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Dettaglio seduta n.104 del 03/07/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA



(Il Vicepresidente Riba, alle ore 15,26, comunica che a causa del protrarsi dei lavori della Giunta delle Elezioni, la seduta consiliare è aggiornata alle ore 15,50)



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Angeleri, Bolla, Cantore Cavallera, Costa Rosanna, Deorsola, Racchelli, Rossi Giacomo e Vaglio.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori - Ritiro richiesta di inversione dei punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

A questo punto, dovevamo riprendere i lavori con la ripetizione della votazione in merito all'inversione dei punti all'o.d.g., però l'Assessore Burzi ha chiesto di parlare; in sostanza, c'è il ritiro di tale richiesta.
Prego, Assessore Burzi, prenda pure la parola.



BURZI Angelo, Assessore alle società partecipate

Intervengo solo per completezza, visto che la votazione di fine mattina è stata invalidata per mancanza del numero legale.
Sentendo una parte dei commenti, tra i quali quello del Consigliere Saitta, credo che un suggerimento (nulla di più) potrebbe essere quello di incardinare - uso questo verbo che, tra l'altro, mi piace poco - il discorso dell'ARES svolgendo la relazione (peraltro, tale provvedimento è uno dei punti inseriti all'o.d.g., come deciso nell'ultima riunione dei Capigruppo).
Dopodiché, prendendo atto della complessità della discussione sull'ARES e dell'urgenza - che, ripeto, è di natura squisitamente tecnica - si pu procedere come i colleghi poc'anzi hanno proposto: riproporre il termine dell'inversione o interrompere la discussione in merito all'ARES - la modalità procedurale la disporrà la Presidenza del Consiglio - riprendendo l'esame del provvedimento su CONSEPI, che sarebbe il punto da cui possiamo partire in questo momento.



PRESIDENTE

Consideriamo ritirata la richiesta di inversione dei punti all'o.d.g.
espressa nel corso della seduta di questa mattina.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 237: "Dimissioni del signor Roberto Salerno dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione con il signor Ennio Lucio Galasso (art. 16, legge 17/2/1968, n. 108)"


PRESIDENTE

A questo punto, procediamo con l'esame del punto 3) all'o.d.g.
relativo alle dimissioni del signor Roberto Salerno dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione, ai sensi dell'art. 16 della legge n. 108/68 e dell'art. 16 del Regolamento interno del Consiglio regionale.
La parola al Consigliere Mellano, che interviene in qualità di Presidente della Giunta delle Elezioni.



MELLANO Bruno

Do lettura dell'estratto del verbale n. 14 del 3 luglio 2001: "Il giorno 3 luglio 2001, alle ore 15.15, in Torino, presso la sede del Consiglio regionale, Via Alfieri n. 15, si è riunita la Giunta delle Elezioni. Sono presenti i Consiglieri Mellano, Angeleri, Muliere, Giordano Suino, Caracciolo, Valvo (in sostituzione del Consigliere Ghiglia), Contu Di Benedetto, Moriconi, Pozzo, Bussola, Saitta e Chiezzi.
Il Presidente Mellano riferisce che il Presidente del Consiglio regionale ha trasmesso in data 2 luglio 2001 la lettera con la quale il Consigliere Roberto Salerno ha rassegnato le dimissioni da Consigliere regionale" - richiamo l'attenzione sul fatto che è una nuova lettera rispetto a quella che abbiamo analizzato nella precedente seduta di Giunta delle Elezioni - "Occorre pertanto procedere, ai sensi dell'art. 16 della legge 17/2/1968, n. 108, alla surroga del predetto Consigliere.
Ai sensi del citato articolo, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione, segue immediatamente l'ultimo eletto.
La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito dell'attribuzione dell'Ufficio centrale regionale.
La Giunta delle Elezioni verifica che il Consigliere Roberto Salerno era stato eletto nella quota proporzionale della circoscrizione di Torino nella lista avente il contrassegno Alleanza Nazionale; constata che dal verbale dell'Ufficio centrale circoscrizionale presso il Tribunale di Torino risulta che all'ultimo eletto nella lista avente il contrassegno Alleanza Nazionale segue immediatamente il signor Roberto Vaglio.
Poiché il signor Roberto Vaglio è stato eletto nella lista regionale, segue all'ultimo eletto il signor Ennio Lucio Galasso.
Il Presidente Mellano informa che al Consigliere neoeletto sarà inviato lo schema per raccogliere le indicazioni necessarie a che la Giunta delle Elezioni esamini la condizione dell'eletto in riferimento alle situazioni di ineleggibilità e di incompatibilità di cui alle leggi n. 108/68, n.
154/81 e n. 55/90.
La riunione termina alle ore 15,30".
Con la lettura del verbale siamo quindi a prendere atto delle dimissioni del Consigliere Salerno e la Giunta delle Elezioni propone la surroga con il primo dei non eletti, che è appunto il signor Ennio Lucio Galasso.



PRESIDENTE

Grazie, Consigliere Mellano.
Vorrei dare lettura della nuova lettera indirizzata al Presidente del Consiglio da parte del collega Salerno, che in data 3 luglio scrive: "Con la presente inoltro e comunico le mie dimissioni dalla carica di Consigliere regionale, a far data dal timbro di presentazione della stessa all'Ufficio Protocollo del Consiglio regionale.
Torino, 2 luglio 2001".
Pongo in votazione la presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Roberto Salerno.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 38 Consiglieri presenti. Il Consigliere dimissionario Roberto Salerno non è presente in aula.
Pongo ora in votazione la proposta di prendere atto che al Consigliere Roberto Salerno subentra, ai sensi dell'art. 16 della legge n. 108/68, il signor Ennio Lucio Galasso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
Il Consiglio approva all'unanimità dei 39 Consiglieri presenti.
Ai sensi della votazione suddetta, proclamo eletto Consigliere regionale il signor Ennio Lucio Galasso e lo invito, qualora si trovi nelle immediate vicinanze, a prendere posto in aula.



(Il neo Consigliere Ennio Lucio Galasso prende posto in aula)



PRESIDENTE

A nome del Consiglio saluto il Consigliere Galasso.
Comunico all'assemblea che, per quanto attiene alla convalida dell'elezione del neo eletto Consigliere, l'art. 17 della legge n. 108/68 prevede che "al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti secondo le norme stabilite dal suo Regolamento interno".
A tal fine, l'art. 16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta delle Elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei provvedimenti conseguenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Prima di trattare il punto 4) all'o.d.g., che prevede il proseguimento dell'esame della proposta di legge n. 115, c'era la proposta dell'Assessore Burzi di chiedere l'inversione dei punti all'o.d.g., nel senso di incardinare l'ARES e cioè di trattare il disegno di legge n. 301, rubricato al punto 5).
La proposta è di inversione del punto all'o.d.g. e di trattare il punto 5), nel senso di svolgere la relazione sul punto 5).
Colleghi, il modo di procedere è legato anche al fatto che sono già stati presentati e depositati alcuni emendamenti e vi è ragione di ritenere che ci sarà una discussione abbastanza corposa. Quindi, per cercare di velocizzare i tempi e di produrre determinati risultati nella seduta di oggi c'è questa proposta.
Se l'aula acconsente, facciamo questa inversione; se qualcuno chiede di parlare contro, gli do la parola.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, è una questione di metodo e anche una questione di praticità, però dando un minimo di organicità: alla relazione si può far seguire il dibattito introduttivo e poi, in una seduta successiva, si pu entrare nell'articolato con l'esame degli emendamenti. Altrimenti si snatura, si fa un pezzo per volta, non si riesce a capire, non ci si dà un minimo di organicità.
Pertanto, o trattiamo la prima parte, che è quella di dibattito generale con la relazione e più o meno qualche intervento da parte dei vari Gruppi, oppure mi sembra veramente di castrare il senso del dibattito, di snaturarlo, di non dare, anche a chi lo può seguire in rete, modo di riuscire a capire cosa si sta facendo (un pezzo oggi, una parte del dibattito domani, il merito degli emendamenti magari la volta successiva).
Chiedevo un'inversione, però dando più organicità. Solo la relazione mi vede contrario.



PRESIDENTE

Ai fini di organizzare i lavori sospendo la seduta per cinque minuti per una veloce consultazione dei Capigruppo in aula.



(La seduta, sospesa alle ore 16.16 riprende alle ore 16.24)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
La riunione dei Capigruppo ha concordato il programma per la seduta di oggi.
Iniziamo i lavori con l'esame del disegno di legge n. 296 relativo a: "Sottoscrizione del secondo aumento di capitale della società CONSEPI S.p.A.". Subito dopo incardineremo la discussione su ARES-Piemonte con la relazione del Consigliere Manolino. Successivamente, sempre nella seduta di oggi, riprenderemo il dibattito su Ignitor, ossia la proposta di legge n.
115.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Esame disegno di legge n. 296: "Sottoscrizione del secondo aumento di capitale della società CONSEPI S.p.A." - Richiesta rinvio in Commissione


PRESIDENTE

Iniziamo pertanto con il disegno di legge n. 296, di cui al punto 7) all'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Signor Presidente, signori Consiglieri, la società CONSEPI S.p.A.
costituita nel 1980 con denominazione sociale CONSUSA S.p.A. aveva come scopo la realizzazione di un centro doganale-autoporto nel Comune di Susa strutturato con servizi specifici destinati al traffico commerciale su gomma in transito sull'itinerario internazionale Torino-Lione, attraverso il traforo del Frejus.
Nel corso degli anni '90, in applicazione dell'Atto unico dell'Unione Europea e quindi in coerenza con la libera circolazione delle merci in ambito comunitario, la società ha ridefinito la propria funzione riconvertendo la struttura e riqualificando lo scopo societario agli obiettivi di sicurezza stradale, di sicurezza dei trasporti e servizi alla persona secondo il Piano regionale dei trasporti.
La società ha approvato e finanziato i progetti esecutivi di settore strumenti indispensabili per la realizzazione dello scopo societario. A tal fine, la società si è trovata nella necessità di richiedere ai soci nuovi conferimenti in conto capitale necessari, da un lato, al riequilibrio della situazione economica e, dall'altro, al finanziamento della quota parte delle spese di investimento non coperte dai contributi.
A metà dicembre del 2000, la I Commissione consiliare, referente per le partecipazioni regionali, ha ritenuto audire la società sul nuovo programma di attività e, da tale incontro, è emersa la necessità societaria di reperire risorse finanziarie da investire.
Il 21 dicembre 2000 si è tenuta l'assemblea straordinaria della società che ha approvato il ripiano delle perdite e l'aumento del capitale sociale da L. 8.032.400.000 a L. 13.032.400.000, per complessive L. 5.000.000.000 a pagamento, tramite l'emissione di n. 5.000.000 di azioni del valore nominale di L. 1.000 cadauna.
La misura della ricapitalizzazione trova la sua motivazione nei progetti già avviati o di immediata cantierabilità e definiti nelle loro caratteristiche quantitative e funzionali che ricomprendono: il "Centro Servizi" con annessa Truck Station, che ha comportato un investimento superiore a L. 2 miliardi, interamente sostenuto dalla società. Le attività svolte dal Centro hanno consentito l'attivazione di 18 nuovi posti di lavoro. La struttura, seppur in fase di ultimazione, ha svolto inoltre un importante servizio di supporto e di ausilio nella fase di emergenza conseguente al disastro del Monte Bianco, alleviando i disagi locali dovuti al maggiore volume di traffico pesante della zona. A completamento dei servizi erogati è stato realizzato un impianto per la distribuzione dei carburanti che ha iniziato l'attività nel settembre scorso. Infine, il progetto comprende l'ampliamento e la ristrutturazione dell'edificio che ospita l'insieme dei servizi e il ricondizionamento delle aree esterne. Per tali obiettivi, la società ha presentata uno specifico progetto nell'ambito del Programma comunitario INTERREG II, ottenendone l'approvazione e l'ammissione al finanziamento, e quindi l'erogazione di una quota pari al 75% in conto capitale del relativo quadro economico.
Il "Centro Regionale Sicurezza Stradale", che ha comportato la realizzazione di un "Centro Regionale Guida Sicura" e l'allestimento di un "Centro Mobile" finalizzato a promuovere iniziative di comunicazione concernenti la sicurezza stradale, su tutto il territorio regionale. Per la parte strutturale, la società ha presentato istanze di finanziamento in diversi programmi quali INTERREG II, FIP - Trasporti 1 (L.R. n. 31/99) Fondi Strutturali UE, Ministero dei Lavori Pubblici.
Il disegno di legge in oggetto prevede all'art. 1, per il perseguimento delle finalità, la sottoscrizione da parte della Regione di un numero di nuove azioni pari ad un importo complessivo di L. 3.218 milioni.
L'art. 2 autorizza l'onere complessivo con l'erogazione in due tranches annuali di importo pari a 2.000 milioni a carico dell'esercizio 2001 e 1.218 milioni per l'esercizio 2002. La copertura dell'onere relativo all'anno 2001 è prevista con le somme di cui al capitolo 27170 in riferimento all'elenco 5 alla voce "Aumenti di capitale" e per l'anno 2002 è prevista con lo stanziamento del capitolo 27170 del bilancio pluriennale 2001/2003.
Nel licenziare il provvedimento in data 8 giugno c.a., la Commissione sottolinea l'urgenza in ragione della ristrettezza del termine per l'esercizio del diritto d'opzione fissata al 31 luglio 2001.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente, Riba, che interviene in qualità di Consigliere



RIBA Lido

Non credo sia il caso di riproporre una discussione che, peraltro, era già stata sviluppata nella scorsa legislatura relativamente alla funzione dell'attuale CONSEPI (ex CONSUSA) che era nata come struttura per creare uno sviluppo guidato nell'ambito del territorio della Valle di Susa in relazione ai danni e alle opportunità, l'una e l'altra cosa, connessi all'attraversamento dell'arteria autostradale internazionale.
E' noto ai Consiglieri, che hanno partecipato a vari e lontani dibattiti, che la struttura in origine doveva svolgere una funzione di interparco, un servizio doganale e una serie di funzioni e servizi che sono stati resi superflui o, addirittura, improponibili in relazione all'abolizione delle dogane e ad altri elementi di organizzazione della rete trasportistica.
In un dibattito, che a suo tempo fu abbastanza intenso, si ritenne alcuni sostennero l'opportunità dello smantellamento della struttura essendo venuta meno la possibilità di perseguire gli scopi originali - che quella struttura poteva proseguire la sua attività in altri termini ridefinendo in qualche modo la sua missione. Però il Consiglio regionale non fu mai messo in condizione di apprezzare una nuova missione corrispondente a livello di impegni finanziari che abbiamo prima assunto poi mantenuto e che adesso dobbiamo addirittura aumentare in quella struttura. Ho fatto un richiamo molto breve, che considero esaustivo, per fare una precisazione e porre un quesito all'Assessore Burzi che ha in carico questo tipo di attribuzione.
Ci risulta che nel Comitato esecutivo, nel Consiglio di amministrazione di CONSUSA, non siano presenti né la città di Susa né, in alcuna forma, la Comunità montana Valle di Susa. La qual cosa impedisce l'utilizzazione e l'impegno delle realtà istituzionali più vicine al territorio - pongo il problema non in termini di sussidiarietà, ma di funzionalità e di opportunità. Inoltre, ci risulta che il Presidente Bonansea - citando il nome di un Presidente non si entra in seduta segreta - abbia in più occasioni condiviso il rilievo sulla carenza ed incongruità del Consiglio di amministrazione costituito soltanto da rappresentanti della Finpiemonte e della società autostradale. Non intendo fare una critica sulla funzione che può essere oggetto di apprezzamenti diversi. In questa fase, e prima di procedere alla definizione di un ulteriore livello di impegno (considerato anche che, da informazioni dello stesso Assessore, pare sia in corso un progetto di riallineamento delle quote di partecipazione) vorrei sentire l'Assessore gelo.
Peraltro, in questo momento l'Assessore Burzi si sta intrattenendo con un esponente dello stesso partito del Presidente Bonansea...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Burzi)



RIBA Lido

Stava distraendo l'Assessore, va bene. E' un fatto che, in qualche maniera, sottolinea una diffusa vocazione del Consiglio regionale!



(Ulteriori commenti fuori microfono dell'Assessore Burzi)



RIBA Lido

Sì, sua! Come dicevo, gradiremmo preliminarmente sentire dall'Assessore una valutazione in ordine alla disponibilità della Regione ad operarsi perch con l'aumento del nostro impegno, qualora si verifichi - e, dato lo stato delle cose, non possiamo condividerlo - possa essere la Regione il soggetto che si impegna (conformemente ad elementi discussi in questo stesso Consiglio, se pure in un'altra legislatura) ad allargare la partecipazione al Consiglio di amministrazione anche alla Comunità montana e alla Città di Susa, eventualmente con un allargamento dello stesso Consiglio.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Non ripercorrerò i punti di una discussione che è stata abbastanza approfondita in Commissione. Mi limito a far rilevare all'aula come si vada ad esaminare l'ennesimo provvedimento che riguarda la galassia delle società partecipate della Regione senza avere alcuna indicazione nonostante il cambio di Assessorato, sulle proposte di riassetto e ridisegno di una galassia particolarmente complessa.
Da questa complessità deriva anche la caratteristica di essere particolarmente opaca, essendo unicamente chiaro che i vari punti di partecipazione societaria della Regione corrispondono ad altrettanti punti di potere locale, territoriale e politico, i quali rappresentano, questi sì, non le partecipazioni, ma la priorità più evidente dell'impegno della Regione in questo tipo di attività economiche.
Parliamo, per l'ennesima volta, di una società a cui la Regione non dovrebbe partecipare. Parliamo di una società che ha l'obiettivo implicito di "strumento" di politica territoriale, che le deriva dall'essersi riconvertita da strumento relativo a politiche doganali a strumento di gestione di servizi autostradali; abbiamo una linea di attività della società che - lo dico senza particolare ironia - è un distributore un pochino "allargato" (il che non giustifica l'impegno della Regione Piemonte), e una seconda linea di attività, quella del Centro regionale per la sicurezza stradale, che invece non giustifica la forma societaria.
Questo è un obiettivo caratteristico di un Ente strumentale, di un'articolazione funzionale dell'Amministrazione regionale, sicuramente non di una Società per Azioni che ha un suo Consiglio di amministrazione, un Presidente e così via.
Quindi, ripeto e rinnovo il giudizio molto negativo su questo provvedimento già espresso in Commissione, e mi limito a far rilevare all'aula e all'Assessore che forse è tempo di giungere - in questa e nelle sedi più approfondite delle Commissioni - a discutere del riassetto complessivo delle partecipazioni e non, di volta in volta, di aumenti o conferimenti di capitale. Ciò avviene quasi sempre per salvare imprese economiche che non hanno giustificazione economica, molto spesso per perpetuare centri di potere che - a nessuno sfugge! - sono ampiamente ed articolatamente distribuiti tra le forze di maggioranza e, in parte, anche tra le forze di opposizione.
Quindi, ribadisco il giudizio negativo su questo provvedimento.
Vorrei che qualcuno in quest'aula dicesse che la Regione non partecipa a società che gestiscono distributori di carburanti. Non lo fa per ragioni di principio, di buona educazione e di dignità civile. Vorrei che qualcuno dicesse che l'unico provvedimento che la Regione deve intraprendere rispetto a queste società, è disfarsi della partecipazione, che la Regione non crea una Società per Azioni per gestire un Centro regionale sulla sicurezza stradale, che può essere molto più agevolmente demandato alla responsabilità degli uffici.
Detto questo, anticipo la mia dichiarazione di voto, annunciando che il voto su questo provvedimento sarà negativo, molto negativo.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marengo.



MARENGO Pierluigi

La storia di CONSUSA S.p.A. è abbastanza nota. Essa nasce dall'illusione di creare un grosso polo che si innestasse sulla neonata Autostrada Torino-Bardonecchia, ove avrebbe dovuto sorgere un Centro sportivo, Annibale 2000, un edificio per la promozione del prodotto agroalimentare piemontese, un autoporto, tutti i servizi ad esso connessi e il sistema doganale. Questa era la follia con cui si creò CONSUSA.
Alcune opere non sono state realizzate, sono venute meno, altre sono divenute impossibili, essendosi modificato il sistema delle dogane.
Attualmente CONSUSA S.p.A., che ha cambiato nome in CONSEPI S.p.A.
consiste in uno splendido piazzale in cui c'è un distributore di benzina (che, peraltro, non è gestito da CONSEPI ma, se non sbaglio, dall'IP) e una palazzina che fornisce servizi di prima necessità fisiologica ai camionisti. Questa è oggi la realtà di CONSEPI S.p.A. Una realtà che giustamente, non vede presenti né la Città di Susa né la Comunità montana di riferimento. Non li vede presenti per il semplice fatto che la società non c'entra più nulla con la Città di Susa né con la Comunità montana di riferimento.
Non è un fatto strano che non siano presenti: è normale che non lo siano, perché CONSEPI non ha alcun riferimento con la Città di Susa né con il territorio valsusino, così com'è oggi.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Riba)



MARENGO Pierluigi

No, no, nel Consiglio!



(Ulteriori commenti fuori microfono del Consigliere Riba)



MARENGO Pierluigi

Non ha comunque un riferimento territoriale! Ma non è questo il punto.
Condivido quanto detto dal collega Palma sul fatto che la Regione debba disimpegnarsi da queste partecipazioni e porre fine a questa galassia disomogenea di partecipazioni.
Il discorso che volevo fare riguarda, però, un altro problema. Mi sembra che la mano destra che ha scritto questo provvedimento su CONSEPI abbia lavorato scollegata della mano sinistra che ha scritto, invece, il disegno di legge sull'ARES.
All'art. 2 del disegno di legge sull'ARES, leggo: "L'ARES Piemonte provvede all'attuazione della pianificazione pluriennale, alla progettazione ed all'esecuzione di interventi in materia di viabilità, nonché allo studio e alla diffusione dell'informazione connessa, anche relativa alla sicurezza, ai cittadini all'utenza della rete viaria nel territorio regionale".
Leggo invece nelle competenze di CONSEPI "...obiettivi di sicurezza stradale, di sicurezza dei trasporti e servizi alla persona secondo il Piano regionale dei trasporti", ma non solo "finalizzato a promuovere iniziative di comunicazioni concernenti la sicurezza stradale su tutto il territorio regionale". Quindi, CONSEPI vuole rilanciarsi su una competenza che nel disegno di legge è prevista essere in capo all'ARES.
Se questo aumento di capitale è necessario per chiudere delle situazioni ed avviare, nei dovuti tempi e modi, delle procedure per arrivare alla chiusura o comunque alla dismissione dell'impegno in CONSEPI su questo punto posso anche essere d'accordo.
Se invece l'aumento di capitale serve per tenere in piedi e, come leggo, rilanciare una società che ha le stesse competenze di un Ente che ci viene proposto di istituire, a questo punto diventa difficile dire che dobbiamo aumentare il capitale per creare un doppione dell'Agenzia regionale delle strade del Piemonte (ARES Piemonte).
Su questo deve esserci un ragionamento comparato dell'una e dell'altra altrimenti andiamo veramente al doppione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Avevo, in passato, avuto modo di soffermarmi, anche con un certo impegno, sulla vicenda di CONSEPI, e devo dire che ci troviamo in una situazione veramente paradossale. Alcuni rilievi sono stati mossi dai colleghi che mi hanno preceduto e anche dal collega Marengo della maggioranza, che è stato critico nei confronti di questa proposta. Questo lascia supporre un ripensamento attorno alla proposta della Giunta normalmente dovrebbe essere così quando, all'interno anche della maggioranza, ci sono dei rilievi. Se non è così, evidentemente l'anarchia è totale.
Veniamo al tema. La Giunta si era impegnata durante la campagna elettorale, e non solo, a presentare un piano di ristrutturazione complessiva delle società partecipate. Era questo il tema politico vero perché nella passata legislatura la Giunta Ghigo aveva fatto una serie di aumenti di capitale di società in perdita, di società decotte, tra le quali c'era la CONSEPI ex CONSUSA.
Ricordo che, nel 1997, in quest'aula facevo rilevare come questa società avesse un fatturato di soli 18 milioni, il costo del personale di 137 milioni e il costo del Consiglio di amministrazione di 214 milioni. Era questa CONSEPI.
Rispetto alle critiche che avevamo sollevato quando la Regione propose l'aumento di capitale, già nel 1998 venne fatto un aumento di capitale di 1 miliardo e 850 milioni. Rispetto alle critiche che avevamo fatto allora come Gruppo, si pensò di inventare qualcosa: l'importante era mantenere la prebenda al Presidente della società. E ancora adesso la situazione è identica: si tratta di mantenere una prebenda al Presidente di questa società, perché allora non c'erano motivazioni di mantenere una società che non aveva più la possibilità di raggiungere lo scopo della realizzazione dell'autoporto.
Ma che senso ha aver speso 1 miliardo e 850 milioni e oggi sottoscrivere un aumento di capitale per 3 miliardi e 150 milioni per fare una stazione di servizio e un ristorantino, per fare il Centro di sicurezza del traffico? Assessore ai trasporti, dica lei qualcosa! Ha senso che una società con 3 miliardi e 150 milioni faccia il Centro di sicurezza del traffico? E' una cosa priva di senso.
Allora anche qui, come abbiamo fatto per RTP, Assessore liberista Burzi, faccia una cosa molto semplice: anziché fare un aumento di capitale date una consulenza al Presidente di questa società, costa molto meno. Gli date una consulenza, si trova una modalità - visto che ne date tante - e non facciamo questa sciocchezza.
E' veramente paradossale immaginare che una società possa fare tutte queste cose. Ma cosa fa? E' una stazione di servizio. Questo è il tema vero.
Allora, credo che questa sia veramente una scelta di aumento della spesa pubblica, non risponde a nessuna logica di carattere economico, non c'è alcun piano aziendale che lasci supporre che questa azienda possa dare degli utili.
L'Assessore e la Giunta dovrebbero fare queste valutazioni. Ora so perfettamente che prevalgono anche le logiche politiche, le logiche delle prebende. So perfettamente che in queste scelte c'è una sorta di grande cinismo e di baratti tra prebende. Probabilmente sono le logiche che prevalgono, non prevalgono le logiche economiche. So perfettamente che l'Assessore Burzi - che ha questa delega nuova - dirà che questa è una società che va bene. La Regione mette ancora 3 miliardi e 100 milioni circa.
Esprimo la mia contrarietà e mi rifaccio a tutte le osservazioni espresse allora e anche alle osservazioni fatte poco fa dai colleghi. Ci sono altre società, come ad esempio la Finpiemonte, che svolgono funzioni in qualche maniera similari e, in ogni caso, volevo ricordare all'Assessore Burzi che già nel 1998 - mi pare che allora fosse responsabile delle partecipate il Vicepresidente Masaracchio - ci venne assicurato il grande vantaggio che avrebbe avuto la Regione Piemonte e che tutti gli altri soci erano pronti a sottoscrivere un aumento di capitale. Ricordo che allora Finpiemonte non sottoscrisse l'aumento di capitale, giudicando questa società come una società decotta.
Non so come stanno adesso le cose, non so qual è la quota di Finpiemonte, ma sarei veramente curioso di sapere che cosa gli altri soci pensano in ordine al finanziamento di una società con queste caratteristiche, e mi chiedo soprattutto - e lo chiedo al Vicepresidente mancando il Presidente Ghigo - qual è la funzione strategica di una società con queste caratteristiche.
La Regione dovrebbe impegnare delle risorse per qualche obiettivo strategico, non per la pompa di benzina o per il ristorantino. O sbaglio?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Ricordo che quando inaugurammo questa legislatura, su proposta della collega Ferrero decidemmo, come I Commissione, di convocare i Presidenti delle partecipate della Regione Piemonte.
In quell'occasione la collega Ferrero - e le do atto volentieri di questa presa di posizione - sostenne che era giusto che la Giunta e la Commissione si ponessero il problema di un riordino delle partecipate della Regione.
Ne scaturì, quindi, l'idea di avviare queste consultazioni, che servivano per l'appunto a noi Commissari per avere il quadro della situazione.
Ricordo che audimmo il Presidente di questa società e in quell'occasione tutti noi Commissari, indipendentemente dalle appartenenze politiche, ci domandammo qual era il ruolo o qual era l'ammissione di quella società, perché avvertivamo che c'era un'incongruenza tra l'esistenza di una società partecipata della Regione Piemonte e il fatto che quella medesima società svolgesse due funzioni: attività di educazione stradale e gestione di un ristorante.
Ci lasciammo tutti perplessi circa le ragioni per le quali avevamo messo in piedi, a suo tempo, una società con queste caratteristiche.
Se questo ragionamento ha ancora un senso, credo che dobbiamo davvero oggi, indipendentemente dal fatto che siamo maggioranza o minoranza, porci un problema. Ha senso che oggi il Consiglio regionale decida di conferire 2 miliardi ad una società sulla cui utilità tutti abbiamo dei dubbi? Molti hanno dei dubbi. Si tratta di 3 miliardi e 200 milioni. Ha senso questo? Non pongo soltanto il problema che dobbiamo insieme mettere mano ad una riforma delle partecipate e riordinare questa materia. Si tratta di una questione importante che, di per sé, giustificherebbe il fatto che si sospenda l'esame di questo provvedimento, altrimenti procediamo a spizzichi e bocconi, cioè facciamo la politica dei due tempi: la riforma non viene mai e intanto faccio il primo tempo di quella politica, che significa conferimenti.
Già questo, di per sé, giustificherebbe il fatto di non prendere in esame il provvedimento; ma se esaminiamo lo specifico, il merito della proposta, credo che esistano tantissime buone ragioni per aprire, su questo punto specifico, come Consiglio regionale, una fase di riflessione.
Non ha infatti alcuna ragione di esistere il fatto che oggi conferiamo un capitale di questa entità ad una società sulla quale molti di noi hanno delle riserve di fondo; riserve che attengono al fatto che non si capisce che senso abbia per la Regione Piemonte tenerla in piedi, quindi che senso abbia oggi ricapitalizzarla, per pensare che debba raggiungere finalità sulle quali abbiamo dei dubbi.
Assessore Casoni, le pongo una domanda: lei che ha una competenza che incrocia il problema di questa partecipata, pensa davvero che questa società possa diventare il Centro che loro dicono? E ammesso che possa diventarlo, qual è l'utilità dal punto di vista della politica dei trasporti a livello regionale? Io, francamente, non ne vedo l'utilità.
Voglio dunque, Presidente, farle una proposta, e vorrei farla anche ai colleghi della maggioranza: se ha un senso quanto detto dal collega Marengo e prima ancora da Carmelo Palma, non ci conviene sospendere l'esame di questo provvedimento? Non casca il mondo se noi oggi non decidiamo su questa questione! Ritorni in Commissione! Inoltre, invitiamo l'Assessore a fare un ragionamento sulla riforma delle partecipate.
In ogni caso, come Consiglio e come Commissione, riserviamoci di tornare sul problema, perché francamente questa sera non ci sentiamo voteremmo comunque contro, sia chiaro, ma a tale proposito parlerà il collega Riba - di consentire che venga approvato un provvedimento che mamma mia! - è proprio un "mostriciattolo" dal punto di vista politico!



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Oltre al problema di un maggiore coordinamento della politica delle partecipazioni della Regione, di cui si sente il bisogno, occorrerebbe chiarire la funzione di questo Ente. Ad esempio, storicamente CONSUSA era nata per mettere su uno dei due piatti della bilancia una voce positiva rispetto a quelle che erano le servitù, gli obblighi, gli impegni che la viabilità poneva alla Valle di Susa, anche perché l'inarrestabile declino industriale di questa valle, che ha visto perdere l'industria tessile l'industria dei televisori, ecc., era un fatto di impatto e di natura così forte che poche altre aree del Piemonte avevano subìto un'influenza così negativa.
L'intuizione di allora non ha poi trovato il conforto in una struttura che potesse rappresentare un'idea di coagulo di interessi nel sistema di trasporto che valorizzasse una funzione; ciò si è certamente verificato per molte ragioni, non ultima perché molte di queste funzioni le svolge già egregiamente il Centro Intermodale, il SITO, di Orbassano, che è lontano 30/40 chilometri, per cui era difficile inventare altre funzioni sul trasporto In effetti, quello che si è messo in piedi è poco più di un piazzale di un distributore, di alcuni servizi primari; probabilmente, si potrebbero trovare altre funzioni ed altri servizi per dare un senso maggiore a CONSEPI, ma va ridefinito, va ricreato il progetto, probabilmente va reiniziato da zero, va ripensato profondamente, anche per rispetto alla Comunità della Valle di Susa, perché non gli si può vendere questo strumento come un elemento di compensazione rispetto agli oneri dell'Alta Velocità, dell'autostrada che percorre quella valle, delle due statali degli elettrodotti e così via.
Bisognerebbe fare una CONSEPI per ogni Comune della Valle, forse; per ogni Pro Loco: ogni Pro Loco dovrebbe avere una CONSEPI. Probabilmente, in quel caso, se ne risentirebbe il riverbero positivo; però, così com'è, non ha influssi, anzi, è veramente un elemento molto negativo.
In genere, quando si ricapitalizza, si possono prendere due strade: o è una ricapitalizzazione per sviluppo o è quella per tamponare le falle. Qui ci troviamo palesemente in una ricapitalizzazione tesa a tamponare le falle, che però è ben di due terzi del capitale attualmente esistente: i due terzi! E' un fatto eccezionale! Nelle normali società, quando si ricapitalizza, lo si fa per porzioni e per segmenti ridotti.
Qui si tratta di un salvataggio profondo. Lo si potrebbe anche fare se ci fosse una prospettiva, un qualcosa che permetta, nel rapporto con il mercato, nel rapporto non solo con i contributi comunitari... Noi sappiamo che, giustamente, prima CONSUSA ed ora la nuova società hanno cercato di attingere ad INTERREG, proprio perché forse CONSUSA è una di quelle attività - INTERREG ha toccato tante cose, anche impropriamente - che aveva come scopo quello dell'abbattimento delle frontiere all'interno dell'Unione Europea (allora Comunità Economica Europea) e che doveva compensare quei danni.
CONSUSA aveva proprio la funzione di essere lo snodo di frontiera con la Francia; venuto meno questo, INTERREG interviene. Tra l'altro bisognerebbe capire come le risorse in arrivo da INTERREG impattano sul bilancio di questa società e capire come si inserisce la ricapitalizzazione: quelle risorse saranno aggiuntive? Non si potrebbe aspettare per vedere come si assesta questo elemento e in modo da minimizzare l'apporto di capitale? A questo bisognerebbe proprio arrestare e ridefinire il progetto, e magari con coraggio liquidare e ricostruire, perché io credo che la Valle di Susa non si meriti questo, ma si meriti una scelta più qualificata: ridefinirla e metterla in movimento in modo più qualificato. Per esempio la questione del distributore dei carburanti, che evidentemente è marginale rispetto al progetto, ma tocca un po' l'immaginario collettivo: ha un gestore; probabilmente, la società petrolifera, per poter occupare quello snodo, deve dare dei proventi da questa operazione, non credo che sia gratis. Bisognerebbe capire. Il collega Saitta parlava di un fatturato ridicolo; già solo le entrate per la concessione su un distributore dovrebbero essere molto più ampie, per cui occorrerebbe capire che significato assume questo aspetto.
Siamo dunque dinanzi ad un passaggio che ci vede, fra due-tre anni fare una nuova operazione di ricapitalizzazione? O siamo dinanzi ad un progetto che è forte, che ha bisogno di queste energie e va avanti? Dalla relazione, dagli elementi che ho a mie mani - io purtroppo non ho potuto partecipare, non ero ancora componente della I Commissione, ma l'aula ricompone la pluralità del dibattito che si determina nelle Commissioni, è questa la sede finale - questo non mi pare chiaro; non mi pare nemmeno che ci siano allegati tali da poter capire che è in corso un nuovo progetto.
Ma poi - udite, udite! - si parla del Centro mobile. Di cosa si tratta? Di autocarri con all'interno dei sistemini che permettono di fare l'educazione stradale in giro per il Piemonte? Già qualche collega ha notato che in uno dei punti delle finalità dell'ARES è compreso anche questo aspetto. Io, tra l'altro, in un emendamento - che esamineremo dopo metto anche in discussione quell'operatività dell'ARES.
Comunque c'è un doppione: facendo il disegno di legge sull'ARES sottraiamo - Assessore ai trasporti - un pezzo di operatività alla CONSEPI che potrebbe essere non dico vitale, decisivo, ma certamente importante per cui bisogna capire e trovare un minimo di coordinamento tra le due funzioni. Pertanto, la questione andrebbe chiarita.
Facendo questo discorso oggi, in qualche modo diamo un elemento della Regione alla politica per la Valle di Susa; francamente, occorre avere una definizione diversa.
La missione e l'operatività di CONSEPI va ridefinita. A mio avviso andrebbe ridefinita prima di procedere a questa ricapitalizzazione o forse, sarebbe più importante liquidarla, dando garanzia ai lavoratori che vi sono - per carità! - perché credo che vi siano delle potenzialità. Il progetto è debole strutturalmente; forse, ci potrebbero essere proiezioni nuove, ma si deve partire da zero, con un nuovo progetto, oppure su basi profondamente diverse. Dico "profondamente diverse" perché la funzione trasporti non può essere decisiva in quel punto della valle per una serie di limitazioni orografiche e territoriali in cui si colloca.
Assessore, prenda il coraggio a due mani, rinvii questa operazione cerchiamo di trovare la strada di una definizione nuova di questo progetto o con la liquidazione della società o innestando rapidamente un nuovo progetto che dia senso ad una politica in questo settore nella Valle di Susa. Penso che la Valle di Susa, con tutto il discorso della TAV meriterebbe, anche per questo aspetto, un altro trattamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Signor Presidente e caro Assessore, i colleghi hanno ricordato il fatto che da tempo in quest'aula si chiede, anche in questa legislatura, che nei confronti della politica verso le partecipate si possa fare il punto della situazione ed elaborare una linea di comportamento della Regione Piemonte che sia organica e che, prendendo contestualmente in esame tutte le partecipate, decida quali siano le linee di sviluppo che si intendono sostenere.
Questa è una perorazione che dura da parecchio tempo e che in quest'aula non ha ancora avuto un momento di soddisfazione. Che dire? Quello che hanno detto i colleghi: ripetere questa richiesta, ripeterla con forza e ritrovarsi, tanto per cambiare, di fronte ad una Giunta che fa finta di niente e tira diritto per la propria strada.
Bene. Veniamo allora a CONSEPI visto che la prima richiesta delle minoranze, come al solito, viene respinta al mittente.
Come dicevano prima i colleghi Ronzani, Saitta e Tapparo, CONSEPI oggi, è una società che ha come missione consolidata quella di gestire un distributore di benzina e un ristorante. Tramontato il tempo in cui lo Stato fabbricava i panettoni, tramontato quel tempo...



BURZI Angelo, Assessore alle società partecipate (fuori microfono)

Ahimé!



CHIEZZI Giuseppe

L'Assessore Burzi dice: "Ahimé!".
Adesso abbiamo l'Assessore Burzi che invece dei panettoni infila la benzina dentro i serbatoi dei veicoli e gestisce un ristorante. Che questa sia una delle missioni che la Regione Piemonte deve trattenere per sé e sulla quale investire le proprie risorse mi sembra sbagliato e, dal punto di vista dell'Assessore Burzi, assolutamente stupefacente. Si aggiunga il fatto che - come ricordava il collega Saitta - questa operazione ha più il segno di un'operazione "tappabuchi" che non quella di un'operazione che segna con nuovi progetti un'attività di sviluppo.
Ricordo all'Assessore l'impegno assunto in sede di Commissione. Proprio perché vi è il forte dubbio che sia una operazione "tappabuchi" e proprio perché il segno di preoccupazione circa l'efficienza attuale della conduzione dell'azienda non abbia anche dei segni negativi, in Commissione avevamo chiesto - ricorda? - che venissero forniti, prima dell'esame conclusivo in aula, i dati di gestione e, quindi, l'economia di questa azienda nei confronti del distributore di benzina e del ristorante, perch si è detto: "Può anche darsi che vi sia una situazione di sofferenza dal punto di vista finanziario, ma siamo sicuri che almeno le due attività che sicuramente sono economiche in tutto il mondo - nel quadro del bilancio della CONSEPI abbiano un segno positivo, un utile positivo?".
Questo era stato detto: almeno essere sicuri di trovarci all'interno di un'azienda in cui le gestioni normalmente economiche rimangano tali anche in questo caso.
Questi erano i dati che avevamo chiesto in Commissione e che ci erano stati promessi - chiedo aiuto alla memoria dei Consiglieri di maggioranza prima di avviare la discussione e la votazione di questo disegno di legge.
Mi pare che stiamo ancora aspettando questi dati e si tratta di dati importanti; sollecito a fornirli perché si tratta di un impegno assunto in Commissione; cioè conoscere in merito a questi due settori di attività (il ristorante e il distributore) gli utili nell'arco dell'anno e, quindi sulla base di questo dato, valutare l'utilità di procedere o meno ad una ricapitalizzazione.
Chiederei aiuto ai colleghi della maggioranza e al Presidente perch tale impegno era stato assunto in Commissione; c'è, per cortesia, qualcuno che ricorda qualcosa?



PRESIDENTE

Prima della chiusura della discussione generale, ha chiesto la parola l'Assessore Burzi; ne ha facoltà.



BURZI Angelo, Assessore alle società partecipate

Come tentativo, non certo esaustivo, cerco di rispondere ad alcune delle domande emerse, partendo dall'ultima. Mi scuserà il Consigliere Chiezzi, ma, francamente, non ricordo. Non me ne sono ricordato e, quindi in tal senso, non l'ho esaurita nei tempi in cui, eventualmente, l'ho assunta in sede di I Commissione. Ciò nondimeno, qualora si sia trattato di un ritardo o semplicemente di una dimenticanza, è un impegno che velocemente esaurirò nella sede della prossima Commissione che si terrà venerdì; mi pare che alle ore 9.30 si svolgerà una Conferenza di Servizi per esaminare, se non ricordo male, i temi della programmazione. In tale sede, immaginando la presenza di quasi tutti i componenti della I Commissione, esaurirò fisicamente, tramite la Presidenza della Commissione quanto richiesto dal Consigliere Chiezzi.
Lo cito per primo perché, certamente, non è l'economicità di CONSEPI che veniva posta in dubbio o in discussione, ma, eventualmente, mi pare di capire dal Consigliere Chiezzi, il presupposto dell'aumento di capitale. Da questo punto di vista, pur essendo indispensabile esaurire la richiesta avanzata dal Consigliere Chiezzi, mi sembra non specifitacamente rilevante rispetto alla discussione che stiamo avendo oggi e che ha - ripeto l'urgenza derivante dal fatto che gli organi dell'azienda hanno deliberato l'aumento di capitale che ha questa decorrenza.
Per quanto riguarda il cosiddetto "riassetto delle partecipate", talora tale termine ha un'implicazione che può presentare connotati negativi che francamente ed aprioristicamente, non condivido, ma una definizione all'inizio della delega che ricopro da un mese.
Ricorderanno i colleghi di prima, ma è buona occasione ricomporre il dibattito - lo ha ricordato il collega Tapparo - in una sede più ampia, che è quella del Consiglio, perché ho assunto l'impegno, che tenderei a mantenere, come Assessore competente, a riferire per la metà di settembre sulla situazione delle partecipate: sulla linea politica, su quale assetto su quali indirizzi intende la Giunta operare in merito alla complessità e al numero delle partecipate stesse. Quindi, ribadendo l'impegno che mi sembra essere sufficientemente ravvicinato, tenuto conto delle date in cui vi sono degli impegni che ci coinvolgono tutti e - perché no! - anche dell'interruzione estiva, a tale data rimando una discussione più ampia che sicuramente non sarà esaustiva, ma che anch'io condivido essere indispensabile fare e periodicamente aggiornare.
Arrivando specificamente a CONSEPI, anche in questo caso rimando, ma a subito dopo, perché la discussione su queste aree esca utilmente sollecitata. Quindi, su questa eventuale sovrapposizione di aree di interesse la Giunta e il Consiglio avranno certamente modo di dibattere.
Senza, peraltro, sorprenderci più di tanto, poiché esistono, e non soltanto nell'ambito dell'Ente Regione, partecipate, siano esse controllate o meno e qualunque ne sia la struttura, che hanno aree di immissione, aree di azione, che più o meno parzialmente si sovrappongono; non è questo fonte di stupore.
Cito, anche se riguarda poco l'Ente Regione, l'area del turismo, che francamente mi vede totalmente esterno come competenze, dove mi pare che sullo stesso settore ci siano soltanto, in Provincia di Torino, cinque o sei strutture, variamente organizzate, che operano. E' evidente che la razionalizzazione delle strutture, che nascono in tempi diversi, che nascono anche con obiettivi diversi, deve essere conseguita. Talora questi obiettivi sono anche competitivi, gli uni rispetto agli altri, per cui si possono generare sovrapposizioni che comunque devono essere utilmente evidenziate, discusse ed approfondite per verificarne l'utilità.
Terzo passaggio. Mi voglio scusare con i colleghi perché la mia conoscenza complessiva sulle partecipate, nel caso specifico di CONSEPI non è così profonda, come forse la discussione meriterebbe, però alcune cose, anche a me, saltano agli occhi. Per esempio, esiste un documento di Commissione, come ha ricordato utilmente il collega Ronzani, da cui risulta che, proprio all'inizio della legislatura, CONSEPI venne audita: io non lo sapevo. Probabilmente, quel giorno, essendo un'audizione, arrivai in ritardo per la sessione ordinaria. In quell'occasione, ai Commissari e al Consiglio fu comunicato un incremento di patrimonializzazione della società dal 1997 al 2001, portando il totale a 21 miliardi e 96 milioni.
Evidentemente, assumo questi dati come veri, tocco solo di lato un elemento che è stato oggetto di discussione in I Commissione. In questo caso, un aumento di capitale di questa entità deve vedere una discussione non formale da parte dell'Ente, ma ci troviamo molto spesso, come Consiglieri ad approvare o discutere bilanci di partecipate dove la conoscenza del merito e dei numeri è francamente difficile. Su questo varrebbe la pena in alcuni momenti riflettere su quale debba essere il modo migliore, da parte del Consiglio, di effettuare la doverosa opera di controllo. Però, 21 miliardi e 996 milioni, differenziate nelle quote a carico della società: 5 miliardi e 900 milioni nelle quote di finanziamento pubblico a fondo perduto, 8 miliardi e 400 milioni nel fondo di rotazione FIP, perch utilizza questo fondo di rotazione per 2 miliardi e 800 milioni.
Certamente, se si tratta semplicemente di un distributore di benzina - cosa che non so, quindi mi rimetto alla maggior conoscenza di chi, invece meglio di me conosce la questione - è un bel distributore di benzina da 21 miliardi e 996 milioni! Se il Consigliere Saitta consentirà, aggiungerò che nel documento che è a sue mani, come Presidente del Gruppo e membro della I Commissione, ci sono dieci addendi che vanno dalla realizzazione del Truck Station, partita nel 1997, ai progetti INTERREG del primo e secondo lotto. E qui aggiungo per completezza, per il Consigliere Tapparo...



(Commenti in aula)



BURZI Angelo, Assessore alle società partecipate

Sono abituato ad interloquire utilmente, non solo con il Consigliere Saitta.
Il progetto INTERREG per 3 miliardi e 381 milioni; progetto Truck Station e così via una serie di voci, di cui la voce più significativa è il progetto Guida sicura, per 3 miliardi e mezzo; due voci del fondo di rotazione del FIP, Completamento piste e Centro sicurezza, oggetto di una parte di interventi per 4 miliardi e 800 milioni e 2 miliardi e 290 milioni.
Secondo e terzo insieme.
Mi ricollego ad un ragionamento che è stato fatto non solo dal Consigliere Palma. In questo momento l'Ente Regione ha, sommando le quote proprie, il 64% circa, che danno, con le quote Finpiemonte, pari a circa l'11%, il 75%: un'amplissima maggioranza.
Ho detto, solo in sede di I Commissione, che volontà della Giunta peraltro già comunicata anche in sede di Giunta, in data 12 febbraio dall'Assessore che allora gestiva le deleghe, è, ottenuta l'approvazione dell'aumento di capitale - se fosse ottenuta la quale, evidentemente non potremmo esercitare i diritti di opzione che ne derivano - provare a ridurre la quota della partecipazione dell'Ente, a favore, evidentemente di un eventuale azionista che in questo caso non può che essere l'azionista privato presente o, meglio, uno degli azionisti privati, quello che ha una partecipazione significativa dentro la S.p.A., pari attualmente al 22,28%.
E' intenzione, come ho già comunicato in sede di I Commissione, avendo per lo strumento che certamente rafforza la posizione dell'Ente, verificare se è possibile che l'Ente Regione, pur mantenendo il controllo complessivo in mani pubbliche, giusto o non giusto che sia - non è questo il momento per dibatterne, data l'urgenza dei tempi - possa comunque ridurre la propria presenza, rimanendo certamente almeno al 50,1%. Se questo avvenisse, ma per poterlo fare bisogna che la Giunta possa essere autorizzata alla discussione non in sede informale, alcune verifiche verrebbero puntualmente fuori, perché se l'azionista privato lo trovasse conveniente - giuro che non lo so e quindi non anticipo alcun esito, posso al massimo anticipare delle valutazioni, peraltro fatte in maniera molto superficiale da me quindi senza poco valore contabile sul valore dei diritti di opzione dovrei dire che esiste una struttura che intenda in parte sostituirsi ad un onere che, altrimenti, sarebbe solo della Regione. Secondo, diventerebbe meno oneroso rispetto ai 3 miliardi e 200 milioni, che sarebbe la quota complessiva. Terzo, inizierebbe un processo di razionalizzazione che non potrebbe che essere considerato come un aspetto complessivo del tutto e non certo esaustivo.
Aggiungo anche, solo per completezza, che il Comune di Susa - a me è stato già detto anche se con toni e modalità diverse - e la Comunità montana sono, sì, membri della società, nel senso di soci, con delle percentuali assolutamente minimali (il Comune di Susa ha circa lo 0,1% e la Comunità montana lo 0,05%).
Un importante tema che deve essere affrontato è il processo di razionalizzazione delle presenze. Pero, sarebbe molto presuntuoso da parte mia dire che potrà essere affrontato nel tempo minimo che rimane tra oggi 3 luglio, e il 31 luglio, data di scadenza.
Si richiede l'approvazione del disegno di legge con la motivazione dell'urgenza, perché, comunque, andiamo a difendere una situazione di forte presenza (il 75% tra noi e la Finpiemonte) e una situazione di patrimonializzazione che è di circa 22 miliardi - uso solo fondi disponibili ai Consiglieri e non fondi terzi, almeno al momento. Si formalizza da parte della Giunta l'impegno ad iniziare un progetto ed un percorso di riduzione di impegno, non perché non si condividono le iniziative fin qui fatte, ma perché i progetti tracciati hanno ormai un completamento dello stesso. Come tutte le iniziative da parte della Regione, credo che abbia senso che ci sia un investimento di denaro pubblico quando le iniziative devono decollare, ovviamente se utili alla finalità pubblica e quando in alternativa non esistono capitali privati con finalità diverse da quelle del pubblico.
Credo che CONSEPI, ex CONSUSA, indipendentemente dalle sovrapposizioni con ARES, che utilmente vedremo subito dopo o nelle fasi prossime, abbia utilmente investito sia denaro nostro che denaro della Comunità Europea.
Aggiungo anche, per completezza, che esistono progetti successivi presentabili all'Unione Europea e al Ministero dei Lavori Pubblici valutati, sempre in sede di Consiglio di amministrazione e di Collegio di revisione, per circa altri 5 miliardi e 983 milioni che, deduco dall'informativa che ho, non sono stati né presentati, perlomeno non lo erano alla data dell'audizione, né, quindi, finalizzati come finanziamenti.
Votata la legge, ho come programma, già in questa settimana, di sentire i colleghi amministratori della SITAF per verificare se da parte loro esista, su questa iniziativa specifica, una volontà di iniziare questo percorso di riduzione di impegno da parte dell'Ente. Ripeto, non per una non condivisione delle modalità, ma per esaurimento delle modalità stesse.
All'interno di questo percorso, completerò anche l'analisi per quanto attiene i soci minori della Valle di Susa, certamente condividendo che non sia solo sulla base di questa iniziativa che possa esistere quella che mi pare che il Consigliere Tapparo abbia chiamato una compensazione territoriale.
Credo che la CONSUSA di allora non sia nata con questa finalità e non è certamente questa la finalità con cui oggi la Giunta chiede, per la CONSEPI di oggi, l'autorizzazione a procedere all'aumento di capitale per le quote di competenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Volevo, al termine della discussione generale, chiedere di sottoporre al giudizio e al voto dell'aula la proposta avanzata dal Consigliere Ronzani di sospensione della discussione e di ritorno in Commissione del provvedimento.
Mi pare che la questione sia stata motivata e che ne esistano tutte le condizioni.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale.
Il Consigliere Marcenaro formalizza una richiesta di rinvio del provvedimento in Commissione, ai sensi dell'art. 81 del Regolamento.
Informo che per la proposta di rinvio è prevista una votazione. Pu intervenire un Consigliere a favore ed uno contro.
La Giunta è contraria al rinvio in Commissione.
Non essendovi richieste di parola da parte dei Consiglieri, pongo in votazione la richiesta di rinvio in Commissione del provvedimento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La proposta è respinta con 15 voti favorevoli e 26 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Passiamo pertanto all'esame dell'articolato.
ART. 1 Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Faccio notare all'Assessore che l'art. 1 contiene un'imprecisione.
Credo che sia utile apportare qualche modifica. Non so a quale Assessore rivolgermi. All'Assessore alle partecipate di prima? All'Assessore Pichetto, che probabilmente ha ancora qualche ricordo delle partecipate e qualche elemento in più dell'Assessore Burzi?



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, la invito a continuare il suo intervento.



SAITTA Antonino

Sarebbe bene che l'Assessore e la Giunta rendessero l'art. 1 rispondente alla realtà, poiché contiene un'affermazione che non è vera anche sulla base della relazione del collega Gallarini.
Nella relazione c'è scritto che l'aumento di capitale, da 8 miliardi e 32 milioni a 13 miliardi e 32 milioni, è utile per il ripiano delle perdite e per la...



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Invito i Consiglieri a prendere posto, perché non c'è alcuna riunione in corso.



SAITTA Antonino

Dicevo che l'art. 1 contiene un'imprecisione che bisogna, in qualche modo, correggere, perché in esso c'è scritto che l'aumento di capitale da 8 a 13 miliardi è per "la realizzazione dei progetti indispensabili al rilancio della società".
Nella relazione è scritta una cosa diversa: l'aumento di capitale è utile non solo alla realizzazione dei progetti della società per il rilancio, ma anche alla copertura delle perdite.
Mi sembrano due affermazioni diverse e come tali dovrebbero essere scritte chiaramente anche nel testo, dato che il testo fa solo riferimento ai progetti indispensabili al rilancio della società. Bisogna scrivere che l'aumento di capitale serve anche per coprire le perdite, com'è indicato nella relazione.
Altra considerazione.
Assessore, lei ha fatto un'affermazione di una certa gravità: è perch non conosce CONSEPI S.p.A. Credo che lei non sappia neppure dov'è CONSEPI fisicamente, non ha idea di cosa sia la società, e quando parla di "patrimonializzazione della società" fa riferimento soltanto a qualche documento di carattere cartaceo, non sapendo che la società possiede terreni, che gli derivano anche da una serie di rapporti che ha avuto con Enti pubblici, con il Comune di Susa e con altri Comuni. La rivalutazione patrimoniale, molto probabilmente, deriva da una rivalutazione del patrimonio dei terreni, soltanto perché passa il tempo, non per scelte strategiche della società.
Il tempo passa e il patrimonio si rivaluta. E' questo che avviene! Se lei giustificasse questa rivalutazione attribuendola a qualche scelta eccezionale da parte del Consiglio di amministrazione, potrei capire.
Vorrebbe dire che c'è un qualche segno positivo. Ma il patrimonio si rivaluta solo perché passa il tempo: non è un grande merito del Consiglio di amministrazione! Ma ciò che è grave è il fatto che lei dice: "Autorizziamo l'aumento di capitale, copriamo le perdite (due terzi) e poi vediamo se il privato...". Il collega Marengo ha dimostrato nel suo intervento qualche conoscenza maggiore, quindi potrà essere più preciso.
Ma, Assessore, quando dice: "Copriamo le perdite per due terzi, poi vediamo se il privato è disponibile" si rende conto di cosa dice? La Regione, che ha il 64% delle azioni, copre le perdite, effettua la rivalutazione, quindi vede se dei privati sono disponibili a prendersi le quote così che possa ridurre la propria partecipazione! Non se se questa sia una modalità per difendere gli interessi della Regione Piemonte! Non so se l'Assessore difende gli interessi della Regione Piemonte o di un privato, che in questo caso è la SITAF! Me lo chiedo davvero. "Copriamo le perdite e poi vediamo di ritirarci"! Assessore questo è un intervento da SITAF! La SITAF che dice: "Se la Regione copre le perdite, magari sono disponibile"...



(Commenti fuori microfono dell'Assessore Burzi)



SAITTA Antonino

No, ho sentito perfettamente! Mi sarei augurato che questo intervento lei non l'avesse neppure fatto!



(Ulteriori commenti fuori microfono dell'Assessore Burzi)



SAITTA Antonino

Certo, certo! In sostanza, affermare che si stanzia l'aumento di capitale per coprire le perdite e l'esecuzione dei progetti indicati, e poi si rivedono le finalità perché l'ARES è "un'indicazione" che non si può mantenere affermare di voler "coprire le perdite e poi ridurre la nostra quota" è andare verso gli interessi dei privati, non verso gli interessi della società.
In ogni caso, Assessore, si rilegga gli atti.
Il Presidente Ghigo - opportunamente, è un suo metodo! - quando dobbiamo affrontare questioni complesse, sulle quali lui stesso ha fatto affermazioni di un certo rigore, non è mai presente! Se il Presidente Ghigo fosse qui, potremmo ricordargli - e lo faremo nei prossimi giorni - cosa ha detto in ordine ad alcune società partecipate. Il Presidente ha parlato di "criticità" di alcune società: tra queste, c'era anche CONSEPI. Lo ricordo perfettamente. Parlava chiaramente di ripensare alla missione. Diceva allora - e credo che anche qui, oggi, non potrebbe dire cose diverse - che non ha più senso continuare a mantenere in vita una società nata negli anni '80, che ha continuato ad essere mantenuta in vita per successive ricapitalizzazioni, ma non ha più raggiunto gli obiettivi.
Non si tratta, Assessore, di trovare dei nuovi compiti più o meno validi, manca il riferimento! "Ma in fondo realizza dei progetti"? Ma realizza dei progetti con finanziamenti pubblici! Il Presidente della società si è recato a bussare negli uffici dell'Assessore per avere il finanziamento del FIP, di INTERREG, per avere i finanziamenti della legge regionale! Questo è un modo per dire che la società, dato che ha ricevuto dei finanziamenti pubblici, è più importante rispetto a prima? Sono stupito! Non so se queste valutazioni siano "liberiste" o chissà cosa. Non so bene. Certo è che sono di una grande confusione, e che sicuramente non c'è alcuna volontà di rivedere le partecipate: se c'era una società da cui cominciare a rivedere le partecipate era sicuramente questa! In ogni caso, chiedo che venga rivisto l'art. 1 perché non risponde agli obiettivi definiti nell'assemblea per l'aumento di capitale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Credo che l'Assessore possa cogliere l'opportunità che gli offre l'art.
1. Il testo è stato elaborato probabilmente un po' frettolosamente. La frase che recita: "Progetti indispensabili al rilancio della società", è una frase tipo "Ragazzi, datevi da fare, cercate di fare bene!".
Capisco che siamo al limite: si tratta della sottoscrizione di un secondo aumento, non della possibilità di ridefinire le finalità generali della CONSEPI. Però, Assessore, qualcosa in più potrebbe ancora inserirla oggi. Per questo chiedevamo i termini a difesa, per poterci lavorare. Non si tratta della minoranza che vuole fare un dispetto alla maggioranza: cerchiamo di evitare che CONSEPI si ripresenti tra un po' con gli stessi problemi.
Ecco perché, Assessore, la invito ad approfittare di questo passaggio per vedere se, nell'art. 1, si può andare al di là della genericità di un'evocazione di progetti indispensabili al rilancio della società.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Intervengo sull'art. 1, oltre che sulla logica dell'intero provvedimento. Secondo me, quando si chiede agli azionisti un aumento di capitale di queste proporzioni rispetto al capitale societario non ci si può limitare ad una descrizione narrativa degli obiettivi o dei campi di attività della società stessa, ma bisogna indicare anche un qualche obiettivo aziendale che giustifichi e tranquillizzi l'azionista rispetto all'aumento di capitale. Tra l'altro, nel nostro caso, stiamo decidendo di un secondo aumento di capitale, su una linea che non è mai stata troppo coerente.
Questa è la cosa che, forse, l'Assessore Burzi dovrebbe dirci, non quanti - vado per le spicce - finanziamenti CONSEPI è riuscita ad ottenere nel corso degli ultimi anni, quasi tutti di natura pubblica, per investire sulla propria attività, ma quali sono gli obiettivi di un'azienda che dovrebbe, come tutte le aziende, produrre fatturato ed in che misura questo aumento di capitale si lega ad un obiettivo aziendale, che è stato in qualche misura individuato.
Trattandosi di una società in cui la Regione direttamente o indirettamente è azionista per il 75%, sarebbe il caso... Ho l'impressione che l'Assessore Burzi non mi stia ascoltando... Quando si giunge alla richiesta del secondo aumento di capitale di queste dimensioni e di queste proporzioni rispetto al capitale sociale, non è che ci si può limitare ad una descrizione narrativa dei campi di attività e degli obiettivi strategici che la società si è prefissata.
Bisognerebbe delineare, in qualche modo, e declinare anche in termini di bilancio un obiettivo aziendale, nel senso che un aumento di capitale di 3 miliardi e 200 milioni in una società che la Regione controlla direttamente o indirettamente per il 75%, dovrebbe - come si fa con tutti gli azionisti - legarsi ad un obiettivo di bilancio X che giustifichi questo aumento di capitale. Altrimenti prevale chiaramente la logica del ripianamento e la logica - abbastanza evidente ancorché implicita - di assicurare una serie di quote di partecipazione interne della società rispetto all'accesso a finanziamenti di tipo europeo.
Questo è un provvedimento che serve per accrescere la patrimonializzazione della società, ma non per migliorare gli obiettivi aziendali della società stessa.
Dall'Assessore Burzi vorrei capire: sulla base di questo aumento di capitale, qual è l'obiettivo aziendale, l'obiettivo di bilancio a uno-due tre anni che CONSEPI si prefigge? Altrimenti non stiamo parlando di numeri stiamo parlando del fatto che una società che ha bisogno di soldi ne ha già raccolti tantissimi e ha bisogno ancora di 3 miliardi dalla Regione.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE TOSELLI



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ronzani.



RONZANI Wilmer

Poiché siamo ormai giunti all'esame dell'articolato, credo abbia un senso ragionare su come deve essere normato l'art. 1 di questo provvedimento, perché qui si indica un obiettivo; cioè, noi conferiamo un aumento di capitale (3 miliardi e 200 milioni) alla società CONSEPI, perch pensiamo che queste risorse debbano essere utilizzate per realizzare progetti ritenuti indispensabili.
La domanda che pongo è questa: quali sono i progetti che vengono ritenuti indispensabili per tentare il rilancio di questa società? Se facciamo mente locale dell'esperienza dei mesi e degli anni passati, come Consiglio regionale dobbiamo avere un maggiore scrupolo per garantirci che le risorse che vengono impiegate abbiano una concreta finalizzazione e servano a rilanciare la società.
Da questo punto di vista, la norma e la dizione utilizzata nell'art. 1 è così generica da consentire tutto e il suo contrario. Allora, quali sono gli obiettivi che la Regione, che è azionista di maggioranza di questa società, ritiene indispensabili, affinché sia possibile rilanciarla? O meglio: a cosa devono servire i 3 miliardi che diamo a CONSEPI? Mi rendo conto che sto parlando ad un Presidente del Consiglio che parla con altri. Lo so, Assessore, che lei sta ascoltando, le do atto di questo. Però, di solito, quando si parla, si avrebbe piacere che il Presidente, che deve poi dirigere questa discussione, sentisse cosa propongono i Consiglieri che intervengono.
Noi parliamo di ricapitalizzare una società e lo facciamo pensando che essa debba realizzare obiettivi che consideriamo indispensabili al suo rilancio. Se nella norma, nella legge indico che il fine è realizzare obiettivi indispensabili, dico tutto e niente.
Domanda: poiché noi Regione ricapitalizziamo questa società, variamo una legge per fare questa operazione? Quali sono gli obiettivi che pensiamo debbano essere considerati indispensabili per rilanciarla? Sarebbe corretto se inserissimo due o tre "paletti", in modo che quel Consiglio di amministrazione abbia un vincolo e sappia che la società ha avuto una ricapitalizzazione per fare determinate cose.
Diversamente, si tratta di un contributo a fondo perduto, di un ripiano a pie' di lista. E' come dire: "Noi ti diamo 3 miliardi, fai quello che vuoi! Noi ti diciamo che devono servire per raggiungere obiettivi ritenuti indispensabili", ma poiché nessuno dice quali sono, ciascuno è autorizzato a dare la sua versione dell'obiettivo ritenuto indispensabile.
Questo non è un modo serio per fare le leggi. Tanto vale prendere atto del fatto che c'è l'intenzione dichiarata di dare un po' di soldi a questa società, indipendentemente dall'obiettivo che vogliamo perseguire. Questo francamente, mi sembra inaccettabile.
Quindi, se non vogliamo riesaminare il provvedimento in Commissione dateci l'opportunità di precisare - come la logica e il buonsenso vorrebbe quali sono gli obiettivi condivisi che noi pensiamo debbano essere indicati in quel provvedimento.
In caso contrario, votatevelo, ma diventa un contributo a fondo perduto alla CONSEPI.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ne approfitto per intervenire, tenuto anche conto dell'importanza del momento, dovuta al fatto che il Presidente Ghigo è presente. Questo fatto che non è così frequente, lo segnalo. Oggi pomeriggio mi chiedevo: perch rivolgersi al Presidente Ghigo? Non l'avevo messo a fuoco bene prima: lei Presidente, oggi è eletto direttamente dai cittadini. Devo dirle che nei suoi comportamenti, e mi è venuto in mente solo oggi pomeriggio, lei quando è - se poi l'Assessore Burzi non lo disturba...



PRESIDENTE

Ricordiamo che l'oggetto della discussione è l'art. 1. C'è già stata una discussione generale, un dibattito sulle dichiarazioni programmatiche del Presidente...



CHIEZZI Giuseppe

Se mi dà modo di arrivare, ci arrivo, se mi lascia arrivare; altrimenti non ci arrivo mai.



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

Non ha tutto il tempo che vuole: lei deve parlare sull'oggetto.



CHIEZZI Giuseppe

Infatti, sto dicendo che il Presidente Ghigo, quando è fuori di qui chiaramente capiamo che è eletto direttamente dal popolo; quando è in aula lei, Presidente, forse interpreta ancora la vecchia ragione del Presidente che non è eletto direttamente, ma è eletto dall'aula. Perché dico questo? Perché anche in occasione di questo art. 1 - così il Presidente del Consiglio si acquieta - lei ha un atteggiamento uguale a quello che aveva quando l'Assessore Burzi era eletto da noi. L'Assessore Burzi non è più eletto dal Consiglio: è nominato da lei. Qualcuno potrebbe, se volesse proprio involgarire tutto, dire che è un suo impiegato. Ma non lo dico.



(Commenti in aula)



CHIEZZI Giuseppe

Ma è così! Quindi, Presidente Ghigo, d'ora in poi - ho fatto questo collegamento che, per mie insufficienze prima non avevo fatto - la sua presenza in aula è dovuta alla sua elezione diretta. E' dovuta a quello perché quando la tensione e il confronto sul merito superano un certo livello, l'Assessore Burzi, non dovendo rispondere all'aula, a noi di un voto, non diventa più un interlocutore: lei è l'interlocutore, colui che ha nominato Assessore il Consigliere Burzi. E noi abbiamo bisogno della sua presenza per discutere l'art. 1, perché per un po' possiamo accettare il confronto, ma se l'Assessore Burzi si irrigidisce, fa l'arrogante e dice: "Non ascolto, tiro dritto"...



PRESIDENTE

La richiamo al contenuto dell'art. 1.



CHIEZZI Giuseppe

Il contenuto è questo!



PRESIDENTE

No, la richiamo seriamente al contenuto dell'art. 1! La prego: le tolgo la parola!



CHIEZZI Giuseppe

Ma sto parlando dell'art. 1!



PRESIDENTE

Non sta parlando dell'art. 1! Quindi, proceda e parli dell'art. 1!



CHIEZZI Giuseppe

Sto facendo la proposta, nella speranza che non si giunga ad un contrasto di quel genere.
L'art. 1, Presidente Ghigo, è del tutto generico. Se vogliamo ricapitalizzare, le propongo un filone di lavoro, che è un filone compreso nelle missioni della CONSEPI.
Mi riferisco al filone della sicurezza stradale. Mentre il distributore di benzina, il ristorante, possono essere attività economiche, se lei Presidente Ghigo - intendesse assumere il tema della sicurezza stradale come un grande tema sul quale impegnare la Regione Piemonte attraverso una sua società, in quel caso si potrebbe discutere in termini positivi.
Sicuramente, mettere in piedi un servizio rivolto all'universo degli automobilisti, in particolare ai giovani automobilisti, a quelli di prima patente, è un servizio che difficilmente, se rivolto a tutti, sarà economicamente subito valido: sarà un servizio che abbisogna di un'iniziativa pubblica di sostegno. Non si possono avere iniziative di questo tipo che generano ricchezza, altrimenti le tariffe sarebbero tali da impedire un accesso a quello che può diventare un servizio che la Regione Piemonte decide di impiantare come soggetto pubblico, che offre inizialmente un servizio, mettendo delle risorse affinché, nel giro di qualche anno, tutti i neo patentati del Piemonte possano fare il loro corso di due-tre giorni di sicurezza ed imparare a guidare bene la macchina.
In quel caso, potrei capire una CONSEPI che noi ricapitalizziamo perché innoviamo la sua missione e, in effetti, le diamo un ruolo che o è pubblico, oppure non lo è, perché esistono già scuole guida (mi sembra a Milano, dell'Alfa Romeo), ma con accesso a questo servizio parecchio costoso, per cui se lo possono permettere solo persone che hanno un certo reddito. Se lei invece decidesse di dire: "Bene, la Regione Piemonte investe nella sicurezza e per farlo investe in CONSEPI e in quell'area si attrezzerà un servizio aperto a tutti i giovani a costi molto bassi" allora in questo art. 1, Presidente Cota, noi dovremmo scriverlo.
Però - torno all'inizio - questa discussione va fatta con il Presidente Ghigo più che con l'Assessore Burzi, se l'Assessore Burzi fa cenni di "no" con la testa.
E' per quello che all'inizio facevo quel ragionamento, che non era capzioso, era vero, perché da un certo punto in poi non si può insistere oltremodo con un Assessore: bisogna insistere con il Presidente della Giunta che lo ha nominato e non infierire con l'Assessore che può dire: "Queste sono le mie idee, ho la fiducia del Presidente Ghigo, non tormentatemi più".
Parliamo dunque al Presidente Ghigo: ha la cortesia di rispondere su questa impostazione? Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Stavo esaminando il provvedimento iscritto al prossimo punto all'o.d.g.
e sottoposto all'attenzione dell'aula (sto al tema dell'art. 1).
Se leggiamo bene, lo scopo sociale dell'ARES è il seguente (cito testualmente l'art. 2): "L'ARES Piemonte è un Ente di diritto pubblico economico, strumentale della Regione, dotato di personalità giuridica ed autonomia amministrativa, tecnica e patrimoniale; esso è posto sotto la vigilanza della Giunta regionale, al fine di garantire l'attuazione degli indirizzi programmatici della Regione nel campo della viabilità. L'ARES Piemonte provvede all'attuazione della pianificazione pluriennale, alla progettazione ed all'esecuzione di interventi in materia di viabilità nonché allo studio ed alla diffusione dell'informazione connessa, anche relativa alla sicurezza, ai cittadini ed all'utenza della rete viaria nel territorio regionale...".
Guardando la riconversione in atto nel provvedimento in discussione, e che riguarda lo scopo sociale di una società che si pone come missione proprio questo aspetto, sorge spontaneo un interrogativo: che senso ha mantenere in piedi organismi partecipati (anche se l'ARES svolge una funzione sotto la vigilanza della Giunta) che inseguono lo stesso scopo sociale? Perché non pensare seriamente, nell'ambito del disposto all'art.
1, ferma restando l'attenzione che bisogna avere alla salvaguardia dei livelli occupazionali, che oggi si possa operare quell'intervento economico che, salvaguardando l'esistente, impregiudicata ogni nostra posizione in relazione all'istituzione dell'Agenzia ARES, possa trasferire queste competenze ad un organismo unico, in grado di intervenire e di assolvere a quello scopo e a quella missione sociale? Stiamo parlando di viabilità, di sicurezza, di servizi alla persona nell'ambito di un Piano del traffico, di Piano dei trasporti principalmente di dimensione regionale; sorge dunque spontaneo un interrogativo, Assessore Burzi: è possibile operare oggi una scelta per cui - io non capisco niente di assetti societari - dismettendo la propria partecipazione come atto conclusivo, si salvaguardi l'esistente (apprendiamo, oltretutto che riguarda un certo numero di posti di lavoro), trasferendo tutt'al più questa competenza all'Agenzia che è in via di istituzione? Diventa quindi di attualità la proposta avanzata dal Consigliere Ronzani: "Sospendiamo un attimo l'esame di questo atto"; nel frattempo vediamo di quali nuovi strumenti la Regione si dota in una materia così complessa come quella della competenza sia sul trasporto sia - a quanto pare di comprendere - su tutti gli aspetti relativi e connessi alla sicurezza.
Credo che questa possa essere una proposta ragionevole, che salvaguarda, da una parte, il dovuto intervento (vista la quota di partecipazione posseduta dalla Regione) e, dall'altra, però, indica un'altra prospettiva.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Signor Presidente, siamo ancora in attesa di due risposte, una da parte dell'Assessore Burzi e una da parte del Presidente Ghigo, sugli interrogativi posti dal Consigliere Chiezzi. Credo comunque che, nelle finalità, all'art. 1, come già sottolineato da altri Consiglieri, potremo chiaramente indicare con compiutezza le finalità che ci poniamo, perch oltre al problema di quello che viene detto per la realizzazione dei progetti indispensabili per il rilancio della società, noi, chiaramente oggi, ci apprestiamo a votare un disegno di legge che si propone di ripianare una situazione.
So che l'Assessore dirà che non è vero, però lo stesso Assessore ha ammesso che uno degli obiettivi futuri per quanto riguarda la CONSEPI potrebbe riguardare la possibilità di diminuire la partecipazione della Regione Piemonte in questa società, quindi uno sganciamento dell'impegno regionale. Allora, mi domando: perché non inserirlo nelle finalità, perch non dire già da oggi che questa è la nostra finalità, perché non dire che oggi, sì, ci impegniamo ad intervenire economicamente per risolvere una situazione che deve essere risolta? Questo è il fatto, altrimenti, non ci sarebbe l'urgenza di discutere oggi di questa legge. Se il problema economico non fosse così importante ed urgente, noi, oggi, non saremo qui a discutere questo progetto di legge.
Questo progetto di legge consta essenzialmente di due principi: primo si tratta di stabilire che noi come Regione decidiamo di intervenire secondo, come decidiamo di intervenire.
In questo senso, perché non specificare fin dall'inizio, nelle finalità, il progressivo disimpegno della Regione Piemonte nella CONSEPI? Altrimenti, il prossimo anno, ci ritroveremo di fronte ad un ulteriore aumento di capitale necessario per realizzare altri progetti indispensabili, magari senza neanche conoscerli, ma dovremo stanziare ulteriori fondi.
Non solo, per quanto riguarda i fondi, rimane ancora senza risposta la domanda posta precedentemente in merito alla gestione di CONSEPI, perché i conti forniti riguardano soltanto la capitalizzazione e non la gestione.
L'Assessore ha detto che li presenterà nella prossima Commissione, ma allora perché, oggi, dobbiamo votare una legge se il confronto, sulla base di una richiesta, avverrà successivamente, quando ormai il disegno di legge sarà licenziato dall'aula? Credo che questa incertezza sulla definizione dell'art. 1, oltre a tutto quanto è stato detto, richiederebbe quantomeno il pensiero da parte della Giunta di sospendere la trattazione di questo disegno di legge, di riportarlo in Commissione e, in quella sede, approfondire quanto non è stato possibile approfondire prima.



PRESIDENTE

Non essendovi altri interventi, pongo in votazione l'art. 1 per appello nominale, come richiesto.
Chiede di intervenire il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Presidente, vorrei conoscere il motivo per cui non si procede alla votazione con procedimento elettronico, come lei si era impegnato a fare.



PRESIDENTE

Oggi sono subentrati nuovi Consiglieri per cui non siamo in grado di procedere, in quanto è necessaria la loro sistemazione definitiva; martedì procederemo in tal senso.



CONTU Mario

Ritiro la richiesta di votazione per appello nominale.



PRESIDENTE

Si proceda pertanto alla votazione dell'art. 1 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 voti favorevoli 23 voti contrari 13 astensioni 2 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 Ha chiesto la parola il Consigliere Tapparo; ne ha facoltà.



TAPPARO Giancarlo

Volevo suggerire all'Assessore, anche per un elemento prudenziale, che attraverso un allegato o una dichiarazione, che potrebbe essere resa, venga spiegato nel quadro delle disposizioni finanziarie il meccanismo finanziario.



(Commenti in aula)



TAPPARO Giancarlo

Volevo suggerire di trovare una formula, anche in forma di semplice dichiarazione o attraverso un documento allegato, per spiegare la chiave finanziaria del meccanismo, perché qui ci troviamo dinanzi, così come spiegato nella relazione, all'attivazione di due INTERREG che apportano le risorse ma, evidentemente, richiedono una quota parte di integrazione, così come impongono le norme comunitarie, da parte del soggetto beneficiario o interessato.
Ci troviamo in un quadro in cui il meccanismo non è molto chiaro quindi, occorrerebbe dare un'indicazione di prospettiva, altrimenti, si tratta di un documento finanziario, amministrativo e contabile che pone in difficoltà tutti, soprattutto l'Assessore che ne è responsabile. Se in futuro si verificassero situazioni spiacevoli - mi auguro che non si verifichino - ci sarebbe anche la responsabilità di un'articolazione dei documenti finanziari ed amministrativo-contabili inadeguata. Qui si fa un'operazione al buio, ecco che, allora, suggerivo, attraverso una dichiarazione che potrebbe essere svolta in occasione della fine della discussione o con un documento allegato, di fornire degli elementi più chiari al quadro finanziario che, francamente, mi sembra un po' "riduttivo" e non aiuta a collocarlo nella dimensione finanziaria più complessiva.
Ricordo gli apporti INTERREG; il meccanismo del conto "Profitti e Perdite" sul quale si innesca l'operazione di ricapitalizzazione.
E' un suggerimento, Assessore, anche in prospettiva di una stabilità finanziaria, che mi auguro la CONSEPI possa raggiungere attraverso una sua ridefinizione. Me lo auguro vivamente, Assessore.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, pongo in votazione l'art. 2 per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 voti favorevoli 24 voti contrari 13 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 39 votanti 38 voti favorevoli 24 voti contrari 13 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore alle società partecipate

Intervengo, prima della votazione dell'intero testo di legge, per correggere sia un'inesattezza, dovuta certamente ad una mia carenza di comunicazione, che ho colto nell'intervento del Consigliere Saitta, sia per aggiungere un paio di chiarimenti ad alcuni interventi che ho svolto prima.
Consigliere Saitta, ho detto - ma qualora non fossi stato chiaro lo ripeto - che con questa legge si autorizza l'Ente entro il 31 luglio.
Questa data, Consigliere Moriconi, deriva non da una scelta politica, ma da ciò che l'organo deliberante l'aumento di capitale ha posto come limite: sei mesi. Sei mesi che, nell'ambito delle S.p.A., è un tempo ritenuto oggi molto ampio; non sempre questo è compatibile con i tempi del pubblico.
Preso atto dell'autorizzazione, intendo verificare, con gli organi dell'azionista privato, se sia possibile o meno non esercitare l'opzione che l'Ente Regione ha a proprie mani per il 75%, la somma del circa 63 dell'Ente e dell'11% di Finpiemonte. Questo evidentemente se esiste un interesse dell'azionista privato a subentrare alla parte della Regione.
Evidentemente, per fare ciò occorre verificare se esiste l'interesse, non dopo averlo fatto, ma prima, relazionerò prima del 31 luglio se questo diventa una legge.
A seconda delle risposte che riceverò, ne trarremo insieme le conclusioni, perché gli esiti saranno diversi a seconda dell'interesse o meno che l'azionista privato potrebbe manifestare. E' evidente che, se ci avvenisse, l'Ente Regione avrebbe tuttora il controllo della maggioranza di questa S.p.A., perché oggi abbiamo il 74%; l'ipotesi che faccio è di scendere fino al 50,1%, come somma delle quote possedute dal pubblico. Non perché ne faccia una questione di natura ideologica, ma di praticabilità dati i tempi.
Inoltre, viene anche verificato se - ripeto - l'interesse strategico valutato nell'aumento di capitale, sia da considerarsi condivisibile o meno.
Come ha ricordato il Consigliere Ronzani, in un'audizione svolta nel dicembre 2000 sono state esposte, ritengo esaurientemente - ripeto, io non ero presente in quell'audizione, ma alcuni Commissari c'erano, quelli che almeno hanno richiesto l'audizione - le motivazioni dell'aumento di capitale. Sono stati anche forniti alla Commissione, Consigliere Tapparo, i piani settennali dell'andamento dei ricavi della società. Sono un Consigliere e al momento, "impiegato" o meno, faccio l'Assessore, ma sono un Consigliere di questo Consiglio, non sto criticando nessuno. Dico semplicemente che non c'è carenza di informazione, perché le informazioni sono a disposizione di tutti i Consiglieri, che poi le usino o no, le leggano o no, o le ricordino o meno.
Quindi, questo piano che per comodità solo dell'aula ricordo, e che si intitola "Ipotesi di piano finanziario" relativo al centro "Guida sicura" citando uno degli elementi componenti l'intero Piano della società, esamina i dati dall'anno 1999 fino al 2007, prospettando, ed evidentemente essendo responsabile dei dati che cita come vale per qualunque Consiglio di amministrazione, per qualunque struttura, ancor meglio se strutturata come S.p.A. Per esempio, nell'anno 2000, il bilancio è stato di 206 milioni mentre per l'anno 2001 lo sbilancio è di 281 milioni che complessivamente portano a 1.029 milioni in senso negativo.
C'è una curva ipotizzata di incremento di ricavi che ha un andamento che è noto a tutti.
Mi scuso con il Consigliere Chiezzi, perché è vero che posso aver dimenticato di rispondere a quanto richiesto in Commissione, ma mi impegno a farlo quanto prima: i dati comunque ci sono e sono anche ragionevolmente aggiornati.
Ultimo passaggio: il disimpegno o meno da una società. Non credo che si possa decidere in fretta se chiudere o meno: il discorso è un po' più serio, bisogna vedere se esistono gli elementi sostitutivi.
La Regione ha dimostrato impegno nei vari progetti che si sono articolati nel corso della società, che, come ha ricordato correttamente il Consigliere Saitta, nasce nel 1980, ancorché con altre finalità.
Gli incrementi di patrimonializzazione sono invece dal 1997 al 2001. Mi stupirei che l'incremento di patrimonializzazione, che porta a quei 22 miliardi che ho citato prima, sia dovuto ad incrementi di valori di terreni. Sarei molto stupito, ma comunque questo è un elemento che è a disposizione della Commissione per qualunque ed ulteriore analisi il Consiglio voglia fare.
Per completezza di risposta dico anche che la parte "Acquisto terreni" e "Guide sicure" è solo una componente, citata per 450 milioni.
Lo ricordo perché all'epoca del passaggio CONSEPI-CONSUSA, ci furono alcune polemiche tra il Comune di Susa ed altre componenti politiche.
Preso atto eventualmente di un esito favorevole, la Giunta si impegna a contattare l'azionista privato per verificare se, e nel caso che sia, a quali condizioni si può provvedere all'aumento di capitale che solo parzialmente è utilizzato per ripianare perdite e al completamento dei progetti, esattamente come ha detto il collega Tapparo. Alcuni dei finanziamenti della Comunità Europea richiedono una quota con partecipazione di legge, di normativa da parte dell'Ente ricevente. Non credo che questa sia l'unica motivazione, ma certamente una delle motivazioni insistenti. Tant'è vero che l'aumento di capitale complessivo di 3 miliardi e 200 milioni avviene in due gestioni (2000/2001), perch biennale è anche l'erogazione dei fondi che la Comunità Europea si impegna a corrispondere per i progetti da loro approvati.
Ciò premesso, verifichiamo se esiste la possibilità, pur mantenendo la mano pubblica di maggioranza assoluta, di non avere altri inutili esborsi visto che la Regione Piemonte ha anche altre esigenze che potrebbero trovare parzialmente quei fondi destinati.



PRESIDENTE

Passiamo alle dichiarazioni di voto sull'intero testo della legge.
La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Oltre al esprimere il voto contrario del nostro Gruppo, motivato negli interventi dei Consiglieri Riba e Ronzani, volevo dichiarare che nonostante le aperture che l'Assessore Burzi ha fatto, il nostro giudizio sul provvedimento non cambia.
Approfitto di questa dichiarazione di voto per fare una considerazione che riguarda i nostri lavori. Non so se lei, Presidente del Consiglio, ha notato il comportamento del nostro Gruppo nella votazione sugli articoli precedenti. Avremmo potuto, come lei sa, far mancare il numero legale, ma abbiamo deciso, attraverso la partecipazione al voto, di garantire, in presenza di una maggioranza che continua a non garantire la presenza in aula, il funzionamento dell'assemblea.
Voglio dire, però, che questo comportamento deve avere un limite. Una cosa è trovare un modo e segnalare una volontà di imprimere un diverso funzionamento dell'assemblea, altra cosa è consentire che un provvedimento di questo tipo sia approvato senza che la maggioranza se ne assuma la responsabilità, in particolare in presenza di opinioni diverse che nella stessa maggioranza, su questo punto, sono emerse.
Voglio sottolineare questo punto perché è bene che ciascuno, nella discussione e nel funzionamento del Consiglio, si assuma la responsabilità che gli è propria.



PRESIDENTE

Consigliere Marcenaro, devo dire che ho notato questo comportamento come penso l'abbiano notato anche i colleghi di maggioranza e il Presidente Ghigo.
La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Attendevo due risposte: una dall'Assessore Burzi che non mi è stata fornita, e l'altra dal Presidente Ghigo che ha fatto altrettanto.
Mi rimane un giudizio negativo su questa vicenda. Scorrendo, attraverso gli strumenti di cui stiamo stati dotati, la storia di CONSUSA e di CONSEPI ho notato che questo tipo di norma, puramente finanziaria, è presente dalle origini, dal 1985, nelle leggi che hanno prima istituito CONSUSA, per due volte hanno aumentato il capitale di CONSUSA, e poi si è trasformata in CONSEPI, e per due volte è stato fatto, anche in questo caso, un aumento di capitale.
Il mio giudizio è molto negativo e pertanto, nel caso la maggioranza intenda votare responsabilmente questa legge con la forza dei numeri esprimerò voto contrario.
Nel caso, invece, la maggioranza non sia neppure presente in aula nella forma necessaria per sostenere le proprie idee, non parteciperò del tutto alla votazione, poiché mi sembra inaccettabile che una maggioranza pretenda di far passare i propri provvedimenti senza neppure garantire la presenza in aula.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Presidente e colleghi, anche noi abbiamo partecipato alla votazione, e non lo dico per sottolineare un atteggiamento che è stato molto dibattuto perché considerando il comportamento della maggioranza si sarebbe più portati ad assumere un atteggiamento di forte ostilità, perch innanzitutto, la maggioranza non è compatta, e questo è stato rilevato, e in ogni caso non vengono fornite risposte puntuali.
Assessore, lei fa parte di questa Giunta già da un po' di tempo, ma il suo atteggiamento è di chi prende in mano questa materia soltanto da pochi giorni, come se non conoscesse che cosa è capitato riguardo alle società partecipate, per cui lei ci fa la predica e ci dice: "I documenti sono disponibili. Potevate esaminarli. Potete fare quello che volete, potete informarvi". Però, aggiunge: "Forse anch'io non li ho letti bene. Facciamo un aumento di capitale e, poi, faccio queste verifiche". Quindi, vuol dire che questi documenti non li ha letti. Se in questo momento si chiede l'aumento di capitale, ma l'Assessore ci spiega che l'aumento di capitale è un atto che serve per poter fare le verifiche sulla missione, sul rapporto dei privati, in ordine ai rapporti con l'ARES, vuol dire che lei ci chiede la firma di una cambiale in bianco. Un Assessore che avesse la conoscenza completa, oggi ci avrebbe delineato esattamente la situazione, chiedendoci con convinzione l'aumento di capitale. Lei ci chiede sostanzialmente che la Regione partecipi all'aumento di capitale per coprire le perdite, e poi farà le verifiche entro luglio. Quindi, l'assemblea deciderà cosa fare. Lei ci dice anche: "Può succedere che il privato intervenga subito e non dopo l'aumento di capitale". Non so se l'affermazione che ha fatto dopo migliori il senso dell'affermazione che io malamente avevo capito prima, perch immaginavo un intervento successivo all'aumento di capitale. Lei, invece ci dice che questo può succedere prima dell'aumento di capitale. Non so se questa affermazione è meno pesante rispetto alla prima.
Quando si decide di fare un'operazione, bisogna farla fino in fondo perché anche l'affermazione successiva è altrettanto pericolosa. Nel momento in cui si partecipa all'assemblea, lei, Assessore, o il Presidente Ghigo non partecipa come il signor Burzi o il signor Ghigo, perch rappresenta un interesse pubblico e, rappresentando un interesse pubblico non può favorire un interesse privato. Un atteggiamento di disponibilità che consente la sottoscrizione prima o dopo da parte del privato vuol dire favorire o non favorire un interesse privato. Quindi, questa delega completa ed ampia, che lei ci chiede è pericolosa.
Cosa vuol dire che il privato sottoscrive in più, rispetto alla quota che ha attualmente nella società, subito prima dell'aumento di capitale? Che significato può avere? Quali riflessi può avere sulla composizione societaria? Lei ci propone di fare un atto politico. Ci dice di fare una cosa che in passato la sinistra faceva, ossia di fare un atto di volontà politica.
Assessore, ci dice che non sa cosa capiterà, ma ci impone di fare un atto di volontà politica. Devo dire che per una persona come lei che si professa liberista è veramente la contraddizione più completa e totale. In ogni caso, lei arriva tardi e non tiene conto delle riflessioni che, attorno questo tema, ha fatto l'Assessore Pichetto che aveva la delega prima; non tiene conto delle riflessioni che ha fatto l'Assessore Laratore e non tiene conto del programma della Giunta che aveva immaginato la presentazione di un piano per tutte le società partecipate.
Se si fa un piano sulle società partecipate dopo l'aumento di capitale vuol dire che il Presidente Ghigo - alla fine la responsabilità è sua, in quanto gli Assessori sono nominati e non eletti dal Consiglio - sul quale ricade la responsabilità di questo giudizio, ritiene che le partecipate così come sono vanno bene, che non c'è bisogno di alcuna riorganizzazione e ristrutturazione, che le sovrapposizioni di funzioni hanno senso.
In ogni modo, sono tutte motivazioni che ci inducono a dire "no" perché lei non ci propone un atto basato su questioni di carattere economico, ma su una volontà politica che noi non condividiamo.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Costa Enrico.



COSTA Enrico

Devo richiamarmi, in questa mia dichiarazione di voto, alle considerazioni svolte in precedenza dal Consigliere Marengo.
Il provvedimento, chiaramente, non è condivisibile per le ragioni esposte. Esso si ricollega a tutta una politica sulle società partecipate che ci ha visto, fino ad oggi, piuttosto critici. Politica che è stata di "navigazione a vista": ci sono state grandi dichiarazioni di principio e di volontà di razionalizzare. Pensiamo al provvedimento che abbiamo approvato qualche Consiglio fa sulle società partecipate. Con questi provvedimenti in sostanza, si cerca di tappare delle falle di alcune società che comunque, sono state ereditate e non create dall'attuale maggioranza.
In ogni caso, è necessaria un'attività di razionalizzazione: in tal senso, mi sento di spezzare una lancia a favore, comunque, dell'Assessore Burzi.
Quindi, annuncio che non voterò contro ma, soltanto, mi asterrò. Ho notato che, da quando la delega è stata assunta dall'Assessore Burzi, in Commissione - almeno a livello di dichiarazioni - qualcosa è cambiato.
Spero davvero che si possa arrivare ad una razionalizzazione e ridefinizione del nostro ruolo nelle società partecipate. Oggi come oggi c'è un po' di disordine. Sarà necessario procedere ad una sorta di "rivisitazione", tramite le audizioni, di quelle che sono state le valutazioni da parte dei Consigli. Spero in questo, e il mio è un atto di fiducia sulla base delle enunciazioni di principio fatte.
Però, chiedo ancora una cosa: visto che attraverso Finpiemonte sono moltissime le nostre partecipazioni indirette, si ridisegnino i vertici di Finpiemonte. Invito la Giunta a procedere a questa designazione attraverso una sorta di "vincolo di mandato". Chiaramente, non possiamo dare un vincolo troppo stretto, però è auspicabile la designazione di persone che si impegnino formalmente a procedere ad una riorganizzazione ridisegnazione e razionalizzazione anche delle nostre partecipazioni indirette attraverso la finanziaria Finpiemonte. Soltanto in questo modo sarà possibile evitare spese inutili ed evitare di trovarsi, momento dopo momento, a turare delle falle e navigare a vista.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Mi è parso che affrontare oggi questo provvedimento - nei confronti del quale, così come si desume da alcuni atteggiamenti, c'era una certa insofferenza - sia rivelativo, invece, della qualità del ruolo del Consiglio.
Si tratta di provvedimenti solo in apparenza minori, che in realtà invece, possono caratterizzare il ruolo di una Regione sotto un certo profilo, che cercherò di illustrarvi.
Non stiamo perdendo tempo. Siamo di fronte ad un problema che porto all'attenzione del Presidente del Consiglio: la nostra non è un'assemblea di 300 o 600 rappresentanti. Si sa, un'assemblea piccola genera Gruppi piccoli. Non potendo essere sempre presenti ai lavori delle otto Commissioni (probabilmente troppo numerose per un'assemblea di sessanta Consiglieri) non sempre tutti possono accedere alla documentazione. Bisogna perciò fare i "cani da tartufo" per procurarsi il testo di un provvedimento.
L'Assessore ha mostrato, sventolandoli in aula, i supporti finanziari stabiliti, ma io non ho ancora avuto il piacere di vederli. Probabilmente mi avrebbero aiutato a capire meglio cosa si stava facendo.
Voglio anche ricordare che, quando si è discusso della nascita di questa società, si era nei primi anni '80, che erano - e lo ribadisco - gli anni di una profonda crisi della Valle di Susa: crollava il Cotonificio Valli di Susa; la Magnadyne (azienda che occupava migliaia di dipendenti e che produceva televisori) si trasformò in Elcit; le acciaierie - una delle attività tradizionali di Susa - arrivarono al collasso; l'industria di funi metalliche chiusero in quel periodo. Era una situazione di emergenza e si pensò, attraverso questo strumento, di poter concorrere ad un'operazione che potesse, in qualche modo, andare in controtendenza a questo processo di deindustrializzazione profonda. C'era poi l'insofferenza della valle che viveva i problemi dell'autostrada in costruzione, paragonabili oggi a quelli della TAV.
Non possiamo affrontare questo provvedimento considerandolo in modo chiuso e settoriale. Fossi un abitante della Valle di Susa misurerei anche attraverso questo provvedimento la serietà della Regione Piemonte. Non possiamo avere un Assessore ai trasporti che va in valle a parlare della TAV in un certo modo e poi, di fronte ad un provvedimento di questo rilievo che potrebbe permettere di innestare valenza alta nel rapporto con la Valle di Susa - fare un'operazione di rifinanziamento di cui non si capisce bene la prospettiva. Non vogliamo affondare questa società, vogliamo ridefinirla. Magari, per ripartire, per fare un progetto che stia in piedi occorrerà azzerarla. Mi sembra il bilancio della Fiorentina, ma senza Toldo né Rui Costa.
Per poter rimontare, occorre inverare in questo provvedimento qualcosa di diverso e più alto. Quando dico che non parteciperò al voto, non voglio fare un dispetto ed entrare in contraddizione con ciò che dico. Il nuovo sistema elettorale - l'elezione diretta del Presidente - genera qui un rapporto di quaranta a venti voti: essi danno una responsabilità ulteriore alla maggioranza. Noi, non possiamo essere responsabili di qualcosa: avete quaranta voti, siete voi che dovete assolvere a questo compito! Non è una nostra "irresponsabilità", è piuttosto uno stimolo che vogliamo darvi per farvi assumere la piena responsabilità, in merito al provvedimento, che l'attuale sistema elettorale (di cui potremmo discutere in sede di definizione della nuova legge elettorale regionale) vi attribuisce. Voglio solo dire che questo provvedimento doveva avere caratteri diversi, una ridefinizione ed una partenza più qualificata.
Per queste ragioni non intendo partecipare al voto.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Traducendo in prosa le questioni molto articolate e complesse emerse in questa discussione, mi sembra che la posizione dell'Assessore Burzi sia sostanzialmente riassumibile nei termini seguenti.
Le operazioni di salvataggio (perché questa è un'operazione di salvataggio, serve a ripianare le perdite e ad assicurare le quote di partecipazione della società rispetto a finanziamenti europei) di società partecipate in difficoltà o in perdita sono, in realtà - questo sembra pensare l'Assessore Burzi - iniziative di tutela del patrimonio pubblico.
Infatti, esse consentono manovre sul patrimonio che altrimenti, con politiche di liquidazione e di dismissione immediata, non sarebbero perseguibili.
Questo ragionamento ha, ovviamente, la sua dignità e può anche essere condotto in buona fede. Esso ha però portato all'elefantiasi delle partecipazioni statali nel nostro Paese, in cui, ogni volta, le iniziative di finanziamento erano non già finalizzate al mantenimento di centri di potere in campo economico, ma ad assicurare le condizioni di salvaguardia del patrimonio pubblico e, quindi, l'interesse più o meno diffuso dei cittadini e dei contribuenti.
Assessore Burzi, io non ci credo! Non credo ad una riga dei piani finanziari che CONSEPI ha consegnato a lei e al Consiglio. Chiedo scusa anch'io sono tra gli inadempienti che non si sono portati in aula i piani finanziari. In ogni caso, non credo ad una riga di un piano finanziario promosso da una società che è in perdita da anni, che non ha un oggetto e una ragione sociale che giustifichi l'impegno finanziario ed economico della Regione; non credo ad una riga di un programma che sembra concepito non per produrre fatturato, ma per produrre finanziamenti e - come le chiama nobilmente lei - patrimonializzazioni. Di questo si tratta e non credo ad una riga di tutto questo.
A differenza del Consigliere Tapparo, che ha un'esperienza ed un equilibrio diverso dal mio - io sono un selvaggio liberista - non voglio concertare con lei la definizione di un nuovo percorso per il rilancio di CONSEPI. Io voglio che lei dismetta le partecipazioni azionarie e che finalmente la Regione si liberi di un distributore di benzina, con annessi e connessi.
Questa è la questione: quello è un distributore di benzina a cui sono state collegate - non per produrre fatturato, ma per produrre finanziamenti una serie di linee di attività più o meno parallele, che vanno dalla ristorazione dei camionisti fino alle politiche per la sicurezza stradale.
Di questo si tratta.
Prendo atto del fatto che lei si impegna a giungere, all'apertura della sessione autunnale, con un programma più articolato sulle società partecipate. Vorrei che, anche in quel caso, non si trattasse di un programma che analizza singolarmente l'emergenza di ciascuna società, ma di un programma che, accanto all'oggetto e alla ragione sociale delle singole società, metta al centro della nostra riflessione l'oggetto e la ragione politica dell'impegno della Regione nelle società economiche.
Questo è il problema di fondo; se non abbiamo una bussola ed un criterio e non stabiliamo il principio, non da liberisti selvaggi, ma da persone di buonsenso e di buona educazione, che la Regione non gestisce distributori e non gestisce, in genere, attività economiche laddove non si riscontri un evidentissimo fallimento del mercato, se non fissiamo questi criteri e questi principi cardine, ogni volta, rispetto a ciascuna società si giustificheranno - dicendo che l'obiettivo è la salvaguardia del patrimonio pubblico, dei livelli occupazionali e dei centri di potere territoriale - misure di salvataggio finanziario, e quindi di successiva ricapitalizzazione fino al conferimento - lo abbiamo già fatto poche settimane fa - di capitali ai fini della liquidazione di società che, dopo 25 anni, muoiono ormai di morte naturale. Questa vorrei che fosse la nostra riflessione a partire da settembre.
Ovviamente non parteciperò al voto, il mio Gruppo non parteciperà al voto, perché è una questione di buonsenso impedire l'approvazione di provvedimenti di questo tipo. Non penso neppure che l'approvazione o la bocciatura di questo provvedimento potrebbe cambiare qualcosa. Cambierebbe qualcosa e cambierà qualcosa se questa assemblea e le sue Commissioni questo è un argomento anche di riflessione statutaria, cioè i limiti e i criteri della partecipazione economica della Regione - inizieranno a riflettere più organicamente e non continueranno ad analizzare, di provvedimento in provvedimento, le singole emergenze, ogni volta ritenendo ampiamente giustificata l'ennesima operazione di salvataggio.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Di Benedetto effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 37 votanti 35 hanno risposto SI' 24 Consiglieri hanno risposto NO 9 Consiglieri si sono astenuti 2 Consiglieri non hanno partecipato alla votazione 2 Consiglieri La legge è approvata.


Argomento: Viabilità

Esame disegno di legge n. 301: "Istituzione dell'Agenzia Regionale delle Strade del Piemonte (ARES-Piemonte)"


PRESIDENTE

Come convenuto, passiamo all'esame del disegno di legge n. 301, di cui al punto 5) all'o.d.g., con lo svolgimento della sola relazione.
La parola pertanto al relatore, Consigliere Manolino.



MANOLINO Giuliano, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, la L.R. 26 aprile 2000, n. 44 (Disposizioni normative per l'attuazione del D.lgs. 31 marzo 1998, n. 112: "Conferimento di funzioni e compiti amministrativi dello Stato alle Regioni ed agli Enti locali, in attuazione del Capo I della legge 15 marzo 1997, n.
59"), come modificata dalla L.R. 15 marzo 2001, n. 5, agli artt. 101 e 102 opera la suddivisione delle funzioni in materia di viabilità tra la Regione e le Province. In particolare, all'art. 101 sono individuate le funzioni che permangono in capo alla Regione in relazione all'esigenza di un loro esercizio unitario a livello regionale.
Tra queste sono comprese le funzioni di programmazione, coordinamento e finanziamento della rete viaria trasferita dallo Stato, da svolgere in coerenza con il piano regionale della mobilità e dei trasporti attraverso la formazione, di concerto con le Amministrazioni provinciali, di un piano triennale di investimenti definito in base alle priorità regionali e provinciali, alle progettazioni ed alle risorse finanziarie disponibili.
Per esercitare le funzioni di attuazione della programmazione della rete stradale demaniale regionale, l'art. 104 della predetta L.R. n. 44/00 rinvia alla costituzione, con apposito provvedimento legislativo dell'Agenzia Regionale delle Strade (ARES Piemonte).
Il disegno di legge oggi in esame è stato predisposto dalla Giunta regionale in attuazione dell'art. 104 ed è stato assegnato per l'esame in sede referente alla II Commissione consiliare ed in sede consultiva alla I Commissione consiliare in data 14 maggio 2001.
La II Commissione, anche in relazione ai termini indicati all'art. 104 citato, ha prontamente iscritto il testo all'o.d.g. e ne ha deliberato l'invio in consultazione ai soggetti interessati dalla materia. Esaurita tale fase ne ha immediatamente intrapreso l'esame; ha acquisito il parere favorevole a maggioranza della I Commissione e, nella seduta del 26 giugno 2001, ha licenziato il testo qui allegato con parere favorevole a maggioranza.
Il disegno di legge è composto da quattro Capi: nel primo, sono indicate la natura giuridica e l'ordinamento dell'Agenzia; nel secondo sono disciplinati i rapporti istituzionali e consultivi dell'ARES Piemonte nel terzo, sono previste le norme finanziarie, contabili e quelle relative al personale; nell'ultimo Capo, sono riportate le norme transitorie.
L'ARES Piemonte è costituita in Ente di diritto pubblico economico strumentale della Regione, dotato di personalità giuridica e di autonomia amministrativa, tecnica e patrimoniale (art. 1). La vigilanza sull'ARES Piemonte è esercitata dalla Giunta regionale attraverso le strutture regionali competenti (art. 3).
Il compito principale dell'ARES Piemonte è quello di esercitare le funzioni di attuazione della programmazione regionale e di coordinamento della gestione della rete delle strade demaniali regionali (art. 4).
Pertanto l'ARES Piemonte provvede alla progettazione di nuove opere ed alla costruzione delle stesse mediante appalti pubblici; l'ARES Piemonte definisce i criteri e le modalità per la manutenzione ordinaria straordinaria e programmata da inserire nei capitolati di concessione con le Province che gestiranno il demanio regionale a norma dell'art. 102 comma 2, lettera b), della L.R. n. 44/00.
L'ARES Piemonte può anche svolgere un ruolo di supporto e consulenza tecnico-scientifica per gli uffici regionali nonché analoghe attività per conto delle Province e dei Comuni singoli od associati (art. 2).
L'ARES Piemonte svolge attività di progettazione e di esecuzione di interventi in materia di viabilità (art. 2). Per la realizzazione delle opere previste dalla programmazione regionale farà da stazione appaltante secondo le norme vigenti in materia di lavori pubblici (art. 2).
All'art. 5 del disegno di legge sono definiti gli organi dell'Agenzia: a) il Direttore generale b) il Comitato direttivo c) il Collegio dei Revisori.
La nomina e la revoca degli organi sono poste in capo alla Giunta regionale su proposta dell'Assessore competente.
Gli artt. 6, 7, 9 e 10 disciplinano rispettivamente le competenze, le procedure di nomina e la durata in carica del Direttore generale, del Comitato direttivo e del Collegio dei Revisori.
L'articolazione dell'ARES Piemonte e le sue modalità operative sono definite dallo Statuto sulla base delle linee organizzative e contabili stabilite nel disegno di legge (art. 11). Lo Statuto dell'ARES Piemonte è approvato con deliberazione della Giunta regionale, sentita la Commissione consiliare competente.
Per quanto riguarda le dotazioni e le norme finanziarie e contabili l'ARES Piemonte si avvale delle entrate derivanti dai contributi affidamenti, assegnazioni e trasferimenti di fondi dal bilancio della Regione e di altri Enti pubblici.
Infine, il disegno di legge prevede una norma transitoria volta a consentire l'immediata operatività dell'Agenzia.


Argomento: Partecipazioni azionarie regionali

Proseguimento esame proposta di legge n. 115: "Costituzione della società consortile per azioni IGNITOR"


PRESIDENTE

A questo punto, riprendiamo l'esame della proposta di legge n. 115, di cui al punto 4) all'o.d.g.
Riassumo quanto avevamo già svolto: avevamo chiuso il dibattito generale e la discussione sull'art. 1; avevamo già esaminato un emendamento interamente soppressivo dell'art. 1, che era stato respinto.
Possiamo pertanto proseguire l'esame degli emendamenti.
1.2) Emendamento presentato dai Consiglieri Saitta e Pedrale: al comma 1 dell'art. 1, dopo le parole: "Ministero dell'Industria", sono soppresse le parole "ed assieme".
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo per spiegare il significato dell'emendamento. Si tratta soltanto di un fatto tecnico, nel senso che la decisione di costituire evidentemente, deve essere una decisione consensuale che è stata verificata.



PRESIDENTE

Un'intesa globale, diciamo così.
La parola al Consigliere Moriconi.



MORICONI Enrico

Questo emendamento propone che, per la realizzazione di Ignitor, il passo relativo alla partecipazione di Fondazioni bancarie, ecc., viene inserito nel testo dell'articolo, per cui le Fondazioni bancarie e gli altri soggetti pubblici e privati interessati diventano...



PRESIDENTE

C'è già, Consigliere Moriconi!



MORICONI Enrico

Ma il problema è il seguente. Abbiamo già detto altre volte che Ignitor non è un progetto di ricerca, ma è un progetto operativo. Questo lo abbiamo già detto abbondantemente. In questo modo, vengono inseriti l'Università e il Politecnico, ma il problema è costituito dalle Fondazioni bancarie: Ignitor ha lo scopo di raccogliere capitale pubblico e privato.
L'emendamento, così come viene scritto, sembra non recepire quello che le Fondazioni bancarie ci hanno suggerito. Le Fondazioni bancarie hanno già scritto che non sono interessate a questo progetto.
Mi sembra un colloquio tra sordi, perché sui documenti disponibili è scritto, chiaramente, che i principali soggetti finanziari della Regione non sono favorevoli.
La CRT, per quanto riguarda la bozza dello Statuto della costituente società consortile, dice: "Ritengo che l'eventuale partecipazione delle Fondazioni bancarie debba essere autonomamente valutata dai rispettivi organi delle stesse, in relazione sia al quadro normativo, sia ai rispettivi indirizzi circa l'attività istituzionale. Credo pertanto sufficiente, e non ostativa, una loro eventuale partecipazione". Però la CRT dice che si tratta di un progetto che richiederà, in base alle informazioni meno note, investimenti notevolissimi in un periodo relativamente lungo di anni.
Occorre, pertanto, definire preliminarmente un progetto di fattibilità non solo sotto il profilo scientifico e tecnologico, ma anche finanziario.
Noi, in questa legge, non citiamo per niente il progetto di fattibilità finanziaria come ci richiede la CRT.



L'IMI S. Paolo scrive: "Nel rammaricarci per l'oggettiva impossibilità

ad esprimere una diretta adesione all'iniziativa, restiamo comunque a disposizione per gli approfondimenti che dovessero rendersi opportuni".
Mi sembra che, come pensiamo di costruire un reattore di fusione nucleare su un territorio senza essere invitati dai cittadini, così allo stesso modo chiediamo ai principali Enti finanziari della nostra Regione di partecipare ad un progetto alle cui condizioni non sono disponibili.
Non so cosa pensare di una formulazione di questo genere. Mi domando come possiamo coinvolgere dei soggetti che già ci hanno risposto che non sono disponibili. Noi scriviamo alle due principali Fondazioni bancarie della Regione Piemonte, le quali ci rispondono che non sono d'accordo.
Credo che l'argomento - personalmente non sono pregiudizialmente contrario - richieda degli approfondimenti. Noi stiamo "costruendo" un progetto di legge che non ha fondamenti concreti; la posizione più realistica e corretta mi sembrerebbe quella di andare ad un confronto con le Fondazioni bancarie.
Questo è uno degli aspetti, ma a questo punto diventa quasi uno dei principali aspetti, perché sappiamo quanto sia importante il finanziamento per questo progetto: si parla di almeno 500 miliardi, ma c'è chi dice 800 miliardi. C'è la necessità, quindi, di finanziamenti sia da parte dell'Unione Europea, sia dei privati. Se noi non chiariamo primariamente la possibilità di accedere a finanziamenti privati, viene a cessare lo scopo di creare una società che abbia della partecipazione pubblica e della partecipazione privata.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Sarebbe più semplice riuscire a collocare un parere su questo emendamento se la questione sollevata dal collega Moriconi vedesse una risposta.
Anch'io ho davanti a me il verbale della Commissione in cui il rappresentante della Fondazione S. Paolo, dott. Gastaldo - tra l'altro questo verbale è firmato dal Consigliere Gallarini - dice che la struttura prospettata, cioè la società consortile, non può essere un soggetto destinatario di investimenti da parte della Fondazione. Mi sembra una questione un po' dirimente. Se si mandano avanti, si va avanti, ma quello che dice il Consigliere Moriconi è agli atti. Insistere nello scrivere il contrario mi lascia un po' sorpreso. Chi ha ragione? Come votiamo? Diventa difficile votare l'inserimento delle Fondazioni bancarie quando il rappresentante di una di queste dice che non è possibile inserirsi se la struttura è consortile; tra l'altro, il fatto di decidere per una struttura consortile è alla radice del parere negativo che sinora ho espresso su questa vicenda, perché mi sembra prematuro, azzardato e, dal punto di vista della Fondazione S. Paolo, inutile, organizzare una struttura consortile per questa attività di ricerca che richiede un contributo alle Fondazioni.
Mi sembra esorbitante dal punto di vista dell'impianto generale. Non fare un consorzio sarebbe meglio, oltretutto la Fondazione ci dice: "Non possiamo dare soldi al consorzio".
Mi rimetto ovviamente alle considerazioni della maggioranza, ma come si fa ad andare avanti in questo modo? Chi ha ragione? Il testo del primo comma dell'art. 1 o il parere del Consigliere Moriconi? Diamo una risposta.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Credo che lei, Presidente, possa convenire con me che è difficile discutere l'emendamento specifico che ha presentato il Consigliere Saitta al di fuori di una discussione degli altri emendamenti che riguardano lo stesso punto e lo stesso comma. Quindi, trattando questo emendamento affronterò contemporaneamente anche gli altri.
Mi pare che questo sia un momento decisivo della discussione che dobbiamo fare, perché, a questo punto, si incrociano tante questioni. In particolare, un punto, di merito e non secondario, riguarda la capacità di verificare a tanti anni di distanza, dal momento in cui questo progetto è stato ideato, la sua affidabilità sul piano teorico. Occorre inoltre verificare la sua capacità effettiva di attrarre le energie necessarie per fare di questo progetto un'iniziativa veramente importante e, ancora predisporre, in un quadro di valutazione che su problemi come questo non può essere solo di valutazione locale, ma che deve necessariamente richiamare in causa e confrontarsi con le scelte europee sia per quanto riguarda le scelte di politica della ricerca, sia per quanto riguarda le valutazioni della comunità scientifica, i necessari elementi di verifica.
Come sciogliere un problema che richiede indubbiamente delle verifiche? Secondo me, la soluzione della questione non è così complicata.
La soluzione della questione sta semplicemente nel fatto che il Consiglio regionale compie una scelta di indirizzo, esprime una volontà e una linea di impegno, mentre non c'è dubbio che le verifiche per quanto riguarda la fattibilità concreta di questo progetto e, quindi, la costituzione della società compete alla struttura preposta a svolgere questa funzione, cioè al governo regionale.
Non è possibile, a mio parere, pensare di prendere una decisione del genere, una volta stabilito un orientamento politico del Consiglio regionale, senza investire di una responsabilità diretta nella valutazione di questi elementi il governo e la Giunta regionale. Solo attraverso una verifica concreta del governo e della Giunta regionale si può accertare se da un lato, esistono i partner pubblici e privati indispensabili per dare a questo progetto la concretezza necessaria e, dall'altro lato, se esiste la coerenza di questo progetto rispetto agli orientamenti di indirizzo che a livello europeo vengono presi, e verificare, anche attraverso questo l'attualità di questo progetto e la possibilità di investimento. Il Consiglio regionale non ha gli strumenti per condurre questa verifica.
Per questo motivo, abbiamo proposto un emendamento, in quanto bisogna passare dalla formula: "La Regione costituisce" ad una formula che dica: "Il Consiglio regionale dà mandato al governo regionale, alla Giunta verificate le seguenti condizioni, che si elencano, di decidere, dopo questa verifica e sulla base della stessa, la costituzione di una società" tenendo conto delle considerazioni del Consigliere Chiezzi, nel senso che la stessa forma societaria può essere lasciata come una questione aperta ad una valutazione per trovare la formula più in grado di esprimere il massimo di adesioni e sinergie.
Questo, a mio parere, è un punto molto importante, perché è evidente che non si tratta solo di un fatto tecnico. Si tratta di rilevare, a proposito di questa legge - lo dico in particolare ai proponenti Consiglieri Saitta e Pedrale - che una scelta di questo tipo vuol dire, da un lato, raccogliere un risultato, esprimere un orientamento, ma dall'altro, aprirsi ad una verifica in un processo e in un percorso che consenta un approfondimento di tutti quei temi che rimangono aperti e che semplicemente nella discussione d'aula non riusciremmo ad approfondire.
E' indubbio che, per le ragioni che dicevo, da questo punto di vista la responsabilità del governo regionale alla fine deve risultare, perch siamo di fronte, sulla base naturalmente di indirizzi ed orientamenti che si assumono, ad una questione significativa. Non mi pare che in questo inizio di legislatura abbiamo consegnato un mandato preciso, su iniziativa del Consiglio, alla Giunta regionale. Dico questo perché, a fianco della questione, non propongo questa esigenza all'interno del testo e come emendamento al testo della legge, ma la cosa può essere fatta con un ordine del giorno collegato e, a fianco di questo, il governo regionale deve condurre un altro tipo di verifica.
Voi sapete che questo è un punto emerso nell'ultimo confronto che abbiamo avuto con le istituzioni locali, in particolare del Vercellese cioè parallelamente a questo il governo regionale deve operare una verifica molto importante, per capire, in particolare, quali siano le scelte strategiche che l'ENEA colloca sul territorio piemontese.
Non si tratta di un problema che si risolve con la partecipazione di ENEA al progetto Ignitor. E' una questione che riguarda una valutazione più complessiva rispetto alle altre linee di sviluppo ENEA che sembrano, come sappiamo, tagliar fuori il Piemonte e prevedere un disimpegno di quella importante istituzione di ricerca dalla nostra Regione.
Per questo motivo, pur apprezzando l'intenzione dell'emendamento come proposto dai Consiglieri Saitta e Pedrale, con un passo in avanti in questa direzione, chiederei di confrontarlo con una proposta radicalmente diversa ma più strutturata, che ho anche provato a stendere. La stesura naturalmente, è disponibile a qualsiasi riscrittura, basta che si ispiri a quanto ho cercato di motivare.
Penso che queste scelte, per la verifica che abbiamo condotto, anche in territori più direttamente interessati (insieme ad altre questioni che vedremo successivamente e che riguardano le condizioni alle quali vanno subordinate le scelte di localizzazione), possano consentire di predisporre un provvedimento che senza preclusioni, lasciando aperte tutte le possibilità di verifica necessarie, faccia un concreto passo in avanti.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Non so, Presidente, se lei tiene un'agenda dei Consiglieri "birichini".
Ho cercato di capire il senso di questo emendamento e, alla fine, l'ho compreso.
Mi rivolgo al Consigliere Saitta. Come argomentato dal Consigliere Moriconi - e non do l'interpretazione data dal Consigliere Marcenaro - se con questo emendamento soppressivo, in questo punto specifico, togliamo la parola "assieme" toglieremmo un vincolo alla proposta di legge.
Come argomentava il Consigliere Moriconi, rispetto agli Enti citati ci sono già delle defezioni non da poco. L'ENEA - ed il Consigliere Pedrale ha lanciato dei dubbi - e l'Università, nell'audizione, hanno cominciato a dire che, forse, sarebbe opportuno istituire un Comitato scientifico internazionale per verificare la validità del progetto. Le Fondazioni bancarie - riferiva poc'anzi il Consigliere Moriconi - hanno preso le giuste precauzioni.
Evidentemente, all'interno della frase "che la Regione costituisce d'intesa con il Ministero dell'Industria ed assieme all'ENEA..." il termine "assieme" dà la possibilità, comunque, in un accordo bilaterale, limitato solo alla Regione e al Ministero dell'Industria, della costituzione e naturalmente, di avviare gli atti costitutivi.
Questo ho compreso, e chiedo al Consigliere Saitta se questo è il senso. Cioè se il senso di questo suo emendamento è volto a rimuovere tutti gli ostacoli evidenziati da coloro che sono stati chiamati a costituire questa società consortile. Essi, infatti, ci hanno già detto: "Badate bene la costituzione di questa società è talmente irta di difficoltà, ci sono tali dubbi che il nostro assenso non è assolutamente scontato".
Il Consigliere Marcenaro ha proposto anche un emendamento - poi andremo sullo specifico - che ha già illustrato, che sostanzialmente dice: "Deleghiamo tutti gli atti alla Giunta".
Badate bene: questa è una prerogativa che può fare a meno anche del mandato di un'assemblea elettiva. Niente vieta oggi all'esecutivo di istituire una Commissione tecnico-scientifica con un provvedimento ad hoc partendo però da un presupposto...



PRESIDENTE

Lei non interverrà più sugli altri emendamenti?



CONTU Mario

Come no!



PRESIDENTE

No, perché lei sta parlando di un altro emendamento!



CONTU Mario

No, sono due assieme, e a discernere...



PRESIDENTE

No, lei sta parlando di un altro emendamento! La invito a parlare di questo!



CONTU Mario

Cos'è, una minaccia? Mi ha minacciato, Presidente?



PRESIDENTE

"Minaccia" è una parola grossa, semplicemente la richiamo al tema della discussione!



CONTU Mario

Devo dire che mi ha distratto! E mi ha fatto perdere il filo...



PRESIDENTE

Non ci voleva molto!



CONTU Mario

Provo a recuperare.
"Assieme". E' una preposizione? Non lo so, ho perso un po' della mia concentrazione... Presidente, mi sembra voglia dire questo, che invece va assolutamente confermato: "La Regione costituisce, d'intesa con il Ministero dell'Industria, ed assieme all'ENEA e a tutti gli altri soggetti...", ecc. Facendo a meno di questo termine si snatura l'intero senso dell'art. 1 e, quindi, viene meno la società consortile. Perché così è. Chiunque si può sfilare da questo tipo d'intento e due Enti - in questo caso, la Regione e il Ministero dell'Industria - da soli possono costituire la società consortile. Ho inteso bene? Questo rischia di stravolgere il senso della proposta di legge.
Per questo motivo, annuncio il nostro voto contrario sull'emendamento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Presidente, siccome ci sono almeno due emendamenti che insistono esattamente sullo stesso punto, perché riguardano la stessa riga dello stesso comma dell'articolo, come si conduce la discussione? Mi sembrerebbe strano che, approvato un emendamento, ne discutessimo un altro che modifica il testo già emendato sulla base di un emendamento analogo. Secondo me andrebbero discussi assieme.
Chiedo quindi - poi sentiremo la risposta dei relatori - se si pu trovare una formulazione comune. Se non fosse così, penso che andrebbero votati in alternativa. Lo chiedo proprio perché riguardano esattamente lo stesso punto dell'articolo.



PRESIDENTE

Non è prevista la votazione in alternativa. Ai sensi dell'art. 80 comma 4, si deve procedere prima alla discussione degli emendamenti soppressivi, poi di quelli sostitutivi, quindi di quelli modificativi ed infine di quelli aggiuntivi. Il suo è un emendamento sostitutivo, mentre l'emendamento dei Consiglieri Saitta e Pedrale è parzialmente soppressivo.
Quindi, va discusso prima l'emendamento dei Consiglieri Saitta e Pedrale poi, subito dopo, vanno discussi...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Eh no, perché lei la sostituisce!



(Ulteriori commenti fuori microfono del Consigliere Marcenaro)



PRESIDENTE

Eh no, lo so, anch'io stavo cercando di trovare una soluzione.
La parola al Consigliere Saitta, come relatore, per un parere.



SAITTA Antonino

In sostanza, il collega Marcenaro pone un tema di grande interesse e di grande rilievo per dare operatività alla proposta. Giustamente, essendo questa un'iniziativa di carattere consiliare, per la sua realizzazione cioè per la costituzione - richiede un lavoro di verifica da parte dei soggetti interessati alla costituzione della società.
Questo è un lavoro tipico della Giunta, nel senso che il Consiglio decide di costituire una società, ma questo è poi compito dell'esecutivo.
Mi pare che la proposta di orientamento sia condivisibile, nel senso che il Consiglio regionale autorizza la Giunta a costituire la società.
Quello che mi pare utile - e lo dico al collega Marcenaro e agli altri Consiglieri intervenuti - è che il modello della società consortile, in qualche maniera, sia mantenuto, perché è un modello introdotto, per un'iniziativa di carattere scientifico similare, soltanto qualche anno fa (la costituzione della società consortile Icarus), e mi pare abbia dato dei buoni risultati. Quindi, è un modello che potrebbe essere tenuto presente.
Per quanto riguarda la questione sollevata dal collega Moriconi (intesa, assieme alle società, ecc.), credo sia importante - ed è questo il significato di passare dalla modalità "assieme" a quella "d'intesa" indipendentemente dalla partecipazione alla società, che ci sia un'intesa del mondo scientifico, del mondo sociale ed economico attorno a questo progetto; quindi, indipendentemente dal fatto se partecipano o meno alla società, ed è chiaro che possono partecipare soltanto i soggetti che hanno la caratteristica per poterlo fare.
Per questo il suggerimento del Gruppo DS, relativamente al terzo comma dell'articolo, è un'indicazione utile, ma quello che è importante è che ci sia l'intesa alla costituzione della società.
Credo che, rispetto alle questioni procedurali poste, probabilmente la sospensione potrebbe essere utile per trovare una formulazione che assorba entrambi gli emendamenti e permetta di avere un testo molto più coerente.



PRESIDENTE

Quindi, sospendo la seduta.



(La seduta, sospesa alle ore 19.28 riprende alle ore 19.40)



PRESIDENTE

La seduta riprende.
Ha chiesto di intervenire il Consigliere Contu; ne ha facoltà.



CONTU Mario

Chiedo la verifica del numero legale.



PRESIDENTE

La chiederà in fase di votazione.



(Proteste del Consigliere Contu)



PRESIDENTE

Per memoria mia, leggo l'art. 52, comma 2, del Regolamento: "Ogni volta che il Consiglio stia per procedere ad una votazione, il Presidente verifica se il Consiglio sia in numero legale per deliberare, se del caso disponendo l'appello nominale dei presenti che deve comunque essere effettuato qualora lo richieda un Consigliere".
Prima di procedere alla votazione...



(Commenti fuori microfono del Consigliere Contu)



PRESIDENTE

Le assicuro che non è così.



PRESIDENTE

CONTU Mario (fuori microfono)



PRESIDENTE

Lei sta instaurando una prassi strana.



PRESIDENTE

Non è una prassi. Una prassi si instaura quando non è disciplinata la materia. In questo caso invece è disciplinata.
La ringrazio della richiesta; appena procederemo alla votazione...



(Richiesta da parte del Consigliere Contu)



PRESIDENTE

Le chiedo cortesemente di citarmi l'articolo.



CONTU Mario

Chiedo, Presidente, di mettere ai voti la sospensione dell'esame del provvedimento.
Questa è una facoltà data? Poi mi riservo di approfondire la materia regolamentare sotto altri aspetti.



PRESIDENTE

Per quale motivo?



CONTU Mario

La sua domanda è ironica?



PRESIDENTE

No.



CONTU Mario

La risposta è: guardi l'aula!



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Obiettivamente credo, per l'importanza di questo provvedimento e per le presenze in aula, anziché iniziare una posizione di forza, che sia bene aggiornare la seduta e riprendere la discussione disponendo di tutti gli emendamenti.



PRESIDENTE

Riprenderemo la seduta martedì prossimo mantenendo questo articolo all'o.d.g.
Ricordo che nella prossima seduta si procederà alle votazioni tramite procedimento elettronico.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenute all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle 19.42)



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