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Dettaglio seduta n.103 del 03/07/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



(Il Presidente Cota, alle ore 10.15, comunica che la seduta consiliare è aggiornata alle ore 10.45 per l'impossibilità di dare corso alla discussione delle interrogazioni ed interpellanze, essendo presente un solo Assessore)


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caramella, Cavallera, Costa Rosa Anna Deorsola Salerno e Vaglio.


Argomento: Questioni internazionali

b) Relazione in merito al viaggio in Argentina effettuato da una delegazione del Consiglio nel mese di giugno


PRESIDENTE

A questo punto, vorrei darvi comunicazione del viaggio effettuato in Argentina nel mese di giugno. Ci tengo a farlo poiché tale viaggio è stato significativo per me e per l'Ufficio di Presidenza.
La delegazione - composta, oltre che dai vari funzionari, dal sottoscritto, dal Vicepresidente Riba e dai Consiglieri Deorsola e Rossi Oreste - è arrivata nella città di Buenos Aires nella quale abbiamo incontrato il Ministro argentino dell'Economia, Domingo Cavallo, e il Segretario generale della Presidenza della Repubblica, Nicolas Vicente Gallo. In tali incontri abbiamo sostanzialmente discusso della situazione economica nella quale versava e versa l'Argentina e delle prospettive di rapporti con la Regione Piemonte.
Sempre nella città di Buenos Aires abbiamo fatto visita alle comunità piemontesi ed in particolare all'Associazione piemontese ossolana.
Il giorno successivo ci siamo recati a Vicente Lopez, una municipalità alla periferia di Buenos Aires che, con San Isidro, San Fernando e Tigre costituisce la Regione metropolitana norte, con oltre un milione e centomila abitanti. Qui abbiamo incontrato il Sindaco Enrique Garçia, che ha illustrato alla delegazione le opportunità di investimenti legati alla costruzione del Porto di Olivo, alla ristrutturazione delle aree costiere e al recupero di un'area dismessa dall'esercito per un insediamento commerciale e residenziale.
Nella città di Buenos Aires si è svolto, poi, l'incontro con tutta la comunità piemontese in occasione della rappresentazione dello spettacolo Agli amici.
Dopo Buenos Aires abbiamo toccato La Plata e in quella città ci siamo incontrati, oltre che con la comunità locale, con il Console generale Giulio Alaimo, con la Presidenza della Provinçia Federal e con l'Arcivescovo Monsignor Hector Aguer, che ha illustrato la posizione della Chiesa cattolica argentina sulla situazione del Paese ed il sostegno alle categorie più disagiate.
In particolare - riassumendo per brevità - l'Argentina vive una situazione molto delicata di forte crisi economica, di recessione economica e, dunque, questa situazione ha la caratteristica di una forte disoccupazione soprattutto nella fascia giovanile. Tale situazione è particolarmente grave in città che costituiscono un po' dei sobborghi, come la città di La Plata, e pertanto la Chiesa cattolica sta svolgendo un'azione di aiuto e di sostegno ai più giovani, ma soprattutto - direi una campagna di moralizzazione della classe politica, una campagna di moralizzazione della politica.
Ritornati a Buenos Aires abbiamo incontrato ufficialmente, in Ambasciata, l'Ambasciatore Giovanni Jannuzzi, che è un po' universalmente riconosciuto come personaggio molto importante, molto autorevole e profondo conoscitore della situazione argentina, fautore anche di una serie di scambi e di rapporti tra l'Argentina e l'Italia. Con l'Ambasciatore abbiamo ricordato tutte le iniziative che il Consiglio regionale del Piemonte sta realizzando per i piemontesi d'Argentina: conoscete tutti il sito internet (www.piemontesinelmondo.it) e anche l'ultima delibera che prefigura una serie di incentivi nei confronti delle comunità piemontesi in Argentina.
Dopo Buenos Aires, la delegazione è arrivata nella città di Rosario. In tale città, particolarmente commovente è stato l'incontro con la comunità piemontese; abbiamo avuto un'accoglienza splendida all'aeroporto e successivamente ci siamo recati a far visita al Palazzo municipale.
In quell'occasione, in quanto Presidente dell'assemblea regionale, sono stato insignito del titolo di ospite d'onore con una formale delibera dell'assemblea deliberante della città.
In serata c'è stato un incontro particolarmente caldo con le comunità piemontesi. C'era, in occasione dello spettacolo, il teatro gremito in ogni ordine di posti.
Dopo Rosario abbiamo toccato la città di Mendoza e anche qui l'accoglienza è stata particolarmente calorosa; c'è stata una grande partecipazione all'incontro pubblico che si è svolto con le comunità piemontesi.
Dopo Mendoza siamo arrivati a Cordoba e in tale città, oltre al tradizionale incontro pubblico, è da segnalare l'incontro svoltosi nella giornata di domenica con gli amministratori locali e con le comunità piemontesi. Abbiamo scoperto che, oltre ad esserci molti piemontesi, c'è un buon numero di piemontesi che ricopre incarichi a livello locale, cioè ci sono dei Sindaci di origine piemontese, alcuni dei quali avevano percorso 300/400 chilometri per venire ad incontrare la delegazione del Consiglio regionale. Devo dire che, anche dal punto di vista istituzionale, il Governatore ha veramente messo a disposizione della delegazione tutti gli strumenti per poter visitare il territorio e per potersi rendere conto della realtà.
In quell'occasione, nella città di Cordoba, il Governatore della Provincia di Cordoba ha consegnato al Presidente del Consiglio regionale una proposta di Protocollo d'intesa, che oggi trasmetterò al Presidente della Giunta regionale; un Protocollo d'intesa tra la Provincia di Cordoba e la Regione Piemonte per realizzare attività comuni nell'ambito della formazione professionale.
Vorrei ricordare che, per quanto riguarda Cordoba, l'Università di Torino e l'Università di Cordoba già realizzano un master in discipline economiche che ha una doppia valenza sia per l'Argentina che per l'Italia.
Ovviamente, non avendo responsabilità di governo e titolo per sottoscrivere il Protocollo d'intesa, ci siamo limitati a raccogliere questo protocollo, che poi verrà trasmesso agli organi competenti. Però mi permetto di dire che questa proposta è perfettamente in linea con quelle che sono le iniziative che anche in passato la Regione Piemonte ha realizzato e portato avanti.
Conclusa la missione in Argentina, siamo arrivati nella città di San Paolo del Brasile, città particolare, molto progredita. Diversa è la situazione dell'Argentina, che è in una situazione di forte recessione rispetto alla situazione del Brasile, che invece ha un'economia in espansione, seppur in un momento difficile a causa della crisi energetica.
Dicevo, San Paolo, città dai forti contrasti: c'è una parte della popolazione che ha grandi disponibilità economiche e c'è un'altra, molto numerosa, che vive in condizioni davvero disperate.
Ad ogni modo, il giorno successivo ci siamo recati a far visita alla città di Campinas dove abbiamo incontrato il Sindaco e gli imprenditori soprattutto gli imprenditori di origine piemontese ed italiana, che - devo dire - hanno esportato in quella Regione il nostro modello dei distretti industriali. Ci sono collaborazioni tra imprenditori di Biella e di Campinas. Il Sindaco di Campinas ha richiesto ufficialmente un gemellaggio con la città di Torino. Ho spiegato loro che il Sindaco di Torino non ha partecipato al viaggio, in quanto la Città di Torino aveva appena rinnovato l'amministrazione comunale, per cui non c'era stato il tempo per programmare il viaggio. Ad ogni modo, trasmetterò questa richiesta al Sindaco Chiamparino.
La città di Campinas è simile alla città di Torino, sia dal punto di vista delle prospettive economiche e del tipo di insediamenti produttivi e industriali presenti, sia dal punto di vista del numero degli abitanti: tutte e due le città contano circa un milione di abitanti.
Dopo Campinas siamo ritornati a San Paolo e, in quell'occasione abbiamo incontrato le comunità piemontesi ed italiane.
Successivamente, prima di ritornare in Italia, abbiamo pranzato al Circolo italiano dove abbiamo incontrato il Presidente. Il Circolo italiano di San Paolo è un punto nevralgico, strategico per la vita delle comunità italiane. L'anno scorso si è recato in visita il Presidente Ciampi e quasi tutti i Ministri degli Esteri hanno sempre fatto tappa al Circolo italiano di San Paolo. Si tratta di una struttura bellissima che si estende su tre piani di una torre nel centro della città di San Paolo. Sono rimasto insieme ai colleghi, particolarmente colpito dall'attivismo del suo Presidente e dalla molteplicità delle iniziative che vengono realizzate.
Pensate che giornalmente si realizzano corsi di italiano per centinaia di persone con insegnanti italiani: è veramente un centro nevralgico della nostra cultura.
Terminata la visita siamo ritornati in Italia.
Ovviamente, se qualche Consigliere regionale volesse chiedermi altre delucidazioni sul viaggio, sono a disposizione, anche per dare copia del materiale e delle informazioni che abbiamo raccolto.
La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

Presidente, lei ha svolto una bella relazione, un po' più ampia di una semplice descrizione dettagliata delle tappe della visita in Sud America.
Credo che su un tema del genere, che introduce il tipo di politica che pratica il governo regionale, rispetto alle grandi potenzialità che le comunità piemontesi nel mondo esprimono, occorra pensare a qualcosa di meno affrettato e anche diverso da colloqui privati con lei, Presidente.
Voglio solo ricordarle che il bilancio di previsione della Regione Piemonte in questo campo, che lei ha illustrato con meravigliose potenzialità, è di 800 milioni. Quindi, sarebbe il caso, evidentemente, di non affrettatamente chiudere questa vicenda, ma ampliare lo spazio di valutazione politica anche perché sarebbe interessante capire la posizione del governo regionale, a meno che tali visite non siano puramente turistico-culturali.
Però mi pare che il Presidente non abbia voluto dare questo senso all'impegnativo soggiorno in Argentina e in Brasile.
Pertanto, chiedo qualcosa di più di quanto lei ha esposto e di un rinvio a colloqui privati per spiegare più in dettaglio ai singoli Consiglieri interessati che cosa è successo e quali sono le prospettive.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Mellano.



MELLANO Bruno

Intervengo, Presidente, in merito alle sue comunicazioni.
Innanzitutto, la ringrazio perché ha voluto, con la forma delle comunicazioni in aula, sancire l'importanza di un viaggio che, anche a mio modesto giudizio, è importante, però non posso non prendere la parola per palesare la mia insoddisfazione rispetto al suo intervento perch nonostante le reiterate occasioni di dibattito su politica, economia e rapporti internazionali della Regione Piemonte, lei non ha trovato lo spunto per parlare dei desaparecidos. Come sa sull'argomento è stato approvato dal Consiglio regionale un ordine del giorno; inoltre, prima della vostra partenza mi ero recato da lei e dal Vicepresidente Riba.
Sono sicuro che avrà occasione, spero non in colloqui privati, di rendere conto dell'aspetto non soltanto economico, ma anche politico.
E' il caso di questi giorni quello del generale Astiz che, in base ad una sentenza italiana, è stato arrestato ieri. Anche cittadini piemontesi ricordo il caso di Ciuffo, ma non solo quello - hanno avuto le loro "brave" disavventure in quel Paese. Dai nomi che ha citato sappiamo quanti sono gli argentini di origine italiana e gli italiani che ancora conservano la cittadinanza italiana e vivono in Argentina. Lei ha citato Cavallo sappiamo che ha origini pinerolesi; Gallo, che immagino abbia origini piemontesi anche lui.
Occorre maggiore attenzione da parte del Consiglio regionale, che ha già avuto occasione di esprimersi sul rapporto privilegiato con l'Argentina per cui mi aspettavo un accenno su questo.



PRESIDENTE

Rispondo brevemente.
Annuncio fin d'ora il mio sostegno ad un'eventuale iniziativa da intraprendere nei confronti degli emigrati piemontesi.
Il rinviare ad eventuali colloqui con i Consiglieri era soltanto per scusarmi della sintesi che ho dovuto fare nelle comunicazioni.
Mi rivolgo adesso al Consigliere Mellano. La dimenticanza è stata proprio frutto della sintesi, nel senso che abbiamo parlato della questione dei desaparecidos in colloqui ufficiali e addirittura abbiamo approfondito il tema durante una visita che abbiamo effettuato, il Vicepresidente Riba ed io, presso la sede dell'ANSA di Buenos Aires dove abbiamo incontrato giornalisti che avevano seguito negli anni la vicenda.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati - Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito alla consegna ai Capigruppo della bozza del Piano sociosanitario


PRESIDENTE

La parola al Presidente della Giunta, Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Volevo comunicare, in relazione al "caso Piano sociosanitario" e a notizie apparse sui giornali, che nella seduta di Giunta di ieri abbiamo deciso di fornire ai Capigruppo la bozza del Piano sociosanitario sul quale abbiamo lavorato e stiamo lavorando.
Siccome è un lavoro in progress, e sono documenti di lavoro, è chiaro che probabilmente, la Giunta approverà, in una fase successiva, un documento che potrà anche essere diverso. Dai colloqui interpersonali che ho avuto con i Capigruppo nella scorsa settimana questo era evidentemente chiaro.
Oggi stanno arrivando dall'Assessorato alla sanità e dall'Assessorato al socio-assistenziale le bozze del Piano sociosanitario. E' chiaro - lo ripeto per evitare equivoci - che noi nel frattempo siamo andati avanti nell'elaborazione e nell'approfondimento del documento, non ancora adottato ufficialmente dalla Giunta. Non c'è alcun documento ufficialmente adottato dalla Giunta, sono tutte ipotesi di lavoro, ma, in considerazione del fatto che tale documento è stato pubblicato sui giornali, abbiamo ritenuto corretto che i Capigruppo regionali ne fossero a conoscenza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Ringrazio il Presidente Ghigo per la decisione adottata.
Voglio dire che, in modo che rimanga a memoria dei nostri rapporti sarebbe bene che la circolazione delle informazioni e della documentazione avvenisse come un fatto ordinario fra maggioranza ed opposizione e non semplicemente come un atto di riparazione successivamente alla pubblicazione sui giornali di notizie e documenti.
Dico questo perché, Presidente Ghigo, una questione è, secondo me, la distinzione di responsabilità ed un'altra è avere dei rapporti permanenti e trasparenti di informazione, in modo da consentire, nella distinzione dei ruoli, la formazione di un giudizio che avvenga sulla base di un pieno accesso a tutti gli elementi di informazione.
Prendo atto della sua comunicazione, ma sollevo e mantengo aperto il problema per chiedere che in seguito ci sia un livello di informazione che consenta un confronto.
Sappiamo che per arrivare alle decisioni ci sono tante tappe, e che le decisioni non nascono se non attraverso la formulazione di ipotesi, di cui alcune saranno confermate, altre no ed altre modificate. Il fatto di poter accedere ai processi di formazione delle decisioni per quanto riguarda il metodo delle informazioni lo considero un punto molto importante, al di là della sacrosanta riparazione di una fuga di notizie che ha messo il Consiglio regionale in una situazione di evidente imbarazzo e difficoltà.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Sollecito risposta all'interrogazione n. 740 "Programma di screening dei tumori del collo dell'utero e della mammella della Regione Piemonte: campagna di comunicazione regionale"


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Presidente, devo purtroppo segnalarle un problema, che però non riguarda la comunicazione del Presidente Ghigo. Devo esprimerle un disappunto e chiederle un consiglio.
Il problema riguarda il fatto che, nonostante abbia sollecitato quattro volte in quest'aula la risposta scritta ad una mia interrogazione, rivolta all'Assessore alla programmazione sanitaria, non ho ancora ricevuto risposta.
Sono passati ormai due mesi, ho fatto tre sollecitazioni in aula ed una scritta al Presidente del Consiglio. Il disappunto nasce dalla difficoltà ad ottenere le risposte alle interrogazioni.
Credo che questo sia un problema che lei, Presidente del Consiglio dovrà esaminare nella Conferenza dei Capigruppo nel modo più rapido possibile.
Credo che ci sia un problema se ad un Consigliere che solleva una questione in aula gli viene risposto, da parte del Presidente del Consiglio, che sarà sua cura intervenire presso l'Assessore competente affinché venga data la risposta all'interrogazione, mentre poi tutto questo non ha seguito, nel senso che sto ancora aspettando la risposta.
Cosa deve fare un Consigliere regionale che, pur utilizzando gli strumenti regolamentari, interviene in aula, sollecita il Presidente del Consiglio e l'Assessore competente affinché rispondano alla sua interrogazione? Oltre a questo, cosa può fare un Consigliere? Esiste un altro strumento che posso utilizzare? Francamente diventa un problema avere una risposta ad un'interrogazione, tra l'altro scritta. Dopo aver sollecitato la risposta per quattro volte in Consiglio regionale, mi si risponde che sarà cura dell'Assessore competente rispondere alla mia interrogazione! Il tempo passa, sono passate ormai quattro sedute del Consiglio regionale, ma la risposta all'interrogazione, tra l'altro scritta - non vi è neanche il problema di calendarizzare la risposta in aula o di farla rientrare insieme ad un numero lunghissimo di interrogazioni che attendono una risposta - non viene data.
Pertanto, Presidente, vorrei che lei intervenisse in maniera energica sull'Assessore competente, affinché io possa avere nel giro di qualche ora e non di qualche giorno, la risposta alla mia interrogazione.


Argomento: Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati - Sanita': argomenti non sopra specificati

Comunicazioni del Presidente della Giunta regionale in merito alla consegna ai Capigruppo della bozza del Piano sociosanitario (seguito)


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo in merito alle comunicazioni del Presidente Ghigo.
Sono sconcertato, Presidente Ghigo, da questo modo di procedere, perch lo ritengo molto scorretto da tutti i punti di vista. Ritengo che sia un modo di procedere che non agevola un confronto tra la maggioranza e la minoranza.
Lei, oggi, ci propone ufficialmente un documento - sarebbe bene che spiegasse come è pervenuto ai giornali e se è quello che il collega mi ha appena consegnato - che ha definito bozza di lavoro - se sbaglio, mi corregga - dicendo che l'atteggiamento della Giunta regionale verso queste proposte è un atteggiamento che deve ancora essere assunto in forma compiuta.
Questo, a mio modo di vedere, non è il modo di lavorare. Presidente, si metta nei panni dell'opposizione! Presidente Ghigo, lei comunica al Consiglio, quindi anche all'opposizione, che esiste una bozza di lavoro, preparata da voi - penso e non dall'opposizione, dopodiché la consegna, però dicendo: "E' solo una bozza di lavoro, poi, magari, cambio tutto o alcune parti". Lei ci consegna un materiale di lavoro e cosa ci chiede di fare? Perché consegna questo materiale all'opposizione?



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Lo avete chiesto voi!



CHIEZZI Giuseppe

Io non ho chiesto niente!



PRESIDENTE

Concluda, Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Concludo chiedendo al Presidente Ghigo chiarimenti circa l'utilizzo di questo documento da parte dell'opposizione. L'opposizione entrerà nel merito? Ci dite di discutere non il vostro Piano, ma una bozza di lavoro del vostro Piano, ma quando arriverà il Piano definitivo di cosa discuteremo? Tengo a precisare che questo modo di agire è molto scorretto. E' un metodo di impasticciare tutto, anche i rapporti tra maggioranza ed opposizione perché la maggioranza ha il dovere di proporre e noi di criticare.
Questo è il senso delle mie osservazioni. Chiedo una risposta al Presidente Ghigo, se ha intenzione di darmela. Grazie.


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati

Interrogazione n. 179 del Consigliere Salerno inerente a "Informativa giacenze bancarie extracomunitari" (decaduta)


PRESIDENTE

In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Interrogazioni ed interpellanze" informo che è da considerarsi decaduta l'interrogazione n. 179, presentata dal Consigliere Salerno, inerente a "Informativa giacenze bancarie extracomunitari".


Argomento: Spesa socio - assistenziale

Interpellanza n. 566 dei Consiglieri Contu e Papandrea inerente a "Trasparenza delle rette richieste ad anziani cronici non autosufficienti"


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto l'interpellanza n. 566 presentata dai Consiglieri Contu e Papandrea.
Risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Gli Enti Opera Pia Convalescenti della Crocetta e Opera Pia Lotteri entrambi aventi sede in Torino, sono IPAB operanti nel comparto socio assistenziale ed in modo più specifico la loro attività è indirizzata al settore anziani.
Come è noto le IPAB, istituite con legge 17/7/1980, n. 6972, operante sino a che non si provvederà al riordino e trasformazione delle IPAB stesse, ai sensi dell'art. 5 del D.lgs. 4/5/2001, n. 207 (in G.U. n. 126 dell'1/6/2001), che prevede la definizione di criteri riservati alla competenza delle Regioni sulla base di intesa da adottarsi in sede di Conferenza unificata, vengono tradizionalmente classificate fra gli Enti pubblici non territoriali.
Altri aspetti salienti delle IPAB è che sono enti autarchici, ossia in grado di autodeterminare la propria organizzazione amministrativa, e soprattutto autonomi, dal momento che la legge riconosce loro la facoltà di introdurre, per il tramite dello Statuto e dei Regolamenti, vere e proprie norme giuridiche, dotate di un significativo grado di diffusività nell'ordinamento e volte in particolare a caratterizzarne amministrazione e scopi.
Le Regioni esercitano attualmente due essenziali tipi di controllo sulle IPAB: quello sugli atti e quello sugli organi.
Il controllo sugli atti viene svolto per il tramite del Comitato Regionale di Controllo (Co.Re.Co.), al quale devono essere sottoposti per il preventivo controllo di legittimità, ex art. 126, comma 2, del D.lgs.
18/8/2000, n. 267, gli atti fondamentali, vale a dire, così come stabilito dal comma 1 del precitato art. 126, gli Statuti, i Regolamenti, i bilanci e relative variazioni, i conti consuntivi.
La vigilanza ed il controllo sugli organi delle IPAB è una funzione esercitata in via delegata, ai sensi dell'art. 34 della L.R. 13 aprile 1995, n. 62, nel testo novellato dall'art. 1 della L.R. 3 gennaio 1997, n.
5, dai soggetti che gestiscono le funzioni socio-assistenziali. Nel caso di specie tale funzione è esercitata dal Comune di Torino.
La norma testé richiamata non contempla, tuttavia, la possibilità di intraprendere azioni che possano riguardare scelte amministrative e gestionali delle IPAB e quindi, come richiesto dai Consiglieri interpellanti, non esiste la possibilità di "intraprendere iniziative...
per porre fine alla richiesta illecita del pagamento di una parte dei costi sanitari a carico degli ospiti con aumenti che arrivano al 25-30% (L. 70 85.000 al giorno)".
Si precisa, tuttavia, che per i presidi socio-assistenziali, siano essi pubblici o privati, che abbiano stipulato una convenzione con le AA.SS.LL.
per l'esercizio dell'attività di Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) o di Residenza Assistenziale Flessibile (RAF) rivolta ad anziani non autosufficienti, per un determinato numero di posti letto, la DGR n. 41 42433 del 9/1/1995 prevede, nella parte che determina i criteri per il convenzionamento, che "La quantificazione della quota parte sanitaria della tariffa relativa alle diverse situazioni di utenza e servizi prestati... è da considerarsi come valore massimo applicabile: pertanto, tra le parti pu essere stabilita una quota sanitaria inferiore, in presenza di particolari e documentate situazioni diverse". La DGR n. 41/95 precisa ancora che le tariffe, come individuate dalla normativa stessa, possono comportare una variazione delle stesse pari al + / - 10% legata ad alcune variabili e che tale variazione "se in aumento, inciderà sulla quota parte della tariffa a carico del soggetto assistito".
Per quanto attiene il pagamento della quota di tariffa posta a carico dell'utente, la DGR n. 41/95, nel capitolo che tratta le "Modalità di copertura delle tariffe", precisa che "Il recupero della quota parte della tariffa a carico dell'utente potrà avvenire: attingendo al reddito individuale (pensione, indennità di accompagnamento e altri redditi), in modo da assicurare alla persona la disponibilità di una quota per spese personali (ad esempio, L. 200.000 mensili) assicurando l'intervento economico dei parenti tenuti al mantenimento, ai sensi dell'art. 433 del Codice Civile e/o del Comune di residenza per la quota non coperta con i criteri precedenti".
E' quindi del tutto apodittico che il "recupero" in questione "potrà" avvenire nei confronti dei parenti tenuti, ex art. 433 del Codice Civile all'obbligo di prestare gli alimenti, solo in presenza dei presupposti di legge che facciano scattare tale obbligazione.
Già con nota del 13/7/1999, prot. n. 8683/30, della Direzione Politiche Sociali di questo Assessorato, inviata a tutti i soggetti gestori delle attività socio-assistenziali, si era ribadito quanto sopra esposto. Con la suddetta nota, infatti, si era provveduto a trasmettere copia del parere del Ministero dell'Interno, prot. n. 190 e 412 b.5 dell'8/6/1999 che precisava come "Al riguardo, non si ravvisano ragioni che possano indurre a rivedere l'orientamento espresso da questo Ministero nella nota n. 12287 del 27/12/1993 e condiviso dal Dipartimento Affari Sociali nelle note in data 15/4/1994, 28/10/1995 e 29/7/1997, secondo il quale le pubbliche amministrazioni non potrebbero imporre ai familiari degli utenti dei servizi socio-assistenziali, tenuti per legge agli alimenti, la partecipazione alle relative spese di gestione, in assenza di specifiche norme di legge in tal senso".
Poiché, comunque, nei prossimi mesi è previsto un intenso lavoro di revisione e adeguamento della normativa regionale in campo socio assistenziale, si provvederà, in tale ambito, anche ad una precisa "definizione dei criteri per la determinazione del concorso da parte degli utenti al costo delle prestazioni sulla base dei criteri determinati ai sensi dell'art. 18, comma 3, lettera g)" così come stabilito dall'art. 8 comma 3, lettera l), della legge 8/11/2000, n. 328.
Per quanto riguarda, infine, la richiesta, da parte dei Consiglieri interpellanti, di notizie in ordine ad eventuali iniziative intraprese o da intraprendersi per la modifica della DGR n. 41/42433 del 1995 prevedendo in particolare, un aumento della quota parte sanitaria della tariffa per posto letto di strutture RSA e RAF, si precisa che con DGR n. 55-2751 del 9/4/2001 è stato istituito il Gruppo di lavoro "Standard strutturali ed organizzativi dei presidi residenziali e semiresidenziali socio assistenziali e sociosanitari - Revisione DD.G.R. n. 38-16335 del 26/2/1992 e n. 41-42433 del 9/1/1995 e s.m.i.", con il compito di: individuare le diverse tipologie dei presidi socio-assistenziali e sociosanitari definire i relativi requisiti strutturali ed organizzativi.
In tale ambito, rientra, indubbiamente, anche la definizione degli aspetti gestionali e la determinazione dei costi e delle tariffe delle tipologie di struttura in questione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Grazie, Assessore, per la completezza della risposta.
Devo dire che personalmente e come Gruppo siamo stati sollecitati a presentare questa interpellanza sulla base di istanze precise che ci derivano da parte di ricoverati e di assistiti notoriamente non autosufficienti.
La problematica è complessa, perché pone al centro la questione dei diritti individuali e, rispetto ai redditi percepiti, gli obblighi eventualmente derivanti ai familiari per quanto concerne quanto stabilito dal Codice Civile.
Però in questo caso siamo in una fattispecie assolutamente straordinaria. Intanto, siamo in presenza di un privato convenzionato - di questo si tratta - rispetto al quale - prendo atto oggi dalla sua comunicazione - è in atto una serie di provvedimenti di revisione delle deliberazioni della Giunta di riferimento, rispetto alla necessità non più rinviabile di mettere mano a tutta la questione. Questo perché i parenti hanno operato in una situazione di grave eccezionalità.
Credo che questo sia uno di quei casi nei quali si può dire che il fine giustifica i mezzi. Si sottoscrive un contratto con il privato, si sottoscrive anche un impegno a copertura degli eventuali oneri, sapendo che non è più indilazionabile la necessità del ricovero da parte del parente.
Questa situazione non può essere lasciata al caso, non può essere preda dell'iniziativa del privato, che deve far quadrare i conti. E necessariamente cosa fa? Si rivale ancora una volta sulla parte della quota che si prevede a carico dell'utente.
Inoltre, mi sembra di comprendere che tutta la normativa in materia lei lo ha citato in aula e ne chiedo conferma - esclude in modo categorico il ricorso al reddito dei parenti per quanto concerne il supporto A.
La Regione può fare un salto qualitativo in avanti. La Regione, come organismo pubblico, come massima rappresentanza del governo locale pu assumere - e a questo non mi ha risposto - degli atti concreti senza che gli assistiti debbano ricorrere nelle sedi giurisdizionali competenti per poter avere il maltolto. Cioè quali iniziative e quali provvedimenti pu assumere la Regione - e questo è il punto delle tre questioni che avevamo sollevato - a tutela della salvaguardia di un rapporto che, ancorché tra privati, vede comunque compartecipe la Regione per le scelte di compartecipazione alla spesa, e quindi anche della possibilità di operare quel necessario livello di vigilanza sugli atti che vengono compiuti.


Argomento: Tutela dagli inquinamenti atmosferici ed acustici

Interrogazione n. 598 dei Consiglieri Giordano e Moriconi inerente a "Attivazione di un ripetitore per telefonia mobile nel Comune di Torino Corso Telesio n. 76"


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'interrogazione n. 598, presentata dai Consiglieri Giordano e Moriconi, cui risponde l'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Per rispondere all'interrogazione dei Consiglieri Giordano e Moriconi devo doverosamente fare riferimento a disposizioni di leggi regionali e a disposizioni ministeriali, poiché l'interrogazione attiene all'attivazione di un ripetitore per telefonia mobile nel Comune di Torino, Corso Telesio n. 76.
In relazione all'installazione o modifica di impianti di teleradiocomunicazioni sul territorio regionale, è stata emanata la seguente normativa.
La L.R. n. 6 del 23/1/1989, avente per oggetto: "Nuova disciplina in materia di teleradiocomunicazioni", prevede che l'installazione o la modifica di impianti per le teleradiocomunicazioni è subordinata all'autorizzazione del Presidente della Giunta regionale e all'autorizzazione edilizia.
La citata legge dispone che l'autorizzazione edilizia può essere assentita sia all'interno che all'esterno della perimetrazione del centro abitato nei Comuni privi di strumento urbanistico e, in quelli dotati di strumento, in qualunque area o zona ad eccezione di quelle in cui sia espressamente vietato dallo strumento stesso o da altre eventuali disposizioni.
Con la deliberazione della Giunta regionale n. 173-27990 dell'11/4/1989 venivano emanati i criteri di tutela sanitaria ed ambientale per il rilascio dell'autorizzazione del Presidente regionale per gli impianti di teleradiocomunicazioni.
Con l'entrata in vigore del Decreto del Ministero dell'Ambiente n. 381 del 10/9/1998 "Regolamento recante norme per le determinazioni dei tetti di radiofrequenza compatibile con la salute umana" sono stati fissati nuovi limiti cautelativi di esposizione, in corrispondenza di edifici adibiti a presenze non inferiori a 4 ore/die.
Il medesimo Decreto, all'art. 4, comma 3, ha previsto che le Regioni disciplinino l'installazione e la modifica degli impianti di teleradiocomunicazioni e pertanto con il DPGR n. 1/R del 14/4/2000 approvato con DGR n. 75-29564 dell'1/3/2000, la Regione Piemonte ha emanato nuovi criteri di tutela sanitaria ed ambientale per il rilascio dell'autorizzazione regionale all'installazione e modifica degli impianti di teleradiocomunicazioni di cui alla L.R. n. 6/89, che sostituiscono quelli approvati con la DGR n. 173-27990 dell'11/4/1989.
In base a quanto disposto dal citato DPGR, l'Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale (ARPA) esprime il proprio parere sanitario relativamente agli impianti di teleradiocomunicazione. Tale parere viene rilasciato sulla base della valutazione dell'esposizione a campi elettromagnetici assumendo i limiti stabiliti dal DM n. 381 del 10/9/1998.
Pertanto, in presenza della necessaria documentazione prevista dall'art. 8 del DPGR n. 1/R del 14/4/2000 (parere sanitario favorevole espresso dall'ARPA, domanda e dichiarazione di potenza prodotte dal gestore autorizzazione edilizia comunale), trasmessa dal Sindaco del Comune sede dell'impianto, l'Amministrazione regionale fino alla data del 20/2/2001 era tenuta al rilascio dell'autorizzazione all'esercizio dell'impianto.
Per quanto attiene all'impianto di teleradiocomunicazione di Torino, Corso Telesio n. 76, con nota prot. n. 2000-6-1412 del 6/10/2000, pervenuta al Settore Prevenzione Sanitaria negli Ambienti di Vita e di Lavoro Direzione Sanità Pubblica dell'Assessorato regionale alla sanità in data 19/10/2000, prot. n. 16290, il Settore Amm.vo XVII Edilizia Privata Ufficio autorizzazioni del Comune di Torino trasmetteva la documentazione richiesta dall'art. 8 del DPGR n. 1/R del 14/4/2000, per il rilascio dell'autorizzazione regionale all'esercizio dell'impianto di teleradiocomunicazione della Telecom Italia Mobile S.p.A. di Corso Telesio n. 76, Torino.
Tale documentazione consisteva in: domanda prot. n. 014212 del 21/9/2000 prodotta da Telecom Italia Mobile S.p.A., relativa alla richiesta di autorizzazione regionale all'esercizio dell'impianto dichiarazione di potenza relativa all'impianto prot. n. 018169 del 14/8/2000, prodotta da Telecom Italia Mobile S.p.A.
pareri sanitari favorevoli intestati a Telecom Italia Mobile prot. n. 9257 n. 9258, n. 9259, n. 9260, n. 9261 e n. 9262 del 31/7/2000 autorizzazione edilizia n. 909/2000 dell'8/9/2000, intestata a Telecom Italia Mobile S.p.A., rilasciata dal Settore Amm.vo XVII Edilizia Privata del Comune di Torino.
Alla documentazione sopra indicata, il Settore Edilizia del Comune di Torino allegava altresì copia di una petizione al Consiglio comunale ai sensi dell'art. 13 dello Statuto della Città di Torino, protocollata in data 28/7/2000 al n. 3120, a firma Carpenito Alfonso, Baldo Gino e Carlucci Mauro. Con tale petizione i richiedenti chiedevano la "sospensione dell'attività del ripetitore per telefonia mobile sito in Torino, Corso B.
Telesio n. 76, scala sinistra", per i seguenti motivi: "finché non venga verificata dai competenti organi" "che la procedura seguita per la sua installazione ha osservato tutte le cautele previste dalla delibera del Consiglio stesso del 17/3/1999 (n.
99012191/20)" "in ogni caso la compatibilità dell'apparato con le prescrizioni di cui agli artt. 3 e 4 del DM 10/9/1998, n. 381" "vietare ogni altra simile installazione nella stessa zona".
Alla luce della petizione sopra descritta, il Settore Prevenzione Sanitaria negli Ambienti di Vita e di Lavoro - Direzione Sanità Pubblica dell'Assessorato regionale alla sanità sospendeva pertanto il rilascio dell'autorizzazione regionale all'esercizio dell'impianto di che trattasi ancorché la documentazione allegata alla richiesta fosse esaustiva in relazione a quanto disposto dalla vigente legislazione, e con la nota prot.
n. 17620/27.002/1757 del 14/11/2000 richiedeva al citato Settore Amm.vo XVII Edilizia Privata del Comune di Torino di voler specificare quali fossero state le determinazioni assunte dall'Amministrazione comunale in merito alla petizione sopra descritta. Fino alla data attuale la citata nota dell'Amministrazione regionale non è stata riscontrata dal Comune di Torino e pertanto l'Amministrazione regionale non ha rilasciato alcuna autorizzazione relativa all'esercizio dell'impianto di teleradiocomunicazione in questione.
Si coglie l'occasione per specificare che in riferimento al D.lgs. n.
112/98, relativo al decentramento delle funzioni agli Enti locali, la Regione Piemonte ha emanato la L.R. n. 44 del 26/4/2000, che all'art. 48 attribuisce ai Comuni le funzioni autorizzative in materia di localizzazione, costruzione ed esercizio degli impianti di teleradiocomunicazioni.
In data 21/2/2001, sono stati pubblicati sul S.O. della G.U. i DD.PP.CC.MM.
del 22/12/2000, recanti trasferimento dei beni e delle risorse finanziarie umane, strumentali ed organizzative per l'esercizio delle funzioni conferite alle Regioni ed ai relativi Enti locali. Secondo quanto stabilito nell'Accordo Stato - Regioni - Enti locali dell'1/2/2001, dalla data del 21/2/2001 decorre l'effettivo esercizio, in tale materia, in capo ai Comuni, delle funzioni precedentemente di competenza della Regione.
Con circolare prot. n. 3885/27.002 del 7/3/2001, integrata con circolare prot. n. 6200/27.002 del 5/4/2001, l'Amministrazione regionale ha fornito prime indicazioni ai Comuni, all'ARPA ed ai gestori degli impianti di teleradiocomunicazioni per il trasferimento ai Comuni della documentazione inerente a tali impianti giacente presso il più volte citato Settore regionale Prevenzione Sanitaria negli Ambienti di Vita e di Lavoro.
Pertanto, la richiesta di autorizzazione dell'impianto Telecom Italia Mobile S.p.A. di Corso Telesio n. 76, non essendosi conclusa con il provvedimento autorizzativo finale, ai sensi delle citate circolari, verrà trasmessa al Comune di Torino per il prosieguo.
Si precisa inoltre che, in materia di disciplina dell'installazione o modifica degli impianti di teleradiocomunicazioni, è stata recentemente emanata la legge 22/2/2001, n. 36 avente ad oggetto: "Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici". Tale legge, all'art. 16 (Norme transitorie) dispone: "Fino all'entrata in vigore del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, di cui all'art. 4, comma 2, lettera a), si applicano, in quanto compatibili con la presente legge, le disposizioni del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 23/4/1992 pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 104 del 6/5/1992, e successive modificazioni, le disposizioni del Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 28/9/1995, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 232 del 4/10/1995, nonché le disposizioni del Decreto del Ministro dell'Ambiente 10/9/1998, n. 381".
Tenuto conto che, come sopra specificato, la Regione Piemonte ha disciplinato l'installazione e la modifica degli impianti di teleradiocomunicazioni mediante il DPGR n. 1/R del 14/4/2000, emanato in attuazione di quanto disposto dal citato DM n. 381/98, ne consegue che fino all'entrata in vigore del DPCM, di cui all'art. 16 della legge 22/2/2001 n. 36, in tale materia, rimangono in vigore le norme dettate dalla Regione con il citato DPGR.
Mi scuso con il collega se ho dovuto fare una serie di citazioni, che sicuramente lascio alla sua attenzione per eventuali successive osservazioni.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Assessore, la ringrazio, perché la risposta mi sembra particolarmente dettagliata sotto il profilo tecnico: la leggerò attentamente per verificare eventuali inadempienze. Però vorrei cercare di capire se, a fronte di un gruppo di cittadini che si lamentano di un ambiente inquinato dal punto di vista elettromagnetico, il nostro territorio viene visionato ossia se c'è qualcuno che va a verificare se effettivamente c'è un inquinamento elettromagnetico o meno.
I riferimenti legislativi vanno benissimo, per carità, e - ripeto ringrazio ancora per la precisione operativa di questa risposta, per bisogna essere altrettanto precisi con i cittadini nel dire: "Siamo venuti a verificare e la percentuale di inquinamento è al di sotto o al di sopra della soglia", perché, alla fin fine, è questo che vogliono. Grazie ancora.


Argomento: Edilizia sanitaria e ospedaliera

Interpellanza n. 624 del Consigliere Chiezzi inerente a "RSA Comune di Mombasiglio (CN)"


PRESIDENTE

Passiamo ad esaminare l'interpellanza n. 624, presentata dal Consigliere Chiezzi, alla quale risponde l'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alle politiche sociali e della famiglia

Con delibera del 30/1/1990, n. 1204-1303, che ha per oggetto "Adozione programma decennale e triennale di investimenti ex art. 20, legge 11/3/1988, n. 67", il Consiglio regionale del Piemonte ha provveduto ad individuare e a finanziare nel Comune di Mombasiglio una Residenza Sanitaria Assistenziale per anziani non autosufficienti con 40 posti letto ed un finanziamento di L. 3.200.000.000 nel primo triennio.
I lavori sono stati affidati, mediante licitazione privata, alla Ditta Pesce Luigi di Battipaglia in data 18/12/1995 e consegnati in data 8/5/1996 per essere compiuti in 30 mesi consecutivi, decorrenti dalla data della suddetta consegna e, pertanto, cessanti entro il 7/11/1998.
A seguito della trasmissione degli atti documentali previsti dall'art.
2 della L.R. 3/7/1996, n. 40, sono stati successivamente liquidati tre ratei del contributo concesso, per un importo complessivo pari a L.
2.880.000.000.
I lavori in oggetto sono stati oggetto di sopralluogo da un rappresentante del Nucleo Ispettivo per la verifica degli investimenti pubblici del Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica e da un funzionario del competente Assessorato regionale in data 25/9/1996 dalla suddetta visita si è preso visione della localizzazione dell'intervento, della perimetrazione del cantiere e della realizzazione del primo solaio dell'edificanda nuova RSA.
Successivamente a tale visita, i lavori sono stati interrotti al fine di redigere la prima Perizia suppletiva e di variante comportante alcune lievi modifiche distributive agli spazi interni, nel rispetto degli standard di legge, nonché apportare alcune migliorie di tipo strutturale.
La predetta perizia è stata approvata dalla stazione appaltante in data 19/6/1998 con propria deliberazione di G.C. n. 110, recepita dall'ASL 16 di Mondovì-Ceva con atto del Direttore generale n. 1716 in data 13/10/1998 ed approvata dalla Regione Piemonte con Determinazione dirigenziale n. 40/30.3 del 27/1/1999.
In corso d'opera si è reso necessario redigere un'ulteriore perizia suppletiva e di variante - denominata n. 2 - al fine di apportare alcune modeste variazioni qualitative e quantitative al progetto originario; la stessa è stata approvata dalla Giunta comunale con proprio atto n. 17 in data 16/2/1999, fatta propria dal Direttore generale dell'ASL 16 con deliberazione n. 916 del 25/5/1999 ed approvata dalla Regione Piemonte con Determinazione dirigenziale n. 501/30.3 del 3/11/1999 a seguito del parere favorevole, con prescrizioni, espresso dal Comitato Regionale per le Opere Pubbliche - Sezione Opere Edili - nella seduta del 9/9/1999.
L'importo complessivo dell'intervento è stato pertanto definito in L.
3.362.386.000, onnicomprensivo dell'adeguamento alle aliquote IVA nel contempo emanate e dei maggiori lavori conseguenti alla redazione delle succitate perizie.
Dei predetti atti suppletivi è sempre stata data informazione scritta al Nucleo Ispettivo per la verifica degli investimenti pubblici del Ministero del Bilancio e della Programmazione Economica a compendio delle schede semestrali inviate allo stesso, in ottemperanza ai disposti della Circolare 10/2/1994.
Da quanto su esposto, si evince che i lavori sono proseguiti in forma lineare, seppure con molteplici sospensioni e riprese degli stessi, fino alla data della redazione della seconda perizia.
Dato atto che il termine contrattuale per l'ultimazione dei lavori tenuto conto delle sospensioni degli stessi, era il 25/3/2000 e che dall'estate del 1999 la ditta Luigi Pesce di Battipaglia non si era più presentata in cantiere, il Comune ha provveduto ad accertare la situazione di insolvenza dell'impresa stessa, attivando tutti quegli atti e quelle procedure proprie che sono sfociate nella rescissione contrattuale.
Di detta situazione l'Amministrazione comunale ha sempre dato informazione verbale e scritta alla competente Direzione dell'Assessorato alle Politiche Sociali chiedendo, nel contempo, un supporto di consulenza ed assistenza informale, che ha investito anche l'Avvocatura regionale. Ne consegue che gli uffici regionali competenti sono a conoscenza dei ritardi determinatisi nell'ultimazione della nuova costruzione della Residenza Sanitaria Assistenziale di Mombasiglio.
Sussiste, poi, un generale ritardo - peraltro - non attribuibile al Comune, ma sicuramente dovuto alla procrastinazione dei tempi di attuazione degli interventi del primo triennio dell'art. 20 della legge n. 67/88 in quanto il programma è stato approvato nel 1990 e i relativi lavori sono stati aggiudicati tra la fine del 1995 e l'inizio del 1997.
Questa circostanza ha reso non più congrui i prezzi previsti nei progetti originari, i cui lavori sono stati aggiudicati senza adeguamento prezzi, sulla base di offerte in ribasso e, probabilmente, anomale.
Questa situazione "ha piegato" economicamente tutte le stazioni appaltanti che hanno o stanno realizzando gli interventi ex lege n. 67/88 per cui, non solo il Comune di Mombasiglio, ma molti altri hanno richiesto a più riprese, alla Regione dei contributi integrativi che sono stati sistematicamente negati a tutti per carenza di risorse disponibili.
Tuttora esiste, agli atti del competente Settore, un'istanza avanzata dal Comune per conseguire nuove risorse atte a dotare l'edificanda RSA degli arredi necessari a renderla funzionale e funzionante.
Tale domanda, formulata ai sensi della DGR 7/2/2000, n. 39-29311, è risultata carente di documentazione e non conforme al bando e perciò è stata inserita tra le istanze, di cui all'Allegato B della Determinazione Dirigenziale n. 107/30 del 27/3/2001, che necessitano di ulteriori integrazioni al fine di poter valutare l'idoneità o meno della richiesta.
Nel contempo, per mettere in funzione la struttura e ridurre gli eventuali fabbisogni pregressi di posti letto per anziani non autosufficienti, è stato rescisso in danno il contratto con l'impresa appaltatrice e redatto, da parte della direzione lavori, lo stato di consistenza dei lavori realmente eseguiti oltre ad un computo metrico estimativo dei lavori necessari al ripristino delle parti ammalorate.
Il nuovo collaudatore in corso d'opera ha - pertanto - potuto effettuare le prime quattro visite di collaudo, a cui sono stati invitati i competenti uffici regionali, ai sensi del secondo comma dell'art. 191 del DPR n. 504/99, che hanno evidenziato, nei rispettivi verbali di visita tutti i lavori realizzati e da realizzare. Ultimati i predetti lavori di ripristino e redatto il progetto di completamento per l'appalto delle predette opere, la struttura sarà completata e si renderanno disponibili i previsti posti letto.
Dalle risultanze comunicate dal Servizio di Assistenza Sanitaria Territoriale - Distretto di Ceva - dell'ASL n. 16, con propria nota n.
8.036 del 7/3/2001, si evince una lista di attesa di 220 anziani che necessitano di inserimento nelle RSA e nelle RAF, e che 140 circa sono - al momento, in parte - ospiti di Residenze Assistenziali (RA) ed in parte gestiti a domicilio. Questi ultimi, per loro espressa richiesta, non accettano il ricovero. Quindi, i ritardi nell'ultimazione dei lavori della RSA di Mombasiglio non stanno provocando eccessivi disagi sul territorio perché molte strutture che insistono su di esso hanno, già da tempo attivato un processo di adeguamento agli standard regionali. Questi ritardi non sono certo imputabili ad omissioni o inadempienze nella vigilanza da parte degli uffici regionali e/o dell'Azienda Sanitaria Locale, bensì ai ritardi con i quali si è attuato il primo triennio del Programma decennale di investimenti ex art. 20 della legge n. 67/88 e alle conseguenze dell'insolvenza dell'appaltatore e dell'inevitabile rescissione contrattuale.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie, Presidente. Chiedo all'Assessore se per cortesia può fornirmi il testo scritto della risposta poiché mi sembra parecchio interessante e meritevole di pubblicazione. E' una cronistoria ricca di spunti per svolgere delle riflessioni in merito alla gestione degli appalti, almeno nel caso del Comune di Mombasiglio, in modo un po' inefficiente.
Segnalo all'Assessore che la conclusione di questo scritto fa giustizia di notizie, che lo stesso scritto contiene nelle parti centrali, in modo un po' esagerato. Intanto, l'Assessore non ha detto quando la struttura sarà messa in funzione. Dopo una lunga relazione e una lunga vicenda l'Assessore non è stato messo in grado di dire se entro tre-sei-otto mesi sarà messa in funzione, per cui siamo sempre con il punto interrogativo.
Segnalo all'Assessore, perché magari individui delle correzioni e delle responsabilità, che in tutto questo iter la seconda perizia, approvata dal Comune il 16/2/1999, è stata approvata dalla Giunta regionale il 3 novembre: nove mesi per approvare una perizia, è veramente incredibile ed inaccettabile! Certo, il tempo passa, e su questo si assolvono i comportamenti che sono stati messi in atto dopo l'approvazione di un Comune: undici mesi? Per quanto riguarda l'altro elemento, nella relazione si dice che, certo l'applicazione dell'art. 20 della legge n. 67/88 è stata fatta un po' così i tempi sono passati, nel 1990 è stato approvato il programma e i relativi lavori sono stati aggiudicati tra la fine del 1995 e l'inizio del 1997.
L'Assessore - se lo vada a rileggere se le è sfuggito - ha detto: "Certo sono stati appalti al ribasso, probabilmente i prezzi non erano più congrui e, forse, ci sono state offerte" - vado a memoria - "probabilmente anomale". Le offerte anomale non si accettano, anche perché, accettando un'offerta probabilmente anomala, poi succede che dal 1995/1997 al 1999 l'impresa molla tutto e se ne va. L'impresa molla tutto come ha fatto in questo caso e se ne va! Assessore: lentezza di tempi, progetti approvati ed appaltati parecchi anni dopo, appaltati al ribasso senza che nessuno nel 1995 e 1997, sapendo che il progetto è stato fatto due o tre anni prima, si preoccupi di verificare la normalità dell'appalto.
Come mai si sono accettati vincitori con offerte al ribasso su progetti molto vecchi? Solo adesso si dice: "Forse erano anomali". Ci saranno responsabilità da accertare su questo? Vede, Assessore, lei ha voglia di sollevare il coperchio di questa vicenda a Mombasiglio? Allora, sollevi il coperchio, vada a vedere come si sono svolte le vicende perché chi le ha fornito queste informazioni e le ha fatto leggere questa risposta non l'ha neppure messa in grado, dopo tutti questi anni, di dare al Consiglio, ma direi a lei stessa, una risposta confortante sul termine di questa assurda "telenovela", e non accetti che si dica che i 140 ricoverati nelle Residenze Assistenziali, che aspettano la conclusione dei lavori, sono contenti di questo loro stato. Non accetti questo, perché non sono contenti e aspettano da lei l'indicazione della data. Se vuole ritornare sull'argomento ne sarò felice.


Argomento:

Sollecito risposta ad interrogazioni ed interpellanze


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Placido; ne ha facoltà.



PLACIDO Roberto

Presidente, ho ricevuto l'elenco delle interrogazioni ed interpellanze a cui sarebbe stata fornita risposta questa mattina. Ve ne sono alcune che ci riguardano, una in particolare del 14/9/2000. Mi chiedo quanto bisogna aspettare per avere una risposta. Cosa bisogna fare? Viene comunicata la disponibilità a rispondere ad un'interpellanza, ma giunti in aula si scopre che non verrà data risposta. Mi faccia sapere - ripeto - come bisogna comportarsi.
Ho consultato l'elenco delle interrogazioni ed interpellanze: vi è la n. 217 del 14 settembre; la n. 509, la n. 690 e la n. 779, per la quale è già la seconda volta che viene comunicata la disponibilità della Giunta a rispondere.



PRESIDENTE

Come in tutte le assemblee legislative è prevista un'ora per rispondere alle interrogazioni e alle interpellanze.


Argomento: Fiere, mostre e mercati - Turismo: argomenti non sopra specificati

Interpellanza n. 684 dei Consiglieri Manica, Marcenaro e Placido inerente a "BIT 2000 e 2001" (discussa in seduta segreta)


PRESIDENTE

Passiamo ora all'interpellanza n. 684, più volte sollecitata in sede di Conferenza dei Capigruppo, relativa alle edizioni BIT 2000/2001.
Risponde l'Assessore Racchelli.
Per il contenuto dell'interpellanza, indìco la seduta segreta, ai sensi del comma 2 dell'art. 45 del Regolamento interno del Consiglio.
Invito tutti coloro che non sono Consiglieri ad uscire dall'aula.



(La seduta segreta, iniziata alle ore 11.53, termina alle ore 12.56)


Argomento:

Richiesta inversione punti all'o.d.g.


PRESIDENTE

La seduta pubblica riprende.
Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Chiedo l'inversione dei punti all'o.d.g. discutendo innanzitutto il disegno di legge n. 296. Si tratta di un disegno di legge urgente in quanto la Regione Piemonte deve sottoscrivere un aumento di capitale.



PRESIDENTE

Scusi, Consigliere Cattaneo, aspetti qualche secondo, devono ancora rientrare in aula alcuni Consiglieri.



CATTANEO Valerio

Sospendo un attimo l'intervento e lo riprendo dopo.



PRESIDENTE

C'è una richiesta di inversione dei punti all'o.d.g.
Chiedo se l'aula acconsente.
La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Presidente. Intervengo semplicemente per motivare la richiesta di inversione dei punti all'o.d.g.
Siccome ritengo che il disegno di legge n. 296 possa essere di facile approvazione da parte del Consiglio regionale, chiedo di dargli priorità essendo oggi il 3 luglio e l'aumento di capitale per essere sottoscritto deve essere approvato con legge entro il 31 luglio (come approvazione intendo anche il visto da parte del Commissario di Governo). Credo che il relatore, qualora l'aula acconsenta, possa aggiungere motivazioni a sostegno.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Volevo suggerire, se il Consigliere Cattaneo è d'accordo, siccome esistevano vari problemi, di discuterne nella riunione dei Capigruppo che si svolgerà nell'intervallo.



(Voci in aula)



PRESIDENTE

I Capigruppo sono convocati domani alle ore 13.00. Non sapevo di questa riunione; oltretutto, c'è anche la riunione della Giunta delle Elezioni.



MARCENARO Pietro

Allora mi sbaglio io. Siccome pensavo fosse convocata la Conferenza dei Capigruppo nell'intervallo, in quell'occasione avremmo analizzato la situazione. In questo mese noi abbiamo problemi di determinazione dell'ordine dei lavori. Io ero rimasto fermo alla domanda della Giunta di anticipare almeno la relazione sull'ARES per incardinare la discussione.



PRESIDENTE

Informo l'aula - ovviamente durante la mia assenza si sono svolte riunioni dei Capigruppo e ne sono stato informato - che è stato deciso, per impegni diversi di carattere istituzionale, che la seduta del Consiglio di venerdì, che era stata programmata, non si svolgerà. Ovviamente, questa settimana non ritengo di convocare un'altra seduta, poiché i Consiglieri si erano già programmati in base a quelle determinazioni. Domani alle ore 13.00 si svolgerà una Conferenza dei Capigruppo nella quale verranno programmati i lavori fino alla chiusura dell'assemblea per la pausa estiva.
Ad ogni modo, il punto era già previsto all'o.d.g. per oggi, per cui non ci sono problemi di programmazione.
La parola all'Assessore Burzi.



BURZI Angelo, Assessore alle società partecipate

Intervengo per completare il ragionamento del Consigliere Cattaneo e per ricordare quanto, in sede di I Commissione, si era detto. Nulla togliendo ci mancherebbe! - all'importanza della relazione e della discussione sull'ARES.
Ricordo ai colleghi che il disegno di legge inerente CONSEPI ha scadenza il 31 luglio. Ciò significa non tanto che deve essere approvata la legge, quanto che la stessa deve essere operativa, per essere uno strumento utilizzabile, entro il 31 luglio.
Mi permetto inoltre di dire che ho verificato, non con tutti, ma con un minimo di interlocuzione, soprattutto in I Commissione, che su questo argomento non dovrebbe - uso volutamente il condizionale - esserci una discussione "pesante" in termini di merito, ferma restando la diversità delle posizioni. Consentendo, quindi, immediatamente dopo la discussione sull'ARES che, immagino, sarà più ampia data anche l'importanza dell'argomento. Da questo punto di vista, è stata motivata la richiesta dell'inversione dei punti all'o.d.g.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Confesso che non farò semplicemente una dichiarazione. Mi domando se abbia senso che ogni tanto venga convocata la riunione dei Capigruppo. Mi domando se abbia senso che ci incontriamo con la Giunta, se abbia senso che la Giunta indichi delle priorità, se abbia senso raggiungere alcuni accordi.
Il fatto che lei, Presidente, fosse assente, e quanto si è stabilito non vale più, allora non convochiamo più le riunioni dei Capigruppo! Volevo ricordare ai colleghi - mi pare ci sia qualche componente della Giunta presente - che a nome della Giunta si era impegnato nell'o.d.g.
IGNITOR e ARES, dopodiché era stato detto - mi pare richiesto dal Vicepresidente Casoni - che era necessario perlomeno incardinare ARES allora si sarebbe in qualche maniera anticipato l'incardina mento per poi proseguire su IGNITOR, poiché la discussione era iniziata.
Per cui chiedo che venga mantenuto, perché se vale questo principio, credo che qualunque tipo di intesa non abbia più senso.



PRESIDENTE

La ringrazio, Consigliere Saitta; evidentemente è così, anche perch c'è un o.d.g. Però ricordo che il punto è all'o.d.g. e pertanto, in base al Regolamento, è possibile l'inversione.
A questo punto, pongo in votazione la proposta di inversione dei punti all'o.d.g.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
La votazione non è valida, in quanto hanno votato a favore 21 Consiglieri (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere), e dovrà essere ripetuta nel corso della seduta pomeridiana che avrà inizio alle ore 15.20.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 13.03)



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