbiamo una serie di elementi negativi.
Cercherò, nei limiti del possibile, attraverso una serie di emendamenti propositivi e costruttivi, di fare un aggiustamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Presidente e colleghi, quando discutemmo la legge n. 44, che prevedeva il trasferimento della seconda tranche di competenze dallo Stato alle Regioni, in quest'aula il nostro Gruppo pose con forza il problema del ruolo dell'ARES e, soprattutto, se era giusto o meno che la Regione mantenesse, per quanto riguarda la viabilità, i compiti di programmazione.
Durante tale discussione emerse una divisione tra noi e la maggioranza su un punto che noi allora consideravamo fondamentale. Oggi, la Giunta presenta il provvedimento che prevede l'istituzione dell'ARES.
L'ARES che si vorrebbe istituire con questo provvedimento è una struttura che ha una serie di compiti. Per la verità, l'ARES non è quella struttura che in un primo momento si pensava di dover istituire. Mi pare che emerga con forza il fatto che i costi che dovrebbero gravare sulla Regione, per effetto del fatto che creiamo questa struttura, così come emergono dalla relazione di accompagnamento del provvedimento, ai sensi della legge n. 26 sulla contabilità della Regione, sono davvero sproporzionati rispetto al ruolo che l'ARES dovrebbe esercitare. Parliamo di costi - se non leggo male la relazione presentata - complessivi, tra personale e spese di funzionamento, che si aggirano sui 5 miliardi prevedendo un organico che deve essere composto - se la relazione che ci è stata consegnata è precisa - all'incirca da 35 persone, di cui un Direttore.
Dico che siamo in presenza di una struttura che ha, dal punto di vista dei costi del personale, un peso sproporzionato perché dobbiamo confrontare non possiamo non farlo - i costi di questa struttura e il personale che essa avrà in dotazione in rapporto non soltanto ai compiti che gli assegniamo.
A questo punto, già si pone una prima questione. Il collega Tapparo ha ricordato che nessuna di queste persone transita dall'ANAS, saranno per lo più persone assunte ex novo, e anche in questo caso vi è una prima considerazione di carattere generale che io ho fatto e che, come Gruppo abbiamo fatto anche in occasione della discussione sul trasferimento delle competenze.
La Bassanini pensata come processo di semplificazione e di riduzione dei costi dello Stato, oltre che come scelta per affermare il principio della sussidiarietà, nei fatti si trasforma in qualcosa che produce un di più di sovrapposizioni e di costi. La prova sta nel fatto che l'ARES che state istituendo verrà creata assumendo 35 persone ex novo che verranno assunte dalla Regione. Quindi, da questo punto di vista, il trasferimento delle competenze necessarie che abbiamo sostenuto, nel caso specifico rappresenta per la Regione non una semplificazione, ma un di più di costi.
La questione, secondo me, diventa tanto più seria se si considera questa struttura, così come si configura e il personale che avrà in dotazione, e il discorso che avete fatto per quanto riguarda il trasferimento delle risorse finanziarie ed umane alle Province.
Da questo punto di vista, vi è una contraddizione fortissima tra l'ARES (il personale che avrà in dotazione e le competenze) e il fatto che voi avete trasferito alle Province tutta una serie di competenze.
Le Province devono gestire una parte della rete stradale. Attraverso un decreto avete trasferito diverse strade alle Province piemontesi. Dite anche che le Province dovranno gestire le concessioni, la manutenzione ordinaria di tutta la rete stradale, quella provinciale e regionale. Le Province hanno un bel po' di competenze e di incombenze a cui fare fronte perché devono gestire anche la manutenzione ordinaria e straordinaria, non solo delle strade che abbiamo loro attribuite, ma anche di quelle che appartengono al demanio regionale. Se però verifichiamo quali e quante sono le risorse umane e finanziarie che avete trasferito alle Province, per effetto del trasferimento di competenze, c'è da impallidire, Assessore! E' evidente la contraddizione tra l'ARES (i costi che avrà e il personale) e ciò che invece assegnate alle Province per quanto riguarda le risorse umane e finanziarie. Siamo in presenza di un problema grossissimo che non potete affrontare in questo modo.
Noi trasferiamo, come Regione Piemonte, alle Province piemontesi, per effetto delle legge n. 44, nell'ultima versione, all'incirca 70 persone. Se non ricordo male - i dati possono far difetto, ma non credo - abbiamo trasferito alle Province, per effetto della delega sull'agricoltura, 310 persone. E' evidente che vi è una sproporzione tra quel trasferimento di personale e il fatto che per attuare la seconda parte della legge n. 44 che abbiamo approvato a gennaio di quest'anno, trasferiamo complessivamente non più di 70 persone.
Le Province e le Autonomie locali, a cui trasferiamo delle competenze nella Conferenza Regioni-Autonomie locali, hanno detto a voi, "Governatori" del Piemonte: "Le nozze non si fanno con i fichi secchi; non è possibile gestire queste competenze senza avere le risorse e il personale". Non mi riferisco alle risorse - problema che tratterò alla fine - con le quali alcune Province, che hanno avuto in dotazione delle strade che vanno completate, dovrebbero esercitare questa competenze completandole, ma sto parlando delle risorse umane e finanziarie necessarie per gestire una competenza che poniamo in capo ad una Provincia.
Noi sollevammo questo problema allora, Assessore Casoni, in quest'aula come Gruppo, dicendo: "Voi rischiate di trasferire competenze senza che ad esse corrispondano risorse umane e finanziarie". "La legge è un'anatra zoppa", dicemmo in quest'aula.
Oggi, a distanza di qualche mese, abbiamo la conferma, perché vi è un grande problema che riguarda il personale e le risorse che dobbiamo trasferire alle Province. Mancano, se ho capito bene - questa è la richiesta che arriva dalle Province - per poter gestire queste competenze come minimo 250/300 unità di personale. Sono dati emersi durante le discussioni che la Regione ha fatto con le Province o con alcune Autonomie locali.
Lei, Assessore, può anche scuotere le spalle e ritenere che il problema non esista. Mi domando e le domando se lei è in grado di sostenere che le Province piemontesi oggi sono in grado, con le risorse che avete assegnato e con il personale che hanno a disposizione - spero che lei mi dia una risposta - di gestire le competenze che abbiamo loro attribuito con la legge n. 44.
Spero che lei risponda a questo quesito, poiché sarebbe interessante scoprire che la Regione Piemonte ritiene sufficiente il trasferimento di personale e di risorse.
Approfitto per porre una seconda questione: questa, però, ai colleghi del Consiglio regionale.
Quando discutemmo la legge n. 44, colleghi, in quest'aula ci ponemmo il problema di come il Consiglio regionale, che non è la Giunta regionale, e che ha altre funzioni, pensava di seguire l'attuazione di tale legge. In quell'occasione, l'Assessore competente disse che il problema sarebbe stato risolto. Oggi, ripropongo la questione che emerge con forza di fronte al fatto che non si può procedere nel seguente modo: approviamo il disegno di legge sull'ARES, costerà 5 miliardi; avrà 35 persone in dotazione, ma vi è il problema delle Province, del personale, delle risorse. Domanda: il Consiglio regionale, nella sua autonomia, rispetto alla Giunta, che poteri ha? Che strumenti ha per controllare l'attuazione della legge n. 44? Assessore, ripropongo la questione. Come Consiglio, Presidente Cota dobbiamo risolvere la questione, perché se la legge Bassanini, e la sua attuazione, comporta - come noi crediamo - momenti importanti di trasferimento di competenze, il Consiglio regionale non può delegare soltanto alla Giunta, che gestisce la vicenda del rapporto con le Autonomie, il problema di capire come viene attuata tale legge. Secondo noi, il problema è capire come attuare e seguire, passo passo, l'attuazione della legge.
Assessore Casoni, lei, nei giorni scorsi - se non ho letto male il giornale e, se ho letto male, mi scuso - ha, tra l'altro, posto un problema: di fronte al DPCM con il quale lo Stato ha trasferito alle Regioni un bel po' di strade, che poi abbiamo ripartito a nostra volta fra le strade che appartengono alla Regione e quelle che appartengono alla Provincia - se ho letto bene, ma se è stato riferito male mi scuso - lei ha avanzato l'eventualità che la Giunta regionale ponga allo Stato centrale una proposta di modifica del DPCM sul trasferimento delle strade.
Su questo punto chiedo una risposta. Credo che questa questione ponga dei problemi.
C'erano collegamenti viari importanti che dovevano essere realizzati alcuni dei quali li abbiamo assegnati al Demanio provinciale. La mia impressione è che le Province, con le risorse a disposizione, non potranno mai completare strade che diventeranno "cattedrali nel deserto".
Pertanto, vorrei capire in che modo noi, come Regione, ci poniamo il problema di dare una prospettiva al completamento di queste strade.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, oltre alle considerazioni svolte dal collega Ronzani in ordine al rapporto con le Province - che condivido - volevo soltanto far rilevare come la Giunta regionale non abbia avuto molta fantasia nell'individuare uno strumento per l'attuazione della programmazione regionale, nel senso che ha mutuato, dall'esperienza già consolidata nella Regione, uno strumento giuridico-amministrativo che non ha dato grandi risultati.
Non so se l'Assessore ai trasporti e alla viabilità e i colleghi sono a conoscenza di come funzionano le altre Agenzie regionali e i loro risultati (penso all'Agenzia regionale sull'ambiente e all'Agenzia sul turismo). Le Agenzie costituite finora sono diventate degli strumenti più dell'Assessore che della Regione Piemonte in quanto tale, e sono servite per rispettare di meno alcune norme pubbliche, per aumentare il numero delle assunzioni e soprattutto, per aumentare il numero delle consulenze.
Questo è quanto avvenuto. Una riflessione attenta in merito a questi aspetti negativi non c'è stata, nel senso che si è sempre partiti dall'esigenza di esternalizzare alcune funzioni interne, affidandole a qualche organismo esterno con una certa autonomia, ma nella realtà sono state delle modalità per aggirare, in qualche maniera, alcune norme organizzative dell'Amministrazione regionale (alcune, per la verità, un po' appesantite).
Questo è quanto avvenuto. La Giunta regionale dimentica totalmente cosa è successo, prende lo stesso modello, che è stato attuato nelle altre Agenzie regionali, lo copia tale e quale ed istituisce l'ARES, sapendo che questo meccanismo dà risultati negativi. Quali sono i rilievi, oltre a questo di tipo generale? L'ARES svolge una funzione di attuazione della programmazione regionale, ma il problema è il seguente: si attua la programmazione regionale, ma la programmazione regionale chi la fa? Noi costituiamo un organismo senza la programmazione regionale, perch la Giunta regionale non crede alla programmazione: è un dato di fatto.
L'abbiamo visto sul piano territoriale, ma anche quando facciamo il bilancio pluriennale, per parlare di uno strumento più di tipo finanziario.
La Giunta regionale non crede a questi meccanismi; la Giunta regionale si muove giorno per giorno, secondo spinte ed esigenze contingenti preferisce non avere uno strumento che definisca le priorità e dia qualche certezza ai soggetti esterni a partire dagli Enti locali. Dovrebbe attuare la programmazione. Noi istituiamo un meccanismo, uno strumento senza un riferimento programmatico: non esiste nulla.
L'ARES, una volta costituita, continuerà a fare quello che normalmente ha fatto l'ANAS, con tutti i difetti che sono sempre prevalsi all'interno dell'ANAS: le spinte degli onorevoli e dei parlamentari di zona; le spinte del potente locale, che chiedeva qualcosa, al di là dei piani triennali dell'ANAS, che sappiano non essere mai esistiti. Anche la Regione avrebbe dovuto fare dei piani, ma non sono mai esistiti.
Alla fine, un meccanismo di questo tipo, senza garanzie, sarà interamente in balìa dei potenti locali, che faranno in modo che le scelte di questo organismo, che non saranno operate con quelle garanzie pubbliche siano più soggette agli interessi, magari condivisibili, del personaggio locale. Questo può succedere poiché manca una funzione alta, che spetta alla Regione esercitare: lo strumento della programmazione regionale, il solo a poter dare certe garanzie, nell'interesse complessivo della comunità.
L'ARES, così come viene istituita, avrà tutti i difetti dell'ANAS: si muoverà secondo il vento, secondo i momenti. Basta guardare l'operato dell'ANAS, non tanto su comportamenti concreti, ma su alcune opere realizzate. Siamo proprio così convinti che l'atteggiamento dell'ANAS sia stato un atteggiamento tendente a privilegiare interessi più di tipo generale, oppure interessi locali? Ricordo la variante di Asti, all'interno del piano triennale. Alla fine che cosa cambierà? Che oltre a qualche pressione esercitata da qualche parlamentare locale della zona, ci saranno le pressioni esercitate da qualche Consigliere regionale: sarà così.
Pertanto, incomincerà la corsa agli "amici degli amici" per fare in modo che quel pezzo di strada venga allargato, sistemato; poi ci saranno le pressioni esercitate da parte dei gruppi locali e delle "lobby", come è avvenuto nei confronti dell'ANAS.
Non mi pare che la Regione Piemonte abbia capito bene che cosa è successo nell'ANAS, non abbia, ad esempio, capito che cosa è successo con Tangentopoli, non tanto per quanto riguarda l'esercizio di un ruolo di potere da parte del potere giudiziario, ma per quanto riguarda l'ANAS.
Non mi pare che qui ci siano degli strumenti di garanzia. La Regione ha deciso di riprodurre in piccolo tutti i difetti dell'ANAS, proprio tutti! Manca quindi la programmazione regionale, perché non c'è alcun obbligo in merito, ma se la programmazione non viene svolta, che cosa fa l'ARES? Realizza le opere che decide l'Assessore! Realizza le opere che decide il Dirigente alla viabilità! Non sono certo opere la cui realizzazione viene decisa attraverso un confronto! Capiterà sicuramente così! C'è ancora un elemento che, osservando l'articolato, non è secondario.
Il Direttore di questa Agenzia deve avere alcuni requisiti. Egli viene scelto dalla Giunta: siamo ormai in pieno clima di presidenzialismo, il che vuol dire che il Direttore, in realtà, viene scelto dal Presidente, essendo la Giunta nominata dal Presidente ed essendo i membri della Giunta, quindi suoi collaboratori. Il Presidente sceglie il Direttore senza alcun meccanismo di evidenza pubblica: siamo ormai al paradosso! Stiamo costruendo un meccanismo pericoloso: non c'è alcuna garanzia, in questa norma, che il Direttore venga nominato con un meccanismo di evidenza pubblica. Si dice: "deve avere alcuni requisiti... cinque anni... una certa competenza..." e così viene nominato il Direttore. Un Direttore ha dei compiti enormi: neppure il Capo Compartimento dell'ANAS del Piemonte aveva le competenze che avrà questo Direttore, eppure faceva un concorso pubblico e, in ogni caso, le sue competenze erano comunque soggette al controllo dell'ANAS nazionale. Noi, invece, stiamo costruendo una sorta di "Capo Compartimento" in piccolo, senza alcun vincolo! Anche il Comitato direttivo (che prepara il bilancio), questa sorta di Consiglio di amministrazione, sembra una pura e semplice formalità per consentire al Direttore di decidere come vuole! Ma cosa vuol dire - ha ragione il collega Tapparo - che di questo Comitato direttivo fanno parte due Direttori regionali? Non si pensa al fatto che c'è una contraddizione, un'incompatibilità tra i ruoli? La Regione - a cui dovrebbe spettare la programmazione, il controllo, la vigilanza - è presente nel Comitato direttivo! D'altronde, non è neppure una novità, l'abbiamo visto succedere anche per l'altra Agenzia regionale quella sul turismo. La dott.ssa Bottero è Presidente dell'Agenzia del Turismo, il dottor De Paoli fa parte del Consiglio di amministrazione! Se si vuol fare una cosa di questo tipo, non fate le Agenzie: assumete personale in Regione, create la "Direzione Viabilità"! E' molto più semplice! Se questa fosse una modalità per aggirare delle regole non avrebbe molto senso. Esiste un problema di carattere etico e morale nei comportamenti che si adottano. E' un fatto non irrilevante! Faccio notare inoltre che il Direttore è nominato dal Presidente, il Consiglio direttivo è nominato dalla Giunta - e quindi è nominato indirettamente, dal Presidente - il Collegio dei Revisori è nominato dal Presidente... Ma come viene esercitato il controllo? Noi facciamo colleghi, Assessore...



(Il Consigliere Saitta interrompe per qualche secondo il suo intervento)



SAITTA Antonino

Aspetto. Quando l'Assessore tornerà, glielo dirò. Mi sembra una questione importante.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



PRESIDENTE

E' chiaro che l'Assessore deve presidiare diversi fronti, ma uno per volta! Collega Saitta, se vuole attendere, faccia pure. Naturalmente, le scontiamo il tempo a disposizione.



(Commenti dai banchi della maggioranza)



SAITTA Antonino

Almeno questo! E' quello che ci resta! Ci resta solo la possibilità di parlare! Mi dicono che in maggioranza non rimane nemmeno più quello!



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, lei può riprendere con due minuti di accredito!



SAITTA Antonino

Allora mi avvio alla conclusione.
Come dicevo, il Direttore è nominato dal Presidente, il Consiglio direttivo è nominato dal Presidente, il Collegio dei Revisori pure: è questo il modello degli equilibri e dei controlli? I due Direttori del bilancio sono dentro... E' questo il meccanismo? Noi facciamo la nomina del Consiglio di amministrazione della Fondazione Firpo - tanto per citare una Fondazione - qui in Consiglio, mentre per l'ARES - che bandirà gli appalti che hanno una certa importanza! - fa tutto la Giunta! Fa tutto la Giunta! Mi sembra importante farlo rilevare! Faccio anche notare come l'art. 12 sembri davvero paradossale. Stiamo creando una macchina per la consulenza! E' vero che stabiliamo il limite dei trentacinque dipendenti - limite che viene stabilito per legge - ma non poniamo alcun limite alle consulenze! Ciò vuol dire che, anziché assumere personale, si affideranno tantissime consulenze! Neppure l'ANAS faceva così! Neppure l'ANAS! Dopo qualche dichiarazione di principio bellissima ("con l'Università gli Istituti di ricerca..."), l'articolo continua con: "...stabilisce rapporti di collaborazione con altri Enti operanti nel campo della viabilità ovvero di Enti specializzati". Vuol dire con chiunque! Alla fine questo organismo di trentacinque persone - che non è un grande organismo diventerà tale da dare tantissime consulenze.
Ciò che bisogna capire è questo: si vuole veramente creare un Ente che faccia la progettazione, la direzione dei lavori, che sia una seria stazione appaltante, o si vuole creare un organismo che affida questi compiti all'esterno? A me pare che questo sia l'orientamento! E se questo è l'orientamento, vuol dire che i controlli sono ancora meno rispetto a quelli che si potrebbero esercitare all'interno dell'ARES.
Questi sono i rilievi che ritenevo importanti, oltre a quelli fatti poco fa dal collega Ronzani, che sono più di impianto generale.
Invito i colleghi - anche quelli della maggioranza - a valutarli: ci stiamo espropriando completamente di un nostro ruolo, affidandolo ad un Direttore, nominato dal Presidente, che deciderà tutto: quando fare, come fare, con quali modalità, con quale tipo di gara pubblica. Deciderà se farla o se non farla, e noi non potremo che registrarla.
Il compito che ci resta, come Consiglieri, è metterci in coda, chiedere un appuntamento al Direttore per - chissà! - lamentarci di una qualche questione, di un qualche "stop" che non va, di un qualche semaforo, per chiedere qualche striscia pedonale. Faremo questo! E' un compito banale, ma questo è il futuro che ci si prospetta tramite ciò che la Giunta sta creando.



PRESIDENTE

Vedo la maggioranza impegnata in molti confronti. Lo capisco: nei miei quarant'anni di vita politica ho fatto parte per nove mesi della maggioranza, e so bene che si tratta di una questione onerosa! Però, per cortesia, pur con tutta la comprensione della Presidenza...



(Risate e commenti in aula)



PRESIDENTE

No, su trentanove anni ho fatto un anno di maggioranza e trentotto di opposizione, quindi posso capire, ma solo fino ad un certo punto! Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Se vogliamo che questa discussione sia utile per scambiarci opinioni e confrontarci, gli interventi dei colleghi di opposizione dovrebbero perlomeno intrecciarsi con quelli dei colleghi di minoranza. Per questo invito i colleghi di maggioranza a non parlare soltanto alla fine: è bene che nell'aula di un Consiglio regionale esista la dialettica, altrimenti avremmo una discussione a senso unico!



PRESIDENTE

Credo che la sollecitazione del collega sia da tutti condivisa, ma questo non significa che venga automaticamente applicata! Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Mi pare che quanto sollevato dal Consigliere Ronzani meriti una certa attenzione. Siccome questo provvedimento è stato invocato dalla maggioranza e c'è la necessità di approvarlo, sarebbe veramente un peccato per l'aula non riuscire a procedere.
Chiederei, Presidente, la verifica del numero legale, perché questo pu essere l'"escamotage" che consente alla maggioranza di riordinarsi le idee.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, la verifica del numero legale si può fare in prossimità di una votazione.



CONTU Mario

Data la serietà dell'argomento trattato, suggerirei di verificare il Regolamento interno.



PRESIDENTE

Abbiate pazienza, devo verificare il Regolamento.



(Il Vicepresidente Riba consulta il Regolamento interno del Consiglio regionale)



PRESIDENTE

Procedo alla lettura dell'art. 52 del Regolamento, relativo alla presenza del numero legale perché non voglio assumermi delle facoltà interpretative troppo onerose: "Ogni volta che il Consiglio stia per procedere ad una votazione, il Presidente verifica che il Consiglio sia in numero legale per deliberare se del caso disponendo l'appello nominale dei presenti, che deve comunque essere effettuato qualora lo richieda un Consigliere".
Ripeto solo che, nell'interpretazione, la verifica del numero legale in prossimità di una votazione deve essere sempre fatta se lo richiede un Consigliere. Questa è la prassi.
Pregherei, quindi, di procedere. Prego i colleghi Consiglieri di prendere posto.
Ha chiesto la parola il Consigliere Muliere; ne ha facoltà.



MULIERE Rocchino

Grazie, Presidente. E' evidente - e lo ascolteremo quando interverranno i colleghi della maggioranza - che c'è una discussione sul merito riguardo alla proposta dell'ARES, ma credo anche sull'istituzione di altri strumenti della Regione, e si è scelta la strada della costituzione delle Agenzie.
Ricordo che quando è stata assunta dalla Giunta la delibera sui tagli alla sanità, anche in quel caso è stata proposta la costituzione di un'Agenzia. Adesso questa Agenzia è scomparsa, nella bozza di Piano sociosanitario non se ne fa cenno, ma ricordo che era stata avanzata la proposta di costituire un'Agenzia per la gestione del patrimonio della sanità piemontese.
Le nostre perplessità riguardo alla scelta delle Agenzie sono state ben esposte dai colleghi intervenuti prima di me, perché sono dubbi fondati dal punto di vista della funzione che possono avere queste Agenzie (in questo caso l'ARES), per come verranno costituite, per il personale e per le spese che dovranno sopportare.
E' vero - come sosteneva l'Assessore Casoni - che le Province hanno sottoscritto un accordo, ma l'Assessore Casoni non può negare che c'è stato un confronto iniziale con le Province e le perplessità che queste hanno sollevato sono state superate e si è andati avanti con la proposta.
Siamo in Consiglio per discutere della costituzione dell'ARES ed è innegabile che le Province hanno sollevato dubbi fondati sulla strada che si sta intraprendendo. Sono dubbi evidenti perché le Province dovranno sopportare un carico di lavoro non indifferente. Lo ricordava prima il Consigliere Ronzani: la Regione ha attribuito alle Province delle funzioni importanti.
Oggi ci troviamo di fronte ad una proposta che viene meno a quanto noi dovevamo fare, cioè decentrare il potere, decentrare delle funzioni, del denaro, del personale, perché andiamo a costituire un'Agenzia formata da 35 persone che saranno assunte ex novo. Infatti, non ci sarà alcun trasferimento dall'ANAS all'Agenzia e questo è un atto estremamente negativo.
E' altrettanto negativo che l'Agenzia dovrà svolgere delle funzioni sulle quali prego tutti voi di riflettere. L'ARES, infatti, non dovrà svolgere unicamente una funzione di programmazione, ma dovrà anche progettare, fare delle gare d'appalto e questo va al di là della funzione di programmazione.
C'era una strada alternativa alla costituzione dell'Agenzia? La strada alternativa è quella che noi abbiamo proposto in questo Consiglio già in occasione della discussione della Bassanini, cioè decentrare i poteri decentrare le funzioni e il denaro.
Si sta preferendo un'altra strada e noi riteniamo che si debba discutere proprio sulla filosofia di fondo.
Forse qualche Consigliere di maggioranza vuole discutere di questa filosofia di fondo, cioè se la strada della costituzione dell'Agenzia sia la strada da perseguire. Io penso che occorra fermarsi un attimo e discutere sulla possibilità di strade alternative. Nel settore della sanità questo è avvenuto, infatti non si parla più della costituzione dell'Agenzia per la gestione del patrimonio...



(Interventi fuori microfono)



MULIERE Rocchino

Ah, ecco, l'abbiamo mandata in Commissione! Siccome l'avevamo persa di vista, pensavamo che si fosse tornati indietro rispetto a questa proposta e ne prendevamo atto positivamente; invece si persegue nell'errore, così come si persegue nell'errore della costituzione dell'Agenzia regionale per le strade! Discuteremo di altri strumenti che sono all'analisi e in discussione nelle Commissioni, ma credo che si possa chiedere all'Assessore e alla Giunta di valutare se ci sono altre possibilità per gestire questa importante partita, anche se siamo fuori tempo e me ne rendo conto.
Assessore, deve darci atto di non aver ostacolato più di tanto la discussione in Commissione: ci siamo presi l'impegno di portare al più presto il provvedimento in Consiglio e siamo in Consiglio.
Attendiamo interventi della maggioranza per sentire l'opinione dei suoi esponenti, per capire se c'è qualche possibilità di rivedere il provvedimento nel merito e continuare così la discussione sciogliendo quei nodi che abbiamo sollevato in Consiglio, in Commissione ed in altri momenti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

Voglio fare una prima considerazione. Mi sembra che la discussione generale non sia sulla legge, sull'articolato, ma sulla relazione alla legge, sugli atti preliminari rappresentati dalla relazione. Premetto che pensavo di trovare una relazione un po' più sostanziosa a fronte di una legge di questo spessore che tanto andrà ad incidere sul nostro sistema, ma mi accontento di quella che c'è.
Leggo la relazione. In riferimento alla legge da noi approvata con conferimento di funzioni e compiti amministrativi dallo Stato alle Regioni all'art. 101 sono individuate le funzioni che permangono in capo alla Regione, in relazione all'esigenza di un loro esercizio unitario a livello regionale.
Il secondo periodo della relazione recita: "Tra queste sono comprese le funzioni di programmazione, coordinamento e finanziamento delle rete viaria trasferita dallo Stato, da svolgere in coerenza con...".
Ci sono tre periodi in cui si parla dell'iter seguito dalla legge in Commissione e c'è un sesto periodo che spiega com'è composta la legge: "Il disegno di legge è composto da quattro Capi: nel primo sono indicate la natura giuridica e l'ordinamento dell'Agenzia". A questo punto, vado a leggere com'è ordinata l'Agenzia e trovo una relazione: "Conto economico ARES". Credo sia stata fatta una simulazione, una stima, ma non riesco a capire da chi. So che non ci sono colpe, da parte dell'Assessore competente, per questi numeri, so benissimo che, purtroppo, è malcostume che tutto questo avvenga sempre e solo a livello d'ufficio.
Abbiamo ripetutamente toccato con mano, su una serie di leggi, quanto gli uffici si dimostrino poco capaci nel fare analisi, studi e nello scrivere dettati legislativi. Abbiamo già discusso a lungo di questo argomento, abbiamo già visto testi scritti da chi ha poca dimestichezza con il diritto. Chiaramente, queste non sono colpe dell'Assessore: è colpa dell'Assessore, che forse troppo fa fare agli uffici.
Dicevo, in merito al conto economico trovo qualcosa che rasenta il divertente. Uffici: 700 metri quadri. Venti metri quadri a dipendente calcolando 35 dipendenti: belle stanze! Forse qualcuno dei 35 dipendenti farà l'usciere: diamo anche una stanza di 5x4 all'usciere, ma poi scopro che si comprano cinque macchine che percorrono 30 mila km all'anno. Allora i 35 dipendenti si riducono a 30 perché 5 sono autisti: i conti non tornano! Vorrei sapere, inoltre, chi ha stimato in 40.200 lire al metro quadro il costo dell'affitto. Ho un alloggio e lo affitterei volentieri all'ARES per questa cifra! Sono 4 milioni abbondanti al mese per un alloggio di due camere, tinello e cucinino. Ripeto, un alloggio di 100 metri quadri a 4 milioni al mese! A Tokyo ci sono affitti del genere! Se l'ARES trasferisse la propria sede legale a Tokyo, sarebbe in linea con il mercato.
Continuando a leggere la relazione, trovo che vengono allestiti 35 postazioni di lavoro informatizzate al costo di L. 802.500.000, comprensive dell'acquisto dei computer, della messa in rete e di tutto il resto. Se dividiamo questa cifra per 35 posti di lavoro - mettendo anche una scrivania sull'auto per i 5 autisti - arriviamo a 23 milioni a posto lavoro. Io ho un ufficio professionale, ma vi assicuro che spendo meno! Se serve una consulenza su dove comprare per spendere meno, ho anni di gestione di un ufficio professionale e posso darvi alcuni indirizzi giusti dove, con qualcosa in meno, riuscireste ad allestire un posto lavoro, cari uffici che avete fatto queste stime! Facendo successivamente un controllo, scopro che questi non sono i costi di investimento, ma i costi annuali di gestione. Questo vuol dire che tutti gli anni, al 31 dicembre, si prende il posto lavoro e lo si butta via perché l'anno dopo bisogna comprarne un altro? Verifico quanto telefonano i 35 dipendenti e scopro che il costo per ogni telefonata è stato stimato, mediamente, in 500 mila lire pro capite al mese. Ripeto, 500 mila lire al mese di telefono cadauno! Ho letto anche il secondo Capo della relazione: "Sono disciplinati i rapporti istituzionali consultivi dell'ARES Piemonte". Questo vuol dire poco. Il Capo III recita: "Sono previste le norme finanziarie e contabili".
L'ultimo Capo recita le norme transitorie: lo trovo fatto bene, a parte quei numeri che bisognerebbe dire agli uffici di rivedere un attimo, perch in linea con quello che ho letto prima: programmazione, coordinamento e finanziamento. Infatti, nei quattro Capi mai si parla di costruzione.
Mi sono dunque detto: "La Regione ha deciso di fare un'Agenzia, forse deve rivedere i conti perché non sono un granché, ma è in linea". Poi ho pensato: "Qui deve essere arrivata un'altra persona che ha continuato a scrivere". Infatti leggo: "Pertanto...". Pertanto, in lingua italiana serve per legare: tesi, antitesi, "pertanto" ne do la sintesi.
Questo è il significato in lingua italiana. "Pertanto l'ARES-Piemonte provvede alla progettazione di nuove opere e alla costruzione delle stesse". Al che sono ritornato indietro, ho riletto di nuovo e ho trovato: programmazione, coordinamento e finanziamento. Allora, cosa vuol dire questo "pertanto"? Cosa lega questo "pertanto"? Dov'è il ragionamento da cui deriva il "pertanto"? Mi sono nuovamente detto che qui è un altro che ha scritto; c'erano due relazioni e se n'è preso un pezzo dell'una ed un pezzo dell'altra altrimenti non si spiega. Ho dunque pensato di leggere l'articolato. Ma poiché siamo in discussione generale, mi sono detto: "L'articolato lo leggerò dopo, quando ci sarà la discussione sui singoli articoli".
Quindi, mi fermo qui e concludo, e sto esattamente nei 10 minuti. Chi ha scritto questa relazione - e non vado oltre - ha stravolto l'intero portato della relazione con la frase "pertanto l'ARES", perché se è vero che la Regione ha funzioni di programmazione, coordinamento e finanziamento, è assolutamente inaccettabile il discorso della progettazione e della costruzione. Oppure, altre sono le competenze regionali e allora ha un senso. Delle due, l'una. Attendo una risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Dopo aver ascoltato l'intervento del Consigliere Marengo, mi sembra che alcune delle preoccupazioni espresse prima del suo intervento abbiano trovato la conferma nelle sue parole.
Per quanto ci riguarda, abbiamo notato che nella Regione c'è una tendenza a strutturarsi dando luogo ad una serie crescente di Agenzie. Se continua questa tendenza, in futuro potremo pensare di cambiare anche il nome della Regione: potremmo chiamarla, invece che Regione Piemonte Agenzia Piemonte. Effettivamente, abbiamo una crescita di Agenzie, una superfetazione di Agenzie, quasi che ogni Assessorato si senta privo di qualcosa se non partecipa alla gara della costruzione di un'Agenzia.
Penso che, prossimamente, l'Assessorato alla sanità arriverà ad avere due Agenzie, quindi, in questo caso, si metterà all'avanguardia rispetto ad altri Assessorati.
Come è già stato sottolineato, credo che non ci sia alcun bisogno di un'Agenzia regionale che vada a fare le veci di quella che era l'ANAS nazionale. Credo che una specie di ANAS regionale non serva a nulla: richiama solo alla memoria carrozzoni gestionali che sono stati o saranno smantellati. Non vedo perché noi, in Regione, dobbiamo correre in questa direzione, costruendoci un piccolo carrozzone per la gestione delle strade.
Questo era già stato ampiamente discusso quando si trattava di recepire il D.lgs. n. 112, però vediamo che la Regione continua in questa direzione.
Questo crea anche un problema di base che già altre volte è stato sollevato.
Noi crediamo che la Regione debba avere un ruolo di programmazione e non di gestione, in base al principio di sussidiarietà. Anche in questo caso - in altri campi lo abbiamo già osservato - crediamo fortemente che la Regione debba avere un compito di programmazione e non di gestione. Lo stesso risultato naturalmente lo si poteva ottenere senza creare una nuova Agenzia gestionale, ma semplicemente dettando le regole in base alle quali le singole Province avrebbero avuto il compito della gestione delle strade.
D'altra parte, questa contraddizione esiste nella stessa relazione di presentazione del disegno di legge. Infatti, all'art. 4 si parla di programmazione regionale e di coordinamento della gestione della rete stradale, mentre all'art. 2 si parla di attività di progettazione e di esecuzione di interventi. Quindi, lo stesso disegno di legge proposto sembra essere incerto tra l'attività di programmazione e l'attività gestionale. La strada intrapresa significa chiaramente una negazione del principio di sussidiarietà; significa la scelta della Regione di intervenire decisamente a livello gestionale.
Questo indirizzo gestionale lo si ricava anche dall'impianto stesso della legge, in quanto sui circa 16 articoli di cui la legge si compone ben 12 sono dedicati alla strutturazione dell'Agenzia, dimostrando chiaramente il peso che ha sulla legge la preoccupazione di creare l'Agenzia; sono sufficienti invece pochissimi articoli per indicarne i compiti e le attività.
Ritengo che le problematiche, le obiezioni che vengono sollevate dalle opposizioni non saranno osservate dalla maggioranza, in quanto la maggioranza ha deciso di procedere su questa strada e non credo che ci sia modo di farla recedere da questo indirizzo.
L'Agenzia è sicuramente un modo per privatizzare la gestione della cosa pubblica; basta pensare che il Direttore generale, come è già stato detto e come è scritto sulla legge, sarà un privato. Avremo quindi una privatizzazione che possiamo definire "perfetta" a suo modo, in quanto la cosa pubblica sarà affidata direttamente ad un privato.
Così facendo, avremo la possibilità di rivedere un film già visto, un "déjà vu" che ci preoccupa anche dal punto di vista ambientale. Avremo strade che saranno costruite o anche migliorate non tenendo conto di criteri sovraordinati, ma semplicemente per andare incontro agli interessi di qualche personaggio politico locale o di qualche lobby industriale, di qualche attività produttiva particolarmente cara a questo o a quell'altro politico. Noi invece crediamo che le esigenze programmatorie, in questo caso, dovrebbero essere sovraordinate. Si tratta di esigenze che devono vedere, in primo luogo, la riduzione dell'inquinamento atmosferico ed acustico, nel senso che devono pensare di andare verso l'integrazione del sistema viario con quello su rotaia, sia per passeggeri che per merci, come indirizzo fondamentale per la riduzione dell'inquinamento.
Oppure si può pensare ad una programmazione che vada verso la valorizzazione delle economie locali, sempre rispettando i criteri della valutazione della situazione ambientale locale, e sempre comunque per la minimizzazione delle ricadute negative dal punto di vista ambientale.
Per tutto quello che si è detto e si dirà, l'invito che ci sentiamo di rivolgere alla Giunta è il seguente: ritirare questo progetto di legge così imperfetto e lavorare veramente verso un indirizzo esclusivamente programmatorio della Giunta regionale e non con un indirizzo gestionale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente, grazie, Assessore. Pochi giorni fa il Presidente Ghigo ha illustrato alcune linee del Programma regionale di sviluppo in una riunione alla quale erano invitati i componenti delle Commissioni ed i rappresentanti della Conferenza Regione-Autonomie locali.
Dopo un'illustrazione, da parte di una funzionaria, di alcuni aspetti salienti di tale Programma regionale di sviluppo, il Presidente Ghigo riprendendo a braccio alcuni di questi aspetti, ha ricordato che tra i capisaldi del Programma regionale di sviluppo vi è - e non vi era - la decisione di concentrare l'attività della Regione Piemonte in attività di programmazione e non più di gestione.
Vedete, seduto in Sala Viglione, mi friggevano le mani sentendo affermazioni di quel genere, perché mi veniva alla mente che nei giorni successivi il Consiglio regionale sarebbe stato impegnato, da parte del Presidente Ghigo - lo stesso che stava raccontando quelle frottole - a discutere una legge, nella quale si aggiungeva un nuovo peso di gestione in capo alla Regione Piemonte, e si inventava un nuovo peso anche per la Pubblica Amministrazione a carico dei piemontesi.
In quella riunione non sono intervenuto; aspettavo il Presidente Ghigo alla prova dei fatti, cioè il momento in cui, in palese contraddizione con il Programma regionale di sviluppo, proposto dal Presidente Ghigo, speravo di poter avere, in questa sede, una discussione aperta, un confronto per capire in che modo si possano, dal punto di vista del governo regionale del Presidente Ghigo, rendere compatibili le linee propagandate del Programma regionale di sviluppo con queste scelte legislative.
Vicepresidente Riba, il Presidente Ghigo non è in aula, è in congedo non so se per l'intera giornata. Penso che, per un confronto politico di qualità, sia necessaria la presenza del Presidente Ghigo, il quale, eletto direttamente dal popolo, ha nominato i suoi Assessori.
Questo, l'hanno ricordato tutti i colleghi che mi hanno preceduto, è un provvedimento non da poco: nasce una nuova struttura amministrativa che prima non esisteva, nasce per occuparsi di gestione. E senza il Presidente Ghigo, com'è possibile impostare un confronto? A chi si parla? Si dirà che è presente l'Assessore competente, che non voglio assolutamente sminuire di ruolo, però è il Presidente Ghigo che imposta il lavoro della Giunta e ne suggella le scelte. Ed è il Presidente Ghigo che dovrebbe avere la sensibilità e la correttezza di capire che il Consiglio regionale sta discutendo una legge da lui proposta; è una legge importante e dovrebbe essere il Presidente Ghigo a capire che la sua presenza è assolutamente necessaria.
Invece così non è: la discussione si svolge senza il principale interlocutore, per cui la critica che questo provvedimento, che individua una scelta di gestione di nuove competenze, è in contraddizione con il Programma regionale di sviluppo, rimane una critica espressa in quest'aula ma che non trova il destinatario politico capace di rispondere ad essa.
Quindi, l'aula è vuota dell'interlocutore; diciamo che è vuota anche di tanti numeri della maggioranza, ma questo evidentemente interessa poco. La maggioranza, nell'ultima votazione, ha espresso 25 voti validi, non viene nemmeno a sostenere le proprie proposte, ma evidentemente va bene anche questo. Io lo sottolineo, perché non mi sembra un modo corretto e rispettoso di lavorare.
Quindi, se l'Assessore Casoni vuole segnalare al Presidente Ghigo quando avrà voglia di venire a rispondere, che avremmo piacere di ascoltarlo - perché ha tante altre cose da fare, è un bravo Presidente magari a qualcun altro interesserà.
Rimane il fatto che se c'è una linea che sta prendendo corpo, da parte di questo governo regionale, è una linea che, attraverso questo provvedimento ed altri già assunti o da assumere, tende a costruire - mi sembra che l'abbia detto bene il Consigliere Saitta - dei centri di potere e di spesa.
Il governo regionale sta costruendo dei luoghi di sottogoverno sotto lo stretto controllo della Giunta regionale e dei suoi Assessorati. Si sta estendendo sul Piemonte una tela di sottogoverno che sfugge ai controlli che, di regola, presiedono le attività pubbliche, e vengono istituite delle strutture che possono essere controllate, governate e dominate in ambiti ristretti e non trasparenti.
Oltre a questo provvedimento, vediamo che alcune attività, alcuni servizi, alcuni funzioni si tende ad espellerle dalla gestione dell'apparato regionale per consegnarle, in forma accorpata, a strutture separate.
In Commissione abbiamo discusso la legge dell'Assessore D'Ambrosio in cui si prende il patrimonio immobiliare della Regione, lo si adocchia e si vede che lì si fanno tanti appalti e si decide, con una legge che discuteremo, gli appalti di tutto questo patrimonio, la loro gestione, gli investimenti; li si estirpa dalla gestione di ogni singolo Direttore generale e li si accorpa in una gestione unica, in cui ci sarà un capo che decide, così si controllerà meglio un volume di appalti, certo per risparmiare qualcosa - per carità! - però sarà un nuovo luogo di potere concentrato.
Questa, insieme alla vicenda dei fondi immobiliari chiusi, che abbiamo in discussione in Consiglio, rientra quindi in una serie di politiche che generano centri di potere, facilmente controllabili. E' una linea che, a questo punto, mi sembra che possa essere facilmente individuata e, per quanto mi riguarda, parecchio criticata, perché questo modo di gestire le cose entra in una contraddizione che mi piacerebbe venisse almeno esplicitata.
Viceversa, non mi piace questo gioco dei due tavoli in cui si appare parlo del Presidente Ghigo - come persona moderata ed aperta e poi si fa la persona di destra e chiusa. Mi piacerebbe riuscire a discutere una volta della questione, ma questo non è possibile perché il Presidente Ghigo in aula sfugge questi confronti, che potrebbero metterlo in difficoltà, perch la prova dei fatti del governo è sugli atti che si compiono in quest'aula atti che evidentemente il Presidente Ghigo consegna (non so se deleghi) in pieno alla competenza, all'ideazione, alla creatività dei suoi Assessori.
Concludo dicendo che questa ARES, inventata dal nulla e che farà gestione, progettazione ed appalti, forse potrebbe anche corrispondere ad un'affermazione, ad un'esclamazione - vero, Assessore Casoni? - del tipo "appalti, che passione!".
Sì, potremmo dire questo: che passione per gli appalti!



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Bussola.



BUSSOLA Cristiano

Grazie, Presidente. Devo dire che in questo dibattito così acceso ho sentito volare anche delle parole forti. Mi riferisco ai colleghi Consiglieri di opposizione, i quali hanno parlato di sottogoverno, hanno parlato di centri di potere come se ci fosse nell'intenzione del governo regionale la volontà di intraprendere delle azioni finalizzate a creare un qualche cosa di scorretto, di inadeguato.
Qui è chiaro che ognuno può pensarla - questo è il gioco delle parti come meglio crede. Tuttavia, se si condivide una filosofia, che ritengo debba essere una filosofia accettabile, cioè di creare delle strutture che non hanno assolutamente lo scopo - questa non è l'intenzione del governo regionale - di rappresentare dei carrozzoni, di rappresentare un ostacolo allo svolgimento delle funzioni per cui queste stesse strutture sono preposte, credo che quando si parla di realtà come l'Agenzia delle strade (del resto, il dibattito è stato altrettanto forte e serrato anche quando si è trattato di creare altre realtà di questo tipo, mi riferisco all'Agenzia regionale dei servizi sanitari), quando queste strutture negli intenti del governo regionale hanno lo scopo di dedicarsi in modo specifico a funzioni così importanti quali sono quelle che andrà ad affrontare l'Agenzia per le strade, quali sono quelle che sta affrontando l'Agenzia regionale dei servizi sanitari, in questo modo si cerca di razionalizzare tutto quello che è un discorso relativo alle spese e alla gestione operativa del settore di cui stiamo trattando oggi e di cui abbiamo trattato in passato per quanto riguarda le altre Agenzie.
E' chiaro che qualsiasi intervento di dissonanza all'interno di uno schieramento politico si presta chiaramente a facili ironie e strumentalizzazioni da parte dello schieramento opposto.
Voglio, in un certo senso, congratularmi con il collega di Forza Italia che mi ha preceduto, perché nel suo intervento effettivamente ha messo in atto un'indagine attenta e speculativa, in modo tale che dal suo punto di vista sono stati evidenziati dei problemi, delle questioni anche importanti, che credo siano senza dubbio legittime e, in un certo senso inevitabili quando si trattano tematiche di questa rilevanza e che potranno essere prese in considerazione nel prosieguo del dibattito, dopo aver ascoltato naturalmente quella che è l'opinione del governo regionale nella persona dell'Assessore competente, Casoni. Sono questioni che potranno essere in qualche modo affrontate, anche in sede di emendamenti.
Però, quello che ritengo fondamentale - mi rivolgo a tutti i colleghi non soltanto della maggioranza, ma anche dell'opposizione - è che su tematiche di questa importanza e di questa rilevanza è necessario condividere quella che ho definito all'inizio una filosofia, cioè l'impostazione, che ritengo sia giusta, che il governo regionale ha voluto dare nella gestione di questo - chiamiamolo così - federalismo stradale che ritengo sia uno degli aspetti più importanti del federalismo, della devoluzione dei compiti e delle funzioni. Una filosofia, quella della Giunta, che si manifesta attraverso una struttura come l'Agenzia delle strade, che - ripeto - vuole essere un elemento di chiarezza e di razionalizzazione nella gestione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Prima di affrontare il problema del federalismo, che in qualche modo credo c'entri con tutti questi provvedimenti, voglio riprendere e sottolineare alcune considerazioni svolte dal Consigliere Chiezzi.
Devo dire che anch'io con la nuova legislatura mi sono trovato in una situazione strana, in quanto ormai il Presidente della Giunta lo vedo molto più spesso sui "media" di quanto sia possibile - fortunate occasioni! vederlo in quest'aula. Non intendo chiedere al Presidente l'elenco delle sue presenze in aula, ma sottolineo un fatto che mi pare ormai abbastanza normale in questo Consiglio: che il suo massimo esponente lo frequenta poco. E credo che questo sia un problema. Forse tutto ciò ci deve portare a riflessioni più ampie sul modo in cui è stata fatta la legge elettorale perché questa è la conseguenza.
Spero che si possa arrivare ad una correzione, che si possa arrivare ad una situazione diversa, per cui ci sia da parte della Giunta e del suo Presidente una considerazione diversa nei confronti del Consiglio e dell'aula, al limite anche per confrontarci sul funzionamento di quest'aula.
Mi pare comunque che la disattenzione e il disinteresse del Presidente sia un elemento grave e preoccupante. Condivido pertanto le considerazioni e le richieste avanzate dal Consigliere Chiezzi.
Sul federalismo, ho la strana sensazione che si confermi quanto abbiamo noi sicuramente - affermato varie volte: dietro al dibattito che stava avvenendo, stavamo banalmente sostituendo un centralismo nazionale con un centralismo locale, con effetti deleteri. Inoltre, quelli che venivano definiti "carrozzoni da smantellare" non vengono smantellati, ma decentrati, regionalizzati, federalizzati. In ogni caso, ciò che accade è che non vengono superate strutture centralistiche che venivano criticate ma vengono riprodotte in loco. Nel piccolo, vengono riprodotti dei "carrozzini", che mi pare non mutino il tipo di funzionamento criticato che avevano, che si riteneva dovesse essere superato, tra l'altro con effetti di moltiplicazione di strutture burocratiche e di Direzioni.
Una volta esisteva un Direttore, adesso ce ne sono venti. Gli stessi effetti, dal punto di vista dei costi, sono rilevanti.
In questi giorni si sente spesso parlare di "sforamento dei costi", del fatto che magari chi vuole andare in pensione si trova ad avere dei tagli che servono ad aumentare la pensione ad altri, la cui pensione era troppo bassa. Tutti siamo d'accordo ad aumentare le pensioni a coloro che ce l'hanno troppo bassa, però non la si aumenta riducendola, invece, a coloro che se la sono guadagnata nella loro vita lavorativa. Mi sembrerebbe un provvedimento di gran lunga più criticabile, e non solo. I costi vengono costantemente moltiplicati dagli stessi che sostengono di averli e, in più sono convinto che si creano queste strutture con Direttori che vengono assunti con contratto di diritto privato, che creano quella situazione di controllo da parte di chi li ha nominati, ma una minore capacità di controllo da parte di chi effettivamente li dovrebbe controllare: meno capacità di controllo delle strutture pubbliche, ma una dipendenza controllo da parte di chi li ha nominati.
In questo modo, si verifica una sorta di tentativo di aggiramento delle norme di trasparenza. Ma c'è un altro fatto che mi preoccupa. Anni fa, uno dei provvedimenti più importanti approvati dalla prima Giunta di centrodestra fu la riforma del personale, con l'introduzione di elezioni regionali con contratto di diritto privato. Si è assistito ad una moltiplicazione delle Direzioni; eravamo arrivati ad ipotizzarne una settantina a livello regionale e nelle prime bozze del provvedimento figurava un numero di quel genere. Poi, anche grazie alle battaglie fatte si è riusciti a ridurle anche se non in misura sufficiente. Cosa ha comportato tutto ciò? Non solo abbiamo una moltiplicazione, non solo abbiamo creato un altissimo numero di Direttori regionali con contratto privato che devono essere valorizzati perché hanno dei compiti importanti e devono essere equiparati al privato, ma di tutte quelle competenze si crea il doppione. Lo so che questo interessa poco l'Assessore al personale che di tali questioni è marginalmente interessato, però aggiriamo quel tipo di norma che aveva tentato di ridurre drasticamente il numero, riuscendoci solo parzialmente. Lo aggiriamo, per cui se mettiamo tutte le Agenzie che sono state create con Direttori, che sono equiparati ai Direttori regionali, sostanzialmente quell'obbiettivo dei sessanta o settanta ormai è stato raggiunto. Siamo di fronte a questo: questa Regione tra "Direttori direttamente" e "Direttori che nomina", ha una quantità pazzesca di dirigenti. Poi si dice: però avevamo fatto quell'altra riforma, gli avevamo dato più poteri, più competenze. Adesso glieli togli e fai delle Agenzie che svolgono compiti che in parte dovevano essere risolti. Però i Direttori, quelli che ci sono, si mantengano lo stesso, così come si era fatto in agricoltura: sono stati mandati via tutti i dipendenti dell'agricoltura, però i Direttori sono rimasti. Quindi, c'è anche questa considerazione generale da fare, non riguarda solo l'ARES. E' un sistema di governo veramente preoccupante che, da una parte, ha fatto una riforma del personale con certe caratteristiche e, dall'altra, poi svuota addirittura la stessa. Questa stessa legge ci dice che tali strutture avranno un totale di personale numericamente determinato. Però poi dice che si possono fare ulteriori contratti qualora se ne avverta la necessità. Dato che gli si affidano tantissimi compiti - i colleghi si sono già soffermati sugli importanti compiti che vengono affidati, tra cui fare progetti, quasi costruire strade - allora è chiaro che quella struttura sarà insufficiente e si dovrà andare oltre: si dovranno fare consulenze, contratti, con una moltiplicazione dei costi assolutamente imprevedibile.
In aggiunta, ci sono alcuni elementi che ricordava il Consigliere Marengo. Ci siamo trovati di fronte ad un prospetto del costo di questa struttura che ci ha lasciati perplessi. Anch'io credo di aver fatto notare proprio al collega Marengo, la quantità dei costi relativi al telefono tanto da dire: se fanno tutte queste telefonate, difficilmente riescono poi a progettare; vuol dire che passano la giornata al telefono e le altre funzioni non le svolgono, a meno che non abbiano la capacità di lavorare con due mani! Però la cosa mi aveva lasciato perplesso.
Vi illustro ora altri aspetti: nelle spese annuali viene inserito l'acquisto di computer. Effettivamente, quando si creano nuovi uffici, si acquistano i computer, e va bene. Ma non è che ogni anno vengono cambiati i computer. Sappiamo che la tecnologia ha una evoluzione rapida, ce l'hanno insegnato in tutti questi anni, però mi pare un po' esagerato; in un anno riescono a malapena ad imparare ad usarlo, e poi glielo si cambia. Per ripeto, nel costo di questa struttura, grava costantemente l'acquisto di nuovi PC. In più, ci sono spese di cancelleria, tutte, a mio giudizio sufficientemente robuste; spese di affitto, di riscaldamento, spese del personale.
Relativamente a queste ultime, c'è una "perla" da segnalare: il passaggio del personale dall'ANAS all'ARES. Quelli che lavorano all'ANAS hanno un contratto con determinate caratteristiche, da mantenere tali dopo il trasferimento all'ARES. Si può accettare un ragionamento di questo genere. Normalmente, se dei lavoratori vengono trasferiti chiedono che le condizioni che hanno acquisito vengano mantenute. Ma non basta, perché si fa un ulteriore ragionamento: i nuovi assunti si assumono a determinati livelli; però, poiché si trovano in una struttura in cui hanno colleghi provenienti dall'ANAS, che vengono pagati più di quello che prevedono le norme contrattuali, per certi livelli, anche a questi nuovi estendiamo i vantaggi di quelli dell'ANAS. E lì qualche perplessità in più c'è.
Concludo su quest'ultimo aspetto, che è importante da questo punto di vista. E' accettabile il mantenimento dei diritti, ma l'estensione è più dubbia; almeno si potrebbe verificare caso per caso. Ma il paradosso è che nessuno si trasferisce. Non c'è nessuno che abbia accettato di essere trasferito dall'ANAS all'ARES. Quindi, darai ai nuovi assunti, cioè a tutti, di più, perché presumevi, ma non sarà così, che qualcuno transitava dall'ANAS all'ARES e non c'è. Tu fai la seconda norma, quella che assumi tutti a condizioni di miglior favore perché c'erano gli altri, ma gli altri non ci sono, eppure questo nella legge c'è ed è veramente inconcepibile.
Di fronte a questa situazione, tutte le perplessità franano, per cui credo che quella norma dovrebbe sicuramente essere cambiata.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Presidente e colleghi, questa mattina, nel momento in cui abbiamo iniziato a discutere la legge sull'istituzione dell'Agenzia regionale delle strade del Piemonte, abbiamo ritrovato alcuni elementi che già avevamo individuato in un precedente dibattito nell'applicazione del testo delle Bassanini e nella conseguente definizione legislativa a livello regionale di una parte del dibattito che abbiamo svolto in Commissione, ma anche alcuni nuovi elementi che ci consentono - collega Bussola - di approfondire le nostre riflessioni sul federalismo stradale, alcuni elementi che abbiamo sentito in aula questa mattina, in particolare, dal versante della maggioranza.
Innanzitutto, vorrei richiamare le nostre convinzioni, che già avevamo espresso in occasione del dibattito sull'applicazione dei testi delle Bassanini, e alcune riflessioni in particolare su questo testo. Per venire poi, ad alcune considerazioni di ordine politico ed amministrativo che in un dibattito generale sul testo della legge, rispetto a quanto abbiamo sentito in aula, a mio avviso, si impongono. Si tratta di questioni rispetto alle quali è difficile prescindere, in particolare da parte dell'Assessore, sia in veste di Assessore ai trasporti che in veste di Vicepresidente della Giunta.
Ritengo che, oggettivamente, la presenza autorevole del Presidente della Giunta non sarebbe elemento disdicevole all'interno di un dibattito importante come questo.
Precedentemente, avevamo già affermato come l'ostinazione ad inserire nel testo di legge regionale, che applicava e faceva diventare legge regionale il testo delle Bassanini, le questioni relative alla sovrapposizione tra compiti di programmazione e compiti di gestione cercando in tutti i modi di mantenerne delle parti in capo alla Regione avrebbe portato a contraddizioni indistricabili. Venne ritenuta un'osservazione peregrina e, alla fine, le nostre osservazioni vennero liquidate con un voto che non spostò assolutamente neanche di una riga o di una virgola quelle frammistioni tra elementi di programmazione ed elementi gestionali. In particolare, l'avevamo visto sulla questione relativa alla gestione di tutto il sistema stradale e viario, che veniva trasferito dallo Stato, e si era svolto un importante dibattito in questa direzione, ad esempio, anche sulla questione dei porti. L'aver mantenuto elementi di ordine gestionale, laddove si dovevano individuare esclusivamente compiti di programmazione, e l'aver voluto, con ostinazione, definire due Demani uno regionale ed un altro che veniva demandato agli Enti locali, oggi costituisce la base delle contraddizioni contenute in questa legge che poi, in quanto istituzione dell'Agenzia regionale delle strade, nella definizione delle sue finalità e dei suoi compiti, è anche applicativa di quanto avevamo votato precedentemente in aula.
A questo punto, è chiaro che, a volte, si è vittime delle proprie macchinazioni, perché nel momento in cui si mantiene quella frammistione mantenendo con ostinazione un Demanio regionale, poi, si aprono ordini di contraddizioni che voi avete all'interno di questa legge.
Assessore Casoni, lei continua a dirci - lo ha detto in Commissione e lo ha ripetuto fuori microfono anche oggi in aula - che la nostra osservazione è peregrina, perché, invece, gli Enti locali piemontesi, a cominciare dalle Province, che sono il principale destinatario della gestione viabilistica trasferita, sarebbero compiutamente d'accordo con la proposta da lei avanzata, pertanto le nostre osservazioni lascerebbero, in sostanza, il tempo che trovano.
Guardi, Vicepresidente, che non solo in sede di discussione del testo generale della Bassanini, ma anche la Conferenza delle Autonomie Locali fece a voi la stessa osservazione che noi vi stiamo facendo in aula, cioè che la frammistione tra i compiti di programmazione e di gestione non aveva senso, che la questione del Demanio regionale e dell'altro era una questione impropria, che la stessa questione dei porti turistici di interesse regionale o di interesse turistico-regionale, dopo una lunga discussione, era questione che, sostanzialmente, aveva poco senso ed erano frammistioni. Quella osservazione venne già fatta in allora e vive, non cade nel momento in cui apriamo una questione come questa.
Inoltre, Vicepresidente, le voglio ricordare che, a questo punto, le Province e gli Enti locali sono stati consultati all'interno di quei binari che avevate predefinito; dopodiché, cosa avranno fatto? Quello che avrebbero fatto tutti: avranno aperto una concertazione positiva nei confronti dell'Amministrazione regionale per consentire alle Province, nel modo più ampio e più costruttivo, gli elementi di trasferimento di gestione non solo di personale e di risorse, ma anche la possibilità di ordine tecnico per poterlo fare. Che cosa voleva che facessero? Che cosa voleva che facessero rispetto ad un binario e ad un tracciato che ormai, in quel senso, era precostituito? Pertanto, ritengo che questa osservazione abbia queste caratteristiche e che assolutamente non renda né inefficace né sposti neanche di pochi centimetri le osservazioni che noi, da questo punto di vista, stiamo facendo.
Nel prosieguo della legge, a partire da questo problema, che è di fondo, noi rileviamo una serie di incongruenze che determinano qualche elemento di preoccupazione.
Volevo dire al collega Bussola che non abbiamo una preclusione aprioristica sulle Agenzie. Nella precedente legislatura, quando parlammo dell'ARES, dell'Agenzia che gestisce i servizi sanitari e la sanità, non solo entrammo nel merito e portammo dei contributi a che quella legge fosse modificata ed arrivasse in aula nelle condizioni migliori, ma noi, sulla costituzione di quell'Agenzia, qui, dove eravamo all'opposizione, come in Emilia Romagna dove l'abbiamo proposta dalle file della maggioranza, siamo anche stati d'accordo. Penso che l'Assessore D'Ambrosio ci possa dare atto sia del dibattito in Commissione che del dibattito in aula in questa direzione. Non c'è un'opposizione pregiudiziale.
Noi, rispetto alle Agenzie, abbiamo alcuni problemi quando intravediamo strutture - come si sono sforzati di dire molti colleghi, il collega Saitta ed altri - che prefigurano una questione di ordine diverso, che diventano esclusivamente degli strumenti dell'Assessore e dell'Assessorato, strumenti che non sono sottoposti ad alcuna forma di controllo.
Abbiamo presentato molti emendamenti in relazione, in particolare all'art. 3. Nel momento in cui demandiamo alla Giunta non solo l'individuazione di Direttori, di momenti e di strumenti, arriviamo fino alla definizione dello Statuto da parte della Giunta regionale, per cui abbiamo chiesto che si riportino al Consiglio e in capo al Consiglio tutte quelle competenze. Pertanto, abbiamo preoccupazioni su Agenzie che nascono da una contraddizione di fondo sulla frammistione tra programmazione e gestione, che nascono come strumenti dell'Assessore e dell'Assessorato avulsi da ogni controllo.
Le devo dire, Assessore Casoni, che oggi abbiamo una preoccupazione in più quando diciamo questo. Ci pare di individuare, in particolare in Piemonte, ma faremo un'indagine accurata anche in altre realtà italiane una sorta di catena che parte dai Sottosegretari a Roma e dagli Assessori regionali, fino agli Assessori provinciali e comunali. Abbiamo la sensazione che con questa catena Alleanza Nazionale abbia sostituito catene di nostra fresca memoria. Tra l'altro, la memoria ce l'ho freschissima - mi rivolgo al collega Gallarini, lo dico con amicizia e con serenità - e ne ricordo una molto significativa: quando il Ministro dei Lavori Pubblici era Nicolazzi e quando in quest'aula sedeva Cerutti come Assessore ai lavori pubblici, il Partito Socialdemocratico aveva importanti rappresentanti all'interno delle Province e dei Comuni, con un'unica catena dello stesso segno.
Collega Marengo, è forse anche questa una ragione delle preoccupazioni da lei avanzate? Agenzia, unico strumento di un Assessore; Assessore che fa parte di una catena di un unico partito che gestisce strade, asfalti e cose di questo genere? E' solo una riflessione che faccio sommessamente all'interno di questo Consiglio. Certo, il problema esiste.
Abbiamo, inoltre, problemi rilevati in ordine ai costi e quant'altro ma anche dei problemi sui ruoli che demandiamo ai Direttori e alle strutture di gestione dell'Agenzia stessa. Infatti, anche su questo abbiamo rilevato una serie di incompatibilità, che abbiamo demandato agli emendamenti, ma ne parlerò con maggiore precisione successivamente.
Devo dire che abbiamo un'altra preoccupazione di non poco conto sulle possibilità che il Consiglio ha di intervenire su questo strumento e in questa direzione. E' una preoccupazione di non poco conto su come si arriva al processo vero di regionalizzazione in capo all'ANAS.
Se noi, con il processo di regionalizzazione, costruiamo altri "carrozzoni" che, alla fine, in termini di costi e di personale impiegato continuano ad agire nello stesso modo in cui agiva l'ANAS, cioè malamente stando a quello che ci riferiscono ne decretiamo il fallimento. Si tratta di capire come invece offriamo interventi e strumenti ulteriori.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Valvo.



VALVO Cesare

Vorrei riallacciarmi brevemente all'intervento del collega Chiezzi, che seguo con molto interesse, perché particolarmente coloriti.
Il collega Chiezzi in una battuta dice: "Appalti, che passione!".
Francamente, vorrei dire al collega Chiezzi che qualcuno questi appalti li dovrà fare! Devo, poi, chiedere al collega Chiezzi, riguardo agli ultimi dieci anni, quali e quanti grossi appalti sono stati fatti dal Governo nazionale.
Se partiamo da Torino e decidiamo di andare all'Aeroporto di Malpensa ci accorgiamo che arriviamo fino a Novara, poi ci perdiamo nella provincia e non esistono neanche le indicazioni per arrivare all'Aeroporto di Malpensa.
Se qualcuno ha la sventura di recarsi quotidianamente per lavoro nel Veneto si accorge che, in determinate fasce orarie, è pressoché impossibile superare la barriera del casello autostradale di Milano. Io che, per qualche anno, per motivi di lavoro, mi sono recato a Rovigo, mi premuravo di partire alle quattro del mattino per evitare di raggiungere la barriera di Milano in determinate fasce orarie, quando è impossibile transitare.
Parliamo da anni dell'Asti-Cuneo. I colleghi di Firenze ci possono raccontare qualcosa sulla Firenze-Bologna. Non parliamo della Salerno Reggio Calabria e dello stato di sicurezza in cui versa la stessa autostrada Torino-Milano.
Mi sento francamente di dire al collega Chiezzi che ben venga qualcuno che decida di mettere in cantiere grandi opere pubbliche degne di essere considerate tali. Mi sembra che anche a Torino, negli ultimi anni, opere pubbliche di una certa rilevanza non siano state fatte, a meno che si voglia considerare una grande opera pubblica il sottopasso di Corso Regina Margherita.
Vorrei anche fare una breve considerazione su una delle affermazioni della collega Manica, la quale si riferiva ai pericoli che potrebbero nascere nel caso in cui la gestione degli appalti cada in mano ad una catena di partito, esprimendo delle preoccupazioni in merito a possibilità di deviazioni, di tangenti e cose di questo genere, e facendo alcuni riferimenti ad esperti o Ministri della passata legislatura. Mentre la collega Manica diceva questo, mi veniva in mente un'intervista rilasciata a "Striscia la notizia" dall'on. Cossutta. L'On. Cossutta, interpellato in materia di tangenti - ricordo benissimo - ha testualmente riferito nell'ambito dell'intervista, che tutti i partiti della cosiddetta Prima Repubblica incassavano tangenti in proporzione alla forza del partito stesso.
Tra i partiti coinvolti nella Prima Repubblica e in Tangentopoli, non mi risulta, caro Presidente, che sia stato coinvolto il nostro partito e mi auguro - questo è un auspicio, ma ne sono certo - che sarà così anche per il futuro.
Venendo all'oggetto della discussione, ossia al disegno di legge n.
301, un osservatore distratto, entrando in aula, potrebbe essere convinto di essere ancora nell'ambito della discussione della L.R. n. 44 del 26 aprile 2000, perché la decisione di costituire l'ARES è stata assunta con il varo della legge stessa. Quindi, oggi, ritengo superfluo riprendere di nuovo la discussione sull'opportunità di costituire o meno l'ARES, perch tale Agenzia è già stata costituita, ritengo con sufficienza, nell'ambito del varo di quella legge.
Oggi dovremmo, invece, entrare nel merito e, quindi, discutere dell'oggetto del disegno di legge n. 301.
Riteniamo, come Gruppo Alleanza Nazionale, la scelta di costituire l'ARES una scelta conseguente e dovuta in relazione al dettato dell'art.
104 della L.R. n. 44/00.
Mi risulta che le Province siano state consultate sul disegno di legge n. 301 e che non siano sorte particolari contestazioni. Si è parlato del trasferimento del personale dell'ANAS, dell'assunzione di personale aggiuntivo, di maggiori costi; il collega Tapparo ha diffuso in Commissione una fotocopia della Gazzetta Ufficiale con l'elenco del personale che verrà trasferito dall'ANAS alle Province.
Mi risulta - se le informazioni che ho avuto sono corrette - che a livello nazionale le Regioni abbiano, in relazione ai nuovi compiti ad esse trasferiti, identificato la tipologia di personale necessario per svolgere determinati compiti e anche quantificato il numero delle persone necessarie per svolgerli. Il parametro è stato individuato nell'ordine delle 200/220 unità e professionalità da trasferire, non presenti nell'ambito del pacchetto di personale che andava trasferito. Pertanto, il numero delle persone trasferite alle Province del Piemonte è di 112, inferiore al parametro individuato dalle Regioni per svolgere i compiti ad esse trasferiti.
Peraltro - sempre che le informazioni siano corrette, per cui pregherei l'Assessore di darmi assicurazione su questo - il personale trasferito alle Province è costituito prevalentemente da cantonieri. Mi chiedo, quindi come sia possibile fare la progettazione di grandi opere pubbliche quando il personale è costituito prevalentemente da cantonieri e, forse - se i dati che ho sono esatti - da qualche geometra. Quindi, è giocoforza che l'ARES, che ha l'ambizione di gestire e di progettare sulla materia, debba necessariamente, dotarsi di personale altamente qualificato.
Auspico che si possa entrare nel merito degli emendamenti. Esiste un pacchetto di emendamenti che oserei definire meramente ostruzionistici e strumentali; altri, invece, contengono qualcosa di buono e possono essere oggetto di un'attenta valutazione per migliorare il contenuto della legge.
Pertanto, auspico che si possa celermente passare all'esame dell'articolato e alla verifica degli emendamenti, dai quali, per il contenuto degli stessi, non dico che traspaia una sorta di condivisione del provvedimento, ma emerge che si è entrati nell'ottica delle finalità che l'Agenzia si pone, nello spirito di un tentativo serio di emendare il testo della legge per migliorarla.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mercurio.



MERCURIO Domenico

Intervengo brevemente per dire che lo strumento delle Agenzie, di per sé, non è né il bene né il male; sicuramente, non è la panacea dei mali che vengono qui lamentati.
Si tratta piuttosto di verificare perché e come le Agenzie nascono e in generale, non pensare che siano uguali o che nascano dalle medesime esigenze.
Questa mattina si è fatto accenno all'Agenzia per la sanità finalizzata alla gestione del patrimonio della sanità, che ritengo uno strumento quanto mai indispensabile. Se ne era già fatto cenno in un precedente dibattito, quando emerse chiaramente che si tratta di evitare quella sorta di "manomorta" che nella sanità congela migliaia e migliaia di miliardi. Nella sanità in generale, lo strumento dell'Agenzia, a parte la nomina di un Direttore generale, non dovrebbe coinvolgere nuovo personale.
Torniamo all'Agenzia per le strade, che mi pare nasca da una legittima e fondata esigenza, cioè fondata sul trasferimento delle funzioni di programmazione, di coordinamento e di finanziamento della rete dallo Stato alle Regioni. Su questo non mi dilungo, perché se n'è parlato abbastanza un paio di considerazioni e termino.
Come nasce? Dicevo che nasce da un'esigenza giusta, ma nasce male e non solo per tutte le considerazioni di merito, avanzate dal collega Marengo, sulle quali mi riservo di intervenire quando passeremo all'esame dell'articolato ma soprattutto per quanto il collega Marengo non ha detto. Mi riferisco a quella sorta di doppio binario che coinvolge un po', da qualche tempo, i rapporti tra la Giunta e la maggioranza.
Ciò detto, credo che un chiarimento da parte dell'Assessore, per quanto riguarda il merito delle questioni emerse non solo in occasione dell'intervento del Consigliere Marengo, ma anche di molta parte della minoranza, ci debba essere.


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale (seguito)


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico che è pervenuto in questo momento il congedo del Consigliere Cantore.


Argomento: Consulte, commissioni, comitati ed altri organi collegiali - Norme generali sui trasporti

Proseguimento esame disegno di legge n. 301: "Istituzione dell'Agenzia Regionale delle Strade del Piemonte (ARES-Piemonte)"


PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale in merito al disegno di legge n. 301.
La parola all'Assessore Casoni per la replica.



CASONI William, Assessore alla viabilità e comunicazioni

Innanzitutto, risponderò in merito ai temi toccati da alcuni Consiglieri, quindi partirò gradualmente.
Alcuni hanno chiesto come è nata la scelta operativa dell'Agenzia. Non sto a fare tutta la cronistoria, che molti di voi conoscono, però questo percorso è nato due anni fa. Sono state fatte non alcune riunioni, ma credo decine, se non centinaia, di riunioni con le Province. Si sono elaborati dei testi. E' stato chiesto a ciascuna Provincia se intendeva sottoscriverli volontariamente - ripeto, volontariamente - perché ogni Presidente poteva decidere di non apporre la firma.
Ora, tutti gli otto Presidenti delle Province piemontesi, quindi non solo quelli di una certa parte politica, in occasione di una Conferenza Stato-Regioni, convocata all'uopo a Roma, hanno sottoscritto e rappresentato la posizione del percorso che la Regione Piemonte intendeva attuare per il decentramento amministrativo in merito al cosiddetto "federalismo stradale".
Non sto a fare considerazioni che sono state oggetto di tale riunione ma si è deciso così semplicemente perché si era ritenuto di procedere esattamente come si era proceduto presso altre Regioni, e tra queste il Consigliere Tapparo ne ha citate alcune. Ce ne sono altre, però, che hanno attuato strumenti ancora più incisivi dell'Agenzia, le S.p.A, e faccio l'esempio dell'Emilia Romagna e della Liguria, e non si è pensato che potessero gestire la programmazione unitaria a livello provinciale sulle reti regionali.
Lo abbiamo detto, per non venire poi richiamati (ed era quanto interessava maggiormente alle Province): la Regione non ha alcuna volontà di occuparsi della manutenzione, ordinaria o straordinaria, di tutto ci che compete i livelli locali, ma intende occuparsi solo della programmazione e dell'attuazione della programmazione a livello regionale.
Lo strumento individuato è stato quello dell'Agenzia: noi non potevamo immaginare di applicare, per strade che attraversano tre o quattro province, gli stessi criteri in tutte le Province interessate, con diverse decisioni amministrative, che potevano essere, in una Provincia, quella di ampliare la strada, nell'altra di ridurne una sezione... Avremmo creato delle mostruosità sul territorio.
Abbiamo chiesto alle Province quali fossero le strade di interesse prettamente provinciale - che rimangono sul territorio - e quali invece di interesse regionale, perché di collegamento tra più centri o più capoluoghi della Regione Piemonte. Riteniamo che, su questo, si debba avere una strategia unitaria di attuazione della programmazione. Su questa impostazione mi sono confrontato non con l'attuale, ma con il precedente Governo e devo dire che ho trovato molti consensi da parte degli allora Ministri e Sottosegretari.
Adesso non vorrei che fossero ribaltate le situazioni. Ulteriori consensi sono venuti anche da altre parti. Tutto ciò è importante per capire come sono nati i presupposti dell'Agenzia.
Ma entriamo nello specifico della discussione. Si è parlato di "carrozzone". Però questa Agenzia "carrozzone" non è. Dovete sapere che per trasferire queste funzioni alle Regioni e alle Province, lo Stato e il Governo hanno quantificato il relativo costo, dato che vengono trasferite funzioni reali.
Sino ad oggi, l'ANAS si occupava della progettazione. Ma se l'ANAS non se ne deve più occupare, qualcuno se ne dovrà pur occupare! Quali erano i costi dell'ANAS per gestire questa porzione di lavoro? Lo Stato ci ha detto: in Piemonte questa porzione di lavoro costa 12 miliardi all'anno.
Con la struttura che abbiamo immaginato - poi entrerò nell'analitico dei costi, mi dichiaro fin d'ora disponibile ad esporlo al Consigliere Marengo con 5 miliardi e 200 milioni (che era quanto spendeva lo Stato), quindi con circa il 50% in meno di quello che lo Stato ci trasferisce, siamo in grado di gestire la stessa materia.
Se questo non è un esempio di razionalizzazione, efficacia ed efficienza! Risponderò io di queste funzioni, che saranno svolte - ne sono convinto - molto meglio di come erano svolte dall'ANAS.
Intanto, partiamo da questo dato: lo Stato ci trasferisce 12 miliardi per queste funzioni, noi ne spendiamo circa 6. Come? Dicendo: "Ci sono 'X' geometri che si occupavano di questo, 'X' ingegneri: l'ammontare della spesa fa 12 miliardi. Per le funzioni ti trasferisco o le persone o i soldi". E qui si diceva: "Non passa nessuno dell'ANAS alla Regione.
Evidentemente, godono di condizioni di opportunità che fanno in modo che non passino alla Regione"! Con lo Stato questo era già previsto, tant'è vero che lo Stato aveva detto: "Prevedendo il mancato passaggio dall'ANAS alla Regione o alle Province, noi monetizziamo coloro che non intendono passare, quindi vi diamo le risorse relative". Questo sia per le Province che per la Regione.
Tutto ciò per rispondere a chi parlava di "carrozzone". Credo che prendersi una delega quantificata in 12 miliardi e gestirla con 6 non possa essere definito da "carrozzone". Certo, qualcuno le strade le dovrà pur progettare: se non applicassimo nessuna di queste misure, avendole dismesse l'ANAS, in Piemonte non ci sarebbe alcun soggetto ad occuparsi di progettazione stradale. Noi, quindi, dovremmo dimenticare qualunque programmazione regionale perché non ci sarebbero soggetti attuatori per l'applicazione della nostra programmazione! A questo punto, bisogna fare un'altra distinzione. Attenzione a chi parla di "centro di potere": è chiarito sia nella legge di recepimento della Legge Bassanini, sia nella struttura di questa legge, che la programmazione rimane in capo agli uffici regionali. Gli uffici regionali hanno già detto che predisporranno dei piani triennali e quinquennali. Essi saranno discussi ed approvati nelle Commissioni e, come avveniva prima con i piani triennali dell'ANAS, anche dal Consiglio. Per cui il Consiglio deciderà - su proposta della Giunta, che lo porterà nelle Commissioni quello che sarà il piano quinquennale delle opere. Ma una volta deciso deve esserci un soggetto attuatore del piano: è impensabile che, dopo averlo trasferito, questo Piano non possa essere attuato! Per questo è importante capire di cosa stiamo parlando: non sta nascendo dal nulla una struttura di 35/40 persone, sta nascendo una struttura di 35/40 persone che ne sostituisce una di 100. E' con il passaggio alla Regione che quelle persone diventano 35/40. Cominciamo a ragionare su questo aspetto, che credo importante per capire l'economicità generale.
Sono d'accordo sul fatto che, su alcune di queste voci, occorre una verifica. Peraltro, le indicazioni erano state fatte sulla base di un riepilogo amministrativo preparato dagli uffici per la seduta di due giorni dopo. E' chiaro che questo riepilogo era stato costruito tenendo i margini più larghi possibili. Ma io, già da oggi, dico che non saranno questi i parametri di riferimento: saranno i parametri e i consuntivi dei costi regionali. Sappiamo, per esempio, che la media dell'utilizzo del costo regionale di un servizio telefonico è di "X". Benissimo, "X" dovrà essere il parametro, così avremo più risorse da destinare alla progettazione. Si era fatto ciò per tenere dei margini massimi, però non voglio che si creino dei sovraprezzi o delle sovraesposizioni. Anzi, ho sempre detto che sono attento a far sì che queste spese diminuiscano e vengano razionalizzate.
Su questo do la massima garanzia: questo allegato non è parte integrante, è stato dato a titolo indicativo, solo a mo' di presentazione della situazione. Posso dire che, invece, l'applicazione sarà quella dettata dai parametri regionali. Se i parametri regionali per un affitto per esempio, prevedono che il costo sia "X", lo stesso costo dovrà essere parametrato nel caso di acquisto di nuovi uffici regionali. Se il costo medio delle telefonate di un funzionario regionale è "X", "X" dovrà essere il costo medio delle telefonate del funzionario dell'Agenzia: è logico che questi funzionari lavoreranno e comunicheranno con il territorio così come lavorano e comunicano gli altri funzionari regionali. Su questo do la mia massima disponibilità ad entrare nel merito delle situazioni.
Un altro aspetto importante da chiarire credo sia la cosiddetta "filiera di Alleanza Nazionale". Non credo che alcune materie si possano definire "filiere di Alleanza Nazionale". Altrimenti, mi verrebbe facile rispondere che fino all'altro ieri le filiere erano quelle dei DS: se il Ministro era Nesi o Burlando... Ma io questo non l'ho mai detto. Tra l'altro, adesso il Ministro per le Infrastrutture non appartiene nemmeno ad Alleanza Nazionale, quindi non vedo proprio come possa "funzionare" questa filiera. E' logico che ci sono i Sottosegretari e, a caduta, tutti gli altri. Benissimo: sfido chiunque a dimostrarmi che, con il Governo precedente, queste gerarchie - nel senso istituzionale - proporzionali alla rappresentanza dei partiti non c'erano! Se un partito ha il 12% ne pu avere diritto. Alleanza Nazionale non ha Sottosegretari alle Infrastrutture, ha Sottosegretari in ogni Ministero, quindi, se si vuole creare una filiera, la si lega comunque a qualsiasi Ministero con qualsiasi Assessore presente sul territorio. Faccio anche presente che in Piemonte ci sono alcuni Assessori provinciali di Alleanza Nazionale, ma ce ne sono anche dei Gruppi DS o Forza Italia. Nelle altre Regioni non mi sembra che ci siano particolari filiere in questo settore...
CHIEZZI Giuseppe (fuori microfono) Non è che avete tutti Assessori alle strade...



CASONI William, Assessore alla viabilità e comunicazioni

Siccome qualcuno tentava di far passare questo concetto, dico che non è vero. Lo è nella misura in cui Alleanza Nazionale, rappresentando il 12 quindi essendo il secondo partito di maggioranza, dove governa ha, in alcuni casi, l'Assessore del proprio partito ed in altri no, ma questo fa parte della logica del gioco. E' comunque una motivazione per ribattere ad una sollecitazione portata dalla Consigliera Manica.
Pertanto, sono disponibile a vedere gli emendamenti costruttivi che sono stati presentati; l'impianto della legge, però - ripeto - è stato deciso e concordato con le Province.
Mi risulta, avendo partecipato alle Conferenze nazionali delle varie Regioni, che alcune Regioni che avevano intrapreso il percorso indicato da qualcuno, cioè di trasferire tutto alle Province, stanno già pensando di operare un cambiamento e venire nella nostra direzione. Queste, infatti, si sono rese conto che conferendo ad ogni Provincia anche il potere di progettazione, si sarebbe potuto verificare il caso in cui una Provincia progetta una strada fino ad un confine mentre, oltre quel confine, un'altra Provincia, magari di diverso colore politico, potrebbe non essere interessata alla prosecuzione di quel progetto. Ci si sarebbe trovati dunque, con una sezione di strada sulla quale, fino ad un certo punto interviene una Provincia e, da quel punto in poi, sulla stessa strada interviene una Provincia diversa. Da qui deriva la valenza del ruolo regionale sulle strade regionali.
Dicevo di essere disponibile a vedere nel merito gli emendamenti presentati; io stesso ho presentato alcuni emendamenti che recepiscono alcune sollecitazioni emerse in Commissione, sia dai Commissari, sia durante le audizioni che si sono svolte sul territorio. Non più tardi di un mese fa c'è stata un'audizione pubblica in II Commissione, alla quale hanno partecipato tutte le Province, i sindacati, i soggetti che potevano essere interessati. Essi hanno presentato le loro osservazioni riguardanti il merito della legge ed alcune di queste le ho gia fatte mie, presentando alcuni emendamenti.
Pertanto, l'ANAS ci ha comunicato che dall'1 luglio le strade sono state trasferite alla Regione, trasferimento che diventerà effettivo con il passaggio del personale e delle risorse. Dall'1 luglio, dunque, dobbiamo gestire una partita sulla quale i cittadini ci chiameranno a rispondere perché adesso il concetto è che una strada non è più dell'ANAS, ma è diventata regionale o provinciale. Da qui deriva l'interesse ed io ricevo tutti i giorni, dagli Assessori provinciali di entrambe le parti sollecitazioni a dotarci di questo strumento, poiché, diversamente, essi non potrebbero autorizzare, per esempio, la costruzione di una circonvallazione, visto che dall'1 luglio la competenza non è più dell'ANAS, ma è stata trasferita. Essi hanno ragione, perché si preoccupano della loro situazione territoriale.
Pertanto, l'urgenza dell'approvazione di questa legge non è voluta dall'Assessore Casoni o dalla Giunta regionale, ma è voluta dall'Assessore Casoni, dalla Giunta regionale, da tutte le Province piemontesi e da tutti i Comuni piemontesi principali che abbiamo contattato in questa fase di consultazioni e che auspicano, come noi, che questo diventi uno strumento attuativo.
Sui contenuti, poi, su quali siano gli organi, su chi debba vedere lo Statuto o altro, questo fa parte del merito del provvedimento; vediamo gli articoli e andiamo a ragionare sugli stessi. Io posso dire di aver portato la legge sino a questo punto; se qualcuno farà in modo che questa legge non proceda velocemente, io comunque avrò fatto il mio dovere. Se qualcuno vorrà farsi carico per poi risponderne alle Province e ai Comuni, posso dire di aver fatto tutto quello che sino ad oggi dovevo fare.
Dobbiamo regolamentare un organismo, quindi vediamo, articolo per articolo, come lo stesso dovrà essere regolamentato. Grazie.



PRESIDENTE

Grazie a lei, Vicepresidente Casoni.
Aggiorno la seduta alle ore 15.00, ricordando che alle ore 13.15 si svolgerà la riunione della Giunta per le Elezioni e chiedendo ai Consiglieri di fare, in apertura della seduta pomeridiana, un breve punto sugli emendamenti, in maniera tale da poter incanalare la discussione del provvedimento.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.12)



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