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Dettaglio seduta n.101 del 15/06/01 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
L'adunanza ha inizio alle ore 10,55 a causa del protrarsi dei lavori della Giunta delle Elezioni.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

a) Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Caracciolo, Deorsola, Galli, Ghiglia Leo, Moriconi, Pichetto e Vaglio.


Argomento:

b) Approvazione verbali precedenti sedute


PRESIDENTE

In merito al punto 1) all'o.d.g.: "Approvazione verbali precedenti sedute" non essendovi osservazioni, il processo verbale dell'adunanza consiliare del 29 maggio 2001 si intende approvato.


Argomento: Assistenza sanitaria (prevenzione - cura - riabilitazione) - Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Sollecito risposta all'interrogazione n. 740 del Consigliere Ronzani


PRESIDENTE

Ha chiesto la parola sull'ordine dei lavori il Consigliere Ronzani; ne ha facoltà.



RONZANI Wilmer

Voglio risollecitare la risposta all'interrogazione n. 740. L'ho sollecitata una prima volta nella penultima riunione del Consiglio regionale che si è tenuto dieci giorni fa; l'ho risollecitata una seconda volta per iscritto indirizzando la lettera a lei, signor Presidente martedì scorso, ero a casa ammalato e, quindi, ho fatto una sollecitazione via e-mail. Non mi risulta che la risposta sia mai pervenuta al sottoscritto. Vorrei domandare cosa deve fare un Consigliere regionale per avere una risposta ad una sua interrogazione! Anche perché voglio sottolineare che i tempi entro i quali mi si risponde, visto che pongo questioni molto delicate, non sono ininfluenti.
Ripeto, l'ho sollecitata una prima volta in aula, una seconda volta per lettera, una terza volta in aula! Ora, vorrei che mi si rispondesse a questa "benedetta" interrogazione, la n. 740.



PRESIDENTE

Consigliere Ronzani, verrà trattata nella prossima seduta in sede di interrogazioni.



RONZANI Wilmer

Ho sollecitato la risposta scritta, Presidente, non c'è neanche il problema della risposta in aula! Da questo punto di vista, è ancora più grave.



PRESIDENTE

E' stata sollecitata ed è stata messa a verbale nell'ultima riunione dei Capigruppo. Comunque, la ringrazio, curerò che venga redatta la risposta scritta.


Argomento: Consiglio, organizzazione e funzioni

Esame proposta di deliberazione n. 231 "Dimissioni del Signor Gianni Mancuso dalla carica di Consigliere regionale e relativa surrogazione con il Signor Gianluca Godio (art. 16 legge 17 febbraio 1968, n. 108)"


PRESIDENTE

Colleghi, preliminarmente, vi chiederei l'integrazione del plenum del Consiglio regionale perché sono giunte le dimissioni del Consigliere Mancuso, come sapete, questa mattina, si è riunita la Giunta delle Elezioni.
La parola al Consigliere Mellano, in qualità di Presidente della Giunta delle Elezioni.



MELLANO Bruno

Mi scuso con l'aula per il ritardo cui il quale oggi iniziamo i lavori del Consiglio, ritardo per una volta giustificato: avevo convocato la Giunta delle Elezioni per le ore 9.30, ma una quasi concomitante riunione della I Commissione ha fatto slittare tutto in avanti e la discussione è stata quanto mai animata in Giunta delle Elezioni.
Con questa premessa vi rendo conto delle decisioni assunte dalla Giunta delle Elezioni: "Il giorno 15 giugno 2001, alle ore 10.00, in Torino, presso la sede del Consiglio regionale, in via Alfieri n. 15, si è riunita la Giunta delle Elezioni. Sono presenti i Consiglieri Mellano, quale Presidente; Bussola e Muliere, quali Vicepresidenti; Rosa Anna Costa, quale segretaria; i colleghi Angeleri, Cattaneo, Chiezzi, Giordano, Marengo, Mercurio, Saitta Suino, Di Benedetto, il collega Valvo in sostituzione del collega Ghiglia il collega Marco Botta in sostituzione del collega Salerno.
Il Presidente Mellano riferisce che il Presidente del Consiglio regionale ha trasmesso, in data 14 giugno 2001, la lettera con la quale il Consigliere Gianni Mancuso ha rassegnato le dimissioni da Consigliere regionale. Occorre pertanto procedere, ai sensi dell'articolo 16 della legge 17 febbraio 1968, n. 108, alla surroga del predetto Consigliere.
Ai sensi del citato articolo, il seggio che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che nella stessa lista e circoscrizione segue immediatamente l'ultimo eletto. La stessa norma si osserva anche nel caso di sostituzione del Consigliere proclamato a seguito di attribuzione dell'Ufficio Centrale Regionale.
La Giunta delle Elezioni verifica che il Consigliere Gianni Mancuso è stato eletto nella quota proporzionale della circoscrizione di Novara nella lista avente il contrassegno Alleanza Nazionale.
Constata che dal verbale dell'Ufficio Centrale Circoscrizionale presso il Tribunale di Novara risulta che all'ultimo eletto nella lista avente il contrassegno di Alleanza Nazionale segue immediatamente il signor Gianluca Godio.
Il Presidente Mellano informa che al Consigliere neoeletto sarà inviato lo schema per raccogliere le indicazioni necessarie a che la Giunta delle Elezioni esamini la condizione dell'eletto in riferimento alle situazioni di ineleggibilità e di incompatibilità di cui alle leggi n. 108/68 - 154/81 55/90".
Questo è il verbale approvato all'unanimità dei presenti questa mattina alle ore 10.00. Questo è il dovere della Giunta delle Elezioni per quanto riguarda questo specifico caso.



PRESIDENTE

La ringrazio, Presidente Mellano.
Do lettura all'Assemblea della lettera che mi ha inviato il Consigliere Gianni Mancuso: "Egregio signor Presidente, io sottoscritto Gianni Mancuso, in seguito alla mia elezione a deputato della Repubblica italiana e ai sensi dell'art. 1 legge 13 febbraio 1953, n. 60, incompatibilità parlamentari, in data odierna formalizzo le mie dimissioni dalle cariche di Consigliere regionale della Regione Piemonte e di Consigliere segretario dell'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale della Regione Piemonte.
Cordialmente, Gianni Mancuso".
Ha chiesto la parola per chiarimenti il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Prendo atto con piacere della lettera del collega Mancuso, perché ha compiuto l'atto che tutti si aspettano da parte di un eletto parlamentare.
Il Presidente della Giunta delle Elezioni ha dato conto di questa lettera, ma non di un voto che pochi minuti fa abbiamo avuto in Giunta delle Elezioni, voto col quale (una volta all'unanimità e l'altra volta a maggioranza) si richiede l'avvio della procedura di contestazione per gli altri colleghi eletti in Parlamento.
Il chiarimento è questo: procediamo, su questa materia, in modo difforme in relazione ad un'iniziativa che i colleghi eletti al Parlamento hanno avuto. A me, Presidente, rimane il dubbio, anche grazie alle cose che ha detto prima, che questa nostra situazione sia dal punto di vista istituzionale perfetta.
Abbiamo un collega, eletto insieme ad altri quattro, che incompatibile sceglie la carica al Parlamento, mentre, nello stesso giorno, abbiamo altri tre colleghi che non compiono questo atto.
Il mio chiarimento consiste nel sapere se siamo in regola. Degli altri tre colleghi, due sono presenti in forma di assenti giustificati e il terzo non ha nemmeno firmato, quindi è assente ingiustificato.
Presidente, ci vuole dire qualcosa su questa situazione? Quanti Consiglieri appartengono ancora a questo Consiglio regionale? Inoltre, Presidente, la pregherei di chiarire il fatto che ci troviamo di fronte a colleghi Consiglieri che hanno scelto di diventare parlamentari e non viceversa, dato che ogni istituzione ha la propria responsabilità, la pregherei di farci capire se l'attuale situazione è del tutto perfetta dal punto di vista del Consiglio.
Abbiamo tre colleghi che sono ufficialmente Consiglieri regionali e membri del Parlamento italiano? Siamo in questa situazione? Presidente, se ci troviamo in questa situazione, a norma di non so quale interpretazione, ed è legittima, ci vuole chiarire in quali tempi risolveremo quella che, palesemente, è una situazione insostenibile di mantenere due cariche elettive: Consigliere regionale e parlamentare?



PRESIDENTE

Consigliere Chiezzi, è piuttosto semplice la risposta. Non c'è dubbio che il Consiglio è perfettamente integrato nel suo plenum e non vi è dubbio che i tre Consiglieri che non si sono ancora dimessi sono a tutti gli effetti Consiglieri regionali. In questo momento, sono Consiglieri regionali e deputati. Esiste una procedura per la contestazione dell'incompatibilità e la sua rimozione, con dei tempi ben precisi nel caso in cui il Consigliere non si dimetta volontariamente, come ha fatto il Consigliere Gianni Mancuso.
Oggi, la Giunta delle Elezioni ha fatto una valutazione in ordine alla procedura da seguire e alla tempistica della stessa. Prenderò, oggi stesso atto della valutazione che ha fatto la Giunta delle Elezioni, perché ci sono problemi tecnici di istruttoria che non è il caso di trattare in quest'aula, quindi non c'è nessun tipo di problema. Se un Consigliere si dimette o si fa contestare la incompatibilità è un fatto politico che attiene alla sensibilità del Consigliere. Del resto, aggiungo, che ci sono casi conosciuti, che abbiamo avuto nella nostra assemblea, di Vicepresidenti di Giunta regionale che sono ancora deputati. E' un fatto noto che Consiglieri regionali sono contemporaneamente Consiglieri regionali e deputati per diversi mesi. Comunque - ripeto - è stata fatta l'istruttoria in sede di Giunta delle Elezioni.
Colleghi, se siete d'accordo, pongo in votazione, per alzata di mano la proposta di presa d'atto delle dimissioni del Consigliere Gianni Mancuso.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolta con 44 voti favorevoli.
Pongo in votazione, per alzata di mano, la proposta di presa d'atto della surroga del Consigliere Gianni Mancuso al quale subentra il signor Gianluca Godio, come da verbale letto dal Presidente Mellano, nella circoscrizione di Novara, nella lista avente il contrassegno "Alleanza Nazionale", ai sensi dell'art. 16 della citata legge n. 108/68.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' accolta con 46 voti favorevoli.
Invito il signor Gianluca Godio, il quale ha accettato la nomina a Consigliere regionale, a prendere posto in aula, qualora si trovi nelle vicinanze.



(Il Consigliere Godio prende posto in aula)



PRESIDENTE

Provvisoriamente, può prendere il posto del Consigliere Salerno. Le auguro il benvenuto a nome di tutta l'assemblea.
Comunico che per quanto attiene alla convalida dell'elezione del neo-eletto Consigliere, l'art. 17 della legge n. 108/68 prevede che "al Consiglio regionale è riservata la convalida dell'elezione dei propri componenti secondo le norme stabilite dal suo Regolamento interno". A tal fine l'art.
16 del Regolamento stabilisce che l'esame delle condizioni di ciascuno dei Consiglieri eletti sia effettuato dalla Giunta delle Elezioni, la quale proporrà successivamente al Consiglio regionale l'adozione dei conseguenti provvedimenti.


Argomento:

Sull'ordine dei lavori


PRESIDENTE

Dato che sono programmate le comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio propongo di trattare inizialmente i due provvedimenti immediatamente seguenti l'ordine del giorno che non abbiamo completato. Successivamente lasciamo spazio alle comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio e ai conseguenti interventi.
Il primo punto all'ordine del giorno è il disegno di legge n. 166 "Modifica dei confini del Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po".



(Commenti in aula)



PRESIDENTE

L'ordine dei lavori l'avevamo già stabilito nella scorsa seduta.
La parola al Consigliere Marcenaro, sull'ordine dei lavori.



MARCENARO Pietro

Intervengo solo per una ragione pratica. Alcuni dei provvedimenti di cui si parla richiedano una discussione che ha un certo grado di approfondimento.
Oggi la riunione del Consiglio regionale è stata convocata in seduta unica e, peraltro, specializzata sul tema delle comunicazioni dell'Assessore.
Non sono contrario che dopo le comunicazioni dell'Assessore, si avvii la discussione su questi provvedimenti, ma per il tempo che questi comportano, renderebbe impossibile le comunicazioni dell'Assessore e la conseguente discussione. Quindi, chiederei semplicemente che ci fossero le comunicazioni dell'Assessore per poi proseguire con i provvedimenti.
Questa è la nostra valutazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo.



CATTANEO Valerio

Grazie, Signor Presidente.
Indubbiamente quanto ha espresso, a nome del Gruppo dei DS, il Presidente Marcenaro, per certi versi, può essere condivisibile. Però, il Consiglio regionale credo che debba comunque svolgersi in maniera corretta dando seguito agli impegni assunti nelle sedute precedenti e in Conferenza dei Capigruppo.
C'eravamo accordati sulla prosecuzione dei provvedimenti e successivamente, sulle comunicazioni riguardo la sanità. Non solo; è vero che il Consiglio regionale è convocato in seduta unica, ma è altrettanto vero che, posto che il Consiglio regionale è sovrano, basterebbe mettersi d'accordo: cominciamo coi provvedimenti e, qualora non ci fosse più la possibilità di proseguire, si lascia spazio al dibattito sulla sanità e ascoltiamo le comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio.
Inoltre, vorrei fare all'opposizione un richiamo alla coerenza, molto simpatico ma altrettanto fermo. E' un anno che siedo in questo Consiglio regionale e ho visto che, quando si parla di sanità, tutte le volte si chiede la presenza del Presidente Ghigo. Siccome il Presidente pare abbia dato la conferma che sarà presente nel primo pomeriggio, penso che sia altrettanto utile - questo è il mio punto di vista - che, così com'è avvenuto nei dodici mesi precedenti, sia presente a questa comunicazione il capo della maggioranza ma, soprattutto, il Presidente della Giunta regionale. Pertanto, posto che il Presidente della Giunta regionale ci raggiungerà nel primissimo pomeriggio, possiamo, da un lato, rispettare le decisione che abbiamo comunemente assunto, dall'altro, dare l'opportunità non all'opposizione, ma all'intero Consiglio regionale, di ascoltare l'Assessore competente con le sue comunicazioni alla presenza del Presidente della Giunta regionale.



PRESIDENTE

Sempre sull'ordine dei lavori ha chiesto la parola il Consigliere Contu.



CONTU Mario

Chiedo scusa, Presidente, so di avere probabilmente poche ragioni chiedo umilmente scusa all'Aula, ma io non ho materialmente la borsa nella quale ho i documenti relativi alle pregiudiziali che intendo presentare.
Chiedo una pausa tecnica di dieci minuti, il tempo materiale di andare a prelevare la documentazione ed illustrarla all'Aula.
Condivido, però, con il Presidente Marcenaro, l'opportunità di mantenere fede all'impegno assunto. Avevo compreso, in Conferenza dei Capigruppo, che i lavori della mattinata sarebbero...



PRESIDENTE

La ringrazio per l'onestà, Consigliere Contu, infatti ha poche ragioni.
La ringrazio per averlo ammesso con onestà.


Argomento: Parchi e riserve

Esame disegno di legge n. 166 "Modifica dei confini del Sistema della fascia fluviale del Po, istituito con legge regionale 17 aprile 1990, n. 28, nei comuni di La Loggia, Rivalta di Torino, Orbassano, Beinasco Lauriano Po e Coniolo, e del perimetro dello schema grafico illustrativo n. 11 di cui all'art. 4.1.3. delle norme di attuazione del Piano d'Area approvato con D.C.R. n. 982-4328 dell'8 marzo 1995" - Questioni pregiudiziali e sospensive


PRESIDENTE

Esaminiamo pertanto il disegno di legge n. 166, di cui al punto 7) dell'o.d.g.
La parola al relatore, Consigliere Valvo



VALVO Cesare, relatore

Grazie, Presidente.
Provvedo alla relazione del disegno di legge n. 166, licenziato dalla V Commissione, a maggioranza, in data 06 aprile 2001 recante modifica dei confini del Sistema delle Aree protette della Fascia fluviale del Po istituito con legge regionale del 17 aprile, 1990 n. 28, nei Comuni di La Loggia, Rivalta di Torino, Orbassano, Beinasco, Lauriano Po e Coniolo, e del perimetro dello schema grafico illustrativo n. 11 di cui all'art. 4.1.3 delle norme di attuazione del piano d'are approvato con D.C.R. n. 982-4328 dell'8 marzo 1995.
Egregi colleghi, la proposta di modifica dei confini del Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po trae le sue origini dalla scorsa legislatura.
Infatti, il disegno di legge n. 166, presentato dalla Giunta regionale il 17 ottobre 2000, che prevedeva la modifica dei confini del Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po - Tratto Torinese in Comune di La Loggia, istituito con legge regionale 28/1009 e successive modificazioni, e del perimetro dello schema grafico illustrativo n. 11 di cui all'art. 4.1.3. delle Norme di attuazione del Piano d'area riprendeva esattamente un precedente disegno di legge risalente al febbraio del 2000.
La modifica prevista interessava soltanto il territorio e il Comune di La Loggia e il testo era composto da un unico articolo strutturato nel modo seguente.
Il primo comma prevedeva la sostituzione della planimetria denominata Santena-9 per la revisione di nuovi confini del Sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po in territorio del Comune di La Loggia.
Il secondo comma prevedeva che il perimetro dello schema grafico n. 11 di cui all'art. 4.1.3. della deliberazione del Consiglio regionale n. 982 4328 dell'8 marzo 1995 fosse modificato come indicato nella cartografia 11 bis allegata al disegno di legge, rimanendo immutato il contenuto dello stesso schema grafico e della relativa scheda progettuale.
Le modifiche previste dal disegno di legge erano motivate dall'opportunità e dalla necessità di consentire un intervento previsto dall'Azienda Acque Metropolitane di Torino, di ampliamento del bacino di lagunaggio sperimentale esistente in tale ambito, ma non adeguato ai programmi dell'azienda per soddisfare le esigenze idropotabili dell'area metropolitana torinese.
Al fine di dare sistematicità ed omogeneità al lavoro della Commissione, durante l'esame veniva anche presa in considerazione un'altra proposta riguardante, anch'essa, la modifica dei confini dell'area protetta ma relativa ad altri tre Comuni.
Tale atto, di natura amministrativa, era nato come proposta di deliberazione del Consiglio regionale n. 37; risaliva anch'essa alla scorsa legislatura (dicembre 1999)ed era stata riassunta dal Consiglio, ai sensi dell'art. 77 del Regolamento consiliare recante "Modifica dei confini del sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po, istituito con legge regionale 17 aprile 1990, n. 28 modificato con legge regionale 13 aprile 1995, n. 65. Comuni di Beinasco (TO), Coniolo (AL) e Rivalta di Torino (TO)".
In particolare, con essa, valutata la marginalità delle aree interessate con finalità destinate dagli stessi Comuni citati ad interventi di natura ricreativo-sportiva, di edificazione e produttivi e, valutata la totale ininfluenza di tali modificazioni rispetto agli obiettivi di tutela e di valorizzazione stabiliti con la legge regionale istitutiva dell'area protetta e con le disposizioni degli strumenti di pianificazione in vigore la Giunta regionale proponeva lo stralcio dal perimetro del sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po, di alcune aree, riguardanti i sopracitati Comuni di Beinasco, Coniolo e Rivalta di Torino.
La Commissione si trovava, pertanto, ad esaminare due proposte che, da un punto di vista sostanziale, prevedevano entrambe modifiche ai confini del sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po, mentre, da un punto di vista formale, una aveva carattere legislativo e l'altra carattere amministrativo. Considerato, però, che i confini di cui si proponeva la modifica erano stati istituiti con legge regionale (precisamente la 28 del 1990), già modificati con legge regionale 65 del 1995, durante i lavori della Commissione si conveniva sul fatto che ulteriori, se pur minime modifiche a tali confini fossero anch'esse introdotte con legge regionale.
Quindi, con lo stesso atto, si decideva di apportare le modifiche originariamente previste dalla proposta di deliberazione n. 37 e dal disegno di legge n. 166, relative a tutti e quattro i sopracitati comuni.
A seguito delle consultazioni con gli enti e le associazioni interessate venivano introdotti alcuni aggiustamenti rispetto le cartografie inizialmente proposte. In particolare, recependo alcune proposte avanzate dallo stesso Ente di gestione del Parco del Po torinese la Commissione aveva ritenuto di inserire due ulteriori minime modifiche relative al territorio dei Comuni di Orbassano e di Lauriano Po, entrambi nel Tratto torinese della fascia fluviale.
A termine dell'esame è stato quindi definito un unico disegno di legge che prevedeva la modifica dei confini del sistema delle aree protette della fascia fluviale del Po riguardanti i territori dei seguenti comuni: La Loggia (TO), Rivalta di Torino (TO), Orbassano (TO), Beinasco (TO) Lauriano Po (TO) e Coniolo (AL). Formalmente, tale modifica avviene attraverso la sostituzione delle relative planimetrie di cui all'art. 2 della legge regionale 17 aprile 1990, n. 28 e successive modificazioni.
Parimenti, il disegno di legge contiene anche, come originariamente già previsto, la modifica del perimetro degli schemi grafici relativamente ai territori interessati previsti dalla deliberazione del Consiglio regionale n. 982-4328 dell'8 marzo 1995, di cui rimane peraltro immutato il contenuto degli stessi schemi e delle relative schede progettuali.
Dopo il lungo iter, il disegno di legge è stato licenziato a maggioranza dalla V Commissione, che lo ha rimesso all'Aula per la sua approvazione.



PRESIDENTE

Dichiaro aperta la discussione generale.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Questo provvedimento presenta un limite, e questo limite è una palese ed evidente contraddizione, perché è un provvedimento datato, è un provvedimento che ha iniziato il suo iter in modo separato rispetto ai diversi Comuni, è di fatto all'attenzione dei lavori della Commissione da oltre due anni ed è uno di quei provvedimenti reiterati che non si è avuto modo di approvare nella VI Legislatura.
Devo dire che io, in modo del tutto disincantato, mi sono ritrovato in Commissione ad analizzare una delle proposte formulate dai Comuni che conoscevo, perché altrimenti - qui ammetto un limite - probabilmente questo provvedimento sarebbe passato nell'indifferenza generale, anche perch apparentemente coerente. Perché coerente? Perché parte dal seguente presupposto. I confini del Parco sono quella realtà che noi conosciamo (le fasce fluviali del Po); i Comuni, nella revisione degli strumenti urbanistici e del Piano regolatore attraverso le varianti, individuano degli ambiti rispetto ai quali le scelte operate dal Piano sono in palese contrasto o con la vocazione di quell'ambito o comunque sono ininfluenti rispetto ai principi di tutela e salvaguardia che ispira la legge 28 ed operano una scelta: da una parte, chiedono alla Regione, con atto legislativo, di modificare i confini del Parco, e dall'altra invece utilizzano i propri strumenti - e sono l'approvazione delle varianti di Piano - per rendere coerente l'atto legislativo con le modifiche introdotte nel Piano.
E' successo un incidente di percorso in uno di questi casi, e su questo voglio richiamare l'attenzione dell'aula. E' successo che, in particolar modo per il Comune di Beinasco - ma poi entrerò meglio nel merito affrontando una questione pregiudiziale - l'iter è stato il seguente.
Il Comune presenta alla Regione una proposta di modifica dei confini dell'area del Parco nell'area RN6, meglio individuata dal cartografico, per la costruzione di una casa di cura e di un albergo, due tipi di insediamenti compatibili con la vocazione del Parco, almeno per quanto concerne la casa di cura.
L'iter della legge è quello tribolato che vi dicevo prima, per cui non si riesce ad approvare per tempo la modifica dei confini e, per una pura coincidenza, succede che il Comune di Beinasco, nel porre mano al Piano regolatore - attualmente ha finito la fase di osservazione - con le varianti strutturali svela il suo vero intento e destina quelle aree da terziarie, e quindi compatibili con la vocazione del Parco, a residenziali di nuovo impianto: quella che era una cosa che trovava anche corrispondenza e un'opposizione assolutamente debole da parte degli abitanti delle zone limitrofe, diventa una bella costruzione da 30 mila metri cubi per finalità residenziali.
Voi capite che c'è qualcosa che non funziona. Da qui l'attenzione che come Consigliere, ho proposto rispetto a tutta la questione della modifica dei Parchi, perché se fosse successo che questa assemblea legislativa avesse operato la modifica dei Parchi e quindi per legge avesse modificato il confini del Parco, l'atto, il "crimine" era compiuto, perché poi chi è che vigila sugli atti successivi? Allora è possibile pensare, nel pieno rispetto delle finalità istitutive del Parco delle fasce fluviali e anche senza procedere alla modifica dei confini, che si possa e si debba magari favorire l'inserimento e l'insediamento di attività compatibili.
Ho sollevato questa ambizione in Commissione e quindi ho scongiurato più volte nei miei interventi l'Assessore dal portare in aula questo provvedimento così come era stato formulato, perché questo non è l'unico limite di questo provvedimento, ma investe anche un altro Comune, come quello di La Loggia, dove la situazione è ancora più delicata.
Cerco di esprimere meglio la posizione del nostro Gruppo su questa questione.
Stiamo maturando una convinzione, che vogliamo sottoporre all'attenzione anche degli altri Gruppi consiliari: che, per quanto possibile, occorre limitare l'uso di questo strumento da parte dell'assemblea legislativa.
Siamo più favorevoli ad un'idea di regolamentazione delle caratteristiche degli insediamenti senza modifica della destinazione d'uso delle aree anche perché a macchia di leopardo noi abbiamo già degli insediamenti significativi di tipo produttivo, industriale, ecc. assolutamente non compatibili con la realtà territoriale dove hanno trovato la loro localizzazione e che necessitano di una rilocalizzazione.
Saremmo molto più favorevoli affinché con una deroga, che confermi per l'impianto legislativo di attuazione del Piano d'area, si possano favorire degli insediamenti compatibili.
E arrivo alla questione di La Loggia. La questione di La Loggia è uno di quei casi emblematici, nei quali un'attività di tipo estrattivo deturpa un'area territoriale. Mi sembra evidente che un'attività estrattiva sia sempre un po' un attentato al paesaggio; poi, in alcune realtà magari l'attività estrattiva ha invece valore di riequilibrio naturale, però devo dire che in questo caso qui si formano, com'è noto, sugli alvei dei fiumi o lungo le sponde dei grandi bacini e il primo problema che si pone, esaurita l'attività estrattiva, è come si può intervenire per la loro rinaturalizzazione e come una porzione di territorio possa di nuovo ritornare ad essere fruibile dal pubblico e quindi riottenere la sua vocazione di pubblica utilità.
Su questa questione di La Loggia si intrecciano due ordini di problemi.
Il primo è sugli effetti che la modifica dei confini comporta per quanto concerne il diritto dei proprietari delle aree.
E' evidente che tutti i proprietari delle aree circostanti escluse dai confini del Parco verrebbero sottoposte a regime di esproprio per pubblica utilità (non c'è più vincolo, sono fuori dai confini, ecc.). L'obiezione che si solleva, ma la espliciterò meglio nella pregiudiziale che presenterò, è se questa procedura sia o meno compatibile con l'art. 7 della legge regionale n. 36.



PRESIDENTE

Dichiaro chiusa la discussione generale. Ha chiesto di intervenire l'Assessore Cavallera; ne ha facoltà.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e vigilanza parchi

Certamente il provvedimento è un po' datato. La proposta di modifica dei confini del Parco del Po per tutta una serie di ragioni e per il fatto che il provvedimento necessitava di una serie di approfondimenti, era da circa due anni in sede di Commissione.
Quando, a suo tempo, si era definito il Parco del Po (lungo qualche centinaio di chilometri, che comprendeva aree del torinese, cuneese alessandrino e vercellese) si era ipotizzato che vi fossero alcune contestazioni, laddove la pressione antropica è maggiore, che richiedessero la messa a punto successiva. Effettivamente, ci troviamo di fronte a piccole modifiche che, per certi versi, confermano l'insieme del sistema delle aree protette del Po, che è molto articolato perché prevede riserve naturali, una graduazione dei vincoli a seconda della tipologia di terreno o di contesto fluviale a cui si fa riferimento. Altre modifiche minori, per quanto riguarda ad esempio il Comune di Coniolo e gli altri, non richiedono ulteriori approfondimenti in questa sede.
Ritengo opportuno procedere con questo strumento e condivido che bisogna procedere con parsimonia. Tuttavia escludo già fin da adesso che vista l'esiguità della superficie interessata, vi sia una strategia che cambia nei confronti del Parco del Po. Sotto questo profilo, non vi sono problemi.
Essendo finita la fase del mero protezionismo, oggi siamo nella fase della valorizzazione. Gli stessi Enti Parco oggi portano avanti politiche di valorizzazione dei prodotti agricoli, di collaborazione con gli agricoltori e di valorizzazione turistica con approcci ben diversi rispetto al passato e questo non fa che aumentare il consenso che vi è intorno al Parco.
Per quanto riguarda le interferenze tra la pianificazione specifica riferita al Parco e la potestà sovrana e legislativa del corpo dell'assemblea legislativa regionale, credo che questa debba sempre essere salvaguardata e prevalere su qualsiasi altra considerazione, salvo che non si violino norme dello Stato e quindi normative di rango superiore. Bisogna collocarsi in un atteggiamento di dialettica, ma anche di cooperazione con le amministrazioni comunali graduando, ovviamente, l'attenzione rispetto al rango degli atti che si vanno ad esaminare. Ragion per cui ci può essere la posizione di un Sindaco, legale rappresentante dell'Ente, che segnala un' anomalia, ma questo deve essere supportato anche da una Giunta e un Consiglio. Quando parliamo di Piani regolatori, ovviamente parliamo di decisioni che vengono assunte dal Consiglio Comunale (nello specifico il Consigliere Contu si riferiva ad una pianificazione urbanistica comunale in corso, in seguito vedremo gli ulteriori atti e la pregiudiziale che il Consigliere si riserva di discutere o presentare).
Si potrebbe ipotizzare, per quanto riguarda Beinasco, di prendere una decisione a "bocce ferme", cioè quando l'iter del Piano regolatore comunale sia concluso e con la pronuncia definitiva del Consiglio comunale, in modo da avere un quadro preciso. In questo momento, come affermava il collega siamo nella fase delle controdeduzioni. Procediamo moderatamente e con cautela. Sotto questo profilo, dichiaro la mia disponibilità ad agire in questo senso.
Per quanto riguarda la modifica dei confini del Sistema delle Aree protette della fascia fluviale del Po, riguardante il territorio di La Loggia, penso che dobbiamo avere due tipi di approccio. Prima di tutto considerare lo sforzo portato avanti dalla Regione Piemonte, penso l'unica nel bacino del Po, a qualificare e classificare il corso del Po come Parco come area protetta. Questo non va mai dimenticato in un contesto soprattutto quello di Moncalieri, interessato da attività estrattive che sono state circoscritte all'interno di perimetri ben precisi. Non proponiamo di modificare decisioni assunte a suo tempo, che hanno previsto una diminuzione dell'attività estrattiva, tendente a zero, in un'ottica di recupero naturalistico e di gestione di questi bacini che dovrà avvenire da parte dei comuni, da parte del Parco e da parte di associazioni, senza scopo di lucro, in un quadro di garanzia. Nel tempo dovrà essere salvaguardato questo contesto, che è delicato, per quanto riguarda l'approvvigionamento idropotabile di tutta l'area metropolitana torinese.
Ecco la ragione che giustifica la modifica dei confini per le aree in comune di La Loggia. Tutta la modifica origina dall'acquedotto municipale di Torino il quale, dovendo eliminare in prospettiva il prelievo direttamente dal fiume Po (vi sono degli eventi, come le piene e le alluvioni, per cui l'acqua si intorbidisce e non la si può immettere nella rete, a meno che non si realizzino dei filtraggi, dei trattamenti, ecc.) vista la grande riserva di acqua e mantelli naturale e filtranti (tutti quei contesti ghiaiosi che ci sono a lato del Po), chiede di realizzare grandi lagunaggi che costituiscono bacini di "calma" (non sono un tecnico per cui uso un termine improprio per farmi capire). Naturalmente la relazione è agli atti della Commissione, ma per fare questo occorre individuare un contesto in cui operare la scelta.
E' stato individuato da loro: anziché fare nuovi buchi, utilizzano uno già esistente e a fianco ne fanno uno nuovo.
Questo però, avendo il Parco del Po, a livello normativo, bloccato entro determinati confini, precedentemente comporta una modifica di questo confine.
Noi con questa normativa non cambiamo nulla, per cui per fare quell'intervento bisognerà fare la VIA (Valutazione d'Impatto Ambientale) il Piano esecutivo convenzionato, la convenzione con il Parco e successivamente l'autorizzazione estrattiva.
Quindi, penso che siamo tutelati dalla sommatoria di tutte le procedure di tutela che ci sono nel nostro ordinamento, partendo da un'esigenza primaria, che è quella manifestata dall'Azienda Acque Metropolitane Torinese.
Quindi, sono due esigenze che si bilanciano per trovare una compatibilità e credo che vi siano le condizioni per poter procedere sotto questo profilo.
Ritengo anche, ma non voglio anticipare, che comunque a livello normativo regionale, con una legge regionale, noi possiamo - ed è questa anche la ragione per cui si procede proprio con legge - procedere alla modifica di quello che era il sistema normativo precedente riguardante il Parco del Po in quella località.
Nel complesso, vi sono le condizioni per procedere con cautela su Beinasco, ad esempio con un eventuale stralcio se vi è una disponibilità in questo senso. Credo che bisogna anche favorire l'economia dei nostri lavori, per cui sappiamo che vi è una dialettica consiliare. Se vi è un accantonamento di tutti gli emendamenti presentati, posso presentare un emendamento che toglie Beinasco da questo contesto. Ovviamente il caso di Beinasco potrà essere esaminato quando discuteremo il Piano d'Area, che è in itinere. Saremo a valle delle decisioni sul Piano Regolatore generale di quel Comune da parte del Consiglio comunale, organismo che rappresenta quella comunità; dopo di che faremo le opportune valutazioni.
Per la restante parte credo che siano tutte proposte condivisibili e documentate, quindi propongo poi di andare ad una rapida approvazione del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Grazie Presidente. Mi riservo, insieme ai colleghi firmatari della mozione pregiudiziale, se accettare o meno quanto ha detto l'Assessore su Beinasco.
Però sollevo il problema di La Loggia, cioè sul fatto che l'acquedotto voglia servirsi di quei bacini per drenare un'acqua e con caratteristiche più uniformi e più indipendenti dai periodi di piena o meno. Però la cosa che non si capisce, Assessore, è questa: che bisogno c'è, quando a La Loggia ci sono bacini a iosa, di fare un nuovo bacino? Questo non è convincente, proprio lì, in un terreno che è già martoriato - quando si torna da Roma sull'aereo basta sedersi sulla fila di sinistra e dal finestrino guardare sotto e vedere che macello è stato fatto di quel prezioso territorio.
Adesso la situazione compromessa c'è, c'è un'idea dell'Azienda Acque Metropolitane di prelevare in un bacino di calma, perché sappiamo tutti come, in occasioni di piena, l'intorbidamento delle acque abbia anche messo fuori uso la capacità di captare queste acque torbide e riuscire ad immetterle nella rete idrica. Capisco questo, ma lo si faccia nell'ambito della situazione esistente, altrimenti Assessore Cavallera mi sembra che con questo provvedimento si vuole soddisfare la "voglia di ghiaia" e non tanto l'esigenza dell'acquedotto di servirsi dei bacini di calma.
Quindi, sentiamo i colleghi perché non so se la situazione di Beinasco potrà essere risolta. Mi sembra di sì, ma mi riservo di sentire anche i colleghi.
Per quanto riguarda La Loggia conservo tutte queste perplessità.
Grazie.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e vigilanza parchi

Non vorrei essere stato frainteso: qui non si fa nessun nuovo "buco" si fa solo l'ampliamento di un bacino esistente.
E' stato precisato, per ragioni tecniche, che devono procedere con delle sezioni in cascata, che devono avere una certa dimensione di superficie e una certa dimensione di volume.
Questa è la ragione tecnica per cui hanno fatto questa proposta. Quindi che vi sia un indotto di estrazione è lapalissiano, però sarebbe stato peggiore e di maggiore imbarazzo se l'Azienda Acquedotto avesse chiesto di fare un intervento isolato, magari per pubblica utilità; lì sì che dovevamo andare a fare un altro bacino da un'altra parte.
Credo che abbiamo una serie di elementi di valutazione che ciascuno pu fare, però si tratta di ampliare un lagunaggio già esistente per raggiungere una dimensione di superficie e una dimensione di volume utile ad un processo di decantazione e di filtrazione che loro definiscono "in cascata".
Questo è l'approfondimento e la documentazione tecnica che era agli atti della Commissione.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Ci pare che la proposta che lei faceva, Assessore, di stralcio per quanto riguarda Beinasco potrebbe essere in effetti un'ipotesi che consentirebbe di concludere tutto l'iter attualmente in corso sul Piano Regolatore e le controdeduzioni, e a quel punto rivedere il tutto con il pieno assolvimento di funzioni anche da parte del Comune, del sindaco e del Consiglio comunale, che avrà modo e tempi per analizzare tutto il suo territorio sotto i vari punti di vista, considerato comunque che la priorità assoluta deve e non può che continuare ad essere la realizzazione del Parco.
Siamo su un territorio che di zone fluviali e spondali ne ha ormai già una riduzione al minimo, siamo proprio all'osso e di meno non si può fare perché non esiste più parco, quindi questa dovrebbe essere la direttrice che aiuta il Comune ad andare nella giusta direzione, che è di restituire verde, di restituire ambiente, di restituire possibilità di spazio vero fruibile ai cittadini di quei territori. Questa dovrebbe essere la direttrice.
Su Beinasco, in effetti, potremmo incontrarci su una soluzione di questo tipo se l'Assessore addivenisse ad un emendamento che tenga conto di quelle che sono le prerogative delle autonomie locali, in questo caso del Comune. Nell'altro caso, non imbriglia Coniolo, insomma non imbriglia quanto già abbiamo visto con il provvedimento in Commissione che, peraltro ha trovato degli oggettivi ritardi anche per il cambio di legislatura.
Il nodo "La Loggia" meriterebbe forse un'ulteriore specificazione - saranno poi gli Uffici e l'Assessore a dirci se una proposta di questo tipo potrebbe essere convincente e aiutare - che in qualche modo ci consenta di avere certezza della procedura che deve essere seguita nella fase successiva.
Diciamolo in modo esplicito. Con un'operazione di questo genere ammesso che sia vero che raggiungiamo una determinata qualità e portata d'acqua (parliamo comunque di acque in superficie), è effettivamente logico e razionale, anziché creare altri bacini di lagunaggio, attivare e ampliare quanto già esiste. Detto questo, uno dei grossi problemi legati ad eventuali e possibili rinnovi, sine die, sono le licenze di escavazione - e noi su questo vogliamo una certezza - affinché queste non diventino un meccanismo per aggirare un ostacolo, ma uno strumento normato. A questo punto, qual è la norma, il piano d'area? Tutto questo percorso che noi avvaliamo oggi, di fatto lo andiamo a ritrovare poi nel piano d'area e quindi è normato con tutti i vari passaggi, PET compreso, che mettono quel territorio nella condizione di non ritrovarsi in ulteriori, successive fratture, lacerazioni dannosissime per il parco, ma ci consentono di ridurre di fatto al minimo un danno che, inevitabilmente, viene causato a quel territorio.
Pertanto nelle condizioni attuali è certamente segno di buonsenso implementare quello che è il bacino che noi ritroviamo in quella zona che non metterci nella condizione di creare altri ulteriori bacini.
Detto questo continuo a nutrire delle perplessità, in termini di leggi geofisiche, sulla portata d'acqua e sulla qualità dell'acqua; infatti, non è stato dimostrato in Commissione, e neppure dalle relazioni, che sia il risultato sul quale ricadere. Ciò che invece diventa indispensabile è che l'Assessore ci confermi - non è chiaro dal provvedimento - se la procedura successiva che inerisce La Loggia è una procedura che noi andiamo a ricollocare pienamente, come da leggi vigenti. Quindi il predominio delle leggi, delle norme relative al parco su quelle che sono le norme relative all'urbanistica e alle varie modifiche, seguendo quelle che sono le procedure attuali, quindi ricollocate tutte nel piano d'area.
Abbiamo la necessità di un'esplicitazione, perché altrimenti potremmo in qualche modo avere il dubbio, anche se così non è scritto, di creare uno strano precedente che attraverso una modifica di parco, consenta addirittura una modifica di altri passaggi relativi a quello che è il mondo dell'escavazione nel positivo e nel negativo che sono tutelati, che sono normati, che hanno delle regole. Vogliamo che quelle regole vengano mantenute e non vi siano degli escamotage che possano consentire delle scorciatoie.
Quindi le chiederei, Assessore, di darci ulteriori chiarimenti per poter decidere, anche in merito agli emendamenti che ad esempio mi vedono firmataria, un percorso che sia utile ai fini del provvedimento.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e vigilanza parchi

Per quanto riguarda Beinasco, credo si possa convenire a rinviare la decisione a Piano regolatore generale approvato in sede di passaggio di piano d'area, che interesserà la Commissione e l'aula. Parlo del Comune di Beinasco, ma potrebbe riguardare qualunque altro Comune, nel senso che la dialettica istituzionale deve sempre operare.
C'era anche un altro caso - ringrazio i presentatori di allora per aver ritirato l'emendamento - che era stato differito al momento in cui si aveva il quadro definitivo. Probabilmente è giusto che il Consiglio abbia l'ultima parola, ma a "bocce ferme", non a iter in corso.
Per quanto riguarda La Loggia, credo che il problema della qualità delle acque distribuite dalla rete cittadina e metropolitana di Torino, sia certamente una questione che dobbiamo esaminare. Non dimenticatevi che nell'ultima alluvione, per la non disponibilità parziale di questo prelievo dal fiume Po, il crollo di un ponte che, tuttavia, aveva mantenuto in funzione ugualmente un attraversamento, è stato un miracolo, perch altrimenti si rischiava di avere il 40 o 50% della città di Torino senza approvvigionamento idrico. Eravamo molto, molto preoccupati, poi, per fortuna, ha continuato a tenere quell'attraversamento, è crollato il ponte ma è rimasto intatto il tubo. Non possiamo più permetterci di correre questi rischi, occorre avere, per una grande città come Torino, degli approvvigionamenti stabili e garantiti.
Sul lagunaggio l'Azienda Municipale di Torino ha fatto già dei monitoraggi e delle sperimentazioni. Una scelta di questo genere dimostra l'idoneità che, peraltro, i nostri tecnici non hanno contrastato ed hanno condiviso.
Per quanto riguarda le procedure approvando questo non si tocca minimamente la procedura di garanzia. Se vogliamo elencare i passaggi che ci saranno successivamente questi saranno quattro. L'ultimo sarà il rilascio dell'autorizzazione. Innanzitutto bisognerà fare la valutazione di impatto ambientale, perché supera la dimensione che, per leggi dello stato, nelle aree protette, è dimezzata. Quindi la valutazione di impatto ambientale è l'unica procedura che prevede in sé la cosiddetta "opzione zero", cioè ad un certo punto se non ci fossero i presupposti ambientali non si farebbe.
Inoltre si deve intervenire in Comune attraverso il PEC (Piano esecutivo convenzionato) si raccorda la scelta del parco con la pianificazione urbanistica comunale: sarà poi la volontà politico-amministrativa dell'amministrazione comunale a dire se va bene o se va male.
Terzo punto. In attuazione della delibera della Giunta regionale del '96 - allora fu redatto uno schema di convenzione specificando la durata dell'attività, quanto si estrarrà all'anno ecc. - la convenzione deve essere stipulata dall'operatore con la Regione, con il Comune e con il Parco con tutte le relative fideiussioni.
Quarto passaggio: il rilascio dell'autorizzazione. In sostanza ci troviamo di fronte, a differenza di altre situazioni, in prospettiva futura questo lagunaggio sarà comunque gestito e garantito. Questo perché questi lagunaggi sono una grossa preoccupazione, lo sono stati quando si è approvato il documento del Parco del Po, proprio perché si è voluto in qualche modo dare loro una destinazione. Quindi, è previsto che tutte queste aree devono passare in proprietà all'ente pubblico (quindi possono passare al Comune, all'Ente Parco) e, a mio avviso devono, in linea di principio, essere gestite in futuro da soggetti pubblici. Queste sono le condizioni migliori, perché danno le massime garanzie. Credo che ci sia un interesse, che è quello dell'acquedotto, le procedure in essere non sono bypassate, vi è anche un controllo da parte dell'Amministrazione comunale durante la procedura. Vi è poi anche il fatto che nei decenni successivi (questa è una scelta stabile dell'acquedotto) ci sarà la garanzia che il lagunaggio non sarà abbandonato a se stesso, non sarà solo recintato ma sarà bonificato e recuperato dal punto di vista naturalistico, e controllato nel tempo perché sarà una grossa riserva d'acqua per tutta l'area metropolitana torinese.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento: Parchi e riserve

Questione pregiudiziale sulla modifica riguardante il Comune di Beinasco e questione sospensiva per il Comune di La Loggia, inerenti alla modifica dei confini del Sistema delle aree protette della Fascia fluviale del Po


PRESIDENTE

Dichiaro chiuso il dibattito generale sul disegno di legge n. 166.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Intervengo per porre una questione pregiudiziale sulla modifica riguardante il Comune di Beinasco e una questione sospensiva per il Comune di La Loggia. Alla luce delle cose dette dall'Assessore, se riconfermate nel testo dell'emendamento, saremmo orientati, come firmatari, a ritirarla e quindi formalmente a non presentarla neanche al voto dell'aula. Credo si debba dare atto all'Assessore che ha colto con attenzione la portata del problema.
Chiedo che venga riaffermato nel testo che l'Assemblea legislativa cioè l'organo legislativo, non è comunque lo strumento rispetto al quale i Comune possano, ancorché con i propri atti, condizionarne gli esiti.
Probabilmente quella volontà di insediamento residenziale verrà riconfermata. Noi non possiamo che prenderne atto, però credo che compito nostro sia quello di tutelare la vocazione naturale di quelle aree e non essere semplicemente esecutori di una volontà di un'Assemblea elettiva certamente sovrana, ma che potrebbe avere anche evidenti profili di illegittimità.
A questo punto, Presidente, non sottopongo l'aula al voto, non la presentiamo dandola per illustrata, recepita dall'Assessore con quei limiti che ha ben individuato.
Ben diversa è la questione inerente a La Loggia, sulla quale ho formalmente presentato una questione sospensiva. Cerco di spiegarne molto velocemente le ragioni. Tutto il motivo del contendere nasce se la procedura scelta della modifica entri o no in contrasto con l'art. 7 della legge n. 36.
L'art. 7 norma gli strumenti di attuazione e stabilisce però un principio importante: la sovranità del piano di area, rispetto a qualsiasi altra istanza, la prevalenza cioè di uno strumento urbanistico - di questo si tratta - sulla definizione dei confini. In sintesi, abbiamo il sospetto che la procedura scelta possa consentire - anche se ci tranquillizza il percorso indicato dall'Assessore, che è di estrema garanzia - possa sottoporre i proprietari delle aree interessate all'esproprio per pubblica utilità senza le opportune tutele normative che prevedono tutti i passaggi dalla pubblicazione, all'osservazione, cioè tutta la procedura prevista dalle leggi di riferimento. Quindi sottoporrebbe l'Assemblea, che sul piano legislativo è un organo sovrano, al ricorso delle parti, ovvero delle parti interessate. Questa era la preoccupazione sotto il profilo giuridico.
Poi ve n'è un'altra dal punto di vista ambientale. Se ho colto bene Assessore, il problema si pone nei seguenti termini: l'Azienda Acquedotto municipale vuole spostare progressivamente il punto di presa dell'acquedotto dal punto a valle della confluenza del Sangone con il Po in una posizione a monte per evitare, anche a seguito di fenomeni di incremento delle precipitazioni, un aumento improvviso degli indici pluviometrici, e vuole poter operare su un bacino di acque filtrate in via naturale, perché va ricordato - e qui do atto all'Assessore che il black out per l'emergenza acque a Torino fu determinato dall'entrata in crisi del punto di presa e quindi poi da tutte le difficoltà legate ad un approvvigionamento, che non era sufficientemente supportato dai vari anelli di decantazione. Quindi ha uno scopo nobile. Oltretutto si interviene in un'area già compromessa.
Ritorno al discorso di prima. La volontà dell'Azienda acquedotto municipale va valutata con molta attenzione, perché è questa l'unica opzione possibile, perché il progetto mi sembra all'avanguardia e forse non trova altri riferimenti nel contesto europeo. Un accorgimento tecnico aumenta quei bacini che si sono determinati a seguito dell'attività estrattive aumentandone la superficie (adesso abbiamo dato uno sguardo sulle cartine) nell'ordine di un quarto di incremento rispetto alle aree interessate. Quindi quei buchi di cui parlava il Consigliere Chiezzi sono dei crateri rispetto al territorio.
Fermo restando la finalità e nell'ambito di quel percorso indicato e risolto sotto il profilo giuridico della tranquillità dei Consiglieri che andranno a votare quell'atto, per cui la questione sospensiva, con la richiesta di procedere allo stralcio e di rinviarla alla competente Commissione consiliare al termine dell'acquisizione degli opportuni pareri legali sulla legittimità dell'atto e delle procedure, gliela solleciterei Assessore. E' di tranquillità per tutti ed evita, ad un ente legislativo di soccombere, eventualmente, in sede di contenzioso legale avviato dagli aventi causa, che non credo abbiamo solo l'aspetto pecuniario come aspetto rilevante, perché va ricordato che quelle aree sono di prima classe.



PRESIDENTE

Consigliere Contu, il tempo consentito per le eccezione è cinque minuti.
Comunque, lei è ritornato sull'argomento e l'ha utilizzato adeguatamente. Credo che si tratta di riassumere: vi è una questione pregiudiziale sua e una dell'Assessore che riguarda l'eliminazione del Comune di Beinasco. Poi ce n'è un'altra che riguarda lo stralcio del Comune di La Loggia, se ho compreso bene.



CONTU Mario

La sintesi è questa: non presentiamo la questione pregiudiziale sul Comune di Beinasco, perché l'Assessore presenta un emendamento. Va da s che, di fronte a questo atto, siccome la maggiore parte degli emendamenti riguardavano il Comune di Beinasco, buona parte verrà riassorbita.



PRESIDENTE

Verranno riassorbiti e ritirati.



CONTU Mario

Per quanto riguarda il Comune di La Loggia, invece, sottoponiamo all'attenzione dell'Aula, con voto, la questione sospensiva, nella quale non si dice che siamo ostili di per sé. Chiediamo, eventualmente, con uno stralcio, di portarlo in Commissione per una settimana e riportarlo in Aula il martedì successivo.



PRESIDENTE

Sentiamo la valutazione dell'Assessore, che, in genere, serve da orientamento almeno per la maggioranza.
La parola all'Assessore Cavallera.



CAVALLERA Ugo, Assessore alla pianificazione e vigilanza parchi

Grazie, Presidente.
Noi riteniamo che l'insieme delle procedure comunque tutelino il cittadino eventualmente espropriando, peraltro contenuto in una percentuale di superficie dell'ordine del 25%, se non sbaglio, almeno facendo una valutazione a occhio.
Direi che comunque agiamo con lo strumento di legge che è un atto sovraordinato, la cui approvazione, in questo caso, è stata preceduta da una proposta del Comune di La Loggia. Fosse stata una modifica ulteriore introdotta in Commissione, su proposta della Giunta, mi sarei veramente preoccupato. Invece, qui abbiamo seguito la procedura canonica di formazione delle leggi. Il legislatore regionale è sovrano. E' una materia nella quale la definizione dei confini con legge, piano d'area, eccetera poteva, per le ragioni espresse poc'anzi, essere puramente formale. Per cui, sono state interpellate anche altre aree interne alla Regione che hanno confortato quindi il Settore Parchi nel sostenere la procedibilità di questa proposta. Faccio presente, tuttavia, che quando si faranno tutte quegli adempimenti che vi ho detto (la valutazione dell'impatto ambientale il PEC e poi la procedura per quanto riguarda l'autorizzazione all'attività estrattiva) sono tutti atti pubblici. La VIA prevede, addirittura, la presentazione di osservazioni da parte di chiunque. Quindi, qualora vi fossero ragioni, verrebbero messe in risalto.
Comunque, anche gli altri atti sono impugnabili e, quindi, qualora si dovesse accedere al dato non concesso (e io non sono d'accordo), e ci fosse qualche riserva, ci sarebbe la possibilità, per il cittadino, comunque di tutelarsi.
Però noi, come ribadisco, procediamo per un interesse pubblico. Perch fosse posta alla nostra attenzione la questione di raddoppiare o di aumentare del 30% i bacini di lagunaggio lungo il Po, che sono dieci o quindici, la risposta sarebbe no. Qui vi è la proposta di un Comune e di un'azienda municipalizzata. L'abbiamo presa in considerazione per questa ragione. Per cui, per queste ulteriori considerazioni, propongo di respingere questa pregiudiziale.
CONTU Mario (fuori microfono) Vorrei intervenire solo per una breve replica.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

Lei ha illustrato la questione pregiudiziale e quella sospensiva; è intervenuto l'Assessore Cavallera, per cui può intervenire soltanto un oratore per ciascun Gruppo.
Pertanto, pongo in votazione la questione sospensiva.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' respinta con 8 voti favorevoli e 22 contrari (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
Procediamo quindi all'esame dell'articolato del disegno di legge n. 166.
ART. 1 1.1) Emendamento presentato dalla Giunta regionale, a firma dell'assessore Cavallera: emendamento al titolo: il titolo del disegno di legge n. 166 è modificato con lo stralcio della parola "Beinasco" emendamento all'art. 1: al comma 1 dell'art. 1, è soppressa la parola "Beinasco" la tavola Torino Ovest - 11 bis è modificata come da allegato e ricondotta alla perimetrazione dell'area approvata con L.R. n. 65/1995 per quanto riguarda il Comune di Beinasco.
Vi sono altri emendamenti presentati dal Consigliere Contu ed altri, sempre relativi al primo comma.
Chiedo ai presentatori che cosa intendono fare di questi emendamenti.
La parola al Consigliere Contu.



CONTU Mario

Sono ritirati tutti gli emendamenti relativi al primo comma.



PRESIDENTE

Mi pare che l'emendamento presentato dalla Giunta sia stato già ampiamente illustrato dall'Assessore Cavallera. Pertanto, non essendoci interventi, pongo in votazione l'emendamento.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvato con 35 voti favorevoli (non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere).
In conseguenza di questa votazione, il titolo del disegno di legge n. 166 è modificato con lo stralcio della parola "Beinasco".
Si proceda ora alla votazione dell'articolo 1, così come modificato per alzata di mano, ai sensi dell'art. 44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 31 votanti 30 voti favorevoli 22 astensioni 8 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 hanno risposto SI' 22 Consiglieri hanno risposto NO 10 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Norme finanziarie, tributarie e di contabilita

Esame disegno di legge n. 177: "Sostituzione delle schede Fondo Investimenti Piemonte (FIP) Edilizia residenziale agevolata allegate alle leggi regionali primo marzo 1996, n. 10 (Provvedimento generale di finanziamento per l'anno 1996 degli interventi previsti da leggi regionali nonché disposizioni finanziarie per l'anno 1997) e 24 marzo 1997, n. 16 (Provvedimento generale di finanziamento per l'anno 1997 degli interventi previsti da leggi regionali nonché disposizioni finanziarie per l'anno 1998)"


PRESIDENTE

Esaminiamo ora il disegno di legge n. 177, di cui al punto 9) all'o.d.g.
In assenza del Consigliere Angeleri, relatore è il Consigliere Dutto, che ha facoltà di intervenire.



DUTTO Claudio, relatore

Illustre Presidente, egregi Consiglieri, com'è noto a partire dal 1996 tramite il Fondo Investimenti Piemonte (FIP) vengono finanziati interventi di edilizia residenziale agevolata da concedere ai cittadini in possesso dei requisiti soggettivi previsti dalla normativa statale di settore.
I fondi FIP concessi dalla Regione sono soggetti a rimborso decennale tramite rate costanti annuali. La normativa regionale vigente prevede che l'importo da restituire sia rivalutato sulla base dell'andamento dell'indice ISTAT dei costi di costruzione per il tempo intercorso tra la sua erogazione e la sua restituzione.
La Giunta regionale con successivi atti ha fornito precisazioni per l'attuazione del dettato legislativo in ordine ai criteri per l'erogazione e per la restituzione dei finanziamenti. In particolare, per la definizione della percentuale di rivalutazione si è fatto riferimento alla metodologia di calcolo assunta dal Ministero dei lavori pubblici per gli interventi di edilizia residenziale pubblica.
Occorre rilevare che l'ammontare della rivalutazione può assumere valori percentuali alquanto elevati essendo calcolata con riferimento alla data di attribuzione del contributo. Ciò in considerazione dell'andamento dei prezzi che concorrono a determinare il costo di costruzione di un fabbricato residenziale, la cui progressione di norma ha sempre assunto valori positivi, con un incremento significativo nel periodo 1997-2000.
In tale prospettiva l'ammontare della rivalutazione da restituire annualmente alla Regione, può assumere nel tempo un'onerosità tale per cui le finalità per le quali il contributo è stato concesso, e cioè la realizzazione di abitazioni in regime di edilizia residenziale pubblica sono affievolite sotto il profilo economico.
Partendo da queste valutazioni e dalla constatazione che per altri settori di intervento con fondi FIP non sono state previste rivalutazioni del contributo da restituire, è parso necessario alla Giunta regionale proporre al Consiglio di modificare il dettato legislativo introducendo un limite massimo di rivalutazione.
E' stato quindi predisposto il disegno di legge n. 177 assegnato all'esame referente della II Commissione in data 8 novembre 2000.
Il testo proposto stabiliva il limite del 6 per cento quale percentuale massima di rivalutazione applicabile per gli interventi finanziati con le schede FIP 1996 e 1997. Dal dibattito sviluppatosi in Commissione è emersa l'opportunità di non indicare specificatamente in legge il limite numerico ma di introdurvi una delega alla Giunta per l'individuazione della percentuale qualora la rivalutazione dell'indice ISTAT del costo di costruzione assuma valori superiori all'andamento dei tassi medi di interesse applicati dagli Istituti di Credito per gli interventi di edilizia agevolata. Raggiunta tale soglia la rata permane costante per tutta la residua durata della restituzione.
La Commissione ha operato una ulteriore modifica rispetto al testo assegnatole con lo stralcio dell'articolo 3, ritenendo non necessarie le modifiche proposte con tale articolo alla scheda FIP allegata alla legge regionale 6 dicembre 1999, n. 31 in quanto la scheda medesima già opera il riferimento ad atti di Giunta per il rimborso dei fondi erogati.
Infine la Commissione ha ritenuto preferibile procedere alla sostituzione integrale delle schede in argomento, sia per ragioni di tecnica legislativa, sia per assicurare una più agevole lettura del testo da parte dei cittadini.
Le schede allegate al presente disegno di legge costituiscono pertanto una mera riscrittura del testo originario con le dovute correzioni di forma per tecnica legislativa e poiché dal presente intervento legislativo non deriva alcuna riapertura dei termini per la presentazione di domande di contributo, nell'articolato è stato inserito un nuovo articolo 3 diretto a stabilire, senza possibilità di dubbio, che restano ferme le scadenze individuate nelle leggi radici.
La Commissione ha condiviso l'urgenza del provvedimento con la previsione di entrata in vigore anticipata rispetto al termine canonico ed io, quale relatore, la sottolineo all'attenzione dell'Aula, stante l'opportunità di applicare la nuova metodologia fin dalla rata in scadenza nel prossimo mese di giugno.
Riassumendo, il testo qui allegato consta di quattro articoli: i primi due sono diretti alla sostituzione delle schede FIP allegate ai provvedimenti generali di finanziamento degli interventi previsti da leggi regionali rispettivamente per gli anni 1996 e 1997, l'articolo 3 è riferito alle scadenze invariate rispetto alle leggi radice, l'articolo 4 riporta la dichiarazione d'urgenza.
Il testo è stato licenziato con parere favorevole a maggioranza nella seduta dello scorso 7 maggio e ne raccomando ora una rapida approvazione da parte di quest'Aula.



PRESIDENTE

Non essendovi richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 1 è approvato.
ART. 2 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 2 è approvato.
ART. 3 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 3 è approvato.
ART. 4 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 32 votanti 31 voti favorevoli 28 astensioni 3 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere L'art. 4 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Pozzo effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 38 votanti 37 hanno risposto SI' 34 Consiglieri si sono astenuti 3 Consiglieri non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.


Argomento: Distributori carburante

Esame disegno di legge n. 168 "Sostituzione dell'art. 12 della legge regionale 23 aprile 1999, n. 8 'Norme di indirizzo programmatico per la razionalizzazione della rete distributiva dei carburanti per autotrazione'"


PRESIDENTE

Passiamo ora al punto 11) dell'o.d.g., che prevede l'esame del disegno di legge n. 168. Sostanzialmente si tratta di un adeguamento della legislazione regionale a quella statale.
La parola al Consigliere Marco Botta per la relazione.



BOTTA Marco, relatore

Nell'ottica di liberalizzazione della rete distributiva dei carburanti il decreto legislativo 11 febbraio 1998, n. 32 (Razionalizzazione del sistema di distribuzione dei carburanti, a norma dell'art. 4, comma 4 lettera c), della legge 15 marzo 1997, n. 59), e successive modifiche ed integrazioni, prevede, a partire dal 1º luglio 2000, il venir meno dell'obbligo di chiusura di impianti attivi e funzionanti al fine dell'apertura di nuovi punti vendita.
La legge regionale 23 aprile 1999, n. 8 (Norme di indirizzo programmatico per la razionalizzazione della rete distributiva dei carburanti per autotrazione), che recepisce gli aspetti innovativi introdotti dal citato decreto legislativo n. 32/1998, ha normato all'art.
12 la fattispecie del potenziamento di un impianto esistente ed in esercizio, consistente nell'aggiunta sia di nuovi carburanti (ad eccezione della benzina priva di piombo) sia di apparecchiature self-service pre pagamento, prevedendo comunque l'obbligo da parte del richiedente, al fine di ottenere l'autorizzazione al potenziamento stesso, di rinunciare all'autorizzazione relativa ad altro impianto, installato e funzionante nell'ambito regionale, di cui possieda la titolarità e previo impegno al suo contestuale smantellamento.
Dal momento che la norma statale ha liberalizzato, seppur entro i limiti programmatori regionali, l'apertura di nuovi impianti, ne consegue a maggior ragione, che anche per i potenziamenti di quelli esistenti non debbano sussistere vincoli di sorta, consentendo al mercato ed agli operatori del settore un più ampio margine operativo.
A tale scopo, con il presente provvedimento, che sostituisce l'art. 12 della legge regionale n. 8/1999, si è inteso eliminare il vincolo della rinuncia ad un punto vendita installato e funzionante sul territorio regionale a fronte dell'autorizzazione comunale al potenziamento di un impianto già esistente.
Se ne raccomanda una rapida approvazione da parte dell'aula consiliare.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Chiezzi; ne ha facoltà.



CHIEZZI Giuseppe

Intervengo per esprimere un dubbio sulla logica di questa norma che liberalizzando i potenziamenti degli impianti, di fatto compie una scelta di riorganizzazione della rete secondo pure regole di convenienza non inserite in un quadro di programmazione.
In sostanza noi rinunciamo a programmare, la programmazione la farà la realtà di fatto, e dato che il potenziamento di un distributore di benzina può significare la morte di un altro distributore di benzina, per ragioni di mercato, penso che non sia un modo di governo forte questo di lasciare che le cose vadano come andranno. Gradirei, anche nel settore dei distributori di benzina, avere un quadro di programmazione che faccia i conti con la realtà, che la faccia evolvere, ma la faccia evolvere tenendo in mano criteri di programmazione che, viceversa, in questo modo vengono abbandonati.
Il sistema viene lasciato a se stesso, chi vuole potenziare potenzierà; poi cosa succederà del distributore vicino in conseguenza di questo potenziamento, lo si vedrà, ma può anche darsi che la chiusura avvenga non in termini di programmazione, ma in termini di uscita dal mercato.



PRESIDENTE

Non essendovi altre richieste di parola, passiamo all'esame del relativo articolato.
ART. 1 - Si proceda alla votazione per alzata di mano, ai sensi dell'art.
44, comma secondo, dello Statuto.
L'esito della votazione è il seguente: presenti 33 votanti 32 voti favorevoli 29 voti contrari 2 astensioni 1 non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere.
L'art. 1 è approvato.
Si proceda infine alla votazione per appello nominale dell'intero testo della legge.



(Il Consigliere Segretario Toselli effettua l'appello nominale)



PRESIDENTE

L'esito della votazione è il seguente: presenti 36 votanti 35 hanno risposto SI' 34 Consiglieri si è astenuto 1 Consigliere non ha partecipato alla votazione 1 Consigliere La legge è approvata.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento: Personale socio - assistenziale

Comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio sui lavoratori socialmente utili in campo sanitario


PRESIDENTE

Ha ora la parola l'Assessore D'Ambrosio per le comunicazioni relative alla sanità.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore all'assistenza sanitaria

Se mi permette, Presidente, darei una risposta, ancorché non esaustiva al collega Contu per quanto attiene alla delegazione dei lavoratori socialmente utili che ho ricevuto questa mattina.
Come molti di voi sanno, questi lavoratori socialmente utili sono stati utilizzati nei progetti regionali avviati dalla Direzione Sanità Pubblica relativi al censimento di edifici contenenti amianto e al monitoraggio dell'applicazione del d.lgs. 626/94.
Queste persone hanno chiesto la stabilizzazione; stabilizzazione della quale - così come avevo già detto ai colleghi Chiezzi, Papandrea e Marcenaro - avremmo discusso nella riunione di Giunta di lunedì prossimo.
Questo è il motivo per cui non ho voluto dare risposte definitive e ribadisco, anche in quest'aula, che lunedì decideremo il da farsi.
Si tratta di 44 lavoratori ed è chiaro che la decisione di un'eventuale stabilizzazione dovrà avvenire con gradualità e in tempi da concordare; su questo la delegazione era d'accordo. Ripeto: con gradualità e in tempi da concordare.
Comunque mi riservo nella prossima seduta di darvi le delucidazioni più ampie possibili.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Volevo ricordare due cose. La prima è che prendiamo atto di questa intenzione e aspettiamo, ovviamente, le decisioni che saranno prese in sede di riunione di Giunta. Naturalmente, noi auspichiamo che ci sia una soluzione di tale questione, che non riguarda solo - come lei sa - la stabilizzazione di questi lavoratori, ma anche la prosecuzione dei progetti e dei programmi di grande importanza a fini di interessi generali sui quali queste persone sono state e sono impegnate.
Ho però chiesto la parola per ricordare un secondo aspetto che avevamo sollevato in aula e che non riguarda l'Assessore D'Ambrosio; in questo caso, mi rivolgo al Vicepresidente Casoni. Infatti, insieme alla questione che riguarda il caso specifico dei lavoratori socialmente utili, impegnati oggi sul progetto amianto, quindi facente capo all'Assessorato alla sanità esiste un problema che riguarda l'insieme dei lavoratori socialmente utili in Piemonte e i compiti che, a partire dal 30 giugno, spettano alla Regione, per definire i criteri di prosecuzione, comunque di gestione e di governo di questa esperienza e di questo problema.
Tale questione riguarda la Giunta nel suo insieme, in particolare l'Assessore Pichetto in quanto Assessore al lavoro.
Chiederei al Vicepresidente Casoni che, nella prossima occasione nella quale chiarirà e preciserà i termini delle decisioni adottate per quanto riguarda questo specifico punto, ci sia anche una comunicazione da parte della Giunta sui criteri più generali di coordinamento, in particolare delle politiche sui lavori socialmente utili per l'insieme della situazione piemontese.



PRESIDENTE

Chiedo al Vicepresidente Casoni di prendere nota di questa richiesta e la Giunta riferirà ai Capigruppo o nel corso della prossima seduta circa la possibilità di fornire l'informazione sui lavori socialmente utili.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera - Fondi sanitari

Comunicazioni dell'Assessore D'Ambrosio sul monitoraggio trimestrale dei bilanci delle ASL (Manovra sanitaria 2001)


PRESIDENTE

La parola all'Assessore D'Ambrosio per la comunicazione della Giunta sul problema della sanità, così come era stato concordato.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Fornirò una duplice informazione: una sul monitoraggio che attiene al primo trimestre e una che riguarda la rescissione del contratto con due Direttori generali di Aziende sanitarie locali, precisamente l'ASL 9 di Ivrea e l'ASL 13 di Novara.
Premetto - e di questo mi scuso se è stato fatto solamente ieri - che sono stati inviati i documenti sui costi e ricavi per trimestri a tutti i Gruppi regionali.
Detta documentazione è stata inviata ieri pomeriggio per posta elettronica.
Debbo altresì fare una puntualizzazione, ma senza fare - mi creda, collega Saitta - nessuna polemica, anche perché, quando lei ha chiesto qualche cosa, penso l'abbia ottenuta quasi in contemporanea.
Leggo stamattina su un giornale che lei ha i dati "che mi sono procurato con grande fatica, perché sono la dimostrazione di un fallimento".
Sulla dimostrazione del fallimento, ovviamente, ne discutiamo dopo, ma sul fatto che i dati dell'Assessorato possano essere procurati da qualsiasi Consigliere regionale con difficoltà non può trovarmi d'accordo, perch così non è in modo assoluto: appena lei me li ha chiesti, dopo due ore il Direttore regionale della Direzione programmazione le ha fatto avere i dati.
Questo è un dato di fatto, ma, ripeto, senza voler fare polemiche molte volte, alcuni giornalisti amano enfatizzare tutto: ciò forse fa parte di un qualche cosa che comunque non condivido.
Riprendo dunque la comunicazione sul monitoraggio.
Le criticità del Servizio sanitario regionale derivano principalmente dalla notevole complessità di un sistema nel quale coesistono, anche a livello centrale, fattori di tipo economico, sociale e sanitario (tra loro fortemente eterogenei) che ne rendono oggettivamente difficile la gestione.
E' quindi fondamentale che periodicamente si intervenga con delle azioni correttive, al fine di rimuovere le criticità che, di volta in volta, si presentano.
Questa necessità diventa primaria quando il finanziamento del sistema deve confrontarsi con le misure di contenimento della spesa pubblica. Ed è per questo che con deliberazione del 7 gennaio 2001, la Giunta regionale ha approvato la manovra sanitaria 2001, tesa a razionalizzare la spesa. Una manovra, secondo la Giunta regionale, di efficienza e non di tagli, e soprattutto non di tagli indiscriminati, così viene presentata in più parti, ma come una manovra che vuole sì dei tagli, ma sugli sprechi e sulle inefficienze. In proposito, assicuro tutti i colleghi che, purtroppo, molte ASL e molte Aziende ospedaliere hanno sprechi ed inefficienze. Quindi noi abbiamo impostato questa manovra riferendoci soprattutto a coloro che dovevano fare degli tagli sugli sprechi e sulle efficienze, e non sui servizi.
Gli obiettivi prioritari di questa manovra sono sostanzialmente tre: 1) il recupero di efficienza, come dicevo poc'anzi, con l'allineamento dei costi delle produzioni sanitarie aziendali alla media dei 2/3 migliori delle aziende regionali 2) il recupero di efficacia della risposta sanitaria con l'allineamento dei volumi di attività ospedaliera ai valori previsti nelle singole aziende dalle Intese di Programma e dagli Accordi di Quadrante.
Debbo altresì dire che è vero che bisogna ridurre i posti letto, ma non è certo vero che si debbono ridurre nell'immediato 3.400 posti letto. A regime - avevamo detto - 2.300-2400; riduzione di posti-letto che "può" arrivare anche al numero di 3.100 indicato da questo articolo 3) avvio del riequilibrio delle quote capitarie di spesa che costituirà obiettivo primario del nuovo PSSR.
A proposito del nuovo PSSR, mi corre l'obbligo di dirvi che martedì prossimo, per la prima volta, il Direttore dell'Agenzia regionale presenterà il Piano (quindi come fatto tecnico) alla Giunta; la Giunta ne prenderà atto la quale discuterà ampiamente sul Piano stesso.
Successivamente sarà sottoposto all'attenzione della maggioranza e solo dopo questo passaggio verrà proposta in Giunta la bozza delle piano.
Licenziata dalla Giunta la bozza del piano ...
MARCENARO Pietro (fuori microfono) C'è da protestare e interrompere un annuncio del genere! Si annuncia una procedura in cui prima la Giunta, poi la maggioranza ...
Siamo in Consiglio, Assessore D'Ambrosio! Le ricordo che siamo in Consiglio regionale.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Mi faccia finire, Consigliere Marcenaro. Questa è una prassi legale! Solo dopo che la Giunta licenzia il piano, inizieranno le consultazioni dovute per legge.



(Commenti fuori microfono del Consigliere Saitta)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Consigliere Saitta, ha ragione, qualcuno ha impropriamente presentato parte del Piano, infatti non ho condiviso.
Come dicevo, solo dopo che la Giunta licenzia il piano inizieranno le consultazioni le più ampie possibili, sulle quali il Presidente Ghigo chiede un'ampia condivisione. Poiché il Piano socio sanitario è innovativo deve avere il massimo della condivisione.
Come molti di voi sanno, andranno rivisti gli ambiti territoriali sui quali si cercherà una condivisione che, chiaramente, non può essere totale ma la più alta possibile.
MARCENARO Pietro (fuori microfono) Prima faccia anche l'assemblea di sezione, mi raccomando! Prima con quelli di Rosso e poi con quelli di Ghigo!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Consigliere Marcenaro, è una cosa in più che le ho detto. Potevo benissimo dirle che, una volta approvata la bozza dalla Giunta, avremmo fatto le dovute consultazioni. Questo lo dicevo perché, ad oggi, sono tutte ipotesi ...



PRESIDENTE

Assessore, non assecondi il dialogo. Chiedo anche la cortesia dei colleghi di non interrompere l'Assessore.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Il panico sul territorio non lo diffonde l'Assessore D'Ambrosio o la maggioranza, ma altri.



PRESIDENTE

Assessore, mi consenta, proseguiamo questa riunione in modo consuetudinario. Tenendo conto del peso delle cose che comunica l'Assessore può anche scontare qualche forma di reazione, ma che sia espressa senza comunicazione verbale. Anche i colleghi facciano lo stesso.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Mi sono permesso di aggiungere questo perché molti - politici e non sostengono che il Piano è pronto. La Giunta non ha ancora preso visione della proposta tecnica che ci viene dall'agenzia regionale incaricata la quale si è avvalsa, in gran parte, dell'ex agenzia nazionale presieduta dal Ministro Guzzanti. Ad oggi la Giunta non ha assolutamente valutato la proposta tecnica che ci viene formalizzata solo martedì prossimo.
Relativamente agli strumenti della manovra che la Giunta ha preso il 7 gennaio u.s. Il raggiungimento degli obiettivi a cui ho fatto riferimento prima prevede il ricorso ad azioni di tipo congiunturale, finalizzate a mitigare la crescita della spesa sanitaria senza ridurre i livelli di assistenza raggiunti.
Si prevede, da un lato, il ricorso a strumenti gestionali innovativi di carattere generale ed omogeneo per tutto il sistema aziendale sanitario piemontese (quindi azioni di sistema) quali: la creazione dell'Agenzia regionale per la gestione del patrimonio e relativa attività contrattuale delle aziende sanitarie regionali (in IV Commissione); l'adozione di misure specifiche per la razionalizzazione dei procedimenti di acquisizione di beni e servizi delle aziende sanitarie regionali attraverso un portale applicazioni di disposizioni mirate al contenimento della spesa farmaceutica; adozione di indirizzi per la definizione dei budget dei Distretti sanitari; adozione delle misure più opportune per l'appropriata erogazione dell'assistenza sanitaria.
Queste che definisco azioni di sistema, sono azioni che, come si evince dall'elencazione, non sono state attuate per intero, ragion per cui la manovra del primo trimestre non poteva evidenziare i vantaggi che possono venire dalle azioni di tipo sistemico.
Dall'altro lato le azioni specifiche che ogni azienda sanitaria deve intraprendere per sanare le proprie criticità (azioni aziendali) vengono esplicitate all'interno di singoli provvedimenti della Giunta con riferimento ad ognuna di esse.
Come sapete, il 7 gennaio oltre alla delibera madre sono state redatte 30 delibere con le quali si indicava ai direttori generali quali vie dovevano seguire per raggiungere l'efficienza che noi richiedevamo.
Monitoraggio trimestrale.
Con la più volte citata delibera del 7 gennaio 2001, con i successivi singoli atti assunti in pari data e con la delibera di Giunta del 16 gennaio 2001, la Giunta regionale ha stabilito i limiti di finanziamento delle aziende sanitarie regionali per il 2001 e gli indirizzi gestionali ed organizzativi cui attenersi per conseguire il risultato atteso.
Onde evitare il rischio che tali dettami non fossero recepiti in modo tempestivo e puntale da tutte le aziende sanitarie regionali, ovvero avere la possibilità di aggiornare, in corso d'opera, i suddetti indirizzi, la Giunta ha introdotto, per la prima volta nei rapporti fra la Regione e le Aziende sanitarie regionali, il concetto di monitoraggio, già applicato da anni nel settore aziendalistico privato e successivamente adottato dal Ministro Veronesi anche a livello nazionale (adesso ci sarà un monitoraggio nazionale trimestrale della Sanità di tutte le Regioni).
E' d'altronde universalmente riconosciuta la necessità di conoscere nel più breve tempo possibile l'andamento dei fenomeni per poter intervenire sugli stessi in termini utili a prevenire, nel caso specifico, eventuali abbassamenti dei livelli assistenziali o anomali aumenti dei costi.
Qualcuno si chiederà: Perché non è stato fatto prima? Devo ricordare a coloro che non lo sapessero che il riparto dei fondi avveniva, mediamente circa un anno dopo l'inizio dell'anno per cui, molto lodevolmente, il Governo Amato, attraverso il sottosegretario Giarda, per il 2001 ha fatto sì che il riparto venisse definito entro febbraio. Questo è un fatto positivo che ha portato, di conseguenza, tutte le Regioni a comportarsi in modo diverso rispetto al passato. Il monitoraggio si può riassumere in 4 macro aree informative: suddivisione in valori trimestrali del budget annuale redatto da ciascuna Azienda, composto da informazioni sull'attività da svolgere, il consumo di risorse previsto, i relativi costi e ricavi la rilevazione trimestrale dell'attività effettivamente svolta, del consumo di risorse e dei relativi costi e ricavi confronto, per il trimestre in esame, fra il preventivato ad inizio anno e quanto realmente accaduto conferma o modifica delle previsioni relative ai trimestri futuri ed eventuale assunzione di iniziative atte al raggiungimento degli obiettivi prefissati. Per il 2001 il monitoraggio è stato stabilito con cadenza trimestrale fissando al 25 aprile, 25 luglio e 25 ottobre le scadenze per l'invio in Regione dei dati da parte delle aziende sanitarie regionali.
Mi preme sottolineare che l'andamento del monitoraggio di questo primo trimestre, alla luce di quanto detto poc'anzi cioè che non sia stato possibile applicare le azioni di sistema, non possono essere tenute in assoluta considerazione perché molti direttori generali ci hanno segnalato nel corso del secondo, terzo e quarto trimestre, la possibilità di un pareggio di bilancio che non c'è stato sicuramente nel primo trimestre.
Risultati Dal punto di vista metodologico è da evidenziare il fatto che tutte le AA.SS.RR. hanno ottemperato, anche se alcune con lieve ritardo o difficoltà nell'invio dei dati, a quanto richiesto e ciò dimostra il buon livello di informatizzazione e standardizzazione delle informazioni raggiunto dal S.S.R. e rassicura, per il futuro, sulla possibilità di utilizzo di sistemi sempre più puntuali e affidabili per il controllo sulla gestione delle sanità. Ovviamente questo primo anno di monitoraggio fornirà anche indicazioni sull'effettiva capacità revisionale delle AA.SS.RR., elemento basilare di tutti i sistemi informativi che agiscono sul breve-medio periodo di analisi.
Nel merito, dalle informazioni raccolte vengono evidenziati i seguenti andamenti: nell'anno 2000 il sistema sanitario ragionale ha fornito i suoi servizi privilegiando ancora una risposta strutturalmente pesante: molta assistenza di tipo ospedaliero o, se territoriale, con prevalente utilizzo delle soluzione residenziali le previsioni impostate dalle AA.SS.RR. per il 2001 tendono a modificare il quadro delineato nel punto precedente, ipotizzando riduzioni della risposta ospedaliera e aumentando la risposta territoriale di tipo flessibile (cure domiciliari, assistenza semiresidenziale). La linea di tendenza è delineata ma non sembra in grado di realizzare cambiamenti estesi e profondi. Per ottenere mutamenti più incisivi è necessario dare avvio a razionalizzazioni di tipo organizzativo sia sul versante ospedaliero (ad es. realizzando compiutamente il "presidio riunito dove ne esistono le condizioni) ad esempio adottando, anche a livello sperimentale soluzioni alternative alla residenzialità) l'analisi del primo trimestre, nel confermare questa tendenza (riduzione dei posti letto, aumento dei ricoveri a ciclo diurno e dell'assistenza domiciliare), evidenzia le difficoltà delle AA.SS.RR. ad accelerare questi processi in modo tale da ottenere immediati benefici non solo sul versante assistenziale ma anche su quello economico ciò comporta il fatto che quasi tutte le aziende denuncino qualche difficoltà a contenere i costi nel budget prefissato e, in particolare, le AA.SS.LL. 1 (Torino 1) 8 (Moncalieri), 9 (Ivrea), 13 (Novara), 15 (Cuneo) 21 (Casale Monferrato) evidenziano una previsione annuale di disavanzo economico complessivamente pari a circa 110 miliardi (precisamente 109.966 miliardi), con particolare gravità per quanto riguarda le ASL di Ivrea e Novara. Lo sforamento del primo trimestre evidenzia l'andamento, ma non certo il risultato finale.
il monitoraggio ha infine messo in evidenza la necessità che le aziende forniscano dati veritieri in quanto situazioni non sufficientemente analizzate possono produrre stime inattendibili e immediatamente contestabili nei monitoraggi successivi.
Ritengo abbia grande importanza per vedere l'andamento effettivo della spesa il monitoraggio del secondo trimestre che si avvarrà anche di quelli che sono i risparmi provenienti dall'azione di sistema che ho citato poco fa.
Vediamo ora gli andamenti qualitativi.
E' stato inoltre previsto un monitoraggio dell'andamento qualitativo delle attività raccordato con le rilevazioni del sistema regionale di controllo sulle qualità delle prestazioni sanitarie di cui alla DGR 59.28477 del 25.10.1999 e della D.D. 397 del 20.12.1999.
Come da indicazioni della Giunta regionale gli aspetti di "qualità di erogazione delle prestazioni" sottoposti a monitoraggio riguardavano: accessibilità ambulatoriale appropriatezza di ricoveri qualità degli esiti dell'attività di ricovero appropriatezza spesa farmaceutica appropriatezza dell'utilizzo delle risorse del personale Scopo del monitoraggio e delle successive analisi è quello di osservare il verificarsi di fenomeni di incidano sui livelli di erogazione dei servizi.
Gli indicatori selezionati nell'ambito del sistema generale di controllo ed utilizzati per il monitoraggio sono contenuti nel numero, diversificati in relazione all'esigenza di confrontare le diverse variabili che concorrono all'approfondimento degli aspetti di qualità individuati e sono stati scelti in relazione alla immediata disponibilità delle informazioni necessarie ad elaborarli.
Ogni azienda è stata valutata con riferimento alle situazioni rilevate nell'anno 2000 cercando, quando utile, di compendiare l'analisi con la valutazione degli scostamenti dall'andamento regionale.
Nel merito, le valutazioni evidenziano come il sistema, a fronte degli interventi adottati con la manovra, si sia caratterizzato per una sostanziale positività di andamento, le situazioni aziendali che evidenziano criticità sono complessivamente ridotte e le criticità medesime sono conseguenza di situazioni riconducibili ai singoli fattori o aree analizzate e non coinvolgono la globalità dei fenomeni osservati.
Maggiori elementi di riflessione emergono dall'analisi dell'area della spesa farmaceutica, per la quale il dato regionale di aumento, indotto dalla nota abolizione dei ticket, è comunque al momento inferiore al dato medio nazionale.
Noi siamo per la spesa lorda sul 14% di sforamento, a livello nazionale si è al 19%, sulla spesa netta invece noi siamo al 24-25% contro un andamento nazionale del 31.5%.
Alcune criticità sono riconducibili all'area dell'appropriatezza dell'attività ospedaliera che, nel primo trimestre analizzato, non aveva ancora sviluppato appieno gli interventi qualificati in materia di riconduzione delle modalità di ricovero a forme più corrette in relazione ad alcune tipologie dei casi trattati (day hospital, day surgery).
Quest'area di attività viene infatti valutata non tanto in termini di conservazione del livello preesistente ma con riferimento ad una ipotesi di progressivo miglioramento dell'appropriatezza delle prestazioni.
Allo stesso modo è da registrare il progressivo allineamento alle previsioni programmatiche regionali dell'andamento della casistica ospedaliera analizzata in termini di complessità delle prestazioni.
Anche per tale allineamento il dato trimestrale negativo per alcune aziende andrà rivisto in un periodo di tempo maggiore in modo tale che le azioni intraprese dalle Aziende per favorire tale processo possono compiutamente dispiegare i propri effetti.
Gli esiti della manovra non evidenziano andamenti negativi sull'area dell'accessibilità ambulatoriale anzi, a fronte di dati storici, si pu rilevare un tendenziale miglioramento.
Vediamo ora le prime valutazioni e risposte della Giunta regionale.
Complessivamente, dalla lettura dei dati del primo monitoraggio trimestrale, si può considerare positiva la risposta previsionale delle aziende alle richieste della manovra deliberata nel mese di gennaio.
Le strategia applicate in termini preventivi sulle attività risultano tendenzialmente coerenti con le impostazioni della programmazione decisa dalla Giunta regionale. Il limite di quanto rilevato consiste al momento in una certa mancanza di profondità quantitativa delle azioni proposte, in quanto, pur essendo i risultati prospettati in linea con le attese, non si evidenziano ancora impostazioni con segnali di profondo cambiamento.
Sostanzialmente si può identificare una impostazione di strategie aziendali tese a mantenere stabili e sotto controllo le attività e i costi, senza avere peraltro dato inizio ad azioni incisive di riordino organizzativo (come effettivamente richiesto dalla Giunta con le deliberazioni del 29 marzo 2001 che hanno dato finora indicazioni per l'applicazione di manovre solo congiunturali). In tal senso si può osservare come in termini generali le prospettive di razionalizzazione sul versante delle attività trovino al momento un riscontro debole nell'effetto sui costi.
Inoltre risulta ormai evidente che l'aumento dei costi nell'anno 2001 rispetto al 2000 non è prettamente responsabile dei comportamenti aziendali quanto piuttosto dei provvedimenti nazionali riguardanti gli aumenti contrattuali e l'eliminazione dei ticket sulla farmaceutica.
Basti pensare che gli oneri contrattuali per la dirigenza e per il comparto nella Regione Piemonte assommano a circa 600 miliardi e sull'ulteriore spesa per la farmaceutica non mi pronuncerei perché in effetti l'accordo raggiunto ieri con la Federfarma, di Torino e Provincia e con la Farmaindustria e con le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative dei medici di famiglia, fanno presumere che se effettivamente si procederà con la prescrizione, così come indica la Finanziaria 2001 dei farmaci generici, potrebbe il Piemonte avere un risparmio del 8-10% rispetto alla spesa complessiva del 2000 che è stato per quanto riguarda la farmaceutica, di 1400 miliardi. Quindi potremmo con una prescrizione generalizzata del farmaco generico avere un vantaggio di circa 140-150 miliardi.
Come già detto, lo scopo principale del monitoraggio è avere conoscenza degli elementi di giudizio in tempo utile per porre in essere le azioni atte al raggiungimento dell'obiettivo prefissato.
Questa cosa è molto importante per il futuro.
Pertanto la Giunta regionale, viste le risultanze sopra sintetizzate, ha tempestivamente assunto dei provvedimenti mirati sia ad affrontare le due situazioni più compromesse (quelle dell'ASL 9 e dell'ASL 13) che a dare chiare indicazioni sui comportamenti da seguire al fine di non vanificare localmente, gli obiettivi di razionalizzazione della spesa mediante il miglioramento dell'efficienza gestionale.
A livello generale, con DGR n. 9-3064 del 28/5/01, è stata fornita l'analisi del primo monitoraggio sintetizzata al punto precedente, è stato confermato il tetto massimo di finanziamento assegnato alle singole aziende con le deliberazioni del 7 gennaio 2001, e sono state ulteriormente puntualizzate le strategie da seguire per il raggiungimento degli obiettivi regionali, così riassumibili: miglioramento dell'efficienza gestionale anche mediante la ricerca di una reale sinergia tra gli attori dello stesso sistema evitando sprechi doppioni di attività, inutili concorrenze realizzazione in ambito ospedaliero del modello organizzativo proprio del cosiddetto presidio riunito e in ambito territoriale di risposte sanitarie flessibili alternative alla residenzialità massima correttezza dei dati forniti, sia a livello di rendicontazione che previsionale, al fine di conoscere il reale andamento economico e gestionale delle aziende obbligo di analisi puntuale e conseguente motivazione per ogni scostamento, sia in termini economici che di attività, rispetto al budget assegnato e alle previsioni iniziali.
A livello di singola azienda, con DGR n. 48-3102 del 28/05/01 e DGR 49-3103 del 28/05/01 sono stati rimossi i direttori generali delle AA.SS.LL 9 e 13.
Ciò in quanto in entrambi i casi, oltre all'ammontare del disavanzo accertato e di quello che, realisticamente, andava a prodursi, è venuta a mancare la fiducia della Giunta regionale negli stessi in virtù di azioni intraprese o preventivate in contrasto con la programmazione regionale che già nel primo trimestre 2001, hanno prodotto effetti negativi, soprattutto sotto l'aspetto economico e dei rapporti con le comunità locali.
Infine alcuni direttori generali delle Aziende n. 1, 5, 8, 11, 15, 18, 19 21 e CTO sono stati invitati ad adottare comportamenti più incisivi per migliorare l'efficienza gestionale, considerato che le previsioni annuali fanno ritenere a rischio il raggiungimento del budget assegnato.
Vediamo ora lo scenario futuro che prevediamo.
Dall'introduzione del budget 2001 per le singole aziende del 7 gennaio dall'approvazione o assegnazione provvisoria di compiti del 29 marzo e 9 aprile e dalle risultanze del 1 monitoraggio appare evidente che la Giunta regionale è intenzionata a percorrere con fermezza e coerenza la via del risanamento economico delle aziende sanitarie regionali attraverso una politica di miglioramento della qualità dell'assistenza fornita che presuppone un'azione di lotta agli sprechi e di miglioramento dell'efficienza gestionale.
Debbo a tal proposito ricordare ai colleghi che molti Comuni del Piemonte avevano fatto ricorso al TAR per chiedere alla Giunta regionale di ritirare le delibere perché secondo alcuni erano addirittura illegittime. Il TAR Piemonte non più di un mese fa ha detto quelle delibere erano legittime quindi non ha dato corso alla richiesta di molti sindaci di città grandi e meno grandi del Piemonte.
Il secondo monitoraggio, comprendendo 6 mesi di lavoro, darà una conoscenza più reale sull'andamento della spesa e dell'attività e potrà essere utilizzato non solo per le previsioni di fine anno ma anche per impostare la manovra 2002.
Inoltre l'esperienza maturata con il primo monitoraggio, unitamente alle indicazioni ed avvertimenti formulati con la DGR n. 9-3064 del 28/05/01, dovrebbero produrre dati con un elevato livello di attendibilità e pertanto più facilmente gestibili.
Poiché alle AA.SS.RR. è stato richiesto un qualificato intervento organizzativo e gestionale, il secondo monitoraggio potrà essere il banco di prova sulla loro capacità di governo della spesa, delle strutture e dei vari fenomeni che ne condizionano l'evoluzione.



PRESIDENTE

Apriamo il dibattito e successivamente l'Assessore interverrà sulle deliberazioni.
La parola al Consigliere Saitta.



SAITTA Antonino

Intervengo per dire che questa richiesta di comunicazione non è un fatto liturgico, ma risponde ad un'esigenza anche di rivedere i conti della Regione Piemonte in ordine al proprio bilancio, perché, come i colleghi sanno, la sanità incide sul bilancio regionale per oltre l'80%. Pertanto uno "sbilanciamento" nel settore vuol dire provocare degli effetti anche negli altri settori.
Questo dibattito richiederebbe un interesse, evidentemente del Consiglio, che è scarso, ma anche da parte della Giunta, che è scarsissimo: ci sono quattro Assessori e uno "nudo".



PRESIDENTE

Anch'io solleciterei l'attenzione. Su 32 colleghi presenti ho notato che ad un certo punto c'erano 17 colleghi che parlavano tra di loro o al telefonino, uno leggeva il giornale.



(Commenti in aula)



SAITTA Antonino

Presidente e Assessori, ho ascoltato con attenzione le cose che l'Assessore D'Ambrosio poco fa ha detto, ho anche avuto modo di procurarmi come lei sa, i dati e anche di poterli verificare non soltanto in termini generali, ma anche in termini puntuali per ogni ASL. Per cui sono nelle condizioni di dire qualcosa in più rispetto a quello che ha detto l'Assessore e in parte per contestare alcune sue affermazioni. Credo che ai colleghi interessi capire a che punto è la manovra. Questo è un po' il significato dell'operazione. La situazione è di questo tipo. L'Assessore con la delibera sui tagli, ci disse in sostanza che le ASL dovevano ridurre le proprie spese di 378 miliardi a questi si dovevano aggiungere 250 miliardi di risorse proprie, che ancora nel bilancio non sono state messe e si assegnò un budget ad ogni ASL.
I direttori hanno stilato il proprio piano aziendale sulla base del budget assegnato e ogni piano ha previsto un suo budget trimestrale. Oggi abbiamo i dati del consuntivo del primo trimestre, quindi siamo nelle condizioni per capire se quelle decisioni del piano trimestrale sono state mantenute o meno: è questo un po' il significato.
Questa decisione della relazione trimestrale ha comportato un costo perché l'incarico è stato affidato ad una società esterna che collabora con la Regione e mi pare si aggiri intorno ai 200 milioni.
La situazione qual è? In base alla previsione trimestrale di tutti i direttori, la Regione aveva deciso di mantenersi all'interno di una spesa di 2 miliardi e 707 milioni. Questa era la previsione: non imposta, ma contenuta nei piani. La spesa effettiva è stata di 2.791 miliardi.
Io parlo di conto economico; d'altronde lei sa, Assessore, che sono passati dal bilancio pubblico al bilancio aziendale, quindi dobbiamo parlare di conto economico. Quindi, nel primo trimestre la sanità ha avuto questo sfondamento di 84 miliardi.
I piani che sono stati presentati e rivisti sulla base del primo trimestre cercano di recuperare un po' questo consistente disavanzo nei trimestri successivi, come citato dall'Assessore. Si fanno delle operazioni sulle quali poi interverrò - ma questi piani aziendali, anche qualora facessero rientrare questo deficit, portano ad uno sfondamento finale che ammonta a circa 110 miliardi.
Questo è il quadro, perciò, in base a questi piani, dovremmo prevedere nella visione più ottimistica che, oltre ai 250 miliardi di risorse proprie per l'anno 2001, si aggiungano 110 miliardi. Questo quadro previsionale è un dato certo perché è basato sul dato di consuntivo.
E' irrealistico, Assessore, lei si illude che nei prossimi mesi la situazione possa migliorare. Lei ha detto che questi dati non sono significativi, ma non è così! E' molto più probabile che il disavanzo del primo trimestre - che è reale - di 84 miliardi venga ripetuto nei trimestri successivi e che si arrivi alla fine ad un disavanzo complessivo di 84 per 4, cioè a 336 miliardi, cifra pressoché identica alla manovra. Questo vuol dire che alla fine dell'anno la spesa sanitaria sarà identica a quella dell'anno scorso, quindi la manovra è fallita.
Perché faccio questa affermazione, in quanto è chiaro che la si deve motivare? Assessore, credo che lei abbia visto i dati consolidati e i singoli dati non è immaginabile che alcune ASL riescano a ridurre i beni e i servizi a consuntivo del primo trimestre e adesso vuole una riduzione nei trimestri successivi dal 30 al 40% come ha previsto qualche direttore. Non è neppure prevedibile che le spese per il personale, come ha previsto qualche direttore, possano essere ridotte del 20-30% nei trimestri successivi. Non è immaginabile! Si è trattato di una modalità per dire di contenere la spesa, ma sostanzialmente è irrealistico. Qui c'è il dato complessivo.
Oltre a quelli avvisati, che sono già tanti, ci si deve porre il problema. Se due sono licenziati e tanti sono avvisati, altri probabilmente sono avvisati, a questo punto non credo che tutti siano incapaci probabilmente arriva il momento in cui si deve avvisare anche chi è avvisato, perché probabilmente la manovra non era giusta; per questo parliamo di fallimento.
Assessore, per quanto riguarda questi piani consolidati, come fa a ritenere possibile che una spesa per beni e servizi, che nel primo trimestre ammontava a 556 miliardi, come dicono i direttori, nel terzo trimestre possa diventare 516 miliardi, che possa essere ridotta di 40 miliardi dopo essere stata ridotta? Non è possibile tranne se non si fa più la manutenzione dei beni e dei servizi, tranne se non si acquistano più i materiali sanitari, quindi non è possibile. Come non è immaginabile che si riduca di miliardi la spesa per il personale. Al limite, è molto più logico ritenere che alla fine dell'anno il disavanzo si aggirerà sui 300 miliardi.
Qual è la situazione in termini di bilancio complessivo? Mi rivolgo al Presidente, che sicuramente è attento a queste situazioni: alla fine avremo 300 miliardi di disavanzo, cioè la stessa spesa del 2000, che è già un grande risultato; 250 miliardi di risorse che la Regione deve ancora mettere, quindi sono 550; poi c'è stato uno sfondamento della spesa dell'anno 2000 che è di 100 miliardi e poi si deve ancora indicare, nel bilancio di previsione dell'anno 2001, tutto il deficit dell'anno 2000 perché ancora non lo abbiamo conteggiato. Vuol dire che all'incirca, se oggi dovessimo quantificare le risorse necessarie per metterci a posto dovremmo reperire risorse per circa 900 miliardi, volendo essere ottimisti.
Questo è il quadro, dopodiché si può dire: "No, lo faremo nel 2000, nel 2003", ma la situazione praticamente è questa.
Qual è la nostra valutazione? Ad un quadro sostanzialmente immutato di spesa, perché è immutato di spesa, come dimostra il primo trimestre, in base ai piani aziendali, c'è un grandissimo cambiamento in termini strutturali del sistema. A parità di spesa, sulla base del disavanzo mentre la Regione Piemonte all'inizio di quest'anno aveva 17.077 posti letto, adesso, in base ai piani aziendali, i posti-letto saranno 13.990 cioè ci saranno 3.087 posti-letto in meno. Questi dati emergono da una lettura.
Assessore, ha avuto senso porre in essere una manovra, con la stessa spesa dello scorso anno, che riduce i posti-letto di 3.087 unità? Ha senso aver creato difficoltà e panico in molti ospedali, non soltanto tra i malati ma anche tra il personale sanitario, per una manovra che ha lo stesso costo dello scorso anno? L'altro giorno mi trovavo a Casale e alcuni amici mi dicevano che chiaramente, il personale sanitario di quell'ospedale, che potrebbe ridurre il personale o addirittura chiudere, incomincia ad andare verso Alessandria, e lo stesso dicasi di Cuorgné. Si è innescato un sistema che porta alla riduzione di 3.087 posti-letto, che erano un obiettivo. Lo avevamo detto: riduciamo i ricoveri ordinari, ma avevamo anche detto che occorreva creare l'alternativa al ricovero ospedaliero per alcune patologie. In un anno abbiamo creato il day surgery, il day hospital l'assistenza infermieristica domiciliare, quindi, sostanzialmente, il bilancio di questa operazione è fallimentare perché, alla fine, il risparmio non ci sarà. Lei potrà dire che il prossimo trimestre andrà meglio, ma si renderà conto, Assessore, perché i dati si devono leggere che molti direttori hanno traslato la spesa per beni e servizi e assistenza sanitaria nei trimestri successivi.
Voglio sapere cosa farà lei quando si renderà conto che alcune spese sono state traslate. Sa cosa farà? Dovrà avvisare tutti i direttori sul perché questo è avvenuto. Non è immaginabile che il disavanzo del primo trimestre si riduca. Secondo la mia opinione, il disavanzo di questo primo trimestre resta uguale o addirittura potrebbe aumentare.
Questo è il quadro che abbiamo di fronte, ed è realistico.
Invito i colleghi che hanno ricevuto questi dati, ai quali mi sono riferito per evitare polemiche di carattere politico, a leggerli con attenzione, perché la situazione è questa. D'altronde, Presidente della Giunta, quando avete deciso questa manovra avete annunciato alcune azioni di sistema che non sono state poste in essere. L'agenzia patrimoniale non è stata fatta, è finita lì, giudizio negativo o positivo, ma non è stata fatta. Era stato annunciato un sistema di razionalizzazione degli acquisti che non è stato realizzato. Era stata annunciata una convenzione con il sistema farmaceutico all'inizio dell'anno che non è stata fatta. Era stato annunciato un budget di distretto che non è stato applicato, ma come si pu immaginare di contenere la spesa per beni e servizi e la spesa per il personale, che è oltre il 70%, in un anno? Vuol dire non conoscere la Pubblica Amministrazione se non ci sono azioni di sistema, che non sono state fatte.
Concludo, anche per evitare di nascondersi dietro il problema affermando che non c'entra niente la spesa farmaceutica derivante dall'abolizione del ticket perché questi conti - ho fatto i conteggi per tutti i quadrimestri - in termini percentuali hanno la stessa incidenza dello scorso anno, cioè l'11,5%, quindi l'abolizione del ticket aumenta il problema. Questi dati sono al netto di quello che è intervenuto e dimostrano che ci troviamo in una situazione veramente drammatica.
A questo punto le elezioni sono state svolte, avete tirato fuori i dati dopo le elezioni, ma li conoscevate prima; avete licenziato i direttori dopo le elezioni, i nomi li conoscevate prima, sarebbe stato coraggioso assumerli prima. Capisco le vicende elettorali, ma ormai, a questo punto le elezioni sono avvenute, si faccia chiarezza, si vedano i dati una volta per tutte, così si evita il giochino dell'Assessore Burzi che dice: "No, lo imputiamo nell'anno successivo". Si facciano i conti! Qui c'è la necessità di 1.000 miliardi. La manovra di quest'anno è fallita, d'altronde lo avevamo detto e ne abbiamo avuto la conferma da questo primo trimestre.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Chiezzi.



CHIEZZI Giuseppe

Ringrazio il collega Saitta che ci ha fornito anche per iscritto un lavoro che lo vede particolarmente attento su questo tema e questo costituisce un contributo innanzitutto per il mio Gruppo, ma penso anche per tutto il Consiglio in quanto fornisce sempre in modo puntuale il contrappunto a quanto detto dall'Assessore in termini di bilancio.
L'Assessore ci ha detto che questo primo monitoraggio non è significativo.
Sentendo le cifre riferite dal Consigliere Saitta, il collega forse voleva dire che questo primo monitoraggio, andando in controtendenza rispetto alle speranze che l'Assessore aveva riposto, non è significativo perché non raggiunge gli obiettivi prefissati, quindi è un monitoraggio molto significativo, Assessore, anche se da questo monitoraggio emerge che la manovra non è servita ai fini del contenimento della spesa.
Vorrei mettere in luce molto sinteticamente, senza ripetere quanto detto dal Consigliere Saitta, che l'Assessore ha parlato di cifre, per dietro queste cifre, ancora così inefficaci ai fini del risanamento della spesa, ci sono delle sofferenze.
Caro Assessore, lei dice che era una manovra partita per ridurre gli sprechi e aumentare l'efficienza, ma oltre a non portare a termine cifre significative in termini di risparmio, lei e il Presidente Ghigo avete prodotto un rilevante trambusto e peggioramento nell'erogazione dei servizi, che fortunatamente vengono monitorati con attenzione anche dai soggetti che operano in campo sociale.
Abbiamo ricevuto il tribunale per i diritti del malato che ci ha fornito dei dati e abbiamo svolto diverse assemblee. Continuo a raccogliere questi dati perché la mia convinzione - non solo mia - che dal 7 gennaio abbiate messo in moto un turbamento dell'erogazione di questo servizio pubblico, dovuto alla continuità con la quale avete avuto la responsabilità di gestire la sanità per sei anni, che non permette di gettare il servizio sanitario in uno stato di emergenza, come voi avete fatto, è un dato di fatto che peggiora continuamente le cose.
Presidente Ghigo, lei sa che ho presentato un esposto, insieme alla collega Marisa Suino, alla Magistratura, di cui sono sempre più convinto.
Penso che la messe dei dati relativi al turbamento che ha subito per merito vostro il servizio sanitario debba continuamente essere segnalato. Come uscire da questa situazione? Dal punto di vista della politica della Regione Piemonte, a questo punto, l'unica speranza è quella di uscire, in tempi rapidi, da questa emergenza, che avete creato in modo artificioso, con l'approvazione di un nuovo Piano sanitario regionale. Per quanto riguarda una forza di opposizione come la mia, al di là delle polemiche, degli ordine del giorno e delle denunce in varie sedi, lo strumento, a questo punto, è quello.
Mi sembra, dalle cose che diceva l'Assessore, che questo strumento venga vissuto e proposto all'aula un po' come un documento che qualcuno ha predisposto in via tecnica, che la Giunta vedrà di esaminare, dopodiché lo sottoporrà alla maggioranza - il collega Marcenaro ricordava tutti i pezzi di cui si compone questa maggioranza.
Questo modo di agire, Presidente Ghigo e Assessore D'Ambrosio, accentua l'irresponsabilità, a mio modo di vedere, di una situazione da voi generata con un semplice taglio economico improvviso al settore sanitario. Quindi esprimo anche una preoccupazione per il presente e per il futuro.
I conti non solo non vengono risanati, non solo gli sprechi e le inefficienze non vengono eliminate, non solo continuiamo a tenere la sanità in uno stato di emergenza e ansietà, ma continuammo a prendercela comoda! A me piacerebbe sapere, riguardo a questo Piano, Presidente Ghigo - che fa ampi cenni di disaccordo - i tempi entro i quali pensate di conseguire in aula il nuovo Piano sanitario. Ci informi, Presidente Ghigo, sui tempi di presentazione del Piano sanitario, così ci tranquillizziamo! Presidente Ghigo, si prenda questo impegno, in modo che noi sappiamo che l'emergenza nella sanità durerà sino a quel momento, così potremo calendarizzare, grosso modo, il periodo di discussione del Piano sanitario e capire entro quando tempo saremo in grado, dopo averne discusso, di dare finalmente un Piano in grado di governare questo settore. Le sarei molto grato se, nella replica, lei volesse assumersi un impegno preciso in ordine ai tempi di presentazione in Consiglio del Piano sanitario.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Riggio.



RIGGIO Angelino

Devo dire che, rispetto ai tempi che erano stati previsti per la prima verifica trimestrale, siamo decisamente in ritardo, perché la prima verifica era prevista per il 20 aprile.
Oggi è il 15 giugno, chiaramente c'è un difetto temporale che, in una certa misura, avevamo previsto ed era scontato. Quello che era altrettanto previsto e scontato, almeno dal punto di vista della minoranza, era il fallimento di questa operazione. Come il defunto - poco ricordato giustamente dalla Giunta - "Patto di buon governo", anche questa manovra era destinata al fallimento, perché c'era un difetto culturale, Assessore alla programmazione sanitaria e Presidente della Giunta, in questo tipo di operazione. In un momento di lucidità - non so se è di sua proprietà o di proprietà degli uffici - in un documento, lei, Assessore alla programmazione sanitaria, nel 1998 aveva scritto che le operazioni meramente finanziarie e contabili non risolvono i problemi, ma li spostano in avanti, creando un accumulo di problemi, durante il lungo periodo ancora maggiori.
Il documento, scritto da lei o da un suo funzionario, ancora lo conservo, perché, in effetti, contiene una verità importante che non avete rispettato, a suo tempo, nel "Patto di buon governo" e, tantomeno, lo avete fatto in questo tipo di operazione. Il "Patto di buon governo" è finito come tutti noi sappiamo e come voi, con dispiacere, ricordate il meno possibile. E' stato rispettato soltanto da tre aziende su ventinove e alla stessa maniera finirà questa operazione che prevedeva un taglio ancora più massiccio. Quello che è veramente grave in questo tipo di operazione Assessore D'Ambrosio, è che non avete messo in conto, e non l'ha fatto nemmeno l'Assessore all'assistenza, quello che avete generato fra la gente.
Questo è il punto che manca nella vostra relazione.
Parlateci del paziente con la vasculopatia agli arti inferiori che è stato amputato della gamba, che fino al giorno prima riceveva le garze per prevenire le piaghe da decubito e che non ricevette più, in base ad una circolare a sua firma, se prima non aveva le piaghe! Parlateci dei numeri dei posti e dei servizi che ci sono in meno per quello che riguarda la psichiatria! Di quando si è allungato il tempo di attesa, tanto che ormai è diventato normale per i medici di famiglia fare molte ricette direttamente illegali, perché prive della data, in quanto il tempo di scadenza per una prescrizione per esami di indagini diagnostiche e per consulenze specialistiche è di un mese - l'Assessore sa che moltissime prestazioni non vengono erogate entro il mese - ed è ormai prassi normale che i medici facciano delle ricette illegali, perché incomplete in quanto prive della data, perché diversamente queste ricette sarebbero sicuramente in scadenza.
Io aspetto, perché anche il Dott. Rubino è un interlocutore, un interlocutore sullo sfondo. Ciò che è stato grave in quest'operazione hanno ragione i colleghi Chiezzi e Suino e, mi dispiace, ma avevano ragione anche i sindaci che hanno denunciato e fatto ricorso al TAR - è che in effetti voi avete creato una grossa turbativa fra gli ammalati, fra gli utenti, fra coloro che oggi, siccome debbono essere rispettate dai direttori generali le vostre indicazioni sui tempi di attesa, sono costretti a non poter prenotare una prestazione, perché le prenotazioni sono chiuse; questo è possibile verificarlo, poi lo dirò. Le prenotazioni sono chiuse e si aprono il tal giorno. Bisogna andare la mattina presto alle sei, perché se si va un po' più tardi, appena apre lo sportello è già tutto chiuso per il mese successivo. E poi si rimanda ancora una volta.
Così, ufficialmente, i tempi di attesa vengono rispettati dal momento in cui è stata fatta la prenotazione al momento in cui viene erogata la prestazione. Che ipocrisia! Lei, Assessore, una volta era andato in un ospedale: aveva visto la gente in coda e i tempi di attesa; si era lamentato che nell'ufficio prenotazioni non avevano nemmeno il registro.
Riprenda a girare, Assessore! Si ritrovi alle sei del mattino davanti ai poliambulatori dove ci sono gli anziani, i malati, le persone che hanno bisogno dei servizi, che stanno lì sperando di rientrare nei tempi di prenotazione.
Perché non dice qual è stata la modificazione per quel che riguarda lo spostamento dall'ospedale al territorio? Perché non ci parla di una cosa che - visto che ci abito - conosco molto bene, la day surgery di Nichelino che è stata inaugurata in "gran pompa" mesi addietro e che finora non ha fatto praticamente nessuna prestazione, e che avrebbe potuto diminuire notevolmente l'afferentazione all'ospedale? Perché non ci parla dello stato di attivazione dei distretti, soprattutto dei distretti montani, che comportano una grossa disequità nella distribuzione dei servizi territoriali? Perché quando avete fatto la deliberazione in cui dicevate i tagli che dovevano attuare i direttori generali non avete anche previsto un meccanismo di monitoraggio? Perché questa, se no, è ipocrisia! Voi non potete fare una deliberazione in cui dite: "I tagli non devono interessare i servizi a scavalco fra sanità e assistenza" senza costruire un meccanismo di monitoraggio per andare a guardare. L'avete fatto? Voi non l'avete fatto, ha detto bene il Consigliere Chiezzi. L'ha fatto il Tribunale per i diritti del malato.
Perché non vi dotate di uno strumento di questo genere? Perché non concordate con l'opposizione un organismo terzo che a questo punto faccia questo tipo di monitoraggio? Avete sbagliato strada, perché non bisogna partire dai tagli per arrivare alla qualità. Con i tagli non arrivate nemmeno alla riduzione della spesa.
Non ci arrivate nemmeno! Avete messo i direttori generali in una condizione folle, perché gli avete impedito di fare interventi di carattere strutturale, rimandandoli ad una data avvenire, e questi "poveri cristi" hanno dovuto fare dei tagli che saranno ben più consistenti di quelli che avete potuto vedere adesso perché la cifre che diceva il collega Saitta, in realtà, per il primo trimestre, sono inferiori a quelle che avrete nei trimestri successivi perché molti direttori generali hanno bloccato gli acquisti per poter avere una prima verifica trimestrale che li salvasse dalla vostra mannaia. Ma questi acquisti, prima o poi, dovranno essere fatti. Dovranno essere riparati gli endoscopi che si rompono, che non vengono riparati e che allungano i tempi per le endoscopie in maniera inimmaginabile.
Assessore, bisognava partire dalla qualità per arrivare al risparmio.
Voi state sbagliando strada. Alla fine di questo anno vi ritroverete a dover fare un mutuo per pagare il debito che avete accumulato.
Sarebbe stato più giusto e più intelligente fare dei mutui per prevedere innovazioni tecnologiche, formazione professionale, per prevedere dei meccanismi di umanizzazione e investimento sulle persone che avrebbe spostato utenza dall'ospedale al territorio.
E' strano, si spende di più ma per risparmiare. Sarebbe stata questa la strada giusta. Era la strada giusta cinque anni fa e non l'avete imboccata perché dovevate dire di sì a tutti: un ospedale qui, un ospedale lì, e con un risultato disastroso.
Rimane la strada giusta anche adesso, ed è quello che voi, in questo momento, dovreste fare. Noi lo abbiamo scritto e lo hanno sottoscritto più di ventimila piemontesi sulla nostra petizione: bisogna partire dalla qualità. Ritirate queste deliberazioni e discutete con i Comuni che vi hanno votato contro, tutti, anche quelli di centrodestra. Discutete queste deliberazioni con le associazioni di categoria, con le organizzazioni sindacali, con le organizzazioni di tutela dei malati, con le associazioni di volontariato, con i consorzi socio-assistenziali.
Si muova, Assessore all'assistenza; non faccia finta che questa cosa riguardi solo l'Assessore alla sanità! Lei ha precisa responsabilità tanto quanto il suo collega di Giunta in questo incredibile disastro per le persone più deboli. Grazie.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Suino.



SUINO Marisa

Assessore, stamattina abbiamo quasi avuto l'impressione che quel piano socio-sanitario che viene presentato nei vari convegni sia addirittura ignoto anche a lei. L'impressione è che oramai sia di moda avere Assessori "nudi" in questa Giunta, o perlomeno che si trovano nella condizione di ignorare delle parti significative delle scelte, perché altrimenti non ci spieghiamo come possano venire indetti convegni ai quali partecipano tecnici e politici che entrano nel merito di piani e di linee che nessuno conosce, poiché i Consiglieri di questo Consiglio regionale sano gli ultimi ad essere messi nella condizione di ricevere materiale, risposte ad interrogazioni o interpellanze. Questo oramai è di moda. E' assolutamente una regola e non c'è Presidente di Giunta o Presidente di Consiglio o Ufficio di Presidenza che in qualche modo tuteli quello che è il compito di istituto dei Consiglieri regionali.
Noi abbiamo decine e decine di interrogazioni e interpellanze che attendono da nove, dieci o dodici mesi: alla faccia di tutte quante le leggi sulla trasparenza, nei trenta giorni, la risposta a seguito della Conferenza Capigruppo... Ci sono alcuni argomenti che sono seri. Questa oramai è una regola. E' assurdo: abbiamo dovuto richiedere la verifica trimestrale quasi come se fosse uno strumento indispensabile alla minoranza, quando c'è stato qui in dibattito, un impegno ed un atto pubblico; abbiamo speso del denaro perché venisse fatta questa cosa.
Nonostante la richiesta, oggi abbiamo questa "pseudo", Presidente del Consiglio, perché è quasi una finzione questa cosa, poi, per carità, siamo vaccinati a questo e ad altro, ma sono anni che andiamo a far finta di fare dei dibattiti seri.
Però il documento, Presidente del Consiglio, noi non ce l'abbiamo, perch la roba che è arrivata ieri via e-mail - che ognuno di noi ha puntualmente preso via e-mail sui propri siti, dalle 17,30 alle 20,15 per l'esattezza perché sono parecchie scartoffie e abbiamo impiegato un po' di tempo - non è la verifica che abbiamo pagato coi soldi pubblici. Non è quella, e l'Assessore lo sa benissimo, almeno questo lo sa. Il Piano sanitario forse non lo conosce, perché glielo stanno facendo in barba a lui stesso, che per primo non conosce. Magari lo conosce l'Assessore Cotto, spero almeno che uno dei due sia meno nudo dell'altro, anche perché poi noi a un certo punto esageriamo sul nudismo... Ah, è Burzi allora; lui sì di sicuro è doppiamente vestito.
Allora, questi non sono i dati, quindi ne faccio una questione formale dove gli Assessori c'entrano fino a un certo punto, perché è anche una questione di Consiglio regionale: non è possibile che in questa sede, in questo istituto non si abbia più diritto di ricevere risposte! Se facciamo interrogazioni, mozioni, ordini del giorno, interpellanze, potremo anche essere dei rompiscatole, diremo anche delle cose sbagliate, ma è nostro dovere d'istituto, di maggioranza e di minoranza, di porle questi problemi ed è dovere dell'esecutivo di darci le risposte ed è dovere dell'Ufficio di Presidenza, del Consiglio e dei Capigruppo di mettersi nella condizione di assolvere alle nostre funzioni di istituto.
Detto questo, Assessore, ancora un'altra cosa. Mi scusi, perché nessun collega l'ha detto e allora aggiungo questo dato. Oltre a non avere i documenti cosiddetti della verifica trimestrale ed essere fuori tempo utile poi noi siamo stati assolutamente dei signori nel richiederlo ben dopo la parentesi elettorale perché non volevamo assolutamente più che ci fosse questa storia di mezzo - e tutte le altre relazioni, ne cito una perché non ho proprio voglia di continuare a sgolarmi su questi temi, essendo quasi una presa in giro collettiva, ma ad esempio - per dirne una, poi, se vuole le espongo caso per caso tutte le situazioni delle ASL; come sa, anche in assenza dei dati vostri, ci muoviamo, usiamo la macchina, il telefono, il sito e facciamo il nostro lavoro, perché siamo anche al servizio di questo su una ASL abbiamo speso 300 milioni per un'analisi svolta dalla Nagima.
Per 300 milioni la Nagima ha fatto un'analisi sulla situazione di un paio di ospedali di un'ASL.
Ogni ASL ha avuto degli appalti, delle convenzioni di questo tipo per analisi dettagliate. Dove sono i risultati? E' denaro pubblico, sono convenzioni, sono delibere, sono provvedimenti pubblici, ma allora, come prima cosa, diteci che abbiamo speso bene questo denaro pubblico, perch altrimenti che si spenda solo bene quando si tagliano gli 800 e fischia miliardi alle ASL pubbliche non va bene questo gioco, contemporaneamente ne diamo 300 e fischia al privato solo per spostare bacini d'utenza. 330 miliardi al privato, pigliamo il bacino d'utenza che magari serve un ospedale della città e lo andiamo a caricare su quel privato. Tutti questi altri soldi, queste delibere - poi se l'Assessore non le ha, allora come opposizione, lavorando sui siti arriviamo con gli elenchi, perché magari facciamo al contrario, siamo noi Consiglieri che forniamo gli strumenti di conoscenza - tutti questi soldi che abbiamo speso e stanziato con denaro della Regione, perlomeno, per cortesia, ci dite a cosa sono serviti? Per quanto riguarda i risultati delle analisi delle varie ditte agenzie private che hanno agito negli ultimi sei mesi in tutte le ASL di Torino facendo la rilevazione di quella che è la ricaduta dei servizi e delle previsioni di spesa e sapete benissimo che non sto parlando di qualcosa che non esiste, nello specifico - visto che l'ho detto - chiedo di avere, e mi rivolgo ai Capigruppo perché si rendano parte garante anche loro, la relazione relativamente ai dati oncologici di pertinenza degli ospedali che prima erano di polo oncologico e che fa capo a questa ditta di consulenza (300 milioni).
Detto questo, ho citato oncologici solo perché è un chiodo fisso che continuo a portarmi appresso in quanto abbiamo una crescita del mesotelioma, abbiamo una crescita degli aspetti della leucemia, abbiamo una crescita di una serie di guai che riguardano quel settore lì. Arriviamo a dei dati, a delle punte che sono pesanti, se vuole, ma le avrà, no Assessore? Dal 21 ad 22,7% su quattro ASL di Torino, dal 24 al 28,6% su altre cinque ASL della nostra Regione, una punta del 20,3%, ma le ha, no? E stiamo smantellando la rete oncologica, con quale metodo? Col metodo del dissanguamento interno, e cioè da una parte facciamo quello che i miei colleghi hanno già detto e non voglio rubar tempo e creiamo questa sorta di imbarazzo, di turbamento nella popolazione, che questo già vuol dire che vado e non vado, cioè vado, ma troverò aperto? Posso prenotare? Ma, guarda caso, con il metodo della chiusura a singhiozzo, perché adesso si sta chiudendo, ad esempio, l'ecotomografia (interpellanza di ieri, sulla quale magari nel 2005, prima di smettere qui, riusciamo ad avere una risposta che sia mai che prima e poi ci sconvolgiamo); quel servizio lì, ad esempio viene chiuso adesso per giustificare le ferie di luglio.
Ragazzi, veramente, non è credibile. Certo che con le chiusure a singhiozzo io ti allontano da quello che è il servizio; non solo, con lo svuotamento dall'interno, dopo che prima prevediamo i soldi per le sale operatorie, prevediamo i soldi per le ristrutturazioni, tutti convinti ad esempio dei soldi sugli acceleratori lineari che abbiamo stanziato, ma adesso l'operazione qual è? Quella di metterli in capo tutti quanti ad Odasso? Oppure il discorso che abbiamo fatto sui vari primariati, metterli nella condizione di spostare il primariato da un ospedale all'altro, questi dissanguamenti certo che noi non stiamo colpendo...
Certo che ufficialmente l'Assessore continua a dire a tutti; "Ma no insomma, tranquilli, cittadini torinesi e piemontesi, sono questi Consiglieri di minoranza, due o tre in particolare più "mattarielli" degli altri, che stanno sparando ed esagerando". Noi assolutamente non stiamo facendo niente di tutto questo, assolutamente, ma stiamo dissanguando dall'interno e questo provoca il danno maggiore, che, unito a quel turbamento che si è venuto a creare, perché c'è.
Guardi, in due ore, l'altra mattina, mi sono persino... Due ore di presidio, 860 firme? Assessore, non mi è mai capitato, io ho la mia età ed è da tanti anni che vado in giro a raccogliere firme, a fare petizioni però non ci dà nemmeno una risposta sul secondo piano di quell'ospedale.
Ma come non c'è risposta da dare? Assessore, sono 4075 malati che da oggi a domani si sentiranno dire "non c'è più il posto letto", questo veramente non è da tollerare.
Ascolti, il secondo piano del San Giovanni, perché è vuoto? Perché siamo scesi da 39 posti letto a 8 posti letto? Perché il quarto piano è vuoto? Perché siamo scesi da 90 posti letto a 14 posti letto e non s'è fatta nessuna operazione lì sopra? Certo che la gente firma, ma ci dice anche: "Ma no, vi sbagliate, quelli non stanno facendo queste cose", ma noi diciamo: "Preferiamo sbagliarci", però va data certezza e la vostra manovra è fallita. Dopodiché, Assessore, che i problemi sanitari siano certamente legati all'economia non si discute, ma adesso che andiamo a discutere questo piano sanitario e tutto il resto per una volta facciamo qualcosa di più serio; mettiamo al primo posto l'economia della persona, che innanzitutto è fatta di diritti e di tutele. Poi viene il resto del discorso.
Credo che sarebbe un bel progetto politico, che potrebbe interessare anche al centrodestra.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Grazie Presidente. Devo dire onestamente che mai nella storia della gestione della Regione Piemonte, nei confronti di un servizio, si è avuta una così grande lamentela.
Lei, Assessore, è di Salerno. Io purtroppo sono di Avellino, dove si dice: "E' venuta fuori la cattiva nottata e la figlia femmina", cioè sono aumentati i costi, ma non si è ottimizzato il servizio.
Noi, per la verità, siamo mortificati sotto due o tre, se non quattro aspetti. Lei sa che, come Gruppo, abbiamo presentato almeno una decina d'interpellanze ed interrogazioni sullo stato della sanità, ed onestamente poche volte abbiamo avuto il piacere di ricevere delle risposte.
Ci siamo permessi di presentare un progetto di legge (il n. 298) con il quale si dà una concreta possibilità di risparmiare sui costi sanitari nessuno lo legge, quindi viene quasi voglia di dire che siamo presenti in Consiglio, ma solo per scaldare la sedia e per incassare l'assegno mensile.
Nella nostra correttezza operativa cerchiamo sempre di essere precisi e vogliamo dare il nostro contributo, in modo particolare su un argomento come quello della sanità.
Non mi invento nulla, però ho letto che, secondo il CENSIS, il 60 degli utenti della sanità di questa Regione si considera insoddisfatto del servizio.
Volevo leggere alcuni dati del Tribunale per il diritto del malato che lei Assessore, forse già conosce, ma non so se tutti i colleghi effettivamente ne sono a conoscenza: "all'ospedale Molinette di Torino occorrono 5 mesi per una mammografia; 70 giorni per una coronoscopia; il ricovero per una protesi di anca comporta un'attesa di circa un anno in quasi tutti i centri specializzati. All'ospedale di Biella ci vogliono 201 giorni per un ecodoppler e 230 per un'ecografia prostatica".
Questi sono dati che non sono degni di una sanità decente, che rientra nei valori e nei limiti della tolleranza. Quindi, mi auguro che, per il futuro venga progettata una sanità migliore, che - come dice qualcuno, cioè il Presidente del Consiglio: "bisogna mettere a posto la sanità". Bene, per questo occorrono idee, progetti ed esecuzione, e in un angolo di 90 gradi si risolvono i problemi.
Questo a lei, Assessore, non lo chiedo, perché riconosco effettivamente che la sanità è un problema molto grande, è un problema che non pu risolvere lei da solo, ci vuole l'impegno di tutti, anche se talvolta è comodo aggredire l'Assessore alla sanità.
Mi rendo conto che il suo compito è un compito molto gravoso ed importante: le ASL sono 91 e fare la via crucis in tutte le ASL è un lavoro molto difficile.
Però mi auguro che ci sia un po' più di attenzione e un progetto un po' più mirato, senza portarci a strane fantasie, cioè che facendo l'Agenzia patrimoniale oppure ottimizzando il discorso dell'acquisto dei farmaci il giornale dice che si risparmia sui farmaci il 20%, utilizzando quelli senza brevetto, mentre lei dice che si risparmia solo il 10%.
Quindi, bisogna, in qualche modo, trovare una soluzione per risolvere effettivamente il problema della sanità, perché in Piemonte stiamo andando al di fuori di quelli che sono i valori e i limiti di tolleranza di un ammalato.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Marcenaro.



MARCENARO Pietro

Volevo fare poche brevissime considerazioni, perché nel merito quasi tutto è stato detto dai colleghi che sono intervenuti.
La prima è una considerazione politica. Non pensavo francamente di prendere la parola, ma la prendo perché al momento della conclusione di questa discussione, prendo atto che non un Consigliere della maggioranza si è alzato a difendere l'operato della Giunta, non una persona della maggioranza ha chiesto di parlare, e questo costituisce, per quanto ci riguarda, indubbiamente un fatto politico che non può essere registrato.
Il Consiglio è una sede di confronto, di discussione sui grandi temi.
Quando l'Assessore D'Ambrosio, assumendosi le sue responsabilità, riferisce su una questione così delicata, c'è una discussione in cui l'opposizione prende la parola, ma non c'è un solo Consigliere della maggioranza che intervenga per motivare e argomentare, questo costituisce indubbiamente un fatto politico.
Così come costituisce fatto politico che il Capogruppo della maggioranza Cattaneo annuncia la presenza del Presidente Ghigo alla discussione e poi questa presenza non c'è. Non so se il Presidente Ghigo sia nei paraggi e abbia seguito questo dibattito, ma non credo.
Terza considerazione: siamo di fronte ad un bilancio su cui è già stato detto - e non voglio riprendere null'altro - che si configura, guardando il consuntivo del primo trimestre, come un andamento negativo, che proietta sul resto dell'anno una previsione di sostanziale ripetizione del deficit che abbiamo conosciuto in passato. Questa è la valutazione che siamo in grado di dare non solo dai dati che abbiamo, ma anche dalle proiezioni fatte e dalla loro attendibilità.
Aggiungo un punto, Assessore D'Ambrosio: le misure che riguardavano, in qualche misura, gli aspetti di regia, di programmazione della sanità sono quelle sulle quali non è vero che non siamo ancora in grado di contabilizzare gli effetti sistemici. Di quegli effetti sistemici, che potevano nascere da un diverso coordinamento degli acquisti, come da un diverso intervento, peraltro dalle valorizzazioni delle stesse politiche patrimoniali, non c'è traccia, non c'è segno, non c'è un progetto che sia stato sottoposto alla conoscenza e alla discussione.
Queste sono cose che non riguardavano i singoli Direttori delle ASL, ma riguardavano la responsabilità politica di governo, perché questi sono sostanzialmente atti di governo, sono quegli atti che richiedono, in qualche misura, che ci sia un controbilanciamento dal punto di vista della capacità di programmazione rispetto alle scelte di aziendalizzazione.
Questo punto lo rilevo, perché è un punto sul quale, secondo me, c'è una correzione da fare rispetto alla sua onesta esposizione relativa al fatto che non siamo di fronte ad una mancata contabilizzazione, ma ad un blocco delle capacità di iniziativa di governo della Giunta. Questo è il punto che spiega l'insieme delle questioni.
Come abbiamo già detto e ripetuto, il deficit della Regione Piemonte in materia sanitaria, oltre che il risultato di un dato oggettivo che riguarda l'insieme delle Regioni italiane (non neghiamo questo dato obiettivo) è anche aggravato da una mancanza di governo che ha caratterizzato in questo periodo la politica della Giunta regionale. Questa mancanza di governo continua e il modo in cui è stata esercitata, a partire dalle delibere del 7 gennaio di iniziative sulla sanità, conferma questo punto.
Concludo il mio intervento ponendo un'ultima questione. Prima, mi scuso per il modo in cui ho agito, ho interrotto l'Assessore, ma non ho nulla di personale contro di lui. Questa è una scelta che riguarda le metodologie assunte dalla Giunta regionale, metodologie delle quali il Presidente della Giunta porta in primo luogo la responsabilità, che confondono, secondo me i Piani, le regole e il terreno del confronto. Intendo dire che in un rapporto corretto fra maggioranza e opposizione (ripeto una cosa che ho già detto) che non ha nulla di consociativo, l'unico elemento in comune è l'informazione. L'informazione non può essere requisita dalla maggioranza che la mette a disposizione quando ritiene di aver già definito al suo interno; l'informazione, per sua natura, è una risorsa che deve essere a disposizione di tutti. Solo così può avvenire una formazione delle decisioni nelle quali è possibile una dialettica costruttiva.
L'itinerario illustrato dall'Assessore D'Ambrosio che prevede prima la comunicazione da parte dei tecnici alla Giunta (e all'Assessore stesso che così ne verrà a conoscenza), secondo, una valutazione della Giunta con la maggioranza, terzo, magari, una convocazione delle riunione delle sezioni dei vostri partiti dove esaminare con gli iscritti il programma e il piano socio assistenziale e solo dopo tutti questi passaggi l'informazione al Consiglio nel suo insieme, è un sistema che, dal punto di vista politico e dei rapporti politici, porta a certe conseguenze.
Abbiamo rilevato il grado di selettività con il quale i lavori preparatori del nuovo Piano Sanitario Regionale sono stati compiuti e abbiamo osservato il fatto che avete scelto il coinvolgimento solo delle persone politicamente omogenee, probabilmente neanche tutte, probabilmente siete stati anche attenti agli equilibri e alle divisioni di corrente.
Certamente questo non aiuta e non facilita la possibilità di un confronto trasparente, di un dialogo nel quale ciascuno svolga le proprie funzioni su una materia così delicata.
In ultimo, se il Presidente Ghigo evitasse di intervenire su una materia su cui non ha sentito una parola della discussione, gliene sarei grato (ovviamente se chiede di parlare è un suo diritto).



PRESIDENTE

Con l'intervento del Consigliere Marcenaro abbiamo concluso il dibattito. L'Assessore D'Ambrosio si era riservato di riferire relativamente ai provvedimenti di risoluzione del rapporto con i due direttori generali. L'assessore D'Ambrosio potrebbe intervenire adesso riferendo anche su quegli aspetti che si era riservato di chiarire.
Relativamente ad alcuni elementi contenuti in più interventi sul limite e la carenza di conoscenze di informazione - mi rivolgo ai Consiglieri del mio Gruppo, dei DS - messe a disposizione dei Consiglieri, devo rilevare questa segnalazione e portarla all'attenzione dell'Ufficio di Presidenza al fine di sollecitare la Giunta al completamento di un quadro di comunicazioni che devono essere fornite adesso e, dato il rilievo della materia, sia in Commissione che in Conferenza dei Capigruppo.
La parola all'Assessore D'Ambrosio.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Non si può dire che la manovra sia fallita come sostiene il Consigliere Saitta. Il Bilancio annuale e l'andamento trimestrale sono solo ed unicamente indicativi. Nella conclusione del suo intervento il Consigliere Saitta ha detto che si corre il rischio che lo sforamento 2000 sia uguale a quello 2001. Questo sarebbe già un obiettivo accettabile, lei sa benissimo che la spesa sanitaria aumenta mediamente del 7-8%, all'anno quindi se si verificasse questo ...
SAITTA Antonino (fuori microfono) Il suo obiettivo era diverso, lei sta dicendo delle cose false ...



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

E' diverso e resta diverso. Consigliere, mi faccia finire, le ho già detto all'inizio ...



(Commenti del Consigliere Saitta)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

L'andamento del primo trimestre non può essere preso in considerazione in modo assoluto.
Poc'anzi qualcuno ha detto che le manovre di sistema evidenziate non sono state toccate, ma l'agenzia per il patrimonio in IV Commissione, per quanto attiene il budget di ristretto, sta lavorando per definire ...



(Commenti del Consigliere Marcenaro)



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

C'erano anche i precedenti del '99 e del 2000. Il monitoraggio del primo trimestre non può essere preso in assoluto come esempio per dire che la manovra è fallita, perché bisogna guardare il Bilancio annuale, ancorch quello trimestrale è indubbiamente indicativo. Alla luce di segnali che abbiamo ricevuto, pensiamo che la manovra può andare avanti nella sua totalità e dare i risultati che ci aspettavamo.
Il Consigliere Chiezzi chiedeva quali sono i tempi per portare in aula il Piano, penso che su questo il Presidente Ghigo potrà darle ampie delucidazioni. Per quanto attiene il turbamento e il panico diffuso tra i cittadini del Piemonte, devo dire che maggioranza e opposizione hanno contribuito, in modo notevole, a determinare il panico (soprattutto la minoranza). Noi intendevamo la manovra come manovra di efficienza e quindi mirante a tagliare gli sprechi e le inefficienze, qualcuno invece ha riferito ad alcuni direttori generali (questo è grave) che la Giunta aveva fatto una manovra di tagli in assoluto. Avete generato, voi sì, questo turbamento e questo panico. Se poi ci sono colpe, addirittura perseguibili lo vedremo in seguito alla denuncia alla Magistratura.
Il Consigliere Riggio fa sempre un'ampia disamina sulle problematiche e sulla situazione della sanità piemontese. Indubbiamente ci sono delle situazioni critiche, ma complessivamente la sanità piemontese non è quella riportata dal CENSIS - come diceva il Consigliere Giordano - dove si dice che il 70% dei cittadini del Piemonte è insoddisfatto della sanità piemontese. Questo non è assolutamente vero.
I dati in nostro possesso ci dicono che quasi i due terzi dei piemontesi sono soddisfatti della sanità del Piemonte. Chiaramente deve migliorare, ci sono ampi spazi di miglioramento, ma questa sanità da "quarto mondo", come viene raffigurata in quest'aula dai colleghi dell'opposizione, sicuramente in Piemonte non c'è.
RIGGIO Angelino (fuori microfono) Non è vero!



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Ognuno resti sulle proprie posizioni.
Per quanto riguarda il Distretto di Nichelino, c'è stata una pausa per l'attivazione del day surgery, ma fra qualche mese, così come è successo per l'Oftalmico, diventerà in Piemonte una realtà. L'Oftalmico ha eseguito in questi primi cinque mesi 720 interventi di cataratta, un numero di interventi superiore a quelli di tutto l'anno passato. Questo è un fatto che sicuramente ci porterà a migliorare i tempi di attesa. Che si debba partire dalla qualità, collega, sono d'accordo con lei, però molte delle cose che in Piemonte non funzionano possono essere risolte con l'attuazione del nuovo Piano Socio-sanitario regionale.
Ribadisco - successivamente interverrà anche il Presidente - che non abbiamo intenzione di ritirare le delibere; siamo supportati da questa nostra decisione anche dal TAR Piemonte.
Qualcuno dei colleghi - mi pare la collega Suino - ha parlato di 330 miliardi che noi abbiamo dato al privato. Magari avessimo avuto la possibilità di dare al privato 330 miliardi! C'è la possibilità che il privato, che si attiva per le post acuzie, quindi per ricevere i pazienti dimessi sollecitamente dagli ospedali e per attivare il day surgery, possa avere qualche retribuzione maggiore di quella del passato. Si è parlato in tutto di 20 miliardi, quindi i 330 miliardi si riferiscono a quella che è la spesa globale piemontese per la sanità privata. Il che significa che è poco più - visto che la spesa per l'ospedalità è di 5000 miliardi - dell'8 9%.
RIGGIO Angelino (fuori microfono) I dati riguardano solo il pubblico.



D'AMBROSIO Antonio, Assessore alla programmazione sanitaria

Non è vero. La collega Suino ha accennato ad una situazione che presenta notevoli criticità e che non può essere chiusa in poche parole per quanto riguarda il S. Giovanni antica sede.
Sicuramente fra qualche giorno la Giunta adotterà un provvedimento che razionalizzerà anche la situazione del S. Giovanni antica sede, dove indubbiamente, ci sono delle anomalie di cui faccio ammenda, ma ovviamente devono fare ammenda più di me alcuni responsabili che sono stati in quella struttura. Se è vero, come è vero, che oggi i posti letto sono 57 - sapete quanti dipendenti ha il S. Giovanni antica sede - le 160 firme raccolte sono poche (356 dipendenti più 10 OPA assunte all'inizio di gennaio, quindi 366 dipendenti) Si tratta di un'anomalia che va definita sollecitamente.
Rispondo adesso al collega Giordano. Penso di essere l'Assessore più presente qui in aula: ogni volta che ci sono delle interrogazioni o interpellanze a cui devo rispondere, rispondo regolarmente.



PRESIDENTE

Ci sono altre otto interpellanze sull'argomento; il dibattito di oggi è stato un confronto tra il Consiglio e la Giunta che proseguirà con prossimi atti di Consiglio.
La parola al Presidente Ghigo.



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Signori colleghi, ho dovuto assentarmi, ma ritengo di aver approfondito molto bene l'argomento. Ritengo, sempreché l'aula lo gradisca, di fare alcune considerazioni anche per dare alcune risposte alle sollecitazioni da voi pervenute.
Voi dite che la manovra è fallita. Noi abbiamo provveduto a fare un'analisi di quelli che sono i dati trimestrali dell'andamento della spesa dopodiché, in base a quei dati, abbiamo assunto delle decisioni. Il motivo per cui abbiamo deciso di assumere l'allontanamento di due Direttori generali e una lettera di segnalazione ad altri nove, è dovuta all'analisi di quei dati. Oltretutto - questo naturalmente rientra anche in parte nella nostra responsabilità - finalmente abbiamo una verifica trimestrale dei conti della sanità, che in passato era sempre molto complesso e molto difficile da realizzare.
Questi dati - come ha spiegato l'Assessore - sono dati che ancora non possono essere considerati in maniera tale da evincere che la manovra finanziaria è fallita, ma sono stati sufficienti a capire che almeno in quelle situazioni, dove abbiamo assunto delle decisioni, l'interpretazione della manovra non era stata corretta. Parliamoci chiaro; se io do un budget ad un'ASL e il Direttore generale di questa ASL se ne frega del budget e mi propone dei piani di attività che sono il 30% superiore al budget attribuito, cosa posso fare nei confronti di quel Direttore generale? Analizzo, verifico, guardo l'andamento della spesa e poi assumo le dovute decisioni.
E' ovvio che l'intervento di manovra finanziaria, fatta al sette gennaio, difficilmente poteva dare nel primo trimestre dei risultati di riduzione e razionalizzazione del costo. D'altro canto, ha anche fatto evincere che in alcune situazioni non solo non si è provato a razionalizzare i costi di esercizio, ma addirittura si è andati nella direzione opposta, cioè non si è neppure presa in considerazione la manovra che avevamo impostato. Dovremo aspettare il resoconto del prossimo trimestre per avere una più corretta idea di come questa manovra è stata applicata nelle singole ASL dal punto di vista finanziario.
Il Consigliere Saitta ha fatto dei calcoli ed ha presentato dei conti che mi auguro gli diano torto. Lei, Consigliere Saitta, faceva delle previsioni di come questa manovra si concluderà, dicendo che il debito del 2001 sarà di una certa entità; noi riteniamo che sarà meno di quello che lei ha auspicato.
D'altro canto, non è completamente vero che l'incremento della spesa farmaceutica non ha inciso; incide sul debito, ma non nella misura media che sembra incidere sull'andamento del fondo sanitario nazionale, perch evidentemente in Piemonte, sulla spesa farmaceutica, siamo un po' meno virtuosi (nel senso opposto del termine), comunque è ovvio che l'andamento e l'incremento della spessa farmaceutica si aggiungerà all'eventuale debito che avremo stimato o pensato si realizzasse.
Quello che ho sempre sostenuto nello spiegare a quest'aula la manovra finanziaria è che non era nelle nostre illusioni, né tantomeno nelle nostre speranze, che la manovra finanziaria fosse sufficiente a cambiare l'andamento della spessa sanitaria nazionale. Inizieremo l'interlocuzione su questo tema con il Governo appena insediato; probabilmente ci saranno delle novità dal punto di vista dell'azione legislativa. Da cose che ho sentito indubbiamente verrà applicata qualche modifica al Decreto Bindi soprattutto in quella parte nella quale il decreto prevede le critiche non tanto sul principio dell'intra o extra moenia, quanto del fatto che il decreto Bindi prevede l'indicazione della programmazione sanitaria a livello centrale invece che regionale.
Noi ci siamo corresponsabilizzati sull'andamento del costo della sanità, ma con l'attuale decreto Bindi - ed è questo uno dei problemi che stiamo affrontando dal punto di vista normativo nel Piano Sanitario regionale - non siamo in grado di decidere che tipo di sanità vogliamo in Piemonte. Dobbiamo attenerci al modello di sanità che il decreto Bindi ha stabilito con la responsabilità, in parte, dei fondi, almeno dell'anno 2001, degli esuberi di costi che questo comporta. Nei prossimi mesi vedremo come si svilupperà il dibattito sulla sanità a livello nazionale. Ci saranno varie e tante occasioni per discutere di questo argomento.
Non abbiamo mai detto che la manovra finanziaria fosse la soluzione ai problemi della sanità piemontese; abbiamo detto che ritenevamo di bloccare l'incremento di spesa sanitaria in Piemonte, in modo da poter affrontare in senso organico, una riforma sanitaria piemontese che si realizzerà attraverso l'adozione del Piano Sanitario Regionale. Credo che l'opposizione abbia il diritto di dire tutto quello che ritiene opportuno dire, ma la Giunta o l'esecutivo deve avere la possibilità di scegliersi i tecnici o le persone di fiducia con le quali stendere il Piano, che siano di una corrente o di un'altra. Se ci mettiamo insieme tutti dobbiamo chiudere delle porte, perché di correnti ce n'è dappertutto. Credo che nessuno sia scevro da condizionamenti, fa parte della realtà politica di questo periodo, perciò mi permetto di dire che la considerazione fatta dal Consigliere Marcenaro mi sembra eccessivamente faziosa. Noi abbiamo scelto tecnici di nostra fiducia, che realizzeranno un prodotto che la Giunta assumerà e che discuterà con la maggioranza e l'opposizione. Questo è il passaggio. E' innegabile che questa legislatura, oltre ad un fase costituente, ha un punto fondamentale che è la riforma sanitaria (io la inserisco tra le priorità principali). E' ovvio che noi, come Giunta, la elaboriamo, dopodiché mi devo preoccupare di avere una maggioranza che concordi quello che la Giunta ha elaborato - credo che il meccanismo politico funzioni così, se ho imparato bene. Successivamente verrò in aula e cercherò di sostenerla una volta ottenuto il supporto della maggioranza nei confronti dell'opposizione. Il dibattito su quella legge di riforma sanitaria sarà molto complesso, articolato e lungo, si tratta di toccare la principale competenza delle Regioni.
La Giunta potrà assumere questo atto, mi auguro, tra la fine di luglio e i primi giorni di settembre, di conseguenza il suo iter in Consiglio potrà iniziare a metà settembre. E' ovvio che quando parlo di Consiglio intendo la Commissione, poi naturalmente la riforma verrà in aula e ci auguriamo di poterla discutere e approvare. Questi sono i tempi.
Alla richiesta del Consigliere Chiezzi dico che il Piano Sanitario Regionale dovrebbe arrivare in Commissione per il mese di settembre. Non credo, onestamente, per rispondere anche ad una considerazione del Consigliere Marcenaro, che sarebbe corretto che alla formulazione di questo Piano si addivenisse attraverso una consultazione preventiva con l'opposizione ...



(Commenti dei Consiglieri Marcenaro e Saitta)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Consigliere Saitta, naturalmente non posso stare dietro a tutti. Se qualcuno organizza un convegno per raccontare quello che ancora dobbiamo decidere, non è colpa mia.



(Commenti del Consigliere Saitta)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Faremo una verifica. Il Piano non è ancora stato discusso in maggioranza. Dibattiti sulla sanità se ne fanno in tutti i momenti.



(Commenti del Consigliere Saitta)



GHIGO Enzo, Presidente della Giunta regionale

Consigliere Saitta, mi perdoni, facciamo una verifica perché se è così è sicuramente sbagliato. Il Piano deve essere ancora adottato dalla Giunta perciò credo che nessuno, pubblicamente, possa vendere un prodotto che ancora non è stato deciso in ambito di Giunta. Il Piano Sanitario Regionale è una riforma da far tremare i polsi, non può essere assunta così, è anche complessa dal punto di vista legislativo, proprio in funzione del decreto Bindi, e stiamo tentando di fare dei modelli di proiezione di costi.
L'elemento fondamentale, poiché dobbiamo razionalizzare, è quello di fare una riforma che, alla fine, costi meno e non di più, aumentando e mantenendo sempre il livello dei servizi.
Il lavoro è molto complesso e difficile, naturalmente informeremo quando la Giunta lo adotterà e, nel momento in cui il Piano sarà adottato dalla Giunta, sarà anche a disposizione dell'opposizione.
Nel momento in cui sarà adottato dalla Giunta verrà trasmesso alla Commissione competente, per cui tutti i Consiglieri ne saranno in possesso e di lì in poi potrà cominciare la discussione.
Nonostante tutte le polemiche e le interpretazioni emerse sulla nostra manovra finanziaria, devo notare, e mentre lo dico non se la prenda la maggioranza perché faccio uncomplimento all'opposizione, che nonostante i toni e le tante sollecitazioni da parte dell'opposizione, non c'è alcun atteggiamento di scontro su un tema come questo, ma disponibilità a dare un contributo ad un processo normativo estremamente importante per la nostra Regione.
Chiaramente questa disponibilità e questa collaborazione so che sono in atto, ma questo è scontato dal punto di vista della mia maggioranza, sia pure su posizione diverse. E' innegabile che questa sarà una riforma di centrodestra; su questo non c'è ombra di dubbio, perché avrà un imprinting politico caratteristico di questa maggioranza. Credo che, dal punto di vista ideologico e politico, sarà un confronto piuttosto interessante su una materia come questa. Questa volta ci siamo impegnati, ragione per cui il provvedimento è caratterizzante.



PRESIDENTE

Grazie, Presidente.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno


PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti all'Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 15,00)



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