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Dettaglio seduta n.10 del 11/07/00 - Legislatura n. VII - Sedute dal 16 aprile 2000 al 2 aprile 2005

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Argomento:


PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale


PRESIDENTE

La seduta è aperta.
In merito al punto 2) all'o.d.g.: "Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale", comunico:


Argomento:

Comunicazioni del Presidente del Consiglio regionale

Argomento:

Congedi


PRESIDENTE

Hanno chiesto congedo i Consiglieri Albano, Cavallera, Chiezzi D'Ambrosio, Di Benedetto, Ferrero, Pozzo, Rossi Oreste, Rossi Giacomo e Vaglio.



PRESIDENTE

Volevo ricordare ai Consiglieri che giovedì 13 luglio, alle ore 17.00 a Palazzo Reale, ci sarà una festa per la ricorrenza del trentennale del primo insediamento dell'assemblea regionale. Alla cerimonia sono stati invitati tutti i Consiglieri, gli ex Consiglieri e altre autorità. Vi invito a partecipare numerosi, perché è una ricorrenza importante per la nostra assemblea.



PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE RIBA


Argomento: Problemi generali - Problemi istituzionali - Rapporti con lo Stato:argomenti non sopra specificati - Assistenza e sicurezza sociale: argomenti non sopra specificati

Esame ordine del giorno n. 21: "Carcere minorile Ferrante Aporti" e ordine del giorno n. 23: "Emergenza carceri"


PRESIDENTE

Esaminiamo gli ordini del giorno di cui al punto 9) all'o.d.g.
relativi al carcere minorile Ferrante Aporti e all'emergenza carceri.
La parola al Presidente del Consiglio, Cota, che interviene in qualità di Consigliere.



COTA Roberto

Dopo gli eventi che si sono verificati all'interno del carcere Ferrante Aporti ed il conseguente dibattito che ha avuto origine non soltanto nella città di Torino, ma anche sulla stampa nazionale, mi sono recato in visita alla struttura. Al di là della presa di posizione eclatante degli organi di stampa su presunti episodi che si sarebbero verificati all'interno delle celle e sui disagi lamentati dai cittadini che abitano nella zona circostante il carcere, esiste un problema obiettivo che investe quella struttura, così come altri istituti penitenziari minorili siti in Italia particolarmente al nord. La situazione mi ha spinto a presentare l'ordine del giorno che è stato sottoscritto anche da altri colleghi.
Il documento si propone di sollecitare il Ministro di Grazia e Giustizia ad adeguare i programmi educativi in uso nelle carceri minorili e, segnatamente, nel carcere Ferrante Aporti, e a programmare il riammodernamento della struttura nel modo richiesto dal direttore.
La struttura Ferrante Aporti ospita, attualmente, 36 detenuti, di cui 34 sono di origine extracomunitaria (soltanto due sono italiani). Tale circostanza porta ad una sostanziale inefficacia del programma educativo sperimentato nella struttura Ferrante Aporti, così come in altre strutture carcerarie minorili. Ricordiamo che il carcere dovrebbe avere una funzione una valenza rieducativa (questo in generale per tutte le carceri).
Soprattutto il carcere minorile, visto che, più che luogo di espiazione della pena, è luogo di rieducazione, dovrebbe avere questa funzione. Se il programma rieducativo viene spiegato a persone che non sono in grado di recepirlo per problemi di lingua, di cultura o per scarso radicamento sul territorio, lo stesso programma riesce a realizzare scarsi effetti o addirittura, nulli. Questa esigenza è sentita da tutti gli operatori presenti nel carcere Ferrante Aporti, soprattutto dagli insegnanti di scuola elementare e media che prestano la loro attività nella struttura. Si tratta semplicemente di prendere atto che la popolazione carceraria si è modificata e che il programma educativo che viene proposto all'interno delle strutture, deve essere riaggiornato e modificato.
Sono sorti dei problemi sia all'interno della struttura, circa il mantenimento dell'ordine e della disciplina, che all'esterno della stessa.
I problemi sono anche determinati dal fatto che i giovani detenuti si sono visti sopprimere un programma di lavori finanziato dal Comune di Torino anche se poi il programma è ripreso e la situazione è migliorata. Le situazioni di disagio si sono anche determinate dalle inadeguatezze delle strutture, non tanto dal punto di vista delle dimensioni, quanto da quello delle soluzioni logistiche che sono attualmente utilizzate nella struttura.
Vi è un'ala centrale dove bene potrebbero essere allocate le celle; invece l'ala attuale, quella più spostata rispetto la strada, potrebbe essere recuperata per potenziare le attività educative e ludiche all'interno della struttura carceraria. Questo dal punto di vista dell'interno della struttura.
Dal punto di vista dell'esterno della struttura, una parte delle celle (mi riferisco alle celle destinate a chi entra per la prima volta nel carcere e che quindi non si trova in uno stato di detenzione definitiva) sono a diretto contatto con la strada e con le abitazioni circostanti.
Soprattutto nei mesi estivi si verificano piccoli episodi spiacevoli, che hanno inciso negativamente sulla vita all'interno di quel quartiere, nei quali i giovani detenuti si rivolgono ai passanti e agli abitanti delle abitazioni vicine. Una risistemazione della struttura carceraria, seguendo le indicazioni date dal direttore, potrebbe essere utile per risolvere i problemi.
Relativamente alla questione esiste una relazione del direttore del carcere, con la quale chiede due cose: la rideterminazione dei programmi educativi e la realizzazione di un programma di intervento sulla struttura per meglio razionalizzarla (potrebbe anche essere una soluzione programmare gli interventi nel tempo).
Mi rendo conto che questo ordine del giorno ha soltanto una valenza di indirizzo; non sta a noi la competenza di gestire direttamente le strutture carcerarie e predisporre i programmi d'intervento.



PRESIDENTE

Avendo unificato l'ordine del giorno n. 21, a firma dei Consiglieri Cota, Ghiglia, Brigandì, Cattaneo, Angeleri, Deorsola, Giordano e Mercurio con l'ordine del giorno n. 23 relativo all'emergenza carceri - che integra l'aspetto del Ferrante Aporti e amplia le considerazioni anche ad altre aree del territorio regionale - presentato dai Consiglieri Mercurio Saitta, Palma, Caracciolo, Giordano, Tomatis, Papandrea e Moriconi proporrei di procedere all'illustrazione dell'ordine del giorno n. 23, per svolgere poi una discussione sui due punti all'ordine del giorno unificati al punto 9) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Caracciolo.



CARACCIOLO Giovanni

Quest'ordine del giorno è stato presentato circa tre settimane fa.
Bastava vedere la televisione o sfogliare i giornali per rendersi conto di quanto stava accadendo nelle carceri italiane e che, purtroppo, continua tutt'oggi ad accadere, con ulteriori segni di peggioramento. Forse la realtà è ancora più drammatica di quanto noi possiamo immaginare. E' potenzialmente esplosiva e, date le premesse, rischia di trasformarsi in tragedia.
Qualche giorno fa, si sono incontrati a Roma i delegati CIGL della Polizia penitenziaria: è stato descritto un quadro di tensione molto più drammatico di quanto fosse stato fatto finora. Nella loro denuncia, tra l'altro, si dice: "Le proteste, anche quando si svolgono in maniera pacifica, violano i regolamenti interni e sono illegali. Invitiamo il Governo e la Direzione generale dell'Amministrazione penitenziaria ad emanare direttive precise alle Direzioni degli Istituti di pena su come gestirli". Come si pu facilmente capire, finora si è proceduto a vista. Ogni Direttore ha cercato di contenere la situazione come ha potuto. Questa grave emergenza ha radici molteplici ed annose, ma è in gran parte riconducibile al sovraffollamento delle celle, a situazioni strutturali, ambientali ed igienico-sanitarie precarie e disumane, assieme alla grave carenza di personale di custodia di educatori e di assistenti per il reinserimento dei detenuti.
Quanto all'affollamento basti citare i seguenti dati: attualmente i detenuti in Italia sono 53.343, distribuiti in 270 strutture carcerarie che potrebbero contenerne soltanto 30.000. Di essi, 13.500 sono extracomunitari: vale a dire che gli extracomunitari costituiscono il 27 della popolazione carceraria. Fra i carcerati, la percentuale dei tossicodipendenti è intorno al 30%. Quali rimedi sono stati finora messi in atti per cercare di affrontare e risolvere questa grave emergenza? Fino a venerdì 7 luglio, giorno in cui nel Consiglio dei Ministri è stato presentato ed approvato il "Pacchetto giustizia e sicurezza", per la verità, di fatti concreti ce ne sono stati pochi. La soluzione ipotizzata di un atto di clemenza, che comprendesse l'indulto, l'amnistia o una semplice riduzione della pena, come chiesto dal Santo Padre nella linea di una giustizia redentrice e non solo riparatrice del disordine e del crimine, ha generato disquisizioni di parte e moltissime polemiche all'insegna del tatticismo politico; rivolto al calcolo di non perdere il consenso dei cittadini. Si sa bene che, di questi tempi, l'opinione pubblica è giustamente preoccupata per la sicurezza. Per fare un esempio l'omicidio del tabaccaio di Modena ha rinfocolato il partito di chi sostiene che la clemenza è in contrasto con la sicurezza dei cittadini. I sentimenti che gravissimi episodi di questo genere suscitano sono comprensibili, ma le politiche devono fondarsi sui ragionamenti, non sui sentimenti. La tolleranza zero può rispondere ai sentimenti, non ai problemi. E' una cortina fumogena che nasconde il vuoto delle politiche e delle risposte per la sicurezza dei cittadini. Ce lo dicono l'esperienza del "padre" della tolleranza zero e quella degli Stati Uniti.
Il Ministro Fassino afferma che il Governo ha agito in sintonia con l'appello del Papa attraverso un piano di provvedimenti, con cui si tenta di perseguire la duplice finalità di un carcere che contempli la giustizia assieme al recupero sociale. Gli interventi previsti sono molto articolati: essi vanno nella direzione dell'edilizia penitenziaria oltre che nel riordino del sistema giudiziario, con l'innovazione del sistema delle pene.
Affrontano tutte le priorità, tra cui quella della sicurezza dei cittadini.
Adesso, nell'affrontare il percorso del dibattito parlamentare, si chiede che tutte le forze politiche diano il loro contributo, responsabile e fattivo, finalizzandolo ad una giusta soluzione.
L'invito rivolto con quest'ordine del giorno al Presidente della Giunta regionale verte essenzialmente su due punti: farsi portavoce, nei confronti del Governo centrale, di tutte le forze politiche affinché si giunga, nel più breve tempo possibile, ad una soluzione del problema, e fissare un incontro nella competente Commissione tra i Presidenti dei Gruppi consiliari e i Direttori delle carceri piemontesi, per valutare congiuntamente un possibile percorso da seguire, in un momento di straordinaria emergenza.



PRESIDENTE

Su questi due ordini del giorno unificati apriamo un'unica discussione.
Trattandosi della discussione di un ordine del giorno, secondo il Regolamento, il dibattito è aperto a tutti i Consiglieri che intendono intervenire. Ciascun Consigliere dispone di dieci minuti di tempo per il suo intervento.
Ha chiesto la parola il Consigliere Ghiglia; ne ha facoltà.



GHIGLIA Agostino

Prima di tutto, vorrei ringraziare il Presidente Cota per essersi fatto promotore di un ordine del giorno sul carcere Ferrante Aporti, dimostrando una sensibilità notevole rispetto ad un problema che è grave, ma non lo è da oggi.
Sono stato in visita al Ferrante Aporti nei giorni immediatamente successivi a Pasqua, poco dopo la cosiddetta "rivolta" che ha scatenato polemiche e dibattiti nazionali. Il problema nodale, a mio avviso, non è tanto nella struttura del carcere quanto, come viene detto nell'ordine del giorno che ha come primo firmatario il Presidente Cota, nei programmi educativi.
A tutt'oggi, in Italia, non c'è una legislazione sulla detenzione minorile adeguata alla realtà sociale. Sembra quasi un paradosso, ma è così. La nostra legislazione è assolutamente insufficiente: nel momento in cui, in un carcere minorile, il 90% di detenuti è costituito da extracomunitari, è chiaro che i canoni classici di detenzione e soprattutto, di recupero (dal fattore più semplice - la lingua - a quelli più complessi - religione, vitto -) devono essere variati.
Questa legislazione insufficiente e datata determina situazioni di rischio, come quella del Ferrante Aporti, perché oggi non c'è solo - e viene rilevato - il problema dei detenuti, molti dei quali - sia detto per inciso - sono clandestini, sono sedicenti minori perché non avendo documenti è impossibile constatarne realmente l'età e quindi il personale la polizia penitenziaria, di fatto si trova nella impossibilità di operare perché ci si trova di fronte ad una situazione che è assolutamente diversa e lontana anni luce da quella che era la situazione della detenzione minorile anche solo di pochi anni fa.
Il problema non è soltanto di strutture, non è soltanto di organici della polizia penitenziaria che sono sicuramente insufficienti, ma è di programmi educativi o meglio rieducativi, che vanno adeguati alle nuove esigenze e vanno collegati ad un problema più generale di legge che regolamenti l'immigrazione in Italia, perché anche quello è un punto fondamentale. La maggior parte dei detenuti sono extracomunitari, sono clandestini: cosa succede? Ognuno nella vita, umanamente in maniera comprensibile, da un punto di vista legislativo un po' meno, fa quello che può e quindi c'è questa situazione di ambiguità che non crea assolutamente serenità nell'ambiente, che rischia di aggravare queste situazioni di contrasto perché da una parte la polizia penitenziaria non sa bene come deve comportarsi, dall'altra parte ci sono gli educatori (ricordo per inciso che il Comune di Torino aveva anche sospeso per un periodo il progetto all'interno del carcere minorile, quindi sospeso l'invio di alcuni educatori e quant'altro) e dall'altra parte ancora ci sono questi detenuti molti dei quali - lo ripeto - recidivi perché arrestati magari quattro o cinque volte e sedicenti minori, che chiaramente usano tutto questo vuoto legislativo per porre la questione sotto un punto di vista diverso, che non è tanto quello della vivibilità dell'istituto carcerario, ma è quello di una presunta discriminazione di qualche tipo, che arriva financo a diventare discriminazione di tipo razziale, cosa che sicuramente non appartiene, per quella che è stata anche un'esperienza personale diretta (di visite ne ho fatte due nel giro di tre mesi), a quello che è il corpo di polizia penitenziaria che ha l'ingrato compito di gestire una situazione che in effetti è a rischio continuo e che può trovare una soluzione soltanto se il Governo e il Parlamento si attrezzeranno velocemente per risolverla. Anche se si aumentano gli organici e anche se, come noi auspichiamo peraltro, si aumenta il numero delle carceri, perché noi siamo più per costruire nuove carceri che per permettere l'uscita di tanti detenuti (questione di punti di vista) non è quello il problema! Il problema è prima di tutto culturale! E, "mutatis mutandis", lo stesso problema culturale si pone ad esempio per la scuola, uso un paragone magari improprio, ma che è un dato oggettivo: cambia il tipo di popolazione scolastica, cambia il tipo di popolazione carceraria minorile, debbono cambiare i programmi! Deve cambiare il tipo di approccio! Devono essere soprattutto chiariti i compiti della polizia penitenziaria che si trova oggi - non dimentichiamolo - nell'occhio del ciclone e anche col timore di essere additata al pubblico scandalo come persecutrice casomai anche per questioni razziali, che non esistono! Ma è chiaro che come i detenuti italiani di Regina Coeli - non lo so - faranno le loro rivendicazioni in un certo modo, io non entro neanche nel merito, giuste o sbagliate che siano è ovvio che gli extracomunitari, clandestini, minori o meno, del Ferrante Aporti useranno anche i media, i giornali e tutti i mezzi che hanno a disposizione, più che per risolvere il problema, per destare scandalo in maniera tale da avere sempre maggiori spazi di agibilità all'interno della struttura. Spazi di agibilità che devono essere codificati da una legge: non possono essere lasciati alla libera interpretazione e al buon senso della polizia penitenziaria, perché ci si trova comunque a trattare dei minori e senza programmi adeguati e finalizzati, i minori, soprattutto stranieri, non li tratti! Questo è il dramma oggi del Ferrante Aporti come caso dove finora, grazie a Dio, non è successo nulla di grave: tanti episodi che fanno discutere, che riempiono le pagine dei giornali, visite di tutti (dal Ministro in giù, che ha fatto benissimo ad andarci, come ci sono andati molti di noi) io inviterei tutti i colleghi che non ci sono ancora stati ad andarci al Ferrante Aporti, per comprendere - e lo capite benissimo - che il problema non è unilaterale della situazione in cui vive il detenuto. Peraltro la situazione, da quello che ho visto io, è assolutamente dignitosa e rispettosa della persona umana: non solo tutte le celle (è il minimo, ma non era così fino a pochi anni fa nelle carceri normali) hanno i bagni a parte, ma hanno ad esempio l'antenna parabolica per la televisione e hanno lo stesso vitto della polizia penitenziaria.
Credo che questi siano comunque dei segni di attenzione e di non discriminazione, ma occorre andare a visitare la situazione per vedere anche, magari senza qualificarsi, come questi detenuti reagiscono nei confronti della polizia penitenziaria che semplicemente, con molta elasticità, buon senso e senso di umanità, tenta di far rispettare un po' gli orari, un minimo di ordine all'interno della struttura stessa.
Allora, ben venga anche l'altro ordine del giorno in cui si chiede un incontro con i direttori delle carceri piemontesi, però noi ci permettiamo di aggiungere, se i colleghi sono d'accordo, una postilla: cioè incontrare i direttori delle carceri per sentirci fare il solito cahier des doléances rispetto a carenze strutturali, di organico, bla-bla-bla, va benissimo incontriamoli perché avremo cognizione diretta, però chiediamo casomai di incontrare anche solo il Sottosegretario alla Giustizia o magari il Ministro Fassino, che è spesso in visita a Torino, per dirci quali sono i provvedimenti in campo rieducativo e non soltanto repressivo che il Governo intende adottare rispetto alla popolazione carceraria minorile.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Sul primo ordine del giorno, che è stato illustrato dal Presidente Cota, vorrei dire che indubbiamente la situazione del Ferrante Aporti, come quella di tutti i carceri minorili, è una situazione difficile, in quanto quando si unisce al problema della reclusione la questione così delicata che riguarda la reclusione dei minori in condizioni di restrizione della libertà personale che, per quanto possono essere mitigate da una condizione civile del carcere continuano, a rimanere in una forma drammatica costituendo un problema molto serio.
Naturalmente le trasformazioni che sono avvenute e che hanno portato in forma lì ancora più rilevante di quanto non sia avvenuto nel resto del sistema penitenziario italiano a una modificazione delle caratteristiche della popolazione hanno comportato problemi rilevanti di adeguamento non solo dei programmi e delle strutture, ma dei linguaggi, delle capacità di comunicazione dell'ordine di questioni che si è dovuto affrontare, e questo lo si è fatto con personale penitenziario che nella sua grande maggioranza non è fatto - non per sua responsabilità - di sociologi o di antropologi o di psicologi, ma che è un personale che molto spesso è dotato di livelli elementari di formazione e di istruzione e che quindi si trova, anche per questo, alle prese con problemi difficili da gestire.
Devo muovere due obiezioni all'ordine del giorno che sono stati presentati e che il Presidente Cota ha illustrato.
La prima è questa. Fermo restando questa situazione generale e l'esigenza di un intervento, credo che non si possa dimenticare il fatto che nella cronaca locale recente la questione del Ferrante Aporti è arrivata sui giornali per una discussione che ha riguardato problemi molto delicati: si è parlato di violenze esercitate su ragazzi e su questo è stata aperta un'inchiesta da parte dell'autorità competente.
Io non sono qui per elevare accuse nei confronti di nessuno, non fa parte dei nostri compiti giudicare come si siano svolte effettivamente le cose, ma trovo che, in presenza di un'indagine su questo punto e su questi problemi, il fatto che un ordine del giorno del Consiglio regionale si limiti ad esprimere solidarietà e vicinanza al Direttore del personale penitenziario in pendenza di tale questione costituisca un elemento che per quanto mi riguarda, è un elemento di seria preoccupazione.
Voglio dire questo perché naturalmente vale, per quanto siano difficili le condizioni degli agenti penitenziari - più per loro che per chiunque altro - il fatto che siano tenuti a un rigoroso rispetto della legge soprattutto in una situazione come quella carceraria. Il rigoroso rispetto delle leggi e dei regolamenti costituisce un punto di garanzia essenziale che è l'unica cosa che fa del carcere un luogo dello Stato di diritto nonostante tutto. Qualora questo rispetto delle leggi e delle regole dovesse venir meno - e non è questo che io sostengo - noi sappiamo che lì si apre, proprio per la delicatezza estrema della situazione, un varco.
La seconda cosa che vorrei rilevare è questa. Il Presidente Cota lo ha appena accennato, ma vorrei ricordare che sulla questione del Ferrante Aporti è esistito ed esiste un impegno - naturalmente anche attraverso riflessioni che sono arrivate fino a mettere in discussione l'orientamento di impegni precedentemente assestati - e un forte intervento, da un lato naturalmente della Magistratura, che riguarda l'altro soggetto molto importante che non è citato in questo ordine del giorno e che esprime una funzione di vigilanza e di orientamento e, dall'altro, di istituzioni molto importanti, in particolare delle principali istituzioni della città, cioè del Comune di Torino, che sulla questione del Ferrante Aporti è da tempo fortemente impegnato mettendo a disposizione risorse e strutture per un programma che ha affrontato questi problemi.
Qui vorrei che nessuno corresse il rischio di far pensare alla città di Torino che improvvisamente il Consiglio regionale ricorda loro che ci sono tanti ragazzi immigrati; se volete posso fornirvi alcuni esempi di progetti in corso su questo punto al Ferrante Aporti, come ad esempio il progetto di formazione e rientro, il progetto che riguarda gli interpreti giudiziari ecc. Cioè siamo in una situazione nella quale questi problemi sono affrontati e gestiti da un'istituzione.
Ora, trovo francamente singolare che in una discussione politica su questo punto e su questioni così delicate questo aspetto sia saltato; la trovo una cosa che, oltre ai rilievi specifici, si presta anche in qualche modo a un'obiezione di insensibilità istituzionale, nel senso che non sono state proprio - credo neanche nelle scorse legislature di questo Consiglio utilizzate, seppur involontariamente, forme che potessero far pensare che su questioni così delicate un'istituzione giocasse in concorrenza o addirittura in contrapposizione con altre.
Se su questioni così delicate ci si dovesse incamminare su una strada del genere, io non lo considererei un buon segno, al di là del merito dal punto di vista dei rapporti istituzionali.
Questo è quanto, e mi fermo su questo punto, perché altre cose si potrebbero dire, ma preferisco restare all'essenziale e questi sono i rilievi essenziali che volevo avanzare e che ci portano quindi, nonostante alcuni dei problemi sollevati siano indubbiamente problemi reali, a dare un giudizio non positivo sull'ordine del giorno che è stato presentato.
Devo esprimere invece, per quanto ci riguarda, la nostra condivisione dell'ordine del giorno che ha come primo firmatario il Consigliere Caracciolo. Credo che sia - lo ricordava lo stesso Consigliere Caracciolo semplicemente perché questo ordine del giorno è stato presentato in un altro contesto, in un'altra situazione. La premessa richiederebbe sicuramente un aggiornamento, ma le sue conclusioni mi pare che siano conclusioni che in qualche modo rimangono sostanzialmente valide e costituiscono, a nostro parere, un'iniziativa positiva. Fra l'altro - anche questo ricordava il Consigliere Caracciolo - il Governo e il Ministero della Giustizia hanno assunto nei giorni scorsi iniziative di un certo rilievo e di una certa importanza. Permane naturalmente una discussione molto importante, molto delicata sulla questione che riguarda e che ha suscitato grande attesa tra i detenuti, che viene riassunta sotto i titoli di amnistia e di indulto. Non voglio qui aprire una discussione di merito su questo punto, se non semplicemente associarmi a quanti hanno chiesto che questo punto sia oggetto di una valutazione che in qualche modo sia il meno possibile influenzata dalle convenienze di parte. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma.



PALMA Carmelo

Non voglio ripercorrere una serie di considerazioni che già hanno attraversato questo dibattito, ma motivare molto brevemente le ragioni della contrarietà all'ordine del giorno presentato dal Presidente del Consiglio e invece del voto favorevole rispetto all'ordine del giorno a firma del Consigliere Caracciolo ed altri.
Al di là delle ragioni che già sono state espresse, sono convinto che l'ordine del giorno del Presidente Cota risponda più all'esigenza di tranquillizzare l'opinione pubblica e coloro che in quella situazione difficile sono costretti ad operare piuttosto che a dare indicazioni di prospettiva e di iniziativa su cui anche la Giunta regionale dovrebbe lavorare.
E mi spiego con un esempio. Se si guarda l'ordine del giorno, si nota che il dispositivo è tutto proiettato su responsabilità esterne a questa Amministrazione e si limita ad offrire una generica solidarietà a direttori ed operatori del carcere, senza neppure ricordare - come ricordava il Presidente Marcenaro - in che misura sarebbe possibile (ed è possibile) per la Giunta regionale assicurare non solo un concerto, ma un supporto importante all'attività di tipo rieducativo e formativo che è possibile realizzare nei confronti della popolazione detenuta e nell'assistenza post penitenziaria.
Non penso affatto, in linea generale, che i problemi della riabilitazione dei detenuti, a maggior ragione dei detenuti minorenni attengano direttamente alla responsabilità di quanti sono chiamati essenzialmente alla loro custodia.
E' quindi per questa ragione che non condivido il passaggio che concettualmente, mi sembra centrale nell'ordine del giorno del Presidente del Consiglio, il quale rivendica - cito testualmente - "la funzione rieducativa della detenzione inframuraria".
Non esiste - penso - un solo esperto al mondo che sostenga l'esigenza a fini rieducativi della detenzione inframuraria; la detenzione inframuraria risponde ad un'esigenza del tutto diversa di sicurezza all'interno del complesso delle pratiche sociali che vengono messe in campo.
Rispetto ai problemi della sicurezza e della criminalità minorile non si è ancora giunti ad una elaborazione che consenta di superare il modello della custodia come modello che meglio risponde alle esigenze della sicurezza: l'unga cosa certa è che i minorenni non stanno in carcere per essere trattati e riabilitati, ma stanno in carcere - e sempre meno dovrebbero starci - essenzialmente perché non esiste uno strumento migliore e diverso per assicurare sicurezza alla società.
Per questa ragione, mi sarei aspettato da un ordine del giorno sul Ferrante Aporti una prospettiva per così dire rovesciata verso l'esterno che non ponesse tanto l'attenzione sulle responsabilità in positivo o in negativo degli operatori del carcere, ma sulle responsabilità importanti che le Amministrazioni e le istituzioni territoriali hanno rispetto al trattamento di una popolazione carceraria che è popolazione difficile in quanto tale; ancora più difficile per il fatto di essere, per la stragrande parte al Ferrante Aporti, popolazione extracomunitaria.
Non so dunque se formulare ai proponenti formalmente la richiesta di per lo meno, rivisitare il dispositivo di questo ordine del giorno interrogando la Giunta su quanto questa Regione può fare in questa prospettiva piuttosto che semplicemente richiedere al Ministero di Grazia e Giustizia, a quanti già si stanno attivando su questo tema, quanto loro dovrebbero fare.
Esprimo, invece, parere favorevole all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Caracciolo ed altri, che peraltro ho anche sottoscritto perché, al di là della narrativa iniziale che, come lo stesso illustratore ha sottolineato, è evidentemente datata, mi pare che nel dispositivo indichi in maniera concreta qual è il problema che, non noi, ma la politica nazionale in questo momento si trova ad affrontare.
E' un problema definito, circoscritto, preciso, che non può ogni volta essere affrontato chiamando in causa problemi altrettanto precisi, definiti e circoscritti, ma che con questo problema delle condizioni di detenzione delle prospettive di riabilitazione della popolazione detenuta non hanno evidentemente un'attinenza diretta.
Mi pare che l'ordine del giorno del Consigliere Caracciolo spieghi senza dare, ovviamente, visto che questa non è competenza di questa assemblea, un'indicazione di merito, che quello delle condizioni di detenzione è un problema irrisolto ed è un problema a sé, che va affrontato a prescindere dalle linee di indirizzo dei pacchetti di politica della sicurezza che - appunto - rispondono essenzialmente ad altre logiche e che altre esigenze devono soddisfare.



PRESIDENTE

Grazie, collega Palma.
La parola al Consigliere Brigandì.



BRIGANDI' Matteo

Vorrei fare un brevissimo, quasi telegrafico intervento per spiegare che, almeno dal mio punto di vista, i due ordini del giorno non hanno la stessa valenza e lo stesso taglio.
In realtà, noi abbiamo un primo ordine del giorno che non entra nel merito del problema giustizia - e credo che il merito del problema giustizia non sia di competenza della Regione Piemonte - ma che semplicemente si è limitato ad andare a verificare una situazione all'interno di carceri cittadini e a trarre le opportune conseguenze in riferimento alla visita.
E' già la seconda volta, nella giornata di oggi, che si fanno delle considerazioni in riferimento a quanto si è letto sui giornali.
Il primo firmatario (e gli altri che gli hanno dato piena fiducia) prima di esprimere il proprio modo di pensare in questo ordine del giorno ha avuto cura di andare a verificare di persona quale sia lo stato dei fatti, di andare a parlare con i funzionari, con le persone presenti nel carcere per capire di quale problema si trattasse; ha quindi espresso un ordine del giorno che si riferisce a questioni logistiche e a questioni di merito in riferimento a quanto è avvenuto e in riferimento alla situazione che si è venuta a creare al Ferrante Aporti.
Ovviamente, questo documento, che è firmato anche da me - e ciò valga anche come dichiarazione di voto - viene considerato in maniera positiva dal Gruppo che ho l'onore di rappresentare, proprio perché si riferisce esclusivamente a delle situazioni di carattere logistico e non entra nel merito degli eventuali provvedimenti giurisdizionali o - peggio legislativi di carattere centrale che certamente non ci competono.
Per ciò che riguarda invece l'ordine del giorno n. 23 - e anche questo valga, per brevità, come dichiarazione di voto - noi riteniamo di dare il voto sfavorevole, per motivi estremamente semplici.
Il primo è che si ritiene sommessamente che la politica generale del Paese, i singoli partiti, i singoli movimenti possano ben farla attraverso gli organi deputati a queste incombenze.
Se noi parliamo di devolution, se vogliamo che i poteri dello Stato vengano in alcune materie conferite all'Ente Regione, dobbiamo ritenere valido anche il meccanismo contrario, cioè che i problemi che devono essere discussi e risolti a carattere centrale non debbano essere discussi e risolti qui.
Il problema dell'amnistia, dell'indulto, di eventuali altri provvedimenti analoghi o simili che riescono a risolvere i problemi delle carceri a livello nazionale. E' evidente che non è una questione che compete a questo Consiglio regionale, a meno che non voglia concorrere con il potere che ha di proporre le leggi. A questo punto bisognava proporre non un ordine del giorno, ma un progetto di legge che porta avanti un discorso di questo tipo.
Quando si dice di farsi portavoce nei confronti del Governo centrale affinché si possa giungere, nel più breve tempo possibile, a una soluzione del problema, è una proposizione del tutto generica. Sappiamo bene, e lo vediamo in tutti i telegiornali, che c'è un problema nelle carceri, per bisogna vedete chi lo ha creato, quali sono le aspettative e come ci si deve comportare sicuramente a livello unitario. Non si può pensare di fare un'amnistia per il Piemonte avulsa da un'amnistia per le altre Regioni.
Occorre analizzare il problema, fare un taglio generale e, comunque specifico. Proporre al Governo di occuparsi di questo problema senza neanche fornire una soluzione è inutile. Serve il coraggio per dire che noi vogliamo l'indulto, quindi si discuterà del problema, ammesso che la cosa sia possibile, e si approverà o meno.
Credo che non sia condivisibile da parte di nessuno un discorso generalizzato, se non nella mera proposizione di un'argomentazione che è del tutto indifferente dal punto di vista del merito. Dopodiché, si chiede ancora l'impegno della Giunta regionale a fissare un incontro, nella competente Commissione, con i Presidente dei Gruppi consiliari.
Credo che questa situazione, oltre ad essere altrettanto generica quanto la prima ipotesi proposta, ha un ulteriore problema e difetto: voler istituire una Commissione fra i poteri della Giunta regionale e i potere del Consiglio regionale. Se si devono incontrare i direttori delle carceri piemontesi - cosa fra l'altro neanche disprezzabile - nel momento in cui si deve fare, all'interno dalla Commissione competente, deve essere fatto dal Presidente della Commissione competente, cioè da colui che sostituisce il Presidente del Consiglio. Quindi, è un problema che nasce, si esaurisce e muore all'interno del Consiglio regionale. Non capisco per quale motivo spiegatemelo, se potete - debba essere tirata in causa su questa questione la Giunta regionale, che ha un potere esclusivamente di carattere amministrativo.
Per questi motivi, voteremo a favore dell'ordine del giorno n. 21 e contro il n. 23.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Cotto, per un intervento di Giunta. Voglio precisare che questa materia è competenza dell'Assessore Cotto.



COTTO Mariangela, Assessore alla promozione della sicurezza

Sono solo quaranta giorni che sono Assessore, quindi non ho ancora approfondito, come la problematica richiede, questo problema, anche se sono già andata tre volte alle Vallette e giovedì andrò al Ferrante Aporti per vedere tutto quello che può fare questa Giunta regionale a favore dei detenuti, senza dimenticare chi lavora nelle strutture.
La Regione Piemonte ha un protocollo d'intesa con il Ministero di Grazia e Giustizia datato 4 dicembre '92, che ha avuto delle difficoltà di realizzazione. In questo protocollo, che riguarda diversi punti dell'edilizia penitenziaria, è scritto: "Il Ministero di Grazia e Giustizia si impegna a documentare la Regione Piemonte sui progetti; la Regione sensibilizzerà gli enti locali per una funzionale individuazione delle aree su cui realizzare i nuovi istituti". Speriamo che questo avvenga, perch non vogliamo quello che è successo ad Asti - cito i casi che conosco - dove il carcere è stato costruito lontano dal centro abitato, senza allacciamento all'acquedotto e senza un servizio di trasporti sia per i familiari dei detenuti sia per chi lavora in quel carcere. Ci sono particolari disposizioni per l'assistenza sanitaria, per l'assistenza ai minori, per i figli di donne detenute, per la formazione professionale e quant'altro.
C'è la legge n. 45 del '95 per l'impiego dei detenuti in semilibertà per i lavori e la protezione dell'ambiente. Nel '99 sono stati finanziati tutti i progetti presentati: 22 interventi, per un totale di 1 miliardo 409 milioni 489 mila lire. E' positivo che si discuta di queste problematiche in Consiglio regionale. Ringrazio tutti dell'apporto dato. Ricordo che in passato il Presidente del Consiglio aveva organizzato una delegazione di Consiglieri più attenti a queste problematiche. L'intenzione era quella di andare presso tutti gli istituti penitenziari, poi mi pare che si sia andati presso tre o quattro, non di più, perché, evidentemente, c'erano altri problemi più impellenti. Credo che più che invitare in Commissione i direttori, con i quali sto allacciando contatti, serva di più, per tutti i Consiglieri, recarsi sul posto, sentire non solo i direttori delle strutture, ma tutti quelli che lavorano: gli educatori, gli stessi detenuti e gli agenti. Questo potrebbe aiutarci per approfondire l'argomento in Commissione e, poi, darci gli strumenti per arrivare a una riformulazione di questa convenzione, di questo protocollo d'intesa, che è datato, ma che non è mai stato completamente applicato. Questo non è un discorso di destra o di sinistra, perché questo protocollo d'intesa è stato fatto nel '92 e quindi, sappiamo benissimo che in Regione Piemonte si sono alternate entrambe le compagini politiche. So che si è credibile per quello che si fa e non tanto per quello che si dice. Mi fermo qui, sperando di dimostrare di essere credibile nel più breve tempo possibile.



PRESIDENTE

Interviene il Presidente Cota, per dichiarazione di voto, in qualità di Consigliere.



COTA Roberto

Intervengo per illustrare il mio voto favorevole all'ordine del giorno presentato in sede anche di replica. Volevo puntualizzare alcune questioni che ho sentito richiamare nel corso del dibattito. Certamente, come ha illustrato molto bene il Consigliere Ghiglia, questo ordine del giorno si propone anche, nella parte dispositiva, di esprimere piena solidarietà al direttore, al personale, agli agenti di polizia penitenziaria in servizio al Ferranti Aporti. Questo è un passaggio importante, perché è il riconoscimento di un ruolo e di una funzione svolta all'interno di quell'istituto penitenziario - anzi, in tutti gli istituti penitenziari da una categoria, quella degli agenti di polizia penitenziaria, sempre in prima linea e, molto spesso, ingiustamente attaccata. Questo passaggio ha una valenza politica, che io condivido e che rimarco fortemente nel mio intervento.
L'altro aspetto riguarda il personale.
Durante la visita effettuata al Ferrante Aporti ho constatato la presenza di personale competente: gli agenti di polizia penitenziaria, il direttore e anche gli insegnanti che prestano la loro attività nella scuola elementare interna all'istituto penitenziario in condizioni difficili dovendo inventarsi giorno dopo giorno le lezioni nelle maglie di un programma educativo - quello sì - inesistente, che dovrebbe essere modificato e migliorato, così come richiesto dall'ordine del giorno.
Questo è il primo punto.
Per quanto riguarda il secondo punto, nel corso degli interventi, ho sentito una questione che, forse, non ho capito bene: la pena della detenzione inframuraria non avrebbe una funzione rieducativa. La detenzione deve avere necessariamente una funzione rieducativa, in quanto l'art. 27 della Costituzione stabilisce che le pene, quindi anche le pene detentive e, nello specifico, anche la detenzione inframuraria, devono avere una funzione rieducativa e non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità. Se cade il principio della funzione rieducativa della pena, si ritorna al medioevo del diritto. Quindi, è chiaro che una civiltà moderna deve non soltanto accettare il principio della funzione rieducativa della pena, ma deve adoperarsi in tutti i modi possibili per portarlo avanti e difenderlo. Se consideriamo il carcere quale un inferno, cioè luogo nel quale si punisce il detenuto, è chiaro che ritorniamo al medioevo del diritto e andiamo contro un pilastro non solo del processo penale, non soltanto del diritto dell'esecuzione penale, ma della nostra civiltà giuridica e io vi posso dire anche della nostra democrazia, perché questo ragionamento ci porta diritti alla pena di morte. La contrarietà di fronte alla pena di morte è motivata dai giuristi proprio sul fatto che la pena deve avere una funzione rieducativa e la pena di morte questa funzione rieducativa non potrà mai averla perché sarebbe soltanto applicata la funzione retributiva.
Questo a chiarimento di alcuni punti emersi nel dibattito. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Palma per dichiarazione di voto.



PALMA Carmelo

Intervengo per ribadire un concetto e tranquillizzare il Presidente Cota in merito al mio impegno abolizionista anche sulla pena di morte anzi, invito lui e tutto il Consiglio regionale a partecipare alla presentazione del rapporto annuale sulla pena di morte nel mondo, che terremo lunedì prossimo.
Io ho detto una cosa diversa: immaginare che le condizioni di detenzione siano condizioni essenziali per esplicare la funzione rieducativa della pena è una assurdo concettuale. Le condizioni di detenzione rispondono ad un'esigenza di sicurezza, per la quale, la scienza non ha ancora trovato misure alternative alla detenzione. Anch'io, senza essere un giurista, conosco la Costituzione e so che la pena, anche quella detentiva, deve essere finalizzata alla rieducazione e alla riabilitazione del detenuto. Sommessamente, mettevo in discussione l'idea che per minorenni di 14-15-16 anni le condizioni di rieducazione necessarie siano condizioni legate alla detenzione.
Questo non lo invento e non lo scopro io perché sarebbe la scoperta dell'acqua calda, visto che tutti i programmi di riabilitazione dei detenuti minorenni passano attraverso attenuazioni sempre più forti delle misure di custodia e non inasprimento del circuito penale, inteso come circuito detentivo, ma l'uscita dalla detenzione inframuraria come condizione di esercizio delle pratiche di rieducazione e di riabilitazione di questi detenuti.
Quindi, se il Presidente Cota intendeva semplicemente esprimere l'esigenza di unire la funzione di sicurezza alla funzione rieducativa, non l'ho capito e mi pare che il paragrafo, allora, non sia particolarmente chiaro.
Sentendo insistere su questo dato, il quale mi sembra, invece particolarmente significativo, insisto anch'io: mi pare grave che in un documento che l'aula si appresta ad approvare si sostenga come la cosa più pacifica del mondo il valore rieducativo delle condizioni di detenzione inframuraria.
Esprimo questo per riaffermare il voto contrario all'ordine del giorno presentato dal Presidente del Consiglio ed esprimere il voto favorevole all'ordine del giorno presentato dal Consigliere Caracciolo ed altri.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Caracciolo per dichiarazione di voto.



CARACCIOLO Giovanni

Sono d'accordo nell'accogliere la risposta dell'Assessore in merito ad un sopralluogo nel carcere per verificare la situazione e parlare con il direttore e, contemporaneamente, se possibile, anche con il personale educatore socio-assistenziale, per allargare un po' questa situazione.
Volevo precisare alcune cose. Intanto, questo ordine del giorno era stato presentato quasi un mese fa quando era sufficiente vedere la televisione per capire che sembrava dovesse scoppiare il finimondo: materassi incendiati, il suicidio del secondino e altri problemi. Quindi, per deformazione professionale, quando ci si trova di fronte ad un'emergenza si deve intervenire subito al di là della riacutizzazione di un fatto cronico, vecchio e annoso: le carceri. Comunque, laddove possono stare trentamila persone, ve ne sono cinquantatremila, quindi, il sovraffollamento, sicuramente, ha contribuito a tale malessere. Mi è sembrato che, strada facendo, da circa un mese, vi sia stato un po' di palleggiamento su questa situazione; per ridimensionare la quale o si propone l'indulto o l'amnistia o si accetta la proposta del Papa oppure come mi sembra sia emerso in questo pacchetto giustizia, si riportano gli extracomunitari con meno di tre anni di carcere nei loro paesi di origine.
Per risolvere questa questione e impedire che l'emergenza si trasformasse in tragedia, si doveva individuare un rimedio.
A questo punto, noi Consiglieri ci dovevamo preoccupare di contattare personalmente i direttori: questo è stato lo spirito.
Poi, con il nuovo pacchetto giustizia e sicurezza, probabilmente quanto ho detto precedentemente non ha più lo stesso valore di tre settimane fa. Grazie.



PRESIDENTE

Pongo in votazione l'ordine del giorno n. 21: "Carcere Minorile Ferrante Aporti" presentato dai Consiglieri Cota, Ghiglia, Brigandì Cattaneo, Angeleri, Deorsola, Giordano e Mercurio, il cui testo recita: "Premesso che: la situazione del carcere minorile Ferrante Aporti di Torino si presenta particolarmente difficile come testimoniato da recenti episodi di violenza ed insubordinazione verificatisi all'interno dell'istituto per la verità si è assistito da più parti al tentativo di gettare un'ombra negativa sul personale degli istituti di pena e segnatamente del Ferrante Aporti anche all'esterno si sono riscontrate situazioni di disagio da parte degli abitanti e ciò a causa della particolare sistemazione dei giovani reclusi dimoranti in celle a diretto contatto con la strada l'istituto ha bisogno di urgente attenzione sotto un duplice profilo, per quanto attiene alla ridefinizione dei programmi educativi - su trentasei detenuti soltanto due sono italiani, gli altri sono extracomunitari per la maggior parte marocchini, per quanto attiene agli interventi strutturali richiesti in alcune parti dell'edificio - le celle a contatto con la via pubblica potrebbero essere spostate in un'ala centrale dell'istituto, ora dismessa risulta che il direttore dell'istituto abbia inoltrato, in data 17 maggio 2000, relazione al Ministero di Giustizia con la quale si evidenziavano le predette esigenze il ruolo e la funzione delle carceri minorili non può considerarsi superata in quanto sussistono evidenti ragioni di difesa sociale unite alla funzione rieducativa della detenzione inframuraria almeno per i reati più gravi e per i soggetti più pericolosi.
Tutto ciò premesso il Consiglio regionale del Piemonte sollecita il Ministero di Giustizia ad intervenire al più presto: 1) adeguando i programmi educativi in uso nelle carceri minorili e segnatamente nel carcere Ferrante Aporti.
2) programmando il riammodernamento della struttura nel senso richiesto dal direttore".
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno è approvato con 29 voti favorevoli e 16 contrari.
Pongo, infine, in votazione l'ordine del giorno n. 23: "Emergenza carceri" presentato dai Consiglieri Mercurio, Saitta, Palma, Caracciolo, Giordano Tomatis, Papandrea e Moriconi, il cui testo recita: "Il Consiglio regionale del Piemonte 1. Vista la gravissima situazione in cui si trovano le carceri di tutto il Paese, compresi quelli presenti in Piemonte dove la tensione cresce in maniera preoccupante un'ora dopo l'altra con il pericolo di una rivolta che potrebbe culminare in tragedia 2. Considerato che la protesta ha coinvolto, nel supercarcere di Novara personale di sorveglianza rimasto intossicato dai fumi sprigionati dai materassi bruciati in un corridoio, che nelle carceri di Ivrea, Novara Vercelli la situazione è per il momento "sotto controllo" ma potrebbero verificarsi disordini a partire dalle prossime ore. Ancora diverso il clima di protesta alle Vallette di Torino dove la "battitura dei ferri" ed il lancio di stracci e carta infuocati ha trovato all'esterno la solidarietà di un gruppo di squatter 3. Tenuto conto che il denominatore comune è il sovraffollamento delle celle, le strutture sanitarie precarie, la scarsità di professionisti psicologi e assistenti sociali 4. Considerato che la Commissione Giustizia dovrebbe avviare in questi giorni l'iter legislativo si amnistia e indulto, il cui esame è stato rinviato più volte, facendo passare dalla speranza alla disillusione i detenuti che sono ora molto tesi e determinati Impegna il Presidente della Giunta regionale a farsi portavoce nei confronti del Governo centrale affinché si possa giungere nel più breve tempo possibile ad una soluzione del problema e vengano comunque sempre garantite condizioni di sicurezza a tutti i lavoratori che operano all'interno delle strutture carcerarie a voler fissare un incontro nella competente Commissione, tra i Presidenti dei Gruppi consiliari ed i direttori delle carceri piemontesi per valutare congiuntamente un possibile percorso in un momento di straordinaria emergenza." Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
L'ordine del giorno non è approvato con 17 voti favorevoli, 23 contrari e 7 astensioni.


Argomento: Commercio

Esame ordine del giorno n. 34: "Necessità di modificare la L.R. 28/99 e la deliberazione 563-13414" - Questione sospensiva


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 34 del Consigliere Saitta, di cui al punto 10) all'o.d.g.



PRESIDENZA DEL PRESIDENTE COTA



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Ho chiesto la parola a norma dell'art. 63 del Regolamento, comma primo per questione sospensiva preventiva all'illustrazione dell'ordine del giorno n. 34, iscritto al punto 10) dell'o.d.g dell'adunanza consiliare odierna.
A nome del Gruppo che presiedo, intendo porre la questione sospensiva a norma dell'art. 63, comma primo, come ho preannunciato nel chiedere la parola, riguardo l'ordine del giorno presentato del collega Saitta Presidente del Gruppo del Centro, sulla questione della necessità di modificare la legge regionale 28/1999 e la delibera di attuazione 563 13414, in quanto, com'è noto, quattro Consiglieri del Gruppo consiliare di Forza Italia hanno presentato un emendamento alla stessa deliberazione, la 563-13414, che sarà iscritto nella sessione ordinaria della VII Commissione che si terrà il giorno 20 di luglio. Nella stessa giornata, in sessione straordinaria della Commissione, sono previste due audizioni, una alle ore 15.00, relativa a un insediamento out - let di Santhià, e una invece alle ore 16.00, in cui verranno sentite le Organizzazioni delle categorie economiche del settore del commercio e quelle sindacali. Riteniamo, quindi che sia più corretto e produttivo affrontare questo argomento, ovvero l'eventuale modifica e l'eventuale impegno posto dal Consiglio alla Giunta regionale sia riguardo alla legge regionale 28 che riguardo alla delibera collegata, successivamente a queste audizioni, tenendo conto che la Commissione e le relative audizioni si terranno fra nove giorni.
Chiederemmo, quindi, al Consigliere Saitta, di valutare questo differimento della presentazione e della discussione dell'ordine del giorno successivamente alle audizioni. In caso contrario, dico subito che chiederemo che la questione sospensiva sia posta in votazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta; ne ha facoltà.



SAITTA Antonino

Credo che il Presidente, relativamente a questa richiesta, avrà modo di valutarla e, suppongo, di ritenerla inammissibile, per il semplice fatto che queste osservazioni furono fatte durante la discussione dei Capigruppo durante la quale qualche collega aveva sollevato questo problema della consultazione della Commissione. Ciononostante, nella riunione dei Capigruppo, insieme al Presidente del Consiglio, si era deciso, in ogni caso, di inserirlo all'ordine del giorno e di discuterlo. Lo chiesi ripetutamente e la richiesta venne accolta, perché l'argomento risulta diverso da un emendamento o da una deliberazione; si tratta, piuttosto, di una sollecitazione, attraverso l'ordine del giorno, di una presa di posizione del Consiglio regionale in ordine ai problemi della legge sul commercio e non soltanto sulla deliberazione. Appare, quindi, un argomento molto più ampio.
Per questi motivi, ritengo e spero che la richiesta non sia ammissibile, e che valga il principio secondo cui, una volta che decidiamo assieme, non si debba più discutere, in sostanza. Questo è uno dei diritti che abbiamo come Consiglieri, perché qualora la maggioranza ritenesse di esercitare una sorta di dittatura in ordine alla questione da esercitare vorrebbe dire che la minoranza non potrebbe proporre più nulla all'attenzione del Consiglio. Si tratta di un problema di garanzia dei diritti.
Invito pertanto il Presidente a non iscrivere tale richiesta all'ordine del giorno, perché si tratta di una questione delicata nei rapporti tra la Presidenza, il Consiglio e i singoli Consiglieri.
Per cui, intenderei illustrare - e lo farò brevemente - la proposta di ordine del giorno. Ritengo, infatti, che gli elementi forniti dal collega Cattaneo fossero già noti nel momento in cui abbiamo deciso.



PRESIDENTE

Mi scusi, Consigliere Saitta, ma la questione sospensiva è dichiarata ammissibile per questo motivo: è una tipica questione sospensiva, nel senso che il Consigliere Cattaneo ha indicato anche il tempo della sospensione e il momento in cui ritiene che il provvedimento debba essere discusso dall'aula, anche se l'aula è sovrana. Quindi, sotto questo profilo, è giudicata ammissibile.
La parola al Consigliere Marcenaro; ne ha facoltà.



MARCENARO Pietro

Finalmente si ripropone una questione molto delicata, che purtroppo in queste poche settimane è già emersa numerose volte e che riguarda il funzionamento di questo Consiglio, i diritti delle minoranze, il ruolo di Presidente del Consiglio regionale come garante dell'insieme del Consiglio o, piuttosto, come figura di parte ed espressione della volontà della maggioranza.
Come ricordava il Consigliere Saitta, su questo punto e sull'ordine del giorno abbiamo raggiunto esplicitamente un'intesa in sede di Capogruppo sulla base di una discussione che ha coinvolto tutti, e che tutti hanno affrontato responsabilmente. Nessuno ha detto che sia intervenuto un qualsiasi elemento di novità dopo la riunione dei Capigruppo. Se questa è la situazione, è evidente che l'uso dell'art. 63, primo comma, e la richiesta di sospensiva possono permettervi di impedire alla minoranza qualsiasi discussione su qualsiasi punto.
Voi siete in grado di annullare qualsiasi intesa presa in sedi comuni perché avete il numero per farlo. Ma questa è davvero la strada che volete percorrere? E tutto questo perché esiste una contraddizione su questo punto all'interno della maggioranza, fra quanto sostiene il Presidente della Giunta regionale e quanto sostiene il Segretario regionale di Forza Italia? Voi fate uno strappo alle regole perché si è aperto un problema di conflitto d'interesse all'interno del vostro partito? Voi fate uno strappo ad una regola che riguarda l'esercizio e la possibilità del pluralismo in questa assemblea? Per coprire cosa? Cosa c'è di così grave da non poterne parlare? E' questa la domanda che mi pongo dopo la vostra opposizione! Ripeto: cosa c'è di così grave da non poter aprire una discussione, da aver paura di un libero dibattito in questa assemblea? Rispondeteci! Cosa c'è di così grave in questa questione? Perché se avete così tanto da nascondere, devono essere cose molto importanti. Vi prego, fateci sapere qualcosa.



PRESIDENTE

Al di là delle valutazioni politiche che ognuno ha, confermo l'ammissibilità.
Ha chiesto la parola il Consigliere Salerno; ne ha facoltà.



SALERNO Roberto

Presidente, francamente trovo l'intervento del collega Marcenaro abbastanza fuori luogo, perché la Conferenza dei Capigruppo aveva assunto l'impegno di portare in aula l'ordine del giorno.
La questione di ammissibilità, pertanto, non attiene alla Conferenza dei Capigruppo, ma all'aula. L'impegno assunto dai Capigruppo è stato rispettato perché il provvedimento è in aula ed è in aula il diritto di poter porre la questione sospensiva.
Sulla questione delle modifiche alla legge regionale ed alla deliberazione conseguente, che riguarda le aree commerciali, e quindi anche la grande distribuzione, torno a ripetere quanto ha già detto il collega Cattaneo: la VII Commissione ha indetto le consultazioni di tutte le categorie al di là della questione locale di Santhià e Vercelli. Questo vuol dire che la VII Commissione, che è un'articolazione del Consiglio e lo rappresenta, ha reputato non solo di verificare il percorso di questa legge, ma ha soprattutto chiesto alle parti sociali e alle rappresentanze di categoria di venire in Consiglio a dirci cosa intendono modificare della stessa.



SALERNO Roberto

SAITTA Antonino (fuori microfono)



SALERNO Roberto

Presidente, perché lascia parlare sul merito? Chiedo anch'io di parlare sul merito...
SALERNO Roberto



SALERNO Roberto

Sulla questione dell'ordine del giorno, laddove esso impegna il Presidente della Giunta regionale ad intervenire per apportare con urgenza delle modifiche, riteniamo indispensabile ed arricchente un eventuale dibattito, ma dopo aver sentito le parti interessate, cioè le rappresentanze di categoria, le rappresentanze dei consumatori, le Province. Solo in seguito si potrà svolgere un dibattito sulle eventuali modifiche alla legge ed alla conseguente deliberazione.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Giordano.



GIORDANO Costantino

Signor Presidente, noi democratici siamo davvero stravolti nel veder cambiare sistematicamente le carte in tavola.
Durante la riunione dei Capigruppo avevamo chiarito questa posizione e si era parlato della legge 28/99, che sta distruggendo il tessuto economico e commerciale di tutto il Piemonte. Ci stupisce che in quest'aula, che è l'aula che deve riqualificare tutta l'area commerciale del Piemonte, venga negata alla minoranza la possibilità di discutere di una legge che riqualificata, potrà portare lavoro a tutti i cittadini piemontesi. Grazie.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Papandrea.



PAPANDREA Rocco

Anch'io sono molto stupito della richiesta avanzata.
L'ordine del giorno in oggetto è stato presentato da un Gruppo che aveva già sottoposto la necessità della discussione durante la riunione dei Capigruppo, dove probabilmente era già stata discussa la questione sollevata dal Consigliere Cattaneo, e si era deciso di mantenere l'argomento all'o.d.g.
Se instauriamo una prassi di questo genere, gli ordini del giorno che per qualsiasi motivo la maggioranza ritenga non opportuno discutere verranno sottratti al Consiglio, e questo potrebbe accadere anche ad un Gruppo di maggioranza che magari diverge su un punto.
Questo per me è inaccettabile ed invito i colleghi a votare contro tale richiesta, perché ogni Consigliere che ritenga di poter discutere un provvedimento in aula, ha il diritto di presentarlo.
Allo stesso modo, esiste il diritto degli altri Gruppi di esprimersi con un voto contrario o astenersi dalla votazione per non far passare il documento presentato. Ma questa è altra cosa dal togliere il diritto di presentarlo e poterlo discutere. Se la maggioranza ritiene di dover discutere l'ordine del giorno tra venti giorni, poiché una procedura esistente permette di farlo, voti contro oppure si astenga. Togliere il diritto al collega Saitta di illustrare e far porre in votazione l'ordine del giorno è una pratica antidemocratica, che va contro il diritto di un Consigliere. E' un atto che lede la democrazia ed i nostri diritti di Consiglieri! Pensiamoci bene, perché in futuro questo atteggiamento potrebbe essere assunto nei confronti di tutti, maggioranza ed opposizione.
Pertanto, si può suggerire di ritirare l'ordine del giorno, ma se il Consigliere firmatario non lo vuole ritirare, ha il diritto di mantenerlo chi lo ritiene inopportuno, potrà votare contro o astenersi.
Vietare di presentare un documento in aula è un po' pesante ed è un fatto che finora - io sono qui da cinque anni - non era mai accaduto.
Invito, pertanto, il collega Cattaneo a riflettere e ritirare la propria richiesta.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente Riba, che interviene in qualità di Consigliere.



RIBA Lido

E' la prima volta, in più di dieci anni di presenza in Consiglio regionale, che mi trovo di fronte all'invocazione di una procedura di questo genere, sulla quale non credo neanche che sia tutto pacifico dal punto di vista giuridico, ma non apro la discussione in questo senso, non è di mia competenza adesso, se non altro per il sovrapporsi di possibilità interpretative in relazione ad un ordine del giorno deciso dalla Conferenza dei Capigruppo. Però, prima che una prassi del genere si consolidi chiederei ai Capigruppo e al Presidente Cota di promuovere una riunione dei Capigruppo, con l'Ufficio di Presidenza, per discutere sulla situazione prima che la questione proceda in maniera che trovi una profonda difformità di valutazione e credo anche debba essere oggetto di una riflessione aggiuntiva.



PRESIDENTE

Però devo prima porre in votazione la richiesta della questione sospensiva; successivamente possiamo convocare la Conferenza dei Capigruppo. Sono d'accordo nel trovare un'intesa ulteriore...



PRESIDENTE

RIBA Lido (fuori microfono)



PRESIDENTE

Chiedo scusa, Presidente, la richiesta della Conferenza dei Capigruppo deve naturalmente essere accolta da parte dei Capigruppo, ma chiaramente è preliminare rispetto ad una decisione...



PRESIDENTE

Scusi, collega Saitta, lei è già intervenuto sulla questione sospensiva.
SAITTA Antonino (fuori microfono) Ho espresso soltanto una valutazione...



PRESIDENTE

Consigliere Saitta, a che proposito vuole intervenire?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Saitta.



(Il microfono del Consigliere Saitta per qualche istante non è stato attivo)



SAITTA Antonino

...Purtroppo succede, purtroppo la minoranza per difendersi dalla dittatura della maggioranza deve ricorrere anche ad altri strumenti.
Intervengo per spiegare il perché l'ordine del giorno deve essere discusso oggi.
Alcuni colleghi di Forza Italia hanno evidenziato un problema vero ed esistente - ammiro il coraggio di alcuni Consiglieri di Forza Italia che lo hanno sollevato. L'hanno posto con una proposta di emendamento che richiede i tempi, noti. Propongo che se ne discuta oggi perché ho la sensazione che nonostante questo coraggio e questa buona volontà di una parte del Gruppo di Forza Italia, che esprime una posizione contraria rispetto alla posizione assunta sempre da Forza Italia e rispetto al Presidente Ghigo, il processo autorizzativo è in corso e, nel momento in cui si dovesse decidere di approvare quell'emendamento, il processo autorizzativo non potrà più essere fermato.
Collega Pedrale, sospendere la discussione dell'ordine del giorno è un modo per dire sì a quell'insediamento per il quale vi state battendo contro. Se bisogna fermare quell'operazione occorre farlo subito. Con questa proposta di modifica voglio anche dire che bisogna stare molto attenti, perché dietro quella vicenda c'è un intreccio, un intreccio pericoloso, ed è forse il motivo per cui si vuole impedire di discuterne oggi, tra politica e affari, nell'acquisizione dei terreni. Abbiamo alcuni personaggi che hanno acquisito quei terreni da una società pubblica, che appartengono alla politica, con nomi noti alla politica, con un'azienda pubblica che ha svolto un ruolo di intermediazione immobiliare, con il Presidente Ghigo, che ha incontrato questi privati durante la discussione della legge e ha favorito questo insediamento. Non li ha incontrati soltanto qui, li ha incontrati anche a New York! Così anche l'Assessore Pichetto ha incontrato questi operatori, a suo tempo ha dato loro anche dei suggerimenti, e vi posso fornire anche le date! Sono questioni di una certa importanza che riguardano la trasparenza dei lavori del Consiglio.
Per cui chiedo che si discuta immediatamente di questo tema, perché le cose che dirò sono di grandissima importanza e sono le vere questioni per le quali quel tipo di intervento può essere impedito. Altrimenti c'è una grande ipocrisia: localmente si assume una posizione e, quando si vuole modificare la legge, la posizione è diversa. Non è la posizione del collega Pedrale e degli altri che l'hanno firmata, ma un no a quel tipo di legge per ciò che sta provocando, va detto subito. Anche perché il collega Pedrale, il sottoscritto ed altri siamo per fare le modifiche per evitare i disastri provocati da questa legge voluta da Forza Italia, ma ciò richiede un ragionamento più completo sulla legge. Il Presidente Ghigo, Forza Italia, la sua Giunta, alla quale lei appartiene, devono assumere una posizione su questo tema. Una posizione chiara, altrimenti c'è il gioco delle parti: "localmente siamo contro e poi favoriamo le grande distribuzione".
Su questo caso, collega Pedrale, se mi verrà data la possibilità, vi dimostrerò che Forza Italia ha favorito l'insediamento della grande distribuzione, e l'ha favorita attraverso il Presidente Ghigo, attraverso la sua Giunta, attraverso personaggi di Forza Italia che hanno partecipato a società, che hanno comprato quei terreni, di una società pubblica che ha svolto un ruolo di intermediazione contro la legge: sono questi i problemi! Questo lo dico perché sono d'accordo su questa battaglia, ma con rigore coerenza: la trasparenza è un fatto importante, ma non dobbiamo ridurci ad essere delle comparse sul piano politicio! Comparse dietro di cui ci sono gli affari, c'è chi si incontra, compra i terreni, nomi noti della politica (poi vi dirò quali sono questi nomi della politica). Dopodiché votiamo le leggi e, nel frattempo, viene deciso tutto: le localizzazioni, quali sono i terreni, c'è qualcuno che fa gli "affari".
Quando parlavo dell'insediamento di questa Giunta facevo riferimento ad un parlamentare americano dell'inizio del secolo, George Washington Plunkitt, che diceva una cosa di questo tipo: "Non mi sono arricchito, ho fatto la concussione onesta. Avevo visto la possibilità di acquistare un terreno, l'ho comprato".
Ma questo non è grave? Noi continuiamo a discutere dopo le dichiarazioni del collega Rosso. Ricorderete che l'on. Rosso aveva detto che alcuni Assessori hanno potuto contare sull'appoggio di "gruppi" in cambio di appalti. Beh, io ho prestato molta attenzione a quella dichiarazione. L'ha detto Rosso, è un parlamentare! Io sono attento e voglio capire se anche in questo caso c'è stato qualche Assessore o qualche Presidente o qualcuno che ha potuto contare sull'appoggio di gruppi di privati in cambio di un'autorizzazione o di un appalto.
Ho quindi elementi per poter dire quello che è successo e vorrei poterlo denunciare con chiarezza, e spero che mi sia consentito.
Altrimenti, con più precisione di quanto ho fatto e con elementi più precisi avremo modo, credo anche come minoranza, di comunicarlo all'opinione pubblica: non abbandoneremo soltanto l'aula!



PRESIDENTE

Chiedo al Consigliere Cattaneo, che ha posto la questione sospensiva se mantiene la richiesta e, se la mantiene, se questa richiesta deve intendersi nel senso che il punto al numero 10) all'o.d.g. dovrà essere discusso nella prima seduta utile dopo l'audizione del 20, cioè nella seduta del 25 luglio. Devo intendere così? La parola al Consigliere Ghiglia sull'ordine dei lavori.



GHIGLIA Agostino

Posso chiedere una sospensione di cinque minuti per svolgere una breve riunione di maggioranza, di Capigruppo di maggioranza?



GHIGLIA Agostino

MARCENARO Pietro (fuori microfono)



GHIGLIA Agostino

Prima si nega la richiesta di convocazione della Conferenza dei Capigruppo ...



GHIGLIA Agostino

Ho chiesto la sospensione, se il Presidente mi dice no, mi siedo e sto zitto.



PRESIDENTE

Consigliere Ghiglia, se vi è una richiesta di sospensione, perché la maggioranza deve maturare una decisione diversa e vi sono margini per una decisione diversa, allora convochiamo anche la Conferenza dei Capigruppo se è questa la posizione della maggioranza.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Angeleri sull'ordine dei lavori.



ANGELERI Antonello

Presidente, ho sentito alcune affermazioni in quest'aula, fatte dal Consigliere Saitta, di una gravità assoluta. Si è parlato di "affari" e vorrei, Presidente, che lei ne traesse le conseguenze...



PRESIDENTE

A che proposito mi chiede di intervenire? Sull'ordine dei lavori? Sulla sospensiva? Non c'è un dibattito...



ANGELERI Antonello

Non c'è un dibattito, ma dato che ho le orecchie per sentire, dato che non voglio essere accomunato ad un "partito degli affari", quale quello che ha ventilato il Consigliere Saitta, le chiedo per cortesia di prendere immediatamente tutte le conseguenze del caso, di un intervento pesante come quello che ha fatto il Consigliere Saitta. Non sto dicendo se sia giusto o meno. Presidente, ripeto, le chiedo di intervenire sull'intervento pesantissimo del Consigliere Saitta.



PRESIDENTE

Ha chiesto la parola il Consigliere Cattaneo; ne ha facoltà.



CATTANEO Valerio

Hanno parlato due Consiglieri dello stesso Gruppo.



PRESIDENTE

Deve solo dirmi, Consigliere Cattaneo, se mantiene la questione sospensiva.



CATTANEO Valerio

Voglio anche precisare...



PRESIDENTE

No, Consigliere Cattaneo, mi deve solo dire se la mantiene o no.



CATTANEO Valerio

Voglio precisare, al Presidente Marcenaro, che insegna l'educazione e le regole in questo Consiglio, che mi risulta che il Consigliere Lido Riba sia iscritto al Partito Democratico della Sinistra, quindi hanno parlato due Consiglieri dello stesso Gruppo!



PRESIDENTE

Consigliere Cattaneo, il Consigliere Riba ha parlato sull'ordine dei lavori.
La questione sospensiva deve intendersi così formulata: "l'argomento di cui al punto 10) all'o.d.g verrà trattato dall'Assemblea nella prima seduta utile dopo l'audizione del 20 luglio in VII Commissione".
Pongo pertanto in votazione la questione sospensiva così specificata.
Chi è favorevole è pregato di alzare la mano.
E' approvata con 28 voti favorevoli (1 Consigliere non ha partecipato alla votazione)



(I Gruppi della minoranza abbandonano l'aula)


Argomento: Polizia rurale, urbana e locale

Ordine del giorno n. 36 "Ronde Padane" (rinvio)


PRESIDENTE

Vista l'assenza dei presentatori, l'esame del punto 11) all'o.d.g.
"Ordine del giorno n. 36 'Ronde padane'", presentato dai Consiglieri Marcenaro, Contu, Moriconi, Chiezzi, Saitta, Di Benedetto, Caracciolo Giordano. viene rinviato.


Argomento: Programmazione e organizzazione sanitaria e ospedaliera

Ordine del giorno n. 10 "Nuova azienda ospedaliera piemontese di Novara" (rinvio)


PRESIDENTE

Esaminiamo ora l'ordine del giorno n. 10 "Nuova azienda ospedaliera piemontese di Novara", presentato dai Consiglieri Galli, Pozzo e Bolla, di cui al punto 12) all'o.d.g.
Ha chiesto la parola il Consigliere Galli per l'illustrazione dell'ordine del giorno; ne ha facoltà.



GALLI Daniele

L'ordine del giorno è esplicito nei suoi contenuti. Si tratta di un'azione chiara con cui si intende riportare ad un livello dimensionale di qualità e di standard europeo la seconda azienda ospedaliera piemontese.
L'attuale azienda, come si evince chiaramente dai punti dell'ordine del giorno, è connotata da strutture...
Presidente, non riesco a parlare, c'è troppo brusio



PRESIDENTE

Le chiedo scusa, Consigliere Galli. Chiedo all'aula di fare meno brusio.



GALLI Daniele

Dicevo che l'azienda ospedaliera in questione è la seconda azienda ospedaliera piemontese come importanza. L'azienda è caratterizzata da un insediamento in stabili che hanno notoriamente caratteristiche non adatte per le moderne esigenze della sanità piemontese che nel quadrante nord est del Piemonte, si aspetta la massima efficienza e la massima efficacia dalla sanità.
Con l'ordine del giorno, io e gli altri sottoscrittori ci rivolgiamo alla Giunta e al Presidente affinché l'Assessore alla Sanità si attivi per reperire, a livello di finanziamento, tutti gli oneri necessari per un nuovo insediamento che verrà realizzato seguendo i canoni e secondo le prerogative urbanistiche dettate dalle realtà locali che sceglieranno nella Conferenza dei servizi con l'ente Regione, l'insediamento della nuova unità.
Gli oneri dei costi di manutenzione ordinaria e straordinaria annuali di un'azienda di questo tipo, per le caratteristiche che hanno le sue strutture, sono di circa 10 miliardi all'anno che, ovviamente, con un struttura moderna sarebbero nettamente inferiori. Un nuovo insediamento sicuramente, potrà svolgere delle attività qualificate ed efficienti, tali anche da evitare la mobilità passiva, che è abbastanza pesante nei confronti della Regione Lombardia, la quale, a differenza della Regione Piemonte, sa offrire caratteristiche e qualità di servizio che noi non riusciamo ancora a raggiungere. Nell'ambito di questa proposta, si tiene conto anche della capacità finanziaria dell'azienda stessa, del grande patrimonio dell'azienda, stimato intorno a 220 miliardi di patrimonio vendibile, trascurando le parti non alienabili. Pertanto, lo sforzo finanziario che la Regione potrà o vorrà compiere in funzione del nuovo insediamento, è sicuramente attenuato dalla capacità finanziaria dovuta al patrimonio vendibile dell'azienda ospedaliera novarese. A tal proposito molti giornali hanno ripreso questo ordine del giorno e sono nate polemiche rispetto alla situazione finanziaria dell'ASL n. 13, che è nettamente distinta. Porre sullo stesso piano o forzare (potrebbe essere anche ottimale da un certo punto di vista) sull'ASL n. 13 un nuovo conferimento per quanto riguarda la quota capitaria e la spesa capitaria, in netto contrasto con la proposta della nuova azienda ospedaliera a Novara, non è pertinente.
La Regione deve avviare uno studio, un progetto e, ovviamente predisporre, a livello di bilancio, la dotazione finanziaria per realizzare un'azienda ospedaliera moderna che sappia rispondere, in maniera efficace alle esigenze della popolazione del quadrante nord est del Piemonte.



PRESIDENTE

Mi sembrava che avesse chiesto la parola la Consigliera Manica.



PRESIDENTE

MANICA Giuliana (fuori microfono)



PRESIDENTE

Vorrei intervenire sulla questione procedurale.



PRESIDENTE

La parola al Vicepresidente della Giunta regionale, Casoni.



PRESIDENTE

CASONI, Vicepresidente della Giunta regionale



PRESIDENTE

Mi rivolgo al Consigliere Galli per pregarlo, poiché sono assenti sia l'Assessore alla sanità che il Presidente, di accettare il rinvio di quest'ordine del giorno. I due interlocutori, infatti, sono il Presidente Ghigo e l'Assessore alla sanità: ritengo occorra esprimere, al riguardo, un parere competente. Quando saranno presenti i due interlocutori suddetti non entrerò nel merito della sua discussione: con loro assenti, per rischieremmo di fare una discussione senza averne la competenza.
Consigliere Galli, ne chiedo, pertanto, il rinvio a una sede nella quale siano presenti l'Assessore alla sanità e il Presidente.



PRESIDENTE

La parola alla Consigliera Manica.



MANICA Giuliana

Mi associo, naturalmente, alla proposta del Vicepresidente della Giunta regionale. Voglio aggiungere che esiste un ordine del giorno sullo stesso argomento, da noi presentato. Solitamente quando si discute di un argomento, si discutono insieme e contestualmente tutti gli ordini del giorno relativi.
Chiedo che la discussione sia congiunta su quell'ordine del giorno e su quello da noi presentato.



PRESIDENTE

Consigliera Manica, non era stata richiesta l'iscrizione della discussione congiunta, e neanche l'accorpamento ...



MANICA Giuliana

La possiamo chiedere anche in aula!



PRESIDENTE

Sono d'accordo con lei, Consigliera Manica.
La parola al Consigliere Galli perché si esprima in merito alla richiesta di rinvio.



GALLI Daniele

Accetto il rinvio della discussione di quest'ordine del giorno purch avvenga nella prima occasione utile, sperando che l'assenza dell'Assessore non sia dovuta a una disattenzione rispetto a un quadrante geografico trainante della Regione Piemonte, che merita invece tutta l'attenzione possibile.



PRESIDENTE

La trattazione è rinviata con l'accorpamento dell'altro ordine del giorno presentato.


Argomento: Informazione

Ordine del giorno n. 37: "Problemi inerenti nuove disposizioni in materia di abbonamento postale" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo all'esame dell'ordine del giorno relativo a "Problemi inerenti nuove disposizioni in materia di abbonamento postale", di cui al punto 13) all'o.d.g., presentato dal Consigliere Toselli. Mi comunicano che il Consigliere Toselli, in questo momento, non è presente in aula; l'esame del provvedimento viene rinviato.


Argomento: Problemi del lavoro e della occupazione

Ordine del giorno n. 32: "Arsauto" - Interrogazioni e interpellanze collegate (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame dell'ordine del giorno n. 32 "Arsauto" presentato dai Consiglieri Cattaneo, Ghiglia, Deorsola, Rossi Giacomo Saitta, Contu, Moriconi, Botta Franco Maria, Brigandì, Giordano, Cracciolo Mercurio, Chiezzi, Marcenaro, di cui al punto 14) all'o.d.g.
La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Presidente, poiché sono assenti molti dei presentatori, chiederei di rinviarne l'esame.



PRESIDENTE

Come proposto dal Consigliere Ghiglia, se l'aula concorda, l'esame del punto 14) all'o.d.g. viene rinviato.


Argomento: Statuto - Regolamento

Proposta di deliberazione n. 12 "Costituzione di una Commissione speciale per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte" (rinvio)


PRESIDENTE

Passiamo allora all'esame della proposta di deliberazione al Consiglio regionale n. 12 "Costituzione di una Commissione speciale per la revisione dello Statuto della Regione Piemonte", di cui al punto 15) all'o.d.g.
Si tratta di una materia che richiede un certo dibattito politico: i Consiglieri Brigandì, Cattaneo e Ghiglia acconsentono a rinviarne la trattazione?



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Ghiglia.



GHIGLIA Agostino

Noi siamo d'accordo sul rinvio, chiedendo che l'esame di questa proposta di deliberazione venga inserita tra i primi punti all'o.d.g della prossima seduta di Consiglio. E' una questione di somma importanza: sarebbe singolare andare in vacanza senza averne discusso!



PRESIDENTE

La trattazione del punto 15 all'o.d.g. è rinviata.


Argomento: Comitato regionale e sue sezioni

Esame disegno di legge n. 76 "Nuove norme per il funzionamento del Comitato regionale di controllo" (rinvio in Commissione)


PRESIDENTE

Passiamo quindi all'esame del disegno di legge n. 76, di cui al punto 16) all'o.d.g.
Il relatore è il Consigliere Gallarini.



GALLARINI Pierluigi, relatore

Farei al Presidente prima, e all'aula dopo, una richiesta, non tanto per la situazione che si è creata oggi, quanto per la situazione che si è creata nei giorni scorsi relativamente a questo provvedimento. La Giunta e la maggioranza stanno riflettendo sulla sostanza di questo provvedimento.
E' vero che abbiamo già approvato, in questa legislatura, progetti di legge e disegni di legge, il cui iter di Commissione si è espletato nella scorsa legislatura. Ma questo è particolarmente delicato per quanto concerne l'ipotesi di un CORECO unico, di uffici periferici per i quali occorre decidere se mantenerli e, nel caso, in che veste, in che misura, con quali funzioni, di "consulenza" per gli enti locali? Come relatore, mi hanno incaricato di chiedere il rinvio della discussione, affinché si possa nelle sedi più opportune, sviscerare e approfondire questa ipotesi di provvedimento, per valutare se alla fine sarà il caso di arrivare a riproporre il provvedimento così com'è oppure con le conseguenti modifiche.



PRESIDENTE

La parola al Consigliere Tapparo.



TAPPARO Giancarlo

La proposta del collega Gallarini mi sembra opportuna, perché il provvedimento, così com'è, non presenta contraddizioni, ma non si adegua alla forte trasformazione che tale materia ha subìto in questi ultimi tempi.
Condivido che sia riportato in Commissione, ma chiedo anche che riprenda un suo iter approfondito, e non solo un suo ritorno rapido in aula. E' una materia che richiede una attenta valutazione del nuovo ruolo degli enti locali, a cui vengono meno funzioni di controllo tradizionali rischiando di essere lasciati nudi e in difficoltà, specie i piccoli Comuni. Infatti il Piemonte è caratterizzato da un numero di Comuni estremamente elevato, Comuni peraltro di piccole dimensioni. La trasformazione degli organismi di controllo deve avvenire tenendo presente cosa noi possiamo fare per supportare questi piccoli Comuni. Il provvedimento, sotto questo punto di vista, mi sembra lacunoso. Se lo si rinvia nello spirito di voler lavorare in questo senso, la proposta è positiva e condivisibile.



PRESIDENTE

Si tratta di una richiesta formale di rinvio in Commissione?



GALLARINI Pierluigi

Sì.



PRESIDENTE

Se l'aula acconsente, la proposta è approvata.
La parola al Consigliere Deorsola.



DEORSOLA Sergio

Sentiamo in merito anche il parere della Giunta; ricordo che il disegno di legge è della Giunta.



PRESIDENTE

La parola all'Assessore Laratore.



LARATORE Giovanni, Assessore alle autonomie locali

La Giunta si dichiara favorevole. Si può ridiscutere la questione purché i tempi non si allunghino troppo.



PRESIDENTE

Consigliere Gallarini, siamo in grado di assegnare un limite di tempo ai lavori della Commissione?



GALLARINI Pierluigi

Per serietà, devo dirle di no, perché l'argomento è molto complesso.
Chiaramente, tutti ci impegneremo affinché i termini siano più ristretti possibile. Però, non mi sento, personalmente, di quantificarne i tempi.



PRESIDENTE

L'aula, quindi, acconsente.
Sto leggendo l'o.d.g., colleghi, e vedo che vi è l'assenza dell'Assessore Cavallera che è in congedo e penso che anche per i punti 19) e 20), cioè sul Rendiconto generale per l'esercizio finanziario 1999 e sulla proposta di deliberazione relativa al Conto consuntivo del bilancio regionale anche la Giunta sia favorevole ad un rinvio. Assessore Burzi, è così?



BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

Pur trattandosi di delibere e di disegni di legge non emendabili poich di tipo ragionieristico, sono comunque sempre leggi di questo Consiglio regionale e ancorché francamente non condivida in nulla e per nulla le motivazioni che hanno portato in questo caso la minoranza a non essere totalmente presente, credo che per rispetto all'aula vi debba essere un consesso che renda degno il dibattito.


Argomento:

Annunzio interrogazioni, interpellanze


BURZI Angelo, Assessore al bilancio e finanze

mozioni e ordini del giorno



PRESIDENTE

I testi delle interrogazioni, interpellanze, mozioni e ordini del giorno pervenuti alla Presidenza del Consiglio regionale verranno allegati al processo verbale dell'adunanza in corso.
Ci vediamo dunque martedì prossimo.
Ricordo ancora a tutti l'appuntamento di giovedì sera alle ore 17.
La seduta è tolta.



(La seduta ha termine alle ore 17,26)



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